Unbreakable.

di Dany9998
(/viewuser.php?uid=697150)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** This is us. ***
Capitolo 2: *** Let's run away. ***
Capitolo 3: *** Lost. ***
Capitolo 4: *** It can happen. ***
Capitolo 5: *** Don't leave me. ***
Capitolo 6: *** What's wrong? ***
Capitolo 7: *** Why? ***
Capitolo 8: *** It's ok ***
Capitolo 9: *** The mistake. ***
Capitolo 10: *** Broken. ***



Capitolo 1
*** This is us. ***


-UNBREAKABLE
-Capitolo 1

*ALEX*
Ciao sono Alex, una normalissima e noiosissima sedicenne canadese. Vivo a Stratford con la mia famiglia e la mia vita e sempre la stessa. Scuola-casa, casa-scuola. Persino in monastero mi divertirei di più. Che dire di me, sono una ragazza mora, occhi scuri abbastanza alta. Mi piace divertirmi ma purtroppo non ne ho l'occasione mai visto che ho i genitori che mi stanno col fiato sul collo. Il mio sogno? Diventare una scrittrice. Amavo scrivere e mi nutrivo di libri. Quando prendevo la biro in mano sparivo dalla realtà e mi rifugiavo nel mio mondo. Spero che un giorno ci riuscirò, riuscire a far viaggiare le menti dei ragazzi attraverso le mie parole.

Mancavano pochi minuti al suono della campana e questa tortura stava per finire.

Finalmente era l'ultimo giorno di scuola e l'estate tanto aspettata era arrivata. Quest'anno avrei fatto qualcosa di diverso, avrei passato l'estate con Justin. Justin era il mio migliore amico e ci volevamo un casino di bene. Avevamo pensato di fare una vacanza insieme ad Atlanta per due settimane, solo noi due. Il pensiero di essere libera per una volta mi riempiva di gioia. I miei genitori si fidavano e mi lasciavano andare con Justin. Il suono della campana interruppe i miei pensieri. Mi alzai dal banco e uscii per ultima dalla classe. Andai verso il mio armadietto salutando tutti i miei amici che si affrettavano ad andare a casa e godersi ogni minuto di questa vacanza. E quello che avrei fatto anch' io. Aprii l'armadietto e presi tutti i libri mettendoli nella cartella. Uscendo dalla scuola vidi una macchina bianca molto familiare! Scendendo i gradini vidi Justin uscire dalla macchina e senza pensarci un momento gli andai incontro e gli saltai addosso, abbracciandolo stretto stretto.

'Ehi. Qualcuno e molto contento oggi!' mi disse abbracciandomi.
'Beh si...finalmente in vacanza. Ma oggi non sei venuto a scuola?'
'Chi e che viene a scuola l'ultimo giorno Alex? Tranne te ovviamente!'
'Ah ah spiritoso' dissi in modo ironico
'Pronta per domani?'
'Si non vedo l' ora di partire' dissi a trentadue denti 'E la prima volta che vado via da Stratford'
'Sei emozionata?' mi chiese Justin guardandomi con i suoi occhi color nocciola. Annuii. 'Vieni, ti accompagno a casa cosi puoi iniziare a prepararti e ti riposerai. Ricordati domani mattina partiamo. E molto importante per me.' Mi disse prima di entrare in macchina. Sedendomi nel sedile del passeggero mi voltai verso di lui.
'Lo so Justin, e vedrai, andrà tutto bene!'

Justin aveva una grande passione per la musica. Ha sempre sognato di essere come i grandi della musica: Michael Jackson, Usher, e altri. Canta e suona la batteria e la chitarra da molti anni e mette molti video su youtube delle cover che fa. Adesso ha avuto l'opportunità di partecipare ad un concorso ad Atlanta. Io sarò li e sono sicura che lui sarà il migliore.
Dopo qualche minuto arrivammo davanti a casa mia, Justin mi saluto io scesi dalla macchina e andai verso la porta. Tirai fuori le chiavi ed entrai in casa. Andando verso le scale per salire in camera mia sentii la voce di mia madre chiamarmi.
'Alex sei arrivata?' Sentivo i suoi passi venire dalla cucina.
'Si mamma, finalmente ho finito la scuola!' La vidi arrivare in corridoio.
'Domani io e tuo padre abbiamo una sorpresa per te!' mi disse sorridendo
'Una sorpresa?' dissi curiosa 'Cos'è?'
'Se te lo dico non e più una sorpresa!' Aspetta domani e vedrai'
'Ok mamma' le diedi un bacio sulla guancia e poi salii in camera mia dove mi buttai sul letto stanca. Una sorpresa? Forse aveva a che fare con la partenza di domani. Spero tanto. Mi alzai dal letto e presi le due valigie che si trovavano accanto al letto. Aprii gli armadi e iniziai a prendere quello che mi serviva. Jeans, magliette a maniche corte, felpe se per caso fa freddo, una tuta, calzini, intimo, trucchi, occhiali da sole, scarpe da ginnastica, ballerine e un vestitino per la sera del concorso. Misi in ordine tutto dentro le valigie e le misi accanto al letto. Andai in bagno, indossai il pigiama e mi infilai tra le coperte. Ero molto emozionata. Ero figlia unica e probabilmente per questo motivo i miei genitori mi proteggevano cosi tanto. Siamo una famiglia tranquilla, modesta e potrei dire felice. Justin invece, e per me come un fratello maggiore. Siamo cresciuti insieme e le nostre famiglie vanno molto d'accordo. In più Stradford è una città molto piccola in cui quasi tutti si conoscono e sono come una famiglia. La vita e tranquilla e serena. Forse l'unico problema è il freddo dei rigidi inverni.


*JUSTIN*
Dopo aver accompagnato Alex tornai a casa mia dove mia madre mi aspettava con il pranzo pronto. La salutai con un bacio e sedendomi a tavola mormorai un 'mmmm'. Il buon profumo che veniva dalla cucina mi faceva venire sempre più fame. Vivo in una famiglia abbastanza povera. Mia madre non ha un lavoro e mio padre lavora come idraulico il che non gli permette di guadagnare tanti soldi. In più mio padre e un alcolizzato e la metà dello stipendio la spende in alcool e sigarette. Si innervosisce e spesso picchia mia madre che ha sprecato la sua vita accanto a questo uomo per crescere me e mia sorella Emma. Emma è due anni più piccola di me, in pratica ha l'età di Alex. I soldi non bastano quasi mai. Troppe spese: affitto, bollette, tasse scolastiche, libri e molto altro. Questa difficoltà economica è sempre stato un ostacolo per realizzare il mio sogno.
'Arrivo subito con il cibo, dammi un secondo!' la sentii urlare dalla cucina.
'Hai bisogno di aiuto?' chiesi alzandomi dalla sedia. Ricevetti un NO come risposta e mi rimisi comodo sulla mia sedia. Dopo qualche minuto arrivo con i piatti a tavola. Quattro piatti: uno per me, uno per lei, uno per Emma e uno per mio padre che sarebbe arrivato a momenti. Infatti poco dopo sentii la porta aprirsi e subito vidi mio padre entrare in salotto e sedersi a tavola.
'Finita la scuola Justin?' mi chiese mentre si toglieva la giacca. Annuii con la testa. 'Allora da domani vieni con me al lavoro' rabbrividii a quelle parole.
'Papa ma io domani vado ad Atlanta!' gli dissi con gli aggrottando le sopracciglia.
'A fare che?' mi guardò confuso
'Ho un concorso papa, il concorso di canto!'
'Ancora questa storia della musica Justin! Lo sai bene che e una perdita di tempo e che e difficile avere successo ai giorni d'oggi!' mi disse alzando la voce. Mi alzai dalla sedia e andai verso di lui.
'Non e una perdita di tempo papà, e l'unico modo di realizzare i miei sogni!'
'Sogni? Justin devi smetterla di vivere nei sogni, apri gli occhi e guarda la realtà!' stava urlando ' Non andrai da nessuna parte, resterai qui ad aiutarmi, e difficile sfamare quattro bocche, Justin. Sono l'unico in famiglia che lavora e ho bisogno di aiuto. La vita non e semplice, svegliati!' Urlò facendomi sussultare. Lo guardai pieno di rabbia. Sono 18 anni che mi impediscono di cantare e di provare a fare quello che voglio. Il problema sono come al solito i soldi! Lo guardai innervosito e salii in camera mia. Mi era passata sia la fame che la gioia. Mi buttai sul letto nervoso. Non era giusto! . Lo so, mio padre ha ragione. La nostra situazione e pessima. E difficile per mio padre crescerci con un unico stipendio. Io sono con la scuola e tutti i pagamenti. Emma ha bisogno di molte cose, ormai e un'adolescente. Gli servono vestiti nuovi, e molte cose da donne.... vuole uscire, divertirsi esattamente come voglio io, ma i soldi non ce lo permettono. Mio padre ha ragione: rinuncerò al concorso per aiutarli.


*ALEX*
La sveglia suono e cercai di svegliarmi il prima possibile,presi i vestiti e andai in bagno a farmi una doccia. Entrai nella doccia e l'acqua inizio a scendermi lungo il mio corpo. Presi la spugna e massaggiai ciascuna parte del mio corpo con essa. Diciamo che la mattina sotto la doccia e il momento più rilassante della giornata. Uscii dal bagno, mi avvolsi l'asciugamano intorno al mio corpo facendo attenzione a non mostrare le mie parti intime. Andai in camera dove presi il fon e iniziai ad asciugarmi i capelli. Feci cadere l'asciugamano e mi vestii con un paio di jeans e una canottiera bianca. Presi le valigie preparate già da ieri sera e scesi le scale. Poggiai le valigie vicino alla porta e poi andai verso la cucina. Feci collazione da sola visto che mia mamma e mio padre erano in salotto a guardare la TV e parlare tra di loro. Si vede che avevano mangiato prima. Mentre mangiavo sentii suonare il campanello. Mi alzai di fretta e corsi verso la porta.
'Apro io' urlai correndo verso la porta
'Forse e la tua sorpresa' disse mia madre come risposta
Mi avvicinavo sempre più velocemente alla porta convinta che fosse Justin. Ero pronta a partire. Misi le mani sulla maniglia e aprii la porta. Rimasi a bocca aperta.
'Mamma che ci fa lui qui?' urlai visibilmente irritata al vedere della persona che più odiavo al mondo.
'Alex non urlare, cosa succede?' vidi mia madre uscire dal salotto e venire verso di me, il mio sguardo ancora sulla persona che avevo davanti.
'Luke tesoro!' disse mia madre spostandomi e abbracciando Luke . Luke è il figlio della migliore amica di mia madre e mia madre pensa che se lei e amica con sua madre anch'io devo esserlo con suo figlio, invece non era cosi. Io Luke lo odiavo a morte e purtroppo ogni estate dovevo sopportarlo perché veniva a farci visita. Quest'estate invece sarebbe stato diverso. Luke non sarebbe stato in mezzo alle palle! Io sarei partita, e nemmeno lui mi avrebbe fermato. Guardavo schifata mia madre che lo abbracciava.
'Dai Alex, non ho la peste vieni e abbracciami' mi guardò Luke sorridendo.
'Preferisco esserne sicura!' feci una smorfia.
'Dai Luke entra' disse mia madre spingendomi via e facendo segno a Luke di entrare. Lui mi passo vicino e mi fece l'occhiolino io ricambiai facendo una linguaccia e chiusi la porta appena entrò. Io ritornai in cucina a finire la mia colazione mentre i miei genitori parlavano con Luke. Tutti allegri tranne me. Justin vieni e salvami da questa famiglia! Stavo mettendo la nutella sulla mia fetta di pane quando sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla. Sussultai dallo spavento facendo cadere la fetta a terra. Mi girai e vidi Luke che rideva.
'Cos'hai da ridere?' gli dissi prendendo la fetta di pane da terra.

'Sei sempre la stessa, l'estate scorsa ti sei rovesciata l'aranciata addosso quando mi hai visto' disse sedendosi sulla sedia vicino a me
'Ci credo, mi fai prendere degli spaventi enormi ogni volta!'
'Quest'estate sarà diversa vedrai, proverò a non fare l'antipatico.' mi disse guardandomi negli occhi
'Lo so, sarà sicuramente diversa' accennai un mezzo sorriso sapendo che fra poco sarei partita. In quel momento mia madre entrò in cucina.
'Alex, dovrai rimandare la partenza per Atlanta lo sai vero?' quasi affogai al sentire quelle parole.
'Cosa?' dissi spalancando gli occhi
'Alex, Luke stara qui qualche settimana. Io e tuo padre saremo a lavoro tutto il giorno e tu resterai a fargli compagnia.'
'Ma mamma ho promesso a Justin che sarei stata con lui ad Atlanta ad incoraggiarlo!' le dissi leggermente irritata.
'E abbastanza grande da cavarsela da solo Alex. Ora rimarrai qui, vai ad aprire le valigie e rimettere le tue cose apposto. Non voglio più commenti, io e tuo padre abbiamo deciso. Andrai in vacanza con lui dopo la partenza di Luke'
'Ma perché non posso decidere io almeno una volta?' dissi quasi urlando
'Basta Alex. Farai quello che ti diciamo noi!' uscì dalla cucina borbottando. Ero incazzata nera. Adesso come dirò a Justin che non posso più andare con lui.
'Quindi volevi partire senza di me?' disse Luke facendo un sorrisetto
'Tu chiudi quella cazzo di bocca se no ti spacco un dente. E per colpa tua che non parto più.'

Mi alzai dalla sedia, uscii dalla cucina e prendendo le valigie salii in camera mia, Chiusi la porta a chiave e buttai le valigie in un angolo. Vidi il mio cellulare illuminarsi.
Da Justin:
Dobbiamo vederci presto!
Per Justin:
Si assolutamente, dove?
Da Justin:
Davanti all'Avon Theatre, sbrigati!
Questa era la mia occasione per parlargli. Forse lui avrebbe trovato una soluzione per partire insieme.

https://www.facebook.com/media/set/?set=a.597331980374139.1073741842.299643690142971&type=1

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Let's run away. ***


-UNBREAKABLE
-Capitolo 2

 

*JUSTIN*
Presi la giacca, la mia chitarra e uscii di casa senza nemmeno accorgermi di mia madre che continuava a farmi domande. Dovevo parlare con Alex e dirle che non sarei più partito. Sicuramente ci si rattristerà perché era molto entusiasta all'idea di venire con me. Sinceramente anch'io avrei voluto passare un po di tempo insieme a lei ma non potevo.

In circa 15 minuti arrivai davanti all'Avon Theatre dove vidi Alex seduta sulle gradinate visibilmente agitata. Mi avvicinai e mi sedetti sulle gradinate accanto a lei. Si volto verso di me e restammo a guardarci negli occhi per qualche istante avendo paura di dire le cose sbagliate.
'Devo parlarti!' dicemmo contemporaneamente.
'Prima tu' mi disse
'Alex, ti ricordi che oggi dovevamo partire-' dissi mentre le mani iniziavano a sudarmi per l'agitazione. Annuì con la testa facendomi segno di continuare. '-ecco, io non posso più partire. Mio padre ha bisogno di me qui.' Abbassai lo sguardo e poi sentii Alex ridere. Alzai gli occhi verso di lei. 'Cosa c'è da ridere?'
'Neanche io posso venire, sono intervenuti dei problemi a casa e i miei non mi lasciano più. Volevo dirtelo.' mi guardava sorridendo. Quel sorriso che mi aiutava a credere ancora. So che un giorno realizzerò i miei sogni e tutto grazie a lei. Mi abbraccio e io misi le mani intorno ai suoi fianchi stringendola forte. Non farei niente per perderla, lei e il mio tutto. Ci staccammo e io presi la mia chitarra. Iniziai a muovere le corde intonando una melodia. Pian pianino la gente si fermava ad ascoltarmi cantare. Mi guardavano stupiti con i loro occhi, ma gli occhi più sinceri erano quelli di Alex. Quegli occhi che si perdevano in ogni mia nota.
[…] Presi la chitarra, i soldi che avevo ricavato, circa 9 dollari, pochi ma buoni. Mi incamminai verso casa sicuro che Alex mi seguisse. Mi voltai verso di lei e la vidi ancora ferma sulle gradinate
'Alex stai bene?' gli chiesi preoccupato.
'Si, sto bene, solo che non voglio tornare a casa'
'E ormai sera, dobbiamo tornare, cos'altro possiamo fare?' le dissi risedendomi vicino a lei
'Scappiamo' disse guardando nel vuoto.
'Cosa?' dissi sorpreso. Alexandra e una ragazza brava ed educata. E una ragazza che ascolta i suoi genitori e che obbedisce a tutti. Sentire da lei l'idea di scappare mi sorprese.
'Mi hai sentito bene.' mi disse ' Non voglio tornare, andiamo via!' mi disse voltandosi verso di me
'Vuoi che scappiamo?' dissi .' Allora scappiamo, ma non andiamo ad Atlanta'
'Come non ad Atlanta?' mi guardò sgranando gli occhi.
'Atlanta e troppo vicina, se scoprirebbero che siamo scappati ci verrebbero a prendere subito e saremo nei guai! Dobbiamo andare fuori dal Canada!' dissi abbastanza serio da metterla a disagio
'Fuori dal Canada? Mi guardò perplessa. La stavo mettendo alla prova, volevo vedere quanto avrebbe resistito.
'Si, ci stai o no?' dissi fissandola negli occhi. Lei mi guardava indecisa, distolse lo sguardo e restammo in silenzio per qualche minuto. Le poggiai una mano sulla spalla e lei sussultò.
'Allora?' le chiesi
'Ci sto' spalancai gli occhi stupito dalla sua risposta. La brava ragazza sarebbe scappata con me.
'E...dove andiamo?' mi chiese incuriosita
'Non ho mai visto New York, che ne dici se andiamo li!?' le risposi subito
'Va bene, penso sia una bella città, ma e lontana'
'Non ti preoccupare risolvo io' le risposi rassicurandola 'Adesso andiamo che e tardi'

Ci incamminammo verso casa, la accompagnai e poi andai a casa. Aprii la porta, entrai in casa e salii in camera mia. Non avevo nessuna voglia di parlare con nessuno. Mi misi sul letto e presi il cellulare. Dopo qualche squillo la persona dall'altra parte rispose.
'Pronto?'
'Ciao Ryan, sono Justin!'
'ciao bro!' mi rispose sorpreso
'Ascolta ho bisogno di un favore!'
'Qualsiasi cosa per te, dimmi!'
'Procurami due biglietti d'aereo per New York per domani.'
'Come mai Justin?'
'Vengo a farti visita fratello'
Riattaccai e mi stesi sul letto sorridendo. Ripresi il cellulare e mandai un messaggio ad Alex.
 

Per Alex

Ci vediamo domani. Ho preparato tutto


Aspettai qualche minuto ma non ricevetti nessuna risposta. Quella ragazza voleva scappare davvero. Ormai le avevo dato la conferma e non potevo deluderla. Poi sicuramente mi avrebbe fatto bene prendermi una pausa. Staccarmi dalla mia famiglia e dai problemi constanti. Almeno per un periodo. Avrei rinunciato al concorso e forse alla mia unica occasione per affermarmi. Ma sinceramente non avevo scelta.

 

*ALEX*
Entrai in casa provando a non fare rumore. Era ormai notte fonda e i miei genitori dormivano, non volevo svegliarli. Se mi avrebbero visto entrare a quell'ora mi avrebbero ucciso. Salii le scale con cautela senza fare nessun rumore. Entrai in camera mia e mi buttai sul letto affondando la testa nel cuscino. Sarei partita con Justin, non sono più la cocca di mamma. Dimostrerò di essere abbastanza grande da cavarmela da sola. Stavolta avrei deciso io! Sarei partita con Justin. Lontano da qui. Le valigie ormai erano pronte non avendole disfatte quando me lo aveva detto mia madre. Mi misi a letto e cercai di dormire, quando sentii la porta della mia camera aprirsi e dei passi venire verso il mio letto. Spaventata, accesi subito la luce e vidi Luke, ormai a due centimetri da me. Sussultai e mi alzai dal letto.
'Che ci fai qui?' dissi abbastanza piano da farmi sentire solo da lui 'esci dalla mia stanza, ORA' dissi alzando la voce.

'Shhh calmati' mi disse mettendomi una mano davanti alla bocca

'Esci fuori Luke!' dissi nervosa

'Alex dobbiamo discutere, so che forse te non provi quello che provo io. Ma almeno dammi una possibilità' disse lui avvicinandosi sempre di più a me

'No Luke. Neanche una, non sei il tipo di persona che se lo merita. Non ti voglio. Ora sparisci!' dissi senza guardarlo

'Te ne pentirai vedrai. Soffrirai e verrai da me piangendo implorandomi di starti accanto' disse e poco dopo usci sbattendo la porta

Luke era innamorato di me da qualche mese e ogni volta che aveva l'occasione provava ad avvicinarsi a me, mi diceva quanto mi ama, mi faceva discorsi filosofici. Per non parlare delle rose e dei regali. Siamo cresciuti insieme e lui spera che forse un giorno lo accetterò. Forse più obbligata che per mia scelta. In quest'ultimo periodo si stava facendo strada attraverso i miei genitori che non facevano altro che parlarmi di lui! E stressante, Luke lì, Luke qui, ecc....non vedevo l'ora di partire e scappare da quest'inferno.

Presi il cellulare e lo sbloccai, vidi che avevo un messaggio da Justin.

 

Da Justin:
Ci vediamo domani. Ho preparato tutto.
Per Justin:
Va bene, ci incontriamo davanti all'Avon Theatre cosi i miei non mi vedono.

 

 

*JUSTIN*
Uno squillo secco mi sveglio! Avevo ricevuto un messaggio. Presi il cellulare e mezzo addormentato vidi che era da Alex. Lo lessi, lei era pronta a partire. E anch'io. Sprofondai la testa nel cuscino cercando di addormentarmi di nuovo, ma inutile. Quel messaggio mi svegliò e non c'era più possibilità per riaddormentarmi. Mi alzai e uscii dalla camera. Entrai nella stanza di fronte alla mia. La stanza era mezza illuminata dalla luce della luna che entrava dalla finestra. I raggi di luce accarezzavano delicatamente il volto di Emma. Lei era la più importante per me e avrei dato la vita perché non le mancasse niente. La mia sorellina. Un sorriso spuntò sulle mie labbra. Domani scapperò per lei. Realizzerò i miei sogni per poi poter realizzare i suoi. Uscii dalla camera chiudendo in silenzio la porta. Scesi le scale e andai in cucina a bere un po' d'acqua. Posai il bicchiere sul tavolo. Uscii dalla cucina e aprii lo sgabuzzino. Presi due valigie vuote e salii in camera cercando di non svegliare nessuno. Entrai nella mia stanza, chiusi la porta a chiave e buttai le valigie sul pavimento. Aprii l'armadio e buttai tutti i vestiti nelle valigie. Poi aprii i cassetti e presi tutti i calzini e le mutante mettendole accanto ai vestiti nelle valigie. . A fatica chiusi le due valigie e le infilai sotto il letto in modo che nessuno potesse vederle. Guardai l'orologio e notai che erano le 3 di mattina. Sarebbe meglio dormire. Mi infilai tra le coperte, chiusi gli occhi e subito mi addormentai.
Preparai il letto e andai in bagno a preparami. Mi infilai sotto la doccia rinfrescandomi. Uscii molto velocemente. Mi vestii con dei jeans stretti e una maglietta ad con scollatura a v. Mi lavai i denti e mi alzai i capelli con il gel. Uscii dal bagno e notai che gli altri non erano ancora svegli. Entrai in camera di mia sorella, dormiva ancora. La baciai sulla guancia. Stavo scappando, mi stavo ribellando e non so se avrei fatto ritorno a casa presto. Uscii dalla camera di Emma e andai nella mia. Presi le valigie e il cellulare. Uscii dalla casa e andai verso il teatro. Arrivato li mi sedetti sulle scale del teatro. Era come se fosse l'ultima volta. Una strana sensazione mi attraversò e senti i brividi dietro la schiena.

*ALEX*
Suonò la sveglia e la spensi subito provando a non svegliare nessuno. Mi alzai piano dal letto e andai in bagno a prepararmi per la partenza. Decisi di non fare colazione perché saremo andati in aereo a New York e non volevo iniziare a vomitare durante il volo. Presi le valigie, il cellulare e le chiavi di casa e uscii in silenzio. Presi l'autobus per arrivare all'Avon Theatre il prima possibile. Quando sono scesa dall'autobus vidi Justin seduto sui gradini accanto alle valigie. Lui era l'unico che contava, stavo scappando di casa cosciente che i miei mi avrebbero ucciso. Stavo lasciando tutti e tutto per lui. Forse lui per me non e solo un amico, ma molto di più. 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Lost. ***


-UNBREAKABLE
-capitolo 3

'Sei pronta?' mi disse alzando lo sguardo verso di me.
'Si, più pronta che mai!' misi le valigie a terra.
'Allora andiamo' disse alzandosi dai gradini 'Ho già chiamato un taxi che ci porterà all'aeroporto'
'E a New York come faremo?' chiesi curiosa
'Ho un vecchio amico che vive. Ci ospiterà per un po'
Dopo circa 10 minuti arrivò il taxi. Justin prese le valigie e le mise nel portabagagli. Salii dietro e Justin accanto a me. Il taxi partì. Ormai non si poteva più tornare indietro. Dopo circa mezz'ora arrivammo all'aeroporto. Presi le valigie e segui Justin verso il check-point.
'Buongiorno, verso dove?' disse una signora mora un po bassa in divisa
'Abbiamo i biglietti per New York' rispose Justin
'Signore Justin Bieber e Signora Alexandra Russo?' chiese la donna
'Si, siamo noi'
'I documenti per favore' Justin tiro fuori il passaporto e il biglietto e io feci lo stesso.
'Perfetto, buon viaggio, l'aereo è il n°15' disse la signora
Salutai e segui Justin. Passammo i controlli e ci ritrovammo in una sala d'attesa. L'aereo sarebbe partito fra 15 minuti. Ci sedemmo uno vicino all'altra senza parlare. Justin era abbastanza giù di morale oggi. Non parlava da quando siamo andati via da Stratford.
'Vado un attimo in bagno' gli dissi voltandomi verso di lui
'Va bene, ma sbrigati che dobbiamo partire fra poco' mi disse accennando un sorriso
'Certo' dissi. Mi alzai dalla sedia e andai verso il bagno. Entrai e mi guardai allo specchio. Ero agitata. Partivo non so dove solo con Justin. Mi fidavo di lui ma avevo lo stesso paura.
“Il volo n°15 decolla fra due minuti, i passeggeri sono pregati di imbarcarsi”
Quello era il mio aereo, uscii dal bagno velocemente andai verso il posto dove era seduto Justin. Ma lui...non c'era più! Subito mi prese il panico e mi guardai intorno per trovarlo ma lui non c'era. Notai che non c'erano nemmeno le valigie quindi probabilmente era già salito nell'aereo. Presi il cellulare dalla tasca e provai a chiamarlo ma aveva il cellulare spento! Perfetto! Devo salire anch'io nell'aereo se non voglio rimanere qui. Seguii gli altri passeggeri che andavano verso gli aerei. Arrivata sulla pista c'erano tre aerei con tre numeri diversi: 14,15,17. Quale dovevo prendere? Il 14,forse? No, era il 15! O forse il 17? Con l'agitazione mi sono dimenticata il numero dell'aereo. La gente andava da una parte all'altra ed entrava negli aerei, ognuno secondo la meta che voleva. Fermai un vecchietto che era dietro di me!
'Scusi sa qual'è l'aereo per...' dissi
'Per dove?' mi chiese gentilmente
'Per...per...' mormoravo cercando di ricordare dove dovevamo andare ma avevo un vuoto! Improvvisamente mi dimenticai tutto. L'agitazione e il panico avevano preso la meglio su di me
'Per dove signorina?' mi chiese impaziente

'Per...' mormorai 'PER NEW YORK!' dissi ricordandomi ma ormai il vecchietto era lontano

Mancava poco al decollo dei tre aerei e se non mi sarei sbrigata sarei restata in Canada. Decisi di prendere il numero 14 poiché mi sembrava di aver sentito questo numero quando ero in bagno. Salii nell'aereo guardandomi intorno per rintracciare Justin ma non lo vedevo. Forse era in fondo, ma ci saremo visti a New York. mi sedetti sperando che al arrivo avrei rivisto Justin e tutto sarebbe andato per il meglio. L'aereo decollo dopo pochi secondi e poco dopo mi addormentai
[….] 'Sveglia sveglia' sentivo una voce. Aprii gli occhi a fatica
'Siamo arrivati' mi disse la signora accanto a me.
'Grazie' risposi.
Mi svegliai e uscii dall'aereo realizzando che tutta la mia roba era da Justin, avevo solo il cellulare dietro. Entrando in aeroporto vidi un cartello di benvenuto e mi fermai per leggerlo meglio. C'era scritto “BENVENUTI A LOS ANGELES”
Los Angeles. No, no, no! Io dovevo essere a New York dall'altra parte degli USA! Non qui a Los Angeles. Guardando l'orologio realizzai che avevo fatto 10 ore di volo. Presi il cellulare per chiamare Justin ma era spento, e io avevo la batteria scarica! Ero da sola in L.A., senza le mie valigie e un soldo in tasca. Tutto perché avevo sbagliato aereo....

*JUSTIN*
Aspettai Alex, seduto accanto alle valigie, ma lei non arrivava! Ormai mancava poco, me ne sarei andato. Ryan mi aspettava in aeroporto e lui mi avrebbe sicuramente aiutato. Sentii una voce dire “Il volo n°15 decolla fra due minuti, i passeggeri sono pregati di imbarcarsi”. Quello era il nostro aereo. Alex non arrivava e decisi di andare, mi avrebbe raggiunto dopo. Prendendo le quattro valigie andai verso l'aereo. C'erano tre aerei: 14, 15 e 17. Entrai nel 15 esattamente come c'era scritto sul biglietto e mi sedetti un po' in fondo tenendo un posto ad Alex. La gente saliva, tutti tranne lei. Dov'era questa ragazza? Dopo 6 minuti l'aereo decollò ma nessuna traccia di Alexandra. Forse era salita e io non la avevo vista e magari era seduta che mi cercava con lo sguardo, la avrei vista a New York. Presi le cuffie e il cellulare e misi la musica a tutto volume distraendomi da tutto.
[...]Dopo circa 6 ore di volo l'aereo atterrò a New York. Scesi dall'aereo e aspettai Alex. La gente scendeva una ad una. Guardavo tutti ma Alex non c'era. Scese persino l'ultima persona e tutte le hostess ma lei non c'era. Lei non era stata nell'aereo con me. Andando verso l'uscita dell'aeroporto con le quattro valigie presi il cellulare, lo accesi e provai a chiamarla ma aveva il cellulare spento. Era rimasta a casa. Adesso come facevo?
'Ehi amico' un ragazzo mi attirò l'attenzione. Guardandolo meglio realizzai che era Ryan
'Ehi fratello' dissi andandoli incontro. Ci abbracciammo e poi continuai a guardarmi intorno cercando Alex
'Justin cosa cerchi?' mi chiese ma ero troppo distratto e non gli risposi 'Poi, non dovevi venire con un'amica?' mi disse lui confuso
'Si...ecco...l'ho persa...' mi grattai il collo
'L'hai persa?!' mi guardo stupito scoppiando in una risata. 'Come fai a perdere una ragazza Justin?' Capisco che sei un fallimento con le donne ma non fino a sto punto.' mi disse prendendomi in giro
'No Ryan, sono serio. In aeroporto lei e andata in bagno e io ho deciso di andare verso l'aereo, lei mi avrebbe raggiunto dopo. Entrai nell'aereo e quando sono arrivato qui non c'era. Ho paura che sia rimasta là!' dissi preoccupato.
'Hai provato a chiamarla' mi disse Ryan capendo che la faccenda era seria
'Si, ma ha il cellulare spento!'
'Amico, vieni intanto andiamo a casa e proveremo poi a rintracciarla' mi disse prendendo due delle valigie. Raggiungemmo la sua macchina, misi le valigie nel portabagagli e poi entrai nella macchina sedendomi nel posto del passeggero. Tutto il viaggio fino a casa di Ryan fu silenzioso e pensai tutto il tempo a quanto sono stato scemo a lasciarla da sola. Chissà dov'era adesso, e più importante con chi!
Arrivammo a casa di Ryan in 20 minuti. Abitava in un grande appartamento lussuoso nel centro. Parcheggiò la macchina e salimmo con l'ascensore al piano 15. Lo seguii per un lungo corridoio finché arrivammo davanti all'appartamento 56. L'appartamento di Ryan. Tirò fuori le chiavi ed entrò in casa seguito da me.
'Amore sei tornato?' disse una ragazza mora e alta che uscì dal salotto.
'Caitlin?' dissi riconoscendola e rimanendo a bocca aperta
'Justin? Sgranò gli occhi guardandomi sorpresa
'Ryan, tu...e..lei...' dissi scioccato voltandomi verso Ryan
'Scusami amico...' mi disse abbassando lo sguardo.

'Aspetta Ryan, scusa per cosa? Adesso fammi capire, amico' dissi “amico” con voce ironica
'Justin...calmati!' mi disse mormorando
'Sono calmo Ryan! Dimmi che cosa succede qui, ORA!' alzai il tono della voce
'Justin, per favore ascolta' intervenne Caitlin con voce tremolante
'Lo sto facendo Caitlin, parla!' dissi iniziando a perdere la pazienza
'ecco...io e Ryan stiamo insieme' a quelle parole il mio cuore si spezzò.
'Cosa? Grazie amico' dissi voltandomi verso di lui con la faccia disgustata
'Justin, io...scusa.'
'Scusa un cazzo Ryan. Sono tornato a Stratford per aiutare i miei rinunciando alle mie possibilità di andare avanti nel mondo della musica. Ho affidato la mia ragazza a te e tu che fai? Te la scopi di nascosto?'
'Justin, e successo...' disse cercando di giustificarsi
'Mi fate schifo!' dissi sputando a terra
'non e solo colpa nostra' urlò Caitlin
'Adesso non vuoi dire che e colpa mia?' dissi andandole vicino
'Si, e anche colpa tua. Sei stato tu ad abbandonarmi. Da quando sei andato via mesi fa non hai più dato segno di vita. Nessun messaggio, nessuna chiamata, niente! Non mi hai mai dimostrato che ci tenevi veramente...' mi disse con le lacrime agli occhi 'Mi hai abbandonato Justin, e Ryan mi e sempre stato vicino. Piano piano ti ho dimenticato e mi sono affezionata a lui. Eri sparito dalla mia vita finché oggi sei entrato da quella porta' disse Caitlin piangendo

'Lo sapete benissimo entrambi il perché me ne sono andato. Sapete benissimo quello che e successo a Jaxon. Sapete che Jaxon si ammalò di cancro e dovevo essere accanto alla mia famiglia! Io ho perso mio fratello e voi intanto mi tradivate.' chiusi gli occhi ricordando quei giorni.
 

****(flashback)
Tornai a casa dopo la scuola. Arrivai e trovai Ryan in salotto seduto a guardare la TV.
'Ehi amico, niente scuola oggi?' chiesi togliendomi la giacca e sedendomi accanto a lui.
'No, oggi mi rompeva, e abbastanza pallosa sai!' mi disse cambiando canale.
'Si lo so, ma non ci possiamo fare niente'
'Sei tornato Justin?' Caitlin entrò in salotto, annuii con la testa e le feci segno di sedersi accanto a me. Si sedette e io misi una mano attorno alla sua spalla stringendola a me. Lei mi guardò con occhi dolci e sorrise. I nostri visi si avvicinarono affinché le nostre labbra si unirono in un intenso bacio.
'Okok ho capito che devo andare!' disse Ryan alzando le mani in segno di resa e uscendo dalla stanza. Io e Caitlin lo guardavamo divertiti. Mi vibrò il cellulare in tasca, lo tirai fuori e vidi che mia mamma mi stava chiamando. Sbloccai lo schermo e accettai la chiamata.
'Si, mamma!'
'Justin...Justin! devi venire subito qui' mi disse singhiozzando. Capii che stava piangendo
'Mamma che succede?' dissi preoccupato
'Justin, ti ricordi che Jax stava male da un periodo...'
'Si, mamma, ma mi sembra normale ha 5 anni! Si può ammalare' la interruppi
'Justin ascolta. Per sicurezza siamo andati dal medico e gli abbiamo fatto qualche analisi' si fermò
'Ok, non mi sembra niente di male' dissi incoraggiandola a continuare
'Ecco oggi i risultati sono arrivati' fece una pausa 'Justin, tuo fratello....e malato di leucemia' scoppiò a piangere. Quelle parole mi fecero venire i brividi. Sentii un vuoto dentro di me. Le lacrime iniziavano a prendere la meglio di me. Il pensiero che mio fratello stesse per morire mi distruggeva.
'Arrivo mamma, arrivo....' dissi tra le lacrime
 

[...]Eravamo in ospedale aspettando che Jaxon si svegli dall'operazione. Il dottore ci venne incontro
'Signori Bieber, il piccolo ha superato l'operazione, se riesce a superare queste 24 ore allora possiamo dire che e salvo.'
A sentire quelle parole i nostri cuori si riempirono di gioia. Abbracciai mia madre che era scoppiata a piangere. Ma piangeva per la felicità! Mio padre era appoggiato al muro non riuscendo a credere e Emma stava chiamando i nonni per darli la buona notizia.
Entrai nella stanza di Jaxon. Era steso sul letto con dei fili attaccati a lui. Mi faceva male vederlo cosi. Mi sedetti sula sedia accanto al letto e presi la sua piccola mano fragile e debole.
'Hai sentito fratello, guarirai. Andra tutto bene. Saremo di nuovo insieme a casa e ti prometto che non andrò più via. Cresceremo insieme fratellino ma tu devi guarire perché tu sei forte, sei fortissimo. Ti ricordi quando litigavamo per chi era più forte? Ecco ora so dirtelo, tu Jax, sei più forte di me. Adesso pero devi dimostrarmelo, devi svegliarti e alzarti da quel letto. Vieni a casa, fratellino.' le lacrime presero la meglio di me e guardando quella piccola manina che stringevo pregavo Dio che lo salvasse. In quel momento gli apparecchi a cui era collegato iniziarono a lampeggiare e a suonare. Mi spaventai e andai subito a chiamare il dottore che arrivo il prima possibile. Mi fecero uscire dalla stanza con la forza. Avevo un brutto presentimento.
'Cosa succede?' chiese mia madre
'Qualcosa non va bene con Jaxon mamma' dissi abbracciandola
Dopo un'ora i medici uscirono dal salone di Jaxon
'Mi dispiace, ma il piccolo non ce l'ha fatta' disse il dottore 'Condoglianze'
Mi si spezzò il cuore. Ero distrutto, avevo perso mio fratello.
****
Ricordando quel momento, i miei occhi si inumidirono, trattenni le lacrime per non mostrare debolezza.
'Non potete incolparmi di tutto quello che ho passato, sono stato mesi accanto a mio fratello per aiutarlo a vincere la lotta contro la morte. Sono stati giorni che non riuscirò mai a dimenticare. Giorni in cui non riuscivo a pensare ad altro, solo a Jaxon! Lui e basta! Non avete nessun diritto di incolparmi. Jaxon e morto davanti ai miei occhi. Io ho perso una delle persone più importanti della mia vita. E la colpa è sempre mia?'Rimasi in silenzio. Caitlin piangeva e Ryan era muto.
'Mi sono fidato di voi' dissi prima di voltarmi ed uscire dal appartamento.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** It can happen. ***


-UNBREAKABLE
-Capitolo 4

*ALEX *
Mi ritrovai a camminare per le strade di un immensa città che non conoscevo. Avevo il cellulare scarico e nessun soldo in tasca perché la mia borsa era rimasta da Justin. Mi sedetti sui gradini di un hotel provando a pensare ad una soluzione per risolvere i guai in cui mi ero cacciata. Stavo li seduta mentre la gente mi passava vicino guardandomi male. Alcuni erano buffi, altri arrabbiati e altri ancora sorridenti. Tutti erano visi che non conoscevo. Visi di gente ricca che si permetteva quell'hotel. Io a mal appena riuscivo a stare su quei gradini. Ad un tratto sentii una mano sulla mia spalla e mi voltai di scatto spaventata.
'scusa, ti ho spaventato?' mi disse un ragazzo moro e abbastanza gentile
'No, e che ero persa tra i miei pensieri' risposi accennando un sorriso e alzandomi dai gradini
'Non entri?' mi chiese indicandomi l'entrata dell'hotel
'Entrerei ma vedi, non ho nemmeno un soldo' dissi arrossendo dalla vergogna
'Non ti preoccupare' disse sorridendo 'vieni entra, forse hai fame'
'Forse? Non mangio da stamattina' iniziò a ridere e mi accompagno dentro.
L'hotel era gigante e molto lussuoso, il ragazzo, che scoprii si chiamava Logan mi prenotò una stanza e mi accompagnò. Arrivai davanti alla porta n°67, intuendo fosse la mia stanza. Ringraziai Logan e entrai nella stanza. Rimasi a bocca aperta appena entrai. Era 5 volte più grande della mia stanza, con un letto gigante riempito di cuscini, una moquette morbidissima e una finestra gigante da cui si vedeva un bellissimo panorama di L.A.

Mi buttai sul letto e poi misi il mio cellulare a caricare. Lo accesi e vidi che avevo dieci chiamate perse da Justin. Lo richiamai, Dopo due squilli rispose.
'Pronto?'
'Ciao Justin, sono Alex'
'Alex!' esclamo sorpreso ' dove sei?'
'A Los Angeles'
'A Los Angeles! E come sei finita lì?' mi chiese sorpreso
'Ehm... ho sbagliato aereo' dissi imbarazzata
'Alexandra Russo, solo tu sei capace di sbagliare aereo con il biglietto in mano!' mi disse ridendo
'No adesso seriamente Justin, come faccio a venire a New York? Non ho nemmeno un soldo in tasca!' dissi diventando seria
'Ehm...' fece una pausa per pensare 'Prova ad arrangiarti da sola per un po. Dammi l'indirizzo dell'hotel dove sei e domani mattina sarò li.'
'Va bene Justin, grazie...sei fantastico'
'Modestamente...' disse orgoglioso.

Riattaccai con Justin e mi buttai di peso sul letto. Guardando il soffitto pensavo che forse la vacanza tanto desiderata non era stata rovinata. Domani Justin sarebbe venuto a prendermi e tutto sarebbe andato bene. O no? Qualcuno bussò alla porta e interruppe i miei pensieri. Mi alzai dal letto e mi avvicinai alla porta. Misi le mani sulla maniglia e aprii la porta a metà. Vidi davanti a me lo stesso ragazzo che avevo incontrato sulle scale, Logan.

'Ciao ti disturbo?' mi disse sorridendo dolcemente
'No, non ti preoccupare, vieni' gli dissi facendogli segno di entrare
'No, volevo solo chiederti se scendi a mangiare. Pensavo avesi fame e volevo chiamarti.'
'Puoi contarci che ho fame, mi mangerei un ristorante intero.' Logan rise. 'Allora ti aspetto giù' aggiunse poi
'Va bene' dissi e poi lo vidi allontanarsi. Lo vidi sparire nel corridoio e poi scendere le scale per andare al piano terra dove si trovava il ristorante. Chiusi la porta, presi il cellulare che avevo buttato sul letto prima, uscii dalla stanza e andai verso il ristorante. Era un ristorante lussuoso e costoso evidentemente. Vidi Logan seduto ad un tavolo per tre persone, appena mi vide mi fece segno con la mano di venire a sedermi con lui. Gli andai vicino e mi sedetti di fronte a lui.
'Non ho avuto l'occasione di presentarmi per bene, mi chiamo Logan,' disse. Notai con imbarazzo che io non mi ero nemmeno presentata.
'Piacere, mi chiamo Alexandra ma tutti mi chiamano Alex.'
'Bel nome, e dimmi un po', cosa ci facevi sulle scale dell'hotel?' chiese incuriosito.
'Ecco, storia lunga!' iniziai a ridere al pensiero delle scemenze che avevo fatto
'Ok, non mi impiccio nella tua vita.' disse quasi deluso. Mi accorsi che aveva capito male.
'Non ti preoccupare, ti racconto con piacere solo che e una cosa cosi stupida....' dissi arrossendo
'Quanto potrà essere stupida?' disse alzando un sopracciglio
'Tanto stupida' dissi alzando gli occhi al cielo
'Dimmi, prometto che non rido' mi disse sorridendo
'Prometti?!' dissi alzando le sopracciglia
'Prometto' disse mettendosi una mano sul cuore e l'altra alzata.
'Ok, io dovevo essere a New York insieme al mio migliore amico' a quelle parole rimasi un po a pensare, Justin era più che un migliore amico per me. Continuai ' In aeroporto pero ho sbagliato aereo e mi sono ritrovata qui senza un soldo.'

'Hai sbagliato aereo?' mi disse Logan iniziando a ridere.
'Hai promesso che non ridevi!' dissi incrociando le braccia al petto
'Ok scusa' disse cercando di diventare serio.
Arrivò il cameriere con i piatti: pollo arrosto e insalata. Qualcosa semplice ma abbastanza da riempirmi lo stomaco. Notai che il cameriere portò tre piatti, uno per me, uno per Logan e uno per non si sa bene chi. Alzai lo sguardo verso Logan domandandomi se dovevo chiederglielo o no. La troppa curiosità mi fece aprire bocca.
'ma siamo tre?' lo guardai confusa
'Si, mi sono dimenticata di dirtelo! Mangerà con noi anche mia sorella.'
'Che bello, non vedo l'ora di conoscerla,' dissi entusiasta
Logan era una persona fantastica. Nonostante non mi conosceva era molto gentile con me. Ci fu qualche minuto di silenzio e entrambi iniziammo a mangiare. Si sentirono dei tacchi dietro di me. Vidi Logan alzare la testa e sorridere dicendo 'eccola qui'. Si alzo per andare ad abbracciare quella che doveva essere sua sorella. Mi voltai e vidi davanti a me una ragazza con i capelli castani e gli occhi verdi. La ragazza che mi faceva sognare. Avevo davanti la cantante Jessica Rawel. Avevo davanti ai miei occhi la donna che mi dava ispirazione. Era un sentimento indescrivibile, mi sembrava di sognare. Rimasi impalata davanti alla sua bellezza per qualche secondo poi mi voltai verso Logan.
'Lei e tua sorella?' dissi rimanendo a bocca aperta
'Si' rispose come se essere il fratello di Jessica fosse la cosa più normale del mondo. Bé, forse per lui lo era!
'Ciao' sentii la voce melodica di Jessica dietro di me. Mi voltai.
'Scusa' dissi imbarazzata 'Sono ancora scioccata dal fatto che tu sia qui davanti a me.'
'Non ti preoccupare, siediti' mi disse sedendosi a tavola e guardando il suo piatto 'Mhhhh sembra buono' disse leccandosi le labbra
'E lo è!' dissi sedendomi
'Raccontami un po di te' mi disse voltandosi verso di me sorridendo.
'Allora per prima cosa mi chiamo Alexandra' dissi prendendo un goccio d'acqua
'Piacere, io sono Jes-'
'Si lo so, Jessica Rawel, ti conosco so tutta la tua vita e quello che fai in ogni minuto.' Mi guardò stupita. 'Forse ho esagerato' dissi tossendo
Jessica scoppiò a ridere. Amavo quella donna, non so esattamente perché ma la amavo. Aveva una voce angelica. Intanto che tutti e tre eravamo a tavola il mio cellulare squillò e parti a tutto volume una delle sue canzoni. Mi alzai scusandomi per andare a rispondere. In quella giornata avevo avuto così tanti momenti imbarazzanti che ormai erano diventati un'abitudine. Guardai lo schermo e vidi il nome di Justin. Accettai la chiamata.
'Pronto' sentii la voce di Justin
'Ciao Justin' dissi molto contenta
'Ascolta sono in aeroporto...vengo a prenderti. Diciamo che fra circa 5-6 ore sono lì'
'Va bene.' dissi contenta di poterlo rivedere
'Sai mi manchi' disse Justin. A quelle parole mi si strinse lo stomaco.
'Anche tu mi manchi' dissi persa nei miei sogni.
Senza nemmeno accorgermene Justin aveva già riattaccato. Rimisi il cellulare e tornai verso il tavolo dove stavo mangiando. Lo amavo, lo amavo troppo. Non più solo come un fratello ma molto di più. Ero contentissima, lui sarebbe stato qui fra qualche ora e avrebbe avuto l'occasione di conoscere Jessica e magari lei lo poteva aiutare con la musica. Tutto sarebbe stato fantastico. Ritornai a tavola e mi sedetti al mio posto.
'Era Justin, un mio amico. E partito ora da New York e viene a prendermi.'dissi guardando sia Logan che Christina.
'Peccato, ci stavamo divertendo' disse Logan ridendo, Jessica lo fulminò con lo sguardo
'Jessica posso chiederti un favore?' dissi pensando a Justin
'Certo, di cosa si tratta? un autografo? Una foto?' disse alzandosi
'No...volevo chiederti qualcosa di più particolare!' dissi non sapendo se dirglielo o no
'Dimmi' rispose
'Justin e un ragazzo che ama la musica, suona la chitarra, la batteria e il pianoforte da quando era piccolo. Doveva partecipare ad un concorso ma purtroppo non poteva. Lui ha un sogno e ti volevo chiedere se tu potevi aiutarlo a realizzarlo'
'E bravo? Ha una bella voce?' chiese cercando nella borsa
'Si, almeno a me piace la sua voce. Poi quando arriva decidi tu' dissi nella speranza che accettasse. Sapevo che per Justin era molto importante.
'Va bene, ma non ti prometto niente. Non faccio miracoli' disse andando via. La vidi uscire dal ristorante e andare verso le scale e presuppongo in seguito nella sua stanza.
'Grazie' dissi anche se lei era ormai lontana

Salii in camera mia. Presi il pigiama che c'era sul letto. Andai in bagno e mi cambiai. Mi buttai sul letto morbido e pensai a come avrebbe reagito Justin. Sarebbe stata una cosa fantastica. Se Jessica lo avrebbe aiutato lui avrebbe realizzato il suo sogno. Era veramente straordinario e siccome Justin ha una voce spettacolare ce l'avrebbe fatta.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Don't leave me. ***


-UNBREAKABLE

-Capitolo 5


La luce che entrava in camera mia dalla finestra mi svegliò. Mi alzai dal letto e mi guardai allo specchio. Ero più riposata che mai. Ero vestita col mio pigiama morbido e comodo. Mi avvicinai alla finestra e vidi davanti all'hotel un taxi da cui scese un ragazzo biondo, con gli occhi castani e le supra viola. Quello era Justin! Appena riuscii a riconoscerlo uscii dalla camera e scesi al piano terra il più velocemente possibile. Vidi Justin all'entrata e senza pensarci un attimo gli andai incontro e gli saltai addosso. Justin fece in tempo a lasciare le valigie e prendermi. Le mie gambe erano intorno alla sua vita, le sue braccia che mi stringevano a lui e le mie che stringevano il suo collo. Appena mi lasciò lo guardai. Era stupendo ed ero contenta che fosse lì. Dopo qualche secondo mi accorsi che ero in pigiama, avevo urlato svegliando tutto l'hotel e tutti mi guardavano. Arrossii dalla vergogna.
'E meglio se saliamo' mi disse Justin nell'orecchio.
'Si, penso proprio di si' dissi volendo andare sottoterra dalla vergogna. Justin inizio a ridere. Salimmo di sopra, la sua stanza era accanto alla mia.
'Qui sono le tue valigie' disse Justin sorpassandomi e entrando nella mia stanza per poi mettere le valigie a terra. Lo seguii e chiusi la porta.
'Penso che dovrei andare' disse, era triste. Qualcosa gli dava fastidio
'Justin...' dissi 'C'è qualcosa che non va?' alzai un sopracciglio
'No niente' cercò di fare un sorriso forzato
'Non e vero' dissi ' vieni racconta' mi sedetti sul letto e lui accanto a me.
'Ryan, il ragazzo che doveva ospitarci a NY, il mio migliore amico, mi ha deluso moltissimo.' disse diventando triste. Hai presente quando Jax si ammalò?' mi chiese e io annuii con la testa. 'Ecco, in quel periodo vivevo con lui a New York ed ero fidanzato con una ragazza stupenda, Caitlin. Quando Jaxon si è ammalato sono dovuto tornare a Stradfort. Lasciando entrambi a New York. Ieri quando sono arrivato da Ryan ho trovato lei a casa sua e ho scoperto che...stanno insieme' mi raccontò Justin

'Quindi ti hanno tradito?' dissi
'Si...' disse serrando le labbra
'Mi dispiace tantissimo' dissi, mettendoli una mano sulla spalla. Non sopportavo vederlo in quelle condizioni. 'Sai...ho buone notizie!' dissi sorridendo.
'Buone notizie?' Justin voltò il suo sguardo verso di me.
'Si, Jessica Rawel è in questo hotel!'
'Cosa?' disse Justin alzandosi in piedi. 'Quindi ho una possibilità per realizzare il mio sogno' disse lui sorridendo.
 

*JUSTIN*
Ero scioccato. L'idolo di tutti i teenagers era in quell'hotel, a pochi passi da me. Jessica era la mia occasione per affermarmi. Sono anni che cantavo davanti a quel teatro, sono anni che provo a farmi conoscere, ma invano. Ora era possibile.
'E lei dov'è adesso?' chiesi ad Alex
'Non lo so, forse e giù' disse alzando le spalle.
Uscii velocemente dalla camera e corsi giù per le scale. Alex mi correva dietro urlandomi dove andassi ma io la ignoravo. Arrivai al piano terra e proprio quando volevo entrare nel ristorante andai a sbattere contro una ragazza. Alzai gli occhi e mi scusai per quanto fossi imbranato. Appena alzai la testa vidi davanti a me la perfezione. Quella donna con i capelli castani e gli occhi verdi. Vidi il mio biglietto per la fama: Jessica.
'Scusa,scusa,scusa.....' dissi imbarazzato dalla situazione.
'Non ti preoccupare.' mi disse sorridendo. ,Piacere, sono Jessica.'
'Justin...' dissi accennando un sorriso
'Tu sei l'amico di Alex? Quello che ama la musica?' mi chiese gesticolando
'Si son-' non feci in tempo a finire che qualcuno mi venne addosso. Era Alex che mi era corsa dietro per tutto l'hotel.
'Ahi' disse staccandosi da me 'Proprio qui dovevi fermarti'
'Ti sei fatta male' chiesi guardandola
'Non proprio' ripose 'Ciao' disse notando Jessica e salutandola con la mano.
'Ciao, stavo proprio conoscendo Justin, sai poco prima abbiamo avuto un piccolo scontro' disse facendo l'occhiolino, poi continuo 'Venite, andiamo a sederci'

Entrammo nel ristorante e ci sedemmo ad un tavolo. Jessica si volto verso di me.
'Justin ho promesso alla tua amica che ti aiuterò! Quindi che cosa hai in mente?'
'Ma, mi piace cantare e vorrei magari registrare una canzone, e poi magari incidere un disco e fare un tour e avere fans...'
'Ragazzo sogni molto lontano' mi interruppe Jessica
'Lo so ma lo sogno da una vita e un giorno ce la farò' dissi deciso
'Non e cosi facile come sembra. E un duro lavoro, stancante e stressante. Solo perché in TV mi vedete sorridente non vuol dire che io sia sempre felice. Ci sono le prove, le ore in studio, le riprese, gli eventi, il fatto che sarai costantemente tormentato dai paparazzi e perderai la tua privacy. Sono cose che sconvolgeranno la tua vita. La fama non e solo soldi e felicità. Anzi. Bisogna avere molta determinazione e tanto talento'
'So che cosa vuol dire diventare famoso e quali sono le conseguenze. E in più io ho talento e determinazione' iniziava a irritarmi. 'Ci riuscirò con o senza di te' dissi alzandomi dalla tavola, voltandomi e andando via.
'Ehi ehi ehi, aspetta' mi disse. Mi voltai e lei continuò 'Non ho mica detto che non ti aiuto' alzò le sopracciglia. Un sorriso spunto sulla mia faccia.
'Domani vado in studio per il nuovo album, vieni anche tu e dimostrami di cosa sei capace.' disse alzandosi dalla sedia, prendendo la borsa e andando via. Mi passò vicino e la guardai sorpreso 'Seriamente?' dissi rimanendo con gli occhi spalancati.
'Si, dimostrami che lo meriti veramente' mi disse allontanandosi
'Lo farò' dissi. Alex era a tavola e mi guardava sorridendomi con compassione.
'Ce la farò' dissi andandole incontro. Lei si alzò e si butto tra le mie braccia, affondò il viso nel mio collo disse 'Lo so.' mi rispose lei stringendomi
'Dimostrerò a tutti di cosa sono capace. Domani sarà un nuovo inizio' dissi pieno di speranza
'L'inizio di una vita fantastica' aggiunse Alex

Tornammo ognuno nella sua stanza dopo averci dato la buonanotte. Sembrava tutto un sogno. Era il mio sogno che si stava realizzando.
La sveglia suono e mi alzai subito dal letto. Andai in bagno mi lavai la faccia e i denti e poi mi guardai allo specchio. 'Justin Bieber, nuova popstar americana'. Hmmm non suonava male.

Entrai in camera. Presi una delle valigie dall'armadio. Tirai fuori un paio di pantaloni neri, una maglietta nera, una felpa viola e le supra viola. Mi alzai i capelli col gel. Presi la mia chitarra ed uscii dalla stanza. Mi avvicinai alla porta di Alex. Non si sentiva nessun rumore e pensavo che dormisse ancora, quindi decisi di non svegliarla. Scesi le scale ed entrai nel ristorante dove Jessica mi aspettava.
'Buon giorno' dissi sorridente
'Ciao, pronto?' mi chiese
'Si, prontissimo'
'Ok allora facciamo colazione e andiamo' mi rispose lei
I camerieri ci portarono delle brioche e due caffè. Mangiai molto in fretta e Jessica mi guardava con dolcezza e rideva. Qualche volta mi diceva che mangiando cosi sarei morto prima di arrivare negli studi. Era simpatica e buffa. Era una ragazza che sapeva essere normale anche se era famosa in tutto il mondo. Dopo aver mangiato, uscimmo dall'hotel ed entrammo nella sua macchina dove ovviamente lei guidava. Nel giro di una ventina di minuti arrivammo agli studi. Scese dalla macchina e saluto i ragazzi con cui lavorava.. Mi presentò come un nuovo talento e questo mi faceva piacere. Dissero che volevano sentirmi cantare. Presi la mia chitarra e iniziai a cantare la canzone che avevo scritto qualche giorno prima “One love”.
Le note si sentivano in tutta la stanza e Jessica era stupefatta dalla mia voce. Continuava a sussurrare qualcosa al suo manager. Qualcosa di buono spero.
Finii la canzone e tutti mi fecero un grande applauso. Mi complimentavano ed ero orgoglioso di me.
'Hai una bellissima voce' disse Jessica
'Seriamente?' chiesi
'veramente una fantastica voce' ripeté Jessica
'Si, ha un timbro particolare' disse il suo manager, che scoprii si chiamava Scooter Braun.
'Grazie' risposi stringendo la mano a Scooter
'Che ne dici di una collaborazione nel nuovo album di Jessica?' chiese Scooter. Non credevo a quello che sentivo.
'Una collaborazione?' ripetei scioccato
'Sempre se Jessica è d'accordo' disse Scooter voltandosi verso di lei
'Ovviamente, mi farebbe piacere' disse sorridendo Jessica. 'Sarebbe un'esperienza fantastica fare un duetto con te e sarebbe una bella sorpresa per i fans'
Restai in studio con lei mentre registrava. Amavo la sua voce e il duetto sarebbe stato perfetto. Finito il suo lavoro prese la giacca e mi fece segno di seguirla fuori. Uscii.
'Ti va se andiamo a mangiare un gelato?' disse Jessica
'Certo, sarebbe magnifico' dissi senza pensarci neanche un secondo
Camminavamo per le strade di L.A. e ogni tanto qualche fan la fermava per fare foto o per un autografo. Erano persone che si sentivano realizzate incontrandola. Loro realizzavano i loro sogni. E presto io avrei realizzato il mio diventando il sogno di altre ragazze. Arrivammo ad una gelateria 'Billy's ice cream'. La gelateria preferita di Jessica.

'Come mai mi aiuti?' chiesi curioso, lei era una pop star di fama mondiale e io un normale ragazzo del Canada. In più sapevo che molti le avevano chiesto l'aiuto ma lei si era sempre rifiutata.
'Perchè mi stai simpatico e tu hai veramente talento' mi rispose mangiando il suo gelato
'Seriamente?'
'Si, sei speciale. Hai qualcosa che mi ha subito attratto in te. Non so cosa ma mi hai subito colpito'
'Come ti ho colpito?' la faccenda diventava interessante.
'Sei pieno di domande oggi!' esclamò
'Rispondi' la provocai
'Come mi hai colpito?' fece una pausa 'Con la freccia di Cupido'

Quasi affogai con il gelato al sentire delle sue parole. L'avevo colpita con la 'freccia di Cupido'?! In poche parole si era presa una cotta per me. So che sono attraente, ma non esageriamo. Se sono riuscito a far innamorare di me Jessica allora posso sposarmi persino la regina Elisabetta. No scherzo, non lo farei mai.
'Ehm...cosa e successo?' dissi per farglielo ridire
'Mi hai sentito, non fare lo stronzo ora! Io non lo ripeto!' disse orgogliosa
'Ah no?' dissi alzando le sopracciglia. Subito dopo misi le mani sui suoi fianchi e iniziai a farle il solletico.
'No....basta.....Justin smettila!' diceva tra una risata e l'altra
'Dillo, dillo che mi ami' dicevo continuando a farle il solletico
'No, mai'
'Ah si! Bene!' lei rideva a crepa pelle mentre la gente che passava ci guardava male
'Okok!' fece un respiro 'Va bene, TI AMO' smisi di farle il solletico ma le mie braccia rimasero attorno alla sua vita. 'Contento?' mi chiese
'Si contentissimo!' ci guardammo negli occhi per qualche istante. Poi all'improvviso lei incollò le sue labbra alle mie finchè non si unirono in un unico bacio perfetto.

Dopo qualche secondo ci staccammo ma lei rimase tra le mie braccia. Mi guardò per un'istante e poi mi spinse via.
'Scusa non dovevo.' disse e poi corse via. La seguii velocemente. Arrivammo in hotel e lei salì subito nella sua stanza chiudendo la porta. La raggiunsi poco dopo. Aprii la porta delicatamente ed entrai nella stanza. Vidi Jessica che guardava fuori dalla finestra. Jessica si voltò, mi vide e riprese a guardare fuori. Mi avvicinai piano piano a lei. Lei tremava e chiuse la finestra, si morde il labbro.

'Ti ho baciato io, ho fatto una cosa stupida, priva di significato.' dice lei senza convinzione e chissà a cosa pensava mentre guardava fuori dal vetro appannato dal suo sospiro tiepido, stringendo la maniglia tanto forte da far sbiancare le nocche. Ormai le ero alle spalle, così vicino da avvertire un profumo quasi sparito. La maglietta è tesa sul seno che si solleva e si abbassa veloce, il respiro affannoso.

'Mi sono fatta prendere dall'entusiasmo. Ti conosco da a malapena due giorni. Dimentica quel bacio' disse lei con voce tremolante

'E se non volessi farlo?' dissi abbracciando la sua vita da dietro e baciandole il collo 'Perchè hai paura?' continuai

'Sono stata delusa moltissime volte. Molti ragazzi sono stati con me e mi hanno usata per la fama. Se ne sono approfittati e poi quando hanno ottenuto quello che volevano mi hanno lasciato come se nulla fosse. Non ti conosco e non voglio passare le stesse cose. Ancora.' disse lei senza guardarmi

'Ma io non di deluderò' dissi baciandole il collo e poi la guancia
Sentii il suono del suo cuore che batteva rapido, ansioso. Lei evitava di guardarmi, il naso schiacciato contro il vetro. Le accarezzai delicatamente la nuca con la punta delle dita e lei si voltò di scatto, mi afferrò il polso.

'No…non voglio rischiare' disse. La sua voce era flebile e le sue labbra tremavano, continuava a stringermi il braccio, le unghie conficcate nella carne ma leggevo un desiderio diverso nei suoi occhi, un desiderio che faceva bruciare la mia pelle. I nostri occhi si incastrano gli uni negli altri e dopo pochi secondi la tirai a me e la baciai. Con ancora più passione di prima. Lei avvolse le sue braccia intorno al mio collo stringendomi a sé. Mi desiderava anche se con paura. Con le mani cercai dietro la schiena la cerniera del suo vestito. Poi la aprii lentamente finché il vestito si trovò a terra lasciando Jessica in intimo. Mi tolsi la maglia e poi iniziai a baciarla sul collo. La presi in braccio e la distesi sul letto dove iniziai a baciarle i seni e accarezzarle i fianchi mentre lei mi tirava leggermente i capelli. Scesi con delicatezza dai suoi seni alla sua pancia lasciando una lunga scia di baci. Lei iniziava a rilassarsi sotto il mio tocco ma continuava a tremare per l'emozione. Risalii alle sue labbra che continuai a torturare con morsi e baci, mentre con le mani accarezzavo la sua schiena e lentamente arrivai al gancetto del reggiseno, lo tolsi e iniziai ad accarezzarli e baciarle i seni. Jessica iniziava ad ansimare dal piacere. D'improvviso Jessica mi prese per le braccia e capovolse la situazione e me la ritrovai sopra di me.

'Qui comando io' disse provocante, feci un mezzo sorrisetto e le lasciai fare. Jessica inizio a baciarmi il collo poi scese piano piano ai pettorali e mi baciava sensualmente i capezzoli, cosa che mi faceva impazzire. Poi continuò ad andare ancora più giù, lasciando una scia di baci sui miei addominali. Mi slacciò i jeans e poi mi tolse i boxer. A questo punto ripresi la situazione e mi rimisi sopra di lei. Le tolsi con delicatezza lo slip e poi entrai in lei poco dopo. Mi muovevo sempre più velocemente mentre Jessica mi stringeva a sé sempre di più. […] Dopo due ore cademmo sfiniti entrambi, lei si addormento accanto a me. Allora presi su, mi vestii e ritornai nella mia stanza.

Quella ragazza era la mia unica occasione per diventare qualcuno. Non la amavo, per niente. Ma per essere sicuro che dopo quel duetto non sarebbe finita dovevo assicurarmi un posto accanto a lei. In più avevo bisogno di sfogarmi dopo il tradimento di Caitlin e lei...apriva le gambe facilmente.

 

 

*ALEX*
Stavo comoda comoda nel mio letto a guardare la TV. Ero in ansia per sapere cosa aveva fatto Justin. Ieri era stato in studio a registrare la sua prima canzone, era fantastico. Stava realizzando il suo sogno. Mi dispiaceva soltanto per il fatto che non mi aveva svegliato. Avrei voluto essergli accanto in questi momenti importanti. E mi dispiace che ancora non mi ha fatto sapere nulla. Ma lui ha scelto cosi, e va bene. Cambiando canale la mia attenzione fu attirata da una notizia su Jessica. Mi fermai per vedere di cosa si trattava.
“La famosa cantante Jessica Rawel ha finalmente trovato la sua meta? La star e stata vista ieri uscire dagli studi insieme ad un ragazzo alto e biondo e molti testimoni dicono che i due erano molto intimi. I paparazzi non sono riusciti a fare molte foto ma ne abbiamo una del magnifico bacio tra i due......”
Qualcuno bussò alla porta, mi alzai e andai ad aprire. Era Justin. Lo abbracciai e poi li feci segno di entrare. La televisione andava ancora, ma l'immagine del bacio non c'era più, quindi non riuscii a vedere chi fosse il ragazzo.
'Questa e la dimostrazione del possibile fidanzamento di Jessica, che è il ragazzo, cercheremo di scoprirlo...' sentii parlare il giornalista. Spensi la televisione.

'Quindi com'e andata? Dissi facendogli segno di sedersi

'Benissimo' rispose Justin sedendosi 'Sono stato in studio, ho conosciuto il suo manager e gli ho fatto sentire come canto' spiegò lui

'E cosa hanno detto? Gli piace la tua voce?' chiesi curiosa

'Si la hanno amata. In più il manager, che ora non ricordo come si chiama-' disse ridendo '-mi ha chiesto di fare un duetto con Jessica'

'Oddio ma e fantastico' dissi con un sorriso a trentadue denti 'Farai un duetto con una delle cantanti più famose del mondo'

'Si e incredibile!' disse Justin

'Perche non mi hai svegliato ieri?' chiesi

'Dormivi e non volevo disturbarti' disse serio

'Volevo esserti accanto' gli dissi triste

'Ti prometto che la prossima volta verrai con me' mi disse abbracciandomi 'Ora riposati'

'Va bene. Buonanotte.' Gli dissi. Poco dopo si staccò da me e uscì dalla stanza
Poco dopo sentii il mio cellulare squillare. Era mia mamma. Sbloccai lo schermo e accettai la chiamata. Non le avevo parlato da quando ero scappata di casa una settimana fa.
'Pronto' dissi
'Dove cavolo sei Alexandra?' disse mia mamma tutto d'un fiato
'Sono a Los Angeles'
'Dove? Ma cosa ci fai li? Come sei arrivata li? Con chi sei?' rischiava di prendersi un infarto
'Sono partita con Justin mamma, e visto che voi non mi lasciavate andare sono scappata'
'Oh mio dio, preparati che veniamo a prenderti!' disse mia madre
'NO!' alzai la voce
'Come no?
'Non voglio tornare a casa mamma, non torno!'
'Ma....' mia mamma no aveva parole, poi sentii un “Passamela”. Quello era mio padre.
'Alexandra Russo, torni immediatamente a casa.' tuonò mio padre
'No, papa, rimango qui'
'Hai visto il tuo Justin, e lui che ti ha messo queste idee in testa. Lui che va in giro con le star, Alex tu non hai che fare li, ti sta prendendo per i fondelli.' disse mio padre
'Papa ma di cosa stai parlando?...Scordatevelo, io non torno!' dissi nervosa
'Alex, scegli, LUI O NOI?'
'Lui papa, lui!' non esitai un secondo a rispondere perché io lo amavo e non lo abbandonerei qualsiasi cosa succeda.

'Alexandra sei mia figlia e farai quello che dico!' tuonò mio padre

'Allora dimentica che hai una figlia' dissi

'Va bene, allora dimentica che hai una famiglia' disse mio padre e poco dopo riattaccò.
Scoppiai a piangere. Era come se qualcosa dentro di me si fosse spezzato, forse il mio cuore, non so....mi avevano tolto un pezzo della mia vita. Avevo perso la mia famiglia e Justin mi escludeva dalla sua vita. Mi sentivo male e tremendamente sola.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** What's wrong? ***


-UNBREAKABLE

-Capitolo 6

 

Forse era stata una pessima idea andare via da casa. Mi stavo già pentendo della scelta che avevo fatto. Per un capriccio da adolescente mi ritrovavo a migliaia di chilometri da casa, da sola ad affrontare chissà quale disastro. Avevo la voglia di richiamare i miei, chiedere scusa e farmi venire a prendere ma l'orgoglio non me lo permetteva. Avevo promesso a me stessa che me la sarei cavata. Non ero la bambina di mamma. Io ce l'avrei fatta anche da sola. Mi asciugai le lacrime, presi la borsa ed uscii dalla stanza, dovevo prendere un po' d'aria e rilassarmi. Scesi le scale di fretta ed uscii dall'hotel. Era una bella giornata di giugno. Il sole splendeva e tirava un venticello leggero. Mi resi conto che da quando avevo messo piede in quell'hotel circa una settimana fa non ci ero più uscita, e mi ero persa il paradiso. Los Angeles era una città splendida e misteriosa. Vagavo per le sue strade pensando a quanto questa città era diversa dalla mia. Era molto più grande, gli edifici sembrava che toccassero le nuvole, i rumori erano assordanti, le persone si passavano accanto senza guardarsi. Era una città movimentata ma allo stesso tempo fredda. Io vedevo solo vuoto negli sguardi di quelle persone. Solo sguardi che si intrecciano in una folla di persone vuote, nient'altro. Quelle persone probabilmente si erano dimenticate di vivere davvero. E io? Io vivevo? Se sentire una tempesta dentro e un dolore che ti spaccava le ossa voleva dire vivere, allora si, io vivevo.

Tornai in hotel dopo qualche ora quando ormai il sole tramontava. Salii le scale per rientrare nella mia stanza ma all'improvviso qualcuno mi venne contro.

'Alex dove sei stata?' vidi Justin preoccupato davanti a me

'Justin' dissi sorpresa 'Sono stata a fare un passeggiata' dissi forzando un sorriso

'Potevi almeno dirmelo, ti ho cercato dappertutto, quando ho visto che non eri nella tua stanza mi sono preoccupato' disse lui abbracciandomi

'Non ti preoccupare. Non sono sparita' dissi stringendolo forte e me. Avevo bisogno di quel abbraccio. Avevo bisogno di lui

'Stai bene?' disse staccandosi da me

'Si sto benissimo' dissi cercando di sorridere

'Justin, domani in studio alle 10. Mi raccomando puntuale!' sentii dire a Jessica che era ormai a pochi passi da me e Justin.

'Va bene, sarò puntuale' disse Justin

'Io ora esco un po', ti va di venire con me e andare a guardarci un film?' chiese Jessica

'Certamente' disse Justin 'Alex ci sentiamo domani, riposati, ok?' disse poi verso di me, mi diede un bacio sulla guancia e andò via insieme a Jessica.

Salii in camera mia, buttai la borsa in un angolo della stanza e poi mi sedetti sul letto. Ero rimasta di nuovo sola. Justin stava realizzando il suo sogno, domani avrebbe iniziato a registrare il suo primo singolo. E quello che sognava da una vita intera e dovrei essere felice per lui. Ma non lo ero, lui non condivideva la sua felicità con me. E io non potevo condividere la mia tristezza con lui.

 

*JUSTIN*

Salii nella macchina di Jessica dove ovviamente lei guidava. Era ancora più bella del solito. In pochi minuti arrivammo davanti al cinema dove lei si fermò per fare qualche foto con i fan che erano lì davanti. Entrammo nel cinema poco prima dell'inizio del film, una commedia romantica. Siamo stati abbracciati tutto il tempo e ogni tanto ci stava anche un bacio su quelle dolci labbra. Dopo più di due ore tornammo in hotel. Jessica tornò nella sua stanza e si preparò per dormire, voleva essere riposata per il giorno di domani. Tornai anch'io nella mia stanza, mi feci una doccia e mi misi tra le coperte. Mi venne in mente Alex. Oggi era uscita senza dirmi nulla ed era stata via ore intere. Lei non era così, non mi avrebbe fatto preoccupare. Ma oggi era strana, qualcosa era successo e non me lo voleva dire. In questi ultimi giorni si era allontanata da me per qualche strano motivo. Non potevo permetterle di allontanarsi ancora di più, avrei rischiato di perderla e in questi momenti io avevo bisogno della mia migliore amica. Mi alzai dal letto e uscii dalla stanza. Mi avvicinai alla porta della stanza accanto che era quella di Alex, e bussai. Nessuna risposta. Decisi di entrare lo stesso. Aprii la porta lentamente ed entrai in silenzio. Vidi Alex che guardava fuori dalla finestra con le cuffie nelle orecchie. Mi avvicinai e le misi una mano sulla spalla. Lei si voltò di scatto. Stava piangendo.

'Justin' disse stupida di vedermi e subito cercò di asciugarsi le lacrime

'Alex che succede?' dissi prendendola per una mano, tirandola a me e stringendola forte

'Niente' disse lei

'Stai piangendo! Non può essere niente!' ribattei

'Justin veramente, lascia perdere' disse lei abbassando lo sguardo

'No ora mi guardi e parli' dissi nervoso 'Sono il tuo migliore amico, sono qui per te e sai benissimo che ogni volta che avrai bisogno di me io ci sarò.' dissi prendendole il viso tra le mani e asciugandole le lacrime

'Justin sto male. Sto male veramente' disse lei

'Cosa e successo?'

'Justin...mi hanno chiamato i miei. Mi hanno detto di tornare immediatamente a casa...' spiegò

'Quindi torni?' dissi diventando triste

'No, assolutamente no. Gli ho detto che voglio restare qui con te a sostenerti ed esserti accanto. E loro si sono incazzati... mi hanno detto che se non torno non sono più loro figlia' mi disse lei scoppiando a piangere

'Oh merda. Alex domani ti accompagno in Canada' dissi

'NO. Non ne voglio sentire parlare. Stai realizzando il tuo sogno. Non puoi perdere questa occasione e io ti sarò accanto' disse lei asciugandosi le lacrime

'Va bene. Resta. Ti prometto che alla fine andrà tutto bene.' dissi guardandola negli occhi

'Mi fido' disse lei abbracciandomi

Rimasi con lei fino a notte fonda a guardare la TV, mangiare popcorn e ridere. Essendo il suo migliore amico avevo il compito di farla stare bene. Lei era scappata con me e per questo aveva litigato con i suoi genitori. Per colpa mia. Dovevo almeno farla sorridere un po'. A proposito di genitori...mi chiedevo come avevano reagito i mie. Mi cercavano? Volevano che io tornassi? O mi avevano completamente dimenticato? Sinceramente, avevo paura della risposta. Alex si addormentò tra le mie braccia mentre guardavamo un film. La presi in braccio con delicatezza e la misi nel letto. Poi mi stesi accanto a lei, per non lasciarla sola, e mi addormentai.

 

La luce che entrava dalla finestra mi svegliò. Vidi Alex dormire tranquillamente accanto a me così decisi di non svegliarla. Mi alzai piano piano dal letto. Mi misi le scarpe e aprii la porta per uscire dalla stanza ma senza rendermene conto sbattei la porta in faccia a Jessica che stava passando di lì in quel momento.

'Oddio scusa' dissi chiudendo la porta di Alex per evitare che lei si svegli

'Stavo giusto venendo da te' disse lei 'Ma a quanto pare non eri nella tua stanza'

'Ah si..' dissi distogliendo lo sguardo

'Justin...cosa facevi nella stanza di quella ragazza?' tuonò Jessica

'Niente, le facevo compagnia' dissi

'Compagnia?!' disse Jessica alzando le sopracciglia

'Si compagnia. E difficile da capire?' dissi iniziando ad innervosirmi

'Che succede?' chiese Alex che spuntò dalla stanza

'Nulla Alex. Stai tranquilla' le dissi 'Andiamo? Se no facciamo tardi in studio' dissi verso Jessica che poco dopo presi per mano e tirai con me.

Uscimmo dall'hotel e salimmo nella sua macchina per andare in studio.

'Justin chi è quella ragazza?' insistette lei

'Cos'è sei gelosa?' dissi facendo un piccolo sorrisetto

'Non è possibile che tu mi tradisca dopo neanche una settimana che stiamo insieme' disse lei

'Jessica non ti ho tradita. Alex è la mia migliore amica. Mettitelo bene in testa ed evita altre scenate.' dissi provando a stare calmo

'Io ti amo. Per favore non deludermi' mi disse lei prendendomi la mano

'Non lo farò'

Dopo venti minuti arrivammo in studio registrazione. Salutai i ragazzi e il suo manager e poi iniziai a lavorare con Jessica sui versi della canzone. Essa si sarebbe chiamata “Overboard”, cioè “In alto mare”. La canzone parlava di amore. Forse non l'argomento migliore in questi momenti. Jessica mi amava davvero, era gelosa di Alex e mi voleva. Ma non potevo dire lo stesso per me. Non riuscivo ad amarla neanche se volevo. Ma non potevo lasciarla, avrei perso il contratto e l'occasione di affermarmi. Dopo l'uscita di qualche canzone mi sarei fatto conoscere abbastanza per poter cavarmela da solo, dopodiché avrei messo fine a questa storia.

Tornammo in hotel qualche ora dopo. Entrai nella mia stanza e mi buttai sul letto stanco. Mi ero quasi addormentato quando all'improvviso mi squillò il cellulare. Era Ryan. Non sapevo se rispondere o lasciare perdere una volta per tutte. Lo lasciai squillare. Ero deluso. Deluso dal fatto che le persone che amavo di più mi avessero voltato tradito. Pensavo che loro non mi avessero mai fatto del male. Ma evidentemente mi sbagliavo. Ryan era il mio migliore amico e sapevo che non si sarebbe mai messo con Caitlin se non la amava veramente. Sono passati mesi dall'ultima volta che avevo visto Caitlin e lei aveva ragione. La avevo abbandonata, invece Ryan era lì per lei. Loro avevano ragione, loro si amavano e io non avevo nessun diritto di giudicarli. Dovevo accettare e andare avanti. Ryan insisteva. Decisi di rispondere e chiarire questa situazione una volta per tutte.

'Pronto' dissi

'Justin' disse Ryan quasi scioccato 'Ti prego ascoltami' continuò

'No. Ascoltami tu!' dissi interrompendolo. 'Avete ragione. Vi ho trascurato entrambi e non dovevo. Non dovevo abbandonarvi così, qualsiasi sia stato il mio problema. Ho lasciato Caitlin da sola e tu ti sei preso cura di lei, mentre io mi ero disinteressato..' dissi

'Dovevamo dirtelo Justin. Scusa' disse Ryan

'Possiamo lasciare tutto questo nel passato e pensare al presente. Ma ho bisogno che tu mi prometta una cosa' dissi

'Qualsiasi cosa Justin' mi rispose Ryan senza pensarci un secondo

'Promettimi che la renderai felice. Che tu riuscirai a farla sorridere, cosa che io non sono stato capace ti fare' dissi

'Te lo prometto fratello.' disse lui e in seguito riattaccai.

Mi stesi nel letto cercando di dormire ma era quasi impossibile. Avevo troppi pensieri per la testa:Ryan e Caitlin, i miei genitori, Emma, Alex, Jessica e persino il fatto di diventare famoso. Era quello che aspettavo da una vita ma mi faceva tremendamente paura. Qualcuno bussò alla porta interrompendo i miei pensieri.

'Avanti' dissi e poco dopo vidi entrare Jessica

'Ciao Justin disturbo?' disse

'Nono entra pure' le risposi sorridendo

'Scusa per oggi. Sono stata esagerata' mi disse sedendosi sul letto accanto a me

'Tranquilla'

'Quindi mi perdoni?' disse accarezzandomi il viso con la punta delle dita

'Ah devi ottenerlo il mio perdono' dissi provocandola

'Allora faccio la brava' disse sorridendo

Poco dopo iniziò a baciarmi con passione e in nemmeno un secondo me la ritrovai sopra di me. Mi tolse la maglia e iniziò a baciarmi le labbra. Poi lentamente scese iniziando a torturarmi il collo e infine arrivò ai miei pettorali e addominali. Lasciava baci e morsi dappertutto come per far capire che di lì ci era passata. Decisi di agire anch'io; le tolsi la maglia e poi i pantaloni dopo di che affondai la testa nel suo seno baciandola dolcemente. Mi sfilò anche lei i jeans e così rimanemmo entrambi in intimo. Lei tornò a baciare le mie labbra e con le mani mi accarezzava sensualmente,scendendo sempre più giù, finchè arrivò al bordo dei miei boxer. A questo punto la fermai. Le presi le mani e la tolsi da sopra di me.

'Che succede?' chiese lei confusa

'Non ce la faccio' dissi senza guardarla

'L'altra sera non avevi problemi. Perché ora no?' chiese lei offesa

'Stasera no. E basta' dissi

'Io non ti capisco' disse lei rivestendosi

'Non c'è bisogno che tu mi capisca' risposi

'Justin mi ami o no?' chiese lei nervosa

'Jessica..' esitai la risposta

'Rispondi! Ora!' insistette lei

'Si ti amo' mentii

'E allora? Dov'è il problema?' chiese lei

'Amore non vuol dire solo sesso Jessica. Nessuno tranne noi due sa che stiamo insieme' dissi, quella ragazza mi innervosiva

'Cosa intendi?' chiese lei

'Ti vergogni di me?' chiesi e questa volta la fissai negli occhi

'No. Assolutamente no' disse lei un po' imbarazzata

'Allora dillo che mi ami, dillo a tutto il mondo' dissi

'Va bene..se è questo che vuoi allora sarà così. Domani ho un'intervista all' “Ellen Show”. Verrai con me e dirò tutto.' mi disse e poi uscì dalla stanza.

Avevo fatto un altro passo avanti. Domani mi sarei fatto conoscere da un mondo intero.

 

*ALEX*

Era ormai mattina e mi sentivo meglio. Sapere di avere Justin accanto era un sollievo. Non avevo ben capito cosa dava fastidio a Jessica, ma penso che lei e Justin abbiano risolto. Decisi di andare a chiamare Justin e in seguito scendere per fare colazione. Uscii dalla stanza e incrociai Jessica. Era molto agitaa, ma probabilmente era a causa dell'intervista di oggi per Ellen. Jessica era una donna straordinaria, la amavo e la stimavo, anche se in quest'ultima settimana mi sembrava strana. Qualcosa era cambiato ma non capivo cosa. Arrivai davanti alla porta della stanza di Justin, bussai e poco dopo lui aprì.

'Buongiorno' disse tutto sorridente

'Ciao Justin' dissi e poco dopo lo abbracciai

'Scendiamo?' mi disse staccandosi da me

'Si va bene'

Scesi insieme a lui al piano terra dell'hotel dove si trovava il ristorante. Facemmo colazione con calma e in seguito uscimmo per fare una passeggiata.

'Che programmi hai oggi?' chiesi

'A pomeriggio sono in studio e poi stasera accompagno Jessica ad uno show.' mi rispose lui

'Ah vai con lei?' dissi sorpresa

'Si' rispose sorridendo

'Che cosa fantastica' dissi

'Dai vieni prendiamo un gelato e poi andiamo in studio. Oggi devo registrare la mia parte nel duetto infatti Jessica non viene. Accompagnami tu, non mi va di andare da solo' mi disse lui

'Va bene'

Tutta la mattinata rimanemmo in giro per la città, tra negozi, gelaterie, bar e altro. A mezzogiorno tornammo in hotel pranzammo e ci preparammo per andare in studio. Infine verso le due ci recammo negli studi, abbastanza lontani dall'hotel. Justin mi fece conoscere il suo manager e i ragazzi con cui lavorava. Senza perdere poi iniziò a registrare parti della canzone. La sua voce risuonava, era fantastica e ti toccava a fondo. Ero contenta per lui, finalmente era riuscito a fare quello che desiderava da 18 anni ormai.

 

Tornammo in hotel un'ora dopo e Justin salì subito nella sua stanza per prepararsi per l'intervista. Jessica non era in giro e io decisi di andare nella mia stanza e farmi una doccia. Restai sotto l'acqua calda per più di un'ora senza accorgermi del tempo che passava. Uscii dalla doccia, mi vestii con una canotta e dei pantaloncini. Uscii dal bagno e mi buttai sul letto, accesi la televisione e iniziai a girare i canali. Fuori non si sentiva rumore e forse Justin non era più nell'hotel così decisi di andare a vedere se la loro intervista era iniziata. Mi fermai su 'New time' dove stavano trasmettendo il 'Ellen Show'. Seguivo sempre questo programma, adoravo sentire le interviste delle star. E in più stasera c'era pure Justin. Un passo da gigante nella sua carriera.

'Buongiorno signori e signore, oggi avremmo con noi una speciale artista, una ragazza con molto talento, l'idolo di tutte le teenagers, Jessicaaaaa Raweeeeel' aprì Ellen lo show. Poco dopo Jessica si fece vedere accompagnata, ovviamente, da Justin. I due si sederono.
'Allora Jessica come stai?' chiese Ellen
'Molto bene, diciamo che sto preparando molte sorprese per i miei fans' rispose Jessica
'Molto bene, e hai intenzione di svelarle stasera?'
'La maggior parte di loro si, e vorrei cominciare nell'annunciare che il mio nuovo album e quasi finito' disse lei
'Nuova musica, nuove emozioni per i tuoi fans. E quale sarà la prima canzone che farai uscire?'
'La prima canzone sarà 'Can't be tamed', una delle canzoni che più adoro di questo album'
'Per quale motivo?' chiese Ellen curiosa
'Perché la canzone e un messaggio che voglio dare alle persone, alle ragazze di tutto il mondo. Loro non devono cambiare per gli altri perché sono belle come sono. Esattamente come sono io, non cambierò mai nonostante tutto, sono me stessa! Non mi possono dire che sono sbagliata, poiché sono giusta a modo mio esattamente come tutte noi' spiegò Jessica
'Un messaggio bellissimo! Jessica adesso dicci un po chi e il bel giovinotto che hai portato con te?' disse Ellen facendo l'occhiolino
'Lui e Justin' disse Jessica indicando Justin 'E' un ragazzo con molto talento, ha una voce fantastica e come seconda sorpresa vi dico che nel mio album ci sarà una collaborazione con lui ' disse lei sorridendo
'Quindi dopo tutti i duetti con Katy Perry, Lady Gaga, Rihanna e moltre altre cantanti, finalmente ci sarà un duetto con una voce maschile?' disse Ellen sorpresa

'Si. Abbiamo fatto un duetto e il titolo della canzone è “Overboard”, non vi svelo altro' disse Jessica

'Justin dimmi un po', come è stato lavorare con questa meraviglia?' chiese Ellen a Justin

'Fantastico. Lei è una donna fantastica e mi ha offerto la possibilità di realizzare i miei sogni. Veramente una cosa meravigliosa' disse Justin con un espressione un po' strana

'Jessica, come hai trovato questo nuovo talento?' chiese Ellen

'La storia è lunga e buffa. Ma vi posso assicurare una cosa. Lo vedrete molto spesso da oggi in poi' disse lei

'Bhe come mai?' chiese Ellen un po' confusa e sinceramente pure io lo ero. Justin era solo all'inizio ma doveva andare con calma.

'Ecco...Justin è il mio ragazzo.' disse lei tutta sorridente

'Quindi e lui il ragazzo misterioso!' disse Ellen sorridendo
'Si, Justin e il mio ragazzo!' disse Jessica
'E sono felice di esserlo...' aggiunse Justin. Dopodiché si baciarono dimostrando al mondo la verità, o quella che dovrebbe essere la verità!
'Sono cosi carini' disse Ellen
'Grazie' rispose Jessica

Spensi la TV, non riuscivo a sopportare altro. Justin mi aveva nascosto la loro relazione. Non mi aveva detto nulla e a me toccava scoprirlo da uno stupido show. Io, la sua migliore amica, lo venivo a sapere insieme al resto del mondo. Non so se ero più delusa o ferita. Il ragazzo che amavo si era fidanzato, con un'altra. Rimasi a guardare fuori dalla finestra per ore chiedendomi cosa dovevo fare in questa situazione. Poco dopo vidi la macchina di Jessica arrivare davanti all'hotel e da essa scesero i due diretti interessati. Dopo neanche dieci minuti Justin entrò tutto felice nella mia stanza.

'Hey Alex come va?' disse lui

'Perché non me lo hai detto?' dissi guardandolo delusa

'Cosa?' chiese lui non capendo

'Perché non mi hai detto che ti sei messo con Jessica? Perché non me lo hai detto tu e l'ho scoperto da una stupida intervista?' dissi e intanto gli occhi mi si colmavano di lacrime

'Alex non mi sembrava una cosa importante' disse lui

'Non ti sembrava importante? Tu ti fidanzi e non ti sembra importante dirmelo?' dissi incredula

'Si Alex non è importante. Non la amo' disse lui molto tranquillo

'Non la ami?' dissi ancora più sorpresa

'No, non provo nulla per lei ma è l'unica che può aiutarmi a diventare famoso.

'Quindi tu non la ami?' chiesi confusa
'No, la terrò accanto solo per farmi conoscere un po', dopo la lascerò' disse come se fosse la cosa più normale del mondo.

'Ma ci starà male!' dissi scioccata dal suo atteggiamento
'E una star internazionale, se ne trova mille di ragazzi' disse Justin
'Tu non capisci, l'amore non dipende dalla fama. L'amore uccide chiunque' e stava uccidendo anche me.
'Dai Alex, non fare un dramma di questo.' disse Justin

'Non farne un dramma?! Ma stai scherzando?' dissi irritata

'Non capisco dov'è il problema?' disse lui

'Justin non puoi giocare con i sentimenti della gente e approfittarne fino a questo punto' quasi urlavo

'Alex cazzo calmati. Sarà solo un piccolo periodo fino a quando me la caverò da solo. Non esagerare!' disse scocciato

'Da quando sei così stronzo?' dissi scioccata e con le lacrime agli occhi. Non lo riconoscevo.

'Alex pensavo che almeno tu potevi starmi vicino!' disse lui abbastanza scocciato
'Ti sarei stata vicino se avresti iniziato ad alzarti da solo, se avresti iniziato a registrare, se avresti iniziato a cercarti un manager; ma non ti sono vicina quando ti prendi gioco dei sentimenti di qualcun'altro solo per la fama!' Stavo urlando.

'Alex ti calmi?' disse lui cercando di avvicinarsi a me

'No! Non mi calmo Justin' dissi continuando a urlare. Presi la mia valigia dall'angolo in cui la avevo buttata e iniziai e buttare le mie cose dentro

'Cosa stai facendo?' chiese Justin

'Me ne vado' dissi

'Te ne vai?' disse lui scioccato

'Torno a casa Justin' dissi cercando di trattenere le lacrime

'Alex, cazzo perché ti da fastidio?'
'La fama ti ha dato alla testa Justin. Non sei più tu. Sei cambiato' dissi delusa
'No, Alex. Non sono cambiato sono sempre io. Jessica mi aiuterà un po' all'inizio e poi le cose ritorneranno come prima vedrai!' mi disse cercando di farmi cambiare idea.
'No, niente sarà più come prima. Tu non ti rendi conto delle persone che a te ci tengono veramente. Non vedi più la realtà sei stato preso dai tuoi sogni. Non vedi quanto ti amo Justin, sei troppo cieco per notarlo.'

Presi le valigie e uscii dalla camera mentre Justin rimase lì immobile scioccato. Scesi le scale dell'hotel e andai verso la porta. Poi sentii Justin correre giù per le scale urlando il mio nome. Uscii dall'hotel ed entrai nel primo taxi che vidi. Salii e partii subito intanto Justin uscì dall'hotel e urlava in continuazione il mio nome. Le lacrime scendevano lungo il mio viso. Ormai era troppo tardi per tornare indietro. Ero semplicemente distrutta.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Why? ***


-UNBREAKABLE

-Capitolo 7


In circa mezz'ora arrivai all'aeroporto di Los Angeles. Presi le valigie dal taxi e scesi. Entrai nell'aeroporto e andai a fare il check-in, mi controllarono i documenti e andai a prendere l'aereo, stavolta assicurandomi che fosse quello giusto. Salii nell'aereo per andare a casa. Appena l'aereo parti misi le cuffie nelle orecchie e sparii da questo mondo anche solo per quelle poche ore di viaggio. Dopo circa otto ore l'aereo atterrò,era già sera tardi. Presi l'autobus per Stratford. Tutto il viaggio di ritorno a casa non feci altro che pensare a Justin. A quanto lo amavo ma per lui io ero solo...solo Alex.
Verso le dieci di sera arrivai finalmente a Stratford, scesi dall'autobus e mi incamminai verso casa mia. Arrivai davanti alla porta di casa e il cuore mi si strinse. Non sapevo come avrebbero reagito i miei, forse mi avrebbero buttata fuori casa immediatamente o forse mi avrebbero perdonato. Non lo sapevo, ma dovevo giocarmi anche l'ultima carta. Loro erano gli unici che mi erano rimasti. Tirai fuori le chiavi ed aprii la porta. Mia mamma, avendo sentito il rumore della porta, usci in corridoio vedendomi. Rimase immobile non credendo che fossi io.
'Alex?' sussurrò incredula
'Mamma' dissi lasciando le valigie e andandole velocemente incontro abbracciandola -'Mamma scusami, non dovevo farlo, ho sbagliato. Mi sei mancata mamma!' mia mamma mi strinse a se dandomi sicurezza. Mi staccai da lei e lei mi guardo.
'Alex dai vieni in salotto, cosi parliamo un po'' disse con lo sguardo che era un misto tra felicità e tristezza
Entrai in salotto dove vidi mio padre e Luke seduti sul divano. Mio padre mi notò, aveva l'espressione delusa ma allo stesso tempo sorpresa.
'Chi sei?' disse freddo
'Come chi sono papa!? Sono Alex, tua figlia!'
'Io non ho una figlia' disse lui senza neanche guardarmi,a quelle parole mi si spezzò il cuore
'Bob...' intervenne mia madre
'No, io non ho più una figlia. Ora esci da casa mia!' disse urlando

'Papà...' dissi quasi scoppiando a piangere

'Prendi le tue cose e sparisci. Non voglio più vederti' mi disse poi si alzò ed uscì di casa

Rimasi immobile, incredula e ferita. Mia madre mi fece sedere e mi portò un bicchiere d'acqua.

'Tesoro, ora è meglio se prendi le tue cose e vai' mi disse

'Mamma...anche tu...' dissi con le lacrime agli occhi

'Alex vai, e meglio per tutti' disse abbassando lo sguardo

'Non ci posso credere, mi mandate via di casa. I miei genitori mi buttano fuori, a me, la loro unica figlia' dissi e quasi mi mancava il respiro

'Alex non ti cacciamo via noi. Te hai scelto di andare quasi due settimane fa. Ci hai lasciati così, senza pensare a come noi avremmo reagito, non ti importava niente. A noi, la nostra unica figlia, vi ha abbandonati' disse lei quasi scoppiando a piangere 'Ora esci, per favore Alex, non complicare le cose.' continuò lei indicandomi la porta.

'Va bene, se è questo che volete me ne vado'

Presi le valigie che avevo appena posato e mi incamminai verso la porta d'ingresso. Mi sentivo morire. Stavo lasciando la casa dove ero cresciuta, la mia casa. Poco dopo uscii e dietro di me mia madre sbatté la porta. In quel momento scoppiai a piangere. Ero ferita nemmeno a casa mia potevo trovare conforto. E ora? Cosa avrei fatto? Dove sarei andata?

 

*JUSTIN*
Era partita ed io ero ancora davanti all'hotel sperando che ritornasse, ma lei non lo avrebbe fatto. Entrai dentro pensando alle sue parole. Lei aveva detto di amarmi. Lei mi amava, ma io non me ne ero mai accorto. Aveva ragione, la fama mi aveva accecato. Avevo ferito l'unica persona che ancora a me ci teneva. Avevo ferito Alex e questo faceva male pure a me. Troppo male. Mi sentivo una voragine nel petto. Un dolore immenso che non sapevo come affrontare. Dovevo aggiustare le cose! Sarei partito immediatamente e sarei andato a riprenderla. Ma se partivo, dovevo lasciare tutto. Musica, fama e sopratutto..Jessica. Avevo sperato per troppo tempo nel realizzare i miei sogni e ora dovevo mollare tutto. No non potevo, avrei risolto le cose riprendendomi Alex e mantenendo anche la fama. Andai a cercare Jessica e scoprii che era in camera sua. Salii e bussai alla porta. Non esitai a entrare il secondo dopo.
'Aw tesoro' disse tutta contenta di vedermi
'Jessica dobbiamo parlare!' dissi serio
'Si dimmi' disse sorridendo
'Ehm...mi hanno chiamato urgentemente da casa e devo tornare a Stratford per un periodo' le mentii
'E qualcosa di grave?' chiese preoccupata
'No, tranquilla. Non e niente di cui preoccuparsi' dissi rassicurandola
'Quanto sarai via?'
'Un mese circa' dissi anche se penso che il periodo si sarebbe prolungato
'Va bene, quando parti?' mi chiese lei
'Adesso' risposi. Volevo andare da Alex il prima possibile
'Adesso?' chiese stupita
'Si, ora!'

'Ma Justin dovevi rimanere almeno stanotte. Saremo stati un po' da soli...solo noi due' disse infilando le mani sotto la mia maglia

'Jessica no, devo per forza andare' risposi togliendo le sua mani
'Ok, come vuoi' disse lei infastidita 'Per quanto riguarda il duetto ormai lo abbiamo finito di registrare quindi uscirà tra qualche giorno, poco prima dell'album.'

'Ah perfetto' dissi contento

'Quando torni voglio però che facciamo qualche live e intervista assieme.' mi disse seria

'Certo lo faremo appena torno' dissi

'Ok, allora...buon viaggio.' disse e poco dopo cercò di baciarmi ma mi spostai
'Grazie' dissi facendo un sorriso finto
'Ti amo' disse quasi delusa
'Anch'io' mentii
Uscii dalla sua stanza e andai nella mia per preparare le valigie. Buttai tutto lì dentro alla rinfusa e poi molto velocemente le presi ed uscii dall'hotel. Presi un taxi e mi diressi verso l'aeroporto. Strano vero ero il ragazzo di Jessica e dovevo prendere il taxi. No, ricomincio di nuovo. Sta cosa con la fama mi è salita alla testa. Arrivai in aeroporto e presi il primo aereo per Stradfort, pagai una fortuna il biglietto ma ne valeva la pena. Dopo più di dieci ore tra aereo e autobus arrivai a Stradfort. Erano le nove di mattina. Passai davanti all'Avon Theatre e mi ricordai dei momenti passati lì con Alex. Erano tanti, bellissimi. Mi aveva sempre sostenuto nel mio sogno. Era sempre lì su quei gradini con me. Lei c'era sempre.Anche quella volta che avevamo deciso di scappare. Sopratutto quella volta.

****
'Scappiamo' disse guardando nel vuoto.
'Cosa?' dissi sorpreso. Alexandra e una ragazza brava ed educata. E una ragazza che ascolta i suoi genitori e che obbedisce a tutti. Sentire da lei l'idea di scappare mi sorprese.
'Mi hai sentito bene.' mi disse ' Non voglio tornare, andiamo via!' mi disse voltandosi verso di me
'Vuoi che scappiamo?' dissi .' Allora scappiamo, ma non andiamo ad Atlanta'
'Come non ad Atlanta?' mi guardò sgranando gli occhi.
'Atlanta e troppo vicina, se scoprirebbero che siamo scappati ci verrebbero a prendere subito e saremo nei guai! Dobbiamo andare fuori dal Canada!' dissi abbastanza serio da metterla a disagio
'Fuori dal Canada? Mi guardo perplessa. La stavo mettendo alla prova, volevo vedere quanto avrebbe resistito.
'Si, ci stai o no?' dissi fissandola negli occhi. Lei mi guardava indecisa, distolse lo sguardo e restammo in silenzio per qualche minuto. Le poggiai una mano sulla spalla e lei sussultò.
'Allora?' le chiesi
'Ci sto' spalancai gli occhi stupito dalla sua risposta. La brava ragazza sarebbe scappata con me. Lei era unica e la nostra amicizia avrebbe vinto.
*****

Lei era scappata con me per starmi vicino, ma io la avevo trascurata. Lei si fidava e io la avevo delusa. Non potevo perdere la mia migliore amica, l'unica che mi era vicino. Dovevo farmi perdonare. Arrivai davanti a casa di Alex e bussai alla porta. Si sentirono dei passi e poco dopo la porta si aprì. Vidi sua mamma e non esitai a chiedere di Alex.

'Alex chi?' disse lei quasi piangendo

'Come Alex chi? Sua figlia?' dissi confuso

'Io non ho una figlia Justin, ora vai via' disse e poco dopo provò a chiudere la porta ma la fermai

'Aspetti...come lei non ha una figlia?! E stata lei a dirle di dirmi questo? Non vuole proprio vedermi?' dissi non credendola

'No Justin, lei non è qui' disse sua madre seria

'Non sono più loro figlia' sentii una voce dietro di me e quando mi voltai vidi Alex, con le valigie in mano e il viso stanco dalle lacrime.

'Come?' dissi scioccato

'Andate via entrambi. Ora!' urlò sua mamma

'Mamma no.' ribatté Alex 'Io non vado da nessuna parte. Siete i miei genitori e questo non cambierà. Ho sbagliato-' disse guardandomi delusa '-ma mi farò perdonare. Per favore mamma, ho bisogno di voi' disse lei con un filo di voce

'Che succede?' vidi arrivare nervoso Ben, il padre di Alex
'Papà...' cercò di dire Alex

'Ancora tu? Cosa non capisci? Devi sparire!' urlò lui

'Papà è inutile che fai il duro. Lo so che infondo vorresti abbracciarmi, che speravi che tornassi. Ho sbagliato, ma sbagliare è umano. Tu mi devi perdonare e capire, alla fine sono la tua unica figlia. Non ti fa nemmeno un po' male perdermi? Non ti dispiace per niente?' disse lei

'Alex....entra che discutiamo dentro' disse suo padre

'Alex..' mi affrettai a dire

'Justin sparisci per favore. Hai già complicato troppo le cose' disse lei guardandomi stanca

'Alex ti prego dobbiamo discutere' insistetti

'No, questa volta io non voglio ascoltarti' disse lei

'Aspetta. Ascoltami.' dissi prendendola per una mano

'Cosa dovrei ascoltare? Come mi menti ancora?' disse lei

'Hai ragione ad essere incazzata. Hai tutte le ragioni per dirmi che sono stronzo, bugiardo, falso e tutto quello che vuoi. Ma ti prego ascoltami.' dissi guardandola negli occhi

'Perche mi hai fatto tutto questo?' disse lei con lo sguardo deluso

'Non era mia intenzione. Non volevo andasse così ma mi sono fatto prendere dall'entusiasmo. Finalmente realizzavo quello che sogno da una vita. Non importavano più i modi. Finalmente ce l'avrei fatta. Ma in questo modo mi sono dimenticato che esistono cose più importanti che ho trascurato. Tipo te. Ma ora sono qui e voglio farmi perdonare' le dissi

'E Jessica?' chiese lei

'L'ho lasciata' le mentii, non potevo dirle che ci stavo ancora insieme

'L'hai lasciata? Quindi hai rinunciato?' disse lei incredula

'Si ho rinunciato a lei, alla musica, al mio sogno per venire da te. Perché te sei una delle persone più importanti della mia vita' dissi

'Justin io a te ci tengo troppo. Sono scappata con te non pensando alle conseguenze. Fidandomi ciecamente. Pensando che comunque sarebbe andata a finire questa avventura tu mi saresti stato accanto. Ma mi hai deluso...' disse abbassando lo sguardo

'E sono qui. L'avventura è finita ma io sono qui accanto a te' le dissi 'Mi perdoni?'

'Justin. Entrambi abbiamo sbagliato in un modo o l'altro. Ma penso che tutti abbiano il diritto ad una seconda possibilità' disse guardando prima me e poi i suoi genitori 'Ti perdono' mi disse e poi mi abbraccio forte e io ricambiai 'Ora tocca me farmi perdonare. Ci vediamo più tardi?' disse

'Va bene, intanto vado anch'io dai miei. Stasera al solito posto' dissi

'Ok allora ci vediamo davanti all'Avon Theatre stasera' mi disse e poco dopo entrò in casa con i suoi genitori.

 

Aspettai che Alex chiudesse la porta poi presi le mie valigie e andai verso casa. Era più di due settimane che non sentivo la mia famiglia, né mio padre, né mia madre e nemmeno Jazzy. Mi mancava un casino la mia sorella. Jazmine era una parte di me, mia sorella, il mio tutto. Dopo circa venti minuti arrivai a casa. Tirai fuori le chiavi e provai ad aprire la porta facendo meno rumore possibile, ma evidentemente non ci riuscii. Appena aprii la porta vidi Jazmine uscire dalla cucina.
'Papà, sei...' appena mi vide si blocco 'Justinnn' mi corse incontro e mi salto tra le braccia. Lasciai cadere le valigie e la abbracciai forte. Dopo qualche secondo si staccò da me e mi fece segno di entrare. Entrai e salii di fretta in camera mia. Aprii la porta e al posto di vedere la mia vecchia stanza vidi solo quattro muri bianchi. Il letto, l'armadio, la scrivania, i miei poster, i cd, il computer, tutte le mie cose erano state tolte. Jazmine salì e mi mise una mano sulla spalla.
'Cosa e successo alla mia stanza?' sbottai
'Bhe...Justin....' Jazmine evitava il mio sguardo
'Ti ho chiesto cosa e successo!' ripetei abbastanza nervoso, poi feci un respiro profondo e cercai di calmarmi. Non volevo urlarle contro
'Justin, papà ha detto di togliere tutto' disse lei
'Perché?' chiesi
'Perché per lui tu non esisti più' spiegò Jazmine
'Cosa?' Io non esisto più per lui?' dissi incredulo
'Si, da quando te ne sei andato ha proibito a me e chiunque altro di parlare di te. Ha detto che lui non ha più un figlio' mi disse Jazmine
'E io adesso dove vado?' chiesi passandomi le mani tra i capelli
'Potresti andare da Alex' mi suggeri Jazmine
'Da Alex?' agrottai la fronte
'Si, siete molto amici e lei ha una stanza in più se non sbaglio'
'Si, hai ragione. Solo che anche lei ha qualche problema in famiglia. Le parlerò poi, ma prima dovrò parlare con mio padre' le dissi furioso 'Non ho intenzione di accettare tutto questo senza dire niente'
'Si lo so Justin, ma prima devi calmarti.' disse Jazmine
'A proposito, mamma dov'è?' chiesi non vedendola in giro per casa.
'Justin, nostra mamma...' Jazmine scoppiò a piangere
'Cosa e successo?' dissi iniziando a preoccuparmi
Justin, mamma...' piangeva, le lacrime le invasero il viso e dopo qualche secondo disse 'Justin, mamma si è suicidata' a quel punto scoppiò a piangere ancora più forte.
Al sentire delle sue parole il mondo mi crollò addosso. Mia mamma, Pattie Malette.....era morta!
Non riuscivo a credere a quelle parole. Mi girai verso Jazmine la quale era attaccata al muro e piangeva
'Jazzy' le dissi 'Come e successo tutto questo? Come ha potuto suicidarsi?'
'Quando sei partito abbandonandoci, papà e andato su tutte le furie. Lui era deluso, nervoso e se ti vedeva ti avrebbe ucciso. Da quel giorno ha iniziato a passare le notti bevendo, anche più d prima, e ogni volta litigava con mamma e spesso la picchiava, più forte di prima'
'La picchiava?' la interruppi, avevo il cuore spezzato
'Si, mamma sentiva molto la tua mancanza, e anch'io. Tu eri l'unico che ci proteggeva. Abbiamo sperato ogni giorno che saresti tornato. Che saresti entrato da quella porta. Ma tu non lo hai fatto. I giorni passavano, la situazione peggiorava e tu non tornavi. Tu ci hai dimenticato.' Faticavo a trattenere le lacrime.
'Pattie era stanca di tutto. Quando ti ha visto in televisione insieme a quella cantante aveva capito che tu non saresti tornato. A quel punto non aveva più ragione per vivere. Tu eri la sua vita. Ha lasciato un biglietto di addio ed è andata sul ponte sopra il fiumo Drewin. Da lì si è buttata ed e affogata. Abbiamo provato a salvarla ma quando siamo arrivati lì era già troppo tardi. Pattie era morta!'
Rimasi scioccato, ero stato via due settimane e tutto era cambiato: la mia città, la mia casa, la mia famiglia. Mia mamma era morta per colpa mia. Scesi le scale di fretta con Jazmine dietro
'Dove vai?' mi chiese
'Me ne vado, non faccio altro che deludere tutti quelli che amo'
Misi la maniglia sulla porta e appena la aprii vidi mio padre con le chiavi in mano. Probabilmente voleva entrare.
'Jazmine che ci fa lui qui?' urlò
'Papà..' cercò di spiegare Jazmine
'Non lo voglio vedere, voglio che sparisca dalla mia casa, voglio che sparisca da questa città e da questo mondo!' mi urlò in faccia
'Cosi come ha fatto la mamma?!' lo provocai 'Farai sparire anche me allo stesso modo?'
A quel punto senza accorgermene ricevetti un pugno da mio padre che mi fece fare due passi indietro. Lo presi per il collo e lo guardai dritto negli occhi.
'Prova ancora a mettermi le mani addosso che te la faccio pagare cara.' lo minacciai
'Sono tuo padre..'
'No no no, io non sono tuo figlio e tu non sei mio padre. Capito!'
Lo lasciai e me ne andai lasciando Jazmine scioccata e mio padre furioso. Salii nella mia macchina che avevo lasciato in garage prima di partire e poco dopo andai via. Dopo poco mi ricordai che dovevo incontrare Alex. Mentre guidavo le parole di Jazmine mi risuonavano in mente. Io gli avevo abbandonati, mia mamma era morta per colpa mia! Tutta colpa mia! Mentre pensavo a quello che e successo le lacrime invadevano i miei occhi. Accelerai e guidai ad altissima velocità e in dieci minuti arrivai all'Avon Theatre. Lì Alex era seduta sugli scalini tremando dal freddo poiché era ormai notte fonda. Mi avvicinai a lei e le avvolsi intorno la mia giacca.
'Perché hai fatto tardi?' mi chiese
'Sono stato a casa...e non mi hanno accolto proprio bene' dissi

'Che hai fatto al labbro? Mi chiese e notai che il pugno ricevuto mi aveva fatto sanguinare il labbro inferiore

'Piccola discussione con mio padre' spiegai 'Te hai risolto con i tuoi?' chiesi

'Si abbiamo discusso e mi hanno perdonato, per fortuna ' mi disse lei

'Alex ho brutte notizie' dissi guardandola negli occhi
'Cioè?' mi chiese aggrottando la fronte
'Pattie e morta'

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** It's ok ***


-UNBREAKABLE

-Capitolo 8


'Pattie e morta'
'Cosa?' disse Alex rimanendo a bocca aperta
'Mia mamma si e suicidata Alex! Si e buttata da un ponte ed è affogata' Dissi con le lacrime che stavano scendendo piano piano. Alex era scioccata 'E sai qual'è la cosa peggiore?' continuai, Alex rimase in silenzio.
'Lei e morta per colpa mia'
'No, Justin! Non dire così' disse Alex prendendomi il viso tra le mani
'E vero, sono andato via, l'ho abbandonata e lei non ha sopportato tutto quello che succedeva. Se sarei stato a casa, se non sarei partito forse lei era ancora qui e mi avrebbe abbracciato. Alex renditi conto, non sono nemmeno riuscito ad abbracciarla per l'ultima volta' dissi piangendo
'Tu non potevi sapere cosa sarebbe successo. Non leggi il futuro Justin! Non è colpa tua. Viviamo quello che dobbiamo vivere. Non puoi cambiare il destino.' cercò lei di consolarmi
Appoggiai la testa sulla spalla di Alex e lei mi accarezzò i capelli calmandomi e dandomi conforto. Con lei mi sentivo meglio. Sentii il mio cellulare vibrare in tasca, lo tirai fuori e vidi “Christina” sullo schermo. Rifiutai la chiamata e rimisi il cellulare in tasca. Lei era l'unica persona con cui non volevo parlare.
'Chi era?' mi chiese Alex
'Nessuno di importante' risposi rimanendo con la testa sulla sua spalla, poi continuai 'Alex, vedi io non so più dove abitare, potrei stare da te?' le chiesi facendo la faccia da cucciolo.
'Mi piacerebbe tantissimo, ma non c'è posto!' mi disse Alex dispiaciuta
'Ma non avevi una stanza in più?' le chiesi sperando di poter stare da lei
'Si, ma....ecco Luke è venuto a farci visita ed occupa quella stanza!'
'Luke, ancora quel idiota! E abita a casa tua!? Nella stanza vicino alla tua!?' dissi alzandomi infuriato.
Luke mi stava sul cazzo e il fatto che era così vicino ad Alex mi infastidiva sempre più. Quel coglione doveva essere sempre tra i piedi! Alex si alzò e mi venne accanto.
'Nemmeno a me va bene credimi. Lui mi da fastidio, è appiccicoso e stressante!' mi disse
'Appiccicoso?' stavo andando su tutte le furie
'Cioè, io non volevo dire...oh guarda che belle stelle!' evitava l'argomento
'Alex, in che senso appiccicoso? Rispondi!
'Ha cercato spesso di avvicinarsi a me...'
'Cioè...' dissi incoraggiandola a continuare
'Ha cercato di baciarmi! E questo che vuoi sentire!' disse irritata
'Ovvio, no! E nella tua stessa casa. E cotto di te, cosa vuoi che faccia lui?' dissi arrabbiato 'Fra poco di porta anche a letto!'
'Justin' urlò Alex 'Cazzo, non è colpa mia se abita da me, prenditela con i miei genitori! Non mi ha mai baciata, ci ha solo provato ma io l'ho fermato! Portarmi a letto? Ma pensi che sono così scema, Justin!' Alex si voltò e se ne andò
'No aspetta' la presi per mano e la fermai 'Scusa, hai ragione, è che lo stress mi sta uccidendo. Ho paura di perdere chi amo, ho paura di perdere te' forse in tutta la mia vita quelle erano le parole più sincere che avevo detto.
'Ok, fa niente. Solo che collega il cervello con la bocca prima di parlare la prossima volta' mi disse sorridendo

'Si scusa non si ripeterà' dissi

'Io ora devo andare, ho appena fatto pace con i miei non vorrei farli incazzare dal primo giorno' disse lei

'E io come cazzo faccio?' dissi sbuffando

'Non lo so'

'Dai vieni intanto ti accompagno' le dissi 'E magari resto anche' dissi con un filo di voce

'Cosa? Restare? Ma non c'e posto!' disse lei, aveva un udito molto sviluppato questa ragazza

'Nella tua stanza...' dissi alzando gli occhi al cielo

'Justin lo sai benissimo che se i miei mi beccano sono nei guai' disse lei

'Sarò bravo te lo prometto. Per favore solo per stasera' la supplicai

'Va bene, ma solo per stasera' disse lei

'Grazie' risposi e poi la abbracciai

Salimmo entrambi in macchina. E dopo poco più di 5 minuti arrivammo a casa di Alex. Parcheggiai la macchina senza fare rumore assicurandomi di aver spento i fanali. Alex aprì in silenzio la porta. Era molto più brava di me a farlo. Salimmo le scale per andare in camera sua e io come un idiota inciampai. Alex mi fulminò con lo sguardo e io mi rialzai senza fare rumore. Arrivammo al primo piano ed entrammo nella sua stanza. Accanto c'era quella di Luke, avevo una voglia di spaccare la faccia a quello sfigato ma mi trattenni! Appena entrai nella stanza di Alex mi buttai sul letto
'Fai pure con comodo!' Mi disse Alex
'Ah va bene!' risposi accendendo la TV
'Si chiama sarcasmo cretino!' disse prendendo qualche vestito e poi entrando in bagno
Era estate e si moriva dal caldo così decisi di togliermi la maglietta. Quando Alex uscì dal bagno rimase qualche secondo immobile poi si sedette sulla sedia accanto alla scrivania.
'Vieni qui che non ti mangio!' le dissi prendendola per una mano e tirandola accanto a me.
Si mise sul letto accanto a me appoggiata con la testa sul mio petto. Eravamo tranquilli, solo noi due...finché qualcuno aprì la porta! Alex sobbalzò dallo spavento-
'Alex, sei...' vidi la faccia di Luke, quella che circa mezz'ora prima volevo spaccare e per qualche strano motivo lo volevo ancora fare 'arrivata...' disse scioccato 'Che ci fa lui qui?' disse poi guardando Alex.
'I cazzi miei' dissi provocandolo
'Alex lui e nella tua stessa stanza, nel tuo letto e mezzo nudo!' disse aggrottando le sopracciglia
'Luke non e quello che sembra' provò a spiegare Alex
'E comunque non deve dare a te spiegazioni!' continuai io
'Ascolta idiota non sei il suo avvocato' disse Luke venendomi accanto
'E tu non sei suo padre coglione' dissi alzandomi dal letto e mettendomi faccia a faccia con lui
'Ah Alex, ma lui non è il ragazzo di Jessica Rawel? O la tua ragazza ti ha ritirato la carta di credito e non puoi permetterti un hotel?'disse alzando le sopracciglia. Iniziava a darmi sui nervi.
'Luke basta! Cazzo comprendilo io amo Justin. Justin non te! Finiscila' disse Alex tutto d'un fiato
'Questo stronzo ti farà stare male vedrai, ti mentirà e ti farà soffrire' in quel momento gli tirai un pugno facendolo abbassare la testa
'Ragazzo abbassa la cresta se no te la abbasso io capito?'dissi minaccioso.
Luke si alzò e guardò Alex 'Io ti ho avvertita' disse uscendo dalla stanza e sbattendo la porta
'E prossima volta ricorda di bussare dissi' facendo un falso sorriso. 'Io lo ucciderò uno di questi giorni' dissi andando verso Alex.

'Justin stai calmo per favore' disse Alex 'E ti prego non fare casino se i miei ti sentono siamo nei guai entrambi'

'Va bene tranquilla' le dissi

Ci rimettemmo sul letto e dopo un'oretta lei si addormentò tra le mie braccia. Accarezzandole i capelli pensai al fatto che le mentivo riguardo Jessica e poi a quello che Luke aveva detto. Dovevo rompere con Jessica al più presto finché non sarebbe stato troppo tardi.

Mi svegliai a vidi che Alex non era più accanto a me. Mi alzai dal letto e il primo istinto fu quello di andare a cercarla per la casa ma se i suoi mi avrebbero visto avrebbero ucciso entrambi. Il mio cellulare squillò. Era Jessica, accettai la chiamata questa volta.
'Pronto tesoro' sentii la sua voce dall'altra parte
'Ciao' dissi cercando di sembrare felice
'Ho buone notizie' disse lei tutta raggiante
'Sorprendimi!' le dissi
'Ti ricordi la canzone che ci hai cantato in studio?'
'Si, One Time, quando siamo andati a registrare' dissi
'Ecco, quando hai cantato ti abbiamo registrato, abbiamo sistemato i pezzi e ora la canzone e pronta, se vuoi la facciamo uscire domani!' disse lei
'Seriamente!?' dissi scioccato
'Si Justin, il tuo primo singolo, sono sicura che tutti la ameranno'
'Allora facciamola uscire' dissi contento
'Ok, domani è il grande giorno. Uscirà il mio album e faremo uscire pure il tuo primo singolo' mi disse Jessica
'Meraviglioso' dissi
'Ti amo tanto' mi disse lei
Riattaccai subito senza darle una risposta. Il mio primo singolo..ero scioccato. Non riuscivo a crederci. Non potevo lasciare Jessica proprio adesso, tutto sarebbe andato a puttane. Avrei registrato altre due o tre canzoni per farmi conoscere e poi non avrei avuto più bisogno di lei. Intanto Alex non avrebbe scoperto niente e nemmeno Jessica.
'Ti sei svegliato?' chiese Alex entrando in camera con un vassoio pieno di cibo
'Si, cos'è tutto questo?' chiesi
'La colazione' mi disse sorridendo

'Sei fantastica' dissi guardandola. Era come se la vedevo diversa. Cresciuta. Solo ora mi rendevo conto che non era più la bambina con cui giocavo da piccolo. Non era più la ragazzina che prendevo in giro e che consideravo come mia sorella. Quella bimba di cui mi prendevo cura. Lei era cresciuta. Era diventata una donna ormai. Una donna bellissima e dolcissima. Una ragazza stupenda che io avevo ferito e che non potevo rischiare di perdere ancora.

'Alex ti fidanzi con me?' chiesi senza neanche pensarci un secondo.
 


*ALEX*

Il mio cuore iniziò a battere più forte del solito. Le mani mi sudavano e non riuscivo a dire una parola. Non credevo alle mie orecchie. Justin mi aveva appena chiesto di fidanzarsi con me.
'Tu...tu vuoi davvero fidanzarti con me?' chiesi incredula
'Si Alex. Voglio che tu sia mia, soltanto mia. Ho paura che qualcuno possa portarti via da me.' mi disse guardandomi negli occhi
'Io non so cosa dire' dissi ancora sorpresa dalla sua domanda
'Ti do un suggerimento' disse Justin sorridendo 'Dimmi si!'
'Justin veramente mi hai presa alla sprovvista.' dissi sorridendo 'Due settimane fa scappai con te, mentre due giorni fa scappai da te. E ora...ora tu mi hai chiesto il fidanzamento.' dissi ancora scioccata
'Alex lo so che ho sbagliato. E anche tanto. Ma non si ripeterà. Tu sei importante per me, e lo sai. Siamo cresciuti insieme e stiamo continuando a farlo. Ma io voglio averti accanto..per sempre. Voglio che tu sia mia, sempre e comunque.' mi disse lui accarezzandomi la guancia che intanto mi andava a fuoco.

'Justin te non immagini neanche quanto io ti posso amare. Quanto vorrei che tu fossi mio, solo mio. Ma ho paura' dissi abbassando lo sguardo

'Paura?' disse lui non capendo

'Paura di essere delusa' dissi guardandolo negli occhi

'Non ti deluderò. Farò tutto il possibile per renderti felice.' disse lui prendendomi la mano 'Fidati di me'

'Mi fido' dissi 'Si Justin, mi fidanzo con te. Ti amo e ti voglio' gli dissi sorridendo

Justin spostò il vassoio che c'era tra noi due e si avvicinò a me, mi prese il viso tra le mani e mi baciò con passione. Misi le mie mani intorno al suo collo e lo strinsi a me. Le sue labbra accarezzavano dolcemente le mie. Justin avvolse le mani intorno al mio bacino e mi strinse forte a sè facendomi fare aprire le labbra. Approfittò dell'occasione e infilò la sua lingua nella mia bocca. Le nostre lingue iniziarono a combattere per la dominanza. Justin tolse le mani dalla mia vita e le infilò sotto la mia canottiera. Prese i margini della canottiera e stava per toglierla. Lo spinsi da me e lo fermai. Justin mi guardò confuso.
'Justin, non sono pronta scusa' dissi abbassando lo sguardo e arrossendo
'Non ti preoccupare, scusami. Quando sarai pronta allora...' Justin cercò di capirmi ma era visibilmente deluso.
'Ascolta, Ryan e Caitlin oggi tornano a Stradfort da New York , che ne dici se andiamo a prenderli dall'aeroporto' disse Justin cambiando argomento
'Si, va bene' dissi sorridendo. 'Vado giù a vedere se i miei sono ancora in casa' continuai.

Presi il vassoio che Justin aveva spostato poco prima, scesi le scale velocemente e andai dritta in cucina. Misi il vassoio sul tavolo, c'era silenzio in casa. In cucina non c'era nessuno. Andai in salotto, niente! I miei non erano più in casa, quindi avevo strada libera con Justin. All'improvviso una mano mi coprì la bocca. Cercai di urlare ma non ci riuscii. Una voce mi sussurrò nell'orecchio di stare calma ma non riuscii a capire chi era. Riusci a staccarmi da lui e quando mi voltai vidi Luke.
'Luke? Cazzo mi hai fatto morire!' dissi calmandomi
'Cosa succede tra te e Justin?' mi chiese duro
'Siamo fidanzati' dissi sorridendo e pensai ai momenti di poco fa
'Che cosa?' Luke diventò all'improvviso pallido
'Luke ma cosa hai contro di Justin?' gli chiesi
'Non e per te quel ragazzo Alex!' disse lui nervoso
'Mettitelo bene in testa che lui è la persona che amo. Non esiste nessun altro. Lui è perfetto per me' dissi
'Ti farà soffrire, ti tratterà male, ti deluderà..me la sento!'
'Luke basta!' dissi nervosa 'Ne ho abbastanza, io amo Justin, lo vuoi capire!' urlavo
'E io amo te' disse Chris 'E nessuno potrà mai cambiare questo'
In quel momento Chris mi tirò a sé e in pochi secondi mi baciò, mi teneva molto stretto e non riuscivo a staccarmelo di dosso. Sentii dei passi veloci sulle scale e subito dopo qualcuno tirò Luke da me. Era Justin
'Che cazzo pensi di fare coglione?' Justin tirò un pugno a Luke.
'Quello che tu non sei capace!' disse Luke provocando Justin. Justin lo prese per la maglia e lo attaccò al muro.
'Se non lo hai ancora capito Alex e la MIA ragazza.' disse Justin sottolineando molto con la voce la parola “mia”.
'Non lo sarà per tanto..' disse Luke e poco dopo ricevette un altro pugno da Justin
'Stalle lontano o la pagherai cara!' Il labbro inferiore di Chris sanguinava. Justin mollò la presa, prese me per mano e tirandomi dietro mi portò di sopra. Entrammo in camera e chiuse la porta sbattendola!
'Voglio che quell'idiota sparisca da questa casa, hai capito?' disse Justin furioso
'Vai a dirlo ai miei, vediamo come reagiscono. Secondo loro Luke è il ragazzo perfetto! Non lo cacceranno mai di casa! Preferirebbero mandare via me' dissi urlando. Mi dava sui nervi quando non capiva.
'Alex ti ha baciata con me qui! Se io non c'ero?' disse urlando a sua volta
'Justin non e successo niente! Calmati!'
'Ah si, con lui non e successo niente...invece per me non sei pronta, vero?' disse infastidito da tutto
'Jutin cazzo la smetti!'' dissi andandoli vicino. Misi una mano sul suo viso e lo obbligai a guardarmi 'Quanto sei geloso?' dissi sorridendo
'Non sono geloso' mi disse Justin attaccando la sua fronte alla mia.
'E invece...' dissi s
'Ti amo' mi disse Justin
'Anche io, e amo solo te!' gli dissi dandoli un bacio sulla guancia.
La TV in camera mia era accesa e su MTV sentimmo una voce simile a quella di Justin, mi voltai e vidi il lyric video di “One Time”. Rimasi a bocca aperta e mi voltai verso Justin. Lui era ancora più scioccato di me.
'Alex questa è... One Time, la mia canzone' disse sorpreso e felice allo stesso tempo.
'Si, oddio è incredibile. Ma come ha fatto ad arrivare in TV?' chiesi incuriosita, la prima cosa che mi era venuta in mente era Jessica e la cosa non mi rendeva tanto felice.
'E la canzone che ho registrato in studio con Jessica!' rispose Justin, evidentemente non mi sbagliavo. Lei c'entrava.
'E adesso vi vedete?' chiesi
'No, Alex, ripeto è stata la canzone registrata giorni e giorni fa quando sono stato per la prima volta in studio... e adesso e in TV!' disse, Justin era stracontento!
'Questo e solo l'inizio' dissi abbracciandolo
'Lo so!' mi disse Justin stringendomi a sé 'Oddio guarda che ore sono! Vai a prepararti se no facciamo tardi' disse allarmato
'Ok vado subito a cambiarmi' gli dissi prendendo una maglietta ed un paio di jeans dall'armadio. Entrai in bagno e mi cambiai velocemente, lasciai i capelli sciolti e mi truccai un pochino. Quando uscii Justin era già pronto. Lui prese le chiavi della macchina e scendemmo le scale per poi uscire. Salimmo in macchina e Justin partì. Guidava più veloce del solito.
'Justin rallenta' gli dissi
'Ryan mi ucciderà!' disse Justin
'Mah no, mi sono appena fidanzata non voglio rimanere senza te dal primo giorno' dissi ridendo. Anche Justin scoppiò a ridere.

Dopo circa un'ora arrivammo in Aeroporto dove Caitlin e Ryan ci stavano aspettando. Justin si fermò con la macchina davanti a loro. Caitlin e Ryan salirono nei sedili posteriori.
'Ohi amico, puntuale come sempre!' disse Ryan
'Scusa è che ero impegnato' si scusò Justin ridendo
'Ciao Alex, come va?' chiese poi a me Ryan
'Molto bene' dissi sorridendo
'Si vede' ricambiò il sorriso

'Ci siamo fidanzati' disse Justin

'Seriamente?' disse Ryan sorpreso

'Ma è fantastico' aggiunse Caitlin
'Amico, sai le notizie?' disse Justin guardando Ryan nello specchietto
'No, cosa e successo?'
'Mia mamma è morta...' disse Justin e una lacrime scese lungo la sua guancia
'Cosa?' urlò Caitlin scioccata, Ryan rimase a bocca aperta!
'Si, si e suicidata' disse Justin continuando a guidare
Ryan era senza parole e Caitlin stava per svenire.
'E tuo padre, Jazmine come l'hanno presa?' chiese Ryan
'Mio padre è furioso, beve continuamente ed e incazzatissimo con me, Jazmine invece sembra che sia andata avanti ma si vede che e distrutta' disse
'Condoglianze Justin, ci dispiace moltissimo' aggiunse Caitlin. Justin rimase in silenzio qualche minuto.
'Prima ho perso Jaxon, ora mia mamma....perchè succede a me tutto questo?' disse Justin distrutto
'Amico noi siamo qui, andrà tutto bene.' cercò di consolarlo Ryan
'Hai detto che tuo padre e incazzato con te, quindi non stai a casa tua vero?' chiese Ryan
'No' rispose Justin
'E allora dove abiti fratello?'
'Mah, diciamo da nessuna parte, stasera mi sono nascosto a casa di Alex' Justin scoppiò in una risatina
'Che ne dici se vieni da me, ho la casa molto grande e cosi ci faresti compagnia. Poi non creeresti problemi ad Alex' suggerì Ryan
'Va bene, adesso vi accompagno e poi vado a mangiare qualcosa con Alex, tanto per ringraziarla' disse Justin guardandomi. Poco dopo squillò il cellulare di Justin, lui lo prese dalla tasca, guardò lo schermo e rifiutò la chiamata. Non feci in tempo a vedere chi fosse, ma era strano, nell'ultimo periodo Justin rifiutava tantissime chiamate.

Dopo un quarto d'ora arrivammo a casa di Ryan. Justin e Caitlin scesero mentre io restai in macchina. Vidi Justin aiutare Ryan con le valigie e poi salutarsi. Justin salì in macchina e partì subito.
'Dove andiamo?' gli chiesi
'A mangiare fuori, almeno stiamo un po' da soli' rispose Justin.
In circa dieci minuti arrivammo da 'Billy's restaurant'. Uno dei ristoranti migliori della città. Scesi dalla macchina ed entrai nel ristorante intanto che Justin andò a parcheggiare la macchina. Andai verso la cassa per chiedere un tavolo a due. Arrivata lì una signora vestita in modo strano stava ordinando. Mi misi dietro di lei e mentre aspettavo lei si voltò. Mi guardò per qualche minuto e mi esaminò da testa a piedi.
'Dammi la mano' mi disse. La guardai confusa 'Dammi ti leggerò il futuro!' continuò prendendomi la mano.
'Non c'e bisogno' dissi cercando di togliere la mano dalla sua ma lei non mi lasciò. Mi esaminava le righe della mano sinistra e faceva strane facce. Sinceramente iniziava a farmi leggermente paura.
'Sei una ragazza che sogna, che ama ma che è insicura allo stesso tempo. Credi in qualcosa che difficilmente realizzerai. E il ragazzo a cui tieni tanto di deluderà, però non una volta, ma tre, quattro o anche cinque. Avrai una vita piena di ostacoli, di sofferenza e incertezza.' mi disse continuando a guardarmi la mano. A questo punto tolsi la mano spaventata.
La donna andò via poco dopo. Chiesi alla cassiera di portarmi ad un tavolo da due e lei mi accompagnò. Mi sedetti e mentre aspettavo Justin pensavo a quello che aveva detto quella specie di strega. Avrei sofferto ancora? La persona che amo di più, cioè Justin, mi avrebbe deluso? Alex riprenditi, quella donna era pazza non devi considerarla! Intanto arrivò anche Justin che parlava al telefono. Lo sentii dire “Allora ci vediamo domani”. Si sedette sulla sedia davanti a me e poi riattaccò.
'Chi era?' gli chiesi
'Scooter, un manager di Los Angeles e mi ha proposto di registrare altre canzoni, magari un album, visto che “One Time” ha avuto successo.' mi disse felice
'Seriamente?' dissi a trentadue denti
'Si, io domani mattina devo andare a Los Angeles, vuoi venire con me?' mi chiese
'No, Justin, è il tuo lavoro. Io ti aspetto qui. Ma tornerai presto, capito?' gli dissi
'Certo' mi disse prendendo il bicchiere di vino in mano e dicendo 'Un brindisi al nuovo album!'

Tornammo a casa verso mezzanotte. Ma Justin non mi portò a casa mia, lui insistette a rimanere da Ryan con lui e io non potevo rifiutare. Entrammo in casa con la chiave di riserva e salimmo al piano di sopra in quella che dovrebbe essere la stanza di Justin. Misi la mia borsa sul letto e Justin mi venne da dietro e mi abbraccio stretto.
'Ascolta ho un'idea' disse facendo un sorrisetto
'Sorprendimi' dissi
'Chi arriva primo in salotto decise cosa fare stasera' mi sussurrò nell'orecchio e poi scappò via
'Ah okkeyy' dissi correndoli dietro

'Ah primo' disse lui sorridendo

'Si ma non è giusto, sei partito primo' dissi facendo finta di offendermi

'Oh vieni qui' disse tirandomi a sé e poi facendomi il solletico. Si vide poi un ombra
'ohi piccioncini e l'una di notte, qui qualcuno vuole dormire' disse Ryan affacciandosi sulla porta
'Ok amico, adesso la smettiamo' disse Justin e poco dopo sia io che lui scoppiammo a ridere.
Io e Justin salimmo in camera, ci infilammo tra le coperte e mi addormentai tra le sue braccia per la seconda notte consecutiva.

Quando mi svegliai Justin si stava preparando per partire. Mi alzai e gli andai vicino.
'Parti già?' gli dissi
'Si, piccola, ma tornerò presto!' mi disse dandomi un bacio sulla fronte.
Lo accompagnai fino alla macchina insieme a Ryan e Caitlin. Justin mi guardò per l'ultima volta, salì in macchina e partì lasciandomi da sola.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** The mistake. ***


-UNBREAKABLE

-Capitolo 9

 

*JESSICA*

Ormai erano tre giorni che Justin era partito In tre giorni gli ho parlato solo una volte perché la maggior parte delle volte o rifiutava la chiamata o aveva il cellulare spento. Provai a richiamarlo per l'ennesima volta ma inutilmente. Iniziava a mettermi i dubbi, aveva detto che ci saremo sentiti, che sarebbe tornato presto....invece a mal appena mi risponde al cellulare. Provai di nuovo a chiamarlo ma non rispose. Mentre poggiavo il cellulare sul comodino del mio letto la mia attenzione fu attirata da una foto che era lì. Era una foto mia e di Justin. Una foto che avevo incorniciato da tenere con me per sempre. Questa volta mi ero innamorata veramente. Cioè voglio dire, ero innamorata persa, a volte mi incantavo come una cogliona a pensarlo. Rimisi la foto dov'era e presi il mio portatile. Mi buttai sul letto e lo accessi. Entrai su twitter per aggiornare i miei fan, infatti dopodomani avrei iniziato le riprese per “can't be tamed”. Rispondevo a qualche tweet, aggiornavo e mi annoiavo. Andai a vedere le classifiche su itunes, 'can't be tamed' era primo da più di una settimana. Entrai e vidi che ero stata superata da.....”One Time”, la canzone di Justin. Rimasi a bocca aperta a vedere che il suo primo singolo era al primo posto in tutte le classifiche. La gente lo amava, aveva già conquistato il cuore di migliaia di ragazzine. Mentre guardavo tutto questo qualcuno bussò alla porta.
'Avanti' dissi pensando che fosse qualcuno del mio staff
'Posso entrare' disse Justin affacciandosi sulla porta e sorridendomi.
'Justin?' dissi scioccata al vedere Justin
'Non sei contenta di vedermi?' mi disse aprendo le braccia
'Invece si!' dissi alzandomi dal letto e saltandogli al collo
Justin mi strinse a sè forte, poi mi lasciò. Ci sedemmo entrambi sul letto e io appoggiai la testa sulla sua spalla. Lui mise il braccio intorno alla mia vita.
'Cosa stavi facendo?' disse girando il computer per vedere
'Oooohhh cazzooo!' disse spalancando gli occhi 'One Time al primo posto!' disse scioccato
'Si lo so, non è magnifico?' gli dissi dandoli un bacio sulla guancia
'Si, è fantastico!' disse sorridendo a trentadue denti.
'A proposito, ti ho superato, ti ho superato!' disse Justin facendo il bimbo
'Sei incredibile!' gli dissi iniziando a ridere 'Sai sei arrivato giusto in tempo' continuai
'Ah si, e perchè?' mi chiese
'Domani sera c'è una festa al night club di Los Angeles e siamo invitati entrambi' gli spiegai
'Benissimo allora andiamo a divertirci' mi disse sorridendomi.
Ci infilammo entrambi tra le coperte a guardare un film. Io ero tra le sue braccia e lui giocava con i miei capelli. Ci addormentammo abbracciati, eravamo stanchissimi entrambi. Verso mezzanotte, sentii il cellulare di Justin squillare. Mi alzai per prenderlo, lo sbloccai e vidi sullo schermo Ryan. Rifiutai la chiamata, non volevo svegliarlo per una chiamata che non era importante. Era troppo carino quando dormiva. Mi rimisi accanto a lui e mi addormentai accoccolata tra le sue braccia.

Mi svegliai per prima, scesi dal letto cercando di non fare rumore, aprii l'armadio e presi qualche vestito poi andai a farmi una doccia. Entrai in bagno e aspettai che la vasca si riempisse. Mi tolsi i vestiti ed entrai nell'acqua calda ricoperta di schiuma. Massaggiai il mio corpo con la schiuma e dopo 20 minuti in bagno, uscii. Justin dormiva ancora. Gli andai vicino e gli diedi un bacio sulla fronte
'Sveglia dormiglione' gli sussurrai nell'orecchio
'Mmmm ancora cinque minuti' mi disse girandosi dall'altra parte
'Dai su, sveglia! Oggi abbiamo tantissime cose da fare.' gli dissi.
Justin affondò la testa nel cuscino e mormorò qualcosa. Poi finalmente si svegliò.
'Ho sonno' disse buttandosi di peso all'indietro
'Dai su che oggi inizi a lavorare per il tuo primo album'
'Seriamente?' si alzò di scatto
'Si, pensavo te lo avesse detto Scooter' gli dissi
'Si, me lo ha detto ma non pensavo che iniziavamo oggi.' mi disse Justin.
'Invece si, oggi iniziamo a lavorare al tuo prossimo singolo' gli dissi
'Aspetta' mi disse alzandosi dal letto, aprì una tasca di una delle sue valigie e prese un foglio
'Ecco ieri in aereo ho scritto la prossima canzone' disse venendo a farmela vedere
'Come si chiama?' chiesi
'Boyfriend' mi rispose

Dopo aver fatto colazione ci recammo in studio dove Scooter ci aspettava. Justin gli mostrò i versi della sua canzone e poco dopo insieme iniziarono a lavorare sulla melodia. In circa tre ore la canzone era pronta per essere registrata. Justin mise le cuffie e iniziò a cantare mentre io, Scooter e il resto dello staff lo ascoltavamo.
“If I was your boyfriend, I'd never let you go
I can take you places you ain't never been before
Baby take a chance or you'll never ever know
I got money in my hands that I'd really like to blow
Swag swag swag, on you”

Era davvero bravo e sono sicura che questa canzone avrebbe avuto molto successo. Era orecchiabile e il significato era tale da conquistare il cuore di qualsiasi ragazza. Finimmo di lavorare in studio verso le due di pomeriggio. Io e Justin avevamo deciso di fare una passeggiata prima di tornare in hotel.
'Sei stato bravissimo oggi amore' gli dissi
'Grazie' rispose senza darmi tanta importanza visto che messaggiava

'Con chi messaggi?' chiesi curiosa

'Ma nessuno di importante. Mi tengo aggiornato su cosa succede a casa.' mi disse

'Ah va bene' decisi di non impicciarmi ancora di più
'Che ne dici di tornare in hotel?' disse lui

'Di gia?' Pensavo che magari andavamo a mangiare qualcosa, fatto un giro...insomma che avremmo passato un po' di tempo insieme' dissi dispiaciuta

'Scusa Jessica ma sono stanco' disse lui

'Va bene come dici tu' dissi poi presi il cellulare e chiamai il mio autista che poco dopo passò a prenderci e ci portò in hotel.

Le ore seguenti passarono molto lentamente. Justin andò nella sua stanza e io restai nella mia. Era come se lui fosse tornato solo per registrare e non per me. Mi sentivo esclusa e usata per l'ennesima volta. Decisi però di non dirlo a Justin, forse aveva i suoi momenti NO, forse aveva dei problemi personali, non lo so. Decisi quindi di non stressarlo ancora di più.

Arrivò ormai la sera tardi e dovevamo prepararci per il party dove eravamo stati invitati. Decisi così di ricordarlo a Justin. Bussai alla porta della sua stanza ma non ricevetti nessuna risposta così decisi di entrare anche senza permesso. Lui stava beatamente dormendo da chissà quante ore. Sorrisi e poi andai a svegliarlo.

'Justin..Justin sveglia' gli sussurrai all'orecchio

'Cosa?Quando?Dove?' disse lui svegliandosi di scatto

'Stai calmo. Sono io'

'Jessica mi hai spaventato' disse lui facendo un sospiro

'E tardi, fra un ora dobbiamo essere alla festa' dissi

'Giusto è vero. Va bene mi preparo e arrivo' disse lui

Tornai nella mia stanza emi preparai. Indossai un paio di pantaloncini corti neri e una maglietta abbastanza trasparente. Trucco che risaltava i miei occhi verdi e le labbra rosso sangue. Una volta pronta scesi davanti all'hotel dove Justin mi aspettava. Lui era vestito con una maglietta nera che metteva in evidenza il suo splendido fisico e dei pantaloni bianchi, ovviamente le supra non mancavano. Salimmo nella mia macchina ma questa volta lui guidava dopo aver insistito ennesime volte. Arrivammo al 'Stars Nightclub' nel centro di Los Angeles dove come al solito ci accolsero i paparazzi. Cercammo entrambi di coprirci prima di entrare nel club ma invano. Presentai Justin a conoscenti e amici e ormai quasi tutti sapevano che eravamo ufficialmente fidanzati. Facevano i complimenti ad entrambi per le nuove canzoni e la magnifica collaborazione. La serata è passata molto in fretta. Ci siamo divertiti, abbiamo ballato, ci siamo scatenati e abbiamo anche bevuto abbastanza, specialmente Justin, che aveva abbondantemente superato il limite. Verso le quattro di mattina tornammo in hotel, con fatica perchè dovetti trascinare Justin dietro di me, che quasi quasi non si reggeva in piedi. Entrammo entrambi in camera, io andai in bagno a cambiarmi, mi misi il pigiama e tornai. Quando tornai Justin rilassato, steso sul letto.
'Hai bevuto tantissimo stasera' gli dissi stando in piedi accanto a lui
'Mah non e niente non ti preoccupare' mi disse alzandosi sui gomiti.
'Lo sai che ti amo vero?' gli dissi ancora seria
'Lo so' mi disse facendo un sorrisetto

'Sei meraviglioso anche da ubriaco' dissi

'E tu sei sembre bellissima' disse lui alzandosi e venendomi vicino
Justin mi prese per la vita e mi tirò a se, baciandomi. Quell'alito di alcool mi infastidiva ma allo stesso tempo il bacio era sensuale e più eccitante che mai. Staccai i miei denti dal labbro del biondo, misi un dito sul suo petto per poi spingerlo a sedersi sul letto e per finire mi sedetti su di lui. Poco dopo adagiò il mio corpo sul letto tenendolo ben saldo al suo, continuò a torturare le mie labbra mentre mi accarezzava i fianchi, scendendo sempre più giù finché mi sfilò i pantaloncini del pigiama. Poi dalle mie labbra passò al mio collo dove lasciò scie di baci che mi fecero impazzire. A questo punto ritorna alle mie labbra e continuando a baciarmi infilò le mani nei miei slip, provocando le mie intimità. Ci staccammo un attimo e io mi tolsi la maglietta. Poi io capovolsi la situazione e mi misi sopra di lui. Gli tolsi la canottiera e iniziai a lasciare baci sui suoi magnifici addominali. Gli abbassai la zip e gli tolsi i pantaloni. In questo modo entrambi eravamo in intimo. Justin mi baciò la spalla, fece scivolare le sue mani sulla mia schiena e lentamente arriva al gancetto del reggiseno che tolse lentamente. Mi rimise sotto di lui e cominciò a torturarmi un capezzolo con la lingua, e con la mano l'altro. Con un solo gesto le tolse gli slip e io feci lo stesso con i suoi boxer. Justin accarezzava provocantemente il mio interno coscia. Mi morsi il labbro quando sentii prima un dito e poi due introdursi nel mio centro più sensibile. Sentii le dita farsi sempre più profonde e la velocità aumentava sempre di più facendomi ansimare dal piacere. Justin sorrise, e cautamente mi aprì le gambe. Appoggiò la sua fronte alla mia, e con un gesto entrò in me. Fece un sospiro di piacere. Iniziò a muoversi avanti e indietro, dentro e fuori. Sempre più velocemente e sempre più in profondità, facendomi provare un pacere enorme.
'J-justin!' lui aumentava sempre più il ritmo e io non volevo che smettesse
'S.sei b-bravissima p-piccola' mi disse Justin tra un respiro e l'altro. Lui era sudato, molto sudato, aveva i suoi capelli attaccati alla fronte e le gocciole di sudore scendevano sulle tempie mentre si muoveva sopra di me, veloce e deciso.

Iniziò ad aprirmi di più le gambe per riuscire ad andare più in profondità. Sentivo il suo sudore mischiarsi al mio. Io iniziai ad urlare dal piacere. Mi aprì ancora di più le gambe e inizò ad andare più veloce e fece più profonde le spinte.

'JUSTIN..JUSTIN' urlai oramai arrivata al culmine del piacere insieme a lui.
Sentì il membro del ragazzo togliersi insieme a lui. Cademmo sfiniti dopo due ore e io mi addormentai tra le sue braccia.


*JUSTIN*
Mi svegliai con la testa che mi scoppiava dal dolore. Della serata scorsa ricordavo solo che ero arrivato ad una festa con Jessica, i paparazzi e niente più. Probabilmente avevo bevuto troppo visto la testa che mi faceva male e il sintomo di vomito che avevo. Mi accorsi che ero nudo e voltandomi vidi Jessica accanto a me nelle mie stesse condizioni. Immaginai già cosa era successo. Avevo fatto sesso con lei. Mi pentii subito dell'errore fatto. Avevo deciso di non fare altro che usarla, ma io avevo tradito Alex. Mi vergognavo e volevo soltanto tornare indietro e rimediare. Non volevo nemmeno immaginare le parole e le carezze che avevo dato a Jessica la scorsa notte senza rendermene conto. Mi alzai e mi vestii poi mi guardai schifato allo specchio. Jessica si svegliò poco dopo, avvolse il lenzuolo attorno alle sue splendide forme e mi abbracciò da dietro.
'Già sveglio amore' mi chiese con la testa appoggiata sulla mia spalla
'Si' dissi cercando di sorridere per non mostrare quanto ero disgustato da quello che era successo.
'Dai sveglia che ci dobbiamo preparare fra un'ora dobbiamo essere sul set per le riprese' mi disse alzandosi dal letto e andando in bagno. Mi sedetti sul letto disfatto, testimone del peccato successo in quella stanza. Mi vibrò il cellulare, lo sbloccai e visualizzai il messaggio.
 

Da Alex
Buon di, tesoro
 

Per Alex
Giorno Amore
 

Avevo fatto un errore che mi avrebbe costato tantissimo. L'importante era che Alex non venisse a sapere dell'accaduto. Dopo pochi minuti Jessica uscì dal bagno, prese la borsa e scendemmo giù per prendere la colazione dopodiché partimmo per andare sul set dove lei avrebbe iniziato le riprese per “Can't be tamed”. Arrivammo lì in mezz'ora. Lei andò a prepararsi e a truccarsi e io la seguii. Iniziò dai capelli, poi i vestiti e infine il trucco. Guardavo come tutti si agitavano per lei. Ero stressato e avevo bisogno di parlare con qualcuno così decisi di chiamare Ryan. Nonostante tutto lui era il mio migliore amico.
'Ehi Justin' mi disse appena rispose
'Amico ho fatto una cazzata' gli dissi
'Cosa hai combinato?' mi chiese iniziando a preoccuparsi
'Ieri sera mi sono ubriacato e ho portato a letto Jessica' gli dissi
'Che cazzo hai fatto? Io provo a tenere Alex lontana da tutte le notizie sulla vostra coppia e tu la porti a letto?' Ryan sapeva della storia con Alex e anche con Jessica. Gli avevo raccontato tutto quando lo avevo aiutato con le valigie. Da quel giorno si era offerto ad aiutarmi.
'Lo so sono scemo. Ma giuro che non mi ricordo nulla. Mi sono svegliato nudo accanto a lei' dissi

'Hai tradito Alex, Justin ti rendi conto?' mi rimproverò Ryan
'Lo so...ti prego lei non deve sapere nulla' lo pregai

Ok, conta su di me' mi disse Ryan
'Grazie, ciao'
'Ciao e mi raccomando non fare più cazzate' mi disse prima di riattaccare. Ritornai a vedere Jessica mentre lavorava.

Una volta finite le prime riprese del suo video ci recammo in studio dove lavorai a “Boyfriend”. Registrai tutto il pomeriggio, un po' per sfogarmi e un po' per non parlare con Jessica e magari aprire argomenti spiacevoli. Dopo ore e ore di duro lavoro la canzone era pronta e il giorno successivo sarebbe stata rilasciata tranquillamente. Il mio secondo singolo in tre settimane. Stavo facendo passi da gigante. Jessica non rimase in studio con me tutto il giorno ma dopo circa due ore andò via e tornò in hotel. Uscii anch'io dal studio e mi incamminai verso l'hotel, non potevo rischiare di ripetere lo stesso sbaglio della sera prima così decisi di tornare a casa. Una volta arrivato in hotel presi le mie cose e senza farmi vedere da nessuno andai via. Presi un taxi e partii senza dirlo a nessuno, nemmeno a Jessica o ad Alex.

Arrivai a Stradfort verso le due di notte. Presi la mia macchina ed andai verso casa di Ryan. Una volta arrivato entrai in casa in silenzio per non svegliare nessuno. Notai che in salotto c'era ancora la televisione accesa e quando entrai nella stanza vidi Ryan che guardava un film.

'Heyla!' dissi

'Justin, sei arrivato prima del previsto!' mi disse venendo ad abbracciarmi 'Lascia quelle valigie e vieni a sederti qui con me' misi le valigie accanto al divano e mi sedetti accanto a Ryan

'Allora, cosa hai combinato a Los Angeles?' mi chiese

'Ho registrato “Boyfriend” che verrà rilasciato domani mattina. E “One Time ha avuto un successo enorme.' dissi contento

'Non intendevo quello...cosa hai combinato con Jessica?' disse Ryan. Mi voltai verso di lui, facendo finta di non capire

'Amico non fare quella faccia da idiota' mi disse Ryan

'Va bene, ecco sono andato ad una festa in un nightclub di L.A. Insieme a lei. Ho bevuto più di quanto dovevo, e mi sono ubriacato. Quando sono tornato in hotel non sono resistito e me la sono fatta.' dissi mordendomi il labbro

'Sei un coglione amico, Alex e qui che ti aspetta da quando sei partito!' mi rimproverò Ryan

'Lo so, ma non ero cosciente! Non lo avrei mai fatto se riuscivo a controllarmi. L'importante è che Alex non scopra niente, Ryan ti ho già spiegato tutto!'

'Si, non sai quante cose ho fatto per evitare di farla scoprire notizie su di te e Jessica. Le spegnevo la televisione, le toglievo internet, strappavo le riviste. Mi sa che ad un certo punto mi ha preso per pazzo.' Ryan rise.

'Hai fatto tutto questo per me, sei fantastico' dissi ridendo a mia volta. 'Avevi detto che Alex è qui?' aggiunsi poi

'Si, tutta la settimana è stata da noi e adesso e su e dorme nella tua stanza' mi spiegò

'Seriamente?' dissi sorpreso

'Si, vai....io vado a dormire dopo il film'

'Ok amico, grazie ancora' dissi prendendo le valigie e salendo in camera mia.

Aprii la porta in silenzio cercando di non svegliare Alex e la chiusi allo stesso modo. Misi le valigie accanto al muro, mi tolsi la giacca la buttai su una sedia. Mi avvicinai al letto e vidi Alex dormire tranquilla. La poca luce che entrava dalla finestra mi permetteva di vedere il suo viso angelico. Era bellissima. Bella come una stella. Mi infilai sotto le lenzuola accanto a lei,mi avvicinai e la strinsi forte a me. Lei mormorò qualcosa ma non si svegliò. Erano le tre di mattina e io non riuscivo a dormire. Continuavo a fissarla pensando a quanto la amavo e quanto mi amava. Agli errori fatti e quanto la avevo trascurata senza rendermi conto che la donna della mia vita era sotto il mio naso. Decisi di chiudere definitivamente con Jessica. Ormai avevo registrato due singoli che erano più che abbastanza. Verso mattina riuscii finalmente ad addormentarmi.

 

'Ooooh cazzoooo!' mi svegliai di colpo sentendo Alex urlare

'Oddio Alex, che succede?' dissi guardandomi intorno

'Quando cazzo sei tornato?' mi disse scioccata di vedermi

'Ieri notte ma non volevo svegliarti' dissi sorridendole

'Mi hai fatto morire, mi sono addormentata da sola e quando mi sveglio sei accanto a me' disse con gli occhi spalancati.

'Sorpresa!' dissi alzando le sopracciglia

'Non farlo più se no ti uccido hai capito?' mi minacciò

'Non puoi farlo' le dissi avvicinandomi a lei

'E perché no?' mi disse

'Perché mi ami' le dissi vicinissimo alla sua bocca. Lei aprì la bocca per parlare ma la fermai baciandola. Alex mi staccò da lei.

'E invece' disse roteando gli occhi

'Furba che sei' dissi prendendola per la vita e iniziando a farle il solletico. Mi implorava di smettere ma io continuavo. Poi ci buttammo con la testa sui cuscini guardando il soffitto.

'Grazie per essere con me' mi disse senza distogliere lo sguardo da quel bianco

'Alex sei veramente restata tutto il tempo qui ad aspettarmi?' chiesi

'Si, ho detto ai miei che sarei stata da te e loro mi hanno lasciato venire. Ti ho aspettato dove mi hai lasciato' disse voltando la testa verso di me e sorridendomi

'Sono contentissimo che tu lo abbia fatto' dissi alzandomi su un gomito e guardandola. Lei mi sorrise 'Cosi sei stata lontana da quel Luke di merda' dissi guardando altrove

'Quanto sei geloso?' mi disse Alex ridendo

'Non sono geloso, solo che non voglio vedere quell'idiota nei dintorni. Tutto qui' le dissi dandole un bacio sulla guancia.

La giornata passò velocemente e non ci staccammo l'un dall'altra. Insieme a Caitlin e Ryan decidemmo di fare un'uscita a quattro la sera stessa. Io e Ryan ci preparammo abbastanza in fretta ma Caitlin e Alex non erano ancora pronte. Le aspettammo in corridoio chiamandole in continuazione.

'hey che fai?' dissi sarcastico verso Ryan

'Aspetto questa mia ragazza che non si muove' disse urlando sperando di farsi sentire da Caitlin

'Guarda che anche Alex e uguale' dissi ridendo

'Eh come va tra voi due?' mi chiese Ryan

'Bene, la amo tantissimo' dissi

'Lo avete già fatto?' disse Ryan facendo l'occhiolino

'No, ancora no, lei non si sente pronta e non voglio obbligarla. Ho faticato a conquistarla per poi rischiare di perderla per questo' spiegai

'Fai bene' disse Ryan

'Tu e Caitlin?' non riuscii a trattenermi

'Si, ma già da un pezzo' disse abbassando lo sguardo

'Siete una bella coppia' dissi mettendoli una mano sulla spalla

'Grazie, anche tu e Alex' disse Ryan sorridendo

'Domani è il compleanno di Alex' dissi

'Seriamente?' rispose Ryan

'Si, compie 17 anni' dissi guardando le scale sperando che lei venisse

'E cosa le regalerai?' mi chiese Ryan

'Pensavo di portarla un po' via da qui. Ho preso due biglietti per Londra, allontanarci un po' ci farebbe bene ad entrambi' spiegai

'Hai perfettamente ragione' disse Ryan 'Fai bene. Partite e divertitevi un po' insieme

Finalmente arrivarono le ragazze, belle come le stelle. Scendevano con grazia le scale mentre io e Ryan le guardavamo a bocca aperta. Alex indossava un vestitino corto viola che metteva in evidenza le sue forme perfette. I capelli sciolti mossi e truccata leggermente.

'Quanto sei bella!' le dissi prendendole la mano.

'Grazie' Lei arrossì e guardò in basso.

 

Poco dopo uscimmo tutti e quattro e partimmo per andare in discoteca. Io e Alex nella mia macchina, Ryan e Caitlin nella loro. Arrivammo davanti alla discoteca in mezz'ora circa. Scesi dalla macchina insieme ad Alex e dopo di noi arrivarono anche Ryan e Caitlin. Mi voltai per cercare l'entrata e la trovai in poco tempo ma lì vicino c'era pure Luke. Quell'idiota mi stava rompendo i coglioni. Presi Alex per mano e andai verso l'entrata. Quando passai davanti a Luke presi Alex e la baciai con passione. Poi mi staccai da lei e feci l'occhiolino a Luke.

'Idiota' lo sentii mormorare

'Eh si, ma ti piacerebbe essere al mio posto!' dissi provocandolo mentre Alex mi fulminava con lo sguardo

'Sei un coglione, non sai apprezzare quello che hai!' mi disse Luke avvicinandosi a me

'Lo so, so apprezzare la mia FIDANZATA!' dissi sottolineando “fidanzata” e tenendo stretta per mano Alex

'Te la farò pagare Justin!' disse minacciandomi

'Ah si e come?' dissi ridendo

'Alex sarà la mia ragazza, la mia fidanzata, la ragazza che mi scoperò per tutta la vita!' mi disse avvicinandosi a due millimetri da me

'Che cazzo hai detto, stronzo?' dissi lasciando la mano di Alex e cercando di avvicinarmi a lui per tirargli un pugno ma Ryan mi fermò.

'Mi hai sentito bene!' disse 'Lei sarà mia e tu non potrai farci niente' aveva superato tutti i limiti

'Ryan cazzo lasciami!' dissi spingendolo via in modo da arrivare a Luke e con tutta la forza e la rabbia che avevo gli tirai un pugno che lo fece sbilanciare!

'Se la tocchi solo con un dito ti uccido coglione, hai capito?' dissi urlando

'Justin basta' mi supplicò Alex

A questo punto la presi per mano ed entrammo nella discoteca. Io e Ryan ci sedemmo per bere qualcosa mentre le ragazze ballavano. Ordinai due birre, una per me e una per Ryan.

'Justin ti devi calmare. Prima hai avuto una crisi isterica fuori!' mi disse Ryan

'Non sopporto vederlo nei dintorni!' dissi nervoso

'Cosa ti ha fatto?'

'Ci prova con Alex, la segue, la perseguita, ha persino cercato di baciarla quando io ero in casa con loro' dissi

'Oh cazzo. Justin parti, prendi Alex e andate via un periodo' mi disse lui

'Lo farò Ryan, lo farò!'

[…]

 

Mi svegliai e vidi Alex ancora dormire accanto a me. Eravamo arrivati molto tardi ieri sera e lei era stanchissima. Avrei dovuto lasciarla dormire ma non ci riuscii.

'Alex, Alex, amore' dissi nel suo orecchio

'Mmmmm' mormorò aggrottando la fronte

'Come ci si sente a 17 anni tesoro?' le dissi cercando ancora di svegliarla

'Molto dormiglioni' mi disse senza aprire gli occhi

'Lo avevo notato'' dissi. Mi alzai dal letto e aprii il cassetto del comodino accanto a lei. Da li presi una busta di colore rosso e la misi accanto ad Alex.

'Auguri amore' dissi sedendomi sul letto e dandole un bacio sulla guancia

'Cos'è? Disse aprendo gli occhi

'Il tuo regalo'

'Regalo?' disse alzandosi sui gomiti e poi in seguito mettersi seduta. Prese la busta rossa e la aprì. Tirò fuori due biglietti e li guardò sorpresa

'Justin cosa sono?' mi chiese

'Due biglietti per Londra' dissi

'Per Londra? Seriamente?'

'Si amore, faremo una vacanza a Londra'

'Grazie grazie grazie' disse abbracciandomi.

 

 

-UNA SETTIMANA DOPO

'Alex daiiiii' dissi urlando al piano di sopra

'Arrivvoooo' sentii come risposta

'Se non ti muovi perderemo l'aereo!' urlai ancora

'Buon viaggio e divertitevi' mi disse Ryan

'Grazie amico' dissi abbracciandolo

'Fate tante foto mi raccomando!' disse Caitlin

'Ovvio' sorrisi. Poi vidi Alex correre per le scale con le valigie

'Eccomi' disse salutando velocemente Ryan e Caitlin.

 

Dopo più di nove ore di volo arrivammo all'aeroporto di Londra. Eravamo arrivati in Inghilterra. Adesso eravamo a migliaia di chilometri dal Canada e da Luke e questo mi piaceva. Dall'aeroporto all'hotel prendemmo un taxi. Passammo davanti a moltissimi monumenti famosi, come il BigBen, il British museum, Tower Bridge, Buckingham Palace e altri. Londra era meravigliosa come Alex che guardava stupita tutti i dettagli di quella città

'E bellissimo qui!' disse

'Lo so, e da domani visitiamo Londra a piedi. Vedrai sarà ancora più bello' le dissi

'Grazie di tutto Justin' mi disse baciandomi sulla guancia

'Di niente piccola'

Erano ormai due settimane che non vedevo Jessica anche se lei mi chiamava in continuazione. “Boyfriend” aveva superato tutti i record possibili e immaginabili e tra un po' avrei cercato un manager e avrei fatto progressi da solo. L'unica che volevo ora nella mia vita era Alex, solo lei. Arrivammo all'hotel, pagai il tassista e presi le valigie. Mentre salivamo le scale per andare nella nostra scala mi voltai verso Alex per dirle quanto la amo ma andai a sbattere contro una signora. Iniziai subito a chiedere scusa poi riconobbi la donna che avevo davanti: Jessica. Rimasi scioccato. Jessica e Alex erano nello stesso hotel.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Broken. ***


-UNBREAKABLE

-Capitolo 10

 

Jessica era davanti a me e Alex stava salendo le scale. Si guardarono entrambe con odio e io mi sentivo soffocare.

'Che ci fa lei qui?' chiesero entrambe allo stesso tempo

'Cazzo...' dissi con un filo di voce

'Ho avuto un concerto stasera qui' disse Jessica guardando Alex

'Io sono in vacanza con il mio ragazzo' disse Alex.

'Ah si, e dov'è?' disse Jessica guardandosi intorno

'Fai poco la spiritosa, è Justin!' rispose Alex

'Povera scema, io penso che ti sei persa qualcosa. Justin è il mio ragazzo da più di un mese'

'Cosa?' Alex si voltò verso di me confusa 'Non vi eravate lasciati?'

'Ma quando?' disse Jessica sorridendo

'Stai scherzando vero?' disse Alex guardandomi confusa

'Nono stiamo insieme ormai lo sanno tutti...tranne te a quanto pare' disse Jessica

'Quindi stavi anche con lei? Era lei quel “nessuno” a cui rifiutavi le chiamate?' disse Alex

'Alex, io...' dissi senza sapere cosa rispondere

'Justin rispondi!' Alex urlò

'Si era lei.' dissi abbassando lo sguardo

'E a Los Angeles ci sei andato per lei' disse delusa

'No Alex, per registrare l'album!' le dissi

'Come sarebbe a dire “solo per egistrare l'album”?' disse Jessica

'Jessica..' non sapevo cosa dire. Ero messo all'angolo

'Diglielo Justin. Dille che la hai usata per diventare famoso, che non la ami, che non ti interessa niente e ti sei preso gioco di entrambe!' disse Alex distrutta

'Cosa? Avevi detto che sei diverso, che non lo farai, avevi detto che mi amavi e io ti ho creduto!' urlò Jessica

'Jessica no non ti amo, amo Alex. Ti ho usata tutto qui.' dissi nervoso

'Ah facile vero. Tanto a te cosa ti importa se io soffro? Assolutamente niente' disse Jessica

'Jessica..' dissi scocciato

'Jessica cosa? Le nostre belle scopate però ti piacevano eh? Dimmi un po' Alex e più brava di me?' disse lei incazzata

'Jessica basta!' dissi nervoso

'Alex ti prego ascoltami.' dissi cercando di prenderle il viso tra le mani

'No! Non voglio sentire nulla' disse spingendomi via 'Mi fai schifo' disse con le lacrime agli occhi

'Jessica sparisci! Ormai sai tutto. Per favore sparisci' dissi incazzato

'Non è cosi facile sbarazzarti di me Bieber!' disse Jessica

'Ah no?' dissi

'Justin, sono incinta'

Rimasi scioccato a quelle parole. Jessica era incinta del mio bambino. Non sapevo cosa dire o cosa fare, la situazione era fuori controllo. Alex mi guardava incredula poi si voltò per andare via ma la presi per mano e la fermai

'Lasciami!' urlò

'Alex, cazzo ti amo, amo te e non lei'

'Non conta più Justin!'mi disse quasi piangendo

'Sei stato tu a distruggere tutto Justin! Sei stato tu a prendere in giro sia me e Alex, sei stato tu a mettermi incinta! Io ricordo così!' mi rispose Jessica

'Jessica abortirai' dissi senza pensarci due volte

'Nemmeno per sogno' mi disse lei

'Rovinerà la tua immagine' dissi voltandomi verso di lei e prendendola per un braccio

'Se questo è l'unico modo per averti accanto allora non importa. IO QUESTO BAMBINO LO TENGO' disse provando a liberarsi dalla mia presa.

'Justin finiamola qui' mi disse Alex 'Ecco tra qualche mese sarai padre. La tua fama crescerà ancora di più. Insomma realizzerai i tuoi sogni, nei quali io non rientro' continuò lei delusa

'Alex non dire così'

Lasciai Jessica di scatto e lei si squilibrò e cadde all'indietro. La vidi rotolare per le scale. Mi prese subito il panico e le corsi dietro gridando il suo nome. La raggiunsi, le presi la testa fra le mani urlando il suo nome ma lei non apriva gli occhi. Alex mi venne subito vicino allarmata.

'Chiamate un'ambulanza cazzo' urlai preso dal panico.

Subito arrivarono alcune persone dello staff di Jessicaa e poco dopo l'ambulanza che la portò all'ospedale. Io e Alex prendemmo un taxi e arrivammo il prima possibile all'ospedale. Una volta arrivati chiedemmo informazioni su di lei ai dottori. Era in sala operatoria. Mi sedetti in sala d'attesa e accanto a me Alex. Ancora sconvolta da tutto quello che stava succedendo.

'Non so che fare' dissi passandomi le mani tra i capelli 'Non volevo che si arrivasse a tutto questo, non volevo ferirti Alex. E stato un gioco da stupidi e io sono stato un coglione a giocarlo'

'Justin...non so cosa dirti. Mi hai deluso e questa volta molto più di prima. Non so se ti rendi conto che mi hai mentito, mi hai tradito e ti sei preso gioco di me.' mi disse Alex senza guardarmi

'Lo so...e mi dispiace'

'E io ci dovrei credere?' disse Alex

'Alex lo so che in questo momento hai perso tutta la fiducia che avevi in me. Ma ti giuro che soffro tantissimo sapendo quello che ti ho fatto. Dolevo farla finita e restare solo con te, ma ho pensato che sarei riuscito a fare entrambe le cose, che in un finale le cose sarebbero andate bene. Ma mi sbagliavo e ho rovinato tutto' dissi senza avere il coraggio di voltarmi verso di lei

'Si Justin, hai rovinato tutto' disse Alex

'Alex per favore..' cercai di dire ma subito dopo vidi il dottore

'Allora?' dissi di fretta

'La signora Rawel si sente bene adesso deve solo risposarsi. La brutta notizia e che ha perso il bambino' disse il dottore.

Rimasi scioccato, tutto questo non doveva succedere a me. Non avevo queste intenzioni e sicuramente tra i miei piani non c'era il fatto cheJessica rimanesse incinta e poi perdesse il bambino sempre per colpa mia. Tutto questo era troppo e io non riuscivo a reggere. Avevo per Alex, Jessica, l'occasione per realizzare i miei sogni, e il mio futuro bimbo. Insomma avevo perso tutto. A causa di una stupida idea avevo perso tutto. Alex mi guardò schifata e in seguito uscì dall'ospedale, evidentemente era troppo anche per lei, tutto questo la soffocava. Io andai da Jessica. Aprii la porta piano e la vidi dormire. Mi avvicinai al suo letto, presi una sedia e mi sedetti accanto a lei.

'Jessica mi dispiace per tutto. Non volevo si arrivasse a questo. Forse perché tu eri già ricca e famosa ho pensato che potevo usarti ma non ho pensato che anche tu eri una persona con dei sentimenti. Non volevo succedesse tutto questo. Tu sei rimasta incinta per colpa mia e hai perso il bambino sempre per colpa mia. Alla fine sono umano, sbaglio come tutti ma con i miei errori ho distrutto la vita delle persone che ho vicino. Non solo la mia ma anche la vostra. Sembra tutto un incubo, no? Ma guardiamo anche il lato positivo della faccenda. Il bimbo non c'è più. Non ci lega nulla ormai. Sparirò dalla tua vita e ognuno tornerà alla sua vita di prima' dissi non sapendo se lei mi sentiva. 'Addio Jessica' dissi alzandomi dalla sedia e andando verso la porta.

'Addio Justin' sentii una voce dietro di me ma non ebbi il coraggio di voltarmi e guardarla per l'ultima volta.

 

 

 

*ALEX*

Uscii dall'ospedale per prendere un boccone d'aria. Avevo bisogno di respirare, mi sentivo soffocare. Tutto quello che succedeva era troppo per me. Ero arrabbiata e delusa allo stesso tempo. Delusa da Justin e arrabbiata con me stessa per essermi fidata, per averli dato una seconda possibilità e per averlo perdonato così facilmente. Justin mi aveva ferita, tradita e illusa. Tutto questo aveva creato dentro di me un vuoto impossibile da colmare.

'Alex andiamo' sentii la voce di Justin dietro di me.

Mi voltai e gli passai accanto senza guardarlo. Entrambi eravamo molto feriti. Abbiamo preso un taxi per andare all'aeroporto e da lì abbiamo preso il primo aereo per Stratford. Questa vacanza doveva essere la più bella, doveva creare un rapporto ancora più forte tra me e Justin invece ha rovinato tutto. Persino quel rapporto si è distrutto. Quella città che tanto amavo adesso era diventata il mio incubo, la causa della mia infelicità. Nell'aereo mi sedetti dalla parte opposta a Justin. Non lo volevo accanto, volevo solo restare da sola e riprendermi. Pensare a quello che è successo e prendere una decisione. Dopo tutta la notte passata in aereo arrivammo a Stratford. Justin andò verso la sua macchina parcheggiata fuori l'aeroporto e io andai a prendere un taxi.

'Alex dove vai?' mi chiese Justin

'A casa'

'Ti accompagno io' mi disse

'No grazie' rifiutai

'Alex per favore, vieni con me tanto andiamo nella stessa direzione' mi supplicò

'Va bene' dissi andando verso di lui 'Vengo con te per prendere le mie cose e poi tornare a casa mia' dissi salendo in macchina. Justin salì e iniziò a guidare verso casa di Ryan

'Alex ascoltami mi dispiace tanto per tutto quello che e successo... doveva essere una vacanza fantastica. Solo noi due, invece ho rovinato tutto' disse senza distogliere lo sguardo dalla strada

'Giusto, tu hai distrutto tutto!' sottolineai

'Lo so Alex e pensi che io sia ai colmi della felicità per questo? Io non voglio perderti!'

'Dovevi pensarci prima Justin, adesso è troppo tardi!' dissi guardando dal finestrino

'Alex guarda, Jessica è sparita dalla mia vita, non c'è più nemmeno il bambino!' disse Justin

''E come faccio a sapere che non mi menti?' dissi

'Alex...' Justin sbuffò, era ferito.

'E anche se dovessi crederti, tu pensi che per sia facile fare finta che non è successo nulla?' gli dissi guardandolo negli occhi per la prima volta dopo l'accaduto

'Non ho detto che è facile ma possiamo provarci' disse lui

'Provarci per cosa? Per perderci ancora? Per farci ancora del male? Dissi

'No Alex, ti giuro che farò tutto il possibile per renderti felice' disse lui

'Hai detto la stessa cosa anche l'altra volta e guarda in che situazione siamo' dissi secca

'Alex non voglio perderti' disse lui con un filo di voce

'Mi hai gia perso. E finita Justin!'

Il resto del tempo rimanemmo in silenzio entrambi non sapendo cosa dire e non volendo peggiorare le cose. Arrivammo a casa di Ryan. Lui e Caitlin stavano guardando tranquillamente la TV. Gli ignorai e salii subito di sopra per prendere le mie cose mentre Justin mi seguiva. Nessuno dei due

ascoltava le domande di Ryan che era stupido nel vederci così presto a casa. Presi tutte le mie cose e le buttai alla rinfusa dentro una valigia che chiusi di fretta e presi per andare via. Justin però si mise davanti alla porta della stanza e non mi voleva far passare.

'Justin togliti' dissi stanca

'No Alex non ti lascio andare' disse lui

'Te hai la minima idea di cosa sto passando?'

'Alex ti prego..'

'E se lo facevo io?' chiesi guardandolo dritta negli occhi

'Non dire scemenze ti prego' distolse lo sguardo, le mie parole lo infastidivano

'Rispondi! Se lo facevo io?' insistetti

'Smettila ti prego'

'Perché? Perché io sono donna e tu uomo? Le cose che tu non sopporti sentire io le sto vivendo!'

'Alex taci' urlò d'un tratto

'No rispondi!' urlai anch'io

'Alex!'

'Cosa sarebbe successo se anche solo per una notte sarei andata con Luke?'

'Basta cosi!' urlò e poco dopo sentii la sua mano sulla mia guancia che poco dopo sentii andare a fuoco. Justin mi aveva appena tirato uno schiaffo che mi aveva fatto piegare. Alzai la testa e lo guardai con le lacrime agli occhi poi senza dire nulla mi voltai e andai via. Sentii Justin corrermi dietro e chiamandomi ma non avevo nessuna intenzione di fermarmi. Questa è stata la goccia che ha riempito il bicchiere.

Uscii e mi incamminai verso casa. Era finita. Forse non siamo fatti per stare insieme, dovevamo imparare a vivere l'uno senza l'altra. Mi allontanavo piano piano quando qualcuno mise una mano sulla mia spalla. Mi voltai di scatto spaventata e vidi Ryan.

'Mi hai spaventata' dissi

'Scusa' rispose 'Alex stai bene?'

'Si va tutto bene!' mentii

'Cosa è successo tra te e Justin? Avete litigato? Mi chiese Ryan

'Ci siamo lasciati' dissi mentre una lacrima scendeva lungo la mia guancia

'Vi siete lasciati?' disse Ryan rimanendo a bocca aperta

'Si ecco lui stava anche con Jessica allo stesso tempo....lui mi ha tradita'

'Quindi alla fine lo hai scoperto' disse Ryan cercando di non farsi sentire

'Tu lo sapevi?' dissi scioccata

'Si, Justin me lo aveva detto' disse senza guardarmi

'Siete tutti dei fottuti stronzi' dissi accelerando il passo

'Alex aspetta.' disse Ryan 'Si Justin me lo ha detto, ma mi ha anche detto quanto ti ama e che sei l'unica che conta per lui'

'E per unica intendi insieme a Jessica no?' dissi nervosa

'Lui l'ha usata solo per affermarsi. Da quando e tornato da Los Angeles non l'ha più sentita, diceva che era finita non aveva più bisogno di lei!'

'Peccato che a Londra l'abbiamo incontrata, e alloggiava nello stesso hotel dove c'eravamo io e Justin'

'L'hai incontrata a Londra?' disse Ryan

'Si e mi ha raccontato tutto, con un piccolo dettaglio. Che lei era incinta'

'Cosa cazzo era lei?'

'Incinta Ryan! Justin ha messo incinta Jessica.' urlai

'E adesso?' chiese Ryan

'Mentre litigavano Justin ha per sbaglio spinto Jessica giù per le scale e lei ha perso il bambino'

'Che situazione..' disse lui

'Di merda!' dissi

'Alex ascolta tutti facciamo cazzate, Justin ha 18 anni è all'età in cui si combinano pasticci'

'Ryan anche tu hai diciotto anni e non hai fatto cazzate!' dissi

'Non ti affrettare, io mi sono scopato Caitlin mentre stava ancora con Justin. E parliamone Justin era il mio migliore amico. E come vedi lo siamo ancora. Siamo come due fratelli e questo perché nonostante gli errori ci siamo sempre perdonati. Alex quando tieni ad una persona devi fare qualsiasi sacrificio per non perderla. Devi perdonare anche errori che ti deludono per poter tenere stretta la persona che ami.' disse Ryan 'Pensaci due volte prima di prendere una decisione che magari poi rimpiangerai!' mi disse prima di voltarsi e andare via.

 

Arrivai a casa, presi le chiavi ed entrai. I miei e Luke facevano colazione e tutti rimasero a bocca aperta al vedermi e mi chiedevano cosa fosse successo. Gli ignorai e salii in camera mia. Chiusi la porta, buttai la valigia in un angolo e mi sedetti sul letto. Ero confusa. Non sapevo cosa fare. Amavo Justin moltissimo e per non perderlo lo avrei perdonato, esattamente come aveva detto Ryan; ma allo stesso tempo non potevo fare finta di niente. Lui mi aveva mentito, mi aveva tradito e se lo perdonavo poteva farlo ancora. Come avrei saputo che non lo avrebbe rifatto? Mi buttai con la testa nel cuscino maledicendo mentalmente la mia vita. Qualcuno bussò alla porta.

'Avanti' dissi scocciata, non volevo vedere nessuno. Vidi la porta aprirsi e Luke entro, poi si sedette sul letto accanto a me.

'Che succede?' mi chiese lui

'Niente' dissi già stufa della sua presenza

'Non dovevi essere a Londra con il tuo ragazzo, o sbaglio?' disse Luke facendo un finto sorriso

'Dovevo...' dissi serrando le labbra

'Vedi che qualcosa è successo! Avete litigato?'

'No Luke. Tra me e Justin va alla grande. Ci amiamo tantissimo e non permetterò ad un deficiente come te di rovinare tutto' dissi mentendo ma non volevo che lui scoprisse quello che mi era successo.

'Calma, e allora perché siete tornati?' insistette lui

'Quanto cazzo sei impiccione! Justin doveva risolvere una cosa urgentemente'

'Capito, va bene allora non ti disturbo più' mi disse alzandosi in piedi

'Grazie' dissi contenta che se ne andava

Quando lui stava per uscire mia madre entrò in stanza.

'Ah eccoti Luke eri qui! Ciao Alex' disse

'Ciao mamma' dissi

'Ragazzi ho una bellissima notizia da darvi' disse mia madre tutta contenta

'Sentiamo' disse Luke

'Vai ho bisogno di qualche cosa di positivo' dissi

'Luke frequenterà la tua stessa scuola!' annunciò mia madre raggiante

'Cosa?' dissi rimanendo a bocca aperta

'I suoi genitori sono via per affari e Luke rimarrà quest'anno da noi e frequenterà la tua scuola. Non e fantastico?' disse mia madre

'Yey!' dissi sembrando felice ma intanto c'ero rimasta di merda.

Mia mamma e Luke uscirono dalla mia stanza. Ormai un mese di vacanza era andato. Se l'estate andava avanti così sarei arrivata a settembre sfinita e in più tralasciando lo studio dovevo sopportare Luke ogni giorno. A casa e a scuola. Le cose non potevano andare peggio di così.

Presi dei pantaloncini e una maglietta dall'armadio ed entrai in bagno per farmi una doccia, mi sarei rilassata un pochino. Uscii dal bagno e scesi in salotto. Mio padre era a lavoro, Luke al computer e mia madre in cucina. Accesi la televisione e mi sedetti sul divano cambiando canale ogni due secondi.

'Attenta che romperai quel telecomando a forza di premere i pulsanti' disse Luke togliendo lo sguardo dal pc per un po.

'Parla il genio' dissi scocciata

Luke spense il computer e si sedette accanto a me.

'Sei arrabbiata con qualcuno?' chiese

'Si con me stessa' gli risposi

'Cosa ti e successo?'

'Luke cavoli fatti i cazzi tuoi!' dissi nervosa

'Volevo solo aiutarti' disse lui

'Non ho bisogno del tuo aiuto' dissi

Continuavo a girare per i canali non trovando nulla che mi interessasse finché sentii una notizia su Jessica al telegiornale.

“La cantante americana Jessicaa Rawel ha cercato di suicidarsi buttandosi dal quarto piano di un ospedale a Londra. Fortunatamente lei e stata fermata e non le e successo niente di grave. Adesso la giovane cantante e sotto cure psicologiche. Molti dicono che il tentativo di suicidio e stato dovuto alla rottura con il canadese Justin Bieber. Probabilmente questa è la fine della carriera della giovane cantante”

Quasi quasi la notizia non mi fece nessun effetto, forse soltanto un punto in più alla lista delle cose successe nell'ultimo mese e mezzo. Mi dispiaceva per lei. Justin aveva distrutto la vita di entrambe.

'Quello non è il tuo Justin?' chiese Luke incredulo

'Si è lui' dissi delusa

'Ma...' provò a dire Luke

'Ti prego taci. Non ho voglia di spiegare' dissi e Luke rimase in silenzio ma senza lasciarmi da sola

[…]

'Avevi ragione Luke' dissi rompendo il silenzio che ci avvolgeva
'Su che cosa?' chiese lui
'Sul fatto che Justin mi avrebbe fatto soffrire, lo ha fatto!' dissi distrutta

'Cosa è successo?' chiese lui

'Justin stava contemporaneamente con me e quella cantante. E con questo dico tutto' dissi secca

'Oddio, Alex mi dispiace' disse lui ma io non gli credevo

'Tu me lo avevi detto' dissi senza guardarlo
'E ti ricordi cosa ti avevo ancora detto?' disse Luke
'Cosa?'
'Che ti sarei stato vicino quando lui non lo avrebbe fatto' mi disse sorridendo
Mi abbracciò forte e poi se ne andò lasciandomi sola con i miei pensieri. Luke c'era, lui era qui. Justin no. Soffrivo per qualcuno a cui importava solo la fama, che non sapeva il significato dell'amore e non sapeva come amare. Mentre mi guardavo in giro notai su uno scaffale un album di fotografie con sulla copertina le iniziali A e J. Lo presi e lo aprii. Erano le foto di me e Justin. Fino a poco tempo fa era il mio album preferito ma ora lo detestavo. Passai tutta la notte a guardare quelle foto e a ricordare ogni momento, facendomi soltanto del male.

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2652492