Sono ancora sopito, catturato dal sonno, ma lambito dalla veglia. Sento già il cinguettare degli uccellini, tipico delle albe di primavera. Provo a girarmi, al fine di cambiare posizione e continuare a dormire per qualche altro minuto. Tra poco arriverà mio padre a chiamarmi.
I miei movimenti vengono bloccati da due piccole braccia che si sono attanagliato al mio busto e da una testolina che preme contro la mia schiena. Come tutte le mattine, ti trovo accoccolato alle mie spalle. Apro lentamente gli occhi e sorrido nel vedere quelle manine saldamente strette sul mio addome. Le accarezzo leggermente e con una piccola pressione riesco a sciogliere la loro morsa. Mi alzo facendo attenzione a non svegliarti. Ti do un leggero bacio sulla fronte e ti copro bene. I passi di nostro padre si avvicinano. La porta scorrevole si apre e vedo chiaramente la sua sagoma, anche se leggermente nascosta dalla penombra dell'alba.
- Sveglialo, verrà con noi. -
- Ma è presto, padre. Lui ha bisogno di dormire.-
- Sei forse dimentico di quello che ti ho detto l'ultima volta? Sveglialo, e soprattutto vedi di insegnargli a dormire sul suo letto. -
Non rispondo. Sebbene quello sia mio padre, inizio davvero a detestare i suoi modi. A volte mi capita di volerlo vedere morto,e con fatica riesco a scacciare quell'idea. Non lo vedo come un vero genitore, ma solo come una presenza autoritaria che prova piacere nel negarmi tutto quello che amo fare. A malincuore ti chiamo, scuotendoti leggermente. Vedo i tuoi occhioni aprirsi lentamente.
- Che ore sono,nii-san?-
- È l'alba.-
- Ho sonno.-
Mio padre mi sposta con un gesto brusco. Afferra il tuo piccolo braccio e ti tira giù dal letto a forza.
- Vestilo , non abbiamo altro tempo da sprecare nelle lagne di un moccioso.-
Ti aiuto a vestire i panni dedicati all'allenamento. Sbadigli e un po tremi di freddo. Una volta vestito ti abbraccio forte, detesto vederti tremare fra i brividi. Anche se l'aria non è fredda, il soprassalto del risveglio e la privazione dei vestiti della notte, hanno esposto la tua pelle ad uno sbalzo termico.
- Madara, così facendo lo trasformerai in una femminuccia. Sbrigatevi invece di perdere tutto questo tempo!-
Gli allenamenti sono duri, anche un fisico resistente come il mio ne risente. Nostro padre non fa sconti di pena. Ci colpisce pesantemente come se fossimo davvero i suoi nemici, per spronarci, per guidarci a combattere per uccidere. Ogni giorno i miei colpi si fanno più precisi, più netti, più potenzialmente letali. Finalmente riesco a vedere ogni cosa, con precisione. Ho risvegliato il potere dei miei occhi, il famoso Sharingan, la base dello sviluppo di un guerriero Uchiha. Inizio a scorgere il giorno in cui io sarò al posto di mio padre e cambierò le cose. Tu invece sei ancora molto lontano dal mio livello, sei più piccolo, è normale. Una cosa hai più di me: nulla ti sconvolge. Non ti metti a piangere nemmeno quando vieni respinto duramente, anche se il tuo corpo non riesce a seguire i tuoi intenti, non perdi mai di mira l'obiettivo. Una concentrazione fredda che supera anche la mia.
Finito l'allenamento mio padre mi assegna l'incarico di pattugliare le rive del fiume. È stata avvistata una piccola squadra di membri del clan Senju e mio padre teme che loro vogliano superare la foresta per colpirci in un attacco notturno. Il sole del primo pomeriggio colpisce con tutta la sua intensità, fa caldo e non so che fare. Mi siedo sulla riva del fiume e osservo lo scorrere dell'acqua. Sbuffo un po' , odio stare fermo senza fare nulla in attesa di qualcosa che forse non avverrà nemmeno. Un sasso preme contro il palmo della mia mano. Mi da fastidio e cerco di toglierlo di mezzo. Lo prendo fra le dita e dopo aver darò uno sguardo al sasso e uno all'acqua sorrido : ho un'idea in mente. Provo a lanciare il sasso sul pelo dell'acqua, ma non fa nemmeno un balzo ed inizia subito ad affondare. Ne cerco un altro e provo a lanciarlo, ma dopo un misero saltello, ricade di nuovo sotto il pelo dell'acqua. Decido di rinunciare e tento un altro tiro, quando vedo rimbalzare per cinque volte un altro sassolino, fino ad arrivare sull'altra sponda. Mi volto a cercare la persona che ha osato sfidarmi in quel modo, mantengo lo sguardo torvo e i miei occhi incontrano quelli di un altro bambino. Lo fisso senza parlare, mentre fa un altro tiro e riesce perfettamente a far rimbalzare quel dannato sasso.
- Il segreto è mirare leggermente in alto!-
-Pfft, sta zitto. Non ho bisogno di consigli. Non ci sono ancora riuscito perché non ho ancora messo nemmeno un decimo del mio impegno! E poi tu chi diavolo saresti??-
- Possiamo dire che sono il tuo primo rivale a rimbalzello!-
- Sta a guardare. Una sfida tra me e te non esiste, ora mi concentrerò e vedrai che riuscirò a raggiungere l'altra riva con un lancio migliore del tuo!-
Lancio il sasso e anche questa volta fallisco miseramente.
- Aaah! Ti sei messo alle mie spalle apposta eh? Tu lo hai fatto apposta per distrarmi!!!-
- Ma cosa dici???-
- Sì, ti sei messo dietro di me apposta!!!!
Gli urlo arrabbiato, senza ritegno.
Ad un tratto lo vedo sedersi a terra e rannicchiarsi, cingendo le ginocchia piegate con le sue braccia. La sua espressione si fa grave, triste , come se gli fosse successo qualcosa di grave.
- Mi dispiace averti distratto. Come punizione accetto tutto, anche di essere preso e lanciato nel fiume, fa di me ciò che vuoi.-
Il tono di voce di quel bambino è triste e rassegnato come quello di un condannato a morte, da una parte mi fa ridere, dall'altra mi urta. Decido di intervenire bruscamente,continuando ad urlargli contro.
- Mi dai sui nervi!!! Odio chi si abbatte così facilmente!!! E soprattutto chi sei??-
La sua espressione cambia di botto. Mi sorride come se nulla fosse.
- Mi chiamo Hashirama, non posso dirti il mio cognome per ovvi motivi, ma il nome è quello, e tu?-
- Sono Madara.-
Dico secco, mentre mi siedo di nuovo sulla riva del fiume. Entrambi rimaniamo in silenzio , osservando lo scorrere lento del fiume, qualcosa però richiama la nostra attenzione : sul pelo dell'acqua vediamo galleggiare il cadavere di un uomo, uno shinobi ,riverso a faccia in giù. Hashirama prende parola. Dal suo volto scompare ogni ombra di ilarità.
- La guerra è giunta anche qui.-
- La guerra ci circonda e continua ad uccidere. Ho visto molte persone a me vicine morire a causa delle battaglie. -
- Sarebbe meglio fermare tutto quanto. Non hai mai pensato ad un modo per farlo?-
- Sì,ma sono solo e un'impresa del genere mi è impossibile.-
- Adesso siamo in due, Madara.-
Nonostante non lo conosca, è bello parlare con lui, l'unico coetaneo che io abbia mai incontrato. Sì, decisamente è diventato il mio primo rivale anche se solo in un semplice gioco,nel quale sono praticamente uno zero ( ma grazie alla sua sfida migliorerò). Hashirama però non è solo questo, mi sono fermato a parlare con lui a lungo, finché il pomeriggio non è mutato in sera e posso dire che , in soltanto poche ore, lui sia riuscito a diventare il mio unico amico. Spero tanto che la guerra non mi allontani anche da lui.
|