Revenge.

di horanscake
(/viewuser.php?uid=166208)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Addio Harry ***
Capitolo 2: *** Aria di cambiamenti. ***
Capitolo 3: *** Il piano. ***



Capitolo 1
*** Addio Harry ***


Revenge.

(1)

 
Ero sul mio divano, con una doppia porzione di gelato di due gusti tra le mani, guardando la penultima e deprimente puntata della quarta stagione di Glee, dove Finn lascia Rachel per farla partire da sola in America.
Ecco, i ragazzi sono tutti stronzi, nessuno escluso, nemmeno quelli dei film o delle serie tv.
Soltanto quelli presenti nei miei libri preferiti o i membri delle boyband più fighe, potevano salvarsi. Ed Harry, quello che doveva essere il mio migliore amico, non si salvava di certo. Era uno stronzo, come tutti gli altri, lo odiavo così tanto! Mi ero, sfortunatamente, innamorata di lui, dei suoi capelli ricci, delle sue fossette e dei suoi occhi color smeraldo... il motivo per cui lo odiavo? Ogni volta che lo invitavo a mangiare un gelato assieme, o ad uscire, o a trascorrere del tempo insieme come semplici migliori amici, lui non faceva altro che ripetermi "Liz, potrebbero pensare che stiamo insieme e non voglio che ci siano queste voci in giro."
Ma brutto coglione, ti conosco da quando sei nato, ti ho aiutato nel periodo più difficile della tua vita, ti sono sempre stata accanto e tu ti vergogni a passare del mio tempo con me?! Potevo capirlo però, neanch'io frequenterei me stessa: sono un disastro, sono troppo in carne, porto l'apparecchio e gli occhiali e ho ottimi voti a scuola. Per questo motivo, a scuola, mi chiamavano continuamente "Liz Betty", la parodia di Ugly Betty.
Le prime settimane avevo sofferto, ma nulla a che vedere del dolore che provavo ogni volta che Harry non voleva farsi vedere con me. Lui a scuola era abbastanza conosciuto, non era tra i popolari ma nemmeno tra gli sfigati come me e, farsi vedere con me, avrebbe risentito sulla sua notorietà. 
Non ebbi neanche il tempo di mandare a fanculo mentalmente Harry, quando iniziarono a bussare ad intermittenza il campanello. Mi alzai incazzata, la puntata stava giungendo al termine e mi sarei persa il finale grazie allo squilibrato che stava bussando il campanello senza dar segno di voler smetterla.
Aprii la porta, senza nemmeno controllare chi era, e urlai un "Cosa cazzo c'è?", stupendomi di me stessa del tono di voce che mi uscì. Appena mi resi conto che quello che avevo davanti era Harry, in tutta la sua bellezza e stronzaggine, impallidii.
Perse di colore anche il suo, di viso, e sgranò gli occhi; non si aspettava di certo un genere trattamento da me. Lui sembrò riscuotersi e mi disse "Liz mi serve una mano in storia, domani ho un'interrogazione e non voglio avere debiti quest'estate." mi supplicò, con i suoi occhi verdi che mi scrutavano curiosi. Stavo per acconsentire, quando sentii la voce di Rachel dalla tv del soggiorno, che chiedeva umilmente a Finn di non lasciarla.
Lui le rispondeva che non poteva continuare a stare con lei a chilometri di distanza.
Eh ovvio,voi uomini siete solo degli stronzi traditori!
Mi concentrai di nuovo su Harry, che intanto mi aveva chieso con la sua vice roca "Oh Liz, ci sei? Saliamo di sopra? ho già portato i libri", mentre sorrideva e dava vita alle sue meravigliose fossette.
"I libri? Te li puoi mettere in quel posto dove non batte il sole, Harry! Ho per caso scritto "do ripetizioni agli egoisti traditori" sulla fronte?" sbraitai, mentre vedevo il suo viso incupirsi ancora di più. Lui, sbalordito e incredulo, riuscì solo a sussurrare "egoista traditore?".
"Sì Harry, sei il ragazzo più egoista che io abbia mai conosciuto! Vieni da me solo quando ti serve qualcosa e non vuoi mai farti vedere in mia presenza perché sono sfigata! E Harry, notizia flash: quando la settimana scorsa mi hai attaccato il telefono in faccia perché eri con la squadra di basket, io avevo bisogno del tuo supporto perché mia nonna aveva avuto un'altro infarto. E adesso, vai a chiedere ripetizioni alla squadra di basket.. anche se non credo abbiano un cervello. Non farti vedere mai più e non rivolgermi più la parola." Dette le mie ultime parole, feci la mia uscita di grande effetto chiudendogli la porta in faccia.
Ritornai al mio divano, dove ormai la televisione mandava in onda i titoli di coda.
Oh fantastico, mi ero anche persa il gran finale!
 
Dovevo cambiare.
Dovevo dimostrare ad Harry che ero felice anche senza di lui. Volevo farlo sentire in colpa, così che stesse male almeno un decimo di quanto lo ero stata io. Dovevo prendermi la mia rivincita.
Chiusi l'ennesima pagina Google e consultai le varie informazioni raccolte.
GUIDA PER AVERE UN FISICO PERFETTO:
1Mangiare sano. Okay, questa potevo farla, insomma se mangiavo solo frutta e verdura non diventavo una giraffa erbivora, no?
2Fare tanto sport. Questa già la seguivo; letto sincronizzato e doppio divano con avvitamento erano gli sport in cui andavo meglio. 
3. Fare vero sport. Oh dio no, non ce l'avrei mai fatta...
 
Chiusi il mio portatile, sbuffando e maledicendomi mentalmente: mi serviva anche un modo per imparare a socializzare con qualcuno, dato che l'unico amico che avevo era Harry e quest'ultimo mi rinnegava ogni volta che gli pronunciavo il mio nome.
Decisi di andarmi a fare una passeggiata, forse il vento londinese mi avrebbe aiutato. Anche se avevo bisogno solo di un miracolo. 
Appena aprii la porta mi ritrovai Harry che mi aspettava seduto sugli scalini dell'uscio di casa mia. Quanto tempo era restato lì? Erano passate più di quattro ore da quando gli avevo chiesto di non parlarmi mai più, era restato qui fuori tutto questo tempo? Appena chiusi la porta alle mie spalle, lui sobbalzò dal rumore e scattò in piedi, afferrando il mio braccio con la sua mano, impedendomi di andare via.
"Lasciami" sibilai, grugnendo i denti. 
Lui mi guardò negli occhi, perso; i suoi occhi erano arrossati, segno che aveva pianto. "No Liz ti prego ascoltami, sono stato uno stronzo ma ti prego lasciami spieg-" "Ho detto lasciami, giuro che se non mi lasci mi metto ad urlare." Ribadii, fredda.
Avevo smesso di cadere ai suoi piedi ogni volta che i suoi occhi mi fissavano o la sua voce mi chiedeva scusa. Ero stanca, stanca di correre dietro ai sogni impossibili e a persone che non mi meritavano. "Ti prego" mi supplicò, con un singhiozzo.
Lo guardai di nuovo negli occhi, che ormai erano diventati lucidi... no, non dovevo cascarci di nuovo. "Lasciami e vattene via" coclusi, prima di tirare via il mio braccio dalla sua presa, che nel frattempo si era allentata.
Andai via, senza girarmi indietro, ma vedendo il suo riflesso nell'auto parcheggiata di fronte casa mia: stava piangendo.

Camminavo a testa bassa, con le cuffiette nelle orecchie che  risuonavano l'ultimo singolo di Ed Sheeran.
Ero diretta al parco comunale della mia città, dove mi sarei seduta accanto al tronco di un albero e avrei ascoltato le mie playlist salvate sul cellulare in pace. Stavo per girare l'angolo, quando una grossa insegna catturò la mia attenzione
"Cercasi lavoro in una libreria, orari adatti a qualsiasi studente"
Bingo! Con quel lavoro potevo imparare a socializzare, conoscere persone e leggere tutti i libri che volevo... gratis!
E con la paga potevo iscrivermi in palestra e comprarmi tutti i vestiti e i trucchi che mio papà si era rifiutato di comprarmi... per non parlare delle lenti a contatto!
Harry, preparati, Liz sta finalmente cambiando.
 
Appena misi piede nella libreria, cambiai subito idea.
Andiamo, cosa mi era passato per la testa? Liz la sfigata non poteva certo trasformarsi in Liz la figa con colloquio di lavoro! Volevo uscire di lì, tornare a casa e ritornare a piangere sul mio gelato. Ma il "Buon pomeriggio cara, desideri qualcosa?" detto dalla bionda signora di mezza età, con quell'accento strano, mi costrinse a non fuggire.
"I-io sono qui per il l-lavoro" balbettai, con tutta la vergogna possibile.
Sul viso della signora si allargò un sorriso sincero e iniziò ad urlare "Bob, c'è una ragazza interessata al lavoro! Bobby,dove sei? Oh cara un secondo, non trovo mio marito."
Dire che quella signora era euforica era un eufemismo, tra un po' si metteva anche a saltellare per il negozio! Poco dopo, da una porta presente sul retro del bancone uscì un uomo abbastanza alto, con i capelli grigi e gli occhi azzurri; dei meravigliosi occhi azzurri. 
Mi squadrò dalla testa ai piedi, sorrise e annunciò "Sei assunta!" Cosa? No, io mi chiamo Elizabeth, non Assunta...
 
Dopo varie incomprensioni e dopo che i proprietari (che poi avevo scoperto si chiamassero Bobby e Maura) mi avevano mostrato le varie aree del negozio, potevo finalmente iniziare il mio primo giorno di lavoro.
Ero pronta, decisa e motivata a cambiare! Il primo cliente entrò in libreria: era una signora incinta.
Sfoggiai subito uno dei miei più bei sorrisi, poi mi ricordai dell'apparecchio e chiusi in fretta la bocca. "Serve aiuto?" domandai, mentre la signora si aggirava nel negozio senza una meta ben precisa. 
"Sì grazie cara, avete quei libri per le pre mamme?" 
Annuii e le mostrai tutti i tipi possibili in tutte le edizioni, mentre la giovane donna guardava incantata.
"Sai cosa? Ero venuta per un solo libro, ma prendo tutta la collana!" affermò la signora entusiasta. 
"Sono dodici libri, è sicura di poterli portare tutti lei?" le domandai, preoccupata: nelle sue condizioni non dovrebbe affaticarsi così tanto.
La signora mi squadrò sorridendo e mi disse felice "Oh cara, sei davvero gentilissima. ma non preoccuparti c'è mio marito qui fuori" io annuii e presi tra le mani i dodici tomi, messi in pila, fino a portarli al bancone.
Misi tutto in una busta e "Sono 56 sterline, signora" annunciai. 
La signora sorrise, mi diede una banconota da 100£ e quando stavo per darle il resto annunciò "tieni il resto, sei stata molto gentile". Che?
Sgranaii gli occhi e impallidii, ma quando stavo per chiedere spiegazioni la signora era già uscita.
Con 44 sterline di mancia, iniziamo più che bene!

ALOHA! 
Spero che questo primo e nuovo capitolo di questa nuova ff vi sia piaciuto!
Fatemi sapere cosa ne pensate! RECENSITE SE VOLETE CHE CONTINUO :)
Kisses, horanscake xX

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Aria di cambiamenti. ***


Revenge.
 
Era passato un mese da quando avevo iniziato a lavorare in libreria.
I signori Horan erano gentilissimi, mi pagavano molto bene e mi lasciavano portare tutti i libri che volevo a casa, per leggerli dopo il lavoro; alla condizione di tenerli maniacalmente, però.
Mio padre non si era reso conto di nulla, occupato com'era dal suo lavoro e dalla sua nuova fidanzata del mese. Com'era che si chiamava? Kristine? Catherine? In ogni caso, non aveva importanza.
Le mie giornate erano passate dall'essere vuote e spente, a piene ed entusiasmanti.
Mi ero finalmente iscritta in palestra, frequentavo due corsi, così da tenermi occupata ogni giorno della settimana dopo il lavoro. Grazie ad essa avevo conosciuto persone davvero fantastiche, che non si basavano solo sull'apparenza fisica, ma andavano oltre e ti conoscevano fino i fondo.
Tra loro c'erano Emma e Louis, due fratelli che mi avevano invitato a casa loro quella sera a cena.
Ero agitata, non sapevo che mettermi e avevo paura di sbagliare: quella era la prima occasione per farmi veri amici.
In quanto a Harry, a scuola non la smetteva di tormentarmi dicendomi che doveva spiegarmi e che era stato uno stronzo.
Sul fatto dello stronzo aveva ragione, ma non volevo ascoltarlo, quindi facevo finta che non esistesse.
La settimana dopo la mia scenata, mi aveva aspettato ogni mattina prima di andare a scuola ma, vedendo che non lo ascoltavo, aveva smesso di venire. 
Sentii la suoneria del mio cellulare squillare e risposi, senza nemmeno controllare il mittente.
"Pronto?" 
"Dio Liz, finalmente hai risposto! Ti prego, dimmi dove sei e ti ragg-"  Era Harry, con la sua voce roca e mozzafiato; attaccai, scocciata. 
Sentii il mio cuore che mi batteva all'impazzata, gli occhi si fecero immediatamente lucidi e dovetti fermare il tapis roulant per le troppe emozioni. Era questo l'effetto che mi faceva, ero innamorata fino alla punta dei capelli e non riuscivo a dimenticarlo; anzi, allontanandolo non avevo fatto altro che peggiorare la situazione. Mi mancava tantissimo, ogni volta che a scuola si scusava mi veniva voglia di sbatterlo contro gli armadietti e baciarlo. Ma sono solo una sfigata io, no?
 
Uscii dalla palestra, diretta verso il centro: avevo bisogno di shopping. I signori Horan mi avevano pagato quel giorno e potevo finalmente spendere i frutti del mio lavoro. 
Con mia grande sorpresa, i vestiti della mia vecchia taglia mi andavano larghissimi e così scoprii di aver perso due taglie e anche sei chili in un mese! Forse non men'ero ancora accorta perché indossavo sempre leggins elasticizzati e magliette e maglioni di tre taglie più grandi del normale, che mi rendevano ancora più grossa. Ma le commesse mi avevano consigliato di mettete in risalto il mio fisico, dandomi jeans e pantaloncini stretti ed aderenti e top e t-shirt finalmente della mia taglia; e devo dire che finalmente mi piacevo! Non ero come le ragazze popolari, ma nemmeno come le sfigate: ero solo Liz e non potevo essere più felice di così.  
Comprai circa venti pezzi, tre paia di scarpe, una marea di trucchi mai sentiti prima e due paia di lenti a contatto. 
Prima di tornare a casa passai davanti a un parrucchiere e decisi che era ora di domare quei ricci ribelli che avevo in testa. Le ragazze che lavoravano lì dentro erano così dolci che si offrirono anche per truccarmi così da mostrarmi come si faceva.
A risultato finito, non riuscivo a crederci: ero davvero io quella allo specchio? Ero completamente diversa: tutto quello che odiavo di me era scomparso, tranne per l'apparecchio. Mi sentivo per la prima volta nella mia vita finalmente bella ed ero pronta per la cena di quella sera!
 
Ero in libreria da sola, Maura mi aveva avvisato che sarebbe passato suo figlio, che aveva la mia età, per darmi una mano.
Era domenica mattina, il negozio era vuoto: tutti i cittadini erano a messa nella chiesa lì vicina.
La serata a casa Tomlinson, il giorno prima, era trascorsa nel migliore dei modi: Johanne e Des, i genitori di Louis ed Emma erano due persone davvero simpatiche.
Io e Louis avevamo scoperto che frequentiamo la stessa scuola, ma con indirizzi diversi, e lui mi aveva invitato a pranzare insieme in mensa il lunedì successivo, così da farmi conoscere la sua comitiva.
Finalmente avevo una vita sociale! Non potevo crederci, dire che ero eccitata era il minimo. Volevo conoscere tutti i suoi amici, dare una buona impressione e poi chissà, potevo finalmente togliermi Harry dalla testa (e dal cuore).
La serata precedente, Louis ed Emma mi avevano riempita di complimenti, ripetendomi che ero una ragazza bellissima e che la vecchia Liz sembrava scomparsa.
La campanellina del negozio trillò ed entrò un ragazzo piuttosto alto, con un cappellino della new era messo al contrario.
Il ragazzo si guardava intorno spaesato e appena mi vide mi squadrò dalla testa ai piedi.
"Hai bisogno d'aiuto?" proposi, come facevo con ogni cliente. 
"Sei tu Liz?" mi chiese, scrutandomi con i suoi occhi celesti. Cavolo, che occhi, ci facevo l'amore soltanto a guardarli...
Io annuii e lui sorrise, mostrandomi che anche lui aveva l'apparecchio ai denti.
"Sono Niall, il figlio di Maura e Bob. Sei molto più carina di quanto ti aveva descritto mamma" mi disse, facendomi l'occhiolino. Io avvampai, mormorando un "G-Grazie" sbiascicato.
Si tolse il cappellino, rivelando d'avere una chioma bionda, simile a quella di Maura.
"Hai gli occhi di tuo padre e i capelli di tua madre" notai e lui mi colse a fissarlo, quindi abbassai lo sguardo imbarazzata. Lui rise e dio, potevo ascoltare quel suono fino alla fine della mia vita e mi sarebbe sempre piaciuto. 
"Sono tinti. I miei capelli dico, io in realtà sono castano" mi rivelò e io sgranai gli occhi. 
Beh, biondo o bruno, con quegl'occhi che si ritrovava, sarebbe stato figo comunque.
 
Trascorsi tutta la domenica in compagnia di Niall e il tempo sembrò quasi volare: feci anche il doppio turno e non me ne resi nemmeno conto.
La sua compagnia era davvero piacevole, riuscivo a parlargli senza arrossire ad ogni frase e, dovevo ammetterlo, il suo accento era davvero sexy. A tarda serata, dopo aver cenato insieme, Niall si offrì per accompagnarmi a casa e io, dopo varie cerimonie, accettai di buon grado. 
"Domani puoi restare a casa se vuoi, oggi hai fatto il doppio turno" mi annunciò Niall sorridendo.
Come me, era in imbarazzo anche lui, e trovavo questa cosa davvero adorabile: Harry era così sfacciato e sicuro di sé, che io mi sentivo sempre inadeguata. 
Ma con Niall era tutto così diverso, ai suoi occhi mi sentivo davvero bella.. per la prima volta.
"Oh no, grazie mille, ma preferisco lavorare. Può sembrare strano, ma amo il mio lavoro" gli spiegai, rifiutando la sua offerta.
Ormai eravamo arrivati davanti casa mia e Niall non sembrava voler andare via.
"Verrei a farti compagnia, ma devo ripetere matematica: sono una schiappa con i numeri" 
"Se vuoi, posso darti ripetizioni in libreria. Non ci sono molti clienti il pomeriggio" cercai di trattare, trovando un pretesto per vederci.
Avevo finalmente trovato un ragazzo con cui andavo d'accordo e non volevo lasciarmelo scappare.
"Liz, sei seria? Lo faresti sul serio? Sei la migliore!" urlò quasi, abbracciandomi di slancio.
Ricambiai l'abbraccio e gli diedi un frettoloso bacio sulla guancia.
"Allora a domani eh? Dormi bene principessa" mi sussurrò all'orecchio, prima di lasciarmi andare. "Buonanotte Niall" risposi, ancora sotto shock.
Arrivai alla porta d'entrata ancora sognante, così tanto che le chiavi mi caddero da mano, le ripresi e lo vidi. Harry, che mi fissava dalla finestra della sua stanza.
Sibilò un "Perdonami", mentre io distoglievo lo sguardo ed entravo finalmente in casa.
 
Puntai la sveglia mezz'ora prima del solito, così da avere il tempo di prepararmi decentemente. 
Quel giorno a pranzo avrei conosciuto tutti gli amici di Louis, quindi dovevo dare una buona impressione e lasciare che "Liz la sfigata" andasse nel dimenticatoio.
Avevo finalmente l'occasione giusta per sfoggiare i miei nuovi vestiti, i trucchi e lasciare gli occhiali sul tavolo della cucina.
Dio, l'inventore delle lenti a contatto dovrebbe essere fatto santo!
Scesi in cucina ancora in pigiama e mi guardai intorno: era vuota, mio padre stava ancora dormendo.
Feci colazione e risalii in camera mia, dove mi vestii con un jeans aderente e una canotta - essendo in pieno Maggio- e mi pettinai i capelli come mi aveva mostrato il parrucchiere due giorni prima.
Mi truccai nel migliore dei modi possibili (e l'eyeliner lo misi per tre volte, finché non otteni due linee uguali ad entrambi gli occhi ew) e poi mi concentrai sulle scarpe; le nuove vans nere andavano più che bene! Prima di scendere di nuovo di sotto, mi guardai allo specchio: sembravo un'altra ragazza, ed ero finalmente felice.  Il mio sguardo cadde sulle mie vecchie converse bianche rovinate, quelle di Liz la sfigata e successivamente su una foto mia e di Harry.
Sospirai, era giunto il momento della rivincita.
 
Trovai mio padre che stava leggendo il giornale in cucina e sorrisi: si sarebbe accorto di qualcosa? 
Tossii, per richiamare la sua attenzione ed esclamai "Io vado a scuola papà", prendendo lo zaino per poi metterlo sulle spalle. Lui alzò gli occhi dal giornale e puntò il suo sguardo su di me, sorridendomi.
"Sei diventata magrissima, la palestra ti fa davvero bene! Ringrazia i signori Horan per il lavoro da parte mia e portagli i miei saluti; Harry non sa cosa si è perso. Sei bellissima bocciolo" mormorò, continuando a sorridere senza dar segno di voler smetterla.
Io sgranai gli occhi e impallidii: come faceva mio padre a sapere tutto?! Credevo che al massimo si ricordasse di avere una figlia! 
"G-Grazie" sussurrai, ancora shockata.
Uscii di fretta di casa e sorrisi: mio padre, sotto ogni mia aspettativa, mi voleva davvero bene.
La giornata sembrava già migliorare!
 
Sorpassai l'uscio della scuola con insicurezza, guardandomi intorno.
E se la nuova Liz non fosse piaciuta a nessuno? Oh Dio, volevo scomparire.
Arrivai fino al mio armadietto, quando Ashley, una di quelle cheerleaders stronze che maltrattano gli sfigati -e quindi anche me-, si voltò verso di me, mi squadrò e disse "Sei nuova? Questo armadietto è occupato, sei sicura che ti abbiano dato il numero giusto in segreteria? Piacere io sono Ashley!" con tutta la finta euforia possibile.
Brutta stronza, mi hai reso gli anni delle superiori un inferno, e non mi riconosci?!
Io indietreggiai e avvampai, davvero ero così cambiata? Non mi riconoscevano neanche? Grandioso!
"Io sono.. -non dire Liz,non dire Liz, non dire Liz- ehm,Lizzie piacere! No,questo è proprio il mio armadietto! È stato fatto uno scambio, credo" dissi, cercando di non balbettare.
"Oh,meraviglioso! Prima c'era Liz Betty qui,la conosci? È una vera sfigata, sono contenta che se ne sia andata. Noi diventeremo sicuramente amiche!" urlò quasi, prima di prendere i libri e andare in classe.
Oh sì amiche, certo...
Ma vaffanculo stronza!
 
Camminavo per i corridoi a testa alta, finalmente non sentivo più le persone urlare "Ecco che arriva Liz Betty" ma anzi, cerano soltanto i mormorii degli studenti che dicevano "La conosci? Secondo me è nuova!" e che mi squadravano dalla testa ai piedi.
Entrai in presidenza e venni accolta gentilmente dalla preside: noi due avevamo un conto in sospeso.
 
"Quindi vuoi che ti cambi di cognome solo sul registro scolastico, per non essere riconosciuta? No signorina, non è possibile" mi comunicò la preside, svogliatamente. 
Io non mi mossi più di tanto e mormorai "Devo forse dire in giro che le elezioni per il rappresentante d'istituto di quest'anno sono state corrotte da lei? Perché sono sicura che mi crederebbero,con le prove che ho" dissi, decisa e tagliente. 
La preside sobbalzò e mi guardò negli occhi, preoccupata. 
"Come fai a saperlo? ehm, volevo dire... con che nome vuole essere registrata?" mi chiese, arrendosi.
"Elizabeth Hale, grazie. Posso sempre contare su di lei vero?" domandai a mia volta, con del sarcasmo nella voce. La preside mi guardò di nuovo e, sconfitta, annuì.
 
"Quindi sei registrata con un cognome diverso? Ma è una cosa fighissima!" esclamò entusiasta Louis, battendomi il cinque. 
"Esatto, però non urlare Lou" risi, mentre entravamo in mensa.
Rise anche lui e con gli occhi si guardava intorno in cerca della sua comitiva. Zayn Malik -il più figo e popolare della scuola- fece un segno verso di Louis e quest'ultimo annuì, facendomi segno di seguirlo.
Non ditemi che Louis era nella comitiva dei più popolari...oh maledione, in quel momento volevo soltanto sprofondare!
Louis sorrise a Liam e a Zayn (i più popolari), mentre si sedeva al tavolo e mi indicava la sedia accanto a sé.
Io annuii e sorrisi a tutti, cercando di essere il più carina possibile. Mi misi seduta e controllavo chi altro c'era seduto al nostro tavolo. Erano per la maggior parte cheerleaders e giocatori di basket, le persone che io disprezzavo di più. Quanto notai la persona che era seduto di fronte a me, sorrisi gioiosa. 
"Niall, non mi hai detto che frequentavi anche tu questa scuola!" esclamai, mentre lui cercava di riconoscermi.
"Mh, sono Lizzie.. la cugina di Liz, ricordi?" gli domandai, facendogli l'occhiolino. Lui sgranò gli occhi ed annuì, sorridendo. Louis mi presentò anche gli altri ragazzi che mi sembrarono tutti molto simpatici; li avevo sempre catalogati come degli snob, ma non lo erano affatto. Solo Zayn sembrava sempre assente,  ma non feci domande
"Oggi c'è la semifinale, qualcuno ha visto Harry?" domandò Liam, guardando gli altri. Stavano parlando del mio Harry? I ragazzi scossero la testa e Zayn prese la parola. 
"Da quando la sua migliore amica l'ha scaricato sembra un'altra persona" mormorò. Io scaricato Harry?! Ma se era lui che mi ignorava sempre ed aveva vergogna di me!
"Lei non l'ha scaricato, è stato lui che si vergonava a farsi vedere con lei, perché è considerata sfigata" spiegai, con irruenza nella voce. I ragazzi mi guardarono sbalorditi, mentre l'attenzione di Niall sembrava catturata da qualcosa dietro di me.
"Quindi è questo che lei pensa di me" mormorò una voce dietro le mie spalle.
Mi girai e trovai un Harry piangente con un vassoio tra le mani. "Dille che mi dispiace, okay?" mi disse poi e io annuii, fermando l'impulso di abbracciarlo.
Possibile che davvero Harry non mi avesse riconosciuto? Ma, ancora più importante, stava davvero così male senza di me?

ALOHA!
hei ragazze, ecco a voi il secondo capitolo!
spero che la ff vi stia piacendo,  recensite in tante così aggiorno più in fretta lol
che ne pensate del peronaggio di Liz e della sua trasformazione?
comunque il suo prestavolto sarà Acacia Clark aw
al prossimo capitolo!
horanscake xX

 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il piano. ***


Revenge.
 
La campanella dell’ultima ora suonò e tutti i ragazzi (che in quel momento assomigliavano più a delle mucche in calore) uscirono velocemente dalle loro classi, diretti verso l’uscita della scuola.
Uscire da quell’edificio non era soltanto smettere di studiare, ma significava essere di nuovo liberi. Sorrisi, una volta superato l’uscio della scuola, e iniziai ad incamminarmi verso casa mia; come facevo ogni giorno.
Ma ai primi dieci passi, mi ritrovai Niall a due metri da me, in sella alla sua moto.
“Liz che ne dici se andiamo a mangiare qualcosa insieme e  poi andiamo in libreria?” propose, aggiustandosi i capelli biondi appiattiti dal casco.
“Niall, sono Lizzie!” lo rimproverai, guardandomi intorno per controllare se qualcuno avesse sentito. Lui sbiancò e si scusò per almeno venti volte. Io risi e accettai di buon grado l’offerta. Mi indicò il retro della sua moto e io impallidii.
“Dovrei salire su questa.. cosa?” mormorai, scettica.
Niall rise e annuì, per poi domandarmi “Ti fidi di me?”.
In risposta, alzai un sopracciglio e sorrisi, mentre lui metteva il broncio. Risi anch’io e salii sulla sua moto, allacciando istintivamente le mie braccia alla sua vita.
Mi diede un secondo casco e velocemente partì.
 Io, dopo almeno tre secondi, desideravo già scendere dalla paura ma, ripensandoci adesso, non era niente male.
“Liz, guarda chi c’è!” mi urlò Niall, mentre faceva lo slalom tra le varie auto. Mi guardai intorno e vidi la figura di Louis e quella di Liam, che passeggiavano sul marciapiede.
“Louis! Liam!” urlai, cercando di farmi sentire. Quest’ultimi mi trovarono con lo sguardo poco dopo e mi salutarono sorridendo. Poche volte nella mia vita mi ero sentita davvero felice e questa, era una di quelle. Avevo sempre desiderato avere amici o almeno qualcuno con cui passare il tempo. Sì avevo Harry, ma senza di lui ero sola. Mentre adesso.. avevo finalmente qualcuno su cui contare. Appoggiai il viso alla schiena di Niall e sorrisi: è questo che si prova ad essere felici?
 
Dopo una lunga lotta di venti minuti alla cassa del Mc Donald’s, perché io volevo un’insalata e Niall voleva che mangiassi un doppio Big Mac, perché secondo lui “andare al Mc e ordinare un’insalata. è come andare ad un concerto e non conoscere nemmeno una canzone: inutile e deludente”, eravamo finalmente giunti ad un accordo. Avevamo entrambi preso due Happy Meal e non vedevamo l’ora di scoprire quale fossero state le nostre rispettive sorprese. Nel mio scatolo trovai la miniatura di Super Mario, mentre Niall trovò quella della principessa Peach.
“Niall, che ne dici se ci scambiamo le sorprese?” proposi, notando la sua faccia insoddisfatta. Lui mi guardò attentamente e poi puntò nuovamente la sua attenzione alla principessina. Scosse la testa e esclamò: “Voglio tenerla io, così ogni volta che la vedrò penserò a te; sei la mia principessa, no?”. Sorridemmo entrambi e le mie gote presero quasi fuoco. Non sapevo cosa fare o dire, e mi sentivo così goffa: la mia esperienza con i ragazzi era davvero inesistente.
“Mio bel principe, che ne dice se iniziamo a mangiare? Lo stomaco della principessa protesta” scherzai io, sperando di risentire il suono meraviglioso della sua risata. E così fu e io mi godetti quel momento come se fosse l’ultima volta.
Sembravo quasi entrata un incantesimo: un mese prima se mi avessero detto che avrei pranzato con un ragazzo così bello, dolce, timido e simpatico non ci avrei creduto per niente. Mentre, invece, guardatemi adesso! Niall intanto annuì ed iniziammo a mangiare.
“Sai cosa dovresti fare?” mi domandò Niall, addentando il suo panino. Scossi la testa e aspettai che continuasse.
“Dovresti creare un profilo facebook per Lizzie”
Io, che intanto stavo mangiando le mie patatine, iniziai a tossire e sgranai gli occhi: decisamente no!
“Non voglio che questa storia si ingigantisca così tanto, non voglio essere Lizzie per sempre e non voglio mentire a lungo” gli spiegai, mentre ad intervalli regolari bevevo la mia coca cola.
Niall annuì e sembrò rifletterci su, per poi ribattere: “A me piacevi più prima, quando eri Liz”
Io deglutii e, il colore della mia faccia, se mi sarei vista in quel momento, molto probabilmente assomigliava ad un pomodoro maturo. “Grazie Nì” dissi soltanto, mentre guardavo il paesaggio davanti a me. Eravamo arrivati ad un muretto, dal quale potevamo vedere tutte le persone che entravano o uscivano dal ristorante. Erano tanti i ragazzi che, come me e Niall, dopo scuola passavano al Mc, o semplicemente al centro commerciale, per mangiare qualcosa. Molti di loro erano della nostra scuola, erano facce che avevo già visto molte volte nei corridoi ma solo una, tra una trentina, attirò la mia attenzione. Fisico slanciato, capelli ricci, spalle da paura: Harry. Assottigliai gli occhi, per riconoscere la ragazza che era in sua compagnia: capelli biondi, tette rifatte, voce da gallina, culo rifatto.. era Ashley!
Oh, Harry  senza di me era sceso mooolto in basso. Niall si accorse del mio mutismo e seguì con lo sguardo la fonte della mia attenzione, per poi concentrarsi anche lui su quei due.
“Stanno litigando” affermò poi, guardandomi.
Spostai lo sguardo su di lui per qualche secondo e rimasi senza fiato. I suoi occhi, dio, i suoi occhi erano qualcosa in grado di fotterti. Non riuscivo a smettere di guardali, ne ero quasi dipendente. “Eh?” chiesi io, ancora imbambolata.
Lui rise e mi indicò con un cenno del capo Harry e la troia.
“Stanno litigando, non ho mai visto Harry così nervoso” mi spiegò e io, tristemente, spostai lo sguardo dai suoi occhi a quei due. In effetti, aveva ragione: Harry gesticolava e si toccava i capelli con rabbia e Ashley sembrava il ritratto del terrore.
“Avviciniamoci” decretai, decisa. Niall mi guardò interrogativo e io continuai “Voglio sentire ciò che stanno dicendo, ti prego Nì. Non ci faremo vedere, te lo giuro” lo supplicai, cercando di essere dolce.
Lui rise e annuì, scendendo dal muretto e prendendomi la mano. Si infilò il capello della tuta e mi ordinò di fare lo stesso: così era difficile riconoscerci. Ci avvicinammo velocemente, nascondendoci dietro le auto parcheggiate provvisoriamente.
“Non ci credo, mi stai lasciando per una sfigata!” starnazzò, urlando come un’oca. Aspettate un secondo.. lasciando? Harry e Ashley stavano insieme?! E io non ne sapevo nulla? Bel migliore amico di merda! E dire che i sensi di colpa iniziavano a farmi effetto..  Harry si passò nuovamente una mano tra i capelli, ormai diventati troppo lunghi, e iniziò ad urlare anche lui.
“Non è una sfigata cazzo! È la mia migliore amica e la sto perdendo per stare con te!” Stavano parlando di me? Oddio..
“Liz ha cambiato scuola, non è più presente nel nostro registro scolastico” informò la stronza al riccio e quest’ultimo indietreggiò, sconvolto.
Ero sotto shock anch’io, insomma, cosa cazzo stava succedendo?! Questa farsa stava portando soltanto guai, dovevo smetterla il più velocemente possibile.
Niall intanto sussultò e mi guardò scuotendo la testa.
“Liz, se ci scoprono sono guai; andiamo via” consigliò ad entrambi e io annuii.
Salimmo nuovamente in sella alla sua moto, con un’unica direzione: la libreria.
Niall stava provando a svolgere un’espressione algebrica con il mio aiuto, ma eravamo entrambi troppo distratti per concentrarci. Chiusi il libro e sospirai “Questa cosa di Lizzie sta portando solo guai” gli dissi, cercando di avere il suo parere. “Inizia a dirlo ai ragazzi, io e Louis già lo sappiamo, Liam e Zayn non la prenderanno male se gli spiegherai ogni cosa. Invece per me dovresti continuare, potresti finalmente avere il tuo riscatto” mi consigliò, alzando le spalle.
Riflettei sulle sue parole e trovai che il suo ragionamento fosse molto logico e razionale.
Insomma, finalmente potevo avere la mia ripicca su tutte le cheeleders e i bulli della scuola, avendo comunque degli amici sinceri. Abbracciai di slancio Niall, che iniziò a ridere e a ricambiare l’abbraccio. “Come fai ad essere sempre così saggio?” gli domandai, ridendo anch’io.
Lui sembrò rabbuiarsi alla mia domanda, cosa che mi dispiacque moltissimo: volevo sempre vedere il sorriso sul suo viso.
“Prima di trasferirmi a Londra, quando ero ancora in Irlanda frequentavo una scuola cattolica. Ero preso di mira da bulli, ma non come lo eri tu” mormorò,con un tono di voce bassissimo. A fine frase si alzò la maglia, scoprendo un taglio profondo, ormai risanato, con una decina di punti al suo interno. Alla vista di quella lacerazione, non riuscii a trattenere un gemito di sorpresa e sbiancai.
La mia mano si mosse veloce sul suo petto, accarezzando quella fessura. Mi resi conto di star piangendo quando Niall mi accarezzò il viso con il palmo della mano, mormorandomi un “Non piangere, non è nulla”. Lo abbracciai di nuovo, questa volta cercando di trasmettergli tutto l’affetto e il calore possibile. Volevo che, con quell’abbraccio, capisse che io ci sarei stata, sempre.
Ci staccammo quando un cliente entrò in libreria e io, tirando su col naso, gli chiesi “Ha bisogno di qualcosa?”.
 
Da quel pomeriggio in libreria, io e Niall diventammo quasi inseparabili: eravamo sempre insieme.
A scuola cercai di spostare tutti i corsi così da stare in classe insieme mentre il pomeriggio veniva sempre in libreria o uscivamo per le strade affollate di Londra.
Avevo detto tutta la verità ai ragazzi e, contro ogni mia aspettativa, la presero molto bene.
Zayn mi rivelò che lui l’aveva capito fin da subito, per questo si era dimostrato così freddo nei miei confronti; era un buon osservatore. Ma dopo che gli spiegai le mie ragioni e tutto quello che avevo passato per tre anni, mi perdonarono entrambi e mi accettarono subito. Liam mi raccontò che anche lui, alle scuole medie, era soggetto ad atti di bullismo simile ai miei. Ne uscì grazie alla box ed adesso sembrava molto felice e spensierato, anche quando riportava a galla vecchi ricordi.
Guardandolo mi chiesi se un giorno sarei diventata anch’io come lui. Poi guardai Niall, che stava ridendo a una battuta di Louis, e sorrisi: la compagnia di Niall ultimamente mi distraeva da tutto, quindi ce l’avrei fatta anch’io ad essere finalmente felice. 
Mi diressi verso il mio armadietto, dove trovai Ashley che spettegolava al cellulare.
“Samantha, ovvio che io e Harry stiamo ancora insieme! Abbiamo litigato per quella sfigata ma poi abbiamo chiarito.. potremmo fare un’uscita a quattro certo, okay allora alle sei fuori casa di Harry, adesso lo avviso” disse, con fin troppa enfasi tra una frase e l’altra.
Mi venne subito un’idea per vendicarmi di Ashley, ma la abbandonai quasi subito: era troppo cattiva.
Sentii di nuovo Ash parlare a ascoltai di nuovo tutto. “Tutti sapevano che Liz aveva una cotta per Harry, due anni fa ed è per questo che ci sto insieme, cretina! Dovevo farla soffrire no?” domandò lei, ironicamente.
Indietreggiai, allontanandomi da lei, e non riuscivo a respirare. Il miei polmoni sembravano non collaborare e la testa iniziò a girarmi vorticosamente.
Tutti sapevano che Liz aveva una cotta per Harry.
Iniziai a vedere sbiadito, le cose sembravano non avere una forma. Poi i colori sparirono, era tutto grigio.
Poi il buio. Attacco.
Per questo ci sto insieme.
Le mani mi tremavano, le gambe sembravano non volermi più reggere. La mia schiena scontrò il pavimento freddo. Di.
Dovevo farla soffrire.
Mi portai una mano alla gola, ma l’aria non usciva. Panico.
Sentii varie voci che urlavano, ma non riuscivo a distinguerle, era tutto così confuso.
Non riuscivo ad aprire gli occhi, le palpebre sembravano incollate tra loro. Poi finalmente la sentii, la sua voce.
“Fatemi passare, ho detto fatemi passare! Principessa cos’è successo?” mi domandò, aveva la voce roca, bassa come non l’avevo mai sentita. Era tremolante, sembrava stesse piangendo. Niall non piangere, era tutto quello che volevo dirgli, ma tutto ciò che mi uscì fu un gemito sofferente.
Tutte quelle sensazioni le avevo già provate, troppe volte. Erano il mio incubo, ma erano anni che non si presentava più. Sentii la voce di Niall chiamare i ragazzi, per poi prendermi tra le sue braccia possenti.
Mi sentivo al sicuro.
Mi baciò la fronte e da lì in poi non ricordai più nulla.
 
La prima cosa che sentii, fu un dolore allucinante al braccio.
Cercai di muoverlo, ma i miei sforzi furono del tutto vani.
Cercai di aprire gli occhi ma erano troppo pesanti e, in più, avevo un mal di testa pazzesco. Le urla ovattate non mi erano per niente d’aiuto e mugugnai in segno di protesta.
Le urla si zittirono e una mano fredda mi accarezzò i capelli.
“Oh ben svegliata, hai dormito per due ore tesoro” mi informò quella voce, che era femminile e giovanile.
Aprii gli occhi, con ogni sforzo possibile e ci misi circa due minuti per mettere a fuoco ogni cosa.
Ero nell’infermeria della scuola e accanto a me c’era l’infermiera scolastica, che era una donna molto gentile, ma soprattutto giovane. Non per questo, mezza scuola era innamorata di lei (tutti i maschi, ovviamente, professori compresi) e dei suoi vestiti un po’ succinti.
In poche parole, era la “milf” della scuola.
Bussarono alla porta e, quel suono, nella mia testa sembrava amplificato. Ansimai sofferente e l’infermiera capì subito.
Andò alla porta e sentii la voce di Harry.
Harry?! Cosa diavolo ci faceva qui.. era l’ultima persona che volevo vedere.
Avevo bisogno di Niall in quel momento.
Sentii nuovamente il dolore lancinante al braccio e spostai la mia attenzione verso quest’ultimo: avevo un ago infilato in una vena, attaccato ad una flebo che versava vitamine nel mio organismo, ecco cosa non quadrava.
Mi concentrai di nuovo sulla dottoressa, che invitava Harry ad andarsene, perché le mie condizioni non erano “del tutto guarite e avevo bisogno di riposo”.
 
Uscii dalla scuola alle cinque e mezza del pomeriggio, dopo aver fatto tutti i controlli necessari. L’edificio era deserto, le lezioni erano finite già da tre ore. Mi sentivo ancora un po’ sballata e non riuscivo a concentrarmi molto bene.
La dottoressa mi aveva dato della morfina per alleviare i dolori alla testa e sentivo che l’effetto non era ancora scomparso del tutto.
Avevo bisogno di dormire ancora un po’.
Controllai il cellulare e notai che fosse pieno zeppo di messaggi e chiamate perse.
31 Chiamate perse e  25 messaggi da Niall.
1 Messaggio da Maura.
6 Chiamate perse e 3 messaggi da Louis
1 Chiamata persa e 1 messaggio da Zayn
10 Chiamate perse e 7 messaggi da Liam
Sorrisi alla vista della loro preoccupazione nei miei confronti, erano così dolci.
Lessi con disattenzione un paio di messaggi di Niall, che mi chiedevano come stessi e mi invitavano a richiamarlo una volta uscita da scuola. Mi avvisò anche che mi aveva aspettato fino alle quattro, ma poi sua madre l’aveva chiamato in libreria.
Aprii il messaggio di quest’ultima e sorrisi: Maura era un tesoro.
“Mio figlio mi ha detto tutto, era anche molto preoccupato. In libreria ci penso io, riposati e rimettiti presto Xx”
Il resto dei messaggi, da parte dei ragazzi, erano più o meno tutti uguali: mi chiedevano come stessi e dicevano che erano preoccupati.
Decisi che avrei richiamato e risposto a tutti una volta tornata a casa, per concentrarmi meglio sul ritorno a casa, senza distrazioni.
Arrivai al mio vicoletto molto velocemente e vidi Harry che era fuori casa sua, guardandosi intorno.
Mi ricordai velocemente di stamattina, delle parole di Ashley e del mio piano. Controllai velocemente l’ora, erano le sei.
Dovevo sbrigarmi, tra poco quella stronza sarebbe arrivata.
Presi velocemente i miei vecchi occhiali dal mio zaino, la grossa felpa e mi legai i capelli con un codino: bentornata Liz! Non ci pensai più di tanto su quello che stavo per fare: la morfina e la rabbia sembravano vincere sul buon senso.
Passai davanti ad Harry, sicura che mi avrebbe rincorso; e così fu.
“Liz sei tu? Aspetta dobbiamo parlare!” mi urlò, correndo velocemente verso di me. Sembrava confuso, perché per la prima volta dopo un mese non lo evitavo più.
Oh fa tutto parte del piano Harry..
Io lo guardai dritto negli occhi e, mentre fissavo quei due smeraldi verdi, rimasi quasi delusa.
Volevo trovarci due iridi azzurrine, ma scossi velocemente la testa: non era il momento di pensare a Niall!
“Dimmi pure” sussurrai, mentre sul suo viso si era creato un meraviglioso sorriso. Guardai la strada dietro di lui e in lontananza vidi l’auto di Ashley, con a bordo Samantha e Dan, il suo storico ragazzo.
“Davvero? Grazie, oh dio, Liz grazie! Piccola scusami, sul serio, non so cosa mi sia preso nell’ultimo mese, è solo che lo stress ha avuto la meglio su di me e ti ho trascurata, ma davvero non volevo farlo perché io ti..”
L’auto era davvero vicina, non restava che iniziare col piano.
Zittii improvvisamente Harry, prendendolo per il colletto della felpa e lo abbassai, mentre io mi alzavo in punta di piedi. Feci toccare le nostre labbra e lui sembrò inizialmente sorpreso, tanto che restò immobile. Successivamente, mi sorrise sulle labbra e mi prese in braccio, così che io potessi incrociare le mie gambe dietro la sua schiena. Harry mi teneva stretta per i fianchi e mi chiese di approfondire il bacio.
Oh cazzo.
Quello era il mio primo bacio, non sapevo cosa fare!
Mi lasciai trasportare sulle emozioni del momento ed aprii la bocca, così che Harry mi mostrasse come fare.
Cercai di imitare i suoi movimenti, ma ero davvero goffa e mi ritrovai a sorridere nel bacio, per le mie inesperienze in quel campo. Almeno quando io e Niall ci baceremo per la prima volta, saprò già cosa fare.. Non pesare sempre a Niall, dannazione!
Harry ricambiò tutti i miei sorrisi, credendo fossero per lui.
Per un momento, mi dimenticai di ogni cosa: il piano, Ashley, Sam, Dan, Niall.. c’eravamo solo io ed Harry, insieme.
Ed eravamo felici.

 

ALOHA!
ciao a tutte e benvenute nel terzo capitolo di questa fanfiction! :3
scusatemi tantissimo per l'enorme ritardo, ma sono stata in ansia per il concerto dei ragazzi,
poi sono partita per milano e dopo con la depressione post-concerto non riuscivo a scrivere! ew
oggi i ragazzi sono a Torino! AHA.. okay no, sono triste.
voi siete state a qualche concerto? se sì, quale?
io a quello del 29 a Milano, ed è stato pazzesco! Niall, la mia crush omg, era stra eccitato aw amorino.
anyway, spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto, che ne pensate?
recensite mi raccomando, che posto più in fretta <3
horanscake xX

 
 
 
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2657495