I have nothing if I don't have him. di siralle97 (/viewuser.php?uid=603086)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 Sola. ***
Capitolo 2: *** Un padre. ***
Capitolo 3: *** Tranquilla. ***
Capitolo 4: *** Pronta. ***
Capitolo 5: *** He's come back ***
Capitolo 6: *** L'incubo. ***
Capitolo 7: *** La verità. ***
Capitolo 8: *** Piccoli passi avanti. ***
Capitolo 1 *** Cap.1 Sola. ***
Cap.1 SOLA
È una settimana che sono qui,distesa dul letto,inerme.
Se non vedessi il mio petto abbassarsi ed alzarsi lievemente crederei di essere morta e forse,sarebbe la cosa migliore.
Non dormo, no mangio pur avendo la consapevolezza che questo mio rifiuto di tenermi in vita non fa altro che peggiorare la situazione,che già di suo è critica.
Tornata dal distretto 13 non ho fatto altro che salire le scale fino alla mia camera,accantonare la mia valigia accanto all'armadio e stendermi sul letto,senza spogliarmi,senza preoccuparmi di ciò che succedeva al di fuori del mondo. Del mio mondo.
Haymitch e Sae si preoccupano per me; Passano incessantemente per vedere se dó segni di vita,inutilmente.
Come fanno a tornare alla normalità? Come?! Li sento spesso parlare al piano di sotto su come il mio distretto stia cercando di rinascere da sotto le macerie.
A dire la verità mi sento un po in colpa non aiutando i miei concittadini nel ricostruire gli edifici distrutti dalla guerra,per colpa mia..Io che ero la Ghiandaia Imitatrice e dovevo salvare le loro vite,non riuscendoci. Ho così tante vite infrante sulla coscienza che ogni mio singolo atto di bontà lo vedo come un dispetto per loro.
Per me,nulla ha più senso dopo tutto quello che è successo. La guerra contro Snow mi ha portato via le persone a me più care e quelle rimaste in vita sono lontane da me,come fossi un pericolo per loro. Forse lo sono davvero.
Ora come ora non ho niente. Non ho nulla se non ho lui, se non ho Peeta al mio fianco.
Angolo Autrice:
Salve a tutti! :) Questa è la mia prima fan-fiction che scrivo e per iniziare questa nuova avventura ho deciso di prendere come personaggi gli sfortunati-amanti della meravigliosa saga di Hunger Games.
Passando alla storia,in questo capitolo vediamo una Katniss che non ha nessuna voglia di vivere,una Katniss distrutta sia emotivamente che fisicamente dalla guerra. L'unica persona che può dargli un motivo per vivere è l'amore della sua vita:Peeta.
So che è un capitolo abbastanza corto,ma funziona un po da prologo.
Spero che mi seguirete in molti in questo percorso e vi invito (in realtà vi supplico) di recensire ogni capitolo,in modo tale che io sappia cosa ne pensate della storia.
Un grosso bacio. A presto.
Siraalle97
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Capitolo 2 *** Un padre. ***
Cap. 2 UN PADRE.
"Apri questa dannata porta Katniss!"
È la terza volta che il mio ex-mentore mi invita ad alzarmi ed aprire la porta della mia camera,la porta che mi isola dal mondo esterno da almeno 10 giorni dopo il mio ritorno a casa.
Haymitch aveva cominciato a chiamarmi con calma,ma non vedendo nessuna mia risposta ha cominciato a spazientirsi. Non ho ancora toccato cibo; Mi alzo leggermente la maglietta e vedo comparire da sotto la mia pelle, le mie costole...Ero già magra di mio,ma ora sono nettamente peggiorata.
Ha ragione, Haymitch. Mi sto lasciando morire,ma non trovo nulla per cui vivere. L'unica persona che riuscirebbe a farmi alzare da qui e uscire da questo mio stato di semi-coscienza è Peeta, ma in questo momento lui non c'è e non sono sicura del fatto che tornerà...Forse in un giorno lontano.
Un sospiro dietro la porta mi fa tornare alla realtà. "Katniss ti prego.." È quasi una supplica.
Forse dovrei aprirgli,anche lui come me ha perso tutti per colpa di Snow e gli Hunger Games,e ha bisogno di sfogarsi.
Decido di alzarmi dal letto,mi volto e posso vedere la forma del mio corpo sul materasso. Sono rimasta sdraiata per molto,troppo,tempo.
Mi avvicino alla porta e lentamente, quasi con il timore che possa succedermi qualcosa e,man mano che la apro,vedo un Haymitch visibilmente sollevato che afferma "ce l'hai fatta, dolcezza!" entrando cautamente nella mia stanza.
"C'è puzza di chiuso qui dentro ed è tutto buio!!" dice avvicinandosi alla finestra e aprendola.
Mi ero così abituata al buio che appena lui apre la finestra vengo colpita da un fascio di luce e sono costretta a chiudere gli occhi per un paio di minuti.
Sento il bisogno di scusarmi,per non aver reagito a tutto questo e non averlo lasciato entrare nel mio mondo per permettergli di farmi uscire da questo involucro.
"Haymitch...io.." comincio,ma lui mi ferma subito con un gesto della mano.
"Sono venuto qui, a casa tua ogni giorno da quando siamo tornati dal 13. Ho diminuito anche le bottiglie di vodka che bevo al giorno,sai? Da 4 bottiglie sono passato a 1,massimo 2." mi informa con un sorriso cercando di smorzare la situazione.
Sospira, dopodiché continua "Tutto questo perché ero troppo impegnato a pensare a come farti sopravvivere e non farti cadere nell'oblio. Siamo uguali io e te,Katniss. Quando abbiamo qualche problema o soffriamo, ci chiudiamo in noi stessi sena far emtrare nessuno nel nostro mondo,te rimanendo in camera tua e io bevendo per dimenticare. Ma ultimamente,dolcezza,ho capito che questo nostro modo di reagire è sbagliato. Abbiamo bisogno di aiuto entrambi e da soli non possiamo farcela."
Lo ascolto con attenzione e so che ha ragione,non possiamo andare avanti lasciandoci abbattere continuamente.
Dopo un attimo di silenzio,riprende la parola: "Peeta..beh Peeta manca anche a me. Mi sono affezionato a voi due come se foste dei figli per me. Ho cercato di farvi uscire vivi da due Arene,una volta ci sono riuscito per entrambi,ma l'ultima volta volta...ho fallito,lasciandolo nelle mani di Snow. So che puoi pensare che sia colpa mia e credimi non ti biasimo Katniss, sento il peso del suo dolore sul mio petto sempre,in ogni istante. Vedere Peeta in quelle condizioni non è facile anche per me e vorrei che tutto tornasse alla normalità,come quando lui era il nostro ragazzo del pane."
Mentre lo ascolto,sento un filo di dolore nelle sue parole e, al pensiero di Peeta in quello stato,con la convinzione che io possa ucciderlo come pensa abbia fatto con la sua famiglia,sento un forte dolore al petto e chinandomi, vedo delle macchioline sulla mia maglietta e capisco che delle lacrime mi stanno rigando il viso.
Istintivamente corro verso Haymitch buttandogli le braccia al collo e le lacrime sileziose che prima scendevano dai miei occhi, si sono presto trasformate in forti singhiozzi che scuotono il mio corpo.
Dopo un attimo di esitazione anche il mio mentore mi abbraccia,circondandomi con un braccio la schiena e con l'altra accarezzandomi la testa.
Mentre il mio pianto si afflievolisce leggermente,Haymitch cerca di confortarmi sussurrando un "Va tutto bene Katniss, ti prometto che riusciremo a cercare una via di uscita."
È abbracciata al mio mentore che capisco che Haymitch ci ha protetto,ha cercato di farci rimanere in vita con tutte le sue forze come se fossimonsuoi figli,come un padre sa fare.
Angolo Autrice:
Salve a tutti i lettori :) sono tornata presto, perché questo capitolo era già pronto,perciò ho deciso di aggiornare subito.
Fatemi assolutamente sapere cosa ne pensate,ci conto!!
Un bacio,a presto.
Siraalle97 |
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Capitolo 3 *** Tranquilla. ***
CAP. 3 TRANQUILLA
Tirando su con il naso per il mio pianto liberatorio mi sciolgo dll'abbraccio con Haymitch.
"Che ne dici se vieni di sotto a fare colazione? Sae ha provato a fare le focaccine al formaggio,ma non so se...ecco.." si interrompe lui vedendo il mio umore cambiato.
"Se sono buone come quelle di Peeta." termino io con lo sguardo basso rivolto ai miei piedi,trovandoli di colpo interessanti.
Dopo aver sentito Haymitch sospirare amareggamareggiato, decido di prendere io la parola "Okay Haymitch,te intanto vai di sotto e dì a Sae che la ringrazio per le focaccine ma preferirei una tazza di latte fresco. Ora però vado a darmi una sciacquata visto che sono 10 giorni che non mi lavo".
"Beh si dolcezza non volevo dirtelo ma puzzi come un cane bagnato!" Ecco il momento tenero di Haymitch é finito ed è tornato lo stesso spaccone rompi palle d sempre.
"Grazie, Haymitch" mi limito a rispondere sorridendo e il mio mentore se ne va,lasciandomi da sola in una sanza apparentemente grande per me.
Haymitch ha ragione,dobbiamo cercare di vivere di nuovo e non penso che sia una cattiva idea.
Comincio a spogliarmi,metendo i miei vestiti sporchi in una cesta e mi avvicino ai cassetti dove si trovano i miei indumenti dell'intimo. Mentre cerco un reggiseno e una mutanda coordinati,tra le mani mi capita una perla. La perla che Peeta mi aveva regalato sulle spiagge della seconda Arena durante i 75esimi Hunger Games.
Rabbrividisco toccandola. È un tocco delicato,per la paura d romperla.
È l'unico ricordo che ho di lui,l'unica cosa che può avvicinarmi a lui anche se siamo lontani,come quando ero nel Distretto 13 e lui prigioniero a Capitol City.
La mia vista è appannata,a causa delle lacrime che cercano di uscire dai miei occhi,ma piangere non serve a nulla,piangere non lo farà tornare indietro,tornare da me.
Dopo aver chiuso il cassetto e preso tutta la mia biancheria intima con la perla stretta nella mia mano,mmi dirigo in bagno. Poso tutto su un davanzale accuratamente.
Mi guardo allo specchio e rimango shockkata dal mio aspetto. "Dio Katniss come ti sei ridotta!" penso tra me e me. Sono pallida,le occhiaie violacee sotto i miei occhi,i capelli sciolti,ma crespi e unti..Due ossa compaiono dal mio petto, comevle costole altre ossa su tutto il mio corpo. Non posso andare avanti così, non posso proprio.
Accendo l'acqua nella vasca, mi spoglio degli ultimi indumenti e mi infilo nella vascachiudendo gli occhi appena entro a contatto con l'acqua calda.
Mi ricordo di quando eravamo a Capitol City prima dei giochi: Peeta era solito dormire con me,ogni notte. La mattina ci svgliavamo,prima di andare nella sua stanza lui si chinava verso di me e io,dopo aver chiuso la porta,andavo in bagno e mi infilavo nella vasca per rilassarmi un po,prima di entrare nel vivo dei giochi. Ricordo che su un davanzale del bagno erano situati diversi tipi di bagnoschiuma e shampoo e io sceglievo sempre quello alla cannella,perché mi ricordava Peeta e il sapore che emanava il suo corpo che assaporavo quando lui dormiva.
Apro gli occhi di scatto e ritorno alla realtà:non sono più nel bagno della mia stanza di Capiol,ma in quello di casa mia; Di bagnoschiuma ce n'è solo uno ed è alla cannella. Sorrido al solo pensiero e con convinzione prendo un po del liquido mettendola sulla spugna e me la passo su tutto il corpo. Finalmente un po di Peeta.
Velocemente mi sciacquo, mi vesto e decido di scendere al piano di sotto.
Mentre sono a metà delle scale vedo Haymitch parlare al telefono di casa mia e lo sento rispondere "Si oggi abbiamo avuto una piccola svolta. Ma Peeta?? Peeta come sta?"
Non capisco con chi stia parlando,ma dopo pochi minuti dalla sua domanda,scorgo una sguardo incredulo, emozionato sul suo volto, quasi in lacrime.
"Davvero?? Dice sul serio?? Ma è una notizia meravigliosa!! Grazie mille dottore,la richiamo più tardi!" E con euforia riattacca il telefono.
"Oh Katniss sei scesa!" esclama vedendomi.
"Si,ma con chi parlavi al telefono?" domando incuriosita.
"Ah si era il Dottor.Aurelius..Dice che Peeta è migliorato ogni giorno di più. Può tornare a casa." afferma lui con un voto sorridentee con gli occhi lucido
Peeta.
Peeta torna.
Tranquilla andrà tutto bene.
Il mio ragazzo del pane sta tornando.
Tranquilla.
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ANGOLO AUTRICE: Mi scuso nuovamente per come è scritto il testo e volevo aspettare di capire come devo fare per non farlo tutto attaccato, ma la tentazione di aggiornare era molta. Qualcuno mi aiuti,sul serio D:
Passando al capitolo vediamo una Katniss che cerca di ricominciare s vivere anche aggrappando a piccole cose che le ricordano Peeta,come la perla e il bagnoschiuma alla cannella. Alla fine del capitolo abbiamo la meravigliosa notizia del ritorno di Peeta. Cosa succederà?? Beh lo scoprirete nel prossimo capitolo :*
P.S: Mi dispiace che il capitolo sembri corto,ma non lo è ve lo assicuro. E vi prometto di trovare una soluzione.
A presto! |
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Capitolo 4 *** Pronta. ***
CAP.4 PRONTA.
Sono due giorni che
Haymitch mi ha dato la notizia del ritorno di Peeta a casa,ma lui
ancora non è tornato. Mi chiedo se Haymitch mi abbia mentito
e detto questo solamente per darmi una scossa,per farmi capire che
oltre alle parole bisogna fare i fatti.
Però ripenso a quel momento,quando il mio mentore era al
telefono,era visibilmente sorpreso ed emozionato e non avrebbe avuto
nessuno motivo per mentirmi.
Dal giorno in cui ho deciso di alzarmi ed affrontare la vita,ho
cominciato a prendere cura di me stessa a poco a poco: ho cominciato a
farmi la doccia,a pettinarmi i capelli lasciandoli sciolti senza fare
la mia solita treccia da un lato,e sopratutto mangio. Poco,ma lo faccio.
Sae viene a casa ogni giorno,una volta nella mattina e una volta nel
tardo pomeriggio,per prepararmi la cena. Di solito fa lei le faccende
di casa,ma in questi giorni ho pensato che devo cominciare a darmi da
fare anche io,visto che la casa è la mia.
In questo momento sono seduta sulla potrona,con le gambe portate al
petto nel salotto di casa e da dove mi trovo vedo Sae che sta
sparecchiando il tavolo,dove poco fa mi trovavo io a fare colazione.
"Sai,Sae..Io stavo pensando che potrei aiutarti nelle...ecco..faccende
di casa.."-dico con voce chiara sicura che lei possa sentirmi.
"Oh tesoro..stai tranquilla,davvero! Devi riposarti e non pensare a
nulla!"-mi risponde lei girandosi verso di me.
"No no,Sae..Fai già molto per me e io voglio dare una
mano."- le ribatto.
Lei mi guarda un po titubante. Non capisco perché non voglia
che io faccia qualcosa. Voglio dire,questa è casa mia e
dovrei occuparmene io. Dopo poco lei mi risponde dicendomi "Va
bene..Ora vieni qui e aiutami a lavare i piatti."
Mi alzo,sorridendole e mi avvicino al lavello della cucina.
Mentre comincio a lavare la mia tazza,mi accorgo che c'è
troppo silenzio in questa casa.
"Che ne dici se accendiamo la radio e ascoltiamo qualche
canzone?"-chiedo timorosa.
"Ma certo,tesoro..Nessun problema!"-mi risponde lei sorridente.
Mi asciugo velocemente le mani e mi avvicino alla radio,è
vicino al telefono.
Quando io,mia madre e Prim,eravamo nella casa del Giacimento,non
avevamo queste cose. Naturalmente dopo aver vinto gli Hunger Games,ci
siamo trasferite qui,nella casa del Villaggio dei Vincitori con Peeta
ed Haymitch come vicino.
Questa casa è del tutto diversa da quella che avevo io.
è più grande,molto più grande ed ha
due piani. Al primo piano c'è la cucina e il salotto con un
bago,mentre al piano di sopra ci sono tre camere ed un bagno. Le camere
erano una mia,una di Prim e una di mia madre,ma ora se ne sono
andate,Prim non c'è più e mia madre se
n'è andata da me.
Prim.
Mia sorella. Uccisa dalle bombe create da Gale,il mio migliore amico.
Me l'hanno portata via. Era troppo giovane,aveva tutta la vita davanti.
Doveva diventare un medico,era il suo sogno ed ora non può
più realzzarlo.
Cercando di non pensarci,accendo la radio e appena sento la melodia
proveniente da quell'aggeggio,vengo trafitta da un mare di ricordi.
*Share
my life, take me for what I am,Cause
I'll never change all my colours for you..".
E la riconosco. E' la canzone. La nostra
canzone.
Quando eravamo nella mia camera di Capitol City,prima dei giochi,Peeta
ed io eravamo soliti sdraiarci sul letto ed accendere la radio. Mentre
stavamo parlando,ala radio misero una canzone romantica,che parlava di
quanto una donna amasse un uomo e che se lei non avesse lui,ella non
avrebbe avuto niente.
Peeta mi guardò e mentre mi accarezzava una guancia mi
disse "Te la dedico,questa canzone! Io..io se perdo te non ho
niente Katniss,niente."
Io non seppi rispondere e l'unica cosa che riuscì a fare fu
poggiare le mie labbra sulle sue dolcemente,e non avrei mai voluto
staccarmi da loro.
"Katniss..tutto bene?"- la voce allarmata di Sae mi riportò
alla realtà.
"Si!..Si tutto bene.."-mi giustificai.
Prima di tornare da Sae,alzai un poco il volume della radio,in modo da
far sentire quella canzone anche nella cucina.
Ripresi silenziosa il mio lavoro al lavabo,ma continuavo a pensare a
quella canone e ai momenti passati con Peeta. Dio,quanto vorrei
passarne altri ancora.
"Sai,questa canzone...Questa canzone me l'ha dedicata Peeta,quando
eravamo entrambi convinti di morire l'uno per l'altro dentro quella
dannata Arena. Se si acoltano bene le parole..beh si intende un forte
un sentimento d'amore...Io..Io.."- non so come soo uscite
dalla mia bocca,quelle parole..Sentivo il bisogno di parlare con
quelcuno,perché stavo per scoppiare per tutte le emozioni
che avevo dentro.
"Tesoro..non piangere"- disse Sae,e asciugandosi prima le mani con un
panno,mi abbraccia.
"Sae io non so se sono pronta. Peeta mi manca da morire e e ho paura
che mi possa fare del male ancora..Io non voglio...soffrire ancora!"-
spiego,mentre dei singhiozzi escono rumorosi dalla mia bocca.
"Katniss,l'amore è un sentimento superiore ad ogni altra
sensazione,come la paura e l'odio. Vedrai che se Peeta avrà
mai un'attacco o dubiterà di te,gli basterà
sentire il suono della voce della persona che ama per tornare
tranquillo."
"Pensi che lui mi ama ancora?"- chiedo con le lacrime agli occhi.
"Un amore così grande non può svanire. Ti amava
più della tua stessa vita,Katniss. Ora su,vai a rinfrescarti
il viso...Anzi vai a farti anche una passeggiata che oggi è
una bella giornata,giusto un po di fresco."
Annnuisco,aiugandomi i bordi degli occhi con la maglietta. Mi dirigo in
bagno e mi bagno il viso. Riesco a vedere gli occhi gonfi e rossi a
causa del pianto.
Corro in camera per cambiarmi per andare a fare una passeggiata. E' una
bella giornata,c'è il sole,ma tira un po di vento e quindi
opto per una maglietta leggera a maniche corte e un paio di leggins
neri.
Scendo le scale e prima di aprire la porta mi rivolgo a Sae dicedole
"Vado Sae,torno tra poco".
"Certo,ci vediamo per pranzo."
Le sorrido ed esco.
Cammino lentamente per l'ingresso del piazzale del Villaggio
dei Vincitori quando scorgo una macchina nera fermarsi all'entrata. Ci
sono tre uomini dentro,due seduti davanti e uno dietro. Uno dei due
davanti scende dalla macchina per aprire la porta a quello dietro.
Mi blocco. Riconoscerei tra milioni di personi quel volto.
Capelli biondi,occhi celesti.
Peeta Mellark è tornato.
E io sono pronta.
Angolo Autrice:
Salve a tutti! :) Ringrazio infinitamente le persone che recensiscono
la storia. Mi fa piacere sapere cosa pensate dei capitoli. Ringrazio
anche chi mete la storia tra le preferite/seguite/da ricordare e anche
i lettori silenziosi,che sono in tanti.
Per quanto riguarda il capitolo,beh vediamo una Katniss che si commuove
ascoltano la canzone dedicata a lei da Peeta e vediamo che riesce a
sfogarsi con qualcuno. E poi...PEETA E' TORNATO!!
Ci vediamo per il prossimo capitolo,mi raccomando fatemi sapere cosa ne
pensate. A presto! :*
Siralle97
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Capitolo 5 *** He's come back ***
Sono
ferma. Impalata. Incapace di compiere un minimo movimento.
Lo fisso e osservo ogni sua parte del copo: lui non si è
ancora accorto della mia presenza,stà scaricando delle
valigie che stavano nel porta bagagli della macchina;Ha il viso
rilassato e serena,senza nemmeno un briciolo di quell'odio e tristezza
che erano parte di lui nel Distretto 13,quando credeva che io fossi
l'assassina che aveva ucciso la sua intera famiglia,quando il suo unico
intento non era più quello di proteggermi da qualsiasi
cosa,bensì quello di uccidermi,di togliermi la vita;I suo
capelli sono del colore di sempre,quel biondo simile al colore del
grando e gli occhi sono sempre di quel blu in cui mi ci tuffavo dentro
ogni volta che lo guardavo dritto negli occhi.
"Ciao Glann,grazie per avermi porto a casa"- saluta l'autista. La sua
voce,così limpida e cristallina. Mi era mancata,come l'aria.
La stessa voce con cui,ogni volta che mi svegliavo dopo un incubo,mi
faceva tornare in me stessa e mi tranquillizzava facendomi
raddormentare,come se quelle cinque parole "Ci sono io con te"
sembrassero una ninna.
Il suo movimento mi fa tornare alla realtà,lasciando per un
attimo i ricordi del passato da una parte.
Si incammia verso l'ingresso del piazzale e,finalmente,mi vede.
Si blocca e per un momento,ho paura che gli stia succedendo qualcosa di
male,che stia avendo un'altro episodio. Ma poi lo vedo sorridere,quel
sorriso che è sempre stato un appiglio per
sopravvivere,perché vederlo sorridere e vederlo felice,mi
dava la forza di tenerci in vita e di sperare in un futuro migliore,se
lui era al mio fianco.
Si incammia a passo svelto verso di me e continua a sorridere,fino a
che non ci troviamo a pochi metri di distanza.
"Ciao...Kat.."-mi saluta timidamente,come timoroso che gli possa fare
qualcosa di male. Ma questa è una cosa che non
farò mai,non potrò mai fare del male a Peeta.
"Hey.."- Cerco di sorridere e la cosa non mi riesce bene e Peeta,come
sempre se ne accorge.
"Non sei contenta di vedermi'"- mi chiede,con un sorriso compiaciuto.
Sò che è una battuta per farmi sorridere e dopo
poco riesco a prendere la parola.
"No!No..è che.."-Le parole non riescono ad uscire dalla mia
bocca e lui mi guarda confuso,un po anche deluso.
Così decido di fare l'unica cosa che mi riesce bene: agira
con i fatti.
Lo abbraccio. Lo abbraccio perché dopo giorni di buio nella
mia vita,c'è una luce,seppur flebile,che mi da la speranza
di ricominciare a vivere;Lo abbraccio perché avevo bisogno
di sentirre la solidità del suo corpo,della certezza che ci
sarà per sempre e che ci aiuteremo,l'un l'altro,per cercare
di migliorare questa vita che,fino ad ora,non ci ha risparmiato nulla.
In un primo momento,lo sento trattenersi sul nostro contatto,ma poi si
lascia andare,cingendo con le sue braccia i miei fianchi e abbandonando
il capo sul mio collo.
Lo sento inspirare sul mio collo e stringe di più la presa
sul mio corpo,tirando su con il naso.
Cerco di allontanarmi da lui,ma lui non fa altro che riprendermi e
stringermi ancora a lui.
"No Kat...ti prego..Mi sei mancata,mi sei mancata da morire. Ho messo
tutto me stesso con la terapia del Dottor Aurelius,per tornare presto
qui. A casa. Da te."- E' sincero,lo capisco da come parla e poco a poco
sento dei singhiozzi scuotergli il corpo.
"Peeta...Ehy Peeta,non piangere. Ora sei qui a casa,ci sono io. Non ti
lascerò solo."- Gli lascio un leggero bacio sul collo e lo
sento fermarsi per un secondo. Ho paura di aver sbagliato.
Si allontana leggermente da me,asciugandosi gli occhi con le maniche
della maglietta.
Dopo alcuni secondi di silenzio,mi chiede portandosi una mano dietro la
testa un pò imbarazzato: "Kat...ti va di accompagnarmi a
casa? Devo mettere apposto tutto quello che c'è nella
valigia,mi aiuteresti?"
Ci penso un po su. Non è un pò presto per andare
a casa sua e stare con lui in una stanza,da soli?
Mi vede pensierosa e decide di prendere la parola "Sò che ci
stai pensando..Il Dottor Aurelius mi ha detto di ricominciare la
routine quotidiana lentamente,però io voglio provare a farlo
subito.Voglio tornare a prima Kat,a quando eravamo felici. Insieme".
Scandisce l'ultima parola,più di tutte le altre e rimane con
il capo rivolto verso il basso.
"Va bene!" dico convinta facendolo sobbalzare. Prendo una delle sue
valigie e comicio ad incamminarmi verso casa sua,ma non sento i suoi
passi pesanti dietro di me e decido di voltarmi.
Lo vedo ed è ancora fermo dove eravamo poco fa e mi
guarda,sorridendo.
"Peeta andiamo? Ci sono due valigie piene da svuotare"-
affermo,rivolgendogli un sorriso,il primo dopo giorni pieni di
tristezza.
"Si! Stavo solo pensando a...niente,lascia stare"- risponde lui
imbarazzato. Prende l'unica valigia rimasta accanto a lui e insieme a
me,andiamo verso casa.
Entriamo e sentiamo subito l'odore nauseante di chiuso e decido di
aprire ogni finestra della casa,sia al piano di sotto che a quello di
sopra,illuminando la casa con la luce del sole.
Ci dirigiamo nella sua camera e cominciamo a riempire il suo armadio
con i suo vestiti.
Finiamo dopo un paio d'ore e mi accorgo che è quasi l'ora di
pranzo.
"Sae!!"-esclamo sobbalzado e spaventandolo. "Sae...ehm mi ha preparato
il pranzo. Devo andare"-spiego con tranquillità.
"Certo..ci vediamo più tardi?"-mi chiede lui sorridente e
posso vedere che c'è un briciolo di speranza sul suo volto.
"Si..passo io più tardi d'accordo?"- lui annuisce e faccio
cenno di andarmene quando sento prendermi il braccio e trattenermi.
Siamo vicini,molto vicini e posso sentire il suo respiro,come lui
può sentire il mio,diventato irregolare.
"Grazie,Kat"- mi dice,guardandomi negli occhi e dopo poco mi lascia un
leggero bacio sulla guancia.
Rimango lì,imbambolata davanti al Ragazzo del Pane e dopo
attimi di silenzio imbarazzante riesco a dire "Ehm..non c'è
di che. A dopo ok?".
Lui annuisce lentamente,con un sorriso enorme stampato sul volto.
Mi farà morire così e decido di tornare a casa.
Mentre scendo le scale di casa di Peeta,non posso fare a meno di
pensare che ora che lui è tornato,tutto andrà per
il verso giusto.
O almeno lo spero.
Angolo autrice:
Salve a tutti,sono molto dispiaciuta di non aver potuto aggiornare
prima di ora,ma sono stata molto occupata negli ultimi giorni e come
ciliegina sulla torta,ho anche preso l'influenza. Strano a Giugno,vero?
Parlando del capitolo: Peeta è tornato (per fortuna) e
vediamo una Katniss che grazie al suo ritorno,trova un veritiero
appiglio per cercare di vivere ancora,e questa volta per davvero.
Possiamo vedere un Peeta affettuoso,ma non sono certa che questa cosa
durerà ancora (sono perfida,lo so XD)
Ah un ultima cosa,ringrazio tutte le persone che recensiscono la
storia,vi ringrazio davvero. E ringrazio anche i tantissimi lettori
silenziosi e chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/da
ricordare.
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo,ne sarei grata.
A presto! :)
Siralle97
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Capitolo 6 *** L'incubo. ***
Sono
tornata a casa e Sae era andata già via,lasciandomi il
pranzo pronto sulla tavola.
Ha
preparato della carne con delle verdure,non proprio il mio piatto
preferito.
La
mia vista,però,si sposta su un bigliettino poggiato accanto
alle posate con suscritto "Sò che sei andata dal ragazzo,vi
ho visti dalla finestra. Sono molto contenta per voi,ci vediamo per
cena. Sae.".
Bene.
Neanche un minimo di privacy. Non che possa lamentarmi di molto,visto
che le finestre di casa mia danno sul piazzale e l'ingresso dove ci
siamo incontrati io e Peeta.
Inizio
a guardare il cibo sul piatto che ho davanti con l'aria disgustata. Ma
sò che devo mangiare. Devo farlo per forza. L'ho promesso,in
un certo senso,ad Haymitch. E sò anche che farebbe bene a
me,per rimettermi in sesto.
Mi
siedo e lentamente comincio a mangiare. Con mia sorpresa,scopro che
questo cibo è delizioso e comincio a mangiarlo con
più foga.
Finisco
ciò che c'era sul piatto in pochi minuti. Decido di
sparecchiare e di lavare i piatti,così da poter
avvantaggiare il lavoro di Sae.
Finito
il compito assegnatomi da me stessa,mi stendo sul divano del
salone,quello in cui di solito si sdraia Haymitch quando è
troppo ubriaco e dopo cena ha bisogno di stendersi.
Vorrei
rilassarmi e dormire un po,ma ho paura. Paura che durante il sonno
vengano a disturbarmi sogni,o meglio incubi che ritraggono persone a me
care distrutte o uccise dalla guerra,come Rue,Finnick,Mags,Prim..o
Peeta.
Nonostante
queste paure,cado in un sonno non molto profondo.
La
mia dormita non è tranquilla. Mi sveglio ansimante almeno
tre volte. Quando dopo essermi addormentata di nuovo,faccio un sogno
molto strano.
Mi
trovo in una stanza enorme,con le pareti totalmente bianche; Io sono in
un angolo della stanza e,al centro,vi è un'ulteriore
stanza,più piccola e con le pareti di vetro. Dentro
c'è un ragazzo di spalle con i capelli biondi bagnati dal
sudore. Indossa una canotta bianca che evidenzia il fisico possente e
muscoloso che il ragazzo ha,un paio di pantaloni neri un poco lenti e
degli stivali da uomo ai piedi.
Sposto
la visuale su di me: indosso un vestito bianco leggero che arriva fino
alle ginocchia;Non indosso scarpe e posso sentire la freddezza del
pavimento sotto ai piedi,che mi provoca dei brividi sulla schiena.
Mi
avvicino,spaesata e intimorita da qualsiasi cosa mi possa succedere,
Nel
momento in cui io inizio a camminare verso la stanza più
piccola,il ragazzo si gira verso di me.
Peeta.
Cosa
ci fa Peeta lì dento?!
La
sua faccia è malinconica,con occhiaie accentuate sotto gli
occhi ed è pallido. Ha paura. Lo capisco da come mi guarda.
Istintivamente
poggio una mano sul vetro,come se cercassi un contatto con la sua
guancia. Vorrei rassicurarlo,dirgli che va tutto bene e che ci sono io
con lui,ma l'unica cosa che vedo appena tocco il vetro verso di
lui,è una lacrima che fuoriesce da uno dei suoi occhi blu
come il cielo sereno,e che scorre lungo il viso fino ad arrivare sul
suo petto,lasciando una macchiolina sulla canotta.
Lo
guardo negli occhi,sempre,da quando mi sono avvicinata a lui.
Ad
un tratto vedo mutare la sua espressione,da distrutta a piena d'odio,e
nell'arco di un secondo i suoi occhi si sono trasformati in due grandi
pozze nere.
Comincia
a battere col pugno lievemente sulla parete,senza staccare gli occhi
dai miei. Ma poi aumenta la velocità e la potenza e io
indietreggio,per paura che possa romperla e accanirsi su di me.
E
poi lo vedo.
Distruggere
la parete e correre verso di me desideroso di uccidermi e nel mentre
urla il mio nome con fare rabbioso.
"Katniss!!Katniss!!"-lo
sento sempre più vicino.
Apro
gli occhi di colpo e vedo Peeta,preoccupato,con le mani poggiate sulle
mie spalle.
E
ora collego tutto.
Mi
tocco la fronte e posso sentire il sudore posato su di essa. Sono un
bagno di sudore,appena mi alzo andrò a farmi una doccia
molto lunga.
Poi guardo il ragazzo di fronte a me. Assomiglia moltissimo al mio
vecchio Peeta,ma sò che non è cosi,non ancora.
"Peeta.." comincio io vedendo ancora la sua faccia preoccupata che sta
cercando di studiare il mio viso per trovare un qualcosa che gli faccia
capire che va tutto bene,ma non è cosi. E lui lo sa.
"Kat..scusami se ho buttato giù la porta,ma ero venuto a
casa tua per venire a chiederti se ti andava di fare una passeggiata
per il Distretto...Ho..ho provato a bussare ma non rispondevi
così mi sono affacciato alla finestra per vedere se eri in
casa e ti ho vista stesa sul divano e e ti agitavi" fa una pausa per
riprendere fiato,ma ricomincia a parlare subito dopo..
"Preso dalla paura non ci ho pensato due volte a buttare giù
la porta ed entrare...Scusami".-dice tutto d'un fiato.
Mi guarda apprensivo,mentre io cerco di rallentare il mio
respiro,fattosi prima più affannato per lo spavento.
"No Peeta...Grazie...E' stato un incubo atroce"-rispondo io cercando di
mettere su un sorriso apprensivo,invano...Perché lui capisce
che non è vero,lui mi capiva quando mentivo e,a quanto
pare,questa dote non gli è stata tolta.
"Cosa hai sognato?"-mi chiede,curioso.
Non voglio parlargliene,ho paura che possa scatenarsi qualcosa in lui.
Decido di mentirgli,ma tanto sò che lui non mi
crederà,ma tanto vale provarci: "Mah..niente!"-dico
abbassando lo sguardo e facendo un gesto con la mano.
Peeta mi guarda,con uno sguardo serio che non riesco a sopportare. Lo
sento sospirare dopodiché prende parola "Sò
quando menti"-afferma facendo una pausa "Dimmi cosa hai sognato,posso
aiutarti...E' ciò che facciamo noi,no?"-mi incoraggia lui.
Sò che ha ragione,alzo lo sguardo verso di lui e decido di
parlargli,perché questo mio silenzio lo uccide,lo posso
vedere nei suoi occhi che ora sono più cristallini che mai.
"Sì,è così...Io e te ci aiutiamo a
vicenda,ma ora ti prego aiutami ad alzarmi che.."-dico tendendo verso
di lui le mie mani che prende subito,ma appena mi alzo sento dei rumori
dal mio stomaco e successivamente alcuni conati di vomito salgono verso
la mia bocca.
"Kat! Katniss ti senti bene??"-chiede vedendomi impallidita
notevolmente.
Non riesco a rispondergli,perché corro immediatamente in
bagno,che fortunatamente è vicino al salone,con la mano
stretta verso la mia bocca.
Butto fuori tutto ciò che avevo mangiato a pranzo.
Stupida,Katniss. Sei un'idiota. Come ti è venuto in mente di
mangiare tutta quella roba dopo giorni di digiuno?!
Peeta corre velocemente in bagno e mi tiene la fronte e i capelli in
una coda improvvisata,per non farmeli andare davanti al viso,mentre io
contiuo a dare di stomaco nella tazza.
Quando sembra di aver finito,mi sciacquo la bocca e mi volto verso
Peeta,che con uno sguardo misto tra preoccupato e apprensivo mi chiede
"Come ti senti?
"Insomma..Ho mangiato troppo a pranzo senza pensare che dopo giorni in
cui ho mangiato poco e niente,sarei di sicuro stata male"-gli
rispondo,vedendolo tranquillizzare.
Ci spostiamo in cucina e io mi siede su una delle sedie del tavolo.
"Mio Dio,sembri uno straccio!!"-afferma Peeta guardandomi.
"Grazie,Peeta...Davvero gentile!"-ribatto debolmente.
"Chiamo Sae,le dico che a te ci penso io oggi"-dice dirigendosi verso
il telefono in salone.
"Come ci pensi te?!"chiedo stupita,mentre mi giro leggermente verso la
direzione in cui si sta dirigendo.
"Senza che facciamo scomodare Sae per nulla,ti preparo io una
camomilla,o un thè" fa una paura per dire poi "Se vuoi"
alzando lo sguardo verso di me,sorridendomi.
Annuisco,in grado di non fare altro e mi alzo dalla sedia per dirigermi
sul divao. Mi sento così debole.
Dopo aver parlato con Sae,Peeta mi prepara un thè caldo.
Non appena me lo porge e ne bevo un sorso,corro di nuovo in bagno
fiondandomici dentro.
Sarà una lunga,lunga serata.
Angolo autrice:
Salve a tutti! Mi scuso
per il lungo ritardo,ma sono partita per una vacanza improvvisata per
una settimana e sono tornata domenica e sono riuscita a postare il
capitolo solo oggi.
Spero vi piaccia questo capitolo,anche se io stessa non ne sono fiera.
Ringrazio nuovamene tutte le persone che seguono la storia,ma vi prego
anzi vi supplico di recensirla perché,vi assicuro,che sapere
cosa ne pensate stimola molto l'autore a scrivere più
velocemente.
Quindi..fatemi sapere cosa ne pensate.
A presto :)
Siralle97
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Capitolo 7 *** La verità. ***
"Kat,vuoi bere
questo thè!"
"No,dopo dò di stomaco di nuovo."
"Kat...sono tre volte che vomiti,non credo tu abbia ancora qualcosa da
rigettare."
Lui mi guarda,con quello sguardo che tanto mi mancava,lo sguardo di chi
si preoccupa delle persone a cui di tiene.
Lo sguardo del vecchio Peeta.
Dopo esssere uscita dal bagno per la terza volta,non facciamo altro che
discutere sul fatto che io debba bere il thé che lui mi ha
preparato. Io ho paura di dare di stomaco,ma
effettivamente,pensandoci,Peeta ha ragione: non ho più nulla
nello stomaco.
"E va bene,dammi qui" dico con voce convinta,allungando la mano verso
la tazza; Lui sospira,contento d avermi convinto.
Mi siedo sul divano e lui fa altrettanto
Finisco il thé bevendolo lentamente; Dopo quello che
è successo questa mattina non mangerò o
berrò velocemente mai più,ho imparato la lezione.
In questo momento mi sembra di essere tornata indietro nel tempo a
quando ero bambina: mi ricordo quando,nella casa del Gacimento,dopo
essere stata male mia madre mi portava sul divano e mi invitava a
sdraiarmici sopra; Quando mio padre tornava dal lavoro nelle
miniere,veniva a coccolarmi e passavamo la giornata co lui che mi
raccontava delle storie che io ascoltavo attentamente.
"Kat come ti senti?"-la voce piatta si Peeta mi risveglia dai miei
pensieri.
"Oh...bene,grazie"-rispondo,accennando un sorriso.
"Non c'è di che"-ribatte lui sorridendomi.
Non c'è di che.
Quelle parole. Ricordo quando,molto tempo fa,me le disse,ma in un modo
completamente diverso. Ricordo ancora come se fosse successo ieri la
freddezza con cui me le disse,non rivolgendomi il suo sguardo mentre
affettava nervosamente il pane.
Improvvisamente torno alla realtà,spostando lo sguardo su
Peeta,intento ad accarezzarmi la mano; Lo vedo studiarmi,con i suoi
grandi occhi celesti e lo vedo roteare un dito sul palmo della mia
mano,creando dei piccoli cerchi concentrici.
"Peeta.." dico con un sussurro.
Lui sobbalza,come se lo avessi interrotto mentre stava facendo una cosa
molto importante.
"Scusami...Non volevo"-si giustifica lascianndo la mia mano.
"No!..No,non lasciarla"-affermo,mentre lo blocco prendendogli il
braccio. "Mi era mancato tutto questo..mi..mi sei mancato tu"-continuo
dando sfogo ai miei sentimenti,guardandolo dritto negli occhi e li
vedo,i suoi occhi sorpresi illuminarsi,emozionarsi.
"Mi sei mancata anche tu,Kat...Non immagini
quanto"-risponde,posizionandosi nell esatto posto in cui si trovava
prima.
Mentre lo guardo,lo vedo aprire la bocca diverse volte,come se stesse
cercando di dire qualcosa,ma da lì non esce alcun suono.
"Ti prego parlami"-lo dico quasi come se fosse una preghiera,poggiando
con delicatezza la mia mano destra sulla sua guancia.
Voglio aiutarlo in tutti i modi possibili.
Sospira.
Uno di quei sospiri fatti per prendere coraggio.
"Sai...non abbiamo mai parlato di ciò che mi facevano a
Capitol City durante la prigionia,perché io...ecco..avevo ed
ho,sempre paura della tua reazione. Non è una cosa bella da
raccontare,ma.." lo interrompo mettendogli la mano che prima era sulla
sua guancia,sulla sua bocca.
"Haymitch mi ha già detto che usavano me per distoglierti la
mente."
"Si,ma non credo ti abbiano detto cosa mi facevano esattamente"-afferma
serio.
Nego con la testa. Perché nessuno mi ha spiegato per bene
cosa è successo mentre io ero al Distretto 13 a piangere la
sua mancanza?!
"Io vorrei che non ci fossero segreti fra di noi,vorrei che tu sapessi
tutto di quello che è successo."-mi guarda impaurito il
ragazzo del pane.
"Okay...dimmi tutto,Peeta"-esclamo,mettendomi seduta per bene sul
divano e prendendogli le sue mani tra le mie.
"Ecco...mi obbligavano a stare fermo su di una sedia imprigionato da
delle cinture che non mi permettevano di compiere nessun
movimento,tantomeno di scappare...Davanti a me era posizionato un
enorme schermo dove mi mostravano le immagini delle due edizioni degli
Hunger Games a cui abbiamo partecipato e anche di eventi esterni,ma
sopratutto della prima edizione,quella in cui mentivi facendomi credere
di amarmi."
Fa una pausa e in quei pochi secondi di silenzio mi maledico
mentalmente per averlo imbrogliato. Sei stata una stupida,Katniss,Peeta
non si meritava tutto questo.
"Purtroppo quele immagini non erano vere,nel senso che le avevano
modificate apposta per farmi credere che eri la persona cattiva creata
per fare solo del male...E mentre mi facevano vedere queste immagini,mi
inniettavano il veleno degli aghi inseguitori"-fa una pausa vedendomi
visibilmente sconvolta.
Come hanno potuto fare una cosa del genere a Peeta,al mio Peeta; Hanno
fatto tutto questo per spezzare me,perché sapevano che lui
era il mio punto debole,ma l'unico che ci ha rimesso interamente
è lui. Sono io la causa del suo male.
Mentre la mia testa si inonda di questi pensieri,i miei occhi si
riempiono di lacrime,ma non devo farmi vedere così debole.
Ora no,devo supportarlo e stargli accanto e quindi comincio a battere
ripetutamente le palpebre.
"Stai...stai bene?"-mi chiede lui premuroso,mettendo sempre in primo
piano il mio di bene,non il suo.
"Si si,continua pure"-rispondo,con voce tremante.
Lui annuisce insicuro,per poi prendere parola.
"Da ciò che hanno detto i dottori di Capitol ad
Aurelius,loro mi hanno dato dosi enormi,quasi letali,perché
quando all'inizio mi davano quelle leggere,a me non facevano effetto
perché.."-si interrompe,abbassando lo sguardo a terra.
"Perché?"-chiedo con paura.
Sospira ancora.
"Perché te eri sempre nei miei pensieri."
Queste poche parole mi spiazzano completamente,tanto da non sentire
minimamente le lacrime che rigano il mio volto.
Sentendo un mio singhiozzo liberatorio,Peeta alza subito lo sguardo
allarmato e si accorge delle lacrime e con il pollice di una delle sue
mani mi accarezza la guancia,asciugandomi le lacrime,e mentre lo fa
continua a parlare.
"Eri sempre lì,Kat...non riuscivo a vederti come la donna
che mi avrebbe fatto tutto quel male...Eri la mia ancora di
salvezza,eri speranza. Da ciò che dicono i dottori,io mi
appigliavo ai nostri momenti più belli che...che
però non nè ricordo nemmeno uno.."
Non si ricorda nulla.
Non si ricorda il momento in cui l'ho baciato nella grotta,i momenti
sul treno e nemmeno il bacio pieno di passione sulla spiaggia.
Peeta mi guarda,mi osserva. Sapeva che questa verità mi
avrebbe fatto male. E' triste,lo leggo dal suo sguardo amareggiato.
Una nota di rabbia nasce dentro di me.
Come hanno potuto toglierti anche i ricordi di me,di noi?! Ma che ti
aspettavi Katniss? Dovevano fargli del male,non potevano non farlo.
"Tu ricorderai,farò in modo che ricorderai ogni singolo
momento di noi. Te lo prometto"-dico con il volto di nuovo invaso dalle
lacrime.
Peeta è sorpreso,i suoi occhi si sono illuminati di colpo.
"Davvero,Kat? Faresti questo,per me?-chiede incredulo.
"Peeta,certo che lo farei. Io per te farei qualsiasi cosa. Tu,meriti
tutto il bene del mondo e dopo quello che hai subìto per
colpa mia.."
"No Katniss,no non è stata colpa tua,ma di Snow,non voglio
che ti prenda colpe che non hai."
"Peeta molte persone sono morte per colpa mia..Rue,Finnick..Prim."
La barriera che avevo innalzato precedentemente per non sembrare
debole,crolla e scoppio in un pianto ininterrotto e mi accascio su
Peeta. Lui mi tiene stretta a sè e in questo lungo abbraccio
mi rendo conto di aver finalmente ritrovato il luogo giusto per me: la mia casa è tra le
braccia di Peeta.
"Tu ricorderai,fosse l'ultima cosa che faccio"-confesso
tra i singhiozzi,inspirando il profumo di cannella che Peeta emana.
"Grazie..Grazie mille,Kat" -e mentre lo dice mi stringe ancora di
più a sè.
Passiamo interminabili minuti in questo modo,fino a che io non sciolgo
l'abbraccio asciugandomi il viso completamente bagnato a causa del mio
pianto.
"Posso raccontarti i ricordi che non ricordi".sorridiamo entrambi per
lo strano gioco di parole.
"Certo..possiamo iniziare quando vuoi". Sorride Peeta,un sorriso
sincero.
"Domani,ora mi sento davvero uno straccio"-dico appoggiando la schiena
sul divano e tenendomi la testa con le mani.
"Non credevi che iniziassimo da subito,vero?"-scherza e,per un po,sul
mio viso compare un sorriso.
"Che ne dici se ti porto a letto?"-chiede,apprensivo.
"Oh ti prego,io sono la Ghiandaia Imitatrice,posso reggermi in piedi da
sola,vedi?"-cerco di scherzare gesticolando ampliamente,gesto
però interrotto da un giramento di testa che mi costringe ad
appoggiarmi a Peeta.
"Si si,la Ghiandaia Imitatrice"-mi prende in giro,mentre la sua risata
illumina la stanza buia a causa della notte inoltrata.
Mi prende in braccio e iniziamo a fare le scale.
"Scusami se peso"-esclamo,senza nessun senso.
"Katniss,ti ricordo che molto tempo fa lanciavo sacchi di farina molto
più pesanti di te".
"Ah è vero..hai ragione"-lo guardo,mentre un mezzo sorriso
si fa strada sulla sua bocca.
Quando arriviamo nella mia camera,mi stende sul letto e mi copre con le
coperte.
"Mi raccomando,dormi tranquilla".mi dice lui.
"Vorrei che tu restassi,non riesco a dormire bene senza di te"-dico
guardandolo negli occhi.
Ci sta pensando,ma so già qual'è la sua risposta.
"E' troppo presto per rimanere,Katniss,lo sai"-dice spostando dei
capelli dietro al mio orecchio.
"Purtroppo lo so"-ammetto girandomi verso la parte opposta da dove si
trova Peeta.
"Facciamo una cosa,io rimango qui finché te non ti
addormenti,va bene?".
"Peeta non voglio sforzarti a fare cose che non puoi fare"
"Stai tranquilla,non succederà nulla."
Annuisco mentre lui si sdraia accanto a me ed io mi giro verso di lui.
Mette un braccio sotto al mio collo e mi stringe a sè. Proprio come faceva durante le
notti sul treno nel Tour della Vittoria.
"Grazie,Peeta"-dico in un sussurro.
"Ci sarò per te" Mi da un bacio sulla fronte per poi
sussurrarmi nell'orecchio "Sempre".
Mentre una lacrime solca la mia guancia,riesco a cadere in un sonno
profondo e sicuro tra le braccia di Peeta.
Ora sono a casa.
ANGOLO AUTRICE:
Salve a tutti.
:) Spero che questo capitolo vi piaccia come piace a me. Lo
adoro,ne sono molto orgogliosa. Odio chiedere di recensire,ma vorrei
davvero sapere ciò che ne pensate,così da potermi
aiutare a gestire le cose per i prossimi capitoli.
Ringrazio tutti i lettori silenziosi di questa storia,siete davvero in
molti e ringrazio anche chi ha messo la storia tra le
preferite/seguite/da ricordare.
Fatemi sapere come vi sembra questo capitolo.
Un bacio,
SirAlle97
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Capitolo 8 *** Piccoli passi avanti. ***
Gli ultimi due giorni li ho passati rinchiusa in casa,senza mai uscire
all'esterno delle porte di casa mia,non che ne avessi il disperato
bisogno.
Dopo la sera in cui Peeta è rimasto fino a che non sono
caduta nelle braccia di Morfeo,lui è passato ogni giorno e
si è preso cura di me: la mattina veniva a svegliarmi
tirando su di colpo le serrande della finestra della mia camera
esclamando "Buongiorno dormigliona,ti senti meglio?";
Dopodichè scendeva a preparmi la colazione mentre io mi
chiudevo in bagno per farmi una doccia.
Per pranzo tornava a casa sua e io rimanevo da sola fino a quando non
veniva Sae per preparami la roba da mangiare;
Il pomeriggio lo passavo in gran parte sul divano,spesso a bere una
tazza di thé con dei biscotti preparati da Peeta,oppure a
fre due chiacchiere con Lui che,puntualmente dopo pranzo,si presentava
a casa mia rimandendoci fino a notte inoltrata.
Principalmente,durante le nostre chiacchierate,gli raccontavo memorie
delle nostre vite. Da ciò che ho capito,i dottori di Capitol
City hanno rimosso dalla sua mente solamente i ricordi legati a me e
agli Hunger Games,lasciandogli quelli della sua famiglia,degli amici e
della sua vita precedente a me,alla sua rovina.
Sebbene Peeta continua a dirmi che non devo sentirmi in colpa per tutto
quello che è successo a lui e a tutti gli abitanti di
Panem,questa sensazione è ancora viva dentro di me.
Oggi mi sento molto meglio,perciò ho deciso di alzarmi
presto e di andare io a casa di Peeta per andare a svegliarlo.
Prima di uscire di casa lascio un biglietto sul tavolino per Sae con
scritto :
Sono andata a prendere aria fresca nei boschi,torno per
pranzo. Tranquilla.
Sò quanto sia lei che Peeta si preoccupino per me,ma in
questo momento ho bisogno davvero di uscire di casa,sennò
potrei diventare matta.
Esco chiudendo a chiave la porta e mi dirigo a passo svelto verso casa
di Peeta.
Comincio a bussare con impazienza aspettando che Peeta apra la porta e
mi accolga con quel magnifico sorriso che illumina la giornata,ma
dall'altra parte della porta non arriva nessuno.
Provo a vedere se ha lasciato la chiave di riserva da qualche parte del
potico, ma nè in un vado,nè tra i fiori piantati
e nè sotto lo servino c'è qualche traccia di
quella chiave.
All'improvviso mi viene in mente un'idea completamente assurda,ma
meccanicamente prendo la chiave di casa mia dai pantaloni e la infilo
nella serratura; Magicamente la porta si apre ed è in questo
momento che per la prima volta ammiro l'intelligenza di Capitol City.
Entro silenziosamente e avanzo con calma sembrando quasi un ladro: Al
piano terra non c'è nessuno,così mi incammino
verso il piano superiore.
Casa di Peeta è identica a casa mia e come penso anche
quella di Haymitch e quindi so di precio la disposizione delle camere
perciò con sicurezza arrivo davanti alla camera da letto.
Apro con timore la porta aspettandomi il peggio,che abbia avuto qualche
episodio e che si stia sfogando contro qualcosa,ma invece no; Lo trovo
lìì,disteso sul letto a torso nudo con il
lenzuolo che lo copre solamente dalla vita in giù,tiene una
mano sulla sua pancia e una stesa sul letto.
E' sereno,lo vedo dai suoi lineamenti rilassati.
Decido di sdraiarmi accanto a lui e bearmi di questo piccolo contatto
che tanto aspettavo da troppo tempo. Mi stendo con cautela per paura di
svegliarlo e mi posiziono con il suo braccio sotto al mio collo. Tutto
questo provoca in lui un leggero movimento con cui incosciamente con il
braccio libero mi abbraccia la vita.
Sento calore nelle mie guance e credo che,se mi guardassi allo
specchio,noterei un leggero rosore sul viso.
Mi mancava. Mi mancava da morire il calore del suo corpo sul mio,il
sentire il suo respiro che mi scompiglia i capelli,il farmi cullare dal
suo respiro mischiato con il mio.
Dopo una decina di minuti passati a rimanere con gli occhi chiusi e di
rilassarmi il più possibile,provo a fargli una carezza con
lo scopo di svegliarlo dolcemente; Appoggio la mano sulla sua guancia e
con il pollice comincio ad accarezzarlo delicatamente.
Dopo il mio tocco,lo sento inspirare aria più rumorosamente
ed aprire gli occhi; All'inizio da un'occhiata veloce per poi
richiuderli subito,ma resosi conto del fatto che io ero di fronte a
lui,sgrana gli occhi sorpreso.
"Buongiorno dormiglione!"- dico sorridendogli.
"Buongiorno Kat"-dice con la voce ancora impastata dal
sonno,stropicciandosi gli occhi.
"Cosa ci fai qui?"-chiede subito dopo.
"Beh oggi mi sento meglio e sono uscita di casa per farti una sorpresa"
"Aaah..devo dire che è stato davvero un bel risveglio"-dice
sorridendomi. In poco tempo si accorge della posizione in cui siamo e
d'istinto toglie il suo braccio da sopra il mio corpo.
"No Peeta..perché?!"
"Non..ti dava fastidio? Cioè.."
"No Peeta..lo hai sempre fatto"
Lo vedo pensarci un po su,ma poi annuisce sereno e si accoccola vicino
a me nella stessa posizione di prima.
Silenzio. Un silenzio imbarazzante si abbatte sulla stanza.
"Allora..cosa vuoi fare oggi?"-chiedo girando la testa verso di lui.
"Mmmh,pensavo che te oggi potessi cominciare a raccontare qualcosa su
noi due."-cerca una riposta con gli occhi e io non faccio altro che
annuire.
Farà male,e non nascondo di avere un po paura della sua
reazione,ma gliel'ho promesso e devo e voglio farlo tornare da me.
Peeta prende una ciocca dei miei capelli e comincia a giocarci
rigirandosela tra le dita.
Sorrido.
"Come mai sorridi?"
"Lo facevi sempre,sai? Ogni volta che eravamo sdraiati su un letto,sia
nel treno che in una camera,te prendevi la mia treccia e la scioglievi
cominciando a giocare con le ciocche dei miei capelli. Sorrido
perché..perché mi mancava e rivedertelo fare
è davvero confortante".
Ho parlato così velocemente e tranquillamete che non mi sono
concentrata sulla sua possibile reazione quindi mi giro di scatto
verso di lui allarmata.
Se ne sta qui,con uno sguardo pensieroso per alcuni secondi per poi
guardarmi negli occhi,sorridendomi e annuendo.
"Grazie Kati"-risponde ed io sorrido,perché accresce in me
la voglia di aiutarlo e di far in modo di renderlo felice.
Peeta non smette di guardarmi,dritto negli occhi,in quegli occhi in cui
ogni volta mi perdo. Siamo uno di fronte all'altro e ad un tratto
appoggia una mano sulla mia guancia.
"Vorrei poter fermare il tempo e vivere così per sempre".
Lo dice tutto di un fiato,non staccando gli occhi dai miei.
Sento gli occhi riempirsi di lacrime,ma con tutta la mia forza cerco di
non farla uscire,ma Peeta sembra accorgersene e si avvicina al mio viso
lentamente.
Tante,tante volte ci siamo trovati così vicini e ogni volta
alla fine lui aveva sempre unito le nostre labbra annullando la
distanza; Mi manca quella sensazione,sentire quella
completezza,complicità e unicità che faceva
nascere in me un fuoco,la voglia di lui.
Desidero da morire sentire quelle emozioni,ma so che è
troppo presto e lo accetto.
Io aspetterò,Peeta.
Si limita a darmi un bacio sulla guancia,posando le sue labbra morbide
sulla mia pelle per pochi secondi.
Appena riesco a scorgere i suoi occhi,man mano che si allontana,abbasso
lo sguardo,consapevole di avere le guancie piene di colore.
"Che dici andiamo a fare colazione?"-chiedo.
"Ma si certo. Cosa ti preparo?"-chiede con un sorriso enorme stampato
sul viso.
"Focaccine al formaggio,sono le mie preferite."-dico,facendogli
l'occhiolino.
Lui ride,una risata cristallina.
"Bene,allora ne terrò conto."
Scendiamo in cucina e mi siedo sulla sedia sel suo tavolino; Lo osservo
preparare la colazione e vedo con che amore e passione cucina.
Gli è sempre piaciuto,fin da quando era piccolino era solito
aiutare il padre al forno,decorava delle torte in un modo
meraviglioso,di cui Prim se ne innamorava.
Di colpo si gira e mi fissa e siucramente devo avere una faccia
colpevole vista la sua risata così sonora.
"Ti va di rimanere a pranzo? Così possiamo stare tutto il
giorno insieme,se ne hai voglia"-chiede con una nota di speranza nella
sua voce.
"Se tu te la senti sì,certamente."-sorrido rassicurante.
"Ti prometto che al primo campanello d'allarme,se dovesse succedere
qualcosa,ti chiederò di andartene."
Annuisco "Va bene allora,cosa mi prepari di buono?"
"Beh,prima direi di andare ad avvertire Sae"
"Oh si,hai ragione" Come faccio??"
"Non so Kat..probabilmente è in casa in questo momento"
Panico.
"Oh...io non..non sono solita uscire ed andare al Distretto"- dico
abbassando lo sguardo e chiudendo gli occhi.
Lo sento avvicinarsi,si abbassa alla mia altezza e mi prende le mani.
"Insieme?"
Una parola. Un enorme significato.
Non so come ha potuto ricordarlo o è stato un gesto
così spontaneo per lui,ma tutto questo fa si che il mio
cuore si riempie di così tanta serenità da poter
quasi scoppiare.
E' la certezza che lui ci sarà sempre,in un modo o
nell'altro.
"Insieme,Peeta."
Mi abbraccia il ragazzo del pane. Tra le sue braccia il mio rifugio.
"Andiamo dai,sennò faremo tardi"
Annuisco e ci dirigiamo verso la porta; Peeta la chiude a chiave e in
un attimo,vengo immersa da un enorme quantità di paura.
"Peeta io non.."-mi fermo di colpo e sento la sua mano stretta nella
mia.
"Ehi guardami". Alzo lo sguardo ed incontro i suoi occhi.
La mia ancora.
"Ci sono io con te,Kat..Sempre ed affronteremo ogni cosa".
Annuisco di nuovo,quasi impercettibilmente ed a passi lenti cominciamo
ad avanzare.
Con poco tempo siamo fuori al Villaggio dei Vincitori e mi volto dietro
a me.
"Wow". Non sono mai riuscita a fare tutti questi metri,ma Peeta,in un
attimo ci è riuscito.
"Sono fiero di te."- la sua voce mi rideta dai miei pensieri interiori
e mi volto verso di lui.
"Grazie,Peeta..Grazie davvero"-e gli sorrido riconoscente.
Dopo pchi minuti arriviamo davanti a casa di Sae.
"Dovrebbe essere questa Kat"- esclama lui. Abbiamo girato diversi
negozi e chiesto informazioni riguardo a dove vivesse Sae
e,seguendole,siamo arrivati a questa piccola casa.
Busso alla porta e con grade sollievo ci apre Sae.
"Katniss!!-esclama visibilmente sorpre. " Che piacere vederti"-continua,
"Ciao Sae!!" -esclama Peeta.
"Oh ciao ragazzo,come mai questa visita? Stavo giusto venendo da
te"-dice spostando lo sguardo da me a Peeta.
"Sono passata proprio per questo,volevo dirti che oggi rimangio a
mangiare da Peeta.
Sae rimane a bocca aperta e lo vedo dai suoi occhi che è
preoccupata.
"Signora Sae le prometto che appena ci sarà qualche cosa che
non va,se mai ci sia,la chiamerò"- afferma Peeta.
"Vabene dai,qualsiasi cosa io sono qui."
Dopo averla salutata,ci dirigiamo verso casa.
Ci fermiamo davanti alla porta,Peeta sta prendendo le chiavi di casa
dalla tasca dei pantaloni.
"Sei sicuro Peeta?"- lo fermo io prendendogli un braccio.
Con la mano destra mi scorsa ua ciocca di capelli andata a coprirmi il
viso.
"Dobbiamo farlo,Kat..Ne ho bisogno".
Vedo nei suoi occhi una sincera preoccupazione. Io lo prendo per mano e
gli sorrido.
"Vieni,abbiamo un pranzo da preparare."
ANGOLO AUTRICE
(LEGGIMI CHE E' IMPORTANTE)
Salve a tutti!! Vi
stareste chiedendo se sono ancora viva e la risposta è si.
E' da luglio che non scrivo e credetemi,mi sento davvero uno schifo per
non averlo fatto.
La causa è stata maggiormente una: mancanza di idee. E ci ho
messo due mesi per scrivere questo capitolo e devo dire che sono
veramente soddisfatta di questo.
Spero che ci siate ancora qui con me,lasciatemi un commento per sapere
cosa ne pensate.
Un bacione enorme.
Con amore,
Siraalle97
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