Silent Scream

di Zomi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Silenzio ***
Capitolo 2: *** Urla ***



Capitolo 1
*** Silenzio ***


SILENT SCREAM
 
 
 
Capitolo 1: Silenzio


 
Il silenzio è per la meditazione.
È per allontanare la mente dal corpo.
Dai suoi dolori, dalle distrazioni, dai tremori di smarrimento e angoscia.
Il silenzio è per ritrovare se stessi.
Il silenzio è basilare nei miei allenamenti: se non c’è, non posso dare il meglio di me, non posso fondere mente e corpo in un'unica arma, allenandola e portandola al di là dei miei limiti, rendendola indistruttibile e perfetta.
Il silenzio è realmente d’oro.
Rende tutto più prezioso.
Un bacio dato senza fra rumore, brilla più di un diamante.
L’amore fatto nel silenzio della notte, è sacro e intoccabile.
Il silenzio della crescita è inesorabile e stupefacente.
Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
Io sono silenzio.
Combatto nel silenzio, affondando i nemici senza perdermi in parole, facendo scivolare le lame delle mie tre katane nei loro corpi senza alcun sibilo, senza emettere alcun rumore, se non un lieve e ultimo respiro di vita.
Ma è il mio avversario che lo emette, sempre.
Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
Il silenzio è d’oro.
Il silenzio aiuta a meditare.
Il silenzio è il rumore della crescita.
Ma il silenzio non mi aiuta oggi.
Continuo a marciare nella cucina, pestando i neri stivali sulle assi di legno accostate a formare il pavimento, grugnendo a ogni rumore assente.
C’è troppo silenzio.
Troppo.
Rufy non ride o invoca, urlando e facendo baccano, cibo di ogni genere.
Sta fermo e muto seduto a terra, accanto al frigo. Al tavolo, Usopp e Brook lo imitano, annullandosi con le sedie che li sostengono, dietro le loro schiene. Franky limita anche i suoi movimenti, lasciando ferme e immobili le enormi braccia metalliche, che non emettono nemmeno un singolo e tintinnante rumore da cyborg.
L’unico snervane e inutile suono che rimbomba nella stanza, e su tutta la nave ormai, è l’aspirare e sbuffare di Sanji, nel fumare.
Ringhio, continuando a marciare avanti e indietro, tra la porta della cucina e l’inizio del corridoio.
Dovrebbe urlare.
Dovrebbe sgolarsi per il dolore, dovrebbe implorare aiuto e invocare il mio nome con tutte le sue forze, ma c’è solo il silenzio a riempirmi le orecchie.
-Qualcosa non va- sbotto, digrignando i denti.
Il silenzio si inclina appena tra di noi, lo sento quasi giudicarmi, io che sono silenzio, e che ora sono l’unico che non lo rispetto.
-Va tutto bene Marimo…- sbuffa una nuvola densa e grigia di tabacco Sanji -… è in buone mani-
Stringo i pugni lungo i fianchi, e il tendere delle mie nocche è simile allo spezzarsi di un albero.
-C’è troppo silenzio- ringhio.
Come prima della tempesta.
Un silenzio innaturale, un silenzio che non annuncia nulla di buono.
-È in buone mani- mi rassicura sottovoce Usopp, quasi non voglia distruggere il silenzio che ci circonda.
Brook annuisce, oscillando l‘enorme pettinatura afro, gonfia e nera, che sembra voglia ricucire i lembi di questo silenzio che ho appena sgualcito.
Ringhio, azzannando l’aria, tentando di spezzare in mille schegge l’assenza di ogni rumore, di ogni suono, di ogni respiro.
-Dovrebbe urlare- sibilo, respirando nervosamente dal naso –Dovrebbe gridare con tutta l’aria che i suoi polmoni possono contenere-
Non mi piace questo silenzio.
Non è il concentrarsi, mente e corpo, di quando combatto.
Non è l’assenza dei rumori, persi nella concentrazione della battaglia.
Non è l’assenza del mondo in cui mi immergo quando sto con lei nella notte.
Non è lo staccarsi dai problemi quotidiani, di quando la bacio.
È un silenzio sordo, muto, cieco.
Un silenzio che non è mio.
Che non è nostro.
-Dannazione!!!- sferro un pugno sulla parete, urlando a pieni polmoni.
L’ho visto crescere in silenzio, senza mai emettere un suono.
L’ho visto scalciare, senza gridacchiare felice.
L’ho visto dare le prime spinte, senza un singolo lamento.
Perché anche lui sta zitto ora?
Dovrebbe urlare, gridare, trapassarci i timpani con le sue corde vocali, far rimpiangere a tutti noi gli strilli isterici di Nami. Dovrebbe essere la sua ugula a far tremare le pareti, e non la mia rabbia e impazienza contro questo dannato silenzio.
Ringhio ancora, premendo il pugno contro l’asse di legno divelta dal mio colpo.
Non ce la faccio più.
Voglio uno stupido, insignificante e singolo urlo.
Solo uno.
Uno solo che possa infrangere il silenzio che mi sta facendo impazzire.
Solo uno.
-Zoro…-
La mano di Rufy sulla spalla non è abbastanza.
-Sta bene, non ti preoccupare-
Un sussurro del mio capitano, che non è sufficiente per divellere il muro della calma, e renderlo di nuovo rumoroso.
-Chopper sa quello che fa-
Vorrei solo un po’ di rumore.
Di quel sano e frastornante suono che riecheggia sempre sulla nostra Sunny.
-Non ne posso più di questo silenzio- ansimo, stringendo i denti.
-Allora dovresti pulirti le orecchie…- sbuffa una densa nuvola di fumo Sanji, avvicinandosi a me, ancora con il pugno conficcato nel muro.
Una zaffata di tabacco e sale iodato mi riempie le narici, facendomi arricciare il naso.
-Cuocastro!!!- ringhio, per nulla incline a litigare.
Potrei saltargli alla giugulare, solo per il vezzo di sentir sbattere qualcosa a terra e creare un pò di rumore.
Un po’ di fottuto rumore a rompere il silenzio che mi fa impazzire.
Soffio dal naso, digrignando i denti mentre fisso il Torciglielo sorridere, nel giocherellare con il filtro sulle labbra.
-Oh dovresti veramente- sghignazza, guardandomi di striscio –Perché il silenzio è appena strato infranto… non lo senti urlare?-
 








 
ANGOLO DELL’AUTORE:
Tranquilli, se non ci avete capitolo nulla: il prossimo capitolo spiegherà tutto… in oltre avviso, che la mia assenza è dovuta alla morte improvvisa e aliena della chiavetta internet, e che le FF pubblicate oggi sono state immesse su EFP tramite cellulare, ergo se il layout fa schifo non è colpa mia (fugge a cavallo di Zoro… nudo)
Zomi

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Capitolo 2
*** Urla ***


Capitolo 2: Urla
 

Urla di gioia.
Urla di felicità.
Urla di dolore.
Urla di paura.
Urla di tristezza… urla di piacere.
Urla di fame di Rufy.
Urla di entusiasmo di Chopper, per una nuova favola di Usopp.
Urla di overdose di donne di Sanji.
Urla di emozione di Brook per un paio di mutandine femminili.
Urla da Super di Franky.
Urla di isteria, le mie, per la pazzia dei miei Nakama.
Urla di godimento, mal trattenute, ben volute, brevi e mai sufficienti di quanto sto con Zoro.
Urla d’amore, quanto lui è con me.
In me.
Urla.
Urla.
Urla.
Io sono urla.
Urli che lancio, strillo, strepito senza sosta.
Urla, e urlo con tutto il fiato che ho in gola.
-OH KAMI!!!!!-
Mordo con forza estrema il labbro inferiore, mente infilzo il braccio di Robin con la mano destra, mantenendomi retta con la schiena sul letto dell’infermeria, straziando con la mano libera il lenzuolo, fine e bianco, che si macchia di sangue e liquidi vari.
-DANNAZIONE!!!!!!!!!!!!!!! AHHHHHHHHHHHHH!!!!-
Urlo di dolore: le ossa del bacino sembrano spezzarsi per le contrazioni, e per quanto le tenga divaricate, sembrano non essere mai abbastanza larghe per far nascere mio figlio.
-AHHHHHHHHHH!!!-
Urla di stanchezza.
Sono quattro ore che spingo, scalcio, strillo, sudo per mettere al mondo la mia creatura, ma non è ancora finita, e sento che sto perdendo le forze.
-AHHHH… ZORO!!!!-
Urla di aiuto.
Lo vorrei accanto a me, a sorreggermi, ad aiutami in questa impresa.
Urlo il suo nome, urlo un’invocazione, ma Chopper è stato chiaro: ha bisogno di calma per adempiere il suo compito, e un buzzurro ringhiante e agitato, per quanto zitto sia, sarebbe stato d’intralcio.
-Ci siamo quasi Nami- afferma sicuro il medico renna, in un sussurro gridato sopra le mie urla.
Getto il capo all’indietro, prendendo fiato, straziandomi di strilli d’aria i polmoni ansanti per le mie grida.
Sono stanca.
Stanca di spingere, di sudare, di irrigidire le spalle e muovere muscoli che non credevo di possedere.
Sono stanca, ma non voglio smettere di urlare.
Perché lo sento.
Sento lui, o lei, gridacchiare piano dentro di me, e voglio, bramo, esigo di sentirlo urlare anche sulla Sunny.
-Manca poco- mi asciuga la fronte Robin, aiutandomi a restare dritta con la schiena –Ancora poco, e poi rimpiangerai tutto questo silenzio- mi stringe la mano e rafforza la presa sulla mia spalla sinistra.
-Ancora poco e sarete in due a urlare, squarciando il silenzio-
Annuisco, e digrigno i denti.
-Al mio tre spingi, Nami- ordina Chopper, e inarco la schiena, riempiendo i polmoni d’aria -Uno, due… tre-
Azzanno l’aria, la strappo, mi creo uno spazio da riempire di urla, grida, strilli e imprecazioni.
Urlo di dolore.
Urlo di stanchezza.
Urlo il nome di Zoro, implorandolo che venga ad aiutarmi.
Urlo di paura, perché ancora non so se sarò all’altezza di essere la madre di una creatura bella e speciale come la mia.
Urlo.
Urlo.
Urlo.
Urlo ancora e poi…
-Wha-whaaaaa…-
Ansimo, perdendo lo sguardo in un mare di lacrime.
Cos’è questo flebile e acuto urlo?
Chi strilla con così poca voce, da farmi piangere dalla tenerezza?
Chi strilla con tutta questa forza, costringendomi ad alzare la schiena a pezzi, muovendomi verso Chopper per scorgerlo solo un pochino?
-Sta…- ansimo piano, dimenticandomi come si urla -… sta…-
-È perfetto- afferma il piccolo medico, avvolgendolo in un piccolo lenzuolino.
Vorrei urlare.
Urlare di gioia.
Urlare di felicità.
Urlare perchè non mi ricordo nemmeno più il dolore che mi attanagliava le membra cinque secondi fa.
Urlare il nome di Zoro, e ordinargli di venire qui, per vedere la nostra creatura.
Respiro piano dal naso, bagnato dalle lacrime, prendendo tra le braccia mio figlio.
Non ho chiesto a Chopper se è maschio o femmina, non mi importa: mi importa di ascoltare le sue urla, il suo richiamo primordiale, il suo primo grido di vita.
Urla.
Urla.
Urla.
Urla la vita che è in te, piccolo mio.
Urla di vita, urla di fame, urla di gioia.
Urla mentre io piango, urla per me che sono stanca, urla per chiamare quel buzzurro di tuo padre.
Urla perché ora sei con noi.
-Mo-mocciosa-
Sogghigno, non sollevando nemmeno per finta lo sguardo da te, mentre Zoro entra nell’infermeria, richiamato dai tuoi strilli.
Sento, in silenzio, un suo polpastrello asciugarmi le lacrime, sedendosi accanto a me, e circondandomi le spalle con un braccio.
-Strilla come sua madre- sghignazza, baciandomi le tempie sudate.
Sorrido.
Ora sono io che sto in silenzio, contemplando la mia creatura.
Senza far rumore, abbasso un lembo della camicia, denudandomi il petto, dove subito, con un leggero urletto, il piccolo Roronoa struscia il nasino.
Chiude la sua boccuccia come un piccolo uccellino, e inizia a poppare, mangiando con foga e stringendo i pugni, lasciando a Zoro il turno di urlare.
Urla di gioia.
Urla di felicità.
Urla di orgoglio, facendo tuonare le mura della Sunny annunciando a tutti che sei nato.
Urla di allegria, urla contro Sanji che spera tu sia una bellissima femminuccia.
Urla al Mondo che sei nato, e che nessuno ti torcerà mai un capello.
Urla che mi ama, che ci ama.
E io, nel silenzio in cui ti stringo al mio petto sfamandoti, urlo che tu e Zoro siete il mio One Piece.
Urlo, urlo piano, urlo il silenzio, perché io sono urla, e tuo padre silenzio.
E tu, sei il nostro piccolo urlo silenzioso.
 
 







 
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ANGOLO DELL’AUTORE:
Alzi la mano chi non ha capito nulla (anche l’autrice alza la mano).
Non so perchè ma nel mio cranio la storia era totalmente diversa. Nata guardano l’immagine che l’accompagna, speravo di scrivere un qualcosa di interessante e carino, ma non so perché invece è uscita sta cosa informe e mal digerita.
Mah, sarà l’estate…
Passando a noi, ringrazio tutti color che hanno avuto lo stomaco di leggerla, quelli ancor più coraggiosi che l’hanno commentata e i pazzi che l’hanno inserita tra le preferite.
La dedico a NaMiRoRoNoA e Sof_chan che hanno da subito capito attorno a “cosa” ruotava la storia, e perché le FF vanno dedicate, tutto qui…
Zomi
 

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