Life Changes

di Despicable Meggs
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

Era stata una giornata contrassegnata dai successi. Avevano chiuso il caso a cui lavoravano già da una settimana ed essendo in anticipo sulla tabella di marcia sarebbero andati a casa presto.
Non si poteva chiedere di meglio considerando che era anche giovedì e la settimana lavorativa stava per finire.

"McGee, Ziva vi propongo una gara. L'ultimo che finisce di scrivere il rapporto paga da bere per tutti. Il primo decide il locale in cui andare. Ci state?" disse Tony.
"No" risposero all'unisono sia Ziva che McGee.
"Oh, che pallosi che siete! Possibile che nessuno abbia mai voglia di divertirsi qui?" esclamò Tony.

In realtà non era un problema di non aver voglia di divertirsi, il punto era che sia Ziva che McGee avevano visto Gibbs arrivare e ora stavano cercando di chiudere la conversazione prima che fosse tardi.
Ma come al solito Tony insisteva e alla fine Gibbs sentì tutto.

"DiNozzo!" disse dandogli un sonoro scappellotto.
"Invece di pensare a scrivere velocemente, pensa a scrivere decentemente. O domani dovrai rifare tutto da capo" aggiunse.

Guardò i suoi tre agenti che scrivevano e si rimise seduto alla sua scrivania. Tony fissò i colleghi, scocciato. Come al solito si era preso uno scappellotto e loro ne erano usciti incolumi.

"Forza finite il lavoro e correte a casa, prima che mi venga voglia di assegnarvi nuovi compiti" ordinò Gibbs.

A quel punto tutti e tre cercarono di darsi una mossa. Avevano voglia di avere un po' di tempo libero e molto probabilmente sarebbero usciti assieme a bere qualcosa o magari a cena, prima di rincasare e rilassarsi un po'.
Tony avrebbe di sicuro guardato un vecchio film sul suo divano e McGee avrebbe dedicato un po' di tempo al suo nuovo romanzo.
Ziva aveva già pensato di godersi un bel bagno caldo, magari con la schiuma e un po' di musica rilassante in sottofondo. E perché no, magari il tutto leggendo un buon libro.

Ma i suoi piani saltarono quando una persona che non conosceva comparve alle scrivanie.
La guardia aveva appena chiamato Gibbs dicendo che c'era una donna che voleva parlare con i suoi agenti e lui aveva acconsentito a farla salire.

Quando la donna arrivò rimasero tutti pietrificati.
Era una donna sulla cinquantina, indaffarata e con le borse sotto gli occhi. Sembrava non essere americana, o meglio non degli Stati Uniti.
Ma la cosa che colpì tutti immediatamente fu la persona che era al fianco della donna.

"Dovrei parlare con l'agente... David, Ziva David" disse la donna leggendo il nome da un foglio che teneva in mano.
L'altra mano la stava usando per stringere la manina di una bimba decisamente piccola e spaventata.

"Sono... Sono io" disse Ziva uscendo da dietro la scrivania e presentandosi alla donna.

Guardarono tutti la scena in silenzio, non avendo la più pallida idea di cosa stesse succedendo.
Proprio per quello i tre uomini si avvicinarono a Ziva, con fare molto protettivo. Sapevano che qualsiasi cosa stesse per succedere l'avrebbero affrontata come squadra, tutti assieme.

"Sono qui per darle due notizie. C'è un luogo in cui possiamo parlare?" chiese la donna.
"Qui" rispose Ziva decisa.
"E poi prima di tutto si presenti" aggiunse Gibbs.

"Sono Maia Lopez, un'assistente sociale" si presentò.
"È sicura che possiamo parlare qui?" aggiunse rivolta a Ziva.
"Certo, io non ho nulla da nascondere ai miei colleghi" rispose lei sicura.

Se solo avesse saputo quello che stava per succedere. Forse avrebbe preferito un luogo più raccolto, con più privacy.

"Va bene allora inizio prima di tutto dandole questa busta, è indirizzata a lei e ci sono alcune spiegazioni all'interno" disse consegnando una lettera a Ziva.

Lei riconobbe la calligrafia ma nn immaginava quello che le stava per dire Maia.

"Mi dispiace comunicarle che la sua amica Monique Lisson è morta un paio di settimane fa" aggiunse la donna.
Sapeva che sarebbe stato meglio dare la notizia in privato ma non aveva né voglia né tempo di discutere.
E ora si ritrovava davanti una donna palesemente sconvolta che la fissava.

Non appena aveva sentito pronunciare quelle parole, Ziva si era portata una mano davanti alla bocca.
Era sconvolta, stava succedendo di nuovo. Una persona a cui voleva bene, una sua grande amica era morta.
Si chiese se fosse lei a portare sfortuna, se davvero tutte le persone che amava sarebbero morte e lei si sarebbe trovata sola.

Sentì un paio di mani appoggiarsi sulla sua schiena e con la testa tornò alla realtà. La realtà dove la sua amica era morta e aveva davanti a sé un'assistente sociale e una bambina che assomigliava in modo esagerato a Monique.

Erano le mani di Gibbs e Tony. Le erano di fianco e non avevano esitato un attimo a sostenerla, non appena si erano resi conto della notizia.

"Come è successo?" riuscì a dire Ziva in qualche modo senza crollare davanti a tutti.
Nonostante la forza che stava dimostrando una lacrima le cadde dall'angolo degli occhi.

"La versione censurata per i minori è che... Delle persone cattive hanno fatto del male a Monique e lei non tornerà più a casa" disse guardando la bambina che teneva per mano.

Non voleva farla agitare in quel momento e non era certo il caso che sapesse ogni dettaglio.

"Oddio, Monique..." disse Ziva mettendosi una mano sul volto.
Sapeva che sarebbe finita così, Monique non le aveva mai dato retta e trovava sempre un modo per mettersi nei guai.

"Ziva, vuoi sederti un attimo?" le chiese Gibbs sottovoce.
"No... Sto bene" rispose lei riprendendosi immediatamente.
"Vuoi che ti porti un bicchiere d'acqua?" domandò Tony.
"Ok..." disse guardandolo negli occhi.

Tony poté vedere la confusione e la tristezza negli occhi della sua amica e avrebbe voluto poter fare qualcosa per alleviare il suo dolore, in quel momento.
Fece per andare a prenderle l'acqua ma McGee lo fermò.

"Lascia, resta con lei. Vado io" propose. Sapeva che rapporto ci fosse fra lui e Ziva ed era sicuro che lei lo volesse al suo fianco in quel momento.
"Grazie, Tim" rispose Tony.

A quel punto Ziva prese un bel respiro e parlò di nuovo.

"Ha detto che doveva darmi due notizie. Ne manca una" disse.
"Esatto. La sua amica, Monique, aveva una figlia" iniziò Maia indicando la bambina accanto a sé.
"Si chiama Anja, ha tre anni e mezzo" aggiunse.

Fissarono tutti la bambina in piedi davanti a loro. Sembrava davvero piccola, ma soprattutto terrorizzata. Li guardava preoccupata di quello che sarebbe successo.

"Vede, quando dopo il funerale abbiamo aperto il testamento abbiamo trovato la lettera che le ho appena consegnato e come ultima volontà di Monique quella che fosse lei ad occuparsi della figlia" spiegò Maia.

E quel punto a tutti fu chiaro il motivo della visita di quella donna. Era venuta per lasciare a Ziva una bambina di tre anni di cui non conosceva l'esistenza.

"Che cosa?" chiese Ziva confusa.
"Con calma. Io non sapevo nemmeno che Monique avesse una figlia e ora lei mi sta chiedendo di prenderla?" aggiunse.

Erano tutti sotto shock insieme a Ziva. Nessuno si aspettava che questo succedesse e non sapevano nemmeno cosa dire.
Tony iniziò a muovere la mano lungo la schiena di Ziva, la vedeva davvero troppo tesa. Anche McGee che era appena tornato con il bicchiere d'acqua rimase sconvolto dalla notizia.

"Il punto è questo, signorina David. La bambina non ha più nessun parente in vita e ci sono solo due possibilità: o lei decide di prenderla oppure la riporto in Colombia con me, dove viveva con la madre, e l'affido ad un orfanotrofio. Entrerà nel sistema delle adozioni sperando che una famiglia con un po' di buon senso decida di prenderla con sé" spiegò Maia.

"Mi dia almeno un attimo per riflettere, non é una cosa semplice" disse Ziva prendendo il bicchiere d'acqua che Tim le stava porgendo e bevendo tutto il suo contenuto in un sorso.

"Temo che il suo tempo per decidere sia molto ridotto. Deve darmi una risposta ora. Deve decidere adesso perché io ho un altro volo prenotato per tornare a casa" rispose la donna con aria di sufficienza.

"Mi perdoni, lei viene qui a dare due notizie del genere e si aspetta che Ziva le dia una risposta così su due piedi? Si rende conto che adottare una bambina non è come fare la spesa al supermercato?" intervenne Tony alterato dal comportamento della donna.

"Certo che me ne rendo conto, sono un'assistente sociale. Mi occupo di cose del genere tutti i giorni quindi non venga a parlarmi di difficoltà nelle adozioni" rispose Maia.
"Beh allora capirà che l'agente David ora si trova in un momento di difficoltà. Le dia tempo" disse Gibbs autoritario.
"Glielo ho detto, ho poco tempo. E mi serve una risposta subito. Guardi non è un problema se non vuole, nessuno la obbliga. La porterò in un istituto e se ne occuperanno loro" rispose l'assistente sociale.
"Per lei è facile, non gliene frega nulla" commentò Tony.
"Non si permetta, ho molto lavoro da svolgere io!" rispose la donna.

Tony stava per ribattere quando Ziva lo interruppe.

"D'accordo, va bene. Può restare con me" disse lasciando tutti senza parole. La fissarono in silenzio.
"È la figlia di Monique, una delle mie migliori amiche. Mi ha chiesto questo piacere e io ho intenzione di rispettare il suo desiderio. In più non lascerò che la sbattano in un istituto in Colombia. Immagino solo che razza di posti abbiano là" si affrettò a spiegare.

"Ok, Ziver. Tu non ti devi preoccupare di nulla, siamo tutti qui per te" le sussurrò Gibbs stringendole la mano.
"Grazie" rispose lei. Dalla voce si intuiva che fosse sul punto di piangere ma tutti sapevano che non si sarebbe mai lasciata andare davanti a tutti.

"Perfetto, mi servono un paio di firme e poi siamo a posto per ora. La bambina resterà in affidamento da lei finché gli assistenti sociali non decideranno di approvare l'adozione. Ma non credo ci saranno problemi visto che è stata la signorina Lisson a nominarla nel testamento. È più che altro una questione burocratica" commentò la donna.

Ziva si affrettò a firmare e a prendere il piccolo borsone che conteneva un po' delle cose di Anja e alcuni documenti che la donna le aveva lasciato.
L'assistente sociale le disse che avrebbe fatto spedire il resto delle sue cose entro la fine della settimana successiva.
Salutò la bambina e se ne andò come se nulla fosse. A quel punto tutto era nelle mani di Ziva. Lasciò sulla scrivania i fogli e la busta e si voltò verso la bambina che era ancora in piedi, ferma immobile.

"Anja, ciao. Tranquilla va tutto bene... Viene siediti sulla mia sedia" disse porgendole la mano.
La bambina, che la guardava confusa, esitò un attimo prima di prendere la mano di Ziva e sedersi.

"Lo sai chi sono io? Mi chiamo Ziva e sono un'amica della mamma" le spiegò. Non sapeva se Monique le avesse mai parlato di lei e siccome Anja ancora non aveva parlato decise di iniziare lei la conversazione.
Inizialmente aveva anche paura che Anja non parlasse le loro lingua.

"Lo so... Sei la ragazza nella foto con la mia mamma. Lei diceva che tu eri la sua migliore amica. La mamma è morta ora" rispose Anja parlando per la prima volta.

Iniziò a mordicchiarsi le dita e a guardarsi in giro, spaventata. Poterono notare tutti quanto fosse agitata.

"Lo so... Ma stai tranquilla, adesso ci siamo noi" le disse accarezzandole il volto.
"Hey, Anja. Io sono Tony. Dimmi, hai sete? Vuoi un po' d'acqua?" le chiese.

Anja annuì, guardando Tony negli occhi. Solo allora anche lui si accorse della somiglianza con Monique. L'aveva vista una volta sola ma poteva giurare che avessero gli stessi occhi.

Mentre Tony andava a prendere dell'acqua Gibbs e McGee rimasero con Ziva.

"Se vuoi io posso cercare qualcosa su di lei. Magari scopriamo cose utili, visto che l'unica cosa che l'assistente sociale ha lasciato è una cartella clinica praticamente in bianco" si offrì McGee.
"Ti ringrazio, sarebbe utile Tim" rispose Ziva sorridendo.

Gibbs rimase a parlare con Ziva, dandole consigli e dicendole che lui sarebbe stato lì per qualsiasi cosa.
Anche Abby e Ducky, dopo essere stati avvisati da Tim, li avevano raggiunti. Ma questa volta Abby, essendo stata avvertita di quello che era successo, non si comportò come al solito. Rimase composta, quasi in silenzio, a guardare sia Ziva che la bambina.

"Mia cara, perché domani mattina non mi porti questa bella bambina così ci assicuriamo che stia bene?" le propose Ducky

Anja sembrava essere a posto, ma un controllo non avrebbe fatto male. In fondo non sapevano nulla di lei e magari avrebbero scoperto che aveva bisogno di attenzioni particolari.
"Certo Ducky, grazie" disse lei sorridendogli.

Nel frattempo anche Abby si era avvicinata e stava guardando Anja che si stropicciava gli occhi.

"Ziva, lo sai che se hai bisogno la mia porta è sempre aperta. I bambini mi adorano, sarei felice di aiutarti" le disse Abby.
"Lo so, grazie. Se avrò bisogno di una baby sitter sarai la prima che chiamerò" rispose Ziva lasciando che Abby le desse un rapido abbraccio.

Ora erano tutti lì, anche Tony che era tornato con l'acqua per Anja. Parlavano tra di loro mentre Ziva cercava di far bere la bambina senza farla bagnare.

"Guarda come è piccola e come è spaventata" affermò Abby parlando con i colleghi.
"Penso lo saremmo tutti se fossimo nei suoi panni" commentò Tony.
"Ziva è sconvolta, non la vedevo così da quando..." iniziò McGee.
"Da quando è morto suo padre" concluse Tony mentre tutti si voltavano verso Ziva e Anja.

Gibbs le si avvicinò, lui aveva avuto una figlia sapeva cosa fare.

"Ziva... Lei è molto stanca ora" gli suggerì.
"Si lo vedo, non ha fatto altro che sbadigliare" rispose lei.
"Anja, sei stanca tesoro? Vuoi venire in braccio a me?" le chiese Ziva. Non sapeva se stava facendo bene. Non aveva idea di come crescere una bambina.

Ma quando Anja si alzò in piedi e si andò a buttare tra le sue braccia, Ziva capì che probabilmente quello era proprio ciò che voleva la bambina.

Si alzò in piedi mentre Anja si sistemava tra le sue braccia e appoggiava la testa sulla sua spalla.
Si rese conto che aveva bisogno di un bagno. Ma decise che glielo avrebbe fatto il mattino dopo. Ora era troppo stanca e non era nemmeno sicura che arrivasse a casa sveglia.

"Ziva, prendi le tue cose e andate a casa. Ti accompagnerà Tony" le disse Gibbs.
"Capo, posso guidare" rispose lei.
"Lo so, ma non puoi far sedere in macchina una bambina di tre anni senza il seggiolino. Tony ti porterà a casa e domani mattina ti vengo a prendere io" spiegò Gibbs.
"La posso portare io domani, tanto sono in strada" intervenne Tony.
"Perfetto. Ora andate" concluse Gibbs.

Sapeva che con grande probabilità Tony avrebbe passato la serata con Ziva. Ma era tranquillo, si fidava dei suoi agenti e sapeva che nessuno dei due avrebbe approfittato della situazione. Anzi, quasi sicuramente, Tony avrebbe fatto di tutto per aiutare Ziva in questo momento di difficoltà. E gli andava bene così.

Arrivati a casa, la prima cosa che Ziva fece fu quella di far distendere Anja nel letto della camera degli ospiti. Come previsto si era addormentata in macchina e lei non aveva intenzione di svegliarla.
Quando ricomparve in salotto, Tony la stava aspettando. Senza dire nulla aprì le braccia e Ziva non ci pensò due volte a stringerlo.
Non pianse, non si scompose. Non sarebbe stato da lei. Si limitò a farsi abbracciare per un po', in silenzio.

"Tony" disse ad un certo punto.
"Dimmi che questo è un incubo, che Monique non è morta e quella bambina è ancora felice con sua madre. Dimmi che mi sono semplicemente addormentata sulla scrivania e tu stai per svegliarmi e prenderti gioco di me" gli chiese.
"Mi dispiace Ninja, questa è la realtà. Vorrei dirti che è un sogno ma non posso" le rispose accarezzandole i capelli.

Dopo che era morto suo padre, meno di una anno prima, Tony sperava che per Ziva ci fosse un periodo di tranquillità. Ma ora tutto era di nuovo confuso per lei.

"Ziva... Vuoi che ti prepari qualcosa da mangiare o preferisci andare a dormire?" gli chiese Tony.

Ziva si staccò da lui.

"Sono distrutta, penso che andrò a dormire" rispose Ziva.
"Va bene, allora ti aiuto a sistemare Anja, mi assicuro che tu vada a nanna e poi vado" le disse.

E così fece. Andarono in camera e, dopo aver cercato nel borsone e aver trovato un pigiamino, cambiarono Anja e la lasciarono dormire tranquilla.
Il viaggio e lo stress di quel periodo dovevano aver distrutta perché non si svegliò nemmeno quando Tony, nel tentativo di toglierle la maglia, le tirò i capelli per sbaglio.

Dopo essere certo che Ziva fosse a letto la salutò e fece per andare a casa sua.

"Senti ti passo a prendere domani mattina verso le sette e mezza. Tieni il telefono acceso. Se stai male o hai bisogno di qualsiasi cosa, chiamami" si raccomandò Tony.
"Va bene" rispose lei con un filo di voce.
"Cerca di dormire e non ti preoccupare di nulla. Ah, la colazione domani mattina la porto io" aggiunse Tony.

Ziva sorrise, grata di avere un amico come Tony. Era sicura che senza di lui sarebbe stato tutto più difficile.
Tony le diede un rapido bacio sulla fronte e lasciò la stanza. Uscì assicurandosi di chiudere bene la porta e guidò verso casa, sperando che l'indomani fosse migliore, specialmente per Ziva.














Note dell'autrice:

È lunedì ed ecco che inizia una nuova storiaaaaaaaa :D
Ve lo prometto, in questa sarò molto più buona della storia del mercoledì! Non voglio seminare altro panico... Tuttavia non sarà certo come la storia del venerdì che è allegra...
Una via di mezzo diciamo?! :)

Mi dispiace, ho dovuto sacrificare Monique (non che mi stesse particolarmente simpatica)... Ma avevo bisogno che fosse qualcuno che Ziva conosceva bene... Non si può certo affidare una figlia ad uno sconosciuto no?

Comunque... A quanto pare in questa storia vedremo Ziva che dovrà diventare mamma tutto in una volta? Come se la caverà? Sono sicura che qualcuno sarà più che disponibile ad aiutarlo LOL XD

Prima che vi mettiate il problema: OVVIAMENTE È UNA STORIA TIVA <3
Però si parte dal presupposto che ora i nostri ciccini siano solo amici, quindi si vi farò patire un pochino prima di vederli come coppia Ahahahha LOL
Ma per ora la domanda principale è: come se la caverà Ziva nel suo nuovo ruolo? E come reagirà alla morte della sua amica? XD

Beh, lo scoprirete solo leggendo... Eh eh :)
Detto ciò, a lunedì prossimo!

Baci, Meggie.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

"Mamma!" sentì gridare Ziva.

Si sedette immediatamente sul letto, di scatto. Solo in quel momento si rese conto che non era sola in casa. Con lei c'era Anja, che stava dormendo nell'altra stanza.
Guardò l'orologio che segnava le cinque e un quarto, decisamente troppo presto anche per lei.
Ma quando sentì di nuovo la bambina gridare si alzò velocemente e andò nell'altra stanza.

"Anja, che succede?" le chiese Ziva accendendo la luce. La vide nel letto, disorientata. Si stava guardando intorno e piangeva.
"Voglio la mamma" ripeté la bambina.
"Hai fatto un brutto sogno, Anja?" le chiese Ziva sedendosi sul letto e cercando di toccare il volto della bambina.

Lei si tirò indietro cercando di non farsi toccare. Ziva rimase confusa inizialmente, ma poi capì. Non si erano mai viste e all'improvviso Anja si era dovuta adeguare a stare in casa con lei.
La osservò mentre continuava a piangere e a mordicchiarsi le dita nervosamente. Lo aveva fatto anche il giorno prima, all'NCIS. Doveva essere davvero stressata.
Poi Ziva si ricordò che la sera prima, mentre cercava un pigiama per Anja, aveva visto una foto di lei e Monique dentro al borsone.
La prese e la diede in mano alla bambina che vedendola si calmò all'istante. La foto ritraeva Monique e Anja insieme nel giardino di quella che Ziva immaginò essere la loro casa. Non doveva essere stata scattata molto tempo prima perché Anja non sembrava poi così piccola.

"Cosa ne pensi se compriamo una cornice e la mettiamo sul comodino, così la puoi vedere sempre?" le chiese Ziva accarezzandole i capelli sudati e sporchi.
Questa volta la bambina si lasciò toccare tranquillamente, probabilmente era più interessata alla foto che all'ambiente circostante.

"Si" rispose mentre tirava su con il naso.
"Perfetto. Perché ora non dormi ancora un po'? È presto per alzarsi" le disse Ziva.
"Io non ho più sonno" rispose Anja.
"Sei sicura? Eri tanto stanca ieri..." ripeté Ziva.
"Non voglio più fare la nanna!" disse ancora Anja questa volta un po' innervosita.
"Ok... Allora basta dormire" affermò Ziva.

Aveva già capito che occuparsi di Anja sarebbe stato tutto tranne che semplice. Si vedeva che ancora non aveva superato il trauma della perdita della madre e il fatto di essere in un ambiente completamente nuovo non l'aiutava.
Decise che le avrebbe fatto il bagno, ne aveva bisogno.
Ma prima si alzò per andare a prendere il cellulare, lo teneva sempre con sé in caso ci fosse qualche emergenza.

"Dove vai? Mi lasci sola?" chiese Anja.
"Sei arrabbiata perché non voglio fare la nanna?" aggiunse dispiaciuta.
"Amore, certo che no. Devo solo andare a prendere il telefono... Vuoi venire con me?" le chiese tornando indietro.

Anja annuì e si lasciò prendere in braccio da Ziva.
Dopo aver preso il cellulare tornò nella stanza di Anja, prese qualche vestito pulito dal borsone ed entrò in bagno, il tutto tenendo in braccio la bambina che sembrava essersi incollata a lei.
Guardando tra i vestiti di Anja si rese conto che avevano urgente necessità di fare bucato e anche shopping. Non aveva quasi nulla e quel poco che c'era era rovinato. Sicuramente in quelle poche settimane in cui era stata senza Monique nessuno si era preoccupato di lavarle i vestiti.

"Ora facciamo il bagno, così ti lavo anche i capelli" annunciò Ziva mentre apriva l'acqua calda nella vasca da bagno.

Non lo avesse mai detto. Aveva appena appoggiato a terra Anja e lei sentendo quelle parole aveva gridato un "No" deciso ed era scappata fuori dal bagno.
Ziva chiuse l'acqua e la seguì, non capendo cosa aveva detto o fatto di sbagliato per suscitare una reazione del genere.

Ritrovò Anja in salotto, nascosta dietro il tavolo da pranzo. Lentamente le si avvicinò e la guardò in faccia.

"Hey, che fai giochi a nascondino?" le chiese mettendo la cosa sul ridere.
"Io il bagno non lo faccio" disse decisa Anja.
"Perché? Non si sono mai viste delle principesse sporche... E tu sei una principessa no?" provò a dirle Ziva.
"Non voglio che nessuno mi faccia il bagno. Solo la mamma" rispose Anja.
"Ok, ma io non ti faccio male... Voglio solo che tu sia pulita" le disse Ziva.
"No" rispose Anja nascondendosi ancora di più.

Ziva pensò un attimo, doveva trovare una soluzione e di sicuro non voleva infilarla nella vasca a forza. Quella sarebbe stata l'ultima opzione.

"Hey, perché non facciamo così: entri nella vasca e ti lavi da sola. Io resto solo a guardare che tu non abbia bisogno?" le propose.

Anja rimase in silenzio per qualche secondo, pensando alla proposta di Ziva. Alla fine decise di accettare, le pareva un buon compromesso.
Tornarono in bagno dove Ziva riprese a riempire la vasca con l'acqua calda mentre Anja cercava di spogliarsi da sola.

Si tolse i pantaloni del pigiama e le mutandine, poi con molto impegno e un piccolo aiuto da parte di Ziva riuscì anche a sfilarsi la maglietta.
Lasciò che Ziva la sollevasse e la mettesse dentro la vasca.

"È abbastanza calda l'acqua?" le chiese.
"Si... Ma non c'è la schiuma..." rispose muovendo la manina nell'acqua.
"Oh, hai ragione mi sono dimenticata" disse Ziva prendendo del bagnoschiuma e mettendolo sotto l'acqua corrente, in modo da creare una bella schiuma.

Poi diede un po' di bagnoschiuma sulle mani di Anja e le disse di lavarsi per bene.

"Dappertutto mi raccomando..." si raccomandò.
"Anche nei piedini?" chiese Anja.
"Certo" rispose lei.
"E anche tra le dita dei piedini?" chiese ancora la bambina.
"Esatto, ovunque" rispose ancora Ziva sorridendo nel vedere la scena.

Era così piccola dentro la grande vasca. E nonostante prima avesse fatto delle storie per lavarsi ora sembrava divertirsi.
Il sorriso di Ziva sparì quando si accorse di alcuni lividi che Anja aveva sulle spalle e sulla schiena.

"Hey, come te li sei fatta questi lividi?" chiese tranquillamente senza allarmare la bambina.
"Non lo so" rispose rapidamente.

Forse ora Ziva aveva capito come mai non voleva che fosse lei a farle il bagno. Non chiese altro, tanto in un paio d'ore avrebbero visto Ducky e le avrebbe detto se qualcosa non andava.

Dopo che si era lavata addosso era il turno dei capelli. Ziva diede un po' di shampoo ad Anja.

"Ora strofina bene tutti i capelli, amore" le disse.

Anja cercò di portare le mani alla testa ma l'unica cosa che successe fu che lo shampoo le cadde nell'acqua.
Guardò Ziva ridendo. Riprovarono un'altra volta e successe la stessa cosa, era una cosa un po' difficile per una bambina di neanche quattro anni.

"Ziva..." disse pronunciando per la prima volta il suo nome.
"Me li puoi lavare tu i capelli?" aggiunse.
"Ma certo" rispose lei felice che Anja si fidasse.

Prese un po' di shampoo e fece per lavarle i capelli.

"Però non mettermi il sapone negli occhi" si raccomandò la bambina.
"Starò attentissima" le rispose.

Dieci minuti dopo avevano finito. Ziva aveva lasciato che Anja giocasse un po' con la schiuma poi l'aveva avvolta in un asciugamano.
L'aveva aiutata a rivestirsi anche se Anja voleva fare da sola. La riportò in camera e le asciugò i capelli.

Finito di sistemare Anja, Ziva l'aveva portata in camera con sé mentre si vestiva. Aveva dovuto rinunciare alla doccia visto che Anja proprio non voleva stare sola. Avrebbe chiesto a Tony se poteva stare con lei quella sera dopo il lavoro, giusto il tempo per lavarsi.

Quando si voltò per parlare di nuovo con la bambina si accorse che si stringeva la pancia.
"Anja, ti senti male" le chiese avvicinandosi preoccupata.
"No... Ho fame" rispose.

Solo allora Ziva si rese conto che non avevano cenato la sera prima e non sapeva nemmeno cosa avesse mangiato Anja durante il viaggio.
Non fece in tempo a rispondere alla bambina che qualcuno suonò alla porta. Era sicuramente Tony e grazie a Dio avrebbe portato la colazione.
Ziva prese in braccio Anja e insieme andarono ad aprire la porta.

"Buongiorno! Vi vedo già belle sveglie" disse Tony.
"C'era una bambina che non aveva più sonno" rispose Ziva sorridendo.
"Vieni entra, che siamo affamate" aggiunse.

Andarono tutti e tre in cucina e Tony tirò fuori la colazione. Per lui e Ziva aveva comprato un caffè e un Muffin, mentre per Anja i pancake con una faccina sorridente sopra.
Lasciarono Anja al tavolo e si allontanarono di un po' per poter parlare.

"Come stai?" le chiese Tony.
"Così... Ma sono stata impegnata con lei, non ho avuto molto tempo per pensare" rispose Ziva.
"Hai letto la lettera?" domandò Tony, riferendosi alla lettera che Monique le aveva lasciato.
"No... Non ho avuto né tempo né coraggio" confessò lei.

Tony le mise una mano sulla spalla mentre entrambi guardavano Anja mangiare. Doveva proprio essere affamata considerando la velocità con cui stava divorando la colazione.

"Con lei tutto bene?" chiese Tony cambiando discorso.
"Più o meno" iniziò Ziva.
"È dolce, tanto... Ma è spaventata e sono preoccupata. Ha dei lividi addosso... Voglio che Ducky la veda appena arriviamo" concluse.
"Lividi? Come se li è fatti?" rispose lui preoccupato. Chi può far male ad una bambina di tre anni e mezzo.
"Ha detto che non lo sa... Ma io immagino solo in che razza di posto sia stata dopo che Monique è morta" disse lei.
"Già... Ma con te starà benissimo, vedrai" la incoraggiò sapendo che Ziva avrebbe messo in dubbio le sue capacità, senza motivo tra l'altro.

Ziva stava per rispondere quando Anja arrivò da loro.

"Ziva, ho le mani tutte sporche" le disse.
"Ti sei un po' impiastricciata signorina" ridacchiò Tony prendendo un tovagliolo.
"Però ho mangiato tutto" commentò Anja sorridendo.
"Sei stata bravissima. Hai la pancia piena ora?" le chiese Ziva.
"Si, super piena" rispose.

Finito di sistemare tutto uscirono e raggiunsero l'NCIS. Per tutto il tragitto in macchina Ziva rimase con Anja che guardava curiosa fuori dal finestrino. Non aveva mai visto quella città.
Arrivati in ufficio la prima cosa che Ziva fece fu telefonare a Ducky per chiedere se poteva visitare la bambina.

Anche Tony scese con loro, stava prendendo davvero seriamente il suo ruolo di aiutante. Forse anche troppo a parere di Gibbs che li aveva osservati da lontano.

"Ciao Ducky" disse Ziva entrando.
"Eccovi, vi aspettavo" gli disse.
"Anja, lui è un dottore. Vuole vedere se stai bene" le disse Ziva.

A quelle parole Anja reagì nascondendosi tra le braccia di Ziva, era spaventata. Tutta questa gente nuova le metteva ansia.

"Hey, non ti farà male. È nostro amico" disse Tony mettendo una mano sulla schiena di Anja.

Lei sollevò leggermente la testa e lo guardò spaventata.
"Ho paura" bisbigliò Anja.
"Non devi... Se ti faccio male mi fermi" intervenne Ducky.

Non molto convinta la bambina lasciò che Ziva la facesse sedere su uno dei tavoli di Ducky, dove era già stato sistemato un lenzuolo.
Visitò Anja accuratamente e per ultima cosa controllò i lividi che aveva sulla schiena. Non appena toccò quello che Anja aveva sulla spalla la bambina si lamentò.

"Non toccare!" disse spostando la mano di Ducky.
"Ti ho fatto male?" chiese preoccupato.
"Un pochino..." rispose lei.
"Ok... Puoi per favore alzare le braccia sopra la testa" le chiese il dottore per assicurarsi che la spalla fosse a posto.

Considerando che Anja si muoveva bene senza lamentarsi, Ducky capì che erano solo semplici lividi. Il punto era scoprire come se li era procurati.
Ziva l'aiutò a rivestirsi e poté notare dai suoi occhi quanto fosse spaventata.

"Vuoi tornare in braccio a me, ora?" le chiese.
"Si" disse Anja allungando le braccia per farsi sollevare.

Non appena in braccio tornò ad appoggiare la testa sulla spalla di Ziva, mentre lei le accarezzava i capelli.

"Hey, ci puoi dire come ti sei fatta quei lividi?" le chiese Ducky.
"Non mi ricordo" ripeté, come aveva detto a Ziva qualche ora prima.
"Sono sicura che se ci pensi ti viene in mente..." suggerì Tony facendole una carezza.
"Non voglio dirlo" rispose Anja spaventata.
"Ma se lo dici a noi resterà un segreto" le disse Ziva sorridendole.

Anja ci pensò un po', poi si convinse a parlare. Quelle persone le sembravano simpatiche e gentili e nonostante le conoscesse da poco sentiva di potersi fidare.

"Non volevo andare a fare la nanna, mi hanno sgridata e ho sbattuto contro il tavolo" raccontò brevemente.
"Hai sbattuto o ti hanno spinta?" chiese Tony.
"Spinta" rispose lei nascondendo la testa nella spalla di Ziva.

Lei d'istinto la strinse più forte.

"Tranquilla Anja, nessuno ti farà male ora che sei con noi" la rassicurò dandole un bacio sulla testa.

Solo dopo essersi assicurata che Anja si fosse rilassata un po', la diede in braccio a Tony. Voleva parlare in privato con Ducky e lasciò che Tony tornasse alle scrivanie con lei.

"Tesoro, vai su con Tony a divertirti un po' mentre parlo con Ducky?" le disse.
"Ok..." rispose lasciandosi prendere da Tony.
"Adesso io e te andiamo a vedere se c'è qualcosa di bello da fare... Potremmo mettere della colla sulla tastiera di Tim e vedere mentre si incolla le mani" le disse mentre uscivano dalla sala autopsie.
"Tony! Non insegnarle male, ti prego" gridò Ziva.

Ma forse era già tardi, considerando che Anja già rideva alla sola idea.

"Ducky, dimmi come sta" chiese preoccupata non appena Tony e Anja uscirono.
"Fisicamente? Bene, a parte quei due lividi che spariranno in pochi giorni. Psicologicamente è un'altra questione. È molto spaventata e probabilmente nessuno l'ha aiutata a superare la morte della madre. Penso che, soprattutto all'inizio, non sarà facile occuparsi di lei... Dovrai essere paziente e magari portarla da uno psicologo, se ce ne fosse bisogno" le rispose lui.

Ziva annuì, sollevata ma preoccupata al tempo stesso. Non aveva idea di come fare la mamma.

"E tu invece, come stai?" le chiese Ducky. Sapeva che Monique era un'amica speciale per lei e questo implicava che anche Ziva stesse soffrendo.
"Io... Sto bene. Davvero" mentì, forse più a sé stessa che a Ducky.
"Si. Questa è la tua risposta preferita, vero mia cara?" ridacchiò lui sapendo che Ziva non diceva la verità.
"Ricorda, siamo tutti qui per te se hai bisogno. Per qualsiasi cosa" aggiunse.

Lei non rispose, si limitò a fare un mezzo sorriso. Salutò e ringraziò Ducky e raggiunse gli altri.
Quando uscì dall'ascensore per andare alla sua scrivania vide una scena davvero dolce, non pensava che Tony potesse avere questo lato.

"Mi sta bene? Sono elegante?" chiese lui ad Anja mentre la bambina gli metteva un cappellino rosa in testa.

Stava già indossando anche un giubbino giallo pastello che tutto sembrava tranne che della sua taglia.
Ed entrambi stavano rovistando all'interno di due sacchetti piuttosto grandi.

"Mi sto perdendo una sfilata di moda?" chiese Ziva.
"Come mi sta, Ziva?" rispose Tony mostrandosi in tutta la sua bellezza con giubbino e cappello.

Sia Ziva che Anja risero di gusto.

"Temo che la taglia ti vada un pelino stretta, però nel complesso il giallo ti dona. Ti mette in risalto gli occhi, Tony" lo prese in giro lei.
"Sei bello! Dovresti mettere anche la gonnellina" disse Anja mostrando una gonna di jeans.

Tony la prese in mano e la guardò, meravigliandosi di quanto fossero piccoli quei vestiti.

"Eh, credo che questa proprio non mi entri..." rispose lui ridendo.
"Ma dove avete preso tutta questa roba?" domandò Ziva avvicinandosi e guardando nei sacchetti.

C'erano magliette, felpine, gonne e pantaloni, pigiami e anche biancheria intima. Tutte cose che andavano bene ad Anja.

"Le ha portate Gibbs" rispose Tony.

Proprio in quel momento Gibbs entrò nella stanza dando uno scappellotto a Tony che gli fece cadere il cappellino rosa che aveva in testa.

"DiNozzo! Le ho portate per Anja, non per te" disse.
"Lo so capo... Ma non trovi che mi stiano davvero bene? Sono un modello nato" rispose facendo l'occhiolino ad Anja.

La bambina rise di nuovo e Ziva la guardò. Sembrava rilassata e divertita ora, grazie a Tony. Le piaceva vederla sorridere, aveva davvero un bel sorriso e assomigliava ancora di più a Monique.

Gibbs fece uno sguardo sconsolato, non sapeva chi fosse più infantile tra Tony e Anja.

"Capo, non era necessario" disse Ziva avvicinandosi a Gibbs.
"Non è nulla, Ziver. Stamattina sono passato dal centro commerciale e ho preso qualcosa" rispose lui.
"Questo è molto più di qualcosa..." puntualizzo lei indicando l'enorme quantità di vestiti che erano ormai sparsi per tutto l'ufficio.
"Senti, ti voglio aiutare. Ora hai altre cose per la testa e lo shopping deve essere l'ultimo dei tuoi problemi. A lei servivano vestiti puliti e ho provveduto, tutto qui" spiegò lui.
"Grazie, Gibbs" rispose Ziva colpita dal bel gesto.
"Figurati... Lo accetti qualche consiglio?" le chiese lui.

Avendo già avuto una bambina sapeva cosa dirle e come comportarsi e voleva aiutare Ziva, sapendo che si trovava in un brutto momento.

"Più che volentieri" rispose lei.
"Appena puoi compra il seggiolino per la macchina. Dalle delle abitudini, cena e ora di dormire sempre alla stessa ora, così si abituerà meglio a vivere con te. Anche se potrebbe ritorcersi contro di te, se vuole dormire nel tuo letto lasciala fare. I bambini dovrebbero dormire nel loro letto ma sta passando un brutto momento, devi aiutarla. E per qualsiasi cosa tu voglia sapere, chiamami" le disse.

Ziva annuì e si voltò a guardare Anja che ancora rideva insieme a Tony. Stavano sistemando tutti i vestiti di nuovo nei sacchetti.

"Sembra che Tony la faccia divertire" commentò Gibbs.
"Avevi dubbi?" chiese Ziva retoricamente.
"No" rise Gibbs.

Ziva si voltò e raggiunse Tony e Anja aiutandoli a sistemare il macello che avevano combinato.
Anja prese di nuovo il cappellino rosa e questa volta lo mise in testa a Ziva, iniziando a ridere.

Gibbs guardò la scena da lontano. Capì che sarebbe stato un lungo percorso ma tutto sarebbe andato bene.














Note dell'autrice:

Heyyyyyy :)
Lunedì = nuovo capitolo XD HAHAHAHA
Come vi avevo annunciato questa storia non sarà troppo ANGST e infatti potete notare che questo capitolo è abbastanza tranquillo :)
A dire la verità i primi capitoli saranno un po' così poi ovviamente Ziva dovrà cercare/trovare chi ha ucciso Monique...
Ma ci saranno anche tanti momenti Tony e Ziva dolcini... Ricordate che sono solo amici per ora, però in futuro... XD

Btw in questo capitolo dovevo mostrare un po' Ziva alle prese con Anja ahahahah XD
E anche Gibbs è stato dolcino a comprare tutte le cose per Anja no? XD
E Tony... Beh è Tony LOL 

P.s.: per sapere cosa ha scritto Monique nella lettera per Ziva dovremmo aspettare ancora un po' XD 

Spero vi sia piaciuto! :)
A prestooooooooooo
Kiss, Meggie :3

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

Non era passata neanche una settimana da quando Anja era stata affidata a Ziva. Era tutto nuovo per entrambe e adattarsi alla nuova situazione non era facile, soprattutto per Anja.

Tuttavia Ziva sapeva che quella era una situazione permanente e quindi doveva far sentire Anja a suo agio.
A dire la verità questo suo nuovo ruolo di madre non le dispiaceva, anche se non sapeva bene come comportarsi e aveva paura di sbagliare.

"Anja, dimmi il tuo colore preferito" le disse Ziva.
"Rosa, come la mia maglietta" rispose lei indicando la maglia che Ziva le aveva messo quella mattina.
"Perfetto. Cosa ne pensi se coloriamo i muri della tua stanza di quel colore? Ti piacerebbe?" le domandò Ziva.
"Però vorrei il cielo con le nuvole sul soffitto, come nella mia vecchia cameretta" disse lei sperando che Ziva l'accontentasse.
"Ok. Dirò a Gibbs di dipingerti un bel cielo sul soffitto" le rispose accarezzandole i capelli.

Anja fece un bel sorriso, una cosa che Ziva adorava. Le piaceva vederla serena anche se questo non accadeva molto spesso. Il più delle volte era spaventata, agitata e molto nervosa.

"Io e te invece, andremo al centro commerciale. Ci servirà qualcosa per decorare la tua stanza" aggiunse Ziva.
"Che cosa?" domandò la bambina.
"Delle belle tendine per esempio. E magari delle lenzuola colorate" spiegò Ziva.
"Rosa!" esclamò Anja.
"Certo e magari un bel tappeto che si intoni con il resto della stanza" disse lei.

"Forza ora andiamo a prepararci, abbiamo una giornata di shopping impegnativo" le disse Ziva portandola in camera per metterle le scarpe.

Uscirono insieme poco dopo che Gibbs arrivò in casa di Ziva. Dovevano stare fuori mentre lui dipingeva la stanza, Ziva non voleva che Anja respirasse la vernice e in più avevano effettivo bisogno di shopping.
Anche se Gibbs le aveva comprato un po' di cose dovevano prenderne altre.

Quando arrivarono al centro commerciale Anja era incantata. Probabilmente non era mai stata in un posto del genere e ora si guardava intorno curiosa.

"Tesoro, stammi vicina e dammi la mano. C'è tanta gente non voglio che ti perdi" le disse Ziva prendendole la manina.
"Io alla mamma non la davo mai la mano, perché sono una bambina grande" rispose leisi.
"Ma se ti perdo, come faccio dopo? Sarei molto triste e sono sicura che tu saresti spaventata" le disse Ziva.

Anja la fissò per un po' e alla fine le afferrò la mano, convinta dalle parole di Ziva.
Iniziarono facendo la spesa. Oltre a cose per Anja avevano anche bisogno di cibo così Ziva ne approfittò.

"Ziva mi compri lo yogurt alla fragola?" chiese Anja passando davanti ai frigoriferi.
"Si certo" rispose lei mettendone una confezione nel carrello.
"Ti piace?" aggiunse.
"Tanto. La mamma me lo dava sempre come merenda dopo il riposino al pomeriggio" rispose.

Ziva si chinò alla sua altezza e la guardò negli occhi.

"Anja, piccola. Dovresti dirmi che cosa facevi di solito con la mamma, così facciamo lo stesso io e te. Perché non mi hai mai detto che al pomeriggio facevi il riposino? Te lo avrei fatto fare..." le disse facendole una carezza.
"Ora si spiega perché alla sera non riesci a tenere gli occhi aperti" aggiunse.
"Tu al pomeriggio sei al lavoro... Non voglio disturbarti. La mamma diceva che non bisogna dare noia alle altre persone" rispose Anja con la paura che Ziva la sgridasse.
"No, piccola. Troviamo una soluzione per tutto va bene?" le disse Ziva.
"E adesso finiamo di fare la spesa e poi andiamo a comprare tante belle cose per te?" aggiunse.
"Si!" esclamò Anja entusiasta.

Finirono di comprare quello che serviva per riempire il frigorifero e poi si dedicarono allo shopping tra i negozi.
Comprarono tutto quello che poteva servire per rendere la stanza di Anja adatta ad una bambina. Ziva aveva ricevuto dalla Colombia tutte le cose di Anja ma la maggior parte erano abiti e giochi e quindi erano necessarie altre cose.

Passando davanti ad ogni negozio, Anja rimase incantata dalla vetrina di una profumeria. Erano esposti smalti di tutti i colori e rimase bloccata a fissarli.

"Hey, ti piacciono gli smalti?" le chiese Ziva avvicinandosi a lei
"Tanto. Te li metti sulle unghie e sbrilluccicano e tu diventi bella come una signorina" rispose Anja.

Ziva sorrise guardando lo sguardo dolce di Anja, capiva che desiderava uno smalto ma che non avrebbe mai avuto il coraggio di chiederlo.

"Direi che allora dobbiamo comprarne uno sicuramente" commentò Ziva prendendo la bambina per mano ed entrando nel negozio.

Si misero a guardare lo scaffale pieno di smalti. C'erano tutti i colori possibili e immaginabili e Ziva ne stava cercando uno adatto ad Anja.

"Io voglio questo" disse la bambina mostrando una boccetta di smalto rosso acceso a Ziva.

Lei rise, sicuramente quello era un bel colore che aveva attirato l'attenzione di Anja. Ma non era adatto, per nulla.

"Amore, questo non è un colore per una bambina. Che ne dici di questo rosa, come piace a te?" le propose Ziva.
"Mmmm, no. Lo voglio rosso" insistette lei.
"Il rosso è un colore che usano le ragazze grandi, non va bene per te" le spiegò Ziva.
"Guarda invece questo, è fucsia. Non trovi sia molto bello" aggiunse.

Anja la guardò un attimo, riappoggiò lo smalto rosso da dove lo aveva preso e iniziò a piangere.
Ziva rimase pietrificata. Le stava vietando di comprare una cosa, ma davvero non aveva pensato che Anja potesse avere una reazione simile.

"Anja, cucciola. Perché piangi?" le chiese prendendole una mano.
"È perché ti ho detto che non lo puoi avere rosso?" aggiunse vedendo che non rispondeva.

Anja annuì con le lacrime che le scendevano sulle guance.

"Amore... Quel colore è volgare sulle mani di una bambina. Perché lo vuoi proprio rosso?" domandò Ziva. Voleva capire cosa stesse succedendo.
"Perché... Perché la mia mamma lo metteva sempre rosso nelle sue unghie" rispose singhiozzando e indicandosi le piccole dita.
"Oh... Vieni qui, Anja" le disse prendendola in braccio.

Si sentì male anche lei per Anja. La madre doveva mancarle così tanto che pur di averla con sé voleva mettersi lo smalto dello stesso colore.
Ziva guardò tutti i colori esposti cercando una soluzione, mentre coccolava Anja nella speranza di farla calmare.

Se non avesse trovato nulla che poteva soddisfare la bambina le avrebbe preso lo stesso lo smalto rosso e glielo avrebbe fatto tenere solo mentre erano in casa. Poteva essere un compromesso, le bastava che Anja si calmasse e potesse stare un po' meglio.
Ma fortunatamente vide una cosa che pensò potesse andare bene.

"Anja, guarda cosa ho trovato. Cosa ne pensi di questo?" le disse Ziva per richiamare la sua attenzione.

Lentamente Anja sollevò la testa dalla spalla di Ziva e guardò lo smalto che le stava mostrando.

"È trasparente con i brillantini rossi. Che dici, ti piace lo stesso?" le propose Ziva.

Anja lo prese in mano e lo guardò con attenzione, poi si voltò verso Ziva e sorrise.

"Si, mi piace ed è rosso" rispose tirando su con il naso.
"Ziva... Quello rosa che mi hai fatto vedere prima... Posso avere anche quello?" aggiunse timida.
"Ma certo che puoi averlo" rispose Ziva dandole un bacio.
"E adesso basta piangere, ok?" aggiunse mentre andava verso la cassa tenendo Anja in braccio.

Finirono le loro compere e pranzarono al centro commerciale dopodiché tornarono a casa. Come Ziva aveva previsto Anja si addormentò durante il viaggio. Così quando arrivò a casa lasciò la spesa in macchina e salì con la bambina in braccio.
Gibbs era ancora lì e avrebbe chiesto a lui di aiutarla a portare su tutto.

"Ciao" disse sottovoce andando in camera di Anja dove Gibbs stava dando gli ultimi ritocchi.
"Bentornate, vi avevo date per disperse" commentò lui.
"Ci siamo fermate a pranzo fuori. E si è addormentata in macchina" rispose lei.
"Dopo mi puoi aiutare a portare su la spesa?" aggiunse.
"Certo. Ora dimmi, va bene così secondo te?" chiese Gibbs indicando le pareti.
"È perfetta. Gibbs, io davvero non so come ringraziarti. Stai facendo anche troppo" rispose lei.
"Va bene così, piccola. Mi fa piacere aiutarti" disse lui.
"Ora perché non ti metti comoda sul divano con Anja, mentre io ti vado a prendere le cose dalla macchina" aggiunse.

Ziva annuì e si sedette osservando Anja che dormiva serena. Solo in quel momento so rese conto che ancora doveva leggere la lettera che Monique le aveva lasciato.
Si ripromise che quella sera, una volta messa a letto la bambina, l'avrebbe letta magari sorseggiando una tazza di té.
Aveva rimandato quel momento perché aveva paura di leggere le ultime parole della sua amica, sapeva che avrebbe sofferto molto.

Nonostante le sue buone intenzioni, tuttavia, non riuscì nemmeno ad aprire la busta. Rimase sveglia fino a mezzanotte a fissare la lettera, passando dal té al vino.
Alla fine decise di abbandonare la missione e andare a dormire, ci avrebbe pensato il giorno seguente.

Ma il giorno seguente si trasformò in una settimana. Ogni sera provava a prendere coraggio e aprire la lettera ma falliva miseramente.

Poi un giorno si portò la lettera al lavoro, pensando che stare in un luogo diverso dove c'era altra gente potesse aiutarla.

Tony la vide seduta alla sua scrivania, con la busta tra le mani completamente immobile.

"Ziva" le disse avvicinandosi.
"Stai bene?" aggiunse.
"Non riesco ad aprirla, Tony" ammise lei.

Lui la guardò e la vide fragile come non l'aveva mai vista. Era primo pomeriggio, l'ufficio era pieno di gente che lavorava e Tony era più che sicuro che se avesse aperto quella busta in quel momento sarebbe crollata davanti a tutti. Ed era l'ultima cosa che voleva per lei.

"Perché non provi stasera, a casa quando sarai tranquilla e sola" le suggerì non sapendo quello che era successo.
"È una settimana che ci provo, ma la lettera resta chiusa" rispose lei rimettendo la busta nella borsa.
"Ti posso aiutare in qualche modo?" le chiese.
"La leggi tu al posto mio?" disse sarcastica.
"Se vuoi lo faccio, non è un problema" rispose.
"No, lo devo fare io. Solo non so come" disse Ziva passandosi una mano tra i capelli.

Tony pensò per un attimo.

"Hey, ti sarebbe d'aiuto se io rimanessi con te? Ti faccio compagnia, non leggo. Solo... Se hai bisogno io sarò lì di fianco a te" le propose.
"Penso che non sarebbe una brutta idea" rispose Ziva con la voce tremante.

Quella situazione sommata al fatto che doveva occuparsi di Anja la stava stressando. Per non parlare del dolore che provava nel sapere che aveva perso la sua migliore amica.

"Ok, domani pomeriggio chiediamo ad Abby se può stare con Anja. Ti prendi tutto il tempo che vuoi e leggi la lettera. E io sarò lì" le disse.
"Però non piangere. Ce la facciamo, vedrai" aggiunse vedendola davvero in difficoltà.

Ziva annuì, grata di avere Tony al suo fianco.

Il pomeriggio seguente arrivo in fretta. Anja uscì volentieri a spasso per il centro con Abby mentre lei e Tony rimasero in casa.
Si sedettero in salotto e presero la lettera. Ziva era sul divano e Tony seduto sul tavolino di fronte a lei, aveva bisogno di vederla in faccia.
Ziva passò più di dieci minuti in silenzio a fissare la lettera.

"Ziva, vuoi che la apra io? Magari ti aiuta" le chiese ad un certo punto.
"No. Ce la faccio" rispose lei.

Tony non ne era per nulla sicuro. Sembrava sul punto di crollare, non sapeva se fosse il caso di rimandare ad un altro giorno la lettura.
Ma alla fine Ziva prese un bel respiro e aprì la busta. Prima di cambiare idea, tirò fuori i fogli e iniziò a leggere.

"Ciao, Ziva. Se stai leggendo questa lettera vuol dire che sono morta. Ma soprattutto vuol dire che hai deciso di tenere con te Anja e per questo non ti ringrazierò mai abbastanza

Queste erano le prime due righe della lettera e Tony poté constatare che aveva già perso Ziva.

Aveva già iniziato a piangere, probabilmente più che per quello che c'era scritto per la consapevolezza che la persona che aveva scritto quelle parole era morta.

"Ti chiederai perché non ti ho mai detto che avevo una figlia. Forse perché è successo tutto all'improvviso. Ho scoperto di essere incinta durante una missione in Russia, ma quando sono andata per avvertire il padre di Anja ho scoperto che era stato ucciso. Così ho deciso di abbandonare la missione e tornare in Colombia, dove ho fatto nascere la mia bambina.
E poi... Non ho avuto il coraggio di dirti quello che era successo. Mi hai sempre detto di prestare attenzione durante le mie missioni; io non ti ho ascoltato e sono rimasta incinta. Ma ora mentre scrivo questa lettera mi rendo conto che te ne avrei dovuto parlare, sono sicura che saresti stata felice di vedere nascere Anja e farle da madrina".

Più Ziva leggeva, più piangeva. All'inizio era anche arrabbiata ma si rese presto conto che non poteva farci nulla. Monique era sempre stata così e questo non la meravigliava.

"Scusami se ho deciso di chiederti un favore così grande, ma tu sei l'unica persona di cui mi fidi. Sei l'unica a cui affiderei la vita della mia bambina e per questo spero che tu accetterai.
Ma se stai leggendo vuol dire che hai accettato, quindi missione compiuta. Vuol dire che mi volevi abbastanza bene per sapere che era quello che più desideravo".

"Ma certo che ti volevo bene" bisbigliò Ziva leggendo.

Tony la guardò preoccupato, fu tentato di farle interrompere la lettura almeno per qualche minuto per darle il tempo di riprendersi. Ma la vide così concentrata che non ebbe il coraggio di aprire la bocca per parlare.

La lettera continuava con Monique che dava dei consigli a Ziva sulle cose che Anja faceva abitualmente o su cosa le piaceva. Alcune cose la fecero sorridere e pensò che doveva proprio farle con Anja, era sicura che avrebbero risollevato il morale della bambina.
Ma fu la parte finale della lettera che quasi uccise Ziva.

"La cosa più difficile da dirti è che uno dei motivi per cui sto scrivendo questa lettera è che so che qualcuno mi sta cercando. È da un po' che mi sono accorta di attività sospette e mi sto preparando per andare via da qui, per andare in un posto più sicuro. Ma voglio essere certa, che se mi succede qualcosa, Anja sia al sicuro e che tu abbia tutte le informazioni che ti servono.
Però non te le scriverò qui. Troverai tutto quello che ho scoperto nel nostro nascondiglio. Tu sai dove e io non nominerò il luogo qui per sicurezza. Non vorrei che qualcun altro leggesse la lettera.

Questo è tutto. Grazie ancora per esserti presa cura di Anja, non sai quanto lo apprezzi. Dille che la mamma le vorrà sempre bene.
Ti voglio bene Ziva, 
Monique"

Quando Ziva arrivò alla fine della lettera era distrutta. Non solo Monique le aveva affidato la figlia ma sapeva anche di essere in pericolo.

Stava piangendo così forte che nemmeno si accorse che Tony si era seduto sul divano con lei e l'aveva sollevata facendola sedere sulle sue gambe.
Lei si rannicchiò su di lui stringendolo forte.

"Tranquilla Ziva, sono qui" le sussurrò mentre cercava di farla calmare.

L'unica volta che aveva visto Ziva così sconvolta era stato per la morte del padre. Era inconsolabile e lui non aveva idea di come calmarla, al momento.

"Shh, dei bei respiri. Andrà tutto bene, non vado via" aggiunse.
"Lei lo sapeva" riuscì a dire Ziva tra un singhiozzo e l'altro.
"Cosa, Zee?" chiese lui confuso.

Così Ziva gli diede in mano la lettera e lui la lesse mentre accarezzava la schiena di Ziva e la sentiva piangere contro il suo petto.

"Ziva... Mi dispiace" le disse do aver letto.
"Lo troviamo chi l'ha uccisa, lo troviamo e gliela facciamo pagare" aggiunse spostandole i capelli dalla faccia.
"Ma questo non la riporterà in vita" rispose lei ancora disperata.
"Lo so... Ma più di così non saprei che fare" disse lui a corto di idee.
"Coraggio, Ziva. Passerà anche questa" aggiunse abbracciandola più forte che poteva.

Passarono più di un'ora in quella posizione, mentre Tony si impegnava per far calmare Ziva.
Alla fine smise di piangere, più per sfinimento che per altro.

"Avrei dovuto farti sfogare subito, invece che aspettare tutto questo tempo. Ora è stato solo peggio" disse mettendola di nuovo seduta sul divano.
"Come ti senti?" aggiunse.
"Ho mal di testa" rispose lei.
"Ci credo... Ti prendo un'aspirina, resta qui" le disse andando a prendere acqua e medicine.

Aspettò che Ziva bevesse e poi la fece sedere appoggiata a lui. Avevano ancora un po' di tempo prima che Anja tornasse e Tony voleva assicurarsi che fosse calma.

"Grazie per essere rimasto con me, da sola sarebbe stato impossibile" disse lei sinceramente.
"Non ringraziare, non ho fatto molto" rispose Tony.
"Davvero mi aiuterai a trovare chi ha ucciso Monique?" domandò Ziva.
"Tutta la squadra ti aiuterà. E comunque si, ci sarò sempre per qualsiasi cosa" le rispose.
"Grazie" disse lei.

Meno di un'ora dopo Abby e Anja tornarono.
Fu Tony ad accoglierle e a ringraziare Abby per la disponibilità. Ziva era sul divano e si godeva gli ultimi momenti di tranquillità prima di dover tornare ad occuparsi di Anja.

"Forza, vai a dare a Ziva quello che abbiamo comprato" le disse Abby.
"Noi ci vediamo domani" aggiunse dandole un bacio.

Anja corse da Ziva mentre Tony ringraziava Abby per essersi occupata di lei. Quando tornò in salotto trovò Anja seduta sul divano e Ziva di fianco a lei che le parlava.

"È un regalo per me?" le chiese Ziva.
"Si, l'ho comprato per te" disse Anja, anche se Ziva sapeva benissimo che a pagare era stata Abby. Pensò di doverla ringraziare anche per questo oltre che per essersi occupata della bambina.

Ziva aprì il sacchetto e ci trovò una biro, con inciso sopra il suo nome.

"Ci abbiamo fatto scrivere il tuo nome. Ci sono anche i cuoricini. Così la usi quando sei al lavoro" disse Anja indicando la biro.
"Amore, è bellissima. Grazie" rispose Ziva commossa dal gesto prendendola sulle ginocchia.
"Allora ti sei divertita con Abby?" aggiunse.
"Tanto! E voi vi siete divertiti?" chiese Anja non sapendo quello che avevano fatto Tony e Ziva quel pomeriggio.

Ziva guardò Tony negli occhi, poi si voltò e sorridendo disse ad Anja "Tanto anche noi".

Tony la vide mentire per il bene della bambina che aveva tra le braccia e poté capire la difficoltà del momento.
Le mise una mano sulla spalla e le sorrise, nella speranza che la sua presenza potesse sostenerla almeno un po'.

"Cosa ne pensi se ora noi tre andiamo in cucina e insieme prepariamo il budino al cioccolato? Sono sicura che ti piace" disse Ziva.

Anja si illuminò.

"Si! Come fai a sapere che è il mio budino preferito?" chiese entusiasta.

Sia Tony che Ziva guardarono la lettera che Monique aveva scritto. Il sorriso di Anja ricambiava ampiamente la sofferenza che Ziva aveva provato nel leggerla.












Note dell'autrice:

Ciaooooooo :)
Beh allora è lunedì e per prepararvi alla tragedia del mercoledì vi metto un capitolo un po' dolcino! Eh eh
Lo so che la parte di Ziva che legge magari è un po' triste... Ma c'è Tony con lei ed è awwww no?! XD

Anche Anja mi sta troppo simpatica ahahaha speriamo che Ziva la possa aiutare e possa vendicare la morte di Monique senza problemi.
Come vedere Monique sapeva che qualcosa non andava e a quanto pare ha lasciato degli indizi a Ziva...
Sono sicura che Ziva capirà tutto, in fondo erano grandi amiche e si capivano al volo XD

Detto ciò vi lascio sperando che vi sia piaciuto!
A lunedì con un altro capitolo e... A mercoledì per l'odio settimanale LOL

Baci, Meggie.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

"Che vuoi portarti da fare mentre lavoro?" chiese Ziva ad Anja mentre facevano colazione.

Ziva aveva deciso di aspettare a mandare Anja alla scuola materna, voleva farla prima adattare alla sua nuova vita.

"Non lo so... Ziva possiamo stare a casa assieme oggi?" chiese la bambina.
"No, devo lavorare. Staremo a casa sabato e domenica, ok?" le spiegò Ziva.
"Io vorrei oggi. Andiamo al parco e mi spingi sull'altalena, poi mangiamo quella cosa buona che fai tu con gli spaghetti" insistette Anja.
"Sarebbe molto bello e divertente" le rispose Ziva accarezzandole una guancia.
"Ma non si può, mi dispiace" aggiunse.

Anja incrociò le braccia al petto, arrabbiata. Smise di mangiare e guardare Ziva.
Lei la guardò e capì che la crisi era vicina, ormai aveva iniziato a capire gli atteggiamenti di Anja.
Non era cattiva, nemmeno capricciosa probabilmente. Ma come anche Ducky le aveva detto, stava attraversando un periodo terribile e per una bambina di neanche quattro anni esternare le proprie emozioni era difficile.
Infatti spesso era noiosa e poco collaborativa, ma se era una giornata tranquilla Ziva la poteva vedere per quello che era. La bambina più dolce, affettuosa e sorridente che avesse mai visto.

Tuttavia quello non era uno di quei giorni, al contrario Ziva sapeva che sarebbe stato difficile.

"Forza, finisci la colazione che andiamo a prepararci" le disse lei fingendo di non notare il broncio.
"No" rispose Anja.
"Dai, solo un'altra cucchiaiata di cereali" insistette Ziva.
"No" ripeté la bambina.
"Stai male, Anja?" le domandò per assicurarsi che fosse tutto a posto.

Anja fece cenno di no con la testa.

"Ok. Se non hai più fame andiamo a vestirci" disse Ziva spostando la sedia in modo che potesse scendere.

Camminarono verso la stanza di Anja in silenzio. La bambina si limitò ad annuire ad un paio di domande di Ziva sui vestiti che voleva indossare.

Ziva tuttavia non fece nulla per spingerla a parlare. Sapeva che era inutile e darle troppa attenzione quando si comportava così la faceva solo diventare più scontrosa.

Quando arrivarono al lavoro Anja era ancora imbronciata e Ziva era già stressata nonostante fossero solo le otto di mattina.

"Buon giorno a voi, signorine" disse Tony vedendole entrare.
"Ciao Tony" disse Ziva con un mezzo sorriso.
"Forza Anja, di buon giorno a Tony. Sii educata" aggiunse.
"No" rispose lei.

Ziva prese un nel respiro cercando di calmarsi. Sapeva anche lei che stava parlando con una bambina di tre anni e mezzo che aveva appena perso la madre, non con un sospettato.

"Hey, lo sai che con questo comportamento non otterrai nulla, vero?" le disse guardandola negli occhi.

Anja la fissò per un po', poi in imbarazzo si mise a guardare il pavimento.
Tony osservò la scena sorridendo. Anja era buffa anche quando si atteggiava ad arrabbiata. E Ziva in veste di madre era la cosa più dolce che avesse mai visto.
Si sorprese da solo nell'avere quel pensiero, ma era la verità.

Decise di andare in soccorso di Ziva, che come poteva vedere era sul punto di esplodere.

"Signorina, che succede?" chiese Tony chinandosi all'altezza di Anja.
"Ziva è cattiva" rispose.
"Cattiva? Non ci posso credere" le disse lui.
"Si invece" rispose lei guardando il pavimento.
"Cosa ha fatto?" le chiese.
"A me puoi dirlo, così poi la sgrido" aggiunse sottovoce fingendo di non farsi sentire da Ziva, che in quel momento sorrideva vedendo la scena.

"Volevo stare a casa, andare al parco e mangiare gli spaghetti. E Ziva ha detto no" spiegò lei.

Tony rise e guardò Ziva scuotere la testa sconsolata. Era veramente una sciocchezza e lo faceva sorridere che Anja se la fosse presa per così poco.

"Ha detto di no perché dobbiamo lavorare, amore" le rispose lui.
"Ma io volevo tanto" disse lei iniziando a piangere.

Tony rimase sorpreso dalla reazione della bambina e la prese subito in braccio.

"Tesorino, non è successo nulla non piangere" le disse.
"È una brutta giornata oggi, Anja?" aggiunse mentre la bambina lo stringeva e piangeva.
"Direi pessima, a giudicare da come è iniziata" commentò Ziva avvicinandosi a Tony e dando il ciuccio ad Anja.

Glielo aveva consigliato Ducky, dicendole che poteva essere un buon modo per farla calmare. Soprattutto quando di notte si svegliava dopo un incubo.

"Shh, calmati forza" le disse Ziva asciugandole le lacrime e accarezzandole il volto.

Poco dopo Anja allungò le braccia per farsi prendere in braccio da Ziva. Lei la prese e la strinse a sé sapendo che la bambina cercava solo un po' di conforto.

"Ti manca tanto la mamma, vero amore?" le chiese Ziva. Anja annuì mentre Ziva si risedeva alla sua scrivania.

"Ora passa" le disse accarezzandole la schiena.

Quando Gibbs arrivò alle scrivanie trovò Tony e Ziva a lavorare ai rapporti mentre Anja sedava in braccio a Ziva e giocava con i suoi capelli.
Gibbs la vide con gli occhi rossi e l'espressione triste.

"Va tutto bene qui?" domandò fermandosi alla scrivania.
"Più o meno" rispose Ziva.
"Come mai il ciuccio? Non hai dormito bene?" chiese rivolto ad Anja. Lei non rispose, così intervenne Ziva.
"È un po' triste oggi" disse lei.
"Oh... Forse ti piacerebbe andare un po' da Abby" le propose Gibbs.

Anja fece cenno di no con la testa.

"Sei sicura? Secondo me ti lascia giocare con Bert se vuoi" provò a convincerla lui.
"No" si lamentò lei stringendo di più Ziva e nascondendo la testa.
"Lascia stare, oggi non la convinciamo a fare nulla che non vuole" disse Ziva mentre con una mano accarezzava i capelli di Anja.

Passarono tutta la giornata più o meno così, solo quando rientrarono a casa Anja sembrò rilassarsi.
Ziva l'aveva lasciata sul divano a guardare uno dei dvd che gli aveva prestato Tony, mentre preparava la cena.

"Ziva" disse Anja entrando in cucina all'improvviso.
"Tesoro, tutto bene?" le chiese lei.

Anja annuì guardando cosa faceva Ziva.

"Che fai? Posso stare qui con te?" le chiese.
"Certo, mettiti seduta" rispose.
"Preparo la pappa" aggiunse.
"Che cosa prepari?" domandò.
"Gli spaghetti con le polpette, come piace a te" rispose Ziva. Anja sorrise felice, era davvero il suo piatto preferito e Ziva lo sapeva. Per quello glielo stava preparando, sperando che le migliorasse la giornata.

Ziva era girata verso i fornelli quando improvvisamente sentì Anja abbracciarle le gambe.
Colta di sorpresa sobbalzò, poi sorrise e appoggiò il cucchiaio con cui stava mescolando il sugo.

"Anja, hai voglia di coccole amore?" le chiese sorridendo e chinandosi.
"Voglio darti un bacetto perché mi hai fatto la pappa che mi piace" rispose dando un bacio sulla guancia a Ziva.

Ziva le fece una carezza e la guardò mentre sorrideva.

"Sei più tranquilla, ora?" le chiese Ziva riferendosi alla crisi della mattina.
"Si... Sono stata cattiva" rispose la bambina.
"No, non lo sei stata Anja" disse Ziva.
"Nemmeno tu sei cattiva" rispose la bambina.

Ziva la prese in braccio, finì di cucinare e cenarono assieme.
La sera rimasero sul divano a guardare la televisione, quando improvvisamente Anja parlò.

"Ziva, mi puoi mettere lo smalto nelle unghie?" chiese.
"Ok, quello con i brillantini rossi?" rispose Ziva.
"Si!" esclamò lei.

Così Ziva si alzò e andò in bagno a prendere l'occorrente. Quando tornò in salotto Anja si era anche tolta i calzini. Ziva la guardò.

"Lo vorrei anche sulle unghie dei piedini" le disse sorridendo.
"Ve bene" ridacchiò Ziva.

Finito di dare lo smalto ad Anja, fu la bambina a volerlo mettere a Ziva. Lei là guardava mentre, impegnata, cercava di metterle lo smalto.

"Sei stata bravissima" le disse Ziva a lavoro compiuto.
"Grazie" rispose la bambina.

Quella notte Ziva decise di far dormire Anja con lei, aveva avuto una brutta giornata e sembrava aver voglia di compagnia.

Il week end arrivò in fretta e Ziva decise di lasciare dormire Anja quanto voleva. Durante la settimana l'aveva fatta alzare presto per portarla al lavoro e adesso che aveva il week end libero voleva farla riposare.

Ziva era seduta sul divano e legga a un libro. Lei a differenza di Anja era abituata ad alzarsi presto. Così quella mattina dopo aver fatto colazione, aveva pulito casa e ora si stava rilassando.
Improvvisamente sentì bussare alla porta. Si alzò e andò a vedere chi fosse, non aspettava visite.

"Tony" disse sorpresa di vederlo.
"Ziva. Buongiorno" rispose.
"Che ci fai qui? Ti pensavo ancora a letto a dormire fino a tardi" commentò lei.
"Invece mi sono svegliato come un comune mortale... Ho pensato di venire a fare un saluto. La nanetta dov'è?" rispose Tony.
"Dorme ancora" disse lei.
"Vieni, entra" aggiunse.

"Vuoi un caffè?" gli chiese mentre entravano in salotto.
"Si grazie" rispose lui.

Andarono entrambi in cucina mentre Ziva preparava il caffè. Si misero a parlare del più e del meno.

"Come va con Anja?" chiese Tony ad un certo punto.
"Bene, si sta adattando ora" rispose Ziva.

Tony la guardò, studiando il suo sguardo. Qualcosa non andava.

"Ziva, non ti vedo convinta" le disse.
"Non lo so, Tony" rispose lei versando il caffè nelle tazze.

Lui la fermò, prima di bere voleva che Ziva parlasse con lui.
Aveva già visto cosa succedeva quando si teneva tutto dentro e voleva evitare che esplodesse di nuovo come l'ultima volta.

"Cosa c'è che non va? Anja non sta bene?" domandò lui.
"No lei sta bene. Certo ha alcuni giorni storti, in cui è triste e piange. Ma è piccola e fatica ad accettare quello che è successo" disse Ziva.
"E allora cosa c'è? Ti fa innervosire?" chiese Tony.
"No... Io la capisco, so cosa vuol dire perdere la mamma" rispose Ziva.
"Il problema sono io" aggiunse.
"Tu?" chiese Tony un po' confuso.

Lei fece per andare in salotto cercando di evitare la conversazione, ma Tony non si arrese. L'afferrò per un braccio e la obbligò a guardarlo.

"Ziva, parla" le disse serio.
"Io non sono capace di fare la mamma, Tony! Non sono stata cresciuta per essere amorevole con i bambini e crescerli. So come disinnescare una bomba ma quando Anja ha un incubo vado nel panico ok?" rispose Ziva agitata.
"Quando lei mi chiede cosa è successo alla mamma io non so che dirle se non che non c'è più. E quando piange e mi guarda con quegli occhioni io... Io sto male perché non so come farla stare meglio. Quindi si Tony, il problema sono io" aggiunse.

Lui la guardò un attimo in silenzio, la vide riprendere fiato e rendersi conto di quello che aveva appena detto.

"Ti senti meglio?" le chiese.
"Un po'..." ammise lei.
"Vieni qui, Ziva" disse lui abbracciandola nonostante la sua titubanza.
"Lo sai che non è solo Anja ad aver perso una persona che amava... Anche tu hai perso la tua amica e non c'è nulla di male nel sentirsi a disagio" aggiunse.
"Ciò non toglie che io non sia portata per fare la madre" rispose lei.
"È una bugia e lo sai. Anja ti adora, ti sta sempre attaccata. Non ti sei accorta di come ti guarda?" le disse Tony stringendola a sé.
"La faccio più piangere che ridere" insistette lei.
"Non è colpa tua, Zee. Lo hai detto anche tu che sta passando un brutto momento. Piangerebbe in ogni caso" provò a spiegarle Tony.
"Perché non mi chiami, quando hai bisogno di sfogarti?" le domandò. Non ricevette risposta e si immaginava che Ziva sarebbe rimasta in silenzio. Era troppo orgogliosa per ammettere di aver bisogno di aiuto.

Dopo un po' la stacco dal suo abbraccio.

"Perché non vai a fare una bella doccia rilassante, ora?" le propose per vedere se riusciva a calmarsi un pochino.
"Non posso, Anja si sveglierà tra poco" rispose lei.
"Resto io qui e se si sveglia ci penserò io" le disse lui.

Ziva annuì, una doccia non le dispiaceva. Era da un po' che non poteva prendersi un momento tutto per sé, Anja la teneva occupata.
Mentre Ziva era in bagno, Tony si sedette sul divano e accese la tv constatando che Ziva non aveva molti canali per il cinema. Si chiese come potesse vivere senza i canali dei grandi classici e dei film.
Ma dovette interrompere le sue elucubrazioni mentali quando si accorse che Anja era arrivata in salotto, ancora mezza addormentata.

"Ziva, da quando assomigli a Tony?" chiese confusa.

Tony rise e le andò in contro.

"Piccolina, buon giorno. Hai fatto la nanna?" rispose lui.
"Dov'è Ziva?" chiese lei preoccupata ignorando la domanda di Tony.
"In bagno che fa la doccia. Le ho detto che restavo io ad aspettare che ti svegliassi" le spiegò Tony.

Soddisfatta della risposta, Anja allungò le braccia per farsi sollevare da Tony. Lui la prese e si sedettero sul divano, insicuro su cosa fare.

"Vuoi la colazione?" le chiese.
"Si, il latte con i biscotti" rispose Anja.
"Ok, resta qui. Vado a prenderli e torno" le disse mettendole i cartoni animati e andando in cucina.

Ma Tony non fece in tempo a trovare la tazza che Ziva usava per Anja che la bambina era dietro di lui.

"Hey, che succede?" le chiese vedendola strana.

Anja si strinse la pancia con le braccia e lo guardò con occhi supplicanti.

"Devo andare al bagno" disse.
"Oh... Tra poco Ziva arriva, ti porta lei" rispose Tony. Quando aveva proposto a Ziva di occuparsi di Anja non aveva previsto questo.
"Ma io devo andare in bagno" ripeté lei.

Lui la guardò, sembrava davvero urgente.

"Fa male il pancino?" le chiese mettendole una mano sulla pancia.
"Si... Devo andare al bagno" insistette ancora una volta.
"Ok, vieni con me" rispose lui prendendola in braccio e andando nel bagno della sua camera.

Impiegarono un po' di tempo, Anja era piccola e Tony poco esperto su come aiutarla. Ma alla fine riuscirono nel loro intento e tornarono sul divano a fare colazione.
Tony aveva trovato il bicchiere che Anja usava per la colazione e ora lei stava bevendo il suo latte con i biscotti sciolti in mezzo mentre guardavano un cartone animato assieme.

"Lo sai che delle volte Ziva mi da i cereali con il latte nella tazza?" disse Anja.
"Davvero? Come le ragazze grandi?" rispose lui.
"Si e li mangio tutti da sola. E non mi sporco i vestiti" spiegò lei orgogliosa.
"Wow, allora sei più brava di me. Forse mi devi prestare il bavaglino perché io mi sporco spesso mentre mangio" scherzò Tony.
"Allora dovresti chiedere a Ziva se ti imbocca lei, come fa con me. Così non ti sporchi" gli suggerì Anja.

Finì di fare colazione e iniziò a guardarsi intorno.

"Ziva quando torna?" chiese. Era sempre stata abituata ad avere lei la mattina e per quanto Tony le piacesse aveva voglia di avere Ziva lì.
"Mi sembra che stia usando il phon. Vedrai che arriva appena si è asciugata i capelli" le rispose Tony.
"Ok" disse lei.
"Giochiamo?" aggiunse.

Tony sorrise, nonostante tutto lui doveva starle simpatico perché non sembrava troppo preoccupata di non avere Ziva vicino.

"Va bene, a cosa vuoi giocare?" le domandò.
"Aspettami qui" disse Anja decisa.

Sparì in camera sua per un attimo e tornò subito dopo con alcuni dei suoi vestiti in mano.

"Come l'altro giorno. Tu ora metti questi e poi fai la sfilata" spiegò lei.
"Amore, non credo sia una buona idea" disse Tony.
"Si invece! Io mi diverto" insistette Anja.

Tony voleva davvero rifiutarsi, ma non riuscì a dire di no al sorriso dolce della bambina che aveva davanti.

"Va bene, ma se Ziva ci sgrida glielo spieghi tu cosa stiamo facendo" disse Tony scherzando.
"Certo" rispose Anja prendendo un giubbino e mettendolo a Tony.
"Ora sembro un piccolo elefante fucsia" constatò lui guardandosi.

Anja esplose in una risata che persino Ziva sentì dal bagno. Capì che si era svegliata e come Tony le aveva promesso la stava intrattenendo.
Silenziosamente uscì dal bagno e si mise un po' nascosta per vedere cosa stessero combinando.

Quando vide Tony giocare con Anja non poté non notare quanto fosse dolce con quella bambina.
E notò anche quanto ad Anja piacesse stare con Tony.
Rimase ad osservarli e guastarsi la scena di Tony che veniva vestito e svestito da Anja prima di comparire in salotto.

"Oh, mi pare che il modello sia tornato per un'altra sfilata" commentò ridendo.
"Si, la mia stilista crede che io sia un ottimo indossatore. Vero Anja?" rispose Tony.
"Si. Ma devi dimagrire, o ti andranno stretti questi bei vestiti" disse lei.

Ziva scoppiò a ridere non appena sentì quelle parole.

"Ok, piccola stilista. Cosa ne pensi se ora ti metti addosso uno di questi vestiti e poi usciamo al parco?" le propose Ziva.
"Si! Ma solo se anche Tony viene con noi" rispose Anja.
"Tesoro, Tony avrà altro da fare adesso. Era passato solo per un saluto, lo abbiamo già trattenuto abbastanza" le spiegò Ziva.

Lei si mise seria, delusa dalla risposta di Ziva. Ci teneva tanto ad avere anche Tony con lei.
E lui notò subito il suo cambio di espressione.

"Sapete cosa vi dico? È il week end, non ho nulla da fare quindi vengo con voi se mi prendete" disse lui.

Subito il volto di Anja si illuminò.

"Si!" gridò felice.
"Vado a scegliere dei vestiti" aggiunse correndo in camera.

Ziva raccolse il macello che avevano creato per il salotto, poi prima di andare a vestire Anja si voltò verso Tony e sussurrò "Grazie".

Lui annuì sorridendo. Era felice di far sorridere Anja me forse era ancora più felice di passare il tempo con Ziva.










Note dell'autrice:

Buon inizio settimana a tutti :)
Questa volta sono puntuale a pubblicare! Non come venerdì scorso... Eh eh ma sono felice che mi abbiate perdonato!
E spero che abbiate gradito il capitolo di oggi, così magari non vi inacidite troppo per il capitolo di mercoledì! XD

A proposito, non è sicuro ma forse potrei ritardare a pubblicare mercoledì, quindi se non vedete il capitolo non esultate perché magari ho deciso di non far soffrire più Tony e Becky... Semplicemente il capitolo arriva il giorno dopo LOL XD

Detto ciò... Questo capitolo sarà l'ultimo in cui vediamo solo scene family... Dal prossimo iniziano le indagini per scoprire chi ha ucciso Monique.
Ciò non toglie che ci saranno scene dolcine o con del love... Però prepariamoci ad un pochino di ANGST LOL

Spero vi sia piaciuto! :)
A presto!
Baci, Meggie. 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

"La lettera parlava di un luogo che conoscevi, in cui potrai trovare qualcosa che ti potrà servire per scoprire chi ha ucciso Monique" riassunse Tony.
"Esatto... Ma abbiamo più di un luogo segreto. Devo capire di quale stava parlando Monique" rispose Ziva.

Gibbs seguì il discorso che i suoi agenti stavano facendo. Avevano deciso che avrebbero aiutato Ziva tutti insieme e lo stavano facendo.

"Ok, prima di tutto abbiamo bisogno di sapere di più sulla sua morte. McGee trova i rapporti, le perizie e i documenti del medico legale" istruì Gibbs.
"Ci sto lavorando capo, ma ho bisogno di un po' di tempo per entrare nei loro database" rispose Tim.

Gibbs lo guardò innervosito.

"Perché non chiami e non chiedi di mandarteli?" chiese.
"Ehm, capo... L'ho già fatto ma non mi hanno dato il permesso. Dicono che non è nostra giurisdizione" spiegò Tim.
"Beh allora fai quello che devi fare con il computer. Ma fallo velocemente" rispose Gibbs alterato.

Non gli piaceva non aver quello che voleva quando lo voleva. In più poteva vedere come Ziva, quella mattina, fosse nervosa. Immaginò che finché il caso non fosse risolto per Ziva sarebbe stato difficile, per questo voleva fare il più rapidamente possibile.

"Ziva, intanto tu raccontaci. Monique ti ha mai parlato di qualcuno che la seguiva o le dava fastidio?" chiese Gibbs.
"Io non la sentivo da tantissimo tempo, lei era sempre in giro a fare Dio solo sa che lavori sporchi. Per quanto ne so potrebbe avere centinaia di nemici" rispose lei.

Non aveva davvero idea di cosa dire o fare. Da quando le avevano detto che Monique era morta aveva provato a pensare a chi potesse essere stato ma potevano essere tutti o nessuno.
Ora era quasi felice che Monique le avesse lasciato degli indizi, perché senza quelli sarebbe stata una missione impossibile.
Tuttavia la faceva molto arrabbiare il fatto che, se Monique sapeva che qualcuno le dava la caccia, non l'avesse chiamata per farsi aiutare. A maggior ragione per il fatto che aveva una bambina di cui occuparsi.
Si erano sempre date una mano quando erano nei guai ma questa volta Monique aveva tagliato fuori Ziva.

"Conosci qualche suo amico in Colombia che magari può aver notato qualcosa? O che magari ha degli indizi con cui aiutarci?" chiese ancora Gibbs.
"No, assolutamente nessuno purtroppo..." disse sconsolata.
"Magari potremmo chiedere ad Anja se ricorda qualche amico di sua madre" suggerì Tony.

Ziva lo fulminò, pensava di aver capito male. In realtà il suggerimento di Tony era valido ma lei era già alterata e la sua reazione fu esagerata.

"Fai sul serio? Vuoi chiedere aiuto ad Anja? Massì dai, chiamiamola qui ora mentre discutiamo la morte di sua madre. Sicuramente la farà tranquillizzare!" esplose Ziva all'improvviso.

La fissarono tutti sconvolti, non capivano il motivo della sua risposta così acida.

"Non è un'idea così stupida, in fondo Anja si ricorderà di qualcuno" intervenne Gibbs.

Ziva respirò a fondo, avevano ragione entrambi. Lei era solo nervosa per quello che stavano facendo e per la situazione con Anja. Era palese che la bambina ancora non stesse bene e occuparsi di lei non era poi così facile.

"Lo so. Scusate, avete ragione. Glielo chiederemo, ma non ora magari più tardi. È stata una notte difficile, non voglio alterarla ancora di più" rispose Ziva dopo essersi calmata e aver capito che aveva esagerato.

Guardò Tony e senza dire nulla entrambi capirono che Ziva si stava scusando con lui per la sua risposta. Ma Tony non aveva bisogno di scuse, sapeva che brutto momento stesse attraversando Ziva e non dava peso a cose del genere.

"Che è successo?" chiese Tony avvicinandosi a Ziva.
"Non voleva andare a dormire, era capricciosa ieri sera. Poi sono riuscita a farla addormentare dopo un'ora di tragedia e nel cuore della notte si è svegliata dopo un incubo" spiegò lei.
"Deduco che nessuna di voi abbia dormito molto" commentò Tony.
"Esatto. Per non parlare di quanto fosse di cattivo umore stamattina quando l'ho svegliata. Voleva dormire ancora ovviamente e non è stata molto collaborativa" aggiunse.

Tony la guardò, non sapeva cosa fare o dirle. Voleva offrirsi di tenere lui Anja per una notte ma non sapeva se Ziva avrebbe apprezzato.
Stava per dirle qualcosa quando McGee lo interruppe.

"Ragazzi, ho trovato il documento del medico legale" comunicò soddisfatto del suo lavoro.
"Alla buon ora, McGee" disse Gibbs.
"Lo so capo, non è stato difficile rintracciarlo i loro data base sono un casino" si giustificò Tim.
"McHacker pensi di mostrarlo anche a noi o dobbiamo aspettare?" gli disse Tony.

A quel punto McGee prese il telecomando e mise le immagini sullo schermo al plasma. Si radunarono tutti lì davanti per leggere.
La forza dell'abitudine voleva che loro leggessero tutto assieme osservando le immagini, nessuno però aveva calcolato che la vittima questa volta non era uno sconosciuto ma una grande amica di Ziva.

Lessero prima in silenzio, poi fu McGee a commentare.

"Morta per un colpo al petto e uno alla testa. Il medico legale dice che il colpo al petto l'ha ferita ma non uccisa. Quello mortale è stato alla testa. Oh, hanno usato un calibro piuttosto grande" commentò Tim.

Poi senza nemmeno pensare cliccò un altra volta e sullo schermo comparirono le immagini dell'autopsia.

A Ziva mancò l'aria, era una vista che si sarebbe risparmiata volentieri. Quella non poteva essere la sua amica, non voleva crederci.

"Monique" bisbigliò. La voce piena di emozioni, era sul punto di piangere.

In quel momento tutti la guardarono e si resero conto dell'errore commesso.

"McGee!" esclamò Gibbs.
"Togli quelle foto, spegni lo schermo!" aggiunse Tony.
"Ora!" gridò Gibbs.

"Girati, Ziva. Non guardare" le disse Tony facendola voltare, anche se ormai era tardi.

Tim era andato nel panico e ci stava mettendo una vita a togliere quelle foto dallo schermo, si era accorto anche lui dell'errore e adesso si sentiva più in colpa che mai.
Ziva era girata dalla parte opposta, una mano davanti alla bocca e il respiro faticoso. Era sconvolta da quello che aveva appena visto, quelle immagini non si sarebbero cancellate facilmente dai suoi occhi.

"Calma, Ziva. Ti senti bene?" le chiese Tony.
"Non molto" ammise lei appoggiandosi leggermente a Tony.

Gibbs, preoccupato per la sua agente diede istruzioni a Tony.

"Falla sedere e stai con lei, le vado a prendere dell'acqua" disse allontanandosi.

Tony obbedì, la guidò fino alla sedia della sua scrivania e la fece mettere seduta restando accanto a lei.

"Tony, hai visto come era ridotta?" disse con voce tremante.
"Hey, non ci pensare. Pensa a lei com'era prima" rispose lui.
"Come faccio ora ho quelle immagini davanti agli occhi" commentò guardando Tony.
"Lo so... Ma ora concentrati su Anja o su di me. Togliti quelle immagini dalla testa, per favore" insistette lui.

"Ziva... Mi dispiace, non volevo" intervenne McGee all'improvviso.
"Tranquillo Tim, non è colpa tua" disse lei. Si stava calmando lentamente e sapeva che McGee non lo aveva fatto apposta.

"Avrei dovuto fare più attenzione. Non sai quanto mi dispiace" ripeté di nuovo.
"McGee, è tutto ok. Tranquillo" disse Ziva con un mezzo sorriso.

Lui stava per dire altro ma Gibbs arrivò con l'acqua per Ziva

"Ecco, bevi. Va meglio?" chiese Gibbs preoccupato.
"Un po'..." ammise Ziva.

Per il resto della mattinata si occuparono di altro mentre McGee cercava un modo per avere la parte restante dei documenti. Con il solo referto dell'autopsia non potevano fare molto.
Mentre Tony cercava di scoprire se quel tipo di proiettile apparteneva a qualche banda colombiana, Ziva provava ad immaginare in quale dei tanti nascondigli Monique aveva potuto mettere le cose di cui parlava nella lettera.

Fu circa un'ora dopo il pranzo che Ziva ricevette una chiamata da Abby. Quella mattina, siccome si dovevano occupare del caso di Monique, Ziva aveva lasciato Anja con Abby. Non voleva che ascoltasse quelle cose ed era sicura che con Abby si sarebbe divertita.

"Ziva, Anja chiede di te" le disse Abby.
"Le hai detto che non sono lontana? Che ci vedremo più tardi?" chiese Ziva.
"Si... Ma cercavo di farla addormentare per il riposino, ma dice che vuole te" rispose Abby.
"Oh..." disse Ziva ma fu interrotta da Gibbs.

"Ziver, c'è qualche problema?" le chiese.
"Anja vuole me per dormire" rispose.
"Allora vai da lei, qui continuiamo noi. Vai" comandò Gibbs.

"Abby tienila tranquilla un minuto, sto arrivando" disse Ziva mettendo giù il telefono. Prese due cose dal cassetto e andò all'ascensore.

Appena Anja la vide le corse incontro e l'abbracciò.

"Anja, che succede?" le chiese.
"Ziva, sei qui" disse le bambina sorridendo.
"Voglio fare la nanna" aggiunse.
"Ok... Abby ti ha preparato il suo sacco a pelo e Bert. Perché non ti sdrai?" le chiese.
"No! Non lì! In braccio a te!" si lamentò lei.
"Ma io sto lavorando adesso, tesoro" spiegò Ziva.
"Se vuoi puoi stare in braccio a me" propose Abby.
"No... Voglio in braccio a Ziva" ripeté guardandola con occhi imploranti.

Lei non riuscì a resistere e la prese in braccio, notando immediatamente il sorriso della bambina.

"Sembra che qualcuno sia di nuovo felice" commentò Abby vedendo la scena.
"Ziva, voglio il ciuccio" chiese Anja.

Lei l'aveva anticipata e se lo era portato dietro, insieme all'orsacchiotto che Anja usava per dormire.
Bastarono un paio di minuti dopo che Anja prese il ciuccio per farla addormentare. Decise di stare in sala riunioni per un po', non voleva che Anja si svegliasse in ufficio nel mezzo di una discussione su come era morta la madre.
Era già abbastanza stressata così.

Mentre sedeva da sola e pensava a cosa fare per aiutare Anja, Tony entrò.

"Hey" le disse sottovoce.
"Tutto bene?" aggiunse.
"Si... Voleva solo dormire in braccio a me, nulla di grave" rispose Ziva.
"Vedo che ora dorme davvero bene" commentò Tony.
"Deve recuperare da stanotte" disse lei.
"Tu che ci fai qui? Gibbs ti uccide se vede che non lavori" aggiunse.
"Occhioni belli, sono venuto a farti compagnia. E ho portato con me il lavoro. Ecco guarda: un rapporto da scrivere per te e uno per me. Così non ci annoiamo" spiegò.
"Oh, come sei premuroso" scherzò lei.

Ma in realtà lo pensava davvero. Sicuramente per avere il permesso di andare da lei, Tony aveva preso un certo numero di scappellotti da Gibbs.
E magari anche occhiate di disapprovazione. Ma evidentemente gli importava più di lei che dell'opinione del capo.

Lavorarono per lo più in silenzio, guardandosi di tanto in tanto. Finché Anja non si svegliò e tutto tornò alla normalità.

Fu quella sera, a casa, che Anja voleva tutta l'attenzione di Ziva.
Lei non capiva se lo faceva perché quel giorno era stata lontana da Ziva tutta la mattina o perché qualcosa non andava e aveva bisogno di compagnia.
Ma in quel momento non le importava. Aveva già un piano per far divertire la bambina e magari farle passare un buona nottata.

In realtà era già qualche giorno che ci pensava ma non aveva mai avuto l'occasione, tornavano sempre a casa tardi. Ma fortunatamente quel giorno Gibbs li aveva lasciati andare via presto e Ziva aveva intenzione di cogliere la palla al balzo.

"Anja! Vieni qui tesoro, ti devo dire una cosa" la chiamò Ziva dalla cucina.
"Eccomi!" esclamò entrando.
"Ho un'idea per stasera, dimmi cosa ne pensi: io e te ci facciamo un bel pigiama party. Guardiamo un bel film che mi ha prestato Tony mentre mangiamo la pizza e stiamo alzate finché vuoi tu" le propose.

Sapeva che voglia o no probabilmente sarebbe crollata a metà film, perciò non era preoccupata per l'orario in cui sarebbero andate a letto.

"Si!" gridò Anja saltellando felice.
"Però Ziva..." aggiunse.
"Dimmi" disse lei. Sperava che Anja non avesse qualche idea strana che lei non poteva assecondare.
"Possiamo fare i biscotti prima? Con mamma li facevo" chiese.

Ziva sorrise, questa era una cosa per cui poteva accontentarla.

"Ma certo, e sai che facciamo? Domani li portiamo al lavoro e li facciamo mangiare a tutti. Ti va?" rispose lei.
"Si! E facciamo merenda assieme con i biscottini" disse lei.
"Bene, abbiamo un piano. Mettiamoci subito all'opera con i biscotti così poi ordiniamo la pizza e diamo il via al nostro pigiama party. Sei pronta?" rispose Ziva.
"Si capo!" disse Anja imitando Tony quando rispondeva a Gibbs.

Passarono più di un'ora a cucinare biscotti, ricoprirono alcuni con la glassa colorata e altri con il cioccolato.
Alla fine la cucina era un campo di guerra, la faccia di Anja era ricoperta di cioccolato ma i i biscotti erano pronti e a giudicare dal profumo sembravano buoni.

"Ok, signorina. Ora ordino la pizza poi andiamo a lavare mani e faccia così appena la pizza arriva ceniamo" disse Ziva prendendo il telefono e chiamando la pizzeria.

Mentre aspettavano che la cena arrivasse, Ziva riuscì anche a sistemare una parte della cucina. Era un lavoro in meno da fare dopo aver messo Anja a dormire.
Non appena sentì isobare il campanello, Anja saltò in piedi.

"La pizza!" esclamò felice correndo alla porta seguita da Ziva.

Ora il loro pigiama party poteva iniziare.
Erano entrambe in pigiama, sedute sul divano con le luci spente. L'unica luce veniva dalla televisione.
Tony aveva prestato a Ziva il film "Come d'incanto" sicuro che ad Anja sarebbe piaciuto. E infatti non aveva sbagliato, Anja era stata catturata fin dal primo minuto del film.

"Mangia mentre guardi il film, amore. Non ti distrarre o la pizza si raffredderà" le disse Ziva. Si stava perdendo a commentare quanto bello fosse il film e dava un morso allo spicchio di pizza ogni cinque minuti.

Riuscì a farle mangiare due spicchi di pizza e siccome voleva che mangiasse qualcosa in più le diede anche due dei biscotti che avevano cucinato.

"Ziva, se andiamo al parco anche io trovo uno scoiattolo che parla?" chiese Anja seria.

Nel film stava guardando un piccolo scoiattolo che parlava con la protagonista e ora anche lei ne voleva uno.

"Tesoro, non credo proprio. Gli scoiattoli non parlano la nostra lingua" le disse.
"Ma quello nel film si" rispose lei.
"Vedi, nei film a volte ti fanno vedere cose che non esistono solo per farti divertire" le spiegò.
"Oh... Quindi non esistono gli scoiattoli che parlano?" domandò ancora.
"No, purtroppo. Ma sarebbe divertente vero?" le rispose lei.
"Si, secondo me verrebbero a casa a chiedere se hai le noccioline" disse lei ridendo.
"Sicuramente. Ti piace il film, Anja?" le chiese Ziva sistemandole i capelli dietro le orecchie.
"Si, tanto. Mi piacciono le principesse" rispose.

Mezz'ora dopo Anja era seduta in braccio a Ziva a vedere il film. Stava iniziando ad essere stanca e Ziva poteva confermarlo dalla quantità di sbadigli che faceva.
Tuttavia sembrava resistere più del previsto.

"Hey, vuoi fare la nanna?" le chiese sistemandola bene sulle ginocchia.
"No... C'è il film" rispose convinta.
"Ok... Se ti addormenti non succede nulla, lo finiamo domani" le disse.
"Sto sveglia" insistette lei.
"Va bene" concluse Ziva dandole un bacio sulla guancia.

La vide lottare con tutte le sue forze per stare sveglia, il film doveva piacerle davvero tanto.

"È finito" disse vedendo comparire i titoli di coda.
"Si, è stato bello vero?" rispose Ziva.
"Erano tutti felici" rispose Anja soddisfatta.

Poi senza che Ziva le dicesse nulla si rigirò tra le sue braccia e si mise comoda.

"Faccio la nanna ora..." disse Anja.

Ziva non riuscì nemmeno a capire se quella fosse una domanda o un'affermazione. L'unica cosa che sapeva era che Anja era stanchissima e si stava già addormentando.
Non aveva nemmeno fatto in tempo a farle lavare i denti, ma per una sera si poteva fare passo.

"Si fai la nanna che sei stanca" le sussurrò.

Rimase seduta sul divano con lei per cinque minuti, il tempo necessario per assicurarsi che fosse nel mondo dei sogni.
Poi lentamente si alzò e la portò nel suo letto, la coprì per bene e tornò a finire di sistemare la cucina.

Ne approfittò per mandare un messaggio a Tony e ringraziarlo per il dvd, ad Anja era piaciuto molto e come al solito lui era il migliore in fatto di scelte cinematografiche.
L'unica domanda che si poneva era perché un uomo adulto avesse il dvd di un film per bambine.
La risposta di Tony non tardò ad arrivare "Per Amy Adams, ovviamente".

Ziva rise e si mise a sciacquare gli ultimi piatti. Tony era sempre il solito, una bella donna non la disprezzava mai.
Se non fosse stato che Anja dormiva già e aveva paura di svegliarla, avrebbe detto a Tony di fare un salto a casa sua.
Gli avrebbe dato dei biscotti per ringraziarlo, finalmente dopo un paio di serate difficili Anja di era addormentata tranquilla.

Decise di rimandare al giorno dopo. Sistemò tutto, anche il salotto poi si fece una doccia e passò in camera di Anja per assicurarsi che dormisse ancora.
La sentì russare leggermente abbracciata al suo orsacchiotto, non dovette nemmeno entrare per capire che era serena.

Così si avviò in camera sua, sorridendo. In fondo fare la mamma non le dispiaceva così tanto.













Note dell'autrice:

Ciaoooooo!
Buon inizio settimana, con la pioggia (per lo meno a casa mia) XD

Ecco il nuovo capitolo, come prevedibile iniziano le indagini sulla morte di Monique XD
E ovvio non poteva essere tutto facile e a portata di mano, facciamo sgobbare un po' McGee dai! :)

Poi mi piace svelare le cose per gradi, quindi mano a mano che passeranno i capitoli scopriremo qualcosa di più.
Ma vi voglio tranquillizzare dicendovi che sarà una storia in cui nessuno si ammazzerà per prendere l'assassino di Monique. Nel senso che non ci sarà troppo ANGST, ve lo devo dopo la ff del mercoledì XD

Poi io qui ci voglio del family che piano piano diventerà TIVA family quindi... XD

Bene ora passo e chiudo!
A presto, baciiiiii
Meggie :3 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

"Anja, forza alzati. O faremo tardi" le disse Ziva accarezzandole il pancino mentre cercava di svegliarla.
"Mmm... Voglio fare la nanna" si lamentò lei.
"Sei una dormigliona" rispose.
"Ma se fai ancora la nanna non arriviamo in tempo in quel bel posto di cui ti ho parlato l'altro giorno" aggiunse.

Anja aprì subito gli occhi e si voltò a guardare Ziva.

"Quello dove ci sono tanti bambini e si fanno i giochi che piacciono a me?" chiese.
"Esatto. Poi mangiate la pappa tutti assieme e fate anche il riposino" rispose Ziva.

A malincuore aveva dovuto decidere di mandarla alla scuola materna. Avrebbe voluto tenerla con sé all'NCIS per più tempo, ma gestire una bambina e il caso che riguardava la madre morta insieme era impossibile.
Anja, dopo qualche ora passata con Abby, voleva andare da Ziva e quelle poche volte che glielo avevano impedito era andata in crisi.
Così aveva dovuto optare per una scuola materna, almeno passando la giornata con altri bambini si sarebbe tenuta occupata. In fondo l'NCIS non era il posto adatto ad una bambina di quasi quattro anni e nessuno poteva arrabbiarsi con lei se si annoiava e voleva stare con Ziva.

Fortunatamente, quando Ziva le aveva detto dove sarebbe andata, Anja non aveva dato di matto. Al contrario sembrava piuttosto curiosa di provare questa nuova cosa, evidentemente era una bambina a cui piaceva la compagnia. Il punto era che né Ziva né nessun altro potevano immaginarlo. Solo Monique, ma lei era morta.

Gibbs l'aveva aiutata a scegliere la scuola migliore, unendo la vicinanza all'NCIS con la scelta di un luogo che rispecchiasse le esigenze di Anja.
Avevano scelto una scuola cattolica che al suo interno aveva anche le scuole elementari, così nel caso Anja si fosse trovata bene sarebbe potuta rimanere lì.
La scelta era ricaduta su quella scuola perché un ambiente ristretto e controllato a dovere. Era il luogo migliore, Anja aveva bisogno di stabilità e tranquillità in quel momento delicato della sua vita.

"Allora sei pronta ad alzarti e andare?" le chiese Ziva sperando che Anja non avesse cambiato idea.
"Si. Però Ziva... Mi puoi pettinare per bene e mettere lo smalto sulle unghie? Così sono carina" chiese.

Le sorrise mentre la tirava fuori dal letto e la prendeva in braccio.

"Certo, tesoro. Ora facciamo tutto" le rispose.
"E Ziva... Poi mi vieni a riprendere vero? Non mi lasci là per sempre" chiese questa volta più preoccupata.
"Anja, quando avrai finito la merenda del pomeriggio io sarò lì ad aspettarti. E tu mi dovrai raccontare tutto quello che avete fatto" le disse dandole un bacio sulla guancia.
"Va bene" rispose Anja sorridendole e abbracciandola.

Si prepararono e Ziva sistemò i capelli di Anja esattamente come voleva lei. Due codini chiusi con dei nastrini che riprendevano il colore della divisa.
Gliela aveva fornita la scuola e quando Ziva guardò Anja completamente vestita e pettinata quasi si commosse. Sembrava una bambolina e non poté fare a meno di scattare una foto e mandarla a Tony.

Quello che lei non sapeva era che Tony si trovava sotto casa sua, ad aspettarle. Sapeva che era il primo giorno di scuola di Anja e nonostante lui non fosse nessuno per la bambina voleva partecipare.
Forse più per Ziva che per Anja, ma in quel breve periodo che erano stati assieme aveva sviluppato un certo affetto anche per quella bambina così dolce.

Quando uscirono di casa e arrivarono al parcheggio si trovarono Tony davanti. Anja lasciò la mano di Ziva e gli corse incontro lasciando che lui la sollevasse e la facesse saltare per aria.
La rimise con i piedi a terra e la guardò.

"Dal vivo sei ancora più carina vestita così" le disse facendola sorridere.
"Che ci fai qui?" disse Ziva raggiungendoli.
"È un giorno importante, non me lo potevo perdere" rispose.
"E poi sono venuto come sostegno nel caso Anja facesse delle storie per rimanere là" aggiunse sottovoce.

Voleva essere d'aiuto a Ziva, non voleva che dovesse affrontare tutto da sola specialmente se le cose si facevano complicate.
Lei sorrise grata e commossa dal gesto. E ad essere sincera era felice che lui fosse lì, aveva tenuto conto anche lei che Anja, una volta realizzato dove stavano andando, cambiasse umore e si rifiutasse di rimanere là.
Ed era sicuro che se fosse accaduto lei non avrebbe avuto il coraggio di lasciarla e andare via, sentendola piangere.

Andarono tutti con la macchina di Tony e raggiunsero la scuola in poco tempo.
Una volta entrati Anja fu subito colpita da quanti bambini ci fossero in quel luogo. Una delle insegnanti fece fare un rapido giro della scuola ad Anja, Ziva e Tony.
E alla fine arrivò il momento dei saluti.

"Vai già via?" le chiese Anja.
"Si amore, vado a lavorare con Tony. Ti ricordi cosa ti ho detto? Tu stai qui e giochi e io alle quattro ti torno a prendere" le disse ancora Ziva.
"Si, dopo il riposino e la merenda" confermò Anja.
"Esatto" rispose.
"Ma posso avere il ciuccio per fare il riposino?" chiese preoccupata.
"Oh, brava che te lo sei ricordata" rispose Ziva prendendo il ciuccio fuori dalla borsa.
"Ecco te lo attacco alla camicetta e la maestra ha detto che puoi usarlo quando vuoi" aggiunse.
"Io lo uso solo per fare la nanna" disse sicura Anja.
"Brava la mia bambina" rispose Ziva dandole un bacio.

Anche Tony si abbassò e diede un bacetto ad Anja.

"Allora noi andiamo. Tu ti diverti anche per noi?" le disse Ziva.
"Certo!" rispose mentre la maestra la prendeva per mano.
"Ciao Tony, ciao Ziva. Ti voglio bene" aggiunse.
"Anche io ti voglio bene, a dopo" rispose Ziva uscendo.

Uscirono dalla scuola e salirono di nuovo in macchina. Ziva si era appena tolta un peso dallo stomaco, Anja era a scuola e si sarebbe divertita e la cosa più importante era che tutto era andato bene. Questo era ciò che più la preoccupava.

"Beh, è stata davvero brava" ammise Tony.
"Nemmeno una lacrima, un ripensamento" aggiunse.
"Infatti sono parecchio sorpresa e anche orgogliosa. Non mi aspettavo che fosse così coraggiosa" rispose sorpresa.
"Si sta adeguando alla situazione" disse Tony.
"Sicuramente, anche se ha ancora molti momenti no. Spero solo che oggi vada tutto bene, così anche domani andrà a scuola tranquillamente" rispose Ziva.
"Tu stai bene Zee? Perché mi sembri più sconvolta tu di Anja" le chiese ridacchiando.
"Io... Si è che... Non so come dire, mi mancherà averla in giro tutto il giorno" ammise.
"Questo perché sei una brava mamma, occhioni belli" concluse Tony sorridendole.

Tony iniziò a guidare e rimasero in silenzio per un attimo, finché non si fermò ad un semaforo rosso.
A quel punto Ziva mise la sua mano sopra a quella di Tony e lui si voltò subito a guardarla, sorpreso dal gesto.

"Grazie, per essere venuto. Per avermi accompagnata" gli disse un po' in imbarazzo.
"E di che, guanciotte dolci" rispose lui.

E poi fece di nuovo quello che aveva fatto mentre tornavano da Berlino. Le strinse la mano e intrecciarono le dita insieme.
Ma questa volta non ci furono incidenti ad interromperli.
Fecero la restante parte del viaggio così, Tony non staccò la sua mano da quella di Ziva nemmeno per usare il cambio. Al contrario usò quella con cui teneva il volante. Era pericoloso, certo. Ma tenere stretta la mano di Ziva e sentire che lei lo stringeva e non accennava a staccarsi era più importante in quel momento.

Inoltre si rendeva conto che, nonostante ora fosse più rilassata, quello era un periodo complicato per Ziva. Ed era sicuro che avere la sua compagnia e vicinanza la aiutasse.
Quando arrivarono al parcheggio Ziva era persa nei suoi pensieri e gli stava ancora stringendo la mano.

"Zee, mi dispiace ma devi lasciarmi andare ora" le disse sorridendo.
"Oh... Scusa" rispose lei tornando alla realtà.
"Na, tranquilla. So che sono una calamita per le donne" scherzò.

Una volta scesi dalla macchina si incamminarono verso l'edificio e lui, notando quanto le fosse piaciuto in macchina, le riprese la mano.
In un primo momento lei rimase sorpresa, ma poi sentendo di nuovo il calore della mano di Tony si rilasso e si lasciò guidare verso l'ufficio.

Salirono in ascensore e Tony premette il pulsante del loro piano. Ziva aspettò che l'ascensore partisse e poi, prendendo alla sprovvista Tony, lo abbracciò.

Lui si sorprese, questa non era la Ziva di tutti i giorni. Forse fare la mamma la stava facendo cambiare o forse stava finalmente realizzando quello che provava per lui. Qualsiasi cosa fosse Tony apprezzava davvero che fosse più sciolta.

"Hey, tutto ok?" volle assicurarsi Tony.
"Si è che prima che incominciassimo a lavorare... Io..." iniziò Ziva.

Lui capì che aveva bisogno di un attimo, così bloccò l'ascensore e l'abbracciò a dovere.

"Tony non mi lasciare mai" disse.
"Ok" rispose confuso.
"Dico davvero. Non andare mai via... Io, io ho bisogno di te" ripeté leggermente agitata.
"Ziva. Ci sono sempre stato per te. E ci sarò sempre" le rispose lui tranquillizzandola.

Lei sorrise, mentre lui le dava un bacio sulla fronte. In realtà il suo istinto da uomo innamorato della donna che aveva tra le braccia era quello di sollevarle la testa e baciarla. Ma Ziva non accennava a muovere la testa dalla sua spalla e lui non volle forzarla.

"Grazie" rispose Ziva.

Lui le diede ancora un attimo, durante il quale le accarezzò la schiena dolcemente. Lei si gustò il momento, quanto le piaceva stare tra le sue braccia.

Poi si staccò e Tony fece ripartire l'ascensore. Aveva già dato spettacolo per quel giorno, ma dal momento in cui l'aveva visto sotto casa sua le si era mosso qualcosa dentro e ora non poteva fare altro che pensare a quanto fosse indispensabile Tony nella sua vita.

In realtà era da quando quella storia era cominciata che lei si era resa conto di quando volesse bene a Tony e di come questo sentimento fosse ricambiato. Solo che come al solito aveva paura, troppa paura.
Ma quel giorno qualcosa era scattato e lei non si pentì di quel gesto dolce avvenuto in ascensore, anzi si pentì di averlo interrotto così presto.

Arrivarono alle loro scrivanie e si misero al lavoro. Dedicavano tutto il tempo in cui non erano impegnati in altri casi a cercare l'assassino di Monique.
Le cose erano andate avanti, Ziva aveva ristretto il campo dei possibili nascondigli in cui Monique avesse potuto nascondere le informazioni importanti.

Avevano anche parlato con Anja che nel suo piccolo era stata di aiuto. Aveva suggerito i nomi di alcuni loro vicini di casa con cui Monique aveva buoni rapporti. Tony li stava rintracciando per chiedergli se sapevano qualcosa riguardo la misteriosa morte di Monique.

L'unico ad essere rimasto indietro ero McGee. Aveva trovato il rapporto dell'autopsia ma non quello della polizia in cui era spiegato cosa fosse successo. Il motivo era semplice, non era informatizzato. Sicuramente c'era un rapporto, il punto era che si trovava scritto su una cartella da qualche parte in Colombia.
Era per questo che Gibbs quel giorno aveva preso un aereo ed era andato là per cercare di avere copia del rapporto.

Avevano provato a chiedere informazioni sull'accaduto ai vicini di casa di Monique e anche ad Anja. I vicini non sapevano nulla e Anja non parlava. Nessuno capiva se avesse rimosso l'accaduto o semplicemente non fosse lì nel momento in cui Monique era morta. Ziva sperò nella seconda opzione ma a giudicare da come era rimasta scossa dalla domanda non potè giurare che Anja non avesse visto nulla.

Tuttavia quella mattina Ziva giunse ad una svolta, arrivando a dire che i luoghi in cui Monique aveva potuto nascondere le informazioni erano due.
A giudicare dai suoi ultimi spostamenti e da quello che sapeva conoscendo l'amica capì che le informazioni potevano essere o in Colombia in una cassetta di sicurezza all'interno di una finta banca, in realtà di proprietà del Mossad o in Canada in una casa che loro usavano come nascondiglio segreto.

Ma valutando i pessimi rapporti che aveva avuto Monique con il Mossad in quel periodi si convinse che fosse in Canada.

"Perché non chiediamo a Gibbs di controllare in Colombia, già che è lì?" propose Tim.
"Lo chiamo io, lo avverto" si offrì Tony.

Ziva annuì, sperava di trovare al più presto le informazioni, senza di quelle non sarebbero riusciti ad andare avanti.

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Nel frattempo Gibbs era in Colombia, alla stazione di polizia che si era occupata del caso di Monique.

"Voglio quei documenti, adesso" disse dopo aver discusso per un bel po' con quegli uomini.
"Non possiamo consegnarvelo, non è un caso dell'NCIS" obiettarono.
"Ma ora ci stiamo occupando del caso, ci serve" rispose Gibbs.
"Dimostri che ci state lavorando ufficialmente, e le darò ciò che le serve" disse un poliziotto.
"E se non avessi nulla per dimostrarlo?" chiese.
"Allora può tornare a casa, non le diamo nulla" rispose.
"In più abbiamo già messo fascicolo e prove nel nostro archivio per i casi irrisolti. Non c'è nulla su cui lavorare" aggiunse.

A quel punto Gibbs si arrese e se ne andò senza dire nulla. O almeno questo era quello che i poliziotto credevano.
Uscì dalla stazione e fermò il primo pivello che incontrò. Aveva naso nel capire chi era alle prime armi e quindi facilmente condizionabile e non gli ci volle molto per farsi dire dove erano gli archivi.

Una volta saputo quello fu uno scherzo entrare, rubare il fascicolo e sparire. Diciamo che le misure di sicurezza in quel luogo lasciavano molto a desiderare.
Passò anche al finta banca per vedere se le informazioni erano lì, ma fu un buco nell'acqua. Non c'era nulla. A questo punto avrebbero dovuto provare in Canada. Prese quello che aveva trovato e corse a riprendere un aereo per tornare a Washington.

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In ufficio erano tutti in un momento di blocco, non sapevano più dove sbattere la testa e avevano davvero bisogno di nuovi indizi per andare avanti. Ma dovevano aspettare Gibbs prima di tutto.
McGee era a pranzare con Abby così Tony e Ziva rimasero da soli.

"Vuoi un pezzo del mio panino?" le offrì Tony vedendo che Ziva non aveva nulla con sé per il pranzo.
"No grazie, non ho fame" rispose.
"Dai è uno dei tuoi preferiti" insistette lui.
"No, sul serio" ripeté lei.
"Almeno hai fatto colazione oggi?" le chiese.
"Certo" rispose guardandolo.

Lui si alzò e le andò vicino, si sedette sul bordo della sua scrivania e la guardò.

"Sei dimagrita, Zee" disse.
"Mi controlli?" chiese quasi infastidita.
"No, ma... Stai mangiando poco vero? Che hai non stai bene?" chiese preoccupato.

Lei lo fissò pensando di non rispondere. Era infastidita ma poi capì che Tony si interessava così a lei perché era preoccupato. E doveva ammettere che in quel periodo mangiava davvero poco.

"Sono stressata, Tony. Vorrei solo trovare chi ha ucciso Monique" ammise.
"Hey, lo troveremo" le disse sfiorandole la mano.
"Non stiamo facendo molti progressi, mi pare" rispose acida.

Lui le girò la sedia per guardarla dritta negli occhi.

"Ci riusciremo Ziva, te lo prometto. Lo sai anche tu che queste cose a volte richiedono tempo" cercò di farla ragionare lui.
"Si... Ma è faticoso aspettare, sai?" gli disse.
"Lo immagino e lo capisco. Ciò non toglie che devi mangiare e non trascurarti" rispose.
"Hey, ti sembro una persona trascurata? Mi lavo e sono sempre in ordine" disse lei fraintendendo.

Tony rise, aveva ancora problemi con le parole.

"No, Zee. Intendo prenditi cura di te, non voglio che tu stia male. Se hai bisogno sono qui, ti aiuterò in qualsiasi modo" le disse accarezzandole il braccio.
"At lo levad" le sussurrò all'orecchio avvicinandosi.

Ziva sentì un nodo alla gola, come se stesse per piangere. Quelle parole gliele aveva già dette e questa volta era intenzionata a non tradirlo, a non farlo soffrire. Sapeva che lui credeva davvero in quello che diceva e che non l'avrebbe lasciata sola.

Gli sorrise e disse "Lo so. Lo so".

Restarono un attimo a fissarsi finché Tony si alzò, prese metà del suo panino e lo diede a Ziva.

"Ora mangia. Il tuo corpo è perfetto così com'è. Non ti voglio vedere dimagrire più" le disse serio.

Lei afferrò il panino e gli diede un morso, Tony aveva ragione non doveva trascurarsi soprattuto perché doveva occuparsi di Anja.
Inoltre con lui vicino anche lo stress diminuiva.

Alle quattro Ziva era da Anja, come le aveva promesso. Era andata in taxi visto che la mattina l'aveva accompagnata Tony al lavoro.
Fu felice nel constatare che la bambina era più che a suo agio in quel luogo.
Una maestra le si avvicinò.

"È andato tutto bene?" chiese impaziente di sapere.
"Molto bene. Solo a metà pranzo ha avuto un piccolo crollo. Cercava lei, ma penso che fosse perché era stanca. Si è calmata subito e dopo il riposino è tornata più allegra di prima" spiegò l'insegnante.
"Non sa quanto mi renda felice sapere che Anja è stata bene oggi. La posso portare a casa ora?" chiese Ziva.
"Certamente. Anja, corri qui!" la chiamò la maestra.

"Ziva! Sei già qui" disse lei correndo ad abbracciarla.
"Patatina, certo! Come ti avevo promesso" rispose.
"Io ti devo raccontare un sacco di cose. E ho fatto un disegno per te" le disse.
"Davvero? Andiamo a casa e mi racconti?" rispose.

Anja annuì felice.
Quel giorno Ziva aveva deciso che dopo aver preso Anja sarebbero tornate a casa e non all'NCIS. Era il suo primo giorno di scuola e non sapendo come sarebbe andato aveva preso tutte le precauzioni del caso.

Una volta a casa passarono il pomeriggio assieme. Per la maggior parte del tempo Anja le raccontò quello che le avevano fatto fare. Era davvero entusiasta.

"Ziva, grazie che mi porti a giocare con i bambini. Quando ero in Colombia con la mamma ci andavo sempre e mi piaceva tanto" le disse Anja.

E in quel momento Ziva capì come mai Anja era così tranquilla. Lo aveva già fatto con Monique ed evidentemente le era piaciuto così tanto che l'idea di tornare a scuola, anche se in un luogo diverso, la rendeva felice.

Dopo la cena Anja era stremata. Passare la giornata a giocare e correre l'aveva stancata. Si rintanò in braccio a Ziva, che preventivamente l'aveva già preparata per la notte.

"Ziva... Lo sai che ora mi manca la mamma" le disse con voce incentra, quasi sul punto di piangere.
Non era la prima volta che quando era stanca le veniva la nostalgia.

Ziva si alzò e andarono insieme alla finestra. C'era il temporale fuori e il rumore di solito calmava Anja.

"Ci credo, cucciolo. Anche a me manca" rispose lei.
"Era la tua migliore amica?" chiese Anja.
"Si... Abbiamo passato tanto tempo assieme, sai? Le volevo molto bene" le disse.
"Per questo lei ha voluto che io stessi con te?" domandò.

Ziva le aveva raccontato che era stata Monique a chiedere che fosse Ziva ad occuparsi di lei.

"Esatto. Si fida di me come io mi fidavo di lei" le spiegò.
"Ziva... Mi racconti qualcosa della mia mamma invece che la favola della buona notte?" chiese Anja.
"Si..." rispose Ziva sorpresa dalla richiesta.

Anja si mise il ciuccio in bocca, si appoggiò con la testa sulla spalla di Ziva e chiuse gli occhi ascoltando il racconto.
Dopo che Anja si addormentò Ziva rimase in piedi davanti alla finestra, pensando a quella giornata.
La sua mente andò subito a Tony e a quello che era successo tra di loro. Per molti poteva non sembrare nulla, era solo un abbraccio. Ma per loro aveva un significato profondo.

Mise Anja nel suo letto, la coprì bene e socchiuse la porta. Uscì dalla stanza e prese il cellulare.
Chiamò Tony, sperando che rispondesse. 








Note dell'autrice:

Heyyyyyyyy
Sono di passaggio velocissimo ma siccome il capitolo era pronto non potevo non pubblicarlo XD 
Quindi come promesso ecco il vostro capitolo del lunedì XD 

Spero che questo carico di TIVA vi abbia soddisfatto XD 
Insomma oggi giorno di festa mi sembrava bello mettere tanto TIVA love :)

Ora scappo!
Baci, a presto!
Meggie.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

Dopo nemmeno dieci minuti Tony stava parcheggiando davanti a casa di Ziva. Anche se quando aveva ricevuto la chiamata era sdraiato sul divano già in pigiama, si era preparato di corsa ed era uscito.

Aveva potuto capire dalla voce di Ziva che qualcosa era diverso in lei ed era preoccupato. Ziva non lo aveva mai chiamato o almeno non nel cuore della notte e non con quella voce. E siccome in casa con lei c'era anche una bambina piccola, Tony non l'avrebbe lasciata sola per nulla al mondo.

Durante il breve tragitto pensò a tutto quello che poteva essere successo. Magari Ziva non si sentiva bene e aveva bisogno di qualcuno che tenesse un occhio su Anja. Oppure stava passando un momento di sconforto ripensando a Monique e aveva bisogno di un amico. O poteva aver avuto di nuovo momento difficili con Anja.

Qualunque cosa fosse non gli interessò saperla durante la telefonata. Dal momento in cui sentì Ziva chiedergli "Sei impegnato? Potresti venire da me?" non chiese altro, disse che stava arrivando e si precipitò da lei.

Salì le scale e corse a bussare alla porta.
Non ci volle molto perché Ziva aprisse la porta, probabilmente lo stava aspettando lì davanti.

"Zee, che succede?" le chiese entrando.

Rimase muta, si limitò a chiudere la porta e a fissarlo incapace di parlare. Rimasero un attimo in silenzio, Tony aspettava che Ziva aprisse bocca. Ma vedendo che non rispondeva prese di nuovo la parola.

"Ziva, non stai bene? È successo qualcosa?" insistette.
"No..." si limitò a rispondere lei.
"È per Anja?" chiese ancora.

Ziva lo guardò scuotendo la testa, poi senza dire nulla andò a sedersi sul divano. Lui la seguì e si sedette di fianco a lei. Aveva bisogno di capire cosa la stava turbando per aiutarla, ma prima di tutto Ziva doveva parlare.

"Hey, io sono venuto qui... Ma se non mi dici che cosa succede io non so come aiutarti" le disse mettendole una mano sulla schiena.

Ziva ebbe un sussulto, le mani di Tony sulla sua schiena. Quanto le piaceva quando lui la toccava in modo così delicato e dolce.
Era quello il suo problema, solo che non sapeva come dirlo a Tony perché faticava ad ammetterlo anche con sé stessa.

Si mise la testa tra le mani, pensando a cosa dirgli. Si era preparata tutto un discorso mentre lo aspettava ma ora tutte le parole sembravano confuse. Non era più sicura di volerlo fare, aveva mille dubbi e paure. E se Tony l'avesse rifiutata? E se lui non fosse stato interessato a quello che interessava a lei?
Questo era quello che la sua testa pensava, come se fosse possibile che Tony non l'amasse.

Vedendo quel gesto Tony si preoccupò seriamente, non sapendo in realtà cosa avesse Ziva.
Così si avvicinò di più a lei e tirandola con delicatezza fece in modo di farla appoggiare a lui. L'abbracciò continuando ad accarezzarla la schiena e controllando che non stesse piangendo.

"Rilassati ora" le bisbigliò.

Quell'abbraccio fece ripensare a Ziva della mattina. Aveva abbracciato Tony in ascensore e lì si era resa conto che non voleva Tony vicino solo come amico, voleva di più. E sapeva di non essere la sola a volerlo.
Ora però quell'abbraccio stava avendo un effetto contrario. Le stava facendo venire dei ripensamenti.

Tuttavia Tony era lì, era corso a casa sua per lei e ora la stava abbracciando. Non poteva rimanere in silenzio tutta la sera, gli doveva qualche spiegazione.

"Mi sento sola, Tony" disse ad un certo punto.
"Ma io ti ho detto che non lo sei. Più di una volta mi pare" le rispose mettendole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Lo so. Ma ogni giorno che passa mi rendo conto che le persone a cui voglio bene spariscono, prendi Monique. Un giorno c'era il giorno dopo mi hanno detto che è morta" disse.

Tony la guardò con un po' di compassione. Poteva solo immaginare cosa volesse dire perdere tutte quelle persone a cui teneva.

"Fa schifo, lo so. Ma è così che funziona la vita" rispose Tony.
"Credimi, l'ho imparato molto tempo fa" iniziò.
"È che ho paura di star sprecando il mio tempo" aggiunse.

Ma poi si bloccò. Era una pessima idea, davvero brutta. Il rapporto tra lei e Tony non era male. Non voleva fare dei casini, rovinare tutto solo per egoismo, solo perché voleva finalmente che qualcosa nella sua vita andasse come voleva lei e non come decidevano gli altri.
Si zittì sperando di essersi fermata in tempo. Ma Tony aveva già capito, anche perché era esattamente ciò che provava anche lui.

Anche lui sentiva di stare sprecando il suo tempo. Se ami qualcuno devi dirglielo, non sai cosa potrebbe riservati il domani.
E lui era in procinto di dirglielo, ma poi Ziva scoprì che Monique era morta e che aveva ereditato la figlia e Tony pensò che non fosse il momento adatto per dichiararsi.

"Forse dovresti andare via" disse improvvisamente Ziva staccandosi da lui.
"Scusa, non dovevo chiamarti. Non so a cosa pensavo, è tardi dovresti essere a casa tua. Domani si lavora" aggiunse.

Lui la guardò confuso e anche un po' innervosito. Ora che era quasi riuscita a dirglielo, era quasi riuscita a fare il passo avanti si stava tirando indietro.

"Lo sai che non puoi cacciarmi via così, ora" rispose Tony.
"Sto bene, davvero. Sono solo stanca" mentì lei.
"Certo, come no" commentò Tony.
"Dovresti finire quello che mi stavi dicendo" aggiunse.
"No, non era nulla di importante" rispose alzandosi dal divano.

Tony rise, si stava arrabbiando.

"Mi mandi via così? Non vuoi nemmeno sapere cosa ne penso?" le chiese alzandosi anche lui.

Se questo era quello che voleva, avrebbe preso la porta e continuato la sua vita come sempre. Non aveva tempo per i giochini.

"Riguardo a cosa?" finse di non capire lei.

Tony sospirò, sconsolato.

"Ok, Ziva. Buona notte" disse andando alla porta.
"Ma prima di andare via voglio dirti una cosa. Te la dico con il cuore: smettila di farti del male così. Primo perché non te lo meriti. Secondo perché non sei l'unica che soffre" iniziò lui.

Lei lo fissò, sapeva che Tony aveva capito e sapeva anche che a quel punto non avrebbe fatto la prima mossa.

"Perché lo sai vero che soffriamo in due? E io ho un limite. Tutte le persone hanno un limite, compresa tu. E a giudicare da quanto stai male in questo periodo direi che lo hai superato ampiamente" continuò Tony.

A quel punto Ziva distolse lo sguardo o sarebbe scoppiata a piangere. Tra la delusione sul volto di Tony e quello che provava lei ormai non controllava più le emozioni.

"Se questo è quello che vuoi ok. Va bene così, è la tua vita puoi farci ciò che desideri. Ma io lo so che non è quello che vuoi, lo stai facendo solo perché hai paura di soffrire ancora. Cosa che posso capire, non hai avuto una vita facile Zee. Ma se posso permettermi, soffri molto di più facendo così che non dicendo chiaramente quello che pensi e provi" le disse.

"Perciò il mio consiglio è: fai la tua scelta e non cambiare idea. Per il bene tuo, mio... Di tutti. Io accetto ogni cosa, ma renditi conto che siamo in due in questa storia" concluse lui.

Aspettò un attimo per vedere se c'era una reazione da parte di Ziva. Ma lei non riusciva a parlare, a muoversi.
Lo amava così tanto che faceva male anche respirare, non si era mai trovata a non riuscire a parlare.

"Ok, ora vado. Notte" disse voltandosi per uscire.

Lui ci sperava davvero di averle fatto capire che gli bastava un minimo accenno e sarebbe stato suo per la vita. Sperava che avrebbe trovato il coraggio di finire il discorso che aveva iniziato.
E ora non sentirla nemmeno muoversi fu come se qualcuno gli avesse strappato il cuore dal petto e ci stesse saltando sopra. Uno strazio.
Fece per aprire la porta, era rassegnato ormai.

"No, Tony. Aspetta" lo richiamò.

Finalmente respirava di nuovo, poteva muoversi e parlare. Aveva capito, anche se con molto ritardo.

Quando Tony si voltò non fece in tempo a dire una parola. Aveva Ziva di fronte a sé, gli si era letteralmente buttata addosso e lo stava baciando con tutta la forza che aveva in corpo.

Tony si ritrovò attaccato alla porta di casa, lasciò cadere la giacca e le chiavi della macchina e appoggiò le mani sul volto e tra i capelli di Ziva.
Rispose al suo bacio con la stessa passione che stava usando lei, forse di più.

Dio solo sapeva quanto tempo avesse aspettato per poterla baciare, per poterle fare capire con un solo bacio quanto l'amava.
Lei non si fermò un istante, con le mani era aggrappata alla sua maglia e lo stava schiacciando contro la porta.
Tony non l'aveva mai vista così.

Quando, dopo un bel po', smisero di baciarsi lei si staccò lentamente e lo guardò nel gli occhi.

"Io... Ho fatto la mia scelta" disse visibilmente ancora presa dal momento appena passato.
"La scelta giusta" rispose Tony.

I loro volti erano ancora vicinissimi, in realtà avevano staccato solo le labbra perché anche i corpi erano ancora appiccicati.
E questo non aiutava l'autocontrollo sia di Tony che di Ziva.

"Come sai che è la scelta giusta?" gli chiese.
"Perché è quello che avrei scelto io" rispose semplicemente.
"E poi cos'era questo? La mossa Ninja assalto alle labbra?" aggiunse.

Ziva sorrise, stava per dirgli qualcosa ma lui l'anticipò. La girò velocemente e la fece appoggiare contro la porta.
Adesso era lui che aveva le redini in mano. Riprese a baciarla, con la lingua l'assaporava esattamente come aveva fatto lei un attimo prima.
Le sollevò leggermente la maglietta e infilò una mano sotto, accarezzandole la pelle delicatamente mentre la baciava.

Tony non aveva nessuna intenzione di andare oltre il bacio per quella sera. Era già stato un enorme passo avanti per Ziva e non voleva mettere troppa carne al fuoco, in più non era nel suo stile. Non per la donna che amava. Non era una questione di sesso, era una questione di amore e rispetto.

Si spostarono dalla porta al divano, solo per stare più comodi. Non smisero un momento di baciarsi, avevano atteso così tanto che ora separarsi era impossibile.
L'unica cosa in grado di separarli dopo più di un'ora che si baciavano fu Anja.

Per fortuna la bambina aveva preso l'abitudine di chiamare Ziva senza alzarsi dal letto o comparendo in salotto li avrebbe trovati distesi sul divano mentre si baciavano e con Tony che aveva le mani sotto la maglia di Ziva.
Diciamo non una visione adatta ad una bambina.

Si staccarono alla velocità della luce e di guardarono ridendo. Si sentivano due liceali quasi colti sul fatto dai genitori.
Ziva si ricompose velocemente e andò da Anja. Tony, curioso, si avvicinò alla stanza. Voleva sentire cosa fosse successo e doveva essere sincero. Vedere Ziva in azione come mamma gli piaceva molto, la trovava perfetta.

"Piccolina, cosa succede?" le chiese entrando.
"Ho sentito dei rumori. Ci sono i mostri vero?" chiese spaventata.

Le fece tenerezza, era così piccola e spaventata.

"No, non c'è nessuno mostro" le disse facendole una carezza.
"Non esistono, tesoro" aggiunse.
"Si che esistono. Quello che ha fatto male alla mia mamma lo era" rispose Anja.

Ora anche Tony si sentì male per lei, voleva entrare e abbracciarla e dirle che andava tutto bene e che avrebbero preso chi aveva ucciso Monique.
Ma lasciò che se ne occupasse Ziva.

"Presto quel mostro non ci sarà più. E comunque qui sei al sicuro Anja, nessuno ti farà male. Ti proteggo io" le disse.
"Prometti?" chiese.
"Certo... Vuoi che lascio questa luce piccola accesa?" rispose.
"Posso?" disse Anja.
"Si. Fai la nanna ora, è tanto tardi" rispose Ziva.

Rimase un attimo con lei, finché non fu sicura che dormisse di nuovo. Poi uscì socchiudendo la porta e tornò in salotto dove Tony era di nuovo seduto sul divano.

Ora Tony l'aspettava e non aveva più le stesse intenzioni di prima. Aveva bisogno di parlare con lei, di chiarire la situazione e soprattutto di capire cosa avesse Ziva.
Perché lui era certo che la cosa principale fosse che voleva dirgli che provava qualcosa più dell'amicizia. E Ziva a questo punto lo aveva spiegato più che chiaramente.
Il punto era che non era tutto, si vedeva che aveva qualcos'altro.

"Sta bene?" le chiese Tony.
"Si... Questa è routine" commentò lei.
"Che si svegli all'una di notte?" rispose confuso.
"A qualsiasi ora... Spero solo che andando a scuola si rilassi e sia più stanca. Così può dormire una notte intera" disse lei.
"E in questo modo anche tu dormirai una notte intera" rispose Tony.
"Da quando non ti fai una bella dormita?" aggiunse.
"È importante?" chiese. Non voleva dirlo perché sapeva che Tony si sarebbe preoccupato.
"Per me lo è" rispose.
"Da quando è arrivata Anja" confessò.
"Dobbiamo trovare una soluzione, hai bisogno di dormire" le disse afferrandole la mano. Gesto che la portò a guardarlo negli occhi.

Questo era tutto quello di cui aveva bisogno. Una persona al suo fianco con cui potesse condividere i momenti belli e brutti della sua vita.

"Senti... So che questo è un periodo difficile per te. Lo vedo e lo capisco. Quindi non voglio essere un peso e..." iniziò lui.

E come previsto Ziva non lo fece finire e fraintese le sue parole. Era così spaventata di sbagliare qualcosa che non ascoltava nemmeno.
Lasciò la mano di Tony e si alzò in piedi.

"Non vuoi stare con me" disse.
"Lo capisco, sono un casino vivente. Lo sapevo che non dovevo lasciarmi andare così" aggiunse agitata.

Tony la guardò prima con sguardo interrogativo e poi ridendo.
La prese per il braccio e la trascinò di nuovo sul divano, aveva capito cosa stava succedendo.

"E questo da dove salta fuori? Io non ho mica detto così" le disse.
"Ma io l'ho capito, Tony" rispose triste.
"Mi sa che hai capito male, allora" ridacchiò lui.

La guardò sempre più confusa e non poté resistere. Le diede un bacio veloce e l'abbracciò.

"Zee, tesoro. Quanto sei confusa?" le disse.
"Tanto" ammise lei.
"Ho notato... Ora mi lasci finire senza interrompermi?" le chiese.

Ziva annuì.

"Quello che volevo dire è che non voglio essere un peso per te e non voglio causarti altri problemi. Quindi qualsiasi cosa accada sarai tu a dirmi se sto esagerando, ok? Non sarò un burattino ma voglio che sia tu a decidere per alcune cose, quelle importanti. Io non voglio metterti fretta né rovinare tutto" spiegò.
"Quindi è ovvio che voglio stare con te, occhioni belli. Che cosa ti salta in mente. Solo voglio fare tutto per bene" concluse.

Sentì Ziva rilassarsi tra le sue braccia.

"Grazie" disse senza in realtà sapere cosa rispondere. Non le era mai capitata una persona che tenesse così tanto a lei da mettere in secondo piano i propri desideri.

"Ma se fai come hai fatto in questo periodo, da quando c'è Anja andrà più che bene. Vederti così interessato ad aiutarmi, così vicino per ogni cosa mi ha fatto aprire gli occhi Tony. Perché ci ho messo così tanto?" riuscì a dire dopo un po'.
"Ci abbiamo messo tanto entrambi, qui parliamo di concorso di colpe Zee" disse lui scherzando.
"Hai ragione" rispose lei ridendo.
"Solo... Ho bisogno di qualcosa di certo nella mia vita... Non andare mai via Tony, ti prego" disse quasi implorandolo.
"Se non mi mandi via tu io resterò per sempre" rispose lui.

Rimasero in silenzio abbracciati per un po' finché Tony non parlò di nuovo.

"C'è qualcos'altro? Posso sentire che hai qualcosa che non va, ma non so cosa" le disse.
"Nulla in particolare, tranquillo" rispose Ziva. Non aveva intenzione di parlare più di quello che non avesse già fatto per quella notte.

"Beh allora direi che è ora di dormire. È tardissimo" disse lui capendo che Ziva aveva finito di aprirsi.
"Resta" disse subito.
"Cosa?" chiese lui confuso.
"Dormi qui. Resta" ripeté Ziva.

Lui la guardò e la baciò, di nuovo.

"Prometto che tengo le mani a posto per stanotte" disse mentre si avviavano in camera.
"Bravo... Ma se per sbaglio una tua mano finisce sotto la mia maglietta, io non me la prendo" rispose Ziva con occhi furbi.
"Hai capito... Che birichina David" le rispose.

Dormirono assieme, per la prima volta senza essere solo amici e la sensazione per entrambi fu bellissima.
Ziva, nonostante avesse dormito meno ore del solito, quando si svegliò si sentì decisamente meglio.
Tony aprì gli occhi sorridendo, dormire vicino alla donna che amava lo aveva reso felicissimo.

Si alzarono e andarono in cucina, volevano fare colazione assieme prima che Anja si svegliasse. La loro idea era che Tony andasse via prima che la bambina facesse la sua comparsa. Non sapevano se sarebbe stata felice della cosa, nonostante adorasse Tony. E quindi volevano evitare disastri di prima mattina. Gliene avrebbero parlato ma con calma e nel momento giusto.

Ma il loro piano saltò quando, a metà della colazione, Anja arrivò in cucina.

"Ziva" disse mentre si stropicciava gli occhi per la luce forte.
"Oh, ciao Tony" aggiunse vedendolo e sorridendogli.

"Buon giorno" le disse lui sorridendo.
"Amore, come mai sei già sveglia?" le chiese Ziva.

Li aveva appena colti nel mezzo della colazione, esattamente ciò che volevano evitare.
La bambina non ascoltò la domanda di Ziva. Era concentrata sulla presenza di Tony.

"Perché se qui?" gli chiese.

Domanda da mille punti. Cosa rispondere ora? Non si erano nemmeno messi d'accordo.

"Avevo voglia di fare colazione con Ziva. E di prepararti il latte con i biscotti dentro come l'altra mattina" improvvisò lui. Gli pareva buona come scusa.

Anja sorrise soddisfatta, le piaceva Tony quindi era felice che fosse lì. A quel punto Ziva intervenì ripetendo la domanda di prima

"Anja, perché non dormi?" chiese ancora.
"Perché io devo proprio andare in bagno" rispose.

Ziva sorrise e la prese in braccio.

"Abbiamo ancora qualche problema ad andare in bagno da sole, vero Anja" disse rivolta a Tony.
"L'ho immaginato l'altra mattina che ero qui, quando si è ripetuta esattamente questa scena" disse anche lui sorridendo.
"Oh... Beh che dire, abituati Tony" disse lei ridacchiando e alludendo al fatto che ora che Tony sarebbe stato più presente questo gli sarebbe successo spesso.

Lui la guardò con la bambina in braccio e in quel momento non riuscì a desiderare di più. Era tutto perfetto.

"Ziva..." si lamentò Anja mettendosi una mano sulla pancia.
"Si, andiamo amore" rispose mentre raggiungevano il bagno.

Quando quella mattina uscirono di casa accompagnarono Anja all'asilo, di nuovo insieme. Poi andarono al lavoro, di nuovo insieme.
E quando entrambi pensavano a cosa avrebbero fatto il giorno dopo avevano una sola risposta. Qualsiasi cosa fosse l'avrebbero fatta insieme.

C'era solo un problema da affrontare, ma che sicuramente avrebbe aspettato: Gibbs.













Note dell'autrice:

Ora non potete fare altro che NON ODIARMI PER LA STORIA DEL MERCOLEDÌ.
Due storie, due baci. Cosa volete di più? XD

Che dire ero ispirata e quindi ho deciso che era il momento adatto XD
Mi scuso se nn ci sono state indagini qui... Ma ero molto presa dal TIVA come avete notato LOL

Nel prossimo si torna ad indagare AHAHHA
Vi è piaciuto?
Spero di si! :)

A presto (mercoledì per vedere se mi uccidere) LOL
Baci, Meggie.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8
Da quando avevano deciso di dare il via alla loro relazione si erano resi conto di dover prestare molto attenzione al lavoro.
Dovevano continuare a comportarsi come avevano sempre fatto, per non far insospettire troppo Gibbs che come tutti sapevano aveva un sesto senso per queste cose.

Gibbs era tornato dalla Colombia portando con se il rapporto sulla morte di Monique di cui avevano bisogno e portando anche notizie non troppo buone.
Come Ziva aveva previsto, il nascondiglio di cui aveva parlato Monique nella lettera non era in Colombia.
Restava quindi una sola opzione: il Canada. Ziva sapeva dove andare a cercare, l'unico problema era organizzare il viaggio ora che Anja era con lei. Non poteva lasciarla per troppo tempo.
Erano alle loro scrivanie e stavano discutendo proprio di questo.

"Dovrai andare tu Ziver. Sai dove si trova il nascondiglio e sai come muoverti" disse Gibbs.
"Starò via il tempo necessario per trovare quello che cerco e prenderlo, non di più" comunicò lei.
"Certo. E per sicurezza DiNozzo verrà con te. Non si sa mai che ci sia qualcuno ad aspettare proprio la tua mossa" aggiunse Gibbs.

Qui i piani che Ziva aveva fatto saltarono.
Lei e Tony ne avevano parlato, il giorno precedente, ed erano giunti alla conclusione che Ziva sarebbe andata in Canada mentre Tony stava con Anja.
Alla bambina Tony piaceva e anche se Tony e Ziva stavano insieme solo da un paio di giorni, lei aveva piacere che Anja rimanesse con lui.
La bambina ancora non sapeva di loro, ma non c'era bisogno di dirglielo ora. Vedeva Tony spesso in ogni caso e non aveva mai avuto problemi a passare il tempo con lui.

"Ma capo, non è necessario. Posso farcela da sola" provò a dire Ziva.
"Non voglio correre rischi" rispose lui.
"Gibbs..." insistette lei.
"Si fa come dico io, David! E poi cosa è successo? Avete litigato? Perché mi pare vi sia sempre piaciuto andare in missione assieme" chiese Gibbs confuso.

"Certo che no capo, pensavamo solo che qualcuno doveva rimanere con Anja..." si intromise Tony.
"Ziva, è quello il problema? Ci pensiamo noi, non ti preoccupare" la tranquillizzò lui.

Ziva non era preoccupata per nulla, sapeva che i suoi colleghi l'avrebbero aiutata. Non era quello il punto. Sapeva per certo che Anja sarebbe stata tranquilla se Ziva le avesse detto che doveva passare un paio di giorni da sola con Tony.
Non era invece sicura della reazione che avrebbe avuto quando le avrebbe detto che doveva stare con Gibbs o uno degli altri.

Non ebbe molta scelta in ogni caso, perché Gibbs la obbligò a portarsi dietro Tony, a questo punto le restava solo da far scegliere ad Anja la persona con cui voleva restare mentre loro non c'erano.

Se ne sarebbe occupata quel pomeriggio dopo aver preso Anja da scuola. Ora dovevano concentrarsi sul resto.
Avevano ancora un rapporto da esaminare e da cui estrarre informazioni importanti. Finalmente potevano scoprire tutto sulla morte di Monique e Ziva non sapeva se essere felice o preoccupata per questo.

In ogni caso se voleva prendere l'assassino della sua amica doveva sapere, così si fece coraggio e insieme ai colleghi iniziò a guardare il rapporto.
Ognuno aveva una copia del rapporto e la stava leggendo separatamente prima del tradizionale meeting davanti allo schermo al plasma.
Ziva poteva sentire gli occhi degli altri su di sé. Sapevano tutti che quella era una cosa difficile per lei ed erano tutti pronti ad andare in suo aiuto nel caso fosse crollata.

"È scritto con i piedi, davvero! Chi era l'incaricato del caso? Un'analfabeta?" si lamentò lei.

Nessuno le diede torto, era un lavoro davvero fatto male. Ma tutti notarono quanto nervosa fosse mentre leggeva. C'erano dettagli che proprio non era il caso che leggesse.
Ma lei era Ziva e nessuno riuscì a tenerla lontana dal quel rapporto.

"Ziva, qui dice che Anja è stata trovata in casa" le disse Tony dopo aver letto un po'.
"Come è possibile? Nessuno ce lo ha mai detto e neanche Anja ha mai parlato di questo" rispose confusa.

A quel punto Gibbs intervenì.

"Scusa, Ziva. Tu lei hai mai chiesto di quello che è successo quel giorno?" chiese.
"Le ho solo chiesto se conosceva qualcuno che avesse dei problemi con Monique e se ricordasse qualcosa. Mi ha detto di no... E ho visto che queste domande la rendevano nervosa, così non mi sono spinta oltre" spiegò lei.
"Fammi capire... Non ti sei mai assicurata che Anja non fosse lì quando è successo?" domandò ancora alterato.
"No. L'assistente sociale disse che Anja non sapeva nulla... Non capivo il motivo di farle domande che potevano solo agitarla" rispose.

"Il motivo? Vuoi sapere il motivo! Che forse Anja era lì e forse ha informazioni utili! Che cosa ti passa per la testa Ziva?" le disse alzando la voce.
"Forse mi passa per la testa di proteggere una bambina che è già abbastanza sconvolta. Scusa se ho cercato di farla stare tranquilla invece che porle domande sulla morte della madre" rispose lei alterata, alzandosi e sbattendo le mani sulla scrivania.
"Tu non ci sei quando si sveglia di notte e cerca la mamma. Non vedi svanire la speranza dai suoi occhi ogni volta che compaio io e non Monique" aggiunse sedendosi di nuovo.

Ora Gibbs si rese conto di aver esagerato. Inizialmente non capiva come mai Ziva non si fosse comportata come fa un'agente che indaga. Ma poi capì che lei non era solo un'agente, era anche la donna che ora faceva da mamma ad Anja e il suo compito era proteggerla prima di tutto.
Si rese conto che il compito di stare dietro a questi dettagli era suo e non di Ziva.

"Ok... Lo so che non vuoi farla stare male, ma abbiamo bisogno di chiederle queste cose. Dopo la scuola le faremo le domande che ci servono, tutti insieme. Tu sarai qui e ci fermeremo se diventerà troppo per lei" disse Gibbs ritrovando la calma.

Ziva annuì, preoccupata. Voleva evitare questo stress ad Anja soprattutto a pochi giorni dalla sua partenza per il Canada. Ma a quanto pare non aveva scelta. Doveva seguire le indicazioni di Gibbs che, pensandoci bene, aveva solo ragione.
Se il rapporto non era sbagliato ed Anja era davvero in casa poteva avere informazioni utili. In più leggendo con attenzione Ziva si rese conto che era davvero possibile che Anja fosse lì.
Monique era morta durante il week end, un giorno in cui la scuola non c'era. Ed in più era sera quando il corpo era stato ritrovato. Era quasi sicuro che Anja fosse in casa con lei, di sicuro non poteva essere fuori da sola. Aveva solo tre anni e mezzo.

Iniziò seriamente a preoccuparsi, cosa avrebbe fatto se avesse scoperto che Anja aveva visto tutto? Sicuramente la bambina aveva rimosso certi dettagli e riportarglieli alla mente avrebbe solo peggiorato la situazione.

Tony la vide, poteva leggere la preoccupazione nel suo volto. Così durante la pausa pranzo la prese in disparte.
Andarono nel loro luogo preferito per i discorsi importanti, il bagno degli uomini. Tony chiuse la porta per avere un po' di privacy e si rivolse a Ziva.

"Zee, come stai?" le chiese.
"Voglio la verità" aggiunse prima che lei parlasse.

Ziva lo guardò con gli occhi lucidi, Tony lo sapeva che era sul punto di crollare.

"Non le voglio fare quelle domande, Tony. Non la voglio spaventare" rispose.
"Ma è importante per noi sapere cosa ha visto o cosa ricorda. Lo so che non sarà piacevole ma dobbiamo farlo" le disse accarezzandole il braccio.
"Hey, sei più preoccupata per quello che le farai dire o per quello che sentirai?" aggiunse capendo il problema.

Non era solo per Anja. Era comprensibile che anche Ziva fosse preoccupata per quello che avrebbe scoperto, in fondo Monique era la sua amica.

"Tutti e due. Più per Anja che per me, ma... Tony è difficile" disse.
"Lo immagino, ma è per questo che io sono qui. Perché tu non deva affrontare tutto da sola. In due sarà più facile" rispose lui facendole una carezza.
"Grazie" disse con un mezzo sorriso.
"Non devi ringraziarmi, occhioni belli" rispose lui.
"Tony... Baciami. Aiutami a rilassarmi ti prego" gli chiese.

Lui l'avvicinò prendendola per i fianchi e la bacio. In fondo non faceva un favore solo a lei, anche lui aveva voglia di baciarla e si stava gustando il momento. Quella era la loro unica possibilità di baciarsi al lavoro, se non volevano farsi scoprire da Gibbs.

Dopo averla baciata con passione, Tony l'abbracciò. Non era solo di un bacio che aveva bisogno, aveva bisogno anche di conforto e lui non glielo avrebbe negato.

"Stasera prendiamo la pizza e la mangiamo tutti e tre davanti ad un film, che ne pensi?" le disse cercando di farla pensare ad altro.
"Si... Ti fermi a dormire? Ti va?" rispose lei.
"Che domande, certo che mi va. Se tu mi vuoi io resto" le disse mentendole i capelli dietro l'orecchio.
"Allora resta. E cerchiamo di non farci scoprire da Anja... Anche se ti vede spesso voglio dirglielo io, non che lo scopra da sola che stiamo insieme" rispose sorridendo.
"Ok" annuì Tony baciandola ancora una volta prima di uscire dal bagno e tornare al lavoro.

Quel pomeriggio quando Ziva andò a prendere Anja da scuola era nervosa. Sapeva che una volta tornati all'NCIS le avrebbero dovuto chiedere cosa ricordava della morte di Monique e non voleva.

"Ziva!" gridò Anja non appena la vide.
"Ho appena mangiato il panino con la Nutella" aggiunse sorridendo.

E Ziva poté constatare che fosse vero, considerando che aveva Nutella sparsa su tutta la faccia.
Un secondo dopo arrivò anche l'insegnante con un tovagliolo.

"Anja, diavoletto vieni qui. Non hai lasciato nemmeno che ti pulissi la bocca e le mani" disse la maestra ridendo.

La chiamavano diavoletto perché correva sempre ovunque ed era sempre molto attiva, era faticoso starle dietro.
Ziva sorrise nel vedere la scena.

"Direi che era buona la merenda" affermò.
"Si. E tu hai già fatto merenda, Ziva?" chiese Anja.
"Certo" rispose lei. Non aveva voglia di spiegarle che non faceva mai merenda.

Andarono assieme all'NCIS e Ziva cercò di sembrare calma e rilassata. E a giudicare dalla reazione di Anja ci riuscì, la bambina non notò che qualcosa era diverso in lei.
Una volta arrivati in ufficio la prima cosa che Anja fece fu andare a salutare Tony, che come al solito la prese in braccio e iniziò a farla ridere.
Ma poi arrivò il momento importante.

"Anja, siedi qui amore" le disse Ziva facendola sedere sulla sua sedia.
"Noi ti dobbiamo chiedere una cosa" aggiunse.
"E la cosa importante è che tu devi dirci la verità, qualunque sia" intervenne Tony sorridendole.
"Ok, prometto che dico sempre la verità" rispose Anja non aspettandosi quello che le avrebbero chiesto.

Tony e Gibbs guardarono Ziva. Erano d'accordo che le domande gliele avrebbe fatte lei, ma volevano assicurarsi che Ziva fosse ancora convinta. Sarebbe bastato un cenno e avrebbero preso il suo posto.

"Va bene, allora... Tesoro, tu sai cosa è successo alla tua mamma?" le chiese. Iniziò con una domanda in generale per vedere se era in grado di reggere l'argomento.

Anja perse subito il suo sorriso, come prevedibile. Si fece seria e abbassò lo sguardo.

"La mia mamma è morta" rispose triste.
"E tu eri con lei quando è successo?" chiese ancora Ziva.

Le prese la mano, immaginava che fosse difficile per lei parlare di quelle cose e non voleva farla sentire sola.

"No" rispose.
"Anja, abbiamo detto che non devi dire le bugie..." iniziò Gibbs.
"Capo, rallenta. È piccola" disse in modo protettivo Ziva.

Gibbs la fulminò per un attimo e poi continuò.

"La polizia ha scritto che tu eri in casa... Ci puoi dire la verità?" chiese Gibbs gentilmente.
"È la verità. Io non ero con lei, ero nella mia cameretta e giocavo con i pastelli a cera nuovi" rispose Anja ricordando quel giorno.
"Ziva, mi puoi comprare i pastelli a cera. Per favore" aggiunse distraendosi dalla conversazione.

Probabilmente era solo un modo per far capire a tutti che non voleva continuare a parlare di quegli eventi.

"Domani te li compro. Quando andiamo a fare la spesa compriamo una scatola di pastelli a cera e un album da colorare" le disse facendola sorridere.
"Però ora ci devi raccontare cosa è successo quel giorno" ripeté Ziva, dispiaciuta di doverle togliere il sorriso dalla faccia un'altra volta.
"Ma io non voglio" rispose Anja.

Ziva guardò Tony cercando un po' di incoraggiamento, perché era sul punto di mandare tutto al diavolo e chiudere la conversazione.

"Lo sappiamo che non ti va... Ma ci aiuteresti tanto se ci raccontassi cosa ricordi" le disse Tony dolcemente.
"No..." disse scuotendo la testa.

Ziva si alzò e la prese in braccio, stringendola.

"Abbracciami, amore... Lo so che sono cose tristi, ma la tua mamma sarebbe tanto orgogliosa di te se tu ci raccontassi tutto" provò a convincerla Ziva.

Anja rimase in silenzio per un po' mentre Ziva la cullava e Tony le accarezzava la schiena. A quel punto erano tutti rassegnati ad arrendersi, se lei non voleva parlare non potevano certo interrogarla come un sospettato.

Tuttavia, all'improvviso Anja parlò.

"Ero nella mia camera e giocavo con i pastelli a cera. Volevo fare un disegno per la mia mamma. Lei stava preparando la pappa... Mi faceva gli spaghetti" iniziò.
"La mamma era brava a cucinare, vero?" intervenne Ziva per allentare la tensione.

Nonostante Anja stesse raccontando non si era staccata un secondo da Ziva. L'abbracciava e teneva la testa appoggiata al suo petto, si vedeva che stava parlando solo perché era stata quasi costretta.

"Si... Io facevo il mio disegno e ho sentito un rumore fortissimo. Mi sono spaventata tanto lo sai?" disse stringendo Ziva ancora più forte.
"Lo immagino, amore... E dimmi, tu che cosa hai fatto?" domandò lei.

Gibbs guardava Ziva che teneva in braccio Anja e le accarezzava i capelli. E poi Tony che le era di fianco e accarezzava la schiena della bambina. E vide una scena così familiare e perfetta che ebbe quasi la voglia di interrompere Anja e lasciarli in pace.
Non sapeva che stessero insieme, o meglio non aveva le prove. Ma aveva capito che, da quando quella bambina era arrivata, il loro rapporto si era evoluto.

"Mi sono nascosta sotto il letto, come mi aveva insegnato la mamma. Ho messo le mani sulle orecchie... C'era tanto rumore e la mamma gridava e io non volevo sentire Ziva" disse sollevandosi per guardare Ziva negli occhi e coprendosi le orecchie come se stesse rivivendo quel momento.

"Anja, stai andando bene" intervenne Gibbs.
"Appoggiati a Ziva e continua a raccontare" la incoraggiò aiutandola a rimettere la testa sul petto di Ziva.

"Dopo un po' non c'è stato più rumore. Così sono uscita da sotto il letto e sono andata verso il salotto e ho visto" disse.
"Cosa hai visto, Anja?" chiese Tony mentre le accarezzava una guancia.
"Mamma era per terra e ho visto un uomo che usciva dalla nostra casa" rispose.
"E come era quest'uomo?" chiese Gibbs.
"Non lo so... Ho visto la schiena, era alto e aveva i capelli un po' lunghi... Fino alle spalle" disse.

"E poi c'era la mamma per terra e c'era tanto sangue e io... Io sono andata da lei ma lei non parlava più perché le usciva il sangue dalla pancia. E anche dal naso e dalla bocca... Io la chiamavo e lei non mi rispondeva. Ziva, perché nn mi rispondeva? Aveva gli occhi aperti e mi guardava" chiese Anja disperata.
"Oh, amore... Basta, va bene così non ci devi più raccontare nulla" le disse per calmarla.

Stava piangendo e la stringeva. Ziva lo sapeva che sarebbe stato terribile per lei e voleva proprio evitare questo.

"Ziva, perché la mia mamma é morta?" le chiese davvero disperata.

A questa domanda Ziva non seppe dare una risposta, si limitò a dare un bacio sulla testa ad Anja e a coccolarla nella speranza di farla smettere di piangere.

"Tony, mi dai il suo ciuccio? É nella mia borsa" chiese.

Lui lo prese e lo diede ad Anja, attaccandolo alla maglietta in modo che non le cadesse.

"Ora calma, Anja. Va tutto bene" disse Tony alla bambina cercando di aiutare Ziva.
"Adesso andiamo a casa, amore. E giochiamo insieme... Vedrai che passa" le disse Ziva.
"No voglio stare in braccio a te" le disse Anja.
"Ok, andiamo a casa e stai in braccio... Vediamo i cartoni animati assieme?" le chiese.
"E poi stasera viene Tony con la pizza! Quella che piace a te, ok?" aggiunse.

Anja annuì, un po' più serena pensando a quello che avrebbero fatto.

"Tutto questo per farle dire che era un uomo alto e con i capelli lunghi. Lo avevo detto di lasciarla in pace" disse Ziva rivolta a Gibbs. Era arrabbiata e se la stava prendendo con lui.
"Non é poi così inutile" rispose.

Lei non rispose, si limitò a fissarlo arrabbiata e ad andare a prendere l'ascensore.

"Capo, é solo un brutto momento per lei e per Anja... Lo sa anche Ziva che non è stato inutile" cercò di giustificarla Tony.
"Lo so, DiNozzo" rispose Gibbs.
"Stai con lei. Portala a casa. Corri" aggiunse.

Si stava tirando la zappa sui piedi, praticamente era come servirgli una scusa per infrangere la regola dodici. Ma in quel momento gli interessava di più che Ziva stesse meglio.

Tony prese la sua roba di corsa e andò all'ascensore. Arrivò al parcheggio appena in tempo prima che Ziva partisse con la macchina.

"Gibbs mi ha detto che posso venire con te. Vi porto a casa io" le disse aprendo lo sportello.

Ziva spense la macchina e gli disse "Ok, andiamo con la tua?".
"Si" rispose lui prendendo Anja dal sedile posteriore.

Si incamminarono alla macchina di Tony mentre lui teneva in braccio Anja e con l'altra mano teneva vicino Ziva.
Anche se la giornata era stata pessima, almeno la serata sarebbe stata meglio pensò Ziva.










Angolo dell'autrice:

Salve a tutti :)
Storia del lunedì, con poco angst (insomma quella per cui non mi odiate!) XD

Allora avete visto?
Ci sono stato degli sviluppi nel caso e anche Anja ha aiutato awww XD
Non odiatemi perché ho fatto in modo che Anja fosse lì... Si potevo fare in modo che non fosse presente, ma almeno in questo modo farà parte del caso e delle indagini. Sarà più avvincente

Beh vi anticipo che il prossimo capitolo sarà tiva eh eh
Siete pronti? Vediamo se indovinate perché sarà TIVA! LOL

Detto ciò, a prestoooo
Baci, Meggie. 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

Tony e Ziva erano pronti a partire per il Canada, aveva fatto le valigie e preso i biglietti.
Avevano anche spiegato ad Anja che sarebbero andati via qualche giorno, ma che sarebbero tornato presto. E che lei doveva rimanere con uno dei loro amici per dormire e passare il tempo.

Inizialmente Anja aveva preso bene la cosa, meglio di quanto Ziva si aspettasse. Aveva scelto di andare a dormire a casa di Gibbs, come Ziva sperava. Non che non si fidasse degli altri ma sapeva che Gibbs era bravo con i bambini.

Tuttavia quella mattina non andò come previsto. Ziva si era resa conto che Anja non aveva capito bene quello che sarebbe successo, infatti quando la portò a casa di Gibbs il dramma si scatenò.
Aveva deciso che l'avrebbe fatta stare a casa da scuola in quei giorni, per evitare di dare un'incombenza in più ai suoi amici.

"Ci vediamo stasera, Ziva?" chiese Anja salutandola.
"No piccola, ti ricordi? Io e Tony andiamo in Canada qualche giorno e tu stai con Gibbs e lo aiuti a costruire la sua barca" le rispose lei.

Anja si fece seria.

"Ma no... Io faccio la nanna solo se tu mi racconti le storie" si lamentò lei.
"Ti chiamerò la sera e ti racconterò una storia per telefono" le disse Ziva.
"No, voglio che mi metti tu nel lettino" rispose.
"Amore, sto via solo un paio di giorni. Passeranno in fretta" la tranquillizzò Ziva.

Anja si aggrappò alle sue gambe, stringendola forte e piangendo.

"Non andare Ziva, non lasciarmi da sola" disse triste.
"Amore, devo proprio andare ma tornerò" rispose prendendola in braccio.
"Perché almeno Tony non può stare con me? Voglio stare con lui" disse piangendo.

A quel punto Ziva guardò Gibbs come per dire "Te lo avevo detto", poi guardò Tony con occhi imploranti.
Sperava che dicesse o facesse qualcosa per far calmare Anja.

"Anja, vado con Ziva per aiutarla così può tornare a casa prima" provò a dire Tony.
"Falla restare qui, per favore. Oppure... Ziva, fammi venire con te" chiese Anja piangendo più forte.

Ziva le accarezzò la testa dolcemente.

"Tony non posso farlo, non posso lasciarla sola" disse agitata.
"Si che puoi, Ziver. Starà bene, ci pensiamo noi a lei" rispose Gibbs prendendo Anja dalle braccia di Ziva.

Anja cercò di aggrapparsi alla maglietta di Ziva ma Gibbs fu più veloce e la prese tra le sue braccia.

"Forza Anja, saluta Ziva. La sentiamo stasera per telefono" aggiunse.
"No! Voglio stare con Ziva!" si lamentò.

Così fu Ziva a dare un taglio a quella scena straziante.

"Ok, tesoro. Ora andiamo, fai la brava e calmati. Dammi un bacio ora" le disse.

Anja obbedì seppur continuando a piangere. Anche Tony salutò la bambina, prese Ziva e si allontanarono mentre Gibbs chiudeva la porta di casa e portava dentro Anja.

"Amore, stai bene?" chiese Tony vedendo Ziva sconvolta.
"Non sto bene per nulla. Mi fa male sentirla così disperata, Tony" rispose.
"Starà bene, solo le mancherai" la tranquillizzò lui.
"Lo so... Ma hai sentito come piangeva e mi chiamava? E io mi sono girata e sono andata via. Che razza di persona sono?" chiese.
"Sei una brava mamma che sa quando fare la cosa giusta, Zee. Lei ha bisogno di te ma tu hai da fare una cosa importante. Non la stai abbandonando. Torniamo presto. E ora vieni qui e abbracciami, rilassati occhioni belli" cercò di spiegarle.

Ziva si lasciò abbracciare e cercò di riprendere il controllo di sé. Nessuno le aveva detto che occuparsi di una bambina le avrebbe fatto quell'effetto e ora si sentiva sopraffatta.

Andarono in aeroporto e presero l'aereo che li condusse in Canada.
Il volo durò un paio d'ore durante le quali Ziva lasciò che Tony la coccolasse. Aveva ancora nella testa la voce di Anja che la implorava di rimanere con lei e sicuramente le braccia di Tony che l'avvolgevano e la stringevano erano di aiuto in quel momento.

"Guanciotte dolci, la chiamiamo non appena ci sistemiamo in hotel va bene?" le disse.
"No. Se la chiamo adesso la mando di nuovo in panico, la sentiremo stasera" rispose lei ragionando.
"Va bene... Puoi provare a sorridere ora? E a stare tranquilla? Lei sta bene, è con Gibbs" la calmò Tony.
"Hai ragione. Magari ora sta anche facendo impazzire Abby correndo qua e là per il laboratorio" disse Ziva ridendo.

Tony sorrise al pensiero, prese il volto di Ziva fra le mani e la baciò.
Ogni volta che lui faceva così, Ziva sentiva le farfalle nello stomaco. Nessun altro le aveva mai fatto quell'effetto, solo Tony.

Passarono il volo più o meno in questo modo, chiacchierando e baciandosi. Sembravano una coppia in luna di miele e fu quello che la signora seduta nella fila a fianco chiese alla hostess.

Una volta atterrati si diressero immediatamente in Hotel. Tra una cosa e un'altra si era fatto metà pomeriggio e sarebbero andati il giorno seguente a cercare ciò che Monique aveva lasciato a Ziva nel nascondiglio.
Pianificarono attentamente quello che dovevano fare il giorno successivo e poi decisero di dedicare il resto della giornata e serata a loro.

Nonostante fossero impegnati in una missione per il lavoro erano pur sempre una coppia. E il fatto di essersi messi assieme da così poco tempo rendeva tutto ancora più bello. Erano soli e avevano un po' di tempo libero, volevano approfittarne.

Uscirono nel tardo pomeriggio, decisi a cenare fuori e passare una bella serata assieme. Camminarono per la città mano nella mano, fermandosi ad osservare ciò che catturava la loro attenzione.
Tony non poteva fare a meno di baciarla ogni volta che so fermavano per guardare qualcosa.

"Hey, sei per caso un adolescente che non si riesce a contenere?" chiese Ziva ad un certo punto.
"Non sono un adolescente, ma sulla parte del non riuscire a contenermi hai ragione" disse stringendola a se e baciandola di nuovo.

Scelsero di cenare in un piccolo ristorante, piuttosto isolato e tranquillo. Non che dovessero nascondersi ma non volevano confusione. Avevano solo voglia di stare assieme e godersi la compagnia reciproca.

Prima che il cameriere arrivasse con la cena, Ziva decise di chiamare Anja. Erano le nove passate ed era quasi l'ora della nanna per lei.

"Ziver" le disse Gibbs rispondendo al telefono.
"Stavamo quasi per chiamarti. Anja iniziava a chiedere di te" aggiunse.
"Come è andata oggi?" chiese.
"Diciamo che poteva andare meglio, ma anche molto peggio" rispose lui.
"Ha pianto molto? Ti ha dato dei problemi?" chiese preoccupata.

Tony le afferrò subito la mano, sentendo quelle parole. Le accarezzò il dorso e la guardò nel gli occhi. Era pronto a prendere la sedia e a mettersi accanto a lei se si fosse accorto che Ziva aveva bisogno di un abbraccio e di un po' di sostegno.

"No. Però è stata silenziosa e ha passato la giornata in braccio ad Abby" rispose.
"Mi dispiace che l'abbia disturbata durante il lavoro" disse Ziva.
"Nessun disturbo, lo sai che Abby è al settimo cielo quando può fare queste cose" rispose Gibbs.
"Ora ti passo Anja, è già in pigiama pronta a dormire e sembra impaziente di parlarti" aggiunse.
"Ok, grazie ancora" disse Ziva prima che Gibbs le passasse la bambina.

"Ziva?" chiese la bambina prendendo il telefono.
"Anja, piccolina. Sei pronta a fare la nanna?" rispose Ziva.
"Si... Ma tu non ci sei" disse la bambina triste.

Ziva cercò le parole giuste per tranquillizzarla.

"In realtà non sono tanto lontana... Ma per adesso dobbiamo accontentarci di parlare al telefono, finché io non torno" rispose.
"Lo so... Tony è con te?" chiese.
"Certo e ti saluta" rispose Ziva.

Sentì Anja sbadigliare.

"Sei stanca, amore?" aggiunse.
"Si" rispose la bambina.
"Allora dovresti fare la nanna ora" le disse.
"No, voglio parlare con te. Lo sai che oggi sono stata con Abby? Mi ha fatto giocare con Bert" rispose Anja che non aveva intenzione di chiudere la chiamata.
"Ah si? E domani con chi stai? Con Gibbs? Lasci un po' in pace la zia Abby?" le disse sperando che Anja non desse troppo fastidio all'amica.
"No. Sto con Abby perché lei ha detto che mi tiene in braccio come fai tu. E io voglio stare in braccio" rispose.

Ziva capì che il fatto di voler stare con Abby dipendeva dalla voglia di avere Ziva lì, così non insistette nel convincerla a stare con Gibbs.
La sentì sbadigliare ancora e chiedere a Gibbs dove fosse il ciuccio. Doveva essere arrivata al limite della stanchezza.

"Anja, ora vai in braccio a Gibbs, chiudi gli occhi e provi a fare la nanna?" le disse Ziva.
"Sono già in braccio a Gibbs" rispose lei.
"Ok, allora chiudi gli occhi e pensa a tutte le principesse che hai sul tuo libro. Ora fai la nanna e ci sentiamo domani" le disse Ziva.
"Buona notte, amore" concluse.
"Buona notte" borbottò Anja già mezza addormentata.

Gibbs prese il telefono, salutò Tony e Ziva e riagganciò.

Finirono la loro cena tranquillamente, come una vera e propria coppia. Tony non fece mancare nulla a Ziva.
Decisero di tornare in camera non tardi, il giorno seguente era importante e non volevano fare tardi.
Ma nel momento in cui misero piede in ascensore le cose cambiarono.

Tony si voltò verso Ziva e iniziò a baciarla.
L'appoggiò contro la parete dell'ascensore e intensificò sempre di più il bacio. Iniziò a far scivolare una sua mano sotto la maglia di Ziva, voleva sentire la sua pelle.
Si spostò a baciarle il collo mentre infilava anche l'altra mano sotto la sua maglia.

A Ziva tutto questo piaceva e tanto anche. Tony se ne accorse da come si lasciava baciare e toccare e dal suo respiro sempre più intenso.
Tuttavia si rese conto che erano in un ascensore e che qualcuno poteva entrare all'improvviso.

"Tony... Tony..." disse cercando di contenersi.
"Hey... Siamo in ascensore e per quanto vorrei che tu continuassi, preferirei non farmi scoprire" aggiunse mentre chiudeva gli occhi e si gusta a quello che Tony aveva iniziato a farle.

Lui non diede accenno di volersi fermare, al contrario spostò una mano dalla schiena di Ziva alle sue gambe. Ziva aveva già capito cosa voleva fare me non glielo avrebbe permesso, non finché non fossero stati in camera.
Cercò di muoversi e solo allora si accorse di Tony.

"Hey, dire incontenibile è dire poco" commentò sentendo quanto Tony fosse eccitato in quel momento.
"È tutta colpa tua David, che posso farci se sei così sexy" rispose lui.
"Ok... Siamo quasi arrivati al piano e io non lascerò farti quello che vuoi fare qui. Quindi portami in stanza velocemente" disse Ziva mentre Tony ancora le baciava il collo.

Nonostante lo stesse ostacolando, anche lei era più che eccitata e non vedeva l'ora di arrivare in camera e poter fare tutto quello che volevano.

Tony ci mise dieci secondi a trascinarla in camera e a chiudersi dentro. Tornò ad appoggiarla contro il muro e riprese da dove aveva interrotto.
Iniziò sfilandole la maglietta e slacciandole il reggiseno. Poi passò a toglierle i pantaloni e le mutandine. La lasciò completamente nuda nel giro di un minuto, il tutto baciandola appassionatamente.
A quel punto Ziva fece la stessa cosa, trattenendo a stento un gemito mentre Tony la toccava nelle sue parti più intime.

"Tony. Letto" riuscì a dire tra un bacio e l'altro.

Nessuno dei due credeva che quel momento sarebbe mai arrivato e ora che erano lì, entrambi nudi sul letto, erano più eccitati che mai.
Che Tony avesse iniziativa Ziva lo aveva capito bene, ma non pensava che fosse davvero così bravo. Le stava facendo provare sensazioni che non aveva mai provato e lei non era capace di dire no.

Lo dovette tuttavia fermare prima che fosse troppo tardi.

"Tony" disse più che eccitata.
"Io ti lascio fare ciò che vuoi ma ho solo una condizione, non voglio rimanere incinta. Non ora" aggiunse.
"Niente pillola?" chiese lui limitando le parole al minimo.
"No" rispose.
"Ok, ho tutto io" disse allungando la mano sul comodino dove aveva già messo una scatola di preservativi.
"Eri preparato, sederino peloso?" ridacchiò lei.
"Diciamo che avevo una mezza idea di come sarebbe finita la serata" rispose.

"Ah, e Tony... Non farmi male, ti prego" disse, questa volta quasi in imbarazzo.

Tony capì il motivo e lo immaginava anche senza che Ziva gli dicesse quella frase. Dopo tutto quello che aveva passato sicuramente provare dolore in un momento così intimo non era ciò che desiderava.

"Mai, Ziva" le disse baciandola, questa volta più delicatamente.
"E se non ti piace cosa sto facendo basta che mi fermi" aggiunse.

Lei annuì e poi lasciò che Tony iniziasse. E non lo fermò, non ebbe dubbi nemmeno un attimo. Tony le stava facendo provare cose che non avrebbe mai immaginato e a giudicare da quello che Ziva sentiva e vedeva anche Tony apprezzava quello che lei faceva per lui.

Passò un bel po' prima che si fermassero, ma nonostante tutto Tony continuò a baciarla e ad accarezzare la sua pelle nuda.

"Mi avevi detto di essere bravo, ma non immaginavo così tanto" commentò lei dopo che entrambi si furono calmati.

Tony fece un sorriso soddisfatto, era felice di averle dato ciò che desiderava.

"E io avevo immaginato che con te sarebbe stato speciale, ma non lo immaginavo così perfetto" rispose.

Ed era vero. L'aveva desiderata per tanto tempo ma mai si sarebbe immaginato che fosse così bello averla.
Rimasero a coccolarsi per un po'. Erano coperti dal lenzuolo, ma ancora completamente nudi.

"Non ti ho fatto male vero? Perché questa era l'ultima cosa che volevo" si assicurò lui.
"No, tranquillo" rispose lei sorridendo alla sua premura.
"Io non vorrei riportarti alla mente..." iniziò Tony.

Ma Ziva lo bloccò mettendogli una mano sulla bocca, non voleva che brutti ricordi rovinassero quel momento così perfetto e piacevole.

"Tony, è stato tutto fantastico. Esattamente come lo desideravo, non aggiungere altro ti prego" disse lei.
"Ok" rispose lui sorridendo e lasciando che lei si accoccolasse su di lui.

Rimasero così, persi nei propri pensieri. Finché non sentirono uno strano rumore. Fecero fatica a capire cosa fosse e Ziva dovette sforzarsi per capire che era la vibrazione del suo cellulare.
A quel punto scattarono entrambi in piedi e si misero alla ricerca del telefono di Ziva, in mezzo alla montagna di vestiti sparsi sul pavimento.

Era Gibbs che la chiamava, tipo per la settima volta. Anja si era svegliata con un incubo e chiedeva di Ziva, così non riuscendo a calmarla aveva deciso di chiamarla.
Ma Ziva non rispondeva. E ora Gibbs era preoccupato, pensava fosse successo qualcosa. Era piena notte e immaginava che i suoi agenti dormissero.

"Tranquilla Anja, ora li troviamo" cercò di calmarla Gibbs.
"Chiama Tony se Ziva non risponde" suggerì Anja tra i singhiozzi.
"Già fatto amore, il telefono di Tony è spento" rispose lui.
"Cerca di calmarti" aggiunse.

Tutto questo era avvenuto dopo la quarta chiamata a vuoto. Mentre continuava a chiamare aveva chiesto ad Abby di raggiungerlo a casa sua nella speranza che lei riuscisse a calmare la bambina.

Quando finalmente Ziva raggiunse il telefono, Gibbs aveva appena chiuso la chiamata. Lo prese in mano e notò le otto chiamate perse nell'ultima ora. Il suo cuore perse un battito. Qualcosa era successo se lui aveva chiamato così tante volte e temeva per Anja.

"Tony guarda il tuo telefono" suggerì lei.

Ma quando Tony arrivò a prenderlo si accorse che era spento. O meglio, presi dalla foga del momento, avevano lanciato i pantaloni di Tony in mezzo alla stanza e il telefono, cadendo, si era aperto e la batteria si era sfilata.

"Ora Gibbs mi uccide" commentò lui.
"Ci uccide, Tony. Ci" rispose Ziva mentre componeva il numero di Gibbs e lo richiamava.

Gibbs tirò un sospiro di sollievo nel vede il nome di Ziva sullo schermo.

"David! Dove era a finiti, per la miseria" rispose lui.
"Scusa capo, mi ero addormentata nella vasca" inventò una scusa Ziva.

Nel frattempo Tony era andato in bagno, si era messo l'accappatoio, e stava portando a Ziva il suo.
Lei era seduta sul letto e cercava di coprirsi con il lenzuolo. A parte il fatto che aveva freddo, essere nuda in quel momento la metteva a disagio.
Tony la fece alzare e l'aiutò ad indossare l'accappatoio. Poi l'avvolse in un abbraccio lasciandola parlare al telefono.
Lei stava spiegando a Gibbs che nemmeno Tony aveva risposto al telefono perché dormiva e il suo cellulare era misteriosamente senza linea. Altra bugia.

"Ok, comunque le vostre assurde spiegazioni non mi interessano. Anja ha bisogno di te" le disse.
"Che è successo?" chiese Ziva spaventata.

Tony la sentì tesa tra le sue braccia e cercò di mantenerla calma. Nel silenzio della notte anche lui riusciva a sentire la chiamata.

"Ha avuto un incubo e ti cercava. Era molto agitata, ora Abby è qui e si sta calmando, ma se tu potessi parlarle per un po' sono sicuro che si riaddormenterebbe" spiegò Gibbs.

Ziva dovette parlare almeno per un quarto d'ora ad Anja per farla riaddormentare. Chiuse la chiamata dopo essere stata rimproverata da Gibbs per non aver risposto subito.

"Mi dispiace, Zee" le disse Tony.
"E per cosa?" chiese confusa.
"Diciamo che ti ho... Distratta. E Anja aveva bisogno" spiegò.
"Tony.... Tony. Non mi pento nemmeno per un secondo di quello che abbiamo fatto. Anche se Anja aveva bisogno di me. Lei non era sola, c'era Gibbs a prendersi cura di lei. Ricordi, me lo hai detto tu stamattina. E anche noi avevamo bisogno di un nostro momento" lo tranquillizzò.

Tony annuì, quello che diceva Ziva aveva senso.

"E ora, io mi vado a fare una doccia. E non farò nulla per impedirti di seguirmi" concluse lei.

Tony sorrise e fece per seguirla. Si fermò poco prima di entrare in bagno e tornò indietro al suo comodino.
Aprì la scatola dei preservativi e ne prese uno nuovo.

"Mi sa che questo servirà ancora" disse con un sorriso compiaciuto.

E infatti servì.
Dormirono veramente poco quella notte, ma erano due persone adulte. Due adulti che sapevano cosa stavano facendo e lo facevano piuttosto bene.

Quando il mattino seguente si alzarono erano entrambi più che felici. Lo si capiva dal sorriso che avevano sulle labbra.
E se non fosse stato che dovevano lavorare, avrebbero replicato la sera precedente. Volevano approfittare del fatto che erano soli.

Tuttavia dovettero scendere a fare colazione e poi uscire in direzione del nascondiglio che solo Ziva conosceva.
Decisero di non arrivarci per la via diretta, ma di prendere delle strade alternative. Per sicurezza, se qualcuno li seguiva avrebbero potuto accorgersene e seminarlo meglio.
Arrivarono al nascondiglio in un paio d'ore. Oltre alle manovre diversive il luogo era anche piuttosto distante. Era fuori dalla città.

Tony si sorprese nel vedere questo nascondiglio.
Era una semplice casetta e a giudicare dalle condizioni sembrava quasi abitata.

"È perché c'è sempre qualcuno che una volta ogni tanto va a sistemarla. Oltre ad essere un nascondiglio per gli oggetti la usavamo anche come casa sicura" spiegò Ziva.
"E come sappiamo che ora non c'è nessuno?" chiese lui.
"Se ci fosse qualcuno, sulla veranda ci sarebbe un vaso blu. Questo è il nostro codice" disse lei.

Notando che il vado blu non era presente, Tony e Ziva decisero di scendere dalla macchina ed entrare.
Tony era in ansia, più di Ziva. Non era abituato a questi nascondigli segreti, lo inquietavano.

"Zee, prendi ciò che devi e andiamo via" le disse standole sempre vicino ovunque lei si muovesse.
"Faccio subito, dobbiamo solo salire nella stanza di sopra. Era lì il nostro punto di deposito delle cose importanti" comunicò Ziva.

Salirono entrambi e Ziva si diresse nell'armadio cabina.
Si mise sulle punte dei piedi e tirò giù dalla scaffale più alto una scatola da scarpe.

Stava per comunicare a Tony che aveva trovato ciò che cercava quando un proiettile attraversò la stanza rompendo il vetro della finestra.








Note dell'autrice:

Ok, CLIFFI! Era da un po' che non finivo un capitolo così e devo dire che mi mancava lasciarvi con il fiato sospeso Ahahahha :)

Ma tanto sono quasi sicura che non vi interesserà molto, perché sarete stati concentrati sulla parte TIVA <3
Ebbene si, ve lo avevo detto che sarebbe stato un capitolo Tiva, ed è anche per questo che ho deciso di concentrarmi molto sulla loro parte e meno sul caso. Volevo lasciare il CLIFFI quindi cosa di meglio se non dedicare la TIVA tanto spazio? XD

Spero siate soddisfatti! XD
A prestoooooo
Baci, Meggie. L

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

Stava per comunicare a Tony che aveva trovato ciò che cercava quando un proiettile attraversò la stanza rompendo il vetro della finestra.

Il rumore fu assordante e Tony salvo Ziva per un pelo. La trascinò a terra proprio prima che il proiettile le prendesse la testa.
Rimase sopra di lei per proteggerla per qualche secondo, giusto per essere sicuro che non ci sarebbero stati altri proiettili in arrivo.
La sentiva respirare velocemente e affannosamente sotto di lui e per quanto avesse ancora in testa il ricordo della sera prima, quello non era un respiro di piacere.
Era agitata, stava iperventilando.

Si sollevò leggermente senza alzarsi, per accertarsi delle condizioni di Ziva senza rischiare che cercassero di colpirli di nuovo.
Appena fu leggermente più libera nei movimenti, Ziva cercò di muovere le braccia e si toccò la tempia sinistra.
Avevano gli occhi incatenati l'uno all'altra e Tony poteva vedere solo il terrore in quelli di Ziva.

"Ziva, Ziva. Ferma tesoro, lascia vedere a me" le disse prendendole la mano e spostandogliela delicatamente.
"Tony" disse agitata come non mai.
"Shh, è solo un graffio. Hai male da altre parti? Non ti ho fatto male buttandoti a terra vero?" chiese lui.

Ziva fece cenno di no con la testa e deglutì agitata.

"Tony il proiettile mi ha sfiorato la testa. Mi ha quasi uccisa, di nuovo" gli disse riferendosi a quando le era successa la stessa cosa durante la sua missione sotto copertura.

Lui la guardò con compassione, sapeva che anche se era solo un graffio lei era terrorizzata come la volta precedente. Questo le faceva rendere conto che anche lei era mortale come tutti.

"E perdo sangue" aggiunse guardandosi la mano sporca.
"Amore mio, calma. Non è grave, ti sei solo spaventata" la calmò lui prendendo un fazzoletto che aveva in tasca e premendolo sul piccolo taglio per farla smettere di sanguinare.

Probabilmente sarebbe servito un cerotto, ma non dei punti per fortuna.
Quando Tony appoggiò il fazzoletto sulla sua tempia Ziva sussultò, le faceva male.

"Scusa" le disse.
"Perché non lo tieni tu, così sai quanto premere" aggiunse.

Ziva sostituì la sua mano a quella di Tony mentre lo guardava spostarsi da lei pur rimanendo a terra.

"Senti, Zee. Ora io sistemo qualcosa davanti alla finestra in modo che possiamo andare via da qui senza che ci vedano. Tu resta immobile a terra" le disse.
"No, Tony! Ti spareranno, non farlo" rispose preoccupata.
"Tranquilla. Andrà bene, fidati di me ok?" la tranquillizzò lui.

Poi sempre restando basso prese la piccola libreria accanto all'armadio e la mise contro la finestra, ostruendo la vista al possibile cecchino. Raccolse la scatola che aveva preso Ziva e prese anche il proiettile che si era conficcato nel muro.

"Ok, Zee. Ora usciamo da qui. Ce la fai ad alzarti o ti sollevo io?" le chiese mentre le guardava la ferita che aveva alla testa.
"Credo di farcela" rispose.

Si mise seduta e poi si alzò. Ma non appena fu in piedi ebbe un giramento di testa, probabilmente causato più dall'ansia che dalla ferita.
Tony le mise una mano dietro le spalle, sorreggendola.

"Sicura che riesci ad arrivare alla macchina?" le chiese preoccupato.
"Si... Ma tienimi, ok?" rispose Ziva.
"Certo amore" le disse mentre si incamminavano giù per le scale.

La parte che preoccupò di più Tony fu il tragitto dalla casa alla macchina, erano completamente scoperti e lui sperò che il cecchino fosse già andato via.
Fortunatamente nessuno sparò e non appena in macchina Tony partì alla velocità della luce verso l'hotel.

Si chiusero in camera non appena arrivati e la prima cosa che fece Tony fu prendersi cura di Ziva.
Lei ormai si era calmata anche se era ancora un po' scossa. Il peggio era passato e l'aiuto di Tony era stato fondamentale.

Lui andò in bagno, bagnò un asciugamano e tornò da Ziva.

"Forza, lasciami vedere" le disse spostando il fazzoletto che ancora teneva premuto sulla ferita.
"Ha già smesso di sanguinare, ora ti pulisco e ti metto un cerotto" aggiunse.

E così fece, vedendo la faccia di Ziva contrarsi quando le passò l'asciugamano sul taglio.

"Grazie, Tony. Mi hai salvato la vita" gli disse.
"Mi sono spaventato molto, me lo sentivo che qualcosa non andava" rispose dandole un dolce bacio sulle labbra.
"Ma ora facciamo così. Tu riposi un po' anche perché a giudicare dalla tua faccia posso dire che la testa ti stia esplodendo. Io chiamo Gibbs e gli spiego tutto" aggiunse.
"No, Tony. Prima vediamo tutto quello che Monique mi ha lasciato. Poi chiamiamo Gibbs e dopo mi riposerò" ribatté lei.
"No. Voglio che tu stia bene, questa scatola l'apriamo dopo. Non la aprirò da solo, ti aspetto. Ma ora ti sdrai e chiudi gli occhi" insistette lui porgendole il suo pigiama e aiutandola a cambiarsi.

Ziva sospirò non avendo molta scelta, ma comunque Tony aveva ragione. Aveva un forte mal di testa e quello che le serviva era chiudere gli occhi un attimo per riprendersi.

Mentre Ziva riposava, Tony ne approfittò per chiamare Gibbs. Avevano detto che lo avrebbero informato appena avevano preso ciò che cercavano.
In questo caso Tony non poteva dirgli molto, ma lo voleva rassicurare che tutto era andato bene anche se avevano cercato di uccidere Ziva.
Questo era un nuovo problema di cui si sarebbero dovuti occupare.

"Per la miseria, DiNozzo! E voi che volevate che Ziva andasse da sola" esclamò Gibbs.
"Sta bene? L'hai portata all'ospedale?" aggiunse.
"No. Non c'era bisogno, è solo un graffio. Ma si è spaventata, come quella volta che era sotto copertura" spiegò Tony.
"Dovete tornare a casa" disse Gibbs.
"Abbiamo l'aereo domani dopo pranzo, è meglio che ora riposi prima di partire in viaggio" rispose Tony.
"Almeno avete trovato quello che cercavate?" chiese Gibbs.
"Si. O meglio abbiamo preso la scatola ma ancora non l'abbiamo aperta" rispose.
"E perché?" chiese Gibbs alterato.
"Ziva voleva aprirla, ma io volevo che si riposasse. E le ho promesso che avremmo aperto la scatola assieme quindi aspetto che si svegli" rispose Tony.
"Anja come sta? Va tutto bene?" aggiunse.

Ci fu un momento di silenzio di Gibbs, che inquietò Tony.

"Sta bene, ma vuole Ziva. Oggi è cominciata male la giornata, ma adesso è con Abby e pare essere tranquilla" rispose.
"Piccolina..." commentò Tony.
"Cercare di essere rintracciabili oggi, potrei aver bisogno" lo rimproverò Gibbs riferendosi alla sera prima.

Tony ripensò a quello che era successo e si sentì quasi in imbarazzo.

"Ma certo capo. Chiama quando vuoi" rispose Tony.
"Ci sentiamo più tardi. Chiamatemi per dirmi se avete trovato tutto quello che cercavate" gli disse prima di salutarlo.

Tony appoggiò il telefono sul comodino, poi non avendo nulla da fare decise di sdraiarsi sul letto accanto a Ziva.
La prese tra le braccia senza svegliarla e la fece appoggiare delicatamente al suo petto. Ne approfittò per vedere che la ferita non avesse ricominciato a sanguinare, ma il cerotto sembrava pulito.
La tenne stretta a lui accarezzandole la testa finché non iniziò a risvegliarsi.

"Buongiorno, occhioni belli" le disse spostandole una ciocca di capelli da davanti alla faccia.
"Tony..." rispose aprendo gli occhi e sentendosi stringere.
"Fatto un buon riposino?" le chiese.
"Abbastanza. Sei stato tu il mio cuscino?" rispose sorridendo.
"Si... Come va la testa? Fa ancora male?" domandò lui.
"Un po', ma molto meglio di prima" disse Ziva.
"Bene, vuoi prendere qualcosa per farlo passare del tutto?" rispose Tony.
"No... Magari dopo" disse lei.
"Apriamo la scatola?" aggiunse.

Era impaziente di vedere cosa ci fosse e Tony poteva capirla. Temeva solo che vedere il suo contenuto potesse turbare Ziva.
Ma non avevano scelta, l'unica cosa che poteva fare era starle vicino.

Si sedettero entrambi sul letto e Ziva aprì la scatola. Le mani le tremavano, non era sicura di voler davvero sapere cosa ci fosse dentro, in quel momento.
Aprì la scatola e vide molti fogli al suo interno, Monique aveva fatto tante ricerche evidentemente.

Prese in mano uno dei fascicoli che erano contenuti nella scatola e iniziò a leggerlo.
Il rapporto che Gibbs aveva preso in Colombia spiegava solo i rilevamenti che erano stati fatto sulla scena del crimine.
Ma ovviamente non c'erano indizi e la polizia del luogo non si era certo sprecata per trovarli.

Ma quello che stava leggendo Ziva in quel momento cambiava tutto.
Lesse e sfogliò i vari fascicoli in silenzio, Tony poteva notare le lacrime che continuava ad asciugarsi dagli angoli degli occhi.

Anche lui aveva preso in mano un fascicolo e provava a leggerlo. Ma andava a rilento, era scritto in spagnolo e nonostante lui un po' lo parlasse non era certo la sua lingua.

"Tony non è possibile" disse Ziva chiudendo un fascicolo e buttandolo sul letto.
"Cosa amore? Sto provando a capire ma mi ci vuole un po'..." ammise lui.

Ziva fissò la coperta del letto non sapendo da dove iniziare a spiegare, in quel momento nella sua testa c'erano tanti pensieri tra cui un po' di rimorso per non essersi tenuta in contatto con la sua amica come avrebbe dovuto fare.

"Ziva..." cercò di richiamarla lui.
"Io... Ho bisogno di un attimo, scusa" rispose lei alzandosi velocemente dal letto e correndo fuori dalla camera.
"Ziva!" la chiamò cercando di prenderle la mano.

Ma lei fu più veloce, corse fuori chiudendo la porta.
A Tony nn rimase che guardarla uscire, preoccupato e confuso. Avrebbe voluto schiarirsi le idee e capire cosa l'avesse sconvolta così prima di correre a cercarla. Ma aveva bisogno di assicurarsi che stesse bene e non voleva lasciarla sola.
Era sopratutto spaventato che quello che gli aveva sparato in precedenza stesse solo aspettando un'occasione per sparare di nuovo. E Ziva da sola all'aperto era un buon bersaglio.

Così si alzò dal letto, prese il giubino di Ziva e uscì per cercarla. Non c'era traccia di lei nei corridoi, ma ovviamente non sarebbe rimasta lì. Cercava aria fresca, probabilmente voleva evitare un attacco di panico.
Ormai Tony conosceva Ziva, troppi traumi nella sua vita e anche se non lo voleva mostrare era fragile.

Salì in ascensore per scendere nella hall e cercarla nel parco di fronte all'hotel, quando notò un pulsante che attirò la sua attenzione.
Il terrazzo panoramico. Ziva era sveglia, sapeva che era pericoloso andare in un parco. Ma sul terrazzo panoramico era difficile che un cecchino ti colpisse, troppo alto.
Così Tony optò per andare a vedere lì, come primo luogo. E infatti appena uscito dall'ascensore la vide lì.

Era appoggiata al muretto e guardava il panorama davanti a lei prendendo dei respiri profondi.
Lui si avvicinò con calma avendo la premura di fare un po' di rumore cosicché lei potesse sentirlo e non spaventarsi. Era già agitata abbastanza.

Le mise il giubino che aveva preso e glielo appoggiò sulle spalle, avvolgendola in un dolce abbracciò.
Al tocco di Tony, Ziva non poté fare altro che voltarsi, lasciarsi abbracciare e abbracciare a sua volta Tony.
Inalare il suo profumo la rilassava, la faceva sentire al sicuro.

"Attacco di panico bella Ninja?" le chiese stringendola.
"Quasi... Per un pelo" rispose.
"Posso fare qualcosa?" le domandò.
"Dammi un momento qui sola con te, in silenzio" disse.

E Tony obbedì.
Era grato che non avesse avuto un attacca di panico. L'aveva vista star male al lavoro, una sera di non molto tempo prima e sperava che non le succedesse più.
Non era solo il terrore che aveva negli occhi, era anche quello che succedeva dopo. Non riuscivano a farla smettere di piangere e rimase più di mezz'ora in bagno a vomitare.
Era una cosa che Tony non poteva sopportare, vederla stare così male.

Passati dieci minuti in cui Ziva non aveva fatto ne detto nulla, Tony prese l'iniziativa.

"Zee, torniamo in camera ora? Non è proprio caldo qui fuori" le disse.
"No. Io non so se riesco a rientrare in ascensore ora" disse sinceramente.

Era uno spazio stretto e lei aveva bisogno di aria.

"Non è ancora passato?" le chiese dandole un bacio sulla testa.
"Non del tutto. E se ti racconto cosa ho letto mentre siamo in camera sono sicura che starò male" rispose.
"Parliamone qui, ti prego" aggiunse.

Alla fine Tony acconsentì, si sedettero su una panca che era lì e lui coprì Ziva con la felpa che stava indossando non volendo che prendesse freddo.

"Monique sospettava che a darle la caccia fosse il fratello del padre di Anja" disse lei iniziando.

Sapeva che Tony non l'avrebbe interrotta così partì direttamente dalle cose importanti.

"Il padre di Anja era... Era un ragazzo, un uomo che conoscevamo entrambe che si chiamava Luka. Lo abbiamo conosciuto durante una missione in Russia e no. Se te lo stai chiedendo non era parte della missione. Non faceva parte di nessun esercito... Era solo un ragazzo che abbiamo conosciuto una sera ad un bar" spiegò Ziva.
"Era simpatico, siamo rimaste in contatto con lui per un po'. Poi io e Monique non abbiamo più lavorato assieme e io non sapevo che avessero continuato a vedersi... Ma a quanto pare si, e Monique è pure rimasta incinta" aggiunse.

"Ed era una brava persona? Intendo, non si metteva nei guai?" chiese Tony.
"No. In realtà era il barista. Era tranquillo e ci offriva da bere gratis, noi eravamo giovani e carine e anche lui. Quindi non abbiamo avuto difficoltà a diventare amici" rispose Ziva.

Ora arrivava la parte difficile, quella per cui Ziva si stava pentendo di non aver mantenuto contatti frequenti con l'amica.

"Ma... Monique ha scritto che dopo essere rimasta incinta ha parlato con Luka e lui di figli non ne voleva sapere..." disse.
"Questo è terribile, deve essere stato un brutto colpo per Monique" commentò lui.
"Si... E no. Lei è sempre stata indipendente e crescere una bambina da sola non sarebbe stato un problema. E infatti così ha fatto a quanto pare. Non ha più chiesto nulla a lui e alla sua famiglia e ha fatto nascere Anja e l'ha cresciuta" rispose Ziva.
"Ma i problemi sono cominciati quando Luka è morto, non si sa come e il fratello di cui io ignoravo l'esistenza è partito alla caccia di Anja" aggiunse.

Tony la guardò sconvolta, aveva mille domande da farle ma poteva già notare il volto di Ziva. Era pronta a crollare da un momento all'altro. Così non le chiese nulla ma la lasciò finire di parlare.

"Monique mi ha scritto che lui rivendicava i diritti su Anja, quali diritti poi devo capirlo ancora, e che la seguiva. Lei lo aveva visto ma non era mai riuscita a fare nulla... E da quello che ho letto si stava già organizzando per andare via dalla Colombia. Per cercare di liberarsi di lui" disse iniziando a respirare affannosamente.

Tony la prese e l'abbracciò forte, cercando di calmarla.

"Lei... Magari lei voleva venire in America, da noi per cercare aiuto. O magari io avrei dovuto interessarmi di più. Io lo sapevo come era Monique, sempre in qualche guaio. Forse se l'avessi chiamata per sapere come stava... Forse..." aggiunse Zova agitata.
"Fermati, non è colpa tua amore" la bloccò Tony prima che facesse come al solito e prendesse la colpa per tutto.

"Ziva, tu non potevi fare nulla. Lei ti avrebbe potuto chiamare e non lo ha fatto. Sono sicuro che sapeva cosa faceva, era una persona intelligente non faceva le cose senza pensare" le disse.
"Ma che razza di amica sono stata a non interessarmi di lei per così tanto tempo?" chiese Ziva che aveva già iniziato a piangere.

Tony la strinse prendendola ancora più vicino.

"Sei l'amica che ora sta crescendo la figlia, sei l'amica che si è quasi fatta uccidere per scoprire chi ha ucciso la mamma della bambina che ora ti sta aspettando a casa. Direi che sei un ottima amica, Ziva" la incoraggiò lui.

La sentì annuire e piangere, e stringerlo come non aveva mai fatto.
Voleva lasciarla sfogare tranquillamente, non avrebbe potuto fare molto per calmarla al momento. Ma dopo pochi minuti altri ospiti dell'hotel arrivarono sul terrazzo e Tony proprio non voleva che si fermassero a fissare Ziva e a chiedersi cosa fosse successo.

Così, senza dare troppo nell'occhio la sollevò e rientrò nell'ascensore pronto a riportarla in camera.

"Che fai?" le chiese.
"Shh, andiamo in camera e stiamo solo noi due Zee" le disse mentre premeva il pulsante dell'ascensore.

Dopo che Ziva fu completamente calma chiamarono Gibbs per spiegargli tutto, gli dissero le cose a grandi linee. Sarebbero scesi nei particolari una volta tornati in ufficio.
Prima di salutarsi riuscirono anche a parlare con Anja che quel giorno era più che intrattabile.
Non appena sentì la voce di Ziva iniziò a piangere e questo non aiutò il suo umore.

"Piccolina non fare così... Domani torno a casa e facciamo la nanna assieme" le disse Ziva.
"Io voglio ora... Perché stai via così tanto tempo?" chiese disperata Anja.
"Non sono nemmeno due giorni" bisbigliò Ziva guardando Tony, che le strinse la mano.
"Lo so. Ma pensa che domani a quest'ora saremo abbracciate sul divano a guardare la televisione o leggere un libro" le disse Ziva.
"Mi manchi" riuscì a dire Anja prima di riprendere a disperarsi.
"Anche tu tesoro" le rispose Ziva che a quel punto si era già abbracciata a Tony.

Non appena la chiamata terminò, Tony diede un bacio a Ziva. Pensava che ne avesse bisogno. Non voleva fare altro, solo baciarla dolcemente e farla stare tranquilla.
Era stata una giornata pessima per tutto e forse un bacio dalla persona che amava poteva aiutarla.

Tra l'altro entrambi stavano ignorando una cosa che avevano visto nella scatola e che non avevano toccato.
Non c'entra a con il caso ma Ziva proprio non se la sentiva di guardarla in quel momento. L'avrebbe portata a casa e avrebbe deciso poi cosa fare.

Passarono un bel po' di tempo baciandosi e coccolandosi, nonostante tutto lo stresso era quella la parte bella. Avere qualcuno che si prenda cura di te e che ti faccia stare bene.

"Occhioni belli, io penso che stasera ci meritiamo il servizio in camera" le disse Tony.
"Lei crede, agente DiNozzo?" rispose.
"Si. Io e te, cena sul letto mentre guardiamo un bel film sulla tv via cavo. Lascio scegliere a te il genere" disse.
"Mi piace questa idea. E per cena voglio Falafel, porzione abbondante" rispose.
"Oh, Ziva! Non preferisci cibo italiano?" le chiese ridendo.
"Sono io quella che è quasi morta e ha quasi avuto un attacco di panico. Fai il bravo e accontentami" disse lei dandogli uno scappellotto.
"Ok, tesoro mio... Falafel siano. Anche se noto che ti senti già meglio" commentò Tony.
"Si... La tua lingua fa miracoli, Tony" ridacchiò lei.

Tony sorrise malizioso, gli piaceva sentirsi fare certi apprezzamenti.

"Se è così..." disse buttandosi a baciarla ancora.

Ziva lo lasciò fare per un po' poi si staccò.

"Io vado a farmi la doccia, tu ordina la cena inizio ad avere fame" gli disse.
"Si, agente David. Ai suoi ordini" commentò lui.

In circostanze normali l'avrebbe seguita nella doccia e avrebbe compiuto altri miracoli. Ma quella sera non era il caso. Ziva non stava bene e lui aveva rispetto per lei.
Lasciò che tutto si svolgesse tranquillamente, avrebbero avuto tempo più avanti per divertirsi.











Angolo dell'autrice:

Heyyyyyyyy :)
Visto che Ziva sta bene?
Solo un grande spavento ma grazie a Tony tutto è andato per il meglio XD
E finalmente hanno trovato quello che gli serviva, ora devono tornare a casa e lavorare su questi nuovi indizi!!

In più c'è qualcosa che non ho detto cos'è nella scatola! Lo scopriamo nel prossimo capitolo XD
E presto torneranno da Anja che li sta aspettando con ansia :)

Spero visita piaciuto!
Io vado in vacanza a lunedì prossimoooooo :)

Baci, Meggie.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11

Tornarono a casa il giorno seguente, Ziva non vedeva l'ora di lasciare quel posto e tornare ad abbracciare Anja.

Mentre aspettavano di prendere l'aereo Ziva ne approfittò per cercare qualcosa da portare alla bambina.
Voleva vederla sorridere e portarle un regalo era quasi un modo per farsi perdonare per averla lasciata sola a Washington.

Aveva già preso in mano un peluches a forma di coniglio ma stava cercando anche qualcos'altro.

"Cosa ne pensi di questo? A lei piace lo sciroppo d'acero" disse Tony mostrando a Ziva un pigiamino con sopra disegnata una bottiglia di sciroppo d'acero che sorrideva.
"È carino. Ma quella misura non va bene" rispose avvicinandosi e guardando sullo scaffale.
"Cosa dici, è perfetta!" disse lui.
"Perfetta? È enorme, serve una taglia più piccola" ribatté Ziva.
"Ma non è vero, secondo me le sta benissimo" insistette Tony.
"Senti ti dico che è grande. Guarda un po' la misura e lo vedrai" gli disse mentre prendeva una taglia adatta ad Anja.

Tony lesse il cartellino e vide che era per una bambina di sei anni, ma Anja non ne aveva nemmeno quattro.

"Ricordati di chiedere sempre aiuto alle commesse per le taglie, sei negato" lo prese in giro Ziva.
"Simpaticona" rispose lui facendole la linguaccia.

Ziva le comprò il pigiama e il peluches e poi, insieme a Tony, aspettò di essere imbarcata sull'aereo.
Lui poté notare la sua preoccupazione, nonostante Ziva stesse cercando di comportarsi il più normalmente possibile.


"Cosa c'è che non va, bella Ninja?" le chiese Tony prendendole la mano.
"Nulla" rispose lei appoggiando la testa sulla sua spalla e lasciando che lui l'abbracciasse.

Solo dal quel gesto Tony capì che "nulla" era la più grossa bugia che Ziva aveva detto.

"Non ti credo, riprova" la prese in giro lui.

Questa volta Ziva non disse nulla, si limitò a chiudere gli occhi per un attimo e a respirare a fondo.
Tony la baciò dolcemente, sperando di essere d'aiuto e di poterla fare rilassare.

"E questo per cos'era?" chiese lei sorridendo.
"Mi avevi detto che la mia lingua fa miracoli..." rispose Tony.
"È proprio vero" commentò lei ridendo.
"Ora mi vuoi dire che hai? È per Anja?" chiese Tony.
"Si..." confessò lei.

Tony le diede un bacio sulla fronte e le accarezzò il volto.

"Ziva, amore. Stiamo tornando da lei, tra poche ore ti vedrà e andrà tutto bene" la rassicurò lui.
"Lo so, ma..." iniziò Ziva.
"Ma, cosa?" domandò Tony incoraggiandola a parlare.
"A parte il fatto che l'ho fatta piangere per due giorni, ho paura. Paura che le succeda qualcosa, paura che suo zio me la porti via Tony" disse con voce tremante.

Nemmeno lei sapeva perché fosse sul punto di piangere, ma aveva un nodo in gola dalla mattina che non riusciva a farsi andare via.

"Non sei stata tu a farla piangere, Ziva. E che cosa dovrebbe succederle?" rispose Tony facendola riappoggiare a lui.
"Hanno cercato di uccidere me, possono arrivare anche a lei. E se per caso lui venisse e la portasse via? E io non la trovassi più? Tony..." disse lei.
"Hey, non accadrà nulla di tutto ciò. Ci penso io a proteggere sia te che lei. Non piangere, Zee" le rispose stringendola a sé.

Il volo fu tranquillo, rimasero seduti abbracciati per la maggior parte del tempo. Per tutto il viaggio Ziva non fece che pensare a cosa potesse essere successo di così terribile da portare a questa storia. Perché uccidere una persona per prendere una bambina che non è tua?
Tony invece guardava Ziva persa nei suoi pensieri mentre con una mano le accarezzava il braccio.

Seduti non molto lontano da loro c'era una famiglia con due figli e Tony non poté fare altro che pensare che anche lui, Ziva e Anja nel loro piccolo erano così.
Certo Anja non era nata dalla loro unione e loro none erano sposati. M adesso che stavano assieme Tony non poteva non pensare che il suo ruolo era come quello di un padre. E a giudicare da quanto Anja apprezzasse passare il tempo con lui capì di stare facendo le cose per bene.

Persi entrambi nei loro pensieri nemmeno di accorsero che il volo era quasi giunto al termine e stavano per atterrare.

"Occhioni belli, siamo quasi arrivati finalmente" le disse lui mentre si allaccia a la cintura.
"Avrei voluto un volo più lungo, per restare ancora abbracciata a te" commentò lei.
"Potrei abbracciarti stanotte" le propose.
"Ricorda... Ho una bambina nella stanza accanto" disse lei sorridendo.
"Ho solo detto che ti abbraccio e poi volendo so essere molto silenzioso..." ridacchiò lui.
"Anche io..." disse Ziva avvicinandosi e baciandolo.

Una volta atterrati presero immediatamente le valige e andarono verso l'uscita, volevano prendere la macchina e andare subito all'NCIS dove Anja sicuramente stava aspettando Ziva impaziente.
Erano rimasti d'accordo così con Gibbs, ma lui non li aveva avvertiti di un cambio di programma. Non aveva potuto perché quando avevano deciso loro erano già saliti sull'aereo.

Così quando uscirono dal loro gate si trovarono davanti Gibbs che teneva per mano Anja. Rimasero entrambi sorpresi nel vederli ma Ziva fu veramente felice. E lo fu ancora di più quando Anja si staccò da Gibbs e le corse incontro abbracciandola.

Lei si chinò aprendo le braccia e la strinse forte a sé.

"Tesorino, ciao" le disse dandole un bacio sulla testa.
"Ziva..." rispose Anja. Ziva si accorse che stava piangendo.
"Amore, cosa succede?" le chiese.
"Non andare mai più via" rispose Anja.

Tony prese il sacchetto che Ziva aveva in mano dandole la possibilità di prendere la bambina in braccio.

"Anja, sono qui adesso. Non c'è bisogno che piangi, non vado via. Adesso andiamo tutti a casa" le spiegò accarezzandole la schiena.

Non ci volle molto perché si calmasse, in fondo ora era in braccio a Ziva ed era di nuovo tranquilla.
Gibbs prese la valigia di Ziva e insieme si avviarono alla macchina. Spiegò ai suoi agenti il motivo per cui erano lì e non all'NCIS ad aspettarli.

"Quando si è resa conto che stavate per tornare ha iniziato ad insistere per venire qui. Non potevo dirle di no" commentò Gibbs.
"Perché io voglio stare con te" intervenne Anja che aveva iniziato a giocare con i capelli di Ziva.

Gibbs li accompagnò alla loro macchina che avevano parcheggiato lì prima di partire, poi li salutò dicendogli che li aspettava al lavoro il giorno seguente con le informazioni che avevano trovato.
Furono grati di avere la loro macchina o Gibbs si sarebbe accorto che Tony, invece che tornare a casa sua, restava da Ziva.

Cercarono di far sedere Anja nel suo seggiolino, ma non ci fu verso di staccarla da Ziva.

"Mi dispiace Tony, ma credo che dovrò sedermi dietro" disse lei.
"Stai tranquilla, solo tienila stretta. Non voglio che si faccia male" rispose.
"Certo" disse lei sedendosi con Anja in braccio.
"Però amore, girata in avanti o ti viene mal di pancia" aggiunse rivolgendosi alla bambina che ancora la stringeva.

Anja obbedì, avrebbe fatto di tutto pur di stare con lei in quel momento.

"Ziva, mi leggi le favole dopo?" chiese Anja.
"Si, dopo la cena prima della nanna" le rispose.
"E che pappa mi prepari?" domandò.
"Cosa ne pensi se ti faccio... Gli spaghetti?" propose Ziva.
"Si! Tanti!" esclamò lei.
"E io e te ordiniamo una pizza? Non ho nulla da cucinare in frigo" disse rivolta a Tony.
"La pizza va più che bene" disse lui guardandola dallo specchietto retrovisore.
"Tony mangia con noi?" chiese Anja curiosa.

In effetti lo avevano dato per scontato ma anche Anja non sapeva che Tony si sarebbe fermato.

"Se mi prendi, principessina" le disse Tony.
"Si, puoi restare perché sei simpatico" rispose Anja.

Arrivati a casa, prima di preparare la cena Ziva decise che era il caso che Anja si facesse un bagno.
La mise nella vasca e lasciò che Tony chiamasse per la pizza.

"Hai fatto tanta schiuma oggi" disse la bambina giocando con due paperelle che Ziva le aveva comprato.
"So che ti piace" rispose.
"Ti posso lavare io o fai da sola?" aggiunse.

Fin dal primo giorno Anja aveva avuto problemi a lasciarsi lavare dagli altri. Alcuni giorni lasciava che lo facesse Ziva, altri voleva fare da sola.
Lei glielo chiedeva sempre, per evitare tragedie. Anja la fissò a lungo, indecisa sulla risposta.

"Faccio io" rispose alla fine.

Ziva si aspettava quella risposta, erano stati giorni difficile e poteva vedere che Anja fosse agitata.
La lasciò lavarsi da sola mentre controllava che facesse tutto per bene. Poi rimase con lei a giocare un po' con l'acqua e la schiuma.
Anche Tony si unì a loro poco dopo.

"Tony, ti piace la schiuma?" chiese Anja.
"Sì, molto. Sembra neve" le rispose.
"Allora dovresti farti fare il bagno da Ziva, lei sa fare la schiuma vedi" gli disse prendendone un po' in mano e mostrandogliela.

Tony rise, non vedeva l'ora di farsi un bel bagno con Ziva. Ma questo non poteva dirlo ad Anja.

"Davvero? Beh, Ziva... Perché non prepari un bel bagno caldo anche a me? Con tanta schiuma" la stuzzicò lui.
"DiNozzo, io dico che sei capace anche da solo" rispose lei prendendolo in giro.
"E ora signorina, devi uscire. L'acqua diventa fredda" aggiunse mettendo in piedi Anja nella vasca e prendendo il suo accappatoio.
"No, voglio stare ancora qui" si lamentò lei.
"Allora non vuoi vedere cosa ti ho portato?" le chiese.
"Che cosa?" rispose la piccola curiosa.
"Eh, lo vedi solo se esci dalla vasca e ti asciughi" le disse.
"Ok" rispose facendosi prendere in braccio e asciugare.

Ziva fece appena in tempo ad asciugarle i capelli che il telefono squillò.

"Io rispondo al telefono, tu mettile le mutande e la canottiera e raggiungeremo in salotto" disse a Tony.

Lui stava per ribattere dicendo che forse era il caso che lui rispondesse, ma Ziva era già sparita.
Così prese in mano le mutandine e guardò Anja.

"Forza, facciamo quello che ha detto Ziva" le disse.
"Voglio fare da sola" rispose.

Tony la guardò confuso, ma non volendo discutere le diede le mutandine e lasciò che provasse.
Ma Anja non tentò nemmeno, guardò Tony e gliele diede indietro.

"Fai tu" disse. Tony sorrise.
"Ok, appoggiati a me e alza prima un piedino e poi l'altro" rispose.

Anja obbedì e Tony riuscì a rivestirla in un attimo. Mise a posto gli asciugamani e poi le disse di andare in salotto.

"Ma non posso. Ziva dice che non si cammina con i piedini nudi in casa" rispose indicandosi i piedi scalzi.
"Oh... Se Ziva dice così..." disse lui prendendola al volo e mettendola sulle sue spalle.

Anja iniziò a ridere mentre lui la portava in giro per casa.

"Ziva" disse la bambina arrivando in salotto.
"Guarda come sono alta" aggiunse.
"Ho visto amore" rispose lei subito dopo aver chiuso la conversazione al telefono.
"Pronta a vedere cosa ti ho portato?" aggiunse.
"Si!" gridò mentre Tony la metteva seduta sul divano.

Ziva le diede il sacchetto e aspettò che prendesse fuori il contenuto.

"È un coniglietto!" disse felice mentre guardava il peluches.
"E questo... È un pigiama? Con lo sciroppo d'acero?" chiese guardando la maglietta del completo.
"Si, esatto. Come piace a te. Lo vuoi mettere?" le disse Ziva.

Anja annuì felice, mentre Ziva toglieva il cartellino al pigiama.
Se lo fece mettere e poi si guardò felice allo specchio.

"Da adesso in poi ti chiamo pancake" le disse Tony.
"Li voglio domani per colazione" rispose lei.

Tony e Ziva risero, da quando erano entrati in casa Anja aveva ripreso a sorridere e Ziva era sollevata. Almeno ora non la sentiva piangere come nei giorni precedenti.

"Resti a guardare la televisione mentre io e Tony ti prepariamo la pappa?" le propose Ziva.
"Ok, ma non andate via vero?" chiese.
"Anja" rispose Ziva mettendosi alla sua altezza.
"Siamo in cucina, puoi venire se hai bisogno" aggiunse.

La lasciarono seduta sul divano mentre guardava i cartoni animati abbracciata al suo nuovo orsacchiotto.

"Chi era al telefono?" chiese Tony appena furono soli in cucina.
"Gibbs" rispose.
"Meno male che non ho risposto io allora!" esclamò ridendo.
"Che cosa voleva?" aggiunse.

Ziva iniziò a preparare l'acqua per la pasta mentre Tony la fissava.

"Chiedermi come stavo" rispose indicando il cerotto che aveva ancora sulla testa.
"E dirmi un paio di cose su Anja" aggiunse.
"Qualcosa per cui preoccuparsi?" chiese Tony.
"No... No. Solo che era molto agitata, sopratutto stanotte. E che non ha dormito molto bene, ne mangiato molto" iniziò lei.
"E che mentre non c'eravamo è passato un assistente sociale che voleva parlare con me" aggiunse.

Tony la vide preoccupata. Immaginava che stesse pensando di aver rovinato tutto. Non era presente proprio quando erano passati per il controllo, era sicuro che lei ora avesse paura che potessero toglierle la custodia di Anja.

"Posso sentire che stai pensando che te la porteranno via perché non eri a casa" le disse lui avvicinandosi e abbracciandola da dietro mentre lei era i fornelli.
"Come fai a leggermi nella mente?" chiese.
"Mmm, ti conosco tanto bene?" rispose baciandole il collo.

Lei si rilassò e lasciò che Tony la baciasse e la stringesse.

"Per fortuna Gibbs è intervenuto e loro ripasseranno nei prossimi giorni, spero vada tutto bene" commentò Ziva.
"Non hai nulla di cui preoccuparti, bella Ninja. Anja ti adora e andrà tutto bene" rispose lui.
"Lo spero davvero" gli disse voltandosi e baciandolo.

Si staccarono appena in tempo, prima che Anja comparisse in cucina.

"Ziva, devo fare la pipì" disse.
"Ok, andiamo. Lasciamo a Tony la gestione della cucina" rispose lei prendendo Anja per mano e andando in bagno.

Mentre tornavano verso la cucina, Anja si accorse del cerotto di Ziva.

"Che cosa hai fatto nella testa?" le chiese indicando.

Ziva si aspettava quella domanda e aveva già una risposta pronta.

"Ho sbattuto la testa contro uno spigolo" le disse.
"Perché sei stata distratta?" chiese ancora.
"Esatto. Non ho prestato attenzione e ho sbattuto" rispose Ziva sorridendo.

Non le avrebbe mai detto che le avevano sparato. Non era necessario, l'avrebbe solo spaventata.

Anja la tirò per la maglia, facendola abbassare. Poi le diede in bacio proprio dove aveva il cerotto.

"Così non ti fa più male" spiegò sorridendo.
"Grazie, va già molto meglio" rispose lei.
"Torni a vedere la televisione o vieni in cucina con noi?" aggiunse.
"Guardo la televisione" rispose mentre correva sul divano.

Non appena Ziva rientrò in cucina fu accolta da Tony con un cucchiaio in mano e la bocca piena.

"Che fai, sederino peloso? Mangia la cena di Anja?" gli chiese.
"No, mi assicuravo solo che fosse tutto buono" rispose.
"Certo, giù le zampe dalla cena di Anja. La tua pizza arriva fra poco" gli disse dandogli uno scappellotto.

Tony rispose immediatamente dandole una leggera sculacciata.

"Hey! Che pensi di fare? Lo sai che sono in grado di ucciderti anche con un cucchiaio?" lo provocò.
"Non lo metto in dubbio... Ma tu mi hai dato uno scappellotto, David" rispose avvicinandosi a lei.

La baciò facendola appoggiare contro il bancone della cucina, stava cercando di trattenersi. Se non ci fosse stata una bambina in salotto che poteva arrivare in qualsiasi momento, l'avrebbe spogliata lì.

"Ziva! Esce l'acqua!" esclamò ad un certo punto vedendo l'acqua della pasta uscire dal tegame.
"Uh!" rispose Ziva voltandosi e sistemando tutto.

Smisero di distrarsi mentre Ziva stava cucinando, non volevano mandare a fuoco la casa.
La pizza arrivò poco dopo che Anja aveva iniziato a mangiare gli spaghetti. Mangiarono tutti assieme sul divano e Anja si addormentò poco dopo cena in braccio a Tony.

"La puoi mettere a letto?" chiese Ziva mentre si alzava per sistemare il salotto.
"Io?" disse confuso.
"Si. Devi solo prenderla, metterla sdraiata nel letto e coprirla con le lenzuola. Non è difficile" rispose Ziva.

Tony obbedì e sorprendentemente ci riuscì, senza nemmeno farla svegliare.
Lui e Ziva andarono a letto poco dopo aver risistemato la cucina, erano stanchi e volevano stare un po' assieme.

"Direi che stai molto più che simpatico ad Anja, sono felice di questa cosa" gli disse Ziva.
"I bambini mi amano, sono come l'orso Yogi. Piaccio a tutti" commentò Tony.
"Devo ricordarti di tutti i bambini passato all'NCIS che non ti volevano nemmeno parlare?" chiese lei ridendo.
"Hey! Avevano cattivo gusto o forse erano solo sotto shock. I bambini mi amano, guanciotte dolci" disse lui.
"Ok... Ora puoi stare zitto e baciarmi? Perché ho bisogno della tua lingua miracolosa" rispose Ziva mentre si spostava quasi a sdraiarsi su di lui.

Iniziarono a baciarsi e Tony, che a Ziva proprio non sapeva resistere, iniziò lentamente ad infilare le mani sotto il pigiama.
Ziva si mostrò subito entusiasta del piano di Tony, lui sapeva usare le mani molto bene quando voleva. Glielo aveva dimostrato la prima notte in hotel.

Stava per spingersi oltre e sfilarle i pantaloni quando sentirono qualcuno muovere la maniglia della porta.
Si staccarono immediatamente, sapevano che era Anja che stava entrando e non volevano farsi vedere mentre facevano certe cose.

"Ziva..." disse la bambina entrando nella stanza mentre con una mano stringeva il peluche e con l'altra si stropicciava gli occhi.
"Patatina, che ci fai qui?" le chiese accendendo la luce.
"Posso fare la nanna con te?" domandò.

Ziva guardò Tony, i loro piani erano appena saltati. Ma non poteva dire di no ad Anja, non quella notte.

"Ok, salta nel letto. Al centro" le disse.
"Io vado sul divano, Zee" aggiunse Tony non volendo disturbare.
"No! Resta anche tu, Tony" disse Anja afferrando la sua mano e usandola come cuscino.

Tony e Ziva si guardarono e risero, la mattina seguente avrebbero dovuto spiegare ad Anja che doveva fare finta che Tony non fosse stato con loro. Ma ci avrebbero pensato dopo.

Anja ci mise pochissimo a riaddormentarsi, nemmeno cinque minuti.

"Mi dispiace" bisbigliò Ziva.
"Il nostro piano è andato in fumo. Cosa ne dici di domani mattina sotto la doccia, prima che lei si svegli?" propose.
"Ok, mi pare una buona idea" rispose lui.

Ci fu un attimo di silenzio, poi parlò di nuovo.

"Ziva? Io non lascio le cose a metà. Cosa ne dici di adesso sotto la doccia?" propose lui.
"Incontenibile... Ma penso che sia la migliore idea che potessi avere" rispose lei alzandosi lentamente dal letto.

Tony la seguì ma Ziva lo fermò prima che entrasse in bagno.

"Hey, sederino peloso... Ricordi, non voglio rimanere incinta..." gli disse.
"Si che lo ricordo" rispose lui mostrando un preservativo.
"Oh, dillo che avevi già programmato tutto!" gli disse.
"Sono sempre pronto per te" rispose lui sorridendo e spingendola dentro il bagno.









Angolo dell'autrice:

SONO TORNATA!
Finite le vacanze :(

Ma questo vuol dire che ricomincio a pubblicare normalmente XD
E sono tornata con un capitolo tranquillo, perché nell'ultimo avevo messo azione e Tony e Ziva lontano da Anja... E qui volevo un po' di Family e TIVA XD
Poi diciamo, cerco di iniziare la settimana bene prima che arrivi mercoledì LOL

Che ne pensate?
Per chi se lo stesse chiedendo penso che scopriremo cosa c'era nella scatola nel prossimo capitolo XD
Non avevo spazio per metterlo qui :)

Spero vi sia piaciuto! :)
Grazie a tutti e a prestoooooo

Baci, Meggie.  

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12

La mattina dopo, prima di alzare Anja si erano accordati sul parlarle della loro relazione. Li aveva visti insieme e avevano paura che innocentemente dicesse qualcosa al lavoro che li avrebbe fatti scoprire.
Decisero cosa dirle e cosa spiegarle. Non volevano spaventarla ma avevano bisogno che tacesse su questa, cosa per il momento.

"Anja, è mattina. Sveglia cucciola" le disse Ziva svegliandola.

Aveva passato tutta la notte nel lettone con loro e Ziva l'aveva lasciata lì.
Aprì gli occhi e la prima cosa che fece fu buttarsi in braccio a Ziva, ormai era la routine.

"Buongiorno" disse con ancora gli occhi mezzi chiusi e il ciuccio in bocca.
"Ziva, devo fare la pipì" aggiunse subito.
"Andiamo allora" rispose lei sorridendo.

Adorava Anja appena sveglia, era ancora più coccolosa del solito e le faceva ancora più tenerezza.
Arrivarono in salotto dove Tony le stava aspettando con la colazione, Anja era ancora in braccio a Ziva. Aveva la testa appoggiata alla spalla di Ziva, le braccia attorno al suo collo e il ciuccio ancora in bocca.

"Abbiamo una bambina ancora addormentata qui" commentò lui dandole un bacetto sulla guancia.
"Penso che debba recuperare delle ore di sonno perse" rispose Ziva riferendosi a quello che le aveva detto Gibbs.
"Mi piace fare la nanna" disse lei strofinandosi gli occhi.
"Lo so amore, ma devi fare colazione e noi ti dobbiamo parlare di una cosa" rispose Ziva mettendola seduta.

Lasciarono che bevesse il suo latte con i biscotti sciolti dentro e che si svegliasse un po'. Quando la videro sveglia a sufficienza iniziarono il discorso.

"Anja, ora ti dobbiamo spiegare una cosa e tu devi prestare molta attenzione" iniziò Ziva.
"Va bene, è una cosa brutta? O difficile?" chiese preoccupata.
"No, tranquilla. Ma dovrai essere brava" la tranquillizzò Tony.
"Hai visto che stanotte Tony ha dormito con noi e che è spesso a casa nostra, vero?" disse Ziva.
"Si" annuì lei.
"Ti dispiacerebbe vedermi qui più spesso?" le chiese Tony mettendole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"No, perché mi sei simpatico. Vuoi venire qui più spesso?" rispose Anja.
"A me piacerebbe, si. Però vedi io e Ziva siamo spesso assieme perché... Perché siamo una coppia" spiegò Tony.

Anja guardò Tony confusa.

"Hai capito cosa vuole dirti Tony, piccolina?" le chiese Ziva,
"Che siamo una coppia, stiamo insieme perché ci vogliamo bene" aggiunse.
"Siete sposati? Come nei film?" domandò.

Tony e Ziva si guardarono e risero.

"No, Anja. Non sposati, però stiamo assieme" ripeté Ziva.
"Allora siete fidanzati e vi date i baci e... E quando camminate per la strada vi date la mano e gli abbracci?" chiese ancora.
"Si, più o meno" le disse Tony.
"È per quello che mi vedi spesso con Ziva e che stanotte ho dormito nel suo letto" aggiunse.
"Oh... È una cosa bella" commentò lei sorridendo.

Probabilmente non aveva capito del tutto, ma siccome Tony le stava simpatico non le dava fastidio vederlo più spesso.

"Ma ora noi dobbiamo chiederti di essere brava, Anja. Non devi dire a nessuno che noi stiamo assieme e che Tony ogni tanto dorme qui" le disse Ziva.
"Perché?" chiese Anja.
"Se è una cosa bella dovete dirlo a tutti" aggiunse.
"Perché è un segreto piccolo pancake. Vogliamo che per ora sia una cosa che sappiamo solo noi tre" le rispose Tony.
"Quindi non dirlo mai a nessuno, finché noi non ti diciamo che puoi farlo" concluse Ziva sorridendole.
"Nemmeno a Gibbs?" chiese.
"A lui no, mi raccomando" rispose Ziva.
"E ad Abby?" chiese ancora.
"Nessuno nessuno. Fai come se non sapessi nulla" disse Ziva.
"Ok, capito" concluse lei.
"Brava la mia cucciola" le rispose Ziva dandole un bacio.

Stavano per alzarsi e sistemare il tavolo quando Anja parlò di nuovo.

"Tony" disse.
"Se Ziva è come la mia mamma e tu adesso stai con lei e le dai i baci... Questo vuol dire che tu sei come il mio papà?" chiese con occhi speranzosi.

Tony so sedette di nuovo e dopo aver guardato Ziva, guardò la bambina.

"A te piacerebbe?" le disse.
"Credo di si" rispose sorridente.
"Allora si, sono come il tuo papà" disse lui.
"Bello" rispose Anja felice.

Ziva stava per piangere, non solo per quello che Anja aveva chiesto a Tony ma perché l'aveva appena paragonata ad una madre.
Non l'aveva chiamata mamma ma aveva detto che lei era come una mamma e questo le aveva fatto esplodere il cuore di gioia.
Sorrise a Tony che la stava guardando e poi decise di sbloccare la situazione.

"Hey Anja, ci andiamo a preparare per la scuola?" disse Ziva prendendole la mano.
"Si, ma prima devo andare al bagno" rispose.
"Allora andiamo o faremo tardi" concluse Ziva.

Mentre camminavano verso la stanza si voltò un'ultima volta a guardare Tony e vide quanto anche lui fosse felice di ciò che Anja aveva appena detto.

Una volta lasciata Anja a scuola andarono al lavoro, Gibbs li aspettava per gli aggiornamenti su quello che avevano scoperto.
Ziva spiegò ai colleghi che era il fratello del padre di Anja il probabile sospettato. Sia dell'omicidio di Monique sia del tentato omicidio di Ziva.

"Il fratello di Luka, il padre di Anja, si chiama Silas a giudicare da quello che Monique mi ha lasciato in questi fascicoli" disse Ziva.
"E il padre di Anja era una persona a posto?" chiese Gibbs prendendo un fascicolo e sfogliandolo.
"Quando l'ho conosciuto io faceva il barista, sembra a posto. Era a posto" rispose lei.

"E poi anche Monique scrive che lui era una persona tranquilla che non aveva mai avuto problemi. L'unica cosa è che non ha voluto Anja. Ma questo non mi pare abbia creato problemi" intervenne Tony.
"In più pare che nessuno sapesse nulla del fratello di Luka finché non si è fatto avanti per avere Anja" disse Ziva.

Gibbs appoggiò i fascicoli.

"Mi chiedo a quale scopo volere una bambina che ha già una madre che si occupa di lei, non è tua e di cui non ti sei mai interessato prima" disse lui.
"È quello che mi stavo chiedendo anche io" ammise Ziva.
"Dobbiamo cercare informazioni su di lui" disse Tony.
"E anche su Luka e la sua famiglia" aggiunse McGee.

"Altra domanda. Eravate nel rifugio e vi hanno sparato addosso. Avete notato qualcosa?" chiese Gibbs.

Ziva rivide in un momento quello scena, quella frazione di secondo in cui sarebbe morta se Tony non fosse stato tempestivo nel buttarla a terra.

"Hanno sparato a Ziva. Non a noi, a lei. Hanno cercato di ucciderla, non l'hanno presa in testa per un pelo" disse Tony mentre si avvicinava a Ziva.

Anche Gibbs la guardò preoccupato, le guardò la ferita coperta dal cerotto che aveva sulla tempia e si rese conto di quanto avesse rischiato.

"Stai bene?" le chiese.
"Si, è solo un graffio. E un po' di spavento" rispose.
"A me è quasi preso un infarto. Vuol dire che l'aspettava, come se sapesse che sarebbe andata al rifugio" aggiunse Tony.
"Forse sapevano che Monique aveva nascosto qualcosa lì, solo non sapevano in che punto della casa" ipotizzò Gibbs.
"In effetti avrebbe senso. In fondo hanno aspettato che tu prendessi la scatola prima di sparare. Hanno aspettato che tu la trovassi" commentò Tony.
"Esatto, DiNozzo" rispose Gibbs.
"Ora non ci resta che trovare informazioni su Silas e anche Luka. E vedere se Silas può avere dei complici in giro" aggiunse.
"E teniamo d'occhio la situazione, non vorrei che fossero anche qui in cerca di queste carte" concluse Gibbs.

Si misero tutti al lavoro, avevano intenzione di svolgere i loro compiti con rapidità e attenzione. Ora che avevano degli indizi le cose procedevano meglio.
Ziva era concentrata nel suo lavoro quando Gibbs la chiamò in disparte per parlarle.

La portò in sala conferenze, voleva che fossero soli.

"Come stai, la verità" le disse diretto.
"Sto bene" rispose lei.
"Ho detto la verità, David" ripeté Gibbs.
"Sto bene, ora. Ma ad essere onesti, Gibbs, ho visto la morte in faccia per la seconda volta. Ed è una sensazione orribile, che non avrei voluto dover ripetere" disse.

La guardò soddisfatto della risposta, almeno sapeva come stesse in realtà il suo agente.

"DiNozzo ti ha salvata. E tu che volevo andare da sola" commentò lui.
"A quanto pare, mi salva sempre" disse a bassa voce.

Gibbs finse di non aver sentito il commento di Ziva, anche se era arrivato forte e chiaro alle sue orecchie.
Le si avvicinò e le voltò delicatamente la testa per vedere la ferita.

"L'hai già fatta vedere a Ducky?" chiese.
"No, ci ha pensato Tony in hotel a sistemarla" rispose lei.
"Voglio che Ducky ci dia un'occhiata" disse Gibbs.
"Ma sto bene, non fa nemmeno più tanto male" spiegò Ziva.
"Non mi interessa. So che DiNozzo ha fatto un buon lavoro, ma voglio che Ducky ti veda" insistette lui.
"Ok, vado a farmi vedere più tardi" acconsentì Ziva.
"Meglio ora. E ti accompagno, per essere sicuri che lo fai davvero" concluse Gibbs.

Si avviarono entrambi verso l'obitorio, Ziva non aveva voluto discutere sapeva che con Gibbs era una causa persa.
Entrarono in ascensore e Ziva sentì il bisogno di dire una cosa.

"La cosa che mi ha spaventato di più non è stato il rischio di morire, ma la paura di non poter più vedere Anja. Di lasciarla sola" disse.

Lui non disse nulla, la capiva e la lasciò parlare.

"Quella bambina ha già sofferto così tanto. Ho pensato a quanto sarebbe stata spaventata se le aveste dovuto dire che anche io non sarei più tornata da lei" aggiunse.
"Ma non è successo Ziver. E non lasceremo che succeda, ok?" la tranquillizzò lui.

Ziva annuì e in fondo si rese conto che parlare ogni tanto poteva farla stare meglio.

Andò a prendere Anja da scuola al solito orario e come ogni volta lei l'accolse correndole incontro e abbracciandola.
Nemmeno lei sapeva descrivere la gioia che provava nel vedere Anja così felice di vederla.

"Ziva! Sei arrivata!" gridò felice.
"Ho fatto un disegno per te" aggiunse mostrandole un foglio.

Ziva lo guardò, aveva difficoltà a capire cosa fosse. Anja aveva tre anni e mezzo e il suo modo di disegnare era ancora precario.
Fortunatamente la bambina non esitò a spiegare.

"Questa sono io seduta sull'altalena e questa sei tu che mi spingi in altissimo" disse.
"Amore ma è bellissimo. Grazie" le disse dandole un bacio.
"Prendiamo la giacca e andiamo a casa?" aggiunse.

Anja obbedì e corse a prendere le sue cose. Ziva la vestì e andarono alla macchina.
Dopo nemmeno cinque minuti di viaggio Anja iniziò a sbadigliare e Ziva poteva vederla dallo specchietto retrovisore.

"Sei stanca, tesoro?" le chiese.
"Un pochino" disse sfregandosi gli occhi.
"Io direi tanto. Non hai fatto la nanna a scuola?" rispose lei.
"Si, ma sono ancora stanca" ammise.
"Allora dormi. Chiudi gli occhietti e fai un riposino" le disse Ziva.
"Posso?" chiese conferma Anja.
"Certo, amore. Gibbs mi ha detto che nei giorni scorsi hai dormito poco" rispose Ziva.
"Perché mi mancavi tanto" le disse Anja.
"Anche tu mi sei mancata moltissimo" commentò Ziva.
"Ah, Ziva? Posso usare il ciuccio anche ora?" chiese.
"Certo" le disse.

Quando parcheggiò sotto casa Anja dormiva beatamente, ci aveva messo tre minuti a prendere sonno.
La prese in braccio e la portò in casa, più la mise sdraiata sul suo lettino e la lasciò riposare.

Mentre aspettava che si svegliasse riprese la scatola che avevano trovato in Canada. Dentro c'era ancora una cosa che non aveva guardato.
Era una scatola più piccola che conteneva una cosa preziosa.

Ziva osservò tutto con attenzione mentre le lacrime le scendevano dagli occhi. Era emozionata, commossa.
Non poté fare a meno di chiamare Tony e raccontargli cosa stava guardando.

"Appena vieni qui lo mostro anche a te" gli disse.
"Sono curioso, deve essere davvero bello" rispose lui.
"Passo stasera, ok?" aggiunse.
"Si... Io penso che lo farò vedere ad Anja appena si sveglia" disse Ziva.
"Certo, credo che le piacerà" commentò lui.
"Lo credo anche io" rispose Ziva.

Non passò molto tempo prima che Anja comparisse in salotto. Ziva aveva già guardato tutto e ora, dopo aver sistemato il bucato, stava leggendo un libro.

"Che fai?" sentì una vocina dirle.
"Leggo. Dormito bene, Anja?" rispose.
"Si. Mi posso sedere con te?" chiese la bambina.
"Certo tesorino, io devo mostrarti una cosa" le disse Ziva.

Anja si sedette sul divano a fianco a Ziva e le guardò.

"Cosa?" chiese curiosa.

Così Ziva riprese la scatola e l'aprì mostrando ad Anja un album di foto e un dvd.

"Sai cos'è questo? Me lo ha lasciato la tua mamma e credo che ti piacerà vederlo" le disse Ziva.
"Allora guardiamolo" rispose Anja entusiasta.

Ziva la prese in braccio e la fece sedere sulle sue ginocchia, come quando leggevano un libro assieme.

"La mamma ha raccolto tutte le tue foto in questo album. Sei pronta a vederle?" disse Ziva.
"Si!" esclamò felice la bambina.

Iniziarono a sfogliare l'album assieme.
Le prime foto erano di Monique incinta e Ziva dovette spiegare ad Anja che lei era dentro la pancia della sua mamma.

"Ma Ziva come ci sono entrata lì dentro. E soprattutto come sono uscita?" chiese confusa.
"Tesoro, questa è una cosa di cui parleremo quando sarai più grande. Ok?" rispose Ziva.
"Va bene" disse Anja un po' delusa e ancora confusa.

Passarono alle altre foto.
La prima di Anja la ritraeva subito dopo il parto, le avevano appena messo una tutina rosa e Monique la stava cullando.
Ziva si chiese chi fu a scattare quelle foto e si rese conto che non lo avrebbe mai scoperto visto che l'unica a poter rispondere era Monique.

Anja guardò la foto in cui era appena nata e fissò le piccole mani della bambina, poi si guardò le sue.

"Ziva avevo le mani così piccoline?" chiese sorridendo.
"Si amore, tutti i bambini sono così piccoli quando nascono" rispose Ziva.
"Poi crescono e diventano delle belle bambine come te" aggiunse.
"E poi io cresco ancora e divento come te!" esclamò.
"Esatto" rispose lei continuando a sfogliare.

Man mano che procedeva nel guardare le foto Anja cresceva.
C'erano feste di foto di compleanno, di vacanze e anche di giorni normali in cui Monique aveva immortalato dei momento per ricordarli.
Ziva era grata di questo, per vari motivi. A lei piaceva conoscere il passato di Anja e quell'album sarebbe servito alla bambina nei giorni in cui sentiva la mancanza della mamma e anche quando sarebbe stata più grande, per ricordare il suo passato.

Sfogliarono tutte le pagine ed arrivarono ad un punto in cui il libro era vuoto.

"Non ce ne sono più" disse lei vedendo le pagine bianche. Poi notò un biglietto.
"Sono finite, ma la tua mamma ha lasciato scritto una cosa. Su questo biglietto chiede a me e te di continuare l'album" rispose Ziva.
"Dice che le farebbe tanto piacere se continuassimo a fare tante foto e a metterle qui. E quando questa album sarà pieno dovremmo comprarne uno nuovo e metterci altre foto" aggiunse.
"Si! Ma noi abbiamo già fatto delle foto, possiamo metterle!" esclamò.
"Mi sembra un'ottima idea, perché non le via a prendere?" rispose Ziva.

Anja corse a prenderle nel cassetto dell'armadio del salotto. Sapeva dov'erano perché le piaceva guardarle e Ziva le aveva messe in un posto in cui riusciva a prenderle da sola.
Passarono i dieci minuti successivi ad incollarle nell'album e a fine lavoro Anja era soddisfatta e Ziva era felice.
Ora anche lei avrebbe fatto parte dei ricordi di Anja.

"Però abbiamo anche un'altra cosa che ci ha lasciato mamma" le disse.
"È un video, lo vuoi vedere?" aggiunse.
"Si! È come un film?" chiese.
"Esatto. Un film in cui ci siete tu e Monique" spiegò Ziva prendendo il telecomando e facendo partire il lettore dvd.

Lei lo aveva già guardato e si era emozionata nel vederlo.
E la cosa che le faceva piacere notare era che Anja, nonostante stessero parlando della madre morta, era sorridente.
Probabilmente ricordare bei momenti la rendeva felice.

Fecero partire il video e iniziarono a vedere Monique che faceva il bagnetto ad Anja. Lei che imparava a camminare, che diceva la sua prima parola.
E ogni volta Anja aveva qualche domanda per Ziva, probabilmente non ricordando quelle cose non riusciva a capire come fosse possibile.

L'umore di Anja tuttavia cambiò quando arrivarono alla fine del video e vide lei e la sua mamma festeggiare il suo ultimo compleanno assieme.
Quello se lo ricordava e a differenza di tutte le altre foto o parti del video la fece rattristare.

Smise di sorridere e si appoggiò completamente a Ziva, prese il ciuccio che aveva ancora attaccato alla maglietta e se lo mise in bocca.
Ziva notò il suo cambiamento improvviso.

"Anja?" le disse.
"Adesso mi manca la mamma" ammise la bambina.
"Oh, amore" disse Ziva spegnendo la televisione e alzandosi in piedi tenendo Anja in braccio.
"Finiamo di vederlo un altro giorno" aggiunse.

Andò con Anja alla finestra da cui potevano osservare la strada. Di solito riusciva a calmarla mostrandole quello che accadeva fuori.
E anche quel giorno funzionò, Anja lentamente si rilassò e riprese a sorridere.

"O mio Dio, guarda quella macchina che sta arrivando. Sai di chi è?" le chiese Ziva.
"No" rispose lei.
"Ah no? Secondo me se ci pensi ti viene in mente, ci siamo salite sopra ieri" disse Ziva.
"Oh! È Tony!" esclamò lei felice.
"Esatto, sta venendo qui. Andiamo ad aprirgli?" rispose Ziva.
"Vado io!" disse lei felice.

Ziva la mise a terra e lei corse verso la porta, aspettò di sentir suonare il campanello prima di aprire la porta.
Tony arrivò al loro appartamento in due minuti, giusto il tempo del viaggio in ascensore.

"Tony!" esclamò lei saltellando e allungando le braccia per farsi sollevare.
"Piccolo pancake, ciao" le disse prendendola in braccio.
"E ciao anche a te, mia bella Ninja" aggiunse dando un bacio a Ziva.

Si sentivano meglio nel poter baciarsi davanti ad Anja, doversi sempre trattenere o temere di farsi scoprire era stressante.

"Tutto bene a scuola?" chiese alla bambina.
"Si, ho fatto un disegno per Ziva" rispose lei.
"E il vostro pomeriggio?" aggiunse mentre tutti e tre andavano in salotto.
"È andato bene, vero Anja?" rispose Ziva sistemandole i capelli.
"Si. Abbiamo visto tante foto. Le devi vedere anche tu dopo" disse la bambina felice.
"Certo che gliele mostriamo, però prima ceniamo. Vieni ad aiutarmi a cucinare mentre lasciamo che Tony si faccia una doccia?" rispose Ziva.
"Puoi usare il bagno, ho lasciato tutta la tua roba in camera mia" aggiunse rivolta a Tony.
"Ok, che cosa cuciniamo?" chiese Anja facendosi prendere da Ziva.
"La carne con i funghetti, ti va?" disse Ziva.
"Va bene" rispose Anja.

Andarono in cucina e poco prima che Ziva mettesse Anja seduta sul bancone a fianco a lei, la bambina la strinse forte.

"Ziva, ti voglio tanto bene" disse.
"Anche io amore, tanto" rispose lei.

E ogni volta che Anja si comportava così, Ziva quasi non si rendeva conto che quella bambina non era la sua.
Sentiva una felicità paragonabile a quella di una vera madre.









Note dell'autrice:

Buon iniziò settimana :)
Io volevo iniziare dolcemente la settimana e così ho messo un po' di Anja e un po' di Ziva e Anja <3
Non é dolcina?
Poi era arrivato il momento che sapesse dei TIVA! XD

Chissà se riuscirà a mantenere il segreto!
Intanto però ha accettato molto bene che Tony sia con Ziva <3

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, vi aspetto mercoledì XD
A prestooooo!

Baci, Meggie.








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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13

Quello era il loro primo week end libero dopo tanto tempo.
E per la prima volta lo avrebbero passato assieme. Non avevano progetti ma erano sicuri che avrebbero trovato qualcosa di divertente da fare con Anja.

Tony si era fermato a dormire a casa di Ziva venerdì sera, in modo da essere già lì la mattina seguente.
Erano già le nove e miracolosamente sia Ziva che Anja ancora dormivano.
Tony stava osservando Ziva dormire, quella notte le era stato addosso per tutto il tempo ma ora si era staccata e dormiva dal suo lato del letto.
Lui la osservò mentre russava a bocca aperta. Non era certo il ritratto della femminilità ma Tony la trovava perfetta comunque.

Voleva svegliarla, ma non riusciva a staccarle gli occhi di dosso.
Lentamente la riprese tra le braccia come aveva fatto la notte prima e le accarezzò un po' i capelli prima di provare a svegliarla.

"Occhioni belli, sveglia amore mio" bisbigliò sfiorandole la guancia con la mano.
"Se ti svegli ti preparo la colazione e te la porto a letto" aggiunse.

Sapeva che lei lo stava ascoltando anche se nn rispondeva e non si muoveva. Era pure sempre una super Ninja con i sensi molto sviluppati, era sveglia ma fingeva di dormire.

"Se non apri gli occhi e mi dai il bacio del buon giorno vado a prendere dell'acqua ghiacciata e te la tiro addosso" disse ridendo.
"Fallo e sei morto. Morto per davvero, nel senso che ti hanno già preparato un posto al cimitero" rispose lei con la voce addormentata.
"Wow, bel modo di dare il buon giorno all'uomo che ti ha abbracciato tutta la notte" commentò lui.
"Volevi tirarmi una secchiata d'acqua. Ti pare carino?" rispose aprendo gli occhi.
"No. Ma vedi? Ha funzionato. Ora sei sveglia e mi guardi con i tuoi begli occhioni" disse lui.
"Dov'è il mio bacio del buon giorno?" aggiunse.

Ziva lo guardò scuotendo la testa sconsolata, ma in fondo anche lei voleva il suo bacio. Si avvicinò e lo baciò con dolcezza.

"Buongiorno Tony" disse infine.
"Buongiorno a te. Dormito bene?" le chiese.
"Benissimo. E noto con piacere che non abbiamo avuto ospiti inattesi stanotte" commentò lei.
"No. Il mio piccolo pancake non si è ancora fatto vivo" rispose Tony.
"Il tuo piccolo pancake?" chiese Ziva ridendo e alludendo al fatto che aveva detto che era sua.
"Comunque è un miracolo che dorma ancora" aggiunse.
"Andiamo a svegliarla e facciamo colazione assieme o vuoi fare colazione a letto e poi svegliare lei?" chiese Tony.
"Per quanto mi alletti la seconda proposta, penso sia meglio fare colazione tutti assieme" disse lei.

Si avviarono assieme verso la stanza di Anja, immaginando di trovarla nel suo lettino addormentata.
Entrarono silenziosamente per non spaventarla. Ma la scena che si trovarono davanti fu molto diversa da quello che si aspettavano.

Anja era in piedi sul letto con in mano un pupazzo di Buzz Lightyear che le aveva regalato Tony.
Stava dicendo qualcosa che non riuscivano a capire visto che ancora aveva il ciuccio in bocca.
Sparsi per terra c'erano fogli colorati e pennarelli di ogni tipo. Aveva segni colorati persino sulla faccia.

"Anja, che combini tesoro?" chiese Ziva notato il caos che regnava sovrano in camera.
"Buongiorno!" esclamò vedendoli.
"Gioco" aggiunse.
"Lo vedo, sembra che tu ti stia divertendo anche. Ma ora scendi dal letto o rischi di farti male" rispose Ziva prendendola e mettendola a terra.
"E come hai fatto a colorarti il faccino, amore?" aggiunse Tony.

Lei ci pensò un attimo, guardando tutti i suoi disegni sparsi sul pavimento.

"Coloravo e mi è venuto prurito al naso. Così mi sono grattata e forse avevo un pennarello in mano" spiegò seria.

Ziva sorrise nel vedere come si era conciata.

"Da quanto sei sveglia, Anja?" le chiese.
"Non lo so. Però non avevo più sonno e volevo giocare" rispose.
"Ok, potevi venire a chiamarmi. Lo sai vero che puoi?" le disse Ziva facendole una carezza.

Anja annuì sorridendo.

"E per favore non metterti in piedi sul letto mentre sei da sola, non voglio che cadi" aggiunse.
"Ok. Ziva, ho fame" disse Anja.
"Bene perché Tony ora va a preparare la colazione, mentre tu e io ci laviamo per bene" rispose Ziva prendendo la bambina per mano per portarla in bagno.
"Aspetta" disse lei.

Corse a prendere due fogli che aveva appoggiato sulla sua scrivania.

"Questi sono per voi" aggiunse dandone uno a Tony e uno a Ziva.
"Il mio è il più bello" commentò Tony guardando il disegno.

Le sue parole fecero ridere Anja, gli piaceva quando Tony la faceva sentire importante.
Dopo averla ringraziata per il disegno Ziva la portò in bagno a lavarsi, fu un'impresa togliere tutti i segni di pennarello che aveva in faccia e sulle mani ma non poteva lasciarla in quelle condizioni.
Fecero colazione assieme e poi decisero di andare al parco, per far divertire un po' Anja. Ma non fecero in tempo ad uscire che qualcuno suonò alla porta.

Quando Ziva aprì capì immediatamente chi era. Gibbs le aveva detto che i servizi sociali erano passati mentre lei e Tony era in missione e, come ovvio, ora erano tornati visto che non l'avevano trovata la volta prima.

"Salve sono Laura Corday, dei servizi sociali" si presentò la ragazza.

A prima vista sembrava cordiale e simpatica, cosa che Ziva apprezzò visto che non aveva avuto occasione di avvertire Anja della visita inattesa.

"Si accomodi" la invitò ad entrare.

Proprio in quel momento Anja uscì dalla camera e corse da lei.

"Ziva guarda! Mi sono messa le scarpine da sola!" esclamò felice indicandosi i piedi.
"Amore, sei stata bravissima" le rispose dandole un bacio.

L'aveva vestita con una gonnellina in jeans e una maglietta quindi Anja aveva dovuto infilarsi solo un paio di ballerine, ma Ziva si mostrò entusiasta del suo successo comunque.
Anja sorrise finché non si accorse dell'intrusa.

"Ziva... Chi è lei?" chiese sottovoce indicando la donna.

Aveva la faccia seria ora, sembrava quasi spaventata. Ziva le mise una mano sulla schiena e le fece una carezza sorridendole.

"Si chiama Laura. Ti ricordi quando ti ho detto che delle persone sarebbero venute a vedere se stavi bene con me? Lei è qui per questo" spiegò Ziva semplicemente.
"Non essere spaventata Anja, voglio solo fare due chiacchiere con te" la tranquillizzò la ragazza.

Proprio in quel momento Tony arrivò dove erano tutte.

"Piccolo pancake, non scordare la felpa. È freschino fuori" disse portando con sé il maglioncino di Anja.
"Oh, salve" aggiunse quando si accorse della donna.

Capì immediatamente chi poteva essere, così si avvicinò a Ziva ed Anja e si presentò.

"Sono Anthony DiNozzo, collega e..." iniziò guardando Ziva.
"E fidanzato di Ziva" concluse.

Sapeva che poteva essere un problema dirlo, ma sapeva anche che non potevano mentire ai servizi sociali. Avrebbe portato solo problemi.
In più il loro fascicolo sarebbe stato privato e quindi, se temevano di essere scoperti da Gibbs o da altri, non avevano problemi.

"Piacere di conoscerla" disse Laura stringendogli la mano.
"Ora mi farebbe molto piacere se Anja mi accompagnasse a fare un tour della casa. Scommetto che saprà farmi fare un giro interessante" aggiunse.

Anja sorrise, nonostante inizialmente quella donna l'avesse intimorita ora le sembrava simpatica e non le stava chiedendo cose difficili.
Il primo posto in cui la portò fu la sua stanza, Anja l'adorava e voleva mostrarla a tutti. Descrisse entusiasta ogni cosa che Ziva le aveva comprato.

"E Ziva non si è arrabbiata quando per sbaglio ho colorato il muro della mia camera" disse mentre raccontava.
"Ah no? E cosa ti ha detto?" chiese Laura, voleva capire come si comportava Ziva.
"Mi ha detto che può capitare ma di stare più attenta. Perché io sono una signorina e le signorine hanno la camera ordinata, non con i muri sporchi" rispose sorridendo.
"Ha ragione e mi sembra che tu la stia ascoltando. La tua stanza è molto ordinata" le disse.
"Ti dico un segreto" iniziò Anja a bassa voce.
"Ziva mi aiuta sempre a mettere in ordine perché io quando gioco faccio confusione" aggiunse ridacchiando.

Anche Laura rise, ma non perché Anja avesse detto una cosa divertente. Per il modo in cui l'aveva detta, era molto dolce e buffa.

Continuarono il giro della casa e finirono in camera di Ziva.

"Qui è dove fa la nanna Ziva e anche Tony" disse.
"Perché loro si vogliono bene, si tengono per mano e si danno i baci" aggiunse.
"E a te questa cosa piace o no?" le chiese per sapere se il fatto che Ziva avesse una relazione la infastidisse.
"A me piace perché a Ziva piace. E poi Tony è tanto simpatico. Lui mi chiama piccolo pancake e mi fa sempre divertire. E mi fa anche dei regali" rispose Anja.

Laura poté vedere la sincerità nel racconto della bambina e questo la rassicurò.

"A volte anche io dormo nel lettone con Ziva" aggiunse Anja.
"Come mai?" chiese curiosa Laura, anche se immaginava la risposta.
"Perché a volte sono triste, perché mi manca la mia mamma. Oppure faccio un brutto sogno e ho paura. Così Ziva mi lascia dormire con lei" spiegò.
"E stai meglio quando sei con lei?" chiese ancora.
"Si. E se la sera ho paura, Ziva resta con me finché non mi addormento così manda via i mostri" disse.
"Questo è molto gentile da parte sua" commentò Laura.

Finirono il loro giro mentre Tony e Ziva le aspettavano in cucina.
Ziva stava sistemando cose che erano già in ordine, continuava a pulire il tavolo nonostante fosse la decima volta che ci passava la spugna.

"Occhioni belli, così lo consumi" la prese in giro Tony che la stava guardando.
"Non essere così nervosa, andrà tutto bene" aggiunse togliendole la spugna di mano e abbracciandola da dietro.
"È che non mi aspettavo che arrivasse ora" disse lei voltandosi per abbracciare Tony.
"Lo sai che le visite sono a sorpresa, altrimenti tutti si organizzano per apparire perfetti" rispose.
"Lo so... Ma voglio che tutto vada bene" disse lei preoccupata.
"Cosa potrebbe non andare bene? Ragiona, Zee..." la tranquillizzò lui.
"Non ne ho idea. Ma ho l'ansia e mi torna su la colazione" ammise ridendo di sé stessa.
"Allora fai dei bei respiri e pensa a me e te sotto la doccia assieme" le disse lui accarezzandole i capelli.
"Va meglio eh?" aggiunse ridendo.
"Molto meglio" ridacchiò lei.

Non ci volle molto perché Anja e Laura arrivassero in cucina.

"Ziva, Laura ha detto che la tua casa le piace molto" disse la bambina andandole incontro.
"Bene" rispose lei prendendola in braccio.

La portò sul divano e le accese la televisione mentre parlavano con l'assistente sociale.

"So che sarà preoccupata, ma stia tranquilla è solo routine. In più Anja mi sembra stare davvero bene qui, non c'è motivo per cui la portino via" disse Laura.
"Ci saranno altre visite?" chiese Ziva.

Continuava ad essere nervosa e Tony lo capì, le prese la mano e gliela accarezzò dolcemente.

"Una, al massimo due. Ma stia tranquilla, Anja resta in affidamento a lei e non ci saranno problemi" ripeté la donna.
"In più mi pare che la bambina apprezzi molto la presenza del signor DiNozzo e questo mi fa piacere. È un bene che abbia due figure di riferimento" aggiunse.

Ora Tony si sentiva importante e anche molto felice. Anja aveva anche trovato qualcosa da dire a Laura di lui e questo lo faceva sentire orgoglioso, voleva dire che si stava comportando bene con lei.

La prima cosa che fece Ziva, quando Laura chiuse la porta dietro di sé, fu abbracciare e baciare Tony.
Era andato tutto bene, stava scaricando la tensione ed era felice.

"Lo sai che ti amo, vero" gli disse veramente convinta di quello che stava dicendo.
"Lo spero, perché ti amo molto anche io" rispose lui.

Si guardarono negli occhi per un attimo, avevano davvero appena detto quelle parole? Ma nessuno dei due si fece troppe domande, perché era consapevoli e felici di quello che avevano appena detto.

Dopo aver tirato un sospiro di sollievo decisero che per il parco si era fatto troppo tardi, così andarono al centro commerciale.
Avrebbero pranzato e fatto la spesa assieme.

Mentre Anja e Ziva si occuparono di comprare da mangiare, Tony si assentò un attimo. Doveva portare in sartoria una delle sue camice, si era strappata su un braccio mentre rincorreva un sospettato e non aveva intenzione di lasciarla rovinata.

"Ti va di mangiare il pollo stasera?" chiese Ziva mentre sceglieva cosa comprare ad Anja.
"Ok, con le carotine come mi hai fatto l'altra volta" rispose la bambina.
"Va bene amore. Vieni che andiamo a prendere le carote allora" disse Ziva incamminandosi.

Anja le stava di fianco o almeno così credeva fin quando non si accorse che non era lì.
Guardò dietro di lei nella speranza che la stesse seguendo, ma non c'era. Si guardò intorno e ripercorse la strada al contrario ma continuava a non trovare la bambina.

Sentì una stretta allo stomaco, l'aveva persa. E se qualcuno l'aveva presa? O se si era fatta male? Sicuramente era molto spaventa e Ziva non riusciva a trovarla.

Si mise a cercare tra le corsie vicine, ma c'era veramente tanta gente e non riusciva a trovarla.
Così presa dal panico chiamò Tony.

"Già senti la mia mancanza, guanciotte dolci?" chiese Tony rispondendo al telefono.
"Non trovo più Anja" disse Ziva terrorizzata.
"Cosa vuol dire?" domandò Tony sconvolto.
"Vuol dire che era di fianco a me, mi sono girata e non c'era più Tony! Cosa vuoi che voglia dire? Che l'ho persa" rispose Ziva alterata.

Era nel panico e Tony le faceva domande stupide.
Ma in realtà lui era già uscito dal negozio fregandosene della sua camicia e stava correndo verso di lei.

"Ok, calma Ninja. La troviamo. Dimmi dove sei" disse cercando di mantenersi calmo e lucido.
"Al reparto carne. Tony..." rispose lei.
"Non ti muovere da lì, sto già arrivando" le disse.

E infatti poco meno di un minuto dopo le stava andando incontro.
La prima cosa che fece fu prenderla tra le braccia e stringerla a sé, stava tremando e sembrava davvero sconvolta.

"Amore, raccontami cosa è successo" le chiese.
"Sceglievamo la cena e ci siamo incamminati verso il reparto verdure. Pensavo mi fosse di fianco ma quando mi sono girata non c'era più..." rispose lei cercando di calmarsi.
"Non le ho nemmeno mai insegnato che se si perde deve chiedere aiuto ai commessi del supermercato" aggiunse.
"Non ti preoccupare, ora la troviamo. Non può essere andata molto lontano" la tranquillizzò lui.

Ripresero a cercarla tra tutte le scaffalature, girarono l'intero supermercato, ma era enorme e temevano di non averla vista.
Iniziarono a chiedere alla gente che camminava se avevano notato una bambina che camminava da sola.

"Sarà così spaventata" disse Ziva.

Tony guardò Ziva e gli fece tenerezza vederla così spaventata e preoccupata.
La prese per mano e continuarono la loro ricerca.

"E se non l'ho persa? Se qualcuno l'ha presa e l'ha portata via?" disse improvvisamente.
"La gente si sarebbe accorta di qualcuno che rapisce una bambina in mezzo al supermercato" cerco di farla ragionare lui.
"Senti ora andiamo a chiedere se dicono ad Anja, al microfono, di andare all'uscita. Così la troviamo" aggiunse.

Ma non fecero in tempo a muoversi che sentirono l'annuncio di una bambina che si era persa ed era ad aspettare al punto informazioni.

Ziva tirò un sospiro di sollievo, abbracciò Tony e si lasciò andare per un attimo.

"Tesoro, va tutto bene hai visto? L'hanno ritrovata" le disse accarezzandole la schiena.
"Mi sono spaventata così tanto" ammise lei mentre piangeva.
"Lo so, ma ora calmati. Dobbiamo andare da lei e se ti vede piangere si spaventerà ancora di più" rispose Tony mentre le asciugava le lacrime.

Lei annuì cercando di sorridere e, sempre tenendo la mano a Tony, andarono velocemente da Anja.
La bambina, appena li vide, si alzò in piedi dallo sgabello in cui l'avevano fatta sedere e corse incorro a Ziva. Lei l'abbracciò subito e la strinse forte.

"Amore mio" le disse dandole un bacio sulla testa.
"Ziva, non ti trovavo più" rispose Anja piangendo disperata.

Ziva la prese in braccio e iniziò a cullarla, immaginava che sarebbe stata spaventata e ora il suo unico interesse era farla smettere di piangere.

"Lo so, ma adesso sono qui. È tutto ok" la calmò Ziva.
"Vuoi il ciuccio Anja?" aggiunse Ziva mentre le accarezzava i capelli.
"Si" rispose annuendo e stringendo Ziva ancora di più.

Fu Tony a cercare nella borsa di Ziva, in modo da lasciarle la possibilità di coccolare la bambina.

"Piccolo pancake, ecco il ciuccio" disse Tony dandoglielo.
"Basta piangere, sei in braccio a Ziva ora" aggiunse accarezzandole le guance rosse per il pianto.

"È arrivata qui da sola e vi cercava" disse una delle commesse.
"Non preoccupatevi, è una cosa che succede di continuo. Non sapete quanti bambini si perdano ogni giorno" aggiunse.

Voleva cercare di farli sentire meno in colpa, sapeva che quando i genitori perdono i figli si colpevolizzano molto.

"Io pensavo di seguirti e invece ti ho confusa con un'altra persona" disse Anja.
"E quando mi sono accorta che non eri tu mi sono voltata per cercarti ma non ti trovavo più. Mi sono spaventata tanto" raccontò.
"Anche io mi sono spaventata molto, Anja. Ma sei stata brava a venire qui" le disse Ziva.
"Te lo aveva insegnato la mamma?" domandò Tony.
"Si. Però non trovavo nemmeno questo posto all'inizio. Pensavo che non ti avrei più trovata" rispose rivolta a Ziva.

Ricominciò a piangere, anche se si era calmata ora era di nuovo in lacrime.

"Io ti ritroverò sempre amore" le disse all'orecchio Ziva.
"Ora andiamo a casa, va bene?" aggiunse guardando Tony.

Non finirono di fare la spesa, andarono diretti a casa. Anja era spaventata e stanca e ad essere sinceri anche Tony e Ziva erano piuttosto provati.
Si ritrovarono seduti sul divano, Anja che riposava in braccio a Ziva e lei appoggiata a Tony che si rilassava.

"Grazie per prima" disse lei.
"Non ringraziarmi, ero terrorizzato anche io che le fosse successo qualcosa" rispose.
"Ma hai mantenuto la calma e mi hai aiutata. Io ero nel panico, non è da me" disse Ziva.
"Chiunque nei tuoi, nei nostri panni, sarebbe entrato in panico" commentò lui.

Ziva lo baciò, perché lo amava, perché le piaceva baciarlo e perché ogni volta che le loro labbra si univano lei si sentiva bene.

"Cosa ne pensi se ora mi faccio una doccia, poi tengo Anja mentre te la fai tu?" propose Tony.
"Approvo la tua idea, sederino peloso. Mi spiace solo non essere sotto la doccia con te" ridacchiò lei.
"Birichina... Torno subito" rispose Tony.

Dopo poco diede il cambio a Ziva, che aveva davvero bisogno di farsi una doccia rilassante.
Anja iniziò a risvegliarsi poco dopo che Ziva era entrata in bagno.

"Ben svegliata, piccolina" le disse.
"Tony" borbottò assonnata.
"Dov'è Ziva?" chiese.
"Fa la doccia" rispose Tony.
"Anche io voglio fare la doccia" disse Anja.
"Ha detto che quando ha finito ti fa il bagnetto con la schiuma come piace a te" le rispose lui dandole un bacetto sul nasino.

Era un gesto che la faceva ridere e considerando lo stress della giornata voleva evitare che le ricominciasse a piangere perché voleva Ziva.

"Vuoi che facciamo qualcosa di super divertente mentre l'aspettiamo?" chiese Tony.
"No. Posso stare in braccio a te?" rispose Anja.
"Certo. Sei ancora spaventata, piccolina?" domandò Tony.

Anja annuì, nascondendo la testa nella spalla di Tony.

"Piccolo pancake, va tutto bene... Siamo a casa" le disse.
"Ok, facciamo come fa Ziva" aggiunse alzandosi in piedi.

Andò alla finestra e insieme si misero a guardare fuori. E, con grande sorpresa di Tony, funzionò anche se non era Ziva a farlo.
Lentamente Anja si mise a sorridere e parlare.
Quando Ziva uscì dal bagno e vide quella scena si emozionò, non era nulla di particolare ma vedere Tony così impegnato nel ruolo di figura paterna le faceva uno strano effetto.

Ma la cosa migliore era che sapeva che avrebbe se ora avuto una persona su cui contare al suo fianco.









Note dell'autrice:

Ciaooooo :)
Buon inizio settimana a tutti XD

Sono tornata con un capitolo family XD
Insomma era ora che i servizi sociali facessero visita a Ziva, ma come potete notare è andato tutto bene :)
Anja è molto carina awwww <3

Mi dispiace per lo spavento del supermercato, ma era da un po' che lo avevao in mente e volevo metterlo AHAHAHAHHA

Spero vi sia piaciuto, pronti per mercoledì? LOL
A prestooooo

Baci, Meggie.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14

Dopo aver trascorso l'intero week end assieme la routine della settimana ricominciò.
Il lunedì mattina portarono Anja a scuola e poi andarono al lavoro, pronti a riprendere le indagini.

Il loro compito ora era quello di trovare informazioni sulla famiglia di Anja, a partire dal padre e dal fratello.
In più volevano capire quanti parenti avesse ancora in vita.

Erano si fuori che Monique non avesse più nessuno, ma all'apparenza il padre di Anja aveva ancora dei familiari.
In più dovevano scoprire come fosse morto Luka. Monique non aveva lasciato scritto nulla in merito e vista la situazione il sospetto di un omicidio c'era.

Così si sedettero alla loro scrivanie e iniziarono la settimana indagando su quelle persone. McGee aveva il compito di rintracciare tutti i familiari in vita nella famiglia di Luka, mentre Tony e Ziva indagavano prima su Luka e poi su Silas.
Dopo diverse ore di lavoro anche Gibbs raggiunse i suoi agenti in ufficio, era stato ad una conferenza per buona parte della mattina e adesso voleva essere aggiornato.

"Allora, che avete trovato?" chiese entrando con un bicchiere di caffè.

"Io sto cercando tutti i familiari ancora in vita. Per ora sono riuscito a trovare, oltre al fratello di Luka, la madre e uno zio. Ora cercò di scoprire dove vivono e se sono collegati a Sila in qualche modo" intervenne immediatamente McGee.

"Voi due invece? Non ditemi che avete poltrito tutto il tempo?" disse Gibbs guardando Tony e Ziva.

Sapeva che Ziva era una che lavorava sodo, ma non poteva dire lo stesso di Tony. In realtà Tony era molto concentrato e professionale nel suo lavoro solo che il suo atteggiamento a volte faceva credere il contrario.

"Stiamo indagando sui due fratelli" iniziò Tony.
"Io mi occupo di Luka e se devo essere sincera non trovo nulla che faccia pensare che prima di morire fosse coinvolto con il fratello" aggiunse Ziva.

"Hai scoperto qualcosa sulla sua morte?" chiese Gibbs.
"Si e no. Ho trovato i documenti riguardanti l'autopsia e le indagini. Ma sono praticamente in bianco. Non capisco se è perché è morto per cause naturali o perché qualcuno ha cercato di insabbiare il tutto" rispose Ziva.
"Stampa il referto dell'autopsia e portalo a Ducky, magari ci trova qualcosa di utile" comandò Gibbs.
"Ok, lo faccio subito" disse Ziva obbedendo all'ordine.

Nel frattempo Tony ne approfittò per esporre a Gibbs quello che aveva trovato riguardo Silas.

"Ancora devo finire di fare ricerche, ma a quanto pare questo Silas é stato in galera per riciclaggio di denaro e spaccio di droga" iniziò Tony.
"Niente che si possa ricollegare ad una bambina di tre anni e mezzo" commentò Gibbs.
"Non lo so capo... So solo che non voleva che si scoprisse il suo nome, visto che ha quasi ucciso Ziva per non farle prendere quelle carte" rispose Tony.

"Comunque potrebbe anche essere che Anja o Monique a essere qualcosa che lui rivuole indietro" ipotizzò McGee.
"Se ci pensate ha iniziato a cercarle subito dopo la morte di Luka" aggiunse.
"Potrebbe essere. Così come potrebbe essere che lui stesso ha ucciso Luka perché non gli dava ciò che voleva" rispose Gibbs.

Proprio in quel momento anche Ziva tornò.

"Se è così mi chiedo cosa mai possa avere Anja di così importante. È solo una bambina ed è arrivata qui senza nulla a parte qualche vestito" si intromise lei.
"Ziva ha ragione. Queste sono solo ipotesi. Io voglio fatti provati, continuate a scavare. Verrà fuori qualcosa di sicuro" concluse Gibbs.

E così fecero, passato il resto del tempo facendo ricerche e telefonate. Le telefonate le fece per lo più Ziva visto che era l'unica che parlasse russo.

Tony la fissava con ammirazione. Un po' perché in quel momento avrebbe avuto voglia di baciarla, un po' perché era davvero meravigliato dalle capacità che aveva.
Sicuramente l'addestramento nel Mossad l'aveva preparata ma doveva avere anche un dono di natura, non sei così brava solo perché ti insegnano.

Tony e Ziva non riuscirono a rimanere soli nemmeno durante la pausa pranzo, quel giorno Abby non voleva nessuno in laboratorio perché aveva tanto lavoro da svolgere così McGee rimase alla sua scrivania.

"Ok, sono quasi le quattro. Devo uscire per andare a prendere Anja, lo dite voi a Gibbs?" disse Ziva prendendo la borsa e le chiavi della macchina.
"Vai pure, se torna lo avvertiamo noi" rispose Tony.

Si sorrisero amorevolmente prima che Ziva sparisse in ascensore. Tony era tentato di seguirla e baciarla,ma poi si trattenne per non fare insospettire McGee.

Arrivata alla scuola di Anja, la bambina le corse incorro felice. Quel giorno l'aveva vista entrare e non aveva aspettato che la maestra le dicesse che Ziva era arrivata.

"Eccomi!" gridò abbracciando le gambe di Ziva.
"Ecco il mio terremoto. Sei molto allegra oggi, Anja" le disse lei.
"Oggi mi sono divertita tantissimo" rispose.
"Molto bene, allora dopo mi racconti tutto quello che avete fatto" le disse Ziva.



Salutò l'insegnante di Anja e ritornò in ufficio. Aveva da sistemare alcuni rapporti e non voleva portarseli a casa.
Sapeva che Anja avrebbe richiesto la sua presenza e si sarebbe risolto tutto in un nulla di fatto.

Quando rientrò in ufficio si accorse che solo Tony era rimasto alla scrivania, Gibbs e McGee non c'erano.

"Ciao Tony" disse Anja entrando in ufficio.
"Ciao piccolo pancake. Tutto bene oggi a scuola?" le chiese.
"Si. La maestra ci ha fatto colorare con le tempere" rispose sorridendo.
"Eh non ti sei sporcata? Molto brava" disse Tony sorpreso.
"No. Abbiamo usato il grembiulino così tutta la tempera è andata lì" spiegò lei.
"Per fortuna. O avrei dovuto passare la serata a lavarti i vestiti" commentò Ziva.

"Ok, io devo lavorare ancora un po'. Vuoi andare da Abby?" le chiese Ziva.
"No, voglio stare qui con te" rispose Anja.
"Ok. Allora prendiamo una sedia e ti metti qui di fianco a me e disegni un pochino" disse.
"Non c'è bisogno della sedia, io mi metto in braccio a te" rispose Anja convinta.

A Ziva dispiacque dirle di no, ma non poteva scrivere rapporti tenendola in braccio.
Stava per dirle che non poteva quando Tony intervenne.

"Hey, Anja... Cosa ne dici se andiamo a cercare un succo di frutta da bere e poi ti siedi in braccio a me?" le propose Tony.
"Tony, non serve... Hai da lavorare anche tu" lo interruppe Ziva.
"Ho quasi finito e anche se mi trattengo un po' di più stasera non importa. Voi invece dovete andare a casa tra un po'. Mettiti a lavorare forza, ci penso io" concluse Tony prendendo Anja e portandola nella zona relax.

"Che gusto vuoi?" le chiese prendendo fuori delle monete da mettere nella macchinetta.
"Pesca" rispose.
"Tu che gusto prendi?" aggiunse la bambina.
"Penso che prenderò pesca anche io" rispose Tony.
"Forza siediti e gustiamoci questo succo" aggiunse aiutando Anja a mettersi seduta.

"Tony?" chiese Anja all'improvviso.
"Dimmi cucciola" disse.
"Se fai tardi al lavoro vuol dire che oggi non vieni da noi?" aggiunse.
"Vieni qui, Anja" disse facendola salire in braccio.
"Certo che vengo da voi, però più tardi. Appena finisco il lavoro" aggiunse.
"Perché io voglio che mangi la pappa con noi e che domani mattina ci sei anche tu a fare colazione" spiegò Anja abbracciandolo.

Tony si sentì felice, gli piaceva sapere che, non solo ad Anja non dispiaceva la sua presenza, ma desiderava che lui fosse insieme a loro.
Era quello che voleva, non avrebbe mai voluto turbare Anja. Era pronto a farsi indietro se la bambina non gradiva la sua presenza.

Le diede un bacio sulla testa e la tranquillizzò che per cena sarebbero stati tutti assieme.
Finirono di bere il succo mentre Tony la faceva ridere, fino a quando lei non chiese di Ziva.

"Ora possiamo tornare giù e io posso andare in braccio a Ziva?" chiese.

Lui la capiva, era stata tutto il giorno a scuola e aveva voglia di stare con Ziva. Ma doveva ancora finire di lavorare.

"Non vuoi restare qui con me? Ci stiamo divertente un sacco" le disse lui.
"Lo so... Ma vorrei tanto andare in braccio a Ziva" ripeté.
"Pancake, Ziva deve finire di lavorare o anche voi farete tardi stasera" le disse e vide il suo volto rattristarsi.
"Ok, idea. Cosa ne pensi si torniamo di sotto ma tu resti comunque in braccio a me? Ziva sarà lì ma potrà lavorare" le propose.

Voleva evitare che si mettesse a piangere, perché in quel caso sarebbe stato necessario portarla da Ziva e lei non avrebbe più finito i suoi rapporti.

"Ok" acconsentì lei per metà soddisfatta dalla proposta di Tony.

Lui la prese in braccio e insieme tornarono di sotto.
Quando arrivarono alle scrivanie Gibbs era lì che sfogliava delle carte.

"Ciao!" disse Anja correndo davanti alla sua scrivania.
"Hey. Hai controllato che Tony si comportasse bene durante la pausa?" le chiese Gibbs.
"È stato bravo e mi ha comprato il succo" rispose la bambina felice.
"Bene. Che cosa stai facendo?" domandò ancora Gibbs.
"Aspetto che Ziva finisca di lavorare. Non la disturbo così finisce e torniamo a casa presto" spiegò.

Ziva la guardò sorridendo e capì che Tony le doveva aver spiegato perché Ziva aveva bisogno di stare da sola per lavorare.

"Tony mi ha fatto stare con lui così Ziva finisce prima e ha detto che non importa se lui finisce più tardi perché vuole che noi andiamo via presto" aggiunse.
"È molto gentile da parte sua. Resti con me adesso così anche Tony può lavorare?" le propose Gibbs.
"Ok. Ma poi anche tu farai tardi" rispose lei.
"No, io ho già finito tutto. Non ti preoccupare" la tranquillizzò Gibbs.

Si mise a chiacchierare con lui, la stava intrattenendo mentre i suoi agenti lavoravano.

"A me piacciono le favole prima di fare la nanna" disse la bambina.
"Immagino. Scommetto che Ziva te ne legge tante" rispose lui.
"Si. Invece a Ziva piacciono i baci prima di dormire. L'ho sentita mentre lo diceva a Tony" disse innocentemente.

Non stava pensando a quello che diceva, per lei era una cosa normale una cosa che le piaceva perché voleva bene a Tony.

Tony e Ziva invece sentirono e si pietrificarono all'istante. Non poteva star succedendo davvero.

"A Tony?" chiese interrogativo Gibbs.
"Si. Lui le da i baci prima di fare la nanna. E poi dormono nello stesso letto e Tony l'abbraccia e..." rispose semplicemente.

Solo allora si accorse di aver fatto ciò che Tony e Ziva le avevano chiesto di non fare, ovvero dire a Gibbs della loro relazione.
Volevano bloccarla, ma successe tutto talmente in fretta che non ebbero il tempo di reagire.

Non appena si accorse dell'errore commesso, Anja andò nel panico.
Iniziò a guardarsi intorno e ad agitarsi, si era già messa le dita in bocca cosa che faceva ogni volta quando era molto agitata. Incrociò lo sguardo di Tony che aveva appena smesso di guardare Ziva e si stava concentrando sulla bambina.

"Tony..." disse iniziando a piangere.
"Piccolo pancake, vieni qui. Non è successo nulla" disse aprendo le braccia in modo da poterla abbracciare.
"Mi dispiace non l'ho fatto apposta" disse singhiozzando.
"Calma, può capitare" la tranquillizzò.
"Anja, amore, va tutto bene" aggiunse Ziva che si era unita a Tony e le stava accarezzando la schiena.

Iniziò a piangere più forte, si sentiva molto in colpa per quello che aveva fatto e temeva che fossero arrabbiati con lei.
Si strinse a Tony, spaventata che lui la lasciasse andare per sgridarla.

"Shh... Dai che non è successo nulla di grave, pancake" le disse mentre la prendeva in braccio.
"Si invece! Ziva mi aveva detto che doveva essere una segreto... Una cosa speciale per noi tre e io l'ho detto a Gibbs" rispose disperata.
"Non lo hai fatto apposta, non ti preoccupare" aggiunse Ziva non sapendo cosa dirle per tranquillizzarla.
"Ma Ziva... Mi avevi detto di non dirlo a lui" insistette Anja mentre allungava una mano verso Ziva.
"Vieni qui, piccolina. Non piangere, va tutto bene" le disse prendendola in braccio e iniziando a cullarla.

Voleva che smettesse di disperarsi, non ne aveva motivo. Sapevano che prima o poi Gibbs avrebbe dovuto saperlo, speravano solo di poter essere loro a dirglielo. Ma ormai la cosa era venuta fuori e non era poi una situazione così grave.

Tony andò a cercare nella borsa il ciuccio di Anja, quello era un momento i m cui ne aveva davvero bisogno. Doveva calmarsi e il ciuccio la rilassava molto.

"Scusa, Tony" ripeté ancora Anja mentre lui le dava il suo ciuccio.
"Non hai nulla di cui scusarti, è colpa nostra. Non dovevamo darti questa responsabilità" le disse accarezzandole i capelli e guardando Ziva che con un solo sguardo annuì alla sua affermazione.

"Non dovevate davvero, ha solo tre anni e mezzo" intervenne a quel punto Gibbs che era rimasto in silenzio a fissare la scena.
"Come vi è saltato in mente? Sapete quanto è stato difficile per lei?" aggiunse.
"Capo, noi..." iniziò Tony.

Voleva provare a spiegare, ma non sapeva da dove iniziare.

"No. Non qui e non ora, si sente già abbastanza in colpa" disse indicando Anja.

Non voleva che discutessero questa cosa davanti a lei, era già abbastanza disperata senza dover sentire la conversazione.

"Ora andate a casa, entrambi. È cercate di farla calmare e spiegarle che non è colpa sua. Sono molto deluso da voi" aggiunse.

Li guardò serio e poi andò via, lasciandoli da soli.

"Ziva, voglio andare a casa" disse Anja.
"Si tesoro, ora andiamo" le rispose.

Presero tutte le loro cose e si avviarono alle macchine, arrivarono a casa velocemente e si misero sul divano per rilassarsi un po'.
Anja aveva smesso di piangere ma si vedeva che si sentiva ancora in colpa.

"Siete arrabbiati con me, adesso?" chiese guardando Tony.
"No, per nulla piccolina" le disse sorridendo.
"Perché io non volevo, mi è scappato" si giustificò.
"Lo sappiamo, Anja. E comunque non è successo nulla, hai visto? Nessuno si è arrabbiato" le spiegò Ziva.
"Pensi che domani Gibbs mi sgriderà? Sembrava arrabbiato quando siamo andati via" domandò preoccupata.
"Assolutamente no, non ti preoccupare" le disse Tony.
"Sgriderà voi?" chiese ancora.

Tony e Ziva si guardarono. Non le avrebbero mai detto che molto probabilmente Gibbs li avrebbe rimproverati, ma era quello che sarebbe successo la mattina dopo.

"No, vorrà solo che gli raccontiamo tutto. Vedrai che andrà tutto bene" le rispose Ziva sorridendo.
"E ora basta preoccuparsi per questo. Piuttosto, cosa vorresti mangiare per cena?" aggiunse Tony.
"Posso scegliere io?" domandò.
"Si, stasera scegli tu" le disse Ziva.

Volevano farle dimenticare l'accaduto prima di andare a dormire.
Anja ci pensò un po' ed ebbe la risposta per loro.

"Vorrei la pizza" rispose.
"Aggiudicato. Io e te andiamo a fare il bagnetto e Tony prenota le pizza? Che ne pensi?" le disse Ziva.
"Va bene" rispose sorridente.

Fortunatamente dopo il bagno e la pizza, Anja era più tranquilla.
Non le era ancora passata del tutto ma almeno non era più agitata come prima. Quando Ziva la mise a letto, la bambina si volle assicurare ancora che fosse tutto a posto.

"Sei sicura che adesso non sei arrabbiata con me?" chiese di nuovo.
"Sono sicura" rispose.
"Anja, se fossi arrabbiata per qualcosa che hai fatto te lo direi. Ok, amore?" aggiunse.
"Va bene" rispose soddisfatta.

Ziva le lesse una storia e la lasciò sola una volta che si addormentò.
Raggiunse Tony che l'aspettava sul divano con un bicchiere di vino.

"Dorme tranquilla?" chiese Tony.
"Si. E adesso abbiamo un po' di tempo per noi" gli disse sedendosi di fianco a lui.

Lui le porse il bicchiere di vino e l'abbraccio facendola appoggiare a lui.

"Sei preoccupata per quello che ci dirà Gibbs?" le chiese Tony.
"Si... E no. Qualsiasi cosa dirà io non ti lascerò. Quindi se si arrabbierà mi dispiacerà, ma non cambierà nulla tra di noi" rispose.
"Mi piace quando sei così decisa, Ninja" le disse baciandola dolcemente.
"Comunque credo che Gibbs si arrabbierà, ma non si opporrà. Oppure sarà costretto a convivere con il fatto che per la prima volta non ha quello che vuole" aggiunse Tony.

"Però mi è dispiaciuto che Anja si sia sentita così in colpa" disse Ziva.
"Anche a me. Su questo Gibbs aveva ragione, le abbiamo fatto fare una cosa più grande di lei" rispose Tony.
"Si. Ma che scelta avevamo, se continuava a vederti e diceva a Gibbs che tu eri a casa nostra lui avrebbe capito comunque" disse Ziva.
"Esatto. E da un lato penso sia meglio così. Gibbs farà meno storie sapendo che Anja lo sa e che la cosa le piace. Non vorrà certo deluderla" aggiunse lui.
"Come sei saggio, agente molto speciale DiNozzo" rispose Ziva ammiccando.

A quel punto Tony appoggiò sia il bicchiere di Ziva che il suo sul tavolino davanti al divano e iniziò a baciarla.
Le infilò le mani sotto la maglietta e le slacciò il reggiseno.

"Sederino peloso, vuoi fare quello che penso?" chiese lei tra un bacio e l'altro.
"Molto intelligente, agente David" rispose lui.
"Sul divano?" chiese ancora.

Lui non la lasciava parlare, continuava a baciarla e la stava facendo distendere sul divano.

"Tony... Rallenta. C'è Anja" riuscì a dire.
"Ma fa la nanna... Nel suo lettino" rispose.
"E se si sveglia?" chiese lei.
"Era tanto stanca, non si sveglierà vedrai. Non ora che si è appena addormentata" rispose.

Lei lo lasciò fare per un po', si vedeva che aveva le idee più che chiare.

"Tony e se fossi in quel periodo del mese" disse all'improvviso.

Lui si bloccò e smise di baciarla immediatamente.
Se era così lui non voleva forzarla, sapeva che era un momento particolare e non troppo adatto.

"Zee, sei in quel periodo del mese?" chiese serio.

Lei si fece una bella risata.

"No. Volevo solo vedere la faccia che facevi" rise.
"Sei perfida, David. Molto perfida" disse lui riprendendo a baciarla.

Riprese a fare quello che stava facendo ma Ziva non era intenzionata a lasciarlo fare sul divano.

"Ok, ok. Andiamo in camera almeno, per favore?" chiese.
"Ai suoi ordini, David" rispose alzandosi e prendendola in braccio.

Continuò a baciarla per tutto il tragitto dal salotto alla camera, dopodiché la sdraiò sul letto pronto a completare quello che stava facendo.
Nonostante Gibbs quel giorno li avesse scoperti non erano preoccupati, perché si amavano. E sapevano che qualsiasi cosa fosse successa sarebbe andato tutto per bene per loro.








Note dell'autrice:

Eccoci XD
Ops, Anja ha fatto il danno Ahahahha

Poverina ora si sente in colpa...
Ma come potete notare Tony e Ziva non sono molto preoccupati della cosa LOL
Cosa ne pensate? Gibbs si arrabbierà molto? XD

La cosa certa è che nessuno se la prenderà con la piccola Anja <3

Spero che vi sia piaciuto, anche la parte TIVA eh eh
A mercoledì con la tortura e poi a venerdì con un po' di TIVA high school :)

Baci, Meggie.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15

Il giorno precedente Anja aveva fatto il danno, adesso la loro relazione era pubblica e loro dovevano affrontare le conseguenze.
E questo implicava prima di tutto parlare con Gibbs. Si perché per il resto non ci sarebbe stato nessun problema, ma Gibbs era un ostacolo non indifferente.

Tra l'altro, nonostante le avessero spiegato che nessuno era arrabbiato con lei, Anja era ancora agitata.
E se ne accorsero quella mattina, lasciandola a scuola. Non aveva mai fatto storie per rimanere lì, ma quella mattina non sembrava convinta.
Stavano per andare via quando lei corse di nuovo da Ziva abbracciandola.

"Ziva... Questa mattina vorrei tanto venire al lavoro con voi" le disse guardando il pavimento.
"E niente giochi con gli altri bambini, amore?" le chiese Ziva cercando di invogliarla a restare.
"Oggi non ne ho voglia" rispose.
"Come mai, piccolo pancake?" le domandò Tony accarezzandole il viso.
"Ho tanta voglia di stare con Ziva" ammise tornando ad abbracciarla.

Ziva guardò Tony, preoccupata dal comportamento di Anja.

"È solo perché è ancora scossa da quello che è successo ieri" la rassicurò Tony.
"Lo so..." rispose Ziva prendendo la bambina in braccio e coccolandola un po'.

"Anja, amore. Cosa ne pensi si adesso resti qui e io ti vengo a prendere subito dopo il pranzo? Potrebbe andare bene?" le propose.

Avrebbe voluto tenerla con sé, non era un problema se saltava la scuola un giorno. Il punto era che dovevano parlare con Gibbs quella mattina e nn era il caso che Anja fosse con loro.

"Non posso proprio stare con te anche ora?" insistette Anja.
"Non stamattina, piccola" dovette dirle Ziva a malincuore.
"Ok" rispose Anja triste mentre una lacrima le scendeva sul viso.

Tony le mise il suo ciuccio in bocca e lasciò che Ziva la cullasse un po', finché la maestra non arrivò in loro soccorso.

"Guarda Anja, sono sicura che la maestra ti terrà volentieri in braccio stamattina" disse lasciando che l'insegnante la prendesse.
"Si, oggi sarai la mia aiutante? Mi aiuterai a controllare che tutti i bambini si comportino bene?" rispose la donna cercando di coinvolgerla.
"E poi Ziva torna a prenderti presto oggi" aggiunse.

Alla fine Anja si convinse, anche se Tony e Ziva poterono notare, andando via, le lacrime che le scendevano.

"Domani prendo un giorno di ferie e sto con lei" disse Ziva salendo in macchina.
"Ok... Ma non sentirti in colpa, Zee. È solo un po' giù di morale" le rispose Tony.

Lei non rispose, si limitò ad annuire e Tony capì che invece si stava colpevolizzando. Ma non poté dirle nulla perché dentro di sé anche lui si colpevolizzava.
Era stata un'idea stupida chiedere ad una bambina di tenere un segreto così grande.

Arrivati al lavoro la loro ansia mutò, diventando ansia per quello che Gibbs gli avrebbe detto. Sentivano già odore di problemi.

"Voi due con me, ora" disse Gibbs non dandogli nemmeno il tempo di appoggiare le borse.

Si tolsero in fretta la giacca e seguirono il loro capo, fino ad arrivare in sala conferenze.

"Spiegazioni" disse.
"Capo, noi... Scusaci..." iniziò Tony impacciato.
"Non ho chiesto scuse ma spiegazioni. In più sai come la penso sul fatto di scusarsi" lo interruppe Gibbs.

"Per prima cosa, quale parte della regola dodici non vi era chiara?" aggiunse.
"La parte in cui impedisci a due persone che si amano di stare insieme solo perché lavorano nello stesso luogo" rispose Ziva.

La situazione l'alterava. E non perché avesse paura, ma perché non poteva accettare che Gibbs si opponesse nonostante sapesse che loro si amavano.

"Se ho imposto questa regola c'è una ragione, non credi?" disse lui.
"Ma a volte le regole vanno infrante, se tieni davvero a ciò che desideri" si intromise Tony.

Era totalmente dalla parte di Ziva, chiaro. Inoltre l'atteggiamento di Gibbs lo stava irritando.

"La cosa peggiore l'avete fatta non dicendomelo ma chiedendo ad una bambina di tre anni e mezzo di mentire per voi" disse.
"Avevate così paura della mia reazione? Quindi sapevate di star commettendo un errore" aggiunse.

"No, sapevamo che non avresti capito. E quello che dici ora lo sta dimostrando, Gibbs" rispose Ziva alzando la voce.

Tony le strinse la mano per farla stare calma e farle capire che lui era lì.

"E comunque ammettiamo che coinvolgere Anja è stato uno sbaglio. Ma non ci pentiamo di aver iniziato una relazione e di aver taciuto" aggiunse Tony.
"Ah, bene! Ho addestrato due agenti a mentire. Beh uno mi è arrivato già così, mi ero illuso di averti insegnato diversamente Ziva, ma evidentemente ho sbagliato" commentò Gibbs.

Lei rimase in silenzio, in realtà si sentì ferita da quel commento, sentiva di aver deluso Gibbs.

"Questa volta è stato necessario. Ma ora siamo qui a parlarti, cosa che avremmo fatto presto anche se Anja non ci avesse anticipati. Potresti cercare di essere più comprensivo?" chiese Tony.

Gibbs rinunciò a discutere tanto sapeva che loro sarebbero rimasti assieme comunque. E minacciare di licenziarli o cose simili era inutile perché ci avrebbe solo rimesso perdendo uno dei suoi preziosi agenti, se non entrambi.

"Sentite, sapete che non approvo. E non perché voi non stiate bene assieme, ma perché trovo le relazioni tra colleghi davvero sbagliate. Ma con voi è una causa persa. Quindi fate come vi pare ma non voglio interferenze in ufficio, o vi sbatto fuori" disse Gibbs.
"È fate meglio a comportarvi bene, per Anja soprattutto. Vi tengo d'occhio, chiaro?" aggiunse.

Annuirono con un cenno della testa, guardandolo uscire ancora arrabbiato.

"Peggio di così non poteva andare" sospirò Ziva.
"Poteva licenziarci" commentò Tony abbracciandola.
"Non scherzare, un passo falso e lo fa davvero" rispose lei.

Lui la baciò, cercando di farla rilassare. Erano entrambi nervosi e dispiaciuti per quella situazione.

"Finché siamo qui, comportiamoci bene. Vedrai che gli passa" la rassicurò Tony.

Aveva già visto come le parole di Gibbs l'avessero toccata.

"Lo so che ti dispiace averlo deluso. Ma in realtà non lo è. È solo irritato perché abbiamo vinto noi e non lui" aggiunse.
"Hai ragione ma... Che situazione pesante, Tony" si sfogò lei.

Si presero altri cinque minuti e poi uscirono tornando alle scrivanie, dove Abby e McGee li aspettavano.
Ovviamente erano già al corrente di tutto e a differenza di Gibbs si mostrarono piuttosto felici per i colleghi.
Questo risollevò il morale di Ziva, sapere che qualcuno li appoggiava la faceva stare bene. Anche se sapeva che quello che lei e Tony facevano era più che giusto e normale.

"Ho saputo che è stata la piccola Anja a dire tutto. Immagino quanto si sarà agitata" disse Abby.
"Molto, tanto che oggi non voleva stare a scuola" commentò Ziva.
"A proposito, domani prendo un giorno di ferie. Ho bisogno di stare con lei" aggiunse rivolgendosi a Gibbs.
"È meglio. Cerca di rassicurarla, ieri era terrorizzata per quello che aveva detto" commentò Gibbs facendo sentire Ziva ancora più in colpa.

Non fece nemmeno in tempo a rispondere che il telefono iniziò a suonare. Fu McGee a rispondere.

"Ziva, è la scuola di Anja. Chiedono se puoi andare a prenderla, non sta bene" disse lui.
"Che ha?" domandò lei.

McGee chiese alla donna al telefono.

"La maestra dice che ha mal di pancia, ma in realtà crede che sia solo una scusa perché vuole tornare a casa" comunicò McGee sorridendo nel pensare ad Anja.
"Di che sto arrivando" rispose Ziva.

Ci mise poco ad arrivare da Anja e la trovò ancora in braccio all'insegnate.
Anche se ora era calma poteva vedere dal suo volto che aveva pianto e le fece molta tenerezza.

"Vieni qui, Anja" disse prendendola dalle braccia della maestra.
"Passato il male al pancino?" le chiese.
"No" rispose.

"Le abbiamo provato la febbre, ma non ha nulla. Ha solo voglia di tornare a casa" commentò l'insegnate accarezzando i capelli di Anja.
"È una cosa quasi normale tra i bambini" aggiunse.

Ziva sorrise, già più rilassata.

"Allora andiamo a casa e vediamo di fare in modo che tu stia meglio, amore?" le chiese.

Già dicendo quelle parole sentì Anja rilassarsi e capì che la maestra probabilmente aveva ragione.

"Mi leggi una favola? E giochi con me?" rispose Anja.
"Certo" disse Ziva.

Tornando in macchina chiamò al lavoro per avvertire che stava andando a casa. Voleva concentrarsi su Anja e non le interessava il parere di nessuno in quel momento.
Lasciò che fossero gli altri ad occuparsi del caso, sapeva che sarebbero stati più che in grado.

In ufficio gli altri si erano messi al lavoro sul caso.
Ducky aveva controllato i dati dell'autopsia che Ziva gli aveva fornito, mentre McGee e Tony stavano ancora facendo ricerche.

"Signori, qualcosa non mi torna" disse Ducky arrivando dagli agenti.
"Cosa, Ducky?" domandò Gibbs.
"Da quel poco che hanno scritto qui sul referto, sembra morte naturale. Ma io non mi faccio prendere per il naso. Quest'uomo era sano, mai avuto problemi fisici e inoltre questo ha tutta l'aria di essere un omicidio architettato ad opera d'arte" iniziò il medico.

"Perché lo dici, Ducky?" chiese Tony curioso.
"Tim, puoi mettere le foto dell'autopsia sullo schermo?" chiese il dottore, e McGee obbedì.
"Vedete questi segni attorno agli occhi e sulle dita? Penso che lo abbiano avvelenato con qualche sostanza" spiegò.
"Con cosa?" chiese Gibbs.
"Non ne ho idea, Jethro. Senza un corpo non posso dirtelo, ma se sono stati furbi lo hanno fatto cremare per non lasciare tracce. Tuttavia posso fare delle supposizioni" rispose lui.

Gibbs lo fissò aspettando una risposta.

"Penso sia arsenico. Dalle vesciche che vi ho indicato, l'evidente disidratazione posso supporre sia quella la causa" concluse lui.
"Va bene allora diciamo che è stato un omicidio. Collegatemelo al fratello" disse Gibbs ai suoi agenti.

"Capo io ho controllato la madre e lo zio di Luka e Silas e ho scoperto che lo zio non vive vicino a loro e non hanno avuto contatti negli ultimi sei anni. Mentre la madre vive con Silas al momento" disse McGee.
"Bene. Qualcosa che faccia sospettare che sia complice di Silas o che comunque abbiano combinato qualcosa assieme?" chiese Gibbs.
"Non lo so, ora cerco" rispose Tim.

Gibbs stava per chiedere a Tony se avesse trovato qualcosa quando lui lo anticipò.

"Capo, sapevamo che Silas ha un figlio?" domandò leggermente sconvolto Tony.
"No" rispose Gibbs.

Lo stavano tutti ascoltando.

"Maxim, ha nove anni" disse Tony.
"A quanto pare è stato con la nonna, la madre di Luka e Silas, mentre il padre era in prigione. Da quello che leggo qui il bambino è malato, ma non dice di cosa. Quindi il padre lo ha affidato alla nonna" aggiunse.
"Bene, ora abbiamo da scoprire molte cose: da chi ha avuto il figlio Silas, cosa c'entra la madre in tutto questo e come colleghiamo il tutto con Anja" disse Gibbs.

Rimasero a fare ricerche per molto, per tutta la giornata. Si rivelò ostico trovare informazioni, anche se Silas era stato in galera della sua famiglia non risultava molto.
Decisero di interrompersi e riprendere il giorno seguente. Con una persona in meno il lavoro era più lento ma in ogni caso anche il giorno seguente Ziva non ci sarebbe stata, aveva preso le ferie per stare con Anja.

Nel frattempo Ziva ed Anja erano a casa. Dopo essere uscite da scuole la bambina si era rilassata e ora giocava allegramente con Ziva.

Erano sedute sul pavimento e cercavano di costruire un puzzle.
In realtà era uno di quelli per bambini, con al massimo venti pezzi. Quindi era Ziva che guardava Anja costruirlo e fingeva di non essere capace per dare soddisfazione alla bambina.

Ziva si guardò intorno e vide che la sua casa ora era piena di giochi per bambini e cose di Tony sparse qua e là.
Pensò a quante cose fossero cambiare in così poco tempo.
Fu riportata alla realtà dal cellulare che squillava, così si alzò e lo prese dal tavolino per poi sedersi sul divano e rispondere.
Era Tony e voleva sapere come stavano. Chiacchierarono per cinque minuti, alla fine dei quali Anja era in piedi di fronte a Ziva e la guardava.

"Ziva" disse Anja non appena lei chiuse la chiamata.
"Dimmi" rispose.
"Era la verità che mi faceva male la pancia" disse cercando di giustificarsi.

Aveva sentito mentre la maestra diceva che lei voleva solo andare a casa e ora dava delle spiegazioni.

"Ok" rispose Ziva.
"Non ti ho detto una bugia. Avevo tanto, tanto, tanto, tanto male al pancino" ripeté.
"Anja, ti credo piccola" le disse prendendole una mano.
"E adesso fa ancora male?" aggiunse.
"No, neanche un pochino" rispose sorridendo.
"Bene, vuole dire che posso farti il solletico" concluse Ziva prendendola in braccio e mettendola sul divano mentre la faceva ridere come una pazza.

Quando Tony rientrò in casa quella sera le trovò sul divano a leggere un libro.
Prima di andare da Ziva era passato a prendere dei vestiti puliti da casa sua e si era reso conto che era già una settimana che non dormiva lì.
Non che gli dispiacesse ma in ogni caso il giorno seguente avrebbe dormito a casa propria. Doveva sistemare alcune cose e parlare con i vicini del fatto che non era a casa spesso in quel periodo. Così se succedeva qualcosa sapevano dove trovarlo.

"Ciao, piccolo Pancake" disse Tony dando un bacio sulla fronte della bambina.
"E ciao, occhioni belli" aggiunse baciando Ziva.
"Ciao a te. Tutto bene al lavoro?" chiese.
"Si" disse Tony, facendo capire a Ziva con lo sguardo che dopo dovevano parlare.

Passarono il resto della serata assieme e Tony fu sollevato nel vedere Anja veramente tranquilla. Probabilmente quello di cui aveva veramente bisogno era stare con Ziva.

"Tony, mi leggi tu la favola stasera?" chiese Anja mentre Ziva la preparava per il letto.
"Certamente. Vado a scegliere un libro?" disse lui.
"Si, uno bello mi raccomando" rispose Anja.

Quando Tony tornò in stanza con il libro, vide che Ziva stava mettendo Anja sotto le coperte.

"Allora vi lascio alla vostra storia. Buona notte amore" disse dando un bacio alla bambina.
"Ti aspetto di là, intanto lavo i piatti" aggiunse rivolta a Tony.

"Che libro hai scelto?" chiese Anja.
"Cappuccetto Rosso, ti piace?" rispose Tony.

Anja annuì, si mise il ciuccio in bocca e aspettò che Tony iniziasse il racconto.
Ci mise pochissimo ad addormentarsi, Tony non riuscì nemmeno ad arrivare a metà storia. Spense la luce e andò da Ziva, aiutandola a finire di sistemare la cucina.

"Allora, mi dici che cosa avete scoperto al lavoro?" chiese lei curiosa.
"Si, ma ci sediamo comodi sul divano con un po' di vino" rispose lui.

E così fecero, si ritrovarono a bere il vino che avevano aperto la sera precedente.

"Luka è stato ucciso, Ducky lo conferma" iniziò Tony.
"Lo sospettavo, questa storia è troppo intricata perché fosse morte naturale" commentò lei.
"Inoltre Silas vive con la madre e ha anche un figlio di nove anni, Maxim. E a quanto pare il figlio è malato" aggiunse Tony.
"Malato? Di cosa?" chiese lei.
"Non lo sappiamo, cercherò di scoprirlo domani" le disse Tony.
"Ok... Io ancora non capisco cosa vogliano da Anja, che cosa c'entra lei in tutto questo?" si domandò Ziva.
"Vorrei saperlo anche io" commentò Tony.

"C'è altro che ti turba, vero?" aggiunse lui vedendola diversa.

Lei lo guardò, non sapeva se odiarlo o amarlo per la sua capacità di capire quando aveva qualcosa che non andava.

"Non mi va giù quello che ha detto Gibbs" ammise.
"Hey, te l'ho detto... Gli passerà non appena si rende conto di quanto siamo felici assieme" ripeté Tony.

Ziva buttò giù l'ultimo sorso di vino e appoggiò il bicchiere sul tavolino.

"Non è quello Tony, sai cosa me ne frega del suo parere sul nostro rapporto. Se gli piace bene se non gli piace va bene lo stesso" iniziò.
"Ma il suo commento su di me, sul fatto che gli ho mentito e che lui si era illuso di avermi insegnato a non mentire..." aggiunse.
"Ziva, tesoro. Non prenderlo troppo sul serio, dai" disse lui cercando di tranquillizzarla.

"Non capisci, lui non si fida di me. Ancora non riesce a fidarsi" commentò.
"Tony, ho ucciso mio fratello per salvare lui. Mio fratello per salvare uno sconosciuto. E lui ancora non si fida" aggiunse cercando di non piangere.

Ora Tony capiva, era molto più di quello che immaginava. E non poteva darle torto anche se pensava che avesse un po' frainteso.

"Vieni qui, abbracciami" le disse.
"E non pensare queste cose, lui si fida di te o non saresti nella nostra squadra. Ha solo esagerato perché era nervoso" aggiunse.

Ziva annuì raggomitolandosi su Tony, tanto che lui la sollevò e la fece sedere sulle sue gambe per farla stare più comoda.

"So che probabilmente non lo pensava, ma anche io sono capace dici provare sentimenti sai? E le parole possono fare male" commentò lei.
"Lo capisco. Ma ascolta solo le mie parole, quando ti dico che ti amo, tanto..." rispose Tony cercando di farla sorridere.
"Queste parole mi piacciono. Ti amo anche io" disse Ziva.

Rimasero un po' insieme a coccolarsi a vicenda, ne avevano bisogno. Poi Tony propose di andare a dormire. Era stata una lunga giornata e avevano bisogno di riposarsi un po'.
Tuttavia, anche se Tony la tenne abbracciata, Ziva faticò a prendere sonno. Aveva troppi pensieri per la testa.

Fu a metà notte che si svegliò sentendo qualcuno piangere.
Considerando che Tony era di fianco a lei e russava, l'unica che poteva piangere era Anja. Si alzò velocemente e andò a vedere cosa stesse succedendo.

"Cucciola, che succede?" disse vedendola piangere nel suo lettino.
"Hai fatto un brutto sogno?" aggiunse.

Anja annuì.

"Voglio la mia mamma" si lamentò.

Ziva riconobbe subito i segni dello stress, chiedeva della mamma sopratutto quando qualcosa non andava.

"Piccolina..." le disse dispiaciuta mentre le passava una mano tra i capelli.

Era sudata, Ziva iniziò a preoccuparsi.

"Anja, ti senti male amore?" le chiese.
"Fa male la pancia, di nuovo" si lamentò girandosi su un fianco e stringendosi lo stomaco.
"Oh... Vieni che andiamo in bagno" le disse prendendola in braccio.

Ora Ziva capiva ancora meglio. Voleva la mamma perché non stava bene, era la prima volta che qualcosa non andava da quando viveva con Ziva e lei, onestamente, bon sapeva come comportarsi.
Ma improvvisò come al solito quando doveva fare qualcosa di nuovo, sicura che Anja le avrebbe detto di cosa aveva bisogno.
Probabilmente lo stress e il cambio di stagione le avevano causato il mal di pancia, visto che era dalla mattina a scuola che si lamentava.

Quando uscirono dal bagno anche Tony era sveglio e le aspettava sedute sul letto di Anja.

"Cosa è successo?" chiese.
"Un brutto sogno e tanto male alla pancia" spiegò Ziva.
"Ha rimesso?" domandò accarezzando la schiena della bambina.
"No. Ho male alla pancia non allo stomaco" si lamentò Anja.
"Mi dispiace, patatina" rispose Tony dandole un bacio sui capelli.
"Non ha la febbre, comunque" disse Ziva anticipando la domanda di Tony.
"Avrà preso qualcosa a scuola. Comunque domani state a casa, così ha tempo di riprendersi" rispose lui.
"Esatto. Stiamo solo io e te e vedrai che andare a domani passa tutto" disse Ziva rivolta ad Anja.

"E ora pancake, vuoi venire a fare la nanna con noi?" le chiese Tony.
"Si, per favore" rispose lei.
"Portala di là, io prendo un pigiama pulito e arrivo" disse Ziva.

Quando arrivò in camera per cambiare Anja, Tony le stava massaggiando la pancia e Anja sembrava stare già meglio.

"Fa ancora tanto male?" le chiese Ziva.
"No, poco poco. Tony mi fa un massaggino" rispose lei.
"Bene, ora ci cambiamo veloci così poi Tony può continuare?" le propose.
"Ok" acconsentì Anja.

Le cambiò il pigiama e la lasciò alle coccole di Tony. Ci mise veramente poco a riaddormentarsi.

"Tranquilla Zee, è solo mal di pancia" le disse Tony sapendo che era in ansia.
"Lo so, ma cercava la mamma" commentò Ziva guardando Anja con compassione.
"Vuoi che stia a casa anche io, domani?" le chiese lui.
"No... Ce la caviamo. E vedrai che domani starà già bene" rispose Ziva.
"Tony, grazie" aggiunse.
"E di cosa?" domandò.
"Di esserci" concluse lei baciandolo e mettendosi a dormire.

Tony lasciò la sua mano sulla pancia di Anja, la bambina sembrava gradire. Così Ziva appoggiò la sua su quella di Tony.
Si addormentarono così, uniti. Come una famiglia.







Note dell'autrice:

Ciao :)
Eccomi con il capitolo del lunedì XD
Aspettavamo che Gibbs parlasse con Tony e Ziva ed ecco qui cosa gli ha detto... Non è stato molto accondiscendente, ma non può esserlo sempre no?
In ogni caso non sta impedendo nulla, solo non è soddisfatto e diciamo che ha usato delle parole che Ziva non ha proprio gradito...

Per quanto riguarda il caso... Già dal prossimo capitolo sapremo molto di più state pronti XD
Ho in mente uno svolgimento che spero troviate interessante XD

Detto questo, spero abbiate gradito anche quel po' do family e TIVA che ho messo XD
A mercoledì con l'odio settimanale Ahahahha

Baci, Meggie. 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16

Il mattino seguente Ziva ed Anja rimasero a casa insieme, come programmato. Ziva fu felice di aver deciso di rimanere a casa visto che Anja si era sentita male la notte precedente.

Fu svegliata da qualcuno che le accarezzava il volto.
Era Anja che con la sua manina le spostava i capelli dalla faccia. Quando aprì gli occhi la vide sdraiata accanto a lei che sorrideva.

"Buon giorno, piccolina" le disse.
"Ciao" rispose felice.
"Da quanto sei sveglia?" le chiese accarezzandole una guancia.
"Da un pochino, aspettavo che ti svegliassi tu" rispose.

In realtà aveva iniziato a toccarle il viso e i capelli nella speranza che si svegliasse. Si stava annoiando a rimanere a letto senza fare nulla.
Ziva sorrise e la tirò a se, facendola sdraiare in modo che appoggiasse la testa sul suo petto.

"Come sta il tuo pancino questa mattina, Anja?" le chiese continuando ad accarezzarli i capelli.
"Meglio" rispose.
"Fa ancora male o è passato?" chiese ancora.

Era preoccupata ad essere onesti, non si era mai trovata ad occuparsi di una bambina malata.

"Ora è passato" disse sorridendo.
"Molto bene. Se torna me lo dici?" le rispose.
"E tu lo fai andare via come stanotte" aggiunse la bambina.
"Esatto, lo facciamo andare via" confermò Ziva.
"Ora dimmi, cosa vorresti fare oggi?" aggiunse.
"Stare con te" rispose.

Ziva sorrise alle parole di Anja.

"Questo è il piano... Ma non possiamo mica stare tutto il giorno a letto. Vuoi andare in qualche posto in particolare?" le chiese ancora.
"Non lo so..." rispose Anja incerta.
"Facciamo colazione e intanto ci pensiamo?" propose Ziva.
"Ok. In braccio!" disse allungando le braccia mentre Ziva si alzava dal letto.

Ziva stava pensando di portarla fuori città, al parco avventura che avevano aperto da poco. C'era anche una parte per bambini piccoli e passava che ad Anja sarebbe piaciuto. Era sempre molto attiva e le piaceva correre e giocare.
Ma dovette cambiare idea quando iniziarono a mangiare.

"Che c'è Anja, non ti piace lo yogurt?" le chiese Ziva vedendo che non mangiava.
"No è buono" rispose la bambina.
"È allora perché non lo finisci?" domandò.
"Non ho più fame" rispose.
"Patatina, ti senti di nuovo male?" chiese preoccupata Ziva.
"No... Non ho fame. Te lo giuro non mi fa male la pancia" disse di nuovo Anja impaurita che Ziva non le credesse.
"Ok, allora magari lo finisci per merenda lo yogurt" rispose Ziva.

Anja annuì più rilassata e lasciò che Ziva la prendesse in braccio.

"Cosa ne pensi se io e te questa mattina andiamo a fare shopping in città? Andiamo a comprare qualcosa che ci piace?" le propose.

Alla fine Ziva decise per lo shopping in città perché non era convinta che Anja stesse bene. Anche se sembrava non avere nulla non voleva rischiare. Rimandando in città sarebbero potute tornare a casa subito se Anja stava male.

"Si! E che cosa compriamo?" chiese Anja.
"Non lo so, entriamo nei negozi e se troviamo qualcosa che ci piace lo compriamo" le spiegò Ziva.
"Anche per Tony?" domandò Anja.
"Certo, anche per lui" rispose Ziva sorridendo.

Tony doveva proprio piacerle, specialmente da quando le avevano detto di stare assieme si era affezionata ancora di più.

Vestì Anja e uscirono assieme.
Non era una giornata caldissima, ma c'era comunque il sole ed era piacevole stare all'aria aperta.
Passeggiavano per le strade del centro e Anja stringeva la mano di Ziva.

Quando all'inizio l'aveva presa a vivere con lei aveva avuto problemi a farsi tenere per mano, ma ora Anja sembrava non volersi mai staccare.
Non doveva più nemmeno dirle che era importante che per strada le desse la mano, ora Anja lo faceva da sola anche in luoghi in cui non era necessario.

Osservavano i vari negozi, entrano qua e là è comprando cose anche inutili. Volevano avere una giornata per rilassarsi e fare shopping era parte del piano.
Mentre passeggiavano incontrarono casualmente un'amica di Ziva. In realtà più che un'amica era una conoscente. L'ultima volta che si erano viste era quando Ziva viveva nell'appartamento che poi esplose.
La donna non sapeva nulla di quello che era successo a Ziva dopo quell'evento e quindi non sapeva nemmeno di Anja.

"Ziva, ciao! Quanto tempo" esclamò la ragazza.
"Sarah" rispose Ziva sorpresa.
"Che piacere rivederti, come stai?" chiese Sarah.

Anche la donna era in compagnia del figlio. Ziva aveva avuto il piacere di conoscerlo, aveva all'incirca un anno quando Ziva dovette lasciare la sua vecchia casa.
Adesso aveva sei anni e lei si ritrovò a pensare a quanto il tempo fosse passato in fretta e quante cose fossero successe.

"Molto bene, e tu? Vedo che il tuo ometto è cresciuto e non poco" commentò lei.
"Samuel va già alla scuola elementare, ma oggi è a casa perché siamo andati dal dentista" spiegò Sarah.
"Ma vedo che anche tu ti sei data da fare" aggiunse indicando Anja.

Ziva a quel punto non seppe cosa rispondere. Anja non era figlia sua e questo voleva dirlo, ma non voleva che la bambina si sentisse meno accettata per questo.
Tuttavia Sarah non la lasciò parlare e continuo a fare domande.

"Alla fine tu è Michael vi siete sposati eh? Mi è sempre sembrato un bravo ragazzo" disse.
"No" la bloccò Ziva.
"Anja non è... Non è mia figlia in quel senso, ma adesso vive con me. Per sempre, vero amore?" rispose rivolgendosi anche ad Anja.

Voleva coinvolgerla e farle capire quanto le volesse bene.

"Si. Per sempre sempre" rispose lei abbracciando la gamba di Ziva.
"E comunque no. Non ho sposato Michael e credimi era tutto tranne un bravo ragazzo" aggiunse ripensando a tutto il male che aveva provocato Rivkin.
"Però ha il fidanzato ora. Ma Ziva, chi è Michael?" domandò Anja.
"Te lo racconto un'altra volta ok?" rispose subito lei.
"E chi sarebbe il fidanzato?" domandò curiosa l'amica.

Ziva non capì nemmeno cosa fosse tutta questa curiosità, non si vedevano da anni. La cosa la stava irritando.

"È Tony, il mio collega all'NCIS" rispose sinceramente.

Era così orgogliosa della sua relazione che sarebbe stata disposta ad attaccare i manifesti.

"Oh, quello che dicevi essere infantile e fastidioso?" scherzò Sarah riportando alla mente i discorsi che facevano quelle volte che uscivano assieme.
"Non dire cose cattive su Tony. Lui è super buonissimo e non le da fastidio, le da i baci" si intromise Anja arrabbiata per le parole della donna.

Ziva rimase sorpresa, non si aspettava una reazione così. Anzi stava per ridere della battuta di Sarah, ma ora che Anja aveva reagito così preferì evitare.

"Cucciola, hey... Tranquilla" le disse mettendole una mano sulla schiena.
"È stata cattiva. Non si dicono cose brutte delle persone che non si conoscono" rispose arrabbiata.

Sia Ziva che Sarah sorrisero, Anja era un misto tra dolce e buffo.

"Perché sgridi la mia mamma? Sei piccola e devi stare zitta!" disse Samuel difendendo sua madre.
"Hey, Samuel. Calmo, non ha fatto nulla" lo tranquillizzò Sarah.
"E tu perché non ti fai i fatti tuoi?" ribatté Anja innervosita.

Ziva aveva già notato che Anja era tale e quale a Monique. Molto sveglia e intelligente e anche tanto impulsiva. Lo avevano notato anche le maestre a scuola.

"Ok, Anja" disse Ziva abbassandosi alla sua altezza.
"Tesoro è tutto ok, non importa arrabbiarsi" la calmò facendole una carezza.
"Ma lei ha detto delle bugie su Tony, lei... Tony non è così" ripeté Anja con le lacrime agli occhi.
"Stava scherzando, amore. Vieni qui" le disse abbracciandola.
"Scusala, in questo giorni è tanto nervosa. Ci manca tanto la mamma, vero Anja?" aggiunse scusandosi con Sarah. Sentì Anja annuire.

"Non fa nulla. La mamma non c'è più?" chiese Sarah con delicatezza.
"No... Era la mia migliore amica e l'ha lasciata a me" rispose Ziva.
"Mi dispiace molto" disse la donna.
"Grazie" rispose lei.

"Comunque sembra che tu vada forte come mamma sostitutiva" commentò Sarah.
"Così pare, per fortuna" rispose Ziva mentre coccolava Anja.

Si salutarono e ognuna continuò per la propria strada.

"Anja, vuoi andare a casa?" le chiese.
"No. Dobbiamo già andare a casa?" rispose.
"Certo che no. Continuiamo il nostro giro" concluse Ziva.

Rimasero anche a pranzo fuori, Anja superò il momento di crisi e convinse Ziva a farsi comprare una cuffia con le orecchio da orso.
Passarono una bella mattinata insieme e tornarono a casa solo nel pomeriggio.

Nel frattempo Tony era al lavoro che indagava con gli altri.
Gibbs si rivelò piuttosto nervoso nei suoi confronti, ma Tony se lo aspettava e non fece domande. In fondo loro gli avevano disobbedito e ora non poteva di certo mettersi a discutere.
Si concentrò sul lavoro e lasciò che le cose scorressero normalmente.

Lavorarono fino a sera, scoprendo un sacco di cose.
Cose che andavano riferite a Ziva al più presto, per questo Gibbs era deciso a chiamare Ziva e a chiederle di passare dall'ufficio.

"No, gliene parlo io appena esco da qui" intervenne Tony.
"Perché ovviamente pensi di andare a casa sua" constatò Gibbs.
"In realtà oggi devo andare nel mio appartamento ma si, farò una fermata da lei" rispose Tony.
"Ti prego non chiamarla qui. Dovrebbe portare anche Anja e finiremmo con il renderla più nervosa di quanto non sia già. E oggi Ziva è stata a casa per farla calmare un po'..." aggiunse Tony.
"Lo credo che quella povera bambina sia nervosa... Ma dobbiamo spiegare a Ziva la situazione" borbottò Gibbs.
"È stata anche male stanotte, non facciamola agitare di più" insistette Tony.
"Ok. Ma spiega a Ziva la situazione per bene, deve capire cosa abbiamo scoperto" disse Gibbs.

Lo faceva per Anja, non voleva causarle problemi.
Così a fine giornata Tony prese le sue cose e andò a casa di Ziva, avrebbero trovato un modo per parlare senza che Anja fosse lì.
Magari avrebbero aspettato dopo cena, quando la bambina dormiva.

Ziva ed Anja, dopo essere tornate dalla loro giornata di shopping, decisero di rilassarsi ancora.
Si lavarono e poi si misero a vedere la televisione.
Ma ben presto Anja si stancò e decise di andare in camera sua a giocare. A Ziva piaceva che Anja sapesse divertirsi anche da sola.
Di solito disegnava o giocava con le bambole. Questo era anche utile quando doveva preparare la cena o fare cose che le impedivano di stare con la bambina.

Passo più di un'ora prima che Anja facesse la sua ricomparsa, durante la quale Ziva si mise a leggere un libro.

"Ziva" disse Anja rientrando in salotto.
"Ciao" rispose lei.
"Ziva... Ora mi sta tornando male alla pancia" disse Anja.
"Come stanotte, tesoro?" le domandò facendole cenno di sedersi sulle sue gambe.
"No, solo un pochino" rispose
"Ok... Vediamo se passa con un massaggino" le disse.

Dopo un po' che le massaggiava la pancia e le raccontava storielle per farla stare tranquilla si accorse che Anja iniziava ad essere assonnata.
Le si chiudevano gli occhi e si rese conto che quel pomeriggio non aveva fatto il riposino.

"Anja, sei stanca?" le chiese.
"No" rispose la bambina.

Ma Ziva capì dalla voce che stava per addormentarsi e che non ci sarebbe stato modo per tenerla sveglia.

"Hey, vuoi il ciuccio amore? Lo andiamo a prendere?" le propose.
"Si è nella mia cameretta" rispose Anja.

Si alzò prendendola in braccio e andò a prendere il ciuccio.

"Il pancino..." si lamentò lei visto che Ziva aveva smesso di massaggiarglielo.
"Amore, non è che sei nervosa perché domani non vuoi andare a scuola?" le chiese.
"No. Io voglio andare a fare i giochi con i bimbi" rispose Anja.
"Allora forse ti stai ammalando? Ti senti la febbre?" le chiese ancora sentendole la fronte.
"No... È solo la pancia" disse.
"Allora fai la nanna ora, vedrai che quando ti svegli è passato" rispose Ziva mentre tornava sul divano a massaggiarle la pancia.

Ziva preparò la cena senza svegliare Anja, dormiva tranquilla e non voleva interromperla visto che era stanca e non stava bene.
Stava per svegliarla una volta pronta la sua pappa per farla mangiare. Ma qualcuno suonò alla porta.

"Hey, pensavo che oggi non passassi" disse lei vedendo Tony.
"Mi mancavate e ti devo parlare di una cosa, prima di andare a casa" rispose lui.
"Ma perché stiamo bisbigliando?" aggiunse notando che parlavano a voce bassa.
"Perché Anja dorme sul divano" rispose.
"A quest'ora? Non sta bene?" chiese Tony.

Era presto per dormire e tardi per il riposino del pomeriggio.

"È stata bene fino ad un paio di ore fa, poi le è tornato male alla pancia. Ma ora dorme tranquilla" rispose.
"Entra, la metto nel suo letto così possiamo parlare" aggiunse.

Dopo cinque minuti erano sul divano assieme, Tony aveva portato i fascicoli e stava per iniziare il discorso con Ziva.
Era un po' preoccupato dalla sua reazione ed era felice che fossero a casa da soli, almeno non avrebbe dovuto trattenersi.

"Prima di tutto, dimmi come è andata la vostra giornata" disse lui.
"Bene. Anja ha voluto comprarti un regalo, ma te lo darà domani. Ci tiene molto" rispose Ziva.
"Che dolce. Mi fingerò sorpreso" disse.

Poi Ziva gli raccontò dell'incontro con Sarah e risero di come Anja aveva difeso Tony.
Poi arrivò il momento di Tony, doveva parlarle.

"Ok, Zee. Ho bisogno che mi ascolti bene ora" le disse prendendole la mano.
"Ti ricordi che ti ho detto che abbiamo scoperto che Silas ha un figlio? E che è malato?" aggiunse.
"Certo, me lo hai detto ieri" rispose Ziva.
"Credo proprio che abbiamo scoperto il motivo per cui Silas vuole Anja" iniziò.

Ziva rimase in silenzio aspettando che Tony le spiegasse, la situazione le stava mettendo ansia.

"Maxim è molto malato. Ha bisogno di trasfusioni e un trapianto di midollo osseo e forse anche di un rene. E Anja è compatibile" aggiunse.
"Oddio Tony... Tu vuoi dire che..." iniziò Ziva.
"Voglio dire che cerca Anja per salvare suo figlio, Zee" concluse la frase Tony.
"La vuole usare come pezzi di ricambio. Una bambina di tre anni e mezzo" disse sconvolta.
"Il problema è che, se Ducky ha capito tutto, Maxim potrebbe aver bisogno anche di altro oltre che un trapianto di midollo. Io temo che lui la voglia prendere e usare finché può" rispose lui.
"Immagino che Luka sia morto perché non aveva intenzione di contattare Monique per chiederle di Anja" dedusse Ziva.
"È quello che pensiamo e che con grande probabilità sia successo. Luka aveva rinunciato ad Anja e da persona corretta non avrebbe mai chiesto un sacrificio così alla figlia. Soprattuto se si trattava di darle anche un rene" rispose Tony.

Ziva fece un respiro profondo. Pensare ad Anja utilizzata come pezzi di ricambio per un altro bambino la faceva star male. Così come anche pensare ad un bambino così malato da aver bisogno di così tante cure.

"Quindi in sostanza Silas ha ucciso Luka perché gli impediva di avere Anja e ora è qui a cercarla per portarla via e sfruttare il suo corpo" disse Ziva riassumendo.
"Mi sento male, Tony. La mia bambina, non le permetterò che le facciano del male" aggiunse agitata.

Tony la vide nervosa e la prese tra le braccia.
In più l'aveva appena sentita dire "la mia bambina" e questo dimostrava quanto fosse affezionata. Questo rendeva tutto ancora più difficile.

"Che ti senti amore? Attacco di panico in arrivo?" domandò preoccupato.

Sapeva che avrebbe reagito così, anche lui scoprendo la cosa era rimasto sconvolto.

"No. Però Tony... Che mostro senza cuore è? Come può anche solo pensare di far soffrire un altra bambina? È così piccola, non se lo merita. Non posso pensarla mentre la tagliano per prenderle un rene... Io..." iniziò Ziva agitandosi.

Tony si alzò tenendola stretta e la portò alla finestra.

"Ecco vieni, prendiamo un po' d'aria" le disse aprendo la finestra.
"Respira a fondo. E non ti preoccupare, Silas non la toccherà. Non gli daremo nemmeno il tempo di vederla da lontano" aggiunse lui.
"Aiutami a proteggerla. Non deve soffrire ancora e non ce la farei a sopportare anche questa" lo implorò lei.
"Ma certo tesoro" la tranquillizzò.

Rimasero per un po' abbracciati, baciandosi di tanto in tanto finché Ziva non fu tranquilla di nuovo.

"Resti almeno a cena con me? Non ho voglia di stare sola ora" gli chiese.
"Ok. Resterei anche per la notte ma non ho nulla con me e devo proprio tornare a casa" rispose lui.
"Non ti preoccupare, mi basta solo un po' di compagnia" disse.
"Ok... Sveglio Anja così le diamo la pappa?" chiese lui.
"Vado a vedere io, tu poi preparare la pasta come solo tu sai fare per noi?" rispose Ziva baciandolo.
"Ai suoi ordini, mia regina" disse Tony.

Quando arrivò in camera di Anja, la bambina dormiva ancora e si agitava un po' nel letto.
Le accarezzò la pancia per un attimo e subito Anja si rimise tranquilla. Decise di non svegliarla nemmeno, immaginava non avrebbe mangiato nulla.

"Patatina fa tanto male la pancia, vero?" bisbigliò anche se Anja non poteva sentirla.

La cambiò mettendole il pigiama e la mise sotto le coperte al caldo sperando che le passasse presto.
Prima di uscire dalla stanza le mise nel letto con lei il suo orsacchiotto preferito e lasciò la porta aperta. Voleva sentirla nel caso avesse chiamato come la notte precedente.

"Anja dov'è?" chiese Tony vedendola tornare sola.
"L'ho lasciata dormire, non sta bene. È inutile svegliarla se poi non mangia" rispose Ziva.
"Avrà preso qualcosa a scuola, magari domani pomeriggio portala da Ducky se ha ancora mal di pancia" le suggerì lui.
"Si, quando la vado a riprendere dall'asilo la porto da lui" rispose Ziva.
"Ma ora siediti a tavola, che è pronto" aggiunse Tony mentre scolava la pasta.

Mangiarono tranquillamente, chiacchierando e ridendo. Cercarono di non fare troppo rumore per non svegliare Anja. Oltre al fatto che poi avrebbe fatto fatica a riaddormentarsi, Ziva non voleva che vedesse Tony o non lo avrebbe più fatto andare via.

Tony si trattenne per una mezz'oretta dopo la cena, prima di tornare a casa sua.
Ziva lo accompagnò alla porta per salutarlo, gli dispiaceva non averlo con lei per la notte ormai si stava abituando a non dormire da sola.

Si avvicinarono per baciarsi, ma come al solito Tony si lasciò prendere la mano.
Doveva essere solo un bacio della buona notte, una cosa semplice seppur passionale. Ma Tony iniziò infilando le mani sotto la maglietta di Ziva.
Approfondì il bacio, mettendoci ancora più passione e Ziva non sapeva come fermarlo. Non che la cosa le dispiacesse ma lui stava andando via, non era il momento per il sesso.

Lentamente Tony la fece appoggiare al muro e con una mano le slacciò il reggiseno.

"Hey, hey... No Tony" provò a dire lei mentre lui continuava a baciarla.
"Non dirmi che non ti piace" la provocò lui mentre cercava slacciarle con una mano i pantaloni.

Ziva aveva già capito cosa volesse farle Tony e per quanto le piacesse quello non era il luogo né il momento adatto.
Aveva già raggiunto l'interno dei suoi pantaloni quando Ziva gli fermò la mano.

"Stop" gli disse.
"Zee. Lo so che ti piace" insistette lui.
"Si mi piace molto e anche a te. Ma sai che poi non ci accontenteremo solo di questo" rispose Ziva.
"E chi si vuole accontentare" disse lui alludendo al fatto che sarebbe arrivato fino in fondo.
"Noi, perché Anja dorme con la porta aperta" rispose lei.
"E tu stai andando via. E lo sai che poi non riusciamo più a lasciarci andare" aggiunse.

Lui la guardò con occhi imploranti.

"Tony non farmi questo, ti prego. Non puoi lasciarmi qui a metà del piacere, non iniziare nemmeno" ripeté.
"Va bene" acconsentì lui sapendo che Ziva aveva ragione.
"Ma domani sera non mi scappi, David" aggiunse riallacciandole il reggiseno.

Le diede un ultimo bacio prima di uscire.
Ziva dovette fermarsi un attimo a riprendere fiato prima di dirigersi a vedere come stava Anja e andare a letto.
Tony aveva la capacità di farla eccitare con nulla e ora doveva darsi una calmata.

Quando ritornò finalmente in sé andò da Anja, che fortunatamente dormiva ancora, e poi si infilò nel letto a dormire notando quanto la mancanza di Tony la rendesse vuota.





Note dell'autrice:

Eccoci XD
Sono qui con il capitolo del lunedì, un po' dolcino con Ziva e Anja assieme <3 ahahaha
Sono carine che vanno a fare shopping e Anja si arrabbia quando dicono cose brutte su Tony LOL

Poi ovviamente Tony parla a Ziva del caso e non ho potuto resistere dal mettere un po' di TIVA XD

Prossima settimana vi annuncio che Tony sarà molto awwww XD
Spero vi sia piaciuto, a mercoledì XD

Baci, Meggie.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17

La mattina dopo Tony andò a casa di Ziva pronto ad iniziare la giornata.
Secondo i piani che aveva in mente avrebbero portato Anja a scuola e poi sarebbero andati al lavoro e infine la sera avrebbe avuto quello che Ziva non gli aveva dato la notte prima.

Ma quando arrivò capì che probabilmente qualcosa sarebbe cambiato.
Ziva lo accolse con Anja in braccio. La bambina aveva la testa nascosta nel collo di Ziva e lui riuscì a sentirla piangere.

"Che sta succedendo qui?" chiese entrando e accarezzando i capelli di Anja poco prima di baciare Ziva.
"È stata male anche stanotte" disse lei.
"Mio piccolo pancake, hai preso l'influenza?" chiese ad Anja prendendola dalle braccia di Ziva.

Anja lo abbracciò lasciandosi coccolare.
Tony la sentì calda e capì che aveva la febbre.

"Ha la febbre molto alta?" chiese.
"Non molto, ma stanotte ho chiamato la guardia medica. Perché non avevo nulla da darle per farla stare meglio" spiegò Ziva.
"Comunque siamo già pronte, possiamo andare" aggiunse.
"Andare dove? Non vorrai mica lasciarla a scuola?" domandò Tony confuso.
"No, ma ti pare? Sta troppo male. La portiamo con noi al lavoro" rispose lei.
"Oh, ma dai. Non potrà nemmeno sdraiarsi un po' al lavoro" commentò Tony sedendosi sul divano e massaggiando la pancia di Anja.
"Non posso prendere altri giorni di ferie e non ho una baby sitter" spiegò Ziva.
"Tu vai al lavoro e io resto con Anja" disse.
"Non importa, può stare con noi" insistette lei.
"No invece. E poi io ho tanto giorni di ferie che posso usare. Ci resti a casa con me Anja?" le chiese Tony spostandole i capelli dalla fronte sudata.

Anja guardò Ziva, incerta.

"Amore, hai voglia di stare qui con Tony mentre io vado al lavoro?" le chiese ancora Ziva.
"Si" annuì lei.
"Ok. Allora riposati e lascia che Tony ti faccia passare il male alla pancia" le disse dandole un bacio.
"Grazie" aggiunse baciando anche Tony.
"Figurati, lo avverti tu Gibbs?" chiese lui.
"Certo. Ti lascio le sue medicine e il suo ciuccio qui. Rimettile il pigiama visto che state in casa e se hai bisogno chiama" aggiunse.
"Ce la caviamo, vedrai" le disse lui.

Ziva sorrise e si abbassò all'altezza di Anja.

"Fai la brava e guarisci presto, patatina" le disse.
"Tu torni presto vero?" chiese Anja.
"Molto presto" rispose Ziva.

L'accompagnarono alla porta e la salutarono prima di trovarsi da soli.

"Piccolo pancake, andiamo a mettere il pigiama e poi cerchiamo qualcosa di divertente da fare?" le chiese.
"Voglio fare la nanna" rispose.
"Hai dormito poco stanotte, vero?" le disse mentre la svestiva.
"Ziva ha chiamato il dottore che mi ha dato le medicine per fare andare via il male alla pancia" rispose.
"E hanno funzionato?" chiese Tony.
"Si. Ma io non le voglio le medicine, mai più" disse decisa.
"Ma ti faranno stare meglio" le spiegò Tony.
"Sono cattive" rispose.

Tony sorrise nel sentirla difendere la sua idea sulle medicine.
Finì di cambiarla e la sdraiò nel letto.

"Sicura che vuoi fare la nanna ora?" le domandò.
"Si. Ma io non voglio stare qui da sola. Ziva mi ha fatto stare con lei stanotte" disse.
"Ok... Allora andiamo sul divano, potrai dormire in braccio a me se vuoi" le rispose Tony.
"In braccio a te, si!" disse felice.

Tony la prese e portò con sé anche una coperta, non voleva che Anja prendesse freddo.
Si sedettero sul divano e lui lasciò che Anja si sistemasse come preferiva, prima di coprirla.

"Il ciuccio" chiese indicandolo.
"Eccolo, principessa. Le serve altro?" le disse facendola sorridere.
"Le coccole come fa Ziva" rispose.
"Io faccio le coccole alla Anthony DiNozzo... Vanno bene uguale?" le chiese.
"Basta che mi fai le coccole" rispose semplicemente.
"Chiudi gli occhietti, Anja" disse ridacchiando.

Le accarezzò il volto e i capelli finché la bambina non crollò addormentata.
Pochi minuti dopo il suo telefono squillò e lui rispose velocemente per evitare che Anja si svegliasse.
Era Ziva che lo chiamava.

"Dimmi Zee" rispose sottovoce.
"Sono appena arrivata al lavoro, volevo sapere come stava Anja" disse.
"Dorme in braccio a me. È tranquilla" rispose.
"Bene. Gibbs invece l'ho già visto nervoso, probabilmente mi aspetta la paternale" disse sarcastica.
"Non lasciare che le sue parole ti colpiscano troppo. È solo che si deve adattare alla situazione" la rassicurò Tony.
"Lo so... Ora vado, dai un bacio ad Anja per me" concluse Ziva.

Sorprendentemente quando anche McGee arrivò in ufficio Gibbs impartì ordini per il lavoro ignorando la questione che doveva discutere con Ziva.
Ma lei già si immaginava che prima di uscire dall'ufficio qualcosa le avrebbe detto.

Non fu facile per Ziva affrontare i dettagli del caso senza Tony al suo fianco.
Discutevano del fatto che Silas sarebbe andato alla ricerca di Anja per ottenere quello che voleva.
Che, apparentemente, era da solo in questa missione, ma la stava svolgendo piuttosto bene visto che era persino riuscito a trovare il nascondiglio in Canada.

"Io e Tony riusciremo a proteggerla" disse Ziva forse più per convincere sé stessa.
"Ma sarebbe meglio trovare Silas subito ed evitare che le si avvicini, per sicurezza" aggiunse.
"È quello che stiamo facendo" commentò Gibbs.
"Secondo te è già qui?" chiese Ziva.
"Se vi ha trovati in Canada, penso di sì. Ma noi non dobbiamo dare a vedere che sappiamo che con grande probabilità ci spia. Fingiamo che vada tutto bene e prendiamolo impreparato" rispose Gibbs.
"Come possiamo fingere che tutto vada bene se a rischiare è Anja!" gridò Ziva arrabbiata.
"Hey! Fingiamo solo con lui in realtà siamo attenti e stiamo indagando" rispose.
"Non alterarti così e ragiona, Ziva" aggiunse riprendendola.

Ziva respirò a fondo rendendosi conto che Gibbs aveva ragione.

"È che sono preoccupata. Già Anja non sta tanto bene, in più questo. Non voglio che si spaventi" confessò.
"Sono sicuro che lo prenderemo prima che raggiunga Anja" la rassicurò McGee.
"E poi Tony è con lei ora, giusto? È al sicuro" aggiunse Gibbs.
"Ora rimettetevi al lavoro" concluse.

Passarono la mattinata impegnandosi nella ricerca di Silas.
Cercavano di capire dove fosse andato dopo essere stato in Canada, ma non aveva lasciato tracce all'apparenza.
Ci sarebbe voluto un po' di tempo e nulla toglieva che Silas si sarebbe tradito da solo uscendo allo scoperto.

Poco dopo l'ora di pranzo Ziva rimase da sola in ufficio e fu in quel momento che Gibbs ne approfittò per parlarle.

"Ziver, prendiamo qualcosa da bere assieme" le disse.

Si alzò e lo seguì, sapeva che le avrebbe parlato riguardo la relazione con Tony. Aveva timore che andasse tutto male, ma scappare dai problemi non era da lei.

"Ziva, sai che odio quando le regole vengono infrante" iniziò lui.
"E odio ancora di più che me lo abbiate nascosto" aggiunse.
"Noi... Volevamo dirtelo, ma non volevamo creare problemi" rispose Ziva.

"Pensavo ti averti fatto capire che mentire e nascondere le cose non è una soluzione" commentò lui.
"Lo so bene, Gibbs" rispose.
"Ciò non toglie che pensavo di comportarmi nel modo giusto" aggiunse.
"Però non devi aver pensato molto alle conseguenze. Per esempio ad Anja" le rispose.
"In realtà non avrebbe dovuto saperlo nemmeno lei, ma Tony era sempre da noi è dovevamo dirglielo" spiegò.
"Ancora segreti, io non ti capisco. Tutti questi anni qui non ti hanno insegnato nulla?" le chiese.

Stava insinuando che lei non fosse cambiata, e Ziva la prese a male.

"Ok. Puoi dirmi che sono una delusione e che non sono cambiata, che sono sempre la fredda assassina che pensa solo a sé. Perché è vero. Per una volta nella mia vita ho pensato a me e al mio bene. Io lo amo e voglio essere felice e non lascerò che una regola o tu mi mettiate il bastone tra le ruote" disse Ziva convinta.
"È la mia possibilità. La prima vera che abbia mai avuto, non me la farò sfuggire. Puoi anche licenziarmi se vuoi" aggiunse.

A quel punto Gibbs non poté fare altro che rimanere in silenzio e accettare la cosa, anche se non era del tutto convinto.
Sapeva quanto Ziva avesse sofferto nella sua vita e non voleva essere la causa di altro dolore.

"Ok" disse semplicemente.

Ziva lo guardò interrogativa.

"State insieme, ma che la cosa al lavoro non si noti. O mi arrabbio sul serio" aggiunse.
"E Ziva, non mi hai deluso" concluse dandole un bacio sulla fronte e andando via.

Nel frattempo, a casa, Anja si era svegliata e Tony stava cercando di capire come stesse.

"Anja, allora hai fatto un buon riposino?" chiese lui.

La bambina annuì ancora assonnata mentre con la mano giocava con il taschino del completo di Tony.

"Che cosa vorresti fare ora?" le domandò.
"Non lo so. Andiamo a giocare al parco?" rispose.
"Non penso sia una buona idea. Hai la febbre e male al pancino, non ti divertiresti molto" disse Tony.
"Allora mi leggi un libro" rispose Anja.
"Ok, cerchiamo e uno divertente" disse Tony alzandosi e andando a prenderne un paio.

Si ritrovarono a leggere tutti i libri che c'erano in casa. Anja si divertiva e sembrava non avere voglia di fare molto altro.

"Tony" disse Anja ad un certo punto con voce tremante.

Interruppe la lettura e guardò la bambina in faccia vedendo le lacrime che stavano per uscirle dagli occhi.
Appoggiò il libro sul divano di fianco a lui e la fece voltare.

"Patatina, non ti senti bene?" le chiese preoccupato.
"No. Voglio Ziva" rispose tirando su con il naso.
"Tornerà a casa presto. Dopo che hai mangiato la pappa fai un riposino e vedrai che quando ti svegli lei è qui" la rassicurò Tony.
"Ma io la volevo ora" insistette Anja.
"Ora sta lavorando" le spiegò lui.

Anja non rispose, si limitò ad abbracciarlo con il volto deluso.
Tony si alzò e prese il telefono che aveva lasciato sul tavolo.

"Però sai cosa possiamo fare? La chiamiamo e la salutiamo" le propose.
"Posso chiamarla io?" chiese Anja.
"Certo, ti faccio il numero" le disse dandole il telefono.

Anja sentì il telefono squillare e poi la voce di Ziva.

"Ciao" disse felice.
"Anja, piccolina. Che bella sorpresa" rispose Ziva contenta di sentire la voce della bambina.
"Cosa stai facendo?" aggiunse.
"Sto in braccio a Tony e lui mi legge i libri" rispose.
"Scommetto che ti stai divertendo molto" disse Ziva.
"Si, però voglio che torni a casa" rispose cambiando tono della voce.
"Torno presto" la rassicurò.
"Ma presto quando?" chiese la bambina che riprendeva ad agitarsi.
"Vedrai che quando ti svegli dal riposino io sarò lì" le disse.
"Me lo ha detto anche Tony" rispose Anja guardandolo.
"Ah si? Beh, ha ragione" commentò Ziva.
"Puoi farmi parlare con lui ora?" aggiunse.

Anja diede il telefono a Tony sistemandosi meglio tra le sue braccia mentre lui parlava con Ziva.
Finita la chiamata Tony propose ad Anja di vedere un film. Aveva paura che si stesse annoiando a leggere tutti quei libri e magari un film l'avrebbe tenuta occupata per più tempo.

Scelsero un cartone animato e si misero di nuovo comodi sul divano per vederlo.
Passarono il resto della mattinata così, guardando il film e commentando.
In realtà Anja commentava ogni scena del cartone animato visto che lo aveva già guardato tante volte e lo ricordava praticamente a memoria.

Anja rimase a finire il suo film sul divano mentre Tony preparava il pranzo.
Aveva paura che si sarebbe rifiutata di mangiare così, sotto consiglio di Ziva, le preparò una minestrina leggera sperando che facesse poche storie.
E fortunatamente Anja mangiò il pranzo. Non sembrava averne troppa voglia ma lasciò che Tony la imboccasse e riuscì a finire tutto.

"Vuoi anche uno dei tuoi buoni biscotti che sciogliamo nel latte, come dessert?" le disse ridendo in modo da invogliarla.
"No no. Ho già la pancia piena" rispose subito Anja.
"Ok. Se cambi idea chiedi, puoi avere tutti i biscotti che vuoi" le disse.

Anja annuì.

"Mi prendi in braccio ora?" chiese.
"Vieni" le disse prendendola.
"Va tutto bene?" aggiunse.

Poi vide Anja stroppicciarsi gli occhi e sbadigliare e intuì che forse aveva voglia di dormire.
Senza chiederle nulla andò a prenderle il suo ciuccio e la tenne in braccio mentre sistemava in cucina.

Inizialmente Anja rimase sveglia, facendo qualche domanda di tanto in tanto. Poi chiuse gli occhi mentre con una mano giocava con l'orecchio di Tony.
Si rese conto che si era addormentata quando il suo respiro si fece leggermente più pesante.
Tony sorrise quando la mise nel suo lettino, sembrava così serena mentre dormiva.

Tornò in cucina a finire di sistemare e poi si sedette sul divano intenzionato a rilassarsi un po'.
Ma non trascorse molto tempo prima che Anja ricomparisse da lui.

"Tony" disse camminando verso il divano.
"Che ci fai sveglia?" le chiese lui.
"Devo andare al bagno" disse indicandosi la pancia.
"Andiamo" rispose prendendola in braccio e portandola in bagno.

Una volta usciti la prima cosa che Tony fece fu misurare la febbre alla bambina e notando che si era alzata rispetto all'ultima volta che l'aveva misurata decise che era il caso di darle le medicine.

La mise seduta sul divano e preparò le gocce che Ziva gli aveva detto di darle, ma non appena Anja le vide si agitò.

"No non le prendo quelle" disse lei decisa.
"Ma ti faranno stare meglio" disse lui.

Era preoccupato, oltre che quelle per la febbre avrebbe dovuto darle anche quelle per la pancia e lei non collaborava.

"Ma io non le voglio! Buttale via!" gridò Anja arrabbiata.
"Non si può amore. Hai la febbre alta e se non le prendi diventa ancora più alta e non potrai più andare a scuola a giocare con gli altri bambini" provò a convincerla lui.
"Ho detto no!" gridò ancora nascondendo la testa tra i cuscini del divano mentre piangeva.

Tony appoggiò le gocce sul tavolo e interruppe i suoi tentativi per un attimo.
Prese in braccio Anja e la fece sedere sulle sue gambe.

"Patatina, perché non vuoi queste gocce magiche che ti fanno guarire?" le domandò.
"Perché hanno un sapore cattivo" si lamentò.
"Non mi piacciono le medicine, Tony" aggiunse mentre lo abbracciava.

Tony si alzò dal divano e la cullò un po' cercando di farla smettere di piangere. Nel frattempo provò a trovare una soluzione a questo problema, doveva inventarsi qualcosa perché Anja era davvero molto calda e agitarsi non l'aiutava.
Quando la bambina finalmente smise di piangere, Tony prese le gocce e andò in cucina. La mise seduta sul bancone e tirò fuori dal frigorifero del succo di frutta.

"Cosa fai?" chiese Anja asciugandosi gli occhi con la manica del pigiama.
"Facciamo un esperimento" rispose.

Poi prese un cucchiaio e lo riempì con del succo.

"Bevilo e dimmi se ti piace" disse.
"Si" rispose la bambina dopo aver bevuto.
"Ora lo facciamo di nuovo, ma in mezzo al succo mettiamo le gocce" le spiegò.
"No" rispose scuotendo la testa.
"Ti prometto che sentirai solo il sapere del succo" disse lui.
"E se ti sbagli?" chiese lei.
"Se mi sono sbagliato cercherò un'altra soluzione" le promise.
"Dai fammi felice e prova" aggiunse cercando di convincerla.

Alla fine Anja accettò anche se un po' riluttante.
Prese in bocca il succo con le gocce in mezzo e lo mandò giù mentre fissava Tony.

"Allora, è tanto cattivo?" le chiese.
"Sa di succo" rispose Anja piacevolmente sorpresa.
"Per fortuna! Sono gocce magiche allora, in mezzo al succo spariscono" commentò lui sorridendo.
"Prendiamo anche quelle per la pancia, ora?" aggiunse.
"Però poi basta" rispose lei.

Anche se il sapore non si sentiva, era l'idea di prendere delle medicine che non la convinceva.
E così fu, Tony le diede le altre gocce e tutto finì in un'attimo.

Passato il momento di crisi Tony doveva trovare qualcosa da farle fare, ormai di dormire non se ne parlava più.

"Mentre aspettiamo che Ziva torni, cosa ne pensi di fare un bel disegno?" le domandò.
"Tu disegni con me? Facciamo un disegno per Ziva?" rispose lei.
"Mi sembra un ottima idea" commentò lui.

Si sedettero entrambi al tavolo della cucina e Tony aiuto Anja.
Con il passare del tempo Tony si accorse che Anja stava meglio, le medicine stavano funzionando. Era più sorridente e serena e in più si rese conto che era meno calda.

"Tony, non mi fa più male la pancia. Mi dai il gelato?" chiese lei.
"Oh, cucciola. Il gelato non posso dartelo, però puoi avere dei biscotti" rispose ridendo.
"Va bene" accettò Anja.

Dopo aver mangiato i suoi biscotti, Anja era pronta a giocare.

"Giochiamo a nascondino!" disse felice.
"Io mi nascondo e tu mi trovi" aggiunse correndo via.

Passarono così quasi un'ora durante la quale Tony finse di non vedere dove si nascondeva Anja.

"Questa volta ti ho trovata!" gridò prendendola in braccio e facendola ridere.
"Ma tutte le altre no, perché io sono troppo brava a nascondermi" disse.
"Troppo brava eh? Io sono troppo bravo a fare il solletico invece" rispose mettendola sdraiata sul divano e facendola morire dalle risate.

Proprio in quel momento Ziva rientrò in casa e li vide mentre ridevano e si divertivano.
Non interruppe il momento ma si fermò a guardarli. Tony era al cento per cento papà in quel momento e le si sciolse il cuore.
Inoltre fu felice di notare che Anja stava meglio.

"C'è una festa e non sono invitata?" chiese Ziva per attirare l'attenzione.
"Ziva!" gridò felice Anja nel vederla mentre si liberava da Tony e le correva incontro.
"Amore mio, come stai?" le domandò abbracciandola.
"Bene. Noi giocavamo a nascondino" rispose sorridendo.

"Ha ancora un po' di febbre, ma è più bassa. E il male alla pancia è andato via" spiegò Tony andando a dare un bacio a Ziva.
"Grazie per oggi" gli disse.
"Figurati, ci siamo divertiti tanto" rispose guardando Anja.

Cenarono assieme e poi Ziva mise a letto Anja. Nonostante stesse molto meglio la sera la febbre si alzò un po' e dovette darle le medicine, ma con il metodo di Tony tutto andò liscio come l'olio.
Anja si addormentò subito, così Tony e Ziva ebbero un po' di tempo per loro.

Erano seduti sul divano, con le luci soffuse e si erano persi a coccolarsi a vicenda.

"Gibbs oggi mi ha detto che accetta la nostra relazione. Anche se ho capito che non approva del tutto" gli disse.
"Questa è una cosa buona" rispose Tony baciandola.
"Molto buona" commentò lei.

"Grazie ancora per Anja, le troverò una baby sitter comunque" disse lei.
"Mi ha fatto piacere passare la giornata con lei, è dolce. E sinceramente mi sono divertito" rispose.
"Ho notato. E ho anche notato come sei stato bravo con le medicine, stanotte è stata una tragedia per me" disse Ziva.
"Era iniziata in tragedia anche per me, poi mi sono ingegnato un po'" commentò orgoglioso del suo successo.

Ziva prese a baciarlo con passione.

"Ieri sera ti avevo fatto una promessa che intendo mantenere. Pensi di ingegnarti anche con me, agente DiNozzo?" gli chiese maliziosa.
"Agente David, crede che io non abbia fantasia?" domandò Tony.
"Oh no. So che ne hai molta. Ma devi trovare qualche soluzione per non svegliare Anja" rispose.
"Tu potresti evitare di urlare per esempio" le disse.
"Anche tu se è per questo" ribatté lei.


Continuò a baciarle il collo mentre con una mano iniziava ad accarezzarle la pelle nuda della schiena.

"Cosa ne pensi della doccia?" le chiese.
"Penso sia la soluzione migliore. E poi al momento non ho voglia di discutere. Portami nella doccia, ora" gli disse.
"Ai suoi ordini" concluse prendendola in braccio e portandola in bagno senza smettere di baciarla.






Note dell'autrice:

E ritorna anche la storia del lunedì XD
Questa volta volevo un capitolo in cui Tony facesse molto il papà awwww <3
Diciamo che intendo arrivare ai 25 capitoli quindi ho ancora spazio... Perciò preparatevi a qualche capitolo family... Questa deve essere una storia non troppo angst, non voglio esagerare XD

Gibbs ora è un po' più sereno per la faccenda TIVA anche se ancora non è convinto al 100%, hanno per sempre infranto una delle sue regole XD ahahah

Per quanto riguarda il finale... Nell'altro capitolo Ziva aveva mandato in bianco Tony, quindi pensavo che qui fosse quasi d'obbligo un finale così XD AHAHHA

Detto ciò, buon iniziò settimana XD
A prestoooo

Baci, Meggie.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18

Anja era finalmente guarita, le ci erano voluti un paio di giorni per riprendersi ma a turno Tony e Ziva erano rimasti a casa con lei.
Dopo quell'esperienza Ziva si era ripromessa di cercare una brava baby sitter che potesse stare con lei in casi come questi.

Le giornate al lavoro scorrevano normali anche se c'era sempre un po' di tensione per la ricerca di Silas che al momento sembrava scomparso dalla faccia della terra.
Ma quel giorno iniziava il week end e questo voleva dire che potevano passare il tempo tutti e tre assieme.

"Piccolina... È ora di alzarsi, amore" le disse Ziva cercando di svegliarla.

La bambina aprì un occhio solo e guardò Ziva. Sorrise e si coprì la faccia con il lenzuolo.

"Fai la mummia?" scherzò Ziva.
"Facciamo ancora la nanna?" chiese Anja tornando a guardare Ziva.
"Ma sei proprio una dormigliona" commentò lei.
"Fammi un po' di spazio che mi sdraio con te" aggiunse.

Anja si spostò leggermente e lasciò che Ziva si mettesse sotto le coperte con lei. La bambina le si andò ad accoccolare addosso lasciando che Ziva le accarezzasse i capelli.

"Sai amore, dovremmo davvero alzarci. Sono sicura che Tony ci sta preparando un'ottima colazione" le disse.
"Ce la può portare qui nel lettino" rispose.
"Sarebbe gentile da parte sua... Ma poi non possiamo mangiare tutti assieme. E dopo colazione non hai voglia di fare qualcosa di speciale solo con noi?" le disse ancora.
"Qualcosa di speciale? Speciale come?" chiese subito interessata e molto più sveglia.

Ziva sorrise.

"Non lo so... Ne parliamo mentre facciamo colazione?" le propose.
"Ok, affare fatto" concluse la bambina.

A quel punto Ziva scese dal letto, prese in braccio Anja e la portò in bagno per sistemarla prima della colazione.
Arrivò in cucina con la bambina per mano, la quale corse immediatamente ad abbracciare Tony quando lo vide ai fornelli.

"Buon giorno, piccolo pancake" le disse dandole un bacio.
"Ziva ha detto che ci hai fatto la colazione e dobbiamo parlare di qualcosa di speciale che faremmo oggi" rispose Anja.
"Ha detto bene. Sedetevi a tavola che è tutto pronto" disse lui.

Tony presentò ad Anja un bel piatto di pancake con il cioccolato sopra mentre per lui e Ziva c'era il solito caffè e il solito tè con i biscotti.

"Allora cosa facciamo di speciale?" chiese Anja impaziente di sapere.
"Abbiamo in programma una gita" le disse Tony.
"Andiamo tutti a Philadelphia, per due giorni" aggiunse Ziva.
"Due giorni?" chiese Anja entusiasta.
"È come una vacanza allora?" aggiunse.

Ziva sorrise accarezzandole i capelli, era felice di vederla così eccitata solo all'idea.

"Esatto. Una vacanza breve, ma pur sempre una gita" le rispose.
"E dove si trova Philadellia?" chiese confusa.
"Philadelphia, pancake. È una città non molto lontana da noi, andremo con la macchina. E domani, quando ci alziamo andremo in un posto molto speciale. Ma è una sorpresa" le spiegò Tony.
"Io adoro le sorprese!" esclamò Anja euforica.

Finirono la colazione velocemente e poi andarono a preparare le valige. Ziva aveva già sistemato le sue cose sul letto di modo da poter preparare la valigia di Anja mentre Tony sistemava la loro.

Per prima cosa vestì la bambina con vestiti comodi e caldi, non era per nulla caldo fuori e non voleva farla ammalare ancora.
Poi prese fuori una piccola valigia, che aveva comprato per l'occasione, da riempire con le cose della bambina.

"Allora, mi vuoi aiutare a scegliere qualche bel vestito da portarci dietro?" chiese cercando di coinvolgere Anja.
"Si! È mia quella?" disse indicando la valigia.
"Certo. Rosa con i fiorellini, ho scelto bene?" rispose Ziva.
"Mi piace tanto" disse Anja avvicinandosi per vederla bene.

"Allora è proprio il caso di riempirla" commentò Ziva.
"Vieni con me che guardiamo dentro l'armadio cosa possiamo prendere" aggiunse.

Anja guardò tutti i suoi vestiti e ne indicò alcuni che le avrebbe fatto piacere portare.
A parte uno che era troppo leggero, Ziva prese tutto quello che Anja le aveva indicato.

"Ora aggiungiamo mutandine e calzini e tutto il necessario per lavarci e siamo pronte" spiegò Ziva.
"Mettiamo anche il pigiamino?" chiese Anja.
"L'ho già messo, altrimenti come fai a fare la nanna?" rispose lei.
"Posso portare anche il mio orsacchiotto?" domandò ancora la bambina.
"Certamente o sarà triste a rimanere a casa da solo, non credi?" rispose Ziva.

Anja salì sul letto e prese il suo orsacchiotto abbracciandolo forte.

"Gli piacerà tanto andare in vacanza" commentò.
"Lo sai che io non sono mai andata in vacanza? Mai mai" aggiunse.
"Oh, questa é la prima volta? Sei emozionata, amore?" le chiese sedendosi sul letto accanto a lei.

Si rese conto di quante cose Monique non avesse fatto in tempo a fare con sua figlia, prima di morire.
Anja era così piccola ancora, avevano passato poco tempo assieme.

"Sono tanto felice. Un mio amico a scuola ha detto che è stato in vacanza e che si è divertito tantissimo" rispose.
"Ziva... Grazie che mi portate in vacanza" aggiunse salendo in braccio alla ragazza e stringendola.
"Di nulla, tesorino. Chiudiamo questa vaglia e andiamo a vedere come se la cava Tony?" rispose.

Anja annuì e dopo aver sistemato tutto in camera e aver portato la valigia nel soggiorno, andarono in camera da Tony.
Anche lui stava chiudendo la valigia.

"Allora le mie ragazze sono pronte a partire?" chiese andandogli incontro e dando un bacio ad Anja.
"Io sono super pronta" esclamò la bambina.
"Allora, non perdiamo altro tempo e partiamo" concluse lui.

Caricarono le valigie in macchina e sistemarono Anja sul suo seggiolino, prima di mettere in moto e partire.

"Tra quanto arriviamo?" chiese Anja nemmeno mezz'ora dopo che erano partiti.

Tony ridacchiò, sapeva che i bambini facevano così. Ma sentirselo chiedere era ancora più bello.

"Abbiamo ancora più di due ore di viaggio, ci vorrà un po'..." le rispose.
"Io vorrei arrivare adesso" disse lei poco prima di sbadigliare.

"Anja, la macchina ti sta facendo venire la nanna?" le domandò Ziva.
"No" rispose mettendosi a guardare fuori dal finestrino.
"Se vuoi puoi dormire un po', sai?" le disse lei.
"Non sono stanca" ripeté.

"Tra poco si addormenta" bisbigliò Ziva a Tony.
"Mi sa di si" commentò lui.

Passò dieci minuti a fissare il paesaggio fuori dal finestrino e a parlare con il suo orsacchiotto, prima di addormentarsi come aveva previsto Ziva.

Quando arrivarono davanti all'hotel che Tony aveva prenotato, Anja dormiva ancora.
Ziva le slacciò la cintura del seggiolino mentre la svegliava.

"Anja, tesoro siamo arrivati" le disse.

Non appena sentì quelle parole la bambina spalancò gli occhi.

"Già arrivati? Tony hai guidato velocissimo" rispose.
"Certo, sono un pilota di formula uno io" commentò.
"Se avessi guidato io saremmo arrivati qui ancora più velocemente" disse Ziva.
"E con il mal di stomaco" aggiunse Tony.

"Qui è dove dormiamo stanotte?" chiese vedendo l'albergo.
"Esatto, andiamo a vedere la nostra stanza" disse Ziva prendendo Anja per mano ed entrando insieme a Tony.

Una volta entrati Anja si rese conto che in quella camera c'erano due letti, uno grande per Tony e Ziva e uno piccolo per lei.

"Facciamo la nanna assieme?" chiese sorridendo.
"Non sarò in una stanza da sola come a casa" aggiunse.
"No piccola, questa non è casa. È una albergo e dormiamo assieme" rispose Ziva.
"Si! Stiamo tutti assieme" esclamò felice buttandosi sul suo lettino.

"Però ora lasciamo qui le valigie e ansiamo a fare una bella passeggiata in città, cosa ne pensate?" chiese Tony.
"È un'idea perfetta" rispose Ziva.
"Io devo andare a fare la pipì prima" disse Anja alzandosi in piedi andando verso Ziva.

Usciti dall'Hotel andarono in centro città e Anja rimase subito colpita dalla quantità di gente e negozi.
Tuttavia era l'ora di pranzo e iniziava ad avere fame.

"Tony, tu non hai fame?" gli chiese.
"Io ho sempre fame, piccolo pancake" commentò lui.
"Perché io ho fame. La mia pancia è vuota" disse Anja.

Ziva ridacchiò guardando Tony.

"Mangiamo la pappa?" aggiunse speranzosa.
"Ora troviamo un ristorante e pranziamo" le disse Ziva.
"Io voglio gli spaghetti" rispose subito la bambina.

"E allora vada per un ristorante italiano" disse Tony indicando un luogo poco lontano da loro.

Erano tutti molto affamati quindi furono felici quando il cameriere portò subito i piatti che aveva chiesto.
Anja volle anche prendere il dolce, così Tony decise di prendere una fetta di torta al cioccolato in due sapendo benissimo che la bambina non lo avrebbe finito.

"È piena ora la tua pancia, Anja?" le chiese Ziva pulendole la bocca.
"Si, piena che tra poco esplode" rispose.
"Andiamo in bagno a lavare le mani mentre Tony paga?" le disse Ziva.
"Così togliamo la cioccolata dalle dita" commentò Anja.
"E io intanto pago, cosa sono il vostro schiavo?" disse Tony scherzando.
"No sei più come una banca" rispose Anja seria facendo scoppiare a ridere Ziva.

Anche Tony rise, Anja era così dolce e simpatica e tutto quello che diceva era detto con innocenza.
Passarono tutto il pomeriggio in giro per la città, guardando monumenti e parchi. Si fermarono per far giocare Anja con altri bambini ad un parco mentre loro la osservavano da una panchina.

"Avresti mai pensato che avere una bambina fosse così bello?" disse Ziva improvvisamente.
"Io fino a sei mesi fa nemmeno pensavo che saremmo riusciti a metterci insieme, figuriamoci ad una bambina" commentò Tony.
"Ma concordo con te, è bellissimo. Anja è adorabile" aggiunse.

"Mi sento in colpa, adesso" disse Ziva.
"E per cosa?" chiese Tony confuso.
"Perché sono così felice di averla con me che non la darei indietro per nulla la mondo. Ma per averla Monique è morta..." spiegò.
"Zee... Ti rendi conto che quello che dici non ha senso? Non è colpa tua se Monique è morta" le disse.
"Ma tu ti senti in colpa perché pensi di dover essere sempre triste per quello che è successo?" aggiunse.
"Non lo so... So solo che sono felice come non mai, ma la mia migliore amica è morta e sua figlia è orfana" disse.
"Non è orfana ha te. E anche me adesso. E per Monique, stai facendo quello che ti ha chiesto" rispose lui dandole un bacio.

"Ziva" urlò Anja correndo verso di lei.
"Ho raccolto un fiorellino per te" aggiunse.
"Grazie. È molto bello" le disse sorridendole.
"Tony" disse rivolgendosi a lui.
"Vieni a spingermi sull'altalena?" chiese.
"Andiamo" le disse prendendola e mettendola seduta sulle sue spalle.

Ziva non riuscì a resistere e scattò una foto, Tony in versione papà era troppo dolce e doveva immortalare il momento.
Dopo aver passato tutto il pomeriggio fuori e avere cenato con una buona pizza, decisero di concludere la giornata con una breve passeggiata e tornare in albergo.
Anja era piuttosto stanca e anche loro si riposavano volentieri.

"Io il bagnetto non lo voglio fare" disse scocciata.
"So che sei stanca ma a letto sporca non puoi andare" commentò Ziva mentre prendeva le cose pulite e il pigiama da metterle dopo il bagno.
"Lo facciamo domani mattina" provò a contrattare la bambina.
"No, domani non abbiamo tempo. C'è la sorpresa ricordi?" le spiegò Tony.
"Uffa" disse incrociando le braccia e facendo la faccia scura.

Ziva ridacchiò e la prese per mano.

"Forza, andiamo che faccio la schiuma come piace a te. Sono sicura che dopo non vorrai più uscire" concluse lei.

Anja la seguì poco convinta, ma una volta dentro l'acqua calda fu difficile farla uscire.
Giocarono a lungo con la schiuma e Anja provò anche a lavarsi i capelli da sola.

Quando uscirono dal bagno, andò Tony a lavarsi.
Ziva sapeva che Anja si sarebbe addormentata in fretta e voleva restare con lei.
La mise nel suo lettino e si sedette di fianco a lei.

"Allora, pronta per la nanna?" le chiese.
"Si" disse poco convinta.
"Qualcosa non va, amore?" domandò Ziva capendo che Anja aveva qualche dubbio.
"Mi posso addormentare in braccio a te?" chiese.

Si misero davanti alla finestra dalla quale si vedevano le luci di tutta la città, Anja si appoggiò a Ziva e lasciò che la cullasse.

"Chiudi gli occhietti ora e fai la nanna" le disse Ziva.
"Dopo mi metti nel lettino?" chiese.
"Si, ma non ti preoccupare sono vicina a te" le rispose.
"Anche Tony?" domandò.
"Certo. Se ti svegli e hai paura chiamami e ti facciamo dormire nel lettone con noi" le disse.
"Ma ora metti il ciuccio in bocca e dormi" aggiunse.

Anja obbedì e ci volle veramente poco prima che si addormentasse.
Quando Tony uscì dal bagno trovò Ziva ancora in piedi a coccolare la bambina già addormentata.

"Ho fatto, è il tuo turno" disse Tony sottovoce.
"Ok, la prendi tu? Tienila un po' in braccio era preoccupata di dormire nel lettino da sola" rispose.
"Certo" disse Tony prendendo il posto di Ziva.

Anja non si svegliò, anzi sembro gradire stare tra le braccia di Tony.
Lui rimase in piedi accarezzandole i capelli e la schiena per altri dieci minuti prima di metterla sotto le coperte con il suo orsacchiotto.

Quando Ziva tornò dal bagno trovò Tony già nel letto che l'aspettava.

"Vieni che faccio le coccole anche a te ora" le disse.
"Senza fare troppo rumore" commentò lei.
"Hey, per chi mi hai preso? Solo qualche bacio per farti addormentare" rispose.

Ma quando Ziva si appoggiò a Tony ci mise meno di un minuto per prendere sonno. Era troppo stanca anche per i baci.
Tutta la notte passò tranquilla, Anja non si svegliò e rimase nel suo letto. E il mattino seguente si svegliò senza fare storie perché sapeva che c'era in progetto una sorpresa per lei.

"Allora mi dite della mia sorpresa?" chiese impaziente.
"Va bene. Oggi ti portiamo in un posto speciale. È un museo ma tu potrai fare tutti i giochi che vuoi e toccare tutto quello che vuoi" le spiegò Ziva.
"È come un parco giochi allora?" domandò entusiasta.
"Una specie, ma è al chiuso e ci sono giochi e cose che non hai mai visto" le disse Tony.
"E io posso toccare tutto" aggiunse Anja.
"Si e correre ovunque facendoci impazzire" disse Ziva.

Anja sorrise.

"Allora cosa aspettiamo, andiamo subito!" gridò felice.
"Magari prima mettiamo dei vestiti e facciamo colazione" le disse Ziva.
"Però veloce" rispose Anja.

Fecero il più veloce possibile perché Anja non stava più nella pelle. Voleva arrivare là e divertirsi.
Non appena entrati Anja rimase senza parole, era tutto così grande e colorato e tutti i bambini sembravano divertirsi.

"Io voglio provare tutto" disse guardando Ziva.
"Siamo qui per questo. Però non allontanarti troppo o rischi di perderti, ok?" rispose lei.
"Faccio la brava" promise Anja.

La prima cosa che Anja provò era un piccolo centro commerciale fatto su misura per i bambini. Si poteva fare davvero la spesa e c'erano anche delle piccole casse in cui pagare la spesa.
Mostrò orgogliosa a Ziva quanto fosse brava a comprare da sola tutte le cose e a pagarle.

Poi corse nel piccolo villaggio di Alice nel Paese delle Meraviglie, saltando nella tana del coniglio e bevendo un tè con tutti i personaggi.
Fu nella sala della musica in cui anche Tony andò a divertirsi con Anja. C'era un enorme pianoforte sul pavimento e ci si poteva camminare sopra facendolo suonare.

Anja e Tony iniziarono a correrci sopra facendolo suonare come non mai. Ziva decise di fare un video per immortalare il momento prima di unirsi a loro e far divertire ancora di più Anja.

Prima di concludere la loro vista e aver visto ogni sala e giocato con ogni cosa, passarono nella stanza dove era rappresentato l'intero corpo umano.
C'erano tutti gli organi in dimensioni giganti e Anja passò molto tempo a fare domande.

"Quello è il cervello?" chiese avvicinandosi all'enorme rappresentazione e toccandola.
"Si. E quando pensi a qualcosa tutte le tue idee sono lì" rispose.
"Sembra una noce. Però più grande" commentò la bambina.
"È vero. Ma alcuni, come Tony, lo hanno grande proprio come una noce" scherzò Ziva.

Anja rise come una matta e guardarono entrambe Tony che al momento si fingeva offeso.

"Ci sono due belle ragazze che stasera non vogliono la cena" commentò lui.
"No! Tony il tuo cervello è tanto grande, davvero" disse Anja preoccupata.
"Già meglio pancake. E ora dammi un bacio per farti perdonare" le rispose.

Dopo aver finito di visitare il museo ripresero la macchina e si avviarono verso casa. Il giorno dopo dovevano lavorare e Anja doveva andare a scuola, non potevano arrivare troppo tardi.
Mangiarono durante il viaggio fermandosi ad una tavola calda lungo la strada e Anja si addormentò in macchina.
Ma questa volta Ziva non la sveglio, la prese in braccio e facendo attenzione la portò in casa.

"Ora le metto il pigiama e la lascio nel suo letto. Torno subito" disse a Tony.

Ziva la cambiò molto delicatamente in modo che non si svegliasse. Un po' non voleva rovinare in sonno, un po' voleva del tempo da sola con Tony.
Si assicurò che fosse tranquilla nel suo lettino prima di socchiudere la porta e andare Tony.
Lui là stava aspettando in camera e nel frattempo disfaceva la valigia.

"Eccoti, occhioni belli. Tutto bene Anja?" chiese.
"Dorme tranquilla. L'abbiamo stancata tanto in questi due giorni" rispose.
"E tu? Sei stanca? O vuoi un po' di coccole prima della nanna?" le domandò Tony.
"Non sono mai stanca per quelle. Però prima mi metto il pigiama e mi lavo i denti, perché ho intenzione di addormentarmi tra le tue braccia, sederino peloso" concluse lei.

Si prepararono entrambi per dormire e si misero sotto le calde coperte. Tony abbracciò Ziva e la strinse a sé.

"Hai i piedi gelati, Ziva" le disse.
"Non è colpa mia se qui si gela. In Israele non avevo mai i piedi gelati" si lamentò.
"Non ti preoccupare, te li scaldo io" rispose.
"Hai passato un bel week end?" aggiunse.
"Stupendo. E tu? Ti sei divertito?" chiese lei.
"Tanto. Passare il tempo con voi è semplicemente magnifico" commentò.

Mentre parlavano lui iniziò ad accarezzarle la schiena lentamente, le faceva venire sonno quel gesto e lui voleva che si addormentasse serena.

"Anja ti adora e credimi, sei perfetto come padre. Ti comporti come se fosse stata sempre con te" gli disse.
"Tu fai la stessa cosa, lo sai? E mi fa sorridere come lei cerchi di assomigliare a te" rispose.

Ziva si sistemò meglio su Tony e con una mano iniziò ad accarezzargli il petto

"Non mi ero mai immaginata come madre, ma ora adoro esserlo. E adoro ancora di più che stiamo insieme e siamo coinvolti in questo come coppia" disse lei.
"Non so cosa farei senza di te, Tony" aggiunse.
"Sono indispensabile" commentò ridacchiando.
"Ma a parte gli scherzi, te la caveresti benissimo" aggiunse.
"Ma non bene come ora. E sopratutto non sarei felice come adesso. Anche se tu non te ne accorgi, quando mi sento insicura, mi basta che tu mi guardi e io so cosa fare" disse lei.

Tony rimase in silenzio limitandosi ad abbracciarla più forte.
Gli aveva detto una cosa bellissima e lui era molto colpito dalle sue parole, voleva dire che lo reputava davvero importante.

"Nonostante stiamo assieme da poco non posso pensare alla mia vita senza di te. Sto troppo bene così" le disse.
"Anche io... E anche ora sto davvero bene con te che mi coccoli" rispose Ziva.
"E dalla tua voce mi sembra che ti stia anche venendo sonno, piccola Ninja" disse Tony.
"Solo un po'... Ma non ti fermare" gli rispose.
"Ok, continuo" disse.

"Non voglio andare al lavoro domani" si lamentò Ziva.
"Si sta troppo bene a casa con voi" aggiunse.
"Lo so, ma Gibbs ci uccide se non ci presentiamo" rispose Tony.
"Voglio che sia il week end di nuovo" disse lei.
"Anche io. Il prossimo week end potremmo andare a pattinare sul ghiaccio, sono sicuro che ad Anja piacerebbe. E magari ci beviamo una cioccolata calda in quel bar di fronte alla pista" iniziò Tony.
"Oppure potremmo organizzarci e portare Anja in qualche altra città, visto che la vacanza le è piaciuta tanto. Che dici?" aggiunse.

Ma Ziva non rispose, si era addormentata. Tra le carezze e la voce di Tony non era più riuscita a tenere gli occhi aperti.
Sorrise vedendola dormire su di lui. Spense la luce che aveva sul comodino per dormire anche lui.

"Buona notte, Ninja" disse prima di chiudere gli occhi.








Note dell'autrice:

Capitolo family... Perché ero in vena AHHAHAHAHA XD
Ci stava un bel weekend in cui erano solo loro tre e tutto andava bene. Ormai, nonostante le difficoltà, sono una famiglia quindi è giusto che abbiano del tempo da passare assieme.

Per la cronaca il museo di cui paro esiste davvero a Philadelphia e ora ho voglia di vederlo anche io XD

Non ho molto altro da dirvi, se non che ero vi sia piaciuto.
A mercoledì con il capitolo della storia per cui non mi odiate più così tanto XD

Baci, Meggie. 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19

"Allora ci vediamo oggi pomeriggio, Anja" disse Ziva lasciando la bambina a scuola.
"E poi cosa facciamo? Giochi insieme a me?" le chiese.
"Ma certo, troveremo qualcosa di super divertente da fare" rispose.
"E Tony? Viene anche lui?" domandò ancora.
"Lui arriva più tardi, come al solito" le spiegò.

Anja annuì, soddisfatta dalle risposte di Ziva.

"Adesso vado, amore. Divertiti" concluse Ziva dandole un bacio.

Quella mattina Tony era andato direttamente al lavoro, dopo essere passato da casa a prendere altre cose che gli servivano.
Stava praticamente vivendo a casa di Ziva e iniziava a portare molte delle sue cose là.
Quando Ziva arrivò in ufficio stavano già tutti lavorando tranquilli.

Avendo problemi nel fare progressi con il caso di Silas avevano deciso di occuparsi anche di altro.
Anche se a Ziva la cosa non piaceva troppo, non poteva che accettare la situazione. Era inutile perdere intere giornate girando a vuoto.

Tuttavia a metà mattinata qualcosa successe.
Avevano messo in giro la foto di Silas e apparentemente avevano ricevuto una segnalazione.

"Ragazzi... Stazione dei treni centrale, abbiamo una segnalazione" disse McGee quando il suo computer iniziò a suonare.
"Cosa?" rispose Ziva sorpresa.

Iniziava a perdere le speranze di trovarlo.

"Prendete le vostre cose, andiamo là" disse immediatamente Gibbs.
"Si capo" rispose Tony convinto.

Presero le loro cose e corsero alla macchina.
Erano eccitati e anche in parte spaventati. Sapevano che Silas era bravo, ma avevano voglia di prenderlo e farlo pagare per ciò che aveva fatto.

Per tutto il viaggio in macchina Ziva non disse una parola, era concentrata a pensare a quello che sarebbe potuto succedere e anche a come comportarsi nel momento in cui lo avrebbero trovato.
Il suo istinto sarebbe stato quello di andargli incontro e tagliargli la gola, ma decise che si
sarebbe comportata da vero agente dell'NCIS. Avrebbe fatto lavoro di squadra e lo avrebbero condannato.

Tony le prese la mano e la guardò.
Immaginava cosa stesse passando per la sua testa e voleva starle vicino. E in fondo anche lui non vedeva l'ora di concludere questa storia.

Arrivarono in stazione e corsero nel luogo della segnalazione me lì non c'era nessuno.
Guardarono vicino a quel punto, dentro un treno fermo e anche dentro i bagni. Ma di Silas non c'era l'ombra.
Ora dovevano capire se era una segnalazione falsa o Silas era già andato via dalla stazione.
Andarono nella postazione della sicurezza e chiesero di visionare i video delle telecamere. Li avrebbero portati all'NCIS e li avrebbero guardati per capire cosa fosse successo.

Ma Tony riuscì a vedere la delusione sul volto di Ziva, erano così vicini a risolvere la situazione e ora tutto era svanito.

"Amore, la prossima volta lo prendiamo" le disse una volta tornati in ufficio.
"Volevo che fosse oggi la volta giusta, Tony" si lamentò Ziva.

Tony prese Ziva per mano e la portò in bagno.
C'erano persone attorno a loro e voleva avere un po' di privacy per parlare con lei. Si chiusero dentro e Ziva si appoggiò con la schiena al lavandino.
Tony le si mise davanti e le prese la mano.

"Zee, analizzeremo i video e magari capiamo di più" la incoraggiò lui.
"Avrei preferito trovarlo lì, picchiarlo e arrestarlo" disse lei decisa.
"Quello anche io" rispose Tony sorridendo nel vedere quanto fosse scocciata.
"Però lo sai che non funziona sempre così. Alcuni si fanno prendere subito e altri richiedono più tempo. Ma alla fine li prendiamo sempre" aggiunse.

Ziva annuì sapendo che Tony aveva ragione.
Ma non era per nulla convinta, lei lo voleva in galera per sempre.

"Io voglio finire tutto questo. Sia per Anja che per me. Lo sai come è stressante aspettare mentre cerchi di fare giustizia per la tua amica?" rispose.
"Lo posso immaginare, Ziva" disse lui.
"E sono triste perché Monique era la mia migliore amica e sono sicura che lei, al mio posto, avrebbe già trovato l'assassino" aggiunse.
"No, questo non è vero. Non è colpa tua se Silas è bravo a nascondersi" le disse sinceramente.

Ziva si passò una mani sulla faccia e prese un bel respiro.

"Vorrei solo andare in vacanza finché questa storia sarà risolta" confessò.
"Occhioni belli..." bisbigliò lui abbracciandola.

Si accoccolò su di lui e lo strinse forte.

"E dimmi,dove ti piacerebbe andare?" le chiese.
"A Parigi, vorrei che mi riportassi là" rispose.
"Allora immaginati mentre camminiamo sotto la Tourre Eiffel, di notte mano nella mano" le disse accarezzandole i capelli.
"È una bella immagine" rispose più rilassata.
"E adesso immaginati mentre andiamo in camera e io ti spoglio" aggiunse lui.
"Sei il solito, Tony" disse Ziva dandogli un leggero pugno.
"Hey, io ti coccolo e tu mi picchi?" si lamentò.
"Continua le coccolo ma non pensare al sesso per un momento" rispose Ziva tornando ad abbracciarlo.

Uscirono dal bagno una volta che Ziva fu tranquilla e tornarono alle scrivanie dove Gibbs e Tim li aspettavano.

McGee stava visionando i filmati della telecamera e in effetti si vedeva un uomo che poteva essere Silas. Ci assomigliava molto e a meno che non fosse una grande coincidenza era lui.

"Comunque ora dobbiamo cambiare i nostri piani. Aspetteremo che sia lui a venire da noi o ogni volta che ci avviciniamo lui scapperà" disse Gibbs.
"Capo sei sicuro di questo?" chiese Tony non convinto.
"È giusto così" intervenì Ziva.

Non le piaceva la cosa, si rischiava che lui arrivasse ad Anja. Ma essendo realistici quello era l'unico modo per il momento.

"Saremmo molto cauti con Anja, voglio che uno di voi sia sempre con lei a meno che non sia a scuola" disse Gibbs.
"Lei sarà al sicuro" aggiunse.

Dopo essere stata a prendere Anja a scuola, le due tornarono a casa. Dovevano divertirsi insieme come le aveva promesso la mattina.

"Io voglio che mi fai i capelli con i ricci come i tuoi" disse Anja mentre facevano merenda.
"Come i miei?" domandò Ziva un po' preoccupata.

Non ne era capace. Sapeva fare le cose semplici, non arricciarle i capelli. Non si era mai posta il problema, visto che lei aveva i capelli così al naturale.

"Cosa ne pensi se andiamo dal parrucchiere domani? Ci facciamo lavare i capelli e te li faccio fare con i ricci come i miei" le propose.
"Davvero possiamo?" chiese entusiasta.
"Certamente. Andremo assieme per un pomeriggio tra ragazze. Ci faremo così belle che Tony dovrà portarci fuori a cena" rispose Ziva.
"Un giorno la mia mamma mi aveva portato dal parrucchiere. E lo sai perché? Aveva detto che i capelli per essere belli bisogna tagliarli ogni tanto" disse Anja.

Ziva sorrise.

"Aveva ragione. Allora io e te domani andremo a farci belle" rispose Ziva.
"Però adesso dobbiamo decidere cosa fare oggi pomeriggio" aggiunse.
"Facciamo il gioco che mi hai comprato l'altro giorno!" esclamò Anja.

Erano andare al supermercato e avevano comprato una scatola dentro la quale c'era il necessario per costruire delle piccole statuette con il gesso che poi si potevano dipingere con le tempere.
Ziva glielo aveva comperato dicendole che era una cosa che doveva fare con lei e Tony.

"Mi sembra un'ottima idea. Però prima di iniziare ti metto una vecchia maglietta di Tony addosso così non sporchi i vestiti" le disse.

Si sedettero al tavolo della cucina e Ziva si preoccupò di mettere una tovaglia in plastica in modo da non sporcare troppo.
Si sedette accanto ad Anja e insieme iniziarono a mischiare acqua e polvere di gesso e versare il liquido negli stampi.

"Facciamone più di uno, così intanto il primo di asciuga e lo possiamo colorare" disse Ziva.

Come previsto da Ziva, dopo cinque minuti Anja era sporca ovunque è ringrazio di averle messo addosso la vecchia maglietta di Tony.
Stavano versando un po' di liquido in uno stampo a forma di farfallina quando il campanello suonò.

"Tony è già tornato?" chiese Anja distraendosi e facendo cadere un po' di gesso sulla tavola.
"Non credo. Vado a vedere, tu fai attenzione a non sporcarti troppo amore" rispose Ziva.

Quando aprì la porta capì chi era.
Era l'assistente sociale che era già stata a trovarli tempo prima, le aveva detto che sarebbe ripassata per altri controlli di routine.

"Salve. Laura giusto?" disse Ziva ricordandosi dì lei.
"Esatto. Sono venuta a farvi una visita, spero sia un buon momento" rispose.
"Ma certo, entri pure. Solo non le do la mano perché sono piena di gesso, io e Anja stavamo creando delle statuine" le disse.
"Oh, sembra divertente" commentò lei.
"Anja lo trova molto divertente, venga siamo in salotto" rispose facendo strada.

"Patatina, ti ricordi di Laura?" disse Ziva entrando.

La bambina volse lo sguardo verso le due donne e fissò Laura.

"Si, sei la signora che è già venuta a trovarci" rispose.
"Esatto è tornata per fare due chiacchiere con noi. Perciò ora vieni che diamo una ripulita veloce" disse cercando di farla alzare dalla sedia.
"Ma no! Dobbiamo prima finire di mettere il liquido qui o si asciugherà" si lamentò la bambina.
"Finiremo dopo, tesoro" le rispose.

"Oh, no. Vi prego finite quello che stavate facendo. Io vi osservo, così imparo e poi lo faccio con la mia bambina" disse Laura che voleva vederle fare qualcosa assieme.
"Grazie" bisbigliò Ziva sorridendo.

Finirono di riempire gli ultimi due stampi con Anja che era al settimo cielo.
Si prese il tempo anche di spiegare a Laura come si faceva.

"Bene, ora togliamo la maglietta e ci laviamo le mani e la faccia velocemente che Laura è qui per noi" le disse portandola in bagno.

Ziva ripulì la bambina e la sistemò in modo da renderla presentabile.

"Ziva, non è venuta per portarmi via vero?" chiese Anja un po' preoccupata.
"No, amore mio. Ti ricordi l'ultima volta? Lei vuole solo vedere se tu stai bene qui con noi" le spiegò Ziva.
"Oh... Io sto benissimo con te e anche Tony" disse.
"E io sono molto felice di questo, lo andiamo a dire a Laura?" rispose Ziva.
"Si, perché io voglio stare sempre sempre con voi" disse Anja decisa.

Tornarono in salotto e Ziva fece accomodare Laura sul divano. Lasciò Anja con lei e andò a preparare un caffè.

"Sei cresciuta dall'ultima volta che ci siamo viste" le disse Laura.
"Perché mangio tanta pappa, Ziva è brava a cucinare" rispose Anja.
"Molto bene. E vedo che ti fa anche divertire molto" disse riferendosi a quello che stavano facendo prima che lei arrivasse.

Anja sorrise immediatamente.

"Io con Ziva mi diverto tanto e anche con Tony. Io voglio stare con loro per sempre" rispose convinta.
"Sono molto felice che ti piaccia stare qui" commentò Laura.

Le piaceva andare a fare i controlli in famiglie in cui si vedeva che i bambini stavano bene, come nel caso di Anja.
Ziva tornò poco dopo con due caffè e un succo di frutta per Anja.

"È alla pesca, come piace a te" le disse.
"Grazie, Ziva" rispose lei prendendo il succo.

Ziva le sistemò i capelli mentre beveva tranquilla dal suo bicchiere speciale. Era uno di quei bicchieri con il beccuccio in modo che Anja non facesse cadere il contenuto se si distraeva per un momento.
Dopo averle sistemato un ciuffo di capelli, Ziva la guardò sorridendo e le diede un bacio sulla fronte.

"Mi sembra che abbiamo una bambina tanto coccolata qui" disse Laura vedendo con che tenerezza Ziva si prendeva cura di lei.
"Certo che mi fa le coccole, Ziva è la mia mamma" affermò Anja non rendendosi nemmeno conto dell'importanza di quello che aveva detto.

Ziva rimase senza parole e dovette fare appello a tutta la sua forza di volontà per non mettersi a piangere.
Le diede un altro bacio sulla testa e le fece una carezza, non poteva parlare in quel momento o sarebbe esplosa.

"Ziva, dov'è il ciuccio?" chiese Anja smettendo di bere.
"Nella borsa, sul letto della mia stanza" rispose lei cercando di riprendersi.
"Lo vorrei" disse la bambina.
"Vuoi andarlo a prendere tu? O vado io?" chiese Ziva sapendo che ad Anja piaceva fare le cose da sola.
"Vado io" disse lei alzandosi in piedi e correndo in camera.

Ziva ne approfittò per lasciarsi sfuggire una lacrima. Era davvero emozionata, anche se Anja continuava a chiamarla per nome aveva appena parlato di lei come sua madre.
Laura tirò fuori un fazzoletto dalla borsa.

"Tenga" le disse.
"Grazie e mi scusi" rispose Ziva.
"È la prima volta che lo dice?" chiese la donna.
"Si, in questo modo si" rispose.
"È molto affezionata a lei e anche a Tony, si vede" commentò Laura.

In quel momento Anja tornò, già con il suo ciuccio in bocca.
Ziva non la lasciò sedere ma la prese subito in braccio, mettendola sulle sue ginocchia.

"Anja, hai detto che Ziva è la tua mamma. Però io so che avevi un'altra mamma prima" disse Laura.

Aveva bisogno di capire se le era stato spiegato bene quello che era successo e quello che sarebbe avvenuto ora.
Anja guardò Ziva, ogni volta che si nominava Monique si agitava e aveva bisogno di essere rassicurata.

"Io ho due mamme. La mia prima mamma è morta e adesso è in cielo e ha chiesto a Ziva se posso stare con lei. Quindi Ziva è la mia seconda mamma e io sto per sempre qui" disse semplicemente.
"Mi sembra un buon compromesso" commentò Laura soddisfatta della risposta.

Aveva appena che Anja sapeva quello che le stava succedendo e non stava semplicemente dicendo cose aveva sentito dire da altri.

"Dov'è il suo fidanzato?" chiese Laura curiosa.
"È al lavoro. Lui resta fino a sera mentre io ho ridotto l'orario per poter stare con Anja al pomeriggio" spiegò Ziva.
"Tony resta in ufficio e poi torna a casa e mangiamo la pappa assieme. E mi legge anche le favole" si intromise Anja.

Laura rimase ancora con loro, facendo domande a Ziva e lasciando anche intervenire Anja, finché la bambina non le interruppe.

"Ziva... Devo andare al bagno" disse lei.
"Ora amore?" chiese Ziva.

Non che avesse di problemi, ma Laura era lì e non voleva farla attendere troppo.

"Ho aspettato tanto e fa male il pancino ad aspettare" rispose.
"Allora andiamo adesso" disse lei.
"Ci mettiamo poco" aggiunse rivolta a Laura.

"Non vi preoccupate, io ora vi saluto. Ho già visto a sufficienza anche per oggi. E come ho detto la scorsa volta non ci sarà alcun problema" disse lei andando verso la porta.
"E mi saluti tanto Tony, spero di vederlo la prossima volta" aggiunse andando via.

Dopo aver portato Anja in bagno, le due si rimisero all'opera con le loro statuette in gesso. Le prime che avevano fatto erano già asciutte, così si misero a dipingerle.
Tuttavia Ziva, dopo quello che la bambina aveva detto, non poteva fare a meno di fissare Anja e sorridere.

"Perché mi guardi così?" chiese Anja dopo un po'.
"Così come?" rispose.
"Mi fissi e sorridi" spiegò Anja.
"Sono felice per quello che mi hai detto" disse Ziva.
"Che cosa ho detto?" domandò Anja confusa.
"Hai detto che sono la tua mamma" rispose Ziva.
"Perché è vero. Tu fai tutto quello che faceva la mamma prima di morire, quindi sei tu la mia mamma ora" ripeté Anja.
"Grazie" le disse.

Anja sorrise e tornò a dipingere.
Per lei era normale quello che aveva detto, lo pensava nella sua testa da tanto tempo. Non sapeva che per Ziva invece era una cosa molto importante e con un grande significato.

Quando Tony tornò a casa, la prima cosa che fece Ziva quando furono da soli fu raccontargli cosa era successo con l'assistente sociale.

"Sei emozionata, vero occhioni belli?" chiese lui.
"Molto, è stata una sorpresa fantastica" commentò osservando Anja che era seduta sul divano a guardare i cartoni.
"Non si è nemmeno resa conto di quanto mi abbia fatto felice" aggiunse.
"È troppo piccola per capirlo" rispose Tony baciando Ziva.
"Lo so. Vai a farle un po' compagnia mentre finisco di preparare la cena" disse lei.
"Abbiamo fatto le statuette in gesso, ne ha una da regalarti" aggiunse.

Non appena Tony si sedette sul divano, Anja si alzò per portargli il suo regalo.

"È un cuoricino perché ti voglio bene" disse lei.
"Ti voglio bene anche io, pancake" rispose.

La bambina rimase in silenzio per un po', poi tornò a rivolgersi a Tony.

"Oggi ho detto ama Ziva che è la mia mamma e lei è stata molto felice" disse.
"Me lo ha detto, è stata una cosa molto bella da dire" rispose lui.
"Volevo dirti che tu sei il mio papà, se vuoi" disse Anja.

Adesso fu il turno di Tony a rimanere senza parole.
Ma Anja lo stava guardando e si aspettava una risposta, quindi dovette riprendersi in fretta e rispondere.

"Certo che lo voglio, amore" rispose lui prendendo Anja in braccio.
"Mi stai fissando e sorridendo anche tu" constatò lei.
"Perché sono felice" rispose.
"Come Ziva" disse Anja.

Lei li stava guardando dalla cucina e si commosse di nuovo alle parole di Anja.
Se era importante per lei sentirsi dire che era la mamma, per Tony sentirsi dire che era il papà doveva esserlo ancora di più.

Quella sera la misero a letto assieme e rimasero con lei entrambi mentre Tony leggeva la favola della buona notte.

"Dorme" constatò Tony vedendo Anja russare leggermente.
"Sembra un angioletto mentre dorme" disse Ziva.
"Ma è un diavoletto quando è sveglia" commentò lui.
"Però oggi ha detto che sono sua madre" rispose Ziva.
"E che io sono suo padre" aggiunse Tony.

Si guardarono entrambi e, dopo aver dato un delicato bacio sulla fronte ad Anja, uscirono dalla sua camera.

"Non so se stanotte potrò dormire, continuerò a pensare a quando lo ha detto" disse Ziva mentre andavano in camera.
"Meglio se riposi o domani Gibbs si arrabbia perché sei addormentata sul lavoro" scherzò lui.
"Giusto. Con quelle parole, Anja, mi ha fatto dimenticare che oggi al lavoro è andato tutto storto e non abbiamo preso Silas" commentò lei.
"Lo prenderemo presto, vedrai. Non credo resterà nascosto ancora per molto" disse Tony.
"Se vuole Anja per curare il figlio malato non aspetterà tanto. Dobbiamo stare pronti" rispose lei.
"Ed è per questo che ora dormiremo abbracciati. Così saremo pronti a tutto" disse Tony sdraiandosi e tirando Ziva per un braccio.

Si accoccolò su di lui e lo lasciò giocare con i suoi capelli.
Ziva intanto gli accarezzava il petto, sbadigliando.

"Perché non dormi, occhioni belli?" le disse.
"Voglio stare un po' con te" rispose lei.
"Saremo insieme anche se dormiamo. Chiudi gli occhi e riposati" le disse.
"Buona notte, Zee" aggiunse.
"Notte Tony" concluse lei lasciandosi andare.








Note dell'autrice:

Buon inizio settimana :)
Come vi avevo detto pubblico oggi, poi per questa settimana sparisco e ci rivediamo lunedì prossimo perché domani mattina parto per Londra :)

Questo è stato un capitolo a metà, un po' di caso e un po' di family... Spero vi sia piaciuto.
Presto Silas arriverà e vedremo cosa succederà XD

A prestoooo
Baci, Meggie.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20

"Tra due giorni è il compleanno di Anja" disse Ziva mentre faceva colazione con Tony.

Anja dormiva ancora e loro stavano mangiando prima di svegliarla così mentre uno sta con lei l'altro si preparava, poi uno l'aiutava a vestirsi e l'altro si cambiava per il lavoro.

"L'ho letto sul suo fascicolo" aggiunse.
"Davvero? Lei non ha detto nulla. Pensi che non lo ricordi?" rispose Tony.
"Nessun bambino dimentica il suo compleanno. Più che altro è il primo compleanno senza la sua mamma" disse lei.
"Credi che non voglia festeggiare?" le chiese.
"Credo che sia difficile per lei e penso anche che non sappia cosa dire a noi" rispose Ziva.
"Potremmo farle una piccola festa a sorpresa, nulla di complicato. Tra l'altro cade di domenica e siamo tutti a casa" commentò Tony.
"Si e possiamo invitare Samuel, il bambino con cui gioca sempre a scuola. Magari le fa piacere" rispose Ziva.
"Mi pare un'ottima idea, sperando che piaccia anche a lei" disse Tony.
"Speriamo" concluse Ziva.

Per i due giorni successivi si diedero da fare per organizzare qualcosa di carino. Chiamarono i genitori del compagno di scuola di Anja, i quali accettarono volentieri l'invito. Chiesero anche ai colleghi se volevano partecipare, in fondo Anja aveva piacere a passare il tempo con loro e pensavano fosse una buona idea.
Le comprarono una torta, dei palloncini e dei regali.

La sera prima del compleanno Anja era seduta sul divano a guardare i suoi cartoni animati mentre Tony e Ziva ripulivano la cucina.

"È seria oggi" commentò Tony.
"È perché domani è il suo compleanno e pensa che nessuno se ne ricorderà. Te l'ho detto che lei non lo ha dimenticato" rispose Ziva.
"Allora forse dovremmo dirglielo che lo sappiamo" disse Tony.
"No, lasciala essere sorpresa domani mattina. Sarà più bello per lei" commentò.

Poco dopo Anja comparve in cucina, spaventando leggermente Tony e Ziva che non l'avevano sentita arrivare.

"Amore, sei più silenziosa di Ziva. Ora ho due Ninja che mi spaventano" le disse Tony facendola ridere.
"La prossima volta ti faccio 'Bu' così ti spaventi ancora di più" rispose divertita.
"Piccola teppista, mi vuoi proprio spaventare eh?" commentò lui facendole il solletico.

"Avevi bisogno, Anja?" le chiese Ziva una volta che Tony ebbe finito di giocare con lei.
"Devo fare la pipì e voglio andare a nanna" rispose lei.

Era più presto del solito per portarla a dormire e in più era il week end quindi la lasciavano sveglia anche più tempo normalmente.

"Qualcosa non va tesoro? Non ti senti bene?" le chiese Ziva preoccupata. In più voleva vedere se Anja le chiedeva qualcosa riguardo al compleanno.
"Sono stanca" rispose.
"Andate, finisco io di asciugare i piatti" disse Tony.

Così Ziva portò Anja in bagno, le fece lavare i denti e le mise il pigiamino.
Vedendola un po' più triste e pensierosa del solito e sapendo il motivo decise di coccolarla di più

"Patatina, hai voglia di addormentarti in braccio a me stasera?" le chiese.
"Posso?" chiese per essere certa.
"Certo, vieni qui" le rispose Ziva mentre la prendeva in braccio.

Le fece indossare un giubino per non farle prendere freddo e le diede il suo ciuccio.
Dopodiché raggiunsero Tony in cucina.

"Ecco le mie principesse. Il mio pancake è ancora sveglio?" disse Tony.
"Io faccio la nanna in braccio a Ziva" rispose.
"Davvero? Sei molto fortunata allora" commentò.
"Chiudi gli occhi e dormi, se sei stanca. Io e Tony stiamo qui finché non ti addormenti" le disse Ziva iniziando ad accarezzarle una guancia.

Anche Tony si mise di fronte a Ziva e le accarezzò la schiena e di tanto in tanto i capelli.
Ci mise un po' a prendere sonno, era più nervosa del solito e si muoveva tra le braccia di Ziva in cerca di una posizione comoda.

"Le devo preparare un po' di latte per farla rilassare?" chiese Tony a Ziva.
"No... Diamole ancora un po' di tempo, si sta addormentando" rispose.

Alla fine Anja si addormentò e Ziva poté finalmente metterla a letto.
Quando il mattino dopo andò a svegliarla notò subito che non era di buon umore come le altre domeniche mattina.

"Andiamo a fare colazione?" le disse.
"Non ho fame. Possiamo stare nel lettino stamattina e leggere un libro assieme?" domandò.
"È proprio una bella idea, ma non possiamo lasciare Tony da solo" rispose Ziva.

Anja rimase in silenzio e la guardò.

"Sei triste, amore?" le chiese Ziva.

Anja sollevò le spalle, non volendo dire cosa le passava per la testa.

"Ho un'idea. Cosa ne pensi se andiamo in cucina da Tony che c'è una cosa che penso ti farà tornare il sorriso. Se poi non ti piace torniamo qui e leggiamo" le propose.
"Va bene, ma vieni anche tu con me" disse Anja.
"Certo" rispose Ziva facendola alzare.

La portò in salotto, dove al tavolo della cena avevano preparato tutto per il compleanno.
C'erano alcuni regali, altri li avevano conservati per la festa, i palloncini e degli speciali pancake di compleanno.

Non appena Anja vide tutto quello che avevano preparato spalancò la bocca, sorpresa e felice.
Si avvicinò per guardare meglio mentre Tony e Ziva la osservavano soddisfatti. Evidentemente avevano fatto bene ad organizzarle la giornata così, sembrava già molto felice.

Dopo aver dato un'occhiata veloce, Anja tornò da Tony e Ziva.

"Come fate a sapere che oggi è il mio compleanno?" chiese timida.
"Noi sappiamo tutto di te. Buon compleanno, amore" le disse Ziva abbassandosi per abbracciarla.

Anja non ci pensò due volte a lanciarsi tra le sue braccia e stringerla forte.

"Ziva, ti voglio bene sei la mamma migliore del mondo. Come lo era la mia mamma" le disse.

Quelle parole toccarono Ziva, di nuovo.
Non era abituata a sentirsi chiamare mamma e ogni volta che lei lo diceva era un tuffo al cuore.
In quell'ultimo periodo aveva chiamato Tony e Ziva papà e mamma più di una volta senza che nessuno glielo avesse mai chiesto.

"Ti voglio bene anche io, piccolina" rispose lei dandole un bacio.

Tony guardava la scena potendo solo immaginare quanto Ziva fosse felice in quel momento. Si stava facendo in quattro per Anja e questa era la miglior ricompensa che potesse avere.

"Allora, facciamo colazione e apri i tuoi regali?" le disse Tony.
"Sono tutti per me?" rispose.
"Chi è la festeggiata qui?" chiese lui guardandola.
"Io!" esclamò Anja.
"E allora direi che sono proprio tutti tuoi" le disse.

Quando Anja si sedette a tavola fu subito attirata da tutti i pacchetti colorati che le avevano preparato.
Per prima cosa mangiò i pancake, poi si pulì la bocca e aspettò il permesso per aprire i regali.

"Da quale vuoi iniziare?" le chiese Ziva.
"Da quello con la carta rosa" rispose indicandone uno.

Lo aprì strappando la carta e quando vide il contenuto sorrise.

"È un orsacchiotto morbido" disse prendendolo e abbracciandolo.
"E ha dell'acqua dentro la pancia" aggiunse.
"Si, e lo sai perché? Perché adesso lo mettiamo nel forno a microonde e facciamo una magia" le disse Ziva.
"Nel microonde no! Lo rompi" gridò Anja preoccupata.
"Tranquilla, non si rovina" le disse Tony.

Aspettarono due minuti durante i quali Anja guardava preoccupata il microonde nella speranza che il suo orsacchiotto nuovo uscisse indenne.
Ma quando Ziva glielo diede in mano un enorme sorriso le si aprì sulla faccia.

"È diventato caldissimo!" esclamò abbracciandolo.
"Esatto. Così quando vai a nanna e fa freddo lo puoi portare con te e ti riscalda" le spiegò Ziva.
"È super bello!" disse Anja entusiasta.

Anja continuò a scartare i suoi regali. Le avevano comprato alcuni giochi da fare assieme e dei libri sia da leggere che da colorare.
In più anche qualche bella maglietta, le piacevano quelle tutte colorate e con i disegni sopra.

"Abbiamo un'altra sorpresa per te. Oggi pomeriggio verrà qui con te a giocare il tuo amico Samuel e faremo una piccola festa. Ti piace l'idea?" le chiese Tony.

Questo era il momento che più temevano, non sapevano se aveva voglia di una festa considerando quello che stava affrontando.
Erano infatti rimasti d'accordo con i genitori di Samuel che se Anja non avesse voluto festeggiare sarebbe saltato tutto.

"Una festa per il mio compleanno?" domandò.
"Si, mangiamo anche la torta e tu soffi le candeline. Ci saranno anche Gibbs, McGee e Abby. E forse verrà anche Ducky" le spiegò Ziva.
"E aprirai degli altri regali" aggiunse Tony.

Anja li ascoltava in silenzio, colpita da quello che dicevano.

"E mi cantate tanti auguri?" chiese.
"Certo e ti tiriamo le orecchie" rispose Tony.
"È divertente" disse lei.
"La festa è ora?" aggiunse.
"No, amore. È oggi pomeriggio dopo il riposino" le spiegò Ziva.
"E adesso cosa facciamo?" domandò.
"Non lo so... Possiamo stare in casa e fare qualcosa assieme oppure uscire a fare un giro. Tu cosa vorresti fare?" le chiese.
"Vorrei andare fuori... Possiamo andare al parco?" rispose.
"Va bene, prepariamoci allora" disse Tony.

Rimasero fuori tutta la mattina, a spasso per la città e poi al parco come aveva chiesto Anja.
Tornarono in casa per il pranzo cosicché Anja potesse riposarsi prima della festa.

Poco dopo aver mangiato, Ziva la portò in camera e fu in quel momento che Anja mostrò ciò che Ziva temeva.
Iniziò a guardarla ed agitarsi, voleva dirle qualcosa ma non sapeva come. Ziva aveva capito benissimo che il problema riguardasse il fatto che le mancava Monique.

"Che c'è tesoro? Qualcosa non va?" le chiese.

Anja annuì.

"Cosa?" le chiese Ziva chinandosi alla sua altezza.
"Oggi è il mio compleanno e a me manca la mia mamma" disse Anja.
"E sono triste perché lei non può venire alla mia festa" aggiunse iniziando a piangere.

Ziva la prese in braccio e la cullò.

"Lo so Anja, ma sono sicura che la mamma sarebbe felice di sapere che ti doverti il giorno del tuo compleanno" le disse.
"Non so se è felice che mi diverto senza di lei" rispose.
"Io penso di sì. La mamma è felice se lo sei anche tu" le spiegò Ziva.

"E credo che tu debba fare la nanna ora. Vedrai che quando ti svegli andrà meglio" aggiunse.

Quando era stanca ad Anja veniva più nostalgia della sua mamma e dormire la faceva rilassare. Ziva sperò che quello l'aiutasse a svegliarsi più serena e godersi la sua festa.

"Ma voglio stare in braccio a te e voglio andare da Tony" disse tirando su con il naso.
"Ma certo" rispose Ziva andando in salotto.

Tony era sul divano a leggere il giornale e si preoccupò un po' quando vide le due arrivare, specialmente perché Anja stava ancora piangendo.

"Cosa succede al mio pancake?" chiese lui mettendo via il giornale.
"Le manca la mamma... Ed è stanca" commentò.

Tony la guardò in braccio a Ziva, le faceva tanta tenerezza e aveva solo voglia di coccolarla per farla stare meglio.

"Hey, ma la nostra festeggiata non può essere triste proprio oggi" le disse Tony accarezzandole il volto.
"Altrimenti nelle foto che ti farò mentre mangi la torta non avrò nemmeno un sorriso" aggiunse.

Passò un po' di tempo a coccolarla e parlarle e smise quando pensò che si fosse addormentata.
Ma in realtà Anja ancora non stava dormendo per nulla.

"Papà, no... Ancora" si lamentò lei chiedendo altre carezze.

Ziva sorrise a Tony, l'aveva chiamato papà.
Lui riprese a coccolarla come lei aveva richiesto e quando questa volta smise Anja dormiva davvero.

"Vado a metterla nel suo lettino e poi torno da te, papà" gli disse Ziva dandogli un bacio.

Quando tornò in salotto Tony l'accolse con un altro bacio, era ancora al settimo cielo per come l'aveva chiamato Anja.

"È bello sentirsi chiamare così" ammise.
"Lo so, si sta abituando a noi" rispose Ziva.
"E sembra che la nostra idea della festa le sia piaciuta" aggiunse.
"Esatto. Ziva, non oggi ma noi dobbiamo parlare della questione casa" disse Tony.

Era da un po' che ci pensava, stava vivendo lì da un po' e voleva sistemare le cose.

"Non c'è molto da discutere, sederino peloso. Tu vivi qui ora, no?" rispose Ziva.
"Si, è proprio questo il punto. Io vivo qui ma è casa tua, e io ho una casa poco lontano" iniziò Tony.
"Quindi abbiamo varie opzioni, tra cui compare una casa nuova" aggiunse.
"Ma non è necessario, questa è abbastanza grande per tutti. E poi Anja si è già abituata a stare qui" rispose.
"Ok. Allora dovrò iniziare a contribuire alla spese. E magari cercare di vendere il mio appartamento" disse lui baciandola.
"Hey, non è che poi mi fai vendere casa e mi cacci? Così finisco sotto un ponte?" aggiunse ridendo.
"Non essere scemo!" esclamò tornando a baciarlo.

Alla fine non ebbero bisogno di dire altro, era deciso Tony si sarebbe definitivamente trasferito da lei è avrebbe venduto il suo appartamento.
Non avevano bisogno di pensarci perché stavano così bene tutti insieme che non c'era necessità di rovinare le cose.

Alle quattro del pomeriggio Anja era sveglia e vestita per la festa e il suo amico stava per arrivare.
I colleghi di Tony e Ziva arrivarono dopo poco e si sedettero tutti il salotto a chiacchierare mentre Anja e Samuel giocavano.

"La maestra mi aveva detto che giocavano sempre assieme, ma non sapevo che andassero così d'accordo" commentò Ziva vedendoli.
"Ne sono felice, Samuel non ha molti amici ma sembra che vada molto d'accordo con vostra figlia" disse la madre del bambino.

E loro non la corressero perché anche se Anja sulle carte ancora non era loro, lo sarebbe stata presto ed era proprio quello che volevano.
Quando arrivò il momento della torta Anja era felicissima. Le cantarono tutti tanti auguri e lasciarono che spegnesse le candeline.

"Esprimi un desiderio, amore" le disse Ziva.

Tony scattò moltissime foto specialmente quando Anja provo a tagliare la prima fetta della torta facendo un gran disastro con la panna montata.
Fu Ziva ad aiutarla e ripulirla a dovere prima che scartasse i regali.

Rimasero tutti anche per cena, Ziva aveva preparato la pasta e dei piccoli tramezzini.
Sia Anja che Samuel si addormentarono sul divano dopo la cena, avevano giocato tutto il pomeriggio ed erano stanchissimi.
Dopo che tutti andarono a casa Ziva mise Anja a dormire e insieme a Tony andò a letto. Il giorno dopo la settimana riprendeva normalmente e dovevano riposarsi.

Quando il lunedì ripresero il lavoro nessuno si sarebbe aspettato quello che successe quella settimana.
Erano tutti tranquilli concentrati su un nuovo caso e non avevano più prestato molto attenzione a Silas, preferendo aspettare una sua mossa.

Una mattina, Ziva aveva appena accompagnato Anja all'asilo e stava andando a lavorare come al solito.
Stava guidando tranquilla quando i suoi sensi da Ninja le dissero che qualcosa non andava.

Guardò nello specchietto retrovisore e si rese conto che c'era una macchina che la seguiva.
Mise in atto la tecnica di depistaggio per vedere se riusciva a seminare il misterioso inseguitore.
Non appena si accorse che lui non era più dietro di lei, fece inversione e tornò alla scuola di Anja per portarla via.
Avvertì Tony per telefono e gli spiegò la situazione.

Non sapeva né chi la stesse seguendo né da quanto e non voleva rischiare che andasse a prendere Anja.

Si precipitò alla scuola e andò da una maestra per chiederle di ridarle subito Anja.

"Ziva, perché torniamo a casa subito?" le chiese curiosa.
"Non andiamo a casa, vieni al lavoro con me" disse Ziva mettendole la giacca.
"Ok, e perché?" domandò ancora.
"Perché mi ero scordata che oggi Ducky ti deve visitare" rispose inventandosi una scusa.

Non era vero, non c'era motivo per una visita. Ma Ziva non la voleva spaventare e quella fu la prima scusa che le saltò in testa.

"Perché mi deve visitare, io non sono malata" disse Anja spaventata.
"No, stai tranquilla. Vuole solo sentire il tuo cuore e i tuoi polmoni. Sarà veloce e non sentirai nulla" le spiegò Ziva.
"Come l'altra volta?" chiese Anja.
"Esatto" rispose.

Anja sorrise più serena, ora aveva capito che non era nulla di pauroso. Nonostante non sapesse che quella era una scusa bella e buona.
Ziva la mise seduta in macchina sul suo seggiolino, la legò bene e partì guidando molto prudentemente e prestando attenzione alle macchine che aveva attorno.
Quando arrivò al lavoro erano tutti lì ad aspettarle.

"Pancake!" esclamò Tony aprendo le braccia in modo che lei gli corresse incontro.

La prese in braccio e la intrattenne un po' mentre Ziva spiegava la situazione a Gibbs.
Dopodiché la portò a fare la finta visita da Ducky e la lasciò a giocare con Abby. Quello era il posto più sicuro che ci fosse ed era tranquilla che non le sarebbe successo nulla.

"Ricordi qualcosa della macchina?" chiese Gibbs.
"Era una berlina verde scuro, la targa iniziava per BK 5" rispose Ziva.
"Però non sono riuscita a vedere dentro chi guidava" aggiunse.
"È già tanto questo, Ziver" rispose Gibbs.

Tony la vide agitata, era chiaro che si fosse spaventata sopratutto per Anja.

"Amore, va tutto bene. Anja è al sicuro con noi" le disse massaggiandole il collo.
"Ma sono nervosa perché sento che si avvicina e voglio chiudere questa faccenda" gli disse.
"Anche io. Però ora fammi un bel respiro e rilassati. Se Anja sale e ti vede così si spaventa" le rispose.

Lei si voltò e lo abbracciò non curandosi del fatto che tutti la stavano guardando. Era abituata a stare tra le braccia di Tony e non era più un problema lasciarsi andare a queste cose sul posto di lavoro per lei.

Nel frattempo Silas era ritornato all'appartamento che aveva affittato lì a Washington sotto falso nome.
Non si era fatto seminare da Ziva, semplicemente aveva lasciato perdere l'idea di seguirla quel giorno.
Si era già fatto un programma e intendeva rispettarlo. Non avrebbe colpito loro, sarebbe andato dritto ad Anja e l'avrebbe fatta sparire prima che Ziva o gli altri potessero fermarlo.

Ormai era questione di poco anche perché il tempo per suo figlio stringeva e lui non voleva rischiare di far tardi.
Ora sapeva dove trovare Anja e sapeva anche come prenderla senza che nessuno se ne accorgesse.
Era pronto ad agire.






Note dell'autrice:

Sono tornata dalle vacanze purtroppo... Ahahahha
Comunque eccomi con il capitolo del lunedì XD

Si parte tranquilli per arrivare ad un finale più intenso, era ora che Silas arrivasse e da adesso in poi si parte con i capitoli finali... Chi vincerà? XD

Spero vi sia piaciuto.
A prestooooo

Baci, Meggie. 

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Capitolo 21

Nei giorni seguenti all'accaduto Tony e Ziva prestarono particolare attenzione ad Anja.
Avevano avvertito le maestre della scuola materna che Anja andava sempre tenuta d'occhio e che poteva uscire dalla struttura solo se era uno di loro a venirla a prendere.

Quando non era a scuola era al lavoro o a casa con loro e, sopratutto Ziva, non la perdeva mai di vista.
Dovevano essere cauti, non volevano che Silas si avvicinasse a lei e non volevano nemmeno che Anja si accorgesse che qualcuno la cercava. Aveva già subito abbastanza traumi.

"Tony, mi prendi in braccio?" chiese Anja avvicinandosi alla sua scrivania.
"Salta su" le disse.

Rimase in silenzio per un po' osservando Tony che lavorava.

"A scuola la maestra ha detto che la prossima settimana c'è la giornata con il papà. Lui viene e racconta che lavoro fa a tutti gli altri bambini" iniziò lei.
"Siccome tu sei il mio papà vieni vero? Perché io ho già detto a tutti che tu arresti le persine cattive e i miei amici vogliono vedere le manette" aggiunse.

Tony guardò Ziva e lei sorrise.
La maestra le aveva dato l'avviso proprio quel pomeriggio ma ne avrebbero parlato la sera. Tuttavia Anja aveva anticipato l'argomento e ora Tony lo sapeva.

"Ma certo che vengo, piccolo pancake. E porterò anche il distintivo, oltre che alle manette" le rispose.
"Anche la pistola?" domandò lei sorridente.
"Si. Ma quella non la potete toccare voi, solo vedere da lontano" spiegò Tony.

Non era certo il massimo far giocare dei bambini della scuola materna con una pistola.
Anja fu molto soddisfatta della risposta di Tony, non vedeva l'ora che fosse la settimana seguente per poterlo portare a scuola con lei.

"È mercoledì il giorno" disse Ziva.
"Dobbiamo chiedere a Gibbs se ti lascia un giorno di permesso" aggiunse.

Tony stava per rispondere quando Gibbs sbucò da dietro il muro.

"Accordato, DiNozzo. Va e mostra ai bambini quanto è bello essere agente federale" disse mentre andava a sedersi.
"Siamo già organizzati" rispose Tony guardando Anja, la quale ricambiò con un bel sorriso.

Non passò molto che Anja lasciò la comoda posizione in braccio a Tony per avvicinarsi a Ziva.
La fissò in silenzio finché Ziva non si girò e le chiese se aveva bisogno di qualcosa.

"Posso avere il ciuccio?" chiese la bambina timidamente.

Stavano cercando di abituarla ad usare il ciuccio solo la notte e quando era malata. Ora che iniziava ad essere più rilassata volevano farle perdere l'abitudine di averlo sempre con lei.

"Patatina, lo sai che quello lo usiamo stasera per fare la nanna. Se vuoi ti do una caramella" le rispose Ziva.

A volte tenere in bocca una caramella l'aiutava e le faceva dimenticare di volere il ciuccio. Ma quel giorno non funzionò. Non tutti i giorni erano uguali, a volte Anja era di cattivo umore e quello sembrava uno di quei giorni.

"Ma Ziva, io lo vorrei tanto" disse Anja.
"Lo so, ma ti ricordi la regola?" rispose Ziva.
"Si, solo per fare la nanna e quando sto male. Ma lo vorrei" insistette lei.

Anche Tony le stava guardando, Anja non era una bambina capricciosa e di solito obbediva subito.

"Amore, cosa c'è che non va?" le chiese Ziva. Anja alzò le spalle.
"Stai male forse? Hai male al pancino?" domandò ancora Ziva toccandole la pancia.

Anja disse di no.

"Allo stomaco?" chiese.
"No" rispose lei.
"Allora alla testa, magari?" disse Tony avvicinandosi a loro.
"No" rispose Anja prima di iniziare a mordicchiarsi le dita.

"E allora perché sei così nervosa?" le chiese Ziva togliendole le dita dalla bocca.
"Io voglio solo il ciuccio, per favore" implorò iniziando a singhiozzare.

Tony iniziò ad accarezzarle i capelli, preoccupato.
Anche Ziva era preoccupata non sapendo perché Anja facesse così.

"Shhh, pancake. Va tutto bene" le disse Tony.
"Anja, viene in braccio a me" aggiunse Ziva prendendola a sedere sulle sue gambe.

Ziva iniziò ad asciugarle il volto con le mani, per toglierle le lacrime dagli occhi.

"È successo qualcosa a scuola? Qualcuno ti ha fatto i dispetti?" le domandò Tony.
"No. A scuola ho fatto i giochi" disse lei.
"Perché stai piangendo? Sei triste, Anja?" chiese Ziva.
"Un po'..." ammise lei.
"Come mai, tesoro?" domandò ancora Ziva.
"Non lo so" rispose abbracciandola e nascondendo la testa tra i suoi capelli.

Ziva la strinse, mentre con una mano cercava nella borsa il ciuccio. Avrebbe infranto la regola per quella volta, le sembrava giusto così.
Mentre lasciava che Anja si sfogasse, prese fuori dal cassetto della scrivania un piccolo album di foto che portava sempre con lei.

C'erano sopratutto foto di Anja con Monique, spesso vederle aiutava Anja a rilassarsi visto la maggior parte delle volte la tristezza e lo stress erano causate dalla mancanza della madre.

Finito quello che Ziva doveva fare, lei e Anja tornarono a casa. Avrebbero preparato la cena e aspettato Tony.
Per tutto il viaggio in macchina Ziva rimase tesa, controllando sempre lo specchietto retrovisore per essere sicura che nessuno la seguisse.
Dopo essersi accertata che anche il parcheggio era libero, scese con Anja ed entrarono velocemente in casa.

"Che cosa vuoi fare ora?" le chiese Ziva.
"Voglio stare in braccio a te" rispose la bambina.

Il suo umore non era molto migliorato e Ziva non insistette nel volerle far fare altro. La prese in braccio e si avvicinò alla finestra del salone.

"E ora? Stiamo così tutto il pomeriggio?" domandò.
"Si. Tu mi fai le coccole e io sto in braccio a te" rispose Anja convinta.

Ziva obbedì e si sedette sul divano. Se doveva tenerla in braccio voleva almeno mettersi più comoda.
Iniziò a coccolarla come Anja aveva chiesto e nel frattempo le raccontò qualche storia o le fece delle domande.
Non voleva certo farla addormentare o rischiava di trovarsela sveglia nel lettone per tutta la notte.

Improvvisamente Anja decise di interrompere i racconti di Ziva per avanzare una richiesta.

"Mamma, mi insegni ad allacciarmi le scarpe?" chiese la bambina.

Ormai Ziva iniziava ad abituarsi a sentirsi chiamare mamma. Anja alternava il suo nome all'appellativo di madre e la cosa le piaceva molto.

"Va bene, ma le bambine che imparano ad allacciarsi le scarpe non tengono il ciuccio in bocca" rispose Ziva guardandola.
"Ok" disse Anja restituendo il ciuccio a Ziva.
"Molto brava. E ora diamoci da fare" rispose lei.

Le slacciò una delle scarpine che aveva nei piedi e le mostrò come fare un paio di volte.

"Vuoi provare tu, ora?" le chiese.
"Si" rispose Anja entusiasta.

Prese i lacci e fece il primo nodo, poi seguendo le indicazioni di Ziva provo a fare il fiocco.

"Gira, rigira e tira" ripeté mentre provava.

Ma dopo aver tirato, forse con troppa forza, non saltò fuori nulla.
Guardò Ziva e insieme scoppiarono a ridere.

"Non fa nulla, riprova ancora" la incoraggiò lei.
"È difficile" rispose Anja mentre riprendeva in mano i lacci per riprovare.

Passarono quasi un'ora provando e riprovando.
Per un paio di volte Anja quasi riuscì ad allacciare la scarpina, ma poi il nodo era troppo largo e si scioglieva subito.
All'ultimo tentativo Ziva l'aiutò, in modo da darle un po' di soddisfazione.

"Riproviamo ancora domani, vedrai che in un paio di giorni diventerai bravissima" le disse Ziva dandole un bacio.
"E ora, ti va di aiutarmi a preparare la cena?" aggiunse.

Anja scattò in piedi e insieme andarono in cucina.
Riuscirono a preparare tutto ed apparecchiare la tavola prima che Tony rientrasse dal lavoro.

"Sento profumo di cena, cosa mi hanno preparato le mie ragazze?" chiese rincasando.
"Molte cose buone" rispose Ziva comparendo nell'ingresso con Anja in braccio.

Era andata a metterle il pigiama, così che fosse già pronta per andare a dormire.

"Il mio pancake. Cosa avete fatto tu e Ziva oggi pomeriggio?" le chiese.
"Mi ha insegnato ad allacciarmi le scarpe e poi ti abbiamo preparato la cena" rispose.
"Allora adesso potrai allacciare anche le mie di scarpe" disse Tony.
"No. Perché ancora non sono capace bene, ma Ziva ha detto che mi insegna ancora domani" rispose.
"E poi i tuoi piedi puzzano" aggiunse facendo scoppiare a ridere Ziva.

"Io te lo dico sempre di lavarti più spesso, Tony" disse Ziva.
"E quando fai il bagno devi passare il sapone anche tra le dita dei piedini. Ziva mi ha insegnato, se glielo chiedi insegna pure a te" si intromise Anja.
"Bene, allora stasera mi farò insegnare. Mi aiuto a fare il bagno, Zee?" chiese lui con malizia.

Ziva lo guardò sorpresa, ma non troppo. Queste erano proprio battute nel suo stile.

"DiNozzo, sei abbastanza grande per lavarti da solo" lo prese in giro lei.

Dopo aver cenato e riordinato la cucina, misero Anja a dormire e poi si diressero nella loro stanza.
Tony aveva già iniziato a traslocare tutte le sue cose nella casa di Ziva e ora la stanza di Ziva stava diventando la loro. Avevano persino comprato un armadio più grande per poterlo condividere meglio.

Ziva stava mettendo in ordine i suoi vestiti prima di andare a dormire quando Tony arrivò all'improvviso e l'abbracciò da dietro.

"Allora, non hai proprio voglia di insegnarmi come ci si lavano i piedi?" le chiese dandole un bacio sul collo.
"Di insegnarti come si lavano i piedi, no. Spero tu lo sappia già fare. Però avrei altre idee di cose che possiamo dentro una vasca. O più comodamente dentro una doccia" rispose voltandosi verso di lui.
"Cosa sta immaginando la sue testolina, Agente David?" le domandò curioso.
"Tante cose insieme a lei, Agente DiNozzo" rispose Ziva.
"Dovremmo andare a provarle, allora" disse lui.
"Andiamo" rispose prendendolo per un braccio e andando verso il bagno.

"Ah, Tony. Non credo sia il caso di dare un fratellino ad Anja, giusto?" disse lei.
"Giusto" rispose Tony facendo una corsa verso il suo comodino.

Quando il mattino seguente andarono a svegliare Anja, la prima cosa che la bambina chiese fu se Ziva aveva insegnato a Tony a lavarsi i piedi.
Cosa che fece ridere molto i due ragazzi, capivano l'innocenza di Anja che non sapeva che dietro a quella frase c'era un doppio senso.

La lasciarono a scuola e andarono al lavoro come ogni mattina.
Si svolse tutto tranquillamente, lavorarono a dei casi aperti e come ogni pomeriggio Ziva andò a prendere Anja a scuola.

Dovevano fare la spesa al supermercato prima di tornare a casa, così Ziva parcheggiò e fece scendere la bambina.

"Ora Anja, tienimi sempre per mano e stammi vicina" disse Ziva.
"Va bene. Non mi voglio perdere di nuovo" rispose.

Ogni volta che entravano in un supermercato Anja si ricordava di quella volta che si era persa e si era spaventata tanto.

"Nemmeno io voglio che succeda. Dai che facciamo veloci e dopo andiamo a casa a divertirci" le disse.

Mentre facevano la spesa Anja non staccò un momento la mano da quella di Ziva. L'unico momento in cui non era stretta a lei era mentre Ziva pagava, ma si attaccò alla sua maglietta.

Proprio mentre loro facevano la spesa, Silas si preparava all'attacco.
Il suo piano era semplice, sapeva che avrebbe preso la bambina mentre era in casa con Ziva.

Così le aspettò e le vide rientrare in casa.
Suonò il campanello e chiese a Ziva di scendere, dicendo che era il postino che consegnava un pacco.

In realtà il suo piano era di non aspettarla lì. Pensava che Ziva avrebbe lasciato Anja in casa da sola per un attimo e lui si sarebbe infilato dalla porta dell'uscita anti incendio, che aveva accuratamente aperto prima, e sarebbe andato a prenderla.

Ma ovviamente il suo piano non funzionò.
Per due motivi: primo perché mai al mondo Ziva avrebbe lasciato Anja da sola in casa, anche se lo riteneva un posto molto sicuro. Secondo perché Silas non sapeva che dal citofono di Ziva non solo potevi sentire la voce ma anche vedere. Aveva una telecamera e Ziva aveva riconosciuto il suo volto.

Così invece che stare in casa e fingere di non aver sentito decise di scendere e lasciare Anja alla vicina.
Nella sua testa aveva già pensato di andare di sotto e riempirlo di botte.
Ma quando arrivò di sotto non c'era nessuno. Dapprima si allarmò e il suo pensiero andò subito ad Anja ma poi capì. Era quello che avrebbe fatto anche lei, un'imboscata.

Così gli lasciò qualche altro minuto e poi tornò nel suo appartamento, fingendo di non aver capito nulla.
Prima di risalire in casa, chiamò Tony il quale avvertì Gibbs e tutti gli altri che si precipitarono da lei.

"Ziva chiudilo dentro casa e aspettaci per favore" le disse Tony.
"No. Rischiamo di perderlo" rispose mettendo giù.

Tony sapeva che era inutile dirle di aspettare, avrebbe fatto da sola comunque. Non ascoltava mai e ora Tony era spaventato che le potesse succedere qualcosa.

Quando rientrò nel suo appartamento tutto era tranquillo e pensò che Silas fosse già andato via.
Si dovette ricredere quando qualcuno l'afferrò per le spalle buttandola a terra.

Era quello che aspettava da tempo, poterlo avere davanti e fargli pagare quello che aveva fatto a Monique e anche ad Anja.
Si alzò velocemente pronta a combattere, si sentiva in piena forma e non aveva intenzione di lasciargli il tempo di colpirla.

Lo atterrò nel giro di cinque minuti proprio nel momento in cui Tony e gli altri entrarono in casa.

"David! Ti avevamo detto di aspettare!" esclamò Gibbs mentre lei si alzava da terra lasciando Silas sul pavimento senza senso.
"Si vede che non avevo sentito" commentò lei voltandosi sorridente.

Era felice di averlo preso finalmente e in più senza nemmeno fare troppa fatica.

"Ziva, ti sanguina il naso" disse Tony andandole incontro con il suo fazzoletto.
"Fa male, amore?" le chiese preoccupato.
"Non me ne ero nemmeno accorta" rispose.
"Prima o poi mi farai morire di paura, perché non hai aspettato?" le chiese.
"Volevo fermarlo" disse convinta.
"Lo hai fatto" commentò lui guardando Silas per terra e alcuni soprammobili rotti.

McGee mise le manette a Silas mentre Gibbs chiamava un ambulanza per farlo controllare. Non che stesse male ma non si sapeva che danni potesse aver fatto Ziva.

"Dobbiamo andare da Anja, l'ho lasciata dalla vicina" disse Ziva preoccupata.
"Magari prima di ripulisci o la spaventerai se ti vede piena di sangue" commentò lui.
"Andiamo in bagno, vieni" aggiunse.

Lasciò che si lavasse la faccia e le mani, poi le diede la spazzola per sistemarsi i capelli.

"Stai bene?" le chiese ancora.
"Si, perché me lo chiedi ancora?" rispose lei.
"Perché ormai l'adrenalina avrà lasciato il tuo corpo e non voglio che crolli davanti ad Anja" disse Tony.
"Hey, sto bene. Mi sanguina solo il naso. Guarda, finalmente lo abbiamo preso non potrei esserne più felice" lo rassicurò lei.

Poi gli diede un bacio e Tony ne approfittò per ricambiare.

"Mi spavento sempre quando so che sei in pericolo, Zee" disse mentre le accarezzava i capelli.
"Anche io quando sei tu ad essere in pericolo. Sarà perché ti amo" rispose.
"Ti amo anche io" disse Tony.

Poi prese un pezzo di carta igienica e le pulì il naso.

"Sanguini ancora, hai preso una bella botta" le disse sorridendo.
"Mi ha dato una gomitata, mi ha colto impreparata" rispose.
"Io penso che faccia male" commentò lui toccandole il naso. Ziva sussultò.
"Un pochino" ammise.
"Dovresti fare una lastra, potrebbe essere rotto" le disse.
"Non è rotto, non fa così male" lo rassicurò.
"Va bene, allora andiamo a prendere Anja" rispose Tony dandole un dolce bacio sul naso.

Prima di scendere dalla vicina Gibbs li aggiornò. Disse che l'ambulanza avrebbe portato Silas in ospedale per un controllo e poi lo avrebbero interrogato e arrestato.
Subito dopo presero l'ascensore e andarono dalla vicina di casa di Ziva.

Quando entrarono Anja giocava tranquilla con il figlio grande della donna. Aveva diciassette anni ma apparentemente sapeva intrattenere bene la bambina. Tuttavia non appena si accorse della presenza di Tony e Ziva gli corse incontro.

"Tony! Sei tornato presto oggi!" esclamò la bambina felice.
"Perché avevo troppa voglia di vedere il mio pancake" rispose lui prendendola in braccio.
"Mamma, che hai fatto il naso?" chiese lei guardandola.
"Ho solo sbattuto, sono stata distratta" mentì Ziva.
"Ti sei fatta tanto male? Ti do un bacio come fai tu e ti passa" disse Anja dando un bacio sul naso a Ziva come aveva fatto anche Tony.
"Sto già molto meglio" rispose Ziva.

"Torniamo in casa ora?" chiese Anja.

Lei non sapeva nulla e loro non volevano dirle cosa era successo.
Ma allo stesso tempo non potevano tornare in casa.

"Non si può ora" disse Tony.
"Perché? E dove andiamo?" domandò confusa.
"Non si può perché siete invitati a cena qui" si intromise la vicina di casa che aveva capito che qualcosa non andava.

Non era a conoscenza dei fatti ma, sapendo che erano due agenti federali, immaginò che fosse qualcosa che c'entrava con il lavoro.
Ziva la guardò e le sorrise grata, le avrebbe spiegato tutto dopo.

Non appena Anja sentì quelle parole gridò felice.
Le piaceva il figlio della vicina di casa e si stava divertendo con lui, così scese da in braccio a Tony e corse di nuovo verso il ragazzo.

"Damon, voglio giocare ancora con te" disse.
"Anja, tesoro. Lascialo stare, magari ha da fare" si intromise Tony preoccupato che la bambina lo disturbasse.
"No, non importa. Ho già fatto tutti i compiti e qui abbiamo degli origami di carta che non si finiscono da soli, vero?" rispose il ragazzo aiutando Anja a sedersi per terra davanti al tavolino del salotto.
"Damon mi insegna a fare le stelline con la carta. Poi le mettiamo tutte insieme in un filo e io le posso appendere in camera" spiegò Anja.
"È un'ottima idea" rispose Tony sorridendole.
"Grazie davvero" aggiunse rivolto al ragazzo.

Raggiunse Ziva che stava spiegando alla vicina cosa era successo, continuando a guardare Damon e Anja.

"Penso che dovremmo assumerlo come baby sitter" disse interrompendo il discorso delle due donne.
"Damon è sempre stato bravo con i bambini, ha fatto pratica con i cuginetti" disse la madre.

"Mi dispiace per quello che è successo ad Anja e sua madre, Ziva me lo ha appena detto" aggiunse.
"È terribile, ma ora sta meglio" rispose Tony.
"È tanto dolce. Prima doveva andare in bagno e si è assicurata di dirmi che non importava che la portassi io ma che era capace di fare pipì da sola. Voleva solo che le mostrassi dove era il bagno" raccontò.

Ziva la guardò mentre rideva con Damon.

"Papà guarda cosa abbiamo fatto!" esclamò Anja mostrando tutte le stelline.
"È stupenda amore! Appena torniamo in casa le attacchiamo" rispose lui.

Mangiarono tutti insieme e passarono la serata in compagnia.
Tornarono in casa sul tardi dopo essersi assicurati che tutto fosse stato rimesso in ordine da Gibbs e gli altri in modo che Anja non capisse cosa era successo.
Quella sera quando si misero a dormire avevano entrambi un peso in men o sullo stomaco. Ora potevano stare tranquilli perché Silas non era più là fuori con l'intenzione di rapire Anja.







Note dell'autrice:

Stasera pubblico tardi, ho avuto una giornata piena XD
Comunque si lo prendono, o meglio Ziva lo prende ahahahah

Per fortuna non fa nulla ad Anja, ve lo avevo detto che sarebbe andato tutto bene...
Ma non è finita... Eh eh vedremo nel prossimo capitolo XD

Buon inizio settimana a tutti!
Baci, Meggie.

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Capitolo 22

Il giorno dopo aver preso Silas portarono Anja all'asilo e andarono al lavoro felici.
Era il giorno dell'interrogatorio, quello in cui Ziva avrebbe dato il meglio di sé.

"Ninja, lo so che lo vuoi massacrare ma ricordati che non siamo nel Mossad. Le torture non sono concesse qui" le disse lui mentre guidavano verso il lavoro.
"Lo voglio solo interrogare" rispose.
"Io lo conosco il tuo modo di interrogare, David" commentò Tony.
"Voglio che dica tutto quanto e voglio farlo soffrire" disse lei.

Tony sospirò, sconsolato.

"Era questo che dicevo. Non puoi infliggergli sofferenze fisiche, non é legale" rispose.
"Chi ha detto che saranno fisiche le sofferenze, Tony?" disse con un sorriso sicuro.

Abbandonò la conversazione, sapeva che Ziva non si sarebbe fatta convincere a non fare una cosa che voleva.

Quando arrivarono in ufficio Gibbs non era presente, c'era solo McGee intento a buttare sulla sua tastiere.

"McGee, mattiniero eh?" disse Tony.
"Sono stato qui tutta la notte a sistemare le carte e scrivere il rapporto dell'arresto. Ziva anche tu dovrai scrivere un rapporto su quello che è successo" rispose lui.
"Certo, dopo averlo interrogato" disse.
"In realtà non lo si può interrogare finché Vance non da il consenso, sta contattando le autorità russe per avere il via libera. Vuole evitare un incidente internazionale" spiegò McGee.

Ziva lanciò a terra lo zaino arrabbiata.

"Andiamo! I russi saranno grati che lo abbiamo arrestato, non ci sarà nessun incidente internazionale" disse.
"E io voglio spremerlo per bene" aggiunse.
"Lo farai David. Ma a suo tempo, ora seduta e scrivi il rapporto" comandò Gibbs entrando.

Stava per ribattere ma Tony le fece cenno di tacere, Gibbs sembrava troppo serio rischiavano di farlo alterare più del necessario.
Ziva si mise seduta e in silenzio a scrivere il suo rapporto. Almeno con quello si sarebbe tenuta impegnata nell'attesa di interrogare Silas.

Passarono tutta la mattina così e Ziva iniziò ad innervosirsi. Tony notò la cosa e decise di intervenire.

"Andiamo a prendere un caffè, Zee?" le chiese.
"Sai bene che non bevo caffè" rispose.
"Ti offro un tè" disse.

Lei lo guardò storto.

"Una cioccolata? Acqua? Un mojito" propose ancora.

E Ziva capì che lo stava facendo per distrarla un po' e tenerla impegnata.
Una volta arrivati ai distributori automatici Ziva si sedette mentre Tony prendeva un caffè per lui e un tè per lei.

"Signorina David, vuole anche qualche biscotto per accompagnare il tè?" chiese.
"No grazie, sono a posto così" rispose.

"Cosa pensi di fare quando lo interrogherai?" le domandò serio.
"Non ho pensato a nulla. Non mi preparò mai gli interrogatori, vado e tutto viene da sé. Ma voglio chiedergli il perché. Perché ha ucciso la mia amica, perché ha tolto la madre ad una bambina di quattro anni..." rispose.
"Io sarò dietro il vetro, se avrai bisogno mi basta un cenno ed arriverò" disse Tony.

Ziva annuì, sapendo che Tony le sarebbe sempre stato accanto. Sapeva bene che avrebbe avuto bisogno di lui, quella storia l'aveva toccata molto da vicino ed ora che erano alla fine tutto lo stress stava uscendo fuori.

All'incirca due ore dopo Vance raggiunse gli agenti in ufficio e comunicò a Gibbs che le autorità russe avevano dato il via libera a procedere, si affidavano all'NCIS per tutto purché Silas fosse rispedito in patria e condannato lì.

"Lasciami interrogarlo" disse subito Ziva preoccupato che la tagliasse fuori.
"Seguimi, Ziver" le rispose mentre si avviavano alla sala interrogatori.

Tony aspettò un attimo e poi prese anche lui quella strada insieme a McGee, ma loro andarono a posizionarsi nell'osservatorio.

"Ti lascerò interrogarlo, ma ad una condizione. Non lo dovrai toccare, se vedo che anche solo lo sfiori con un dito ti faccio uscire" disse serio Gibbs.
"Capo..." iniziò lei.
"Niente compromessi. Sai bene che non è accettabile la tortura fisica qui, per quanto io l'approverei. Limitati ad intimidirlo" concluse lui.

Ziva annuì cercando di controllarsi fin da quel momento, non voleva causare problemi a nessuno. Voleva solo chiudere quella storia per sempre e dedicarsi ad Anja e alla sua storia con Tony. Le cose belle della sua vita.
Entrò e si sedette di fronte a lui, mantenendo una certa distanza.

"Non mentire, lo capirei. Non inventarti storie o cercare di convincermi delle tue assurde regioni, mi faresti arrabbiare. Dimmi solo la verità, poi potrai andare a marcire in galera" iniziò Ziva.
"E tu saresti? Qualcuno di cui mi importa o un'altra alle prime armi che prova a fare la dura?" la sfidò Silas.
"Qualcuna che se continui così ti massacra" rispose.

Poteva sentire gli occhi di tutti su di lei, dopo quell'affermazione. Immaginava che Gibbs fosse già pronto ad interrompere tutto e portarla fuori da li, così ritrovò la calma e continuò.

"Perché hai ucciso Monique?" domandò.
"Io non ho ucciso nessuno" rispose.
"Abbiamo le prove che sei stato tu. E hai provato anche ad uccidere me. Te lo richiedo, perché hai ucciso Monique" disse Ziva.
"Continuo a dire che non sono stato io, non so nemmeno chi sia Monique" ribatté.

"Ok, vediamo se riesco a rinfrescarti la memoria... Monique, la madre di quella bella bambina che stavi cercando di prendere. Viveva in Colombia e non ti aveva fatto niente, se non avere una figlia che tu vuoi" disse Ziva.
"Ancora nulla? Le hai sparato in casa sua e hai lasciato orfana la figlia di tuo fratello. Ma quando l'hai uccisa non ti eri reso conto che Anja era in casa vero? Perché tu hai fatto tutto per avere lei" aggiunse.

Silas continuava a tacere, non voleva cadere nel tranello di Ziva.

"Hai ucciso Monique ma ancora non eri riuscito a prendere la bambina, poi sono intervenuti i servizi sociali e l'hanno portata da me e tu sei ripartito alla carica. Volevo uccidere me, ma ti è andata male. E ora non hai ciò che vuoi. Questo non ti fa alterare?" lo provocò.

Silas iniziava ad alterarsi, avrebbe voluto alzarsi e picchiarla.
Voleva Anja e stava pensando ad un modo per prenderla nonostante non fosse in una bella situazione.

"Hai fallito, vero? Ma non è fallimento solo per te, c'è qualcun altro che soffrirà per questo" gli disse Ziva.

Lo stava facendo apposta, anche se sfruttare il figlio malato come modo per farlo crollare non le piaceva per nulla.

"Volevo la bambina, mi serve per mio figlio!" esclamò.

Era crollato come Ziva voleva e ora avrebbe detto tutto senza nemmeno bisogno di chiedere.

"Mio fratello non mi ha nemmeno permesso di avvicinarmi così mi sono arrangiato. Non mi interessa chi deve soffrire, mi interessa solo di mio figlio" aggiunse.
"Hai ucciso la mamma di una bambina piccola! Come starebbe tuo figlio se uccidessero te?" gridò Ziva.
"Non è affar mio se la bambina non ha la madre. Lo uccisa e non me ne pento era un modo per arrivare a lei" disse noncurante.

A quelle parole Ziva non ci vide più dalla rabbia, mantenne solo quel minimo di autocontrollo per non farla cacciare dalla sala interrogatori.

"Non è affar tuo? Hai pensato a quello che causavi uccidendo Monique? Perché oltre il tuo interesse succedeva altro. Anja ha perso la madre, io ho perso la mia amica. Ma tuo foglio ha perso il padre, hai pensato a questo?" gridò.
"E ora che cosa è cambiato? Tuo figlio sta sempre male ma in cambio hai tolto la madre ad una bambina e un'amica ad altre persone. Dov'è il guadagno?" aggiunse.
"Nel fatto che io uscirò da qui, prenderò Anja e la userò per salvare mio figlio e quello che ho fatto non sarà stato inutile" la sfidò.

"No. Non uscirai mai più dalla galera e tuo figlio sarà senza un padre nel momento peggiore della sua vita" commentò lei.
"E tutti stanno soffrendo per nulla" aggiunse riprendendo le sue cose ed uscendo.

Tony la stava aspettando già nel corridoio, era lì per lei e dopo quello scambio di parole con Silas sapeva che un po' di compagnia le avrebbe fatto bene.

La prese per mano senza dire nulla e la portò nel bagno, il loro luogo preferito per queste occasioni.

"Stai soffrendo anche tu, Zee?" le chiese conoscendo già la risposta.
"Un po'..." disse.
"Tanto" si corresse immediatamente.

L'abbraccio dolcemente stringendola e accarezzandole la schiena.

"Se l'avesse presa l'avrebbe uccisa a lavoro finito. La mia bambina, le avrebbe fatto male" disse Ziva.
"Ma ora non lo farà perché tu lo hai fermato" la rassicurò Tony.
"Perché voler così male ad una bambina? Non gli bastava averle tolto la mamma?" chiese.

In realtà non voleva risposte, voleva solo essere rassicurata.

"È uno squilibrato, Ziva. E noi lo abbiamo fermato. Ora puoi rilassarti e pensare solo a come far crescere Anja in maniera serena" le disse.
"Però mi dispiace sai, per il figlio di Silas. Lui sta male" rispose.
"È terribile, ma non pensare anche a questo. Non puoi farti carico di tutti i mali del mondo, amore" disse dandole un bacio.

Quando uscirono dal bagno Gibbs e Vance stavano facendo uscire Silas dalla sala interrogatori in manette.
Lanciò uno sguardo di sfida a Ziva la quale continuò a fissarlo con disprezzo. Tony le mise una mano sulla schiena e la guidò di nuovo alla zona scrivanie.

"Tony, McGee, Ziva. Abbiamo chiuso il caso, per oggi potete andare a casa" gli disse Gibbs.
"Sicuro capo?" chiese Tony.
"Si" rispose.
"Tieni d'occhio Ziva, non sta proprio bene" aggiunse avvicinandosi a lui.
"Certo capo, sempre" rispose.

Siccome Gibbs gli aveva dato del tempo libero decisero di andare a prendere Anja da scuola un po' prima e di passare del tempo assieme. Di sicuro avrebbe aiutato Ziva a rilassarsi un po'.
Anja fu felicissima di vederli arrivare entrambi in anticipo, anche se questo aveva tolto un po' di tempo al riposino pomeridiano.

La portarono al parco per un'ora, ad Anja piaceva e quel giorno avevano tempo.
Stavo correndo felice da un gioco all'altro quando si accorse che aveva una scarpa slacciata.
Andò verso Ziva e le si fermò davanti.

"Scarpina slacciata" disse indicandosi il piede.

Ziva si stava per chinare e allacciargliela, ma Anja la fermò.

"No! Provo io?" aggiunse insicura.
"Ma certo, amore. Ricorda: gira, rigira e tira" rispose Ziva.

Si sedette per terra e prese i lacci tra le mani e provò una prima volta.

"Ho sbagliato" disse quando non saltò fuori nulla.
"Prova di nuovo" la incoraggiò Ziva.

Ma anche il secondo tentavo fallì.

"Ancora una volta pancake, la terza è la volta buona" le disse Tony.
"Ok" rispose riprovando.

Si concentrò molto e seguì quello che Ziva le aveva detto.
Un enorme sorriso le si aprì sulla faccia quando, dopo aver fatto il fiocco, tirò i lacci e notò che ci era riuscita.
Scattò in piedi.

"Ce l'ho fatta! Ce l'ho fatta!" esclamò felice saltellando.
"Ci sei riuscita, amore" disse Ziva.
"La scarpina è allacciata e ho fatto tutto da sola" commentò sorridendo.
"Il mio pancake. Sei stata bravissima" disse Tony prendendola in braccio all'improvviso e mettendosela sulle spalle.

Anja scoppiò a ridere felice mentre Tony la portava di corsa all'altalena.
Ziva li guardava divertirsi e non poteva fare a meno di pensare che Maxim non avrebbe più provato quella sensazione.

La sera, dopo cena, misero a letto Anja e si sedettero sul divano a guardare qualcosa in televisione.
Tony avrebbe cercato di far parlare Ziva, la vedeva sull'orlo della crisi e con prima si sfogava con meglio sarebbe stata.

"Occhioni belli, cosa c'è che non va?" le chiese.
"La cattiveria del genere umano?" commentò lei sarcastica.
"Questo era appurato da un pezzo. Ma io voglio sapere cosa ti turba. Lo abbiamo preso, non farà più male ad Anja" rispose Tony.

"È per il figlio di Silas, vero? Ci stai ancora pensando" aggiunse.
"Maxim è malato e io mi sento come se lo stessi condannando a morte" rispose.
"Con il dettaglio che non è colpa tua se è malato e tu non puoi fare nulla" la corresse.
"Non lo so Tony, se Anja fosse malata anche io farei di tutto per salvarla" disse Ziva.

Era molto combattuta.
Sapeva cosa avesse Maxim e sapeva di cosa aveva bisogno per guarire. Sapeva anche che non avrebbe lasciato che usassero Anja per salvarlo.

"Ma tu non uccideresti delle persone, Zee. Un conto è aiutare un conto è diventare assassini" le rispose cercando di farla ragionare.
"Anja lo può salvare, ma non lascerò che la tocchino. Non possono sfruttarla così, prenderle un rene magari" rispose.
"È per questo che abbiamo fermato Silas, per evitare che a morire fosse anche Anja" disse lui.

Entrambi sapevano che forse Maxim non avrebbe avuto bisogno del rene, ma del sangue o del midollo di Anja. Ma questo avrebbe comportato altro stress e dolore per la bambina cosa che volevano evitare.
Stavano proprio parlando della malattia di Maxim quando Anja sbucò fuori all'improvviso.

"Mamma, papà. Chi è malato?" chiese mezza assonnata.
"Pancake perché sei sveglia?" domandò Tony andando a prenderla in braccio.
"Ho tanta sete" rispose.

Ziva si alzò e le prese dell'acqua mentre Tony la coccolava un po'. Non appena bevuto ritornò a chiedere di Maxim.

"Vi ho sentito che avete parlato di un bambino malato. Chi è?" chiese ancora.
"Anja da quanto eri sveglia?" rispose Ziva.
"Un po'..." disse Anja.
"Cosa hai sentito?" domandò ancora Ziva.
"Un bambino sta tanto male e io forse lo posso far stare bene" rispose.

Aveva sentito più di quello che doveva e ora non potevano ignorare la cosa.

"È vero, patatina. Un bambino sta molto male e tu potresti farlo guarire, ma non è sicuro" disse Tony.
"E perché non provate?" chiese innocentemente.
"Perché per aiutare lui tu potresti sentire male e dover andare all'ospedale. E noi non vogliamo questo per te" le spiegò Ziva facendole una carezza.
"Oh. A me gli ospedali non piacciono per nulla" rispose Anja.
"Hai ragione, non sono bei posti" confermò Tony.

Anja si accoccolò su di lui, con il suo ciuccio in bocca e con Ziva che le accarezzava i capelli.

"Però la mamma mi ha detto che bisogno aiutare le altre persone. Soprattutto quando stanno male" disse la bambina.

Tony e Ziva rimasero in silenzio, volevano capire cosa volesse dire Anja.

"Se io aiuto questo bambino, mi farà molto male?" chiese.
"Non sappiamo cosa dovrai fare, Anja. Dovremmo chiederlo al dottore" spiegò Ziva.
"Mamma io lo voglio aiutare, ma non voglio sentire male" disse Anja.

Ziva guardò Tony, molto poco convinta.
Non voleva che dovesse andare in ospedale e che dovesse sentire male.

"Cosa ne dici se ne parliamo domani mattina? Adesso è l'ora della nanna" disse Tony alzandosi per riportare a letto Anja.

Ci mise pochissimo a farla riaddormentare e quando tornò in salotto trovo Ziva sul divano, che piangeva.

"Amore mio, che hai?" le chiese mettendosi di fronte a lei.
"Questo è troppo. Troppo stress per Anja, per me" rispose.
"Per te in modo particolare" commentò sedendole a fianco e abbracciandola.
"Io voglio che Anja aiuti Maxim, ma allo stesso tempo non voglio che stia male lei. Capisci il dilemma?" disse Ziva piangendo.
"Certo che lo capisco, lo sto provando anche io" la rassicurò.
"Come facciamo? Mi sento che sbaglierò in ogni caso" commentò.

"Faremo scegliere a lei" disse Tony.
"Ha quattro anni, non può prendere queste decisioni da sola" rispose Ziva.
"Andremo dal medico, le spiegheremo cosa succederà e sarà solo lei a dire si o no. E qualsiasi sia la sua risposta noi l'accetteremo" spiegò Tony.

E così fecero, il mattino seguente invece che andare a scuola la portarono da Ducky, che dopo aver contattato il medico di Maxim provvide a spiegargli cosa sarebbe successo.
Disse che Maxim aveva bisogno di midollo osseo e anche di un rene.

Ziva mise subito un freno alla cosa.
Non avrebbe permesso a nessuno di togliere un rene ad Anja. Alla bambina questo non sarebbe nemmeno stato detto, era escluso.
Tuttavia per il resto, come detto con Tony, avrebbero fatto scegliere ad Anja.

Ducky si prese l'impegno di spiegare alla bambina cosa sarebbe successo.

"E farà tanto male?" chiese spaventata.
"Quando prenderanno il tuo midollo tu farai la nanna e non sentirai nulla. Però quando ti svegliarsi potresti sentire un po' male" disse sinceramente.
"Però il dottore ti darà delle medicine per farti sentire meno male" aggiunse.

Anja ascoltò con attenzione le parole del medico.

"E devo andare all'ospedale vero?" chiese.
"Dovrai starci qualche giorno. Ma Tony e Ziva potranno stare con te" rispose.

Si mise in silenzio a riflettere.
Tony e Ziva la guardavano e cercavano di capire cosa fare.

"Se non te la senti non è un problema, pancake" le disse Tony.
"Non sei obbligata" aggiunse Ziva.

"Voi state sempre con me, giusto?" chiese Anja.
"Certamente" le disse Tony.
"E il dottore mi fa sentire male solo un pochino" aggiunse Anja.
"Si, ti fanno sentire meno male possibile" rispose Ducky.
"Pensi che il dottore mi può mettere un cerottino rosa?" domandò lei.

Ziva sorrise e le sistemò i capelli.

"Se il dottore non può te li compro io i cerotti rosa, amore" le disse.
"Allora va bene, lo faccio" rispose.
"Sei convinta Anja? Lo sai che puoi sempre cambiare idea" la rassicurò Ziva.
"Sono sicura mamma, basta che stai con me" disse Anja.
"Sempre" rispose Ziva.

Ammirò davvero il coraggio di Anja, non era da tutti prendere una decisione del genere.
Probabilmente era anche molto per la sua ingenuità e il fatto che non aveva esattamente capito cosa stava per fare.
Ma glielo avevano spiegato e lei voleva farlo. Tony e Ziva sarebbero sempre stati con lei e nel caso avesse cambiato idea l'avrebbero assecondata.

Uscirono dall'obitorio di Ducky e ritornarono in ufficio. Comunicarono a Gibbs che per un paio di giorni non sarebbero stati presenti al lavoro.
Ducky avrebbe organizzato tutto con l'ospedale in giornata e già il mattino seguente avrebbero portato Anja dal medico.

"Lo sai che stai facendo una cosa molto bella?" disse Gibbs ad Anja.
"La mamma diceva di aiutare le persone che hanno bisogno" rispose.
"Sei tanto coraggiosa. Sono sicuro che Tony e Ziva sono tanto orgogliosi per quello che stai facendo" commentò lui.

Poi guardò Ziva e poté vedere quanto fosse preoccupata e poco convinta per quello che stava per succedere.
Stringeva la mano di Anja e cercava di apparire tranquilla, ma nel profondo non lo era per nulla.





Note dell'autrice:

Awww Anja vuole aiutare Maxim, non è dolce? <3

Ecco che Ziva interroga Silas, avrebbe voluto essere più incisiva ma Gibbs è stato chiaro niente torture ahahahah XD
Ora vedremo cosa succederà ad Anja, se cambierà idea o se andrà decisa per la sua strada.

Spero vi sia piaciuto, ora scappo a fare l'albero di Natale :)

Baci, Meggie.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Capitolo 23

Dopo aver lasciato decidere ad Anja cosa fare, ora Tony e Ziva si stavano preparando a portarla in ospedale per lasciare che aiutasse Maxim.
Non erano ancora sicuri che lei avesse completamente capito cosa sarebbe successo, ma loro erano lì per quello.

Ziva era in camera di Anja e insieme preparavano un piccolo borsone con le cose che avrebbero portato in ospedale.

"Metti anche questa" disse Anja portando una gonnellina di jeans a Ziva.
"Stai mettendo solo dei pigiamini" aggiunse.
"Amore, quando si va all'ospedale si mette il pigiama non i vestiti normali" le spiegò lei.
"Oh... E perché?" chiese confusa.
"Perché bisogna stare a letto. E tu lo sai che non ci si può mettere a letto con i vestiti che si usano per uscire" rispose Ziva.

Tony stava ascoltando appoggiato allo stipite della porta. Si era reso conto che Anja non aveva la minima idea di come funzionasse un ospedale e questo lo preoccupava un po'.

"A letto tutto il giorno?" domandò sconvolta.
"Si amore, così ti riposi" rispose Ziva facendole una carezza.
"Ma almeno il lettino sarà comodo come il mio?" chiese preoccupata.

A quel punto si intromise anche Tony nella conversazione.

"Non so se sarà comodo come il tuo, ma so che c'è un telecomando bellissimo che lo fa muovere su e giù" le disse prendendola in braccio e sedendosi sul suo letto.
"Davvero?" domandò sorpresa.
"Si. E lo sai cosa succederà? Ti porteranno da mangiare a letto" aggiunse Ziva.
"Come alle principesse" commentò lei.

Poi mentre Ziva finiva di sistemare le sue cose, Tony intrattenne Anja con altri racconti. Cercava di tenerla serena e non farla spaventare prima del previsto.
Quella sera la misero a letto assieme e rimasero entrambi con lei per farla addormentare.

"Sei nervosa, Zee?" le chiese Tony mentre la guardava prepararsi per il letto.

Lui era già sdraiato e la stava aspettando, non vedeva l'ora di abbracciarla.

"Tu che dici? Domani portiamo nostra figlia in ospedale dove le infileranno un ago in un osso" commentò acida.

La guardò senza dire nulla, prima di farle cenno di sdraiarsi a fianco a lui.

"Sono nervoso anche io, se ti può far stare meglio" le disse.
"Le faranno male, Tony" rispose preoccupata.
"Tu la farai stare meglio e le daranno delle medicine" disse Tony cercando di calmarla.
"E tu farai star meglio me?" chiese Ziva.
"Sempre. E anche la nostra piccolina. Vedrai che finirà presto" rispose Tony.

La baciò tirandola ancora più vicino a lui.

"Domani le possiamo comprare un regalino, prima di andare in ospedale. Così per farla stare rilassata" propose lui.
"È una buona idea, la portiamo al negozio di giocattoli e le facciamo scegliere quello che vuole" rispose Ziva.
"Esatto. Ora dormiamo, domani sarà impegnativo" le disse spegnendo la luce.

Quando la mattina dopo si alzarono Anja era tranquilla.
Fecero colazione normalmente e poi si prepararono per uscire. Volevano portarla al centro commerciale e pranzare fuori assieme prima di andare all'ospedale.

"Mi daranno i pancake per colazione, vero?" chiese Anja mentre mangiava.
"Non lo so, tesoro" le disse Tony.
"Se non li hanno, me li fai tu?" rispose.
"Ci organizzeremo" commentò lui facendole l'occhiolino.

Quando arrivarono al centro commerciale Anja esplose di felicità nel sapere che le avrebbero lasciato scegliere qualcosa da comprare.

"Qualsiasi cosa? Non importa quanto costa?" chiese per essere sicura.
"Esatto così lo porti con te all'ospedale" rispose Ziva.

Anja annuì e si mise a correre per tutto il negozio in cerca di qualcosa che le piacesse molto da comprare.
Ci perse quasi un'ora, con Ziva che le correva dietro e l'aiutava a guardare e Tony che le seguiva provando vari giochi e suscitando sguardi di disapprovazione da parte di Ziva.

Alla fine Anja scelse una bambola con dei bellissimi vestitini che lei poteva cambiarle. C'era anche un piccolo pigiama simile a quello che avrebbe indossato lei.
Ziva aggiunse anche un paio di album da colorare, in modo da intrattenerla nei momenti vuoti.

"Grazie mamma che mi compri i regali" disse Anja uscendo dal negozio.
"Prego tesoro" rispose.
"Adesso andiamo a mangiare? Perché io ho fame" disse la bambina.
"Certo, cosa vorresti mangiare?" chiese Tony.
"La pizza e il gelato" rispose Anja.
"Allora cerchiamo una pizza e se avrai ancora fame ti compriamo un gelato" commentò Ziva guardandosi intorno per vedere se c'erano ristoranti che facessero le pizze.
"No! Io voglio la pizza con sopra il gelato" si spiegò meglio.

Tony scoppiò a ridere.

"Pancake, non esiste la pizza con il gelato" le disse.
"E perché?" chiese confusa.
"È cattiva e ti farebbe venire male al pancino" spiegò Ziva.
"Oh... Allora vorrei solo la pizza" rispose.
"E pizza sia" disse Tony prendendola per mano.

Il tempo volò e in un attimo venne l'ora di lasciare il centro commerciale e portare Anja all'ospedale.
Lì li aspettava anche Ducky, era stato lui ad organizzare tutto con l'aiuto di un suo amico medico e aveva pensato che un po' di sostegno avrebbe fatto bene.

"Ziva è l'ora del riposino adesso" disse Anja sbadigliando seduta sul suo seggiolino in macchina.
"Se vuoi puoi dormire un po' ora, ma quando arriviamo dovrò svegliarti" rispose Ziva.

Bastarono quelle parole perché Anja chiudesse gli occhi e si addormentasse.
Mentre guidava, Tony, continuava a guardarla dallo specchietto retrovisore e pensava alla fortuna che stava avendo da quando quella bambina era entrata nella sua vita.

"Siamo arrivati" disse parcheggiando e afferrando la mano di Ziva.
"Pronta?" aggiunse.
"Più o meno. Andiamo" rispose.

Scesero dalla macchina e mentre Tony prendeva dal baule la borsa di Anja, Ziva iniziò a svegliarla.

"Patatina è ora di aprire gli occhi" le disse slacciandole la cintura.
"Mamma, voglio fare ancora la nanna" borbottò lei.
"Lo so, ma siamo arrivati e devi stare sveglia adesso" rispose dispiaciuta.
"Allora mi prendi in braccio?" chiese.
"Certo, vieni qui" rispose prendendola.

Quando entrarono nel reparto di pediatria, Ducky era già lì ad aspettarli.

"Ecco la nostra coraggiosa paziente" disse vedendola.
"Ciao" lo salutò lei con la manina.
"Il dottor Chance arriverà a momenti, è già tutto pronto" li informò lui.

Anja si guardò intorno, vedendo altri bambini che erano lì.
Lei non sapeva che molti di quei bambini erano malati, si limitò a sorridergli e salutare con la mano una bambina che aveva più o meno la sua età.

"Papà, ci sono i disegni sui muri" disse indicando il muro di fronte a lei.
"Si, di tutti i cartoni animati. Belli vero?" rispose.
"Tanto. Possiamo farli nella nostra casa?" domandò.
"Direi che non si può... Starebbero male con tutti i mobili che li coprono" disse lui.

Anja stava per rispondere quando il medico arrivò e andò dritto verso di loro.

"Salve, sono il dottor Chance. Piacere di conoscervi" disse.
"E piacere di conoscere te, Anja" aggiunse stringendole la mano.
"Ciao. Tu sei il mio dottore?" chiese.
"Esatto. Voi vedere la tua camera? Così poi ti spiego bene cosa facciamo" le disse.

Anja annuì, rimanendo stretta a Ziva. Si sentiva fuori luogo dentro quelle stanze, aveva bisogno della sua mamma.

"Ecco la tua camera per i prossimi giorni, la tua compagna di stanza si chiama Lucy" disse indicando la bambina nel letto accanto.
"Ora vi lascio sistemarvi e torno con tutto quello che ci serve" aggiunse.

Ziva mise Anja seduta sul letto e poi aprì la borsa.

"Che fai?" le chiese la bambina.
"Cerco un bel pigiamino così ti cambio" le spiegò.
"Perché?" rispose confusa.
"Te l'ho detto, quando si sta qui si mette il pigiama per stare nel letto" le disse di nuovo.
"Dobbiamo già andare a letto? Non è notte" rispose.
"Pancake, in ospedale si sta a letto sempre non solo la notte" spiegò Tony.
"Oh... Allora si fa tanta nanna!" esclamò sorridendo.

Anche Ziva sorrise mentre la spogliava.

"Pigiama con i coniglietti o con le farfalline?" chiese Ziva.
"Coniglietti" rispose decisa.

La cambiò e la fece sedere comoda sul letto, mentre aspettavano che il medico rientrasse.

"Vedo che sei già pronta" disse il medico entrando.
"Allora adesso vi spiego. Ora facciamo un prelievo di sangue e controlliamo che tutto sia a posto e la donazione possibile. Poi, se tutto va bene, domani pomeriggio poco dopo pranzo la porteremo in sala operatoria e l'addormenteremo per prelevare il midollo" disse.
"Non sentirà male, vero?" si preoccupò subito Ziva.
"Dormirà, non si accorgerà di nulla" spiegò il medico.
"E quanto durerà?" chiese Tony.
"Poco più di mezz'ora. Ve la ridiamo subito. Dormirà per un po' dopo l'intervento e quando si sveglierà le daremo antidolorifici se avrà male" rispose.

Non si soffermò a spiegare la procedura in modo dettagliato, per non spaventare Anja.

"Se non ci saranno complicazioni, dopo domani Anja potrà tornare a casa" aggiunse.
"Complicazioni di che tipo?" chiese Ziva.
"Potrebbe venirle febbre o sviluppare un'infezione. Ma sono complicazioni rare che non dovrebbero sopraggiungere" spiegò lui per calmarla.

Poi si rivolse ad Anja che lo stava guardando confusa. Quei discorsi da grandi la confondevano e il medico se ne era accorto.

"Allora tu hai capito? Domani ti facciamo fare la nanna e quando ti sveglierai sarà tutto finito" le disse.
"Fai tutto mentre io faccio la nanna?" chiese quasi incredula.
"Si. Ma ora, principessa Anja mi servirebbe un po' del suo sangue" rispose lui.

Lo guardò perplessa e poi guardò Ziva.

"Perché vuoi il mio sangue? E come lo prendi?" chiese.
"Ho una crema speciale e un piccolissimo ago. Il sangue passa in questo piccolo tubo e va in questa provetta. Io poi lo guardo con il microscopio e vedo se va tutto bene" spiegò in modo che Anja capisse.

Non sembrava molto convinta, così Ziva si sedette a fianco a lei sul letto e Tony le accarezzò i capelli.

"Posso metterti questa crema magica sul braccio?" le chiese.
"È magica come?" rispose.
"È così magica che dopo che te l'ho messa non sentirai male" disse.
"Ok, puoi metterla" rispose dandogli il braccio destro.

Spalmò la crema e aspettò cinque minuti che facesse effetto.
Poi preparò il necessario per il prelievo. Alla vista dell'ago Anja si agitò.

"Mamma" disse guardando Ziva.
"Non farà male, amore" rispose prendendole la mano.
"Anja, non ti preoccupare. Il dottor Chance è mio amico e non ti farà sentire nulla, te lo ha promesso" si intromise Ducky.

"La prenda in braccio" disse il medico a Ziva.

Anja si mise buona in braccio a Ziva e guardò il medico mentre le metteva il laccio emostatico e prendeva l'ago.

"Sei pronta Anja, al mio tre metto questo piccolo ago nel tuo braccio. Mi aiuti a contare?" disse il dottore.
"Uno" iniziò timidamente Anja.
"Due" aggiunse il medico e aspetto che Anja dicesse l'ultimo numero.
"Tre" disse un po' spaventata.

Lentamente il dottore infilò l'ago.
Anja sussultò, più spaventata dall'idea che dal fastidio. In realtà non stava sentendo nulla e non appena si accorse che il medico aveva già finito e lei non aveva sentito male si rilassò.

"Abbiamo finito" disse sfilando l'ago.
"Sentito male?" chiese.
"No. Hai mantenuto la promessa" disse Anja.
"E tu sei stata molto brava. Per questo, per la cena ti farò portare la gelatina alla fragola e il budino al cioccolato" disse il dottor Chance.

Dopo aver scambiato due parole veloci con Tony e Ziva, il medico lasciò la camera e andò via.
Anja era sdraiata sul letto e chiacchierava con Ducky, il quale ammirava il bel cerotto rosa che aveva sul braccio.

"Il mio pancake coraggioso. Allora hai già trovato il telecomando del letto?" le chiese Tony andando da lei.
"No. Papà aiutami a cercarlo" disse.

Tony non le diede il tempo di trovarlo, lo prese in mano e iniziò a far muovere il materasso facendola ridere.

"Ma allora era vero! Sembra di stare in macchina quando guida Ziva" commentò Anja.
"Oh, davvero?" disse Ziva fingendosi offesa e facendole il solletico.

Il resto della giornata passò tranquillo. Anja era calma e si addormentò bene. Rimase Ziva con lei quella notte, nel caso Anja si fosse svegliata e l'avesse cercata.
Ma passò tutto tranquillo, Anja dormì e la mattina successiva si svegliò con il profumo dei pancake di Tony.

Quando il pomeriggio seguente arrivò, Anja iniziò un po' ad agitarsi.
Sia Tony che Ziva erano con lei e stavano aspettando che il medico arrivasse per portarla via.

"Mamma, tu vieni con me?" le chiese.
"Io non posso entrare, ma starò con te finché posso" le disse.
"Vieni tu papà?" provò a chiedere.
"Non posso nemmeno io. Ma non ti preoccupare, tu farai la nanna non ti accorgerai di nulla" la rassicurò.

Tutto si fece più reale quando il medico arrivò e iniziò a prepararla.
Usò di nuovo la crema magica per montarle una flebo e iniziare a darle i farmaci che l'avrebbero fatta rilassare.
Tony e Ziva guardarono da lontano la scena e Ziva si strinse a Tony.

"Non so se ce la faccio a lasciarla andare" disse sottovoce.
"Ce la fai e sorridendo anche. Se no lei si spaventa" le rispose.

"Mamma" la chiamò Anja.
"Guarda, non mi ha fatto male" disse mostrandole l'ago nel braccio.
"Sei stata bravissima" rispose andando a darle un bacio.
"Allora sei pronta? Tra poco fai la nanna e ci vediamo quando ti svegli" aggiunse.

"Sai Anja, sei molto coraggiosa. Sei la prima bambina che conosco che si offre per aiutare un'altro bambino" disse il medico mentre la trasportava dal letto alla barella.

Si incamminarono tutti verso la sala operatoria, ma prima dell'entrata Tony e Ziva dovettero fermarsi.

"No, mamma! Io voglio che stai con me!" disse Anja agitata.
"Non posso, non essere spaventata Anja... Mamma ti aspetta qui" rispose.
"Ma mamma... Come faccio io senza di te?" chiese.
"Non ti lascio sola, ti aspetto in un'altra stanza come quando a casa facciamo la nanna in camere diverse" le spiegò.
"Pancake, sei stata bravissima fino ad ora. Mostra a tutti i bambini che ci sono qui quanto sei coraggiosa" la incoraggiò Tony.
"Si papà" annuì lei.

Fortunatamente, in quel momento, Ducky arrivò e andò da Anja.

"Allora, andiamo insieme?" le chiese prendendole la manina.
"Tu puoi venire con me?" disse Anja.
"Si, ti accompagno e resto sempre con te" rispose.
"Perché sei un dottore?" domandò.
"Esatto. Saluta mamma e papà e digli buona notte" le disse Ducky.
"Ciao ciao" disse Anja salutando mentre riprendevano a muoversi.

Non appena Anja fu lontano dalla loro vista, Ziva si voltò e abbracciò Tony.

"Tornerà presto vero?" chiese.
"Certo. Certo amore e starà bene" le rispose anche per auto convincersi.
"Oh Tony... E se sarà spaventata e ci cercherà?" domandò ancora.
"C'è Ducky con lei, Zee" rispose.
"E se invece sentirà male?" disse.
"Non può, perché sta dormendo" rispose.
"Non mi piace questa cosa, per nulla. Rivoglio la mia bambina qui" disse Ziva nel panico.
"Anche io" ammise Tony stringendola.

Si sedettero in sala d'aspetto.
Ziva stava con la testa appoggiata alla spalla di Tony mentre lui le accarezzava i capelli delicatamente.

"Anche vostro figlio è dentro?" chiese una donna che era lì.
"È una bambina, ma si e dovrebbe durare poco" rispose Ziva.
"Anche nostro figlio. Gli stanno togliendo un tumore" disse il marito della donna.
"Cosa deve fare vostra figlia?" chiese.
"Prelievo di midollo osseo" disse Tony.
"Ha la leucemia?" chiese la donna.
"No, in realtà lo sta donando. Per salvare un bambino malato" disse Ziva orgogliosa della figlia e di quello che stava facendo.
"Wow" fu l'unico commento dei genitori del bambino.

Fortunatamente il tempo passò veloce e prima che se ne accorgessero Anja era di nuovo nella sua camera, ancora mezza addormentata.
Ziva le teneva la mano da un lato e Tony le stringeva l'altra. Volevano che sentisse che erano vicini.

"Mamma, ho fatto la nanna" disse svegliandosi.
"Si lo cucciolo, fatto dei bei sogni?" le chiese
"Ho sognato il gelato e la mia festa di compleanno" rispose.
"Il gelato lo possiamo mangiare appena usciamo da qui" le propose Tony.
"Si" disse lei con la voce ancora molto assonnata.

Rimasero entrambi lì fino a sera, poi quella notte sarebbe rimasto Tony con Anja.
Ma prima dell'ora di cena, Anja iniziò a sentire male.

"Papà, fa male. Il dottore ha detto che non sentivo male" si lamentò piangendo.
"Shh, ora ti facciamo dare delle medicine e vedrai che non senti nulla" le disse lui alzandosi e andando a cercare il medico.

E come promesso il medico diede degli antidolorifici ad Anja che la fecero sentire subito meglio.
Tanto che Ziva si sentì tranquilla a lasciare Anja sola con Tony e andare a casa a riposare.

"Allora fai la nanna insieme a Tony?" le disse salutandola.
"Si, lui mi legge le favole e poi ti chiamiamo prima di dormire" rispose.

Era quella la promessa che Tony le aveva fatto, per farle accettare meglio il fatto che Ziva non sarebbe stata lì.
Dopo aver chiamato Ziva e aver letto un paio delle favole preferite di Anja la bambina si addormentò serena.
Probabilmente le medicine che le avevano dato stavano ancora facendo effetto.
Ma fu nel cuore delle notte che Anja si svegliò piangendo, cercava Ziva.

"Papà, dove sei?" chiese spaventata.

Era buio e non riusciva a vedere.

"Qui di fianco a te, pancake" rispose lui prendendole la mano.
"Papà, voglio la mamma" si lamentò.

Tony la prese subito in braccio e uscirono dalla stanza per paura di svegliare l'altra bambina che dormiva.

"Perché vuoi la mamma? Lei dorme, come dovresti fare tu" rispose Tony.
"Perché fa male e la mamma me lo fa passare" disse.

Un medico si avvicinò per assicurarsi che tutto fosse a posto.
Notando che amai si lamentava andò nella sua stanza a prendere gli antidolorifici e glieli diede.
Nel frattempo Tony cercava di calmare Anja, che sembrava non poter fare a meno di Ziva.

"Patatina, andiamo... La mamma la vediamo domani mattina" insistette.
"No, adesso papà... Solo lei mi fa fare di nuovo la nanna" rispose aggrappandosi alla sua maglietta.
"Facciamo una cosa? Io provo a farti riaddormentare e se non ci riesco in dieci minuti chiamiamo la mamma" disse lui.
"Ok" acconsentì Anja.

Tony si alzò in piedi e si mise a camminare con Anja in braccio.
Mentre le accarezzava i capelli le raccontava la trama del film più noioso che conosceva e Anja si addormentò in cinque minuti.

Si sentì orgoglioso di sé nel rimetterla a letto. Era riuscito a calmarla nonostante la crisi.
Si sentì davvero padre in quel momento e si riaddormentò sorridendo e aspettando la mattina seguente per raccontarlo a Ziva.

Quando alla mattina Ziva arrivò, trovò Tony addormentato che stringeva ancora la manina di Anja.
Gli andò vicino e lo svegliò con un bacio sul collo.

"Amore, ti ho portato il caffè e una ciambella" gli sussurrò.
"Zee, amore mio. Buongiorno" disse svegliandosi.

Uscirono dalla camera per non svegliare Anja.

"L'infermiera mi ha detto che stanotte c'è stata una piccola crisi. Potevi chiamare" gli disse.
"Volevo fare da solo" rispose.
"Ci sei riuscito bene, mi pare" commentò lei indicando la stanza.
"Era solo un po' spaventata. Voleva la mamma, ma le è passato" spiegò.
"Sta bene? O ha ancora male?" si interessò Ziva.
"Sta meglio, stanotte le hanno fatto gli antidolorifici e le è passato il dolore" disse.
"E adesso tu hai la schiena che ti uccide" commentò Ziva.

Sapeva che se Tony non dormiva nel letto poi soffriva per tutto il giorno di male alla schiena.

"Un po', ma ne è valsa la pena" rispose.
"Penso che ti meriti un bel massaggio rilassante" disse lei.
"Ma non qui, non ora. O rischiamo che ci arrestino per atti osceni" aggiunse ridacchiando.
"David... Siamo in pediatria" le disse lui.
"Allora mi limito ad un bacio" commentò.

Si baciarono per qualche minuto, poi la gente iniziò a popolare il reparto e decisero di smettere di dare spettacolo.

"Tempo di svegliare la nostra piccolina?" disse Ziva.
"Direi di si" rispose.
"Sarà felice di vederti" aggiunse mentre entravano in camera.







Note dell'autrice:

Scusate il ritardo XD
Sono stata un po' impegnata oggi... E scusate per le storie della settimana scorsa... Ho avuto un esame all'università e quindi non ho potuto scrivere.

Ma comunque ecco il capitolo di Anja, e questa settimana concluderò le due storie del mercoledì e del venerdì. Ahimè XD

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
È tutto Anja, Tony e Ziva con anche del TIVA XD
Vi annuncio che mancano due capitoli alla fine della storia e che saranno molto family XD

Detto ciò, buona notte a tutti!
Baci, Meggie.   

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Capitolo 24

Erano passati tre giorni dall'intervento e Anja era ancora in ospedale, avevano deciso di tenerla qualche giorno in più perché continuava ad avere un po' di dolore e non volevano correre rischi.

Ziva e Tony facevano a turno per stare con lei e quella mattina, quando Anja si sveglio, c'era Ziva a farle compagnia.

"Hey, buongiorno" le disse Ziva dandole un bacetto sul nasino.
"Ciao mamma" rispose Anja.
"Dormito bene?" chiese.
"Si. Papà ieri sera si è sdraiato nel letto con me e abbiamo letto le favole assieme" raccontò la bambina.
"Davvero? Sarà stato bello" commentò Ziva.
"E dimmi, come stai questa mattina?" aggiunse.
"Bene! Andiamo a casa" rispose velocemente.

Ziva le fece una carezza, sapeva che Anja voleva andare via ma doveva assicurarsi che stesse bene prima.

"Amore, voglio la verità. Fa ancora tanto male?" chiese di nuovo Ziva.
"Solo un pochino. Sto bene e voglio andare a fare la nanna nel mio lettino" si lamentò la bambina.
"Lo so. Adesso vediamo cosa dice il dottore" le disse Ziva.

In realtà stavano tutti esagerando, era normale avere male. Tuttavia Anja era molto piccola e il fatto che fosse lì per uno scopo molto nobile aveva fatto avere a tutti un occhio di riguardo.
Meno di un'ora dopo il medico passò a visitare la bambina.

"Non vi assicuro che tornerete a casa oggi, vediamo come va la giornata. Anche stanotte aveva male, non vorrei dovervi fare tornare qui" disse il dottor Chance.
"Ma io voglio il mio lettino" rispose Anja arrabbiata.
"Non ti piace questo? Hai anche le lenzuola rosa" disse il medico.
"Non è comodo come il mio, anche se ha il telecomando" ribatté Anja incrociando le braccia al petto.

"La scusi, ora è arrabbiata" si intromise Ziva.
"Non è nulla. Ora ti diamo qualche medicina e vediamo Anja" disse lui.

Per tutto il resto del tempo in cui il medico rimase con lei Anja non parlò e non lo guardò in faccia.
Quando uscì, Ziva si sedette sul letto e la guardò.

"Signorina, cos'è questo comportamento?" le chiese.

Anja sollevò le spalle.

"Allora?" disse ancora Ziva.
"Voglio andare a casa, mamma" rispose.
"Ci andiamo presto, porta solo un po' di pazienza" le disse.
"Ma io mi annoio qui! Non ci sono i miei giochi e non posso fare nulla" si lamentò.
"Lo so, vieni in braccio alla mamma" rispose Ziva prendendola.

"Voglio il ciuccio" disse Anja.
"Eccolo" le rispose prendendolo dal comodino.

In quei giorno glielo lasciava usare tutte le volte che lo chiedeva, un po' come premio un po' perché sapeva che era in difficoltà.

"Cosa ne pensi se andiamo a fare un bel giro per i corridoi adesso?" le propose Ziva per tenerla impegnata.
"Come ieri pomeriggio?" chiese Anja.
"Esatto e arriviamo alla macchinetta delle bibite e io ti compro una bella cioccolata calda" rispose.
"Va bene" disse mentre Ziva la metteva giù.

Fecero tutto il corridoio di pediatria guardando tutti i murales e i quadri con le principesse e i vari personaggi dei cartoni animati fino ad arrivare alla macchinetta delle bibite calde.

"Allora cosa ti piacerebbe bere?" le chiese Ziva facendola sedere.
"La cioccolata" rispose sicura.
"Ne prendo una anche io, siamo due ragazze che fanno colazione stamattina" le disse.

Mise le monete nella macchinetta e premette il pulsante della cioccolata.

"Ziva, mi prendi anche dei biscottini? Per favore" chiese.
"Certo amore. E scommetto che vuoi quelli con le gocce di cioccolato" rispose.
"Esatto" disse sorridendo.
"Ecco qui, pronte per la colazione?" commentò sedendosi con la figlia.

Iniziarono a bere la cioccolata e mangiare i biscotti. Anja cominciò ad inzuppare i biscotti nella cioccolata e in pochi minuti aveva la bocca e parte della faccia sporchi.

"Mammina, ho fatto un danno" disse.

Si indicò il pigiamino per mostrare a Ziva che un pezzo di biscotto imbevuto di cioccolata le era caduto, sporcandola.

"Mi sa anche a me" commentò Ziva.
"Non ti preoccupare, finisci di mangiare con calma e dopo ci cambiamo" aggiunse.
"Tu non ti arrabbi mai quando mi sporco i vestitini, e io mi sporco spesso" disse.
"Sono cose che capitano e poi esiste la lavatrice apposta per lavare i vestiti macchiati da una bambina birichina come te" rispose ridendo.

Anche Anja rise vedendo la faccia divertita di Ziva.
Attese che Anja finisse di mangiare e sporcarsi e poi lentamente tornarono in camera. Anja doveva camminare trascinando la flebo e in più si vedeva che aveva ancora un po' male.

"Anja, tesoro. Ti fa male?" le chiese fermandola e massaggiandole il punto in cui le avevano fatto il prelievo.
"Pochino pochino, non tanto te lo giuro" rispose.
"Ok, vai da sola o vuoi che ti dia un passaggio?" domandò.
"In braccio" disse Anja allungando le braccia.

La prima cosa che Ziva fece una volta tornate in camera fu lavarle la faccia e le mani tutti sporche di cioccolata.
Poi la mise seduta sul letto pronta a cambiarle il pigiama. Stava per prenderne uno pulito quando Tony arrivò.

"Ecco le mie ragazze" disse entrando.
"Pancake che hai combinato?" chiese vedendole il pigiama.
"La cioccolata ci è caduta sopra" commentò.
"Da sola? O tu hai aiutato?" ridacchiò lui.

"Ma non c'è problema, perché qui ho un regalo per te che fa a caso tuo" aggiunse dandole un sacchetto.
"Tony, che le hai comprato?" disse Ziva guardandolo.

Ogni volta che poteva, Tony le comprava un regalino. E Ziva aveva paura che la viziasse.

"Non è nulla, ma quando sono passato davanti al negozio non ho resistito" spiegò.

Lasciarono che Anja guardasse cosa c'era.
Tirò fuori il contenuto e lo mostrò a Ziva.

"È un pigiamino, con le renne! E ci sono anche delle ciabattine a forma di renna" esclamò felice.
"Ti piace piccolo pancake?" le chiese.
"Tantissimo, lo voglio mettere" rispose.

Ziva guardò Tony scuotendo la testa.

"Che c'è? Siamo quasi a Natale, era un dovere comprarlo" disse Tony giustificandosi.
"Certo. Forza Anja, mettiamo questo bel pigiama" rispose lei.

Anja si lasciò vestire e poi si guardò.

"Grazie papà, è stupendissimo" disse abbracciandolo.
"Sono felice che ti piaccia" rispose.

Quando nel pomeriggio il medico ritornò, disse ad Anja che sarebbe dovuta rimanere per la notte. E questo le fece di nuovo perdere il sorriso.
Tuttavia le promise che il pomeriggio seguente l'avrebbero dimessa.

"Vi lasceremo alcuni antidolorifici che potrà prendere se avrà molto male" disse il dottore.
"Ma sta bene vero?" chiese Ziva preoccupata.
"Si è tutto a posto, non si preoccupi" la tranquillizzò lui.

E come promesso il giorno seguente, dopo gli ultimi esami di routine della mattina, Anja venne dimessa.
Con lei c'erano sia Tony che Ziva e dopo averle finalmente messo dei veri vestiti, come voleva lei, andarono alla macchina e fecero per tornare a casa.

"Papà, adesso che andiamo a casa giochi con me?" chiese.
"Si, cosa vorresti fare?" rispose lui.
"Non lo so, giochiamo a nascondino. O al gioco che tu mi fai volare in alto" disse.
"Sarebbe meglio qualcosa di più tranquillo, Anja. Non vogliamo che ti vanga male" rispose Ziva.
"Uffa" si lamentò.
"Dai che troviamo qualcosa da fare" le disse Tony.

Ma Anja non sapeva che una volta tornata a casa la aspettava una sorpresa. Le avevano organizzato una piccola festa, per darle il ben tornato e per gratificarla per il bel gesto che aveva fatto.

Salirono in casa e Tony aprì lentamente la porta e non appena Anja fu dentro si rese conto che dentro c'erano tutti i colleghi di Tony e Ziva.

"Sorpresa" gridarono.
"Ciao!" rispose Anja felice.

"Mamma, è una sorpresa per me?" chiese guardando Ziva.
"Direi proprio di si. È per una bambina brava e coraggiosa" rispose.
"Allora è per me!" esclamò.

Risero tutti nel vederla così felice.
Quando si guardò intorno vide che sul tavolo c'era anche una torta e dei dolcetti.

"Allora adesso si fa merenda con quella" commentò indicando la torta.
"Direi che è un'ottima idea" rispose Tony.

Anja corse al tavolo e si mise in ginocchio sulla sedia per vedere meglio.
Guardò la torta e provò a leggere quello che c'era scritto.

"Papà, cosa c'è scritto?" bisbigliò a Tony.
"Bentornata Anja" le rispose all'orecchio.
"Grazie!" esclamò mettendo un dito nella torta e assaggiando la glasse.
"No, Anja!" la fermò Ziva.
"Non so fa, tagliamola a fette" aggiunse.
"Scusa ero curiosa" disse.

Tagliarono la torta e iniziarono tutti a mangiarla, mentre Anja raccontava di quello che le avevano fatto in ospedale.
Disse tutto quello che le aveva spiegato il dottore mentre anche Ducky interveniva.

"E adesso ho salvato un bambino" concluse.

La guardarono tutti in silenzio, lei non si rendeva bene conto dell'importanza del gesto che aveva fatto.

"Quel bambino ti sarà eternamente grato, pancake" disse Tony.
"Ma io non lo conosco" rispose.
"Un giorno forse, lo conoscerai" commentò Ziva.

Quel pomeriggio si fermarono tutti per giocare un po' con Anja.
Arrivati alla sera, Anja era sul divano seduta a fianco a Gibbs che le leggeva una favola.
"Ziva" chiamò Gibbs vedendo Anja che sbadigliava e si stropicciava gli occhietti.

Non appena Ziva li raggiunse capì il motivo per cui era stata chiamata.
Si chinò davanti alla figlia e la guardò.

"Mi sembra che ci sia una bambina tanto stanca, qui" commentò.
"Gibbs mi legge le favole e a me viene la nanna" rispose.
"Lo vedo, patatina. Cosa ne pensi se andiamo a mangiare la pappa, mettiamo il pigiama e poi andiamo a dormire" le disse.
"No... Voglio che Gibbs mi legga ancora i libri" rispose.
"Li possiamo leggere un'altro giorno, ora sei stanca" disse lui.
"No, ancora oggi" ribatté.

Ziva la guardò ed era pronta a ripeterle che era meglio un'altro giorno, ma Gibbs intervenì.

"Allora cosa ne pensi si ora mangi la pappa, poi quando sei a letto io leggo per farti addormentare?" le propose.
"Gibbs, non è necessario. Non voglio trattenerti qui" disse Ziva.
"Ma io voglio!" si lamentò Anja.
"Non è un problema" rispose lui.

Ziva accettò ringraziandolo e portò Anja a tavola. Tony aveva già quasi finito di preparare la sua pappa.
Le diedero il piatto e il cucchiaio, di solito Anja mangiava da sola ma quella sera sembrava non averne voglia.
Giocava con il cibo e non mangiava, così Ziva si sedette al tavolo e iniziò ad imboccarla.

"Basta" disse dopo due cucchiaiate.
"Non hai mangiato nulla amore, ancora un pochino" insistette Ziva.
"No, basta. Non ne voglio più" ripeté.
"Che succede pancake, non mi è venuta bene?" chiese Tony preoccupato.
"È buona, ma non ne voglio più" disse ancora.

Ziva provo a darle un'altra cucchiaiata ma non appena Anja prese in bocca il cibo iniziò a piangere.

"No, non si piange con la pappa in bocca. Ti andrà di traverso Anja" disse Ziva versandole dell'acqua nel bicchiere.
"Perché piangi?" le chiese dopo che aveva mandato giù.
"Non voglio più mangiare" si lamentò.
"Stai male? Forse sta male, Tony" disse lei preoccupata.

A quel punto intervenne Gibbs.

"No, non sta male. È stanca e ha mangiato due fette di torta prima" disse.
"Meglio se la metti a letto" aggiunse.

Rassicurata dalle parole di Gibbs la prese in braccio e andò nella sua cameretta.
Stava cercando di farla calmare, nonostante avesse lasciato perdere di farla mangiare Anja ancora non smetteva di piangere.

"Piccolina dai, va tutto bene" le disse.
"Scusa se non ho mangiato la pappa, non volevo farti arrabbiare" rispose.
"Non sono arrabbiata" disse Ziva sorridendo.
"Però dimmi la verità, stai bene amore?" aggiunse.
"Si... Io voglio fare la nanna e voglio le favole di Gibbs" rispose.
"Va bene, ora sdraiati. Ecco il tuo ciuccio e io vado a chiamare Gibbs" le disse Ziva.

Bastò metà di una favola che Anja dormiva già, era sfinita e la voce di Gibbs le aveva fatto prendere sonno subito.
Tony e Ziva invitarono Gibbs a rimanere a cena con loro. Quando tutto fu in ordine si preparano per andare a letto e passarono nella camera di Anja per vedere se dormiva.

"Finalmente è nel suo lettino di nuovo" commentò Ziva.
"Le mancava molto" aggiunse.
"È normale. Ma è andato tutto bene e ora siamo di nuovo a casa" rispose Tony.
"E anche io e te possiamo dormire assieme" aggiunse dandole un bacio sul collo.

Quando la mattina successiva si svegliarono Anja dormiva ancora beata nel suo lettino. Ne approfittarono per gustarsi una calda doccia assieme, prima si iniziare la giornata. Sarebbero tornati al lavoro il lunedì successivo quindi avevano tempo per stare tutti assieme.

Tuttavia poco dopo colazione ricevettero una piacevole sorpresa.
Damon, il figlio della vicina si presentò allo loro porta chiedendo se Anja aveva voglia di passare una giornata con lui cosicché loro potessero avere un po' di tempo libero.
Era sicuramente stata la madre ad avere l'idea, ma né Tony né Ziva la disprezzarono.

"Anja, vieni qui tesoro" la chiamò Ziva.

Anja corse e trovò Damon davanti a lei.

"Ciao!" disse.
"Anja, Damon ha chiesto se hai voglia di passare una giornata con lui. Per giocare" le disse Ziva.
"Come l'altro giorno?" domandò.
"Si, troviamo tante cose divertenti da fare. Ho anche molti cartoni animati da vedere" rispose Damon.
"Posso mamma?" chiese sorridendo.
"Certamente, ma solo se prometti che fai la brava" rispose Ziva.

Anja annuì saltellando.
Tony andò a prenderle la giacchetta e uno zainetto con alcune delle sue cose e lo diede a Damon.

"Se hai bisogno chiamaci e torniamo a prenderla" gli disse.
"Sarai il nostro baby sitter personale" aggiunse Ziva.
"Ci divertiremo tantissimo. E voi passate una buona giornata" disse lui prendendo Anja per mano.

Aspettarono che Anja andasse via e si guardarono.
La prima cosa che Tony fece fu baciare Ziva appassionatamente appoggiandola contro la porta.

"Ricordiamoci di ringraziare la mamma di Damon" disse lui tra un bacio e l'altro.
"Dovremmo prepararle un dolce o qualcosa" aggiunse Ziva.
"Si, ma dopo che avremo fatto quello che ho in mente" rispose Tony.
"E cosa hai in mente, sederino peloso" chiese lei.

Lui bisbigliò al suo orecchio alcune cose che la fecero sorridere.

"Oh, Tony" disse ammiccando.
"E ho intenzione di iniziare ora" rispose sollevandola di peso e portandola in camera.

Ziva rise, mentre Tony la faceva sdraiare sul letto.
Passarono praticamente tutta la mattina così, fino a quando non si resero conto che era già ora di pranzo.

"Cosa ne pensi di mangiare, Tony?" propose lei.
"Lo sai che sono sempre pronto a mangiare... Solo che mi spiace lasciare te e il letto" commentò.
"Ma non possiamo stare tutto il giorno così. E poi finché siamo soli voglio che mi porti fuori, a fare un giro" rispose lei alzandosi e andando in bagno.

Dopo che entrambi furono di nuovo vestiti e presentabili andarono in cucina a prepararsi il pranzo.
Fu Tony a cucinare per Ziva, mentre lei si limitò a guardare e apparecchiare.

"Allora bella Ninja, dimmi dove vorresti andare" le disse mentre mangiavano.
"Al parco, quello con il laghetto. Non ci siamo mai stati assieme ed è bellissimo" rispose.
"Ogni suo desiderio è un ordine" le disse.

E infatti dopo aver mangiato e riordinato andarono a fare la loro passeggiata.
Camminarono mano nella mano come due fidanzati appena incontrati, si presero il tempo di sedersi su una panchina e guardare i bambini che correvano.

Tony giocava con la mano di Ziva.
Le accarezzava le dita e la guardava mentre fissava il vuoto.

"Un giorno dovrai mettere un anello a questo dito" le disse.

Ziva sobbalzò, prima di girarsi e guardarlo.

"Ah si? Un giorno lo metterò ma dipende chi vorrà mettermelo" rispose.
"Magari un ragazzo a posto, che ti ama e ama tua figlia" disse lui ridacchiando.

Anche lei rise.

"Ipoteticamente, se ti chiedessi di metterti un anello al dito tu cosa risponderesti?" aggiunse.
"Ipoteticamente? Direi, ipoteticamente, che l'idea non mi dispiace" rispose sorridendo.

Nessuno dei due era ancora pronto per quel momento, ma questo discorso fece capire ad entrambi che nel momento in cui fossero stati pronti tutto sarebbe andato liscio.
Non era ancora il momento, ma lo sarebbe stato. Presto forse.

Dopo essere rimasti più tempo possibile assieme al parco dovettero ritornare a casa. Ziva voleva cucinare un dolce per la madre di Damon e volevano anche preparare la cena prima di tornare a prendere Anja.
Non avevano ricevuto chiamate quel giorno, questo voleva dire che era andato tutto bene e sicuramente Anja si stava divertendo.

"Perché a me non prepari mai un dolce? Non me lo merito?" si lamentò Tony.
"Oh, non essere sciocco. È che non ti voglio vedere con troppa pancetta" rispose.
"Hey, non ho la pancetta! Sono in perfetta forma" rispose toccandosi la pancia.
"L'importante è crederci, amore" lo prese in giro lei.

Mentre Tony e Ziva preparavano la cena, Anja era ancora in casa con Damon e stavano finendo di guardare Monster & Co.

"Damon, quando pensi torneranno mamma e papà?" chiese.
"Penso tra poco, hai voglia di tornare a casa?" rispose.
"No, io volevo stare ancora con te" disse.
"Potrai tornare un altro giorno e faremo tante altre cose" rispose.
"Davvero? Non ti annoi a stare con me? Io sono piccola..." disse.
"No che non mi annoio" la rassicurò.

Non passò molto tempo prima che Tony e Ziva suonassero alla porta.
Entrarono con un buon dolce e furono accolti da Anja che gli correva incontro a salutarli. Nonostante volesse stare con Damon non poteva negare che le facesse piacere rivedere mamma e papà.
Tuttavia dopo un rapido saluto tornò sul divano, il film stava per finire.

"Grazie per aver tenuto Anja con voi" disse Ziva alla mamma di Damon.
"Figuratevi, è un vero angioletto. Non si è sentita tutto il giorno e ha anche fatto un riposino dopo pranzo" disse la donna.
"Se possiamo ripagarvi in qualche modo, a parte il dolce" rispose Tony.
"Non preoccupatevi, lo abbiamo fatto volentieri. E vi meritavate un po' di tempo libero. Solo, quando Damon cercherà di entrare in accademia potete mettere una buona parola?" disse la donna.
"Certamente" rispose Tony.
"Ma non diteglielo, voglio che si impegni a fondo come tutti" aggiunse la donna.

Ziva sorrise e poco dopo Anja arrivò da lei con lo zainetto.

"Allora pancake, pronta ad andare?" chiese Tony.
"Si, Damon ha detto che possiamo rifarlo sai?" rispose.
"È fantastico. Ora ringrazia e saluta" disse Ziva.
"Ciao e grazie" rispose salutando.

Una volta tornati in casa, prima della cena Anja ci tenne a mostrare a Tony e Ziva quello che aveva fatto con Damon.

"E poi abbiamo fatto dei disegni e io ho fatto questo per voi" disse mostrando un foglio.
"Damon mi ha aiutato a scrivere perché non sono tanto brava" aggiunse.

C'erano disegnati Tony, Ziva e anche Monique.

"Lei era la mia mamma prima, tu sei la mia mamma adesso e tu il mio papà adesso" spiegò.
"È molto bello. Disegni benissimo, amore" le disse Ziva dandole un bacio.

Le si aprì il cuore nel notare che la considerava alla pari di Monique.
Poi notò un'altra cosa sul disegno.

"E questo cos'è?" chiese.
"Un gattino, piccolo" disse.
"Se me lo prendi anche lui farà parte della nostra famiglia" aggiunse.
"Vorresti un gattino, Anja?" le chiese Tony.
"Mi piacerebbe" rispose.
"Vediamo cosa si può fare" disse Ziva.
"Ora andiamo a mangiare?" aggiunse.
"Andiamo!" esclamò Anja.

E quella sera di sedettero a tavola a mangiare come una famiglia, esattamente come nel disegno di Anja.






Note dell'autrice:

Scusate il ritardo di un giorno, ma sono stata un po' impegnata con i preparativi natalizi XD
Ma ecco il penultimo capitolo di questa storia!
Non è troppo dolcina Anja?

Come vi avevo detto questi capitoli saranno family e TIVA <3
Cosa ne pensate? :) spero vi sia piaciuto...

Prima di salutarvi vi auguro Buon Natale! XD
Ci vediamo la prossima settimana con l'ultimo capitolo!

Baci, Meggie.

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


Capitolo 25

Erano passati mesi ormai dall'intervento che Anja aveva subito per aiutare Maxim e tutto procedeva bene.
Avevano appena ricevuto notizie dalla Russia, Maxim si stava lentamente riprendendo grazie all'aiuto di Anja e la nonna di Maxim aveva mandato una lettera con una foto del bambino per ringraziare.

Quella sera tornati a casa si sedettero sul divano con Anja per mostrarle la lettera.

"Chi è questo bambino?" chiese indicando la foto.
"È Maxim, il bambino che hai salvato" rispose Ziva accarezzandole i capelli.
"Il bambino che ho salvato quando sono andata in ospedale?" domandò.
"Esatto pancake. Ha mandato questa lettera e questa foto per dirci che ora sta meglio e per ringraziarci" le disse Tony.

Anja prese a foto in mano e la guardò, non sapeva ancora leggere quindi ignorò la lettera.
Osservò il volto di Maxim e capì anche lei che quel bambino non stava bene.

"Mamma, perché non ha i capelli?" chiese.
"Perché è malato, amore" rispose Ziva.
"E gli sono andati via i capelli perché è malato?" domandò confusa.
"Le medicine che prende gli hanno fatto cadere i capelli. Ma ora sta meglio, gli ricresceranno" spiegò Tony.
"Davvero? Ma se non gli ricrescono io... Io posso dargli un po' dei miei, ne ho tanti" rispose ingenuamente.
"Non è necessario" rispose Ziva sorridendo alla dolcezza delle parole di Anja.

La bambina osservò la foto ancora per un po'.
Aveva delle domande ma non sapeva se poteva farle, così fece un bel respiro e prese coraggio.

"Mamma ma chi è lui?" chiese.

Ziva guardò Tony, aveva paura che Anja non avesse capito il loro discorso.

"Tesoro, è il bambino che stava tanto male e che tu hai aiutato" le disse ancora Ziva.
"Lo so. Ma perché lui? Come facevi a sapere che io lo potevo salvare?" chiese confusa.

Ora capivano la domanda, avevano voluto evitare di spiegare chi fosse ma ormai non potevano lasciarle il dubbio.

"È il tuo cuginetto, Anja. Lui vive in Russia, nello stesso luogo in cui viveva tuo padre" spiegò Tony.
"Mio papà era anche il suo papà?" chiese sbagliando legame di parentela.
"No" rispose sorridendo Ziva.
"Il suo papà era il fratello del tuo" aggiunse.
"E adesso dov'è il suo papà?" chiese.
"È morto come il mio? Come la mia mamma?" aggiunse.
"No. Però non vive più con lui" spiegò Ziva.
"E dove vive allora?" domandò Anja.

Questa volta fu Tony a rispondere. Anche se non era un'argomento facile per una bambina doveva sapere la verità arrivati a questo punto.

"È in prigione, Anja. Lo sai, quando le persone fanno delle brutte cose devono essere messe in punizione" le disse.
"Come quando voi prendete i cattivi" commentò.
"Esatto" confermò Ziva.

Anja annuì e non fece più domande, per fortuna non sapeva che proprio il padre di Maxim era responsabile della morte di Monique. Tony e Ziva furono grati che non avesse chiesto nulla a riguardo.

"Mamma" disse all'improvviso.
"Pensi che posso farmi anche io una foto e poi la mandiamo a lui? Così vede la mia faccia" aggiunse.
"Penso sia un'idea fantastica. E potresti fargli anche un bel disegno, sono sicura che ne sarà felice" rispose lei.
"Si, disegno noi tre così gli faccio vedere la mia famiglia" disse felice.

Prima di dormire Anja ci tenne che Tony le scattasse una foto e con l'aiuto di Ziva fece anche un bel disegno da spedire.
Ci pensarono loro a scrivere una lettera alla nonna di Maxim da allegare a quello che voleva inviare Anja.

Quel weekend, Tony e Ziva avevano una sorpresa per Anja.
In quel periodo era stata molto brava e volevano gratificarla. In più dopo che, a casa di Damon, aveva fatto il disegno della famiglia aggiungendo anche un gattino, avevano riflettuto sull'idea di prendergliene uno.
La svegliarono una mattina e le dissero che l'avrebbero portata in un posto speciale.

"Dove andiamo?" chiese per la decima volta mentre facevano colazione.
"Anja, amore. Se te lo diciamo che sorpresa è" commentò Tony.
"Ma io sono curiosa... Ti prego papà, dimmelo!" disse facendo gli occhioni dolci.
"No, puoi implorare quanto vuoi ma io non te lo dirò" concluse lui.

Anja gli fece la linguaccia e smise di insistere.
Ziva sorrise alla scena mentre finiva di sistemare la cucina. Poi prese Anja e la portò a cambiarsi.

"Mamma, dimmi dove andiamo. Ti prometto che mantengo il segreto con papà" le disse sottovoce.
"No, signorina. Io sono d'accordo con papà deve essere una sorpresa" rispose.
"Uffa" commentò sconsolata.
"Manca molto alla sorpresa?" aggiunse.
"No. Sopratutto se ti vesti e lavi i denti velocemente" le disse.

Anja scattò e lasciò che Ziva le mettesse i vestiti e l'aiutasse a lavarsi in bagno.
Poi corse in salotto dove Tony già le stava aspettando e si mise la giacca aspettando che anche Ziva arrivasse.

"Ma quanto ci mette la mamma a prepararsi, io voglio vedere la mia sorpresa" disse lamentandosi.
"È quello che le chiedo sempre io, ci mette sempre ore per rendersi presentabile" rispose.
"Promettimi che quando sarai grande, non diventerai così lenta" aggiunse ridendo.
"Te lo prometto papà" rispose sorridendogli e guardandolo negli occhi.
"Brava la mia bambina" disse.

"È così? Ci metto ore io? E tu allora, con tutte le tue cravatte e i tuoi abbinamenti? Ci metti più di me" commentò Ziva entrando in salotto.
"Mamma! Andiamo ora?" esclamò Anja vedendola.
"Andiamo, non vi faccio più attendere" rispose guardando Tony.

"Scherzavo, occhioni belli" le disse lui alzandosi e baciandola.
"I baci ve li potete dare dopo? Ora è tempo della mia sorpresa" li interruppe Anja.

Ziva la prese per mano e andarono alla macchina.
Una volta in viaggio Anja non poté fare a meno di elencare tutte le ipotesi del luogo in cui stavano andando.

"Andiamo al mare?" chiese.
"No amore, fa troppo freddo per il mare" rispose Ziva.
"Allora andiamo al centro commerciale" disse.
"No, pancake. Ritenta" rispose Tony.
"Andiamo a Disney World!" esclamò.
"No, mi dispiace. È troppo lontano" disse Ziva.

Alla fine si mise in silenzio a guardare fuori dal finestrino, non aveva più idee.
Si illuminò di nuovo quando sentì che Tony spegneva la macchina.

"Arrivati pancake" comunicò lui.
"Davvero? E dove siamo?" chiese.

La fecero scendere dalla macchina e Ziva la prese per mano, erano in un parcheggio e non voleva che corresse da tutte le parti.

"Guardati intorno e vediamo se indovini" disse Ziva.

Fece come Ziva le aveva detto e l'unica cosa che notò era un grande negozio con un'insegna che ritraeva degli animali.

"C'è un negozio lì" disse indicando l'edificio mentre si incamminavano.
"Esatto, stiamo andando lì" confermò Ziva.
"E cosa dobbiamo comprare, mamma?" domandò Anja.
"Guarda bene pancake, cosa vendono in questo negozio secondo te?" disse Tony.

Anja aspettò di avvicinarsi ancora di più fino a che non si rese conto che nelle vetrine c'erano tantissimi cuccioli di cane e gatto.

"Vendono gli animali!" esclamò correndo davanti alla vetrina e osservando i piccoli gattini.

Rimase a fissarli e bussare sul vetro per un po' mentre Tony e Ziva la osservavano sorridendo.
Poi si voltò e li guardò speranzosa.

"Compriamo un gattino oggi?" chiese.
"Si amore" confermò Ziva.
"E lo posso scegliere io? E gli posso dare il nome io? E può fare la nanna con me?" iniziò a domandare eccitata.
"Hey, calma pancake. Certo che lo sceglierai e gli darai il nome tu. Però prima dobbiamo entrare e vedere tutti quelli che ci sono" la fermò Tony.

Li fissò per un attimo e poi si lanciò in un abbraccio di gruppo, stringendo le gambe di Tony e Ziva.

"Grazie" disse veramente felice.

Continuava a stringerli senza lasciarli andare, tanto che Ziva dovette chinarsi per staccarla.

"Hey, patatina. Allora entriamo e vediamo che gattino prendere?" le disse.
"Si" annuì.

Non appena entrati una gentile commessa li accolse, chiedendo di che cosa avevano bisogno.
Lasciò che Anja guardasse tutti i gattini che avevano nel negozio e l'aiutò a prenderne alcuni in braccio.

"Allora cosa ne pensi? Hai trovato un gattino che ti piace?" chiese Ziva.

Anja annuì guardandola.

"Quello là" disse indicandone uno in vetrina.

Era grigio con il pelo un po' lungo ed era così piccolo che stava nel palmo della mano di Tony.
Tony lo prese e si chinò all'altezza di Anja. La bambina iniziò subito ad accarezzare il gatto, felice.

"Come lo vuoi chiamare?" le chiese.
"Non lo so, posso pensarci?" disse.
"Certamente. Ma ora dobbiamo cercare tutte le cose che gli serviranno per vivere con noi" rispose.

Rimasero al negozio per comprare tutto quello di cui avevano bisogno, poi pagarono e uscirono.
La commessa aveva messo il piccolo gattino nella sua gabbietta affinché lo potessero portare a casa senza problemi.
Per tutto il viaggio di ritorno Anja non fece altro che infilare il dito tra le griglie della gabbietta per giocare con il cucciolo. Non vedeva l'ora di tirarlo fuori e abbracciarlo.

Una volta in casa la prima cosa che Anja fece fu aprire la gabbietta e lasciare che il suo nuovo amico uscisse.
Tuttavia il cucciolo era un po' spaventato. Era in un luogo nuovo con tanta gente che lo fissava. Così Anja decise di toglierlo dalla situazione di ansia.

Non troppo delicatamente, ma come ci si può aspettare da una bambina di quattro anni, lo prese in braccio e iniziò ad accarezzargli la testa.

"Non devi essere spaventato questa è la tua casa" gli disse.
"E la mamma e il papà sono buonissimi nessuno ti farà male" aggiunse.

Tony e Ziva la guardavano curiosi.
Era dolce da vedere e scene del genere facevano sorridere.

Iniziò a girare per tutta la casa con il gattino in braccio mostrando ogni camera della casa e descrivendo che cosa poteva fare e cosa non poteva.
Dieci minuti dopo tornò da Tony e Ziva sempre stringendo il gattino.

"Mamma allora può dormire con me?" chiese.
"È meglio di no, amore. Lui ha il suo lettino" rispose Ziva indicando il cuscino fatto apposta che avevano comprato.
"E se sarà triste o avrà paura?" chiese.
"Sono sicura che non accadrà" la rassicurò.
"Ok... Posso chiamarlo Susan?" disse.
"Pancake è un maschietto non lo possiamo chiamare Susan" rispose Tony.
"Oh... Lo chiamiamo Tom allora" disse Anja.
"Come Tom e Jerry, fantastico!" esclamò Tony potendo fare un riferimento a qualcosa di televisivo.
"Chi sono Tom e Jerry?" chiese Anja confusa.
"Lascia perdere, patatina. Papà ricomincia con la sua passione per i film" si intromise Ziva.
"È troppo piccola per sapere chi sono" aggiunse rivolta a Tony.

Quella sera Anja non si staccò dal suo nuovo amico per un momento. Riuscirono a convincerla a lasciarlo andare solo per la cena e poi rimase a giocare ancora fino all'ora della nanna.
Dopo averla messa a dormire, sistemarono il gatto e poi andarono a letto anche loro.

"Chi lo avrebbe detto che un semplice gattino l'avrebbe fatta così felice" commentò Ziva.
"Chi lo avrebbe detto che adesso oltre che di una bambina ci dobbiamo occupare anche di un gatto" aggiunse lui.

Ziva rise.
Era vero, sarebbe stato un impegno in più ma era una cosa che facevano volentieri se rendeva Anja felice.

Quando arrivò l'estate e la scuola di Anja finì decisero che era il momento che Damon si mettesse al lavoro come baby sitter.
Non che non avessero i soldi per mandare Anja ad un campo estivo ma sapevano quanto lei si divertisse con lui e decisero che per quell'anno sarebbe andato bene così.
Erano anche tranquilli che Anja sarebbe stata bene e se c'erano problemi lui avrebbe subito chiamato.

Come ogni mattina si alzarono rilassati e portarono Anja da Damon.
Di solito la mattina gliela portavano in casa ma gli lasciavano anche un mazzo di chiavi così se volevano potevano usare tutti i giochi di Anja.

"Dovremmo dare la buona notizia ad Anja, stasera. Sono sicura che farà i salti di gioia" disse Ziva mentre guidavano verso il lavoro.
"Penso anche io. Ma non credi sia ancora presto? Non vorrei che poi dopo ci desse il tormento" rispose.
"Il tempo vola, Tony. Passerà prima di quanto ti immagini" disse lei.
"Hai ragione. Anche se sono sicuro che le piacerà, quando ne abbiamo parlato tempo fa sembrava felice all'idea" commentò Tony.

Durante tutta la mattina la lavoro pensarono alla reazione che avrebbe potuto avere Anja, speravano davvero che fosse felice.
Ricevettero persino una sorpresa quando videro Damon arrivare con Anja per mano.

"Pancake cosa ci fai tu qui?" chiese Tony lasciando che le salisse in braccio.
"Spero non vi dispiaccia se l'ho portata qui. Ma abbiamo fatto i biscotti e voleva offrirli a tutti" rispose Damon.
"Hai fatto bene, non disturbate" lo rassicurò Ziva.
"Però ora vorrei proprio un biscotto" aggiunse guardando Anja.

Lei si alzò e andò a prendere la scatola che Damon aveva portato. La aprì e passò ad ogni scrivania per offrirli.

"Sono ottimi, Anja" le disse McGee.
"Grazie" rispose felice del complimento.
"Portane altri due a papà, sono affamato" la chiamò Tony.
"Tu hai sempre fame papà" commentò lei,

Ziva scoppiò a ridere, era quello che gli ripeteva sempre anche lei. Se avesse potuto, Tony, avrebbe mangiato ventiquattro ore su ventiquattro.

"Li posso portare anche ad Abby e Ducky? E Jimmy anche" chiese alla madre.
"Si, però poi tornate a casa va bene?" rispose.
"Va bene mamma" disse.

Obbedì a quello che Ziva le aveva detto e dopo aver dispensato biscotti tornò a casa con Damon.
Arrivarono come al solito nel tardo pomeriggio e dopo aver ringraziato il ragazzo riportarono Anja a casa.

"Pancake, ti dobbiamo dire una cosa importante" le disse Tony dopo che si erano seduti tutti in salotto.
"È una cosa di cui avevamo già parlato e pensiamo che ne sarai felice" aggiunse Ziva.

Anja ascoltava curiosa e attenta, cercava di capire a cosa si stessero riferendo Tony e Ziva.

"Che cosa succede?" chiese.

Ora iniziava anche ad essere un po' preoccupata, vedeva i loro volti seri.

"Ti ricordi quando ti abbiamo detto che Maxim era ammalato e tu lo hai fatto stare meglio?" disse Tony.
"Certo. Lui è il mio cuginetto" rispose.
"Si. Ora sta molto meglio, non è più in ospedale. E sarebbe molto felice di conoscerti" aggiunse Ziva.
"Ci viene a trovare?" chiese Anja.
"No amore, lui non può prendere l'aereo. Andremo noi a trovarlo" spiegò Tony.
"Andiamo fino in Russia?" domandò sbalordita.
"Esatto. Prendiamo un aereo molto grande e andiamo fino là, poi ne approfittiamo e stiamo un po' in vacanza" spiegò lui.
"Cosa ne pensi?" chiese Ziva.
"Penso che è super bello! Quando partiamo?" rispose felice.
"All'inizio del mese prossimo, mancano quindici giorni" disse Ziva.
"Ma sono tanti, io voglio partire ora!" si lamentò Anja.
"Ma come ora? Prima dobbiamo fare le valige e organizzarci, ci servono tutti i quindici giorni" disse Tony.
"Vedrai che passeranno veloci" la rassicurò Ziva.

E infatti la sua promessa fu mantenuta, i quindici giorni passarono velocissimi e in men che non si dica stavano andando all'aeroporto per prendere l'aereo che li avrebbe portati in Russia.

"Anja dammi sempre la mano, l'aeroporto è grande non voglio perderti" le disse Ziva.
"Nemmeno io voglio" rispose.
"Papà, quando siamo sull'aereo mi leggi le favole?" chiese la bambina.
"Certo. Ma il viaggio è lungo e tu devi anche fare la nanna" rispose.
"Tu leggi e io faccio la nanna" disse Anja.

Fortunatamente Anja dormì per buona parte del viaggio.
Rimase per lo più in braccio a Tony che si prese il gusto di coccolarla a dovere. Le piaceva tenerla in braccio, doveva ammetterlo e questo lo aveva notato anche Ziva.

"Mammina" disse Anja svegliandosi.
"Io devo fare la pipì" aggiunse.
"Allora andiamo, prima che la fai addosso a papà" commentò Ziva prendendola in braccio.

Era troppo assonnata per farla camminare e in più non voleva svegliarla troppo. Il viaggio era ancora lungo e sperava riuscisse a dormire ancora un po', o il fuso orario l'avrebbe uccisa.

Poco prima di atterrare, Anja era già bella sveglia e attiva. Non vedeva l'ora di raggiungere casa di Maxim e conoscerlo.
Tony e Ziva l'avevano preparata spiegandole che probabilmente Maxim non era in forze come lei e quindi non poteva correre e giocare come Anja era abituata a fare.
Lei sembrava aver capito, tanto che aveva chiesto a Ziva di comprare degli album che avrebbero potuto colorare insieme così Maxim poteva stare seduto.

"Papà, secondo te quando Maxim starà bene lo possiamo invitare a casa nostra?" chiese Anja.
"Mi sembra una buona idea, quando starà bene glielo chiederemo" rispose Tony.

Presero un taxi per andare fino a casa di Maxim e appena scesi andarono a suonare al campanello.

"Qui scrivono con delle lettere strane" commentò Anja vedendo i diversi caratteri che usavano.

Una volta entrati la prima persona che incontrarono fu la nonna di Maxim. Sembrava una signora simpatica e gentile e li accolse con calore.
Anja stringeva la mano di Ziva, ora si sentiva un po' a disagio.

"Tu sei la bambina coraggiosa che ha salvato il mio Maxim?" le disse la signora con un inglese un po' incerto.

Anja guardò Ziva prima di rispondere e dopo un cenno del capo da parte della donna parlò.

"Si. Adesso sta bene? Ha di nuovo i capelli o gliene do un po' dei miei?" rispose.

Le era rimasto impresso che nella foto Maxim fosse calvo e ci teneva a rendersi ancora disponibile.

"Ancora no, ma presto ricresceranno" la rassicurò la signora.
"Ora accomodatevi. Vado a vedere se Maxim è sveglio, stava riposando" aggiunse.

"Tutto bene, pancake?" le domandò Tony.
"Si. Ma quella signora parla strano" rispose.
"Perché qui in Russia si parla un'altra lingua" le spiegò.

La videro un po' turbata dalla situazione e decisero di non forzarla a parlare.
Si sbloccò non appena vide Maxim camminare verso di loro. Si alzò immediatamente in piedi e lo guardò.
Il bambino, senza dire nulla, le si avvicinò e la abbracciò stringendola.

"Grazie" fu l'unica cosa che disse.

Non perché non volesse parlare ma semplicemente perché non conosceva una parola di inglese.
Tuttavia questo non fu un ostacolo per i due bambini che passarono tutto il pomeriggio a colorare e parlare tra di loro, nonostante non si capissero.

Quando poco prima dell'ora di cena dovettero lasciare la casa, Anja sembrava dispiaciuta.

"Ma possiamo tornare a trovarlo domani? Non abbiamo finito di colorare" chiese a Ziva.
"Certo che potete. A Maxim fa piacere avere compagnia" disse la nonna del bambino.

Soddisfatta dalla risposta fu Anja, questa volta, ad andare da Maxim per abbracciarlo.

"Ci vediamo domani" gli disse gesticolando mentre parlava.
"Domani" ripeté Maxim.

Ziva quasi si commosse a vedere la scena, con grande probabilità, Anja, che adorava parlare, gli stava già insegnando delle semplici parole.

Quella sera in Hotel, Anja non fece altro deh raccontare di quanto si fosse divertita quel pomeriggio.

"Mamma, Maxim deve essere tanto triste che non ha più la mamma e il papà" commentò.
"Si. Però ha una nonna molto simpatica che gli vuole tanto bene" rispose Ziva.

Anja salì sul lettone di Tony e Ziva e si mise nel mezzo.
Così loro si strinsero per poter stare più vicini.

"Anche io prima ero triste, quando non avevo più la mamma" disse.
"Lo sei ancora, pancake?" domandò Tony.
"No. Perché ora ho una mamma e anche un papà" rispose guardandolo e sorridendo.
"E siamo una famiglia, vero?" aggiunse.
"Esatto una famiglia" confermò Ziva.
"Per sempre sempre?" domandò Anja.
"Per sempre" rispose Tony.
"Allora io sono felice, per sempre" concluse Anja mettendosi il ciuccio in bocca e accoccolandosi su Ziva per addormentarsi.

Sia Ziva che Tony diedero un dolce bacio sulla fronte di Anja, poco prima che si addormentasse.

"Lo sai che io ti amo" disse Tony mentre giocava con i capelli di Ziva.

Stavano entrambi osservando la loro bambina dormire serena.

"Ti amo anche io" bisbigliò lei.
"E amo la nostra famiglia" aggiunse.

Ziva sorrise e lasciò che fosse lui ad avvicinarsi per baciarla.
Si baciarono a lungo nonostante Anja dormisse tra le braccia di Ziva. Fecero attenzione a non svegliarla fino a quando Tony prese l'iniziativa e la mise nel suo lettino che era a fianco al loro.
Poi prese per mano Ziva e senza far rumore la portò in bagno.

"Tempo per una delle nostre docce... Rilassanti diciamo" disse.
"Tony..." rispose lei ammiccando.
"Hey, hai detto che ami la nostra famiglia. Perché non ampliarla" commentò facendola ridere.

"Ok sederino peloso. L'idea della doccia mi piace e anche l'idea di ampliare la famiglia. Ma non ampliamola stanotte, aspettiamo ancora un po'..." disse Ziva.
"Io posso aspettare" disse tirando fuori dalla tasca un preservativo.
"Lo sapevo che mi avresti detto così" aggiunse.

Ziva rise di nuovo mentre iniziava a spogliarlo e lui faceva lo stesso con lei.
Avrebbero avuto un altro figlio, ma per ora volevano godersi il loro essere in tre e adattarsi a tutte queste novità.
In fondo la loro famiglia era già perfetta così.








Note dell'autrice:

OMG ora ho concluso anche questa storia. Cioè le ho finite tutte.
Ora sono ancora più triste O.o

Allora ho fatto una conclusione family per questa ff.
Magari qualcuno si aspettava un capitolo con un proposta di matrimonio, con Ziva incinta o con l'adozione di Anja.
E invece non l'ho fatto ahahahah non avevo voglia questa volta e ho voluto provare altro XD
Spero piaccia comunque :)

Spero che questa storia, come le altre, vi sia piaciuta :)
Ringrazio tutti quanti voi che avete letto e commentato e mi avete tenuto compagnia tutti questi mesi.
Siete stati davvero tanti e la cosa mi rende molto felice.
Ad una mia amica (che sa chi è) voglio dire: non essere tristeeeeeee XD

Prima di lasciarvi auguro a tutti un felice anno nuovo! Passate delle buone feste! :)
Ritornerò (pare una minaccia LOL) il prossimo anno con una nuova storia XD non so bene quando ma comunque già a gennaio dovrei iniziare a pubblicare :)

Baci a tutti, Meggie. 

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