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Capitolo 1 *** L'Inizio di una Nuova Avventura ***
Wecome To PageBreeze
La cima del monte Wutaishan, in precedenza permanentemente
coperta dalla nebbia, adesso era rischiarata da un leggero manto verde
brillante, composto da una miriade di frammenti di cosmo.
Sulle sue pendici, lungo il letto del fiume, giaceva un
cavaliere svenuto.
La sua armatura argentea rifletteva come uno specchio lo
scorrere dell'acqua del vicino torrente.
La mente del cavaliere era intrisa di mille pensieri, emozioni
e immagini di battaglie. Poi tutto divenne buio, ma si accorse che qualcosa era
ancora presente, qualcosa di sinistro e malvagio, mentre in lontananza due
puntini rossi, molto familiari, lo sorvegliavano e lo inquietavano.
°Perchè è tutto buio?°
Il cavaliere stava rinvenendo, nella luce del tardo pomeriggio
sull'altura cinese.
°Sento rumore di acqua che scorre...°
E così aprì gli occhi che stranamente da verde acceso
ritornarono gradualmente a quelli che erano, di colore marrone scuro.
Era sdraiato, a pancia a terra, con il braccio e la gamba
sinistri che sfioravano l'acqua del fiume lungo la sua riva destra. La guancia
destra stava pesantemente appoggiata sull'umido terreno montano.
Era ferito in più punti, ferite da taglio profonde, ma non
erano state queste la causa del suo svenimento, bensì l'enorme sforzo a cui era
stato sottoposto la mattina stessa.
Sollevando leggermente la testa da terra, coperta da un elmo
d'argento e di smeraldo, si guardò intorno; con gli occhi socchiusi cercò di
riconoscere un particolare familiare; con difficoltà a riprendersi, si alzò in
piedi, pronto a continuare la discesa del monte, in seguito alla battaglia
affrontata e all’investitura a cavaliere.
Leggermente barcollante camminò per un’oretta; il terreno in
discesa facilitava il percorso; giunse infine a dove il corso d’acqua si
riversava giù da una sponda, in un’oasi che il ragazzo conosceva bene, con una
cascata di 5-6 metri circa.
Prima di scendere la parete rocciosa, il cavaliere si voltò
verso la cima del monte, dove anche gli ultimi bagliori del suo verde cosmo si
stavano spegnendo; ormai in quel luogo risiedevano solamente l’anima e il cosmo
di un antico e coraggioso cavaliere di nome Faxa.
Dopodichè rivolse lo sguardo verso la cascata, l’oasi e il
canneto di bambù; con un balzo arrivò all’oasi, e li si spogliò della sua
armatura, che sotto forma di raggi verdi brillanti si ricompose nel proprio
scrigno, comparso lì improvvisamente, che si richiuse.
Il ragazzo andò verso l’acqua dell’oasi, si inginocchiò, e si
lavò il viso e le ferite sul corpo, rinfrescandosi, rimuovendo sia sangue e
terra, che paura e incertezze.
Mentre le mani bagnate toccavano la fronte, sentì un rumore
improvviso, ma non fece in tempo a voltarsi che il muso di un animale lo toccò
ed iniziò a strofinarsi sulla sua spalla sinistra. Era il panda che lo aveva
attaccato il primo giorno di allenamento; il panda che, si rese conto, era stato
manipolato dal Male per ucciderlo, e che Milo era riuscito a respingere.
-Ciao!! Mi sei mancato...- disse, ma guardandosi intorno notò
che non solo lui, ma tutti i panda del canneto erano giunti li per
salutarlo.
-…mi SIETE mancati!- si corresse subito dopo.
I panda si erano disposti in cerchio attorno al cavaliere,
emettendo degli strani versi di gioia, per il ritorno del loro amico e
salvatore.
Il ragazzo passò accarezzando uno per uno tutti quanti i panda
li presenti, e gli venne in mente il giorno in cui portò Lin a conoscerli.
Lin…dolce nome che gli risuonò nella mente, e che lo rese
felice al solo pensiero.
Risvegliandosi dai suoi pensieri, si voltò verso il primo
panda, e, rammaricato, disse:
-…adesso devo andare…c’è qualcuno che mi aspetta.- e lo salutò
con una carezza ed un sorriso, per poi voltarsi, cariandosi lo scrigno
dell’Armatura sulle spalle ed allontanarsi, imboccando quel corridoio fra le
canne di bambù che portava fuori dal canneto.
Una volta a metà corridoio, quasi assorto nei suoi pensieri, si
accorse che il panda lo stava seguendo, con sguardo deciso. Ormai la sua zampa
era guarita dal colpo di Milo, e non zoppicava più.
Una sola occhiata, e i due si capirono subito. Il ragazzo
disse:
-Ok, ti porterò con me…però ti ci vuole un nome…"
Dopo averci pensato su qualche secondo, arrivò alla conclusione
che il nome che gli poteva dare era uno ed soltanto uno.
"Ho deciso di chiamarti Faxa, in modo che il coraggio
dell’antico Cavaliere d’Argento del Panda risieda te!"
Faxa, il panda, annuì, e insieme i due si diressero fuori dalla
distesa di bambù, fuori dal muro non più tanto impenetrabile come in passato,
lungo il sentiero poco frequentato che conduceva sull’altura, la collina del
loro primo incontro.
Accompagnato dal suo fedele amico, il ragazzo arrivò in cima
alla collina, e da li potè scorgere la casetta di legno che per due anni era
stata la sua casa.
Come se fosse stata chiamata, Lin uscì dalla porta, seguita da
Milo, e si voltò verso est, con le spalle al sole pronto a tramontare, e scorse
colui che stava aspettando, con il cuore che le scoppiava di gioia.
Il cavaliere la scorse subito e con Faxa si diresse con passo
veloce verso di lei, aspettando che pronunciasse il suo nome, trepidante per
l’attesa di risentire di nuovo la sua voce.
-Farax!!- esclamò Lin, correndo verso di lui, e abbracciandolo
forte a se, sotto gli sguardi di Faxa e Milo, infinitamente contenti per la
riuscita della missione di Farax, ma specialmente per il tenero abbraccio in cui
i due ragazzi si ritrovarono.
Le membra riposate, le ferite rimarginate, e la forza riacquistata
Le membra riposate, le ferite rimarginate, e la forza
riacquistata.
Qualche giorno dopo, di mattina presto, Farax dal suo letto, ormai sveglio,
scrutava il cielo dell'alba, forse in cerca di qualcosa che lo potesse destare
completamente.
Faxa dormiva poco lontano da lui, sulle assi di legno del pavimento. Lo guardò
per qualche secondo, dopodichè voltò di nuovo il viso verso la finestra, mentre
i raggi di sole velocemente rischiaravano l'ambiente.
Milo era partito il giorno stesso in cui Farax ritornò dal monte Wutaishan,
diretto al Santuario, per precederlo nella sua presentazione di Silver Saint.
Il giorno prima era arrivata una missiva in cui Milo stesso annunciava il
momento in cui Farax poteva recarsi in Grecia.
Purtroppo però, il Grande Sacerdote, a seguito della richiesta di portare Lin
con se, non aveva potuto accettare l'entrata al Grande Tempio di un normale
essere umano.
Il resto della serata quindi Farax e Lin lo avevano passato insieme, ormai
obbligati a separarsi.
Poi Farax accompagnò Lin al suo villaggio, da suo padre. Era inutile che la
ragazza rimanesse li nella casetta in collina se non c'era più bisogno dei suoi
servizi.
Farax salutò la gente del villaggio, Lin e suo padre, dopo aver passato la sera
a casa loro; il momento dell'addio è sempre il peggiore, però non si poteva
fare altrimenti.
Adesso era a lei che pensava Farax, ed era sicuro che lo stesso pensiero valeva
per lui.
Si alzò, e subito Faxa alzò la testa guardandolo. Farax si vestì, preparò le
poche cose necessarie per il viaggio, e partì, lasciando quel luogo che se per
un breve ma intenso periodo di tempo era stata la sua casa.
Ma un altro addio lo aspettava. Purtroppo neanche Faxa lo avrebbe potuto
seguire, a causa del lungo viaggio e dell'uso dei mezzi di trasporto.
Arrivati entrambi all'ingresso della distesa di bambù, Farax parlò al Panda
attraverso il suo cosmo, dicendogli che non si sarebbe dovuto preoccupare e che
un giorno sarebbe tornato, per stare con lui e con Lin. Era una promessa. La
stessa promessa fatta alla ragazza la sera prima.
Faxa annuì col capo, si voltò, e penetrò fra le canne di bambù, senza voltarsi.
Farax proseguì il cammino lungo il sentiero, con passo veloce, ma senza fretta.
Improvvisamente sentì un fremito all'interno del contenitore dell'armatura, ma
non percepì nient'altro. Quindi pensò fosse solo un'impressione.
Qualche giorno dopo, come previsto, Farax arrivò al Santuario.
Stanco del viaggio, andò a riposarsi in uno degli alloggi adibiti ai Saint di
ritorno dalle missioni.
Il giorno dopo, nel pomeriggio, venne convocato da un segretario per conto del
Grande Sacerdote:
-Mi è stato detto di riferirle dal sommo Grande Sacerdote che domani avrà luogo
nella Grande Sala la sua investitura ufficiale a Saint. La prego di recarsi in
quel luogo per le 12.-
-Si va bene, la ringrazio-
Il segretario era un tipo anziano, magrolino e antipatico. Meno lo aveva di
fronte meglio era. Appena finita la convocazione, con i dovuti riguardi, Farax
chiuse la porta e pensò a tutta la sua storia.
Fino a qualche settimana prima il suo unico desiderio era essere investito del
titolo di Cavaliere; adesso che però il momento era giunto, non avvertiva ne
ansia, ne estrema felicità.
Certo, era molto soddisfatto di aver raggiunto il suo obiettivo, ma i fatti
accaduti (in primis la lotta contro il Male, poi l'addio a Lin e Faxa) lo
avevano buttato giù.
Improvvisamente qualcuno bussò alla porta:
-Avanti- rispose Farax.
La porta si aprì, e di fronte Farax si vide una delle persone che maggiormente
lo avevano aiutato a crescere e maturare:
-Maestro!!-
disse Farax mentre il suo viso si riaccendeva. Milo era senza armatura, ma il
suo cosmo non poteva nascondere il suo grado di cavaliere d'oro.
-Come stai Farax, tutto a posto? Sai, mi dispiace per Lin, ho cercato di
intercedere per te con il Gran...-
-Tutto bene maestro, non preoccupatevi. So che avete provato a convincere il
Sacerdote, ma purtroppo penso che abbia ragione. Sa, ho dovuto salutare anche
Faxa, non penso che lui avrebbe potuto seguirmi lungo il viaggio e attraverso
le mie missioni...-
Milo guardò Farax con occhi stupiti, increduli:
-Vuoi dire che non ti sei accorto di niente?-
-Di cosa mi sarei dovuto accorgere?- rispose Farax
-Mh, niente, lasciamo stare. Lo vedrai domani all'investitura- Milo fece
un'occhiolino e si voltò verso la porta. Mentre avanzava alzò il braccio destro
per salutare Farax, poi aprì la porta ed uscì.
-Ci vediamo domani allora!- sorrise e chiuse la porta.
Farax rimase nella stanza, ripensando a cosa volesse dire Milo.
Di cosa non si era accorto? Cosa gli era passato inosservato?
Con questi pensieri si mise a sedere sul letto, a fianco il contenitore
dell'armatura, che emanava leggeri bagliori verdi.
Le membra riposate, le ferite rimarginate, e la forza riacquistata
Addormentatosi, quasi ipnotizzato dai bagliori verdi, Farax
si risveglio in tarda mattinata. Il campo d'addestramento annesso agli
appartamenti dei saint già pullulava di ragazzi e soldati in allenamento, i
primi per effettuare l'addestramento a Saint, i secondi per gli allenamenti di
ordinaria amministrazione.
Farax si lavò il viso per ridestarsi più velocemente, mangiò qualcosa di
veloce, e si preparò. Prese il Contenitore dell'armatura sulle spalle e si
diresse verso la Sala
principale del Santuario, dove risiedeva il Sacerdote.
Prese con se anche la convocazione scritta portatagli dal segretario, che
evidentemente gli sarebbe servita per attraversare le dodici case.
Infatti l'unico modo per arrivare dalla base del Santuario alla Sala del
Sacerdote era attraversare le 12 case dello Zodiaco, ognuna presieduta dal un
cavaliere d'oro.
Farax ricordò del racconto di Milo sui Cavalieri d'Oro e sulla Notte degli
Inganni:
°…qualche anno fa, al Santuario di Grecia, un cavaliere d’oro tradì il Grande
Sacerdote, rapì la bambina che presumibilmente era la reincarnazione di Athena,
e fuggì dal Grande Tempio. Era il cavaliere d’oro del Sagittario, Aiolos
(sicuramente il più forte e leale cavaliere d’oro che sia mai esistito); morì
poco dopo la fuga in seguito alle ferite causate dal combattimento con un altro
cavaliere d’oro, Shura del Capricorno, mandato dal Sacerdote in persona contro
il traditore; solo che Shura non riuscì a riprendere la bambina, che scomparve
insieme ad Aiolos. Vennero mandati alla sua ricerca 2 cavalieri d’oro, Kamyu
dell’Acquario (che padroneggia le energie fredde), e Aphrodite di Pesci (che
dicono sia bello quanto malvagio) ma non riuscirono a trovarla, ne la bambina,
ne Aiolos, ne la Gold Cloth,
e così si pensò fossero morti entrambi, e l’armatura era dispersa. Questo è
quanto successe nella cosiddetta "Notte degli Inganni", chiamata
molto probabilmente in questo modo a causa del tradimento di Aiolos.
Ho conosciuto altri 2 cavalieri d’oro, Shaka della Vergine (definito l’uomo più
vicino a Dio) e Aldebaran del Toro (la cui forza e potenza sono pari alla sua
bontà d’animo). Il cavaliere dei Gemelli, Saga, è scomparso tempo prima del
tradimento di Aiolos; oltre questi sono presenti altri 3 cavalieri d’oro, di
cui non conosco l’identità, e inoltre è vacante il posto del cavaliere d’oro
del Leone. In riferimento a questo devo dirti che Aiolos aveva un fratello
minore, Ioria, che lui stesso stava addestrando per farlo diventare cavaliere
d’oro del Leone, ma dopo il suo tradimento non si seppe più niente di lui,
fuggito in seguito all’onta subita a causa del fratello, per allenarsi da
solo...°
Quindi, delle dodici case, ne avrebbe attraversate 3 di cui neanche Milo
conosceva il custode (Ariete, Cancro e Bilancia) e 3 incustodite (Gemelli,
Leone e Sagittario).
Farax uscì dalla porta, con i conti in testa, pensando ai Cavalieri d'Oro.
In quindici minuti giunse di fronte alla scalinata che portava al primo Tempio,
quello custodito dal Cavaliere d'Oro dell'Ariete, e si chiese se prima d'ora
nessuno avesse tentato di espugnare il Santuario.
Iniziò a salire le scale, grandi sia in pedata che in alzata, e imponenti
durante l'ascesa. Proseguì lentamente, assaporando tutte le sensazioni avvertite
in quel momento. Al contrario del giorno prima, sia la sua felicità che la sua
ansia stavano crescendo a dismisura.
Voleva fare la conoscenza di tutti i Cavalieri d'Oro, vedere i loro visi di
fieri protettori dell'umanità.
Arrivò in cima alla scalinata. Il tempio dell'ariete era imponente, con al
centro del timpano il simbolo dell'ariete in una cornice.
Era un tipico tempio greco di ordine dorico, con una doppia fila di colonne
all'ingresso.
Farax penetrò:
-Buongiorno....-
°Strano, sembra che non ci sia nessuno...°
pensò, ma immediatamente dopo ricevette una risposta:
-Buongiorno Farax-
Lentamente un cavaliere avanzò dall'ombra verso di lui, con passo lento ma
sicuro; i gambali dorati a scaglie, i pungi chiusi ondeggianti all'altezza dei
femori di color oro brillante, il torace con al centro un medaglione con una
gemma rossa, capelli blu oltremare.
Farax rimase attonito nuovamente.
Possibile che quella persona gli faceva quell'effetto ogni volta che la vedeva?
-Maestro?!-
Era il cavaliere dello Scorpione che giungeva fuori dalla casa dell'Ariete,
inspiegabilmente.
-Cosa ci fa lei quaggiù, pensavo di trovarla alla custodia dell'ottava casa.-
-Sono venuto a riceverti, e ti scorterò sino alla Sala del Sacerdote. Forza,
continuiamo a salire- disse Milo sorridendo.
Farax continuò a guardarlo nella sua magnifica armatura d'Oro dello Scorpione.
Il suo elmo era la testa di uno Scorpione, e sul retro scendeva sinuosa la coda
acuminata, che arrivava fino alle ginocchia.
-Arrivo!- disse Farax.
Giunse all'altezza di Milo, rimanendo però un passo indietro per rispetto della
gerarchia, e proseguì all'interno della casa dell'Ariete.
L'interno non era scuro come sembrava da fuori, come se uno strano cosmo
permeasse l'ambiente.
-Maestro, quindi anche questa casa è incostudita?- chiese Farax.
-Esatto. Il cavaliere d'oro dell'Ariete sembra si sia ritirato in una zona
remota dell'Asia, il Jamir. Dicono che ripari le armature, ma la zona in cui
risiede sembra sia assediata dai fantasmi dei Cavalieri deceduti.-
-Mh...capisco. Quindi è per questo che non l'avete mai conosciuto?-
-Si. Purtroppo la situazione è un pò complicata. Nonostante sia uno dei più
forti cavalieri d'Oro, sembra che per adesso non voglia ritornare alla custodia
della sua Casa.-
Mentre parlavano, giunsero all'uscita, e la luce del giorno non sembrò così
forte in confronto a quando entrarono. Proseguirono infine, verso la seconda
casa.
Gli scalini che portavano alla casa del Toro, la seconda, erano in tutto
e per tutto uguali a quelli della casa precedente, e lo stesso valeva per le
scalinate successive
Gli scalini che portavano alla casa del Toro, la seconda,
erano in tutto e per tutto uguali a quelli della casa precedente, e lo stesso
valeva per le scalinate successive.
Ogni scalinata era delimitata a destra e a sinistra da un
parapetto di pochi centimetri più alto degli scalini. Al di fuori, vi era il
paesaggio brullo della Grecia montagnosa, con inframezzi
di zone verdeggianti.
Farax, osservando l’ambiente
intorno a se stesso, non potè non notare nuovamente
una torre altissima che sembrava non avere entrata, a base quadrata, con una
meridiana su ogni lato, nella parte più alta.
-Maestro, cos’è questa enorme torre
che sembra controlli tutto il Santuario?-
-Beh, possiamo dire che si tratta
del fulcro dell’intero Tempio: è la Meridiana dello Zodiaco.
È in una posizione centrale strategica, per questo visibile
da tutte e 12 le case dello Zodiaco e dal Tempio di Atena
in cima alla rupe; in quest’epoca non è stata ancora
utilizzata…per fortuna aggiungerei.-
-Perché? Quale sarebbe la sua
funzione?- chiese Farax a Milo, ormai giunti a metà
scalinata.
-A dire la verità questa torre è un
mistero. Gli annali del Santuario raccontano che scandisca
il tempo in caso di attacco al Grande Tempio. Come ben sai, è impossibile
arrivare dalla base del Santuario al Tempio di Atena
dove risiede il Sacerdote, senza passare attraverso le 12 case dello Zodiaco.
Quindi sono vietati sia il teletrasportoche mezzi di trasporto come aereo o altri.
E tutto ciò grazie alla barriera
che circonda il Santuario, che permette anche l’invisibilità agli occhi dei
radar e dei satelliti.
In passato sembra che solo una persona sia riuscita ad
infrangere questa barriera: fu Ade, dio
dell’Oltretomba, durante la precedente Guerra Santa di due secoli fa, anche se
in realtà non sono a conoscenza di maggiori informazioni.
Come vedi, la Meridiana è composta da
12 quadranti, ognuno con rappresentata l’effige di uno dei 12 segni dello
Zodiaco indicanti le 12 case. Una volta che l’invasore supera una casa, il
fuoco che ne indica il segno corrispondente si spegne. Ed è per questo che sarebbe natala Meridiana.
Ciò permette ai Gold Saint e al Sacerdote di sapere fin dove
sono giunti gli invasori, e procedere con le dovute contromisure.-
-In che senso? Quali sarebbero queste
contromisure?-
-Farax, sai che noi proteggiamo il
Santuario non perché è il Santuario, ma perché in cima si trova il Tempio di Atena, dove risiede la nostra Dea, o in alternativa il
Sacerdote suo emissario. Proprio per questo motivo noi Gold Saint, pur di
fermare l’attacco di chi invade il Grande Tempio, saremo disposti alla
perdizione delle nostre anime, riunendoci e attaccando gli invasori tutti
insieme, contravvenendo così ad una delle importanti regole dei
Saint; ovvio, in casi disperati.
Guarda, siamo giunti alla seconda
casa, la casa del Toro.
Farax, affascinato dal racconto di
Milo, non si era quasi accorto di essere giunti in cima alla scalinata. Di fronte a se aveva un altro tempio maestoso, mentre voltandosi
indietro poteva scorgere la copertura del precedente. La casa del Toro
era sotto molti aspetti simile a quella dell’Ariete,
tranne per il fatto che non aveva la doppia fila di colonne all’ingresso, e
presentava due corna di toro scolpite nella pietra e poste al culmine del
tetto. Inoltre erano presenti due ambienti ai lati
della casa stessa.
-Entriamo?- chiese Milo, più come se fosse una richiesta che
una domanda.
-Certo.- rispose Farax.
I 2 cavalieri entrarono nella casa, e proseguirono
all’interno fino a quando scorsero la figura del
proprio guardiano. Il cavaliere del Toro si presentava di fronte a loro
impassibile, possente e serio, con le braccia incrociate in petto. La sua
armatura era dorata come quella di Milo, soltanto che era molto differente. Le
sue forme erano morbide rispetto a quella dello Scorpione, molto più spigolosa.
Inoltre presentava corni sporgenti sulle ginocchia, i
gomiti, le spalle e sull’elmo.
-Salve Aldebaran. Questo è Farax, il ragazzo di cui ti ho parlato qualche giorno fa.
L’ho addestrato in Cina, e oggi ha la convocazione dal Sacerdote per
l’investitura ufficiale.-
Aldebaran sciolse le braccia, e
improvvisamente sorrise:
-Oh, complimenti Farax-urlò il cavaliere con la sua grossa voce allegra, dando una
pesante pacca sulle spalle al ragazzo.
-Passate pure Milo, e ricordatevi che sarete sempre i
benvenuti in questa casa.-
-Grazie Aldebaran, per te vale lo
stesso, lo sai.-
Il Gold Saint del Toro era apparso tutto il contrario di ciò
che sembrava all’inizio, e di come era ritornato una
volta che Milo e Farax lo sorpassarono per uscire
dalla casa. Dal suo aspetto iniziale non poteva sembrare che il suo
comportamento fosse così cordiale e alla mano. Sicuramente era un uomo di grande sensibilità ma anche grande potere.
Usciti dalla seconda casa, Farax e
Milo presero così a salire la scalinata successiva, a
passo svelto ma senza correre, fino a giungere alla terza casa, quella dei
Gemelli.
Questa presentava due ampie torri ai due lati del colonnato
d’ingresso, su cui vi erano rappresentati due fanciulli,
presumibilmente Castore e Polluce, i due gemelli che la costellazione
rappresentava, il primo sulla torre di sinistra, il secondo su quella di
destra.
Senza proferir parola, Milo e Faraxentrarono, e proseguirono a passo svelto al centro del
corridoio, verso l’uscita. Milo aveva spiegato tempo addietro che il Cavaliere
d’Oro dei Gemelli era scomparso prima del presunto tradimento di Aiolos del Sagittario, quindi
la casa doveva essere incustodita. Però, appena
superata la metà del tempio, a Farax sembrò che
stesse per perdere i sensi e l’ambiente sdoppiarsi, ma dopo mezza frazione di
secondo, tutto tornò alla normalità.
Guardò Milo, che sembrò quasi preoccupato, e decise di non
dire niente. Continuarono a camminare, fino all’uscita della casa. E qui Milo disse:
-Hai avvertito anche tu Farax?-
-Non so- rispose –ho solo avuto un
leggero giramento di testa. Cosa è successo?-
-Quello non era un giramento di testa- disse Milo guardando
di fronte a se qualcosa che non c’era –Quello era il potere dell’illusione del
Cavaliere dei Gemelli.-
-Ma…io credevo…avevo capito che fosse scomparso addirittura
prima della Notte degli…-
-Shh. Zitto Farax.
Questo argomento al Santuario è tabù. Non farne parola con nessuno. Fatto sta
che probabilmente il Cavaliere dei Gemelli, Saga, si trova ancora qui, o
meglio, poteva addirittura essere all’interno della
casa di cui è custode.
Dopo qualche secondo di riflessione, Milo disse serio:
-Procediamo. Ma tacciamo con tutti
su ciò che è successo all’interno della Terza casa.
-Certo Maestro.- disse Farax,
seguendo il suo Maestro nella salita della scalinata
verso la casa del grande Cancro.
Arrivati in cima alla scalinata, si presentava la quarta
casa. Aveva una base a croce greca e su ogni lato vi era un colonnato. Al
centro una torretta con guglie a cuspidi.
Farax e Milo proseguirono l’uno dietro l’altro,
all’interno della casa del Cancro. L’interno era buio, e non si avvertiva il
cosmo del custode, il Cavaliere d’Oro del Cancro. Ma ciò che colpì Farax fu il
nauseante odore di luogo chiuso e non arieggiato e putrefazione, anche se non
riusciva ad individuarne la causa.
-Mi è stato detto che il Cavaliere del Cancro si è
diretto in Sicilia, suo luogo d’origine, dove segue l’addestramento a cavaliere
di un ragazzo di origine greco-giapponese- disse Milo –non potrò farne la
conoscenza neanche questa volta, ma di certo non me ne dispiaccio.-
-Il motivo?!- chiese Farax, serio e concentrato.
-Dicono che abbia gusti strani in fatto di decorazioni
della casa di cui è custode, anche se in realtà non pare ci sia niente di
strano, oltre questo odore nauseabondo che sembra provenga direttamente dalla
Bocca dell’Inferno. D’altronde è la stessa sensazione che avverto ogni volta
che passo di qua.-
°E’ lo stesso odore che ho sentito sul monte Wutaishan,
nella lotta contro il male. Non riesco a calmarmi, eppure sembra sia tutto
tranquillo° pensò Farax.
Il suo cuore riuscì a rallentare i battiti quando scorse
la luce del Sole provenire da fuori attraverso l’uscita, e accelerò il passo,
quasi a mettersi al pari di Milo.
La quarta casa era superata, e un silenzioso sospiro di
sollievo attraversò Farax. Ora toccava alla quinta, anch’essa incustodita.
Quella del Leone era molto simile alla prima casa del Montone d’Oro. La
scalinata alla base dell’entrata era dominata da una stata di Leone in pietra
per lato, e come le altre case, sul timpano era rappresentato il simbolo del
segno zodiacale corrispondete.
Milo e Farax varcarono la soglia, e proseguirono verso
l’uscita, velocemente e senza indugi, purtroppo una casa senza custode era come
un edificio vuoto, senza il calore del cosmo d’oro di cavaliere.
Erano a metà della salita, e alle 11 il Sole iniziava a
farsi caldo. Guardando di fronte a se stesso, Farax potè scorgere in alto la
casa della Vergine, ma ciò che lo colpì furono due chiome di alberi verde scuro
svettare sul retro della casa.
-Maestro, la casa della Vergine ha un giardino annesso?-
-Che occhio acuto che hai. Ebbene si; chiuso da una
pesantissima porta con un fiore di loto scolpito sopra, il prato fiorito dietro
la sesta casa è un luogo di somma quiete, ove solo al Cavaliere d’Oro della
Vergine è consentito entrarvi, colui cioè che è considerato l’uomo più vicino a
Dio. Ma non è l’unica casa che ha un giardino, lo vedrai in seguito.
Giunti davanti all’entrata della Casa della Vergine,
Farax potè ammirare l’architettura di quell’edificio. Come tutti i templi, le
colonne erano di ordine dorico, e la pietra, seppur antica, era ancora forte e
intrisa del cosmo del custode della casa.
Ogni tempio, oltre al simbolo del segno zodiacale
corrispondente riportato sul timpano, aveva un particolare che lo
contraddistingueva: in questo caso, la casa della Vergine aveva sul fronte, ai
lati dell’entrata, due statue di figure femminili.
Da qui Farax potè scorgere meglio anche il paesaggio dei
dintorni: l’arena dei Tornei, i dormitori, e specialmente la Meridiana dello
Zodiaco. Dall’altezza a cui erano, poteva scorgere poco al di sopra, la
decorazione del piano inferiore a quello dei quadranti della Meridiana: a
sorreggere l’ultima sezione della torre vi era un perimetro di statue di donna
nello stile delle Cariatidi dell’Acropoli di Atene, fra le cui sagome filtrava
il Sole creando affascinanti giochi di luci e ombre.
Farax era soprappensiero; finora non ci aveva riflettuto,
ma Shaka della Vergine era il cavaliere che stava allenando sua sorella Faith,
per conquistare l’Armatura d’Argento della Zebra, come Kamyu dell’Acquario era
il cavaliere che stava allenando Hope, per l’Armatura d’Argento della Tigre
Artica. Se però Shaka e Kamyu erano al Santuario, significava che il loro
addestramento era terminato. Ma ce l’avevano fatta a conquistare le Armature?
Farax era preoccupato, ma al momento non poteva fare niente.
Milo attese qualche secondo, poi proseguì, con il rumore
metallico che i gambali producevano al contatto con la pietra. Farax percepì con
la coda dell'occhio il movimento di Milo, e così anch'egli proseguì, lasciando
da parte la sua preoccupazione, entrando nella casa della Vergine.
Appena dentro, Farax avvertì immediatamente il cosmo del
Cavaliere d'Oro della Vergine. Era forte, potente e dominante, ma non ostile,
bensì calmo e accogliente.
Avanzando all'interno della struttura, arrivarono al
centro della casa, dove Shaka si trovava seduto, a gambe incrociate, occhi
chiusi, in meditazione.
-Benvenuti nella casa della Vergine, Cavalieri.- proferì
Shaka -Milo, il tuo allievo, sebbene appena investito cavaliere, ha un cosmo
straordinario, degno della qualifica di Cavaliere d'Argento ed erede dello
Scorpione.-
Mentre parlava, Shaka aveva mantenuto gli occhi chiusi ed
il viso solenne, ma le sue parole erano sincere ed elogiative.
-La ringrazio- rispose Farax mentre osservava l'uomo che
si trovava di fronte a se. I suoi capelli tenuti scioltisenza elmo, erano biondi e lunghi; la sua
pelle chiara; la sua armatura dorata compatta, con due coprispalla composti a
fasce e al centro della cintura una gemma rosso sangue.
-Procedete pure, il Grande Sacerdote vi attende.-
-Grazie Shaka, a presto.- disse Milo, oltrepassando il
Cavaliere d'Oro della Vergine.
Farax stava per fare lo stesso, quando qualosa lo bloccò.
Shaka con il suo cosmo fermò i movimenti del corpo del ragazzo e parlandogli
attraverso il pensiero disse:
-°Ho percepito il tuo cosmo quando hai ricevuto
l'investitura in Cina. Quando la cerimonia sarà finita, concedimi un pò del tuo
tempo, e rimani a scambiare due parole in questa casa. Voglio parlarti anche di
tua sorella, molto dotata anche lei°-
La stretta di Shaka, a cui Farax non aveva minimamente
fatto opposizione, si sciolse, e lui proseguì dietro Milo, senza dire una
parola. Il tutto era durato mezza frazione di secondo, anche se gli era
sembrato un'eternità, e Milo non si era accorto di niente.
Arrivando all'uscita, Farax si sentì più leggero; le
parole di Shaka avevano dissolto tutti i suoi dubbi su sua sorella Faith, che
sicuramente stava bene.
Ciò che lo aveva colpito fu il fatto che il cavaliere
d'oro avesse percepito il suo cosmo, il giorno della battaglia contro il Male
sul monte Wutaishan.
La scalinata successiva venne superata in un batter
d'occhio, e Milo e Farax si ritrovarono di fronte la casa della Bilancia.
La casa della Bilancia non appariva imponente come le precedenti, ma
allo stesso modo era massiccia
La casa della Bilancia non appariva imponente come le
precedenti, ma allo stesso modo era massiccia. La sua pianta a stella a sei
punte la caratterizzava dalle altre; il tetto era piatto, e al centro sorgeva
una torretta sostenute da basse colonne.
Milo e Farax entrarono nella
struttura, passando sotto il timpano col simbolo della Bilancia rappresentato
in rilievo.
-Neanche il cavaliere d’Oro di Libra è qui, giusto Maestro?-
-Esatto. Dicono che sia in Cina,
sui monti di Goro-Ho, vale a dire dalla parte opposta
rispetto a dove ti sei addestrato tu. Non si è mai mosso da li
da tempo immemore, e dalla sua veneranda età sicuramente non si farà vedere qui
oggi. Inoltre nessuno ha più notizie dell’armatura d’Oro della Bilancia.-
I due cavalieri attraversarono la settima casa, uscirono e
subito giunsero alla ottava, quella dello Scorpione.
L’architettura era molto semplice, e ricordava molto il tempio del Leone. Si
notavano, alla sommità del tetto sugli angolo di
destra e sinistra, delle decorazioni a forma di torri, mentre il timpano
presentava dei contrafforti sui due lati.
-Procediamo- disse Milo.
-Sono onorato di poter passare da qui, Maestro.-
-Anche io sono onorato, della tua presenza.-
Attraversarono velocemente anche questa casa, fino ad
arrivare alla successiva, quella del Sagittario; qui, l’ampio colonnato
frontale, permetteva appena di vedere l’ambiente quadrangolare che si
presentava sul retro. Nella nona casa vi regnava un immenso silenzio, colmo di
rispetto nonostante il tradimento di Aiolos. Milo e Farax
proseguirono, senza proferir parola, verso la decima casa, di struttura molto
simile alla precedente.
Qui, Shura, il custode, era il
detentore della spada Excalibur, dono di Atena a tutti i Cavalieri del Capricorno. I due entrarono
e proseguirono oltre, fino all’esterno, dove un ampio piazzale prolungava
l’estensione del tempio; era li che sostava il Gold
Saint. Aveva capelli scuri, corti, e occhi piccoli e acuti. Il suo elmo, tenuto
sotto il braccio, era caratterizzato, come quello del toro, da due corna alla
sommità; l’armatura invece aveva decorazioni di riccioli in oro bianco sul
pettorale e sulla protezione del bacino.
Shura si stava allenando, era infatti leggermente affaticato con la pelle madida di
sudore, e voltandosi verso i due nuovi venuti disse:
-Proseguite cavalieri; la giustizia è dalla mia e dalla
vostra parte. Non indugiate quindi.-
-Buongiorno Shura. Come va il
perfezionamento della tua arma?-
-Milo, non è frequente che ci incontriamo, ma sono onorato che tu me l’abbia chiesto.
Prosegue bene; però sicuro questo non è il momento di soffermarsi un futili parole. Andate.-
-Buongiorno.- rispose Farax,
cercando di soffermarsi li il meno possibile,
procedendo dietro il Maestro.
Giunti a metà scalinata fra la decima e l’undicesima casa, Farax disse al cavaliere dello Scorpione:
-Mi sembra che Shura del
Capricorno sia freddo e scostante.-
-Purtroppo è così. O almeno adesso
lo è. Ha iniziato a diventare più chiuso e arrogante da quando Aiolos ha tradito Atena. I due cavalieri erano molto legati, ma quel fatto sconvolse Shura,
che si offrì volontario per la punizione dell’amico. La spada Excalibur è la spada della Giustizia, quindi egli non
poteva ritrarsi a tale compito.-
Il cammino proseguiva, non a corsa, ma a passo abbastanza
veloce. Farax non l’aveva notato fino ad ora, ma
voltando lo sguardo leggermente dietro di se, vide il
bagliore verde della sua armatura aumentare pianpiano
durante la salita, fuoriuscendo dal contenitore, come se fosse attratta da
qualcosa che si trovasse sulla massima altura del Santuario. Guardando in
quella direzione, Faraxpotè
anche scorgere l’apice del Grande Tempio, cioè la
statua di Atena; essa teneva nella mano destra la Nike-Vittoria,
e lo scudo appoggiato a terra tenuto con la sinistra. L’elmo crestato ne
incorniciava il viso, e l’egida con la medusa risplendeva ai raggi del sole,
esaltando le imprese mitologiche della Dea.
Infine la casa dell’Acquario si presentò di fronte a loro.
Con le case del Cancro e della Bilancia, questa era la terza con una pianta
particolare: presentava infatti un colonnato circolare
che ne delimitava il perimetro, con il tetto a tronco di cono che ne concludeva
l’altezza.
Il cosmo freddo ma amichevole del custode pervase Milo e Farax appena entrati nella struttura. Kamyu
era di fronte a loro, al centro dell’edificio da cui si alzavano bianche
colonne di vapore acqueo, e li stava raggiungendo, con passo lento ma sicuro.
I suoi lunghi capelli blu erano tenuti all’indietro
dall’elmo dell’armatura d’oro, caratterizzato da una gemma blu oltremare simile
a quella riportata all’apice del pettorale; i suoi occhi color del mare artico
passavano da Milo a Farax.
-Bentornato amico mio- disse Kamyu
al cavaliere dello Scorpione.
-Grazie Kamyu, lui è Farax-
-Piacere- rispose il ragazzo,
facendo un impercettibile inchino con la testa.
-Benvenuto fra i saint, Farax. Devi esserne orgoglioso; tu come tua
sorella Hope- e sorrise.
A quelle parole gli occhi di Farax
brillarono, e sorridendo rispose:
-La ringrazio- e si fermò, come se non fosse più capace di dire altro.
-Andate pure, ci vediamo al ritorno.-
-A dopo Kamyu- disse Milo e,
insieme a Farax, uscì dalla casa.
-Io e Kamyusiamo
amici da molto; è come se fosse un legame che proviene da un tempo remoto. Per
questo posso capire il dolore che ha provato Shura alla
notizia del tradimento di Aiolos.
Io stesso, ora, non saprei come poter reagire se fosse
accaduto a me.-
Milo alzò gli occhi e, indicando un punto oltre la casa dei
Pesci, disse:
-Vedi. La casa della Vergine non è la sola che ha un terreno
alle sue spalle. Dietro la dodicesima casa vi è un prato con ruderi di colonne,
bello come l’Elisio, ma letale come l’Ade.
Quella radura è colma di rose velenose, i cui petali
uccidono lentamente ma senza dolore, portando alla morte con il loro profumo
intenso. Ed è proprio questa l’arma di attacco e di
difesa del cavaliere d’oro dei Pesci, Aphrodite: la
rosa!-
-Ma che motivo c’è di creare una tale
protezione se esiste la barriera del Santuario. Non era impossibile
giungere al Tempio di Atena senza attraversare tutte le
dodici case?-
-Si, però devi sapere che quando Atena non ha ancora preso
coscienza dei suoi poteri, la barriera è debole, e il punto più pericoloso per
un’invasione è proprio la rupe alle spalle del dodicesimo tempio dello Zodiaco,
in quando il più accessibile. Infatti, alle spalle della casa dei Pesci, sotto
la rupe, sorge un villaggio, Rodorio, anch’esso
protetto dalla barriera, che spesso viene coinvolto
nelle guerre santa. Proprio nell’ultima guerra di due secoli e mezzo fa,
l’incolumità del Santuario e del villaggio di Rodorio
è stata a rischio. Le truppe di Ade,
il signore degli Inferi, cercarono di penetrare da quella direzione, perché la
reincarnazione di Atena a quel tempo era ancora inesperta nella barriera.
Nonostante la distesa di rose velenose e i cespugli di rose disseminati lungo
il cammino, il cavaliere d’Oro dei Pesci dell’epoca dovette sacrificarsi per
fermare l’avanzata di uno dei Giudici dell’Inferno, Minosse,
e salvare così sia il Santuario che il villaggio.
Accompagnati dalle gesta eroiche del passato, Milo e Farax arrivarono di fronte alla dodicesima casa; la
scalinata che vi conduceva era delimitata a destra e a sinistra da un muretto
di media altezza sulla cui sommità sorgevano due pesci
scolpiti nella stessa pietra.
-Ecco l’ultima casa- disse Milo, proseguendo all’interno.
L’odore lontano delle rose giungeva fino a loro, portato
dalla brezza dell’ora più calda della giornata; mancavano
infatti solo 20 minuti a mezzogiorno, l’ora in cui Farax
aveva la convocazione.
Aphrodite dei Pesci, con i suoi
lunghi capelli color del cielo, attendeva i due
cavalieri al centro della casa. Il suo aspetto ricordava molto la divinità
dell’Olimpo di cui portava il nome. Aveva l’elmo, ai cui lati sporgevano due
pinne, nell’incavo del braccio, e la sua armatura d’oro era composta di
scaglie.
-Seguitemi, vi condurrò al Tempio di Atena,
dove siete attesi.-
Così dicendo si voltò, e proseguì verso la scalinata fra la
dodicesima e la tredicesima casa, dove era situata la Sala del Sacerdote. Farax e Milo si guardarono per un
secondo e, annuendo, seguirono il cavaliere dei Pesci, che sembrava non essere
toccato da ciò che lo circondava, freddo e impassibile.
Sui margini dell’ennesima scalinata, sorgevano rovi di rose
rosse, di cui si sentiva forte il loro profumo.
-Camminate al centro, non avvicinatevi ai lati.- disse il
Cavaliere dei Pesci –queste rose sono le stesse di quelle che utilizzo per i
miei attacchi; se vi avvicinaste troppo potreste perdere i sensi.-
I tre saint procedevano al centro,
a passo ritmato; il rumore sordo dei gambali d’oro si inframmezzava
al morbido suono che producevano i calzari di pelle da allenamento di Farax sugli scalini.
Terminata l’ascesa, Aphorodite si
rivolse a Farax dicendo:
-Quello è il Tempio di Atena- indicando la grande costruzione che alle spalle
aveva la statua della Dea.
-Mostra la convocazione alle due guardie del portone. Adesso
ci siete tutti, gli altri cinque cavalieri da investire
ufficialmente del titolo sono già qui.
°Altri cinque cavalieri?° pensò Farax.
Mentre Aphroditeriscendeva la scalinata verso la casa sotto la sua
protezione, Milo disse:
-Farax, io ti aspetto qui fuori. So
che non posso entrare.-
Farax annuì, poi si voltò, salì
gli scalini e attraversò l’ampio colonnato del Tempio di Atena;
poi mostrò la lettera di convocazione alle guardie, come gli aveva detto Aphrodite.
-Prego, entri pure. La stavamo
aspettando. Si schieri in fila con gli altri.-
Farax entrò; l’interno era illuminatissimo, merito degli ampi finestroni,
che costellavano le pareti al di là delle due file di
colonne, e dei grandi candelabri pensili.
Di fronte l’entrata vi era un lungo tappeto rosso con il
bordo in oro, terminante su quattro scalini su cui si trovava un trono d’oro,
ancora vuoto. Alle spalle di esso, una pesante tenda
blu creava un irreale sipario.
In linea con il tappeto e il trono, da una parte e dall’altra,
c’era un gruppo di cinque persone, tre si trovavano sulla sinistra, due sulla
destra; erano sicuramente i cavalieri da dover essere investiti ufficialmente
del titolo.
Farax proseguì, avvicinandosi al
gruppo, e i suoi occhi non crebbero a ciò che stava osservando. Non conosceva
le tre persone sulla destra, ma non aveva più alcun dubbio sull’identità delle
due persone alla sinistra, i cui contenitori delle armature pulsavano l’uno di
un colore rosso mattone, l’altro di un bianco candido. In
risposta, quello di Farax cominciò a mandare bagliori
verdi brillanti. Quelle due persone, erano davvero loro.
Farax guardò negli occhi i due cavalieri che stavano sulla destra
Farax guardò negli occhi i due
cavalieri che stavano sulla destra. O meglio, non due cavalieri, bensì due sacerdotesse. Hope e Faith erano in
piedi, fiere, con lo scrigno della loro armatura di fronte ai loro piedi, come gli altri tre ragazzi.
Sorrisero a Farax che si era avvicinato a loro.
-Ciao Farax- esclamarono in coro.
La voglia che avevano di smuoversi da quella posizione di stallo
era forte, ma quella era una convocazione ufficiale, e Farax
ne era cosciente.
-Ciao ragazze!- disse, affiancandosi a loro, e posando davanti a se il suo
scrigno. Hope aveva capelli ed occhi neri, Faith
capelli castani e occhi marroni.
Entrambe di media altezza, i loro sorrisi erano pieni di energia. Farax osservò per un momento i loro occhi, e quasi si
commosse.
Aveva patito tanto durante il suo allenamento, ma il timore più grande non
riguardava se stesso, bensì Hope e Faith. Aveva paura potesse
succedergli qualcosa di brutto, come in fin dei conti era successo anche a lui
sul monte Wutaishan.
Per fortuna sembrava tutto a posto, e le due cloth
che si erano prefissate di conquistare erano infine le loro. Con in testa questi pensieri, Farax
per la prima volta posò lo sguardo sui loro contenitori argentati, una Tigre
Artica ed una Zebra erano scolpite sul lato frontale. Silver Saint come se
stesso.
Il primo brillava di un bianco candido, il secondo di un rosso mattone acceso,
in sintonia con il verde brillante del contenitore di Farax.
Solo successivamente guardò gli altri tre ragazzi.
Quello che stava in piedi di fronte a se, aveva lo sguardo serio, con gli occhi
azzurri e i capelli argentati incorniciavano un viso molto
più adulto della sua età. Davanti a se aveva uno scrigno di bronzo, con
scolpito sul lato frontale la figura di un pesce marino: il Dorado.
Contrapposto a Faith, al centro, si trovava un
ragazzo molto più giovanile rispetto al primo, i
capelli neri facevano risaltare i suoi occhi blu, come la pelle scura. Sul
contenitore della sua armatura di bronzo c'era l'immagine di
un Tucano.
Infine, all'estrema destra, un'altra ragazza, i capelli corti, di un nero
intenso come i suoi occhi, facevano sembrare ancora più chiara la pelle
diafana. Sulla scatola di bronzo dell'armatura era incisa una Volpetta.
Erano quindi riuniti, nelle sale del Sacerdote, tre saint
di Bronzo e tre di Argento, inoltre tre erano
cavalieri, e tre erano sacerdotesse.
Immerso in questi pensieri, Farax notò con la coda
dell'occhio la tenda dietro il trono dorato che si scostava.
Una figura alta, coperta da una tunica blu scuro, un elmo cerimoniale dorato in
testa, una maschera scura inespressiva e una collana di piastre metalliche
rosse, verdi e gialle. -Inchinatevi al Grande Sacerdote!- disse una voce che
proveniva dal lato del portone d'ingresso. °Quello è il Sacerdote?!° pensò Farax,
colpito dal suo aspetto.
I sei cavalieri si inginocchiarono, solo allora il
Sacerdote lasciò la pesante metà della tenda, avanzando, e sedendosi sul trono,
disse:
-Cavalieri! In questo giorno il vostro destino si compirà. La vostra vita
adesso è nelle mani della Dea Atena, e il vostro cuore sarà devoto solo a lei.
Alzatevi in piedi.-
Tutti e sei i cavalieri si alzarono in piedi.
-Ricordate. Utilizzate la vostra forza e la vostra armatura solo ed
esclusivamente per la difesa della Dea Atena e della
pace sulla terra. Se invece ne approfitterete per
scopi personali, non avrete più pace. Tutti i cavalieri di tutte le caste
verranno a cercarvi per uccidervi e riportare l'armatura qui al Grande Tempio.- °Non che voglia utilizzare la mia forza per miei
scopi personali, ma questo è assurdo!° pensò Farax.
Il Grande Sacerdote sembrò quasi sentire i pensieri di Farax,
tanto che la sua testa si voltò verso il ragazzo.
-Avanti adesso, richiamate a voi l'armatura che avete conquistato, e sarete
investiti ufficialmente del titolo.-
Tutti guardarono il loro scrigno, ma solo uno dei sei prese
l'iniziativa: il ragazzo di fronte Farax.
-Io, Alex, Cavaliere di Bronzo, ti invoco, armatura
del Dorado!-
Così dicendo, tirò la catena posta sul retro del contenitore, che si aprì
risplendendo di una fortissima luce azzurrina. La figura del Dorado si scompose,
ed andò a ricomporsi sul proprietario:
la coda del pesce divenne l'elmo; la testa invece uno dei bracciali, mentre il
naso a spada rientrava nella lamina; le pinne andarono a formare i gambali e l'altro
bracciale, mentre il resto del corpo coprì torace e addome.
L'armatura era azzurro-celeste, con qualche inserzione di color giallo.
Seguì, il centrale:
-Io, Adrian, Cavaliere di Bronzo, ti
invoco, armatura del Tucano!-
Una luce rosso sangue divampò dallo scrigno, e l'immagine del Tucano volò verso
il suo petto, mentre la cloth si dispose sul
legittimo proprietario:
il becco del Tucano si divise in due e si posò sulle braccia di Adrian; la testa divenne l'elmo; le ali si posarono sulle
spalle; il petto divenne il torace e le zampe si modellarono come gambali sui
suoi piedi.
I colori predominanti erano rosso, violetto e bianco.
Poi la sacerdotessa:
-Io, Flora, Sacerdotessa di Bronzo, ti invoco,
armatura della Volpetta!-
La figura di una volpe, circondata da un cosmo arancione, penetrò all'interno
della ragazza, che vestì la propria armatura:
la testa divenne l'elmo; il petto della volpe si dispose come cintura; le zampe
davanti e dietro divennero rispettivamente i bracciali e i gambali; il corpo si
divise posandosi come spalline, mentre la coda coprì torace e addome. Il colore
arancione e bianco della cloth risplendeva sul corpo
esile di Flora proteggendone le delicate forme.
I tre cavalieri di bronzo indossavano fieri le loro armature brillanti; adesso
toccava ai tre fratelli procedere con l'evocazione delle armature.
-Io, Faith, Sacerdotessa d'Argento, ti invoco, armatura della Zebra!- Faith tirò la catena dello scrigno e il cosmo
rosso-mattone dell'armatura, già scintillante, si diramò per tutta la sala,
mentre una zebra della stessa tonalità cavalcava penetrando nell'animo della
sacerdotessa.
L'armatura striata bianca e nera si dispose su Faith:
il muso dell'equino rientrò nella protezione, e la testa divenne l'elmo; il
corpo divenne torace e addome; le gambe andarono a coprire gli avambracci e le
gambe.
-Io, Hope, Sacerdotessa d'Argento, ti
invoco, armatura della Tigre Artica!-
Il cosmo bianco ghiaccio fuoriuscì dallo scrigno non appena si aprì uno
spiraglio. L'armatura della Tigre Artica cominciò a disporsi
su Hope.
La testa della Tigre, in atteggiamento feroce, divenne l'elmo e si posò sui
suoi capelli neri; le zampe anteriori divennero spalle e bracciali, quelle
posteriori i gambali; il corpo andò a coprire il torace e l'addome.
La fantasia striata bianco-nera ricordava molto quella della Zebra, anche se
era molto meno contrastante. °Bene, ora tocca a me°
pensò Farax.
-Io, Farax, Cavaliere d'Argento, ti
invoco, armatura del Panda!!-
Si abbassò leggermente, toccò con la mano la fredda impugnatura della catena
che avrebbe deciso il suo destino, e tirò.
In quel momento il coperchio dello scrigno si alzò, e insieme
alle quattro pareti laterali, si adagiò al terreno. L'aura verde brillante si espanse nell'ambiente come un
profumo dolce ma non troppo forte, penetrando nei sensi e portando beatitudine.
L'armatura del Panda si scompose, come esplosa da un
punto centrale, da cui scaturì la figura di un panda che correva verso Farax. °Ma....Faxa!°
In quel momento per Farax il tempo si fermò. Cominciò
a rivivere come in un film della sua vita, tutti i momenti dell'addestramento,
la collina, la distesa di bambù, l'oasi, il monte Wutaishan.
Rivide l'ultimo saluto a Lin, e l'addio a Faxa. Poi, da un'altra prospettiva, vide se stesso che si
allontanava a piedi, con lo scrigno sulle spalle, dalla distesa di bambù, lungo
il sentiero di ciottoli. In quel momento potè
scorgere la figura di Faxa che, dapprima incamminatosi nel canneto, tornava
indietro, iniziando a correre. Come se la sua forza cinetica diventasse cosmo,
cominciò a crearsi intorno a se l'aura verde brillante di Farax;
saltò, e come un fulmine penetrò all'interno dell'armatura.
Come in un sogno durato una frazione di secondo, Faraxvenne investito dalla figura brillante di Faxa, che
penetrò nel suo cuore, e l'armatura bianca e nera si dispose su di lui.
Il viso del panda si inserì all'interno dell'elmo che
si dispose sulla testa di Farax; le zampe anteriori
formarono bracciali e spalle, quelle posteriori divennero i gambali; mentre il
corpo nero della figura andò a corpire il torace e
l'addome del cavaliere.
Il cosmo verde brillante scintillava intorno al corpo di Farax,
richiamato dalla gemma anch'essa verde posta al centro del diadema.
Adesso, i sei cavalieri indossavano le loro armature e, una volta al loro posto,
il Grande Sacerdote disse:
-Ora siete Cavalieri di Atena, proteggete la pace e la
giustizia sulla Terra!-
-Si!- risposero in coro.
-Andate pure.- così dicendo il Sacerdote si ritirò al di là della pesante tenda
blu scuro; le porte della Sala si aprirono; i sei cavalieri si inginocchiarono
di fronte al trono, anche se ormai vuoto, devoti alla Dea Atena, e uscirono
dalla stanza.
Milo era in attesa fuori dal Tempio di Atena, sotto il sole alto di
mezzogiorno passato, scrutava fra i cumulinembi fluttuanti sul Santuario, come
in cerca di qualcosa che non c'era
Milo era in attesa fuori dal Tempio di Atena, sotto il sole
alto di mezzogiorno passato, scrutava fra i cumulinembi fluttuanti sul
Santuario, come in cerca di qualcosa che non c'era.
Quando sentì il portone aprirsi, guardò, voltandosi, verso l'entrata del Tempio,
da cui uscirono i sei Cavalieri vestiti con le loro armature.
Come una sfilata di sacri bestie, vide uno ad uno venire alla luce del Sole
oltrepassando il colonnato e scendendo gli scalini, prima i 3 Bronze Saint:
Dorado, seguito da Tucano e Volpetta; poi vennero i tre Silver: Zebra, Tigre
Artica e a chiudere la fila Farax del Panda.
Quando tutti furono nel piazzale antistante il colonnato, Milo si recò a passo
lento e sicuro verso Farax, salutando e complimentandosi con gli altri 5.
-Maestro, ho capito cosa voleva dire con quella frase. Come in un sogno ad
occhi aperti, ho visto cosa successe quel giorno sotto la Grande Muraglia in
Cina. Ormai in assenza del cosmo di Faxa il cavaliere, l'armatura era come
svuotata; ma adesso Faxa il Panda l'ha rinvigorita, e potrò averlo sempre al
mio fianco come un fedele alleato.-
-Bene, vedo che non ho più niente da insegnarti. Ho fatto parte del tuo cammino
Farax, ma desso puoi benissimo proseguire da solo, camminando sulle tue uniche
gambe. Sai, spesso ti verranno assegnate delle missioni, ma quando avrai tempo
vieni pure a trovarmi. Ricordati che di qualsiasi cosa tu abbia bisogno, mi
troverai all'ottava casa.-
-Si Maestro, grazie di tutto. A presto.-
Allungando le braccia l'uno verso l'altro, si strinsero i polsi, in segno di
rispetto reciproco e per suggellare una nuova amicizia.
-Inizio a scendere, mi reco alla casa di cui sono custode. Sarò li ad
attendervi, al vostro passaggio.-
Milo, così dicendo, si voltò, dirigendosi verso la scalinata che iniziava la
discesa partendo dalla dodicesima casa.
Farax fissò per qualche secondo la schiena dorata di Milo, con la coda di
scorpione retrostante al diadema che oscillava a destra e sinistra; poi si
voltò verso Hope e Faith, e disse, potendo finalmente esprimere liberamente i
suoi sentimenti:
-Ragazze, quanto mi siete mancate!-
i tre cavalieri fratelli si abbracciarono. Farax aveva notato già da prima
quanto fossero cresciute in altezza, e quanto il loro aspetto da bambine si
fosse dissolto dando spazio a quello di ragazze.
-Dovete raccontarmi tutto del vostro allenamento e del vostro arrivo qui!-
-Certo Farax!- rispose Faith -lo stesso toccherà fare a te; prima però ti
voglio presentare gli altri tre cavalieri.-
Si girò verso desta, e fece un gesto di richiamo verso i tre Bronze che si
erano soffermati all'ombra di una delle colonne.
-Questi sono Alex, Adrian e Flora.-
-Piacere di conoscervi ragazzi.-
-Piacere nostro.- rispose Alex del Dorado, che sembrava essere un pò il
capogruppo.
-Devi sapere- continuò Hope -che, anche se li abbiamo appena conosciuti, oltre
al momento dell'investiture, hanno qualcos'altro in comune con noi.-
-Si- disse Adrian -o meglio, più che in comune, ci è successo qualcosa di
simile alla vostra esperienza.-
-Di cosa state parlando?- chiese Farax un pò incuriosito e un pò impaurito.
-Si tratta del Male!- disse Flora -a noi non è apparso, e non ci abbiamo
combattuto, però ne abbiamo avvertito la presenza, come qualcosa di freddo che
ci attraversasse.-
-Ma quindi è successo prima che io lo sconfiggessi. Comunque adesso non c'è da
preoccuparsi, non c'è più pericolo in quanto...-
-No, Farax! E' successo a tutti noi contemporaneamente- disse Faith -sono
giunta a questa conclusione, perchè anche io ed Hope lo abbiamo sconfitto.-
-Quindi significa che era solo una proiezione di quello vero? Altrimenti come
avrebbe fatto?- chiese Alex.
-Esatto; per di più ha atteso ad attaccarci, fino a quando non ci siamo trovati
soli, al momento dell'investitura, in modo che il Gold Saint che ci allenava
(Milo di Scorpio per te, Shaka di Virgo per me e Kamyu di Aquarius per Hope)
non potesse interferire.-
-Capisco.- rispose Farax -però mi sembra strano; con tutta la fatica che ho
fatto, adesso quell'essere è ancora al giro?! E pensare che, anche se
inconsciamente, ho evocato anche il cosmo di Faxa, il precedente Cavaliere
d'Argento del Panda.-
-Lo so Farax;- disse Hope -a noi è successa la stessa cosa. Come in mio
soccorso è venuto il cosmo di elda, l'antica Sacerdotessa d'Argento della Tigre
Artica...-
-in mio aiuto- continuò Faith -è arrivato quello di Mariah, la precedente
Sacerdotessa d'Argento della Zebra.-
-Ok, ma cosa c'entriamo noi?- chiese Adrian del Tucano -inoltre i nostri
maestri non hanno percepito nessun cosmo ostile. Nè il mio, Jamian del Corvo,
ne quello di Flora, Asterion del Segugio...-
-ne Moses della Balena, il mio- proseguì Alex -come se avesse voluto solamente
avvertirci.-
-Non so; non riesco a rispondere alla vostra domanda, ne so quanto voi. So solo
che con un tale pericolo che vaga per il mondo, non possiamo stare tranquilli
più di tanto.
Però penso di essere certo anche di un'altra cosa: gli attacchi combinati di
Faxa, Elda e Mariah, in passato, lo hanno confinato in un luogo oscuro; inoltre
il fatto di essere sconfitto nuovamente, anche se in sola forma astrale, dagli
stessi tre Cavalieri d'Argento non gli deve aver giovato molto. Comunque,
intanto proporrei di stare sempre uniti, noi sei, perchè sicuramente anche da
voi Bronze Saint quest'entità vuole qualcosa; inoltre perchè non cominciamo a
riscendere il Santuario, cos' andiamo a mettere qualcosa sotto i denti, e a
festeggiare?-
-Si!- dissero Hope e Faith in coro.
-Certo / Va bene / Ok! - risposero invece Alex, Adrian e Flora.
E, nonostante i pericoli che il futuro gli avrebbe riservato, con il sorriso
sulla bocca iniziarono a scendere verso la base del Grande Tempio.
Capitolo 9 *** Il Giardino degli Alberi Gemelli ***
Durante la ridiscesa, i sei Cavalieri appena investiti del titolo, dopo
aver superato la Casa dei Pesci, si soffermarono per qualche minuto nella
successiva
Durante la ridiscesa, i sei Cavalieri appena investiti del
titolo, dopo aver superato la
Casa dei Pesci, si soffermarono per qualche minuto nella
successiva.
-Complimenti Hope. E a tutti voi.- disse Kamyu
dell'Acquario.
-Grazie.- risposero i ragazzi all'unisono.
Hope era faccia
a faccia con il suo maestro, la sua bianca armatura striata di grigio si
rifletteva nei bagliori dorati del Gold. Gli altri si trovavano alle sue
spalle.
-Venite- riprese Kamyu -vi accompagno. Ci dirigiamo insieme verso la Casa dello Scorpione.-
Con un ampio suono di calzari metallici sugli scalini di
pietra del Santuario, i sette Saint superarono le due case successive, e
giunsero al cospetto di Milo; era fermo stante nel
mezzo della casa, con l'elmo tenuto nella mano sinistra.
-Ragazzi- disse non appena
arrivarono tutti -abbiamo deciso di riunirci, noi tre Gold Saint, con voi tre
Silver e Bronze; l'intenzione è discutere su come agire su quel che vi è
successo.-
Per un momento nessuno parlò; tutti
sapevano a cosa si stava riferendo Milo; poi Farax
disse:
-Sapevo che avevate già capito tutto.-
-Spero solo di riuscire a capire il perchè noi tre Cavalieri
di Bronzo siamo stati coinvolti- disse Alex del Dorado.
-Ci spiegherà tutto la persona da
cui ci stiamo recando. Proseguiamo.-
Attraversarono la casa della Bilancia, Milo e Kamyu alla guida, Farax e Alex, dietro, seguiti poi da Hope
e Adrian, Faith e Flora.
Giunti alla sesta Casa, trovarono Shaka
della Vergine nella stessa posizione statuaria del Cavaliere dello Scorpione,
posizionato di fronte un enorme portone d'oro con al
centro un fiore di loto aperto.
-Vi stavo aspettando. Ancora complimenti Faith.-
-La ringrazio maestro.- rispose la
ragazza.
Anche se ritenuta dal Saint importante,
la risposta di Faith sembrò quasi scontata al
cospetto di Shaka, che disse:
-Prima di iniziare a discutere e ad illustrarvi la
situazione, voglio che mi seguiate attraverso questa soglia. Solo qui vi potrò
rendere veramente partecipi della realtà.-
-Ma questo è...- iniziò Farax, ricordandosi le parole del Maestro.
-...è il giardino degli alberi
gemelli di Sala, lo Sharasoju. E' qui che vi mostrerò
cosa successe tempo addietro nella lotta contro l'entità maligna. Sarà pericoloso per tutti voi, ma col vostro cosmo e la vostra
perseveranza, potrete farcela. Lo scopo di tutto ciò sarà....privarvi dei vostri cinque sensi!-
-Cosa? I nostri cinque sensi? E
dovremo rischiare per cosa? Una sensazione sulla nostra pelle? Non ci tengo!-
disse adirato Adrian
del Tucano.
-Adrian, per favore lascia
finire.- chiese in tono gentile Flora, come se si scusasse per il comportamento
dell'amico.
-Capisco la vostra paura. Ma il
fine non è quello di privarvi dei cinque sensi, ma quello di portarvi al
raggiungimento di un senso più alto, il Settimo Senso. Così facendo potrete
sfiorare, anche solo per un attimo, la coscienza aurea di noi Gold Saint.-
-Come un qualcosa di alternativo ai
sensi normali?- chiese Hope
-Esatto. Vi spiegherò tutto prima, ma è necessario che ciò
avvenga oltre questo portone, se, come avete proposto,
vogliamo tenere nascosto a tuti questa faccenda.-
rispose Shaka.
Detto questo, si voltò verso l'anta destra della porta
massiccia, e con una mano lo spalancò verso l'interno, dimezzando così il fiore
di Loto centrale, come se fosse leggerissimo.
Appena il portone si aprì, l'aria calda e oppressa della
casa venne investita da una brezza fresca e profumata;
Shaka entrò, e la visuale si liberò agli altri
cavalieri, che capirono l'origine di tale profumo: davanti a loro si stendeva
un prato fiorito, e al centro, su una collinetta, sorgevano i due alberi
gemelli.
-Questo è un luogo sacro; è solo fra quei due alberi che posso utilizzare il mio cosmo senza che alcun essere dentro
o fuori il Santuario possa avvertirlo.- disse Shaka,
dopodichè si incamminò verso la collinetta.
-Chiudete il portone.- aggiunse.
Milo si avvicinò alla maniglia interna
dell'anta, e, tirandola, la chiuse.
-Seguiamolo.- disseKamyu, e così fecero.
Shaka si posizionò
al centro fra i due alberi, seduto sul fresco prato a gambe incrociate, in
posizione Mudra, e con gli occhi costantemente
chiusi.
I lunghi capelli biondi si adagiarono sulle spalle e sulla schiena di
Shaka
I lunghi capelli biondi si adagiarono sulle spalle e sulla
schiena di Shaka.
-Come Faith, Hope e Farax già sapranno, l'entità che li ha
attaccati e che ha mostrato la sua presenza a voi tre cavalieri di
Bronzo è chiamata "il Male". E' probabilmente un'entità ormai
incorporea, che si nutre dei sentimenti negativi delle persone.
Due secoli fa, o poco più, durante la precedente Guerra Sacra contro Ade, il
Santuario venne attaccato da questa oscura forza. La
maggior parte delle case dello Zodiaco erano già vuote e incustodite, causa ne era la scomparsa della metà dei cavalieri d'Oro contro
l'esercito degli Inferi.
Fra le altre, Vergine, Acquario e Scorpione; per questo il sostituto Grande
Sacerdote, prima di abbandonare il trono per combattere Hypnos, il Dio del
Sonno al servizio di Ade, conferì la carica di custode di queste tre case a tre
fra i più potenti Cavalieri d'Argento: Mariah per la Vergine, Faxa per lo
Scorpione ed Elda per l'Acquario.
Non è stato quindi un caso che io, Milo e Kamyu abbiamo allenato voi tre,
rispettivamente Faith, Farax e Hope.-
Shaka continuava a mantenere gli occhi chiusi, ma girava il viso verso l'uno o
l'altro cavaliere come se avesse una propria visuale.
-Mentre gran parte dei cavalieri rimasti combatteva contro Ade, i tre Silver Saint
si impegnarono nella distruzione del Male; ma la storia non è così breve, e non
ebbe un lieto fine.
Faxa, Elda e Mariah cercarono di annientare l'entità
malvagia, ma qualsiasi attacco fisico risultava inutile senza un qualcosa che
fungesse da tramite per rafforzarne il potere. Fu proprio in questo momento che
intervennero i vostri predecessori.- disse il Cavaliere della
Vergine rivolto ai tre Bronze.
-Sbloccarono la situazione fornendo il cosmo degli elementi naturali infusi nel
loro cosmo: l'acqua del Dorado permise al ghiacchio della Tigre Artica di
bloccare i movimenti ed il cosmo del nemico; l'aria del Tucano contribuì
all'isolamento della zona dello scontro da parte del fuoco della Zebra; la
terra della Volpetta infine amplificò la potenza distruttiva portata alla
massima velocità dal Panda.-
Tutti erano immersi nel racconto di Shaka, portato avanti con grande maestria
dal cavaliere stesso, cercando di non tralasciare alcun particolare.
-Solo così il Male venne espulso dalla nostra dimensione, e rinchiuso in un
antro buio interdimensionale, bloccato da un forte sigillo composto dai cosmi
dei sei Cavalieri. Purtroppo ciò costò la vita ai tre Silver Saint che avevano portato l'attacco finale, alla totale estinzione del
loro corpo e all'espulsione della loro anima, che andò a rinchiudersi nelle tre
Armature. Invece i tre Cavalieri di Bronzo, anche se sfiniti,
sopravvissero. Evidentemente ora l'effetto del sigillo sulla dimensione
oscura sta svanendo; può essere solo questa la causa del ritorno del Male; voi,
con la potenza attuale, nel caso di un nuovo attacco a sorpresa, potrete fare
ben poco, adesso che avete inoltre perso il supporto del cosmo dei vostri
predecessori.
E visto che noi tre Gold Saint non vi possiamo sempre
tenere d'occhio, ho ritenuto necessario adoperarmi per farvi innalzare
forzatamente il vostro cosmo verso il Settimo Senso.
Milo, Kamyu: vi chiedo di mettervi rispettivamente alla mia destra e alla mia
sinistra, sotto l'albero corrispondente. Voi, ragazzi, sedetevi in cerchio,
intorno a me, sempre all'interno di un ideale circonferenza
fra i due alberi sacri.-
Dopo che tutti si misero in posizione, Shaka alzò le mani, che aveva tenuto
appoggiato sul freddo metallo della sua armatura: avvicinò la mano sinistra
all'ombelico, la rivolse con il palmo in su, e unì pollice e indice a formare
un cerchio; la destra venne posizionata invece parallela allo sterno, con il
palmo verso sinistra, congiungendo nuovamente pollice e indice.
Poi aprì gli occhi. In quel momento un vento furioso e invisibile si scatenò
intorno al Gold Saint, giungendo fino ai Cavalieri
d'Argento e di Bronzo, oltrepassandoli. Quegli occhi azzurro cielo erano tanto potenti quanto puri; il suo cosmo pervase la
zona, e Farax e gli altri furono costretti a chiudere gli occhi.
-Kamyu, Milo, stabilizzate il cosmo sui sei ragazzi- ordinò Shaka -mentre voi
altri, espandete il vostro il più che potete. Raggiungete la soglia, e infine
superatela!-
Una sfera dorata, rappresentante il cosmo del Cavaliere della Vergine, si
espanse dal suo corpo andando a toccare i Bronze e
Silver Saint; nel mentre, due nebulose anch'esse dorate, i cosmi di Milo e
Kamyu, procedettero in senso antiorario, mantenendo la sfera dorata di Shaka
all'interno dell'ideale cerchio limitato dagli alberi gemelli.
Farax espanse il suo cosmo verde brillante, come il Cavaliere d'Oro della
Vergine aveva detto, e così fecero anche gli altri
cinque, andando ad alternare colori caldi e freddi. Il rosso mattone di Faith
constrastava col bianco ghiaccio di Hope, seguito dall'arancio di Flora, il blu
di Alezx e il rosso di Adrian, per poi tornare al
verde.
Sotto i nove Cavalieri, come un'illusione proveniente da un tempo remoto, andò a formarsi l'immagine cosmica di un intricato Mandala;
Shaka così smuove le mani e, mantenendo la concentrazione, le posiziona palmo
verso palmo, ma con una decina di centimentri di distanza; in quel momento una
luce verde smeraldo scaturì dallo spazio fra i due palmi delle mani, che invase
la zona contenuta dai cosmi di Milo e Kamyu.
Infine, il Cavaliere della Vergine, pronunciò solennemente il nome della sua
tecnica:
-TENBU HORIN!!-
Tutto venne pervaso da una luce bianco latte, mentre i petali dei fiori del
giardino degli alberi gemelli si spargevano nell'aria.
Infine, il Cavaliere della Vergine, pronunciò solennemente
il nome della sua tecnica:
-TENBU HORIN!!-
Tutto venne pervaso da una luce bianco latte, mentre i petali dei fiori del
giardino degli alberi gemelli si spargevano nell'aria.
_ _ _
°Non
riesco a vedere niente, è tutto buio, e il mio corpo sembra galleggiare nel
vuoto. Non percepisco alcun odore, e nessun rumore. Il tempo passa inesorabile:
secondi, minuti, ore? Ne ho perso la cognizione.
…
Aspetta, sento
qualcosa, un rumore sinistro, un odore di bruciato.
Avverto una presenza, e un
bagliore rosso si sta avvicinando alla mia persona.
…
No! Non può essere! Di nuovo!!
Vedo…vedo
due occhi rossi, che mi scrutano in fondo all’animo, e inceneriscono ogni mio
tentativo di resistenza.
…
Ma non
posso rimanere immobile a subire, devo reagire.
Il mio copro
adesso riesce a muoversi, i miei piedi hanno sfiorato qualcosa…il suolo!
…
Gli occhi fiammeggianti vengono
pian piano neutralizzati da una forte luce bianco
latte, fitta come nebbia, che divora tutta l’oscurità che mi circonda.
E’ troppo forte
per i miei occhi, sono costretto a chiuderli.
Un forte vento mi
investe, e non avverto più nulla.
…
Riapro lentamente gli occhi, e mi
guardo intorno.
Sono in una landa
semidistrutta…sembra quasi si tratti dell’arena dei
tornei del Santuario.
La terra e il cielo sono di colore grigio-avio, un
mondo piatto e monocromatico, impregnato di malvagità.
…
Di fronte a me scorgo delle
figure: sono dei cavalieri. In sei, disposti in cerchio, in
piedi, intorno ad una figura ammantata d’oscurità.
Ho capito: sono i cavalieri
nostri predecessori che riuscirono a sconfiggere il Male.
Il loro cosmo è potente, ma solo
tre di loro sono ancora in vita.
…
Mi avvicino lentamente, e vedo
che il Male sta per essere trasferito in una dimensione alternativa. Attraverso
il varco, oscuro e spaventoso, dove avviene il suo passaggio forzato, scorgo qualcosa…
Un castello di pietre nere, sulle
cui mura troneggiano figure oscure. Eppure non sembra sia
posto in quella stessa dimensione, è come se fosse il riflesso di un luogo
remoto ed inaccessibile.
…
Avverto delle presenze intorno a
me, baluginii di luci multicolori, che vanno e
vengono, come se fossero cosmi che con fatica mantengono la loro presenza; ma
non riesco a scorgere nessuno, e rivolgo lo sguardo nuovamente al luogo della
battaglia.
…
Scorgo Faxa,
l’antico cavaliere d’argento del Panda. Mi avvicino alla sua figura, e noto che
il suo giovane viso è ormai inespressivo, e i suoi
occhi vitrei indicano che il suo destino ormai si è compiuto, come quello delle
due sacerdotesse, Mariah ed Elda.
Ecco anche i
tre cavalieri di bronzo, stremati anche loro, ma fortunatamente ancora in vita.
…
Il Male è scomparso
definitivamente nell’altra dimensione, e ora ormai tutto sembra concluso.
Il mio corpo coperto
dall’armatura viene sospinto all’indietro da una forza
invisibile, chiamato altrove da un’entità familiare.
Mentre mi allontano, il varco
dimensionale sta per chiudersi, ma dall’interno giunge alle mie orecchie uno
stridio infernale, come risate maligne, che durano fino a
quando il collegamento con l’altra dimensione non si è chiuso.
…
Socchiudo gli occhi, sono stanco, non posso evitarlo.
Il mio corpo viene
risucchiato in un vortice dorato.
Perdo conoscenza. °
_ _ _
Virgo
richiude i suoi occhi; i petali dei fiori del giardino degli alberi gemelli
ricadono al suolo; i sei cavalieri intorno a lui, rimasti immobili fino ad allora, crollano distesi al suolo; Milo e Kamyu riaprono i loro occhi e lentamente disperdono il loro
cosmo.
-La tecnica è riuscita. I
cavalieri sono riusciti a scorgere i fatti accaduti durante la battaglia contro
il male di oltre 200 anni fa, ed il vostro cosmo dorato è riuscito a riportarli
indietro dalla loro assenza materiale, raggiungendo il settimo stadio della
conoscenza, o Settimo Senso!- disseShaka rialzandosi in piedi.
-Aspettiamo che si risveglino,
poi potremo uscire dallo Sharasoju.-
Milo e Kamyu
annuirono, anche se in realtà lo stato in cui versavano i neo
cavalieri era tutto tranne rassicurante, ma si fidarono di Shaka.
Infatti, pochi minuti dopo,
ripresero tutto conoscenza, come se si stessero
svegliando dal sonno.
Aprirono gli occhi, e si misero a
sedere.
Farax
cercò di fare mente locale sulla loro situazione, e si accorse frastornato che
erano nuovamente nel giardino degli alberi gemelli di Sala retrostante la casa
della Vergine, il cui cavaliere li aveva sospinti a raggiungere il Settimo
Senso.
Il fatto strano era che Farax non avvertiva, almeno ad una prima impressione, niente
di diverso in se stesso; anzi, si sentiva come se avesse dormito a lungo senza
riposo, anche se in realtà il tutto era durato pochi
secondi.
Così guardò gli altri: Hope e Faith, Alex,
Adrian e Flora, ma tutti sembravano solo un po’ più
stanchi rispetto a prima.
-Signor Shaka,
siamo riusciti nel nostro intento? Sinceramente non percepisco
niente di diverso.- disseFarax dubbioso.
-Io mi sento
solo stanco!- risposeAdrian
-Non è una cosa che si percepisce
a primo acchito. Ma non state
in pensiero, l’obiettivo è stato raggiunto. Il vostro settimo senso è stato
stuzzicato come se avesse affrontato una battaglia oltre le vostre possibilità,
e riuscirete a richiamarlo velocemente nel momento del bisogno.
La prova ne è
il fatto che abbiate assistito alla lotta contro il Male. C’eravate tutti,
anche se non potevate vedervi a vicenda.
-Ecco cos’erano
quelle flebili presenze che avvertivo intorno a me.- rispose Faith.
-E’
proprio così, in quell’istante si è creata come una spaccatura
temporale, ma su tanti livelli diversi. Ed è quindi stato come se voi fosse stati realmente presenti in quel luogo.-
-Avrei una domanda- disse Farax –cos’era quel castello che si intravedeva
attraverso il varco dimensionale?-
Gli altri cavalieri guardarono Farax con lo sguardo di chi non capisce
di cosa l’altro stia parlando.
-Di che castello stai parlando?-
chiese Flora
-Non l’avete visto anche voi? E’
successo proprio quando il Male stava per essere
risucchiato totalmente all’interno del varco stesso. Probabilmente non l’avete
notato perché l’interno era scuro e colmo di tenebra.
-Farax,
il varco che ho visto io, e a quanto ho capito anche gli altri, era qualcosa di informe che distorceva lo sfondo su cui si proiettava;
dentro non c’era nessun luogo tenebroso o castello oscuro…proprio perché non
aveva un “interno”.- disse Alex, cercando di riuscire
a fare un po’ di chiarezza sulla faccenda.
°Non
può essere°pensò Shaka,
guardando Farax con occhi stupiti°Che sia…°
-Capisco- disse il cavaliere della
Vergine –il tuo Settimo Senso non è stato solo stuzzicato, ma si è innalzato e
ti ha permesso di creare un ulteriore collegamento spaziotemporale.-
-Ciò significherebbe che Farax con il suo cosmo è ritornato in questo stesso tempo?-
chiese Hope
-Si e no!- rispose Shaka –Credo che il tempo sia stato questo, ma lo spazio
era probabilmente quello in cui sono stati relegati tempo addietro i signori
del Male!-
-I signori del Male?? Ma non era una sola l’entità avversaria?- chiese Milo
-Lo credevo anche io.- rispose Kamyu
-Già, sarebbe stato meglio che
così fosse rimasto. Invece c’era questa possibilità.
Come sapete i mali del mondo sono tanti, e credo che per ogni categoria ci sia
un’entità che li rappresenti. Evidentemente l’eccessivo ampliamento del Settimo
Senso di Farax in uno spazio interdimensionale
ha permesso agli altri di venire allo scoperto. E questo è un problema, in
quanto è possibile che anche loro abbiano assistito, grazie a questo crossover inatteso, all’antica battaglia contro il Male, e,
peggio, potrebbero aver identificato Farax, e non
solo, forse anche tutti voi!-
-Di male in peggio!- rispose Adrian.
-Calmiamoci-
Impose Kamyu –E’ tutta una teoria, quindi è anche
possibile che ciò non sia accaduto. Dico bene Shaka?-
-Beh, certo. C’è il 50% delle
possibilità che ciò sia vero, come l’altra metà che
sia falso…-
-Diamine!- disse Farax adirato –credo allora che ci abbiano
scoperto sul serio. Prima che il varco si richiudesse,
ho avvertito delle risate maligne provenire dall’interno!-
-Allora dobbiamo realmente
prepararci a questa eventualità.- rispose Milo.
-Per ora non possiamo fare niente
fino a quando non si riveleranno. Perciò
andate pure a riposarvi, Cavalieri.- disse Shaka.
_ _ _
Kamyu e
Milo tornarono alla custodia della propria casa, mentre
Farax e gli altri discesero le scalinate del
Santuario e si diressero verso il dormitorio. I sei cavalieri si spogliarono
delle loro armature, consumarono insieme una frugale
cena, in silenzio, ognuno con i propri dubbi e i propri pensieri, e uno ad uno se
ne andarono a dormire.
Farax
si sdraiò sul proprio letto, e chiuse le palpebre, e si addormentò.
Anche in sonno, quegli occhi
fiammeggianti lo assillavano ancora, accompagnati stavolta dalle malvagie
risate del Signori del Male.