Young and free

di benmirw
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Lee sospira. Pensa che è solo un altro dei tanti giorni no. Probabilmente lo è davvero. Ha deciso di tornare a casa e di smetterla di ciondolare alla stazione. Gliel'ha ripetuto così tante volte sua madre. Sta sempre a ciondolare secondo lei. Ovviamente Lee non ciondola. Lee prende sempre il treno delle 8.32 e torna a casa alle 18.27. Perché, insomma, Dublino è bella quanto volete ma nessuno batte St. Patrick e la sua enorme distesa di fiori, e quelle scogliere, e quel mare, e quel profumo. Quel profumo nessuno lo batte. Il profumo di fiori di lavanda. Il profumo di erba bagnata dalla pioggia. Il profumo di libertà. Il profumo di casa. Non le piace Dublino. Non le piace proprio. L'unica cosa che si salva è la stazione e ovviamente, se ne stava scordando: la birreria di Jake. Che poi a lei la birra non piace nemmeno. Ci va per Jake e per le sue parole piene di significato che conserva nella sua testa come promemoria per la vita. Perché Jake ne sa qualcosa di vita e perché, diamine, le piace un mondo il modo in cui parla. La guarda e le fa un occhiata d'intesa ogni volta che entra dalla porta pesante che non riesce mai ad aprire con una mano. E poi il tono basso e roco e le risate amare e la barba che continua a toccare mentre parla, quasi come se fosse un tic. E le interessa tutto ciò che dice perché nonostante i suoi sessantanove anni e le due pinte che beve al giorno regolarmente, Jake, è un intellettuale ed è la persona più interessante che abbia mai conosciuto. Non che abbia conosciuto molta gente. Qualche amico che ha durante il periodo scolastico ma l'estate nulla. E' lei che allontana tutti perché non li vuole con sé. Vuole stare sola, vuole andare da sola a St. Patrick, vuole sedersi sul sediolino a due posti del treno da sola in modo da poter studiare la persona che le starà accanto. E' arrivata a casa, Lee. Sua madre non c'è, ha il turno in ospedale. Forse è meglio. Perché oggi vuole stare più sola che mai. Jake le ha appena detto che non secondo lui dovrebbe godersi la vita di più, ora che è giovane e può. Lei è rimasta sbigottita, senza parole. Lei si sta godendo la vita. Lei ha tutto ciò che desidera. E poi anche lui può godersi la vita. Anche le persone anziane possono perché nonostante l'età e le difficoltà da essa causate la vita continua. Non vede l'ora d'invecchiare, Lee. Di andar via da Dublino e di vivere in quel prato a St. Patrick. Però questa vita le va bene, perché a lei piace. E siamo noi a decidere cosa ci piace e cosa no e di conseguenza scegliamo noi cosa fare e cosa no. Cosa è giusto per noi e cosa no. E probabilmente domani parlerà di questo con Jake mentre beve il suo succo di pesca. Perché l'andamento della nostra vita lo scegliamo noi, noi e basta. E che nessuno può discuterne. Nemmeno Zeus, o Buddha. 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Oggi c'è un po' di vento a St. Patrick. Ma a Lee piace il vento, le piace più della pioggia, più del sole, le piace e basta. E quando viaggia in treno apre sempre un po' il finestrino perché vuole sentire il vento che le sfiora la pelle e che le scuote i capelli e che le fa chiudere gli occhi e non la fa pensare. Oggi avrebbe preso il treno delle 16.50 solo per andare da Jake. Avrebbe tanto voluto portarlo con sé. Qui a St. Patrick, gli sarebbe piaciuto. Qualche estate fa aveva stilato una lista dove c'erano le persone che potevano o no andare lì con lei. Sua madre è la prima nella lista dei no. Jake è il primo nella lista dei sì, seguito da suo padre. Quanto gli sarebbe piaciuto quel posto. Quelle scogliere alte, quel mare sempre in tempesta, quel prato morbido e magari avrebbe scritto di lei, sua figlia, che ritrovava sé stessa in quel piccolo angolo di paradiso. Sorride, Lee. Quanto le piaceva leggere ciò che scriveva il padre. Lui diceva che lei era troppo piccola per comprendere quelle cose ma lei le leggeva e, al contrario delle aspettative dell'uomo, le capiva. Lee è una ragazza intelligente. Lee è una bambina che è cresciuta troppo in fretta. Nella lista dei no ci sono i suoi amici. Perché quello è l'unico posto in cui non vuole chiasso, non vuole battute, non vuole che le parole insulse e dette a vanvera inquinino il suo angolo di paradiso. Ha deciso di chiudere gli occhi e fare tre passi in dietro e cinque avanti. Non sa perché. Basterebbe fare due passi avanti ma lei ha deciso così. E quindi uno, due, tre. E poi ancora: uno, due. Una margherita le sfiora il piede. Ha deciso di portarla a Jake. Magari facendogli vere quanto fosse bella quella margherita potrebbe convincerlo a lasciare la birreria solo per un giorno. E ci spera tanto. Perché vuole ascoltare le sue storie di gioventù lì. Tra le margherite. E non c'è nessuno. Lì. Proprio nessuno. Ha deciso di andare alla stazione sennò perde il treno. Voleva andare da Jake. Doveva dirgli la sua. Magari questa volta lo spiazza o lo zittisce. Ha sempre sognato farlo. Già, strano come sogno. Ha sempre sognato vederlo darle una pacca sulla spalla e alzare la sopracciglia rosse come la barba come per dire "Mi hai fregato, ragazzina." Magari oggi ci riesce. C'è poca gente sul treno. C'è una bambina di due anni, circa, con la nonna, un ragazzo sui venti ed una ragazza che dovrebbe avere diciassette anni, come lei. Forse l'ha vista al corso di letteratura inglese. Non ricorda. E' una bella ragazza, pensa, e poi sorride. Non la conosce nemmeno. Però si capisce a pelle che quel sorriso dalle labbra rosse ed i denti bianchi è di una persona bella. Perché le persone belle sorridono con gli occhi e con le labbra. Che begli occhi che ha. Chiari come il mare sotto la scogliera di St. Patrick. Tutti lì hanno gli occhi chiari. Lei no. Le origini spagnole si fanno sentire. Soprattutto dalla carnagione bronzea che spicca tra quelle bianche dei coetanei e degli irlandesi. Di irlandese ha solo il nome, ed una madre, in effetti. Non le piace nemmeno la birra, che irlandese! Deve prendere la metro per arrivare da Jake. Magari fa tardi se non si sbriga. Cammina e si nasconde tra la folla della grande città. Non le piace Dublino, troppo grande ed affollata. Non le piace. Preferisce St. Patrick perché è un posto tranquillo. E perché la rispecchia.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Le aveva sorriso furbamente, Jake. Non glielo aveva detto esplicitamente ma questa volta l'aveva colpito. Si vede dal cipiglio che ha ancora sul viso mentre serve i tavoli. E Lee finalmente ha avuto il suo momento di gloria, ovvio, anche se Jake non l'ha ammesso. Lo guarda e lui le sorride. Ed il cuore le scoppia, il suo momento di gloria.
"Parto settimana prossima per la Svizzera" le sta dicendo mentre sciacqua un calice di birra. E non può far altro se non mettere su un'espressione che è tutto tranne che felice. Jake se ne va. Anche lui, un po' come suo padre. Proprio come suo padre. Sospira, Lee. Perché lei non può far nulla se non annuire sconsolata. "Come mai?" gli chiede curiosa. Jake sospira. Non sapeva proprio come dirglielo. "Ho una brutta malattia, ragazza mia" dice e poi abbassa lo sguardo perché gli occhi scuri di Lee lo inchiodano e lo fanno sentire male e lui non può far altro se non sentirsi in colpa. Doveva dirle tutto, è come una figlia, anche qualcosa in più. Lee è la sua confidente e lo fa sentire appagato quando lo ascolta con gli occhi aperti e puntati su di lui come le luci su un palcoscenico. Adesso quelle luci sono troppo accecanti e non riesce a sostenerle. "Mh" esordisce la ragazza e non si muove dalla sua posizione. "Potrei guarire andando lì, Lee" E lì il cuore le si gela perché, diamine, non l'aveva mai chiamata con il suo nome, e le aveva detto centinaia di volte che era solo un nome e che lui la riteneva speciale perciò la chiamava con quei nomignoli che la facevano sentire una  bambina.  Era come perdere un padre, perdere Jake. Il secondo padre che se ne va. Forse c'è qualcosa di sbagliato in lei, ecco perché se ne vanno tutti. Non saluta Jake, non lo saluta perché spera di trovarlo lì tra uno o due anni, magari lei sarà anche cambiata. Magari abiterà a St. Patrick, nel verde. E le parole di Jake sono un sussurro che le arriva forte come un urlo. "Nella vita tutti se ne vanno, ma la vita continua, bambina mia" ed è un pugnalata al cuore. Ma questa è la verità e non può far altro che accettarla e poi, per dimenticare e per liberarsi dai pensieri, sarebbe tornata sulla scogliera di St. Patrick a guardare come le onde andavano via e poi tornavano, violente. Le relazioni sono così, la vita è così. Ma a lei va bene. Perché la vita va avanti se tu ci sei.
  

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