陽生 Haruki : Un nuovo inizio

di Panda01
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 

 

 

Il dolce cinguettio degli uccellini lo svegliò e un gradevole profumo di fiori di ciliegio lo accolse, aprì gli occhi ancora impastati dal sonno e la luce abbagliante del sole lo accecò.

La testa gli scoppiava, non ricordava cosa fosse successo il giorno precedente, ma sopratutto non aveva la più pallida idea del perché si fosse svegliato in un grande prato verde pieno di fiori di ogni colore e specie. Si guardò intorno, ma non scorse alcun ciliegio nelle vicinanze, probabilmente il profumo che aveva sentito era stato solo il frutto della sua immaginazione e dello stordimento.

Sasuke Uchiha, almeno il suo nome lo sapeva.

Dopo che la grande guerra ninja vide vittoriosa l'alleanza degli shinobi e che Madara ed anche Kaguya furono sconfitti una volta per tutte, lui era tornato al suo villaggio natale.

Inizialmente aveva faticato molto per riguadagnarsi la fiducia dei propri concittadini, che ovviamente temevano un suo nuovo tradimento, ma alla fine c'era riuscito, era tornato ad essere uno shinobi rispettato da tutti e ritenuto persino affidabile, era tornato ad essere uno shinobi di Konoha.

Cercò di concentrarsi, ma il suo sforzo fu ripagato solo con l'arcuirsi del dolore, riuscì a recuperare solo alcuni frammenti della giornata precedente: il ritorno dalla missione assegnatagli, la sosta in una piccola locanda, una anziana signora dall'aria gentile e una tazza di tè caldo.

All'aggravarsi dell'emicrania, Sasuke alzò la mano per portarsela al capo dolente, ma appena la vide rimase pietrificato, i suoi occhi si spalancarono tanto che sarebbero quasi potuti cadere fuori dalle orbite, fissò quelle dita dall'aspetto così diverso dal solito, quasi non fossero le sue, come se fossero una parte aliena al suo corpo, poi spostò lo sguardo anche sull'altra mano e la sua espressione iniziale di stupore si trasformò in una di evidente preoccupazione.

Cercò di alzarsi in piedi, ma il suo corpo intorpidito gli impedì di muoversi come voleva. Le sue gambe tremavano, il cervello comandava loro di muoversi ma queste si rifiutavano di eseguire qualsiasi ordine.

Il ragazzo si accorse di non portare più i suoi soliti abiti, ma al loro posto indossava un paio di pantaloni neri ed una semplice maglietta bianca con al centro uno strano scarabocchio che probabilmente doveva rappresentare un panda.

Ma la cosa bizzarra e preoccupante non era il disegno stampatovi sopra, ma piuttosto il fatto che sarebbe potuto entrarci due, se non tre volte in quegli strani vestiti, tanto erano grandi.

Altri ricordi gli balzarono in mente all'improvviso, i suoi abiti erano stati rovinati a causa della missione e la gentile signora gli aveva offerto alcuni vecchi vestiti del proprio figlio, Sasuke aveva perso la sua sacca con il ricambio e così si era ritrovato a dover accettare la sua gentile offerta e si era messo quegli abiti, ma non li ricordava talmente enormi.

Il giovane vide accanto a sè la borsa degli strumenti che ogni ninja, degno di quel nome, portava appresso, si affrettò a prenderla e a cercare l'oggetto che avrebbe dato risposta a tutti gli atroci dubbi che gli stavano bombardando la mente: uno specchio.

Con timore portò l'oggetto all'altezza del viso, alzò lo sguardo lentamente, sembrava quasi aver paura di ciò che avrebbe visto. Prese coraggio e finalmente guardò lo specchio e ne vide l' immagine riflessa: chi diavolo era quel marmocchio?

 

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 

 

 

Qualche settimana prima.

Il rumore provocato dai colpi di Naruto ai danni del portone di casa Uchiha unito alle sue grida fece svegliare Sasuke, che da subito non sembrò entusiasta della visita del biondino.

Ancora nel mondo dei sogni, si trascinò verso l'entrata con il pigiama addosso, aprì la porta lentamente mentre dall'altra parte le urla di Naruto si facevano sempre più forti.

- Alla buon'ora Teme! – gli gridò in faccia incurante del baccano causato - Sei pronto? -  alla domanda il moro rimase in silenzio con l'espressione assonnata - Per cosa? - chiese seccato.

- Ma come? Non ti ricordi?.. Questa sera c'è la festa a sorpresa per il compleanno di Sakura-chan e ti avevo detto che dovevamo andare a comprarle un regalo. – replicò l’amico arricciando le labbra in una smorfia di rimprovero.

Sasuke sbuffò - E io ti avevo detto che non ci sarei andato -.

- Ma che dici? Certo che ci verrai! E poi dobbiamo anche prendere le decorazioni per la serata, se no poi chi la sente a Ino - strillò il biondo tirandolo per un braccio e facendolo quasi cadere.

- Ma che fai testa quadra? Non vedi che sono ancora in pigiama? - fece il moro scontrosamente.

Naruto rise di gusto - Oh scusa, pensavo fossi già pronto.. i tuoi vestiti sono tutti uguali! –.

- Tsk - Sasuke sbuffò nuovamente rientrando in casa per cambiarsi, sapeva benissimo che declinando l'invito di Naruto quest'ultimo l'avrebbe tormentato finchè le orecchie non avessero iniziato a sanguinargli, così, anche se controvoglia, si era limitato ad assecondarlo.

Il loro rapporto era cambiato così tanto dai tempi dell’academia ninja, quando i due si ritenevano rivali e si odiavano. Entrambi erano cresciuti, e non solo in altezza, più maturi e più saggi, ormai erano diventati come fratelli. Ovviamente spesso litigavano o si stuzzicavano a vicenda persino per le cose più futili, ma in fondo, molto infondo, si rispettavano a vicenda e tenevano l’uno all’amicizia dell’altro. Naruto era stato, forse, l’unico a capire ciò che il moro aveva provato quando se ne era andato dal villaggio e durante la guerra. E sopratutto era stato l’unico a cercare di aiutarlo in tutti i modi a risalire a galla dal mare sporco di sangue e di vendetta in cui era affondato, senza mai tentennare o arrendersi. Ed era stato anche il primo ad accoglierlo a braccia aperte al suo ritorno a Konoha.

I due si cimentarono nell'attivita che le ragazze, chissà per quale assurdo motivo, trovavano tanto divertente: lo shopping. Per più di due ore entrarono ed uscirono da negozi di vario genere, acquistando tutto ciò che era scritto sulla lista compilata da Ino e rigidamente controllata dal resto delle ragazze per evitare dimenticanze.

In realtà era solo Naruto ad impegnarsi nella ricerca, anzi, era talmente esaltato che ogni luogo in cui lui metteva piede sembrava essere stato colpito da un tornado.

Sasuke al contrario si limitava a seguire l'amico, sbuffando ogni volta che quest'ultimo gli chiedeva un parere su qualcosa.

Uscirono entrambi dall'ennesimo negozio che avevano praticamente saccheggiato e Naruto propose al moro di recarsi in una libreria vicina, in cui pochi giorni prima aveva accompagnato Sakura.

- Voglio prenderle il libro che stava osservando l’altro giorno, mi sembrava molto interessata, ma purtroppo non ricordo bene quale fosse.. – il biondino cercò di spiegare il suo intento grattandosi la testa con la mano, ma non ricevette alcun segno di interesse da parte del giovane Uchiha, che aveva reagito con un ennesimo ‘tsk’.

Arrivati al negozio Naruto cominciò subito a spulciare ogni scaffale che gli capitasse sotto tiro, intento a trovare a qualsiasi costo il testo interessato. Mentre quest’ultimo continuava a mettere a soqquadro ogni angolo della libreria, aiutato dal commesso che cercava in tutti i modi di attutire i danni causati dall’esuberanza del ragazzo, Sasuke, stanco della confusione, uscì dal negozio.

Erano passate solo tre ore e mezza da quando Naruto lo aveva trascinato fuori casa, ma quella mattinata sembrava essere durata un’eternità per il moro. Sospirò al pensiero che la giornata non sarebbe finita tanto presto e che sarebbe stato costretto a partecipare alla festa di Sakura, e ancor peggio, che avrebbe persino dovuto aiutare ad organizzarla.

- Ragazzo.. – sibilò una voce alle sue spalle.

Sasuke si girò di scatto e davanti a sè vide un’anziana signora dall’aspetto magro e stanco, ma con il volto sorridente, era vicina ad una piccola bancarella piena di cianfrusaglie, di cui il giovane non aveva notato la presenza un attimo prima.

- Scegli pure un regalo per la tua amica – bisbigliò la donna con la poca voce che aveva.

Sasuke perplesso le chiese – Perchè pensa che abbia bisogno di un regalo? –

La vecchietta non rispose alla sua domanda, ma allungò il suo esile braccio per frugare tra gli oggetti sopra il tavolino. Dopo qualche secondo porse al ragazzo un bellissimo fermaglio per capelli, decorato con tanti fiori di ciliegio di varie tonalità di rosa e arricchito con perle e foglie argentee – Questo andrà sicuramente bene – sorrise lei mettendo l’oggetto in una bustina di carta, addobbata con i disegni di due piccoli panda che si abbracciavano, e consegnandola nelle mani del moro.

- Allora sei qui Teme! – Sasuke volse il capo in direzione del responsabile di quel grido acuto.

- Pensavo te ne fossi andato senza di me! – continuò Naruto – Ma che stai facendo qua fuori? –

- Niente.. stavo parlando con questa signora – disse il ragazzo voltandosi verso la donna.

– Q..Quale signora? – Il biondino chiese perplesso.

La vecchietta vista poco prima da Sasuke era sparita nel nulla e con lei anche la sua bancarella.

“Ma che..” pensò Sasuke “eppure era qui un attimo fa”.

- Hai le visioni per caso? Stai impazzendo? – lo derise Naruto.

Il moro guardò tra le sue mani e vide il pacchetto di carta, “che strano” pensò inarcando la testa da un lato.

- Che cos’hai lì? – gli domandò il suo compagno indicando la piccola busta.

- Niente.. piuttosto hai trovato il libro? – Sasuke cercò di evitare la sua domanda cambiando discorso, non voleva che Naruto fraintendesse. Lui non aveva la minima intenzione di comprare quel fermaglio per Sakura, ma purtroppo la signora se ne era andata prima che potesse rifiutare l’oggetto, e per di più non gli aveva nemmeno chiesto del denaro.

Gli occhi azzurri come il cielo del biondo si illuminarono di luce propria, tirò fuori dalla busta un libro dalla copertina gialla che sbattè dritto in faccia all’amico – Ta dan! –

Sasuke allontanò il volto appena in tempo per non essere colpito, per fortuna Naruto era talmente elettrizato da esseresi dimenticato della domanda precedente.

Il ragazzo lesse il titolo: “5000 barzellette da piegarsi in due”.

- Che roba è? -

L’Uzumaki vedendo l’espressione sconcertata del moro, guardò anch’egli il libro – Oh, scusa ho sbagliato...questo è per me hehe – e poi tirò fuori dalla stessa busta un altro testo dalla copertina bianca, un libro di medicina.

 

Quella sera tutti si riunirono per la festa, le ragazze avevano pensato alle cibarie mentre i ragazzi si erano occupati dei lavori più pesanti. Ino era stata incaricata di distrare la festeggiata ed insieme erano andate a fare razie nei vari negozi di vestiti, ottima idea visto che impiegarono tutto il pomeriggio in quell'attività.

La festa era stata organizzata nell'appartamento di Sakura ed Ino dove, dopo il grande conflitto, si erano trasferite per essere più vicine all’ospedale, e che in seguito avevano deciso di tenere continuando la loro convivenza.

Tutto era ormai pronto e i ragazzi aspettavano solo l'arrivo delle due amiche previsto per le sette e mezza. Quando il rumore di alcuni passi e la voce squillante della bionda si fecero sentire dietro la porta spensero la luce e si nascosero tutti.

- Quel kimono rosa è stupendo! Ne è proprio valsa la pena di comprarlo eh fronte spaziosa? - fece la bionda mentre girava le chiavi nella serratura sperando che tutto fosse a posto.

- Sorpesa!!! – gridarono tutti in coro, chi più entusiasta e chi più in imbarazzo, appena si accese la luce.

Sakura era commossa e non perdeva occasione di ringraziare i suoi amici.

La festa iniziò e mentre tutti si divertivano l'unico a starsene seduto in un angolo in silenzio era Sasuke.

- Sasuke-kun stai bene? - la ragazza dai capelli rosa si sedette accanto a lui, il moro non rispose - Volevo.. ringraziarti.. per questa splendida festa – continuò lei rompendo il silenzio con il suo sorriso – ti stai divertendo? – gli domandò.

- Smettila – fu la risposta secca del ragazzo.

– Di.. fare cosa? – esitò lei nel rispondergli, quasi con timore. Sasuke girò il capo in direzione della giovane e la guardò nei suoi occhi verde smeraldo.

– Smettila di fingere che sia tutto a posto. –

Il suo sguardo parlava più di mille parole, lui non la sopportava.

Da quel fatidico giorno al paese del ferro il loro rapporto, già incrinato, si era spezzato ed era caduto in un baratro buio e profondo dal quale non era più riemerso.

Sasuke non si sarebbe mai aspettato quel gesto da lei: lei che da piccola lo guardava da lontano con occhi sognanti, che aveva timore di parlargli e che quando i loro sguardi si incontravano di sfuggita diventava rossa come un pomodoro; lei che aveva esultato tanto sapendosi nello stesso team, che non aveva esitato a fermarlo nella Foresta della Morte e che aveva affermato di amarlo quella volta davanti alla panchina; lei aveva tentato di ucciderlo.

Spesso Sasuke ripensava a quel giorno, di notte sognava ciò che era accaduto e il suo possibile seguito se Naruto e Kakashi non fossero intervenuti, talvolta la trafiggeva con il suo chidori, mentre altre era lui a cadere per mano sua.

Più ci rimuginava su e più si rendeva conto di non poter perdonare quel gesto e la odiava per questo. E ancora di più la odiava perchè dopo avergli confessato il suo amore ed in seguito aver cercato di ucciderlo, ora faceva finta di niente, come se tutto fosse tornato come ai vecchi tempi, ma non lo era, non lo era affatto.

Sasuke si alzò in piedi senza proferire altra parola e si diresse verso l’ingresso dell’appartamento, lasciando la ragazza sola in quell’angolino.

Aprì la porta per uscire, ma prima di varcarla si ricordò della bustina di carta di quella mattina, istintivamente la lasciò nel tavolino all’ingresso e poi se ne andò senza salutare nessuno.

 

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Questa è la mia prima fanfiction in assoluto, spero che vi piaccia.

Mi spiace che il primo capitolo fosse così corto, ma in realtà era una specie di prologo.

Se avete qualche domanda, delucidazione o qualsiasi altra cosa, chiedete pure, ma spero anche che mi scriviate per espormi le vostre opinioni, positive o negative che siano.

Grazie per aver letto e al prossimo capitolo!

Panda01

 

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


 

 

 

Il viso riflesso dallo specchio era quello di un bambino di circa sei o sette anni, capelli neri come l'ebano e gli occhi scuri e profondi. Aveva un'espressione sorpresa, restava immobile, non proferiva parola.

"E' impossibile.." pensò Sasuke non riuscendo a credere a ciò che stava vedendo, tese una mano sulla sua faccia e il bambino nello specchio fece lo stesso, entrambi si toccarono una guancia con le mani leggermente tremanti. I loro volti si corrucciarono in in un'espressione di timore, le sopracciglia si inarcavano mentre gli occhi si spalancavano sempre più e la bocca si apriva come per dire qualcosa, ma neanche una parola usciva da essa.

"Dev'essere un genjutsu, non c'é altra spiegazione" cercò di autoconvincersi il ragazzo.

Nei dieci minuti successivi cercò in tutti i modi di scovare l'artefice dell'arte illusoria e di annullare il genjutsu, ma senza riuscirvi.

Come era potuta accadere una cosa del genere? Quale specie di magia o maleficio poteva averlo ridotto in quello stato? Come potevano lui, Sasuke Uchiha, e quel bambino nello specchio essere la stessa persona?

Immerso nei suoi dubbi Sasuke non si accorse di una voce in lontananza che lo chiamava, solo quando questa si fece più vicina il ragazzo sembrò notarla. Un viso femminile si posizionò davanti ai suoi occhi, aveva un’espressione dubbiosa da cui traspariva un velo di preoccupazione: - Hey piccolo, stai bene? -.

Lui non rispose, rimase immobile, i suoi occhi spalancati fissavano la ragazza che continuava a girare lo sguardo in lungo e in largo in cerca di qualcuno. I movimenti repentini del capo le facevano librare in aria i lunghi capelli di un colore tanto insolito, che portava legati in una coda alta.

Una miriade di pensieri si fecero spazio nella mente di Sasuke: con tutte le persone al mondo che avrebbe potuto incontrare, doveva proprio imbattersi in qualcuno che conoscesse? E di tutte queste doveva essere proprio lei a trovarlo in quelle condizioni?

Sapeva che se qualcuno lo avesse visto in quello stato sarebbe sicuramente diventato lo zimbello del villaggio e avrebbe perso il suo orgoglio, la sua credibilità e la stima che stava pian piano riacquistando tra gli abitanti di Konoha.

Si arrovellò il cervello in cerca di una soluzione, non riusciva a muoversi bene, le sue gambe erano ancora intorpidite, quindi l’opzione di scappare era da escludere. Provò ad usare lo sharingan ipnotico ma con quel corpo da bambino non riusciva neppure ad attivarlo. Gli venne in mente l’idea di colpirla e farla svenire, ma nello stato fisico in cui si trovava costretto non avrebbe fatto del male nemmeno ad una mosca, figurarsi ad una kunoichi del suo livello.

Inoltre quel gesto nei confronti della ragazza gli ricordava un periodo non molto piacevole della propria vita.

I suoi pensieri furono nuovamente interrotti dalla voce della fanciulla: - Sei da solo? Dov’è la tua mamma? - il suoi occhi verde smeraldo si fermarono per la prima volta sul volto del giovane ninja e l’espressione del viso di lei fece trapelare il suo stupore.

- Sa.. Sa.. – balbettò lei mentre le sue gote prendevano un colore leggermente più acceso.

“Troppo tardi!.. Mi ha scoperto!” pensò il moro. La ragazza continuava a fissarlo come se avesse perso improvvisamente la facoltà di parlare, Sasuke vedeva già la sua rovina, sicuramente nessuno lo avrebbe più preso sul serio in quel corpo.

- Santo cielo!! Ma che carino!! - un grido acuto spezzò il silenzio che si era creato, facendo prendere un gran spavento sia al giovane Uchiha che agli uccelli in zona, che volarono via in stormo.

- Sei proprio adorabile! - gli sorrise lei, portandosi le mani sulle guance ancora rosate.

L’espressione inizialmente disorientata sul volto del moro ben presto si fece più rilassata, possibile che non l’avesse scoperto? Tirò un sospiro di sollievo.

- Mi chiamo Sakura, e tu? – si presentò la giovane kunoichi sfoggiando un sorriso radioso.

La luce abbagliante del sole in quella calda giornata primaverile colpiva il ragazzo dritto negli occhi, costringendolo a socchiuderli - Haruki - mentì.

Si pentì subito di quel nome così poco appropriato per lui, era il primo venutogli in mente ed ormai era troppo tardi per cambiare idea.

- Piacere di conoscerti Haruki, è un bellissimo nome! - continuando a sorridergli - allora, dove sono i tuoi genitori? Vieni da un villaggio qui vicino? - gli pose nuovamente la domanda fattagli pochi minuti prima.

- Sono morti e ora sono solo - mentì ancora sperando che la risposta avrebbe trattenuto Sakura dal chiedergli altre informazioni riguardanti la sua vita o peggio ancora dal volerlo riaccompagnare a casa. In quel caso non avrebbe proprio saputo cosa inventare e lei lo avrebbe sicuramente smascherato.

- Mi dispiace.. non volevo rattristarti... ehm.. io sto tornando al mio villaggio, vuoi venire con me? Così almeno compriamo dei vestiti in cui potrai entrare una volta sola! -

Il suo piano era andato a buon fine, la giovane non solo aveva cambiato discorso ma non aveva nemmeno cercato spiegazioni per i suoi abiti.

- Mi fanno male le gambe, non riesco a camminare. – cercò di dire nel modo più garbato possibile, non poteva rischiare di farsi scoprire mostrandosi scontroso con lei, anche se questo gli costava molta fatica.

- Beh, per tua fortuna hai davanti a te un ninja medico! - Sakura controllò lo stato dei suoi arti inferiori con molta cura, era diventata ormai uno dei medici migliori di tutta Konoha.

- Non preoccuparti, sono solo un po' intorpidite, tra non molto torneranno come nuove. – dicendo ciò volse di scatto la schiena a Sasuke: - Nel frattempo posso portarti io. -

A tale proposta il ragazzo trasalì, ma non fece in tempo a dire una sola parola che lei già lo aveva issato in spalla. A quel contatto improvviso Sasuke arrossì leggermente, non era abituato a tale vicinanza e soprattutto perché quel semplice gesto gli ricordava la persona più importante della sua vita, il suo amato fratello.

- Grazie. – quelle uniche sillabe uscirono dalla bocca infantile quasi impercettibili, "strano" pensò, anche quella parola gli ricordava il suo passato.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


 

 

 

Arrivati al villaggio, Sakura aveva subito portato il bambino in un negozio di abbigliamento infantile e gli aveva comprato dei vestiti nuovi, in modo che non dovesse reggersi continuamente i pantaloni cadenti.

- Stai benissimo! - la ragazza gli indirizzò un sorriso solare, sincero. Uno di quelli che Sasuke non le aveva più visto rivolgergli da quando se ne era andato da Konoha molti anni addietro.

Non che lei non gli avesse più sorriso da allora, anzi lo faceva spesso, nonostante ciò la sua espressione era sempre forzata, quasi un gesto meccanico.

Anche se lei tentava di nasconderlo, agli occhi del ragazzo era evidente quel cambiamento, d’altronde non poteva certo biasimarla dato che avevano entrambi tentato l'uno alla vita dell'altra.

D’altro canto anche lui non le aveva perdonato quel gesto e preferiva evitare qualsiasi contatto con la ragazza.

Una volta che Sasuke era tornato al villaggio non avevano parlato per chiarire la situazione, entrambi nel profondo provavano risentimento nei confronti dell’altro, ma mentre lui continuava a fingere di non vederla con il suo solito atteggiamento freddo e distaccato, lei si nascondeva dietro ad una maschera allegra e sorridente. Apparentemente tutto era tornato come ai tempi dell'academia, ma la realtà era ben diversa.

Il piccolo sentì una morsa allo stomaco, che iniziò a brontolare tanto rumorosamente da far girare nella sua direzione tutti i presenti nel negozio. Sakura, accortasene, propose di alleviare la sua fame andando a mangiare in un ristorante nelle vicinanze e così ben presto si ritrovarono da Ichiraku.

Appena scostate le tendine, un ragazzo dalla chioma bionda si fiondò sulla kunoichi alla velocità della luce - Sakura-chan! Che sorpresa! Anche tu qui? -

- A me invece non soprende affatto trovarti qui, Naruto - rispose la ragazza scherzosamente mentre faceva un cenno con la mano al proprietario Teuchi per ordinare due porzioni di ramen.

Il biondino rise non accorgendosi del bambino nascosto dalla figura della giovane finchè questo non si sedette silenziosamente su uno sgabello accanto a lei - E questo chi è?! – urlò quasi, avvicinando sempre più la faccia al viso del giovane Uchiha.

Sasuke sperava che anche Naruto non lo riconoscesse, se Sakura non c’era riuscita, era impossibile che una testa quadra come lui potesse farlo.

- Si chiama Haruki, l’ho trovato in mezzo al bosco vicino alle porte del villaggio.. - e poi avvicinandosi all’amico per non farsi sentire dal bambino - è rimasto solo, così l’ho portato qui. –

Il ragazzo continuava a scrutare il viso del moro con fare indagatore avvicinandosi sempre più mentre quest’ultimo cercava di allontanarsi – Mi ricordi tanto.. –.

Sasuke spalancò gli occhi, non era possibile che Naruto l’avesse riconosciuto, una goccia di sudore freddo gli rigò il volto.

All’improvviso una mano chiusa a pugno colpì il biondo dritto in testa procurandogli un bel bernoccolo.

- Ahia! Sakura-chan perchè lo hai fatto!? – fece con aria interrogativa all’amica massaggiandosi la testa – Naruto, non ti ha mai detto nessuno che non si fissa la gente in quel modo? –.

Sasuke ringraziò mentalmente il cielo per quell’intervento, da quel momento avrebbe dovuto fare molta attenzione all’amico per non farsi scoprire.

In quell’istante Teuchi pose ai ragazzi i loro piatti di ramen ancora fumanti, attirando subito l’attenzione di Naruto, che ben presto si dimenticò dell’accaduto per dedicarsi interamente a mangiare il suo cibo preferito.

 

- Sakura-chan ci vediamo in giro! - disse Naruto pagando il conto.

- Ma come? Abbiamo appena iniziato a mangiare.. - gli rinfacciò la ragazza.

Sia la giovane kunoichi che il bambino al suo fianco rimasero senza parole vedendo il piatto del compagno che era stato svuotato in pochi secondi. Era incredibile come il biondo riuscisse ad ingurgitare interi piatti di ramen in un batter d'occhio, " non c'è da meravigliarsi che poi debba usare il bagno così spesso" pensò Sasuke.

- Oggi sono di fretta, devo andare a casa Hyuga, sai, per.. conoscere ufficialmente la famiglia.. - pronunciò la frase grattandosi la nuca e arrossendo leggermente.

Alla fine della guerra Naruto e Hinata, tornati entrambi al villaggio salvi, anche se un po’ malconci, dopo qualche mese di stallo, avevano dichiarato da un giorno all’altro di essere divenuti una coppia.

Naruto aveva confidato all’amico, per lui ormai come un fratello a cui poter dire di tutto, che era stato accolto con entusiasmo dalla famiglia della ragazza, anche se a parer del biondino il capofamiglia del clan Hyuga continuava ad essere spaventoso, anche più di prima.

Il ragazzo corse via come una furia senza nemmeno dare il tempo ai suoi interlocutori di salutarlo o di augurargli buona fortuna.

- Scusalo, è sempre così.. però in fondo è un bravo ragazzo – affermò Sakura rivolgendosi al bambino – Mph – fu il suono che uscì dalla bocca di Sasuke.

I due rimasero in silenzio mangiando il loro ramen e una volta finiti i rispettivi piatti e aver pagato il conto uscirono salutando Teuchi.

Scostata la tendina Sasuke sbattè il viso contro qualcuno e cadde a terra, si massaggiò il naso dolente e alzò lo sguardo verso l’uomo con cui si era scontrato.

Quest’ultimo lo fissava con l’unico occhio scoperto, mentre il resto del suo volto era coperto da una maschera nera, il suo sguardo sembrava assente e assonnato.

- Kakashi sensei! Non sapevo fosse già tornato dalla sua missione. - fece Sakura sorpresa.

- Abbiamo finito in anticipo - gli rispose l'uomo che continuava a guardare il bambino ancora a terra. Sasuke si affrettò ad alzarsi prima che Sakura lo raggiungesse per aiutarlo, voleva evitare altri contatti superflui.

La ragazza presentò il bambino al suo maestro come aveva fatto poco prima con Naruto, poi gli chiese un favore - Kakashi sensei, potrebbe fare compagnia ad Haruki per un po'? Devo andare in ospedale a consegnare le erbe che ho raccolto questa mattina e volevo anche chiedere a Tsunade-sama se Haruki poteva restare da noi per il momento -.

"Stare da noi"? Al suono di quelle parole Sasuke si era bloccato completamente. No.. Mai e poi mai avrebbe potuto accettare di vivere con quella ragazza. Inoltre già non sopportava lei, figuriamoci quell'altra pazza furiosa di Ino. Sarebbero state un'accoppiata fatale per il povero Uchiha.

- Certo, vai pure - le rispose Kakashi, sorridente sotto la maschera.

Una volta ringraziato l'ex maestro, Sakura si incamminò a passo svelto verso l'ospedale, mentre gli altri due rimasero in silenzio guardando la figura di lei che spariva dietro ad un incrocio.

Il volto del giovane Uchiha che fissava il punto in cui Sakura era scomparsa, faceva trapelare la sua avversità alla convivenza dei tre e Kakashi sembrò accorgersene.

Il sorriso mantenuto dall'uomo fino a quel momento sparì dal suo volto.

 

- Cosa ti è successo..

.. Sasuke? -

 

"Maledizione" pensò il giovane moro.

" Bè, dopotutto era ovvio che qualcuno mi avrebbe scoperto prima o poi, non potevo certo aspettarmi che tutto fosse così semplice. Non sarei dovuto venire a Konoha con Sakura... Ma ormai è inutile piangere sul latte versato. Daltronde mi farà comodo qualcuno che possa aiutarmi ad uscire da questa situazione assurda.. e Kakashi mi sembra una valida opzione".

- Non ne ho idea - rispose Sasuke confermando la propria identità - Mi sono risvegliato nel bosco ridotto in questo stato e non ricordo cosa sia successo -

- Capisco... - l'uomo cercò di rielaborare le informazioni acquisite - quindi Sakura ti ha trovato nel bosco mentre raccoglieva le erbe medicinali e ti ha portato qui -.

Il giovane Uchiha si limitò ad annuire con un piccolo movimento del capo quasi impercettibile.

- E dal suo comportamento di poco fa deduco che lei non sia a conoscenza della tua vera identità -

Sasuke annuì nuovamente, anche se era consapevole di non dover dare una risposta al jonin dal momento che le sue non erano domande ma affermazioni - Tu sei l'unico ad averlo scoperto, e sinceramente spero anche l'ultimo -

- Mi spiace ma questo non è possibile. Dovremmo informare l'Hokage della situazione, in questo modo potrebbe studiare il tuo caso in qualità di medico e allo stesso tempo in qualità di capo del villaggio coprire la tua assenza - disse Kakashi iniziando a spiegare il piano escogitato in pochi secondi.

L’uomo aveva ragione e Sasuke lo sapeva bene, anche se riluttante al pensiero che qualcun’altro sarebbe venuto a conoscenza del suo segreto, approvò il piano del suo ex sensei.

- Inoltre, penso che sia meglio che tu stia a casa di Sakura e Ino – aggiunse infine Kakashi.

- No – replicò secco il ragazzo.

- È stata Sakura a trovarti e portarti qui quindi andare a vivere da lei sarebbe la cosa più normale -.

- Non posso venire da te? – chiese Sasuke che avrebbe accettato persino di restare sotto ad un ponte pure di evitare la convivenza con le due ragazze.

- No, mi spiace.. desterebbe sospetti e poi... preferisco vivere da solo – concluse la frase con un sorrisetto beffardo che diede sui nervi all’Uchiha.

“Maledetto Kakashi”, lo voleva obbligare a vivere con Sakura in tutti i modi e sicuramente avrebbe tirato fuori qualsiasi scusa per convincerlo che quella era la soluzione migliore.

Stranamente Sasuke non fece altre storie e si arrese a quella decisione.

 

Da quel giorno sarebbe iniziato il suo incubo.

 

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


 

 

 

Ormai era passata quasi una settimana dall’inizio della convivenza a tre, ma le cose di certo non erano divenute un idillio per Sasuke.

Sakura era troppo gentile e disponibile nei sui confronti, lo riempiva sempre di attenzioni e tutto ciò dava sui nervi al moro, che la riteneva fastidiosa ed opprimente.

Ino, invece, aveva messo in chiaro sin dal principio che non le piacevano i bambini e soprattutto che non avrebbe fatto da babysitter a quel moccioso, rovinando così la propria vita sociale, perchè come diceva lei “avere un marmocchio in casa ti trasforma immediatamente in una vecchia bacucca segregata”.

Nonostante tutto però, dopo aver conosciuto Haruki, anche la bionda aveva iniziato a comportarsi come l’amica nei confronti del bambino, e questo non aveva fatto altro che far raggiungere il limite di sopportazione al povero Uchiha. Ma la goccia che aveva fatto traboccare il vaso e che aveva consacrato l’odio profondo del moro per tutta quell’assurda situazione era il fatto che in casa Haruno-Yamanaka fosse vietato mangiare pomodori. Già, il cibo preferito del povero Sasuke era stato bandito perchè Ino lo considerava ripugnante.

Il moro cercava in tutti i modi di essere il più carino e gentile possibile per non farsi scoprire, ma con il carattere che si ritrovava era davvero un’impresa mantenere la calma.

Fortuna voleva che Ino avesse un fidanzato e quando usciva con lui era davvero una manna dal cielo per Sasuke non trovarsi più la ragazza tra i piedi, anche se Sakura era ancora lì, imperterrita a sfidare la sua pazienza.

La rosa odiava Ichiro, il compagno dell’amica. Era un ragazzo dall’aspetto avvenente certo, ma superficiale, egoista ed altezzoso, e anche se Sakura aveva più volte provato a farci amicizia per il bene di Ino, che ne era innamorata come una pera cotta, non riusciva proprio a prenderlo in simpatia. Trattava la ragazza come un premio da sfoggiare davanti ai suoi amici e con i suoi comportamenti scostanti la faceva sempre soffrire e la trasformava in una persona totalmente diversa. Dalla ragazza solare, spontanea e un po’ pazza, che tutti conoscevano e adoravano, si tramutava in una ragazza buia e piagnucolosa. Una sua sola parola riusciva a rovinarle l’intera giornata e vederla così triste faceva piangere il cuore alle sue amiche. Ma gli occhi di Ino erano talmente foderati di prosciutto che con una sola frase sdolcinata puntualmente la ragazza ricadeva nella fossa con entrambi i piedi.

Anche se Sakura aveva cercato di far rinsanire Ino, dicendole che Ichiro non era la persona adatta a lei e che c’erano milioni di ragazzi migliori di lui pronti a farla felice, lei non voleva sentire ragioni e si ostinava a rimanergli accanto, tanto era accecata dall’amore.

In quei pochi giorni anche Sasuke aveva avuto “l’onore” di conoscere Ichiro e da subito aveva cominciato a non sopportarlo. Il ragazzo si credeva un dio sceso in terra e trattava l’Uchiha come un marmocchio fastidioso, se solo avesse saputo con chi si stava mettendo contro. Il moro doveva sempre trattenersi dalla voglia di riempirlo di pugni o dall’immaginarsi persino di farlo bruciare con un amaterasu ben piazzato.

 

Ogni domenica le due ragazze organizzavano un pranzo al quale era sempre presente Ichiro, da quando Ino aveva iniziato a frequentarlo, ma la buona sorte prevedeva per Sakura anche la partecipazione di Naruto e Hinata, che alleviavano le sofferenze della rosa.

Quel giorno ci sarebbe stato anche Haruki e questo non poteva far altro che piacere alla ragazza dagli occhi smeraldini.

 

- Un pranzo fantastico ragazze, diventate sempre più brave – le elogiò Hinata mentre tutte e tre si recavano in cucina lasciando i ragazzi in salotto.

- Ho fatto tutto io!.. Fronte spaziosa non sapeva nemmeno come far bollire l’acqua! – fece la bionda esaltando le proprie virtù.

- Modesta come sempre Ino pig.. comunque non è vero! Anche io ho fatto la mia parte! –

Le due si misero a bisticciare scherzosamente su chi fosse la cuoca migliore mentre la mora rideva.

- Allora Hinata? Vedo che tu e Naruto ormai fate coppia fissa eh? Fino a che punto siete arrivati? – chiese molto indiscretamente Ino all’amica, che subito avvampò dall’imbarazzo per la domanda improvvisa.

- I..io.. ehmm.. – balbettò la ragazza ancora in preda al rossore.

- Ma che modi, Ino pig.. hai la delicatezza di un elefante – Sakura rimproverò la bionda – però in effetti vorrei saperlo anche io, Hinata dicci tutto! – fece poi mentre i suoi occhi si accendevano di una strana luce e abbandonava definitivamente anche lei la finezza.

- Bè.. n.. non abbiamo fatto niente di che.. usciamo spesso e basta – rispose titubante la Hyuga mentre le due la accerchiavano spingendola contro un angolo.

- Maddai! É già un’eternità che state insieme e non avete fatto ancora niente? Così prima o poi troverà un’altra! – gridò quasi Ino rischiando di farsi sentire anche in salotto.

Subito Sakura le diede una gomitata sulla milza guardando la Yamanaka con rimprovero, Hinata aveva abbassato lo sguardo alla sua affermazione poco felice.

- Hahaha! Dai Hinata sai che scherzo! Naruto ti adora! – cercò di rassicurare la mora, che accennò un sorriso – Tu Sakura invece che ci dici? Hai qualcuno di speciale? – disse con un sorriso malizioso, cambiando discorso per rallegrare un po’ l’atmosfera.

- M.. ma che dici.. sai benissimo che sono troppo impegnata con il lavoro all’ospedale e ora anche con Haru.. e comunque ora non mi interessano proprio i ragazzi -.

- Già, in effetti ora che mi ci fate pensare, non trovate anche voi che Haru somigli molto a Sasuke? – fece notare Hinata alle due ragazze.

- Si hai ragione! L’ho pensato anche io quando l’ho visto la prima volta! Vero fronte spaziosa? – rispose Ino cercando conferma nella rosa, che però ormai non la stava più ascoltando.

 

Al solo sentir nominare quel nome il suo cuore aveva perso un battito.

Sasuke.

Ache lei aveva notato la somiglianza tra i due appena aveva visto il bambino in quel prato e subito ne era rimasta sorpresa.

Haru aveva gli stessi occhi neri e profondi dell’Uchiha, che nascondevano chissa quale pensiero, impenetrabili a chiunque e che avevano fatto infatuare la maggior parte delle fanciulle del villaggio, tra cui anche lei, che da tempo ormai immemore soffriva per il suo amore e che avrebbe riconosciuto quello sguardo tra mille.

Ma infondo era impossibile.

Non era possibile che Haruki e Sasuke avessero qualche legame o che persino Haru fosse Sasuke.

Nei primi giorni aveva avuto dei dubbi a riguardo, magari mentre lui era in missione gli era capitato qualcosa, magari qualcuno poteva averlo ridotto in quello stato e lui si vergognava troppo in quel corpo da bambino per ammettere la sua identità.

Assalita dalle incertezze, Sakura era anche andata a chiedere a Tsunade qualche notizia sul giovane Uchiha, che ancora non era tornato a Konoha nonostante la sua missione dovesse essere finita da un pezzo, ma aveva scoperto che il suo incarico era stato prolungato a tempo indeterminato. Dal momento che l’Hokage sembrava essere a conoscenza della posizione del moro tutti i suoi ragionamenti erano diventati solamente delle inutili illazioni.

 

- Sakura? Sakura ci sei? –

La ragazza si ridestò dai suoi pensieri sentendo le voci delle due amiche che chiamavano il suo nome – S.. si... scusate ero sovrappensiero.. – si giustificò con un sorriso forzato e falso mirato a non far preoccupare le amiche. Ino però noto il suo intento – Pensi ancora a lui? – le domandò all’improvviso con tono serio.

- A lui chi? Di chi stai parlando Ino pig? – replicò la rosa in tono allegro per smorzare l’aria malinconica che aveva riempito la stanza.

- Di Sasuke! Se no di chi, Sakura? – urlò la ragazza che odiava l’ipocrisia dell’amica ogni volta che veniva a galla l’argomento Sasuke Uchiha.

Il volto dell’Haruno si incupì e i suoi occhi si abbassarono. Una gran voglia di piangere la invase, ma si era ripromessa di non versare più lacrime per lui, di non soffrire più.

- Sakura, non c’è bisogno che tu finga con noi.. Siamo tue amiche e ti staremo accanto qualsiasi cosa accada – la rassicurò Hinata vedendola sull’orlo di una crisi.

La rosa ricacciò indietro tutte le lacrime che spingevano per uscire dai suoi occhi verdi, rivolse alle amiche il sorriso più sincero che poteva, ma allo stesso tempo triste e malinconico, e le rassicurò – Grazie.. ma ve l’ho detto sto bene e non ho bisogno di trovarmi un ragazzo al momento -.

 

Il pranzo si concluse e Hinata e Naruto se ne andarono insieme mentre Ino accompagnò il suo ragazzo alla porta, quel giorno era stato meno insopportabile del solito.

Una volta lavati i piatti Sakura iniziò a preparasi per il turno serale in ospedale, uscì di casa e si incamminò verso il grande edificio bianco. Ci avrebbe messo una decina di minuti per raggiungerlo a piedi, tempo sufficiente perchè i pensieri si impossessassero nuovamente di lei.

Perchè il solo sentir pronunciare il suo nome l’aveva turbata tanto? E perchè le parole di Ino l’avevano fatta vacillare nei suoi propositi di non soffrire più per lui?

Dopo le ultime cose che si erano detti prima che lui partisse per la missione, Sakura si era ripromessa di lasciarlo andare una volta per tutte, di iniziare una nuova vita, migliore e in cui avrebbe potuto essere felice per una volta.

L’avrebbe fatto davvero, per la prima volta avrebbe fatto qualcosa per se stessa.

 

I ricordi del giorno del suo compleanno apparirono vividi nella sua mente.

Sasuke se ne era andato senza salutare nessuno dopo averla lasciata sola in un angolino.

Lei era rimasta lì, immobile, colpita dalle sue parole che avevano perforato il suo cuore come il più affilato dei kunai. Poi all’improvviso si era alzata e lo aveva rincorso, raggiungendolo in una stradina illuminata da due lampioni.

- Sasuke!... Sasuke aspetta ti prego!.. – urlò la ragazza ormai senza fiato per la corsa.

L’Uchiha si fermò nel punto in cui finiva la luce di uno dei due lampioni, ma non si voltò.

- Sasuke-kun.. perchè mi tratti così? – una lacrima, la prima di molte altre, scese sul suo viso pallido, senza che lei se ne accorgesse nemmeno.

Il giovane non rispose, ma rimase immobile.

Sakura sapeva, sapeva benissimo il motivo del suo comportamento, ma se lei da una parte era riuscita a superare il dolore e la delusione per il gesto compiuto nel Paese del Ferro, lui dall’altra non ci era riuscito e continuava a detestarla.

- Sasuke-kun ti prego, mi dispiace... io.. io volevo solo mettere fine alle tue sofferenze – ormai il suo volto era pieno di lacrime, le sue gambe tremavano e minacciavano di cedere da un momento all’altro.

Sakura, non sapendo più cosa dire o fare davanti alla totale indifferenza del moro, a passi lenti si avvicinò a lui. Fece l’unica cosa che gli venne in mente, allungò le braccia e le strinse alla schiena di Sasuke appoggiando la sua guancia, bagnata dalle goccie del suo pianto, tra le sue spalle possenti.

Per l’ultima volta lasciò da parte le paure e si umiliò di nuovo rischiando di perdere la propria dignità.

- Sasuke.. ti prego.. io.. io ti amo ancora

Un silenzio assordante calò sulle loro figure immobili finchè uno dei due non si decise a romperlo.

- Non hai ancora capito? – fece con tono beffardo.

- Tu.. ed io... non staremo MAI insieme - sentenziò con una voce fredda più della morte mentre si liberava dalla presa della ragazza e spariva nell’oscurità.

Il cuore di Sakura, già trafitto, andò in mille pezzi. Si era appena umiliata l’ennesima volta dichiarandogli il suo amore e di nuovo era stata rifiutata.

Ma questa volta il dolore era mille volte peggiore, le parole del moro non lasciavano dubbi o speranze, loro non sarebbero mai stati insieme.

 

 

 

 

 

 

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Eccomi con il quinto capitolo.

Ci tengo molto a questo capitolo ed è stato piuttosto impegnativo scriverlo, però sono felice del risultato.

Spero che lo gradiate e se è così lasciatemi un commento, mi fa piacere sapere le vostre opinioni!

Anche se non lo gradite fatemelo sapere, cercherò di migliorare.

Continuate a seguire la storia.. alla prossima!

Panda01

 

 

 


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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


 

 

 

Sasuke aprì gli occhi, la stanza era ancora buia. Probabilmente il sole non era ancora sorto.

Uno strano bagliore attirò il suo sguardo, il ragazzo aguzzò la vista per orientarsi meglio in quella penombra e scorse uno specchio davanti a sé. Si avvicinò all’oggetto che sembrava essere appeso nel vuoto a causa dell’oscurità che non lasciava intravedere i muri.

Guardò attentamente l’immagine nello specchio e ne rimase sorpreso.

La figura che vi si celava era la sua. Era il riflesso di Sasuke Uchiha, di quello vero.

Una felicità immensa mista ad un grande sollievo lo invase, finalmente era tornato normale. Dopo tutti i problemi e le difficoltà che aveva dovuto sopportare, aveva ripreso ad essere se stesso, era di nuovo Sasuke Uchiha.

Non fece in tempo ad accennare un sorriso, che subito vide la sua controparte nello specchio incurvare le labbra in un ghigno derisorio.

“Che diavolo sta succedendo?” pensò il moro sempre più disorientato.

Il Sasuke al di là della superficie riflettente sparì e nello stesso punto in cui si trovava apparve Haruki, la sua espressione era la stessa del suo predecessore, beffarda e canzonatoria. Il piccolo dischiuse le labbra sottili per proferire parola – Tu.. – cominciò a dire con la voce bianca e candida tipica di un bambino di quell’età.

- ...guardi solo con gli occhi – continuò un’altra voce, che al contrario della prima era rauca e bassa. Haruki si era tramutato in una vecchia signora dai capelli ormai bianchi e il volto coperto di rughe, che continuava a fissare Sasuke con un’aria triste e malinconica.

- Chi sei? – le domandò il moro più confuso che mai mantenendo comunque il suo tono fermo.

La vecchia rimase in silenzio, lo guardava con occhi pieni di dispiacere, sembrava quasi che lo stesse compatendo.

Solitamente uno sguardo di quel genere avrebbe infastidito a morte l’Uchiha, che, orgoglioso com’era, non poteva sopportare di essere commiserato da qualcuno, ma questa volta era diverso. Quella donna aveva un’espressione talmente familiare e in un certo senso confortante, che non riusciva in nessun modo ad alterare il ragazzo.

Improvvisamente Sasuke ricordò dove aveva già visto quell’anziana signora.

- Io.. ti conosco.. – disse avvicinandosi di più allo specchio – sei stata tu a ridurmi in questo stato vero? – cominciò a gridarle contro.

Non c'era alcun dubbio, quella vecchina era la stessa che gli aveva offerto una tazza di tè in quella locanda ed era la stessa che gli aveva donato quel fermaglio per capelli il giorno del compleanno di Sakura.

La donna non fece un minimo movimento, per niente turbata dall’improvviso gridare del ragazzo. Ci fu un lungo silenzio finchè lei non si decise ad aprire bocca

 

- Haru svegliati!! Altrimenti faremo tardi!! –

 

Sasuke si svegliò di soprassalto sentendo quel grido acuto che lo chiamava.

“Era un sogno” disse tra sè e sè, “eppure sembrava così vero”.

Scese da letto e si incamminò verso il bagno mentre la voce di Sakura continuava ad incitarlo ad alzarsi.

- Sono sveglio! – le urlò di rimando per farla smettere di strillare tanto forte che avrebbe potuto persino essere sentita dall’altra parte del mondo.

"A quanto pare sono ancora intrappolato in questo corpo da moccioso" dedusse dal fatto che doveva far uso di uno sgabello per arrivare allo specchio del bagno. Si lavò bene il viso e i denti poi si fermò ad ammirare la sua immagine riflessa, stupendosi del suo volto da bambino che sembrava privo di qualsiasi dolore o turbamento. Rimase qualche secondo in più a fissarsi, non si era ancora abituato a vedersi talmente giovane e piccolo.

- Vieni a fare colazione! - un altro gridò lo ridestò dallo stato di trans in cui era caduto.

Sasuke si diresse in cucina, dove Sakura aveva già preparato delle gustose omelette e del succo di frutta, mangiarono in silenzio ed una volta terminato Sakura ripulì il tavolo e lavò i pochi piatti.

- Ino è già uscita, dovremmo sbrigarci anche noi.. - esordì la rosa.

"Ah già.. l'Hanami" si ricordò il ragazzo.

Quel giorno al villaggio veniva festeggiato l'Hanami, una festa tipica del periodo primaverile in cui si poteva ammirare la fioritura dei ciliegi in tutta la loro bellezza.

Per le vie di Konoha venivano allestite un'infinità di bancarelle di ogni genere, da quelle che vendevano cibi (le preferite di Naruto) a quelle che prevedevano giochi di abilità. I festeggiamenti attiravano sempre tantissime persone anche dai piccoli villaggi confinanti e tutto ciò faceva in modo che ogni anno che passava l'Hanami diventasse una festa sempre più sfarzosa ed importante.

- Tieni, mettiti questo - disse la ragazza passandogli tra le mani un kimono da bambino che avevano comprato insieme un paio di giorni prima, dopo un' interminabile ed accesa discussione tra Sakura ed Ino su quale colore stesse meglio ad Haruki. Blu era il colore scelto dal demone rosa mentre verde era quello che voleva il mostro biondo. Alla fine, dopo una mezz'ora buona di battibecchi avevano lasciato scegliere al bambino quello che preferiva e lui aveva optato per quello blu.

Il moro si incamminò verso la camera degli ospiti, che ormai era diventata la sua, per cambiarsi, chiuse la porta e cominciò a togliersi i vestiti. Infilò la testa nel kimono e cercò l'apertura del collo, che trovò abbastanza facilmente.

Peccato che quello fosse il foro dal quale sarebbe dovuta spuntare la sua mano, si controllò allo specchio.. "che idiota" ammise. Provò più volte a mettere quel dannato kimono ma, anche se era riuscito a mettere la testa nel punto giusto, non riusciva ad ottenere un risultato lontanamente decente.

Stanco di quel maledettissimo kimono che non voleva dargli retta, uscì dalla sua stanza a passo veloce ibacuccato in quell'abito come una mummia e si diresse verso la camera di Sakura per chiederle che razza di diavoleria gli avesse rifilato. Senza neanche bussare, tanto era preso dalla foga, aprì la porta bruscamente - Sakura, come si mette... -

Non riuscì nemmeno a finire la frase ed un silenzio imbarazzante calò nella stanza.

La ragazza era lì in piedi, davanti al suo letto in cui era appoggiato il suo kimono rosa a stampe floreali. Aveva le braccia alzate intente a togliersi la maglietta, scoprendo la parte superiore del suo esile corpo, coperto omai solamente dal reggiseno nero.

- S.. scusa - bisbigliò Sasuke uscendo e richiudendosi la porta alle spalle.

"Che stupido", come aveva potuto non bussare entrando nella camera di una ragazza?

Il moro sentì il volto andargli in fiamme, ma non ne capì il motivo "Che diavolo mi succede? Ho la febbre?".

Perchè si era agitato tanto nel vederla seminuda se la odiava?

- Hai bisogno di aiuto? - chiese la ragazza alle sue spalle che nel frattempo aveva rimesso la sua maglietta ed era uscita anche lei nel corridoio. Sembrava non essere per niente turbata da ciò che era appena accaduto.

- N..non riesco a mettere bene questo maledetto kimono - rispose il giovane guardando di traverso l'abito che indossava in modo del tutto sbagliato.

- Mph.. - la fanciulla trattenne a stento una risata nel vedere in che modo il piccolo si era conciato. Si abbassò sulle ginocchia e cominciò a riparare il danno causato dall'Uchiha.

Mentre le delicate mani di lei rimettevano a posto il kimono, Sasuke si ritrovava nuovamente ad arrossire ogni volta che le dita di Sakura sfioravano la sua pelle candida e cercava in tutti i modi di non farle notare il suo imbarazzo.

- Ecco fatto! - dichiarò soddisfatta - Sei bellissimo! - gli indirizzò un sorriso raggiante.

"Ecco.. di nuovo". Eccolo, un'altro di quei sorrisi che da tempo il moro non aveva ricevuto.

"Perchè mi sorride in quel modo ora che sono Haruki?".

- Ora vado a prepararmi anch'io - esordì la ragazza - mi raccomando bussa se hai bisogno eh - lo riprese scherzosamente mentre si richiudeva la porta alle spalle.

 

 Mentre aspettava che Sakura finisse di prepararsi, il giovane si sedette sul divano cominciando a sfogliare uno dei tanti giornalini sparsi disordinatamente su un tavolino.

'Come farlo innamorare in 10 mosse'.. "che stupidaggini... Davvero le ragazze trovano interessanti queste cose? Sono solo un mucchio di fandonie".

Dal momento che la rosa sembrava essersi persa nei meandri più profondi del mondo di trucchi ed acconciature, Sasuke continuò a leggere: 'Mossa numero uno: non mostrarti troppo interessata o lo spaventerai'.. “tsk” si limitò a sbuffare continuando a leggere finchè non arrivò alla mossa numero 8 che recitava: 'Sii provocante, compra un bikini sexy e invitalo al mare'.

A quella frase l'immagine di Sakura di poco prima gli riapparve in mente, un lieve rossore gli macchiò il viso.

Ma a che diavolo stava andando a pensare? Lui la odiava.

 

Finalmente, dopo tutti i preparativi, che sembravano essere durati un'eternità, la ragazza uscì dalla sua stanza.

- Sono pronta. Andiamo? -

Il suo kimono era di un rosa pallido, quasi bianco, ornato da disegni di fiori di ciliegio, rigorosamente rosa anch’essi, ma di una tonalità leggermente più scura dei suoi capelli, che invece erano decorati con fiori di ogni genere ed erano stati legati solamente in cima, mentre quelli restanti ricadevano leggiadri sulle spalle sottili.

"Bellissima"

Disse tra sè e sè Sasuke rapito dalla grazia della fanciulla che si ritrovava davanti.

“Di nuovo”.Ma che stava pensando? Lui... la odiava...

 

I due uscirono di casa e si incamminarono per le vie del villaggio che era irriconoscibile con tutte quelle decorazioni. Le bancarelle erano già affollate, la gente si fermava ogni due passi per ammirarle. L'atmosfera era calorosa e gioiosa e tutti sembravano divertirsi un sacco.

- Andiamo a cercare i ragazzi, dovrebbero essere nella piazza principale - affermò Sakura ricordandosi il punto in cui avevano deciso di ritrovarsi, per poi andare a fare un picnic sotto i ciliegi in fiore.

 

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Ecco il sesto capitolo!

Vi lasciò il disegno di Sakura con il kimono.. in più ho modificato alcuni capitoli precedenti aggiungendo altri disegni..

Spero che la storia vi piaccia, continuate a seguirmi.

Alla prossima!!

Panda01

 

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


 

 

 

Sakura, accompagnata dal piccolo Haruki, si diresse verso la piazza principale dove avrebbe incontrato i propri amici.

Giunti a destinazione, dopo un paio di minuti la rosa riuscì a riconoscere la chioma bionda e ribelle di Naruto affiancata da quella corvina di Hinata.

La ragazza prese la mano del bambino e cominciò ad avventurarsi nella giungla di persone che affollavano la piazza. La sua stretta era talmente ferma che Sasuke non sarebbe riuscito a perdersi nemmeno se ne avesse avuta l’intenzione, nonostante il palmo di lui fosse imperlato di gocce di sudore, di cui l’Uchiha non riusciva a darsi una spiegazione.

Finalmente raggiunsero i due amici che se ne stavano l’una accanto all’altra, rivolgendosi le spalle inermi e senza proferire parola.

- Ragazzi, siamo qui! – gridò Sakura nella loro direzione, tralasciando da parte la strana aria che correva tra i due.

- Sakura-chan! – le corse incontro Naruto – Siete arrivati finalmente! Abbiamo aspettato una vita! Non è che hai preso il vizio del maestro Kakashi eh? –.

- Le donne ci mettono sempre molto a prepararsi no? – replicò la ragazza un po’ distrattamente, mentre la sua attenzione veniva attirata dall’espressione di Hinata, che sembrava essere quasi sollevata dal loro arrivo.

“Avranno litigato?” si domandò l’Haruno mentre salutava l’amica.

- Wow! Sei splendida Hinata! – si complimentò poi con lei, cercando nello stesso tempo di tirarle un po’ su il morale.

La mora indossava anche lei un kimono simile a quello di Sakura, ma il suo era nero, valorizzato da dei bellissimi girasoli color giallo canarino. L’abito fasciava il suo corpo perfettamente, mettendo in evidenza le curve generose di cui lei si vergognava tanto.

“È proprio bellissima” riflesse tra sè e sè Sakura, che si trovò un po’ invidiosa del fisico dell’amica, “Io al suo confronto sono piatta come una tavola” sospirò tristemente, ancora tra i suoi pensieri.

-G.. grazie – la mora arrossì vistosamente – tu.. sei stupenda con quel kimono – le rispose con un sorriso.

Sasuke se ne stava in disparte senza parlare con nessuno, guardava la scena senza esprimersi con aria annoiata, aspettando che i tre finissero di chiacchierare.

Non aveva la minima voglia di uscire con loro e tanto meno di andare a fare uno stupido picnic tutti insieme sotto i ciliegi, ma doveva reggere il gioco e recitare la sua parte per non farsi smascherare e doveva aspettare che Kakashi e Tsunade scoprissero qualcosa.

 

- Dove sono gli altri? – cercò di informarsi Sakura notando l’assenza di Ino, che era uscita di casa un’ora prima di loro.

- Si sono già avviati verso il parco, Ino voleva avere il posto migliore – le rispose la mora.

- Oh.. Allora sarà meglio che ci affrettiamo a raggiungerli se non vogliamo fare una brutta fine! –.

I tre ragazzi risero di gusto alla battuta della rosa, anche se dentro di loro sapevano che Ino avrebbe potuto davvero fargliela pagare cara per il ritardo, e di certo la cosa non allettava nessuno.

 

Il gruppetto si incamminò verso il parco, dove erano cresciuti alti e maestosi una cinquantina di ciliegi, che in quel periodo fiorivano colorando tutto il paesaggio di rosa. Il sole splendeva alto nel cielo privo di nuvole quel giorno e tutto ciò contribuiva a rendere il luogo ancora più paradisiaco.

Il posto era già stato assediato da innumerevoli comitive che avevano avuto la loro stessa idea, la confusione era molta, si potevano sentire ad ogni angolo voci che litigavano per rivendicare il posto sotto ad un ciliegio addocchiato precedentemente. Ma una era la voce che sovrastava tutte le restanti e che continuava a sbraitare imperterrita e minacciosa: quella di Ino.

 

- Non avvicinatevi capito?? Questo posto è nostro! È di Naruto!.. Si hai capito bene cara, Naruto Uzumaki, l’eroe! – la giovane strillava a squarcia gola inveendo contro chi la guardava con disapprovo, mentre il suo ragazzo, alquanto imbarazzato, cercava di farla calmare.

- Non c’è bisogno che usi il mio nome.. Tu da sola riesci benissimo a farli allontanare ancora di più – rise Naruto.

La bionda ignorò completamente le sue parole – Finalmente siete arrivati! È un’eternità che vi aspettiamo! Venite, venite, è già tutto pronto.. – li fece accomodare.

- Ragazze state benissimo! – esordì Ino inverosimilmente gentile – Anche se non quanto me! – sghignazzò poi abbandonando ogni modestia e sfoggiando il suo kimono giallo rocoperto di rose rosse. I suoi capelli legati in una treccia ricadevano sulla sua spalla ed erano decorati con tanti fiori, che aveva accuratamente scelto dal negozio di famiglia. Al lato della testa portava un fermaglio.

Sasuke spalancò leggermente gli occhi dalla sorpresa: che diavolo ci faceva quel fermaglio in testa ad Ino?

Era lo stesso che quella vecchia signora gli aveva lasciato il giorno del compleanno di Sakura e che poi quella medesima sera lui aveva abbandonato sul tavolino all’ingresso di casa della ragazza.

Ma certo, sicuramente Ino l’aveva trovato e se ne era impossessata.. infondo quella era anche casa sua.

D’altro canto cosa gliene importava a lui? Non avrebbe nemmeno voluto darglielo quel regalo, l’aveva lasciato lì solo perchè era inutile e fastidioso, come del resto lo era Sakura per lui.

Tuttavia non riusciva a non storcere il naso vedendolo sui capelli della bionda.

 

Una figura familiare si avvicinò al gruppo, indossava una ridicola tuta verde e i suoi capelli ricordavano tanto una scodella capovolta.

- Ciao ragazzi! – esordì salutandoli – Sakura-chan come stai? – si rivolse alla ragazza mettendosi nella sua solita posa da ragazzo figo: braccio destro teso in avanti, mano chiusa ad eccezione del pollice, occhiolino e sorriso a trentadue denti con tanto di stellina.

- Lee-san! Anche tu qui? – gli sorrise la rosa di rimando.

- Hey Mr. Sopracciglia! – gridò Naruto, sovrastando i saluti dei suoi compagni e rischiando di rendere sordi tutti quelli che erano nelle vicinanze.

- Sono venuto insieme al mio team.. Siamo laggiù – indicò con il dito un grande albero non tanto lontano.

- È da tanto che non ci vediamo! Sei sempre in missione! – proseguì Sakura continuando a rivolgere il suo sorriso radioso a Rock Lee.

Di nuovo quello stupido sorriso stampato in faccia”.

- Eh già, è un peccato.. – ammise il ragazzo – ma uno di questi giorni recuperiamo!.. Che ne dici di un gelato? Offro io ovviamente – le propose in seguito, tutto esaltato al sol pensiero di poter passare del tempo con lei.

- Allora ci conto.. – replicò la rosa continuando ad avere la stessa espressione allegra di poco prima.

Il ragazzo corse via più veloce della luce, sembrava essere entusiasta e soddisfatto, aveva la stessa espressione di chi aveva appena toccato il cielo con un dito.

- Lee-san! Stai andando dalla parte opposta.. – lo avvertì Hinata, ma il giovane ninja era già con la testa tra le nuvole, troppo preso da chissà quale assurda scommessa con sé stesso, per poterla sentire.

 

- Sakura-chan non è giusto! – esordì Naruto, dopo l’uscita di scena di Rock Lee.

La ragazza lo fissò con un’espressione dubbiosa – Che cosa? – gli domandò non riuscendo a capire.

- Non è giusto che quando ero io a chiederti di uscire mi rifiutavi sempre! E invece a Mr. Sopracciglia hai detto subito di sì!! – continuò il biondo cominciando a gridare.

Il volto di Hinata si oscurò, mentre Sakura ed Ino rimasero scioccate da quelle parole.

Possibile che Naruto fosse così ottuso da dire qualcosa del genere davanti alla propria fidanzata?

A quanto pareva sì.

Persino Sasuke, per quanto fosse negato su tutto ciò che riguardava i sentimenti umani, poteva riconoscere l’errore commesso dall’amico

 

Il solito dobe..

 

sospirò a bassa voce facendo attenzione a non farsi sentire da nessuno.

- Non è giu.. – Naruto non riuscì a finire la frase che due pugni ben assestati gli colpirono il volto come dei pezzi di metallo vengono attratti dalla calamita, Sakura ed Ino erano intervenute per evitare l’imminente disastro, ma ormai il latte era già stato versato. Hinata se ne stava lì, in silenzio, con lo sguardo abbassato e l’espressione malinconica.

- Hahaha.. ma che dici Naruto? – tentò di smorzare la tensione nell’aria, che poteva essere tagliata con un coltello – Noi usciamo sempre insieme, siamo tutti amici no? – fece poi con una risatina, cercando con gli occhi lo sguardo di Ino per chiederle supporto.

- Si infatti! Non siamo forse tutti qui adesso? – intervenne la bionda in soccorso all’amica.

- No.. io non intendevo ques.. – le parole di Naruto vennero nuovamente interrotte dai destri delle due ragazze.

- Certo che intendevi questo! Che altro sennò.. – affermò la rosa che cominciò a ridere, la sua voce faceva trapelare il suo disagio ed ormai anche un pizzico di isteria, mentre il biondo si massaggiava il viso ormai ridotto uno straccio.

Come poteva Naruto non aver ancora compreso la situazione e la pericolosità delle sue parole? Era davvero una testa quadra.

- Forza forza cominciamo a mangiare! – esultò Ino provando a cambiare discorso. Il suo suggerimento fu ascoltato di buon grado e la situazione sembrò stabilizzarsi. I ragazzi parlavano del più e del meno gustando le delizie preparate la sera prima dalle tre fanciulle e godendosi il panorama offerto dalla natura.

 

Una volta finito il banchetto, decisero di andare tutti insieme a girare per le bancarelle che erano state allestite per le strade del villaggio.

Naruto continuava a fermarsi ad ogni chioschetto che vendesse del cibo, ingurgitava piatti come se fosse stato a diugiuno per un’intero mese, nonostante avesse mangiato solo poco prima, il suo stomanco sembrava essere un buco nero che risucchiava qualsiasi cosa commestibile gli capitasse sotto tiro.

Quando finalmente si ritenne sazio, iniziò ad attaccare i baracchini che organizzavano giochi, sfidando ad ogni occasione il piccolo Haruki, che con il carattere che si ritrovava non riusciva a resistere alle sue provocazioni e ardeva dalla voglia di dargli una bella lezione.

- Giochiamo a quello! – gridò Naruto indicando un’insegna con riportate le scritte : Kingyo sukui.

A fianco della bancarella vi era un’immensa vasca piena di pesci rossi che nuotavano veloci. Naruto si avvicinò e chiese subito al proprietario di farlo giocare, quest’ultimo gli porse un retino rotondo con la parte centrale in carta di riso, chiamato ‘poi’, con cui il ragazzo avrebbe dovuto pescare i pesci.

Il biondo si mise subito all’opera sicuro delle sue capacità, ma appena infilò il retino in acqua la carta di riso si strappò lasciando un grande buco proprio al centro dell’oggetto. Il giovane, testardo com’era, chiese al signore un’altro poi, ma la scena precedente continuava a ripetersi.

Dopo una quindicina di minuti e una cinquantina di retini rotti, solo due pesci avevano trovato posto nel suo contenitore e Naruto cominciava a demoralizzarsi, anche perchè dopo i primi momenti di esaltazione tutti avevano perso ormai le speranze e avevano rinunciato ad incitarlo. Solo Haruki stava lì a fissarlo ancora, ma il suo viso non era certo quello di chi cercava di incoraggiarlo, al contrario il suo sorriso lo stava schernendo.

- Provaci tu se ci riesci! – gli gridò tutto d’un fiato puntandogli il dito contro.

- Tsk – fu la sua risposta, mentre si stava per girare.

- Cos’è hai paura? - lo canzonò.

Sasuke Uchiha non aveva paura.

Chiese un retino al proprietario e si posizionò di fronte alla vasca come aveva fatto poco prima il suo amico, anche lui immerse l’oggetto in acqua e con velocità fulminea riuscì subito a prendere il primo pesciolino, che ripose nella sua ciotola.

Il ragazzo non riuscì a trattenere un sorriso di soddisfazione, anche se in quel corpo era ancora migliore di Naruto.

- La fortuna del principiante – biascicò il biondo.

Lo spirito di Sasuke si infervorì e la tentazione di sconfiggere l’Uzumaki cresceva sempre di più in lui, mise di nuovo il retino in acqua, ma questa volta quello si ruppe.

- Hahahahahahahaha – Naruto scoppiò in una fragorosa risata, che diede sui nervi al moro – Te l’avevo detto! La fortuna del principiante! –

Sasuke continuò a provare più volte, ma tutto ciò che riuscì a fare fu raggiungere il livello del compagno.

- Voglio provare anche io – parlò la voce di Sakura alle loro spalle.

Tsk. Ma cosa vuole fare? Non riuscira a prenderne nemmeno uno”.

La rosa si fece consegnare un retino e si appropinquò alla vasca piena di eccitazione. Si ripiegò le lunghe maniche del kimono e si apprestò ad immergere il retino in acqua.

Con delicatezza poggiò il poi sulla la superficie dell’acqua e rimase inerte ad aspettare il momento giusto per passare all’azione. La tensione cresceva con il passare del tempo e i passanti incuriositi dall’immobilità della fanciulla si fermavano per assistere alla scena.

Quando un pesce passò sopra il retino, Sakura alzò il poi velocemente con agilità e precisione, la gente non ebbe nemmeno il tempo di esultare che il pesce rosso era già nel suo contenitore.

- Ahhh! – gioì la rosa insieme ad Hinata ed Ino che battevano le mani in preda all’eccitazione.

“Tsk” pensò Sasuke “Cosa vuoi che sia un solo pesce”.

Sakura volle provarci di nuovo, si rimise in posizione e attese ancora. Questa volta fu molto più veloce ed anche il secondo pesce finì nella sua ciotola.

Il pubblicò esultò, ma lei era già pronta per il terzo round. Riappoggiò il retino in acqua ed attese.

“Non è possibile!” rimuginava tra sé e sé Sasuke mentre il terzo pesce rosso finiva nel contenitore della giovane kunoichi.

Più ci provava e più diventava esperta, dopo soli cinque minuti era riuscita già a prendere dieci pesciolini senza mai aver rotto la carta di riso del poi.

- Dovevamo aspettarcelo da uno dei migliori ninja medici.. La tua precisione e la tua agilità sono straordinarie – affermò una voce proveniente dalla folla che si era creata alle spalle dei ragazzi.

Sakura si voltò verso di essa – Maestro Kakashi! – lo chiamò sorridendogli e arrossendo leggermente per i complimenti.

L’uomo la incitò a continuare il gioco e dopo aver salutato il resto della combriccola, che tornò a guardare l’impersa della rosa, si avvicinò a Sasuke.

- Dobbiamo parlare – gli disse sottovoce.

I due si allontanarono senza farsi notare e cominciarono a discutere.

 

Alla fine il poi utilizzato da Sakura si strappò dopo aver sostenuto il peso del diciottesimo pesce rosso. – Hai combattuto bene – affermò la ragazza guardando la sua arma distrutta. Il proprietario della bancarella le porse un peluche a forma di gatto, il premio per chi aveva raggiunto quota dieci pesci con un solo retino.

I ragazzi si allontanarono dalla bancarella e continuarono agirare per le bancarelle.

- Dov’è andato Haru? – domandò Sakura cominciando a preoccuparsi.

- Ah.. l’ho visto prima con il maestro Kakashi – le rispose Hinata rassicurandola.

“Che ci fa con il maestro?” si chiese la ragazza dubbiosa “Saranno diventati amici..” si rispose poi da sola mentre un sorriso le compariva in volto.

- Hey fronte spaziosa – sentendosi chiamare da Ino si ridestò dai suoi pensieri.

- Allora che farai? Ci uscirai insieme? – la interrogò con un’espressione che la diceva lunga sulle sue intenzioni.

- Con chi scusa? – fece finta di non capire.

- Con Rock Lee! – le rispose incalzandola sempre più.

- Certo – replicò senza esitazioni lasciando di stucco le due amiche – Siamo amici no? – aggiunse facendo sospirare la bionda.

- Dicevo come appuntamento... infondo, se tralasciamo il taglio di capelli e quell’orrenda tuta verde, Lee è proprio un bravo ragazzo.. - Hinata concordò con le parole di Ino.

- E poi così potresti dimenticarlo una volta per tutte – proseguì la Yamanaka sempre più seria.

In fondo avevano ragione, anche lei si era già ripromessa di dimenticare l’Uchiha e di smettere di aspettarlo inutilmente, probabilmente uscire con qualcuno le avrebbe fatto solo bene.

- Ci penserò su –.

In quel momento Sasuke tornò al loro fianco dopo aver parlato con Kakashi, le ragazze erano talmente prese dai loro discorsi che nemmeno si accorsero della sua presenza.

- Ah già! Hinata è successo qualcosa tra te e Naruto? Avete per caso litigato? – la rosa invitò l’amica ad esporre le sue preoccupazioni.

Ecco la solita impicciona” la giudicò Sasuke.

La mora negò, ma Sakura sapeva che c’era qualcosa che non andava. Quel giorno la giovane Hyuga le era parsa triste e malinconica e lei era determinata a scoprirne il motivo.

- Siamo tue amiche.. puoi dircelo Hinata – si intromise Ino appoggiando la causa di Sakura.

- È solo che... che insomma... – esitò la ragazza – credo che Naruto non mi voglia bene.. – il suo viso si rabbuiò.

Le due compagne trattennero a stento una risata, non perché la stessero prendendo in giro, ma perché a volte l’innocenza e l’ingenuità della mora erano disarmanti.

- Non ti preoccupare - certo era vero che spesso e volentiri il biondo usciva con delle affermazioni del tutto sbagliate, ma ovviamente non lo faceva con cattiveria, era solo che non pensava molto prima di aprire bocca.

- Naruto ti vuole bene, ed anche tanto -.

 

Delle braccia cinsero la vita di Ino da dietro e la strinsero, Ichiro e Naruto erano tornati dalla loro escursione per le restanti bancarelle non ancora visitate, mentre le regazze si erano fermate a riposare.

In quel momento si accorseso anche della presenza di Haruki, che se ne era rimasto in silenzio e per caso si era ritrovato a sentire i loro discorsi.

Sakura guardò Ino ed Ichiro che si abbracciavano ed andavano d’amore e d’accordo. Lei sembrava così contenta e solare, ultimamente lui si era comportato molto bene nei confronti della bionda, non la faceva più soffrire come prima.

La rosa era lieta per loro, finalmente la sua amica aveva trovato la felicità.

Il suo sguardo incrociò quello di Ichiro, lei gli sorrise e lui fece lo stesso, infondo era un bravo ragazzo.

“Ti affido Ino... abbine cura” gli disse nella sua mente.

 

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************************************************

Ecco un nuovo capitolo!

Scusate il ritardo, ultimamente ho avuto molto da fare e le parole non mi venivano... comunque questo capitolo è un po’ più lungo.

Spero che continuiate a leggere questa storia perché presto le cose si movimenteranno, ma non vi dico altro!

Il disegno è il famoso fermaglio del capitolo 2 che ritroviamo in testa ad Ino!

Recensite se volete, mi fa piacere sapere che ne pensate..

Per ora è tutto, alla prossima!!

Panda01

 

 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


 

 

 

Dobe. Dobe. Dobe..

Quella era l’espressione usata da Sasuke per chiamarlo. Ma anche lui, dal canto suo, ricorreva all’appellativo “Teme” per rispondergli a tono.

Quei due termini erano la prova del loro legame, della loro amicizia, che, nonostante i continui litigi, le incomprensioni e le frequenti scazzottate, era sincera... era fraterna.

Malgrado avessero caratteri differenti, anzi totalmente opposti, uno vivace, sorridente e incurabilmente ottimista, mentre l’altro freddo, impassibile ed altezzoso, avevano condiviso lo stesso dolore causato dalla solitudine di non aver una famglia, di non avere qualcuno al loro fianco che li amasse.

Nessun altro, oltre a Sasuke, l’aveva mai chiamato in quel modo, eppure era proprio quella la porola che aveva indubbiamente sentito uscire dalla bocca di Haruki.

Naruto si alzò finalmente dal letto dopo esservi rimasto a rimuginare per almeno un’ora, da quando aveva aperto gli occhi.

Si vestì in fretta e furia e senza neanche preoccuparsi di fare colazione, cosa davvero preoccupante per lui, uscì dal suo monolocale. Corse per le strade di Konoha, ricambiando velocemente i saluti dei passanti, quando finalmente si fermò davanti ad un grande portone e cominciò a bussare e a chiamare a gran voce – Hinata! Hinata aprimi! -.

- N-Naruto... Che ci fai qui a quest’ora del mattino? – rispose la voce della mora alle sue spalle.

Il biondo si voltò di scatto, i suoi movimenti furono troppo rapidi ed improvvisi che perse l’equilibrio e finì adosso alla ragazza, facendole cadere a terra la busta della spesa che teneva in mano. Un paio di mele rotolarono fuori dal sacchetto, ormai piene di ammaccature.

I due ragazzi si erano come congelati in quella posa, troppo imbarazzati per dire o fare qualcosa.

Una mano colse uno dei frutti finiti per la strada, lo pulì sulla manica del vestito e osservò attentamente la scena che gli si presentava dinanzi... La faccia di Naruto era finita dritta dritta sul petto della Hyuga, ed entrambi erano riversati a terra l’uno sopra l’altra.

La mano strinse il frutto proibito talmente forte da ridurlo in poltiglia – Che cosa state facendo? – chiese poi l’assassino di mele mentre lasciava cadere i resti del cadavere della vittima, con una voce apparentemente tranquilla, ma che avrebbe fatto accapponare la pelle persino al diavolo in persona.

Naruto rabbrividì ed iniziò a sudare freddo, sebbene in quella posizione non riuscisse a vedere il volto di quella persona, la sua voce sinistra, che nascondeva un’enorme intento omicida, gli aveva già rivelato la sua identità: Hiashi Hyunga.

Il ragazzo si allontanò prontamente da Hinata mentre le sue braccia si accingevano a muoversi ripetutamente in senso di diniego – Niente! Niente! Hahahaha – scoppiò in quella che doveva essere una fragorosa risata per smorzare la tensione, ma che si rivelò solamente la risatina paranoica di un condannato a morte.

Il volto del capo famiglia Hyuga diventava sempre più terrificante ogni secondo che passava e il suo sguardo di ghiaccio era paragonabile a quello di Medusa, avrebbe potuto pietrificarti per il resto della tua vita.

- Non è niente, padre. Naruto è inciampato e siamo caduti – Hinata intervenne in aiuto del suo ragazzo, racattando la mela che si era salvata dalla furia omicida del padre e riponendola nuovamente nella busta.

- Forza rientriamo – gli sorrise serena, spingendolo per le spalle e facendogli varcare la soglia di casa che nel frattempo si era aperta.

Padre e figlia entrarono e il portone si chiuse alle loro spalle, mentre il figlio del Quarto Hokage era rimasto lì, seduto per strada, ancora pietrificato da quello sguardo micidiale.

Dopo un tempo indeterminato, in cui Naruto non si mosse nemmeno di un millimetro e venne persino scambiato per una statua da dei bambini pestiferi che passavano di lì e che gli scarabocchiarono la faccia, finalmente il portone si riaprì e Hinata uscì di casa.

- N-Naruto.. Naruto – lo chiamò per risvegliarlo dallo stato di coma in cui era caduto.

- Hinata! – gridò lui improvvisamente, facendola sobbalzare dallo spavento.

- Hinata ho bisogno del tuo aiuto! – affermò il biondo prendendole le mani tra le sue, aggravando così il rossore ancora presente sulle gote della ragazza.

Lei annuì con il capo in segno di consenso, trattenendo le risate alla vista del viso scarabocchiato che si ritrovava di fronte, e lui senza esitare si incamminò tenendola per mano, non avevano tempo da perdere, anche perchè ormai ne avevano già sprecato abbastanza, le avrebbe spiegato tutto strada facendo.

 

I due giovani stavano proseguendo rapidamente per una delle vie principali del villaggio, quando in fondo alla strada scorsero la figura di Haruki, accompagnata da quella del maestro Kakashi. Lesto, Naruto si nascose dietro ad un uomo di grande stazza e si trascinò dietro la mora, osservò le azioni dei due sospetti mentre la ragazza dubbiosa gli chiese il motivo del suo bizzarro comportamento.

- Non ti sembra che Haruki somigli molto a Sasuke? –

- Bè, sì.. Anche io e le ragazze l’abbiamo notato.. – rispose la mora continuando a nascondersi dietro all’uomo, che sembrava non essersi accorto di loro – Hanno gli stessi occhi scuri e gli stessi capelli neri.. -.

- Sì infatti! – annuì lui.

– Hinata.. io.. credo che Haru... sia Sasuke -.

La ragazza spalancò i suoi grandi occhi perlacei – Ma.. Sasuke è ancora in missione, l’ha confermato anche l’Hokage.. ed inoltre le loro personalità sono compleatamente differenti. – replicò la ragazza.

- Lo so... Ma io me lo sento, Hinata.. Il mio sesto senso mi dice che è così -.

Il biondo cominciò a fare dei simboli con le mani finchè da una nuvola di fumo uscì un secondo Naruto.

- Tu segui quei due – ordinò l’Uzumaki alla sua copia, che ubbidì e si incamminò.

- Noi invece.. andiamo a cercare prove a casa di Sakura-chan ed Ino – continuò poi determinato a scoprire la verità.


Ben presto arrivarono all’appartamento delle due amiche e videro Sakura intenta ad uscire di casa, probabilmente stava andando all’ospedale per il turno pomeridiano. Si nascosero dietro a dei cespugli e quando la rosa fu lontana si avvicinarono per entrare nell’abitazione attraverso il balcone del soggiorno, che aveva la porta aperta.

Sul tavolo del salotto vi era un cesto pieno di frutta di vario genere e a qualla vista al giovane ninja venne un’idea, a suo parere infallibile.

Prese un pomodoro, tirato fuori da chissà dove, e lo posizionò in cima al cesto.. Ricordava bene che al suo compagno di team piaceva molto quell’ortaggio, e se anche Haruki lo avesse scelto, scartando i restanti frutti.. allora quella sarebbe stata la prova indiscutibile che lo avrebbe incastrato.

Intanto Hinata continuava a fissare il ragazzo con aria preoccupata, tuttavia assecondava le sue alquanto bizzarre idee.

Sentirono un rumore provenire da una porta lì vicino, così decisero di nascondersi in un’altra stanza. Forse Haruki era già rientrato? In effetti Naruto si era accorto che la sua copia che stava seguendo il bambino e il maestro Kakashi era svanita in qualche modo, anche senza il suo consenso.. ma non ne aveva capito bene il motivo.

“Bè, meglio così” disse tra sè e sè il biondino, avrebbe risolto il mistero molto più velocemente di quanto pensava.

Hinata attivò il suo Byakugan per vedere cosa accadesse nel soggiorno.

Una ragazza dai lunghi capelli biondi entrò, gettando rozzamente la sua borsa a terra, si gettò di peso sul divano si stiracchiò le braccia indolenzite.

- È Ino – disse la Hyuga per informare il ragazzo, che alla notizia sbuffò rumorosamente.

- Si sta alzando dal divano e si dirige verso il tavolo.. – Hinata parlava come se fosse stata un telecronista – Sta guardando il cestino della frutta.. si è fermata.. – la ragazza rimase in silenzio per un buon paio di minuti, con il volto concentrato.

- Che sta succedendo? Che sta succedendo, Hinata? – continuava ad assillarla Naruto iniziando a preoccuparsi sempre più, finchè non sentirono un grido alzarsi nell’aria.

Naruto fece per aprire la porta ed introdursi nella stanza da cui proveniva l’urlo, ma la sua ragazza lo fermò tirandolo per un braccio e portandosi l’indice sulle labbra sottili per fargli segno di stare in silenzio.

Ecco quello che era accaduto nell’altra stanza: Ino si era sollevata dal divano, dirigendosi verso il tavolo su cui era poggiato il cesto. La bionda aveva cercato con gli occhi una pesca, ma appena aveva poggiato lo sguardo sulla frutta aveva visto quella cosa orribile: color rosso fuoco, superficie liscia e raccapricciante e quel piccolo picciolo verde orripilante.

Con molta calma aveva preso quel pomodoro indifeso in mano, aveva aperto la finestra e lo aveva lanciato con tutta la sua forza il più lontano possibile cacciando un urlo così forte da poter rompere centinaia di bicchieri di vetro.

Missione fallita, ovviamente.

Il giovane shinobi decise allora di introdursi nella stanza degli ospiti, in cui alloggiava Haru. Appena entrati videro sopra al letto un peluche a forma di gatto – Quello non è quello che ha vinto Sakura ieri all’Hanami? – domando Hinata.

- Sì.. Hai ragione.. – si avvicinò all’oggetto – C’è un biglietto – e cominciò a leggerlo – Per Haru. Sei stato molto bravo con quei pesci -.

Naruto colse immediatamente l’occasione per mettere in azione un’altra delle sue trovate. Prese una penna e cominciò a scrivere.

‘Anche se non quanto me! Hahahahaha! Devi migliorare ancora molto!!’

Dei passi si fecero sentire oltre la porta della stanza, i due ragazzi si guardarono spaesati l’uno in cerca dell’aiuto dell’altra, ma nessuno dei due sapeva come uscire da quella fastidiosa situazione.

La maniglia grigia si abbassò lentamente, tutto era confuso ed il tempo sembrava trascorrere al rallentatore mentre nella mente di Naruto apparivano le vie di fuga più strane ed ovviamente fallimentari.

La porta cominciò ad aprirsi con un leggero cigolio, Hinata prontamente prese la mano del biondo e lo trascinò con sè sotto il letto. Rimasero in silenzio e videro dei piccoli piedi entrare nella stanza, era Haruki.

Ovviamente essendo sotto il giaciglio non riuscivano a scorgere bene ciò che accadeva nella camera, o almeno questo valeva per Naruto. Hinata, al contrario, grazie alla sua dote innata riusciva benissimo a vedere, peccato che la vicinanza, decisamente troppo ristretta, al biondo, causata dal fatto che quello fosse un letto ad una sola piazza, la faceva andare letteralmente in cortocircuito.

E così l’espressione che il bambino ebbe in volto leggendo il biglietto lasciatogli non fu vista dai due spioni sotto al letto.

Il piccolo Haruki si distese sul letto e rimase fermo per un un paio di secondi, che poi si trasformarono in minuti e forse anche in ore..

L’Uzumaki e la Hyuga continuavano a guardarsi, cercando di parlarsi con gli sguardi e i piccoli gesti che riuscivano a compiere in quell’ambiente ristretto.

- Starà dormendo? – domandava il biondo.

La mora dopo aver ripreso il suo autocontrollo, sebbene fosse ancora frastornata, attivò nuovamente il byakugan – Ha gli occhi chiusi.. ma non so se stia dormendo.. -.

Improvvisamente un lamento si fece sentire rumorosamente nell’aria...

Era lo stomaco di Naruto, che fin dalla mattina non era stato sfamato.

Logicamente, furono subito scoperti.

 

- Che ci facevate la sotto?? – domandò curiosa la bionda offrendo loro due bicchieri di thè freddo.

- Ehm... niente... – replicò Hinata con il viso che le andava a fuoco, che figura che avevano fatto.

- Hahahahaha!! Siamo venuti a trovarvi no? – gridava allegro colui che non sapeva nemmeno dove stesse di casa l’imbarazzo.

- Bè, allora restate qui a cena no? Tra poco torna Sakura e passa a prendere del sushi – li invitò Ino.

Naruto accettò con gioia, non solo perchè avrebbe potuto finalmente mangiare, ma anche perchè in quel modo poteva ancora investigare sul misterioso caso di Haru.

La rosa rincasò insieme al sushi e la cena si svolse in relativa tranquillità. Alla fine del banchetto i ragazzi rimasero al tavolo parlando delle varie missioni svolte, ricordando i vecchi tempi dell’academia ed ancora una volta Naruto colse l’occasione ed indirizzarò la discussione sull’argomento Sasuke Uchiha, con quell’attacco diretto Haru non avrebbe avuto scampo.

- Dovremmo fare una bella festa tutti insieme! – propose prendendola per le larghe, provando a coinvolgere nel suo entusiasmo anche le ragazze.

- Sì, mi piace come idea! – Ino aveva abboccato all’amo.

- Sì dovremmo invitare tutti i team! Il team dieci, il team otto... insomma tutti! – era elettrizzato all’idea – Così anche il Teme uscirà un po’ di casa! Giusto Sakura-chan? – domandò alla ragazza, volgendo però lo sguardo verso Haruki.

- Mah.. Sinceramente non mi interessa – rispose lei lasciando Naruto di stucco.

Il biondo si voltò per vedere la reazione del bambino, ma la sua faccia mentre si versava dell’acqua nel bicchiere era impassibile e non lasciava intendere alcun malessere.

Il ragazzo ed il piccolo si portarono i bicchieri alle labbra nello stesso momento.

- Vado a fare un bagno caldo – si alzò in piedi la rosa stiracchiandosi – Haru vieni con me? –.

- Pff... – entrambi ricacciarono fuori tutta l’acqua che avevano appena ingurgitato, e con ancora la bocca tutta bagnata spalancarono gli occhi a palla.

- Sakura-chan, ma che dici?? – la rimproverò Naruto.

Se Haru era davvero Sasuke... non aveva nemmeno il coraggio di pensare a quell’evenienza..

- Hahahahahahahahahaha – Sakura si sbellicò dalle risate – Dovreste vedere le vostre facce ragazzi! – continuò ridendo.

- Sakura-chan non fare questi scherzi di cattivo gusto! –

Hinata si alzò in piedi – S-si è fatto tardi...È meglio che torni a casa, altrimenti mio padre si preoccuperà... – disse inviandosi automaticamente verso l’ingresso.

- Ti accompagno, Hinata-chan? – si propose il biondo.

- No.. Non c’è bisogno.. rimani pure se vuoi – replicò con un velo di tristezza nella voce, di cui, per ovvie ragioni, lui non si accorse – Allora va bene, rimango ancora un po’.. Ci vediamo domani Hinata-chan! -.

La ragazza salutò velocemente il resto del gruppo ed uscì dall’appartamento da sola, aveva sperato che Naruto insistesse, ma ciò non era successo.

Si diede della stupida mentalmente, mentre una lacrima le solcava il viso.

 

-Hinata!! Hinata aspettami! – sentì una voce gridare alle sue spalle.

La mora si voltò e con sua grande sorpresa vide Naruto che le correva incontro.

- N-naruto.. non avevi detto che restavi ancora un po’? – gli chiese.

- Volevo accompagnarti a casa Hinata – replicò lui con il fiatone.

 

 

- Naruto ma sei stupido o cosa? – gli avevano rinfacciato Sakura ed Ino in coro.

- Perchè? Cosa ho fatto? – grattandosi il capo.

- Perchè non l’hai accompagnata? – aveva cominciato l’interrogatorio la rosa.

- Ma... lei mi ha detto che potevo restare... –

Sakura si portò una mano in viso sospirando profondamente.

- Ma sei scemo?? – aveva gridato Ino sbattendo la mano sul tavolo ed entrando nelle parti del poliziotto cattivo, facendo rabbrividire sia il biondo che il piccolo Haru.

- Naruto! Ma non capisci i sentimenti di una ragazza?? – aveva continuato a gridare l’Haruno, a quanto pare non soleva più esserci anche il poliziotto buono..

- Seguila!! – avevano urlato a squarciagola, rischiando di rompergli i timpani.

 

 

I due ragazzi si incamminarono verso casa Hyuga, mano nella mano, camminando a passi lenti.

Hinata riusciva a stento a trattenere le lacrime, tuttavia quelle non erano lacrime causate dalla tristezza, ma bensì di gioia. Era così felice che lui l’avesse seguita per riaccompagnarla a casa.

- Stai.. piangendo? Qualcosa non va? – le chiese notando che la ragazza aveva iniziato a singhiozzare.

- N-no.... Niente... È che.. sono felice – gli indirizzò un sorriso radioso, ed anche se era già tarda sera, a Naruto sembrò di essere in pieno giorno.

 

- Ti amo, Hinata – le aveva sussurrato di getto, avvicinando il proprio viso a quello della ragazza e lasciando che le loro labbra si toccassero delicatamente.

Quello fu il loro primo bacio, una bacio leggero come il vento, ma che portava con sè miliardi di emozioni.

 

 

 

 

 

 

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Sono tornata con l’ottavo capitolo.

Finalmente! Ci ho messo un po’ lo so... mi spiace...

Comunque, come avrete letto, questo è un capitolo che si incentra sulla coppia Naruto-Hinata.

Tuttavia, per i fan di Sasuke e Sakura, non preoccupatevi, succederà presto qualcosa.. almeno spero.

Per oggi è tutto! Al prossimo capitolo!

Panda01

 

 

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


 

 

 

- Ecco, gli obbiettivi sono in movimento, andiamo.. –

“Che diavolo ci faccio qui... cosa sto facendo?” continuava a ripetersi Sasuke seguendo la bionda che si muoveva furtivamente dietro ad un cespuglio.

 

Quel pomeriggio Sakura, dopo l’ennesima mattinata di lavoro all’ospedale tra pazienti doloranti ed infermiere troppo prese dal gossip che dai propri doveri, era finalmente rincasata. Fortunatamente in quel periodo di pace coloro si procurava delle ferite serie erano in pochi e per lo più i pazienti erano anziani con dolori cronici e, raramente, cittadini che si ferivano sul posto di lavoro.

Anche per questo la rosa riusciva ad avere più tempo libero da passare in casa, circostanza ben accetta da quando avevano accolto nelle loro vite il piccolo Haruki.

Doveva ammettere che negli ultimi anni di relativa tranquillità, relativa perchè con Naruto in giro non si poteva certo parlare di serenità, era riuscita a farsi una bella vita, aveva un lavoro appagante, genitori che la amavano e la sostenevano, degli amici sinceri ed era persino andata a convivere con Ino e a diventare più autonoma e responsabile.

Sì, aveva una vita tranquilla.

Eppure c’era sempre stato qualcosa che la turbava, qualcosa che le impediva di essere completamente felice e serena, qualcosa che la faceva piangere nel bel mezzo della notte.. O forse era meglio dire qualcuno.

Sasuke Uchiha era sempre stato il suo chiodo fisso fin da bambina, come molte altre ragazzine anche lei si era infatuata del moro dall’aria fredda ed affascinante, tuttavia con il passare del tempo la sua cotta infantile si era trasformata in qualcosa di più, un sentimento tanto intenso e profondo da portarla persino a poter tradire il suo stesso villaggio per un uomo, o addirittura ad uccidere il proprio amato per porre fine al suo dolore e prendere carico di tutto quel peso sulle proprie spalle.

Ciò nonostante tutti i suoi piani erano andati in fumo, nel Paese del Ferro quel giorno, lei si era fermata, non ci era riuscita... Non era riuscita ad ucciderlo, anzi non era riuscita nemmeno a ferirlo.

Comunque, alla fine la sua debolezza si era rivelata una benedizione, quando il moro aveva deciso di intervenire nella guerra spalleggiando l’Alleanza degli shinobi.

Anche se sapeva che Sasuke la odiava e che non sarebbe mai esistito un ‘noi’ per loro, se non altro lui era vivo, lui esisteva da qualche parte.. e questo le bastava. Lei sarebbe andata avanti, cacciando i suoi sentimenti nell’angolo più buio e nascosto del suo cuore, dimenticandoli e sperando che prima o poi sarebbero svaniti.

A conti fatti, lei era felice, felice della propria vita tranquilla.

 

Sakura poggiò la borsa sul letto poco delicatamente, e si diresse verso il bagno per farsi una bella doccia. Girò la manopola dell’acqua calda e si lasciò coccolare dal tepore che spazzò via i suoi pensieri.

Venne fuori dal bagno molto più rilassata e cominciò a vestirsi e a preparsi per uscire.

- Ino, io vado! – le aveva gridato, già all’igresso di casa aprendo la porta.

- Va bene divertiti! – rispose la voce dell’amica dal salotto - E non tornare troppo presto eh! – aveva poi aggiunto sghignazzando.

Sakura non si curò delle sue parole e la salutò per l’ultima volta chiudendosi la porta alle spalle e incamminandosi verso la sua meta.

 

Sasuke era in camera sua con le finestre sbarrate e la luce spenta, immerso nel buio se ne stava fermo in silenzio. Far finta di dormire era l’unico modo efficace di rimanere da solo in tranquillità, senza che uno dei due demoni cercasse di coinvolgerlo in qualcosa che a parer loro era divertente.

Decise di alzarsi e si recò in soggiorno, dove Ino stava confabulando tra sè e sè qualcosa di incomprensibile.

- Sakura è uscita? – le aveva domandato senza pensare.

- Oh, ti sei svegliato? Scusa per le grida di prima – gli replicò – Sì, è andata ad un appuntamento! – rispose sghignazzando senza contegno.

A-appuntamento?... Che cosa stupida”.

- Con chi? – non era riuscito a trattenersi dal chiederle.

Perchè gli interessava con chi uscisse quella ragazza noiosa ed insopportabile?

- Hai presente.. quello strano ragazzo con la tuta verde e i capelli a scodella che abbiamo incontrato all’Hanami? –

“Rock Lee?? Esce con quel sopracciglione?” Sasuke rimase interdetto a quella notizia.

- Esco anch’io – aveva poi ripreso la facoltà di parola – Vado a fare un giro al parco -.

- Va bene, fai attenzione – rispose Ino distrattamente, troppo affaccendata nei suoi interessi.

Per un bambino della sua età non era strano uscire di casa da solo, Konoha era un villaggio molto tranquillo e sicuro ed era pressoché impossibile imbattersi in pericoli data la presenza dei tanti ninja talentuosi che vi risiedevano.


Haru camminava per le vie del villaggio senza meta, ovviamente quella del parco era stata solamente una scusa, ma nemmeno lui sapeva il motivo per cui fosse uscito. Continuava a proseguire per una delle stradine ripensando alla surreale situazione in cui si trovava, al sogno che aveva fatto il giorno dell’Hanami e che da allora lo tormentava ogni notte e alle parole di Kakashi.

 

- Dobbiamo parlare – gli aveva sussurrato.

I due si erano allontanati dal resto del gruppo per poter discutere più liberamente.

- Non ho buone notizie per te – aveva esordito il maestro.

Sasuke rimase in silenzio in attesa di quello che gli avrebbe detto.

- L’Hokage mi ha inviato nel posto che ci hai indicato in cerca di qualche prova, insieme ad una squadra di ambu. Abbiamo rastrellato tutta la zona – gli riferì più serio che mai.

- Che cosa avete trovato? – gli domandò preoccupato.

- Abbiamo trovato la locanda di cui ci hai parlato ma.. – Kakashi aveva esitato.

-Ma cosa? – lo incoraggiò a sputare il rospo.

- Ma l’edificio era disabitato e in condizioni pessime.. Probabilmente è stato abbandonato da molto tempo – concluse l’uomo.

- Io.. ci sono stato.. Sono sicuro di averci alloggiato e di aver incontrato la proprietaria!.. È assurdo.. – iniziò a surriscaldarsi il moro.

Era assurdo, tutta quella situazione era assurda, come poteva quell’edificio essere abbandonato da molto tempo, se nemmeno un mese fa lui ci era stato?

Che diavolo significava tutto ciò?

- Calmati – gli disse Kakashi poggiando una mano sulla sua spalla.

- Domani vengo con una scusa a casa di Sakura ed Ino e andiamo dall’Hokage per fare dei controlli. Può darsi che le tue facoltà mentali siano compromesse e magari con il suo aiuto potrai ricordare qualcos’altro di utile – gli propose sorridendogli sotto la maschera cercando di consolarlo come un padre avrebbe fatto con il proprio figlio. Sapeva che quello era Sasuke, ma non riusciva ad evitare di trattarlo come un bambino.

- Sì – sentenziò il moro tornando verso il resto del gruppo.

 

Il giorno seguente Kakashi lo aveva accompagnato da Tsunade e per la strada si erano accorti che qualcuno li stava pedinando: quella testa quadra di Naruto.

Non ci avevano messo molto a sbarazzarsi della sua copia senza destare sospetti e a raggiungere l’Hokage.

Purtroppo la visita non aveva avuto nessun riscontro interessate, i paramentri vitali e mentali del ragazzo erano tutti nella norma e si adattavano perfettamente al suo corpo da bambino.

Quando poi era tornato all’appartamento aveva notato la presenza di Naruto e Hinata in camera sua, ma aveva fatto finta di niente.

Aveva visto poi quel peluche sul letto accompagnato da un biglietto... Quanto poteva essere stupido Naruto? Credeva davvero che non si sarebbe accorto che le due calligrafie erano diverse?

Comunque aveva capito che il biondo sospettava di lui in qualche modo, perciò avrebbe dovuto recitare meglio ed ingannarlo.

Sorrise ed abbracciò il peluche sdraiandosi sul letto, comportandosi come un normale bambino di sette anni. Sapeva che Hinata poteva vederlo con il suo Byakugan. Peccato che la ragazza era troppo su di giri per usare la sua dote innata.

 

Sasuke stava ripensando a quello che era successo un paio di giorni prima, quando vide in fondo alla strada, seduta in un locale, Sakura accompagnata da Rock Lee, intenti a ridere e scherzare. D’istinto si nascose dietro ad un cespuglio continuando a guardare di soppiatto i due ragazzi.

- Hey! Mi copri la visuale! – aveva sussurrato una voce dietro di lui.

- Ino? – l’aveva riconosciuta Sasuke – Che ci fai in un cespuglio? – le domandò.

- Potrei chiederti la stessa cosa... Sto spiando l’appuntamento di fronte spaziosa! – affermò la ragazza.

Ecco cosa stava farfugliando tra sè e sè a casa, stava pianificando il suo metodo di spionaggio.

- Anche tu hai avuto la mia stessa idea? – rise scompostamente continuando a fissare i suoi due obbiettivi con tanto di binocolo.

- Ma figurati.. – le rispose lui, non venendo ascoltato minimamente.

- Ecco gli obbiettivi sono in movimento, andiamo.. – aveva esultato lei in preda all’eccitazione.

- Ti ho detto che io non.. – cercò di ribadirle, ma si sentì tirare per un braccio dalla bionda che lo trascinò di nascondiglio in nascondiglio.

“Che diavolo ci faccio qui... cosa sto facendo?” continuava a ripetersi Sasuke seguendo la bionda che si muoveva furtivamente dietro ad un cespuglio.

Continuarono a seguire i due che passeggiarono per una mezz’ora buona, e mentre Ino si lamentava del fatto che non facessero niente di interessante e di quanto fossero noiosi, Sasuke li guardava senza proferire parola.

Non riusciva ancora a capire come Sakura avesse potuto accettare di uscire con Rock Lee, dopo che più volte lo aveva assillato con il suo presunto amore per lui, era davvero così facile per lei cambiare persona da amare?

Ma perchè diavolo stava pensando a tutto questo? Cosa gli interessava a lui se lei aveva già cambiato i suoi sentimenti, infondo era meglio così.. Non l’avrebbe più infastidito.

- Oh mio Dio! – aveva gridato Ino riportandolo nel mondo reale – Guarda, guarda! Anzi no.. Non guardare! – aveva detto portando le mani sugli occhi del piccolo.

- Che sta succedendo? Perchè gridi? – le chiese cercando di liberarsi dalla presa ferrea che gli bloccava completamente la vista.

“Possibile che loro.. che si stiano..”

- Non credevo che Lee fosse così audace! – sghignazzò la bionda con un tono malizioso.

Sasuke si divincolò dalle mani della ragazza e fissò la scena che si ritrovava davanti... Loro.. si stavano.. baciando..

Un leggero malessere si fece prepotente nel suo petto. Cosa diavolo era?

Avrebbe dovuto essere felice di essersi finalmente liberato di quell’insopportabile ed appiccicosa ragazza, ma perchè quello che provava era tutt’altro che gioia?

- Che hai Haru? Qualcosa non va? – gli aveva domandato Ino quando si era accorta dell’espressione sul suo volto.

- Me ne vado – rispose lui voltandosi.

- Dove vai? –

- A casa... è ora di cena – cercò di farsi vedere il più tranquillo possibile.

- Ah.. è già così tardi? Vengo anche io... Tanto ormai il bello è già venuto – disse la ragazza alzandosi in piedi ed avviandosi con il piccolo Haru verso casa.

 

- Per caso... sei geloso? – la domanda gli venne posta all’improvviso e lo colse di sorpresa. Si voltò verso colei che glie l’aveva fatta, incontrando i suoi occhi chiari, indagatori.

- No – le rispose con voce ferma.

- Non ti devi preoccupare – cominciò con un sorriso, come se non avesse per niente sentito la sua risposta - anche se Sakura ha un ragazzo.. questo non significa che ti vorrà meno bene, lei ti vorrà sem.. –

- Ti ho detto che non sono geloso! – gridò lui scaldandosi ed interrompendo le parole della bionda.

- Va bene, va bene. Non sei geloso, ho capito – concluse Ino cercando di nascondere inutilmente il sorrisetto che le era venuto in faccia, lo trovava così carino ed adorabile, un piccolo ometto che fingeva di non essere geloso.

Dal canto suo Sasuke vedendola tanto divertita dalla sua reazione troppo esuberante, si sentiva crescere la rabbia in corpo sempre più forte.

Decise di rimanere in silenzio e sperò che anche Ino seguisse il suo esempio, un’altra parola ed avrebbe perso il controllo e si sarebbe lasciato scoprire.

Geloso? Che idea assurda”.

Lui era Sasuke Uchiha, come poteva essere geloso di quella ragazza insopportabile?

No, non era geloso... Non era geloso.

 

Sasuke si risvegliò nel bel mezzo della notte, tormentato nuovamente da uno di quegli strani sogni che lo perseguitavano ormai ogniqualvolta chiudava gli occhi.

Volse lo sguardo fuori dalla finestra, la luna piena quella notte sembrava essere più grande e splendente del solito, la sua vista venne accecata dalla luce che emanava.

La sua testa minacciava di scoppiare da un momento all’altro e il suo corpo era in una pozza di sudore, sentiva un gran caldo ed l’emicrania faceva sembrare tutto l’ambiente circostante troppo piccolo per respirare.

Si alzò da letto barcollando, decise di andare a farsi una doccia rinfrescante, così si avvicinò all’armadio e senza neanche guardare prese i primi vestiti che gli capitarono con la mano destra mentre si portava quella sinistra a massaggiarsi le tempie per alleviare il mal di testa.

Dopo una scarsa decina di minuti uscì dalla vasca da bagno e si rivestì, si sentiva più fresco, tuttavia la sua emicrania non aveva accennato ad alleviarsi, anzi al contrario era persino peggiorata.

Delle immagini confuse gli bombardavano la mente come in una guerra: lo specchio, se stesso, Sasuke Uchiha, la vecchia, se stesso, Haruki... il fermaglio... la luna piena.

Barcollò a fatica verso la camera da letto, aggrappandosi spesso ai muri per cercare un qualche sostegno, aprì la porta leggermente e si getto di peso sul materasso. Cadde subito tra le braccia di Morfeo riuscendo a sentire in lontanaza un dolce profumo di fiori di ciliegio.

 

 

I tiepidi raggi del sole che filtravano dalle tende leggere le donarono un dolce risveglio. Sakura aprì gli occhi, ancora impastati dal sonno, lentamente.

Un mite tepore la avvolse sotto le lenzuola bianche regalandole una piacevole sensazione di protezione e felicità.

“Che stupida” si disse tra sè e sè sorridendo leggermente, si sentiva felice solo per un po’ di calore.

Ripensò alla serata precedente e si ritrovò con un sorriso stampato in faccia, ancora distesa su un lato del corpo, nella parte sinistra del materasso, dove lei soleva dormire.

Si era divertita... Si era divertita molto in compagnia di Rock Lee.

Erano andati in uno dei locali più rinomati del villaggio ed avevano gustato il gelato più squisito di tutta Konoha, avevano visto un bel film, avevano parlato ed avevano riso, avevano riso molto.

Sì... Quella era stata veramente una bella serata.

 

All’improvviso, sotto le lenzuola, un braccio le cinse la vita e una figura si fece presente alle sue spalle.

Al tocco della sua pelle con quella dello sconosciuto, un brivido freddo le attraversò tutto il corpo.

“Oddio, oddio, oddio! Che diavolo sta succedendo?” si chiese terrorizzata.

Eppure era sicura di aver salutato Rock Lee quella sera e soprattutto era sicura di essere andata a letto da sola.

Ma allora di chi diamine era quella mano?

Rimase paralizzata, nei suoi occhi verde smeraldo si poteva vedere il terrore che provava al solo pensiero di girarsi e scoprire chi fosse la persona che quella notte aveva scaldato il suo letto.

Restò lì per un tempo indeterminato, chiedendosi se il proprietario di quella mano che la stringeva a sè sempre più prepotentemente stesse dormendo o meno, se fosse consapevole di quello che stava facendo.

Finalmente si fece coraggio e si divincolò da quella presa ferma, si voltò gradualmente senza fare rumore e si ritrovò il viso dello sconosciuto a pochi centimetri dal suo.

I suoi capelli neri e lisci gli coprivano il volto bianchissimo, rilassato, dormiva ancora... Era un angelo.

Sakura spalancò gli occhi e dalle sue labbra rosee uscì flebile una parola.. un nome – Sasuke... -.

 

 

 

 

 

 

************************************************

Ecco qui il capitolo 9!

Mi spiace di averci messo un po’ di tempo, ma mentre scrivevo mi si è bloccato il programma e ho perso un bel pezzo del capitolo... Che poi ho dovuto riscrivere...

Comunque alla fine ce l’ho fatta ed eccomi qui!

Finalmente qualcosa si smuove hehe.. Chissà cosa accadrà nel prossimo capitolo.

Lasciatemi i vostri commenti e fatemi sapere le vostre opinioni!

Spero che continuerete a seguire la storia e che vi divertiate a leggerla.

Per oggi è tutto! Grazie per aver letto e al prossimo capitolo!

Panda01

 

 

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


 

 

 

“Dev’essere un sogno..”

Lui non poteva davvero essere lì, nel suo letto. Non poteva davvero aver dormito con lei quella notte. E poi la finestra era chiusa, da dove sarebbe potuto entrare?

“..È sicuramente un sogno..” constatò beandosi di quella visione paradisiaca che era il viso del moro.

Avvicinò le sue esili dita per toccargli la pella nivea... perché era così maledettamente perfetto?

Perché doveva perseguitarla persino nei suoi sogni, facendole riaffiorare repentinamente tutti i sentimenti che provava per lui?

La sola visione del suo volto faceva vacillare tutti i suoi buoni propositi sul dimenticarlo ed andare avanti con la propria vita.

Perché era così difficile cancellare dal proprio cuore Sasuke Uchiha?

Maledetto idiota!!

furono le uniche parole presenti nella sua mente quando gli pizzicò la guancia con le dita, con una foga tale come a volerlo far sparire per sempre da quel mondo che le apparteneva e in cui lui non doveva esistere più.

 

“Ahh....” sentì la sua voce lamentarsi.

“Ma che diavolo...”

Due occhi scuri più della notte la fissavano sconcertati, ancora assonnati.

“Sakura... che stai facendo..?..” le chiese trasformandosi in Haruki.

La rosa rimase annichilita a fissarlo, con un’espressione più che sorpresa, spaventata.

Una furia incontenibile crebbe in lei come se qualcuno avesse versato della benzina sul falò della sua rabbia, afferrò il primo cuscino che vide e lo tirò con forza in faccia al ragazzo.

Sasuke, sebbene ancora insonnolito, riuscì prontamente ad evitare l’oggetto con la sua innata destrezza.

La ragazza gli tirò un altro cuscino con ancora più foga, il suo corpo tremava dalla rabbia, il suo viso si incrucciò in un’espressione furiosa, ma per l’ennesima volta il moro riuscì a schivarlo parandosi con le braccia.

- Che diavolo ci fai qui? – gli chiese la rosa con tono minaccioso.

Tuttavia l’Uchiha non la stava più ascoltando, il suo pensiero era stato rapito dalle sue stesse mani, così diverse da come le aveva viste in quell’ultimo periodo... Così grandi.

Di colpo realizzò ciò che era accaduto la notte prima, ed ancora diffidente cercò di rimirare meglio il suo corpo per verificare che tutto fosse tornato al suo posto... E lo era davvero.

Portava persino i suoi vecchi abiti... E gli calzavano alla perfezione.

I suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Sakura, che, avendo perso la pazienza non sentendosi dare risposta, anzi non sentendosi minimamente degnare di uno sguardo, l’aveva alzata – Ti ho chiesto che diavolo ci fai qui Sasuke!! –

Allora era proprio vero, non era un sogno... Lui era davvero tornato nelle sue sembianze originali. Le sue labbra si incurvarono in uno dei suoi sorrisi più unici che rari, si alzò dal letto e si avvicinò alla finestra, spalancandola e facendo entrare un vento raggelante, atipico per quella stagione.

Sakura rabbrividì dal freddo quando un soffio le sfiorò la pelle pallida, ma questo non bastò a raffreddare la rabbia che le ardeva in corpo.

- E ora che stai facendo? Cosa ci facevi nella mia stanza? – ma le sue erano solamente grida al vento, non avevano risposta... Doveva aspettarselo infondo, era sempre stato così con Sasuke.

Il ragazzo voltò il capo verso di lei – Scusa.. – si limitò a bisbigliare quasi impercettibile, ed un secondo dopo era già sparito fuori dalla finestra.

- Come se un misero “scusa” possa bastare.. –

 

Sakura addentò un biscotto con energia, non era ancora riuscita a calmare i suoi bollenti spiriti, e la sua colazione ne avrebbe pagato le conseguenze.

Ino e Haru erano già usciti di prima mattina e lei era sola nella sala da pranzo intenta a torturare il cibo che si era preparata.

“È tornato... è passato ormai un mese e lui è tornato.

Chissà cosa ha fatto tutto questo tempo...

Chissà quanto resterà prima di partire per un’altra missione...

Ma perché diavolo era in camera mia? Abbiamo dormito insieme...” all’ultimo pensiero il viso le si infiammò di un rosso acceso.

“ Ma cosa mi viene in mente? Basta, basta pensare a lui!” si impose, ma ciò non riuscì a fermarla.

“Chissà se ha pensato a me almeno un po’..”

 

Sfortuna volle che quello fosse il suo giorno libero, così non sarebbe nemmeno riuscita a distrarsi concentrandosi sul suo lavoro.

Decise di uscire a fare una passeggiata, almeno prendendo un po’ d’aria avrebbe potuto rinfrescarsi le idee.

Mentre la ragazza camminava per le vie del villaggio intravide la figura familiare del maestro Kakashi in fondo alla strada, alzò il braccio per salutarlo, ma non fece in tempo ad aprire bocca che un’altra persona si avvicinò all’uomo: Sasuke.

La rosa si nascose istintivamente dietro ad un albero, non capendo nemmeno quale fosse il motivo della sua paura.. O meglio lo sapeva benissimo, ma non era lei quella a dover dare delle spiegazioni, perché si stava nascondendo?

- Sasuke... sei tornat.. – udì in lontananza la voce del maestro.

“Perché è così sorpreso del suo ritorno?” si domandò la ragazza tentando di origliare meglio la loro discussione, tuttavia la sua lontananza le permetteva di sentire solamente poche parole.

- Sarà meglio parlare con l’Hokage.. Non è sicuro che.. rimanga così... –

“Ma di che stanno parlando? Non riesco a capire..”

- ...Che Haruki è ... –

“Haru? Cosa c’entra Haru?”

Finalmente Sakura uscì dal suo nascondiglio, con lo scopo di capire meglio la situazione, ma i due se ne erano già andati.

“Chissà di cosa parlavano..”

 

- Ho capito.. – disse la donna con voce preoccupata.

- Hokage, credo che sia meglio dire che Haru sia venuto con me a visitare il suo villaggio.. – le propose l’uomo dai capelli argentei.

- Si hai ragione... Sasuke.. – si rivolse al giovane Uchiha – ho fatto delle ricerche più approfondite e su delle antiche pergamene sono riuscita a trovare qualcosa che si ricolleghi al tuo caso.. – lo informò.

- Parli.. – la incitò il moro.

- Esistono delle tecniche segrete antichissime che possono fare cose inimmaginabili... Ad esempio trasformare le persone in animali perennemente o farle tornare dei bambini, come nel tuo caso – i due ninja erano in silenzio ad ascoltare ciò che il loro Hokage aveva da dire loro.

- Vi è un periodo in cui il potere di queste tecniche viene meno, e ciò accade solamente una volta ogni mese, per un solo giorno, quando la luna è piena –

- Ieri sera – concluse Sasuke.

- Proprio così. Sulla pergamena vi è anche scritto dell’esistenza di un antidoto o una qualche soluzione, ma purtroppo la carta è rovinata e non riusciamo a decifrare quella parte -

- Maledizione – il moro strinse i denti corrucciando lo sguardo.

- Almeno sappiamo che esiste una soluzione – cercò di tirarlo su di morale Kakashi.

- Per ora atteniamoci al piano. Diremo che domani Sasuke ripartirà per un’altra missione e per un paio di giorni entrambi non vi farete vedere. In questo modo non attireremo sospetti su Haruki. –

Entrambi concordarono con le parole dell’Hokage ed uscirono dalla stanza.

 

Ino rientrò in casa, dopo la sua mattinata di lavoro al negozio di famiglia.

Dopo la morte del padre in guerra erano rimaste solo lei e sua madre a prendersi cura l’una dell’altra, e non avere più una figura maschile in casa era davvero dura.

Forse era per questo che aveva deciso di dimenticare l’amore incorrisposto che provava per l’Uchiha e di trovarsi finalmente qualcuno che la amasse e che potesse stare al suo fianco.

Inizialmente aveva pensato che Shikamaru potesse essere il ragazzo adatto a lei, certo dire che era pigro era un eufemismo, ma le voleva molto bene ed andavano d’accordo.

Ciò nonostante non riusciva a vederlo come il suo ragazzo... Erano amici, solo buoni amici. Ne ebbe la conferma quando si rese conto di quanto Shikamaru e Temari erano in sintonia, e se davvero lui le piaceva, avrebbe dovuto essere almeno un po’ gelosa no? E invece non lo era per niente, anzi era felice per loro.

Alla fine aveva incontrato Ichiro, un ragazzo che si era trasferito da poco a Konoha, e lo aveva subito trovato molto affascinante. Era di qualche anno più grande di loro ed era un civile, ma questo non le importava.

Quando lui le chiese di uscire insieme, si sentì al settimo cielo. Il loro primo appuntamento fu così romantico che quelli che aveva visto al cinema e che aveva tanto sognato non potevano nemmeno reggere il confronto.

E di lì a qualche giorno avrebbero festeggiato il loro primo anniversario dal primo appuntamento e la bionda era estremamente eccitata e aveva preparato tutto per l’occasione.

La ragazza poggiò le chiavi sul comodino all’entrata e si tolse le scarpe.

- Ino sei tu? – si senti chiamare dalla sua coinquilina.

- Sì – le rispose incamminandosi verso il soggiorno e trovandola intenta a leggere un libro di medicina.

- Sempre a studiare tu eh.. – la rimproverò.

- Non si studia mai abbastanza – replicò Sakura senza alzare il naso dal suo libro.

- Dovresti uscire di più... Ah, anzi no.. Ieri ti sei data da fare con Lee eh? – le fece con tono malizioso vedendo l’amica arrossire di botto.

- Ma che dici... Non è successo niente.. –

- Certo, certo.. Non me la dai a bere fronte spaziosa – concluse la bionda con una risata ai limiti della follia.

- Ah già.. sono passata da Tsunade-sama e mi ha detto che Haru e il maestro Kakashi sono partiti questa mattina presto per visitare il villaggio di Haru –.

- Questa mattina presto? – le chiese conferma la rosa con aria dubbiosa.

- Cos’è non ci senti più? –

Sakura si alzò con uno scatto e si diresse verso la porta.

- Dove vai? –

- Dall’Hokage – fece in tempo a risponderle mentre si richiudeva la porta alle spalle facendola sbattere con un rumoroso tonfo.

“Come è possibile che siano partiti questa mattina presto se ho visto il maestro appena poco fa? Qualcosa non quadra..”

 

Il cielo cominciò ad oscurarsi ed Ino guardò le nuvole farsi sempre più minacciose.

- Sta per diluviare – disse tra sé e sé.

“Che stupida si è dimenticata l’ombrello” prese due ombrellini e uscì in cerca dell’amica.

Corse per le strade del villaggio tentando di trovare Sakura, mentre la leggera pioggiarellina si faceva sempre più forte trasformandosi in un vero e proprio acquazzone, girò l’angolo che portava al palazzo dell’Hokage ma si ritrovò davanti agli occhi una scena che mai avrebbe voluto vedere:

 

Sakura ed Ichiro, sotto il diluvio, bagnati fradici, si stavano baciando.

 

Le mani di Ino lasciarono cadere i due ombrelli che tenevano, le sue lacrime calde cominciarono a scorrerle in volto mescolandosi alla pioggia fredda che le cadeva addosso. Il suo cuore si fermò in quel momento.

Si girò dando le spalle a quelli che appena un attimo prima riteneva il suo ragazzo e la sua migliore amica e cominciò a correre senza una meta, mentre il miscuglio di lacrime e pioggia le annebbiava la vista.

L’avevano tradita, entrambi.

E lei... Così stupida a pensare che le cosa stessero andando a gonfie vele, che la sua relazione fosse perfetta e che Ichiro fosse la sua anima gemella.

E Sakura poi... Era così felice per lei che finalmente avesse dimenticato Sasuke e che avesse trovato un bravo ragazzo che la amasse davvero.

Da quanto tempo andava avanti quella storia?

Da quanto tempo la stavano prendendo in giro?

Continuò a correre per degli attimi che le sembrarono infiniti finchè si senti strattonare per un braccio.

- Ino... Ino stai bene? –

Lo sconosciuto la avvicinò a sé per ripararla con il suo ombrello, ma la ragazza non riuscì a riconoscere la sua identità a causa delle lacrime che ancora le riempivano gli occhi.

- Ino, che hai? – le chiese con tono preoccupato asciugandole i capelli con un fazzoletto di stoffa che aveva tirato fuori da una tasca.

- Ti prenderai la febbre se stai sotto questo diluvio -

La ragazza in preda ai singhiozzi riuscì a rispondere con voce fioca, gli spiegò quello che era successo, di come due delle persone più importanti della sua vita l’avevano ingannata.

- Non credo che Sakura possa fare qualcosa del genere.. – sentenziò il ragazzo.

- Tu la conosci meglio di me.. Dovresti sapere che non è quel genere di persona – continuò serio.

Le lacrime che un attimo prima erano riuscite a calmarsi, a quelle parole si fecero improvvisamente più intense e prorompenti e trovarono sfogo solamente cadendo sulle guance infreddolite della bionda.

- Ino... Ti prego non piangere -.

Il giovane le poggiò le dita sotto il mento e le alzò il volto illacrimato.

L’unica caratteristica, appartenente alla persona che si faceva sempre più vicina a lei, che riuscì a distinguere furono i capelli scuri.

Le loro labbra si approssimarono finchè il ragazzo ne annullò le distanze e la baciò.

 

 

 

 

 

 

************************************************

Sono tornata finalmente.

Mi dispiace tantissimo per questo mega ritardo.. Ho avuto molto da fare ultimamente...

Comunque ecco qui il decimo capitolo.

Fatemi sapere che ne pensate!

E chi sarà questo nuovo personaggio? Si accettano scommesse!

Alla prossima!

Panda01

 

 

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


 

 

 

Le loro labbra si staccarono solamente dopo pochi secondi, ma nonostante la breve durata, quel bacio, che Ino pensava non sarebbe stato mai possibile, si era rivelato così dolce, così coinvolgente... così magico.

 

- Allora? Come sono andato? – chiese improvvisamente il ragazzo lasciando la bionda a dir poco sorpresa.

Dopo un bacio talmente romantico, era davvero questa la prima frase che gli veniva in mente?

- Ehm... – esitò lei – B-bene.. – non sapeva proprio cosa rispondere, ma cercò comunque di assecondare le sue domande.

Il moro si infilò la mano libera dall’ombrello in tasca e ne tirò fuori un libricino – Qui c’è scritto che per consolidare un rapporto di amicizia le azioni sono più efficaci delle parole -.

“Certo.. che stupida.. Era un’altra delle sue assurde trovate..” pensò Ino, sentendosi cadere nuovamente in un baratro buio e profondo.

Era come se lui l’avesse aiutata a rialzarsi e proprio quando stava per raggiungere l’uscita di quel buco nero, le aveva lasciato la mano, lasciandola sprofondare ancora più affondo.

Ma d’altronde ne era già a conoscenza, aveva sempre saputo che tra di loro non poteva nascere nulla. Era proprio per questo che quando aveva deciso di lasciar perdere Sasuke, non lo aveva nemmeno preso in considerazione come possibile fidanzato.

Insomma, intraprendere una nuova battaglia non era allettante, figuriamoci poi se già persa in partenza.

Lui non era interessato, tutto qui.

 

- E poi, Naruto mi ha detto che quando Hinata piange, lui fa toccare le loro labbra.. e per qualche strana ragione che mi sfugge, lei si rallegra.. – continuò il ragazzo.

- Ah.. quello è perché.. loro.. si amano. Hinata è molto felice con Naruto. – mentre quelle ultime parole uscivano dalla sua bocca delle lacrime cominciarono a bagnarle nuovamente gli occhi e a scendere copiose sulle sue guance arrossate, come un fiume in piena.

Ino cercò di pulirsi la faccia con il dorso della mano, ma fu presa alla sprovvista dall’ennesimo bacio di lui, questa volta ancora più intenso.

- Non aveva funzionato bene – le sussurrò a pochi centimentri da lei quando si staccarono.

Un sorriso spuntò spontaneamente sul volto della bionda.

- Grazie... Sai. –

 

 

La rosa lo spintonò via con tutta la sua forza, non riusciva ancora a credere a quello che stava accadendo.

Ichiro l’aveva baciata.

- Che diavolo stai facendo? – gli gridò contro in preda ad una furia omicida.

Se Ino avesse visto la scena... Le avrebbero spezzato il cuore.. Lei lo amava così tanto, un’amore talmente cieco da essere malato.

 

- Eddai.. non fare la santarellina – iniziò a dire il ragazzo con uno sguardo terrorizzante, pieno di perversione – Ho visto benissimo come mi guardi.. -.

Ma che diavolo stava dicendo?

- Come mi sorridi e fai la gatta morta... Piccola Sakura, non preoccuparti.. Non diremo nulla ad Ino.. – avvicinò il suo viso nell’incavo del collo della sua preda, rimasta ormai paralizzata – Sarà.. il nostro piccolo segreto – le sibilò all’orecchio.

- Non mi toccare – cercò di divincolarsi dalla sua presa, ormai in preda al panico, mentre delle copiose lacrime le scendevano per le guance.

Il ragazzo le prese i polsi con forza e cominciò a stringerli sempre più energeticamente, mentre lei cercava di sfuggirgli. Avrebbe potuto liberarsi facilmente con la forza incredibile che si ritrovava, quella che aveva acquisito dalla sua maestra, ma come mai tutto ad un tratto quella forza la stava abbandonando?

Come mai, lei, che poteva persino causare un terremoto a mani nude, si ritrovava inerme davanti a lui? Da quando era diventata così debole?

Ichiro cominciò a baciarle il collo con foga, tenendola stretta per i polsi, impedendole qualsiasi movimento. Gli occhi di lei si chiusero automaticamente, come se facendolo quell’icubo sarebbe sparito per sempre e lei avrebbe potuto vivere tranquillamente la sua noiosa vita. Ma quando sentì il suo vestito strapparsi sotto la forza bruta del ragazzo, tutta la realtà le fu gettata il faccia come il più corrosivo degli acidi. Lui era lì, in quel momento, e lei non riusciva ad opporsi.

Maledizione! Perché era così debole?

 

Mentre cercava di liberarsi da lui, senza grandi risultati, come una lepre che prova inutilmente a divincolarsi dalla morsa di un serpente, all’improvviso si sentì sciolta da quella ferrea stretta.

 

Aprì gli occhi e si guardò intorno.. Vide Ichiro, steso a terra, con un labbro sanguinante e proprio davanti a lei, di spalle, vide la figura di un ragazzo che mai e poi mai avrebbe potuto non riconoscere..

Sasuke.

 

Il moro si avvento di scatto contro il ragazzo a terra e cominciò a colpirlo con tutta la sua forza, un pugno dopo l’altro, sempre più potente.

La pioggia continuava a cadere a catinelle e gli unici rumori che si ripetevano erano i ticchettii dell’acqua che bagnavano il terreno, interrotti dai pugni di Sasuke e dai grugniti di sofferenza di Ichiro.

 

- ..suke – troppo preso dall’ira, l’Uchiha sentì a stento una voce che lo chiamava – Sasuke – questa volta più nitida.

- Sasuke, ti prego smettila.. così lo ucciderai –

- È quello che si merita.. non vedi cosa ti ha fatto? – si voltò verso di lei, guardandola negli occhi verdi, che sembravano aver perso la loro naturale lucentezza.

Al solo pensiero di ciò che era accaduto pochi secondi prima, e di cosa sarebbe potuto succedere se Sasuke non fosse intervenuto, Sakura cominciò a tremare come una foglia.

L’Uchiha girò il capo nuovamente verso Ichiro, ma quest’ultimo aveva già approfittato della sua momentanea distrazione per darsela a gambe levate.

Sasuke fece per andarsene.

- Non te ne andare! – gli gridò lei – Ti prego resta con me – lo implorò tra i singhiozzi.

Si era ripromessa di non soffrire più per lui, e di certo chiedergli di restare con lei no era la più brillante delle idee per dimenticarlo.. Ma non poteva restare da sola, non in quel momento.

- Era il ragazzo di Ino.. – non sapeva nemmeno perché gli stava raccontando cosa fosse successo... Forse si illudeva ancora che in fondo gli importasse almeno qualcosa di lei.

- Mi ha baciata all’improvviso e.. e continuava a dire che ero io... che ero io ad averlo instigato.. – si sfogò.

- Era.. era il mio primo.. bacio.. – bisbigliò in preda alle lacrime.

“Primo bacio?” aveva forse sentito male? Il suo primo bacio non era stato quello del giorno prima...

- Con Rock Lee...? – le parole gli uscirono di bocca da sole prima che lui potesse accorgersene. In quel momento Sasuke si maledisse da solo e sperò che la kunoichi non avesse sentito.

- Cosa? – gli domando la rosa. Evidentemente aveva sentito..

- N..niente.. lascia perdere – cercò di cavarsela il moro.

- Non ho mai baciato Rock Lee.. –

Perché glielo aveva detto? Probabilmente a lui non importava affatto saperlo, perché aveva sentito il bisogno di dirglielo?

Come previsto, Sasuke se ne era rimasto zitto, senza dare opinioni.. non gli importava.

- Ora come faccio con Ino.. – la ragazza spezzò il silenzio che si era creato – Che cosa le di.. – le sue parole furono interrotte dal gesto fulmineo di lui.

Le si era avvicinato e le aveva posto la mano sulla guancia, le guardava le labbra e nel farlo ci aveva passato sopra il pollice, come per pulirgliele e donar loro nuovamente la purezza che avevano perso a causa di Ichiro.

Sakura, stupita dall’improvviso gesto e sopratutto dalla ristretta vicinanza, rimase immobile a fissare quel stupendo viso che per anni aveva sognato di vedere tanto vicino.

Senza tante cerimonie, Sasuke avvicinò il suo volto a quello della rosa e la baciò.

 

 

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***





Da più di un’ora continuava a girarsi e rigirarsi su quel grande letto, senza avere la forza di alzarsi, prendere in mano la situazione e trovare una qualche soluzione a quella che sembrava essere diventata un incubo, ma che invece era la sua vita.

Sì, perché la sua vita si era trasformata in un incubo, una strana accozzaglia di avvenimenti senza un nesso logico, un marasma di fatti a cui non riusciva a dare una spiegazione sensata.

Perché all’improvviso quello stupido, sì perché uno che prima ti rifiuta in tutti i modi e poi si avvicina a te senza una ragione valida può essere solo uno stupido, l’aveva baciata?

Cosa significava il suo gesto?

Probabilmente non era niente per lui.. Forse nemmeno se lo ricordava più.. Chissà..

E lei ancora più stupida che, nonostante se lo autovietasse, ci pensava e ripensava continuamente, ritrovandosi sempre ad arrossire ogni qualvolta che quell’immagine le appariva in mente.

“Posso essere più patetica?” si ridiceva ogni volta.

Dopo che si era ripropessa di non aspettarlo più invano e di non voler più soffrire per lui, eccola che ci ricascava a piè pari, eccola di nuovo ad illudersi.

Alla fine, dopo tutto quello che era successo quel giorno, non era nemmeno riuscita a parlare con l’Hokage e chiederle qualche informazione su Haruki, che ancora non si era fatto vedere in giro, come il maestro Kakashi del resto.

E quando la figura del maestro compariva nella sua mente, era sempre accompagnata da quella dell’Uchiha, tanto per cambiare.

Li aveva visti, quello stesso giorno, a confabulare su chissà cosa, l’unica cosa di cui era certa era che il nome di Haru era stato menzionato.. e che in quello stesso momento il maestro doveva essere con il piccolo Haruki e non con Sasuke, o almeno così le aveva riferito Ino.

Già, Ino... quando pensava a Sasuke arrossiva sempre, e di conseguenza si sentiva in colpa per la sua amica.

Quella stessa notte, al suo rientro in casa non l’aveva aspettata in piedi e dopo aver controllato in camera sua l’aveva trovata già a dormire.

Il giorno dopo, quando aveva cercato di parlarle, con tutto il coraggio che poteva avere, di dirle cosa fosse successo, di essere sincera, di elemosinare il suo perdono se ne avesse avuto il bisogno.

Ma appena riuscì a battere il timore, aprendo bocca – So già tutto – sentenziò la bionda – Non c’è bisogno che tu me lo dica – la lasciò a bocca aperta.

- Ino, mi dispiace.. io.. io.. – le parole che appena un attimo prima si era preparata in mente le erano morte in gola.

- Non ti preoccupare, lo so che tu non mi faresti mai qualcosa del genere di tua volontà.. – le sorrise dolcemente.

- Sul serio, non ti preoccupare.. – continuò Ino – sto bene.. ho solo bisogno di tornare a casa per un po’.. sai la mamma ha bisogno del mio aiuto.. al negozio. Mi raccomando tieni la casa pulita mentre non ci sono -.

“Perché Ino? Perché mi dici queste parole quando sulla tua guancia è scesa una lacrima? Perché fingi di non soffrire? Perché non te la prendi con me e non urli? Perchè non mi odi?

E così anche Ino se ne era andata, e lei era rimasta sola in quel piccolo appartamento, piccolo forse per tre persone, ma che per lei sola sembrava essere un deserto desolato.

All’ospedale non riusciva a concentrarsi e così aveva preso un paio di giorni di malattia, anche se si era rivelata una pessima idea, visto che tutto quel tempo libero la faceva solamente rivangare nei suoi pensieri e nei suoi sensi di colpa.

Si alzò dal letto, solamente per andare in cucina e prepararsi qualcosa da mangiare, un misero tramezzino con le ultime due cose che le erano rimaste in frigo.. Ecco, avrebbe anche dovuto andare al supermercato, che era dall’altra parte del villaggio, proprio vicino alla tenuta Uchiha. E ti pareva, di nuovo quel maledetto Sasuke che si rifaceva spazio tra i suoi pensieri. Possibile che non riuscisse proprio a pensare ad altro? E nuovamente le sue gote si coloravano di rosso. Che stupida.

Si vestì con i primi abiti che le capitarono sotto’occhio ed uscì di casa diretta al famigerato supermercato, collocato in quella posizione per niente strategica, non poteva certo morire di fame solo per evitare quella casa. Inoltre aveva sentito in giro che l’unico abitante della tenuta era partito in missione, di nuovo, e perlomeno non rischiava di incontrarlo e scoppiare dall’imbarazzo alla sua vista. Cosa che peraltro non aveva senso, dal momento che era stato lui a.. bè sì quella cosa. E per di più la mattina di quello stesso maledetto, o benedetto.. Anzi no, senza dubbio maledetto giorno se lo era ritrovato persino in camera sua! O magari quello era stato solo un sogno? Chissà..

Arrivò in un battibaleno davanti a casa Uchiha e continuò per la sua strada a testa bassa senza fermarsi a guardare quell’edificio maestoso, in cui da piccola aveva sempre sognato di poter entrare.

Era uno dei pochi che si era salvato durante la guerra e non aveva riportato danni ingenti, a differenza di casa sua, che era stata praticamente rasa al suolo. Fortunatamente i suoi genitori se ne erano andati con il resto dei civili e sua madre era anche riuscita a salvare un paio di oggetti importanti, come qualche oggetto prezioso e le foto di famiglia. Aveva anche portato con sè la foto che le aveva regalato il maestro Kakashi, quella del team sette, che lei teneva sul comodino accanto al suo letto. Le era stata veramente grata per questo.

Una volta dentro al supermercato cominciò a prendere ciò di cui aveva bisogno, dimenticandosi spesso che doveva ridurre le porzioni dal momento che era sola in casa, e ritrovandosi così costretta a rimettere sugli scaffali i prodotti di troppo.

Nel tragitto di ritorno, passando dalla temuta casa che voleva tanto evitare, non riuscì a trattenersi dallo sbirciare solo un pochino, con la scusa di non ricordarsi di che colore fosse, scusa ridicola, lo sapeva, ma non riusciva ad evitarlo.

Bianca, ovviamente.. come la maggior parte delle case a Konoha.

E il portone? Di che colore era il portone?

Continuò a camminare fino ad intravedere l’entrata della tenuta, e.. qualcuno davanti all’ingresso. Una figura piccola, sicuramente non un adulto.. Forse, un bambino.

Si avvicinò a passo costante finchè riuscì a riconoscerlo – Haru? – lo chiamò cominciando a corrergli incontro, portandosi dietro i sacchi della spesa, che sembravano essere diventati leggeri come delle piume tutto ad un tratto.

-Haru, quando sei tornato? Perché non sei venuto a salutarmi? – gli gridò avendolo quasi raggiunto.

Il piccolo era di spalle, e quando finalmente la rosa gli si avvicinò abbastanza, il bambino si girò.

- E tu chi sei? –.

- Oddio, scusa.. – si portò una mano sul volto, in preda all’imbarazzo – Ti ho confuso per un bambino che conosco, mi spiace.. – il bambino la guardò storto, come se fosse stata pazza e se ne corse via.

“Ma che mi capita oggi.. Che stupida” rise tra sè e sè la rosa.

Nera. La porta era nera.

La giovane kunoichi, ancora persa tra i suoi pensieri proseguì il suo cammino verso casa.

 

- Per poco no ti scopriva – fece una voce assonnata apparsa dal nulla.

- Bè, non è successo -.

- Solo perché sei riuscito ad usare il jutsu della trasformazione del corpo, piccolo Haru – soghignò l’adulto.

- Non mi chiamare così – gli disse con aria minacciosa, o almeno ci provava.

- Va bene, va bene.. come vuoi – rise di gusto lo shinobi dai capelli argentei.

- Probabilmente solo Sakura può chiamarti così giusto? – rincarò la dose.

- Giuro che prima o poi ti uccido -.

- Hahahaha, dai scherzavo – più o meno.

- Cominciamo l’allenamento, invece di perdere tempo con queste stupide chiacchiere – consigliò il bambino cercano di nascondere al proprio maestro il suo viso ancora rosso.







************************************************

Salve a tutti!

Questo è un capitolo di passaggio.. un po' noioso a dire il vero, ma che ci posso fare.. non tutti i capitoli possono essere interessanti purtroppo..

Vi do appuntamento al prossimo capitolo e grazie per aver letto!

Bye!

Panda01





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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


 

 

 

- È lui, non è vero? –

- Non capisco di cosa tu stia parlando –

- Maestro Kakashi non faccia finta di niente, l’ho capito ormai.. – entrambi restarono in silenzio, fissandosi. La tensione che si era creata nell’aria si poteva tagliare con un coltello.

- Haruki..

...è Sasuke –.

 

Gli allenamenti continuavano ormai da più di una settimana e avevano dato anche buoni frutti. Nonostante il corpo minuto di cui era disposto, era riuscito comunque a completare diversi esercizi fuori dalla propria portata, a controllare il proprio chakra e, ancora più importante, era riuscito ad utilizzare con successo diversi dei jutsu basilari per essere un ninja.

Uno dei primi che gli era riuscito era la tecnica della trasformazione del corpo, l’aveva perfezionata giusto in tempo per non essere scoperto da Sakura, quando lo aveva visto, nelle sembianze di Haruki, proprio davanti a casa Uchiha. Se solo non fosse riuscito ad utilizzare quel jutsu in tempo, probabilmente lo avrebbe smascherato.

Al sol pensiero della kunoichi rosa, le sue gote si arrossarono, una reazione involontaria che non riusciva proprio ad evitare da quel fatidico giorno in cui era corso in suo aiuto e l’aveva.. baciata.

Neanche lui riusciva a spiegarsi quel gesto improvviso. Quando aveva sentito che il suo primo bacio era stato rubato da quel pezzente, qualcosa in lui era scattato come una molla. Era stata una reazione istintiva, non aveva pensato, si era lasciato trasportare ed aveva solo agito.

Ed ora se ne pentiva.. sì, si pentiva di quel gesto azzardato. Non solo perché appena le loro labbra si staccarono lui si defilò in un batter d’occhio, lasciandola sola e confusa, sotto la pioggia. Probabilmente si era presa anche un malanno, visto che, talmente scioccata, non sembrava dare segni di vita.

Era stato un errore, uno stupido gesto involontario dettato solamente dalle circostanze e dall’atmosfera di quel momento.. Sì, un errore.

L’aveva illusa, e questo non era giusto. Non solo per lei, visto che sicuramente dopo un gesto del genere si sarebbe fatta chissà quale viaggio mentale, che ci fosse almeno un’infinitesimale possibilità per loro, o persino che lui la amasse; ma anche per lui era ingiusto. Si era creato solamente dei problemi in più, come se il fatto di ritrovarsi nel corpo di un bambino già non gli bastasse.

- Bene, abbiamo finito anche per oggi – sentenziò l’Hokage dopo la visita divenuta ormai una routine giornaliera, come del resto era anche il responso medico – Non ci sono novità, sembra essere tutto nei paramentri – che delusione.

Sasuke prese la maglietta poggiata sulla sedia lì accanto e cominciò a rivestirsi, ancora immerso nei suoi pensieri, che ormai lo accompagnavano costantemente.

- Ah, senti Sasuke. Stiamo ancora lavorando sulla pergamena che abbiato trovato. Ma credo che ci vorrà ancora un po’. Comunque informami se c’è qualcosa di strano che noti.. Persone, oggetti.. qualsiasi cosa –

In effetti, negli ultimi tempi c’era qualcosa che lo turbava, qualcosa che gli faceva provare una strana sensazione di sconforto, qualcosa che non lo faceva sentire a proprio agio.. Ma nemmeno lui sapeva di cosa si trattasse, e probabilmente era solo il fatto di essere tornato un bambino, e per questo non ci aveva fatto molto caso.

In quel momento la conversazione fu interrotta da un battito alla porta, che introdusse la voce di Shizune – Tsunade-sama, Sakura le chiede udienza -.

- Accidenti.. – sospirò la donna portandosi una mano sul volto – è tutta la settimana che viene a chiedermi notizie di te – voltò lo sguardo stanco su di lui – Su entrambi – rispose all’espressione dubbiosa formatasi sul volto del suo interlocutore.

- Dille che non posso riceverla al momento – gridò alla sua allieva dall’altra parte della porta.

- Comunque se ti accorgi di qualcosa.. di qualsiasi cosa, avvertimi -.

La donna sembrava esausta, delle grosse occhiaie nere avevano fatto la loro comparsa sul suo volto ormai da parecchi giorni e i suoi occhi a malapena riuscivano a rimanere aperti.

L’Uchiha aveva sentito dire da Kakashi che ultimamente c’erano stati un paio di problemi negli altri villaggi, girava voce che dei gruppi situati in periferia stessero cospirando chissà quali atti terroristici, certo le voci non erano abbastanza attendibili da dover allarmare il villaggio, ma la cosa era alquanto sospetta.

L’Hokage si stava rimboccando le maniche per mettersi in contatto con il resto dei capivillaggio e cercava di scoprire quanto più poteva, si temeva persino che sbucasse dal nulla un’altra organizzazione ai livelli dell’Akatsuki.

- Si, va bene – rispose l’Uchiha prima di usare nuovamente il justu della trasformazione del corpo ed uscire dalla stanza, senza destare sospetti.

Uscì dal palazzo dell’Hokage e si incammino verso casa sua, casa Uchiha, con un profilo basso, senza farsi notare. Mentre camminava vide in lontanaza la figura della sua compagna di team, probabilemente intenta a tornare anche lei a casa, dopo che la sua maestra aveva rifiutato di incontrarla.

Nelle stessa via che stava percorrendo la rosa, Sasuke vide Ino svoltare l’angolo e ritrovarsi proprio di fronte a Sakura.

Le guardò mentre le due ragazze si fissarono negli occhi per qualche istante con le espressioni sorprese, senza parlarsi. Sembravano entrambe essere state colpite dallo sguardo pietrificante di Medusa.

L’Haruno fu la prima ad aprire bocca, ma appena dischiuse le labbra l’altra si girò di scatto rivolgendole le spalle. Le bisbigliò qualcosa, che ovviamente Sasuke non riuscì ad intercettare da quella distanza, e corse via.

“Che stupida.. non era proprio cambiata” dopo tutti quegli anni, Sakura ancora non aveva imparato a fermare qualcuno che stava fuggendo.

Mentre la bionda stava scappando, l’Uchiha, seguendola con gli occhi, intravide tra i suoi capelli qualcosa di luccicante. Strinse gli occhi per aguzzare la vista e lo vide.

In quel istante una rivelazione gli esplose in testa colpendo praticamente tutti i suoi neuroni. Come aveva fatto a non pensarci prima? Tutto era chiaro ormai, era quella la soluzione a tutti i suoi problemi.

Corse verso casa, con un sorrisetto stampato in faccia, iniziando ad escogitare un piano per raggiungere il proprio scopo. Sarebbe sicuramente tornato ad essere se stesso, e questa volta definitivamente, ne era sicuro.

 

Kakashi era appollaiato sul ramo di una grande quercia, che si trovava nel grande giardino della tenuta Uchiha, intento a leggere uno dei libri della sua collana preferita, mentre aspettava il ritorno del proprio allievo per riprendere gli allenamenti. Gli sembrava quasi di essere tornati ai bei vecchi tempi, in cui la sua squadra lo guardava con ammirazione e andavano in giro a compiere missioni di bassi livelli. Doveva ammettere che i ragazzi gli mancavano, anche se erano sempre tutti a Konoha, non avevano più tempo da trascorrere insieme. Erano cresciuti ed erano tutti così impegnati ora.

- Maestro! – una voce familiare richiamò la sua attenzione, facendolo cadere dalle nuvole, e quasi anche dall’albero.

Chi poteva essere? Di solito non passava molta gente per quella via, a causa della brutta fama che aveva quel quartiere.

- È lui, non è vero? – gli gridò la voce, senza lasciargli nemmeno il tempo di scendere dalla quercia.

- Non capisco di cosa tu stia parlando –

- Maestro Kakashi non faccia finta di niente, l’ho capito ormai.. – entrambi restarono in silenzio, fissandosi. La tensione che si era creata nell’aria si poteva tagliare con un coltello.

- Haruki..

...è Sasuke –.

 

 

 

 

 

 

************************************************

Rieccomi!

Nuovo capitolo, incentrato più sui pensieri di Sasuke. Scusatemi se è un po' corto..

Cosa avrà capito l'Uchiha? E chi sarà la persona che sta parlando con il maestro Kakashi?

Due domande che avranno risposta nei prossimi capitoli!

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e, se vi va, vi invito a dare un'occhiata anche alla nuova fanfiction che ho scritto e che spero di poter continuare:

*Coffe Prince*, come una giovane Sakura si ritrovi ad essere un maschio!

Lasciatemi tanti commenti, sia qui che lì!! (Ovviamente se avete tempo e se vi fa piacere, mi fareste molto, ma molto, contenta!)

Ne aprofitto per ringraziare tutti coloro che mi hanno lasciato delle recensioni, che hanno messo questa storia tra le preferite, tra le seguite e le ricordate e ovviamente anche a tutti i lettori anonimi che passano per di qua!

Con ciò vi saluto, alla prossima!

Panda01

 

 

 


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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


 

 

 

- Haruki... è Sasuke –

- Non so di cosa tu stia parlando.. Naruto – rispose l’uomo cercando di inventarsi al momento una bugia che potesse depistare l’allievo meno perspicace del mondo, ma che stranamente questa volta era stato l’unico ad aver centrato il bersaglio in pieno.

- Non faccia lo gnorri! Vi ho scoperti ormai, maestro! – gli gridò contro il biondo balzando con un agile scatto sul muretto che li divideva.

Il ninja dai capelli argentei cercò di darsela a gambe sparendo in una nube di fumo, come era solito fare da ormai tempo immemore, ogni qualvolta si presentava una situazione scomoda, ma fu prontamente bloccato da una delle copie di Naruto, spuntatagli proprio dietro la schiena.

- Questa volta non mi scappa, maestro! – ridacchiò il biondo fiero di sé.

I suoi allievi erano davvero cresciuti.

 

Sasuke, o per meglio dire il ragazzo in cui si era trasformato per non destare sospetti, arrivò alla tenuta Uchiha in tutta fretta. Una strana eccitazione gli ribolliva in corpo, era sicuro ormai di aver scoperto la soluzione a tutti i suoi guai e non vedeva l’ora di farla finita con quella stupida storia e tornare alla sua vita, anche se doveva ammettere che ultimamente la sua esistenza era divenuta alquanto tediosa tra missioni varie e sguardi maligni che ancora si nascondevano tra la folla.

Appena varcato l’ingresso di casa e ripreso la sua forma naturale, o almeno quella a cui era costretto, ovviamente stando attento a non farsi vedere da nessuno, il suo sesto senso lo avvertì che una brutta sorpresa lo aspettava.

Sentì con la punta delle orecchie in lontananza dei passi spediti che si dirigevano dalla sala proprio nella sua direzione, all'ingresso. Questi si facevano sempre più veloci e pesanti, non ci avrebbero messo molto a raggiungerlo e mentre i pochi secondi che separavano l’Uchiha dalla rivelazione del colpevole di tutto quel trambusto passavano veloci, quella inquieta sensazione che aveva provato appena un attimo prima si ingigantiva per tutto il suo corpo fino ad arrivare all'estremità delle punte dei suoi bizzarri capelli a mo’ di fondoschiena di papera quando dall'angolo del corridoio era sbucata una zazzera bionda e lo aveva sentito gridare il suo nome.

 

E così si ritrovarono tutti e tre nel grande soggiorno, a fissarsi l'un l'altro.

Naruto sembrava essere il più eccitato, teneva le gambe incrociate come un indiano e nonostante tentasse di bloccare i suoi movimenti con le mani, la sua euforia poteva essere percepita anche dall’altro capo del pianeta, cosa che ovviamente non mancava a dare sui nervi al suo compagno moro, intento invece a guardare il suo maestro con un sguardo di fuoco, intriso con un enorme istinto omicida. L’uomo dal canto suo non sembrava preoccuparmi minimamente di ciò che stava/non stava accadendo nella stanza, era solo comodamente seduto in una poltrona a leggere il suo solito libro.

Dopo un interminabile lasso di tempo, in cui la situazione si era come pietrificata, e gli unici movimenti erano quelli di Naruto che non riusciva proprio a stare fermo, fu Kakashi a rompere il ghiaccio, chiuse il suo libro.

- Bene, ho finito di leggere anche questo – annunciò soddisfatto, non accortosi ancora degli sguardi dei suoi due allievi, in particolare di quello più acceso di uno dei due.

- Oh. Stavate aspettando me? – domandò sornione, come se avesse solo allora compreso la situazione, provocando in questo modo ancor più l’ira di Sasuke.

- Allora raccontatemi come è successo – strillò il biondino scoppiando improvvisamente come un palloncino al limite delle proprie capacità contenitive.

- Dicci tu piuttosto come ne sei venuto a conoscenza, Dobe! – gli ringhiò contro il più piccolo.

Naruto, un po’ sorpreso alla vista di un bambino che si comportava come il suo migliore amico, cominciò a raccontare la sua storia, forse con troppo patos, disse di come aveva già avuto dei sospetti su Haru fin dall’inizio, di come lui stesso e Hinata lo avevano spiato inutilmente ed infine di come poche sere prima aveva visto Sasuke, il vero Sasuke, correre sotto la pioggia, piuttosto sconvolto e rosso in viso. Lui lo aveva seguito e lo aveva visto fermarsi di fronte a casa Uchiha, niente di strano fino a quando non aveva cominciato a rimpicciolirsi proprio di fronte ai suoi occhi.

Dopo un intenso ragionamento da parte sua e la perdita di un elevato numero di neuroni da parte del suo cervello, alla fine ci era arrivato. Si era reso conto che Haruki era Sasuke.

E così era corso verso villa Uchiha, in cerca del suo amico e infine si era imbattuto nel maestro Kakashi – Poi il resto lo sapete anche voi – concluse il biondo con il suo solito sorrisone stampato in faccia – Ma adesso spiegatemi come è successo! –.

In quel momento Sasuke ricordò improvvisamente ciò che aveva scoperto qualche ora prima – Kakashi! Ho capito qual è la soluzione a tutto – pronunciò mentre un sorrisetto compiaciuto appariva sul suo volto.

- Il fermaglio – constatò sicuro di sé.

Certo, il fermaglio! Lo stesso fermaglio che gli aveva donato quella vecchia per strada, lo stesso che lui aveva lasciato all’ingresso il giorno della festa di compleanno, lo stesso che poi all’Hanami aveva visto tra i capelli di Ino e lo stesso che la bionda stava portando proprio quel giorno.

Era la causa di tutte le sue sventure, era l’oggetto utilizzato per lanciargli quella stupidissima tecnica rimpicciolente, era stato avvertito da Tsunade di tenere gli occhi aperti, di informarla se ci fosse stato qualcosa di strano.. persone, oggetti... come poteva non esserci arrivato prima? Era palese, la vecchia e il fermaglio!

Quello stupidissimo fermaglio che gli aveva portato tanti problemi, questa volta sarebbe stato la soluzione a tutto.

- Dovete aiutarmi a recuperare il fermaglio –

- Ma di che stai parlando? Fermaglio? Sei forse impazzito teme? – domandò Naruto grattandosi il capo confuso.

- Il fermaglio è la soluzione a tutto! – gridò il moro in preda ad una eccitazione incontrollata.

- Calmati Sasuke. Spiegati meglio – lo incitò il maestro.

L’Uchiha tentò di ritornare in sé e iniziò a spiegar loro le sue supposizioni, a raccontare i strani sogni che spesso tormentavano le sue notti e gli incontri che aveva avuto con la suddetta vecchia.

- Ma certo! Era il regalo che avevi preso per Sakura! Quello che non volevi farmi vedere giusto?! –

- Ma che dici? Quale regalo e regalo! La vecchia è sparita prima che potessi ridarglielo – biascicò in sua difesa mentre le sue gote si stavano leggermente arrossando.

- Certo.. certo.. – lo assecondò l’Uzumaki con l’espressione di chi la sa lunga, mentre l’uomo dai capelli argentei era immerso nei suoi ragionamenti – Giusto! – disse battendo il pugno sul dorso della sua mano nello stesso momento in cui una lampadina si accese nel suo cervello - Sakura! -

- Sa..Sakura? – l’Uchiha rimase spiazzato alla sua affermazione. Cosa c’entrava lei adesso?

- Dobbiamo restituire il fermaglio alla legittima proprietaria, a colei a cui era destinato! È ovvio, dobbiamo fare in modo che torni tra le mani di Sakura! – annunciò tutto d’un fiato illuminato dalla sua stessa genialità.

- Wow maestro Kakashi!! – il grido spacca-timpani dell’Uzumaki interruppe i suoi pensieri – Ha proprio ragione! Nonostante la vecchiaia il suo cervello funziona ancora benissimo!! – certo che a volte il suo tatto lasciava proprio a desiderare…

- N-non se ne parla neanche – obbiettò il moro. Da dove avevano tirato fuori quell’idea assurda? Era impossibile, giusto? Insomma.. cosa c’entrava quella con lui?

- Pensaci Sasuke, tutto torna. È sicuramente questa la soluzione al tuo problema! – possibile che Kakashi avesse ragione? Bé, infondo provarci non gli costava nulla no? Sempre meglio che restare con le mani in mano ad aspettare che la soluzione gli cadesse dal cielo.

- Comunque prima di tutto, dobbiamo recuperare il fermaglio – si arrese il moro.

Il problema era che sia Sasuke che Kakashi non potevano farsi vedere da nessuno, dato che tutti li credevano ancora fuori dal villaggio, come fece notare il ninja copia.

Naruto si alzò di scatto in piedi, rischiando quasi di ribaltare la poltrona in cui era seduto e, mentre il rosso del fuoco che gli brunciava in corpo si andava a mescolare all’azzuro cristallino dei suoi occhi, annunciò – Non ti preoccupare Teme! Lascia fare a me! Quel fermaglio non ha scampo! – alzò un grido seguito da una agghiacciante risatina, alquanto sicuro di sé.

Purtroppo quello era l’unico modo.. se Sasuke o il maestro Kakashi fossero stati scoperti a girare per le vie di Konoha, la situazione sarebbe divenuta irrecuperabile e il suo segreto avrebbe avuto le ore contate.

Naruto era l’unico che poteva agire indisturbato. Rassegnato al destino l’Uchiha accettò l’aiuto dell’amico, ma di nuovo il suo sesto senso lo avvertiva che una brutta sorpresa li stava aspettando proprio dietro all’angolo.

 

 

 

 

 

 

************************************************

Rieccomi!

Prima di tutto mi scuso per il ritardo, ma purtroppo sono stata tradita dal mio computer (che puntualmente si è rotto) e così, oltre al non essere stata in grado di scrivere, ho persino perso metà del capitolo che avevo già scritto.. ritrovandomi a disegnare cerchietti per terra rannicchiata in un angolino buio..

Hahaha a parte gli scherzi (non intendo il pc.. quello si è rotto davvero) sono finalmente riuscita a risolvere il problema e quindi ora mi trovate qui ad aggiornare.

In questo nuovo capitolo scopriamo chi è il misterioso personaggio che ha scoperto il segreto di Sasuke! Niente meno che il suo migliore amico: Naruto!!

Inoltre capiamo che il fermaglio ricopre un ruolo fondamentale per il risolvimento di questa intricata faccenda. Riusciranno i tre a riprenderlo senza farsi scoprire?

 

Comunque, in questi giorni che non ho potuto usare il computer ho riletto un manga che già avevo iniziato, ma che poi per svariati motivi avevo interrotto.

Ora dopo averlo ripreso in mano mi ci sono nuovamente appassionata e non vedo l’ora di sapere come continua la storia! Si tratta di Fairy Tail, probabilmente è già noto a molti di voi, ma per chi non lo conoscesse ve lo consiglio caldamente!

Cosa ne pensate? Quali sono i vostri personaggi preferiti? Mi farebbe piacere conoscere le vostre idee a riguardo.

 

Vi invito anche a leggere l'altra fanfiction che sto scrivendo, ovviamente come protagonisti Sasuke e Sakura, e anche altri personaggi del mondo di Naruto: *Coffee Prince* . 

Bé, la vostra autrice in erba vi saluta qui e vi da appuntamento al prossimo capitolo! Bye!!

Panda01

 

 

Ps: ah già, come avete passato le vacanze? Spero bene!

 

 

 

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