Homecoming

di LondonEye
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** we're back ***
Capitolo 2: *** Old problems ***
Capitolo 3: *** the show ***
Capitolo 4: *** the truth ***



Capitolo 1
*** we're back ***


Le alte mura di cinta del regno di Arendelle si estendevano maestose davanti ai loro occhi. Su ogni torretta di guardia si ergeva lo stemma del regno: due volti di donna uno accanto all'altro, le due sorelle regnanti, la Regina e il suo braccio destro.

La coppia, formata da un uomo sulla cinquantina dai capelli rossicci e baffi dello stesso colore e una donna di pochi anni più giovane dai folti capelli castani, avanzò dentro i confini del regno ormai avvolto nel buio della notte, illuminato solo da qualche sporadica lanterna appesa fuori dai locali e dalle case.

Di tutte le cose che potevano accadere in una tranquilla notte di tarda estate come quella, nessuno si sarebbe aspettato un evento tanto grande quanto potenzialmente sconvolgente.

L'uomo avvolse il proprio braccio intorno alle spalle della sua accompagnatrice e sorrise. Un sorriso che la donna non vedeva da mesi, anni forse, e che solo quel luogo poteva ridargli.

"Siamo a casa, Agdar" disse la donna, stringendosi a lui e ricambiando il sorriso.

"Sì Idunn, siamo a casa".

 

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Elsa era nella sua stanza, sdraiata nel suo grande letto a contemplare il soffitto illuminato dalla luna. Non riusciva a dormire, eppure era in uno stato di totale calma e tranquillità.

Da quando tutto lo scandalo per l'inverno perenne si era finalmente risolto la sua vita aveva avuto un punto di svolta che non credeva avrebbe mai potuto raggiungere: finalmente non doveva più nascondere la sua natura a tutti e soprattutto finalmente si era ricongiunta con sua sorella. Ancora non le sembrava vero di poter semplicemente uscire dalla sua stanza, anche in quel momento se avesse voluto, e andare nella camera di Anna ad abbracciarla o anche solo ad augurarle la buonanotte. Fino a qualche settimana prima era un pensiero assurdo, ridicolo, proibito.

La regina sorrise, ripensando alla giornata appena trascorsa. Anna l'aveva convinta -o forse dovrebbe dire obbligata- a organizzare un evento nella piazza principale di Arendelle in cui avrebbe mostrato a tutto il regno la magnificenza dei suoi poteri. O almeno quelle erano le parole che aveva usato lei, Elsa dubitava ci fosse qualcosa di anche lontanamente magnifico nei suoi poteri.

Inizialmente riluttante, la donna si era lasciata convincere dagli occhioni da cucciolo implorante della sorella che in fin dei conti non aveva tutti i torti, il popolo aveva bisogno di essere tranquillizzato sul suo conto e dubitava che una semplice giornata passata a pattinare insieme a loro avesse fatto scomparire tutte le paure e i dubbi sulla sua natura e sulla sua adeguatezza come regina. Alla fine aveva deciso di organizzare l'evento la serata del giorno seguente e Anna era corsa immediatamente a cercare Kristoff e Olaf per spargere la voce in tutto il regno. In cuor suo Elsa era molto agitata, la paura di poter far del male a qualcuno o peggio ancora ad Anna la torturava ancora e probabilmente non avrebbe mai smesso di farlo, ma sapeva che era un atto necessario e comunque con sua sorella accanto sapeva di potercela fare. Sbadigliando, finalmente la regina si lasciò cadere nel sonno, preoccupata ma determinata a dare la miglior impressione di sé il giorno successivo.

 

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Idunn e Agdar arrivarono davanti ad una locanda che sapevano essere un buon posto per alloggiare per qualche notte, o almeno lo era stata tre anni prima. Assicurandosi di camuffarsi nel miglior modo possibile (cosa che comprendeva un grande cappuccio sulla testa di entrambi e voci accuratamente camuffate con accenti del Nord), bussarono due volte al grande portone d'ingresso. Dopo qualche secondo, e dopo un rumore di qualcosa che sbatte contro un mobile, una donna dall'aria assonnata e molto infastidita li accolse.

"Sì?"

"Salve, ci scusiamo per l'orario ma ci chiedevamo se aveste una stanza a disposizione per noi per qualche notte".

La donna li squadrò da capo a piedi. Non era tutti i giorni che due sconosciuti ti bussavano alla locanda nel cuore della notte. Se poi quest'ultimi avevano un'aria inquietante e si nascondevano dietro enormi cappucci la cosa non prometteva affatto bene. Ma i soldi venivano prima di tutto, specie se eri un semplice paesano.

"Certo, da questa parte" rispose e si spostò dall'uscio per lasciarli entrare.

Dopo le formalità all'ingresso, e dopo essersi dichiarati come Aksel e Kaja delle Isole del Nord, finalmente vennero condotti nella propria stanza.

L'unica cosa che volevano era essere lasciati in pace a riflettere su come risolvere quella assurda situazione, ma la proprietaria della locanda, che avevano scoperto si chiamasse Frida, non sembrava della stessa idea. Per tutto il tragitto dal piano terra alla loro stanza non aveva fatto che parlare di un grande evento previsto per il giorno successivo a cui, da bravi turisti, sarebbero assolutamente dovuti andare. La coppia era troppo stanca e pensierosa per star dietro ai discorsi entusiastici della donna e si limitarono ad annuire, prendendo solo mentalmente nota dell'evento e non capendo nulla dei discorsi riguardanti un certo spettacolo da parte della regina. Quando finalmente raggiunsero la camera congedarono la donna e, chiudendo la porta, Agdar tirò un sospiro di sollievo. Alzò lo sguardo verso sua moglie e le sorrise. Ce l'avevano fatta.

 

 

Note dell'autrice:

 

Buonasera (o forse dovrei dire buonanotte vista l'ora) gente! Faccio il mio ingresso in questo fandom con questa long, di cui avete appena letto il prologo, ispirata a QUESTA meravigliosa fanfiction di robert3A-SN, un'autrice estremamente talentuosa di cui vi consiglio di leggere ogni long e one-shot che ha scritto su Frozen. Anche se molte cose prenderanno spunto da quella fanfiction, cercherò di distaccarmi il più possibile da essa e in particolare tutto un arco narrativo centrale in quella fanfiction sia per la storia che per il finale qui non ci sarà. Non so quanto sarà lunga, ma non voglio dilungarmi troppo quindi credo sarà sicuramente meno di 20 capitoli, forse anche meno di 10, dipende in quante parole riuscirò a far accadere quello che voglio.

 

Vi anticipo già da ora che non ci saranno coppie in questa fanfiction in quanto sono una fiera sostenitrice del "Elsa sta bene da sola, le basta l'amore di sua sorella e poi ha troppi problemi da risolvere ancora prima di poter anche lontanamente pensare ad avere un partner". Occasionalmente shippo Elsanna ma più come sorelle che come amanti (l'incesto mi turba non poco) e in ogni caso trovo che in questa storia c'entri ben poco una loro relazione quindi vedrete sì tanti teneri momenti sorella-sorella, ma a parte qualche sporadico momento Kristanna per Anna non ci sarà nient'altro sul fronte Elsa.

Sperando che non siate scappati tutti dopo avervi detto questo lol vi lascio qualche informazione generale sul capitolo e qualche anticipazione sui capitoli successivi:

 

- la storia è ambientata un paio di mesi dopo gli eventi di Frozen. Essendo Frozen ambientato in estate,      

  ho previsto che questa storia abbia luogo a metà Settembre più o meno.

 

- Agdar e Idunn sono i veri nomi dei genitori di Elsa e Anna, erano scritti in norvegese antico sopra le loro tombe nella scena del funerale all'inizio del film e qualche audace fan di Frozen li ha tradotti per noi :)

 

- Aksel, Kaja e Frida sono tutti nomi molto comuni in Norvegia.

 

- ho scelto come falsa provenienza del re e della regina le Isole del Nord e come camuffamento per la voce un accento del Nord in quanto Arendal, la cittadina norvegese alla quale si sono ispirati per creare Frozen e Arendelle, si trova nel Sud della Norvegia e quindi mi sembrava logico che per destare meno sospetti possibili dovevano fingere di provenire dalla parte più remota del paese rispetto ad Arendelle.

 

- come avrete intuito il re e la regina non hanno capito che lo spettacolo a cui -forse- andranno è della loro figlia maggiore. Come reagiranno nel vederla nei suoi nuovi panni di regina e donna confidente? E cosa penseranno quando vedranno che si è ricongiunta con sua sorella e che mostra i suoi poteri a tutti senza problemi? Beh non vi resta che continuare a leggere per scoprirlo :)

 

- più avanti scoprirete cos'hanno fatto il re e la regina nei tre anni dopo il naufragio, e come sono riusciti a tornare ad Arendelle. Vi informo però che non sarà niente di troppo lungo ed eccezionale, questa è solo un sottotrama che credo sia necessaria ma non indispensabile e non ci voglio perdere troppo tempo.

 

Direi che per ora è tutto, non vi do date per il prossimo aggiornamento perché per esperienza personale raramente riesco a rispettarle, vi prometto però che mi impegnerò al massimo per aggiornare in fretta e completare la storia. A presto e se mi lasciate un parere (va bene anche un "ritirati, fa schifo", almeno saprò che è meglio se smetto di scrivere lol) vi ringrazio tantissimo :)

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Capitolo 2
*** Old problems ***


se gli avessero detto che da lì a tre anni Arendelle sarebbe diventata una prosperosa cittadina con le porte del castello sempre aperte, gli ormai ex sovrani non ci avrebbero mai creduto. Ricordavano dolorosamente bene i tempi bui dopo quel fatidico incidente di tredici anni prima, l'evento che cambiò tutto.

Dopo la chiusura delle porte del castello anche l'economia del paese iniziò a declinare. Interrompere ogni contatto esterno aveva ampiamente fatto calare il gradimento della famiglia reale al popolo e ai regni alleati, e le cose erano andate sempre peggiorando nel corso degli anni, con i reali troppo presi a trovare un modo per aiutare l'erede al trono a controllarsi.

Elsa.

Si chiedevano cose ne fosse stato di lei, se Anna fosse riuscita a restare al sicuro, se la maggiore avesse trovato un po' di tranquillità.

Visto il bel sole che splendeva sul regno le premesse erano positive, nessun segno dei poteri della loro figlia era visibile. Ma questo poteva anche significare che lei era stata esiliata per sempre. O peggio, condannata a morte per stregoneria.

Agdar e Idunn erano stati per troppo tempo lontani dal loro regno per provare anche solo ad immaginare cosa fosse accaduto nel tempo trascorso, e decisero che l'unico modo che avevano per avere qualche risposta era farsi un giro per le strade della città, sempre camuffati a dovere. Non potevano ancora presentarsi alla corte del castello, non avevano idea di chi si sarebbero ritrovati davanti e come avrebbero reagito alla vista degli ex sovrani vivi e vegeti.

Presa questa decisione, di buon mattino salutarono Frida e scesero nella piazza principale di Arendelle, dove due grandi fontane sprizzavano acqua. Il popolo sembrava felice, il che li rincuorava: chiunque fosse al governo, stava facendo un buon lavoro. In un angolo della piazza videro un gruppo di persone che parlavano a gran voce, e vi si avvicinarono.

"Sarà grandioso! La principessa ha promesso che lo spettacolo lascerà tutti a bocca aperta!" stava dicendo una donna seduta su una panchina.

"Ho sentito dire che ha costruito un intero palazzo da sola!" aggiunse un ragazzino di non più di 15 anni in piedi accanto a lei.

"Ma è sicuro che non ci sia niente di pericoloso? Voglio dire, visti i precedenti..." si intromise una donna molto somigliante al ragazzino, presumibilmente sua madre.

"Ma sì, non hai sentito cos'ha detto la principessa? Adesso non c'è più pericolo per nessuno, la regina sa controllarsi!" rispose il ragazzo, visibilmente eccitato per l'evento di quella sera.

Dal canto loro, i sovrani rimasero immobili. Idunn strinse forte la mano di Agdar, che si girò a guardarla. Poteva essere che stessero parlando delle loro figlie? Non si erano azzardati a pensare che fosse andato tutto per il meglio, avevano troppa paura di restare delusi. Eppure tutto faceva presagire quello, e gli stemmi reali con i due volti di donna erano perfetti per le loro due amate principesse.

In silenzio, si recarono dal lato opposto della piazza e si sedettero su una panchina isolata.

"E se.." iniziò Idunn.

"Non dirlo, non possiamo esserne sicuri e prima di illuderci dobbiamo averne la conferma" la interruppe immediatamente Agdar.

"Lo so che sei spaventato, ma forse è arrivato il momento di dare un po' di fiducia alle nostre figlie. Ad Elsa..." a quel nome, Agdar chiuse gli occhi stringendoli forte.

"Ho avuto fiducia in Elsa per tredici anni, non ho mai smesso, ma dopo tutto quel tempo senza ottenere risultati non posso lasciarmi andare a false speranze" rispose secco.

L'ex regina lo guardò tristemente, gli eventi degli anni passati avevano segnato suo marito più di quanto lo desse a vedere.

"I paesani parlavano di una specie di esibizione da parte della regina stasera. Chiunque essa sia, credo dovremmo andare a vederla. E' l'unico modo per scoprire chi governa il nostro regno e provare ad avvicinarcisi" rispose infine la donna, una mano confortante che stringeva il braccio del marito.

"Sì, credo sia la cosa migliore" acconsentì Agdar.

 

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Elsa era ansiosa. Lo era sempre stata, ma in quel momento in particolare le sembrava di essere tornata a un mese prima, quando anche solo l'idea di uscire dalla sua stanza di giorno la atterriva.

Tutta la confidenza e la positività della notte precedente era scomparsa. E se avesse perso il controllo e ferito qualcuno? E se il suo popolo si spaventasse alla vista dei poteri e le si ritorcesse contro? E se Anna si fosse fatta male accidentalmente? C'erano troppe cose che potevano andare storte e lei non era pronta a correre il rischio.

Sentì una familiare energia pizzicarle il palmo delle mani, e cercò disperatamente di prendere dei profondi respiri per calmarsi ed evitare che il ghiaccio uscisse fuori.

L'amore.

Pensò ad Anna, la sua meravigliosa sorellina che ora poteva abbracciare senza problemi.

Pensò a due giorni prima, quando avevano costruito insieme un pupazzo di neve, rito quasi quotidiano da quando erano tornate a frequentarsi.

"Prendimi!"

"Piano Anna!"

"Whoooo"

"Anna!"

No. Non doveva pensare a questo. Era nel passato. Ora sapeva controllarsi, aveva imparato.

La scrivania alla quale era appoggiata iniziò a ghiacciarsi, piccoli fiocchi di neve cadevano dal soffitto.

Mentre la regina era in preda al panico, Anna attraversò il corridoio, diretta in camera sua. Quando passò davanti la porta dell'ufficio di Elsa sentì dei rumori soffocati e, incuriosita, si avvicinò. Poggiando l'orecchio contro la porta cercò di sentire cos'era a produrre quel suono.

"Elsa?" chiese incerta.

Sentì qualcuno trattenere bruscamente il respiro, seguito da un singhiozzo soffocato.

Più preoccupata che mai, Anna spalancò la porta. Non era chiusa, dopo Il Grande Disgelo* sua sorella si era ripromessa di non chiuderla mai più.

Elsa era in piedi di spalle alla porta, le mani strette con forza intorno alla grande scrivania al centro della stanza. Fiocchi di neve cadevano dal soffitto, una piccola brezza gelida stava iniziando a correre per la stanza e la scrivania era ricoperta da un sottile strato di ghiaccio. La schiena di sua sorella era scossa da singhiozzi silenziosi, e Anna si avvicinò a lei con passi veloci. Con delicatezza, poggiò una mano sulla spalla della sorella, che si scostò bruscamente.

"Non toccarmi!" urlò.

Gli occhi di Anna si riempirono di lacrime, non aveva mai visto sua sorella in quello stato. Sapeva che aveva ancora dei problemi col suo passato, spesso la sentiva piangere e agitarsi nel sonno durante la notte in preda agli incubi, ma mai l'aveva vista crollare così in pieno giorno.

"Cosa c'è che non va Elsa? Posso aiutarti. Parlami" le disse con tono confortante, avvicinandosi con cautela a lei.

Elsa non rispose, ma non la allontanò di nuovo.

"Se è per l'esibizione di stasera non devi preoccuparti, tutto il regno ne è entusiasta e basterà una cosa semplice per renderli felici".

Elsa alla nomina dell'esibizione strinse ancora più forte le mani intorno alla scrivania e chiuse gli occhi, l'immagine di Anna svenuta in terra nella grande sala da ballo del castello che non abbandonava la sua mente.

Anna notò l'aumento di tensione di Elsa e capì, chiudendo del tutto le distanze e stringendo delicatamente la mano intorno al braccio della maggiore.

"Oh Elsa, non devi preoccuparti per me o per gli altri. Andrà tutto bene, sei perfettamente in grado di controllare i tuoi poteri e tutti ti ameranno. Ho completa fiducia in te, li lascerai a bocca aperta"

"Tu credi?" pigolò Elsa, girando per la prima volta lo sguardo verso la sorella.

"Assolutamente. Non ho mai avuto paura di te Elsa, mai".

"Dovresti. Hai visto cosa ti ho fatto tredici anni fa e hai visto cosa è successo due mesi fa. Sei morta per colpa mia Anna". Una lacrima solitaria solcava il viso della maggiore, spezzando il cuore di Anna.

"Ma ora sono qui, insieme a te. Avrai pure commesso qualche errore Elsa, ma mai volontariamente e subito dopo hai sempre cercato con tutte le tue forze di aggiustare le cose. Hai dato via la tua felicità e la tua libertà per tenermi al sicuro, nessuno ha mai fatto una cosa simile per me".

Le labbra di Elsa si aprirono nel più piccolo dei sorrisi e Anna ne approfittò per prendere entrambe le mani della sorella fra le sue.

"Andrà tutto bene questa sera, starò tutto il tempo accanto a te a fare il tifo, e lo stesso faranno Olaf e Kristoff. Incanterai il regno e tutti ti accetteranno come la regina meravigliosa che sei. Ok?"

Elsa continuò a sorridere, il ghiaccio, la neve e il vento scomparsi dalla stanza così come erano venuti.

"Ok".

 

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Il grande orologio nel campanile segnava le 19:30, l'orario dello spettacolo si avvicinava sempre di più e Agdar e Idunn erano già pronti in un angolo lontano ma ben nascosto della piazza. Erano sì estremamente agitati dallo scoprire a chi era in mano il loro regno, ma allo stesso tempo una sincera curiosità li pervadeva.

Un piccolo palco rialzato era stato sistemato al centro della piazza e un numero sempre maggiore di persone vi ci stava raccogliendo intorno. Improvvisamente, una voce zittì il brusio dato da centinaia di voci che parlottavano fra loro.

"Signore e signori, un po' di attenzione per favore " disse con voce forte e chiara un uomo rotondetto sopra il piccolo palco. Agdar e Idunn lo riconobbero come Kai, il fedele servo di corte che conoscevano sin da quando erano una giovane coppia di fidanzati. Un senso di gioia li riempì, erano tre anni che non vedevano una faccia amica e conosciuta. Inoltre, il fatto che la corte fosse ancora la stessa gli dava speranza nel rivedere le loro figlie.

"Sua maestà la regina" annunciò Kai allungando il braccio dietro di sé per indicare qualcosa. La piazza si zittì immediatamente e occhi curiosi scrutavano dietro di lui, cercando di scorgere la regina. Dopo la bella giornata passata a pattinare nessuno l'aveva più vista pubblicamente, solo Anna spesso veniva vista per le vie della città insieme a Kristoff e alla sua fedele renna Sven.

Agdar e Idunn avevano il cuore che batteva all'impazzata mentre guardavano due figure scure che si avvicinavano al palco. Una delle due, la più bassa, rimase accanto al palco, nell'ombra. L'altra, più alta, finalmente salì sul palco. Quando le luci delle lanterne la illuminarono poterono vedere che era una giovane donna dalla corporatura snella e sinuosa, folti capelli biondo platino e un elegante ma provocante vestito azzurro. Da quella distanza non potevano vederla bene in faccia, ma notarono l'eleganza e la confidenza con cui si muoveva sul palco. Sembrava quasi emanare un'aura di regalità, non avevano mai visto niente di simile a corte. Era una vera regina e quasi li intimidiva.

Stavano per avvicinarsi di più al palco per vedere bene chi fosse quella sconosciuta che aveva preso in mano le redini del loro regno quando quest'ultima, dopo aver salutato con eleganza il pubblico, alzò una mano.

Un getto di ghiaccio eruppe da essa.

 

* "The Great Thaw" è il nome che il fandom inglese ha dato al momento in cui Elsa ha sciolto l'inverno perenne da Arendelle e ho deciso di tradurlo letteralmente e usarlo all'interno della mia storia per comodità. E' più facile di ripetere sempre "dopo l'opera di disgelo di Elsa" o cose simili lol

 

Angolo dell'autrice:

salve a tutti :) ecco qui il secondo capitolo, spero vi sia piaciuto! Non lo considero ancora un vero e proprio capitolo ma più una continuazione del prologo, ho deciso di dar spazio ai sentimenti dei personaggi e mi rendo conto che la storia procede a rilento ma è importante ai fini della trama vedere come sono messi a livello psicologico i protagonisti. Ho dato particolare attenzione al fatto che Elsa ancora non ha superato i traumi del passato, sarà importante nei capitoli successivi questa cosa. E anche il fatto che Agdar sia così negativo nei confronti di Elsa avrà un ruolo importante...vedrete u.u i genitori non hanno ancora realizzato che quella è Elsa, che testoni >.< ma ammettiamolo, Elsa nel suo vestito di ghiaccio è ben diversa da quella che si vede all'inizio del film e per due che si aspettano il peggio ci può stare che la scambino per un'altra persona XD per l'incontro faccia a faccia con le figlie temo dovrete aspettare un altro po', ma dopo il prossimo capitolo dovremmo arrivarci finalmente :) infine, se non lo sapevate, Kai è il vero nome del servitore del castello. Per intenderci è quello che annuncia Elsa e Anna alla folla al ricevimento post-incoronazione :) nel prossimo capitolo finalmente vedrete l'esibizione e la reazione di Agdar e Idunn alla vista della figlia...Elsa incanterà anche loro?

Concludo ringraziando tutti voi che avete letto, aggiunto ai preferiti, ai seguiti e soprattutto recensito...non mi aspettavo di incuriosire così tanta gente e mi ha messo un po' di ansia questa cosa, spero di essere all'altezza delle vostre aspettative :D dovrei aggiornare ogni 5 giorni circa, salvo imprevisti o blocchi dello scrittore (cosa che sto provando al momento nello scrivere il quarto capitolo, ma conto di risolvere presto lol)...a presto :D

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Capitolo 3
*** the show ***


Agdar e Idunn rimasero a bocca aperta. Non poteva essere.

La regina lanciò un getto di ghiaccio in alto, che esplose in cielo lasciando cadere centinaia di piccoli fiocchi di neve sulla folla. Con un movimento elegante congelò entrambe le fontane della piazza, gelando l'acqua in sofisticate figure geometriche. Il pubblicò iniziò ad applaudire entusiasta, alcuni bambini che addirittura facevano il tifo. A quella vista, un sorriso si aprì sul volto della regina, che sembrò acquistare ancora più fiducia in se stessa. Con ritrovata gioia Elsa fece apparire dal nulla una sagoma di neve alta più o meno quanto lei e si girò verso la folla.

"Siete pronti?" chiese ad alta voce, con tono felice e divertito.

Il pubblico urlò di approvazione e Elsa mosse entrambe le mani in un gesto veloce davanti alla sagoma di neve. Solo che ora non era più una sagoma di neve, si era trasformata in un'elegantissima statua di ghiaccio rappresentante il castello di Arendelle in miniatura. Con un ulteriore piccolo gesto altri dettagli si aggiunsero all'opera, che sembrava una replica in tutto e per tutto dell'enorme castello alle sue spalle.

Il pubblico esplose in applausi e grida entusiaste, e la regina parve essere sul punto di scoppiare a piangere dalla gioia. Con sguardo felice si voltò alla sua sinistra, dove la sagoma scura che l'aveva accompagnata applaudiva con le braccia al cielo, più entusiasta di ogni altra persona presente in piazza.

Lo spettacolo continuò per circa venti minuti, altre due statue si erano unite alla prima: un elegante cavallo e un bellissimo albero di ghiaccio con alti rami pieni di foglie, ognuna di una precisione e definizione incredibile. Oltre alle statue ormai l'intero pavimento della piazza era ricoperto di ghiaccio e neve e mentre alcuni pattinavano allegramente al centro di essa, dei bambini costruivano pupazzi di neve sulla neve fatta cadere da Elsa appositamente agli angoli.

Allo scoccare delle 22:00 la regina, seguita dalla persona in ombra che l'aveva accompagnata, si ritirò nel castello ringraziando tutti con ampi sorrisi che vennero ricambiato da un forte coro che ripeteva a gran voce: "Regina Elsa! Regina Elsa! Regina Elsa!". Tutti sembravano più felici che mai, completamente innamorati della propria regina e delle sue magie.

Tutti tranne due persone.

Agdar e Idunn avevano assistito all'intera performance immobili, con gli occhi e la bocca spalancati. Erano completamente sotto shock, non si sarebbero mai aspettati una cosa del genere.

Elsa. La loro impaurita, insicura, terrorizzata figlia che eseguiva uno spettacolo davanti a tutto il regno per celebrare la bellezza dei suoi poteri. Il tutto con una sicurezza e una padronanza di sé che mai e poi mai avrebbero immaginato di poter rivedere in lei. E la gente aveva apprezzato. Esultato. Era troppo incredibile per essere vero.

Idunn fu la prima a rompere il silenzio:

"E' stato meraviglioso" riuscì solamente a dire, le lacrime che le riempivano gli occhi.

Agdar prese un profondo respiro prima di rispondere, visibilmente scosso anche lui.

"Non sembrava neanche lei".

Idunn annuì, le lacrime che ormai le solcavano il viso così simile a quello della figlia.

Con calma e con ancora i cuori che battevano a mille, i due coniugi tornarono alla locanda, dove sapevano sarebbero stati al sicuro da occhi e orecchie indiscrete. Dovevano metabolizzare la cosa e decidere sul da farsi. Frida li accolse calorosamente, era appena tornata dallo spettacolo di Elsa e sembrava più entusiasta che mai.

"Oh bentornati signori, avete visto anche voi lo spettacolo? E' stato incredibile! La regina è bellissima, sarebbero così fieri di lei i poveri sovrani se fossero ancora qui, pace all'anima loro" disse, facendo abbassare lo sguardo a entrambi, colpiti da quelle parole.

Come si sentivano? Erano fieri di lei? Idunn sicuramente sì, le sue lacrime lo provavano. Agdar, dal canto suo, non era sicuro di cosa provasse.

Salendo in camera, si assicurò di chiudere a chiave la porta prima di togliersi finalmente il grande cappuccio che lo copriva. Idunn fece lo stesso, e corse ad abbracciare il marito.

"Oh Agdar, è viva! E' la regina e tutti la amano! Finalmente sa gestire i suoi poteri!" disse, piangendo di gioia sul petto dell'ormai ex re. Agdar era rigido sotto la sua stretta.

"Dov'era Anna? Non l'ho vista da nessuna parte" rispose, facendo irrigidire a sua volta la moglie a quelle parole.

"Era buio in piazza, magari non l'abbiamo vista...".

"E se le fosse successo qualcosa? Elsa non indossava i guanti! Avrebbe potuto far del male a chiunque! Non è stata minimamente attenta, da quant'è che si comporta così? Cosa ci garantisce che non abbia fatto del male ad Anna da allora?"

"Agdar..."

non sapeva che altro dire, suo marito stava insinuando che Elsa avesse fatto del male a sua sorella. Anzi peggio, stava insinuando che l'avesse uccisa, dopo tutti gli anni passati a chiudersi a se stessa e al mondo pur di proteggerla. Era troppo per lei, non poteva permettersi di crederci.

"So di star correndo troppo Idunn, ma non possiamo essere certi che non sia così. Dobbiamo andare al castello il più presto possibile e parlare con Elsa. Dobbiamo rivelarci almeno a lei e capire bene cosa è successo esattamente negli ultimi tre anni".

L'ex regina annuì, sapeva che suo marito aveva ragione.

"Domattina appena svegli andremo al castello e chiederemo di parlare con Elsa, se non ce lo permetteranno chiederemo aiuto a Kai. Ci è sempre stato fedele e possiamo fidarci di lui".

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Elsa era nel suo studio, stava finendo di firmare alcuni documenti importanti riguardanti un accordo fra Arendelle e uno dei regni alleati. La serata era andata nel migliore dei modi, e la regina non poteva che essere più felice. Mettendo la firma sull'ultimo dei quattordici fogli presenti sopra la scrivania, si alzò stiracchiandosi e sbadigliando rumorosamente. Se nessuno la guardava poteva pure lasciarsi andare un po', no? Rimettendo i documenti in un cassetto uscì, diretta finalmente nella sua stanza per il meritato riposo. Mentre camminava nel lungo corridoio, senza rendersene conto, si ritrovò a fissare una porta a qualche metro di distanza da quella della sua camera.

La porta della stanza dei suoi genitori.

Per tutti i tre anni precedenti, aveva sempre evitato con forza di guardare anche solo in quella direzione, faceva troppo male. Dopo il suo ricongiungimento con Anna l'unica volta a cui avevano accennato al re e alla regina era stata quando aveva chiesto timidamente alla sorella di accompagnarla alle loro tombe, e anche quello non era andato tanto bene visti gli incubi con protagonisti i suoi genitori che l'avevano perseguitata per tutta la notte.  

Forse fu lo stato di totale felicità che le riempiva il cuore e la mente, forse fu il fatto di ritrovarsi a guardare quella porta dopo tutto quel tempo, ma Elsa vi si avvicinò come spinta da una gigantesca calamita.

Una volta raggiunta, la sua sicurezza iniziò a vacillare. Con mano tremante provò ad entrare, ma la maniglia si congelò immediatamente sotto il suo tocco. Sentendo il panico che riempiva ogni spazio cosciente del suo cervello iniziò a ponderare l'idea di scappare e chiudersi in camera sua, ma qualcosa di più potente la trattenne.

Lì dentro c'erano gli ultimi ricordi dei suoi genitori. I loro vestiti e i loro oggetti. Per una notte, poteva tornare ad essere lì insieme a loro. Per l'ultima volta.

Prendendo un grande respiro aprì la porta, questa volta la maniglia non si congelò.

La stanza era buia e l'odore di polvere le riempì i polmoni, facendola tossire. Ricordandosi della candela appesa accanto all'uscio della porta, si accinse ad accenderla. Quando ci riuscì, tutto ciò che restava dei suoi genitori le si parò davanti agli occhi: il letto era ancora come lo ricordava, con persino le stesse coperte del giorno in cui partirono per sempre.

Non lo aveva mai detto ad Anna, ma era in un angolo del corridoio ad osservarla mentre li abbracciava un'ultima volta nella loro stanza quella fatidica mattina, aspettando che lei se ne andasse per poterli salutare.

La polvere ricopriva ogni superficie, ma poteva distinguere ancora chiaramente i vari oggetti appartenuti a sua madre appoggiati sopra il suo comodino personale, e la grande libreria piena di grandi e pesanti tomi appartenuta a suo padre.

Incuriosita, si avvicinò al comodino della madre. Notò diverse collane appartenute a lei, un elegante pettine con cui era solita pettinarsi prima di andare a dormire e una raffinata scatolina che non aveva mai visto prima d'ora. Cosa poteva essere? Con mano delicata la aprì e, soffiandovi dentro per scacciare la polvere, vide che conteneva un unico libricino anonimo dalla copertina blu. Sempre più curiosa lo prese in mano e vide il nome di sua madre scritto con grafia elegante e precisa sopra.

Era il suo diario.

Il cuore iniziò a batterle a mille, non si aspettava di trovare una cosa simile. Scacciando i sensi di colpa che le dicevano di non leggerlo, lo aprì. Saltò le prime pagine, era troppo curiosa di sapere cosa aveva scritto di lei.

I primi accenni iniziano durante le pagine risalenti alla gravidanza di Idunn, dove alcune righe lamentavano di un generale senso di freddo da parte della regina durante l'attesa. Diverse pagine erano dedicate ai suoi primi anni di vita, alla scoperta dei suoi poteri (a quanto pare fu suo padre ad accorgersene, quando uno starnuto della piccola Elsa lo ricoprì di fiocchi di neve) e alla preoccupazione sul suo futuro visto il suo essere 'speciale'.

Speciale. Per sua madre i suoi poteri la rendevano speciale.

Senza neanche volerlo un piccolo sorriso si aprì sul viso di Elsa, il suo cuore colmo di un misto fra gioia e tristezza.

Quando giunse alle pagine sulla nascita di Anna, notò che i suoi genitori non sembravano troppo preoccupati a riguardo dei suoi poteri e anzi erano piacevolmente sorpresi dall'amore con cui la maggiore aveva accolto la nuova principessa.

Il sorriso sul suo volto sparì quando arrivò alle pagine dopo l'incidente.

L'iniziale spavento lasciò il posto alla preoccupazione nelle parole della ormai ex regina, temeva che suo marito fosse troppo duro con Elsa e non avrebbe voluto separare le figlie così bruscamente. Le pagine relative ai mesi successivi raccontano di una madre costretta a vedere la propria bambina sempre più spaventata da se stessa e dal mondo esterno, una bambina che non voleva farsi toccare nemmeno dai suoi stessi genitori. Nonostante ciò, non dimenticava mai di annotare le piccole e positive cose che notava in Elsa ogni giorno: dalla prima volta che sorrise dopo l'incidente a come ogni anno posizionava nel posto più bello e più in vista della propria camera il rituale regalo di compleanno che Anna le lasciava fuori la porta.

L'ultima pagina che parlava di lei risaliva al giorno prima della partenza dei genitori. La regina era preoccupata nel lasciare sola la figlia ma allo stesso tempo fiduciosa che questa esperienza l'avrebbe aiutata a superare alcune delle sue paure. Accennava inoltre a come era fiera di lei e come fosse sicura che un giorno non troppo lontano avrebbe imparato a controllare i suoi poteri.

"Elsa non potrebbe mai fare del male ad Anna" recitava una riga dell'ultima pagina del diario.

Rendendosi conto a malapena delle lacrime che le solcavano copiosamente il viso, Elsa riposizionò il diario nella scatola e si sedette sul grande letto impolverato, le braccia strette intorno al corpo come faceva sempre quando era in preda all'ansia o al dolore.

"Mi dispiace tanto" singhiozzò a bassa voce.

"Sarebbero fieri di te" le rispose una voce morbida alle sue spalle, facendola sussultare dallo spavento.

Per la seconda volta nel giro di due giorni, Anna trovò la sorella in preda alla disperazione.  Era appena tornata da una passeggiata romantica al chiaro di luna con Kristoff e prima di andare a dormire voleva augurare la buonanotte ad Elsa. Non trovandola né nel suo ufficio né in camera sua aveva iniziato a preoccuparsi, ma quando aveva visto la porta della camera dei suoi genitori aperta aveva capito.

"Anna!" riuscì solo a rispondere la sorella, una mano stretta sul cuore per lo spavento.

La minore si sedette accanto a lei nel letto dei genitori e passò un braccio dietro la schiena di Elsa, permettendole di farle poggiare la testa sulla sua spalla.

"Lo pensi veramente?" continuò la maggiore, rilassandosi fra le sue braccia.

"Sì, sarebbero fieri di vedere che grande regina e donna sei diventata. Sarebbero fieri di sapere che il regno è in mano a te e sarebbero fieri di vederci finalmente insieme, senza più nessuna paura".

Elsa tirò su col naso, stringendosi un po' di più alla sorella.

"Ti voglio bene".

"Anch'io Elsa".

 

Note dell'autrice:

ciao gente :D mi scuso per il ritardo ma ho avuto problemi tecnologici, purtroppo per un po' avrò accesso al pc solo due giorni a settimana e dovrò usarli sia per scrivere che per pubblicare e questo potrà causare dei leggeri ritardi :/ anyway, eccoci qui al terzo capitolo! Non accade molto e la parte finale è infilata abbastanza a caso, lo so, ma nel prossimo finalmente avremo un bel po' di azione e concretezza con il fatidico incontro genitori-figlie...come andrà? La povera Elsa è stata convinta che loro sarebbero entusiasti di vederla così, ma a quanto pare Agdar non la pensa allo stesso modo :/ la figura nell'ombra ovviamente era Anna, non l'ho fatta vedere ai genitori per rendere ancora più pessimista Agdar lol povera Elsa :( la parte in cui Elsa crea la statua di ghiaccio è ispirata alla scena di Let It Go in cui crea la rampa di scale...si vede che inizialmente è solo un ammasso non molto definito di neve e solo dopo che lei ci cammina sopra si trasforma nella rampa ghiacciata e bellissima :) che dire, vi ringrazio tutti per il sostegno continuo, per leggere sempre la mia storia e soprattutto per le recensioni, non potete capire quanto mi renda felice sapere che c'è qualcuno che apprezza la mia fanfiction! A presto :)

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Capitolo 4
*** the truth ***


Da quando le porte del castello di Arendelle erano state riaperte ogni giorno decine di persone, in maggioranza dignitari di regni vicini e cittadini scontenti, si presentavano all'ingresso chiedendo di poter parlare con la regina. Elsa riceveva tutti con calma e costanza, volendo impegnarsi al cento per cento nel suo ruolo di sovrana. Quella mattina ad aiutarla c'era Anna, che aveva deciso di starle accanto per tutto il giorno dopo i crolli a cui aveva assistito nei due giorni precedenti. Sedute una sul grande trono al centro della stanza e l'altra in una lussuosa sedia accanto ad esso, ricevevano una ad una le persone.

Dopo circa due ore e dopo aver salutato, ascoltato e congedato sedici persone, Anna iniziò a sbadigliare.

"Ma fai veramente questo ogni giorno, tutti i giorni?" chiese con voce incredula alla bionda accanto a lei, che scoppiò a ridere.

"Temo di sì, e dovresti farlo anche tu invece di andartene sempre in giro con Kristoff o a giocare con Olaf!" la rimbeccò.

"Lo sai che non sono fatta per essere regina! E poi tu sei troppo brava, non reggerei il confronto".

Elsa sorrise. Il battibecco amichevole con la sorella le aveva risollevato l'umore e, anche se non lo avrebbe mai ammesso ad Anna, l'aveva svegliata dal sonno che provava a sua volta per la noia di ciò che stava facendo.

Sorrideva ancora quando le guardie dietro la porta della stanza la riaprirono e fecero cenno a due figure incappucciate di entrare. La coppia camminò lentamente fino al centro della stanza, quasi avessero paura. Le guardie richiusero la porta lasciandoli soli e quando le due figure arrivarono davanti alle sorelle rimasero immobili.

Elsa li guardò con sguardo dubbioso.

"Prego, potete parlare" li invitò.

Con mano tremante, entrambi si tolsero il cappuccio.

Il silenzio riempì la stanza.

Nessuna delle due poteva credere ai loro occhi. Doveva essere uno scherzo, non c'era altra spiegazione. Dopo diversi secondi, la donna tremendamente simile alla loro madre parlò:

"Anna, Elsa..." disse solo, le lacrime che le bagnavano il viso.

Non appena il suono della sua voce colpì le loro orecchie, le dirette interessate scoppiarono a piangere e corsero ad abbracciarli. Elsa si strinse a suo padre, Anna a sua madre. Dopo un paio di minuti, ormai piangendo tutti e quattro copiosamente, si scambiarono ed Elsa andò ad abbracciare sua madre e Anna suo padre. Quando finalmente si staccarono, Anna prese parola:
"Ma come...vi credevamo morti!"

"Per molte ore abbiamo pensato di esserlo anche noi tesoro" rispose sua madre.

"Ma cosa è successo? Dove siete stati tutti questi anni?" si intromise Elsa.

Sospirando pesantemente, Agdar iniziò a parlare per la prima volta da quando era entrato nella stanza:

"La nostra barca è affondata durante una tempesta" le sorelle annuirono, lasciandogli intendere che era quello che era stato detto loro, "Ma non siamo morti. Dopo una notte intera passata a galleggiare appoggiati a una trave di legno siamo stati trascinati a riva dalle acque e abbiamo subito cercato di raggiungere la civiltà. Dopo diversi giorni siamo riusciti a trovare delle case e abbiamo scoperto di essere finiti in una qualche costa dell'Inghilterra. Purtroppo per noi, non sembrava esserci traccia di regalità in quel posto. Nessun castello, nessun re al quale rivendicare il nostro status di regnanti di Arendelle, nessuno che credesse alla nostra storia. Ci hanno presi per pazzi, persino per malviventi che cercavano di raggirarli, e siamo stati costretti a fingersi dei semplici paesani per molto tempo. La vita di paese non è stata troppo dura, ma ci ha fatto capire quanto ci mancava casa. Quanto ci mancavate voi. Un giorno, notando che lo stalliere del paese lasciava spesso incustoditi i cavalli, ne approfittammo e nel cuore della notte ne prendemmo due e partimmo. Fu un viaggio lungo, dovemmo attraversare oltre nove città senza morire di fame o di freddo e senza farci uccidere o rubare tutto dai briganti. Quando arrivammo sulla riva ad est rispetto a quella da dove eravamo giunti ci siamo finti sguatteri e abbiamo ottenuto lavoro in una nave diretta verso le Isole del Nord. Da lì siamo tornati ad Arendelle... tutto questo lungo viaggio ha richiesto tre anni, ma alla fine ce l'abbiamo fatta" raccontò il re, un braccio protettivo intorno alla moglie mentre parlava.

Le sorelle avevano ascoltato tutto in silenzio, cercando di non perdersi nessun dettaglio. Non sapendo cosa rispondere al racconto, entrambe abbracciarono di nuovo i genitori, che le chiusero in un abbraccio di gruppo.

"Abbiamo assistito al tuo spettacolo ieri, sei stata meravigliosa!" disse Idunn verso la maggiore, stringendola forte a sé. Elsa arrossì ma suo padre sembrò irrigidirsi.

Notandolo, Anna gli chiese se stesse bene. Lui sembrava imbarazzato.

"Elsa...ecco...non crediamo sia stata una buona idea quella di ieri sera" disse.

Elsa si sciolse dalla stretta della madre e lo guardò con occhi interrogativi, Idunn abbassò lo sguardo.

"Avresti potuto fare del male a qualcuno, avresti potuto fare del male ad Anna!" aggiunse, prendendo coraggio.

La figlia lo guardò con sguardo ferito,  le braccia che andarono a stringersi intorno al corpo.

"No padre, Elsa sa controllare benissimo i suoi poteri ora, ha imparato!" si intromise Anna, non voleva che sua sorella ricadesse nelle stesse identiche paure da cui l'aveva salvata solo poche ore prima.

Senza dar segno di averla ascoltata, Agdar continuò:
"Abbiamo passato anni a dirti di stare attenta e ora fai uno spettacolo davanti a tutti? E se uno dei regni vicini si spaventasse e dichiarasse guerra ad Arendelle per ucciderti?"

Elsa parve distruggersi sotto quelle parole, ogni piccola certezza che aveva ritrovato in quei due mesi di libertà dopo il Grande Disgelo stava crollando. La temperatura della stanza crollò sensibilmente e il pavimento intorno ai suoi piedi si congelò, ma suo padre sembrò non accorgersene.

"E non indossi più i guanti! Come puoi essere così sconsiderata? Almeno pubblicamente dovresti portarli sempre con te!"

Anna, a quelle parole, sentì un moto di rabbia crescerle dentro. Come si permettevano di parlare così di sua sorella? Dopo tutto quello che aveva passato per colpa loro?

"Non parlarle così! Non deve mai più indossare quei guanti, è solo colpa vostra se si è chiusa in quella camera! Non ha mai fatto del male a nessuno eppure l'avete rinchiusa, insegnandole solo ad avere paura di se stessa!" urlò arrabbiata. Idunn era immobile, alcune lacrime le solcavano il viso ma non osava proferire parola. Agdar non aveva questo problema, e anzi sembrò aumentare ancora di più il suo risentimento verso la figlia maggiore.

"Non gliel'hai detto, vero?" disse, rivolto alla bionda.

"No..." rispose Elsa con un sussurro talmente basso che Anna fece fatica a sentire.

Anna non ci stava capendo più nulla. Di che cosa stavano parlando? Cosa doveva dirle?
Elsa chiuse gli occhi, le braccia strette più che mai intorno ai suoi fianchi e la schiena leggermente curva, come se volesse rendersi il più minuscola e invisibile possibile.

"Anna, tutto quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto per il tuo bene, e per quello di Elsa. Non poteva stare accanto a te, e abbiamo sempre cercato di aiutarla a controllarsi" aggiunse Agdar, addolcendo il tono di voce alla vista della figlia maggiore terrorizzata davanti a lui.

"Di che diavolo state parlando?!"

Prima che Agdar potesse aggiungere altro, Elsa corse via dalla stanza, lasciandoli soli.

"Guardate cosa avete fatto! Ci ha messo mesi per smettere di odiarsi e ora voi spuntate dal nulla e la fate sentire un mostro di nuovo?!" esplose Anna, la rabbia che ormai le riempiva ogni fibra del corpo.

"Anna, per favore, siediti. Dobbiamo raccontarti una cosa" disse Idunn occhieggiando il marito, che annuì.

"No! Devo fermare Elsa e calmarla!"

"Per favore" ripeté Idunn, "Ne varrà la pena. Ascolta cosa abbiamo da dire e dopo potrai andartene".

Anna si sedette sulla sedia dove era posizionata inizialmente e attese, rabbia e odio chiaramente visibili nei suoi occhi.

"Quando eri piccola, eri a conoscenza dei poteri di Elsa" iniziò Idunn.

"Ma...come...io non mi ricordo..."

"Non interrompermi per favore. Come dicevo, sapevi dei suoi poteri e tu ed Elsa eravate solite giocare insieme con la neve che tua sorella creava. Una notte, a nostra insaputa, vi alzaste e andaste a giocare nella grande sala da ballo del castello. Tu saltavi da delle alte pile di neve e Elsa ti prendeva al volo costruendo sotto di te altre pile di neve. Ad un certo punto però Elsa scivolò, e nel disperato tentativo di non farti cadere in terra lanciò un getto di neve verso di te ma per sbaglio ti colpì alla testa".

Anna era senza parole, non ricordava niente di tutto ciò.

"Ti portammo dai Troll, e loro riuscirono a curarti ma a patto che tu dimenticassi ogni cosa sui poteri di Elsa. Inoltre ci dissero che il nemico sarebbe stata la paura e che Elsa doveva imparare a controllare i suoi poteri. Decidemmo di separarvi temporaneamente e di insegnare ad Elsa a controllarsi meglio, e questo è andato avanti fino al giorno della nostra partenza" concluse Idunn.

Anna si prese qualche secondo per pensare a tutta la storia e poi finalmente parlò:
"Ma...anche se questo fosse vero...Elsa non lo ha fatto apposta, perché isolarla dal resto del mondo per un incidente? Era solo una bambina!".

Idunn e Agdar la guardarono preoccupati, la rabbia non era svanita dalla sua voce e sembrava che la verità l'avesse fatta arrabbiare ancora di più.

"Avete rinchiuso vostra figlia per anni facendole avere paura di se stessa? Facendole credere di essere un mostro? E per cosa poi? Per proteggermi?! Sono cresciuta senza la mia migliore amica per una decisione presa da voi, ho passato anni a chiedermi cosa ci fosse di sbagliato in me, cosa avevo fatto di così orribile ad Elsa per farmi odiare da lei, e la colpa è solo vostra! Stavo per sposare un uomo appena conosciuto perché non avevo idea di cosa volesse dire amare qualcuno!"

"Cosa?!" esclamarono in coro i suoi genitori a quelle parole, ma Anna li ignorò.

"Per paura di affrontare le vostre preoccupazioni avete finito per rovinare la vita ad entrambe! E adesso Elsa è andata a rinchiudersi chissà dove e dovrà affrontare daccapo una cosa che credeva aver superato per sempre!"

Idunn abbassò la testa, era veramente troppo per lei tutto quello. L'ultima cosa che avrebbe voluto era fare del male alle sue figlie, e ora stava capendo che non solo lo aveva fatto a Elsa, ma anche ad Anna.

"Anna, ascolta..." tentò, cercando di prenderle il braccio con la mano.

"Non toccarmi! Non voglio parlare con voi, non voglio neanche vedervi. Se volete potete restare, ma non dite a nessuno che siete qui. Rimettetevi i cappucci, io devo trovare e vedere come sta Elsa e insieme a lei decideremo cosa fare" e detto questo uscì dalla stanza senza neanche guardarli e intimando alle guardie che attendevano fuori di accompagnare i due ospiti in una delle stanze reali e di lasciarceli finché avessero voluto, ordini della regina.

 

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Elsa non pensava che si sarebbe mai ritrovata in quella situazione, eppure eccola lì: rannicchiata contro la porta della sua camera da letto con le gambe strette al petto mentre piangeva, il ghiaccio completamente sparso intorno a lei e sui muri e i mobili della stanza. Era stata così felice di rivedere i suoi genitori! Per un istante aveva immaginato di vedere i loro sguardi felici alla scoperta del modo in cui usava i suoi poteri, di vederli fieri di lei...che stupida che era stata. Mentre stringeva forte gli occhi e affondava la testa nelle ginocchia per fare meno rumore possibile con i suoi singhiozzi, qualcuno bussò alla porta.

Non rispose, sapeva già chi era e non voleva farsi vedere in quello stato. Nonostante ciò la persona dietro la porta sembrò non arrendersi e bussò di nuovo.

"Elsa? Lo so che sei lì dentro, ho vissuto fin troppe volte questa cosa. Apri per favore, devo parlarti".

Nessuna risposta.

"Elsa, lo avevi promesso..."

Elsa singhiozzò leggermente più forte a quelle parole...era vero. Aveva promesso di non chiuderle mai più la porta. Lentamente si alzò, si asciugò velocemente le lacrime e aprì la porta.

Anna era lì che la guardava con sguardo triste e senza dire nulla le si avvicinò e la abbracciò forte. Elsa dopo un attimo di esitazione rispose all'abbraccio, chiudendo gli occhi.

"Mi hanno raccontato tutto. So tutto...perché non me lo hai mai detto in questi mesi? Avrei capito." iniziò Anna dopo qualche secondo di silenzio.

Elsa sospirò liberandosi dall'abbraccio e notò che il ghiaccio che fino a un attimo prima ricopriva ogni singolo angolo della stanza era completamente svanito. L'amore di e per sua sorella non smetteva mai di sorprenderla.

"Io...avevo paura" ammise infine.

"Paura? E di cosa?".

"Ti ho quasi uccisa, è colpa mia se siamo cresciute separate e se hai sofferto così tanto. Mi avresti odiata se avessi saputo".

"Odiata? Colpa tua? Ma cosa... come avrei potuto odiarti? Eri solo una bambina e stavi cercando di aiutarmi, è colpa mia se non ti ho ascoltata e se sono scivolata, è colpa dei nostri genitori se siamo cresciute separate per tutto questo tempo!".

"Hanno solo fatto quello che era meglio per noi" rispose la bionda, per niente rincuorata.

"No, non è vero. Non dirlo neanche per scherzo. Ciò che era meglio per noi, per te, era lasciare che il nostro amore ti insegnasse ad usare i tuoi poteri. Era farti capire che non sei un mostro, e che puoi controllare senza problemi la tua magia. La paura è il nemico e loro cosa fanno? Ti insegnano ad aver paura di ogni cosa, di te stessa persino! Come può tutto questo essere il meglio per noi?".

Elsa era ammutolita. Voleva credere alle parole di sua sorella, lo voleva davvero, ma anni e anni di persone che le dicevano il contrario non si dimenticano facilmente.

"Dove sono ora? Mamma e papà?" disse solamente, incapace di rispondere alle parole di Anna, incapace di credere di essere qualcosa di buono.

"Ho detto alle guardie di portarli in una delle stanze degli ospiti, rimarranno con noi sotto copertura finché non troveremo una soluzione. Non devi accettarli per forza Elsa, sei tu la regina ora, possiamo tornare a vivere come facevamo fino a ieri senza loro che ti dicano quanto tu sia sbagliata quando non è affatto così".

"Sono i nostri genitori Anna, non potrei mai semplicemente cancellarli dalle nostre vite per sempre".

"Inizio a pensare che dovresti".

Elsa si limitò a dare le spalle alla sorella e a sedersi sul grande letto a baldacchino, la rossa la seguì poco dopo.

"Qualunque cosa tu pensi, ricordati che sei amata. Il popolo ti ama, io ti amo, Kristoff e Olaf ti amano. Non è abbastanza per farti capire che le loro parole sono sbagliate?"

"Non lo so Anna...non so più niente" Elsa era esausta, pensare a quelle cose la faceva star male psicologicamente e fisicamente, voleva solo andare a dormire e dimenticare tutto e tutti per sempre.

"Prima di andare a dormire credo che dovremmo dire ai nostri genitori cosa ne sarà di loro almeno per i prossimi giorni, va bene?"

Elsa annuì stancamente: "Cosa pensi di farne di loro?"

"Una mezza idea ce l'avrei..."

 

Note dell'autrice:

buonasera gente! Lo so, sono una persona orribile e mi vergogno abbastanza per il tremendo e imperdonabile ritardo con cui arriva questo capitolo ma a quanto pare l'estate mi rende ancora più pigra del solito e questo, aggiunto al mio avere il pc solo pochi giorni a settimana, non aiuta :/ so di non avere scusanti e mi limito a ringraziare con tutto il cuore tutti voi che leggete e recensite e mi impegnerò per pubblicare il prossimo capitolo più in fretta. Per quanto riguarda questo appena pubblicato...Agdar è stato veramente orribile con Elsa :/ e la poverina è tornata a credersi un mostro :( ma per fortuna c'è Anna a ricordarle che è tutto tranne quello :D gli attriti fra lei e Agdar non sono finiti qui, e non escludo che prima o poi anche Elsa si faccia valere, anzi! Idunn abbastanza passiva...sarà sempre così? Sembra abbastanza dispiaciuta per il dolore inferto alla figlia quindi non si sa mai...vedremo :) mi scuso di nuovo per il ritardo e chiedo perdono se ci sono errori nel capitolo, l'ho finito di scrivere e pubblicato dandogli sono una riletta veloce per non ritardare ulteriormente la pubblicazione...nel caso lo editerò nei prossimi giorni. A presto col prossimo capitolo!

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