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di myidollawrence
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorno a Capitol City. ***
Capitolo 2: *** Devi andare avanti. ***
Capitolo 3: *** Com'era papà? ***
Capitolo 4: *** Ne sono sicura anch'io. ***
Capitolo 5: *** Se non fosse per te. ***
Capitolo 6: *** Com' è la tua mamma? ***
Capitolo 7: *** Mi sei mancata. ***



Capitolo 1
*** Ritorno a Capitol City. ***


Prologo: durante il viaggio che avrebbe riportato Peeta e Katniss nelle loro rispettive case, dalle loro rispettive famiglie, successe qualcosa. Nessuno dei due se lo sarebbe mai aspettato, nessuno lo avrebbe voluto. Katniss desiderava solo tornare a casa, prendere la sua dolce paperella tra le sue esili braccia e abbracciarla, baciarla, dirle che tutto sarebbe andato meglio, ora, che non avrebbero mai più sofferto la fame. Che sarebbero cresciute insieme, felici, per una volta. Successivamente, però, erano iniziati gli incubi: Katniss iniziò a svegliarsi nel cuore della notte, sognando Rue che veniva uccisa, i Favoriti che gliela portavano via, che la uccidevano. Ogni notte si svegliava, urlando, gemendo, i respiri affannati, fino a quando il ragazzo del pane, una notte,  la baciò, sperando di poter affievolire il suo cruciale dolore.
Katniss, presa dalla voglia di lasciarsi alle spalle gli incubi, il terrore, le paure, decise di andare oltre, di dare sfogo ai suoi sentimenti: i due ragazzi fecero l’amore fino all’imbrunire, e solo la voce di Effie, che li chiamò per annunciare loro l’imminente arrivo al Distretto 12, potè svegliarla da quel piacevole incanto. Ma ormai, era troppo tardi.
Nell’Edizione della Memoria, Katniss cercò di non dare troppo spazio alla sua debolezza, ma il piccolo essere dentro di lei le ricordava ogni giorno che, se anche lei fosse uscita viva dall’arena e non Peeta, questo piccolo sarebbe cresciuto senza un padre, senza conoscere il suo ragazzo del pane. Ma Katniss non sapeva, non poteva immaginare che dall’arena sarebbero usciti entrambi, che quelli sarebbero stati gli ultimi Hunger Games. E che il piccolo, dolce Thiago non avrebbe mai conosciuto suo padre, il suo vero padre.
Sono passati cinque anni dalla fine della guerra, e Katniss vive con Thiago nella sua casa nel Villaggio dei Vincitori. All’inizio, quando il piccolo iniziò a domandare alla sua mamma chi fosse suo padre e dove si trovasse, ella non sapeva come rispondergli, come fargli capire che suo padre non c’era più, ormai. Ma Katniss sapeva che egli c’era, era vivo, rinchiuso in una piccola casetta a Capitol City, magari desideroso di tornare a casa. Più di una volta la ragazza si era immaginata il suo volto allo scoprire di avere un figlio, un piccolo bimbo biondo dagli occhi azzurri. E furono proprio questi pensieri che, una giornata fredda d’autunno, la convinsero a partire par Capitol City. Thiago avrebbe finalmente conosciuto suo padre, il buon ragazzo del pane da cui aveva ereditato i capelli biondi come il sole e il viso marmoreo.
Ed è proprio così che inizia la nostra storia.
‘’Thiago! Thiago!’’ esclama Katniss mentre cerca di correre dietro il figlio, che nonostante la tenera età è in grado di distanziare la madre, nella corsa. ‘’Thiago, aspettami.’’
 
Il bimbo si ferma di scatto, affacciando la piccola testolina bionda dal finestrino del treno. Davanti alla loro vista si estende un paesaggio notevole, il Distretto 7 è sempre stato bello. A Thiago piacciono i boschi, come alla madre, e al vedere quella distesa verde si ipnotizza, incantato.
 
‘’E' bello, mamma?’’
 
‘’Si, amore mio... è molto bello’’ gli risponde Katniss, cercando di recuperare il fiato.
 
"Un'altra cosa che abbiamo in comune, lui e io. I boschi, le foreste, piacciono a entrambi. Credo che gli diano una sensazione di sicurezza, come a me. ‘’ pensa, lasciandosi scappare un sorriso. Il suo bimbo non potrebbe essere più uguale a Peeta fisicamente, e diverso nel carattere.
 
‘’Adesso andiamo, Thiago, Haymitch ci sta aspettando, lo sai, dammi la mano’’.
Katniss non aveva accettato, inizialmente, che egli prendesse parte a questo viaggio, si immaginava che l’approccio con Peeta non sarebbe stato facile, dopo cinque anni, e Haymitch tra i piedi avrebbe reso tutto più complicato. Ma poi, ripensandoci, aveva ammesso a sé stessa quanto il ragazzo del pane fosse importante per lui, e così, a malincuore, gli aveva permesso di venire.
Intanto Thiago libera le sue manine dalla stretta presa che lo lega a sua madre, e imposta il suo viso in un simpatico broncio.
‘’Mamma, io sono cresciuto, sono grande adesso, so prendere cura di me stesso’’ sussurra incrociando le braccia.
Katniss lo guarda sorridendo.
‘’Facciamo così, sarai tu a guidarmi. Prendimi la mano’’.
Il bimbo sorride, un sorriso vispo e furbo: ‘’Allora così va bene’’ le dice prendendole la mano e portando sua madre verso il vagone ristorante.
Insieme si avviano verso la porta della carrozza, quando all'improvviso Katniss avvista un grande disegno, fuori dal finestrino. Si tratta di una ghiandaia imitatrice, che tende le ali verso un popolo ribelle. Quel disegno è così perfetto, che a Katniss sembra quasi di essere tornata a pochi anni prima, quando ancora si credeva forte, invincibile. Amata  da qualcuno. Ma non lo sarà mai più, ha perso troppo.
 
‘’Mamma! Sbrigati o Haymitch mangerà tutte le mie polpette!’’ le grida Thiago, riportandola alla realtà, e tirandole la mano.
 
‘’Ah sì? Beh, gliela faremo vedere noi!’’
Insieme entrano nel vagone centrale e si siedono a tavola. Thiago si sistema al lato della finestra, perché questo è il suo primo viaggio e, come normalmente si comportano tutti i bimbi, vuole vedere tutto da vicino. Immediatamente, la mora si siede accanto a lui e notando l’attenzione del figlio verso l’esterno, sorride.
 
‘’Cosa stai guardando?’’ gli domanda,  premendo la guancia a quella di suo figlio, per vedere cosa ha catturato la sua attenzione.
 
‘’Vedi quella nuvola?’’ le chiede, puntando il suo ditino verso il cielo.
 
‘’Si’’
 
‘’Vedi che è a forma di cuore?’’
 
‘’Ahah.’’
 
‘'Bene’’, dice voltandosi e facendo in modo che Katniss torni al suo posto, ‘’è per te’’.
Ella gli sorride, un sorriso sincero, e si china a baciare il nasino di suo figlio. Dal momento che Thiago era entrato nella sua vita, questa era migliorata abbastanza. Non avrebbe mai vissuto la vita felice che aveva sempre desiderato, ma con tutte le perdite che aveva subito, non credeva fosse possibile provare a recuperare. Invece, aveva scoperto con gioia che ciò era possibile, anche se solo parzialmente.
‘’Hai fame?’’, gli chiede improvvisamente, cercando di distrarsi dalla fitta rete di pensieri in cui era caduta. Non le piaceva mostrarsi debole a Thiago, tutte le volte che si svegliava urlando nella notte, a causa degli incubi, il piccolo la abbracciava, e piangeva con lei. Tuttavia, era troppo piccolo per capire, troppo ingenuo.
‘’Un po’ ’’, risponde il piccolo, strofinandosi le guance.
‘’Haymitch sarà qui tra poco. Cosa ti piacerebbe mangiare?’’
Il piccolo guarda la madre, strofinandosi gli occhietti teneri, mentre fissa estasiato tutto il cibo di fronte a loro. Katniss, dal canto suo, non può fare a meno di pensare a Prim: lei non aveva mai goduto di tali piaceri: libertà, cibo, felicità. A loro il cibo era sempre mancato, non consumavano mai pane, solo carne che lei cacciava. Ma Prim non si lamentava mai. Lei… lei era così buona.
Mentre ricordi della sua paperella, così simile a suo figlio nell’aspetto fisico e nel carattere, le tornano in mente, una lacrima le scivola dalle guance.
Thiago non può fare a meno di notarla, ma non vuole indagare. Così, si avvicina semplicemente alla sua mamma e le sussurra: ‘’Sei strana, ma ti voglio bene.’’
Katniss ride mentre si morde il labbro. Sicuramente suo figlio è troppo maturo per essere un bambino di 5 anni. Si sporge verso suo figlio e seppellisce il viso nel collo del piccolo, facendogli il solletico.
‘’No mamma! Smettila!’’ grida lui, contorcendosi dalle risate.
‘’Cosa hai detto?’’ gli chiede lei, ridendo.
‘’Va bene! Scusa! Non sei strana.’’
Katniss si ferma e guarda il figlio con un sorriso.
‘’Anzi sì, sei strana, ma ti amo lo stesso’’
La mora guarda suo figlio con tenerezza e si avvicina per baciarlo sulla guancia.
Improvvisamente qualcuno annuncia, entrando nel vagone: "Si prega di fissare il sedile, e di prepararsi bene, zio Haymitch sta arrivando!’’
Dalla nascita di Thiago, il suo mentore era cambiato radicalmente. Se prima era sempre triste, e perennemente ubriaco, ora è tutto il contrario. Le bottiglie di liquore sono notevolmente diminuite, e il vecchio ubriacone ha iniziato a prendersi cura del piccolo, come se questi potesse ridargli il suo Peeta, il Peeta che aveva perduto.
‘’Sei pronto?’’ sussurra Katniss a Thiago, pronto allo scatto.
‘’Certo’’, le risponde lui, accennando un sorrisetto furbo.
Quel sorriso che lei conosce tanto bene, quel sorriso identico al suo. Katniss sospira, vago tentativo di rilassarsi. In questo momento sta tornando al luogo dove ha conosciuto l'amore della sua vita. Luogo di terrore, paura, lotta, combattimenti, notti insonni. Dove vi è stata l'origine della sua storia.
Sono sulla via del ritorno, sulla via di Capitol City. 

Ciao a tuttii! Allora... lo so, lo so che vi ho sconvolto. Diciamo che è una storia un po' strana, no? Bhe, è diversa. Spero che vi piaccia, per favore, recensite se volete che continui, perchè non so se sia una cavolata o se vale la pena che la continui. Recensirete? Mi fareste un favore immenso. Fatemi sapere cosa ne pensate :)

(Comunque, ecco a voi il nostro Thiagooo, sarà bellino?)
Al prossimo aggiornamento, se lo vorrete. 

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Capitolo 2
*** Devi andare avanti. ***


Peeta si trova nel suo appartamento, a Capitol City. Appartamento gli sembra una parola esagerata, tuttavia. Si tratta infatti di un monolocale, con una cucina striminzita e un piccolo divano per accostarsi, durante la notte. Perché sia così piccolo e poco ospitante, nessuno gliel’ha mai spiegato. Quando parlano con lui, tutti sembrano essere scocciati. No, scocciati non è una parola corretta, diciamo … disgustati. Sì, disgustati è perfetta: tutti credono che lui sia un mostro, una belva umana capace di ferire la sua amata tanto da allontanarla da lui per sempre. Quando, durante la rivolta, i ribelli erano riusciti a prenderlo, a farlo fuggire dalla prigionia di Capitol City, lui non aveva esitato: il suo primo pensiero era stato quello di uccidere Katniss, di cingerle la gola con le sue possenti mani, fino a ucciderla. E ci sarebbe riuscito, se non l’avessero fermato. Avrebbe fatto qualcosa di cui poi si sarebbe pentito eternamente. Tuttavia, le persone intorno a lui iniziarono a odiarlo, da quel giorno. Nei giornali si diffuse la voce che il Peeta dolce, sempre sorridente e allegro, quantomeno esternamente, avesse abbandonato la vita dei comuni mortali per servire Snow. E tutti iniziarono a odiarlo.
Il dottor Aurelius gli ripeteva costantemente che gli dispiaceva, che avrebbe fatto tutto il possibile per farlo uscire da quella situazione, e per permettergli di tornare al Distretto 12. Ciò nonostante, in cinque lunghi anni la situazione non si era nemmeno avvicinata al miglioramento, e Peeta aveva perso le speranze. L’unica cosa che gli permetteva di rimanere in vita era il costante pensiero di Katniss, viva, felice, nella sua casa. Ma lui non sapeva, non poteva sapere. Katniss era più legata a lui di quanto potesse immaginare.
Improvvisamente, Peeta sente qualcuno bussare alla porta. Chi può essere? Nessuno si reca mai a trovarlo, se non il dottor Aurelius, che gli fa inutili promesse mai destinate a essere rispettate. Tuttavia, manca ancora una decina di ore al suo arrivo, indi per cui non è lui la persona al di là di quelle quattro mura.
Esitante, si avvicina allo stipite della porta, cercando di intravedere l’esterno. Tentativo assolutamente inutile. Respirando, apre la porta, e quando vede chi gli è arrivata davanti, emette un verso di stupore che fa sussultare la sua ospite.
Delly sorride e lo abbraccia forte. Peeta tarda qualche secondo, poi si lascia andare, sprofondando il collo nelle spalle della sua amica d’infanzia. Come ha fatto a trovarlo? L’ultima volta che si sono incontrati, la ribellione si era appena conclusa, e di lì a poco si sarebbe ritrovato nel suo ‘’carcere post-guerra’’.
Delly, dal canto suo, non riesce a capacitarsi del suo mutamento fisico: il suo corpo sembra molto più magro, può giurare che abbia delle occhiaie; è chiaro che stia male.
‘’Peeta’’  sussurra dopo qualche secondo ‘’guardami’’.
Il sorriso del biondo in pochi istanti sparisce, lasciando posto a un’espressione triste che raramente aveva visto nel suo volto. È come se quella gioia che aveva inondato il suo viso pochi istanti prima non fosse giunta ai suoi occhi. Manca quella scintilla che aveva soltanto quando guardava una persona. Lei.
‘’Pensavo che l’avessi superata, Peeta’’ gli dice, senza mai distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Superare lei. Non esiste cosa più folle al mondo.
Peeta la guarda silenzioso e posa la mano su quella di Delly.
‘’Mi manca, ancora, mi manca come l’aria’’, le confessa sospirando.
‘’Lo so, lo immaginavo’’ gli risponde, sedendosi su un ripiano della cucina ‘’Non ci crederai, ma manca tanto anche a me’’.
Peeta si siede, imitandola.
‘’Sai … A volte mi chiedo dove si trovi. O cosa stia facendo. Come starà? Si…’’
‘’Ricorderà di noi?’’, completa Peeta, una nota di tristezza nella sua voce soffocata.
Delly lo guarda tristemente. Dal momento che Katniss non è più parte della sua vita tutto è cambiato, troppo. La Paylor lo ha ingannato e grazie a lei ora il suo Peeta si trova in quella specie di prigione. La ragazza ha sofferto troppo, e non potevano pretendere che si fermasse a Capitol, luogo di mille torture, timori e paure; tuttavia Delly, in cuor suo, desidererebbe che ora la mora potesse essere a fianco del suo amico. A Peeta ora non importa più nulla. Delly sa tutto, ha ricevuto sue notizie in tutti questi anni: mangia e dorme, e questa è la sua routine giornaliera. Sembra aver perso la sua sola ragione di vita. Ma non lo biasima, la sua unica gioia sarebbe vederla, vedere quel viso che tanta felicità gli ha portato, ma anche sofferenze inestimabili.
‘’Peeta, mi fa male dirti questo, lo sai, ma devi andare avanti. Katniss è lontana, e ... chissà dove ha continuato la sua vita. Tu devi fare lo stesso.’’
‘’Ci ho provato, Delly, ma non è facile. Non posso dimenticarla. Se avessi saputo quanto dolore mi avrebbe causato perderla, non la avrei mai lasciata partire. E poi… come faccio io a ricostruirmi una vita? Non posso, non potrò mai.’’
Delly lo fissa, il dolore nel suo cuore. Peeta ha ragione, anche se volesse riiniziare, non sarebbe possibile. Non può.
‘’Tu potrai tentare di farti una vita, Peeta. Prima o poi uscirai da qui e troverai una donna, e la sposerai, e …’’
‘’No. Ciò non accadrà mai. Anche se dovessi uscire da qui, non la sostituirei. Lei è unica. Io … io la amo. E non amerò mai nessuno come lei. Utilizzare qualcuno per farmela uscire di testa non è giusto. Anche se non sarebbe in grado di prendere il suo posto, in nessun caso perché lei è Katniss... e nessuno sarà esattamente come lei.
‘’Lo so. E’ unica.’’
Delly ride tra sé e sé, e Peeta la scruta con curiosità.
‘’Che cosa c’è?’’, le domanda, non sapendo che cosa stia causando la risata della sua amica.
‘’Niente. Ti ricordi quando, poco dopo il tuo arrivo nel Distretto 13, mi dicesti che non era poi così tanto carina? ‘’
Peeta la fissa, cercando di ricordarsi quello strano momento avvenuto in un epoca tragica della sua esistenza.
‘’Dovevo essere pazzo, allora’’.
Delly ride di gusto e si accomoda meglio sul ripiano. Segue un tremendo e angosciante silenzio, fino a quando Peeta non lo interrompe, bisbigliando, quasi vergognandosene:
‘’Mi piacerebbe cambiare tutte le nostre discussioni, le nostre stupide rivalità, tutte per causa mia, per i buoni momenti che abbiamo vissuto. Magari adesso mi ricorderei meglio di lei.’’
Delly si china dolcemente su di lui e lo abbraccia. Un’ angoscia la tortura interiormente, vedendo quanto male sta il suo amico, e non potendo fare nulla per fermare il suo dolore.
‘’Poniamo fine alla tristezza, Delly. Non voglio annoiarti con i miei problemi. Come va al 13?’’
‘’Incredibilmente bene’’, gli risponde la bionda, ‘’non sai quanto sia bello insegnare a bimbi che non vedranno mai più la guerra, e che non vivranno con la paura di essere estratti per gli Hunger Games. È stupendo, Peeta’’
Il biondo sorride.
‘’Amo vedere le persone stare bene. Amo vederti fare ciò che ti piace.’’
‘’Sì, sento che potrei morire facendo questo mestiere, insegnando loro. Potrei passare il resto della mia vita così.’’
Peeta cinge le spalle della sua amica con un braccio.
‘’Sono tanto contento per te, Delly. Te lo meriti.’’
La bionda guarda il suo amico d’infanzia con tenerezza. Nonostante tutto quello che gli è successo (la prigionia  a Capitol, le torture, due arene e adesso la semi-prigionia qui, l’odio infondato della gente), il ragazzo non smetterà mai di preoccuparsi degli altri, per gli altri. È semplicemente fatto così. Non cambierà mai.
‘’Cosa stavi cucinando?’’, gli chiede improvvisamente.
‘’Una torta al cioccolato.’’
‘’Ha un profumo delizioso. Se vuoi, mi puoi insegnare a cucinare qualcosa, io sono negata. ‘’ risponde Delly, ridendo allegramente.
Peeta le sorride, ed estrae la torta dal forno.
‘’No! Mi ero scordato di avere la torta nel forno! Che stupido!’’, ripete incessantemente, colpendosi la testa con il guantone.
Delly ride di gusto, e successivamente si avvicina a lui.
‘’Beh, menomale che ci sono io qui, ad aiutarti a cucinarne un’altra.’’
alloraa.. ciao a tutti, come richiesto, ho aggiornato *.*
quindi... mi pare di capire che la storia vi piaccia. Non sapete quando mi faccia piacere (avrei scritto 60 capitoli inutilmente). Ora rispondo a tutte le vostre recnsioni. Dunque... questo capitolo è un po' di passaggio, ma ci voleva per risolvere molti vostri dubbi. Dal prossimo rientrerà in scena il piccolo dolce Thiago. fatemi sapre cosa ne pensate, recensitee hahaha :)
al prossimo aggiornamento <3


 

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Capitolo 3
*** Com'era papà? ***


‘’... E poi Cappuccetto Rosso promise a sua nonna di non parlare ma più a nessun sconosciuto che avesse incontrato sulla strada. D’ora in poi, lei avrebbe seguito il consiglio giudizioso di sua nonna e di sua madre. Vedi, è per questo che devi prestare attenzione a quello che tua madre e io ti diciamo, Thiago.’’
‘’Beh, ma io non sono Cappuccetto Rosso, io sono un uomo’’, risponde loro il piccolo, incrociando le braccia sul petto, arrabbiato.
Katniss ed Effie scoppiano a ridere rumorosamente al sentire la risposta di Thiago, e si alzano dal pavimento ghiacciato per sedersi sul letto del piccolo.
‘’Leggetemi un’altra storia, per favore’’, chiede loro Thiago, cercando di impostare il suo visino nell’espressione più dolce e implorante che conosce.
‘’È troppo tardi amore mio, domani, va bene?’’, gli domanda Katniss, anche se la risposta è già stata decisa. Per quanto riguarda le decisioni familiari il povero piccolo non riuscirà mai a sovrastare la madre.
‘’Va bene, ma’’ risponde infatti lui, sapendo che un tentativo prolungato di resistenza sarebbe solo un inutile spreco di energie.
Effie sorride e avvolge entrambi in un abbraccio.
‘’Non vi potete immaginare quanto mi siete mancati. Sono contenta che siate venuti a visitarmi, Kat.’’
‘’Ci sei mancata troppo’’, le risponde Thiago, avvicinandosi a lei e circondandola con le sue braccia. Tuttavia, i suoi vestiti sono troppo larghi per permettergli di abbracciarla. Effie se ne accorge, e si sporge su di lui, riempiendolo di cipria bianca.
Thiago sbuffa, liberando una nuvola soffice nell’aria. Katniss scoppia a ridere: è inutile, Effie non cambierà mai.
‘’Beh, io bevo un bicchiere d'acqua e torno, va bene?’’ chiede lei, facendo finta di offendersi.
‘’Certo. Buonanotte’’ la saluta Katniss, non potendo trattenere un sorriso per la camminata in punta della sua mentore.
Effie abbandona la stanza e la mora rimbocca le coperte al suo bimbo. Poi si siede accanto a lui, sul bordo del letto, e gli accarezza i capelli biondi, tanto simili ai suoi.
Katniss non può fare ameno di pensare a quanto sia bello il suo bimbo, a quanto sia maledettamente simile a lui.
‘’Mi manca, mi manca come… come lei, come Prim. Ho perso tutto, tutto. Se non fosse per questo piccolo esserino, frutto del mio amore con Peeta, probabilmente crederei di essermi immaginata tutto. Probabilmente sarei morta. Grazie, Thiago’’  pensa lei, ma subito scuote la testa, cercando di eliminare quell’orrendo pensiero che si era impossessato della sua mente.
‘’Mamma, posso farti una domanda?’’ le chiede Thiago, indicandole con il suo ditino di  sdraiarsi accanto a lui.
‘’Certo’’, gli risponde semplicemente, obbedendo al suo ordine, stendendosi di fianco a lui.
‘’Come era papà?’’
Un silenzio di tomba cade nella stanza. Katniss sente come il suo cuore batta rapidamente, correndole nel petto, ma decide di non dargli peso. Sapeva che questo momento sarebbe arrivato, solo non credeva così presto. Quindi deglutisce e dice, in un bisbiglio confuso:
‘’Da dove viene questa domanda?’’
‘’Beh, Effie mi ha detto che io sono uguale lui. Quindi credo che lui fosse biondo, con i capelli lisci lisci, come i miei, con gli occhi azzurri, bello, carismatico ...’’
Katniss sorride, leggermente divertita, e abbraccia Thiago, per avvicinarlo maggiormente al suo corpo.
‘’Ecco… non era esattamente così.’’
‘’Allora, com’ era?’’
La mora si lascia scappare un sorriso e ricorda. Il sorriso del padre di suo figlio, di Peeta, le faceva passare un brivido per tutta la schiena. Amava le sue fossette, il suo modo di fare, la sua risata, il suo sapere sempre cosa dire, in ogni momento. Il suo fare protettivo verso di lei… il suo… il suo strozzarla, dopo il depistaggio. Il suo voler ucciderla, il suo odio verso di lei. Improvvisamente, la paura della potenziale reazione di Peeta al vederla dopo tanti anni la terrorizza. Avrebbe cercato di uccidere il suo Thiago?
‘’Beh ... tuo padre aveva gli occhi azzurri, come i tuoi, ma i capelli erano biondi e ricci. La sua carnagione era chiara, molto chiara… lui..’’
‘’Come? Ma mi somiglia pochissimo, quindi!’’ esclama Thiago, un po’ deluso dalle parole della madre.
‘’Non è vero, Thiago, voi due… siete uguali. Il vostro sorriso è lo stesso. Tu sei dolce, come lui, sei simpatico, sei ...’’
‘’Aspetta’’ la interrompe improvvisamente Thiago, ‘’era bello?’’
‘’Eh... beh... sì. Si può dire che fosse bello.’’
‘’E tu eri tanto innamorata di lui, no?’’
‘’Beh ...’’, risponde Katniss, la situazione cominciava a preoccuparla leggermente ‘’Si.’’
‘’E lui di te?’’
La mora esita un attimo, prima di bisbigliare un semplice: ‘’Sì…’’
‘’Quindi non capisco... perché ci ha lasciato?’’
Katniss avverte un brivido freddo correrle su per tutto il corpo, come se qualcuno le avesse gettato un secchio di acqua fredda, gelata, sulla schiena. Non aveva mai effettivamente pensato alla risposta da dare a Thiago quando fosse arrivato il momento, quando le avrebbe chiesto perché suo padre non viveva con loro. Ha sempre vissuto con la paura che un giorno il piccolo glielo avrebbe chiesto, e aveva avuto tutto il tempo possibile per pensarci, ma tutto è successo molto più rapidamente e inaspettatamente di quanto si immaginasse.
Se Katniss avesse avuto un po’ più d’esperienza con i bimbi, avrebbe saputo sicuramente che cinque anni sono più che sufficienti per rivolgere domande simili, soprattutto nella sua situazione, in cui il suo bimbo è dovuto crescere tra urla nella notte senza una apparente spiegazione logica, e pianti all’ordine del giorno.
L’unico modo per uscire da questa situazione, in questo momento, è rimandare ulteriormente le spiegazioni. Non può fare altrimenti.
‘’Thiago… adesso è ora di dormire. Effie ti porterà al parco domani, okay?’’
‘’Ma mamma...’’
‘’Ma niente, Thiago. Dormi, è già troppo tardi.’’
Katniss si alza, e spegne la luce, ma giusto prima di uscire dalla stanza la piccola mano di Thiago le afferra il polso, trattenendola.
‘’Mamma. Promettimi che un giorno potrò incontrare mio padre. Promettimelo. Ti prego’’.
La mora socchiude gli occhi, ricordando quanto aveva sofferto dopo che Peeta era tornato da Capitol. Non può prendersi un simile rischio, non ora. Non è pronta. Nel buio non riesce a vedere il figlio, ma è sicura che questi riesca a sentire la sua respirazione farsi sempre più agitata, a causa del terrore e del nervoso.
‘’Te lo prometto’’,  sussurra infine, desiderando uscire da lì il più velocemente possibile.
Thiago sorride nel buio, soddisfatto, e lascia andare il braccio di sua madre. Katniss esce velocemente dalla stanza e si chiude la porta alle spalle. Quando si gira, però, incontra lo sguardo di Effie, che la fissa, seduta sul divano.
‘’Non potrai continuare a nascondere a Peeta di avere un figlio. Thiago ha il diritto di sapere chi è suo padre. Non possiamo evitarlo, e neppure tu puoi restare ancora a lungo senza di lui, per quanto ti sforzi di negarlo. Sai meglio di me che Peeta deve sapere di avere un figlio ’’.
‘’Lo so, Effie, lo so. Ma io non posso rischiare di mettere in pericolo Thiago, non posso esporlo a quel Peeta, il Peeta depistato, che non conosco. Non è più il mio ragazzo del pane… non lo so, Effie, io…’’
‘’So che ti ha fatto del male, in passato, e so anche quanto sia stato difficile per te accettare che non tornerà mai più a essere quello di prima. È normale che sia così, no? Certo, non devi fartene una colpa. Ma nonostante tutto è il padre di tuo figlio, e non potrai evitare che si conoscano. Non per molto’’. 
allora gente:
buonsalve. Lo so, lo so, sono perfida. Molto perfida. Vi aspettavate tutti che in questo capitolo ci fosse l'incontro padre-figlio, no? E invece io, la solita guastafeste, vi faccio aspettare ancora. E dovrete aspettare ancora un paio di capitoli. Sono così cattiva.. ma dai, vedrete che presto sarete accontentati (o per lo meno, questo vi aspettate muahahaah)
Comunque, spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Katniss, ovviamente, si rifugia da Effie, a Capitol. E Thiago al suo seguito. 
Fatemi sapere cosa ne pensate, per favore. Le recensioni sono importanti, più ne ricevo, più voglia ho di proseguire.
Sempre che lo vogliate anche voi... .-. 
un bacione e al prossimo aggiornamento <3

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Capitolo 4
*** Ne sono sicura anch'io. ***


‘’Cosa ne pensi del parco, fino a ora?’’ Effie domanda a Thiago, cercando, inutilmente, di corrergli dietro sulla punta dei suoi tacchi a spillo. ‘’Ti piace?’’
‘’Sì’’, le risponde lui, con semplicità ‘’Ne ho uno molto simile vicino a casa mia, nel Distretto 12’’.
A Thiago non piace dire bugie, la sua mamma gli ha insegnato, fin dalla più tenera età, che dirle può causare solo dispiaceri e dolori. La prima volta che glielo disse, il suo volto angelico si riempì di lacrime, come se a qualche bugia detta da lei nel passato fossero legate disgrazie terribili. Thiago non aveva voluto indagare, e da quel giorno si era limitato a dirne poche, come per esempio a dire alle signore anziane del Distretto che erano belle e giovani, a Effie che i vestiti erano meravigliosi, e a Haymitch che la sua casa profumava meravigliosamente. Insomma, piccole bugie per la propria incolumità fisica.
In questo momento, per esempio, sta mentendo a Effie. Non ha mai visto niente tanto immenso e accogliente in tutta la sua vita. Intorno a lui, vi sono due file di alberi per ogni lato, a destra e a sinistra, e ogni dieci alberi vi sono degli strani aggeggi che i bimbi chiamano scivoli e altalene. Thiago non ha mai visto niente del genere. Alcune volte, si reca con sua mamma nei boschi, ma nessun posto a lui familiare è neanche lontanamente paragonabile a questo paradiso.
Thiago si guarda attorno: sul lato destro, di fianco agli scivoli, vi sono degli strani carretti colorati, con dei signori al loro interno. Essi vendono caramelle, pop-corn, e tutte quelle cose che la sua mamma non gli compra mai, perché dice che fanno male. In realtà, lui le mangia ugualmente, perché quando cammina nel Distretto tutti sono gentili con lui e gliele danno, anche se non riesce a spiegarsene il motivo.
Sul lato sinistro, invece, dietro agli alberi, vi sono dei negozi. Vendono vestiti strani, tutti ricamati o di pizzo, che Thiago non indosserebbe mai. Le persone intorno a lui sono esageratamente truccate (un po’ come la zia Effie), e lo osservano, muti. Nessuno gli parla, qua. Nessuno lo conosce. ‘’Probabilmente è perché qua non sono a casa’’, pensa il piccolo. Improvvisamente, si ferma di colpo. Nella vetrina di un negozio riconosce un vestito, lo ha già visto da qualche parte. Non gli piace nemmeno, ma lo attira. È un vestito blu, lungo fino alle caviglia. Ma non è quella la sua particolarità. Infatti, appena sotto alle maniche color cielo, pendono due ali. Lo incuriosiscono, non ha mai visto nessuno vestito con due ali, neanche in questo strano posto. Così, decide di aggrapparsi al vestito di Effie, per attirare la sua attenzione.
‘’Perché quel vestito ha le ali?’’ le chiede, ridendo.
Effie impallidisce. Fortunatamente, la cipria bianca che indossa non lo fa notare così tanto. Questi vestiti, tutti, sono stati banditi da molto tempo. Tutto ciò che riguarda gli Hunger Games è stato bandito. Effie fissa il vestito, e poi Thiago, e poi il vestito.
‘’Eh… devo chiedere un favore al signore che gestisce quel negozio, ma ci metterò un po', tu preferisci aspettare qua o venire con me?’’
‘’Rimango qui.’’
‘’Promettimi che non ti muoverai, per nessun motivo. Siediti lì, okay?’’
‘’Si, te lo prometto’’ le risponde il piccolo, mettendosi seduto in una panchina bianca con simpatici disegni blu e azzurri.
‘’Va bene, stai qui’’ si raccomanda infine Effie, cercando di sorridere il più possibile. Se una persona è costretta a mandare a morire due bambini in un’arena, ogni anno, senza poter fare niente per impedirlo, allora sorridere apposta non è poi così difficile.
Thiago annuisce mentre osserva Effie allontanarsi lentamente. Per i primi minuti decide di darle ascolto, e si accomoda meglio sulla panchina, in attesa. "Non penso che possa succedere qualcosa se mi muovo un po’’’, riflette dopo un po’. Assicurandosi che Effie non lo stia guardando, comincia a camminare qua e la, attraverso gli alberi. Ci sono molti bambini che corrono, tutti con i loro genitori. Questo in qualche modo lo fa sentire male, lo intristisce, non ha nemmeno una piccola idea di chi sia suo padre. Assorto nei suoi pensieri continua a camminare, allontanandosi sempre di più dal negozio, che poi probabilmente non saprà ritrovare. Improvvisamente, nota un portafoglio scivolare via da una borsa e cadere a terra. Cautamente, si avvicina: è un portafoglio di media grandezza, verde e bianco, e attratto da quell’oggetto decide di raccoglierlo ed esaminarlo. Così, lo apre:
‘’De-Delly Ho-Houston’’ legge, con un po’ di difficoltà. La scuola per lui è appena iniziata, e non è ancora in grado di leggere fluidamente.
Il biondo alza il viso e cerca di individuare la borsa da cui è caduto, tra la gente. Con un po’ di fatica la individua, ma è già abbastanza distante. Rapidamente inizia a correre dietro alla ragazza e proprio mentre sta per sfiorare la sua schiena inciampa in una radice di un albero, troppo sporgente.
‘’Auch!’’ grida, in segnale di dolore.
La ragazza si volta immediatamente, e trova Thiago, sdraiato per terra. Non è sola, un giovane uomo la accompagna: questi è alto e ha i capelli neri come la pece, e gli occhi grigi, uguali a quelli di sua madre.
‘’Stai bene?’’, gli domanda immediatamente, accovacciandosi accanto a lui, ‘’Fammi vedere.’’
Thiago emette un lieve verso di dolore quando la ragazza gli arrotola i pantaloni, scoprendogli il ginocchio. Il bimbo ha solo un graffio, che però sanguina abbastanza.
‘’Devi stare più attento, amico’’, gli consiglia il ragazzo, aiutandolo ad alzarsi.
‘’Penso di avere un cerotto qui, per fasciarlo’’ continua Delly, mentre cerca qualcosa nella sua borsa, ‘’Ma ... dove è il mio ...’’
‘’Portafoglio?’’ completa il piccolo, porgendole l’oggetto. ‘’Ecco. Ti è caduto, io l’ho preso, te lo volevo ridare, ma…’’
La bionda prende il portafoglio e sorride al bimbo.
‘’Grazie...’’
‘’-Thiago.’’
‘’Io mi chiamo Delly’’, gli dice lei, sorridendo.
‘’Lo so, ho letto il bigliettino’’ la interrompe lui, rivolgendole un sorrisetto furbo.
Thom sorride. Il bimbo sembra simpatico. Così, lo carica sulle spalle, portandolo verso una panchina, dove Delly può comodamente medicarlo.
‘’E dov’ è la tua mamma?’’ chiede il moro, osservando la sua ragazza curare il bambino.
‘’A casa’’, risponde questi, facendo versi strozzati al sentire come Delly gli pulisce la ferita, ‘’sono… venuto… c-con… mia zia’’
‘’Dove si trova?’’
‘’Qua vicino… in un neg…ahi!’’
‘’Mi dispiace’’ si scusa la bionda, ‘’ma non sarai mica un piagnucolone, tu? Devi essere coraggioso.’’
Thiago sorride, mentre Thom scoppia a ridere.
‘’Ecco fatto, abbiamo finito’’ esclama Delly, abbassandogli  i pantaloni fino alla caviglia, ‘’Non c’è il tuo papà qui intorno?’’
Il piccolo viso del bimbo si intristisce, e abbassa lo sguardo. Delly si intenerisce, e accarezza dolcemente i capelli di Thiago. Non si era resa conto di quanto è bello il suo volto, fino ad ora. I suoi occhi sono azzurri come il cielo, la pelle scura e i capelli biondi e lisci. I suoi gesti sono adorabili.
‘’Cosa c’è?’’, chiede Thom, notando il repentino cambio d’umore del piccolo.
‘’Ecco... non so dove sia mio padre.’’
‘’Ti aiutiamo a trovarlo’’ suggerisce Delly, alzandosi in piedi.
‘’No… non è quello. È che… non lo conosco, non l’ho mai visto.’’
I due ragazzi si guardano, a disagio. La bionda abbraccia il piccolo, intenerita, mentre Thom gli accarezza la schiena.
‘’Un’altra vittima della guerra, probabilmente’’, pensa Delly. I suoi genitori e suo fratello ne sono rimasti vittime. Insieme a tantissime altre persone, innocenti.
‘’Ti capisco, Thiago, sai?’’ gli sussurra la ragazza, ‘’Anche io ho perso mio padre, e il mio fratellino, nella guerra. Ma io so che loro vivranno sempre nel mio cuore, e non se ne andranno mai. Mai’’.
‘’Tu credi che il mio papà stia con me?’’
‘’Sempre’’, bisbiglia Thom.
Poco dopo, Thiago sorride, felice, e si alza, per vedere i due ragazzi di fronte.
‘’Grazie’’ dice, con un sorriso simpatico che li fa sorridere.
Improvvisamente qualcuno grida: ‘’Thiago! Thiago! Dove sei?’’ Rapidamente, il piccolo salta giù dalla panchina, un po’ di paura nel suo volto. Effie lo avrebbe sgridato. Molto.
Velocemente, lascia un bacio sulla guancia di Delly; poi si avvicina a Thom, e gli sorride.
‘’Piacere di averti conosciuto’’, dice cortesemente, agitando la mano del ragazzo.
‘’Anche a te, signorino’’ gli risponde lui, divertito dal gesto così maturo.
Il piccolo si congeda velocemente, per poi scomparire in fondo alla strada. Entrambi i ragazzi ridono di gusto. Improvvisamente Delly inizia a riflettere, facendo silenzio.
‘’Che succede?’’ le domanda Thom, circondandole le spalle con un braccio.
Delly emette un sospiro.
‘’Non so, è che… quando vedo i bimbi, mi viene in mente il mio fratellino e…’’ una lacrima le scende lungo la guancia.
‘’Beh, non si può avere un fratellino, non più ormai, ma forse… ecco… un bambino.’’ le risponde Thom, asciugandole il viso.
Delly ride, pensando a quella possibilità. Ha solo ventitré anni e si è appena ripresa dal terrore della guerra. È ancora troppo presto.
‘’Se avessi detto una cosa del genere davanti a mio padre, non saremmo nemmeno arrivati alla festa d’addio al celibato.’’
Thom ride e si alza dalla panchina, offrendo la sua mano alla sua ragazza. La bionda la prende, accarezzandola, e insieme iniziano a camminare lungo il vialetto.
 ‘’Lo so che è troppo presto’’, riflette il moro, ‘’Ma se di una cosa sono sicuro, è che voglio passare il resto della mia vita con te. Con o senza figli.’’
Delly sorride, e si avvicina al suo fidanzato.
‘’Di questo sono sicura anch’io.’’
I due ragazzi si scambiano un’occhiata, tenera, innamorata, e si avvicinano, fino a quando la distanza si fa nulla e si baciano teneramente.
 
buon sabato gentee,
allora, ecco qua, ho rovinato tutto. Sono così maleficaa... ma non posso farci nulla.
E adesso, cosa succederà? Cosa farà Thiago? Non vi anticipo nulla, lo scoprirete :))
Comunque, vi è piaciuto il capitolo?
Recensite per favore, mi spronate a continuare. E' così bello sapere che la storia vi piace, e vi rigrazio tanto tanto per i complimenti. 
ora vi rispondo a tutti
baci <3

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Capitolo 5
*** Se non fosse per te. ***


Effie apre la porta a Thiago. Entrambi entrano nella casa della donna, e chiudono la porta dietro di loro. Il piccolo appende il suo zainetto su una rastrelliera vicino alla porta. Cosa porta nel suo zaino? Un maglione e un po’ di denaro. Nonostante sia solo un bimbo di cinque anni, gli è sempre piaciuto essere indipendente, è chiaro che il denaro glielo dà Katniss, ma gli piace ugualmente averne un po’, perché crede che averne può sempre tornargli utile in caso di necessità. È l'unica persona che sua madre ha, e quindi ha deciso di assumersi la sua responsabilità.
‘’Allora io non dico alla mamma che mi hai lasciato da solo e tu non le dici che mi sono mosso, allontanandomi da dove avrei dovuto rimanere. Patto?’’ domanda Thiago, estendendo la sua manina a Effie.
Questa sorride, cingendo la vita con le sue mani incipriate.
‘’E perché credi che decida di accettare?’’ gli chiede lei, divertita.
‘’Perché ci conviene a entrambi.’’
La donna si mette a ridere e stringe la mano al suo nipote acquisito.
‘’Da chi avrai preso, ad essere così furbo?’’
‘’A papà’’, le dice il piccolo semplicemente.
Effie lo guarda con serietà, ma tenerezza allo stesso tempo. Fin dalla mattina ha notato il bimbo riflessivo, più del solito.
‘’Zia, perché alla mamma non piace parlare di papà?’’
Silenzio.
‘’Non è che non le piaccia, amore mio… Io... credo che non sappia cosa dire in proposito.’’
‘’Come? Non lo conosceva, quindi?’’
‘’Sì, ma...’’ gli risponde Effie, provando a cercare le parole giuste, ‘’è difficile.’’
Thiago semplicemente annuisce e si siede sul divano, con la testa rivolta verso i suoi piedini. Sua zia ne segue l'esempio, sedendosi accanto a lui. A quanto pare il piccolo le vuole dire qualcosa.
‘’Sai’’, inizia, ‘’oggi ho conosciuto una ragazza, che mi ha detto che mio padre starà sempre con me. Qua.’’
Thiago indica il suo cuore e poi lascia cadere la mano sul divano, abbassando lo sguardo, di nuovo.
‘’Ah sì? Non ti sarai innamorato della ragazza, vero?’’
‘’No! Era troppo grande per me, zia.’’
Effie ride di gusto.
‘’Io so che papà è nel mio cuore’’, continua Thiago, ‘’ma mi piacerebbe sapere com’ è, conoscerlo.’’
Effie lo guarda, con tenerezza e tristezza nei suoi occhi scuri.  Lui non ha nessuna colpa, chiede solo di poter incontrare suo padre, come qualsiasi bimbo normale farebbe.
‘’Beh, se è questo che vuoi, chiedilo alla mamma. Prova.’’
‘’Tu credi che dovrei?’’
‘’Sì.’’
Thiago abbraccia Effie con forza, facendola ridere. Quando alzano lo sguardo, però, trovano gli occhi di Katniss fissi sui loro.
‘’Mamma, posso parlarti un secondo?’’, le chiede il piccolo, severamente.
Si alza dal divano di scatto, e corre verso la sua mamma, afferrandole la mano.
‘’Ma, portarmi a vedere papà. Va bene?’’
‘’Eh... non oggi Thiago. Oggi non posso’’, gli dice Katniss, cercando di evitare il discorso.
‘’Ma tu mi hai promesso che lo avresti fatto!’’, grida Thiago, alzando notevolmente la voce.
‘’Ma non oggi…
‘’Ma mamma! VOGLIO VEDERLO!’’ urla il piccolo, sempre più forte.
‘’NO THIAGO, NON CAPISCI! NON TI PORTERO’ A VEDERLO! TE L’HO PROMESSO SOLO PERCHE’ TI ADDORMENTASSI UNA BUONA VOLTA, E MI LASCIASSI IN PACE!’’
Thiago guarda sua madre con tristezza, e terrore. Non gli aveva mai gridato, mai. Gli parlava sempre con amore e pazienza, anche le rare volte che la faceva arrabbiare.
‘’Be’ ’’ le risponde, la rabbia nella sua vocina, ‘’se non mi porti, vado da solo.’’
Detto questo Thiago afferra il suo zainetto, appeso accanto alla porta, ed esce fuori, sbattendo la porta nell’uscire dalla stanza, dietro di sé. Katniss rimane statica, immobile, il suo cuore battendole a mille al minuto. Fissa l'ingresso, in attesa che il figlio torni, si sta facendo buio e non può andare così lontano. Non può, non è possibile, vero?
‘’Prima o poi lo troverà, Katniss. Prima o poi saprà tutto.’’, la avverte Effie, per la seconda volta in poco tempo, alzandosi in piedi dietro di lei.
‘’Se non fosse per te, forse sarebbe un po’ più tardi’’ gli risponde la mora, prendendo il cappotto e la sciarpa, scettica.
Katniss esce, chiudendo violentemente la porta alle spalle. Osserva con attenzione la strada, non c'è un'anima nel raggio di un miglio. "Non può essere andato lontano", pensa, mentre comincia a camminare, la preoccupazione per il benessere del tuo bambino aumentando vertiginosamente. Katniss percorre isolati, ma non vi è traccia di Thiago, da nessuna parte. Con uno sforzo immenso a causa dell’orgoglio, decide di chiamare Effie.
‘’Prendi la macchina, ho bisogno che guardi in piazza e nei dintorni. Io cercherò nel parco’’ le dice, mentre squadra ogni persona che cammina nel viale.
‘’Va bene, ciao Katniss. Ti farò sapere se lo trovo.’’
‘’Grazie’’, sussurra semplicemente la mora, la voce notevolmente affannata.
Ora il suo passo diventa quasi un trotto, quasi una corsa. Si sta avvicinando il crepuscolo e Thiago non si vede. "Non avrei dovuto urlargli, morirei se gli succedesse qualcosa a causa mia. Non anche lui, per favore."  La giovane continua a camminare, sempre più in fretta, con la speranza che il suo piccolo si trovi da qualche parte, nel parco. Non si può immaginare a cosa la sua azione involontaria la porti. È stato solo un urlo, solo una frase gridata. Il terrore l’ha portata a gridare a Thiago, terrore per il suo bene, per la sua vita. Non sa che quello che ha fatto avrà determinate conseguenze. Ma lo saprà presto.
Forse fin troppo presto.
 
buongiorno gentee,
allora, al contrario delle previsioni, sono sopravvissuta all'esame interno di matematica, e quindi eccomi qua, ad aggiornare la storia.
Dunque: questo capitolo è abbastanza corto, ma di un'importanza vitale per il nostro Thiago. Sono perfida perfida, cattiva dentro: cosa gli sarà successo? Dove sarà? Con chi? Sarà ancora vivo? +.+
Sono così malefica che Angelina Jolie (sempre che si scriva così), mi fa un baffo. E voi siete le mie Aurore (e qui chi vuol capire, capisca :)
comunque gente, lo so cosa volete, l'incontro Peeta-Thiago. Vi posso assicurare che non manca molto, ma è un momento molto delicato e... be'... vedrete ;)
Ci sentiamo nelle recensioni (che, tra parentesi, sono stupende e voi siete magnifiche *.*), se avete dei dubbi o volete insultarmi per la mia maleficità (?), fate pure.
Al prossimo aggiornamento :D
<3

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Capitolo 6
*** Com' è la tua mamma? ***


Thiago guida a tutta velocità con la sua piccola bicicletta, le lacrime gli rigano il viso delicato. Non sa quanta distanza ha percorso, e non ha nemmeno intenzione di scoprirlo. L’unica cosa che sa è che non vuole rivedere la sua mamma, mai più. Quando le sue gambe cominciano a fargli male, però, è costretto ad accostare vicino a una panca e a sedervisi sopra. Il piccolo singhiozza rumorosamente, senza riuscire a fermarsi, non sapendo dove si trova, o come ritornare a casa. È confuso, arrabbiato e prova molto risentimento verso sua madre. Non capisce perché Katniss abbia reagito così, al chiederle di incontrare e conoscere suo padre, pare che voglia allontanarlo da lui.
Senza smettere di piangere osserva come le persone passano di fronte a lui, ignorandolo: sembra che i pianti non vengano ascoltati, qui. Ma non gli importa; il suo sguardo è fisso su un cracker piccolo e sporco che giace sul marciapiede, i suoi occhi sono appena in grado di vederlo a causa dell'oscurità nel parco. L'unica cosa che lo illumina è la luce delle lanterne, posizionate ai lati del marciapiede, nel terreno. Il piccolo si asciuga le lacrime nella sua felpa bianca, quando un’ombra copre la luce davanti a lui.
‘’Thiago?’’, chiede Delly, non sicura che sia lui, a causa della luce fioca.
Il biondo alza il viso, pieno di lacrime.
‘’Cosa ti è successo?’’
Thiago la osserva soltanto. Questa volta il giovane che accompagnava la ragazza nel pomeriggio non c’è, è stato sostituito da un uomo alto e grande. Thiago non riesce a descriverlo bene, perché intorno a lui regna il buio più totale, e le lacrime pungenti rendono la sua vista ancora più sfocata. Delly inizia a camminare fino alla panchina, e si siede accanto a lui.
‘’Ti sei perso di nuovo? Dov'è la tua nonna?’’
‘’A casa’’, le risponde lui, abbassando nuovamente lo sguardo.
L’uomo che accompagna la bionda si siede accanto a lui, e si toglie la giacca per avvolgere il piccolo. Inizia a fare freddo, e la felpa di Thiago non sembra essere sufficiente a coprire il suo corpo esile.
‘’E i tuoi genitori?’’, domanda Peeta, coprendogli le spalle con tutta la delicatezza di cui è dotato.
Thiago singhiozza di nuovo, appena l’uomo si siede accanto a lui, gesto che il bimbo avverte a causa del legno sotto di lui, che scricchiola leggermente.
‘’Peeta, questo è il bimbo del portafoglio’’ spiega Delly, per far capire a Peeta perché lo conosce. Insomma, Delly è appena arrivata dal Distretto 13, è abbastanza strano che conosca un bimbo di Capitol City.
Un paio di orette fa Delly si è recata da Peeta, dopo aver lasciato Thom al suo lavoro come muratore, aiutante per la ricostruzione della parte di città distrutta dalla guerra, che il governo ha deciso nascondere alle persone comuni, ma soprattutto ai bambini, come segno che tali disgrazie non debbano mai più accadere.
Durante la sua visita è arrivato il Dottor Aurelius, per svolgere con Peeta la sua seduta quotidiana. Alla vista di Delly, tuttavia, l’uomo ha deciso che sarebbe stato molto più producente lasciare ai due ragazzi un po’ di tempo libero, magari al di fuori di quelle quattro mura. E così, Peeta è uscito, non l’aveva mai fatto prima, non per impotenza ma per mancanza di volontà, non avrebbe avuto nessuno ad accompagnarlo, e girare per le strade di Capitol City da solo sarebbe stato imprudente e pericoloso. Vi sono ancora in giro fedeli sostenitori di Snow pronti all’attacco. Peeta sarebbe la loro preda perfetta. Così ha sempre preferito evitare, fino a ora.
Durante la passeggiata Delly ha spiegato a Peeta i cambiamenti avvenuti in ogni distretto. Non vi sono più le ringhiere e le recinzioni elettriche, e la gente è libera di viaggiare tra un distretto e l’altro, senza avere paura di essere sorpresa e sottoposta alla pena capitale. La gente inizia a sposarsi più frequentemente, e ad avere più figli, ora che non vi sono più gli Hunger Games e la guerra è finita. Ogni famiglia ha diritto a porzioni di cibo abbondanti, tranne in alcuni casi; tuttavia questi, col passare del tempo,  si affievoliscono sempre di più. Ormai le persone povere si contano sulla punta delle dita.
Mentre gli spiegava tutto ciò, Delly gli ha anche raccontato del bimbo conosciuto nel pomeriggio e di quanto fosse adorabile.
‘’Quindi’’, Peeta interrompe il silenzio che si era creato, ‘’credo che un gentiluomo come te si meriti un premio, non ti pare?’’
Thiago alza lo sguardo, e i suoi occhietti incontrano quelli azzurri come il cielo del ragazzo. Ora può vederli meglio. Il biondo ha un sorriso simpatico. Il piccolo non sa perché, ma c’è qualcosa in quell’uomo che lo fa sentire sicuro, protetto e voluto. Così, decide di rivolgergli un grande sorriso.
Senza poterselo spiegare, Peeta improvvisamente sente un amore per il bambino. C'è qualcosa in lui che gli fa sentire la necessità di proteggerlo e preservarlo da qualsiasi dolore. Sente che lo conosce in qualche modo, ma è sicuro di non averlo mai visto. È come se il nome di qualcuno si riflettesse nel volto del biondo.
Che stupido, sarà solo una tua sensazione. Non conosci nessuno, qui a Capitol.
‘’Okay. Ti offro un gelato, ma prima devi dirmi perché sei qui da solo.’’, continua Peeta, volendo sapere il motivo della tristezza del bambino.
Thiago abbassa il viso, lo sconforto nei suoi movimenti.
‘’Sono scappato da casa’’, dice, in un bisbiglio confuso.
‘’E perché?’’
‘’Ho discusso con la mamma.’’
‘’Beh, non so cosa sia successo, ma dobbiamo tornare a casa.’’
‘’No! Per favore no!’’ implora il piccolo stringendo le manine in supplica.
‘’Se non torniamo, niente gelato.’’
Thiago ci pensa un attimo, fino a che non incrocia le braccia e si pianta sulla panchina.
‘’Allora non voglio il gelato.’’
Peeta ridacchia fra sé e sé e guarda Delly. La sua amica gli aveva detto che il bimbo era simpatico, ma mai si sarebbe potuto immaginare che lo fosse tanto.
‘’Okay, facciamo così. Io vado a prendere due gelati, mentre tu racconti a Delly cos’è successo, così ti calmi un po’. Cosa ne dici?’’
Thiago ci pensa un attimo e osserva le due dita alzate del biondo. Per un attimo i loro occhi si incrociano, e il biondino decide di alzare un altro dito nella mano del ragazzo.
‘’Facciamo tre’’, dice Thiago ‘’Prendere o lasciare.’’
Peeta ride di nuovo. Sa che non può portarsi il bimbo con sé, e se vogliono riportarlo a casa sua, è costretto a fare ciò che egli chiede loro.
‘’Tutto per il nostro gentiluomo’’, accetta infine, ridendo.
Peeta si alza, guardandosi attorno. Trovare un baracchino aperto a quest’ora non è cosa facile, per niente. Dopo alcuni istanti, ne vede uno aperto dall’altro lato del vialetto. E così s’incammina.
‘’Allora, perché sei scappato?’’, gli chiede Delly, incuriosita.
‘’Io... non capisco la mia mamma! Non so perché non vuole che conosca papà! Sembra che voglia allontanarmi da lui, come se ci avesse fatto del male.’’
‘’Allora non è una vittima della guerra. È ancora vivo!” pensa Delly, felice che egli non sia orfano di padre.
‘’Beh, qualunque sia la ragione che spinge la tua mamma a fare questo, una logica deve averla. Non le hai mai chiesto perché si sono separati?’’
‘’No. E non penso che me lo direbbe.’’
Il piccolo inizia a dondolare i suoi piedini, muovendoli nell’aria, dal momento che questi non raggiungono il suolo. Delly sente una grande tenerezza per il piccolo, e non molto sicura avvicina la sua mano a lui, accarezzandogli dolcemente la schiena. "Sua madre deve essere un orco"  pensa.
‘’E come è la tua mamma?’’
‘’È molto buona. E bella. Mi tratta sempre bene, ma è completamente diversa da me.’’
‘’Cioè?’’, domanda Delly, non capendo il senso della sua ultima frase.
‘’Beh… è mora, ha gli occhi grigi e mia zia dice che il suo sorriso piaceva molto a mio padre. Era molto affezionato a lei.’’
Delly sorride. A volte le piacerebbe poter stare un po’ con i suoi genitori, e con il suo caro fratellino. Ma la guerra porta via tutto. Porta la pace, ma anche tanto dolore.
‘’Thiago, si sta facendo tardi. Perché non seguiamo Peeta e poi andiamo a casa tua?’’
‘’Va bene’’, risponde semplicemente il piccolo, un po’ svogliato.
Insieme camminano lungo la strada lungo cui Peeta è sparito. Lui, nel frattempo, ha raggiunto un baracchino dei gelati aperto, ma decide di accelerare il passo, poiché il venditore se ne sta andando. Giusto mentre tira fuori il portafoglio, azione che implica il distrarsi un attimo dal camminare, urta qualcuno. Si volta rapidamente e vede una donna scivolare, appena di fianco a lui. Subito la afferra in vita, impedendole di cadere. Entrambe le mani circondano la vita della ragazza, attaccandola a lui.
‘’Sta bene?’’ le chiede, la voce affannata.
Nel buio vede il volto della donna che ha salvato. Il suo viso è bello, ma i suoi occhi... i suoi occhi… il suo cuore perde un battito.  A Peeta sembra di essere in un sogno. I suoi occhi azzurri si sono scontrati con dei bellissimi occhi grigi. Quegli occhi che sapeva decifrare perfettamente.
‘’Ka... Katniss’’ balbetta,  guardando il suo bel viso illuminato da una luce fioca.
‘’Peeta’’ sussurra lei, incapace di credere ai suoi occhi.
Entrambi vengono ipnotizzati dal volto dell'altro. Katniss non si rende conto che le sue braccia sono agganciate al collo del biondo, rendendo la distanza tra loro minima. Nessuno dei due è in grado di muoversi.
‘’Katniss’’ sussurra Delly, avvicinandosi timidamente alla scena.
La mora ritira per un momento lo sguardo dal viso di Peeta, per vedere suo figlio che da la mano a Delly. Sapevano già tutto? Sentendo lo sguardo di Peeta puntato su di lei, si volge un’altra volta verso di lui. A poco a poco comincia a perdersi in quegli occhi azzurri come il cielo e sente le gambe non obbedirle, come se non rispondessero ai suoi comandi. Improvvisamente tutto intorno a lei inizia a scurirsi e in un batter d'occhio cade inerte tra le braccia di Peeta, il suo volto l’ultima cosa che vede.
buon lunedì gente,
eccomi qua, un'altra sopravvissuta dell'esame di lingua. 
Finalmente, ecco a voi il tanto famigerato incontro tra Peeta e Katniss, tanto acclamato e voluto. Lo  so, lo so che ve lo aspettavate diverso e che ora vi starete chiedendo cosa succederà e... bhe, cosa è successo a Katniss. Ma tutte le vostre domande dovranno aspettare. Seguite l'evolversi di questo incontro. 
E il nostro batuffolino? Cosa dirà? Mah.
Grazie per tutte le stupendissime recensioni che mi lasciate, mi fanno taaanto felice +.+
Siete magnifiche.
Come sempre, vi do il permesso di insultarmi per la mia maleficità
Al prossimo aggiornamento ;)
<3

 

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Capitolo 7
*** Mi sei mancata. ***


 

 

Nell’amore, come pressoché in tutti gli affari umani, l’intesa cordiale è il risultato di un malinteso. Questo malinteso, è il piacere. L’uomo urla: “O mio angelo!”. La donna sospira: “Mamma! mamma!”. E questi due imbecilli sono persuasi di pensare in accordo. - L’abisso insormontabile, che fa l’incomunicabilità, resta insormontato.

Charles Baudelaire, Il mio cuore messo a nudo, 1859-66 (postumo, 1887-1908)

Katniss apre gli occhi, lentamente, inesorabilmente piano. Ha la vista sfocata, e si sente molto debole, essenzialmente priva di forze, vitali o meno che siano. Con l’inarrestabile, lento passare dei minuti, la sua vista inizia ad adattarsi al cuart dell’abitazione, e riesce chiaramente distinguere il soffitto. Si trova nella sua stanza, in casa di Effie, sdraiata nel morbido letto di piuma. Come vi è arrivata? Non ne ha idea. La sua mente vaga qualche millesimo di secondo nel vuoto, fino a quando ricorda.

‘’Thiago’’ pensa, terrorizzata, sedendosi di scatto sul letto. All’improvviso tutto intorno a lei inizia a girare violentemente.
‘’Attenta’’ le sussurra Peeta, prendendole le spalle e tornando a deporla tra le lenzuola.
Allo scontrarsi con i suoi occhi azzurri, quell’azzurro fluorescente che quasi le blocca il respiro, qualcosa dentro di lei si muove. È eccitazione? Rabbia? Felicità? Non lo sa, dare un senso ai suoi sentimenti ora è quasi impossibile. Vederlo dopo tanto tempo causa il lei sensazioni che la confondono, la travolgono in un mare di incertezze. Cosa fa qui, in primo luogo? Sicuramente ha qualcosa di meglio da fare, come stare con la moglie o la famiglia,  o lavorare. Nel tentativo di evitare il suo sguardo, si volta verso la finestra: è completamente buio.
‘’Mezzanotte’’, dice semplicemente lui, leggendo nella mente della mora.
È seduto su una panca accanto al letto, le braccia penzolanti lungo il corpo visibilmente… magro. Denutrito.
‘’E Thiago?’’, domanda, supponendo che lui conosca già il nome della sua piccola meraviglia. Be’, della loro piccola meraviglia.
‘’Dorme’’, risponde il biondo, ‘’Ed Effie è al piano sottostante, ti sta preparando un tè.’’
Chiaro. Sicuramente Effie ha permesso a Peeta di fermarsi perché potessero chiarire alcune cose. Metterle a posto, per meglio dire. All'improvviso un brivido corre lungo la schiena di Katniss: ’’Saprà già tutta la verità?"  si chiede, mentre la paura inizia a crescere. Per la prima volta dopo quella che sembra essere un’infinità, Katniss guarda negli occhi Peeta, di sua spontanea volontà. In questi c'è solo pace e gioia; senza rabbia o voglia di distruzione. Senza apparenti depistaggi. Senza rancore.  "Sicuramente non si conoscono ancora, sicuramente ancora non hanno idea." pensa, sollevata.
Sentendo la gola secca, Katniss squadra la stanza, in cerca di un bicchiere d’acqua. Quando alla fine lo trova, appoggiato sul comodino, si alza e si dirige controvoglia vergo il mobile, di mogano, antico quanto Snow, almeno. Nel farlo  passa di fianco a Peeta, continuando a tenere lo sguardo fisso su un lampione fuori dalla finestra, nell’oscurità, dandogli le spalle.
Lui la osserva, incredulo. Si sente come se tutto questo fosse solamente un sogno da cui non vorrebbe mai svegliarsi. Sembra che la mora sia solo frutto della tua immaginazione, una figura che pende vita ora davanti ai suoi occhi. Ha sognato questo momento mille volte. Non sa come reagire. Tutto quello che di cui è pienamente cosciente è che la sua gioia è finalmente tornata.
La osserva, stordito. Non è per niente cambiata, a parte qualche cicatrice in più di quelle che ricorda. Il suo volto è ancora bello, senza alcun segno di vecchiaia o ruga. I suoi occhi brillano ancora, non si sono spenti, sono ancora vivi di quel brillo che incanta chiunque, una volta scoperto come decifrarli. I suoi capelli sono un po’ più lunghi, ma per il resto… è la stessa Katniss che lo fa impazzire.
Stanca di essere fissata dagli occhi cristallini del biondo, la mora si volta e chiede:
‘’Cosa c’è?’’
‘’Niente’’, risponde Peeta, stordito, la sua memoria non gli fa giustizia: è molto più bella di quanto ricordasse.
Katniss sorride automaticamente e contemporaneamente si maledice, nella sua mente. "Dannazione! Come mai questo ragazzo ha ancora il potere di rubarmi un sorriso così facilmente? Non è fisicamente possibile.", pensa. Intanto Peeta, stanco di pensare a mille parole senza poi avere il coraggio di rivolgergliene una, prende coraggio, e sussurra:
‘’Mi sei mancata, mi sei mancata tanto.’’
Katniss non replica, non dice nulla. Non sa cosa dire o fare. Da un lato, ha paura di questo Peeta, del Peeta che non conosce, di cui ha tanto terrore. Dall’altro, però, si sente schifosamente in colpa per non avergli detto che hanno un figlio. Improvvisamente il biondo sospira.
‘’Katniss, be', dimmi qualcosa’’, implora la mora, nel vedere il suo atteggiamento così freddo e distaccato.
Per tutta risposta lei si stringe nelle spalle, scettica. ‘’Come cosa?’’
‘’Non so... forse che ne è stato di te o cosa hai fatto.’’
La ragazza sbuffa, e torna a sedersi sul letto.
‘’Ti interessa così tanto?’’ gli chiede amaramente.
‘’Si, certo, più di quanto tu possa immaginare.’’
‘’Non hai nient’altro da fare che stare a fissarmi fino a mezzanotte?’’ domanda.
Peeta si siede sulla panca, teso. Non ricorda una discussione tra di loro prima della sua partenza. Non ricorda nulla. Solo odio e amarezza. La sofferenza di lei, consapevole di averlo perduto. Ma non ricorda nulla che possa indurla a trattarlo in questo modo.
‘’Esattamente, non ho niente di meglio da fare’’ le risponde lui, freddo, ‘’ma a quanto pare tu si, vuoi che me ne vada, no?’’
Katniss esita. Non vuole cacciarlo, ma non capisce nemmeno cosa faccia lì, in camera di Effie, a quest’orario improponibile per qualsiasi persona sana di mente. Sana di mente, quali parole. Le più inesatte per descrivere la situazione del ragazzo del pane. Sì, certo, perché lui è ancora il Peeta freddo, distaccato, feroce, quello delle pupille dilatate e i pensieri omicidi, no? Non può saperlo.
‘’Peeta… I-‘’
‘’Katniss, ti prego, lasciami spiegare. Io non… tu… ero depistato… te ne sei andata, sei partita, senza dirmi dove e…’’
‘’Peeta’’ lo interrompe Katniss, visibilmente stanca per affrontare ora questo discorso e le sue conseguenze,  ‘’Mi fa male la testa e tutto questo è stato molto repentino.’’
Il biondo sospira e si alza.
‘’Okay, ti lascio sola’’ le dice, camminando verso la porta. Giusto prima di aprirla, però, si volta verso la mora, e la guarda, incontrando i suoi occhi grigi. Katniss non può fare a meno di notare che questi siano spenti, bui, quasi… depressi. Questo pensiero la fa sussultare, la sua assenza ha causato quel dolore? Poi però, ricorda, e si tranquillizza, per quanto possibile. E lui, cosa crede? Che per me sia stato facile farmi quasi uccidere ripetutamente da lui?
Peeta continua a osservarla, fino a quando sussurra tristemente:
‘’Sono contento che tu sia tornata, anche se a quanto pare tu non sei contenta di vedermi di nuovo. ‘’
Detto questo segue per la sua strada e si chiude la porta alle spalle. La mora afferra un cuscino e seppellisce il viso in esso.
‘’Calmati’’, si dice, togliendo il volto dal cuscino.
 
Ha bisogno di calmarsi e pensare le cose lentamente... ma lo ha visto. È tornata a vedere l'uomo che la faceva impazzire e, anche se non vuole ammetterlo, sa che quegli occhi azzurri causano in lei un mare di sentimenti che non è capace di controllare. Improvvisamente sente gioia, ma gradualmente domande cominciano a sorgere nel suo inconscio. È sposato? Ha altri figli? Cosa gli è successo? Lui…
‘’Mamma?’’ la voce di Thiago risuona dalla porta.
Katniss lo guarda.
‘’Stai bene?’’
‘’Sì, amore mio.’’, mente, ‘’Vieni qui. ‘’
Il piccolo si avvicina a sua madre, che lo fa sedere sulle sue ginocchia e gli bacia una guancia.
‘’Non sembra che tu stia affatto bene’’, sussurra il biondo, guardando il viso di sua madre.
‘’Non è niente’’
‘’Ti ha fatto qualcosa quel ragazzo?’’ le chiede, prendendo il volto tra le sue manine per esaminarlo meglio.
‘’No. A te ha fatto qualcosa? Cosa ha detto? Cosa ti ha detto? Cosa sa?’’
‘’No, mamma. Niente. Perché reagisci così?’’
Katniss emette un respiro profondo e poggia Thiago sul pavimento.
‘’Per niente, Thiago. Lui è… un mio amico’’.
‘’Come si chiama?’’ chiede il piccolo, con curiosità.
‘’Peeta, il suo nome è Peeta Mellark’’
Il piccolo ripete il suo nome, tra sé e sé, poi si alza e si avvia verso la porta. Poi, poco prima di uscire, si ferma di scatto, e si volta verso sua madre.
‘’Sai mamma, penso che a lui tu piaccia.’’
La mora sente il suo cuore accelerare.
‘’Ah si? Perché?’’
‘’Perché quando ti stava riportando a casa in braccio, ti ha guardato e aveva una faccia da persona innamorata.‘’
Katniss ride, mentre suo figlio lascia la stanza salterellando, allegro.
Come gli può dire che quell'uomo è suo padre?
 
ciao gente,
allora, prima di tutto vorrei scusarmi in latino per avervi fatto aspettare tanto, ma ho avuto i miei motivi.
Primo e più importante, ho gli esami. E fino a martedì, giorno dell'orale, dovrò ripassare come una cretina.
Secondo, questo capitolo non mi piace proprio. Ne ho scritte tre versioni diverse, e questa è la più carina.
Vi prego, ditemi che non fa schifo. Per favore.
Recensite in tanti, fatemi sapere, le vostre recensioni sono bellissime, e mi scuso ancora per il ritardo.
Cosa ne pensate, anche della citazione a piètesto? 
Grazie a tutti :))

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