Mi basta farti stare bene...

di Kestler
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mi basta farti stare bene... ***
Capitolo 2: *** Appuntamento ***
Capitolo 3: *** Il ballo ***



Capitolo 1
*** Mi basta farti stare bene... ***


Eppure si conoscevano sin da bambini…

Il loro legame era uno dei più forti, lei gli consigliava le ragazze e lui non faceva altro che ripeterle che i biondi erano stupidi! Così simili, così diversi…
Jack era una delle persone più divertenti del mondo, capace di risollevarti il morale nei momenti peggiori, ma di essere comunque al tuo fianco… Era tanto divertente quanto “crudele”, per lui gli amici erano la cosa più importante del mondo e infatti bastava che a qualcuno accadesse qualcosa, che il suo ghiaccio era pronto a lasciar posto al fuoco…l'unica con cui era diverso era la sua bionda preferita.

Elsa era una delle più intelligenti e fragili creature che il mondo potesse aver creato, se magari agli occhi degli altri poteva sembrare la tipica secchiona dal monotono 10, all’interno era troppo fragile, fragile per tutto… Ecco perché il suo migliore amico era Jack, perché lui aveva quella forte personalità che nessuno aveva.
Ed era stato lui a scegliere lei, perché tra le tante che a scuola erano stregate da quei suoi magnetici occhi azzurri, lei era l’unica che non cadeva ai suoi piedi…
Non aveva bisogno di essere truccata pettinata o altro, lei era bella così e basta. Nessuno doveva sfiorarla o ferirla…

 
-Ehi Jack!-Elsa lo vide nel cortile della scuola e gli buttò le braccia al collo-
-Oh! Ciao Elsa!- disse Jack sul punto di soffocare-
-Studiata fisica?-rise la bionda-
-Non me ne parlare ti prego! Ho passato tutto il sabato a prepararmi per quella pazza!-così dicendo stampò un bacio sulla guancia alla ragazza-
-Ma almeno vai all’interrogazione?-
-Ovvio!-
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!!!
-No Jack! Non andare!-
-Ehi tranquilla! Ci vediamo all’uscita ok? Non mi farò mangiare, promesso!-
 
-Che devo fare? Non può rimandarlo quella pazza! Sta studiando da moltissimo per quell’interrogazione, e se lo manda a posto? E se gli mette due? E se lui non se la sente e gli mette un impreparato?... Naaaaaaaaaaa! Jack sa sempre come cavarsela, vedrai che ce la farà Elsa! Non vedo l’ora che finisca questa giornata…-

-Allora?- disse Elsa ancora con il fiatone dopo aver raggiunto il giovane albino all'uscita della scuola-
-Oh, non sono in vena di parlarne, piuttosto…facciamo la strada insieme?-Jack sembrava scosso, infatti vedendo la sua espressione Elsa acconsentì di buon grado-
-Certo! Come sempre del resto!-

-Allora Jack com’è andata?- disse Elsa con insistenza dopo un paio di minuti di assoluto silenzio, ma la faccia di Jack non prometteva nulla di buono-
-Male Elsa…-infatti la sue espressione era truce-…MI HA MESSO OTTOOO! OTTOOOOO! Renditi conto!- e mettendosi a ridere Jack la prese per i fianchi e la sollevò in aria facendola girare, mentre lei tentava di picchiarlo e gli gridava- METTIMI GIÙÙÙÙÙÙÙ!-. Quando finalmente la mise giù…
-MA SEI SCEMO O COSA?-
-Cosa!- fece lui candidamente-
-Umpf! Allora è tutto ok! Mi hai fatto prendere un infarto Jack!-
-Ma lo sai, no? Io e il divertimento siamo una cosa sola, un tutt’uno!-
-Si certo, come no? E naturalmente i tuoi scherzi poi vengono testati su di me, ovvio!- fece la ragazza tentando di essere arrabbiata per il comportamento del ragazzo-La stupida di passag…- fu allora che Elsa smise di parlare, perché le labbra di Jack si erano posate sulle sue, ed erano calde e morbide. Quando lui poi indietreggiò, non poté fare a meno di notare l’espressione stupita della ragazza, che nel frattempo era arrossita-
-Il rosso ti dona lo sai?- fece lui ridendo, e fu allora che Elsa gli diede una gomitata-
-Potevano vederci lo sai?-ormai era avvampata fino alle orecchie-
-E che t’importa?- disse lui gesticolando con le mani-
-Ma perché lo hai fatto? Insomma…è stato bello, però…io e te siamo solo amici, niente di più, e poi perché io? Insomma, io non ho nulla di attraente!-
Il ragazzo la interruppe di nuovo con un altro bacio- Ti detesto quando fai così, lo sai? Ti…ti…autocommiseri ecco! Sei la più bella tra le belle, la più cocciuta, la più ingenua, la più eccentrica che possa esistere!- e pronunciò queste parole contando sulle dita ogni aggettivo che  attribuiva alla ragazza-
-Ma ora cosa siamo? Cioè io cosa sono per te?- Jack fece spallucce e poi con voce da robot iniziò a dire- EL-SA STATUS PRECEDENTE MIGLIORE AMICA, STATUS ATTUALE...“VUOI ESSERE LA FIDANZATA DI JACK?”- Elsa sfoggiò un sorriso a trentadue denti e gridò-SÌ!!-
-Cosa siamo?Cosa sei?Sei la mia ragazza! E siamo ufficialmente fidanzati!-
-Ma perché?-
-Come perché? Ti amo scema! E tu...tu mi ami?-
-Ovvio che ti amo! Ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo Jack!- disse gettandogli di nuovo le braccia al collo-
-Sai una cosa?- disse il giovane-
-Cosa?- gli sussurrò all’orecchio la ragazza, ancora abbracciata a lui-
-Mi basta poco per stare bene, mi basta far star bene te!-

 
Angolo autrice:
MACCHESCHIFO! Ho scritto questo obbrobrio dopo aver studiato fisica. È orrenda, quindi non mi aspetto molte recensioni, comunque se vi piace recensite! Ma io non so che mi passa per la testa, comunque…
Un bacione ghiacciato dalla vostra Kestler!

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Capitolo 2
*** Appuntamento ***


Per Elsa gli abbracci avevano un significato particolare…
Quando era tra le braccia di Jack si sentiva protetta, e il suo amato le infondeva conforto e coraggio, poteva ascoltare il suo cuore battere lentamente, quasi fino a formare una melodia, una di quelle che avrebbe riconosciuto tra milioni.
L’essere fidanzati era qualcosa di nuovo, per tutti e due. Jack era un po’ più abituato, data la sua fama alla Haverell High School, ma Elsa era sempre stata un tipo riservato, non aveva mai avuto un ragazzo.
Purtroppo quei magnetici occhi azzurri, non avevano fatto altro che attirare le ragazze della scuola. Non erano stati solo gli occhi, era stato anche il carattere di Jack; era un ragazzo molto divertente e spensierato, ma anche serio e affidabile. Le ragazze con cui era stato erano molto seccanti, parlavano dei soliti argomenti, mascara, moda, vestiti firmati, tutte cose che era stanco di sentire. In realtà non sapeva lui stesso perché fosse stato con loro. Era stato per dieci mesi con una ragazza di nome Maya. A dire la verità era molto bella, occhi verdi, carnagione olivastra e capelli biondo ramato. Girava sempre con il suo gruppetto di amiche snob. All’inizio, quando si erano conosciuti, aveva pensato che potesse essere la ragazza giusta…dopo si era rivelata una vera scocciatura. Lui sarebbe diventato il suo zerbino se non avessero rotto. I momenti dolci c’erano stati, momenti belli che avevano passato insieme. Ma ora l’unica cosa che interessava Jack era di rendere felice Elsa.    
Appuntamento
Tutte le volte che erano usciti insieme era stato bellissimo. Elsa non pensava che Jack potesse essere tanto romantico da organizzare una cena a lume di candela su una terrazza con vista sulla città. Quella fu una serata memorabile… Dopo cena, Jack portò Elsa sotto una quercia, era il suo “posto segreto”.
-Questo era il mio posto preferito da bambino, c’è una vista meravigliosa, non trovi?-disse il ragazzo dolcemente
-Jack-disse Elsa-ma ancora non siamo arrivati, come fai a dire che il panorama è bellissimo?-
-Credimi-fece lui
Mancava ancora molto per arrivare alla quercia che si trovava sulla collina.
-Jack, non puoi camminare a passo più spedito?-
-E come faccio se siamo abbracciati come due koala? Me lo spieghi?-non aveva nemmeno terminato la frase che Elsa gli era passata davanti come un fulmine e stava raggiungendo la cima della collina-
-Vieni! Sbrigati! Tanto non mi prendi!-urlava Elsa-
-Vuoi la guerra? E che guerra sia!-rise Jack- in poco tempo la raggiunse e prima che potesse voltarsi, lui le cinse la vita con le braccia ed Elsa si ritrovò stretta a Jack ridendo con il fiatone per la corsa. Si sedettero ai piedi della quercia ad ammirare il cielo e iniziarono a parlare-
-Sai che non mi stavi per niente simpatico all’inizio?-disse Elsa ridendo-
-Ah sì?-
-Sì, eri quello che volevano tutte, insomma, tutte quelle della mia classe parlavano di te, dei tuoi splendidi occhi e fantasticavano di fidanzarsi con te, baciarti e tutte cose così.-
-Privilegi che sono concessi esclusivamente a te-disse Jack con un sorrisetto malizioso-
-Si, però quando sei diventato mio amico ho imparato ad apprezzarti e ti ho visto sotto un altro punto di vista-
-Eh, che ci vuoi fare? Nessuno resiste all’inimitabile Jack Frost-disse ridendo-
-Elsa distolse lo sguardo dal ragazzo, e si mise ad osservare la luna e a riflettere. Jack la notò-
-Che c’è?-chiese guardandola con preoccupazione-
-Sono un po’ giù, tutto qui-
-Ne vuoi parlare?- Jack non poteva vederla in quel modo, le piaceva la Elsa raggiante di gioia e avrebbe fatto di tutto per farle ritornare il sorriso. Per Elsa invece confidarsi era un tasto dolente, però lui era Jack, il suo fidanzato-
-Jack, non ti ho raccontato una piccola parte della mia vita. Circa tre anni fa ho perso i miei genitori. È successo all’improvviso, stavano partendo per un’ambasciata in Spagna, e dopo un viaggio in aereo, avrebbero dovuto raggiungere le Isole Canarie a bordo di uno yatch fornito dall’ambasciata spagnola. L’arrivo era previsto per le otto di sera, ma il vento sollevò una burrasca e la nave scomparve tra le onde. Non li ho più rivisti…- limpide lacrime rigavano il viso della giovane. Jack le cinse le spalle con un braccio e le asciugò le lacrime. Ormai stava singhiozzando-
-Ehi…-fece il ragazzo dolcemente-non devi preoccuparti, capisco perché non volevi dirmelo, è difficile da accettare…-
-Elsa lo guardava sorridendo-Grazie…-gli posò la testa sulla spalla.
Ormai era tardi e dovevano tornare a casa. Sembrava che nessuno dei due volesse sciogliersi da quel tenero abbraccio.
-Jack, vieni ti faccio vedere una cosa-Elsa si alzò e prese Jack per mano, come era suo solito fare. Lo condusse su un sentiero sterrato e poi entrarono nel bosco. C’era una casetta fatta interamente di legno che profumava di aghi di pino e di resina. All’interno era dipinta d’azzurro e sulle mensole c’erano dei barattoli di conserve di marmellata, in un angolino una deliziosa poltrona rossa vicina ad uno scaffale pieno di libri e a un mobile con un grammofono che aveva visto giorni migliori.-
-E questa?- disse Jack-
-È il mio rifugio segreto. Ci passavo tutti i pomeriggi dopo la scomparsa di mamma e papà. Ho letto centinaia di volte tutti quei libri nello scaffale.- disse Elsa con una nota di tristezza
-È semplicemente stupenda!-disse compiaciuto Jack che aveva appena notato i dipinti che erano appesi alle pareti-
-Grazie!-
-Come stai Elsa?-
-Oh, è tutto ok. Sto meglio dopo averne parlato con te- disse Elsa sorridendo-
Trascorsero un po’ di tempo nella casetta ad ascoltare i vecchi dischi della mamma e del papà con il grammofono e a mangiare pane e marmellata.
Mentre stavano uscendo, Jack trattenne Elsa per un braccio, l’attirò a sé e cominciò a baciarla dolcemente. Le passò le mani tra i capelli e le fece poggiare la schiena alla parete della casa. L’amava con tutto se stesso. Quando indietreggiò non poté fare a meno di notare il sorriso di Elsa e di pensare a quanto potesse essere infinitamente bella.
-Ti amo- disse lui-
-Ti amo anch’io Jack-

Angolo Autrice:
Scusate se ci ho messo tanto ad aggiornare, ma spero ne valga la pena.
Ringrazio Amy e Blaze FrostAnubis per le recensioni.
Un bacione ghiacciato dalla vostra Kestler

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Capitolo 3
*** Il ballo ***


Dopo qualche settimana sarebbe stato organizzato il ballo di Natale della scuola.
Tutti gli studenti erano in fermento, e i preparativi erano affrettati. Ciascun ragazzo diede una mano a completare la festa, chi dipingeva i festoni, chi scaricava la musica e sistemava lo stereo, chi preparava la pista da ballo e regolava le luci, insomma avevano tutti un gran da fare.
Elsa si occupava della preparazione delle locandine e degli inviti dei professori. Nell’aula adibita a stampa e impaginazione Elsa stava facendo uno schizzo della prima locandina, quando notò il suo ragazzo che si dava da fare colorando con una bomboletta spray rossa tutti gli armadietti del padiglione della scuola.
All’idea di vederlo così indaffarato si mise a ridere di gusto.
-Carino eh?-fece una voce pungente alle sue spalle-
-Oh si! Pensa che sta con quella…ehm, come si chiama?-questa volta la voce era più squillante
-Helen? Elettra? Als…Els…Elsa! Ecco come si chiama! Quella con i capelli bianchi!-disse un’altra
-Con quella?-fece la prima
-Quegli occhi sprecati! E quelle labbra…-disse maliziosamente la seconda
-Vabbè lo sai com’è Frost! Le sue “storielle” non durano più di tanto.- gesticolò la terza
-Si, infatti. Si lasceranno e noi avremo campo libero perché lui si rimetta con Maya-concluse la prima
Elsa, presa dalla collera, si alzò e si avviò verso il gruppetto. Gli passò in mezzo e si sporse per afferrare un barattolo pieno di pennelli. Notandola, le tre ragazze trasalirono. Elsa ebbe la sua piccola vendetta personale.
I preparativi accelerarono e con il passare del tempo si diffusero sempre più le voci sul fatto che Jack fosse un tipo da storielle passeggere e che non le prendesse sul serio più di tanto, mentre invece era tutto il contrario.
La giovane decise di non tormentarsi pensando ai discorsi di quelle e dopo aver messo la cartella sotto braccio tornò a casa, aveva di fronte a sé un pomeriggio di shopping con la sorella Anna per scegliere il vestito del ballo.
La povera Anna sopportò tutte le sfilate di Elsa, che alla fine scelse un abito color argento che le calzava a pennello.
Il giorno del ballo arrivò in fretta, tutti i biglietti vennero distribuiti e tutto fu come previsto.
Naturalmente Elsa si sarebbe presentata con Jack come cavaliere.
Il gruppo “piromani” della scuola si era organizzato per uno spettacolo di fuochi d’artificio a mezzanotte, e aveva piazzato una base per i comandi nel giardino esterno. Il ballo si sarebbe svolto nella sala conferenze della Haverell, e siccome era (quasi) Natale, le tende erano state colorate di rosso, i tavoli erano coperti da sottili tovaglie dorate e i festoni erano di un verde catarifrangente.
Jack passò a prendere Elsa, e quando la vide scendere le scale di casa, rimase a bocca aperta: indossava un meraviglioso abito color argento fino al ginocchio, con minuscoli cristalli sul corpetto che brillavano ai raggi della luna, le maniche erano semitrasparenti e avevano anch’esse dei cristalli sui polsi che mano a mano diminuivano lungo il braccio. Era semplicemente stupenda…perfetta!
-Allora? Che ne dici?-disse la ragazza facendo un giro su se stessa-
-Ehm…sei…WOW!-fece Jack passandosi le mani fra i capelli-
-“Wow”? tutto qui?-
-Sei semplicemente perfetta…-si avvicinò lui lasciandole un delicato bacio sulle labbra-
-Così va meglio- disse Elsa, che ormai si era sciolta definitivamente-
Il viaggio verso la scuola fu straziante per Elsa, non sapeva come parlare a Jack, come dirgli tutto quello che era successo con quelle tre oche. Prese un bel respiro e iniziò a parlare:
-Jack senti, dovrei dirti una cosa…-iniziò Elsa torturandosi una ciocca di capelli-
-Dimmi tutto-
-Qualche giorno fa, alcune ragazze nella sala di arte parlavano di te-
-Cose belle o cose brutte?- sghignazzò il giovane-
-Né belle, né brutte. Ti guardavano da capo a piedi e parlavano di tutto quello che avrebbero voluto e potuto farti- a quel punto la ciocca di capelli fu lasciata dalla ragazza che scostò la sua mano da quella di Jack iniziando a stropicciare l’orlo del vestito-
-Gelosa eh?- scherzò Jack-
-No, piuttosto…chi è Maya?-
Al suono di quel nome Jack trasalì e a quel punto erano già arrivati di fronte alla scuola.
Come un gentleman Jack uscì dall’auto ed andò ad aprire la portiera alla sua ragazza che continuava a guardarlo corrucciato ancora in attesa di una risposta.
Arrivati al ballo la pista era già piena di coppiette sdolcinate, i tavoli erano imbanditi (ancora per poco) e c’era tantissimo punch profumato.
-Posso avere questo ballo mia dama?-si inchinò goffamente Jack-
-Ne sarei onorata mio cavaliere.- rispose ironicamente Elsa prendendo la mano del giovane.
Danzarono sulle note di “Nowadays” del musical “Chicago” ridendo mentre tentavano di imitare il balletto del musical, quando partì un lento e abbracciati l’uno all’altra iniziarono lentamente a muoversi aritmo di musica.





Chiedo venia per il ritardo assurdo con cui ho aggiornato, fatemi sapere se vi pace il capitolo.
Un abbraccio, Kestler *-*

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