Tagli Profondi

di AliAlia97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Ed eccomi qui...
Nuova casa, nuova città...
Ormai siamo qui da due ore, mamma sta finendo di sistemare i mobili nella nuova casa.
È bella la nuova casa é molto grande, la mia camera é la mansarda.
lá c'è molta tranquillità.
Mi piace, é celeste, la testata bianca del letto occupa praticamente tutto lo spazio di una parete.
sopra ho attaccato delle lucine e qualche foto.
Sono seduta su un divannetto posto davanti a una finestra dalle tende color panna.
guardo il giardino... Mi ricorda la mia vecchia casa, in Francia...
Qui in Toscana é tutto diverso.
Sono circondata da prati.
Gioco con una ciocca bionda dei miei capelli, mi sfugge una lacrima ripensando ai miei amici, alla mia vecchia scuola, a Matisse.
"Matisse" sussurro sgranando gli occhi azzurri.
'Non mi ha ancora chiamata, non mi ha nemmeno mandato un messaggio' penso mangiandomi le unghie.
Mi esce un altra lacrima, comincio a piangere.
Voglio tornare in Francia.
Ora che stava iniziando ad andare tutto bene...
Mi guardo il braccio, vedo i tagli, distolgo veloce lo sguardo cercando di non pensare al passato.
Mi alzo, sento il pavimento che scricchiola sotto i miei piedi, vado verso lo specchio.
ho il trucco sbavato, i capelli sciolti, sono lunghissimi, lunghi fino a metá schiena.
Mi aggiusto un po', mi lego i capelli e scendo.
Vado in cucina.
"Ciao tesoro" mi saluta mia madre.
rispondo con un sorriso forzato.
"Che c'è, non ti piace la casa?"
"No la casa é okay... Peró..."
"Peró ti manca la Francia, ma insomma non ti piace l'Italia?! Da piccola volevi tanto venirci!"
"Volevo venire in vacanza, non avrei mai pensato di trasferirmi..."
"Ma sorridi dai"
"Proprio non capisci..."
Mi alzo e vado in giardino.
davanti a me c'è un prato immenso.
Comincio a correre, più veloce che posso, corro corro...
Non mi importa di niente continuo a correre.
arrivo abbastanza lontano, l'erba bruciata mi arriva quasi alle ginocchia.
Mi butto a terra, guardo il cielo...
"Perché tutto questo?" 
Chiedo sperando in una risposta.
"Hey ti sei persa?!"
Apro gli occhi e vedo un ragazzo bruno davanti a me che mi porge la mano per aiutarmi a salire.
io senza nemmeno guardarlo mi alzo e mi pulisco i pantaloncini sporchi di terra.
Lui porta indietro la mano facendo un sorriso ironico.
"io mi chiamo Luca e tu sei..."
"Troppo impegnata per fermarmi a parlare"
camino di nuovo verso casa senza guardare indietro.
sento che lui mi segue.
"Sei nuova? Non ti ho mai vista..."
mi giro di scatto
"si sono nuova, mi chiamo Charlotte e non ho voglia di farmi prendere in giro dai tipi come te."
lui mi afferra per un braccio, vede i tagli.
"oh mio dio" sussurra guardando quasi incredulo tutte quelle cicatrici..
i miei occhi diventano lucidi e si riempiono di lacrime che cominciano a rigarmi il viso.
tiro via il braccio è abbasso la manica del maglione nero traforato.
"come é possibile che una ragazza bella come te si tagli?"
rispondo con una piccola risata continuando a piangere...
"vorrei non averlo mai fatto..." Dico con un filo di voce
"quando prendi quella stupida lametta in mano hai paura, cerchi di non arrivare al punto di tagliarti, la guardi poi peró pensi a tutte le offese che ti dicono, a tutte le promesse non mantenute, alle persone false, te la prendi con te stesso ti chiedi perché non sei bella come tutti vorrebbero che tu fossi, incominci a tagliare senza neanche accorgetene lei affonda nella tua pelle, brucia ma in quel momento non ti interessa, pensi solo a tutto quello che hai passato e continui a tagliare, vedi il sangue ma non ti importa... E poi, poi finisci così..." 
Dico facendo vedere entrambe le braccia.
lui mi guarda poi tira su una manica della sua felpa, anche lui ha qualche cicatrice mi guarda negli occhi
"so come ci si sente... Mio padre é morto un anno fa... Ma tu, tu sei cosí bella, perché mai dovresti soffrire così tanto?" 
Abbasso lo sguardo non riesco a rispondere, sto male...
lui mi prende per mano.
"vieni con me ti faccio vedere un posto."
io lo seguo, camminiamo un po' e finalmente arriviamo sotto una quercia.
guardo verso l'alto e vedo una casa sull'albero é di legno, lui sale per le scale. 
"Vieni?" mi chiede guardandomi negli occhi e sorridendomi.
io salgo con lui le scale.
"questo è il mio rifugio, vengo qui per scappare da tutto e da tutti, nessuno sa di questo posto, é il mio piccolo segreto... Hai voglia di farlo diventare il nostro piccolo grande segreto?"
io annuisco sorridendo.
"Figo" dice lui ricambiando il sorriso
"allora, hai voglia di raccontarmi la tua storia?"
io lo guardo.
"non c'è molto da dire... Sono solo una stupida ragazza che si taglia perché non si sente come tutti gli altri perché lei é diversa" 
"ma tu sei diversa."
lo guardo storto.
"sei diversa da chiunque altro, insomma, non ho mai visto un sorriso più bello del tuo."
io lo guardo e sorrido.
vedo una chitarra e la guardo.
"suoni la chitarra?" Chiedo io
"si, me la cavo..."
"ti va di suonare qualcosa per me?" 
"Va bene dai... Se tu canti però" 
"ok dai" 
lui inizia a suonare tee shirt di birdy.
"la mia canzone preferita" dico io.
poi cominciamo a canticchiare insieme.




 

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Capitolo 2
*** Capitolo2 ***


​Sono ormai le sette di sera e noi siamo ancora qui a cantare.
Mi vibra il cellulare.
"Matisse" dico sgranando gli occhi, prendo l'iPhone lo sblocco e controllo i messaggi.
-Hey cucciola❤️ come va? Mi manchi tanto! Ti piace l'Italia? Rispondi presto. Ti amo❤️❤️-
Luca mi guarda, sorride.
"se devi andare non c'è problema" dice continuando a sorridere
"si, adesso vado. É stato un piacere conoscerti" 
"lo stesso per me dice mentre mi guarda scendere dalla casetta.
prendo il cellulare e rispondo a Matisse.
-non puoi immaginare quanto tu possa mancarmi❤️-
Aspetto qualche minuto, non ricevo risposta allora infilo il cellulare in tasca.
cammino verso casa, sono stanca però sono un po' meno triste.
arrivo a casa apro la porta.
"Oh santo cielo eccoti! Dove sei stata tutto il giorno?"
"sono andata a riflettere" dico io prendendo una pesca dal cesto della frutta, poi mi fiondo in camera.
Apro il Mac appoggiato sul letto metto la musica ad alto volume poi entro nel bagno vicino a camera mia e mi faccio
la doccia.
sono le nove di sera ma mi sento già stanchissima, ho ancora i capelli bagnati, mi scendono sulla schiena bagnando leggermente la canottiera arancione.
sono sdraiata sul letto e chiudo gli occhi e mi addormento.

Apro gli occhi, sono solo le sette di mattino.
Scendo in cucina stando attenta a non svegliare nessuno.
prendo un bicchiere di latte poi torno in camera mia, mi infilo un maglioncino grigio e un paio di pantaloncini corti neri.
esco di casa e vado sotto la quercia.
non c'è nessuno, solo io e il vento, mi passa tra i capelli prendo il cellulare e mi metto le cuffiette e ascolto 'Nothing
like us' di Justin Bieber.
non fa molto caldo a quest'ora però si sta bene.
in lontananza vedo qualcuno, é Luca.
"ciao" dico io sorridendo
"hey ciao!" Risponde lui
"ti sei svegliata presto!" 
"Si, non avevo voglia di stare in casa così sono venuta qui" dico sorridendo.
"ti va di fare un giro a cavallo?" 
"Andavo sempre a cavallo in Francia, mi piacerebbe fare un giro"
mi porta in una specie di ranch poi prende due cavalli uno molto alto, baio, con la criniera nera e un altro bianco
candido, un cavallo stupendo con il manto morbido.
"tu prendi Fiocco di Neve" mi dice passandomi le briglie.
Poi mi prende per una gamba e mi aiuta a salire, sale anche lui e cominciamo a passeggiare per i prati.
"Se vuoi possiamo andare più veloce" mi dice 
io allora do di gambe e parto al trotto poi al galoppo.
vado veloce, sento l'adrenalina, continuo ad andare sempre più veloce. 
Luca mi guarda e sorride, poi parte anche lui al galoppo e mi raggiunge.
poi stremati ci fermiamo, leghiamo i cavalli ad un albero e ci sdraiamo sul prato.
parliamo, ridiamo e scherziamo poi ad un tratto cala il silenzio.
" Avevo 14 anni..." 
Luca mi guarda ma non capisce
"avevo 14 anni la prima volta che mi sono tagliata... Ero a scuola e una mia compagna di classe ha cominciato ha prendermi in giro... Mi diceva che ero una ragazza problematica e che mio padre se n'era andato perché non mi
voleva... Mi diceva che ero brutta e troia e che mio padre mi aveva abbandonata perché non avrebbe mai voluto tenere un mostro come me per figlia... Io mi misi a piangere... Dopo scuola andai a casa e accesi il computer, tutti mi insultavano su Facebook... Qualcuno aveva detto in giro che la davo a tutti... Mi chiamavano puttana, ma io non lo ero... Non ero per niente troia... Però ormai la nostra vita é basata di giudizi, ci facciamo influenzare dalle persone... Ci sosteniamo sulle cose materiali, se ti vesti bene, hai l'ultimo cellulare uscito e tremila mi piace su Facebook allora
sei popolare, piaci a tutti anche se magari hai un caratteraccio... Sennó vieni preso in giro.. Come me.
E io mi ero fatta influenzare troppo e ho voluto fare la cosa sbagliata... Non avevo una lametta così presi un temperino, lo spaccai e presi la lama e la affondai nella pelle... Quando guardai quello che avevo fatto volevo morire, avrei voluto non farlo mai... E mi promisi che non sarebbe più accaduto ma dopo che succede una volta. On
riesci più a fermarti. É come una dipendenza e mi sono ridotta a come sono ora..."
lui mi guardava aveva gli occhi lucidi e guardava le mie lacrime che, incessanti scendevano dai miei occhi azzurri.
poi sento che lui mi sta abbracciando sento il suo conforto e capisco che è una persona buona.
ha gli occhi stanchi di uno che ha combattuto tante guerre e il sorriso di chi le ha superate tutte.
Sono felice di averlo incontrato, mi viene da sorridere mentre lo guardo.

 

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