Ghost Love Score

di Aryuna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Quattro anni dopo ***
Capitolo 3: *** L'altro lato ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Dedicata a:

-Akuby_ge: Colei che mi ha insegnato a scrivere. Mi ha fatto capire che anche io potevo dare sfogo alle storie che vagavano nella mia mente. Mi ha aiutato a migliorare il mio stile, ha corretto i miei errori, ha letto la mia prima storia, che forse *FORSE* un giorno proverò a pubblicare *dopo avergli dato una notevole sistemata*. Che dire, questultima Long-fict te la meriti tutta, mia cara Akuby ^^ La tua piccola Aryuna.

-Emiko92: La mia migliore amica. Colei che mi ha iniziato alle FanFiction. Ti ricordi comè cominciato, vero? Hai letto la mia storia e mi hai chiesto di scriverti una ficci su Inuyasha. Un ficci che doveva durare venti pagine. E difficile credere che quella storia è proprio Profumo *120 pag*. E che alla fine labbiamo scritta assieme: tutte le scene che ti raccontavo a casa tua, sedute sul tuo letto, le scene ideate sedute nel mio cortile, la pace tra Inuyasha e Kagome, i ragionamenti di Sango, San Valentino. Per te, questa storia, che tu solo sai quanto sia importante per me. Aryuna.

-Roro: Conoscendola, non capirà perché lho inserita tra persone così importanti per me. E invece ne fai parte eccome. Sono poche le persone che davvero mi incitano a scrivere, tanto che devo tenerlo nascosto dalla maggior parte delle mie conoscenze. Io e te non ci siamo mai viste, ma sei davvero una persona importante per me. Nemmeno Emiko è mai riuscita a farmi uscire da alcuni miei brutti momenti di depressione, che invece tu fai scivolare via come nulla fosse, incitandomi a scrivere. Non credo di essere mai riuscita a trasmetterti tutta la mia riconoscenza. Questa dedica, che meriti dallinizio alla fine, è tutta per te. Ary-chan.


Ghost Love Score







Prologo




 

 

 

“...intriso di sfumature ambrate,
affiori dolcissimo nei miei ricordi.
Eravamo soli in quel bosco; tu annuisti
sorridendo e indicasti le stelle cadenti.
Non sono riuscita neanche a dirti addio.
Tormentami, non perdonarmi mai,
lasciami questo dolore lancinante.
I sogni che faccio all'alba son sempre tristi.
Quando il mio cuore ha avuto un palpito,
le lacrime hanno preso a scorrere,
scuotendo il mio corpo.
La catena che ci univa è marcita
in fondo al mare e non tornerà
mai più.”


 

È tutto così scuro, il mio cuore batte così veloce. Quante di quelle pasticche avrò preso? Era una bella manciata, non ho contato. Ma che importa? Perché ci penso adesso? Era quello che volevo, in fondo…’.

Ayame.

Mi chiamate solo adesso? Ora vi importa di me? È tardi per tornare indietro ormai. È stata tutta colpa vostra. Mi avete tradito solo per il successo, io ho perso fiducia, amicizia, lavoro… tutto’.

Ayame!”, urlò Sango, tenendole il polso disperata. Piangeva, i capelli scompigliati e il trucco sciolto. “Rin, hai chiamato l’ospedale?”, strillò, cercando di mantenere la freddezza necessaria.

“Arrivano tra dieci… dieci minuti”, singhiozzò la mora, tenendosi una mano sulla bocca. Perché stava succedendo proprio a loro? Erano così amiche.

In un angolo della stanza, Kagome fissava il biglietto. La prima che lo aveva trovato, nello studio. Continuava a fissare l’ultima frase, senza realmente leggerla, mentre rimbombava accusatoria nella sua mente.

Ora sei tu la cantante, sarai felice, Kagome.’.

“Sei una scema, Ayame”, mormorò tra i denti, mentre lacrime silenziose le scendevano lungo le guance.

Ayame Kinomoto.

Chi mi chiama? Non è la voce di Sango’.

Ayame Kinomoto, preparati alla tua punizione.


 

“Stasera abbiamo riunito tutta la famiglia”, cominciò la donna, alzando il bicchiere per il brindisi, “per festeggiare il ritorno di Miroku in famiglia!”.

“Mamma, sei troppo buona”, sorrise il ragazzo dai capelli corti, tenendo il braccio attorno alla sorellina, preoccupata, “Tutto ok, Shiko?”. La piccola annuì.

Miroku, il dottore ha detto che la schizofrenia ti è passata”, disse poi, mostrando i suoi timori, “quindi non… non succederà più nulla di male, vero?”.

Miroku sorrise, stringendola a sé. Gli anni in quella maledetta casa di cure erano stati tremendi, ma sembrava che adesso la malattia non fosse più un problema, nella vita di tutti i giorni.

“No, Shiko. Adesso è tutto a posto”.


 

Inuyasha”, disse gelido il demone argentato, apparso dal nulla, “quella strega ti vuole”.

“Non scocciare Sesshomaru”, ribatté il ragazzo, comodamente sdraiato su un divano nero con canotta e jeans, “quella racchia aspetterà”.

Inuyasha”. Il suo tono di voce sembrava, se possibile, più freddo del solito. Il ragazzo si voltò, muovendo le orecchiette da cane infastidito. Anche il volto di Sesshomaru lo spaventò. Scuro.

“Si tratta di Kikyo”.









 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questa storia è la mia ultima long-fic.

Non è una certezza, ma quasi una sicurezza. Mi spiace doverlo dire, almeno adesso senza poter dare delle motivazioni, ma è così.

Vorrei chiedere a tutti i lettori un piccolo favore.

Vorrei chiudere questa fan fiction con un bel ricordo, come fu per Profumo, cosa che le altre non mi hanno dato del tutto. È la mia ultima, e non vorrei sprecarla.

Mi è capitato, in alcune mie storie, di non avere più commenti, cosa che mi ha fatto credere seriamente che le mie storie fossero cadute nella banalità e non piacessero più. Ho provato il desiderio di fermarmi. Non l’ho fatto solo grazie alle persone sopracitate. Vorrei chiedervi solo poco del vostro tempo per commentare, per farmi sapere un parere, anche se non vi piace.

Grazie in anticipo di tutto.


 

Aryuna

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Capitolo 2
*** Quattro anni dopo ***


In questo capitolo si scopre il cross-over, che poi aggiungerò nelle note ^^ *volevo rimanesse un segreto!*

Buona lettura!

P.S. La canzone citata all’inizio è Bloody Valentine dei Good Charlotte, la seconda è ovviamente I Am, seconda opening di Inuyasha ^^

Aryuna

Quattro anni dopo




 

 

 

…Ti prego non piangere
Laverò le mie mani insanguinate e 
Cominceremo una nuova vita
Non conosco molto in fin dei conti
Non conosco la distinzione tra giusto è sbagliato…



 

 

Ieri notte c’è stato il concerto delle Full Moon Wo Sagashite! Una nostra ascoltatrice chiede una loro vecchia canzone, quando il gruppo si chiamava ancora Full Moons. Ecco per voi I Am,cantata da Ayame Kinomoto!

Sagasou yume no kakera hiroi atsume 
Setsunakutemo ima nara sagaseru darou 
Mekurumeku manichi no katachi kaete 
Setsunakutemo tashika na ima o kanji you
 ”.

Una ragazza mora spense la radio, in malo modo, quasi a volerla schiacciare sotto il peso della mano. La seconda parte della strofa era un duetto. Il loro duetto. Si morse il labbro, ed uscì dalla stanza sbattendo la porta. Tre paia di occhi la seguirono, due rassegnati, l’ultimo decisamente confuso.

Era una ragazza di sedici anni e mezzo, lunghi capelli neri decorati da boccoli, e occhi blu, tendenti al viola. Spostò lo sguardo sulla sua radio, desiderosa di riaccenderla, ma consapevole che era un gesto non adatto alla situazione.

Kagome è ancora sconvolta”, mormorò una ventenne mora, con i capelli sbarazzini legati in parte in un codino laterale. Anche i suoi occhi nocciola erano spenti, ripensando alle vicende di quattro anni prima.

Rin, lasciamo stare l’argomento, ti va?”, domando scocciata una ragazza della stessa età, capelli legati in una coda alta e decisamente affascinante. La più piccola delle tre si concentrò su di lei, conscia del fatto che anche Sango non amava toccare l’argomento. Si sentiva responsabile, credeva. In fondo era lei la fondatrice del gruppo. Di tutti e due i gruppi. Alzò lo sguardo verso una foto, che le ritraeva tutte e cinque insieme, quando lei era ancora una loro fan e mai avrebbe sperato di entrare a far parte del gruppo che tanto amava. L’audizione, essere stata scelta tra tante, le sembrava ancora impossibile.

Mitsuki, depressa anche tu?”, domandò Rin, confusa, distogliendola dai suoi pensieri. Lanciò un’ultima occhiata alla ex-cantante, la rossa – Ayame – prima di rispondere sorridente a Rin.

“No no, non preoccuparti. Dovreste raggiungere Kagome, piuttosto”, disse con voce squillante, facendo la ragazzina come suo solito. Sango alzò gli occhi al cielo. Quando mai Mitsuki aveva problemi, era così spensierata. Si alzò, per raggiungere Kagome, lasciando sole Rin e Mitsuki.

Non fu difficile trovarla, come suo solito era sul tetto dello studio, seduta con le gambe raccolte, stringendo quel maledettissimo foglietto – ormai quasi completamente consumato – ma con quelle parole ancora ben leggibili.

Ora sei tu la cantante, sarai felice, Kagome.’.

“No che non lo sono, scema”, singhiozzò, lei, nascondendo il capo tra le ginocchia. Come poteva essere felice? Si era rifiutata di cantare ancora, adesso era Rin a fare i duetti con Mitsuki. Come avrebbe potuto tradirla così?

Kagome?”, la chiamò Sango, sedendosi accanto a lei sul freddo pavimento di pietra. La ragazza distolse lo sguardo, per non far vedere che aveva gli occhi lucidi. Tipico comportamento di Kagome.

“Non credi sia ora di tornare dentro? Non è stata colpa tua, lo sai”, sussurrò Sango, passandole un braccio sulle spalle. Kagome si divincolò, scattando in piedi.

“No, immagino che ora dirai che è stata colpa tua”, ribatté, gelida. Sango si rabbuiò, mordendosi un labbro. Kagome fece lo stesso: stava di nuovo peggiorando la situazione.

Scusa… andiamo, Mitsuki e Rin si staranno preoccupando”, liquidò, dirigendosi verso le scale. Sango strinse i pugni. Aveva rifondato il gruppo, per cercare un qualcosa. Cercava coloro che erano prima dell’incidente, altrimenti il loro nome non sarebbe stato Full Moon Wo Sagashite – Cercando la luna piena. Sperava che Mitsuki le tirasse su. Ma a quanto pare, erano destinate a crollare lentamente.


 

Inuyasha!”, urlò un ragazzo robusto, facendo irruzione nella grande e macabra casa. Il giovane, sdraiato sul divano, scattò a sedere, svegliato da quella voce fastidiosa. Strinse i denti, mentre si alzava in piedi, sistemando gli scompigliati capelli argentati. Solo Koga poteva essere così rumoroso.

“Come ti sei permesso di appiopparmi di nuovo il tuo lavoro, eh?”, strillò Koga, agitando la coda da lupo, e prendendo Inuyasha per la maglietta. Quello si grattò la testa, ignorandolo, e agitando tranquillamente le orecchie da cane.

Kanna non si sta lamentando”, constatò, puntando gli occhi sulla silenziosa presenza alle spalle di Koga, una bambina con capelli bianchi che le sfioravano le spalle, e un kimono dello stesso colore. In mano teneva uno specchio, e gli occhi erano completamente neri.

“Quando mai Kanna si lamenta”, sbuffò Koga, prima di concentrarsi nuovamente su Inuyasha, “Mi lamenterò con Mystere per questo. E se ti metterà in coppia con quell’incapace, te lo meriterai”.

Keh, quell’incapace riuscirà a cavarsela oggi!”, liquidò Inuyasha, liberandosi dalla presa del lupo, “la sua missione è talmente semplice! Anche un bambino ci riuscirebbe… Senza offesa, Kanna”. La bimba non mosse neanche un dito, si limitò a sbattere le palpebre. Koga sorrise, voltando le spalle all’amico.

“Convinto tu. Ho sentito che vogliono risistemare tutto il sistema. Probabilmente rimuoveranno voi… solitari. Spero che ti mettano in coppia con tuo fratello”, disse sorridendo maligno.

“Ah sì? Spero che ti mettano in coppia con quella piagnona!”, sbraitò l’altro, facendo la linguaccia, “Anzi no! Spero ti mettano con quel pazzo sadico! O con Kagura, ti farà a fettine”.

Tsk, non ho tempo da perdere!”, sbuffò Koga, “Ci vediamo, botolo”.

“Maledetto!”, urlò Inuyasha, mentre Koga spariva in una nube nera assieme a Kanna. Il collegamento con il mondo degli umani. Quanto tempo era che non lo attraversava? Più o meno da quattro anni. Poi gli avevano dato da addestrare quel gatto incapace, e ormai era rassegnato all’idea che il suo discepolo fosse una causa persa.

Keh, speriamo che se la cavi almeno oggi”.


 

“Oggi dobbiamo provare la base con il nuovo testo”, disse allegra Rin, “è pronto, Mitsuki?”.

“Sì!”, rispose quella allegra, “il titolo è Myself. Il testo è più serio rispetto a Smile”.

“A me piaceva Smile”, brontolò Sango, particolarmente affezionata a quella canzone. Mitsuki continuò, ignorandola. “… ma credo si adatti bene al gruppo”.

“Ci fidiamo”, sorrise Kagome, recuperato in parte il suo buonumore, “che ne dite se ci alleniamo un po’ con gli stumenti?”.

“Credo che stiano registrando nella stanza accanto”, fece notare Sango, “non credo sarebbe il caso di fare troppo rumore”.

“Allora voglio sentire il testo!”, intervenne Rin, fissando gli occhi nocciola su Mitsuki, curiosa come non mai. La ragazza non sapeva resistere a lungo alle insistenze. Alla fine cedette dopo meno di venti secondi.

“E va bene, fa più o meno così”, cominciò, intonando la voce. Le ragazze la fissavano intensamente, mettendola in soggezione più di una folla urlante. Per riuscire a cantare, fu costretta ad alzare gli occhi verso il soffitto.

“AHHHHHH!!!”, urlò Mitsuki, cadendo dalla sedia. Sango e Kagome scattarono in piedi, mentre Rin si voltava verso il soffitto. Vuoto.

Mitsuki, che hai?”, domandò Sango, fissando il volto pallido della ragazza. Continuava a fissare insistentemente il soffitto.

N… niente”, balbettò, cercando di riprendersi, “è solo… nulla, i miei occhi mi hanno fatto un brutto scherzo”. Sango fissò Rin, che alzò le spalle, confusa quanto lei. Ogni tanto Mitsuki era strana, doveva essere un momento. Ma la ragazza continuava a respirare affannosamente.

Aveva visto un ragazzo, sul soffitto, ne era sicura.

Un ragazzo con un codino.


 

“Sei un idiota!”, sbraitò Inuyasha, continuando a tirare il ragazzo per il cappuccio della felpa. Quello si dimenava, cercando di farsi lasciare.

“Maledetto, stammi alla larga!”, ringhiò, cercando di sfilarsi la felpa senza successo. Tutto inutile, i bottoni non si staccavano ne sbottonavano.

“Deficiente!”, continuò Inuyasha, lanciandolo in un angolo del tetto, “L’hai letta o no, la scheda di quella ragazza? Ha visto morire i genitori, di morte violenta. Ci può vedere”.

“Non è colpa mia se ha guardato il soffitto”, sibilò il ragazzo, incrociando le braccia, corrucciato. Inuyasha lo squadrò, trattenendosi dal picchiarlo.

“Stupido half-shinigami”, ringhiò, minaccioso, “quella ragazza verrà investita alla strada qui di dietro. Tu aspetterai per poi prendere la sua anima, chiaro? Mi hai fatto scomodare per salvarti dalle furie di Sheldan”.

“Ingrasserai se rimarrai a dormire su quel divano ancora per molto”, lo provocò il ragazzo, facendogli la linguaccia, “e poi il capo è paziente con me”.

“Solo perché sei un fallimento”, sentenziò Inuyasha, colpendolo dritto al problema. Il ragazzo impallidì, incapace di ribattere.

“Mi hai capito? Aspetterai e prenderai l’anima”, sibilò nuovamente Inuyasha, prima di sparire in una nube nera. L’altro sbuffò, piantando i gomiti sul parapetto, fissando la strada.

Doveva aspettare? Avrebbe aspettato!


 

“Ho fame!”, si lamentò Sango, dondolandosi sulla sedia, “Voglio… pizza!”.

“Tu vuoi sempre pizza”, fece notare Rin, allegra, “ma oggi ne ho voglia anch’io, ammetto. E poi qui di fronte c’è una pizzeria buona”.

“Sarà, voi prendete pure le vostre pizze, io vado a mangiare fuori con Eri, Yuka e Ayumi”, disse rapidamente Kagome, prendendo al volo la borsa e fiondandosi fuori dalla porta. Le ragazze si guardarono, tutte pensando la stessa cosa. Era di nuovo in ritardo. Non era una novità, Kagome ormai era abituata a correre. Saltò la seconda metà di una rampa di scale, si imbucò in un ascensore stracolmo, procurandosi una buona dose di occhiatacce, e corse fuori dal palazzo. Svoltò l’angolo e…

“Ahi”, mormorò, prendendosi il naso tra le mani.

“Bellissima fanciulla, dovresti guardare dove cammini”, disse una profonda voce maschile. Kagome alzò lo sguardo su un ragazzo dagli occhi blu, ipnotici, e un buffo codino.

M… mi scusi”, balbettò arrossendo, e distogliendo lo sguardo.

“Si figuri, mi ripagherà con un appuntamento, un giorno”, concluse lui, salutandola con la mano e superandola. Aveva un casco sotto braccio. Kagome arrossì ancora di più, senza guardare dove metteva i piedi. Sentì qualcosa di morbido sotto la suola, e abbassò lo sguardo.

“Signore, il suo portaf… ma dov’è?”. Il ragazzo era sparito, forse corso via. Kagome si chinò a riprendere il portafoglio, e lo aprì. ‘Miroku Houshi’, lesse, ancora confusa.

Era sicura di aver sentito quel nome.

Prese il telefono, e compose il numero di Eri.

“Eri, faccio tardi per…”, si interruppe, ascoltando la voce dall’altra parte della cornetta, “Non dire è sempre la solita storia! Ho trovato un portafoglio a terra, ci sono i documenti dentro, e volevo portarlo alla polizia… ma no, voi mangiat… e va bene, sono dietro allo studio, vi aspetto”. Attaccò, sospirando. Le sue amiche erano disposte a posticipare il pranzo per accompagnarla e passare un po’ di tempo insieme. Sorrise, attendendo poggiata al muro.

Miroku Houshi”, sussurrò, cercando di ricordare.


 

“Sasso, carta, forbice! Evviva, hai perso!”, strillò Rin, saltellando per la stanza. Mitsuki mise il broncio, infastidita. Perdeva sempre lei, non era una novità. E adesso, come sempre, doveva andare lei a prendere il pranzo. Lanciò un’occhiata speranzosa verso Sango, ma quella scosse il capo, per nulla intenzionata a prendere il suo posto.

“Ti prego”, mormorò, tentando il tutto per tutto.

“Io voglio una boscaiola”, disse Sango, come se Mitsuki – invece di pregarla – stesse prendendo le ordinazioni. “Io una margherita!”, aggiunse Rin, allungando la lista. Mitsuki alzò gli occhi al cielo, sbuffando.

Perché finiva sempre così?

“Una boscaiola e due margherite”, mormorò alla cassiera, che passò un foglietto con le ordinazioni ad un uomo completamente ricoperto di farina. Sentì brontolare qualcosa di confuso, in cui distinse solo la parola ‘dieci’. Dedusse che doveva attendere dieci minuti, quindi si sedette, in attesa.

Allora… che ci faceva un ragazzo con un codino ed un parka appeso al soffitto dello studio? Ogni tanto le capitava di vedere cose strane, persone fuori dal comune. E dopo, succedeva sempre qualcosa di brutto. Un incidente, molto spesso. Anche quando era morta sua nonna, aveva visto una strana presenza accanto a lei. Avrebbe giurato di aver visto una ragazza dai lunghi capelli. Lei non credeva nei fantasmi, eppure era tutto così strano. Quel ragazzo era apparso, ma non era successo nulla.

Forse, se l’era davvero sognato.

Ma perché, non li aveva mai visti prima della morte dei genitori?

“Signorina, le sue pizze”, disse la cassiera in malo modo, chiaramente scocciata chissà per cosa. Mitsuki prese le pizze, uscì dalla pizzeria e attese che il semaforo fosse verde. E se fosse come in Harry Potter, con strani esseri che potevano essere visti solo se prima era stata vista la morte? Decise che aveva letto troppi libri.

Verde. Si avviò per attraversare.

“Ehi ragazzina!”, urlò la cassiera, uscendo dal negozio, “il tuo resto!”.

Mitsuki si voltò, e tutto avvenne velocemente. Vide il volto della cassiera farsi pallido, e si accorse solo allora del camion che le stava venendo addosso. Rimase immobile, incapace di muoversi.

Solo, vide sul parabrezza del mezzo il riflesso del ragazzo di prima.


 

“Glielo ripeto”, ringhiò Kagome, Eri e Yuka che la fissavano pronte a bloccarla da quando Ayumi aveva espresso il suo dubbio sull’autocontrollo dell’amica, “Io. Non. Ho. Rubato. Quel. Portafoglio. Se l’avessi rubato, secondo lei, l’avrei portato qui? Tutto questo non ha senso!”. Il poliziotto la squadrò, ancora indeciso.

“Ripetimi dove l’hai trovato”, disse, scontroso e scettico.

“Di nuovo? Ho scontrato quel tizio sul documento, ma quando ho visto il portafoglio era sparito! Quindi l’ho portato qui! Adesso ha capito o devo fargli un disegno?”, mormorò Kagome, cercando di controllarsi dallo strozzare l’uomo in divisa.

“Non urli, signorina”.

“NON STÒ URLANDO!”, strillò Kagome, con il limite di pazienza ormai a kilometri dal suo attuale umore. Eri si tappò le orecchie, mentre Ayumi cercava di calmare l’amica. Tutto inutile, ormai Kagome era partita.

“Quel portafoglio è di Miroku Houshi! Voi glielo riporterete e io me ne vado a mangiare! Sta tenendo a digiuno ben quattro ragazze affamate”, sbraitò, sbattendo le mani sulla scrivania dell’uomo e alzandosi. Quello fece per ribattere, quando un altro poliziotto entrò nella stanza.

“Che ha detto?”, domandò incredulo.

“Che me ne vado a mangiare!”, strillò Kagome.

“No, riguardo a Miroku Houshi”, ribatté l’altro. Kagome si immobilizzò, confusa. Miroku Houshi. La televisione, accesa su un telegiornale, stava facendo girare le notizie.

Ancora scomparso Miroku Houshi,il ventitreenne sospettato di omicidio. Con un problema di doppia personalità, sembra che il ragazzo abbia fatto strage della famiglia in un momento di pazzia. L’arma del delitto è scomparsa, e la polizia sta facendo tutti gli accertamenti del caso. E adesso passiamo a…”.

Kagome fissava il vuoto, ancora incredula. La voce della cronista era diventata un sottofondo confuso, mentre lei si concentrava sugli ultimi avvenimenti. Aveva sentito quel nome al telegiornale della mattina. E si era scontrata con un killer pazzoide in un vicolo di Tokyo. Ed era inspiegabilmente viva.

“Signorina? Mi dica dove ha trovato quel portafoglio”.


 

Mitsuki si trovò a terra, un uomo sopra di lei, mentre il camion frenava bruscamente con un cartone delle pizze spalmato sul parabrezza. Era… era ancora viva? Non capiva bene cos’era successo, si era solo sentita spingere di lato, e il camion l’aveva superata senza sfiorarla.

“Tutto bene?”, domandò il ragazzo, alzandosi da terra e fissandola. Il primo istinto fu di urlare. Codino, occhi blu. Ma poi, si rese conto che non era lo stesso ragazzo del riflesso, era più grande, e il volto era diverso.

S… credo di sì”, rispose la ragazza, ancora scossa. Lui sorrise e si sollevò, porgendole una mano per fare altrettanto. Il camionista scese dal mezzo, e corse verso di loro urlando scuse, dicendo che non aveva visto il semaforo.

Mitsuki alzò lo sguardo verso il cielo, senza vedere niente e nessuno.

Tsk, maledizione”, borbottò l’half-shinigami nuovamente sul tetto del palazzo, “Inuyasha mi ucciderà”.


 

Si era fatta sera, e le ragazza si erano riunite tutte a casa di Sango, la base, come la chiamavano loro. Kagome era nera – rabbiosa come non mai –, Mitsuki pallida.

Entrambe avevano raccontato i fatti del giorno, trovando un ragazzo apparentemente in comune. In realtà, nessuna delle due pensava si trattasse della stessa persona. Mitsuki non sapeva il nome del suo salvatore, era talmente scossa che si era scordata di chiederglielo.

“Ehi, chissà se parlano dell’incidente in TV”, disse Rin accendendola, nonostante Mitsuki continuasse a dire che era impossibile, dato che non c’erano stati feriti. Sai quanti incidenti di questo tipo succedono a Tokyo ogni giorno!

Shh, voglio ascoltare”, ribatté Rin, decisa. Le altre sospirarono rassegnate.

“Sentite, parlando di lavoro…”, cominciò Sango.

…incidente sull’autostrada a causa del traffico….

“… il testo di Mitsuki non si adatta del tutto alla melodia, propongo di cambiare qualcosa”, continuò, mentre Mitsuki percorreva con l’indice il bordo di un bicchiere.

…oggi il presidente degli Stati Uniti è stato in visita….

“Posso cambiare io qualcosa, se è un problema”, propose Mitsuki, sentendosi in colpa. Avrebbe sovraccaricato le ragazze di lavoro, quando la melodia era perfetta.

…tragedia familiare a Tokyo, un ragazzo uccide la famiglia e si toglie la vita. La linea al nostro inviato, Akito Shiratori.”.

“Silenzio!”, disse di colpo Kagome, concentrandosi sulla televisione. Mitsuki e Sango seguirono il suo sguardo, confuse.

“Tragedia a Tokyo, genitori e sorella uccisi in un attacco di pazzia. Questo è successo ieri notte a Miroku Houshi, ragazzo ventitreenne che soffriva di disturbi psichici. Dimesso quattro anni fa dalla clinica dove era stato ricoverato, il ragazzo è esploso in un attacco violento, uccidendo a colpi di pistola i familiari, per poi togliersi la vita lasciandosi cadere in un dirupo con la moto, questo pomeriggio. Il giovane, ritrovato poche ore fa morto dalla polizia, era stato rintracciato dalle forze dell’ordine grazie ad alcune testimonianze”.

Mitsuki lasciò cadere il bicchiere, riconoscendo nella foto del servizio il ragazzo che l’aveva salvata.

Kagome era paralizzata davanti alla televisione.











 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Allora, avrete capito che la citazione all’inizio era riferita a Miroku *spero di non avervi sconvolto troppo*

Per chi conosce Full Moon Wo Sagashite, capirete cosa succederà a Miroku, e anche cosa è successo a Ayame, ma ci tengo a precisare che qui è tutto diverso rispetto al manga, mi concentrerò nelle spiegazioni nel prossimo capitolo!

Per chi non conosce il manga di Full Moon, vi dico questo… i miei personaggi tornano sempre! XD Muhahaah! *sembra un boomerang O.o*

Sto cercando di bilanciare tutto con tutti i personaggi, per intrecciare le storie senza farne spiccare una più dell’altra *spero di riuscirci >.>’* Comunque sappiate che se questo capitolo era incentrato sulle disgrazie di Kagome e Mitsuki, nel prossimo si affronteranno problemi di personaggio non ancora apparsi e... di Rin e Sango!

A proposito, la scena del poliziotto è realmente successa a mio fratello *ovviamente senza rivelazione di serial killer alla fine XD*.

Hope you enjoy!


 

Aryuna


                                            

Ricordate, un commento può cambiare tante cose! Supportate gli autori! *anche con scleri stile i miei! XD*


 

Ringraziamenti:

-Roro: Roro-chan! *.* Ma no che non occupi troppo, non lo occuperai mai! Mi spiace, so che dovevo avvertirti prima dell’imminente ritiro, ma preferivo non farlo sapere fino alla fine, dato che non potevo spiegarmi >.> Che ne dici di Miroku? Troppo sconvolgente? Emiko vuole uccidermi >.>’ *cosa hai fatto al mio Miroku!? è.é ndEmiko* Fuga >.>’’’

-Elychan: Come hai potuto vedere, la storia è un cross over con Full Moon! Ottimo occhio, comunque, non tutti avrebbero notato la canzone all’inizio ^^ Complimenti, non vinci nulla ma la soddisfazione è tutta per te ù.ù *non ho premi purtroppo ç.ç*

-WinryRockbellTheQueen: Temo di averti sconvolto ancora peggio ora XD Sono felice di essere la prima, anche se questo è un cross over ^^ *orgoglio esce da tutti i pori* Comunque, Inuyasha verrà trattato in tutto e per tutto, sì ù.ù Un bacio, continua a seguirmi! ^^ *se vuoi ovviamente >.>*

-Kirarachan: Ogni recensione è preziosa, non ti preoccupare per la lunghezza ^^ *le mie prime erano… non so, forse tre parole più firma >.>’* Sono felice che il prologo ti abbia attratto, i misteri sono ancora molti! ^^ Ciao!

-Ary22: Mi ha fatto piacere così tanto sapere che c’è gente che vuole io continui a scrivere, ma ti assicuro che le mie scelte non implicano il fatto che gli altri non mi apprezzano ^^ E’ complesso da spiegare, e preferisco non farlo ora, ma grazie comunque ^^ Spero la storia continui a piacerti, un bacio! ^^

-KaDe: Kaddy!!! *.* Awwwhhh, è così bello sapere che la storia ti intriga *.* un casino questa maledettissima trama XD* Un bacio, continua a commentare!! *.* *non obbligo ovviamente, mi stanno luccicando gli occhi però ù.ù*

-Kaggi_Inu91: Giulia!!! *.* Sono felice che il prologo ti piaccia, davvero! Allora, , la storia sta prendendo pieghe un po’ strane, lo so, ma… , è davvero un casino! XD Non ti preoccupare per commenti mancati, a me capita fin troppo spesso >.>’ A presto! ^^

-Chiho_chan: … AWWWWWWWHHHH!! *.* Sono così felice di leggere che mi segui dai tempi di profumo! *.* *sembro una vecchietta a scrivere così XD* , sì, la trama è parecchio triste in certi punti *sarà l’influenza del tragico Full Moon XD* ma non completamente una disgrazia >.> … Almeno spero… comunque, i misteri riguardanti il gruppo e… , anche Miroku, se ne sono rimasti, verranno svelati in seguito! Grazie per il commento, un bacio ^^

-Kaho_chan: Allora, premetto che questa ficci è particolare riguardo ai personaggi >.> Come ho già scritto, sto cercando di equilibrare tutti i ruoli, non voglio che qualcuno in particolare spicchi sugli altri *non è facile, ma tanto vale tentare*. Come puoi leggere nel capitolo, ci sarà anche Kagura *che io adoro*, e riguardo Ayame… tutto ciò che ti posso dire è di continuare a seguire la storia *se hai letto Full Moon Wo Sagashite mi capisci*. Sappi solo che amo troppo questo personaggio per farlo finire così all’inizio della storia ;-)

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Capitolo 3
*** L'altro lato ***


Allora, avevo detto che in questo capitolo avremmo affrontato i problemi di Rin e Sango, ma devo ricredermi ^^’

Purtroppo mi sono ritrovata tra le mani un capitolo gigantesco, data la quantità di personaggi che apparivano e interagivano tra loro, e sono stata costretta a tagliarlo! La parte centrale, che doveva servire a dare un’infarinatura iniziale *e confusa* della situazione, si è trasformata in una scena di 8 pagine XD , in fondo lo sapete che io non ho il senso della misura, vero? *ricordate le presunte 20 pagine di Profumo?*

Ne approfitto per scusarmi per il ritardo, spero di riuscire a pubblicare un capitolo a storia ogni settimana, ma non posso promettere nulla causa impegni scolastici, malattie varie, virus che attentano alla mia vita e fratello che mi sfratta dal pc! *con questo andamento mi ritirerò tra tre anni! XD*

Buona lettura!

P.S. La canzone citata all’inizio è I miss you dei Blink 182, indovinate il riferimento!^^ *la soluzione alla fine*

Aryuna

L’altro lato







 

 

 

Dove sei, 
e mi dispiace così tanto, 
io non posso dormire, non posso sognare stanotte 
Io ho bisogno di qualcuno, e sempre 
Questa strana e malata oscurità 
viene strisciante e così ossessionante ogni volta. 
E mentre fissavo il vuoto contavo 
le ragnatele di tutti i ragni 
catturare cose e mangiarne le interiora 
Come l'indecisione di chiamarti, 
e ascoltare la tua voce del tradimento, 
verrai a casa a interrompere questo dolore stanotte?


 

Sango scattò a sedere. Era grondante di sudore, le coperte sparse attorno a sé, a seguito dei suoi tormentati movimenti. Fissava il vuoto, terrorizzata, cercando di regolarizzare il suo respiro, ascoltando quello tranquillo di Rin, che le dormiva accanto. Prese un respiro profondo, prima di alzarsi dal letto, scavalcando Kagome e Mitsuki, che dormivano abbracciate sul loro futon. Si incamminò verso il bagno, una mano sul volto, gelido come il marmo.

Un altro incubo. Sempre lo stesso incubo. Fissò la sua pallida immagine nello specchio, la paura ancora riflessa nei suoi occhi.

La paura della responsabile di tutto.

“Quando arriverà qualcuno a risvegliarmi da questo incubo?”, sussurrò a sé stessa, come aspettandosi una risposta dal riflesso, immobile come lei. Mitsuki non era stata la risposta. Continuava a cercare qualcosa che ormai aveva perso.

E che la tormentava nel sonno.


 

“Ok, la prova di oggi deve essere perfetta, siete pronte?”, domandò la manager, una donna con capelli rossicci, le punte che le pizzicavano le spalle.

“Certo signorina Oshige”, strillò allegra Rin, quasi stordendo le altre tre ragazze. Sango sospirò rassegnata, prima di sorridere dolcemente all’amica.

Rin, frena l’entusiasmo, va bene?”, domandò, prendendola per le spalle, immobilizzandola. Rin sbuffò, dimenandosi senza successo. Kagome e Mitsuki si scambiarono un’occhiata, prima di scoppiare a ridere. Era una giornata parecchio tranquilla, come quasi sempre, in fondo.

Principalmente, ogni loro giornata era alternata da momenti di silenzio, misteriosi e cupi, che spesso inquietavano la piccola Mitsuki. Non erano normali. Ma sapeva bene che quella band era problematica. Anche lei lo era, in fondo.

Anche se nessuno lo aveva ancora notato.


 

“Sei un idiota!”, strillò Inuyasha, mentre l’altro ragazzo fischiettava come nulla fosse, “hai accumulato talmente tanto lavoro extra agli altri shinigami che… oh, ma che strillo a fare? Tanto neppure mi ascolti!”.

“Suvvia, non sei felice che Sheldan rifaccia le squadre? Così farai un po’ di movimento! Sei ingrassato su quel divano, si sa che i cani devono camminare molto!”, disse il ragazzo col codino, guadagnandosi uno sguardo ricco di odio omicida.

“IO NON SONO UN CANE!”, urlò Inuyasha, sturando le orecchie dell’altro.

“Come no? E quelle cosa sono?”, si difese, indicando le orecchiette bianche. Inuyasha ringhiò.

“Primo, porta rispetto al tuo insegnante – al quale stai farcendo pentire di non averti lasciato diventare un fantasma – e secondo, micetto, se continui a scocciarmi chiamerò un cane che temi molto più di me!”. Il giovane sbiancò.

“Non lo farai”, mormorò poco convinto. Inuyasha sorrise maligno.

“Non ce ne sarà bisogno, ci ha già pensato Sheldan”.

“ARGHH!”, strillò il ragazzo, aggrappandosi al braccio del maestro, “ti prego Inuyasha, salvami!”.

Oddei…”, sospirò il povero shinigami, “STACCATI SUBITO, NULLITÀ!”.

“Non dirmi così!”, pianse il ragazzo. Inuyasha lo spinse via, una vena pulsante sulla fronte. Lui era l’unico che riusciva comunque a sopportare, nonostante i loro caratteri fossero totalmente opposti.

Ma questo non significava che non lo odiasse.

“No, se viene lui… ci sarà anche lei!”, figurò di colpo il ragazzo col codino.

“Stai zitto? Se è per questo ci saranno anche Koga e Sesshomaru”, si lamentò Inuyasha.

“Ah, tuo fratello…”.

“LUI NON È MIO FRATELLO!”, sbraitò lo shinigami.

“Esatto”. Una voce gelida paralizzò gli astanti, seguita da una forte folata di vento.

“Buon giorno”, esordì una donna bruna, scendendo da una piuma planata dal cielo. Aveva i capelli legati in uno chignon, e indossava un kimono con farfalle rosse. “Ma guarda guarda, Inuyasha e il micetto! Che bella coppia!”.

“Fatti gli affari tuoi Kagura”, sbraitarono insieme i due. La donna rise divertita, mentre dietro di lei un uomo simile ad Inuyasha – la voce gelida era la sua – fissava con sguardo vuoto i presenti. Era decisamente più alto dell’altro, i lunghi capelli argento lisci e gli occhi luminosi ma freddi. Aveva un kimono decisamente particolare, ricco di dettagli e con un’ampia protezione sul busto.

“Dov’è Sheldan?”, domandò gelido, facendo rabbrividire tutti meno Kagura.

“Arriverà a momenti”, liquidò Kagura, “A proposito, voi sapete perché ci ha convocati?”. Il ‘micetto’ deglutì.

“Mah, non saprei”, disse ironicamente Inuyasha fissando gli occhi sull’allievo. Kagura seguì lo sguardo del ragazzo, fissando l’half-shinigami con sospetto.

“TAKUTOOOOOOOOOO!”.

“ARGHHHHH!”, urlò il ragazzo col codino, investito improvvisamente da un oggetto volante non identificato e sbalzato via dal gruppo.

“Salve”, disse un ragazzo, atterrando esattamente dove si trovava Takuto un attimo prima. Era biondo, con pantaloni e gilet nero,e una camicia gialla con cravatta rossa. Sorrideva in modo inquietante. Aveva un cappello che copriva due curiose orecchie da cane, e due candide ali bianche che spuntavano dalla schiena. Kagura fissò la scena allibita.

“TAKUTO! QUANTO MI SEI MANCATO!”, urlò la stessa voce di prima.

“Staccati, lasciami andare!”, si lamentava il ragazzo, cercando di liberarsi dalla presa di ferro che lo stingeva.

“Sei cattivo! E pensare che io ho aspettato così tanto per rivederti! Izumi era sempre cattivo con me, mi mancava il tuo amore per me!”, si lamentò la ‘tenaglia umana’, meglio identificata con il nome di Meroko. Aveva lunghi capelli rosa, gli occhi della stessa tonalità, e anche lei aveva le ali che la distinguevano dagli altri. Indossava un completo nero, gonna al limite della decenza, un reggiseno a balconcino, guanti, stivali e un cilindro dal quale spuntavano due curiose orecchie da coniglietta. Anche la tenera coda bianca spuntava dalla gonna.

“Il mio amore per te? E da quando?”, si lamentò Takuto, con tono rassegnato.

“Oh, ma io ti amo così tanto!”, sospirò la ragazza con trasporto, “e tu sei mio e solo mio!”.

“E questo chi l’ha deciso?”, mormorò Takuto, più a se stesso che a lei, “comunque, con questa fanno 49”.

“Quarantanove cosa?”, domandò Kagura a Inuyasha, sottovoce. “Quarantanovesima dichiarazione d’amore rifiutata”, rispose l’altro vergognandosi. Come era finito in mezzo a quella gente?

Takkun”, esordì il ragazzo biondo – Izumi – avvicinandosi alla scena, “sei ancora un fallimento?”. Kagura ebbe la vaga – ma proprio vaga – impressione che fosse leggermente geloso. Takuto, comunque, raggelò.

Ehm… non proprio… cioè…”.

“Quante anime hai raccolto?”, domandò con un sorriso maligno sul volto, fissandolo con i dorati occhi inquisitori. Takuto ammutolì, con le lacrime agli occhi. Meroko si alzò in piedi, con sguardo severo ma per nulla minaccioso come – probabilmente – avrebbe voluto essere.

Izumi, smettila di essere così cattivo!”.

“Dillo a un sadico”, commentò Takuto con poche speranze. Purtroppo per lui, l’altro lo sentì.

“E dimmi Takuto, immagino che avrai acquisito qualche altro potere oltre a quell’inutile trasformazione in gatto”, infierì il biondo, rigirando il coltello nella piaga.

“Non sono affari tuoi!”, strillò l’altro, con un’espressione che voleva chiaramente dire ‘Sì, esatto! Non ho fatto altri progressi e sono al punto di partenza!’.

“E, a dirla tutta, Meroko mi si è dichiarata 98 volte”.

“Non mi interessa un fico secco, cagnaccio!”.

“Mi sento ignorata”, mormorò Kagura, mentre Meroko ribatteva che l’ultima cosa non c’entrava nulla con le capacità di Takuto. Inuyasha sospirò, nell’attesa che arrivasse Koga a rompere un po’ anche a lui. Non perché ci tenesse, ma per il semplice fatto che non era abituato a non avere nessuno tra i piedi. C’era sempre qualcuno pronto a stuzzicarlo, e questo lo faceva rimanere sempre teso come una corda di violino.

“Ciao ragazzi!”, esordì una voce allegra, e in una nuvoletta di fumo grigio apparve un piccolo bimbo, con due curiose zampette da volpe, orecchie a punta e una buffa coda a palla. Inuyasha si limitò a grugnire, Sesshomaru neppure quello, e, giusto per non far rimanere male il bimbo, Kagura rispose con tutta la gentilezza di cui era stata dotata da madre natura – sfortunatamente molto poca.

“Ciao Shippo”, disse gelida quasi quanto – ugualmente era impossibile – il suo partner. Il piccolo, con capelli rossi spettinati, legati in una confusa coda alta, fissò il gruppo con i grandi occhi smeraldo.

“Mancano Kanna e Koga”, notò subito, fluttuando nell’aria per non risultare tremendamente più basso del resto del gruppo. Inuyasha grugnì, Kagura sbuffò, Sesshomaru non rispose e gli altri tre lo ignoravano, occupati a scannarsi, adesso trasformati rispettivamente in tre animaletti di pezza alati – cane, gatto e coniglio.

“Silenzio!”, tuonò una voce, fermando la lite degli half-shinigami. Un uomo in tunica apparve dal nulla, capelli argentei e occhi perla. Aveva un aspetto giovane, ma un’aria decisamente autoritaria. Reggeva tra le mani una falce finemente curata nei dettagli, simbolo della sua superiorità gerarchica sul resto del gruppo. La tunica non ricadeva morbida sulle spalle, ma copriva le ali che lo distinguevano come half-shinigami.

“Ahi, è arrivato il capo”, esclamò Izumi, “stavolta cosa gli racconti, Takkun?”.

“Smettila di infierire!”, si lamentò l’altro in modo decisamente visibile. L’uomo in tunica li guardò torvo.

“Smettetela voi due”, sibilò. Quelli annuirono in silenzio, mentre l’uomo avanzava, mettendosi in mezzo al gruppo. “Manca qualcuno”, notò subito, infastidito.

“Sì, nobile Sheldan, Koga e Kanna sono in ritardo”, disse subito Shippo, facendo capriole nell’aria. L’uomo fece una smorfia, schioccò le dita e fece apparire dal nulla i due. Una era immobile, in piedi come sempre, per nulla confusa dalla sua sparizione e apparizione nel luogo attuale. L’altro… apparve sdraiato e ronfante, tranquillo come un bambino. Inuyasha scoppiò a ridere assieme a Kagura, Sesshomaru inarcò un sopracciglio davanti a quella scena, Shippo scosse la testa mormorando un ‘E poi sarei io il bambino…’. Gli altri tre erano ancora impegnati in silenziose liti con sguardi accusatori.

Koga No Yoro”, tuonò Sheldan, facendo svegliare di soprassalto il lupo.

“Cha caz…”, cominciò lui, sbraitante, prima di impallidire  alla vista del superiore, “Ehm… che ca...volo di ritardo che ho fatto!”.

“Ho notato”, rispose Sheldan gelido. Koga deglutì, scattando in piedi e cercando di mimetizzarsi tra gli altri shinigami. Sheldan fissò lo sguardo perla su Kanna.

“E tu, Kanna Shiro?”, chiese, con tono decisamente più gentile. Lei lo guardò con sguardo vacuo, forse confusa, forse no.

“Il mio partner non mi aveva avvertito”.

“Ma bene Koga”, commentò Kagura con le lacrime agli occhi per le troppe risate, “non sai nemmeno prenderti cura di una bambina!”.

“Dal tuo commento immagino che tu sia capacissima, Kagura”, notò Sheldan compiaciuto. I suoi sbalzi di umore erano ormai di routine per il gruppo di Shinigami sotto i suoi ordini.

“Ma sicuro”, confermò subito la donna, “io so fare tutto!”.

“Bene, con questo direi che adesso so perfettamente come sistemarvi”, disse l’uomo, scribacchiando su un taccuino. Izumi e Meroko smisero di litigare, e fissarono il capo.

“Come scusi?”, domandarono confusi, esprimendo i pensieri di tutti i presenti.

“Oh ”, cominciò Sheldan tutto sorridente, “non sapevo a chi affidare Kanna, ma dato che Kagura si è appena offerta direi che è tutto a posto!”.

Calò un silenzio tale che mancavano solo le rose di Jericho rotolanti nel deserto per completare il quadretto.

“Che cosa?!”, urlò Koga sconvolto, “e io con chi rimango? Non vorrai farmi lavorare da solo!”.

“Certo che no! Tu sei in coppia con Meroko”.

“CHE COSA?!”, strillò l’interessata, fiondandosi con un sol balzo contro il suo superiore, “VORRESTE METTERMI IN COPPIA CON QUESTO ROZZO! GIAMMAI! VOGLIO TAKUTO!”.

“Staresti insinuando che io sono più rozzo di Takuto?”, commentò Koga perplesso, “e poi dovrei lamentarmi io, a stare in coppia con un’isterica come te!”.

Kagura, ancora immobile, fissava sconvolta un punto imprecisato nel vuoto. Lei… divisa da Sesshomaru? Come era possibile? Erano sempre stati in squadra insieme! E adesso si ritrovava in coppia con una stupida bambina! ‘Calmati Kagura’, cercò di pensare, ‘non devi prendertela con Kanna, non è colpa sua. Piuttosto, escogita un piano di omicidio – pardon, half-shinigamicidio – per il tuo adorabile capetto!’.

“Poi, Izumi e Sesshomaru staranno insieme”, continuò Sheldan, ma Meroko non gli permise di ignorarla oltre.

“No, mi rifiuto! Non intendo lavorare in coppia con quell’ammasso di pulci!”. Inuyasha scoppiò a ridere, mentre Sheldan assumeva un’espressione gelida, la mascella rigida ne esprimeva il totale disappunto per il comportamento dei suoi sottoposti davanti alle sue decisioni.

Inuyasha, a cuccia!”, tuonò, senza distogliere lo sguardo dagli occhi rosa pallido di Meroko. Uno schianto e un urlo, e Inuyasha si ritrovò spiaccicato con la faccia sul pavimento. Kagura sorrise, ma si trattenne per non fare la stessa fine con la sua parola. Izumi concentrò lo sguardo curioso su Sesshomaru; quanto avrebbe voluto vederlo schiantare allo stesso modo. L’altro, forse intuendo questi pensieri, lo fulminò immediatamente, e Izumi rispose con uno dei suoi sorrisini inquietanti.

Eh sì, sarebbero andati d’accordo. Entrambi pensavano ma non dicevano.

Meroko”, mormorò lentamente Sheldan, “vorresti dirmi che ti sentiresti più felice in coppia con Takuto?”.

“Certo, sono una veterana, lo addestrerò meglio di Inuyasha!”, urlò subito lei. Il diretto interessato ringhiò, ancora rialzandosi dal pavimento con le ossa doloranti.

“E non ti sembra inopportuno per il tuo ruolo?”, continuò Sheldan, ponendo la domanda con una sfumatura drammatica. Meroko lo osservò confusa, e l’uomo le si avvicinò, sussurrandole nell’orecchio:

“Cosa ti fa credere di meritare di essere felice?”. La ragazza impallidì, e rimase immobile sul posto. Si morse un labbro, con gli occhi pallidi e spenti che fissavano gli stivali.

“Allora, Meroko Yui, che vuoi fare?”.

“Starò in coppia con Koga”, rispose lei con un fil di voce, andando a posizionarsi il più lontano possibile dal gruppo.

“Molto bene”, disse Sheldan, fissando le iridi perla su Kanna e Kagura, “voi due avete proteste?”.

“Direi che è inutile”, sbuffò Kagura, chiaramente seccata, “io conosco la mia posizione, a differenza di quell’idiota di Inuyasha”.

“Ehi, guarda che sono qui accanto!”, sbraitò lui, saltando in piedi.

“Appunto”, puntualizzò Kagura, avvicinandosi alla piccola Kanna. Koga ridacchiò, cercando di pensare il meno possibile alla sua attuale situazione.

“E tu, Sesshomaru?”, chiese il capo, rivolto sia a lui che al suo nuovo partner.

“…”.

“Benissimo, passiamo al resto”, concluse immergendosi nuovamente nella lettura del taccuino, “rimangono fuori le due reclute, Shippo, Inuyasha e Takuto”.

‘Vacanza finita’, pensò Inuyasha. Anzi, era strano che non lo avessero richiamato in servizio in quattro anni.

“Reclute?”, domandò Shippo confuso, “Quali reclute?”.

“Hanno affidato al nostro gruppo due nuove reclute, dato che dall’arrivo di Takuto non riusciamo più a prelevare il numero di anime giornaliero”, rispose Izumi informato.

“E smetti…”. Takuto si immobilizzò, realizzando che quasi tutti i presenti lo stavano guardando torvo.

“Fammi capire”, ringhiò Kagura, “stanno riformando le coppie per causa tua?!”.

“Calmatevi”, intervenne immediatamente Sheldan, “sono quattro anni che siamo sotto il numero di anime. Inuyasha ha smesso di lavorare, un’half-shinigami ci ha lasciato, e non riuscivamo a sostenere la mole di lavoro di questo padiglione. Certo, Takuto non ha preso nemmeno un’anima dal suo arrivo, e questo non ha fatto che peggiorare la situazione, dato che il lavoro era suddiviso ugualmente per ognuno di voi… ma prima o poi sarebbe successo comunque”.

“Stai dicendo che ha accelerato la nostra divisione insomma”, constatò Koga, “Takuto, ti aspettiamo all’uscita”.

“Seduto”, disse atono Sheldan, e stavolta fu Koga a spalmarsi sul pavimento, “comunque, dato che Inuyasha ha addestrato Takuto in maniera pessima, stavolta affiderò entrambe le reclute a Shippo”.

“Ehi, mettiamo in chiaro che è lui ad essere un incapace, non io!”, sbraitò Inuyasha indicandolo come un bambino.

“Non infierire!”, strillò Takuto con le lacrime agli occhi.

“Due reclute? Non sono un po’ troppo?”, domandò il bimbo perplesso.

“Una è già molto in gamba. Ti informo solo di far attenzione, l’altra è molto debole, potrebbe diventare un fantasma da un momento all’altro. Da quando è arrivata la sua anima cerca di scappare e di tramutarla in fantasma”, lo informò Sheldan.

“Non mi sento affatto sicuro… sono solo un bambino”, si lamentò Shippo.

“Si è stabilizzata da circa tre mesi, non dovrebbe comunque darti troppi problemi”. Sheldan fece cenno alle coppie di dividersi, e tutti si sparsero a semicerchio.

“Molto bene”, esclamò l’uomo sorridente, “è giunta l’ora di rinominare i gruppi!”.

“Oh morte mia”, esclamarono Koga e Inuyasha, mentre Kagura si sbatteva una mano sulla fronte. Riecco quegli stupidi nomignoli derivanti da cibi e bevande.

Sheldan fece apparire dal nulla una bacheca, dove affisse un foglio, prima di dileguarsi.

“È fuggito”, esclamò Kagura confusa.

“Cerca di non farsi uccidere”, sibilò Koga avvicinandosi preoccupato alla bacheca.

Inuyasha rimase per un attimo immobile dov’era. Lui non era in coppia con nessuno, a quanto pareva. Ottimo, odiava stare in coppia. Però era strano che anche Takuto fosse rimasto in proprio, considerato che non acchiappava anime nemmeno a pagarlo.

“Ohi ohi, guardate qui!”, esclamò Izumi, e subito dopo Koga, seguendo con lo sguardo quello di Izumi, scoppiò a ridere. Sesshomaru accennò un debole sorriso – l’ultimo punto della linea dritta delle sue labbra si inarcò di circa 2 gradi – prima di allontanarsi dalla bacheca e dileguarsi nel nulla. Anche Kagura scoppiò in una sonora risata, nonostante il suo pessimo umore.

“Oh mamma, qui c’è qualcuno messo peggio di noi!”. Inuyasha inarcò un sopracciglio, e si avvicinò per vedere la ragione di questa ilarità. Takuto lo seguì a ruota come un cane – ironico per un gatto – probabilmente nella speranza che il suo insegnante lo proteggesse da eventuali attentati alla sua anima. Inuyasha soffermò gli occhi ambrati sulla lista, la quale riportava scritto il seguente elenco:


 

           Sesshomaru No TaishoIzumi Lio                     Yaminabe

           Kagura KazeKanna Shiro                         Baby Castella

           Koga No YoroMeroko Yui                               Shio Bifun

           Shippo Kitsune – °°reclute°°                                Jingi Sukan

           Inuyasha No TaishoTakuto Kira*               Negi Ramen


 

*e se non vi sta bene, starete in coppia rispettivamente con Sesshomaru e Izumi.


 

Sheldan


 

“CHE COSA?!”, urlò Inuyasha incredulo.

Negi Ramen? Ma che nome è?”, fece Takuto orripilato. Inuyasha lo acchiappò per il collo con violenza.

“Ti preoccupi di quello? Ti rendi conto che dovrò badare a un incapace come te?”, sbraitò lui, con gli artigli sguainati.

“Ehi, non è colpa mia!”, si limitò a dire Takuto, sapendo che Inuyasha non lo avrebbe colpito. L’altro lo spinse via, sbuffando.

“Che farai, Inuyasha?”, domandò Shippo.

“Non abbiamo scelta”, mormorò lui scocciato, “meglio Takuto che Sesshomaru”.











 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Risultati della citazione: Dai che avete indovinato! Eh , questo era facile, perché il capitolo iniziava con la diretta interessata! XD Stiamo parlando della nostra capogruppo, Sango, la quale confida i suoi dubbi solo a Rin, ma li fa intuire a tutti gli altri *eh, non è brava a mentire!*

Passiamo ad altro, questo capitolo doveva essere incentrato a far comprendere un minimo il sistema gerarchico e di azione degli shinigami, ma non mi è riuscito particolarmente bene… il fatto è che trovo strambo che nel bel mezzo di un discorso tra Shinigami saltino fuori spiegazioni sulla loro vita che tutti loro conoscono già! XD Ho cercato di far capire qualcosa, temo senza grande successo ma vi informo che tutti i vostri dubbi saranno dissipati nel corso della storia!

Bene bene, affrontiamo il discorso ‘incontri’: i nostri eroi sono ancora ben lontani dall’incontro con le nostre eroine, comincerà tutto dal prossimo capitolo “Incontri ravvicinati del terzo tipo”!

Hope you enjoy!


 

Aryuna


                                            

Ricordate, un commento può cambiare tante cose! Supportate gli autori! *anche con scleri stile i miei! XD*


 

Ringraziamenti:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Roro: Roro-chan! *.* Il nostro Miroku non è ancora riapparso, ma credo che tu abbia intuito! *tu intuisci tutto!* Ed ecco che appaiono Izumi (salve! ndIzumi) e Meroko! (come hai potuto mettermi in coppia con Koga! è_é ndMeroko) , in coppia con Izumi sarebe stato tutto troppo ovvio e semplice ù.ù e poi non offendere Koga! (giusto, se devi offendere offendi Inuyasha! ndKoga) (Cosa vorresti dire? ndInuyasha) Ehm… ragazzi? Forse non ve ne siete accorti, ma state occupando il MIO spazio!!!!! è______é *spinge tutti fuori dalla porta* Uff, che silenzio… (… ndSessho) Aspetta, troppo silenzio *si gira e vede Sessho* ARGGH! O__O Non apparirmi alle spalle! (Dov’è la mia pelliccia? ndSessho gelido e minaccioso) L-la pelliccia? Ehm… e-ecco… Aiuto roro-chan! @___@ *corre a recuperare la pelliccia sull’altare, inseguita da Fluffy* *l’ennesima risposta al commento priva di senso! XD*

-Kirarachan: Ma sciao! *___* *che razza di saluto! XD* Ehm… ignoriamo l’aggiornamento ritardato, ti va? >___>’ Spero anzi che questo capitolo ti abbia coinvolto, magari non come quello prima *mi rendo contro che succedono molte meno cose, essendo di intramezzo* ma che ti abbia comunque soddisfatta ^^ *fiammeggia* Continuiamo a sentirci nei prossimi capitoli, possibilmente postati non dopo la fine dell’anno XD *accende un incenso per pregare che ciò non succeda* Bye! ^o^

-KaDe: Ma Kaddy, gli Shinigami sono buoni in tutte le salse! ^^ (argh, vuole mangiarci! Ndshini) Ma no deficitari! -___-‘’ , non sono molto svegli comunque, continuo a ritenere che drogarsi di mele sia sbagliatissimo ù.ù … molto meglio il succo di pera! *Ryuk tira una mela in testa a Aryuna* Cattivo ç___ç *fa i cerchietti sul pavimento* Comunque, passando al capitolo, non so quanto si sia capito, ma anche tu sei dotata del ‘bravo intuito’! *termine coniato in questo istante* Intuisci e vedi se indovini! ^o^ Bye! – il membro fantasma -

-Kaggi_Inu91: Giulietta!!! *.* Le spiegazioni sono arrivate, ma per dindirindina se sono confuse! XD Temo che tu non abbia capito un accidente, e so bene che è colpa della mia negazione nel fare spiegazioni dal nulla *mi spiace ma proprio non ci riesco! XD* Non ti preoccupare, prima o poi si spiegherà in un linguaggio umano *d’altronde gli incontri ravvicinati di terzo tipo devono servire a qualcosa! Anche a voi lettori!*. Baciottoli rotolanti verso Sud! *perché verso Sud? Così, mi andava ù.ù*

-Chiho_chan: Chiho-chan! *____* Come ti viene in mente di pensare che mi rompi? ç__ç Non pensarlo mai più! Sono molto felice di sapere che anche tu leggi e rileggi Full Moon, e sei avvantaggiata ovviamente rispetto a tutti gli altri ^^ Ti informo però che qui non tutto è uguale all’universo di Full Moon *ho l’abitudine di sconquassare tutto nelle mie storie XD* quindi fai attenzione alle eccezioni! Per quanto riguarda le tue domande su Aya e Miro… eh, chissà! ù__ù (cattiva! O_O ndChiho-chan) Lo so, sono sadica, come il nostro amato Izumi! (Salve! ndIzumi) Ma tu saluti sempre così? (dipende, spesso saluto con la falce, vuoi provare? ndIzumi) Ehm… meglio di no -__-‘ Riguardo l’aggiornamento alla velocità della luce… coff coff >___>’’ Alla prossima! ^^’ *il ritardo si risponde da solo*

-Kaho_chan: Ok, puoi rimangiarti i complimenti dell’aggiornamento record, non mi offendo XD *me lo merito, sono disastrosa!* Sono felice che la storia continui a piacerti *se anche questo capitolo ti è piaciuto, ovviamente* Inuyasha reclamante il bottino… non ti immagini quanto ci sei andata vicina! XD Ma basta basta, non farmi parlare troppo, o che sorpresa sarebbe poi? ;) Spero di non farti aspettare troppo per il prossimo capitoluzzo, anzi, visto che ci sei sgrida mio fratello che mi sfratta dal pc! (non approfittartene delle lettrici! è.é ndSheldan) Sicuro capo ù.ù Bye!

-Bchan: oh oh oh, non posso dirti nulla riguardo la trama! Sappi che è un casino, per trovare la soluzione a diversi dilemmi ci ho messo secoli! *ringrazio i brani scelti del musical Giulietta e Romeo!* Riguardo la mia scrittura, sì, smetterò di scrivere long-fic terminate quelle in corso… ma, come ho detto all’inizio, non preoccuparti, passeranno anni con questa velocità -___-‘’ Baciottoli rotolanti anche a te! ^^

-Akuby_ge: Zietta mia! ^o^ Miroku dici? Bè… Ehm… mamma! >__< Difendimi tu!

-WindGoddes: Meno male, niente errori! ^^’ *sospiro di sollievo* Sono il mio incubo notturno! Comunque no, la storia è completamente diversa dall’originale, se non fosse per i personaggi non si capirebbe nemmeno che è ispirata da lì! *io ho una strana idea delle ispirazioni comunque! XD* Sono felice che il mio scrivere ti risulti scorrevole, e anche che tu non conosca la storia, così non hai la più pallida idea di come funzionino i vari meccanismi! Spero continuerà a piacerti, baci! ^^

-Mikamey: Mikki! *____* Che piacere leggere la tua recensione! Sono felice che la storia ti abbia coinvolto, avevo davvero paura di mettere un cross over *non sempre la gente ama i miscugli tra fandom!* Ci risentiamo possibilmente presto!


 

Al prossimo capitolo!



 

-la scrittrice fantasma-

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