Battlefield

di Tay66
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** ❦ L'inizio ❦ ***
Capitolo 3: *** ۝ i prescelti ۝ ***
Capitolo 4: *** ๑ l'inizio del viaggio ๑ ***
Capitolo 5: *** ▓ gesti inaspettati ▓ ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Tanto, tanto, tempo fa, quando ancora le tenebre regnavano su tutto, un re malvagio e potente, chiamato Cornelius, fece un patto con il re dei demoni. Egli accecato dal potere scambiò la sua anima in cambio di un potere che gli avrebbe permesso di controllare la Terra di Sin. Da quel momento cominciò il regno del terrore. Egli conquistò le terre dei confini, distruggendo e saccheggiando anche il più piccolo dei villaggi. I re delle altre terre, umiliati e distrutti, stabilirono un accordo con Cornelius, nel quale era stabilito che, una volta all'anno, un giovane di ogni terra venisse sacrificato al malvagio re in cambio della “pace”.
Il malvagio re pretendeva che i giovani fossero condotti al castello nudi e incatenati. Quando essi giungevano al cospetto del re, egli prosciugava le loro anime e la loro energia, e con i corpi ormai privi di anima ne abusava a suo piacimento.
Dopo quasi un secolo di orrore e disperazione, i popoli, ormai stanchi, decisero di marciare verso il castello di Cornelius. Al calar delle tenebre maghi, vampiri, fate, troll, fantasmi, orchi, nani e uomini assediarono il castello. Cornelius, in preda al panico, decise di buttarsi in mare. L'oceano si tinse di rosso e il corpo del re fu trasportato dalle onde sulla spiaggia.
Il cadavere venne diviso in 8 parti e ognuna di esse venne assegnata a un rispettivo popolo.
Quella sera ci fu una grande festa per festeggiare la pace. Ma durò poco, poiché la sete di potere ebbe la meglio ancora una volta.
La Terra di Sin sprofondò nel Caos.

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice:

Salve, questa è la mia primissima storia, spero vi piaccia.

Le coppie sono:

fruk

spamano

prung

Spero di ricevere qualche recensione, fatemi sapere cosa ne pensate.

Ci vediamo nel prossimo capitolo.

Saluti Tay66 ^_^

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Capitolo 2
*** ❦ L'inizio ❦ ***


❦ L'inizio ❦

 

 

20 Ottobre

Terra degli uomini

Riunione di emergenza di tutti i sovrani delle terre dei confini


 

La città era in fermento, la notizia si era sparsa ovunque:

La reliquia di Cornelius era stata rubata.

Il ragazzo dai capelli corvini e gli occhi del medesimo colore appoggiò la testa contro il morbido schienale di velluto rosso, meditando su quello che gli era giunto alle orecchie dalle voci del villaggio.

"La gamba di Cornelius è stata portata via,ma la cosa stupefacente è che lo scrigno era aperto. Capisci? Era aperto"

Con aria preoccupata si sporse per controllare il paesaggio notturno, la città di notte era deserta, ma non in quel momento dove le strade erano gremite di gente fornita di forconi pronti per la caccia al ladro. “Quanta stupidità” pensò il moro, riferendosi alla gente, se lo scrigno era stato spezzato dal sortilegio che lo bloccava il nemico che dovevano cercare era qualcuno di nettamente superiore.

Sospirò chiudendo la tendina, finchè la carrozza non si fermò di fronte al palazzo.

Scese in maniera frettolosa rischiando di cadere su uno dei gradini umidi e bagnati dalla recente pioggia. Fu accolto con grande entusiasmo, dai consiglieri del re, che lo portarono proprio da quest'ultimo.

La sala delle riunioni, di solito silenziosa e ordinata, addebita ai compiti legislativi, si trovava nel caos più totale. I più alti esponenti delle terre dei confini si erano presentati allarmati, per conoscere i dettagli e per impedire che le loro "reliquie" venissero rubate.

Riusciva a sentire distintamente le urla della bellissima regina delle fate, che partecipava animatamente alla discussione, dichiarando che nessuna delle sue piccole creature fatate aveva rubato la reliquia che apparteneva agli uomini. Ma la scena sembrava divertire in modo particolare il re degli orchi che se la rideva di gusto ogni volta che la monarca protestava contro il sovrano dei vampiri.

"Kiku finalmente siete arrivato"

Il ragazzo si voltò verso la voce familiare dell'uomo che l'aveva chiamato

"Sire perdoni il deplorevole ritardo, ma le strade erano affollate dai sudditi in attesa di risposte"

Il re degli uomini si chiamava Connor, ed era nominato il buono, per la sua indole buona e magnanima. Era un uomo basso e panciuto, su cui si manifestavano ormai gli effetti del tempo e gli occhi castani erano segnati da due profonde occhiaie.

"Kiku hanno ragione, vogliono essere sicuri di dormire sogni tranquilli la notte e sapere che nessuno faccia male ai loro fanciulli" sorrise, guardando il ragazzo con affetto.

"Siete sempre così comprensivo Sire"

Il moro nutriva una grande stima verso il suo signore, era cresciuto a corte ascoltando i suoi ideali: amore, fratellanza, bontà e rispetto.

"VOLETE FARI I SERI''

Un urlo fece sobbalzare tutti i presenti nella stanza che si voltarono verso l'artefice:

Byrne, il re dei maghi non era certo rinomato per la sua pazienza.

Era un uomo alto e magro, anch'esso dotato di una barba bianca lunga che arrivava fino alle ginocchia e possedeva un grande paio di occhiali spessi che gli ricadevano sul naso lungo.

"Byrne ti consiglio di tacere e sederti, sei troppo vecchio per fare il dittatore" disse un uomo alto e slanciato dalla pelle bianca e i capelli neri, come la notte, che lo guardava divertito

"Smettila di scherzare Elwood, non abbiamo tempo da perdere. Dobbiamo decidere cosa fare per ritrovare il pezzo mancante"

Elwood era il re dei vampiri, un giovane sulla trentina molto affascinante, ma con un carattere impulsivo che aveva causato una divisione tra la sua razza e quella dei maghi.

"Vecchio barbuto alla tua età è meglio sedersi e stare tranquilli, a queste cose ci penseremo noi vampiri"

"E tu pensi che io lasci l'impresa a quelli della tua razza?!"

"Cosa stai insinuando?"

L'aria si fece tesa all'improvviso, tutti erano a conoscenza della rivalità/odio che serpeggiava tra le due specie.

Dopo la morte del re Cornelius,i vampiri avevano cercato di conquistare la terra di Sin, ma i maghi glielo avevano impedito. In seguito si succedettero molte guerre, fin quando i vampiri non si arresero e rinunciarono all'impresa.

"Non sono venuto qui per ascoltare i litigi di Merlino e il Conte Dracula, quindi ora sedetevi e comportatevi come si conviene a delle persone del vostro rango!" pronunciò il re dei nani, salendo sulla sedia, per dare un aria autoritaria alla sua figura.

Sia Byrne che Elwood si guardarono per poi sedersi e far finta di niente.

"Signori, non c'è bisogno di attaccarsi l'un l'altro" disse Connor, mettendo una mano sulla spalla del giovane re vampiro.

"Bene riprendiamo la riunione" comunicò la regina delle fate.


 

Le ore passavano ed ancora a nessuno era venuta una buona idea.

Kiku studiava tutti i sovrani nei loro gesti e nelle loro parole, tutti mostravano un atteggiamento di sfida, ancorati nei loro animi risiedevano ancora gli antichi rancori, che li avevano portati a scontrarsi più di una volta, l'unico tra tutti i presenti che sorrideva in maniera sincera era il suo re, che guardava i suoi colleghi con occhi colmi di fiducia. Non era mai stato un buon guerriero, aveva sempre preferito la pace, piuttosto che indossare un'armatura e marciare verso la guerra, ma questo non perché fosse una persona codarda bensì perchè credeva che dalla violenza non potesse che uscirne solo altra violenza. Connor era un uomo così spontaneo e dotato di una bontà che pochi altri re possedevano, soprattutto con i giovani.

Dopo la morte del più piccolo dei suoi figli volle che nessuno dei suoi abitanti soffrisse come aveva sofferto lui, e creò uno spazio, dove i giovani potessero imparare che la vita è una sola, ed è preziosa.

Guardò fuori dalla finestra, stava spuntando il Sole, questo voleva dire che era da tutta la notte che si trovavano lì a discutere senza essere arrivati a una conclusione tangibile. Se solo ci fosse stato qualcuno capace di dare dei consigli utili.

Si fermò di colpo, ripetendosi nella mente l'ultimo pensiero, "se solo ci fosse qualcuno capace di dare consigli utili". L'oracolo di Lin era la giusta soluzione.

Si alzò di scatto, provocando un rumore fastidioso.

"Scusate per il mio brusco intervento e il mio deplorevole ego nel dirvi che non avevamo preso in considerazione l'oracolo di Lin" abbassò lo sguardo, arrossendo leggermente per la timidezza, infondo si trovava a parlare a dei re.

"Kiku ma voi siete un genio!" Connor si alzò dalla sedia ed andò ad abbracciarlo con fare paterno "L'oracolo di Lin! Amici miei abbiamo trovato la soluzione, chiederemo all'oracolo che cosa fare e per certo ci saprà indicare la strada migliore"

I rappresentanti delle altre terre sorrisero.

"Grazie ragazzo mi hai salvato" disse Elwood alzandosi ed abbracciandolo "Se non fosse stato per te mi sarebbe toccato sopportare altre inutili ore in compagnia di quel vecchiaccio di Byrne"

A quelle parole una risatina si levò nell'aria, solo la persona presa in questione non rise.

"Pensi che io mi diverta a stare con un dannato succhia sangue vicino a me?”

"Su dai Byrne calmati e siediti"

"Non scherzare con me Elwood"

I due rappresentanti ripresero a litigare, ma questa volta nessuno li fermò.

Kiku sorrise felice di essere stato d'aiuto.


 

Senza aspettare troppo tutti i sovrani, grazie alla magia del re dei maghi, che un pò stizzito accettò di trasportare anche il suo acerrimo nemico, arrivarono nel luogo dove si trovava l'oracolo di Lin.

L'oracolo di Lin si trovava in una grotta buia, illuminata solo da quest'ultimo, che sprigionava piccole scintille blu, che furono da guida per i nuovi arrivati.

"Mi ero dimenticato di quanto fosse piacevole questo posto" disse in maniera sarcastica il vampiro.

"Non c'è nemmeno una sola volta in cui tu non possa essere serio?" rispose il suo rivale

"Come sei noioso, volevo solo allentare la tensione"

Arrivarono alla propria meta, al centro della caverna si trovava un tavolo dalla forma circolare.

Si avvicinarono ad esso e dalle luci blu spuntò fuori Lin, la custode dell'oracolo, che non era altro che una figura trasparente.

"Cosa posso fare per voi?"

"Scusi l'insolenza di aver messo piede in questo luogo sacro, ma abbiamo bisogno del suo aiuto" a parlare fu Connor che si avvicinò alla figura.

"Dimmi pure uomo"

"Lei probabilmente saprà che dopo la morte di Cornelius noi re, come da lei ordinato, ci dividemmo il corpo in parti, ed ognuno delle nostre terre ne possiede una. Purtroppo però la reliquia che custodivo io è stata rubata e non so cosa fare, cosa mi consiglia signora della ragione?"

Ci fu un attimo di silenzio.

"Cornelius sta per rinascere" fu il commento della custode.

Nei volti dei re si poteva leggere il terrore e la sorpresa più totali.

"E' impossibile, Cornelius è stato ucciso un secolo fa!" la fata reagì immediatamente alla notizia.

"Mi duole dirlo ma Cornelius, dall'oltretomba, si nutre delle energie negative di voi abitanti delle terre. Le guerre, i saccheggi e tutte queste distinzioni tra razze non fanno altro che alimentare la sua anima, dandogli forza a sufficienza per rinascere"

"Cosa possiamo fare per impedire tutto questo?" Connor rispose tradendo la tranquillità che voleva mostrare.

"Se volete sconfiggerlo dovrete ricomporre il corpo di Cornelius e bruciarlo nell'antica Valle dei vulcani"

"Nella Valle dei vulcani? E' troppo pericoloso"

"Il vecchio ha ragione, si dice che sia circondata da draghi, e che i pochi che sono entrati non sono riusciti ad uscirne vivi"

Nella grotta si scatenò il caos, che fu interrotto dalla voce della custode

"Se volete sconfiggere il nemico è necessario che nei vostri animi riemerga quel sentimento che da secoli ormai non presiede più in voi"

"Mi scusi mia signora ma non capisco" fu il re dei nani a parlare.

"Vi dirò cosa fare. Ascoltate bene". Il tavolo sotto di lei si illuminò e cominciarono a riflettersi alcune immagini, una di queste era un simbolo che rappresentava una piuma nera. "Dovete trovare le due persone che presentano questo simbolo sul corpo, saranno loro a dover recuperare i pezzi del corpo di Cornelius e a portarli nella valle dei vulcani per eliminarlo una volta per sempre. Quanto a voi dovete cercare di allearvi invece di mettervi gli uni contro gli altri. Solo l'amore potrà portare a compimento questa missione. I ragazzi che prenderanno parte a questa missione sono legati dal destino e saranno forse proprio loro a smuovere questo cambiamento che voi stupidi esseri accecati dal potere non avete fatto altro che ignorare"

"Dove possiamo trovarli?" domandò il mago

"Io vi ho detto abbastanza. Adesso tocca a voi" detto questo la custode sparì e la luce del tavolo smise di brillare.

La grotta era caduta nel buio.

Nel buio si sentivano i loro cuori battere.

Nel buio si sentivano le loro paure.

Adesso era il momento di cercare i due ragazzi.

Era l'ora del cambiamento.

Era l'ora di cominciare a giocare.

Era l'ora di cominciare ad amare.


 


 


 

Angolo dell'autrice:

Ciao a tutti, eccomi qui ad aggiornare la storia.

Spero vi piaccia.

Ringrazio tutte le persone che hanno recensito, che hanno inserito la mia storia tra le seguite e le preferite, grazie siete la mia gioia.

Ringrazio anche le persone che semplicemente leggono.

Tanti baci a tutti

Tay66


 

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Capitolo 3
*** ۝ i prescelti ۝ ***


۝ i prescelti ۝




 


13 Dicembre
Terra dei Maghi
La fioca luce del Sole illuminò la grande stanza, che presentava un letto matrimoniale ordinato, ad eccezione dei vestiti che erano stati buttati su di esso senza il minimo rispetto. Il pavimento era di legno leggermente scricchiolante sotto i passi dal ragazzo, che si avvicinava alla finestra. Le pareti rivelavano un tenue color pesca ed erano decorate con un motivo floreale, che partiva dal basso e continuava su tutta la parete per poi finire sul soffitto, che era bianco candido.
Il ragazzo si alzò dal letto per poi dirigersi allo specchio posto sopra l'imponente cassettiera di legno. Passò le dita sulla superficie liscia del mobile per poi sporgersi un pò verso lo specchio esaminando la sua figura.
Sbuffò sonoramente quando i ciuffi biondi gli caddero di nuovo davanti agli occhi verdi coprendoli, invano cercò di sistemarsi per avere un aspetto decente, ma nulla da fare ormai erano anni che lui perdeva contro i suoi capelli nel misero tentativo di rendersi presentabile.
Le dita seguirono il percorso fronte-guancia-mascella-mento per poi ricadere sul mobile. Prese una boccetta verde menta che portò all'altezza del collo dove vi spruzzò una dolce fragranza, che assomigliava alla lavanda.
Si osservò un ultima volta, infastidito e disgustato del suo aspetto, per poi voltarsi e con passo pesante uscire dalla stanza.
Scese le scale in maniera piuttosto nervosa, arrivando nel piccolo soggiorno della casa dove vi era un tavolo bianco imbandito di leccornie, e dove seduti su due sedie c'erano i suoi genitori.
"Arthur ben svegliato. Dormito bene caro?" chiese una donna sulla quarantina ma non per questo brutta. Aveva un morbido caschetto biondo e due occhi verdi, che esprimevano una dolcezza disarmante.
"Insomma"
"Agitato per l'incontro con il re?" domandò un uomo alto e robusto con capelli rosso sangue e gli occhi grigi.
"Abbastanza padre"
"E' naturale, non tutti i bambini vengono chiamati a corte"
"Mamma io non sono un bambino"
"Hai solo diciassette anni, ma per me rimani ancora il bambino che mi abbracciava ogni notte per chiedermi in ginocchio di raccontargli una storia" emise una leggera risatina al ricordo, ma che fu stroncata da uno dei suoi splendidi sorrisi.
Arthur arrossì lievemente al ricordo.
"Ormai sono un uomo...ero piccolo a quei temp.." non riuscì a finire la frase per colpa di un rumore o meglio per una persona, che era sbucata dal nulla dietro di lui mettendogli un braccio in torno alla spalla e avvicinandolo a se.
"Arthur agitato per oggi?" chiese l'uomo dai capelli rossi e gli occhi azzurri, stringendolo ancora di più a se
"No Jonathan" emise un leggero borbottio arrossendo.
"Secondo me se la sta facendo addosso al pensiero" disse il nuovo arrivato nella stanza, un ragazzo alto, magro con i capelli di un tenue rosso e gli occhi grigi come quelli del padre.
"Non è assolutamente vero Charles!"
"Dai Arty non ascoltarlo, sai come Charl" sentì chiaramente la presa stingersi ancora di più intorno alla sua spalla, tanto da far corazzare la sua guancia con il collo dall'altro.
"Sembrate due innamorati" disse con voce ironica il ragazzo dagli occhi grigi
"Perchè lo siamo vero Arty?"
In quel momento il diretto interessato era arrossito ancora di più. Lui odiava queste manifestazione di affetto, lo facevano sentire a disagio ed ogni volta si irrigidiva come se avesse ingoiato un manico di scopa.
"Adesso lasciate vostro fratello, ha un appuntamento speciale con il nostro sovrano" fu il padre ad interrompere quella, che da poco per Arthur, sarebbe stata una crisi respiratoria e tutto per colpa del braccio del fratello che gli stringeva il collo.
L'aria era allegra, tranquilla e molto familiare, ma tutto fu interrotto da passi lenti che scendevano le scale.
Arthur cominciò a sudare freddo, perchè sapeva che quello che da poco sarebbe entrato lì era suo fratello maggiore Ian.
Ian era il maggiore tra tutti, seguito da Jonathan e Charles, ed infine c'era Arthur.
Tra lui e il più grande non c'erano buoni rapporti, anzi il loro modo di rapportarsi era freddo e scontroso, le uniche volte che si dicevano qualcosa era per insultarsi o schernirsi a vicenda, mai una parola d'affetto o un gesto caloroso pieno d'amore, solo occhiate glaciali che finivano con una rissa e una punizione da parte dei genitori.
Con il suo metro e ottantasette fece ingresso il rosso, che lo guardò con quegli occhi verde scuro, che avrebbero potuto congelarlo li sul posto.
"Buongiorno Ian. Dove stai andando?" chiese la madre, per alleviare la tensione che in un secondo si era creata.
Il maggiore per tutta risposta si voltò a guardare il fratellino dritto negli occhi per poi sussurrare con voce roca un insulto e andarsene via.
La stanza era ricaduta nel silenzio.
Arthur abbassò lo sguardo, gli faceva male quando il fratello si comportava in questa maniera, anche se non lo avrebbe mai ammesso per orgoglio.
"Dai Arthur non prendertela, lo sai anche tu che Ian è geloso" Jonathan gli passò una mano tra i capelli arruffandoli "Perchè tu sei stato invitato al castello e lui no"
"Ian è così e tra dieci minuti ritorna e gli passa tutto" Charles rideva ma si poteva capire che anche lui non era sicuro di quello che aveva appena detto.
Alzò la testa e ricambiò con un timido ed impacciato sorriso per poi uscire di casa e dirigersi al castello, chiudendosi la porta alle spalle.
Cercando di levarsi dalla mente gli occhi di Ian.
Adesso doveva dirigersi dal suo re.



13 Dicembre
Terra dei vampiri.
Pochi lo sapevano, ma nella terra dei vampiri era sempre notte, quindi a contrario delle idee degli altri abitanti dei confini loro erano sempre all'allerta pronti a difendersi dai nemici.
La luna piena nel cielo blu favoriva uno scenario perfettamente romantico pensò un uomo biondo, mentre baciava la sua amata momentanea.
La ragazza era una brunetta con gli occhi castani, una vera bellezza per i canoni dell'uomo.
La giovane sembrò apprezzare veramente molto la mano del ragazzo che si muoveva lungo tutta la sua schiena, visto che emise un gemito direttamente nella bocca dell'altro.
"F-Francis"
L'uomo pensò che quello fosse il momento proficuo, e con naturalezza scesa a baciargli il collo, alternando le labbra con lingua, solo quando sentì la ragazza stringersi a lui Francis la morse, bevendo il sangue.
Rimase in quella posizione per qualche secondo, il tempo a sufficienza per riuscire a prosciugare la sua vittima.
Quando ebbe finito si staccò e con delicatezza fece cadere il corpo della giovane sul manto d'erba.
"Scusa cara ma avevo fame"
Si era strano parlare con un cadavere, o meglio con quella che poco prima era la sua amante ed adesso era solo un guscio vuoto e freddo, era strano, ma lui non riusciva a starsene zitto, in qualche modo doveva farsi perdonare o almeno far capire le sue intenzioni e questo per lui era il modo migliore, almeno non si sentiva un peso sulla coscienza.
Si sistemò la camicia abbottonandola bene e si passò un amano sui capelli massaggiandoli delicatamente.
Decise di andare via, non riusciva a guardare troppo a lungo i corpi delle sue vittime, come vampiro non poteva non mangiare, ma una parte di lui si sentiva in colpa.
Era stressato e nervoso, si mise a correre. Essendo un vampiro era molto veloce e poteva percorrere lunghe distanze in pochi minuti.
Il suo re lo aveva chiamato un paio d'ore prima per dirgli quella che ha nome sua sarebbe stato la soluzione a tutti i problemi della Terra di Sin.
Ovviamente quando aveva sentito questo era rimasto a guardarlo a bocca aperta, senza sapere che cosa dire.
Si strinse una mano sulla camicia proprio all'altezza del cuore.
La piuma nera.
Questo gli aveva detto il re.
Non riusciva a capire come il suo sovrano sapesse della sua piuma nera, forse uno dei suoi amanti vampiri glielo aveva detto.
Ma a cosa serviva sapere una roba del genere?
Il suo re gli aveva detto che doveva partire per la terra dei vulcani. Alla notizia si era quasi strozzato con la saliva.
Perchè doveva partire per la terra dei vulcani?
Decise di fermarsi e di prendersi un minuto per mettere a posto le idee, in quel momento era la cosa migliore. Alla fine optò per la giusta valvola di sfogo.
Si trasformò in pipistrello e si dirisse verso uno dei suoi amanti, alla ricerca di conforto o semplicemente un pò di amore



13 Dicembre
Terra dei maghi
Palazzo del re



Quando Arthur arrivò sentì le ginocchia tremare, e per un minuto temette di cadere a terra come un idiota.
Il palazzo era di una bellezza immensa, era bianco e le tegole che ricoprivano i tetti delle torri erano verde bottiglia. Il portone era verde salvia e si apriva soltanto con un incantesimo dall'interno. Quando arrivò di fronte al portone sentì chiaramente la formula magica "SOLVER" e poi la porta si aprì.
Uno dei consiglieri del re si affrettò a venirgli incontro
"Tu devi essere Arthur vero? Su entra ragazzo mio, il re ci aspetta" fu afferrato per un braccio da una stretta abbastanza forte per un uomo della sua età. Era un uomo bassino e magro che dimostrava almeno centovent'anni se non di più, sveva una barba bianca che arrivava al petto, proprio come i capelli anch'essi bianchi, che sembravano luccicare al contrasto con la veste porpora.
"Sei agitato?"
"U-un pò"
"Il re non vede l'ora di vederti, ti stava aspettando"
"D-davvero e perchè?"
"Non temere tutto ti sarà detto a tempo debito"
Si fermarono di colpo davanti ad una porta blu con alcuni motivi d'oro.
Il consigliere bussò, per poi aprire la porta senza il minimo indugio.
"Sire ecco a voi il ragazzo"
Il re si girò verso di lui e gli fece cenno di raggiungerlo.
Stava parlando con un ragazzo alto, con i capelli biondo miele e due profondi occhi viola.
"Sono contento di vederti ragazzo mio, avvicinati. Lui è Matthew il tuo nuovo compagno d'avventure"
"C-compagno d'avventure?"
"Hai ragione sono uno sciocco non ti ho ancora detto niente. Allora vieni di la insieme a Matthew. Ti spiegherò tutto"
Il re fece da loro da guida, conducendoli in una stanza immensa dove vi era un tavolo enorme, che avrebbe potuto ospitare più di cento persone. Egli si sedette a capo tavola, invitando gli altri due a mettersi ai suoi rispettivi lati.
"Allora iniziamo dal principio" prese un fazzoletto e se lo mise sulle gambe coperte dalla veste blu "Voi conoscete la storia del re Cornelius?"
I due annuirono timidamente.
"Bene, dovete sapere che la reliquia che custodivano gli uomini è stata rubata"
a quella notizia i due lo guardarono in maniera incerta.
Come era possibile rubare la reliquia di Cornelius?
E poi per farci cosa?
"Non abbiamo voluto dare la notizia agli abitanti, per non allarmarli, ma purtroppo anche il pezzo che custodivano gli orchi è stato rubato"
"Scusi l'indisponenza Sire ma per quale motivo i pezzi sono stati rubati?"
"Cornelius è tornato"
Gli sguardi dei due ragazzi si incrociarono, il verde smeraldo di uno tremava nell'ametista dell'altro.
"Ecco perchè siete qui"
"Cosa dovremmo fare?" a parlare era stato quel certo Matthew , che stringeva tra le mani la tazzina. Era davvero un bel ragazzo pensò Arthur, forse un pò timido o intimorito, ma questo era normale, data la presenza del re.
"Prima te ne stavo parlando sappiamo che due ragazzi delle terre dei confini presentano una piuma nera sul corpo"
Arthur sussultò leggermente e strinse la mano all'altezza del cuore.
"E sappiamo che tu Matthew presenti la seconda piuma"
"Si è vero...si trova sul braccio"
Arthur sbatté leggermente le palpebre a quella rivelazione, le dita che stringevano la stoffa caddero lungo i fianchi.
"Parlo a nome di tutti i sovrani delle altre terre, noi vorremo che voi recuperaste tutti i pezzi del defunto Cornelius e li bruciaste nella tera dei vulcani"
"Nella terra dei vulcani" disse Arthur.
"Si lo so che è pericoloso, ma la profezia dice così"
"Scusi ma chi è la seconda persona che presenta la piuma?" Matthew parlò a voce bassa, quasi con la paura di sentir pronunciare una risposta.
"Ah certo è un vampiro si chiama..Fra...Francis, si, si chiama Francis" rise leggermente per la figuraccia appena fatta
"Un vampiro?" domandò Arthur senza sapere il perché.
"Si anche a me non piacciono i vampiri, ma dobbiamo unirci se vogliamo garantire la pace della terra di Sin"
"Scusi ma allora io che cosa c'entro?"
"Sai ho sentito dire che tu sia il migliore allievo della scuola di magia. E' sorprendente che un ragazzo della tua età sappia già dominare quasi completamente i quattro elementi, in più hai dei poteri di base veramente micidiali nonchè rari, per uno della nostra specie"
"Che vuol dire?"
"Lo capirai. Comunque tu Arthur avrai il compito di viaggiare insieme a Metthew e l'altro prescelto, così potrai proteggerli"
"Quindi dovrei partire con loro?"
"Ne sarei immensamente felice"
Il re lo guardò negli occhi e poi sorrise.
"D-d'accordo"
"Bene sono veramente contento... questa notte arriverà qui il secondo prescelto e allora potrete partire"
"Col vostro permesso" dissero i due ragazzi inchinandosi e alzandosi
Uscirono fuori dalla stanza e si guardarono negli occhi, giusto per trovare un pò di conforto e coraggio.
"Quindi saremo compagni d'avvenura" disse giusto per rompere il ghiaccio
"Già"
"Comunque posso vedere la tua piuma?
"Perchè?"
"Curiosità"
"Ok"
Detto questo il ragazzo dagli occhi viola alzò la manica della maglia rivelando un piuma nera di piccole dimensioni.
"Grazie"
Arthur strinse con forza le dita sulla stoffa all'altezza del cuore che batteva forte.



Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti, eccomi qui ad aggiornare la storia.
Spero vi piaccia.
Ringrazio tutti coloro che l'hanno letta, inserita tra le preferite o le seguite.
Siete la mia gioia
Ringraziamenti speciali a Lady White Witch per tutti gli innumerevoli consigli, grazie sei la migliore.
Baci a tutti
Tay66


 

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Capitolo 4
*** ๑ l'inizio del viaggio ๑ ***


๑ l'inizio del viaggio ๑

13 Dicembre

Terra dei maghi

Castello del re

La stanza del trono era immensa, il pavimento era in marmo verde bottiglia e faceva contrasto con le pareti bianche decorate con motivi ornamentali geometrici oro, il trono era al centro della stanza ed era una grande sedia con lo schienale e il sedile rivestiti di morbido velluto verde, i manici d'oro terminavano con una testa di gufo dove al posto degli occhi erano incastonati due smeraldi.

La stanza era illuminata da un grosso lampadario di cristallo d'oro, che regalava grande luce alla stanza, le pareti presentavano delle grandi finestre da cui entravano i chiari raggi della luna.

Arthur aveva avuto modo di osservare bene Matthew mentre parlava, come aveva notato era un bel ragazzo, poco più alto di lui, con dei capelli biondi e dei profondissimi occhi viola, erano davvero belli a parer suo, però purtroppo erano nascosti da un paio di occhiali dalla fine montatura.

Mattthew aveva detto di essere nato nel regno dei maghi, ma di aver vissuto lontano dalla città, preferendo i monti al trambusto del villaggio. Arthur aveva semplicemente annuito, ascoltando il suo discorso, riuscendo a capire come mai non avesse mai incontrato l'altro nella scuola di magia.

"Invece tu, da quello che ha detto il re, sei uno dei nuovi prodigi di questo regno?"

Arthur sbatté leggermente le palpebre, arrossendo poco dopo alla domanda dell'amico

"Beh..diciamo che me la cavo, ma c'è gente molto più esperta di me"

"Quali sono i tuoi poterei di base?"

"Diciamo che riesco a padroneggiare quasi completamente i quattro elementi"

"E' qual'è l'elemento con cui hai più affinità?"

"Umm...direi l'acqua, tu invece?"

"Io purtroppo so solo padroneggiare il fuoco"

"Se vuoi ti posso insegnare qualche incantesimo sugli latri elementi?"

"Davvero lo faresti?"

"C-certo...i-infondo siamo c-compagni d'avventura no?"

Dire che era arrossito come un peperone era un eufemismo.

"Si hai ragione siamo compagni d'avventura ed è giusto aiutarci a vicenda"

"E' così che si comportano due veri amici" a parlare era stato il re.

Il sovrano si avvicinò e li guardò con serietà

"Ragazzi tra poco arriveranno i vampiri e con loro anche il prescelto, quindi dobbiamo andare ad accoglierli"

All'improvviso la stanza si fece buia, ma era possibile distinguere gli oggetti grazie ai raggi della luna.

"Credo che siano arrivati" disse il re lievemente irritato dall'intrusione dei vampiri.

Arthur si girò per guardare Matthew, ma non lo trovò, si voltò di scatto ma andò a sbattere contro qualcosa.

All'improvviso il suo cuore cominciò a battere all'impazzata.


 

13 Dicembre

Terra dei maghi


 


 

Francis si sentiva sciocco ad ammetterlo, ma si sentiva un po' come uno dei rappresentati più importanti del suo regno ad essere scortato dal suo re e dalle sue guardie.

Il viaggio era stato breve, infondo la terra dei maghi confinava con quella dei vampiri.

Erano arrivati al palazzo del re, si trovavano difronte alle finestre della sala del trono, anche se ad una certa distanza per colpa della luce. Si girò per guardare il suo re, che con un sorriso malizioso, sfrecciò davanti a lui entrando nel palazzo e volando fino al lampadario spegnendo tutte le luci, il tutto ad una velocità che riuscì a sconvolgere persino Francis.

Grazie ai suoi occhi da vampiro riusciva a vedere bene al buoi.

Il suo re fece un cenno come per invitarli ad entrare, e fu così che Francis e le guardie entrarono.

La stanza era grande, si appoggiò ad una finestra mettendosi una mano sul naso.

Sangue.

C'era sangue fresco.

Ma non comune sangue, bensì il suo preferito 0 negativo.

Preso da un istinto più forte di lui si mosse veloce verso il possessore di quel sangue.

Quando lo sentì vicino aprì la bocca pronto a morderlo ma quel qualcuno andò a battere contro il suo petto, facendolo barcollare e con il rischio di cadere se non si fosse aggrappato alla schiena dell'individuo.

Quando riprese l'equilibrio posò la mano sul collo dell'altro sentendo il cuore pulsare ad una velocità impressionante, curioso di vedere chi fosse il possessore del suo gruppo sanguigno preferito abbassò lo sguardo quel che bastava per incontrare qualcosa che gli fece sgranare gli occhi.


 

Arthur sentì la mano del vampiro sul proprio collo, preso dal panico cominciò a pensare a quale incantesimo usare per stordirlo.

Alzò il viso da quello che doveva essere il petto dell'altro, cercando di guardarlo ma con quel buio non riusciva a scorgere niente di umano.

"Elwood richiama all'ordine i tuoi vampiri, prima che decida di fare un incantesimo e trasformali in cenere" la voce del re tuonò forte alle sue spalle.

"Va bene vecchio brontolone"

Con un gesto il re richiamò i vampiri.

Arthur sospirò di sollievo e con un gesto brusco prese la mano dell'altro spostandola, ma al contatto con quella sentì una scossa in tutto il corpo.

All'improvviso nella stanza comparve una fioca luce, che gli permise di esaminare il suo quasi assassino.

Era un uomo alto, magro, con le spalle larghe e due braccia muscolose, i capelli erano biondi e gli solleticavano il collo ma la cosa che più lo colpì erano gli occhi, erano due pozzi di mare, che lo fissavano. Senza motivo arrossì e decise di sfogarsi urlando contro lo sconosciuto.

"Ma sei malato pezzo di idiota?Mi stavi per uccidere capisci?UCCIDERE"

Francis osservò il ragazzo, trovandolo bellissimo, era bassino e magro, aveva i capelli biondi, delle folte sopracciglia sotto cui spiccavano due meravigliosi occhi verdi.

Ma era possibile avere gli occhi di quel colore? Questo si domandava mentre con una faccia da ebete fissava lo sconosciuto.

La domanda dell'altro lo svegliò dai suoi pensieri, come era possibile che una creatura così bella avesse una voce così stridula ed acuta.

"Cosa?" domandò confuso

"Ma sei stupido o cosa?Mi stavi per mordere vile codardo"

"Ehy io non sono codardo"

"Certo hai ragione..aspetta ricordami chi è che stava sfruttando il buio per uccidermi perchè mi sfugge" urlò l'altro

"Calamti io volevo.."

"Tu cosa?"

Francis fu quasi scioccato di sentirsi dire certe cose.

"Oh Byrne,ma per caso quel ragazzo è tuo parente?" chiese il re dei vampiri indicando Arthur

"No, ma se continua così potrebbe diventarlo" rispose in maniera scherzosa guardando quasi con fierezza la scena.

"Questo vuol dire che voi maghi siete inospitali e aggressivi"

"Elwood mi pare che sia stato il tuo ragazzo ad aggredire il mio e non il contrario"

"Vabbè lasciamo stare, comunque chi dei due è il prescelto?"

"Il ragazzo silenzioso. Voi due adesso finitela e venite qui"

I due ragazzi si voltarono verso il re dei maghi, decisero di andare verso i sovrani ma non prima di essersi guardati male un ultima volta.

"Complicati questi maghi vero?" chiese giocoso Elwood a Francis

"Abbastanza signore"

"Ti dovrai abituare alla sua presenza"

"E' lui il prescelto?" chiese allarmato

"No è quello lì silenzioso"

"Chi?"

"Piacere io sono Matthew" disse un ragazzo tendendogli la mano.

Era un ragazzo carino, alto, magro, con un taglio di capelli simili ai suoi (ma i suoi erano più belli) e due occhi viola veramente belli.

"Piacere Francis, il tuo compagno d'avventure" disse ammiccando, facendo arrossire l'altro.

"Comunque Elwood anche lui andrà con loro" disse il re di maghi indicando Arthur

"Perchè?" chiesero in sincronia sia il re che il vampiro

"Si da il caso che Arthur sia il miglior allievo della scuola di magia, sarà lui ad aprire gli scrigni che contengono le reliquie di Cornelius"

Tutti si voltarono verso il re, anche il mago nominato.

"Io dovrei aprirli?"

"Certo Arthur, hai un grande potenziale devi solo imparare ad usarlo"
"Sei sicuro Byrne?"

"Certo"

"Beh, caro Francis ti toccherà sopportare anche l'altro maghetto"

"Mio Dio"

"Non è che io sia contento di passare del tempo in tua compagnia sia chiaro"

"Non temere me lo hai fatto capire benissimo"

"Bene adesso sono più tranquillo"

"Una cosa Sire" disse il vampiro voltandosi verso il suo re

"Dimmi pure"

"Questo qui" disse in maniera brusca rivolta verso il mago con cui aveva litigato "Possiede il mio GSP"

I vampiri avevano avuto la brillante idea di inventare un codice per poter dire alcune cose senza che gli altri abitanti delle terre potessero capire. Il GPS era il gruppo sanguigno preferito.

Il re rimase qualche minuto a pensare al da farsi.

"Mi dispiace Francis ma dovrai trattenerti per il bene della missione" il monarca parlò con una voce così seria che il suo secolare rivale rimase spiazzato

"Come volete Sire"

"Comunque come faremo a trasportare i pezzi?" chiese Matthew, fino ad allora dimenticato

"Un incantesimo per rimpicciolire le reliquie sarà più che sufficiente" rispose Byrne

"Ma io non so.."

"Non ti preoccupare Matthew, ci penserà Arthur"

"Adesso Byrne devo salutarti, io e le mie guardie dobbiamo tornare al castello, ma è stato un piacere vederti vecchio brontolone" detto questo Elwood scomparve insieme ai suoi seguaci.

"Quindi tu sei Francis?"

"Si Sire"

"Ti avverto, che sei farai del male ad uno dei miei ragazzi, ti riduco in cenere capito?" il re lo minacciò guardandolo in maniera truce

"Certo chiarissimo"

"Bene. Portate qui la reliquia" ordinò il monarca.

Dalla porta entrarono due guardie, una di loro con in mano uno scrigno oro e verde.

"Arthur vieni qui"

Il ragazzo si avvicinò al suo sovrano.

"Devi dire "Daf ne Ket" Chiaro?"

Arthur annuì e prese lo scrigno in mano, si schiarì la voce e lanciò l'incantesimo

"Daf ne Ket" lo scrigno si aprì e ne uscì una potente luce, Francis fu costretto ad indietreggiare coprendosi il volto.

All'interno si trovava la lingua di Cornelius

"Adesso rimpiccioliscila"
"Pico de fex"

La lingua diventò piccolissima.

Il re la mise dentro uno scrigno più piccolo

"Questo devi custodirlo bene, hai capito Matthew?"

"Certo mio re"

"Mi dispiace dirvelo, ma dovrete partire adesso. I vampiri non posso viaggiare di giorno."

"Grazie di tutto Sire"

"Non ringraziarmi Arthur, siamo noi a dover ringraziare voi" detto questo dalla porta entrarono tutti i lavoratori e le guardie del re e si inchinarono di fronte ai tre ragazzi.

I cuori battevano all'impazzata.

Le menti erano affollate di pensieri.

Vivere o morire.

La missione era appena iniziata.


 


 


 

Angolo dell'autrice:

Ciao a tutti.

Ecco qui il nuovo capitolo, spero vi piaccia.

Ringrazio tutti coloro che leggono la mia storia e quelli che recensiscono.

Ringrazio nuovamente Lady White Witch, che è per me fonte di ispirazione e di innumerevoli consigli.

Baci a tutti.

Tay66


 


 


 


 


 

 

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Capitolo 5
*** ▓ gesti inaspettati ▓ ***



13 Dicembre

Terra dei maghi

Casa Kirkland





La Luna piena illuminava la casa, rendendola quasi fiabesca, i chiari raggi accarezzavano quasi con dolcezza le tegole scure e i petali chiusi dei fiori, che si trovavano ai rispettivi lati del portone scuro, solo la maniglia dell'entrata sembrava scintillare nell'ombra.

L'aria fredda di dicembre soffiava con forza verso il frangivento che girava con una certa velocità, provocando un rumore sinistro.

Il vento sembrava ululare, mentre con violenza sbatteva contro gli alberi che circondavano la casa, i rami si piegavano verso il basso, oscillando come mani nel buio.

Dal camino usciva del fumo a causa del caminetto accesso, infatti dalla finestra sbucava una fioca luce, che sembrava un raggio di vita in mezzo alla morte.

"Certo che questo posto ha un aria spettrale" dichiarò il vampiro grattandosi una guancia, guardando con curiosità lo scenario.

"Stai per caso criticando la mia casa?!" rispose il maghetto con gli occhi verdi, infastidito dal commento dell'altro.

"Certo che no, volevo solo dire che fa un po' paura" disse, cercando di non fare arrabbiare il biondo.

"Se ti fa paura una semplice casa non immagino cosa farai quando arriveremo nella terra dei vulcani" disse con aria compiaciuto di fronte alla faccia irritata del vampiro.

Non avevano fatto altro che lanciarsi frecciatine. Matthew era rimasto zitto per quasi tutto il viaggio verso la casa di Arthur, aveva fatto solo qualche intervento, cercando di calmare le furie degli altri due.

"Non ti preoccupare non scapperò via come te"

Francis guardò con aria di sfida il ragazzo dagli occhi verdi, aspettandosi un'altra frecciatina

"Vedremo" rispose seccato l'altro

"Non ricominciate ragazzi" implorò Matthew, mettendosi davanti a Francis.

"Mi spieghi perchè siamo venuti qui?" chiese il vampiro, gurdandosi intorno

"Devo prendere alcune cose per il viaggio" disse secco Arthur, avvcinandosi alla casa.

Bussò, ma nessuno venne ad aprire, allora decise di prendere il mazzo di chiavi che tenevano sotto il vaso di rose.

Presa la chiave la inserì nella fessura, la fece girare e la porta si aprì

"Entrate pure" invitò il maghetto agli altri due che erano rimasti a pochi passi di distanza dall'abitazione.

"Non vedo niente" disse Matthew rischiando di inciampare nel tappetto blu con la scritta "Benvenuti" all'ingresso, caduta che fu fermata dalle braccia del vampiro che gli cinsero il busto per evitare che l'altro si facesse male.

Il maghetto dagli occhi viola a quel contatto improvviso arrossì leggermente

"G-grazie" balbettò

"Devi stare attento se on rischi di rovinare questo grazioso visetto e noi non vogliamo questo...no?" chiese seducente, facendo arrossire ancora di più 'altro che annuì imbarazzato.

Arthur, che era rimasto a fissare la scena, trattenne a fatica un verso di disgusto, limitandosi a guardare gli altri due con aria scettica.

"Geloso bruchetto?" chiese il vampiro

Era da quando si erano conosciuti che non faceva altro che chiamarlo bruchetto o bruco, mentre lui si era limitato a chiamarlo rana, cercando di calcare con più fastidio quella parola.

Arthur inarcò un sopracciglio "Geloso? Di te? Mi prendi in giro? E poi non chiamarmi Bruchetto!" finì arrossendo senza capirne il motivo.

"Che sfortuna! Ed io che pensavo di aver fatto breccia nel tuo cuore" disse ironico l'altro, allontanandosi dal maghetto che aveva appena aiutato per dirigersi verso l'altro "Mi sa che dovrò impegnarmi" disse prendendo, delicatamente con l'indice e il pollice, il mento dell'altro per potersi specchiare negli occhi verdi.

L'altro a quel contatto così improvviso e vicino arrossì di più, gurdandando gli occhi profondi del vampiro,l asciò vagare lo sguardo sul volto dell'uomo trovandolo...fastidioso.

Schiaffeggiò la mano dell'altro, corruggò le sopracciglia per dare un aria da dura alla sua figura minuta, riuscendo però a provocare l'effetto contrario, ovvero quello di un bambino offeso.

"SENTI RANA MANIACA DEVI TENERE LE TUE MANI..." aveva preso ad urlare in una maniera stridula. Francis sentendolo decise di tappargli la bocca con la sua mano.

"Stai zitto!" disse divertito, guardando l'altro arrossire per il nuovo contatto ravvicinato tra i due.

"Mnnmmm" disse l'altro cercando di liberarsi dalla mano dell'altro.

"Cosa succede li?" chiese un uomo alto e robusto con i capelli rossi

"Mmmmm" cercò di dire il maghetto e visto che l'altro non lo lasciava decise di morderlo.

"AHIA! Ma sei impazzito??" chiese mentre si massaggiava la parte dolente

"Sei tu che non mi lasciavi rana"

"Arthur sei tu?" chiese l'uomo in alto alle scale

"Si papà sono io" disse, girandosi verso il padre

"Leon cosa succede?" a parlare era stata una donna bionda con gli occhi verdi, quando Francis la vide si voltò subito verso il maghetto notando la somiglianza incredibile con quella, che doveva essere la madre.

"Non ti preoccupare tesoro è Arthur"

"Arthur bambino mio" disse la donna andando ad accendere la luce.

"NO!Non accendere la luce" gridò il diciassettenne arrossendo.

"Perchè?" domadò confusa e spaventata la madre.

"Prendi delle candele e ti spiego"

La donna ed il marito scesero le scale, notando in quel momento i due ospiti, il padre lanciò uno sguardo interrogativo al figlio.

La madre di Arthur prese delle candele e le mise sul tavolo, che si trovava nella stanza da pranzo, che era illuminata anche dal camino. Nell'accenderle andò a sbattere contro una sedia provocando un rumore stridulo, che sveglio i tre figli al piano di sopra.

"Chi c'è lì?" urlò un uomo dai capelli rossi e gli occhi azzurri, sbucando dalla porta con in mano qualcosa, che assomigliava ad una scopa, seguito da un ragazzo più basso, con i capelli di un rosso più chiaro e gli occhi grigi, che teneva in mano una padella.

"Jonathan!Charles! Posate immediatamente quegli oggetti!" disse la madre, accendendo finalmente le candele e rivelando agli occhi dei due figli la presenza degli ospiti.

"Noi credevamo ci fosse un ladro" cercò di giustificarsi il più grande, appoggiando la scopa alla parete.

"Cos'è questo trambusto?" tuonò una voce cavernosa.

Arthur si immobilizzò, riconoscendo quella voce.

Dalla porta entrò un uomo alto e muscoloso a torso nudo, si passò una mano nei capelli rossi e con gli occhi verde scuro lanciò occhiate irritate a tutti i presenti, specialmente al più piccolo dei Kirkland.

"Ian, non volevamo svegliarti" disse la madre percependo la tensione

"Chi sono?" disse il figlio maggiore indicando con un movimento della testa i due ospiti

"Beh!loro sono...Scusate ma non conosco i vostri nomi" la donna si girò verso i due ragazzi guardandoli.

"Scusi il disturbo signora, io sono Matthew e sono il compagno d'avventure di vostro figlio" disse il maghetto arrossendo.

"Piacere signora io sono Francis, anch'io compagno del bru.." una gomitata in pieno stomaco del bruchetto gli fece interrompere la frase "di vostro figlio" finì, tenendosi una mano sullo stomaco, guadagnandosi un'occhiataccia dall'altro.

"Compagno d'avventure?" chiese il padre confuso

"Si, ti posso spiegare tutto"

"E meglio che ci sediamo, cara porta del tè per i nostri ospiti"

Nella stanza si sentiva solo la voce ferma di Arthur che raccontava tutto quello che il re gli aveva detto, dell'incarico, della destinazione. Parlò dei suoi compagni d'avvenuta, spiegando perchè la luce non potesse essere accesa. La madre si allarmò un attimo quando seppe che Francis era un vampiro, invece i suoi due fratelli maggiori guardavano adoranti il vampiro, come se si trattasse di un alieno, mentre Ian lanciava occhiatacce a tutti.

"Non lascerò che mio figlio parta per un viaggio così pericoloso" dichiarò la donna portandosi una mano al petto, cercando di rallentare i battiti furiosi del suo cuore

"Mamma te l'ho già detto non sono un bambino, in più il re ha chiesto personalmete di me, non posso deluderlo così"

"Non mi importa di quello che ha detto il nostro sovrano, tu non partirai"

"Mamma non fare così perf.."

"Ho detto di no, non lascerò che mio figlio muoia" disse con le lacrime agli occhi

"Tesoro calmati" cercò di calmarla il marito

"Tu sei d'accordo che lui parta per questo viaggio?" chiese

Il marito girò la testa dall'altra parte

"Come immaginavo...mi dispiace per il re e per tutti gli altri ma tu non partirai"

"INVECE IO PARTIRO' CHE LA COSA TI PIACCIO O NO!" urlò il più giovane dei Kirkland, alzandosi e dirigendosi a grandi passi verso la sua stanza, che fu chiusa con un violento colpo di porta.

Nella stanza cadde il silenzio, interrotto solo dai singhiozzi della madre.





Arthur sbuffò sonoramente, mentre prendeva una borsa a tracolla e la riempiva di alcuni vestiti e di alcuni libri di magia, che gli sarebbero serviti.

All'improvviso vide la porta aprirsi.

Gli cadde il libro dalle mani quando vide Ian nella sua stanza.

"Che cosa c'è?" sussurrò

"Non sono venuto qui a dirti di non partire, se è questo che pensi" arrossì leggermente e questo lasciò stupito il fratello, Ian non arrossiva mai.

"Allora che cosa volevi dirmi?" quasi si commosse, quella era forse la prima volta dopo anni, che si parlavano civilmente

Ian si avvicinò a lui ed Arthur rimase immobile, perchè il gesto che seguì lo spiazzò. Suo fratello lo stava abbracciando.

Sentì chiaramente il braccio di Ian, che gli cingeva le spalle e l'obbligava a scontarsi con il suo petto. Il rosso appoggiò la testa sopra ai capelli biondi del fratello.

"Cerca di tornare vivo" gli disse abbassandosi al suo orecchio.

Senza sapere perchè Arthur cominciò a piangere stringendosi al fratello,c he per anni aveva sentito distante.

Pianse lacrime di felicità, tristezza, solitudine, sorpresa e tante altre emozioni, che travolsero con potenza l'altro che lo strinse maggiormente a se.

Ian, per la prima volta, si sentì veramente felice, sapendo di aver fatto la cosa giusta.





Quando Arthur scese le scale sorrideva timidamente, aveva gli occhi lucidi dovuti al pianto di prima.

Si sentiva più leggero, mentre si appoggiava sulla spalla la borsa a tracolla.

"Stai attento Arty" disse dolcemente Jonathan, accarezzandolo.

"Cerca di non morire subito" scherzò Charles, anche se stava per piangere

"Sono fiero di te" gli disse il padre, abbracciandolo

Guardò la madre negli occhi, la donna non aspettò oltre e si lanciò verso di lui, abbracciandolo e piangendo.

"Torna presto bimbo mio" gli disse, mentre gli baciava le guance e la fronte.

Arthur si trattene, il dolore di sua madre lo stava ferendo.

Guardò Ian che lo salutò con un cenno di testa.

Si girò, pronto ad andare via.

"Non vi preoccupate tornerò presto" disse sorridendo sinceramente.





Francis era rimasto affascinato dal sorriso sincero dell'altro, non lo avrebbe mai ammesso al bruco in questione, ma per un attimo aveva sentito quel cuore che non batteva da decenni risvegliarsi.

Si schiaffeggiò il viso con forza, per non ricadere di nuovo in quel pensiero sciocco, che non aveva fatto altro che torturarlo da quando erano andati via.

"Rana come mai sei così silenzioso?"

Francis si voltò verso il maghetto.

"Pensavo"

"Quindi sai fare anche quello?"

Altra frecciatina.

"Certo" decise di stare al gioco

"Sai rischi di stupirmi rana" disse sarcastico l'altro.

"Se mi dici tutte queste cose carine mi farai sentire in imbarazzo" disse ironico

Matthew rise debolmente, mentre l'altro ghignò.

"E a cosa stavi pensando di così complicato, da rimanere in silenzio per una decina di minuti?"

"Come mai vuoi saperlo?" chiese maliziosamente, facendo arrossire l'altro.

"Se non vuoi dirmelo non fa niente"

"Non ho detto questo, io detto perchè?"

Come faceva quel deficiente a dire una cosa così intelligente?

"Tanto per sapere" disse girando la testa dall'altra parte, per non avere la ranocchia nel suo campo visivo.

"Pensavo ad una cosa bella" sorrise, portandosi la mano tra i morbidi capelli biondi.

L'altro non pensò minimamente che si stesse riferendo a lui.

"Ho capito" disse

"Dove stiamo andando?" chiese Matthew

"Terra delle fate" gli rispose il mago

"Fate, sono veramente carine, forse un pò timide ma su quello si può lavorare" disse il vampiro leccandosi le labbra.

"Fai schifo rana maniaca!"

"Non dire così, dovresti saperlo, una volta che scopri il piacere del sesso non riesci a fermarti"

Arthur a quelle parole si irrigidì in maniera evidente.

"Cos'è ho detto qualcosa di poco opportuno?" disse sinceramente curioso dello strano comportamento dell'altro.

"No rana"

Decise di rimanere in silenzio, conscio dell'imbarazzante segreto che custodiva.

"Allora muoviamoci" disse il vampiro ritrovandosi davanti ad un bivio e imboccando la sinistra.

"In verità rana, dobbiamo andare a destra"

"Si, lo sapevo"

"Come no"

"Dubiti delle mie capacità?"

"Tu hai delle capacità?"

"Ehy io ho molte capacità nascoste"

"Molto nascoste"

"E tu che cosa ne sai?"

"Non sembri un tipo..sveglio"

"Beh aspetta di vedermi all'opera prima di parlare bruco"

"Non mi chiamare bruco! Rana!"

"Bruco"

"Rana

"Bruco"

"Rana"

"BRUCO"

"RANA"

"Ragazzi non sarebbe meglio fare pace?" chiese Matthew, ma nessuno dei due lo ascoltò

L'avventura era appena iniziata.

Prima tappa:la terra delle fate















 

Angolo dell'autrice:

Ciao eccomi qui a pubblicare il nuovo capitolo.

La storia però proseguirà solo se riceverò dalle  2 recensioni in su.

Ringrazio coloro che hanno letto la storia, coloro che l'hanno inserita tra i preferiti e le seguite.

Baci

Tay66 ^_^

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