Forever Love

di AintAfraidToDie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due ***
Capitolo 3: *** Capitolo Tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo Cinque ***



Capitolo 1
*** Capitolo Uno ***


Autore: AintAfraidToDie
Titolo: Forever Love
Genere: Romantico; Introspettivo
Avvertimenti: Yaoi; AU
Raiting: Arancione
Pairing: DaixKyo
Riassunto: Pur non conoscendomi, ti sei sempre fidato di me.
È bello, essere tuo amico, Dai-kun.
[Ma questo non sembra bastarmi.]

“ Forever Love”

Capitolo Uno

Estate. Io adoro l’Estate.
Il caldo devastante, che quasi t’impedisce di respirare.
La sudorazione a mille, anche per il più piccolo dei movimenti.
I vestiti leggeri, poca stoffa che costringe il corpo.
Il suono impazzito del canto delle cicale che ti arriva dritto alle orecchie.
Niente scuola. La libertà.
Estate. Io amo l’Estate. Io odio la scuola.

-    Andou?
Ah, questo tono di voce. Lo riconoscerei tra mille. Sottile, acido, serpentino.
Sì, il professore di Giapponese antico mi ricorda molto un viscido rettile.
Alzo lo sguardo dallo shonen manga* che stavo leggendo di nascosto, ritrovandomelo davanti.
Mi guarda attraverso le graffiate lenti dei suoi occhiali vecchio stile, con un sorriso beffardo stampato in volto, mentre asciuga le sue mani sudate sul golfino di lana color panna che indossa.

Odio i professori. Odio la scuola.
Disprezzo tutta la naturale ipocrisia che alberga nelle scuole giapponesi.
Professori distinti di giorno; maniaci nei sex shop alla ricerca di figa giovane la notte.
Perché dovrei essere comandato da loro?

-    Sì prof? – rispondo, nascondendo il fumetto nella mia cartella e cominciando a tracciare ghirigori sul banco con un lapis.
Lui continua a osservarmi, arricciando il naso in maniera disgustata.
“Questi giovani d’oggi!”, starà sicuramente pensando.  
-    Andou, ci potrebbe fare il favore di spiegare l’arcano significato di questo kanji? – sussurra, indicando con la penna che ha in mano uno scarabocchio disegnato alla lavagna.
Osservo attentamente la figura, senza riuscire a trovare nessun nesso con le altre già studiate.
Quello sarebbe un kanji…?

Comincio a battermi nervosamente il lapis sul labbro, facendo finta di spremermi le meningi.
Lancio un’occhiata supplichevole a Kaoru, il mio compagno di banco, nonché mio migliore amico.
“Dimmela, Kao. Se la sai dimmela, cazzo.” , cerco di fargli capire. Ma sembra troppo occupato a ridere sotto i baffi per recepire il mio messaggio subliminale.
-    Allora, Andou? – sorride malefico, il professore. Pezzo di merda.

Sospiro. Ho qualcosa da perdere? No. Tanto vale sparare una cazzata.
Poi la scusa con mamma è sempre la stessa: mica è colpa mia se sto sulle palle al prof, no?

-    Certo, la so! Vuol dire… boh? – borbotto, abbassando lo sguardo.
Il vecchiaccio sbuffa, scuotendo in maniera teatrale la testa.
Kaoru soffoca una mezza risata, che per sua sfortuna non sfugge alle orecchie del prof.
-    Oh, Niikura. Lo vuole dire lei? – dice, guardando in direzione di Kao.
Lui si zittisce di colpo, deglutendo. Alza lo sguardo in direzione del soffitto e comincia a tastare nervosamente i bottoni della sua giacchetta.
-    Ehm, ma anche no… - sussurra appena, scrocchiandosi nervosamente le mani.
Questa volta è il mio turno, di ridere.
-    Andou, allora il quattro che ha preso appena un minuto fa non le basta? – borbotta, minaccioso.  

Chissà perché poi gli sto così antipatico.
Forse sono i miei capelli tinti a tratti di rosso che gli danno così noia.  
O forse è la spilla “fuck the system” che troneggia sulla giacchetta della mia divisa rattoppata, a non piacergli alla vista.
Boh. Chi lo sa.

Driiin! ecco il suono della salvezza, sia per me che per Kao.  
Con uno scatto ci alziamo all’unisono dalle sedie di legno marcio su cui eravamo scompostamente seduti.
In attimo raccolgo la mia roba da sotto il banco e mi carico la cartella in spalla, fuggendo di corsa dalla nostra anonima, quanto sporca aula.

Finalmente liberi.


Note:

*manga per ragazzi

Pubblico questo primo capitolo della mia più recente LongFic, con dei precisi motivi.
Avverto che io sono felice. Adesso, in questo preciso istante, mi sento contenta.
Oggi pomeriggio potrei anche piangere e disperarmi, ma ora sono okay.
Perché tutto questo? Perché mi sento innamorata.
Mi chiedo se l’amore è qualcosa che si decide. Io ieri ho messo piede fuori casa, ho incrociato il suo sguardo e mi son detta “mi piace”. Non so cosa sia stato a far attuare dentro di me tutto questo. Sta di fatto che il mio cuore adesso rimbomba, pensandolo.
E anche in questa fic, voglio riprendere l’amore. Quell’amore alla portata di tutti, che sa un po’ di malinconia e di dolce miele. Che non si attua su un palco, né in un backstage.
Per questo AU. Perché Daisuke sarà uno studente ribelle, e Kyo un medio borghese pieno di problemi adolescenziali. Saranno un po’ come me, e un po’ come voi.
E spero che grazie a questa mia fic riuscirete a sentirli un po’ più vicini, perché io in questo periodo li vedo molto lontani.
Quindi questa è dedicata a lui. E al suo sorriso così sciocco, ma altrettanto sincero.

Prego vi possa piacere. Sarà totalmente diversa dal mio abituale stile, poiché scrivo secondo i miei stati d’animo.
In maniera particolare Kyo avrà una caratterizzazione molto incostante dal mio solito.
Spero che però l’apprezzerete lo stesso^_^.
Qualche precisazione la dobbiamo fare.
L’anno scolastico in Giappone inizia ad Aprile e finisce a Marzo. Non conoscendo bene le vacanze, ho dovuto pensarla un po’ all’italiana.
Allora, Daisuke e Kaoru vanno in seconda superiore e hanno 17 anni.
Kyo va in prima superiore e ha 15 anni[frequenta un liceo privato, che sarà menzionati nel capitolo avvenire]. Totchi e Shinya invece ancora in terza media, e hanno 14 anni.
Ho dovuto un po’ cambiare le età, mi dispiace, ma era necessario^_^.
Che altro dire? Kisaki non ci sarà.
Un ultimo appunto, per Hana_Shiori[che spero vivamente legga anche questa ficxD]: grazie del tuo continuo leggermi e mettermi tra i preferiti. Anche se non commenti spesso, le tue recensioni mi fanno felice. Soprattutto quel tuo “grazie alle tue storie, la coppia DaixKyo è diventata la mia preferita dei Dir en grey”. Non puoi capire quanto questa tua frase mi abbia fatto felice *___*. Grazie, grazie, grazie. Spero che questa fic non ti deluda!
E anche per BlackAngel: amora!Finalmente ti risento. Mi chiedevo dove fossi finita, ed ero in pensieroç___ç. Non farmi più così brutti scherzi, eh! Che dire, grazie anche delle tua recensione nella mia precedente OneShot. M’illumini le giornate, eh^_^. Spero che anche questa ti piaccia.
Continua a farti sentire, sperando in un nostro incontro su msnxD.
Ringrazio anche: DarkRose86, Devilish4e & Balalaika. Vi adoro, grazie di seguirmi sempre e supportarmi*si commuoveç__ç*.
Adesso vi saluto. Lasciatemi un commentino, anche se non vi piace.
Le critiche costruttive aiutano sempre a migliorare, osshì.
Bacioni a tutti, al prossimo capitolo!

AintAfraidToDie

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Capitolo 2
*** Capitolo Due ***


Autore: AintAfraidToDie
Titolo: Forever Love
Genere: Romantico; Introspettivo
Avvertimenti: Yaoi; AU
Raiting: Arancione
Pairing: DaixKyo
Riassunto: Pur non conoscendomi, ti sei sempre fidato di me.
È bello, essere tuo amico, Dai-kun.
[Ma questo non sembra bastarmi.]

“Forever Love”

Capitolo Due

Le mie orecchie stanno per scoppiare.
Le sento vivamente pulsare, provate dai mille rumori che affollano l’ambiente a me circostante.  
Boom!, è come se queste simulazioni di suoni si unissero, e scoppiassero direttamente nella mia testa.
“Se mi sanguinano le orecchie, come le tampono?”, penso, osservando un tizio che se la prende con la macchinetta dei gettoni.   
Scalcia a e tira pugni all’arnese di ferro, imprecando. Come se giocare fosse la sua ragione di vita.
Oscillo la testa, sussurrando lievemente un “mah” sconvolto.
Guardo questa fottuta sala giochi, queste macchinine infernali che spillano soldi e che in cambio danno il niente. Dov’è il divertimento, in tutto questo?
Non riesco a capire, proprio no.
In questo momento l’unica cosa che percepisco è la mia testa che gira, gira e ancora gira. Mi sento svenire.
Comincio a sventolarmi il viso con la mano destra, ornata da anelli e braccialetti tintillanti.
Mi lego i capelli rossi in una piccola coda, sperando che possa darmi un po’ di refrigerio. Illuso.
Chiuso in questo negozio ormai da mezz’ora, penso che quando ne uscirò mi ritroverò parzialmente sordo*.
“Calma, Tooru. Calmati, Dio. Non stai morendo.”, mi ripeto, come in una cantilena.
Ma perché cavolo sono venuto in questo postaccio rumoroso?!
Già. Perché? In fondo lo so che il rumore e l’affollamento mi mandano in iperventilazione.
Abituato a stare da solo per così tanto tempo, il ritrovarmi perennemente circondato da persone mi devasta.
Mi chiedo spesso quale sia il mio scopo, in questo posto. La mia esistenza è totalmente inutile, e lo so.
Nel mio mondo prima c’ero solo io. Io, ero il protagonista. E basta.
Adesso, in questo nuovo universo, c’è troppa vita. E ancora mi devo abituare.

E lo so, sono perfettamente a conoscenza delle mie tante manie e punti deboli.
Ma come fare a dire di no a Dai-kun?
Mi spiazza. Sono totalmente ai suoi ordini.  
Quanto sono stupido.

Lo guardo. E' seduto in maniera scomoda davanti ad uno di quegli schermi che simulano la Formula Uno, attento a non uscire di strada alla prossima curva virtuale.
Stringe il manubrio con forza, mordendosi le labbra. Suda freddo.
È così tenero, con quello sguardo concentrato dipinto in viso. Un sorriso mi si forma sul volto, osservandolo.

Ricordo ancora perfettamente, il giorno in cui ci siamo incontrati.
Quella sera, mio padre, in uno dei suoi ennesimi scatti di rabbia dovuti al lavoro, mi aveva buttato fuori di casa.

“Quante volte ti ho detto che devi farti amico Hideki, eh?”, aveva urlato, sbattendomi la porta dell’umile appartamento in cui vivo con la mia famiglia in faccia.
Hideki è il figlio del suo capo. Il giorno prima, a scuola, mi aveva infilato la testa nel cesso per poi tirare lo sciacquone solo perché avevo tentato avvicinarmi a lui.
“Non è colpa mia, papà.”, avevo tentato di ribattere. Come risposta mi aveva assestato un destro sul naso.
Conseguenza: una copiosa fuoriuscita di sangue dalla narice destra.
In realtà io ho sempre amato il sangue. In realtà, quell’acuto dolore al setto nasale non era altro che un sollievo.

Ho continuamente pensato che il dolore fisico è semplicemente una costante della nostra vita. Senza di esso, non potremmo vivere.
Ma il dolore del cuore. Quello sì, che dovrebbe scomparire.
Anche quel giorno, seduto ad un isolato tavolino del primo McDonald’s che mi si era parato davanti, bevendo a piccoli sorsi una Coca Cola grande, rimuginavo su quanto la mia vita fosse vuota.
Cercavo di sprofondare in maniera totale nella mia gigantesca felpa degli X-Japan, coprendomi con un ciuffo rosso dei miei capelli gli occhi e raggomitolandomi in posizione fetale.
Sul mio viso, ancora il sangue coagulato fuoriuscito dal naso.
“Voglio scomparire.”, pensai. Già, lo pensai più volte.
Cosa non avrei fatto, pur di sprofondare per sempre non so dove. L’importante era andarsene.

Ma eccolo.
Mentre già mi apprestavo a riaprire a suon di unghiate le ferite che mi ero procurato sul polso pochi giorni prima, Daisuke fece la sua entrata in scena.
Nell’ombra della sera, passò barcollante davanti alla vetrina del fastfood. Potevo vedere il suo corpo, magro e alto, scosso da forti fremiti. Aveva indosso la divisa di un istituto a me sconosciuto, sporca e piena di toppe. Pensai che se io avessi avuto la mia divisa in quelle condizioni, mia madre mi avrebbe ucciso.
Letteralmente.  

Con uno scatto, si voltò verso di me. Doveva sentirsi osservato, pensai.
Io mi acquattai ancora di più.
Il suo sguardo era vacuo, il sopracciglio destro spaccato. Vari lividi gli costellavano il volto.
In un attimo, si accasciò a terra, scomparendo dalla mia vista.
“Che fare…?”, sussurrai.
Lentamente, uscii dal fastfood. Lui era lì, disteso a pancia in giù sul freddo marciapiede. Non si muoveva.
Subito ebbi il timore che fosse morto. Ma, con tanta sana forza di volontà, scacciai quel brutto pensiero.
Mi avvicinai a lui velocemente, accucciandomi accanto al suo corpo. Lo guardavo, e basta.
Non osavo toccarlo.
“Mai visto essere umano più bello”, dissi, fra me e me. Era vero.
Il suo corpo era qualcosa di così perfetto da risultare impossibile.
“Tu, esisti veramente?”, sussurrai, andando a far avvicinare una mia mano alla sua schiena.
Un centimetro. Un centimetro solo, e l’avrei toccato. Deglutii sonoramente.
I miei polpastrelli sfiorarono la sua maglietta. Il tessuto era freddo, cotonato. Pigiai le dita, sentendo la consistenza della sua pelle. Mi inebriai di quel tocco.
“Uh…”, lo sentii mugugnare. Il suo corpo si mosse appena.
Capii che stava riprendendo conoscenza, e con uno scatto ritirai la mano.
Lui scosse il capo, facendo forza sulle mani e mettendosi a sedere. Poi mi guardò in obliquo.
“E tu chi sei?”, esclamò, sorpreso. Cominciò a grattarsi la testa, scompigliandosi i capelli.
Io abbassai lo sguardo, imbarazzato.
“Mi chiamo T-Tooru.”, balbettai.
“Piacere, Tooru-chan. Io mi chiamo Daisuke.”, sorrise.
Non lo guardai nemmeno un attimo in volto.
Come fidarsi di me?
Eppure eccomi qui, dopo un anno.
Ancora al suo fianco, ancora colui che lo veglia ogni volta che sviene dopo una rissa.
Eppure so, che non è questo quello che io desidero.
Però vedere il suo volto illuminarsi per ogni più minima sciocchezza riesce ad appagare ogni mia voglia.
 
Kaoru mi guarda. Non so da quanto, a dir la verità. Quando penso a Dai-kun il mondo circostante cessa di esistere, per me.
Si avvicina, cauto. A ogni suo piccolo passo, le catene che ha attaccato ai jeans traballano insieme al suo corpo.
-    Tutto okay, Tooru-chan? – esclama, cercando di far prevalere la sua voce su tutto il frastuono che ci circonda.
Io lo guardo, indeciso su ciò che dire. So che Kaoru è un tipo molto apprensivo.   
Anche se lo conosco da poco e non posso dire di sapere ogni dettaglio della sua persona, ho capito che è un ragazzo pieno di qualità. L’unica sua pecca, a detta di molti, è il suo essere amico di Daisuke.
Io invece penso che sia un altro suo pregio.
La dote di saper rimanere al fianco di una persona così tanto diversa da lui, lo fa diventare ai miei occhi ancora più responsabile di quanto già sia.
-    Mi fa un po’ male la testa. Penso che uscirò a prendere una boccata d’aria, grazie Kao-kun. – dico ad alta voce, modulando le mie corde vocali in un tono acuto.
-    Sei pallido, si vede che stai male. Veniamo con te, non ti preoccupare. Tanto dobbiamo aspettare Shinya-chan e Toshimasa. –
-    Ma no, Dai-kun si sta divertendo… - dico, abbassando di poco la voce. Non voglio toglier loro lo svago di cui hanno bisogno.
-    Non è mica più un bambino! Se ti senti male, veniamo giustamente con te. – mi sorride, prima di voltarsi e andare da Daisuke.

È sempre così maturo, Kaoru. Più volte mi è venuto da pensare che da grande vorrei essere come lui.
Anche se ha solo due anni più di me, riesco a capire che è migliore di molti adulti.
Chissà se, crescendo, riuscirò a diventare una persona migliore.

-    Daisuke, finisci la partita, Tooru-chan si sente male.  –
Dribblo la macchina che avevo davanti. Sì, ora so che ce la posso fare.
Che cazzo vuole proprio adesso, Kaoru?
-    Che? – mugugno, osservando attentamente la prossima curva.
Sarà difficile. Ma ce la farò, me lo sento.
-    Dico che Tooru-chan si sente male! –
Eccola. Arriva.
“Daisuke, sei il meglio. Il miglior pilota di tutta Tokyo City. Cazzo ti fa, un curvetta così?”, m’incito mentalmente. Un po’ di auto-tifo fa sempre bene.
-    Eh? Non capisco! –
Kaoru. Leave. Me. Alone.
Quel muro non mi toccherà, proprio no.
-    Dio! Ho detto USCIAMO DA QUI! –
La curva. Kaoru, cazzo!
-    Eh? Cosa c’è qui? –
Che mosca fastidiosa che sei, Kao!
Quel muro. Perché si sta avvicinando così tanto? Cazzo!
-    DAISUKE! USCIAMO DA QUI! –
GAME OVER. Scritta verde di merda. Curva del cazzo.
Kaoru rompicoglioni.
-    Ok, potevi dirlo prima… - sussurro, scocciato.
Mi ha fatto perdere. Questa non gliela perdono, eh.
-    … idiota – sussurra, a denti stretti.
-    Uh? Hai detto qualcosa Kao? –
-    No, nulla. –
Prima o poi, avrò la mia rivincita.
Aspettami, mia fedele Ferrari. Daisuke Andou, tornerà!

Note:

*Kyo è veramente parzialmente sordo all’orecchio sinistro.

Eccoci al secondo capitolo di questa mia fanfic^__^.

Kyo ha fatto ormai la sua entrata in scena, e ha dato spettacolo del suo carattere. Allora, che ne pensate?
Ora sì, che necessito di commenti!
Scusate il dialoghetto demenziale tra Daisuke e Kao.
Un po’ di comicità ci voleva, daixD. E poi quei due me l’immagino un po’ veramente così.
Alla fin fine sono sempre dei ragazzi, no?
Spero che vi sia piaciuto. Non ho molto tempo per scrivere le note oggi, quindi mi dispiace di non poter rispondere alle vostre recensioni. Scusate, mi rifarò la prossima volta ç___ç.
Ringrazio quindi: DarkRose86; Devilish4e; Balalaika; nena93; KyoFuckingBitch & zero2757.
Grazie a tutte voi*fa un inchino*.
Mi avete illuminato la giornata! Spero che vi piaccia anche questo e che recensirete*occhioni dolci*.
Bacioni,

AintAfraidToDie

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Capitolo 3
*** Capitolo Tre ***


Autore: AintAfraidToDie
Titolo: Forever Love
Genere: Romantico; Introspettivo
Avvertimenti: Yaoi; AU
Raiting: Arancione
Pairing: DaixKyo
Riassunto: Pur non conoscendomi, ti sei sempre fidato di me.
È bello, essere tuo amico, Dai-kun.
[Ma questo non sembra bastarmi.]

“Forever Love”

Capitolo Tre

“Però così mi sento ancora peggio.”, è questo il pensiero che mi si affaccia nella mente, mentre infierisco brutalmente contro il mio labbro inferiore.
Vedere l’espressione scocciata di Daisuke, provocata dall’uscita anticipata dalla sala giochi, mi provoca una fitta al petto.

Perché devo sempre rovinare il divertimento degli altri?

Forse, come dice mi madre, sono veramente un peso per tutti.
Eppure ci avevo sperato.
Che lei avesse torto, che volesse soltanto rinfacciarmi per l’ennesima volta il fatto di essere nato e averle rovinato la vita.
Ma forse ha ragione. Forse sarei dovuto morire, nella sua fottuta pancia.
-    Dai-kun, potevi rimanere dentro, davvero! – mugugno, continuando a torturarmi il labbro, sciogliendomi la coda e lasciandomi ricadere i capelli sulle spalle.
Adesso che siamo fuori, anche se solo da pochi minuti, la mia sudorazione è tornata normale.
Scuoto leggermente la testa, aiutandomi con una mano, per far ritornare la mia acconciatura ribelle.

Ah, pensavo di aver scordato come si fa a respirare.

-    Nemmeno per sogno, Tooru-chan. – ribatte Kaoru, dando un'amichevole pacca sulla fronte a Daisuke – Questo bambino troppo cresciuto dovrebbe darsi una svegliata e assumersi più responsabilità. –
Daisuke gli lancia un’occhiataccia, per poi tirargli un pugno appena accennato nello stomaco.
Kaoru si mette lievemente a ridere, imprigionandogli la testa in una morsa apparentemente forte e intricata. La folla che passeggia per le vie di Tokyo si ferma a osservarli, curiosa e vogliosa di commentare il loro comportamento.

“Questi giovani scalmanati!”

 “Questa è l’amicizia che c’è adesso?”

“Ma non finirà per ucciderlo?”

“Chiamate la polizia!”  

Com’è che questi bigotti non riescono a percepire le loro risatine di divertimento?
I loro sono scherzi innocenti, pugni di marzapane che si dissolvono e non sfiorano nemmeno la carne.

A volte li invidio.

Il loro rapporto, non sarà mai inquinato da niente.
Perché è palese, che necessitano a vicenda della reciproca presenza.
La loro, è un’unione dello spirito. E mi piace rimanere a osservare il loro amore platonico.

Il mio flusso di pensieri viene interrotto dallo sguardo fisso di Daisuke su di me.
Mi si avvicina, velocemente, mettendomi un braccio intorno alle spalle.  
Avvampo immediatamente. Anche solo sfiorarlo mi elettrizza.
-    Kao, non ti fare strane illusioni! Se non era per Tooru-chan, di certo non lasciavo la mia importante gara in sospeso. – esclama, cominciando ad accarezzarmi la testa.
Abbasso nervosamente lo sguardo, cominciando a stringermi le mani. Daisuke mi sorride.
Il suo braccio è pesante, sulla mia piccola schiena.

Non sono abituato a queste dimostrazioni di affetto. Per anni, non sono stato altro che picchiato.
Adesso, invece, qualcuno mi accarezza dolcemente.
 

-    Guarda com’è kawaii*! Un maniaco potrebbe scambiarlo per una ragazza e importunarlo! – dice, stringendomi le guancie e spettinandomi i capelli. - Piccolo Tooru-chan, non preoccuparti, Daisuke è qui per proteggerti! –
Mi abbraccia di slancio, affondando il volto nella mia spalla e strapazzandomi bene.
Io sobbalzo, preso dall’imbarazzo.
“No, non sarei dovuto morire prima di nascere. Sennò avrei perso tutto questo.”, penso, mentre le mani di Daisuke mi percorrono la schiena. Sono incostante, lo so. Ma fra i miei tanti difetti, questo forse è il minore.
Il suo respiro mi solletica l’orecchio, mentre sento il mio cuore aumentare in maniera repentina i battiti.
Lo guardo, di sottecchi.
Sarà alto almeno quindici centimetri più di me. Se mi volesse baciare, dovrebbe abbassarsi di molto.
“Ma che pensieri fai, Tooru?!”, mi zittisco mentalmente, imbarazzandomi da solo.

-    M-ma smettila, Dai-kun! Non p-prendermi in giro… - balbetto, imprimendo nella mia mente il suo tocco sulla mia colonna vertebrale.
 Vedo Kaoru sorridere, e scuotere leggermente la testa.
-    Ma chi ti prende in giro, Tooru-chan? Non voglio che nessun altro ti prenda. Tu sei mio! – esclama, con tono acuto, come se volesse far sapere a tutto il mondo che io sono di sua proprietà.
Avvampo di nuovo. Se il mio volto potesse, prenderebbe fuoco.
Anche una sua piccola frase può farmi quest’effetto. Daisuke, tu mi uccidi.

-    Chi è tuo, Dai-kun? – una voce squillante alle nostre spalle ci fa voltare di scatto.
Toshimasa ci guarda ridendo, con quel suo sorriso sciocco e malfatto stampato in volto[che io adoro*__*ndA], a braccetto con Shinya.
Kaoru li squadra da capo a piedi, mentre sul viso di Daisuke si forma una smorfia sorpresa.
-    Ma come vi siete vestiti, eh? Dovete forse andare a battere? – esclama, sempre tenendo un braccio attorcigliato alle mie esili spalle.
Li osservo attentamente. Entrambi indossano delle minigonne dai colori sgargianti e dei top alquanto striminziti. I loro volti sono interamente coperti da pesante trucco scuro, e i loro corpi ornati da braccialetti e collane varie.
Se non li conoscessi, potrei dire che sono veramente delle belle ragazze.  
Devo dire che questi due riescono ogni giorno di più a sorprendermi. Anche se sono i più piccoli d’età del gruppo, sono anche i più teppisti.
Perché per quanto Daisuke sia uno che mena facilmente, sono Toshi e Shinya quegli pericolosi.
Dietro le loro faccine da angioletti, si nascondono due vipere pronte a mordere.

Toshimasa s’incupisce improvvisamente, per poi guardarci con un’espressione buffa.
-    Screanzato! Si parla così a due signorine? – dice, fintamente offeso.
-    Dai-kun, Toshimasa ha ragione. Non ci si rivolge in questa maniera, sei volgare. – lo riprende, Shinya.
Kaoru comincia a ridere sommessamente, avvicinandosi a Shin-chan e sussurrandogli qualcosa che non riesco a capire all’orecchio.
Daisuke, ancora del tutto appiccicato a me, sbuffa scocciato.
Riesco nitidamente a percepire il movimento del suo sterno che si alza e si abbassa a ogni suo respiro.
Arrossisco. Di nuovo.
-    Che ho detto di male? Solo la verità, ovvero che sembrate due squillo pronte a battere. – borbotta, gesticolando con una mano.
Toshimasa sta per ribattere contrariato, ma Shinya lo ferma.
Soffoca una risatina guardandomi, prima di bisbigliare qualcosa all’orecchio pieno di anellini di Toshi.
Daisuke aggrotta le sopracciglia, incuriosito.
-    Ma che cavolo…? – esclama, guardandomi perplesso.
Io scuoto la testa. Sono confuso quanto lui.
Quando Shinya si allontana da Toshimasa, sul suo volto si affaccia un’espressione malefica.
Ci squadra da capo ai piedi, prima di dar vita a un sorriso beffardo.
-    Dai-kun… scommetto che se la minigonna se la fosse messa Tooru-chan non avresti avuto nulla da ridire, vero? – sussurra maliziosamente, cominciando ad attorcigliarsi una ciocca dei suoi dread colorati, mentre Shinya si dà un’occhiata minuziosa alle unghie laccate di rosso.
Un’espressione di sorpresa si fa strada sul mio viso. Perché hanno tirato in ballo me, adesso?  
Daisuke sussulta. “Chissà che faccia avrà lui?”, penso, arrossendo ancora di più.
Sicuramente il mio volto sarà della più scura tonalità di cremisi.
Con non poca fatica emotiva, mi decido a guardarlo. Ed è come se il mio cuore perdesse un battito, quando vedo che pure lui è arrossito.
-    Cosa centra Tooru-chan, adesso? – sussurra, mantenendo però il suo tono spavaldo.
-    Rispondi! Gli avresti detto qualcosa?! – dice Toshi, sbuffando.
Dai-kun mi osserva. Io abbasso subito lo sguardo, incapace di guardarlo negli occhi.
Che imbarazzo.
-    Uhm… no, perché a lui starebbe sicuramente meglio. E non gli darebbe un’aria volgare come a voi. – borbotta, guardandomi ancora.
Quindi Dai-kun gradirebbe vedermi in minigonna?
La sua mano si stringe ancora di più sulla mia spalla.
Lo vedo. Riesco a capire che è in difficoltà. “Cos’è che ti fa paura, Daisuke?”, vorrei dirgli. Ma non posso.
Così prendo una mia mano, e la porto sulla sua maglia. Come quel giorno, in cui ci siamo incontrati.
Ma questa volta lo stringo, quel tessuto cotonato che ricopre la sua pelle.
E lo guardo.
Lui mi osserva, per poi spostare la sua attenzione sul mio arto che richiude fra i palmi un po’ di stoffa della canotta nera che indossa.
“Cosa sta succedendo?”, penso, sbigottito di fronte al mio comportamento.
In realtà, Dai-kun mi sta confondendo. Per quanto possa aver sempre scherzato con me in maniera equivoca, non eravamo mai arrivati a tanto.
E poi, quel suo sguardo serio. Cosa vuol dire?
Possibile che…?
No, Tooru. Non t’illudere ancora.  
-    Ah-ah. Si sapeva, vero? – sghignazza Toshi, voltandosi verso Shinya e Kaoru.
La nostra attenzione si sposta ancora su quel trio malefico, che scruta attentamente i nostri movimenti.
-    Bene, Dai-kun. Oggi siamo venuti qui in veste di fatine buone. Hai espresso il tuo desiderio e noi lo esaudiremo! – esclama Shinya, per poi avvicinarsi velocemente a me. – Vieni con noi, Tooru-chan**. Abbiamo il compito di farti divenire una bella ragazza. –
Io lo guardo, a bocca aperta. Shin-chan mi sorride, angelico.
-    C-cosa? – non faccio in tempo a replicare, che mi prende per mano e mi porta via di slancio dalle braccia di Daisuke.
Mi accarezza velocemente la testa, per poi trascinarmi in una folle corsa.
Mi volto un attimo a guardare Dai, ma vedo che Kaoru l’ha velocemente braccato.
Ma cosa diavolo hanno in mente questi qui?
-    Kao, alle otto a casa mia! – sento urlare Toshimasa, mentre mi arriva accanto a perdifiato.
-    D-dove mi state portando? - chiedo, ansimando per la corsa.
Molti passanti ci guardano sorpresi, commentando a bassa voce.

“Questi giovani d’oggi! Non hanno più pudore!”

-    Vedrai! – esclamano all’unisono i due, sghignazzando.
Chissà perché, ma non mi sento per nulla tranquillo.

Dai-kun, vieni a salvarmi!


Note:

*carino, puccioso, tenero.
**in teoria, non ci dovrebbe essere il suffisso –chan ma il –kun, poiché Shinya e Toshi sono più piccoli di Kyo.
Ma visto che Kyo è trattato da tutti come il “bimbo” del gruppo, e in questa storia Shinya e Toshi sono due pesti, anche loro aggiungono il –chan. Ma non lo fanno con cattiveria, eh^__^. Infondo sono due bravi bambinixD.  

Bene, eccoci arrivati al terzo^___^.
Che dire, non avrei mai pensato di poter ricevere tanti commenti così positivi*commossa*.
Mi avete fatto piangere dalla felicitàç____ç.
Allora, che dire su questo capitolo? Shinya e Toshi hanno fatto finalmente la loro entrata in scenaxD.
Diciamo che stiamo entrando nel vivo della storia, osshì!
Non ho altro da dire tranne che ringraziare ancora per i vostri stupendi commenti.

nena93: grazie del tuo sostegno anche nella mia OneShot, sei stata veramente gentilissima*commossa solo a pensarci*.  Tutti i tuoi complimenti mi hanno fatta felice, perché soprattutto riesci a cogliere ciò che io voglio fare percepire al lettore. Quindi, sapere che ci riesco, mi rende veramente entusiastaxD. E non ti preoccupare, mi sono già ripresa^___^. Grazie comunque dell’interessamento, sei davvero dolcissima<3. Spero che anche questo capitolo ti piaccia e che lo commenterai, mi piacerebbe sapere la tua opinione. Chu<3

Devilish4e: non mi dilungoxD. A te ti vedo tutti i santi giorni*malefica*. Anche la parte che tu più hai gradito è il mio pezzo preferito. Non so il perché, sento solo che è qualcosa di molto personale… boh! Chi mi capisce è bravoxD. Vabbè, grazie che mi commenti sempre. Sei proprio una brava cittaxD! Ci si vede stasera… con me coi capelli bluxD!Tivogliobene<3

Hana_Shiori: grazie di tutto. Come già ti ho detto per msn, mi sei stata di grande aiuto in questi mesi in cui ho cominciato a pubblicare. Ci sei stata sempre, e quindi ti ringrazio, perchè se adesso continuo a scrivere è anche per merito tuo*commossa*. Lieta che ti piaccia, spero che gradirai anche questo capitolo. A presto<3

Botsuraku: anche te sei quasi sempre stata presente nei miei lavori, mettendo tra i preferiti e commentando. Quindi un grande e grosso grazie anche a te, perché mi sei stata di grandissimo conforto mentale. Ciò che hai scritto mi ha resa veramente felice. L’idea di saper far sorridere qualcuno mi fa piangere*non fa altro che commuoversi*. Spero che anche questo riesca a emozionarti come il passato. Grazie ancora, chu<3

Balalaika: contenta ti piaccia questo Kyo così kawaiixD. Come sai non mi convinceva molto, ma adesso mi sto ricredendo…*muore*. Beh, spero che anche questo capitolo ti piaccia, grazie anche della recensione alla Shot. Ti lovvo<3

KyoFuckingBitch: oddio, quanto ti quoto! Ho scelto di ambientare la fan fiction a quei tempi proprio perché avevo un fottuto bisogno di ripensare ai vecchi tempi*___*. Adoro Kyo in quella maniera*muore*. Ihih, bene, sono felicissima che tutte avete apprezzato il dialogo demenzialexD. Sìsì, anch’io ce li vedo proprio! Lietissima ti sia piaciuto, spero gradirai anche questo. Chu<3

DarkRose86: certo che ti perdono, teso! Non ti preoccupare, fai sempre con calma e quando puoi, nessuno ti corre dietroxD. Sono contentissima ti sia piaciuta la caratterizzazione dei personaggi, come già ho detto prima nella risposta alla Vale non mi convincevano più di tanto, ma adesso mi sto ricredendoxD. Che dire, spero ti sia piaciuto anche questo chap, e voglio sentirti su msn. Mi manchiç___ç. Ti lovvo infinitamente<3

Ringrazio anche niky94 per il suo commento alla mia Shot “.Stupendamente.Orribile.”: lieta ti sia piaciuta!
Spero che tutti avrete gradito questo capitolo. Mi lasciate un commentino*occhioni dolzi*?
Baci a tutti, a presto!

AintAfraidToDie

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Capitolo 4
*** Capitolo Quattro ***


Autore: AintAfraidToDie
Titolo: Forever Love
Genere: Romantico; Introspettivo
Avvertimenti: Yaoi; AU
Raiting: Arancione
Pairing: DaixKyo
Riassunto: Pur non conoscendomi, ti sei sempre fidato di me.
È bello, essere tuo amico, Dai-kun.
[Ma questo non sembra bastarmi.]

“Forever Love”

Capitolo Quattro

Ed eccomi qua. Dopo almeno una mezz’ora di corsa che mi ha letteralmente sfiancato, ho messo piede in casa di Toshimasa, sussurrando un debole ”permesso?”.
Ansimante, con i vestiti completamente appiccicati al corpo e i capelli del tutto scompigliati.
Ma ancora vivo. Ed è questo, l’importante.

-    Casa, dolce casa. Senza la presenza rompipalle di mia madre è una goduria! – esclama Toshi, buttandosi a capofitto sul divano vecchio stile che ci appare davanti appena varcato l’ingresso.

Il suo è un appartamento confortevole, dalle medie dimensioni. Si trova nella zona sud di Tokyo, in una di quelle periferie dai condomini economici, e dalle condizioni agevoli.
“Davvero un bel posticino.”, penso, osservando l’ambiente circostante.

-    Toshi, ti sei scordato del nostro lavoro? Non è ora di poltrire! – lo riprende Shinya, vedendo Toshimasa pronto ad un bel sonnellino sul divano.
Lui si stiracchia debolmente, sbadigliando.
-    Eddai, Shin-chan, casa mia la conosci. Sei bravo abbastanza da poter fare tutto te. Suvvia, la corsa mi ha ucciso… - mugugna, chiudendo gli occhi.

Shinya stringe i pugni in un gesto di stizza.

-    Non sei l’unico stanco, Toshimasa Hara! – esclama, un po’ giustamente alterato.  
Toshimasa, in risposta, simula una sonora ronfata. Shin-chan sospira, ravvivandosi i capelli.
-    Non è proprio un tipo affidabile… - mormora, più a se stesso che a me, facendomi cenno di seguirlo.

Ci dirigiamo verso un piccolo corridoio vicino alla cucina, diviso da due porte di legno.  
-    Beh, per prima cosa direi che hai bisogno di una doccia, ugh. – sospira, annusandomi un po’e cercando qualcosa nella borsa a tracolla che si porta appresso. – Usa questo shampoo, ti schiarirà i capelli*. Spremi una bella quantità e poi sei a posto. Però devi lavarti per bene, capito? – dice, porgendomi una confezione colorata.
-    C-cosa? Schiarire i capelli? – esclamo sorpreso, studiando la scatolina che ho nel palmo della mia mano – Shin-chan, ma perché mi avete portato qui? E soprattutto, perché devo fare… questo?
-    A dopo le domande, Tooru-chan. Ora entra in bagno e fai i tuoi porci comodi. Tanto, quell’altro dormiglione, per l’appunto dorme! – fa una sottile e sarcastica risatina. – Quando hai finito, raggiungimi in quella stanza. – indica la porta dietro le sue spalle. - È la camera di Toshi, io ti aspetto lì, ok? -

Le sue parole sono così convincenti, che non posso fare a meno di annuire con la testa, senza replicare in alcun modo.

Forse è il suo sorriso all’apparenza sincero, o forse sono i suoi occhi di ghiaccio che mi scrutano attentamente. Però adesso mi sento inquieto.
Anche se non riesco a capire il reale motivo, Shinya m’incute più timore di Toshimasa.
Il suo sguardo mi fa raggelare, facendomi percepire forti brividi in tutto il corpo.
È come se mi leggesse dentro, e che con quella smorfia sarcastica stampata in volto volesse dirmi “Io lo so. So che razza di persona tu sei.”

A differenza di lui, Toshi è un tipo dalla facile estroversione, pieno di sé, e a volte anche arrogante.  
Tende sempre a scoprirsi troppo, a mettersi in mostra. A voler fare il burlone, anche nelle situazioni meno opportune.  
Shinya è diverso. Shinya si nasconde, Shinya non fa vedere chi egli sia.
E questo mi fa paura. Perché io non so, chi è Shinya. Conosco quello che lui vuole far vedere di sé, ma non il suo vero Io.

Scosto lo sguardo dal suo, mentre continua imperterrito a sorridere.

Varco la soglia che ho davanti, entrando con passo titubante, mentre sento la sua presenza distaccarsi dalla mia.
Tiro un sospiro di sollievo, chiudendomi la porta alle spalle. Adesso sono più tranquillo.  
Mi guardo attorno. La stanza è del tutto ricoperta da piastrelle bianche, che risplendono, pulite.
I due lavandini installati nel muro, sono ricoperti da file ordinate di profumi e shampoo, tutti travasati in boccette di vetro colorate. Sopra di esse, un grande specchio a vetro dà un po’ di vita all’ambiente circostante, spezzando la monotonia del bianco.

Mi dirigo verso la grande vasca in fondo alla stanza.
Appoggio lo shampoo datomi da Shinya sul bordo di essa, cominciando a far fluire l’acqua.  
“La madre di Toshimasa deve proprio essere una perfezionista.”, penso, iniziando a sfilarmi la felpa che indosso.
Tolgo l’indumento del tutto, per poi appoggiarlo in maniera disordinata sul lavandino. In poco tempo, tutti i miei abiti vanno ad accatastarsi lì.

Mi guardo allo specchio che ho di fronte, disgustato. Con questo corpo, come faccio a piacere a Dai-kun?
Ciò che rimane di un fisico che dovrebbe essere da uomo è pelle che a stento riesce a coprire le mie ossa.
Non mi stupirei, se un giorno una costola riuscisse a fuoriuscirmi dal petto.

Magro. Sono troppo magro.
E la mia faccia. Dovrei nascondermi, Dio.

Vorrei spaccare questo vetro. Frantumarlo con un pugno, così da non vedere mai più la mia immagine.
Così da non vedere più questo viso e questo corpo così odiati.
Così da non vedermi più.

“Dovrebbero bandirli, questi specchi.” , penso, distogliendo lo sguardo dal mio riflesso.
Sbuffo scocciato, per poi buttarmi di slancio nella vasca.

Cazzo, come brucia quest’acqua!

Apro immediatamente la manopola blu, per poi tirare un sospiro di sollievo quando comincio a percepire qualche flusso di freddo.
Mi abbandono in poco tempo al liquido, chiudendo di scatto gli occhi e sdraiandomi completamente sul fondo. L’acqua ricopre del tutto il mio corpo, insinuandosi negli angoli più nascosti del mio fisico, dando refrigerio alla mia pelle.

Se potessi rinascere, vorrei nascere sottoforma di acqua.
Allora potrei fare a meno di avere un corpo.
Allora sarei pulito, e non sporco come adesso.
Allora, non proverei niente.
Ma so, che dopo la morte, esiste solo il nulla.
Quando morirò, il buio m’invaderà la mente.
Eppure vorrei vivere. Vorrei vivere ancora, e poter dire di aver vissuto.
E lo penso e lo ripenso, mentre sento che mi manca il respiro.
Improvvisamente, mi ricordo che c’è Shinya di là che mi sta aspettando. Il ricordo del suo sorrisino malefico mi fa tornare alla realtà. Mi alzo a sedere di scatto, provocando un forte spostamento d’acqua.
Strizzo gli occhi ancora chiusi, per poi guardare furtivamente la confezione di shampoo risiedente a bordo vasca. La prendo in mano, guardando l’etichetta dietro l’involucro di plastica.
Dopo essermi accertato che non sia nulla di pericoloso, mi spremo il contenuto sulle mani. Noto che ha una consistenza fluida, come tutti gli altri shampoo cui io abbia fatto uso. Senza titubanze, me la estendo su tutti e due i palmi, per poi portarmela sui capelli.
Comincio a lavarmi il capo con quell’intruglio. A lavarmi bene, come ha specificato Shin-chan.

Lavoro con le mani un quarto d’ora, prima di sciacquarmi. Con non poca fatica, riesco ad uscire dalla vasca, cercando di sporcare l’impianto il meno possibile. In fondo non è davvero casa mia, penso.
Mi dirigo alquanto incerto davanti alla vetrata. Non sono sicuro di voler vedere in che condizioni siano i miei capelli adesso.

E se Shin-chan avesse sbagliato confezione? Se mi ritrovassi mezzo calvo?
E se tutti i miei ciuffi fossero diventati verdi?

Mi guardo allo specchio, soffocando un urletto di stupore.
I miei capelli da castano scuro e rosso sono divenuti biondi.
Com’è possibile…? Non sembro io.
Comincio a tirarmeli a ciocche, nel caso di evitare una caduta di massa dovuta ai componenti chimici.

“Tutto okay.” , constato di fronte alla loro resistenza, mentre un sorriso si fa inconsapevolmente strada sul mio volto. Chissà perché, poi.

Dopo aver rimirato per un quarto d’ora buono il mio riflesso, indosso velocemente un accappatoio rosa fosforescente.
“Deve essere sicuramente di Toshi.”, penso, ridendo appena. Solo lui può avere cose così assurde.

Mi tampono velocemente i capelli, per poi dirigermi da Shinya, attento a non sgocciolare per il pavimento splendente della casa.
Lo trovo comodamente disteso sul letto a baldacchino a una piazza situato in camera di Toshi, occupato a leggere attentamente uno shojo manga** di Arina Tanemura***.
Uno di quegli in cui le protagoniste sono adolescenti arrapate, con occhioni brillanti e amori all’apparenza impossibili, ma con sempre un lieto fine banale.
Rimango alquanto basito. Non pensavo fosse il tipo da questi generi di fumetti.

Tutto preso dalla lettura, non si accorge della mia presenza.
Tossicchio leggermente. Lui alza lo sguardo.
-    Tooru-chan, finalmente hai fatto. Hai visto come sei biondo, adesso? Ti sta veramente bene, come pensavo. – esclama, scaraventando lo shojo sotto il letto e abbracciandomi di slancio.
Comincia a ispezionarmi minuziosamente i capelli, soddisfatto di fronte alla coloratura.
-    G-grazie. Ho preso quest’accappatoio, va bene? – borbotto, arrossendo di fronte a quell’esternazione di affetto.
Forse, non è poi così cattivo, come invece immaginavo.

Che stupido. Così occupato a prendermela con gli altri perché mi discriminano, non mi accorgo di farlo io stesso.
Che schifo.

-    Sì, tranquillo. Il padrone di casa ci ha dato via libera, no? – esclama, ridendo e cominciando a cercare qualcosa in uno dei tanti cassetti che risiedono nella stanza.
Traffica abilmente con le mani, sicuro di sapere cosa stia cercando.

“Deve proprio venirci spesso in questa casa.”, penso, guardandolo.
In effetti, lui e Toshimasa, da quel che ho capito, sono amici fin dall’infanzia.
Devono averne passate tante, insieme.

-    Eh, sì… beh, vado a vestirmi. – sussurro a capo chino, facendo per ritornare in bagno.
Lui interrompe subito la sua ricerca, spostando la sua attenzione su di me.
Mi blocco.

-    Eh? Starai scherzando, spero. Quei vestiti te li ridarà Toshimasa prossimamente, ma adesso rimangono qui. Ora sta a me, farti bella.-
-    C-cosa?! –
Lo guardo, a bocca aperta.

Farmi… bella?

Inconsapevolmente faccio un passo indietro, ritrovandomi con le spalle al muro.

Che cavolo intende?

-    Certo, Tooru-chan. Ancora non l’avevi capito? Ti renderò irresistibile agli occhi di Dai-kun! –
-    Ma p-perché? – balbetto, arrossendo vistosamente al suono del nome di Daisuke.

Oh. Mio. Dio.  

Comincio a mordermi il labbro nervosamente, sentendo le mie mani sudare.
-    Come perché? Perché ti piace, e tu piaci a lui. Vi serve solo una piccola spinta, per poi finire l’uno nelle braccia dell’altro. – sorride, avvicinandosi a me e trascinandomi di nuovo vicino al letto.
Lo guardo, sbigottito. Cos’è che ha detto?
Che a me piace Daisuke… e che io piaccio a lui? No, forse ho capito male.
Invece sì, ho capito bene!

-    Ora tu siediti qui, io ti faccio i capelli e ti trucco. Poi, penseremo ai vestiti! –
Continuo a guardarlo, incapace di dire qualsiasi cosa. In fondo perché replicare?
Mi accascio apatico sul letto, pensando e ripensando alle sue parole, mentre Shin-chan inizia di nuovo a trafficare nel cassetto. Com’è possibile?
Beh, il fatto che a me Dai-kun piaccia, penso sia abbastanza evidente. Alla fine, non sono altro che un adolescente alla sua prima cotta. È normale, essere abbastanza trasparenti, no?
Ma io non piaccio a Dai-kun. Proprio no.

Così brutto, così sporco, così cattivo. Come faccio a piacere a una persona perfetta come lui?

Eppure lo vorrei. Lo vorrei tanto.

Non t’illudere. Non t’illudere. Non t’illudere…

-    Tutto okay, Tooru-chan? Perché piangi? –
Così preso dai miei pensieri non mi sono nemmeno accorto che tante piccole lacrime hanno iniziato a fuoriuscire dai miei occhi. Shin-chan mi guarda attentamente, con in mano un phon.
Lo posa sul letto, venendomi accanto.
Io mi giro di scatto, cercando di asciugarmi alla meno peggio il viso.
-    N-non sto piangendo… è il sapone. Mi è entrato negli occhi mentre mi lavavo. –balbetto la prima scusa che mi viene in mente, coprendomi il volto.

-    Non mi raccontare bugie, Tooru-chan. Non vuoi farti bello? Non preoccuparti, possiamo finirla qui se proprio non vuoi. – sussurra, premuroso, accarezzandomi una guancia.
Mi volto lentamente verso di lui, mentre sulla mia faccia continuano a crearsi striature d’acqua salata.
E lo sento il mio cuore, che pompa sangue per tutto il mio corpo, scosso da forti singhiozzi.
-    N-no, Shin-chan non è questo. È che… - soffoco, mentre parlo. – Dai-kun n-non mi amerà mai. –

Lo so. Lo so, che è così. Lui non mi ama.
È tutta una bugia, vero Shin-chan?

-    Ma cosa dici? Si vede da un miglio, che gli piaci. –
-    N-non è vero. Non so cosa voi abbiate visto, ma so che non è vero… smettetela di illudermi. – esclamo, alterato. Perché continua a mentirmi?
Shinya mi guarda, duramente. I suoi occhi, che pochi minuti prima si erano leggermente scaldati, adesso sono ritornati di ghiaccio.

“Non mi guardare così. Sei tu, il bugiardo.”, penso, con rabbia.
Non ho più voglia di soffrire.  

-    Allora è questo, il tuo problema. Sei così codardo, da avere paura di essere felice, Tooru-chan? –
sussurra, guardandomi torvo.
Ora il tono della sua voce è diverso. Ora il tono della sua voce è distaccato.
-    C-cosa stai dicendo? Non è vero. – borbotto, incapace di mantenere il contatto tra i nostri sguardi.
-    Invece è così. Tu hai paura della felicità, è per questo cerchi in tutte le maniere di allontanarla da te. Hai paura di stare con Daisuke, per poi essere lasciato, non è vero? Ma cosa ne puoi sapere, su quello che ti riserverà il futuro? – sospira, guardando il soffitto, prima di spostare di nuovo la sua attenzione su di me.

La mia rabbia si smonta in pochi secondi.
Perché le sue parole sono vere. Troppo vere.

-    Tu lo ami. Lui ti ama. Ma se non hai abbastanza fegato per provarci, sappi che allora me lo prenderò io. – dice, con sguardo truce. Sguardo che in poco tempo si abbassa, e intristisce.

Lo trovo estremamente fragile, in questo momento.
Come se anche il mio più piccolo tocco potesse distruggerlo, in maniera totale.
-    Dai-kun… piace anche a te? – mugugno, asciugandomi le lacrime.
Adesso sì, che mi sento un idiota.
-    Lo amo. Da un po’ di tempo. Però voglio che lui sia felice, e con me non lo sarebbe. Lui ama te, Tooru-chan. – mi sorride, dolcemente. - Ti prego, fallo felice. Io desidero solo questo -
Lo guardo fisso. Sembra quasi sull’orlo delle lacrime.

“Si vede da un miglio, che gli piaci.”

“Perché ti piace, e te piaci a lui. Vi serve solo una piccola spinta per poi finire l’uno nelle braccia dell’altro.”

Quanto ti sono costate queste parole , Shin-chan?

Mi sembra di poterlo sentire adesso, il suo cuore che si spezza in mille piccole parti.
E ora capisco, il significato del suo sorriso gelido.
È solo questo, quello che posso fare per lui? Amare, ed essere amato?
-    Mi dispiace. Mi dispiace… - continuo a singhiozzare, aggrappandomi alle sue spalle di scatto. –T-tu sei una persona estremamente bella, Shin-chan. –

Mi abbraccia la schiena, rimanendo in silenzio.
Alla fine, avevo sbagliato tutto. E non avevo capito nulla.
Piango un altro po’ sul suo collo, per poi staccarmi e guardarlo negli occhi.
In realtà, non posso fare a meno di sentirmi un demente. Per quanto io possa sentirmi ferito, mi accorgo solo adesso di non essere l’unico a soffrire. L’unico, ad amare.

Non voglio più illudermi, però… sperare non fa male, no?


-    I-io spero tanto che un giorno tutti possano vedere quanto tu brilli. – sussurro, arrossendo.

Perché è così. Adesso, è come se il muro che fino a pochi attimi fa mi copriva la vista, fosse stato distrutto.
Ora si trova per terra, in un miscuglio di polvere e calcina.
Shin-chan, seduto accanto a me in questo letto semi-sfatto, m’illumina gli occhi.
I suoi boccoli biondi risplendono, e il suo sorriso è abbagliante.
Ed è bellissimo, davvero.

-    Tu meriti la tua felicità, Tooru-chan. Ricordatelo sempre. – sorride, accarezzandomi lievemente.
Io annuisco, godendomi la consistenza del suo palmo sopra la mia pelle.
“In realtà, tu la meriteresti di più.", penso, guardandolo.
 Ma so che se lo dicessi, rovinerei questo momento magico.
-    Però ora cominciamo, sennò quando Dai-kun arriverà ti troverà in mutande! – ride, alzandosi e cominciando a trafficare con vari arnesi sparsi sul letto.

Sorrido, passandomi una mano sul volto. Sì, ce la posso fare.
-    A-agli ordini! –

Note:
*non mi sono mai schiarita i capelli… non so come si fa, ne con che cosa. Ho un po’ buttato lì, scusate^__^.
E anche il risultato è del tutto esagerato. Penso non vengano cosìxD.
Quindi DON’T TRY THIS AT HOMExD.
**manga per ragazze.
***nota mangaka di shojo[che personalmente non gradiscoxD].

Scusate l’enorme e imperdonabile ritardo*si prostra*. Il fatto che la scuola, le uscite e lo svago non mi lasciano mai un po’ di tempo libero e sono sempre incasinata ç____ç. Mi dispiace se riesco ad aggiornare solo adesso T.T
Ringrazio velocemente chi ha commentato il capitolo precedente: DarkRose86, Hana_Shiori, nena93[grazie cara, sei veramente gentilissima<3], Devilish4e & hizumichan. Grazie mille ragazze ^___^.
Hope You Enjoy It, lasciatemi un commentino che mi fanno veramente piacere ç____ç.
Ah, avverto anche che il prossimo capitolo sarà l'ultimo <3.

Bacioni,

AintafraidToDie

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Capitolo 5
*** Capitolo Cinque ***


Autore: AintAfraidToDie
Titolo: Forever Love
Genere: Romantico; Introspettivo
Avvertimenti: Yaoi; AU
Raiting: Arancione
Pairing: DaixKyo
Riassunto: Pur non conoscendomi, ti sei sempre fidato di me.
È bello, essere tuo amico, Dai-kun.
[Ma questo non sembra bastarmi.]

“Forever Love”

Capitolo Cinque

Chiudo gli occhi di scatto, dopo essermi appostato davanti al mio riflesso.
“Dai, Tooru. Ce la puoi fare. Conta fino a tre.”, mi dico, sussurrando.

Uno…
“Non sarò così male, dai.”
Due…
“Poi brutto ero, brutto rimango.”
Tre!
“Ce la posso fare!”

Sbatto le palpebre più volte, guardandomi allo specchio.
-    Q-questo sono io? – balbetto, riferendomi alla mia figura.
Shin-chan, seduto accanto a me, annuisce sorridendo.
-    Certo che sei tu, stupidino. –
E mi guardo. Continuo a fissarmi. Com’è possibile?, mi chiedo. Forse è questo specchio che è magico, e che trasforma la mia figura.
Io così brutto… ora così bello.
Avevo sentito che il trucco fa miracoli, ma non credevo così tanto.
Eppure, questo è il mio riflesso. Questo, sono io.

La mia pelle adesso è così liscia da non sembrare reale. Mi tocco lentamente il viso, cercandone la consistenza.

Magari è tutto un sogno. Magari è tutto finto.

I miei occhi, sempre così ordinari, adesso risplendono di luce propria. Shin-chan li ha truccati con perfetta cura, contornandoli da vari strati di matita e allungando le mie ciglia con il mascara.
Poi ha aggiunto l’ombretto verde, sussurrando un dolce “ti dona”.
La mia bocca scarna adesso è molto più accentuata, e appetitosa. Il dolce sapore appiccicoso di lucidalabbra alla fragola mi si attacca fastidiosamente ai denti. Ma è sopportabile.

E i miei capelli. Non sono mai stati così lisci.
Lunghi e perfetti come spaghetti, ricadono in maniera ordinata sulle mie spalle. Non sembrano veri, splendenti del loro nuovo colore.

Sorrido.

Sposto il mio sguardo sul mio corpo. Guardo titubante il vestitino strettissimo che fascia il mio fisico.
È uno di quelli stile gothic lolita che vanno tanto di moda fra le ragazze, uno di quelli neri e bianchi, ricamati di pizzo alle maniche. Mi arriva appena sotto il sedere, lasciando poco all’immaginazione.
Arrossisco, alla vista delle giarrettiere di seta che mi danno un’aria particolarmente osé.  

Shi-chan ride appena, accorgendosi della mia espressione imbarazzata.
-    Stai proprio da Dio, Tooru-chan. Non ti preoccupare. - dice, alzandosi e stirando appena un piega che mi si era formata sul bordo del vestito.
-    G-grazie, Shin-chan. Sei stato molto gentile a fare tutto questo per me… a darmi tutta questa roba. – sussurro, continuando a guardarmi sbigottito allo specchio.
Lui sorride, ancora, dandomi una strizzata alle guancie.
-    Ma di che? Tanto è tutto di Toshi, a parte quelle due belle zeppone che porti ai piedi. - dice, indicando le scarpe che indosso.
-    Grazie comunque. Non so come sdebitarmi. –
-    Te l’ho già detto. Sii felice, e rendi felice Dai-kun. È questo l’importante. – mi accarezza la testa, per poi dare un’occhiata al suo orologio al polso. – Oddio, è tardi! Su, vieni Tooru-chan. Dobbiamo svegliare Toshi, fra pochi minuti dovrebbe arrivare Dai-kun con Kao. –

Sussulto. Già, arriverà Dai-kun. E poi?
Ci dirigiamo in salotto, trovando Toshi ancora nel mondo dei sogni sul divano.
È accoccolato in maniera fetale, quasi del tutto denudato dai suoi abiti aderenti.
La minigonna gli si è del tutto arrotolata addosso, dando mostra dei suoi boxer rosa di Hello Kitty.
La sua espressione è dolce e infantile, anche se forti suoni gutturali fuoriescono dalla sua bocca.
Shinya soffoca una risatina, guardandolo.
-    Su, Toshi! Sveglia! – esclama, scuotendolo fortemente.
Toshi dischiude svogliatamente gli occhi, per poi girarsi dalla parte opposta alla nostra, senza degnarci di uno sguardo.
-    No, mamma, non li voglio i biscotti… - mugugna, mimando un gesto di stizza con la mano.
-    Ma quali biscotti, Toshi?! Devi alzarti, tra poco arriva Daisuke! – lo scuote ancora, costringendolo con la forza a voltarsi e a mettersi a sedere.

Ci guarda in maniera ebete, ancora parzialmente addormentato. La sua testa ciondola pericolosamente del tutto a sinistra.
-    Cosa? Che ore sono? – borbotta, stropicciandosi gli occhi e sbadigliando.
-    Sono un quarto alle otto, fra qualche minuti dovrebbe essere qui. –
-    Ah, okay… - sussurra, stirandosi.
Si volta verso di me. I suoi occhi si accendono di colpo, abbandonando l’aria assonnata che avevano fino a pochi secondi prima.
Io lo guardo, intimorito.
Non si può mai sapere, cosa passi nella sua testa.
-     Ma tu sei Tooru-chan? – mi indica, sbigottito, con una delle sue scheletriche dita.
Shin-chan sorride, malizioso.
-    Sì, è Tooru-chan. Che ne dici? – mi porta una mano alle spalle, costringendomi a fare un giro su me stesso.
Toshi mi osserva minuziosamente.
-    Dico… che è una figa assurda. Tooru-chan, vuoi lasciare perdere quel fesso di Daisuke? Sposami, ti farei felice! – esclama, mettendo misi in ginocchio davanti e prendendomi saldamente la mano.
Io arrossisco, cercando di divincolarmi dalla sua stretta.
Per quanto io riesca a capire che per lui tutto questo è l’ennesima burla, ricevere certi complimenti mi lusinga.

Sembrerò cretino. Infondo lo sono.
Però non è un peccato, essere adulato qualche volta, no?

-    M-ma Toshi che dici… - sussurro piano, senza guardarlo.
Shinya scuote il capo, facendo per dire qualcosa.
Il campanello squilla all’improvviso, rimandando l’inizio del suo monologo.
Rabbrividisco di fronte a quel “drin” sonoro.

-    Questo deve essere Dai-kun… Tooru-chan, vai in camera di Toshi. Su, fai presto! – esclama Shin-chan, correndo al citofono.
Io mi guardo intorno qualche minuto, spaesato. Dopo poco, riesco a recepire e comprendere le sue parole.
-    O-ok… - balbetto, confuso.
Mi allontano a passo veloce da loro, notando l’espressione delusa di Toshimasa.
Con movimenti meccanici mi dirigo in camera, mentre alle mie orecchie arriva la voce squillante di Shinya, che esclama al microfono un forte “chi è?”.
Mi chiudo la porta alle spalle, buttandomi a capofitto sul letto.

Daisuke… Daisuke sta arrivando qua. Cosa gli dirò?

Comincio a sventolarmi debolmente con il manga di Arina Tanemura che ritrovo sotto il letto, cercando di calmarmi alla meno peggio.
Che caldo che fa, qui dentro. Non respiro.
Mi alzo dalle setose lenzuola, andando ad aprire l’unica finestra della stanza.
Un po’ di vento mi rinfresca la fronte.
Sento dalla stanza accanto rumori e chiacchiericci. Mi accosto al muro.
I suoni sono confusi, deboli. Dopo qualche minuto mi rassegno a non capire, ritornando a sedere sul materasso morbido.

Mi guardo attorno. La mia attenzione si sposta su una lunga pila di cd, ordinatamente posti per artista. Mi avvicino, cominciando a studiarli.
Noto che sono quasi tutti vinili di gruppi Visual Kei, apparte qualche singolo di Idol a me sconosciute.  
“Bei gusti musicali.”, penso, tirando fuori Dahila, degli X-Japan.
Lo inserisco accuratamente nel maxistereo sulla scrivania vicino alla porta, pigiando play e andando avanti con le tracce.
E sorrido inconsapevolmente, quando le prime note di “Forever love” arrivano alle mie orecchie.
Mi metto in ginocchio vicino alla cassa dello stereo, facendomi invadere i timpani dalla musica.

Non ho mai particolarmente adorato questa canzone. Troppo melensa, troppo romantica.
Eppure adesso necessito di ascoltarla. Necessito di inzupparmi completamente in questa melodia, e di perdermi nelle sue parole.

Mou hitori de arukenai
Toki no kaze ga tsuyosugite
Ah kizu tsuku koto nante
Nareta hazu dakedo ima wa...

Ah kono mama dakishimete
Nureta mama no kokoro wo
Kawari tsuzukeru kono toki ni
Kawaranai ai ga aru nara

Will you hold my heart?
Namida uketomete
Mou kowaresou na All my heart

Da solo non riesco a camminare
I venti del tempo sono troppo forti
Ah, è ferito
Avrei dovuto abituarmi, ma proprio ora

Ah, lasciami così come sono
Il mio cuore, anche se bagnato
In questo momento sta cambiando
Se l'amore immutabile esiste
Terrai stretto il mio cuore?
Coglierai le mie lacrime?
Il mio cuore è pronto ad andare in pezzi


-    Ciao, Tooru-chan. – una voce, alle mie spalle.
Calda, decisa.
La sua voce.
Mi volto di scatto, guardandolo sorpreso.

-    Ciao, Dai-kun – sussurro alla sua figura.
Lo guardo. E lo trovo bello, come non mai.
Mi chiedo se è sempre stato così adulto.
Eppure adesso scorgo poco della sua immaturità, sul suo volto.
-    Stai bene, vestito così. Proprio come pensavo. – sussurra, abbassando un po’ lo sguardo, imbarazzato.

“Anche lui si vergogna quanto me.”, penso, arrossendo.
Lo vedo stringere i pugni, dentro le tasche dei suoi jeans aderenti. Lo trovo tenero.
 E sorrido.
-    G-grazie. –

Non balbettare. Dio, non balbettare Tooru!

Osservo attentamente i suoi movimenti, mentre va velocemente a sedersi sul letto, quasi del tutto sfatto. Mi sorride, facendomi cenno con una mano di sedermi accanto a lui.
Arrossisco ancora di più.
Faccio per togliere il cd, ma lui mi ferma.
-    Non toglierla. Adoro questa canzone. –
Annuisco con la testa, per poi dirigermi accanto a lui. Cerco di diventare più piccolo possibile, mentre il suo sguardo inquisitore mi osserva.

Silenzio. Questo silenzio è pesante.
-    Tooru-chan… –
-    Dai-kun… –
Parliamo, all’unisono. I nostri sguardi s’incrociano.

All I see is blue in my heart

Will you stay with me
Kaze ga sugisaru made
Mata afuredasu All my tears

Forever love Forever dream
Kono mama soba ni ite
Yoake ni furueru kokoro wo dakishimete
Oh stay with me

Tutto ciò che vedo è malinconia nel mio cuore
Resterai con me
Fino a che i venti non saranno passati
Tutte le mie lacrime traboccano di nuovo
Amore per sempre, Sognare per sempre
Resta con me così
Ti prego tieni stretto il mio tremante cuore fino all'alba
Oh, resta con me


-    Prego, prima tu.  -
-    No, prima tu, Dai-kun. – sussurro, imbarazzato.
Lui si gira verso di me. Il suo sguardo è dolce, e carico d’emozione.

Non l’ho mai visto, così trasparente. Per me, è sempre stato come se un fitto velo di nebbia lo oscurasse.
Non sono mai riuscito a scorgere vivamente ciò che lui pensasse, o provasse.
Ma adesso è diverso.
Adesso, è come se portassi un paio di occhiali che mi regalano una vista del tutto nuova.
Adesso riesco a vederti, Dai-kun.

-    Tooru-chan, io…  - prende un respiro.
Mi guarda. Il suo labbro inferiore tremola, titubante.
-    Sì? – lo incito a continuare.
Adesso la voglio sapere. Voglio sapere tutta la verità.
Non pensi che io me la meriti, Dai-kun?

-    Beh, io… - tossisce. Continua a osservarmi di sottecchi, mentre gioca con un filo scucito della sua camicia nera.
Dillo. Dillo, Daisuke. Sennò scoppio.
Sento il mio cuore ribollire. Le pulsazioni che aumentano.
E comincio ad odiare, questa mia impazienza.
-    Cioè, in realtà… - borbotta, abbassando ancora di più lo sguardo.

Ti prego. Ti prego. Apri quella bocca, e vomitami addosso quello che provi.

-    Dimmi, Dai-kun. – mugugno, con una nota di disagio.
Lui non sembra farci caso, e continua a tirare insistentemente il filo.
-    Il fatto è che… -

Dio!

Con uno scatto, lo prendo per le spalle. Lui alza subito lo sguardo, mandandomi un’occhiata confusa.
Sospiro qualcosa sul suo volto, prima di farlo abbassare di poco.
Un gesto fugace, veloce, un toccarsi di labbra morbido e per nulla umido.
La mia bocca, che va in non so quale modo a finire sulla sua. Come ho fatto, a farlo?
Ed è una scarica di adrenalina, quella che mi parte dalla schiena e mi finisce dritta nel cervello.
Il mio tocco sulle sue spalle, e le sue mani sul mio petto. E quella magica musica, ancora nell’aria.
Quando ci stacchiamo, lui mi guarda, sbigottito. Io sento il mio viso cuocere.

-    Beh, proprio quello che volevo dirti io, eh. – ride appena, continuando a guardarmi a bocca aperta.
-    Ah, bene. Allora siamo… d’accordo? – borbotto, ricominciando a cercare di comprimere il mio corpo in qualcosa di minuscolo.
-    Penso proprio di sì. –
-    Bene. –
-    Bene. –

Di nuovo silenzio.

Sobbalzo, sentendo la sua mano gelida sulla mia. Una carezza leggera, ma allo stesso tempo forte.
-    Ti amo, Tooru-chan. – sussurra, guardandomi.

Forse è il bacio di prima. Forse sono le sue parole.
Ma il mio cervello non riesce a comprendere bene.
Ed è come se tutti i miei neuroni si fossero momentaneamente fermati.

-    Eh? – chiedo, un po’ imbarazzato.
-    Ti ho detto che ti amo. – ripete, con lo stesso sguardo serio.
Mi ama. Shin-chan non stava mentendo.
Mi tiro un pizzicotto sulla coscia, sperando che non sia solo un sogno.
No, non mi sveglio. Tutto questo è reale.

-    T-ti amo anch’io Dai-kun.– balbetto, avvicinandomi a lui.
La mia mano ancora stretta nella sua.

Sorride.

-    Ci ribaciamo? –

Sorrido.

Se ci sei tu, che mi scaldi il cuore, non ci saranno più lacrime.

Ah subete ga owareba ii
Owari no nai kono yoru ni
Ah ushinau mono nante
Nanimo nai anata dake

Forever love Forever dream
Kono mama soba ni ite
Yoake ni furueru kokoro wo dakishimete

Ah will you stay with me
Kaze ga sugisaru made
Mou dare yori mo soba ni

Forever love Forever dream
Kore ijou arukenai
Oh tell me why Oh tell me true
Oshiete ikiru imi wo

Forever love Forever dream
Afureru namida no naka
Kagayaku kisetsu ga eien ni kawaru made
Forever love


Ah, vorrei che questo finisse
Ma niente finisce stanotte
Non c'è nulla... esisti solo tu
Amore per sempre, Sognare per sempre
Resterai con me
Ti prego tieni stretto il mio tremante cuore fino all'alba
Oh, resta con me
Fino a che i venti non saranno passati
In questo momento, più di chiunque io voglio te al mio fianco

Amore per sempre, Sognare per sempre
Non posso andare avanti
Oh, dimmi perchè, oh, sii sincero
Dimmi il significato di questa vita
Queste lacrime straripanti dalla nostra relazione
Fino a che le stagioni non muteranno nell'eternità
Amore per sempre...

Quando ti bacerò, penserò sempre a questa canzone.
Sì, a questa melodia.
E al nostro amore per sempre.


OWARI


Note:

Scusate. Sono imperdonabile, ma per vari motivi non ce la faccio più.
Spero che riuscirete a perdonare questo mio immenso ritardo, e di non avervi deluso con la fine di questa storia che a me fa un po’ pena. Non mi piace e non ci sono quasi per nulla affezionata, non posso dire altro.
Ringrazio tutti quelli che apprezzano i miei scritti; senza di voi non sarei niente. E lo dico perché, se non ci fosse gente che come voi assiduamente commenta le mie storie, io avrei smesso di scrivere già da tempo.

Quindi grazie. Una parola così piccola, che nasconde un grande significato.

Nelle note dell’ultimo capitolo delle mie longfic, mi perdo sempre in pensieri spesso troppo grandi per me. Mi viene quasi da piangere, nel mettere la mia situazione a confronto a questa mielosa e romantica fine.
No, la smetto di divagare.

Vi aspetto nella mia prossima longfic sui GazettE, e nelle varie OneShot che pubblicherò in conseguenza.
Byebye**
V’amo a tutti <3.

AintAfraidToDie

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