Ti salverò, Megu.

di Jade Tisdale
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo inizio ***
Capitolo 2: *** Visite poco gradite ***
Capitolo 3: *** L'autentica settima bambola ***
Capitolo 4: *** Segni di affetto ***
Capitolo 5: *** Gelato ***
Capitolo 6: *** Alleanza ***
Capitolo 7: *** Non lasciarmi ***
Capitolo 8: *** Vincerò per te ***
Capitolo 9: *** L'intervento di Suiseiseki ***
Capitolo 10: *** Grazie di tutto, Shinku ***
Capitolo 11: *** Vittoria ***
Capitolo 12: *** Nata per essere Alice ***



Capitolo 1
*** Un nuovo inizio ***


 

Capitolo 1

“Un nuovo inizio”

 

 

Mi risvegliai all'interno della mia valigetta. La aprii e mi guardai intorno: era sera e avevo la vista un po' appannata, ma riconobbi all'istante le vetrate con le rose della vecchia chiesa in cui risiedevo.
Il mio spirito artificiale iniziò a ronzarmi intorno.
«Meimei, dov'è Renpika?» chiesi, realizzando che la Rosa Mystica di Souseiseki non si trovava più all'interno del mio corpo.
La rabbia iniziò ad impossessarsi di me. Chi aveva osato rubarmi quella Rosa Mystica?
Uscii dalla valigetta e la chiusi: solo allora mi tornarono alla mente gli ultimi fatti accaduti. Il Gioco di Alice, la sconfitta di Suiseiseki, di Kanaria e successivamente la mia. Ricordai inoltre di aver parlato a Shinku di ciò che un tempo nostro Padre mi disse e poco prima di cadere tra le sue braccia, di essermi ricordata di Megu e di essermi scusata per aver utilizzato gran parte della sua energia. I miei pensieri si soffermarono sul suo nome.
Megu.
E se avessi utilizzato troppo la sua energia e lei fosse... No, mi rifiutai di crederci.
Volai fuori dalla cappella velocemente, diretta alla sua finestra. Atterrai sul davanzale ed emisi un sospiro di sollievo nel vederla ancora respirare. 
«Suigintou... Allora non te ne sei andata...»
Un piccolo sorriso mi contornò le labbra. «Perché me ne sarei dovuta andare?»
La mia medium indicò il suo anulare. «L'anello scottava e ho provato un dolore atroce al cuore, ma poi, ad un tratto, quelle sensazioni sono svanite e con esse, anche l'anello. Ho pensato che ti avessero sconfitta.»
Poggiai la schiena contro lo spigolo della finestra. «Non è andata esattamente così. La settima Rozen si è rivelata una fasulla, per cui, le Rose Mystiche di cui si era appropriata sono tornate al loro posto.»
Sul volto di Megu andò a formarsi un grande sorriso. «Suigintou, vieni qui.»
«Megu, cos...»
«Vieni qui vicino a me. Ti prego.»
Con un balzo, atterrai sul suo letto, non molto distante dal cuscino. Megu mi afferrò.
«Sono felice che tu stia bene.» disse, stringendomi a sé.
Quando l'avevo appena conosciuta, non le permettevo di toccarmi nemmeno con un dito. Ma in quel momento, le concessi di abbracciarmi. Malgrado fossero passate poche ore dall'ultima volta che c'eravamo viste, mi sembrava un'eternità.
Mi resi conto di una cosa alquanto strana: Megu mi stava cingendo la vita. Sentivo finalmente di possedere un tronco.
Com'è possibile? mi chiesi. Solo nostro padre può ricostruirci o ridarci la vita... Che sia stato lui?
I miei pensieri furono distratti dalla voce della mia medium.
«Se Barasuishou era un falso, il Gioco di Alice si è già concluso?» chiese, tenendomi ancora fra le sue braccia.
«Tecnicamente no, ma finché la vera settima bambola non si sveglierà, è come se fossimo in pausa.»
«E quanto potrebbe metterci a svegliarsi?»
«Potrebbe succedere molto presto, come in una delle ere successive.»
Megu sospirò. «Anche se non si dovesse svegliare in quest'epoca, mi prometti che consumerai comunque la mia energia?» 
Non risposi. Non le potevo dire che, in realtà, miravo a fare l'esatto opposto di ciò che mi chiedeva ormai da tempo.
Chiusi gli occhi nella speranza che non me lo chiedesse ancora una volta. Mi addormentai con il calore delle sue braccia. 

 

«Suigintou! Svegliati, Suigintou!»
Aprii gli occhi lentamente, trovandomi davanti una Megu estremamente agitata.
«Sono quasi le otto. Tra poco arriveranno le infermiere.Vai a nasconderti, svelta!»
Sbadigliai, ma fui obbligata ad alzarmi di malavoglia. Ritornai dentro alla vecchia chiesa e attesi qualche minuto prima di ritornare da Megu
, ma lei non c'era più. Sicuramente è andata in bagno pensai. Mi voltai verso lo specchio della sua camera ed ebbi un idea: lo utilizzai per entrare in un campo d'emanazione e giungere fino alla casa dell'ottuso medium di Shinku.
Suiseiseki e la mia rivale si resero ben presto conto della mia presenza e mi raggiunsero, seguite dal loro medium, nella vecchia stanza della casa avente quell'enorme specchio. 
«Suigintou...» sussurrò la mia rivale. «Che cosa ci fai qui?»
La terza bambola fece un passo avanti. «Se vuoi ancora combattere, sappi che noi...»
«Non ho affatto intenzione di combattere.» la interruppi. «Sono venuta per parlare.»
«P-Parlare?» ripeté Jun.
Incrociai le braccia. «La Rosa Mystica di Souseiseki non è più nel mio corpo. L'avete presa voi, non è vero?»
Le due bambole si scambiarono un'occhiata.
Shinku iniziò a parlare. «Come sai, Barasuishou non era un'autentica Rozen Maiden. Di conseguenza, le sue azioni all'interno del Gioco di Alice non sono state considerate. Ogni Rosa Mystica che è stata sottratta da lei è ritornata alla legittima proprietaria. Però... Al mio risveglio, nemmeno io possedevo più la Rosa Mystica di Hinaichigo, ma non ho idea di dove si trovino.»
Strinsi le mani a pugno. «Smettetela di mentirmi! Quella Rosa Mystica me la sono guadagnata e non mi interessa che fosse della tua gemella, Suiseiseki: esigo che me la ridiate!»
«Suigintou, non ti stiamo affatto mentendo. Non sappiamo dove si trovino le due Rose Mystiche.»
Iniziai ad agitarmi ancor di più. Prima di dileguarmi, lanciai una lunga serie di piume nere nella loro direzione. 

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Capitolo 2
*** Visite poco gradite ***


 

Capitolo 2

“Visite poco gradite”

 

 

Barasuishou lanciò delle schegge di ghiaccio lilla nella mia direzione ed io ricambiai con le mie piume nere. Ad un tratto, la settima bambola smise di attaccare e fece materializzare nella sua mano un pezzo di ghiaccio molto più lungo rispetto ai precedenti.
«Meimei!» esclamai, mentre il mio spirito guardiano si trasformava in una spada.
La lotta conclusiva iniziò. La mia rivale era senza un braccio e a differenza mia, che avevo conquistato tutte quelle delle mie sorelle, non aveva alcuna Rosa Mystica all'interno del suo corpo. Laplace no Ma ci osservò con attenzione, impaziente di scoprire chi delle due sarebbe diventata Alice.
La settima Rozen mirò al mio viso, ma io mi riparai all'interno delle mie ali. Una volta uscita dal mio guscio, la colpii prontamente al petto, sconfiggendola definitivamente. 
«E' finita!» dissi con sicurezza, mentre un sorriso soddisfatto mi contornava le labbra. «Ti ho sconfitta! Ho vinto!»
Ritrassi la spada e Barasuishou cadde sulle proprie ginocchia. Stranamente, la sua espressione dimostrava una felicità inspiegabile.
«Cosa c'è di tanto divertente nell'aver perso?» chiesi, confusa.
«Perso? Io? No, Suigintou. Sei tu qui ad aver perso.»
Inarcai un sopracciglio. «Non dire idiozie! Mi sono appropriata di tutte le Rose Mystiche. Io sono Alice!»
«E' vero, tu sei Alice. Durante tutto il Gioco, ti sei concentrata solo sulle Rose Mystiche delle tue sorelle. Così facendo, hai vinto nell'orgoglio, ma hai perso nell'affetto.» disse decisa, mentre la mia medium si materializzò di fianco a lei.
Barasuishou allungò il braccio che ancora possedeva nella sua direzione ed iniziò a stringere il suo collo sempre di più.
«Megu!» urlai, in preda alla disperazione.
Cercai in ogni modo di muovermi, ma le schegge di ghiaccio della settima Rozen mi avevano imprigionata in una sorta di gabbia. E quando riuscii finalmente a liberarmi, era ormai troppo tardi: la mia medium aveva smesso di respirare. 

 

Mi risvegliai con una strana sensazione che non avevo mai conosciuto prima.
La paura per qualcuno.
Paura per Megu.
Volai sino alla sua finestra e ancora una volta, sospirai nel vederla sana. Beh, non nel vero senso della parola...
La mia medium sorrise. «Ciao.»
Non risposi. Continuai a fissarla negli occhi e a ripensare al mio sogno. 
«Stai bene?» chiese ad un tratto Megu, notando il mio sguardo preoccupato.
«Sì.» risposi semplicemente. «E tu?»
«Come sempre.»
La nostra attenzione fu catturata da qualcuno che aveva bussato alla porta. Uscii dalla finestra e mi nascosi di fianco ad essa, restando appoggiata al muro.
«Megu-chan, stai riposando?» chiese una voce femminile.
«No, sono sveglia.»
Voltai lo sguardo verso il vetro della finestra, grazie alla quale, tramite il riflesso, riuscii ad intravedere un po' la scena. 
«Ci sono visite per te.» disse l'infermiera, con un sorriso.
Da dietro la porta spuntarono una donna magrolina, coi capelli a caschetto neri e un uomo molto alto, ben vestito, coi capelli castani e gli occhiali.
«Mamma! E... papà.» continuò, non molto felice.
«Megu, tesoro, come ti senti?» chiese la madre, avvicinandosi a lei.
«Come sempre.» ripeté, come aveva detto a me poco prima.
«Davvero? Non noti nessun miglioramento?» continuò il padre.
Sul volto della mia medium si formò un espressione di rabbia. «Da quando ti interessi alla mia salute?»
«Megu, non dire così, ti pr...»
«E che cosa dovrei dire?» urlò, con una ferocia che non le riconoscevo. «Sono anni che non vieni più a trovarmi e in questi anni sarei potuta tranquillamente morire! Che senso ha far vedere che ti interessi a me, se non è per niente vero?»
La madre le accarezzò delicatamente i capelli e le parlò in tono dolce. «Tuo padre è stato occupato con il lavoro, lo sai bene.»
«No, non c'entra nulla il lavoro. Se gli importasse davvero di me, farebbe di tutto pur di vedermi.»
Il signor Kakizaki tentò di dire qualcosa, ma si bloccò quando la figlia lo fulminò con lo sguardo.
«Andate via.» disse in tono aspro. «Voglio riposare.»
I suoi genitori si scambiarono un'occhiata, ma furono costretti ad esaudire la richiesta della loro figlia.
«Quelli sono i tuoi genitori?» chiesi, rientrando nella stanza.
Megu esitò. «Sì.»
Seguì un silenzio imbarazzante. Mi ero appena ripresa dal sogno di quella notte, ma il litigio tra Megu e suo padre non mi aveva di certo migliorato l'umore.
«Perché hai aggredito in quel modo tuo padre?»
Sospirò. «E' da tre anni che non lo vedevo. Certo, ha un lavoro che lo fa viaggiare molto, ma ha sempre usato questa scusa con me e mia madre. Non gli è mai importato nulla di me solo perché...» Abbassò lo sguardo. «Solo perché sono malata...»
Alzai un sopracciglio. «Quindi, secondo te tuo padre non ti ama?»
Non rispose, in segno di approvazione.
«Megu, tu credi che mio padre mi voglia bene?»
La mia medium mi guardò confusa, non capendo la mia domanda.
«Pensi che nostro padre voglia bene a noi Rozen Maiden?»
Ci pensò su, ma non seppe rispondermi.
«Beh, sappi che nostro padre ci vuole molto bene. Ci ha costruite con estrema attenzione, curandoci nei minimi dettagli e dandoci la vita con le Rose Mystiche. Come potrebbe odiarci dopo tutto quello che ha fatto per noi?» Con un balzo, atterrai sul letto e mi avvicinai a lei. «Nonostante questo, però, ha scelto per noi un destino che molti definirebbero crudele, ovvero combatterci a vicenda fra sorelle. Non ti sembra un po' forzato?»
La mia medium fece un piccolo sorriso.
«Non devi trattare tuo padre in quel modo, anzi, devi rispettarlo. Malgrado i suoi sbagli, resta pur sempre tuo padre.»
«E come faccio? Non dimostra minimamente interesse verso di me!»
«Se tu ce l'hai a morte con tuo padre, allora io cosa dovrei dire?» Mi sedetti al suo fianco ed accavallai le gambe. «Sono stata la prima ad essere creata, la maggiore delle mie sorelle. Mio padre ha bloccato il progetto del mio corpo ancor prima di concludere la mia costruzione. Eppure, nonostante questo immenso torto, io lo amo più delle altre bambole.»
Megu arricciò il naso. «Non è la stessa cosa.» 
Tentai di sorridere davanti alla sua testardaggine, ma in quel momento, una strana sensazione mi fece insospettire.
Un campo d'emanazione era appena stato aperto. 

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Capitolo 3
*** L'autentica settima bambola ***


 

Capitolo 3

“L'autentica settima bambola”

 

 

Dopo la discussione con Megu, utilizzai il suo specchio per dirigermi nel campo d'emanazione aperto. Mi guardai un po' intorno e non mi ci volle molto per capire che era un luogo in cui non ero mai stata. Vi erano lastre di ghiaccio trasparenti ovunque: inoltre, alcune zone erano ricche di rose bianche e fili spinati. Di sicuro, non si trattava del campo d'emanazione di una delle Rozen Maiden che conoscevo. 
Che si tratti di...?
Scacciai subito quel pensiero dalla testa. Se si fosse davvero trattato della settima bambola, allora... 
«Benvenuta, oneesama.» 
Mi voltai di scatto. Davanti a me vi era una bambola dai lunghi capelli bianchi, con un vestito e stivali del medesimo colore: il suo occhio sinistro era di colore giallo, mentre, al posto di quello destro, c'era una rosa bianca.
«Ch-Chi sei tu?»
La bambola fece una riverenza. «Mi chiamo Kirakishou e sono la settima bambola delle Rozen Maiden. E' un mio piacere fare la tua conoscenza, Suigintou.» Ampliò le labbra in un piccolo sorriso. «Prima bambola costruita da nostro padre.»
A quanto pare, non mi ero sbagliata: la settima bambola era sveglia.
«Sono un'entità astrale priva di un corpo fisico, giusto per fartelo sapere.» continuò.
Feci un passo in avanti. «Cos'hai intenzione di fare?»
«A che cosa ti riferisci, oneesama?» chiese, con un sorriso da furbetta.
«Sai bene di cosa parlo, del Gioco di Alice!» 
«Non ho intenzione di combattere contro di te, se è questo che intendi.» disse, avvicinandosi lentamente. «Al contrario, oneesama: se lo desideri, posso donarti la mia Rosa Mystica anche subito.»
Fui tentata di accettare la sua richiesta: in fondo, prima o poi mi sarei comunque appropriata delle Rose Mystiche delle mie sorelle. Prendere subito quella di Kirakishou mi avrebbe di sicuro avvantaggiata con le altre. Però... Non era un po' troppo facile? 
«Perché?» chiesi. «Perché vuoi darmela senza nemmeno provare a combattere?»
«P
erché tu sei la mia sorella maggiore e ti ammiro molto. Ti prego, accettala!» esclamò, prendendo la sua Rosa Mystica tra le mani.
La guardai a lungo prima di decidere. «No. Me la conquisterò da sola durante un combattimento.»
Mi girai per andarmene, ma fui bloccata dalla sua voce.
«Oneesama, permettimi almeno di allearti a te! Insieme potremmo sconfiggere le altre bambole e potrei aiutarti a diventare Alice!»
In quell'istante, mi ricordai del danno provocato dalla mia alleanza con Barasuishou. Di sicuro, se avessi fatto di testa mia, sarei riuscita a diventare Alice grazie alla Rosa Mystica di Souseiseki. Ma purtroppo, non mi ero resa conto di aver esagerato ad utilizzare l'energia di Megu e pur di non farla soffrire, mi ero fatta sconfiggere.
«Non la voglio un'alleata. Posso farcela benissimo da sola!» sbottai.
La mia sorella più piccola fece una risata. «Ovviamente. Sono sicura che ce la farai anche senza il mio aiuto.» 

 

Non appena misi piede nell'abitazione dei Sakurada, non ricevetti la stessa accoglienza della volta precedente. Era quasi ora di cena, quindi, dedussi che le mie sorelle fossero troppo impegnate per accorgersi di me.
Aprii la porta di quella stanza buia con la sola forza delle mie piume nere e non ci misi molto a giungere in sala da pranzo.
Dopo avermi vista, Suiseiseki lasciò cadere una forchetta, mentre la sorella del medium ottuso mi guardò confusa.
«Suiseiseki, che ti prende? Nori, anche tu?» domandò Jun, che era voltato di spalle.
Shinku si girò all'istante. «Suigintou...»
«Ancora tu?» sbottò la terza Rozen. «Avevi detto che non volevi combattere, perciò alza i tacchi e...»
«La settima bambola è sveglia!» urlai, sovrastando la sua voce.
Tutti i presenti mi guardarono stupiti.
«Vuoi dire che...» iniziò la mia rivale.
«Sì, Shinku. La vera settima bambola è sveglia.» Sospirai. «Il suo nome è Kirakishou ed è priva di un corpo fisico, o almeno, così dice lei.»
«Che intendi dire?» chiese il ragazzo.
Mi sedetti sul tavolo e misi in bocca un pezzo di carne, accavallando poi le gambe. «Voglio dire che lei, in realtà, aveva un corpo. Non ho idea di come se lo sia procurato, ma non trovo nemmeno una ragione valida per cui avrebbe dovuto mentirmi.»
Suiseiseki si alzò dalla sedia. «Dobbiamo subito avvertire quella peste di Kanaria! Conoscendola, sono sicura che...»
Ad un tratto, un rumore attirò la nostra attenzione. Da dietro il divano spuntò Pizzicato e dopo non molto, lo seguì la seconda bambola.
«Kanaria!» esclamò la bambola giardiniera. «Ci spiavi di nuovo?!»
Kanaria fece un sorrisetto beffardo. «Vi ricordo che io sono la più astuta fra tutte le sorelle, ma ho capito che per sconfiggervi devo conoscervi meglio.»
«Visto che sei la più astuta come dici tu, perché non ti batti con Kirakishou?» suggerii, scoppiando in una sonora risata. «Sono convinta che ti farebbe fuori in un secondo!»
La seconda Rozen Maiden iniziò a scaldarsi. «Pizzicato!» esclamò, mentre il suo spirito guardiano si trasformò in un violino.
La bambola iniziò a suonare un'orrenda melodia, ma io mi riparai all'interno delle mie ali. Una volta che la canzone fu conclusa, la colpii con le mie piume nere e Kanaria cadde goffamente a terra.
«Visto? Scommetto che non sopravviveresti più di due minuti!» continuai.
Kanaria gonfiò le guance. «Posso sconfiggerla benissimo da sola! Grazie a Pizzicato e all'energia di Mitsu, la farò fuori in un baleno!»
«Sono certa che l'energia della tua medium non ti servirà a nulla! Anzi, scommetto che è una buona a nulla come te!»
«Non parlare così di Mi-chan!»
«Smettetela!» s'intromise Shinku. «Non conosciamo le intenzioni di Kirakishou, magari non le interessa nemmeno combattere. Quindi, a meno che tu non ci metta il becco, Suigintou, non ci sarebbe più nessun combattimento.»
Strinsi le mani a pugno. «Io... Io combatterò ugualmente, lo sai, Shinku.» 

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Capitolo 4
*** Segni di affetto ***


 

Capitolo 4

“Segni di affetto”

 

 

Atterrai come mio solito sul davanzale della finestra di Megu. La mia medium mi accolse con un grande sorriso.
«Ti stavo aspettando.» disse, con sincerità. «Scoperto niente sulla settima bambola?»
Incrociai le braccia e spostai il peso da una gamba all'altra. «Si chiama Kirakishou. Mi ha offerto la sua Rosa Mystica ma... Non l'ho accettata.»
«E perché scusa? Non desideri diventare Alice?» 
Volai fino al suo letto e mi sedetti vicino a lei.
«Diventare Alice è il mio unico obiettivo, ma preferisco guadagnarmi tutte le Rose Mystiche con le mie sole forze. Almeno così potrò dimostrare alle mie sorelle che sono la migliore.»
La terrestre annuì. «Già, mi sa che non hai tutti i torti.»
Abbassai lo sguardo e mi persi nei miei pensieri. Ad un tratto, mi sentii tirare per il vestito e due mani calde stringermi forte.
«Megu...» sussurrai, provando un leggero imbarazzo. Non ero abituata a tutti quei segni d'affetto. «Perché mi abbracci?»
Fece un sorrisino dispiaciuto. «Beh, stavo solo pensando a quando morirò. Non ti vedrò più, non è così?» 
Rimasi pietrificata e non dissi nulla, facendole capire che quella era la verità. La sua espressione divenne triste.
«Mi mancherai.» disse, iniziando a piangere. «Mi mancherai tantissimo.»
«Megu...»
Scosse la testa. «No, scusami, sto... Piangendo senza motivo. Io...» Si asciugò le lacrime con la manica del pigiama e si schiarì la voce. «In caso morissi prima che il Gioco di Alice finisca, ti troverai un'altra medium, vero?»
«Ti ripeto che io posso benissimo farcela da sola. Non ho affatto bisogno di un medium!»
«Eppure, io sono la tua medium.»
Arrossii leggermente. Sì, lei era la mia medium e sarebbe stata l'unica.
«Suigintou, tu sei l'unica persona a cui ho voluto davvero bene. Sarai di sicuro l'unica persona a cui mi dispiacerà separarmi ma, purtroppo, questo è il mio destino e non c'è niente che io possa fare... E' meglio per tutti che io muoia.»
Ti sbagli. Mi impossesserò di tutte le Rose Mystiche e ti salverò. E' una promessa. Ti salverò, Megu. 

 

Quella sera, mentre riposavo, fui svegliata da un rumore assordante. Uscii in fretta dalla mia valigetta e quel fracasso aumentò, arrivando quasi a rompermi l'udito.
«Meimei, che sta succedendo?» chiesi parlando a stento.
Il mio spirito artificiale iniziò a spiegare quando, all'improvviso, una lastra della chiesa cadde non molto distante da me. La vecchia cappella in cui risiedevo stava per essere demolita. 
Chiusi la valigetta e la presi tra le mie mani: iniziai a correre al di fuori dell'edificio, seguita da Meimei. Un pezzo di cemento mi colpì sulla schiena, facendomi cadere in avanti. Mi rialzai subito, anche se dolorante e subito dopo, mi arrivarono addosso alcune scheggie delle vetrate colorate.
Quando finalmente uscii, dopo aver superato diversi ostacoli, mi accorsi che il sole stava ancora tramontando. Tentai di volare per andare da Megu, ma le forze mi abbandonarono prima che ci provassi.

 

Mi risvegliai la mattina successiva di fianco a Megu, distesa nel suo letto.
«Stai bene?» chiese.
Annuii, sentendo di aver recuperato le energie. «Come mi hai trovata?»
«Meimei è venuta a cercarmi ieri sera. Fortuna che nessuno ti ha vista!» esclamò, abbozzando un sorriso. 
Mi avvicinai alla mia medium e la abbracciai. Subito rimase perplessa, ma poi, senza dire nulla, ricambiò quell'abbraccio e mi accarezzò dolcemente i capelli.
«Grazie.» sussurrai.
«Di nulla.» rispose lei, continuando a sorridere.
In quel momento, qualcuno bussò alla porta.
«Quella maledetta infermiera...» ghignò Megu tra i denti. «Suigintou, la tua valigetta è sotto al letto. Ora ti conviene restare a vivere qui, ma dovrai stare attenta agli orari delle infermiere. Mi dispiace...»
«Non fa nulla. Mi nasconderò ed attenderò come ho sempre fatto.» dissi, alzandomi e uscendo dalla finestra. 

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Capitolo 5
*** Gelato ***


 

Capitolo 5

“Gelato”

 

 

Le giornate vissute costantemente nella camera di Megu si rivelarono addirittura migliori di quelle trascorse presso la vecchia chiesa ormai demolita.
La mia medium sembrava essere felice del fatto che fossi sempre con lei. In fondo, ero la sua unica amica.
Passavamo le giornate a parlare o semplicemente a guardarci in volto senza dire nulla, godendoci le calde giornate estive insieme.
Anche quel pomeriggio, come altri, ce ne stavamo sedute in silenzio una di fianco all'altra. 
«Ho voglia di gelato.» disse ad un tratto l'umana.
«Gelato?» domandai. «E che cos'è?»
«Beh... E' una cosa che si mangia, è fresco ed ha vari gusti. In estate ne vendono a bizzeffe!» esclamò, facendosi però subito seria. «Purtroppo però non mi posso allontanare più di tanto...»
Presi a guardare il suo viso triste e malinconico, che somigliava parecchio a quello di una bambina che aveva ricevuto un pessimo regalo di compleanno.
«Andrò io.» dissi ad un tratto, scattando in piedi.
Megu alzò la testa, scioccata. «Dici sul serio?»
Annuii. I suoi occhi si illuminarono di colpo.
«Grazie Suigintou!» disse, tutta contenta.
«Frena l'entusiasmo, mia cara. Lo faccio soltanto perché sono stanca di stare qui dentro e...»
Megu cominciò a tossire molto rumorosamente. Quando smise, si toccò le tempie e fece una smorfia.
«Che ti prende?» domandai, leggermente preoccupata. «Va tutto bene?»
«S-Sì..» rispose, con voce fioca. «Sono solo un po' stanca.»
«Riposati mentre sono via.»
Detto questo, seguita da Meimei, volai sopra la città alla ricerca del gelato che Megu tanto desiderava.
Vagai a lungo senza sosta, ruotando la testa da una direzione all'altra in continuazione. 
«Meimei, mi sono appena accorta di una cosa.» dissi ad un tratto, fermandomi sopra ad un lampione al mercurio. «Non ho idea di come sia fatto un gelato!»
Sospirai. Ormai ero molto lontana dall'ospedale e non avrebbe avuto senso andare da Megu a chiedere informazioni. Però, non mi potevo nemmeno permettere di ritornare indietro a mani vuote.
Abbassai lo sguardo verso i passanti e riconobbi la figura di Jun, il medium della mia rivale. E fu lì che ebbi un'idea.
Scesi in volo lentamente e mi nascosi dietro ad un cespuglio, mandando Meimei dal terrestre. Quest'ultimo riconobbe il mio spirito artificiale e lo seguì fino al cespuglio in cui mi ero rifugiata. Mi feci spazio nel mezzo con le mani, lasciando intravedere una parte del mio viso.
«S-Suigintou!?» esclamò, quasi spaventato.
«Devi farmi un favore.» dissi secca. «Sai dove si può trovare del gelato?»
Il ragazzo rispose subito, senza pensarci. «Certamente. C'è una gelateria a pochi metri da qui. Perché me lo chiedi?»
«E' per la mia medium.» risposi, continuando a rimanere dietro al cespuglio. 
Jun sospirò. «Ho già capito, andrò a prenderlo io per te. A che gusto?»
Inarcai un sopracciglio. Megu mi aveva solo detto che il gelato aveva vari gusti, ma non me ne aveva citato nemmeno uno.
«Lo prenderò al cioccolato.» continuò, capendo che non conoscevo risposta alla sua domanda. «Tutte le ragazze amano il cioccolato!»
Il ragazzino corse via rapidamente. Ritornò dopo pochi minuti con in mano una coppetta.
«Entra qui dentro.» disse, riferendosi al suo zaino.
Esitai. «Non ho intenzione di...»
«Suigintou, le strade cominciano ad affollarsi. Se non vuoi farti notare, fa' come ti dico.»
Sbuffai, ma fui costretta ad ascoltarlo. Non me ne sarei potuta andare via nemmeno volando: malgrado fossero passati pochi minuti, le strade iniziavano ad essere davvero piene di persone.
«Dove abita la tua medium?» domandò allegramente Jun.
Mi strinsi dentro allo zainetto. «Portami nel bosco vicino all'ospedale.»
Il terrestre tacque per tutto il tragitto ed aprì lo zaino solo una volta arrivati a destinazione.
«Cosa le è capitato?» chiese il terrestre.
«Chi?»
«La tua medium.» disse, sedendosi sotto ad un albero. «Qui vicino ci sono solo degli uffici e l'ospedale. Dubito che la tua medium abbia corso il rischio di mandarti a comprare del gelato, quindi, sarà stata di sicuro una tua decisione. Immagino che allora lei sia in ospedale e...»
Lo bloccai. «Non sono affari tuoi.» 
Voltai lo sguardo e presi a guardare verso la finestra di Megu. Quando io non c'ero, si affacciava sempre per aspettarmi.
Spero stia bene... pensai, preoccupata.
«So come mai ce l'hai così tanto con Shinku.» riprese a dire l'umano. «Souseiseki me l'ha raccontato tempo fa.»
«Dammi quel gelato!» sbottai. Non volevo sentire una parola di più.
Jun, però, continuò a tenere la coppetta tra le mani e andò avanti col suo discorso. «All'inizio credevo che la presenza di Shinku mi stesse rovinando la vita, ma poi, col tempo, mi sono reso conto che stava accadendo tutto il contrario. Grazie a lei ho ritrovato la forza di tornare a scuola e di fare tante altre cose. So che Shinku a volte è insopportabile, ma se la conosci fino in fondo, credimi, è davvero una brava bambola.»
Strinsi le mani a pugno, cominciando ad agitarmi. «Cos'è, stai cercando di trascinarmi dalla vostra parte per caso?»
Scosse la testa, sorridendo. «Affatto. Volevo solo dire che voi Rozen Maiden riuscite a cambiare noi medium e... Credo che anche i medium, a loro volta, riescano a cambiare voi Rozen.»
Improvvisamente, capii dove voleva arrivare e mi scappò una risatina isterica. «Se sei convinto che Megu mi stia cambiando, ti sbagli di grosso! Io sono Suigintou, prima bambola delle Roz...»
«Sì, ormai conosco a memoria questa cantilena. Sei la più forte di tutte e bla bla bla.» Ampliò il suo sorriso. «Shinku ti ha sempre descritta come una bambola senza cuore che pensa solo a sé stessa. Eppure, hai rischiato la vita per del gelato e per di più per un'altra persona...»
Provai una voglia matta di tirargli qualcosa addosso. 
«Torna da lei.» disse divertito, porgendomi la coppetta.  

 

Quando rientrai nella camera dell'ospedale, la mia medium era coricata nel letto con alcuni tubicini nelle braccia.
«Megu, che ti è successo?» domandai, in preda al panico.
Aprì gli occhi ed abbozzò un sorriso. «Va tutto bene, Suigintou. Non sono stata molto bene, ecco tutto...»
Mi avvicinai a lei, con la testa bassa. «Ti ho preso il gelato.»
I suoi occhi si illuminarono. «Grazie mille!»
«Figurati...» sussurrai, arrossendo lievemente.
Ne assaggiò un po' con il cucchiaino. «E' buonissimo!» esclamò, tutta felice.
Sorrisi a mia volta, cercando di non mostrare troppo la preoccupazione che provavo nei suoi confronti.
«Assaggia!» disse, allungando il cucchiaino nella mia direzione.
«No, Megu, io...»
«Dai Suigintou, assaggialo!»
Mi divincolai, ma Megu fu troppo veloce e per sbaglio le cadde il cucchiaino di mano e mi ritrovai con la faccia sporca di cioccolata.
Scoppiammo a ridere insieme, divertite. 

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Capitolo 6
*** Alleanza ***


 

Capitolo 6

“Alleanza”

 

 

Quella notte mi ritrovai nel mio mondo dei sogni; qualcuno era venuto a farmi visita. Volai sulla vecchia città innevata guardandomi spesso intorno, pensando che la presenza fosse quella di Kirakishou. Mi sbagliavo. 
«Laplace no Ma.» sussurrai, fermandomi ad alcuni metri di distanza.
Il coniglio bianco fece un'inchino.
«E' per me un piacere dirti che una Rozen Maiden è stata oggi sconfitta.» m'informò.
Spalancai gli occhi, incredula.
Una mia sorella era stata sconfitta? Di chi si trattava?
Ma soprattutto... Chi aveva preso la sua Rosa Mystica?
«Quale delle mie sorelle è stata sconfitta?» domandai, pregando che non si trattasse di Shinku.
Avevo giurato a me stessa che sarei stata io a sconfiggerla. Non avrei mai e poi mai permesso che la quinta bambola perisse per mano di qualcun altro.
«Immagino che sarebbe scortese da parte mia rovinarti la sorpresa.» rispose, voltandosi per andarsene.
«Aspetta!» sbottai. Ma il demone non mi ascoltò e se ne andò per la sua strada.

 

Entrai in casa Sakurada rompendo il vetro del salotto. Sapevo che avrei fatto molto prima se fossi passata attraverso un campo d'emanazione, ma quella mattina ero così agitata che non mi venne neanche in mente.
«Shinku!» urlai, entrando in cucina.
Trovai la terza e la quinta bambola sedute a tavola col medium della mia rivale e sua sorella. Avevano tutti la colazione in tavola, ma nessuno toccò il proprio pasto.
Shinku ruotò la testa nella mia direzione.
«Kanaria è stata sconfitta da Kirakishou.» disse, con voce fioca.
«Cosa?» bisbigliai, incredula.
«Non sappiamo cosa le sia preso. Ieri sera è venuta a dirci che voleva sconfiggere la settima bambola e ci ha chiesto il nostro aiuto, ma noi le abbiamo detto che era troppo presto. Bloccarla è stato inutile. Laplace no Ma ci è apparso in sogno e ci ha avvertite questa notte...»
«Povera Kanaria...» sussurrò Nori, cercando di trattenere le lacrime.
«Kirakishou è pazza!» esclamai, attirando l'attenzione di tutti. «La prima volta che ci siamo incontrate mi ha offerto la sua Rosa Mystica e mi ha detto di volermi aiutare a diventare Alice! Ora invece ha cambiato idea?!» 
«Immagino che la nostra sorellina abbia un debole per te.» ipotizzò Shinku. «Ma questo non le ha impedito di lottare con Kanaria. In fondo, anche lei è una Rozen. Anche lei desidera sicuramente incontrare nostro Padre...»
Suiseiseki, ad un tratto, sbatté violentemente le mani sul tavolo.
«Non posso accettarlo!»
Io e Shinku ci guardammo confuse.
«Kanaria era una nostra sorella! Non posso accettare che quella là l'abbia fatta fuori!» continuò la bambola giardiniera. 
Shinku si fece seria in volto. «Suiseiseki, ricordi cos'è successo quando l'hai protetta durante lo scontro con Barasuishou? Non possiamo rischiare di nuovo. Con lei ci è andata bene, ma stavolta...»
Sospirai. «Stavolta è tutto vero. Stavolta non si può più tornare indietro se veniamo infilzate con una lastra di ghiaccio.» 
Suiseiseki fece un mezzo sorriso. «E' per questo che io ti propongo un'alleanza. Noi siamo in tre, mentre lei è da sola!»
Incrociai le braccia. «Dopo quello che ho fatto a tua sorella, tu vuoi allearti insieme a me?»
La terza bambola abbassò lo sguardo. «Sono stufa del Gioco di Alice. Sono stufa di soffrire quando una delle nostre sorelle perde la sua Rosa Mystica. Il passato è passato, Suigintou e anche se io non ti perdonerò mai per ciò che hai fatto a Souseiseki, in questo momento, ammetto di avere tremendamente bisogno di te.»
Shinku mi guardò negli occhi ed annuì, esprimendo il suo consenso. Jun e Nori mi guardarono speranzosi.
«No.» dissi secca. «Sono venuta qui solo per sapere chi di voi era stata battuta. Non mi interessa istigare Kirakishou, anzi, fino a quando lei non mi darà un buon motivo per farlo, non la attaccherò!»
Suiseiseki incominciò a piangere silenziosamente. «Suigintou... Te lo chiedo per favore...»
Scossi la testa, uscendo dalla finestra.

 

«Ciao.» dissi, poggiando i piedi sul davanzale.
Sul volto di Megu si formò un grande sorriso. «Buongiorno, Suigintou.» 
Sorrisi a mia volta, arrossendo un po'.
«Dove sei stata?» chiese.
«A casa del medium di Shinku. La seconda bambola, Kanaria, è stata sconfitta da Kirakishou.»
Il suo sorriso si spense, lasciando spazio ad un'espressione speranzosa.
«Questo significa che presto combatterai anche tu?»
Annuii. «E' molto probabile.»
«Perciò utilizzerai a pieno la mia energia?»
La guardai negli occhi. Avrei voluto dirle che la mia intenzione era quella di battere Kirakishou senza utilizzare la sua energia, ma sapevo che ci sarebbe rimasta male.
Ad un tratto, spalancò gli occhi e si piegò in avanti.
«Megu!» urlai, avvicinandomi a lei. Ma ormai la mia medium era già svenuta. 

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Capitolo 7
*** Non lasciarmi ***


 

Capitolo 7

“Non lasciarmi”

 

 

Megu non si svegliò ed io fui costretta ad andarmene dalla sua stanza; dopo non molto, l'infermiera passò dalla sua stanza per un controllo e quando la trovò priva di sensi, avvertì immediatamente i medici.
Trascorsero minuti, ore, giorni, ma Megu dormiva ed io mi rifugiai assieme a Meimei nel marmo al di sotto la finestra di Megu. Nessuno ci avrebbe visti e avrei potuto controllarla giorno e notte.
A differenza della mia medium, non chiusi occhio una sola notte. Restavo con gli occhi incollati alla finestra e speravo che si svegliasse da un momento all'altro. Ma ciò non accadde.
La quarta sera, tentai di rompere il vetro della finestra, ma prima che ci riuscissi, una mano toccò la mia spalla.
Mi voltai lentamente e mi ritrovai faccia a faccia con Shinku.
«Che cosa vuoi?» chiesi in tono cupo.
Sul volto della mia rivale andò a formarsi un'espressione triste. «Mi dispiace.»
Alzai un sopracciglio. «Ti dispiace?»
Annuì.
«Per lei. Per la tua medium.» Sospirò. «In questo momento starà soffrendo tantissimo...»
La tirai su per il colletto del suo vestito.
«Mi stai prendendo in giro?»
«N-No...» sussurrò. «Volevo solo...»
«Zitta!» sbottai. «Tu non hai idea di quanto lei stia soffrendo, non ne hai idea!»
Strinsi ancor di più la presa sul colletto.
«Non hai il diritto di parlare Shinku! Non hai il diritto di parlare se non sai le cose!» Le gambe cominciarono a tremarmi. «Non hai idea di ciò che ha passato Megu! Non hai idea del dolore che prova, perché tu trascorri delle giornate tranquille e felici col tuo medium, ma sappi che io non faccio le stesse cose! La mia medium è malata e può morire da un momento all'altro! Non puoi capire la paura che provo ogni giorno, non puoi capire!»
Le lacrime cominciarono a rigare il mio volto. Mollai la presa su Shinku e mi coprii gli occhi con le mani: quello che stavo facendo era una vergogna per il mio orgoglio.
Shinku mi accarezzò delicatamente i capelli e mi abbracciò.
«E invece lo so, Suigintou. Quando Barasuishou ti ha sconfitta e hai scelto di donarmi la tua Rosa Mystica, oltre ad aver acquisito i tuoi poteri, ho potuto vedere nelle tue emozioni e nei tuoi ricordi: era come se fossi stata sempre con voi. Hai ragione, non ho il diritto di parlare, ma lo faccio lo stesso perché...» Emise un sospiro. «Perché voglio aiutarti.»
Alzai lo sguardo nella sua direzione, con gli occhi ancora umidi.
Shinku fece un sorriso. «Grazie alla tua Rosa Mystica, ho capito che volevi diventare Alice non più per incontrare nostro Padre, ma per salvare Megu. E onestamente, non penso che tu abbia mai compiuto un gesto più nobile e gentile nei confronti di qualcuno.»
«Taglia corto.» dissi secca, con voce fioca.
«Tu vuoi impossessarti di tutte le Rose Mystiche guadagnandotele, giusto? Quindi, io ti propongo un accordo. Se aiuti me e Suiseiseki a sconfiggere Kirakishou, ti prometto che noi due ci batteremo presto e potremmo così capire chi delle due è la più forte.»
Mi alzai in piedi e ripresi a guardare verso Megu.
«Come hai detto tu, potrebbe morire da un momento all'altro.» riprese a dire Shinku, affiancandomi. «Ed è per questo che devi conquistare più Rose Mystiche il prima possibile.»
Strinsi le mani a pugno.
«Verrò con voi.» sussurrai. «Ma devi farmi un promessa, Shinku...»
La quinta bambola annuì.
«Promettimi che se diventerai Alice, la salverai.»
Shinku mi si avvicinò e strinse la mie mani tra le sue. «Ti prometto che sarebbe la prima cosa che farei.»
Mi asciugai una lacrima ed abbassai lo sguardo.
«Quando partiamo?» domandai.
«Partiremo non appena Megu si sveglierà.» 
Appoggiai una mano sul vetro della finestra.
Non lasciarmi. 

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Capitolo 8
*** Vincerò per te ***


 

Capitolo 8

“Vincerò per te”

 

 

Il giorno successivo al mio incontro con Shinku, finalmente, Megu si svegliò. In quel momento stavo riposando nella mia valigetta e fu Meimei ad avvisarmi. Non appena sbirciai dalla finestra, però, i medici erano già entrati nella stanza e stavano visitando la mia medium.
Dopo una buona mezz'ora, quando se ne furono andati, picchiettai sul vetro della finestra. Megu si voltò verso di me e mi regalò un enorme sorriso, che riuscii a scorgere malgrado la mascherina dell'ossigeno. Capii che faticava a muoversi, ma fortunatamente, l'infermiera passò dalla sua camera in quel momento e la mia medium le chiese di aprire la finestra.
Una volta dentro, mi avvicinai a lei con uno sguardo triste.
«Sto per morire.» disse, con voce fioca.
«Non dirlo neanche per scherzo.» continuai io, sedendomi vicino a lei.
Lei scosse la testa. «Lo hanno detto i dottori. Quando sono usciti li ho sentiti parlare e...»
Emise un sospiro, mentre i suoi occhi cominciarono a diventare lucidi.
«Si sta... Si sta avvicinando la fine anche per me...»
«Non riesco a capire la tua reazione. Ti ha sempre eccitata l'idea di lasciare questo mondo...»
«Infatti è così. La mia malattia mi ha resa un soggetto inutile, un peso per tutti e so bene che sparire è la cosa migliore. Però...» Cominciò a piangere, seguendo alcuni singhiozzi. «Io non voglio stare senza di te, Suigintou!» 
La mia medium mi abbracciò ed io mi lasciai abbracciare. Non feci nulla: non mi tirai indietro, né la scansai via da me. Niente di tutto questo. Lasciai invece che lei mi stringesse e mi godetti quei pochi secondi tra le sue braccia, cullata dal suo poco calore.
Non appena sciogliemmo l'abbraccio, mi ritrovai con la gonna del vestito bagnata a causa delle sue lacrime.
La guardai negli occhi. «La nostra amicizia è unica. Non ti sostituirò mai con nessun altra persona.»
«Non è per questo...» Si asciugò le guance con il dorso della mano. «Il fatto è che non ci vedremo mai più. Anche se sto male, anche se soffro, anche se sono destinata a vivere in un letto d'ospedale, non ha alcuna importanza: ogni mattina mi sveglio col sorriso perché so che ci sarai tu a rallegrarmi. E se io muoio...»
«Tu non morirai!» sbottai, cominciando seriamente a scaldarmi. «Hai resistito fino ad oggi, perciò ce la farai ugualmente ad andare avanti!»
La terrestre abbozzò un sorriso.
«Suigintou... Io apprezzo molto il tuo ottimismo ma...» Sospirò. «Più il tempo passa, più sento il respiro mancarmi... Faccio fatica ad alzarmi in piedi... E sento il battito del mio cuore diminuire sempre più...»
Abbassai lo sguardo.
«Voglio... Voglio battermi con Kirakishou.» esordii, decisa.
«Bene...» sussurrò lei. «Allora me ne andrò via al più presto...»
Sentii la sua mano accarezzarmi delicatamente la schiena. Alzai la testa di scatto, mostrando le mie lacrime.
«Sono sicura che riuscirai a diventare Alice. In fondo, fra tutte le bambole, tu sei indubbiamente la più bella e la più forte!» esclamò, ritornando a sorridere. «La distanza sarà dolorosa, ma una volta che avrai incontrato il Padre, sono certa che non soffrirai più.»
«E se così non fosse?»
Mi sistemò la frangetta.
«Se continuerà a venirti da piangere, pensa a tutte le cose belle che abbiamo condiviso, a tutti i momenti trascorsi insieme e alle chiacchierate. Sono sicura che ti tornerà il sorriso!» 
Continuai a piangere in silenzio, mentre mille pensieri invasero la mia testa.
«Batti Kirakishou e le altre: dimostra chi ha il diritto di diventare Alice!»
Annuii, alzandomi in piedi.
«Conoscerti è stato davvero bello, Suigintou. Insomma... E' stata l'esperienza più bella di tutta la mia vita!»
Strinsi le mani a pugno. «Megu... Tu non morirai!»
Mi fece un mezzo sorriso e chiuse gli occhi. «Adesso voglio riposare.»
Con un balzo, atterrai sul marmo della finestra e mi preparai ad uscire.
«Suigintou...»
Mi voltai un'ultima volta.
«Ti voglio bene.» disse, ricominciando a piangere silenziosamente.
Sorrisi. «Ti voglio bene anch'io.» 

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Capitolo 9
*** L'intervento di Suiseiseki ***


 

Capitolo 9

“L'intervento di Suiseiseki”

 

 

«Shinku, voglio venire anch'io, dannazione!» sbottò il medium della mia rivale.
«Jun, ti ho detto che è meglio se resti qui.» disse la quinta bambola, col suo solito tono di voce calmo.
«Ma io...»
Suiseiseki lo fulminò con lo sguardo. «Adesso basta
! Tu resti qui come ti è stato detto!»
Il terrestre sospirò, arrendendosi.
Una volta passate attraverso lo specchio, ci ritrovammo in un campo d'emanazione non molto diverso da quello con cui ci battemmo contro Barasuishou.
«Tutte le concorrenti del Gioco di Alice sono presenti.» disse ad un tratto Laplace no Ma, materializzandosi davanti a noi.
Al suo fianco, come sempre, c'era la misteriosa settima bambola.
«Maledetta...» imprecò la terza bambola.
Kirakishou fece una risatina. «Siete venute qui per combattere?»
«Siamo venute qui per scoprire le tue intenzioni.» rispose Shinku. «Perché hai preso la Rosa Mystica di Kanaria? E' stata lei ad attaccarti per prima?»
«A dire il vero, la seconda bambola era venuta qui per il vostro stesso motivo. Ma se il Gioco di Alice esiste, che senso ha non combattere?» Sul suo volto si formò un ghigno. «Rosary! Pizzicato! Renpika! Berrybell!» esclamò, attirando a sé tutti gli spiriti guardiani.
«Berrybell...» cominciò a dire Shinku.
«...e Renpika?» continuai io.
«Perché sei tu a controllarli?» chiese Suiseiseki. 
«Quindi... Le Rose Mystiche di Souseiseki e di Hinaichigo ce le hai tu...» disse la quinta bambola.
Kirakishou continuò a ridere.
«Quella Rosa Mystica me la sono guadagnata!» sbottai, seriamente arrabbiata. «Laplace no Ma, è ingiusto!»
Ma il demone, ormai, si era dileguato da un bel pezzo.
Kirakishou cominciò attaccando Shinku con le forbici di Souseiseki.
«Stai usando il corpo di Hinaichigo?» domandò la quinta bambola, bloccando le forbici da giardiniere col suo bastone. 
«Certo che sì: non hai idea di come sia comodo!»
Utilizzò le piante di fragole di Hinaichigo per imprigionare Shinku: Suiseiseki mantenne occupata la settima bambola, mentre io andai a liberare Shinku con la mia spada.
«Avendo quattro Rose Mystiche in corpo, oltre ad essere molto più potente di noi, può usare diverse combinazioni d'attacco...» disse la mia rivale, mettendosi in piedi. «Dobbiamo cercare di colpirla a tempo. Sono sicura che un colpo doppio farà più effetto.»
Annuii e volammo in soccorso a Suiseiseki che, nel frattempo, combatteva da sola contro la settima bambola.
«Holie!» esclamò Shinku, recuperando il suo bastone.
Kirakishou, intanto, si era impossessata del violino di Kanaria ed era pronta per suonarlo; prima che le note musicali dello strumento arrivassero fino a noi, parai il colpo proteggendoci con le mie ali.
«Maledizione...» imprecò la bambola dai capelli bianchi, volando a tutta velocità verso di noi.
Le piante di fragole ci raggiunsero, bloccandoci i polsi e le gambe, ma io spedii i miei draghi verso la nostra nemica e avendola colta alla sprovvista, riuscii a colpirla.
Suiseiseki imprigionò la settima bambola con una fitta rete di radici. Io e Shinku, con un attacco combinato, la colpimmo con le mie piume nere e i suoi petali di rosa. Prima che essi arrivarono vicino a lei però, Kirakishou si liberò e li rispedì nella nostra direzione colpendoli con le forbici e noi fummo prese in pieno. La settima bambola indirizzò verso di noi i suoi vigneti di rose, ma Suiseiseki si parò davanti a noi e le radici oltrepassarono il suo corpo, perforandolo a causa delle spine.
«Suiseiseki!» gridò Shinku, vedendo la nostra sorella cadere a terra.
Ci avvicinammo di corsa a lei, ma ormai  era troppo tardi: Kirakishou si era già impossessata della sua Rosa Mystica. 

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Capitolo 10
*** Grazie di tutto, Shinku ***


 

Capitolo 10

“Grazie di tutto, Shinku”

 

 

«Ridammi la Rosa Mystica di Suiseiseki!» urlò la quinta bambola, in preda alla disperazione.
Kirakishou fece una risatina. «Se la vuoi, vieni a prenderla!»
Shinku non se lo fece ripetere due volte e si diresse a tutta velocità verso la settima bambola. La mia rivale cercò di colpirla col bastone; dopo essere riuscita a parare i colpi con le forbici di Souseiseki, però, Kirakishou fu colpita e cadde rapidamente a terra. Mi avvicinai e la colpii con le piume nere, danneggiandola ancora di più.
Shinku mi raggiunse e camminammo lentamente verso la settima bambola che, per l'ennesima volta, si era messa a ridere.
«E' tutto qui quello che sapete fare, sorelle
Io e Shinku ci scambiammo un'occhiata: possibile che ancora non le avessimo riportato danni seri?
Si rimise in piedi all'istante e ci attaccò coi suoi vigneti di rose, che schivammo con un balzo.
«Perché è più difficile del previsto metterla fuori gioco?»
«Non sto utilizzando l'energia di Megu, se proprio vuoi saperlo.» la informai. «Per cui...»
Nel frattempo, la settima bambola aveva chiamato Sui Dream ed aveva fatto crescere delle radici con l'annaffiatoio di Suiseiseki. Rischiammo di restarne imprigionate, ma riuscimmo a schivare in tempo.
Col nostro attacco combinato di petali di rose e piume, colpimmo in pieno la settima bambola, che però, rimase immune.
Spedii delle fiamme blu nella sua direzione, ma Kirakishou fu rapida e le spense con l'annaffiatoio. 
«Di questo passo non ce la faremo mai!» esclamò Shinku, cominciando ad innervosirsi.
«Se ti fossi portata dietro Jun, avresti potuto utilizzare a pieno la sua energia!» sbottai.
«Preferisco perdere il Gioco di Alice piuttosto che vedere il mio medium morire.» disse, riprendendo in mano il suo bastone. «Penso che la cosa sia reciproca.» 
Come darle torto. 
Si lanciò di nuovo verso Kirakishou ed io la seguii con la mia spada; malgrado fossimo due contro una, la settima bambola parò tutti i nostri colpi con le forbici di Souseiseki, dandoci del filo da torcere.
«E' inutile continuare ad attaccarmi, non mi batterete mai!» esclamò la bambola dai capelli bianchi, colpendomi e facendomi cadere sul terreno.
Shinku mi venne vicina per controllare che stessi bene, ma prima che potesse fare qualcosa, la nostra nemica ci paralizzò suonando il violino di Kanaria. Ci alzammo in piedi lentamente e ci dividemmo per riprovare il nostro attacco combinato, cercando di renderlo più potente.
Scagliammo petali e piume a tempo e in contemporanea Kirakishou spedì contro di noi i suoi vigneti di rose. Fui abbastanza veloce da ripararmi con le mie ali, ma purtroppo Shinku era troppo distante da me e non sarei mai riuscita a coprire anche lei. Quando uscii dalla mia barriera, la settima bambola era a terra (molto probabilmente il nostro attacco le aveva provocato, finalmente, dei seri danni), mentre Shinku veniva stritolata dalle radici di rose. La liberai con l'aiuto della mia spada, ma ormai era troppo tardi: tutto il suo corpo era stato perforato dalle spine.
«Suigintou...» sussurrò, lasciandosi andare addosso a me. «Sono... Molto debole...»
«Non puoi lasciarmi adesso! Sono io quella che deve sconfiggerti, hai capito? Abbiamo ancora un conto in sospeso noi due!» sbottai.
La mia rivale sorrise. «Non cambi mai...»
Diede un forte colpo di tosse.
«Suigintou... Mi dispiace... Per essermi fatta... Odiare...» Cominciò a piangere. «So di avertelo... Già detto... Però...»
«Taci.» dissi seccamente. «Tu non mi lascerai proprio ora.»
«E invece... E' giunta la mia ora...»
La zona del suo cuore cominciò a brillare, segno che la sua Rosa Mystica stava per uscire dal suo corpo.
«Sconfiggi... Kirakishou... Salva... La tua medium... E diventa... Alice...» 
La guardai tirare il suo ultimo sospiro.
«SHINKU!!!» 

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Capitolo 11
*** Vittoria ***


 

Capitolo 11

“Vittoria”

 

 

Shinku. La quinta bambola delle Rozen Maiden. Colei che mi insegnò a camminare. La sorella che mi diede speranza e che me la strappò via subito, facendosi odiare a vita.
Le avevo promesso che l'avrei sconfitta e una volta, ce l'avevo quasi fatta. Ero certa che vederla perire davanti ai miei occhi mi avrebbe fatto piacere. Ma, quando Kirakishou l'aveva uccisa, tutto ciò che avevo provato era rabbia. E non solo perché l'avrei dovuta sconfiggere io, ma perché aveva fatto fuori una delle mie sorelle.
Kirakishou, per me, era solo una nemica e non una sorella come le altre.
Quando la Rosa Mystica di Shinku si librò nell'aria, capii che la bambola desiderava che mi appartenesse. Ma prima che mi raggiunse, Kirakishou fu scaltra e se ne impossessò, facendo aumentare la mia rabbia.
Avrei voluto ordinarle di restituirmela, ma a cosa sarebbe servito? Non lo avrebbe mai fatto.
«Oh, sorellona, sei l'unica sopravvissuta!» esclamò, avvicinandosi. «E hai solamente una Rosa Mystica! Però, se vuoi, potrei regalarti le mie...»
Strinsi le mani a pugno. «Non mi servono, sai? Riuscirò a sconfiggerti comunque.»
Fece un sorriso beffardo. «Se ne sei convinta...»
La mia nemica lanciò nella mia direzione i petali di rose di Shinku, che schivai uno ad uno, ricambiando poi con le mie piume nere. Anche Kirakishou, però, le evitò con grazia. Mi avvicinai di più a lei, tentando uno scontro ravvicinato.
«Meimei!» esclamai, facendo in modo che il mio spirito artificiale diventasse una spada.
«Renpika!» mi imitò, appropriandosi delle cesoie da giardiniere.
Tentai di colpirla alla testa, ma lei parò il colpo con la punta delle forbici. Successivamente, fui lei che tentò di colpirmi, ma io schivai con un balzo all'indietro. Continuammo così per qualche minuto, fino a quando, ad un tratto, la settima bambola riuscì a colpirmi, facendomi cadere a terra. Rapidamente, chiamò Pizzicato e cominciò a suonare quell'orrenda melodia col violino di Kanaria. Mi portai le mani alle orecchie, ma fu tutto inutile. Non appena la canzone finì, le piante di fragola di Hinaichigo mi raggiunsero, stritolandomi.
«Sta' tranquilla, sorellona.» disse, con un tono di voce fin troppo cauto. «Per te, solo per te, ho deciso di donare una morte rapida e indolore.»
Le radici mi stritolarono sempre di più, provocandomi un dolore atroce su tutto il corpo. Ormai, era la fine per me. Sentii le forze abbandonarmi quando, ad un tratto, una voce catturò la mia attenzione.
«Suigintou...» disse, col respiro affannato. «Resisti...»
Mi sembrò quasi di vedere Megu davanti a me, sul letto d'ospedale. Ma era solo un'illusione.
«Megu, non ce la faccio.» ammisi, a denti stretti.
La mia medium cercò di sorridere. «Io credo invece che potresti farcela, sai?»
Abbassai lo sguardo. Sentivo le lacrime pronte per cadere.
«Suigintou... Sto morendo...» sussurrò, continuando a respirare profondamente. «Volevo solo dirti che per me è stato un piacere conoscerti... E non importa come andrà a finire... Tu sarai sempre la mia Alice...»
La guardai, impotente.
Non ce l'ho fatta. Avrei tanto voluto salvarti Megu, non immagini quanto. Ma non ce l'ho fatta. Perdonami, ti prego... fu quello che pensai.
Socchiusi gli occhi, pronta a lasciare andare la mia Rosa Mystica. Ma, ad un tratto, la voce di Megu mi fece di nuovo il lavaggio del cervello.

‘Yume wa kaze
Hikari michibiku
Sora to kumo wo koete yuku
Anata no koe hibike’
 

Megu chiuse gli occhi e prese a sospirare più frequentemente.
«Mi spiace, Suigintou... Non puoi usare la mia energia e ti volevo aiutare cantando... Ma non ce la faccio più... Scusami...»
E dopo quell'ultima frase, Megu sparì davanti ai miei occhi. Finalmente, cominciai a ragionare. Come potevo lasciarla morire?
All'improvviso, fu come se avessi riacquistato tutte le forze. Il mio corpo fu circondato da fiamme blu che incenerirono le piante di fragola.
Volai a tutta velocità verso Kirakishou, colpendola, nel frattempo, con le mie piume nere. Lei però, mi indirizzò i suoi vigneti di rose, che fecero scomparire in un baleno le mie piume. Ma, quando i vigneti mi raggiunsero, il mio corpo era ancora avvolto dalle fiamme, perciò non mi fecero nulla. La settima bambola deglutì, chiamando in soccorso Holie, che di conseguenza, prese le sembianze del bastone di Shinku.
Io, a mia volta, recuperai la mia spada e ci misi solo un secondo a fare a pezzi il bastone.
«Com'è possibile?» si domandò la settima bambola.
La guardai con un sorriso beffardo.
«Hai perso, sorellina.»
Con un colpo secco, le trafissi il torace con la mia spada, assicurandomi poi che il suo corpo andasse bruciato con le mie fiamme.
Dal corpo di Kirakishou, si sprigionò una calda luce accecante. Mi coprii gli occhi con le mani, ma riuscii ad intravedere tutte le Rose Mystiche uscire dal suo corpo e raggiungere il mio una ad una. Dopodiché, esausta, svenni. 

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Capitolo 12
*** Nata per essere Alice ***


 

Capitolo 12

“Nata per essere Alice”

 

 

Quando aprii gli occhi, mi ritrovai in una stanza mai vista prima. All'inizio la mia vista era parecchio annebbiata, ma poi, dopo qualche secondo, tutto si fece più chiaro. 
Abbassai lo sguardo. Mi trovavo su una sedia molto comoda color rosso scarlatto. Il pavimento era di un marrone scuro, con un tappeto rotondo avente un motivo stravagante.
Alzai di poco la testa, sobbalzando dallo spavento. Tutte le Rozen Maiden erano sedute sopra a delle sedie simili alla mia, solo... verdi.
Solo allora ricordati tutto. Avevo vinto il Gioco di Alice. E di conseguenza, ero diventata Alice.
Ma dove mi trovavo?
«Suigintou!»
Una voce sconosciuta riecheggiò nella stanza. Un uomo dai capelli bianchi e gli occhi marroni si avvicinò lentamente.
«O forse, dovrei dire Alice?»
Lo guardai esterrefatta, cercando di cogliere un piccolo dettaglio, un misero particolare che mi avrebbe fatto capire chi fosse quell'uomo.
Ma non ce ne fu bisogno. L'istinto mi disse che si trattava di lui.
«Padre?» sussurrai, quasi con le lacrime agli occhi.
Il suo sorriso ne fu la conferma. Mi osservò ancora un po', ma non proferì parola. Era quasi come se aspettasse che fossi io a parlare.
«Perché l'hai fatto?» domandai, dopo aver riacquistato un po' di lucidità. «Perché non hai completato il mio corpo?»
Il Padre sussultò, ma non rispose alla mia domanda. Anzi, proseguì un discorso tutto suo, cambiando completamente discorso.
«I tuoi occhi sono... cambiati.» soffiò. «Quando ti ho costruita erano puri, mentre ora... Ora sono carichi di rabbia e di odio per il mondo.»
Mi voltai alla mia destra, incrociando le braccia. Il mio sguardo cadde su Kanaria, che sembrava dormire tranquilla e beata. 
Perché aveva evitato la mia domanda?
«Suigintou, sei diventata Alice!» mi ripeté, catturando nuovamente la mia attenzione. «Hai vinto il Gioco, hai avuto l'onore di conoscere me, di conoscere il Padre...» Sospirò. «Eppure, non è questo il modo in cui vuoi usare il potere delle Rose Mystiche. Non è così?»
Mi alzò piano piano il volto, cercando il mio sguardo. E non appena lo trovò, sorrise ancora.
«Voglio salvare la mia medium.» ammisi, con tono supplichevole. «Voglio che guarisca dalla sua malattia. E' per questo che ho partecipato al Gioco di Alice: è per questo che ho lottato fino ad ora.»
Provai una bellissima sensazione dopo averlo detto,
«E questo è tutto?» continuò, come se mi leggesse nel pensiero.
«No.» continuai, decisa. «Voglio che ogni Rosa Mystica ritorni nel corpo della legittima proprietaria.»
Il Padre annuì. «Sarà fatto.»
Lo guardai ancora, sentendomi a disagio. Poi, ad un tratto, il Padre mi prese in braccio e mi accarezzò dolcemente i capelli.
«Mia cara Suigintou...» esordì, mentre una calda luce bianca ci avvolse. «E' stato un onore per me conoscere finalmente Alice. In fondo, era già deciso che ci saremmo rincontrati, non credi?» 
Alzai un sopracciglio, non capendo a che cosa si riferisse.
«Alice è una ragazza dal cuore d'oro, capace di amare profondamente... E tu, mia cara Suigintou, sei nata per essere Alice.» 
Nata per essere Alice? Io? Certo che lo ero! Ma... il motivo era ben diverso. Era solo con la mia forza che ero riuscita a primeggiare. 
...no?

 

Deglutii a fatica. Dopo quelle ultime riflessioni, mi ero ritrovata nella stanza d'ospedale di Megu, vicino a lei. Era letteralmente congelata e parecchio pallida. Avvicinai le mie mani sul lato destro del suo petto, esattamente sopra al cuore. Sentii il potere delle Rose Mystiche crescere sempre di più dentro di me..
Ad un tratto, una potente luce violacea fuoriuscì dalle mie mani, segno che le Rose Mystiche stavano entrando nel corpo della mia medium.
Dopo alcuni secondi, esse uscirono una ad una e con molta probabilità, come da me richiesto, erano ritornate alle legittime proprietarie.
Quando Megu aprì gli occhi, la scrutai attentamente.
«Megu.» esordii, rabbrividendo. «Come ti senti?»
Lei si guardò un po' intorno, spaesata.
«Bene. Credo...» disse, scuotendo la testa. «Insomma, non ho mal di testa e non mi sento più debole.»
Sorrisi, abbracciandola. Lei non capì il motivo di quel gesto e fu rapida a chiedere spiegazioni.
«Sta' tranquilla.» risposi, beandomi di quel momento. «Presto capirai.»

 

Una settimana dopo, ci ritrovammo tutti a casa Sakurada per festeggiare tre importanti avvenimenti. Primo fra tutti, il fatto che io fossi diventata Alice e che quindi il Gioco era ufficialmente concluso. Secondo, la presenza vitale delle mie sorelle malgrado fossero sconfitte in battaglia. E terzo, ma non meno importante, la guarigione di Megu dalla sua malattia.
Me ne stavo seduta sul gradino all'esterno della casa assieme a Meimei, assorta nei miei pensieri.
«Grazie.»
Non ci fu nemmeno il bisogno che mi voltassi. Ormai, quella voce la conoscevo a memoria.
«Di che cosa?» chiesi.
Shinku sorrise. «Per averci restituito le nostre Rose Mystiche.»
Alzai le spalle. «Guarda che sono loro ad essere tornate nei vostri corpi. Non le ho mica mandate io.»
La mia rivale continuò a ridacchiare. Poi, all'improvviso, cessò e mi guardò seriamente.
«Comunque, sono felice che sia stata tu a diventare Alice.» ammise. «In fondo, te lo meriti...»
«Che vuoi dire?» domandai. 
Lei alzò lo sguardo. «Quando fummo sconfitte da Barasuishou, anche se solo per pochi secondi, ebbi l'onore casuale di incontrare il Padre. Mi disse che c'erano altri modi per diventare Alice, oltre a combattere. E adesso, ho finalmente capito quali sono questi modi.» spiegò. «Grazie a Megu, tu sei diventata Alice.»
Solo allora tutto si fece più chiaro. Alice era una ragazza dal cuore d'oro, equivaleva al fatto che avessi curato Megu. Capace di amare profondamente... si riferiva al rapporto di amicizia che ci legava. 
Scossi la testa. «Sono diventata Alice con le mie sole capacità!» esclamai, beffardamente.
Shinku fece un sorrisetto, dopodiché se ne ritornò all'interno della casa. Dopo non molto, sentii due mani coprirmi gli occhi.
«Megu?» chiesi.
La mia medium fece una risata. Si sedette al mio fianco, guardandomi negli occhi.
«Grazie mille, Suigintou.» disse, abbracciandomi.
Arrossii lievemente, godendomi però l'abbraccio.
Ad un tratto, sentimmo Jun cacciare un urlo. Ci voltammo e lo trovammo intento a rincorrere Shinku che, a quanto pare, lo aveva riempito da capo a piedi di petali di rose. Hinaichigo, Kanaria e Nori ridevano come delle matte, mentre Suiseiseki e Souseiseki riprendevano la scena col cellulare di Jun.
Alzai lo sguardo verso Megu e ricambiai il sorriso. «Sei la mia medium. Per te questo ed altro.»
Poi, improvvisamente, aprii le mie ali e la ricoprii di piume nere. Lei ne prese una e con un sorriso, se la passò fra le dita.

 

 

 

 

 

Ho salvato Megu.
Sono diventata Alice.
Quale delle due cose dovrebbe rendermi felice?
Entrambe, forse.
Ma il mio incontro con il Padre, non è stato nulla in confronto al risveglio della mia medium.
Ho mantenuto la promessa.
Ho ridato vita e speranza alla persona più cara che ho.
E non potrei essere più felice di così.

Prima bambola delle Rozen Maiden
Suigintou 

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