Nei Nostri Luoghi

di SPLITkosher
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Cinque ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Nei Nostri Luoghi.

Capitolo 1

Vendesi: Whammy’s house. Chiunque sia interessato all’acquisto è pregato di rivolgersi all’attuale proprietario: Peter Michaels , numero telefonico: 3961794739.

Proprio quella mattina, aveva letto casualmente gli annunci sul giornale. “Che meravigliosa casualità” si era detto dopo aver letto il quarto annuncio.

“E così finalmente si è deciso a venderla…” sbuffò finendo in un sorso il succo dentro al bicchiere che teneva nella mano destra. Si alzò dal tavolo, prese il cellulare, e senza neanche pensarci su due volte compose in numero telefonico del signor Michaels.

Non poteva permettere a nessun’altro a parte se stesso di comperare quella proprietà. Già una volta quella casa era stata acquistata dopo la morte Watari e Roger. E lui aveva sperato con tutto se stesso che l’acquirente non l’avrebbe rasa al suolo, utilizzando il terreno per costruire qualche palazzo, e grazie al cielo non fu così. Era stata comprata da un nobiluomo inglese, pieno di soldi, intenzionato di fare di quella casa la sua residenza estiva.

“Pronto?” gracchiò l’anziana voce di Michaels

“Pronto, buongiorno signore. Sono Matt Hill. Sarei interessato alla Whammy’s House…”

“Oh. Certamente. Se per lei va bene fisserei un incontro per farle valutare sia la casa che il prezzo”

“Ceto. Sarei libero domani. Intorno alle 13… per lei va bene?”

“Benissimo. Allora domani alle 13 davanti ai cancelli della casa.”

“D’accordo. La ringrazio. A domani”

Mise il telefono in tasca. La prima volta che la Whammy’s House era stata messa in vendita lui era poco piu che ventenne e non aveva soldi. Aveva sentito il desiderio di comperarla. Infondo lui era cresciuto li. Tutti i ricordi piu belli della sua infanzia erano li. Tra quelle mura.

Si, quella casa possedeva tutti i suoi piu innocenti ricordi, ma lui possedeva un'altra cosa. Lui aveva Mello; e Mello era tutto ciò di cui lui aveva bisogno. Avevano trovato entrambi un lavoretto per mantenersi e per pagare l’affitto per uno straccio d’appartamento. Poi Mello aveva perso il lavoro, e lui si era dovuto fare in quattro per riuscire almeno a comprare il minimo necessario per un’alimentazione decente. Ma era FELICE. Si, era felice anche se sapeva che sarebbero potuti morire di fame, anche se sarebbero potuti finire in mezzo alla strada. Perché al suo fianco c’era lui, c’era Mello.

Ma piu il tempo passava, più la situazione diventava critica. E un maledetto giorno, in nome della sopravvivenza, dovettero incominciare a rubare. All’inizio qualche spicciolo. Poi qualche gioiellino da quattro soldi, al massimo due o tre motorini da rivendere. Ma mai si erano spinti così tanto da rubare una somma ingente di denaro in casa di un’onesta famiglia. Ma ripeto, la situazione era critica, e non poterono fare altrimenti.

Si vestirono di nero e inforcarono la motocicletta. Matt al posto del guidatore, Mello aggrappato ai suoi fianchi, dietro. Arrivarono all’abitazione e aspettarono che il buio calasse e che tutte le luci si spegnessero. Quando tutto sembrò calmo, l’operazione iniziò.

Mello, essendo più scaltro di Matt, aveva il compito di addentrarsi nel giardino, per rimuovere i sistemi d’allarme. Matt avrebbe dovuto aspettare il suo ok, e poi sarebbero entrati entrambi, scassinando la cassaforte e portando via il denaro, senza fare del male a nessuno.

La prima parte del piano andò bene. Riuscirono ad entrare in casa e a scassinare la robusta cassaforte. Presero il denaro, e tutto sarebbe andato per il verso giusto, se solo non fossero entrati in gioco quei brutti rompipalle chiamati ormoni.

Mello era troppo invitante in quella tenuta da diabolik.

Il tessuto lo fasciava e non lasciava niente alla fantasia, mostrava gli addominali appena accennati, i muscoli delle braccia, delle gambe, i glutei sodi…

Sì, doveva riconoscerlo. Si stava eccitando come un animale. “Mello…” sussurrò.

“Cosa cè?” rispose l’altro mentre metteva i soldi in una borsa nera.

“Mi sto arrapando…” disse con un tono di malizia. Il biondo girò piano la testa con lo sguardo assente. “Vedi di frenare gli istinti animaleschi. Non mi sembra il caso di farlo qua…” aggiunse

“Ah si?…” replicò il rosso.

“Matt non fare il cazzone! Lo sai che…” Ma Mello non ebbe il tempo di terminare la frase che Matt si era fiondato su di lui, e lo baciava come un forsennato.

Mello poggiò piano la borsa a terra, intenzionato a dare una ginocchiata nelle parti basse a Matt.

Ma il rosso lo spinse contro il muro bloccandolo per i polsi e schiacciando il suo bacino contro quello del compagno. Matt potè sentire l’erezione del ragazzo pulsare contro la sua.

“Mh…Matt…ah ti-ti prego sme-smettila” mugugnò il biondo mentre l’altro gli mordeva il collo e spingeva sempre piu forte il bacino contro il suo. Ma Matt non ascoltava. Era totalmente perso e inebriato dal profumo di Mello.

Lasciò una scia di baci bagnati su tutto il collo, fino a risalire la curva del mento e ad arrivare finalmente alla bocca. E di nuovo le lingue in lotta. Saliva, denti, umido, sapore di Matt, sapore di Mello.

Erano due individui, diventati un'unica cosa per via della passione, dell’amore. Della voglia matta che avevano l’uno dell’altro. Matt però, non sapeva che proprio lei, la passione, la voglia, li avrebbe distrutti entrambi.

Grazie per aver letto

 

 

Grazie per aver letto

Aggiornerò il prima possibile. Se volete recensite pure. Grazie ancora.

Splitkosher

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Capitolo 2
*** 2 ***


 

 

 

Capitolo 2

“Chi…chi è?”  la voce era quella di un uomo, e dal tono si capiva perfettamente la sua paura.

Matt staccò di colpo la bocca da quella di Mello. Avvertì una fitta al petto.

“Cazzo cazzo cazzo! Lo abbiamo svegliato!” sibilò piano il biondo, sgranando gli occhi per il terrore.

“Senti, prendi la borsa e cerchiamo di uscire dalla finestra. O-ok?!” Matt era nel panico piu totale. Era colpa sua se adesso il vecchio si era svegliato, se adesso rischiava di finire in carcere. Colpa di quei fottutissimi ormoni. Era lui che aveva combinato questo casino, ed ora doveva rimediare.

L’aria era carica di tensione. Mello raccolse la borsa, il più piano possibile, tentando di non emettere alcun rumore. Matt afferrò la mano del compagno, per infondergli sicurezza, per dirgli che sarebbe filato tutto liscio; e subito incominciarono a muoversi, stando ben attaccati alle pareti, cercando di raggiungere la finestra da dove erano entrati.

!TUMP!

“Cristo!” esclamò Mello dopo avere sbattuto contro la gamba di un tavolino.

“Vieni fuori! Vieni fuori brutto stronzo!! Ti ammazzo ti ammazzo!” la voce dell’uomo si aveva cambiato tono. Molto piu acuta, chiaro segno dell’ angoscia che lo attanagliava.

I due ragazzi sentivano chiaramente il respiro affannoso del proprietario di casa.

“G-guarda ch-che ho una pistola! Esci! Esci cazzo! Fatti vedere se hai le palle!” parole buttate con troppa violenza.

“Matt, ho paura” un’altra fitta al cuore colpì il rosso.  “Non ti preoccupare. Ti prometto che andrà tutto bene” il biondo fece un mezzo sorriso.                                                            “Ti amo Matt”     “ Anche io Mello”

!CLICK!

Improvvisamente si accese una luce. Proveniva da una stanza non molto lontana da dove si trovavano loro. E poi si udirono passi incerti girare per la stanza, l’uomo cercava l’intruso.

Matt tirò Mello per il braccio. Ancora pochi passi e sarebbero stati fuori. La stanza che conteneva la cassaforte era al piano terra, non avrebbero dovuto arrampicarsi su qualche grondaia o pertica, bastava mettere un piede fuori dal davanzale e sarebbero stati salvi, e per questo Matt ringraziò piu volte il cielo.

!CLICK!

Un’altra luce si accese, l’uomo si stava avvicinando. Dovevano fare piu in fretta.

“Adesso sparo! V-vieni fuori! Cazzo!” Matt aveva perso il conto di tutte quelle minacce.

Le dita del rosso toccarono il vetro freddo della finestra. “Vai prima te Mello” sussurrò sfiorando i fianchi del biondo. “Ok” rispose.

La figura esile di Mello scivolò piano fuori dall’edificio seguita subito dopo dalla sua.

Si ritrovarono in giardino. L’unica fonte di luce era un lampione all’angolo della strada. Poco distante dal lampione Matt poteva riconoscere il profilo scuro della sua BMW.                                              “Matt, io incomincerei a correre…” disse il biondo lanciando uno sguardo alla figura dell’uomo che camminava incerto dentro la casa, avvicinandosi pericolosamente. 

 E le gambe si mossero da sole. Correva, correva come un pazzo. Aveva paura. Sentiva i passi di Mello dietro i suoi. Arrancava. Gli faceva male la milza. La moto era sempre piu vicina.        Bastava scavalcare e la bassa staccionata, inforcare la BMW e sarebbe finito tutto.

“AHHH! DOVE SCAPPATE? EH??!!!!” il vecchio sbraitava senza ritegno. Matt diede un’occhiata dietro di se. Dietro la figura di Mello scorse la sagoma scura dell’uomo. Impugnava una pistola e…

!BANG!

E poi tutto diventò freddo, opaco. Come se il tempo si fosse fermato.

Sensazioni orrende. Paura, sgomento.

Uno sparo, Mello che urla, Mello che cade, il vuoto. E poi un altro sparo, e Matt che ritorna lentamente alla realtà.

“Mello! Mello!!!” lacrime calde rigarono il viso del rosso. Si chinò sul biondo. Fanculo i soldi, fanculo tutto. Non poteva perdere Mello. Non poteva cazzo!

Con uno sforzo atroce lo prese tra le braccia, si rialzò, e corse, corse corse fino a farsi esplodere i polmoni.

Diede un’occhiata al viso di Mello. Pallido. Occhi socchiusi. Sudato.

Quel figlio di puttana gli aveva sparato, ed ora Mello perdeva sangue dalla spalla.

“Vaffanculo Matt. E’ tutta colpa tua.”  Si disse.

Scavalcò la staccionata, accomodò Mello sulla sella posteriore della moto lasciandogli un casto bacio sulla fronte. Tolse il cavalletto e si sedette anche lui. Poi prese le mani del biondo e le sistemò sui suoi fianchi. “Mello mi senti?” chiese soffocando le lacrime.    “S-si…” voce fievole.      “Bravo amore. Adesso andiamo. Va tutto bene. Tu devi solo tenerti ai miei fianchi. Stringiti forte a me.” Disse con tono rassicurante il rosso.   “N-non so se ce la faccio…” rispose        “Si che ce la fai!” quello di Matt era un urlo disperato.                                               “Ti amo Matt” voce ancora piu fievole.           “Anche io Mello. Tanto”

Accese il motore.

!BANG! un altro sparo.

Alzò i piedi dall’asfalto.

!BANG!

Diede gas.

„STONZI TORNATE QUA!” ancora la voce di quell’odioso figlio di puttana.

Si diede una piccola spinta, e partì. Tenendo con una mano il manubrio, l’altra appoggiata su quella di Mello.

 

Grazie per la lettura^^  Questo capitolo non mi convince molto ed è anche molto corto. Aggiornerò il prima possibile.                                                                                                               Grazie a: Mello sexy doll, a pEaCh, a stella86, a soleva e a Overdose, la mia beta *-*

Continuate a seguirmi e a recensire! Aspetto consigli!

 

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

L’aria era fin troppo fredda. Non riusciva a manovrare correttamente il manubrio. Tutto il peso di Mello gli gravava sulla schiena.

Non sarebbe riuscito rimanere in quella situazione ancora per molto. Come se non bastasse quel pezzo di merda li stava seguendo con la macchina. No, non cel’avrebbe decisamente fatta.

Diede ancora gas. Stava andando veloce, circa un centinaio di chilometri all’ora. E non faceva altro che sorpassare automobili e moto. E non faceva altro che stringere la mano del suo Mello.

“Matt.. Matt non riesco. N-non ce la faccio più..”

“Ti ho gia detto che ce la farai cazzo! Siamo quasi arrivati! Ce la farai… ce la farai…” una lacrima cominciò a farsi strada sulle guance del rosso. Quella situazione era straziante.

Sorpassò ancora qualche auto.

“DOVE CAZZO CREDETE D’ANDARE? EH STRONZETTI?”  La voce proveniva da un’auto alla loro sinistra. Matt strabuzzò gli occhi. Era li. Quel figlio di buona donna era li!

“Come cazzo ha fatto come cazzo ha fatto???!!” urlò con quando fiato aveva in gola il rosso. Era sicuro di averlo seminato! E quello stronzo aveva il finestrino abbassato e rideva! RIDEVA! Come osava ridere? Come poteva ridere? Cazzo! Infondo non avevano rubato un cazzo dalla sua merda di casa! E Mello era ferito! E MELLO STAVA MORENDO! E LUI RIDEVA!

“VATTENE STRONZO! NON HO PRESO NIENTE DALLA TUA MERDA DI CASA! SIAMO PARI OK? LASCIAMI STARE! LASCIAMI ANDARE!” urlò ancora il Matt, stremato.

“AHAHA! TAPPATI LA BOCCA FROCETTO DEL CAZZO! TI HO SENTITO, HO SENTITO I VOSTRI SCHIFOSI GEMITI! COME STA ADESSO IL TUO AMICHETTO? NON PARLA PIU TANTO VERO?”

Il rosso non ce la fece più. Quello era troppo. La rabbia lo accecò.

“AHHHHHHHHHHHHHHHHHHH” urlò e d’istinto aumento ancora di più la velocità. Il motore della BMW rombò, al massimo della potenza.

Sorpassò a fatica l’auto, ma questa non dava segni di voler porre fine all’inseguimento. Gli stava dietro.

M-matt…”

“STAI ZITTO MELLO!”

“Matt.. m-ma io..”

“ZITTO! HO DETTO ZITTO!”

“Scusami…”

Ma la mano di Mello non era più sotto la sua, e Matt non sentiva piu neanche il peso del corpo del biondo sulla sua schiena.

Il corpo, la mente, i pensieri, tutto si ghiacciò.

No, non poteva essere. Mello era ancora li con lui. Non era caduto! Non era caduto!

Con una fatica immane, il rosso riuscì a girarsi. No. Mello non c’era. Non c’era piu.

“MELLO!”

Eccolo dov’era il suo Mello. Era li, sdraiato in una posizione innaturale sul cofano della macchina dello stronzo. Era bellissimo. Aveva gli occhi chiusi. I capelli disordinati coprivano le guance. Ecco dov’era.

Inchiodò di colpo. Lo stronzo fece lo stesso.

Scese dalla moto e la sbattè a terra, senza farci troppo caso. E ancora una volta stava correndo, verso il suo Mello.

Anche lo stronzo scese dall’auto. Gli occhi aperti in una espressione di panico, una mano sulla fronte, e guardava il Mello. Lo trovava bello forse? Perché lo guardava così?

Mello!” finalmente il rosso raggiunse l’auto. Si chinò su di lui, sull’angelo biondo che giaceva immobile su quel pezzo di lamiera.

Mello! MELLO!” prese a chiamarlo con forza, scrollandolo per la spalla sana.

Ma l’angelo non dava segni di risposta. Forse stava solo dormendo?

Le lacrime ora scendevano a migliaia. Sgorgavano dagli occhi verdi, percorrevano la curva della guancia e arrivavano diritte sul collo. Ma qualcuna scappava, e finiva sul viso rilassato di Mello.

Un vuoto, un senso di terrore e ansia si fece strada dentro Matt.

Era distrutto. Singhiozzava forte, in modo convulso, e intanto stringeva il suo amore. Lo abbracciava. Non lo avrebbe lasciato solo.

Voleva solo morire.

“Sei contento adesso?” sibilò a fatica tra un singhiozzo e l’altro, rivolto verso il suo persecutore.

Quello non rispose. Si limitò solo a comporre il numero dell’ambulanza sul suo cellulare, anche se sapeva, sarebbe stato inutile. Il ragazzo biondo era morto. MORTO.

Mello è morto. Io sono morto.” Furono le ultime parole che riuscì a pronunciare Matt, prima di svenire per il dolore.

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Nei nostri luoghi Dopo l'incidente, aveva passato qualche mese in un carcere a bassa sorveglianza. Aveva fatto così tanta pena al giudice...

Mentre era dentro pensava. Pensava a cosa sarebbe stata la sua vita senza Mello. Alla fine si era chiesto "cosa avrebbe voluto lui?" Di certo non avrebbe voluto che Matt smettesse di sognare, di vivere, di avere una vita felice. Il rosso se lo immaginava vestito di bianco, con sue paia di ali, seduto su una nuvoletta candida che guardava giu verso di lui, con la faccia tirata in una smorfia di dissenso mentre gli urlava "Deficente! Devi continuare a sorridere! Io sono con te comunque!"

Ci aveva rimuginato su così tanto che si era convinto. Avrebbe combinato qualcosa nella sua vita, lo avrebbe fatto per Mello.

La vita di uno con la fedina penale sporca non era facile all'inizio. Ci impiegò piu di un anno per trovare un lavoretto.
Con i soldi che aveva guadagnato poi, affittò un piccolo monolocale, e poi arrivò l'ora di comperare una modesta utilitaria usata.
Gli anni passavano, la sua carriera cresceva a braccetto con la sua vita sociale. I soldi non mancavano e presto Matt rimpiazzò il monolocale con una villetta a due piani e l'utilitaria con una comoda Jeep nera.
Finì col diventare il titolare dell'azienda per cui lavorava. Cominciò a frequentare feste, persone importanti, quell'incidente successo così tanto tempo fa sembrava ormai seppellito sotto montagne di chiacchere inutili e miriadi di sorrisi falsi.

Ma la sera, quando era solo, sotto le coperte del suo grande letto, nella sua grande villa, nel suo grande giardino, Matt si sentiva piccolo. A volte piangeva, a volte scoppiava in fragorose risate isteriche, a volte urlava. "Ho tutto, eppure non ho niente..."
                              ****

Matt guardò l'orologio. Le 12 e 30.
" E' ora d'andare..."
Dalla sua villetta alla Whammy's house erano circa 20 minuti di auto. Su quelle strade non c'era mai traffico. Sarebbe arrivato 10 minuti prima, così avrebbe potuto contemplare la struttura della vecchia casa della sua infanzia.
Scese piano le scale e chiuse la porta dietro di se.
Fuori il tempo era freddo, una cupa giornata d'autunno. Un venticello gelido gli scompigliava i radi capelli color carota.
Cacciò una mano nella tasca dei pantaloni alla ricerca della chiave della sua Jeep.
La mossa che stava facendo non era troppo azzardata? Quello che aveva cercato di seppellire per così tanto tempo sarebbe tornato a galla con una facilità estrema. La ferita si sarebbe riaperta, ancora piu grande di quella iniziale.

                             ****
Parcheggiò l'auto sotto un vecchio platano che ondeggiava piano, mosso dal vento.
Scese piano, appoggiando prima un piede, poi l'altro sulla ghiaia fine dello spiazzo. Diede un'altra occhiata all'orologio: 12.51. Aveva tutto il tempo per godersi la visuale della sua vecchia casa di giochi.
Tante volte era passato su quella strada ma mai aveva rivolto lo sguardo alla villa. Si imponeva di guardare davanti a se, senza mai voltare il viso verso quell'agglomerato di dolorosi ricordi. Chissà se era cambiata la sua casetta, lui ormai non la vedeva da così tanti anni...
Passò un muretto di cinta e si incamminò su di una stradina sterrata abbastanza grande.
Per un'attimo il suo cuore parve fermarsi. Eccola li! Davanti a quell'uomo che ormai era solo l'immagine del vecchio Matt, la Whammy's house era più bella che mai. Il cancello in ferro battuto era chiuso da una pesante catena a sua volta chiusa da un lucchetto. Tra le lance che formavano il cancello era cresciuta rigogliosa dell'edera. Lo intrecciava, come dei nastri sulle trecce delle bambine che un tempo giocavano al di là di esso. Ora l'edera era color cremisi, dava un tocco malinconico al tutto.
Levò lo sguardo al di sopra del cancello. I muri della villa erano rimasti bianchi, forse un po piu anneriti. Le finestre con le maestose persiane erano rigorosamente chiuse. Il pesante portone di legno era meno lucido di un tempo ma non aveva perso la sua bellezza. Il giardino era ricoperto di foglie.
La villa sembrava quasi addormentata. Seppur bella come una volta, aveva perso la sua anima, quella villa a Matt ormai sembrava solo il fantasma della Whammy's house di un tempo.
"Signor Hill?"
Matt si voltò di scatto, risvegliato dai suoi pensieri. Un vecchio signore lo fissava con un sorriso calmo dipinto sulle labbra.
"Sono Peter Michaels, piacere" disse allungando la mano.
Matt l'afferrò stringendola "Piacere.."
Discussero un po sul passato della villa, della sua bellezza, della fortuna che nessuno l'avesse mai deturpata, sul fatto che fosse una fantastica residenza.
Il rosso si curava bene dal dire che lui era un orfano, e aveva passato la sua infanzia li. Non aveva bisogno di lamentevoli "Mi dispiace" o "Ecco perchè è così interessato alla villa..."
"Bene signor Hill, credo che voglia vedere l'interno..."
"Oh..s si certamente" abbozzò un sorriso. Dentro di se si sentiva bruciare. Forse agitazione pensò.
Peter estrasse dalle tasche della sua lunga giacca una grossa chiave, stile antico, la iniflò nella serratura del luchetto e con una mossa decisa fece lo fece scattare. Sciolse le catene e aprì il cancello che emise un fragoroso cigolio. Poi si voltò verso di lui.
"Vada pure, io devo sbrigare una commissione, incominci a dare un'occhiata agli interni, tornerò tra un'oretta circa. Se ha bisogno ha il mio numero di cellulare. Ah, tenga, la chiave del portone" allungò la mano. Sul palmo c'era una chiave antica, di ferro colorato d'oro, lavorata nei minimi particolari, semplicemente bellissima. La prese, era calda.
"Bene, allora a più tardi signor Hill." e detto questo, il vecchio si voltò, ripercorrendo la strada che portava al piazzale dove molto probabilmente aveva lasciato l'auto.
                                                                                                                           
                             ****
Infilò tremante la chiave nella serratura del portone e con grande sforzo le fece fare due giri.
Prima di spingerlo fece un grosso respiro " Vai Matt" si disse.
Si aprì senza troppa fatica, il rosso varcò l'uscio e non badò a richiuderlo. La grossa sala era completamente al buio. Appoggiò la mano sulla parete, cercando a tentoni l'interruttore della corrente. Spostò la levetta in alto.
La luce s'accese, illuminando tutto. Il lucido pavimento di marmo, i mobiletti appoggiati alle sontuose pareti verdi, le scale...
A Matt scese una lascrima.  



"...le serrande chiuse dal tempo e noi,

nei tuoi occhi gesti nascosti e poi...
rami secchi dietro i cancelli e noi."

"Pff, che palle l'inverno, e la luce di quel maledetto lampadario mi fa male agli occhi. Non so perchè Roger si ostini a voler tenere chiuse le serrande quando c'è un temporale, è così bella la pioggia sui vetri. Uff, te lo dico io perchè le tiene chiuse, è talmente pigro che non ha voglia di lavare i vetri di tutte le finestre..." 

"Già, però infondo ha ragione, sono molte le finestre della Whammy's . Pensa se fossi tu a doverle lavare tutte a mano Mello."

Erano sdraiati tutti e due a pacia in su, sul freddo pavimento di marmo del grande salone.
Le giornate d'inverno passavano lente. Dopo le lezioni tutti i bambini ed i ragazzini si trovavano nel grande salone. Era vietato salire nelle proprie camere prima dell'ora di cena e quindi le uniche stanze accessibili erano la biblioteca, i bagni e il grande salone, appunto.
Il tempo passava lento e tutti gli ospiti della Whammy's dovevano trovare un modo per tirare fino all'ora di cena. I bimbi più piccoli giocavano a montare e smontare puzzle,  a nascondino o a costriure enormi castelli di carte. I ragazzini più grandi invece si trovano un'angolino comodo dove poter chiaccherare indisturbati.
Matt e Mello erano ormai dei ragazzini e abitualmente si sdraiavano a pancia in su per osservare il maestoso e affrescato soffitto del grande salone  e per parlare delle cose piu inutili e frivole di cui avessero voglia.
Erano due degli allievi più intelligenti della Whammy's e forse anche quelli con più problemi a socializzare.
Matt era troppo timido, Mello troppo scontroso, eppure da un po di anni erano diventati amici. Passavano le giornate assieme, studiando o parlando. Erano ufficlialmente migliori amici.

"Matt, sai cosa  mi ha detto quel coglione di Gray?" sbottò d'un tratto Mello.
"No, cosa ti ha detto quel coglione di Gray?" cantilenò il rosso.
"Gne gne gne... Comunque, mi ha detto che piaccio ad una ragazza" bisbigliò
"Aahah e ci credi?! Chi sarebbe la sfortunata?"  chiese il rosso con un sorriso beffardo
"Marlene Jackman"  
"Ma-Marlene Jackman?! Oh bhe, se quello che mi dici è vero, complimenti Mello." Marlene era una ragazzina di 13 anni. Aveva la carnagione chiara, grandi e tondi occhi marroni, una spruzzata di lentiggini sul volto e lunghi capelli bruni che le cadevano morbidi sulle spalle.
"Niente male eh" Mello era piuttosto soddisfatto.
L'argomento venne subito chiuso li.
Le giornate passavano normali, ma Mello tardava sempre agli appuntamenti nel grande salone. I primi giorni il ritardo era di soli  5 minuti, ma più il tempo passava più i minuti si allungavano e si trasformavano in quarti d'ora, mezz'ore, tre quarti d'ora, e ad ogni domanda su dove cavolo fosse stato Mello rispondeva che studiava e faceva ricerche nella biblioteca scolastica, per tenersi sempre allenato e preparato sugli argomenti.
Matt fece finta di crederci ma quando un giorno lo aspettò sul pavimento per circa un'ora e mezza decise di andare a vedere se il suo amico fosse realmente in biblioteca a studiare.

Come sospettava, la biblioteca era vuota.
"Mello dove cazzo sei..."
Spazientito Matt pensò che il suo amico  avrebbe pututo essere ai servizi in preda a quache attacco di diarrea improvvisa.
Entrò nei servizi dei maschi.
Nell'ultimo gabinetto si sentiva il rumore di pipì.
"Ti ho trovato scemo...." il rosso si avvicinò piano alla porta del gabinetto è l'aprì con decisione
"Eccoti qua coglion.... oh, scusa" in piedi di spalle rispetto a Matt c'era un bimbo di circa 7 anni che faceva pipì. Spaventanto si voltò di colpo e non riuscendo a controllare la vescica versò un po del liquido giallo sulle scarpe del rosso.
"Ma cazzo!! Brutto deficente!"  sbraitò e con rabbia diede un calcio alla porta del gabinetto, facendola richiudere.
Mentre si allontanava sentì il bimbo piangere, evidentemente aveva preso una gran paura.
"Mello quando ti trovo ti mangio!" sussussò a denti stretti. Stava per uscire dalla zona "Servizi" quando dei rumori attirarono la sua attenzione. Provenivano dal bagno delle femmine.

"Ma si, entriamo, mi hanno appena pisciato sulle scarpe, cosa può succedere di peggio?" pensò Matt

Entrò piano e la porta si richiuse leggera senza far rumore dietro di lui. Dei gemiti provenivano da un gabinetto, uno di quelli centrali.
Matt s'abbassò e cominciò a cercare il gabinetto da dove spuntavano i piedi. Era il quarto a partire da sinistra.
Si schiacciò ancora di piu sul pavimento e cercò di spiare dalla fessura che divideva la porta del gabinetto al pavimento.
Riconobbe le scarpe. Mello

Che cazzo stava facendo nel cesso delle ragazze? E chi era l'altra persona?
Si alzò in piedi e entrò nel gabinetto difianco. Salì sulla tazza, era abbastanza alto da poter vedere al di là della parete che divideva i gabinetti. Si alzò sulle punte, attento a non fare il minimo rumore.

Quello che vide fu agghiacciante. Non tanto per l'atto in se, ma per quello che gli era scoppiato in petto, il fuoco che lo aveva pervaso.
Mello era li, avvinghiato a Marlene che era appoggiata alla parete. Le imprigionava un braccio tenendola stretta per il polso,  mentre il viso era premuto contro quello della ragazza, impegnato in una lunga serie di baci bagnati.
A Marlene a tratti uscivano mugolii strozzati, il viso paonazzo. Ripeteva a tratti il nome di Mello.

Il rosso s'accasciò su se stesso, finendo seduto sulla tazza. Mille pensieri lo invadevano. Perchè sentiva un fuoco ardente nello stomaco? Cos'era quel groppo in gola? Che cosa gli stava succedendo?
Dall'altra parte della parete ai mugolii di Marlene si aggiunsero delle strane risatine di Mello poi frasi a metà e infine un "ti amo" sussurrato dalla ragazzina, probabilmente detto in preda alle emozioni del momento.
Un'altro colpo al petto.
Matt si coprì le orecchie e si accovacciò. Le lacrime scendevano calde sul suo viso. Stava male, un male immenso, non fisico, ma un male intenso, un male  che prendeva dentro.
           ****

Pianse per ore fino a quando, dando un'occhiata veloce all'orologio si accorse che erano gia passate le 7 e 15. Doveva andare a cenare.
Uscì tremante dal gabinetto e si asciugò gli occhi, si riassettò i vestiti e andò nella sala da pranzo.
I bambini erano quasi tutti a tavola, mancava solo qualcuno che in attesa che il cibo venisse servito, gironzolava tra le sedie.
Mello lo salutò con la mano, facendo segno di sedersi difianco a lui. Matt attraversò la sala e si sedette acanto al biondo, senza guardarlo in viso.
"Ma dov'eri oggi? Ti ho cercato dappertutto..." chiese con fare allegro il biondo.
Matt non rispose, era troppo occupato a capire cosa stesse succedendo dentro di lui.



Un grazie alla mia beta la Sere che mi fa sentire sempre potente AHAHHA.
Scusate se aggiorno a spizzichi e bocconi ma è un periodo un po incasinato, prometto che aggiornerò con più costanza.
Recensite in tanti, un grazie speciale in anticipo**
SPLITkosher
 


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Capitolo 5
*** Cinque ***


Nei nostri luoghi 5 Matt sedeva sul letto della sua camera, la divideva con altri tre ragazzi. Gary, George e Mello. Ma nessuno di essi era presente.
La stanza era buia. Le serrande erano ancora chiuse perchè il tempo sembrava non aver intenzione di migliorare.
C'era solo una spiegazione  per capire cosa stesse accadendo, il rosso ci aveva pensato su per ore.
Voleva Mello, lo voleva solo per se. Nessuno poteva portaglielo via. Era l'unico che gli stava vicino, era l'unico suo amico! Il SUO migliore amico.
 
Si lasciò andare piano sul letto, era molto stanco. Grazie a Dio domani sarebbe stato Sabato, avrebbe potuto dormire fino a tardi.
Si rigirò su un fianco. Passarono all'incirca dieci minuti quando sentì la porta della camera aprirsi.
La luce che proveniva dal corridoio illuminò una parte della stanza, inondando in pieno il giaciglio di Matt.
Sentì poi dei passetti leggeri che si avvicinavano e infine una manina che si posava sul suo fianco.

"Matt, tutto bene? Come mai sei già a letto?" La voce era quella di Gary. Era un bambino di circa 8 anni, era sempre gentile con il rosso.
"Uhm, Gary. Si, tutto a posto. Sono solo molto stanco, tutto qui..." biascicò Matt girandosi verso il bimbo.
"Ok, in effetti sono salito anche io per sdraiarmi, oggi ci hanno fatto fare un sacco di test di logica a lezione!! Che fatica! Sai, sono stato uno dei più bravi!"
"Bravo Gary, ora vai a dormire"
"Ok, si scusa, non volevo svegliarti! Notte Matt! A domani!"
"A domani Gary"

Il bimbo richiuse con delicatezza la porta e la luce che inondava il letto scomparve, riportando il buio totale nella camera. Gary face qualche passetto veloce fino ad arrivare al suo comodo lettuccio e si sedette.  Matt lo sentiva armeggiare con le maniche del pigiama mentre si cambiava per la notte, poi il fruscio delle coperte che si muovevano  mentre il bimbo cercava la giusta posizione per prendere sonno lo fecero addormentare.

****



"Matt! Matt cazzo svegliati per l'amor di Dio!"
Mello scrollò il rosso per le spalle.
"Ma che cazz... Dio Mello togliti dalle palle, ho sonno" borbottò Matt con la voce impastata di sonno aprendo a malapena gli occhi.
"Vaffanculo non mi tolgo dalle palle! Adesso mi dici cosa cazzo ti prende!" sbraitò il biondo allontanandosi dal letto.
"Non mi prende niente. Cosa mi dovrebbe prendere?" Matt si mise a sedere, grattandosi la testa e stirando le braccia.
"Ahaha non farmi ridere! Ieri a cena non hai aperto bocca e poi sei sgusciato subito qua. Te lo ripeto un'altra volta, cosa cazzo hai?" sbottò
"Mello, vaffanculo." Il rosso si alzò dal letto velocemente e si diresse verso le docce. Non aveva voglia di discutere con lui.
"Vaffanculo te stronzo, ti ho chiesto solo cos'hai! Voglio aiutarti. Sei solo uno stronzo, ecco cosa sei!" urlò Mello, gli occhi di ghiaccio chiusi in una fessura, il labbro inferiore tremava dalla rabbia.
"Non permetterti di parlarmi così, sono più grande di te pivello, porta rispetto!" le parole gli uscirono come un sussurro. Era teso come una corda di violino, decise che era meglio affrettare il passo per raggiungere il prima possibile le docce, almeno l'acqua calda avrebbe sciolto un po ala tensione.
"Fanculo, hai solo un anno in più!" la voce di Mello si faceva sempre più lontana mentre il rosso si allontanava.

****

L'acqua calda scendeva sul corpo di Matt disegnandone i contorni. Le goccioline si infilavano irrispettose nei capelli rossi, poi piano rigavano la pelle chiara e scendevano ancora  verso il naso delicato per finire sulle labbra rosse e infine cadere sul mento e sul resto del corpo.
A lui piaceva fare la doccia, era uno dei pochi momenti in cui si lasciava completamente andare, uno dei quei momenti in cui si rilassava. Tutti i muscoli si scioglievano, il cervello vagava libero senza seguire un preciso filo logico.
Matt chiuse il rubinetto si strizzò i capelli e si avvolse un asciugamato pulito intorno alla vita.
Sperava con tutto se stesso che Mello non fosse rimasto nella stanza ad aspettarlo. Non aveva voglia di discutere semplicemente perchè sapeva che il biondo aveva ragione.
Per quale motivo era diventato cupo? Perchè aveva visto il suo amico baciare una ragazza. Era geloso.
Se lo avesse detto all'amico di certo si sarebbe messo a ridere o peggio avrebbe provato disgusto verso di lui.
L'unica cosa da fare era raccontare una bugia che potesse in parte rappresentare la realtà. Matt non amava mentire, soprattutto non amava mentire a Mello.

****
 
Il vecchio Matt cominciò piano a salire le scale. Quel salone gli regalava troppi ricordi. Il cuore pulsava velocemente e le tempie gli martellavano ininterrottamente. Era venuto per vedere in che stato fosse la Whammy's, non a perdersi nei suoi più antichi e remoti ricordi.
Salite le scale si trovò in un corridoio. "Non è cambiato per niente..." sussurrò tra se e se.
Fece un paio di passi e arrivò davanti ad un grosso stanzone. Un tempo quelle erano state le docce, adesso invece un'elegante vasca idromassaggio troneggiava al centro della stanza e tutt'intorno c'erano comode sedie sdraio color nocciola, un costoso televisore al plasma e una libreria piena zeppa di libri riguardanti la salute e il benessere fisico della persona.
"Una sala relax..."  distolse lo sguardo " le cose cambiano Matt...fattene una ragione."
Si voltò e ricominciò a camminare per il corridoio mantenendo lo sguardo fisso sul pavimento di marmo. Camminava senza guardare dove stesse andando fino quando sollevò piano lo sguardo e si ritrovò faccia a faccia con una porta di legno.
14 era il numero fissato al legno con dei chiodi. I numeretti erano ancora luminosi, color oro.
Il rosso cominciò a tremare. Allungò esitante il braccio e posò la mano sulla maniglia fredda. Aprì la porta.
Matt cadde sulle ginocchia, le lacrime ricominciarono a scorrere sul suo volto ormai non più giovane. "E'...è tutto uguale"
Era la sua stanza da letto, quella che divideva con due bimbi e con Mello. Non l'avevano ristrutturata. I quattro lettini erano rimasti gli stessi, come le coperte le pareti e il lampadario.

****
Il rosso aprì la porta della sua stanza. Seduto sul suo letto c'era Mello con lo sguardo furente. Appena si accorse della sua presenza si alzò di scatto stringendo i pugni.
"Adesso non esci di qua finchè non mi dici cos'hai" parlò con tono calmo, quasi glaciale.
"Si, te lo dico cos'ho. Dove cazzo vai dopo le lezioni? In biblioteca ieri non c'eri." rispose altrettanto calmo il rosso
"Adesso mi controlli pure, comunque avrai controllato male, ieri ero in biblioteca"
"NON dirmi stronzate, ho controllato bene, non c'eri"
"Hai controllato anche tra gli scaffali di Astrologia?"
"Pechè avrei dovuto controllare tra dei cazzo di scaffali di Astrologia? E poi non ho fatto caso agli scaffali"
"Bhe hai fatto male, si capisce che non frequenti molto la biblioteca. Gli scaffali di Astrologia sono quelli infondo, molto infondo. Non credo tu ti sia spinto fino alle estremità per cercarmi. Io ero li." Gli occhi azzuri erano incollati a quelli del rosso, le pupille ridotte ad una fessura e la voce era terribilmente calma.
"CAZZO SMETTILA DI DIRE STRONZATE!" Matt urlò così forte che la gola gli fece male.
Mello si allontanò di qualche centimetro. Adesso gli occhi erano sgranati.
"Cristo Matt calmati..." tutto quello che gli uscì fu un filo di voce
"Perchè non mi dici la verità?! Perchè non mi dici che mentre io ti aspetto come un coglione seduto sul pavimento a gelarmi il culo tu ti sbatti la cara Marlene nei cessi?!" la rabbia lo fece tremare.
"Come cazz... BRUTTO FIGLIO DI PUTTANA MI SPII?!"
Mello si lanciò addosso al rosso, facendolo cadere contro la porta. Gli bloccò i polsi sopra la testa con una mano e diede gli diede un pugno nello stomaco con tutta la forza che aveva.
A Matt uscì un mugolio strozzato.
Mello era più alto di lui ma aveva una struttura più esile e il rosso dopo qualche secondo di dolore all'addome  si liberò con uno strattone dalla morsa del biondo.
Lo prese per i capelli e fece cambio di posizioni. Ora Matt imprigionava Mello tenendolo per i polsi con tutte e due le mani. La presa era salda.
"M-mi fai male cristo!" Una lacrima si fece strada sul viso del biondo.
"Ti faccio male? Anche tu mi hai fatto male, tanto male." Matt sputò le parole, coprendole di indignazione.
"Ti ho dato solo un cazzo di pugno, mi stai stringendo troppo forte" la voce era spezzata da singhiozzi
"Non mi hai fatto male fisicamente. Mi ha fatto male vederti in procinto di copulare con quella ragazzetta." allentò la presa. Non poteva nascondere la verità.
"Stai scherzando vero?" il viso di Mello era serio, guardava l'amico neglio occhi.
"No, non sto scherzando. N-non devi farlo più." la presa diminuì ancora di più la sua forza. Gli occhi verdi di Matt incominciarono ad inumidirsi. La voce non era più sicura.
"Non devo farlo più? Non dovrei stare più con la mia ragazza perchè tu sei geloso marcio? Cristo Matt sei il mio migliore amico. Quella è una ragazzina,  sai quante ne avrò? Quelle vanno e vengono. Tu rimarrai" Mello si liberò della presa del rosso e gli asciugò una lacrima non la mano, poi gli accarezzò  piano i capelli ancora umidi.
Al rosso si aggrovigliò lo stomaco. Le carezze di Mello erano celestiali e anche la sua risposta lo era, però capì che non era quella la risposta che avrebbe voluto sentire. Le lacrime ormai scendevano copiose. Matt nascose il viso appoggiandolo sul ventre del biondo.
"Ehi ehi ehi Matt, calmo calmo!" Mello era seriamente spaventato. Prese la testa di Matt fra le mani e la sollevò piano. Il corpo dell'amico era scosso dai singhiozzi.
"Matt, non ti trascurerò mai! Sei la cosa più importante che ho al mondo" sussurrò piano
"N-non è quello. I-io..." non riuscì a finire la frase quando una lunga fila di singhiozzi gli tapparono la bocca.
"Tu cosa? Ti prego fammi capire, mi stai facendo morire Matt"
"Non capiresti."
"Prova a farmi capire"
Matt alzò piano la testa. Mello era semplicemente divino. L'espessione preoccupata gli disegnava delle leggere rughe intorno al naso, gli occhi di ghiaccio erano spalancati, più belli del solito. I capelli d'oro  erano scomposti e cadevano disordinati sulle  fini sopracciglia bionde.
Il rosso si avvicinò piano al viso del suo amico. Sentiva il suo respiro vicino.

"L'innocenza è chiudere gli occhi e poi...
dammi un po di te, la parte più dolce,
prendi un po di me respira più forte..".



Mello spostò la testa leggermente indietro, fino ad  appoggiarla al legno della porta.
"C-cosa vuoi fare?" il respiro era piu veloce.
"Farti capire" Matt sorrise. S'avvicinò ancora di più al viso dell'amico, c'era solo un misero centimentro a dividerli.
Il rosso chiuse gli occhi e gli lasciò un bacio leggero sulla guancia. Poi scese e gli sfioròle labbra con le sue.
Riaprì gli occhi, Mello tremava ma non si opponeva. Aveva anche lui gli occhi chiusi.
Chiuse di nuovo le palpebre e premette le labbra su quelle del biondo. Ne assaggiò la consistenza, poi gli prese il viso tra le mani.
Mello si spinse in avanti e solleticò le labbra di Matt con la lingua. Il rosso fece spazio alla lingua del biondo e cominciò ad assaggiarne il sapore a sua volta.
Matt era inesperto, non aveva mai baciato nessuno nonostante i suoi diciassette anni, ma si fece guidare dalle emozioni che sentiva. Il cuore gli scoppiava in petto, era un misto di felicità ed eccitazione.
Mello sapeva di buono. Le lingue si toccavano dolcemente.
Matt staccò la bocca e aprì gli occhi.
"Capito?" arrossì leggermente
"Si, capito... " Mello si passò una mano fra i capelli. Repirava ancora a fatica e le pupille erano nuovamente dilatate. Si rialzò vacillante.
"O-ra vado..." abbozzò un mezzo sorriso impacciato. Le guance gli andavano a fuoco. "A dopo" e aprendo la porta uscì.
Mello rimase inginocchiato davanti all'uscio. Dio come si sentiva bene...



Grazie a tutti per aver letto e alla mia beta Sere (Overdose) e a Norwegian_Wood per aver recensito : D
Scusate se il capitolo è corto e scritto non molto bene xD
Credo che il prossimo aggiornamento non avverrà prima di due settimane perchè dovendo partire non credo di avere il tempo materiale per scrivere, almeno non al PC.
Ancora un grandissimo grazie, recensite in tanti, SPLITkosher.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Nei nostri luoghi 6 Il vecchio Matt si rialzò vacillante. Le lacrime gli appannavano la vista. Chiuse piano la porta della camera e tornò sui suoi passi.
Doveva prendere una boccata d'aria.
Scese silenzioso le maestose scale e attraversò ancora una volta il grande salone. Aumentò il passo e aprendo il portone si ritrovò ancora in giardino.
La villa lo stava facendo crollare, la testa gli girava e il cuore continuava a pulsare troppo velocemente.
Si catapultò in giardino.
Un raggio di sole stava lottando con un grosso nuvolone per farsi spazio ed illuminare tutto.
Matt si sedette sulla ghiaia fredda, con la schiena attaccata al muro della villa.
Si portò le ginocchia al mento, rannicchiandosi in una posizione innaturale. Fece qualche respiro profondo, tentando invano di calmare il battito impazzito del suo cuore.
Rialzò piano la testa fissando in cielo il raggio di sole che aveva vinto la sua battaglia contro il nuvolone.

****
Matt sedeva all'ombra di un'albero, appoggiato al tronco. A Londra il sole non faceva capolino molto spesso, ma quando questo accadeva, tutta la Whammy's si riversava nel giardino. Non importava a nessuno se fosse pieno inverno o piena estate . C'era il sole, quello era l'importante.
A Matt piaceva il sole, e quel giorno c'era anche un tiepido venticello che arrivava da sud. Aveva gli occhi chiusi, la mente da tutt'altra parte. Si faceva cullare dalle voci gioiose dei bambini che giocavano, dai risolini delle ragazzine e dai rimproveri degli insegnanti.

-Ehi, ehi scemo. Cosa fai?- Matt aprì gli occhi e si portò una mano verso la fronte usandola come scudo contro la luce solare.
- Mello! Niente, cercavo di dormire- rispose allegro.
- Ahah sei pazzo! Dormire? Adesso? C'è il sole Matt se non te ne fossi accorto- Mello si sedette accanto al rosso.
-Certo che me ne sono accorto ma stare qua sotto è bello.-
Mello mise le mani dietro la nuca e allungò le gambe in avanti. -Già- biascicò - Questo posto rilassa-
Senza accorgersene Matt si ritrovò a pensare a quanto fosse dannatamente bello, il suo Mello.
-Ehi, Matt, guarda- il biondo colse un soffione, cresciuto tra la ghiaia. -Lo sai che se esprimi un desiderio e poi soffi, si avvera?-
-Si l'avevo sentita questa storia. Bhe, prova no?- il rosso fece uno sguardo beffardo.
-Mmh, cosa potrei desiderare?- sorrise
- Non so, uscire da questo posto magari-
- Mmh, non mi convince...- Mello avvicinò il fiore delicato alle labbra e con gli occhi chiusi soffiò piano.
Centinaia di piccole spore bianche si levarono in volo nel caldo venticello.
-Cosa hai desiderato?- chiese il rosso curioso.
Mello girò piano la testa verso di lui -  E' un segreto Matt, se lo dico non si avvera-
-Eh no adesso me lo dici!- fece Matt imitando un gesto di stizza.
- Se mi prendi te lo dico, scemo- Mello si alzò e incominciò a correre. Il rosso senza farsi scappare l'occasione lo rincorse.

I capelli biondi di Mello riflettevano la luce del sole, lanciando nell'aria piccole scintille dorate. Le gambe agili si muovevano veloci e gli occhi celesti sprigionavano una gioia immensa.
- Ti prendooooooo- urlò Matt fra le risa.

Quando finalmente il rosso raggiunse l'amico si accorse di avere fatto due volte il giro della villa e di trovarsi sul retro.
Caddero tutti e due sull'erbetta fresca. Il retro della villa di solito era usato per i giochi sportivi e Roger aveva deciso di lasciar crescere l'erba, senza rimpiazzarla con la fine ghiaietta.

Erano entrambi a pancia in su. Respiravano affannosamente.
-Ti ho preso- gioì Matt -Dimmelo, cos'hai desiderato?-
- Questo- rispose calmo il biondo.
- Cosa?-
- Vederti felice. Ho desiderato vedere il sorriso sulle tue labbra. Mi dispiace Matt- il biondo si fece serio.
- Ti dispiace per cosa?-
- Per aver fatto l'incazzato, per averti trattato male, per averti lasciato giorni ad aspettarmi mentre io facevo i miei porci comodi, ecco.-
-Non ti devi scusare.- Matt abbassò il tono della voce.
Il biondo si sollevò su di un gomito e fissò l'amico con aria stranita.
- S-scusa per ieri, io... non so cosa mi abbia preso.- Matt scandì le parole con calma, le fece scivolare piano fuori dalla bocca una ad una. Facevano male. Erano bugie.
- Q-quindi, quello che hai fatto ieri, non volevi farlo davvero? - La voce del biondo tradì un tremolio sospetto.
-Esatto...- un'altra pugnalata al cuore. Un'altra bugia.
Il biondo tacque. Si ristese a terra e si girò su un lato, dando la schiena a Matt.
-Mello?-
- Dimmi Matt.- il tremolio si faceva più forte.
- Tu, tu vorresti che quello che è successo ieri sia la quotidianità? Mello, io non so più cosa fare.-
Nessuna risposta.
-Mello ti prego rispondimi-
Silenzio.
Il rosso si avvicinò all'amico e gli accarezzò i capelli.
- Cosa cazzo sono per te Matt? Una bambola?- la voce era interrotta da singhiozzi.
-Cosa?- il rosso era confuso.
-COSA SONO PER TE MATT? MI BACI E POI MI DICI CHE NON VOLEVI FARLO? FAI SCENE DI GELOSIA ASSURDE E POI MI DICI CHE NON SAI COSA TI SIA PRESO? MI PRENDI PER IL CULO MATT?- le parole erano violente, urlate nel mezzo di un pianto sommesso.

- Tu sei tutto quello che ho e forse tutto quello che avrò, perchè non credo che in un futuro io possa relazionarmi con altre persone. Non ne sono capace. Sarai l'unica cosa che avrò perchè voglio solo te al mio fianco. E anche se sembra un discorso smielato e da ragazzina alle prese con la sua prima cotta io le penso seriamente. Io non gioco con te Mello. Ti capisco se ti ripugno per quello che ho fatto ma ho mentito a me stesso troppe volte-  confessò il rosso.
-Giuralo- La sofferenza nella voce del biondo sembrava essersi alleviata.
-Lo giuro-
-N-non ti credo-
-Chiudi gli occhi allora.-
-Ok- Mello abbassò le palpebre.
Il rosso strisciò piano accanto all'amico e si avvicinò al suo orecchio.
-Prima cosa, sei la creatura più bella che ci sia al mondo- sussurrò piano, lasciandogli un bacio sul lobo.
-Seconda cosa, tu mi completi, con te  posso parlare, giocare, scherzare. Sei la creatura con cui sono cresciuto. - posò un bacio sulla guancia del biondo.
-Terza cosa, tu sei stato per me come una madre, un padre. Sei stato la mia acqua, la mia aria. .- gli sfiorò la mano - Capisci che non ti mento?-


Il biondo riaprì piano gli occhi. Allungò leggermente il collo fino a sentire il respiro dell'altro sulle sue labbra.
-Fallo allora-
-Fare cosa?- sussurrò Matt.
- Fai quello che hai fatto ieri, dimostrami che non stai mentendo- ribattè il biondo sottovoce.

Matt chiuse gli occhi e appoggiò leggermente le labbra su quelle di Mello.
Incominciò posando piccoli baci sugli angoli della bocca, poi baciò il labbro inferiore. Piano.
Si fece spazio con la lingua che incontrò subito quella del biondo.
Fece sdraiare Mello e continuò a baciarlo.
Una mano del biondo si intrufolò sotto la maglietta di Matt, il quale ebbe un sussulto.
Il rosso scese verso il collo dell'amico, succhiando la pelle come per risucchiarne l'aura angelica, poi piano si staccò e si rimise a sedere fissando l'amico.

-Suppongo tu non menta- Mello lo fissava negli occhi.
-Infatti, non mento- lo rassicurò il rosso con un sorriso.

Mello si alzò e guardò il rosso dall'alto. -Voglio provare ancora- esitò.
Matt lo guardò stralunato.
- Voglio baciarti ancora. E'...è una sensazione strana, voglio capirne di più. - disse impacciato il biondo.
Detto questo si inginocchiò difronte all'amico e riprese a baciarlo.
Matt non sapeva bene cosa stava provando. Sentiva solo un calore crescente invadergli lo stomaco. Il sangue circolava più veloce e la felicità si faceva via via più forte.

I respiri di tutti e due si erano fatti affannosi e quel bacio sembrava non aver intenzione di finire.



Scusate se questo capitolo è corto e anche (ammettiamolo) scritto piuttosto male. Ringrazio comunque chi continua a seguire questa FF e chi la recensisce. Grazie di cuore. Aggiornerò il più presto possibile! Un grazie speciale alla SEREEEE beta mia : D
SPLITkosher




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