la perla nera e il tasso del deserto

di Phoenix Blackfire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Matsuri vs Sari ***
Capitolo 2: *** #2 ***
Capitolo 3: *** #3 ***
Capitolo 4: *** #4 ***
Capitolo 5: *** #5 ***
Capitolo 6: *** #6 ***
Capitolo 7: *** #7 ***
Capitolo 8: *** #8 ***
Capitolo 9: *** #9 ***
Capitolo 10: *** #10 ***



Capitolo 1
*** Matsuri vs Sari ***



LA STORIA VERRÁ AGGIORNATA OGNI GIOVEDÍ
“…..” dialoghi
^…..^ pensieri
 
Gaara e Matsuri si stanno allenando nel giardino dell’ accademia, cosa ormai rara visti gli impegni del kazekage, che però riesce a trovare tempo per la sua allieva, Matsuri è migliorata molto con il suo giavellotto, rendendo fiero il suo sensei, anche se lui non lo dà a vedere.
“Riprendiamo l’ allenamento…”
“ Certo Kazekage-sama” ^Sono esausta, speriamo non se ne accorga, sono ore che cerco di attaccarlo e lui non si è neanche mosso!^, ma l’allenamento non durò molto,
“Gaara-sama, il consiglio ha chiesto di lei” ^Sono il kagekage, e il consiglio del mio villaggio non sa fare niente senza di me. Forse con un paio di funerali del deserto, come ai vecchi tempi….^
 “Ok. Sari, allenati tu con Matsuri.” ^ È impazzito, sa che io quella vipera non la sopporto, non è il suo forte capire i sentimenti. Non si è mai accorto che sono innamorata di lui…^
“Matsuri tranquilla non ti farò male” ^Per ora^
“ Non mi voglio allenare con te, è solo una perdita di tempo”
“Ora parli anche come lui, poverina non capisci che non ti guarderà mai come lo guardi tu, si allena con te solo perché gli fai pena…”
^La serpe non sta zitta un minuto, forse se mi volto e vado via la smette, anche se devo ammettere che, ha maledettamente ragione^
“ E comunque Matsuri, Lui è mio.” Matsuri si gira di scatto e gli tira il giavellotto a lato del viso, graffiandole lo zigomo destro ^Questo è troppo, come si permette?!?!, se non fossi incazzata nera e mi fossi concentrata l’avrei presa sicuramente^
“Te la sei cercata!!” Sari gli si scaglia contro con il kunai alla mano, e Matsuri riprende il suo giavellotto ^Gaara le ha detto di allenarsi con me, anche se è più una rissa che un allenamento, non ha detto che doveva uscirne indenne….^
 
UFFICIO DEL KAZEKAGE
 
“Forza usciamo, le pratiche sono state svolte, lasciamo in pace il Kazekage” ^Grazie anziano Ibizo, sei l’unico anziano con il cervello in uso qui. Finalmente un po’ di pace.^ scivola in avanti sulla poltrona appoggiando la schiena allo schienale e portandosi le mani dietro la nuca, la tunica da Kage tiene caldo, troppo per chi abita nel deserto, Gaara come Naruto ora riesce a controllare il suo demone, non ai suoi livelli, ma almeno a volte Shukaku lo lascia dormire, questa era una di quelle volte in cui si sta per addormentare guardando il soffitto. Se non fosse per quel gatto nero di suo fratello, che sfonda la porta e urla come un dannato.
“FRATELLINO, TI SONO MANCATO??”
“Ehmmm, fammi pensare, no.”
“Non hai un altro tono di voce tranne quello insensibile?
“….no” ^Non ci voleva proprio ora che potevo farmi un pisolino, e non posso neanche allenare Matsuri, faccio schifo come sensei è la mia unica allieva e non riesco a starle vicino, ora che ci penso non mi dispiacerebbe starle vicino….^
“Gaara la smetti di guardare il soffitto?!, piuttosto dov’è Matsuri? avevi detto che andavi al campo dell’ accademia con lei oggi”
“Dillo agli anziani che mi chiamano per ogni stupidaggine, e poi non l’ ho lasciata sola ad allenarsi.”
“O.O e con chi è ?”
“Con Sari.”
“STUPIDISSIMO BAKA, QUELLE DUE NON SI POSSONO VEDERE E TU LE FAI ANCHE ALLENARE INSIEME?!?!?!” ^ Oh oh…la cosa però non mi sembra cosi grave, si staranno impegnando al massimo no?, ah ecco Temari, lo farà ragionare. Lo sguardo a terra, i pugni chiusi sui fianchi, e una venetta pulsante in fronte non sono buon segno però….^
“SEI IL KAZEKAGE PIÙ BAKA MAI ESISTITO, HAI LASCIATO QUELLE DUE DA SOLE, COME TI VIENE IN MENTE?!?! SE NON FOSSI ARRIVATA IO SI SAREBBERO AMMAZZATE!!”
“Dove sono ora?” ^ Credevo di essere solo io l’ assassino sanguinario, se si è fatta male quella baka me la paga, sono il suo maestro non si può far picchiare di un ninja qualunque, lei è la mia Matsuri….Aspetta, la mia Matsuri O.O, sto impazzendo, non dovrei preoccuparmi per lei, oddio sono anche arrossito, speriamo che quei due non se ne accorgano^Kankuro si ripara dietro la sorella che è arretrata fino in fondo alla sala, impauriti e con le gambe molli per paura del fratello che credono rosso dalla rabbia, non era più cattivo, ma con il demone il corpo e il funerale del deserto facile….
“Aspetta, volevo dire che, si sono picchiate…un po’…”
“Già ascolta la nostra sorellona sono brave chunin, stanno benissimo…”
“DOVE.SONO?” ^ok, metto paura, ma ho il diritto di sapere dov’è la mia unica allieva!^
“ Quando sono arrivata al campo stavano lottando, ho visto che erano entrambe ferite, nulla di grave, ma ci sono voluti quattro ninja per separarle e portarle in ospedale”
^Per fortuna che non erano gravi e che si sono picchiate solo un pochino^
“Gaara, dove vai?” Gaara li sorpassa e camminando nel corridoi per uscire dal palazzo gira appena la testa per rispondere al fratello
“ All’ ospedale….”
 

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Capitolo 2
*** #2 ***


Temari e Kankuro si guardano allibiti per qualche secondo, prima di seguire il fratello, non lo avevano mia visto preoccupato, ma ormai lo sapevano che dietro l’ espressione da duro e freddo insensibile, si celano dei sentimenti.
“Buongirno Kagekaze-sama, come mai in visita all’ ospedale?”
“Sto cercando le chunin Matsuri e Sari.”
“Prego mi segua.” l’ infermiera lo conduce fino alla camera di Matsuri, la 115 e gli indica anche quella di Sari poco più avanti, la 120.
Gaara davanti alla porta della sua allieva sente i fratelli avvicinarsi al suo fianco,
“Kankuro, vai tu a parlare con Sari” ^forse sto facendo una pazzia…^
“Non è una mia allieva, Temari è la sua sensei, non credi dovrebbe andarci lei?”
“No, ho bisogno dell’ aiuto di Tamari per altro…”^non credevo sarei mai arrivato a tanto, ma è per la mia salute mentale. Non posso parlare io con Matsuri, non saprei cosa dire, con lei non so mai cosa fare, mi rende…strano.^ Kankuro sbuffando si dirige verso la camera 120, e appena sorpassa la porta, Gaara si rivolge a Temari,
“Temari-chan, puoi parlare tu con Matsuri?”
“Vuoi che la rimproveri?”
“No, fagli compagnia, parlate di cose da donne, cose cosi…” ^Ti scongiuro non chiedermi perché mi comporto da cretino, non lo so neanche io.^
“Ok, ci parlo io, ma tu va a casa a riposarti, sembri teso.” Gaara si incammina all’ uscita, e Temari ha già la mano sulla maniglia,
“Io vado, ma fammi sapere come stà” Temari che ormai non ha più dubbi riguardo al comportamento del fratello, entra nella camera della sua amica in modo non troppo delicato, facendo chiudere la porta dietro le sue spalle con un tonfo che fa tremare i muri,
“Matsuri-chan!!!! cosa diavolo ti è preso, capisco che non andate d’accordo, ma tu non sei la tipa che fa a botte per niente….!?!?” notando lo sguardo assente di Matsuri smette di parlare e si siede sul bordo del letto, Matsuri porta i suoi soliti vestiti, ma ha una fascia di bende intorno alla fronte e un polso fasciato, ed è seduta stringendosi le ginocchia al petto,
“Come stai?”
“Sari sta peggio”
“Non parlavo di quello…” ^e allora di cosa?? Non può aver capito che mi piace Gaara, i Sabaku no non sono cosi sensibili da capire i sentimenti altrui…^
“Non fare quella faccia Matsuri, Sari ti ha detto qualcosa su Gaara vero? Ormai l’ho capito che ti piace.” ^O.O ora mi legge anche nel pensiero, sono rovinata, se Gaara lo sapesse…^ le mette subito una mano davanti alla bocca per paura che la voce acuta di Temari sia arrivata a orecchie indiscrete.
“TIPREGOTIPREGOTIPREGO TEMARI NON DIRE NIENTE”
“Non dirò niente, ma tu non far più preoccupare Gaara.”
“Gaara si è preoccupato? Ma se non è neanche venuto a trovarmi!!”^smettila di illudermi, sarò la sua allieva a vita e niente di più.^
“È venuto invece, solo che non è entrato, sai com’è fatto, sarebbe rimasto muto come un pesce tutto il tempo, se ne sarebbe andato, e tu ci saresti rimasta male”
^Allora un Sabaku no che capisce i sentimenti esiste^
“Hai ragione Temari, grazie per essere venuta, digli che sto bene…”
“Si, come no. Fuori stai bene ma dentro stai male e chiunque con un minimo di sensibilità lo capirebbe, tranne Gaara ovviamente, se vuoi ci posso parlare e….”
^NOOOOOOOOOOOO^
“Non dire niente a Gaara, ti prego.” la implora mettendo le mani a mò di preghiera
“E va bene, domani mattina sarai dimessa, nel frattempo cerca di fare la brava” Temari gli accarezzò la testa in modo amichevole e sorridendo uscì dalla stanza
“Ciao Temati-san”,  Matsuri poi riprende a guardare il soffitto, sperando che tenga la bocca chiusa sul suo segreto.
 
RESIDENZA DEL KAZEKAGE
 
Per Gaara che abita con i fratelli è raro avere la casa libera e silenziosa, e ne approfitta per rilassarsi. Si toglie la tunica da Kage e la ripone nell’ armadio a due ante in camera sua, poi apre la porta vicino ad esso, entrando nel suo bagno personale per farsi una doccia fredda, una volta finito si butta a pancia in su, sul letto matrimoniale con ancora i capelli bagnati, indossa dei pinocchietti neri, e una maglia a maniche corte rosso scuro, e con braccia e gambe aperte a mò di angelo, spera di riprendere il riposino interrotto nel suo ufficio ^Andiamo Shukaku, ho bisogno di dormire, sono confuso…^
Gaara chiude finalmente gli occhi e subito inizia a sognare, si trova in un’ enorme caverna  buia, con sabbia sparsa ovunque, e non è esattamente un sogno “Shukaku, so che ci sei. Cosa vuoi?” il demone usci dal fondo della caverna prima come massa informe di sabbia, poi assumendo il suo aspetto originario,
“Stai calmo, Jinchuuriki, ormai siamo amici no?” Gaara fece un ghigno che poteva assomigliare a un sorriso, poi gli venne un dubbio
“Perché siamo qui?”
“Questa è casa mia volevo mostrartela. E poi…hai detto di essere confuso no?”
“Si, ma ancora non capisco, cosa centri tu?”
“Io sono te e tu sei me, se sei confuso tu lo sono anche io. È per la tua allieva? anche le altre due forze portanti ci sono passate.”
“Allora, esperto in amore, cosa dovrei fare? Non posso andare da lei e dirgli, scusa non posso più essere il tuo maestro perché mi piaci, ma allo stesso tempo non vorrei ferirti avendo un carattere chiuso, insensibile e un demone in corpo….senza offesa.”
“Figurati, ma non prendermi in giro, se tu volessi saresti più tenero di un bignè, Matsuri è quasi una jonin e non c’è bisogno che la alleni ancora, e mi sta simpatica, non le farò del male.”
“Ti sta simpatica?O.o....Sono un codardo, non sono neanche entrato nella sua stanza all’ ospedale…”
“ALLORA RIMEDIA BAKA, POSSIBILE CHE DEVO DIRTI TUTTO IO?”
Shukaku abbassa la testa e si ammutolisce di colpo
“Che hai?”
“Non voglio più dormire…” per Shukaku è difficile far dormire Gaara quanto per lui addormentarsi,
“Capisco” Gaara si avvicina e Shukaku lo fa salire sulla sua mano per portarselo alla sua altezza, poi appoggiano la fronte l’ uno sul altro, e Gaara si sveglia.
^Non male il tasso come consigliere, dovrei sostituirlo a qualche anziano^ si alza e si scompiglia i capelli, scende le scale arrivando in cucina, beve un bicchiere d’acqua e intanto pensa,
^Come posso fare per mostrare un po’ di umanità senza essere scoperto?...Ma certo!!!^ mettendosi i sandali e rischiando di cadere, esce di corsa per cercare qualcosa per farsi perdonare dalla sua ‘allieva preferita’.
 
INDOVINELLO TIME: Cosa regalerà Gaara a Matsuri? per chi indovina o si avvicina maggiormente onori e lusinghe nel capitolo 3. recensite e dite la vostra. BUONA FORTUNA.

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Capitolo 3
*** #3 ***


È ormai ora di cena per gli abitanti di Suna, Gaara ha trovato il regalo perfetto, ma rimane un problema. Come portarlo nella sua camera all’ ospedale senza essere visto?
^Vediamo, dovrei esserci.^ Gaara con l’ aiuto della sabbia di è arrampicato fino al primo piano dell’ edificio, sbircia in una finestra, e la vede, sta uscendo dalla sua stanza per andare nella mensa,^Perfetto è la mia occasione^.Facendo trasportare il suo regalo dalla sabbia lo appoggia sul comodino affianco al letto, e silenzioso come è arrivato Gaara torna a casa. Dopo circa mezz’ora Matsuri torna in camera, e nota subito il nuovo oggetto sul suo comodino, lo prende tra le mani e lo osserva sbalordita, è una rosa del deserto con in mezzo un perla. ^É bellissimo, ma chi può essere stato?^ subito i suoi pensieri vanno al suo maestro, ma vengono accantonati ^Lui non potrebbe mai fare una cosa così…dolce, non è da lui.^ si stese sul letto e prese il suo nuovo oggetto tra le mani e lo guardo e riguardo finche non si fece buio e si mise a dormire ^Chi è che si preoccupa di fare un regalo ad un chunin in ospedale?^
e con questa domanda per la testa, Morfeo prese il sopravvento su di lei.
Matsuri in piena notte si sveglia per l’ aria fredda del deserto notturno che entra dalla finestra della sua stanza. “Chi sei?” si mette a sedere e ai piedi del letto scorge nel buio un ninja senza coprifronte, rivestito da stoffa nera che gli lascia scoperti solo gli occhi nero pece,
“ Devi tornare a casa” i ninja è sicuramente un uomo vista la voce profonda,
“Non ho più una casa”
“Se non torni attaccheranno…”
“Mitsuyu non lo può fare”
“È lui che comanda ora” Matsuri abbassa la testa demoralizzata,
“ Hai una settimane per decidere, poi sarà guerra.” e detto ciò il ninja scompare in una nuvola di sabbia nera. ^L’esame Jonin è tra tre giorni, non ti farò attendere Gomon^.
 
 
RESIDENZA DEL KAZEKAGE
“Kankuro, muoviti con quelle carte”
“Se mi aiutassi Temari avrei già finito!”
^Mancano un paio di giorni agli esami per passare da chunin a jonin, chissà se partecipa anche lei?^
“Quelle sono le ultime, il resto è tutto pronto, andate a letto finisco io..”
Kankuro e Temari sfiniti, si dirigono verso le loro camere, e Gaara rimane da solo in cucina,
^Se Matsuri diventa jonin non la dovrò più allenare e noi potremmo…devo smetterla di  farmi film mentali, magari non le piaccio nemmeno, e le prove dei jonin sono molto difficili, non tanto per il corpo, ma per la mente, saranno portati allo stremo delle forze.^ finite le ultime pratiche organizzative Gaara va a dormire, se Shukaku si dimostra clemente anche questa notte.
^Ho un brutto presentimento, è da un po’ di tempo che ci sono tempeste di sabbia qualche chilometro oltre le mura, e non sembra sabbia normale, dopo l’ esame jonin manderò qualcuno a controllare, quella sabbia nera non mi piace affatto.^
 

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Capitolo 4
*** #4 ***


^Finalmente il deserto è finito…-.-…O.O UN OASI *.*^
“Sia lodato il cielo” si tuffa praticamente nel piccolo laghetto, e subito si sente meglio, una volta uscita dall’ acqua, si accorge di non avere le sue armi, ^Se incontro gli altri chunin sono spacciata^ dall’ altro lato del laghetto arriva uno shuriken, che riesce a evitare, “Sari, chi non muore si rivede…” ^che sia questa la seconda prova?^
“ Chunin la seconda prova è uccidere il vostro migliore amico, o in questo caso, nemico” ^Quel tipo mi piace, ma io non ho armi, e sono esausta, lei ha un arsenale ed è fresca come una rosa!!! Com’è possibile?!?^
“TEMARITEMARITEMARITEMARI”
“Kankuro cosa vuoi?!?”
“Un mega schermo per lo scontro tra Sari e Matsuri-chan *.*”
Gaara rimane impassibile come al solito, mentre l’esaminatore soffoca una risata, per poi rispondere a Kankuro
“ Quella non è la vera Sari, è un illusione, ed è al pieno delle sue forze se non di più, mentre la vostra amichetta è sfinita”
^Matsuri, puoi farcela, ti sei allenata per questo. Forza piccola perla.^
 
“Finalmente siamo sole Matsuri-chan” Sari và alla carica con un kunai per mano, che Matsuri, gli toglie in poco tempo, ma le vengono lanciati sei shuriken, che con la sua agilità evita appena in tempo, ma gliene vengono lanciati altri sei, e poi altri e altri, che evita con l’ aiuto dei kunai presi a Sari ^Ma da dove prende tutte quelle armi?!?^
Sari le se avvicina a gran velocità correndo sull’ acqua, e con un salto le lancia addosso uno shuriken del vento demoniaco, Matsuri lo blocca a fatica con i kunai, poi se ne appropria lanciandolo contro Sari, che per evitarlo si distrae permettendo a Matsuri una scarica di pugni e calci, infine la prende per il collo e la sbatte con la schiena contro una palma dell’ oasi “È finita vipera” stà per allentare la presa quando l’esaminatore “Devi ucciderla!” “Non lo merita, un jonin uccide per una giusta causa” “È una nukenin” “Cosa???” solo ora nota che sulla bandana con attaccato il copri fronte il simbolo di Suna è rovinato con un’ incisione profonda, sta per puntarle in kunai al cuore, quando vede la famiglia di Sari in lacrime, sua madre, il padre, il fratellino, la mano gli trema, “I-io…non…posso.” “Chunin Matsuri, è per il bene di Suna, ^Queste parole…anche Gaara me le ha dette…^
FLASHBACK
 
“Maestro, perché un ninja deve uccidere?”
“Ci sono vari motivi, perché gli viene ordinato, perché fa parte della missione, o semplicemente è meglio così”
“Cosa intende?”
“Anche se a volte ti sembrerà ingiusto, il bene del villaggio va il primo posto.”
FINE FLASHBACK
 
 ^Per Suna^ il kunai si conficca nel petto di Sari , e lei e la sua famiglia si dissolvono nella sabbia del deserto.
^Ci sono quasi, l’ ultima prova e sarò un jonin, per mettere il bene del villaggio anche prima di me stessa…e del mio cuore^
 

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Capitolo 5
*** #5 ***


Gaara guarda Matsuri con i nervi a fior di pelle da ore, e attende con ansia la fine di quella tortura, intanto Matsuri, nella sua illusione si ripara sotto l’ombra di una palma,^Non ne posso più, questa tensione mi sta uccidendo.^ Decide di rinfrescarsi la faccia con l’acqua del laghetto, ma anzi che il suo riflesso vede quello di Gaara, e l’ acqua si trasforma in sabbia, gli vengono risucchiate la gambe come nelle sabbie mobili, e si ritrova davanti Gaara, con lo sguardo di Shukaku e in ghigno malefico in volto, “Ti prego Gaara aiutami!”
“Sai cosa fare.”
“L’ esaminatore?”
“Si… devi ucciderlo se vuoi vivere, devi uccidere il tuo Kazekage” ^Non posso, non lui. Lo amo, come posso ucciderlo?!^ “Piuttosto…la…morte.” Ormai con la sabbia fino al collo, fa fatica a parlare, e subito dopo, sprofonda nella sabbia.
Gaara impaziente, è seduto su una sedia, con le braccia incrociate, e lo sguardo fisso su Matsuri, fino a quando vede delle ninja medico andarle vicino ed aiutarla a mettersi seduta, ^Si è svegliata finalmente. Ma??^ I medici la sollevano di peso, e la portano fuori, “Stia tranquillo Kazekage-sama, la sua allieva è solo esausta, ma ha superato la prova.” ^SI, LO SAPEVO CHE CE L’ AVREBBE FATTA!!^
“Non avevo dubbi” Gaara era bravo a nascondere i suoi sentimenti, e sapeva anche in cosa comportava l’ ultima prova, preferire la morte piuttosto dell’ uccisione del proprio Kazakage, per questo era molto fiero di lei.
“AHHHHHHHHHHHHH” ^I medici!! Cos’è successo?!^ Gaara e tutti i presenti, si fiondano fuori l’edificio e vedono i ninja medico a terra, e Matsuri in braccio a quello che sembra essere un predone del deserto vestito di nero. “MATSURI!!!” Gaara non riesce a nascondere la sua preoccupazione, ma ancora prima che riesca a colpirlo con la sabbia, il bandito è sparito con la sua Matsuri, in una nuvola di sabbia nera. Gaara con i pugni chiusi sui fianchi e la testa bassa, trema per la rabbia, e i suoi fratelli sanno già cosa vuole fare, per questo si allontanano di un paio di metri, seguiti dagli anziani. ^Shukaku, aiutami a trovarlo…e a ucciderlo.^ ^Con molto piacere^
Gaara con gli occhi di Shukaku, si mette a quattro zampe e viene ricoperto dal chiakra rosso del demone, e inizia a correre sui tetti attirando a se la sabbia, che lo ricopre facendogli assumere la forma del demone. Perquisisce la città, le mura e anche oltre, per trovarla ma di lei nessuna traccia, ormai allo stremo e con il buio della notte, torna nel suo ufficio dove ad attenderlo c’è Ibizo.
“Kagekage, c’è una cosa che dovrebbe sapere.”
“Parla” Più freddo del solito si siede sulla sua poltrona, appoggiando il mento sulle mani.
“Vostro padre, all’ epoca fece esiliare uno tra i clan più potenti di Suna, i Kurosuna…”
“Lo so, erano avidi e contrabbandieri, e non si fecero più vedere.”
“Penso che siano tornati e che abbiano rapito Matsuri”
“Ne siete sicuro?” ^Se mi state facendo perdere tempo, giuro sul demone che è dentro di me, che vi ucciderò…^
“I Kurosuna si dividono in semplici banditi entrati nel clan promettendo fedeltà in cambio di denaro e protezione, e nei Kurosuna originali, cioè i discendenti del loro fondatore, Farukon occhi di falco…”
“Arriva al punto” ^Funerale del deserto tra 3…2…^
“I Kurosuna originali hanno tutti gli occhi neri ed un’ abilità innata, il controllo della sabbia nera” Gaara si alza dalla sua poltrona già pronto a ricominciare le ricerche della sua piccola perla.
“Allora sarà facile batterli…”
“Quella sabbia non è come la tua, respirare, essere ferito o anche solo toccarla, ti avvelena, e a seconda della forza di chi la usa muori dopo qualche ora…o in qualche secondo.” ^Questa non ci voleva, però…^
“Allora i Kurosuna come fanno a non uccidersi da soli? Basterebbe una distrazione…”
“Sono più forti di quanto pensi, hanno un tatuaggio sul braccio, fatto con la loro stessa sabbia che li rende immuni, un falco nero, se non ricordo male, che è anche il simbolo del loro clan.”
“Grazie per le informazione, domani vi dirò come agire per il recupero del chunin, anzi, jonin Matsuri.”Ibizo esce dall’ ufficio e Gaara stringe i pugni affondando le unghie nel legno della scrivania,^Matsuri, piccola perla, tranquilla, ti ritroverò, e non permetterò a nessuno di ostacolarmi^ Gaara con lo sguardo arrabbiato e assassino di un tempo, guarda la luna piena, con l’ occhio destro di Shukaku e quello sinistro del suo colore naturale, azzurro, come il cielo del deserto di giorno,
^Jinchuuriki, sono con te…per sta volta.^
^Ci sarà molto sangue; Proprio come piace a te.^

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Capitolo 6
*** #6 ***


Il rapitore di Matsuri si ferma davanti ad una lastra di pietra, appoggiata sul terreno sabbioso del deserto, e con l’ aiuto della sabbia nera apre il sigillo su di essa, rivelando delle scale che portano al piano inferiore,Matsuri prima di svenire per lo sfinimento dovuto all’ esame jonin, riesce a vedere dove si trova, è un’ immensa grotta a forma di cappella, con varie cavità dove riposano su delle brandine, uomini e donne, vestiti come viaggiatori del deserto in nero, ai quali si vedevano solo gli occhi, in un gruppo più ristretto, di circa venti persone davanti a lei avevano in viso scoperto, e sul braccio un falco nero, come i loro occhi.
 
“Kazekage-sama, si calmi…”
“DOVREI CALMARMI???LA MIA UNICA ALLIEVA È STATA RAPITA DA UN CLAN DI ASSASSINI, E TU MI DICI DI CALMARMI” Gaara urla contro chiunque per la paura, di non rivedere mai più la sua piccola perla, ma ai suoi consiglieri sembra solo arrabbiato e nessuno lo comprende, così Temari con il suo ‘tatto’ cerca di parlare con Gaara, quando ormai il suo ufficio è deserto,
“Ti sei innamorato fratellino?” ^Non posso dirglielo…^
“NO”
“E invece si” ^É inutile discutere con lei…^
“Si, hai ragione”
“È inutile che ribatti…..aspetta, ho ragione??”
“Si, lo ammetto, penso….penso di amarla.”
“In questo caso…”
“Temari dove vai?” è già uscita sulla soglia della porta, con decisione risponde al fratello, “Come dove vado? Vado a mettere insieme una squadra di ricerca.”
“Grazie” Temari se ne va chiudendo la porta e Gaara si sente meglio, ora che anche sua sorella cercherà Matsuri senza sosta. ^Il deserto è grande, il loro nascondiglio può essere ovunque^ guardando fuori dalla finestra, Gaara vede molto in lontananza un turbinio di sabbia…nera. ^Che sia…??^ esce di corsa dal suo ufficio, va a casa, entra in camera, si mette la sua giara di sabbia sulla schiena, e un turbante in volto, ^Stò arrivando Matsuri^ e con l’ aiuto della sabbia esce dalle mura di Suna, per andare a riprendersi la sua perla.
 
Intanto Matsuri, nella caverna è stesa su una lastra di pietra in una cavità al piano terra più grande delle altre, sul soffitto, nota ancora il falco nero, e l’ uomo che l’ha rapita appena fuori la stanza, “Finalmente sei sveglia, Matsuri-chan” disse l’uomo, togliendosi il turbante e girandosi verso di lei, ha gli occhi neri come tutti i Kurosuna ‘originali’ e ha circa trent’anni, “Gomon!!! Sono felice di vederti!!”
“Anche io cuginetta, bentornata a casa” Matsuri anche se debole sente il chiakra di Gaara, anche se è ancora lontano, non ci metterà molto ad arrivare,
“Gomon, c’è un intruso.” sta già andando a dare l’ allarme ma Matsuri lo tiene per la manica,
“È il mio maestro, lo mando via, tranquillo.” Gomon usci e sbarrò l’entrata della cavità con uno stato di sabbia nera, in modo che gli altri banditi e non, non vedessero nulla, Matsuri andò in mezzo alla stanza, proprio davanti alle scale d’entrata,
^Gaara non è stupido, troverà il modo di entrare…come faccio a spiegargli questa storia? Come faccio a dirgli che gli ho mentito sul mio passato, per tutto questo tempo?^ con gli occhi umidi, gira la testa e sulla scrivania del capo clan osserva una cornice con una foto, dietro a tutti, un uomo alto con i capelli grigi per la vecchiaia, gli occhi neri e una cicatrice sulla guancia, tiene abbracciati una donna e un uomo, che non hanno più di trent’ anni, che si baciano, e a loro volta in braccio hanno una bambina dai capelli castani, come la madre, il sorriso del nonno, e gli occhi neri, tutti col tatuaggio sul braccio, tranne la bambina di appena cinque anni, troppo piccola ancora per averlo, “Nonno occhi di falco…guarda il tuo clan come si è ridotto.” Lacrime silenziose rigarono il volto di Matsuri al ricordo, del grande Farukon occhi di falco, di suo figlio Reidasu, di sua moglie, Heiki e della loro giovane figlia….Matsuri Kurosuna.

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Capitolo 7
*** #7 ***


Gaara solcava il deserto sorretto dalla sua nuvola di sabbia da un po’, quando ormai vicino al turbinio di sabbia nera, scese e sistemandosi meglio il turbante sul viso, si addentro in quella tempesta scura, facendosi scudo con la sua sabbia, camminò per qualche altro metro prima di sentire la sabbia intorno a lui meno intensa, e sbatte il piede contro una pietra, abbassando lo sguardo vede che sulla lastra c’erano delle incisioni, e lì stranamente la sabbia nera non si posa, ^Sembra quasi…un porta, con un sigillo…^ rimase a fissare la lastra per qualche secondo prima di usare la sua sabbia per cercare di aprire la lastra ^Speriamo non ci siamo trappole, e che Matsuri stia bene^ la lastra si apre a metà, rivelando il suo passaggio segreto, Gaara scende le scale con circospezione per verificare che non ci siamo trappole, ma anche con aria arrabbiata ^Mi deve delle spiegazioni, e le pretendo ora!!!^ alla fine della scalinata  presume di trovarsi nell’ ufficio del capoclan dei Kurosuna, dato l’ immenso falco nero disegnato sulla parete davanti a lui e sul soffitto, davanti a lui la fonte della sua ‘collera’.
“Gaara io…” Matsuri stringe i pugni, imbarazzata dalla situazione, soprattutto perché Gaara voleva delle spiegazioni, lei lo sa, solo che non sa come dirglielo.
“Stai bene?” la solita voce fredda fa crescere il tentennamento di Matsuri ^Ti prego perdonami, ma è per la mia famiglia^
“Si…” le parole le si bloccano ancora una volta in gola,
“Andiamo” Gaara sta per voltarsi, aspettando che Matsuri lo seguisse senza esitare, e lo farebbe volentieri, se non fosse che ne vale il bene di Suna.
“Non posso” Matsuri trova il coraggio di parlare con la voce fredda imitando quasi il suo maestro, “ Immagino vorrai delle spiegazioni”, Gaara sorpreso dentro di se per la sicurezza della sua allieva, non può far altro che rigirarsi, per capire dai suoi occhi se dicesse la verità riguardo le spiegazioni, da lui tanto attese,
“Parla, ti ascolto” ^Spero per te, che hai un buon motivo per restare, altrimenti ti riporto a Suna che tu lo voglia o no!!!^
“ Questa è la mia famiglia Gaara, ti ho mentito quando dicevo di non avere un clan, io sono una Kurosuna…”
“Non è possibile, non sai controllare la sabbia nera, non hai il marchio, e non sei neanche un bandito.” non la lascio proseguire, perché secondo lui non aveva senso, credeva di conoscere bene la sua allieva…….credeva.
“Ti sbagli…..Di che colore ho gli occhi?” Gaara non ci capiva più nulla, ma incrociando le braccia al petto, mantenne l’ espressione fredda e la assecondò
“Neri, come molte altre persone, che non sono di questo clan” Matsuri, con una mano si strinse il gomito del braccio opposto, e pose lo sguardo sul suo braccio,^ Perché sei così testone, cerca di capire^ Matsuri, per essere più chiara e finire alla svelta quella conversazione, si alzo la manica, che le arrivava fino al gomito, fino alla spalla, e in bella vista sulla sua pelle chiara, il falco nero risaltava più che mai.
“Non mi importa, tu torni a Suna, anche se il resto del clan è esiliato, tu non hai fatto niente contro il villaggio.” Matsuri non c’è la faceva più della sua testardaggine, e la lingua magicamente le si sciolse rivelando l’amara verità,
“Se io torno a Suna, secondo la gerarchia del clan il titolo di capo andrà a mio cugino Mitsuyu, lui vuole attaccare Suna con i banditi al suo cospetto e uccidere tutti gli abitanti.” ormai le lacrime premono per uscire dai suoi occhi neri, che però le trattengono, non vuole essere debole davanti a lui, non vuole che la ricordi così, visto che non potranno più vedersi,
“Tu non puoi farci niente”, lei voleva risparmiargli il suo albero genealogico, faceva troppo male parlarne ^Sei proprio…un baka.^
“Finchè io resto, sono io il capo clan essendo la nipote del fondatore, e figlia del precedente capoclan, per quanto riguarda il controllo della sabbia, l’ ho sempre avuto ma non potevo usarlo, altrimenti gli anziani mi avrebbero cacciata, Gomon uno dei miei cugini mi ha mandato a Suna, dopo la morte dei miei genitori perché voleva una vita migliore per me.”
Gaara con il cuore in gola per quella dichiarazione sulla Matsuri di cui non era a conoscenza era ancora più deciso a portarla via da quel luogo.
“Vattene Gaara” Matsuri si volta di spalle con voce fredda e distaccata, spera di mandar via il suo Gaara da qual posto maledetto, ma lui non si muove ^Non volevo arrivare a tanto^ volta il busto e con un cenno della mano fa comparire dal terreno degli aculei di sabbia nera che lo fanno indietreggiare,
“Ok, me ne vado” Gaara al secondo scalino si ferma per sussurrare delle parole, abbastanza forte però da essere sentite da Matsuri “per ora.” Dopo un po’ quando la lastra di pietra si chiuse, affermando che Gaara se n’era andato,Matsuri pianse lacrime silenziose, che cessarono appena il muro di sabbia, che dividevano quella che ormai era la sua stanza con il resto del covo, si sbriciolò facendo entrare l’’essere causa dei suoi guai, Mitsuyu.
“Hey cuginetta!!! Finalmente il tuo ospite se n’è andato, speravo te ne andassi anche tu…” fisicamente si assomigliavano, dato che i loro padri erano fratelli, stessi occhi neri, stessi tratti del viso…ma Mitsuyu era mille volte più viscido e meschino,
“Ora il capo sono io, e me ne andrò solo da morta, a costo di proteggere il villaggio sono disposta a rimanere in questa topaia a vita.” Matsuri con lui doveva sempre fare l’acida, altrimenti lui ne avrebbe approfittato soffiandole il posto da capoclan,
“Ma, cuginetta, hanno ucciso i nostri genitori per colpa sua…lui deve pagare per primo.”
“Lui non sa niente di questa storia, è stato suo padre lo sappiamo entrambi, e sabbiamo che è colpa della sete di potere di TUO padre se sono morti. Ora…esci dal mio ufficio.” Mitsuyu esce dall’ ufficio del nuovo capoclan con un ghigno malefico in volto ^La ragazzina mi ha soffiato il posto…ma ha detto fino alla sua morte….che non tarderà di certo ad arrivare.^

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Capitolo 8
*** #8 ***


Gaara è tornato a Suna, attraversa il villaggio con i pugni chiusi sui fianchi e lo sguardo basso, finche non arriva a casa, entra sbattendo la porta, e senza notare i fratelli seduti al tavolo della cucina, sale le scale, entra in camera sua e sbatte la porta.
Temari e Kankuro si guardano stupiti per qualche secondo,
“Tema, secondo te dov’è stato tutto il giorno?”
“Secondo me a cercare Matsuri”
“Vado a parlargli” disse sorridente il micio convinto di fare un favore al fratellino, prima che salga le scale Temari lo atterra come un giocatore di rugby, e prendendolo per il colletto lo sbatte al muro, e lo schiaffeggia, e cercando di tenere la voce bassa per non farsi sentire al piano di sopra,
“Ma sei impazzito, l’ hai visto in faccia, non credo che voglia compagnia, vuoi che ci riempia la casa di sabbia?!”
“Ok,ok, come vuoi”
Passarono ore prima che Gaara si decidesse ad uscire dalla sua camera, erano ormai le 23…Scese le scale, e vide i fratelli seduti intorno al tavolo che giocavano a 
ma-jiong, si sedette anche lui, e i due smisero di giocare,
“Kankuro, vai al palazzo, e cerca qualsiasi cosa riguardi i Kurosuna.” 
“Ma…gli anziani non mi lasceranno mai entrare negli archivi”
“Allora trova un modo per entrare” Kankuro con un sorriso a trentadue denti, annui e uscì trionfante, contento di far arrabbiare gli anziani, da lui tanto odiati,
“Temari…trovato niente?” anche lei aveva girato tutto il giorno Suna, ma senza avere fortuna, “No, ma…sono stata nel vecchio quartiere dei Kurosuna e…”
“E…” Gaara appoggio i gomiti sul tavolo guardando la sorella negli occhi e invogliandola e continuare, “Ho trovato questa, nella villa principale, quella bambina sembra…” Lei gli porse una foto, era la stessa che Gaara aveva notato sulla scrivania, quando è andato da Matsuri, senza riuscire a riportarla indietro… prese la foto, rovinata e con i bordi bruciati, e un sorriso amaro apparse sul suo volto
“Si Temari…è lei…con la sua famiglia” e continuo riferendo alla sorella tutto ciò che Matsuri gli disse prima di cacciarlo, finito il racconto entrò Kankuro, con una pergamena in mano, “Fratellino, mi devi un favore. Questo è tutto quello che sono riuscito a trovare” porse la pergamena a Gaara che la osservo per parecchi minuti, finche gli altri due persero la pazienza, “Allora!!! cosa c’è scritto?”
“ Nostro padre cacciò dal villaggio l’ intero clan perché tra loro c’era un traditore, e per impedire il loro ritorno uccise il capoclan e sua moglie.” Kankuro si sistemò le orecchie del suo custume “ Ma cosa c’ entra con Matsuri??” Temari spiego al fratello la storia di quell’ intreccio famigliare e alla fine disse “ Però, non capisco, perché Matsuri sia rimasta al villaggio, mentre suo cugino lo vuole distruggere?”
Gaara ci pensò un po’ ma poi fu tutto chiaro, “ Nostro padre ha ucciso i suoi genitori, come quelli di suo cugino, anche se nella pergamena non lo scrivono” i fratelli erano ancora confusi, così diede maggiori informazioni “ Il traditore era lo zio di Matsuri, lei fu lasciata all’ orfanotrofio di Suna da Gomon, mentre Mitsuyu cerca ancora vendetta contro Suna, ma finche lei è a capo del clan lui non può fare niente.”
I fratelli ora avevano capito e riportarla a casa non sarebbe stato semplice, e Temari lo mise in guardia, “Gli anziani non ti lasceranno andare da lei.”
“E con questo?” Gaara lanciò uno sguardo di sfida alla sorella che però era indirizzato agli anziani, e lei capì che in modo suo voleva dire-Non mi importa, ma io la riporto a Suna-, i fratelli maggiori si guardarono negli occhi, per poi guardare il minore, e dire all’ unisono “Siamo con te” ^Grazie, sapevo di poter contare su di voi^
voleva quasi abbracciarli, ma era sempre il freddo Kazekage, allora li congedò in tono freddo “Allora andiamo a dormire, domani partiamo” detto questo tutti e tre salirono le scale e entrarono nelle loro camere, Gaara si buttò sul letto a dorso nudo e la sua mente andò alla sua perla, sperando che stia bene.

GROTTA SOTTERRANEA DEI KUROSUNA.

Matsuri cercava di dormire sulla lastra di pietra nella sua camera, molto più scomoda del suo futon,^ Se Gaara fosse qui mi addormenterei subito…NO, devo dimenticarlo, non lo rivedrò mai più^ scosse la testa per togliersi il pensiero del suo maestro, dopo un po’ stava per addormentarsi, quando sentì qualcuno appena fuori dalla sua piccola caverna personale, ma  non se ne preoccupò molto, era normale visto che non c’erano porte, senti della sabbia andarle addosso, e si protesse con la sua mettendosi subito allerta, “Mitsuyu so che sei tu, entra”
“Cuginetta! Non ti facevo così brava, il tuo sensei ha fatto un buon lavoro”
“Non mi sono mai allenato con la sabbia insieme a lui”
“Allora devi averlo osservato molto bene” ^Non mi sembra il caso che si metta contro di me, è vero ho osservato Gaara e ho imparato molte cose, sono più forte di quanto sembra^
“Cosa vuoi Mitsuyu” ^Sono stufa dei suoi giri di parole^ Matsuri amava il suo clan e lo rispettava, tranne lui, le aveva portato solo guai,
“Mi pare ovvio…voglio ucciderti ed essere il capoclan” entrambi si guardarono con sguardo di sfida, e Matsuri fece salire la sabbia nera, fino alle sue mani pronta a combattere,
“Non esserne così convinto, sono pronta”
“Calma ragazzina, non sono così meschino, se ti uccidessi adesso verrei cacciato, sei molto a cuore a tutti qui, tranne i miei banditi, loro non si fanno incantare dai tuoi occhioni”
“Domani a mezzogiorno, al centro della grotta, così ci vedranno tutti, e la smetterai con la tua sete di potere”
“Uhhh che cattiva hai tirato fuori i denti, facciamo le cose più interessanti…se vinci tu potrai uccidermi, o me ne andrò e non ti darò più fastidio a te la scelta…”
“E se vinci tu?”
“AHAHAHAH facile, tu muori, io capoclan, la mia sabbia e i miei banditi attaccano Suna uccidendo tutti….compreso il tuo amato Gaara, ahaha a domani” e se ne andò, subito Matsuri chiuse l’ apertura con la sabbia nera, e si mise in un angolo a piangere ^ È un pazzo, non posso perdere….^ soffoca una risatina che farebbe invidia a quel pazzo di Mitsuyu ^Lo stupido però non sa il segreto della sabbia nera, crede di essere imbattibile e avvelenare tutti, compreso Gaara, ahahah povero stupido^ Matsuri si sedette in mezzo alla camera a giocare con la sabbia, e un ghigno cattivo le contornò le labbra, lanciando una mangiata di sabbia nera sulla lastra di pietra, che si corrose facendola passare da parte a parte ^Non vedo l’ora che sia domani, per dimostrarti che sono diventata molto più forte, e per fartela pagare, a te e tuo padre, il traditore che ha rovinato i Kurosuna.^

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Capitolo 9
*** #9 ***


Gaara non ha chiuso occhi per tutta la notte, e non per colpa del tasso, mille domande lo assillavano, anche quando i primi raggi del sole, toccavano il villaggio, ^ Chissà quanti sono i banditi? Come combattere gli altri dominatori della sabbia? Se io e i miei fratelli uccidiamo i Kurosuna…Matsuri ci odierà? Mi odierà?^ si mette a sedere a bordo del letto e si scompiglia i capelli, devo essere le sei del mattino visto che il sole è appena sorto, e per calmarsi decide di fare una doccia fredda. Uscito dalla doccia si prepara, ^Le otto…meglio chiamare i due scansafatiche^ davanti alla porta di Temari, gli venne in mente quando era Kankuro a svegliarla, lei lo inseguiva per casa con il ventaglio per ore intere, ^Meglio di no -.-^ così va alla camera del fratello, e ci entra trovandolo arrotolato nelle lenzuola, che russa come un trombone, di solito non lo faceva, ma dovevano andare da Matsuri…era una giusta causa, fece passare della sabbia sotto il materasso, lo sollevò e lo inclino in modo che l’ essere dormiente, ruzzolasse giù “Potresti essere un po’ più delicato sai!!!” Gaara uscì dalla stanza si avvicinò alla porta della sorella, e le diede dei sonori pugni, poi filò subito in camera sua, da lì si potevano sentire gli altri due litigare, ^Scusa Kankuro…^ dopo circa mezz’ora, si trovarono tutti e tre in cucina, “Io e mia sabbia ci occupiamo dei Kurosuna, voi liberatevi dei banditi, chiaro?” gli altri due annuirono, uscirono di casa e si avviarono alle porte di Suna, ci avrebbero messo piò tempo per raggiungere i Kurosuna, avevano deciso di non correre per risparmiare chakra, sarebbe stato un viaggio tranquillo, se non fosse per la lingua lunga di Kankuro, “ Come non abbiamo fatto ad accorgerci che sa dominare la sabbia?” visto che Gaara non avrebbe risposto lo fece Temari “È brava, non c’è altra spiegazione, deve avere un buon controllo” “ E il tatuaggio sul braccio?” “Kankuro esiste il trucco, dovresti saperlo” “Secondo te quando l’ ha fatto?” “ Quando Matsuri aveva dieci anni era già all’ orfanotrofio, almeno mi ha detto così, doveva già averlo prima di arrivare a Suna” Kankuro si sfrega il braccia al pensiero che una bambina che si fa un tatuaggio, gli vengono i brividi solo a pensare agli aghi, Gaara si sentiva tremendamente in colpa, camminava qualche passo avanti ai fratelli, a testa alta per non darlo a vedere ^Sono una stupido, dovevo saperlo, come ho fatto a non capirlo prima? Mai visto il tatuaggio, mai visto qualche spostamento della sabbia, sono stato cieco per tutto questo tempo… mi farò perdonare, devo farlo…devo dichiararmi, troverò un modo, e se non ricambia almeno l’ avrò riportata a Suna…resisti, piccola perla^ fece un sorriso amaro al suo ricordo, e tirò fuori dalla tasca una perla, una rara, come lei, era nera, lei era la sua perla nera. 12:00 COVO DEI KUROSUNA Al centro della caverna, ai lati opposti, Mitsuyu e Matsuri erano pronti alla loro sfida per il titolo di capo clan, ma prima dovevano renderlo ufficiale. Matsuri fece chiamare tutti i Kurosuna ‘originali’ e spiegò loro la situazione “ Oggi, io e Mitsuyu ci sfideremo per il titolo di capo clan” Gomon si allarmò subito, Mitsuyu era una macchina da guerra, mentre lei non aveva usato la sua abilità innata per molto tempo, le ultime parole di Matsuri lasciarono tutti a bocca aperta “fino alla morte” “hahahahah” una risata da maniaco si fece sentire dal lato apposto in cui si trovava Matsuri “ Brava mi sono commosso, ora cominciamo!?!” con uno schiocco di dita i Kurosuna furono imprigionati in una gabbia di sabbia, “Non voglio che interferiscano mentre ti faccio fuori” lei si limita ad annuire ^È un folle, per fortuna che mi sono allenata in segreto con la sabbia^ Mitsuyu si ricoprì le mani con la sabbia, e si scagliò contro di lei che fece lo stesso, in un combattimento corpo a corpo, erano in stallo, uno attaccava, l’ altro schivava e contrattaccava, e fu così per una mezz’ ora abbondante, con un balzo all’ indietro si allontanarono “ Devo ammetterlo cuginetta, il tuo maestro ha fatto un buon lavoro” ^Non lo devi neanche nominare!!^ Matsuri sbatte un piede a terra e Mitsuyu fu sbalzato verso l’ alto da della sabbia che lo colpì sotto il mento, ancora in alto, sbatte le mani davanti a se, e due onde di sabbia intrappolano Matsuri, “Sei finita!!!” stinge i pugni e viene stritolata, riatterrato al suolo si accorge di aver attaccato un fantoccio, “La tecnica della sostituzione di sabbia” Matsuri lo attacca alle spalle con una spada di sabbia che lui evita per un pelo, ne crea una anch’esso, dopo infinite stoccate e parate, le due lame si scontrano con una potenza tale da distruggerle entrambe, con un balzo i due si portano a distanza l’ uno dall’ altro, e si studiano a vicenda con il fiato corto, “Devo ammettere…ragazzina…che non ti credevo…così forte” “Il mio maestro…ha fatto un buon…lavoro” si mette una mano dietro la schiena, e con la sabbia crea degli shuriken, e li lancia velocemente contro il suo avversario, che li avita spostandosi a lato, e lanciando a sua volta altri shuriken, Matsuri riesce a controllarli e rimandarli al mittente, li blocca anche lui e li trasforma in spiedi a cui ne aggiunge molti altri, e come una pioggia di meteoriti ricade su Matsuri che si protegge con la sabbia, e la lancia con tutta la forza che ha contro il cugino, che riesce a bloccarla, anche se con sforzo. Un piccolo terremoto fa allarmare tutti i presenti, Mitsuyu chiama a raccolta i suoi seguaci “Qualcuno è all’ entrata, banditi andate a controllare” ^Sono tre....dal chakra sembrano Temari, Kankuro….e Gaara^ “Tranquilla ragazzina, i miei banditi li faranno fuori” “Io non ne sarei così sicuro…cuginetto”, e proseguono la loro furiosa lotta. Intanto all’ entrata della caverna, i tre fratelli sono circondati, con l’inferiorità numerica, ci impiegano più del previsto a metterli tutti al tappeto, il prossimo passo è trovare Matsuri, e i tre si dividono, dopo appena qualche passo, alle narici di Gaara arriva un odore che conosce fin troppo bene …. sangue. Comincia a girare senza meta cercando di seguire quel odore acre, delle persone gli vengono incontro correndo, alcune piangono, altre le aiutano a tenersi in piedi, ed ad uscire da quel buco, che ora chiamano casa, mentre lo sorpassano quasi fosse un fantasma, riesce a capire solo frasi disconnesse, e senza senso, fino a quello che non voleva sentire “Povera Matsuri …. era così giovane” a quelle parole ricominciò a camminare a passo più spedito, accelerando sempre di più, ora correva, si fermò arrivato in un grande atrio, sangue, ovunque guardasse c’era sangue, al centro una figura era stesa in un lago di liquido rosso ancora fresco, si avvicinò di qualche passo, pregando che non sia la sua perla ….. anche se divisi da almeno cinque metri, tirò un sospiro di sollievo, non era lei. Qualcosa si era appoggiato alla sua schiena, si irrigidì era pronto ad attaccare, quando una voce, quella voce, ormai un sussulto gli fece capire che non era un nemico, “G-Gaara….” stremata Matsuri gli cinse il petto con le mani, per non cadere, per quanto si trattenesse Gaara non riuscì a trattenere le lacrime e a non darsi pace per i sensi di colpa che lo aggredirono,


si asciuga velocemente, si gira appena in tempo per prenderla al volo, tossisce sangue, con ferita profonda le tinge l’ addome di rosso, la prese in braccio per riportarla a Suna e farla curare, un genito di dolore gli fece notare che probabilmente Matsuri era più grave di quanto pensasse, paura di non rivederla, terrore per quelle ferite, devozione per aver salvato il villaggio, Gaara non sapeva che nome dare a tutte quelle emozioni, talmente forti che lo fecero cominciare a correre, chiamare a gran voce i fratelli, che si stavano occupando dei rimanenti del clan, e ancora correre, correre verso Suna, per salvare lei, e per salvare se stesso che ogni secondo che passava si sentiva morire, come stava per fare la sua perla.

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Capitolo 10
*** #10 ***


Arrivati all’ ospedale di Suna dopo un tempo interminabile di corsa nel deserto, i dottori, lo hanno avvisato, è ridotta male: costole inclinate, emorragie interne. Non riusciva a stare fuori dalla sala operatoria, non poteva aspettare che qualcuno uscisse per dirgli che è morta per difendere il villaggio. Decise di tornare nel suo ufficio, dopo ore di pratiche e discussioni con gli anziani, avevano preso la decisione di ricostruire il quartiere Kurosuna, e di reintegrarli al villaggio.
Sono passate 4 ore da quando Matsuri è finita sotto i ferri, non voleva tornare all’ ospedale per dirle addio, non voleva trovarsi di fronte a quella realtà così crudele, come se non avesse sofferto abbastanza, ora si incolpava da solo, “Dovevo proteggerla, non doveva andare così, dovevo esserci io al suo posto, sono io il Kazekage, maledizione” con un violento pugno crepa la sua scrivania, attirando l’ attenzione di Temari, che entra nel suo ufficio, “Gaara, tutto bene?”
“No, sono tremendamente deluso, da me stesso. Dovevo occuparmene io di quel pazzo, non lei.”
“Non potevi fare niente, dovevano risolverla tra di loro”
“Ma Matsuri non merita di morire” si avvia verso la porta, ma Temari lo tiene per la manica “Parli come se fosse già morta”
“Lei è morta, è in condizioni critiche, sono quasi 5 ore che la stanno operando.”
“La sottovaluti troppo, se avessi messo piede fuori dal tuo ufficio sapresti che l’ operazione è finita”
“Come stà?” il volto di Temari si rabbuia e abbassa lo sguardo, “Non troppo bene” Gaara esce dal palazzo e si dirige a passo spedito verso il parco, una volta arrivato si siede su l’unica altalena che c’è, la stessa dove da piccolo passava le giornate, con lo stesso sguardo triste di un tempo guarda il suolo, “Ora che faccio? Se vado da lei non so come potrei reagire, ma se non ci vado” con la mano si stringe la tunica da Kage all’ altezza del cuore, si sentiva vuoto, e l’istinto fu più forte di lui, “Devo vederla”. Difronte alla porto dell’ ospedale fece un profondo respiro per calmarsi e rimanere il solito freddo e impassibile che tutti conoscono, appena oltre la soglia il capo reparto lo accolse col volto provato per la fatica “Kazagage-sama, ci vorrà del tempo e non è ancora fuori pericolo, ma tornerà come nuova” annuì col capo e poi senza dire una parola, si avviò per quei corridoi, verso la camera di Matsuri. Sul letto, quasi completamente fasciata da garze, il volto prima gonfio per le botte, ora è quasi normale, le vedeva solo il profilo, non si è ancora svegliata, Gaara perse un battito, un dubbio si balenò nella sua mente, un’ infermiera era entrata per controllare Matsuri “Perché non si è ancora svegliata?” l’ infermiera lo guardò tristemente, e sussurrò con un filo di voce, “È in coma” il Kazakage freddo e impassibile, granò gli occhi per la sorpresa, e si ripromise che una volta sveglia, le avrebbe lasciato vedere il vero Gaara, quello che ora è in grado di amare. Se lei si sveglia…..
Erano passati almeno venti minuti da quando era lì ma lei continuava a fissare il soffitto con gli occhi chiusi, ogni minuto che passava si avvicinava sempre di più, sperando che si svegliasse e che arrossisse come fa sempre quando sono troppo vicini, ora è seduto sul letto, allunga la mano per spostarle una ciocca di capelli, e continua a starle vicino, finche l’ orari di visita glielo consente, “Questa volta non ti lascerò da sola”, il giorno seguente si ripete la stessa cosa, la mattina in ufficio, il pomeriggio all’ ospedale, la stessa cosa per la settimana dopo, e quella dopo ancora.
Ancora in coma, tre settimane, ogni giorno la andava a trovare, quel giorno indossavano entrambi una maglietta nera, Matsuri ora ha solo gli avambracci fasciati, arrivato nella sua camera d’ospedale, Gaara si tolse la tunica da kage, anche lui sotto aveva una maglietta nera. Si sedette sul bordo del letto, di solito non parlava, ma quella volta doveva farlo, “Senti Matsuri io….” sospiro “non sono mai stato bravo a parole e con i sentimenti in generale, però…. ogni volta che sei con me, mi dimentico di essere un mostro, mi sento, felice e non voglio perderti, svegliati e ti prometto che… non ti farò mancare niente, saremo felici insieme… se anche tu provi quello che provo io.” si appoggio con le braccia al letto, una per parte, le diede un bacio sulla fronte, la tempia, la guancia, si avvicinò al suo orecchio e sussurrò un sottile “Ti amo”, non si alzo subito, ma quando ci provò non ci riusci, si è svegliata. Ora piangeva “Non lasciami Gaara, ti prego” lui la abbraccio forte, lo aveva sentito? “Non lo farò mai” si allontanò per lasciarla sedere, “Vado a chiamare l’ infermiera, torno subito” doveva avvertire lo staff medico che ere sveglia, ma non fece mezzo passo, che Matsuri gli prese il polso, e con forza, anche se è stata in come tre settimane, lo fece risedere, “Aspetta…. io ti ho sentito poco fa e…” Gaara perse un battito, forse anche di più, si immaginò mille scenari, lei che lo rifiutava era sempre il finale, “….Gaara, ti amo anch’io” in un secondo la baciò, nessuno dei due era esperto in queste cose, si allontanarono dopo pochi secondi, si guardarono negli occhi, e si baciarono di  nuovo con più trasporto, si sdraiarono su un fianco, continuando a baciarsi, e abbracciarsi per paura che fosse solo un sogno e che l’altro sarebbe scomparso, ma ciò non accadde. L’ orario di visita stava per finire, avevano deciso che Matsuri avrebbe fatto finta di svegliarsi solo dopo l’ uscita di Gaara, così nessuno avrebbe fatto domande, prima di uscire da quella porta che lo separava dalla sua nuova vita con Matsuri, Doveva togliersi un ultimo dubbio, “Matsuri, sei sicura di voler essere la mia ragazza? infondo sono un mostro del deserto”   “Non sei affatto un mostro, più che altro sei un tasso. Un adorabile tasso del deserto” era arossita ed era sincera, le lo si leggeva negli occhi “Tu piuttosto sei sicuro di voler stare con me? Ci sono decine di ragazze al villaggio che ucciderebbero per averti”   “Non mi importa delle altre. La mia perla sei solo tu”   “Una perla nera” aggiunse lei in tono malinconico “La più rara e bella di tutte” la bacio di nuovo prima di andarsene.
Lui è il kazekage di Suna, Sabaku no Gaara, il tasso del deserto. E ama Matsuri Kurosuna.
Lei è il capo del suo clan, Kurosuna Matsuri, la perla nera. E ama Sabaku no Gaara.
 
 
ANGOLO DELL’ AUTRICE
Buongiorno o buonasera, buonanotte per i notturni di efp, spero vi sia piaciuta, anche se non sapevo come finirla, recensite please. Un saluto ai due scemi del villaggio ( e amici nella vita reale) Black Shade e White Geneticist, che insieme formano la Juve XD scherzo, vi voglio bene <3, momento dolcezza, non abituatevi -.-
Alla prossima Fan Fiction da Phoenix.

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