A kind of magic

di M_Padfoot
(/viewuser.php?uid=591924)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un'estate da incubo ***
Capitolo 2: *** Caccabombe ***
Capitolo 3: *** Sguardo ***



Capitolo 1
*** Un'estate da incubo ***


Capitolo primo: Un’estate da incubo

Lily Evans aveva sempre odiato le vacanze estive, fin dal primo anno ad Hogwarts.
Sua sorella Petunia non la degnava mai di uno sguardo e, se lo faceva, quello era carico di odio e disprezzo, e accompagnato da insulti sussurrati (era troppo anche sprecare più voce per lei).
Sua madre cercava di essere carina con lei, ma la sua preferita era sempre stata Tunia (si assomigliavano molto) quindi il loro rapporto era sempre più forzato e Lily non riusciva più a chiacchierare liberamente e a confrontarsi con lei.
Il padre era invece molto affezionato alla figlia minore ed era un grande punto di riferimento e conforto per lei. Stessi capelli rosso fuoco e stesso carattere dolce e timido ma allo stesso tempo deciso, Harry e Lily Evans si capivano alla perfezione. Però purtroppo lui era sempre fuori casa per lavoro, quindi Lily lo vedeva pochissimo, solo nei weekend, ed era per questo costretta alla sola compagnia delle altre due donne di casa.
Le sue migliori amiche erano tutte appartenenti a famiglie di maghi quindi lei, Nata Babbana, era l’unica a vivere lontana, nel quartiere di Spinner’s End. Ogni tanto ne vedeva qualcuna se riusciva a sgattaiolare a Diagon Alley, come quando aveva incontrato Mary e Marlene da Fortebraccio, ma era comunque difficile per loro organizzarsi.
L’unica sua consolazione era Severus Piton, quel mago Serpeverde suo vicino di casa che era diventato il suo migliore amico e l’aiutava a rimanere collegata al mondo magico.

Quell’estate però era stata di gran lunga la peggiore di tutte.

Per cominciare Tunia si era fidanzata con un certo Vernon Dursley, un ragazzone grassoccio e odioso che stava sempre più spesso in casa Evans e deliziava anche lui Lily di numerosi sguardi truci. La sorella non poteva avergli detto che lei era una strega, ma probabilmente l’aveva descritta in modo orribile.
Le sue amiche erano tutte andate via per le vacanze, quindi le scarse possibilità di vederle si erano azzerate del tutto. Mary era andata a New York per due mesi e da oltre oceano non riusciva neanche a mandarle le lettere (un gufo non riusciva ovviamente a sorvolare l’Atlantico, figuriamoci Shabby, quell’impossibile gufetto maldestro e spelacchiato che Mary aveva ricevuto per il suo compleanno e che tanto adorava). Marlene ed Emmeline erano in vacanza insieme in campeggio con le loro famiglie, che si conoscevano da una vita, mentre Alice era riuscita a convincere i suoi genitori a mandarla in vacanza con gli amici, ma in realtà era al mare da sola con Frank, il suo ragazzo. Queste tre le scrivevano regolarmente ma se da un lato Lily era felice di rimanere in contatto con loro, dall’altro il loro entusiasmo nel descrivere la bellissima estate che stavano passando la rendeva ancora più depressa.
Dulcis in fundo aveva perso anche il suo migliore amico dopo che quello l’aveva chiamata “schifosa mezzosangue” davanti a tutti durante il quinto anno. Piton si presentava quasi ogni giorno sotto la finestra di Lily, supplicandola di perdonarlo, ma la ragazza era stata talmente tanto delusa e ferita da quella scena che non ne voleva più sapere di lui. Aveva pianto moltissimo nonostante lei fosse una persona forte, restia a crollare: si era fidata di lui, lo credeva diverso dalle altre Serpi, ma evidentemente si era sbagliata. Era imperdonabile e le aveva fatto troppo male.

Per fortuna mancava solo una settimana al primo di settembre. Una settimana e avrebbe rivisto le sue amiche, il suo letto a baldacchino nella torre di Grifondoro, i corridoi e le scale di Hogwarts. Certo avrebbe dovuto faticare e studiare tanto per i M.A.G.O., compiere i suoi doveri talvolta noiosi di prefetto e sopportare gli scherzi idioti di quei quattro Malandrini che non la lasciavano mai in pace, in primis Potter, ma tutto quello che voleva in quel momento era lasciarsi alle spalle quell’estate da incubo.

A rallegrarla ancora di più fu una sorpresa che proprio non si aspettava. Mercoledì pomeriggio suo padre era tornato inaspettatamente a casa, era venuto in camera sua e le aveva annunciato che prima dell’inizio della scuola l’avrebbe accompagnata a comprare l’occorrente a Diagon Alley e avrebbero passato qualche giorno tutto per loro là nel quartiere magico. Lily era entusiasta e, dopo aver abbracciato il padre per un quarto d’ora, si mise subito a preparare il baule. Sarebbero partiti la mattina dopo.
 
Giovedì mattina Lily si svegliò presto per partire. Diede un bacio a sua madre che le augurò un buon anno scolastico e si girò verso Tunia per salutare anche lei, ma non ebbe successo perché la sorella si voltò dall’altra parte e corse su per le scale senza neanche un “ciao”. Con un sorriso triste si voltò verso il padre e si chiuse la porta alle spalle, quindi raggiunse l’auto, sistemò il baule ed entrò. I primi dieci minuti di viaggio li trascorsero in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri, ma non era un silenzio pesante e imbarazzante, anzi padre e figlia erano entrambi persone loquaci ma capaci di stare in silenzio quando serve.
Lily ripensava a sua sorella. Avevano un così bel rapporto prima che Severus le avesse rivelato la sua vera natura di strega: certo, erano molto diverse tra di loro, ma si fidavano molto l’una dell’altra. Poi la gelosia, quell’inutile gelosia, aveva accecato Petunia, e da lì era cambiato tutto. Ma era possibile che la odiasse così tanto? Era pur sempre sua sorella e non poteva aver dimenticato tutto quello che avevano passato insieme crescendo. Eppure i suoi sguardi di fuoco erano sempre carichi di un rancore fortissimo e le sue parole sempre velenose. Lily cercava di non darlo a vedere (era troppo orgogliosa per farlo) ma ne soffriva molto. Come se le leggesse nel pensiero, Harry distolse per un attivo lo sguardo dalla strada per guardare la figlia e le disse:
-Non devi stare così male per questo, tesoro. Lo sai com’è fatta, è gelosa. Tu non hai fatto niente di male, è lei che deve capirlo e io gliel’ho detto un sacco di volte. Vedrai che col tempo capirà.-
-Non lo so papà, mi accorgo dei suoi sguardi. Mi considera un mostro e io non so più come comportarmi. Ho paura che sarà così per sempre, che non potremo tornare più come una volta.-
-È solo gelosa. E come può non esserlo, insomma, tutti vorrebbero fare qualunque cosa con un semplice “abracadabra” come fai te! Invece noi siamo solo dei Ba… com’è che ci chiami tu?-
-Babbani!- Lily sorrise –E non esiste “abracadabra”, è una cosa che vi siete inventati!-
-Sì, sì lo so era solo per dire!-
-Comunque posso capire che sia gelosa, ma io le voglio bene lo stesso, voglio bene a tutti voi, anche se siete Babbani. Cosa cambia?-
-Non cambia nulla! Si deve solo abituare. Magari ora che ha incontrato Vernon sarà più felice… Anche se proprio non capisco cosa ci trovi Tunia in quel grosso tricheco…-
-Papà!- Rise Lily -È il ragazzo di tua figlia!-
-Cosa c’è? È vero dai, devi ammetterlo è un tricheco odioso! Non dirmi che non lo pensi anche tu!-
-Beh, non è che mi stia proprio simpatico in effetti… Ma…-
-Oh non ci riesci proprio a parlar male delle persone tu eh? Sei troppo buona! È odioso, punto.-
-Ok va bene, è odioso!- Lily continuava a ridere, suo padre a volte era davvero incorreggibile!
-L’unica persona che riceve i tuoi insulti da quanto sento è sempre quel Potter. Deve essere proprio una persona orribile per riuscire a farti arrabbiare così tanto!-
-Oh no ti prego non parliamo di Potter! È un tale pallone gonfiato!-
-Ecco vedi? Però ogni estate non manchi mai di nominarlo eh? Non è che un po’ ti piace? Al tuo paparino puoi dirlo!-
-No!- Esclamò Lily indignata –Non mi piace Potter! E non è vero che lo nomino!-
Harry rise di gusto nel vedere la faccia di sua figlia. Aveva uno sguardo offeso e gli aveva voltato le spalle con le braccia incrociate. Poi la ragazza si girò, lo guardò negli occhi e, anche se ancora un po’ indignata, iniziò a ridere anche lei.
-Mi manca parlare tanto con te papà, e mi mancherà tutto quest’anno.- Disse Lily.
-Anche a me mancherà, tesoro! Prometto che ti scriverò spessissimo, anche se non è la stessa cosa.-
-Ti voglio bene papà.-
-Anche io Lily mia!-


Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti! Questa è la mia prima long-fic e ho voluto dedicarla alla coppia James-Lily perchè è la mia preferita! Spero di essere innovativa e spero che la mia storia sia degna di questi personaggi meravigliosi! Mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate del primo capitolo, anche se è solo l'introduzione. Mi sa che è un po' noiosetto D: ma mi serviva per cominciare, scusate! Dal prossimo capitolo prometto che arriverà anche James :3
Fate anche tutte le correzioni e critiche che volete, mi serviranno molto per migliorare!
A presto!
Marti :)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Caccabombe ***


Capitolo secondo: Caccabombe

Harry Evans non era mai andato ad accompagnare Lily a Diagon Alley, la ragazza si era sempre gestita da sola sia per raggiungere il quartiere magico sia per la spesa scolastica. L’uomo era estremamente orgoglioso del fatto che la figlia fosse una strega, ma l’idea di stare in mezzo a così tanti maghi lo spaventava perché si sentiva troppo diverso. Di quello che gli raccontava Lily capiva ben poco: materie scolastiche bizzarre e oggetti strani popolavano quei discorsi e lui si sforzava di comprendere per fare un piacere alla sua “bimba”, ma in realtà rimaneva comunque estraneo a quel mondo. Comunque questa volta avrebbe fatto uno sforzo: questo e altro per la sua Lily.
 
Una volta trovato parcheggio in Charing Cross Road Lily trascinò il padre davanti a quello che secondo lei doveva essere un locale, ma lui non vedeva assolutamente niente.
-Papà qui c’è il Paiolo Magico, il locale che permette l’accesso a Diagon Alley. Te ne avevo parlato, ti ricordi? Ora tu però non vedi niente giusto?-
-No, infatti, qua c’è solo un muro Lily, non c’è nessun locale!-
-Sì che c’è, solo che tu sei Babbano e non lo puoi vedere. Adesso entriamo, non ti spaventare!-
-E come faccio ad entrare se non c’è la port… LILY!-
Lily prese per mano il padre e lo trascinò verso la porta, dove per lui c’erano solo mattoni. Harry pensò che si sarebbe andato a schiantare contro il muro, ma chissà come si ritrovò dentro ad un piccolo locale abbastanza buio.
-Ma che diavolo ti è preso? Potevi almeno avvisarmi, mi sarei preparato! Ho davvero creduto di perdere qualche dente!-
-Se te l’avessi detto saresti corso verso il muro?- chiese la rossa con tono ironico.
-Beh forse no…-
-Vedi? È stato meglio così!- ridacchiò.
Harry sbuffò divertito, ma aveva ancora il battito accelerato per la paura.
 
Lily si avvicinò a quello che doveva essere il proprietario con fare pratico e chiese una stanza per quattro notti. Il mago li accompagnò su per le scale e mostrò loro la camera 105.
-Questa è la vostra stanza. La cena è stasera dalle 19.30 e la colazione può essere servita delle 8.00 alle 10.00. Per qualunque necessità non esitate a chiedere!-
-Grazie mille signore.- rispose Lily, e il proprietario tornò al piano di sotto. –Papà, è ora di merenda, andiamo a prendere un gelato? Fortebraccio è proprio qui vicino, così ti mostro Diagon Alley!-
-Tesoro ora sono un po’ stanco per avere guidato fin qui. Va bene se resto qua in camera a riposare? Tu puoi andare a fare un giro e a prendere il gelato, non c’è problema. Domani mi fai vedere tutto quello che vuoi.-
-Ma papà, sei sicuro? Se vuoi resto a farti compagnia!-
-No no davvero non ti preoccupare! Tu vai, io sto qui tranquillo!-
-E va bene…- rispose Lily con un cipiglio preoccupato –Ma se hai bisogno chiamami subito!-
-Agli ordini capo!-
 
Lily con un sorriso uscì dalla stanza, raggiunse il retro del Paiolo Magico per arrivare nel quartiere e, dopo aver toccato il mattone giusto, attraversò il muro. Si ricordava ancora della prima volta che era stata portata lì, quando aveva undici anni. Era un ricordo doloroso perché era venuta in compagna di Severus, che le aveva spiegato ogni cosa. Erano passati ormai sei anni e tutto era cambiato. Si riscosse da queste riflessioni e si incamminò per la via, contenta di ritornare finalmente nel mondo magico, il suo mondo. Ma non aveva neanche fatto due passi quando qualcosa colpì la sua testa e un odore tremendo la avvolse completamente. Intanto dall’alto si sentivano delle risate. Lily, imbestialita e schifata, alzò la testa e non fu poi tanto sorpresa di vedere chi le aveva lanciato una Caccabomba.
 
-POOOTTEEEEEER!-
James Potter era affacciato al balcone del secondo piano del Paiolo Magico e teneva in mano un’altra Caccabomba. Dietro di lui un divertitissimo Sirius Black si teneva la pancia dal troppo ridere. Appena James sentì quella voce familiare gridare dal basso sbiancò e diventò subito serio.
-Evans! Oddio Evans mi dispiace tanto io non volevo lanciarla giuro! È… È stato Sirius!-
James balbettava in difficoltà e impallidiva vedendo la faccia di Lily farsi sempre più rossa dalla rabbia.
-Ehi, razza di cornuto, non è vero! Sempre a scaricare la colpa sugli altri!- disse Sirius, divertito dalla scena e ben consapevole della cotta di suo fratello per la rossa.
-AH SI? È STATO BLACK? ALLORA PERCHÉ HAI UNA CACCABOMBA IN MANO E LUI NO? FINISCILA DI PRENDERMI IN GIRO POTTER O TI AFFATTURO! MI STO CHIEDENDO PERCHÉ DIAVOLO NON L’HO ANCORA FATTO!-
James si guardò la mano, e vedendo la fialetta cercò velocemente di piantarla in mano a Sirius, ma questo non la prese e la Caccabomba volò fuori dal balcone dritta sulla testa di Lily. Si sentì un altro schianto e poi una voce ancora più furibonda di prima.
-POTTEEEEER! RAZZA DI IDIOTA! NON È POSSIBILE CHE TU NON ABBIA IL MINIMO SENSO DI RESPONSABILITà! SEI PEGGIO DI UN BAMBINO DI DUE ANNI, MA TI VUOI DECIDERE A CRESCERE UN PO’? GIURO POTTER CHE QUEST’ANNO TE LA FARò PAGARE, OH Sì CHE TE LA FARò PAGARE! NON LA PASSERAI LISCIA STAVOLTA, E NON ME NE FREGA SE SEI IL COCCO DI TUTTI GLI INSEGNANTI, QUEL TUO FASCINO CON ME NON ATTACCA! E NON PERMETTERTI DI CHIEDERMI DI USCIRE PER L’ENNESIMA VOLTA PERCHÉ È LA VOLTA BUONA CHE INIZIO AD USARE LE MALEDIZIONI SENZA PERDONO, NON STO SCHERZANDO! ORA SPARISCI IMMEDIATAMENTE DALLA MIA VISTA!-
-No no Lily perdonami non l’ho fatto apposta! Aspetta, adesso vengo giù e ti aiuto a pulirti, posso rimediare, conosco il contro incantesimo… Perdonami Lily davvero!-
-NON OSARE AVVICINARTI DI UN MILLIMETRO POTTER, SO FARE BENISSIMO DA SOLA DOPO TUTTE LE VOLTE CHE AVETE LANCIATO QUESTE ROBE NEI CORRIDOI! ORA VATTENE IMMEDIATAMENTE! E NON CHIAMARMI LILY, IO SONO EVANS PER TE!-
James, che durante le parole di Lily era indietreggiato fino a toccare la finestra con la schiena, scappò dentro terrorizzato da quell’uragano di ragazza. Sirius era rimasto fuori, scioccato.
-Ehi rilassati Evans!-
-BLACK VAPORIZZATI ANCHE TU PERCHÉ IL MIO DISCORSO VALE ANCHE PER TE!-
E così anche Sirius, alla vista della bacchetta che Lily aveva tirato fuori e puntato contro di lui, corse nella stanza e chiuse la finestra.
 
La ragazza non poteva essere più furibonda di così. Si guardò intorno e vide che gran parte della gente che passava di lì era impalata a fissarla. Beh, forse aveva urlato un pochino…
-Che avete da guardare?- Li fulminò con gli occhi. Poi fece un gesto con la bacchetta e si ripulì dall’odore.
Le era passata la voglia di gelato. Possibile che quel Potter riuscisse sempre a farle perdere la calma?
 
È solo un ragazzino viziato e arrogante, ha diciassette anni e non ha ancora capito che ci sono cose più importanti nella vita che infastidire la gente con scherzi idioti. Qui fuori c’è una guerra e muoiono centinaia di persone mentre lui se ne sta sul balcone a lanciare Caccabombe ai passanti. È assurdo! Mi fa venire voglia di ucciderlo… Ho esagerato un po’ forse? Ma io proprio non ce la faccio a sopportarlo, è più forte di me. Nessuno ha mai avuto questo effetto su di me, solo lui. Certo, anche Black mi dà fastidio, ma Potter fa venire fuori il peggio di me, chissà perché. Proprio non capisco come due bravi ragazzi come Remus e Peter riescano a stare con quei due… Ok, Lily, devi calmarti. Se erano lì significa che stanno al Paiolo Magico, e quindi te li ritroverai stasera a cena. Non puoi continuamente gridare loro addosso, quindi ti concentrerai e li ignorerai. Ce la puoi fare.
 
Mentre pensava Lily tornò su in camera da suo padre. Non aveva voglia di rimanere in giro.
-Tesoro, ho sentito la tua voce soave fino a qui!-
-Lo so papà, ho perso un po’ la pazienza… Ma sai chi c’è proprio al piano di sopra? Potter! Mi perseguita… è impossibile, quel ragazzo è impossibile!-
-E di grazia cosa ha fatto questa volta per farti sbraitare in quel modo?-
-Mi ha colpito con una Caccabomba! Anzi, due Caccabombe! Le stava lanciando dal balcone insieme al suo amichetto Black. Ti rendi conto? È maggiorenne e fa ancora queste cose!-
-Ma dai, si stavano solo divertendo un po’! Non hai esagerato? Secondo me ora è terrorizzato da te, lo sarei anche io al posto suo.-
-Non ho esagerato! E poi è abituato a sentirmi penso… Papà, proprio non ci riesco a controllarmi, io vedo la sua faccia e… mi viene voglia di strangolarlo!-
-Oh povero figliolo… Comunque, cosa sono le Caccabombe?-
-Oh lasciamo perdere!-
 
I due rimasero in camera fino all’ora di cena e poi scesero. Come previsto al tavolo (l’unico che c’era, perché a quanto pare gli ospiti erano solo loro quattro e una coppia di maghi vecchi e bacucchi) c’erano seduti Potter e Black. Si sedettero negli unici due posti liberi davanti ai due ragazzi.
 
James fissava Lily con sguardo preoccupato cercando di non farsi vedere.
È ancora tanto arrabbiata? Dio, che stupido che sono stato, ora mi odia ancora di più! Come se prima non mi odiasse… Ma io cosa ci posso fare? Cerco di farmi vedere da lei, di attirare la sua attenzione… Con le altre ragazze funziona… Ma stupido, lei non è come le altre ragazze, lei è speciale! Prima o poi glielo farò capire che per me è speciale, deve capirlo. James Potter non si arrende mai! E dopo cena le devo chiedere scusa.
 
Lily teneva lo sguardo fisso per terra, tentando di ignorare i due ragazzi davanti, ma sentiva lo sguardo di Potter su di sé.
Devo resistere, ora mangio la mia cena e faccio finta che loro non ci siano.
 
Harry guardava prima sua figlia e poi il ragazzo che la fissava.
Deve essere lui quel Potter. Da come la guarda si vede lontano un miglio che è cotto di lei, è palese! Eppure lei non se ne accorge… Oh Lily sei davvero troppo orgogliosa! Poi a me sembra un bravo ragazzo, sarà anche vivace ma è proprio quello che serve a mia figlia: allegria e rompere le regole. Ogni tanto fa bene. Se ne accorgerà, prima o poi se ne accorgerà.
 
Sirius d’altra parte era voltato verso il bancone a guardare una ragazza che era appena entrata, estraneo all’imbarazzo che regnava nel tavolo.
 
-Beh, piacere giovanotti, io sono Harry, il papà di Lily.-
-Piacere signor Evans, lieto di conoscerla.- disse James distogliendo lo sguardo dalla ragazza.
Sirius bofonchiò qualcosa che somigliava a “piacere”, ma sempre voltato verso la bella cliente del locale.
-Oh così mi fate sentire vecchio! Chiamatemi pure Harry!-
-Va bene Harry.-
-Allora così voi siete i compagni di scuola di mia figlia?-
-Sì, e siamo anche compagni di casa.-
-Allora tenete d’occhio la mia Lily, si comporta bene?- Lily lo fulminò con uno sguardo che diceva palesemente “chiudi la bocca”.
-Fin troppo.- Rispose Sirius che era tornato nella conversazione poiché la ragazza era uscita. James lo guardò male.
-Si comporta benissimo signore. È la più brava del nostro anno!-
-Di sicuro non ha preso da me! Non ero quello che si dice uno studente modello… Una volta con i miei amici ho riempito la sala professori di gavettoni! Ci hanno messo secoli per asciugare tutto.-
-Cosa sono i garettoni?-
-Gavettoni! Ma come, i maghi non li conoscono? Sono dei palloncini pieni d’acqua, si lanciano per bagnare le persone.-
-Ahahah ma allora lei è un genio!- Sirius rideva ammirato –Hai sentito Jam? Possiamo farlo anche noi! Ti immagini lo studio di Lumacorno pieno d’acqua?-
-Ehi non esagerate se no Lily dà la colpa a me per avervi dato l’idea!-
-No no si figuri!- Rispose Sirius. Ma i suoi occhi brillavano di un perfetto sguardo malandrino.
La conversazione andò avanti tutta la serata, tra i racconti di Harry, l’ammirazione e le risate dei ragazzi e l’esasperazione di Lily.
 
James però intanto pensava a come chiedere scusa alla ragazza e, tra una chiacchiera e l’altra, continuava a guardarla.
È bella, è perfetta, non posso lasciarla scappare. Quest’anno mi impegnerò, diventerò più serio, lo farò per lei, parola di Malandrino.
 
Note dell’autrice
Ciao a tutti! Perdonatemi, sono solo al secondo capitolo e sono già in ritardo… è che sono andata in vacanza e non sono riuscita a scrivere…
Comunque, qui vediamo la comparsa del mio amato James! Lily crede di odiarlo ma si accorge che lui ha un effetto particolare su di lei: riesce a perdere la pazienza solo davanti a lui. James invece capisce che per riuscire a conquistarla dovrà impegnarsi a maturare un po’. Ci riuscirà? Vedremo!
Ringrazio Hoon21 per aver recensito e quelli che hanno messo la mia storia tra le seguite. Grazie!
A presto
 
Marti :)

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Sguardo ***


3. Sguardo

Quando tutti ebbero finito il dolce (una deliziosa torta al cioccolato con le fragole) Harry Evans si alzò da tavola e si rivolse a Sirius:
-Giovanotto, vieni un po’ su che ti mostro le foto della mia moto, ti piacerà di sicuro!-
-Oh sarebbe fantastico! Arrivo subito!- Scattò in piedi con gli occhi che luccicavano e seguì il signor Evans su per le scale. L’ultima mezzora della serata era stata dominata dalla conversazione tra i due sulle motociclette: Sirius aveva raccontato a Harry della sua nuova passione per quei mezzi di trasporto babbani e l’uomo l’aveva incantato con descrizioni dettagliate e spiegazioni.

Lily si ritrovò da sola al tavolo con un imbarazzato James. I due si guardarono per un istante e poi la ragazza distolse lo sguardo, si alzò e si diresse veloce anche lei verso le scale.
Il ragazzo inizialmente non riuscì a reagire.
Cosa sto facendo? Devo seguirla e chiederle scusa! Cosa mi succede, mi manca il coraggio? Quella ragazza mi fa impazzire, faccio fatica anche a parlare! Ma al diavolo, io sono un Grifondoro, il coraggio non mi manca di certo!
Così si alzò anche lui e la chiamò.
-Lil… Evans! Aspetta un attimo!-
Lily, che aveva fatto solo qualche gradino, si fermò e si girò piano, chiedendosi cosa volesse ancora da lei quell’irresponsabile.
-Cosa vuoi Potter?- disse con tono scocciato.
-Io… Ehm… Volevo…-
-Cosa? Hai perso l’uso della parola? Era ora!-
-Io volevo chiederti scusa. Per le caccabombe e per tutto. Non volevo, mi dispiace Evans.-
-Ti dispiace? Le tue scuse non bastano con tutto quello che mi hai fatto passare. Che senso ha?-
-Beh ti ho detto che mi dispiace, cosa devo fare di più?-
-Cosa devi fare? Niente Potter, non puoi fare assolutamente niente! Ormai sei un caso perso. Dovresti imparare a crescere, renderti conto che hai diciassette anni e non sei più un bambino! Ma è impossibile per te. Pensi solo a te stesso e sei convinto che tutto giri intorno a te! Sei solo un egocentrico! Ma ti guardi intorno? Siamo nel bel mezzo di una guerra, la gente muore per colpa di un pazzo e dei suoi seguaci Mangiamorte, ma a te non frega niente. Probabilmente non te ne sei neanche accorto. Te ne stai affacciato ad un balcone a lanciare diavolerie ai passanti e pensi solo a quella perdita di tempo del Quidditch e a giocare con quel boccino solo per fare colpo sulla gente. Devi solo vergognarti. Quindi evita di venire a darmi le tue scuse e lasciami in pace.-

Lily aveva detto tutto questo in un sibilo pieno di odio, molto diverso dalle urla di quel pomeriggio, e lo aveva fatto avvicinandosi sempre di più a James, fino ad essere a pochi centimetri da lui. Aveva buttato tutto fuori guidata dalla rabbia, ma quando guardò gli occhi color nocciola del ragazzo si accorse che c’era qualcosa di diverso. Improvvisamente il solito sguardo spavaldo era sparito: dentro si leggeva solo dolore, delusione e rabbia. Lily era senza parole, non se lo aspettava, non le sembrava più di avere davanti James Potter. Non riuscì più a sopportare quello sguardo, così abbassò gli occhi. Ma il ragazzo continuava a guardarla, ferito.

-Va bene Evans, ti lascio in pace. Potrai odiarmi quanto vuoi ma quelle cose non le puoi dire. Tu non mi conosci, non ti sei mai sforzata minimamente di farlo.-
Il tono era strano, troppo serio per essere attribuito a James Potter. Lily rimase completamente travolta da quelle parole. E rimase lì, con lo sguardo basso, mentre il ragazzo saliva le scale e spariva in camera.

Quegli occhi, quelle parole… Lily si sentiva come se avesse ricevuto un pugno in pieno petto. Non lo aveva mai visto così ferito, ed era stata lei a procurargli quel dolore. Ripensò alle parole che gli aveva detto e si accorse di essere stata cattiva, ma alla fine lo era sempre stata con lui. Questa volta doveva aver toccato un tasto dolente.
Era sconvolta. Non lo aveva mai visto così. Tutto ad un tratto il ragazzo egoista e arrogante era sparito per far posto ad una persona completamente diversa.
“Tu non mi conosci, non ti sei mai sforzata minimamente di farlo”
È vero, non lo conosceva, e se ne rendeva conto solo ora. E non aveva mai provato a conoscerlo, convinta che fosse solo una persona assolutamente superficiale. La consapevolezza la colpì violentemente.
Ad un tratto si riscosse e si accorse di essere ancora in piedi davanti alle scale. Salì lentamente, ancora turbata, ed entrò in camera. Suo padre e Sirius erano ancora lì che discutevano, ma lei li ignorò e si mise a letto, senza cambiarsi o lavarsi, ed esausta scivolò subito nel sonno.

Mary era lì davanti, e la guardava. Ma c’era qualcosa che non andava. I suoi occhi azzurro cielo stavano cambiando, e in poco tempo diventarono color nocciola. Mary si avvicinava sempre di più e la guardava con quegli occhi pieni di dolore.
-Tu non mi conosci- le diceva. E Lily soffriva, spaventata e divorata dal senso di colpa.
Poi la scena cambiò: ora al posto di Mary c’era suo padre. Tutto si ripeté uguale, con gli occhi che cambiavano e il dolore. E andò avanti così per quello che le sembrò un’eternità. Vide Marlene, Emmeline, Alice, Remus, Petunia. E sempre quello sguardo.

Lily si svegliò urlando. Si guardò intorno e vide suo padre già sveglio. Era mattina.
-Cosa succede tesoro? Continuavi ad agitarti e hai urlato. E ripetevi qualcosa… sugli occhi…-
La ragazza non rispose subito. Continuava a vedere davanti a sé lo sguardo di Potter.
-Nulla papà, era solo un incubo- ma ancora sconvolta si diresse verso il bagno. Perché era così turbata? Aveva litigato mille volte con Potter, cosa c’era di diverso questa volta? Quegli occhi… Non riusciva a toglierseli dalla testa.

Padre e figlia scesero per fare colazione. Al tavolo c’era solo Sirius, intento a divorare il piatto strapieno di uova e bacon. Lily d’istinto si guardò intorno, chiedendosi dove fosse Potter. Da quando le importava?
-Non aveva fame.- Sirius si era accorto dello sguardo della ragazza, e ora la stava guardando in cagnesco. Lily rimase di stucco e non rispose, sedendosi dalla parte opposta del tavolo. Ma neanche lei aveva fame. Così aspettò che suo padre finisse e poi uscì insieme a lui per mostrargli Diagon Alley.

Harry Evans si guardava intorno a bocca aperta, osservando scope volanti, libri in gabbia e bacchette magiche.
-Tutta questa roba è incredibile! Certo, mi raccontato mille volte della magia, ma vederla dal vivo e tutta insieme è strabiliante!-
Si avvicinò alla vetrina in cui era esposto il nuovo modello di scopa.
-Incredibile, incredibile! E voi volate si queste cose?-
-Io sicuramente no! Odio volare e odio il Quidditch!-
-Come fai ad odiarlo! Quanto mi piacerebbe provare…-

Girarono nel quartiere tutta la mattinata, tra le domande di Harry e le spiegazioni di Lily, e verso l’una si misero a cercare un posto in cui pranzare. Stavano attraversando un vicolo poco affollato quando quattro figure vestite di nero si avvicinarono.
-Ehi guardate un po’chi c’è qui! La Nata Babbana! Non c’è un po’ troppa magia in questo posto per te? E chi hai portato? Il tuo paparino? Hai davvero portato uno sporco Babbano a Diagon Alley?-
-Sparisci Mulciber.- sibilò Lily.
-Ehi non ti rivolgere così ad un Purosangue. Come osi? Ragazzi, facciamola stare zitta.-
I quattro tirarono fuori le bacchette e le puntarono verso padre e figlia. Lily non fece neanche in tempo a fare lo stesso che uno schiantesimo la colpì in pieno e la fece volare di qualche metro. Cadendo sbattè la testa contro il muro. Per qualche secondo vide tutto nero, poi riuscì ad aprire gli occhi. Voleva alzarsi e correre per aiutare suo padre ma non riusciva a muoversi, non riusciva a fare niente e neanche a pensare lucidamente.
Vide il gruppo di Serpeverde avvicinarsi sempre più a suo padre, che indietreggiava spaventato e indifeso, senza capire che cosa quei ragazzi volessero da lui. Uno di quelli pronunciò un incantesimo e anche Harry volò e cadde a terra. I ragazzi continuarono a puntare le bacchette contro di loro.
-Ora vedrai cosa succede a metterti contro di noi. Non sarà piacevole!- Sghignazzò Mulciber, e gli altri lo seguirono a ruota.

Stava per scagliare un altro incantesimo, ma Lily non aveva la forza di reagire. Il suo corpo non rispondeva ai comandi e sentiva che sarebbe c rollata da un momento all’altro. Voleva assolutamente portare via suo padre da lì, ma non ce la faceva.

L’incantesimo arrivò e si fece tutto completamente nero.


Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti! Dopo taaanto tempo di assenza ecco che ritorno con un nuovo capitolo! Non uccidetemi D:
Spero che vi piaccia, fatemi sapere la vostra opinione!
Grazie :)
Marti



 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2669077