Beautiful Sunshine 2

di Theyaremyworld
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. ***
Capitolo 2: *** II. ***
Capitolo 3: *** III. ***
Capitolo 4: *** IV. ***
Capitolo 5: *** V. ***



Capitolo 1
*** I. ***



Chapter 1.
 
Non è detto che il tempo chiude tutte le ferite.
 
Mi alzai trascinando i miei piedi sul pavimento freddo.
L'inverno aveva ricoperto di neve tutta la città e il Natale era quasi alle porte.
Ora che ci penso, avrei dovuto comprare dei regali per Zayn o Liam.
Magari l'avrei fatto dopo.
Non mi scomodai ad accendere la luce o ad aprire le persiane, versai un po' di latte in una tazza, forse anche un po' per terra, e mi misi a guardare uno stupido programma, che puntualmente ogni giorno facevano in tv, e mi sedetti sul divano.
Squillò il cellulare sul tavolino così mi allungai per non rimettere piede a terra.
<< Pronto? >> la voce risultò più roca di quanto avrebbe dovuto essere.
Ma succedeva ogni mattina ormai.
<< E' possibile, che come sempre, tu stia ancora dormendo? >>
<< Non sto dormendo, Zayn >>
<< La tua voce dice il contrario >> alzai gli occhi al cielo anche se non poteva vedermi.
Zayn era l'unico amico che mi era rimasto.
Liam c'era ma come prima. Il che voleva dire che una volta non si faceva vedere e l'altra pure.
Ogni tanto ricompariva nel regno dei vivi.
Il moro invece veniva a trovarmi spesso, anche perché se non lo faceva lui, non sarebbe venuto nessun'altro.
Lavorava ancora in quell'edicola di qualche anno fa e si era anche fidanzato.
Io, invece, iniziai a dargli una mano qualche volta, ma niente di che. Credo fossero più le volte in cui andavo da lui e fissavo il vuoto che altro.
Vivevo in un piccolo, stupido appartamento in vicino l'edicola e potevo dire che pur avendo vent'anni ... no, non potevo dire niente.
<< Harry, ci sei? >>
<< Per l'amor di Dio, Zayn. Ti sto ascoltando >>
<< Be' ti muovi ad alzare il culo dal tuo stupido divano e venire qui o no? >>
<< Va bene, sto arrivando >>
 
 
Uscii di casa e raggiunsi Zayn in edicola, andai a piedi per le vicinanze piuttosto comode altrimenti di prender freddo non se ne sarebbe parlato.
Avrei alzato al massimo il riscaldamento in casa e sarei rimasto a guardare quel ridicolo show per tutto il santo giorno.
Di certo la voglia di vivere, non mi mancava.
Mi guardai intorno per quel piccolo tratto di strada, come facevo tutte le mattine: Londra da un po' non era più la stessa, era più cupa del solito il che mi infastidiva.
Entrai in quel rettangolo che il mio caro amico riusciva a chiamare ''negozio'' facendo suonare quello stupido campanello fisso sulla porta.
<< Era ora >> disse Zayn vedendomi arrivare
<< Quando toglierai quel coso fastidioso? >> dissi a mo' di saluto, parlando del campanello di prima.
<< A mio padre piace, non posso farci niente >>
<< Romperlo >>
<< Di cattivo umore oggi? >> alzai e abbassai le spalle velocemente.
Ero solo svogliato, lo sapeva, lo sapevo io, lo sapeva anche il mio cesso.
Lo sapevano tutti.
Iniziavo a definirmi un'idiota. Lo ero davvero.
<< Harry, sai che... >>
<< Mh, cosa? >>
<< Sunshine, è tornata >> mi girai di scatto fissandolo.
<< Che stai dicendo? >>
<< Me lo ha detto lei >>
<< Che diamine significa che te lo ha detto lei? >> dissi alzandomi dalla mia solita sedia e andando incontro al moro.
<< Proprio questo. >> disse con fare ovvio << mi ha chiamato ieri sera >>
<< Mi stai liberamente dicendo che vi siete sentiti per tutto questo tempo? >>
<< Certo. Puoi smetterla di tartassarmi di domande, per favore? >>
<< Assolutamente no. Perché non mi hai detto mai niente? >>
<< Non lo so. Non pensavo fosse importante >>
<< Certo che aveva importanza! >> esclamai alzando le mani al cielo.
<< Harry, vuoi calmarti? >>
<< Calmarmi, come diamine faccio a calmarmi? >>
<< E' solo Sunshine, Harry. E' tornata, non è questo l'importante? >>
<< E' tornata dopo due anni! >> ormai urlavo.
<< Harry >>
<< Tu non capisci >>
<< Harry >>
<< Sono passati due fottutissimi anni! >>
<< Harry, cazzo, stai zitto un po'! >>
Smisi di urlare e mi sedetti di nuovo sulla sedia che tra poco si sarebbe sbriciolata solo toccandola per tutto il tempo passato lì.
<< E' tornata >> sussurrai, ancora, stentavo a crederci.
<< Si lo so, non c'è bisogno di ripeterlo >>
<< E quando sarebbe arrivata? >>
<< Sta mattina >>
<< Oh >>
<< Forza, Harry. Smettila di fare quella faccia, è la tua Sunshine ed è di nuovo qui, dovresti essere felice >>
<< Certo che sono felice, Zayn. Ma dopo due anni che non ho fatto altro se non vederla su dei grandi fottuti cartelloni pubblicitari o sui giornali è strano riaverla qui >>
<< Lo so >>
 
 
Non ero pronto a rivederla, non lo ero davvero.
La vedevo ogni santo giorno su delle montagne di giornali in cui usciva protagonista.
Aveva tolto l'apparecchio, le erano cresciuti i capelli, i suoi occhi erano ancora più chiari.
 
Quell'audizione alla fine andò bene, ed eccola su un cartellone pubblicitario per una ditta di pianoforti o su un giornale per un premio vinto.
Se io sarei dovuto uscire su qualche pezzo di carta credo che presto sarebbe stato quello delle foto segnaletiche.
Questa cosa mi stava agitando troppo.
Avevo ancora il suo numero, avrei potuto chiamarla.
Certo che no, era un'idea stupida.
Mi tolsi le scarpe entrando in casa e buttando le chiavi sul comò in salotto.
Mi stesi sul divano a pensare.
Pensare un corno. Dovevo ritornare in me.
Non ero più l'Harry di una volta che se ne fregava di tutto e tutti, ora avevo iniziato a pensare a tutte le conseguenze.
Avevo incontrato anche Louis qualche volta, e ricevuto solo occhiate, ovviamente ricambiavo ma ogni volta pensavo che mi sarebbe arrivato un pugno in pieno naso.
Se fossi stato quello di prima, sarei stato io ad agire per primo.
Ero troppo impegnato a pensare a quanto fossi stupido per non accorgermi degli squilli insistenti  del mio cellulare. Lo presi e guardai il display, deglutii rumorosamente.
SUNSHINE.
Lasciai il cellulare sul tavolo, poi lo ripresi, lo rilasciai di nuovo e lo ripresi ancora.
Ora o mai più.
<< Sunshine >> sentii la sua risatina dall'altra parte per la voce strana con cui avevo risposo.
La sua era cambiata, ovviamente.
Era la voce di una donna, così mi sembrava.
Mi era mancata così tanto sentirla.
<< Che c'è, Styles, ti fai attendere pure? >>
<< No, cioè io ... >>
<< Sta tranquillo, Harry, scherzavo >>
<< Si, certo. Lo sapevo >>
<< Comunque io, sono ritornata a Londra >>
<< Già, l'ho saputo sta mattina >>
<< Avrei voluto chiamarti prima ma ... >>
<< Non fa niente >>
<< Bene, allora ... >>
<< Ci vediamo in giro >>
<< Certo, ci vediamo >>
<< Bene >>
<< Ciao, Harry >>
<< Ciao, Sunshine >>
Chiusi la chiamata poggiando il cellulare sul tavolo.
Dovevo ancora ricreare nella mia testa quello che era successo.
Dopo due anni finalmente l'avevo risentita, il che mi mandava fuori di testa.
Insomma, avevo conosciuto Sunshine quando ancora aveva sedici anni, ora ne aveva diciotto.
Era adulta e vaccinata, sarebbe stata una cosa contraddittoria chiamarla ''piccola Sun '', ma lo sarebbe stata sempre. Almeno per me.
E ora facendomi questi complessi mentali mi dimenticai di andare a comprare i regali, di nuovo.
Ormai, cosa mi importava più dei regali.
C'era di nuovo Sunshine.
E se si fosse innamorata di qualcun'altro? Se non fossi più io il ragazzo per cui aveva amato?
Credo sarei morto. Morto dentro.
E poi, avrei dovuto rivederla, da vicino. Sarebbe stata vicino a me, e allora che avrei fatto?.
Un bel niente, sarei rimasto come un'idiota a fissarla.
Una cosa era certa però, sarebbe rimasta sempre la mia Sunshine che avrei dovuto proteggere.
 
 
<< Ti muovi ad alzarti o no? >>
oh, ti prego.
<< Zayn, oggi non vengo >>
<< Che significherebbe. Non posso essere volgare in questo momento, Harry. Quindi per l'amor di Dio, alzati e vieni qui >>
Mi tolsi le coperte di dosso.
<< Accidenti e va bene! >>
<< Bravo ragazzo, così ti voglio >>
<< Non mi vorrai più dopo che ti avrò rotto il naso >>
<< Ti voglio bene anch'io, muoviti >> disse buttando giù.
Qualcuno avrebbe dovuto proteggere Zayn o oggi sarebbe finita male.
Mi vestii e uscii di casa.
Aveva sempre la pressa al culo. E a me oggi non andava proprio di andare niente, nemmeno di camminare.
Ma ovviamente in questi giorni sarebbe dovuto esserci per forza qualcuno per rompermi.
Aprii la porta e come tutti i giorni quel maledettissimo campanello suonò.
<< Spero avrai delle buone ragioni per avermi buttato giù dal let- >>
Zayn sorrideva con un ebete guardando la mia espressione da pesce lesso. Avremmo potuto fare a gara.
Un sorriso perfetto davanti a me incorniciato da dei perfetti occhi celesti.
Lunghi capelli le ricadevano sulle spalle in delle piccole onde.
<< Ciao, Harry. Come stai? >>
<< Sunshine >> mi sorrise di nuovo vedendo il mio disagio.
Mi avvicinai a lei sorridendo come un imbecille.
<< Sto bene, e tu? >>
<< Bene, grazie >>
<< E' lui il ragazzo delle favole? >>
Abbassai lo sguardo trovandomi d'avanti due bambini. Erano gemelli di sicuro.
Un maschio, che aveva parlato, e una femmina.
Sun li teneva per mano e a spaventarmi fu che avevano i suoi stessi occhi.
Lei sorrise guardandolo.
<< Proprio così, Mason >>
<< E' più bello dal vivo >> disse la femmina
<< Si, Allison, ha un certo fascino >> stavano parlando di me?
Feci un po' di finta tosse per farmi notare mentre Zayn rideva sotto i baffi.
<< Oh giusto, Mason, Allison lui è Harry >> i due bambini vennero verso di me guardandomi
<< Ehm Harry, dovresti abbassarti >> disse Sunshine, capii che i due mi volevano abbracciare
<< Oh, ok >> feci come mi aveva detto per ricevere un forte abbraccio dai due piccoli.
Poi si staccarono e tornarono da Sunshine.
<< E' un loro rituale >> disse Sun << abbracciano qualcuno per salutare >> annuii e basta.
<< Loro sono... sono >> Zayn continuava a ridacchiare
<< Oh, no. Non sono miei. Be' in parte. Sono i figli di Louis >>
Louis?
<< Ha avuto dei bambini? >>
<< Si è anche sposato >> rispose
<< Davvero? >>
<< Harry ma tu non vivi a Londra? >> disse ridendo, ero un fottuto idiota.
<< Tecnicamente >>
<< Capisco. >> disse sorridendomi, accidenti. << Comunque ora devo riportarli da Louis, si è fatto tardi. Forza, salutate zio Zayn >>
Zayn uscì dal bancone per correre incontro ai piccoli che gli saltarono sopra. Li abbracciò e promise loro che se sarebbero venuti a trovarlo di nuovo li avrebbe fatto trovare una grande sorpresa.
<< Bene, allora, ci vediamo >>
<< Ciao Sunshine >> disse Zayn abbracciandola e lei ricambiò. Poi sorrise a me e venne ad abbracciarmi.
Ricambiai la presa all'istante, non la sentivo così vicina da troppo tempo e mi era mancato il suo profumo.
<< Ci vediamo, Harry >>
<< D'accordo >>
Mentre camminavano verso la porta i piccoli si girarono e mi sorrisero, li salutai con la mano.
Appena usciti fulminai Zayn con lo sguardo.
<< Tu sapevi che erano di Louis >> scoppiò a ridere
<< Colpevole >>
Continuai a fissarlo sperando di incenerirlo con lo sguardo.
<< Allora, idiota, continui a fissarmi o esci e vai a chiederle di uscire?  >>
<< Ma guarda te se io devo ascoltare i tuoi consigli e smettila di chiamarmi idiota>>
<< Ma lo sei >>
<< Lo so! >>  dissi trascinandomi fuori dal negozio ancora sotto le sue risate.
<< Ehi Sunshine >>
si fermò e si voltò verso di me
<< Ti va... di andare a pranzo domani? >> la vidi sorridere
<< Certo, a domani >>
<< Ciao >>


 
SONO TORNATAAAAAAA.
NON SO COSA MI STA SUCCEDENDO IN QUESTI GIORNI HAHAHA
COMUNQUE SPERO VI PIACCIA,
BACI XX

-A.

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Capitolo 2
*** II. ***




Chapter 2.
 
Vorrei potermi svegliare con un amnesia,
e dimenticare tutte le piccole cose,
come addormentarmi vicino a te.
Perché io non sto bene del tutto.
 
 
Le strade affollate di Londra scorrevano dietro il fumo della mia sigaretta ormai accesa da un po'.
Le mura del locale si stringevano sempre di più e anche la mia maglietta nera iniziava ad essere di troppo, proprio come le mie Vans.
Quel giorno stranamente il sole bruciava davvero tanto e l'aria condizionata nel locale in cui mi trovavo non bastava a mandare via il calore.
Non riuscivo a smettere di agitarmi, nemmeno dopo aver ascoltato i consigli di Zayn.
Il che era strano, non sapendo quando lui avesse iniziato a darmeli.
Stai calmo.
Devi essere carino.
Gentile.
A lei piaci per come sei.
Quelle stupide parole continuavano a frullarmi in testa, che dovevo stare calmo lo sapevo anche io.
Quello che non sapevo era come ci sarei riuscito.
Diamine, Harry. E' solo Sunshine.
Presi un respiro mentre continuavo ad alzare e abbassare la testa ogni volta che sentivo la porta aprirsi e chi entrava non era lei.
Quando alzai gli occhi per l'ennesima volta però, la vidi.
Sembrava un angelo, e ogni volta io mi rendevo conto di quanto mi stessi rincoglionendo.
I capelli che si spostavano ad ogni suo movimento, un vestito nero con delle margherite stampate sopra, delle converse e un giacchetto di jeans.
Poi vidi i bambini di Louis tenerle le mani.
Solo ora mi resi conto che la piccola aveva lo stesso sorriso di Sun stampato sullo stesso viso angelico.
Mi alzai dalla sedia, quando mi videro, e mi vennero incontro.
Lasciò i bambini per abbracciarmi e ricambiai la presa subito, era passato troppo tempo, per me, dall'ultima volta.
Anche se era successo il giorno prima.
 
<< Ciao >> sorrise guardandomi.
<< Ciao Sun >>
<< Come stai? >>
<< Bene, credo, tu? >>
<< Bene. Mi dispiace averli portati qui, ma Louis e Bella dovevano lavorare >> intesi che Bella era la moglie.
Bel nome. No Harry, no.
<< Non preoccuparti, non c'è problema. Ciao piccoli >> li salutai con un gesto della mano.
<< Ciao >> disse la bambina sorridendomi mentre il ragazzino mi fece battere il cinque.
<< Zia Sunshine, possiamo andare a colorare? >>
<< Certo, ma fate attenzione >>
Li vidi correre al tavolo apposito per i bambini nell'angolo della stanza mentre noi ci sedevamo.
<< Non hanno fame? >>
<< Hanno già mangiato, non vanno ad orario >> scosse la testa sorridendo
<< Tu hai fame? >>
<< Sinceramente, sto morendo di fame >> rispose trascinando anche me nelle sue risate
<< Allora non perdiamo tempo >>
Dopo che ordinammo, non avevo la più pallida idea di cosa dirle.
Eppure c'erano tante cose che avrei voluto raccontarle, che erano successe da quando era andata via.
<< Cos'hai fatto in tutto questo tempo? >> mi precedette.
Per fortuna.
Credevo che i ruoli si fossero scambiati.
<< Non molto in realtà, ho esaurito la pazienza di Zayn e un po' di palestra. Invece ho visto che tu hai  fatto tanto >> annuì
<< Già per fortuna, mi è andata bene >>
<< Sono felice per te, era quello che più desideravi >>
<< Grazie >>
Ci guardammo a lungo e passò un po' di tempo prima che parlasse di nuovo.
<< Mi sei mancato davvero tanto, Harry >>
<< Anche tu, Sun. Mi sembra tutto diverso ora >>
<< Lo so, credo sia tutto migliore >> le sorrisi e ricambiò.
Dio, era così bella.
<< Così... quando ritorni a Los Angeles? >>
<< In realtà, non ci torno >>
<< Sul serio? >> alzò e abbassò le spalle velocemente
<< Lo sai che la mia vita è qui >> sorrisi ricordando le mie parole di due anni fa.
'' Lo sai che anche tu che la tua vita è qui con me, Sunshine ''
<< Se devo essere sincero, sono felice. Ma come farai ora, insomma ormai avevi tutto lì >>
<< Non proprio tutto >> mi guardò << ma sono riuscita a trovare lavoro qui, alcune delle persone importanti che sono state ad alcuni dei miei concerti hanno voluto mettersi in affari con me, e visto che non vedevo l'ora di ritornare qui non ho perso l'occasione >>
<< Be' è una fortuna  >>
<< Già, e poi sono felice di essere qui con Louis, Zayn, Niall, te >> le rivolsi un piccolo sorriso prima di continuare.
<< Da quando tu, be' lo sai, non ho più visto Niall da queste parti. Ricordo che voleva andare via >>
<< In realtà Niall è di nuovo qui a Londra. Il giorno della mia partenza lo trovai all'aeroporto  pronto a partire con me con una frase del tipo ' Penso che ti serva il tuo migliore amico a Los Angeles ' . E' così è stato, fu meraviglioso avere Niall accanto e non aver dovuto separarmi anche da lui. Mi ha fatto bene. >>
Ufficialmente, ero, davvero, idiota.
Avrei dovuto essere io a seguirla e prendermi cura di lei.
Non finirò mai di ripeterlo, sono e rimango idiota.
<< Zia Sunshine, zia Sunshine! >>
<< Che succede Mason? >>
<< Possiamo andare a giocare a football? >>
<< Solo dopo aver mangiato >>
Vidi la bambina ormai vicina a noi girarsi verso di me e mettere la sua piccola mano sopra la mia.
<< Zio Harry, possiamo andare ora? >>
Mi aveva chiamato zio o sbaglio?
Ora aveva solo un ventenne davanti che le balbettava vicino al viso. Un balbuziente idiota, ecco.
<< Perché mi hai chiamato in quel modo? >>
<< Perché sei il fidanzato di zia Sunshine >>
<< Allison, ora a mangiare dopo si gioca >> si intromise Sun
<< Va bene, zia >> si sedette vicino a me mentre il piccoletto si mise vicino a Sunshine.
<< Mi dispiace per- >> iniziò
<< Non fa niente >> guardai di nuovo i bambini << Ho sempre voluto diventare zio  >>
<< Ora ci siamo noi zio Harry >> disse Mason mentre la piccoletta annuiva.
<< E' un po' strano però >> mi rivolsi a Sun ridendo travolgendo anche lei
<< Non dirlo a me, devo ancora abituarmici >>
<< Bene, allora che volete mangiare? >>
<< Patatine! >> disse Allison
<< Si, patatine fritte! >> rispose Mason
<< E che patatine siano >>
Guardai Sunshine.
La guardai attentamente, sapevo che un po' della ragazzina di sedici anni di cui mi ero innamorato c'era ancora.
<< Lo sai, anche se sono passati due anni, tu sei rimasta sempre la Sunshine di una volta >>
<< A te invece sono cresciuti i ricci >> scherzò
<< Pensi che dovrei tagliarli? >> le ressi il gioco
<< Nah >>
<< Sono contento che tu sia qui >>
<< Anche io >>
 
 
<< Forza zio Harry, tira a me! >> tirai la palla a Mason con cui avevo formato una piccola squadra, mentre Sunshine e Allison ne formavano un'altra.
Alla fine eravamo andati al parco per farli giocare a football.
<< E' inutile zia Sun, non siamo brave in questo gioco >> disse Allison sedendosi a terra e mettendo il broncio sotto le risate di Sunshine.
Venne vicino a me e mi sussurrò di guardare cosa sarebbe successo.
<< Che devo guardare? >> sussurrai di rimando
<< L'amore fraterno >> rispose guardandoli sorridendo.
Portai lo sguardo anch'io su di loro vedendo Mason avvicinarsi a sua sorella, prenderla per mano e portarla sullo scivolo.
<< E' quello che li caratterizza maggiormente >> disse Sunshine << mi ricordano tanto me e Louis >>
<< In effetti >>
<< Ti devo confessare una cosa? >>
<< Che c'è, hai iniziato a bere a Los Angeles? >> scherzai riuscendo a strapparle un sorriso, poi scosse la testa.
<< Quando sono venuta qui per il matrimonio di Louis, ti ho visto >>
<< Sul serio? >>
<< Si  >>
<< Perché non sei venuta da me? >> alzò e abbassò velocemente le spalle
<< Non lo so >> mi scappò un leggero sbuffo dalle labbra.
Come aveva potuto, non si era nemmeno avvicinata.
Nemmeno per darmi del coglione e poi andarsene di nuovo.
<< Mi dispiace >> continuò
<< Già, anche a me >>
<< Harry >> spostai lo sguardo su di lei di nuovo per trovare il suo fisso su di me
<< Mi dispiace davvero >>
Guardarla mentre aveva gli occhioni spalancati pieni di preoccupazione non faceva per me, eppure era sempre stato compito mio.
<< E' successo, ci si passa sopra >>
<< Magari dovremmo affrontarlo invece di metterlo da parte >>
<< Vi riporto a casa, inizia a fare freddo per i bambini >>
La strada di casa era sempre la stessa. Sempre quella di due anni fa.
Era di nuovo a casa di sua madre.
C'ero passato qualche volta...tante volte, ma non ero mai stato così tanto coraggioso ad avvicinarmi.
La osservavo da lontano sulla panchina di fronte sperando che da un momento all'altro una Sunshine mi corresse incontro per portarla via dalla sua solita vita, come due anni fa.
Non successe mai.
<< Grazie del passaggio >> disse sorridendo mentre scendeva dall'auto e aiutava i bambini.
Mi ero fatto prestare la macchina da Zayn, la mia era ancora dal meccanico, menomale che non era un disastro, aveva imparato a ripulirsela.
<< Grazie zio Harry >> dissero i piccoli
<< A voi della compagnia >> risposi prima che potessero correre in casa.
Sunshine mi sorrise di nuovo e poi si voltò per entrare.
<< Sun >> si voltò e mi fissò, non potevo concentrarmi così.
<< Buona notte >> le sorrisi di rimando
<< Notte Harry >>
 
 
Presi il borsone della palestra mentre cercavo di finire il caffè nella tazza.
Alla fine la lasciai sul comò in corridoio e uscii di casa diretto all'edicola di Zayn come ogni mattina.
<< Hey Zayn >>
<< Ciao Harry >> urlò più del solito.
Lo guardai stranito mentre mi faceva segni con la testa dalla parte degli scaffali.
Capii quando sussurrò il suo nome ma era già troppo tardi perché era di fronte a me con alcuni libri in mano.
<< Oh, ciao Harry >> disse mentre porgeva i libri a Zayn che l'aiutò
<< Ciao Sun >>
<< Palestra oggi? >>
<< Come? >> indicò il borsone <>
<< Ho preso un po' di libri per i bambini e la solita rivista di pianoforte >> sorrise.
Prese la busta sul bancone e guardò lo scontrino
<< La smetti di farmi lo sconto? >> disse rivolta a Zayn che rise
<< Ma smettila piccola Sun >>
Piccola Sun?
Quello era il soprannome che io le avevo dato, si mi dava parecchio fastidio.
<< Bene, io vado. Devo ancora comprare i regali >> disse andando verso la porta.
In effetti anche io ero in ritardo su questo fatto.
Già, ero in ritardo.
<< Hey Sun, ti andrebbe di aspettare il pomeriggio? Devo fare spese anch'io >>
<< Certo, non c'è problema >>
<< Allora, ci vediamo qui alle cinque? >>
<< Va bene, a dopo, ciao ragazzi >> disse prima di uscire e sorridere.
Mi voltai verso Zayn che annuiva
<< E bravo Harry >>
<< Sta zitto >>
<< Buon allenamento, idiota >>
<< Ti voglio bene anch'io, fratello >>
 
 
 
Here I am!
Ok, scusate il ritardo, ma c'è stato il concerto a Milano e spero che le ragazze che andranno oggi si divertiranno c:
Per tutte le altre so che non è lo stesso, ma spero che possiate consolarvi con il capitolo, yay!
Bene, spero vi piaccia, al prossimo! xxxx
-A.

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Capitolo 3
*** III. ***



Chapter 3
 
 
E stringimi,
che domani poi è un altro film .
 
 
<< Sei a posto così? >>
<< Si, manca solo il tuo regalo ma lo comprerò quando tu non sarai con me >>
Eravamo andati a comprare i regali di Natale come programmato.
Avevamo comprato roba di tutti i tipi, anche cose inutili che non servivano né a me né lei.
Ma non me ne poteva fregare un cazzo perché passare del tempo con lei era la cosa che ancora mi faceva stare meglio come due anni fa.
Le persone possono anche cambiare nel corso degli anni eppure sembrava che io e Sunshine non fossimo cambiati per niente, se non per l'aspetto.
E forse anche nel fatto che lei sembrava più sicura di sé e io più coglione in sua presenza.
Ma per una parte non credo che vorrei tornare l'Harry di una volta.
Perché una volta l'ho lasciata andare, ora non lo farei nemmeno da morto.
Poco ma sicuro.
<< Avrai poche occasioni per comprarlo allora >>
<< Non posso dire che mi dispiaccia >>
<< Anche se ti fosse dispiaciuto sarebbe stato così >> si posò con la schiena sulla sedia del bar in cui eravamo.
<< A davvero, Styles? >>
<< Si, Tomlinson. Ho fatto uno sbaglio una volta, non credo di volerlo commettere di nuovo >>
<< Ci speravo >>
La guardai a lungo mentre beveva l'ultimo sorso di coca- cola nel suo bicchiere.
Nemmeno i suoi gusti erano cambiati dall'ultima volta, il che mi faceva sorridere.
E a quanto pare lei se ne accorse.
<< Perché sorridi in quel modo? >> chiese sorridendo di rimando
<< Niente piccola Sun >>
<< Dai voglio sape- >> si bloccò un attimo e mi guardò un secondo prima di parlare di nuovo  << cosa? >>
Sapevo si stesse riferendo al modo in cui l'avevo chiamata.
Era strano anche per me farlo uscire dalle mie labbra di nuovo riferendomi a lei.
<< Ti mancava? >>
Gli occhi lucidi che mi fissavano mi trasmettevano troppa nostalgia erano comunque gli occhi più belli del mondo e gli unici di cui io avessi voluto essere soggetto.
Era come se avessi toccato l'argomento più soffocato in lei, argomento oscurato dalla troppa distanza, dalla troppa fottuta paura.
Scosse la testa prima di guardarmi di nuovo con il suo sguardo intenso.
<< Da morire >>
Speravo lo dicesse.
Speravo reagisse in quel modo.
Speravo, per quanto pensiero egoista, che la causa di tutto fossi io e solo io.
 
 
<< Io penso che siate tutti e due troppo codardi >>
Zayn ricominciava con le sue prediche, consigli, perle di saggezza o come voleva chiamarle.
Ed eccomi di nuovo seduto su quella schifosa sedia ad ascoltarlo.
A quanto pare ultimamente non riuscivo a fare altro. O molto probabilmente mi serviva e io non riuscivo ad ammetterlo.
<< Io non sono codardo >>
<< Il vecchio Harry Styles l'avrebbe già baciata >>
Mi alzai di scatto dalla sedia per finalmente romperla.
<< Cristo Santo! Il vecchio Harry Styles è stato un fottuto coglione Zayn! >>
<< Non che quello di adesso non possa competere >>
Mi presi i capelli tra le mani, avrei voluto strapparmeli.
Respirai a fondo per calmarmi, non avevo la minima voglia di rompere qualcos'altro.
<< Quello che sto cercando di dirti, Harry, è che tu senza di lei sei perso. Sei come un fottuto barbone senza una fottuta casa. E non puoi fare niente se non inseguirla come una cane invece di cercare il permesso di amarla come devi. >>
Aveva ragione. Lo sapevo.
Avrei dovuto prenderla e chiarire la situazione sin dall'inizio per non ritrovarmi con la mano sanguinante per aver rotto una stupida sedia.
<< Che devo fare, Zayn? >>
<< Lo sai solo tu >> annuii solamente, non sapevo un cazzo.
Alzai la mano che iniziava a bruciare.
<< Vado a casa a disinfettarla >>
Mi incamminai verso la porta sotto il rumore dei miei anfibi.
Mi fermai un attimo prima di uscire e mi voltai verso Zayn che mi fissava.
<< E' quella giusta >> mi sorrise
<< L'ho saputo da primo giorno che vi ho visto insieme >>
Annuii sorridendogli di rimando e uscii dall'edicola.
Camminai distratto fin quando non sentii due mani afferrare la mia giacca di pelle.
<< Harry cosa diavolo ti è successo alla mano? >> riconobbi subito quella voce dolce che amavo.
<< Non hai fatto a pugni con Zayn, vero? >> chiese preoccupata.
Scossi la testa sorridendo.
<< Non Sun, tranquilla. Non è niente di cui ti devi preoccupare >>
<< Sei sicuro? Dio, è profondo >> affermò prendendo la mano ferita ed esaminando il taglio.
<< Stavo andando a disinfettarlo, sta tranquilla piccola Sun >>
mi sorrise scuotendo la testa proprio come avevo fatto io.
<< Forza, vieni con me e aiutami >>
Intrecciai la mano non ferita con la sua e la guidai verso casa mia.
Non rifiutò quel contatto e ne fui grato.
Solo quando entrammo in casa mi accorsi che effettivamente, era un disastro.
<< Scusa il disordine, non ho avuto tempo per riordinare >>
<< Sta tranquillo. Dov'è il disinfettante? >>
<< Seconda porta a destra >> la guardai entrare in bagno e uscirne con tutto l'occorrente per medicarmi.
<< Dai Styles, siediti >>
Mi sedetti accanto a lei sul divano e continuai a guardarla mentre mi medicava.
Il che mi distrasse anche dal dannato bruciore.
Era così semplicemente bellissima.
<< Ecco fatto >>
<< Grazie >> si alzò per andare a buttare l'ovatta e riportare il disinfettante in bagno per poi ritornare sul divano vicino a me.
<< Allora, mi dici come ti sei procurato quel taglio? >>
<< Ho rotto una sedia >>
<< Non cambierai mai, Harry Styles >>
<< Vorrei tanto cambiare, credimi >>
<< Io non ho detto che devi >>
<< Questa è l'ultima occasione per farlo >> dissi fissando i suoi occhioni celesti
<< Rimani solo e semplicemente Harry >>
I nostri sguardi non volevano saperne di rompere quel contatto che si era creato. Erano così profondi insieme tanto da non accorgersi della troppa vicinanza dei nostri volti.
E ancora troppa, fino alle mie labbra sopra le sue. Così morbide, così dolci, così rosee.
Avevo perso il conto di quante notti lo avevo desiderato e sognato. Ed eccoci qui.
Era il momento che tanto avevo aspettato e speravo fosse lo stesso per lei.
Era quel momento che non avrei voluto finisse, ma bussarono alla porta.
Ora c'erano solo sguardi imbarazzati per quanto successo e l'insistente bussare.
Mi alzai di malavoglia e dopo averla guardata di nuovo aprii.
<< Liam >>
Entrò barcollando in casa, gli occhi così rossi da nascondere il loro color nocciola.
<< Ehi fratello, come stai? >>
<< Io bene, e tu? >> dissi inarcando le sopracciglia mentre nello stesso momento Sunshine si alzò dal divano.
<< Ubriaco marcio >> quello lo avevo capito anch'io.
Non faceva altro che ridere da solo.
Seguì il mio sguardo trovando lei.
<< Ma guarda è tornata Sunshine! >> esultò mentre le andava incontro e l'abbracciava.
Era più grave di quanto pensassi.
Poi fece scivolare lo sguardo da lei a me.
<< Oh! Ho interrotto qualcosa, si, bene vado a rompere le palle a Zayn >>
Lo fermai, quando cercò di superarmi, afferrandolo dalla giacca.
<< Forza coglione, ti porto a fare una bella dormita >>
<< Non riesco a mantenermi in piedi, figuriamoci a salire le tue merda di scale, coglione >> ribatté.
<< Vi aiuto io >> si sentì nella stanza la voce dolce di Sunshine che ci raggiunse mettendosi il braccio di Liam sulle spalle come feci io.
<< Ehi Sunshine >>
<< Dimmi Liam >>
<< Cristo se sei bella >>
<< Liam che cazzo dici >> intervenni subito.
<< Tranquillo amico, non voglio rubartela >>
<< Un'altra parola e dalle scale ti ci butto, stronzo  >>
<< Qualcuno è nervosetto qui >> borbottò a Sun che rise.
<< Dai Harry, è ubriaco. E grazie del complimento, Liam >>
<< Ubriaco o no, se non sta zitto dalle scale ce lo butto davvero >>
Sistemammo l'amico fottuto nel mio letto e uscimmo dalla stanza chiudendo la porta.
<< E ora tu dove dormi? >> chiese Sun mentre scendevamo in salotto.
<< Sul divano >>
<< Ma starai scomodo >>
<< Una notte in più non fa la differenza >>
Erano settimane che dormivo su quel dannato divano.
<< E comunque il cretino di sopra vomiterà tutta la notte e devo ripulirlo come al solito >>
<< Sembra una notte interessante >> alzai e abbassai le spalle velocemente. Era così che andava.
<< E se rimango a farti compagnia? >> la guardai torturarsi i suoi lunghi capelli e i suoi occhi erano fissi su di me.
<< Mi piacerebbe tanto >>
 
 
Venni svegliato da quello che sembrava Liam vomitare.
Guardai la stanza ma di Sunshine non c'era ombra.
Forse era andata via, o era in bagno per fare una doccia, il fatto sta che non era lì.
Salii le scale per andare a controllare Liam, non ricordavo nemmeno se mi fossi alzato la notte per assicurarmi che stesse bene o ripulirlo.
Stavo per entrare quando sentii le loro voci.
<< Sunshine >>
<< Dimmi >>
<< Mi dispiace non averti accettata sin dall'inizio. Sapevo anch'io che eri un bene per lui, avevo solo paura di ritrovarmi solo, di nuovo >>
<< Lo so Liam, non preoccuparti. E' successo. >>
<< Ma dovevo chiedere scusa. Ed ora è fottutamente strano che tu sia qui per ripulirmi dal vomito >>
<< Non ricordarmelo >> scherzò  << ora però riposati un altro po', è preso per alzarsi >>
Intuii che la conversazione era terminata e la aspettai sulle scale stroppicciandomi  gli occhi e quando uscì mi resi conto di quanto fosse bella già di prima mattina.
<< Hey >> sussurrò
<< Hey, giorno >>
<< Buongiorno >>
<< Sta bene? >> chiesi indicando con un cenno della testa la mia stanza
<< Ha vomitato, di nuovo. E' da ieri che va avanti >>
<< Sono crollato, avresti potuto svegliarmi e l'avrei aiutato io >>
<< Non volevo svegliarti. Dormivi come penso non facevi da un po' quindi c'ho pensato io >>
<< Non dovevi preoccuparti >> si avvicinò a me sorridendo
<< Harry, va bene così, avevi bisogno di riposare e svegliarti tutte le volte che Liam ne aveva bisogno non te lo avrebbe permesso >> scossi la testa.
Era così incredibilmente, Sunshine.
Mi faceva impazzire.
<< Andiamo, hai bisogno di riposare anche tu >> le porsi la mano che non esitò ad accettare e scendemmo in salotto.
Ci sedemmo sul divano e cercai di convincerla a dormire un po' fino a quando non si addormentò senza rendersene conto.
La coprii per non farla stare al freddo e accesi il riscaldamento.
Mi era mancata come l'aria.
Fissarla mentre dormiva era la cosa che in quel momento non riuscivo a smettere di fare.
Quei lineamenti angelici che non avevo accarezzato per troppo tempo.
Quei lunghi capelli che si muovevano con il vento mentre correva verso di me per portarla via da casa sua, quelle mani che erano capaci di formare delle melodie incredibili.
Sunshine, che amavo e, che mi aveva fatto innamorare di lei, come nessuna ci era mai riuscita.
 
 
 
Ciaaaao c:
Sono tornata, con il capitolo che ho scritto solo per voi!
Non so cosa scrivere sinceramente, se non che nel capitolo di oggi ci sono alcune delle mie sensazioni e sentimenti.
Spero vi piaccia! Al prossimo xx
-A.
 

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Capitolo 4
*** IV. ***



Chapter 4.
 
Ho detto che non l’avrei mai lasciata
perché le sue mani combaciano con le mie come una mia t-shirt
la lingua legata da tre parole, imprecate
Ripercorro pensieri che mi hanno fatto male ai piedi
corpi legati con le sue labbra
Sia che siamo insieme o separati
entrambi possiamo togliere i marchi
e ammettere che ce ne siamo pentiti fin dall’inizio
 
 
<< E' complicato, Zayn >>
<< Non tanto quanto pensi. Da come ne parli è come se foste tornati a stare insieme >>
Un'altra giornata buttato nell'edicola di Zayn era quello che avevo programmato per me.
Che lo volessi ammettere o no, avevo bisogno dei suoi stupidi consigli, che tanto inutili poi non erano.
Quella situazione era complicata davvero, era complicato anche il fatto che in compagnia di Sunshine non lo fosse.
Cristo, che confusione.
Dovevo mettere in chiaro le idee, ecco di cosa avevo bisogno.
Riordinare la mente, anche per sapere come comportarmi ora. Perché era dannatamente diverso, o quasi.
E di sicuro, non volevo ritrovarmi di nuovo con una mano o chissà cosa insanguinato per aver rotto degli stupidi oggetti.
<< Il punto è che io sono dannatamente confuso >>
<< Lo avevo capito. Ma riguardo a cosa? >>
Eh, Harry. Riguardo a cosa?
Che cazzo ne so. Sto diventando pazzo. Sono intrappolato sull'orlo del precipizio.
Magari riguardo a tutto, magari sono le mie solite paranoie e non c'è un bel niente.
Non riesco a capire più come mi sento, è una cosa grave.
<< Ma che ne so. Sono sempre nel panico e mi sento bene allo stesso tempo quando c'è lei. Ho sempre la fottutissima paura di fare qualcosa di sbagliato e che lei sparisca da un momento all'altro. >>
<< Sei troppo legato al passato, Harry. Te l'ho detto. Sono d'accordo pure io sul fatto che sei stato un imbecille - >>
<< Grazie, molto gentile >> ma era vero.
<< Ma, non mi stancherò di ripetertelo, apri le orecchie, spalanca gli occhi, leggi il labiale se ne hai bisogno, sono passati due anni, due benedetti anni. L'errore l'hai fatto una volta, dagli errori si cambia >>
<< Tu mi preoccupi >>
<< E ora che ho detto? >>
<< Da dove cazzo ti escono queste filosofie di vita? >>
<< Certo, che coglione lo sei anche ora eh >> ti meriti il premio per averlo scoperto, amico mio.
Sospirai  passandomi una mano sul volto stanco, per non aver fatto nulla se non pensato.
Certo che questa era una scusa davvero terribile.
<< Harry, cosa provavi due anni fa, come ti sentivi? >>
<< Così, ma non avevo paura, sapevo sarebbe rimasta con me >>
<< E due anni fa eri... >> lasciò la frase in sospeso cosicché potessi completarla.
Poggiai i gomiti sulle gambe, ragionando sulla risposta opportuna.
<< Innamorato di lei >>
<< Ed ecco che per magia la risposta a tutte le tue domande, amico >>
<< Dio, Zayn >>
<< Cosa? >>
<< Sono fottutamente, doppiamente, innamorato >>
 
 
<< Pronto? >> risposi al cellulare che non smetteva di squillare.
Ero mezzo addormentato sul mio adorato divano.
Aspettai che qualcuno rispondesse dall'altro lato, quando finalmente sentii la sua voce.
<< Harry, disturbo? >> schiarii la voce un po' troppo roca del solito prima di rispondere.
<< No, no. Dimmi, ti serve qualcosa? >>
<< Sono qui insieme ai bambini che vorrebbero passare del tempo insieme a te. Mi stanno facendo impazzire >> risi per il suo tono disperato.
<< Potresti venire a casa per un po'? Non ci vorrà molto, Louis viene a riprenderli per cena >>
<< Tranquilla, sono da te tra pochi minuti >>
Quando uscii di casa il tempo era freddo, comprensibile durante quell'ora di tardo pomeriggio.
Arrivai a casa Tomlinson dentro la mia giacca di pelle e suonai.
Nel momento in cui la porta si aprì sorrisi alla bellissima ragazza che aspettavo impazientemente di vedere.
<< Ciao >>
<< Ciao, Harry >> sorrise di rimando << dai, entra che si congela >>
Entrai in casa sentendo subito il caldo provocato dal riscaldamento acceso  al massimo.
<< Lo sai che sei adorabile con il naso rosso? >> disse ridendo, sembrò fermarsi un secondo per pensare. Venne in mente anche a me.
'' Si, l'aiutante di Babbo Natale '', quella frase. Era stata usata per la stessa causa.
Mi sorrise di nuovo mentre le porgevo il giubbotto che appese.
<< Tu invece lo sai che sei adorabile sempre e comunque? >>
La vidi arrossire sotto il mio sguardo, mi faceva ancora impazzire.
Amavo farla arrossire e il vizio non era andato via.
Mi capitava spesso di domandarmi fino a che punto la bellezza femminile potesse arrivare. Il punto oltre il limite, era Sunshine.
 << Mi stai facendo letteralmente impazzire >> non mi ero accorto nemmeno di quanto vicini fossimo, e non chiedevo altro se non lei.
Infatti, non chiedevo nemmeno le urla dei bambini piene del mio nome che interrompevano la cosa.
Ci risvegliammo da quella specie di momento come lo si vuole chiamare, non lo so.
Sunshine mi prese la mano e mi portò in salotto dove i bambini mi saltarono addosso.
<< Zio Harry, ho fatto un disegno per te! >> esclamò Allison portandomi vicino al tavolino dove stavano disegnando. Mi sedetti a terra poggiandomi con la schiena al divano mentre la bambina mi passava il foglio con delle linee colorate fatte a caso, ma di sicuro non ero lì per dirle che il suo disegno non aveva senso.
<< Ti piace, zio Harry, ti piace? >>
<< Certo, è bellissimo >>
<< Lo appenderai in casa? >>
<< Sicuro >>
<< Sentito zia Sunshine, gli piace il mio disegno! >> esultò entusiasta guardando Sun seduta di fronte a noi con Mason che sorrideva vedendo sua sorella così felice.
<< Ovvio che gli piace, sei una brava disegnatrice >> affermò per farla ancora più contenta.
Di fatti riprese a disegnare con un sorriso, forse troppo grande per il suo piccolo dolce viso.
Il tempo passò in fretta, senza che ce ne accorgessimo.
Mi divertivo con quei bambini.
Quando suonarono alla porta Sun mi chiese di andare ad aprire mentre faceva indossare i cappotti ai piccoli. Capii che Louis era arrivato.
E mi prese il panico, di nuovo.
Respirai prima di impugnare la maniglia ed aprire la porta ritrovandomelo davanti.
Era cambiato, Dio se lo era.
Non lo vedevo da un po'.
Era più alto, con lo sguardo stanco forse per il troppo lavoro, i capelli un po' più corti di un paio di anni prima.
<< Tomlinson >> salutai.
<< Styles >>
Supponevo sapesse che io e sua sorella c'eravamo risentiti appena il suo ritorno.
Poteva anche essergli sembrato ovvio, perciò non si scompose più di tanto.
<< Papà! >> urlò Allison correndo per saltargli in braccio.
<< Oh, ecco la mia principessa! >> esclamò lui dandole un bacio.
Fece lo stesso con Mason e lasciò un bacio anche a Sunshine.
<< Grazie, tesoro, per averli tenuti anche oggi >>
<< Quando vuoi fratellone >>
<< Vado, ci sentiamo domani? >>
<< Certo >>
<< Ciao cucciola >> disse baciandola di nuovo. Salutarono, me e Sunshine, anche i bambini che ci abbracciarono. Louis, prima di uscire mi rivolse un occhiata che ricambiai, ero più cacasotto ma affrontavo Louis sempre allo stesso modo.
Lui annuì con la testa prima di parlare.
<< Ciao, Styles >>
<< Ciao, Tomlinson >>
Dopo che andarono via io e Sun tornammo in salotto per dare una ripulita.
<< Sono due terremoti >> disse ridendo riferendosi ai piccoli << ma li amo lo stesso >>
<< Sono tuoi nipoti, è normale >>
<< Già >> guardò l'orologio che segnava le ventuno e si ricordò di non aver fatto la spesa quel giorno.
<< La piccola Sun inizia a non avere più la sua agenda personalizzata? >>
<< Ma come sei spiritoso, Styles >> disse facendomi la linguaccia.
<< Perché, prima non lo ero? >> risposi guadagnandomi un occhiataccia che mi fece ridere.
<< Dai piccola Sun, non prendertela >> andai vicino a lei e l'abbracciai da dietro appoggiando il mento sulla sua spalla.
Ci fu un piccolo silenzio prima che parlasse di nuovo.
<< Venti maggio >> sussurrò.
<< Cosa? >>
<< Il venti maggio di due anni fa eravamo in quella casa. Ero seduta al piano e tu accanto a me su quel seggiolino sporco troppo piccolo per due, mi abbracciasti in questo modo >> iniziai a cullarla muovendomi sulle mie gambe.
<< Ti chiesi di suonare qualcosa, e tu iniziasti con le tue melodie sdolcinate >>
<< E' stato l'ultimo giorno che ho passato con te, prima che sparissi per due settimane >> mi fermai per farla voltare verso di me.
<< Sono tornato però >>
<< Ho passato i quattordici giorni più brutti della mia vita per colpa tua Harry Styles >> qualcosa mi diceva che c'erano di mezzo anche questi due anni.
L'avvicinai di più al mio corpo per poterla stringere forte. Approfittai del momento per respirare il suo dolce profumo.
<< Mi dispiace, Sun. Sai che non avrei voluto ferirti, e alla fine la motivazione è bastata per essere felici >> si staccò dall'abbraccio per sorridermi.
<< Hai ragione >> le sorrisi di rimando per rassicurarla mentre toglieva i miei capelli troppo lunghi dalla fronte.
<< Che ne dici di pizza e film? >> propose facendo cosicché da farci scoppiare entrambi in una fragorosa risata.
Ridemmo come due idioti, ma che importava.
Però ora, la passeggiata sul viale dei ricordi toccava chiuderla a me.
<< Due marzo, abbiamo riso in questo modo solo il due marzo >> distolse lo sguardo per pensare e io aspettai con il sorriso inchiodato al volto. Riportò di scatto i suoi occhi dritti nei miei.
<< Siamo scappati da scuola >>
<< Esatto >> continuavamo a sorridere e pensavo l'avremmo fatto per tutta la serata.
<< Allora? >> domandò e io annuii.
<< Pizza e film >>
 
 
Non era stata una buona idea.
Uscire ieri notte durante un cazzo di temporale per recuperare il gatto, non era fottutamente stata una buona idea.
Mi sentivo uno schifo, di solito stare steso sul divano mi piaceva, ma non in questo stato.
Avevo preso già due aspirine ma la febbre non voleva saperne di andare via. Odiavo la febbre.
Con le coperte che mi arrivavano fino al naso poi, sembravo un bambino di quattro anni.
Quel che fece aumentare il mal di testa fu lo squillare del cellulare, prima o poi l'avrei rotto.
<< Pronto? >>
<< Idiota, vuoi aprire la porta o no? Sono dieci minuti che busso e qui fuori si congela >> la voce di Zayn risuonò troppo forte dall'altra parte.
<< Ho lasciato le chiavi sotto lo zerbino, cretino >>
<< Oh, scusa >> riattaccò nello stesso momento in cui sentii la porta aprirsi.
Credevo fosse solo lui, ma c'era anche Sunshine.
<< Hey >> la salutai sottovoce mentre prendeva posto accanto a me.
<< Come stai? >>
<< Mh, mi sento come se mi fosse crollato un grattacielo addosso >>
<< Come sei esagerato, Styles . Ma fammi indovinare, febbre alta? >>
<< Trent'otto >>
<< Passa presto vedrai >> disse mentre mi sistemava le coperte e ne aggiunse un'altra.
Sapeva che in quei momenti volevo stare al caldo, mi faceva sentire più sicuro.
<< Se è con la febbre che ricevo tutte queste attenzioni, allora spero mi prenda spesso >>  accennai facendola ridere.
Nel mentre Zayn ritornò dalla cucina dove aveva fatto non so cosa.
<< Fratello, ti ho messo la zuppa al caldo, ma ora devo ritornare in edicola >>
<< Grazie, Zayn >>
<< Figurati, ti chiamo dopo. Ciao ragazzi >> salutò prima di uscire e lasciarci soli.
<< Hai fame? >>
<< No, non mi va niente ora >>
<< Come al solito >> disse ridendo. << dai, riposati sto io di guardia >> scherzò facendo ridere anche me. Le presi la mano accarezzandola.
<< E' tutto il giorno che riposo >>
<< Non abbastanza da far passare la febbre >>
<< Okay, mi arrendo. Ma riposa con me >> dissi spostando la coperta.
Mi guardò per un attimo incerta, lo sarei stato anch'io, ma alla fine si stese accanto a me per quello che potevamo. Il divano non era così grande.
<< Quanto lo hai aspettato? >> sussurrò disegnando segni invisibili sulla maglietta bianca che mi copriva. La strinsi più forte.
<< Due anni, piccola Sun, due maledettissimi anni >>
 
 
 
C.I.A.O.
Hiii!
Hola!
Hallo!
Ok basta. Ciao a tutti, come state?
Scusate il piccolo ritardo, ma spero il capitolo vi piaccia.
Per informarvi credo che il prossimo sarà l'ultimo o il penultimo, sono indecisa.
Lo scoprirete nella prossima puntata. Devo smetterla.
Bene, lasciate una recensione? Ve se ama. xx
-A.
 
(Fotomontaggi che mi fanno morire! Non son bellissimi? ) 

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Capitolo 5
*** V. ***




Chapter 5.
 
Sono morta ogni giorno aspettandoti.
Tesoro non avere paura, ti ho amata per cento anni,
e ti amerò per altri cento.
 
Da bambino passavo il giorno della vigilia e quello di Natale insieme ai miei genitori.
Questo, ovviamente, prima che mio padre sparisse senza nemmeno dirci il suo stupido motivo.
La verità, è che non ce l'aveva. Ed era sempre stato un codardo, quindi non fu una sorpresa il fatto che non si fosse scomodato nemmeno a chiamarmi il giorno del mio compleanno.
Dopo quell'evento, io e mamma festeggiavamo da soli. Più che altro, lei faceva finta di essere felice e contenta solo per non intristire me.
Non l'abbiamo più neanche accennato l'argomento da quando avevo dodici anni.
Era impossibile andare avanti con quella farsa, lei non ce la faceva più. Avevamo scambiato i ruoli, io il genitore, lei la figlia da tenere sott'occhio.
Le cose cambiarono di nuovo qualche anno fa.
Mamma si era ripresa, ma comunque passavamo le feste sul divano con una pizza, niente di più niente di meno. Era quello che avevamo in programma anche per quest'anno.
 
Mi alzai dal letto trascinando i piedi sul pavimento freddo, presi il pacchetto di sigarette sopra il tavolino in salotto e me ne accesi una mentre riempivo una tazza con del caffè.
Il Natale iniziava a starmi stretto, iniziava ad essere tempo perso. Mi passò anche l'idea di chiamare mamma e dirle che non avevo voglia di far niente.
Mi distrassi trascinandomi di nuovo fino al portone visto il continuo suonare.
Zayn avrebbe dovuto imparare a portarsi dietro le chiavi.
Assunsi una strana espressione quando vidi la persona davanti a me. Non era Zayn, né Liam, né Sunshine...quasi.
<< Tomlinson >> dissi con un tono interrogativo domandandomi il motivo per cui Louis fosse sulla soglia di casa mia.
<< Poche storie, Styles. Sono passato solo per dirti una cosa. >> mi guardai intorno come se fosse uno scherzo per poi puntare lo sguardo su di lui.
<< Uhm, ok. Suppongo dovrei farti entrare >> dissi spostandomi leggermente per far si che entrasse in casa.
Ci sedemmo sul divano ed un silenzio calò subito tra di noi.
<< Quindi >> iniziai per essere interrotto da lui
<< Prima di tutto, mi ha costretto Sunshine a venire qui >> Bene. ora le cose tornano.
<< Oh >>
<< Lei sta lavorando, non poteva >>
<< D'accordo >> arriviamo al punto su. Così io torno ad incatramarmi i polmoni e tu dai tuoi figli.
<< I nostri genitori festeggiando il Natale a Los Angeles, così noi stiamo organizzando una specie di cena a casa per stare tutti... insieme >>
<< Insieme... >>
<< Mh, mi ha detto anche di costringerti a dirlo a... Zayn e Liam >>
<< Quindi mi stai invitando >> dissi non pensando ai miei amici per un secondo.
<< Sunshine, mi ha detto di invitarti >> mi corresse.
<< Si, be', di a Sun allora, che mi piacerebbe, ma non posso lasciare mia madre da sola >>
<< Se fosse per me non insisterei ma... >>
<< Si, Sunshine, ho capito >> lo interruppi
<< Esatto. Immaginava ci fosse tua madre, suppongo lei conosca quello che sei più di me, quindi mi ha detto di dirti che può venire anche lei. Ci saranno anche i genitori di Bella, non so. >> concluse alzando e abbassando le spalle velocemente.
<< Oh, allora credo che non ci sia nessun problema. >>
Perché diamine volevo festeggiare, un minuto prima pensavo di disdire anche la solita pizza con mamma.
Ma poi un solo nome mi venne in mente, Sunshine.
Quella ragazza sapeva manipolare la mia mente, lo sapeva, e ci riusciva sempre benissimo.
<< Bene, quindi - >> iniziò alzandosi e andando verso la porta
<< Ci ...vediamo domani >> finì io la frase seguendolo.
<< Suppongo >>
<< Ok >>
Chiusi  il portone quando non lo vidi più e mi affrettai a tornare in salotto, prendere il cellulare e comporre il numero di Sunshine che rispose con delle risatine.
<< Credo che Louis sia appena passato a farti visita >>
<< Come hai potuto >>
<< Ma dai. Devo scappare Harry, ti adoro, a domani >> 
Chiuse la chiamata facendomi rimanere con il cellulare in mano e l'espressione da idiota.
Pian piano però un sorrisetto iniziava a crescere sul mio viso e non so con quale entusiasmo chiamai gli altri per avvisarli.
 
 
Suonai impazientemente a casa Tomlinson.
Mia madre accanto a me che mi guardava come se davanti ai suoi occhi non ci fosse suo figlio.
Come biasimarla.
<< Non guardarmi in quel modo, mamma >> alzò le spalle
<< Non so di cosa tu stia parlando tesoro >>
<< Si, come no >> sussurrai  << e io sono l'aiutante di Babbo Natale >>.
Quando la porta si aprì rivelò un Louis che si sforzò di sorridere e si spostò per farci entrare.
<< Tomlinson >> salutai, per modo di dire
<< Styles >>
<< Mamma, lui è Louis >> sventolai la mano tra di loro per fare questa assurda presentazione sperando finisse tutto al più presto.
<< Piacere di conoscerti, e grazie per l'invito >> parlò mia madre
<< Si figuri signora, siamo tutti ... >> si fermò un attimo prima di continuare per guardarmi << in famiglia >>.
Annuii senza aggiungere altro mentre Louis continuava a parlare con mamma.
<< Se volete darmi i cappotti >>
Cristo, sembrava un fottuto cameriere, ma perché lamentarsi, lui se lo poteva permettere.
Lasciammo i cappotti a lui ed entrammo nel grande salotto di casa Tomlinson.
Erano già presenti la moglie di Louis e i rispettivi genitori lì dentro.
Allison e Mason mi saltarono addosso nell'istante in cui misi piede in quella stanza.
<< Buona vigilia zio Harry! >> gridarono e ricambiai gli auguri dicendo loro che presto avrei dato ad entrambi i regali quella sera.
Mia madre continuava a guardarmi in modo strano anche dopo aver fatto conoscenza con le altre persone nella stanza.
Alla fine ci sedemmo sul divano e io continuavo a guardarmi intorno perché di Sunshine, non c'era neanche l'ombra.
<< Chi è? >> sussurrò mia madre avvicinandosi per farsi sentire.
<< Chi è, chi? >>
<< Chi è lei. Andiamo, Harry, sono tua madre. >>
<< Già, me ne stavo dimenticando >>
risposi ironico.
<< Come se non avessi notato il tuo comportamento. E' importante, non è vero? >>
<< Si  >> affermai. Mi sentivo a disagio a dirlo a mia madre.
<< Me la presenti? >>
<< Ma niente discorsetto. Non è come le altre, non serve >>

<< L'ho già capito, tranquillo >>.
Persi un battito quando la porta si aprì, sapendo benissimo chi stava entrando.
<< Zia Sunshine è tornata! >> disse entusiasta Mason.
Iniziai a far ballare la gamba nervosamente battendo il piede a terra più volte sul parquet.
Sunshine entrò in salotto sorridendomi mentre si liberava dalla sciarpa.
Ricambiai il sorriso per poi lasciarla salutare gli altri. Lo sguardo di mia madre ancora fisso su di me, mentre mi massacravo il labbro inferiore con i denti.
<< Scusate il ritardo, mi hanno trattenuta più del previsto >> Si avvicinò a me per il solito abbraccio e per un momento mi dimenticai di tutti.
<< Mamma, lei è Sunshine >> dissi quando finì.
<< Salve signora >>
<< Chiamami pure Anne cara, e come ho detto a tuo fratello, grazie ancora per l'invito >>
<< Si figuri >> si sorrisero tra qualche parola e io iniziavo a sentirmi di troppo. In quella stanza iniziava a fare caldo. Per fortuna poi, si rivolse di nuovo a me.
<< Zayn e Liam? >>
<< Stanno arrivando >> le dissi sorridendo per vederla sorridere di conseguenza << stavi lavorando? >>
<< Si >> disse sedendosi accanto a noi << e a proposito di lavoro >>
<< No, non è ancora trovato uno >> risposi alla domanda che avrebbe seguito la sua frase.
Avevamo passato pomeriggi interi a cercare senza risultato, e anche le ricerche in giro per Londra avevano portato al fallimento.
<< Io credo, che se accetterai la proposta che sto per farti, ne avrai uno >>
<< Come? >> chiesi assumendo una strana espressione.
<< Sai, oggi è successa una cosa in studio. Il fotografo di prima ha mollato, e avendo visto le tue bellissime foto, ricordi? >> annuii e basta << be' io ho pensato di proporre un ragazzo riccio con un incredibile talento. Serve un fotografo alla compagnia, Harry >> terminò sorridendo.
<< Non sei seria >> dissi facendola ridere.
<< Certo, che lo sono. Ed il capo è già pronto a farti firmare >>
<< Ma com'è possibile non ha mai visto le mie foto >>
Ricordo il giorno in cui lei le aveva viste. Eravamo a casa mia a cercare tra mille annunci quando mi chiese chi aveva scattato una foto appesa al frigo. Da lì gliele mostrai tutte e ne rimase sorpresa. Ricordo anche che dopo averle messe a posto, non riuscivo a trovarne una.
<< L'hai presa tu, vero? La foto che non riuscivo a trovare >> alzò e abbassò le spalle velocemente.
<< E' possibile >> l'abbracciai forte essendo l'unica cosa che in quel momento potevo permettermi di fare. Solo l'abbracciai forte.
<< Grazie, Sun, grazie davvero >>
<< Non è niente, ti avrei aiutato in qualunque modo, lo sai >>
Ci distrasse di nuovo il campanello e i passi di Louis che andarono ad aprire.
<< Tuo fratello ha detto che siamo in famiglia >> sussurrai a Sunshine
<< Non è così? >>
<< Si, ma l'ha detto lui. Oppure l'hai costretto di nuovo? >> ipotizzai facendola ridere di nuovo
<< No, questa volta no. Il fatto è che alla fine ti accetta, ma non vuole ammetterlo a sé stesso >>
<< Tu dici? >> chiesi guardandola negli occhi. Ecco il rossore sulle sue guance tornare, amavo troppo il modo in cui arrossiva, soprattutto se la causa ero io.
<< Dico >>.
Zayn e Liam entrarono nella stanza con delle buste piene di regali, incartati con delle carte rosse piene di disegni. Il nome sopra ciascun pacchetto per non confondersi. Li poggiarono sotto l'albero grande che era lì dentro prima che Sunshine li presentasse a tutti.
Infondo, quest'anno non potevo lamentarmi. Queste vacanze non erano state una noia completa.
Non erano state proprio una noia.
Insomma con Sunshine accanto niente era noioso.
Passammo la serata tutti insieme ridendo e scherzando, e la cosa non mi dispiaceva. Arrivammo fino a vedere Allison e Mason scartare i regali per primi visto l'orario per poi addormentarsi.  Aiutai anche Louis a portare Mason in camera mentre lui aveva in braccio la piccola.
Era davvero strano per me, avrei potuto abituarmici.
Scartammo i regali come di tradizione e a mezzanotte ci scambiammo gli auguri brindando.
Eravamo di nuovo in salotto a parlare quando il cellulare di mia madre annunciò un nuovo messaggio.
Vidi la sua espressione cambiare, mi rivolse uno sguardo come preoccupata che la stessi guardando. Qualcosa non andava.
<< Chi è? >> le chiesi a bassa voce per non disturbare gli altri.
<< Nessuno, non preoccuparti >>
<< Mamma >>
<< Harry, poi ne parliamo >> le misi la mano sopra la gamba, aperta perché potesse appoggiarci sopra il cellulare.
<< Ora >> sapeva anche lei che avrei insistito fino a quando non si sarebbe rotta.
Poggiò l'oggetto nella mia mano, lo presi aprendo subito la cartella dei messaggi.
L'ultimo messaggio segnato con il nome ''GEORGE''. Quel maledettissimo nome.
Quel maledettissimo bastardo.
''Riferisci ad Harry che suo padre gli manda gli auguri'' c'era scritto. Non li volevo i suoi fottuti auguri.
Erano una merda, proprio come lui. Brutto stronzo.
''Suo padre''. Lui non era più il mio fottuto padre. Non lo era mai stato.
Notai che anche Sunshine seduta accanto a me aveva letto quelle schifose parole.  Vidi anche lui cambiare espressione. La guardai negli occhi. Quegli occhi sapevano calmarmi, dovevano calmarmi anche sta volta.
Non volevo fare casino e rovinare il Natale a tutti. Avrei rovinato tutto. Dovevo, solo, calmarmi.
Mi alzai in silenzio per non far scattare l'attenzione su di me, iniziai a fare avanti e indietro in un piccolo spazio. Come cazzo si era permesso di scrivere ora, solo ora.
Gliel'avrei fatta pagare.
<< D'accordo, Harry. Calma ora >> Non mi ero accordo che Sun si fosse alzata.
Mi fermò dal mio continuo camminare nervoso, parandosi davanti e mettendo le sue piccole mani sul mio petto. Ormai non volendo l'attenzione era solo su di noi.
<< Andiamo a parlarne di sopra, va bene? >> guardai il suo sguardo che mi implorava e mi sentii un cretino.
Sospirai guardandomi intorno solo per poi girarmi e salire al piano di sopra.
La casa la conoscevo e sapevo dov'era la sua stanza, non c'era bisogno della guida, potevo fare da solo.
Entrai nervosamente seguito da lei che cercò invano di calmarmi, non era davvero il momento.
Se solo un suo messaggio aveva scatenato in me qualcosa di così grande, non avrei voluto pensare a quando per caso me lo sarei ritrovato davanti.
Iniziavo a ricordare quanto odiassi il Natale, ogni anno saltava fuori un cazzo di problema.
<< Harry, non è il modo giusto di affrontare la situazione, e lo sai >>
<< Non so un cazzo, Sunshine, non so un cazzo! >> il tono era più alto di quello che avrebbe dovuto ma avevo bisogno di sfogarmi
. << Certe persone pensano di essere furbe solo perché credono che la possono passare liscia sempre. Il dolore che ho provato per colpa di quel coglione che una volta consideravo mio padre è sempre vissuto di silenzio. Ma ora basta, la ruota gira ed il momento arriva per tutti. Questo è il suo. >>
<< Calmati, Harry, devi calmarti >>
<< Calmarmi?! Come faccio a calmarmi? Perché diamine ogni volta che cerco di essere felice e accontentarmi della mia vita di merda succede sempre qualcosa? Il fatto è che sono io il problema Sunshine, perché ti ostini ad ignorare questo schifo! Io non vado bene, porto solo il mio schifo in giro! >>
<< Non sparare stronzate, Harry ! >>
Ormai urlavamo. Pur consapevoli che con il silenzio al piano inferiore tutti ci stavano ascoltando, continuavamo ad urlare. Li immaginavo tutti seduti ad ascoltare questa conversazione.
<< Dico solo la fottuta verità! Sei tu che non lo capisci! >>
<< Non ti azzardare, perché te la prendi con me?! >>
<< Non ti ci mettere anche tu, Sunshine! Non credi mi basti quello che è successo? E lo sai che senza di e fa tutto schifo! Gli ultimi due anni gli ho passati nella fottuta merda della mia intera vita perché tu non eri qui! >>
<< Stai scherzando! >> stava scoppiando.
Lo aspettavo, sapevo che questo momento sarebbe arrivato. << Te l'ho chiesto, te l'ho chiesto cazzo! Sei tu che mi hai lasciato andare, davvero pensi che io sarei voluta andare via? Sei fuori strada, Harry, sono stata da schifo senza di te e ho sopravvissuto due anni con la speranza di tornare al più presto solo per starti vicino di nuovo! Dopo tutto quello che abbiamo passato queste cazzate potevi evitarle! Io te l'ho chiesto, e non te ne sei reso conto! Volevo mi facessi restare! E accettalo, stai solo perdendo tempo ed energia per litigare di una situazione che non puoi cambiare! Basta programmarsi la vita, Harry, te l'ho sempre detto, tanto andrà sempre il contrario di come avevi previsto, e noi l'abbiamo vissuto! >>
Le urla si placarono per degli istanti che mi sembravano interminabili. Il silenzio ancora al piano inferiore e i respiri affannati nella sua stanza piena di nostri ricordi. I suoi occhi lucidi che minacciavano di cacciare le sue lacrime pure.  La mia piccola Sunshine. Aprì la porta per correre al piano di sotto, e non esitai un secondo di più a seguirla, non più. Ora, era il momento.
<< Sunshine! >> urlai di nuovo per farla fermare.
Per quanto avrei potuto avere le gambe più lunghe delle sue aveva tanta di quell'adrenalina in corpo da farla quasi correre.
<< Lasciami stare, Harry >>
Scendemmo le scale di corsa per arrivare di nuovo in salotto dove tutti erano ancora in religioso silenzio con la differenza che ora avevano lo spettacolo davanti agli occhi.
Nessuno provava a parlare, nemmeno Louis che di solito sarebbe stato il primo.
Sentivo i loro occhi sopra di noi, ma non ci pensai nemmeno a guardarli.
Continuavo a seguire Sunshine quasi alla fine della stanza, mi fermai per urlare di nuovo con tutto il fiato che avevo.
<< Sposami! >>
Finalmente si fermò.
La confusione nel suo sguardo dopo essersi girata con uno scatto verso di me.
Pensava l'avessi detto solo per farla fermare. Non era vero, non del tutto.
<< Che cosa? >> mi avvicinai a lei a grandi passi per posizionarmici di fronte e guardarla.
<< Hai sentito. Sposami. Non ho un fottuto anello e non sono in ginocchio, lo so. Ma sai che non sono come gli altri >> mi guardò a fondo prima di parlare.
<< Che stai facendo, Harry? >>
<< Sto solo cercando di mantenere al sicuro nel mio cuore la sola persona per cui darei la vita e che amo >>
<< Sai benissimo quanto ti ami anch'io, lo sai. Lo sanno tutti, sei la sola persona che ho sempre osato mettere davanti a tutti, ma ho solo diciotto anni >> sorrisi scuotendo la testa
<< Aspetta, lasciami finire >> la interruppi.
<< So benissimo come sono fatto. Sono pigro, lascio sempre tutto in giro e Cristo, faccio impazzire tutti quelli che mi stanno attorno. Ma tu, sei la persona più importante nella mia vita e ti amo fino a non riuscire a sentire niente nello stomaco, cosa che non ho ancora capito se sia un bene o un male. Ti farò sentire come tu desideri, ti porterò ovunque tu vorrai, in ogni ora del giorno e della notte senza sosta solo per vederti sorridere. E Dio, lo so che sembra un discorsetto di alcuni stupidi romanzi che ami leggere,ma è quello che farei davvero. Ti comprerò un abito, indosserò un fottuto smoking e una cravatta se ce n'è bisogno, andrò d'accordo con tuo fratello, voglio vederti attraversare una stupida navata solo per venire accanto a me e dire che mi vuoi sempre al tuo fianco. Ti amerò fino alla fine dei miei giorni, perciò sposami, ora o tra qualche anno, ma sposami. >>
Guardarla negli occhi e dirglielo aveva facilitato le cose. I suoi occhi mi avevano sempre facilitato le cose.
Era come se mi fermassero da tutto quello che stavo facendo per farmi concentrare su di lei.
Mi spostò i capelli dalla fronte per poi appoggiare la mano sulla mia guancia.
In quel momento mi passò davanti la mia vita. L'anno in cui la conobbi, i due successivi senza di lei, fino ad arrivare in quel preciso istante. E mi resi conto di quanto tutti i momenti precedenti in cui lei non era presente avessero fatto davvero schifo e quanto schifosi ancora sarebbero stati in futuro se non con lei al mio fianco.
Mi passarono per la testa centinaia e passa di pensieri, troppo sfuggenti per avere davvero senso compiuto, ma tutti, e nemmeno uno escluso, riguardavano la meravigliosa ragazza che avevo di fronte.
Tutto senza Sunshine sarebbe stato monotono perché la sostanza dei miei giorni era proprio lei e lo era sempre stata.
Non avrei potuto sopravvivere non pensandola, avevo bisogno di Sunshine, e l'amavo incondizionatamente.
Perché Sunshine mi apparteneva, era sempre stata mia.
 
E se non sapete il motivo del mio cuore pulsare forte e la mia improvvisa felicità, provate ad immaginare la sua risposta.
 
 
The End.
 
 
 
 
E' FINITA.
Non ci credo, è finita per davvero.
Voglio prima di tutto ringraziare tutte le persone che hanno seguito questa storia sin da ''Beautiful Sunshine''. GRAZIE, GRAZIE DI CUORE A TUTTE.
Grazie ad Alessandra per avermi aiutata quando ne avevo bisogno,
Grazie a Chiara per avermi supportata, e ultima ma non meno importante grazie ad Alessia per tutto.
Grazie grazie grazie.
Questa fan fiction è stato un sogno diventato realtà e il tutto grazie a voi tutti.
Spero che la mia storia vi sia piaciuta, e spero che non vi siate pentite di leggerla.
Vi ringrazio ancora di cuore.
 
Ora credo di prendere un po' di pausa. Ma tra poco tornerò con una nuova storia, questa volta protagonista: Louis.
Spero mi seguiate ancora, grazie, vi adoro!
 
 
  

A presto!

-A.

 

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