Mama is back

di Little Cookie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova vita per Monique ***
Capitolo 2: *** Guai in vista ***
Capitolo 3: *** Finalmente libera da un'oscura realtà ***



Capitolo 1
*** Una nuova vita per Monique ***


Quella mattina, Joe dovette andare alle prove con la sua band e decise di portarci pure Monique per farla assistere e mostrarle come suonava con il suo gruppo.
Lei, ovviamente, accettò di tutto cuore, perché è un’amante della musica, ma soprattutto della chitarra, lo strumento suonato dal suo amato Joe.
Quando giunsero a casa di Steve, lui fu molto felice di vedere il suo amico e accolse anche Monique a braccia aperte: “Venite pure, ragazzi! Forza! Avete già fatto colazione, oppure no?”. Joe si voltò verso Monique, poi di nuovo verso il suo amico: “No, Steve. Siamo venuti direttamente qua”. A questo punto, il cantante non esitò a replicare: “Ok, dai. Vi offro io qualcosa da mangiare. Cosa vi va?”. Prima rispose Monique: “Per me caffèlatte e biscotti”. E poi Joe: “Io desidero un po’ di latte e cereali, grazie, Steve”. Quest’ultimo annuì e andò immediatamente in cucina a preparare le due colazioni. Nel frattempo che attendevano, Joe prese la mano della ragazza e gliel’accarezzò: “Hey, tesoro. Come mai sei silenziosa stamattina? Che hai?”. Monique sollevò lo sguardo verso di lui: “Niente, amore. Sono solo un po’ stanca, tranquillo. Non c’è da preoccuparsi” e gli sorrise. Lui ricambiò il sorriso e le diete un bacio dolce.
Poco dopo, tornò Steve con due vassoi: “Weeee, voi due! Vi ho visti, eh!” disse scherzosamente e poggiandoli sul tavolo: “Allora, questo è della nostra cara Monique e questo, invece, è del mio brother Joe. Buona colazione, ragazzi. Non si può suonare a stomaco vuoto!”. “Grazie, Steve” risposero i due all’unisono. “Non c’è di che” e andò a sedersi, aspettando di iniziare le prove.
Mentre mangiavano, il cellulare di Monique squillò. Guardò sullo schermo e sul suo volto calò una cupa espressione: “Qualcosa non va, cara?” chiese Joe. Monique scosse la testa e rispose: “Bobby. Cosa vuoi?!”. Subito dall’altra parte ci fu una reazione di rabbia: “Come ti permetti di parlarmi in questo modo, brutta sgualdrina?! Che cazzo ci fai in giro? Ti avevo detto di presentarti qui e non mi sei stata a sentire!”.
Monique reagì di conseguenza: “Hey! Ascoltami bene, brutto ceffo! Intanto tappati quel cesso che hai al posto della bocca! Ti avevo detto che non avrei mai più messo piede al Madame Jojo’s! Ho un uomo ormai! Non sto più ai tuoi porci comodi! Mi fai schifo! Come capo eri, sei e sarai sempre una lurida merda! Non ti permettere più, ok? Non ti permettere più! Se vuoi una zoccola che balli per te, allora vattela a cercare in mezzo alla strada! Con me hai chiuso per sempre, forse te l’eri dimenticato!”. Bobby non seppe più cosa rispondere, tant’è che rimase come interdetto, ma poi, dopo qualche secondo di silenzio, sbottò nuovamente: “Brutta puttana! Io ti ho dato tutto e tu mi…”. Lei lo interruppe: “Tu non mi hai dato niente! Se mai sono io che ho dato al tuo locale di merda un futuro perché ero la migliore. Di te proprio non mi importa, puoi anche schiattare ora stesso! Mi disgusti proprio! Ti auguro di fallire e in fretta, pure! Che il tuo patrimonio e tutto quanto di tuo vada a rotoli!” e gli chiuse il telefono in faccia. Dopodiché tirò un sospiro come di sollievo. Joe la osservò meravigliato: “Non ti avevo mai vista così incazzata! Ora so che devo stare all’occhio!” le disse facendole l’occhiolino. Monique lo guardò e gli sorrise: “Bobby è uno schifo. Sono solo contenta di essermene liberata!” e riprese a mangiare la sua colazione.
Non appena i due terminarono, Joe prese la sua postazione e Monique si sedette sul divano per guardare la band mentre suonava. Quella mattina provarono alcuni pezzi dei Genesis, Queen e Aerosmith, dopodiché Joe mostrò il foglio del pezzo a cui stavano lavorando per il futuro a Steve e gli spiegò i pezzi di chitarra che aveva inserito. Il cantante parve molto soddisfatto e ben presto si sarebbe messo a lavorare sulla metrica.
Monique rimase estremamente felice delle prove e, quando finì tutto, andò verso Joe per baciarlo e si congratulò con tutti i membri: “Bravissimi! Siete stati davvero sensazionali! Mi siete piaciuti un sacco!”.
“Grazie infinite, tesoro mio” rispose lui ricambiando il bacio.
Quel giorno decisero di pranzare tutti insieme in una steakhouse, in modo da riunire l’intera compagnia, dopodiché Joe e Monique tornarono a casa.
 

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Capitolo 2
*** Guai in vista ***


“E’ stato davvero bellissimo! Spero che la prossima volta suonerete ancora meglio” osservò Monique sedendosi su di una poltrona. Joe si voltò verso di lei sorridendole e poi le andò in contro, inginocchiandosi e cominciando a coccolarla e baciarla sul collo: “Oh, Dio, piccola. Non sai quanto ti desidero”. Monique se lo strinse in un abbraccio: “E allora cosa aspetti a prendermi?”.
Il chitarrista non se lo fece ripetere due volte. Subito si mise a spogliarla e lei fece lo stesso con Joe. Ben presto i loro corpi si ritrovarono avvinghiati in un letto a far l’amore. Avevano desiderio l’uno dell’altra. Joe iniziò con l’accarezzare ogni singola forma del corpo della sua amata, facendola ansimare dal piacere. La ballerina assecondava ogni singolo movimento muovendo il suo bacino e strusciandosi contro di lui e palpandogli le natiche.
A tal punto, Joe partì a stimolarla con la lingua: succhiotti, suzione dei capezzoli, delle parti intime. Ogni atto faceva mugolare pesantemente di piacere la sua Monique: “Vai, Joe! Ti prego! Così!”. Poi la prese e la mise sotto di lui, iniziando a penetrarla con dolcezza e poi con cadenza più ritmata: “Oh, sì! Così, dai!” ansimò lui carico. Continuava a spingere e la ragazza godeva quasi fino a urlare il suo piacere. Decise di spingere ancora più forte e lei si aggrappò alla schiena di lui: “Aaah! Joe! Dio, quanto ti voglio! Fammi tua!”.
Monique iniziò a stimolare il membro di Joe per aiutarlo a sua volta nell’amplesso. Pure lui iniziò ad alzare la voce: “Sì! Sì, Monique! Ti voglio!”. La baciò sulle labbra in maniera focosa e la teneva stretta a sé spingendo il suo sesso dentro di lei.
Successivamente la ragazza passò a stimolare il sesso di Joe, facendolo godere dal piacere: “Dioooo!”. Monique continuò e lui la informò che stava per venire: “Dentro di me, Joe! Fallo dentro di me! Voglio sentirmi tutta tua!”. E il rocker esaudì il suo desiderio. Continuò a spingere energicamente, finché i due raggiunsero l’orgasmo all’unisono, con Monique avente le gambe avvinghiate intorno alla vita di Joe e le loro mani che si intrecciavano, rimanendo tra le coperte.
Per loro fare l’amore era il momento d’estasi, in cui entrambi i corpi si univano per diventare una sola carne. A rendere tutto perfetto era il fatto che tra i due c’era sempre intesa, mai nulla di finto o forzato: “Com’è bello stare con te, Monique” le confidò Joe accarezzandole i capelli. Lei sorrise commossa e a sua volta gli rispose: “Oh, Joe. Anche per me! E’ splendido fare l’amore con te!”.
A queste parole, il rocker la guardò intensamente negli occhi e se la strinse ancor più vicino avvinghiando una gamba attorno alle sue. Si mise poi sopra di lei e cominciò a baciarle il collo, salì su verso le labbra e poi scese verso i seni, indugiando su quella zona. Monique gli accarezzò la testa e godeva di quegli estasianti baci.
Non si sarebbe staccato dalla sua ragazza nemmeno per un secondo per quanto l’amava: “Monique, sei solo mia”. Riprese a stimolarla e questa volta cominciò strusciando le sue gambe attorno a quelle della ragazza, dopodiché le catturò le labbra in un focoso bacio da toglierle il fiato. Monique era quasi in visibilio e quando Joe la penetrò nuovamente lasciò andare tutta la sua tensione, assecondando il compagno e muovendosi a tempo con lui.
Raggiunsero nuovamente l’orgasmo all’unisono, ma questa volta rimasero abbracciati a lungo, fino al calar della sera, quando Joe decise di portare fuori a cena Monique. Lei rimase entusiasta della proposta e si mise tutta in ghingeri per la serata. Joe, al contrario, adottò uno stile più della sua natura, cioè rockettaro, seppur sobrio ed elegante.
Aveva deciso di rendere la serata speciale per Monique, perché desiderava davvero renderla felice, così la portò in un ristorante raffinato e cenarono assieme di gusto e con piacere, parlando del più e del meno e amandosi come due persone innamorate.
Ad un certo punto, Monique si alza dalla sedia: “Joe, amore, abbi pazienza, ma devo andare un attimo al bagno. Ti dispiace?”. Lui la guardò un attimo e poi rispose: “Figurati! Ti aspetto, allora” e le sorrise, cosa che lei ricambiò piuttosto freddamente, visto che pareva piuttosto tesa in quell’istante, ma specialmente di fretta.
 

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Capitolo 3
*** Finalmente libera da un'oscura realtà ***


Giunta alla toilette, la ragazza sperava vivamente di non incontrare nessun impedimento e fu fortunata, perché entrò subito nel primo bagno libero che trovò. Pianse per un po’, perché quella doveva essere una serata speciale, però poi si inginocchiò e si infilò due dita in gola, iniziando a rimettere tutto ciò che aveva ingerito quella sera.
Fece tutto abbastanza velocemente, ma nel frattempo Joe controllava l’orologio perplesso, domandandosi dove fosse finita Monique e perché non tornasse a tavola. Il tutto durò una decina di minuti e forse anche lui capì cosa stava succedendo.
Quando la vide tornare assunse prima un’aria triste, poi seria. Abbassò lo sguardo non appena si sedette, poi le prese la mano guardandola: “Tutto bene, tesoro? Non ti ho vista più arrivare e ho iniziato a preoccuparmi!”. La ragazza si grattò il capo: “Sì, tutto ok. C’era un po’ di coda e… e… allora ci ho messo del tempo in più”. Joe la guardava insistentemente. Aveva già compreso tutto quanto e Monique se n’era resa conto dall’espressione che lui aveva assunto.
Alla fine, lui si alzò e disse: “Dopo facciamo i conti, adesso vado a pagare. Stai qui ad aspettarmi”.
Monique abbassò la testa e Joe andò alla cassa. Pochi istanti dopo tornò da lei e uscirono dal ristorante. Per tutto il tragitto non si parlarono. Nemmeno una parola e lei rimase a capo chino tutto il tempo, perfino quando entrarono in casa.
Dopo aver aperto e successivamente richiuso la porta, Joe si voltò verso la fidanzata, sempre con lo sguardo rivolto verso il pavimento, e le lanciò un’occhiata arrabbiatissima, dopodiché, tutto d’un tratto, le mollò un ceffone da farla sussultare e perdere l’equilibrio, per poi prenderla per un braccio e tirarla dentro di sé per stringersela forte al petto piangendo con le lacrime agli occhi: “Monique! Perché? Perché?” le ripeté con voce rotta dal pianto e ansimando. Anche la ragazza, inizialmente spaventata e con le braccia a penzoloni, cominciò a piangere e abbracciò Joe: “Perdonami, amore mio! Perdonami, sul serio! Non è la prima volta che capita! Non è la prima volta che lo faccio in vita mia!”. Dopo quell’affermazione, i due si staccarono e Monique invitò Joe a sedersi per raccontargli tutto e fare un bel resoconto di quello che era stato un periodo oscuro della sua giovane vita: “In un lavoro come il mio, se non avevi un bel corpo, o non pesavi un tot, non potevi lavorare! Per questo ricorrevo a certi metodi! E ancora oggi il vizio non è del tutto scomparso. Certi strascichi te li porti dietro molto a lungo, ma ci sto lavorando su. Da quando stiamo insieme questa è solo la seconda volta che accade, ma Joe, ti prometto che non lo farò mai più! Per amore tuo e per la mia salute!”
Joe, commosso, le prese la testa tra le mani e la baciò sulle labbra con una tale passione da mozzare il fiato ad entrambi. Lui l’abbraccio: “Sei stupenda, Monique, non hai bisogno di questo. Non ti serve niente di tutto ciò. Sei la persona più meravigliosa che esista al mondo! Non devi pensare di essere perfetta, perché la perfezione non esiste, la creiamo noi con le nostre capacità e azioni. Hai tante qualità da far invidia al mondo intero. Sai quante ragazze, donne, vorrebbero essere come te e non potranno mai? Tu hai tutto e io, avendo te, ho tutto! Sai che significa? Quando ti tengo tra le mie mani e le mie braccia… lo sai cosa significa?”.
Monique rimase in silenzio per un po’, poi si avvicinò al suo volto e gli sussurrò: “Grazie” nell’orecchio. Fu impercettibile, tant’è che Joe non capì e le diede la risposta: “Tu sei il mio mondo, ecco cosa. Nessuno potrà mai rubarmelo!”.
Le prese la mano e se la portò al petto. Con l’altra, invece, le prese nuovamente la testa e la baciò ancora.
Finirono nuovamente per fare l’amore appassionatamente, unendo i loro corpi in un amplesso dettato da un’infinità di carica, emozioni, amore e sentimento. Fu così intenso che i due si addormentarono abbracciati e al risveglio, dopo essersi rivestiti, Joe le suonò e cantò una bellissima canzone d’amore: I don’t wanna miss a thing, degli Aerosmith. Monique ne rimase entusiasta e soprattutto commossa, regalando al suo amato un forte abbraccio e ringraziandolo per tutto: “Grazie per avermi capita. Grazie per avermi ridonato la forza e la gioia di vivere tranquilla, senza pensieri. Grazie per avermi offerto un’ulteriore opportunità e grazie infinitamente per aver scelto proprio me!”. In tutto questo, Joe l’ascoltava ad occhi chiusi e avrebbe solamente desiderato che, mentre la stringeva, quel magico attimo durasse per l’eternità.
 
 

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