kiss me slowly

di bieberhug__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** time to go ***
Capitolo 2: *** treno in partenza.. ***



Capitolo 1
*** time to go ***


Sigaretta in bocca, cuffie nelle orecchie e libro sulle gambe. Pochi pensieri mi passavano per la testa, era uno dei pochi momenti in cui potevo stare in pace con me stesse, dove i miei sbagli e le mie paure non mi assalivano. Riuscivo a pensare solo a come sarebbe continuata la storia e a quando finalmente me ne sarei andata via da quella casa e da quella città, lontana da quelle maledette persecuzioni che circondavano la mia testa; tutti quei maledetti ricordi e a quanto avrei voluto raggiungere mio padre. Chiusi il libro, mi ero resa conto che ricominciai a pensare. Mi alzai in piedi per riempire i polmoni di aria buona e nuova. Faceva abbastanza fresco nonostante fosse metà giugno, così decisi di mettermi una felpa.

“Mag, scendi! Devi mangiare lo yogurt come ha detto la dietologa”

non bastava la morte di mio padre e tutti i miei incubi, eh no, avevo anche la fissa del peso. Tutta sta ciccia sui fianchi e le cosce? No ma le avete viste? Sembrano due prosciutti di Parma. Mi stavo impegnando a dimagrire, non volevo tutte quelle curve.
Scesi le scale raggiungendo mia madre in cucina, dove aveva poggiato sul tavolo una tovaglietta di stoffa e uno yogurt in mezzo con un cucchiaino al lato.

“ Dai mangia che tra un ora dobbiamo andare ”
la guardai perplessa, non credevo avessimo da fare, non prima di..ora. Mia madre comprese la mia perplessità e fece un sospiro per continuare

“ Vieni con me a fare la spesa così non puoi sfuggire al darmi una mano ”
Quanto avrei voluto scappare in quel momento. Fare la spesa con mia madre è un delirio, letteralmente. Troppo indecisa su cosa prendere, su quale tipo di assorbenti comprare, quale prosciutto cotto prendere, qual è la penna più conveniente … giusto per capirci, era sempre l’ultima ad uscire dal supermercato. Dopo aver finito lo yogurt salii in camera per prendere il telefono e notai un messaggio sullo schermo:

Amo, partiamo? 

Era Anna, che come sempre mi proponeva di andarmene e al quale io puntualmente rispondevo ‘ma magari’ ma questa volta non fu così:

Fammi un favore, guarda gli orari dei treni per Roma per domani mattina. Si parte!

Non so cosa mi prese ma lo feci davvero. Volevo andarmene così tanto? Chissà come si sarebbe sentita mia madre .. forse nemmeno tanto male in mia assenza. Era ora di partire e voltare pagina, cominciare a vivere davvero.

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Capitolo 2
*** treno in partenza.. ***


Non ne potevo più di stare dentro quell’edificio con tutta quella gente che mi guardava. Quella monotonia nei loro sguardi, forse per una vita monotona come la mia. Ringraziai il cielo appena mi accorsi che mia madre stava per pagare alla cassa, e si aprì sul mio volto un sorriso, probabilmente il più sincero fin’ora. Aiutai mia madre a portare le buste alla macchina poi salimmo in macchina e mettemmo in moto per tornare a casa, di nuovo. Tirai fuori il telefono dalla tasca per mandare un messaggio ad Anna quando notai che mi aveva mandato una foto, o a quanto mi pareva uno screenshot.
Come immaginavo era la foto degli orari, e ce ne sarebbe stato uno proprio dopo cena in più non costava molto e questo era un altro vantaggio. Le scrissi.
 
Potresti prenotare i biglietti? Prepara le valige e vieni da me dopo cena che si parte!
 
Ne ero entusiasta, era l’occasione perfetta, il momento perfetto per andarsene, finalmente. Presi il gruzzoletto che avevo messo via da qualche anno tra paghetta e lavoretti vari in casa; erano abbastanza. Il telefono vibrò e corsi eccitata verso il letto per vedere la risposta di Anna. Ne rimasi delusa nel vedere che non era lei e ancora più delusa che era Alessio. Mi prese una fitta al cuore solo al ricordo di lui..
 
 
Ehi Marghe, lo so è passato molto tempo ma ci tenevo a chiederti scusa e sapere come stai, quindi..come stai?
 
Ah…
Mi bloccai, persa nel vuoto, persa in quelle parole. ‘ci tenevo a chiederti scusa e sapere come stai’ . beccata e affondata. Risposi, molto distaccata e fredda ma risposi.
 
ciao Ale, sto bene. Scusa, ma ora devo preparare le valige.
 
Più fredda e acida di così non potevo essere. Notai sotto il suo nome il ‘sta scrivando…’  e un’ondata panico mi travolse poi arrivò il messaggio.
 
Dove cazzo vai? Pensavo di poterti vedere per parlare …
 
Non  mi pare proprio il caso di vederci per parlare, punto uno. Punto due, che me lo avesse impedito o no, sarei partita comunque.
 
Ciao Ale.
 
Lo ignorai completamente, era giusto così, dopo tutto il male che mi aveva fatto.
 
Valige pronte, credo di aver preso tutto. Scesi per andare a mangiare, in attesa che arrivasse Anna per caricare le valige e finalmente partire, vivere e vivere via da qui. Per quanto possa essere legata alla mia città d’origine o alle poche persone a cui  tengo che sono qui, è il momento di lasciare tutto alle spalle e cambiare, cambiare tutto. Radicalmente.
Appena finito di mangiare, sentii il campanello. Finalmente. Caricai le valige dicendo che andavo due giorni a casa di Anna mentre sarei partita forse per sempre.
“Treno in partenza per Roma Termini. Allontanarsi dalla linea gialla”
Si parte.

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