patto col diavolo

di sister_of_Percy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** come tutto ebbe inizio ***
Capitolo 2: *** 6 anni dopo ***
Capitolo 3: *** Nuovo arrivo al Campo Mezzosangue ***
Capitolo 4: *** amici e nemici ***
Capitolo 5: *** addestramento ***
Capitolo 6: *** rivelazioni shock e facce da WTF ***
Capitolo 7: *** SONO UN MOSTRO! ***
Capitolo 8: *** La guerra è alle porte ***
Capitolo 9: *** L'utilità delle forcine ***
Capitolo 10: *** Riunione ***
Capitolo 11: *** Ricordi ***
Capitolo 12: *** Il prezzo della salvezza ***



Capitolo 1
*** come tutto ebbe inizio ***


Ehi! Se state leggendo questa storia significa che ho fatto una gran cavolata. A proposito io sono Kate Jackson figlia di Poseidone. Starete pensando che è impossibile perchè Poseidone non ha figli oltre a Percy e Tyson, invece sì solo che nessuno si ricorda di me, ma partiamo dall'inizio. Dovete innanzitutto sapere che nostra madre mi diede alla luce quattro anni dopo Percy. Io e Percy abbiamo combattuto insieme fino al suo sedicesimo compleanno, il giorno della sua morte; infatti quando rifiutò l'immortalità Zeus si infuriò a tal punto da fulminarlo, uccidendolo. In quel momento Poseidone si alzò dal suo trono, con tutte le intenzioni di farla pagare a suo fratello e lo avrebbe fatto se non fosse stato per Era ed Atena, loro due decisero di rispedire i semidei al Campo Mezzosangue.Quel giorno non mi persi in inutili pianti, piuttosto pensai a come fermare l'imminente guerra ancora prima che iniziasse. Dopo aver riflettuto a lungo arrivai alla conclusione che se avessi riportato in vita mio fratello, Poseidone forse si sarebbe calmato e con l'aiuto di Atena ed Era i due fratelli avrebbero potuto riappacificarsi. Non ci pensai due volte: preparai uno zaino con nettare e ambrosia, cambi di vestiti e qualche provvista. Partii durante la notte e presi il primo treno per Los Angeles. Caronte mi fece entrare subito riconoscendomi da quando ero andata lì a dodici anni. Passai sotto alle zampe di Cerbero, il cane a tre teste, ed andai a parlare con Ade. Gli chiesi di ridarmi l'anima di mio fratello ma lui non voleva sentire ragioni; allora gli offrii la mia. Lui rise e accettò. Mi posò una mano sulla fronte e quando la staccò mi sentii come se avessero rubato una parte di me, cosa che in effetti era vera. A quel punto mi lasciò andare via insieme a mio fratello. Portai Percy nell'appartamento di nostra madre e del suo fidanzato, Paul, e senza dire niente mi precipitai verso l'Empire State Building. Salii al 600^ piano e spiegai agli dèi la mia pensata: manipolare la Foschia e cambiare quelli che per i semidei erano gli eventi e dimenticare ciò che era successo. Loro mi avvertirono che, dato che avevo venduto la mia anima ad Ade, sarei dovuta sparire e loro avrebbero dimenticato anche me. Accettai.

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Capitolo 2
*** 6 anni dopo ***


Dopo essere stata cancellata dalle menti di tutti i miei amici mi ero trasferita in California per un paio di anni per poi andare in Italia. Il paesino che scelsi era piccolo e si trovava in Toscana. Però prima contattai alcuni amici che avevo conosciuto in California e che mi procurarono documenti falsi, permettendomi di diventare Aurora Biondi. Il nome del paesino in cui passai quattro anni si chiamava Borgo a Buggiano. Avevo scelto un paesino così piccolo perchè, semmai Ade avesse preso il controllo di me, avrei causato molti meno danni rispetto a quelli che erano possibili in un grande centro. Comunque lì lavorai fin dal primo giorno il un negozio di cosmetici a Montecatini Terme. Facevo una vita tranquilla, nonostante gli attachi che ricevevo da parte dei mostri.Infatti era un giorno normale quando un'idra entrò nel mio negozio. Stavo sistemando alcuni conti quando vidi entrare un gruppetto di ragazze un po' strane; non ci feci molto caso: non erano le prime clienti strampalate che capitavano. Piuttosto attirò la mia attenzione un ragazzo che non sembrava assolutamente interessato ai cosmetici; camminava con una strana andatura, quasi saltellante. Mi si avvicino e mi chiese di uscire un attimo per parlare. Quando mi fu vicino potei osservarlo meglio: indossava un berretto e sembrava in difficoltà a camminare normalmente. Sicuramente era un satiro. Prima che potessi rispondere sentii un ruggito provenire dal punto in cui un attimo prima c'era il gruppetto di ragazze. Mi voltai e vidi che la fonte di quel ruggito era un'idra.Mi portai la mano al collo e toccai il teschio della mia collana, donatomi da Ade quattro anni prima. Appena le mie dita incontrarono quel metallo freddo mi ritrovai in mano una spada lunga poco più di un metro. Era fatta di ferro nero dello Stige. L'idra mi lanciò contrò una fiammata che io spensi con un getto d'acqua. A quel punto mi dissolsi in goccioline d'acqua che rotolarono alle sue spalle, ripresi forma solida e con un unico movimento tagliai le teste dell'idra, presi l'accendino che avevo in tasca e diedi fuoco a ciò che restava dei suoi colli. Il mostro si dissolse in polvere. Il satiro mi guardò, stupito e mi chiese: "Come cavolo hai fatto?"

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Capitolo 3
*** Nuovo arrivo al Campo Mezzosangue ***


Percy's POV Per me quello era un giorno come tanti, anche se era cominciata in modo un po' strano; infatti tutta la notte avevo fatto sogni riguardanti i miei anni al Campo Mezzosangue e mi era svegliato al suono della voce di mio padre che mi diceva:"Presto saprai la veritá." Una volta sveglio mi ero guardato intorno, alla ricerca del volto familiare di mio padre, ma non era da nessuna parte. Mi alzai dal letto e indossai delle scarpe bianche da ginnastica, dei pantaloncini di jeans lunghi fin sopra il ginocchio e una logora maglietta arancione del Campo Mezzosangue. Quella mattina avevo lezioni di greco antico con Annabeth. Quando arrivai sulla spiaggia dove eravamo soliti fare lezione lei non era ancora lì. Dopo pochi minuti di attesa vidi arrivare la figlia di Atena. Indossava anche lei una maglietta del campo e dei jeans; i suoi capelli erano legati in una coda di cavallo. "Ciao" mi salutò. Non risposi e vedendomi così cupo mi chiese:"Che è successo? Hai fatto altri sogni?" "Sì..." risposi "ma questi sono diversi: mi hanno mostrato cose passate e ho sentito mio padre parlarmi." Così le raccontai le mie visioni complete. "Forse tuo padre voleva dirti che non sapevamo tutto sui piani di Crono." ipotizzò lei una volta finito il racconto."Forse..." dissi poco convinto "Ma cosa potrebbe esserci ancora?" "Non lo so" rispose Annabeth, abbattuta. Quella mattina non riparlammo più, ma entrambi pensavamo solo a quello.Un'ora dopo andai ad insegnare scherma ai nuovi ragazzi. Loro mi ascoltavano attentamente, ma io avevo altri pensieri per la testa, così, dopo aver spiegato loro alcuni colpi di base, dissi al gruppo di fare pratica a coppie e che io li avrei osservati e valutati. Nonostante la mia promessa continuavo a prestare poca attenzione e a rimuginare sui miei sogni, finchè non sentii un grido di dolore. Alzai lo sguardo e vidi che un ragazzino di Ares aveva ferito il suo compagno di Apollo. Fulminai con lo sguardo il figlio del dio della guerra e portai in infermeria l'altro ragazzino, subito dopo aver ordinato agli altri di stare fermi. Will Solace, della casa di Apollo, mi disse che non era grave, ma che sarebbe dovuto rimanere sotto osservazione per un giorno. In risposta annuii stancamente. Will mi consigliò di tornare alla mia capanna e disse che avrebbe mandato Travis e Connor Stoll, figli di Ermes, a finire la lezione. Lo ringraziai e mi avviai verso la casa numero tre. Appena arrivato mi buttai sul letto, senza riuscire a dormire a causa del senso di colpa che sentivo al petto. Non erano passati neanche dieci minuti che sentii il rumore degli zoccoli sul legno dietro di me. Aprii gli occhi e mi tirai su per vedere il mio amico Grover con una faccia sconvolta. "Ehi" gli dissi "sembra che tu abbia appena visto un fantasma!" Grover disse soltanto: "John ha trovato una semidea in Italia e l'ha appena portata qui. È stata riconosciuta." "E di chi è figlia?" chiesi. Lui rispose: "Poseidone. "

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Capitolo 4
*** amici e nemici ***


Kate's POV Cominciavo a detestare quel satiro. Non faceva altro che chiedermi quali fossero i miei poteri, da quanto sapessi di essere una mezzosangue...Insomma un interrogatorio all'altezza di Sherlock Holmes, neanche fossi stata la prima semidea che vedeva. Tutto si chiarì quando mi rivelò che ero il suo primo incarico, a quel punto finsi di essere comprensiva ma ritenevo comunque una reazione esagerata. Comunque quel satiro, che scoprii in seguito si chiamasse John, continuava a parlarmi del Campo, ma io non lo ascoltavo: ero troppo impegnata a pensare a cosa fare una volta arrivata lì; la miglior cosa era tenere alla larga tutti quanti, poichè, se Ade avesse capito che avevo rapporti stretti con qualcuno, probabilmente mi avrebbe obbligata a fare cose poco gradevoli. Eravamo saliti su un aereo ed ero molto nervosa, ma per fortuna Zeus mi lasciò in pace. Scendemmo all'aeroporto di New York e prendemmo un taxi per Long Island. Una volta arrivati ai piedi della Collina Mezzosangue John disse al tassista di fermarsi lì e gli diede qualche banconota mortale, lui le prese e ripartì verso New York. Quando fu ripartito ci inerpicammo su per la collina e una volta arrivati in cima vidi davanti a me la figura familiare del Campo Mezzosangue, luogo in cui avevo trascorso i quattro anni migliori della mia vita. John mi portò alla Casa Grande, dove vidi Chirone sulla sua aolita sedia a rotelle. Prima ancora che io o Chirone potessimo dire qualcosa John esclamò:"Sa già tutto!" Chirone mi studiò, poi chiese:"Come fai ad essere già al corrente di tutto?"risposi:"Ho messo insieme tutto ciò che dicevano i mostri e sono arrivata alla conclusione che gli dèi greci esiatono davvero." Prima che Chirone potesse continuare il suo interrogatorio entrarono nella stanza una mezza decina di satiri capitanati da Grover. In quel momento vidi una luce provenire da sopra la mia testa alzai lo sguardo e vidi un tridente verde che roteava nell'aria: ero stata riconosciuta, per la seconda volta... Percy's POV Entrai di corsa nella Casa Grande, con Grover che mi seguiva. Dopo aver spalancato la porta vidi quattro satiri, Chirone e una ragazza che aveva un'aria familiare: aveva qualche anno meno di me, i capelli neri e gli occhi verde mare, l'unica caratteristica strana in lei era una spessa cicatrice costituita da tre linee parallele che le partivano da poco sopra la palpebra dell'occhio destro e passava sopra la parte destra di entrambe le labbra. La salutai e mi presentai. Le chiesi:"Tu come ti chiami?" Lei rispose:"Ka...Aurora Biondi." Chirone ci interruppe dicendo:"Bene, è ora che Percy le faccia fare il giro del Campo." Così li salutai e uscii con mia sorella. Una volta fuori le chiesi quanti anni avesse e scoprii che aveva proprio la mia stessa età. Le mostrai tutto quanto e sembrò che per lei non fosse una novità, forse l'aveva già visto in sogno. Non eravamo neanche a metà quando incontrammo Clarisse e un'altra sua amica. Clarisse esclamò:"Che bello una novellina! È già stata riconosciuta?" Rispose Aurora e mi sorprese il suo coraggio:"Sì: sono figlia di Poseidone." Clarisse rispose, sconsolata:"Allora è inutile cercare di farti fare il bagno nel water." continuò:"Però vi alleerete con me per la Caccia alla Bandiera di stasera." Aurora si voltò a guardarmi e mi disse con lo sguardo che per lei andava bene, così risposi di sì. I figli di Poseidone alleati con i figli di Ares? Ci sarà da divertirsi.

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Capitolo 5
*** addestramento ***


Kate's POV Dopo l'incontro con Clarisse Percy mi fece fare una sorta di maratona in cui mi spiegava direttamente lui o mi faceva spiegare da altri le basi di ogni specialità. Iniziammo con la corsa: Percy si unì a me nell'allenamento ma non riusciva a tenere il passo, così ben presto passammo all'arrampicata, in cui lo battei, e alla lotta libera che finì con un pareggio. "Sei brava per essere appena arrivata." Mi disse. Io mi limitai a sorridergli, per paura di tradirmi in qualche modo. "Ora vedremo come te la cavi con la scherma." continuò lui: "Hai già una spada personale?" Annuii e gli mostrai come la mia collana si trasformava in una spada di ferro nero dello Stige lunga poco più di un metro. Lui divenne scuro in volto e intuii che se non l'avessi rassicurato si sarebbe insospettito così dissi: Mi è stata donata da papà." Un'altra bugia, insomma ero abituata a mentire ma non dire la verità a mio fratello mi scocciava particolarmente. Lui sembrò tranquillizzarsi. L'arena era vuota così avevamo parecchio spazio. Percy disse:"Per prima cosa voglio vedere a che livello sei: John mi ha detto che hai ucciso un'idra in modo spettacolare." Non risposi. "Comunque iniziamo." fece lui. Mi attaccò ed iniziammo a combattere. Il duello fu lungo anche sarebbe potuto durare molto meno: non mi ero impegnata veramente, poichè altrimenti avrebbe capito che avevo giá ricevuto un addestramento. Ad un certo punto fece un errore colossale: tentò un affondo al fianco destro, io lo schivai spostandomi lateralmente, così mi ritrovai nella posizione adatta a disarmarlo con una delle prime tecniche che cu aveva insegnato Luke, decisi che era ora che quel combattimento finisse; lo disarmai e puntai la mia spada alla sua gola. Percy's POV Ero sbalordito: la tecnica con cui mi aveva disarmato era veramente difficile e lei l'aveva fatto senza aver mai ricevuto un addestramento. Prima che potessi dirle una cosa qualunque la conchiglia suonò, segnalandoci che era ora di cena. Era passato un pomeriggio intero e neanche ce ne eravamo resi conto. Dissi a mia sorella di seguirmi e la condussi al padiglione della mensa. Arrivammo lì per ultimi così tutti vederono la nuova arrivata sedersi insieme a me al tavolo di Poseidone. Se qualcuno ancora non lo aveva saputo adesso era al corrente di tutto. Immaginai che quel periodo non sarebbe stato facile.

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Capitolo 6
*** rivelazioni shock e facce da WTF ***


Kate's POV La cena stava andando piuttosto bene. Se non si contavano i duecento occhi puntati su di me. Ero veramente imbarazzata, insomma così tanti semidei che ti fissano nel silenzio più assoluto non era una cosa precisamente piacevole. Dopo qualche secondo tornarono alle loro conversazioni e solo allora potei rilassarmi. Percy mi si accostò all'orecchio e mi disse:"Tranquilla: ci sono passata anchio e se non succede qualcosa di strano dovrebbero smettere di fissarti per tutti i pasti tra qualche giorno. D'altra parte non posso non comprendere il loro nervosismo, infatti, come già sai, stasera c'è la Caccia alla Bandiera e quando io ho preso parte a questo addestramento la prima volta siamo stati attaccati da un segugio infernale.". A quel punto sentii una voce nella mia testa che diceva: 'Sarebbe carino ripetere la storia non trovi? Evoca un segugio infernale o non la passerai liscia.' 'No, non lo farò. Non posso mettere in pericolo l'intero Campo e poi non mi ucciderai, sono troppo preziosa.' risposi. Quello che capii fosse Ade disse:'E chi ha parlato di morte, esistono cose ben peggiori.' A quel punto il contatto mentale si interruppe. Mi accorsi che ero madida di sudore e che Percy mi stava vissando, visibilmente preoccupato: "Tutto bene?" mi chiese. "Sì, tutto ok" risposi io. "Fantastico" continuò lui: "perché dobbiamo andare a bruciare le offerte." Lo guardai fingendomi confusa. "Ah, giusto, mi ero dimenticata che sei nuova. Praticamente andiamo al braciere e gettiamo nel fuoco la parte migliore del nostro pasto, poi diciamo il nome del dio per cui è l'offerta e gli rivolgiamo una preghiera muta." Annuii, facendo capire che era tutto chiaro. Percy si alzò dal tavolo di Poseidone e si mise in fila. Una volta arrivato in cima gettò nel fuoco la parte migliore della sua carne e disse:"Poseidone." rimase in silenzio per qualche secondo e poi si girò per tornare al nostro tavolo. Mi sorrise con fare incoraggiante. Io risposi al sorriso. Ripetei il nome del dio e gettai nelle fiamme tutta la mia cena, visto che non aveva fame. Mentalmente chiesi a mio padre:'Per favore, fammi fare la scelta giusta, ti prego.' Tornai al tavolo e vidi che Percy si era già fiondato sulla cena. Constatai che non era cambiato di neanche una virgola in tutti quegli anni. Mi sedetti di fronte a mio fratello e riflettei sul da farsi; fu allora che capii che, anche a costo di essere torturata per l'eternità, non avrei permesso a nessuno di fare del male ha Percy o agli altri ragazzi del Campo. A quel punto Chirone fece risuonare lo zoccolo sul pavimento di marmo. Il silenzio calò mentre tutti si voltavano verso di lui:"Bene, come voi sapete stasera c'è la Caccia alla Bandiera." delle urla di esultanze si levarono dal tavolo di Ares e Chirone le zittì con un gesto della mano:"Perciò ripeto le regole per i nuovi arrivati: il ruscello è la linea del confine; la bandiera deve essere posizionata in bella vista e non può avere più di due guardie; tutti gli oggetti magici sono permessi; niente morti o feriti; la prima squadra che recupera la bandiera nemica vince. Adesso, che entrino le bandiere." In quel momento entrarono di corsa Clarisse e due dei suoi fratelli, la loro bandiera era rossa con un cinghiale e una lancia insanguinata. Subito dopo entrarono correndo i fratelli Stoll e una loro sorella, la loro bandiera era coatituita da un caduceo in campo verde. Chirone esclamò: Adesso annunciamo le alleanze. Per la squadra rossa: Ares, Atena, Apollo, Efesto e Poseidone. Per la squadra azzurra: Ermes, Demetra, Afrodite, Dioniso, Ecate, Morfeo, Ipno. Alle armi!" Notai che qusi tutte le case si erano alleate con Ermes, (forse per la notevole quantità di nemici dei figli di Ares) però la nostra squadra era veramente ottima. Tutti i tavoli si ricoprirono di armi, scudi e armature. Percy mi si avvicinò e mi disse: "Vieni, voglio presentarti una persona." Mi mise un braccio sulle spalle e mi condusse da una ragazza di spalle era alta con i capelli biondi, la pelle abbronzata e la corporatura atletica, la classica ragazza californiana se non per un particolare che notai solo quando si voltò, i suoi occhi erano grigi come una tempesta e incutevano un po' di timore: Annabeth. "Aurora,"esordì Percy" Volevo presentarti la mia ragazza, Annabeth Chase, figlia di Atena; Annabeth, mia sorella, Aurora Biondi." Le porsi la mano e lei la strinse. Vidi che mi scrutava con attenzione: sarebbe stato un problema ingannare lei. Percy's POV Mi guardai intorno e cercai con lo sguardo i miei altri amici, ma non li trovai così chiesi ad Annabeth:"Dove sono Leo, Hazel, Piper,Jason e Frank?" "Al Campo Giove" rispose Annabeth. "Cos'è il Campo Giove?" si intromise Aurora. Annabeth rispose:"Beh...vedi Aurora il fatto è che gli dèi greci hanno anche una forma romana e anche in questa forma hanno avuto figli, il Campo Giove è il campo per semidei romani. Ora però non abbiamo tempo per parlare della guerra contro Gea e..." "Ehi un attimo."disse Aurora"C'è stata una guerra? E perchè non si è saputo niente?" "Beh" spiegò Annabeth"la Foschia, il velo che distorce la visione degli umani, è potente e avranno pensato che fosse stata una fuga di gas o roba del genere. " Aurora aveva una faccia assolutamente scandalizzata. Stava per dire qualcosa quando arrivò Clarisse. Le mise una mano sulla spalla, quasi fossero vecchie amiche e le chiese:"Ehi che è successo? Sembra ti abbiano appena detto che Annabeth è incinta, cosa per cui non dovresti nemmeno sorprenderti." Annabeth la fulminò con lo sguardo dovetti intervenire per fermare la rissa che stava per nascere:"Le abbiamo spiegato della guerra contro Gea e del Campo Giove." A quel punto sentii un grido di orrore alle mie spalle e quello che vidi mi paralizzò.

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Capitolo 7
*** SONO UN MOSTRO! ***


Percy's POV Quello che vidi erano due segugi infernali grandi quanti elefanti. Mi guardavano famelici, ringhiando. Vidi la bava colare dagli angoli della bocca. Quello un po' più piccolo saltò sopra ad un ragazzo di Ermes che non conoscevo, l'altro, invece, non aveva ancora distolto lo sgurdo dai miei occhi. Incomiciò ad avvicinarsi, molto lentamente, pregustando già la mia carne e il mio sangue. Provai a sfoderare Vortice ma ero paralizzato dalla paura: ricordavo quando a dodici anni, durante la mia prima Caccia alla Bandiera, ero stato quasi ucciso da un'altro segugio infernale. In quel momento lo vidi saltarmi addosso. Pensavo giá alla mia morte, abbastanza mediocre considerato tutti i mostri ben più spaventosi che avevo affrontato. Nel momento in cui avrebbe dovuto aprirmi il petto con i suoi artigli vidi un' ombra, molto più piccola, placcarlo al volo. Rotolarono a terra in un intreccio di zanne e artigli. All'inizio pensai che fosse un altro segugio infernale, ma non aveva nessun senso un mostro mi salvasse la vita. Il segugio infernale più grande venne ridotto in cenere e mi accorsi di una cosa ancora più shockante. Ma non potrva essere vero...Non era possibile...Dove avrebbe dovuto trovarsi il mostro che gli aveva salvato la vita era distesa sua sorella. Aveva sul collo dei graffi molto simili a quelli sulla faccia. Sanguinava. Tra i semidei regnava il silenzio più assoluto. Persino Chirone era sbalordito, poi Aurora si alzò a fatica e scappò in direzione del bosco. La seguii senza nemmeno pensarci mentre Annabeth e Chirone mi gridavano di tornare indierto.Continuai a correre, ignorando i loro richiami. Non riuscivo a capacitarmi del fatto che mia sorella fosse un licantropo. Penserete che dopo un fratello ciclope avrei dovuto ricevere la notizia normalmente, senza tutta questa incredulità, ma questa era un'altra faccenda: i ciclopi lavoravano per mio padre e Tyson non mi aveva mai spaventato, Aurora invece mi terrorizzava, poichè sapevo che i licantropi, quando si trasformavano non avevano più il controllo di loro e avrebbero ucciso chiunque, perciò io mi chiedevo, se Aurora avesse tentato di uccidere i ragazzi del Campo, cosa avrei fatto? Avrei salvato centinaia di semidei, uccidendo sua sorella, oppure avrei condannato i miei amici pur della sua sopravvivenza? La vidi seduta per terra con la schiena appoggiata alla roccia e la faccia tra le mani.Mi incamminai verso di lei. Un rametto si spezzò sotto i miei piedi ed Aurora alzò lo sguardo di scatto e vidi che aveva gli occhi rossi e lucidi, evidentemente aveva pianto. Quando mi riconobbe nel buio abbassò di nuovo lo sguardo e sospirò: "Che ci fai qui, Percy?" "Voglio parlarti." Lei mi fece un cenno, dicendomi di continuare. "Che cosa sei?" Avevo paura di saperlo ma chiesi lo stesso, sperando di avere torto. "Un licantropo." Ecco qua. L'unica volta in cui volevo avere torto, avevo ragione. Aurora continuò: "Da quando ho sette anni ho cominciato a trasformarmi in lupo con la luna piena. La prima volta mi risvegliai in un campeggio..." fece un respiro profondo: "Circondata da cadaveri. Vedevo bambini morti dissanguati. Avevo intorno anche semplici pezzi di carne. Carne umana.Scappai da lì.Non sapevo più chi ero. Continuò così per qualche mese fin quando non imparai a controllarmi. Adesdo posso trasformarmi quando voglio ed avere il controllo, ma mi costa tanta fatica." Guardò la mia espressione sbalordita e fece una risata amara: "Hai paura di me, non è vero? Tranquillo, non sei il primo e non sarai neanche l'ultimo." Mormorò:" Anchio ho paura di me." Scosse la testa come per scacciare la malinconia. Si alzò e si spazzolò i jeans:"Bene adesso che sai tutto posso anche andarmene." Mi riscossi dallo shock:"Cosa?! Non se ne parla neanche, devi ricevere delle cure!" "Ho già preso dell'ambrosia. E poi, probabilmente i tuoi amici mi inietterebbero del veleno." Pronunciò queste parole con una nota amara nella voce. Risposi gridando: "Ma non puoi andartene! SEI MIA SORELLA!" Lei mi urlò contro:" IO SONO UN MOSTRO! Andarmene è l'unica cosa che posso fare!" Vidi, alla luce della luna, che delle lacrime le rigavano le guance. Mi sentii in colpa, come mi ero permesso di gridarle contro in un momento così delicato? "Mi dispiace." mormorai. Aurora annuì. Le chiesi:"Dove andrai?" Rispose:"Prima di tutto in città, poi tornerò in Italia e riprenderò a fare la mia vita di sempre." "Dove passerai la notte?" "Non lo so. Forse potrei trovare una locanda. Altrimenti per strada." Non riuscivo ad immaginare la mia sorellina dormire per strada così le proposi:"Potresti accamparti qui nel bosco."Aveva uno sguardo triste, come se non fosse la prima volta che si trovava in una situazione del genere, anche se non capivo come. Mi disse:"Probabilmente gli altri ragazzi mi attaccherebbero e io non voglio fare loro del male."Pensai ad una soluzione e sorrisi quando la trovai: "Allora resterò con te e partiremo insieme domani mattina all'alba." Mi guardò con un piccolo sorriso:"Faresti questo per me, Percy?" "Sì." risposi senza un secondo di esitazione. Per dimostrarlo mi sdraiai per terra e allargai le braccia. Aurora si sdraiò a sua volta e mi abbracciò, appoggiando la faccia sul mio petto. Prima di addormentarsi mi disse:"Ti voglio bene, Percy." "Ti voglio bene anchio." Risposi. Rimanemmo così finchè non cademmo entrambi tra le braccia di Morfeo con ancora i sorrisi stampati in faccia.

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Capitolo 8
*** La guerra è alle porte ***


Percy's POV Quando mi svegliai il mio primo pensiero fu 'Che diavolo è successo'. Mi guardai intorno "leggermente" confuso dal fatto che mi ero svegliato nel bosco. Abbassai lo sguardo e vidi sulla mia maglietta, più o meno sulla spalla destra una macchia di sangue. Allora ricordai tutto: Aurora, la sua licantropia, il suo piano di scappare. La cercai con lo sguardo ma non la trovai da nessuna parte. Ero preoccupato: temevo che fosse scappata senza di me per non mettermi in pericolo. Alle mie spalle un rametto si spezzò. Mi voltai di scatto estraendo Vortice. Solitamente il peso familiare della mia spada riusciva a confortarmi, ma adesso niente mi avrebbe tranquillizzato finchè non avessi rivisto il volto familiare di mia sorella. Sentii un fruscio poco lontano da me. Sentivo l'adrenalina scorrere nelle mie vene. Mi avviai verso il pugno di Zeus con le spada sguainata. Lungo la strada percepii una presenza, così mi nascosi dietro un cespuglio come meglio potei. Tutti i miei nervi erano in tensione, mentre attendevo un altri segni di quella...'cosa' che mi seguiva fin da quando avevo aperto gli occhi. Un altro fruscio dietro di me. Mi voltai di scatto. ODDEI!!! Non poteva essere vero! Non ebbi il tempo di reagire che una frusta mi colpì in pieno petto. Kate's POV Quella notte era probabilmente stata la peggiore di tutta la mia vita. Appena addormentata avevo avuto un incubo terribile: ero in un bosco, non molto differente da quello in cui mi ero addormentata. Sentivo l'urgenza in tutto il mio corpo. Mi misi a correre. Giunsi in una radura con molte tende da campeggio. E capii cosa stava per succedere. Dal folto degli alberi sbucò un lupo. Si mise a ringhiare. Sapevo che cosa volevo fare, dovevo impedirlo. Provai a muovermi, ma sembrava di essere nelle sabbie mobili. Il lupo si gettò in una di quelle tende. Udii un urlo acuto, terrorizzato che si interruppe bruscamente. Tutti si affrettarono per vedere cos'era successo. Un uomo abbastanza robusto e con una folta barba nera si affaciò alla tenda. Ci fu un momento di silenzio, poi si scatenò il finimondo. L'uomo venne travolto dalla creatura. Provò ad oppore resistenza, ma questa era troppo forte e glì squarciò la gola con un unico morso. Le persone si misero ad urlare e piangere, cercando invano di sfuggire a quella macchina assassina. Nessuno ebbe via di scampo. Il sole fece capolino dietro le cime degli alberi e il lupo si trasformò. Era una bambina di non più di sette anni. La me di quel tempo si guardò spesata intorno, finchè i ricordi di quella terribile notte non la travolserò. Le lacrime le salirono agli occhi, mentre si trascinava verso il corpo di un ragazzo. Non era molto più grande di lei, aveva capelli rossi e grandi occhi marroni. Poi il voltò mutò, vidi quello di Percy che, morente, mi disse: "Sei un mostro." Mi tirai su di scatto in un bagno di sudore. Percy era a un metro da me mentre dormiva beato. Mi portai le mani al petto, cercando di dimenticare quel sogno, ma era impossibile. Le lacrime mi salirono agli occhi al ricordo di tutte quelle carcasse che un tempo erano state persone. Le ricaccia indietro con un groppo in gola. Mi alzai e misi a camminare senza una meta precisa. Non era la prima volta che sognavo la mia prima trasformazione, ma non avevo mai visto Percy. Stavo ancora riflettendo quando mi si parò davanti una Furia. "Tranquilla." mi disse vedendomi sobbalzare per la sorpresa "Non ti mangio." "Lo so." borbottai "Non uccideresti mai la migliore arma del tuo padrone." "No, infatti" "Allora che diavolo vuoi?" "Solo portare un messaggio." "Ti ascolto." "Ade vuole parlarti. Devi andare negli Inferi oggi pomeriggio alle 17,00 in punto." Annuii:"Ci sarò." Mi incamminai nella direzione opposta quando la Furia mi bloccò:"E un'ultima cosa." La guardai con un sopracciglio inarcato. Lei sogghignò e disse:"Alecto sta cercando di uccidere tuo fratello proprio in questo momento." Sbarrai gli occhi. "Tranquilla" continuò lei" vuole solo portare un messaggio" "E quale sarebbe?" Fece un verso roco che probabilmente era una risata "Che la guerra è alle porte"

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Capitolo 9
*** L'utilità delle forcine ***


Annabeth's POV Fin da quando Percy era andato a cercare sua sorella non avevo fatto altro che cercare di capire cosa gli fosse successo. Certe volte era proprio ottuso! Partire alla ricerca di un mostro assassino non era una cosa particolarmente intelligente. E poi ci si era messo anche Chirone! Mi aveva chiusa a chiave in una stanza della casa grande; inoltre aveva anche lanciato un incantesimo sulla finestra in modo che non potessi scappare da lì. Era talmente frustrante dover restare rinchiusa qui dentro mentre il mio Testa d'Alghe era là fuori, da solo con un licantropo. Mi avvicinai alla finestra e guardai fuori, in cerca di qualcosa da fare. Chirone stava parlando con il Signor D, forse stavano discutendo se mandare o meno una squadra nel bosco, non mi sorprenderebbe se il signor D non volesse fare niente. Improvvisamente vidi spuntare Percy dal bosco, si fermò e disse qualcosa a Chirone gesticolando molto. Sembrava terrorizzato. Chirone e il signor D si scambiarono un'occhiata preoccupata e seguirono Percy nel bosco. Che cos'era successo? Mi lancia contro la porta cercando di aprirla. Una fitta di dolore mi attraversò la spalla, mi concessi qualche attimo per massagiarmela. Era chiaro che non sarei riuscita a scappare in quel modo. "Pensa, pensa, pensa..." Mi dissi guardandomi intorno. Perlustrai la stanza con lo sguardo. Era una vecchia camera con un letto singolo, un comodino con tre cassetti, una grande scrivania e una sedia. Mi diressi al comodino. Aprii tutti i cassetti alla ricerca di qualcosa di utile. Nel primo cassetto trovai soltanto un blocco da disegno e qualche matita. Spalancai il secondo e vidi una piccola borsetta. La aprii: trovai una spazzola, qualche laccino è...Ah-ah! Mi avvicinai alla porta con la forcina che avevo appena trovato in mano. Mi inginocchiai in modo da avere gli occhi all'altezza della serratura. Passai qualche minuto a imprecare e maledire chiunque mi passasse per la testa: Chirone, il signor D, Percy e la sua stupida sorella. Finalmente la serratura scattò, spalancai la porta e mi lanciai verso le scale, scendendo i gradini a due a due. Uscii di corsa dalla Casa Grande e mi precipitai verso il bosco. Seguii le impronte di Chirone correndo a perdifiato finchè non mi si parò davanti una strana scena piuttosto strana: Aurora, Percy, Chirone e il signor D stavano parlando con una Furia. Feci per andare da Percy, ma la Furia mi si lanciò contro. Sguainai la spada, però non ne ebbi bisogno: Aurora mi afferrò per il polso e mi spostò alle sue spalle emettendo un ringhio basso contro il mostro, il quale sorrise dicendo:"Diventerete tutti schiavi del Re degli Inferi." Dopodichè si elevò sopra la cima degli alberi e se ne andò. Chirone cercò di nascondere la sua espressione preoccupata:"Credo che avremo bisogno di una riunione." ​

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Capitolo 10
*** Riunione ***


Percy's POV Eravamo attorno al tavolo da ping pong nella sala ricreativa. Chirone aveva chiamato tutti i capocabina e anche Aurora, visto che, come me, aveva avuto strettamente a che fare con la Furia. Notai che molti, tra cui i fratelli Stoll, cercavano di non incrociare il suo sguardo. Chirone stava spiegando la situazione a chi non era presente, quando irruppe nella stanza una figura con un giubbotto da aviatore. Nico Di Angelo si avvicinò al tavolo con un'aria più cupa del solito. Disse: "Ho saputo dell'attacco. Volevo informarvi che io non ho niente a che fare con l'accaduto e che sono assolutamente contro mio padre. Ero appena arrivato negli Inferi, quando mi ha detto che voleva far guerra agli altri dei e che aveva un'arma segreta. Ho cercato di scoprire di cosa si trattasse, ma non ha voluto dirmi niente. In ogni caso sono certo che le sue truppe attaccheranno il campo il prima possibile. Forse anche stasera." Nella stanza era calato il silenzio; certo, dopo ciò che aveva detto la Furia tutti si aspettavano un attacco imminente, ma non così a breve. E di certo non eravamo pronti. Soprattutto se quello che Ade diceva riguardo alla sua arma era vero. Considerato che il dio dei morti aveva abbastanza potere per distruggere il campo senza problemi, un'arma segreta poteva significare solo una cosa: una spia. Tutti si voltarono a guardare Aurora. KATE'S POV Tutti nella stanza guardarono verso di me, persino Nico. Lui non sapeva niente sulla mia vera realtà, ma probabilmente avvertiva l'influenza degli Inferi su di me. Sarebbe stato molto difficile mentire a lui, anche considerato il nostro passato. Non volevo fingere con lui, ma ero costretta a farlo per proteggerlo. Chirone spiegò quello che sarebbe stato il nostro assetto di guerra, ma non ascoltai. Mi ero nascosta per anni e adesso che eravamo arrivati alla resa dei conti mi vedevo costretta a scegliere. In realtà la mia non è una scelta, poichè se anche cercassi di contrastare il controllo di Ade non reggerei a lungo. Mi serve un altro piano. Io ce l'ho un piano, ma metterei in pericolo Nico. Stavo riflettendo su quando poter parlare con il figlio di Ade, quando sentii un corno da battaglia suonare. Angolo autrice: Beh, salve a tutti. Non c'è modo di giustificare la mia assenza, se non dicendo che non avevo più ispirazione. In ogni caso, adesso mi è tornata. Parlando della storia sappiate che questo è uno degli ultimi capitoli, infatti ne mancano solo tre che spero di poter pubblicare prima della fine della scuola. A presto e lasciatemi qualche recensioncina per supportarmi! Sister_of_Percy

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Capitolo 11
*** Ricordi ***


Kate's POV Quel corno segnava l'ora del giudizio. Per tanto tempo mi ero nascosta dai miei amici per proteggerli e adesso dovevo combattere contro di loro. Sentivo chiaramente la voce di Ade nella mia testa che mi ordinava di andare nel suo palazzo, dove mi avrebbe ordinato cosa fare. Ma non potevo. Sapevo che andare lì avrebbe comportato l'obbligo di seguire i suoi ordini: credo che se fossi andata là mi avrebbe dato qualcosa che stordisse la mia coscienza. Sentivo la mano in cui tenevo la spada fremere. Sapevo cosa dovevo fare: me l'aveva insegnato il mio capobranco. Tutti si erano già fiondati sul campo di battaglia, solo io e Nico eravamo rimasti nella stanza. Nico's POV Ero rimasto da solo con la sconosciuta. Mi aveva insospettito subito perchè avevo sentito l'odore della morte su di lei. Ero sempre più convinto di avere ragione. All'improvviso la vidi cadere sulla schiena. Mi avvicinai, non sicuro di cosa sarebbe accaduto. Mi inginocchiai, attento a non toccarla. La sconosciuta mi guardò negli occhi; erano molto simili a quelli di Percy e dedussi che fosse sua sorella. La sorella di Percy mi toccò il braccio con la sua mano fredda e fui invaso dai ricordi: vidi quella che non era più una sconosciuta salvarmi la vita a Westover Hall, la vidi partire per l'impresa con Bianca e Percy e dirmi che era morta, la vidi in tutte le battaglie che avevo combattuto. "Kate?" sussurai. Kate annuì e lasciò cadere la testa a terra. Adesso sapevo di cosa parlava mio padre, riguardo l'arma segreta. E sapevo cosa dovevo fare. Jason's POV Quando le forze di Ade suonarono il corno fui il primo ad uscire dalla sala ricreativa. Mi fiondai in un angolo appartato e mandai un messaggio Iride a Reyna. Sapevo che non era molto romano, ma era il mezzo più veloce per comunicare con il Campo Giove. Lei mi disse che ci avrebbe raggiunto il prima possibile, ma anche usando le aquile sarebbe servita qualche ora. Eravamo soli. Dovevamo resistere per ore prima dell'arrivo dei soccorsi. Non ero sicuro che ce l'avremmo fatta. Angolo autrice: Salve, ecco il nuovo capitolo! Scusate se scriverò poco, ma vado di fretta. Ciononostante devo assolutamente ringraziare una persona speciale: Endergreen347, che si è impegnato a recensire tutti i capitoli. Beh, ora devo scappare, al prossimo capitolo che uscirà sabato! Sister_of_Percy

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Capitolo 12
*** Il prezzo della salvezza ***


(Vi consiglio di leggere la parte finale ascoltando  "My immortal" degli Evanescence) Kate's POV Avevo rivelato a Nico la verità, buttando all'aria tutto quello che avevo fatto in quegli anni; non me lo sarei mai perdonata. Avevo perso conoscenza subito dopo il mio errore; da quel momento la mia mente cominciò a girovagare, fino a che non mi trovai nel palazzo di Ade. Era esattamente come me lo ricordavo, fatta eccezione per il fatto che il numero di soldati-scheletro e mostri era molto minore: probabilmente stavano già attaccando il Campo. Seduto sul suo trono si trovava il dio dei morti: "Noto con piacere che in questi anni non hai perso il tuo spirito combattivo, anche se si parla di un tentativo di ribellione contro di me." Disse Ade sorridendo. Non risposi, tenendo lo sguardo fisso davanti a me. "Le mie truppe stanno già marciando sul Campo Mezzosangue. Tra poco tornerai cosciente e sarai proprio tu a guidarle. Nessuna pietà." Continuò il signore dei morti. Una volta che Ade ebbe pronunciato quelle parole tornai nel mio corpo. Nico era ancora sopra di me, intento ad osservarmi preoccupato. Mi aiutò ad alzarmi e mi fece appoggiare a lui. A quel punto lo colpii e lui crollò a terra. Percy's POV Vedevo l'esercito di Ade che cercava punti deboli nelle nostre barriere. Non avevano ancora avuto successo, ma le difese non potevano ancora leggere a lungo. Al mio fianco si trovava Chirone, intento ad osservare quel terribile spettacolo con sguardo cupo. Avevamo combattuto molto battaglie, ma quelli, contro scheletri che potevano essere uccisi solo dai figli di Ade, sembrava impossibile da vincere. Vidi salire lungo il fianco della collina una figura minuta, munita di spada. La osservai confuso, cercando di capire chi fosse. La figura si avvicinò all'esercito degli Inferi e conficcò con forza la spada nel terreno. In questo comparve una lunga frattura, da cui uscirono altri scheletri; nello stesso momento le creature che si trovavano oltre i confini si riversarono lungo il fianco della collina. In quel momento la figura si girò, mostrandomi il suo volto. Era mia sorella. Mi precipitai di corsa verso di lei, infuocato dalla rabbia. Giunsi a pochi metri da lei e, sfoderando la spada, gridai:"Io mi fidavo di te! Ti ho portata al campo e ti ho sostenuta quando tutti volevano solo ucciderti! È questo il modo in cui mi ripaghi?!" Lei sorrise e disse:"Dovresti imparare a non fidarti degli sconosciuti." Detto questo mi attaccò sfoderando la spada. Tentò un affondo sul fianco che riuscii a parare per poi contrattaccare. Feci una finta che mi permise di disarmarla e le puntai la spada alla gola. Lei sorrise e si trasformò in un lupo, facendomi cadere a terra. Cercò di mordermi la gola, ma riuscii a difendermi con la spada, ferendola al petto. Qualche goccia del suo sangue mi gocciolò sul torace. Lei si allontanò e tornò in forma umana, distendendosi sul fianco. Toccai il sangue di mia sorella che mi aveva macchiato la maglietta e fui colto da delle visioni. Sembravano appartenere ad una vita parallela, in cui Aurora in realtà si chiamava Kate ed era cresciuta con me; vidi la mia morte e mia sorella che vendeva la sua anima affinché io potessi vivere. Mi avvicinai a Kate. Lei si stava contorcendo, anche se la ferita non sembrava grave. Aveva gli occhi serrati e i denti stretti, le sue mani erano aggrappate alla terra. Titubante le tocca una mano. La vidi aprire gli occhi che si rivelarono lucidi e spaventati. Kate si drizzò a sedere e si allontanò velocemente. Mia sorella abbassò lo sguardo. Intorno a noi infuriava la battaglia, ma non mi importava. "Kate..." sussurrai avvicinandomi. Lei sbarrò gli occhi e gridò: "Sta' lontano! Non riesco a controllarmi!" Non la ascoltai e mi avvicinai: "Sì invece, puoi farcela. Sei riuscita a controllare il tuo lato di lupo, puoi superare anche questo." Lei scosse la testa: "No, è diverso. Ade ha la mia anima, potrebbe farmi fare qualsiasi cosa. C'è una sola soluzione." La guardai negli occhi: "No, non posso farlo..." Kate rispose: "Percy, devi! Non voglio fare del male a te o chiunque altro del campo. Per favore. Non potrei vivere con la consapevolezza di ciò che ho fatto. Nonostante questo non ho la forza di farlo da sola. Ti prego, aiutami." Detto questo si alzò e conficcò la spada nel terreno, che si spacca e inghiottì l'esercito di Ade. Subito dopo lanciò un grido e fece per attaccarmi, ma riuscii ad evitarla e farla cadere a terra. Strinse forte gli occhi e li riaprì. Mi stava implorando con il solo sguardo. Presi un respiro profondo e con tutta la forza che avevo le conficcai la spada nel petto. ~~~ La cerimonia funebre fu la sera stessa. Venne bruciato un drappo color verde acqua con un tridente d'oro sopra. Con un sorriso amaro pensai a quando lei si era trovata nella mia stessa situazione. Annabeth, al mio fianco, strinse la presa sul mio braccio. Io la guardai e sorrisi. Pensare a tutto quello che aveva fatto per me e che io non ero mai riuscito a ricambiare mi faceva male, ma sapevo che, alla fine, avevo fatto ciò che era giusto. Per celebrare la morte di Kate, gli dei avevano restituito tutti i ricordi che la riguardavano a tutti i membri del Campo Mezzosangue e del Campo Giove. Avevo vissuto senza di lei per sei anni, ma, adesso che l'avevo ritrovata, lasciarla andare era ancora più difficile. Nonostante questo sapevo, so e saprò sempre che sarà sempre tutto per me. ~'Cause you still have all of me...~ Salve, ragazzi! Lo so, sono una persona orribile per essere stata assente tutto questo tempo, ma mi mancava l'ispirazione. Detto questo, ringrazio tutti quelli che hanno recensito, preferito, seguito e ricordato questa storia. Se vi è piaciuta fatemelo sapere con una piccola recensione. Grazie e a presto!

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