Hen Party - Come un addio al nubilato ti cambia la vita di Blueorchid31 (/viewuser.php?uid=566549)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Prologo
" Fronte spaziosa vuoi darti una mossa? "
La voce di Ino rimbombava nella tromba delle scale, mentre io, come una furia, cercavo di raccattare velocemente le ultime cose da mettere in valigia.
" Se non ti sbrighi, rischiamo di perdere l'aereo!!! " urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.
" Ho capito, soltanto un attimo! " ringhiai, ricapitolando mentalmente gli oggetti essenziali per quel viaggio.
Costume... preso. Rasoio... preso. Spazzolino da denti...preso. Trusse...presa. Vestiti da sera...presi ( anche troppi ). Cappello di paglia...cazzo il
cappello!!!
Corsi nel ripostiglio, mi arrampicai su in cima come una bertuccia da circo e ne afferrai la tesa che sporgeva dall'ultimo scaffale.
Un regalo della mia cara nonnina...non potevo partire senza!!!
Chiusi la valigia saltandoci sopra un paio di volte...sicuramente al check in non sarebbe passata e avrei passato l'intero viaggio a chiedermi se sarebbe
atterrata con me o avrei dovuto rifarmi l'intero guardaroba.
Presi le chiavi e diedi un' ultima occhiata a quella casa.
Gli scatoloni sparsi nella sala ,sarebbero stati trasportati, a breve , nella mia nuova dimora.
Provai un'improvvisa malinconia...quanti ricordi erano legati a quelle quattro mura.
Gli ultimi cinque anni della mia vita li avevo vissuti lì, da sola.
Al mio ritorno nulla sarebbe stato come prima...avrei condiviso per sempre la mia vita con l'uomo che amavo.
Mi chiusi la porta alle spalle e scesi di corsa le scale.
Eccola...la mia testimone di nozze.
Bionda , bella e di successo. Tre parole che corrispondevano al nome di Ino Yamanaka, la wedding planner più rinomata della città.
Ovviamente aveva pensato lei ai preparativi per il mio matrimonio e aveva organizzato quell'assurdo addio al nubilato.
" Finalmente!!! " esclamò con sollievo.
" Scusa Pig, ma non sapevo cosa portare!!! " cercai di spiegarle.
" Sbrighiamoci o lo perderemo sul serio l'aereo " mi disse trascinando la mia pesante valigia fino al taxi.
" Ma cosa c'hai messo dentro un cadavere? " chiese ironica constatando la straordinaria pesantezza del bagaglio.
Il tassista lo caricò nel portabagagli, mentre noi salivano velocemente sul veicolo dove ci attendeva la dolce Hinata, la mia seconda migliore amica.
Eravamo inseparabili sin dai tempi del liceo. Hinata si era laureata in pedagogia e aveva da poco iniziato a insegnare presso un asilo della città.
" Perderemo l'aereo! " esclamò nel panico totale.
" Non perderemo proprio nulla, vero Signor tassista? " cercò di rassicurarla Ino, mandando un messaggio subliminale all'autista che recitava pressappoco
così " Pigia su quel cazzo di acceleratore"
L'uomo doveva aver inteso il messaggio,infatti,partì sgommando a tutta velocità.
" Noooo!!! " urlai.
Il veicolo inchiodò bruscamente.
" Ho dimenticato gli occhiali da sole!!! " comunicai portandomi con disperazione una mano alla fronte.
" Non le dia retta! " ordinò la bionda all'autista sporgendosi sui sedili anteriori.
" Ma Ino..." cercai di obbiettare.
" Niente ma...riuscirai a trovare un paio di occhiali da sole a Ibiza, no? " ringhiò lei fulminandomi con gli occhi.
" O-ok " riuscii a balbettare.
Erano mesi che Ino aveva pianificato il nostro viaggio e niente e nessuno avrebbe potuto fermarla.
Quando arrivammo all'aeroporto, scesi dal taxi con una forte sensazione di nausea. L'autista aveva preso alla lettera il chiaro messaggio minatorio di Ino
e aveva guidato come un pazzo. Toccai terra come un naufrago appena giunto sulla battigia di una spiaggia e respirai profondamente per cercare di far
passare quella sensazione di budella attorcigliate.
Entrammo nella hall.
Ino corse a leggere il tabellone delle partenze e tornò con uno sguardo che prometteva tempesta.
" Mezz'ora di ritardo!!! Dico...mezz'ora di ritardo!!! Roba da matti! " sbraitò per il disappunto.
Io e Hinata sospirammo profondamente...ci saremmo potute evitare quella vomitevole corsa in taxi, facendo semplicemente una telefonata all'aeroporto.
Ci dirigemmo al gate 10 e passammo il check in.
Come previsto la mia valigia fu stivata: superava di due chili il peso massimo per il bagaglio a mano.
La vidi partire con la sua etichetta verde insieme a quelle degli altri passeggeri, sperando di ritrovarla al mio arrivo.
Perfetto...non ero neanche partita e già sentivo l'esigenza di prendere una decina di gocce della mia adorata valeriana, che purtroppo era nel beauty case
all'interno della valigia.
Cercai di distrarmi dall'imminente attacco di panico entrando nel duty free dell'aeroporto. Hinata e Ino preferirono andare al bar a prendere un caffè.
Lo girai in lungo e in largo fino a che non vidi la colonnina su cui erano impilati gli occhiali da sole.
Iniziai a provarne qualcuno...diciamo tutti.
Non sapevo quale scegliere. Io e lo shopping avevamo sempre avuto un rapporto un po' conflittuale.
" L'eterna indecisa " soleva chiamarmi Ino durante le prove del vestito da sposa.
Ne avevo visti centinaia, tutti bellissimi e tutti adatti al mio fisico.
I fianchi stretti si lasciavano fasciare perfettamente dai vestiti a sirena. Le mie gambe lunghe mi slanciavano con quelli che scendevano morbidi fino a
terra e anche con quelli corti. Il mio seno, piccolo e sodo, permetteva scollature generose senza apparire volgare.
" Ha il fisico di una modella " mi disse una di quelle leccapiedi del negozio, sbavandomi dietro affinché decidessi di acquistarne uno.
Considerando poi che la mia unica attività motoria erano quelle poche lezioni di tai chi che prendevo un paio di volte alla settimana, madre natura era
stata alquanto generosa con me. Molto più con Hinata, che aveva il mio stesso fisico ma una quarta abbondante di reggiseno. Sin da piccole, questa abissale
disparità tra la mia misera seconda e la sua prorompente quarta, barra quinta, mi aveva creato enormi complessi che ero riuscita ad arginare con la
scoperta del push- up.
Con quel reggiseno, anch'io sembravo una tettona.
La prima volta che lo indossai, tornai nel negozio a comprarne altri dieci di svariati colori, tanto l'entusiasmo che aveva suscitato in me e ...anche nel
mio futuro marito che aveva apprezzato la mia generosa scollatura quella stessa sera, a cena, non staccando gli occhi di dosso dal mio seno neanche per un
minuto.
Ino non si era mai creata questi problemi. Era un terza qualsiasi, ma sapeva bene come mettere in mostra la mercanzia.
" Ha bisogno di aiuto? " mi chiese la commessa del duty free vedendomi in palese difficoltà.
" No, grazie. " le risposi imbarazzata riponendo l'ultimo paio di occhiali provato.
Lei si allontanò e io mi dedicai nuovamente al dilemma che mi si poneva di fronte : a goccia o rotondi, a specchio o neri, fascianti o sottili. Perché era
così difficile scegliere un paio di occhiali?
Ma soprattutto perché ero stata così tonta da dimenticare i miei che, ora, giacevano solitari sulla mensola del mio salotto?
Una mano mi passò davanti alla faccia e afferrò uno degli occhiali in esposizione.
" Hey,ma che modi sono? " chiesi voltandomi di scatto.
" Ho un aereo da prendere " mi rispose il ragazzo dirigendosi verso la cassa.
" Cafone!!! " ringhiai diventando quasi paonazza.
Lui non mi degnò di alcuna risposta, pagò gli occhiali e uscì dal duty free.
Girai con stizza la testa da un lato presi anch'io un paio di occhiali e poi raggiunsi le altre al bar.
" Caspita Sakura ti stanno benissimo " mi disse Hinata con la sua solita dolcezza.
" Si carini " ribatté Ino con la sua solita superficialità. Probabilmente non li aveva neanche guardati.
" Forza, è ora d'imbarcarci!!! " aggiunse alzandosi dal tavolino del bar.
La hostess ci fece strada fino alle poltroncine di prima classe che Ino aveva fatto riservare sei mesi prima.
Ci chiese se dopo il decollo desiderassimo qualcosa da bere e Ino , ovviamente , aveva risposto di si, specificando anche la marca dello champagne.
" Cominciamo bene!!! " pensai riflettendo sulle possibili conseguenze di una sbronza ad alta quota. Immaginai il tubetto di valeriana nel mio beauty case,
agognandolo profondamente.
" Ibiza...arriviamo!!! " urlò Ino carica di entusiasmo.
Il mio addio al nubilato aveva inizio!!!
Angolo autrice
Ciao a tutti...
Rieccomi qui con una nuova fan...un Au. Ci proviamo!
Visto che è ormai estate, vi propongo una storiella leggera...una commedia romantica dolciosa e divertente.
Spero vi piaccia!!!
Kiss kiss
Sasuk8
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Capitolo 1 ***
Capitolo 1
Odio il mare...aborro il caldo...e sono praticamente fotofobico.
Quell'impiego, trovato dalla mia agenzia qualche giorno prima, era sicuramente ottimo, ma avrebbe comportato non pochi sacrifici.
" Un famoso villaggio turistico di Ibiza necessita di tre abili barman " aveva cinguettato la segretaria della Konoha Agency, pertanto, i miei due
coinquilini... nonché migliori amici...il Nara e l'Uzumaki, sarebbero partiti con me.
Avrei preferito di gran lunga lavorare durante la stagione invernale, ma quell'esperienza, sul mio curriculum,avrebbe fatto sicuramente il suo effetto.
Ero già abbastanza rinomato nel settore, sia per la mia bravura, che per la mia oggettiva bellezza, ma un'esperienza all'estero sarebbe stata davvero una
svolta.
Il week end lavoravo presso una discoteca rinomata e durante la settimana seguivo i corsi all'università.
Fare il barman non è mai stato il mio sogno: ho iniziato per mantenermi agli studi, invogliato da Naruto che già lo faceva da tempo.
Studio architettura...fuori corso.
Quel piccolo e insignificante particolare ha comportato il taglio dei viveri da parte di mio padre... uomo malefico... stanco delle mie continue bravate.
Da quel giorno, ho iniziato a frequentare dei corsi da barman insieme ai miei inseparabili amici e dopo aver lavorato in alcune delle bettole più malfamate
del paese, a poco a poco il nostro giro si è ingrandito.
Di questo dovevamo ringraziare la famosa agenzia a cui si era rivolto il Nara, che dei tre è quello con più cervello.
Shikamaru e Naruto, frequentano, come me, l'università...ingegneria..fuori corso.
Il Nara, nonostante sia un cervellone, ha una malsana propensione alla pigrizia, mentre Naruto ha dei limiti intellettivi incolmabili.
La segretaria ci mandò tre biglietti aerei di seconda classe...taccagna...destinazione Ibiza.
Naruto, alla notizia, non stava più nella pelle. Shikamaru, come da copione, aveva esclamato un " Che noia! " e si era rimesso a dormire e io...aveva
iniziato a pensare che forse sarebbe stato meglio rimanere a casa e sostenere le sessioni estive degli esami.
Il giorno della partenza, avevamo preso quella sottospecie di catorcio con quattro ruote, che Naruto si ostina a definire macchina.
Il suddetto catorcio, ci aveva lasciati a piedi, a dieci kilometri dall'aeroporto.
Per fortuna eravamo partiti con largo anticipo e non avevamo rischiato di perdere l'aereo.
Inoltre, la compagnia aveva comunicato un ritardo di trenta minuti che ci consentì di riposarci un po', dopo l'inattesa, quanto prevedibile passeggiata.
Eravamo seduti nella sala d'aspetto del gate 10, quando mi accorsi che nella mia tracolla , mancava un oggetto di vitale importanza : i miei occhiali da
sole. Come sarei sopravvissuto a Ibiza ?
Erano sicuramente rimasti sul cruscotto del rottame di Naruto, quando io e il Nara eravamo scesi per provare a farlo ripartire a spinta.
" Tsk ! " esclamai con disappunto.
Lasciai i miei amici al bar e mi fiondai nel duty free.
Notai che davanti all'espositore degli occhiali da sole c'era già qualcuno e il mio disappunto divenne quasi incontenibile.
Era una ragazza con i capelli di uno strano colore... ma non feci caso a lei. La mia attenzione era totalmente rivolta all'espositore, sul quale cercavo di
scorgere , da lontano, un paio di occhiali simili a quelli che avevo lasciato in macchina.
La ragazza continuava a girare e rigirare la colonnina , provando due , tre, cinque...dieci paia di occhiali... donne!!!
Il mio disappunto si trasformò in insofferenza.
" Ma quanto ti ci vuole a scegliere un paio di occhiali da sole? " avrei voluto urlarle, ma non lo feci per educazione.
Decisi di attendere...prima o poi avrebbe scelto...o almeno lo speravo.
Passarono dieci minuti abbondanti e la speaker dell'aeroporto comunicò che era possibile iniziare l'imbarco per i passeggeri del volo per Ibiza.
A quel punto, non potei trattenermi.
Mi avvicinai alla colonnina e afferrai il paio di occhiali che avevo puntato.
La ragazza, ovviamente, non fu molto contenta del mio gesto e mi disse qualcosa che io neanche ascoltai, giustificandomi velocemente con un " Devo prendere
un aereo " .
Con mio sommo stupore, il mio bagaglio fu stivato. Ero stato attento a non superare il peso massimo, ne ero sicuro, ma la Hostess non volle sentire
ragioni.
Spostò la mia samsonite grigia sul nastro trasportatore e le affibbiò una targhetta verde.
Naruto cominciò a ridere e capii che l'inaspettato peso della mia valigia era inversamente proporzionale a quello... insignificante... del cervello del mio
amico. Ovvero...Naruto l' aveva riempita con le sue cose.
Evitai discussioni e lasciai correre, anche se avrei voluto spiaccicarlo, come una mosca, sul vetro della galleria che conduceva al di fuori
dell'aeroporto.
Ci accomodammo sulle striminzite poltroncine della seconda classe.
Shikamaru poco prima del decollo, ovviamente, si addormentò , mentre Naruto cominciò a tormentarmi con il suo chiacchiericcio.
Poco dopo il decollo, vedemmo passare lo Stuart con un cestello da vino e dello champagne.
" Signor hostess ? " lo chiamò Naruto.
" Si dice Stuart baka!!! " gli ringhiai, imbarazzato dall'ennesima prova della sua inconfutabile ignoranza.
L'uomo si voltò verso di noi con aria interrogativa.
" Volevo solo sapere dove deve portare quello champagne " gli spiegò il biondo grattandosi la testa.
" In prima classe " rispose gentilmente l'assistente di volo.
Scostò la tendina che separava le due classi e guardai distrattamente all'interno.
Infine, poggiai la testa al finestrino e guardando le nuvole, chiusi gli occhi e mi addormentai.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Capitolo 2 ***
Capitolo 2
Sarà stato lo champagne o la turbolenza, ma quando toccai terra, provai un enorme sollievo.
Hinata, come me, aveva sofferto il lungo viaggio e non aveva una bella cera: la sua pelle nivea, aveva assunto un colorito verde pistacchio e la fronte era
imperlata di sudore.
La percentuale di umidità era allucinante e sentii il bisogno di raggiungere il prima possibile la hall dell'aeroporto per bere qualcosa di fresco,
possibilmente analcolico e godere della piacevole sensazione di frescura dell'aria condizionata.
Ino, invece, sembrava in perfetta forma.
Mi sono chiesta, spesso, se non sia una specie di cyborg.
Ci fiondammo nell'edificio e dopo una brevissima sosta al bar, dove trangugiai una bottiglietta di acqua naturale per intero, scordandomi persino di
respirare, corsi verso il recupero bagagli.
Pregai che la mia valigia fosse arrivata.
Quando vidi la mia samsonite grigia comparire sul nastro trasportatore, cacciai un profondo sospiro di sollievo.
La afferrai e ritornai dalle mie amiche.
" Vedi...te l'avevo detto che non si sarebbe persa " esclamò Ino con tono saccente.
" Già, per fortuna " le risposi con un sorriso di circostanza. Detestavo quando utilizzava quel tono.
" Ho chiamato un taxi " mi comunicò indicando l'uscita dell'aeroporto.
Anche Hinata sembrava essersi ripresa. Il suo colorito era tornato normale anche se da quando eravamo scese dall'aereo non aveva proferito parola.
Ci dirigemmo verso l'uscita e notammo un taxi fermo.
Tre ragazzi ci sorpassarono correndo verso l'auto e salirono velocemente.
" Hey quel taxi è nostro!!! " urlò Ino cominciando a sbattere i pugni sul veicolo.
Uno dei ragazzi, moro, con i capelli raccolti in una coda alta che aveva vagamente la forma di un ananas, abbassò il finestrino.
" Mi dispiace dolcezza, ma siamo arrivati prima noi " le disse con un ghigno stampato in faccia.
Nella mia mente si figurò l'immagine di Ino che si accingeva a divellere la portiera del taxi, trascinare fuori, per l'ananas, il ragazzo e gonfiarlo come
una zampogna scozzese.
Contro ogni aspettativa, Ino si limitò ad allontanarsi dal veicolo.
Si mise seduta per terra a gambe incrociate, congiunse il pollice e l'indice delle mani e sussurrando un profondo " Ohm " , iniziò a respirare
ritmicamente.
La scena era alquanto ridicola e io e Hinata, abituate alle stranezze della nostra amica, portammo contemporaneamente una mano alla fronte.
" Ino, che stai facendo? " le chiesi con disperazione.
" Controllo la mia rabbia " mi rispose con gli occhi chiusi.
Il taxi partì e il ragazzo guardò quella assurda scena dal finestrino, alzando un sopracciglio. Ne aveva viste di ragazze strane...ma quella le batteva
tutte.
" Cerchiamo un taxi " proposi a Hinata, che, come sempre, era l'unica sana di mente... o quasi.
Ne trovammo uno poco più in giù e caricammo le valigie.
" Pig, tu che fai? Vieni con noi o aspetti che Buddha ti teletrasporti in albergo ? " le chiesi a gran voce.
Lei si alzò e ci raggiunse.
" Guarda che è una cosa molto seria " mi disse una volta salita sul taxi.
" Certo...come quando hai fatto l'agopuntura per smettere di fumare o quei puzzolenti massaggi per la cellulite" le risposi, ricordandole alcune delle
molte, troppe fissazioni con cui ci aveva deliziato da quando la conoscevamo.
Quando arrivammo al villaggio, l'inserviente prese le nostre valigie e ci indicò il giardino dove ci avrebbero servito il cocktail di benvenuto, come
richiesto da Ino.
La nostra vacanza era appena iniziata e avevamo già all'attivo due bottiglie di champagne e una piña colada ghiacciata che, in contrasto con il caldo
afoso, per poco non ci stese. Chissà perché, ma ogni volta che c'era Ino di mezzo, gli alcolici non mancavano mai.
Io e Hinata non siamo mai state delle gran bevitrici, o meglio, ci piace bere, ma reggiamo poco.
Ino, invece, se decidesse di iscriversi agli alcolisti anonimi, probabilmente non la accetterebbero. In dieci anni l'ho vista trangugiare qualsiasi cosa e
non ricordo di averla mai vista piegata in due sul gabinetto.. come accadeva spesso a me e soprattutto a Hinata. Reggeva l'alcool con la stessa capacità di
un vecchio russo ubriacone.
La Hyuuga continuava a non parlare e per non indispettire Ino aveva bevuto la sua piña colada...probabilmente non vedeva l'ora di raggiungere la sua stanza
e abbracciare il water.
Quando giunse l'inserviente per accompagnarci nelle nostre stanze, vidi il sollievo negli occhi della mia amica.
Il ragazzo ci condusse ai nostri chalet.
Ino aveva scelto di prenderne tre.
" Perché ne hai presi tre? " le chiesi " Credevo saremmo state tutte insieme "
" Tesoro...sei tu che hai scelto di legarti per sempre a un solo uomo " mi rispose lasciandomi intendere che i suoi progetti per quella vacanza non erano
affatto pacifici. Come in molte altre occasioni, avrebbe valutato personalmente la prestanza fisica degli autoctoni e non.
" A pensarci bene, però, tu e Hinata sareste potute stare anche insieme, tanto la sempre vergine Hyuuga , passerà, sicuramente, tutto il suo tempo a
leggere " disse poi con tono acido.
Le solite frecciatine di Ino!!!
" Sei davvero cattiva, Ino " la rimproverai vedendo il viso di Hinata rabbuiarsi.
Lei era una delle vittime preferite delle battutine allo yogurt di Ino, dopo di me ovviamente.
Ma a differenza mia, non le rispondeva mai a tono e si rinchiudeva, come una tartaruga, nel suo coriaceo guscio.
" Perché pensi che farà qualcos'altro? " ribatté la bionda.
" Sono affari suoi quello che farà...tu pensa per te! " sbraitai, mentre Hinata mi rivolgeva un debole sorriso di profonda gratitudine.
Ci dividemmo, accordandoci di rivederci un'ora dopo per andare in spiaggia.
Lo chalet era composto da un piccolo ingresso che portava alla camera da letto, all'interno della quale c'era il bagno. La grande porta finestra si apriva
su una piccola terrazza che dava sul mare.
La aprii e respirai profondamente, inalando quel fresco sapore di salsedine misto all'odore della pineta che arrivava fino al mare.
Era davvero un posto fantastico!
Mi spogliai e dopo aver impostato la temperatura dell'aria condizionata sul termostato, mi rinfrescai con una bella doccia. Tutta quella umidità e quel
caldo mi avevano creato una sensazione fastidiosa di appiccicaticcio.
Mi avvolsi uno dei teli intorno al corpo e misi la valigia sul letto.
Un urlo agghiacciante rimbombò per tutto il villaggio.
" Oh Kami!!! " esclamai disperata.
Ino e Hinata accorsero immediatamente e mi ritrovarono quasi in stato catatonico che fissavo quella che di sicuro non era la mia valigia.
I miei perizoma e i miei reggiseni erano stati sostituiti da boxer di dubbio gusto. La mia valeriana con una scorta di preservativi da far impallidire un
attore porno. L'unica cosa in comune erano i rasoi.
Mi veniva da piangere e...lo feci.
Ino scoppiò a ridere, mentre Hinata mi si avvicinò e mi abbracciò per consolarmi.
" Dai fronte spaziosa, non è mica la fine del mondo! È una buona occasione per fare un po' di shopping! " disse la bionda che come al solito cercò un lato
positivo in quella tragedia.
Mi liberai dell'abbraccio di Hinata e mi asciugai le lacrime. Per fortuna il cappello di paglia della nonna lo avevo portato con me sull'aereo.
Indossai nuovamente i vestiti con cui ero arrivata e dopo aver noleggiato una macchina ci dirigemmo verso la capitale.
Comprai l'indispensabile...Ino e Hinata si offrirono di prestarmi il resto.
A pomeriggio inoltrato riuscimmo a raggiungere la spiaggia. Il mio umore nero migliorò alla vista di quella sabbia bianca e sottile e di quel mare così
trasparente.
****************************
Nello stesso preciso istante in cui l'urlo di una donna aveva fatto tremare le pareti della reception e di gran parte degli chalet del villaggio, anche
quello di un uomo, più contenuto, ma altrettanto disperato riecheggiò nella zona riservata ai dipendenti.
" Maledizione " esclamai guardando i reggiseni in pizzo e le mutandine al limite dell'osceno.
" Cos'è successo Sas'ke? " mi chiese Naruto.
" All'aeroporto devono aver confuso le valigie " gli comunicai tirando su con due dita un perizoma di cotone rosa.
" Con quello sarai proprio carina Sasukina " mi canzonò il mio carissimo amico con le labbra a cuoricino.
" Baka...ti ricordo che c'era anche la tua roba nella mia valigia " gli feci notare con un ghigno.
" Nooooo!!! I preservativi!!! Ne avevo portata una scorta...ho trovato in offerta il pacco famiglia al supermercato " esclamò il biondo mettendosi le mani
tra i capelli.
" Hai riempito la mia valigia di preservativi? " ringhiai mentre saliva in me la voglia di gambizzarlo.
" Nella mia non entravano " si giustificò con tono contrito.
" Tranquillo Sasuke, se è stata scambiata, la ritroverai sicuramente. Bisogna solo ottenere la lista dei passeggeri del nostro volo e sapere dove
pernottano. È un isola...la tua valigia non può essere molto lontana " ...eccolo...il genio...aveva analizzato la situazione e trovato la soluzione. Se
non avessi dovuto intrattenere quell'inutile conversazione sui preservativi con il dobe, ci sarei arrivato anch'io.
" Grazie Shikamaru per averci illuminati " gli dissi con ironia.
" Figurati " mi rispose disteso sul divano di cui si era già appropriato.
Il bungalow non era molto grande, ma almeno ognuno di noi aveva la sua stanza e la zona comune, con la cucina, era abbastanza confortevole.
Il coordinatore della sezione ristoro ci aveva comunicato che avremmo iniziato a lavorare il giorno successivo, quindi avevamo il pomeriggio libero.
Dopo una pressante insistenza da parte di Naruto, accettai di indossare uno dei suoi sgargianti costumi per andare in spiaggia.
Il contatto della mia pelle con quella polverina incandescente, mi fece arretrare sulla pedana come un leone intimorito dal fuoco.
Naruto e Shikamaru, invece, camminarono senza problemi su quei tizzoni ardenti fino ombrellone.
Ma che avevano la pianta dei piedi in amianto?
Presi coraggio...se ce l'avevano fatta quei due, io non potevo essere da meno.
Cercai di mantenere il mio solito portamento, mentre le piante dei miei piedi urlavano pietà fino all'ombra del primo ombrellone a tiro e la mia mascella
si serrava per non permettermi di zampettare come uno struzzo.
Arrivai all'ombrellone sentendomi come un Indiana Jones che aveva appena superato un fiume di lava e trovai conforto nella sdraio posizionata all'ombra.
Naruto, in preda a uno dei suoi infantili entusiasmi, sparì per alcuni minuti, per ritornare con un pallone da calcio.
Io e Shikamaru lo guardammo con odio. Adesso ci avrebbe asfissiato l'anima fino a che non avessimo deciso di giocare a palla con lui... ne ero certo.
E così fu...non ne sbaglio una.
Dopo un'ora di tormento, ci arrendemmo e lo seguimmo sulla battigia. Quantomeno la sabbia lì non era incandescente.
In quel momento sperai vivamente che il coordinatore non ci desse altre giornate libere.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Capitolo 3 ***
Capitolo 3
Io e Hinata decidemmo di fare una passeggiata. Ino preferì rimanere sotto il gazebo a sorseggiare Margarita e a stilare la solita classifica dei ragazzi.
Prima di fidanzarmi, quello era un passatempo comune. Ovunque andassimo, passavamo un buon quarto d'ora a dare dei voti agli esemplari maschi nei dintorni.
Era divertente, ma , adesso, inopportuno: ero fidanzata e in procinto di sposarmi, non provavo più alcun interesse per nessun altro, oltre al mio futuro
marito.
Percorremmo la spiaggia in tutta la sua lunghezza, fino alla scogliera , dive ci sedemmo per qualche istante a guardare il mare che si increspava contro le
rocce.
Quando decidemmo di ritornare al nostro lido un' improvvisa folata di vento fece volare lontano il mio cappello.
" Oh no!!! " esclamai "anche il cappello no! " e iniziai a rincorrerlo.
Dopo aver svolazzato per qualche metro, andò a sbattere contro la schiena di un ragazzo e cadde per terra.
Il ragazzo si voltò a causa del colpo e lo guardò in malo modo abbassandosi per raccoglierlo.
Portai una mano chiusa a pugno vicino alle labbra...ero imbarazzata...e mi avvicinai lentamente.
Lui alzò i suoi occhi, neri e percorse il mio corpo, fino a incrociarli con i miei.
" È tuo? " mi chiese con tono quasi scocciato.
" Hey bamboccio, non è mica colpa mia se il mio cappello ha deciso di sbattere contro la tua schiena " avrei voluto dirgli, ma sorvolai.
" Si, grazie! " risposi afferrandone la tesa.
" Mh! " disse lui continuando a tenere gli occhi incollati su di me.
Che strana sensazione...provavo un certo piacere a sentire i suoi occhi addosso.
Era davvero un bel ragazzo...alto, muscoloso, con un boxer un po' bizzarro... un particolare insignificante. I capelli neri, scompigliati dal vento caldo e
gli occhi dello stesso colore. Non credo di aver mai visto degli occhi così neri in vita mia. Sembrava quasi che la notte fosse stata dipinta su quel viso
bianco come le nuvole nelle giornate di primavera.
Probabilmente arrossii e il mio cervello decise che era ora di scappare.
" Allora grazie e scusa" gli dissi tornando verso il gazebo con Hinata, che, arrancando, era riuscita a raggiungermi.
" Quello è un dieci! " esclamò Ino abbassando sul naso i suoi occhiali da sole.
Sospirai profondamente...questa volta non potevo darle torto.
Mi stesi sul lettino e tirai fuori il telefono dalla borsa.
Un suo messaggio.
Il moretto appena conosciuto passò subito in secondo piano.
" Ciao piccola, come va la vacanza? Non scordarti di me! " recitava il messaggio.
" Tutto bene. Ho smarrito la valigia. Non potrei mai dimenticarmi di te! " risposi sorridendo.
*****************************
Giocare a pallone con Naruto era un impresa da guinnes dei primati.
Totalmente incapace nel calciare, ma convinto di essere Maradona, non faceva altro che lanciare a casaccio il pallone che io e Shikamaru eravamo costretti
a recuperare.
Dopo l'ennesimo tiro che quasi non buttò giù un satellite, mi rifiutai di andare a raccattare la palla.
Ero sulla battigia, guardando il baka che correva dietro il pallone, quando qualcosa mi colpì la schiena.
" Ma che diavolo..." esclamai colto alla sprovvista.
Mi girai e vidi un cappello di paglia.
Lo guardai minacciosamente, come per rimproverarlo di avermi colpito quando due piedini smaltati di rosso, comparvero sulla sabbia.
Partendo proprio da lì, percorsi, con lo sguardo due gambe snelle e slanciate e il fisico tonico e bianco, fino al viso.
Una ragazza con degli strani capelli rosa, raccolti in una coda bassa, mi stava scrutando con i suoi occhi verdi. Di un verde che non avevo mai visto in
vita mia. Non era un verde erba o un verde mare, non era scuro, né chiaro. Era un colore unico, raro e... ammaliante.
Dopo un brevissimo scambio di battute,si riprese il cappello e scappò via.
Non che avessi voglia di intrattenere una conversazione con lei...ho sempre avuto grossi problemi a relazionarmi con le donne, anche se non mi sono mai
mancate. Sono uno di poche parole e questo mio lato piace molto alle ragazze perché pensano che io sia un buon ascoltatore. In realtà sono così bravo a
esternarmi dalla realtà da riuscire a percepire il dieci percento delle idiozie che mi raccontano. Le donne...se si potesse quantificare e convertire il
tempo che passano a ciarlare, si potrebbe risolvere il problema energetico del mondo.
" Chi era quella? " mi chiese Naruto con un gran fiatone.
" Boo " gli risposi alzando le spalle.
" Come boo? Non le hai chiesto neanche il suo nome? " ribatté lui con tono sconvolto.
" Sai che mi importa " ringhiai. Ci mancava solo una storiella estiva...come se non avessi abbastanza problemi con le mie ex.
" Sei un idiota! Se non vuoi femmine intorno , almeno potresti presentarle a me ! " sbraitò offeso.
Lasciai correre...tanto con lui era una battaglia persa.
" Hey, dove vai? " mi chiese vedendomi andare via.
" Torno al bungalow, sono stufo di stare qui " gli risposi continuando a camminare su quella sabbia che adesso non sembrava più tanto bollente.
Gli occhi di quella ragazza mi rimasero talmente impressi che lungo il tragitto continuai a rivederli nella mia mente in continuazione.
Giunsi al bungalow e vidi il led del mio telefono lampeggiare.
" Dove sei finito? Sono giorni che ti cerco. Voglio solo parlarti. "
Sbuffai rumorosamente e cancellai il messaggio, sperando, così, di eliminare, una volta per tutte, anche la persona che me lo aveva mandato.
Possibile che fosse così cocciuta da non capire...eppure credevo di essere stato abbastanza chiaro.
Mi buttai sul letto, cercando di rimuovere dalla mia mente quel messaggio e avvolsi la mia testa con il cuscino.
Era finita ormai da mesi, lei per me era solo un passatempo, ma scioccamente si era illusa del contrario. Lei era sempre disponibile per me, accecata
dall'amore e io ho sfruttato quella situazione a mio favore. Non penso di essermi comportato in maniera esemplare, ma avevo messo subito in chiaro le cose.
Mi rigirai un paio di volte, fino a che non mi ritrovai a guardare il soffitto. Le pale del ventilatore volteggiavano velocemente, donandomi una piacevole
sensazione di frescura. Chiusi gli occhi e sul mio viso comparve un ghigno.
Verde smeraldo ...era quella la tonalità che più si avvicinava al colore degli occhi di quella ragazza.
Dopo un paio di ore, qualcuno bussò alla porta.
Naruto e Shikamaru erano tornati dal mare e dormivano della grossa, quindi mi alzai io per vedere chi fosse.
Era il nostro coordinatore che mi informava che a causa della decisione improvvisa da parte della direzione di organizzare una festa per il compleanno di
un ospite del villaggio, avremmo dovuto iniziare a lavorare la sera stessa.
Poco male...pensai...non ero abituato a tutto quel tempo libero.
Svegliai Shikamaru e Naruto e riferii la notizia, che non fu accolta con la mia stessa gioia.
Una giornata al mare li aveva sfiancati e l'idea di dover lavorare non gli andava proprio a genio.
Feci una doccia e indossai la divisa fornita dal villaggio: un paio di bermuda neri e una camicia bianca a maniche corte.
Quando la segretaria dell'agenzia ci aveva riferito che avremmo dovuto indossare una divisa, avevo tremato all'idea: solitamente le divise sono scomode e
di cattivo gusto.
Rimasi soddisfatto , quindi, nel vedere che non erano previste canotte di colori improponibili e pantaloncini striminziti.
Sbottonai le prime due asole, lasciando intravedere la collanina in argento che mi aveva regalato mio fratello e mi sistemai i capelli alla bene e meglio.
Non sono mai stati molto ordinati e la salsedine li aveva increspati ulteriormente.
Naruto mi aveva teneramente affibbiato il nomignolo di " Duffy Duck " a causa della forma a papera che talvolta assumono contro la mia volontà. In realtà
il soprannome derivava anche dal fatto che spesso non capisce quello che dico, anche se secondo me dipende dalla sua scarsa intelligenza e non da me.
Il bar del villaggio era situato in prossimità di una delle piscine.
Era una struttura circolare, circondata da acqua a cui si accedeva tramite tre ponti. La struttura era stata ideata in quel modo per consentire ai
villeggianti di poter usufruire del bar anche in acqua. Le tre vasche, infatti, erano provviste di gradini per la salita e la discesa e di sgabelli a pelo
d'acqua per sorseggiare le bevande.
Era davvero molto bello...non avevo mai lavorato in un posto del genere.
Il coordinatore ci spiegò il funzionamento dei principali strumenti : frullatore,tritaghiaccio, etc. ...niente di nuovo insomma...poi ci indicò la scaletta
interna che portava al magazzino sotterraneo.
Dopo alcune raccomandazioni di rito... totalmente inutili...ci lasciò al nostro lavoro. I primi clienti erano già al bancone e io non vedevo l'ora di
cominciare.
*****************************
Ritornammo ai nostri chalet al calar del sole. Ovviamente Ino non aveva voluto perdere neanche un minuto di sole...Risultato?
Sembravo un'aragosta appena cotta.
Feci una lunga doccia e mi spalmai un intero barattolo di crema doposole, ma il rossore sembrava non volerne sapere di scomparire.
Mi asciugai i capelli e alzai al massimo l'aria condizionata per piastrarli come si deve.
La serata prevedeva una cena a base di pesce presso il ristorante del villaggio e un after dinner sicuramente a base di alcool.
Mi preparai psicologicamente all'imminente sbornia e alle scenate di Ino, che, dopo qualche bevuta, diventava più ingestibile del solito.
Presi uno dei vestiti acquistati la mattina per sopperire a quelli smarriti. Era un vestito bianco con i fiori rossi. Mi era piaciuto subito: fasciava
perfettamente il tronco e ricadeva dolcemente sulle gambe. Vi abbinai un paio di sandali alti e una borsetta minuscola bianca in cui c'entravano a stento
il cellulare e le sigarette.
Come sempre ero la prima...le altre erano sicuramente ancora in alto mare. Decisi quindi di aspettarle al ristorante e ne approfittai per fare un tour del
villaggio.
Era un posto davvero fantastico...Ino aveva scelto davvero bene, ma in queste cose lei di rado si sbagliava.
Passeggiai lungo le stradine di ciottoli , immerse nel verde, fino a intravedere la piscina con il bar al centro: il luogo dove da lì a un paio d'ore avrei
perso totalmente la mia lucidità, offuscata da chissà quale diavoleria alcolica.
Il ristorante era poco distante da lì e costeggiando il bordo della piscina, guardando quell'acqua trasparente e immobile, mi diressi verso il maître che
attendeva l'arrivo degli ospiti sulla porta.
Mi fece accomodare e mi portò un prosecco per ingannare il tempo, in attesa delle mie amiche... certo, cominciamo con un prosecchino a stomaco vuoto, tanto,
probabilmente, non ricorderò comunque nulla di questo viaggio.
*****************************
Stavo sistemando il bancone per renderlo più agevole in vista della serata, quando il mio sguardo fu rapito dalla figura di una ragazza con i capelli rosa
che camminava a bordo piscina con aria sognante.
Era la ragazza del cappello...
" Quant'è piccolo il mondo! " pensai con un ghigno stampato sulla faccia.
Evidentemente era una delle ospiti del villaggio. Mi stupii di me stesso: trovavo stranamente interessante quella scoperta.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Capitolo 4 ***
Capitolo 4
La cena era stata a dir poco deliziosa. Tra chiacchiere e risate, avevamo divorato le portate che andavano dall'antipasto al dolce.
Ovviamente il vino non era mancato e la nostra allegria, sicuramente, dipendeva anche da quello.
Uscimmo dal ristorante e ci sedemmo sulle poltroncine in vimini per fumarci una sigaretta e godere del venticello fresco della sera.
" In piscina c'è una festa " ci comunicò Ino guardando in quella direzione.
" Io me ne vado a letto " le dissi.
La testa mi girava abbastanza e se avessi bevuto qualsiasi altra cosa sarei stata ufficialmente ubriaca.
" Dai fronte spaziosa, non fare la guasta feste...ci beviamo un cocktail e andiamo a nanna" ribatté la bionda.
Sospirai profondamente: era inutile continuare a porre resistenza. Non mi avrebbe mai lasciata tornare allo chalet, quindi acconsentii alla bevuta della
staffa in piscina.
Percorremmo il giardino fino a uno dei tre ponti che portavano al bar... Ebbi paura di cadere in piscina, tra i tacchi e il vino la mia andatura era a dir
poco incerta.
Giungemmo al bancone, dove il barista, di spalle, stava tritando del ghiaccio.
" Hey scusa? " lo chiamò Ino a gran voce a causa della musica alta.
Il ragazzo si girò e...porcaccia...era il tizio del cappello. Improvvisamente sentii le mie gote andare a fuoco e il desiderio di rinfrescarmi in piscina.
" Guarda chi c'è Sakura...il tuo dieci! " esclamò la bionda scoppiando a ridere.
In quel preciso istante avrei voluto diventare una lillipuziana e darmela a gambe levate.
Come al solito il tatto di Ino era delicato come quello di un ippopotamo.
Lui mi guardò quasi con aria soddisfatta.
" Che diavolo hai da guardarmi in quel modo? " avrei voluto sbraitargli, ma mi limitai a lanciargli un occhiataccia voltando poi il viso dall'altra parte.
" Tre cajpiroska " gli ordinò Ino senza molta gentilezza. Poi vide qualcosa e ci ripensò " Aspetta, due... fammene due "
Aveva deciso di graziare una di noi?
" Arrivo subito " ci disse facendo il giro del bancone.
Io e Hinata, per nulla sconvolte dalla sua pazzia, la seguimmo con lo sguardo e sbarrammo gli occhi dallo stupore.
" Ma quello non è il ragazzo del taxi? " chiesi a Hinata.
" S-si , sembra p-proprio lui! " confermò la Hyuuga.
" Oh Kami! Prepariamoci... Stanno per iniziare i fuochi d'artificio " esclamai portandomi una mano alla fronte.
" Hey tu! " urlò Ino talmente forte che riuscimmo a sentirla anche noi.
Il ragazzo si voltò e la guardò corrucciato... Probabilmente non l'aveva riconosciuta e quel modo di porsi, da maleducata, doveva averlo indispettito.
" Mi dica " la invitò a ordinare con gentilezza.
" Per quanto sei stato maleducato dovresti offrirmi da bere " gli disse Ino con fare altezzoso.
" Scusi, ci conosciamo? " le chiese il moretto, che ... No, non l'aveva riconosciuta.
" Aeroporto, taxi...ti dice qualcosa razza di bifolco che non sei altro? " gli ricordò lei.
Lui ci pensò un po' su, portandosi una mano al mento, poi scoppiò a ridere.
Pessima mossa ragazzo.
" Tu...tu...sei quella che si è messa seduta per terra!!! Ahahahah " esclamò tra una risata e l'altra.
Ok...era ufficialmente morto.
Ino con uno slancio da atleta di salto in alto arrivò alla sua camicia e lo tirò a sé facendogli perdere l'equilibrio. A due centimetri dalla sua bocca gli
disse queste precise parole " Se non vuoi che ti spacchi la faccia, ti consiglio di smettere di ridere e di offrirmi da bere con gentilezza, ok? "
Lui, troppo sconvolto, non riusciva a risponderle.
" Ok? " ripeté lei guardandolo dritto negli occhi.
" O-ok " balbettò il moretto.
" Una cajpiroska andrà più che bene " concluse lei lasciandogli la camicia.
Ino si voltò verso di noi e con uno dei suoi migliori sorrisi sadici, alzò il pollice.
Quando il ragazzo posò il cocktail sul bancone, lei lo assaggiò e sorrise.
" Sei bravo..." esclamò " anche in qualcos'altro o solo a fare i cocktail? " gli chiese con fare ammiccante.
Lui alzò un sopracciglio. Era pazza a tal punto da minacciarlo di morte e poi provarci spudoratamente?
Si...era da Ino.
" Su rispondi...non essere timido " lo incitò facendogli l'occhiolino.
" Non so neanche come ti chiami e poi mi sembri suonata " le rispose incrociando le braccia.
" Mi chiamo Ino...e tu? " ribatté la bionda che sorvolò sull'ultima affermazione...aveva trovato una preda succulenta e non voleva lasciarsela scappare.
" Shikamaru " si presentò lui con un po' di titubanza.
" Bene Shikamaru... Il mio chalet è il numero 245, quando stacchi portami una cajpiroska " gli disse ritornando verso di noi , mostrandogli uno dei must
del suo repertorio : la camminata sculettante.
Troppo prese dalla scenetta di Ino, non ci accorgemmo che qualcun altro aveva poggiato due bicchieri sul bancone e ora stava poggiato allo scaffale delle
bottiglie a braccia conserte.
Mi voltai e con Hinata scoppiammo a ridere.
" Non cambierà mai! " esclamai alla Hyuuga.
" No, non ci sono speranze " concordò lei.
" Pensate di berli? Il ghiaccio si sta sciogliendo "
La voce del ragazzo mi fece trasalire.
Non so perché, ma non gli diedi una rispostaccia.
" Oh, si! " esclamai dando una lunga sorsata al cocktail rosa.
" È molto buono " aggiunsi con un mezzo sorriso di imbarazzo.
*****************************
" Maledetta tritaghiaccio " stavo imprecando da circa mezz'ora contro quell'aggeggio che non ne voleva sapere di funzionare, quando mi sentii chiamare, con
maleducazione, da una ragazza.
Mi voltai e vidi una bionda, molto appariscente, che teneva ancora alzato il braccio ed ebbi quasi l'impulso di fare finta di niente e rigirarmi.
Ho sempre odiato le persone maleducate!!!
Poi notai che seduta su uno degli sgabelli, di fianco a quell'oca starnazzante, c'era la ragazza dai capelli rosa.
La bionda farfugliò qualcosa su un " dieci " , ma non ascoltai con attenzione le sue parole. Il mio sguardo si era incatenato alla ragazza dai capelli rosa
e involontariamente le mie labbra si erano incurvate in un ghigno di soddisfazione.
" E così ci si rivede " pensai.
Lei, senza alcun motivo apparente, mi lanciò un occhiataccia e voltò il viso dall'altra parte, verso la piscina.
Faceva la sostenuta con me?
Non ebbi la possibilità di capirlo perché l'oca di prima mi richiamò all'ordine chiedendomi tre cocktail, per poi abbassare il tiro a due.
Mi misi subito al lavoro : lime, zucchero di canna, granatina, ghiaccio tritato...maledetta macchina...vodka e acqua tonica. Due fragole fresche per
decorare il bicchiere e voilà...pronte!
La bionda si era diretta verso Shikamaru e le due ragazze, troppo prese dalla scenata dell'amica non fecero caso a me, che rimasi alcuni minuti con i
bicchieri sulle mani, fino a che, indispettito non li posai sul bancone.
Dopo un po iniziai a vedere il ghiaccio sciogliersi...il mio capolavoro stava diventando una poltiglia informe e decisi di farglielo presente.
La rosa reagì d'istinto, portandosi la cannuccia alle labbra, rosse e piene. Trovai incredibilmente sensuale quel gesto un po' imbarazzato.
Lo sorseggiò a lungo per poi dirmi che era " molto buono "... Certo, l'ho fatto io!
Dall'altra parte del bancone, quella sinistra, vidi arrivare Naruto e alzai gli occhi al cielo...fiutava le donne peggio di un cane da tartufo.
" Hey Sas'ke, non mi presenti queste due belle ragazze? " mi chiese con il suo solito atteggiamento da marpione, che io detestavo.
" Che ci fai qui baka? Non hai clienti da servire? " gli chiesi insofferente.
" Sono più veloce di te, lo sai. Ho già servito tutti " mi rispose con un sorrisetto diabolico.
Alzai di nuovo gli occhi al cielo... Ci mancava lui adesso!
" Ciao, io sono Naruto! " si presentò allungando la mano prima verso la mora.
La ragazza timidamente strinse la sua mano e totalmente viola in volto, balbettò il suo nome " H-Hinata! " .
" Piacere Hinata, ti hanno mai detto che sei bellissima? " le disse sfoggiando i suoi bellissimi, drittissimi e catarifrangenti denti bianchi.
" Non svenire! " le ordinò la rosa e notai che, effettivamente, la ragazza aveva preso a barcollare.
Naruto le lasciò la mano e lei si sistemò meglio sullo sgabello, dando una lunga sorsata al cocktail.
Indirizzò quindi la mano verso la rosa.
" Sakura " disse lei senza esitazioni, stringendo con forza la mano del mio amico.
Sakura... Era davvero un bel nome...
" Hai degli occhi bellissimi..." cominciò la sua solfa il biondo prontamente interrotto da lei... con mio sommo stupore.
" Lascia perdere... Con me non attacca " gli disse lasciandolo interdetto.
Feci un enorme sforzo per non scoppiare a ridere... Il donnaiolo per eccellenza, respinto in quel modo... Era troppo bello per essere vero!
Cercò di recuperare passando la palla a me.
" Questo è il mio migliore amico, si chiama Sasuke " disse alle ragazze.
" So come mi chiamo, stupido baka! Solo perché tu hai fatto la figura dell'idiota, non significa che la debba fare anch'io! " ringhiai dentro di me
fulminandolo con lo sguardo... Con lui avrei fatto i conti dopo.
Strinsi la mano alla mora che diventò di nuovo paonazza e bevve un'altra sorsata del cocktail e poi la indirizzai verso la rosa...Sakura.
Sentii la morbida pelle della sua mano e la strinsi con delicatezza , mentre lei ripropose la ferrea stretta che aveva riservato al mio amico.
I nostri occhi si incontrarono e notai che erano più luminosi, forse per il rossore dell'abbronzatura.
*****************************
Porse la mano a Hinata e in quel breve tragitto che percorse per indirizzarla a me sentii il cuore esplodermi.
Cosa mi stava succedendo?
La sua mano gelida, nonostante i quaranta gradi, afferrò la mia con delicatezza. Io la strinsi con forza, forse anche superiore a quella che avevo messo
nello stringere quella dell'amico lumacone.
I suoi occhi mi trapassarono e quasi fui sollevata quando sentii la voce di Ino.
" Ciao io sono Ino " esordì la bionda tendendo la mano verso di loro.
I due la guardarono interdetti e poi gliela strinsero con un po' di titubanza.
Salvata in corner...
Cercai di riequilibrare i miei battiti cardiaci sorseggiando un po' di quel delizioso cocktail.
" Non l'avete ancora finito? " ci chiese guardando i nostri bicchieri.
Il suo, ovviamente, era già vuoto.
" Ce ne fai altri tre? " chiese a...Sasuke.
Lui si voltò e ricominciò l'iter che aveva seguito precedentemente.
Questa volta ebbi modo di osservarlo...
Le sue mani con gesti veloci e delicati, afferravano i vari ingredienti. Sembrava quasi una danza...
" Vorrei essere uno di quei lime " pensai sentendo la salivazione aumentare in maniera spropositata...stavo quasi sbavando.
" Ma che sto dicendo? Sono impazzitaaaaa??? " mi ripresi scuotendo più volte la testa.
" Questo è più di un dieci " sentenziò Ino piegando la testa da un lato. Gli stava guardando il sedere e quella sua affermazione costrinse anche me a
indirizzare lo sguardo verso l'oggetto della sua attenzione.
Anch'io come lei, involontariamente, piegai la testa da un lato e concordai che quel sedere sodo e muscoloso, fosse da panico.
" Io faccio pausa " comunicò il biondo...Naruto.
Sasuke asserì con la testa e lui si voltò verso Hinata.
" Fumi una sigaretta con me? " le chiese sporgendosi verso di lei.
Hinata divenne color prugna e non avendo nulla di alcolico a cui aggrapparsi, era in procinto di svenire.
Ino le sostenne la schiena e rispose per lei.
" Certo che viene a fumare una sigaretta con te, vero Hinata? " sforzandosi di tenerla dritta.
" S-si " sussurrò la Hyuuga e in aiuto arrivò Sasuke che le porse la Cajpiroska che lei afferrò come un'ancora di salvezza.
Partito il biondo, fu la volta del moro. Shikamaru si affiancò a Sasuke e gli disse qualcosa nell'orecchio.
Io e Ino ci guardammo e alzammo le spalle.
Approfittai di quel momento di distrazione per allontanarmi dal bancone e mettermi seduta su uno dei divanetti intorno alla piscina.
Tra l'alcool e il moro, non ci stavo capendo più niente.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Capitolo 5 ***
Capitolo 5
WARNING: il capitolo contiene alcune scene non adatte a un pubblico non adulto. Se tali scene dovessero offendere la sensibilità di alcuni lettori, porterò
il rating a rosso.
Iniziai a non contare più il numero dei cocktail...erano talmente freschi e buoni da scendere come bicchieri d'acqua.
A turno Naruto e Shikamaru erano venuti a farci compagnia sui divanetti, durante le loro pause.
Sasuke no.
Usciva dalla struttura del bar e andava a fumare distante da noi.
Lo seguivo con la coda dell'occhio e puntualmente lo scoprivo a fissarmi. Questa cosa mi creava una certa agitazione che riuscivo a contenere grazie
all'alcool.
*****************************
" Non sono un pagliaccio come quegli altri due debosciati " mi ripetevo ormai in continuazione, cercando di mettere a tacere quella vocina nella mia testa
che m'invitava ad avvicinarmi al divanetto e...a lei.
Con le gambe accavallate e la sigaretta tra le dita, sorseggiava il mio cocktail con grazia. Rideva e si divertiva delle buffonate di Shikamaru e Naruto.
Ogni tanto mi lanciava qualche occhiata e i nostri sguardi combattevano qualche minuto fino a che l'uno o l'altro non cedeva.
Ad un certo punto le vidi alzarsi, salutare da lontano e prendere il vialetto che conduceva agli chalet.
Da quel momento in poi avrei lavorato sicuramente con più serenità.
*****************************
Ci dirigemmo verso i nostri chalet, quando mi accorsi di aver lasciato la borsetta sui divanetti.
Cazzate...ce l'avevo lasciata apposta. Avevo bisogno di una scusa per ritornare sola, lontana da occhi indiscreti.
Non so cosa mi stesse dicendo il cervello... Sapevo solo che dovevo ritornare indietro.
Per una, come me, che non ha mai rischiato in vita sua, era terribilmente eccitante quello che mi stavo apprestando a fare.
" Ragazze, voi andate pure avanti... Io ho dimenticato la borsetta" esclamai improvvisamente... Che attrice!!!
" Ok " rispose Ino, come previsto.
" Ti accompagno Sakura " propose Hinata.
Previsto anche questo...
" Tranquilla Hinata, non rischio mica di perdermi" la rassicurai sorridendole.
Tra la sbornia e i tacchi alti, ritornare alla piscina su quei ciottoli fu quasi come scalare l'Everest.
Guardai verso il bancone... Lui era lì, di spalle.
Presi la borsetta e con passo felino, in un lampo, ero seduta sullo sgabello del bar.
Lui si girò e rimase stupito nel rivedermi lì.
" Cajpiroska? " mi chiese con un po' di titubanza.
Io non sapevo cosa rispondere, il mio piano terminava al recupero della borsetta.
"Che ci fai qui Sakura? " mi chiesi realizzando che stavo per fare una gran cavolata.
Iniziai a improvvisare...ormai non potevo più tirarmi indietro.
Annuii con il capo e lui come , molte volte, durante quella interminabile serata, mi preparò il cocktail.
" Questo lo offro io " mi disse porgendomelo.
Io sorrisi imbarazzata e abbassai lo sguardo sul bicchiere. Quando lo rialzai lui non c'era più.
Mi guardai intorno e lo vidi avvicinarsi a me con una sigaretta tra le labbra.
Si mise seduto sullo sgabello di fianco al mio e allungò una mano dietro il bancone per afferrare un cocktail uguale al mio.
" Cin " disse sbattendo il bicchiere.
" Cin " ripetei come un automa, mentre il suo profumo, che ora riuscivo a sentire a causa della vicinanza, iniziava a ubriacarmi più del cocktail.
" Ho dimenticato la borsetta " dissi senza pensare, come per giustificare la mia presenza. Poi mi resi conto che lui non mi aveva chiesto nulla e mi sentii
tremendamente stupida.
Lui non disse nulla. Diede un altro tiro alla sigaretta e la spense nel portacenere. Poi tolse le cannucce dal bicchiere e trangugiò il contenuto in un
solo sorso.
Io lo guardai inebetita... Ero ubriaca, ma vigile e volevo essere proprio in quel posto, in quel momento.
Si voltò verso di me e vidi le sue labbra umide, pensando che probabilmente dovessero essere gelate dopo aver bevuto quella bibita fredda e il mio corpo si
mosse da solo.
Lo afferrai per la nuca e lo baciai a fior di labbra.
Si...erano ghiacciate, ma tremendamente morbide e invitanti.
*****************************
Gli ospiti erano quasi tutti andati via e io avevo iniziato a sistemare il bancone interno per la chiusura.
Mi accorsi che qualcuno si era messo a sedere su uno degli sgabelli e rimasi stupito nel vedere che era proprio... Lei.
" Che cosa ci faceva ancora lì, da sola? " mi chiesi, anche se inconsciamente avrei voluto che fosse tornata per me.
Le chiesi se voleva ancora da bere... Per dire qualcosa, dato che lei mi guardava in silenzio. Era ubriaca, si vedeva lontano un miglio, ma ancora
abbastanza lucida da non cascare per terra come una pera cotta.
Lei annuì e ne preparai un bicchiere anche per me. La serata ormai era finita e Naruto e Shikamaru potevano cavarsela da soli.
Presi una sigaretta e feci il giro del bancone sedendomici accanto. Profumava di cocco e vaniglia... Lo stesso odore della piña colada... Chissà se aveva
anche lo stesso sapore?
Volevo chiederle perché fosse tornata indietro ma lei mi batté sul tempo.
La borsetta... Ovvio. Che altro motivo?
Presi il bicchiere dietro il bancone e le proposi un brindisi. Sembrava imbarazzata e confusa quando sbattemmo i bicchieri.
Anch'io ero disorientato, ma stranamente, ero contento che fosse lì. Il fatto che lei non parlasse, però, rendeva tutto più difficile.
Non che avessi delle mire su di lei... lungi da me... ma mi incuriosiva.
Bevvi il mio cocktail tutto d'un sorso, per allentare un po' la tensione che sentivo nell'aria.
Quando mi girai verso di lei, sentii la sua mano afferrarmi la nuca e le sue labbra rosse toccare appena le mie, con delicatezza.
Mi aveva baciato... Non aspettavo altro.
Nell'infinitesimale frazione di tempo che lei impiegò ad allontanare la sua mano dalla mia nuca, io mi ero già avvinghiato alla sua. Il mio non sarebbe
stato un bacio casto e lei non sembrò dispiaciuta quando la mia lingua si fece strada tra le labbra per incontrare la sua.
Ne ho dati parecchi di baci nella mia vita... ma quello fu davvero straordinario. In primis perché era totalmente inaspettato : era difficile trovare
ragazze che dopo neanche due ore ti saltavano al collo. Solitamente ci volevano due, tre uscite per il primo bacio e un paio di settimane per arrivare al "
dunque". A meno che non fossero del tipo " Facile", ma quelle andavano bene per una sera e basta. Lei non sembrava una facile, anzi...quindi quel bacio mi
colse totalmente alla sprovvista, scatenando in me un incredibile eccitazione. Seconda cosa , non meno importante, baciava bene. Spesso le ragazze sono
frettolose, sembra che con il primo bacio debbano dimostrare tutta la loro passionalità e diventa per me una specie di violenza fisica. Lei, invece,
assecondava i miei movimenti e non cercava di ficcarmi la lingua in gola a ogni affondo.
Ci staccammo per riprendere fiato e guardai l'orologio.
" Aspettami qui...stacco tra dieci minuti " le dissi e scappai dietro il bancone.
*****************************
" Oh. Miei. Kami. " esclamai dentro di me mentre lui ritornava di corsa dietro il bancone.
Ero intontita e non per l'alcool.
Quel bacio mi aveva letteralmente stesa. Era stato così coinvolgente, eccitante.
Sono pazza, completamente pazza... da rinchiudere in manicomio. Sono fidanzata, tra due settimane mi sposo e sono qui a baciarmi con uno sconosciuto.
Se Ino lo sapesse sarebbe orgogliosa di me!
Ma che vado a pensare? Sono una feccia, ma lui bacia schifosamente bene ed è così bello...
Mi ha detto di aspettarlo qui.
" No Sakura. Adesso ti alzi e te ne vai a dormire. Se non lo fai, sai cosa accadrà e tu sei una ragazza per bene. Quindi alza il culo da quello sgabello e
va via " cercò di impormi l'emisfero destro del mio cervello che non aveva per fortuna risentito dell'alcool.
" Resta...lui è un figo da paura, bacia come un Dio , quante altre occasioni avrai nella vita di passare la notte con uno del genere? Nessuna. Quindi carpe
diem Sakura! " ribatté l'emisfero sinistro molto meno saggio. Sembrava che avesse la voce di Ino, ma probabilmente ero solo ubriaca dura e stavo
immaginando tutto.
Mentre il mio bipolarismo banchettava allegramente nella mia testa con la cajpiroska che avevo in circolo, lo vidi ritornare verso di me.
" Andiamo, ti accompagno allo chalet" mi disse prendendomi per mano.
Io mi lasciai trascinare via.
Mi sa che aveva vinto l'emisfero sinistro.
Imboccammo il vialetto che conduceva agli chalet...non mi facevano neanche più male le scarpe.
A un certo punto sentii uno spostamento d'aria. In realtà ero io che mi stavo spostando per finire con le spalle contro un albero.
Mi baciò di nuovo con più foga e io persi definitivamente ogni capacità cognitiva.
Sentivo solo la sua lingua accarezzare la mia e le sue mani che alzavano la mia gonna e accarezzavano le mie cosce fino al sedere.
Lo staccai da me... Ero talmente su di giri da non riuscire a controllarmi.
Senza neanche ricompormi, con i capelli scompigliati e la gonna che aveva , adesso , un aspetto asimmetrico, lo portai al mio chalet.
*****************************
In otto minuti scarsi, avevo sistemato il bancone. Non avevo detto niente a Naruto e Shikamaru, ma non era necessario...avevano già capito tutto.
La presi per mano e la trascinai per il vialetto che portava al suo chalet.
Ero in preda a una frenesia incomprensibile.
Non ce la feci a resistere fino alla sua stanza. Mi guardai intorno e vidi un albero che faceva al caso mio.
Era talmente leggera che non feci alcuno sforzo a deviare il suo percorso verso il pino.
Volevo sentire le sue labbra e la sua pelle.
Le alzai di poco la gonna. Le sue cosce sode, sembravano velluto sotto le mie mani.
Forse fui troppo precipitoso, perché lei mi allontanò con forza.
" Che succede? " mi chiesi stupito.
Lei afferrò la mia mano e mi trascinò letteralmente nel suo chalet.
Passò la chiave magnetica nella porta e ci ritrovammo in un piccolo ingresso buio.
Fu lei, questa volta, a sbattermi contro il muro. Mi sbottonò velocemente la camicia e saggiò i miei pettorali, scendendo poi sugli addominali. Emise un
gemito...evidentemente quello che toccava le doveva piacere parecchio. Il calcetto amatoriale dava, in fondo, i suoi frutti.
Sentirla gemere mi fece quasi impazzire. Le fermai le mani e la spinsi in camera da letto. Ci gettammo sul letto e iniziò l'alternarsi dei nostri sospiri,
accompagnati da carezze sempre più curiose e bollenti.
*****************************
" Apriti sesamo " avrei voluto dire alla porta, non essendo sicura di riuscire a beccare il foro della tessera magnetica.
Sentii lo scatto della serratura e tirai un sospiro di sollievo.
Lanciai la tessera per terra e mi voltai verso di lui, sbattendolo in malo modo contro il muro.
Ma che cosa stavo facendo??? Non era da me una cosa del genere!
Con foga cieca, gli sbottonai la camicia...probabilmente non gliela sbottonai,ma la strappai in malo modo. I suoi pettorali erano marmo sotto le mie mani e
i suoi addominali sembravano essere stati creati da uno scultore. Avevo una statua tra le mani e per l'eccitazione non riuscii a trattenere un gemito.
Stavo continuando a esplorare il mio personale David di Michelangelo, quando la statua decise di placare le mie lussuriose carezze per portarmi in camera
da letto.
" Oh si! Ti prego! " esclamai dentro di me. I miei neuroni erano andati a farsi benedire, la scusa dell'alcool non reggeva più: lo volevo...subito.
Il letto diventò una specie di ring per una lotta all'ultimo sangue fatta di baci e carezze.
Senza neanche accorgermene mi ritrovai totalmente nuda. Lo guardai alzarsi in piedi e liberarsi del bermuda e dei boxer in un colpo solo e per poco non
ebbi un mancamento.
Era lui...Era il David di Michelangelo e il discobolo di Mirone, il tritone del Bernini e Amore di Canova , mentre io ero Psiche, in attesa di essere
avvolta dalle sue possenti braccia.
Fu qualcosa di incredibile. Urlai, strepitai, aggrappandomi alla sua schiena, alle lenzuola. Affondai i denti nella sua pelle e nel cuscino per soffocare i
gemiti convulsi che non riuscivo a trattenere.
*****************************
Ero sconvolto...la sua pelle era diventata una droga, non riuscivo a staccarmene neanche per un istante.
Riuscii a stento a rialzarmi per eliminare gli ultimi vestiti che avevo addosso e rimirare lo spettacolo che era steso sul letto.
Il segno del costume rivelava la sua pelle chiara in contrasto all'abbronzatura rossastra. I seni piccoli e sodi, perfettamente in sintonia con il resto
del corpo.
In alcuni punti era armoniosa come " Il tempio di loto " in India e in altri, spigolosa come le "Piramidi d'Egitto " . Era un capolavoro architettonico, le
sue curve appena accennate, si intervallavano a delle zone piatte come il suo ventre. Le spalle ossute e il collo lungo e sinuoso. Non era come tante altre
con cui avevo avuto quel tipo di rapporti, stangone altissime con seni prosperosi e fisici da modelle. Ma nella sua normalità e nei suoi piccoli difetti,
sembrò ai miei occhi l'esemplare di donna più bello che avessi mai visto.
I nostri corpi aderivano alla perfezione e mi lasciai andare totalmente. Sperai che i vicini avessero il sonno pesante perché facemmo davvero un gran
casino
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Capitolo 6 ***
Capitolo
6
"Ma
tu chi sei? " le chiesi, percorrendo con un dito la linea
sinuosa del suo corpo riverso supino sul letto.
" Sono
un'artista " mi rispose, alzandosi sui gomiti.
"
Pittrice " ipotizzai, sperando di beccarci.
" Esatto "
confermò lei con un sorriso, rannicchiandosi, poi, tra le
mie
braccia.
Era davvero strano essere lì con lei: sembrava
di conoscerla da sempre e invece non erano passate neanche
ventiquattro ore " E tu? Barman di professione? " mi
chiese, disegnando sul mio torace dei cerchi immaginari con
l'indice.
" In realtà studio architettura, il lavoro
da barman mi aiuta a mantenermi agli studi " le spiegai.
"
Architetto dunque " mi disse con fare sensuale, salendo a
cavalcioni su di me.
L'idea di ricominciare non mi dispiaceva
affatto, ma fummo bruscamente interrotti da qualcuno che bussava
insistentemente alla porta.
-§-
"
Porcaccia " esclamai dentro di me.
" Fronte spaziosa,
andiamo a fare colazione, sei pronta? " gracchiò Ino.
"
Doppia porcaccia " esclamai di nuovo, balzando giù dal
mio Adone.
" Non sono pronta... andate pure avanti,io vi
raggiungo! " improvvisai pregando tutti i Kami che non mi
chiedesse di entrare.
Attesi in silenzio la sua risposta e
iniziai a valutare la possibilità di sbattere Sasuke fuori
sul
terrazzo qualora avesse divelto la porta.
" Sbrigati "
mi urlò scocciata.
Mi avvicinai per assicurarmi che
se ne fosse davvero andata e tirai un sospiro di sollievo.
"
Che tipa! " esclamò Sasuke e io cercai di sorridere.
"
Devo raggiungere le mie amiche " gli comunicai dispiaciuta.
"
E io devo andare al lavoro " ribatté balzando giù
dal letto.
Oh, Kami! Ma quanto era bello?
Era
l'incarnazione della perfezione.
Lo guardai raccogliere i
suoi vestiti sparsi per tutta la stanza. La camicia era lì
ai
miei piedi, in condizioni pietose. La raccolsi e a malincuore gliela
porsi.
" Grazie " mi disse e io gli sorrisi di
rimando.
Poi il suo sguardo si fissò sulla valigia
semiaperta che avevo accantonato in un angolo della stanza.
Le si
avvicinò guardingo e io seguii i suoi movimenti alquanto
stupita.
" È tua? " mi chiese.
" In
realtà no, all'aeroporto hanno fatto un po' di confusione"
gli risposi.
" È la mia " mi disse e io scoppiai
a ridere. Era un'assurda coincidenza.
" Non dirmi che tutti
quei preservativi..."
" Non sono miei,ma del mio amico
" mi interruppe.
" Oh si ,certo! " esclamai
ironicamente alzando gli occhi al cielo.
" E le tue mutandine
di pizzo? " mi chiese, alzando un sopracciglio.
" Hai tu
la mia valigia? " ribattei incredula.
" Si, è
dello stesso colore della mia,ecco perché si sono confusi "
mi spiegò tirandola su.
" La rivoglio " lo
informai con tono secco.
" La riavrai " disse, rubandomi
un ultimo bacio prima di andare via.
Rimasi
a sospirare sulla porta per alcuni minuti mentre lui scompariva nel
boschetto.
Camminando sulle nuvole,andai in bagno e mi guardai
allo specchio: ero distrutta. Poche ore di sonno e tanta "
attività fisica " mi avevano ridotta a un rottame, eppure
non mi ero mai sentita così in forma.
Aprii l'armadio per
tirarne fuori un costume e un prendisole e guardai la cassetta di
sicurezza che conteneva il mio anello di fidanzamento.
" Che
ho fatto? " esclamai con una smorfia di disappunto. Avevo
tradito il mio futuro marito con un perfetto sconosciuto.
Mi misi
a sedere sul letto con il viso tra le mani. Che idiota!
-§-
Avevo
recuperato la mia valigia, non mi sembrava vero. Il caso ha voluto
che ce l'avesse lei...
Non ho mai creduto a queste cose,ma le
coincidenze diventavano sempre più numerose.
Corsi al mio
bungalow e dopo una bella doccia, che non riuscì comunque a
eliminare il suo profumo dalla mia pelle, mi diressi verso la
spiaggia dove Naruto e Shikamaru mi avevano preceduto.
" Alla
buon' ora! " esclamò il Nara.
" Ha fatto gli
straordinari stanotte, il marpione " aggiunse Naruto.
"
Dateci un taglio e pensate a lavorare " ringhiai. Odiavo essere
canzonato da loro.
Circa un'ora dopo la vidi percorrere la
passerella che conduceva in spiaggia.
Aveva il cappello di paglia
e un prendisole rosso.
Feci finta di non notarla: la prima regola
del perfetto seduttore - anche quella che mi riusciva meglio.
Si
tolse il copricostume e si mise a sedere su uno dei lettini, insieme
alle sue amiche,guardandosi in giro - forse in cerca di me.
-§-
"
Ce l'hai fatta! " esclamò Ino con cordiale disappunto.
"
Non mi sono svegliata " risposi cercando di tagliare corto - non
mi andava di battibeccare con lei, avevo già i miei pensieri
per la testa.
" In realtà sembra che tu non abbia
dormito per niente " aggiunse con tono malizioso.
Il sangue
mi si gelò nelle vene: che avesse sentito?
" No. Sei
cadaverica come al solito " ritrattò e io tirai un
sospiro di sollievo.
Sasuke era dietro il bancone del bar della
spiaggia. Non pensavo di trovarlo lì, credevo che si
occupasse
solo dell'after dinner.
" Vado a prendere qualcosa da bere "
ci comunicò Ino, alzandosi in piedi.
Io avevo ancora la
nausea per la sbronza della sera prima e cercai in tutti i modi di
farla desistere, ma ovviamente fu tutto inutile.
Andammo, quindi,
al bar.
Con la sua solita grazia Ino posò il suo davanzale
sul bancone per attirare l'attenzione del moretto. Io e Hinata, ci
sedemmo composte sugli sgabelli.
" Non dirmi che hai
intenzione di ricominciare a bere? " le chiese Shikamaru
sconvolto. Povero illuso, non aveva idea di chi avesse
davanti.
Durante le feste di Natale, avevo visto Ino andare a dormire
lercia e fare colazione con la tequila per risvegliare la sbornia ed
evitare,cosi, di stare male.
" Bevi la stessa cosa della
sera precedente e starai un fiore " ci disse trangugiando il
contenuto del bicchierino.
Io e Hinata, ovviamente, corremmo in
bagno a rimettere al suo posto.
" Qualcuno ti ha chiesto di
esprimere un parere? " gli chiese acida come il lime della
cajpiroska della sera prima.
Shikamaru alzò le mani e
lasciò correre, scuotendo la testa.
" Appunto "
concluse lei.
Ordinammo due analcolici e un Margarita - per
Ino.
Fu Sasuke, che fino a quel momento era rimasto in disparte, a
porgermi il bicchiere.
Io ero nella fase: " So cosa abbiamo
fatto questa notte e non riesco a guardarti in faccia per la
vergogna", quindi tenni lo sguardo basso sul bicchiere e
mormorai uno stentato " Grazie ".
Poi mi accorsi che sul
tovagliolo, sotto il bicchiere, c'era scritto qualcosa. Mi guardai
intorno con circospezione - temevo che Ino mi comparisse
improvvisamente alle spalle - e lessi il messaggio.
" Tra
venti minuti. Cabina 107 "
Alzai immediatamente lo sguardo e
incontrai il suo. Presi il mio cocktail, buttai il tovagliolino e
ritornai intirizzita alla mia sdraio.
Mi stesi al sole, cercando
di non pensare al messaggio, che poi in fondo era un appuntamento, o
forse no...probabilmente voleva darmi la valigia...oppure voleva fare
cose sconce nella cabina,no,no,no...
Scossi cosi forte la testa
che ebbi paura che si staccasse dal collo e decollasse.
Iniziai a
guardare l'orologio in modo ossessivo. Furono i venti minuti
più
lunghi della mia vita.
Mi voltai appena verso il bar e notai che
Sasuke non era più lì.
Presi il cocktail e dopo
aver controllato che le mie amiche fossero distratte, me lo versai -
distrattamente - addosso.
" Oh Kami! " esclamai
con tale enfasi da meritarmi una nomination agli Oscar.
Hinata
balzò in piedi,mentre Ino si limitò ad abbassare
gli
occhiali da sole sulla punta del naso e a esclamare un " Che
disastro! " sentito.
" Vado a cambiarmi il costume "
dissi prendendo la borsa.
" Non fai prima a farti un bagno? "
propose Hinata e non aveva poi tutti i torti.
" N-no, non mi
va adesso " risposi scappando via in direzione delle
cabine.
Camminavo lungo la pedana che costeggiava le cabine,
leggendo i numeri sulle porte, quando qualcosa - qualcuno -
mi
afferrò alle spalle.
-§-
Ero
rinchiuso in quella torrida cabina, scrutando dalla tapparella
l'esterno,quando vidi i suoi capelli rosa. Istintivamente aprii la
porta e la trascinai dentro.
" Sasuke,mi hai fatto prendere
un..."
Non le feci finire la frase.
Mi lanciai avidamente
sulle sue labbra, mentre le mie mani percorrevano il suo corpo sudato
e... appiccicaticcio?!
Percorsi con la lingua il suo collo fino al
seno e assaporai il cocktail che le avevo fatto poco prima, che si
sposava perfettamente con il sapore della sua pelle.
" Sai di
arancia e di kiwi " le sussurrai a un orecchio.
Lei scoppiò
a ridere e io le misi una mano sulla bocca per farle capire che non
era il caso di fare tanto rumore.
" Sto lavorando" le
ricordai. - Nel contratto di lavoro non era contemplato che,
durante le pause, si potesse fare sesso con le clienti.
Lei
annuì e io sostituii la mano con la mia bocca per riprendere
da dove avevamo lasciato.
-§-
Stava
accadendo di nuovo...No! Non potevo farlo!
Sarà stato il
caldo asfissiante di quella cabina o il sudore sulla sua pelle o le
sue labbra così invitanti...ma perdere ogni minimo di buon
senso fu estremamente facile.
Mi aggrappai al suo collo e mi
lasciai sollevare fino ad avvolgere le mie gambe intorno ai suoi
fianchi.
" Fa piano " mi disse a bassa voce e pensai che
se non fossi stata in procinto di sposarmi avrei sicuramente lasciato
una recensione positiva su Trip Advisor per i servizi extra resi dal
Villaggio.
Fui davvero silenziosa, nonostante le mie corde vocali
volessero abbattere l'intera fila delle cabine. Soffocai i miei
gemiti nei suoi capelli e lui fece lo stesso sul mio petto.
Quando
uscii dalla cabina, che sembrava, ormai, una sauna, sembrava che
avessi fatto una doccia.
Lui, invece, era tornato tranquillamente
a lavorare come se non fosse accaduto nulla... non sembrava neanche
accaldato.
Se Ino mi avesse vista in quelle condizioni, avrebbe
mangiato la foglia. Dovevo trovare una via di fuga.
Corsi lungo la
passerella, lanciai la borsa sotto il gazebo e mi tuffai in mare.
Ino e Hinata mi guardarono disorientate.
Vidi Ino alzare le
spalle...non osai pensare cosa poteva aver detto circa il mio piccolo
momento di follia. Hinata, invece, mi guardò e mi sorrise.
Forse delle due, la più sveglia era proprio lei.
Angolo
Autrice
Scusate l'immenso ritardo con cui ho aggiornato, ma mi
sono dedicata alla stesura di una storia per un contest in scadenza e
per paura di non riuscire a consegnarla mi ci sono buttata anima e
corpo.
Da oggi, posso finalmente tornare a scrivere questa fan,
visto che l'altra è stata consegnata e pubblicata " per
intero ". Si tratta di " Quel che resta di noi " e
spero che andiate a darle un'occhiata anche fugace. È un
triangolo Itachi/Sakura/Sasuke, un po' particolare e molto lontano
dalla spensieratezza di questa storia.
Come sempre ringrazio chi
sta seguendo la fan, anonimi e non e spero di ricevere i vostri
commenti.
Un bacione
Sasuk8
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Capitolo 7 ***
Capitolo
7
Passammo
l'intera giornata sulla spiaggia.
Ogni
tanto sparivo misteriosamente per poi riapparire con il viso rosso e
le labbra gonfie e trovavo mille escamotage per non far notare nulla
alle mie amiche.
Al
tramonto ci dirigemmo verso gli chalet per prepararci per la cena.
Quando aprii la porta, vidi il cellulare lampeggiare - lo
avevo
dimenticato.
Un
messaggio. " Ciao piccola, io al lavoro e tu in vacanza. È
un ingiustizia! Spero ti stia divertendo. Un bacio "
Il
senso di colpa mi travolse come un tram, spiaccicandomi come un
insulso e schifoso insetto. Sì, ero un insetto... brutto,
nero
e cattivo.
"
Ti amo tanto" gli risposi per dare un minimo di sollievo alla
mia turbata coscienza.
Indossai
un vestitino bianco, che metteva in risalto l'abbronzatura e un paio
di sandali con il tacco alto. Aprii la cassetta di sicurezza e tirai
fuori l'anello. Rimasi a guardarlo per alcuni minuti, indecisa o meno
se indossarlo e confessare tutto a Sasuke.
Lo
infilai all'anulare sinistro, rimirai la sua granitica lucentezza e
alla fine lo riposi nella cassaforte: lontano
dagli occhi, lontano dal cuore.
Cenammo
velocemente e poi ci dirigemmo in piscina dove ci accomodammo allo
stesso tavolino della sera prima.
Sentivo
i suoi occhi su di me ed era una sensazione fantastica.
Dopo
il terzo giro di Mojito, il mio alito sapeva di menta talmente tanto
che sembrava mi fossi lavata i denti con la pianta stessa. Neanche la
sigaretta riusciva ad attenuare il mio " alito fresco ".
Naruto ci portò l'ennesimo giro - offerto da loro.
"Dove
andate dopo? " ci chiese accovacciandosi vicino a Hinata che era
diventata dello stesso colore del suo vestito: fucsia.
"
A d-dormire? " ipotizzò lei balbettando.
"
Cos'hai da proporre bamboccio? " chiese Ino incuriosita.
"
C'è una festa sulla spiaggia " rispose il biondo
facendole l'occhiolino.
"
Ah si! " esclamò lei entusiasta. - Io e Hinata un po'
meno.
"
Noi stacchiamo tra mezz'ora...ci andiamo insieme se vi va. "
propose Naruto rivolgendo lo sguardo verso Hinata che da fucsia
diventò viola mirtillo.
"
Ok " rispose Ino, buttando giù tutto d'un fiato il
cocktail
. "
Allora portacene altri tre! " concluse mentre io spiaccicavo una
mano sulla fronte per la disperazione. I ragazzi si andarono a
cambiare e noi li aspettammo in piscina. Ino era in trepidazione,
Hinata sul punto di svenire e io... beh io ero su un altro mondo.
-§-
"
Sbrighiamoci " esclamò Naruto entrando come una furia nel
bungalow.
"
Ti piace la brunetta? " chiese Shikamaru con malizia.
"
Si, è delicata come un fiore " rispose lui con sguardo
sognante.
"
Un carciofo come te allora non ha speranze " sentenziò il
Nara.
"
Come ti permetti! " sbraitò Naruto.
Io,
intanto, mi cambiavo in silenzio. Non ho mai amato molto le feste, ma
andarci con lei non mi dispiaceva affatto.
"
Sasuke ha la tipa dai capelli rosa " continuò Shikamaru "
a me quindi rimane la bionda spostata " concluse con un sospiro.
"
Non ti è andata poi tanto male Shika! " ridacchiò
Naruto.
-§-
"
Ma quanto ci mettono ?! " borbottò Ino che odiava
aspettare.
"
E-eccoli! " esclamò Hinata che non proferiva parola da
circa mezz'ora.
Naruto
indossava un paio di short blu e una camicia arancione sgargiante.
Shikamaru dei jeans neri e una camicia beige a maniche corte e
Sasuke... Oh
Kami...
Sasuke! Il jeans chiaro era in netta opposizione alla camicia nera
con le maniche arrotolate fino al gomito, sbottonata fino alla terza
asola. I capelli arruffati e lo sguardo tenebroso.
Che
visione celestiale!
"
Andiamo " disse Naruto e ci dirigemmo verso il parcheggio dove
ci invitarono a salire su tre scooter.
"
Io su quel coso non ci salgo " si oppose Ino.
"
Mi dispiace principessa ma è l'unica carrozza a disposizione
"
le rispose a tono Shikamaru e io trattenni a stento una risata.
Ino
sbuffò e alla fine si arrese, con quei tacchi non sarebbe
arrivata lontano.
Prendemmo
la litoranea.
In
alto mare si vedevano le luci delle barche dei pescatori, mentre
intorno a noi vi era il buio più fitto.
Aggrappata
alla camicia di Sasuke, sentivo il suo profumo, mentre i suoi capelli
che svolazzavano ribelli, mi solleticavano il viso.
Giungemmo
al limite di una pineta e le nostre " carrozze " si
fermarono.
"
Dovrebbe essere questo il posto " ipotizzò Naruto
chiedendo conferma agli altri, mentre una sconvolta Hinata scendeva
dallo scooter e barcollava per l'emozione.
"
Ci avete portate in un posto sperduto...complimenti! "
ringhiò
Ino.
"
Sta un po' zitta " ribatté Shikamaru tendendo un orecchio
verso il buio.
Restammo
in assoluto silenzio fino a che non udimmo un lontano eco di musica
techno.
"
Si è questo il posto " confermò, quindi,
Shikamaru. Ci inoltrammo nella pineta, fino a scorgere delle luci,
mentre la musica si faceva sempre più forte.
Scendemmo
verso il basso, vedendo in lontananza una caletta, illuminata a
giorno, con al centro un piccolo palco e intorno dei gazebi da
campeggio.
Giunti
alla spiaggia, con la musica che era diventata assordante e
le
luci stroboscopiche accecanti, ci rendemmo conto di dove ci avessero
portate.
"
Ma è un rave!!! " urlò Ino.
"
Sua maestà non è mai stata a un rave? " le chiese
Shikamaru con ironia.
"
Cocchino, hai qui davanti la regina dei rave! " rispose lei
gonfiandosi come un pavone.
Perfetto...
Adesso avrebbero tastato con mano la potenza distruttiva della
Yamanaka.
Si
buttò immediatamente tra la folla, ma non da sola :
trascinò
ovviamente me e Hinata costringendoci a ballare.
Tra
ubriachi, impasticcati, trans e solo i Kami sanno cosa, tre
pellegrine , vestite da snob - totalmente fuori contesto - si davano
alla pazza gioia.
Cercai
di non perdere di vista gli altri e soprattutto Sasuke, ma i suoi
occhi incollati a me, non solo mi tranquillizzarono, ma mi spinsero a
tirare fuori il meglio - o il peggio - di me.
-§-
La
guardavo ballare in mezzo a quel miscuglio di gente di ogni tipo.
I
suoi movimenti sexy e provocatori, sembravano invitarmi a strapparle
i vestiti di dosso e prenderla lì,davanti a tutti.
Shikamaru
tornò con tre bicchieri di birra e trovai un minimo di
sollievo per i miei bollori.
Continuava
a muoversi, a portare le mani verso il cielo, mentre il suo vestito
bianco alla greca, metteva in mostra le sue gambe snelle.
Sembrava
una Dea e io un povero allocco incantato a guardarla, mentre un
viscido serpente le si era avvicinato con intenzioni sicuramente poco
raccomandabili. Lei continuò a ballare come se niente fosse,
anche se si vedeva chiaramente che si era accorta della presenza del
ragazzo. Fu quando lui la prese per i fianchi che qualcosa
scattò
in me. Gettai il bicchiere per terra e mi avvicinai minacciosamente.
Poggiai
una mano sulla spalla del ragazzo e gli lanciai una delle mie
occhiatacce da pazzo omicida.
Capì
subito l'antifona e si levò di mezzo.
Lo
sostituii, afferrando i fianchi di Sakura, che sembrava aver sentito
la differenza, tanto da voltarsi verso di me per poi sorridermi.
-§-
"
Il ragazzo è geloso... Bene,bene! " pensai quando vidi
Sasuke allontanare il tipo che mi stava abbordando.
"Ma
che dico? Male,male,malissimo. Lui non deve essere geloso di me, se
sapesse... " ritrattai immediatamente
"
Dovrei dirglielo..." aggiunsi " Ma non stasera "
ritrattai quando sentii le sue mani stringermi i fianchi.
Ino
mi guardò con occhi sbarrati e lessi il labiale che recitava
pressappoco così: " Ma che *bip* stai facendo? "
Alzai
le spalle come per dire " Eh che ne so?Sta facendo tutto lui ".
Ma
lei non si arrese.
"
Tu ti stai per sposare " mi comunicò indicando l'anulare
della sua mano.
Io
annuii, per rassicurarla che - purtroppo - non me ne ero dimenticata.
Ma
non bastò neanche quello.
La
vidi avvicinarsi come una furia, afferrare la mia mano e trascinarmi
via.
"
Posso sapere che sta succedendo? " mi chiese furibonda.
"
Nulla perché? " ribattei cercando di fare la gnorri.
"
Sakura, pensi che io sia una stupida? Tu e il bel moretto non me la
raccontate giusta. Sparisci misteriosamente, sei di buon umore e
quando quei tre ci hanno invitate non hai opposto alcuna resistenza "
Il
suo ragionamento non faceva una piega e lo sapevamo tutte e due.
"
Ok... Ci sono andata a letto" confessai a testa bassa.
"
Oh porcaccia! " esclamò lei portandosi una mano alla
bocca subito dopo.
"
Una volta sola,spero! " aggiunse e io avrei tanto voluto
risponderle di si.
Scossi
la testa.
"
Ok dove hai nascosto la mia amica? " mi chiese ironicamente.
"
Non lo so " le risposi con sincerità, in quanto non
riuscivo neanche io a capirmi.
Scoppiò
a ridere fragorosamente, attenuando il mio imbarazzo nel dimostrarmi,
per la prima volta ai suoi occhi l'opposto di quella Miss Perfettina,
Miss Fidanzata dell'anno e Miss Noia Mortale che ero sempre stata.
"
Ok! Sarà il nostro piccolo segreto " decretò,
dandomi come sempre man forte. Io annuii e le sorrisi: era una
sciroccata, ma era la mia migliore amica e non perdeva occasione di
dimostrarmelo. " A Hinata non diciamo nulla. Conoscendola
potrebbe prenderle un colpo. Ma fammi un favore: evita di innamorarti
di lui, c'ho messo otto mesi a organizzarti il matrimonio e sai
quanto odio sprecare il mio tempo" concluse stampandomi, poi, un
bacio in fronte.
Sapevo
che la sua non era una vera minaccia, del matrimonio non le fregava
niente.
Era
un consiglio e avrei fatto bene a seguirlo.
Innamorarmi
di lui? Bah! Era impossibile!
Lo
cercai in mezzo alla folla: era scomparso.
Sentii
una mano percorrermi la coscia e risalire sotto il vestito. La fermai
all'altezza degli slip e mi voltai. Mi guardò come
solo
lui sapeva fare, con i suoi occhi che riuscivano a penetrare la mia
anima.
"
Vieni " sussurrò avvicinandosi al mio orecchio.
-§-
Ci
allontanammo da quella bolgia infernale e ci dirigemmo verso la
battigia.
Le
onde la lambivano dolcemente e la luna illuminava quella distesa
oscura in netto contrasto con quel morbido tappeto di sabbia bianca,
fresca.
Lei
stringeva in una mano le sue scarpe e camminava al mio fianco in
silenzio, sembrava pensierosa.
"
Domani ho una mezza giornata di riposo " le dissi, guardando la
sua reazione con la coda dell'occhio.
"
Sasuke " mormorò fermandomi.
Il
suo tono non mi piacque affatto - c'era qualcosa che non andava.
Con
le mani ancora intrecciate, mi voltai e la guardai negli occhi:
sembravano tristi, ma non riuscivo a capirne il motivo.
Aspettai
con una strana ansia che ricominciasse a parlare.
Non
sono mai stato attento ai bisogni o ai sentimenti delle donne che
frequentavo, ma vedere lei, che conoscevo appena da poche ore, con lo
sguardo perso e triste, mi faceva sentire irrequieto. Tirai un
sospiro - di sollievo - quando strinse la mia mano e le sue labbra si
incurvarono all'insù.
"
Dove andiamo? " mi chiese ritornando improvvisamente allegra. La
tirai verso di me e l'avvolsi tra le braccia, inebriandomi del
profumo dei suoi capelli. Non riuscivo a capire il motivo di quel mio
gesto - non
ancora.
Anche
lei sembrò stupita, tanto che inizialmente la sentii
irrigidirsi.
Era
stato un gesto romantico e fino a quel momento di smancerie tra noi
ce ne erano state davvero poche - nessuna.
Con
delicatezza, quasi in imbarazzo, sentii le sue braccia avvinghiarsi a
me e le sue mani aggrapparsi alla mia maglietta.
-§-
Ero
sul punto di dirglielo.
La
chiacchierata con Ino sembrava avermi convinta.
Il
solo fatto che lei avesse accettato e in un certo qual modo
assecondato quella mia follia, mi fece sentire ancora più in
colpa - psicologia
inversa.
Ma
sentire la sua mano stretta alla mia, il suo profumo o forse la
tenerezza con la quale mi aveva comunicato di voler dedicare la sua
giornata di riposo a me, mi fecero desistere da confessargli quella
verità che neanch'io volevo fosse reale.
Lui
per me era una storiella - almeno era questa l'idea che cercavo di
inculcare nel mio cervello che combatteva tra l'immagine di
quell'anello rinchiuso dentro la cassetta di sicurezza e quella di
Sasuke sopra di me.
Gli
sorrisi - falsamente - e lui...
"Ma
che diavolo sta facendo???" urlai dentro di me quando mi sentii
tirare verso di lui.
"
No,no,nooooo!!! È già abbastanza difficile in
questo
modo, se mi diventi anche romantico...io... No, io non ce la faccio,
devo scappare, prendere il primo aereo e tornare dal mio fidanzato.
Le tue braccia sono cosi forti e il tuo torace così
accogliente... Ok... Ti abbraccio, solo un po',non voglio sembrare
scortese. " pensai stringendomi a lui.
In
un attimo i miei pensieri e i miei sensi di colpa sparirono, facendo
spazio a una incredibile sensazione di benessere.
Mi
aggrappai alla sua camicia, come per paura che quel momento potesse
sfuggirmi dalle mani : non lo credevo capace di simili gesti,ma in
fondo, non lo conoscevo affatto e avevo ancora tante cose da scoprire
su di lui.
ANGOLO
AUTRICE
Ciao
a tutti!!! Direttamente dalle spiagge del Salento - quant'è
bella la mia terra - aggiorno finalmente la fan. Chiedo umilmente
perdono per la mia latitanza, ma tra le ferie e le storie per i
contest, ho dovuto accantonarla per un po'. Spero che il capitolo vi
piaccia e attendo i vostri commenti. :-) Un bacione
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9 –
Le “ cinquanta sfumature” di Ino
"Dove
sono finiti gli altri " mi chiese Shikamaru con aria annoiata.
"Cosa
pensi che ne sappia io" gli risposi sgarbatamente.
Quel
ragazzo mi dava sui nervi.
La
sua strafottenza e il fatto che non fosse ancora caduto ai miei piedi
come ogni essere di sesso maschile avrebbe voluto fare su quella
spiaggia di sbandati, metteva a repentaglio il mio equilibrio
mentale.
Per
fortuna, lo yoga aveva attenuato i miei sbalzi di umore.
Mi
ero iscritta al corso su consiglio del mio psicanalista, dopo che
avevo rotto il naso al mio ex fidanzato.
"Devi
imparare a gestire la rabbia" mi aveva detto il luminare della
scienza cervellotica o come cavolo si chiama.
Caso
ha voluto che l'insegnante, fosse un bel pezzo di ragazzo. Il suo
nome era Sai e oltre alle posizioni dello yoga, ne conosceva altre
molto più appaganti.
La
mia rabbia, in fondo, era facile da gestire.
"Uffa!
Io me ne torno a casa" dichiarò l'essere insopportabile,
incamminandosi verso gli scooter con le mani in tasca.
"Hey,
aspetta un attimo! Dove credi di andare?" lo rincorsi.
"
A casa. L'ho appena detto"
"E
io come torno?" gli chiesi un po' preoccupata, dato che non
accennava a fermarsi.
"Problemi
tuoi" mi rispose con noncuranza.
"Se
ti prendessi a sberle, diventeresti più accondiscendente?"
gli chiesi con tono quasi sadico.
"Non
penso che ti converrebbe"
Era
la goccia. Il vaso era traboccato. Anzi era traboccato e si era anche
schiantato al suolo frantumandosi in mille pezzi. Quelli del mio
autocontrollo.
Mi
levai le scarpe e gli corsi dietro.
Lo
tirai per la maglietta in modo da farlo girare e sganciai una potente
sventola che si abbatté sulla sua guancia sinistra.
Riconobbi
le mie cinque dita che pulsavano sulla pelle candida e sorrisi
trionfante.
Lui
mi guardò con stupore e senza dire nulla...
Ciaff!!!
"Ma
sei impazzito?!"urlai portandomi una mano sulla guancia.
Mi
aveva schiaffeggiata.
Lui
aveva osato alzare un dito su un fiore gentile e delicato come me.
"Che
razza di uomo sei? Lo sai che non si picchiano le donne?"
sbraitai esterrefatta.
Che
male atroce!
******************************************************************************************************
Una
vipera. Ecco cos'era.
Mi
mandava fuori dai gangheri il suo atteggiamento da principessina sul
pisello.
È
un gesto orrendo usare violenza su una donna, ma nel suo caso non mi
sentii poi tanto in colpa... te le tirava via dalle mani e poi era
stata lei a cominciare.
Mi
guardò con quei suoi occhi viola iniettati di odio e
stupore.
"Scendi
dal piedistallo principessa" la sfidai, perché in fondo
quella situazione mi incuriosiva. Non avevo mai conosciuto una
ragazza insopportabile come lei.
"Sei
un bruto!" ribatté con voce isterica, fiondandosi di
nuovo su di me, questa volta con un pugno che schivai facilmente.
I
locali malfamati in cui ho lavorato, sono stati un'ottima scuola. Le
risse erano all'ordine del giorno e ho imparato a difendermi da
energumeni grossi il doppio di me.
"Fatti
colpire" mi ordinò con tono perentorio.
"Ma
sei impazzita? Perché dovrei farmi colpire da te?" le
chiesi strabuzzando gli occhi. Che pretesa assurda.
"Perché
meriti di essere punito per la tua maleducazione!" rispose lei
con tono ovvio, come se diventare il suo punchingball fosse un dovere
morale.
"Tu
sei pazza!" Giusta conclusione.
Tentò
di colpirmi un'altra decina di volte, andando sempre a vuoto.
Quella
situazione iniziava ad avere qualcosa di divertente...
...
infatti scoppiai a ridere.
"
Smettila immediatamente" mi ordinò, rossa in viso per lo
sforzo e per la rabbia.
"Altrimenti
cosa fai? Mi picchi?" la canzonai continuando a ridere
sguaiatamente.
"Fa
come ti pare" disse incamminandosi verso gli scooter.
Mentre
ero ancora piegato in due dalle risate, udii il rumore del motore che
si accendeva.
Era
partita con lo scooter, la vipera.
Corsi
verso il luogo dove li avevamo parcheggiati e la guardai allontanarsi
fino a quando...
******************************************************************************************************
"Porca
miseria!" esclamai, rotolando sull'asfalto.
Quel
diavolo di uno scooter era inguidabile.
Forse
perché non ne avevo mai guidato uno in vita mia, ma pensavo
che fosse un po' come una bicicletta.
Quel
maledetto rottame mi aveva disarcionato e mi ero anche sbucciata un
ginocchio.
"Perfetto!
Adesso come torno a casa?" imprecai ad alta voce.
"Ti
sei fatta male?"
"Non
c'è fine al peggio a quanto pare" pensai, udendo la voce
del bruto.
"Sto
benissimo, grazie. Sono abituata a guidare scooter più
costosi
di questo rottame." mentii spudoratamente, ma non volevo dargli
alcuna soddisfazione.
Lui
alzò un sopracciglio... non se l'era bevuta - ovviamente.
"Forza,
ti aiuto a rialzarti" mi disse, offrendomi la sua mano.
"Ce
la faccio da sola"
Provai
ad alzarmi, ma il ginocchio mi faceva troppo male e la mia soglia di
sopportazione del dolore non è mai stata molto alta.
Mi
riaccasciai al suolo.
"Fai
come vuoi" disse, rimettendo in piedi lo scooter.
"Aspetta!
Dove credi di andare?" lo fermai presa dal panico. Quella
sottospecie di uomo non ci avrebbe pensato due volte a partire senza
di me e non ero in grado di tornare a piedi, né di ritornare
sulla spiaggia dagli altri.
"Portami
a casa" aggiunsi, massaggiandomi la gamba dolente.
"Dipende"
fu la sua risposta.
"Dipende?
Ma che razza di risposta è ? " ringhiai stizzita.
"Dipende
da come me lo chiedi" spiegò con un irritante ghigno
stampato sul viso.
Sospirai.
Avrei dovuto chiederglielo gentilmente - forse.
"Per
favore, portami a casa" recitai, sbattendo le lunghe ciglia che
non mi avevano mai tradito.
"Mh!
Puoi fare di meglio!" ribatté insoddisfatto.
"Che
dovrei fare? Prostrarmi per terra e supplicarti?" gli chiesi
mentre il sangue mi ribolliva nelle vene.
"Delle
scuse basterebbero,ma se non vuoi..."
Accese
il motore e partì soffocandomi con lo scarico di quel pezzo
di
anticaglia.
"Ok!
Scusa! Per favore, ti prego, portami a casa!" urlai con tutto il
fiato che avevo in corpo.
Vidi
la luce dello stop accendersi e lo scooter invertire la marcia per
ritornare indietro.
Tirai
un sospiro di sollievo.
Mi
sollevò come fossi una piuma e mi mise a sedere sul sellino.
Ripartì
a tutto gas, sempre in silenzio.
Mi
resi conto che, in fondo, non mi ero comportata molto bene con lui e
il senso di colpa mi fece sussurrare un impercettibile "Grazie"
sulla sua schiena.
"Di
nulla" mi rispose gentilmente e io non riuscii a trattenere un
sorriso.
Appoggiai
la guancia sulla sua schiena e mi accorsi per la prima volta di
quanto fosse buono il suo profumo.
******************************************************************************************************
Quella
ragazza era di un'irriverenza e una maleducazione, da far
rabbrividire anche una strega delle favole.
Era
una bella ragazza, niente da ridire in riguardo, ma i suoi modi
lasciavano parecchio a desiderare.
Mi
cinse con le sue esili braccia, incrociando le mani sulla mia pancia.
Percepii
la sua guancia posarsi sulla mia schiena e le mie labbra si
incurvarono, inspiegabilmente, all'insù.
"Che
seccatura!" pensai.
Nonostante
fosse la persona più odiosa che avessi mai conosciuto,
provavo
una forte attrazione verso di lei.
Forse
era la voglia di strozzarla o di tapparle la bocca con il nastro
adesivo oppure...
"NAAAA!"
esclamai dentro di me scuotendo la testa.
******************************************************************************************************
Giungemmo
al Villaggio.
Il
ginocchio mi doleva tantissimo, mi chiesi come avrei fatto ad
arrivare allo chalet.
La
risposta la ebbi poco dopo, quando sceso dallo scooter, il Nara mi
prese nuovamente in braccio.
"M-ma
che fai?" gli chiesi imbarazzata.
"Non
ce la faresti ad arrivare allo chalet, a meno che tu non voglia
strisciare" mi rispose sbuffando.
L'ipotesi
di dover strisciare non mi garbava affatto e acconsentii che mi
portasse in braccio. Dopotutto era colpa sua se mi ero ferita.
Mi
sentivo molto in imbarazzo, con le braccia avvolte intorno al suo
collo e le sue che mi sostenevano.
Giunti
allo chalet, mi adagiò delicatamente sul letto e
sparì
in bagno.
Mi
chiesi cosa stesse facendo ed ero già pronta a
rinfervorarmi,
quando lo vidi tornare con la cassetta del pronto soccorso -
malfidata.
Prese
un batuffolo di cotone imbevuto di acqua ossigenata e lo
avvicinò
al ginocchio.
"Ahi"
esclamai chiudendo gli occhi.
"Ma
se non ti ho nemmeno toccata" mi fece notare.
"So
già che farà male" mi difesi rannicchiando le
gambe al petto.
******************************************************************************************************
"Sei
proprio una bambina" sentenziai, scuotendo la testa per
l'esasperazione.
Mi
guardò dritto negli occhi, mordendosi sensualmente il labbro
inferiore, mentre le sue mani, accarezzandosi lentamente le cosce,
erano salite fino alle spalline del vestitino. Ne abbassò
una,
prendendo poi ad accarezzarsi il braccio con quelle unghie lunghe e
smaltate e la mia salivazione cominciò a scarseggiare.
"Le
bambine non fanno certe cose" mi disse con tono ammaliante,
leggermente imbronciata.
Non
sapevo se scappare alla velocità della luce o tirarla a me
per
le gambe.
Non
ebbi il tempo di decidere...
Mi
balzò addosso come un felino, mettendosi a cavalcioni su di
me.
Non
mi chiese il permesso di sbottonare la camicia, né di
armeggiare con la cintura di quei pantaloni ormai troppo stretti.
Nel
giro di qualche minuto mi ritrovai nudo come un verme, con le sue
unghie conficcate nei miei pettorali.
Evidentemente,
il ginocchio non doveva farle male più di tanto.
Mi
passò la lingua sulle labbra come un animale che assaggia la
sua preda.
"Mmh!"
mormorò compiaciuta.
Gli
occhi viola sembravano spiritati e ammetto di aver avuto quasi paura.
"Sai
cosa ti farò adesso?" mi chiese con voce suadente, che
aveva, tuttavia qualcosa di diabolico.
Tracciò
un lungo segno sul mio torace con le sue unghie affilate e non
riuscii a trattenere un gemito di piacere misto a dolore.
"Non
sei mai stato con una come me" continuò portando il dito
indice alla mia bocca, facendosi strada tra le mie labbra fino alla
lingua " Sei pronto per perdere completamente te stesso?"
Ok.
Era matta. Ma non matta tanto per dire, era proprio scossa, da
ricovero.
Si
sfilò il vestito, lanciandolo sul pavimento e allungai una
mano per toccare la sua pelle.
"Qualcuno
ti ha per caso detto che puoi toccarmi?" ringhiò,
allontanandola con un malrovescio.
Probabilmente
sarebbe stato il miglior sesso della mia vita, ma rischiava di essere
anche l'ultimo.
L'immagine
che il mio cervello elaborò la mostrava come una mantide
religiosa e rabbrividii, valutando la possibilità che dopo
averlo fatto mi avrebbe ucciso.
Credevo
davvero che sarebbe stata in grado di farlo. Vedevo già i
resti del bel ragazzo che ero in una busta nera.
Se
fosse stata davvero la mia ultima volta, pensai, volevo godermela.
La
presi di forza e capovolsi la situazione. Ora era lei sotto di me.
Parve
divertita da quel mio gesto audace, ma me ne fece pentire
immediatamente, stringendo le gambe intorno al mio bacino con tanta
di quella forza che mi sentii quasi soffocare.
"Sono
stata una ginnasta da piccola" mi disse con un sorriso malefico.
"E
io ho giocato a rugby" le risposi con tono di sfida.
"Ma
bene" ribatté, accarezzandomi la schiena con delicatezza
per poi conficcarmi le unghie sotto le scapole.
Mi
stava facendo incazzare.
Addentai
il suo collo e lei rispose mordendomi con rabbia la spalla. Pensai
quasi che avesse staccato un pezzo di carne.
La
penetrai con violenza, meritava una punizione.
Sbarrò
gli occhi e finalmente un gemito uscì dalla sua bocca.
Approfittai del momento per baciarla. Mi illuse fingendo una resa
incondizionata. Le nostre lingue si lambirono voracemente
fino
a che il mio labbro inferiore non fu a portata dei suoi denti. Lo
strinse tra gli incisivi taglienti e sentii il dolce sapore del
sangue sul palato.
Era
il diavolo in persona.
Sembrò
talmente compiaciuta di sé, da portare le mani sul mio
sedere,
invitandomi ad accelerare il ritmo.
Seguirono
urla disumane, imprecazioni e invocazioni a tutti gli Dei del
Pantheon. Fino a che un rumore sordo decretò l'apice del
nostro piacere e la rottura della rete del letto.
"Non
male" furono le sue ultime parole, mentre io contuso, ma
soddisfatto, cercavo di trovare una sorta di razionalità a
quanto appena accaduto.
******************************************************************************************************
Intanto
, sulla spiaggia, la dolce Hinata aveva il suo bel da fare con uno
scatenato Naruto...
Angolo
Autrice
A
grande richiesta, ecco l'aggiornamento! Ho avuto parecchi dubbi in
merito. Non sapevo se inserire questa scena che a mio parere ha
dell'assurdo oppure continuare con la storia di Sasuke e Sakura,
lasciando le altre due coppie come contorno.
Alla
fine, l'idea di Ino Yamanaka dominatrice ha vinto. Quindi, il
prossimo capitolo sarà incentrato sulla terza coppia, la
"extravergine" Hinata e Naruto.
Lo
so, lo so. Non è da me scrivere Naruhina e sono scioccata
quanto voi, ma ultimamente ho il cervello in pappa e non si sa quello
che ne può venire fuori. Prometto, però, che non
scriverò storie su Naruto e Hinata. Già il
pensiero di
scrivere un capitolo su di loro mi crea degli scompensi emotivi e
sicuramente le fan del pairing mi bastoneranno allegramente, quindi,
per la mia salute mentale, sarà un episodio isolato.
Ho
un'altra notizia da darvi. Come forse avrete notato, ho cambiato il
Nickname - sono esaurita, è ufficiale!
Nella
mia pagina personale troverete una spiegazione più o meno
credibile al mio gesto. Inoltre troverete anche una nuova fan che non
compare nel Fandom di Naruto, ma tra le "Originali". Ebbene
sì, alla fine ce l'ho fatta.
*
nasconde la testa nella sabbia*
Mi
farebbe molto piacere conoscere il vostro giudizio in merito.
Al
prossimo aggiornamento che prometto di postare in tempi ragionevoli.
:-)
Kiss
kiss
Blueorchid31
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Capitolo9 ***
Capitolo
9
Ero
seduta su quello scoglio da non si sa quanto tempo. La brezza del
mare faceva svolazzare i miei capelli corvini, costringendomi a
metterli spesso dietro le orecchie per cercare di tenerli
fermi.
Naruto
era andato a prendere da bere, ma non vi erano sue tracce
all'orizzonte. Iniziai a pensare che mi avesse lasciata
lì.
Come biasimarlo?
Ero
una persona banale, noiosa e taciturna. La timidezza è
sempre
stata il mio tallone di Achille, sia nella vita sociale che in quella
lavorativa.
Ino
ha ragione nel chiamarmi la "extravergine Hinata" , ho
superato i diciott'anni da un pezzo, eppure non mi sono ancora
concessa a un uomo. L'idea di denudarmi davanti a un'altra persona
è
per me inconcepibile. A volte arrossisco anche davanti allo
specchio.
Il
problema è che non mi piaccio - dice Ino. Eppure ho tutto al
posto giusto: un seno prosperoso, un bel viso, forse i fianchi troppo
accentuati, ma sempre secondo Ino, quelli sono simbolo di
maternità
e aumentano il mio sex appeal - come se ne avessi uno.
Finalmente
vedo rispuntare la testa bionda di Naruto - che coraggio!
Ha
in mano due bicchieri colorati. Se bevo qualcos'altro stasera rischio
di vomitargli sulle scarpe, anzi sugli infradito - anche peggio.
Ha
un sorriso davvero luminoso e sembra un bravo ragazzo, ma ho paura
che possa volere da me qualcosa che non posso dargli.
-§-
"Ma
quanto ci vuole per prendere due bevute" sbraitai al barman
improvvisato, che non aveva idea di dove mettere le mani com tutta
quella folla.
Fui
costretto a fare il giro della tavola di legno che fungeva da bancone
per dargli una mano. Sperai che Hinata non andasse via, ma le avevo
promesso che sarei tornato con qualcosa da bere e io mantengo sempre
le promesse.
Dopo
aver dato una bella sfoltita alle ordinazioni, grazie alle mie
incredibili capacità, presi due bicchieri, che ovviamente
non
pagai e corsi verso lo scoglio dove l'avevo lasciata.
La
guardai da lontano sistemarsi i capelli mossi dal vento dietro le
orecchie. Era una visione celestiale! Sembrava una sirena appena
approdata sulla spiaggia per godersi il chiaro di luna. Fui costretto
a concentrare lo sguardo sui miei passi per non cadere sulla sabbia e
fare la figura dell'idiota.
"Scusa
il ritardo, ma ho dovuto dare una mano a quel finto barista"
esordii, porgendole il bicchiere.
"G-grazie"
balbettò con dolcezza. Era la persona più dolce
che
avessi mai conosciuto, così delicata, quasi eterea.
"È
una bella serata vero?" tipica frase di circostanza, non mi era
venuto in mente niente di meglio.
"Già"
risposta di circostanza.
"Cosa
fai nella vita, Hinata?" le chiesi, cercando di rompere il
ghiaccio che sembrava infrangibile.
"L-lavoro
nell'azienda di famiglia." aveva balbettato solo sulla prima
parola, stavamo facendo progressi.
"E
di cosa si occupa?" era la prima volta che mi capitava di dover
cavare le parole di bocca a una ragazza, di solito toccava trovare un
modo per azzittirle.
"Occhiali
... produciamo occhiali" rispose senza balbettare.
"Quale
marca?"
"Byakugan"
tentennò un po'prima di rispondere.
"Caspita!
I miei occhiali da sole sono di quella marca!"
"S-sì,
l'ho notato"
"Hai
un fidanzato?" i convenevoli erano finiti, ora bisognava passare
a domande più intime per tastare il terreno.
-§-
"Oh
Kami! Eccoci... che gli racconto adesso? Che sono vergine?"
pensai mentre la mano che sosteneva il bicchiere prese a tremare.
Scossi
la testa, sentendo il viso avvampare - dovevo sembrare un pomodoro.
"Una
ragazza così carina, non ha il fidanzato?" tipica frase
da lumacone, mi aspettavo qualcosa di meglio da lui, infatti non
risposi.
"Scusa,
è una frase banale. È solo che davvero ti trovo
molto
carina"
Ok,
stavo per svenire. Lo sentivo, la vista mi si era annebbiata e le
orecchie mi fischiavano come la locomotiva di un treno.
Perché?
Perché ogni volta doveva finire così? In pratica
i
momenti più intensi della mia vita non li ho mai
vissuti.
Svenire
da seduta potrà sembrare un'assurdità, eppure se
non
fosse stato per la spalla di Naruto, mi sarei spiaccicata come
un'otaria spiaggiata su quello scoglio.
Credo
che fraintese il mio gesto, perché si affrettò
subito a
intrecciare la sua mano alla mia, mentre io perdevo placidamente i
sensi.
-§-
"È
fatta!" urlai vittorioso dentro di me quando sentii la sua
guancia posarsi sulla spalla.
Subito
presi la sua mano intrecciandola alla mia. Funzionava sempre! Lei mi
lasciò fare anche se c'era qualcosa di strano che non
razionalizzai immediatamente. La sua mano sembrava quasi priva di
vita.
La
scostai leggermente da me per passare alla fase due , la sua
testa cadde in avanti e quasi non mi ruppe il naso. Si era
addormentata? Era svenuta???
Iniziai
a scuoterla dolcemente invocando il suo nome fino a che i suoi occhi
perlacei non si riaprirono.
"Na-Naruto"
"Ti
sei addormentata"
In
realtà ero svenuta, ma era uguale.
Incrociai
i suoi occhi azzurri, così limpidi e vispi,entre il sangue
ricominciava a tornarmi alla testa.
Le
sue mani calde avvolgevano le mie guance pallide e iniziai seriamente
a pensare che volesse baciarmi.
E
così fu...
Vidi
le sue labbra carnose avvicinarsi pericolosamente alle mie e pregai
tutti i Kami di non farmi svenire... questa volta no.
Strinsi
gli occhi quando le nostre bocche si toccarono, mentre il rossore
delle mie gote invase anche la fronte e le orecchie. Sentivo di
essere incandescente.
Qualcosa
di umidiccio, cercò di farsi strada tra le mie labbra... la
lingua, che sciocca! Non ero un esperta in baci, in realtà
ne
avevo dati pochi nella mia vita e questa inesperienza mi creava un
senso di inadeguatezza.
La
lasciai entrare, gustandone il sapore. Condusse lui le danze - io non
avevo idea di cosa fare - mordicchiandomi il labbro inferiore per poi
ritornare ad accarezzare la mia lingua con la sua.
Sentii
la sua mano staccarsi dalla guancia e scendere sul collo fino al...
"Ah!"
urlai guardando la sua mano sul mio seno destro, intenta a palparlo.
"Scusa,
scusa, scusa" era diventato rosso per la vergogna.
"No,
s-scusa t-tu, n-non volevo, si insomma... tu..." balbettai
qualcosa di incomprensibile per cercare di uscire da quella
situazione. Adesso sarebbe venuto sicuramente fuori che ero vergine e
lui o mi avrebbe mandata a quel paese o avrebbe cercato di essere il
primo.
Succedeva
sempre così.
-§-
"Ma
che ho fatto?" piagnucolò la mia mente "L'ho solo
palpata e lei si è messa a urlare"
Balbettò
qualcosa di poco chiaro per togliermi dall'imbarazzo, ma in una
situazione del genere era assurdo che non provassi a palparla viste
le sue enormi doti.
"Andiamo
a casa?" mi chiese subito dopo e io non potei far altro che
accontentarla. Avevo ancora una possibilità.
Ci
dirigemmo verso gli scooter e notai che mancava quello di Shikamaru,
mentre l'altro, di Sasuke, era ancora parcheggiato lì.
Mi
abbracciò con forza, come all'andata, poggiando il viso
sulla
mia schiena. Visti da fuori dovevamo sembrare due fidanzatini,
peccato che a quell'ora di notte girasse solo qualche cane sciolto.
Arrivammo
al villaggio e lei scese velocemente dallo scooter, correndo verso
gli chalet.
Ovviamente
la inseguii. Non riuscivo a capire il suo comportamento. Quando
l'avevo baciata non aveva opposto alcuna resistenza, ma quando la mia
mano era scesa sul suo seno, sembrava come se l'avessi scottata.
Quando
arrivai davanti la porta del suo chalet, lei si era già
chiusa
dentro.
Bussai
ripetutamente senza ottenere risultati e a un certo punto mi arresi,
voltandomi per tornare al mio alloggio.
Fu
in quel momento che la serratura della porta scattò.
-§-
Che
faccio adesso? Lo faccio? No, non lo faccio. Ma se non lo faccio, lo
perdo e a me lui piace. Quanto vorrei che ci fosse Ino qui. Mi
direbbe sicuramente di farlo, con uno dei suoi modi molto
convincenti.
Mi
guardai allo specchio, girandomi prima da un lato e poi dall'altro.
Sistemai i capelli e controlla di avere addosso un intimo decente.
Naruto
continuava a bussare alla porta e io non sapevo cosa fare. Se gli
avessi aperto, probabilmente avrebbe voluto farlo, in caso contrario,
l'avrei perso.
Il
solito dilemma.
Gli
aprii.
"Ho
fatto qualcosa di sbagliato?" mi chiese mettendosi seduto sul
divanetto.
"N-no,
nulla. È solo che... " provai a confessare, ma le parole
mi morirono in gola.
"Ho
capito, non ti piaccio" concluse erroneamente sbattendo le mani
sulle ginocchia.
"No!"
urlai con voce stridula.
Lui
alzò un sopracciglio, stupito dalla mia risposta troppo
eloquente.
"La
verità" continuai con il mio solito tono di voce "
la verità è che io, la verità
è che io"
presi una lunga rincorsa " la verità è che io
sono
vergine!" urlai infine, mettendomi le mani sul viso per la
vergogna.
"Credi
nei segni zodiacali? Cos'è non siamo compatibili? Non
ricordo
di averti detto quando sono nato?"
Bello
era bello, ma a volte sembrava tonto.
Questo
suo fraintendere le mie parole, rese tutto ancora più
difficile.
"Non
intendevo quello" mormorai, stringendo gli occhi per paura della
sua reazione.
"Ooohhh!"
c'era arrivato.
-§-
Vergine,
oh Kami, è vergine? Con le amiche che si ritrova, avrei
pensato tutto fuorché che fosse vergine.
Ecco
svelato il mistero. Solo che adesso avevo un problema enorme nei
pantaloni e nessuna soluzione.
"Per
religione o per scelta?" un'altra domanda stupida.
"Credo
per scelta"
Sempre
meglio della religione.
Mi
avvicinai a lei e le scostai le mani dal viso. La baciai dolcemente e
mi meravigliai di me stesso. Avevo riempito la valigia di
preservativi e invece avevo trovato una ragazza con cui non sarebbero
serviti. In un'altra situazione me la sarei data a gambe, ma c'era
qualcosa in lei che mi attirava, forse proprio la sua
delicatezza.
Mi
rivolse uno sguardo stupito e mi invitò a stendermi sul
letto
con lei.
Cercai
di non essere troppo spudorato, accarezzandola dolcemente sulla
schiena e sulle gambe, evitando i punti sensibili. Il cavallo del mio
bermuda divenne troppo stretto per i miei gusti, ma non osai
chiederle niente.
Le
sue mani affusolate, percorrevano il mio viso, scendevano sul collo,
torturandomi dolcemente.
Stavo
per impazzire.
"C'è
una minima speranza che tu possa ripensarci?" le sussurrai sulle
labbra, tra un bacio e l'altro.
-§-
"Forse"
gli risposi con un sorriso.
Ci
baciammo per tutta la notte. Lui non provò più a
palparmi, se non dopo il mio consenso. Sapevo che per lui poteva
essere una tortura, ma in quel momento con le sue mani che
accarezzavano il mio seno sopra il vestitino, iniziai a provarla
anch'io, per la prima volta. Forse sarei potuta andare oltre quella
sera stessa, ma scelsi di non farmi prendere dalle emozioni.
Dopotutto se era rimasto, significava che non gli importava.
Angolo
Autrice
Bentrovati!
Non
nego di aver dovuto violentare il mio essere per scrivere questo
capitolo... sono una sasusaku e tale rimango.
Tuttavia,
era giusto dare un po' di spazio anche a Naruto e Hinata, come per
Shikamaru e Ino.
Se
deciderete di non dare giudizi a questo capitolo, o di insultarmi
pesantemente, sappiate di avere la mia più totale
comprensione.
Forse
riceverò la recensione di qualche
Naruhina... no a quel
punto il mondo potrebbe finire.
A
presto
Il
prossimo capitolo è sasusaku, tranquilli.
kiss
kiss
Blueorchid
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Capitolo 10 ***
Capitolo
10
La luce del sole
entrò
prepotentemente dalla finestra dello chalet illuminando il viso di
Sasuke che dormiva riverso sul materasso, con le braccia sotto il
cuscino.
Mi ero svegliata
già
da un po' e mi ero soffermata a guardarlo.
Dopo la festa in
spiaggia
eravamo tornati al villaggio, da soli. Gli altri ci avevano preceduto
ed ero curiosa di sapere come fosse andata la serata alle mie amiche.
Avevamo rifatto
l'amore ed
era stato fantastico. Era incredibile l'affinità tra noi...
con il mio fidanzato non mi ero mai sentita così a mio agio.
Il suo dolce viso
poggiava
sul cuscino del mio letto e la mia coscienza, risvegliata dalla luce
del sole, mi ricordò che non dovevo in alcun modo
affezionarmi
a lui perché era solo qualcosa di passeggero, che non
avrebbe
avuto alcun seguito.
Socchiuse appena
gli occhi e
masticò un "Buongiorno" con la sua voce profonda e
sexy.
"Buongiorno"
risposi, appoggiando la testa sul cuscino di fianco al suo,
intrecciando i nostri sguardi.
Pensai a quale
colore potesse
uscire dalla fusione dei nostri occhi.
Nero e verde.
"A cosa pensi?" mi
chiese, stiracchiandosi.
"Nulla" mi
affrettai a rispondere, ridestandomi da quei pensieri troppo
romantici per una storia che non poteva avere futuro.
Lui
continuò a
fissarmi. Probabilmente non se l'era bevuta.
Come avrei potuto
spiegargli
quello che stavo provando? E soprattutto perché l'idea di
dirgli la verità mi terrorizzava?
Feci per alzarmi
dal letto,
quando sentii le sue braccia avvolgermi.
-§-
"Dove pensi di
andare?"
pensai, catturando il suo corpo che stava scivolando silenziosamente
fuori dal letto.
Era incredibile
quanto mi
piacesse sentire il suo odore addosso. Non avevo mai provato niente
del genere prima. Mi sentivo come drogato da sensazioni contrastanti,
ma piacevoli. Lei era misteriosa e ingenua allo stesso tempo,
lasciandomi perennemente in allerta, come se da un momento all'altro
potesse dirmi che era tutto finito. Questa costante sensazione di
camminare sul filo del rasoio, mi eccitava. Niente era scontato con
lei o forse ero talmente in balia delle emozioni da immaginare tutto.
La stavo idealizzando? Mi andava bene così. Mi sentivo
stranamente in pace con lei.
"Vuoi poltrire
tutto il
giorno?" mi chiese, cercando di divincolarsi debolmente dal mio
abbraccio. Sembrava irrequieta e non riuscivo, come sempre, a capirne
il motivo.
"Poltrire no...
ma..."
e la costrinsi a voltare il viso verso di me per farle capire quali
fossero le mie intenzioni.
"Asp..."
Troppo tardi. La
mia lingua
l'aveva zittita.
-§-
Mi arresi.
Come avrei potuto
resistere?
Cercai strenuamente
qualcosa
che mi costringesse a respingerlo, ma non aveva neanche l'alito
pesante, malgrado si fosse svegliato da poco.
Era così
bello sentire
la sua lingua accarezzare la mia e la sua mano che stringeva
possessivamente il mio fianco.
Ero in trappola e
non avrei
mai pensato che potesse essere così piacevole.
L'idillio, per
fortuna o
purtroppo, venne interrotto bruscamente.
"Sakura, se
sveglia?"
La voce flebile di
Hinata
risuonò nelle mie orecchie con gli stessi decibel di un
subufer piantato sula testata del letto.
Cazzo!
"Dai,
starà
ancora dormendo. Andiamo a fare colazione, ho fame!"
Ottima
idea Naruto,
portala via!
-§-
Il dobe?
Vecchia volpe, alla
fine ce
l'aveva fatta con la moretta.
"Perché
non gli
apri? Potremmo andare a fare colazione con loro."
Dopo la serata in
spiaggia e
il movimento fisico fino all'alba, iniziavo a sentire i morsi della
fame.
La vidi impallidire
e
iniziare a torturarsi le mani nervosamente.
Aggrottai la fronte
chiedendomi che cosa le stesse prendendo e cominciai a elaborare le
più disparate ipotesi: poteva essere una persona riservata e
quindi preferiva non dire nulla alle sue amiche di noi oppure poteva
- no, impossibile - vergognarsi di me?
So solo che non mi
diede
molto tempo per pensarci, bloccando i miei pensieri con un focoso
bacio.
"Non avevi detto di
avere qualcos'altro in mente?" mi chiese mentre scompariva sotto
le lenzuola.
Eccolo il
motivo, stupido
paranoico che non sei altro.
Appoggiai il capo
alla
testata del letto beandomi di ciò che stava facendo
"lì
sotto" e tutti i pensieri si dissolsero immediatamente,
lasciando il posto a sensazioni incredibili.
Per quel che mi
riguardava
potevamo rimanere tranquillamente tutto il giorno in camera,
chissà
se anche lei avesse avuto la stessa idea, ma per come si stavano
mettendo le cose, sembrava proprio di sì.
La vedevo muoversi
sotto il
leggero lenzuolo di cotone, mentre si prendeva cura di me con una
delicatezza perversa.
Quella ragazza mi
stava
traghettando di nuovo verso una buona mezz'ora di piacere estenuante
e iniziavo ad avere la consapevolezza che molto probabilmente non
sarei riuscito più a farne a meno.
Non era solo una
questione
sessuale, per quanto fosse molto appagante. Era un insieme di cose,
di sensazioni, che mi stava portando a credere di aver trovato una
persona per cui valeva davvero la pena di tentare.
-§-
"Porcaccia!" fu
l'unica esclamazione silenziosa che mi concessi, mentre nascondevo il
mio viso atterrito sotto le lenzuola.
Quella situazione
stava
diventando paradossale e... pericolosa.
Anche questa volta
l'avevo
scampata per un soffio, ma per quanto ancora avrei potuto fingere?
Forse avrei potuto
dirlo
anche a Hinata e godermi in santa pace quella "storiella
extraconiugale" senza aver paura di essere scoperta. Ma a
differenza di Ino, un giudizio di Hinata mi avrebbe fatto sicuramente
sentire una piccola cacca spiaccicata al suolo. Lei non mi avrebbe
mai giudicata apertamente, ma i suoi occhi non sarebbero riusciti a
mascherare la disapprovazione. Erano le mie damigelle di nozze,
cazzo! Ino aveva sempre avuto delle vedute più ampie, ma
lei,
Hinata, viveva ancora in un mondo in cui la moralità aveva
un
significato importante.
Ero una persona
immorale...
ecco cos'ero. Mi nascondevo sotto un lenzuolo che sapeva di vergogna,
ma anche di... lui.
Lui, con i suoi
occhi
carbone, così intensi e avvolgenti; lui, con i suoi
addominali
scolpiti e le spalle possenti; lui con il suo... ehm... che mi faceva
volare su un altro pianeta; la sua voce profonda, terribilmente
erotica e i suoi discorsi brevi, ma intensi.
Razionalizzai,
mentre i suoi
gemiti sommessi attraversavano il cotone, che... che...
Porcaccia,
porcaccia,
porcaccia!
Non era possibile,
non doveva
accadere... Mi ero innamorata di lui.
Smisi di fare
quello che
stavo facendo perché le lacrime involontariamente erano
scese
sul mio viso. Appena sentii il frusciare del lenzuolo che si alzava,
mi lanciai sulle sue labbra per nascondere la maschera di lacrime che
era diventata la mia faccia. Lo costrinsi a cambiare posizione e a
sovrastarmi, trattenendo la sua testa sul mio collo. Provò
ad
alzarla, ma immediatamente la rimisi dov'era per paura che scoprisse
che stavo piangendo e iniziasse a pensare che fossi matta.
Infatti lo ero...
una
matta... una persona cattiva che aveva ceduto alla lussuria con un
perfetto sconosciuto, con un marito - quasi
- che mi attendeva a braccia aperte, ignaro di
tutto e
sinceramente innamorato di me
Mi sentii
improvvisamente
triste. Non ero per niente contenta di me stessa, ma poco dopo quelle
brutte emozioni si erano trasformate in un orgasmo da togliere il
fiato e le lacrime sembrarono riallocarsi negli occhi che si
spalancarono come la mia bocca, che solo a quel punto aveva accolto
la lingua del ragazzo.
-§-
Ebbi come
l'impressione che
stesse piangendo, ma non mi diede modo di appurarlo. Molte ragazze
avevano pianto a causa mia, ma solitamente avveniva dopo, non
durante, quando mi rivestivo e le lasciavo lì come oggetti
che
non servivano più. Una sola volta mi era capitata una tipa
che
in pieno orgasmo piangeva come una fontana: inquietante.
Comunque come da
sua tacita
richiesta, la presi di nuovo, ma a differenza delle altre volte
percepii qualcosa di diverso. Era come...
Era come se
avessimo fatto
l'amore. Come se quell'atto avesse coinvolto non solo i nostri corpi
ma anche le nostre anime che si erano avvinghiate l'una all'altra.
Mi mancava il
respiro per
l'intensità di quell'emozione. Non avevo mai provato con
nessun altra nulla del genere e stranamente non mi spaventò,
anzi lasciai che si impadronisse totalmente di me.
Rimanemmo a lungo
immobili,
incastrati l'uno all'altra, con i respiri corti e quella nuova
sensazione così appagante fino a che lei non ruppe il
silenzio.
"Sasuke, devo dirti
una
cosa"
Alzai appena il
capo
dall'incavo del suo collo per guardarla negli occhi. Erano rossi e
lucidi.
Una strana angoscia
cominciò
ad attanagliarmi lo stomaco, sembrava che stesse per dirmi qualcosa
di spiacevole, me lo sentivo. La stessa sensazione che avevo provato
la sera prima e continuava a perseguitarmi. Probabilmente avevo solo
paura che tutto finisse, che lei mi dicesse che non voleva
più
saperne di me. Pensieri poco consoni per uno che aveva sempre
"lasciato". Eppure, sapevo che lei mi stava nascondendo
qualcosa. Nonostante la conoscessi da poco, il suo atteggiamento era
sempre stato talmente trasparente da spingermi a considerarla una
persona onesta e leale, incapace di mentire. Ma cosa sapevo davvero
di lei?
Era un'artista, una
bella
ragazza e un'ottima amante. Non mi bastavano più quelle
informazioni, volevo saperne di più, conoscerla meglio anche
se ero perfettamente cosciente del fatto che se già in un
certo qual modo sentivo per lei dei sentimenti, se fossi passato a un
livello superiore di conoscenza, non sarei riuscito più a
tornare indietro.
Presi coraggio e
pensai di
rassicurarla con un bacio leggero sulle labbra. Lo rifiutò,
voltando appena la testa da un lato.
Brutto
segno.
"Penserai che io
sia una
stupida."
Non lo pensavo, ma
l'incipit
non prometteva nulla di buono e iniziai a innervosirmi, soprattutto
perché non mi guardava negli occhi.
"Io... io non so
cosa mi
stia accadendo."
Paranoia
in corso. In
un'altra situazione avrei sbuffato, mi sarei tirato su e me ne sarei
andato, ma non con lei. Volevo sentire quello che stava per dirmi,
qualunque cosa fosse.
"Io... io non mi
sono
mai lasciata andare così con nessuno. Non ho mai provato
niente del genere e sento che sto perdendo me stessa."
Quello che lei non
sapeva e
forse non immaginava neanche, era che anch'io provassi le medesime
cose.
Mi sentivo
smarrito. Stavo
bene solo tra le sue braccia, sul suo corpo caldo, con il suo profumo
nelle narici. Ma la paura di perdere me stesso, in quel momento, era
nettamente inferiore rispetto a quella di perdere lei.
-§-
Che
diavolo stavo facendo?
Avevo appena
intavolato una
dichiarazione d'amore in grande stile?!
Non era quello che
volevo
dirgli e non so come mi sia uscito un discorso così stupido.
Fece passare una
mano sulla
mia guancia e con delicatezza mi costrinse a voltarmi verso di lui, a
incrociare i suoi occhi.
Pensai che avrei
letto in
essi disappunto, derisione per quelle parole da adolescente in crisi
ormonale e invece mi guardavano carichi di dolcezza.
Continuò
ad
accarezzarmi la guancia e i capelli, facendoli scorrere tra le dita.
"Non devi avere
paura di
dirmi quello che senti, perché potresti essere corrisposta"
era questo che mi comunicò il suo sguardo e allora mi
lanciai,
senza elastico, né paracadute.
"Io credo... credo
di
amarti"
Stupida
idiota!
In un modo o
nell'altro
credevo di aver risolto il problema perché secondo la mia
ipotesi, lui sarebbe dovuto scappare a gambe levate.
Mi baciò
di nuovo, con
dolcezza. Accarezzò lentamente la mia lingua , facendo delle
pause che mi sembrarono infinite.
"Ok. Adesso si alza
e se
ne va.Ti prego alzati e vattene. Lasciami qui sola e triste
perché
è quello che mi merito. Quello che provo non è
falso,
ma tutto il resto lo è. Quindi fammi scoprire che sei un
bastardo e che quello sguardo non è colmo di dolcezza, ma di
pietà verso questa stupida ragazza che dopo due giorni ti
sta
aprendo il suo cuore già impegnato"
Si
scostò da me,
stendendosi al mio fianco. Mi accarezzò ancora la guancia
con
il dorso della mano e si avvicinò al mio orecchio, facendomi
sentire il suo respiro.
Io non respiravo
più.
Ero in attesa, di cosa non ne avevo la più pallida idea, non
sapevo cosa sperare.
"È
strano"
sussurrò con voce roca, insicura e io rabbrividii pensando
che
quello fosse l'inizio di un discorso di commiato.
"Mh" Non mi girai,
ma riuscii a capire che quel suono aveva preannunciato un sorriso.
Anche il cuore mi
si fermò
e i miei muscoli si irrigidirono tutti.
"Stavo pensando la
stessa cosa"
Spalancai gli occhi
dallo
stupore. Una parte di me era talmente felice che avrebbe potuto
piangere di gioia, l'altra era devastata a tal punto che avrebbe
pianto di disperazione.
Nel dubbio, piansi
comunque e
questa volta lui non poté non accorgersene.
"Perché
piangi
adesso?"
Ovvia domanda... ma
cosa
avrei dovuto rispondergli?
"Non lo so"
Rimasi sul vago.
Anche se
sapevo perfettamente quale fosse il motivo. Adesso ero davvero in un
mare di guai. Eppure sapere che lui in qualche modo ricambiasse i
miei sentimenti, mi faceva sentire leggera.
"Dai noiosa,
scendiamo
da questo letto"
Noiosa? Ero noiosa
perché
mi stavo struggendo l'anima? Ma lui cosa poteva saperne.
Mi
infastidì appena
quell'epiteto perché in quel momento mi sentivo tutto,
fuorché
noiosa.
Una merdaccia...
ecco
cos'ero.
Si diresse verso il
bagno e
sentii lo scrosciare dell'acqua della doccia. Io ero ancora immobile
con le lacrime che mi scendevano ai lati del viso e inzuppavano i
miei capelli e il cuscino.
"Rimani
lì o mi
fai compagnia?" mi chiese, facendo capolino dal bagno.
Adesso che
faccio?
La disperazione si
impadronì
di me.
Ero stata una
stupida. Tra i
tanti discorsi che avrei potuto fare, tra cui in primis "Sasuke
sto per sposarmi", avevo scelto il peggiore. Forse era stato il
modo con cui l'avevamo fatto, lontano anni luce dal sesso sfrenato di
quella notte, di tutto il giorno precedente e della prima notte. Ero
curiosa di sapere cosa provasse, se anche lui avesse sentito quel
trasporto che mi aveva annebbiato la vista e confuso i sensi.
"A-arrivo"
balbettai e quando udii le porte della doccia chiudersi, mi alzai e
cercai la borsa.
Sul display del
cellulare
comparivano tre messaggi non letti.
Li cancellai senza
neanche
guardare cosa ci fosse scritto. Sapevo chi me li avesse mandati, ma
in quel momento mi sentivo troppo confusa per affrontare anche
quello.
E poi con che
coraggio avrei
potuto rispondergli?
Riposi il cellulare
nella
tasca interna, togliendo anche la vibrazione.
Ormai ero in ballo
e avrei
ballato. Non avevo idea di dove mi avrebbe portata tutta quella
storia, sapevo solo che non vedevo l'ora di raggiungere Sasuke sotto
la doccia.
Ci amavamo, o
meglio,
provavano qualcosa di molto simile e mi sentivo stranamente completa,
come se avessi trovato quella che in gergo si chiama "anima
gemella".
Avrei sfruttato
quei giorni
per capire davvero cosa volevo.
-§-
Ino Yamanaka,
spiaccicata sul
torace graffiato del suo amante, sbuffò rumorosamente quando
sentì squillare il suo cellulare.
Controvoglia si
alzò
dal letto, cercando di captare da dove provenisse il suono, non
ricordando dove avesse lanciato la borsetta la sera prima.
La trovò
in bagno e
facendo spallucce, non avendo la più pallida idea di come
fosse finita lì, la svuotò sul pavimento -
cercare il
cellulare sarebbe stato più complicato.
"Cazzo!"
esclamò
di cuore, vedendo il nome del chiamante sul display.
"Cazzo, merda,
cazzo...
" continuò a imprecare, portandosi una mano alla fronte,
guardando il cellulare che continuava a vibrare insistentemente.
Tirò un
profondo
respiro e decise di rispondere.
"Ino, ciao, scusa
il
disturbo, ma sto provando a mettermi in contatto con Sakura, ma non
mi risponde"
"Cazzissimo"
pensò,
rabbrividendo all'idea di dover trovare nel giro di un paio di
secondi una scusa plausibile.
"Snorkeling"
rispose d'istinto. Era la prima cosa che le era saltata in mente.
Ricordava di aver visto i dépliant al punto accoglienza del
villaggio.
"Anche di notte?"
Il turpiloquio
interiore
arrivò a dei livelli poco consoni a un pubblico non adulto.
"Lo sai
com'è
fatta Sakura. Quando le prendono le fisse ci si butta anima e corpo"
e non poté non pensare a quanto fosse vera quell'ultima
affermazione.
"Sono contento che
si
stia divertendo. Appena la vedi dille di chiamarmi, ok?"
"Ma certo, non
mancherò"
gli promise a denti stretti.
Fronte spaziosa non
aveva
proprio esperienza in quel campo. Avrebbe dovuto farle un corso
accelerato.
Chiuse la
conversazione,
tirando un profondo sospiro di sollievo.
"Chi era?" le
chiese Shikamaru che si era svegliato sentendo la sua voce.
"Adesso che gli
racconto?" si chiese, provando ad analizzare velocemente quel
casino atomico.
"La
verità è
sempre la scelta migliore" diceva sempre Hinata, ma lei viveva
in un mondo tutto suo, molto diverso da quello reale.
"Devo confessarti
una
cosa"gli disse a testa bassa.
Era l'unica
soluzione.
Angolo
Autrice
Dite la
verità, non
ci speravate più... :-) Neanche io francamente... Avevo il
capitolo a metà da non si sa quanto tempo, avevo perso
totalmente l'ispirazione e mi ero quindi dedicata a Kitchen ed
Entelechia. Poi questa mattina, di colpo, mi è tornata... e
spero vivamente che non vada via di nuovo perché detesto
lasciare le cose incompiute. In giornata pubblicherò anche i
capitoli di Kitchen ed Entelechia. Siete dunque pronti per
un'overdose? Fate scrocchiare le dita, poi distendetele, fate un po'
di stretching, perché desidero ardentemente sapere i vostri
pareri. Orsù, fatemi contenta!
A dopo...
Blueorchid31
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Capitolo 11 ***
Capitolo
11
Shikamaru mi
guardava
sospettoso, attendeva che dicessi qualcosa, ma io mi ero già
pentita dell'exploit di poco prima.
"Allora?" mi
chiese, leggermente scocciato.
Cosa avrei dovuto
fare?
Tradire Sakura? Raccontare tutto all'amico del suo amante, rischiando
di creare un putiferio della miseria?
Non avevo idea se
Sakura
provasse o meno qualcosa per il bel moretto, ma conoscendola,
sicuramente si era già dichiarata. In fondo per mandare a
monte un fidanzamento lungo non si sa quanti anni e un imminente
matrimonio, o il ragazzo aveva delle incredibili doti nascoste, delle
quali a questo punto potevo essere invidiosa, oppure la mia amica non
era mai stata convinta di quello che stava facendo.
"Se non vuoi
dirmelo non
mi frega"
Gentile
come al solito.
Era necessario un
sacrificio
da parte mia. Dovevo cercare di parare il sedere alla mia amica
perché sicuramente Shikamaru aveva ascoltato la telefonata e
il nome di Sakura. Gli uomini hanno questo cameratismo innato che li
rende pericolosissimi. È una specie di setta, si appoggiamo
e
si difendono a vicenda, mentre noi donne siamo un po' più
inclini all'invidia e , a meno che il rapporto non sia veramente
stretto, tendiamo a metterci i bastoni tra le ruote a vicenda.
"Ascoltami bene
perché
quello che ti dirò non ti farà piacere" esordii,
raggiungendolo sul letto.
Lui
sbuffò, sempre più
annoiato.
Proferii quelle
parole tutte
d'un fiato attendendo una sua reazione che arrivò
immediatamente.
Fece spallucce.
Insopportabile.
"Non sono affari
che mi
riguardano" concluse, alzandosi dal letto, nudo, bello...
graffiato dall'attaccatura del collo fino alle caviglie.
Mi sentii
incredibilmente
soddisfatta riconoscendo i miei segni su di lui.
"Non dirai nulla,
vero?"
"Tra qualche giorno
ripartirete, non sarò di certo io a rovinarvi la vacanza"
Sapevo di poter
contare su di
lui. Nonostante fosse un burbero cafone, era un ragazzo intelligente.
"Allora, ci vediamo
più
tardi... " gli proposi, cercando le sue labbra che, come
previsto, mi concesse senza problemi.
Fu un bacio molto
intenso e
se fosse stato possibile mi sarei concessa a lui ancora, ma a breve
sarebbe iniziato il suo turno e gli toccava anche sostituire il
moretto.
Lo lasciai andare
con un po'
di amaro in bocca, ma sicura di aver fatto la scelta giusta.
-§-
"Dove vai?" gli
chiesi mentre finivo di asciugarmi i capelli.
"Vado a cambiarmi
nel
mio bungalow. Andiamo a fare un giro" mi rispose, tornando
indietro per baciarmi dolcemente e sussurrarmi un "A tra poco"
che mi fece rabbrividire.
Rimasi impalata,
con il phon
tra le mani e il sapore di lui sulle mie labbra.
Ero proprio cotta a
puntino.
Mi voltai per
ritornare in
bagno, quando vidi...
Oh Kami!
Ino era spiaccicata
contro il
vetro del mio terrazzino e la sua faccia non prometteva nulla di
buono.
Ma da dove era
passata?
Probabilmente aveva scavalcato tutti i terrazzi fino al mio. E
soprattutto... Da quanto tempo stava lì?
Pazza
maniaca!
"Dobbiamo parlare!"
mi disse perentoria, senza darmi il tempo di darle il buongiorno.
Cominciò
a camminare
nervosamente per la stanza alla ricerca di qualcosa.
"Che stai
cercando?"
le chiesi, un po' sbigottita.
"Il tuo cellulare"
"Che devi fare con
il
mio cellulare?"
"No, cosa devi fare
tu
con il tuo stramaledettissimo cellulare!"
Iniziai ad avere un
sospetto
che dopo poco lei mi confermò.
"Ha chiamato me!"
Porcaccia!
Il sangue mi si
gelò
nelle vene. Forse avrei fatto meglio a leggere i messaggi e a
rispondergli.
"Shikamaru era con
me,
ha sentito tutto."
Ok. Volevo morire.
Se avessi
avuto un qualsiasi oggetto affilato a portata di mano avrei fatto
harakiri e a quel punto tutti avrebbero pianto per la mia scomparsa e
forse il tradimento sarebbe passato in secondo piano.
"Tranquilla. Ho
sistemato tutto io."
Santa
subito!
Tuttavia l'idea che
avesse
sistemato lei la questione mi inquietava non poco: sapevo come Ino
era solita risolvere le cose.
L'apocalisse era
imminente.
"C-cosa gli hai
detto?"
le chiesi con molta titubanza.
-§-
"Oh, eccoti
finalmente"
esclamò Naruto appena mi vide.
"Comunque non
è
giusto che ti abbiano dato subito il turno di riposo." si
lamentò, cercando nella sua valigia qualcosa da indossare
che
non fosse terribilmente stropicciato.
"Che vuoi farci?
È
questione di fortuna! Piuttosto, con la moretta?" non che
m'importasse saperlo, ma mi sentivo particolarmente di genio in quel
momento.
Tasto
dolente.
"Chi Hinata? Oh,
è
stata una cosa da urlo! È fantastica!" rispose, sapendo
che io non avrei approfondito il discorso, ma il troppo entusiasmo
con cui mi aveva risposto, mi aveva fatto sospettare che le cose non
fossero proprio andate "benissimo".
"Dove vai di bello
oggi?"
Cambiò
argomento,
dandomi conferma del sospetto che la moretta lo avesse mandato in
bianco.
"Un po' qui, un po'
lì"
risposi distrattamente, abbottonando la camicia.
"Buongiorno"
"Hey Shika! Anche
tu non
sei tornato a dormire stanotte ne?"
Shikamaru non aveva
la faccia
di uno che aveva passato la notte a fare sesso con una ragazza.
Sembrava un po' preoccupato e più annoiato del solito.
Si
spogliò, lanciando
i vestiti sul letto e io e il dobe non potemmo non notare i segni
sulla sua pelle.
"Cazzo Shika! Ma
è
una belva!"
Naruto mi aveva
tolto le
parole di bocca. Avevamo entrambi gli occhi sbarrati per lo stupore.
Quella ragazza doveva essere una furia assassina. Sembrava come se
fosse stato attaccato da una decina di gatti incazzati.
Naruto gli si
avvicinò
per guardarlo meglio.
"Teme, guarda che
roba!"
esclamò, soffermandosi sul suo torace, la parte
più
maciullata, ancora rosso e un po' sanguinolento.
"Hai finito?"
ringhiò Shikamaru, decisamente più insofferente
del
solito.
"Ti conviene starle
alla
larga o quella ti scuoia vivo"
Per una volta ebbi
l'impulso
di dare ragione al dobe. Era inaccettabile che una ragazza lasciasse
certi segni, se fosse capitato a me, al primo graffio, mi sarei
rifiutato di andare avanti.
"Tranquillo. Non
credo
che durerà a lungo"
-§-
"Che cooosaaaa???"
urlai come una pazza.
"Meglio no? Avresti
preferito che gli dicessi la verità?"
"Sì, no,
ma..."
non sapevo cosa risponderle. Mi sarei aspettata di tutto, tranne
quello.
"Sta tranquilla
Sakura.
A Shikamaru non interessa. Ha detto che non ci rovinerà la
vacanza."
Magra
consolazione.
Perché
Ino gli aveva
raccontato una cosa del genere? Possibile che non ci fossero
alternative?
"Hey, vedi di
riprenderti dallo shock e chiamalo"
Ottimo
consiglio.
"Gli ho detto che
sei
andata in fissa con lo snorkeling"
"Snork... che?" non
avevo idea di cosa fosse.
"Immersioni
subacquee"
mi disse, uscendo dalla porta.
Immersioni? Ma se
io non
sapevo neanche andare sott'acqua senza tapparmi il naso con le dita!?
Ero in un mare di
guai e
senza boccaglio.
Presi il telefono e
mi misi
seduta sul letto. Lo contemplai per qualche minuto, decidendo sul da
farsi, ma soprattutto su quello che avrei dovuto dirgli.
Immersioni?
Roba da pazzi.
Alla fine mi decisi
e lo
chiamai, sperando che a causa del fuso orario non mi rispondesse.
Forse dopo aver chiamato Ino era andato a dormire - lo sperai, lo
sperai intensamente.
Uno squillo, due
squilli, tre
squilli... poteva bastare, non mi aveva risposto.
Non feci in tempo a
posare il
cellulare sul letto che comparve il suo nome sul display.
"P-pronto?"
Avevo il cuore a
mille e una
insistente sensazione di nausea.
"E così
ti sei
data alle immersioni?"
"Eh,eh,eh! A quanto
pare..."
Avrei voluto
sprofondare
nell'angolo più remoto dell'universo. Quella mattina
effettivamente mi ero immersa, sotto le lenzuola, a fare a Sasuke
un...
Scossi la testa:
non era
quello il momento per pensare a certe cose.
"Pensavo mi avessi
dimenticato"
Più o
meno era così,
ma come potevo dirglielo?
"No, è
solo che
in questo villaggio si fanno tante attività e spesso non ho
con me il telefono"
Sì,
tante attività...
fisiche.
"Te l'avevo detto
che vi
sareste divertite. Quel posto è magnifico e il villaggio
è
ben organizzato"
Me ne ero accorta.
Sobbalzai sentendo
bussare
alla porta: era Sasuke.
"Chi è?"
Possibile che
avesse sentito?
"È
Hinata, mi è
venuta a chiamare perché..." - adesso che m'invento
- "c'è il corso di acqua gym"
"Con tutto questo
sport
che stai facendo quando tornerai sarai ancora più bella"
Già..
"Devo proprio
lasciarti"
La frase poteva
avere due
significati di cui uno estremamente reale e l'altro figurato. Alla
fine più o meno glielo avevo detto.
"Non vedo l'ora che
torni. Ti amo."
La mazzata
finale.
"A-anch'io. Ci
sentiamo
presto, ciao, ciao, ciao" e chiusi, sentendo il cellulare
bruciarmi tra le mani.
Andai ad aprire la
porta e mi
ritrovai di fronte Sasuke, con il braccio appoggiato sullo stipite
della porta, una camicia celeste e un paio di bermuda bianchi.
Sembrava un angelo!
"Sei pronta?"
Per te
sempre.
In
realtà avevo ancora
i capelli un po' umidi, ma non m'importò.
Recuperai gli
occhiali da
sole e il cappello e ci avviammo verso il parcheggio.
"E questa?" gli
chiesi, guardando la decappottabile - mi aspettavo una gita in
scooter.
"È del
villaggio.
Noi del personale possiamo utilizzarla per lunghi spostamenti."
Lunghi spostamenti?
Ma dove
voleva portarmi?
Percorremmo il
lungo mare
fino a imboccare la strada che portava a Sant Antoni de Portmany.
Il vento mi
scuoteva i
capelli e per sicurezza decisi di riporre il cappello tra le gambe,
sotto il cruscotto.
Sasuke aveva
indosso un paio
di occhiali da sole neri che, con il resto dell'abbigliamento, lo
rendevano estremamente seducente.
Mi sembrava di
rivivere
alcune scene di quei vecchi film che tanto mi piacevano. Per un
momento riuscii a non pensare a niente, al matrimonio, alle idee
bislacche di Ino... eravamo solo io e lui, con il vento tra i capelli
e un'avventura di fronte da noi. Niente avrebbe potuto rovinare quel
momento...
"Quindi siete qui
per un
addio al nubilato?"
Quasi
niente.
"G-già"
presa in contropiede, avrei voluto lanciarmi fuori dalla macchina e
farmi investire.
Perché?
Perché Ino non si era fatta gli affari suoi?
"Che
ne pensi del matrimonio?"
La
mia mano cercò la maniglia dello sportello e ci si
aggrappò...
sarebbe stato un piccolo incidente, solo un piccolo incidente.
"Penso
che sia una cosa bellissima se non decidi di andare su un'isola per
l'addio al nubilato – consigliata dal tuo futuro marito - e
non
incontri un figo da panico con cui fai del sesso stellare indi per
cui perdi totalmente la testa"
Questa
sarebbe stata la risposta più opportuna, ma optai per "Penso
che sia un impegno".
Sì,
un impegno che io non stavo rispettando.
"La
tua amica non la vede proprio così" ribatté
prontamente, con tono ironico.
"Che
intendi dire?"
"Essere
sul punto di sposarsi e andare a letto con un altro..." fece una
lunga pausa in cui il mio viso divenne cianotico per lo scarso
ossigeno che pompavano i miei polmoni "che schifo!"
sentenziò, infine, distruggendo anche la più
flebile
speranza che se mai fosse venuto a conoscenza della verità
avrei trovato in lui un minimo di comprensione.
Che stavo
facendo?
-§-
Giungemmo
a Sant Antony in tempo per il pranzo.
La
receptionist del villaggio mi aveva consigliato un locale molto
rinomato dove "poter portare una bella ragazza a guardare il
tramonto", aveva detto proprio così, sospirando con aria
sognante.
Pertanto,
per il pranzo, fui costretto ad affidarmi al mio istinto.
Girai
un po' a vuoto, fino a che non vidi un piccolo ristorantino, poco
distante dalla spiaggia.
Mangiammo
discretamente bene e chiacchierammo a lungo circa i nostri rispettivi
interessi. Mi piaceva ascoltare la sua voce, anche se c'era qualcosa
in lei di strano – più strano del solito
– e lo avevo
notato anche in macchina. Forse il discorso sulla sua amica l'aveva
un po' contrariata. In una situazione analoga non so cosa avrei fatto
al posto di Shikamaru, conoscendomi l'avrei insultata e avrei
troncato drasticamente la cosa.
"Chi
se ne frega!" pensai " Non sono problemi che mi
riguardano."
Ero
lì con quella strana ragazza che disegnava su un tovagliolo
il
mio profilo e non volevo in nessun modo rovinare quel momento.
Fui
costretto ad ammettere che aveva talento: con una penna e un
tovagliolo era riuscita a ritrarmi perfettamente.
Passammo
il resto della giornata a passeggiare per le strade affollate,
visitando mercatini e spiagge deserte fino al tramonto, quando decisi
di giocarmi la carta del "Café del Mar".
Con
lei sapevo di non dover ricorrere a simili mezzucci, ma trovavo
incredibilmente soddisfacente l'idea di stupirla.
Non
ero cosciente, o forse sì, di quanto quella situazione mi
stesse prendendo. Il mio rapporto con le donne non era mai stato
idilliaco, o meglio, per una notte poteva anche esserlo, ma al
sorgere del sole l'istinto di fuggire era sempre stato
incontrollabile.
Con
lei era diverso... non sentivo quel bisogno, anzi, desideravo
l'esatto opposto.
Angolo
Autrice
I
soliti casini di Ino... :-) Io adoro il suo personaggio, adoro la sua
follia e ogni volta mi fa gioco per uscire dalle situazioni
complicate... anche se alla fine le complica di più.
Il
prossimo capitolo sarà estremamente romantico, vi avverto.
Tuttavia, accadrà qualcosa, o meglio, comparirà
"qualcuno" a ingarbugliare ancora di più la vicenda.
Insomma,
inizierà il vero divertimento.
Sono
davvero commossa dal riscontro che questa fan sta avendo. Tra visite,
recensioni, preferiti, ricordati e seguiti è la mia storia
più
gettonata. Vi ringrazio tantissimo!
Quando
ho iniziato a scriverla non avrei mai pensato a un simile seguito e
mi dispiace tantissimo se per un periodo vi ho lasciato un po' sulle
spine, ma l'ispirazione non voleva saperne di tornare.
A
quanto pare quel momentaccio è passato...
Piccolo
spoiler :
"Che
diavolo ci fai tu qui?"
Al
prossimo capitolo
Un
bacione
Blueorchid31
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=2683202
|