Con i pattini come scudo.

di Julswords
(/viewuser.php?uid=703288)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1-Prologo. ***
Capitolo 2: *** 2-Capitolo 1. ***



Capitolo 1
*** 1-Prologo. ***


Dal bordo della grande pista ghiacciata guardavo quelle bambine trottolare emozionate da una parte all'altra, eseguendo quei passi che avevano provato milioni di volte, ma che non erano mai riusciute a fare davvero a tempo. C'era sempre qualche bambina che alzava le braccine un pò prima, o che girava un pò dopo le altre, ma in fondo erano bambine di età copresa tra i quattro e i sette anni, piene di lustrini e brillantini ovunque, sarebbero sembrate dolci e carine in ogni caso. Era bello guardarle, il giorno del loro primo saggio, sembravano quasi correre su quella pista tanta dall'emozione, e dall'euforia che stavano mettendo in quell'ultima prova prima delle grande esibizione. Le guardavo e rivedevo me con quel vestitino rosa scintillante che ancora conservo gelosamente in fondo al cassetto. L'emozione del primo saggio è una cosa che si porta dentro per sempre. L'ansia, la paura, ma anche la voglia di dimostrare che tutti quei pomeriggi passati in palestra, che fuori ci fosse la neve o ci fossero 45 gradi all'ombra, erano serviti a creare qualcosa di bello, qualcosa di magico. Mia mamma mi ha sempre ripetuto che ho praticamente iniziato prima a pattinare che a camminare, poichè la prima volta che ho indossato un paio di pattini non avevo neanche compiuto ancora quattro anni. Da quel momento, semplicemente, non ho più smesso. In quel momento vedo Ale entrare dalla grande entrata principale della palestra. Alessandro, alto, muscoloso al punto giusto, capelli castanni ed occhi verdi è il mio partner, da sempre. Pattiniamo in coppia da tipo tredici anni, e lui, da tredici anni, arriva in ritardo ogni santo giorno. Per questa sua fisicità, e per l'espressione da stronzo che si crede superiore al mondo intero che si porta sempre dietro, è l'idolo di tutte le ragazzine presenti in palestra, dalle bambine di quattro anni, alle nostre coetanee. 
'Saputa la bella notizia?' mi domanda appena arrivato di fianco a me.
'Ciao anche a te Ale, tutto bene grazie.' gli dico sarcastica.
'Tra poco non starai più così bene' mi dice quasi ridendo 'domani si inizia alle 7.30'
Sento quasi la mascella toccare terra da quanto spalanco la bocca.
'Cosa? Ma Cris è impazzito per caso?' e senza dire altro mi giro per raggiungere Cristiano, il nostro allenatore, all'entrata degli spogliatoi femminili. 
'Tu hai problemi! E molto seri anche!' arrivo sbraitando degna di un camionista.
'Vedo che Ale ti ha informata' mi risponde lui ridendo, e non dandomi neanche il tempo di ribattere 'non ora Giuls, anzi vai a dare una mano ad Amanda.'
Senza rispondere nulla, ma lanciandogli un mio ultimo sguardo truce, entro nello spogliatoio per raggiungere Amy, seduta su una delle lunghe panche in legno, ed intenta a truccare e riempire di strass e brillantini una lunga serie di bambine, allineate come dei soldati sugli attenti.
Amanda è la mia migliore amica da quando ho messo piede in questa palestra la prima volta. Ci siamo incontrate il giorno dell'accoglienza ai genitori e ai nuovi arrivati. La palestra quel giorno era piena di gente, io ero intenta a guardare incantata la pista di pattinaggio dal bordo vicino cui mi ero seduta, lei arrivò, si sedette accanto a me e all'improvviso mi disse 'io dico che un giorno andrai alle olimpiadi'. Poi si presentò e dopo la mia timidezza iniziale iniziammo a parlare. Amy è una ballerina di danza classica, la migliore ballerina di danza classica che io abbia mai visto, e ovviamente, ha il fisico da ballerina di danza classica. Ha i capelli lungi e biondi, e un paio di occhi azzurri come il mare. E' il mio opposto, in tutto, abbiamo pochissime cose in comune, ma proprio per questo ci completiamo. E' la parte mancante di me, quella che non sono mai stata, non sono, e non sarò mai, e anche se a volte la invidio un pò per questo carattere così diverso dal mio e che vorrei tanto avere, resta la persona più importante della mia vita. So di potermi fidare di lei più di chiunque altro, so di poterle dire tutto, e so che anche lei mi dice cose che non confiderebbe a nessun altro. 
E poi ci sono io Giuliana Latini, Giuls per tutti, capelli castani e ricci, e occhi verdi. Non ho il fisico di Amanda, ma sarei ipoctrita a dire di dovermi lamentare, ma in compenso ho un caratteraccio che fa a botte con tutti i brillantini, i lustrini, gli stass e le paillettes che sono costretta ad indossare alle gare.
Mi siedo accanto ad Amanda, che mi sorride, e inizio ad aiutarla a truccare le bambine che dovranno esibirsi stasera per il saggio di fine anno. E' una cosa che facciamo da sempre, quando ci sono i saggi, diamo sempre una mano con la preparazione dei bambini. E' ogni anno come tornare per po' indietro nel tempo, e rivivere milioni di momenti trascorsi in quegli spogliatoi, in quelle sale, in quella palestra che in fondo è casa nostra.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2-Capitolo 1. ***


Sono le 6.30, è lunedì 9 giugno, e non è normale che la sveglia sul tuo comodino inizi a suonare facendoti svegliare di soprassalto, per di più proprio mentre stavi sognando di baciare Leonardo Di Caprio ai tempi di Titanic. Non è normale, a meno che tu non sia una pattinatrice a livello agonistico allenata da un minorato mentale. Ancora ad occhi chiusi inizio a pensare a tutti gli insulti che potrò rivolgergli una volta arrivata, mentre con la mano cerco di centrare la sveglia per farla stare zitta con un colpo. La sveglia riesco anche a centrarla, ma un po' troppo forte forse, poichè cade a terra facendo un fracasso assurdo. Mi sa che dovrò comprarne un'altra, di nuovo. Dopo tutto ciò direi che sono abbastanza sveglia da riuscire a trascinarmi fino al bagno per una doccia fredda che possa svegliarmi definitivamente. Alle 7.05 precise sono in cucina a prepararmi il mio solito triste thè verde senza zucchero e decido di chiamare Ale, poichè dopo essermi alzata alle 6.30 non ho alcuna intenzione di dover iniziare l'allenamento alle nove perchè lui è in ritardo. Quando ormai sto perdendo le speranze, finalmente si degna di rispondere.
'Sto mettendo le scarpe, giuro.' mi dice con una voce che dovrebbe essere assonata ma che risulta più impossessata dal diavolo.
'Non ti sei ancora neanche alzato, non mentire.' gli rispondo prima di bere un sorso di thè.
'Va bene è vero, mi hai svegliato tu.' e dalla voce mi accorgo che sta sorridendo.
'Ti ho svegliato alle sette di mattina e non mi insulti neanche?! Ah no aspetta, ma dovrei essere io ad insultarti! Brutto bastardo, sono le 7.10, tra venti minuti dovremmo essere in palestra e tu sei ancora a letto! Con i tuoi tempi di preparazione degni di una principessa prima del ballo non inizieremo l'allenamento neanche per le die..' inizio ad urlare, ma non mi da il tempo di concledere il mio monologo.
'Dammi un quarto d'ora e sono da te, così stamattina eviti di venire con quel coso che chiami motorino.'
'Non criticare il mio bellissimo e amatissimo motori..' ricomincio, con lo stesso tono carino di prima, ma ancora una volta non riesco a finire la frase che mi ha gentilmente attaccato il telefono in faccia. Ma che stronzo, sei fortunato che mi servi per gli europei, altrimenti ti avrei già ucciso non sai da quanto!
Finisco di bere il thè, poi con calma sciacquo la tazza, recupero le chiavi dal mobiletto all'entrata e corro giù ad aspettare Alessandro, che con mio immenso stupore, arriva realmente dopo poco fuori casa mia alla guida suo macchinone nero. Appoggio il borsone sui sedili posteriori accanto al suo ed entro in macchina. 
Quando entriamo in palestra per dirigerci agli spogliatoi la faccia di Cris impersonifica alla perfezione il mio stupore di poco prima.
'Non ci posso credere... Alessandro Lamberti dopo tredici anni, in orario ad un allenamento, e per di più di mattina. Dopo questa posso anche licenziarmi.' 
'Si ma adesso non farci l'abitudine, è successo oggi e non succederà mai più!' risponde Ale ridendo, prima di sparire dietro la porta degli spogliatoi maschili.
'Non lo mettevo in dubbio' ribatte Cris, anche se probabilmente Ale non avrà neanche potuto sentirlo.
'Allora, pronta per diventare Rose?' mi dice poi voltandosi verso di me, riferendosi alla coreografia che andremo a provare, montata sulla colonna sonora di Titanic.
'Sono le 7.30 del mattino, come potrei non esserlo?!' gli rispondo ironica, per poi aggiungere 'Ah, ma sai che stanotte ho sognato di baciare proprio Leonardo Di Caprio?'
Lui ride, 'mi dispiace piccola, ma per ora dovrai accontentarti di pattinare con Ale'
'Vedrò di farmelo andar bene!' rido anch'io, e poi mi avvio negli spogliatoi per cambiarmi.
L'allenamento passa abbastanza in fretta, per quanto possano passare in fretta quattro ore senza fermarsi un attimo. In fondo il problema non è mica finchè hai i pattini ai piedi, il problema è il dopo, quando vai a togliere i pattini e ti sembra di esserti scambiata i piedi con Hulk per quanto sono gonfi. 
Vado a sedermi su una delle panche e Ale si avvicina con due bottigliette d'acqua, porgendomene una. Sorrido. Per quanto voglia far credere di essere uno stronzo, per quanto cammini sempre con quello sguardo da duro e quell'aria da superiore, lui resterà sempre il bambino che a dieci anni mi portava il borsone fino alla macchina perchè diceva che i pattini erano pesanti. Non è una persona che fa amicizia molto facilmente, infatti dice di avere tanti, tantissimi conoscenti ma pochi amici che reputi realmente tali, ma io so di rientrare tra questi, e gli voglio davvero bene, come so che anche lui ne vuole a me.
Alle 12.30 siamo fuori dalla palestra, anche se non per molto, visto che alle cinque si ricomincia. Arrivati sotto casa mia, lo saluto con un bacio sulla guancia, prima di recuperare le chiavi dalla tasca esterna del borsone e scendere dalla macchina.
'Giuls' mi chiama lui, quando sto per entrare 'continua così che li vinciamo 'sti europei!'
'Oddio, ma cos'è oggi tutta questa gentilezza?! Guarda che potrei iniziare a pensare davvero di essere brava.' gli rispondo sorridendo.
'Lo sai anche tu quanto sei brava, non c'è bisogno che te lo dica io. Sei la migliore pattinatrice della palestra, anzi della città, o meglio, dell'Italia' mi dice facendomi l'occhiolino, a ricordarmi che siamo gli attuali campioni in carica in Italia 'e anche se mi costa ammetterlo, in fondo senza di te non saprei cosa fare su quella pista.'
Senza pensarci lascio cadere il borsone a terra e corro verso la sua macchina, arrivo dal lato dov'è seduto lui, apro la portiera e lo abbraccio, senza dirgli nulla, ma cercando di fargli capire quanto abbia apprezzato quello che ha appena detto. So quanto sia difficile per lui esternare i suoi sentimenti, le sue debolezze, in particolare se riguardano la sua più grande passione, ciò che lui definisce l'unica cosa che gli riesce nella vita, il pattinaggio.
Mi stacco da lui 'insieme siamo davvero forti.. pattineremo sempre insieme?' gli dico, ripetendogli le prime parole che gli dissi quando, a sei anni, vincemmo la nostra prima gara.
'Promesso' mi ripete lui, sorridendomi, facendomi capire che non sono l'unica a ricordare bene quei momenti. Poi mi lascia un veloce bacio sulla guancia, mette in moto, chiude la portiera e va via, lasciandomi lì, in mezzo alla strada, a sperare che tutto questo non finisca mai. In un attimo mi ritrovo a sorridere mentre mi passano davanti i volti di Ale, di Amy, di Cris, degli altri nostri amici conosciuti in palestra, degli altri atleti, dei miei compagni di corso, degli insegnanti.. perchè potrò maledirla quanto voglio ogni volta che sono costretta ad alzarmi così presto, a mangiare cose scondite ed esageratamente tristi, a rinunciare ad una passeggiata, un gelato, una serata in discoteca con le mie compagne di classe, ma quella palestra mi ha permesso di conoscere quella che reputo la mia seconda famiglia, e, in fondo, so che questo non cambierà.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2670930