a new neighbor: un vicino di casa improbabile

di HarryStylesLover046
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** minaccia ***
Capitolo 4: *** La festa ***
Capitolo 5: *** Visite inaspettate ***
Capitolo 6: *** FSBBCEBG by Niall ***
Capitolo 7: *** "fai sesso con me" "quando avrò 9" ***
Capitolo 8: *** un certo voto alto ***
Capitolo 9: *** non mi uccidete... ***
Capitolo 10: *** Contiene scene di sesso ***
Capitolo 11: *** mi sono scocciata di scegliere nomi u.u ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo finale ***
Capitolo 17: *** Eccomiiii con dei Missing Moments ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Ciao ragazze <3 innanzi tutto grazie per averla aperta, volevo solo chiedervi di non lasciarvi ingannare dall'inizio che fa un po' schifo, ne tantomeno dal capitolo 5 parte 1. io mi sono impegnata il più possibile per renderla bella, poi decidete voi ;) fatemi sapere se vi piace. 
Primo giorno della nuova scuola. Avevo già programmato quest’ultimo anno. Niente ragazzi, niente amiche solo tanto studio. Dopo essere stata bocciata l’anno scorso non ho più intenzione di ripetere la stessa cosa quest’anno. Non avrei più saltato la lezione per farmi scopare dai ragazzi più popolari nel mio solito sgabuzzino. Non avrei più passato pomeriggi interi a fare lo shopping con le amiche anziché studiare. Sarei rimasta nel mio appartamento sola soletta a superare quest’anno. Certo un vero programma da depressa ma per essere ammessa a Cambridge dovevo impegnarmi e senza l’aiuto dei miei genitori visto che mi avevano cacciato di casa dopo aver visto la pagella. Ok forse non mi avevano proprio cacciato ma una busta con un indirizzo e delle chiavi di un nuovo appartamento indicava che la mia presenza non era più gradita. Non mi hanno chiamato per tutta l’estate. Solo al mio compleanno ma giusto per ricordarmi che la scuola sarebbe iniziato l’indomani e che avrei fatto meglio a presentarmi. Chiusi l’armadietto di scatto e mi incamminai verso la nuova classe quando un ragazzo mi parò la strada e si appoggiò agli armadietti trascinandomi con se.

– Ciao biondina – disse con un sorriso. Aveva i capelli castani molto corti e gli occhi color nocciola. Indossava la giacca della squadra di calcio e mi sorrideva come se volesse accecarmi con quei denti splendenti. Conoscevo benissimo quel sorriso: “non mi importa come ti chiami basta che ti scopo” il ragazzo continuò come se niente fosse.
– Io mi chiamo Liam. Non ti ho mai vista qui sei nuova? – io sbuffai. Decisi di inventare una scusa per evitare di dare nell’occhio e sistemarlo allo stesso tempo.
– No è solo che fino all’anno scorso ero bassa e senza tette perciò non mi hai notato – il ragazzo stupito mi lasciò andare dalla sua presa ed io proseguii spedita a testa alta. Di solito ero abituata a salutare tutti i miei coetanei nel corridoio mentre facevo ammutolire le conversazioni degli studenti più piccoli quando passavo. Mi fermai ancora stavolta per quello stesso ragazzo che le tratteneva il polso.
– Non mi hai ancora detto come ti chiami.
– Dovresti saperlo, siamo stati a letto insieme tre volte – bugie. Adoravo le bugie: avevano la capacità di confondere le persone quanto bastava per riuscire a svignarsela. Entrai nella classe senza bussare anche se era in ritardo. Grosso errore. Con la porta colpii in pieno un viso di un ragazzo. Mi portai subito le mani alla bocca e mi avvicinai al ragazzo che stava piegato in avanti con le mani sul naso. La classe scoppiò a ridere e mi apostrofò subito come imbranata.
– Signorina Cooper le consiglio di stare più attenta e di bussare la prossima volta che entra in classe. Si accomodi ma ne parlerò con i suoi genitori di questo.
– Allora le auguro buona fortuna nella sua ricerca. Dove mi siedo?
– Lo chieda al sig. Styles visto che lo seguirà fuori per tutta la durata della lezione. Le raccomando vivamente di abbassare il tono quando parla con un docente – Fantastico, il mio primo giorno e sono stata già sbattuta fuori, pensai. Girai sui tacchi ed uscii fuori, dimenticandomi completamente dell’altro ragazzo.
– Potresti almeno scusarti mi hai quasi spaccato il naso – stavo per rispondergli a tono ma appena lo guardai non riuscii a proferire parola. Era veramente stupendo... i morbidi ricci neri gli ricadevano sulla fronte, gli occhi erano di un verde splendente. Appena mi vide imbambolata sorrise e delle bellissime fossette gli solcarono il volto. Si appoggiò al muro e incrociò le braccia al petto. Io distolsi lo sguardo.
– Tranquilla non mi da fastidio essere ammirato, continua pure – disse. Io avvampai e improvvisamente le mie scarpe divennero molto interessanti.
– Non ti stavo ammirando. Stavo solo accertandomi che non fossi veramente mezzo coreano come ho sentito dire – improvvisai.
– Scusa biondina ma con me non attaccano le tue bugie. Non sono deficiente come Payne, so che se nuova. Lui la testa ce l’ha solo per sbatterla contro una palla da football.
– Invece tu ce l’hai solo per sbatterla contro le porte – ribattei io girando i tacchi e allontanandomi da lui lungo il corridoio vuoto. Svoltai un paio di volte con l’unico risultato di perdermi. Stavo cercando il bagno delle ragazze per accendermi un sigaretta ma alla fine mi ritrovai a girare a vuoto. Guardai l’orologio, erano passati solamente 10 minuti. Finalmente riuscii a trovare quel maledetto bagno. Mi accostai alla finestra, poggiai la borsa sul danavanzale e accesi una sigaretta dopo aver fatto il primo tiro iniziai a notare dei gemiti provenienti da uno delle porte dei gabinetti. Le cose erano due: o la ragazza si stava masturbando oppure c’era un ragazzo con lei. La curiosità prese il sopravvento e mi abbassasi per vedere i piedi dei presenti. Vedevo due gambe aperte penzolare dal water mentre c’era un ragazzo inginocchiato. Dovevano aver appena iniziato ma la ragazza stava già urlando come una dannata.  Dopo due minuti venne urlando il nome “Harry”.  Doveva essere proprio bravo quello.
– E bravo Harry – sussurrai tra me e me. La porta iniziò ad aprirsi e in una rapida mossa mi accostai alla finestra continuando a fumare la mia sigaretta. La ragazza uscì con un sorriso stampato in faccia ipotizzai sentendo il tacchettio delle scarpe affievolirsi. Una mano si posò sul mio gluteo destro e mi fece scattare. Mi voltai per vedere chi era il responsabile ma mi ritrovai davanti solo un petto nudo con tatuaggio di una farfalla disegnato. Alzai lo sguardo e mi trovai davanti un sorriso con tanto di fossette.
– Mi ero sbagliata. La testa ce l’hai solo per metterla tra le gambe del sesso opposto.
– Mi fai fare un tiro? Quella aveva davvero un pessimo sapore – gli passai la sigaretta a malincuore.
– Innanzi tutto perche sei senza maglia? Secondo perché mi hai toccato il culo? E terzo perché non l’hai mandata a quel paese? – chiesi contando le domande sulle mani. Lui sbuffò come se avessi fatto la domanda più stupida del mondo.
– A lei, come al 99,99% delle ragazze piace vedermi senza maglia. 2 hai un bel culo 3 sarebbe stato scortese mandare a quel paese la mia professoressa. – quasi mi strozzai con il fumo a sentire quelle parole.
– Tu fai sesso orale con la tua professoressa?!
– Hai qualche problema per caso a fumare? Ti aiuto io se vuoi – Fece un tiro e mi prese il volto con le mani. Aprii la bocca per mandarlo via ma in quel momento mi soffiò tutto il fumo nella mia bocca. Poi si allontanò sghignazzando mentre io diventavo rossa come un peperone.
– Mi dici che cazzo ti passa in quella testa?! – sbottai. Lui sorrise.
– Se te lo dico, Camilla Cooper scapperesti da questo bagno senza guardarti indietro – rispose lui. Io lo guardai stupita.
– Come sai il mio nome?!
– Ti ho già riposto prima. Hai un bel culo.
– Certo ma non c’è certo tatuato il mio nome sopra!
– Ho chiesto in giro. È il motivo per cui il professore mi ha sbattuto fuori. Ti posso fare una domanda?
– No mi hai già rotto il cazzo – feci per andarmene ma lui mi bloccò la strada parandosi davanti a me.
– Non vuoi passare come la pervertita che è rimasta a sentire una professoressa che veniva 
– È una minaccia questa? – lui sorrise di nuovo e si avvicinò a me facendomi sbattere contro il muro. Si appiccicò a me appoggiandosi con le mani al muro.
– Forse – sospirai sonoramente fingendomi annoiata.
– Che vuoi?
–Vieni a letto con me
– Mi piacerebbe ma ho l’agenda molto piena in questa settimana riprova la prossima – e con questa scusa me la filai sotto il suo braccio uscendo dal bagno.
 

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Capitolo 2
*** 2 ***


Harry’s Pov
Diedi ultimo sguardo al sedere di Camilla mentre si allontanava e sorrisi. Il modo in cui mi rispondeva ogni volta mi faceva impazzire e divertire allo stesso tempo. Non mi sarei mai aspettato che qualche ragazza mi avrebbe mai rifiutato. Ma quella era diversa, glielo leggevo negli occhi. Mi guardai intorno quando vidi una borsa sul davanzale, mi avvicinai e ci rovistai dentro. Ne estrassi un portafoglio nero di pelle. Lo aprii e frugai tra le carte per trovare un documento. Niente. C’era solo qualche banconota, vecchi scontrini e, mi sembrò impossibile, preservativi. “attrezzata la ragazza”, pensai. Trovai anche una specie di diario pieno zeppo di foto, carte dei vari negozi e anche post-it. Sentii dei passi che si avvicinavano frettolosi. Presi il diario, lo nascosi sotto la maglietta e mi rinchiusi in un bagno. Quando fui certo che i passi se ne fossero andati e che fossi da solo, uscii dal bagno. La bora era sparita ma il diario lo avevo ancora io, ritornai nel corridoio e mi diressi verso la classe di biologia. Mi sedetti all’ultimo banco come il solito e senza farmi vedere da nessuno iniziai a sfogliare l’agenda. Non c’era scritto il nome della proprietaria ma solamente diario del quinto anno.
31 agosto. OGGI DICIOTTENNE; mattina: drink con Rosy alle 10.30, shopping con Jess alle 12 e pranzo con le STSF; pomeriggio: casa di Tyler alle 15.00, casa Carol alle 18; Sera: cena casa con genitori alle 20. 15, festa a casa di Jake alle 22 e notte bianca con STSF e squadra di football. NOTE: Ciao amore, grazie per esserti scopata al posto mio Tyler oggi pomeriggio, adesso ho finalmente una scusa per lasciarlo. P.S. hai visto come ce l’ha piccolo?  ^_^ Comunque auguri zoccoletta. Baci Jess.
Tesoro sono Rosy adesso stai amoreggiando con Jake ma tanto è talmente fatto che non se lo ricorderà... sono le quattro e mancano quattro ore all’inizio della scuola :) Domani voglio vedere che scusa t’inventi con il prof :,)
Hey bonazzona ti ricordiamo che l’anno prossimo saremo al collage e faremo la stessa cosa, sempre che tu non sia bocciata ;) per sempre STSF (siamo troie e ne siamo fiere) un abbraccio dalle tue amiche Jess, Rosy, Mary ed Emily.
Chiunque fosse questa ragazza era al quinto anno e Harry la doveva assolutamente conoscere. Non avevo mai sentito queste ragazze però. Appena voltò pagina capì perché: non solo erano di un’altra scuola ma questo diario risaliva all’anno scorso. Più leggeva più era deciso a trovare la ragazza. Verso il mese di ottobre comparve la prima foto. C’erano cinque ragazze ognuna con sfumature diverse di capelli erano di fronte ad un campo da calcio. Una aveva una caramella il mano e la stava leccando, sopra riconobbe la stessa scrittura della proprietaria: Emily :) accanto alla rossa c’era una castana con la maglietta alzata fino a sopra il reggiseno con sopra scritto Rosy. La vista delle tette della ragazza mi fece eccitare, ma mai quanto la ragazza centrale: era girata di spalle con i gomiti poggiati alla sbarra delle tribune con il sedere in bella vista e dei pantaloncini che le aderivano perfettamente. Non si poteva vedere in viso ma riconobbi dei capelli biondi. Non c’era nessun nome su di lei perciò intuii fosse la proprietaria. Le altre due invece, una biondo scuro, quasi castano Jess e un’altra con i capelli neri corvini Mary si stavano scambiando un piccolo bacio provocante mettendo l’una le mani nel pantaloncino dell’altra. Mi chiesi come fece il fotografo a scattare quella foto on le mani ferme.
Dopo aver sfogliato innumerevoli pagine l’ora suonò ed Harry rimise il diario sotto la maglia, finché non arrivò al suo armadietto dove lo chiuse. Adesso c’era l’ora di ginnastica. Raggiunse il resto dei ragazzi: c’era Louis che stava attaccando bottone con una ragazza; Zayn invece stava litigando con Perrie, la sua fidanzata, così salutai Niall.
– Styles perché quella faccia? Che ti succede bello?
– Niente Horan, stavo solo pensando. Cosa c’è stasera?
– Niente di che... una festa a casa di Payne, vuole invitare a tutti i costi la ragazza nuova, quella bionda da paura.
– Se c’è lei vengo anche io. Oggi devo andare a fare il trasloco alla nuova casa dopo passate a vederla. È fantastica
– Ok Styles però non ti atteggiare. Veniamo verso le otto e ci fai fare il giro. Ti portiamo qualcuna, giusto per inaugurare il nuovo letto?
– No a quello ci penserò io. Anche se ho già in mente chi potrebbe essere la fortunata. Devo solo controllare qualcosa.
 
– Fammi sapere poi. Adesso andiamo a scegliere qualche ragazza per quest’ora barbosa.
Camilla’s Pov
Cercai ovunque: in borsa, in macchina e nell’armadietto. Ma il mio diario era sparito. Non osai immaginare chi poteva averlo preso. Dentro c’era tutta la vita che mi ero lasciata alle spalle. Chiamai Emily al cellulare mentre ero in macchina.
– Tesoro dimmi tutto! Come sta andando il tuo piccolo fioretto?
– Una merda! Ho conosciuto una cavolo di Bono che vuole scoparmi, ma sai che non posso. Cercalo su FB si chiama Harry Styles. Comunque è successo un casino! Non riesco a trovare il mio diario dell’anno scorso e ho paura che se lo siano preso.
– Porca Puttana. Mi dispiace per te tesoro. Qui alla mia nuova scuola è una palla. Essere bocciate era la cosa peggiore che potesse succedere alle STSF. Abbiamo fatto bene ad andare in scuole separate altrimenti non avremmo resistito a lungo con questa assurdità.
– Eh già, peccato che mi manchiate da morire. Adesso devo andare ci vediamo sabato a casa mia. Informa le altre. In bacio Emily
– Anche a te tesoro. Comunque per me te lo dovresti portare quel ragazzo.
– Secondo te mi dovrei portare anche il principe – risposi ironica. Emily scoppiò a ridere e insieme agganciammo la telefonata. Misi in moto e partii verso il mio appartamento.
Harry’s Pov.
Dopo aver portato avanti e indietro scatoloni su scatoloni mi accasciai sul comodi divano. Ripresi quel diario e arrivai alle ultime pagine. Incollata al 15 giugno c’era un foglietto:
Cara Camilla. Queste sono le chiavi del tuo nuovo appartamento, io e le madri delle tue amiche abbiamo deciso di separarvi mandandovi a svolgere nuovamente il quinto anno in scuole diverse. Cerca solo di non essere bocciata di nuovo. L’indirizzo è *** appartamento 5B. È un quartiere tranquillo e non ci sono ragazzi.
P.S. abbiamo già messo il nome Camilla Cooper sul citofono.
Baci da mamma.
Appena lessi quel nome mi alzai di corsa dal divano e mandai un messaggio a Niall: “Cazzo Niall porta qui Louis e Zayn subito!”

spazio scrittrice
Grazie per aver deciso di continuarla, vi amo tutte :)

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Capitolo 3
*** minaccia ***


Harry’s Pov.
Appena i ragazzi arrivarono presi a correre per la stanza preso da una frenesia enorme. Non me ne ero accorto inizialmente ma nelle altre pagine c’erano foto che la ritraevano. L’avrei potuta riconoscere guardandola senza dover arrivare all’ultima pagina e leggere l’indirizzo. Ce ne era una dove stava senza reggiseno dove i capelli le coprivano a malapena i capezzoli. Un’altra invece dove faceva la verticale a gambe aperte appoggiata ad una colonna con un disegno di un pene. Appena il resto del gruppo vide tutte le foto iniziarono a ridere e urlare.
– Styles adesso ce l’hai in pugno! Io direi facciamole un bello scherzo: ricopriamo la scuola con queste foto. Nella maggior parte è seminuda e poi tutti verrebbero a sapere la sua vera natura – esclamò Niall.
– Horan non correre. Harry io ti consiglierei di approfittarne. Insomma adesso sta cercando di tenere un profilo basso, non vorrebbe certo la popolarità di tutta la scuola... – iniziò Louis
–Dove vuoi arrivare Tomlinson? – chiesi incuriosito 
– Voglio dire e se usassi la situazione a tuo favore. Con lei al tuo fianco Payne rosicherà come un castoro. Portala alla festa di stasera e domani mattina usando la scusa di una cosa che non ti è andata a genio, metti la foto della verticale nell’armadietto di Liam. Così si diffonderà la notizia a macchia d’olio e lei sarà al centro delle attenzioni e tu con lei. Infatti tenendola sotto la costante minaccia di tappezzare la scuola con le sue foto, lei ti dovrà obbedire per forza.
– Louis sei un fottutissimo genio! E non sapete ancora la parte migliore... abita qui di fronte a me! – esclamai. Era tutto perfetto: avrei ottenuto la mia vendetta su Liam Payne, la migliore ragazza della scuola che sarebbe diventata la mia puttanella personale.  Fece un sorriso compiaciuto e si mise all’opera insieme agli altri ragazzi.
Camilla’s Pov.
Mi sdraiai sul divano con una pezza sulla fronte. Stavo diventando paranoica per colpa di quel diario che avevo perso, tutte quelle esperienze e foto che volevo lasciarmi alle spalle erano raccolte tutte lì: troppo belle per essere buttate, troppo gravi per essere sbandierate a tutto il mondo. Magari l’aveva trovato una ragazza e l’aveva dato alla segreteria. Si certo doveva essere per forza così. L’indomani sarei andata lì per chiedere e sicuramente l’avrei riavuto. Erano le nove e ormai doveva essere ora di cena. Così decisi di alzarmi e andarmi a cucinare qualcosa. Improvvisamente bussarono alla porta, dopo un secondo di esitazione controllai dalla spioncino ma non vidi nessuno. Così aprii la porta e a terra c’era una lettera. La aprii spaventata e dentro trovai la mia foto in topless con una bottiglia di vodka e i seni coperti a malapena dai lunghi capelli. Ebbi le vertigini e il mondo mi sembrò crollare addosso. Dentro vi era un biglietto scritto con una scrittura sottile: Tranquilla ne ho molte altre copie, se non vuoi che vengano affisse per tutta la scuola mettiti qualcosa di bello e bussa all’appartamento di fronte, stasera vieni con me ad una festa. Il tuo adorato vicino. Raccolsi la foto caduta da terra e la strappai in mille pezzi. Avrei dovuto chiamare la polizia, ma non si sarebbe risolto niente. Decisi di agire e uscii di corsa andando a bussare alla porta di quel maniaco, ladro, bastardo. Sentivo le risate di altri ragazzi da dietro la porta che si interruppero non appena bussai. Un ragazzo biondo mi aprì la porta sorridendomi.
– Guarda chi si vede! Hey bello c’è la ragazza che aspettavi – disse. Camilla lo scostò dalla porta e fece irruzione nella stanza, piena di scatoloni. Un ragazzo moro con gli occhi nerissimi la accolse con un inchino ma poi ritornò a scrivere sul telefono. Invece un altro castano la salutò cordialmente e successivamente le fece l’occhiolino.
– Chi è tra di voi lo stronzo che mi ha rubato il diario.
– Oh lui si sta preparando per la festa, cosa che tu non hai fatto vedo. Dai andiamo di la e vediamo un bel vestito che faccia diventare verde di invidia Payne – Senza darmi il tempo di protestare mi condusse fuori l’appartamento e mi trascinò nel mio. Poi tirò fuori una copia della mia foto di prima dalla tasca dei pantaloni e dovetti rinunciare al saltare su di lui per ucciderlo. Lo condussi in camera da letto ed aprii l’armadio. Tirai fuori i miei vestiti per le feste e li stesi sul letto. Erano tutti molto... provocanti. Lui ne scelse subito uno nero molto aderente, scollato e sorrise sentendomi sbuffare. Ovviamente non volle uscire nemmeno quando mi cambiai, tanto mi aveva visto in topless ed ero sempre stata dell’idea che biancheria e costume da bagno fossero la stessa cosa. Andai nel bagno e mi pettinai i capelli poi mi girai verso di lui indecisa: – Devo anche truccarmi? – Lui parve rifletterci ma alla fine scosse la testa. Chiusi un secondo gli occhi e mi ricordai dell’ultima volta che misi questo vestito. Era il mio compleanno di due ani fa, durante la mega festa organizzata sempre a casa di Jake. Presi la borsetta nera con dentro le chiavi e il telefono.
– Vado con la mia macchina grazie vi seguirò, magari può venire anche qualcuno di voi con me.
– Penso che Harry ci tenga ad accompagnarti personalmente.
– Harry Styles?! Ci avrei scommesso che era lui, che figlio di puttana, finita questa festa gliela faccio pagare!
–Buon per te ma adesso dobbiamo andare – uscimmo dall’appartamento e ci dirigemmo a quello di fronte che era ancora aperto. Il moro e il biondo erano appoggiati alla porta e poi c’era lui... Con una maglietta bianca a mezze maniche e un pantalone nero con le Converse bianche abbinate. I capelli erano scompigliati ma in modo affascinante, aveva le mani in tasca e sorrise vedendomi arrivare verso di lui con Louis. Appena mi fu vicino iniziai a prendere a pugni il suo petto fino a che non mi bloccò le mani e le spinse contro il muro. Poi avvicinò il suo viso al mio orecchio: – Risparmiati la rabbia per quando andremo a letto – Io mi liberai dalla sua presa ed andai avanti scendendo per le scale senza aspettare nemmeno l’ascensore. Fui immediatamente seguita dal castano.
– Io mi chiamo Louis comunque
– Io invece, no aspetta, lo sai già il mio nome perché il tuo amichetto ladro te l’ha già detto e scommetto che ha trovato tutte le mie foto e vi siete fatte due risate guardandole.
– Ok rilassati biondina. Cercherò di convincere Harry a non pubblicarne nessuna – mi fermai all’improvviso e Louis sbatté contro di me.
– Lo faresti davvero? Senza nulla in cambio?
– Perché no, insomma che senso ha rovinare la vita di una ragazza solo perché ti ha respinto.
– Se tutti i ragazzi della mia vecchia scuola la pensassero come Harry, allora sarei già bella che morta – conclusi io scendendo l’ultima rampa di scale.
Le porte dell’ascensore si spalancarono ed Harry uscì, incurante mi cinse i fianchi con un braccio e si avviò verso una mini bianca. Entrai dentro e il profumo di auto nuova mi investì. Lui si sedette e mise in moto senza proferir parola. Dopo aver fatto i primi cinque minuti di macchina decisi di interrompere questo silenzio assillante.
– Cosa vuoi da me esattamente?
– Devi fingere di essere la mia ragazza.
– Ma complimenti Capitan Ovvio!
– Non c’è di che Sergente Sarcasmo – rispose lui ironico.
– Intendevo, dovremo andare anche a letto insieme?
– Solo quando mi va e non ho niente da fare.
– Sei un porco.
– Disse quella che si faceva scopare dentro uno sgabuzzino.
– È stato l’anno scorso adesso non sono più così.
– È un vero peccato, non ci sono molte figure femminili fighe dentro la nostra scuola: tu e le STSF eravate fantastiche, cosa è successo poi?
– Niente di importante, ti dico però che sta succedendo adesso: un idiota ha appena sbagliato strada facendoci andare verso l’autostrada – appena sentì le mie parole sterzò bruscamente e ritornò indietro nella strada di prima.
– È stato il pensiero di tutte le tue foto chiuse dentro il mio comodino che mi ha fatto distrarre. Dimmi una cosa: Come avete fatto tu ed Emily a farvi una foto vicino a degli agenti incatenati dentro la loro stessa macchina della polizia?  
– Ho afferrato il concetto, tu hai il controllo su di me per delle stupide foto e quindi io non ho il diritto di chiamarti idiota.
– Sei perspicace allora! Compimenti meriti una stellina d’argento!
– Noo io la volevo d’oro. – dissi con falso risentimento. Harry accostò vicino ad un enorme cancello di ferro battuto. Lui fece il giro e le aprì la portiera. Il riccio le orse un braccio che Camilla accettò sbuffando.
– Andiamo a sbatter in faccia al mondo la nostra perfezione – esclamò lui. Io abbassai lo sguardo per non far vedere che stavo sorridendo.
 

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Capitolo 4
*** La festa ***


Harry’s Pov.
Camilla era bellissima con quel vestitino corto e scollato. Dopo il colpo di genio di Louis l’avrei fatta pagare a Liam. Al primo anno eravamo grandi amici ma poi mi rubò sotto il naso la fidanzata allora era iniziata una vera e propria guerra che si protraeva da cinque anni. Ogni ragazza che era stata con uno dei due non molto tempo dopo veniva sedotta dall’altro. Ed era veramente difficile resistere a tutti e due: Io con i capelli ricci e l’aria da strafottente e lui tutto muscoli e calcio. Ma con lei Liam ci aveva provato e non c’era riuscito, certo anche io avevo fallito inizialmente ed ero dovuto ricorrere alle minacce, ma questo lui non lo sapeva...
Appena entrammo fummo accolti da un branco di ragazzi per lo più ubriachi. Tutti e dico tutti sia maschi che femmine stavano ci guardando. Eva si avvicinò a me puntandomi le unghie finte smaltate di rosso contro il petto.
– Cosa pensi di fare con questa puttanella?
– Quello che non voglio più fare con te – risposi seccato. Eva assunse un’espressione arrabbiata.
– Ti ricordo che hai una relazione con me.
– Ti ricordo che non me ne fotte più niente di te. Tanto per la cronaca era con il tuo corpo non con te – Camilla si allontanò di poco vedendo Eva prendere un frullato in mano. Inizialmente mi chiesi il perché di quel gesto ma lo compresi due secondi dopo quando Eva lasciò cadere il frullato sulla mia testa. Nel fare quel gesto di macchiò anche il suo vestito firmato.
– Hai tutta la mia stima in questo momento, anche si mi hai chiamato puttanella – disse ridendo Camilla, Eva accennò un sorrisetto. – vieni con me che ti aiuto a levare questa macchia dal tuo vestito. Eva accettò di buon grado e insieme si diressero verso la casa. Afferrai Camilla per un polso.
– Dove pensi di andare?! – sbottai. La bionda alzò gli occhi al cielo.
– Oh già vieni anche tu – mi prese un braccio e bisbigliando qualcosa all’orecchio della sua nuova amica la convinse a prendere l’altro mio braccio. Quando stavamo per entrare nella casa Liam Payne ci venne incontro. Appena mi vide a braccetto con entrambe le ragazze più sexy della scuola il sorriso gli sparì dalla faccia.
– Se non ti dispiace noi andremo a pulirci i vestiti. Saremo nella camera da letto se ti serve qualcosa – detto questo condussi entrambe le ragazze dentro la casa. Entrammo in una camera e mi sedetti sul letto mentre le ragazze entrarono nel bagno adiacente. Mi levai la maglietta imbrattata e scompigliai i capelli. Le ragazze uscirono entrambe senza vestiti.
Camilla’s Pov.
Eva, apparenza a parte, era simpatica. Mi ricordava molto Rosy in fondo. Appena entrammo nel bagno iniziammo a parlare del piccolo piano di vendetta architettato da me. Appena finimmo di metterlo a punto ci levammo i vestiti ed uscimmo entrambe in biancheria intima. Harry, come previsto, era senza la maglietta. Ci avvicinammo a lui lentamente sedendosi ciascuna ad un suo lato. Lentamente ci lasciammo un piccolo bacio a stampo proprio davanti ai suoi occhi. Poi lo guardammo in modo seducente e mentre lui si stendeva sul letto Eva mi fece l’occhiolino. Chiuse gli occhi quando iniziammo entrambe ad accarezzargli il petto con la mano destra. Dopo pochi secondi Eva mise la sua sinistra al posto della mia mano e fortunatamente Harry non si accorse del cambio. Mi alzai, senza fare rumore entrai nel bagno e recuperai i vestiti di entrambe. Infilai il mio velocemente e le diedi il cambio. Quando però Harry stava per aprire gli occhi mi chinai su di lui e gli sorrisi, usando i capelli come muro. Quando Eva feci due colpi con il tacco mi alzai dal letto e la raggiunsi. Harry ci guardò entrambe con aria interrogativa.
– Ti ricordo che non sei così figo da riuscire a scopartele due di ragazze. E per la cronaca il frullato alla fragola lo devi sfregare bene per toglierlo dia vestiti – disse Eva. Uscimmo e chiudemmo la porta a chiave, lasciando un Harry molto, molto arrabbiato a sbattere le mani contro la superficie di legno. Ci scambiammo un cinque ma l’euforia non durò per molto visto che ci trovammo la strada sbarrata da Niall.
Harry’s Pov.
Inviai il messaggio appena quelle due avevano chiuso la porta. Fortunatamente Niall aveva il telefono vicino e stava proprio in cima alle scale. Quando la porta si aprì trovai Niall che stringeva il braccio di Camilla e lei che si dibatteva. Sorrisi e presi Camilla per i fianchi. Non riuscivo a smettere di pensare quanto avrei voluto sbatterla in quel momento. Da quando era arrivata tutti i miei istinti  avevano urlato “scopatela!” poi era scappata e non potevo fargliela passare. Aveva fatto mettere in dubbio la mia autorità di puttaniere, prendendomi in giro. Ma non feci così: per quello ci sarebbe stato tempo dopo. Adesso avevo in programma un’altra vendetta già compiuta in parte. Raggiungemmo gli altri che stavano chiacchierando amabilmente con altre ragazze. Si sedettero sul divanetto e mi unì alla conversazione sul campionato di calcio mentre Camilla continuava a scoccare occhiate alle altre ragazze. Sapeva farci infatti dopo non molto iniziarono anche loro una conversazione animata e Camilla faceva molte battutine suscitando spesso le risate delle ragazze. Poi una ragazza che stava con Louis, prese il telefono e radunate le altre iniziarono a scattarsi dei Selfie. Quando vidi come si divertivano a fare facce buffe mi unii anche io alle foto, poi Niall, fino a che non uscimmo tutti quanti. Finiti i Selfie ognuno di noi maschietti prese da parte la propria ragazza e assicurandomi di avere l’attenzione di tutti baciai Camilla passionalmente. Lei ricambiò con lo stesso ardore e continuammo fino a che qualcuno non ci tirò un secchio d’acqua gelata addosso. Era Josh, il coglione di turno.
– Temevo che iniziaste ad andare a fuoco – tutti risero e anche io arrangiai una risata, ma nella mia mente tutt’altro che ridevo. Era stato bellissimo il bacio con lei. Volevo solo fosse vero, che non l’avesse fatto solo perché era costretta. (Grammatica portami via, insomma) Quando furono circa le due ritornammo nel nostro palazzo. Camilla entrò nel suo appartamento senza neanche salutare e sbatté la porta.
– Buonanotte piccola – sussurrai io. Poi entrai nell’appartamento e quasi urlai trovandomi davanti l’ultima persona che mi sarei mai aspettato.
– Gemma?! –
 
 
Spazio scrittrice
Per chi non lo sapesse Gemma è la sorella di Harry. P.S. spero la storia vi sia piaciuta. A domani con il prossimo capitolo :)
 

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Capitolo 5
*** Visite inaspettate ***


Camilla’s Pov.
Dopo quella stupida festa mi accasciai sul divano liberandomi delle scarpe strette. L’indomani sarei dovuta andare a scuola ed affrontare un’altra noiosissima giornata. Feci mente locale sui corsi che avrei dovuto frequentare il giorno dopo: Fisica, letteratura, storia, chimica ed educazione fisica. Per fortuna dopo il fallimento della prima ora con chimica avevo tenuto la testa bassa e avevo seguito il resto delle lezioni. Durante il pranzo poi notai la scomparsa del diario e corsi avanti e indietro a cercarlo per tutta la scuola. Qualcuno bussò alla porta, mi alzai dal divano con una vaga idea di chi fosse, ma mi sbagliavo... o almeno in parte.
Harry’s Pov.
−Ciao fratellino – mi salutò lei affettuosamente.
− Che diavolo ci fai qui?
− Bel modo di accogliere tua sorella
− Riformulò la domanda?
− A cosa devo l’immenso piacere della tua presenza?
− Ti sei deciso finalmente!
− A fare cosa?
− A fidanzarti! – impallidii velocemente. Il soffitto sembrò crollarmi sulla testa.
− E tu come lo sai?
− Me l’ha detto Liam – da bianco cadaverico assunsi un’accesa tonalità di rosso. Sapeva sin dall’inizio come mamma e Gemma erano stressanti su questo punto e mi ha colpito alle spalle proprio quando meno me lo aspettavo. Sapeva che non dovevano scoprire niente sul mio modo di cambiare le ragazze più frequentemente di quanto cambiassi le mutande o lavassi i capelli.
− Si beh ma non è niente di se... −mi interruppe con una mano davanti alla bocca.
− È fantastico! Mamma farà i salti di gioia quando lo saprà.
− Vacci piano. Non glielo dirai invece perché mi ha lasciato.
− Che cosa? Di già! Come si chiama?
− Cooper, Camilla Cooper.
Camilla’s Pov
Una ragazza mora si presentò davanti a me insieme ad Harry.
− Perché lo vuoi lasciare? – sbottò. Stavo per risponderle per le rime quando notai gli occhi splendenti uguali a quelli di Harry, lo stesso che si stava sbracciando implorandomi di tenergli il gioco.
− Beh, perché lui... è troppo al centro dell’attenzione e sono sicura che mi tradisca. L’ho letto il tuo messaggio inviato a non so quale troia “vieni da me stasera”
− Cara sono sicuro che ti sbagli... dormi con me stanotte così vedrai tu stessa che ho occhi solo per te – ci sorprese Harry. “che figlio di puttana” pensai irata. Stavo per rifiutare ma alla fine vedendo Harry che faceva il segno delle foto accettai. La sorella sembrò entusiasta e mi tese la mano.
− Piacere io sono Gemma, la sorella di Harry.
− Oh Harry tesoro deve essere l’altra la sorella rompiscatole di cui ti lamenti sempre, lei è così dolce – “1-1 palla al centro” esultai mentalmente. Gemma si girò furente ma prima che potesse parlare Harry mi tirò per un braccio.
− Dormiamo cara che è tardi, notte Gemma – detto questo chiuse la porta dell’appartamento, lasciando fuori la sorella.e ne sarà andata ormai. Torno nel mio appartamento, ci vediamo Styles – dissi poco tempo dopo. Harry mi bloccò per un polso. − Conoscendola sarà ancora qui fuori. Se ne andrà verso le quattro suppongo. Aspetta due ore e poi te ne potrai andare. − Ma domani c’è scuola! − protestai irritata. Lui si avvicinò. − Dormi qui allora − Non posso − Perché no? − Non voglio passare la notte a rifiutare le tue proposte sessuali. Devo dormire per la scuola. − Allora è questo il problema tuo! Sei stata bocciata e non vuoi esserlo di nuovo, perciò cerchi di contenerti.... − Complimenti genio – mi voltai ma lui strinse la presa sul polso. − Non ho finito – mi prese per i fianchi e mi fece voltare verso di lui. Alzai lo sguardo e vidi quei due smeraldi verdi che mi fissavano maliziosi. – il vero problema sono io. Sai che non riuscirai a resistermi – Io feci una risata palesemente finta, aveva colpito nel segno il ragazzo. − Che sarà mai se stanotte ci divertiamo un po’? Domani andrai tranquillamente a scuola – disse con quella voce rauca da svenire mentre stava sfiorando il collo con le labbra, i ricci mi solleticavano le guancie. “Beh forse ha ragione lui, che sarà mai?” pensai. “No! Che sto dicendo lascia perdere stupida!” Harry stava baciando la mia spalla quando qualcuno busso alla porta. “Grazie al cielo!” Harry emise un ringhio e andò ad aprire la porta. − Che bastardo – sentii Gemma urlare – non te ne bastava una per tradirla! Addirittura quattro? – mi voltai di scatto, trovandomi di fronte Emily, Rosy, Mary e Jess. Corsi ad abbracciarle senza pensarci due volte mentre i fratelli Styles mi guardavano più confuse che mai. − Harry e Gemma queste sono le STSF− Harry’s Pov. Ok, le volevo conoscere il prima possibile le amiche di Camilla, ma non mi sarei mai aspettato che piombassero addirittura alle due di notte nel mio appartamento proprio quando stavamo per andare a letto insieme. Camilla non me le presentò nemmeno subito se ne andò nel suo appartamento lasciandomi solo, dato che Gemma, spiegato il malinteso, se ne era andata. Andai avanti e indietro per la stanza a pensare e ripensare. E se fossi entrato nell’appartamento di Camilla urlando e simulando un incendio? Pessima idea. Magari avrei fatto finta di essere stato morso da un serpente sulla coscia? Altra pessima idea. (scusate ma io e i periodi ipotetici siamo come Harry e la cintura di castità) Dovevo distrarre le altre quattro ragazze e già sapevo come. Louis’ Pov. Vedere il messaggio di Harry mi preoccupò e mi rallegrò molto. Chiamai Niall e Zayn, reduce da una violenta litigata con Perrie. Arrivammo dopo poco al palazzo di Harry e, seguendo le sue dettagliate istruzioni, bussammo all’appartamento 5A. Ci aprì una ragazza con i capelli neri ed un corpo mozzafiato. Feci il mio migliore sorriso e provai ad accampare una scusa. − Scusate, abbiamo sbagliato appartamento. Stiamo cercando Harry Styles. − Louis? – chiamò Camilla da dentro. − Hey Cami , sto con gli altri ragazzi, cerchiamo Harry. Purtroppo Zayn si è lasciato con Perrie e cerchiamo un mdo per consolarlo. − Ci pensiamo noi, entrate – disse la ragazza che ci aveva aperto sorridendomi − Mary?! Dimentichi quello che Camilla ci ha appena detto? – aggiunse un’altra ragazza con i capelli biondo scuro. − Jess andiamo! – disse Mary. Poi aggiunse qualcosa nell’orecchio della ragazza guardandomi e ridacchiando. Io feci un occhiolino a Jess. − Oh beh che sarà mai quattro chiacchiere per consolare il vostro amico? − Jess! – aggiunse la ragazza che Harry mi aveva indicato come Emily. Zayn si fece avanti e mise su quello sguardo da cucciolo che gli riusciva benissimo. − Sono sicura che è una buona causa però. Entrate – appena mi sedetti sul divano Mary e Jess si sistemarono ai miei lati. Ero molto insicuro se Harry a dovere un favore a me oppure il contrario. Emily portò Zayn nella cucina mentre Rosy iniziò a chiacchierare con Niall. Vidi Camilla alzarsi ed uscire fuori. “missione compiuta” pensai, dopodiché mi dedicai alla conoscenza approfondita delle ragazze. Harry’s Pov. Bussarono alla porta e sorrisi non appena vidi Camilla ad aspettarmi sul pianerottolo. − Qual buon vento? – dissi senza aprire la porta. − Per colpa dei tuoi cani d’assalto adesso non posso stare più a casa mia. Fammi entrare così almeno dormo. − Se ti faccio entrare vieni a letto con me? − Scordatelo Styles − Allora resta fuori. − Bene – rispose. − Bene – dissi a mia volta. Dopo pochi minuti sbirciai e la vidi stesa sul pavimento. Alzai gli occhi al cielo “ che testa di cazzo” pensai. Uscii e la presi in braccio. Chiusi la porta con il piede, la portai in camera da letto e la appoggiai sul materasso. − Li so muovere da sola i piedi, ma grazie del passaggio – bisbigliò. − Già che ci sei mi metti delle coperte? Fa freddo qui – aggiunse. Mi stesi vicino a lei e la abbracciai. − Qui non ci sono ancora le coperte – risposi sussurrando al suo orecchio. Lei non si mosse e si lasciò abbracciare. − Harry – − Che c’è? − Potresti levare la mano dal mio sedere? − Forse. P.S. Grazie a tutti quelli che la leggono :) <3 

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Capitolo 6
*** FSBBCEBG by Niall ***


Una piccola parentesi prima di iniziare a scrivere: ho unito parte 1 e 2 del capitolo 5, perciò stanno tutti attaccati adesso. Secondo: commentate qualsiasi cosa che vi passa per la testa, positiva, negativa, neutra, per me è tutto importante, baci :*
 
Camilla’s pov.
− Harry – sussurrai nell’orecchio del riccio che stava beatamente dormendo stringendomi a se. Dovevamo andare a scuola, anche se non potevo pensare a cosa avrei trovato nel mio appartamento. Feci per prendere il telefono dal comodino ma poi mi ricordai che l’avevo lasciato dentro l’appartamento. Harry aveva un orologio al polso, lo guardai, segnava le sei. Magari avrei potuto dormire un’altra oretta. Chiusi gli occhi e sprofondai nuovamente nel sogno. Quando riaprii gli occhi mi sembrò essere passato poco tempo ma quando guardai l’orologio segnavano le undici. Mi alzai dal letto e iniziai a camminare per tutta la stanza.
− Che cazzo abbiamo fatto?! – urlai. Harry brontolò una frase nel sogno che somigliava tanto a: “Tranquilla tesoro non lo dirò a nessuno. Fatti una doccia che ti raggiungo.” Gli tirai un cuscino in faccia e lui si alzò stordito. Quei ricci in disordine erano fottutamente sexy.
− Scusa l’abitudine. Che ore sono?
− Le undici. Non hai una cazzo di sveglia?!
− Si che ce l’ho ma l’ho disattivata appena hai bussato alla mia porta.
− Harry Styles sei una tale testa di cazzo!
− Mi fai arrossire così lo sai. Visto che la scuola ormai è andata chiamiamo gli altri e ci facciamo un giro. Oppure rimaniamo qua io e te.
− Alzati ed entra nel mio appartamento. Non oso pensare alle condizioni in cui sta in questo momento.
− Oh io ci ho pensato tutta la notte.
− Pervertito – sussurrai a denti stretti, lui rise. Si alzò dal letto e si levò la maglietta buttandola sotto il letto. Aveva un tatuaggio a forma di farfalla proprio al centro del petto più due uccellini vicino alle spalle. Distolsi lo sguardo.
− Dovresti farti una doccia, inizi a... profumare di meno – continuò.
− stai forse dicendo che puzzo?
− No. Sei solo diversamente profuma – gli diedi un pugno sul petto ma lui lo bloccò con una mano. Mi tirò il braccio costringendomi ad avvicinarmi a lui. Istintivamente chiusi gli occhi mentre Harry si avvicinava. Avete presente nei libri quando la coppia che più amate si sta per baciare ma una vocina nel cervello della ragazza dice “non farlo”, beh io mandai letteralmente a fanculo quella voce :)
Quando le nostre labbra si sfiorarono il campanello suonò insistente.
Louis’ Pov.
Ormai dovevano essere svegli quei due, ognuno di noi aveva bussato incessantemente alla loro porta ma niente, non aprivano. Ognuno di loro aveva passato una notte di fuoco fantastica, soprattutto io, insieme a Mary e Jess. Rosy e Niall erano spariti per poi riapparire magicamente la mattina dopo verso le 6 entrambi fradici e in mutande. Da come avevano raccontato si erano fatti un bel bagno ma qualche barbone gli aveva rubato i vestiti. Zayn invece sembrava essersi ripreso dal litigio, grazie ovviamente al contributo di Emily. La porta si aprì e dall’espressione di Harry capii che la sua serata non era stata al’altrettanto bella.
− Che vuoi?! – disse con voce rude.
− Vi volevo svegliare solamente – risposi tranquillamente. Mi scoccò un ultimo sguardo infuriato e sbatté mi la porta in faccia. Tutti i ragazzi uscirono dall’appartamento ridacchiando ed Emily chiuse la porta, lasciando le chiavi di emergenza attaccate alla maniglia.
− Che si fa adesso? – chiese Rosy.
− Semplice: prepariamo il pranzo per i piccioncini – rispose Zayn.
− Che cavolo dici tesoro? – disse Emily.
− Lasciate che vi parliamo del piano: FSBBCEBG – (scusate ma adoro le abbreviazioni) dichiarò Niall. Vedendo le loro facce confuse spiegai: − Facciamo Scopare il Bad Boy Con la Ex Bad Girl.
Camilla’s Pov.
Appena Harry rientrò gli andai incontro prendendogli la mano.
− Forza riccioli neri aiutami a mettere apposto la merda che una volta era il mio appartamento. Lui rise e mi seguì dentro l’appartamento. Uno spettacolo a dir poco osceno mi si parò davanti agli occhi. Intimo sparso ovunque, vestiti e peggio di tutti preservativi usati per terra. Harry vicino a me scoppiò in una fragorosa risata.
− Buona fortuna bella.
− Aiutami anziché ridere.
− Preferisco guardarti mentre ti pieghi seduto comodamente sul divano.
− Ti odio – sbuffai. Lui mi prese i polsi e li bloccò contro il muro. Fece passare le labbra sul mio collo.
− Però ti eccito, dai ammettilo – il mio corpo non rispondeva più ai comandi, il mio cervello aveva smesso di funzionare. Attraversare a nuoto l’oceano atlantico e una bazzecola rispetto a trattenersi dal saltare addosso ad Harry Styles, lottare contro tutti i propri istinti per non baciarlo. Reagii nel, almeno credo, migliore dei modi.
− Sono io che ti eccito, vorresti fare sesso con me vero? – dissi succhiando delicatamente il collo di Harry passando le mani sul petto. Lui mormorò un “sì” indistinto.
− Lo faremo quando prenderò un nove in storia – risposi ridendo a causa dell’improbabilità dell’avvenimento. Mi allontanai da lui e mi abbassai per raccogliere il vestito di Mary da terra. Probabilmente ne aveva messo uno mio. Harry guaì passandosi una mano sulla fronte.
 − Quanto hai di media in storia?
− Probabilmente cinque.
− Spero che ci metterò poco a farti salire di quattro voti...
Spazio scrittrice
Ciao a tutte non dimenticate di lasciarmi commenti ;)

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Capitolo 7
*** "fai sesso con me" "quando avrò 9" ***


Camilla’s Pov.
Finimmo di pulire, finimmo per modo di dire dato che Harry aveva passato il tempo a gironzolare per la cucina a confabulare da solo. Probabilmente stava pensando ad un modo per alzare la mia media. Avevo scelto accuratamente storia perché fu la principale causa della mia bocciatura e il professore non sarebbe mai cascato ai piedi di Harry, come gli altri. Ero comunque stupita dal riccio. Non aveva voluto usare il diario per ricattarmi, gesto molto nobile, che avevo preso parecchie volte in considerazione. Magari gli piacevo veramente e voleva conquistarmi non con una minaccia. No, non dovevo pensare a questo non potevo. Avevo saltato un giorno di scuola il che era abbastanza problematico dato che doveva essere la mia chance per recuperare. Magari avrei accampato una scusa così, di solito funzionava. Harry mi invitò nel suo appartamento a mangiare, ma io rifiutai. Se ne andò dopo mezz’ora passata ad elencarmi le buone ragioni per cui dovevo pranzare con lui, ma a quanto pare dire “Io sono fantastico, tu sei più che accettabile e fai cosa fantastiche” non bastò a convincermi. Aprii il libro di storia e iniziai a ripassare. Erano i primi argomenti quelli che mi ricordavo meglio perciò dopo averli riletti mi bastò poco per impararli anche perché l’anno scorso furono l’unica cosa che avevo fatto. Era l’una quando bussarono alla porta ed aprii ipotizzando chi fosse. Harry spalancò la porta con il piede e fece irruzione seguito da tutti i ragazzi carichi di piatti, stoviglie e buste di cibo.
− Ma che vi prende?
− Mangiamo da te non lo sapevi – rispose Rosy.
− No decisamente no
− Oh beh, sorpresa, smettila di fare quella faccia e ospita le tue amiche con i loro accompagnatori – disse Jess.
− E va bene. Ma poi pulite voi e non secondo il tuo metodo Mary.
− Coprirsi di sapone e passare sul tavolo secondo me è un’ottima idea – rispose lei in tono innocente, Louis la guardò ammirato e le diede il cinque.
− Camilla ti posso parlare per un secondo? – chiese Harry. Stavo per dirgli un bel no secco ma lui mi tirò via lontano dal trambusto di piatti e carte arrotolate. Estrasse da dietro la schiena il mio diario e me lo tese.
− Scusa per averlo rubato.
− Menomale. Adesso vattene di qui – risposi. Lui diventò pallido come un cadavere e iniziò a balbettare.
− Stavo scherzando Harry, ridi che la vita è bella. Ma la prossima volta che lo farai ti immergo nell’olio bollente – dissi riprendendo il diario dalle sue mani tremanti.
− Styles ti sei forse spaventato per aver creduto di perdere l’amore della tua vita? – lo provocai facendogli riassumere colorito. Mi sistemò una ciocca ribelle dietro l’orecchio.
− Non puoi neanche immaginare quanto – sussurrò con voce roca. Gli sorrisi timidamente e gli stampai un bacio a fior di labbra.
− Fortuna che l’hai solo creduto e non è successo –
Emily’s Pov.
Il pranzo trascorse molto allegramente tra risate varie e battutine. Ero stata molto bene con Zayn, lui era un ragazzo dolcissimo, mentre la ex una vera arpia, ma con me non poteva funzionare. Non ero brava con le relazioni, nessuna di noi cinque lo era. Tutti gli altri ragazzi erano simpatici ma avvertivo già una forte tensione tra Mary e Jess. Nessun ragazzo si era mai messo tra loro, ma in quel momento Louis ci stava riuscendo benissimo. Fortuna che però oggi ce ne saremmo andate e ciao a tutti. Rosy però aveva fatto la stronzata più grande che nessuna di noi poteva mai permettersi: aveva dato il suo numero a Niall. Pessima, davvero pessima mossa. Già la vedevo tra un mese ad aspettare un suo messaggio e a chiedere continuamente a Camilla di lui. Camilla invece aveva completamente perso la testa per quel ragazzo e viceversa, ma nessuno lo avrebbe mai ammesso. Erano quasi comici a guardarsi a turno mentre l’altro era distratto. Quando vidi i loro sguardi incontrarsi e poi distogliersi feci fatica a trattenermi dal ridere, ma nella mia mente un “che teste di cazzo” non tardò a venire. Quando arrivò il momento degli addii ci furono le figure di merda più imbarazzanti: Rosy chiese a Niall se l’avesse chiamata e lui ci mise tre secondi buoni ad arrangiare un sì certo; Jess e Mary provarono contemporaneamente a salutare Louis con un abbraccio ma si scontrarono a metà e rimasero a fissarsi con odio finché Louis non le salutò entrambe con la mano; Zayn, come se non bastasse, mi diede il suo numero di telefono, dicendo che voleva rivedermi presto ed io, come la perfetta cogliona, gli dissi di sì...
Harry’s pov.
Camilla era andata a studiare in biblioteca ed io ero rimasto solo a girare per la casa. Continuai a svuotare scatoloni su scatoloni cercando di ingannare il tempo, ma non funzionava. Anche quando finii di svuotare e mettere a posto tutto erano solo le otto di sera. Ero in camera mia quando decisi di appendere una cornice con una mia foto. Presi il martello e puntai il chiodo sul punto dove la volevo appendere. Presi la mira e colpii il chiodo, purtroppo però il suono del telefono mi fece colpire troppo forte e creai un buco nel muro talmente grande che anche dall’altro lato si creò il foro. Misi le mani nei capelli e controllai attraverso il foro. C’era una camera da letto perfettamente visibile e la proprietaria era seduta sul letto intenta tagliuzzare una foto. Riconobbi i capelli biondi e il corpo ben proporzionato. Prese la foto e l’appese all’armadio. Appena la vidi lasciai cadere il martello che mi andò dritto sul piede. Trattenei un mucchio di imprecazioni e continuai a fissare la foto: era il Selfie con gli altri ragazzi, peccato che lei l’aveva tagliata mettendo solo il volto mio e suo. Diede un piccolo bacio alla foto e si sedette sul letto. Scrissi in fretta e furia un bigliettino che incastrai nel buco. Poi bussai al muro e lasciai cadere il bigliettino nella camera di Camilla.
Camilla’s Pov.
Mi ero decisamente rotta le palle di studiare così ritornai a casa verso le otto. Appena vidi il bigliettino caduto lo aprii cautamente e lessi. Arrossii violentemente e corsi a bussare alla porta di Harry lasciando cadere a terra il bigliettino con su scritto: “Perché non vieni a baciare il diretto interessato anziché la sua foto?”
Spero vi sia piaciuto scusate il ritardo <3

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Capitolo 8
*** un certo voto alto ***


Mi sono anticipata oggi :) non ce la facevo ad aspettare fino a stasera per pubblicarlo.
La mattina dopo a scuola c’era stato un test a sorpresa di storia. Cercai di completarlo il più velocemente possibile, ma non risposi a molte domande. Tornai a casa decisamente demoralizzata e mi accasciai sul letto esausta. Avevo passato tutta la notte a parlare con Harry attraverso il buco. Quando mi svegliai erano più o meno le nove. Non avevo molta fame perciò rimasi sul letto con la testa fra le mani. Tutti i miei buoni propositi stavano svanendo. Il test di storia sarebbe sicuramente andato uno schifo.
– Avrei in mente un metodo per rallegrarti la giornata , che ne dici di venire dall’altra parte del buco? – sbuffai e dopo aver gentilmente mandato a quel paese Harry mi premurai di coprire bene il buco con figlio di carta. Dopo pochi minuti cadde a terra, lasciando vedere dal buco l’occhio verde chiaro di Harry. Misi un pezzo di scotch per evitare che potesse farlo cadere, ma dopo pochi secondi lo buco con una penna.
– La pianti Styles? – sbottai infuriata dopo l’ennesimo tentativo di oscurare ad Harry la visuale della mia camera, miseramente fallito.
– Questa è una metafora: Non puoi abbattere le barriere tra noi due – con una mezza risata presi uno dei circa venti quadretti che mi aveva regalato mia madre, era orrendo, ma sempre meglio di un Harry Styles che mi spia mentre dormo. Piantai il chiodo e vi appesi il quadro in modo da coprire il buco.
– E adesso che fai Styles? – chiesi ridendo. In tutta risposta udii un ringhio seguito da un colpo sordo. Si creò un altro buco poco distante dal primo, solo molto più grosso. Riuscivo a vedere anche parte della fronte e dei capelli oltre l’occhio. Sospirai e misi un altro quadretto, ma lui ostinato continuò a fare buchi. Ogni buco che faceva era seguito da un mio foro per mettere chiodo e quadretto, ma l’ultimo fu fatale. Un pezzo del muro grande quanto un computer portatile cadde ai nostri piedi. Ci guardammo in faccia attraverso il foro e scoppiammo a ridere. Continuammo finché non bussarono alla porta di Harry che aprì velocemente. Un uomo tarchiato e pelato fece irruzione nella camera guardandoci con odio. Nascosi il martello dietro la schiena e lo guardai con aria innocente. 
– Stavamo cercando di appendere un quadro quando è crollato, non è per niente un buon muro, per fortuna non ci siamo fatti male.
– Certo che è caduto! Questo muro è stato creato per separare i due appartamenti che erano precedentemente uniti. È sottile e fatto di cartongesso non di vero cemento.
– Oh – dicemmo all’unisono. Il signore borbottò qualcosa che sembrò molto simile a “giovincelli” e se ne andò.
– Oh poffarbacco giovincello! Hai rotto un muro di cartongesso –scimmiottai guardando Harry dal buco. Ridemmo entrambi di gusto e provammo a levare i resti del muro. Harry si appoggiò con i gomiti al buco e fece passare la testa nel mio appartamento.
– Sentito cosa ha detto, in realtà i nostri appartamenti sono uniti, siamo fatti per stare insieme.
– Si come no – risposi stendendomi sul letto. – quando ti svegli domani sveglia anche me perché la mi sveglia si è rotta e nessun rumore tranne quell’aggeggio mi riesce a svegliare di notte.
– Contaci, io esco, vado a casa di Eva.
– Eva?! – dissi alzandomi dal letto velocemente.
– Si ho risolto con lei e ho i miei bisogni da soddisfare.
– Oh – dissi più delusa che mai. Quando Harry uscì mi misi a piangere come una fontana fino ad addormentarmi...
La mattina dopo.
Sentii un profumo di caffè molto invitante che mi fece svegliare. Mi guardai intorno alla ricerca della fonte di quell’odore divino. Non ci misi molto. Harry mi guardava dal buco con due tazze di caffè in mano. Non me ne ero accorta ma durante la notte aveva messo una cornice intorno al buco, in modo che sembrasse una finestrella, non il residuo di un muro dopo una battaglia a colpi di chiodi e martelli. Guardai l’orologio sul telefono: erano le sette. Mi alzai in piedi e corsi nel bagno a vestirmi ignorando completamente Harry. D’ora in poi sarei stata fredda con lui, magari così mi disinnamoravo di lui, perché sì, ero follemente innamorata di quel riccio con le fossette che mi guardava dormire con due tazze di caffè. Mentre ero in biancheria e mi stavo infilando i jeans la porta si aprì improvvisamente. Urlai pronta a colpire chiunque fosse ma mi trovai davanti solo un sorriso, due fossette e una riccia chioma nera.
– Quindi oltre a sapere scoparti chi vuoi, sai anche attraversare i muri?
– Noto in te una piccola punta di gelosia o sbaglio Cooper? Sei diventata verde d’invidia.
– Nei tuoi sogni Styles – risposi arrossendo.
– Tu sei sempre nei miei sogni e da quello che ho sentito stanotte io sono nei tuoi – impallidii sentendo quelle parole.
– Ma guarda! In meno di un minuto sono riuscito a farti diventare di tutti e tre i colori dell’Italia!
– Stai zitto Styles, esci di qui mentre mi cambio.
– Come vuoi tu Boss – e dopo questa battutina uscì dal bagno. Mi buttai dell’acqua in faccia e respirai lentamente. Se le ragazze mi avessero visto in questo momento probabilmente mi avrebbero cacciato dalle STSF. Era la nostra prima regola: non innamorarsi, ma era impossibile con Harry. Non c’era solo attrazione fisica tra noi, ma qualcosa in più, un qualcosa che non capivo. Uscii dal bagno ed Harry era sul letto ad aspettarmi con le tazze di caffè ormai freddo. Me ne porse una che accettai volentieri e sorseggiai il caffè guardandolo dalla tazza lui ricambiò lo sguardo e mi sorrise. Si avvicinò alla finestra e l’attraversò scavalcandola.
– Addio Camilla – disse inscenando una scena commovente attraverso la finestra. Io scoppiai a ridere ed uscii dall’appartamento. Non arrivai all’ascensore che Harry mi placcò quasi stritolandomi tra le sue braccia.
– Oh mio dio! Da quanto tempo che non ci vedevamo, dimmi tutto cosa hai fatto in questi quindici, quasi sedici...
– Secondi? – conclusi io scettica. Lui si rabbuiò.
– Mi stai rovinando tutto il divertimento.
– Mi dispiace.
– Davvero?
– No – risposi secca. Harry mi condusse nella sua macchina ed insieme andammo a scuola. Senza salutarlo ne ringraziarlo andai dritto nella classe di chimica. Le ore trascorsero lentamente ed io non facevo che pensare ad Harry. All’ora di pranzo mi sedetti in un tavolo da sola, ma poco dopo Eva mi raggiunse. La salutai con un finto sorriso e l'accolsi al tavolo. Dopo alcuni scambi di pettegolezzi non riuscii più a trattenermi:
– Così sei stata con Harry ieri sera – lei mi guardò stranita.
– No sono stata al cinema con mia madre, perché.
– Oh niente, mi sarò confusa, comunque che mi dicevi di Liam? – chiesi decisamente più felice. Non era stato con lei allora, ma se non a casa sua allora dov’era stato? Perché mentirmi?
– Parli del diavolo e spuntano le corna – aggiunse Eva vedendo Liam che si avvicinava al nostro tavolo.
– Ciao ragazze – disse accomodandosi insieme all’intera squadra di calcio. Harry non la smetteva di fissarmi corrucciato. Quando distolse lo sguardo mi alzai ed andai vicino al suo tavolo. Feci segno agli altri di rimanere in silenzio e mi avvicinai all’orecchio sussurrando: – Geloso per caso? – lui sobbalzò girandosi di scatto. La campanella suonò e io dovetti correre nella classe di storia. Il professore aveva appena iniziato a correggere i test. Se avessimo fatto silenzio per tutte le sue due ore, ripetendo, ci avrebbe fatto vedere il risultato del test alla fine della seconda ora. Cominciai a leggere il capitolo successivo in religioso silenzio, ma la verità era che pensavo a tutt’altro. Harry. Dove era stato se non da Eva. Non gli sembrava il tipo che si andava a drogare o ad ubriacare in qualche bar di periferia. Il professore si alzò in piedi e incominciò a distribuire i test. Appena venne il mio turno presi il compito con mani tremanti e guardai il risultato. Urlai dalla gioia saltando in piedi. Avevo avuto un nove pieno. Ma la gioia fu presto sostituita dall’imbarazzo e successivamente dal dubbio. Guardai il compito. Il nome era il mio ma qualcun altro l’aveva completato al posto mio le risposte mancanti e aveva anche corretto alcune sbagliate. Sul fondo del compito c’era a matita un’appunto: “Indovina chi farai felice stasera dopo questo NOVE IN STORIA. Un indizio: è un ragazzo molto bello e riccio”
Ecco dove era stato, quel coglione così fottutamente sexy e dolce.


Ricordatevi commentare :)

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Capitolo 9
*** non mi uccidete... ***


Sono rimasta sveglia a scriverlo fino a tardi e stamattina l'ho finito perchè stasera non posso proprio publicarlo. spero non vi dispiaccia che l'ho anticipato.
Prima di incominciare a scrivere volevo dire che domani sera non ci sarà un capitolo. Perché il capitolo 10, come vedrete alla fine, ci vorrà un po’ per scriverlo. Vi assicuro che il 23 sera lo avrete. Mi dispiace >.<
Harry’s Pov.
Ritornai da scuola prima. Volevo preparare tutto per Camilla. La sera prima a scuola era stato semplice entrare usando la copia delle chiavi che la custode intorno al terzo anno. Trovare il cassetto del professore era stato decisamente più complesso, ma alla fine riuscii anche ad aprirlo usando la combinazione che rubai dell’ufficio del bidello. Ci misi un po’ a correggere il suo compito cercando di imitare le sue croci. Rimesso tutto al proprio posto ritornai a casa. Andai in camera guardando quel buco dall’aspetto decisamente orribile. Presi la cornice che volevo appendere e vi levai il vetro e la foto. Usando un coltello scrostai il muro fino a fargli assumere la forma della cornice. Era bella da vedere, una finestra che affacciava sulla vista più bella del mondo, da entrambi i lati, era un’idea carina. E poi potevo oltrepassarla facilmente. Iniziai a pensare: magari delle candele? Nah non ero il tipo. Sarei rimasto semplicemente ad aspettarla accogliendola con un sorrisetto. Vidi delle magliette sporche che fuoriuscivano da sotto il letto e corsi a levarle velocemente. Scovai anche dei resti di pizza, un vasetto di yogurt e una busta con dentro le foto di Camilla. Ops, non le avevo ancora buttate e non l’avrei fatto per un po’. Mi affacciai alla finestra impaziente di vederla arrivare, mi pentii subito di quel gesto... la vidi con l’unica persona che odiavo con tutto il cuore.
Camilla’s Pov.
Harry era sparito e con lui la sua macchina. Fantastico tutta la strada a piedi. Iniziai a camminare immersa nei i miei pensieri, quando una macchina si fermò vicino a me. Il finestrino si abbassò e rivelò Liam al volante della macchina.
– Vuoi un passaggio?
– Si certo, grazie mille – accettai salendo nella macchina. Accese la radio e iniziò a canticchiare un motivetto, era molto bravo. Poco dopo riconobbi la canzone ed iniziai a cantare pure io. Quando arrivò il ritornello della canzone di Miley Cyrus lui abbassò il grado della voce facendolo diventare acuto appositamente. Io scoppiai a ridere e lo imitai. Arrivammo nella stradina e scesi dalla macchina, lui imitò e ci scambiammo un abbraccio per salutarci. Mi ricordai di Harry, non vedevo l’ora di tornare a casa e saltargli addosso. Bussai alla sua porta ma non mi rispose, eppure lo sentivo respirare velocemente dall’altro lato del sottile strato di legno lucido che ci separava. Entrai nel mio appartamento, corsi in camera e scavalcai la nostra finestrella. La luce che entrava dalla finestra era davvero troppa così abbassai la tapparella, raggiunsi Harry nel soggiorno.  
– Styles hai già cambiato idea?
– Che ci facevi con Liam?
– Mi ha accompagnato a casa.
– Che ci trovi in lui? Anzi che ci trovate tutto voi? È per i muscoli, o il cervello di gallina? – mi infuriai sentendo quelle parole.
– Disse quello che si scopa le ragazze solo per il loro corpo, dimmi se io non avessi questo cosa ti piacerebbe di me?
– I tuoi capelli, i tuoi occhi e il tuo viso
– E se non avessi quelli.
– Il tuo carattere e la tua simpatia.
– Senza di questi cosa ti piacerebbe allora?
– Il tuo modo di sorridere e la tua risata allegra e vera. Perché che ti piaccia o no io amo tutto di te, persino quando ti rimane il dentifricio sul labbro, quando durante la notte ti muovi in continuazione, quando nel test di storia scrivi che un certo Cristiano Colombo scoprì l’America nel  942. Io ti amo non per come appari ma per come sei e non posso levarmi dalla testa gli occhi di Liam che quando ti abbracciava fissavano il tuo sede... – ma lo interruppi con un dito sulla bocca, sostituito velocemente dalle mie labbra. Amore, era questo che c’era tra noi, era questo quello che volevo, quello che mi serviva, quello che non avevo mai avuto o provato. Harry mi prese in braccio e mi portò in camera sua senza smettere di baciarmi, chiuse la porta con un calcio e io fui felice di aver abbassato le tapparelle prima...
 
Scusate se vi appendo così, avete tutto il diritto di mandarmi a quel paese u.u.
 

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Capitolo 10
*** Contiene scene di sesso ***


Capitolo 10 (23-06-14)
Camilla's Pov. 
Harry mi mantenne con un braccio mentre liberava la scrivania da carte matite e fogli vari. Mi appoggiò lì velocemente, senza smettere di baciarmi. Gli sfilai la maglia o meglio gli strappai la maglia di dosso cosa che volevo fare dal primo momento che lo vidi. Incominciai a far scorrere le mani sul suo petto tracciando con il dito i margini di ogni tatuaggio, la scritta 17 black, i due uccellini, la farfalla. Ne aveva veramente tanti, ma non mi importava. In quel momento mi interessava solamente baciarlo, solo questo. Mi sfilò i jeans e la maglietta con una velocità invidiabile. Accarezzò le gambe disegnando piccoli cerchi immaginari avvicinandosi sempre di più al mio sesso. Era finalmente arrivato il momento tanto aspettato da entrambi ma lui si fermò tornando indietro con la mano. Ridacchiò sentendo il mio lamento. 
– Come mai fai così? C'è qualcosa che non va? 
– Toccami, Harry. 
– Ti sto toccando biondina.
– Sai cosa intendo – soffiai contro le sue labbra, lui insinuò una mano tra le mie cosce, facendomi avvampare. 
– Così? – chiese piano con il suo sorrisetto. Io mugolai un "sì". Infilò un dito, poi un altro e li mosse dentro è fuori, sempre più velocemente. Ma io volevo di più, volevo lui, volevo sentirlo dentro di me. Gli presi il viso con le mani passando i capelli tra quei ricci morbidissimi. Quando vide l'eccitazione nei miei occhi sorrise, tirando fuori quelle fossette stupende. Non resistetti e baciai la fossetta sinistra poi la destra. 
– Perché mi hai fermato? 
– Perché ora tocca a me – detto ciò gli presi la mano e lo portai sul letto, lui si levò il jeans e vi si stese. Salii a cavalcioni su di lui lasciando una scia di baci lungo il collo, sul petto fino ad arrivare alla vita. Sfiorai il suo sesso attraverso le mutande e lo vidi indurirsi, "attrezzato lui" pensai. Lo sfilai dalle mutande e vi avvolsi una mano intorno. Harry si mise a sedere baciandomi. Quando sentii che era arrivato al limite mi sfilai le mutandine che avevo e feci entrare il suo sesso nel mio. Andai su e giù con i fianchi avvicinandomi per baciare Harry ma lui si scostò. 
– Così non vale dolcezza, mi stai usando come vibratore! – sussurrò con voce roca. Mi prese i fianchi e mi capovolse stendendosi su di me. Andò avanti e indietro con il bacino fino a che non venimmo entrambi. Harry si rimise le mutande nere e prese le mie da terra. Si avvicinò e mi fece infilare le gambe nei buchi, poi le tirò su con la bocca. Io risi seguita da lui. Mi circondò il corpo con le braccia lasciandomi un bacio sulla testa. Era tutto così perfetto, così bello. Un briciolo di speranza di insinuò in me: una relazione con un ragazzo che amavo e che mi amava. Quello che volevo ma che ormai avevo perso ogni speranza. Magari avrei dovuto segnarmi questo giorno, mesiversari, anniversari, San Valentino, il suo compleanno, troppe date da ricordare, troppo regali da cercare. 
– Harry 
– Sì? 
– Ti andrebbe bene se anziché farci regali andassimo a letto durante le nostre feste? 
– Lo sapevo che esisteva una ragazza così allora, grazie Dio, hai esaudito le mie preghiere – scoppiai a ridere sollevata. 
– Camilla 
– Sì Harry
– È il nostro oraversario. Non dovremmo scambiarci i regali? 
– Hai proprio ragione! – risposi sorridendo. Mi misi carponi e lui emise un gemito con quella voce roca da impazzire....

Spero vi sia piaciuto :) scusate il ritardo <3 
lasciatemi dei commenti ;)

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Capitolo 11
*** mi sono scocciata di scegliere nomi u.u ***


Scusate il ritardo <3
Harry’s Pov.
Camilla si era addormentata tra le mie braccia ma sapevo che fingeva. Quando la vidi dormire attraverso il buco cambiava posizione ogni cinque secondi. Fu quella sera che capii di amarla. Mai ero rimasto sveglio a vedere una ragazza dormire, non mi era mai interessato. Lei era l’unica ragazza che mi interessava veramente, non solo in senso fisico. Certo all’inizio volevo solamente portarmela a letto e mi vergogno ancora profondamente per averla ricattata con il diario. Poi mi iniziava a piacere finché non ho imparato ad amarla. Lei era perfettamente immobile e io sorrisi pensando già ad un modo per smascherarla. Feci scorrere un dito lungo la schiena nuda di Camilla lentamente facendola rabbrividire. Avevo imparato i punti deboli del suo corpo e la schiena era uno tra questi. Ma lei ostinata continuò a fingere di dormire. Alzai gli occhi al cielo e mordicchiai il lobo destro ma servì solamente a farla allontanare di poco. Sbuffai e decisi di passare all’artiglieria pesante. Premetti le dita sulla parte alta del collo e finalmente saltò in piedi giù dal letto.
– Che c’è?
– Perché fingi di dormire?
– Stavo dormendo veramente!
– Si certo! E io allora sono un cesso.
– Se lo dici tu – rispose lei ridendo. Scattai in piedi ma lei scappò attraverso la finestra. Risi e scavalcai anche io la nostra finestrella. Era bello poterla chiamare nostra, una cosa solo tra di noi che non aveva nessun’altro. Non c’era traccia di Camilla nella stanza così provai a cercare nel bagno. Niente ritornai in camera e mi abbassai a controllare sotto il letto ma lei comparve all’improvviso da dietro la porta e mi saltò sulle spalle. Finimmo sul letto ridendo.
– Adesso puoi scendere dalla mia schiena sai.
– Cosa ottengo in cambio?
– La possibilità di guardarmi in faccia
– Allora preferisco restare così
– Simpatia portala via!
– Poi ti mancherei troppo.
– C’è sempre Eva pronta a tenermi compagnia – le sue mani smisero di scorrere per la mia schiena scoperta e si strinsero intorno al mio collo. Lei abbassò la testa, sentivo i suoi capelli solleticarmi la guancia.
– Provaci, Styles, e giuro che ti incastro nella finestra fino a che l’appartamento non ti marcisce sulla tua testa ricciuta.
– Non pensavo ti stesse tanto antipatica Eva, solo tre sere fa facevate comunella del tipo “Yee facciamo credere a Harry di voler fare un menage a trois e poi chiudiamolo in una stanza a chiave”– lei sbuffò sonoramente.
– Era una fase
– Una fase molto irritante, comunque prometto di non tradirti neanche se fosse Angelina Jolie a propormelo.
– Così ti voglio, bravo ragazzo – concluse lei stendendosi vicino a me. cominciai ad accarezzarle i capelli e si addormentò dopo poco. Quando inizia anche io a chiudere gli occhi Camilla mi diede involontariamente un calcio sul ginocchio. Gemetti e scesi dal letto. Lei continuò a cambiare continuamente posizione per molto, anche le più assurde, come per esempio con le gambe sulla testiera del letto, le braccia avvolte al cuscino e la testa a ciondolare dal letto. Sorrisi e optai per dormire ai piedi del letto dove non poteva arrivarci.
La mattina dopo.
Quando suonò la sveglia Camilla stava dormendo sulla mia pancia con le mani avvolte al mio braccio. Lo stringeva come fosse un pupazzetto. La scossi leggermente ma niente, non si svegliò. Presi il suo telefono, fortunatamente senza codice ed impostai la sveglia da lì ad un minuto. Scelsi accuratamente il suono più rumoroso, in quel caso un clacson chiassosissimo. Appena terminò il minuto quel rumore assordante invase tutta la stanza facendo sobbalzare Camilla. La sua espressione era impagabile: un mix perfetto tra confusa spaventata e arrabbiata. Le stampai un bacio sulle labbra che ricambiò.
– Ci vediamo a scuola e stavolta ti aspetterò così non dovrai chiedere passaggi al cervello di gallina.
– Va bene ma a pranzo non osare sederti vicino a Evatetterifatte che ti strappo a morsi le testa.
– L’originalità delle tue minacce di morte mi lascia sempre incantato.
– L’idiozia delle tue battute mi commuove – ribatté lei. Risi e attraversai il buco per vestirmi. Notai il suo sguardo attraverso la finestra.
– Ti ho già detto che non mi da fastidio essere fissato?
– Ti ho già detto che sei un coglione.
– No non mi hai ancora graziato di questo adorabile nominativo.
– Ricordamelo la prossima volta che dici una cazzata.
– Non dovrai aspettare molto fidati – risi e finii di cambiarmi. Andammo a scuola insieme tendendoci la mano: ormai tutti dovevano sapere che il piano FSBBCEBG aveva funzionato alla perfezione.
Commentate se vi va. Se volete darmi qualche consiglio o critica non esitate a contattarmi. Ricordatevi di votare i nostri amati 1D ai teen Choice Awards ;)
 

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Capitolo 12
*** 12 ***


Ho appena finito la mia maratona mensile di harry potter (mi rinchiudo per un giorno a vedermi tutti i film e poi nella settimana seguente mi leggo tutti i libri per l'ennesima volta) perciò non sono sicura che domani pubblicherò, ma sicuramente il 27 lo avrete :)
Camilla’s Pov.
Andai nella classe di chimica insieme ad Harry. Quella mattina avevo messo una gonna larga e nera, lunga fino alle ginocchia e una maglietta bianca messa sotto la gonna. Era una giornata calda dopotutto e non volevo assolutamente mettermi i Jeans. Raggiunta la porta Harry mi fermò tirandomi il polso.
– Non mi sbatterai la porta in faccia stavolta vero?
– Dipende, tu non andrai a fare sesso orale con qualche professoressa? – Lui sfilò il telefono dalla tasca e guardò lo schermo attento.
– No oggi ho altre cose in programma.
– Sarebbero? – in tutta risposta mi mostrò lo schermo del  telefono con i promemoria: “rompere le palle alla mia fidanzata fino a che non mi zittirà baciandomi” risi e gli porsi il telefono.
– Quindi ti posso zittire solamente con un bacio?
– Quando vuoi piccola – premetti le labbra sulle sue.
– Non chiamarmi piccola – sussurrai.
– Come vuoi biondina
– Nemmeno biondi.. – ma lui mi fermò baciandomi.
– Il modo di zittirci è reciproco tesoro – rispose. Risi voltandomi ed aprii la porta. Il professore non era ancora arrivato e cercammo un banco vuoto. Ci sedemmo vicini in attesa del professore che non tardò a venire. Iniziò la sua lezione con una voce monotona e terribilmente noiosa. Harry posò una mano sulla mia gamba e ammiccò. Io ridacchiai e appoggiai anche io una mano sulla sua coscia. Scrisse velocemente un bigliettino che mi passò: “vediamo chi resiste di più?” io mi voltai verso di lui facendogli l’occhiolino e risalendo lentamente verso il suo sesso, lui fece lo stesso. Lo massaggiai attraverso il sottile strato dei pantaloni e delle mutande. Harry invece era decisamente più fortunato dato che aveva messo una mano dentro la gonna facendo scorrere le dita sugli slip. Sussultai leggermente quando infilò un dito dentro le mutandine. Ero in svantaggio, dovevo recuperare. Feci cadere appositamente la matita a terra e mentre mi abbassavo per riprenderla sfiorai con le labbra l’erezione di Harry.
– Dove diavolo si sarà cacciata questa matita? – chiesi in tono  innocente mentre continuavo a sfiorare con le labbra il sesso sempre più duro di Harry.
– Non sono sicuro stia nelle mie mutande sai? Oh aspetta l’ho trovata! – esclamò lui infilando due dita dentro di me. emisi un urlo sorpreso e la classe piombò in un silenzio imbarazzante. Il professore assunse un’aria severa, guardandoci attraverso gli occhialetti cerchiati.
– Bene, bene. Abbiamo trovato la famosa coppietta del 5 piano che disturba il mio sonno andando avanti e indietro per gli appartamenti, dando martellate al muro e fare cose che non oso dire in questa scuola. Forse potrete tornare a fare i vostri giochetti personali nella vostra casa, anziché in questo edificio pubblico – disse il professore. Io ed Harry ci guardammo trattenendo a stento le risate, ma c’era tutt’altro da ridere: abitavamo sopra la testa del nostro professore di chimica. Lo stesso che ci sentiva fare “i nostri giochetti personali” attraverso il solaio.
– Vediamo: Payne siediti vicino a Cooper mentre tu Styles tieni compagnia alla nostra signorina Stevenson –  Eva... Ironia della sorte o semplicemente uno scherzo ben studiato? Io ed Harry ci scambiammo uno sguardo ma lui non si spostò. Eva e Liam sembravano decisi a rimanere anche loro vicini, magari stava succedendo qualcosa tra i due. Il professore alzò gli occhi al cielo.
– Dovreste far controllare il vostro udito, andate in infermeria e rimaneteci per tutta l’ora, non osate ritornare mai più in questa classe senza delle scuse firmate dai vostri genitori. Ritenetevi congedati. – e con queste parole il professore ci cacciò fuori. Due volte nella stessa settimana, record! Quel giorno era venerdì che di solito per me significava divertimento. Magari Harry mi avrebbe portato a qualche festa o magari saremmo rimasti a vedere un film con le STSF e gli amici di Harry. Eva e Liam uscirono ridacchiando seguiti a ruota da me e Harry. I due si scambiarono un bacio di fronte a noi per poi guardarci divertiti. Il riccio come al solito accolse la sfida e mi bloccò contro gli armadietti baciandomi. Vidi con la coda dell’occhio Liam che prendeva Eva tra le sue braccia e così saltai su di Harry stringendo le gambe attorno alla sua vita. La campanella suonò ma nessuno di noi interruppe il bacio, anzi diventammo sempre più passionali. Una folla si radunò intorno a noi ma non ci facemmo caso, eravamo tutti occupati a vincere. Sentii una voce familiare amplificata con un foglio intorno alla bocca: Josh.                           – Benvenuti signori alla gara scolastica “Chi sono i più divi?” le squadre in gara sono: a destra, con un totale di 15 di quoziente intellettivo la squadra “Sesso violento” costituita da Liam Payne giocatore di football professionista e Eva Stevenson la ragazza dai facili costumi della Avely High School (me la sono inventata questa scuola lol); invece a sinistra con tante scopate quanto le stelle nel cielo, di notte, la squadra “Sesso sfrenato” con Harry Styles, eletto puttaniere ufficiale nel 4 anno e la nuova arrivata dal sedere perfetto, Camilla Cooper. Chi vincerà? – quando Josh finì la presentazione tutti scoppiammo in una fragorosa risata generale. La sfida finì con una stretta di mano e una proposta alquanto strana di Harry: – Vi va di cenare a casa nostra stasera? Verranno anche i ragazzi e le amiche di Camilla – guardai Harry allibita. Evidentemente aveva sepolto l’ascia di guerra dopo quella lite di cui mi aveva parlato quella sera attraverso il buco.
– Certo risposero loro all’unisono –
Vi devo chiedere una cosa importante ragazze: volete che continui a pubblicarne un pezzetto ogni sera oppure è meglio fare un giorno si e uno no ma avere quello completo? Commentate e fatemi sapere la vostra opinione :)
 

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Capitolo 13
*** 13 ***


Camilla’s Pov.
Tornammo nell’appartamento e chiamai le ragazze invitandole a cena da me insieme agli amici di Harry. Sarebbero venuti anche Liam ed Eva a questa fantomatica serata.
– Da me o da te? – chiesi ad Harry mentre mi infilavo lo stretto vestito nero. Lui steso sul letto rivolse lo sguardo verso di me e sgranò gli occhi. Si alzò in piedi e mi rubò un bacio stringendomi tra le sue braccia. Mi sistemò i capelli dietro all’orecchio, adoravo quando lo faceva.
– Sei bellissima.
– Anche tu.
– Questo già si sapeva. Tu invece non sai che sei bellissima
– L’ho già sentita questa frase sai? – bisbigliai con un sorriso.
– Amo tutte le tue piccole cose – lui mi sorrise di rimando
– Già Io e Te non siamo come gli altri – risposi ridendo.
– Insieme vivremo finché siamo giovani.
– Già avendo molti ricordi di mezzanotte, ballando la miglior canzone di sempre – ridemmo entrambi e lui mi strinse a se.
Lascia che ti baci. È l’unica cosa che io voglio.
– È quello che io desidero – dissi io. Ci baciammo a lungo ancora e ancora finché non suonarono al citofono, sia mio che di Harry. Ci scambiammo uno sguardo sorpreso e corremmo ad aprire. Harry  arrangiò una tavola nel suo salotto mentre io misi a bollire l’acqua per la pasta. Ogni volta che andavo da mia nonna in Italia mi spiegava come si faceva una pasta ottima, cosa che gli inglesi non sanno fare per la notevole mancanza di sale. Usai anche il pesto che mi portavo all’occorrenza dall’Italia e in dieci minuti gli spaghetti furono pronti. Intuii che fossero arrivati tutti nella casa di Harry, sentendo le voci dal pianerottolo. Presi la pentola con le presine a mi uscii dall’appartamento per entrare in quello di Harry,ma quest’ultimo mi bloccò.  
– Scusa tu chi si? – chiese appoggiato alla porta. Io sbuffai.
– Il servizio a domicilio del ristorante profumi d’Italia.
– Non ho chiamato nessun ristorante io, forse è stata la mia ragazza.
– Oh è fidanzato ma che peccato.
– Già ma non ti avvicinare troppo perché sa essere molto gelosa.
– Io non sono gelosa – sbottai infastidita. Harry ridacchiò e mi lasciò entrare. Venni accolta, o meglio la pentola con cibo venne accolta, con un fragoroso applauso. La posai al centro del tavolo e i ragazzi si iniziarono ad azzuffare per prenderli.
– Spaghetti eh? – disse Niall eccitato. Prese uno spaghetto tra le labbra e indicò a Rosy di prendere l’altro capo. Lei lo fece ed insieme iniziarono a mangiarlo finché le loro labbra non si incontrarono. Tutti iniziarono a ridere e Liam ed Eva provarono a fare la stessa cosa, seguiti da me ed Harry. Zayn lo propose ad Emily che rifiutò prontamente con una scusa accampata, cosa che rabbuiò molto la serata dei due. Louis invece, quella adorabile testa di cazzo, si era intromesso tra Mary e Jess e adesso ne pagava le conseguenze. Certo non potevano dividersi uno spaghetto in tre, così non ci avevano proprio provato. Quel sabato, ovvero il giorno dopo, avrei dovuto assolutamente parlarci. All’improvviso le parole del professore di chimica si insinuarono nel mio cervello. “scuse firmate dalla madre”. Balza sulla sedia lasciando perplessi i ragazzi.
– Devo andare a casa domenica – esclamai. Harry assunse un’espressione stranita mentre le ragazze lasciarono cadere le forchette allibite.
– Vuoi che ti accompagniamo? – chiese Emily preoccupata.
– Che diavolo sta succedendo – chiese Eva.
– Oggi durante chimica il professore mi ha detto di ritornare con delle scuse scritte da mia madre, la stessa adorabile donna che mi ha cacciato affidandomi quest’appartamento e una nuovo anno scolastico.
– Ti ci porto io – propose Harry gentilmente.
– No, devo andare da sola. Se sapesse che sono fidanzata con te mi ammazzerebbe seduta stante –  dissi frettolosamente – scusate per l’interruzione, ci vediamo un film? – proposi poi cambiando argomento.
– Si – rispose Harry freddo. Io aggrottai le sopracciglia ma non dissi niente. Ci sedemmo dividendoci, i ragazzi si sedettero sul divano mentre noi ci sistemammo tutte e sei sulla poltrona ridendo e scherzando. A quanto pare Eva era stata ben accettata nel nostro gruppetto di ragazze e infatti quando il film finì la accogliemmo ufficialmente nel gruppo, invitandola a passare il sabato con noi, cosa che accettò di buon grado. Ci salutammo affettuosamente tutti e quando se ne andarono aiutai Harry a sparecchiare. Lui non mi rivolse la parola per tutto il tempo mi aiutò a portare la pentola nel mio appartamento e quando stava per andarsene, senza nemmeno salutare, lo bloccai.
– Che ti prende? – chiesi alla fine stufa di quel silenzio.
– Che significa “Se sapesse che sono fidanzata con te mi ammazzerebbe seduta stante” ? cosa c’è che non va in me?
– Oh andiamo lo sai.
– No non lo so, illuminami.
– Sto ripetendo tutte le cretinate dell’anno scorso. Io volevo solo ricominciare da zero, ma poi, Harry Styles, sei arrivato tu.
– Stai dicendo che è colpa mia?! – urlò lui infuriato.
– Si, volevo dire no, voglio dire non lo so!
– Sii più chiara!
– Non lo so Harry, con te non si può sapere mai niente. Non ti capisco: ti aspetto a destra e invece vieni da sinistra, è tuttto così complicato.
– Beh allora ti rendo tutto più semplice – concluse lui uscendo dalla casa e sbattendo la porta. Rimasi lì ferma a fissare la porta finché le ginocchia non cedettero e caddi per terra.
Spazio autrice.
Dopo questo solo capitoli interi :)
 

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Capitolo 14
*** 14 ***


Potreste lasciarmi dei commentino anche nei capitoli precedenti? Mi farebbe molto piacere :) ma anche le critiche. Spero vi piaccia questo capitolo.
Camilla’s Pov.
Ero stesa sul pavimento incapace di reagire. La storia più bella della mia vita era finita il giorno dopo essere cominciata ed era tutta colpa mia. Ero una stupida, avevo rovinato tutto e volevo solo dimenticare, dimenticarlo. Presi il telefono d’emergenza e nascosi le chiavi dell’appartamento sotto il tappetino. Se dovevo sbronzarmi era meglio non portarmi niente di troppo prezioso. Andai in un bar vicino ed presi una bottiglia di vodka. La buttai giù senza pensarci due volte e in breve la finii. Come al solito avevo la gola in fiamme ma me lo meritavo,magari così avrei imparato a tenere la bocca chiusa. Iniziai a vedere sfocato, molto sfocato. Riconoscevo la presenza di persone ed oggetti ma non sapevo distinguerli. Un ragazzo si avvicinò a me: era alto ma non mi disturbai nemmeno a guardarlo in faccia dato che ci vedevo male e sinceramente non mi interessava. Chiunque non fosse Harry andava bene. Puzzava di alcool quasi quanto me ed evidentemente era ubriaco più di me. Non ci presentammo nemmeno che lui mi iniziò a baciare e mi stava benissimo. Era biondo, o almeno così mi sembrava. Decisi di essermi stufata di quel locale e lo portai verso casa mia, lui talmente ubriaco si lasciò trasportare con la testa bassa. Adesso il colore dei capelli assomigliava più al verde ma quando bevevo mi capitava di scambiare i colori. Entrammo nel mio appartamento e lo trascinai in camera da letto. Ci spogliammo velocemente e mi buttò sul letto mentre lui si levava i pantaloni poi velocemente mi fu sopra. Iniziò a succhiare i miei seni con violenza quasi ce l’avesse con qualcuno. Feci l’errore di guardare attraverso la finestrella, magari quel pervertito si era messo anche a guardare e invece lo vidi darsi anche lui da fare con una troia bionda, sicuramente tinta. Ero sicura fosse lui perché vidi nella finestra il tatuaggio sul fianco a forma di gabbia per uccelli. Il mio stomacò sprofondò e mi salirono le lacrime agli occhi. Lacrime amare che corrodevano le mie guance come acido. Avevo pianto troppo ultimamente. Ribaltai la situazione e salii sopra lo sconosciuto che adesso sfoggiava dei capelli azzurri. Non seppi dire se fossero lunghi o corti, ricci o lisci, ma non li avrei mai toccati. Non avrei accarezzato nessuna testa al di fuori di quella di Harry. Lasciai una scia di baci sul petto del ragazzo tenendo gli ben chiusi. Non volevo neanche guardare, sapevo solo che se avessi aperto gli occhi il mio sguardo si sarebbe rivolto senza dubbio verso Harry.
– Come ti chiami? – disse con voce affannata che forse avevo già sentito prima.
– Francesca – risposi senza pensarci.
– Jake – rispose lui. Questo nome mi ricordava vagamente qualcosa, magari era la ragione per cui la voce era familiare. Non ci badai ma continuai il lavoretto che stavo facendo a Jake.
Harry’s Pov.
Almeno una cosa mi era andata bene quella sera: ne avevo beccata una decente. Filomena si chiamava quella. Dopo essermi scolato una bottiglia di Jack Daniels decisi che dovevo dimenticare Camilla, così rimorchiai una tipa a caso. Fortunatamente mi portò nel suo appartamento così non fui tentato di vedere
 la mia ex che faceva. Mi misi seduto facendole avvolgere le gambe intorno al mio bacino. C’era una sorta di strana sintonia tra noi, come se sapesse cosa volevo fare già in precedenza e perciò mi assecondava senza complicazioni. La penetrai a fondo mentre la sbattevo contro il muro. Notai che però non si azzardava a toccarmi i capelli, cosa che tutte le ragazze desiderano, ma si teneva aggrappata saldamente alle spalle. Uscii da lei solo per poi rimetterla sul letto iniziando un’altra manche. Ormai andavo dentro e fuori quasi senza pensarci, non mi interessava se veniva oppure no, volevo solo non pensare a quei capelli biondi e al sorriso che mi veniva rivolto ad ogni battutina. Quando finimmo di venire entrambi ci accasciammo sul letto. M infilai nuovamente le mutande e lei fece lo stesso. La testa mi girava come non mai e sentii sussurrare dalla ragazza una frase tipo: “Buonanotte Jake” ... (devo dire che ero molto tentata a lasciarlo così per farvi aspettare il capitolo successivo, ma poi sarei stata perfida)
Camilla’s Pov.
Un rumore improvviso ci fece sobbalzare. Era il telefono che squillava senza pietà alle 8 di mattina. Lo spensi e lo buttai in un angolo molto lontano della stanza trattandosi di un Nokia, di quelli vecchi e indistruttibili, non del mio Iphone. Mi alzai di malavoglia da letto con la testa che rischiava di esplodere. Diedi una scossa al riccio per farlo svegliare. Un secondo, RICCIO?! Schizzai giù dal letto appena vidi i morbidi ricci neri del ragazzo, altro che biondo, verde e azzurro del cazzo. (ho fatto la rima, mi sento un genio lol) Analizzai il petto nudo e vidi gli stessi tatuaggi che 24 ore prima amavo tanto e in quel momento odiavo. Confusa guardai attraverso la finestra ma vidi solamente il mio riflesso. Aveva messo uno specchio quello stronzo e io che mi ero data della troia bionda tinta da sola! In preda ad un attacco di panico nascosi i vestiti di Harry sotto al mio letto. Mi rivestii velocemente e andai a preparare il caffè mentre imprecavo nella mia testa. MA PORCA DI' QUELLA PUTTANA IN CIABATTE! DI' TUTTI I FOTTUTI RAGAZZI IN QUESTA FOTTUTA CITTÀ, PROPRIO IL MIO EX MI’ DOVEVA CAPITARE DI' RIMORCHIARE IN UN BAR????!!!!  Udii dei gemiti dall’altra stanza e capii che Harry si era svegliato.
– Oh cazzo – lo sentii urlare. Andai da lui con la tazza di caffè pronta con una scusa.
– Tranquillo, non abbiamo fatto sesso, ti ho trovato stamattina ubriaco in mezzo alla strada perciò ti ho portato qui.
– Camilla lo so che stai mentendo.
– Scusa, cercavo di non ammetterlo.
– È questo il tuo problema, non vuoi ammettere le cose – disse mentre si alzava e arrivava in soggiorno. 
– Ti ho chiesto scusa chiaro?! Adesso lasciami sola – risposi aprendo la porta che lui valicò rapido.
– Fottiti – esclamò lui inviperito mentre attraversava il pianerottolo.
– Ci hai già pensato tu! – urlai mentre sbattevo la porta. Ero talmente infuriata che diedi un pugno al muro con l’unico risultato di farmi malissimo. Andai nella mia camera e recuperai il telefono per controllare i nuovi messaggi. Ero in ritardo per l’appuntamento con le ragazze così presi la borsa ed uscii di casa.
Loro erano sedute ad un bar a chiacchierare con Eva. Avevano tutte un umore decisamente nero. Ognuna di loro aveva in mano un succo di frutta, ne presi uno alla pera dal tavolo e lo innalzai
– Ragazzi del cazzo – l’ultima affermazione fu accolta con parecchie affermazioni seguite da un brindisi.
– Allora iniziamo: Louis se ne è tornato a casa con una zoccola ammollando Jess e Mary; Zayn si è incazzato ritornando strisciando dalla sua ex lasciandomi sola in mezzo alla strada; Niall ha cancellato il numero di Rosy e lei se né accorta guardando il suo telefono; Liam invece ha dato della puttana ad Eva affermando che l’aveva usata solo per tener testa ad Harry in quella sfida organizzata da quel coglione – riassunse Emily.
– Dai era divertente. Tu invece? – chiese curiosa Mary.
– Ho litigato con lui e mi sono andata ad ubriacare, poi ho rimorchiato un ragazzo e ci sono andata a letto e ho scoperto che era Harry stesso – risposi – sì Emily puoi ridere di me adesso – esclamai vedendo lei che si sforzava di non ridere.
– Posso dire che siamo veramente un disastro? – chiese Eva. Noi rispondemmo un coro un sì seguito da una risata.  
Trascorremmo il resto della giornata piacevolmente e alla fine salutai le ragazze per mettermi in viaggio verso la casa dei miei. Ero pronta ad andare da mia madre. In macchina ripetevo tutte le scuse che mi ero programmata.
– Mamma mi devi firmare delle scuse perché il mio professore è bipolare – beh questa non era una bugia. Alla fine optai per dire una mezza verità, nascondendogli di certo il fatto che mi aveva cacciato due volte di fila, ne sarebbe bastata una. Bussai alla porta della villa che un tempo era la mia casa. Respirai a fondo quell’odore di profumo costoso che si espandeva per tutto il giardino. Mia madre aprì la porta con un cipiglio infastidito.
– Cosa hai combinato stavolta?
– Devi firmarmi un permesso per rientrare in classe
– E perché mai? Cos’hai fatto?
– Sono arrivata in ritardo e per sbaglio ho dato la porta in faccia a Ha.. ad un ragazzo.
– Oh beh pensavo peggio – rispose senza levarsi quel cipiglio. Rientrò nella casa e non mi invitò nemmeno ad entrare, cosa che feci lo stesso. Mentre lei scriveva su un foglio corsi in camera mia. Vuota. Non c’erano più tutte le foto che avevo messo, i post-it, le dediche. Niente, solo quattro pareti bianche con una Macchina per i pesi. Trattenni a stento tutte le imprecazioni contro mia madre e ritornai di sotto. Afferrai il foglio e filai ritto in macchina in religioso silenzio. Volevo solo ritornare a casa, sdraiarmi sul letto... tra le braccia di Harry. NO, ormai era andato, era inutile provare a riprenderlo. Ma dovevo tentare, avevo bisogno di lui, bisogno di stringerlo, di baciarlo. Arrivai nel garage dove parcheggiai la macchina e chiamai l’ascensore. Quando le porte si aprirono entrai e schiacciai cinque ripetutamente. Invece l’ascensore si fermò a zero, lasciando entrare il riccio. Appena mi vide sgranò gli occhi ma rimase in silenzio.
– Non mi dici niente? – chiesi in tono innocente.
– Non c’è niente da dire
– Non mi chiedi nemmeno come sto?
– Non mi interessa.
– Io scommetto un milione di sterline che non è vero e che in fondo, ti piaccio ancore e vorresti stare con me.
– Allora perdi i tuoi soldi.
– Ah si? – chiesi in tono di sfida. Premetti il pulsante alt e l’ascensore si fermò nel bel mezzo del quarto piano. Iniziai a spogliarmi e lui fece di tutto per non guardarmi, ma non ci riusciva.
– Che cazzo stai facendo?!
– Ti dimostro che sbagli – risposi levandomi il reggiseno restando in topless davanti ai suoi occhi. Lui si avvicinò a me bloccandomi i polsi contro il muro.
– Sei una testa di cazzo, lo sai vero?
– Si – sussurrai intimorita.
– Ed è per questo che ti amo – bisbigliò prima di fiondarsi sulle mie labbra. Ci scambiammo un bacio molto passionale ed intenso, toccandoci a vicenda. L’ascensore rientrò in moto ma non ci interessava. Anche quando si riaprirono le porte non la smettemmo di baciarci finché qualcuno non ci interruppe.
– Vi sembra un comportamento serio questo giovincelli?!
– Caro prof, lo dico con amore: Non ci rompa le palle adesso – disse Harry schiacciando il tasto cinque. Ripresi i vestiti ridendo mentre lui mi condusse nel suo appartamento. Mentre si levava i pantaloni e le scarpe (la maglia gliel’avevo già strappata via) io mi diressi verso lo specchio. Lo buttai a terra e quello si ruppe.
– Oh biondina adesso hai sette anni di sfortuna.
– L’unica sfortuna sarebbe non averti – e detta questa frase incredibilmente romantica facemmo l’amore, non normale sesso, ma l’amore.
Commentate ;)
 

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Capitolo 15
*** 15 ***


Non potevo completarlo e aspettare fino a domani!! commentate se vi va, anche se con la fine di questo capitolo i commenti esprimeranno molta rabbia. D:
Mi strinsi nel cappotto tremando. Era ormai febbraio a Londra ricoperta di neve e ghiaccio. Il mese di settembre era volato insieme ad Harry, ottobre invece era stato leggermente più caotico tra litigi vari tra noi due soprattutto a causa delle uscite: gli amici di Harry non osavano più avvicinarsi alle STSF, alle quali si era unita anche Eva, soprattutto a causa dei litigi passati. Così ognuno dei due usciva con il proprio gruppo. Liam invece se ne stava per i fatti suoi con la squadra di calcio continuando a scoparsi tutta la scuola. Dopo che Harry si era ritirato ormai Liam era al centro dell’attenzione e ci stava bene. A proposito del riccio, io e lui avevamo ideato un sistema per evitare di litigare come l’ultima volta: sesso arrabbiato. Forse non era molto originale oppure intelligente come sistema ma facendo sesso risolvevamo sempre i nostri litigi e poi era veramente fantastico. Un metodo sano per sfogarci a vicenda il che mi andava più che bene. A volte litigavamo appositamente per farlo. È molto più difficile a dirsi che a farsi: l’importante era solamente farlo arrabbiare chiamandolo riccioli neri, nomignolo che odiava, oppure lui mi mandava in bestia rubandomi il cioccolato. Era bello il rapporto tra di noi, eravamo, come aveva detto Harry, destinati a stare insieme essendo stati i nostri appartamenti uniti in passato. Oh un’altra cosa: il famoso muro che ci separava era crollato durante uno dei nostri attacchi di sesso arrabbiato, conclusosi con proprietario arrabbiato. Certo ci eravamo fatti due risate ma ognuno dei due aveva bisogno della sua privacy: certo era stata ridotta con la finestra ma esisteva almeno. Così, seguendo un comune accordo, avevamo messo una tendina (che Harry spostava ogni volta che mi spogliavo). Con la scuola stava andando tutto bene e anche con il professore di chimica. Era nata un’amicizia tra noi tre soprattutto dopo che ci aveva ospitati a natale. Beh lunga storia... Lui era solo, la mia cucina era appena andata in fiamme e quella di Harry completamente allagata, così non poté rifiutare l’accoglienza a due alunni sprovveduti. Avevamo trovato durante quella bizzarra cena un aspetto in comune con il prof: una passione per i polizieschi. Ormai passavamo ogni domenica insieme a vedere CSI, spesso discutendo sul quale fosse il migliore, ma a parer mio nessuno può battere Orazio Kane e i suoi occhiali strafighi. (CSI Miami)
La commessa della farmacia richiamò la mia attenzione offrendomi un aiuto per trovare le pillole anticoncezionali. Mentre stavo per accettare il telefono squillò improvvisamente: Emily.
– Che c’è Emily.
– Camilla corri! Mary e Jess si stanno picchiando – quasi feci cadere il telefono sentendo quelle parole. Uscii di corsa dalla farmacia e mi fiondai nella macchina.
– Dove siete?!
– Sotto casa di Louis. Muoviti – mi attaccò il telefono in faccia. Capii subito il motivo della rissa e guidai fino alla villa di Louis dove c’ero già precedentemente stata per una festa. Vidi Mary e Jess che si prendevano a schiaffi tirandosi i capelli. Eva ed Emily stavano cercando di tirarle via mentre Rosy era seduta in un anglo cercando di non guardare il biondino che era appena arrivato insieme al moro. Accorsero anche Zayn e Niall che vennero respinti prontamente. Mi misi in mezzo anche io per poi venire colpita con un pugno sul naso. Mi accasciai a terra tendendomi la faccia con le mani.
– Jess ma sei cazzo impazzita?! Che merda ti ha preso! – urlai isterica. Le due smisero di litigare e si allontanarono l’una dall’altra vedendomi a terra dolorante.
– È tutta colpa di Mary! Ha iniziato la rissa perché Louis ha scelto me e non lei. Ha continuato a frequentarlo di nascosto e quel coglione l’ha anche assecondata! – si difese lei. Mi voltai furiosa verso Mary.
– Perché gli hai rubato il ragazzo! È sempre stato vietato tra di noi a meno che l’altra non te lo chiede esplicitamente.
– Beh forse non voglio essere più tra di voi. Guardiamoci: tu sei fidanzata, Rosy è in una specie di coma per quel biondo tinto del cazzo.. – iniziò Mary interrotta da Niall.
– Hey io sono biondo naturale!
– Certo ed io sono la regina dell’America.
– Gli americani non hanno una monarchia – intervenne Zayn
– Fa lo stesso. Io e Jess ci siamo quasi fatte a pezzi per un ragazzo ed Eva passa tutto il tempo a scambiarsi messaggi hot con chissà chi! – concluse Mary furiosa. Girò i tacchi e se ne andò correndo facendo rumore con i tacchi. Rosy accompagnò Jess a casa mentre Emily ed Eva, scosse come non mai, andarono nella direzione opposta. Louis arrivò con aria strafottente.
– È un peccato che non si siano strappate i vestiti a vicenda – esclamò suscitando le risate dei due ragazzi. Adesso aveva veramente superato il limite il castano. Rientrai in macchina ed arrivai in breve tempo a casa. Entrai nel mio appartamento e scossi violentemente la tendina del letto. Harry era steso sul letto a leggere un libro. Appena mi vide lo lanciò via e mi venne incontro.
– Devi parlare con Louis immediatamente. Oggi Mary e Jess si sono picchiate non può continuare così!
– Non è un mio problema... – rispose lui.
– Esatto è un nostro problema e tu lo risolverai.  Un tuo amico parlaci tu.
– Perché tocca a me ogni volta?! Non puoi dire a loro due di non frequentarlo e basta.
– Fallo e basta, riccioli neri detto questo lui si avventò su di me sbattendomi contro il muro. Iniziammo a spogliarci a vicenda velocemente e poi saltai su di lui lasciando che la sua erezione entrasse a fondo dentro di me. Un piacere intenso mi pervase e aumentò man mano che Harry spingeva dentro e fuori. Quando uscì da me non riuscii neanche a riprendere fiato che mi mise a novanta sulla scrivania e penetrandomi da dietro. Dopo non molto venimmo entrambi contemporaneamente ma non ci bastava, non sarebbe mai bastato. Lo buttai sul letto salendo su di lui a cavalcioni, iniziando ad andare su e giù mentre leccavo il suo collo. Ma ad Harry non piaceva per niente stare sotto. Infatti mi ribaltò salendo su di me e dopo alcune spinte i suoi soldatini entrarono in me. Sbarrai gli occhi urlando ad Harry di fermarsi. Lui lo fece guardandomi stranito.
– Harry, non ho preso la pillola.
– Oh mio dio. Porca puttana e non potevi dirlo prima?!
– Con tutto quello che è successo me ne sono dimenticata.   
– Fantastico, penso che tra nove mesi te lo ricorderai bene.
– Vacci piano, non è detto che rimango incinta.
– Hai rotto uno specchio, è ovvio che succederà!
– Sei troppo superstizioso, non preoccuparti.
– Come faccio a non preoccuparmi. Abbiamo solo 20 e 19 anni!
– Come fai ad averne 20?! Non ne hai fatti 19 il primo febbraio?
– Ne ho fatti venti. Sono stato ammesso a scuola un anno di ritardo.
– Oh. Non me l’hai mai detto. E poi al tuo compleanno avevamo altro da fare più che pensare a spegnere le candeline sulla torta, dato che era spalmata su di me!
– Tu non me l’hai mai chiesto e immaginavo che essere un anno di ritardo non fosse tra i tuoi argomenti preferiti per una conversazione.
– Immaginavi bene – dissi stringendo i denti mentre mi rivestivo. Gli lanciai i pantaloni e la maglietta.
– Vestiti, andiamo in farmacia.
– Come vuoi tu boss.
– La prossima volta che mi chiami boss mi assicurerò di aver preso la pillola.
– Afferrato biondina – rispose lui. Scoppiammo entrambi a ridere e uscimmo dall’appartamento ritornando nella farmacia. Appena la commessa mi vide ritornare e chiedere il test della gravidanza fece due più due e si sforzò di non ridere. La fulminai con lo sguardo e comprammo il test. Aspettammo una settimana, passata con il fiato in gola, mangiando le unghie, andando avanti e indietro per gli appartamenti e trascorrendo notti insonni a pensare la soluzione per un eventuale bambino. Almeno su questo non litigammo, visto che eravamo d’accordo a lasciare che me ne occupassi io mentre lui andava all’università.
Quando arrivò il fatidico momento lessi il risultato ed uscii dal bagno. Appena mi vide Harry scattò in piedi.
– Allora?!
– Sono incinta.
 

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Capitolo 16
*** Capitolo finale ***


Emily’s Pov.
Stava succedendo tutto troppo in fretta: Mary e Jess si erano picchiate, Rosy aveva istinti suicidi a causa del biondo, io ero in crisi esistenziale per la rottura con Zayn e come se non fosse abbastanza Camilla era incinta cazzo!
Quando la vidi stesa su letto a mangiare del gelato beandosi delle coccole di Harry sul pancione una fitta di gelosia mi attraversò. Perché lei e non io? Insomma sembravano entrambi così felici che pensavo seriamente fingessero. Avevano 19 e 20 anni. Erano entrambi al quinto anno senza uno straccio di prospettiva per il futuro. “Sono preoccupata per loro” pensai ma subito un’altra voce irruppe nel mio cervello. “sei furiosa con loro, con tutti e con te stessa” e purtroppo aveva ragione. Harry si abbassò e diede un bacio alla pancia di Camilla. Allora esplosi, liberando un fiume di parole che da quel fottuto martedì mi tenevo dentro.
– Sei una stronza e anche tu riccio del cazzo! – Camilla ed Harry mi guardarono straniti a bocca aperta. – Tu sei incinta, I N C I N T A. Porca puttana e non sei preoccupata minimamente! Te ne stai li a mangiare un fottuto gelato, con il tuo fottuto fidanzato. Magari nascerà anche questo bambino e voi continuerete a vivere una vita felice insieme a lui. Non pensi a noi?! Ho beccato Rosy con una siringa nel braccio perché il tuo amichetto biondo è troppo cacasotto per contattarla. Jess ci ha provato con me da ubriaca dicendo che era stufa dei ragazzi. Mary è scappata, non si vede neanche più ed io, IO EMILY TOMSON, sono alle prese con una crisi esistenziale riguardo al fatto che non riesco ad avere una relazione seria. Quindi grazie per avermi sbattuto in faccia la tua felicità ma adesso devo andare a trovare un bel ponte per buttarmi giù.
Louis’ Pov.
 Erano passati cinque giorni dalla scenata di Emily che Harry mi aveva raccontato per filo e per segno ed io ero alle prese con il telefonino quando la ragazza con cui di nascosto mi scambiavo messaggi erotici rispose all’ultimo messaggio inviato.
“Sì Louis, quando staremo insieme potrai usare in tutti i modi prima elencati la panna, sia su di me che su di te”
Una risata mi sfuggì lasciandomi un sorriso ebete sulla faccia. Sorriso che svanì immediatamente non appena lessi il messaggio che mi era appena arrivato. Corsi a prendere le chiavi e mi precipitai immediatamente nella macchina per raggiungere il più possibile il luogo indicato dal messaggio. Erano già tutti lì che urlavano e gridavano come dei forsennati. Eravamo su uno dei tanti ponti che collegavano le due sponde del Tamigi ed Emily era arrampicata sulla sbarra.
– Emily ti prego ragiona non lo fare, te lo scongiuro – urlò Zayn. Ma lei sembrò non sentire. Improvvisamente Camilla salì sul ponte e diede la mano ad Emily. Anche Rosy e Jess la imitarono, seguite da Eva e Mary. Tirai un sospiro di sollievo quando si girarono tutte nella nostra direzione guardando noi: io, Harry, Niall e Zayn. L’attimo di sollievo durò pochissimo seguito da terrore puro quando tutte e sei si buttarono all’indietro cadendo giù dal ponte. Urlammo come pazzi precipitandoci alle sbarre ma osservammo solo una distesa blu vuota. Passarono 5 secondi, cinque fottutissimi secondi duranti i quali nessuno osò fiatare. Poi una ad una le sei ragazze emersero sorridendo.
– Bleeeaaaaaaf! – urlarono in coro. Niall cadde a terra privo di sensi, Zayn vomitò a terra vicino ai miei piedi,  Harry si inginocchiò a terra con le mani tra i capelli mentre io mi appoggiai alla sbarra per non finire come Niall. Con una mano mi reggevo il cuore che sentivo scoppiare nel petto. La vista si offuscò e le ginocchia cedettero. Un pensiero mi balenò in mente:
– Menomale che non sono morte!... così posso ucciderle di persona io stesso. Quando dopo cinque minuti le ragazze ricomparvero in cima alla strada tutte infracidite l’istinto assassino di Harry prevalse. Si fiondò su Camilla placcandola. Finirono entrambi a terra l’uno sull’altra. Harry la stringeva talmente forte da soffocarla; Niall, che nel frattempo era rivenuto, fece lo stesso con Rosy ma non si fermò lì: iniziò a baciarla con talmente tanta foga che temetti la strozzasse con la lingua; neppure Zayn non si risparmiò con Emily. Una macchina si fermò bruscamente vicino alla scena e da lì scesero velocemente Perrie, l’ex di Zayn, e Josh. Vidi Perrie correre verso il suo ex e superarlo incurante.... Strinse Jess in un abbraccio per poi baciarla. Spalancai la bocca me fui l’unico dei ragazzi a notarlo. Mary scoccò uno sguardo soddisfatto alle due ragazze e poi si fiondò tra le braccia di Josh. Ok quelle sei strane ragazze mi dovevano spiegare molte, molte cose. Un altro messaggio illuminò il mio telefono, sempre dalla stessa ragazza che mi inviava quei messaggi.
“Sembra che si sia risolto tutto, ci buttiamo anche noi nella mischia?” sorrisi e corsi a baciare Eva, la stessa ragazza che mi faceva eccitare da pazzi solo sfiorandomi con le dita sotto la tavola, che nei bagni limonava di nascosto con me, la stessa che alla festa di Liam dopo aver fatto lo scherzo ad Harry era venuta a farsi una sveltina. Erano mesi che portavamo avanti questa relazione e adesso potevamo rivelarla a tutti. Il primo che parlò fu Harry:
– Ti conviene iniziare a parlare biondina o ti ci butto io da quel ponte! – Camilla fece come le era stato detto ed iniziò a spiegare.
– Allora dopo la scenata ho chiamato Emily dicendole di riunire il gruppo per ideare un piano. Così ci siamo viste e ognuna di noi ha confessato: Jess ci ha detto che usava Louis come distrazione per non pensare a Mary, poi però dopo la litigata ha incontrato Perrie; d’altro canto Mary quando è scappata ha conosciuto Josh e si sono messi insieme. Eva ci ha detto della sua relazione segreta con Louis e allora abbiamo ideato questo piano di vendetta per spingere Zayn e Niall a farsi avanti. L’avevamo già fatto anche altre volte e sapevamo di non correre nessun rischio e neanche il bambino era in pericolo.
– È stata un’idea di Camilla, Harry sei fortunato, se mai in futuro avari problemi saprai a quale mente malvagia dovrai rivolgerti – intervenne Rosy.
– Lo so è per questo che vorrei fare un annuncio – disse Harry. S’inginocchiò ai piedi di Camilla e tirò fuori una scatoletta. L’aprì e rivelò un anello con un brillante al centro.
– Camilla Cooper, vuoi sposarmi?
- Sì - rispose.
Fu così che si sposarono ed ebbero una bellissima bambina, Carol, più avanti Harry diventò un dottore e il loro appartamento divenne la loro bellissima casa. E con felicità annuncio che vissero per sempre felici e contenti.
Spazio autrice
Ciao ragazze spero vi sia piaciuta la storia :) Sinceri saluti
Peterpanouat :)
 

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Capitolo 17
*** Eccomiiii con dei Missing Moments ***


So che sono mancata per più di un mese... E mi dispiace da morire. Molte di voi avranno notato che ho cancellato il seguito ma la verità è che non mi piaceva la piega troppo veloce che aveva preso. Perciò ho deciso di riscriverlo però con molta più calma facendo le cose per bene. Penso che per questo fine settimana riuscirete ad avere il capitolo 1 del primo (sempre che vogliate ancora leggerlo) per farmi perdonare vi offro dei missing moments della loro storia. 
Natale dal prof: 
Camilla's Pov. 
Avevo appena chiuso il forno con il tacchino dentro che Harry si avvicinò a me. Mi baciò il collo passando le mani sui fianchi. 
– Sei sexy quando chiudi il forno – sussurrò al mio orecchio prima di baciarlo. Mugolai e mi girai guardandolo negli occhi: quegli smeraldi che brillavano maliziosi. Sapevo cosa stava chiedendo con quello sguardo... E sapevo che l'avrebbe ottenuto. Infatti dopo poco ero già seduta sul bancone avvinghiata ad Harry che mi stava baciando il collo sbottonandomi la maglietta. Stava iniziando a fare veramente caldo in quella stanza e per un secondo vidi Harry fare scintille... NO! Quello non era Harry bensì il forno che stava bruciando con tutto il tacchino dentro. Gridai allontanando Harry mentre prendevo le presine. Provai ad aprire il forno ma la stoffa dei guanti prese fuoco così scappai fuori al balcone seguendo Harry. Per fortuna lui aveva pensato prima di agire, infatti aveva tirato fuori la pompa che usavano per annaffiare i fiori e l'aveva aperta. Poi era corso in cucina a spegnere l'incendio. 
– Chiudi la pompa – urlò Harry e io obbedii... O almeno ci provai. Girai la manovella nella direzione opposta e accidentalmente la ruppi 
– Che stai aspettando?! – sentii Harry urlare. 
– L'ho rotta! – gridai di rimando. Lui ti ringhiò è corse da me consegnandomi la pompa ormai fuori controllo. Senza pensarci la portai fuori da casa mettendola nel lavandino di Harry. Ora... Tutti nelle situazioni catastrofiche dimenticano qualcosa, beh, io dimenticai che lui metteva sempre il tappo a quel maledetto lavandino. Corsi nuovamente da lui e lo vidi trafficare con il tubo ormai rotto. Dopo l'ultimo tentativo quest'ultimo si staccò completamente e l'acqua iniziò ad uscire travolgendoci. La parte buffa era che ognuno dei due tentava di utilizzare l'altro come scudo. Il balcone era completamente allagato, tanto che l'acqua ci arrivava alle caviglie e c'era solo un canale di scolo. Quando scivolai portandomi dietro Harry l'acqua ci condusse fino alla fine del balcone così che dovemmo ricominciare da capo. 
Quando riuscimmo ad arrivare Harry si levò la maglietta e provò ad inserirlo nel buco per impedire all'acqua di fuoriuscire ancora. Ma non funzionò. 
– Levati la maglietta! – ordinò il riccio. Obbedii. Non bastava ancora. Provammo con i pantaloni di entrambi e finalmente l'acqua smise di fuoriuscire. Ci schiacciamo il 5 e subito Harry mi chiese di dargli il reggiseno. Pensando fosse per assicurare il tubo glielo consegnai ma lui lo gettò giù dal balcone. Gli diedi uno schiaffo sul braccio ma lui mi prese in braccio portandomi nel suo appartamento. 
– Scusa tesoro ma eravamo rimasti a metà – bisbigliò con voce roca. Notando le condizioni della cucina di Harry gli risposi ridendo: "mi sa tanto che dovremmo rimanerci ancora per un po'" 
Incredulo alzò gli occhi notando l'allargamento della sua cucina si stupì talmente da lasciarmi cadere a terra. Atterrai sul sedere imprecando. Lui si scusò ridendo e mi raggiunse sul pavimento. Si sdraiò su di me e cominciò a baciarmi ma lo fermai. 
– Tesoro so cosa vuoi... Ma dovresti chiederlo a babbo natale. Per adesso dobbiamo pulire – dissi al riccio. In quel momento giurai di aver sentito l'erezione di Harry ammosciarsi, così ridacchiai. Ci alzammo in piedi e indecisi sul fa farsi optammo per chiedere aiuto al professore di chimica del piano di sotto. Accogliendoci in modo rude permise di mangiare con lui la cena di natale. Subito dopo ci disse di sparecchiare mentre lui guardava la televisione. Quando ce ne stavamo per andare passammo a salutarlo ma notai che stava guardando CSI Miami. Incuriosita chiesi di che omicidio si trattasse e lui rispose tranquillamente "un uomo spinto nel trita rifiuti"
Appassionandomi iniziai a fare ipotesi a raffica su chi fosse l'assassino seguita da Harry e il professore stesso. Chi ebbe ragione? Beh ovvio! Sbagliammo tutti e tre. Quando ce ne stavamo per andare il professore ci invitò la domenica successiva a vedere di nuovo il telefilm e accettammo volentieri. 
Risaliti sopra a mezzanotte Harry ricevette il suo regalo... E anche io. Dopo aver soddisfatto entrambi stesi sul letto abbracciati proposi di chiamare un idraulico. 
– Chi vuoi che sia disponibile durante  le vacanze di natale?! – rispose secco
– Era solo un'idea – mi difesi
– Un'idea sciocca – disse lui sdraiandosi su di me. Fu così che quella sera sfondammo il muro... Ma questa è un'altra storia, che racconterò un altro giorno 
Commentateeeee pleaseeee 

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