Cambiamenti

di RoseSnape_99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno. ***
Capitolo 3: *** Capitolo due. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Le vacanze estive erano finite. 
Alice fremeva dalla voglia di tornare ad Hogwarts. Quella era la sua casa e tale sarebbe sempre stata, anche nei periodi tristi. Tra quelle mura, che ormai conosceva a memoria aveva rafforzato l'amicizia che la legava a Rose Weasley, una sua coetanea, primogenita dei coniugi Weasley: Ron e Hermione. 
Suo padre, Neville, lavorava ad Hogwarts come professore di erbologia -materia preferita fin da ragazzo-. Alice purtroppo non aveva la stessa 'passione' del padre. 
Era stata smistata senza alcuna esitazione -da parte del cappello parlante- a Grifondoro, mentre suo fratello, Frank, era stato smistato nella Casata Corvonero, ma aspettarono un intero minuto prima di sentir pronunciare la casa di appartenenza del giovane Paciock. 

Quella sera, dopo aver spedito una lettera alla sua migliore amica Rose si stese sul letto, con il viso coperto dal lenzuolo. Aveva appena finito di cenare e sentiva la pancia piuttosto piena. Hannah, sua madre, per fortuna cucinava in modo delizioso,e a causa di questo, ingerendo una grossa quantità di patate stava scendendo le scale ad una ad una, tenendosi saldamente allo scorrimano in legno per andare da sua madre. Entrò in cucina, con la mano poggiata sulla pancia e il viso contratto in una smorfia e osservò la donna dai capelli biondi pulire le stoviglie senza usare la magia. Si avvicinò piano a lei, come faceva da piccola quando faceva un brutto sogno o aveva fastidi del genere e appoggiò la mano sul suo braccio, facendola sobbalzare. Probabilmente non l'aveva sentita entrare, visto che i suoi passi -già silenziosi- erano coperti dal rumore dell'acqua che si infrangeva sul rubinetto d'acciaio. 
La donna si girò, chiudendo l'acqua e guardò la figlia con l'espressione un po' preoccupata.
- Dimmi Alice, hai bisogno di qualcosa? - 
La ragazza, con un filo di voce rispose - Sì mamma, mi fa male la pancia. Credo sia stata l'abbondante porzione di patate che ho mangiato e che voi facevate finta di non guardarmi. Sicuramente sembravo disgustosa con la guancia sporca di brodo e...- si piegò leggermente in avanti, sentiva la nausea salire dallo stomaco. Parecchi minuti più tardi, quando il colorito quasi verde sul suo viso lasciò il normale posto al roseo guardò la madre sofferente. 
- mamma dammi una pozione.. mi fa troppo male. - 
Hannah la guardò e la fece sedere con cautela sulla sedia, e senza dire nulla preparò una camomilla per la figlia. Sapeva quanto Alice odiava le pozioni. Alice incrociò le braccia sul tavolo, poggiando poi la testa, come se fosse un cuscino e chiuse gli occhi. Quando si stava per addormentare, la madre ticchettò con l'indice sul braccio di lei e la ragazza si riscosse dalla veglia mugugnando qualcosa di incomprensibile. Si sollevò senza emettere un suono, e prese la tazza soffiando sulla nuvoletta di fumo che usciva da essa. La portò alle labbra e la sorseggiò, ammettendo che era meglio di qualsiasi pozione. Appoggiò l'oggetto di porcellana sul tavolo e ringraziò la madre con un sorriso. Sì alzò dalla sedia e fece lo stesso tragitto fino ad arrivare con le spalle sul materasso, fortunatamente integra. Con il viso impastato dal sonno si girò su un fianco, coprendosi per bene con il lenzuolo e si addormentò tra le braccia di morfeo.  
                                                            **
La mattina seguente si svegliò con i raggi del sole che penetravano dalle tende chiare posandosi sui suoi occhi. Strusciò il viso sulla morbida federa del cuscino e sospirò girandosi verso il comodino. Guardò la sveglia, e sospirò nuovamente quando vide che erano le 8:00. Si tirò su, mettendosi a sedere e con poca eleganza calciò il lenzuolo che la copriva facendolo arrivare fuori dal letto. Indossava un pigiama, senza maniche color rosa cipria, mentre il pantalone arrivava appena sotto il ginocchio. Si alzò in piedi, raccolse dal comodino l'elastico viola e mentre si incamminava verso la porta, si fece una coda alta. Si stropicciò gli occhi con le mani chiuse a pugno e si lasciò andare ad uno sbadiglio. Scese di sotto, sentendo un buon profumino provenire dalla cucina.
-Buon giorno famiglia! - trillò entusiasta Alice, sedendosi sulla sua sedia accanto al padre, facendo un sorriso al fratello più grande di lei di un anno, infatti lui a settembre avrebbe frequentato il settimo anno, mentre lei il sesto. Lui sorrise di rimando, ma non era il dolce sorriso di sempre, era quasi uno strano ghigno divertito. Lo guardò perplessa, aggrottando le sopracciglia, chiedendosi perché quella strana espressione albergava sul suo viso quando.. 
- Buon giorno Pac--Alice! - quella voce la fece trasalire, facendola voltare di scatto. Guardò la persona dietro di lei, e si morse un labbro ritrovandosi in difficoltà e stupita.
- C-ciao James.. Che ci fai qui? - mormorò appena, guardandolo in viso. Lei odiava quel ragazzo e lui ricambiava quel sentimento senza farsi problemi. 
- Sono arrivato qui con la metropolvere, ieri sera. Ho dormito in camera di tuo fratello. - 
- Oh. - riuscì solo a dire Alice, e si voltò abbassando gli occhi sul piatto. Lui prese a sedere vicino a Frank, ritrovandoselo davanti. Solo in quel momento si accorse che in tavola c'erano cinque piatti. Sospirò sentendo la pancia brontolare e ticchettò un dito sul piatto. Tutti la guardarono interrogativi, e lei di tutta risposta sbuffò sonoramente. 
- Speravo solo che il piatto si riempisse di pancake, o di leccornie varie, come succede ad Hogwarts.. - sospirò triste sentendo le risate di tutti i presenti tranne di una persona; Hannah. 
- Alice, invece di lamentarti, aiutami. Quì non siamo ad Hogwarts, quindi alzati dalla sedia e servi l'ospite.- disse Hannah, schioccandole un'occhiataccia che quasi fece tremare il cuore di Alice. Vide un ghigno sul viso di James e lo guardò male, alzandosi dalla sedia. Poteva rovesciarglielo addosso, dando la colpa al suo portamento maldestro. Sì, Alice inciampava sui suoi piedi, su una superficie piana come se fosse normale. Aveva preso da suo padre. Sospirò cacciando via quel pensiero e prese in mano il piatto, facendo mezzo giro della tavola per andare da James stando attenta a non combinare disastri. Si chinò in avanti sostituendo il piatto pulito, con il piatto pieno di pancake. Alice guardò Hannah e disse leggermente irritata. 
- Devo anche metterci lo sciroppo d'acero e imboccarlo? - 
- Beh, se proprio ci tieni perché no, mi risparmi moolta fatica. - disse James prima che Hannah potesse rispondere. Alice si morse il labbro, sentendo un moto di rabbia inondarla dentro decidendo per il momento di incassare il colpo. Come faceva quell'essere ad essere così fastidioso? Con il viso rosso, prese il barattolo, lo aprì e guardò James negli occhi. Aveva voglia di riempirlo di sciroppo sporcandogli i capelli, o i pantaloni, o la camicia. Non importava in quale posto, in quale parte del corpo, ma voleva farlo, se solo non ci fossero stati i genitori, perché facendo quel gesto sarebbe passata dalla parte del torto. Prese un respiro profondo e abbassò lo sguardo concentrandosi sul piatto che aveva davanti. Riempì i pancake di sciroppo d'acero, e ne taglio un pezzo. Prese il pezzo con la forchetta e guardò il ragazzo facendo un sorriso. 
- Beh almeno non ti soffocherai o sputerai il pezzo in un tovagliolo di carta, come fai sempre quando cucina tua madre. - disse sussurrando, facendo in modo che la sentisse solo lui e lo imboccò prima di dargli il tempo di rispondere. Lasciò la forchetta sul tovagliolo posto vicino al piatto e si rimise a sedere. Forse era stata un po' cattiva, ma quel ragazzo la faceva imbestialire con poco. In silenzio, senza nemmeno guardarlo cominciò a mangiare, se solo avesse sollevato gli occhi dal piatto avrebbe notato che lui la guardava in modo truce, ripromettendosi che glie l'avrebbe fatta pagare, non perché si era sentito ferito, sapeva che quello che diceva lei era vero; sua madre cucinava malissimo, tutti lo sapevano, ma solo per il semplice gusto di vederla affondare; ci riusciva quasi sempre.

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Capitolo 2
*** Capitolo uno. ***


Si svegliò con la testa che girava vorticosamente. Vedeva le pareti della stanza avvicinarsi a lei dandole la sensazione che da li a poco l'avrebbero schiacciata. Seduta, con le gambe strette al petto cercava di riacquistare un po' di ossigeno; i polmoni sembravano chiudersi in una morsa che appunto non la lasciava respirare. Emise un urlo strozzato quando vide una figura pararsi davanti a lei e scuoterla con poca delicatezza e finalmente capì; stava avendo un forte attacco di panico. Pochi scossoni furono sufficienti per farla rinsavire, emettendo un ultimo respiro strozzato. 
- Alice, Alice stai bene? - mormorò preoccupato il ragazzo. Alice strizzò gli occhi e inspirò prima di rispondere. Aprì gli occhi portandosi una mano alla testa e mugugnò qualcosa di incomprensibile. Guardò il viso del ragazzo e sorrise dolce mettendo a fuoco che fosse quello di suo fratello. 
- Mmh. Sto.. bene. - 
- Non sembra. - disse il fratello con la voce incrinata dalla preoccupazione e Alice non voleva farlo preoccupare, anche perché adesso stava davvero meglio. 
- Dico davvero Frank. Ah.. non spifferare nulla ai nostri genitori. - mormorò la sorella minore rivolgendogli un occhiata minacciosa; le palpebre serrate in due piccole fessure che avrebbero fatto accapponare la pelle a chiunque. Il grifondoro deglutì un po' troppo rumorosamente e guardò l'espressione della sorella; non voleva darsi per vinto. 
- Non è molto adeguata quell'occhiata minacciosa sul volto di un innocente ragazza. - disse Frank con un tono fintamente calmo e fermo, visto che in realtà aveva ancora la pelle d'oca. Alice non aveva tanta voglia di ribattere e quindi, per intenerirlo, sporse il labbro inferiore e sbatté le palpebre. - Daaai. - 
Il grifondoro guardò l'espressione della sorella e sbuffò alzando le braccia al cielo. Almeno adesso stava bene; aveva sentito il cuore salire in gola quando l'aveva vista in quello stato, succedeva raramente ma era sempre un brutto colpo assistere a quella scena orribile.
- Okay, non dirò nulla. Te lo prometto. -
Alice sorrise vittoriosa, sapendo che non stava mentendo e gattonò verso il fratello, avvertendo ancora un leggero tremolio scuoterle il corpo. Frank allargò le braccia con prontezza accogliendo il corpo caldo della sorella e stringendolo contro il suo. La sentiva ancora tremare, sembrava tanto indifesa in quel momento. Okay forse appariva indifesa in ogni situazione, ma sapeva che in fondo Alice aveva un incredibile forza d'animo che però non riusciva a esternare. Accarezzò quei capelli lisci e biondi e la scostò delicatamente da sé. 
- Andiamo, il pranzo è pronto. Sto morendo di fame. - ammise sentendo lo stomaco brontolare e contorcersi per la fame. 
- NO! - urlò ricordando ciò che era successo poche ore fa, a tavola, con James. Non voleva vedere quel laborioso di Potter. L'aveva zittito, ne era uscita vincente ma era pienamente consapevole che glie l'avrebbe fatta pagare e lei non aveva voglia di scontrarsi con lui e arrabbiarsi. No, decisamente no. Frank vide negli occhi della sorella un vorace di emozioni diverse che lo lasciò spaesato. Vide rabbia, esasperazione, tristezza, irritazione e infine di nuovo rabbia. Possibile che James le facesse questo effetto? Sì, lui aveva capito subito la fonte del problema di Alice. Il rapporto tra quei due era esasperante, litigavano ogni qualvolta che i loro sguardi si incrociavano. Fortunatamente non assisteva a tutti i loro battibecchi, ma come era successo poche ore fa se ne dicevano di tutti i colori, e quando volevano le loro lingue erano taglienti come lame affilate, anche se, sentiva spesso che la prima a cedere era sempre Alice. 
- James non c'è. E' andato via mentre dormivi. Dormi troppo sorella, ti sei persa la sua uscita teatrale! - disse il ragazzo con un tono esilarante, ridendo fragorosamente. La risata del fratello era piacevole da ascoltare, e molto contagiosa; infatti Alice stava ridendo assieme a lui. Si morse il labbro sentendo la curiosità logorarle l'anima, ma la parte orgogliosa di sé le impediva di chiedere i dettagli al fratello. Sospirò a quei sentimenti diversi e contrastanti decidendo infine di lasciar perdere la curiosità. Scese dal letto poggiando i piedi nudi sul tappeto. Infilò le scarpe e prese la mano di Frank stringendola con la sua.
- Andiamo, inizio ad avere molta fame. - 
Scesero le scale, e camminarono verso la cucina. Prima di scendere aveva dimenticato di darsi un occhiata allo specchio; non che fosse una ragazza superficiale, ma voleva apparire almeno decente agli occhi degli altri. Sua madre la rimproverava sempre, riprendendola per il suo scarso interesse verso la propria persona. Se potesse uscirebbe con addosso solo il pigiama! Si sistemò i capelli e si sedette a tavola finalmente tranquilla. 
Qualcosa pero' disturbò il suo senso di pace. Delle dita ruvide e sottili le spostarono una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Alice spostò il viso con un gesto veloce e secco, sentendo i muscoli del collo fare quasi male e sgranò gli occhi vedendo James davanti ai suoi occhi con il suo solito sorriso innocente. La grifondoro boccheggiò per diversi secondi prima di alzarsi in piedi di scatto, facendo stridere rumorosamente la sedia. Guardò il fratello con il viso e gli occhi furenti per la rabbia. 
- Che ci fa lui qui? Mi avevi detto che era andato via! - sbraitò, tremando per la troppa rabbia che cercava di trattenere. Si sentiva ingannata e tradita dal fratello. Come aveva potuto mentirle in quel modo? Frank abbassò il capo, sentendosi in colpa per averle detto quella bugia. Lei,in camera non aveva notato il labbro stretto tra i denti per impedirne il tremolio. 
- Senti Alice... l'ho fatto per te! Sapevo che se ti avessi detto che ci fosse stato pure lui a pranzo non saresti scesa per pranzare e non mi sembrava il caso di farti saltare il pranzo dopo quello che è successo! - scattò in piedi anche lui, guardando la sorella negli occhi, divenuti di un marrone fin troppo scuro e denso. Alice imprecò a bassa voce, stringendo le mascelle con tutta la forza che aveva, tanto da fargli male. Ma non poteva stare zitto una buona volta?! Inspirò cercando di calmarsi, stava per dare in escandescenza. Si voltò verso James, ma lui era troppo concentrato a fissare un punto fisso e a rimuginare sulle parole appena sentite. Che era successo ad Alice? Ma di che stavano parlando? Scrollò le spalle guardando i suoi due interlocutori, soffermandosi sulla figura media e minuta di Alice. 
- Lo so che ti piace la mia presenza. A tutte le ragazze piace la mia presenza, dovresti sentirti onorata. - Ecco, il solito laborioso, strafottente di James! Ecco perché non lo sopportava, ecco perché la sua presenza la faceva innervosire tanto. Lui non era il centro dell'universo, ma si comportava come se lo fosse. Antipatico! Mentre Alice imprecava mentalmente nei confronti di James, si risedette stringendo i pugni. 
- Io.. io non sono come le altre! Sei solo una palla troppo gonfia di ego! Attento, prima o poi le palle finiscono per scoppiare! - mormorò sentendo i muscoli del ventre contrarsi per la rabbia, e gli lanciò un occhiata divertita per la frase appena detta. Vedere James scoppiare in tanti pezzi non sarebbe stato uno spettacolo così sgradevole! Si morse le labbra per non scoppiare a ridere, sentendosi un po' svuotata da quella rabbia. James la guardò furente e si avvicinò di qualche passo a lei. Si chinò all'altezza del suo viso e soffiò caldo sull'orecchio di lei. - Non è colpa mia se me lo dicono spesso. - 
- Beh allora le ragazze in questione devono essere cieche! Come si fa a stare accanto ad un ragazzo come te? E' impossibile, sei peggio dell'orticaria! - sbottò allargando le braccia, allontanando il viso dal suo. Il suo respiro caldo le aveva procurato un brivido ma non ci fece molto caso. Una risata si librò nell'aria e entrambi si voltarono verso il soggetto che stava ridendo a crepapelle. Frank si teneva le mani all'altezza dello stomaco e rideva piegato in due con le lacrime che minacciavano di scendere da dietro le ciglia. Erano entrambi sbigottiti e stizziti nel vederlo ridere in quel modo. Frank indicò le loro facce, singhiozzando per il troppo ridere. - Dovreste vedere le vostre facce! Ahahahaha sono identiche! -
Alice e James si guardarono complici, e con un ghigno da parte di lui, e un sorriso furbo da parte di lei si avvicinarono al corpo ancora scosso di Frank. Quest'ultimo si allontanò con gli occhi sgranati; probabilmente le loro facce in quel momento incutevano timore. James lo afferrò per il colletto della maglia bloccandolo contro la parete fredda e lui lo guardò atterrito. Okay adesso l'avrebbe picchiato, ne era sicuro, ma nel momento in cui lo pensò, delle mani minute cominciarono a premere contro la sua pancia e iniziò a sentire solletico. Cominciò a dimenarsi e a ridere forte cercando di bloccare le mani della sorella che sfuggivano in fretta ogni volta che le catturava tra le sue. Quando il volto di Frank diventò paonazzo Alice decise di mettere fine a quella tortura. Allontanò le mani dal corpo del fratello e nello stesso momento James allentò la presa del colletto, per poi lasciarlo cautamente quando lo vide respirare regolarmente.  Il grifondoro si girò verso la ragazza, rivolgendole un occhiata ancora indispettita. - Dopo facciamo i conti. Ce ne anche per te. - disse in tono minaccioso. Alice non si fece intimorire, e rispose facendogli la linguaccia come le bambine.
**
Il pranzo trascorse trasparente come l'acqua. I due grifondoro si guardavano appena, ma quando Alice incrociava il suo sguardo lo distoglieva immediatamente facendolo vagare per tutta la stanza. A tavola si sentivano solo i respiri di ognuno che soffocavano il silenzio rendendolo -per quanto riguarda Alice- piacevole e leggero. Trascorse l'intero pomeriggio sdraiata sul divano. I genitori erano usciti per andare a fare una passeggiata tranquilla, e rimanere soli. Anche Frank era uscito, ma non sapeva la sua destinazione e non se ne era interessata poi così tanto. Mentre scriveva una lettera, per il suo amico Jasper, un rumore la fece voltare poggiando la penna d'oca sulla pergamena. Vide James con i capelli spettinati, come al solito; ma non si pettinava mai? Scrollò le spalle e si voltò dedicandosi alla pergamena. James scivolò pesantemente sul divano e guardò la bionda che era decisa ad ignorarlo. Sbuffò contrariato e si avvicinò prendendo la pergamena su cui Alice scriveva con tanta attenzione e con un sorriso sulle labbra. Quest'ultima si voltò infastidita da quel gesto burbero e aggrottò le sopracciglia sporgendosi verso di lui. -Ridammi la pergamena! Adesso! - sbottò lei cercando di strappargli la lettera dalle mani. Non voleva che lui leggesse la lettera, era una lettera personale e lui non ne aveva alcun diritto. Il ragazzo sorrise alla sua espressione e preso dalla curiosità si voltò di spalle e cercò di leggere le prime righe della lettera, ma non fu tanto facile visto che Alice lo spintonava. In perfetto silenzio la grifondoro sgusciò davanti a lui e gli strappò la lettera dalle mani. Aveva il fiatone per gli sforzi inutile che aveva fatto e il viso tutto rosso non solo per la rabbia ma anche per l'imbarazzo. - Non avresti dovuto leggerla! - 
- Chi è questo Jasper? - disse bruscamente James e vedendo che Alice aveva messo un broncio stizzito la prese per le braccia e la stese sul divano con un gesto veloce. Si mise su di lei sovrastandola e la ingabbiò poggiando le mani sul divano di pelle rosso vermiglio. -Allora? -
Alice sgranò gli occhi puntandoli su quelli scuri e minacciosi di James. Inspirò dimenandosi sotto di lui, i muscoli del viso contratti in una smorfia di disappunto. - Che ti importa? - poggiò le mani sul petto caldo di lui e cercò di scansarlo, fallendo miseramente. 
- Smettila di dimenarti. Sembri un'anguilla! Non mi importa nulla in effetti, sono curioso però. Non vuoi parlarne con il tuo caro amico James? - inclinò il collo di lato, facendo un sorriso divertito. Adorava quel genere di situazione, punzecchiarla in qualunque modo, infastidirla prendendo in balzo anche una scusa banale e stupida. 
Alice lo guardò assottigliando le palpebre in due fessure agghiaccianti, ignorando il cuore che sembrava volerle uscire dal petto. Lo sapeva che lo faceva per puro divertimento, ma lei non aveva nessunissima intenzione di dirgli niente. Incrociò le braccia sotto al seno e lo guardò sfidandolo con lo sguardo. - non ti dirò nulla. Dovrai usare la Maledizione Imperius per farmi parlare. Non te lo direi nemmeno sotto tortura! - mormorò sicura al cento per cento. James la guardò fingendosi oltraggiato e si inumidì le labbra mentre un ghigno spuntava sul suo viso. - Vorrà dire che appenderò questa pergamena sulla bacheca della sala comune della nostra casa. Lo farò sapere a tutti quindi non sfidarmi, sai che potrei farlo! - 
La grifondoro spalancò gli occhi, lasciandosi andare ad un respiro strozzato. Sgranò gli occhi sino a farli diventare due puntini e lo prese per il colletto della camicia attirandolo a sé. - NON OSARE! - urlò a pochi centimetri dal suo viso scuotendolo bruscamente e stringendo saldamente la presa. " Ma non poteva farsi i fatti suoi? No, doveva impicciarsi della mia vita! " pensò Alice mordicchiandosi il labbro inferiore più e più volte. 
James sorrise a quel malcelato imbarazzo e poggiò le mani su quelle di Alice cercando di liberare il colletto della camicia dalle sue mani. - Allora parla. -
Alice inspirò profondamente, sentendo il labbro tremare. Doveva farsi coraggio, altrimenti sarebbe morta di imbarazzo davanti a tutti. Mancavano solo cinque giorni al ritorno ad Hogwarts e sapeva che James non avrebbe dimenticato tutta quella storia. Soffiò frasi disconnesse tra di loro, sentendo l'ossigenò mancare, i polmoni svuotati incapaci di racchiudere anche solo una piccola dose di ossigeno. - Io... lui... come Weasley.. - 
James alzò un sopracciglio fino a farlo sparire dietro la frangia scura, e la guardò confuso, divertito e piacevolmente soddisfatto. Non aveva capito un tubo, ma era bello vedere Alice tutta rossa per l'imbarazzo. Sembrava così sincera e pura, e bella. Doveva proprio ammetterlo, negli anni Alice era maturata molto, il suo fisico si era valorizzato molto. Le curve nel posto giusto, senza essere eccessive, come invece alcune ragazze che di sua personale conoscenza. Forse era decisamente troppo bassa rispetto a lui, ma sembrava ancora più tenera proprio per quello. Sorrise a quei pensieri, guardando la ragazza sotto di lui boccheggiare; se la stava prendendo troppo comoda, doveva spronarla a parlare. - Vado a raccontare tutto a Fred. - fece per alzarsi ma Alice lo fermò prendendolo per un polso scuotendo la testa terrorizzata. - Nono! Lui-lui è... un tassorosso. Fre-frequenta lo stesso anno di Lu-cy Weasley! E' sta-to grazie a lei se l'ho conosciuto! - soffiò flebile, singhiozzando per la mancanza di ossigeno e lo guardò annaspando. Non poteva ridursi ad uno straccio, non davanti a lui e invece stava succedendo! Distolse lo sguardo, sentendo gli occhi bruciare e pizzicare in modo molesto. Si sentiva umiliata, fragile. Quel giochetto iniziava a farla stare male e dannatamente fragile sotto gli occhi di James, ed era questo che la esasperava di più. Iniziava a sentire delle fitte alla testa per tutta quella quantità di emozioni. Ecco perché preferiva la compagnia di Albus. Al era completamente diverso da James, lui preferiva aspettare che la persona si aprisse, mentre il mostro che aveva addosso preferiva storcere le parole di bocca con stupidi ricatti; con il gioco sporco. - Questo non è un atteggiamento da Grifondoro! Godric sarebbe deluso dal tuo comportamento. James Sirius Potter, ti odio! - lo spinse giù dal divano, con le lacrime che solcavano le guance e corse verso la sua stanza senza guardarsi indietro. Si buttò sul letto e singhiozzò rumorosamente, prima di addormentarsi esausta.

***

Il giorno dopo Neville infastidito dall'assenza della figlia andò in camera sua. Gli mancava la sua piccolina, la risata che illuminava tutta la casa mandando a monte il lavoro faticoso delle fate. Bussò sulla porta di legno, leggendo il cartellone bianco su cui c'era scritto in lettere cubitali " voglio stare sola ". Neville non sentendo nessun suono provenire dall'interno della stanza bussò di nuovo, ma il risultato fu lo stesso. Neville provò ad aprire la porta, ma era chiusa a chiave. - Alice Paciock per Morgana apri questa dannata porta! - ordinò con tono fermo, cercando di non lasciar trapelare l'agitazione nella voce. Non ottenendo ancora nessuna risposta, il capofamiglia sfoderò la bacchetta puntandola verso la serratura e sibilò - Alohomora! -. I cardini scattarono e la porta si aprì. Neville entrò nella stanza buia, e con un gesto della bacchetta accese la luce e con un'altro movimento del polso aprì la finestra. Vide la figlia seduta sul letto a guardare il padre senza una particolare espressione. Si avvicinò cautamente, e si sedette  sul letto, sentendo Alice sobbalzare. Strabuzzò gli occhi rendendosi davvero conto della presenza di suo padre e lo guardò interdetta. - Che c'è papà? Stai bene? - era da un po' che non chiacchierava da sola con suo padre e le era mancato parecchio. Neville la guardò sorpreso ma allo stesso tempo fiero e divertito. Gli chiedeva come stava quando invece quella stravolta sembrava proprio lei! Scosse la testa e le accarezzò una guancia sorridendo. - Sto benissimo tesoro. Tu invece? Sembri.. provata, ecco. C'è qualcosa che non va? - Alice guardò il padre facendo un sorriso a trentadue denti e lo abbracciò felice. Solo lui la capiva davvero, anche se sapeva di sentirsi inferiore a Hannah quando si trattava di Alice. Sapeva che le figlie femmine preferivano sfogarsi con le madri che con i padri, ma Alice sembrava fare la cosa opposta. Confidava al padre ogni singolo turbamento, lo sentiva sempre vicino, rispetto invece alla madre. Lei le voleva un bene enorme, ma sapeva che era più orgogliosa di Frank che di Alice. Insomma, Frank era un corvonero esattamente come lei, cercava di capire quel ragionamento contorto e strano, ma proprio non ci riusciva. Hannah era fissata con la moda, mentre Alice no. Hannah ci teneva tanto alla vita sociale, Alice se ne infischiava altamente; Hannah aveva un equilibrio perfetto mentre Alice no. Alice era impacciata, timida come il padre ed era felice di assomigliare a lui. Per Alice, Neville era il suo eroe. All'età di 12 anni il padre le aveva raccontato la seconda guerra magica in cui lui era uno dei partecipanti assieme ad Harry Potter, Ron weasley, Hermione Granger, Ginny Weasley e Luna Lovegood. Sorrise a quei pensieri e si strinse tra le braccia di Neville. - Sto benissimo, adesso. Sei fantastico papà! - sperava che con quelle parole fosse riuscita a infondergli un po' di sicurezza. Neville la strinse forte, commosso da quell'affetto che le aveva regalato la figlia. La scostò piano e le accarezzò i capelli sorridendo radioso, sembrava ancora un bambino quando sorrideva. - Alice... hai già terminato i compiti vero? Mancano quattro giorni all'inizio della scuola! - disse suo padre sorridendo gioioso. Lui adorava stare ad Hogwarts, ma allo stesso modo adorava stare con la sua famiglia. - Ah, questa volta non copierai dagli appunti di tuo fratello. Sono stato sufficientemente chiaro? - Alice sbiancò sentendo la gola improvvisamente secca e non solo quella. Si inumidì le labbra passandogli la lingua, e guardò suo padre con gli occhi sgranati. - Oh papà ti prego! Non li ho terminati tutti. Se non posso copiare... ti prego aiutami. Ti prego, ti prego! - unì le mani intrecciando le dita e guardò il padre con un occhio aperto e l'altro chiuso. Il padre sospirò divertito e si alzò dal letto, porgendo la mano alla ragazza per aiutarla a scendere dal letto. Si avvicinarono alla scrivania, e Alice si sedette sulla sedia mentre Neville trasfigurava la poltrona in una sedia. La ragazza passò il libro di Incantesimi all'uomo davanti a sé e spiegò in breve la relazione da 10 centimetri che doveva svolgere. Prese tutto l'occorrente: pergamena, piuma e calamaio. Alice srotolò la pergamena, e prese in mano la piuma. Neville cominciò a leggere il primo paragrafo dell'incantesimo, poi senza fermarsi per far comprendere le parole alla figlia lesse il secondo paragrafo in cui parlava del contro incantesimo. Alice quando fu interrogata dal padre, chiedendole cosa aveva capito, lei inspirò e spiegò l'incantesimo, gli effetti che si provavano quando l'avversario veniva a contatto con esso e il contro incantesimo. Fortunatamente non era molto pericolosa quell'incanto. Neville sorrise orgoglioso di lei, e Alice cominciò a scrivere, sentendo il cuore riscaldarsi a quel sorriso rivolto solo ed esclusivamente a lei. Quando abbassò la piuma Alice cercò di imitare alla perfezione il gesto del polso del padre, e con sua grande sorpresa ci riuscì abbastanza bene. Fosse sempre così semplice l'ora di incantesimi! Neville lesse la pergamena e sorrise soddisfatto. - Perfetto Alice. Adesso lasciamola asciugare e poi la metti nella tracolla assieme agli altri compiti, libri e tutto il resto. Vai a farti una doccia, e vestiti bene. Andiamo alla Tana! - disse il padre tutto felice di poter rivedere i suoi amici. Era da mesi che ormai non li vedeva. Finalmente Alice avrebbe visto Rose, Albus, Lucy e tutti gli altri! E anche James... 
Scusate il ritardo, ma ho avuto un piccolo problema tecnico! Spero che questo capitolo vi piaccia! 
Un bacio, RoseSnape.

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Capitolo 3
*** Capitolo due. ***


Capitolo due. 
LA TANA. 
Erano le 18:20, sentiva lo stomaco contorcersi per l'ansia. Era pronta ormai da un'ora. Aveva fatto una doccia calda per rilassare i muscoli, e subito dopo si era asciugata. Aveva indossato un vestito verde, semplice che accarezzava la pelle chiara di Alice. La stoffa del vestito arrivava sopra al ginocchio, con delle sottili spalline che circondavano le spalle. Lungo la vita spiccava una cintura argento e le ballerine erano della stessa tinta dell'accessorio che abbelliva l'abito e metteva in risalto la vita sottile della ragazza. Si sentiva bellissima, i capelli raccolti in una semplice coda alta e un fermaglio argento tra i capelli. Quando la madre chiamò Alice si presentò alla famiglia sorridendo. I componenti maschili sorrisero dicendo che era bellissima, la madre invece stritolò la figlia entusiasta e stringendo la mano di Alice si smaterializzarono alla Tana. 
Alice chiuse gli occhi sentendosi risucchiata dalla smaterializzazione. Quando riaprì gli occhi, si portò la mano sulle labbra cercando di ingoiare la nausea che l'aveva investita in pochi minuti. Sentiva lo stomaco ribaltarsi, provò a respirare sentendo l'aria fresca sul viso e si rilassò. Frank aiutò Alice a rialzarsi e i quattro componenti della famiglia Paciock entrarono nella Tana. La signora Weasley arruffò i capelli di Frank e stritolò tra le braccia Alice dicendole che era molto bella. Okay, troppi complimenti, si sentiva a disagio adesso. Avvampò avvicinandosi agli altri abitanti della casa e si sorprese nel vedere che c'erano tutti; si sentiva gli occhi addosso, ed era tutta rossa per l'imbarazzo. Forse non doveva indossare quei colori. Aveva visto il volto di Ron impallidire ricevendo una gomitata da Hermione. Alice ridacchiò e salutando tutti quanti chiese dove fosse Rose. Era preoccupata, l'amica non le aveva risposto alla lettera e mille dubbi si erano insinuati nella sua mente ed era decisa a farli sparire e a stritolare Rose. Hermione le fece un sorriso caldo e le disse che Rose era in giardino assieme agli altri ragazzi. Alice ringraziò Hermione, e corse verso la porta facendo un saluto veloce a Charlie Weasley che stava entrando; per poco non lo travolgeva. Arrivata in giardino sorrise imbarazzata nel sentirsi fin troppo osservata.
- Hei! - 
Albus sorrise nel vedere che Alice indossava i colori della sua casa. - Sei uno schianto Alice! Questi colori ti donano! - Alice ridacchiò arrossendo e abbracciò Albus scompigliando i capelli bruni del Serpeverde. Sciolsero l'abbraccio e Rose e Lucy  si avvicinarono ad Alice. Le tre ragazze si abbracciarono sorridendo, e Alice salutò con la mano Lily, Louis, Hugo, Dominique, Victoire, Molly, Fred, Roxanne, Lysander e Lorcan prima di farsi trascinare dalle due Weasley. 
- Rose.. come mai non hai risposto alla mia lettera? - disse Alice, guardando la sua migliore amica. - Scusa non volevo farti preoccupare, sapevo che ci saremmo riuniti alla Tana quindi ho preferito attendere per parlarti! - disse mentre arrossiva fino alla punta dei capelli. Alice sorrise curiosa; perché era arrossita? Mentre Alice stava cercando di formulare quella domanda all'amica, Lucy avvolse un braccio intorno alle spalle di Alice e Rose, mettendosi in mezzo. - Allora Alice, che mi racconti? Successo qualcosa con Jasper? - chiese Lù ridendo nel vedere che stavolta quella imbarazzata era Alice. Quest'ultima abbassò il capo avvicinandosi al muretto, dando le spalle alle amiche. - Ja-James ha scoperto di Jasper! Stavo scrivendo una lettera indirizzata a lui, ma James è stato rapido nel prenderla e leggerla e ho dovuto raccontargli tutto! Beh, non proprio tutto.. - sospirò amareggiata, non voleva che quel dolce segreto fosse nelle mani di James. Rose e Lucy risero come se Alice aveva raccontato una barzelletta estremamente comica. - Perché ridete?! - Alice le guardò come se volesse ucciderle; il pensiero di James, il suo nome la facevano infuriare come non le era mai successo! - Lo odio! - aggiunse stringendo i pugni, sentendo di nuovo gli occhi lucidi. Le due Weasley si avvicinarono all'amica disperata, era proprio vero, James le rendeva la vita un inferno, ma Rose non capiva perché si impegnava tanto nel farlo. - Non ti preoccupare Allie! James non dirà nulla, altrimenti lo uccidiamo! - borbottò Rose lanciando un'occhiata complice alla cugina. Questa annuì sorridendo, dando man forte alla cugina.
- Grazie ragazze! - sorrise trattenendo un singhiozzo e si rivolse a Lucy. - E tu? Non ci racconti niente? - soffiò Alice vedendo che l'amica iniziava ad agitarsi. - Emh... Si papà, arrivo subito! - Lucy si voltò fingendo di sentire che Percy la stava chiamando. - A dopo ragazze! - aggiunse con le gote leggermente arrossite e corse verso la tana. Alice spalancò la bocca guardando poi Rose. - Ma non l'aveva chiamata affatto Percy! - aggiunse facendo una smorfia contrariata e offesa. - E dai, lo sai come è fatta Lù... è letteralmente scappata! - disse Rose ridendo, e la prese sottobraccio. - andiamo anche noi? - aggiunse guardando in viso l'amica e facendole lo stesso sorriso caldo che aveva fatto Hermione. Alice annuì e si incamminarono verso la Tana.
Quando entrarono ci furono tre ospiti in più: Remus, Ninfadora e Ted. Alice era sempre stata affascinata dal morfomagus, era strabiliante vedere i suoi occhi o i capelli cambiare colore quando passava da un sentimento all'altro. Quando era felice i suoi capelli si coloravano di celeste, quando invece era arrabbiato si coloravano di rosso fuoco e così via. La Tana in quel momento trasmetteva calore, non perché il camino era acceso semplicemente perché la casa dalla forma singolare era piena di risate, persone che si volevano bene. Alice preferiva stare lì, che andare in Scozia dai parenti materni e Hannah lo sapeva bene. Per tutto quel tempo non aveva visto James ed era felice; non avrebbe sopportato ancora la sua presenza. Mentre chiacchierava tranquilla con Molly, e allo stesso tempo tra una pausa e l'altra litigava con Hugo avendo a favore l'appoggio di Louis, la sua attenzione fu catturata dal ragazzo che si era avvicinato e seduto accanto a lei. - Ciao Ted! - squittì entusiasta Alice. Quel ragazzo aveva la capacità di trasmetterle energia positiva e stare accanto a lui le faceva incredibilmente bene. 
- Ciao 'Lice! Va tutto bene? - 
- Non potrebbe andare meglio! Te invece? Va tutto bene? Hai gli occhi color dell'oro.. che significa? - sussurrò Alice guardandolo negli occhi, come se ne fosse incantata. 
- Significa che sono euforico, felice! - mormorò avvicinandosi a volto di Alice e sussurrò. - ma non posso dirti il perché. - 
Alice distolse lo sguardo sentendo le guance avvampare. - Ah no? Perché tutto questo mistero? - sussurrò incrociando le braccia sotto al seno e lo guardò mettendo un piccolo broncio. 
- Invece di parlare del colore dei miei occhi, perché non parliamo del colore del tuo vestito e di quello dei tuoi accessori? Lo sai che a James gli verrà un colpo? Ah, scommetto che l'hai fatto di proposito! - disse Ted ridendo facendo mutare il colore dei suoi capelli dal castano al verde. Era straordinario! 
- Io..io.. Ma che dici Theodor! Mi piacciono da impazzire questi colori, e poi sto bene, quindi. Oh ma perché devo dare delle spiegazioni a te? - borbottò la strega infastidita gonfiando le labbra in un broncio indispettito. - Non l'ho fatto per infastidire James! Quel pesce palla antipatico! - aggiunse imbronciandosi di più e aggrottando le sopracciglia sino a lasciar intravedere una ruga tra esse. 
- Merlino Alice! Sei adorabile. - disse Ted accarezzandole una guancia leggermente rossa. - ma non chiamarmi più Theodor. Okay? Ormai mi sono abituato con il nome Ted. - aggiunse guardandola male e Alice fece un respiro mortificato. - Mi dispiace, io.. non volevo! - 
- Non fa niente, tranquilla. Quindi ti sei vestita così per dargli fastidio. - ammise sicuro, dopo la reazione di Alice. Alice lo guardò male e sbuffò seccata. - Uffa Ted, smettila! Ti sbagli. Non ho minimamente pensato a lui. E non guardarmi in quel modo. Non mi importa se non mi credi. Smettete di parlare di lui accidenti! - sbottò arricciando il naso irritata e distolse lo sguardo sospirando. - Guarda che non è così insopportabile come pensi. Gli piace soltanto infastidirti. Lo fa perché gli piaci secondo me. - La ragazza smise di respirare, gli occhi sgranati come se avesse sentito una cosa oscena. - Ma... Che-che... io... - boccheggiò senza fiato. 
- Gli piaci come amica, gli piace la tua presenza! Ma non sa dimostrartelo diversamente, per questo cerca sempre di infastidirti. - Alice abbassò le spalle, curvando la schiena nel tentativo di calmarsi. quando sentì quelle ultime parole sospirò rilassata ma anche irritata. - Preferirei che non gli piacessi, sinceramente. - mormorò improvvisamente triste. Alice guardò Ted e gli diede un bacio sulla guancia. - Scusa, vado a cercare Rose. E' stato bello chiacchierare con te. - sorrise e si allontanò velocemente. 
** 
Alice tornò in giardino e quando sentì due voci maschili si fermò appiattendosi al muro. Non era suo solito origliare, ma qualcosa dentro di sé le diceva che doveva rimanere lì. Sentiva la voce di Albus e quella di James discutere fittamente. Da quella postazione riusciva a vedere anche i loro movimenti.
- Ma che dici Al! Lei sta benissimo con i colori rosso-oro di Grifondoro, non in quel modo! - sbottò infastidito James. Albus si girò completamente verso James facendo un gesto con la mano, come se volesse scacciare una mosca fastidiosa. - Per Morgana! Che ti importa? Lasciala in pace. - sbuffò Al alzando le braccia al cielo esasperato. Ma di che parlavano? O forse doveva dire di chi parlavano? 
James strinse i pugni guardando il fratello in cagnesco. Albus gli fece un ghigno in perfetto stile serpeverde e Alice ridacchiò cercando di non farsi sentire; cosa che non successe fortunatamente. - Dovresti concentrarti sulla tua ragazza. - continuò Al inclinando il collo di lato guardandolo di sbieco. James aveva una ragazza? E da quando? Alice udendo quelle parole sentì lo stomaco contorcersi e non si seppe dare un motivo per quel malessere; probabilmente aveva fame, sicuramente. 
- Ma io ci penso benissimo. Comunque stavamo parlando di lei, non della mia ragazza! - 
Alice decise di uscire da quel nascondiglio, fece dei passi in avanti fino a trovarsi a qualche passo da loro. Ignorò completamente James e si rivolse ad Albus dando le spalle all'altro Potter. - Al tua madre ti sta cercando. Mi ha chiesto di chiamarti. - soffiò Alice e senza accorgersene accarezzò la gonna del vestito stringendo la stoffa tra le dita. James sbuffò infastidito dal comportamento di Alice. Odiava sentirsi ignorato. - Ma come ti sei vestita? - fece una smorfia stringendo la mano sul braccio di Alice costringendola a farla voltare verso di lui. - James lasciami. Mi sono vestita con un vestito. Sei diventato cieco per caso? - sbottò allontanandosi bruscamente dal ragazzo. - Non ti ho chiesto cosa stai indossando. Ci vedo benissimo, tranquilla! - gesticolò con le mani mentre parlava. Adorava quel suo modo di fare, ma non glie l'avrebbe mai detto. Ella sbuffò alzando gli occhi al cielo e si voltò verso Albus facendogli un dolce sorriso. - Allora, andiamo? Lo sai com'è tua madre quando si arrabbia... Fa decisamente paura. - mormorò Alice passandosi le mani sulle braccia fingendo di avere i brividi di freddo solo a pensarci e scoppiò a ridere assieme ad Al. Con la coda dell'occhio vide James fremere infastidito e.. invidioso? No, sicuramente si sbagliava! E poi.. invidioso di cosa? Di chi? Perché? Sospirò scuotendo la testa e allungò una mano verso Al. Lui la prese stringendola con la sua e sorrise guardando per qualche secondo James, prima di incamminarsi, seguito da Alice. Quando furono abbastanza lontani Al si fermò e guardò Alice sprofondando negli occhi color nocciola di lei. - Non è vero che mia madre mi cercava vero? - Alice si sentì come un pedone bianco mangiato dal pedone nero. Come si dice? Colpita e affondata, ecco! - M-mi conosci così bene? - balbettò Alice meravigliata, piacevolmente meravigliata! Albus sorrise e le accarezzò un braccio. - Questi colori ti donano davvero bene. E' uno stupido James. Io non mi lascerei scappare una ragazza come te. A dirla tutta, non mi lascerei scappare te. - ridacchiò lievemente imbarazzato. Alice arrossì violentemente, e distolse lo sguardo sentendosi a disagio. - G-grazie. - balbettò senza fiato e nemmeno lo guardò in viso; era troppo imbarazzata. - Sei esagerato, ma so che sei sincero. Sei un amico fantastico, Albie! - sorrise felice come non mai e si rifugiò tra le braccia del serpeverde. Lo strinse forte e si sollevò sulle punte dei piedi; certo Albus era più basso di James, ma era sempre più alto di Alice. Iniziava ad odiare la sua media statura. Albus sorrise stringendo tra le braccia la piccola Alice e le accarezzò i capelli. Stava bene, in presenza di Alice si sentiva sempre bene, felice, completo, vivo. Alice nascose il viso nell'incavo del suo collo e Al ridacchiò sentendo il respiro caldo di Alice sulla pelle. Era una bellissima sensazione. A malincuore scostò piano Alice da sé, senza però sciogliere del tutto l'abbraccio. Continuando a tenere le braccia attorno alla vita di lei si chinò per darle un bacio sulla guancia e sussurrò. - E' meglio se entriamo. E' quasi ora di cena. - Alice sorrise sentendo la sensazione di poter toccare il cielo con un dito e annuì stringendo la mano di Al, lasciandosi guidare verso La Tana. 

** 

Entrarono in casa, Alice non la smetteva di sorridere. Tutti i presenti si sedettero in tavola in quest'ordine: Arthur a capotavola mentre dall'altra sfonda c'era seduto Remus. Accanto al signor Weasley dal lato destro si sedette la signora Weasley  per poi seguire Lily, Hugo, Louis, Rose, Molly, Lucy, James, Fred, Albus, Alice, Roxanne, Frank, Dominique, Lorcan e Lysander.
Accanto al Signor Lupin sempre dal lato destro si sedette la moglie per poi seguire Ted, Victoire, Fleur, Bill, Hermione, Ron, Ginny, Harry, Charlie, George, Angelina, Percy, Audrey. Neville, Hannah, Luna e Rolf
Arthur diede il via alla cena, prima di ringraziare tutti i presenti per quella riunione di famiglia. Perché loro sì, erano una grande famiglia. Alice applaudì seguita poi da tutti gli altri e cominciò a mangiare crocchette di pollo, la mousse dolce alla fragola, insalata, patatine fritte, una mela. Mangiava tutto quel cibo senza un ordine preciso. Ogni cosa che vedeva davanti a sé ne faceva un assaggio o ne mangiava una porzione intera. -come successe con la mousse. - Mangiò, senza però dare troppo nell'occhio, o almeno sperava. Sentiva la pancia che stava per scoppiare, infatti quelli che mangiarono di più furono lei, Fred e Hugo. Mentre Albus, Victoire, Dominique, Lily , Lysander e Rose mangiarono più leggeri. Louis, James, Roxanne, Frank, Lorcan, Dominique, Lucy e Molly mangiarono abbondantemente, senza però esagerare come il primo gruppo. Quando Alice vide Al mangiare la mousse al cioccolato si girò completamente verso di lui, era talmente sazia da non riuscire a respirare. - Albie. Questo è un oltraggio! Mangi la mousse al cioccolato e nemmeno la offri alla tua amica di vecchia data! Deludente. - sbuffò Alice, fingendosi offesa mentre sentiva un borbottio da parte di Albus. - Ma è mia. - il ragazzo portò il bicchiere con la mousse vicino al petto, come se stesse proteggendo un bene prezioso. - Non te la darò mai! - mormorò combattivo Al, assumendo un espressione buffa che fece ridere di cuore Alice. Una volta tornata in sé, con ancora i singhiozzi per le risate sporse il labbruccio, sfarfallando le ciglia. - Solo un assaggio.. Nemmeno? - cercò di impegnarsi più che poteva facendo gli occhi da cucciola abbandonata. Sentiva il labbro inferiore staccarsi dalla bocca per l'eccessivo broncio intenerito e gli occhi uscire fuori dalle orbite, ma avrebbe fatto di tutto per assaggiare quella mousse, soprattutto perché quel gioco la faceva divertire un sacco. Stavolta a ridere a crepapelle, fu Albus e quando smise la guardò con gli occhi lucidi. - Ok-okay. - mormorò cercando di conservare un po' di ossigeno nei polmoni. Alice trillò felice attirando gli sguardi su di loro, ma non ci badò molto visto che era troppo concentrata su Albus e la mousse. Albus prese il cucchiaio e avvicinandolo alle labbra di Alice la imboccò sorridendo, poi mentre lei era intenta a gustare a fondo la mousse, come se fosse la prima volta che la assaggiava - ma non era così - Albus fece scivolare il dito nella mousse e sporcò il naso di Alice. Risero all'unisono, si stavano comportando come due bambini. Ma mentre ridevano, si accorsero dopo che anche gli altri stavano ridendo insieme a loro. Alice si ripulì il naso avvampando così tanto da sembrare che le avessero lanciato dei pomodori in faccia. - Guardateli. - - Sono dolcissimi. - disse prima Lucy e poi Rose. Alice in quel momento sperava che la terra la inghiottisse, era troppo imbarazzata! - Anche troppo. Fate venire il diabete. - mormorò acido James guardando Alice e Al. - James! - dissero all'unisono i signori Potter guardandolo stralunati e confusi. - Ah quindi morirai di diabete e non di tetrodotossina. Che peccato! - mormorò Alice guardandolo male. - Ti sembro un pesce palla?? - sbottò furente, tanto che Alice poté vedere metaforicamente uscirgli il fumo dalle orecchie. - Ah finalmente l'hai capito! Mi meraviglia il fatto che tu sappia cosa sia la tetrodotossina. Loro si gonfiano per difendersi e sono giustificabili. Tu ti gonfi di uno stupido ego che in te non dovrebbe nemmeno esistere! Sei commestibile quanto loro, e se ti sei informato per bene saprai che loro non sono commestibili affatto! - sbraitò, mentre sentiva il respiro venire meno, la testa leggera e gli occhi lucidi. - Adesso basta! - intervennero Neville e Harry prima che James potesse rispondere alla provocazione di Alice. I due ragazzi con il capo chino verso le proprie gambe si scusarono per lo spettacolo indecente che avevano dato. I membri giovani della tavolata non fecero altro che ridere per tutto il tempo, mentre Alice non fiatò per tutto il proseguimento della cena, troppo mortificata e imbarazzata per parlare. Da quella discussione gli occhi di James ed Alice non si incrociarono nemmeno per un istante e per lei fu un sollievo. Quando finirono di cenare Victoire, Alice, Rose e Roxanne aiutarono le loro rispettive madri, anche se di tanto in tanto Victoire borbottava di essersi rotta un'unghia. Quando finirono, tornarono in salone e la serata terminò tra continue risate e giochi divertenti, tra i quali il mimo. Il primo che si fece avanti fu Hugo e dopo qualche minuto per riflettere cosa mimare mimò il mimo. Rose indovinò subito dando del cretino al fratello. Rose mimò l'astronauta e il primo ad indovinare fu Neville. Neville rosso come un pomodoro si alzò in piedi mettendosi - come agli altri mimatori - al centro della stanza e cercò di gonfiare la gola come meglio poteva imitando il verso del rospo. Alice fu rapida ad indovinare, visto che i rospi riguardavano da vicino i Paciock e erbologia. Fu il turno di Alice e quando si mise in piedi inspirò profondamente e guardandosi intorno sorrise nel trovare il soggetto che doveva mimare. Si sedette a terra e intorno a lei con le braccia diede una forma ovale prima di muovere le braccia verso l'alto e alzarsi lentamente, come se si stesse per schiudersi. Ci furono risposte come: il nuotatore - Louis -, la danza del ventre - Fred - il che Alice lo guardò allibita e scosse la testa sconvolta. Dopo le varie risposte da lasciarla di sasso si chinò in avanti e fingendo un verso sommesso fece finta di sputare fuori dalla bocca qualcosa - il fuoco -. Charlie scattò in piedi tutto contento e disse - ne sono sicuro, stai mimando un drago! - Alice sorrise a Charlie e applaudì soddisfatta. In effetti fu grazie a lui se aveva scelto proprio il drago. Alice si sedette al suo posto e Charlie ci pensò su prima di mimare qualcosa visto che Alice aveva imitato l'animale che amava con tutto se stesso; il drago. Ma prendendo proprio spunto da Alice cominciò a fare dei puntini attorno a lui disegnando la costellazione del dragone. Ron boccheggiò cominciando a dire che il fratello era diventato matto, ma fu Roxanne ad indovinare un secondo prima di Rose. - La costellazione del Dragone. Vero? - Alice applaudì verso l'amica sorridendo allegra a Charlie. Roxanne fece finta di avere qualcosa tra le mani e quando lo mise tra le gambe e con una mano fingeva di aver catturato qualcosa sorridendo a trentadue denti voltandosi verso tutti, come se si sentisse migliore di tutti in quell'istante, Alice scattò in piedi e sbuffò. - Sta imitando un cercatore, sì. Ma sta imitando James. - Roxanne che fino a quel momento si tratteneva dal ridere si accasciò a terra e cominciò a ridere forte dando un segno di assenso ad Alice. Alice guardò James e sorrise sfidandolo con lo sguardo. - Prego, a te l'onore. - James ricambiò l'occhiata e si alzò aiutando la cugina ad alzarsi e la guardò male. - Scusa James. - mormorò la cugina bordeaux in viso per il troppo ridere. 
James guardò i presenti e si soffermò su Alice penetrandola con lo sguardo prima di iniziare a mimare. Camminò in avanti e finse di inciampare nel tappeto. Si alzò e mettendosi in punta di piedi finse di raggiungere qualcosa, facendo capire che la cosa in questione era troppo alta da prendere. Quella scena fece riflettere Alice. Alcuni giorni prima della fine della scuola, era andata in biblioteca e allungandosi come una molla provò a recuperare un libro che per lei in quel momento era di vitale importanza, ma non aveva visto James nei paraggi, quindi non sapeva se stava imitando lei. - Emh.. Stai imitando me, quando due giorni prima dell'inizio delle vacanze estive ero andata in biblioteca? - Domandò con tono titubante. - Ovvio. Solo tu non sai arrivare al terzo scaffale della libreria! - disse James facendo un mezzo ghigno. - Esagerato. Era il quinto scaffale. - rimbeccò lei sbuffando irritata. Lily per cessare l'ennesimo litigio tra i due pregò Alice affinché potesse prendere il suo posto. Alice accettò di buon grado e la serata andò avanti così, poi quando si fecero le 23.00 andarono tutti a dormire. Alice, Roxanne, Victoire, Lily, Dominique, Rose, Molly e Lucy dormirono tutte insieme nella vecchia camera di Ginny, mentre Albus, James, Lorcan, Lysander, Hugo, Fred, Louis e Frank dormirono nella vecchia camera di Ron. 


Spazio autrice:  In questo capitolo ho cercato di coinvolgere quasi tutti - no, non mi sono dimenticata dei fratelli Scamander, ma li muoverò con maggior attenzione nel prossimo capitolo. - Ho sempre immaginato Lucy tra i serpeverde, ma non sapevo come collegarla bene alla storia quindi ho preferito " sacrificarla ". Sono troppo Jalice ( JamesxAlice ) lo so, non posso farci nulla. T.T 
Un bacio grosso a LittleLily che recensisce ogni capitolo! E tanti baci per quelli che preferiscono leggere la storia in silenzio. Spero che anche a voi piaccia, come sta piacendo a me scriverla. Ci sto mettendo tutta me stessa! 
Al prossimo capitolo! Ciao! 

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