L'avventura continua

di Crystal25396
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 5 Anni dopo ***
Capitolo 2: *** Notizia inaspettata ***
Capitolo 3: *** Convocazione a palazzo ***
Capitolo 4: *** Ritorno a Misora ***
Capitolo 5: *** Vecchi amici ***
Capitolo 6: *** Il pedinamento ***
Capitolo 7: *** Domande ***
Capitolo 8: *** Rivelazioni ***
Capitolo 9: *** Come sette anni prima ***
Capitolo 10: *** Un fardello condiviso ***
Capitolo 11: *** Haru ***
Capitolo 12: *** Finalmente apprendista ***
Capitolo 13: *** Missione: Iscrizione a Scuola ***
Capitolo 14: *** Atterraggio a Tokyo ***
Capitolo 15: *** L'Inaugurazione ***
Capitolo 16: *** Lezioni di volo ***
Capitolo 17: *** Visita medica ***
Capitolo 18: *** L'esame di Nono Livello ***



Capitolo 1
*** 5 Anni dopo ***


… 5 ANNI DOPO …
 
Sono passati 5 anni dal nostro ultimo contatto con la magia. Da allora, non abbiamo più avuto contatti con nessuno dei nostri magici amici, la piccola Hana compresa. La mia bambina… Mi manca tantissimo.
Per quanto riguarda noi Ojamajo, ci siamo separate una volta finite le scuole elementari. Sinfony è a Osaka. I suoi genitori sono tornati insieme e adesso ha un fratellino pestifero di tre anni di nome Akira.
Mindy è tornata in America, dove frequenta una prestigiosa scuola di pasticceria. E’ dura da quel che so, ma il talento di certo non le manca e il suo sogno di diventare una pasticcera professionista è sempre più vicino.
Lullaby attualmente è a Tokyo, dove ha appena finito di girare per un film. Inoltre, il mese scorso, ha rilasciato un disco che, nonostante il tempo, è ancora uno dei primi in classifica. Ormai la sua popolarità è cresciuta al massimo.
Melody, invece, frequenta una scuola di musica. Anche se siamo in scuole diverse, viviamo sempre nella stessa città e quindi, rispetto alle altre con cui sono in contatto solo telefonicamente e tramite mail, con lei ci vediamo spesso.
Sapete una cosa? Non ci crederete, ma la timida e insicura Melody ora ha un ragazzo. Ebbene si, tutte single tranne lei. Ma oramai era palese che quei due erano cotti l’uno dell’altra da tempo. Bastava solo che uno dei due facesse il primo passo. Sinceramente non so chi sia stato il coraggioso, ma fatto sta che ora lei e quel tenebroso e scorbutico di Masaru stanno insieme. Anche se secondo me non c’è ancora mai stata una vera e propria dichiarazione. Sono troppo timidi per dirselo apertamente.
Quanto li invidio… Io in amore ho sempre avuto sfortuna. Ogni volta che mi prendo una cotta per un ragazzo, o lui non mi nota nemmeno, oppure veniamo separati da forze superiori. Per questo ora sto più attenta a non innamorarmi più così facilmente. Anche se… Beh, ecco… Attualmente ci sarebbe un ragazzo che mi piace e sinceramente, mi sono accorta di provare qualcosa per lui già da un po’. Ma siccome è un mio caro amico, ho paura che il mio sentimento non sia ricambiato, per questo motivo cerco di nascondere ciò che provo. Non so cosa sia stato a far scattare la scintilla, ma di una cosa sono sicura. Lo amo. Amo tutto di lui: quei suoi profondi occhi azzurri, quei capelli color corvino, quell’energia ed entusiasmo che tira fuori ogni volta che scende sul campo da calcio, quel suo modo spavaldo di affrontare le situazioni più difficili e quel suo sorriso così bello e luminoso, che ogni volta mi riscalda il cuore. Amo perfino quando mi chiama con quel bruttissimo nomignolo che mi ha affibbiato quando andavamo alle elementari: Dojimi. Cavoli, ma come diavolo ho fatto ad innamorarmi di quel calciatore da strapazzo di Tetsuya?
Beh, ora lasciamo stare la mia situazione sentimentale. Attualmente frequento il liceo di Misora, secondo anno, sezione C. Come sempre riesco a passare l’anno per un soffio, ma purtroppo non ci posso fare niente se studiare non è la cosa in cui riesco meglio. Caratterialmente, poi, non sono cambiata più di tanto. Sono sempre la solita sbadata e pasticciona Doremi. In compenso, però, grazie ai lavori svolti al Maho, sono migliorata molto nel cucinare, conosco quasi tutti i segreti di piante e fiori ed ho ripreso a suonare con il pianoforte, anche se Bibì continua ad essere molto più brava di me. Adesso è nella mia stessa scuola, nella sezione delle medie, al secondo anni. Per quanto mi dia fastidio ammetterlo, è davvero una brava ragazza, come tra l’altro lo era da bambina: matura, diligente e studiosa, con una fila incredibile di ragazzi che le fanno la corte. Comunque, dopo le tante avventure vissute assieme, adesso siamo molto più unite e spesso ci ritroviamo a chiacchierare e ricordare quei bei momenti. Oggi, per esempio, tornando da scuola, siamo passate davanti al Maho. Che nostalgia. Quanto vorrei tornare a volare e a fare incantesimi… Anche solo per una volta.
 
-Ehi Doremi-
Feci un salto dalla sedia
-Bibì! Mi hai spaventata!- feci un respiro profondo per regolarizzare il battito del cuore; poi chiusi il diario che stavo scrivendo.
-Cosa stai scrivendo?- chiese incuriosita Bibì poggiando la testa sulla mia spalla.
-Niente di particolare sorellina impicciona. Cosa vuoi?
-La mamma ha detto che è pronto in tavola. Ci sono le bistecche per cena- disse avvicinandosi alla porta della mia stanza
-Bistecche hai detto? Evviva!- mi alzai di scatto. Avevo già l’acquolina in bocca. Ho sempre amato le bistecche.
-Muoviti allora, sennò me le mangio tutte io.
-Non provarci! Un attimo e arrivo.
Presi il diario su cui stavo scrivendo e lo misi nel cassetto della scrivania.
-Ehi Bibì…
-Mh? –mugugnò facendo capolino con la testa nella mia stanza.
-Lo sai, oggi sono 8 anni precisi
-Otto anni? Da cosa?
Chiusi la porta della mia stanza
-Da quando ho incontrato per la prima volta Eufonia e ho scoperto la sua vera identità
-Sul serio? Non sapevo fosse oggi l’anniversario…
Le sorrisi e iniziai a correre giù per le scale, diretta in cucina.
-L’ultima che arriva cede metà della sua bistecca all’altra!
-Cosa!? Ehi, Doremi! Non vale così, pero!

 
***

Nota dell'Autore:
Salve a tutti! Questa è la mia prima fanfiction, quindi spero di fare un buon lavoro e, specialmente, spero che la mia storia vi piaccia.
Quanti capitoli saranno? Non lo sò. Come finirà? Nemmeno, quindi è tutta una sorpresa anche per me xD

Poi, volevo invitarvi a passare nella mia pagina Facebook, per rimanere aggiurnati sulla storia, sulle future, e per condividere con me la passione per gli anime, i manga, ma anche più in generale la fantasia.
https://www.facebook.com/AppassionatiDiAnime?hc_location=timeline
Grazie mille a tutti coloro che leggeranno la mia storia!
-Crystal-

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Capitolo 2
*** Notizia inaspettata ***


… NOTIZIA INASPETTATA …
 
Mi dirigevo a grandi passi verso la camera della Regina. Mi dispiaceva disturbarla durante il suo riposo, ma andava informata immediatamente. La storia si stava per ripetere.
Arrivata davanti la porta delle stanze private della Regina, bussai alla porta. Sapevo che probabilmente non avrei avuto risposta, tuttavia un lieve -Avanti- mi giunse inaspettatamente alle orecchie. Così aprii la porta ed entrai.
-Maestà- dissi facendo un inchino -mi dispiace avervi svegliata, ma ho una notizia importante da comunicarvi-
-Sta tranquilla, non mi hai disturbata. Purtroppo non sono riuscita ad addormentarmi. Ho una strana sensazione e il tuo arrivo dimostra che non mi sbagliavo. Dimmi MajoRin, cosa succede?
Alzai lo sguardo e finalmente potei vedere mia Signora. Era seduta sulla poltrona della sua stanza, con un libro poggiato sulle gambe. Il volto era come sempre coperto da un velo, ma non era difficile capire che mi stava guardando intensamente, ansiosa di scoprire cosa avesse scatenato quella strana sensazione e il mio inaspettato ingresso nella sua camera.
-Maestà, mi è stata appena comunicata un’importante notizia. Si tratta della Regina delle Rose, la Rosa Blu. Sembra stia per dare nuovamente alla luce un bambino.
-Che cosa?- esclamò con una nota di stupore che non potei biasimare –Non era mai successo che la Rosa Blu desse alla luce due bambini alla distanza di soli 7 anni. Sei sicura di quanto affermi, MajoRin?
-Si Maestà. Ho verificato personalmente. Ormai mancano un paio di giorni alla nascita.
Nella stanza cadde un profondo silenzio. Dopo una notizia del genere, andava presa un’importante decisione. E in fretta.
Dopo alcuni minuti che parvero interminabili, la Regina si alzò, poggiò il libro, che fino a quel momento teneva  sulle sue gambe, sul tavolino che c’era davanti la poltrona e venne verso di me.
-Molto bene MajoRin. Hai fatto bene a venire subito da me. Per favore, convoca subito Eufonia e Malissa. Ho bisogno di parlare con loro.
A quelle parole, non mi fu difficile capire ciò che la mia Signora stava pensando. E dopo molti anni che lavoro per lei, evidentemente intuì dal mio sguardo che avevo capito a quale soluzione era arrivata, poiché poi si rivolse nuovamente a me:
-Ho preso la mia decisione. Hanno già dimostrato una volta di essere in grado di accudire un neonato e ora che sono più grandi, non avranno sicuramente difficoltà a gestire la situazione. Ma ora dimmi… Dove si trova Hana?
-Nella parte est dei giardini reali. Si sta esercitando con gli incantesimi di trasfigurazione.
-Molto bene. Ci vediamo fra un’ora nella sala del trono.
Uscimmo entrambe dalla stanza per poi prendere il corridoio che conduceva verso la sala principale, da cui si poteva accedere a qualsiasi ala del castello.
-Ancora una cosa… Mantieni la notizia riservata. Conto su di te MajoRin.
Disse mentre si dirigeva dalla principessa, dandomi le spalle. Io, feci un inchino e, chiudendo gli occhi, dissi semplicemente:
-Agli ordini, Vostra Altezza.


***
Angolo dell'autrice
Eccomi tornata! Pensavate che anche questo capitolo fosse narrato da Doremi, è? E invece... Sorpresa! In effetti è una cosa che ho deciso mentre scrivevo: ogni capitolo sarà raccontato ogni volta da un personaggio diverso e questa volta è toccato a MajoRin.
Altra cosa: come avete potuto notare questo capitolo non è che sia lunghissimo. Purtroppo mi è uscito così e metterci le mani per cercare di allungarlo non mi sembrava la scelta ideale. Rischiavo di rendere meno scioglievole la lettura.
Ora, però, vorrei ringraziare Majo_KiaChan_ e Ever After Dream per aver recensito con dei commenti molto positivi il primo capitolo e tutti coloro che si sono limitati a leggerla. Grazie!!

Infine, vorrei ricordarvi che potete seguirmi anche sulla mia pagina FB, principalmente dedicata al mondo Anime/Manga, ma su cui spesso faccio anticipazioni sul capitolo
https://www.facebook.com/AppassionatiDiAnime?ref_type=bookmark

-Crystal-

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Capitolo 3
*** Convocazione a palazzo ***


… CONVOCAZIONE A PALAZZO …
 
In pochi minuti fui nei giardini del Palazzo. Mi piaceva passeggiare lì. Mi rilassava molto perché avevo l’occasione di stare da sola immersa nei miei pensieri. Inoltre, amavo i numerosi fiori che vi crescevano, tanto che di alcuni mi prendevo cura personalmente.
Ma ora non ero certo lì per una passeggiata di piacere. Mi diressi verso l’interno del giardino est, come MajoRin mi aveva indicato e, ancor prima di arrivare alla fine della siepe che stavo costeggiando, udii la voce squillante di una bambina che, stanca e arrabbiata, urlava:
-Uffa, non è giusto! Perché non riesco a trasformarmi in un uccellino? Non sembrava così difficile quando MotaMota mi ha spiegato come si fa! Uff, uff, uff!
Quell’ultima esclamazione mi fece sorridere e subito il volto di una bambina poco più grande di lei, con i capelli rossi legati in due buffi codini a forma di odango, mi venni in mente.
Così uscii da dietro la siepe, in modo che la principessina potesse vedermi:
-Quel proverbio umano è proprio vero: tale madre, tale figlia.
La bambina, che sedeva a terra con le gambe allungate e leggermente divaricate mi guardò prima con sorpresa, poi con gioia.
-Regina!- esclamò emozionata –cosa ci fai qui?
Avevo bisogno di parlarti e mi avevano detto che ti avrei trovata qui ad esercitarti con le magie di trasfigurazione- dissi con fare apprensivo, sedendomi accanto a lei.
-Si, ma è  più difficile di quanto pensassi. Eppure con gli oggetti ci riesco tranquillamente!
-Hana, trasformare se stessi o qualunque altro essere vivente in un animale, non è facile. Anzi, le magie che li coinvolgono sono fra le più difficili.
-MotaMota, però, mi ha detto che non è molto diverso dagli oggetti. L’importante è tenere bene a mente l’animale.
-Ha ragione. Ma devi tener presente tutto, anche i più piccoli particolari. Ora dimmi Hana, l’uccello in cui volevi trasformarti, come lo immaginavi? Che immagine avevi nella mente?
La bambina si portò una mano sotto il mento, incrociò l’altra sul petto e ci pensò un momento.
-Un pettirosso appollaiato su un albero!- esclamò
-Prova ad immaginarlo in volo…
-Cosa? Ma in quel modo è più difficile ricordare bene il battito delle ali!
-E’ vero- le dissi poggiando una mano sulla sua spalla –Ma vedrai che in questo modo ci riuscirai.
Così dicendo, mi alzai, mi misi davanti a lei è la sfiorai con la pinta delle dita e con uno schiocco di dita dell’altra mano, la trasformai in un pettirosso.
-Che bello!- urlò felice iniziando a svolazzare sopra i tanti fiori che erano piantati in quella zona del giardino.
Sorrisi a quella scena, ma poi mi ricomposi: era arrivato il momento.
-Hana- la chiamai. Lei volò davanti a me e la feci tornare normale –dovrei parlarti…
Lei alzò lo sguardo, fissandomi con aria incuriosita e un po’ spaventata
-E’ successo qualcosa? –mi domandò
-Sì, ma sta tranquilla, non è niente di brutto. Si tratta della Rosa Blu.
-Il fiore da cui sono nata, giusto?- mi chiese conferma. Io sorrisi ed annuii.
-Vedi… Sembra che la Rosa Blu stia per dare alla luce un’altra piccola strega.
Feci una pausa per vedere la reazione che la notizia avrebbe avuto sulla principessina. Inizialmente sul suo volto si dipinse un’espressione un po’ confusa, ma subito dopo, probabilmente quando iniziò a comprendere ciò che le stavo dicendo, si illuminò di gioia.
-Questo significa che avrò una sorellina?
-Esatto Hana.
-Evviva!- urlò felice iniziando a saltare e a corrermi attorno.
-Che bello! E dimmi Regina- disse fermandosi davanti a me con gli occhi che le brillavano –Questo significa che potrò rivedere la mia mamma?
-E’ mia intenzione far si che lei assista alla nascita della piccola come avvenne con te, quindi la risposta è si. Potrei rivedere sia Doremi che le sue amiche.
-Doppio urrà!- gridò riprendendo a saltare. Era entusiasta, sprizzava felicità da tutti i pori.
-Hana- la interruppi –vorrei che ora venissi con me. Dobbiamo comunicare la notizia e spiegare la situazione a due streghe di tua conoscenza…
 
Quando arrivammo, nella sala del trono c’erano solo Eufonia, Malissa, le loro fate e MajoRin. Come avevo chiesto, tutti erano rimasti all’oscuro della situazione.
Mi sedetti sul trono e Hana si posizionò in piedi accanto a me.
-Potete alzare lo sguardo- dissi rivolta alle quattro persone davanti a me che si erano inchinate appena io ed Hana avevamo fatto il nostro ingresso.
-Mia Regina- prese parola Eufonia –possiamo sapere per quale motivo siamo state convocate così in segreto? Cosa sta succedendo?
-Sarò dirette. Non abbiamo molto tempo, perciò ascoltatemi attentamente senza interrompere. La Rosa Blu sta per dare alla luce un’altra bambina. E’ raro che quel fiore faccia nascere due bambini con così pochi anni di distanza; perciò, è mia intenzione, come accadde anni fa, affidare le  cure della piccola a Doremi e le sue amiche. Nonostante abbiano già superato tutti gli esami, voglio che le ragazze tornino ad essere apprendiste, in modo che non debbano rinunciare al loro mondo.
Eufonia e Malissa ascoltavano silenziosamente ciò che stavo loro dicendo, fissandomi con gli occhi sgranati. Di certo non si sarebbero aspettate una notizia del genere.
-Vorrei che tornaste nel loro mondo per aiutarle sia con la piccola che con il negozio. Questo è quanto. Ora potete farmi tutte le domande che volete.- conclusi.
-Maestà- prese parola Malissa –è sicura di voler affidare nuovamente le cure di un neonato a cinque ragazzine? A parte la mia Lullaby, sono tutte delle combina guai, Doremi prima di tutte…
-La mia mamma è la migliore di tutte!- scattò Hana innervosita –Lei, Melody, Sinfony, Lullaby e Mindy sono state delle mamme fantastiche e sapranno crescere la mia sorellina ancora meglio di quando si sono prese cura di me!
Era furiosa. Mi alzai e poggiai una mano sulla spalla della bambina per calmarla.
-Sono perfettamente d’accordo con Hana- dissi –Ora però non ci è rimasto più molto tempo. Bisogna informare subito le ragazze. Attualmente le uniche rimaste a Misora sono Doremi e Melody. Eufonia, Malissa, rintracciatele entro 24 ore. Mantenete segreta la notizia, anche con le Ojamajo non svelate niente della futura nascita. Una volta riunite, conducetele all’ingresso del giardino reale. Io vi aspetterò lì. Ora andate. Non abbiamo molto tempo.


***

Angolo dell'autrice
Pensavo di riuscire a pubblicare tranquillamente un capitolo alla settimana e invece sono così piena di cose da fare che non ci sono riuscita. Chiedo scusa >_<
Allora, in questo capitolo non succede nulla di particolare, ma vi prometto che già dal prossimo le cose cambieranno. Ho già pronti i primi 8 capitoli, quindi mi manca solo il tempo per ricopiarli sul pc (li ho scritti a mano, ecco perchè).
Beh, che altro dire. Ringrazio tutti coloro che sprecano un po' del loro tempo per seguire la mia storia e questa settimana ringrazio in particolare vale97 per aver aggiunto la mia storia fra le seguite. Grazie!
Beh, chissà che non riesca a pubblicare sulla mia pagina fb (ovvero questa https://www.facebook.com/AppassionatiDiAnime?ref_type=bookmark ) già da oggi l'anteprima del capitolo 4... :3

-Crystal-

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Capitolo 4
*** Ritorno a Misora ***


… RITORNO A MISORA …
 
-Dici sul serio Lullaby? Davvero tornerai a Misora?
-Sì Doremi. Il mio ultimo CD  è andato bene ed ho finito anche le riprese del film dove ero stata ingaggiata, quindi non ho più impegni importanti. Inoltre, mi ha contattata il padre di Melody e mi ha detto che sta per prendere in mano il progetto di un telefilm in cui vorrebbe che io recitassi come protagonista, quindi quando ho provato a proporre a mia madre di tornare a Misora, lei non si è opposta.
-Ma è fantastico! E dimmi, quando arrivi?
-Veramente sono a Misora già dal primo pomeriggio.
-Cosa!? E me lo dici solo ora!?
Ecco, lo sapevo. Doremi urlò talmente forte  che dovetti allontanare la cornetta del telefono dall’orecchio
-Scusa, ma sono stata impegnata con il trasloco… Comunque mi sono già iscritta a scuola. Siamo nella stessa classe.
-Come ai vecchi tempi! Chissà che faccia faranno tutti quando ti vedranno.
-Più o meno la stessa che fecero i nostri amici quando mi trasferii in terza elementare.
Scoppiammo a ridere ricordando quel giorno. Dopo tanto tempo ci saremmo finalmente riviste. Non vedevo l’ora. Purtroppo quel bel momento di gioia fu interrotto da uno sbadiglio che non riuscii a fermare. Con la mano libera mi stropicciai gli occhi
-Beh, sarà meglio che vada. Il viaggio mi ha stancata  molto. Allora ci vediamo domani a scuola…
-D’accordo… Buonanotte Lullaby!
-Buonanotte Doremi.
Riagganciai e continuando a fissare il telefono sorrisi. Finalmente ero tornata. Finalmente avrei frequentato la stessa scuola di Doremi. Finalmente noi Ojamajo stavamo per tornare.
-Non le hai detto nulla di noi, giusto?
Una voce alle mie spalle mi fece tornare alla realtà.
-Stà tranquilla Malissa, non ho detto niente.- dissi mettendomi seduta sul letto della mia stanza.
-Molto bene. Allora mi raccomando: domani a mezzanotte in punto al Maho. Siate puntuali.
Così dicendo fece comparire la sua scopa, si avvicinò alla finestra e vi si sedette.
-Malissa- la chiamai prima che la strega lasciasse la mia stanza in volo –sono felice di averti rivista dopo tanti anni. Ma vuoi dirmi cosa succede? Insomma, mi sei comparsa davanti all’improvviso appena sono uscita dal bagno dopo una doccia…
-Mi dispiace averti spaventata, non volevo. Comunque te l’ho già detto, non succede niente di brutto o pericoloso. Semplicemente la Regina desidera vedervi.
Alzai un sopracciglio. Non stava mentendo, ma non mi stava dicendo nemmeno tutto ciò che sapeva. L’avevo vista mentire tante volte. La conoscevo bene.
-Non ti preoccupare Lullaby. Ora dormi. Domani sarà una giornata intensa. Rivedrai finalmente alcuni tuoi vecchi amici delle elementari, giusto? Compresa quella tonta di Doremi.
-Smettila di chiamarla così. E’ una ragazza fantastica ed una delle mie migliori amiche.- la rimproverai.
Lei si voltò a guardarmi negli occhi, ma mi ridiede le spalle quasi subito. Cosa dovevo fare con lei… Sospirai ormai arresa.
-E va bene, ho capito. Mi racconterai tutto domani. Buonanotte Malissa.
-‘Notte Lullaby
E con quelle parole prese il volo, sparendo nell’oscurità del cielo.
Mi buttai sul letto stremata. Malissa aveva proprio ragione: domani sarebbe stata una lunga giornata. Sbadigliando mi infilai sotto le coperte e presi sonno quasi immediatamente.
La mattina successiva, quando la sveglia suonò, saltai subito giù dal letto. Il giorno era finalmente arrivato. Indossai la divisa della nuova scuola, scesi in cucina per fare colazione ed uscii di casa. Ero così eccitata che impiegai la metà del tempo che di solito mettevo per prepararmi ed arrivai a scuola con circa mezz’ora di anticipo.
Mi recai in presidenza, dove il preside, un uomo alto e magro sulla sessantina, dopo avermi accolta a braccia aperte e avermi chiesto un autografo per sua nipote, mi presentò alla professoressa Takawa, la responsabile della mia classe.
Gli studenti erano già tutti in aula mentre percorrevamo il corridoio. Quando lei entrò, io rimasi fuori dall’aula, in attesa che mi desse il permesso di entrare. Avvicinai l’orecchio alla porta per sentire meglio il momento in cui mi avrebbe dato il permesso di entrare e così riuscii a sentire anche tutto ciò che disse ai miei nuovi compagni.
-Bene ragazzi, prima di iniziare vorrei informarvi che da oggi avrete una nuova compagna di classe. Per favore, vi prego di trattarla come una persona normale, senza farla sentire troppo diversa da tutti voi.
A quelle parole, nella classe si diffusero numerosi mormorii che però non riuscii a decifrare bene. A far tornare il silenzio fu un battito di mani che dedussi fosse fatto dalla professoressa, che subito dopo disse –Entra pure.-. Feci come mi era stato detto.
Quando mi posizionai accanto alla cattedra potei finalmente vedere i visi dei miei nuovi compagni di classe e quello raggiante di Doremi, seduta vicino alla finestra, al penultimo banco.
La reazione dei miei nuovi compagni? Come avevo immaginato, fu più o meno la stessa situazione che si verificò anni prima: la classe era invasa da bisbigli e urla, che uniti creavano un bel po’ di confusione.
-Ragazzi, per favore!- tuonò la professoressa –Di cosa mi ero raccomandata fino a due minuti fa?- in classe piombò un silenzio assoluto.
Non riuscii a trattenere un sorriso e notai che anche Doremi doveva aver pensato la mia stessa cosa, perché si era voltata di lato per non scoppiare a ridere davanti alla professoressa. Eh già, la signorina Takawa ricordava terribilmente la nostra insegnante delle scuole elementari.
-Prego cara, presentati pure.- mi disse con tono dolce. Annuii, mi voltai verso i miei nuovi compagni e presi parola:
-Salve a tutti. Mi chiamo Lullaby Segawa. Probabilmente molti di voi mi conosceranno già per via del mio lavoro: sono una modella e cantante, ma prima di tutto un’attrice. Sono contenta di essere a Misora perché qui ho frequentato le scuole elementari ed ho conosciuto le mie migliori amiche. Spero di fare presto amicizia con tutti voi.
Conclusi con un inchino ed un sorriso. I miei compagni, invece, mi accolsero con un caloroso applauso.
Il posto che mi fu assegnato fu quello dietro Doremi. Appena mi sedetti, lei si girò. Era davvero cresciuta. Portava i capelli sciolti. Forse era per questo: senza i codini a forma di odando era molto più carina e sembrava anche più grande. Aveva l’aria più matura.
-E’ identica alla signorina Saeki, la nostra insegnante delle elementari- le sussurrai
-Immaginavo lo stessi pensando. Lei è sua cugina…
-Come? Sul serio?
-Già. Anche io sono rimasta sorpresa quando l’ho saputo. Fidati, oltre all’aspetto fisico sono identiche anche di carattere. Brutte, scorbutiche e antipatiche. Quando si arrabbiano fanno paura anche solo da lontano. Non mi sorprende il fatto che siano entrambe ancora zitelle e…
-Doremi Harukaze
Una voce terrificante alle sue spalle la fece raggelare all’improvviso e si voltò in una maniera quasi robotica verso la persona che aveva parlato. Non è difficile immaginarsi che fosse…
-Tre cose Harukaze. Punto uno, nel caso non te ne fossi accorta, la lezione è già iniziata. Punto due, non ti permettere mai più di parlare di me in questo modo. Sono la tua insegnante e mi devi rispetto, chiaro!?
Cavoli… Doremi aveva ragione: la professoressa Takawa era identica a sua cugina. Era così furiosa che probabilmente poco mancava che le uscisse il fumo dalle orecchie. In compenso la mia amica si era fatta piccola piccola e stava evidentemente sudando freddo
-E il terzo punto?-domandò ingenuamente.
-Oh giusto, quasi me ne dimenticavo. Punto tre… Fuori dall’aula Harukaze. ORA!!
Con la coda tra le gambe, Doremi andò in corridoio e vi rimase per tutta l’ora. Anche se ero molto dispiaciuta per lei, non riuscii a trattenere un sorriso.
Evidentemente mi ero sbagliata: Doremi non era cambiata affatto.

 
***
 
Angolo dell’autrice
Eccomi qui! Ho deciso di postare un po’ prima questo capitolo per farmi perdonare del ritardo dell’altra volta. Allora… Stiamo iniziando ad entrare nella storia. Lullaby è stata informata e presto anche le altre verranno a conoscenza della convocazione della Regina. Ora però parliamo di Lullaby, colei che narra questo episodio. Inizialmente avevo pensato che la più adatta ad essere informata per prima fosse Sinfony, ma poi ci ho pensato su e alla fine ho cambiato idea. Ho solo un piccolo dubbio che magari può chiarirmi chi ricorda meglio la storia: Lullaby si trasferisce a Misora quando sono in terza o in quarta? Perché nella storia ho scritto terza, ma ho dei dubbi perché la seconda stagione è ambientata in estate e la scuola in Giappone inizia in aprile. Vi prego, se ve lo ricordate bene potete dirmelo?
Ora però basta. Mi sono dilungata anche troppo.
 
Vi ricordo che se volete potete seguirmi anche sulla mia pagina Facebook
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Un’ultima cosa. Ci tengo a ringraziare Lunaby e fria, le due nuove persone che hanno speso un po’ del loro tempo per leggere la mia storia e recensirla.
Grazie!
 
-Crystal-

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Capitolo 5
*** Vecchi amici ***


… VECCHI AMICI …
 
Finalmente suonò la campanella della pausa pranzo. Non ce la facevo più. Avevo bisogno di riempire lo stomaco.
Mi stiracchiai allungando le braccia in avanti e mi girai per invitare Lullaby a pranzare con me, ma, come avrei dovuto immaginare, i nostri compagni di classe mi batterono sul tempo. La circondarono e la riempirono di domande, strette di mano, richieste di autografi… Pazzesco, non la lasciavano proprio respirare. Non potevo farmi battere da lorro.
Presi fiato per dar spazio a un urlo, ma anche questa volta venni preceduta da qualcuno.
-Ehi ragazzi, lasciatela respirare!- disse una voce maschile.
-Ha ragione- fece un’altra –E poi vorremmo salutare la nostra vecchia amica, quindi smammare!
Avevo riconosciuto quelle voci, ma io e Lullaby potemmo vederli bene solo quando i ragazzi attorno a noi si scostarono un po’.
Il primo ad aver parlato era Takao Kimura, un ragazzo dai capelli castani che aveva frequentato le scuole elementari con noi. Accanto a lui c’era Marina Koizumi, la ragazza che fin dalla quarta elementare era diventata la ragazza di Takao. Quei due erano davvero una bella coppia: lei dolce e timida, amante dei fiori e di tutto ciò che ha a che fare con essi; lui spiritoso e comprensivo, che però diventa estremamente timido quando si tratta della sua ragazza.
L’ultimo ad aver parlato, invece, era Tetsuya Kotake, il calciatore da strapazzo. Che dire di lui… Devo ammetterlo, con il tempo era diventato davvero carino e a calcio era ormai il bomber della squadra.
-Marina! Tetsuya! Takao!- esclamò Lullaby sorridente andando a salutarli -E’ da tanto che non ci vediamo, come state?
-Niente di particolare- disse Tetsuya incrociando le mani dietro la testa –Tu invece non c’è bisogno che ci dici nulla. Basta accendere la TV per avere tue notizie. E nel caso non dicano niente, basta chiedere a miss non-porto-più-gli-ogango.
-Finiscila di chiamarmi in quel modo!- scattai irritata –Quasi quasi preferivo il vecchio nomignolo.
-Come vuoi, allora tornerò a chiamarti in quel modo. Contenta Dojimi?
-Smettila! Calciatore da strapazzo.
-Da strapazzo? Rimangiatelo subito piccola Dojimi.
-Smettila!
Continuammo a litigare così animatamente che non ci eravamo accorti di essere ormai al centro dell’attenzione.
-Scusa Lullaby…- chiese Mai, una nostra compagna di classe –Vi conoscete?
Lullaby sorrise e rispose:
-Si. Come ho già detto, io ho frequentato le scuole elementari qui a Misora e loro quattro sono stati miei compagni di classe. Doremi, in particolare,  è una di quelle ragazze che poi sono diventate le mie migliori amiche.
-SUL SERIO!?- un coro generale si levò a quelle parole ed io e Tetsuya, che ormai eravamo arrivati agli insulti più pesanti, ci bloccammo di colpo, voltandoci a fissare le due ragazze.
-Già- continuò lei con sorridendo tranquillamente –Ma nonostante siano passati cinque anni dal nostro ultimo incontro, sono contenta di vedere che il rapporto tra quei due non è cambiato. Si vogliono ancora molto bene.
-Sta zitta, Lullaby!- esclamammo entrambi completamente rossi in volto.
Una risata generale si levò in aula. Ma tu guarda, perché se ne doveva uscire con una frase del genere? Imbarazzatissima abbassai lo sguardo e notai che Tetsuya fece lo stesso, volgendo però lo sguardo di lato. Per fortuna intervenne Takao a cambiare discorso:
-Eh, che ne dite di una piccola rimpatriata? Andiamo a mangiare tutti e cinque assieme.
Colsi la palla al balzo. In fondo, era la stessa cosa che volevo proporre io.
-Ottima idea! Andiamo Lullaby!
E così, bento alla mano, andammo tutti a pranzare sul tetto. Facemmo una lunga chiacchierata e per poco non tornammo in ritardo in classe. Ma ne era valsa la pena. Quella è stata la pausa pranzo più bella di tutte.
 
Finite le lezioni…
-Doremi, non vieni?- mi chiese Lullaby sulla soglia della porta dell’aula.
-Dojimi è in punizione per questa mattina, ricordi?- intervenne Tetsuya mettendosi lo zaino in spalla. Ormai eravamo rimasti solo noi tre. Feci un respiro profondo. Non avevo nemmeno la forza per litigare con lui sul come mi aveva chiamata.
-Purtroppo non ho scelta.- dissi esasperata abbandonando il viso sul banco e le braccia a penzoloni.
-Allora io vado. Ci vediamo domani ragazze!- detto ciò uscì dall’aula.
Che barba, odiavo rimanere a scuola dopo le lezioni. Facevo già fatica a resistere alle ore quelle standard, figurati con quelle supplementari.
Ero assorta fra i miei pensieri, ma venni destata quando sentii Lullaby chiudere la porta dell’aula. La guardai allibita sollevando la testa dal banco, mentre lei si sedeva su una sedia accanto a me. Aveva un’espressione molto seria. Doveva dirmi qualcosa di importate, era evidente.
-Doremi- iniziò –possiamo vederci a mezzanotte in punto al Maho?
-Al Maho? Va bene, ma perché proprio a quell’ora?- le chiesi. Era una domanda stupida da porre. Ci sarebbe arrivato anche un bambino, ma… Come poteva essere. La gola mi si seccò ad una velocità impressionante. E se fosse davvero così? Ma no… Era impossibile! Eppure, non riuscivo a trovare un’altra spiegazione.
-Lullaby… E’ possibile che…- chiesi conferma con il cuore che batteva all’impazzata.
-Si amica mia-
Credo che a quelle parole mi mancò un battito.
Malissa è venuta da me ieri- continuò –Mi ha detto che la Regina desidera vederci.
-Che cosa!? Perché vuole incontrarci dopo tutto questo tempo? E le altre?- avevo mille domande per la testa, ma non riuscivo a trattenermi. Mi accorsi di tremare. Ero emozionatissima.
-Calmati Doremi. Non so per quale motivo ci abbia convocate, Malissa non mi ha detto niente. Quanto alle altre, Mindy non potrà esserci, mentre Sinfony è stata avvertita da Eufonia. Apriranno una porta ad Osaka e ci incontreremo direttamente lì. Per quanto riguarda Melody, ancora non sa nulla. Abbiamo appuntamento fra mezz’ora, così potrò spiegarle tutto. Anzi, è meglio che vada. Mi raccomando, non mancare.
-Come potrei mancare?- chiesi sorridente. Ormai ero un mix di emozioni. Stavo ancora tremando dalla sorpresa, ma non riuscivo a smettere di sorridere dalla gioia. –Finalmente potremmo tornare nel mondo delle streghe. Non vedo l’ora!
-Anche io, ma tutto questo mistero mi preoccupa…
-Oh, sta tranquilla!- esclamai battendole una mano sulla spalla –Piuttosto… Secondo te dovrei dirlo anche a Bibì?
-Io penso di si. In fondo, è anche lei una di noi.
-Hai ragione!
Eravamo cosi prese a parlare, che se avessimo fatto un po’ più di attenzione, avremmo notato un’ombra dietro la porta e che sparì poco prima che Lullaby uscisse dall’aula.

 
***
 
Angolo dell’autrice
Tada-da-daaa! Il momento del ritorno delle Ojamajo si avvicina. E credo di dovere delle spiegazioni sull’assenza di Mindy. Inizialmente volevo che ci fossero tutte, ma poi mi sono resa conto che mi risultava difficile far arrivare anche lei (accompagnata da chi poi). Così ho deciso che l’arrivo di Mindy verrà ritardato di qualche capitolo. E qui si svela anche il motivo per cui ho fatto in modo che fosse Malissa ad informare le ragazze a Misora: siccome abitano lontane le une dalle altre, mi sembrava più giusto che ad informare Sinfony fosse Eufonia e le altre Malissa, che si sarebbe sicuramente rivolta a Lullaby.
Ora però parliamo di altro. In questo capitolo fanno la loro comparsa anche tre nostre vecchie conoscenze. Volevo mettere in classe con Doremi e Lullaby anche alcuni compagni di classe delle elementari e avevo già stabilito che sarebbero stati tre. Uno doveva essere sicuramente Tetsuya e per gli altri due dovevo solo scegliere un maschio e una femmina. Così ho scelto Takao e Marina, due personaggi che mi sono sempre piaciuti (per chi non li ricordasse: Marina à http://img1.wikia.nocookie.net/__cb20110815192455/ojamajodoremi/images/5/5c/Marina_koizumi.gif Takao --> http://www.toei-anim.co.jp/tv/doremi_D/chara/5_2/kimura01.gif).
Vi state chiedendo che fine ha fatto Masaru? Beh… Non ve lo dico :p
 
Al prossimo capitolo!
 
-Crystal-

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Capitolo 6
*** Il pedinamento ***


… IL PEDINAMENTO …
 
Cavoli, c’era mancato poco che mi scoprissero. Appena mi ero reso conto che Lullaby stava per lasciare la classe, mi ero nascosto in un’aula vuota. Aspettai lì per qualche minuto e poi uscii allo scoperto, scendendo le scale e dirigendomi verso l’uscita.
Non era mia intenzione origliare. Volevo solo tornare in classe per prendere il quaderno di matematica che avevo dimenticato. Non volevo ascoltare la loro conversazione, lo giuro!
Arrivato davanti agli armadietti cambiai le scarpe e uscii, tenendo lo sguardo basso, quasi come se avessi avuto paura di dove mettessi i piedi. Non dovevo pensarci, non erano affari miei. Però…
-Ehi Kotake! Kotake!-
Alzai lo sguardo e mi voltai. Un ragazzo in tenuta da calcio agitava una mano nella mia direzione. Era all’interno del campo della nostra scuola.
-Dove diavolo stai andando? Abbiamo gli allenamenti! Te ne sei dimenticato?
-Scusa Ogashi, ma non posso proprio. Devo fare una cosa importante. Chiedi scusa al mister da parte mia. Devo andare, ci vediamo!
-Cosa? Ehi Kotake, aspetta!
Ma non mi fermai ad ascoltarlo. Anzi, iniziai a correre verso la fermata dell’autobus. Quando fui abbastanza lontano mi fermai. Non presi il pullman. Avevo bisogno di camminare un po’ e schiarirmi le idee.
Però… Cosa significava quella conversazione? Chi erano Eufonia e Malissa? E poi c’era il mondo delle streghe, la magia e perfino una Regina. Cosa c’entrava il Maho, il negozio dove Doremi e le altre avevano lavorato ai tempi delle elementari? Dovevo vederci chiaro. A tutti i costi.
A mezzanotte al Maho avevano detto… Bene, ci sarei stato anch’io.
 
Erano le 11:30 quando arrivai davanti al Maho. Ormai era disabitato da anni e a quell’ora tarda aveva un aspetto un po’ spettrale. Ma non avevo tempo di contemplare quel vecchio negozio. Mi nascosi dietro un albero, accertandomi di essere ben nascosto. Ora non mi rimaneva altro da fare che aspettare. Verso le 11:50 arrivò Lullaby accompagnata da una donna vestita tutta di nero e con un classico cappello da strega. Non erano arrivate a piedi, ma a bordo di… Aspetta, cosa?
Spalancai gli occhi. Non poteva essere… Una scopa volante? Lullaby e quella vecchia erano arrivate a bordo di una scopa? Forse stavo sognando. Mi diedi un pizzicotto. Merda, faceva male. Non stavo sognando. Eccole ancora lì, ormai entrambe con i piedi per terra (letteralmente intendo). Poi, in una nube di fumo, la vecchia fece sparire la scopa.
Pochi minuti dopo arrivò Melody che salutò la vecchia con un grande sorriso e un piccolo inchino.
A questo punto mancavano solo due persone. Come al solito quell’impiastro era in ritardo. Passarono ancora molti minuti prima che quelle due arrivassero.
-Ragazze, eccoci!- urlò la più grande agitando la mano in aria e correndo verso di loro.
-Doremi, non urlare o sveglierai tutto il vicinato.- la rimproverò Melody.
-Scusate, ma abbiamo avuto problemi con nostra madre. Ora però è tutto risolto- spiegò l’altra ragazza che era arrivata con l’impiastro e che riconobbi come sua sorella.
-Non vi preoccupate. L’importante è che non siete state scoperte…
-Lullaby!- esclamò la più piccola
-Bibì, come sei cresciuta! Come stai?
-Benone- disse con un sorriso a trentadue denti.
-A dopo i saluti- disse la vecchia –siamo in ritardo. Eufonia, Sinfony e Sua Maestà ci stanno aspettando
-Non cambi mai, è Malissa?- ridacchiò Lullaby.
Ma la vecchia aveva ragione, perché non persero un altro secondo ed entrarono nel vecchio negozio. Stando attento a non fare rumore e soprattutto a non essere visto, le seguii. Fu a quel punto che ebbi un attimo di ripensamento, anche se durò pochissimi secondi. Il fatto è che quelle cinque erano entrate dentro una porta che conduceva all’esterno. Ma era un paesaggio strano, differente dal nostro sia per colori che per forme. Insomma… Da quando il cielo ha sfumature rosa, azzurre e verdi contemporaneamente?
Comunque, superato il momento di esitazione, entrai anch’io in quello strano mondo. Per fortuna c’erano alberi e cespugli, altrimenti non so cosa mi sarei inventato per seguirle. Quando raggiunsi la distanza minima di sicurezza, tesi l’orecchio per cercare di capire di cosa stessero parlando.
-Accidenti è tutto come cinque anni fa!- stava dicendo Bibì
-Già, sembra di essere tornate ai vecchi tempi- esclamò felice Melody.
-Piuttosto, dove ci aspettano Sinfony ed Eufonia?-domandò Doremi
La vecchia non rispose, si limità ad allungare li braccio. Più avanti infatti, accanto al ponte che attraversava un piccolo fiume, c’erano tre figure. Una di queste la riconobbi subito. Era una ragazza dai capelli blu non molto lunghi e un ciuffo ribelle che andava verso l’alto. Indossava una divisa alla marinara e stava agitando una mano verso di loro.
-Ragazze, sono qui!
-Sinfony!- gridarono correndo ad abbracciarla.
Accanto a lei c’era un’altra vecchia con i capelli verdi legati in due codini simili agli odango che una volta si faceva Doremi e gli occhi di un rosso sangue.
-Beh, non si saluta?-disse con voce irritata.
Doremi, Bibì, Melody e Lullaby si sciolsero dall’abbraccio e la fissarono con occhi malinconici, che in poco tempo si riempirono di lacrime.
-Eufonia…- mormorò Doremi.
-E ci sono anche io!- esclamò una vocina. Da dietro la strega saltò fuori una piccolissima donna con lunghi capelli biondi. Asetta… C’erano anche le fate lì?
-Lalà, ci sei anche tu…- ormai Doremi aveva il viso segnato dalle lacrime.
-Come siete cresciute. Non siete più piccole bambine pasticcione di una volta- disse la vecchia dai capelli verdi, anche lei con gli occhi lucidi.
-Cosa fai Efuonia, piangi?
-Oh, sta zitta Melody. E poi ti sei vista? Sei quella che sta piangendo di più qui in mezzo.
Una risata generale fece risollevare il morale a tutti. Solo a quel punto mi ricordai che c’era una terza persona con Sinfony e la vecchia. Non aveva ancora aperto bocca e stava guardando la scena con una sguardo intenerito. Come me, anche Lullaby si accorse improvvisamente di lei.
-E lei chi è?- chiese
Sinfony sorrise e, posizionandosi accanto a lei, disse
-Ragazze, vi presento Crystal. E’ qui per accompagnarci su ordine della Regina.
Era una ragazza molto bella, devo ammetterlo. Aveva dei lunghi capelli marroni che teneva sciolti e un paio di mollette le tenevano alcuni ciuffi tirati indietro, di modo che non le venissero sugli occhi. Indossava  un vestito simile a quello delle due vecchie, ma era viola e rosa e in compenso portava un mantello decisamente più particolare. Quasi regale, ecco. I suoi occhi erano marroni e le ciglia lunghe le conferivano uno sguardo molto intenso. In alto particolare che notai erano le labbra: quello superiore aveva la famosa “forma a cuore”, così preciso che sembrava disegnato, mentre quello inferiore era più carnoso. Comunque, ad occhio e croce sembrava avere circa la mia stessa età.
-Pensavo che nessun altro oltre me, Eufonia e MajoRin, ovviamente, sapesse di questo incontro.- disse la vecchia numero uno con tono irritato.
-Conosco molto bene la Regina. Mia madre era una sua cara amica- rispose sorridendo -Ma ora no c’è tempo da perdere. Seguitemi.
La ragazza condusse il gruppo all’ingresso di quello che sembrava un giardino importante, perché all’ingresso c’erano ben tre guardie, due delle quali impugnavano delle scope come nel medioevo europeo le sentinelle avrebbero tenuto le lance. (Mi venne in mente solo una domanda: ma in quel luogo tutte donne erano?)
Crystal si fermò e guardò una delle tre guardie, colei che sembrava essere il capo.
-Vi aspettavo- disse lei ricambiando lo sguardo.
-MajoRin, che piacere rivederti!- esclamò Melody
-Il piacere è tutto mio. Ora vi prego di attendere qui un momento.
MajoRin entrò nel giardino e pochi istanti dopo tornò seguita da una donna bellissima con il volto coperto da un velo.
Appena fece la sua comparsa, tutti si inginocchiarono. Non c’erano dubbi. Era lei la famosa Regina.
-Doremi, Melody, Sinfony, Lullaby, Bibì… Bentornate nel mondo delle streghe.
-Grazie Maestà- risposero in coro.
-Ora vi prego, alzatevi. Immagino vogliate sapere come mai vi abbia fatte convocare. Seguitemi, vi spiegherò tutto mentre camminiamo nel Giardino Reale.
Mi irrigidii. Entrare? Come entrare… Così non avrei potuto seguirle! Le guardie mi avrebbero notato subito!
Rimasi immobile, riflettendo sul da farsi. Dovevo escogitare qualcosa, e in fretta anche.
Mentre le guardie rimasero immobili all’ingresso, il gruppo varcò la soglia ed entrò nel giardino. Crystal, che fu l’ultima, prima seguirle lanciò un’occhiata nella mia direzione. Cercai di farmi sempre più piccolo dietro il cespuglio che avevo scelto come nascondiglio. Sbirciai attraverso le foglie .
Sorrise.
Oh merda, merda, merda. Mi aveva beccato. E adesso? Avrebbe rivelato la mia presenza? Che mi inventavo? Ero paralizzato dalla paura. Lei, continuando a sorridere, si voltò e si incamminò verso l’ingresso. Ma con la mano destra dietro la schiena, come per non farla vedere alle guardie, fece cenno con il dito indice di andare sul lato sinistro del giardino.

 
***
Angolo dell’autrice.
Eccomi qui! Allora, siamo nel momento clou della storia (anche se siamo solo all’inizio). Avevate capito che era Tetsuya la persona che aveva ascoltato la conversazione di Lullaby e Doremi? Ora si che arriva il bello :3
In questo capitolo, poi, fa la comparsa un nuovo personaggio che nell’anime non esiste. Sicuramente l’avrete notato e non è un caso che il mio nickname sia uguale al suo nome. Crystal è un personaggio che ho inventato molti anni fa. E’ il mio alter ego, costruito a mia immagine e somiglianza, ma un po’ abbellito fisicamente :p
Non vi dico nulla su di lei, voglio tenere un alone di mistero attorno alla sua figura.
 
Questa settimana, oltre a ringraziare tutti coloro che leggono la mia storia e soprattutto chi spreca un po’ del suo tempo per recensirla, voglio ringraziare in particolar modo QueenSun97, che ha aggiunto la mia storia tra le preferite. Grazie!
 
Infine, vi ricordo la mia pagina Facebook in qui, oltre a parlare di anime e manga, pubblico alcune anticipazioni sul capitolo e altre info sulla storia o sui personaggi https://www.facebook.com/AppassionatiDiAnime?ref_type=bookmark
 
A giovedì prossimo!
-Crystal-

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Capitolo 7
*** Domande ***


… DOMANDE …
 
Mi stava coprendo? Possibile? Forse era solo una trappola… Riflettei sul da farsi, ma presi la decisione abbastanza in fretta. Volevo fidarmi. Sgattaiolai via cercando di fare il meno rumore possibile e in men che non si dica mi ritrovai nel lato sinistro del giardino. Proseguii dritto in cerca di un segno. Non è che cercassi qualcosa di preciso, ma se mi aveva indicato di andare da quella parte un motivo ci sarà stato. E quel qualcosa non tardò molto ad arrivare. Ad un certo punto, nella siepe che circondava i giardini, si aprì un varco grande abbastanza da permettere il passaggio di una persona.  Rimasi ad osservare quel punto a bocca aperta. Incredibile, le foglie e i rami si erano spostati da soli! Wow, aveva appena assistito ad una magia, non c’era dubbio.
Scossi la testa. No, non potevo stare lì fermo come un idiota. Dovevo ritrovare Doremi e le altre se volevo scoprire qualcosa in più su questa storia. Certo, una mezza idea me l’ero fatta sulla questione, ma avevo l’impressione che non era niente a confronto di quanto ancora non sapevo.
Senza perdere altro tempo entrai dal piccolo passaggio e mi ritrovai in un’enorme distesa di fiori e piante. Erano tutti curati alla perfezione. I fiori erano di tanti svariati colori ed emanavano un profumo seducente. Non avevo mai visto una così ampia varietà di piante.
Camminai per un po’ senza meta, tenendo sempre costantemente l’orecchio teso, per cercare di individuare la voce di Doremi e le altre, ma nel frattempo mi stavo godendo quella piccola passeggiata nel giardino.
Ad un certo punto, però, fui attirato in un punto particolare, un punto in cui vi erano tantissimi fiori dello stesso tipo, ma tutti di colore diverso: le rose. Non ne avevo mai viste così tante. C’era la rosa rossa, la rosa gialla, la rosa bianca e perfino un’enorme quantità di rose blu. Che strano… Ricordavo che una volta, quando il Maho vendeva articoli da giardinaggio, Melody mi disse che le rose blu sono molto rare. Eppure lì ce n’erano tantissime.
Mi avvicinai per poterle guardare meglio. Fu un gesto che mi costò caro, perché a quel punto accadde l’inaspettato. Un fatto che mi mise parecchio nei casini.
Appena fui davanti al fiore più grande, questo improvvisamente iniziò a brillare.
Mi prese un colpo. Caddi all’indietro e indietreggiai. Che diavolo stava succedendo?
Il fiore si allungò verso di me, come se mi avesse voluto mostrare cosa stesse succedendo. La luce che lo avvolgeva si concentrò tutta in un punto. I petali iniziarono a muoversi in senso rotatorio e dal centro venne fuori un bambino.
Aspetta… COSA!? Che… Che diavolo voleva dire? Da quando i bambini vengono fuori dai fiori? Non ci stavo più capendo niente.
Mi misi in ginocchio e gattonando mi avvicinai. Il piccolo dormiva beatamente, ma pian piano la sua espressione mutò, come se improvvisamente si fosse reso conto di essere venuto al mondo. E indovinate un po’ casa fece? Si mise a strillare a piangere disperato. Ma quello disperato ora ero io.
-Oh, no… Cavolo, così mi scopriranno! Sta’ zitto piccolo!- Come se potesse capirmi. Non sapendo cosa fare, agii d’istinto: lo presi in braccio ed iniziai a cullarlo.
«Oh, ti prego, fa che funzioni!» e come se la mia preghiera fosse stata udita dal diretto interessato, il pianto divenne un singhiozzo, poi un respiro affannato e infine una risata. Stava ridendo. Mi guardava e rideva.
Stremato mi misi seduto per terra e lo guardai. Aveva delle guance paffute, pochissimi capelli biondi sulla testa e due bellissimi occhi castani. Ero talmente preso, o meglio, perso nei suoi occhi, che non mi accorsi della presenza di un certo gruppo che inizialmente stavo seguendo e che ora mi guardava a bocca aperta.
-Tetsuya!
La voce di Doremi mi fece raggelare. Ecco, ora l’avevo fatta proprio grossa. Saltai in piedi, ma rimasi di spalle, stringendo il piccolo fagotto.
-Tetsuya… Cosa… Cosa ci fai qui?
Come se venissi improvvisamente destato da una scossa elettrica, a quelle parole mi voltai di scatto e , senza curarmi di nulla, parlai ad una velocità supersonica.
-Doremi! Si può sapere dove siamo? Cos’è questa storia della magia? E cosa c’entrate voi cinque? E il Maho? Chi sono queste persone? Come le conoscete? E soprattutto, perché da quella rosa blu è uscita fuori questa cosa!?- conclusi allungando verso di lei il neonato. Avevo parlato senza prendere il fiato e ora avevo il fiatone. Loro, in compenso, continuavano a fissarmi allibite.
-Uscito fuori… Da quel fiore hai detto? Da… Da quella rosa blu?- domadò Sinfony, come se tutto ciò che avessi detto prima non fosse stato recepito nemmeno per errore.
-Maestà, cosa stà succedendo?- domandò Bibì alla donna con il velo.
-Quella neonata è il motivo per cui siete qui. Avevo intenzione di affidarla a voi proprio come accadde anni fa, ma a quanto pare le cose non sono andate esattamente come pensavo.
-Ma ora Tetsuya ha assistito alla sua nascita…- Melody mi guardò con aria preoccupata.
-Le leggi vanno rispettate. Non c’è altra scelta.
-Scusate- provai a dire confuso –vi spiacerebbe far capire anche a me?
-Tu sta’ zitto Tetsuya, che tutto questo macello è successo per colpa tua!
-Cosa hai detto Dojimi?
Avevamo alzato talmente tanto la voce che il bambino che tenevo fra le braccia si spaventò e scoppiò in lacrime.
-Ecco, hai visto? L’hai fatto piangere- la rimproverai iniziando a cullare il piccolo.
-Come? Ora sarebbe colpa mia? E comunque è una bambina, quindi sei pregato di parlare al femminile- precisò Doremi incrociando le braccia al petto e voltandosi di lato.
-Sul serio? Ero convinto fosse un maschietto…
-E’ impossibile- intervenne la vecchia numero due, che poi imparai a chiamare Eufonia –le streghe nascono dai fiori, a differenza di voi umani, ed essendo la rosa blu un fiore potentissimo appartenente al Mondo delle Streghe, non può dare alla luce…
-Ti sbagli.- Crystal aveva interrotto la spiegazione della vecchia con un tono di voce estremamente calmo, ma che ebbe come risultato una reazione tutt’altro che tranquilla.
-Ha ragione Tetsuya. Quello che ha fra le braccia è un maschietto.
-Non è possibile… E’ impossibile!- esclamò Malissa evidentemente sconvolta.
-Come può accadere una cosa del genere? –domandò la strega che avevamo incontrato all’ingresso del giardino.
Sui volti di tutti si era dipinta un’espressione carica di stupore e, oserei dire, agitazione.
-Calma. Basterà verificare se ciò che Crystal dice è vero. MajoRin, convoca subito la dottoressa Maya. Noi nel frattempo torneremo a palazzo. Credo che più di qualcuno qui voglia giustamente delle spiegazioni.

 

***
Angolo dell’autrice
Sono in leggero ritardo, lo so. Mai avuta un’estate così piena, giuro. Ma veniamo al capitolo.
Alzi la mano chi si aspettava una piccola streghetta. Spero di avervi lasciati a bocca aperta. Vi avevo avvertiti che le sorprese non erano finite. Devo dire che questa è un’idea che mi è venuta mentre scrivevo. Ora devo solo trovare una soluzione per uscirne, ma vedrete che mi inventerò qualcosa di altrettanto geniale xD
Come avrete notato, per la prima volta un capitolo è narrato per due volte di seguito dalla stessa persona. In effetti, inizialmente, questo capitolo e il precedente dovevano essere uniti, ma poiché sarebbe venuto troppo lungo ho deciso di dividerli.
Che altro dire… Grazie a tutti voi che seguite e recensite la storia. Forse a voi non sembrerà molto, ma avere alla mia prima fan fiction ancora non completata, già 11 recensioni e al primo capitolo più di 200 visualizzazioni… Beh, non me l’aspettavo proprio. Grazie a tutti!
E specialmente un grazie di tutto cuore a MaJo_KiaChan_ che segue la storia da quando è iniziata e la recensisce ogni volta. Grazie, grazie, grazie.
Vi ricordo infine la mia pagina Facebook, dove (oltre a parlare di manga e anime) pubblico le anteprime della mia fan fiction e alcune informazioni sue personaggi. https://www.facebook.com/AppassionatiDiAnime?ref_type=bookmark
 
Al prossimo capitolo!
 
-Crystal-

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Capitolo 8
*** Rivelazioni ***



…  RIVELAZIONI …
 
Lungo la strada e i corridoi che conducevano alla sala del trono, nessuno di noi disse una sola parola. Gli unici rumori che si sentivano erano il suono dei nostri passi e il respiro del neonato che ora riposava tranquillo fra le braccia di Tetsuya. Già, Testuya… Avevo così tante domande per la testa che pensavo mi sarebbe esplosa da un momento all’altro. Ma sapevo che presto la Regina me le avrebbe date. Dovevo solo aspettare.
Guardai istintivamente verso il mio compagno d’infanzia. Teneva stretto al petto il piccolo e aveva gli occhi fissi davanti a se. Era uno sguardo serio, preoccupato, dubbioso, pieno di sentimenti contrastanti. In fondo, come biasimarlo. In poche ore aveva scoperto l’esistenza della magia, aveva assistito alla nascita del figlio della Rosa Blu di cui presto sarebbe stato responsabile e come se non bastasse ora avrebbe saputo anche di noi Ojamajo. Dopo la fatica che avevamo fatto per tenere tutto segreto.
Scossi la testa.
No, non dovevo pensarci. Oramai quel che era fatto era fatto. Non si poteva tornare indietro. Ora c’era in ballo anche lui e gli avrei dato tutto il mio supporto. In fondo, c’ero già passata anche io con Hana. Già, Hana… Chissà se l’avrei rivista. L’ultima volta andava all’asilo, ma ora aveva già sette anni. Chissà se abitava lì a palazzo. Dopotutto era l’erede al trono.
Era talmente presa dai miei pensieri che non mi resi nemmeno conto che tutti si erano fermati, andando così a sbattere contro la schiena di Eufonia.
-Ehi!- dissi con tono alterato massaggiandomi il naso. Ma nessuno parve sentirmi. Lo sguardo di tutti era concentrato su un ragazzo fermo davanti l’ingresso della sala del trono.
Nel guardarlo non riuscii a trattenere un certo rossore. Non c’era che dire: davvero un bel ragazzo. I capelli erano castano chiaro, lunghi, legati dietro la nuca con una coda. Gli occhi erano di un marrone intenso, che in quel momento gli conferivano uno sguardo solenne. Indossava  un vestito viola e azzurro e un mantello come quello di Crystal, che fra l’altro somigliava parecchio a quello che la Regina ci consegnò quando diventammo per la seconda volta apprendiste.
-Diamond!- la voce di Crystal echeggiò nel corridoio e la vedemmo correre incontro al ragazzo.
-Com’è andata?- domandò lui sorridendole. Lei, in tutta risposta, si voltò a guardare Tetsuya, facendo un piccolo cenno con la testa. Diamond seguì il suo sguardo e lo posò prima su Tetsuya, poi sul bambino.
-Capisco…- concluse lui senza scomporsi. Poi spostò lo sguardo sulla Regina, che ricambiò e chiese:
-Dov’è Hana?
Nel sentire quelle parole, mi sentii mancare la terra sotto i piedi. Volevo urlare, chiedere dove fosse, ma la voce mi si era fermata in gola. Furono Melody, Sinfony, Lullaby e Bibì a parlare al posto mio, scattando in avanti circondando Sua Maestà ed esclamando rispettivamente:
- Hana è qui?
-Come sta?
-Possiamo vederla?
-La prego, Maestà!
Lei con tono dolce le, anzi, ci rassicurò.
-Non era certo mia intenzione proibirvi di incontrarla.
Poi si rivolse nuovamente al ragazzo, che allungò il braccio e mi indicò. Cosa? Ma che si era fumato quello? Io non sono Ha…
-Mamma…- una voce dietro di me mi fece sobbalzare. L’avrei riconosciuta fra mille. Gli occhi mi si riempirono di lacrime nel momento in cui mi voltai per guardarla. Era lì, davanti a me, con il suo vestito da strega bianco e giallo e i capelli legati nei due soliti codini.
-Hana… Bambina mia…- la voce mi tremava e le lacrime scendevano senza sosta sulle mie giance, rigandomi il volto. Non riuscivo a fermarle.
-Mamma… Regazze… Mi siete mancate tanto… Ora anche lei stava piangendo. Ma supposi che non fossimo le uniche, perché sentivo chiaramente i singhiozzi delle altre. Con uno slancio ci unimmo tutte in un grande abbraccio, rimanendo unite per qualche secondo, ma che parvero interminabili, sotto gli occhi inteneriti di tutti.
Ci volle ancora qualche minuto prima che riuscimmo tutte a fermare le lacrime. Presi la mano di Hana e, dopo esserci calmate tutte quante, entrammo finalmente nella sala del trono.
 
-E’ giunto il momento di svelarvi quanto accaduto nelle ultime ore- iniziò a spiegare con tono solenne la Regine. Era seduta sul trono, mentre Crystal e Diamond erano in piedi al suo fianco.
-Due giorni fa- continuò – mi è arrivata la notizia che la Rosa Blu, la pianta reale da cui sette anni fa è nata Hana, avrebbe dato alla luce un nuovo bambino. E’ molto raro che nasca una strega da quel fiore, potete quindi immaginare la mia sorpresa quando ho saputo che stava per darne alla luce un altro alla distanza di così pochi anni. Per questo motivo avevo deciso di affidare nuovamente a te, Doremi, le sue cure, e avevo chiesto a Malissa ed Eufonia di portare te e le tue amiche qui a palazzo. Ma a quanto pare, le cose non sono andate esattamente come avevo previsto…
A quelle parole Tetsuya, sentendosi evidentemente chiamato in causa, abbassò lo sguardo assumendo un’aria colpevole, pronto a spiegare il perché della sua presenza.
-Per caso ho ascoltato una conversazione fra Lullaby e Doremi. Non era mia intenzione farlo, ero tornato in classe per riprendere un quaderno che avevo dimenticato –si affrettò a dire- ma quando sono arrivato la porta era chiusa e ho sentito i loro discorsi. Parlavano di magia, del Maho, di Melody, Sinfony, Mindy e Bibì e che si stavano dando appuntamento a mezzanotte al vecchio negozio. Ero confuso e preoccupato, così le ho seguite.
-E dimmi- domandò con calma la Regina –Come hai fatto ad entrare nei giardini reali? Tutti gli ingressi sono sorvegliati.
Ci su un attimo di silenzio. Tetsuya sembrava in difficoltà e, in una frazione di secondo, mi sembrò che lui e Crystal si scambiassero un rapido sguardo. Ma non ne ero sicura, forse mi sbagliavo. Infatti, dopo aver fatto un respiro profondo, rispose.
-Io… Ho cercato un altro modo. C’era un buco nella siepe, così sono entrato da lì. Vi stavo cercando quando ho trovato quella rosa blu. Il resto potete immaginarlo.
Strinse a se il piccolo, poi tornò a rivolgersi alla Regina, questa volta con gli occhi carichi di tensione
-Ora cosa ci accadrà? A me e al bambino intendo. Prima avete detto che le leggi vanno rispettate. Cosa significa?
-Doremi- mi disse –vuoi spiegarglielo tu?
Annuii
-Devi sapere che da secoli nel mondo delle streghe vige una regola: chiunque assista alla nascita di una strega dovrà prendersene cura per un anno. Ed è quello che ora dovrai fare tu. Quel bambino adesso è sotto la tua protezione.
-Cosa!? Ma siete tutti matti!? Come faccio a prendermi cura di un neonato? E’ fuori discussione!
Guardandolo, fu come essere stati improvvisamente catapultati a sette anni prima. Non riuscii a trattenere un sorriso e quando mi guardò con aria confusa e shoccata, gli raccontai dell’esperienza di noi Ojamajo, di quando assistemmo alla nascita di Hana, delle difficoltà che avevamo dovuto affrontare nel prendercene cura e dell’incantesimo che a due anni aveva lanciato su se stessa.
-Aspetta, aspetta, frena! Fammi capire- disse Tetsuya –Vuoi dire che in quarta elementare hai assistito alla nascita di una str…
Non riuscì a finire la frase che Eufonia e Malissa gli erano già saltate addosso tappandogli la bocca con le mani.
-NON LO DIRE!- urlarono spaventate facendo svegliare il bambino. Ancora un po’ scosso, Tetsuya prese a cullare il piccolo per farlo calmare.
-Non pronunciare mai la parola strega, ragazzo, o ti troverai in guai peggiori di questi- gli disse Eufonia tirando poi un sospiro di solievo.
-Va bene, d’accordo, ma non urlate.-
Poi, quando il piccolo parve essersi calmato, Tetsuya riprese la parola.
-Dicevo. Se ho ben capito, hai assistito alla nascita di Hana e sei stata costretta a prendertene cura. Poi, quando eri in sesta elementare, a causa di un incantesimo, ha frequentato la nostra stessa scuola e ora quella Hana è qui davanti a me. Giusto?
Annuii
-E come hai fatto a prenderti cura di una… con i poteri magici?
Sapevo che sarebbe arrivato il momento. Ci misi un po’ prima di rispondere. Volevo scegliere le parole giuste.
-Beh- dissi –le cose si semplificano, se anche io sono in grado di utilizzare la magia.
Inutile dire che in quel momento la faccia di Tetsuya si tramutò un lenzuolo. Era letteralmente sbiancato. Io e le altre ci scambiammo sguardi di approvazione. Cavoli, spiegare una cosa del genere era più difficile di quanto pensassi.
Per fortuna che intervenne Eufonia, che raccontò di quando scoprii la sua identità trasformandola in raganella, del mio apprendistato e della successiva entrata in scena di Melody, Sinfony, Bibì, Lullaby e Mindy.
Finito quel rapido riassunto, Tetsuya era talmente sconvolto che si mise seduto per terra prima di finire con la faccia sul pavimento. Inutile negarlo, aveva avuto troppe sorprese quel giorno.
In quel momento entrò nella sala del trono MajoRin, che annunciò l’arrivo della dottoressa Maya. Così sua maestà prese il piccolo e lo portò alla strega per fargli fare una prima visita di accertamento. Rientrò nella sala del trono dopo una ventina di minuti.
-Il bambino è sano, nonostante ci siano ancora misteri circa il perché sia un maschietto. Nemmeno io so spiegarmelo, ma per il momento, direi che questo è il problema minore. E’ giunto il momento di affrontare un altro discorso.- disse rivolta a noi ragazzi. –Tetsuya, a causa di quanto accaduto, mi vedo costretta a conferirti i poteri di apprendista mago. Tuttavia, dovrai attendere qualche giorno, poiché desidero conferire con il re dei maghi per ottenere la tua tutela in quanto apprendista. Quanto a voi, Doremi, Melody, Sinfony, Lullaby, Bibì. Ve la sentite di aiutare il vostro amico tornando ad essere apprendiste streghe?
Avevo sentite bene? Avremmo riavuto i poteri? Non riuscivo a crederci, se era un sogno non volevo assolutamente svegliarmo.
-Certo!- esclamammo in coro, tutte al settimo cielo dalla gioia.
Sentendo la nostra approvazione, Crystal scese dalle scale e, con uno schiocco di dita di Diamond, fra le mani le apparve un vassoio con dentro cinque Jingle Flowers. A quanto pare avremmo avuto nuovamente la magia che utilizzavamo quando ci prendevamo cura di Hana.
-Finalmente! E’ una vita che aspetto questo momento!
Mi allontanai felice dal gruppo e premetti il pulsante al centro del Jungle Flower. Una luce si sprigionò dal magico oggetto, che ad ogni colpo che riceveva faceva apparire una parte del costume: guanti, scarpe, vestito e cappello. Ero pronta finalmente!
-Magi magia, Doremi!
Subito mi seguirono le altre che, dopo essere state anche loro avvolte da quella magica luce, fecero echeggiare nella stanza le loro voci.
-Magi magia, Melody!
Magi magia, Sinfony!
-Magi magia Lullaby!
-Magi magia, Bibì!
Entusiaste, ci ammirammo con indosso i costumi.
-Mamme, state tutte benissimo!- esclamò Hana correndo verso di noi.
-Wow, è la prima volta che indosso questo costume. Come mi sta?
-Benissimo Bibì- disse Lullaby facendole l’occhiolino e poggiando le mani sulle sue spalle.
-Molto bene, ora occupiamoci del negozio. MajoRin.
-La carrozza è già pronta, Maestà.
E così, capitanati da MajoRin e la Regina, con un Tetsuya ancora sconvolto, un bambino che ronfava fra le braccio della Regina e le nostre vecchie amiche Eufonia, Malissa e Lalà, io e le altre, Hana compresa, ci dirigemmo verso la carrozza, mentre Crystal e Diamond rimasero a palazzo.



***
Angolo dell'autrice
Per un pelo sono riuscita a pubblicare il capitolo in orario!
Allora, veniamo alle informazioni e curiosità su questo capitolo. Questa volta è stata Doremi a narrare e vi anticipo che anche nel prossimo sarà lei (è lio stesso discorso dei due capitoli precendenti: andavano assieme, ma poi sarebbe uscito un papiro).
Ora vi starete chiedendo: come mei hai scelto proprio questa trasformazione? Perchè non te ne sei inventata una? Risposta: questa è la mia preferita :p
Adoro la trasformazione con il Jingle Flower e il Pentamusichiere è in assoluto il mio scettro preferito. E poi richiamava molto la seconda serie, quindi la scelta non è stata dettata solo dai miei gusti.
Oh, in questo capitolo facciamo la conoscienza di Diamond, un altro misterioso personaggio. Chi sarà? Che legame ha con Crystal? Le mie labbra sono cucite. Per il momento lascio vagare la vostra fantasia. Più avanti svelerò qualcosa in più su di loro.

Come sempre vi ricordo la mia pagina FB dove pubblico informazioni sulla fanfiction e tanto altro https://www.facebook.com/AppassionatiDiAnime
Infine un ringraziamento particolare va a Vivians che ha aggiunto la mia storia tra le seguite. Grazie mille!
Aspetto le vostre recensioni!

-Crystal-

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Capitolo 9
*** Come sette anni prima ***



… COME SETTE ANNI PRIMA …
 
Sulla Terra erano ancora le due di notte quando la carrozza atterrò nel giardino del Maho. Il cielo era limpido e la luna splendeva alta nel cielo. Tutto era avvolto nel silenzio, tranne nel retro del piccolo negozio, dove ora vi erano radunate una dozzina di persone, fra cui anche la sottoscritta.
-Ragazze, sapete cosa fare. Da oggi anche Bibì parteciperà.- ci disse la Regina.
Annuimmo e ci disponemmo in circolo, poi battemmo due volte sul Jingle Flower e da lì ecco venir fuori il Pentamusichiere. Dovevo ammetterlo, fra tutti quelli che avevamo usato, quello era il mio preferito: mi piaceva la sua forma.
Caricammo lo scettro con una gemma del pentagramma e dopo che tutti e cinque ebbero brillato, capimmo di essere pronte.
-Magia della Musica crea l’armonia!- mi sollevai sulle punte dei piedi ed iniziai a girare su me stessa.
-Magia della Musica crea la melodia!
Melody mi seguì a ruota. Ora toccava a Sinfony
-Magia della Musica crea la sinfonia!
Era il turno di Lullaby
-Magia della Musica crea l’energia!
Ed infine ecco giunto il momento di Bibì
-Magia della Musica, ora risplenda!
I nostri pentamusichieri si unirono scontrandosi e quando intonammo in coro la frase –Che il cerchio magico si accenda!- da essi scaturì una luce che andò verso l’alto e prese la forma di una rosa, mentre l’ambiente circostante si riempiva di petali luminosi.
A quel punto la Regina si fece avanti, sollevò una mano al cielo e disse:
-Negozio di magia, trasformati!
Un lampo di luce fortissimo ci fece per un attimo dimenticare che fosse ancora notte fonda, poi tutto tornò normale. O quasi. Il negozio era esattamente come quello di sette anni fa: sull’insegna c’era di nuovo scritto Flower Garden Maho.
-Sembra di essere tornati indietro nel tempo- sussurrò Melody con un sorriso sulle labbra. Come sempre aveva la capacità di riassumere tutto in una frase. Sembrava davvero di essere tornati indietro nel tempo: il bambino, l’apertura nella siepe, la trasformazione, il negozio… Era esattamente tutto come sette anni prima.
La voce della Regina ci riportò bruscamente alla realtà. Sua Maestà consegnò il piccolo a Tetsuya (che fra parenesi aveva ancora la mascella a penzoloni dalla sorpresa) e con uno schiocco di dita di MajoRin, apparvero davanti a noi delle scatole di pannolini e latte in polvere.
-Questi vi basteranno fino all’arrivo di Dela. Prima di andare via, però, devo consegnarvi ancora una cosa…
E così dicendo schioccò le dita e sulle spalle di noi Ojamajo e di Tetsuya apparvero dei mantelli identici a quelli che avevamo visto indossare da Crystal e Diamond.
-Questi, come voi ragazza già sapete, è il mantello con lo Stemma Reale della mia casata. Indossatelo ogni volta che vorrete conferire con me.
-Una specie di lasciapassare?- domandò Tetsuya ammirando il suo mantello.
-Esattamente. Ora sarà meglio che vada. Sinfony… Credo sia meglio che ti accompagniamo noi a casa.- concluse la Regina avviandosi verso la carrozza.
Lei annuì e la seguì, ma poi si voltò verso di noi, con uno sguardo interrogativo.
-Hana, tu non torni nel Mondo delle Streghe?- chiese
Lei, in tutta risposta, sfoggiò un enorme sorriso
-No, resto qui. La Regina ha detto che posso restare per aiutare a prendermi cura del mio fratellino, a patto che continui ad esercitarmi con gli incantesimi.
La guardai raggiante. Poteva rimanere? Ma era una notizia assolutamente fantastica!
-Ho capito. Allora io vado.- poi si rivolse a noi Ojamajo –Ragazze, cercherò di raggiungervi e venirvi a dare una mano appena mi sarà possibile.
- Ci sentiamo al telefono per gli aggiornamenti
-Guarda che ci conto, è Doremi? Allora io vado. Ciao!
E così dicendo entrò anche lei nella carrozza che, sollevatasi da terra, sparì nel cielo, dirigendosi verso ovest.
Rimanemmo tutti qualche istante a guardare il punto in cui la carrozza era svanita alla nostra vista e istintivamente presi la mano di Hana, che era accanto a me. Ero così felice…
-Credo sia arrivato il momento anche per noi di andare. Domani c’è scuola.- ruppe ad un certo punto il silenzio Bibì
-Ehi, aspettate! Io come faccio con questo cosino qui? Non posso mica tornare a casa a notte fonda con un neonato in braccio!
-Di questo non devi preoccuparti Tetsuya- lo confortò Malissa –Il bambino dormirà qui con noi ed Hana.
-Che cosa!?- gridarono Hana ed Eufonia. Se non fosse stato per me, Bibì, Melody e Lullaby che ci lanciammo letteralmente su di loro per farle abbassare la voce, avrebbero svegliato tutto il quartiere.
-Io pensavo di dormire a casa con la mamma!- si lamentò Hana con un tono di voce fortunatamente più basso
-Ed io non voglio mocciosi nel negozio. Tu non c’eri Malissa, ma l’ultima volta che qui ha dormito un neonato, abbiamo passato la notte in bianco perché Hana piangeva di continuo.
-Davvero?-domandò la bambina incuriosita
-Già. Quando la mattina arrivammo a negozio, tu ti eri appena addormentata- le raccontò Melody ridacchiando.
-Ecco appunto. Non voglio mocciosi. No. Toglitelo dalla testa!
-Ora smettila, se ti comporti così la bambina ora sembri tu- la rimproverò Lalà
-E tu da che parte stai?
-Si può sapere cos’è tutta questa confusione?- chiese improvvisamente una voce che non riconobbi subito, o almeno finché una fatina dai capelli azzurri e la carnagione scura non spuntò davanti a noi.
- Hehe! Ma dove sei stata?- le domandò Malissa
-Oh, a fare un giro. Non mi andava di venire a palazzo. Che è successo?
-Te lo spiego dopo- disse Lalà sospirando, mentre Malissa prendeva dalle braccia di Tetsuya il piccolo e spariva assieme alle fatine e ad una Eufonia (trasportata di peso dalle due) all’interno del negozio.
Subito dopo volarono via anche Melody e Lulaby, dandoci appuntamento il pomeriggio successivo.
-Mamma, posso venire con te?- mi chiese a quel punto Hana. La guardai dolcemente e le dissi:
-Sai già la risposta, Hana. Ormai sei grande, dovresti capirlo che non puoi piombare a casa così improvvisamente. Devi rimanere qui ed occuparti del tuo fratellino. Sei una sorella maggiore adesso.
A quelle parole si illuminò.
-Hai ragione! Allora vado anche io e mi prenderò cura del mio fratellino. Sta’ tranquilla, se ne occuperà Hana! –esclamò assumendo una posizione da superiore, chiudendo gli occhi e picchiando il pugno sul petto. Poi ci diede la buonanotte e si precipitò dentro il Maho.
Però… Era stato facile. Probabilmente qualche anno prima si sarebbe messa a strillare fino a quando non avrei ceduto. In quegli anni era davvero cresciuta. Ero così fiera di lei.
-E’ arrivato il momento di andare anche per noi.- disse Bibì –Senti Kotake, credo sia meglio che ti accompagni una di noi.
-Ehi! Non sono mica un bambino! Posso tornare a casa da solo
-Smettila di frignare.- intervenii –Bibì ha ragione: oltre a fare prima possiamo anche intervenire con la magia nel caso ce ne sia bisogno.
E così feci facemmo entrambe comparire le nostre scope, guadagnandoci però uno sguardo misto di paura e stupore negli occhi di Tetsuya
-Aspetta un attimo. Non vorrai farmi salire su quella cosa, spero…
Io e Bibì ci lanciammo uno sguardo divertito e annuimmo
-Non se ne parla, scordatevelo. Io su quella cosa non ci salgo.
-Ma non mi dire… Il grande Tetsuya che ha paura di volare? Questo si che è divertente- ridacchiai
-Non lo è affatto, invece!
-Senti, se dovrai diventare un mago dovrai imparare a volare su una scopa. Quindi smettila di frignare.
-Doremi ha ragione. Beh, allora io vado- disse sollevandosi in aria –A proposito, sono ancora giovane per diventare zia, quindi vedete di non approfittarvene solo perché siete da soli. Ci vediamo!
-Cosa… Ehi Bibì! Torna subito qui, sorella antipatica!
Ma era troppo lontana e la mia voce non riusciva a raggiungerla, anche se sospetto mi stesse ignorando di proposito.
Dannata sorellina, questa me l’avrebbe pagata.
Cercai di ignorare la situazione imbarazzante che si era venuta a creare con quello che aveva detto Bibì e dopo un’altra lunga discussione con Tetsuya, riuscii finalmente a convincerlo e volammo finalmente via.
-Ehi, vedi di tenere le mani a posto, chiaro?
-Tranquilla Dojimi, non è nelle mie priorità toccarti il seno. In questo momento sono più occupato a cercare di non cadere.
-E non chiamarmi Dojimi!
Uffa, che antipatico. Però quella situazione era davvero imbarazzante e allo stesso tempo divertente: Tetsuya si teneva stretto alla mia vita per paura di perdere l’equilibrio e sentivo chiaramente il suo respiro dietro il collo. Ok, rettifico: era totalmente imbarazzante e per niente divertente. Per fortuna ero di spalle, altrimenti non so se sarei riuscita a nascondere il rossore delle guance.
-Certo che non riesco ancora a crederci.- cercò di attaccare bottone lui –Tu e le altre siete delle str… Posso dirlo ora?
-Io e le ragazze siamo apprendiste, quindi su di noi la maledizione non ha effetto.
-Quale maledizione?
-Quella che secoli fa l’ex regina scagliò su tutte le streghe: se un essere umano avesse scoperto la loro vera identità pronunciando la parola strega riferita nei loro confronti, queste si sarebbero trasformate in ranocchie. E’ quello che è successo ad Eufonia otto anni fa.
-E il motivo per cui tu e le altre siete diventate apprendiste, giusto?
-Esatto.
-Credo di aver capito ora.
Pochi secondi dopo atterrammo sul davanzale della stanza di Tetsuya e subito dopo ripresi il volo, diretta a casa mia, dove c’era un bel letto comodo che mi attendeva. Avevo proprio bisogno di una bella dormita.



***
Angolo dell'autrice
Scusate il lieve ritardo! Non sono riuscita ad inserire il capitolo prima.
Allora, direi che in questo episodio non succede nulla di particolare, ma ci tenevo a scrivere un qualcosa di comico.
Per quanto riguarda le spiegazioni, direi che ce n'è solo una da fare e riguarda la fatina di Malissa. Probabilmente avevo notato che ho utilizzato il suo nome originale e non quello della traduzione italiana. L'ho fatto per un semplice gusto "estetico": diciamocelo, non è che Piccolina sia un gran bel nome xD

Ringrazio come sempre tutti coloro che recensiscono e leggono le mia storia e questa volta un grazie speciale a dandelion17 e Rainbow_Twily19 per aver aggiunto la mia storia alle seguite. Grazie mille!

Vi ricordo infine la mia pagina Facebook, dove pubblico, oltre a tante notizie, curiosità e immagini su anime e manga, anche le anteprime dei capitoli e alcne informazioni sulla storia e i personaggi. https://www.facebook.com/AppassionatiDiAnime

-Crystal-

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Capitolo 10
*** Un fardello condiviso ***




… UN FARDELLO CONDIVISO …
 

Dopo che avemmo riaccompagnato Sinfony ad Osaka, MajoRin fece rotta verso il Mondo delle Streghe.
Nonostante le cose sembrassero essersi chiarite, c’era qualcosa che ancora non mi tornava. Non riguardava la nascita del piccolo, quello per ora era un mistero per tutti. No, la cosa che aveva attirato la mia attenzione era qualcos’altro, qualcosa che riguardava il racconto di quel ragazzo. Ci avrei scommesso il trono: quei due c’entravano qualcosa.
In effetti avrei dovuto immaginarlo fin dall’inizio che il loro arrivo qui non era casuale.
Appena arrivammo a palazzo, mi diressi verso la biblioteca. Solitamente era lì che andavano a parlare. In caso contrario sarei dovuta andare a cercarli sul tetto della torre più alta del castello, ma siccome non li avevo visti quando eravamo passate lì sopra con la carrozza, potevano essere solo in biblioteca.
E difatti non mi sbagliai. Li trovai seduti ad un tavolo a consultare un vecchio libro. Quando mi videro arrivare, si alzarono e fecero un piccolo inchino.
-Crystal, Diamond. Vorrei parlarvi.
I due si scambiarono un’occhiata e annuirono. Probabilmente avevano intuito che avrei notato quel particolare e che sarei andata a chiedere spiegazioni.
Presi posto davanti a loro e mi sedetti, facendo loro cenno di fare lo stesso.
-Immagino sappiate quali sono le domande che voglio porvi. C’è qualcosa nel racconto di Tetsuya Kotake che non mi convince. Ha detto di essere entrato attraverso la siepe che circonda il giardino, ma ciò è impossibile. Non ci sono buchi nella siepe ed essendo stregata vi si può creare un varco solo con la magia. Una magia, che poi, deve essere di un livello paragonabile al mio. E’ stato realizzato così appositamente per evitare che qualcuno si infiltri dall’esterno. Sei stata tu, vero Crystal? Sapevi che c’era anche lui fin dall’inizio, non è vero?
-In realtà non è andata esattamente così- disse lei sulla difensiva, mettendosi dritta con la schiena prendendo a fissare il tavolo –Il fatto che lui abbia seguito Doremi e le altre in questo mondo non è stata opera mia. Non avevamo idea che sarebbe venuto anche lui. Mi sono accorta della presenza di un estraneo nel momento in cui ha varcato la soglia per entrare nel Mondo delle Streghe, ma ho capito chi fosse solo quando ci siamo uniti al gruppo.
-Ma l’hai comunque condotto alla Rosa Blu.
-Anche questo non è propriamente corretto. E’ vero, sono stata io ad aprire un varco nella siepe, ma la scelta di oltrepassarlo è stata sua, come anche per la direzione da prendere una volta entrato. Avrebbe potuto benissimo prendere un altro sentiero. Io mi sono limitata ad aprirgli un passaggio, è stato lui, il suo istinto, a condurlo alla Rosa Blu.
La guardai stupita. Non mi aspettavo una risposta del genere ed ora non avevo più nulla da obbiettare a riguardo. Ma nonostante tutto avevo ancora una pulce nell’orecchio da togliere.
-E riguardo al bambino?-chiesi
-Ne sappiamo più o meno quanto voi- prese parola Diamond –Per quanto vi possa sembrare strano, noi non c’entriamo proprio niente in questa storia e no, non abbiamo idea né del perché sia un maschio, né del perché la Rosa abbia dato alla luce un altro bambino così presto.
-Capisco… Immagino che però la vostra presenza qui sia dovuta proprio a lui. Cosa avete intenzione di fare?
I due si scambiarono un’occhiata
-Per il momento niente- rispose il ragazzo –Anche se ormai è chiaro che non abbiamo interpretato bene la sensazione di allerta che ho avvertito qualche giorno fa. Molto probabilmente era dovuta alla nascita del bambino, di cui ignoravamo l’arrivo, e non all’intromissione di… di… quell’essere- concluse con un tono carico di disgusto -Fortunatamente, sembra che lui non c'entri niente e che addirittura non abbia ancora mai messo piede qui.
-Ma non ne siamo sicuri, e nessuna delle due cose esclude l’altra. Per questo continueremo a tenere sotto controllo la situazione. E’ nostro dovere intervenire nel caso le cose prendano una brutta piega.- concluse Crystal stringendo le mani a pugno sul tavolo e assumendo uno sguardo serio. Diamond la guardò comprensivo e poggiò la mano sulla sua.
Li guardai intenerita e ammirata. Così giovani e già così pieni di responsabilità. Non bastava tutto quello che avevano già passato. Ma purtroppo non potevo fare gran che per loro: quello che portavano era un fardello che avevano fin dalla nascita. Quello era il loro destino. Né il mio, né di nessun altro. Non potevo aiutarli nel loro difficile compito, ma forse qualcosa di utile potevo fare. O per lo meno per ciò che riguardava la situazione in cui ci trovavamo.
-Andate a casa- dissi facendoli sgranare gli occhi –Avrete molte cose da fare e siete pur sempre dei ragazzi, avete il diritto di divertirvi come fanno i vostri coetanei.
-Ma…
-Niente ma, Crystal. Ci penserò io qui.
Si scambiarono un’occhiata dubbiosa. Non si aspettavano una proposta del genere.
-Andate- insistei –Vi terrò costantemente aggiornati sui prossimi sviluppi.
Dopo qualche minuto per riflettere, i due accettarono la mia proposta con un sorriso raggiante in volto che mi fece davvero felice: ero contenta di poter essere loro di aiuto.
Mi alzai e feci per lasciare la biblioteca Avevo un importante questione da discutere con un certo Re. Ma a metà strada venni fermata dalla voce di Diamond.
-Yuki!
Mi voltai senza riuscire a trattenere un sorriso che però rimase celato ai loro occhi grazie al velo che mi copriva il volto. Da quando avevo lasciato il mondo degli esseri umani, nessuno mi chiamava più per nome. Nessuno tranne loro. E dovevo ammettere che la cosa non è che mi dispiacesse…
-Ecco… Potreste mantenere segreto con il Re dei Maghi la nostra presenza? Meno persone sanno di noi, meglio è.
-State tranquilli, non dirò niente.
E così dicendo mi voltai, lasciando definitivamente la stanza e udendo alle mie spalle la loro voce che, risuondo attraverso gli scaffali colmi di libri, intonava un caloroso
-Grazie

 
 
* * *

Angolo dell’autrice
Sono riuscita  pubblicare al volo. Vado di fretta, prima che mio padre stacchi internet, quindi mi limito a ringraziare di tutto cuore Cure_Luffy per aver recensito e inserito la mia storia tra le seguite; fria per aver recensito lo scorso capitolo; e soprattutto Majo_KiaChan _, non solo perché continua a seguirmi e a recensire tutte le settimane, ma anche e soprattutto perché grazie a un suo commento ho avuto un’illuminazione per risolvere un problema era sorto scrivendo la storia e di cui mi stavo scervellando da un paio di mesi (più avanti scoprirete quale).
 
Mi spiace non poter dire altro, ma vado di corsa >_<
Aspetto le vostre recensioni!
 
-Crystal-

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Capitolo 11
*** Haru ***




… HARU …
 

Che noia… Eufonia, Lalà, Malissa e Hehe dormivano perché il mio fratellino le aveva tenute sveglie tutta la notte; lui dormiva beato nella sua culla;  mentre la mamma, Tetsuya e le altre erano ancora a scuola. Che noia, non potevo fare niente!
Stufa mi tirai su dal letto dove ero sdraiata e mi misi seduta. Mi ero svegliata tardi, avevo letto un po’ il libro di incantesimi che mi ero portata, avevo disegnato e poi mi ero buttata sul letto a non far niente.
Bastaaa!! Si moriva di noia!
Decisi di scendere e andare a vedere se potevo fare qualcosa in negozio.
In effetti non è che avessi molta scelta. Piante non ce n’erano, semi da piantare nemmeno, giardino da sistemare neanche… Decisi di dare una pulita. Non che sprizzassi gioia da tutti i pori all’idea, ma almeno facevo qualcosa. Andai a prendere un secchio pieno d’acqua, una spugna ed iniziai dai ripiani all’ingresso. Solo quando raggiunsi il bancone mi resi conto di una cosa. C’era una scatola. Una scatola grande. La guardai incuriosita. Che strano, non ricordavo fosse lì anche ieri…
Provai a darle un’occhiata più da vicino e notai che sopra c’era una lettera. Era per me.
 

Ciao Hana,
dormito bene? Spero di si. Ieri, quando tu, la Regina e le altre ve ne siete andate, ho notato che avevi lasciato nella tua stanza tutte le tue cose e così ho pensato di portartele. Volevo dartela di persona, ma quando questa mattina sono venuto dormivate tutti. Il piccolo vi ha tenute sveglie, vero? Immagino di si, ecco perché ho deciso di lasciarvi riposare e lasciare lo scatolone qui.
Sai, oggi io e Crystal torniamo a casa. Abbiamo molte cose da fare e Sua Maestà ha promesso di tenerci informati su come vanno le cose lì. Appena sarà possibile torneremo lì, te lo prometto.
Mi raccomando, fai la brava sorella maggiore. So che lo sarai.
Un abbraccio.
 
Diamond

 

Strinsi la lettera un po’ triste e un po’ felice. Se ne andava di già, che peccato. Però mi aveva scritto. Aveva una così bella calligrafia…
Mi ero affezionata a Diamond. L’avevo conosciuto da poco, il giorno che seppi che avrei avuto un fratellino, ma mi era stato subito simpatico. Mi aveva fatto compagnia in quei giorni, raccontandomi storie sul mondo della magia.
Su di lui non è che sapessi un gran che. Avevo scoperto che aveva 18 anni e che aveva una sorella, ma niente di più. Non era molto come informazioni, ma mi bastava, perché sapevo che era buono, gentile, riflessivo e bello. Proprio come un vero principe. L’unica cosa che non mi andava proprio giù era che stava sempre assieme a Crystal. Quando il giorno prima, mentre lei era andata con Eufonia  a prendere Sinfony, mi ero fatta coraggio e gli avevo chiesto che rapporto c’era fra loro. Lui però si era messo a ridere, facendomi diventare rossa come i capelli della mamma. Poi però mi aveva risposto, anche se in maniera un po’ vaga.
-E’ una persona speciale.- aveva detto.
-Speciale quanto?
-Tanto principessina. Tanto.
-La ami?- provai a chiedere. Ero ancora più imbarazzata di prima, ma volevo sapere cos’era lei per lui. Diamond mi aveva guardato con aria dolce e allo stesso tempo divertita.
-Prova a scoprirlo, ti và? Se ci riuscirai ti svelerò un segreto. Che ne dici?
-Va bene, ma devi promettermi che lo farai! Promesso?
-Promesso.
Da quella volta, però, non è che avessi fatto grandi passi avanti. Anzi, diciamo che non avevo scoperto niente di nuovo.
In quel momento sentii il rumore della porta d’ingresso e velocemente nascosi la lettera in tasca.
-Mamma!- gridai correndo ad abbracciarla. Era arrivata assieme a Tetsuya ed entrambi indossavano la divisa scolastica.
-Come mai ci avete messo tanto? Dovevate essere qui già un’ora fa!
-Scusa Hana, siamo dovuti passare a casa di Tetsuya.
-E perché?- domandai sciogliendo l’abbraccio e facendoli entrare.
-Dovevamo convincerli a lasciarlo lavorare qui e soprattutto che sarebbe stato in grado di prendersi cura di un neonato.
-E com’è andata?
-C’è voluto un po’ ma alla fine anno acconsentito.- disse lui alzando il pollice in segno di vittoria.
-Le altre?- chiese la mamma guardandosi attorno -Non sono ancora arrivate?
Non feci in tempo a rispondere che la porta d’ingresso si aprì di nuovo, lasciando entrare Melody e Lullaby, che portavano un pacchetto in mano.
-Eccoci!-annunciò Lullaby entrando e posando il pacco su in tavolo al centro della stanza.
-Finalmente! Credevamo di trovarvi già qui.- disse la mamma avvicinandosi al tavolo e sedendosi su una sedia.
-Abbiamo fatto una piccola deviazione.- spiegò Melody avvicinandosi a Lullaby che nel frattempo stava scartando il pacchetto.
-Che cos’è?- chiesi incuriosita.
-Bignè alla crema. Li ho presi alla pasticceria vicino l’ufficio postale. Sono i migliori della città.- rispose togliendo definitivamente la carta da un vassoio colmo di pasticcini.
-Che buoni!- esclamò Tetsuya afferrandone subito uno e iniziando a mangiarlo.
-Che ingordo.- lo prese in giro la mamma che però non riuscì a resistere alla tentazione e ne afferrò uno anche lei.
-A proposito. Dov’è il piccolo?- domandò Melody dando un morso a un bignè.
-Nella serra. Ha pianto fino all’alba. Lalà e le altre sono andate a dormire subito dopo. Erano distrutte.- dissi accompagnandole all’albero della vita. All’improvviso, però, la calma venne rotta da un pianto disperato.
-Oh no… Non di nuovo!- esclamai esasperata. Dovevo essere io quella che piangeva, non lui che non aveva fatto altro che dormire fino ad ora!
In un lampo fummo tutti nella serra e Tetsuya (dopo aver messo in bocca ed ingoiato il suo dolce senza miracolosamente farselo andare di traverso) prese subito il mio fratellino in braccio, iniziando a cullarlo. Poi accadde tutto molto velocemente. Appena il mio fratellino si accorse di essere fra le braccia di Tetsuya si calmò subito e si limitò lamentarsi in maniera molto meno fastidiosa di prima. Senza strillare e piangere disperatamente, insomma.
-Come hai fatto?- domandai con gli occhi spalancati. Quella notte, prima di arrendermi e andare a dormire, avevo provato anche io a calmarlo prendendolo in braccio, ma ero solo riuscita a farlo urlare di più.
-Credete cha abbia fame?-chiese lui ignorando la mia domanda.
-Fa vedere…- disse la mamma avvicinandosi. La vidi mettere un dito davanti la bicca del piccolo e lui iniziò a succhiarlo, ma quando vide che non succedeva niente si rimise a piangere.
-Si, ha fame.
-Ci penso io.- intervenne Lullaby, dirigendosi poi in cucina e tornando qualche minuto dopo con un biberon bello pieno.
Tetsuya lo prese e si sedette su una sedia.
-Stai attento che dove il piccolo beve sia sempre coperto di latte o ingerirà solo aria. E guardalo negli occhi quando lo fai mangiare, lo farà sentire al sicuro. A preparare il biberon te lo insegneremo dopo.- gli spiegò calma Melody.
-Perché non avete usato la magia per preparare il latte?- chiesi
-E’ una cosa che abbiamo deciso quando ci prendevamo cura di te. Facendo tutto senza magia è come se trasmettessi al piccolo i tuoi sentimenti e poi prepari tutto esattamente come deve essere: il biberon sterilizzato, la temperatura del latte… Tu e Tetsuya lo imparerete presto, fidati.- spiegò la mamma sedendosi su un ramo del grande albero.
-A proposito, Doremi. Come mai Bibì non c’è?- chiese Lullaby poggiandosi con la schiena al ramo dov’era la mamma.
-Aveva un incontro con i membri del club di musica. Piuttosto, non credete sia ora di dargli un nome? Al piccolo intendo.
In effetti aveva ragione. Non potevamo continuare a chiamarlo “il bambino”, “il piccolo” o, per quanto mi riguarda, “il mio fratellino”.
-Che ne dite di Gabriel?- propose Melody.
-Bleah! Non mi piace!- dissi schifata, facendoli ridere.
-Kiyoshi?- propose Lullaby, ricevendo però uno sguardo non molto convinto da parte mia e della mamma.
-Ecco… Io un nome ce lo avrei in mente.- disse Tetsuya arrossendo leggermente, senza però staccare gli occhi dal mio fratellino che stava ancora mangiando.
-E cioè?- chiesi.
-Haru. Pensavo di chiamarlo Haru.
-Haru?
-Che c’è, non ti piace Dojimi? Hai un’idea migliore?
-Non è questo… E non chiamarmi Dojimi!
-Io trovo sia un bellissimo nome.- intervenne Lullaby cercando di calmare gli animi.
-Concordo. E poi è anche azzeccato, considerando il nome di sua sorella.- disse Melody sorridendomi.
-Infatti! E’ per questo che prima mi sono stupita! Al contrario di come pensava una certa persona, il nome Haru mi piace molto.- concluse la mamma guardando storto Tetsuya, che ora aveva messo su una faccia scocciata.
-Io però non capisco che c’entra il mio nome. Me lo spiegate?- chiesi.
-Prova a pensarci- mi incoraggiò Melody.
La facevano facile loro.
Chiusi gli occhi e incrociai le braccia al petto.
Hana e Haru.
Cosa poteva essere? In hiragana il primo ideogramma era lo stesso, ma non credevo che c’entrasse qualcosa.
Hana… Haru… Hana… Haru…
Poi improvvisamente capii.
-Ci sei arrivata?- mi chiese Lullaby.
-Si, ho capito! Mi piace. E’ deciso, da oggi il nome del mio fratellino sarà Haru!
 

 
 
***
 
Angolo dell’autrice.

Sono in ritardo di ben otto giorni. Scusatemi, ma mi era venuta l’illuminazione su una brave storia da inserire nella sezione Harry Potter e ho preferito pubblicare subito quella (se vi interessa, è una storia di solo due capitoli incentrata su Remus Lupin ed è questa ---> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2799512)
Allora, prima di tutto fatemi spiegare, per chi non lo sapesse, il collegamento che c’è fra i nomi dei due fratellini. In giapponese Hana ( 花 ) significa fiore, mentre Haru ( はる l’ho critto in hiragana perché non conosco il kanji) significa primavera.
Avevo pensato (o aveva pensato Tetsuya, come preferite :p) di dare al piccolo un nome che fosse collegato a quello della sorella. Siccome quando ho ideato la trama avevo appena studiato le stagioni, le settimane, i mesi (e roba simile) a giapponese, mi sono detta: perché non Haru?
In fondo, la primavera è la stagione dei fiori e Haru è arrivato catapultandoli tutti indietro nel tempo, a quando era nata Hana. Mi è sembrato un nome non solo azzeccato, ma anche carino :3
Piccolo commento su questo capitolo… Ebbene si, pare che Hana abbia una piccola cotta per Diamond. Sinceramente questa è una di quelle cose che all’inizio non avevo calcolato, ma che mi è venuta automatica senza che me ne accorgessi.
Questa settimana, poi, voglio ringraziare RoSa9100 per aver aggiunto questa storia alle preferite, lilastra01, che ha appena iniziato a seguire la storia lasciando le sue due prime recensioni e ovviamente tutti voi che continuate a leggere, seguirmi e recensire. Non vi ringrazierò mai abbastanza :*
Adesso però basta, o scrivo più qui che nel capitolo.
 
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Al prossimo capitolo!
 
-Crystal-

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Capitolo 12
*** Finalmente apprendista ***




… Finalmente apprendista …
 

-Eufonia, dove li metto i tulipani?
-Qui, a destra dell’ingresso. E ricordati di dividerli per colore, Melody!
-Bibì, mi serve una mano con i bonsai, puoi venire?
-Lullaby, mi spieghi come funziona questo registratore di cassa?
-Lalà, hai visto la mamma?
 
Non c’era che dire, nelle ultime ore nel negozio era scoppiato un vero e proprio putiferio. Dela era arrivata due giorni prima a portare la merce e tutto il necessario per Haru. Come sempre il suo arrivo era stato annunciato da una canzone ed era uscita fuori da un cassetto. Il povero Tetsuya si era così spaventato che gli era andato di traverso il succo d’uva che stava bevendo.
-Ma voi streghe non usate la porta!?- aveva esclamato tra un colpo di tosse e l’altro.
Comunque, alla fine era andato tutto bene. Il prezzo che ci aveva fatto non era poi così esorbitante, ma a Eufonia e Malissa era preso un colpo lo stesso e così era toccato a me trattare.
A volte mi chiedo come abbia fatto a diventare la fatina di Eufonia… Insomma, siamo completamente diverse, non come Hehe e Malissa.
Comunque non è che potessi farci molto. Ormai erano tanti anni che la conoscevo e le volevo bene così com’era.
 
-Lalà?... Ci sei?
-Oh, scusa Hana. Cosa stavi dicendo?
-Hai visto la mamma?
-Certo, è in giardino con Bibì.
-Grazie!- esclamò dirigendosi fuori saltellando.
Diedi uno sguardo al negozio. Direi che avevamo fatto abbastanza in fretta. Il negozio era stato pulito dalle ragazze prima dell’arrivo di Dela, perciò bisognava solo sistemare la merce, il giardino e fare un po’ di pubblicità.
Avevamo fatto molto più in fretta rispetto all’altra volta, quindi avevamo calcolato di inaugurare il successivo finesettimana. Beh, mi sarei stupita del contrario. In fondo, nonostante l’assenza di Sinfony e Mindy, ora c’erano Malissa, Hehe, Hana e Tetsuya ad aiutarci.
Eh, già. Tetsuya. Era stato un grosso colpo trovarselo davanti nel Mondo delle Streghe e ancora di più scoprire che sarebbe stato dei nostri. Non lo conoscevo ancora più di tanto, ma mi era sembrato un ragazzo in gamba. Poi, l’arrivo di Dela aveva portato novità anche per lui.
Dopo aver discusso sulla merce da acquistare, si era rivolta a lui dicendo che la Regina aveva parlato con il Re dei Maghi, ottenendo la sua approvazione.
La strega gli aveva poi consegnato il Jingle Set e gli aveva spiegato che, durante il suo apprendistato, avrebbe dovuto sostenere 9 esami, proprio come quelli che sostengono le apprendiste streghe, ma che ogni volta ci sarebbe stato un mago ad assistere alla sua prova.
Per il momento, Tetsuya non aveva ancora fatto una magia. Anzi, a dirla tutta non si era mai nemmeno trasformato. Continuava a rimandare o a cambiare argomento, dando la precedenza alla sistemazione del negozio.
Lo fissai pensierosa. Aveva appena finito di passare la scopa e ora aveva tirato fuori dalla tasca il Jingle Set, rigirandoselo fra le mani.
Chissà perché rimandava sempre il momento in cui l’avrebbe utilizzato.
Stavo volando verso di lui per chiederglielo apertamente, quando un pianto attirò l’attenzione di tutti.
-Vado io!- gridò Tetsuya dirigendosi di corsa verso la serra e lasciando cadere la scopa per terra.
Quel ragazzo si stava comportando davvero da bravo papà: appena Haru si lamentava di qualcosa, lui era il primo a correre da lui. Per questo non lo seguii. Sapevo che se la sarebbe cavata benissimo anche da solo e difatti il pianto cessò quasi subito.
-Era Haru?- chiese Doremi rientrando in negozio assieme a Bibì e Hana.
-Si, ma si è calmato appena è andato Tetsuya.- le risposi.
-Quel ragazzo è fantastico, dovrebbe tenerselo lui la notte. Almeno noi potremmo dormire un po’.
-Ma che dici! Lo sai bene che non è possibile, Eufonia.
Tornammo tutti a lavoro. Ormai avevamo davvero quasi finito, mancavano solo gli ultimi ritocchi, quando improvvisamente…
-DOREMIIII!
-Che succede adesso?- chiese Hehe con aria decisamente scocciata.
-E’ Tetsuya- disse Melody guardando il corridoio che conduceva alla serra.
-DOREMIII! AIUTO!!
Doveva essere successo qualcosa, le urla erano sempre più forti.
-Vado a vedere, voi restate qui.- esclamò Doremi correndo nella direzione da cui provenivano le grida.
Ma non la ascoltammo. Non tutti almeno: io, Bibì e Lullaby la seguimmo.
Quando arrivammo nella serra trovammo Tetsuya a terra che guardava con occhi impauriti verso Haru che, adagiato sul fasciatoio accanto all’Albero della Vita, era senza pannolino e stava…
Come dire…
Allagando tutto. Quel bambino doveva aver trattenuto la pipì molto a lungo, perché quel… (chiamiamolo getto) non accennava a fermarsi. Sembrava una fontanella. Il povero Tetsuya si voltò verso di noi e solo allora notai che Haru doveva averlo colpito in pieno, considerato che aveva la divisa bagnata.
A quel punto nessuna di noi riuscì più a resistere e scoppiammo tutte a ridere, coinvolgendo poi il piccolo Haru.
-E’ stata la cosa più spassosa che io abbia mai visto.- disse dopo un po’ Doremi scossa ancora da risolini. Non riusciva a smettere di ridere.
-Non è divertente!- esclamò Tetsuya tirandosi su e diventando tutto rosso in viso, anche se non saprei dire se per la rabbia o la vergogna.
-Oh, lo è…- ridacchiò Lullaby avvicinandosi assieme a Bibì ad Haru.
-Va bene che non te lo abbiamo detto, ma credevo fosse ovvio che il pannolino va cambiato dopo che il bambino ha fatto i suoi bisogni.
-Spiritosa. Avrei voluto vedere te la prima volta che hai cambiato Hana.- ghignò lui dando le spalle a Doremi e avvicinandosi a Lullaby che nel frattempo stava cambiando Haru.
-Lei non ha mai fatto la pipì in quel modo.
-Si, ma la prima volta che l’hai presa in braccio se l’è fatta addosso bagnandoti ben due volte le mani e il costume da apprendista.- precisò Bibì con nonchalance facendo irrigidire Doremi dall’imbarazzo e regalando un’espressione soddisfatta a Tetsuya.
-Ecco fatto!- li interruppe Lullaby prendendo in braccio il piccolo finalmente pulito e profumato.
-Ora occupiamoci dei pavimenti e dei tuoi vestiti, Kotake.- continuò Bibì osservando il pavimento tutto bagnato.
A quelle parole mi illuminai. Era l’occasione perfetta per fargli la fatidica domanda e scoprire cosa c’era che non andava.
-Perché non provi a pulire con la magia?- gli proposi rimanendo a mezz’aria davanti a lui.
Lo vidi assumere improvvisamente un’aria spaventata e, probabilmente capendo quello che avevo in mente, anche le altre mi diedero man forte.
Lui cercò di sviare l’argomento ed andarsene, ma riuscimmo a trattenerlo. Così mi parai davanti a lui. Ora mi avrebbe detto cosa c’era che non andava, a costo di tirargli fuori le parole con la forza.
-Senti Tetsuya, vuoi dirmi perché non vuoi provare? Prima o poi dovrai deciderti a fare qualche magia, o non passerai mai gli esami di apprendistato.
-Lalà ha ragione. Perché non vuoi trasformarti?- aggiunse Doremi e appoggiate da Lullaby (che teneva ancora in braccio Haru) e Bibì lo circondammo. Oramai era con le spalle al muro.
-Beh ecco… Io…- provò a spiegarsi senza però riuscire a tirar fuori una sola frase di senso compiuto.
-Avanti Tetsuya, spara.- lo incitò Lullaby.
Ma il vero colpo di grazie venne da Bibì, che appena disse –Non dirmi che hai paura.- il ragazzo finalmente reagì.
Scattò in piedi e rispose:
-Paura? Certo che no!
-E allora cosa c’è che non va?- chiesi nuovamente io.
Lui si fermò un attimo a riflettere e pian piano il colore del suo viso cambiò, passando dal bianco latte al rosso vivo.
-E va bene, avete vinto! Ma prima voglio sapere una cosa.
Acconsentimmo annuendo silenziosamente e lui tirò fuori dalla tasca l’oggetto della trasformazione.
-Questo coso… Il Setting Jil…
-Jingle Set- lo corressi.
-Quello che è. Comunque, ho notato che è diverso dal vostro. Voi sapete perché?
-Il Jingle Set è l’oggetto che le apprendiste streghe utilizzano per trasformarsi e quindi indossare la divisa da apprendiste. Il Jingle Flower, che invece è quello che hanno le ragazze, lo ottengono solo le apprendiste che hanno passato i nove esami, ma che nonostante tutto non sono ancora riconosciute come vere e proprie streghe.- spiegai.
-Quindi anche voi l’avete utilizzato?
-Si, certo.- annuì Doremi.
-E lo usano solo le streghe.
-Le apprendiste streghe, esatto.
-Come temevo…- sussurrò rigirandosi il Jingle Set tra le mani. Aveva parlato con un tono un po’ particolare. Quasi come se fosse timoroso o imbarazzato di quello che sarebbe successo. Rimanemmo in silenzio per qualche secondo, ma poi Doremi sobbalzò improvvisamente.
-Non dirmi che tu hai paura…- a quelle parole Tetsuya abbassò lo sguardo imbarazzatissimo, mentre lei scoppiò improvvisamente a ridere.
Io, Bibì e Lullaby ci scambiammo uno sguardo interrogativo. Sapevo che Doremi e Tetsuya si conoscevano da moltissimi anni ed evidentemente lei aveva capito subito cosa c’era che non andava. Peccato che per noi non fosse la stessa cosa.
-Scusate… Vi dispiacerebbe spiegare?- domandò Lullaby incuriosita.
-Tetsuya… Testsuya…- cercò di spiegare lei fra una risata e l’altra –Tetsuya ha paura che si ritroverà ad indossare una divisa come la nostra. Con la gonna!
Ma certo! Ora si che era tutto chiaro! Il Jingle Set era un oggetto utilizzato dalle apprendiste streghe, non era mai esistito un ragazzo che avesse seguito l’apprendistato nel Regno delle Streghe! E ammetto che indossare un vestito con tanto di gonna lunga fin sopra le ginocchia non è il massimo per un ragazzo.
-Stai tranquillo, la Regina avrà sicuramente fatto delle modifiche.- provai a rassicurarlo. Ci volle un po’, ma finalmente, quando Melody, Eufonia e le altre ci raggiunsero nella serra curiose del perché ancora non tornavamo, lo convincemmo.
Il ragazzo si allontanò di qualche passo.
-Un’ultima cosa. E’ necessario dire quella formula?
-Quale formula?- domandò Malissa.
-Magi-magi o quello che era.
-Oh, no. Quella se la sono inventate le ragazze.- lo informò Eufonia.
Dopo aver fatto un respiro di sollievo, finalmente si decise a premere sul pulsante al centro del Jingle Set.
Una luce si scaturì improvvisamente dall’oggetto e, accompagnato dalla musica che caratterizzava anche i Jingle Set che avevano utilizzato le Ojamajo, si sollevò in aria. Poi la luce prese la forma di un costume con sfumature bianche e indaco, dove le balze davanti, che nel costume delle ragazze andavano a formare la gonna, qui erano molti meno e andavano a ricoprire la gamba. Non erano chiusi, quindi Tetsuya se lo infilò come se fosse un vestito. Poi venne circondato da un cerchio luminoso che, lungo il suo percorso diretto verso il basso, fece comparire i veri e propri pantaloni e le scarpe. Poi toccò ai guanti e infine afferrò il cappello al volo, mettendoselo in testa.
La trasformazione era completata e quel costume gli stava davvero bene.
-Sei stato bravo. Doremi dovette tentare più di una volta prima di riuscire ad infilarsi la divisa.- commentò Eufonia con un ghigno sulle labbra.
-Ehi!
-Non litigate.- le ripresi.
-Ti sta benissimo! Con il mantello che ti ha dato la Regina potresti anche sembrare un principe.- disse Hana entusiasta.
-A uno come me sta bene tutto. Sono sempre bello.- commentò con fare altezzoso.
-Ma se fino a un attimo fa te la stavi facendo sotto.
-Zitta Dojimi.
-Ok, ok. Abbiamo capito, ma ora finitela.- cercò di calmarli Bibì.
Poi Melody gli spiegò come far apparire il musichiere, che scoprimmo essere come quelli che avevano Doremi e Bibì, solo che invece di essere rosa era viola, e come fare a fare un incantesimo.
-Ok, ora ci provo.- disse. Potrei giurare che ora che le sue paure si erano scoperte infondate, non vedeva l’ora di fare la sua prima magia.
Caricò il musichiere con alcune note magiche.
-Sono pronto!
Il musichiere emise una musica che immaginai fosse di un flauto.
-Magia della musica, diffondi la caparbietà! La pipì di Haru dal pavimento scomparirà.
Era un ordine bizzarro, ma la magia riuscì in pieno.
-Evviva! Sei stato bravissimo, papà!- esclamò Hana correndo ad abbracciarlo.
-Pa..Papà?- domandarono Tetsuya e Doremi che ora avevano gli occhi spalancati.
-Si, certo. Haru è il mio fratellino, quindi abbiamo entrambi una mamma e un papà. La nostra mamma è Doremi e il nostro papà Tetsuya.
Quello fu l’ennesimo momento imbarazzante. I due si guardarono e arrossirono di colpo, voltandosi di scatto di lato, mentre le altre si scambiavano occhiate.
Una cosa era certa: quello sarebbe stato un anno pieno di sorprese.



***
Angolo dell'autrice
Eccoci qui! Allora, che ve ne pare? Spero di avervi fatto sorridere almeno un po' mettendo così in ridicolo il povero Tetsuya, ma non ho davvero resistito xD
Bene, passiamo alle cose da precisare.
Prima cosa: chi è stato attento avrà notato che qui Tetsuya pronuncia tranquillamente la parola strega davanti a Dela, Eufonia e Malissa senza che succeda niente, mentre in un capitolo precedente avevo detto che la maledizione era ancora attiva. E' stato un mio errore che qualche settimana fà mi ha fatto notare Lunaby: la maledizione delle ranocchie non c'è più, è stata annullata, quindi appena avrò l'occasione farò una lieve modifica ai dialoghi. Ma tranquilli, niente di incisivo e comunque vi avvertirò quando avrò cambiato.
Secondo punto: non sò se la descrizione del costume da apprendista di Tetsuya è chiaro, così vi mostro una bozza di come dovrebbe essere. E' un disegno che ho fatto io e indossa anche il mantello che gli ha dato la Regina. E' basato sulla divisa del Jingle Florwe, quindi va cambiato, ma grosso modo è così che dovrebbe essere ^_^
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Ultima cosa: tra poco ricomincerà la scuola e io sono all'ultimo anno del liceo. A causa degli esami, quindi, sarò impegnata nello studio e non sò se riuscirò ad aggiornare ogni settimana come ho fatto fino ad ora :( Cercherò, comunque, di essere puntuale, o almeno a pubblicare un capitolo ogni due settimane.

Ringrazio tutti voi che continuate a seguire e recensire questa storia, ma questa settimana un grazie particolare va a RoSa9100 che si è da poco aggiunta alle persone che recensiscono questa storia. Grazie mille!!

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Alla prossima!

-Crystal-

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Capitolo 13
*** Missione: Iscrizione a Scuola ***




… Missione: Iscrizione a Scuola …
 

Stavamo camminando diretti alla scuola elementare. Ormai eravamo quasi arrivati, non potevamo più tirarci indietro.
Hana stringeva la mano a me e Doremi, avanzando a saltelli con un grande sorriso sulle labbra. Quando giungemmo davanti al cancello d’ingresso, ci fermammo a guardare l’istituto. Chi l’avrebbe mai detto che un giorno ci sarei tornato con l’aspetto di un adulto per iscrivere la mia presunta figlia.
-Ricordami ancora una volta come hanno fatto a convincerci- chiesi rivolto ad una Doremi che ora appariva come una donna di circa 37 anni, i lunghi capelli rossi legati in un elegante chignon e con indosso un completo bianco e viola. Dovevo ammettere che non stava per niente male con l’aspetto di un’adulta… Ma questo non glie lo avrei mai detto.
-Vorrei saperlo anche io- sospirò rassegnata.
-Smettetela di fare i noiosi! Siamo qui in missione, ricordate.- esclamò Hana parandosi davanti a noi con aria autoritaria.
-L’hai proprio presa seriamente la cosa, è?
-Non interrompere mamma.- sbuffò scocciata. Doremi aveva ragione, Hana era davvero entusiasta all’idea di tornare a scuola e sapere che avrebbe dovuto far credere a tutti che lei e la Hana che aveva frequentato la scuola con noi erano davvero cugine e non la stessa persona, l’aveva elettrizzata ancora di più. Secondo le altre, ora la principessina si sentiva come una spia in missione segreta: frequentare le elementari senza far scoprire agli altri la sua vera identità. Per l’occasione si era anche “camuffata” cambiando pettinatura: ora i lunghi capelli biondi erano legati in una coda alta. Come se una persona possa essere difficile da riconoscere solo per un’acconciatura differente… Poi la voce di Hana mi riportò alla realtà.
 -Allora, facciamo un po’ di ripasso. Comincia tu, mamma.
-Mi chiamo Fujiko Kusama, 36 anni. Sono una fotografa e ho due figli: la più grande, che saresti tu, è una bambina, mentre il più piccolo è un maschietto di appena una settimana.
-Perfetto! Ora tocca a te- disse Hana soddisfatta volgendosi verso di me.
-Touya Kusama, 37 anni, architetto.
-Molto bene! Però mettici un po’ più di entusiasmo, papà.
A quell’ultima parola distolsi lo sguardo. Non mi ero ancora abituato ad essere chiamato in quel modo. Avevo pur sempre 17 anni, sentirmi chiamare papà così presto da una bambina che tra l’altro si può considerare figlia di quell’impiastro… Fa decisamente uno strano effetto. Scossi la testa. Non era quello il momento per sentirsi in imbarazzo perché una bambina ti chiamava papà.
-Coraggio, entriamo. Prima concludiamo, prima torno al mio aspetto da liceale.-sbuffai grattandomi la nuca e sistemando la cravatta nera che indossavo.
Doremi non se lo fece ripetere due volte. Potrei scommettere che anche lei si sentiva a disagio con quell’aspetto.
In segreteria ci vollero circa venti minuti per completare l’iscrizione. Non saprei dire se fossimo noi dei grandi attori o loro un branco di scemi, ma si bevettero tutto quello che dicemmo. Era filato tutto liscio. Non immaginavamo di certo che il problema si sarebbe presentato una volta usciti dalla segreteria, lungo il corridoio che conduceva all’uscita.
Cosa poteva essere successo di tanto preoccupante  lungo i corridoi quando ormai il problema dell’iscrizione di Hana era andata a buon fine? Solo una: incontrare la signorina Seki.
Quando la vedemmo in lontananza che si dirigeva verso di noi, non avevamo vie di scampo: non potevamo cambiare strada, eravamo obbligati a proseguire. Io e Doremi stringemmo la mano di Hana e avanzammo facendo finta di niente.
“Oh, ti prego, fa che non noti la somiglianza, fa che non ci veda...”
Mai le preghiere furono inutili. Quando ci vide si fermò proprio davanti a noi e ci salutò con un cordiale -Buongiorno.-
-Buon…Buongiorno- balbettammo tutti e tre, mentre io e Doremi ci scambiammo uno sguardo preoccupato.
-Sono Seki, un’insegnante di questa scuola. Non ti ho mai vista piccola, ti sei appena iscritta?- chiese rivolta alla bambina che ci stringeva la mano.
Hana fece per rispondere, ma fortunatamente Doremi la anticipò. Da quel che mi avevano raccontato, Hana era fin troppo sincera e ingenua a volte, e non potevamo rischiare di mandare in mille pezzi il piano.
-Si, ci siamo trasferiti da poco e siamo venuti ad iscrivere nostra figlia proprio oggi.- disse Doremi.
-Capisco. Quanti anni hai, piccola?- domandò rivolta di nuovo ad Hana
-Sette- esclamò lei sorridente.
-Quindi sei al secondo anno. Io insegno al sesto, ma conosco le tue insegnanti. Ti troverai bene.-
-Lo spero tanto.
-Come ti chiami?
Questa volta né Doremi né io riuscimmo a zittirla in tempo. Le tappammo la bocca solo quando lei ebbe detto il suo nome. Solo quando ci fiondammo con sguardi assassini su di lei, si rese conto del guaio in cui si era cacciata.
-Makihatayama?
Cavoli, ma perché aveva detto il cognome che aveva usato fino ad ora e non quello che ci eravamo inventati? In quel momento penso che l’avrei strozzata senza pensarci due volte.
-Ahahah, Hana scherza- intervenì Doremi scoppiando in una risata meccanica. –Il suo cognome è Kusama. Ogni tanto si diverte a dire quello di sua cugina.
-Già, è vero- le diede man forte la bambina.
-Hana Makihatayama… Qualche anno fa ho avuto un’alunna che si chiamava proprio così. E vi somigliate anche molto, sai Hana?-
Il suo sguardo era diventato penetrante. Le avevamo messo la pulce nell’orecchio.
-Ah, lei è stata la maestra di mia nipote.- provai a rimediare al danno –Lei e nostra figlia si chiamano allo stesso modo e sappiamo che ha frequentato questa scuola, una volta.
-Certo… Ricordo che Doremi mi spiegò la storia, quando si iscrisse.
-Santa Doremi…- sospirai. Peccato però che lo dissi ad un tono di voce non proprio bassino…
-Come scusi?- chiese infatti la signorina Seki guardandomi incuriosita.
-Nononono. Cioè… Ho detto cara Doremi. Si è presa cura di nostra figlia per un anno, una volta. Si, è proprio una cara ragazza.
-Già, non saprei davvero cosa avremmo fatto senza il suo aiuto.- mi diede man forte la diretta interessata.
-Certo. Posso immaginare. Ora scusate, ma ho una riunione. Arrivederci. Ciao, Hana.
-Buona giornata.
Ci dirigemmo a passo il più calmo possibile verso i cancelli e appena fummo fuori tirammo un sospiro di sollievo.
-Cavoli, c’è mancato poco…- dissi asciugando il sudore dalla fronte.
-Che spavento. Credevo davvero che ci avrebbe scoperti.
-E’ colpa tua, Hana. Sta’ più attenta la prossima volta.
-Ma non l’ho fatto a posta! Mi è venuto in automatico!
-Beh, cerca di non parlare in automatico, allora.
-Smettetela. Ormai è passato e la questione è risolta.- dissi con voce scocciata.
-Grazie papà!- esclamò la piccola alzando le mani al cielo felice.
-Comunque Doremi ha ragione.- precisai guardandola seriamente –Fai più attenzione.
-D’accordo!
-Bene. Ci conviene tornare al negozio, così facciamo sciogliere l’incantesimo alle altre.- disse Doremi stiracchiandosi.
Che bello, finalmente sarei tornato il diciassettenne che ero. Non riuscivo ancora a vedermi come un adulto. Appena trasformato mi ero piazzato davanti allo specchio per vedere com’ero diventato e per poco non mi era venuto un colpo. Mi facevo impressione. Non che non fossi bello, (e fra parentesi, io sono sempre bello) ma mi faceva senso sapere di essere un ragazzo e avere l’aspetto di un adulto. Doremi, invece, mi era sembrata più imbarazzata dal fatto che dovesse far finta di essere sposata, più che quello di essere diventata un’adulta. Chissà, magari era un incantesimo che aveva già provato.

Improvvisamente sentii Hana fermarsi e così mi ridestai dai miei pensieri. Stava guardando una gelateria con occhi luccicanti. Lanciai uno sguardo a Doremi e lei ricambiò l’occhiata. Feci spallucce e, avendo sempre la mano di Hana nella mia, la trascinai verso l’ingresso.
-Dove vai?- mi chiese senza riuscire a capire.
-Ma che domande fai? Pensavo ti andasse un bel gelato.- le dissi non riuscendo a trattenere un sorriso. La vidi voltarsi verso Doremi come per cercare una conferma e in tutta risposta si vide strizzare l’occhio destro. A quel gesto, il suo volto si illuminò di gioia.
-Evviva! Grazie papà!- e così dicendo si gettò su di me abbracciandomi. La guardai imbarazzato, ma poi notai che Doremi ci fissava sorridendo. Tornai a puntare lo sguardo su Hana che mi stava ancora stringendo.
In quel momento provai un’emozione fortissima. Era felicità, ma non una di quelle in cui ti metteresti a saltare di gioia. Era una felicità diversa. Mi bastava guardare quella bambina sorridente per sentirmi in pace con il mondo. Felice.
Credo che fu quello il momento esatto in cui decisi che avrei fatto di tutto per essere un bravo papà sia per lei che per Haru. E nei miei pensieri, a condividere questa gioia c’era sempre anche un’altra persona. Una giovane donna con i capelli rossi.
Se essere un genitore voleva dire  provare quelle emozioni, allora credo che avrei fatto il papà più che volentieri.




***
Angolo dell'Autrice
Ecco qui, ce l'ho fatta! Una settimana di ritardo. La scuola inizia già a lasciare il segno. Ma preoccupiamoci del capitolo ora.
Hana deve iscriversi a scuola. Visto che passerà nel mondo degli umani un anno intero, mi è venuto spontanteo pensare di iscriverla nuovamente alle elementari e così mi è venuta l'idea geniale di farla accompagnare da Doremi e Tetsuya trasformati in due trent'enni.
Ammetto ce all'inizio il capitolo non mi entusiasmava più di tanto, anche perché ci ho messo una vita a scriverlo, non mi veniva l'ispirazione. Ma poi, sul finale, le mani hanno iniziato a muoversi da sole e così è nata questa tenera scena tra Hana e Tetsuya.
Le altre Ojamajo ho preferito non inserirle, o mi sarei solo complicata la vita, così ho preferito optare per un breve incontro con una vecchia conoscienza: la signorina Seki.
Vi anticipo che, nel prossimo capitolo avremi il ritorno di una persona che per il momento non is è ancora vista e che scommetto starete aspettando anche voi. Lo dico perché ormai si è capito. Si, nel prossimo capitolo tornerà Mindy.
Prima di passare ai ringraziamenti, e vista la prova che ho fatto nello scorso capitolo, ho deciso di inserirvi ogni volta, a fine capitolo, un mio disegno su uno dei personaggi, così potrete farvi un'idea di come me li immagino.

Questa settimana un ringraziamento speciale va a Illusion_Ramon che si è aggiunta alle persone che recensiscono e seguono questa storia. E un grazie, come sempre, va a tutti voi che la state leggendo!

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A presto!

-Crystal-


Ecco uno schizzo su come immagino Mindy.

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Capitolo 14
*** Atterraggio a Tokyo ***


Le parti scritte fra gli asterischi ** sono frasi pronunciate in inglese, che ho preferito riportare in italiano. Detto questo… Buona lettura! Ci vediamo nell’angolo dell’autrice!
 

ATTERRAGGIO A TOKYO
 
-E’ finita!- urlai catapultandomi fuori dalla classe appena sentito il suono della campanella. Non ricordo di essere mai stata più felice di quella volta per l’arrivo delle vacanze di Pasqua. Le stavo aspettando con ansia. Ero talmente impaziente che arrivassero, che negli ultimi giorni non ero per niente concentrata, sia durante le normali lezioni di teoria, sia durante quelle di pratica. Il giorno prima avevo addirittura bruciato dei biscotti. Capito? IO avevo BRUCIATO dei biscotti. Roba da matti. Comunque, dove eravamo rimasti? Ah si, al suono della campanella.
Stavo dicendo, appena suonò, uscii di corsa fuori dall’aula e mi precipitai giù per le scale diretta al mio armadietto. Dovevo sbrigarmi, dopo tutto il tempo che avevo aspettato, non avevo la minima intenzione di arrivare in ritardo. Ma come al solito, la fretta rischiò di farmi cadere dalle scale e appena voltato l’angolo andai a sbattere contro un ragazzo che veniva nel verso opposto al mio.
Non avevo idea di chi fosse, sapevo solo che era più alto di me, visto che avevo picchiato il naso contro il suo petto.
-Mindy!- esclamò lui preoccupato, permettendomi quindi di riconoscerlo dalla voce –Are you ok?
-Lucas!- dissi alzando lo sguardo e continuando a massaggiarmi il naso con una piccola smorfia sul volto. –*Si, sto bene. Scusa, ma non stavo guardando dove andavo.*
-*Non ti preoccupare.*- mi rispose sfoderando uno dei suoi sorrisi migliori. Mi fu impossibile non venirne contagiata. Lucas era stato il mio primo amico in quella scuola di pasticceria. Era più alto di me, i capelli nerissimi che gli incorniciavano il volto e due profondi occhi grigi. Eravamo dello stesso anno, ma in sezioni diverse e avevamo iniziato a fare amicizia durante le ore di teoria, quando le nostre classi si univano e dovevamo dividerci in gruppi di quattro persone. Io ero l’esperta nella preparazione di dolci semplici, tradizionali, mentre lui era più portato per dolci sofisticati ed eleganti. Il suo forte erano le decorazioni in cioccolato.
Ormai era diventato il mio migliore amico.
Ecco, mi sono persa in chiacchiere per la seconda volta. Stavo dicendo, Lucas mi sorrise per tranquillizzarmi e poi mi lanciò uno sguardo divertito.
-*Stai andando all’aeroporto?*- mi chiese.
-*Si, e non vedo l’ora!*- esclamai euforica. -*E’ passato un sacco di tempo dall’ultima volta che sono stata in Giappone. Chissà che faccia faranno tutti quando mi vedranno! Non crederanno ai loro occhi!*
-*Stai parlando delle tue amiche?*- mi domandò assumendo un’aria interrogativa.
-*Certo! E di chi sennò.*- risposi come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
-*Ma scusa, non stavi parlando con una di loro l’altro giorno? Perché dovrebbero stupirsi del fatto che sarai lì durante tutte le vacanze pasquali?*
-*E’ qui che ti sbagli, caro Lucas!*- sospirai battendogli una mano sulla spalla, sfoderando un’aria di chi la sa lunga –*Devi sapere che l’unica che sa del mio arrivo in Giappone è la mia amica Melody. Alle altre non abbiamo detto niente per far loro una sorpresa. Tutto chiaro, ora?*
Passarono pochi secondi di silenzio, poi lui scoppiò a ridere.
-*E adesso cosa c’è di tanto divertente?*
-*Niente, lascia stare.*- ridacchiò cercando ti tornare serio –*Piuttosto, a che ora devi prendere l’aereo?*
-*Alle 17:35 di questo pomeriggio. Il che significa fra… Oh mamma, è tardissimo! Scusa Lucas, devo scappare. L’aereo non aspetta!*-
Mi sollevai sulle punte dei piedi e gli scoccai un bacio sulla guancia, per poi dirigermi di corsa verso l’uscita.
-*Ci vediamo, Lucas! Buona Pasqua!*- gridai agitando un braccio in segno di saluto.
-*Grazie Mindy! Fa’ buon viaggio e salutami le tue amiche!*- mi rispose lui a gran voce con un sorriso che gli illuminava il volto.
 
L’aereo decollò alle 17:35 precise e il viaggio durò ben 12 ore e 36 minuti. Atterrò a Tokyo alle 20:06 e quando misi piede giù dall’aereo sembravo uno zombi. C’erto, ero felicissima di essere tornata in Giappone, ma vi posso assicurare che un fuso orario come quello che c’è tra gli Stati Uniti e il Giappone (che è di circa 14 ore) è davvero difficile da superare e a causa dell’emozione, durante l’intero viaggio non ero riuscita a chiudere occhio.
-Mindy!!
Bastò quella voce a farmi tornare in me completamente. In meno di un secondo mi ritrovai ad abbracciare una ragazza della mia età con lunghi capelli castani e un paio di grossi occhiali tondi.
-Melody!- gridai ricambiando l’abbraccio.
-Mi sei mancata così tanto…- mi disse con gli occhi lucidi.
-Anche tu mi sei mancata… Ma ciò non significa che tu debba piangere, quindi asciugati quelle lacrime.- la ripresi sorridendo.
-Scusa- rispose tirando su col naso e strofinandosi il dorso della mano sugli occhi. –Ma è più forte di me.
-Sei sempre la solita, Melody- sospirai divertita.
Quando si fu calmata, uscimmo dall’aeroporto e prendemmo un Taxi. Passammo tutto il tempo a chiacchierare e il sonno mi passò completamente. Cercammo di evitare qualsiasi riferimento alla magia, per evitare che il tassista ci sentisse, così si limitò a raccontarmi di come erano cambiate le cose in cinque anni.
-What!? Tu e Masaru state insieme?
-Già- rispose lei arrossendo di colpo. –Da circa due anni-
-Perché non me l’hai mai raccontato nelle tue e-mail?
-Perché… Beh, mi vergognavo un po’…
-E perché scusa? E’ una notizia fantastica! E dimmi, chi è che si è dichiarato per primo?
-Ecco… A dire la verità non c’è ancora mai stata una vera e propria dichiarazione.
-E come avete fatto a mettervi insieme, scusa?
-E’ imbarazzante raccontarlo.- sussurrò abbassando lo sguardo e assumendo una tonalità di rosso più acceso.
-Non puoi tirarti indietro, cara. Ora mi racconti tutto per filo e per segno.
-Va bene… Beh, è successo tutto la sera del primo dell’anno. Lo stavo aspettando vicino al tempio e un gruppo di ragazzi poco più grandi di noi mi hanno circondata. Volevano che andassi con loro, per passare la serata a divertirmi, dicevano. Io ho cercato di difendermi, ma sai che non sono molto forte e uno di loro mi ha perfino afferrato il polso. E’ stato in quel momento-
-Che Masaru è intervenuto per salvare la sua principessa in pericolo.- La interruppi concludendo la frase al posto suo. Lei annuì senza riuscire ancora a guardarmi negli occhi.
-Un classico, ma ha sempre il suo effetto su noi ragazze.
-Già… Mi sono sentita davvero come una principessa che viene salvata dal suo principe azzurro. Quando mi ha vista, è corso verso di me, ha detto hai ragazzi di lasciarmi stare e prendendomi per mano mi ha trascinata via. Dopo esserci allontanati ha continuato a tenermi per mano e senza voltarsi verso di me si è scusato. Ha detto che era colpa sua perché era in ritardo al nostro appuntamento e che la prossima volta non mi avrebbe più lasciata da sola. Io ho cercato di dirgli di stare tranquillo e di fargli capire che lui non c’entrava nienre e poi…- si bloccò.
-Poi…- provai ad incitarla curiosa di sapere cosa fosse successo dopo.
-Poi… Lui si è girato e… E… Mi ha baciata.- concluse con un evidente sforzo.
-Io non mi aspettavo facesse una cosa del genere e sono rimasta tutto il tempo con gli occhi sbarrati.
-Com’è stato?- le chiesi curiosa.
-E’ stato bello, dolce… E anche terribilmente imbarazzante. Dopo avermi baciata mi ha stretto la mano e guardandomi negli occhi mi ha detto: “Non voglio che la mia ragazza soffra a causa mia. Non permetterò che accada di nuovo una cosa del genere.”.
-Si è auto-proclamato il tuo ragazzo!? Che faccia tosta!
-Io, invece, l’ho trovato molto dolce.- sussurrò lei. Probabilmente non se ne era accorta, ma stava parlando fissando fuori dal finestrino il paesaggio che scorreva veloce, con un tenero sorriso sulle labbra. Rimanemmo in silenzio per qualche minuto. Doveva amarlo davvero tanto, glie lo si leggeva in faccia. Per tutto il tempo i suoi occhi non avevano fatto altro che brillare e se si considerava anche il rossore sulle guancie, posso dire con certezza che se Masaru l’avesse vista in quelle condizioni, probabilmente non sarebbe riuscito a trattenersi. Aveva un’espressione troppo carina!
-E tu come hai reagito a quelle parole, signorina?
Io e Melody ci guardammo stupite e spostammo lo sguardo sul tassista, che nonostante avesse gli occhi fissi sulla strada, non aveva potuto fare a meno che ascoltare la nostra conversazione. Si, era stato lui a pronunciare quelle parole. Feci una piccola risata e poi mi rivolsi anche io a lei:
-Ha ragione. Tu cosa hai fatto?- chiesi.
-Beh, io non potevo credere alle mie orecchie. Pensavo di essere finita in un bellissimo sogno e non avevo la minima intenzione di svegliarmi. Così ho agito d’istinto e… E l’ho baciato.- terminò con un sussurro. –Abbiamo passato tutta la notte a girare per le bancarelle mano nella mano.
-Fantastic! Sono contenta per te, Melody!- esclamai abbracciandola forte, mentre dal sedile del guidatore una voce commossa stava dicendo:
-Che storia romantica… Mi viene da piangere!
 
Quando arrivammo a casa di Melody, mi buttai sul letto che era stato aggiunto accanto al suo. Ora la stanchezza aveva iniziato a farsi sentire con più insistenza, ma non era ancora arrivato il momento di dormire. Prima c’era un’altra cosa che dovevo sapere. Ci sedemmo sui nostri letti, l’una di fronte all’altra.
-Voglio sapere tutto. Nei minimi dettagli.- dissi con sguardo serio.
 Così mi fu raccontato del ritorno di Lullaby a Misora, della chiamata della Regina delle Streghe, della nascita di Haru, di come Tetsuya divenne un apprendista stregone, di come loro avessero recuperato i poteri, della trasformazione del negozio e dei due misteriosi ragazzi chiamati Crystal e Diamond.
-E questo è quanto.- concluse Melody tenendo gli occhi fissi su di me. Avevo ascoltato la storia con attenzione, senza perdermi nemmeno una virgola. Inutile dire che il cervello mi stava esplodendo per la quantità di domande che avevo nella testa.
Perché la Rosa Blu aveva partorito (se così su può dire) di nuovo? E perché era nato un maschio? Ma soprattutto, chi erano Crystal e Diamond? Eravamo state molte volte a palazzo, perché non li avevamo mai incontrati? Se come si intuiva dalle parole della ragazza, loro e la Regina si conoscevano da tempo, perché non erano comparsi anche quando era nata Hana o quando aveva rotto il suo cristallo magico? Quei due mi incuriosivano molto e non vedevo l’ora di poterli conoscere.
Fu con questi pensieri che mi addormentai, sprofondando in un sonno profondo. Sognai Lucas quella notte. Dovevo ricordarmi di mandargli una e-mail appena mi fossi svegliata. Gli avevo promesso di scrivergli tutti i giorni e avevo intenzione di mantenere la parola.

 
 
***
Angolo dell’autrice
Ce l’ho fatta a pubblicare il capitolo, evviva!
Allora, come vi avevo anticipato, il capitolo di oggi è stato raccontato da Mindy, che quindi ha fatto il suo ingresso in scena. Sapevo che l’aspettavate, quindi spero di essere stata all’altezza delle aspettative ^_^
Oltre a Mindy, qui conosciamo Lucas. Non fatevi film mentali strani, lui rimarrà un personaggio secondario, non avrà niente a che vedere con la trama. Semplicemente mi sembrava giusto dare alla nostra apprendista un amico. Sul rapporto che c’è fra loro, invece, vi do il permesso di fangirlare xD
Adesso però voglio sapere il vostro parere su un’altra cosa. Si, esatto: la storia fra Melody e Masaru. Voglio sapere che ne pensate. Sarà che io non ce lo vedo quel tenebroso scorbutico a fare una vera e propria dichiarazione, quindi ho optato per qualcosa di diverso.
Fatemi sapere, sono curiosa :3
 
Come sempre ringrazio tutti coloro che seguono questa storia, tutti quelli che la recensiscono e questa settimana un ringraziamento particolare va a bunnyeseiyalove99 e che ha aggiunto questa storia fra le seguite e a Fami, che oltre ad averla aggiuna alle seguite, ha anche recensito. Grazie a tutti!
 
Vi lascio con il link della mia pagina Facebook, se vi va di seguirmi anche lì --> https://www.facebook.com/AppassionatiDiAnime e con il disegno di come immagino Melody. Sinceramente non è che mi piaccia molto come mi è venuta, ma rende l'idea di come la immagino ^_^


 
-Crystal-

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Capitolo 15
*** L'Inaugurazione ***




L’INAUGURAZIONE
 
 
Quando Mindy comparve sulla soglia del Maho, fu letteralmente sommersa dalle altre, che le gettarono le braccia al collo. Nessuno si aspettava che avrebbe passato un’intera settimana con noi e niente poteva renderci più felici.
I due giorni che seguirono, Eufonia e Malissa non persero tempo e misero subito al lavoro Mindy, che non andando a scuola, aveva tutta la mattina libera. Lei però non si lamentava: era felice di rendersi utile e poi le piaceva molto stare con Hana e Haru. Svolgeva tutti i compiti che le venivano affidati con un grande sorriso sulle labbra e alla sera ci ritrovavamo nella mia stanza a chiacchierare e raccontarci la giornata l’un l’altra.
Finalmente arrivò il giorno dell’inaugurazione. Avevamo deciso di aprire sabato in tarda mattinata, e per l’occasione ci raggiunse anche Sinfony. Credo sia inutile dire che quella fu la giornata più bella di tutte: dopo cinque lunghi anni, finalmente noi Ojamajo al completo eravamo riunite.
Il tempo dei sentimentalismi, però, non durò molto. Con nostra grande gioia, la pubblicità che avevamo fatto al Flower Garden Maho aveva avuto molto successo e i clienti arrivarono numerosi.
Oltre ai nostri genitori, vennero alcuni compagni di classe, sia miei che di Doremi e Bibì, due compagni di squadra di Tetsuya e alcuni fan di Lullaby. Masaru, invece, arrivò nel pomeriggio. Gli avevo parlato della riapertura del negozio e aveva detto di voler venire a vedere come stava andando, anche perché moriva dalla voglia di prendere in giro Tetsuya per essersi messo a vendere fiori con noi ragazze. Quando però arrivarono altri clienti, Kotake dovette mettersi al lavoro e io feci fare un giro a Masaru, che alla fine decise di prendere un mazzo di girasoli.
-Nel linguaggio dei fiori, i girasoli sono il simbolo dell’allegria e della spensieratezza, ma sono anche perfetti da regalare a qualcuno per augurare una pronta guarigione. Come mai hai scelto questi?- gli chiesi mentre sceglievo i fiori più belli.
-E’ per via del vecchietto.- rispose arrossendo leggermente. Odiava mettere in mostra il suo lato dolce. Preferiva apparire come un lupo solitario senza sentimenti, perché mostrarli avrebbe significato ammettere che era debole. Non ci era mai riuscito totalmente. Masaru aveva un cuore buono e gentile, io lo sapevo meglio di tutti.
-E’ malato?- domandai preoccupata.
-Si, ma nulla di grave. Si è solo preso una piccola influenza. Fatto sta che mi ha lasciato da solo al lavoro.- borbottò lui.
-Non è colpa sua se è ammalato. E poi pensaci, se ti ha lasciato campo libero significa che si fida molto di te. Dovresti esserne contento!- replicai con convinzione porgendogli il mazzo di fiori incartato.
Lui lo afferrò pensieroso, poi si sciolse in un piccolo sorriso e mormorò –Hai ragione.-.
Fu più forte di me e non riuscii a trattenermi dall’arrossire. Non era facile vederlo con quell’espressione sul volto e ogni volta mi spiazzava. Poi si abbassò leggermente, mi lasciò un piccolo bacio sulla fronte e se ne andò salutandomi con la mano.
Ricambiai il saluto e lo osservai uscire dal negozio.
 
-Ah, l’amore…- fece una voce alle mie spalle facendomi sobbalzare.
-Mindy!- esclamai poggiando una mano sul petto –Mi hai spaventata!
-Sorry- rispose lei ridacchiando
-Dì un po’, chi è il vecchietto di cui parlava Masaru?- chiese Sinfony avvicinandosi a noi.
-Come, non lo sai? E’ il proprietario del negozio dove lavora.
-Yada ha un lavoro!?- esclamò Mindy stupefatta.
-Non ne sapevo niente!- replicò Sinfony.
-Ero convinta di avervelo detto. Al primo anno del liceo, i voti di Masaru calarono vertiginosamente. Non riusciva a prendere una sola sufficienza e a metà anno decise di lasciare la scuola. Provai più volte a farlo ragionare, ma niente, così lo spronai a cercarsi un lavoro. Poi un giorno conobbe quell’anziano signore chiamato Tatsumi. E’ un artigiano, costruisce e ripara strumenti musicali. Il suo negozio è il più antico della città e le sue creazioni sono di altissimo livello. Alcuni strumenti che possiede la mia scuola li ha fabbricati lui stesso. Per qualche strano motivo, il signor Tatsumi prese subito in simpatia Masaru e così gli ha proposto di diventare un suo allievo.
-Però… Questa non me l’aspettavo.- commentò Sinfony alzando lo sguardo pensierosa.
-Ragazze, scusate se vi disturbo, ma vi spiacerebbe venirci a dare una mano?- domandò Tetsuya da dietro un grosso vaso di Bonsai che stava portando alla coppia di signori che l’aveva appena acquistato.
Ci lanciammo uno sguardo divertito e tornammo subito all’opera. Verso le sette, il negozio era ormai vuoto.
-Sono sfinita!- sbuffò Doremi accasciandosi su una sedia.
-Puoi dirlo forte- commentò Bibì stiracchiandosi la schiena.
-Ma guardate quanti soldi abbiamo fatto!- esclamò Eufonia ammirando il contenuto del registratore di cassa.
-Siete state fantastiche, continuate così e guadagneremo ancora di più.- aggiunse Hehe da sopra la testa della sua padrona, che si limitava ad osservare il gruzzolo con occhi luccicanti.
-Vi siete meritate un bel premio. Che ne dite se ordiniamo un po’ di pizza?- propose Lalà volando verso di noi.
-Per me va bene.- disse Lullaby sorridente.
-Io la voglio con funghi e salcicce!- esultò Doremi.
-Idem per me!- affermò Sinfony.
-Per me con il salame piccante!- aggiunse Mindy puntando l’indice in aria assaporando già la sua pizza.
-Io preferisco una semplice margherita.-  riferì Bibì.
-Margherita anche per me.- presi parola a quel punto.
-E a loro mi unisco anche io!- esclamò Hana raggiante.
-Perfetto! I gusti di quelle tre già li conosco- sorrise Lalà indicando Eufonia, Malissa e Hehe che erano ancora prese dal contare quanti yen avessimo guadagnato. –A te cosa ordino, Tetsuya?
-Quello che vuoi, non ho preferenze.- rispose lui con un’alzata di spalle mentre si sedeva su una sedia con Haru in braccio e un biberon pieno di latte in mano.
Era arrivato il momento più bello della serata: guardare Haru che mangiava. Ogni volta che Tetsuya gli dava il biberon, tutte noi ci fermavamo ad ammirarlo. Era di una tenerezza infinita quel bambino e ricordava tantissimo Hana quando anche lei era una neonata. Rimanemmo in silenzio per qualche minuto, quando poi il campanello del negozio attirò la nostra attenzione.
-Doremi, ma non avevi messo il cartello “chiuso”?- domandai stupefatta.
-Infatti l’ho messo! C’era anche Hana con me!
-E’ vero!- confermò la streghetta in difesa della madre.
-Tranquilli, ci penso io.- ci tranquillizzò Sinfony lasciando la stanza e raggiungendo la stanza d’ingresso del negozio.
Non dovemmo aspettare molto prima che tornasse da noi.
-Ragazzi- annunciò Sinfony –Abbiamo visite.
Non avemmo il tempo di chiedere spiegazioni, che subito dietro di lei comparvero due figure.
-Diamond!- esclamò Hana correndogli incontro con un sorriso che andava da orecchio a orecchio.
-Buonasera principessina- la salutò il ragazzo poggiandole una mano sulla testa.
-Che bello, sei tornato! Sono contenta di rivederti! Vieni, siediti.- lo incitò afferrandolo per un braccio e trascinandolo verso di noi.
-Ehi, e io chi sono, il vicino della porta accanto?- sbuffò divertita Crystal, sfoderando una finta faccia scocciata, poggiando le mani sui fianchi.
Scoppiammo tutti a ridere e li facemmo accomodare. Mindy li osservava a metà tra lo stupore e l’ammirazione. Mi aveva detto di essere rimasta molto incuriosita dal mio racconto su di loro e che non vedeva l’ora di incontrarli dal vivo.
Era ovvio che non fossero lì solo perché Mindy desiderava conoscerli e a quel punto la domanda sorgeva spontanea: cosa ci facevano qui due al Maho? Di certo non per vedere il negozio, altrimenti sarebbero venuti durante l’orario di apertura e dubitavo anche fosse una semplice visita di cortesia. Oramai la curiosità mi stava logorando e nella mia stessa situazione erano gli altri, che li osservavano aspettando che dicessero qualcosa, non sapendo come comportarsi.
 
-Come avrete intuito, la nostra non è una semplice visita di piacere.- iniziò Diamond osservandoci uno ad uno. –Siamo qui per darvi un paio di notizie. Ma prima credo che dovremmo presentarci a qualcuno- e dicendo ciò fermò il suo sguardo su Mindy.
-Tu sei l’unica che ancora non ci conosce, o almeno di vista. Sicuramente le tue amiche ti avranno parlato di noi. Il mio nome è Diamond.
-E io, invece, sono Crystal. Piacere di conoscerti Mindy.- aggiunse la ragazza sorridendo.
-Piacere mio. Posso sapere come conoscevate il mio nome?
-E’ facile. Tu sei uno dei motivi per cui siamo qui.- spiegò Crystal, infilando la mano nella tasca della sua giacca e tirandone fuori un Jingle Flower. –Tieni. Questo è tuo. Ora potrai tornare ad essere un’apprendista come le tue amiche.
Mindy osservò l’oggetto magico con stupore e lo prese fra le mani, illuminando il suo volto con un enorme sorriso a trentadue denti.
-Grazie mille!- esclamò.
-Dovere. E poi siamo qui anche per qualcosa che ti riguarda, Tetsuya.- continuò Crystal. Kotake posò il biberon sul tavolo e porse Haru a Lullaby, così che lei potesse occuparsi di fargli fare il ruttino. Sembrava improvvisamente agitato.
-Di che si tratta?- chiese.
-Due informazioni. La prima non riguarda te direttamente, ma Haru. Fra una settimana esatta ci sarà la sua prima visita medica. Dovrai portare Haru all’ospedale delle streghe, è lì che il piccolo verrà visitato. Le ragazze sanno bene come funzionano, potrai farti spiegare tutto da loro.- comunicò Diamond.
-La seconda informazione, invece, ti riguarda molto più da vicino.- prese parola Crystal –E’ stata stabilita la data dell’esame di nono livello, il primo che affronterai durante il tuo apprendistato. La prova è fissata per il 30 Aprile.
-Ma è il giorno dopo la visita medica di Haru!- esclamai facendo un rapido calcolo.
-Purtroppo non siamo noi a decidere la data.- sospirò Crystal comprensiva.
-Come la regina ti aveva annunciato- continuò Diamond –ci sarà anche un mago ad assistere, ma le esaminatrici resteranno Mota e MotaMota. Tutto chiaro?
Tetsuya aveva ascoltato in silenzio, senza proferire una sola parola, con uno sguardo serissimo.
-Si, ho capito.- affermò con convinzione.
-Molto bene. Allora il nostro compito è finito.- sentenziò Crystal stiracchiandosi.
-Cosa!? Ve ne andate di già?- domandò Hana scattando in piedi parandosi davanti ai due ragazzi.
-Mi spiace piccola, ma siamo solo di passaggio e dobbiamo tornare a casa.- spiegò Diamond comprensivo.
-Ma non è giusto!- sbuffò scocciata.
-Perché non rimanete a cena?- propose Lalà facendosi avanti. –Abbiamo ordinato delle pizze, ci farebbe piacere che restaste.
Un borbottio somigliante molto ad un –Parla per te- ci arrivò alle orecchie, facendoci voltare verso Eufonia, che aveva dipinto sul volto un broncio scocciato.
-Beh, che c’è?- sbuffò lei, guadagnandosi un “amichevole” pugno sulla testa da parte di Malissa.
-Ehi! Ma sei matta?- esclamò massaggiandosi la nuca.
Non feci più caso ai battibecchi che ne seguirono, perché ci voltammo tutti e riprendemmo la conversazione da dove l’avevamo lasciata, ignorando gli insulti che le due streghe si lanciavano, accompagnate dal tifo di Hehe e le risa di Haru.
Alla fine non riuscimmo a convincerli e i due ragazzi se ne andarono dopo aver fatto un giro per il negozio.
 
-Alla fine avevo proprio ragione.- mi sussurrò Mindy mentre ci godevamo le nostre pizze. -Quei due sono davvero misteriosi.
-Già. Chissà poi da dove vengono, per essere venuti qui solo per darci quelle notizie. Di solito è Dela che se ne occupa.- riflettei.
-Credo che non riusciremo a scoprire qualcosa in più su di loro così presto.
-Sono d’accordo. Ora però pensiamo alla nostra pizza.- conclusi addentando la fetta che avevo in mano.
Non sarebbe più capitato molto presto di ritrovarci tutti riuniti. Volevo godermi a pieno quel momento. Ai due misteriosi ragazzi che avevano lasciato il Maho qualche minuto prima, avrei pensato più avanti.

 
 

 
* * *
Angolo dell’Autrice.
Super-iper-mega-arci ritardo. Scusate!!! Non sono riuscita ad aggiornare prima.
Spero che almeno il capitolo vi sia piaciuto (e soprattutto che sia scritto bene, visto che per la fretta non l’ho riletto >_<).
Finalmente è il turno di Melody a narrare. Ormai delle Ojamajo mancavano solo lei e Bibì, quindi dovevo assolutamente rimediare. In questo capitolo ho finalmente risposti alla domanda che i Fan di Masaru si ponevano: che fine ha fatto il tenebroso? Et voilà! Mistero risolto. Scommetto che non ve l’aspettavate, come non vi aspettavate che sarebbero comparsi nuovamente Crystal e Diamond.
Sono contenta del successo che hanno avuto. Ho letto molti commenti positivi su di loro e la cosa mi rende felicissima *^*
 
Dall’ultima volta ho visto che le persone che hanno inserito questa storia fra le seguite sono aumentati. Purtroppo non ricordo più chi si è aggiunto, ma, chiunque tu sia, sappi che ti ringrazio infinitamente! Come poi ringrazio anche tutto coloro che recensiscono o leggono silenziosamente quello che la mia mente geniale malata sforna.
 
Questa volta vi mostro il disegno che ho fatto su Doremi e quindi di come immagino che sia nella storia. Quella che indossa è la divisa della scuola. Sinceramente, sono abbastanza orgogliosa del design che ho dato alle uniformi delle scuole che frequentano le Ojamajo, quindi prima o poi ve le mostrerò una ad una.
 
 
 
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Alla prossima!
-Crystal-

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Capitolo 16
*** Lezioni di volo ***


LEZIONI DI VOLO
 

Quello doveva essere un venerdì come tanti: mi sarei svegliata con le urla della mamma che rimproverava papà per aver comprato una nuova canna da pesca, avrei fatto una colazione abbondate, avrei preso in giro Doremi lungo la strada che portava a scuola e dopo le lezioni sarei corsa al Maho, dove mi sarei divertita con le altre, aiutando sia con il negozio che nell’accudire Haru. Si, sarebbe stata una giornata perfetta, se non fosse stato per il fatto che mi toccava dare lezioni di volo a un ragazzo più grande di me che non riusciva nemmeno a stare in equilibrio sulla scopa.
Da quando Diamond e Crystal ci avevano informato dell’esame di nono livello di Tetsuya e della prima visita medica di Haru, Kotake era diventato il nervosismo fatta persona, anche se faceva di tutto per non darlo a vedere. In effetti, non perdeva occasione di dire che era tranquillissimo e che avrebbe superato tutto quanto ad occhi chiusi, parlando poi come se dovesse essere lui quello che doveva sottoporsi alla visita pediatrica e non Haru. Poi, però, Doremi aveva deciso di prenderlo un po’ in giro, facendogli credere che l’esame di nono livello fosse difficilissimo e che noi ragazze fossimo riuscite a passarlo per un soffio, mentre per “pura disgrazia” lei era stata bocciata e costretta a ripeterlo. Tetsuya c’era cascato in pieno e, giusto per divertirci un po’, io e le altre avevamo deciso di reggere il gioco a Doremi.
Fatto sta che, se per gli incantesimi non aveva alcuna difficoltà, sulla scopa era negato e di farlo andare nel mondo delle streghe a piedi non se ne parlava proprio, specialmente per il fatto che saper volare era una cosa necessaria se non si volava attraversare il portale a nuoto, considerato che era stato posizionato all’interno di una fontana nel giardino sul retro del negozio.
Alla fine non mi era rimasta scelta: fra tutte ero la più brava sulla scopa, quindi era toccato a me insegnargli e, parola mia, non avevo mai visto uno più imbranato di lui. Perfino Doremi aveva impiegato meno tempo per imparare, il che è tutto dire. Adesso, per lo meno, riusciva a non scivolare giù dal manico di scopa e a rimanere seduto comodo senza far soffrire i suo amico in mezzo alle gambe. No, il vero problema era un altro…
 
-Pistaaa!- sentii gridare prima che qualcosa mi passasse a gran velocità sopra la testa e si schiantasse al suolo, atterrando su un materasso che Eufonia aveva avuto la brillante idea di far comparire all’inizio della lezione. Se non fosse stato per quello, credo che si sarebbe rotto l’osso del collo.
Mi voltai sospirando e la scena che mi si parò davanti fu la stessa che ormai vedevo da tre giorni: una scopa conficcata nel terreno e Kotake  sdraiato malamente sul materasso.
-Dannata scopa volante…- borbottò mettendosi seduto e massaggiandosi la schiena dolorante.
-Sei decisamente senza speranze- dissi esasperata dandogli una mano a scendere dal materasso.
-Quante volte ti ho detto che devi tenere la punta del manico più alta?- lo rimproverai.
Distolse lo sguardo irritato. Uffa, quella scocciata dovevo essere io, non lui!
-Avanti, riprova.
-Cosa? Ancora?
-Muoviti!- urlai. Quel tipo mi stava dando sui nervi. Andiamo, io andavo all’asilo quando avevo imparato a volare, non era difficile!
Capendo di non avere scelta impugnò nuovamente la scopa e vi si mise a cavalcioni.
-Ora datti una leggera spinta con i piedi.- gli spiegai -Rilassati, altrimenti la scopa sentirà la tua agitazione e farà di testa sua. No, le mani non così. Ecco, bravo. Adesso sollevati e fai un giro. Non devi andare tanto in alto e nemmeno tanto veloce, quindi tieni il manico parallelo al terreno. Pronto?
Lui annuì poco convinto, ma al mio via riuscì a sollevarsi di circa due metri da terra.
-Bravo! Vedi che ce l’hai fatta? Ora fatti un giro. Piano, mi raccomando.
-Puoi scommetterci!- esclamò contento di essere rimasto seduto su quella scopa per più di cinque secondi.
 
In quel momento, Hana uscì dal negozio saltellando.
-Come vanno le lezioni?- domandò affiancandomi.
-Peggio di quanto pensassi. Se continua così si diplomerà prima ancora di essere riuscito ad andare sulla scopa.- le spiegai facendo l’ennesimo sospiro.
Tetsuya, nel frattempo, stava volando molto, ma molto lentamente attorno al giardino, lo sguardo concentrato. Era a metà strada quando lo vidi ghignare e lo sentii esclamare.
-A quanto pare ti ho domata vecchia mia! Sei sotto il mio comando ora, stupida scop-aah!-
Uno scatto in avanti e lo vidi partire a tutta velocità.
 
-Ecco, appunto.- dissi rivolta ad Hana -Ci risiamo.-
 
La scopa di Kotake era totalmente imbizzarrita, non faceva altro che zigzagare e cambiare direzione, mentre  lui, cercando di tenersi il più saldamente possibile al manico per non cadere durante qualche giro della morte, urlava cose del tipo –Fatemi scendere da qui!- o –Come diavolo sono i freni su questa cosa?-
Poi la scopa si fermò di colpo e Tetsuya venne scaraventato per terra, salvato ancora una volta dal materasso di Eufonia.
 
-Papà! Stai bene?-domandò Hana preoccupata avvicinandosi a lui.
-Si, si, sto benissimo- tentò di rassicurarla –Sto benissimo piccola. Ehi, perché adesso ci sono due Hana?- aggiunse poi cercando di tenersi in equilibrio e ondeggiando pericolosamente.
-Tu non stai per niente bene e io ho perso la pazienza.-esplosi ad un certo punto. -Ne ho abbastanza, sono giorni che ti ripeto sempre le stesse cose. Domani hai l’esame di nono livello e tu non sai ancora volare, è il colmo! Basta. Io mi licenzio. Veditela da solo.- conclusi.
Mi voltai di scatto e rientrai nel negozio.
Quel tipo mi aveva fatto saltare i nervi, non ce la facevo più. Se voleva imparare a volare da me non avrebbe avuto neanche il più piccolo aiuto. Pensava che mi stessi divertendo a ripetergli sempre le stesse cose? Beh, se era così si sbagliava di grosso.
 
Avanzai a passo di marcia verso il negozio, dove Melody aveva appena finito di servire un cliente.
-Ehi Bibì! Allora? Come vanno le cose là fuori?- mi domandò ignara avvicinandosi.
-Per favore, non tocchiamo l’argomento. Dov’è Doremi?
-E’ in bagno, sta facendo il bagnetto ad Haru.
Mi voltai ringraziandola facendo solo un cenno con la mano e mi diressi al piano di sopra. Se pensavo di trovare un po’ di calma, se pensavo che lavare un pargoletto come Haru fosse rilassante e che aiutasse a calmare i nervi, mi sbagliavo di grosso.
Aprii la porta del bagno e quello che si presentò davanti ai miei occhi non era un bagno. Era un vero e proprio inferno.
La stanza era completamente allagata, la schiuma era pressappoco ovunque, soffitto compreso, tre paperelle di gomma sfrecciavano a gran velocità da una parte all’altra e Doremi stava lottando con il getto della doccia che sembrava avercela improvvisamente con lei, mentre Haru, seduto nella sua vaschetta, se la rideva ammirando la scena.
-Bibì! Aiutami!- mi implorò la sorellona cercando di chiudere il rubinetto, ma venendo investita da un getto d’acqua fortissimo che la fece sbilanciare indietro.
-Ma che diavolo sta succedendo qui dentro?-domandai chiudendo la porta per evitare che tutto il Maho venisse inondato d’acqua e cercando di avvicinarmi senza scivolare.
-E’… E’ stato… Haru… Fa qualcosa!- cercò di spiegarmi fra un’apnea e l’altra per evitare di affogare in mezzo a tutti quegli schizzi.
Non me lo feci ripetere due volte.
-Magi magia, Bibì!- esclamai dopo essermi trasformata in meno di un secondo.
-Magia della musica diffondi la vivacità! L’incanto di Haru al bagno ora di colpo scomparirà!
L’acqua e la schiuma scomparvero improvvisamente, il getto della doccia si spense e le paperelle di gomma caddero con un tonfo per terra.
-Bibì! Grazie, mi hai salvato la vita! Pensavo di affogare!- disse abbracciandomi di slancio.
-Credevo che tu dovessi fare il bagno da Haru, non il contrario.- la stuzzicai.
-Fai poco la spiritosa, sorellina.- sbuffò gonfiando le guance –Haru ha visto dalla finestra Tetsuya che sfrecciava sulla scopa e ha deciso di divertirsi come lui. Non sono abituata agli scherzi magici dei neonati, sono fuori allenamento.
-Beh, guarda il lato positivo.- dissi coprendo Haru con un asciugamano e prendendolo in braccio.
-E cioè?- chiese strizzandosi i capelli grondanti d’acqua.
-Haru ha fatto finalmente la sua prima magia.- conclusi sorridendo.
-La sua seconda magia, vorrai dire- si intromise una voce alle spalle di Doremi.
-Malissa! Che vuoi dire?- chiesi avvicinandomi alla porta dove lei e Hehe ci guardavano.
-Vuole dire che quel mostriciattolo tutte le notti si diverte a far partire la musica del suo carillon e se solo ci azzardiamo a spegnarlo lui scoppia a piangere.- spiegò la fatina avvicinandosi pericolosamente ad Haru. Peccato che il piccolo che avevo in braccio fosse ancora in vena di giocare e la prese per i capelli agitandola.
Scoppiammo a ridere e finalmente dimenticai quello che poco prima era successo con Kotake.
 
Quella sera…
-Allora io vado sorellina- disse Doremi affacciandosi alla finestra della mia stanza, con indosso il costume da apprendista e la scopa a tenerla sollevata a più di cinque metri da terra.
-Va bene. Se ci dovessero essere problemi con la mamma ti coprirò io.
-Grazie sorellina. Allora passo prima a casa di Tetsuya.
-Si, ti conviene farlo. Dopo questo pomeriggio non sono più andata a vedere se ha fatto progressi, ma dubito che in poche ore abbia imparato a non schiantarsi a terra, e lasciare casa senza volare non è proprio facilissimo.
-Ci penso io. Ci vediamo domani mattina.- concluse Doremi allontanandosi.
Agitai una mano in segno di saluto, anche se sapevo che di spalle non mi avrebbe vista. Presto la vidi scomparire nell’oscurità del cielo.
La luna splendeva illuminando le case vicine. Ovunque guardassi, la calma regnava sovrana.
Mi sdraiai e mi coprii fino al naso con le coperte.
Quell’idiota sarà stato un imbranato nel volo, ma era un bravo papà e con gli incantesimi ci sapeva fare, senza contare che non avrebbe perso occasione di farsi bello davanti a Doremi. Non avrebbe avuto problemi. Ne ero sicura.




***
Angolo dell'Autrice
Scusate!!! Sono in un ritardo pazzesco, è più di un mese che non aggiorno! Vi chiedo perdono, non avevo nè tempo, nè ispirazione. D:
Spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo di passaggio che spero vi abbia regalato un sorriso.
Nel prossimo, Haru avrà la sua prima visita pediatrica e successivamente Tetsuya affronterà finalmente il suo primo esame e questo significa che dovrà fare la sua comparsa un nuovo personaggio che però è anche una nostra vecchia conoscienza. Devo ancora decidere chi di loro sarà il primo, ma finalmente le fan dei FLAT saranno accontentate.

Altra cosa: nel precedente capitolo ho fatto una piccola citazione su Harry Potter. A quanto pare nessuno di voi l'ha notata, ma sfido chi ha letto i libri a trovarla :p

Ora ci tengo a ringraziare di tutto cuore non solo i lettori silenziosi, ma anche tutti quelli che continuano a recensire e seguire la storia. Siccome ho perso il conto, voglio ringraziarvi tutti. Quindi un enorme grazie a:
- bunnyeseiyalove99, Cure_Luffy, dandelion17, Ever After Dream, lally88, Lunaby, MaJo_KiaChan_ , mki90, Paris Nichol, Rachel Dhaom, Rainbow_Twily19 e Vivians per aver aggiunto questa storia alle seguite;
- kairifenicia96, QueenSun97 e RoSa9100 per averla inserita tra le preferite;
- fria, emikun, MaJo_KiaChan_, Lunaby, Cure Luffy, Paris Nichol, Rachel Dhaom, Ever After Dream, RoSa9100 e lilastra01 per aver recensito;
ma soprattutto, un grazie stratosferico a David Burger che mi ha aggiunta agli autori preferiti. Non me lo sarei mai aspettato, grazie <3

Ah, se vi và, l'altro giorno ho pubblicato una piccola oneshot sulla coppia Heiji/Kazuha di Detective Conan. Se vi và di leggerla, questo è il link --> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2937960&i=1

Credo di aver detto tutto. Vi lascio con il mio disegno di come immagino la Sinfony della mia storia.
A presto!

-Crystal-


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Capitolo 17
*** Visita medica ***




VISITA MEDICA
 

Ero convinta di trovare Tetsuya sul tetto di casa sua ad aspettarmi, invece lo vidi da lontano che si dirigeva verso il Maho. In volo.
Inizialmente credetti di aver visto male e mi stropicciai gli occhi con il dorso della mano. No, era davvero lui.
Aumentai la velocità e in un batter d’occhio mi affiancai a lui.
-Ehi Dojimi!- mi salutò sorridendo trionfante. –Allora? Non dici nulla?
-Come diavolo hai fatto?- domandai ignorando volontariamente l’orribile nomignolo che aveva usato.
-Non era esattamente ciò che intendevo…
-Come diavolo hai fatto?- ripetei sconcertata.
-Mi sono trasformato, sono salito sulla scopa e ho preso il volo?- tentò di ironizzare.
-E’ ovvio che non intendo questo, idiota. Come fai ad essere ancora seduto sul manico di scopa se fino a ieri non facevi che schiantarti a terra?
-Beh, grazie mille. Comunque è tutto merito di Hana. E’ stata lei a capire dov’è che sbagliavo.
Gli lanciai uno sguardo stupefatto.
-Hana?- ripetei
-Si, Hana. Hai presente quella bambina esuberante con i capelli biondi e gli occhi color nocciola che ha avuto la sfortuna di averti come mamma? Ecco, lei.
-Mi stai prendendo in giro?
-Però Dojimi, stai migliorando.
Non risposi. Continuai a volare accanto a lui senza degnarlo di uno sguardo e lui fece lo stesso.
 
-Sei nervoso.- dissi dopo qualche secondo di silenzio
-No, per niente.- rispose lui prontamente.
-Guarda che non era una domanda.
Con la coda dell’occhio mi accorsi che il suo volto passò rapidamente dal serio allo stupito, per poi tornare esattamente com’era prima.
-Ti conosco Tetsuya- continuai –Quando mi prendi in giro non fai altro che lanciarmi occhiate divertite perché sai che mi da fastidio, specialmente quando scherzi sul mio nome. Invece prima ti sei irritato troppo facilmente, non mi hai degnata di uno sguardo e ti stai mordendo il labbro inferiore.
-Cosa?
-Lo fai sempre quando sei nervoso.- conclusi con un sorriso soddisfatto.
Si fermò a mezz’aria, con lo sguardo esterrefatto fisso su di me.
-Che ti prende ora? Guarda che la dottoressa Maya non è un tipo paziente, non ci conviene tardare.
Scosse la testa come per svegliarsi e dopo aver annuito riprese velocità.
 
Atterrammo nel giardino del Maho due minuti dopo. Eufonia e Lalà erano lì ad aspettarci. Haru era in braccio ad Eufonia e appena ci vide atterrare cominciò a lamentarsi e ad allungare le braccia verso Tetsuya, che appena mise piede a terra corse verso di lui.
-Ehi piccolo, ti sono mancato?- disse toccandogli il nasino con la pinta del dito e ricevendo come risposta una risata cristallina.
Era incredibile come Tetsuya avesse accettato in fretta l’idea di fare da padre a un bambino così piccolo. Si era anche affezionato a lui. A scuola faceva una fatica tremenda a non mettere Haru in mezzo a qualunque discussione. Una volta gli era scappata un’affermazione su quanto sia bello essere padre con la signorina Takawa e lei per poco non chiamava lo psicologo. In effetti non è che fosse totalmente esagerata la sua reazione perché dalle parole di Tetsuya sembrava che lui fosse diventato davvero papà. Se io e Lullaby non trovammo strana la sua affermazione, per gli altri era stata una cosa davvero scioccante. Specialmente se la persona in questione fino a poche settimane prima considerava i bambini come “mocciosi”.
 
Tetsuya mise Haru in un cestino che gli porse Lalà e lo agganciò alla scopa, subito dopo entrammo nel Regno delle Streghe. Eufonia e Lalà non vennero con noi, ma come al solito approfittarono dell’occasione per andare a fare spese.
Lungo la strada spiegai per l’ennesima volta a Tetsuya come si svolgeva una visita medica e una volta arrivati ci ritrovammo circondati da streghe con in braccio i loro piccoli.
Inutile dire che il nostro arrivo non passò inosservato. Non capitava tutti i giorni di vedere un apprendista mago nel mondo delle streghe. Quando entrammo in sala d’aspetto le stanza si riempì di bisbigli e sussurri.
-Perché mi guardano tutti così?- mi domandò Tetsuya sedendosi su una sedia in un angolo e poggiando il cestino con Haru sulle sue gambe.
-Non capita tutti i giorni di vedere un mago nel mondo delle streghe, figurati un apprendista alle prese con un neonato. Faceva scalpore la notizia di quando io e le altre ci siamo prese cura di Hana, puoi immaginare la tua.
-Mi sento fuori posto.
-In effetti lo sei.- affermai sicura.
-Grazie impiastro, molto gentile da parte tua.- replicò prima che scoppiassimo entrambi a ridere.
 
-Salve a tutte le mamme presenti- esclamò all’improvviso una voce appartenente a una giovane donna vestita da infermiera.
-Mettetevi in fila e vi daremo il vostro numero.- concluse un’altra comparendo all’improvviso accanto alla collega. Iniziarono a girovagare per la stanza e assegnarono ad ogni strega un numero. A noi vene assegnato in numero 11 e subito la dottoressa maya ci fece accomodare nella stanza delle visite. Quando arrivò in nostro turno, Haru venne prima di tutto pesato e subito dopo registrata la sua altezza. Ricordavo che Hana era molto più piccola di quello che sarebbe dovuta essere alla sua prima visita pediatrica, ma Haru era diverso. Il suo peso era niente male e l’altezza nella norma.
-Meno male, il primo test è passato.- disse Tetsuya facendo un sospiro di sollievo. –Ora che si fa?
-C’è la prova di volo.- risposi avvicinandomi alla culla messa a disposizione dall’ospedale per l’occasione.
-V-Volo hai detto?- balbettò raggiungendo improvvisamente una tonalità cadaverica.
-Si, perché?- domandai perplessa.
-Mi avevi detto che venivano misurate le capacità magiche, non avevi mai parlato di volo!
-Scusa, mi spieghi qual è la differenza?- domandai non riuscendo ancora a cogliere il problema.
-Dì un po’, hai mai visto Haru volare? Lievitare anche solo di pochi millimetri?
 
O cavolo… Non ci avevo pensato. Haru aveva dimostrato di avere grandi poteri, ma in effetti non aveva mai volato.
-Ora che si fa?- domandai nel panico.
-E lo chiedi a me? Non eri tu l’esperta?-
-Il numero 10 ha terminato. Il prossimo!- tuonò la voce della dottoressa Maya.
-Ok, manteniamo la calma e vediamo di inventarci qualcosa- sussurrò Tetsuya stringendo Haru e avvicinandosi all’infermiera che doveva testare le capacità del piccolo.
-E cosa?- domandai preoccupata.
-Cosa vuoi che ne sappia io?-concluse poggiando Haru nella cesta. Il piccolo lo guardò coni suo grandi e profondi occhi color mandorla senza fare un solo lamento. Tetsuya avvicinò il volto al suo le disse:
-Va bene piccolo, è arrivato il momento di far vedere cosa sai fare. Vediamo se la mia idea funziona.
Premette alcune note sul suo Jingle Set e fece apparire la sua scopa.
-Che diavolo stai facendo?- domandai accertandomi di tenere il tono di voce il più basso possibile.
-Fidati di me.- rispose strizzando l’occhio destro.
Salì sulla scopa e volò sopra la cesta dov’era sdraiato Haru, poi allungò le braccia verso di lui.
-Avanti Haru, vieni da papà. Facciamo vedere quanto sei bravo con la magia.
Fu un attimo. La spilla sul petto di Haru si illuminò e lui volò tranquillamente fra le braccia di Tetsuya ridendo soddisfatto.
-Accipicchia, ben due metri di altezza! Complimenti, secondo controllo superato!- ci comunicò l’infermiera prendendo nota dei risultati. Tetsuya tornò a terra e così passammo alla terza fase della visita: la poppata.
Probabilmente la prova più facile di tutte. Haru scolò il suo biberon fino all’ultima goccia senza fare la minima fatica. Poi arrivò l’ultima prova: la nanna.
 
-Vorrei sapere perché anche lui.- sbuffai china sulla culla di Haru. –Anche Hana al momento nella nanna era sveglia come non mai.
-Che si fa?- domandò Tetsuya provando a cullare il piccolo.
-Quella volta Lullaby cantò una ninna nanna per far addormentare Hana.- riflettei a voce alta.
-Devo cantargli una ninna nanna?
-Senza offesa Tetsuya, ma conoscendo le tue capacità canore rischieresti solo di far piangere tutti i bambini della sala.
-Senti chi parla, anche tu non hai mai preso lezioni di canto. Lasciamo perdere, mi è venuta un’idea.
Premette nuovamente alcuni fasti del Jingle Set e fece apparire il suo musichiere.
-Magia della musica, diffondi la caparbietà! Una sedia a dondolo ora di colpo apparirà.
E a queste parole, con un sonoro pop, accanto alla culla apparve una sedia a dondolo. Tetsuya prese in braccio Haru e si sedette sulla sedia. Adagiò la testa del piccolo sul suo petto ed iniziò a dondolarsi lentamente, accarezzando piano la schiena di Haru, che poco a poco iniziò a chiudere gli occhi e a sprofondare in un sonno profondo.
Haru si era addormentato. Tetsuya continuava ad accarezzargli la schiena e a guardarlo. I suoi occhi brillavano di una luce che non avevo mai visto. Stringeva quel bambino come se fosse stata la cosa più preziosa del mondo e l’avrebbe protetta a qualunque costo. Haru era diventato tutta la sua vita e io potevo capirlo bene perché lo stesso era stato per me, quando ero diventata la mamma di Hana. E quando vedi il tuo bambino che dorme fra le tue braccia, ti sembra che tutto vada bene e vieni invaso da una sensazione di pace e tranquillità.
 
Haru passò la visita pediatrica senza problemi e la dottoressa Maya pose il primo timbro sul diario di Haru e disse di essere rimasta molto colpita da Tetsuya e che se la stava cavando benissimo come papà. Era incredibile come quella strega avesse cambiato opinione su noi esseri umani.
Richiusi il diario e mi voltai verso Tetsuya. Era ora di tornare a casa.
 


 
 
***
Angolo dell’autrice
In ritardo di quanto? Un paio di mesi? Mi dispiace, ma purtroppo era un ritardo che avevo previsto. Spero di essermi sdebitata con questo capitolo. Non l’ho riletto, quindi spero non ci siano errori.
Nel prossimo capitolo ci sarà il famoso esame di nono livello, ma premetto che non so quando potrò pubblicarlo. Mi dispiace, ma lo studio viene prima di tutto.
 
Tra l’altro ho anche un altro progetto in mente, una storia che ho iniziato a scrivere ma che non so quando inizierò a pubblicare. No, non riguarda questa sezione, e non voglio fare troppi spoiler, ma vi posso dire che è una crossover e che riguarderà Harry Potter e… Qualcos’altro ;)
 
Come sempre ringrazio tutti voi che leggete, che recensite e che continuate ad aggiungere questa storia fra le seguite o le preferite. E’ una grande soddisfazione sapere che la storia vi abbia appassionato tanto.
 
Aspetto i vostri commenti, critiche, dubbi, pareri, insomma, tutto ciò che vorrete dirmi riguardo questo capitolo.
Alla prossima!
 
-Crystal-

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Capitolo 18
*** L'esame di Nono Livello ***



L’ESAME DI NONO LIVELLO
 





Ci mancava anche questa. Non bastavano gli allenamenti di calcio del pomeriggio, la nottata passata in bianco per portare Haru alla sua prima visita medica e l’ansia per l’esame di Nono Livello, ora ci si metteva anche la signorina Takawa con un compito in classe a sorpresa. Ma cosa avevo fatto di male?
Diedi uno sguardo all’orologio appeso dietro la cattedra.
Venti minuti e non avevo ancora scritto una sola parola. Merda.
Senza farmi vedere lanciai uno sguardo alla mia sinistra, verso il fondo dell’aula. Doremi aveva un’espressione concentrata e sofferente allo stesso tempo. Beh, lei quanto meno stava scrivendo, io non avevo nemmeno poggiato la penna sul foglio. La vidi sorridere e, tenendo la mano dietro la schiena, alzare il pollice in alto. Lullaby sorrise divertita e sussurrò qualcosa che, dal labiale, sapeva tanto di un “E’ un piacere”.
Ehi! Quelle due stavano collaborando!
Cavolo, e io che mi inventavo?
Rilessi il primo problema con attenzione senza però fare molti progressi.
Niente da fare, non ci avevo capito un accidenti. Magari potevo farmi dare un aiutino da qualcuno…
Dietro di me c’era Kyoko Okugawa. Era brava in matematica, ma di chiedere a lei non se ne parlava. Aveva un’evidente cotta di me fin dal primo anno e se le avessi chiesto aiuto non me la sarei più scollata di dosso. Il solo pensarci mi fece rabbrividire.
Davanti chi avevo? Ah, Shoji. Beh, ripensandoci era meglio di no. Non era una cima, diciamo che se la cavava, ma non era mai stato in grado di imbrogliare, andava nel panico. La signorina Takawa ci avrebbe beccati subito.
Guardai il banco alla mia sinistra e un barlume di speranza si fece strada in me.
Takao.
-Takao. Ehi, Takao.-sussurrai continuando a tenere la testa fissa sul compito.
Kimura ruotò leggermente la testa e capì immediatamente ciò che volevo chiedergli.
-Cosa ti serve?- mi domandò con un filo di voce.
-Tutto quello che puoi.
-Cosa? Va bene, ma mi devi un favore.
-Sei un amico.
 
Quando giunse il momento della consegna avevo fatto in tempo a completare tre problemi su quattro.
-Mi hai salvato la vita.-dissi a Takao mentre ci cambiavamo negli spogliatoi per gli allenamenti di calcio.
-Di niente, ma non farci l’abitudine. Piuttosto, si può sapere che ti è preso? Sei bravo a scuola, non è facile trovarti impreparato.
-Lascia stare- sospirai allacciandomi gli scarpini –Ieri è stata una giornataccia, non ho avuto molto tempo per studiare negli ultimi giorni e questa notte ho dormito poco.
-Accidenti amico, è un bel guaio. Tra poco inizierà il torneo regionale e sei il miglior attaccante della squadra, devi essere in forma!
Già, il torneo. Non me ne ero dimenticato, certo, come avrei potuto. L’anno precedente avevamo dato il meglio di noi per classificarci e visto che sarebbe stato l’ultimo anno del capitano, non avevamo certo intenzione di farci battere così facilmente. La coppa sarebbe stata nostra!
Diedi una pacca sulla spalla a Takao per tranquillizzarlo e ci precipitammo in campo per iniziare il riscaldamento.
 
Quella sera, però, non toccai cibo. Ero talmente stanco che faticavo anche a tenere in mano la forchetta. Andai a letto con l’intenzione di dormire almeno un paio d’ore prima di volare via dalla finestra, ma alla fine riposai solo una mezz’oretta.
Arrivai al Maho che non era ancora mezzanotte e trovai le ragazze ad aspettarmi. Per qualche strano motivo avevano deciso di accompagnarmi tutte quante e solo Hana era stata costretta da Doremi a rimanere a casa per non saltare un’altra nottata di sonno. Le altre invece, Bibì compresa, mi aspettavano trepidanti e non ne avevano voluto sapere di lasciarmi andare da solo. Come se non fossi stato già abbastanza nervoso. Mi avevano detto che l’esame di Nono Livello era il più difficile di tutti perché è quello che si affronta quando non si ha molta padronanza con la magia e che le due esaminatrici erano terribilmente severe.
Andai a dare una veloce occhiata ad Haru e poi varcammo il portale per il Mondo delle Streghe.
 
Mota e Motamota ci aspettavano vicino ad un fiumiciattolo, sotto a quello che sembrava un piccolo chiosco. Ad essere sincero, non erano esattamente come me le ero immaginate. Non avevano affatto l’aria di due persone severe, quando più di due streghe… Tonte, ecco. E poi erano decisamente buffe. Due streghe di mezza età che sarebbero potute benissimo essere i membri di un duo comico, ecco cosa sembravano.
Quello che invece catturò la mia attenzione fu il mago che era stato inviato ad assistere al mio esame. Ero convinto che mi sarei trovato davanti un signore anziano con barba lunga, cappello a punta e tunica scura, invece davanti a me c’era un ragazzo. Doveva avere all’incirca la mia stessa età. I lineamenti del viso erano delicati e precisi, senza alcuna imperfezione. I capelli turchesi gli ricadevano lateralmente sul viso e quelli che indossava sembravano tutto fuorché vestiti da mago. Ma da dove era uscito quel tizio, da una rivista di moda?
-Guarda un po’ chi si rivede…- disse Doremi visibilmente incredula.
-Salve ragazze, è un piacere rivedervi!- salutò lui con un cenno della mano e strizzando l’occhio destro, poi la sua attenzione si focalizzò su Lallaby. Le prese la mano e glie la baciò.
-Sei ancora più bella dell’ultima volta che ci siamo visti, Lullaby.- le disse.
-Tooru, sei davvero tu?
-Mi aspettavo un’accoglienza più calorosa, ad essere sincero.- ammise lui sospirando.
-Non ti correrò incontro piangendo, gettandoti poi le braccia al collo.- disse lei incrociando le braccia al petto.
Non riuscii a trattenere un sorriso. Colpito e affondato da una ragazza, ci sarebbe stato da ridere.
-Così mi ferisci, Lullaby…- sospirò lui con aria tragica, portandosi una mano alla fronte.
-E tu non sei cambiato per niente, Tooru.- rise Melody contagiando anche le altre e facendo nascere un sorriso genuino sulle labbra di quel tipo.
Solo allora si accorse della mia presenza, o per lo meno solo allora si decise a considerarmi.
-Tu sei l’apprendista, immagino. Tooru Kounna, piacere di conoscerti amico.- si presentò.
-Tetsuya Kotake.- risposi stringendogli la mano.
-Bene, ora che abbiamo fatto le presentazioni direi di procedere con l’esame.- si intromise Mota attirando l’attenzione su di sé.
Deglutii rumorosamente. Merda.
Feci un respiro profondo e mi parai davanti le due esaminatrici.
-Sono pronto, cosa devo fare?- chiesi visibilmente nervoso.
-Oh, andiamo ragazzo, non fare quella faccia.- mi rassicurò Motamota –In fondo, l’esame di Nono livello è il più semplice di tutti.
Sbattei un paio di volte le palpebre incredulo.
-Come, scusa?- chiesi sentendo le braccia cadermi lungo i fianchi.
-Le ragazze non te l’hanno detto? L’esame consiste semplicemente nel far apparire qualcosa su nostra richiesta. Solo un’apprendista non è stata in grado di passare l’esame di Nono Livello ed è stato l’unico caso in tutta la storia.
Continuai a fissarle allibito, mentre dietro di me le ragazze avevano iniziato a soffocare malamente una risata.
Quelle maledette… Oh, ma sapevo da chi era partita l’idea. Solo una persona poteva giocarmi uno scherzo del genere.
-Doooreeeemiii…- dissi sentendo crescere la rabbia dentro di me.
-Scusa Tetsuya, non sono riuscita a resistere. Dovresti vedere la tua faccia- ammise lei non riuscendo più a trattenere le risa.
-Questa me la paghi, Doremi!- urlai correndo verso di lei pronto a saltarle al collo per strangolarla. Questa volta l’avrei uccisa senza pensarci due volte. Lei, quando si accorse delle mie intenzioni, scappò via iniziando a correre attorno a quella sottospecie di chiosco mentre io continuavo a starle alle calcagna, le braccia tese in avanti per non lasciarmi scappare nessuna occasione per prenderla.
-Ehi, perché te la prendi solo con me?- si lamentò senza dar cenni di resa.
-Perché ci scommetto quello che vuoi che è partita da te l’idea!
 Non smisi di correrle dietro nemmeno quando sentii le  voci di Mota e Motamota che mi chiedevano di raggiungerle e far comparire un piatto di Ramen.
L’esame lo passai, ma feci l’incantesimo mentre continuavo a rincorrere Doremi.
Ci fermammo solo quando la voce di Tooru ci avvertiva del fatto che lui ed altri tre maghi stavano facendo delle ricerche su Haru.
La notizia che fosse nato un maschio da un fiore del Regno delle Streghe aveva sconcertato tutti quanti e a quanto pare i FLAT4, il nome del gruppo di amici di cui faceva parte Tooru, da quello che riuscii a capire, si erano messi all’opera per far luce sulla questione, ma per il momento non erano riusciti a fare progressi.
La verità sulla nascita di Haru era avvolta nel mistero e qualcosa mi diceva che lo sarebbe rimasta ancora a lungo.

 








***
Angolo dell’Autore
 
Sono imperdonabile, lo so, merito di essere Cruciata all’istante.
Vi avevo detto che quest’anno avrei avuto gli esami di stato e non sapevo quando sarei riuscita ad aggiornare; ma proprio quando credevo di aver chiuso con la scuola, non solo ho avuto un blocco terribile, ma mi sono dovuta concentrare sullo studio per l’ingresso all’università.
Sono tornata a scrivere da poco e non so se riuscirò ad aggiornare ogni settimana. Probabilmente per qualche tempo mi limiterò a pubblicare due volte al mese, così da avere il tempo di portarmi avanti con i capitoli.
 
Passando a questo diciottesimo capitolo, so che molti di voi lo aspettavano con ansia per il ritorno del FLAT4, quindi spero di essere stata all’altezza. Pian piano li rivedremo tutti quanti, ma non mi sono sentita di introdurli tutti assieme. Mi sarei ritrovata a gestire troppi personaggi tutti assieme e l’impresa si sarebbe rivelata parecchio ardua.
Altra cosa che volevo precisare riguarda Tetsuya. Non so chi di voi l’ha notato, ma quando è lui a narrare la storia faccio spesso uso della parola “Merda”. Ho deciso che sarà una sua caratteristica, l’esclamazione che lo caratterizzerà insomma.
 
Nel prossimo capitolo ci sposteremo ad Osaka, da Sinfony, che si ritroverà a dover risolvere un difficile problema che tormenta una persona a lei molto cara.
Grazie a tutti voi che continuate a leggere, recensire e aggiungere la storia fra le seguite/ricordate/preferite. Siete tantissimi e la cosa mi rende felicissima.
 
Al prossimo capitolo!
-Crystal-

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