Her [She Drives Them Crazy]

di Cordelia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** She ***
Capitolo 2: *** Something Wrong ***
Capitolo 3: *** Queen, Charms and Suppositions ***
Capitolo 4: *** The Strange Alliance ***
Capitolo 5: *** The Situation Become Dangerous ***
Capitolo 6: *** Three Boys In Love [1° Part: Regina's Confession] ***
Capitolo 7: *** Three Boys In Love [2° Part: The Salvage] ***
Capitolo 8: *** The Happy Ending ***



Capitolo 1
*** She ***


[N.d.C] Inizio con il dire che questa fic è abbastanza una cavolata^^ Mi è venuta in mente l'idea dopo aver visto "HIM", una puntata di Buffy e l'idea mi è piaciuta così tanto che ho deciso di riutilizzarla per una fic sul mondo di HP! Cmq sarà una cosa abbastanza breve, MAX sei o sette capitoli... tuttavia è un modo carino per passare il tempo, così, se vi va', leggete commentate... e passate parola!!

NB COPPIE: Nessuna in particolare. Hermione/Ron e un inizio di Hermione/Draco. Accenni ad una passata Harry/Ginny, Harry/Cho e Draco/Pansy. Possibile Ron/Luna.

°°Grazie dell'attenzione°°

Her: She Drives Them Crazy

La giornata poteva essere considerata la più bella e soleggiata domenica mattina che si fosse presentata ad Hogwarts di li a molto tempo.
Harry Potter sedeva tranquillo sugli spalti del campo da Quidditch a godersi il suo frugale spuntino di mezzogiorno che si era incartato quella mattina poco dopo la colazione, consumata in fretta e furia. Infatti non si poteva dire che il suo panino avesse un bell’aspetto: l’insalata era floscia e di un deprimente verde scuro, molto diverso dal colorito mattutino, i pomodori perdevano acqua da tutte le parti, il prosciutto sembrava essere stato a stagionare fuori dal frigo per quasi un mese e la maionese, (pezzo forte della sua composizione), era magicamente sparita senza nemmeno degnarsi di lasciare un biglietto.
Ma tutto questo non aveva importanza. Nonostante la schiena a pezzi e lo sguardo insistente di Ginny Weasley puntato magneticamente sulla sua nuca, il bel neo capitano sorrideva soddisfatto.
Le audizioni per riformare la squadra di Quidditch di Grifondoro, ufficialmente ridotta, seppur momentaneamente, a soli due elementi, stavano andando a gonfie vele.
Aveva adocchiato un paio di battitori niente male, Lee McGregor, un tipetto magrolino ma pieno di grinta del terzo anno e Sheila Head, non particolarmente bella ma simpatica e con una determinazione micidiale che si era presentata come studentessa del quinto, ma aveva un sacco di dubbi sui tre cacciatori. Nessuno si era ancora dimostrato all’altezza della fama che la squadra di era guadagnata negli ultimi anni, e Harry non poteva permettersi di perdere il campionato proprio ora che lui era stato nominato nuovo capitano.
Tuttavia non era preoccupato. Dopo quella breve pausa (della quale i Tassorosso stavano approfittando egregiamente per rimettere in sesto la loro, di squadra), i provini sarebbero iniziati ed era molto fiducioso. Insomma, tra 30 candidati ne avrebbe trovato uno anche solo minimamente capace di tenere una scopa in mano, no?
- Secondo te sono stato così insopportabile?- Gli stava dicendo Ron agguantando un pezzo del suo panino al prosciutto. Lo fissò speranzoso, come se quello che avrebbe risposto Harry avrebbe segnato il suo futuro.
- Cosa?- Chiese Harry cadendo dalle nuvole. Stava guardando l’ultima acrobazia di un’aspirante Cercatore di Tassorosso e non aveva fatto caso a quello che avveniva intorno a lui.
- Come cosa?- Sbottò Ron contrariato. – Ma secondo te di cosa sto parlando da più di un quarto d’ora?
”Già appunto… di che diamine stava parlando?” Un flash gli illuminò la mente, come se Colin Canon gli avesse mostrato una foto ritraente l’argomento del quale Ron stava trattando.
- Oh… be’… non ti si può certo dedicare un monumento.
- Ma nemmeno spedire ad Azkaban, ti pare?
- Ovvio, ma secondo me dovresti mettere da parte l’orgoglio e andarle a chiedere scusa.
Ron lo fissò scandalizzato. – COSA? Ma ti sei bevuto il cervello?
- No, ma credo che le occhiate assassine di tua sorella me lo abbiano danneggiato seriamente.- Rispose Harry massaggiandosi la nuca con una preoccupazione solo in parte recitata. Negli anni scorsi Ginny era stata capace di aprire la Camera dei Segreti e di comandare a proprio piacimento un Basilisco. Chissà quali altre diavolerie sapeva combinare… doveva stare attento.
- Non le do torto, poveretta. – Sospirò Ron voltandosi a fare un cenno di saluto alla sorella. Ginny e Luna Lovegood stavano chiacchierando fitto fitto, la prima gesticolando furiosamente e l’altra con l’ultimo numero de “Il Cavillo” tra le mani.
- Senti, okay, forse sono stato un po’ duro, ma lei sapeva benissimo che era una cosa provvisoria.- Sbuffò contrariato Harry scostandosi la frangetta sfilacciata dalla fronte. Per un attimo la cicatrice fu del tutto visibile. – Ma non posso essere il capitano di questa squadra se non posso giocare, e per di più nel mio ruolo!
- Si, si, okay, è vero, hai ragione. – Fece Ron accondiscendente. – Ma tornando al discorso di Hermione, tu credi che…
- Credo che tu abbia esagerato. Okay farla ingelosire, ma arrivare a palpare il sedere a Lavanda Brown davanti a lei e poi scusarti dicendo che aveva una mosca, è stata una cosa, oltre che umiliante, stupida.
- Trovi?
- Trovo.
- Eppure io non credevo di essere così nello “sbagliato”!
- Si dice nel “torto”, Ron.- Lo corresse Harry.
Ron scrollò le spalle con incuria. – Si, va bene, ma hai visto la sua reazione: ha smesso di parlami. Questo significa che è arrabbiata con me perché si è ingelosita!
- Oppure che non ci tiene a farsi vedere in giro con un minorato mentale. – Ribatté Harry spiccio. La discussione lo stava annoiando, visto e considerato che erano tre giorni che parlavano sempre dello stesso argomento.
- Okay, ma tu non credi che forse lei pensi ancora a Krum?
- Oddio… ancora con questa storia!?- Esclamò Harry vagamente alterato. – Perché la gente si da tanto da fare? Non capisco perché metta tante energie nel rincorrere, possedere, coccolare, che cos’hanno di particolare questi rapporti per i quali tutti fanno pazzie?
Ron lo fissò smarrito. Evidentemente era ora di alzare le tende. – Va bene, Boss. Quando ti riprenderai dalla tua crisi adolescenziale, fammelo sapere. Ci vediamo a cena.
Prese la sua sacca dei Cannoni di Chudley e, messosela in spalla, percorse le gradinate per andare a sedersi vicino a sua sorella.
- Potremmo dipingere un bellissimo murales su ogni muro del mondo. – Continuò Harry convinto. - E poi un altro bellissimo murale su un altro mu…
Non finì la frase perché la vide. Era la ragazza più bella che Harry avesse mai avuto la fortuna di incontrare con lo sguardo. Nemmeno nei suoi sogni esisteva creatura così perfetta. Una Veela in confronto era un ranocchio verde e pustoloso. I capelli scuri come la notte e gli occhi cerulei incorniciatati da una deliziosa carnagione diafana, vivevano di vita propria, come se non c’entrassero nulla con la sua natura umana. Dai suoi movimenti scaturiva una leggera musica, come di archi e flauti celesti, soave e decisa allo stesso tempo. Era certo di conoscerla, ma per qualche astrusa ragione non l’aveva mai notata prima di allora, il che però gli suonava impossibile.
Poteva davvero essere stato così cieco ed ottuso?Con uno sforzo immane cercò di ricordarsi il suo nome… Anna… no, no, che stupido! Un essere così leggiadro e perfetto non poteva avere un nome da comune mortale. Forse non aveva nome. Forse era un angelo il cui nome era scolpito sulla pietra che avrebbe accolto gli eletti a raggiungerla in paradiso nel giorno del giudizio.
Illeggibile.
Incredibile.
Rimase senza parole per qualche istante, fino a che una mano non gli si posò sulla spalla, facendolo quasi cadere dagli spalti.
- Ma che diamine… Cho! – Esclamò senza fiato.
La Corvonero arrossì, abbassando gli occhi a terra. – Scusa, volevo solo parlarti…
- Si, si, certo. – Disse Harry ricomponendosi alla velocità della luce. - Sai come si chiama quella ragazza?- Chiese indicando l’angelo in mezzo alla folla di aspiranti atleti.
Cho storse il naso, ma diede un occhiata lo stesso. – Oh, certo. Regina Mallory. Ha un anno in meno di te, credo.
- Regina Mallory… - Scandì sottovoce. Perfetto. Era il nome più bello che avesse mai sentito.
- Si, Harry, volevo chiederti…
Harry si alzò di scatto. – Scusa Cho, ma devo correre a scuola. Ci vediamo magari a cena, che ne dici?
E ancora prima che lei potesse rispondere, Harry volò via, inciampando nei propri piedi più volte per la frenesia.
E questo fu solo l’inizio.

Continua??? A presto!

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Capitolo 2
*** Something Wrong ***


Eccomi tornata! Bando alle ciance, vi lascio al secondo capitolo [Che come disse uffo Quattrocchi: "Che è Meglio!"]

Cap2: Something Wrong

Adesso doveva solo incontrarla. Nulla di più semplice.
L’avrebbe aspettata all’uscita degli spogliatoi e abbordata con una semplice scusa. Una semplice, ma efficace frase ad effetto, di quelle che piacevano alle ragazze. Quelle di Shakespeare o di Gilderoy Allock prima che ammattisse. Una frase audace e spiritosa. Una frase, che Harry non aveva la minima idea di dove andare a pescare.
La sua, per così dire, lunga esperienza amorosa, vantava di moltissime conquiste. Be’, per onor del vero, di moltissime fan che amavano la sua storia strappalacrime ecc. ecc. ma con le quali non aveva mai concluso nulla. Al massimo una stretta di mano. Uno sguardo. Basta. Eccetto che con Cho, ma lei era un caso patologico che non gli andava nemmeno di citare. Aveva avuto una cotta per lei per quasi tre anni, e durante lo svolgersi del suo quinto, si erano quasi messi insieme. O meglio, si erano baciati mentre lei piangeva a dirotto e poi avevano tentato un approccio intimo anche davanti alle altre persone, che però era stato qualcosa di penoso se non traumatico. Infine era terminata la scuola e dopo un’estate di silenzio tombale, eccola di nuovo alla carica, più decisa che mai. Evidentemente il confronto tra lui e Micheal Coner l’aveva dato assoluto vincitore, riconoscimento del quale Harry avrebbe fatto volentieri a meno.
- Emh… vediamo…- Esordì tra se e se. – Ciao Regina! Sai, ho notato che hai una tecnica eccezionale e volevo…
No. Non andava. Prima di tutto perché non aveva la minima idea di che ruolo occupasse nella formazione e poi perché non sapeva se lei facesse effettivamente parte della squadra o meno. Non voleva rischiare una gaffe al loro primo incontro.
- Allora… “ Ciao! Senti, sai per caso che giorno compie gli anni Silente?”
Ma come gli venivano in mente certe idee? Erano penose. E per di più stupide.
- No, meglio… “Regina… dal primo giorno in cui ti ho vista”(cioè, oggi) “ho capito che se la mia vita fosse una torta tu saresti lo zucchero”…
Be’, sicuramente non sarebbe mai diventato un gran poeta, ma come comico poteva anche avere un futuro.
- Magari… “ Regina… forse tu mi conosci, ma io so pochissimo di te. Che ne diresti di mettere fine alle mie lacune?”
Ecco. Quello era già qualcosa. Qualcosa di molto piccolo, ma che forse non l’avrebbe fatta sbellicare dalle risate.
- Ho trovato!- Esclamò puntandosi un dito sulla testa. – “Se tu non mi ami non importa,sono in grado d’amare per tutti e due!”- Recitò sottovoce citando Shakespeare. Bella… ma decisamente inopportuna. Non poteva aspettarla, paralesi davanti e dirle una cosa del genere! L’avrebbe preso per matto e n’avrebbe anche avuto ogni ragione.
La porta dello spogliatoio si aprì di scatto. Era lei, bella come il sole.
Era lei… con le sue amiche. – Si!- Esclamò con gioia. – Questo è l’anno buono, me lo sento! - La sua voce era fresca e cristallina, una goduria per l’udito.
Se possibile era anche più bella da vicino. – Ciao Regina!- Si sentì dire Harry prima di potersi bloccare.
Regina si girò, e con lei le sue amiche.
Silenzio. Mentre Harry si sentiva le guance arrossire, le oche giulive proruppero in una risata tale da far pensare alla collisione di due asteroidi a poca distanza dalla terra. Dal canto suo lui avrebbe voluto trovarsi in mezzo al disastro intergalattico per porre fine alle sue sofferenze.
- Ciao Harry!- Fece Regina correndogli incontro.
Non era possibile. Non era decisamente contemplabile. Lei lo conosceva?
- Emh… ciao!- Balbettò al colmo della meraviglia.
- Non credevo che ti ricordassi il mio nome. – Disse Regina con un sorriso incantevole sulle belle labbra rosse. Si sfiorò distrattamente un ciondolo a forma di farfalla che portava al collo e lo fissò con malizia.
- Nemmeno io credevo che tu…
Regina alzò le sopraciglia. – Ma… Ginny ci ha presentati all’inizio dell’anno! - Replicò vagamente divertita.
Harry sentì il sorriso scemare in un espressione perplessa. Poi improvvisamente iniziò a ricordare… quando si sentì gelare il sangue nelle vene.
COSA?? No, avanti! Quella non poteva essere lei! Aveva qualche ricordo vago di un loro incontro combinato da Ginny, ma quella che si era trovato davanti allora era un orrendo fagotto cencioso, un botolo rognoso e pustoloso che faceva pena solo a guardarlo. Infatti ricordava perfettamente di essersi inventato un attacco di mal di testa improvviso per poter scampare al peggio. Non che non fosse attraente fisicamente, anzi, il contrario. Era solo che soffriva di noia mortale cronica, la peggiore delle malattie. Aveva attaccato discorso elogiando tutti i professori, nessuno escluso, affermando che Piton aveva “un carattere sexy e mascolino contornati da delle mani stupende”, e che Vitious vantava “gli occhi più sensuali che ci fossero mai stati a Hogwarts”.
Ma la Regina che si trovava davanti era decisamente diversa. Era un fiorellino delicato ed aggraziato. Come cambia la gente in appena…
Due settimane?
- Oh…- Fece Harry avvampando. – Oh, certo, scusa, ma è che… mi sembri molto diversa.
- Be’…- Sorrise. – Ho fatto qualche cambiamento. Ti piaccio?
- Oh, certo che si!- Rispose con un espressione ebete dipinta sul volto. – Tantissimo. – Aggiunse pensando che se voleva fare un complimento doveva farlo bene.
- Allora che ne dici di andare a Hogsmeade insieme la prossima settimana?Mi pare che sia sabato. – Propose Regina con lo stesso tono con il quale si sarebbe potuta chiedere l’ora. Aveva l’aria annoiata e si arrotolava i capelli neri in sottili ciocche intorno alle dita magre. I riflessi del ciondolo illuminavano a giorno l’ombra dello stadio.
- Fantastico!- Disse Harry con entusiasmo. – Allora ci vediamo sabato!
E se n’andò, regalando alla ragazza un sorriso raggiante. Non poteva crederci.
Harry Potter si era innamorato.

***

La cena quella sera non era mai stata più deprimente. Draco Malfoy fissava senza alcuna voglia lo stufato di coniglio nel proprio piatto argentato immaginandosi quanto sarebbe stato bello trovarsi in camera sua o a casa, nel Malfoy’s Manor, magari in compagnia di una ragazza seminuda o di un po’ di sana Wodka Trinciaossa nel suo bicchiere di cristallo preferito.
- Draco, tesoro, che cosa c’è?- Cinguettò Pansy Parkinson amabile.
Lui alzò le spalle. – Nulla. Non ho fame.
Pansy sorrise maliziosa. – In questo caso…- Gli si avvicinò con sguardo languido, facendo camminare le dita curate sul braccio del purosangue. – So io come farti venire appetito… ma non di cibo, ben inteso…
- Pansy, non fare la svenevole. – Disse Draco scostante. – Non mi va stasera.
- Non sarà per il compito di Pozioni, vero? – Chiese Pansy allertandosi preoccupata. – Tanto lo sai che Piton ha un debole per noi Serpeverde. Avrai sicuramente un bel voto.
”Che noia” pensò tra se e se Draco.
La verità era che Draco detestava Pansy Parkinson. Era una bella ragazza, senza alcun dubbio, ma di una stupidità abissale e di modi ben poco raffinati. Con l’avvicinarsi della maturità era diventata una vera assatanata, una piccola pervertita pronta a tutto. Pratiche, che Draco non avrebbe consigliato nemmeno a Harry Potter, benché lo odiasse più di chiunque altro. Se non fosse stato che i suoi genitori andavano molto d’accordo con quelli di Pansy, l’avrebbe piantata su due piedi senza nemmeno sentirsi in colpa, ma fino a prova contraria doveva fare il carino e tenersela buona.
- No, non è per Piton. E’ che non ho fame. Me ne vado in camera.
Pansy non cercò di replicare, e se lo fece, Draco non se ne accorse. Si alzò dal tavolo con lo stomaco in subbuglio e la precisa volontà di andare a schiacciare un pisolino tra le lenzuola rosse del suo letto.
Si trascinò caracollando fino alla porta della Sala Grande con il solito, inconfondibile passo strascicato e altalenante, simile a quello di un ubriaco che si costringe a proseguire per la meta che si è prefissato nonostante la sua gola e il suo cervello gli urlino di tornare indietro a bere un altro goccio.
Non sapeva davvero che gli fosse preso quella sera. Si sentiva stanco, demotivato su tutti i fronti, anche su quello d’essere odioso o antipatico con il prossimo.
Se non si fosse conosciuto meglio di chiunque altro, avrebbe che era preoccupato. Ma ciò non poteva essere. Lui non si preoccupava mai di nessuno e tanto meno di qualcosa. Era vero che di suo padre non c’erano notizie da quando l’estate prima era stato costretto ad evadere da Azkaban (ormai del tutto sprovvista di guardiani) per nascondersi dal Ministero della Magia in qualche angolo sperduto del mondo magico, ma questo non era decisamente imputabile come scusa per poter giustificare il suo malumore. No, decisamente non poteva.
Era solo una giornata storta, tutto qui.
- Scusa, sai per caso se il banchetto è già iniziato?- A parlare era stata una bella ragazza, all’incirca della sua età, con i capelli neri e liscissimi e due occhi azzurri molto simili ai suoi.
Draco aprì la bocca per parlare, ma non ne uscì alcun suono.
Ancora non lo sapeva, ma presto quella ragazza con un ciondolo a forma di farfalla al collo della quale ignorava il nome sarebbe divenuta l’unico motivo della sua esistenza.

Ed ecco qui il momento dei ringraziamenti[DIO, HO SEMPRE SOGNATO FARLI!!!]
Viola del pensiero:Grazie mille del commento! Mi fa piacere che ti piaccia il mio modo di scrivere e spero che questo capitolo non ti abbia delusa!
Patty:Non ti preoccupare: sono contro a qualsiasi forma di Mary Sue, e questa Regina ti posso assicurare che non lo è... c'è una ragione per il comportamento strano di Harry e poi di Draco... ma non lo dico mica adesso!!
Ruby:Ecco qui il seguito!Spero di averti accontentata!
Serry_Black: In effetti per la "Sacra Alleanza" forse dovrete attendete qualche capitolo... il quarto per essere precisi! Comunque spero che continuerai a commentarmi, i tuoi consigli sono sempre molto preziosi!
Sara Potter: Grazie del commento^^ Non ti preoccupare, non è una Harry/Cho[Me avversa in maniera pazzesca a questa coppia!] e se vedessi una Ginny/Draco credo che creperei all'istante... anzi, viste le voci di corridoio credo che dovrò smettere di leggere HP...
Regina George:Me adora il tuo nick! All'inizio, se devo essere sincera, la protagonista di doveva chiamare esattamente come te, in onore della Regina George di Mean Girls... comunque sono contenta che ti piaccia!

Be', comunque il 3 capitolo è pronto... come il quarto del resto... spero che vi piaccia e che continuiate a commentare!
Grazie e a presto!

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Capitolo 3
*** Queen, Charms and Suppositions ***


°°Ed eccoci arrivati alla 3 puntata di questa strana FF.
Innanzitutto devo dire che sono davvero sorpresa, perché in genere i miei lavori venivano letti da non più di tre o quattro persone… quindi grazie mille^^ Ho quasi finito tutto, e vi annuncio che dovrete soffrire ancora poco, infatti, dovrebbero esserci in tutto sette capitoli, anche se il sesto verrà diviso in due per motivi di lunghezza. Mi scuso con le fan di Draco per l’evidente mancanza del loro paladino in questo capitolo, che come scoprirete è un po’ di transizione e di riflessione…!
N.B: Ah, tanto per chiarire una volta per tutte: questa è una Draco/Hermione (ve ne accorgerete nella seconda parte del sesto capitolo), non una Cho/Harry e nemmeno una Ginny/Harry: nella mia fantasia malata, questo bel giovanotto deve stare con una estranea ai personaggi fino ad ora presenti nell’opera originale [me per esempio]. Cmq non voglio rovinarvi il finale,quindi... buona lettura °°

Cap3: Queen, Charms and Suppositions

"L'amore è la saggezza dello sciocco e la follia del saggio."
Samuel Johnson

Harry faticò a prendere sonno quella notte. La stupefacente sensazione di sentirsi felice dopo tutto quello che aveva passato dopo la scomparsa di Sirius era indescrivibile. Era agitato, inquieto, persino Ron ed Hermione se n’erano resi conto e sebbene provassero ancora astio l’una nei confronti dell’altro, avevano deciso di intraprendere un periodo di pace in favore dell’amico.
- Harry, tutto bene?- Gli avevano chiesto all’unisono durante il banchetto serale di quella stessa domenica, dopo i provini di Quidditch. Nonostante il giovane capitano avesse finalmente messo fine a tutti i suoi problemi legati alla squadra con la nomina di tre Cacciatori, (Colin Canon, R.J Tucker e Charisma Bertley) e di Lee McGregor e Sheila Head in qualità di Battitori, la sua espressione era tutt’altro che gioiosa.
All’interesse manifestato dagli amici, lui aveva annuito con poca convinzione, facendo finta, per sviare altre domande, di litigare con un pezzo di carne di maiale che, a parer suo, non ne voleva sapere di essere tagliato.
Hermione lo guardò con insistenza. Non era nella sua natura arrendersi dopo la prima difficoltà. – Senti, non è che c’entra la cosa di Ginny vero?
Non aveva ben capito che cosa fosse accaduto tra i due nel loro ultimo e disastroso screzio, ma non era un segreto che tra la rossa e il ragazzo prodigio ci fosse stato del tenero. Hermione era convinta che durante l’estate, all’insaputa di tutti, avessero avviato quella che i membri della famiglia Weasley (eccezion fatta per Ginny, ovviamente) conoscevano con lo scherzoso nome in codice di “ Torbida Relazione”. Ron si trovava concorde con lei, e ad avvalorare la loro tesi c’erano i litigi sempre più frequenti tra i due e anche innumerevoli ore passate nel boschetto di fianco alla Tana per “allenarsi a Quidditch”.
Harry avrebbe riso delle loro farneticazioni se solo ne fosse stato a conoscenza. Tra lui e Ginny non c’era alcuna storia e tanto meno torbida. Avevano solo scoperto quanto fosse bello evadere per un po’ dal monotono tran tran delle giornate estive che, se non erano passate a Grimmauld Place con l’Ordine, venivano trascorse tra fiumi di noia e di tristezza a casa Weasley, il che non lo avrebbero aiutato a dimenticare i dispiaceri e le responsabilità di cui era stato investito.
Il ragazzo scosse la testa senza nemmeno aver sentito la domanda. Era inutile parlare con loro. Non avrebbero capito nemmeno se glielo avesse spiegato. In fin dei conti non tutti erano fortunati ad avere un rapporto così meraviglioso con Regina. Quel breve discorso che avevano affrontato dopo che l’aveva lasciata al campo di Quidditch era così denso di significato che ancora non riusciva a toglierselo dalla testa. Silente era stato un bruto a punirla perché non aveva consegnato la ricerca di Erbologia per i GUFO. Davvero un insensibile idiota. - Non ho nulla davvero.
- Certo, e a me è piaciuto toccare il sedere a Lavanda Brown!
Hermione gli regalò, impacchettandola con cura e spedendola a massima velocità, la sua occhiata più curiosa. – Perché, non ti è piaciuto?
- Emh… lasciamo perdere, va bene?- Fece Ron arrossendo dalla punta delle orecchie ai polpastrelli delle dita. – Harry, avanti, che cosa c’è che non và?
- Nulla… - Disse rivolgendo lo sguardo cupo al vuoto assoluto. Ron alzò gli occhi al cielo. – Guarda che ti conosciamo! Puoi rifilarci quante balle ti pare, ma tanto sono i tuoi atteggiamenti a parlare per te. Sputa il rospo!- Gli ordinò autoritario.
- Oh, e va bene!- Cedette Harry con un sorriso che andava da un orecchio all’altro. - Avete presente quella ragazza che mi ha presentato Ginny qualche tempo fa?
Ron ed Hermione si scambiarono un occhiata eloquente. - Chi, la psicopatica?- Chiese Hermione soffocando a stento un risolino.
Harry non la prese bene. Schiaffò coltello e forchetta sul tavolo con una tale forza da sembrare che volesse sfondare il legno con le mani nude e rimase a fissare con occhi allucinati e i pugni stretti il prefetto.
- NON E’ UNA PSICOPATICA!- Esclamò furente. - Ero io un idiota che non ha saputo cogliere al primo appuntamento il suo genio e interesse per tutto ciò che ci circonda! I suoi sono pensieri profondi e intelligenti, ha una mente sensibile e reattiva a qualunque stimolo esterno e per di più è un eccellente giocatrice di Quidditch! Non ho mai visto uno stile così naturale ed elegante! Le sue planate sembravano artificiali tanto erano PERFETTE! Dopotutto… lei stessa lo è. PERFETTA. E io la amo.
Ron ed Hermione, nell’indecisione tra il ridere e l’iniziare un incontro di boxe, decisero saggiamente di tacere. Era evidente che cervello e bocca non erano collegati. Ma nonostante questo, qualcosa non andava. Harry non aveva mai mostrato venerazione per nessun essere, terrestre o divino che fosse, e il fatto che da un giorno all’altro avesse trovato un qualcuno da corteggiare fino al fanatismo era qualcosa che andava oltre la loro concezione di poveri studenti del sesto anno.
- Harry… come si chiama questa… emh… perfetta fanciulla?- Chiese cauto Ron.
- Regina Mallory. E’ di Tassorosso, del quinto. – Disse Harry tutto di un fiato con eccessiva enfasi. Dimenticando di avere la bocca piena di carne, il cibo era volato fino dall’altra parte del tavolo, ma, invece di rimproverarlo i due prefetti di Grifondoro nella loro infinita comprensione si limitarono a ignorare il disgustoso incidente.
- Ah… be’, allora auguri!- Disse per nulla convincente. Ma a Harry non importava avere l’approvazione dei suoi amici. Lui aveva Regina e il suo amore, ed era solo questo quel che realmente contava.
Almeno per lui.
***
- Secondo me è impazzito. – Affermò qualche ora dopo Ron nella sala comune deserta. Il fuoco nel camino era acceso e scoppiettava allegramente ma ne’ lui, ne’ Hermione sembravano essersene resi conto. Era tardi, molto tardi ed Harry era andato a dormire già da un paio d’ore intonando un motivetto sdolcinato e in rima che elogiava la presunta perfezione di Regina Mallory, partendo dal suono della voce e concludendo con il modo in cui starnutiva, o meglio il modo in cui lui immaginava che starnutisse, dato che da quello che ricordava non aveva mai visto la sua amata compiere un gesto tanto mortale in sua presenza.
Qualcosa sicuramente non andava.
- Questa è la prima ipotesi.- Disse dopo qualche istante di silenzio il bel prefetto castano accucciandosi nella poltrona di velluto rosso vicino al fuoco. Grattastinchi le balzò in grembo facendo le fusa e accucciando il corpo filiforme al calduccio e all’affetto della padroncina. – Ma dobbiamo cercare di fare qualche ricerca prima di chiamare il San Mungo per un ricovero urgente.
- Se fosse un incantesimo?- Suggerì Ron.
Hermione alzò le spalle. – E’ presto per dirlo e comunque non credo.
- Herm.- Disse Ron presuntuoso.- Detesto riportarti alla realtà, ma DIAMINE, siamo in una Scuola di Magia e Stregoneria, non in un Istituto per damine babbane dell’800!
- E dopo la grandezza di questa meravigliosa verità universale che cosa dovrei fare? Baciarti le mani?
- Non hai capito Herm. Qui usano tutti la magia, è come per un babbano servirsi delle gambe per andare a lavorare. Non è probabile, o quantomeno plausibile come idea, che Harry sia vittima di un Incantesimo?
- Venderesti l’anima al diavolo pur di avere sempre ragione, vero?
- Chi ti dice che non sia già successo?- Buttò lì Ron con la sua battutina del tutto fuori luogo. Hermione lo fulminò con lo sguardo. – Scherzi a parte… non lo credi possibile?
La ragazza scrollò le spalle, soffiandosi un riccio castano dagli occhi nocciola. – Suppongo di si, tranne per un piccolo, insignificante e del tutto trascurabile punto: NON ESISTONO INCANTESIMI D’AMORE!
- Questo lo so bene. – Ribatté Ron offeso. – Ma ci sono dei Filtri.
- Che Harry non avrebbe potuto ingerire passando inosservato. – Puntualizzò Hermione, saccente come sempre. – Rifletti Ron: lui ha sempre mangiato e bevuto con noi le nostre stesse identiche cose, che tra l’altro vengono dalle cucine e non passano per altre mani. Anche noi dovremmo essere “infettati” da questo Filtro, non credi?
Ron non rispose. In effetti tutto quello che diceva Hermione era sacrosanto. – E allora che cosa proponi di fare?
- Non lo so. – Rispose lei guardando in aria. – Anche se la tua ipotesi fosse esatta, (cosa che NON è), i Filtri D’Amore sono assolutamente vietati e non solo qui a Hogwarts. E’ un accusa pesante indicare qualcuno come possibile artefice di una prodezza simile. Ma è anche abbastanza lusinghiera, infatti, occorre una gran conoscenza di Pozioni e Filtri in generale per poter anche solo sperare in un buon risultato.
- Certo, certo… - Farfugliò Ron concorde. – E se la mia inverosimile supposizione si dimostrasse vera?
- La pecca dei filtri d’amore è che sono facilmente reversibili. – Recitò la ragazza quasi stesse esponendo una ricerca data per compito. - Indubbiamente Regina dovrebbe aver sbagliato la quantità degli ingredienti per aver riscontrato un effetto del genere.
- Be’, non tutti sono bravi come te. – La provocò Ron, ma senza cattiveria. – Ma sono certo che Harry riuscirà a resistere per altre 24 ore senza tentare il suicidio, motivo in più per aspettare a mettere la pulce nell’occhio alla McGranitt.
- Nell’orecchio, Ron!- Rise Hermione.- Già.- Disse mentre Ron si crogiolava nel suo mondo di improbabili modi di dire. – Speriamo solo che il nostro Bell’Innamorato non dia fuori di matto durante la notte.
- Non credo. – Disse il prefetto rosso scettico. Sbadigliò sonoramente, mentre gli occhi gli si appannavano dal sonno. – Al massimo sbaverà un po’ dalla bocca e urlerà fino a svegliare tutto il castello, ma nulla che non abbia già fatto in passato.
- Comunque sia non possiamo limitarci ad aspettare un intervento divino. Dovremmo fare qualche ricerca su questa Regina.
- Giusto. – Convenne Ron con fermezza. – Domani chiederò a Ginny e a Luna a riguardo.
- E io a qualche ragazza di Tassorosso. Lì si conoscono tutte e Hannah Abbott vanta una conoscenza dei pettegolezzi paragonabile a quella della mia parrucchiera in Comb Street.
Ron inarcò le sopraciglia, impressionato. Conosceva di fama Catherine, la parrucchiera di Hermione, la quale civetteria era ormai leggendaria non solo nelle discussioni del giovane Trio, e trovare qualcuno al suo pari era creduto da lui ed Harry statisticamente impossibile. – Sul serio?
- Certo. Hannah è una Bibbia in materia. Se c’è qualcosa di strano sul conto di Regina lo sapremo in meno di un nanosecondo.
Ron si augurò vivamente che Hermione non stesse esagerando.

super gaia:Ho preso in considerazione la tua proposta e l'ho adottata fin dal primo capitolo, ma si vedrà meglio andando avanti!
Felicity89:Grazie del commento!
Sara Potter: Avevo pensato alla possibilità di mandarla a Bisturi, ma era troppo surreale e allora ho lasciato perdere!Regina è antipatica perchè conquista i ragazzi più desiderati del mondo di HP, ma nei proximi capitoli spero di riuscire a farti cambiare idea!
Senda La farfalla è un indizio, o meglio, un oggetto che ci tenevo a mettere perchè faccio la collezzione di oggetti a forma di farfalla... ma non dico altro!
lily2000Spero di aver dissipato ogni dubbio riguardo alle coppie con la premessa in alto^^Spero che ti piaccia come sta andando avanti!
mira'82:Sono contenta che ti piaccia^^ Ecco qui il terzo capitolo, e sono già pronti ma in fase di restauro il quarto e il quinto!
SabryLa puntata di chiamava "Him" ed è della settima serie che è in onda su Italia1... Draco non lo lascio solo, tranquilla![Semmai lo consolo io^^]
Viola del pensieroCome vedi ne sono venute fuori di tutti i colori e il bello deve ancora venire! Grazie per i commenti, mi fanno davvero piacere!
Rowan_MayFair Davvero?? AH, me davvero contentissima! Ma quel "quasi" non mi piace.... be', una cosa è certa: Hermione non diventerà mai la signora Malfoy, e che la sua situazione da single sia in bilico tra Harry e Ron... più Ron che Harry!
GinnyMolly88Ammazza, dieci e lode! Grazie, il tuo entusiasmo mi sconcerta, ma sono molto contenta!
Regina George: Ho visto quel film e dalla prima all'ultima scena ho riso come una matta! Appena esce il dvd ho intenzione di comprarlo e penso che imparerò tutte le battute a memoria!Anche Splendide non era male, ma a me piacerebbe leggere il libro dal quale è stato tratto il libro, che però è inedito in italia! Al proximo capitolo allora!

A presto per il 4 capitolo: The Strange Alliance!

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Capitolo 4
*** The Strange Alliance ***


°°Eccoci arrivati al 4° appuntamento con le stranezze di Hogwarts. Sta procedendo tutto abbastanza bene, sono piuttosto soddisfatta anche se me ne ci vuole di strada per fare qualcosa di davvero bello… per il momento sto lavorando ad un progetto ambizioso, ovvero una fiction SERIA incentrata sulla mia coppia preferita, che, orrore orrore, in gergo viene chiamava DRAMIONE. Non è assolutamente orrendo? Comunque ci sto ancora pensando, primo perché non so se sarei capace di fare qualcosa di bello e serio a lungo termine e poi perché non ho idea di come portarla avanti dato che… ah, ma che ve lo racconto a fare? Be’, se a qualcuno interessasse più scrivermelo nei commenti, anche se ne dubito fortemente^^ Be’, buona lettura°°

Cap4: The Strange Alliance

Sono proprio contento, sapete? Avevo preso tutto dal lato sbagliato. Piangere, strisciare, dare tutta la colpa agli altri. Per riavere Drusilla devo solo tornare ad essere il vampiro che ero, il vampiro che amava. Farò quello che dovevo fare fin dal principio, la troverò, dovunque sia, la legherò e la riempirò di botte. Così mi amerà di nuovo. L'amore è una cosa strana.
Spike from Buffy the Vampire Slayer [ N. “Lover’s Walk”]

Il mattino seguente, Hermione si alzò più presto del solito. Lei, che già per consuetudine era abituata a coricarsi tardi per studiare e svegliarsi alle prime luci dell’alba per ripassare, quel giorno aveva abbandonato l’amata routine per poter fare un salto in biblioteca prima delle lezioni.
In genere, benché fosse frequentatrice assidua di tutti i luoghi meno simpatici agli studenti, tendeva a rimandare certe visite ad orari più consoni alla sua attività celebrale che la mattina tendeva ad essere, come quella di tutti, un po’ più scarsa del normale.
Si vestì di fretta cercando di fare il meno rumore possibile e imbracciando i libri che gli servivano per le lezioni uscì dalla camera, ricordandosi all’ultimo minuto di prendere gli appunti di Pozioni che gli sarebbero serviti per superare brillantemente il test che si sarebbe svolto di lì a poche ore nei sotterranei della scuola.
Nel tragitto per andare in biblioteca sapeva che sarebbe dovuta passare obbligatoriamente dalla Sala Grande e benché avesse intenzione di farci un salto più tardi, sbirciò dentro lo stesso.
Lo sguardo vagò per qualche istante per la stanza, indugiando particolarmente sul tavolo dei Tassorosso che, come si aspettava, era praticamente vuoto. Solo qualche ragazza e una manciata di ragazzi avevano avuto il coraggio di alzarsi così presto per fare colazione nel silenzio desolante della Sala Grande.
Tuttavia il sorriso le si accese sulle labbra. Hannah Abbott era seduta a pochi metri da lei, impegnata, a quel che poteva vedere, nell’imburrare annoiata una fetta di pane.
- Hannah!- Esclamò Hermione correndole incontro. Per sua fortuna, nonostante fosse una pettegola di primo ordine, andava molto d’accordo con il Prefetto biondo, tanto che ogni volta che c’era qualche riunione con la direzione scolastica si sedeva sempre vicino a lei.
- Hermione!- Disse Hannah allegramente. – Qual buon vento?
- Informazioni. – Disse arrivando subito al punto. – Mi serve di qualche dritta su una ragazza di Tassorosso.
Sentendosi chiamata in causa ad esercitare nel suo habitat naturale, Hannah spalancò gli occhi interessata. – Sono tutta orecchi.
- Se ti dico Regina Mallory, tu cosa mi rispondi?
- Gran brutta faccenda, ecco quello che ti dico Herm. – Decretò grave la Tassorosso. – Che cosa ti interessa sapere? - Tutto. O meglio, la sua situazione sociale e famigliare prima dell’inizio della scuola mi sarà sufficiente.
- Be’, allora mettiti comoda. – La invitò. – Vediamo… Regina Mallory ha 15 anni, frequenta il 5 anno ed è figlia unica. Non è mai stata una cima a scuola, e nonostante la voce che afferma che i suoi genitori facessero strage in tutti i campi quando erano qui ad Hogwarts, nessuno si è mai preso la briga di farglielo pesare. Ha pochi amici, molti dei quali la conoscono da quando non sapeva ancora camminare e fa molta fatica a farsene dei nuovi, perché si dice che abbia un carattere tutto suo, e pareri ed opinioni davvero discutibilissime. Non ha mai avuto storie rilevanti, a parte una breve scappatella con Anthony George, del settimo di Corvonero, ma poi nulla. Nulla fino a una settimana fa.
- Che cosa sai?- Incalzò Hermione.
- Be’, so che era come se si fosse aperto un varco in un'altra dimensione. – Rispose Hannah abbassando sensibilmente il tono della voce. – Ha ricevuto un pacco dai genitori per il suo compleanno e da lì è iniziato l’inspiegabile. Ha litigato con le sue amiche perché va sempre in giro con un cravattino con i colori di Grifondoro e dicono che è una traditrice. Hanno cominciato ad arrivare proposte di appuntamenti da tutte le parti del castello, delle quali, almeno un paio erano più che interessanti, ma lei le ha snobbate. E’ stata accettata nella squadra di Quidditch nonostante sia una vera frana, e poi fa perdere la testa ad Harry Potter con una maestria da vera maliarda.
Hermione inarcò il sopraciglio, perplessa. Era certa che nessuno oltre a lei e Ron fosse a conoscenza dello stato di Harry e anche se si sarebbe dovuta aspettare una simile informazione da Hannah, non riusciva a capire chi potesse averglielo riferito. – Come mai dici questo?- Domandò con aria innocente.
Hannah alzò le spalle. – Cho Chang è venuta a farmi la tua stessa identica domanda ieri sera. Pareva molto preoccupata per le sue chances con la nostra cara celebrità. Sai, nonostante il suo flirt con Micheal Corner alla fine dello scorso anno, la nostra Cercatrice preferita è ancora innamorata persa di Harry, e detto tra noi, scusa, ma non la capis… - Scusa Abbott, devo parlarti. – Disse alle loro spalle una voce sgradevolmente nota.
Hermione si girò con un ghigno di superiorità sul viso, mentre la smorfia di disgusto di Pansy Parkinson stava via via riducendosi per lasciare spazio al più imponente sorriso di circostanza mai apparso sulla faccia della terra. - Che vuoi?- Chiese Hannah senza celare la sua insofferenza nei confronti della Serpeverde.
- Solo farti qualche domanda. So che sei la migliore in fatto di gossip scolastici e il tuo aiuto mi sarebbe davvero utilissimo. - E da quando ti interessi di cronaca mondana?- La apostrofò l’altra energica. – Credevo che non ti importasse di nulla eccetto che di te stessa. E di quel damerino di Malfoy, ovviamente.
I pugni di Pansy si contrassero convulsamente, ed Hermione era certa che se avessero potuto si sarebbero scagliati contro il viso di Hannah senza alcun ripensamento. – E’ importante. – Spiegò cercando di sembrare tranquilla. – Sono anche disposta a pagarti se mi dirai quello che voglio sapere.
- Be’, allora spara. – La invitò Hannah candida.
Pansy si scostò un ciuffo corvino dalla fronte, regalando ad Hermione uno sguardo assassino. – Prima la mezzosangue zannuta dovrebbe levare le tende. Sai, sono una che ci tiene alla propria privacy.
- E’ per Regina Mallory, vero?- Tentò di indovinare Hermione.
La Serpeverde la fissò al colmo della meraviglia, indecisa se risponderle per le rime o meno. – Se è così, la mezzosangue zannuta è spiacente nel riferirti che siete sulla stessa barca.
- Cosa?
- Ho ragione?- Insistette Hermione.
Pansy corrucciò le labbra, aggrappandosi saldamente alla borsa di pelle che portava a tracolla in un gesto spasmodico. – Si. – Disse con un sibilo. – Ho sorpreso la sgualdrina e Draco a darsi da fare vicino al lago, ieri sera verso le dieci. E la cosa mi ha fatto così arrabbiare e…
- Non è il solo. – Cercò di consolarla Hannah, che a differenza di Hermione non aveva dei passati turbolenti con Pansy. – Anche Harry Potter è stato stregato.
La ragazza socchiuse gli occhi in due fessure. – Che cosa? - Hai capito bene. – Continuò la bionda. – Pensiamo che ci sia sotto un incantesimo o roba simile. Comunque sia, tu, Hermione e Cho Chang dovreste allearvi. Tre teste sono meglio di una.
Hermione e Pansy si scambiarono un occhiata meravigliata.
– Non se ne parla!- Esclamò Hermione.
– Nemmeno se scendesse giù il Padre Eterno!- Affermò Pansy.
Hannah sospirò. – In questo caso, credo che il problema non si risolverà più così facilmente. – E così detto si alzò da tavola lasciando la colazione a metà e uscì dalla Sala Grande senza nemmeno reclamare il suo compenso con il collega prefetto.
Silenzio. Un’ostinata e perseverante tranquillità.
- Andiamo a parlare con Cho Chang?- Propose Hermione.
L’idea non l’allettava minimamente, ma Hannah aveva ragione: se non avessero collaborato si sarebbero trovate ad intraprendere una guerra tra di loro, invece che contro Regina.
Pansy sospirò valutando gli svantaggi che le voci di corridoio avrebbero portato alla sua reputazione poi pensò a Draco ed ogni dubbio si dissipò. Annuì.
***
Ron non aveva dormito bene quella notte. Un po’ per i grugniti di Seamus Finnigan e un po’ per la preoccupazione per la situazione di Harry, gli era stato praticamente impossibile chiudere occhio. Se poi voleva aggiungere l’imminente Test di Pozioni, la nottata poteva essere definita la più brutta che avesse passato dall’inizio dell’anno.
- Come ti senti Harry?- Domandò non appena l’amico si fu messo a sedere sul letto. Il ragazzo si infilò gli occhiali cerchiati di corno e si costrinse a sorridere.
– Benissimo.- Ripose con voce angelica. – Dopo vieni con me e vedere gli allenamenti di Tassorosso? Ho sentito ieri sera che Regina è diventata Cacciatrice!
- Umh…- Disse Ron per nulla entusiasta. – Vedremo…
Uscì dalla camera in fretta e furia, sperando di incontrare la sorella a colazione per poterle finalmente parlare, ma non appena mise piede fuori dal ritratto della Signora Grassa per poco la sorpresa non lo fece cadere dalle scale.
- Ciao!- Disse Regina allegra. – Sai per caso se Harry Potter è già sveglio?
Ron la fulminò con lo sguardo. – Tu devi essere Regina Mallory, non è vero?
La ragazza assunse un espressione indecifrabile. Dalla tasca interna della tunica nera della divisa scolastica tirò fuori quello che a Ron ricordò a prima vista un pezzo di stoffa mal ridotto, che strinse con affetto tra le mani curate.
Strizzando gli occhi però dovette ricredersi. Non era una pezza: era un cravattino con i colori dei Grifondoro.
- E’ di Harry?- Chiese il rosso indispettito. La confidenza che avevano intrapreso era qualcosa della quale Ron non riusciva a capacitarsi. Donare i propri colori o il proprio simbolo a una ragazza era l’equivalente di una proposta di matrimonio.
- Diciamo che è un portafortuna. – Spiegò Regina calma. Si passò il cravattino dietro alla nuca e con un gesto abile se lo legò intorno al collo, rendendo palese il contrasto con il ciondolo a forma di farfalla in evidenza sulla camicia bianca. – Me lo hanno spedito i miei genitori come augurio. Ti piace Ronald?
Ron lo fissò per qualche istante, rendendosi conto per la prima volta quanto donassero quei colori alla carnagione di Regina, a quanto fosse perfetto l’abbinamento degli occhi cerulei con i capelli e a quanto desiderasse baciarla dal primo istante in cui l’aveva vista.
- Mi piace. – Disse con voce suadente, non impacciata come al solito. – Ma mi piaci di più tu. Che cosa volevi da Harry?
- Nulla. – Disse la ragazza serena. – O almeno, era per un piccolo problemino con Silente del quale gli avevo parlato l’altra sera, ma adesso che ci sei tu non ho più bisogno di lui. Senza saperlo, anche Ron era stato catturato nella tela degli intrighi ordita da Regina Mallory.
Ma nonostante l’influsso dell’avvenente Tassorosso, la mente incantata del giovane Weasley si rendeva perfettamente conto che i guai stavano appena cominciando.

Ah.... anche Ron cade nella "trappola" di Regina... preparatevi al prossimo capitolo perchè ne vedrete delle belle...

Ringraziamenti^^
Sabry:Grazie del commento, e non ti preoccupare, nel prossimo capitolo Draco si vedrà eccome!
Senda:Già, hai ragione, la parrucchiera non c'entrava e non so nemmeno perchè l'ho messa!Cmq non so te, ma a me non dispiace vedere Harry ridotto ad un mollusco!Mi diverte^^
Regina George:Ecco qui, adesso sai qualcosa in più sulla tua "eroina personale"! Spero di non averti deluso, dato che nel proximo capitolo non comparirà, ma la prima del sesto sarà tutta interamente dedicata a lei!
Nanyscia:Ecco qui il seguito!Spero ti piaccia!Ah, e complimenti per il nick!
Alyssa:Il mistero mi pare risolto! Ad essere sincera non so se per la Row esistono incantesimi, ma non mi piaceva una soluzione così semplice!
GinnyMolly88:WAAAAA!Meno male che ti piace, e comunque per la trama devo tutto a Buffy!Però anche così mi sembra abbastanza carina, no?
Sara Potter: Bella supposizione... ma non ti dico nulla^^ [me diabolika!]Spero solo che prima o poi smetterete di odiare questa povera ragazza!

Il proximo capitolo è pronto... alla proxima allora, con "The Situation Become Dangerous"

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Capitolo 5
*** The Situation Become Dangerous ***


°°Scusate il ritardo, rispetto agli altri questo capitolo è arrivato un po’ in ritardo^^
Ho dovuto controllare un po’ di roba e soprattutto riprendermi dallo shock post vacanza, dal quale non credo che mi riprenderò più^^
Ad ogni modo vi annuncio, sempre se vi interessa, che ho in cantiere un altro Make Over sempre ispirato a Buffy, ma molto più frenetico, colorito e spero divertente… adoro l’idea, spero solo di riuscire a realizzarla decentemente!
Be’, ma adesso vi lascio al quinto capitolo^^ Un bacio a tutte!^^

Cap5: The Situation Become Dangerous

- Mettiti bene in testa questo, Granger. – Disse Pansy arrancando dietro all’avversaria tra gli scaffali polverosi in un atteggiamento così austero che la stessa McGranitt si sarebbe trovata in difficoltà nell’eguagliarla. – Non credere che da adesso in poi saremo amiche. Se ti aiuto è perché non sopporto di vedere Draco in quello stato e con un'altra, per giunta. Non amo schierarmi dalla parte dei deboli, ma suppongo che se dovesse presentarsi nuovamente un emergenza come questa… be’, forse potremmo allearci ancora.
- Cos’è, una minaccia?- La provocò Hermione.
Cho Chang seduta in mezzo a una massa informe e minacciosa di libri di Pozioni le fulminò entrambe con lo sguardo. Occhiata stranamente asciutta e priva di lacrime che aveva stupito molto tutti i suoi amici al ritorno dalle vacanze, abituati com’erano a vederla scoppiare in lacrime anche per l’ultima delle cavolate, come un asciugamano fuori posto o un filo pendente dalla divisa scolastica. Ma Cho era cambiata.
Non piangeva più da molto tempo.
– Oltre a farvi notare. – Disse alterata. - che stiamo bigiando, e sottolineo BIGIANDO, la prima ora di scuola e che la cosa potrebbe rappresentare un duro colpo per le mie capacità cognitive, vorrei chiedervi un favore: APRITE IL BECCO SOLO SE È PER QUALCOSA DI COSTRUTTIVO.
- Ma tutti i miei commenti sono costruttivi! – Affermò Pansy offesa. – La mezzosangue per poco non mi ha fatto espellere l’anno scorso!
- E te lo saresti meritato!- Replicò Hermione convinta. – Hai fatto la leccapiedi di quella fattucchiera della Umbrige per quasi metà dell’anno scolastico e rotto le scatole in maniera a dir poco encomiabile a tutti gli studenti di tutti i dormitori con quella stupida bambinata della Squadra dell’Inquisizione!
- Hermione, per favore, almeno tu, sii superiore. – La invitò la Corvonero rituffandosi nella lettura di un consunto Manuale dal titolo promettente (“Filtri e Pozioni per ogni genere di Amori” di Callista Sospir).
- E va bene. – Disse il prefetto castano. – Parkinson, che ne diresti di stipulare un armistizio?
- Io non stipulo un bel niente con una Mezz…- Si bloccò appena in tempo. Avrebbe continuato ad insultare Hermione all’infinito se Cho (la quale continuava a passarsi l’indice sul collo da sinistra verso destra con un ghigno malefico sulle labbra) non l’avesse zittita con il suo gesto più che efficace. - Okay, okay. Ci sto. Ma sei sicura di sapere come curare Draco?
- Lo spero. – Rispose Hermione continuando a raccogliere libri dagli scaffali e a porgerli alla rivale. – Sennò saremmo davvero in un bel guaio.
- Concordo con la Grifondoro. – Disse Cho riponendo il libro che stava leggendo per prenderne un altro dalla copertina squamosa e poco invitante. – Non possiamo immaginare fino a che punto si possano spingere degli ormoni maschili alterati dalla magia. Già allo stato brado sarebbero incontrollabili, ma adesso…
- Guai in vista?
Hermione la guardò sentendo per la prima volta un immenso groppo allo stomaco e la consapevolezza totale che forse il problema era molto più grave del previsto. - Guai in vista.
***
Harry proseguiva lento per il corridoio, fermandosi a guardare fuori dalla finestra di tanto in tanto. Era da poco iniziato l’autunno anche se si nascondeva ancora dietro ai frutti che l’estate morente continuava a mietere a pochi giorni dalla sua fine ufficiale.
Ovunque si posasse lo sguardo Harry si stupiva di quanto fosse bello fuori o di quanto tempo avesse sprecato nello studio ignorando le cose che davvero contavano nella vita. Non gli importava di essere in ritardo per il test di Pozioni, e nemmeno della stratosferica punizione che Piton si sarebbe divertito a dargli quando l’avrebbe beccato a bighellonare per la scuola come un povero minorato mentale alla ricerca della propria identità perduta: la sua vita non sarebbe certo cambiata con una coppa alla fine dell’anno scolastico.
Regina era stata per lui come un lampo a ciel sereno, una rivelazione talmente sconvolgente che se solo si fermava un secondo a pensare si sentiva tremare le gambe. Lei gli aveva regalato tutto un mondo, il loro mondo, quello meraviglioso e diverso che adesso era riuscito ad apprezzare per la prima volta dopo sedici anni.
Mosse un passo in avanti, quando vide venirgli incontro quella che per un istante credette che fosse una visione. Il contrasto era talmente evidente che scoppiò anche a ridere.
Non era possibile. Era ridicolo. Ormai con le lacrime agli occhi dal gran divertimento si portò le mani alla pancia per paura che le sue viscere decidessero di fare una gita fuori orario nel mondo magico. Eppure era così strano: la visione di Ron Weasley e Regina Mallory, la sua Regina Mallory, mano nella mano era totalmente…
REALE?
- Ah, ecco qui il mio passatempo preferito!- Esclamò Draco Malfoy sorprendendolo dal dietro con un sorriso sornione estremamente accattivante. – Be’, ma c’è una novità Sfregiato: non ho più intenzione di prenderti in giro. Basta con battutine sarcastiche, offese mortali e tutto il resto. IO TI PERDONO. Lasciamoci dietro alle spalle tutti i dissapori, tutte le dispute e i tiri birbanti che ci siamo rivolti. Non c’è più bisogno di essere in competizione, perciò…
Ma Harry non lo ascoltava. Si trovava davanti a due miraggi: uno era quello di Draco Malfoy, il suo acerrimo nemico che gli chiedeva di dimenticare tutte le offese che si erano dedicati con tanta violenza usando il termine “tiri birbanti”, e l’altro, doloroso e certamente falso di Regina e del suo migliore amico in atteggiamento complice se non innamorato davanti ai suoi occhi. Lo stesso identico gesto che lei aveva usato appena il giorno prima nei suoi confronti.
- Malfoy… - Riuscì a farfugliare volgendo l’indice tremante verso la terribile scena. – Lì vedi per caso una bellissima ragazza e Ron Weasley?
Draco si voltò e il sorriso gli morì sul viso. Lui, che era appena riuscito ad andare contro ogni precetto e insegnamento di suo padre, lui, che aveva appena infranto ogni dogma della sua fede di Mangiamorte in erba riappacificandosi con la persona che odiava più di ogni altra per compiacere la sua donna, dopo 8 secondi, si girava e cosa vedeva? Che lo stava rimpiazzando egregiamente con un altro. E non un altro qualsiasi. Lenticchia. Il povero straccione che disonorava il buon nome dei purosangue con la sua miseria e i suoi libri di seconda mano. Lo stesso Weasley che aveva deriso e umiliato per tutto l’anno cantando a squarciagola “Perché Weasley è il nostro Re”… e si sentì montare dentro una rabbia mai provata prima di allora.
Regina rivolse un ultimo sguardo affascinato a Ron per poi correre via su per le scale per poter assistere alle lezioni, lasciando il prefetto di Grifondoro sospeso a mezzo metro da terra a guardarla andare via estasiato. La scena parve bloccarsi di colpo. Poi…
- IO LO AMMAZZO!
***
Le ragazze uscirono dalla biblioteca un ora e mezza dopo con la testa bassa e un immenso senso di frustrazione a formicolarle per tutto il corpo. Ce l’avevano messa davvero tutta, e Pansy si era addirittura sforzata di dare una mano leggendo più libri che poteva, procurandosi per lo sforzo, un immensa emicrania.
Ma niente, non c’era stato verso.
Nessun Filtro o Pozione conosciuta rispondeva nemmeno vagamente alla descrizione di quella manifestata tra le mura di Hogwarts.
- E adesso che si fa? – Chiese Pansy più a se stessa che alle compagne. – Di tornare in classe non se ne parla perché avevamo doppia ora di Pozioni e non è ancora finita e per di più siamo al punto di partenza in quanto a ricerche. Che schifo di giornata.
- Io vado ad Erbologia. – Annunciò Cho afflitta. – Al massimo riprenderemo gli studi e tutto il resto oggi pomeriggio senza il rischio di venire espulse.
- Ha ragione.- Sospirò Pansy rivolta ad Hermione. – Iniziamo ad andare all’uscita di Pozioni. Per Piton mi inventerò io una balla, tu devi solo stare al gioco.
Per quanto detestasse affidare la propria carriera accademica alla nemica, Hermione decise di fidarsi.
Angosciate, l’anomalo terzetto si portò trascinando i piedi, fino all’entrata dei sotterranei, senza avere il coraggio di profferir parola per tutto il tragitto.
- Allora ci vedia…- Iniziò Cho, ma su subito interrotta da un urlo quasi disumano, proveniente dal corridoio adiacente.
- IO LO AMMAZZO!
Silenzio.
- E’ Draco!- Disse Pansy atterrita. – E’ Draco, muoviamoci!
Senza lasciarsi prendere dallo sconforto, Cho, Hermione e Pansy si precipitarono nella direzione dalla quale era giunto lo strillo. La scena che si presentava ai loro occhi era paragonabile a quella di un pessimo film comico.
Draco, Ron ed Harry erano aggrovigliati in una strana posizione: Draco cercava di picchiare Ron con l’anca, Harry era straiato in mezzo ai due litiganti e allontanava Malfoy con il piede infilato nella sua bocca, mentre Ron combatteva per cercare di scansare il dito di Draco dal suo occhio. Come sentirono arrivare gente, rinunciarono al corpo a corpo e caddero a terra fissandosi con disprezzo.
- Regina è mia!- Disse Harry con il fiato corto.
- Non è vero!- Ribatté invece Draco con la bocca ancora impastata con il gusto della suola di Harry. – Io e lei siamo una cosa sola!
- Io dico che vi siete bevuti il cervello! E’ così palese il nostro amore!
- Ragazzi, ma siete impazziti?- Sbottò Cho mettendosi tra i litiganti. - Siete sotto un incantesimo d'amore, mi sembra abbastanza chiaro.
Harry accolse la rivelazione come un illuminazione divina. - Hai ragione! – Disse a Cho grato. Poi si rivolse a Ron e a Draco e lì, la sua espressione, da gioiosa che era, si fece compassionevole. - Ha ragione! Siete sotto incantesimo! Oh, poveri, poveri piccoli Ronnie e Dracky!
Poi iniziò il putiferio. Hermione strillava che non dovevano perdere la testa e cercava di prendere tempo spiegando in maniera spiccia la situazione, Cho si opponeva fermamente tra i contendenti sbraitando qualcosa che nessuno di loro riusciva a capire e Pansy, aggrappata al mantello di Draco, lo supplicava di lasciar perdere “quella sgualdrina che ti ha fatto questo”.
Il caos era a dir poco inimmaginabile, tanto che Hermione pregò che non piombassero Auror da tutte le parti per un allarme anti Dissennatore attivato dalla presidenza. Il rumore non accennava a diminuire, quando…
- STATE ZITTE!- Urlarono i tre tendendo le bacchette. Ognuno di loro lanciò un incantesimo, e tre diverse fatture si infransero contro le ragazze. Evidentemente dovevano aver usato degli incantesimi molto potenti, perché nemmeno Hermione aveva avuto prontezza nell’evitarli.
Caddero a terra e scoprirono che oltre ad essere immobilizzate … non sentivano. Non riuscivano a parlare. Non potevano rialzarsi. Era come se il tempo per loro si fosse bloccato, ma non per i tre rivali che con incredibile freddezza nei loro confronti avevano proseguito la loro discussione.
- Ah, Weasleiuccio mi fai pena! Marina è la mia migliore amica e il mio tesoruccio!- Disse Draco.
- Si chiama Regina e quello che hai captato era solo il suo amore e la sua tristezza nel dovermi rimpiazzare con uno come te!
- Io pur di averla sputerei in un occhio a Piton!- Affermò orgoglioso Harry.
Draco lo fissò con superiorità, gesto che gli veniva particolarmente bene dopo anni di pratica. - Dovrai fare molto di più! Io ucciderei per lei!
- Se hai preso da tuo padre tu uccideresti per una cioccorana! – Replicò Ron caustico.
- No. Sì! Ucciderò per lei! Sono il sopravvissuto, no? Magari se sono ancora vivo è perché devo uccidere… oh! Ucciderò Silente.
- Diamine. – Imprecò il giovane Malfoy. – Questa è difficile da battere.
- Io…- Iniziò Ron, ma non terminò la frase. Un senso di gelo assoluto si impossessò del suo corpo, impedendogli di respirare.
- Be’, io farò… io invocherò del Demone dell’Eterna giovinezza!- Dichiarò Draco, gonfio di presunzione. - A Regina piacerà, ne sono certo!
Ron deglutì il groppo di saliva che aveva in gola. – Io invece… - Lenticchia, senza offesa, anzi, perché no?, con, ma una come la nostra Sabina non si farebbe mai corteggiare da un pezzente come te!
- Nemmeno da uno che non conosce neppure il suo nome!- Osservò Harry sentendosi già vincitore.
- Bene! Allora che vinca il migliore!
Harry e Draco si separarono, intraprendendo entrambi due percorsi diversi, l’uno opposto all’altro.
Ron non li seguì. Improvvisamente aveva realizzato quello che davvero stava accadendo: lui, il ragazzo più celebre del mondo magico, uno dei ragazzi più astuti, malvagi e attraenti della scuola stavano lottando per l’amore della ragazza più bella dell’universo.
Doveva essere realistico: come poteva lui anche solo sperare di poter competere davanti a degli avversari simili? Lui era pur sempre il piccolino di casa Weasley, il piccolo Ronnie indifeso e seducente come la capigliatura di Piton. Non aveva speranze. Era un illuso.
Era un perdente.
Rivolse uno sguardo triste alle tre studentesse a terra e con un gesto stanco della bacchetta sussurrò – Finite Incantem. E prima di poter constatare l’effetto del suo contro incantesimo, si girò e si diresse verso la Guferia.
Continua…

Prima di iniziare con i ringraziamenti, voglio segnalare ai fan della coppia Dr/Hrm una fan fiction davvero eccezionale di Savannah, che credo entrerà a far parte della storia della pairings di questa coppia!
La fic è questa:The Ground Beneath Her Feet
E’ già iniziata ed è vietata ai -17 dato che ci sono scene di sesso, ma vi assicuro che ne vale assolutamente la pena dato che sembra di leggere un avventura proveniente direttamente dalle mani della Rowling!

Ma ecco i ringraziamenti:
Viola del pensiero: Be', spero che ti piaccia questo capitolo! Ii ringrazio per tutte le recensioni che mi lasci, mi fanno davvero piacere!
Patty: Anche la mia di coppia preferita!Li amo semplicemente, sono stupendi... peccato che la Row l'abbia smentito!Il mio proximo progetto è aprire un sito sulla loro pairings, ma devo ancora pensare bene a come impostarlo!
Alyssa: Grazie^^Adoro vedere Ron che si comporta da cretino, mi realizza!Amo questo pg, ma che gusto c'è a non maltrattarlo?
Senda: Ehehehe, l'idea del cravattino poi si spiega più avanti... o meglio del perchè di quella casata...
GinnyMolly88: Infatti ho deciso di dedicarmi a una comica... poi penserò al grande progetto della mia vita^^ cmq grazie dell'entusiasmo dei tuoi commenti, mi mettono il buon umore!
mira82:Ecco qui l'aggiornamento!Il prossimo spero di farlo entro la prossima settimana!

Grazie a tutti!


Al prossimo capitolo: Three Boys In Love [Part One: Regina’s Confession]

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Capitolo 6
*** Three Boys In Love [1° Part: Regina's Confession] ***


°°Ecco qui. In questo capitolo ogni segreto si svela, tranne in finale. Ci ho messo un po’ per trovarne uno decente, ma credo di esserci riuscita!
Ancora due capitoli e tutto, fortunatamente per voi, volgerà al termine^^
Ma non vi preoccupate: il vostro incubo peggiore tornerà molto presto con un'altra fic del genere: comica… leggera… senza troppe pretese.
Si intitolerà BAD CANDY e avrà come tema un po’ la stessa cosa, basata anche questa, su una vecchia puntata di Buffy della terza serie, Band Candy, tradotta in italiano come “I Dolci della Banda”. Cercherò di essere più indipendente come trama in modo da non compromettere la risoluzione del mistero per chi ha già visto la puntata… sto pensando di farla diventare un seguito di questa fic, ma non ne sono ancora sicura…
In più prossimamente… MEAN GIRLS! [Forse!?]
Ad ogni modo godetevi questo capitolo!
A presto!°°

CAP6 THREE BOYS IN LOVE – 1°part [Regina’s Confession]-

Loro non sapranno mai quanto è dura non essere quella che è stata scelta. Vivere vicino alla luce dei riflettori senza essere mai illuminati. Ma io lo so. Io vedo più quanto gli altri credano, perché nessuno guarda me. Ti ho vista ieri sera e ti vedo darti da fare oggi. Tu non sei speciale, sei straordinaria.
Xander From Buffy The Vampire Slayer [Puntata N.13 “Potential”Settima Serie]

Hermione, Pansy e Cho si scambiarono una lunga occhiata disorientata prima di aver realizzato ciò che era effettivamente accaduto. Mani e braccia stavano appena riprendendosi dall’intorpidimento dovuta alla Pastoia Total Body che uno tra Harry, Ron e Draco aveva lanciato con successo strabiliante e le mandibole faceva ancora fatica ad aprirsi per parlare.
Ma anche se fossero riuscite a dischiudersi non sarebbe cambiato molto: lo shock era stato davvero del tutto inaspettato e anche volendo non avrebbero saputo che dire.
Hermione constatò per la prima volta quanto fosse duro essere attaccati a tradimento dalle persone delle quali si fidava di più al mondo e che prima di quel folle lunedì non avrebbero esitato a dare la vita per lei.
Doveva fare qualcosa. E quel qualcosa consisteva nel trovare Regina Mallory.
Prima di farsi prendere dal panico cercò di riflettere. Quei tre non avevano avuto l’aria di persone civili che dirigevano un normale e civilissimo discorso sul tempo. Che cosa potevano aver escogitato mentre loro erano sotto incantesimo?
- Voi cosa avete capito?- Domandò piena di speranza. La mandibola emise un suono sinistro, facendola gemere di dolore.
Cho scosse la testa, i capelli corvini arruffati e gli occhi cupi socchiusi. – Io nulla.
Pansy fece una smorfia sprezzante. – Questo è quello che distingue noi purosangue da voi ibridi. La superiorità. Noi abbiamo un dono particolare per capire cose che voi nemmeno riuscireste a immaginare. Dimostrazione palese che il sangue non è acqua, mie care.
- Parkinson, vedi di non farmi girare le scatole. – La invitò Cho con la mano che le prudeva dall’impazienza. – Che cosa hai capito?
- Be’, Potter ha parlato di Silente. L’ha nominato una sola volta, ma è stata sufficiente, soprattutto vedendo la faccia di Weasley. In quanto a lui se n’è stato zitto, credo per il senso di inferiorità e Draco non l’ho visto perché mi dava le spalle.
- E tu saresti migliore di noi perché…- Il disappunto era troppo grande per essere espresso a parole così Cho si fermò lasciando in sospeso la frase.
- E’ già un inizio.- Buttò lì Hermione sperando di calmare l’atmosfera. – Io però credo che se trovassimo Regina faremmo un passo notevolmente avanti.
- Certo. – Convenne Cho sarcastica. – E che ci inventiamo? A quest’ora è a lezione, non possiamo mica fiondarci in aula e dire “Scusa Regina, i nostri amici sembrano pazzi omicidi, non è che per caso hai fatto un Filtro d’Amore e glielo hai messo nel latte?”.
- Al cambio dell’ora.- Disse Pansy sentendosi improvvisamente molto intelligente. – Al cambio dell’ora la prendiamo, la imbavagliamo e la torturiamo. Chi è con me? Silenzio. Evidentemente non erano d’accordo.
- E’ per questo che odio voi BUONI. – Affermò la Serpeverde con un sospiro. - Siete troppo… BUONI.
- Muoviamoci. – Disse Cho con un sospiro.
Qualunque cosa stesse per accadere, Hermione lo sapeva, non era nulla di buono.
***
L’orologio che dava sul campo da Quidditch scoccò le undici. Era passata già mezz’ora da quando Harry, Draco e Ron erano scomparsi e loro ancora non sapevano dove poter trovare Regina Mallory, che secondo quello che erano riuscite a strappare di bocca alle sue amiche durante il cambio dell’ora, era scomparsa.
- Ve lo giuro, se lo sapessi ve lo direi. – Disse Shanesia Wood, la sua compagna di camera. – Ma è da quando è uscita stamattina presto che non la trovo da nessuna parte.
- Potrebbe essersi sentita male, no?- Suggerì Hermione.
L’altra scosse la testa. – No, non credo. Sapete, i suoi genitori sono grandissimi Guaritori in una clinica privata vicino a Oxford, la Agatha & Agatha, e lei sa tutto di quella roba. Se si fosse sentita male avrebbe bevuto una delle sue solite pozioni e avrebbe risolto in un baleno. Ne ha a migliaia.
Cho e Pansy si scambiarono un occhiata. – Okay, grazie Shanesia, vai pure.
La ragazza regalò un sorriso vivace e si affrettò verso l’aula di Incantesimi.
- E adesso?- Disse Pansy sconfortata. – L’abbiamo cercata dappertutto: nel suo dormitorio, nella Stanza delle Necessità, nella Foresta Proibita, nel campo di Quidditch, nello spogliatoio e per poco non ci facevamo beccare da quello zotico di Hagrid mentre curiosavamo nel suo orto delle zucche.
Cho sbuffò.
- E’ ridicolo, per la miseria!- Esclamò Pansy. – Non riusciamo a trovarla, ha lanciato una fattura di chissà quale genere a Draco e per di più sono spariti!Quelli sarebbero disposti a vendere loro nonno pur di poter stare con quella!
- Se non arrivassero i nonni a vendere prima loro.- Rifletté Hermione ad alta voce.
- Credi che potrebbe attaccare anche la popolazione al di sopra dei cinquant’anni?!?- Cho era seriamente sconvolta. - Dio, di questo passo verremo infettate anche noi.
- E’ disgustoso.- Decretò Pansy portandosi le mani alla pancia e saltellando sul posto. La prospettiva di scannarsi con la Mc Granitt o con la Sprite per riuscire a far cadere Regina ai suoi piedi la fece rabbrividire.
- Di più è da incubo! Ma vi immaginate tutta la scuola, ragazze e ragazzi, professori e professoresse schierati ai due lati della scuola nel tentativo di conquistare Regina?
Si, se lo immaginavano entrambe e la prospettiva non era esattamente eclatante.
- Dov’è quella cortigiana da mezzo soldo?
Hermione rifletté per un secondo. - Io credo di sapere dove sia.
Cho e Pansy la fissarono stupefatte notando che l’espressione della ragazza era trionfante e sicura. – Seguitemi.
- Lo sai che sei un insopportabile so-tutto?!- Riuscì a dire Pansy prima di mettersi a correrle dietro.
****
Due minuti dopo la porta del Bagno delle Ragazze era spalancata e le tre ragazze vi entrarono respirando affannosamente.
- Spie… spiegatemi come mai non sia…mo venute prima qui. – Boccheggiò Cho. Si portò una mano dietro alla schiena e si raddrizzò un poco, dolorante ed esausta.
- Perché non ci avevamo pensato. – Rispose Hermione guardandosi in giro apprensiva. - DEVE essere qui. – Decretò seriamente. – Non può essere altrove.
Un gemito soffocato uscì quasi impercettibilmente dal primo cubicolo a sinistra.
Le tre ragazze si scambiarono uno sguardo e, facendo la massima attenzione, si portarono all’altezza del lavandino, in posizione strategica.
- Aperio. – Sussurrarono tutte insieme.
La porta di spalancò e quello che prima poteva essere catalogata come un espressione trionfante, adesso si era mutata in un'altra, molto più umile e costernata.
Dentro il cubicolo c’era qualcuno… ma non era Regina Mallory.
- Sc-scusa Lavanda. – Fece Hermione sentendosi avvampare. – Ciao Neville.
I due ragazzi si scambiarono un occhiata piena di vergogna e con la testa bassa uscirono dal Bagno delle Ragazze senza profferir parola.
- ODDIO! PACIOCK E BROWN! Questa scommetto che nemmeno Hannah Abbott la sapeva!- Esclamò Pansy al colmo della meraviglia.
Mentre tutte le certezze di Hermione si stavano lentamente sgretolando, l’ilarità si spense.
- Avete bisogno di aiuto?- Chiese la vocina stridula e sgradevole di Mirtilla Malcontenta. I codini arruffati e la bocca corrucciata facevano intendere quanto fosse scocciata nell’avere visite.
- Ciao Mirtilla. – Dissero Cho e Hermione in coro. Era necessario essere il più gentile possibile con lei se non volevano assistere ad una scenata isterica in piena regola. - Dov’è Harry?- Domandò l’altra vedendo che il prefetto di Grifondoro era sprovvisto dei suoi due fedeli compari. Non era un segreto che avesse un debole per Harry, ma non lo era nemmeno il fatto che lui non la ricambiasse.
Nonostante la sua inutilità all’interno del Bagno delle ragazze in passato era stata un specie di alleata: grazie a lei e alla su morte molti Mezzosangue avevano avuto salva la vita quando un Basilisco si aggirava nelle tubature di Hogwarts al secondo anno, ed aveva aiutato Harry ad aprire l’uovo della seconda prova del Torneo Tremaghi.
- Non è qui. Hai per caso visto una ragazza…
Mirtilla sorrise apertamente, gli occhietti che luccicavano di cattiveria. – MALLORY! Sono venute a trovarti le tue amiche! E svelato il nascondiglio di Regina scivolò nelle fessure del pavimento e aprì la porta del bagno dove la ragazza si nascondeva.
Per un attimo la scena fu muta e ferma. Poi…
- Piccola sgualdrina che cosa diamine hai fatto a Draco?!- Esordì Pansy tendendo la bacchetta tra le mani bianche dalla rabbia.
- E a Harry e a Ron?- Incalzò Hermione. – Vogliamo sapere come risolvere tutto questo.
Regina non aveva intenzione di parlare. Si portò le mani alla bocca e se le serrò prepotentemente con la ferma intenzione di starsene zitta, le crepe del muro che facevano a botte dal tremolio della fuggiasca produceva dietro a se.
- FORSE NON HAI CAPITO… - Urlò Pansy isterica. Puntò la bacchetta sulla fronte della Tassorosso arrivando quasi a toccarla con la punta sottile e lignea. – COME FACCIAMO A RISOLVERE IL CASINO?
- Non è colpa mia!- Esclamò la ragazza con le lacrime agli occhi. – Ve lo giuro!
- Okay, okay, calmiamoci. – Hermione aveva tutta l’aria di una psicologa professionista alle prese con un caso difficile. Abbassò la mano di Pansy con un gesto lento e ponderato, osservando la reazione della sua “paziente” con interesse crescente. Dal canto suo la Serpeverde non era molto propensa a lasciarsi sopraffare da una sporca Mezzosangue che fino all’altro ieri era al primo posto sull’elenco di persone che più odiava al mondo.
- GRANGER!- Sbraitò.
- Regina.- Disse con un tono più dolce di un cucchiaio di miele imbevuto di melassa ignorando deliberatamente la Parkinson. – Senti, so che questa è una situazione complicata e che forse sei spaventata e impaurita dalle circostanze, ma NOI ti capiamo. Siamo ammirate da tutta la tua bravura, ma soprattutto siamo MOLTO, ma MOLTO preoccupate: i nostri migliori amici sono da qualche parte nel castello a scannarsi per la tua mano e se non riuscissimo a fermarli, abbiamo paura che si potrebbero fare del male. – Sorrise dolcemente, falsa come Giuda. - So che sei una brava ragazza… nessuno di noi è cattivo in fondo. So che ci aiuterai, perché è questo quello che ti dice il cuore.
Perché so che è quello che vuoi fare, ma soprattutto perché ho fiducia nella tua onestà e nella tua coscienza.
Hermione chiuse la bocca, aspettandosi una reazione.
Nonostante la sviolinata però, il silenzio di Regina era ancora più ostinato.
Pansy scattò in avanti e scavalcò la Grifondoro brandendo la bacchetta minacciosa come non mai. - Maledetta cagna, se non ti muovi subito scoprirai quanto stanno bene le pareti di questa stanza tappezzate con il tuo cervello. A brandelli, ovviamente e con tanto di roba… emh… appiccicosa e schifosa a seguito. Scegli. O un esperimento di design o la verità.
Hermione avrebbe voluto complimentarsi con Pansy per la sua incredibile e totalmente inaspettata capacità oratoria, ma nel vedere Regina slacciarsi un cravattino dal collo e tenderglielo la voglia di parlare sparì come per magia.
- L’ho ricevuto dai miei genitori per il mio 15esimo compleanno.- Disse triste la ragazza dai capelli corvini assistendo alla consegna del suo tesoro nelle mani di Pansy. – Era di mio padre, che l’aveva ricevuto in regalo da suo padre, il quale l’aveva preso dal suo antenato… tutti in Grifondoro, tutti dei vincenti. Tranne me. Io non sono nulla di speciale. Sono troppo normale, con gusti e opinioni stravaganti e nessuno mi capisce perché sono una Tassa scarsa e ordinaria. Quel cravattino è stata la mia piccola rivincita. Appena lo annodavo o lo allacciavo al collo e qualche ragazzo mi vedeva, improvvisamente perdeva la testa per me. Non ero più una Tassorosso, ma ciò che ogni ragazza ha sempre desiderato di essere: una piccola donna affascinante e persuasiva senza dover cambiare nulla del mio modo di fare.
Il silenzio assoluto cadde nel gruppetto, rotto solo dallo scarpinare nervoso di Pansy sul selciato gelido e dalla moine annoiate che riproduceva imitando Regina. Decisamente non erano di suo gradimento. - Era perfetto.- Proseguì la ragazza con voce rotta che a stento non tradiva la sua emozione. - Ero me stessa e venivo accettata. So che non era reale, perché in realtà Harry non si sarebbe mai comportato in quel modo per conquistarmi… ma a me andava bene lo stesso.
Cho senza volerlo si commosse. Avrebbe dovuto detestare, o per lo meno trovare antipatica quella ragazzina dagli occhi turchini che aveva avuto la presunzione di voler giocare con l’amore delle persone, eppure, per quanto si sforzasse non ci riusciva. Le ricordava troppo Cedric.
- Se volete sciogliere l’illusione dovete far girare per tre volte la bacchetta davanti alla faccia della vittima e dire a bassa voce qualcosa che non gli avete mai detto, ma solo se corrisponde al vero. Se direte una bugia avrete segnato la sua condanna a morte. Infine sigillate il contro-incanto con un bacio, sulla guancia o sulla bocca, a piacere.
Operazione Salvataggio Ritardati in allestimento.
- Okay.- Hermione si alzò in piedi di scatto voltandosi verso le due alleate. - Adesso Cho, tu passa a chiamare Ginny e Luna, sono in biblioteca, e con loro vai a cercare Ron ed Harry. Io e la Parkinson ci occuperemo di Malfoy.
- Emh…- La voce di Regina era incerta e timorosa, come se temesse che dicendo una parola di troppo potesse venir mangiata viva in un sol boccone, cosa che lo sguardo di Pansy lasciava ben intuire. - posso andare anche io con loro?
- Certo.- Sorrise Hermione. – Ma adesso non c’è più tempo. Non sappiamo che cosa stiano combinando, ma aspettatevi qualsiasi cosa. Parkinson, muoviamoci.

Ebbene anche questo è finito… Come vedete il mistero del cravattino non è stato proprio risolto, ma ci sono cose che anche per Harry Potter non hanno una spiegazione logica…
Grazie e adesso passiamo ai ringraziamenti…
Patty Non ho mai visto un sito su Herm/Draco in italiano e sto pensando seriamente di farne uno io.... non è possibile, l'unico che ho visto è sulla Ice/Fire, ovvero Ginny/Draco!Bleah!
super gaia: Non ti preoccupare mi fa piacere che ti piaccia la fic! Spero che non ti perderai i prossimi tre capitoli!
Lili: Amora mia! Sono contenta che ti piaccia e che ti abbia tirato su il morale!Spero di organizzare al più presto una bella rimpatriata, io, te, la Vale e la MIcky! Vi voglio troppo bene, tesore!
ReginaGeorge: Hahahaha!Questo commento mi ha davvero messo il buon umore... grazie! Ah, volevo chiederti... ma tu scrivi Fic? Perchè se è così ho un progetto su Mean Girls da proporti a meno che non te ne stia occupando già tu!Hai MSN messanger? Così potrei metterti nei contatti!Fammi sapere, grazie^^
Alyssa: Lo so, i tre maschi sono davvero imperdonabili, dovrebbero vergognarsi, poveri deficenti!Ma è proprio questo il bello, vederli completamente fusi, no?
mira82:Grazie del voto^^Me lusingata![Adesso non mi devo montare la testa!]... la più furifonda è Pansy, ma anche le altre non scherzano... più che altro sono ferite!
GinnyMolly88:Sto leggendo la tua fic e mi piace da matti!Ronnie lo tratto malissimo, ma lo adoro come personaggio, non quanto Draco, ma abbastanza... a presto, e continua con la tua fic!Un bacio!

A chi interessi, questo è il mio indirizzo MSN:
veritas_ryan@hotmail.com !
Se volete contattatemi!

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Capitolo 7
*** Three Boys In Love [2° Part: The Salvage] ***


°° Ancora poco, un solo capitolo e questa fan fiction vedrà il termine. Ma se questa vi è piaciuta, non disperate perché il seguito è dietro l’angolo:
Bad Candy è il titolo, e la pazzia dovuta ad un sortilegio nuovamente il filo conduttore. Non anticipo altro...°°

CAP6 THREE BOYS IN LOVE – 2°part [The Salvage]-


Angel Hai bisogno di essere salvata?
Kate Bene, questa è senza dubbio la frase più strana che sentirò questa sera.
From Angel [Puntata N.2 “Lonely Hearts”Prima stagione]


AVVISO MUCHO IMPORTANTE! -

A chi soffrisse di diabete sono costretta a vietare la lettura di questo capitolo che celebra l’unione proibita della mia coppia preferita e di un'altra abbastanza UNCONVENTIONAL, a causa dell’elevato contenuto di miele. Grazie per l’attenzione.



- Cho, Regina, ma che diamine sta succedendo?- Domandò Ginny tra l’arrabbiato e il sorpreso. Aveva dovuto interrompere la lettura di un libro stupendo e per di più, proprio nel momento più bello, dove i due protagonisti, in seguito ad incredibili peripezie, intrighi e tradimenti si giuravano amore eterno su una stupenda scogliera marina.
– Sapete quanto c’è voluto per mettere le mani su quel dannato romanzo? DUE MESI. E la lista d’attesa è lunga quasi quanto la lingua di mio fratello, quindi vi lascio immaginare quanto io adesso sia…
- Chiudi il becco!- Le intimò Cho. – E’ proprio per Ron che ci siamo dannate l’anima tutto il santo giorno!
Luna s’interessò subito all’argomento, tormentandosi una ciocca bionda tra le dita magre. – Che è successo?
Cho e Regina si scambiarono un occhiata e la Tassorosso sentì il viso andarle in fiamme. – Diglielo tu, Chang.- La pregò.
La Cercatrice non se lo fece ripetere. Spiegò la situazione con quanta più chiarezza possibile, impiegando poco più di due minuti di frenetico gesticolare e parole all’rinfusa. Ginny e Luna ascoltavano attente, la carnagione già chiara che tendeva sempre di più ad un candore latteo. Quando ebbe concluso, Cho tirò un profondo respiro, mentre le due amiche si scambiavano un occhiata sbigottita più che giustificabile.
- Dio. – Fu tutto quello che riuscì a dire Ginny.
- Che fine hanno fatto adesso Ron e Harry?- Domandò Luna sull’attenti.
- Da quello che la Parkinson è riuscita a cogliere, c’entra Silente, ma non sappiamo…
Regina sbiancò di colpo. Quello che aveva detto la sera prima ad Harry… Il suo palese desiderio di vederlo annegare in una vasca di orche assassine…
– Oh, NO!
Lo sguardo di Cho divenne attento e diffidente. - Che cosa c’è?
- Io… io credo di sapere che cosa voglia fare.
***
- “Era perfetto. Ero me stessa e venivo accettata.” Ci mancava solo che dicesse una frase fatta come “è stato il momento più bello della mia vita” o “ero la sovrana del mondo” e la prendevo a calci per così tanti giorni che…
- ZITTA e CORRI.
- Ma a te non ha fatto venire i nervi? INSOMMA, era PATETICA.
- Sei patetica anche tu quando si parla di Malfoy. – sottolineò Hermione acida.
La faccia di Pansy si contrasse dallo sforzo e dalla preoccupazione. Non aveva modo di strusciarsi addosso al suo tesoro da quasi un giorno e ogni più piccola provocazione era quasi impossibile da essere colta dato che gli ormoni le accecavano la vista.- Che cosa pensi che voglia fare?
- Chi? Malfoy?
- No, chi ti spaccherà la faccia, ovvero io.- Ribatté indignata.
- Non lo so, ma qualsiasi cosa si sia messo in quella zucca vuota la sta facendo nell’Aula di Incantesimi.
- E come mai?
- E’ lunedì.
La spiegazione era breve ma più che esauriente. L’Aula di Incantesimi era l’unica a quell’ora che potesse essere usata da uno studente particolarmente mal intenzionato per portar a termine le proprie malefatte e il fatto che fosse lunedì implicava che Vitious non avrebbe messo piede nel proprio habitat naturale per almeno due orette buone.
Tutto per il momento procedeva bene, nonostante il destino dei suoi due migliori amici fosse appeso a chissà quale filo.
Dovevano muoversi.
- Signorina PARKINSON!- Guaì Gazza sbucando dal suo ufficio come uno scarabeo dal suo nascondiglio nel letame. Mrs. Purr seguì il padrone con innata grazia e lo sguardo altezzoso di una vera signora.
- Ma che vuole?- Fece Hermione temendo che il suo cuore non sarebbe riuscita a reggere un altro colpo del genere.
- Dannazione, è per quella storia della… Granger, vai tu. - Sussurrò impercettibile. – Io mi libero dello scocciatore e ti raggiungo. E MI RACCOMANDO… - Ci tenne a ricordarle. – Anche se non credo che ci sia bisogno di dirtelo… IL BACIO… sulla guancia.
- Risparmia il fiato per inventarti qualcosa con Gazza. – La invitò Hermione sprezzante. – E buona fortuna.
Poi scappò via diretta verso l’aula di Incantesimi.
***
- Sei sicura che Ron sia qui?- Chiese Ginny trafelata. Luna alzò le spalle. – La…la pianta parla chiaro. – Balbettò indicando la Mappa del Malandrino con un cenno della testa. – Che fine pensi che abbia fatto?
- Be’, forse sta mandando un Gufo. – Disse Luna spalancando la porta della Guferia. – Dopotutto è questo quello che si fa qui.
- Dimentichi che è mio fratello. – Sottolineò Ginny con tono malevolo. – Lui non SA scrivere.
- Giusto. – Convenne Luna poco convinta. Lo sguardo turchino svolazzò tra le gabbie enormi che raccoglievano i gufi adibiti al solo utilizzo scolastico, grandi e armoniosi pennuti bianchi come la neve che strepitavano sommessamente.
- Io vado da questa parte.- Disse Ginny indicando l’ala est della voliera. – Tu vai dall’altra.
Luna annuì, anche se avrebbe preferito non dividersi dall’amica. Quella storia, benché non ci avesse capito molto, non le piaceva neanche un po’ e non le sembrava prudente separarsi per andare alla ricerca di un essere che una volta rispondeva al nome di Ron.
Senza fare alcun rumore avanzò in direzione del parapetto, dove il tetto inclinato regalava un fantastico nascondiglio agli occhi dei curiosi. Ci era stata un paio di volte quando il Bagno delle Ragazze era troppo pieno di gente o di pozioni illegali nascoste nei cubicoli inutilizzabili per poterci stare davvero in pace, e tirando le somme, era davvero un bel posto: tranquillo ed estremamente discreto dove poter sostare in pace con i propri pensieri e le proprie paure senza alcun disturbo.
Luna sorrise un poco al pensiero di quello che era riuscita a realizzare nella sua piccola oasi appena qualche giorno prima sul conto di Ron, ma era troppo timida per poterlo dire ad alta voce. Anche se adesso era il burattino di Regina non significava che fosse improvvisamente diventato sordo.
Volse lo sguardo appena oltre la cinta di protezione e quello che scorse la fece impallidire di un candore latteo.
Ron era a pochi centimetri di distanza dall’orlo del tetto, Avrebbe voluto chiamarlo e con lui avvisare anche Ginny, ma era troppo lontana e se si fosse accorto che qualcuno lo stava osservando, per lo spavento forse si sarebbe buttato sotto senza nemmeno volerlo.
Questa volta avrebbe dovuto fare tutto da sola.
Fece un respiro profondo, e con la gambe che le tremavano dalla paura si sporse in avanti, appoggiando il piede instabile sulle tegole rosse che facevano da coperta ad Hogwarts da tempo immemorabile.
”Oddio, adesso cedono.” Pensò terrorizzata mentre, con cautela, si impegnava nel mettere un piede davanti all’altro. Un metro solo e sarebbe stata vicino a Ron quello che bastava per potergli puntare la bacchetta davanti alla faccia.
***
Regina e Cho in un batter d’occhio giunsero davanti all’ufficio del Preside, quando l’orologio sopra una statua marmorea con le fattezze della Fenice segnava mezzogiorno meno dieci.
- E’ ridicolo. – Sbottò la Corvonero. – No… non posso credere che Harry voglia AMMAZZARE Silente!
- Secondo me si. – Ribatté invece l’altra improvvisamente sicura di se. – Sono certa che arriverà da un momento all’altro.
- Ma… ma per Harry è come un padre dopo la morte di Black!- Cercò di spiegare Cho. – Non può fargli questo!
- Basta Chang. Tieni la bacchetta in mano e facciamo finta di non esistere.
Poi, con un botto atono e inconsistente, cadde il silenzio.
L’unico rumore che si udiva era quello incessante dello scorrere dei minuti del grande orologio posto all’entrata camuffata dell’Ufficio e il respiro affannoso delle due ragazze, accucciate l’una di fianco all’altra, l’espressione atterrita che non celava il loro stato d’animo.
Che cosa sarebbe successo se fossero arrivate in ritardo? Se Harry avesse già ammazzato Silente? Voldemort avrebbe attaccato subito Hogwarts? Oppure l’avrebbe risparmiata?
Un rumore di passi le distolse dai loro pensieri inopportuni e autolesionisti. Dall’angolo che congiungeva i due corridoi sbucò uno strano Harry Potter con gli occhiali penzolanti sopra il naso e la divisa scolastica quasi ridotta a brandelli.
- Oddio, Harry, che hai combinato!?- Saltò su Regina con gli occhi che le lacrimavano dall’apprensione. Cho la seguì a ruota, anche lei preoccupata come non mai.
L’espressione del ragazzo nel vederla mutò completamente, da affranta a gaudiosa. – Regina, piccolo fiore di primavera, mio bonbon alla crema pasticcera, che cosa ci fai in questo luogo dimenticato da Dio?
- Cerco di evitare che tu faccia qualche cavolata. – Disse brusca. – Che hai fatto?
- Oh, niente. – Minimizzò con un sorriso a 32 denti. – Ho avuto una piccola discussione con la Signora Grassa su al terzo piano. Non mi voleva far entrare, e così l’ho costretta con la forza.
Non c’era un minuto da perdere. – Harry… - Bisbigliò Regina con il cuore in gola. Cho le fu subito accanto.
Il ragazzo fissò prima l’amata e poi la Cercatrice di Corvonero con lo sguardo perso nel suo lago di beatitudine che era il viso di Regina.
Le due ragazze gli puntarono la bacchetta in mezzo agli occhi e la fecero girare tre volte in senso orario. Poi la deposero e, scambiandosi un ultimo sguardo atterrito, decisero di parlare entrambe.
- Anche se ho fatto tutto questo casino e ti ho fatto del male mi è piaciuto molto che tu fossi così innamorato di me. Mi ha fatta sentire bene e questo è tutto merito tuo. – La voce era spezzata ma determinata. Non credeva che sarebbe riuscita ad ammettere davanti a una sua vittima di averla deliberatamente usata come un bambolotto. Harry era immobile. Regina gli si avvicinò e pose sulla sua guancia rosea un piccolo e leggero bacio. Poi si fece da parte.
Cho avanzò di un passo, sicura e per nulla intimorita. - Non credo che tu mi sia mai piaciuto sul serio. Mi ricordavi molto Cedric e dovrò cercare di farmi una ragione del fatto che tu non sei lui e che lui è morto. Parlavamo molto di te quando eravamo soli e mi manca moltissimo. Ma tu per me sei molto importante e vorrei rimanervi vicina.
E così detto appoggiò le labbra sulla sua fronte in modo materno e si allontanò, scrutando il viso del Ragazzo Sopravvissuto in un misto tra lo speranzoso e il terrorizzato.
Ma gli occhi fissi e vitrei di Harry stavano riprendendo luce e calore, ritornando, lentamente alla normalità.
***
L’Aula di Incantesimi era a pochi metri di distanza. Ancora uno sforzo, uno soltanto e sarebbe riuscita a mettere fine a quella follia.
Si precipitò dentro senza nemmeno darsi il tempo di riflettere sul da farsi e quello che vide non le piacque per niente.
Draco era inginocchiato davanti a uno specchio dai bordi raffinati e lavorati, la bacchetta stesa a mezz’aria nella mano destra e un libro dalla copertina scura nella sinistra. La luce soffusa della stanza e l’acre odore d’incenso lasciavano trapelare un senso di sonnolenza e di vecchiume intenso che andava scemando a mano a mano che il piccolo vortice di energia si espandeva nell’interno del riflesso irreale che lo specchio rimandava indietro.
Un leggero rumore, come di un fruscio insistente o lo scorrere eterno dell’acqua accompagnavano le parole latine sussurrate da Draco nel rituale. Hermione ne colse alcune e si sentì gelare il sangue nelle vene. Stava invocando il Demone dell’Eterna Giovinezza. L’idea sarebbe stata buona se avesse voluto conquistare un anima dell’aldilà dato che dopo quel rito sarebbe rimasto così poco di lui che nemmeno con l’aspirapolvere sarebbero riusciti a mettere insieme abbastanza resti da poter essere compianti.
- Expelliarmus!- Urlò Hermione con quanto fiato aveva in corpo. Si slanciò in avanti rompendo lo specchio con un calcio ben assestato e interrompendo all’istante il vortice magico al suo interno.
Draco fissava la scena senza avere la forza di reagire… o almeno, non di reagire all’istante. Dopo un attimo di sbigottimento dovuto al fumo, si alzò e le tirò uno schiaffo in pieno viso. Hermione lo accolse senza scomporsi e con una mossa quasi tropo abile per lei, riuscì a farlo inciampare nel libro che aveva lasciato cadere a terra e a trascinarlo sul pavimento dove sarebbe stato quasi innocuo.
Scivolò a terra sulla schiena, senza farsi troppo male ma con gli occhi che saettavano ingiurie da ogni capillare. Hermione gli si sedette sullo stomaco, lasciando andare le gambe lungo i fianchi di lui in una posa che molti avrebbero definito equivoca e con un gesto veloce delle mani gli costrinse i polsi a terra, stando però attenta a non perdere la bacchetta di mano.
- DIO, MA SEI IMPAZZITO?!
- Lasciami stare, Granger!- Ululò Draco senza riuscire a muoversi. – Devo finire l’invocazione!
- Stammi a sentire Mago Merlino dei poveri, con quel demone non si scherza. Se sei stato bravo, ti ruba la giovinezza e la trasferisce ad altri, ma se hai pronunciato male una sola parola, prima, ti sottrae tutta la gioventù che ti rimane da vivere, poi ti ammazza ed infine se ne ritorna nella sua dimensione a fare l’uncinetto con il tuo tesoro.
- Ma Regina…
- Regina vi ha stregati! E adesso, se non ti dispiace, devo cercare di rimediare.
Girò tre volte la bacchetta in senso orario e si preparò a parlare. - Io ti stimo moltissimo in fin dei conti. – Farfugliò con le guance in fiamme. – E ti sono grata per il modo in cui mi metti alla prova.
Hermione si abbassò adagio, molto lentamente … Come mai Draco non si muoveva più? Dannazione, in questo modo la metteva in una gran brutta condizione… e se fosse entrato qualcuno? Che cosa avrebbe pensato nel vederla a cavalcioni di Malfoy e a tre centimetri di distanza dalla sua bocca? Ma dopotutto anche se si fosse mosso non sarebbe cambiato molto, giusto?
“No, invece sarebbe cambiato, sarebbe cambiato tutto!” le urlava la parte razionale a cinica di se. Perché se lui si fosse mosso, si fosse per lo meno opposto, forse lei non avrebbe avuto quel dannato istinto di baciarlo… e di baciarlo sul serio.
- Scusa… ma devo. – Tentò di giustificarsi, più con se stessa che con il Serpeverde. Ma mentre chiudeva gli occhi e cercava di tranquillizzarsi, accadde qualcosa che del tutto inaspettatamente cambiò le carte in tavola a sfavore di entrambi…
Draco aveva capito quello che voleva fare, e benché le sue braccia fossero immensamente più forti di quelle del bel prefetto non trovava ne la forza, ne la volontà di respingerla. Non era più la timida Hermione con i dentoni da latte e i capelli arruffati, la ragazza che odiava e che allo stesso tempo non trovava il coraggio di allontanare… era una giovane donna, bellissima e intelligente, forse la più degna ad aspirare una possibilità per poter…
No, ma che stava farneticando?!
Nonostante la ragione gli riempisse il cervello di molti dubbi e perplessità, il cuore non aveva nessuna titubanza. In un lungo e perfetto istante, la distanza tra le loro bocche si assottigliò sempre di più… fino a che non ci fu più spazio alcuno. Le labbra di schiusero e i due rivali si cimentarono nella pratica dell’azione che mai avrebbero immaginato di dover attuare in quel modo così dolce e tenero: con quel bacio, non solo Hermione aveva liberato Draco dalla magia di cui era schiavo, ma anche da ogni suo pregiudizio e passato insegnamento. Il mondo aveva un'altra prospettiva.
Il sangue misto che una volta avrebbe meritato il più sincero disprezzo di Draco, adesso non importava più, ribolliva come il suo di una sensazione di proibito appagamento e trasgressiva felicità. Non importava più il fatto che uno era un Serpeverde e l’altra una Grifondoro: al cospetto di se stessi erano semplicemente un ragazzo e una ragazza che avevano scoperto quanto la linea tra amore e odio fosse sottile e fragile.
Nulla sarebbe più stato come prima.
***
- Ron. – Disse a bassa voce Luna sperando di richiamare l’attenzione senza farlo cadere dal tetto.
Il rosso si girò, gli occhi come pigiati all’interno della cavità oculare e colmi di lacrime. – Che vuoi?
Luna si ritrasse di qualche centimetro, incerta sul da farsi.
Doveva stare attenta a come parlava, l’umore era un fattore determinante nella buona riuscita dell’operazione che sperava sarebbe riuscita a liberare l’amico dall’incantesimo.
- Come mai sei qui?- Chiese con una vocina flebile e leggermente stridula. – Non mi sembra che tu stia molto bene.
Ron tirò sul col naso, nascondendosi la faccia nella manica nera della divisa.
- Non capisci. – Sussurrò, la parola rotta dal pianto. – Io sono un illuso. Un perdente. Il piccolo, stupido, Ronald, il classico migliore amico buono solo a dispensare consigli e prestare la propria spalla per poter essere inzuppata di lacrime. Sono stufo di questo ruolo, sono stanco di essere sempre ingannato dagli atteggiamenti degli altri: prima Hermione, poi Regina… Dio, REGINA! Anche lei, alla quale ero pronto a giurare amore eterno! E invece no. Nemmeno a lei piacevo. Anche per lei non ero nient’altro che un amico.
- Ron, non dire così.
- E invece lo dico, Luna. E’ la pura e semplice verità: pensaci, pensaci solo un attimo, per la miseria! Nessuno, nemmeno a casa mi ha mai davvero considerato qualcuno. Il mio è l’ultimo nome da ricordarsi dell’albero genealogico, e non perché sono il più piccolo, ma perché sono il MASCHIO più giovane. Ginny è speciale solo perché è una ragazza e perché una volta è stata posseduta da Voldemort. E invece io? Ho trovato la Camera dei Segreti, ho combattuto al fianco dell’Ordine della Fenice, sono diventato prefetto, ho vinto la migliore partita con gli scacchi magici mai giocata ad Hogwarts, e cosa sono rimasto? L’amico di Harry Potter. Solo e unicamente un appendice del suo enorme successo, non c’è UN SOLO campo nel quale io vada meglio di lui o mi distingua. Hermione è la mente, Harry l’eroe e io quello che copre i buchi nella foto ricordo. Sono stufo di tutto questo. SONO STANCO FINO ALLA NAUSEA. Voglio farla finita Luna: in questo modo Regina saprà che c’era qualcuno in questa scuola che l’amava al punto tale da togliersi la vita per lei. Forse in questo riuscirò a superare Harry, che ne pensi? Lui voleva uccidere Silente.
Luna non sapeva che dire. Tremava e pregava che non facesse nulla di stupido e che quelle parole piene d’amarezza fossero partorite dalla parte incantata di Ron. Ma poi, in quel momento le venne un idea. – Ron… non cadere. Harry… lui non ti supererà, stanne certo. Solo che… che se ti sfracelli a terra non avrai nemmeno una foto sulla Gazzetta del Profeta e penso che non sia quello che tu voglia. Ma se permetti che sia io a…
Non terminò la frase. Gli occhi di Ron si accesero di insperata gratitudine, la stessa che lo spinse ad avvicinarsi alla ragazza per aiutarlo a compiere quel folle gesto che così tanto credeva di desiderare.
- Si. Si, grazie. Aiuta questo povero idiota a realizzare il suo sogno.
Alzò la bacchetta all’altezza del viso di Ron che assisteva paralizzato, e la girò tre volte in senso orario. - Non è vero che sei un idiota. – Affermò sicura. - Tu mi piaci molto.
Si alzò rapida sulle punte dei piedi e gli regalò un piccolo e timidissimo bacio a fior di labbra.
L’incantesimo si dissolse come una pozza d’acqua in piena estate.
Ron barcollò per qualche istante, annaspando nell’aria rarefatta di settembre nel tentativo di riprendere l’equilibrio. - Luna… io…
- Va tutto bene. – Lo tranquillizzò lei con un sorriso. – Adesso però scendiamo di qui e andiamo in Infermeria: sei molto pallido.
Continua…

Si, lo so, lo so… se è un po’ terrificante cercate si scusarmi, ma la mia vena artistica sembra non volerne sapere di funzionare....
L’ultimo capitolo necessita solo di essere controllato, e poi, con ogni probabilità martedì posterò tutto.
Passiamo ai ringraziamenti…
Viola del pensiero: Grazie mille dei complimenti! Anche a me piace molto Pansy, e ho adorato le battute che le ho fatto fare... penso che rispecchino benissimo il suo personaggio!
Sabry: Ecco qui... i contro incantesimi sono un po' banali forse, ma molto, molto significativi!Al prossimo capitolo![PS: Personalmente adoro la battutta che ho messo all'inizio dello scorso capitolo.. una delle più belle mai dette, a parer mio!]
GinnyMolly88: però.... grazie! Colgo l'occasione per farti ancora i complimenti per la tua Fic!Aspetto il proximo capitolo!Ah, e se ti interessa, aggregati pure al progetto su Mean Girls! Ho buttato giù una paginetta e mi piace moltissimo!Be', ci bekkiamo su MSN!
Minù: Grazie mille... so che l'idea non è l'idea dell'anno, ma sono contenta che ti sia piaciuta!
Patty: Pansy così è fortissima... be', cmq per il sito mi sto attivando!Ti farò sapere!
Savannah: Ti giuro, quando ho letto il tuo commento c'è mancato poco che dessi fuori di matto!Sono davvero lusingata che ti piaccia, perchè detti da te questi complimenti sono a dir poco... be', non me li aspettavo e mi hai fatto davvero una bella sorpresa! Davvero, grazie!
ReginaGeorge: Be', grazie mille!Per Mean Girls appena ci bekkiamo su MSN ti faccio vedere quello che ho preparato!A presto tesora!
mira'82: Ricevere la tua mail mi ha fatto molto piacere!E grazie mille per i complimenti!
supergaia: Qui penso di essere un po' uscita dallo schema comico, ma credo fosse indispensabile!Appena posso ti aggiungo ai contatti!E non ti preoccupare, coppia Draco/Herm è assicurata nella prossima fic... anche perchè è il seguito di questa... un po' diversa... ma spero di non deluderti!
Alyssa: Soddisfatta la tua curiosità? Spero di si, anche perchè non saprei che fare in caso contrario! Grazie mille dei commenti!

Al prossimo e ultimo capitolo.... The Happy Ending

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Capitolo 8
*** The Happy Ending ***


°°Credo che con questo ultimo capitolo di aver sbagliato tutto dato che sembra uscito da una puntata di Dawson’s Creek particolarmente melensa. Alcune cose sono così patetiche che mi vergogno di averle pensate, ma mi dispiaceva lasciare queste coppie con il punto interrogativo e allora ho deciso di chiuderle meglio che potevo. Il finale è usato e riusato, ma abbiate pietà… cercherò di fare meglio con la prossima fic! Non c’è molto da ridere, forse molto da sospirare… ma nulla da ridere. Spiacente. Ma per assicurarvi una buona dose di sarcasmo e sfrecciatine, vi anticipo che nel seguito saranno protagonisti indiscussi Hermione, Draco, Pansy.... o Viktor Krum o Blaise Zabini.... e tutto il corpo docente. Buona lettura°°

CAP7 THE HAPPY ENDING




You've got your dumb friends
I know what they say
They tell you I'm difficult
But so are they
But they don't know me
Do they even know you?
All the things you hide from me
All the shit that you do
Avril Lavigne [N.d.C: Canzone perfetta per una Draco/Hermione!]


Due giorni dopo ad Hogwarts, anche se l’incantesimo del cravattino era stato spezzato, non tutto era tornato come prima.
Ron ed Hermione continuavano a litigare ma non con la stessa simpatica ferocia, dato che nessuno dei due aveva più un secondo fine nel fare arrabbiare l’altro. Cho non era più ossessionata da ogni muovimento che si alzava dal tavolo dei Grifondoro e viveva in una specie di calma interiore che cercava di vincere constringendosi ad uscire più spesso e ad incontrare gente nuova [Ignorando, con grande disappunto di Hermione, lo studio per i MAGO]. Ginny aveva ricominciato a parlare con Harry, che si era pubblicamente scusato di averla sbattuta fuori dalla squadra e, per farsi perdonare le aveva proposto un posto come Cacciatrice e uno come Battitrice. Ginny ci aveva pensato su per qualche minuto, ma dopo aver scoperto un insospettabile attrazione per Seamus Finnigan aveva capito che entrare nella squadra non le interessava poi tanto e così aveva rifiutato, mentre Pansy Parkinson non perdeva occasione per tampinare un insolitamente apatico Draco Malfoy, il quale aveva perso ogni gioia nell’insultare i Mezzosangue.
Per quanto riguardava Regina, per lei era tutto normale.
Passato il suo momento di gloria era tornata la ragazzina timida e impacciata che Tassorosso aveva accolto nella sua pietosa casata cinque anni prima e sebbene soffrisse di quel ritorno all’anonimato, cercava di farsi coraggio con la speranza di riuscire a passare brillantemente i GUFO.
Scese le scale con passo fermo, guardando in terra per non incespicare nei propri piedi. Aveva già avuto umilianti esperienze nel cadere giù dai gradini di quella stessa scalinata e non ci teneva a dare ancora spettacolo.
Persa nei suoi pensieri per poco non andò a sbattere contro una sua vecchia (ma non troppo) conoscenza.
- Oh… oh, Harry, ciao. – Le guance della Tassorosso sembravano due pomelli incendiati di un ubriacona dopo l’ennesima sbornia.
- Ciao Regina. – La salutò Harry arrossendo anche lui. – Come stai?
- Oh, ecco, io benissimo. Tu?
- Non mi lamento.
Silenzio.
- Che cosa…- Si bloccò deglutendo a fatica. - emh, cioè, ti devo chiamare qualcuno?
– Si. No. Senti… - Disse con voce roca. Si portò una mano dietro alla nuca, assumendo una posizione, nonostante fosse dettata dalla sua natura, incredibilmente accattivante. - Per questa domenica il nostro appuntamento non è saltato vero?
Regina per un attimo credette di non aver sentito bene. Adesso era lei a non poter credere alle proprie orecchie, come Harry tre giorni prima, quando si scervellava per trovare una frase ad effetto che gli consentisse di fare colpo su di lei.
– C-Cosa?
- Si, be’, avevamo fissato di uscire insieme ad Hogsmeade questo fine settimana, te ne ricordi?
Ovvio che se ne ricordava, come del resto si ricordava che in quel momento lui pensava esclusivamente a portarla all’altare. - Oh, si certo… ma dopo tutto quello che è successo…- Era difficile da spiegare. – Insomma, io ho approfittato dei tuoi sentimenti. Non merito un’altra possibilità.
Harry sorrise amabile. – Questo, se permetti, sarei io a doverlo giudicare.
Regina non sapeva che ribattere. Non riusciva a credere alle sue orecchie. - Quindi è un sì?- Insistette lui dolcemente.
Regina cercò di riprendersi. – Si. – Disse. - Si, credo proprio di si.
***
Ron entrò nella biblioteca scolastica rompendo il silenzio irreale che regnava al suo interno con un violento scalpiccio si passi.
Luna non ci fece caso: per quanto fosse imbarazzata di quello che era accaduto nella Guferia era troppo presa dalla lettura di una paragrafo di Astronomia per poterci fare caso.
- Ciao. – Disse Ron raggiungendola al tavolo dove sedeva assorta nel suo strano mondo. Luna alzò gli occhi per poi riabbassarli subito dopo in preda ad un imbarazzo che lei stessa non riusciva a spiegarsi.
- Ciao.
- Che fai di bello?
- Nulla.
- Be’… è un bel nulla allora. Non tutti fanno il nulla con qualcosa.
Luna gli lanciò una frecciatina che riuscì ad ammutolirlo momentaneamente, un gran successo vista la grande parlantina che Ron sviluppava quando era nervoso. - OKAY. Insomma… mi stavo chiedendo…
Luna lo fissò con interesse. – Lo so che per te usare il cervello per formulare una frase è qualcosa del tutto opzionale, ma che ne diresti di fare uno sforzo?
Ron sorrise, sentendosi, nonostante la battuta, incoraggiato a proseguire. – Quando mi hai liberato dall’incantesimo di Regina… tu… tu hai detto che…
La Corvonero distolse lo sguardo, concentrandosi affannosamente sui suoi libri per evitare il contatto diretto con gli occhi dell’amico. – Hai detto che io ti piaccio. E’ la verità?
- Se ti dico di si, non è che poi non mi parli più, vero?- Chiese smarrita la ragazza. Le mani delicate e fredde erano strette in una tormentosa morsa, indecise se essere usate come pesi per darsi miglior slancio nella fuga o per prendere la bacchetta e puntarla alla testa della loro padrona seguita da un Avaka Kedavra.
Ron era agitato, forse più di Luna. Le si sedette vicino, cercando di attirare la sua attenzione. – Luna, allora è vero?
- Si, è vero, contento?- Sbottò la ragazza con gli occhi ridotti a due fessure. – Su, avanti, inizia a prendermi in giro, tanto ci sono abituata! Lunatica- Lovegood si è presa una cotta, non ti fa sbellicare?
- No.- Disse serio Ron. – Ma mi fa tanto piacere.
Luna strabuzzò gli occhi. – Ma tu sei innamorato di Hermione… - Si, quello lo pensavo anche io. Ma lo pensavo, non lo ero sul serio. La nostra storia sarebbe stata troppo… troppo convenzionale. Io non voglio stare con una ragazza con la quale condividere la vita. Io ne voglio una che me la faccia vivere.
Il cuore di Luna batteva troppo forte per poter essere nella norma. Si sentiva prossima ad un collasso cardiaco e anche se non aveva idea di cosa si provasse qualche minuto prima di un infarto, immaginava che fosse qualcosa di molto simile a quello che aveva lei adesso.
- Morale della favola?- Domandò lei arrossendo di colpo.
Ron sorrise. – La morale della favola, come la chiami tu è molto semplice. – Con un gesto lento e affascinante si lasciò il cravattino di Grifondoro che aveva legato al collo e le prese la mano. Legò la stoffa morbida al braccio bianco di Luna, che tenendo fede al suo nome, era impallidita in maniera innaturale.
- Emh… ti và se iniziamo a frequentarci?
Prima di poter aggiungere altro luna gli si buttò letteralmente addosso. Lo abbracciò e lo baciò con passione, la stessa che lei non aveva mai avuto modo di regalare ad anima viva visto che la gente la teneva lontana per la sua impopolarità. Dopo un attimo ti titubanza Ron reagì e rispose con lo stesso fervore allo slancio inaspettato di Luna. Poi si staccarono e guardandosi negli occhi sorrisero.
- Lo prendo come un sì.
***
- Non trovate che la Granger oggi sia più insopportabile del solito?- Disse Theodore Nott con un sogghigno sinistro allo stuolo di adepti che si trovavano nelle vicinanze dopo la consueta doppia ora di Pozioni. Si voltò verso la Grifondoro con la precisa intenzione di insultarla, come faceva di solito. Avrebbe iniziato da solo, ma presto i suoi compagni gli avrebbero dato man forte, dopotutto era il loro passatempo preferito. – Allora Mezzosangue, come ti va la vita?
- Nott… - Disse glaciale Draco. – Chiudi quella fogna che al posto della bocca.
- Come?
- Hai sentito. Lasciala in pace.
- Che hai Malfoy, ti senti misericordioso nei confronti delle Mezzosa… - Non finì la frase. Con grande sorpresa di tutti, Draco aveva estratto la bacchetta e gliela aveva puntata sotto la gola, in corrispondenza del pomo d’Adamo che danzava un frenetico ballo su e giù per il collo. – Osa usare di nuovo quella parola e farò in modo che i tuoi genitori conservino i tuoi resti in una scatola di fiammiferi sopra al caminetto.
Theodore capì l’antifona. Con espressione truce fece un passo indietro e fece segno agli altri Serpeverde che non era giornata e che lo seguirono lungo il corridoio in silenzio tombale.
- Non ti daranno fastidio per un po’. Almeno credo.
Hermione sorrise. – Non fa niente. Grazie.
- Di niente.
La ragazza rimase un lunghissimo istante a guardarlo, incerta se andare alla lezione di Hagrid o rimanere lì con lui. Se solo avesse detto una parola, fatto un gesto… Dio, quanto era difficile!
- Emh… - Disse schiarendosi la gola. – Allora… ci vediamo.
Draco annuì, facendo ondeggiare il mantello della divisa scolastica di un leggero soffio d’aria. Una mano nivea si infilò tra le pieghe di stoffa nera, stringendo la lettera che aveva ricevuto quella mattina. La strinse forte, lo stomaco contratto in un doloroso blocco di tensione.
Hermione si voltò, i capelli sparsi sulle spalle magre che si muovevano seguendo il ritmo del suo corpo.
Inspiegabilmente si sentiva delusa e amareggiata. Non che si aspettasse una dichiarazione d’amore o chissà che, ma lei credeva che dopo quello che era successo nell’aula di Incantesimi e poco prima con Nott, qualcosa fosse cambiato.
Malfoy la guardò andare via… e poi, tutto gli fu chiaro.
- Granger!- Chiamò Draco correndole dietro.
Lei si girò speranzosa. Non sapeva bene che cosa sperava che le dicesse, ma aveva avuto fiducia nel fatto che l’avrebbe fermata. - Si?
- Tu hai ancora contatti con l’Ordine della Fenice, vero?
La domanda colse Hermione impreparata, sorprendendola al punto tale dall’arretrare di qualche passo dal collega prefetto. – Non penso che ti dovrebbe interessare. Perché?
Dentro di se credeva di conoscere già la risposta: “Perché voglio conoscere i suoi piani” o, più semplicemente, “Perché ti voglio usare”. Stranamente non le importava. Non gliene importava niente di nulla da qualche giorno ormai. Che la usasse pure, che si divertisse con il suo giocattolino! Alla fine lei aveva perso la sua battaglia e la sua dignità cedendo al suo fascino.
Ma non era così.
Draco liberò il foglio di pergamena dalle pieghe della tunica e sebbene le mani gli tremassero, gliela porse senza alcuna esitazione. – Credo che questa gli potrebbe interessare. – Spiegò guardando a terra. Era diventato troppo faticoso sostenere il suo sguardo. – L’ho ricevuta stamattina da un gufo dell’Ordine dei Mangiamorte passato alla sorveglianza. E’ di mio padre e ci sono scritte cose…- Prese fiato per deglutire. – Ci sono scritte cose che potrebbero salvare delle vite e aiutare a catturarli… catturare anche l’Oscuro Signore, forse.
Hermione lo guardò allibita, la bocca semi aperta per lo stupore. – Ma… ma perché lo fai?
Draco scosse le spalle, e la sua espressione fu così sincera che per un attimo la ragazza desiderò di non avergli posto quel quesito. – Io… io n-non lo so, ma credo sia la cosa giusta… solo… solo che potresti dire a quelli dell’Ordine che non sono stato io a dartela?- Alzò le spalle. - Non voglio che mio padre sappia che io… - Era difficile ammetterlo, anche se era così palese. L’aveva tradito. Stava tradendo suo padre, e con lui, tutti quelli che pensavano che quel ragazzo dai capelli biondi e i gelidi occhi celesti che somigliava come una goccia d’acqua alla madre e al padre, sarebbe potuto diventare un esempio per tutti gli altri Mangiamorte eguagliando la devozione del genitore. Ma lui non sarebbe diventato come Lucius. Lui li stava consegnando nelle mani della morte, che in quel momento si mostrava sotto le incantevoli fattezze di Hermione Granger … era strano come l’unica ragazza che in quei 5 anni si era mostrata degna di tutto il suo disprezzo fosse anche la sola che si sentiva capace di amare. – Solo… vorrei che credesse… soffrirà al Bacio, vero?
Hermione non sapeva che rispondere. Draco conosceva meglio di lei gli effetti che il Bacio della Morte aveva sugli esseri umani, ma sentiva che non aveva abbastanza coraggio per dirgli la verità. – Potrei mettere come condizione che a tuo padre venga risparmiata l’anima e la vita. – Propose timida. – E ti prometto che farò del mio meglio per… per fare in modo che non gli succeda nulla di male. Hai la mia parola.
- Grazie. Grazie di tutto.
Lei sorrise. – Di niente.
Un espressione strana di fece strada sul viso dei due.
Anche se per Harry e Ron quell’avventura pareva essere un intermezzo spassoso tra le pagine della loro vita, per Hermione e Draco non era così.
Per loro i guai erano appena incominciati.
Ma questa è un'altra storia.

Fine.

Lo so, finale patetico. Ho pensato tantissimo all’eventualità di far uscire Pansy dall’ombra e di farle dire “Se l’è bevuta?” per inserire un nuovo inghippo a questa difficoltosa relazione ma mi scocciava… bo’, non mi piaceva! Se non avete capito non vi preoccupata è più che normale. Quindi… accontentavi di quello che passa per il convento.
Ringrazio tutti quelli che hanno commentato e che (spero!)commenteranno , e spero di avervi regalato un oretta di divertimento e spensieratezza.
Credo che a questo punto ci sia un ultima cosa che forse vi sarete chiesti:
Il cravattino di Grifondoro che fine ha fatto?
Be’… ve lo accennerà (forse?!) Hermione in Bad Candy!
Prossimamente, molto, molto prossimamente su questo sito.
E ora… Be', lasciamo perdere i ringraziamenti personalizzati, anche perchè non potrei rispondervi, ora che la Fic, QUESTA fic ha chiuso i battenti....
Ah, al diavolo! Vi ringrazio tutte, davvero di cuore, perchè vi siete dannate l'anima a leggere i miei squilibri mentali e perchè ho capito che forse è questo il mio genere, ovvero un po' comico un po' serio.... si, sono un po' strana, ma pensate che passo tutto il tempo o scrivendo o guardando CSI o leggendo libri sui Serial Killer!Sincermente non so dove prendo il mio umorismo... ma il fatto che lo abbiate apprezzato mi ha fatto molto piacere!
Un Grazie enorme a tutti quindi....
E... a presto!

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