Forever Love di AintAfraidToDie (/viewuser.php?uid=41080)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due ***
Capitolo 3: *** Capitolo Tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo Cinque ***
Capitolo 1 *** Capitolo Uno ***
Autore: AintAfraidToDie
Titolo: Forever Love
Genere: Romantico;
Introspettivo
Avvertimenti: Yaoi; AU
Raiting: Arancione
Pairing: DaixKyo
Riassunto: Pur non
conoscendomi, ti sei sempre fidato di me.
È bello,
essere tuo amico, Dai-kun.
[Ma questo non sembra
bastarmi.]
“
Forever Love”
Capitolo Uno
Estate. Io adoro
l’Estate.
Il caldo devastante, che quasi t’impedisce di respirare.
La sudorazione a mille, anche per il più piccolo dei
movimenti.
I vestiti leggeri, poca stoffa che costringe il corpo.
Il suono impazzito del canto delle cicale che ti arriva dritto alle
orecchie.
Niente scuola. La
libertà.
Estate. Io amo l’Estate.
Io odio la
scuola.
- Andou?
–
Ah, questo tono di voce. Lo riconoscerei tra mille. Sottile, acido,
serpentino.
Sì, il
professore di Giapponese antico mi ricorda molto un viscido rettile.
Alzo lo sguardo dallo shonen
manga* che stavo leggendo di nascosto, ritrovandomelo
davanti.
Mi guarda attraverso le graffiate lenti dei suoi occhiali vecchio
stile, con un sorriso beffardo stampato in volto, mentre asciuga le sue
mani sudate sul golfino di lana color panna che indossa.
Odio i professori. Odio
la scuola.
Disprezzo tutta la naturale ipocrisia che alberga nelle scuole
giapponesi.
Professori distinti di giorno; maniaci nei sex shop alla ricerca di
figa giovane la notte.
Perché dovrei essere comandato da loro?
- Sì
prof? – rispondo, nascondendo il
fumetto nella mia cartella e cominciando a tracciare ghirigori
sul banco con un lapis.
Lui continua a osservarmi, arricciando il naso in maniera disgustata.
“Questi
giovani d’oggi!”, starà
sicuramente pensando.
- Andou, ci potrebbe fare il favore di
spiegare l’arcano significato di questo kanji? –
sussurra, indicando con la penna che ha in mano uno scarabocchio
disegnato alla lavagna.
Osservo attentamente la figura, senza riuscire a trovare nessun nesso
con le altre già studiate.
Quello sarebbe un
kanji…?
Comincio a battermi nervosamente il lapis sul labbro,
facendo finta di spremermi le meningi.
Lancio un’occhiata supplichevole a Kaoru, il mio compagno di
banco, nonché mio migliore amico.
“Dimmela, Kao.
Se la sai dimmela, cazzo.” , cerco di fargli
capire. Ma sembra troppo occupato a ridere sotto i baffi per recepire
il mio messaggio subliminale.
- Allora, Andou? – sorride
malefico, il professore. Pezzo
di merda.
Sospiro. Ho qualcosa da perdere? No. Tanto vale
sparare una cazzata.
Poi la scusa con mamma è sempre la stessa: mica è colpa mia se
sto sulle palle al prof, no?
- Certo, la so! Vuol
dire… boh?
– borbotto, abbassando lo sguardo.
Il vecchiaccio sbuffa, scuotendo in maniera teatrale la testa.
Kaoru soffoca una mezza risata, che per sua sfortuna non sfugge alle
orecchie del prof.
- Oh, Niikura. Lo vuole dire lei?
– dice, guardando in direzione di Kao.
Lui si zittisce di colpo, deglutendo. Alza lo sguardo in direzione del
soffitto e comincia a tastare nervosamente i bottoni della sua
giacchetta.
- Ehm, ma anche no… - sussurra
appena, scrocchiandosi nervosamente le mani.
Questa volta è il mio turno, di ridere.
- Andou, allora il quattro che ha preso
appena un minuto fa non le basta? – borbotta, minaccioso.
Chissà perché poi gli sto così
antipatico.
Forse sono i miei capelli tinti a tratti di rosso che gli danno
così noia.
O forse è la spilla “fuck
the system” che troneggia sulla giacchetta della
mia divisa rattoppata, a non piacergli alla vista.
Boh. Chi lo sa.
Driiin!
ecco il suono della salvezza, sia per me che per Kao.
Con uno scatto ci alziamo all’unisono dalle sedie di legno
marcio su cui eravamo scompostamente seduti.
In attimo raccolgo la mia roba da sotto il banco e mi carico la
cartella in spalla, fuggendo di corsa dalla nostra anonima, quanto
sporca aula.
Finalmente liberi.
Note:
*manga per ragazzi
Pubblico questo primo capitolo della mia più recente
LongFic, con dei precisi motivi.
Avverto che io sono
felice. Adesso, in questo preciso istante, mi sento
contenta.
Oggi pomeriggio potrei anche piangere e disperarmi, ma ora sono okay.
Perché tutto questo? Perché mi sento innamorata.
Mi chiedo se l’amore è qualcosa che si decide. Io
ieri ho messo piede fuori casa, ho incrociato il suo sguardo e mi son
detta “mi
piace”. Non so cosa sia stato a far attuare
dentro di me tutto questo. Sta di fatto che il mio cuore adesso
rimbomba, pensandolo.
E anche in questa fic, voglio riprendere l’amore.
Quell’amore alla portata di tutti, che sa un po’ di
malinconia e di dolce miele. Che non si attua su un palco,
né in un backstage.
Per questo AU. Perché Daisuke sarà uno studente
ribelle, e Kyo un medio borghese pieno di problemi adolescenziali.
Saranno un po’ come me,
e un po’ come voi.
E spero che grazie a questa mia fic riuscirete a sentirli un
po’ più
vicini, perché io in questo periodo li vedo molto lontani.
Quindi questa è dedicata a lui. E al suo
sorriso così sciocco, ma altrettanto sincero.
Prego vi possa piacere. Sarà totalmente diversa dal mio
abituale stile, poiché scrivo secondo i miei stati
d’animo.
In maniera particolare Kyo avrà una caratterizzazione molto
incostante dal mio solito.
Spero che però l’apprezzerete lo stesso^_^.
Qualche precisazione la dobbiamo fare.
L’anno scolastico in Giappone inizia ad Aprile e finisce a
Marzo. Non conoscendo bene le vacanze, ho dovuto pensarla un
po’ all’italiana.
Allora, Daisuke e Kaoru vanno in seconda superiore e hanno 17 anni.
Kyo va in prima superiore e ha 15 anni[frequenta un liceo privato, che
sarà menzionati nel capitolo avvenire]. Totchi e Shinya
invece ancora in terza media, e hanno 14 anni.
Ho dovuto un po’ cambiare le età, mi dispiace, ma
era necessario^_^.
Che altro dire? Kisaki non ci sarà.
Un ultimo appunto, per Hana_Shiori[che
spero vivamente legga anche questa ficxD]: grazie del tuo continuo
leggermi e mettermi tra i preferiti. Anche se non commenti spesso, le
tue recensioni mi fanno felice. Soprattutto quel tuo “grazie
alle tue storie, la coppia DaixKyo è diventata la mia
preferita dei Dir en grey”. Non puoi capire quanto questa tua
frase mi abbia fatto felice *___*. Grazie, grazie, grazie. Spero che
questa fic non ti deluda!
E anche per BlackAngel:
amora!Finalmente ti risento. Mi chiedevo dove fossi finita, ed ero in
pensieroç___ç. Non farmi più
così brutti scherzi, eh! Che dire, grazie anche delle tua
recensione nella mia precedente OneShot. M’illumini le
giornate, eh^_^. Spero che anche questa ti piaccia.
Continua a farti sentire, sperando in un nostro incontro su msnxD.
Ringrazio anche:
DarkRose86, Devilish4e
& Balalaika.
Vi adoro, grazie di seguirmi sempre e supportarmi*si
commuoveç__ç*.
Adesso vi saluto. Lasciatemi un commentino, anche se non vi piace.
Le critiche costruttive aiutano sempre a migliorare, osshì.
Bacioni a tutti, al prossimo capitolo!
AintAfraidToDie
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Capitolo 2 *** Capitolo Due ***
Autore: AintAfraidToDie
Titolo: Forever Love
Genere: Romantico;
Introspettivo
Avvertimenti: Yaoi; AU
Raiting: Arancione
Pairing: DaixKyo
Riassunto: Pur non
conoscendomi, ti sei sempre fidato di me.
È bello,
essere tuo amico, Dai-kun.
[Ma questo non sembra
bastarmi.]
“Forever
Love”
Capitolo Due
Le mie orecchie stanno per scoppiare.
Le sento vivamente pulsare, provate dai mille rumori che affollano
l’ambiente a me circostante.
Boom!,
è come se queste simulazioni di suoni si unissero, e
scoppiassero direttamente nella mia testa.
“Se mi
sanguinano le orecchie, come le tampono?”,
penso, osservando un tizio che se la prende con la macchinetta dei
gettoni.
Scalcia a e tira pugni all’arnese di ferro, imprecando. Come
se giocare fosse la sua ragione di vita.
Oscillo la testa, sussurrando lievemente un “mah”
sconvolto.
Guardo questa fottuta sala giochi, queste macchinine infernali che
spillano soldi e che in cambio danno il niente.
Dov’è il divertimento, in tutto questo?
Non riesco a capire, proprio no.
In questo momento l’unica cosa che percepisco è la
mia testa che gira, gira e ancora gira. Mi sento svenire.
Comincio a sventolarmi il viso con la mano destra, ornata da anelli e
braccialetti tintillanti.
Mi lego i capelli rossi in una piccola coda, sperando che possa darmi
un po’ di refrigerio. Illuso.
Chiuso in questo negozio ormai da mezz’ora, penso che quando
ne uscirò mi ritroverò parzialmente sordo*.
“Calma, Tooru.
Calmati, Dio. Non stai morendo.”, mi ripeto,
come in una cantilena.
Ma perché
cavolo sono venuto in questo postaccio rumoroso?!
Già.
Perché? In fondo lo so che il rumore e
l’affollamento mi mandano in iperventilazione.
Abituato a stare da solo per così tanto tempo, il ritrovarmi
perennemente circondato da persone mi devasta.
Mi chiedo spesso quale sia il mio scopo, in questo posto. La mia
esistenza è totalmente
inutile, e lo so.
Nel mio mondo prima c’ero solo io. Io, ero il protagonista. E basta.
Adesso, in questo nuovo universo, c’è
troppa vita. E ancora mi devo abituare.
E lo so, sono perfettamente a conoscenza delle mie tante manie e punti
deboli.
Ma come fare a dire di
no a Dai-kun?
Mi spiazza.
Sono totalmente ai suoi ordini.
Quanto sono stupido.
Lo guardo. E' seduto in maniera scomoda davanti ad uno di quegli
schermi che simulano la Formula
Uno, attento a non uscire di strada alla prossima curva
virtuale.
Stringe il manubrio con forza, mordendosi le labbra. Suda freddo.
È così tenero, con quello sguardo concentrato
dipinto in viso. Un sorriso mi si forma sul volto, osservandolo.
Ricordo ancora perfettamente, il giorno in cui ci siamo incontrati.
Quella sera, mio padre, in uno dei suoi ennesimi scatti di rabbia
dovuti al lavoro, mi aveva buttato fuori di casa.
“Quante volte
ti ho detto che devi farti amico Hideki, eh?”,
aveva urlato, sbattendomi la porta dell’umile appartamento in
cui vivo con la mia famiglia in faccia.
Hideki è il figlio del suo capo. Il giorno prima, a scuola,
mi aveva infilato la testa nel cesso per poi tirare lo sciacquone solo
perché avevo tentato avvicinarmi a lui.
“Non
è colpa mia, papà.”, avevo
tentato di ribattere. Come risposta mi aveva assestato un destro sul
naso.
Conseguenza: una copiosa fuoriuscita di sangue dalla narice destra.
In realtà io ho sempre amato il sangue. In
realtà, quell’acuto dolore al setto nasale non era
altro che un sollievo.
Ho continuamente pensato che il dolore fisico è
semplicemente una costante della nostra vita. Senza di esso, non
potremmo vivere.
Ma il dolore del cuore.
Quello sì, che dovrebbe scomparire.
Anche quel giorno, seduto ad un isolato tavolino del primo
McDonald’s che mi si era parato davanti, bevendo a piccoli
sorsi una Coca Cola grande, rimuginavo su quanto la mia vita fosse
vuota.
Cercavo di sprofondare in maniera totale nella mia gigantesca felpa
degli X-Japan, coprendomi con un ciuffo rosso dei miei capelli gli
occhi e raggomitolandomi in posizione fetale.
Sul mio viso, ancora il sangue coagulato fuoriuscito dal naso.
“Voglio
scomparire.”, pensai. Già, lo pensai
più volte.
Cosa non avrei fatto, pur di sprofondare per sempre non so dove. L’importante era
andarsene.
Ma eccolo. Mentre già mi apprestavo a riaprire
a suon di unghiate le ferite che mi ero procurato sul polso pochi
giorni prima, Daisuke fece la sua entrata in scena.
Nell’ombra della sera, passò barcollante davanti
alla vetrina del fastfood. Potevo vedere il suo corpo, magro e alto,
scosso da forti fremiti. Aveva indosso la divisa di un istituto a me
sconosciuto, sporca e piena di toppe. Pensai che se io avessi avuto la
mia divisa in quelle condizioni, mia madre mi avrebbe ucciso.
Letteralmente.
Con uno scatto, si voltò verso di me. Doveva sentirsi osservato,
pensai.
Io mi acquattai ancora di più.
Il suo sguardo era vacuo, il sopracciglio destro spaccato. Vari lividi
gli costellavano il volto.
In un attimo, si accasciò a terra, scomparendo dalla mia
vista.
“Che
fare…?”, sussurrai.
Lentamente, uscii dal fastfood. Lui era lì, disteso a pancia
in giù sul freddo marciapiede. Non si muoveva.
Subito ebbi il timore che fosse morto. Ma, con tanta sana forza di
volontà, scacciai quel brutto pensiero.
Mi avvicinai a lui velocemente, accucciandomi accanto al suo corpo. Lo
guardavo, e basta.
Non osavo toccarlo.
“Mai visto
essere umano più bello”, dissi, fra
me e me. Era vero.
Il suo corpo era qualcosa di così perfetto da risultare
impossibile.
“Tu, esisti
veramente?”, sussurrai, andando a far avvicinare
una mia mano alla sua schiena.
Un centimetro.
Un centimetro solo, e l’avrei toccato. Deglutii sonoramente.
I miei polpastrelli sfiorarono la sua maglietta. Il tessuto era freddo,
cotonato. Pigiai le dita, sentendo la consistenza della sua pelle. Mi
inebriai di quel tocco.
“Uh…”,
lo sentii mugugnare. Il suo corpo si mosse appena.
Capii che stava riprendendo conoscenza, e con uno scatto ritirai la
mano.
Lui scosse il capo, facendo forza sulle mani e mettendosi a sedere. Poi
mi guardò in obliquo.
“E tu chi
sei?”, esclamò, sorpreso.
Cominciò a grattarsi la testa, scompigliandosi i capelli.
Io abbassai lo sguardo, imbarazzato.
“Mi chiamo
T-Tooru.”, balbettai.
“Piacere,
Tooru-chan. Io mi chiamo Daisuke.”, sorrise.
Non lo guardai nemmeno un attimo in volto.
Come fidarsi di me?
Eppure eccomi qui, dopo un anno.
Ancora al suo fianco, ancora colui che lo veglia ogni volta che sviene
dopo una rissa.
Eppure so, che non è questo quello che io desidero.
Però vedere il suo volto illuminarsi per ogni più
minima sciocchezza riesce ad appagare ogni mia voglia.
Kaoru mi guarda. Non so da quanto, a dir la verità. Quando
penso a Dai-kun il mondo circostante cessa di esistere, per me.
Si avvicina, cauto. A ogni suo piccolo passo, le catene che ha
attaccato ai jeans traballano insieme al suo corpo.
- Tutto okay, Tooru-chan? –
esclama, cercando di far prevalere la sua voce su tutto il frastuono
che ci circonda.
Io lo guardo, indeciso su ciò che dire. So che Kaoru
è un tipo molto apprensivo.
Anche se lo conosco da poco e non posso dire di sapere ogni dettaglio
della sua persona, ho capito che è un ragazzo pieno di
qualità. L’unica sua pecca, a detta di molti,
è il suo essere amico di Daisuke.
Io invece penso che sia un altro suo pregio.
La dote di saper rimanere al fianco di una persona così
tanto diversa da lui, lo fa diventare ai miei occhi ancora
più responsabile di quanto già sia.
- Mi fa un po’ male la testa.
Penso che uscirò a prendere una boccata d’aria,
grazie Kao-kun. – dico ad alta voce, modulando le mie corde
vocali in un tono acuto.
- Sei pallido, si vede che stai male.
Veniamo con te, non ti preoccupare. Tanto dobbiamo aspettare
Shinya-chan e Toshimasa. –
- Ma no, Dai-kun si sta
divertendo… - dico, abbassando di poco la voce. Non voglio
toglier loro lo svago di cui hanno bisogno.
- Non è mica più un
bambino! Se ti senti male, veniamo giustamente con te. – mi
sorride, prima di voltarsi e andare da Daisuke.
È sempre
così maturo, Kaoru. Più volte mi
è venuto da pensare che da grande vorrei essere come lui.
Anche se ha solo due anni più di me, riesco a capire che
è migliore di molti adulti.
Chissà se, crescendo, riuscirò a diventare una
persona migliore.
- Daisuke, finisci la partita, Tooru-chan
si sente male. –
Dribblo la macchina che avevo davanti. Sì, ora so che ce la
posso fare.
Che cazzo vuole proprio adesso, Kaoru?
- Che? – mugugno, osservando
attentamente la prossima curva.
Sarà difficile. Ma ce la farò, me lo sento.
- Dico che Tooru-chan si sente male!
–
Eccola. Arriva.
“Daisuke, sei
il meglio. Il miglior pilota di tutta Tokyo City. Cazzo ti fa, un
curvetta così?”, m’incito
mentalmente. Un po’ di auto-tifo fa sempre bene.
- Eh? Non capisco! –
Kaoru. Leave. Me. Alone.
Quel muro non mi toccherà, proprio no.
- Dio! Ho detto USCIAMO DA QUI!
–
La curva. Kaoru, cazzo!
- Eh? Cosa c’è qui?
–
Che mosca fastidiosa che
sei, Kao!
Quel muro. Perché si sta avvicinando così tanto? Cazzo!
- DAISUKE! USCIAMO DA QUI! –
GAME OVER.
Scritta verde di merda. Curva del cazzo.
Kaoru rompicoglioni.
- Ok, potevi dirlo prima… -
sussurro, scocciato.
Mi ha fatto perdere. Questa non gliela perdono, eh.
- … idiota –
sussurra, a denti stretti.
- Uh? Hai detto qualcosa Kao? –
- No, nulla. –
Prima o poi, avrò la mia rivincita.
Aspettami, mia fedele Ferrari. Daisuke
Andou, tornerà!
Note:
*Kyo
è veramente parzialmente sordo all’orecchio
sinistro.
Eccoci al secondo capitolo di questa
mia fanfic^__^.
Kyo ha fatto ormai la sua entrata in scena, e ha dato spettacolo del
suo carattere. Allora, che ne pensate?
Ora sì, che necessito di commenti!
Scusate il dialoghetto demenziale tra Daisuke e Kao.
Un po’ di comicità ci voleva, daixD. E poi quei
due me l’immagino un po’ veramente così.
Alla fin fine sono sempre dei ragazzi, no?
Spero che vi sia piaciuto. Non ho molto tempo per scrivere le note
oggi, quindi mi dispiace di non poter rispondere alle vostre
recensioni. Scusate, mi rifarò la prossima volta
ç___ç.
Ringrazio quindi: DarkRose86;
Devilish4e; Balalaika; nena93; KyoFuckingBitch
& zero2757.
Grazie a tutte voi*fa un inchino*.
Mi avete illuminato la giornata! Spero che vi piaccia anche questo e
che recensirete*occhioni dolci*.
Bacioni,
AintAfraidToDie
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Capitolo 3 *** Capitolo Tre ***
Autore: AintAfraidToDie
Titolo: Forever Love
Genere: Romantico;
Introspettivo
Avvertimenti: Yaoi; AU
Raiting: Arancione
Pairing: DaixKyo
Riassunto: Pur non
conoscendomi, ti sei sempre fidato di me.
È bello,
essere tuo amico, Dai-kun.
[Ma questo non sembra
bastarmi.]
“Forever
Love”
Capitolo Tre
“Però
così mi sento ancora peggio.”,
è questo il pensiero che mi si affaccia nella mente, mentre
infierisco brutalmente contro il mio labbro inferiore.
Vedere l’espressione scocciata di Daisuke, provocata
dall’uscita anticipata dalla sala giochi, mi provoca una
fitta al petto.
Perché devo
sempre rovinare il divertimento degli altri?
Forse, come dice mi madre, sono veramente un peso per
tutti.
Eppure ci avevo sperato.
Che lei avesse torto, che volesse soltanto rinfacciarmi per
l’ennesima volta il fatto di essere nato e averle rovinato la
vita.
Ma forse ha ragione. Forse
sarei dovuto morire, nella sua fottuta pancia.
- Dai-kun, potevi rimanere dentro,
davvero! – mugugno, continuando a torturarmi il labbro,
sciogliendomi la coda e lasciandomi ricadere i capelli sulle spalle.
Adesso che siamo fuori, anche se solo da pochi minuti, la mia
sudorazione è tornata normale.
Scuoto leggermente la testa, aiutandomi con una mano, per far ritornare
la mia acconciatura ribelle.
Ah, pensavo di aver
scordato come si fa a respirare.
- Nemmeno per sogno,
Tooru-chan. – ribatte Kaoru, dando un'amichevole pacca sulla
fronte a Daisuke – Questo bambino troppo cresciuto dovrebbe
darsi una svegliata e assumersi più
responsabilità. –
Daisuke gli lancia un’occhiataccia, per poi tirargli un pugno
appena accennato nello stomaco.
Kaoru si mette lievemente a ridere, imprigionandogli la testa in una
morsa apparentemente forte e intricata. La folla che passeggia per le
vie di Tokyo si ferma a osservarli, curiosa e vogliosa di commentare il
loro comportamento.
“Questi
giovani scalmanati!”
“Questa
è l’amicizia che c’è
adesso?”
“Ma non
finirà per ucciderlo?”
“Chiamate la
polizia!”
Com’è che questi bigotti non riescono a percepire
le loro risatine di divertimento?
I loro sono scherzi innocenti, pugni di marzapane che si dissolvono e
non sfiorano nemmeno la carne.
A volte li invidio.
Il loro rapporto, non sarà mai inquinato da
niente.
Perché è palese, che necessitano a vicenda della
reciproca presenza.
La loro, è un’unione dello spirito. E mi piace
rimanere a osservare il loro amore
platonico.
Il mio flusso di pensieri viene interrotto dallo sguardo fisso di
Daisuke su di me.
Mi si avvicina, velocemente, mettendomi un braccio intorno alle spalle.
Avvampo immediatamente. Anche solo sfiorarlo mi elettrizza.
- Kao, non ti fare strane illusioni! Se
non era per Tooru-chan, di certo non lasciavo la mia importante gara in
sospeso. – esclama, cominciando ad accarezzarmi la testa.
Abbasso nervosamente lo sguardo, cominciando a stringermi le mani.
Daisuke mi sorride.
Il suo braccio è pesante, sulla mia piccola schiena.
Non sono abituato a queste dimostrazioni di affetto. Per anni, non sono
stato altro che picchiato.
Adesso, invece, qualcuno
mi accarezza dolcemente.
- Guarda com’è kawaii*! Un
maniaco potrebbe scambiarlo per una ragazza e importunarlo! –
dice, stringendomi le guancie e spettinandomi i capelli. - Piccolo
Tooru-chan, non preoccuparti, Daisuke è qui per proteggerti!
–
Mi abbraccia di slancio, affondando il volto nella mia spalla e
strapazzandomi bene.
Io sobbalzo, preso dall’imbarazzo.
“No, non sarei
dovuto morire prima di nascere. Sennò avrei perso tutto
questo.”, penso, mentre le mani di Daisuke mi
percorrono la schiena. Sono incostante, lo so. Ma fra i miei tanti difetti,
questo forse è il minore.
Il suo respiro mi solletica l’orecchio, mentre sento il mio
cuore aumentare in maniera repentina i battiti.
Lo guardo, di sottecchi.
Sarà alto almeno quindici centimetri più di me.
Se mi volesse baciare, dovrebbe abbassarsi di molto.
“Ma che
pensieri fai, Tooru?!”, mi zittisco mentalmente,
imbarazzandomi da solo.
- M-ma smettila, Dai-kun! Non p-prendermi
in giro… - balbetto, imprimendo nella mia mente il suo tocco
sulla mia colonna vertebrale.
Vedo Kaoru sorridere, e scuotere leggermente la testa.
- Ma chi ti prende in giro, Tooru-chan?
Non voglio che nessun altro ti prenda. Tu sei mio!
– esclama, con tono acuto, come se volesse far sapere a tutto
il mondo che io sono di sua
proprietà.
Avvampo di nuovo. Se il
mio volto potesse, prenderebbe fuoco.
Anche una sua piccola frase può farmi
quest’effetto. Daisuke, tu
mi uccidi.
- Chi è tuo, Dai-kun?
– una voce squillante alle nostre spalle ci fa voltare di
scatto.
Toshimasa ci guarda ridendo, con quel suo sorriso sciocco e malfatto
stampato in volto[che io adoro*__*ndA], a braccetto con Shinya.
Kaoru li squadra da capo a piedi, mentre sul viso di Daisuke si forma
una smorfia sorpresa.
- Ma come vi siete vestiti, eh? Dovete
forse andare a battere? – esclama, sempre tenendo un braccio
attorcigliato alle mie esili spalle.
Li osservo attentamente. Entrambi indossano delle minigonne dai colori
sgargianti e dei top alquanto striminziti. I loro volti sono
interamente coperti da pesante trucco scuro, e i loro corpi ornati da
braccialetti e collane varie.
Se non li conoscessi, potrei dire che sono veramente delle belle ragazze.
Devo dire che questi due riescono ogni giorno di più a
sorprendermi. Anche se sono i più piccoli
d’età del gruppo, sono anche i più
teppisti.
Perché per quanto Daisuke sia uno che mena facilmente, sono
Toshi e Shinya quegli pericolosi.
Dietro le loro faccine da angioletti, si nascondono due vipere pronte a
mordere.
Toshimasa s’incupisce improvvisamente, per poi guardarci con
un’espressione buffa.
- Screanzato! Si parla così a due signorine?
– dice, fintamente offeso.
- Dai-kun, Toshimasa ha ragione. Non ci
si rivolge in questa maniera, sei volgare. – lo riprende,
Shinya.
Kaoru comincia a ridere sommessamente, avvicinandosi a Shin-chan e
sussurrandogli qualcosa che non riesco a capire all’orecchio.
Daisuke, ancora del tutto appiccicato a me, sbuffa scocciato.
Riesco nitidamente a percepire il movimento del suo sterno che si alza
e si abbassa a ogni suo respiro.
Arrossisco. Di nuovo.
- Che ho detto di male? Solo la
verità, ovvero che sembrate due squillo pronte a battere.
– borbotta, gesticolando con una mano.
Toshimasa sta per ribattere contrariato, ma Shinya lo ferma.
Soffoca una risatina guardandomi, prima di bisbigliare qualcosa
all’orecchio pieno di anellini di Toshi.
Daisuke aggrotta le sopracciglia, incuriosito.
- Ma che cavolo…? –
esclama, guardandomi perplesso.
Io scuoto la testa. Sono confuso quanto lui.
Quando Shinya si allontana da Toshimasa, sul suo volto si affaccia
un’espressione malefica.
Ci squadra da capo ai piedi, prima di dar vita a un sorriso beffardo.
- Dai-kun… scommetto che se la
minigonna se la fosse messa Tooru-chan non avresti avuto nulla da
ridire, vero? – sussurra maliziosamente, cominciando ad
attorcigliarsi una ciocca dei suoi dread colorati, mentre Shinya si
dà un’occhiata minuziosa alle unghie laccate di
rosso.
Un’espressione di sorpresa si fa strada sul mio viso. Perché hanno tirato
in ballo me, adesso?
Daisuke sussulta. “Chissà
che faccia avrà lui?”, penso,
arrossendo ancora di più.
Sicuramente il mio volto sarà della più scura
tonalità di cremisi.
Con non poca fatica emotiva, mi decido a guardarlo. Ed è
come se il mio cuore perdesse un battito, quando vedo che pure lui
è arrossito.
- Cosa centra Tooru-chan, adesso?
– sussurra, mantenendo però il suo tono spavaldo.
- Rispondi! Gli avresti detto qualcosa?!
– dice Toshi, sbuffando.
Dai-kun mi osserva. Io abbasso subito lo sguardo, incapace di guardarlo
negli occhi.
Che imbarazzo.
- Uhm… no, perché a
lui starebbe sicuramente meglio. E non gli darebbe un’aria
volgare come a voi. – borbotta, guardandomi ancora.
Quindi Dai-kun
gradirebbe vedermi in minigonna?
La sua mano si stringe ancora di più sulla mia spalla.
Lo vedo. Riesco a capire che è in difficoltà. “Cos’è
che ti fa paura, Daisuke?”, vorrei dirgli. Ma non posso.
Così prendo una mia mano, e la porto sulla sua maglia. Come
quel giorno, in cui ci siamo incontrati.
Ma questa volta lo stringo, quel tessuto cotonato che ricopre la sua
pelle.
E lo guardo.
Lui mi osserva, per poi spostare la sua attenzione sul mio arto che
richiude fra i palmi un po’ di stoffa della canotta nera che
indossa.
“Cosa sta
succedendo?”, penso, sbigottito di fronte al mio
comportamento.
In realtà, Dai-kun mi sta confondendo. Per quanto possa aver
sempre scherzato con me in maniera equivoca, non eravamo mai arrivati a
tanto.
E poi, quel suo sguardo serio. Cosa vuol dire?
Possibile
che…?
No, Tooru. Non
t’illudere ancora.
- Ah-ah. Si sapeva, vero? –
sghignazza Toshi, voltandosi verso Shinya e Kaoru.
La nostra attenzione si sposta ancora su quel trio malefico, che scruta
attentamente i nostri movimenti.
- Bene, Dai-kun. Oggi siamo venuti qui in
veste di fatine buone. Hai espresso il tuo desiderio e noi lo
esaudiremo! – esclama Shinya, per poi avvicinarsi velocemente
a me. – Vieni con noi, Tooru-chan**. Abbiamo il compito di
farti divenire una bella
ragazza. –
Io lo guardo, a bocca aperta. Shin-chan mi sorride, angelico.
- C-cosa? – non faccio in tempo
a replicare, che mi prende per mano e mi porta via di slancio dalle
braccia di Daisuke.
Mi accarezza velocemente la testa, per poi trascinarmi in una folle
corsa.
Mi volto un attimo a guardare Dai, ma vedo che Kaoru l’ha
velocemente braccato.
Ma cosa diavolo hanno in
mente questi qui?
- Kao, alle otto a casa mia! –
sento urlare Toshimasa, mentre mi arriva accanto a perdifiato.
- D-dove mi state portando? - chiedo,
ansimando per la corsa.
Molti passanti ci guardano sorpresi, commentando a bassa voce.
“Questi
giovani d’oggi! Non hanno più pudore!”
- Vedrai! – esclamano
all’unisono i due, sghignazzando.
Chissà perché, ma non mi sento per nulla
tranquillo.
Dai-kun, vieni a
salvarmi!
Note:
*carino, puccioso,
tenero.
**in teoria, non ci
dovrebbe essere il suffisso –chan ma il –kun,
poiché Shinya e Toshi sono più piccoli di Kyo.
Ma visto che Kyo
è trattato da tutti come il “bimbo” del
gruppo, e in questa storia Shinya e Toshi sono due pesti, anche loro
aggiungono il –chan. Ma non lo fanno con cattiveria, eh^__^.
Infondo sono due bravi bambinixD.
Bene, eccoci arrivati al terzo^___^.
Che dire, non avrei mai pensato di poter ricevere tanti commenti
così positivi*commossa*.
Mi avete fatto piangere dalla
felicitàç____ç.
Allora, che dire su questo capitolo? Shinya e Toshi hanno fatto
finalmente la loro entrata in scenaxD.
Diciamo che stiamo entrando nel vivo della storia, osshì!
Non ho altro da dire tranne che ringraziare ancora per i vostri
stupendi commenti.
nena93: grazie
del tuo sostegno anche nella mia OneShot, sei stata veramente
gentilissima*commossa solo a pensarci*. Tutti i tuoi
complimenti mi hanno fatta felice, perché soprattutto riesci
a cogliere ciò che io voglio fare percepire al lettore.
Quindi, sapere che ci riesco, mi rende veramente entusiastaxD. E non ti
preoccupare, mi sono già ripresa^___^. Grazie comunque
dell’interessamento, sei davvero dolcissima<3. Spero
che anche questo capitolo ti piaccia e che lo commenterai, mi
piacerebbe sapere la tua opinione. Chu<3
Devilish4e: non
mi dilungoxD. A te ti vedo tutti i santi giorni*malefica*. Anche la
parte che tu più hai gradito è il mio pezzo
preferito. Non so il perché, sento solo che è
qualcosa di molto personale… boh! Chi mi capisce
è bravoxD. Vabbè, grazie che mi commenti sempre.
Sei proprio una brava cittaxD! Ci si vede stasera… con me
coi capelli bluxD!Tivogliobene<3
Hana_Shiori:
grazie di tutto. Come già ti ho detto per msn, mi sei stata
di grande aiuto in questi mesi in cui ho cominciato a pubblicare. Ci
sei stata sempre, e quindi ti ringrazio, perchè se adesso
continuo a scrivere è anche per merito tuo*commossa*. Lieta
che ti piaccia, spero che gradirai anche questo capitolo. A
presto<3
Botsuraku:
anche te sei quasi sempre stata presente nei miei lavori, mettendo tra
i preferiti e commentando. Quindi un grande e grosso grazie anche a te,
perché mi sei stata di grandissimo conforto mentale.
Ciò che hai scritto mi ha resa veramente felice.
L’idea di saper far sorridere qualcuno mi fa piangere*non fa
altro che commuoversi*. Spero che anche questo riesca a emozionarti
come il passato. Grazie ancora, chu<3
Balalaika: contenta
ti piaccia questo Kyo così kawaiixD. Come sai non mi
convinceva molto, ma adesso mi sto ricredendo…*muore*. Beh,
spero che anche questo capitolo ti piaccia, grazie anche della
recensione alla Shot. Ti lovvo<3
KyoFuckingBitch:
oddio, quanto ti quoto! Ho scelto di ambientare la fan fiction a quei
tempi proprio perché avevo un fottuto bisogno di ripensare
ai vecchi tempi*___*. Adoro Kyo in quella maniera*muore*. Ihih, bene,
sono felicissima che tutte avete apprezzato il dialogo demenzialexD.
Sìsì, anch’io ce li vedo proprio!
Lietissima ti sia piaciuto, spero gradirai anche questo. Chu<3
DarkRose86: certo
che ti perdono, teso! Non ti preoccupare, fai sempre con calma e quando
puoi, nessuno ti corre dietroxD. Sono contentissima ti sia piaciuta la
caratterizzazione dei personaggi, come già ho detto prima
nella risposta alla Vale non mi convincevano più di tanto,
ma adesso mi sto ricredendoxD. Che dire, spero ti sia piaciuto anche
questo chap, e voglio sentirti su msn. Mi
manchiç___ç. Ti lovvo infinitamente<3
Ringrazio anche niky94
per il suo commento alla mia Shot
“.Stupendamente.Orribile.”: lieta ti sia piaciuta!
Spero che tutti avrete gradito questo capitolo. Mi lasciate un
commentino*occhioni dolzi*?
Baci a tutti, a presto!
AintAfraidToDie
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Capitolo 4 *** Capitolo Quattro ***
Autore: AintAfraidToDie
Titolo: Forever Love
Genere: Romantico;
Introspettivo
Avvertimenti: Yaoi; AU
Raiting: Arancione
Pairing: DaixKyo
Riassunto: Pur non
conoscendomi, ti sei sempre fidato di me.
È bello,
essere tuo amico, Dai-kun.
[Ma questo non sembra
bastarmi.]
“Forever
Love”
Capitolo Quattro
Ed eccomi qua. Dopo almeno una mezz’ora di corsa che mi ha
letteralmente sfiancato, ho messo piede in casa di Toshimasa,
sussurrando un debole
”permesso?”.
Ansimante, con i vestiti completamente appiccicati al corpo e i capelli
del tutto scompigliati.
Ma ancora vivo.
Ed è questo, l’importante.
- Casa, dolce casa. Senza la presenza
rompipalle di mia madre è una goduria! – esclama
Toshi, buttandosi a capofitto sul divano vecchio stile che ci appare
davanti appena varcato l’ingresso.
Il suo è un appartamento confortevole, dalle medie
dimensioni. Si trova nella zona sud di Tokyo, in una di quelle
periferie dai condomini economici, e dalle condizioni agevoli.
“Davvero un
bel posticino.”, penso, osservando
l’ambiente circostante.
- Toshi, ti sei scordato del nostro lavoro? Non
è ora di poltrire! – lo riprende Shinya, vedendo
Toshimasa pronto ad un bel sonnellino sul divano.
Lui si stiracchia debolmente, sbadigliando.
- Eddai, Shin-chan, casa mia la conosci.
Sei bravo abbastanza da poter fare tutto te. Suvvia, la corsa mi ha
ucciso… - mugugna, chiudendo gli occhi.
Shinya stringe i pugni in un gesto di stizza.
- Non sei l’unico stanco,
Toshimasa Hara! – esclama, un po’ giustamente
alterato.
Toshimasa, in risposta, simula una sonora ronfata. Shin-chan sospira,
ravvivandosi i capelli.
- Non è proprio un tipo
affidabile… - mormora, più a se stesso che a me,
facendomi cenno di seguirlo.
Ci dirigiamo verso un piccolo corridoio vicino alla cucina, diviso da
due porte di legno.
- Beh, per prima cosa direi che hai
bisogno di una doccia, ugh. – sospira, annusandomi un
po’e cercando qualcosa nella borsa a tracolla che si porta
appresso. – Usa questo shampoo, ti schiarirà i
capelli*. Spremi una bella quantità e poi sei a posto.
Però devi lavarti per bene, capito? – dice,
porgendomi una confezione colorata.
- C-cosa? Schiarire i capelli?
– esclamo sorpreso, studiando la scatolina che ho nel palmo
della mia mano – Shin-chan, ma perché mi avete
portato qui? E soprattutto, perché devo fare… questo? –
- A dopo le domande, Tooru-chan. Ora
entra in bagno e fai i tuoi porci comodi. Tanto, quell’altro
dormiglione, per l’appunto dorme! – fa una sottile
e sarcastica risatina. – Quando hai finito, raggiungimi in
quella stanza. – indica la porta dietro le sue spalle. -
È la camera di Toshi, io ti aspetto lì, ok? -
Le sue parole sono così convincenti, che non posso fare a
meno di annuire con la testa, senza replicare in alcun modo.
Forse è il suo sorriso all’apparenza sincero, o
forse sono i suoi occhi di ghiaccio che mi scrutano attentamente. Però adesso mi sento
inquieto.
Anche se non riesco a capire il reale motivo, Shinya m’incute
più timore di Toshimasa.
Il suo sguardo mi fa raggelare, facendomi percepire forti brividi in
tutto il corpo.
È come se mi leggesse dentro, e che con quella smorfia
sarcastica stampata in volto volesse dirmi “Io lo so. So che
razza di persona tu sei.”
A differenza di lui, Toshi è un tipo dalla
facile estroversione, pieno di sé, e a volte anche
arrogante.
Tende sempre a scoprirsi troppo, a mettersi in mostra. A voler fare il
burlone, anche nelle situazioni meno opportune.
Shinya è diverso. Shinya si nasconde, Shinya non fa vedere chi egli sia.
E questo mi fa paura. Perché
io non so, chi è Shinya. Conosco quello che
lui vuole far vedere di sé, ma non il suo vero Io.
Scosto lo sguardo dal suo, mentre continua imperterrito a sorridere.
Varco la soglia che ho davanti, entrando con passo titubante, mentre
sento la sua presenza distaccarsi dalla mia.
Tiro un sospiro di sollievo, chiudendomi la porta alle spalle. Adesso sono più
tranquillo.
Mi guardo attorno. La stanza è del tutto ricoperta da
piastrelle bianche, che risplendono, pulite.
I due lavandini installati nel muro, sono ricoperti da file ordinate di
profumi e shampoo, tutti travasati in boccette di vetro colorate. Sopra
di esse, un grande specchio a vetro dà un po’ di
vita all’ambiente circostante, spezzando la monotonia del
bianco.
Mi dirigo verso la grande vasca in fondo alla stanza.
Appoggio lo shampoo datomi da Shinya sul bordo di essa, cominciando a
far fluire l’acqua.
“La madre di
Toshimasa deve proprio essere una perfezionista.”,
penso, iniziando a sfilarmi la felpa che indosso.
Tolgo l’indumento del tutto, per poi appoggiarlo in maniera
disordinata sul lavandino. In poco tempo, tutti i miei abiti vanno ad
accatastarsi lì.
Mi guardo allo specchio che ho di fronte, disgustato. Con questo corpo, come faccio a
piacere a Dai-kun?
Ciò che rimane di un fisico che dovrebbe essere da uomo
è pelle che a stento riesce a coprire le mie ossa.
Non mi stupirei, se un giorno una costola riuscisse a fuoriuscirmi dal
petto.
Magro. Sono
troppo magro.
E la mia faccia. Dovrei
nascondermi, Dio.
Vorrei spaccare questo vetro. Frantumarlo con un pugno,
così da non vedere mai più la mia immagine.
Così da non vedere più questo viso e questo corpo
così odiati.
Così da non
vedermi più.
“Dovrebbero
bandirli, questi specchi.” , penso, distogliendo
lo sguardo dal mio riflesso.
Sbuffo scocciato, per poi buttarmi di slancio nella vasca.
Cazzo, come brucia
quest’acqua!
Apro immediatamente la manopola blu, per poi tirare un
sospiro di sollievo quando comincio a percepire qualche flusso di
freddo.
Mi abbandono in poco tempo al liquido, chiudendo di scatto gli occhi e
sdraiandomi completamente sul fondo. L’acqua ricopre del
tutto il mio corpo, insinuandosi negli angoli più nascosti
del mio fisico, dando refrigerio alla mia pelle.
Se potessi rinascere,
vorrei nascere sottoforma di acqua.
Allora potrei fare a meno di avere un corpo.
Allora sarei pulito, e non sporco come adesso.
Allora, non proverei
niente.
Ma so, che dopo la morte, esiste solo il nulla.
Quando morirò, il buio m’invaderà la
mente.
Eppure vorrei vivere.
Vorrei vivere ancora, e poter dire di aver vissuto.
E lo penso e lo ripenso, mentre sento che mi manca il respiro.
Improvvisamente, mi ricordo che c’è Shinya di
là che mi sta aspettando. Il ricordo del suo sorrisino
malefico mi fa tornare alla realtà. Mi alzo a sedere di
scatto, provocando un forte spostamento d’acqua.
Strizzo gli occhi ancora chiusi, per poi guardare furtivamente la
confezione di shampoo risiedente a bordo vasca. La prendo in mano,
guardando l’etichetta dietro l’involucro di
plastica.
Dopo essermi accertato che non sia nulla di pericoloso, mi spremo il
contenuto sulle mani. Noto che ha una consistenza fluida, come tutti
gli altri shampoo cui io abbia fatto uso. Senza titubanze, me la
estendo su tutti e due i palmi, per poi portarmela sui capelli.
Comincio a lavarmi il capo con quell’intruglio. A lavarmi bene,
come ha specificato Shin-chan.
Lavoro con le mani un quarto d’ora, prima di sciacquarmi. Con
non poca fatica, riesco ad uscire dalla vasca, cercando di sporcare
l’impianto il meno possibile. In fondo non è
davvero casa mia, penso.
Mi dirigo alquanto incerto davanti alla vetrata. Non sono sicuro di
voler vedere in che condizioni siano i miei capelli adesso.
E se Shin-chan avesse
sbagliato confezione? Se mi ritrovassi mezzo calvo?
E se tutti i miei ciuffi
fossero diventati verdi?
Mi guardo allo specchio, soffocando un urletto di stupore.
I miei capelli da castano scuro e rosso sono divenuti biondi.
Com’è
possibile…? Non sembro io.
Comincio a tirarmeli a ciocche, nel caso di evitare una caduta di massa
dovuta ai componenti chimici.
“Tutto
okay.” , constato di fronte alla loro
resistenza, mentre un sorriso si fa inconsapevolmente strada sul mio
volto. Chissà
perché, poi.
Dopo aver rimirato per un quarto d’ora buono il
mio riflesso, indosso velocemente un accappatoio rosa fosforescente.
“Deve essere
sicuramente di Toshi.”, penso, ridendo appena.
Solo lui può avere cose così assurde.
Mi tampono velocemente i capelli, per poi dirigermi da Shinya, attento
a non sgocciolare per il pavimento splendente della casa.
Lo trovo comodamente disteso sul letto a baldacchino a una piazza
situato in camera di Toshi, occupato a leggere attentamente uno shojo manga** di
Arina Tanemura***.
Uno di quegli in cui le protagoniste sono adolescenti arrapate, con
occhioni brillanti e amori all’apparenza impossibili, ma con
sempre un lieto fine banale.
Rimango alquanto basito. Non pensavo fosse il tipo da questi generi di
fumetti.
Tutto preso dalla lettura, non si accorge della mia presenza.
Tossicchio leggermente. Lui alza lo sguardo.
- Tooru-chan, finalmente hai fatto. Hai
visto come sei biondo, adesso? Ti sta veramente bene, come pensavo.
– esclama, scaraventando lo shojo sotto il letto e
abbracciandomi di slancio.
Comincia a ispezionarmi minuziosamente i capelli, soddisfatto di fronte
alla coloratura.
- G-grazie. Ho preso
quest’accappatoio, va bene? – borbotto, arrossendo
di fronte a quell’esternazione di affetto.
Forse, non è poi così cattivo, come invece
immaginavo.
Che stupido.
Così occupato a prendermela con gli altri perché
mi discriminano, non mi accorgo di farlo io stesso.
Che schifo.
- Sì, tranquillo.
Il padrone di casa ci ha dato via libera, no? – esclama,
ridendo e cominciando a cercare qualcosa in uno dei tanti cassetti che
risiedono nella stanza.
Traffica abilmente con le mani, sicuro di sapere cosa stia cercando.
“Deve proprio
venirci spesso in questa casa.”, penso,
guardandolo.
In effetti, lui e Toshimasa, da quel che ho capito, sono amici fin
dall’infanzia.
Devono averne passate tante, insieme.
- Eh,
sì… beh, vado a vestirmi. – sussurro a
capo chino, facendo per ritornare in bagno.
Lui interrompe subito la sua ricerca, spostando la sua attenzione su di
me.
Mi blocco.
- Eh? Starai scherzando, spero. Quei
vestiti te li ridarà Toshimasa prossimamente, ma adesso
rimangono qui. Ora sta a me, farti bella.-
- C-cosa?! –
Lo guardo, a bocca aperta.
Farmi… bella?
Inconsapevolmente faccio un passo indietro, ritrovandomi
con le spalle al muro.
Che cavolo intende?
- Certo, Tooru-chan. Ancora
non l’avevi capito? Ti renderò irresistibile agli
occhi di Dai-kun! –
- Ma p-perché? –
balbetto, arrossendo vistosamente al suono del nome di Daisuke.
Oh. Mio. Dio.
Comincio a mordermi il labbro nervosamente, sentendo le mie mani
sudare.
- Come perché?
Perché ti piace, e tu piaci a lui. Vi serve solo una piccola
spinta, per poi finire l’uno nelle braccia
dell’altro. – sorride, avvicinandosi a me e
trascinandomi di nuovo vicino al letto.
Lo guardo, sbigottito. Cos’è che ha detto?
Che a me piace
Daisuke… e che io piaccio a lui? No, forse ho
capito male.
Invece sì, ho
capito bene!
- Ora tu siediti qui, io ti
faccio i capelli e ti trucco. Poi, penseremo ai vestiti! –
Continuo a guardarlo, incapace di dire qualsiasi cosa. In fondo
perché replicare?
Mi accascio apatico sul letto, pensando e ripensando alle sue parole,
mentre Shin-chan inizia di nuovo a trafficare nel cassetto. Com’è
possibile?
Beh, il fatto che a me Dai-kun piaccia, penso sia abbastanza evidente.
Alla fine, non sono altro che un adolescente alla sua prima cotta.
È normale, essere abbastanza trasparenti, no?
Ma io non piaccio a Dai-kun. Proprio no.
Così brutto, così sporco, così
cattivo. Come faccio a
piacere a una persona perfetta come lui?
Eppure lo vorrei. Lo vorrei tanto.
Non
t’illudere. Non t’illudere. Non
t’illudere…
- Tutto okay, Tooru-chan?
Perché piangi? –
Così preso dai miei pensieri non mi sono nemmeno accorto che
tante piccole lacrime hanno iniziato a fuoriuscire dai miei occhi.
Shin-chan mi guarda attentamente, con in mano un phon.
Lo posa sul letto, venendomi accanto.
Io mi giro di scatto, cercando di asciugarmi alla meno peggio il viso.
- N-non sto piangendo…
è il sapone. Mi è entrato negli occhi mentre mi
lavavo. –balbetto la prima scusa che mi viene in mente,
coprendomi il volto.
- Non mi raccontare bugie, Tooru-chan.
Non vuoi farti bello? Non preoccuparti, possiamo finirla qui se proprio
non vuoi. – sussurra, premuroso, accarezzandomi una guancia.
Mi volto lentamente verso di lui, mentre sulla mia faccia continuano a
crearsi striature d’acqua salata.
E lo sento il mio cuore, che pompa sangue per tutto il mio corpo,
scosso da forti singhiozzi.
- N-no, Shin-chan non è
questo. È che… - soffoco, mentre parlo.
– Dai-kun n-non mi amerà mai. –
Lo so. Lo so, che è così. Lui non mi ama.
È tutta una
bugia, vero Shin-chan?
- Ma cosa dici? Si vede da
un miglio, che gli piaci. –
- N-non è vero. Non so cosa
voi abbiate visto, ma so che non è vero…
smettetela di illudermi. – esclamo, alterato. Perché continua a
mentirmi?
Shinya mi guarda, duramente. I suoi occhi, che pochi minuti prima si
erano leggermente scaldati, adesso sono ritornati di ghiaccio.
“Non mi
guardare così. Sei tu, il bugiardo.”,
penso, con rabbia.
Non ho più
voglia di soffrire.
- Allora è
questo, il tuo problema. Sei così codardo, da avere paura di
essere felice, Tooru-chan? –
sussurra, guardandomi torvo.
Ora il tono della sua voce è diverso. Ora il tono della sua voce
è distaccato.
- C-cosa stai dicendo? Non è
vero. – borbotto, incapace di mantenere il contatto tra i
nostri sguardi.
- Invece è così. Tu
hai paura della felicità, è per questo cerchi in
tutte le maniere di allontanarla da te. Hai paura di stare con Daisuke,
per poi essere lasciato, non è vero? Ma cosa ne puoi sapere,
su quello che ti riserverà il futuro? – sospira,
guardando il soffitto, prima di spostare di nuovo la sua attenzione su
di me.
La mia rabbia si smonta in pochi secondi.
Perché le sue parole sono vere. Troppo vere.
- Tu lo ami. Lui ti ama. Ma se
non hai abbastanza fegato per provarci, sappi che allora me lo
prenderò io. – dice, con sguardo truce. Sguardo
che in poco tempo si abbassa, e intristisce.
Lo trovo estremamente fragile, in questo momento.
Come se anche il mio più piccolo tocco potesse distruggerlo,
in maniera totale.
- Dai-kun… piace anche a te?
– mugugno, asciugandomi le lacrime.
Adesso sì, che mi sento un idiota.
- Lo amo. Da un po’ di tempo.
Però voglio che lui sia felice, e con me non lo sarebbe. Lui
ama te, Tooru-chan. – mi sorride, dolcemente. - Ti prego,
fallo felice. Io desidero solo questo -
Lo guardo fisso. Sembra quasi sull’orlo delle lacrime.
“Si vede da un
miglio, che gli piaci.”
“Perché
ti piace, e te piaci a lui. Vi serve solo una piccola spinta per poi
finire l’uno nelle braccia dell’altro.”
Quanto
ti sono costate queste parole , Shin-chan?
Mi sembra di poterlo sentire adesso, il suo cuore che si spezza in
mille piccole parti.
E ora capisco, il significato del suo sorriso gelido.
È solo
questo, quello che posso fare per lui? Amare, ed essere amato?
- Mi dispiace. Mi dispiace… -
continuo a singhiozzare, aggrappandomi alle sue spalle di scatto.
–T-tu sei una persona estremamente bella, Shin-chan.
–
Mi abbraccia la schiena, rimanendo in silenzio.
Alla fine, avevo sbagliato tutto.
E non avevo capito nulla.
Piango un altro po’ sul suo collo, per poi staccarmi e
guardarlo negli occhi.
In realtà, non posso fare a meno di sentirmi un demente. Per
quanto io possa sentirmi ferito, mi accorgo solo adesso di non essere
l’unico a soffrire. L’unico,
ad amare.
Non voglio più illudermi, però…
sperare non fa male, no?
- I-io spero tanto che un giorno tutti
possano vedere quanto tu brilli. – sussurro, arrossendo.
Perché è così. Adesso, è
come se il muro che fino a pochi attimi fa mi copriva la vista, fosse
stato distrutto.
Ora si trova per terra, in un miscuglio di polvere e calcina.
Shin-chan, seduto accanto a me in questo letto semi-sfatto,
m’illumina gli occhi.
I suoi boccoli biondi risplendono, e il suo sorriso è
abbagliante.
Ed è
bellissimo, davvero.
- Tu meriti la tua
felicità, Tooru-chan. Ricordatelo sempre. –
sorride, accarezzandomi lievemente.
Io annuisco, godendomi la consistenza del suo palmo sopra la mia pelle.
“In
realtà, tu la meriteresti di più.",
penso, guardandolo.
Ma so che se lo dicessi, rovinerei questo momento magico.
- Però ora cominciamo,
sennò quando Dai-kun arriverà ti
troverà in mutande! – ride, alzandosi e
cominciando a trafficare con vari arnesi sparsi sul letto.
Sorrido, passandomi una mano sul volto. Sì, ce la posso fare.
- A-agli ordini! –
Note:
*non mi sono mai schiarita i capelli… non so come si fa, ne
con che cosa. Ho un po’ buttato lì, scusate^__^.
E anche il risultato è del tutto esagerato. Penso non
vengano cosìxD.
Quindi DON’T TRY THIS AT HOMExD.
**manga per ragazze.
***nota mangaka di shojo[che personalmente non gradiscoxD].
Scusate l’enorme e imperdonabile ritardo*si prostra*. Il
fatto che la scuola, le uscite e lo svago non mi lasciano mai un
po’ di tempo libero e sono sempre incasinata
ç____ç. Mi dispiace se riesco ad aggiornare solo
adesso T.T
Ringrazio velocemente chi ha commentato il capitolo precedente:
DarkRose86, Hana_Shiori, nena93[grazie cara, sei veramente
gentilissima<3], Devilish4e & hizumichan. Grazie mille
ragazze ^___^.
Hope You Enjoy It,
lasciatemi un commentino che mi fanno veramente piacere
ç____ç.
Ah, avverto anche che il prossimo capitolo sarà l'ultimo
<3.
Bacioni,
AintafraidToDie
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Capitolo 5 *** Capitolo Cinque ***
Autore: AintAfraidToDie
Titolo: Forever Love
Genere: Romantico;
Introspettivo
Avvertimenti: Yaoi; AU
Raiting: Arancione
Pairing: DaixKyo
Riassunto: Pur non
conoscendomi, ti sei sempre fidato di me.
È bello,
essere tuo amico, Dai-kun.
[Ma questo non sembra
bastarmi.]
“Forever
Love”
Capitolo Cinque
Chiudo gli occhi di scatto, dopo essermi appostato davanti al mio
riflesso.
“Dai, Tooru.
Ce la puoi fare. Conta fino a tre.”, mi dico,
sussurrando.
Uno…
“Non
sarò così male, dai.”
Due…
“Poi brutto
ero, brutto rimango.”
Tre!
“Ce la posso
fare!”
Sbatto le palpebre più volte, guardandomi allo
specchio.
- Q-questo sono io? – balbetto,
riferendomi alla mia figura.
Shin-chan, seduto accanto a me, annuisce sorridendo.
- Certo che sei tu, stupidino.
–
E mi guardo. Continuo a fissarmi. Com’è
possibile?, mi chiedo. Forse è questo specchio
che è magico, e che trasforma la mia figura.
Io così brutto… ora così bello.
Avevo sentito che il trucco fa miracoli, ma non credevo così
tanto.
Eppure, questo è il mio riflesso. Questo, sono io.
La mia pelle adesso è così liscia da
non sembrare reale. Mi tocco lentamente il viso, cercandone la
consistenza.
Magari è tutto un sogno. Magari è tutto finto.
I miei occhi, sempre così ordinari, adesso risplendono di
luce propria. Shin-chan li ha truccati con perfetta cura, contornandoli
da vari strati di matita e allungando le mie ciglia con il mascara.
Poi ha aggiunto l’ombretto verde, sussurrando un dolce “ti dona”.
La mia bocca scarna adesso è molto più
accentuata, e appetitosa. Il dolce sapore appiccicoso di lucidalabbra
alla fragola mi si attacca fastidiosamente ai denti. Ma è sopportabile.
E i miei capelli. Non sono mai stati così
lisci.
Lunghi e perfetti come spaghetti, ricadono in maniera ordinata sulle
mie spalle. Non sembrano veri, splendenti del loro nuovo colore.
Sorrido.
Sposto il mio sguardo sul mio corpo. Guardo titubante il vestitino
strettissimo che fascia il mio fisico.
È uno di quelli stile gothic
lolita che vanno tanto di moda fra le ragazze, uno di
quelli neri e bianchi, ricamati di pizzo alle maniche. Mi arriva appena
sotto il sedere, lasciando poco all’immaginazione.
Arrossisco, alla vista delle giarrettiere di seta che mi danno
un’aria particolarmente osé.
Shi-chan ride appena, accorgendosi della mia espressione imbarazzata.
- Stai proprio da Dio, Tooru-chan. Non ti
preoccupare. - dice, alzandosi e stirando appena un piega che mi si era
formata sul bordo del vestito.
- G-grazie, Shin-chan. Sei stato molto
gentile a fare tutto questo per me… a darmi tutta questa
roba. – sussurro, continuando a guardarmi sbigottito allo
specchio.
Lui sorride, ancora, dandomi una strizzata alle guancie.
- Ma di che? Tanto è tutto di
Toshi, a parte quelle due belle zeppone che porti ai piedi. - dice,
indicando le scarpe che indosso.
- Grazie comunque. Non so come
sdebitarmi. –
- Te l’ho già detto.
Sii felice, e rendi felice Dai-kun. È questo
l’importante. – mi accarezza la testa, per poi dare
un’occhiata al suo orologio al polso. – Oddio,
è tardi! Su, vieni Tooru-chan. Dobbiamo svegliare Toshi, fra
pochi minuti dovrebbe arrivare Dai-kun con Kao. –
Sussulto. Già, arriverà Dai-kun. E poi?
Ci dirigiamo in salotto, trovando Toshi ancora nel mondo dei sogni sul
divano.
È accoccolato in maniera fetale, quasi del tutto denudato
dai suoi abiti aderenti.
La minigonna gli si è del tutto arrotolata addosso, dando
mostra dei suoi boxer rosa di Hello
Kitty.
La sua espressione è dolce e infantile, anche se forti suoni
gutturali fuoriescono dalla sua bocca.
Shinya soffoca una risatina, guardandolo.
- Su, Toshi! Sveglia! –
esclama, scuotendolo fortemente.
Toshi dischiude svogliatamente gli occhi, per poi girarsi dalla parte
opposta alla nostra, senza degnarci di uno sguardo.
- No, mamma, non li voglio i
biscotti… - mugugna, mimando un gesto di stizza con la mano.
- Ma quali biscotti, Toshi?! Devi
alzarti, tra poco arriva Daisuke! – lo scuote ancora,
costringendolo con la forza a voltarsi e a mettersi a sedere.
Ci guarda in maniera ebete, ancora parzialmente addormentato. La sua
testa ciondola pericolosamente del tutto a sinistra.
- Cosa? Che ore sono? –
borbotta, stropicciandosi gli occhi e sbadigliando.
- Sono un quarto alle otto, fra qualche
minuti dovrebbe essere qui. –
- Ah, okay… - sussurra,
stirandosi.
Si volta verso di me. I suoi occhi si accendono di colpo, abbandonando
l’aria assonnata che avevano fino a pochi secondi prima.
Io lo guardo, intimorito.
Non si può mai sapere, cosa passi nella sua testa.
-
Ma tu sei Tooru-chan? – mi indica, sbigottito,
con una delle sue scheletriche dita.
Shin-chan sorride, malizioso.
- Sì, è Tooru-chan.
Che ne dici? – mi porta una mano alle spalle, costringendomi
a fare un giro su me stesso.
Toshi mi osserva minuziosamente.
- Dico… che è una
figa assurda. Tooru-chan, vuoi lasciare perdere quel fesso di Daisuke?
Sposami, ti farei felice! – esclama, mettendo misi in
ginocchio davanti e prendendomi saldamente la mano.
Io arrossisco, cercando di divincolarmi dalla sua stretta.
Per quanto io riesca a capire che per lui tutto questo è
l’ennesima burla, ricevere certi complimenti mi lusinga.
Sembrerò cretino. Infondo lo sono.
Però non
è un peccato, essere adulato qualche volta, no?
- M-ma Toshi che
dici… - sussurro piano, senza guardarlo.
Shinya scuote il capo, facendo per dire qualcosa.
Il campanello squilla all’improvviso, rimandando
l’inizio del suo monologo.
Rabbrividisco di fronte a quel “drin”
sonoro.
- Questo deve essere Dai-kun…
Tooru-chan, vai in camera di Toshi. Su, fai presto! – esclama
Shin-chan, correndo al citofono.
Io mi guardo intorno qualche minuto, spaesato. Dopo poco, riesco a
recepire e comprendere le sue parole.
- O-ok… - balbetto, confuso.
Mi allontano a passo veloce da loro, notando l’espressione
delusa di Toshimasa.
Con movimenti meccanici mi dirigo in camera, mentre alle mie orecchie
arriva la voce squillante di Shinya, che esclama al microfono un forte “chi
è?”.
Mi chiudo la porta alle spalle, buttandomi a capofitto sul letto.
Daisuke… Daisuke sta arrivando qua. Cosa gli dirò?
Comincio a sventolarmi debolmente con il manga di Arina Tanemura che
ritrovo sotto il letto, cercando di calmarmi alla meno peggio.
Che caldo che fa, qui dentro. Non
respiro.
Mi alzo dalle setose lenzuola, andando ad aprire l’unica
finestra della stanza.
Un po’ di vento mi rinfresca la fronte.
Sento dalla stanza accanto rumori e chiacchiericci. Mi accosto al muro.
I suoni sono confusi, deboli. Dopo qualche minuto mi rassegno a non
capire, ritornando a sedere sul materasso morbido.
Mi guardo attorno. La mia attenzione si sposta su una lunga pila di cd,
ordinatamente posti per artista. Mi avvicino, cominciando a studiarli.
Noto che sono quasi tutti vinili di gruppi Visual Kei, apparte qualche
singolo di Idol a me sconosciute.
“Bei gusti
musicali.”, penso, tirando fuori Dahila, degli
X-Japan.
Lo inserisco accuratamente nel maxistereo sulla scrivania vicino alla
porta, pigiando play e andando avanti con le tracce.
E sorrido inconsapevolmente, quando le prime note di “Forever
love” arrivano alle mie orecchie.
Mi metto in ginocchio vicino alla cassa dello stereo, facendomi
invadere i timpani dalla musica.
Non ho mai particolarmente adorato questa canzone. Troppo melensa, troppo romantica.
Eppure adesso necessito di ascoltarla. Necessito di inzupparmi
completamente in questa melodia, e di perdermi nelle sue parole.
Mou hitori de arukenai
Toki no kaze ga
tsuyosugite
Ah kizu tsuku koto nante
Nareta hazu dakedo ima
wa...
Ah kono mama dakishimete
Nureta mama no kokoro wo
Kawari tsuzukeru kono
toki ni
Kawaranai ai ga aru nara
Will you hold my heart?
Namida uketomete
Mou kowaresou na All my
heart
Da solo non riesco a camminare
I venti del tempo sono
troppo forti
Ah, è ferito
Avrei dovuto abituarmi,
ma proprio ora
Ah, lasciami
così come sono
Il mio cuore, anche se
bagnato
In questo momento sta
cambiando
Se l'amore immutabile
esiste
Terrai stretto il mio
cuore?
Coglierai le mie lacrime?
Il mio cuore
è pronto ad andare in pezzi
- Ciao, Tooru-chan. – una voce,
alle mie spalle.
Calda, decisa.
La sua
voce.
Mi volto di scatto, guardandolo sorpreso.
- Ciao, Dai-kun – sussurro alla
sua figura.
Lo guardo. E lo trovo bello, come non mai.
Mi chiedo se è sempre stato così adulto.
Eppure adesso scorgo poco della sua immaturità, sul suo
volto.
- Stai bene, vestito così.
Proprio come pensavo. – sussurra, abbassando un po’
lo sguardo, imbarazzato.
“Anche lui si
vergogna quanto me.”, penso, arrossendo.
Lo vedo stringere i pugni, dentro le tasche dei suoi jeans aderenti. Lo
trovo tenero.
E sorrido.
- G-grazie. –
Non balbettare. Dio, non
balbettare Tooru!
Osservo attentamente i suoi movimenti, mentre va
velocemente a sedersi sul letto, quasi del tutto sfatto. Mi sorride,
facendomi cenno con una mano di sedermi accanto a lui.
Arrossisco ancora di più.
Faccio per togliere il cd, ma lui mi ferma.
- Non toglierla. Adoro questa canzone.
–
Annuisco con la testa, per poi dirigermi accanto a lui. Cerco di
diventare più piccolo possibile, mentre il suo sguardo
inquisitore mi osserva.
Silenzio.
Questo silenzio è pesante.
- Tooru-chan… –
- Dai-kun… –
Parliamo, all’unisono. I nostri sguardi
s’incrociano.
All I see is blue in my
heart
Will you stay with me
Kaze ga sugisaru made
Mata afuredasu All my
tears
Forever love Forever
dream
Kono mama soba ni ite
Yoake ni furueru kokoro
wo dakishimete
Oh stay with me
Tutto ciò che vedo
è malinconia nel mio cuore
Resterai con me
Fino a che i venti non
saranno passati
Tutte le mie lacrime
traboccano di nuovo
Amore per sempre,
Sognare per sempre
Resta con me
così
Ti prego tieni stretto
il mio tremante cuore fino all'alba
Oh, resta con me
- Prego, prima tu. -
- No, prima tu, Dai-kun. –
sussurro, imbarazzato.
Lui si gira verso di me. Il suo sguardo è dolce, e carico
d’emozione.
Non l’ho mai visto, così trasparente. Per me,
è sempre stato come se un fitto velo di nebbia lo oscurasse.
Non sono mai riuscito a scorgere vivamente ciò che lui
pensasse, o provasse.
Ma adesso è diverso.
Adesso, è come se portassi un paio di occhiali che mi
regalano una vista del tutto nuova.
Adesso riesco a vederti,
Dai-kun.
- Tooru-chan,
io… - prende un respiro.
Mi guarda. Il suo labbro inferiore tremola, titubante.
- Sì? – lo incito a
continuare.
Adesso la voglio sapere. Voglio
sapere tutta la verità.
Non pensi che io me la
meriti, Dai-kun?
- Beh, io… -
tossisce. Continua a osservarmi di sottecchi, mentre gioca con un filo
scucito della sua camicia nera.
Dillo. Dillo,
Daisuke. Sennò scoppio.
Sento il mio cuore ribollire. Le pulsazioni che aumentano.
E comincio ad odiare, questa mia impazienza.
- Cioè, in
realtà… - borbotta, abbassando ancora di
più lo sguardo.
Ti prego. Ti
prego. Apri quella bocca, e vomitami addosso quello che provi.
- Dimmi, Dai-kun. – mugugno,
con una nota di disagio.
Lui non sembra farci caso, e continua a tirare insistentemente il filo.
- Il fatto è che… -
Dio!
Con uno scatto, lo prendo per le spalle. Lui alza subito lo sguardo,
mandandomi un’occhiata confusa.
Sospiro qualcosa sul suo volto, prima di farlo abbassare di poco.
Un gesto fugace, veloce, un toccarsi di labbra morbido e per nulla
umido.
La mia bocca, che va in non so quale modo a finire sulla sua. Come ho fatto, a farlo?
Ed è una scarica di adrenalina, quella che mi parte dalla
schiena e mi finisce dritta nel cervello.
Il mio tocco sulle sue spalle, e le sue mani sul mio petto. E quella
magica musica, ancora nell’aria.
Quando ci stacchiamo, lui mi guarda, sbigottito. Io sento il mio viso
cuocere.
- Beh, proprio quello che volevo dirti
io, eh. – ride appena, continuando a guardarmi a bocca
aperta.
- Ah, bene. Allora siamo… d’accordo?
– borbotto, ricominciando a cercare di comprimere il mio
corpo in qualcosa di minuscolo.
- Penso proprio di sì.
–
- Bene. –
- Bene. –
Di nuovo silenzio.
Sobbalzo, sentendo la sua mano gelida sulla mia. Una carezza leggera,
ma allo stesso tempo forte.
- Ti amo, Tooru-chan. –
sussurra, guardandomi.
Forse è il bacio di prima. Forse sono le sue parole.
Ma il mio cervello non riesce a comprendere bene.
Ed è come se
tutti i miei neuroni si fossero momentaneamente fermati.
- Eh? – chiedo, un
po’ imbarazzato.
- Ti ho detto che ti amo. –
ripete, con lo stesso sguardo serio.
Mi ama. Shin-chan non
stava mentendo.
Mi tiro un pizzicotto sulla coscia, sperando che non sia solo un sogno.
No, non mi sveglio. Tutto
questo è reale.
- T-ti amo anch’io
Dai-kun.– balbetto, avvicinandomi a lui.
La mia mano ancora stretta nella sua.
Sorride.
- Ci ribaciamo? –
Sorrido.
Se ci sei tu, che mi scaldi il
cuore, non ci saranno più lacrime.
Ah subete ga owareba ii
Owari no nai kono yoru
ni
Ah ushinau mono nante
Nanimo nai anata dake
Forever love Forever
dream
Kono mama soba ni ite
Yoake ni furueru kokoro
wo dakishimete
Ah will you stay with me
Kaze ga sugisaru made
Mou dare yori mo soba ni
Forever love Forever
dream
Kore ijou arukenai
Oh tell me why Oh tell
me true
Oshiete ikiru imi wo
Forever love Forever
dream
Afureru namida no naka
Kagayaku kisetsu ga eien
ni kawaru made
Forever love
Ah, vorrei che questo finisse
Ma niente finisce stanotte
Non c'è
nulla... esisti solo tu
Amore per sempre,
Sognare per sempre
Resterai con me
Ti prego tieni stretto
il mio tremante cuore fino all'alba
Oh, resta con me
Fino a che i venti non
saranno passati
In questo momento,
più di chiunque io voglio te al mio fianco
Amore per sempre,
Sognare per sempre
Non posso andare avanti
Oh, dimmi
perchè, oh, sii sincero
Dimmi il significato di
questa vita
Queste lacrime
straripanti dalla nostra relazione
Fino a che le stagioni
non muteranno nell'eternità
Amore
per sempre...
Quando ti bacerò,
penserò sempre a questa canzone.
Sì, a questa
melodia.
E al
nostro amore per sempre.
OWARI
Note:
Scusate. Sono imperdonabile, ma per vari motivi non ce la faccio più.
Spero che riuscirete a perdonare questo mio immenso ritardo, e di non
avervi deluso con la fine di questa storia che a me fa un po’
pena. Non mi piace e non ci sono quasi per nulla affezionata, non posso
dire altro.
Ringrazio tutti quelli che apprezzano i miei scritti; senza di voi non
sarei niente. E lo dico perché, se non ci fosse gente che
come voi assiduamente commenta le mie storie, io avrei smesso di
scrivere già da tempo.
Quindi grazie.
Una parola così piccola, che nasconde un grande significato.
Nelle note dell’ultimo capitolo delle mie longfic, mi perdo
sempre in pensieri spesso troppo grandi per me. Mi viene quasi da
piangere, nel mettere la mia situazione a confronto a questa mielosa e
romantica fine.
No, la smetto di divagare.
Vi aspetto nella mia prossima longfic sui GazettE, e nelle varie
OneShot che pubblicherò in conseguenza.
Byebye**
V’amo a tutti <3.
AintAfraidToDie
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