La storia continua.

di GinnyW
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Strani sogni. ***
Capitolo 3: *** Si svelerà quando sarai pronta. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


-Cari amici, siamo qui riuniti oggi per celebrare la morte non solo di un’eroina di guerra, ma di una grande donna che non si è mai tirata indietro, che ha sempre aiutato i suoi amici, una madre che ha sempre fatto di tutto per i figli.
E’ così che la ricorderemo.-


GAZZETTA DEL PROFETA.
L’eroina di guerra Hermione Granger  muore durante un incidente di tipo aereo (aggeggio babbano che permette alle persone di viaggiare volando)


La storia continua....



Angolo autrice:
Salve a tutti gente :D
Come promesso eccomi qui a scrivere il seguito della mia fic ''Molti dicono va' avanti, io invece sono tornata indietro''.
Bene, la storia inizia con la morte di Hermione, molto allegro no?
Ma cosa sarà successo? Perchè la gazzetta del profeta ne sa poco e niente? E vi chiederete il perchè di tante altre cose con l'avanzare dei capitoli.
Ci tengo a precisare che questa volta i protagonisti della storia sono i figli della Old Generation.
Spero che la storia vi piaccia come la precedente, fatemi sapere.
X GinnyW. 
Ps. mi scuso per la cortezza del capitolo, ma è soltanto il prologo ed era per farvi capire più o meno da cosa inizia la storia.

 

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Capitolo 2
*** Strani sogni. ***


Vedeva tutto offuscato, come se fosse un ricordo lontano.
Era la camera dei suoi genitori, ma c’era qualcosa di strano: la stanza solitamente orinata era completamente sottosopra.
C’erano due pile di libri, poggiate sul pavimento, lasciate lì, pronte per essere eliminate o portate via.
Il grande letto a baldacchino a due piazze  era sfatto e molti vestiti erano buttati sopra di esso.
I vestiti, appunto, erano sparsi un po’ ovunque ed erano tutti maschili.
Quelli della diretta interessata sembravano essere scomparsi dalla circolazione, se ne poteva intravedere soltanto qualcuno dall'armadio semi aperto.
La valigia sul letto, era ancora aperta e conteneva tutto ciò di cui aveva bisogno, anche se non sembrava, mancavano soltanto i libri.
La valigia era più sfocata rispetto alle altre immagini,  ma non riusciva a spiegarsi il perché.
Successivamente una voce a lei familiare la distrasse dalla visione della camera dei suoi genitori e due figure rientrarono nel suo campo visivo.
-Perché quella valigia?- Era stato Sirius Black a parlare, suo padre sembrava arrabbiato, infuriato come non lo aveva mai visto.
-E’ per la partenza, devo prendere l’aereo per far visita ai miei genitori, ricordi tesoro?- Hermione Granger rispose dolcemente, mentre le lacrime le scorrevano copiose.
-Hai preso la pietra?-Chiese suo padre, e lei provò a collegare la parola pietra a qualcosa ma non le venne nulla in mente.
-Di cosa parli Sirius, non c’è nessuna pietra.- Sua madre rispose lentamente, mentre lo sguardo di suo padre prima s’insospettiva e poi diventava vacuo.
I suoi genitori erano l’unica cosa più sfocata, persino più della valigia che era riposta sul letto.
Sua madre poteva vederla solo da un lato, il braccio destro era nascosto e sembrava tenesse qualcosa di allungato, mentre quello sinistro era perfettamente visibile, lasciato mollemente a penzolare privo di forze.
Non aveva mai visto sua madre piangere, continuò a guardarla ma una strana luce argentata, che partiva da entrambi i genitori, la fece svegliare bruscamente, seguita dall’insistente rumore di un campanello che suonava.



Andromeda Black si svegliò bruscamente, a causa del sogno appena fatto.
Aveva da poco iniziato il suo terzo anno, e sarebbe dovuta essere la persona più felice del mondo, d’altronde quell’anno iniziavano le uscite ad Hogsmeade anche per lei, ma purtroppo non era così.
Sua mamma, il suo unico punto di riferimento , persino più importante di suo padre per lei, era morta da appena due mesi, stentava ancora a crederci.

Altair e Maia, i gemelli, erano sempre stati più attaccati al padre che alla madre, non che non soffrissero anche loro, ma c’era un legame speciale che univa Andromeda ed Hermione.
Forse il fatto che fosse la più simile alla madre, ovviamente non fisicamente ma caratterialmente.
Perché Andromeda Black poteva essere la copia del padre al femminile, capelli neri, occhi grigi, portamento regale e il saper mascherare bene le emozioni, ma per il resto era uguale a sua madre, nessuno si era infatti stupito quando la piccola ‘Meda era stata smistata tra le fila dei Corvonero.
Ma la piccola non poteva fare a meno di piangere ogni sera a causa della grande perdita.

Era la prima volta che sognava sua madre, ma più che un sogno quello le sembrava un ricordo lontano , e aveva un senso di déjà -vu mai provato prima.
La sua mano toccò il ciondolo che portava al collo senza che nemmeno se ne rendesse conto, il ciondolo a forma di cavalluccio marino che le aveva regalato la madre l’anno prima.
Era di un rosso quasi trasparente, era di corallo, così le aveva detto la madre prima di donarglielo.

Cercò di concentrarsi sul sogno appena fatto ma non riusciva a capire perché il suo subconscio le facesse vedere quelle immagini, e nemmeno perché fosse così spaventata.
Cercò di non darci peso e scostò le coperte, poggiò i piedi nudi sul freddo marmo e si avvicinò al letto della migliore amica, sperando di avere un po’ di conforto, ma ovviamente Molly stava ancora dormendo, erano pur sempre le quattro del mattino.

Si allontanò dal letto dell’amica senza fare il minimo rumore e si diresse verso la sala comune, ma proprio quando stava per varcare la soglia la voce di una certa ragazza la fece sobbalzare, tanto da farle sbattere il piede nella porta semi aperta.
-Dove credi di andare a quest’ora streghetta?- Molly Paciock scostò le coperte e la raggiunse, pronta a seguirla in sala comune.

Molly era la figlia di Alice e Frank Paciock, sorella minore di Neville, e ovviamente Corvonero fino al midollo.
Si somigliavano molto Molly e Andromeda, entrambe avevano lunghi capelli neri, entrambe amavano il Quidditch e cosa più importante, erano migliori amiche fin da piccole.
-Ti va’ di parlare un po’?- Chiese Andromeda all’amica.
-Si ma forse è meglio farlo a letto, giù avranno già spento il camino e si gelerà- Si sistemarono nel letto di Molly e Andromeda le raccontò il sogno appena fatto, senza tralasciare nulla.

-E’ molto strano, da come lo descrivi sembra ti trovassi in un pensatoio, ma ovviamente non è possibile. Se vuoi possiamo cercare qualcosa in biblioteca, ma ti consiglio di non dire nulla a nessuno per ora..-  Andromeda annuì debolmente e poco dopo si addormentò nel letto di Molly, seguita a ruota dall’amica.



 Correva, non  la smetteva di correre, scappava, ma non sapeva da cosa, così continuava a correre.
Non si sentiva lei però, aveva qualcosa di strano, di diverso.
Si fermò di botto, proprio davanti ad un laghetto ghiacciato, poi si smaterializzò guardando il suo riflesso.

Mamma.

***

Cadeva, continuava a cadere da un precipizio, non sapeva come fermare il tutto.
Gridava e piangeva, cadeva nel vuoto più totale.


***

Rivide la scena del primo sogno, la camera scombinata, la valigia sfocata, i vestiti, i libri, solo che al posto di suo padre c’era suo zio in compagnia di sua madre.
-Sei sicura Hermione?-  Vide sua madre prendere i libri e infilarli nella valigia, poi qualcosa cambiò perché tra le sue mani vide una borsa di perline al posto di una valigia.
-Sicurissima Regulus, devo andare-

***


Adesso il sogno era a rallentatore.
-Perché quella valigia?- Era stato Sirius Black a parlare.
-E’ per la partenza, devo prendere l’aereo per far visita ai miei genitori, ricordi tesoro?- Hermione Granger rispose dolcemente, mentre le lacrime le scorrevano copiose.
Piangeva sua madre, ma non riusciva a spiegarsi il perché, e poi parlava dei suoi genitori.
Era davvero strano, perché i nonni Granger erano sempre stati un tabù a casa loro, nessuno li aveva mai visti, ne sentiti, e ora sua madre parlava di andar a fare loro visita.
-Hai preso la pietra?-Chiese suo padre, e lei provò a collegare la parola pietra a qualcosa ma non le venne nulla in mente.
-Di cosa parli Sirius, non c’è nessuna pietra.- E lo sguardo di suo padre divenne vacuo.
Di nuovo la luce argentata, poi vide una bacchetta, ma non seppe dire se fosse quella del padre o della madre.



Si svegliò di soprassalto, proprio come Molly al suo fianco.
Si guardarono negli occhi e seppero di aver fatto gli stessi sogni.
-Dobbiamo fare delle ricerche in biblioteca, il prima possibile.- Molly la guardò seriamente, come se la sua proposta fosse l’unica soluzione per capirne qualcosa.
-Dopo le lezioni, oggi stesso!- Rispose Andromeda.
Scesero dal letto e andarono a vestirsi, pronte per fare colazione.
Arrivarono puntuali come sempre alla colazione, e si sedettero al loro tavolo senza degnare nessuno di un saluto, compresi i fratelli.
Mangiarono una fetta biscottata con burro e marmellata accompagnata da succo di zucca, e aspettarono la posta.
Come ogni mattina i gufi iniziarono a planare per la stanza lasciando i pacchi ai propri padroni.
Lei prese il giornale che il suo gufo le aveva portato e iniziò a leggerlo insieme a Molly, mentre la sala veniva investita da un mormorio di voci, dovute alla prima pagina  della Gazzetta del Profeta.


 

Muore l’eroina di guerra e a quanto pare pure la pace.

E’ stato ritrovato un funzionario del ministero privo di vita questa mattina, a trovarlo sono stati gli Auror Potter e Black, che avevano appena iniziato il turno, ma non hanno voluto rilasciare alcuna dichiarazione.
Ma quello che ci fa preoccupare è piuttosto il marchio nero disegnato proprio accanto alla vittima.
Possibile che con la morte dell’eroina di guerra Hermione Granger sia morta anche la pace che si era  creata?




Si alzarono contemporaneamente, sapendo di dover anticipare il piano e di dover saltare le lezioni di quel giorno e si diressero a passo spedito verso la biblioteca.
Durante il tragitto videro Altair scrivere qualcosa frettolosamente, sicuramente da dover indirizzare al padre, ma per qualche strana ragione non era in compagnia né di Harry Potter né di Ron Weasley, i suoi migliori amici.
Altair Orion Black era il fratello maggiore di Andromeda, ed  il gemello di Maia Cedrella, entrambi Grifondoro.
Poco dopo, durante il tragitto, incontrarono anche Maia, stranamente non accompagnata dal suo migliore amico Neville, che faceva la medesima cosa che stava facendo Altair poco prima, scriveva una lettera frettolosamente, appoggiata al muro.
Ignorarono anche lei e si diressero in biblioteca, ma sfortunatamente dopo aver consultato numerosi tomi, si trovavano con il fumo in mano, non avevano trovato un bel niente.

-‘Meda… che ne dice se..?- Non ci fu bisogno di completare la frase, né  di dare una risposta, perché ovviamente era affermativa.
Si alzarono senza far rumore, così da non attirare la bibliotecaria e sempre silenziosamente si diressero verso il reparto proibito.
Era un’ala poco illuminata, piena zeppa di libri con i nomi più inquietanti e con una puzza di muffa che fece storcere il naso alle ragazze.
Cercando di non far rumore e di non toccare nulla iniziarono a guardare i titoli dei libri.
Era passata ormai mezz’ora e le ragazze stavano per gettare la spugna, quando un titolo visto di sfuggita attirò la loro attenzione.

Presero il libro e lo nascosero dentro lo zainetto di Molly, poi uscirono silenziosamente dal reparto proibito, sperando di non essere scoperte, e si diressero verso la torre dei Corvonero.
La cosa strana di quel libro, era proprio il titolo: 
Diario di Hermione Granger.


Come aveva fatto il diario di sua madre a finire lì? E cosa ci faceva nel reparto proibito?
Erano intenzionate a scoprire la verità, e anche se non avevano capito da dove venissero quei sogni ormai non importava più, se l’erano già dimenticato.



Angolo autrice:
Salve gente :D
Eccomi qui con il primo capitolo della storia, come vi sembra?
Da dove vengono i sogni di Andromeda? Perchè Altair e Maia sono così misteriosi? E cosa significano quei sogni?
Mi sento un tizio delle televendite ahahah.
Comunque, ci tengo a ringraziare tutti coloro che mi seguono dalla storia precedente, e anche tutti gli altri, un grazie a LilyLilian, IpseDixit e Ribelle che l'hanno recensita, ma un grazie speciale va alla mia beta che corregge i miei orrori   errori :D Grazie IpseDixit
Non potrò pubblicare per un po' perchè domani parto, ringraziate che ieri l'ispirazione ha bussato alla mia porta altrimenti non avrei pubblicato nemmeno questo ahah.
X GinnyW.
Ps. A chi non ha letto 'Molti dicono va' avanti, io invece sono tornata indietro' molte cose potranno sembrare normali, mentre in realtà non lo sono, come ad esempio il visitare i genitori, quindi consiglio vivamente di leggere l'altra storia prima di cominciare questa :)


 

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Capitolo 3
*** Si svelerà quando sarai pronta. ***


Una donna camminava per le vie di Hogsmeade guardandosi intorno di tanto in tanto, come ad accertarsi che nessuno la stesse seguendo.
Portava un cappotto rosso, con il cappuccio, di velluto, sollevato che le arrivava fino alle ginocchia e delle ballerine rosse.
Continuava a camminare, e nessuno pareva notarla.
Decise di fermarsi una volta arrivata davanti ad un insegna alquanto inquietante: la testa di un cinghiale accoltellato il cui sangue cadeva su un panno bianco.
Entrò e, senza curarsi di nessuno, si sedette al tavolo più in fondo, che era già occupato da qualcuno.

-Come mai hai chiesto di vedermi?- Era la voce di un uomo, parlava lentamente e scandendo bene le parole, ma aveva  un tono molto basso.
La donna si sedette ma non si tolse il cappotto, così da rimanere coperta.
-Lo sai benissimo, Severus- La voce della donna era dura, come se tra lei e quell’uomo non scorresse buon sangue da parecchio tempo.
-Rinfrescami la memoria.- Severus Piton invece, cercava di passare più tempo possibile con lei, forse perché dopo non l’avrebbe più rivista.
-Devi aiutarla.- Il tono della donna era diventato più simile ad una supplica, aveva perso la durezza che aveva solo con una frase.
-E perché dovrei farlo?- Il tono di Severus invece, era più che altro divertito, aveva anche un ghignetto sul volto, che sparì quasi immediatamente vedendo il volto supplicante della donna che aveva davanti.
-Se la nostra amicizia ha contato qualcosa per te, aiutami, aiutala.-
-Farò il possibile-
 
 
***
 
La scena che le si presentava davanti era alquanto ambigua: vedeva tutto attraverso uno specchio d’acqua dal colore verdognolo.
Un pezzo di pergamena cadde proprio davanti ai suoi occhi, ma due secondi dopo era sparito.
C’era scritto qualcosa, ma era svanito troppo in fretta per poterne cogliere le parole.

 


Il dormitorio femminile del quarto anno di Grifondoro era illuminato da un debole raggio di sole che entrava dalla finestra, lasciata aperta la sera prima.
Le uniche persone presenti erano due ragazze e un ragazzo, cosa alquanto strana, ma dato che la sera prima la sala comune era diventata una specie di ‘discoteca’ dove tutti avevano celebrato l’inizio dell’anno, non era poi così strano che praticamente nessuna delle compagne di stanza delle due ragazze fosse tornata in camera per la notte.
Ad ogni modo, la stanza era occupata da Amanda Burke, figlia di Mary McDonald e Herbert Burke,
Gideon Prewett, figlio di Emmeline Vance e Fabian Prewett e da Charlotte Potter, figlia di James Potter e Lily Evans.
I tre ragazzi erano amici fin da quando portavano il pannolino, e la loro amicizia si era consolidata durante quegli anni passati insieme ad Hogwarts.
L’unica sveglia al momento era Charlotte, detta Lottie, che cercava di calmare il suo respiro irregolare
causato dal sogno appena fatto.
La ragazza prese dal comodino il libro che la madre le aveva regalato e ilesse le parole che la sera prima l’avevano fatta innervosire tanto.
 
Si svelerà quando sarai pronta

Eppure lei si sentiva pronta, era una delle più brave del suo anno in tutte le materie eppure quello stupido libro non voleva ancora rivelarsi.
Lottie era molto simile alla madre, anche se ogni volta che qualcuno glielo faceva notare sbuffava irritata.
Non che non volesse essere come Lily ma non era facile vivere nell’ombra di qualcuno, e il fatto che fosse la figlia di coloro che avevano contribuito a far scomparire Voldemort non rendeva il tutto più semplice.
Vedeva anche che gli altri riuscivano a gestire, più o meno, il tutto.

C’erano i Burke, Amanda e Marcus, la prima Grifondoro  del quarto anno e sua migliore amica, il secondo Tassorosso del sesto anno.
Erano molto diversi tra di loro, lei era coraggiosa,  lui gentile, lei prendeva decisioni affrettate, lui no, ma in fondo si volevano bene proprio perché erano diversi.
 
 
C’era Elena Bushwick, figlia di Marlene McKinnon e Adam Bushwick, migliore amica di Marcus, stessa casa e stesso anno.
Era una persona molto dolce Elena, ma anche molto coraggiosa,  alla fine il cappello parlante aveva visto qualcos’altro in lei e l’aveva smistata tra i Tassi, rimanendo comunque la più coraggiosa del gruppo.
 
C’erano i Prewett, Gideon, Isabelle e Megan.
Gideon e Isabelle figli di Emmeline Vance e Fabian Prewett, Megan invece era figlia di Dorcas Meadowes e Gideon Prewett.

Gideon era appunto un Grifondoro e anche il suo migliore amico, suo e di Amanda, era gentile, leale e un po’ timido.
Isabelle invece faceva parte del gruppo di Elena e Marcus, il trio dei Tassorosso.
Era molto più intraprendente del fratello ma estremamente premurosa.
Megan, invece, frequentava il quarto anno ed era una Grifondoro, ma non erano compagne di stanza, poiché era capitata in stanza con Ginevra Weasley.

Il carattere di Megan era tale e quale a quello della madre, Dorcas, coraggiosa, pronta a tutto per ottenere ciò che vuole e anche un po’ combina guai.
 
C’erano i Paciock, Neville e Molly, uno Grifondoro del quinto anno, l’altra Corvonero del terzo.
Neville era un po’ impacciato, ma molto dolce e, quando voleva, sapeva essere molto coraggioso, migliore amico di Maia Black, li si vedeva girare sempre insieme.

Molly al contrario era la migliore amica della sorella minore di Maia, Andromeda, quelle due piccole pesti ne facevano di tutti i colori, anche se nell’ultimo periodo le aveva viste molto pensierose.
 
Infine c’erano i Black, Altair , Maia e Andromeda.
Erano sempre stati molto allegri, ma da quando Hermione non c’era più li vedeva sempre sulle loro.
Altair e Maia frequentavano il quinto anno a Grifondoro, Andromeda il terzo tra i Corvonero.
Aveva sempre considerato Altair un po’ idiota, a causa degli scherzi idioti che faceva che coinvolgevano sempre suo fratello Harry e il loro migliore amico Ron Weasley.

Per Maia invece provava una certa ammirazione, era riuscita a sopportare quell’ idiota di suo fratello per tanto tempo, una cosa ammirevole.
Infine Andromeda, la Black che le stava più simpatica, sempre con il sorriso sulle labbra, a combinare qualche marachella con Molly.
 
Harry, invece, aveva ereditato la dolcezza di Lily oltre ai suoi occhi, ma molti sostenevano che fosse la copia del padre.
Lottie  aveva preso il nome dai nonni paterni, Charlotte, come Charlus, e Dorea come secondo nome, entrambi i nonni erano ancora vivi, ma purtroppo quelli materni erano venuti a mancare qualche anno prima.
Lottie aveva i capelli castani, come quelli di James, ma lisci, come quelli di Lily.
Inoltre aveva due grandi occhi marroni, proprio come quelli del padre.
 
Nono era la prima volta che faceva sogni del genere, ma questa volta c’era qualcosa di diverso.
La seconda parte del sogno, era la prima volta che la faceva, avrebbe tanto voluto leggere quella pergamena ma purtroppo le era svanita proprio davanti agli occhi ancora prima che ci capisse  qualcosa.
Sbuffò di nuovo e gettò il libro sopra il comodino, incurante dei suoi migliori amici che stavano dormendo, e che si svegliarono infastiditi da quel rumore, o almeno uno lo fece.

Il primo a svegliarsi fu Gideon, che aprì prima un occhio e poi l’altro, per poi sbuffare infastidito.
Amanda invece non dava segni di essersi svegliata, anzi, si rotolò tra le coperte per trovare una posizione più comoda facendo sbuffare divertito Gideon e facendole spuntare un sorriso.
Prese un cuscino e glielo lanciò contro facendola svegliare. 
Amanda le lanciò un’occhiata tutt’altro che amichevole e le restituì il cuscino, in faccia, facendo ridere Gideon.
-Dobbiamo andare a fare colazione, la McGranitt starà già distribuendo gli orari!- Esclamò Lottie improvvisamente seria.
Si vestirono in fretta e furia, le ragazze nel bagno, Gideon in camera, e andarono a fare colazione.
 
Angolo autrice:
Salve gente ;D
In questo capitolo abbiamo conosciuto Charlotte e più o meno anche gli altri personaggi.
Ci tango a ringraziare tutti coloro che hanno inserito la storia tra le seguite/ricordate/preferite, i lettori silenziosi, Delta_Mi, LilyLilian e Vallie195 che hanno recensito, ma soprattutto IpseDixit, la mia fantastica beta :)
Alla prossima,
X GinnyW.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Ministero della magia, ufficio misteri.

Una donna coperta da un cappotto rosso si aggirava furtiva tra le piccole sfere presenti  all’interno della stanza.
Camminava molto lentamente, come se non avesse alcuna fretta, leggendo distrattamente le etichette sugli scaffali.
Finalmente si fermò, prendendo tra le mani una delle tante sfere.
Quella però era particolare.
Ad ogni nome era ne era associata solo una, tranne che in quel caso.
Il nome scritto sull’etichetta era ben visibile ai suoi occhi e qualche secondo dopo si svegliò di soprassalto.

*
 
Ufficio Auror.

Sirius Black era seduto sulla sua poltrona mentre esaminava diversi fogli che occupavano la sua scrivania, quando qualcuno bussò alla porta.
Aveva un leggero strato di barba che gli incorniciava il volto, diventando un tutt’uno con i capelli, gli occhi grigi spenti, con due enormi occhiaie, il volto pallido, le guance magre, sembrava molto più vecchio di quanto in realtà non fosse.
-Avanti.- Disse in tono piatto, senza alzare gli occhi da ciò che stava leggendo.
James Potter entrò e si chiuse la porta alle spalle, avanzando poi verso l’amico.
Gli indomabili capelli sempre sull’attenti, gli occhiali leggermente calati sul naso, gli occhi che un tempo erano stati sprizzanti di entusiasmo adesso non erano che due pozzi stanchi.
-Trovato nulla?-  Chiese. Ormai era una routine, accadeva ogni giorno.
L’altro per tutta risposta scosse la testa.
-Se ci fosse stata Hermione  avrebbe saputo cosa fare- Disse James e si tolse gli occhiali, massaggiandosi poi gli occhi.
-Ma lei non c’è- Disse spazientito Sirius.
Ogni qual volta  qualcuno provava ad aprire l’argomento lui lo stroncava sul nascere.
James sospirò stanco, non riusciva più a reggere quella situazione, non ne aveva le forze.
Hermione era stata importante per tutti loro, e da quando avevano saputo la notizia Lily non gli parlava più come una volta, Sirius era sempre scorbutico e di Regulus si erano perse le tracce.
Il fatto che c’erano stati nuovi attacchi non aiutava di certo a rallegrare il loro umore.
-Continuiamo a cercare, qualcuno prima o poi dovrà venire fuori-

*

Erano nel loro dormitorio, vuoto vista l’ora, e stavano sfogliando quel diario alla ricerca di qualche risposta.
Andromeda e Molly continuavano a sfogliare quelle pagine bianche, non riuscendo a smettere nonostante non vi fosse scritto nulla.
L’unica cosa che impediva alle giovani di buttare quel diario nel caminetto era il fatto che ci fosse scritto il nome di Hermione sopra.
Quando finalmente si decisero a chiuderlo era ora di cena, così dopo averlo nascosto sotto il materasso di Meda scesero a cenare.
Avrebbe tanto voluto parlare con i suoi fratelli della sua scoperta ma le sembrava una cosa sbagliata al momento.
Arrivarono davanti il portone della sala grande leggermente in ritardo rispetto al solito e, prima che potessero entrare, una sfera di luce azzurrina attirò la loro attenzione.
La seguirono quasi correndo e questa si fermò in un corridoio poco distante, ove la preside McGranitt stava discutendo amabilmente con una donna che non conoscevano.
 Nascoste a quella distanza non riuscivano a capire molto, eccetto alcune delle parole provenienti dalla sfera.
-Tenetela d’occhio.- Non sapevano a chi appartenesse quella voce, poiché non l’avevano mai sentita prima di allora.
Prima che venissero scoperte, decisero di tornare in sala grande.
Ci volle più del previsto, dato che non si erano accorte minimamente di quanta strada avessero percorso correndo.
Entrarono in sala poco prima che la McGranitt facesse la sua apparizione.
Fecero finta di nulla e iniziarono a servirsi la cena, ma dovettero quasi subito alzare lo sguardo, incuriosite dall’improvviso zittirsi della sala.
 
Al tavolo dei professori qualcosa non quadrava, il professor Lumacorno non era presente e al suo posto era seduto un uomo con lunghi capelli neri, dall’aspetto unticcio, naso adunco e occhi neri penetranti.
Ad Andromeda vennero i brividi a guardarlo,  ma lui era intento a guardare il tavolo dei Grifoni con astio.
 
Nel frattempo al tavolo dei Grifondoro Altair Black aveva spalancato gli occhi e aveva dato un calcio ad Harry Potter, che si trovava proprio davanti a lui.
-Ahi! Ma sei matto? Mi ha fatto male.- Protestò il moro, ma Altair non gli diede retta.
Si girò verso Ron Weasley, che si trovava alla sua destra  e poté notare che almeno lui aveva capito lo sgomento che provava.
-Sai chi è quello, Harry?- Chiese Ron con voce stridula, mentre indicava qualcuno al tavolo dei professori, cosa che il diretto interessate notò.
 -Un nuovo professore?- Chiese innocentemente Harry, sbuffando subito dopo, non gli andava che i suoi amici conoscessero qualcosa che lui non sapeva.
-Quello lì è Severus Piton.- Disse Altair.
Harry si voltò di nuovo a guardarlo, ma questi lo stava già fissando facendo incontrare i loro sguardi.
-Cari ragazzi, sono lieta di annunciarvi che da domani e per tutto il resto dell’anno, il docente di pozioni sarà il qui presente Severus Piton, che prenderà il posto di Horace Lumacorno.
Le notizie però non finiscono qui.
Hogwarts è stata scelta come scuola nella quale si terranno le tre prove TORNEO  TRE MAGHI. Coloro che vorranno partecipare dovranno scrivere il loro nome su un bigliettino e gettarlo nel calice di fuoco.
E’ un impegno serio quello che si prende con il calice, un contratto magico vincolante.
Non ci si può ritirare se si viene scelti e soltanto i maggiorenni potranno provare a partecipare.
Non prendetelo con leggerezza, il torneo non si tiene da decenni, se non secoli, ed è molto pericoloso.
Tra  un paio di giorni arriveranno gli studenti delle altre due scuole partecipanti al torneo, Beauxbatons e Durmstrang.
Detto questo, vi auguro una buona cena.-
 
I tre ragazzi avevano già accantonato nella loro mente il ‘problema’ Piton, e al momento si guardavano con gli occhi fuori dalle orbite.
Il Torneo Tre Maghi.
Ad Hogwarts.
E loro non avrebbero potuto partecipare.
-E’ inutile che fai quella faccia delusa Black, il calice non avrebbe estratto il tuo nome nemmeno se avessi avuto la possibilità di essere l’unico partecipante.-  Disse Charlotte Potter, per poi beccarsi un’occhiataccia da parte del fratello.
Lei e Altair non avevano mai avuto un buon rapporto nemmeno da bambini, cosa che con gli anni era diventata sempre più evidente.
Questo perché fin dalla giovane età Charlotte riusciva ad ottenere tutto ciò che  voleva, facendo finire i desideri di Harry in secondo piano.
Quest’ultimo però non si lamentava mai, poiché gli faceva piacere vedere la sorellina felice, ma ad Altair non andava tanto a genio, così organizzava sempre qualcosa per farle capire che non poteva ottenere tutto solo con uno schiocco di dita.
Eppure nonostante Charlotte con gli anni avesse imparato la lezione, Altair continuava a farle andare le cose per il verso sbagliato.
Questo aveva fatto crescere in Charlotte un sentimento d’astio contro il maggiore dei Black, credendolo un immaturo che non capiva quando smetterla.
-Avrei comunque più possibilità io da minorenne che quel Stone di Corvonero.- Detto questo Charlotte si voltò con gli occhi che lanciavano saette.
David Stone era stato il suo primo ragazzo e, nonostante fosse finita già da più di un anno e loro fossero rimasti in ottimi rapporti, Altair non perdeva occasione per farle capire quanto fosse idiota David.
Poco distanti da loro vi erano Maia Black e Neville Paciock.
Il loro rapporto era l’opposto di quello di Charlotte e Altair.
Li si vedeva girare sempre insieme,  se cercavi uno, trovavi l’altro e viceversa.
Sembrava essere lui il gemello di Maia e non Altair.
Si scambiarono un’occhiata e ridacchiarono, senza aver bisogno delle parole per capirsi.
 
Finita la cena, tutti si diressero al proprio dormitorio.
Molly si addormentò quasi subito, mentre Andromeda sfogliava distrattamente il diario di sua madre.
Visto che le pagine di quel diario risultavano bianche, decise di prendere piuma e calamaio.
 
Caro diario,
il mio nome è Andromeda Black e da oggi in poi sarò il tuo possessore.
Ultimamente succedono cose strane a scuola ma ti aggiornerò col tempo, perché adesso sono molto stanca.
Buonanotte diario,
A.V.B.
 
Non appena Andromeda si addormentò, le parole scritte sul diario svanirono nel nulla, lasciando la pagina nuovamente bianca.

*

Una figura coperta da mantello camminava per le vie di Nocturn Alley a passo spedito.
La vide fermarsi davanti ad un negozio alquanto inquietante, Magie Sinister.
Entrò e si chiuse la porta velocemente alle spalle, per poi avanzare verso il bancone.
Poteva intravedere una ciocca bionda uscire fuori dal cappuccio, e vista la lunghezza doveva appartenere una donna.
-Sai già cosa mi serve.-




Andromeda Black.



Maia Black





Altair Black






Angolo Autrice:
Salve gente!! Ecco a voi il capitolo, spero vivamente che vi piaccia :D
In questo capitolo ho anche voluto inserire i volti dei giovani Black, nel prossimo chissà a chi toccherà, magari alla piccola Potter.
Ringrazio tutti voi che continuate a leggere e seguire la storia dopo anni, e un grazie particolare va a TomMalfoyandEmmaGranger che si è fatta sentire nello scorso capitolo.
X GinnyW.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Dorcas Meadowes, capo Auror, sapeva bene cosa l’aspettava quel giorno.
Quella mattina si era svegliata con una strana sensazione che non la voleva sapere di abbandonarla, e questo voleva dire solo una cosa.

Notizie.

 Entrò nel quartier generale e, come ogni mattina, si fece dare le schede del giorno dalla sua segretaria.
Le sfogliò distrattamente e non notando nulla di anomalo le posò sulla sua scrivania, dove le avrebbe trovate durante la pausa, pronte per essere lette con attenzione.
Uscì dal suo ufficiò e si fiondò davanti al tabellone delle missioni.
Tra le undici e le dodici e mezza c’era un buco, ed erano le dieci e quarantacinque.
-Voglio il maggiore Potter a rapporto nel mio ufficio, subito.- Disse la Meadowes ad alta voce, sapendo già che qualcuno avrebbe accontentato la sua richiesta.

Tornò nel su ufficio e dopo qualche minuto sentì bussare alla porta.
-Avanti.-
La porta si aprì, rivelando il generale James Potter.
-Avete chiesto di vedermi?- James sapeva bene che quando era in servizio doveva dare del voi, o del lei, a  Dorcas, poiché nonostante fossero amici da tanto tempo, lì erano a lavoro, e Dorcas era il suo superiore.
-Generale Potter, avevo chiesto del maggiore Potter, vorrà dire che da ora in poi la chiamerò col nome da nubile, visto che in ufficio non sanno più distinguere un maggiore da un generale.
Ad ogni modo, visto che è qui, che ne dice di illustrarmi gli ultimi avvenimenti?  Come mai ad esempio il mio generale di corpo d’armata non è sceso in campo nemmeno una volta negli ultimi tempi? Sapete benissimo che dovete avere un numero di ore prestabilito in servizio fuori.- Lo sguardo di Dorcas non ammetteva repliche, e sembrava non attendere alcuna risposta, cosa che invece avvenne.
-Il generale Black ha perso da poco la moglie..- Provò Potter, ma un gesto della mano di Dorcas lo zittì quasi subito.
-Siete Auror, Generale, e in quanto tali il bene del vostro paese viene prima del vostro. Abbiamo perso tutti qualcuno, ma non sono tempi buoni questi, c’è qualcosa  di strano nell’aria  e abbiamo bisogno di vigilanza costante. Se il generale Black non riesce a reggere dovrà essere declassato. Ha un mese per tornare alla pari con le ore. Adesso per favore chiama a rapporto il maggiore Evans, ho bisogno di parlarle. E inerisci il nome tuo e di Black nel tabellone tra le undici e le dodici e mezza.-
James annuì e, per come era arrivato, uscì.

Dorcas sospirò, abbassando lo sguardo.
Poteva ben immaginare come si sentisse Sirius per la perdita di Hermione, visto che era stata una delle sue migliori amiche, ma dovevano fermare sul nascere quella nuova minaccia che stava arrivando, altrimenti i sacrifici di Hermione sarebbero stati vani.

Doveva comportarsi in modo freddo con i suoi Auror, perché una figura di riferimento serviva, e sarebbe stata lei se necessario.
Lesse i fogli che aveva lasciato sulla scrivania e quando il maggiore Lily Evans Potter entrò nella stanza li fece leggere anche a lei.
-Torneo Tre Maghi ad Hogwarts, con quello che succede qui.- Disse Lily scandalizzata.
-Ma loro non sanno cosa accade qui, non possiamo divulgare quasi nulla, e quel poco viene rifiutato  dalla gazzetta. Mettono la testa sotto la sabbia, come se non volessero ammettere che potrebbe capitare qualcosa di brutto. Pensano che morto Voldemort nessuno proverà più a portar via la pace, ma si sbagliano.
Ma non è per questo che ti ho fatto chiamare.
Ci sono stati degli avvistamenti dalle parti di Nocturn Alley, ma nessuno all’infuori di me e te saprà questa notizia. Gli abitanti di lì sono troppo omertosi per parlare e io non ho intenzione di divulgare queste informazioni. Quindi in qualità di tuo superiore ti ordino di non fare parola con nessuno di quello che sto per dirti, se non con la diretta interessata. Sai benissimo che il tuo grado non è più alto non perché non lo meriteresti, ma perché altrimenti non gireresti indisturbata, come invece ci serve.
Come dicevo, ci sono stati degli avvistamenti, dobbiamo cambiare leggermente le pozioni e gli incantesimi, ed essere più prudenti, non possiamo rischiare di essere scoperte. Infine vorrei avere un colloqui privato con Regulus Black.-
 
*
 
Nel frattempo ad Hogwarts erano arrivati gli studenti di Durmstrang e Beauxbonts, che avevano ammaliato tutti.
A partire da Viktor Krum *, cercatore bulgaro di fama mondiale, a finire con le graziose ragazze della scuola francese.
Andromeda e Molly purtroppo erano in ritardo come al solito.
Nonostante fossero due Corvonero, erano spesso in ritardo, cosa che faceva perdere punti alla loro casa, che riacquistavano poco dopo con la loro intelligenza.
Correndo però, finirono contro un ragazzo più grande che andava nella parte opposta.
Dai colori sulla divisa si vedeva che era un Serpeverde.
-Attenta a dove vai, piccola Black, la prossima volta potresti pestare i pedi alla persona sbagliata, sei fortunata ad aver trovato me nel tuo cammino.- Detto questo, Blaise Zabini andò via.
Quanto fossero veritiere quelle parole, Andromeda lo capì soltanto dopo anni.
-No badare a ciò che dice Zabini, andiamo Meda.- Ma Andromeda scosse la testa.
-Vai, ti raggiungo subito.- Molly la guardò stranita, ma si vide costretta ad andare.
Andromeda si toccò nuovamente la tasca e ne estrasse un biglietto.

Raggiungi, sola.

Corse nella direzione verso la quale Zabini era sparito e lo trovò poggiato ad una colonna.
-Zabini.-
-Piccola Black, ci si rivede.- Blaise mise su un sorrisetto enigmatico.
-Non mostrarti troppo sorpreso, mi hai lasciato un biglietto.- Meda lo fissava con la testa inclinata.
Non aveva nessuna vergogna a guardalo dritto negli occhi, vista la curiosità che l’aveva spinta a recarsi da lui.
-Avresti potuto benissimo ignorarlo.- Blaise si staccò dalla colonna e le andò incontro con le mani in tasca e il sorriso ancora sulle labbra.
-Ti svelerò un segreto, pecco di curiosità.- Confessò Andromeda.
-Mai svelare a qualcuno i propri segreti o le proprie debolezze, potrebbero essere usate contro di noi.-
-Perché mi hai fatta venire?.- Chiese Meda, ormai la curiosità la stava mangiando viva.
Fin da piccola aveva avuto questo piccolo difetto e nonostante sua madre le avesse più volte raccontato della fine fatta dalle mogli di barbablu, lei non poteva sopprimere la sua curiosità.
-Ho sentito dire che hai qualche problemino in pozioni, ecco qui davanti a te la risoluzione ai tuoi problemi.- Blaise allargò le braccia, facendo scendere le mani verso il basso, indicandosi.
-Perché?- Chiese semplicemente Meda.
-Perché non posso chiederti ciò che in realtà vorrei. Io sono chi sono, tu sei chi sei, quindi l’unica cosa che posso fare è aiutarti dove ti serve. Ti aspetto tutti i Mercoledì nell’aula di pozioni, alle sette. Puntuale-  Detto questo si voltò e, senza aspettare risposta, se ne andò.
In sala grande in quel momento gli aspiranti campioni stavano infilando dei biglietti con i loro nomi all’intero del calice di fuoco.
Un grido d’incoraggiamento precedette Elena Bushwick  nell’inserire il suo nome.
Subito dopo, la Tassorosso del sesto anno andò verso i suoi amici con un piccolo sorrisino sulle labbra.
Era coraggiosa Elena, la più coraggiosa tra i Tassi.
Un boato ancora più forte si sentì quando Krum fece la sua apparizione.
 
*

Altair Black aveva sempre considerato Charlotte Potter la pulce.
Nonostante i loro genitori fossero migliori amici fin dai tempi di Hogwarts, loro proprio non riuscivano a sopportarsi, o meglio, lei non sopportava lui.
Altair aveva sempre considerato i Potter alla stregua di fratelli, e lei non era da meno.
Quando da piccoli lui faceva di tutto per farle andare le cose per il verso sbagliata, lo faceva in buona fede.
Voleva farle capire che non poteva ottenere tutto nella vita con una lacrimuccia o un sorrisino.
Lei però aveva preso tutto come una sfida, che non poteva assolutamente perdere, così Altair si era trovato dentro l’occhio del ciclone senza nemmeno accorgersene, non riuscendo più ad uscire da quella situazione.
Arrivati ad Hogwarts le cose erano peggiorate, ma adesso Altair frequentava il quinto anno, ed era lei a fargli andare tutto sottosopra, non il contrario.
Lui però si divertiva parecchio a vedere fino a che punto potesse arrivare, e come ogni volta vedeva il suo arrivare al limite, senza mai superarlo.
Tutti in famiglia non facevano che paragonarla a Lily alla sua età, ma lui proprio non riusciva a credere che la sua madrina potesse esser stata così.
Si sistemò meglio a letto, continuando a scrutare la mappa del malandrino, quando un nome attirò la sua attenzione.

Charlotte Potter

La cosa strana era che il coprifuoco era già scattato da un pezzo e la ragazza era terribilmente vicina alla foresta proibita.
Scese dal letto quasi saltando e si vestì in fretta e furia, poi prese la sua scopa e frugò nel baule di Harry, che era bellamente addormentato.
Prese il mantello dell’invisibilità quasi con rabbia, rendendosi conto che la pulce non si era nemmeno premurata di portarlo con lei, poi aprì la finestra del dormitorio e, a cavalcioni sulla sua scopa, si precipitò fuori.
La avvistò quasi subito e una volta che arrivò abbastanza vicino scese dalla scopa come un furia.

-Potter- Provò a chiamarla, ma lei parve non sentirlo.
Si avvicinò ancora di più e una volta che l’ebbe raggiunta le sussurrò ad un orecchio.
-Passeggiatina al chiaro di luna?- Dalla  sua bocca uscivano nuvolette d’aria ghiacciata, visto il freddo, ma riuscì lo stesso a provocare dei brividi alla ragazza.
Lei si voltò di scatto, allontanando il giusto necessario per poterlo guardare negli occhi.
-Black? Cosa ci fai qui?- Sembrava molto sorpresa di trovarlo lì, tanto che non si premurò nemmeno di nascondergli cosa stesse facendo.
 -Potrei farti la stessa domanda, Potter.- Lui sorrise in modo arrogante, sapendo di averla ormai in pugno.
Charlotte aveva uno strano libricino in una mano e la bacchetta con la punta illuminata nell’altra.

-Eri così impegnata a raggiungere i tuoi scopi che hai dimenticato di portare con te il mantello.- La canzonò lui, porgendole il tessuto.
-Non lo dirai a nessuno, vero?- Chiese lei preoccupata, rendendosi conto soltanto in quel momento dei rischi che stava correndo.
Il diario che teneva in mano si illuminò debolmente, attirando gli sguardi dei due su di se.
-Solo se mi spiegherai che sta succedendo.-


Charlotte Potter.




Molly Paciock


Angolo Autrice:
Salve a tutti! Spero che il capitolo, come anche i prestavolti di Charlotte e Molly, vi piacciano.
Ci tengo a ringraziare tutti coloro che seguono la storia, e un grazie particolare a 
TomMalfoyandEmmaGranger che ha recensito lo scorso capitolo.
X GinnyW.

*Non potevo non inserire Krum nella storia, così visto che non ho notato aluna specifica sul suo anno di appartenenza, ho pensato di fargli frequentare il settimo anno soltanto adesso. Fleur invece essendo specificato che frequentasse il settimo ho dovuto metterla da parte, anche se la incontreremo comunque.  

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Maia Cedrella Black era una Grifondoro del quinto anno e, strano a dirsi, era una delle poche  ragazze a non curarsi minimamente di cosa i ragazzi potessero pensare su di lei.
Era una delle persone più solari dell’intero castello e riusciva sempre a farla franca quando commetteva qualche pasticcio.

Era la migliore amica di Neville da sempre e tutti all’interno del castello erano convinti che prima o poi sarebbero finiti insieme, cosa alquanto improbabile.
Il problema era che nessuno all’interno di quel castello riusciva a capire il rapporto che la legava a Neville e, vista la superficialità con cui le ragazze della sua età ragionavano, avevano dato per scontato che un ragazzo e una ragazza non sarebbero mai potuti essere così amici.

Maia però aveva un segreto che non aveva potuto rivelare nemmeno al suo migliore amico Neville,  che la stava logorando dentro senza che potesse far niente per fermarlo.
E non avrebbe mai potuto rivelarlo per il semplice motivo che era l’unica a conoscenza della realtà, avendo origliato da piccola una delle poche liti serie tra i suoi genitori.
Aveva scoperto di non possedere nonni da parte materna, ma non aveva ben capito se fossero morti o altro, poiché la conversazione era diventata strana, inserendo pietre e giratempo.

Così la dolce e spensierata Maia aveva iniziato a preoccuparsi sempre di più su cosa fosse ini realtà capitato alla madre, aveva consultato diverse agenzie di viaggi e aveva scoperto che negli ultimi mesi non vi era stato alcun incidente aereo.
Sua madre Hermione non era mai salita su quell’aggeggio babbano quel giorno, poiché non doveva andare a trovare nessuno.
Era diventato questo lo scopo di Maia negli ultimi mesi, capire cosa fosse successo alla madre.

*

La scena che le si presentava davanti era tale e quale a quella di un sogno già fatto in precedenza.
Vedeva tutto attraverso ad uno specchio d’acqua dal colore verdognolo.

Un pezzo di pergamena cadde proprio davanti ai suoi occhi, ma due secondi dopo era già sparito.
Questa volta però era riuscita a leggere cosa c’era scritto, o meglio che nome.

Harry Potter.
 
Andromeda si svegliò di soprassalto quella mattina, sudata e ansante per il sogno appena fatto, come se fosse appena uscita dal lago nero.
Respirava con fatica e la sua fronte era imperlata di sudore che le colava dalle tempie.
Si rese conto soltanto in quel momento che stringeva tra i pungi le coperte del suo baldacchino.
Corse in bagno per lavarsi la faccia e poi si fiondò sotto la doccia, volendo rimuovere quella sensazione di appiccicaticcio che aveva addosso.
Si vestì e aspetto che anche Molly si fosse vestita, dopo di ciò scesero in sala grande per fare colazione.

La sala era piuttosto gremita per essere appena le otto del mattino, ma non seppe spiegarsi il motivo.
Si sedette al suo solito posto e non poté fare a meno di guardare verso il tavolo dei Serpeverde, dove Blaise Zabine stava alzando il suo bicchiere verso di lei, a mo’ di saluto.
Distolse lo sguardo imbarazzata e pensò soltanto a fare colazione ma, dopo qualche minuto dovette fermarsi poiché la preside McGranitt aveva attirato l’attenzione di tutti dando dei colpetti di forchetta al suo bicchiere di vetro.

-Ragazzi miei, voglio informarvi che le lezioni di oggi saranno sospese.- Un boato uscì fuori dalle bocche degli studenti, ma si zittirono quasi subito all’occhiata che la preside fece.
-Il motivo è semplice, il calice di fuoco è finalmente pronto a sputar fuori i nomi dei tre campioni, uno per scuola.-

Fu costretta ad interrompersi, poiché le fiamme che uscivano dal calice divennero blu, per poi sputar fuori un pezzetto di pergamena.
La preside lo prese al volo e sorrise dolcemente.

-Il campione di Hogwarts è …..

Elena Bushwick, di Tassorosso. Per favore avvicinati cara e segui il professor Piton.-
Un altro boato uscì fuori dalle bocche di tutti gli studenti di Hogwarts.
Conosceva Elena, era la figlia di amici dei suoi, Mary McDonald e Adam Bushwick.
Mary aveva combattuto con sua madre e suo padre durante la prima guerra magica, ed era anche il secondo in comando come capo Auror, dopo Dorcas Meadowes.
Adam invece era un uomo molto buono, come la figlia era un Tassorosso e non mancava mai di far sentire il suo affetto alla figlia.
Inoltre era stato lui a procurare a tutti i biglietti per i mondiali di Quidditch che si sarebbero tenuti quell’estate.

Un nuovo pezzetto di pergamena venne sputato fuori dal calice di fuoco.
-Viktor Krum è il nuovo campione di Durmstrang.-
E infine anche il terzo pezzetto di pergamena venne fuori.
  -Isabelle Mastinique.- Sentenziò la preside, invitando la ragazza ad unirsi agli altri due campioni.
Hogwarts avrebbe potuto vincere, avendo Elena dalla sua parte, poteva proprio vincere.

-Bene ragazzi, adesso che i campioni sono stati scelti..- Non ebbe tempo di finire la frase perché un altro pezzetto di pergamena uscì fuori dal fuoco del calice che subito dopo torno a brillare di luce rosso scarlatta.

La preside prese anche quel biglietto al volo e ad Andromeda  iniziò a far male la testa.
-Harry Potter- Disse la preside a bassa voce.

-HARRY POTTER- Ripeté di nuovo con più decisione.

Harry si alzò e si diresse verso di lei, prendendo il pezzo di pergamena e ancora scioccato si incammino verso il luogo dove erano andati gli altri tre campioni.
Il dolore che Meda provava alla testa fu così forse che per un momento credette di non riuscire a reggerlo, poco dopo svenne.

 
-Sono stata un’illusa a credere che nulla si sarebbe ripetuto- Era la voce di una donna, la voce di sua madre.
-Non potevi saperlo, hai agito nel migliore dei modi, e noi tutti ti siamo grati.- Dorcas Meadowes aveva parlato con l’orgoglio che le usciva fuori da tutti i pori, perché era vero, era fiera di lei.
Mary McDonald teneva lo sguardo alto, e dentro i suoi occhi c’era rabbia pura.
Diede un colpo alla scrivania davanti a lei e chiuse gli occhi.
-Non è possibile che siano così potenti dall’esterno, deve esserci una spia- La sua voce era piena di rabbia, causata dal fatto che tutto stava per ripetersi.
-Chi mai potrebbe tradirci?- Chiese con voce dura Lily Evans.
-C’è sempre qualcuno-
 

*
 
Regulus Arcuturus Black era un giovane uomo in carriera, di buona famiglia, ricco e molto potente, ma come tutti gli uomini, anche lui aveva il suo punto debole.
Stava compiendo una missione, mettendosi per la prima volta in prima linea con le persone giuste.
Sapeva cosa doveva fare e, nonostante non potesse prevedere il futuro, sapeva già come sarebbe finita.
Ma al momento la cosa importata era che qualcuno gli stesse dando fiducia, visti i suoi precedenti, e questo lo faceva sentire gonfio d’orgoglio.

Una delle cose che avrebbe voluto era far pace con il fratello Sirius, ma questo sembrava essere un miraggio lontano, al momento.
Così l’unico modo per proteggerlo era mentirgli, perché nonostante tutto Regulus voleva bene a Sirius più di quanto non volesse bene a se stesso.
Al momento camminava spedito verso il cancello dell’imponente castello quale era Hogwarts.
Aveva tenuto d’occhio i suoi nipoti senza che nessuno se ne accorgesse, ed era arrivato il momento di parlare con uno di loro.
Continuò a camminare spedito, sapendo già la sua meta.

 



Angolo Autrice:
Salve gente, mi scuso per il ritardo ma ho passato tutta la settimana scorsa a Milano a far visita a mia sorella.
Ecco a voi il nuovo capitolo, un po' corto poichè è un capitolo di passaggio ma vabbe.
Ci tengo a ringraziare tutti coloro che seguono la storia, e soprattutto TomMalfoyandEmmaGranger che ha recensito lo scorso capitolo.
X GinnyW.

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