HeartBreakers - Vizio di Famiglia

di Winry558
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Matrimoni e divorzi ***
Capitolo 2: *** I primi problemi ***
Capitolo 3: *** Mai più uomini! ***
Capitolo 4: *** First Kiss, First Love ***
Capitolo 5: *** Fughe e proposte ***
Capitolo 6: *** Una fine ed un inizio ***
Capitolo 7: *** Non posso avere tutti e due? ***



Capitolo 1
*** Prologo - Matrimoni e divorzi ***


HeartBreakers

Vizio di famiglia








Prologo – Matrimoni e divorzi




“Lo voglio”, disse la ragazza riccia con semplicità.

Non era difficile, ormai per lei era una frase di routine.

Il matrimonio terminò, rapido, e lei si preparò al seguito del suo piano.

Miroku, amore?”, domandò avvicinandosi seducente all’uomo. Il moro, vestito con lo smoking ma con il suo solito codino, si voltò raggiante verso la moglie.

Haruna, sei bellissima”, disse abbracciandola. Lei gli schioccò un rapido bacio sulle labbra, facendosi desiderare.

Eh già, era stato un gran problema farsi sposare da Miroku, il donnaiolo più famoso del Giappone. Ma, essendo un donnaiolo, la seconda fase sarebbe stata semplice da eseguire.

“Miro, ho sonno, andiamo in camera?”, domandò suadente. L’uomo non se lo fece ripetere sue volte. Si congedò con tutti gli ospiti e portò via la sua sposa.

Lei era estremamente difficile, e non si era mai concessa a lui, dicendogli che sarebbe andata a letto solo con suo marito.

Miroku, dopo numerosissimi tentativi per dissuaderla da quel proposito, si era arreso. Quella donna era unica, e l’avrebbe spostata! Tutto pur di averla.

Aprì la porta della camera con lei in braccio, sdraiata sul suo petto. La distese delicatamente sul letto e la baciò.

Lei gli slacciò la camicia, passando le braccia sulla sua schiena e sul suo petto muscoloso. Doveva ammettere che stavolta si era scelta un marito veramente bello.

Peccato sarebbe durato poco.

Bussarono alla porta: perfetto, così non doveva inventarsi qualche scusa.

“Vado e torno”, disse lui, alzandosi e avviandosi alla porta.

La ragazza sorrise, soddisfatta.

“Ecco lo champagne”, disse il cameriere, facendo entrare il carrello nella stanza. Miroku gli diede una lauta mancia per farlo andare via in fretta, e quasi gli sbatté la porta in faccia.

Tornò nella camera della moglie, ma…

Haruna?”, chiamò confuso. Lei non rispose. Stava sdraiata con gli occhi chiusi, e il petto si muoveva ritmico ad ogni respiro.

Si era addormentata?

Miroku fissò il portaghiaccio, con la seria intenzione di rovesciarglielo addosso per svegliarla. Ma poi, vedendo quel volto angelico, con una smorfia, decise di lasciar perdere.


La donna aprì lentamente gli occhi, e la luce delicata del mattino non la infastidì per nulla.

Si alzò di scatto.

Miroku?”, chiamò, fingendosi preoccupata. Lui era lì, seduto accanto al letto.

“‘Giorno amore”, disse sorridendogli. In realtà, stava rosicando come non mai.

“Oddio, non ci credo!”, disperò lei, osservandolo dispiaciuta.

“Non ti preoccupare, eri stanca…”, cercò di giustificarla lui.

“No no, è imperdonabile! Vieni, mi faccio perdonare”, disse, gattonando sul letto.

“No, davvero! E poi ora devo andare al lavoro”, disse lui, alzandosi.

“Allora”, mormorò lei provocante, “vorrà dire che aspetterò il tuo ritorno”.

Lui sorrise, stavolta raggiante. Baciò la donna, per poi uscire dalla stanza tutto felice.

Arrivò al lavoro, deciso a far passare rapido quelle ore, aprì la porta del suo studio e…

“Buongiorno signor Houshi”, disse allegra la sua segretaria, rossa e con dei bellissimi occhi color cioccolata. Come suo solito era vestita al minimo.

“Ciao Rei”, la salutò lui, osservandola. Quel giorno sembrava ancora più provocante del solito.

La ragazza si incamminò verso la scrivania con dei fogli, inciampò e caddero tutti a terra.

“Oh, che disastro!”, si lamentò, chinandosi per raccoglierli. Gli occhi di Miroku si piantarono sul suo fondoschiena.

‘No, sei un uomo sposato adesso!’, pensò lui, accorrendo per aiutare la segretaria a raccoglierli.

Solo che i loro volti si trovarono così vicini e…

Lei lo baciò.

Miroku rimase interdetto, senza capire subito cosa era successo.

In quel momento, la porta si aprì.

“Tesoro, hai dimenticato a casa il telefo…”. La donna fissò la scena incredula.

Miroku si staccò dalla ragazza, osservando la moglie incredulo.

Haruna, non è come sembra!”, si affrettò a dire. La donna boccheggiò, osservando ora la rossa ora l’uomo.

Dopo… dopo solo un giorno, ma che dico, una notte di matrimonio!”, urlò lei, togliendosi la fede e scagliandola a terra, “Miroku, mi fai schifo!”.

Detto ciò, si dileguò oltre la porta.


Una ragazza con i capelli neri e gli occhi color cioccolata aspettava in macchina. Sui sedili posteriori c’era una parrucca rossa.

“Uffa, quanto ci mette Sango?”, mormorò tra sé e sé, tamburellando sul volante della berlina.

Poi, si riscosse, osservando una donna riccia scendere le scale del tribunale.

“Era ora, ci hai messo ore!”, disse la ragazza, mettendo in moto e partendo subito.

“Scusa sorellina, Miroku non voleva proprio cedere! Ce n’é voluto prima di ottenere i soldi”, disse l’altra, sfilandosi la parrucca e rivelando del lisci capelli scuri, che si affrettò a legare in una coda di cavallo.

Uff, odio queste truffe, lo sai!”, si lamentò la ragazza alla guida.

“Dai Kagome! O forse dovrei dire Rei?”, la stuzzicò la sorella maggiore.

“E va bene! Ma adesso direi che abbiamo abbastanza soldi no? Possiamo andare in California, giusto?”, domandò osservandola.

“Non camperemmo a lungo con i soldi che abbiamo, dobbiamo fare un altro colpo”.

Kagome sbuffò, premendo l’acceleratore.

“Stavolta mi sposo io! Devo sempre fare il terzo incomodo, mi sono stufata”, si lamentò, frenando bruscamente ad un semaforo.

“Facciamo allo stesso modo?”, domandò Sango.

Kagome deglutì: dovevano fare a gara alla prima a cui avrebbero offerto al bar. E vinceva sempre la sorella.

Incrociò le dita, osservando un bar poco lontano e un posto libero di fronte.

Incredibilmente, vinse.







Salve, siamo Roro e Aryuna!

Questa storia è ispirata all’omonimo film, il prologo è quasi identico, ma da ora in poi cambierà, promesso! >.>

E, dato che ho poco tempo e non riesco a scrivere di più di questo, lascio la storia a Roro-chan!

Aryuna

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Capitolo 2
*** I primi problemi ***


CAP 2 x la fic con ary

HeartBreakers

Vizio di famiglia


Salve a tutti! Per chi mi conosce, per chi non mi conosce, io sono roro, e scriverò questa fan con Aryuna-chan!
C'è una cosa che devo premettere, e forse ci resterete di stucco... io, questo film, non l'ho visto. Su, su, potete pure criticare! Potete anche chiedermi "Come credi di scrivere una fan su un film che non hai visto?". Ve lo spiego. Punto primo, Aryuna me l'ha in breve raccontato. Punto secondo... io ed Aryuna ci siamo ispirate all'inizio del film. Come potrete notare dal mio capitolo, quello che accade è diverso da quello che avviene nel film. Quindi la nostra fan può essere senza problemi letta sia da chi il film lo conosce sia da chi non l'ha visto. Spero, comunque, di essere all'altezza di Aryuna ^^. Un bacio, i ringraziamenti a dopo!

Capitolo 1 - I primi problemi

Kagome si guardò con attenzione nello specchio, indecisa. Quale parrucca usare?

Osservò con professionalità ogni singola pettinatura: cosa poteva interpretare, per conquistarlo? Koga era sembrato attratto da lei senza bisogno di alcun trucco, ma...

Sbuffò, carezzando le sua amata parrucca rossa - la usava spesso, e le conquiste che aveva fatto con quella parrucca le erano valse delle cifre piuttosto consistenti.

Aveva deciso di sedurre un demone lupo, il figlio del dirigente della Okami Corporation.

Amante delle belle donne, sportivo... figlio di papà...

Per conquistarlo, aveva spedito Sango alla ricerca di un look sofisticato, ma al contempo casto... qualcosa di speciale, che lo facesse innamorare.

Un ultimo sguardo alle parrucche, e poi si alzò: per l'ultimo colpo, avrebbe usato la sua faccia.

...                                                              

Era uscita da neppure mezz'ora, e già si era annoiata a morte.

Lo shopping non era la sua passione, ma a Kagome servivano nuovi vestiti, e avrebbe dovuto acquistarne il più possibile. Koga non era facile.

Sospirò. Una preda complicata, anche per due professioniste come loro.

"Le piace questa maglia?" una commessa, con zelo, indicò la t-shirt rosa che Sango stava guardando.

"Si, è carina." concesse, sfiorando il tessuto morbido e fresco - carina, ma non l'avrebbe mai comprata.

"E' in saldo, un vero affare!" continuò la giovane imperterrita. Sango la osservò: una biondina - con ogni probabilità tinta - con due grandi occhi verdi. Il tipo che vuole sfondare nel mondo nella moda, sicuramente. Non le piaceva per nulla.

"Mi dispiace, non ritengo soddisfi gli standard di mia sorella - è un regalo per lei." detto questo, Sango girò i tacchi. Notò la commessa riporre la maglia tristemente. Doveva aver davvero sperato comprasse la t-shirt.

Rideva di gusto... Si bloccò di colpo, lo bocca aperta e gli occhi spalancati.

Seduto ad un tavolino, Miroku Houshi sorseggiava un caffè.

Aveva lo sguardo perso nel vuoto, e sospirava afflitto. Sango sentì una stretta al cuore, notando gli occhi blu dell'ex marito privi della loro solità vivacità.

"Durerà poco." borbottò tra sè e sè "Il tempo di trovare un'altra sgualdrinella, e gli passerà."

Strinse forte la borsetta, e abbassò il capo, tentando di mimetizzare gli occhi castani con la frangia.

Inutile, dato che Miroku alzò di scatto il capo e la inchiodò.

"Non ci posso credere..." sospirò, alzandosi. Sango continuò a camminare, fingendo che quella frase non fosse per lei. "Haruna!" urlò l'uomo, iniziando a camminare nella sua direzione. "HARUNA!"

La mora strinse maggiormente la borsa, continuando il suo cammino più spedita, mentre le ginocchia non ne volevano sapere di smettere di tremare.

"Come ha fatto a riconoscermi senza parrucca?" si domandò sconsolata, infilandosi nel primo negozio alla sua destra.

Per fortuna, si trattava di un negozio di intimo, forse Miroku avrebbe desistito. E lei non sarebbe uscita per un bel po'.

Si guardò in giro, tentando di regolarizzare il suo respiro. Almeno, la fortuna era stata dalla sua parte: quel negozio era molto fornito, avrebbe sicuramente trovato qualcosa per il look di Kagome: dovevano chiudere in grande stile la loro avventura!

...

"S-Sango... mi sento ridicola!" sbuffò, indicando la maglia senza maniche rosa e la gonna nera.

"Macchè! Kagome, sei uno schianto! Koga sbaverà, appena arriveremo al locale!"

"M-Ma che dici! Non voglio, mi annoio. Koga è carino, ma noioso!"

"Si, è vero." concordò la mora, sorridendo. Kagome giocava con la gonna nera, fissandola. "Ma non dimenticare che è pieno di soldi, e che questo è il nostro ultimo colpo. E poi, dai, l'hai scelto tu. Non prendertela con me."

Kagome sbuffò, lasciandosi sprofondare sul sedile. "Hai ragione, ma mi chiedo... Sango, ho uno strano senso di inquietudine, come se dovesse avvenire qualcosa di... di... di diverso."

"Non ti innamorerai." la avvisò Sango in tono di rimprovero, turbata. L'amore! Loro non dovevano innamorarsi, gli uomini dovevano essere solo uno strumento per guadagnarsi i soldi necessari per raggiungere la California.

"Sango! Questa mattina, ti sei trovata Miroku davanti. Non puoi non dirmi che non ti sei sentita qualcosa... cioè, non dirmi che non hai avuto una stretta al cuore! Miroku è stato il primo per cui hai provato qualcosa, no?"

Sango annuì, inchiodando Kagome con un'occhiata di fuoco "Non innamorarti di Koga." esalò, prima di pigiare il piede sull'accelleratore.

"Penso sia impossibile, Haruna. Koga non è proprio il mio tipo. Troppo tranquillo."

"Oh, mia cara Rei, ma io non includo solo Koga. Ha detto che portava un amico, no? E se fosse lui quello giusto?"

Kagome soffocò in gola una risata. "Non mi innamorerò, giuro! E poi, quante probabilità ci sono, che mi presenti un fusto dagli occhi penetranti?"

"Brava la mia Kagome." commentò Sango, mentre parcheggiava la berlina.

Il locale era vivacemente illuminato da una fila di luci multicolori, che tendevano a far del male agli occhi degli sfortunati avventori. Ma i numerosi giovani che partecipavano alla vita notturna di quel locale ben sopportavano i fasci luminosi, i rumori assordanti e le bevande disgustose... tutto, pur di trovare compagnia per la notte.

Le due sorelle fecero il loro ingresso nel locale accompagnate dagli sguardi di fuoco dei clienti. Passarono per la pista con grazia, al pari di due figure eteree, e iniziarono a ridere divertite, quando i fischi d'apprezzamento giunsero alle loro orecchie.

"Oh, mia dolce Rei... sei infine giunta!" esclamò una voce dietro di loro, agguantando la più giovane per la vita.

Kagome cercò di sorridere, mentre si voltava verso Koga - le uscì una smorfia.

Koga era alto, muscoloso, e con un conto in banca da paura - Kagome se l'era ripetuto per tutta la giornata, come se il fatto che fosse pieno di soldi potesse cambiare in affetto il ribrezzo che provava al suo fianco. Aveva i capelli neri, lunghi e tenuti in una coda alta. Gli occhi erano di un celeste piuttosto chiaro, mentre la carnagione era più scura del normale.

"Ciao, Haruna. Non avevo notato ci fossi anche tu." disse poi, salutando distrattamente Sango - la maggiore sorrise compiaciuta, Koga stava decisamente perdendo la testa.

"Ah... vi voglio presentare il mio amico. Si chiama Inu-Yasha. E' quello laggiù." Con un dito, indicò un hanyou poco distante.

Kagome sentì solo distrattamente Koga che lo chiamava, così come notò solo in seguito che il ragazzo era accompagnato da un nutrito gruppo di gente.

Restò a fissare inebetita gli occhi d'oro di Inu-Yasha risplendere sotto la luce, i capelli d'argento riflettere i mille colori che inondavano la stanza...

Doveva rimangiarsi l'affermazione che aveva fatto in macchina: Koga le aveva proprio presentato il suo tipo...

Fissò l'ovale perfetto del volto del ragazzo piegarsi in un ghigno, mentre Koga la trascinava da lui... e il cuore le esplose, quando si trovò a stringere la mano dell'hanyou.

Si voltò paonazza verso Sango, scoprendo che la stava guardando inespressiva. Ma, in fondo agli occhi, leggeva un monito piuttosto esplicito "Allontanati al più presto da quello lì". Senza ulteriori indugi, si divincolò dall'abbraccio di Koga e mormorò che aveva bisogno del bagno.

"Kagome!" fu la prima cosa che Sango disse mentre si chiudeva la porta dietro di sè. "No, no e poi no. Lo sguardo che avevi non mi è piaciuto. Lo fissavi come sotto ipnosi, anche Koga l'ha notato."

"Ah si?" domandò Kagome, lasciandosi cadere sulla tavoletta del water.

"Si. Non hai senti mentre diceva che eri rimasta folgorata dalla bellezza di Inu-Yasha?" Kagome scosse con forza il capo, i capelli le sbattevano violenti sul volto. "Beh, io si. E Koga non mi sembrava felice. Ti devo forse ricordare che sarà il nostro biglietto per la California?"

"Sango, non mi innamorerò, giuro. Semplicemente, l'ho trovato molto bello, e non riuscivo a staccare i miei occhi dai suoi."

"Ma non ti era mai successo! E, mi tocca ricordartelo, hai avuto molti mariti. Non hai mai provato interesse per nessuno di loro, non puoi interessarti a Inu-Yasha. La tua preda è Koga."

La mora annuì, piazzandosi davanti allo specchio e rimettendosi il trucco - il rossetto si era tolto, a furia di mordersi il labbro inferiore, e, sebbene non se ne fosse accorta, aveva anche iniziato a piangere, così che la matita, il mascara e tutto il resto si era sbavato, lasciandole macchie sul volto.

"Guarda come ti sei combinata!" Sango prese il volto della sorella e le tolse tutto con una salvietta. "Non dirmi che stai davvero piangendo per un uomo che neppure conosci!" Poi, paziente, le rimise tutto con cura.

Quando uscirono, l'effetto fu come quello di quand'erano entrate.

"Piacere di conoscervi." disse Inu-Yasha alle due, guardando Kagome.

"Piacere nostro."

"Io e Koga stavamo giusto dicendo che c'è troppo rumore, e sarebbe meglio cercare un posto migliore."

Sango pizzicò un fianco a Kagome, che sobbalzò, portandosi una mano sul capo - le aveva appena lasciato intendere che non doveva, per nessun motivo, permettere che Inu-Yasha restasse con lei. L'avrebbe distratta dal suo proposito di conquistare Koga. "Ho mal di testa, caro Koga. Forse è meglio che io ritorni a casa con Sango. Ma domani ci sarai, vero?" mentì, chiudendo gli occhi.

"Ma certo, tesoro mio! Allora, a domani sera?"

Kagome annuì.

"Spero di rivederti." sussurrò roco Inu-Yasha mentre le passava accanto. La ragazza si voltò di scatto, ma lui non era già più al suo fianco.

"Brutto bastardo." pensò, uscendo con le braccia conserte e l'espressione furiosa dal locale. "Non ho alcuna intenzione di pensarti un istante di più, sciocco. Io punto a Koga."

Ma, nonostante i suoi buoni propositi, quella frase le rimbalzò per la mente tutta la notte, privandola del sonno.

"...Spero di rivederti..."

[CONTINUA...]

Allora??? Che ne dite di questo capitolo?
Spero vi sia piaciuto, ho fatto del mio meglio (Roro è una fan delle InuXKaggy, scrivere una MiroXSango per lei è difficile! ndAryuna). Non è che mi è difficile... ma tendo a dare molto più spazio a Inu-Yasha e Kagome, e a trascurare Sango e Miroku. Ho fatto del mio meglio per inserirli, comunque.
RINGRAZIO:
Bchan
Mi fa piacere che il film ti piaccia, io purtroppo non l'ho visto... ma, in ogni caso, non penso che avremmo ripreso molto, non sarebbe stata una fan fiction ^^, bensì, una storia in cui cambiavano solo i nomi dei protagonisti XD. Spero che il capitolo ti sia piaciuto!!!
Meg Meg, ziau! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, visto che non ne sono molto sicura... ^^ Va beh, sono felice che l'idea ti piaccia! E spero di non aver rovinato il film (che non ho visto...)! Baci!!!
Giulia Neppure io ho visto il film (solo Ary l'ha visto sisi), quindi ti capisco... e poi si, scriviamo un capitolo a testa! Come hai trovato il mio? Un bacione!!!
Dolce Sango91 Ehm... non so a chi tu ti stia riferendo (suppongo Aryuna, quindi mi regolo così ^^), ma apprezzo che la fic ti piace! Spero che anche in questo capitolo abbia fatto una figura dignitosa (d'accordo che Miro-chan, come compare compare, fa la sua bella figura...). Hai ragione, lo stile di Aryuna è bellissimo, spero che il mio non abbia rovinato la storia... in quel caso, chiedo venia! Ho aggiornato il prima possibile, un bacione, continua a seguirci!
Ary Spero che il mio capitolo ti sia piaciuto! Io non ne sono molto certa (Quando mai sei certa di un capitolo??? ndtutti)... ma spero vada bene! Un bacione, ci sentiamo!!!
mikamey Come ho già scritto, io il film non l'ho visto... ma farò del mio meglio per aiutare Ary-chan a scrivere una bella fan fiction! Per tutti gli altri... allora, da quello cha abbiamo deciso, le coppie chiave saranno MiroXSango e, soprattutto, la mia amata InuXKaggy. Ma non escludo altre entrate in scena! ^^ Un bacione!
Kagome_chan89 Spero che il seguito sia stato all'altezza dello scorso capitolo! Un bacione!
ka chan Si, in effetti Miroku fa un po' pena... ma sarà solo una sensazione temporanea, a mio avviso! La storia continuerà, e si prospetta un lieto fine! Baci!!!
Un bacione a quanti leggono e mettono la fic tra le preferite!
Aryuna, ora tocca a te!!!

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Capitolo 3
*** Mai più uomini! ***


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Capitolo 2 – Mai più uomini!




Kagome”, sussurrò Sango nel suo letto. La sorella rispose con un mugolio.

“Non stai pensando a ciò che penso, vero?”, la ammonì lei. Kagome deglutì.

“Certo che no”, mentì, mentre quegli occhi dorati e penetranti continuavano a passargli davanti agli occhi. Aveva provato a pensare ad altro, ma era stato inutile.

‘Insomma Kagome, riprenditi! Non puoi innamorarti di un tizio senza averlo mai visto prima, ma solo in base al fatto che ha degli occhi stupendi e una voce meravigliosa e un fisico da schianto e…’.

“Non di nuovo!”, mormorò, avvolgendosi la testa con il cuscino. Sango la fissò interdetta.

Kagome, abbiamo rinunciato agli uomini, ricordi bene cosa ci è successo!”, disse severa, ma Kagome stavolta la guardò male.

“Vorrai dire cosa TI è successo”, sottolineò, rabbiosa. Ecco, aveva decisamente esagerato. L’espressione di Sango si fece sofferente, e si morse un labbro.

“Scusa, non volevo”, disse subito dispiaciuta. Era stata lei a decidere di seguire il proposito di Sango, nessuno l’aveva obbligata. Ma aveva promesso di non tirarsi indietro a suo tempo, e lei manteneva sempre le promesse.

Oltretutto doveva ammettere che, dopo quello che era capitato alla sorella, anche lei aveva paura di innamorarsi.


Un bacio, profondo e passionale. Lei non ebbe la forza di reagire, e venne immediatamente sottomessa. Le andava bene così, era innamorata, non le importava.

Lui non voleva protezioni? Non era un problema, anche quello era superficiale in fondo.

Eppure era sempre così freddo, finché non rimanevano assieme e la possedeva.

La scena cambiò rapida. Le sue guance erano tinte di un colore purpureo mentre pronunciava quella frase.

“Aspetto un bambino”.

La scena cambiò di nuovo, piangeva su un letto, accanto alla sorella affranta.

Non la voleva più, il divertimento era finito.

Ospedale. Non c’era più vita in lei, sedeva su una delle scomode sedie grigie della corsia. Una rivista dimenticata sul tavolo, tante scritte inutili e confuse che parlavano di vacanze e di gente felice.

Lei voleva solo andare lontano, voleva solo fuggire.

Fuggire da Naraku.

‘… prenotate ora le vostre vacanze in California!’, lesse su una rivista.

Poi, tutto divenne buio. Delle braccia forti da cui non poteva fuggire la circondarono, mentre degli occhi rossi la fissavano possessiva. E lei non riusciva a scappare. Non riusciva a raggiungere la sua meta. Cominciò ad urlare di lasciarla andare, ma n ulla, veniva risucchiata nel buio.


Sango!”, urlò Kagome scuotendola. La ragazza scattò in piedi, con le lacrime agli occhi, e si ruppe in singhiozzi tra le braccia protettive della sorella minore.

Kagome la strinse a sé; sapeva bene che incubo aveva fatto, una volta a settimana succedeva sempre.

“Andremo in California, e non ci sarà più nemmeno il rischio di incontrare la sua brutta faccia”, sussurrò nell’orecchio di Sango, che, ancora singhiozzante, stringeva tormentata il pigiama della sorella.


Kagome indossò l’ennesimo completo scelto da Sango, una corta gonna di jeans a pieghe e una giacca nera sportiva a maniche corte, con una fibbia che le stringeva la magra vita. Doveva ammettere che stavolta si piaceva, l’effetto era ottimo e le dava un’aria da cattiva sexy dei telefilm.

Koga l’aveva invitata ad andare con lui sul suo yacht, ovviamente Kagome si era informata, e sapeva che con lui c’erano alcuni amici, tra cui, per sua sfortuna, Inuyasha.

‘Poco importa’, pensò, ‘finché sto con Sango so che non perderò il controllo’.

Presero la loro berlina, e guidarono spedite verso il molo.

Sango la tempestò di consigli su come comportarsi, tutti inutili dato che ormai Kagome conosceva a memoria i trucchi del mestiere. Ma sapeva che la sorella temeva che la presenza di Inuyasha la sbilanciasse.

“Rei, luce dei miei occhi, stella che brilla al mattino per rendere liete le mie gior…”.

“Sì, Koga, ho capito il concetto”, lo interruppe lei, scatenando le risate degli amici del ragazzo. Ecco, già era appiccicosa. Fece un respiro profondo, preparandosi ad una pessima giornata.

Intravide gli occhi di Inuyasha, ma rapidamente li evitò. Non voleva imbambolarsi come il giorno prima. Poi, un’idea le attraversò rapida la mente. E se avesse fatto ingelosire Koga? Forse, prima, era il caso di discuterne con Sango.

“Ciao Rei”, la salutò Inuyasha quando le passò accanto.

“Ciao”, rispose lei, ostentando indifferenza. Ma non ci riuscì più di tanto, difatti Sango le diede l’ennesimo pizzico in due giorni.

Haruna, vieni qui con noi!”, la chiamarono dei ragazzi. Sango sorrise, con un piano nella mente. Acchiappò il braccio di Inuyasha e gli sorrise.

“Su, andiamo, lasciamoli soli”, gli disse, con un occhiolino. L’hanyou le lanciò uno sguardo fulminante che diceva tutto, ma non poteva certo opporsi davanti a Koga.

Kagome maledì mentalmente la sorella. Non voleva rimanere da sola con quel rompiscatole.

“Rei, vieni, ti faccio vedere dentro!”, disse Koga, tirandosela dietro. Sango, soddisfatta, si unì al gruppo di amici del riccone, mentre Inuyasha, stranamente cupo, continuava a fissare le cabine. Poi, il ragazzo si alzò.

“Dove vai?”, domandò subito Sango.

“Devo andare al bagno”, liquidò lui, andando sottocoperta. Sango gli lanciò un’occhiataccia, per poi concentrarsi sui ragazzi.

“Allora, Rei, che ti sembra?”, domandò Koga facendogli vedere ogni stanza.

“Davvero bello, ti sarà costato un occhio!”, disse lei, osservando il mobilio, troppo curato per una barca, secondo i suoi gusti.

“E infine, questa è la camera da letto”, disse, aprendo l’ultima porta. Kagome lo fissò, perplessa. Forse era solo una sua impressione, o quell’ultima frase era troppo maliziosa?

Ma no, Koga era troppo ingenuo. Entrò nella stanza, perfetta anche quella.

Koga le si avvicinò da dietro, quando un rumore li fece sobbalzare entrambi. Si voltarono, e trovarono Inuyasha che risollevava una lampada.

“Scusate, stavo cercando il bagno”, si giustificò lui, inchiodando gli occhi cioccolata di Kagome con i suoi. Lei, esattamente come la prima volta, ci si perse.

Non si accorse che Koga la osservò, dispiaciuto, prima di rispondere gelido all’amico:

“La prima porta a destra, Inuyasha”.

“Grazie”, disse l’hanyou con semplicità, dileguandosi.

“C’è un altro bagno, Koga?”, domandò subito lei.

“Si, qui dietro”, disse lui indicando una porta annessa alla camera. Lei ci si fiondò.

Ecco, piangeva di nuovo. Ma perché cavolo?

Non aveva senso piangere solo per un’occhiata!

Sango la raggiunse non appena vide Koga uscire con Inuyasha dalle cabine per dirigersi a prua.

Kagome, di nuovo?”, sussurrò arrabbiata, sistemandogli il trucco per l’ennesima volta. Lei sbuffò, dopo essersi ripresa.

“Non lo faccio apposta, è automatico”, si lamentò, rimanendo immobile mentre la sorella gli sistemava l’eye-liner. Ma temeva di sapere il perché piangeva. Sapeva di non poterselo permettere.


Inuyasha cosa hai in mente?”, domandò Koga all’amico.

“Nulla”, liquidò lui.

“Non mentire! Sei stato mille volte su questo yacht, sai a memoria dove si trova il bagno”. Inuyasha tacque, prima di tornare al tavolo dove erano seduti gli altri.

Vi trovò anche Kagome e Sango.

Haruna, ma tu prima eri riccia?”, domandò un ragazzo dalla lunga treccia nera. La ragazza valutò bene la risposta.

“No, perché?”, disse fingendosi confusa.

“C’è un uomo che dice di cercare una ragazza che si chiama come te! Ti assomigliava davvero, solo era riccia”, concluse lui.

“Ah, capisco a chi ti riferisci”, rispose lei pronta, “è uno che mi assilla da anni! Una volta una mia amica mi aveva sistemato i capelli in quel modo e lui mi ha fatto una foto. Se lo rincontri, fingi di non avermi incontrato”.

“Ah, non ti preoccupare, sarò muto come un pesce”, rispose lui, sorridendo.

Da quel momento, Sango si fece silenziosa.

Possibile che Miroku la stesse cercando? Perché poi? Quel dongiovanni poteva rimorchiare un’altra in cinque minuti.

Allora perché la stava ancora cercando?







Rieccomi, ci ho messo incredibilmente poco, vero? XD

Roro, ma per caso soffri di manie di inferiorità? O.O Vergogna, lo sai benissimo che sei brava! (no, non è vero! ndRoro) *fissa Roro con sguardo inquietante e un coltello dietro la schiena* Come dici? (si, si, sono brava! O.O *terrorizzata* nd Roro) Bene, brava ù.ù

E adesso, ti lascio il capitolo!

Ringraziamenti:

Meg___X3: Figo Inu eh? ^^ Devo ammettere che però Roro lo rende meglio (non è vero nd Roro) *tira fuori il suo amato coltello* (si, si, è vero! O.O’’ nd Roro), io rendo meglio l’Inu timido e scontroso, assomiglia un po’ a me ^^ Che dici del cap? Ancora convinta sia meglio del film? Me onorata *.* *si inchina profondamente*

Ary22: Bella domanda, anche io mi chiedo come faccia ad avere simili complessi di inferiorità -_- Mah, vorrà dire che continueremo a minacciarla… ehm… volevo dire incoraggiarla >.> a vita ù.ù (… nd Roro *ha nacora paura di Aryuna*)

Kaggi_Inu91: Mi occuperò io di Miro e Sango, non ti preoccupare che ne avranno ancora prima di risolvere qualcosa! Che ne pensi di Sango? Poverina vero? (narakuuuu! è.é *odio*) Di inu e Kaggi si occuperà soprattutto roro, io non so fare inu così figo *depressa*

Ryanforever: Spero di aver alimentato la tua curiosità con questo capitolo, storia sempre più intricata e i nostri sono sempre più confusi… chissà come finirà >.> (ma come, non lo sai? O.O Nd te) … ehm… ammetto di no, non ci abbiamo pensato XD

Kagome_chan89: Ma come gufi? XD *anche io gufo >.>* ehm, cioè, no, non è vero ù.ù Miroku avrà la sua riscossa, prometto!

Jessy101: Ho aggiornato il prima possibile, spero ti sia piaciuto anche questo cap ^^ Continuo a dire, io non so fare inu così figo ç.ç *depressa* Grazie per il commento ^^

Ringrazio anche chi ci ha messo tra i preferiti!

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Capitolo 4
*** First Kiss, First Love ***


Cap4-fic con ary

HeartBreakers

Vizio di famiglia








Capitolo 3 - First Kiss, First love





"Kagome, non possiamo andare avanti così." Sospirò Sango, lasciandosi cadere sul divano. La sorella la guardava di sottecchi. "Tu ami Inu-Yasha." disse ami con una smorfia sul volto, e le sopracciglia incurvate.
"S-Sango... non è così! Io posso controllarmi!"
"Ma come? Kagome, non voglio tu soffra - mi sono informata su Inu-Yasha. E' ricco, molto ricco. Se vuoi sposare lui, puoi, va bene? Non sei costretta a stare con Koga." sospirò, alzando di poco il capo. Kagome aveva l'aria accigliata, e gli occhi lucidi.
"Perchè tu sei convinta che io potrei lasciarlo! Sango" Kagome si sedette al suo fianco ", se io lo sposassi, non lo lascerei più. O, almeno, non resterei... ehm... casta, la prima notte di nozze. Rovinerei i tuoi piani."
Sango si acciambellò, posando la testa della sorella sulle sue gambe e giocando con i lunghi capelli. Osservò il volto niveo, e le labbra piene... Kagome - alias Rei - era l'assistente perfetta, la tentatrice suprema. Bella e intelligente. L'aveva cresciuta bene, l'aveva educata e addestrata. Dopo la sua sofferenza, Kagome era stata il suo unico appiglio - le era rimasta accanto, e, come lei, aveva iniziato a nutrire un'ampia sfiducia nell'amore.
Sango le aveva promesso che non le avrebbe mai permesso di innamorarsi, e invece...
"Sango?" bofonchiò Kagome, osservandola "Manterrò i miei propositi, oggi uscirò con Koga. E mi divertirò. Farò l'oca giuliva, lo farò cadere ai miei piedi, e mi dimenticherò Inu-Yasha. Non posso amare una persona con cui non ho scambiato più di due parole, no? Magari non è il mio tipo, mi sto solo facendo problemi per nulla."
"Tesoro... ti do il permesso di provare, Kagome. Provaci. Oggi è l'unica chance che ti do. Se non riuscirai a strappare un bacio a Koga, mi riterrò libera di puntare io una preda."
Kagome sbuffò, alzandosi di scatto, e camminando a passo deciso verso la sua camera.
Aprì con un gesto stizzito l'armadio, tirando furi una mini di jeans nera e un top celeste. Afferrò un paio di ballerine del colore delle gonna e sparpagiò sul letto tutti i trucchi e gli accessori che aveva. Ancora furiosa, tentò di mettersi il rossetto per bene, ma finì col tracciare una linea incerta sul mento.
"Sango, aiutami." urlò allo stremo delle forze. 
Sango aprì la porta, segno evidente che era stata lì fuori per tutto il tempo. Come avveniva già da un po', le tose pazientemente il rossetto e glielo rimise.
"Così va meglio." esclamò soddisfatta.
"Sicura?" disse Kagome, notando il suo rifelesso nello specchio "Piuttosto, direi che sono molto... ehm ... vistosa."
"Piantala. Koga non è alla ricerca di una santa."
"No, guarda, uno stinco di santo come lui cerca una battona." mormorò ironica la minore. Sango soffocò in gola una risata.
"Ora è meglio se vai. Avete appuntamente tra nemmeno mezz'ora. Prendi la metro, io vi seguirò con la berlina."
Kagome sorrise, legando i capelli mentre teneva la borsetta tra i denti. "A dopo" bisbigliò, mentre l'uscio in noce si chiudeva di scatto alle sue spalle.
...
Era seduta al tavolino di un bar da dieci minuti, attendendo pazientemente che si facessero le 4.45. Doveva fare almeno un quarto d'ora di ritardo, doveva rendersi attraente e impossibile.
Quando, silenziosamente (erano le 4.20), si era infilata nel bar, Koga era già fermo davanti al cinema con la sua macchina italiana. Aveva ghignato, e si era nascosta, ordinando un caffè.
"Signorina, vuole qualcos'altro?" chiese il cameriere, indugiando a lungo sulla scollatura della ragazza. Lei scosse il capo, posando sul tavolo una banconota.
"Il resto è mancia." sussurrò, con tono carezzevole. Poi uscì dal locale, avvicinandosi spedita alla macchina e battendo con le nocche sul finestrino.
"Rei, tesoro. Finalmente sei arrivata!" mise molta enfasi sul finalmente, e Kagome sorrise compiaciuta.
"Scusa, Koga." gli avvicinò una mano al colletto della camicia e iniziò a disegnare linee immaginarie sul vestito. Era conscia di quanto eccitasse gli uomini quel suo semplice gesto. E la cosa la divertiva.
"D-Di ni-niente... Allora, andiamo?"
Kagome annuì, entrando in macchina - ora non era più Kagome. Ora era Rei.
...
Sango era seduta nella berlina, e guardava annoiata il locale in cui Kagome e Koga stavano mangiando - il lupo faceva qualche battuta spiritosa, perchè aveva notato Kagome sforzarsi di ridere.
"Kagome, io intanto mi cerco un'altra preda." mormorò tra sè e sè, sospirando. Non c'era alcun modo in cui lei potesse togliersi l'hanyou dalla testa.
Si voltò di lato, e notò una cosa che le fece accapponare la pelle. Miroku Houshi.
E' mai possibile che me lo trovo sempre davanti? pensò frustrata, portando le mani sul volante e lasciandosi scivolare sul sedile.
Miroku era seduto sulla fontana al centro della piazza, e batteva ritmicamente un piede per terra - guardava l'ingresso del cinema con uno sguardo strano.
Strano per tutti, meno che per Sango: era il suo sguardo da maniaco.
Miroku stava cercando una vittima! Non era passato neppure un mese, e già l'aveva dimenticata!
"Brutto infame." sibilò, facendo per aprire la portiera - era decisa a dargli la borsetta in faccia, e urlargli contro di non essere infedele. Ma non lo fece - l'aveva lasciato, ora era solo il suo ex marito, non doveva infuriarsi, non doveva parlargli...
Sbuffò, togliendo la destra dalla portiera e bloccandola sotto di sè, mentre con la sinistra stringeva il cellulare, in attesa che Rei la chiamasse per aggiornarla sugli ultimi avvenimenti.
Con la coda dell'occhio, continuò a osservare Miroku - Kagome sembrava annoiarsi, quindi smise di guardarla quasi subito per dedicarsi al suo ex.
Miroku guardava tutte le ragazze che, coperte da miseri indumenti, uscivano dal cinema... Sango sentì un qualcosa rompersi, e il desiderio di ucciderlo cresceva di minuto in minuto.
Prese una borsa da terra, e ne trasse una lattina, che aprì con rabbia. Non appena finì, si voltò di nuovo verso Miroku, e lo notò intento a flirtare con una biondina. Scoprì i denti, stringendo la lattina.
Questo è troppo!!!
"MIROKU!" urlò, lanciandgli la lattina, che lo colpì in testa.
Il ragazzo si voltò di scatto, e Sango arrossì, accendendo il motore e pigiando il piede sull'accelleratore - la macchina partì di botto, sbalzandola contro il sedile.
Notò dallo specchietto retrovisore che Miroku aveva iniziato a correrle dietro, così aumentò la velocità.
"Allarme rosso." sbuffò, prendendo il cellulare e componendo il numero della sorella - passò accanto ad un vigile, ma questi neppure la notò.
"Pronto?" disse la voce della sorella. Sango sospirò.
"Sei vicino a Koga?"
"No, sono in bagno, Sango."
"Kagome... ho rivisto Miroku."
"Non è la prima volta, no?" borbottò la minore. Sango sentì uno strano rumore, e intuì che la sorella doveva essersi seduta sul water.
"Kagome... stava flirtando con una ragazza!"
"Meglio, no? Così magari la smette di cercarti!"
"No! Gli ho tirato una lattina contro, e temo mi abbia riconosciuta."
Sango posteggiò la macchina davanti alla metropolitana, e si passò una mano tra i capelli, cercando di riordinarli.
"Sango... penso che sarebbe meglio smetterla definitivamente. Ora. Possiamo trovare un lavoro in California, abbiamo abbastanza soldi per affittare un appartamento. Siamo coperte." sbottò la sorella: Sango sentiva la voce di Kagome tremare - stava pensando ad Inu-Yasha.
"No, torna al tuo appuntamento. Io mi calmo e torno a casa."
Senza neppure attendere una risposta, Sango chiuse la chiamata, e se ne andò per la sua strada.
...
"Tuuu... tuuu... tuuu..."
Kagome riattaccò con rappia, furiosa, e uscì dal bagno. Nella fretta, spinse di lato una donna corpulenta, che le lanciò un'occhiata di puro odio.
"Rei, tesoro, che ti succede?" chiese preoccupato Koga, quando Kagome tornò al tavolo.
"Nulla, Koga. Sango non si sente molto bene, e sono preoccupata - ma non è grave, non farti film inutili." sentenziò lapidaria, sedendosi.
Koga la guardo sorpreso e preoccupato. Tentò di intavolare un discorso, ma Kagome si limitava a monosillabi, e a rumori gutturali che lui interpretò come segni di frustrazione.
Finito di pranzare, Kagome sembrava sollevata - la cosa non sfuggì a Koga.
"Ti va di venire con me al club?" le chiese, cercando di apparire spontaneo: in realtà, era furioso, perchè non capiva come Kagome potesse ignorarlo.
"Ma sono solo le 17!" rispose la mora.
"Eh? Si, ma la vita, in quella discoteca, inizia presto."
"Come vuoi." concesse a bassa voce, guardandolo di sottecchi - aveva capito che era indispettito, e non voleva peggiorare la situazione.
"Bene." il demone lupo iniziò a camminare a larghi passi verso la macchina, mentre Kagome lo seguiva a capo chino.
Il viaggio fu silenzioso, con Koga che tentava da attaccare bottone e Kagome che alzava il volume della radio, canticchiando a bocca chiusa.
"Arrivati!" disse Koga, scendendo ad aprire la portiera della giovane. "Mia dolce Rei, zuccherino, iniziati ad avviare, luce dei miei occhi..."
"Tu dove vai?"
"A prendere un mio amico. Mi ha squillato mentre eri in bagno, la macchina si è rotta e vuole uno strappo." concluse, quasi disgustato.
Per un secondo, Kagome sperò si trattasse di una donna - una bella donna, possibilmente la sua fidanzata. Ma dall'espressione di Koga capì che si stava solo illudendo.
Entrò a passo deciso nel locale, mentre le luci troppo forti le davano il capogiro, e si diresse verso un angolo, il più isolato e scuro, cercando di schiarirsi le idee...
"Ti va di ballare?"
Kagome sentì i battiti del suo cuore aumentare, mentre riconsceva quella voce roca e profonda - una voce, dentro di lei, la spingeva a correre via... un'altre, le diceva di buttarsi tra le braccia del ragazzo e infischiarsene dei suoi propositi.
"I-Inu-Yasha?" mormorò a bassa voce, incontrando le iridi lucenti del giovane. Inevitabilmente, le gote le si imporporavano, mentre sentiva gli occhi pizzicarle.
"Naturale." Inu-Yasha si sporse in avanti, intrappolandola contro la parete. "Sei in trappola." sussurrò, sorridendo malizioso.
"Hai bisogno di qualcosa?" chiese, fingendo ingenuità - il ragazzo non la bevve, iniziando a ridere di gusto.
"La cosa più bella delle ragazze che ci provano con Koga è il fatto che sono delle attrici nate!" mormorò ironico. Kagome mise il broncio, incrociando le braccia al petto e fissandolo. "Comunque si, ho bisogno di qualcosa. Di ballare, per la precisione."
"Non vedo... come possa... aiutarti..." ogni poche parole, Kagome aveva il bisogno fisico di riprende fiato - si stava surriscaldando, e non sapeva quanto avrebbe resistito, con lui così vicino.
"Ballando con me."
Inu-Yasha le prese un polso - a quel contatto la pelle di Kagome iniziò a bruciare maledettamente - e la trascinò in pista.
Erano entrambi bravi, e attiravano su di sè gli sguardi invidiosi di tutti i presenti: presto iniziarono a ridere e scherzare come una coppietta.
Arrivò il lento, infine... Kagome passò le braccia intorno al collo di Inu-Yasha e posò il capo sul petto del ragazzo, mentre Inu-Yasha la stringeva contro di sè, possessivo...
"Rei" mormorò a un tratto lui, avvicinando la sua bocca all'orecchio della ragazza ", se Rei è il tuo nome..."
Però... è sveglio! pensò, la mente ancora annebbiata dal contatto con la sua pelle.
"C'è un piccolo problemino."
Kagome si allontanò un poco "E' arrivato Koga?" domandò.
"No, non è questo. Si tratta di me" Inu-Yasha la strinse più forte "e di te. Mi stai facendo perdere la testa." lo disse con voce bassa, roca... le sembrò quasi un ringhio, e la pelle le si accapponò.
"Non predermi in giro." sbuffò, fissandolo con i suoi occhi nocciola. Inu-Yasha le prese il viso con una mano.
"Non mento." mormorò, mentre si avvicinava e chiudeva la distanza tra di loro...
"Non mento."
Kagome chiuse gli occhi, mentre la lingua di Inu-Yasha le entrava prepotente in bocca...
"Non mento."
Rispose al bacio con rabbia - ce l'aveva con sè stessa, perchè era troppo debole per opporsi... e perchè non voleva opporsi.
"Non mento."
La testa le pulsava, mentre sentiva le mani di Inu-Yasha accarezzarle le gambe. I gemiti le uscivano in continuazione, non riusciva a placarsi.
Ma doveva fermarsi, o Sango l'avrebbe odiata...
"Fermo." sussurrò, flebile.
"Non mento."
Inu-Yasha non dava cenni di volersi fermare.
"Fermo!" ripetè con più convinzione, allontanandosi. Era rossa come un pomodoro, gli occhi erano lucidi e le labbra gonfie: Sango l'avrebbe uccisa, sicuro.
"Rei?" mormorò l'hanyou, preoccupato - Kagome sembrava sul punto di una crisi di nervi.
"Non mento."
Non disse nulla, voltò le spalle ad Inu-Yasha e corse fuori dal locale, diretta verso casa sua. Non bussò, prese le chiavi dalla borsa - il contenuto si riversò sul pianerottolo, mentre le sue mani ansiose ricercavano le chiavi - e si infilò nell'appartamento, ricadendo sul pavimento.
"Kagome..." Sango le si accucciò accanto. "Cos'è successo?"
"Mi sono innamorata di Inu-Yasha." sussurrò lei, poggiando il capo sulla spalla di Sango e lasciandosi andare ad un pianto liberatorio.
"Non mento."



Hola gente!
Come tengo a farvi notare, aggiorniamo piuttosto rapidamente... speriamo che la cosa vi faccia piacere!
Siamo molto felici che la fic vi piace! Lo scorso capitolo l'ha scritto la mia Ary-chan (Che se dice anche solo un'altra volta "Inu figo viene solo a roro" la strozzo...) e siamo liete vi sia piaciuto! Come ci tengo a farvi ricordare... siamo in due a scrivere, quindi gradiremmo specificaste chi delle due è quella cui sono rivolti i complimenti ^^. Detto questo, passo a ringraziarvi!!!
Kagome_chan89 Si, Inu-Yasha non era per nulla indifferente a Kagome... penso si intuisca perfettamente anche dal finale, no? Sono felice cha fic ti piaccia, e spero che questo capitolo sia stato di tuo gradimento! Un bacione!!!
Meg___X3 Ziau Meg!!! *_* Io attendo il tuo aggiornamento, non dimenticarlo!!! Comunque, tornando alla fic... mi rende orgogliosa che la reputi meglio del film, è un onore! Koga non fa nulla per fermarlo perchè non sa quali siano le sue intenzioni (chiarissime in questo capitolo, però!). Sango è braccata dal supremo maniaco, ma penso non le dispiaccia, in fondo... XD Spero che il mio capitolo ti sia piaciuto! Un bacione!!! Tvttttb!
Emiko92 Emikucciola! Non preoccuparti se non hai commentato gli scorsi capitoli, sai che ti perdonerò sempre tutto, no? Penso che un capitolo così, da me, non te lo saresti mai sognata... inizio a somigliare a lily!!! XD Si, Kagome piange quanto incontra lo sguardo di Inu-Yasha... lo ama, no? Si rimetteranno insieme Sango e Miroku??? Mmm... tu che dici? ^^ Spero che Inu mi sia uscito abbastanza figo! Bacioni!!! Tvtttttb!
mikamey Grazie, siamo felici che la fan ti piaccia ^^. Già, Kagome avrebbe bisogno di una vacanza, avere Inu così vicino... *Interruzione, roro sta sbavando sulla tastiera* Spero di aver aggiornato abbastanza in fretta, e che il capitolo ti sia piciuto! Baci!
ary22 Uffy... Aryuna è bravissima, non brava! Mentre io non sono poi così --- (Una pistola viene simultaneamente puntata contro il capo di roro da Aryuna e Ary). Di che parlavamo? Eheh... Si, che il capitolo di Aryunuccia è bello ^^. Spero che il mio ti sia piaciuto! Baci!!!
ryanforever Grazie per i complimenti (roro arrossisce spaventosamente). Comunque, è vero: Kagome non può fare a meno di Inu-Yasha. Ne è innamorata, dopotutto!!! Spero che il capitolo ti sia piaciuto! Kiss!
jessy101 Di nulla! Io e Aryuna ci stiamo impegnando per scrivere velocemente i capitoli ^^. Ci fa piacere che Inu-Yasha sta risultando abbastanza "figo", è un impegno piuttosto gravoso, perchè dobbiamo cercare di non stravolgerlo troppo ^^. Un bacio, spero che il capitolo ti sia piaciuto!
Kaggy_Inu91 Hola Giulia!!! E' vero, il capitolo di Ary era bellissimo! *_* Comunque, non sono brava come dite! E tu sei molto, molto più brava, basto io con i miei complessi!!! è__é E' vero, Kagome non era messa meglio di Sango... ma ora? Che dici??? Un bacio, tvtttb!

Ringraziamo anche chi solo legge, e chi mette la fic tra le preferite! *Inchino*
Aryunuccia, tesoro, ora tocca di nuovo a te!!!

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Capitolo 5
*** Fughe e proposte ***


HeartBreakers

Vizio di famiglia








Capitolo 4 – Fughe e proposte




Kagome fissava nervosa il soffitto, gli occhi ancora rossi. Si mordeva il labbro inferiore, torturandolo, così come le sue dita si rincorrevano nervose, incrociandosi e graffiandosi con le lunghe unghie.

Sango l’aveva obbligata ad andare a dormire, ma quello era il risultato. Inoltre, la sorella era rimasta silenziosa, e questo la inquietava. Avrebbe preferito se le avesse urlato contro, detto che aveva promesso di andare con lei, che non doveva innamorarsi. Invece era rimasta zitta, muta come un pesce.

La verità, era che Sango si sentiva in colpa, perché anche lei si era innamorata di Miroku, ma, a differenza di Kagome, non riusciva a sentirsi in colpa.

Aveva solo paura, paura di amare e di essere tradita.

Sango, non ce la faccio più!”, disse infine Kagome, “io vado da lui e…”. Si morse il labbro. Doveva dire solo 5 semplici parole, ‘gli dico di lasciarmi perdere’, ma non ci riusciva.

E se non riusciva a dirle a Sango, come poteva sperare di riuscire a dirle a lui?

Kagome, tu non andrai da nessuna parte! Sai come finirà se vai da lui? Eh? Lo sai?”, cominciò ad urlare Sango, scattando in piedi, “finisce che quello ti si tr… oddio, guarda che mi fai dire!”.

Kagome la fissò, spaventata. La sorella non si era mai comportata così. Non poteva sapere che stava sfogando su di lei anche le sue preoccupazioni. Sentì gli occhi pizzicargli, e prima di poterlo impedire stava di nuovo in lacrime, singhiozzante.

Sango la guardò, colpevole, mordendosi il labbro.

Kagome… io… mi dispiace, ma tu devi capirmi!”, cercò di giustificarsi. La minore alzò lo sguardo, furente.

“LASCIAMI SOLA!”, urlò, spaventandola. Dopodiché scoppiò in lacrime disperate sul suo cuscino.

Sango la osservò, e decise che era meglio lasciarla in pace per un po’. Era nervosa, e avrebbe solo peggiorato la situazione, come aveva appena fatto.

Chiuse la porta della camera da letto, e si sedette su una poltrona della stanza. Perché si sentiva così? Eppure, quando aveva lasciato Miroku non aveva sentito il minimo rimorso, esattamente come gli altri colpi. Perché ora si sentiva stringere il cuore tanto da fargli male?

Forse quello che stava succedendo era una punizione per aver spezzato così tanti cuori.


Kagome sentì vibrare il fianco, e si alzò sobbalzando, con gli occhi umidi e gonfi. Si ricordò poco dopo che era il Vibracall del suo cellulare. Lo tirò fuori a fatica dalla tasca dei pantaloni che aveva messo tornata in albergo, e osservò il numero sul monitor.

Sconosciuto.

Rispose con la voce più calma che riuscisse a fare.

“Pronto?”.

“Ehilà”, disse una voce roca e ironica dall’altra parte. Kagome sentì lo stomaco chiudersi e la bocca secca.

C… ciao”, balbettò a voce bassa, per non farsi sentire da Sango. Strano, per la prima volta non sentiva il bisogno di piangere. Sentiva il bisogno di quella voce.

“Non so il perché prima sei fuggita, sappi che ho preso di nascosto il tuo numero dal cellulare di Koga”, disse Inuyasha. Anche lui stava bisbigliando.

Kagome tacque, non sapeva cosa dire, come esprimersi.

“Non sei scappata per colpa tua vero? C’è qualcuno che ti influenza. Senti, se è per Koga io…”, continuò lui.

“Non è lui”, disse la ragazza, in difficoltà. Si morse un labbro, e strinse con la mano libera il lenzuolo, talmente tanto che quasi lo tagliò con le unghie.

“Allora è tua sorella”. Non era una domanda.

Kagome deglutì, colpevole. Non riusciva a negarlo, non riusciva a mentirgli. Ma sapeva bene che stava tradendo Sango.

“Puoi uscire?”, chiese la voce, spezzando il silenzio. Lei non rispose.

“Sei ancora in linea?”, domandò quindi.

“Sì”, rispose lei semplicemente.

“Sì sei in linea o…”.

“Sì posso uscire”, lo interruppe, “ma… potrei metterci tempo”.

“Ti aspetto davanti ai grandi magazzini”, disse Inuyasha, più tranquillo, “a qualunque ora”.

Kagome arrossì, e attaccò. Perché lo strava facendo? Stava disubbidendo a sua sorella, a colei che si era presa cura di lei da quando era nata. I loro genitori erano morti in un incidente, e adesso… Insomma, era come se stesse disubbidendo a sua madre, solo che si sentiva terribilmente male e in colpa.

Il volto di Inuyasha le apparve davanti, mentre in testa rimbombava ancora quella frase:

“Non mento”.

Scattò in piedi e si diresse verso l’armadio.

Prese un paio di shorts di raso neri, ballerine, dello stesso colore e tessuto, e una maglietta azzurro ciano dalle spalle scoperte, percorsa da fine linee dorate orizzontali e che si legava dietro al collo con due nastri che partivano dal centro.

Prese al volo una tracolla rivestita di raso nero e ci infilò il tutto. Al decimo tentativo ci riuscì, e si affacciò dalla porta. Sango stava guardando la TV. Si morse un labbro, piena di rimorsi per quello che stava facendo, osservando nervosa un pacchetto di post-it sul tavolino. Prese una penna, buttò giù poche righe e, silenziosa, tenendo la borsa nascosta, uscì dalla stanza e si affiancò alla poltrona della sorella.

“Vado a cenare”, disse. Sango alzò lo sguardo, sobbalzando, e si limitò ad annuire. L’abbigliamento di Kagome non poteva farle sospettare nulla, e si girò subito verso la TV. Perfetto, così non c’era il rischio che vedesse la borsa.

La ragazza uscì sul pianerottolo e subito imboccò l’ascensore, che era al piano. Fece qualche respiro profondo, stringendo convulsamente la tracolla.

‘Perdonami, Sango’.


Inuyasha aspettava poggiato alla sua decappottabile rossa. Kagome non si vedeva, ma lui avrebbe aspettato. Quella ragazza era… speciale, lo sentiva. Sentiva che con lei non poteva comportarsi come con le altre, anche se sapeva bene che era alla ricerca di un pollo da spennare. Ma, pur di stare con lei, era pronto a farsi tirare il collo.

Una figura esile, che spiccava tra le altre, attirò la sua attenzione. Una ragazza stava attraversando la strada, verso lo spiazzo e, soprattutto, verso di lui.

Inuyasha”, mormorò Kagome vedendolo, e correndogli incontro. In realtà, non sapeva cosa dirgli. Arrivò davanti a lui, in difficoltà. Non riusciva a sorreggere il suo sguardo. Era incredibile come, fino un attimo prima, aveva sentito il bisogno di corrergli incontro.

Adesso, invece, voleva solo scappare.

Lui aprì la bocca per parlare e lei, sobbalzando, si voltò per realizzare il suo pensiero.

“Aspetta!”, si affrettò a dire lui, prendendola per un braccio.

Kagome si voltò, in parte indignata per quel gesto che le impediva di fare come voleva, in parte sollevata che qualcuno stesse decidendo per lei.

“Voglio parlarti, questa situazione è insostenibile”, disse lui con voce roca e suadente, osservandola. Eh no, era svalido così, come poteva opporsi a quella voce e a quegli occhi? Deglutì, osservandolo, senza riuscire a staccare i suoi occhi da quelli di lui. Inuyasha sorrise, sghembo, soddisfatto per aver raggiunto il suo scopo.

Bellissimo. Kagome quasi si sentiva girare la testa davanti tutta quella perfezione.

“Hai cenato?”, domandò allora lui, premuroso.

“No”, riuscì a dire la ragazza, incredibilmente senza balbettare e senza piangere; un record.

Entrarono nel centro commerciale, e lui la portò ad un ristorante italiano.

Anche se inizialmente le era difficile parlare, con il passare del tempo riuscì ad aprirsi. Con lui si sentiva a suo agio, sembrava fare di tutto per rendere perfetto ogni istante. In poco l’ansia, le preoccupazioni, tutto volò via, lasciando posto solo al tempo da passare insieme.

“Guarda, un negozio di peluche!”, disse allegra Kagome, osservando il Toystore.

“Ancora a pensare ai peluche?”, domandò Inuyasha ridendo.

“Certo, il bambino dentro di noi va coltivato!”, rispose lei con una faccia tutta seria, prima di scoppiare a ridere a sua volta. Gli prese la mano, senza pensarci troppo, e se lo tirò dietro.

Si rese conto del gesto che aveva appena fatto solo nel momento in cui sentì il calore della sua mano. A quel punto arrossì, e con la prima scusa possibile lo lasciò, per correre ad ammirare un peluche di un drago a grandezza naturale.

“Ti piace?”, domandò lui, osservando il dragone sorridente, con la lingua rossa biforcuta che pendeva simpaticamente.

“Sicuro, da piccola sognavo di diventare un cavaliere per volare sui draghi!”, disse Kagome allegra, già libera dai pensieri di prima.

“Allora salici sopra, che aspetti? Un drago capita una volta sola nella vita!”, propose Inuyasha ridacchiando.

“Che? Ma che dici! Se ci vede qualcuno…”.

“Ahi ahi, non sono frasi da te!”, la interruppe lui subito con il suo sorriso sghembo, “Non dicevi che bisognava coltivare il bambino che è dentro di noi?”.

“È una sfida?”, chiese la ragazza con fare intraprendente.

“Perché no?”. Kagome si guardò attorno, e prese il morbido pelo del drago all’altezza del collo, per tirarsi su. Non era poi così semplice, date le dimensioni del peluche, per cui Inuyasha la aiutò.

“Oh, com’è morbido!”, sospirò lei abbracciandogli il collo e stendendovi la schiena sopra.

“Ehi ragazzina, che stai facendo?”. Kagome sobbalzò, alzandosi di scatto. La sorveglianza l’aveva vista, e stava correndo verso di lei.

Ops”, disse sbiancando. Poi si sentì tirare su da due forti braccia, e alzò lo sguardo verso Inuyasha. Quando era salito in piedi sul drago? E alle sue spalle, oltretutto…

“Che proponi? Fuga?”, domandò divertito.

Ehmbè!”, rispose lei acida, già nervosa. Come faceva ad essere così tranquillo?

Rapido, talmente tanto che non lo vide, la prese in braccio, e spiccò un balzo verso l’uscita. Kagome urlò, stringendogli le braccia al collo, e lo stesso fecero gli uomini della sorveglianza, ma l’hanyou e la ragazza erano già spariti.


“Tutto ok?”, domandò Inuyasha, ancora tenendo in braccio Kagome. Lei era pallida.

“Mi serve una panchina”, riuscì a dire. Lui rise, avvicinandosi ad una panchina dello spiazzo. Kagome non si era neppure accorta che erano usciti dai grandi magazzini.

Si sedette, sempre tenendola in braccio.

Kagome sapeva cosa doveva fare: doveva spostarsi e sedersi per conto suo.

‘Hai pensato bene, cosa devi, non cosa vuoi’, disse una vocina nella testa di Kagome. La verità era che il calore di Inuyasha era così accogliente, e il suo respiro regolare sembrava cullarla. Prima, quando gli aveva lasciato la mano, l’aveva sentita bruciare per l’assenza di quel contatto.

“Ehi, ti va di venire da me?”, chiese il ragazzo di punto in bianco. Kagome sobbalzò. Non aveva la forza di dirgli di no, ma sapeva cosa sarebbe successo. Quella parola, quella piccola sillaba, le uscì spontanea:

“Sì”.


Sango controllò l’ora. Va bene che Kagome voleva rimanere sola, ma adesso cominciava ad esagerare! Si alzò per andare a cambiarsi in camera. La sarebbe andata a prendere, era l’unica. Entrata nella stanza, trovò la lampada sul tavolo accesa.

Kagome, possibile che lasci sempre tutte le luci accese?”, brontolò prendendo il pulsante per spegnerla. In quel momento un foglietto giallo attirò la sua attenzione.

La grafia, sciolta ed elegante, era chiaramente di Kagome.

Sango,

so che ti arrabbierai per questo.

Sono uscita di nascosto con Inuyasha,

se leggerai questo biglietto vuol dire che ti stai preoccupando,

e non voglio sentirmi più in colpa di quanto già non sia.

Siamo ai Grandi Magazzini.

Perdonami

Kagome

Sango aprì e richiuse la bocca, incredula. Come… come diavolo…

Un urlo riecheggiò per tutto l’albergo:

“CHE COSA?!”


Kagome entrò nell’appartamento. Da quel che sapeva Inuyasha aveva più di una casa.

“Volevo parlarti, ma alla fine…”, il ragazzo lasciò la frase in sospeso, teatralmente. Kagome deglutì.

“Come ti chiami?”, domandò, sedendosi sul divano e facendogli cenno di fare altrettanto.

Lei boccheggiò, confusa sul da farsi. Poi, per sua sfortuna, si ritrovò incatenata ai suoi occhi dorati.

Kagome”, disse senza riuscire a mentire, e sedendosi accanto a lui. Ormai si era arresa, no? Che senso aveva fare resistenza?

“Vuoi fregare Koga”. Questa non era una domanda. Era una conclusione. Kagome si limitò a sprofondare nello schienale del divano.

“Perché?”, chiese lui. Era tornata silenziosa, come nel momento in cui l’aveva rincontrata. “Non glielo dirò”.

“Non è per questo”, cercò di giustificarsi lei, “è per mia sorella”.

“Sei succube di tua sorella?”, chiese incredulo. Lei lo fulminò.

“Non sai niente di quello che ha passato! Io ho promesso…”, si interruppe, osservandolo. Non aveva senso quello che stava dicendo, la promessa la stava già rompendo in quel momento.

“Tua sorella dovrebbe rompere la promessa vedendo che stai male”, disse lui, serio. Terribilmente serio.

“Chi ti dice che sto male?”, chiese Kagome sulla difensiva.

“Tutto di te lo dice. Come ti comporti, come ti sforzi di piacere a Koga… se davvero fosse il tuo proposito, non staresti così male. Oggi ho potuto appurarlo”.

“Che intendi?”, domandò lei. Li sorrise.

“Oggi sembravi libera, Kagome. E sono stato… felice di vederti così. Non riesco a vederti così sofferente e così… vicino a Koga”. Era in difficoltà. Era la prima volta che Kagome lo vedeva così.

“Sei geloso?”, domandò maliziosa, per spezzare la tensione. Ci riuscì, perché lui la guardò, altrettanto malizioso.

“Oh sì, non lo sopporto quando ti abbraccia”, disse passandole un braccio sulle spalle, “e quando ti si avvicina”. Kagome sorrise, vedendolo avvicinarsi. Gli mise una mano sul petto, per tenerlo a una certa distanza, e lui si fermò.

“E che mi dici di quando mi bacia?”, domandò impertinente. Lui si rabbuiò.

“L’ha fatto?”, chiese con il tono di voce di un bambino quando scopre che qualcuno ha toccato il suo tesoro. Kagome rise, nuovamente distante dal suo mondo buio.

“Ma no, stupidone!”.

“Bene, volevo restasse un mio privilegio”, disse lui sorridendo, e chiudendo rapido la distanza tra loro. Kagome non lo impedì, desiderava quel bacio tanto quanto lui.

Ma stavolta fu più dolce. Dischiuse con delicatezza le labbra di lei, stimolandole con il movimento delle sue, e assaporò il suo sapore unico, prima di approfondire il bacio. Kagome gemette, allacciandogli le braccia al collo, desiderosa di lui, arcuò la schiena, aderendo al petto marmoreo del ragazzo, mentre lui le carezzava i capelli.

Il suo respiro si fece affannoso, e lui la lasciò, accorgendosene.

Kagome rimase sorpresa. Era convintissima che non si sarebbe fermato. Inoltre, senza nemmeno accorgersene, Inuyasha l’aveva distesa sul divano. Ora sapeva chiaramente che non sarebbe stata capace di opporsi, perdeva completamente il controllo di sé.

Lui si stese accanto a lei, posando il mento sulla sua clavicola e abbracciandola da dietro. E rimase così, senza farle nulla.

Kagome, confusa, rimase sola nel silenzio con i suoi pensieri.

Inuyasha non era come gli altri.

Inuyasha non era come Naraku. L’aveva appena dimostrato, a lui non importava il suo corpo, a lui importava lei. Il resto era solo una parte di Kagome, una parte che non aveva lo stesso peso né la stessa importanza.

Senza rendersene conto cominciò a piangere, si voltò verso Inuyasha e si ruppe in singhiozzi sul suo petto. E lui, silenzioso, la strinse a sé, lasciandola sfogare.


Sango corse sulla piazza dei Grandi Magazzini, affannata. Ci aveva messo ore a trovare posto con la macchina, e adesso doveva pure cercare la sorella prima che quell’hanyou se la intendesse con lei.

Sbuffò, rabbiosa e disperata. Si scontrò contro un uomo, me nemmeno ci fece caso, continuando dritta per la sua strada.

Haruna?”, domandò una voce familiare. Lei era talmente sconvolta che commise l’errore di non riconoscerla, e si voltò per vedere a chi appartenesse.

Sbiancò.

Haruna, sei tu! Allora non erano allucinazioni quelle degli ultimi giorni!”, quasi urlò Miroku, incredulo. Lei boccheggiò, decisa a fuggire, quando lui mise una mano nella giacca, con fare minaccioso.

“Adesso non mi sfuggi più”, disse cupo.

“No, aspetta! Possiamo parlarne!”, strillò lei, osservandolo terrorizzata. Oddio, voleva ammazzarla?

“Non urlare e stai zitta! E da quando mi hai lasciato che aspetto questo momento, e mi porto dietro questo peso”, disse lui, quasi in un ringhiò. Sango era sempre più pallida, sentiva che da un momento all’altro sarebbe svenuta.

Lui fece qualche altro passo nella sua direzione, dopodiché, si inginocchiò.

‘Rende la mira della pistola più stabile, me lo sento!’, pensò la donna nel panico.

Ma l’uomo…

…tirò fuori una scatoletta avvolta nel raso nero, e aprendola di scatto, assunse un’espressione implorante.

Haruna, ti prego, risposami!”.







Allora, ci ho messo di più perché questo cap è lungo, e i miei mi sfrattavano dal pc ogni cinque minuti (sono testimone ù.ù ndRoro) e oltretutto non avevo molto tempo per starci, dato che bro sta preparando un esame universitario ^^’

Allora, che mi diti di questo cap? Vi piace? Sango e Miroku sono di nuovo sul ciglio di una decisione importante, mentre Kagome comincia a mettere un po’ di ordine nei suoi pensieri. Inuyasha… credo mi sia venuto figo, non come quello di Roro, ovvio, ma sufficientemente ù.ù *Roro minaccia con una motosega*

Eh, che stavo dicendo? >.>’’ Ah sì, il pezzo del Toystore mi è venuto così, dal nulla XD E poi, io adoro i peluche ù.ù

Passiamo alle risposte!

Ringraziamenti:

-Emiko92: Cap lungo, non trovi ^^ Qui si capiscono molte cose, ma che mi dici della fine? Tu che tanto adori Miroku e Sango… eh? *fa gomito gomito* Anche per Kagome e Inuyasha le cose vanno avanti, ho adorato il pezzo dei peluche! XD

-Mikamey: Ho aggiornato con un giorno di ritardo, ma il perché lo hai già letto >.> Inu è venuto bene anche a me, che dici? *roro minaccia, Aryuna ignora* Miroku che sembra abbia una pistola, questo l’ho ripreso dal film, ma ci stava benissimo in quel momento! Fammi sapere che ne pensi ^^

-Bchan: Che carina che sei, ti adoro *.* Allora, per la storia dei mariti di Kagome… ecco… diciamo che anche lei si è spostata ogni tanto ù.ù Ok, diciamo che è stata una nostra piccola gaffe XD E non ti so dire com’è, in fondo, cioè se lei si p sposata o meno, direi che rimarrà un mistero per tutta la storia >.> Sposata o non sposata? *spella una margherita*

-Maryku: Visto che il “non mento” di Roro ha avuto molto successo lo inserito anche qui, almeno una volta! Mi spiace non potrai leggere, ma per noi è sempre un piacere vedere che la gente si aggiunge a leggere le nostre storie ^^ Per quanto riguarda Koga… uhm… non ci abbiamo pensato >.>’’

-Meg___X3: Meg! Oddio, tra un po’ parti, non riesco a sopportarlo ç.ç Come farò senza la tua ficci! E pensare che avevo appena recuperato gli arretrati, buuuu! Cmq, io voto per il rosso! (pervertita! Maniaca! O.O ndRoro), lo so, lo so, sono molto maniaca ù.ù

-Kaggi_Inu91: è vero, risolverebbero tutto portandoli in california, ma sarebbe comunque scappare! Kagome, come hai visto, si è stufata, chissà come agirà Sango adesso… ehhh, mistero ^^ W la suspence! XD

-Jessy101: Oh, una fan di inu e kaggy, quindi presumo questo cap ti sia piaciuto ^^ Gli ho dato la precedenza, stavolta, rispetto Sango e Miroku ^^ Roro, sarai obbligata a scrivere una bella scena con loro due ora, muhahahah! XD


E adesso la parola alla mia cuginetta, vai Roro-chan!!!

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Capitolo 6
*** Una fine ed un inizio ***


aryuna, capitolo 5

HeartBreakers

Vizio di famiglia








Capitolo 5 – Una fine ed un inizio










Sango continuò a fissare Miroku con un'espressione scioccata.
"Risposarti?" domandò, boccheggiando. Buona parte dei consumatori presenti nei Grandi Magazzini si era voltata verso di lei, e la fissava ansiosa - "Su, signorina, gli dica di si!" "Non ceda!" "Ragazzo, sei il nostro eroe!".
Arrossì, sfregandosi le mani - Miroku non si muoveva, attendendo silente. Tra le mani del ragazzo, scintillante, un piccolo anello d'oro bianco, sormontato da un diamante...
Risposarlo... risposare Miroku. Chiuse gli occhi, valutando i pro e i contro di una decisione avventata... Miroku, innegabilmente, esercitava un fortissimo fascino su di lei - un fascino terribile, di cui la bella moretta neppure si capacitava - e, come aveva più volte intuito, le piaceva.
Ma risposarlo avrebbe cambiato la carte in tavola - non avrebbe più potuto partire per la California, almeno non solo con Kagome. Avrebbe dovuto portare anche Miroku, e Kagome si sarebbe lamentata, l'avrebbe criticata ricordandole che non le aveva permesso di stare con Inu-Yasha...
Sospirò: avrebbe sempre potuto... provarci.
Prese un profondo respiro, riaprendo gli occhi - le pozze celesti degli occhi di Miroku continuavano a fissarla.
"Miroku, io"
"Ecco dov'eri!"
Sango si voltò, seguita da Miroku - una mocciosa dai capelli rossi e gli occhi viola - youkai di sicuro - si buttò tra le braccia di Miroku.
"Mi avevi fatta preoccupare, Mirokucciolo! Mi avevi detto di ritrovarci qui..." lo strinse, mentre Miroku manteneva con tutte le sue forze la piccola scatoletta in raso nero e tentava di non cadere.
Sango strinse i pugni, trattenendo a stento le lacrime, e si voltò. "Miroku, oggi abbiamo chiuso tutto, tra noi. Non ho più intenzione di rivederti! Spero che questa qui sarà una compagnia sufficiente!"
I clienti iniziarono ad applaudire, a farle cenni di apprezzamento - gli uomini tentavano di darle il loro numero di telefono, le donne urlavano contro Miroku, dandogli del traditore.
"Ha-Haruna!" urlò il ragazzo con un filo di voce, mentre la mora scompariva in un negozio.
...
Sango si poggiò alla parete, asciugandosi con furia gli occhi. L'aveva presa in giro, nulla di più. Non doveva importarle, lui si stava rifacendo una vita con quella rossa, e lei doveva ritrovare Kagome - presa dai suoi pensieri, iniziò a girovagare per il ToyStore... passando accanto ad un drago gigante, su cui mancava una piccola zona di pelo, come se qualcuno l'avesse tirata via nel tentativo di cavalcarlo...
...
Kagome aprì un occhio, scoprendo di essere abbracciata ad Inu-Yasha - si era addormentata così, tra le sue braccia.
Sorrise, affidando meglio il suo capo al petto del giovane, che si muoveva ritmicamente. Ogni tanto, l'hanyou biascicava qualcosa - più di una volta, il nome Kagome comparve sulle sue labbra.
La ragazza sospirò, mentre sentiva Inu-Yasha stringerla di più "Sei sveglio?" balbettò.
"Si..." la voce di Inu-Yasha appena sveglio era anche più roca e sensuale delle altre volte - Kagome arrossì di botto.
"Ti preparo la colazione?"
Lui scosse il capo, tirandosi a sedere e posandosela sulle gambe "Non c'è bisogno. Non è di cibo che sono affamato..." mormorò, baciandola - la bocca dura, prepotente del giovane si posò sulle morbide labbra della ragazza.
Kagome sospirò nella bocca del ragazzo, mentre schiudeva le labbra, dandogli il permesso di far accedere la sua lingua nella bocca di lei...
Iniziarono una divertita lotta, mentre le lingue si incontravano e dividevano...
Inu-Yasha le carezzo la guancia con una mano, mentre con l'altra si appoggiava al divano, sforzandosi di non cadere... il bacio durò ancora un po', poi Kagome sorrise sulle labbra dell'hanyou "Scusa se ieri sera ti ho annoiato con i miei problemi."
"Non mi hai annoiato, io voglio sapere tutto di te. E del perchè ti comporti come se tua sorella fosse tua mamma - Kagome, dovresti avere più spirito d'iniziativa, e non farti soggiogare da ogni suo volere."
La ragazza annuì, stringendo forte la camicia del ragazzo "Sango non ha avuto una vita facile. Il... ehm... il suo ragazzo la mise incinta, e scappò, lasciandola sola. Anche i nostri amici le voltarono le spalle, e così i nostri parenti. Le rimasi solo io... Sango decise di abortire, ma il danno era fatto. Hanno iniziato a vederla come una facile. Sango, però, non ha mai accettato questo, e ha iniziato a provare un odio profondo per gli uomini, ritenendoli tutti alla stregua di quel bastardo. Così, ha messo su questa farsa: ci sposiamo - di solito è sempre lei, ma delle volte anch'io ho avuto un marito -, e poi facciamo in modo che il nostro neo-marito ci tradisca, senza aver... err... consumato. A quel punto, ci facciamo dare un risarcimento. Stiamo risparmiando per raggiungere la California, e vogliamo guadagnare abbastanza per non avere bisogno di nessuno."
Inu-Yasha annuì, posandole una mano sul capo "Hai intenzione di sfruttare anche me?" domandò con un sorriso.
Lei arrossì "Stupido! Non ne ho alcuna intenzione! Quanto sei scemo!"
L'hanyou la fece stendere sul divano nero, mentre le faceva il solletico.
"Smettila!"
"No che non la smetto!" disse il giovane ridendo, schiacciandola sotto il suo peso.
Risero per un bel po', poi si arrestarono, con il fiatone, i volti vicini...
Inu-Yasha abbassò il capo, baciandola - la trovava anche più bella, con le gote rosse e i capelli in disordine.
Una musica bassa, da discoteca, inondò la stanza.
"Diavolo... è il mio cellulare." ringhiò Inu-Yasha, staccandosi un po', per nulla intenzionato a rispondere.
"Non... non rispondi?" mormorò la ragazza, riprendendo fiato.
"Dovrei?"
Kagome si tirò a sedere, rimettendosi a posto la gonna e la maglietta. "Penso di si. O continuerà a scocciare ancora a lungo."
Inu-Yasha grugnì, prendendo il telefono.
La ragazza, seduta sul divano, si guardò un poco intorno - le pareti erano bianche. C'era un'ampia vetrata, che inondava la stanza di luce, e una bella scrivania in legno, su cui era situato un computer di ultima generazione e una pila di libri - Mmm... si da alla lettura, probabilmente - e qualche quaderno.
Un paio di sedie qua e là e, davanti al divano, un televisore al plasma.
Appartamento da ricchi, non potè non pensare Kagome, sbuffando.
Sentì la voce di Inu-Yasha urlare sempre più forte - più che urlare, ringhiare - e rabbrividì, non appena intuì che, dall'altro capo della cornetta, c'era Koga.
"No, non mi importa! Koga, non sono cavoli tuoi... NO! Stupido lupaccio, lasciala in pace! E' mia, e ti rode. Smettila!"
La conversazione mantenne questi toni ancora a lungo, finchè l'hanyou, scocciato, non chiuse l'apparecchio.
"Perdonami, a causa mia stai litigando con il tuo migliore amico... io..."
Inu-Yasha la strinse contro di sè "Se tu sei il premio, litigherei con il mondo..."
Le sollevò il capo, pronto a baciarla ma...
"KAGOME HIGURASHI! SO CHE SEI LI' DENTRO! ESCI SUBITO!"
Sango!




Hola a tutti!
Ci abbiamo messo un po' (Aryuna non si connetteva più, e da sola non potevo aggiornare), ma ecco il nuovo capitolo di HeartBreakers. ^^
Come vedete, le cose si stanno complicando un pochino... Sango non vuole più vedere Miroku (Miroku, sei un mostro! ndSango)... tra Kagome e Inu-Yasha la situazione sempre più semplice, ma non è così.
L'urlo finale: Sango è arrivata. Ed è molto, molto irritata.
Allora, ringrazio:
maryku Mi fa piacere che tu sia riuscita a leggere lo scorso capitolo... ma temo che tu non ce l'abbia fatta per il mio XD. Mi fa enormemente piacere che trovi la storia sempre più coinvolgente, ci stiamo impegnando, e siamo liete che ti piaccia! ^^ Un bacione, spero che, quando leggerai il capitolo, ti piacerà! Ciau!!!
Giulia Sango ha sofferto, ma Kagome è troppo innamorata. Non poteva in alcun modo lasciare Inu-Yasha (e chi potrebbe? *ç*). Kagome odia fregare i ragazzi, lo faceva solo per Sango, quindi è tornata volentieri sui suoi passi, per stare con Inu! ^^ Spero che il capitolo ti sia piaciuto, ho cercato di fare del mio meglio ^^. Un bacione enorme!!!
mikamey Si, la scena col drago era così dolce... *_* Quando l'ho letta, mi stavo letteralmente sciogliendo, Aryuna è un tesoro! ^^  Spero che anche in questo capitolo siano parsi almeno un po' teneri... non è il mio forte, renderli troppo dolci ^^. La scena di Sango e Miroku, Ary me l'ha descritta brevemente, ed ho optato per questa situazione: non era adatta a  Sango e Miroku. Mi piaceva di più così... tanto, avranno tempo per rifarsi! Spero che il capitolo ti sia piaciuto! Bacioni!
Bchan Eheh... come vedi, Sango, sul punto di accettare, si è tirata indietro per uno spiacevole dettaglio (Sango e roro fulminano con lo sguardo Miroku). Poi... Inu-Yasha e Kagome sono molto dolci, è vero. Ma farli concludere così ci sembrava troppo... rapido. E così, questo è lo sviluppo! ^^ Spero che ti sia piaciuto. Un bacione!
Meg Meg... ç_ç Sono ancora in depressione per il fatto che sei partita! Va beh, passiamo alla risposta al commento, è meglio. Sango ha molto sofferto, hai ragione. Ci è stata male, e ha visto in Kagome il suo unico appiglio. Si è totalmente appoggiata a lei... Come vedi, Inu-Yasha non ha alcuna intenzione di lasciarsi sfuggire Kagome, e neppure lei ha voglia di abbandonarlo! Ma chissà, chissà... XD La scena di Miroku che si inginocchia è bellissima! Se non erro, Aryuna ha detto che, dopo quella scena, Sango e Miroku (cioè... quelli che Sango e Miroku interpretano), nel film, si risposano. Ma a me sembrava troppo semplicistico... ho preferito complicare un po' le cose! XD Spero che questo capitolo (ovviamente, quando lo leggerai) ti piacerà ^^. Un bacione!
jessy101 Ciao Jessy! Si, Sango appare un po' come la mamma di Kagome, ma la spiegazione è comparsa in questo capitolo, no? Sango vorrebbe difenderla così tanto, che finisce per apparire cattiva. Il povero Miroku... si, in effetti sempre un poveretto... Ma ha comunque combinato i suoi guai! (roro lancia un'occhiata furiosa a Miroku, che rabbrividisce). Spero che Inu-Yasha e Kagome, in questo capitolo, ti siano piaciuti ^^. Un bacione!

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Capitolo 7
*** Non posso avere tutti e due? ***


HeartBreakers

Vizio di famiglia








 

Capitolo 6 – Non posso avere tutti e due?




 

 

 

Kagome sobbalzò, stringendo istintivamente Inuyasha a sé. Non voleva affrontare l’ira di Sango, ma neppure fuggire all’infinito.

“Andrà tutto bene, vedrai”, le sussurrò all’orecchio l’hanyou, ma la ragazza poté percepire anche in lui poca convinzione. Forse anche lui aveva paura di Sango? No, non aveva mai conosciuto la vera Sango. Sango era molto, molto peggio di quanto sembrasse all’apparenza.

“KAGOME, SCEGLI! SE NON APRI TU, SFONDO LA PORTA!”.

“Non lo farà”, mormorò Inuyasha, convinto.

“Oh, sì che lo farà”, rispose Kagome terrorizzata, scattando in piedi. Sango era talmente sconvolta che si era scordata di chiamarla Rei. Era davvero nei guai. Inuyasha, con un movimento veloce, la precedette alla porta, forse per cercare di far sbollire la sorella prima di arrivare a lei. Falsa speranza.

Sentì la serratura scattare, un cigolio veloce e…

“AHI, ma sei impazzita?”, urlò Inuyasha, coprendo quasi del tutto con la sua voce il rumorosissimo schiaffo che Sango gli aveva appena dato.

“Zitto!”, ordinò Sango gelida, e Inuyasha ammutolì. Kagome si pentì di non aver fatto sfondare la porta a Sango; magari si sarebbe rotta qualcosa nell’operazione e non avrebbe più pensato al disastro combinato da lei. Stava di nuovo sperando: Sango non si era mai fatta un graffio in tutta sua vita.

Una serie di rapidi passi la riscosse, e si pentì – di nuovo – di non essersi nascosta da qualche parte. Sango entrò nel salone come una furia, fissandola come il bersaglio di una fucilazione. Meno male che nella casa non c’erano armi… o forse sì? Quanto erano appuntiti i coltelli della cucina?

Sango, ti posso spieg…”.

“Zitta!”, la interruppe, esattamente come aveva fatto prima con Inuyasha. Kagome deglutì, in evidente difficoltà. Inuyasha raggiunse le due massaggiandosi la guancia, rossa e gonfia, e restando in silenzio.

“Sei felice adesso? Non mi hai dato retta, no! Dovevi farti scopare prima!”, strillò Sango, acchiappandola per la maglietta. Kagome boccheggiò, incredula di quello che la sorella le stava dicendo. Credeva davvero… Si rabbuiò, per la poca fiducia che Sango aveva in lei.

“Non l’ho toccata”, disse la voce roca di Inuyasha, serio e immobile alla porta.

“Sì, come no”, rispose Sango inviperita, “nessuno al mondo non si farebbe mia sorella”.

“Questo è vero”, ammise Inuyasha, prendendo entrambe alla sprovvista, “ma che uomo sarei se mi fossi approfittato di lei? Si vede lontano un miglio che Kagome ha paura degli uomini”. Sango boccheggiò, incredula. Quel ragazzo… Come si permetteva di prenderla in giro?

Sango, è la verità”, mormorò Kagome, cercando di far lasciare alla sorella la presa della maglietta, senza successo.

“Ma per piacere!”, sbottò nuovamente, stavolta decisa a tirarsi dietro Kagome. Inuyasha si parò tra di loro.

“Così la renderai infelice”, sibilò, assottigliando gli occhi nel guardarla. Sango sbuffò.

“Che ne sai, tu, della felicità di noi donne?”.

“Di voi donne ben poco, ma Kagome… credi che possa essere felice di come vive? Sei tu a decidere tutto per lei”, ringhiò Inuyasha, prendendole il braccio e obbligandola a lasciare la maglietta della minore. Sango rimase sorpresa da quel gesto, quanto colpita da quelle parole. Colpita nell’orgoglio.

“Come ti permetti”, sbraitò, “di dire a me cosa è bene per mia sorella quando le hai appena portato via…”.

“Non. L’ho. Toccata”, scandì Inuyasha urlando, “E se non mi credi portala in ospedale a visitare! Non solo ti diranno che non ha avuto rapporti oggi, ma mai!”.

Kagome non sapeva che fare. Era totalmente passiva agli avvenimenti, le scorrevano davanti agli occhi senza darle il tempo di reagire. Le due persone che più… amava – credeva di poterlo dire apertamente ormai – stavano combattendo tra di loro per lei, e ognuno era convinto di battersi per il suo bene.

Lei voleva solo che smettessero di litigare. Voleva solo che sua sorella avesse più fiducia in lei. Voleva poter vedere Inuyasha quando voleva, senza dover scappare di nascosto.

Non voleva andare in California.

“Basta adesso!”, urlò Sango, prendendola per il braccio, “Kagome, andiamo”. La ragazza si ritrasse dalla presa, stupendo anche sé stessa. Sango la fissò, incredula. Delusa.

Sango, io…”, cercò di scusarsi Kagome, senza capire cosa le fosse preso. L’espressione affranta della sorella la colpì, le fece venire da piangere.

Capisco… sono io la cattiva della situazione”, mormorò, lasciando ricadere il braccio teso lungo il fianco, gli occhi nocciola spenti. Sconfitta.

“No, non è così, non l’ho fatto apposta! Io…”, disse Kagome, prendendo una mano della sorella tra le sue, “… io…”.

“Se è come dici, allora scegli”, disse Sango con tono distaccato, osservandola seria, “o resti qui, o vieni con me”.

Kagome sobbalzò, e Inuyasha fulminò Sango per quella mossa sleale. Cosa doveva scegliere la minore? Se avesse scelto il ragazzo, la sorella non le avrebbe più rivolto la parola. Viceversa, non lo avrebbe più potuto vedere.

Perché non poteva scegliere entrambi? Perché dovevano essere così… divisi. Troppo divisi, due mondi separati.

Inuyasha la guardò, accennando con un movimento alla sorella. Kagome, fingendo di non aver visto, si rivolse a Sango.

“Andiamo a casa”, mormorò, precedendola alla porta. La maggiore, soddisfatta, la seguì ignorando Inuyasha. Ma lui, tutt’altro che contento della situazione che Sango aveva causato, la fermò per il braccio.

“Sappi che non rinuncerò a Kagome”, sibilò, con voce roca e dura. Il sorriso vittorioso di Sango si spense. A quanto pare, non aveva ancora vinto.


 

Kagome montò in macchina, silenziosa, e Sango fece altrettanto.

Normalmente avrebbe dovuto sgridare Kagome, ma non se la sentiva. Non le piaceva come si stava comportando, non sembrava più lei. Dove erano finite le due sorelle complici, le Higurashi, sempre d’accordo su tutto e con una sintonia perfetta? Allora era proprio vero che gli uomini erano una piaga.

Ma non era Kagome ad essere cambiata, e Sango lo sapeva fin troppo bene. Era lei che era diventata fredda nei suoi confronti, decisa solo a raggiungere il suo obbiettivo. E a proteggerla, certo. Ma, in quel momento, l’espressione vuota di Kagome sembrava dimostrare il contrario. Sembrava accusarla urlargli contro ‘mi stai ferendo’.

Sospirò  facendo per un attimo voltare impercettibilmente la sorella. Doveva parlare con Inuyasha, non aveva altra scelta. Doveva parlarci e sperare bene.

“SANGO!”, urlò di colpo Kagome, e la sorella, istintivamente, premette il pedale del freno. I fari illuminarono in pieno volto un ragazzo con occhi blu e codino, e Sango si sentì male. No, non di nuovo!

Il ragazzo cadde a terra, spaventato, e, pur di malavoglia, Sango scese dalla macchina.

“Tutto ok?”, domandò, sicura di non averlo preso per un soffio. Tirò un respiro di sollievo quando si accorse che non era Miroku. Era decisamente più giovane, i capelli più spettinati e più lunghi.

“Pazza! Ci sono le strisce pedonali, il tuo semaforo è rosso!”, sbraitò il ragazzo, decisamente rozzo.

“Lo so, scusami davvero”, ammise Sango, conscia di avere tutta la colpa, “sicuro di stare bene? Ti accompagno in ospedale se vuoi”.

“Stammi alla larga”, rispose quello, alzandosi in piedi e lasciandola immobile a fissarlo. Rozzo e maleducato. Sango gonfiò le guance, scocciata, e tornò nell’abitacolo. Kagome era ancorata al sedile, terrorizzata, ma fin troppo silenziosa. Sembrava quasi che… , che qualcuno avesse occupato il sedile posteriore e la stesse minacciando con una pistola, o simili.

Sango sbirciò, giusto per sicurezza. Niente pistole, ma incrociò un sguardo cobalto e profondo.

“Ehilà, Haruna!”, salutò Miroku, mentre sulle labbra di una complice Kagome – la quale lo aveva fatto salire sui sedili posteriori senza proteste – compariva un debole sorriso.

Sango urlò.







 

 

 

 

 

Coff coff, non mi falciate >.> Ho scritto il cap in fretta e furia, presa da un momento di ispirazione! ù.ù Due aggiornamenti in un giorno, il mio record! Speriamo solo che non cali improvvisamente >.>’

Allora riguardo al capitolo *letto dalla mia Roro-chan in anteprima, ovviamente* Le cose si complicano, chissà che faranno le nostre protagoniste, e i nostri ragazzi ^^ Miroku continua ad assillare Sango *lo so, è irreale incrociarlo sempre ovunque, ma è una ficci no? XD Fatemi sbizzarrire! XD*, con la complicità di Kagome, che vedendolo bussare al finestrino, dopo aver visto Sango in strada, lo ha fatto entrare senza problemi!

E adesso, conoscendo le fisse mie e di Roro, un indovinello! Chi è il ragazzo che Sango ha quasi investito?

E adesso, Roro-chan, lascio a te ^^

Aryuna

Ringraziamenti:

-Emiko92: , per l’aggiornamento presto… come dire…. Ehm >.>’ *sguardi assassini circondano Aryuna* Cmq, sono felice ti sia piaciuta la scena al ToyStore! ^^ La frase di Roro… , sappiamo quanto sia brava con le frasi ad effetto ^^ *ricordiamoci il ‘Non mento’ che ha avuto un grande successo!* … Vedi, mi da ragione, non dice nulla ù.ù (ma se mi hai imbavagliata! O.O ndRoro) Oh, davvero l’ho fatto >.> Non l’avevo notato, no no ù.ù

-Mikamey: Sango e Miroku, che piaga ù.ù (ehi! è.é ndI diretti interessati) Le donne di Miroku sono un mistero anche per noi scrittrici, ogni tanto ne salta fuori una e la inseriamo per l’occasione ù.ù Staranno insieme? Sì? No? Rimarrà un mistero che solo Miroku potrà svelare ù.ù XD A parte tutto, non stanno assieme, è una delle tante rimorchiate dal nostro libertino ^^ Ripeto: le frasi ad effetto di Ro-chan sono Wonderfull! E l’urlo di Sango alla fine rientra tra queste ^^ Che dici di questo capitolo? Spero ti sia piaciuto, Miroku ricomincia a muoversi *non smette mai, in realtà >.>* Un bacio! ^^

-Bchan: Kagome ha la bocca un po’ larga, dato che per tanti anni si è tenuto tutto dentro. In effetti la capisco, anche io spiattello tutto o quasi quando sto con qualcuno con cui mi sento a mio agio >.> Questione di carattere, credo, poi non so, anche questo è un mistero ù.ù (e basta! è.é ndKagome e Miroku) E bello leggere le opinioni diverse, anche qualche piccola critica o pensiero, sono sempre bene accette ^^ Aiutano a migliorare, in fondo ^^ (perché in fondo? O.o ndRoro)(perché sono orgogliosa in realtà >.> ndMe) , l’orgoglio non è sempre un difetto, se non ti impunti, no? Un bacione, continua a seguirci! ^^

-Maryku: eheh, il mio drago è imbattibile! XD *me vanto mode on – termine coniato da Meg >.>* La ragazza è stata odiata parecchio, non a torto purtroppo, considerato che poi, come hai giustamente detto, Sango si sarebbe sfogata sui nostri poveri Inu e Kag XD Bella sfuriata, non trovi? Un bacione anche a te, mi piace il fatto che indovini sempre il seguito! XD *non solo in questa, ma anche in altre storie!* Bye! ^^

-Meg___X3: Ehm… sìììì, ho aggiornato presto… certo… infatti… >.>’’’ Coff coff >.>’’ Su, che so che mi perdoni, vero Meg? ^^’ Vero? *silenzio* Noooo!!! ç.ç (ti perdono, ok, d’accordo! O.O ndMeg) Glassie ç.ç Tu sì che lo ricordi bene il film, io un po’ l’ho scordato XD *e meno male che sono l’unica delle due a saperlo XD* , non è un problema in fondo, dato che la ficci è completamente diversa dall’originale! Credo che da questo capitolo prenderà una piega che non ha nulla a che fare con il film *vedi l’incidente, assente nell’originale, e anche la sfuriata di Sango con Kagome e Inu*. A proposito di Ayame, dobbiamo inserirla in qualche modo, o il povero Koga rimarrà scompagnato! O.O *e mi sta troppo simpatico per fargli questo torto ù.ù* Oltretutto, io adoro Ayame! *__* Un bacione, grazie per l’aiuto con la mancanza d’ispirazione! ^^ *che rima, muhahah XD*

-Kaggi_Inu91: Giulia!!! *___* La mia omonima! *o viceversa, io sono la tua omonima? che rompicapo @.@* Le cose si vanno complicando, ho incasinato un po’ la situazione, non trovi! XD Povera Roro, e pensare che sarà lei a doverla sbrogliare! Inoltre, gli ultimi capitoli finiscono tutti con urli O.o Roro, dobbiamo riprenderci, o diventeremo ‘il duo di scrittrici che ama terminare i capitoli in urli’ ù.ù Continua a seguirci, un bacio! ^^

-Jessy101: No Jess, non mi decedere per colpa di Sango! XD Poi come faremmo senza i tuoi commenti e il tuo supporto? ^^ Miroku è inguaribile (ma insomma, lasciatemi in pace! ndMiroku) e Sango ha ragione, come la folla attorno *tranne quelli che cercano di dare il loro numero a sango… ehm… imbarazzante! XD* Sango e di Miroku, non cercate di accalappiarvela! è.é *la massa di uomini si ritrae terrorizzata in un angolino* ecco, ora si ragiona ù.ù Aspetto il tuo commento, un bacio! ^^

-Ary22: Già, proprio vero, Sango si è arrabbiata parecchio >.>’ Certo che Miroku che va in giro con l’anello e una ragazza dietro… è proprio una vergogna ù.ù (già ù.ù ndRoro)(Ehi, sei tu che mi hai descritto così! è.é ndMiroku)(Ma io ho riflesso la realtà dei fatti ù.ù ndRoro) Sì, ha ragione Miroku, non scaricare le tue colpe sugli altri, sei perfettamente IC in quell’immagine ù.ù (ç.ç ndMiroku). Grazie per i complimenti, sei sempre carinissima! ^^ Bye!

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