Fin Che Morte Non Ci Separi

di Kushina Namikaze
(/viewuser.php?uid=236884)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Mio Angelo ***
Capitolo 2: *** Il Paradiso Prima Dell'Inferno ***
Capitolo 3: *** Reagire E Andare Avanti ***
Capitolo 4: *** La Sera Più Bella Della Mia Vita [Parte 1] ***
Capitolo 5: *** La Serata Più Bella Della Mia Vita [Parte 2] ***
Capitolo 6: *** Il tempo scorre e tutto cambia ***
Capitolo 7: *** Una Riunione Inattesa ***
Capitolo 8: *** Un Duro Allenamento ***
Capitolo 9: *** Mi Manchi!! ***
Capitolo 10: *** L'inizio Degli Esami ***
Capitolo 11: *** Famiglia ***
Capitolo 12: *** Gelosie E Chiamate Notturne ***
Capitolo 13: *** Pannolini e Pensieri ***
Capitolo 14: *** Una Notizia Sconvolgente ***
Capitolo 15: *** Preoccupazioni ***
Capitolo 16: *** Madre e Figlia ***
Capitolo 17: *** Cattivi Presagi ***
Capitolo 18: *** La Fine Della Favola ***



Capitolo 1
*** Il Mio Angelo ***


Tutto ebbe inizio quella notte, la notte in cui i ninja della Nuvola volevano rapirmi, forse per il mio Chakra particolare ed estremamente raro o forse per il Kyuubi dentro di me, quella volpe maledetta, a causa sua sono stata costretta a cambiare villaggio, a cambiare casa, ad abbandonare i miei amici, a cambiare totalmente vita. L’ormai anziana Mito-sama, quando venne a sapere che sarei stata la nuova Jinchuriki mi mandò a chiamare, quando arrivai mi disse che per essere felice dovevo riempirmi d’amore, ma come potevo? Tutti mi evitavano, tutti mi odiavano in quel villaggio tanto distante e tanto diverso dal mio, mi vedevano solo come una straniera e come una ragazzina capace solo di far del male a chi prendeva in giro il colore dei miei capelli, quanto li odio, però purtroppo dovrò tenerli. E adesso eccomi qui, costretta da questi ninja a camminare verso una meta che potevo solo immaginare, anche se era piuttosto evidente. Potevo solo rassegnarmi, chi mai sarebbe venuto in mi soccorso? Chi mai avrebbe salvato una ragazzina a cui nessuno importava niente? O meglio per qualcuno avevo importanza, ovvero per gli anziani del villaggio, ma solo per ciò che custodivo.

Arrivammo quasi al confine, ormai la mia vita sarebbe finita li, prigioniera di un altro villaggio. Le mie speranze si affievolivano sempre di più, come un fuoco non più alimentato, fin che un lampo non le riaccese. Quel ragazzo che tanto avevo evitato perché lo consideravo come tutti gli altri, quel ragazzo che desiderava diventare Hokage ma fin troppo nella media per poterci riuscire mi salvò. Riuscì a sconfiggere quei tre jonin della nuvola in men che non si dica. Era abile, veloce e si sapeva nascondere perfettamente nell’oscurità nonostante la sua capigliatura bionda e quegli occhi così azzurri, degni del cielo estivo, lo rendevano estremamente visibile ai miei occhi ormai stanchi a causa della lunga giornata. Rilasso ogni singolo muscolo pronta a cadere a terra, a subire l’impatto con la dura superficie, invece venni presa appena in tempo dalle sue braccia, forti contro i nemici ma allo stesso tempo delicate quando mi liberò da quelle corde che graffiavano la mia pelle e mi prese in braccio. Saltavamo da un albero all’altro, per un ninja è una cosa normale penserete voi, ma a me sembrava di volare avvolta nelle braccia di un angelo, quello stesso angelo a cui devo la vita.

Minato fu l’unico ad accorgersi dei miei capelli rossi, mi disse che erano così belli che li notò subito, ma perché mi ha salvato proprio ora? Perché non è mai intervenuto quando altri abitanti del villaggio facevano i bulletti con me?
“Però mi hai sempre ignorata!”
“Perchè so che in generale non ti serve aiuto, sei una persona forte fisicamente e di spirito. Ma questa è una lotta tra due villaggi, è diversa dalle altre battaglie, inoltre non volevo perderti.”
Da quel momento iniziai ad amare Minato e grazie a lui iniziai ad amare quei capelli così rossi che tanto odiavo ma che, alla fine, mi hanno condotto da quello che sarebbe stato il mio grande amore.

Dopo quella notte iniziammo ad essere amici, anche se i miei sentimenti per lui diventano ogni giorno più evidenti, ogni volta che lo incontravo in giro per il villaggio c’era sempre qualche stupida ragazzina che gli correva dietro e la cosa non poteva che darmi un enorme fastidio.
Minato, al contrario di me, al villaggio aveva molti amici, alcuni li conoscevo dato che andavamo insieme in accademia ma non ci aveva fatto molto caso poiché ero sempre sulla difensiva pronta a reagire contro chi mi prendeva in giro. Grazie a lui conobbi Mikoto, la ragazza del suo rivale numero uno Fugaku Uchiha, la quale divenne la mia migliore amica, spesso ci incontravamo per parlare del più o del meno o per fare compere.

Trascorse circa un anno da quella notte, io e Minato ormai ci vedevamo raramente, Team diversi, compagni diversi, missioni in momenti totalmente diversi, ma, quando accadeva, non volevamo più separaci, era bello parlare con lui, indipendentemente dall’argomento. Minato, da quando divenne chunnin, era sempre più impegnato con gli allenamenti, Jiraya-sensei non gli dava mai un attimo di tregua, lo stremava fino a quando non riusciva più a reggersi sulle sue gambe, era un allenamento duro e faticoso, però giorno dopo giorno diventava sempre più forte. Il mio sensei invece da quando sono diventata chunnin smise di allenarmi dicendomi che ormai potevo benissimo cavarmela da sola, io però volevo diventare più forte, volevo stare in compagnia di Minato, così, un giorno, gli chiesi se si voleva allenare con me, così avremmo recuperato il tempo perso, lui accettò e il giorno dopo della mia proposta andammo in un campo di addestramento dimenticato dal resto del villaggio, era piuttosto lontano rispetto agli altri ma era anche un luogo magico. Quel campo, che sarebbe diventato il nostro luogo segreto dove ci saremmo incontrati tutti i giorni, tranne in caso di missioni, era posto alla foce di un fiume che trovava la sua fine in un lago inoltre vi si potevano trovare tante piante con dei fiori stupendi. Ci allenammo davvero tanto in quel luogo, lui era diventato fortissimo, era ancora più agile e veloce dell’ultima volta che lo vidi combattere, anche la sua forza fisica aumentò con i duri allenamenti, ma io non ero di certo da meno, anche se rispetto a lui rimasi molto indietro; tutta colpa di quello stupido maestro. In compenso, mentre Minato diventava ogni giorno più forte, io trovai la mia specializzazione nei Jutsu di sigillo, infondo appartenevo pur sempre al Clan Uzumaki. Ogni giorno in quel campo, Minato mi insegnava sempre qualcosa, come posizionare meglio il mio corpo in caso di scontro diretto, mi aiutò a migliorare i miei riflessi e insieme miglioravamo il controllo del nostro chakra. Ricordo ancora quella volta in cui scoprì il suo elemento: il vento. Era così emozionato, peccato che non riusciva ad utilizzarlo in combattimento, riusciva solo a creare qualche folata di vento con la quale una volta mi fece sollevare la gonna che indossavo; fortuna per lui che sotto indossavo dei pantaloncini, anche se molto corti, altrimenti avrebbe potuto dire addio al suo bel faccino. Mi ricordo che, dopo l’ennesima sconfitta subita, mi arrabbiai talmente tanto da mostragli qualcosa che lui ne conosceva appena l’esistenza. Composi i sigilli con le mani e bloccai totalmente il suo corpo con un Fuin Justu basilare. Quando lo sciolsi rimase sconvolto, volle sapere come facevo a conoscere e saper utilizzare quelle tecniche così gli raccontai un po’ delle mie origini, del Clan Uzumaki, di mia madre che mi insegno tutte quelle tecniche sigillanti. Lui restò li, ad ascoltare ogni mia singola parola. Da allora mi chiese di insegnarli i Fuin Justu, io ovviamente accettai, finalmente ero io che insegnavo qualcosa a lui e non il contrario. 


Salve :) Cosa ne pensate? Il capitolo non è lunghissimo ma man mano che la storia prosegue diventeranno più lunghi (forse XD)
Inizialmente doveva essere tutta un'unica storia ma l'ho allungata un pò troppo, quindi per evitare che dei lettori possano stancarsi a leggere una storia MOOOOOOOLTO lunga ho deciso di dividerla per capitoli. Spero di poterli pubblicare il più vicino possibile fra di loro così da non farvi perdere il vilo della storia ;) Adesso attendo solamente le vostre recensioni ^_^

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il Paradiso Prima Dell'Inferno ***


Era una caldissima giornata estiva, io e Minato eravamo stati lontani per qualche mese a causa di alcune missioni assegnateci, finalmente riuscimmo a incontrarci di nuovo nel nostro campo di allenamento. Eravamo entrambi cresciuti, avevamo sedici anni, i nostri corpi stavano cambiando e quasi non c’è ne rendevamo conto, lui per me era sempre il solito Minato, forse la sua voce era diventata un po’ più profonda ma restava sempre dolcissima, era diventato più alto, ma quello non era un problema anch’io ero aumentata in altezza. I sentimenti che provavo per lui con il tempo non cambiarono, anzi si rafforzarono sempre di più. Non so cosa lui provava per me, se c’era qualcosa oltre l’amicizia, era l’unica cosa di cui non avevamo mai parlato. Iniziammo ad allenarci come al solito, quella volta legai i miei capelli in una coda alta e a coprirmi vi erano solo dei pantaloncini e una maglietta molto leggera che copriva a malapena le mie forme che, con il passare del tempo, diventavano sempre più generose. Minato invece, indossava i classici pantaloni della divisa da chunnin e una maglietta a maniche corte. Dopo circa due ore di allenamento facemmo una pausa per riprendere fiato. La maglietta di Minato era tutta inzuppata di sudore, gli procurava fastidio tanto che per un po’ se la tolse e, non appena lo fece, non ho potuto fare altro che ammirare quel fisico perfetto, reso tale dai duri allenamenti che Jiraya gli faceva fare. Era stupendo, e non solo per quel corpo perfetto che si ritrovava, ma anche per il suo carattere, la sua infinita gentilezza che, se provocato, riusciva a diventare spietato con il nemico di turno. Riprendemmo ad allenarci quando il sole calò, in modo che la temperatura si abbassasse e fu allora che accadde, forse lo feci io inconsciamente oppure fu il caso a darci quella spinta di cui avevamo bisogno. Quando Minato venne verso di me per colpirmi persi l’equilibrio e caddi all’indietro, lui non se ne accorse, tanto che cadde su di me e in quel momento le nostre labbra si incontrarono, lui si staccò velocemente rosso in volto ma restò coricato su di me, io probabilmente divenni un tutt’uno con i miei capelli  tanto era l’imbarazzo che provavo. Lo vidi riavvicinarsi, chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare da quel vortice di emozioni che solo lui con un semplice bacio poteva farmi provare. Era bellissimo, il tempo sembrava essersi fermato in quel momento, come se tutto il mondo fosse sparito, peccato solo che non era così.

I mesi avvenire furono fra i più belli della mia vita, finalmente capii cosa significava riempirsi d’amore, Minato era l’unico che riusciva a farmi provare certe emozioni. Nonostante quello che ci unisse fosse un legame diverso, continuammo sempre ad allenarci insieme ogni volta che ne capitava l’occasione. Un giorno, deciso a imparare tutti i Fuin Justu, portò con se un quaderno nel quale scrisse tutte le tecniche sigillanti che conoscevo e il modo per eseguirle passo per passo, inoltre, per assicurarsi che nessuno leggesse il contenuto di quel quaderno, lo sigillò con una tecnica che gli avevo appena insegnato, semplice ma molto efficace, poiché solo lui, con il suo chakra, poteva sciogliere il sigillo. Quel giorno stesso gli rivelai il mio segreto, non potevo più nascondergli che ero la Jinchuriki del Kyuubi, la nostra stava diventando una storia seria e lui aveva tutti i diritti di sapere che dentro di me si celava un mostro. Quando glielo dissi, ero pronta a qualunque reazione tranne che a una.
“Credi davvero che m’importi? Anche se sei una forza portante, non cambia ciò che sei veramente. Io ti amo e poco importa se dentro hai un demone o meno. Vorrà dire che il Kyuubi farà da terzo incomodo ogni volta che staremo da soli.”.
Così dicendo, mi rivolse uno dei suoi splendidi sorrisi e mi baciò.
Qualche giorno dopo, Minato partì insieme a Jiraya per un lungo allenamento che sarebbe durato all’incirca due anni. Portò con sé il quaderno con gli appunti sulle mie tecniche sigillanti e, insieme a quello, portò via anche il mio cuore. Era difficile stare senza di lui, adesso non ero sola come prima, ero circondata da amici tra le quali Mikoto, Yoshino e i loro rispettivi ragazzi Fugaku e Shikaku con la quale io e Minato spesso uscivamo per trascorrere delle serate in totale armonia e serenità. Per le prime settimane, dopo la partenza di Minato, Mikoto dormì a casa mia, preoccupata per la mia salute: non mangiavo più o quando mi andava, mangiavo poco, cosa del tutto innaturale per me che ingurgitavo porzioni che potevano sfamare almeno quattro persone, non dormivo più e quando lo facevo, mi svegliavo di soprassalto piangendo e urlando per la forte disperazione. Ogni volta che sembravo riprendermi c’era sempre qualcosa che mi ricordava lui, come quando vidi una coppietta che camminava tranquilla per i fatti suoi. Smisi di andare nel nostro luogo segreto, troppi ricordi vi erano che avrebbero distrutto ulteriormente il mio cuore. Tutti mi dicevano “tranquilla Kushina, vedrai che ritornerà, è partito per allenarsi non in una missione di livello S.” ma la domanda che mi assillava era un’altra: quando avrei potuto rivederlo? Quando avrei potuto riassaporare quelle labbra salate a causa del sudore dopo i nostri allenamenti? Quando avrei potuto risentire quelle braccia forti stringermi per farmi sentire protetta?


Salve :'(
Lo so il capitolo è piccolino purtroppo. c'è un preciso motivo per cui lo sono, ovvero li sto separando in modo da ottenere dei periodi della vita di Kushina, spero che mi sia spiegata bene. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che non vi abbia fatto piangere troppo. Srivendo questa storia spesso mi sono chiesta se non sono troppo cattiva con loro :(
Fatemi sapere cosa ne pensate!! 
Alla prossima!!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Reagire E Andare Avanti ***


Il tempo trascorreva troppo lentamente, avrei voluto affrettarlo, così Minato sarebbe tornato prima, invece quei giorni sembravano non trascorrere mai. Pensavo che ciò fosse dovuto al fatto che, oltre alle missioni, non avevo un’occupazione ben precisa, prima il mio tempo libero era occupato dai continui allenamenti con lui e, se non ci allenavamo, eravamo sempre impegnati in qualcosa. Ormai ero diventata una Kunoichi della squadra di sigillo, ma queste mie capacità venivano usate solo il qualche missione, così provai a specializzarmi in un nuovo campo. Avendo un perfetto controllo del chakra potevo ottenere una seconda specializzazione in qualunque cosa; provai nel campo medico, ma, non appena vidi le montagne di libri che avrei dovuto studiare per conoscere alla perfezione il corpo umano, rinunciai; provai ad entrare nella squadra di spionaggio, però, anche questa esperienza non andò come previsto, poiché il mio carattere, fin troppo irrequieto per un ninja, non mi permetteva di starmene tranquilla e studiare attentamente la situazione senza intervenire. Qualunque specializzazione, che non fossero i Fuin Justu, non sembrava adatta a me, però non potevo starmene con le mani in mano e continuare a piangermi addosso, ero l’Habanero Rosso Sangue e non la “Principessina Tutta Lacrime”, non era da me. Decisa a reagire tornai ad allenarmi tutti i giorni con i metodi che mi aveva insegnato Minato, così che al suo arrivo mi avrebbe trovata più forte che mai. Feci emergere il mio primo elemento, con mia grande sorpresa scoprì che era il fuoco, se ci si riflette è strano: l’unico elemento capace di salvare il fuoco dalla sua estinzione è proprio il vento, e Minato quella notte fu l’unico a salvarmi, come sono strani gli eventi della vita. Decisi di imparare a padroneggiare il fuoco alla perfezione, così chiesi aiuto alla mia amica Mikoto, lei apparteneva al clan Uchiha, chi meglio di lei poteva aiutarmi, avrei potuto chiedere anche a Fugaku ma conoscendo il suo carattere mi avrebbe risposto un secco e freddo “arrangiati, non rivelerò i segreti del mio clan”. Alcune volte mi chiedo come faccia Mikoto a sopportare un ragazzo come lui, chissà magari quando sono soli, sarà tutta un’altra persona.
Tornando a me, Mikoto e il nostro amato elemento…
Io e lei ci allenammo molto, non solo per il controllo dell’elemento ma anche nel corpo a corpo e nelle armi, chiunque ci vedeva restava sconvolto nell’ammirare due Kunoichi tanto abili.
Dopo qualche mese dalla partenza di Minato, decisi di sostenere l’esame per qualificarmi come jonin, così una volta tanto sarebbe stato proprio il mio amato fidanzato a restare indietro. Volevo vedere il suo sguardo fiero ma allo stesso tempo un po’ geloso nei miei confronti. L’Hokage accettò la mia richiesta, mi mandò in missione con altri tre jonin esperti, io avrei guidato la spedizione e, in base a come avrei reagito alle varie situazioni e a come avrei guidato la squadra, loro avrebbero deciso se farmi aumentare di grado oppure no. Una missione però non era sufficiente, per oltre sei mesi andai in missione con loro, e missione dopo missione mi facevano sempre più antipatia, mi trattavano come una ragazzina inaffidabile, come se fossi appena uscita dall’accademia, ma ci misi poco a fargli capire chi era che comanda; gli dimostrai tutte le mie capacità, non esisteva avversario che riusciva a sopraffarmi, non esisteva missione che non riuscivo a portare a termine e, in ognuna di esse, nessun mio “compagno” restava gravemente ferito, al massimo quale graffio o qualche contusione leggera che si sarebbe risolto nel giro di pochi giorni.
Finalmente dopo oltre sei mesi in missione con loro, i tre jonin decisero di consegnare un rapporto all’Hokage in cui dicevano che ero idonea per essere promossa a un rango più alto. Dopo qualche giorno, il Terzo Hokage mi fece chiamare per avvisarmi dell’aumento del mio grado. Diventata Jonin, fui nominata capitano della squadra di sigillo. Per mia fortuna, il numero delle missioni a me affidate aumentarono, permettendomi di pensare sempre meno all’assenza di Minato, anche se la notte il mio pensiero non poteva che rivolgersi a quel mio angelo fin troppo lontano da me. Ogni missione mi guardavo intorno, non solo per controllare la situazione, ma anche per vedere se le nostre strade si sarebbero incontrate, anche solo per un attimo, però, purtroppo non riuscì mai a vedere il suo viso da nessuna parte.

Rieccomi qua :)
Cosa ne pensate di questo capitolo? (oltre al fatto di essere corto u.u)
Spero che sia riuscito bene anche perchè ho fatto un ò di fatica per elaborarlo.
Aspetto con ansia le vostre recensioni ^_^

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** La Sera Più Bella Della Mia Vita [Parte 1] ***


Trascorsero i mesi e con essi gli anni. Era il 10 Luglio, il giorno del mio compleanno, e non un compleanno qualsiasi ma il giorno dei miei diciotto anni, età in cui per la società diventi “responsabile”, come se ciò dipendesse dagli anni che hai. I miei amici volevano a tutti i costi festeggiare il mio compleanno, così con un piano escogitato di Shikaku e Fugaku (mai mettere due menti come le loro insieme) riuscirono a portarmi in un locale di Konoha per ballare e divertirci. Quella sera indossai un abito molto corto bianco con dei decori verde prato, la parte superiore era un corpetto che in basso continuava con una gonna un po’ voluminosa che s’interrompeva appena sopra le ginocchia, per la mia prima volta indossai anche delle scarpe con il tacco, niente di esagerato, ma le indossai. Fu Mikoto a convincermi a vestirmi in quel modo e per un’intera settimana mi fece indossare quelle scarpe, mi diceva “consideralo un allenamento per la serata”. Lo ammetto vedermi conciata in quel modo era strano, stavo bene ed ero bellissima ma mi sentivo del tutto fuori luogo. Arrivammo al locale e iniziammo a ballare o meglio iniziarono, erano tutti in coppia: Mikoto con un alquanto annoiato Fugaku, ammetto che nonostante fosse sempre rigido ballava davvero bene, Yoshino con Shikaku, o meglio, Yoshino tentava di far ballare quel pigrone del suo ragazzo, Choza e Inoichi con le loro nuove compagne. Si divertivano ed io mi divertivo con loro anche solo guardandoli, anche se mi veniva una fitta al cuore vedendoli felici insieme alla loro compagna o compagno che sia. Era per quello che non volevo festeggiare, sapevo che il mio pensiero sarebbe andato a lui e il mio cuore avrebbe riaperto quelle ferite che tanto disperatamente cercava di rimarginare da due anni.

Stavano per iniziare i lenti e per rallegrare la situazione Mikoto mi propose di fare un gioco, o meglio, mi costrinse:
“Poiché sei stata a guardare per tutta la serata ormai saprai alla perfezione come si muovono i ragazzi, ti benderò e dovrai ballare con loro uno per volta e dovrai indovinare chi sarà il tuo fortunato partner. Quando indovinerai i ragazzi, si cambieranno di posto.”
“Per quanto continuerà questa storia?”
“Fino a quando non li indovinerai tutti!”
Mikoto sapeva farmi accettare qualunque cosa, come faceva non lo so. Mi mise una benda e mi coprii gli occhi, non vedevo niente. Il primo ragazzo mi prese la mano e pian piano mi portò nella pista da ballo. Non potendo vedere come si muoveva, non potevo far altro che farmi totalmente trasportare. Nella mano che tenevo sulla sua spalla, sentivo che di tanto in tanto mi si strofinavano dei capelli come se questi dondolassero, in quel momento capì chi era: ”Sei Inoichi” avevo indovinato! Dopo avermi fatto i complimenti mi cedette ad un nuovo partner, aveva le mani grandi e molto forti, dettaglio non poi così tanto rilevante visto che erano tutti shinobi, tra l’altro fra i migliori, i suoi movimenti erano armoniosi e delicati come quelli di un nobile abituato a questi balli, aveva un profumo molto forte che avevo sentito fin troppe volte: “Ti ho riconosciuto Fugaku, Quel tuo profumo ti ha ingannato!”
Sospirò profondamente e ci fermammo, sicuramente stavano scegliendo il nuovo partner da “testare”. Chiunque avrebbero scelto lo avrei indovinato velocemente, volevo far la finita con quella storia, i piedi iniziavano a farmi male e quei balli non mi piacevano per niente.
“Fino ad ora sei stata brava Kushina, ma il prossimo non lo indovinerai tanto facilmente” così dicendo, Fugaku mi lasciò nelle mani del mio nuovo partner e iniziammo di nuovo a ballare. Esclusi a priori Choza, il suo fisico era troppo massiccio in confronto al ragazzo con cui stavo ballando, esclusi anche Fugaku e Inoichi, con loro avevo già ballato, se si fossero riproposti, me ne sarei accorta, restava solo uno: “Sei Shikaku vero?” Come da “regolamento” il mio accompagnatore non mi rispose e continuammo a ballare, questo voleva dire che non era lui.
Chi altri poteva essere? Non mi dire che hanno preso un ragazzo qualunque fra la folla e l’hanno fatto ballare con me? Se così fosse, me la pagheranno cara tutti quanti!
“Se non sei uno dei miei compagni, non vale questo giro e se non vuoi che ti finisca male faresti megl-“
Fui interrotta. Le labbra del ragazzo con cui ballavo erano sulle mie, sentii le sue mani prendermi il viso per approfondire quel bacio.
Al primo impatto mi venne voglia di mandare all’ospedale quel ragazzo, chiunque egli fosse, ma poi lo riconobbi, riconobbi quelle labbra morbide e calde, riconobbi il loro movimento, quelle erano le sue labbra. Continuai a baciarlo permettendogli di approfondire quel bacio, non appena ci staccammo per riprendere fiato dissi il suo nome con timore per paura che non fosse veramente lui: “M-Minato” mi tolse delicatamente la benda e lo vidi, era ancora più bello di quanto ricordassi, i suoi capelli biondissimi un po’ più lunghi di come li portava di solito e i suoi inconfondibili occhi azzurro cielo coperti da un leggero velo di lacrime. Gli saltai al collo iniziando a piangere, a dare sfogo a tutta la tristezza che avevo dentro di me fino a quel momento che era sostituita da una felicità talmente forte che provai solamente altre due volte in tutta la mia vita. Restai abbracciata a lui per non so quanto tempo, non volevo lasciarlo avevo paura che fosse uno dei tanti miei sogni che svanivano, non appena lo liberavo dal mio abbraccio, avevo paura che, se anche tutto fosse vero, sarebbe dovuto di nuovo andare via visto che aveva ancora gli abiti da ninja.
“Quando…quando sei…arrivato?” dissi ancora in lacrime.
“10 minuti fa. Sono andato subito a casa tua ma ho trovato solo tua madre che mi ha detto che eri qui, sono venuto ma Mikoto mi ha vietato di entrare!”
“Ecco il perché di quello stupido gioco. Partirai di nuovo?”
“Solo se Sandaime mi affiderà qualche missione”

A sentire quelle parole lo strinsi ancora più forte, era tornato e non sarebbe più andato via. Quando finalmente smisi di abbracciarlo, Minato tornò a respirare regolarmente, cosa che non aveva potuto fare a causa delle mie braccia. Ci sedemmo vicini, lo baciavo, lo abbracciavo e lo ribaciavo di nuovo, per il resto di quella serata non esisteva più nessuno se non lui, almeno finché Fugaku non lanciò la sua sfida.
“Ehi biondino, spero che questi due anni ti siano serviti per riuscire a battermi.”
"Se ti ho sempre battuto, solo poche volte le nostre sfide sono finite pari, inoltre adesso sono troppo veloce per te e per il tuo amato sharingan!”
“Che vorresti dire?”
“Lo scoprirai alla prima occasione. Ora se vuoi scusarmi, ho una ragazza che non riceve le mie attenzioni da oltre due anni.”
Così dicendo ritornò a baciarmi, non volevo più allontanarmi da lui, peccato che avevamo abitazioni diverse.
“Vieni da me questa notte? Così recuperiamo il tempo perso!”
“Lo sai come reagirà mia madre.”
“Questo non è un problema” disse Mikoto “chiamala e dille che dormi a casa mia, se ti chiede il perché dille che stiamo organizzando un pigiama party per il tuo compleanno”
Mikoto era davvero la migliore amica che avessi mai avuto. Utilizzando i poteri telepatici di Inoichi, comunicai a mia madre ciò che mi aveva detto Mikoto, inizialmente fece un po’ di storie ma poi mi lasciò andare. Restammo ancora un po’ al locale, gettai quelle scarpe da qualche parte e ballai tutto il tempo insieme a Minato a piedi nudi, mi ritornò l’appetito che avevo perso da tempo, mangiammo tutti insieme ed io mangiai per tre: “E’ bello rivedere la vecchia Kushina” dissero tutti. Minato, non sapeva cosa volevano dire ma a risolvere la cosa ci pensò Yoshino, gli fece un breve riassunto di quei due anni senza di lui, in altre parole: lacrime, allenamenti, missioni ancora lacrime quando non avevo niente da fare, missioni, jonin, missioni, allenamenti. Quando Minato sentì la parola “jonin”, gli andò di traverso la bibita che stava bevendo.
“Che significa “Jonin”?”
“Semplice, da circa undici mesi sono una Jonin a capo del Team di Sigillo” dissi facendo l’occhiolino.
Minato ne restò molto sorpreso, come immaginavo il suo sguardo era un misto fra felicità e gelosia, era adorabile.


Eccomi Qua!!
Mi scuso con voi per l'immenso ritardo. però a causa di impegni vari non ho avuto il tempo di aggiornare :( Spero che questo capitolo vi piaccia. Aspetto con ansia le vostre recensioni!!
Alla prossima!!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** La Serata Più Bella Della Mia Vita [Parte 2] ***


Finita la serata, uscimmo dal locale per andare ognuno a casa loro mentre io andai a casa di Minato, lui abitava da solo da quando aveva circa dieci anni. Sua madre morì a causa di alcuni shinobi quando era molto piccolo, da quel momento suo padre aveva odiato con tutto se stesso i ninja e Minato ne era consapevole, nonostante ciò voleva diventare uno di loro e non solo, lui voleva essere l’Hokage. Con l’inganno Minato frequentò l’accademia deciso a superare tutti gli esami; le armi, i libri e i vari rotoli li nascondeva a casa di Fugaku, dove studiava e si allenava insieme all’amico. Purtroppo un giorno Minato fu costretto a dire la verità a suo padre, era diventato un genin e per un po’, quando si trattava di missioni che non duravano più di mezza giornata, riuscì a mantenere il segreto, fino a quando non arrivò la prima missione di lunga durata. Fu costretto a dirgli la verità, suo padre non la prese per niente bene, era irragionevole, cercò di picchiarlo ma lui schivava ogni suo colpo facendolo arrabbiare sempre di più, la fortuna volle che Minato fosse dotato di grande pazienza e grande autocontrollo, altrimenti, se avesse reagito, per suo padre, sarebbe stato impossibile tenere testa ai suoi colpi. Minato, partì per la missione e al suo ritornò trovò la casa totalmente vuota, suo padre lo aveva abbandonato a se stesso solo perché aveva fatto una scelta che lui non condivideva, fu allora che nacque lo splendido rapporto che Minato ha con il suo maestro, il quale iniziò a considerarlo come il padre che, in un certo senso, non aveva mai avuto.
Arrivammo a destinazione, ero agitata, non sapevo che cosa avremmo fatto, speravo solo che Minato non volesse andare “oltre”, non mi sentivo pronta per quello. La casa era tutta impolverata e dentro vi era una tremenda puzza di chiuso. Che potevo pretende? nessuno vi era più entrato dalla bellezza di due anni, era normale! Minato, non pensò minimamente allo stato della casa quando mi propose di andare da lui, mentre adesso si scusava in tutti i modi possibili e inimmaginabili mentre io gli rispondevo che era normale. Il suo imbarazzo era fin troppo evidente per le condizioni della sua abitazione così, di ma iniziativa iniziai ad aprire tutte le finestre e iniziare a spolverare e pulire quello che per il momento era l’essenziale, Minato rimase sorpreso dal mio modo di reagire.
“Che fai? Hai intenzione di far fare tutto a me ‘ttebanè! Datti una mossa!!”
“S-si capo! Tu non eri quella che metteva in disordine? Che fine ha fatto la mia Kushina disordinata?”
“Sono ancora disordinata, ma non possiamo di certo stare con tutta questa polvere!”
Dopo quella breve discussione anche lui iniziò a darmi una mano, nonostante fosse trascorso molto tempo, avevamo ancora un’intesa che faceva invidia a chiunque, ci dividemmo i compiti e nel giro di un’ora finimmo di pulire l’essenziale per trascorrere la notte e per fare colazione l’indomani. Mentre pulivamo fra uno scherzo e l’altro finì per bagnarmi tutta, era estate ma non potevo stare mica tutta bagnata, così Minato mi prestò una delle sue magliette con un paio di pantaloncini che gli stavano piccoli, a dire il vero tutto in quell’armadio gli stava piccolo visto che erano gli abiti di quando aveva sedici anni. Quei vestiti mi stavano grandissimi, per fortuna Minato aveva una corporatura esile altrimenti mi avrebbero fatto da coperta. Ci sedemmo sul divano e iniziammo a parlare di ciò che accadde in questi due anni. Mi raccontò dei suoi allenamenti, di come riuscì ad imparare tutte le tecniche sigillanti contenute nel suo quaderno e di come, grazie ad esse, aveva acquisito una nuova tecnica, ovvero l’Hirashin No Justu con la quale poteva spostarsi velocemente da un luogo ad un altro, mi raccontò come Jiraya gli fece stipulare un patto di sangue con i suoi rospi insegnandogli la Kuchiose No Justu, mi raccontò anche, dell’enorme fatica per creare una nuova tecnica potentissima a cui diede il nome di Rasengan, anche se ancora incompleta poiché non riusciva ad unire il suo elemento a quella tecnica. Mi raccontò delle figuracce che gli faceva fare Jiraya-sensei quando andavano alle terme e di quando disse alla mandria di ragazze inferocite che era stato lo stesso Minato a spiarle, facendolo correre a più non posso per non essere preso, fortuna che la velocità è il suo forte. Mi raccontò anche di tutte quelle volte che non riusciva a dormire, perché il suo pensiero andava a me, di tutte le notti trascorse insonni sul tetto di qualche casa o di qualche albero per poter guardare il cielo notturno con la speranza di vedere una stella cadente per poter esprimere il desiderio di rivedermi il più presto possibile. Quella notte non dormimmo, restammo a parlare, a baciarci, a coccolarci, mi fece vedere alcune delle nuove tecniche che aveva imparato, cosa che avrei voluto fare anch’io ma ho dovuto evitare altrimenti gli prendevo fuoco la casa. Arrivò l’alba, salimmo sul tetto e la osservammo insieme, era bellissima. Di quel momento ricordo solo che un attimo prima ero appoggiata a lui un attimo dopo mi sono ritrovata a baciarlo sempre più intensamente, mi prese in braccio e in un lampo ci trovammo in camera sua, lui e quella sua tecnica mi facevano impazzire, mi faceva perdere l’orientamento. Mi adagiò sul suo letto e si coricò accanto a me, continuammo a baciarci senza fermarci, sempre più intensamente, le sue mani s’insinuavano sotto i vestiti che indossavo senza oltrepassare mai i limiti fino a quando non ero io a concedergli il permesso, iniziò a spogliarmi e lo stesso feci con lui, fortuna che non ero ancora pronta, la coerenza di sicuro non è uno dei miei pregi. Dopo un po’ mi ritrovai senza veli sotto il suo corpo statuario, era ancora più bello e perfetto di quando, tempo a dietro, si tolse la maglietta davanti a me, quanta perfezione in un unico corpo, in un unico uomo e si quell’uomo era mio e solo mio, avrei fatto di tutto pur di tenermelo stretto. Era la mia prima esperienza e quasi sicuramente anche la sua, eppure era tutto così naturare, così spontaneo. Dopo baci, coccole e intimi massaggi fatti a vicenda arrivò il momento, Minato entrò dentro di me facendomi sua per sempre in un incastro perfetto. Mikoto qualche mese prima mi aveva raccontato della sua prima volta con Fugaku dicendomi che era stato orribile, ero psicologicamente preparata al peggio, invece sembrava di essere in paradiso, soffrii un po’ quando entrò dentro di me, ma Minato sapeva essere molto delicato anche in quella situazione e prima di continuare a spingere aspettò un po’ per far abituare il mio corpo. Continuammo scambiandoci le posizioni per poi ritornare come prima. Era come una danza in cui nessuno si stancava, dove erano le nostre voci ansimanti a fare la musica, dopo molte spinte pian piano sempre più forti e veloci entrambi arrivammo all’apice del piacere. Ci coricammo l’uno accanto all’altra e mentre tutta Konoha si svegliava noi, sprofondammo in un sonno profondo, cosa che a entrambi non accadeva da quando c’eravamo separati.



Saaalve a tutti ^_^
Scusate se ho tardato tantissimo per la pubblicazione ma ho avuto troppi impegni u.u
Spero questo capitolo vi sia piaciuto ^__^ devo ammettere che questa storia piace ogni giorno di più anche a me (si lo ammetto, mi sto innamorando di Minato u.u) Forse sono stata un pò troppo cattiva con il mio biondino preferito, però per poter avere casa libera doveva pur abitare da solo u.u per cui mi sono inventata questa storiella. Fatemi sapere cosa ne pensate ;)
ALLA PROSSIMA!! CIAOOOOOOOOO

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Il tempo scorre e tutto cambia ***


Trascorsero le settimane, e anche Minato sostenne l’esame per diventare Jonin che, ovviamente, superò in poco tempo. Poiché insieme combattevamo bene, l’Hokage ci mise nella stessa squadra; in base alla missione che ci trovavamo davanti, avremmo deciso quale ninja portare con noi, anche se, spesso, il terzo membro era Fugaku, lui e Minato litigavano sempre su chi era il più forte ma quando si trattava di portare a termine una missione, se loro erano nella stessa squadra, allora la missione riusciva al 100%. Le missioni di livello S aumentavano con il passare del tempo, gli scontri fra un paese e l’altro diventavano sempre più frequenti. E fu proprio in questo periodo che la nostra squadra si sciolse: il padre di Fugaku morì dopo una lunga e agonizzante malattia ai polmoni, cedette il ruolo di capo clan e comandante della Polizia Di Konoha allo stesso figlio, nessuno si oppose poiché l’intero clan sapeva che Fugaku era più che qualificato per quei ruoli, inoltre Mikoto rimase incinta e, poiché all’interno del clan sarebbe stato uno scandalo, si sposarono prima che la gravidanza diventasse troppo evidente. Minato invece decise di fare da maestro a tre giovani genin, anche lui voleva trasmettere qualcosa alla generazione futura, proprio come Jiraya aveva fatto con lui, inoltre era deciso a fare tutte le esperienze possibili prima di diventare Hokage. Era il suo chiodo fisso quello, nonostante il Terzo non ne voleva sapere di ritirarsi, lui già pensava di mandarlo in pensione e occupare il suo posto. Io invece, continuai a eseguire missioni, per lo più di livello A.
Quando non avevo missioni da fare andavo al campo di addestramento, dove Minato allenava i suoi tre allievi: erano una strana squadra con caratteri troppo diversi fra loro per andare d’accordo, soprattutto i due ragazzi, uno apparteneva al clan Uchiha, ma di Uchiha aveva ben poco, si chiamava Obito, l’altro invece portava una maschera sul volto e aveva dei capelli argentei, si chiamava Kakashi. Lui e Obito litigavano sempre mentre la loro compagna cercava di mettere pace tra i due, il suo nome era Rin ed era una ragazzina nella norma, non sembrava avere particolari capacità. Minato, mi parlava spesso di loro, giorno dopo giorno si affezionava sempre di più a quei ragazzini. Spesso andavo a trovare Mikoto e quel suo pancione che non smetteva di crescere, mi chiedevo che sensazione si potesse provare e speravo che un giorno abbia avuto anch’io in grembo il bambino mio e di Minato, adesso era ancora troppo presto.
Quando mia madre non era al Villaggio perché andava a far visita ad alcuni parenti nel Villaggio dell’Erba, io andavo a dormire da Minato, ormai quella era diventata la mia seconda casa, tanto che ci eravamo organizzati a dovere. Occupai uno dei suoi cassetti con qualche vestito di ricambio, così non avrei dovuto utilizzare sempre i suoi, anche se mi piaceva avere il suo profumo a contatto con la mia pelle, tanto che un giorno presi una delle sue magliette a la portai a casa mia, utilizzandola poi per la notte in modo da averlo sempre vicino, dopo averla lavata la facevo indossare di nuovo a lui per farla impregnare nuovamente del suo odore.
Le battaglie fra i paesi aumentavano sempre di più e mia madre preferì andare a vivere dai nostri parenti in quel villaggio tanto lontano da Konoha, mi chiese se volevo andare con lei, ma io le risposi che preferivo restare in quello che ormai era il MIO villaggio, non volevo cambiare di nuovo e ricominciare tutto da capo, avevo un fidanzato stupendo e tanti amici che quasi consideravo fratelli e sorelle e poi fra qualche mese sarei stata la madrina di un piccolo Uchiha o piccola, non si sapeva. La verità era che Mikoto e Fugaku decisero di scoprire il sesso del bambino/a al momento della nascita.
Minato, sapendo la situazione, mi propose di trasferirmi in modo permanente da lui, inutile dire che non lo feci finire di parlare che già avevo accettato la sua proposta. Devo dire che l’Hirashin No Jutsu è una tecnica molto utile se hai da trasferire da un lato all’altro del villaggio tre valige e due borsoni. Non appena i nostri amici vennero a sapere della novità, insistettero per festeggiare l’evento, ovviamente nella casa più grande a nostra disposizione ovvero Villa Uchiha. L’unico a lamentarsi fu Fugaku: “Non voglio confusione a casa mia!” diceva. Minato fece di tutto per convincerlo, arrivò addirittura a sfidarlo:
“Facciamo così se vinco io festeggeremo a casa tua, se vinci tu faremo a casa mia.”
“Sfida senza esclusione di colpi?”
“Che piacere ci sarebbe altrimenti?”
“D’accordo ci sto!”
Il giorno dopo entrambi si presero il giorno libero per potersi sfidare. Lo fecero nel campo in cui da piccoli iniziarono a fare i primi combattimenti, io, Mikoto e altri amici eravamo seduti sotto gli alberi per fare da spettatori, anche se un certo pancione di quattro mesi attirava l’attenzione di tutte le ragazze. I tre allievi di Minato erano in prima fila, volevano vedere quello che sapeva realmente fare il loro sensei.
Fugaku attivò lo sharingan, Minato si mise in posizione e, in un batter d’occhio, il loro combattimento iniziò. Entrambi conoscevano le loro abilità e se c’era una cosa che Fugaku temeva di Minato era la sua velocità. Sapeva di essere segnato dal suo marchio, poiché Minato lo aveva già fatto in passato durante una missione, quindi avrebbe potuto prenderlo alle spalle quando voleva, nonostante ciò non poteva tirarsi indietro e iniziò ad attaccare. Ogni pugno, ogni calcio che si scambiavano, lo paravano senza alcuna difficoltà. Minato decise di sfruttare la Kage Shuriken No Jutsu  pensando che almeno uno shuriken lo avrebbe colpito, invece Fugaku, grazie allo sharingan, riuscì a pararli tutti rimanendo illeso.
Trascorse mezz’ora dall’inizio del combattimento, durante la quale, Minato cosparse il campo di battaglia con i suoi speciali kunai, in modo da spostarsi da un punto all’altro con velocità. Erano entrambi stanchissimi, avevano consumato quasi tutto il chakra a loro disposizione, ma nonostante ciò erano ancora alla pari.
“Certo che Minato è proprio veloce, sembra quasi un lampo!” disse Mikoto, che, pur di non perdere neanche un piccolo dettaglio del combattimento, attivò il suo sharingan.
“E Fugaku è davvero bravo a stargli dietro. Credo che siano i ninja migliori della nostra generazione.” Risposi io.
I due sfidanti si guardavano negli occhi, rosso dello sharingan contro l’azzurro di Minato. Erano agli sgoccioli, l’ultimo attacco avrebbe deciso il vincitore. Fugaku compose alcuni sigilli con le mani, Minato concentrò il suo chakra in una mano andando a creare una sfera.
Fugaku lanciò verso Minato una Palla di fuoco suprema, il biondo, utilizzando un Kunai posto davanti al suo rivale, si dislocò e, prima che l’Uchiha si potesse accorgere dell’accaduto, scagliò contro di lui un rasengan abbastanza potente da metterlo k.o., ovviamente non voleva ferire troppo seriamente l’amico. L’incontro si concluse, Minato ne uscì vincitore mentre Fugaku dovette invitare tutti a casa sua.



Saaalve a tutti!! Scusatemi ma mi sono resa conto solo ora che questo capitolo non lo avevo pubblicato u.u 
Comunque spero che vi sia piaciuto, vi prometto che non vi farò aspettare molto per il prossimo capitolo. 
Alla prossima!!

Kushina<3

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Una Riunione Inattesa ***


I festeggiamenti a villa Uchiha sarebbero iniziati solo la sera, la giornata non sarebbe stata diversa dalle altre: solito risveglio con Minato che prepara la colazione, visto che quando mi sveglio sono un disastro a fare tutto, poi una doccia veloce, almeno così accadeva di solito. Quella volta ci facemmo la doccia insieme, sembra strano a dirlo, ma non l’avevamo mai fatta. Ovviamente non ci limitammo solo a lavarci, diciamo che io lavavo il suo corpo con il mio e viceversa. Fare l’amore di primo mattino era il modo perfetto per iniziare la giornata. Di solito andavamo di fretta, quindi non avevamo tempo per coccolarci, ma questa volta non avevamo particolari impegni, Minato si sarebbe incontrato con i suoi allievi solo di pomeriggio mentre io avevo un impegno in tarda mattinata con dei ragazzini che volevano entrare a far parte del team di sigillo. Sarei voluta restare in quella doccia per sempre, però il dovere chiamava. Uscimmo di casa insieme e, visto che Minato non aveva niente da fare, venne con me dai miei “allievi” per così dire, in realtà erano un gruppo di chunin che volevano diventare esperti in fatto di tecniche sigillanti e il mio compito era quello di insegnargli le tecniche di base, a loro non avrei mai rivelato le tecniche del mio clan come feci tempo fa con Minato. Alcuni di loro avevano un buon controllo del chakra mentre altri erano negati, mi stupivo del fatto che fossero diventati chunin. Ultimamente avevo notato che gli esami erano molto più facili, sembrava quasi che le alte sfere di Konoha promuovessero i genin per aumentare le forze armate del villaggio. Ad ogni modo dei trenta ragazzi che si erano presentati ho dovuto scegliere solo quelli che sarebbero stati veramente capaci, mi si spezzava il cuore dire ad un ragazzo di quattordici anni “Non sarai un esperto in sigilli.” Però non volevo che abbandonassero il loro sogno, così li incoraggiavo affinché si migliorassero per poi un giorno ritentare e superare le aspettative dei vari esaminatori.

Per pranzo, Minato mi portò in un chiosco di ramen appena aperto, il proprietario, nonché cuoco, si chiamava Teuchi, era un tipo molto simpatico e disponibile, tra l’altro era anche bravissimo nel suo mestiere. Il ramen è il mio piatto preferito, ne potrei mangiare fino a scoppiare, ero stata in molti chioschi e tutti lo facevano allo stesso modo, chi meglio e chi peggio ma non avevano niente di particolare. Quando ci sedemmo al bancone ordinai il mio preferito, il ramen al manzo. Me lo immaginavo ordinario, come tanti altri che avevo mangiato, invece, già dalla prima bacchettata, si rivelò essere il ramen migliore che avessi mai mangiato! Era leggero e gustoso, tutti gli ingredienti si mescolavano alla perfezione. Minato di solito ne faceva a meno, poiché non gli piaceva tantissimo, ma quando lo assaggiò si ricredette.

Finito il pranzo trascorremmo le ultime poche ore a nostra disposizione nel nostro luogo segreto, dove la nostra storia ebbe inizio. Era da un po’ che non andavamo li, fra missioni e impegni vari non avevamo molto tempo libero. Era stupendo stare fra le sue braccia, coricati nell’erba, solo lui ed io, non potevo desiderare niente di più. Parlavamo e ci baciavamo, non esistevano segreti fra noi, almeno così credo. Fra un discorso e l’altro siamo arrivati a parlare di Mikoto e Fugaku, di come si sarebbero trovati con il piccolo Uchiha in arrivo. Sapevamo che Fugaku voleva un maschio, così avrebbe avuto l’erede che avrebbe portato avanti il clan in futuro. Tutto un tratto ci siamo messi a pensare a Fugaku alle prese con una bambina e scoppiammo dal ridere.
“E se fosse accaduto a noi? Tu cosa avresti voluto?” gli chiesi
“Ti confesso che mi sarebbe piaciuta una bambina, magari un piccolo tornado come te. Sarebbe stata la mia principessa e tu la mia regina.”
“Sono contenta che la pensi così.”
“Perché dici questo?”
“Sono incinta!”
Minato rimase con gli occhi spalancati, stava quasi per svenire! Lo chiamai più volte ma non sembrava dare segni di vita.
“Minato, ci sei? Sei vivo?”Min-“
“Aspetta, aspetta, aspetta. Non è possibile, insomma ci siamo sempre stati attenti, mi hai sempre detto non voglio diventare madre adesso, ho centinaia di cose da fare, e invece è accaduto lo stesso?? Non è possibile ci deve essere uno sbaglio!!”
“Minato calmati, stavo scherzando!”
“Cosa?”
“Stavo scherzando. Non sono incinta, volevo solo vedere la tua reazione.”
“Lo sai che mi stavi facendo venire un’infarto vero?”
Scoppiai dal ridere, la sua faccia era troppo buffa! Purtroppo le risate terminarono quando, nel cielo, sorvolava un falco che segnalava il convocamento dei Jonin per una riunione.
 
Ci addentrammo nel grande salone riservato alle riunioni nella Magione dell'Hokage, per scoprire quale era il motivo di quella riunione, vi erano tutti i jonin e i chunin del villaggio, nessuno sembrava essere stato dimenticato. Vi era un brusio di fondo molto fastidioso, dalla quale si avvertiva molta preoccupazione per quella riunione tanto massiccia quanto improvvisa. Quando il Terzo Hokage fece il suo ingresso in aula insieme ai consiglieri, calò un gelido silenzio dall'ansia palpabile, silenzio che si interruppe quando Hiruzen-sama iniziò il suo discorso:
''Miei cari shinobi, jonin e chunin, vi volevo informare delle attuali condizioni fra i grandi paesi ninja. Purtroppo gli scontri e i tradimenti continuno ad aumentare e con essi aumenta l'odio reciproco fra le nazioni. Non vi nascondo che se la situazione non si calmerà sarà dichiarato lo stato di guerra e imposta la legge marziale"
"È per questo motivo che il livello dei chunin è parecchio diminuito ultimamente?" dissi io.
"Cosa vorresti dire?" rispose Danzo, uno dei consiglieri.
"Oggi ho avuto modo di esaminare il livelli di circa 30 chunin e più della metà non aveva un adeguato controllo del chackra, senza contare la maturità mentale. In base a ciò che ho visto sarebbe dovuto trascorrere almeno un altro anno prima della loro promozione. Ovviamente è solo un mio parere personale!"
"Come osi?" disse Danzo ringhiandomi contro.
"Calmati Danzo!" Intervenne il terzo "Non siamo qui per discutere di questi argomenti, abbiamo cose più importanti di cui parlare! Minato!"
"Dica Hokage-sama"
"Se non ricordo male, i tuoi allievi saranno i prossimi a partecipare all'esame."
"Si, Hokage-sama."
"Preparali a dovere, sicuramente, dati i risultati ottenuti durante le missioni supereranno l'esame. Se scoppierà la guerra, potrebbero essere chiamati al fronte. Mi sento in dovere di avvertirti anche se non saranno più sotto la tua responsabililità una volta superato l'esame."
"Le assicuro che saranno capaci di adempiere ai loro doveri!"
“Molto bene, adesso potete tornare ai vostri compiti.”
Con un inchino salutammo i nostri superiori e, purtroppo, andammo al campo di addestramento dove Minato si sarebbe incontrato con la sua squadra, visto che il tempo libero a nostra disposizione era scaduto.



Eccomi di nuovo qui ^_^
Che dite, sono stata cattiva con Minato?(Come al solito)
Come al solito aspetto le vostre recensioni per sapere cosa ne pensate ^_^
Oggi sono di poche parole...Alla Prossima!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Un Duro Allenamento ***


Arrivammo in ritardo al campo, infatti i tre ragazzini erano già arrivati, incluso Obito il ritardatario.
“Sensei, è in ritardo!” osservò Kakashi con aria seriosa.
“Lo so, scusatemi ma c’è stata una convocazione improvvisa e non ho avuto modo di avvisarvi!”
“Sensei, la convocazione riguarda per caso una kunoichi dai lunghi capelli rossi?” sussurrò Obito a Minato.
Vidi Minato diventare più rosso dei miei capelli, purtroppo ero rimasta distante all’ombra di un albero e non capì bene cosa Obito gli avesse detto, me lo disse Minato solo in seguito quando restammo da soli.
“Ragazzi, prima di iniziare gli allenamenti voglio parlarvi degli imminenti esami.” Minato iniziò a parlare ai ragazzini che, curiosi, lo ascoltavano senza fare troppe storie “Sono stato informato che con il passare del tempo, gli scontri fra i vari villaggi aumentano. L’Hokage, esaminando i risultati delle varie missioni che abbiamo portato a termine, ha molta fiducia nelle vostre capacità. Se riuscirete a superare l’esame, non sarete più sotto la mia responsabilità e potreste essere mandati in missione con altri compagni. Diventati chunin, potreste anche essere al comando di una squadra, quello che mi aspetto da voi è che sarete capaci di gestire ogni situazione che vi capiterà. Oggi faremo un allenamento un po’ particolare, singolarmente siete capaci di adempiere ad ogni compito, ma cosa accadrebbe se in una missione il capitano fosse uno di voi tre? Il vostro compito oggi sarà quello di catturarmi per tre volte. Ognuno di voi dovrà guidare la squadra per almeno una volta, così capirò se siete capaci o meno di eseguire il ruolo di capitano!”
“Che cosa?? Chiede troppo sensei, non ci riusciremo mai a catturarla!”
“Obito voi siete in tre mentre io sono da solo. Collaborando come una vera squadra riuscirete a catturarmi, in ogni caso l’importante non è la mia cattura, ma migliorare come capitano di un gruppo.”
Obito era molto nervoso all’idea di dover essere il capitano di una squadra, e se fosse accaduto qualcosa di storto? La colpa sarebbe ricaduta  su di lui e sarebbe stato lo zimbello della squadra. Allo stesso tempo odiava l’idea di essere un sottoposto di Kakashi, si sarebbe trovato costretto ad obbedire ai suoi ordini e questo non gli andava.
Rin, dal suo canto, non vedeva l’ora di mettersi alla prova come capitano. Era la più debole della squadra e temeva di non riuscire nemmeno ad avvicinarsi al suo maestro per catturarlo.
Kakashi, invece, voleva solo dimostrare le sue capacità, indipendentemente dal fatto che fosse capitano o no. Sicuramente non si sarebbe mai “abbassato” a prendere ordini da Obito, avrebbe fatto tutto di tesa sua.
“Bene ora iniziamo, il primo capitano sarà Kakashi, in seguito sarà la volta di Rin e infine Obito. Io mi allontano per un po’, voi dovrete trovarmi e catturarmi.”
Minato si allontanò dalla sua squadra e si nascose in cima ad un albero, da li poteva osservare il loro modo di organizzarsi. Kakashi era un tipo che contava solo sulle sue forze senza fare affidamento ai suoi compagni, inoltre aveva il brutto vizio di seguire le regole alla lettera, entrambi dei gravi difetti per un ninja. Le regole sono senza alcun dubbio importanti per mantenere un certo ordine e garantire la riuscita della missione ma non sono tutto, io sono una di quei ninja che se ne frega delle regole e fa sempre di testa sua, ammetto che ho sbagliato molte volte, soprattutto durante le prime missioni più complicate ma con il tempo e l’esperienza ho imparato a gestire la missione a prescindere dalle regole, lo stesso vale per Minato ed è ciò che ha cercato di insegnare ai suoi allievi. Sia Rin che Obito hanno acquisito questi insegnamenti, infatti si affidano uno all’altra, invece Kakashi pensa a se stesso e alle regole da applicare.

La prova di Kakashi iniziò, lui e Obito litigavano di continuo perché quest’ultimo non voleva essere comandato: era una lotta continua tra i due. Il piano di Kakashi era usare Rin e Obito come esca e poi lui avrebbe pensato a tutto. Il piano in parte ha funzionato perché Minato si ritrovò ad affrontare Obito e Rin che combattendo insieme riuscirono a dare molti problemi al loro sensei. Quando Minato li sconfisse Kakashi intervenne e venne subito sconfitto. Inutile dire che Kakashi subì una lunga ramanzina sul lavoro di squadra.

Adesso era il turno di Rin, l’unica kunoichi del gruppo. Lei conosceva bene i suoi compagni e la loro rivalità, così elaborò un piano perfetto per la loro squadra. Obito e Kakashi attaccarono Minato in momenti diversi, a lunga distanza. Si alternavano sempre e balzavano da un luogo ad un altro confondendo Minato e facendolo dirigere involontariamente verso un punto ben stabilito dove la piccola Rin aveva piazzato una trappola. Quella ragazzina poteva essere molto più debole rispetto al resto della squadra, ma era molto brava a creare delle trappole, così fruttò i punti forti di ogni membro della squadra per catturare Minato. Alla fine, anche se a fatica Kakashi e Obito riuscirono a dirigere Minato nel punto stabilito e riuscirono a farlo cadere in trappola.

L’ultimo a fare da capitano fu Obito, la sua fu la prova più deludente. Pensava per lo più a dimostrare a Kakashi le sue capacità fallendo miseramente ad ogni tentativo, contava troppo sulle trappole di Rin pensando che funzionassero da sole, ogni volta che Kakashi tentava di fare qualcosa per recuperare la situazione Obito gli impediva di mettere in atto o anche solo di esporre un piano dicendo che era lui a comandare. Inutile dire che Minato sospese la prova anche prima rispetto a quella degli altri due compagni.

I ragazzini si sedettero a terra, mentre Minato iniziò a fare le sue osservazioni sull’allenamento appena terminato…
“Inizio con il dire che mi avete molto deluso non tanto come capitani ma come squadra! L’unica che cercava di collaborare con entrambi è stata Rin ed è anche l’unica che, come capitano, è riuscita a catturarmi, questo perché ha capito che voi due insieme non avreste mai collaborato, quindi ha adattato un strategia in modo che non c’era bisogno di collaborare a stretto contatto. Kakashi…” si rivolse al ragazzino calcolatore dai capelli argentei “…devi fidarti di più dei tuoi compagni, il piano di creare un diversivo era buono ma dovevi approfittare della mia distrazione su di te per attaccarmi alle spalle e catturarmi, invece hai preferito aspettare che loro venissero sconfitti sicuro che per te sarebbero stati un intralcio, invece hai sbagliato i tuoi calcoli! Nel momento in cui combattevo con Rin e Obito avevo la mente concentrata su di solo dimenticandomi temporaneamente di te, se mi avessi attaccato in quel momento probabilmente saresti riuscito nell’impresa, invece hai fallito perché non ti sei fidato dei tuoi compagni. Cosa farai quando sarai capitano in una situazione simile, sacrificherai i tuoi compagni aspettando che il nemico abbassi la guardia perché ha già sconfitto dei nemici?”
Kakashi in un primo momento rimase in silenzio, come per riflettere sulla risposta “Si, secondo il codice ninja la missione ha la priorità anche sui propri compagni” rispose con un tono quasi glaciale.
“E’ vero, le regole dicono che la missione ha la priorità, ma questo non significa che devi far uccidere degli amici pur di completarla!” questa volta Kakashi rimase in silenzio con la testa china, poi Minato continuò rivolgendosi all’altro ragazzo, Obito.
“Obito la tua prova è stata la più deludente, appena mi hai visto sei partito all’attacco senza pensare ad una strategia mettendo così a rischio la vita dei tuoi compagni, oggi il vostro avversario ero io e ho fatto in cercato di non procurarvi ferite, ma cosa sarebbe accaduto se davanti a te vi era un nukenin pronto a uccidere pur di non essere catturato? Sareste morti tutti e tre nel giro di pochi minuti!” Obito rimase in silenzio a guardare l’erba davanti a se, subendo ogni rimprovero da parte di Minato
“E’ tutta colpa di Kakashi, li voleva comandare quando ero io il capitano!” gridò Obito rivolto al piccolo argenteo.
“Cercavo solo di migliorare la situazione idiota!”
“Smettetela voi due! Obito, un vero capitano deve anche saper ascoltare, essere capitano non significa solo dire ai membri della squadra cosa devono fare, ma anche prendersi le responsabilità delle loro azioni e saper ascoltare le loro opinioni per poi creare delle strategie. I successi di una squadra si misurano anche in base all’abilità del capitano di mantenere unita la squadra, esattamente ciò che ha fatto Rin. Forse, fra voi tre, non è la più dotata quando si parla di ninjustu o taijutsu, ma sicuramente è colei che si merita di più il grado di chunin!”
Tutti e tre rimasero in silenzio, Rin era combattuta, non sapeva se essere felice per ciò che aveva detto Minato riferito a lei o triste per il mancato lavoro di squadra.
Non avevo mai visto Minato così severo con loro, era anche vero che si stavano preparando ad un esame importante e c’era una guerra alle porte quindi, tutto sommato, faceva bene a fargli una bella ramanzina. Quei ragazzini dovevano affrontare la realtà e migliorarsi prima che fosse troppo tardi per rimediare.

Quando l’allenamento finì erano già le sette di sera così andammo a casa per rilassarci, la notizia dell’imminente guerra ci aveva sconvolti anche se, in riunione, non lo avevamo dimostrato mantenendo una certa serietà. Minato sperava con tutto il cuore che nessuno dei suoi allievi venisse promosso, così sarebbero stati il più lontano possibile da quelle battaglie visto che i genin non venivano mandati al fronte.

Cenammo in silenzio, o meglio, io cenai in silenzio mentre Minato sfogava tutte le sue preoccupazioni, questa volta era lui che aveva bisogno di me, anche se più di ascoltarlo non potevo fare molto, la situazione non si poteva cambiare, prima l’accettavamo e prima potevamo reagire al meglio. Andammo a letto, Minato era più stanco del solito e si addormentò quasi subito, resistette appena il tempo di abbracciarmi da dietro come fa di solito, io rimasi sveglia per un altro po’ prima di cadere in un profondo sonno che sarebbe durato fino al giorno seguente.

 
                              
Si sono ancora viva! Prima di tutto scusatemi per l'immenso ritardo ma ho avuto problemi con il pc e non ho potuto aggiornare la storia :/ comunque adesso ecco qui il nuovo capitolo. spero vi sia piaciuto nonostante non sia proprio centrato nella storia d'amore fra Minato e Kushina, però quei ragazzini hanno significato molto per Minato quindi mi è sembrato giusto dedicargli un capitolo.
Nella speranza di aggiornare presto aspetto le vostre recensioni ;)
A PRESTOO!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Mi Manchi!! ***


Trascorsero le settimane fra estenuanti allenamenti per Minato ed esercitazioni di guerra per entrambi. I turni di guardia al villaggio vennero intensificati, di conseguenza anche io venni chiamata per delle ronde notturne, Minato per ora se le risparmiava solo perchè stava preparando i 3 ragazzi per l'esame (beato lui!!) Di notte non accadeva mai niente, solo perdita di sonno, tanto freddo e soprattutto tanti saltelli da un albero all'altro, un pò l'andatura di quando si va in un villaggio con un largo anticipo, con la differenza che giri intorno al villaggio e il paesaggio non cambia mai. Per un certo verso è un bene, così chiunque si accorge subito di un cambiamento dopo aver perlustrato la zona decine e decine di volte, però il tempo sembra non passare mai! Almeno quando si viaggia verso un altro villaggio si nota in cambiamento del paesaggio e del clima, ad esempio dalle grandi quercie della terra del fuoco con un clima mite, al grande deserto e forte caldo della terra del vento, oppure al clima umido e nuvoloso della terra dell'acqua. Nei turni di ronda invece no! Quercie vedevi e quercie continuavi a vedere! Quando tornavo a casa e mi coricavo, dopo aver distrattamente salutato Minato, già sveglio e pimpante alle sei del mattino, continuavo a vedere quercie intorno a me finchè non mi addormentavo del tutto. A causa di questi ritmi e turni totalmente diversi non riuscivamo mai a vederci per più di 10 minuti, capita alcune volte che pranziamo insieme ma questo non mi basta! Mi manca poterlo prendere in giro, mi mancano le sue labbra, mi manca il suo corpo accanto al mio la notte, e si, mi manca anche fare l'amore con lui!! Quasi preferivo quando era lontano per allenarsi, almeno allora era via e me ne facevo una ragione, ma averlo a neanche cento metri di distanza da me e non poterlo vedere fa ancora più male. Per la casa, bhè fortuna che Minato è un bravo casalingo! Spesso, quando mi sveglio dopo il turno di notte, trovo tutto pulito e sistemato e sul letto, proprio dove dorme lui, un biglietto con su scritte delle frasi bellissime che mi fanno capire che anche io manco a lui che sempre finiscono con un TI AMO talmente grande da coprire tutto lo spazio restante. Non vedo l'ora di poterlo riabbracciare!!
*************
A causa di questa stupida guerra imminente mi ritrovo costretto a separarmi da Kushina per molto tempo. Sono settimane che la vedo solo di sfuggita! Per fortuna domani inizieranno gli esami e avrò un pò di tempo relativamente libero da dedicarle, sempre che lei sia altrettanto libera e penso proprio di no. Con l'inizio degli esami e l'imminente guerra le misure di sicurezza verranno aumentate e sono sicuro che lei farà parte del comitato per la sicurezza in fatto di sigilli di protezione. Ovviamente non sarà la sola, ma vista la sua bravura sarà a capo di quella squadra.
Rin Obito e Kakashi in questi giorni hanno fatto molti progressi, anche se il loro non si può proprio definire lavoro di squadra almeno provano ad andare d'accordo il tempo della missione. Mi sento in colpa con me stesso perchè desidero con tutto il cuore che non vengano promossi a chunin. Non voglio che vedano e partecipano ad una guerra. Sono ancora troppo piccoli anche se hanno una mente molto sviluppata per la loro età, soprattutto Kakashi. Spero di terminare presto l'allenamento così resto un pò con Kushina.
 
Sono le sette di sera, l'allenamento è finito, oggi molto leggero per evitare che i ragazzi si stanchino troppo in vista dell'esame. Purtroppo Kushina ha già iniziato il suo turno di guardia dieci minuti fa e anche questa sera non riuscirò a vederla. Torno a casa, stanco, sudato, sporco di terra e fango. In programma c'è una bella doccia calda, una cena veloce con quello che trovo prima in dispensa e poi dritto a letto, forse se riuscirò a tenere gli occhi aperti continuerò a leggere un libro iniziato una settimana prima.
 
Al mio rientro in casa vado in cucina per bere un bicchiere d'acqua e la trovo li, la mia Kushina, seduda sul tavolo con addosso solo il completino intimo, regalatogli da me, e un grambiule troppo sexy. Tutta la mia stanchezza era sparita!!
*****
*Qualche ora prima*
 
Era primo pomeriggio e stavo stendendo alcuni vestiti appena lavati miei e di Minato al sole. Emanavano un forte profumo di lavanda, uno dei miei preferiti. All'improvviso dal cielo vedo qualcosa che vola nella mia direzione. Era uno degli uccelli messaggeri dell'Hokage. Si posa delicatamente sul mio avanbraccio e con la mano libera prendo il messaggio inviatomi, poi l'uccello ritorna nella sua dimora spiccando il volo.
Il messaggio come immaginavo non era altro che una convocazione ufficiale da parte del Terzo Hokage. Mi sarei dovuta far trovare alla Maggione fra circa mezz'ora, così stesi gli ultimi vestiti rimasti e andai a cambiarmi. Indossai la divisa da jonin, mi legai i capelli in una coda alta e indossai il coprifronte. Prima di uscire presi una sacca con dentro qualche kunai e qualche shuriken nel caso ci fosse una perlustrazione immediata.
Arrivata alla Maggione venni accompagnata nell'ufficio dell'Hokage da alcuni AMBU, appena entrai notai che non ero l'unica convocata, insieme a me vi era anche Fugaku.
"Oh Kushina benvenuta" mi salutò l'Hokage. Feci un lieve inchino per ricambiare il saluto.
"Come entrambi sapete domani inizieranno gli esami dei chunin e già da questa sera arriveranno dei partecipanti. Poichè ultimamente gli scontri fra le varie nazioni sono aumentati gli esami potrebbero essere un ottimo pretesto per far scoppiare una guerra e Konoha potrebbe essere incolpata, in un certo senso, dell'inizio di un nuovo conflitto mondiale. Kushina..."
"Mi dica Hokage-sama"
"Non ne sono molto esperto ma sono a conoscenza dell'esistenza di alcuni sigilli che leggono la mente delle persone. Tu li sapresti eseguire?"
"Si signore, ma a quale scopo?"
"Uniremo questi sigilli alla barriera che solitamente protegge Konoha, in modo da scoprire in tempo chi ha cattive intenzioni. Credi di riuscire in questo compito?"
"Non da sola, questi sigilli non si estendono molto quindi ne dovrò piazzare una decina per ogni ingresso, e poi controllarli tutti in contemporanea. Ammesso che abbia una quantità di chacka sufficiente a creare i sigilli no  riuscirei a gestire le informazioni."
"Capisco, oltre a te ci sono altre persone capaci di eseguire questo sigillo?"
"Questo è un sigillo tramandato nella mio clan e otre a Minato non credo che altri lo conoscano, o per lo meno fra i ninja che conosco nessuno è in grado di eseguirlo e ci vogliono settimane per impararlo anche per il ninja più talentuoso."
"Per il bene di Konoha saresti disposta a rivelare i segreti di questa unica tecnica?"
"Se si tratta della protezione del villaggio allora si, sono disposta a insegnare questa tecnica anche se non credo possa essere di molto aiuto, come le ho detto prima ci vogliono settimane per eseguire correttamente la tecnica e intanto, se ci sarà davvero qualche male intenzionato metterà in atto il suo piano!"
"Fugaku..." questa volta l'Hokage si rivolse al mio vecchio compagno.
"Mi dica"
"Con lo sharingan siete capaci di copiare anche una tecnica di sigillo?"
"Non glielo so dire con certezza, di solito è più interessante copiare le tecniche di ninjustu e taijustu, nessun Uchiha ha mai avuto interesse nel copiare una tecnica di siglillo, ma credo che si possa fare un tentativo."
Finalmente avevo capito il piano del Terzo Hokage, sapeva che era impossibile imparare ad utilizzare una tecnica di quel genere in poche ore, per questo motivo era stato convocato Fugaku.
"Molto bene! Kushina hai detto che ci vogliono trenta sigilli giusto?"
"Si signore"
"Fugaku convoca i trenta migliori Uchiha nell'uso dello sharingan per copiare le tecniche. Kushina, mostra loro come eseguire il sigillo. Voglio che collabori con la polizia di Konoha e che voi due mi facciate avere degli aggiornamenti costanti."
"Cosa faremo con coloro che risulteranno sospetti?" chiese Fugaku.
"Li affido a te e alla polizia di Konoha. Spero non ci siano sospettati, in caso contrario prendeteli in custodia e conduceteli verso la sala interrogarori."
"Molto bene."
"Avete domande?"
"Solo una. Devo ancora partecipare alle perlustrazioni notturne?" Chiesi speranzosa di avere una risposta negativa.
"Ovviamente no. Occupati solo dei sigilli. Se non avete altre domande potete andare"
Salutammo l'Hokage con un lieve inchino e uscimmo dall'ufficio.
Era da parecchio tempo che non vedevo Fugaku, purtroppo ultimamente ci sono stati troppi impegni per cui ci siamo allontanati. Fugaku doveva occuparsi del clan, della polizia e di Mikoto, il quale pancione sembrava stesse per scoppiare. Era entrata nel settimo mese di gravidanza e purtroppo, come non riuscivo a vedere Minato, non trovavo il tempo di fare visita alla mia amica e al mio "nipotino".
Io e Fugaku dovevamo organizzarci in fretta, così andai insieme a lui verso il palazzo della polizia. Durante la strada parlammo del più e del meno, soprattutto di come stava Mikoto. Il moro non era mai stato un grande chiaccherone e solo Minato riusciva a farlo sbloccare un pò. Entrammo nel palazzo della polizia e Fugaku radunò tutti gli Uchiha in servizio e quelli che erano momentaneamente a casa o facevano il giro di ronda per il villaggio. Nel giro di 10 minuti si presentarono tutti all'appello, spiegò in breve la situazione e selezionò i migliori trenta Uchiha capaci di usare lo sharingan per copiare le tecniche. Fugaku aveva fatto la sua parte, ora toccava a me mostrare a loro la mia tecnica. Andammo nell'ingresso più vicino e, quando mi sistemai comoda per eseguire la tecnica mi ritrovai accerchiata da trenta coppie di occhi rossi attenti e curiosi. Ero abituata a vedere lo sharingan ma averlo puntato addosso era un altro discorso. Eseguo la mia tecnica e tutti sembrano averla memorizzatta. Uno per volta la eseguono e senza troppi problemi riescono a creare quel sigillo in modo perfetto. Una volta creato la mente rimane collegata al sigillo fin quando la tecnica non viene disciolta, per cui tutti gli Uchiha potevano anche muoversi continuando comunque a controllare la zona. Oltre ai dieci che gestivano i sigilli a ogni entrata vi erano altri quattro Uchiha pronti a intervenire, ovviamente stavano tutti nascosti da un genjustu da loro creato in modo che nessuno si accorgesse di loro, solo gli addetti al controllo dei documenti sapevano della loro presenza.
Fugaku pensò che non vi era motivo di restare li anche noi e che per quel giorno ci avrebbe pensato lui a far avere i rapporti all'Hokage, dopo che gli Uchiha gli avrebbero detto il punto della situazione. Domani ci saremmo organizzati diversamente.
Andai di cosa a casa, pregustando una serata da sola con Minato, così appena arrivai mi misi subito a lavoro per preparare un'ottima cenetta e poi, per rendere il tutto più "piccante" indossai un completino intimo in pizzo che mi regalò lui ma che ancora non avevo avuto l'opportunità di indossarlo, però non sarebbe stato bello presentarmi solo con il completino e fargli vedere già tutto, così indossai anche un grambiule da cameriera sexy e aspettai il suo ritorno a casa.



Rieccomi qui!! Finalmente sono riuscita ad aggiornare!! Fra problemi vari purtroppo non sono riuscita a pubblicare prima questo capitolo. Fatemi sapere che ne pensate ^_^ CIAOOOOOOOOOOO

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** L'inizio Degli Esami ***


ATTENZIONE: IL CAPITOLO POTREBBE PRESENTARE PARTI A RATING ROSSO


Quando Minato entrò in cucina lo vidi bloccarsi, sicuramente non se lo aspettava di trovarmi vestita, o meglio svestita, in quel modo visto che credeva fossi nel turno di ronda notturna. Era ancora sporco di terra e fango, così mi avvicino verso di lui con passo seducente, camminando con le alte scarpe con il tacco a spillo nere. Mi avvicino a lui e lentamente lo spoglio tutto, lasciandolo solo in boxer, poi con fare provocatorio lo accompagno verso la doccia, dove gli sfilo anche quelli mentre mi inginocchio davanti al lui per dargli un piccolo assaggio di quello che accadrà per il resto della serata, anche se chi assaggiava ero io. Quando mi rialzo lo bacio mentre lo spingo delicatamente dentro il box doccia per lavarsi, in seguito, mente Minato fa scorrere l'acqua calda sul suo corpo, vado in cucina per preparare la cena.
*****
Non mi sarei mai aspettato di trovare Kushina in casa, soprattutto così provocante. Lascio che il getto d'acqua calda mi scivola sulla pelle, rilassando tutti i miei muscoli, tranne uno che non ne vuole sapere di calmarsi, soprattutto dopo che Kushina è andata giù di bocca. Mi levo di dosso tutta la terra mischiata al sudore e insapono il mio corpo con il bagno schiuma preferito di Kushina, quello al muschio bianco. Chissà cosa sta cucinando la mia stupenda e perfetta donna, spero solo in qualcosa di veloce e leggero perchè voglio portarla in camera da letto e spogliarla per poi ammirarla tutta la notte, ovviamente dopo aver esaurito tutte le energie. Esco dalla doccia mi asciugo e mi avvolgo l'asciugamano attorno alla vita, nella foga non ho preso i boxer puliti; bhè pazienza, tanto fra un pò sarebbero volate via comunque.
*******
Spero che Minato si sbrighi a uscire dalla doccia, ho quasi finito di cucinare e non vorrei che si rovinassero le pietanze. Ho optato per qualcosa di leggero così dopo potremmo fare molto movimento: bruschette con pomodoro e mozzarella tagliati a cubetti e tonno, qualche antipasto con fettine di prosciutto crudo e salame avvolte nella philadelfia e, per finire, spiedini di frutta con fragola, ananas, melone e banana. Sistemo tutto per una cena romantica a lume di candela con una musica romantica di sottofondo, la tavola apparecchiata con una tovaglia bianca e sopra piatti e bicchieri di colore rosso, una bottiglia di vino al centro insieme a un vaso di fiori raccolti nel nostro giardino. Era la cena perfetta! Adesso mancava solo il mio super uomo.
Dopo una quindicina di minuti abbondanti eccolo che entra con solo un asciugamano a coprirlo e ancora un pò bagnato, forse per colpa dei capelli ancora inzuppati che gocciolano su di lui. Lo faccio sedere a tavola e uno ad uno porto i piatti da me preparati. Si vedeva lontano un miglio che era indeciso se saltare la cena e andare dritti al sodo oppure cenare per accumulare le energie che gli sarebbero servite per il resto della sera.
Alla fine mangiammo e parlammo di tutto quello che era accaduto durante tutto il periodo in cui ci vedevamo a mala pena. Gli raccontai dei noiosi turni di guardia notturna e di come sono finita per lavorare con Fugaku e una trentina di Uchina. Fu impossibile non notare un certo sguardo geloso, anche se Fugaku era uno dei suoi migliori amici, la gelosia saltava fuori comunque sapendo che potevo trascorrere più tempo con l'amico piuttosto che con lui. Minato mi raccontò di come i tre ragazzini si sforzavano di fare lavoro di quadra anche se i risultati erano parecchio deludenti. Da come parlava mi resi conto che anche io mancavo molto a lui, così come Minato mancava molto anche a me.
Finimmo di mangiare e mentre stavo sparecchiando la tavola mettendo le cose sporche nel lavello Minato si alza dalla sua sedia e mi abbraccia da dietro con le sue forti braccia.
"Ai piatti ci penseremo domani." Mi sussurrò all'orecchio con una voce tanto sexy da farmi cedere subito. Lascio tutto così com'è, Minato mi prende dai fianchi e mi gira verso di lui e subito mi bacia. Dai baci dolci e lenti si arriva ai baci vogliosi di qualcosa in più. Andiamo in camera da letto senza staccare le nostre labbra. Tolgo a Minato l'unico indumento che copriva le sue parti intime e lui fa lo stesso con me. Ci baciavamo con più foga, sempre più vogliosi del corpo dell'altro. Mi spinge delicatamente verso il letto, mi corico e Minato, con il suo corpo perfetto e statuario si corica su di me. Continuiamo a baciarci e quando meno me lo aspetto entra dentro di me continuando a spingere sempre più forte. Ansimiamo entrambi. Lui spinge e io godo, poi lui gode e io cavalco. Non capiamo più niente, è l'amore e la passione a guidarci, la mente è totalmente spenta. Continuiamo così per l'intera notte fino a quando non raggiungiamo entrambi l'apice del piacere.
Restammo a coccolarci per il resto della notte parlando il minimo indispensabile e baciandoci di tanto in tanto finchè entrambi, stravolti, non solo dalla lunga giornata, ci addormentammo l'una fra le braccia dell'altro.
Quando ci svegliammo, il giorno dopo, andammo insieme a farci la doccia, senza fare niente di particolare, solo qualche coccola, eravamo ancora spompati dalla notte appena trascorsa. Quando sistemammo tutto Minato andò dai suoi allievi, mentre io raggiunsi Fugaku alle porte di Konoha.
Quando arrivai Fugaku era già li da circa quindici minuti e sono stata costretta a subire una ramanzina da un mio coetaneo sulla puntualità sul lavoro, però ero totalmente disinteressata a ciò che diceva, avevo trascorso una notte di fuoco con Minato seguito da un dolce risveglio dopo tanto tempo che siamo stati separati per colpa del lavoro, figurati se mi interessava la ramanzina dell'Uchiha.
L'affluenza è molto elevata, tanto che Fugaku ha chiesto l'intervento di altri ninja fra cui degli Uchiha che rafforzavano i vari sigilli. Ne abbiamo fermati una decina che non erano ben intenzionati. Anche se dovevano partecipare agli esami li abbiamo scortati nella squadra interrogatoria. Se i ninja dell'intelligence avessero riconosciuto la loro innocenza gli avrebbero dato il permesso di partecipare agli esami, altrimenti sarebbero stati scortati fino al confine della terra del fuoco. Io e Fugaku ci alternavamo per fare dei rapporti ad orari regolari all'Hokage. Ogni volta che toccava a me prendevo di proposito una strada dove sapevo che avrei incontrato Minato, non solo per vederlo ma anche per sapere come se la cavavano i suoi allievi.
Da quello che mi ha detto durante l'ultima visita fatta, la prima prova è stata parecchio complicata, non conosco i dettagli, me li farò dire la sera.
*******
È stato brutto separarmi da Kushina questa mattina, tanto che ho dovuto subire la ramanzina da parte di Kakashi sulla puntualità, paragonandomi persino ad Obito che per la prima volta era arrivato puntuale. Per farlo tacere gli ho dovuto dire che ho dovuto compilare alcuni documenti per l'esame.
Ovviamente con l'esame alle porte non gli ho fatto fare alcun allenamento, gli ho fatto l'ennesimo discorsetto sul lavoro di squadra e sul fatto che esso sarà la chiave per arrivare alle ultime fasi dell'esame. Come al solito non sono mancati i primi litigi fra Kakashi e Obito che ripresero a incolparsi a vicenda. Credo proprio che quei due non andranno mai d'accordo!
L'esame inizia e solo dopo che sono stato separato dai miei allievi mi viene detto che tipo di prova devono affrontare; dovranno superare alcune prove di abilità per recuperare delle informazioni riguardanti i loro avversari, ogni squadra ha a disposizione novanta minuti, chi non riesce a recuperare queste informazioni nel tempo stabilito verrà eliminato, inoltre dovranno assicurarsi che le informazioni ottenute siano quelle giuste, in caso contrario saranno esclusi dall'esame.
Purtroppo non saprò niente dell'esito dei miei allievi, almeno fin quando non finiranno tutti, così vado alle porte di Konoha per vedere in che situazione si trovano Kushina e Fugaku.
*****
Da quando è iniziata la prima prova le acque si sono calmate parecchio, ormai non entra più nessuno fatta eccezione per qualche commerciante di passaggio. Ovviamente vengono controllati anche loro: mai abbassare la guardia.
Alcuni dei ninja fermati sono stati mandati via dal villaggio e scortati fino al confine da alcuni AMBU. Fortunatamente non ci sono stati molti casi di questo tipo, molti di quelli che sono stati scortati alla squadra degli interrogatori sono risultati essere solo molto agguerriti per via degli esami, ma niente di che.
Al momento mi ritrovavo da sola al comando di tutti quegli Uchiha, più che al comando a guidarli, loro si facevano dare ordini solo da Fugaku, quindi, invece di dare "ordini" davo delle direttive sul sigillo e consigli su come concentrarsi meglio senza stancarsi troppo. Su questo mi dovevano per forza ascoltare, sapevano anche copiare il mio sigillo, ma la loro restava sempre una copia banale rispetto al mio sigillo originale.
Vedo arrivare Minato in lontananza, i tre ragazzi saranno già entrati nella sede dell’esame, e invece di non fare niente e crogiolarsi nell’ansia si starà facendo un giretto.
Gli faccio un cenno con la mano per farmi notare, anche se sono in servizio, non guasta scambiare qualche parola, almeno il tempo passa più in fretta. Viene verso di me e quando arriva iniziamo a chiacchierare, mi aiuta a gestire tutti quegli Uchiha e tenere sotto controllo i sigilli, lui è l’unico capace di creare un sigillo pari al mio. Intanto arriva Fugaku, che aveva appena fatto rapporto, era passato dalla squadra interrogatori per vedere come se la cavavano coni tizzi portategli, a quanto pare più della metà dei ninja che abbiamo fermato volevano per davvero attaccare il villaggio, fortuna che il vecchio Hokage ha avuto questa idea. Attualmente questi ninja sono tenuti sotto stretta sorveglianza in stanze separate in attesa che una squadra AMBU li porti oltre il confine.
Intanto ci organizziamo per incontrarci tutti e quattro insieme per una cena tranquilla: io, Mikoto, Minato e Fugaku. Quella sera stesso saremmo andati a casa Uchiha, poiché Mikoto avrebbe fatto molta fatica a camminare, però dovevamo anche avvisarla, così creo una copia di me stessa e vado a casa sua per aiutarla a sistemare tutto.
Trascorrono delle ore, molto noiose nelle quali molti dei ninja fermati sono stati scortati oltre il confine, e in lontananza vediamo tre ragazzini che si dirigono verso di noi. Erano Rin, Obito e Kakashi che avevano appena concluso la prima prova.




Scusate se vi ho fatto attendere ma putroppo ci sono stati vari problemi.
Spero che questo capitolo vi piaccia e soprattutto fatemi sapere cosa ne pensate!!
CIAOOOOOO

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Famiglia ***


Quando Minato li vide, gli andò in contro, curioso di sapere com’era andato l’esame. Fortunatamente avevano superato la prima prova grazie all’istinto di Kakashi. La prova consisteva nel trovare le informazioni giuste sugli avversari impiegando massimo trenta minuti. Avevano dovuto superare varie trappole prima di arrivare alle pergamene con le informazioni, Obito si fiondò subito verso quella che conteneva più informazioni ma Kakashi lo fermò pensando che la maggior parte di esse erano false, così decise di optare su un rotolo che ne contenesse di meno, in altre parole le classiche informazioni che si ricavano leggendo le schede di presentazione di ogni singolo shinobi. Poiché anche Rin si trovò d’accordo con la scelta fatta dal giovane shinobi, decisero di portare quella pergamena ai giudici, dimostrandosi infine la scelta corretta. Obito rimase parecchio deluso, non per l’esito positivo della prova, ma per l’ennesimo superamento di Kakashi nei suoi confronti, tanto che giurò a se stesso di non farsi più superare nella seconda prova.
Per Minato sapere che la riuscita della prova era dovuta a Kakashi non fu per niente una sorpresa. Dopo essersi complimentato, con loro li mandò a riposarsi in attesa della seconda prova.

Intanto la copia di Kushina arrivò nel quartiere Uchiha diretta verso la villa di Mikoto. Arrivata alla porta, bussò e dopo un po’ si ritrovò davanti ad un’enorme Mikoto, era evidente che mancava davvero poco al parto. Le due amiche si abbracciarono e iniziarono a parlare del più e del meno, quando Kushina le disse della cena di quella sera Mikoto, si arrabbiò non poco con suo marito che aveva deciso tutto così in fretta ma Kushina le difese dicendo che era stata una sua idea. Le due donne iniziarono a preparare una squisita cenetta, anche se Kushina faceva di tutto per tenere Mikoto seduta a riposarsi, con quel piccolo o piccola Uchiha dentro di lei era difficile e faticoso fare anche le cose più semplici come pulire i vari utensili da cucina che venivano sporcati nella preparazione della cena. Era da tanto tempo che non stavano così bene insieme, solo loro due e i pettegolezzi sui loro rispettivi uomini, Kushina scoprì il lato dolce di Fugaku, infatti, Mikoto le raccontò che tutte le sere, prima di dormire si avvicina al pancione e inizia a parlare con il bambino dentro di lei. A quanto pare nonostante il carattere orgoglioso che aveva sapeva essere anche dolce con la sua famiglia.

Quando tutto era pronto e sistemato, la copia di Kushina sparì trasferendo tutte le informazioni all’originale. La rossa non poté non ridere guardando Fugaku mentre s’immaginava la scena di lui con quel suo broncio perenne che parlava dolcemente al bambino. Per un attimo sia Minato che Fugaku pensarono che fosse impazzita, in seguito capirono che quelle risate erano dovute all’incontro con Mikoto.

Finito il turno di guardia davanti ai cancelli di Konoha Fugaku e Kushina, tornarono alle loro case, Minato era andato via prima voleva sapere che votazione avevano preso i suoi allievi, riscontrando con piacere che avevano ottenuto un ottimo punteggio, arrivò a casa prima di Kushina, e sapendo quanto tempo avrebbe impiegato la sua ragazza per prepararsi andò a lavarsi per poi vestirsi. Dopo un po’ arrivò Kushina, Minato era quasi pronto doveva solo indossare la camicia. Kushina lo trovò sdraiato sul divano concentrato sulla lettura. Quando anche Kushina fu pronta, si diressero verso casa Uchiha. Minato, aveva pensato di utilizzare la tecnica del teletrasporto per arrivare in un attimo, ma poi preferì camminare in modo da stare ancora più tempo da solo con la sua amata.

“Ti rendi conto che sono trascorsi già cinque mesi da quando ti sei trasferita definitivamente a casa mia?”
“Già, il tempo è trascorso via velocemente. C’è una cosa che volevo dirti. Quando è il nostro anniversario?”
“Kushina vuoi dirmi che non ti ricordi il giorno del nostro primo bacio?”
“Si che me lo ricordo, era il pomeriggio del 23 settembre, solo che dopo un po’ sei andato via per quasi tre anni, periodo nel quale non ci siamo ne visti, ne parlati e mi chiedevo se sia giusto considerare quegli anni trascorsi lontani come anni in cui abbiamo avuto una relazione. Non ci siamo lasciati questo è vero però se contiamo anche quel periodo il prossimo 23 settembre, saranno quattro anni che stiamo insieme, anche se non saranno mai quattro anni pieni. E poi non abbiamo neanche mai festeggiato il nostro anniversario, visto che eri ad allenarti con Jiraya.”.
“Credo che tu abbia ragione, ma quello che penso è che non conta quanto tempo stiamo insieme ma come stiamo insieme. Insomma se stiamo bene insieme che importa se sono giorni, anni o secoli?”.
“Lo so che non ha importanza però è brutto non sapere cosa rispondere quando ti chiedono ‘da quanto tempo state insieme’”.
“Bhè come hai detto tu quegli anni che siamo stati lontani non valgono, quindi potremmo contare come primo anniversario il prossimo 23 settembre, così ci mettiamo in pari. Ti va?”
“Si direi che è perfetto”

Dopo una lunga camminata Minato e Kushina arrivarono finalmente a casa di Mikoto e Fugaku. Trascorsero una piacevole serata come ormai non accadeva molto spesso, ognuno di loro ormai aveva ritmi e impegni diversi, non era più facile incontrarsi come una volta, come quando erano nella stessa squadra, però, nonostante non si vedessero molto spesso, la loro amicizia era rimasta invariata, anzi forse era anche più forte di come non era in precedenza. Minato e Fugaku sin dai tempi dell’accademia erano migliori amici, ma adesso si considerano per sino fratelli, tanto che Fugaku voleva che, nel caso suo figlio fosse stato un maschio, voleva che Minato gli facesse da padrino. Di solito nella tradizione Uchiha si vuole che il padrino del nascituro fosse il nonno o lo zio paterno, poiché Fugaku era figlio unico e suo padre, spirò l’anno precedente, Fugaku riconobbe come Minato come il più adatto al titolo di padrino. Molti Uchiha non erano d’accordo perché Minato non faceva parte del clan, ma questo non interessava a Fugaku che rimase fermo nella sua decisione. Nel caso la nascitura sarebbe stata femmina, la madrina sarebbe stata la sorella maggiore di Mikoto.
Durante la sera, parlando e scherzando, Kushina notò, negli occhi di Minato, una certa gelosia nei confronti di Fugaku ogni volta che si parlava della piccola creaturina che attendeva di nascere. Era evidente anche Minato sarebbe voluto diventare padre, e Kushina non poteva che esserne felice di questo. Lei voleva crearsi una famiglia con Minato, anche se erano ancora troppo giovani e il loro rapporto non durava poi da così tempo, sarebbe stato più saggio aspettare e vedere come proseguiva la loro storia.
La serata trascorse in totale allegria, Minato e Kushina tornarono tardi a casa nonostante entrambi dovevano svegliarsi presto: Minato doveva accompagnare i suoi allievi verso la seconda prova dell’esame mentre Kushina doveva tornare a fare la guardia alle porte di Konoha insieme a Fugaku e agli altri Uchiha.

Quando si svegliarono l’indomani mattina, Kushina era una sorte di zombie ambulante tanto era il sonno che aveva, Minato, invece, era più bravo a nascondere la stanchezza ma i suoi occhi non mentivano, sicuramente avrebbe subito le solite frecciatine da parte di Obito, anche se sapeva come farlo zittire.

Minato, si trovava davanti alla foresta della morte insieme ai suoi tre allievi, quanti ricordi gli vennero in mente! Anche lui, tanti anni fa, ha dovuto affrontare quella foresta, quella volta pur di conoscere meglio Kushina le loro squadre si unirono in una sorte di alleanza. Allora, entrambe le squadre riuscirono a superare l’esame, però a Minato sarebbe piaciuto continuare ancora un po’ quella prova, solo per stare ancora un po’ in compagnia di Kushina, anche se dopo quell’occasione iniziarono a vedersi più spesso.
Adesso toccava ai suoi allievi superare la prova, e Minato era sicuro al cento per cento che l’avrebbero superata, sapeva già che in quella settimana lì dentro ci saranno parecchi litigi fra Kakashi e Obito, ma sapeva anche che Rin era capace di farli andare nuovamente d’accordo. La prova era quella classica dei rotoli che Konoha propone ormai da intere generazioni e nonostante ciò è la seconda prova, fra quelle proposte dalle cinque grandi terre ninja, a far restare meno candidati per l’esame finale. Il tempo delle ultime raccomandazioni e i tre ragazzini si dirigono verso l’ingresso della foresta. Finalmente Minato si potrà godere un po’ di tempo libero da dedicare a se stesso e a Kushina, anche se sa già che spesso il suo pensiero sarà rivolto a quei tre ragazzini che da circa sei mesi gli riempiono i pomeriggi di risate, scherzi e anche qualche lite, anzi soprattutto le liti. Ormai il Team Minato è diventato una piccola famiglia. Minato non ha più una famiglia di sangue, sua madre morta quando era piccolo e suo padre che lo abbandona solo perché ha deciso una strada diversa da quella che voleva lui, sembrava che non avesse mai potuto più utilizzare la parola famiglia, invece adesso ha Fugaku, che considera suo fratello, insieme a sua moglie e al piccolo che nascerà, ha la sua stupenda compagna di vita che lo ama alla follia, tutti i suoi amici e i suoi tre allievi, e poi c’è la persona più importante per lui secondo solo a Kushina forse ovvero il suo maestro, colui che gli ha insegnato tutto, Jiraya che ormai Minato lo considera come un padre. Sarà pure una famiglia piuttosto allargata e senza reali legami di sangue ma a lui piace così.



*si mette in ginocchio davanti a voi*
Vi prego non uccidetemi per il forte ritardo, putroppo hoparecchie cose da fare e è difficile trovare un momento per scrivere. Comunque eccovi il tanto faticato nuovo capitolo ^_^
Ringrazio tutti coloro che, nonostante i continui ritardi, continuano a seguirmi, GRAZIE DI CUORE!!!
Fatemi sapere se vi è piaciuto o no ^_^

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Gelosie E Chiamate Notturne ***


La seconda prova dell’esame dei chunin iniziò, questa volta ci sarebbero stati degli scontri a squadre all’interno della Foresta della Morte. Minato, osservò l’esame dei suoi allievi insieme al terzo Hokage da alcuni monitor che trasmettevano le immagini degli scontri grazie ad alcune telecamere nascoste. Io invece continuavo a controllare i vari ingressi. Dicono che gli Uchiha sono tutti molto severi e scontrosi, ma evidentemente chi lo dice non li conosce affatto. Alcuni di loro lo sono, ma altri sono molto gioiosi e divertenti, una cosa su di loro è veritiera, sono tutti molto talentuosi. Alcuni di loro, quando si riposavano, iniziarono a fare i cascamorti con me, cosa che mi dava parecchio fastidio. Cercavo di stare tranquilla per evitare di distruggere l’armonia che si era creata in quell’enorme squadra, ma quando è troppo è troppo. Dopo il primo e il secondo rifiuto nei loro confronti al terzo gliele suonavo di santa ragione. Mai e dico MAI far arrabbiare Uzumaki Kushina’ttebanè. Ovviamente Fugaku venne a sapere il tutto, non solo approvò le mie reazioni ma i suddetti Uchiha si dovettero subire pure un rimprovero da parte del capo clan su quanto fosse indecoroso per dei membri di un clan tanto importante fare gli idioti con una ragazza che era già fidanzata. Se devo essere sincera, non mi aspettavo che Fugaku prendesse le mie difese così apertamente, eravamo amici questo è vero, ma stiamo sempre parlando del freddo e orgoglioso Fugaku!! Insomma lui è quello che non degna Mikoto di uno sguardo quando è in compagnia perché si vergogna farsi vedere “amorevole”. Credo che a quella reazione vi fosse legata in qualche modo il rapporto che avesse con Minato, forse, sotto il suo punto di vista non prendere le mie difese era un po’ come tradire il suo migliore amico. In ogni caso apprezzai molto il gesto di Fugaku, lo ringraziai con lo sguardo sapendo che detestava certe cose in pubblico, ovviamente non ricambiò ma quello, d’altronde, era il suo modo di fare.

Le ore trascorsero e come il giorno prima, io e Fugaku ci organizzammo per fare rapporti regolari all’Hokage. Entrambi eravamo curiosi di sapere come procedevano gli incontri e soprattutto volevamo sapere cosa stessero combinando quei tre ragazzini scalmanati allievi di Minato. Sapevamo che, sempre per merito della bravura di Kakashi, avevano superato la prova. Ora mancavano solo gli incontri singoli. A essere sincera ero un po’ preoccupata per Obito, quel marmocchio mi piaceva troppo, ti portava a fare il tifo per lui pur sapendo che non sarebbe riuscito nell’impresa.

Arrivò la sera e con essa la fine degli esami, a quanto pare l’unico che finì col superarli fu Kakashi. Chissà perché ma me lo aspettavo da quel genietto. Obito, ovviamente, scoppiava d’invidia, il suo rivale riuscì a superare l’esame e lui no, fortuna che Rin sapeva consolarlo. Minato, era molto orgoglioso della sua squadra, anche se Rin e Obito non avevano superato l’esame, se l’erano cavata piuttosto bene. Quando fummo da soli in casa nostra mi raccontò tutto nei minimi dettagli. Nei suoi occhi si leggeva tanta felicità ma allo stesso tempo tanta frustrazione. Ora che Kakashi era un chunin e con una guerra alle porte c’erano delle possibilità che, a seconda di come si mettevano le cose, sarebbe potuto diventare il capitano di una squadra o sarebbe potuto andare in missione con shinobi che non erano i suoi compagni e magari non si sarebbero preoccupati per lui come lo facevano Obito, Rin e lo stesso Minato. Poiché era un chunin novizio, sarebbe stato sotto la guida di Minato ancora per un po’, ma, alla fine Kakashi dovrà prendere una strada diversa.

Quando Minato finì di raccontarmi degli esami io, gli parlai della mia giornata a guardia delle porte. Gli raccontai anche di quegli Uchiha che ci avevano provato con me e di come Fugaku mi difese.
“Perché ti ha difeso Fugaku? Conoscendoti li avresti fatti a pezzi in trenta secondi!” mi disse con un broncio adorabile che emanava gelosia da un chilometro di distanza.
“Li stavo per ridurre in poltiglia ‘tebane, però Fugaku mi ha bloccata, forse voleva evitare conflitti inutili mentre eravamo tutti in servizio. E poi, che fai sei geloso del tuo migliore amico?”
“Bhè se prende le tue difese in quel modo si!”
“Minato! Non ti ho mai visto così geloso! Non pensavo che Mister Autocontrollo in persona potesse provare così tanta gelosia!”
“E’ che ultimamente sei stata più tempo con lui che con me. Lo so che è stato solo per lavoro però non è bello pensare che la tua fidanzata sta più tempo con il tuo migliore amico.”
“Vieni qua gelosone!” gli dissi, mentre lo avvicinai a me per dargli un profondo bacio che subito si trasformò in qualcosa di molto più intenso.
Senza rendercene conto eravamo nudi sul nostro letto, i nostri corpi caldi uniti che si muovevano all’unisono. Non mi stancherò mai di fare l’amore con lui, sa essere dolce e allo stesso tempo selvaggio, delicato e allo stesso tempo audace. Non credo esista un altro uomo come lui sulla faccia della terra. Guai a chi prova a portarmelo via, lui potrà anche diventare geloso quando qualche altro uomo prende le mie difese, ma se qualche ochetta prova anche solo a parlargli sono capace di ridurla in poltiglia in meno di tre secondi. Penserete che anche la mia sia una forma di gelosia, anche se un po’ più aggressiva, in realtà io voglio tenermi vicino a ciò che mi è più caro. Chiunque ora sfiorare il mio bel principe dovrà vedersela con me!

Era notte fonda, io e Minato dormivamo profondamente l'uno abbracciato all’altra, nudi e sudati per via della notte appena trascorsa. Sentire il suo profumo, la sua pelle a contatto con la mia mandava il mio cervello in tilt, non capivo più niente esisteva solo lui, il suo profumo e la sua pelle morbida e delicata con qualche cicatrice sparsa qua e la. Ogni qual volta che finiamo di fare l’amore mi stringo forte a lui come per volergli stare più vicina e restiamo così per tutta la notte, fino al giorno dopo. Questa volta non fu così! Era quasi l’alba quando ricevemmo una chiamata, inizialmente pensai che quel fastidioso suono fosse frutto della mia immaginazione quindi provai a continuare a dormire. Minato, si alzò dal letto molto delicatamente per non svegliarmi, anche se la perdita del suo corpo a contatto con il mio mi fece sussultare.
“Pronto? Chi parla?” rispose con una voce profonda e assonnata.
“COSAA?? COME STA? VA TUTTO BENE??” all’improvviso divenne più nervoso e serio. Brutte notizie pensai. Poi vidi il suo volto rilassarsi.
“O-ok siamo arrivando! Non ti agitare!” riattaccò il telefono e si girò verso di me.
“Mikoto sta per partorire!”

In un lampo ci ritrovammo in ospedale grazia alla tecnica di Minato. Ci vestimmo con le prime cose che trovammo. Minato, aveva un paio di jeans e una felpa bianca, mentre io indossavo dei leggins con una maglietta lunga. Anche se l’estate era alle porte, quelle ore del mattino facevano ancora un po’ di fresco. Non appena entrammo nella sala d’attesa, vedemmo Fugaku agitato come non mai, così gli andammo in contro per farlo tranquillizzare un po’.
“Hey, come sta?” gli chiese Minato.
“Non lo so, è da quando l’ho lasciata in mano dei medici che non ho sue notizie. So solo che soffriva molto e che il bambino era sul punto di nascere. Mi hanno detto di aspettare qua e che non appena sarebbe arrivato il momento mi avrebbero chiamato per entrare in sala parto.”
Non avevo mai visto Fugaku tanto ansioso e preoccupato, il fatto di non avere il controllo della situazione, di non sapere come stava la donna che amava, non sapere come stava la creaturina dentro di lei, il non sapere cosa fare, il sentirsi totalmente inutile di fronte al dolore di Mikoto lo faceva stare male e questo lo innervosiva. Nessuno gli poteva dire niente e l’unico che riusciva a tranquillizzarlo, anche se non molto, era Minato.
“Dai tranquillo. Vedrai che andrà tutto per il meglio! Piuttosto avete già deciso il nome? Anzi i nomi visto che non sapete ancora se è un maschio o una femmina.”
Minato, riuscì a farlo tranquillizzare portandolo a pensare ad altro.
“Ovviamente! se-“
“Uchiha-sama!”
All’improvviso Fugaku fu chiamato da un’infermiera.
“Se cortesemente mi può seguire la condurrò verso la sala parto. È tutto pronto per la nascita del bambino.”
Fugaku ci fece un cenno e seguì l’infermiera. Io e Minato ci sedemmo su due delle sedie della sala d’attesa, praticamente vuota. Ci sedemmo vicini in attesa di notizie. Trascorsero i minuti e con essi le ore, era ormai mattino quado vedemmo Fugaku venirci in contro, con un luminoso sorriso sulle labbra e gli occhi, neri come la pece solitamente glaciali e distaccati, lucidi per qualche lacrima versata.
Ci alzammo e di corsa andammo verso di lui in attesa di sapere tutto, anche se dal suo sguardo avevo già capito tutto.
“Dopo tutta la fatica di Mikoto, finalmente è nato! È nato il piccolo Itachi!”




Mi sa che per questo parto vi ho fatto aspettare un pò troppo e in tutti i sensi mi sa u.u
Mi scuso ancora per l'immenso ritardo (e quando mai ormai non faccio altro che pubblicare un capitolo all'anno!!! u.u) 
spero di riuscire a pubblicarli più velocemente anche perchè inizio a perdere spesso il filo del racconto >.<
Cooooomuunque fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo. Vi anticipo sugli esami chunin lo so che durano molto di più ma volevo tagliare corto XD
*****NON LEGGETE SE NON VOLETE SAPERE COSA ACCADRA'!!*****
*****Ho già in mente cosa accadrà per qualche altro capitolo della storia preparatevi a tanti momenti felici, divertenti ma anche molto tristi****


Bhè alla prossima CIAOOOOOOOOOOOO!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Pannolini e Pensieri ***


La nascita del piccolo Itachi fu un evento molto atteso da tutti e soprattutto avvenne quando tutti meno c’è lo aspettavamo, soprattutto all’interno del clan Uchiha. Fortuna volle che la prossima prova dell’esame sarebbe stata circa un mese dopo perché io e Minato venimmo invitati alla festa enorme in casa Uchiha durata un bel po’ di giorni. Arrivavano doni da tutte le parti, ogni Uchiha portava qualcosa, le bambine portarono tante ghirlande di fiori, mentre i bambini gli regalavano dei piccoli kunai morbidi giocattolo da mordicchiare quando gli sarebbero cresciuti i dentini e giocattoli vali, i più grandi invece regalavano delle tutine di varie misure e di vari modelli. All’interno del quartiere Uchiha vi erano ovunque ghirlande e palloncini azzurri e tanti cartelloni colorati con la scritta “E’ Nato Il Piccolo Itachi” e cose del genere. Non mi sarei mai aspettata una festa tanto grande per la nascita di un bambino. Poi Mikoto mi disse che normalmente non vi sono questi festeggiamenti esagerati, tranne se si parla dell’erede del capo clan. Probabilmente anche Fugaku ha avuto una festa così alla sua nascita. Il piccolo Itachi, fortunatamente, era tranquillo. Piangeva raramente e quelle poche volte erano dovute alla fame o perché voleva che la mamma gli cambiasse il pannolino, una volta toccò a Fugaku farlo. Non ne voleva sapere, andava contro i suoi principi, però Mikoto doveva cucinare e il pianto di Itachi si faceva sempre più squillante, così Fugaku dovette abbandonare il suo orgoglio per permettere alle sue orecchie di avere un attimo di tregua. Quell’uomo era troppo abituato alla calma e al silenzio e per un tipo come lui un bambino in casa non è affatto l’ideale. Quella volta che dovette cambiare il pannolino Minato era con lui e quando restammo da soli mi raccontò tutto nei minimi dettagli visto che io ero uscita un attimo a fare delle compere per il pranzo che Mikoto stava preparando.
****
“Fugaku potresti cambiare tu il pannolino a Itachi? Se mi allontano qui si brucia tutto!” disse Mikoto dall’altra parte della cucina.
“Ma se glielo cambi dopo non è mica un problema.” Rispose Fugaku con pacatezza mentre Minato guardava i due coniugi battibeccare.
“Voi continuare a sentirlo piangere? Bene, ma poi non ti lamentare che la sera ti fa male la testa e soprattutto non dire che il suo pianto ti ha rotto i timpani.”
“Quello lo ha già fatto e adesso tu gli dai anche una mano.”
“Lo sai che se gli cambi il pannolino smette vero?”
“Ok d’accordo ci penso io!” disse alla fine Fugaku cedendo alle urla della moglie e al pianto del figlio.
Intanto Minato si divertiva nel fare da spettatore a quella litigata, peccato che Fugaku se ne accorse!
“Dato che ti diverti tanto ora mi aiuti a cambiargli il pannolino Minato!”
“Eh! Cosa? Perché io? Insomma non so mica come si fa?”
“Neanche io lo so, ci sarà scritto come fare nelle istruzioni.”
“Si ma puoi farcela anche da solo a leggerle non trovi?”
“Così non solo abbandoni il tuo migliore amico in un momento di difficoltà, ma non ti prendi cura nemmeno del tuo figlioccio. Dopo tutto l’aiuto che ti ho dato! Se non fosse per me non saresti riuscito neanche a diventare genin.”
“Ok ok ti aiuto! Non c’è bisogno di raccontare tutta la storia della nostra vita!”
I due uomini andarono nella cameretta del piccolo Itachi mentre Fugaku teneva in braccio il bimbo. Fugaku poggiò il bimbo sul letto mentre Minato prendeva i pannolini.
“Hey Fugaku vedi che qui non ci sono le istruzioni.”
“Che vuol dire che non ci sono?”
“Vuol dire che non ci sono! Sicuramente sarà talmente facile che non servono le istruzioni. Vedi come è messo quello che già ha e metti quello pulito nello stesso modo.”
“Ok proviamo!”
Fugaku iniziò a spogliare il piccolo Itachi che continuava a piangere, ma non appena sbottonò la tutina trovò una sorpresa non molto gradevole.
Quello che doveva essere un piccolo bisognino si era trasformato in un conglomerato misto fra pannolino tutina e cacca del bimbo, credo sia inutile descrivere la faccia schifata dei due amici. Minato, dall’olfatto sopraffine, dovette allontanarsi per qualche istante per  evitare di rimettere. Fugaku, preso da una botta di coraggio restò li e iniziò a spogliare il piccolo. Minato ripresosi dalla puzza prese la tutina, tenendola sempre a debita distanza e la portò in lavanderia, almeno vi era un emanatore di puzza in meno. Intanto Fugaku arrivò al momento cruciale, stava per aprire il pannolino!
Lo aprì e vide l’orrore in quel pannolino! Minato arrivò tenendosi a distanza di sicurezza.
“Te lo giuro Minato in questo momento preferirei essere un anbu in missione!”
“Lo sai che loro fanno per di più missioni di livello “S” vero?”
“Fidati è meglio!! Avvicinati così capisci!”
“No grazie preferisco guardare da qui!”
“Ma che grande amico che mi ritrovo!” Disse Fugaku con sarcasmo.
Prendendo una boccata di coraggio Fugaku iniziò a pulire il piccolo Itachi con le salviettine, per poi passare alla spugna bagnata con acqua e un po’ di sapone. Quando finalmente sembrava aver finito ecco che Itachi riserva una sorpresa al suo papà. Minato si stava avvicinando per controllare la situazione quando Itachi iniziò a emanare qualche zampillo di pipì che finì tutta in faccia a Fugaku. Minato scoppiò a ridere mentre Fugaku diventava rosso dalla rabbia, ma non poteva di certo prendersela con il piccolo, era nato da appena qualche giorno non aveva di certo il controllo della sua vescica. Così se la prese con il malcapitato Minato.
“SI PUO’ SAPERE COSA HAI DA RIDERE!!”
“Scusami ma la tua faccia è troppo divertente!” rispose Minato mentre si asciugava qualche lacrima.
“Visto che stai li a divertirti ora ci pensi tu al resto!”
“Aspetta? Io? Ma non so da dove iniziarci! E poi il figlio è il tuo!”
“Ma sei il padrino e visto che hai riso tutto il tempo ora ci pensi tu!” gli disse Fugaku mettendogli davanti il pannolino pulito.
Minato, nella speranza che il peggio fosse passato ripulì il bimbo, quando finì tentò di capire come funzionava quel coso assorbi pipì.
Intanto io arrivai e andai a dare una mano a Mikoto quando mi disse che Itachi era in mano di quei due bamboccioni, così andai in aiuto del piccolo Itachi.
Quando arrivai vidi Minato alle prese con il pannolino (confondeva il davanti con il dietro), e Fugaku tutto bagnato che si lavava la faccia, direi che non servivano spiegazioni.
Mi avvicinai al bimbo e presi in mano la situazione.
“Spostati che qui ci penso io! Fugaku, visto che sei bravo con lo sharingan a copiare tutto guarda bene come si fa così la prossima volta sarai di aiuto. Minato non me lo aspettavo che non capissi come si fa. Impara perchè un domani sarai papà anche tu!”
“Aspetta che vuoi dire con “sarai papà anche tu”?”
“Bhè niente, solo che…che niente lascia perdere!”
Perchè mi era uscita quella frase non so. Stupidi ormoni pre ciclo! Adesso Minato si farà ventimila film mentali sul fatto che gli stia nascondendo qualcosa! Vabbè orma è fatta!
Intanto avevo finito di sistemare il piccolo Itachi così lo presi in braccio per coccolarlo un po’. Era davvero un bel bambino sicuramente da grande sarebbe diventato davvero un bel ragazzo, sembrava aver ereditato i lineamenti fini della madre fortunatamente, non che Fugaku non fosse un bell’uomo ma aveva dei lineamenti troppo rudi a differenza di Mikoto.
Poi le sue piccole manine avevano già una presa molo forte, segno che in futuro sarebbe diventato un ottimo shinobi, sicuramente Fugaku, nonostante le tante non sopportazioni dovute alla confusione in casa sua dovuta al piccolo, era già molto orgoglioso di Itachi. Lo si vedeva dal modo in cui lo guardava e da come ne parlava.
*****
Il pranzo fu un vero successo, Mikoto è sempre stata bravissima ai fornelli, in questi giorni ho imparato un sacco di ricette e trucchetti per fare dei pasti davvero squisiti.
Il pomeriggio proseguì, Fugaku sfidò Minato ad una partita a scacchi mentre io e Mikoto, dopo aver sistemato e pulito tutta la cucina coccolammo il piccolo Itachi che non voleva saperne di fare il riposino.

Trascorso il pomeriggio io e Minato ritornammo a casa, ma prima ci fermammo nel nostro luogo segreto ad ammirare il tramonto dai mille colori. Ci sdraiammo vicini ai piedi di un albero nell’erba alta e fresca, era da tanto tempo che non stavamo da soli in quel luogo per così tanto tempo. Fra esami e riunioni improvvise avevamo avuto davvero poco tempo da dedicare a noi stessi come coppia, sapevamo che nessuno li ci avrebbe disturbati. Ci coccolammo, ci baciammo e parlammo davvero tanto. Non parlavamo così dai tempi in cui ci allenavamo insieme, era bello sapere che il nostro rapporto era ancora intenso come tanti anni prima, se non addirittura di più.
“Allora? Cosa volevi dire oggi con ‘presto sarai padre anche tu’?” disse Minato cogliendomi di sorpresa.
“Bhè niente te l’ho detto solo che un domani anche tu sarai padre magari fra parecchi anni ma lo sarai insomma!” risposi impacciata.
“Ma davvero? E come fai a saperlo? Non mi dire che prevedi il futuro!?” disse con un tono scherzoso.
“AAAAAAAH Lascia stare sono gli ormoni pre ciclo a parlare!!”
“Sbaglio o dovevi averlo già passato? Insomma secondo il calendario sarebbe dovuto arrivare circa due settimane fa!”
“Ti dico che sta per venire ho persino tutti i sintomi! E poi come fai a sapere quando doveva arrivare??”
“Lo scrivi ogni mese sul calendario, proprio perché dimentichi sempre il giorno.”
“Tranquillo sarà un banale ritardo, vedrai che sta notte arriva!”
“E come fai a saperlo??”
“Bhè ogni volta che deve arrivare il ciclo la mattina vomito, è già da due forse tre giorni che capita quindi sta arrivando!!”
“Se lo dici tu ci credo! Comunque ammetto che non mi dispiacerebbe diventare padre, magari fra qualche anno dopo che si saranno risolti tutti questi conflitti fra i paesi. Se devo essere sincero invidio molto Fugaku, un po’ per tutto. Lui ha Mikoto al suo fianco…”
“Bhè tu hai me!”
“E guai a chi ti porta via! Però non è solo questo, ha una bella famiglia adesso e anche alle spalle, ha una bella casa in un posto dove tutti lo conoscono, gli Uchiha sono davvero tanti ma sono anche una grande famiglia unita. Io a parte te non ho niente!”
“Non è vero che non hai niente’ttebanè!! Oltre a me hai tanti amici che ti stanno vicino, hai jiraya sensei, hai Obito, Rin e Kakashi che ti vogliono bene, e poi casa tua non sarà un villone, ma è abbastanza grande per noi due ed è questo ciò che conta! E poi facciamo già fatica a tenere ordinata quella che hai per via dei nostri impegni figurati se la casa fosse un mega villone da dieci stanze!”
“Guarda che non è solo casa mia, è anche casa tua baka!!”
Restammo li ad osservarci a baciarci, ormai il sole era tramontato da un pezzo lasciando spazio alla luna e alle sue stelle.

Ritornammo a casa, cenammo e andammo a letto abbastanza presto. L’indomani avremmo avuto la visita generica mensile. È una visita che devono fare tutti gli shinobi per garantire la nostra salute. Sono molti gli shinobi che hanno vizi come il fumo o l’alcol, fortunatamente non noi, e queste visite servono soprattutto a loro, così se i loro vizi iniziano ad ucciderli dall’interno i medici se ne accorgono in tempo per salvarli, inoltre tutti noi durante le missioni rischiamo di entrare in contatto con dei materiali nocivi alla nostra salute, poi, a parte tutto questo, queste visite servono anche per tenere sotto controllo il peso e la nostra forma fisica.
Sapevo che già sarebbe andato tutto bene, ma se non facevamo queste visite l’Hokage poteva anche decidere di non mandarci più in missione, quindi saremmo andati lo stesso pur di non rischiare.



Si sono viva. Perdonatemi per tutto il tempo che vi ho fatto attendere, so che ormai qui sotto scrivo sempre la stessa tiritera, comunque...
Ho faticato a scrivere questa storia, in primo luogo volevo ridicolizzare un pò Fugaku, l'orgoglioso perfettino, e spero di esserci riuscita. Sono anche riuscita a ricavare quello che spero sia un bel momento MinaKushi. Aspettatevi delle belle e scoinvolgenti sorprese nel prossimo capitolo. Ma la domanda che mi pongo io è: riuscirà la nostra coppia preferita a superare tutte le difficoltà legate ad una coppia? Fino ad ora, a parte la lontananza tutto è stato perfetto nella loro vita. E se un tornado la sconvolgesse totalmete??
Continuate a seguirmi mi raccomando alla prossima, ciaooooooo!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Una Notizia Sconvolgente ***


Odiavo farmi visitare, era una cosa che non sopportavo proprio! Ore e ore di prelievi e cosi attaccati al tuo corpo che ti collegavano a delle macchine con dei fili che ti lasciavano segni ovunque. Li odiavo!! Per cosa poi? Controllare il ritmo cardiaco, la vascolarizzazione delle vene e altre cose troppo strane che neanche ricordo. Erano noiosi oltre ad essere stressanti. L’unica cosa che non mi sarei mai aspettata durante queste visite era stato l’aumento del mio peso, era di appena qualche kilo e mi trovavo comunque all’interno della media. Gli esami io e Minato li facemmo con due medici differenti quindi non seppi come gli era andata finchè non lo vidi. A quanto pare era sano come un pesce. L’unico esame che abbiamo fatto insieme è stato quello muscolare. Un fisioterapista controllò con il chakra ogni singolo muscolo, legamento o tendine presente nel nostro corpo. Quello è l’esame che più preoccupa tutti, perché talvolta portiamo i muscoli allo stremo senza dargli un attimo di tregua fra missioni e allenamenti per cui rischiano di stirarsi o rompersi, questo esame serviva proprio per anticipare tutto questo.
Impiegammo ben quattro ore ma alla fine avevamo completato tutti gli esami necessari, almeno si sperava. Tutto dipendeva dagli esami del sangue e delle urine, se erano nella norma significava tornare a casa altrimenti significava solo altri esami.
Ci volle parecchio tempo prima di avere i risultati fortunatamente ci incontrammo con alcuni amici e trascorremmo il tempo chiacchierando. Questo era il turno dei jonin, precedentemente erano già stati visitati i genin e i chunin.
Finalmente Minato venne chiamato dal medico che lo aveva seguito con in mano i suoi risultati, lo condusse nel suo studio per parlare in privato della sua situazione, dopo qualche minuto mi sentii chiamare, anche il responso dei miei esami era finalmente arrivato. Andammo con la dottoressa nel suo studio. Ci sedemmo, ognuno dalla propria parte di scrivania, il suo studio era molto ordinato e organizzato, vi era una libreria piena di enciclopedie sulla medicina e fascicoli ordinati in ordine alfabetico e per patologia e uno scaffale pieno di fascicoli sui vari pazienti anche queste meticolosamente ordinate.
“Signorina Uzumaki vi sono delle anomalie nel suo esame sanguigno e alle urine.”
“Che genere di anomalie?” risposi preoccupata.
“Niente di grave di cui preoccuparsi, ci sono alcuni valori che sono fuori norma, quindi vorrei fare ulteriori esami, per vedere se questo sfasamento sia frutto di un qualcosa o semplicemente di una alimentazione scostante e irregolare. Mi dica ha cambiato alimentazione?”
“No affatto! Però ora che mi ci fa pensare da quando ci sono gli esami chunin mangio porzioni più abbondanti, ma perché consumo più energie e il mio corpo sta in attività di continuo.”
“In effetti qui vedo che è stata capitano della squadra di sorveglianza insieme a Fugaku Uchiha. Le è per caso capitato di star poco bene ultimamente? Non so giramenti di testa, nausea, spossatezza e sintomi vari?”
“La sera dopo che ho consumato tutto il chakra in corpo ma mi capitava sempre anche dopo aver svolto delle missioni mi sentivo così. Per quanto riguarda la nausea no non mi sembra di averne avuta a parte qualche mattina fa.”
“Quando esattamente?”
“E’ stata la mattina seguente alla festa per la nascita del piccolo Itachi. Quella sera mi ero abbuffata come non mai quindi devo aver fatto indigestione. Ma si può sapere perché tutte queste domande?”
“Per capire se ciò che leggo da queste analisi è corretto al mio pensiero oppure no.”
“E quale sarebbe il suo pensiero dottoressa?”
“Solitamente questi risultati si hanno in una donna in stato di gravidanza.”
“Che cosa? E’ impossibile io non sono incinta!”
“Come fa a esserne sicura?”
“Lo sono e basta!”
“Ha una attività sessuale regolare?”
“Si ma..”
“Di quanto è in ritardo il ciclo mestruale?”
“Di qualche settimana.”
“Quante esattamente?”
“Bhè, ecco, credo che siano tre.”
“Molto bene, credo che dovremmo fare un Beta HCG?”
“Cosa sarebbe?”
“Un esame al sangue che determina lo stato di gravidanza o meno.”
“E se non sono incinta?”
“Faremo altri esami fin quando non troveremo la causa di queste anomalie.”
La dottoressa prese una siringa e fece un secondo prelievo sanguigno.
“Per quanto tempo dovrò aspettare ancora?”
“Le chiedo di avere pazienza per almeno un’altra ora, nel frattempo può andare a pranzare se vuole, i valori anomali non hanno niente a che vedere con l’alimentazione.”
Salutai la dottoressa e andai nella sala d’attesa dove Minato era già pronto.
“Allora andiamo a casa?”
“A quanto pare a te è andata bene!”
“Che vuoi dire?” disse Minato spaventato.
“Voglio dire che nel mio sangue ci sono dei valori che non vanno bene e la dottoressa mi ha fatto un altro prelievo per farmi un altro esame! Il che significa che devo aspettare un’altra ora se tutto va bene!!”
“Che genere di esame? Mi devo preoccupare?”
“Forse! Ora andiamo a mangiare che ho fame e voglio il ramen e ovviamente offri tu!”
Kushina era parecchio innervosita da tutta quella situazione, iniziò a parlare a voce alta e i suoi capelli iniziarono a svolazzare come se fossero le code della volpe sigillata dentro di lei. Minato rabbrividì a quella vista e capì che l’unico modo per salvarsi era accontentarla.
La portò da Teuchi e solo dopo che questo gli consegnò la ciotola fumante di ramen Minato le chiese dell’esame.
“Allora mi spieghi che tipo di esame sta facendo questa dottoressa.”
“E’ il beta HCG un esame che determina lo stato di gravidanza”
Al solo sentire la parola gravidanza Minato finì col strozzarsi con alcuni spaghetti che stava ingoiando. Solo dopo essersi ripreso iniziò a parlare.
“Secondo questa dottoressa tu saresti incinta? Insomma è impossibile!”
“Lo so, è quello che le ho detto io dattebanè!.”
“Siamo sempre stati attenti utilizzando le giuste precauzioni...”
Lo sguardo di Minato si fece fisso senza guardare un punto esatto.
“Minato che cosa hai fatto?”
“Bhè ecco, ti ricordi la sera che mi hai fatto quella sorpresina, appena poco prima l’inizio degli esami?”
“Si…che mi stai cercando di dire?”
“Bhè ecco come dire…non ricordo di aver usato il preservativo…ma posso anche ricordare male quella sera avevo la testa totalmente offuscata dalla tua bellezza e…”
“MINATOOOO!!!!” Kushina prese il suo fidanzato dal colletto e iniziò a scuoterlo avanti e indietro. “CHE VUO DIRE CHE NON NE SEI SICURO??”
“Bhè dai Kushina, è inutile prendersela prima di aver ottenuto i risultati!”
“Spera per te che siano negativi o ti puoi considerare morto!”
“Dai Kushina non esagerare non sarebbe poi la fine del mondo…”
“Certo facile parlare per te! Non sei tu quello che deve portare un esserino in grembo per più di nove mesi! Senza contare la prolungata inattività come ninja! Il che significherà riprendere dopo anni e ricominciare con delle missioni di livello C o D sempre se il mio fisico me lo permetterà dattebanè!!”
“Non credi che ti stai bagnando prima di piovere? Prima vediamo i risultati poi agiremo di conseguenza. Ora mangiamo prima che si raffreddi.”
I due restarono in silenzio e si gustarono le loro ciotole di ramen, ovviamente Kushina, nervosa e affamata com’era ne mangiò tre porzioni, facendo spendere tutto il restante stipendio al povero Minato, fortuna che lo stipendio gli sarebbe stato dato a giorni. Normalmente doveva contare solo sul compenso delle missioni, però, poiché le missioni per i maestri jonin si erano momentaneamente fermate per gli esami chunin gli veniva riconosciuto un compenso, che corrispondeva a quello che guadagnavano con lo svolgere circa cinque missioni di livello A.
Il tempo trascorse e i due tornarono in ospedale, si avvicinarono alla reception e chiesero all’infermiera se i risultati erano pronti. Questa gli diede una risposta affermativa e andò a chiamare la dottoressa che aveva seguito Kushina. Questa si presentò a loro e invitò i due nel suo studio.
“Lei deve essere il compagno di Kushina, giusto?”
“Si esatto. Sono Namikaze Minato.”
“E’ un piacere conoscere uno dei migliori jonin di Konoha”
“Ok la smettiamo con questi convenevoli e mi dice com’è andato l’esame?” urlò Kushina in preda alla gelosia. Come si permetteva quella a elogiare in questo modo il suo amato Minato?
“Molto bene. La informo, signorina Kushina, che la mia teoria sulla gravidanza era corretta, infatti l’esame è risultato positivo e in base ad esso il feto sembra essere di tre settimane. Congratulazioni!”
Kushina restò immobile e cercò di metabolizzare ciò che aveva appena detto la dottoressa. Non poteva crederci dentro di lei c’era davvero un piccolo esserino che cresceva. Un piccolo esserino inaspettato, arrivato fin troppo presto per i loro piani di coppia. Minato fra i suoi pensieri e le sue paure guardò Kushina con lo sguardo perso nel vuoto e si sentì tremendamente in colpa. Tutte quelle parole dette un’ora prima che gli sembravano senza senso ora iniziavano a prendere forma.
“Dalla vostra reazione deduco che sia una gravidanza non desiderata, se desiderate ci sono dei metodi per interrompere una gravidanza. Richiederanno qualche settimana di convalescenza e non ci saranno problemi in caso di gravidanze future.”
In quel momento qualcuno bussò alla porta, quando ella ricevette il permesso di entrare si presentò come Jilia la dottoressa che si sarebbe occupata della gravidanza di Kushina. Le diede appuntamento la settimana dopo per controllare la crescita del feto e sentire il battito del cuore o per interrompere la gravidanza se questa sarebbe stata la loro scelta.
I due tornarono a casa, nonostante Minato cercava di fare conversazione non riceveva alcuna risposta da parte di Kushina, avrebbe preferito di gran lunga vederla urlare e dare di matto prendendosela con lui, almeno sapeva come reagire. Arrivati a casa Kushina si chiuse in camera da letto senza che permettesse a Minato di entrarvi. Il biondo preso dal panico si teletrasportò in casa Uchina alla ricerca di Mikoto. Quando spiegò la situazione alla donna lei le rispose che lo avrebbe aiutato ma doveva aspettare che Fugaku rientrasse da lavoro.
“Ascolta Minato” gli disse Mikoto “non è facile reagire ad una notizia del genere soprattutto se inaspettata, dalle tempo non la forzare a parlarti ma stalle vicino anche se in silenzio.”
“Si è rinchiusa in camera e non vuole neanche farmi entrare, come posso starle vicino se non so cosa le passa per la testa?”
“Rifletti, quale potrebbe essere in questo momento la sua più grande paura?”
“Credo di aver capito cosa vuoi dire.”
“Torna a casa e restale vicino appena potrò verrò in tuo soccorso.”
Minato rientrò in casa e andò dritto verso la porta della camera da letto.
“Kushina per favore aprimi! Lo so ho sbagliato, non sono stato attento ma come posso rimediare se non me ne dai l’opportunità? Lo so che non posso fare molto ma ti prego fammi entrare.”
“La porta è aperta baka!” finalmente una risposta anche se fu appena un sussurro.
Minato entrò pian piano per esaminare la situazione, la stanza era al buio e la poca luce che vi era veniva dalla porta aperta che gli permetteva di orientarsi. Vide Kushina rannicchiata sul letto quasi come se volesse proteggersi. Gli si mise accanto cercando di abbracciarla, ma Kushina non gli diede il tempo di fare niente che si accovacciò contro di lui e iniziò a piangere. Un pianto liberatorio, un pianto di sfogo. Minato non l’aveva mai vista in queste condizioni. Era la prima volta che la vedeva piangere, era così indifesa, non sembrava più neanche lei. A quanto pare anche la sua combattiva Kushina aveva un lato debole una parte di se che Minato avrebbe protetto da tutto e tutti.

Salve a tutti! questa volta la solita tiritera su scusate il ritardo non la faccio perchè tanto la storia non cambia u.u quel che mi dispiace è che vi scordate il capitolo prima e il filo della trama (ammettetelo me la scordo io figuriamoci voi XD)
comunque finalmente sono riuscita a pubblicare questo capitolo e spero che vi sia piaciuto! Si il bimbo/a non è Naruto prima che qualcuno inizia a pensare che sia lui, per quel moccioso combina guai futuro Hokage è ancora presto.
Comunque a voi i commenti :*
Ciaooooooo all'anno prossimo per il prossimo capitolo XD

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Preoccupazioni ***


Piansi tutto il giorno, non riuscivo a sfogarmi in nessun altro modo. Non riuscivo a parlare, o forse non volevo, non riuscivo a respirare, quasi come se avessi un macigno sullo stomaco. Minato mi strinse a se per tutto il tempo dicendomi che non era poi una tragedia se saremmo diventati genitori prima di quanto avevamo previsto. Ma il problema non era quello! Io ero pronta a diventare madre a prendermi cura di quel piccoletto che cresceva dentro di me, se era necessario avrei pure rinunciato alla mia carriera di kunoichi per farlo crescere felice. La preoccupazione che mi affliggeva era molto più grande.
Trascorsero delle ore, Minato mi aveva preparato una tisana alle erbe per tranquillizzarmi, anche se non fece molto effetto.
“Kushina, ti prego, prova a parlarmi! Divento pazzo se non mi dici che cosa ti prende!”
“Ho paura.” Quelle furono le prime parole che riuscì a dire.
“Anche io ho paura ma..”
“No Minato, questa volta non puoi capire! Non sono le tue stesse paure. Non mi importa se dovrò dire addio alla mia carriera o al mio tempo libero! Ho paura di quello che succederà al bambino mentre si sviluppa dentro me! Il chakra di nostro figlio si mischierà con quello del kyuubi! Lo giudicheranno come un mostro come hanno fatto con me e potrebbero scegliere questa piccola creaturina come prossimo jinchuriki perché discende dagli Uzumaki! Non sono pronta ad affrontare tutto questo! La gravidanza è la notizia più bella che potessi avere, nonostante sia inaspettata.”
“E io che ci sto a fare accanto a te? Affronteremo tutto insieme! Come abbiamo sempre fatto! Questa sarà la missione della nostra vita e l’affronteremo insieme!”
Abbracciai Minato, dopo quelle parole tuto sembrava più facile. Quasi mi sento una stupida per aver pensato certe cose! Adesso mi sembrava tutto senza senso, riuscivo a trovare solo felicità in ciò che ci stava succedendo.
Nel pomeriggio vennero a trovarci Fugaku e Mikoto con il piccolo Itachi; vidi Mikoto parecchio allarmata poi mi spiegò che Minato le aveva raccontato che stavo andando di matto e capì. Mi fece le congratulazioni e parlammo di vari argomenti, ma tutti vedevano come protagonista il nuovo nascituro. Minato era al settimo cielo, lo si vedeva dagli occhi, erano ancora più luminosi del solito, inoltre trascorse tutto il tempo a lanciare sfide a Fugaku, sfide che riguardavano i nostri figli, da chi sarebbe stato più precoce nel parlare a chi avrebbe fatto centro nel bersaglio con i kunai! Non era ancora nato e già aveva fatto di nostro figlio il rivale di Itachi. Però andava bene così, era il suo modo di esprimere la sua felicità.
Quella sera decisi di scrivere una lettera a mia madre in cui le dicevo che sarebbe diventata nonna. Già me la immagino andare su tutte le furie e fare centinaia di discorsi sul “siete troppo giovani”. L’avrei spedita il giorno dopo.
Quella sera andammo a letto presto, il giorno dopo avevo una lista infinita di cose da fare.
La notte trascorse in fretta, Minato voleva festeggiare la notizia con una nottata focosa, ma non sapevamo se poteva danneggiare o meno il bambino, così rimandammo fino a quando non avremmo chiesto alla dottoressa. Mi svegliai con la solita nausea, ormai dovevo solo farci l’abitudine, mi feci la doccia insieme a Minato e poi, dopo una colazione abbondante, uscimmo di casa. Minato doveva incontrarsi con i suoi studenti, dal momento che gli esami sono terminati devono riprendere la vita di tutti i giorni, e anche se Kakashi è un chunin per un po’ dovrà stare con Minato affinchè impari cosa significhi guidare una squadra.
Io andai prima verso le gabbie degli uccelli messaggeri del villaggio per spedire la lettera a mia madre, dopo di che andai dall’Hokage, fortuna volle che, appena arrivata alla maggione, mi ricevette subito.
“Kushina, strano per te essere così mattiniera.” Quel vecchietto mi conosceva davvero bene, sapeva che se non ci fossero state missioni non mi sarei mai presentata nel suo ufficio alle 9.30 del mattino.
“Hokage-sama le volevo parlare di una questione un po’ delicata.”
“Dimmi tutto.”
“Bhè ecco, non so se ci siano dei problemi in quanto sia una jinchuriki, inoltre a breve avrà il mio responso medico quindi volevo dirglielo prima io.”
“Ma di cosa stai parlando?”
“Bhè ecco Hokage-sama, sono incinta.”
“Bhè Kushina, faccio le mie congratulazioni a te e a Minato! Ma non capisco perché eri tanto preoccupata nel dirmelo?”
“Ho paura per il mio bambino, e per il villaggio. Lei sa quale sigillo mi è stato applicato e non so cosa succede al sigillo in queste situazioni. Voglio sapere tutti i rischi!”
“Lascia che ti spieghi…” Mi disse mentre ispirava il tabacco dalla sua pipa “il tuo bambino non avrà nessun problema durante il suo sviluppo, anche Mito-sama ebbe due figli e nacquero uno più in saluto dell’altro. L’unica cosa che avrà di diverso sarà il chakra, sarà più potente rispetto a quello degli altri bambini e farà più fatica a controllarlo, per il resto non avrà nessun altro legame con il kyuubi sigillato dentro di te. Però ci saranno dei problemi al sigillo, più la gravidanza andrà avanti più si indebolirà, poiché il chakra che usi per mantenere intatto il sigillo lo userai per far crescere il bambino, ma questo sarà un problema che si porrà solo al momento del parto, ma anche li non hai niente di cui preoccuparti dal momento che Minato è uno degli esperti in sigilli, dopo di te ovviamente.”
“Quindi mi sta dicendo che non ho bisogno di prendere delle precauzioni e che posso stare del tutto tranquilla!”
“Mia cara credo che dovresti prendere le precauzioni di tutte le donne incinte! Riposati e non pensare a niente! Neanche delle missioni.”
“EH NO! Fino a quando non sarò diventata una mongolfiera voglio continuare le mie missioni! Se restassi a casa senza fare niente inizierei a stressarmi e non voglio che il mio bambino nasca isterico! Quindi andrò in missione fin quando il mio corpo me lo permette! Ha capito Hokage-sama!?”
Il vecchio Hokage sembrava piuttosto scioccato dal mio comportamento, evidentemente non le era mai capitata una kunoichi come me! Alla fine, dopo tante discussioni ci siamo venuti in contro. Avrei continuato a svolgere missioni ma niente che mi portasse troppo lontano dal villaggio o di troppo pericoloso. Per un po’ di tempo mi saranno affidate missioni di livello “C”, sarà a capo di alcune squadre di genin che hanno i maestri malati oppure in viaggio per missioni più pericolose ed emozionanti.
Uscita dalla maggione andai al mercato. Il frigorifero e la dispenda erano praticamente vuoti, per cui essendo il mio giorno libero mi dedicai totalmente alla casa, anche se Minato è un bravo casalingo non è per niente capace di fare la spesa, compra tantissime cose senza mai concludere niente, compra sempre cose superficiali o solo contorni.
Arrivai a casa piena di buste della spesa e iniziai a sistemare le cose al loro posto, nel frattempo mi arrivò un messaggio da parte di Minato dicendomi di non aspettarlo per pranzo. Decisi di prepararglielo comunque, sia a lui che ai tre ragazzini e glielo portai.
A quanto pare stava facendo faticare Obito e Rin, riprendendo i vari errori che avevano fatto durante l’esame.
Più avanti a dove si allenavano vidi un uomo, molto alto e muscoloso dai lunghi capelli bianchi che parlava a Minato, decisi di avvicinarmi.
“…devo dire che stai facendo davvero un ottimo lavoro con i tuoi studenti Minato.”
“Grazie sensei!”
“Jiraya sensei se sapevo che c’era anche lei avrei preparato un altro spuntino!”
Quell’omone era proprio il maestro di Minato, Jiraya. Era da tanto tempo che non tornava al villaggio e l’ultima volta alla sua partenza si è portato via il mio Minato.
“Kushina!! Quanti anni sono passati dall’ultima volta che ti ho vista? Devo dire che sei cresciuta davvero molto bene!” mi disse guardando in modo particolarmente malizioso il mio seno. Era una persona molto buona e disponibile ma questo suo enorme difetto lo odiavo. Dal momento che non sembrava voler smettere di diedi un pugno sullo stomaco che ricorderà per molto tempo.
“Vedo che lei invece non è cambiato per niente!”
“Come mai sei venuta Kushina?”
“Mi seccavo a stare a casa da sola senza niente da fare. Così vi ho portato il pranzo. Vi dovete ricaricare per potermi allenare al meglio!”
Pranzammo tutti insieme sul prato, si parlò del più e del meno, Jiraya diceva che quei ragazzini facevano un allenamento troppo leggero, ma Minato sapette rispondergli per le rime. Si parlò di dove alloggiasse il suo maestro e alla frase “purtroppo non ho una stanza in più in casa mia” detta da Minato mi allarmai non poco. La sera quando ci coricammo ripresi quel discorso.
“Minato, ti ricordi quando hai detto a Jiraya-sensei che non abbiamo una stanza in più?”
“Si certo ed è la verità, lo sai anche tu che questa è l’unica camera da letto.”
“Dove dormirà il nostro bambino senza la sua camera?”
“A questo non avevo proprio pensato.”
Come immaginavo, era tanto contento della gravidanza da non aver pensato a nient’altro.
“Dobbiamo iniziare a pensarci a queste cose. Inoltre abbiamo tante cose da comprare dalla culla alla carrozzina.”
“Abbiamo abbastanza tempo per fare tutto con calma, intanto da domani cerchiamo una nuova casa”
“Ma non abbiamo così tanti soldi!!”
“Venderemo questa! E poi potremmo chiedere un prestito dai fondi del villaggio, non credo che l’Hokage dica di no. Dopo che avremo trovato la casa nuova inizieremo a comprare tutto ciò che serve al bambino.”
“Minato…”
“Dimmi”
“Mi vuoi sposare?”



Eccomi di ritorno!! Ve lo avevo promesso la scorsa settimana quando ho pubblicato il capitolo di "Here Whitout You" e ci sono riuscita!! Vi dico già che il capitolo non mi ha convinto tantissimo però non trovavo altra strada, di sicuro farò meglio dopo. Inutile dirvi che il piccolo in grembo non è Naruto, per lui è ancora troppo presto! 
Fatemi sapere che ne pensate! Vi aspetto fra due settimane con il prossimo capitolo!!"

 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Madre e Figlia ***


“Minato…”
“Dimmi”
“Mi vuoi sposare?”
 
Non so come quelle parole uscirono dalla mia bocca. Da tanto ormai pensavo a me e Minato come marito e moglie, ma mi sono sempre detta che era ancora troppo presto, però, ora che ci penso meglio, viviamo insieme, stiamo per avere un bambino, viviamo già come se fossimo sposati, il matrimonio in se rimane una questione burocratica, però ho sempre sognato quel tappeto bianco ricoperto di petali di rosa che mi conduce verso l’altare dove ad aspettarmi vi è il mio amato Minato. Gli eventi hanno fatto si che bruciassimo alcune tappe, eppure non mi pento affatto di tutto ciò che è successo in passato e delle scelte che ho preso.
Ti ho chiesto di sposarmi e tu sei rimasto senza parole, ancora mi guardi con il viso sorpreso , la bocca aperta per lo stupore e i tuoi occhi sognanti che mi guardano. Anche tu stai immaginando quel tappeto bianco ricoperto di petali?
“Ti prego Minato di qualcosa?”
“Ecco…io…”
Ecco lo sapevo non è ancora pronto! Solo ieri ha già dovuto accettare di diventare padre, forse sto accelerando troppo i tempi per lui.
“Ok, come non detto! Fa finta che non ti abbia detto niente!”
Che stupida sono stata!
Mi giro dall’altra parte del letto e chiudo gli occhi per non far uscire le lacrime. Non voglio piangere.
“Kushina. Io voglio sposarti. Non farti strane idee in quella tua testolina agitata. Io voglio vivere il resto della mia vita con te e con i nostri futuri bambini. Solo che mi hai colto di sorpresa! E Hai rovinato un piano perfetto a cui lavoro da tempo.”
“Di che cosa stai parlando?”
“Jiraya-sensei è tornato a Konoha per consegnarmi una cosa che purtroppo qui non ho trovato.”
Alle mie spalle sentì i movimenti di Minato e il rumore del cassetto del comodino che si apriva, mi girai dall’altra parte del letto per vedere cosa stava facendo. Quando mi misi a sedere Minato aveva in mano una scatolina viola molto malandata.
“Uzumaki Kushina io voglio sposarti, voglio stare con te per sempre! Tu mi vuoi sposare?”
Aprì quella scatolina e al suo interno vi era un piccolo anello in oro bianco con al centro un diamante a forma di rosa. Non riuscivo a parlare, le parole si bloccavano nella gola, le lacrime iniziarono a cadere incessanti, riuscì solo ad annuire con la testa. Minato mi regalò uno di quei suoi sorrisi favolosi. Prese la mia mano sinistra e con delicatezza mi mise l’anello al dito e mi baciò. Sembrava quasi il nostro primo bacio, sentivo il cuore scoppiarmi dentro il petto, mille pensieri andavano e venivano nella mia mente, mi mancava il respiro.
Quando vidi meglio l’anello notai che aveva una lieve sfumatura rossastra.
“Il diamante è stato lavorato con il chakra. Reagisce al tuo stato d’animo e cambia colore in base a come ti senti. Li crea un fabbro lontano da Konoha e non potendomi allontanare ho chiesto a Jiraya-sensei di prenderlo per me. Quando oggi sei arrivata me lo aveva appena dato, quindi ti ha distratta in modo che non ti accorgessi di niente. Volevo che lo avessi dopo una serata memorabile, magari dopo una cenetta e una serata romantica solo tutti e due.”
“Ti ho rovinato tutto vero?”
“No, forse è stato meglio così! Tutti possono dire di aver ricevuto la proposta di matrimonio dopo una serata romantica, ma non credo che molti possano dire lo stesso della nostra storia.”
“Si hai ragione! E poi noi siamo diversi da tutti gli altri!”
 
Trascorsero i giorni, la notizia della mia gravidanza e delle nozze si diffusero per tutto il villaggio. Io e Minato durante le ore libere andavamo in giro cercando la nostra casa ideale. A entrambi sarebbe piaciuta con un giardino immenso dove poter giocare con il nostro bambino e coltivare i nostri fiori preferiti magari anche con delle grandi stanze, tre sarebbero state perfette, così se il piccolo avesse avuto un fratellino o una sorellina in futuro la stanza non sarebbe mancata e intanto poteva usarla Jiraya-sensei quando veniva a farci visita. Non fu facile ma finalmente, dopo tante ricerche, la trovammo! Era nella periferia di Konoha a due passi dal nostro campo di allenamento segreto, era un po’ lontano dal centro ma grazie alla tecnica di Minato era facile muoversi.
Ottenemmo il prestito dai fondi di Konoha, che avremmo ripagato quando saremmo riusciti a vendere l’altra casa. Nella casa nuova vi erano un po’ di lavori la fare, si doveva sistemare il pavimento e si dovevano riparare e ridipingere le pareti, ci sarebbero voluti mesi se ce ne fossimo occupati solo io e Minato ma fortunatamente tutti  i nostri amici ci aiutarono, inclusi i tre allievi di Minato. La casa fu pronta nel giro di una settimana, mancavano solo i mobili e la pittura della cameretta del nostro bambino, che non abbiamo pitturato di proposito perchè volevamo prima scoprirne il sesso, e poi ci saremmo potuti trasferire.
Sembrava procedere tutto per il verso giusto, e, poiché noi abbiamo una certa attrattiva verso la sfortuna, la tabella di marcia per gli acquisti si dovette interrompere, e pensare che avevamo quasi finito di scegliere l’arredamento, mancava solo il salone!
Quel giorno sembrava essere iniziato normalmente, io che preparavo la colazione e Minato in bagno che faceva la doccia, fin quando non bussarono alla porta. All’inizio pensai che era il maestro Jiraya venuto a salutare Minato per un suo viaggio improvviso per le sue “ricerche”. Quando andai ad aprire mi ritrovai davanti alla donna che più temevo al mondo: capelli rossi molto corti tirati indietro, pesanti occhiali neri, dal fisico molto esile e rigido coperto da un abito nero abbastanza formale…Mia madre!
“Mamma buongiorno!”  sfoggiai il mio finto sorriso più vero “Questa si che è una bella sorpresa, accomodati pure!”
“Buongiorno a te Kushina! Almeno vedo che senza di me non hai perso le buone maniere, nonostante tu sia una kunoichi!”
“Che vorresti dire con questo?”
“Che spesso le kunoichi diventano dei maschiacci senza educazione, proprio come tutti gli shinobi che ho conosciuto”
“Ma che bello mamma, sei qua da meno di dieci secondi e hai già umiliato sia me che Minato!”
“Quando l’ho conosciuto il giovane Minato era un ragazzo molto gentile ed educato.”
“Bhè lo è tutt’ora!”
“Ma non ha avuto rispetto per la volontà dei suoi genitori!”
“Non mi pare che tu abbia avuto molto rispetto per la mia di volontà quando decidesti di venire qui e farmi sigillare un mostro dentro di me.”
“Ma mia cara se non lo avessi mai fatto non avresti mai conosciuto Minato! E poi è stata un’occasione d’oro per lasciare il nostro vecchio villaggio che cadeva a pezzi.”
“Forse no o forse si. Ho conosciuto tanti shinobi di altri paesi, se era destino lui non avrebbe fatto eccezione!”
“A proposito di Minto, dov’è non lo vedo? Non sarà mica scappato quando ha saputo della gravidanza vero? Perché è lui il padre del bambino giusto?”
“Si che è lui il padre e non è scappato, si sta solo preparando per l’allenamento con i suoi allievi.”
La cosa si fa sospetta, solitamente Minato si prepara molto velocemente, questa volta invece ci sta impiegando un’eternità!
“Stavamo per fare colazione. Vuoi qualcosa anche tu mamma?”
“No grazie ho mangiato prima di venire qui.”
Con mia madre le conversazioni sono sempre imbarazzanti, questo perché siamo totalmente diverse, sia in fatto di gusti che di carattere, l’unica cosa in cui siamo andate d’accordo era sul fatto che diventassi una kunoichi, in modo che potessi aver più controllo sul kyubi, per lei, io invece volevo semplicemente intraprendere la carriera del ninja. All’inizio vi furono dei problemi anche quando gli presentai Minato, problemi che andarono riducendosi quando lo conobbe bene.
Finalmente anche Minato fece la sua comparsa in cucina intensificando ancor di più la tensione che vi era in quella camera.
“S-signora Uzumaki, è un piacere rivederla!”
“Ma tu guarda, Minato! Non dovresti far aspettare la tua futura moglie così tanto per la colazione, non fa bene ne a lei ne al mio nipotino!”
“Così sa anche che ci stiamo per sposare? Potevi anche aspettare prima di dirglielo Kushina”
“Non me l’ha detto lei, l’ho capito da sola! Insomma state per avere un bambino è normale che vi sposiate, inoltre, l’anello che mia figlia porta al dito sembra proprio un anello di fidanzamento. Devo dire che hai buon gusto Minato!”
“Grazie signora!
“Piuttosto come mai non hai neanche accennato al matrimonio nella tua lettera?”
“Bhè Minato mi ha fatto la proposta proprio il giorno in cui ho spedito la lettera, durante la sera. Aspettavo una tua risposta prima di dirtelo ma tu sei venuta direttamente qui.”
Quel battibecco cauto durò per almeno un’ora, Minato fece tardi all’allenamento e io venni richiamata dall’Hokage, quel giorno dovevo fare dei lavoretti d’ufficio dal momento che la sua assistente si era ammalata. Fortunatamente la nuova casa era quasi pronta perché già mia madre aveva avuto da ridire sulla grandezza della casa di Minato. Mi tratta sempre come una bambina delicata che non sa badare a se stessa, questo da quando hanno sigillato il kyubi dentro di me, una vena protettiva aumentata quando mi rapirono quegli shinobi del villaggio della nuvola. Prima non era così, mi lasciava molto più libera di vivere, non che abbia molti ricordi della mia vita nel mio vecchio villaggio. Ricordo solo che trascorrevo le giornate al sole, correndo nei prati.
 
Fortunatamente trascorsi molte ore a fianco dell’Hokage, così che potei liberarmi dei pensieri su mia madre. Erano già le 18.30 e prima di andare a casa andai in ospedale per prenotare la prossima visita medica. La settimana dopo avrei fatto l'ecografia per controllare lo stato avanzato della gravidanza, da li si sarebbero decise quali altre analisi eseguire.
Quando tornai a casa trovai Minato ai fornelli e mia madre che parlava animatamente con Jiraya in cucina.
“Kushina, bentornata! Non mi hai mai detto che Minato è un ottimo cuoco, anche se gli ho dovuto dare qualche dritta.”
“Bhè la cucina di una madre è sempre la più buona!”
“Sono contenta che la pensi così. Mia figlia non ha mai voluto imparare! È sempre stata un disastro in faccende femminili!”
“Mamma sono proprio qui! Guarda che ti sento!” Dissi mentre toglievo il giubbotto ninja e il coprifronte.
“Dovresti vestirti in modo più femminile quando vai a lavoro!”
“Che pretendi! È la divisa da jonin, sono stata a fianco dell’Hokage tutto il giorno a prendere e posare un’infinità di documenti!”
“Non dovresti lavorare nel tuo stato attuale!”
“Sono solo incinta non sono malata! E poi la dottoressa ha detto che mi fa bene camminare e oggi praticamente non ha fatto altro. L’Hokage mi assegna compiti che sono approvati dal mio medico, quindi stai tranquilla!”
“Su Kushina, tua madre si preoccupa solo per te e per il suo nipotino” disse Jiraya.
“Jiraya-sensei per favore non inizi anche lei a farmi la predica!”
“Non credo che vi dobbiate preoccupare, Kushina sa prendersi cura di se stessa e sa che non deve strafare.” Riprese Minato
“Bravo Minato diglielo anche tu che non c’è bisogno che si preoccupano per me!” dissi mentre mi avvicinavo ai fornelli.
“Qui ti serve una mano?”
“No non ti preoccupare! Tu vatti a cambiare.”
“Visto che insisti ne approfitto per farmi un bel bagno caldo.”
La serata proseguì abbastanza bene, Minato che mi difendeva dagli attacchi di mia madre, Jiraya-sensei che tirava fuori tute le sue tecniche di seduzione con mia madre, della quale non ne funzionò neanche una. La cena cucinata da Minato era buonissima, tanto che mangiai per tre volte, anche se non so se l’appetito che avevo sia dovuto al bambino. Era strano dover pensare che dentro di me stava crescendo una nuova vita che avrei dovuto accudire e crescere. Mi madre quella notte dormì a casa nostra, per fortuna è una donna minuta quindi non ha avuto problemi a sistemarsi nel divano.
Era notte fonda quando mi svegliai di soprassalto, avevo particolarmente sete e mi sentivo agitata per cui andai in cucina a prepararmi una tisana, quando entrai nella stanza vidi mia madre seduta vicino al tavolo che guardava un album di fotografie.
“Mamma, cosa ci fai sveglia?”
“Bhè potrei chiederti la stessa cosa?”
“Mi sono svegliata agitata, volevo prepararmi una tisana, ne vuoi un po’?”
“Si, ti ringrazio!”
“Come mai guardi quelle foto?”
“Bhè scusami! Solo che non riuscivo a dormire così ho preso questo pensando che fosse un libro e ho iniziato a guardarle. Se ti da fastidio lo riposo subito.”
“Nessun problema.”
Mi avvicinai al tavolo con due tazze di tisana fumante e iniziammo a vedere insieme quelle foto. Era un album creato da me e Minato che le foto di noi e dei nostri amici.
“Sembrate davvero felici, tu e Minato.”
“Lo siamo e mi ama davvero.”
“Lui sa del…bhè hai capito!”
“Del Kyubi? Si che lo sa! È stata la prima persona a cui l’ho detto, allora mi disse che non gli importava, con il tempo ho scoperto che è la verità. Mi ama davvero per quel che sono e solo quando sto con lui mi sento felice. Quando ho scoperto del bambino ero terrorizzata e lo sono tutt’ora! Ammetto che avrei meno paura ad affrontare una missione di classe S!”
“Lui come l’ha presa?”
“Aveva forse anche più paura di me, ma non lo ha dato a vedere per non farmi andare ancora di più nel panico.”
“E adesso hai ancora paura?”
“Si e non so se riuscirò a superarla!”
“Bhè, Kushina se capisci come farla svanire dimmelo, perché io continuo ad avere paura, ma ho imparato a conviverci! Adesso hai paura di essere madre, ma quando questo bambino o bambina che sia nascerà avrai paura della sua crescita, avrai paura quando inizierà a camminare, quando giocherà a fare il ninja con gli altri bambini, avrai paura quando inizierà l’accademia e quando dovrà affrontare le missioni. Ho smesso di essere una kunoichi quando sei nata e non me ne pento, perché ti ho vista crescere e diventare la donna che sei oggi. Io ho ancora paura per te, molta di più da quando mi sono trasferita! Non hai idea con quanta ansia attenda una tua lettera, so che sei una kunoichi e anche fra le migliori da quel che ho sentito dire in giro, ma i conflitti aumentano sempre di più e ho paura che potresti essere presa di mira per quel mostro sigillato dentro di te!”
“Non mi succederà mai niente! E poi solo Minato e altri pochi shinobi fidati sanno del Kyubi, inoltre non penso che tornerò tanto velocemente sul campo di battaglia. Se ti preoccupi tanto ti prometto di scriverti più spesso e di venirti a trovare di tanto in tanto, potresti portare con te uno dei kunai di Minato così sarà facile raggiungerti in qualunque momento.”
“Sarebbe davvero magnifico!”
“Credo che adesso sia meglio dormire. Domani ho la giornata libera, ti andrebbe di fare compere per il piccolo con me? Ci sarà anche una mia cara amica, voleva venirmi per consigliarmi dal momento che lei ha già un bambino, ma potrei anche seguire i consigli della mia mamma una volta tanto!”
“Mi farebbe davvero piacere!”


Ciao a tuttiii!! Scusate se vi ho fatto aspettare troppo ma sta venendo piuttosto complicato scrivere la fic. So bene che piega fargli prendere alla storia, ma non so come scriverla. Mi sento incasinata "^_^

Spero che vi sia piaciuto questo capitolo, ovviamente si accettano sempre consigli. A PRESTOOOO


 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Cattivi Presagi ***


Non pensavo che mia madre potesse provare tanta paura per me, adesso, più passano i giorni più mi rendo conto cosa voglia dire preoccuparsi per un'altra vita legata a indissolubilmente a me. Mia madre trascorse un'intera settimana a Konoha, settimana nella quale mi diede molti consigli, dall'alimentazione fino a come dormire per non fare del male al piccolo, anche se per ora, essendo ancora praticamente piatta, non servivano a molto visto che nel sonno mi giravo e rigiravo, anzi, Minato diceva che mentre dormivo mi muovevo di più del solito. Quella settimana evitai di lavorare dedicandomi completamente a mia madre, non ci vedevamo da tanto e mi resi conto che mi era mancata, per quanto stancante potesse essere alcune volte. Quando ripartí, Minato le diede uno dei suoi kunai, come promesso, così saremmo potuti andare a farle visita più spesso.
Finalmente arrivò il giorno della prima visita, era una semplice ecografia e probabilmente non si sarebbe visto molto ma non vedevamo l'ora di conoscere nostro figlio.
Entrammo nello studio della dottoressa, mi fece stendere sul lettino e iniziò la visita, mi mise uno strano gel freddissimo sul ventre e vi poggiò uno strano aggeggio. Pochi secondi dopo su uno schermo posto lì vicino vi apparve uno strano disegno, era tutto nero con delle striature bianche al centro vi era come un vuoto dentro il quale vi era un oggetto come una strana pallina deformata.
“ Vedete questo?” Disse la dottoressa a me e a Minato indicando quella strana pallina. “Questo è il vostro bambino. È ancora molto piccolo, come si ci aspetta al primo mese, per rendere meglio l'idea, in questo momento è appena più grande di una noce. Sembra che la sua formazione stia proseguendo bene.”
Non potevo crederci, quell'essere piccolissimo e indifeso era frutto dell'amore mio e di Minato. Restai a guardare quello schermo per non so quando tempo, la mia mano intrecciata in quella di Minato, la stringevo forte e lui ricambiava. Quando mi voltai verso di lui, lo vidi come incantato.
“Nella cartella clinica vi è un appunto, dice che c'era la possibilità che avreste voluto interrompere la gravidanza. Ci avete ripensato o volete proseguire con l'interruzione”
“No, no. Non vogliamo interromperla! È stata la paura del momento, tutto qui!”
“Molto bene, sono contenta della vostra scelta! Allora credo proprio che possa farvi ascoltare qualcosa.”
Passarono pochi secondi e un rumore riempí la stanza. Era un battito, ma molto accelerato. Era il battito del mio bambino. Strinsi ancora più forte la mano di Minato e lo sentí singhiozzare, ma non era l'unico. Entrambi ci ritrovammo a piangere per la felicità, come due bambini, nel sentire il battito del cuore di nostro figlio.
Trascorsero le settimane e i mesi, il mio ventre diventava sempre più rotondo, tanto che dovetti comprare dei vestiti nuovi e rinunciare alla divisa da Jonin, nonostante ciò volevo continuare a svolgere i miei doveri. Ci trasferimmo nella nuova casa innaugurandola con una mega festa, invitando tutti i nostri amici. Decidemmo di rimandare le nozze a dopo la nascita del piccolo, volevo un vestito principesco e il pancione poteva rappresentare un problema. Nonostante tutto, continuai a istruire i chunin selezionati da me stessa tempo prima per il nuovo team di sigillo, infondo dovevo solo dare istruzioni vocali e appena qualche dimostrazione che mi portava a consumare delle piccole quantità di chakra, niente sforzi fisici, ordini del medico! Minato, invece, con la sua squadra veniva mandato in missioni sempre più pericolose, mancava per intere giornate, alcune volte anche per una settimana intera, tempo nella quale non potevo fare altro che chiedermi come stava. Fu un periodo orribile! Io mi sentivo sempre più stanca e il fatto che casa nostra fosse tanto lontana dal centro iniziava ad essere un problema, per cui iniziai a svolgere gli allenamenti del mio team vicino casa mia, dove vi erano enormi distese d'erba. Con grande stupore, in breve tempo riproposero, a chi aveva superato le prime due fasi di sostenere nuovamente l'esame dei chunin, cattivo segno! Questo voleva dire solo una cosa, la terza grande guerra ninja era alle porte! Come era prevedibile Rin e Obito sostennero nuovamente l'esame riuscendo a superarlo e, dal momento che la loro squadra funzionava abbastanza bene, fu ufficializzata come team di chunin con un Jonin al comando, anche se di tanto in tanto si ritrovano a svolgere missioni diverse, per la maggior parte delle volte partivano insieme. Ormai erano pochi i momenti riservati a me e al mio compagno di vita. Quando ritornava a casa era distrutto dalla stanchezza e spesso anche ferito, anche se niente di grave, infatti Rin aveva imparato alcune tecniche per il primo soccorso che si rivelarono piuttosto utili. Quando tornava a casa non potevo fare altro che abbracciarlo e baciarlo. Quando gli chiedevo la situazione reale fuori da Konoba restava sempre vago con le informazioni, forse per non farmi preoccupare ma non ero una stupida!
“Sta per scatenarsi vero?” Gli chiesi una sera, mentre eravamo coricati. Alla mia domanda Minato smise di parlare al mio pancione e si sollevò da esso, poiché stava godendo dei piccoli movimenti del piccolo, e mi guardò dritto negli occhi.
“Di cosa stai parlando?” Mi rispose, provando a essere più naturale possibile, ma mi resi conto del suo cambio d'umore.
“Non fare il finto tonto Minato! Forse non svolgo missioni da un po’ e non so effettivamente che aria si respira fuori dal villaggio, ma vedo quello che sta succedendo! I genin vengono promossi senza che siano effettivamente pronti, stessa cosa si può dire per i chunin! Le tue missioni sono sempre più lunghe e sempre più spesso torni a casa ferito. Sta scoppiando un'altra guerra vero?”
Minato distolse lo sguardo, indeciso se mentirmi o meno, ci furono secondi in cui il silenzio fra di noi era quasi assordante, poi arrivò la sua riposta.
“Non mi va di mentirti. Le ultime missioni sono state per lo più di ronda nei confini dei villaggi vicini per raccogliere informazioni. Per quanto so alcune delle alleanze stanno per cedere perché, sia da una parte che dall'altra, non sono stati rispettati degli accordi. Vale per tutti i villaggi, non solo per Konoha. Inoltre gli altri paesi minacciano sempre di più di utilizzare i jinchuriki come arma, anche se non riesco proprio a capire come sia possibile! In particolare si sentono voci dal villaggio della nuvola secondo cui il loro jinchuriki sia riuscito ad avere il totale controllo sul suo bijuu.”
“È anche peggio di quanto mi aspettassi. Non voglio che il mio bambino cresca in un periodo di guerra!”
“Non devi preoccuparti, nessuno vuole che si scateni una guerra. Riusciranno a trovare dei nuovi accordi. E poi chi ti dice che è un maschio?”
“Bhe sono la sua mamma. È ovvio che lo sappia! Tu invece come fai a essere convinto che sia una femmina se sta crescendo dentro di me?”
“Mi sembra ovvio. Lo so perché sono il suo papà!”
Quella sera mi addormentai in preda agli incubi, avevo paura che potesse accadere qualcosa di terribile a me, a Minato e al nostro bambino. Ma forse questa paura era dovuta alle notizie che avevo appena scoperto.
“Domani devi partire di nuovo?”
“No, saremo di riposo per il prossimo mese, perché?”
“Niente, chiedevo. Domani vieni con me? È da tanto che non assisti ad un'ecografia. L'ultima risale a quando ero al terzo mese. Domani sarà la visita del sesto mese e forse riusciamo anche a  capire chi di noi due ha ragione.”
“Non potrei perdermela per nessun motivo al mondo!”
Così ci addormentammo abbracciati l'uno all'altra, come non facevamo da tempo. L'indomani sarebbe stato un giorno molto importante per noi, ma ancora non sapevamo che si sarebbe trasformato in un vero incubo.



Rieccomi qua! sì sono viva, fortunatamente ho ripreso gli studi e ho avuto degli orari assurdi, fortunatamente adesso ho un pò più di tempo libero e spero di riuscire a riprendere la pubblicazione della storia regolarmente. Spero solo che non vi siate dimenticati di me. Detto questo auguro a tutti una buona lettura!

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** La Fine Della Favola ***


Quella mattina restammo coricati più del dovuto, saltammo anche la colazione. Era davvero bello stare coricati, abbracciati l'uno all'altro. Da tanto tempo non godevo del calore del corpo di Minato e la cosa mi fece parecchio eccitare, sarà per gli ormoni della gravidanza o sarà perché mi mancava da morire il contatto fisico con lui, tuttavia mi avvinghia a lui e iniziai a baciarlo con sempre più foga. Lo volevo, ora, sul nostro letto! Minato non resistette nemmeno cinque minuti al mio fare provocatorio, evidentemente mancavo anche a lui. Iniziò lentamente a spogliarmi, godendo della mia pelle con fare possessivo, quanto mi fa impazzire! Gioca con i miei seni, un po’ più grandi del normale, stuzzicando i capezzoli prima con le dita e poi con la lingua facendomi eccitare ancora di più.
“Sicura che possiamo?” Sussurra al mio orecchio con un tono molto provocante.
“Possiamo, solo fai piano.”
Come se non aspettasse altro, si tolse i pantaloni e i boxer posizionandosi sopra di me facendo attenzione a non schiacciare il mio pancione. La vista del suo fisico perfetto non mi stanca mai, è bello come la prima volta che lo vidi completamente nudo, anzi forse lo era anche di più. Restai a godere di quella splendida vista, toccando e baciando ogni singolo muscolo ben evidenziato. Prima che me ne rendessi conto, entra dentro di me facendomi godere senza ritegno. Le sue spinte si fanno sempre più forti, avverto il suo membro, sempre più rigido, in tutta la sua lunghezza. Ci scambiamo di posizione, adesso tocca a me cavalcarlo un po’! I nostri gemiti riempiono la nostra stanza, testimone del nostro amore. Vedo il suo viso contrarsi in smorfie di piacere e la cosa mi fa impazzire ancora di più. Purtroppo mi stanco in fretta, ma non è mai stato un problema. Mantenendo la posizione Minato inizia a muovere il suo bacino e non solo! Con le sue dita stuzzica la mia femminilità facendomi godere come non mai raggiungendo forse l'orgasmo più bello della mia vita, in seguito anche Minato raggiunse l'apice del piacere. Sudati e stanchi restammo abbracciati nel letto finché non si fece l'ora di pranzo. Dopo esserci fatti una doccia veloce pranzammo parlando di qualunque cosa ci passasse per la testa, anche se l'argomento ricadeva sempre sul futuro nascituro, pensando ai vari possibili nomi per il nostro bambino. Minato era davvero pessimo in queste cose, tutti i nomi più strani li trovava lui, anche se uno di questi mi colpì parecchio, era il nome per una bambina, un nome molto forte ma allo stesso tempo dolce, il nome di una bambina e futura donna a cui nessuno avrebbe mai potuto mettere i piedi in testa, un po’ come la sua mamma.
Era pomeriggio inoltrato, io e Minato eravamo in attesa della dottoressa che segue la mia gravidanza. Entrò portando con sé la mia cartella medica dove vi erano appuntati tutte le visite e i vari progressi. Mi disse che fino ad ora tutte le visite sono andate più che bene e che il piccolo stava crescendo sempre di più. Iniziò a fare l'ecografia, era sempre un'emozione vedere quell'esserino sempre più grande, da una piccola pallina deformata a un piccolo essere umano, non mi spiego ancora come sia possibile questo miracolo della natura. Il piccolo era girato e teneva le gambe ben chiuse così la dottoressa, premendo delicatamente con le sue mani nel mio pancione, fece muovere il piccolo facendolo girare così da darci la sua completa visuale. Lo sentivo spesso muoversi dentro di me, ma vederlo era tutta un'altra storia.
“Allora vediamo un po’ cosa abbiamo qui.” Disse la dottoressa.
“Allora si vede qualcosa?” Disse Minato impaziente.
“Si, siamo nella giusta posizione. Bhe congratulazioni avrete una splendida bambina!”
“Te lo avevo detto che il papà non sbaglia mai!”
Avremmo avuto una bambina! Una piccola principessa guerriera. La nostra emozione era alle stelle! Specialmente Minato non riusciva a trattenersi dalla gioia, infatti, lui, sin dal primo momento aveva sperato in una femminuccia, con grande stupore da parte della dottoressa, perché in fondo si sa, solitamente i papà sperano nel maschio come primo figlio, ma noi non siamo mai stati come gli altri.
Quando uscimmo dallo studio erano da poco passate le 17, così decidemmo di darci allo shopping. Lungo le strade di Konoha incontrammo Jiraya-sensei a cui Minato diede la felice notizia, poi svaligiammo tutti i negozi neo natali presenti in quella strada, comprando ogni genere di vestitino o tutina con tutte le sfumature possibili di rosa, una in particolare Minato volle comprare a tutti i costi; era un vestitino bianco e rosa con dei piccoli ricami dorati sul petto che andavano a comporre la frase “Sono la principessa di papà”. Pieni di buste e poveri di portafoglio ci dirigiamo verso casa quando all'improvviso sentimmo una forte esposizione, poi fu il nero assoluto.
Quando ho riaperto gli occhi, ho visto Kushina a pochi passi da me con una profonda ferita alla testa e alcuni calcinacci che la schiacciavano. Konoha è stata attaccata, tutto intorno a noi è distrutto, la spalla mi fa male, probabilmente è slogata, ma non mi importa, mi alzo all'impiedi urlando con tutto le forze che ho in corpo il nome della donna che amo sperando di ricevere una risposta, ma niente! Mi avvicino a lei e inizio a toglierle i calcinacci di dosso, respira ancora ma a fatica. La prendo in braccio e usando la mia tecnica in un attimo mi ritrovo davanti all'ospedale. Entro e un medico mi mette a disposizione una barella su cui posso fare coricare Kushina.
“Cosa è successo?” Mi chiede il medico.
“Ci siamo trovati nel mezzo dell'esplosione, era sotto dei calcinacci” parlo velocemente perdendo tutta la calma che mi contraddistingue.
“A che mese è?”
“Sesto, no è appena iniziato il settimo! Abbiamo fatto oggi la visita e abbiamo scoperto che è una bambina! Per favore mi dica che staranno bene tutte e due!” Dico al medico mentre inizia a visitarla. Con una luce le controlla le reazioni delle pupille, poi controlla il battito del suo cuore e il suo respiro. Ha una faccia preoccupata e la cosa non mi piace.
“Le farò sapere tutto il prima possibile! Ma adesso se lei è uno shinobi vada a farsi curare la spalla mentre compila la cartella con i dati di sua moglie e segua il protocollo per gli attacchi improvvisi. A lei ci pensiamo noi”
“No, io devo stare con lei! Non la posso lasciare!”
“Non può fare altro per lei, ci pensiamo noi!”
Finì la frase e portò via Kushina, dove non lo so. Restai fermo, immobile per non so quanto tempo, fin quando non mi sentí chiamare.
“Minato che cosa ci fai qui? Sei ferito?”
“Tsunade-sama! Kushina è rimasta ferita e l'hanno portata via non so dove!” dissi mentre mi tenevo la spalla dolorante. Aver preso Kushina in braccio deve aver peggiorato la lesione.
“Ascolta! Adesso calmati!” Mi disse mentre iniziò a curare la mia spalla. A lei bastava un solo sguardo per capire il problema.
“A Kushina ci penso io! Tu adesso devi svolgere il tuo compito in quanto Jonin di Konoha! Non devi pensare ad altro!”
“Allora la lascio nelle sue mani!” Sapere che Tsunade-sama era lì mi faceva sentire più tranquillo. Andai alla porta più vicina sconfiggendo tutti i nemici che mi trovavo davanti, era colpa loro se la mia amata Kushina è rimasta ferita, spero solo che la mia bambina sia rimasta illesa all'interno del pancione.
L'attacco durò per non so quanto tempo, sconfissi così tanti nemici che sembravano non finire più. Mi incontrai con Fugaku e combattemmo fianco a fianco coprendoci a vicenda, Konoha era diventato un vero e proprio campo di battaglia. Chi ci invase furono shinobi del villaggio della nuvola, speravano di sconfiggerci sfruttando l'effetto sorpresa, ma fecero male i loro conti! Finita la battaglia, gli shinobi che non vennero uccisi, furono fatti prigionieri e portati nelle prigioni degli ANBU dove li avrebbero interrogati. Finita la battaglia e ripristinato l'ordine, il pensiero di Kushina mi balenò in mente, ero senza chakra così iniziai a correre più che potei verso l'ospedale. Ero stanco le gambe sembravano cedermi da un momento all'altro, ero ricoperto di terra e sangue e non sapevo nemmeno se era mio o di qualcuno che avevo ucciso, mi sentivo sporco dentro ma quella era la vita che avevo scelto e in periodo di guerra, togliere la vita ad altri fa parte del pacchetto, come riuscivo a sopportarlo non lo sapevo nemmeno io, forse bastava non pensare ma solo agire perché nel momento esatto in cui pensi a chi sia quell'uomo davanti a te, se abbia una famiglia, una moglie, dei figli o fratelli che lo aspettano quella forza di volontà di togliere una vita svanisce nel nulla, che cosa stupida la guerra. Ogni parte del mio corpo pregava per un po’ di riposo, mentre io pregavo affinché le donne più importanti della mia vita stessero bene.


Eccomi qua! Vi prego non uccidetemi per il triste capitolo, ma le cose troppo smielate non mi sono mai piaciute e poi di tanto in tant qualcosa di sconvolgente ci vuole. in ogni caso siamo in periodo di guerra e sappiamo bene che gli attacchi a Konoha non mancano mai.
Che dire, fatemi sapere cosa ne pensate, i consigli sono sempre ben accetti.
Alla prossima!!

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2126376