Beautiful mess di ivi87 (/viewuser.php?uid=119692)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non si deve chiamare la sfortuna ***
Capitolo 2: *** Gli uomini sono sempre strani quando si tratta di ex fidanzati ***
Capitolo 3: *** Acqua americana ***
Capitolo 4: *** 4 - Chef Castle ***
Capitolo 5: *** 5 - Siamo tutti ex di qualcuno ***
Capitolo 6: *** 6 - Siamo un bellissimo disastro ***
Capitolo 1 *** Non si deve chiamare la sfortuna ***
Beautiful
mess
#
1 – Non si deve chiamare la sfortuna
È
strano come il nostro istinto riesca a percepire certe sensazioni anche
quando
il corpo sta dormendo.
Questo
è il primo pensiero che transita tra le nebbie del sonno
mentre Castle si sente
fissare intensamente.
“Se
sono io a fissarti mentre dormi, ti arrabbi” borbotta aprendo
un occhio.
Kate
gli sorride, seduta a gambe incrociate sul letto
“Vero”.
Quando
apre anche l’altro occhio, Castle si accorge che è
già vestita e perfettamente
pettinata.
“Avevamo
qualcosa in programma?” le domanda cercando di ricordare se
avessero deciso di
fare qualcosa di particolare per quella domenica.
Beckett
scuote la testa “No, ma non avevo più sonno e
finché il mio telefono non
squilla possiamo organizzare qualcosa”.
“Ora
che l’hai detto, il distretto ti cercherà di
sicuro! Come te lo devo dire che
non si deve chiamare la sfortuna?” si lamenta Castle,
portandosi entrambe le
mani alla fronte fingendosi disperato.
“Finiscila,
lo sai che non credo in queste cose. La sfortuna non esiste”.
“Ecco,
ora ci colpirà un asteroide”.
La
donna rotea gli occhi “Va bene, nei pochi attimi di vita che
ci rimangono ti
dispiacerebbe alzarti e vestirti?” Castle sbuffa mentre Kate
esce dalla loro
camera.
Raggiunge
veloce i fornelli e mette a scaldare la piastra.
Sfortuna?
Ma quando mai!
Mancano
pochi mesi al matrimonio, il trasloco da Castle è ormai
ultimato, e per
colazione quella mattina... waffles!
Il
suono del campanello interrompe i suoi pensieri.
Per
fortuna è la porta di casa. Se fosse squillato il telefono
chi l’avrebbe più fermato
Castle, con i suoi te
l’avevo detto, hai
chiamato la sfortuna...
Veloce
raggiunge l’ingresso e quando apre la porta, per un istante
le sembra di vedere
un fantasma.
“Kay
mon
cœur sei
diventata splendidà” esclama l’uomo alla
porta schioccandole immediatamente due
sonori baci sulle guance.
Kate
strabuzza gli occhi più volte prima di manifestare un enorme
sorriso sul volto
“Mathieu!” ora è lei che lo abbraccia
forte “Non ci posso credere!”.
“Credisci mademoiselle
Beckètt”
risponde lui ricambiando il sorriso.
Kate
si porta automaticamente le mani alla bocca “Oddio il tuo
accento
francese..sarà passato un secolo dall’ultima volta
che l’ho sentito!” esclama
piacevolmente sorpresa.
Mathieu
ride “Dai, ti prendo in giro, parlo un inglese perfetto
ora!” confessa dandole
un leggero colpetto al gomito “E comunque sono passati ben
diciotto anni, Kay”.
“Sembrano
molti di più però. Vieni accomodati!”
si scosta di lato per lasciarlo passare e
gli fa strada al’interno.
“Niente
male Kay, sei milionaria adesso?” le chiede ridendo,
osservando il loft.
“Lo
sarà tra un paio di mesi” la voce di Castle li
sorprende, entrando in soggiorno.
Kate
fa un passo avanti mettendosi tra i due uomini “Matt ti
presento il mio
fidanzato, Richard Castle e... Rick, lui è Mathieu
Polìs un mio compagno di
scuola del liceo”.
Lo
scrittore si prende qualche attimo per studiarlo.
Non
molto alto, magrolino, viso asciutto, pelle molto pallida, quasi
diafana.
Un
sorrisino spunta sul volto di Castle mentre nella sua testa lo decreta
come
‘innocuo’.
Allunga
la mano e cordialmente lo saluta “Piacere di conoscerti,
soprattutto se hai dei
succulenti aneddoti su Kate da raccontarmi” come aveva fatto
con Royce, Castle
è sempre curioso di saperne di più sulla giovane
donna che sta per sposare.
“Non
molti in verità, ho frequentato solo un anno nella sua
classe grazie ad un
gemellaggio interculturale con il mio liceo a Parigi, ma comunque
sì...qualche
storiella potrei raccontartela” spiega Mathieu, ricambiando
la stretta di mano.
La
detective arrossisce immediatamente, ma li lascia fare, contenta che si
stiano
simpatici.
“Fai
colazione con noi?” suggerisce Kate “Stavo per fare
i Waffles”.
“Che
Dio benedica l’America” risponde solamente, in
senso affermativo.
“Niente
Waffles in Francia?” domanda lo scrittore.
Matt
assume una finta aria snob “Oh mon dieu
no, siamo troppo perfettini” esclama facendoli
ridere entrambi.
Castle
lo conduce al bancone e Mathieu si accomoda su uno degli sgabelli
mentre lo
scrittore dispone piatti e bicchieri sul lungo ripiano rettangolare e
Kate
comincia a preparare la pastella.
“Come
hai fatto ad arrivare qui?” domanda Kate mentre mescola.
“Sai,
anni fa hanno inventato l’aeroplano. La gente lo usa per
spostarsi da un posto
all’altro” scherza.
Castle
si lascia sfuggire una risata genuina “Sei simpatico! Come
puoi essere amico
suo?”.
Stavolta
tocca a Matt ridere.
“Ah.
Ah. Ah. Esilarante!” commenta, ironica, Kate
“Felice di vedere che già andate
d’accordo”.
“La
verità è che sono a New York da un paio di giorni
e mentre mi dedicavo alla
piacevole lettura del Ledger, indovinate chi annuncia il suo
fidanzamento a
pagina 6?”
Kate
si mordicchia il labbro guardando Castle.
È
stato un passo davvero importante per loro, tanto da incorniciare il
piccolo
articolo e tenerlo sul cassettone in camera da letto.
“Il
resto è stato semplice, ho cercato il 12° distretto
e lì il tuo capitano mi ha
dato il vostro indirizzo. Anzi, mi sapete spiegare perché
stesse ridendo
soddisfatta?” domanda infine con perplessità.
Ora
è Kate a ridacchiare soddisfatta, lasciando a Castle
l’onere di spiegare.
“Diciamo
che il Capitano Gates non è proprio una mia
fan...” espone “...Credo si sia
appena vendicata per quella volta che le ho rotto la bambola
orrida...”
sussurra poi tra sé.
Beckett
serve un waffle ad ognuno “Sono contenta che
l’abbia fatto!” versa anche il
caffè “È la prima volta che torni a New
York?” domanda poi, sedendosi.
“Sono
stato negli States un paio di volte per lavoro, ma sì, qui a
New York è la
prima volta”.
Castle
addenta un boccone ascoltando con interesse “Quindi non vi
vedete dal liceo?”.
Kate
annuisce “Dal 1996 per l’esattezza ma per anni ci
siamo scritti via e-mail”.
“Sono
rimasto in contatto con quasi tutti fino a quando non ho iniziato a
lavorare.
Poi ci siamo un po’ persi... Tu ad esempio in accademia
facevi orari assurdi! A
volte mi rispondevi una settimana dopo” racconta Mathieu.
“E
non sai quanto mi dispiaceva!” aggiunge subito Kate.
“Non
preoccuparti, è normale. È la vita, si va avanti
sempre e comunque, giusto?”.
“Ben
detto!” sorride Kate “Che ne dici se ti portiamo un
po’ a visitare la città? Sono
cambiate parecchie cose in diciotto anni”.
Dopo un paio di
bocconi carichi di sciroppo
d’acero, “Dove alloggi?” domanda curiosa,
Kate.
Mathieu si
pulisce un momento le labbra con
il tovagliolo “Al Melville Inn ma mi stanno lentamente
prosciugando, me ne devo
cercare un altro più economico”.
“Puoi
stare qui!” esclama Kate prima di
rendersi bene conto di quello che ha detto “Può
restare qui, vero?” domanda
poi, un pochino titubante, a Castle.
Rick sorride
“Certo che può stare qui, è
anche casa tua adesso”.
Kate scocca un
bacio sulla sua guancia in
ringraziamento poi si rivolge a Matt “Finita la passeggiata
turistica ci
fermiamo a prendere le tue cose”.
“Siete
sicuri? Non voglio disturbare”.
Castle gli posa
una mano sulla spalla “Ormai
è deciso e poi...” si volta e strizza
l’occhio a Kate “Non può essere peggio
di
Pi!”
Lo squillo del
cellulare di Beckett le
impedisce di rimproverare il fidanzato anche se sotto sotto
è d’accordo con
lui.
Recupera il
telefonino e si apparta per
rispondere.
Rick scuote la
testa solennemente “La
sfortuna sta per colpire entro 3... 2... 1...”.
Kate torna di
corsa in soggiorno “Ragazzi, mi
dispiace tantissimo ma devo scappare al distretto!” afferra
una giacchetta
leggera e la borsetta dall’armadio all’ingresso e
torna verso i due uomini.
“Come
volevasi dimostrare...” la apostrofa
Castle.
Lei si limita a
guardarlo male e a lasciargli
un leggero bacio sulle labbra “Lo porti tu a
spasso?” chiede infine.
“Ci
penso io!”.
Kate abbraccia
Matt ma continua a parlare con
Castle “E vedete di non farvi arrestare!”.
“Perché
dovrebbero arrestarci?” domanda il
francese, preoccupato.
Castle e Beckett
sospirano, senza dargli una
risposta.
Ivi’s
corner:
e si parte in
questa piccola avventura, spero
abbiate voglia di divertirvi con me :-*
Se cercate una
storia seria, profonda e
strappalacrime... siete nel posto sbagliato!! ;-p
Rachi, Ari, Ludo, Fede come sempre GRAZIE!! Sante donne xD
Al prossimo
capitolo!! :-*
Ivi87
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Capitolo 2 *** Gli uomini sono sempre strani quando si tratta di ex fidanzati ***
#
2 - Gli
uomini sono sempre
strani quando si tratta di ex fidanzati
La porte
dell’obitorio si
spalancano al passaggio della dottoressa Lanie Parish.
Con passo deciso
posa il suo
secondo caffè della mattinata e degli appunti sul suo
ripiano di lavoro.
Un’ombra
dai capelli lunghi e
mossi attrae la sua attenzione “Cristo Kate,
perché ti ostini a farmi questo
scherzetto!”.
La detective si
stringe nelle
spalle “Scusa”.
“Ti
dovrò regalare un
campanellino da legare al collo...” borbotta posando le mani
sui fianchi
“Sentiamo, cosa c’è questa
volta?”.
“N-niente”
cerca di convincerla
Kate.
Lanie alza un
sopracciglio “Di
solito vieni da me per i miei saggi consigli. Un momento, non cambi
lavoro di
nuovo, vero?” domanda allarmata.
“No,
tranquilla” la rassicura
subito, Kate.
“Problemi
con Alexis?” chiede
nuovamente Lanie.
Beckett sbuffa
“No, Lanie!
andiamo, non posso più andare a trovare un’amica?
E inoltre abbiamo un nuovo
caso, no?”.
La dottoressa
studia la donna
davanti a se.
È
vero, hanno un caso in corso e
sono amiche, quindi la sua presenza lì è del
tutto giustificata.
Eppure...
“Avanti
sputa il rospo!”.
***
Non sta solo
percorrendo le
strade di New York, riconoscendo qua e là ciò che
nel tempo non era mutato,
Matt sta facendo un vero e proprio viaggio nel tempo sotto il fuoco
incrociato
di domande a cui il fidanzato di Kay lo sta sottoponendo.
“E poi
cos’è successo?” chiede
Castle, quasi scodinzolante, dopo aver sentito il racconto della
tragica festa
a casa di Jess Carter.
“Metà
degli invitati finì
all’ospedale per intossicazione” risponde il
francese.
Castle quasi
esulta
“Fantastico!”.
“Mentre
veniva caricato
sull’ambulanza un ragazzo... poveretto, era in preda a degli
atroci dolori di
stomaco... mi guarda e mi dice che mi ama da morire” prosegue
la storia, Matt.
Rick spalanca
gli occhi “Che
cosa?!?”.
“Te lo
giuro” si
porta una mano al volto, imbarazzato “Mi
chiamava Tracy e mi giurava amore eterno in continuazione!” .
“Che
festa epica!” sentenzia
Castle, immaginandosi la scena.
“Non
per i genitori di Jess
Carter che si trovarono il vialetto pieno di ambulanze” ride
ricordando
“Inutile dire che per il resto dell’anno il mio
soprannome fu ‘Tracy’ e a nulla
valsero le scuse del ragazzo, una volta ripresosi”.
Castle si unisce
alla risata
“Deve essere stato un inferno”.
“Oh,
ma indovina chi è stata la
prima a cominciare a chiamarmi così?”.
A quelle parole,
il sorriso
dello scrittore si spalanca ancora di più, fiero della sua
fidanzata.
***
“Aww
che cosa carina rivedere i
vecchi compagni di scuola” esclama Lanie con fare quasi
materno.
“Si..beh..
non proprio tutti
però...” sussurra Kate, non amando particolarmente
le rimpatriate.
“Ma
Mathieu, sì” la punzecchia la
dottoressa.
Il sorriso di
Kate si allarga
“Mi sono divertita tanto in quel periodo”.
Lanie le afferra
saldamente le
spalle “Ma meno male, tesoro!” le urla praticamente
in faccia “Vorrei ben
vedere che tu non ti sia divertita a sedici anni!” .
“Non
è solo quello...” Kate si
interrompe cercando le parole giuste “È stato
allora che iniziai a capire che
le cose finiscono e basta. Inutile disperarsi perché sai che
sta per finire,
no? Goditi quello che hai fino all’ultimo, senza sprecare
tempo... Sai da
adolescente sei terrorizzato dal futuro e il tuo mondo è
solo il liceo...”.
Lanie annuisce
“Oh, me la
ricordo bene quella sensazione”.
“Sapevo
che Matt sarebbe
restato poco, sapevo che se ne sarebbe andato, ma siamo diventati amici
quasi
subito e il sapere con certezza che l’avrei perso mi ha fatto
vivere appieno il
tempo che ci restava capisci? Da quel momento in poi ho deciso di
provare a
vivere tutto in quel modo”.
“E
poi?” domanda Lanie, presa
dalla storia.
Kate sospira
“Anni dopo è morta
mia madre. E quello no. Non lo potevo accettare. Ha completamente
stravolto il
mio modo di vedere le cose. Il resto lo sai...”
Lanie le sorride dolcemente “Ecco
perché ho davvero un bel ricordo di
quel periodo”.
A Lanie
però sfugge qualcosa
“Mi sembra tutto stupendo, allora perché ti ho
trovata nel mio laboratorio con
quel musetto tirato?”.
“Continuo
ad avere un brutto
presentimento”.
“E...”
la dottoressa prosegue
con aria furbetta.
Beckett
arrossisce “E niente”.
“Con
quegli occhietti lucidi?
Non me la bevo!” aggiunge mentre Kate si morde il labbro, in
imbarazzo.
***
Racconto dopo
racconto, Matt non può tralasciare il primo incontro con
Johanna “Le incontrai per caso alla pista di pattinaggio.
Kate mi vide e si
sbilanciò per salutarmi” ride mentre ricorda “Mi meraviglio che
il ghiaccio non si sia
rotto sotto quel tonfo”.
Castle forza un
sorriso tirato. Una lieve fitta di gelosia lo invade.
Mathieu aveva
conosciuto Johanna.
Fino ad ora,
escluso Jim, non aveva mai parlato con qualcuno che aveva
avuto l’onore di assistere alla mito delle due donne Beckett
assieme.
Ogni aneddoto
che sentiva gli faceva rimpiangere di non averla
conosciuta al liceo.
Sarebbero stati
fantastici insieme.
“Kay
aveva i lacrimoni agli occhi ma non versò nemmeno una
lacrima! Si
rialzò e ci presentò come se niente
fosse”.
Castle non
faticava ad immaginarsela “Ti credo, amico”
risponde con un
sorriso più sincero, ora.
“Ma
ora dimmi di voi” cambia argomento il francese
“Come è andata
veramente? Non credo che la stampa sia informata di tutti i
fatti”.
Castle gli
racconta a grandi linee del loro primo incontro, della
decisione di seguirla come sua musa personale e dei casi che hanno
seguito
assieme.
Ovviamente senza
entrare nei dettagli riservati delle indagini.
Nonostante ci
avesse scherzato su, poco prima, ci teneva a non essere
arrestato. Di nuovo.
La lezione
imparata a Washington era ancora ben impressa nella sua
mente.
Matt resta
affascinato da tutto quello che racconta Castle: omicidi,
difficoltà, insidie, rapimenti, muri, mezze
verità, offerte di lavoro...
“Ne
avete passate così tante” constata Mathieu
“Si vede che siete molto
legati”.
“Già,
ormai non abbiamo più segreti” soprattutto dopo la
storia
dell’offerta di lavoro a Washington. Quella litigata, anche
se li ha condotti
al fidanzamento, li aveva davvero spaventati. Per un istante credettero
di aver
perso tutto quello che avevano costruito fino a quel momento.
“Nessun
segreto?” La domanda di Matt interrompe i pensieri di Rick
“Nessuno, nessuno”.
Castle inclina
la testa “Non vederla come se non ci fossero più
sorprese
o novità nella nostra vita. Ti posso assicurare che non
temiamo la noia!”.
Noia? Loro due?
Giusto la
settimana prima avevano assistito al parto della piccola Sarah
Grace nel retro di un’ambulanza mentre pregavano per Ryan ed
Esposito!
Ma quale noia!
“Oh
no, ti credo! È solo che... quale coppia non ha almeno un
segreto...” insiste
Matt.
***
“Lanie..
davvero, io...”.
“E
su che l’ho capito! Siete stati assieme tu e Mathieu anni fa,
vero?” le dice
Lanie, ammiccando.
Kate
guarda in basso “Lanie...”.
***
L’insistenza
di Mathieu comincia
ad innervosirlo “Nessuno, nessuno. Non più.
Sappiamo bene cosa comportano i
segreti” Castle risponde con sicurezza.
Crede
di capire dove vuole
arrivare il francese.
Non
ci vuole un genio.
Ha
visto come lui guardava Kate e
quanto lei fosse veramente felice di rivederlo.
Non
c’era bisogno che Kate glielo
dicesse apertamente. Non ne avevano avuto nemmeno il tempo, in
realtà.
Lui
l’aveva semplicemente capito.
I dettagli sono il suo pane quotidiano.
Avevano
avuto una storia.
Ma
non era un gran problema.
Erano
solo ragazzini a quel
tempo, impossibile esserne gelosi.
E
tutto sommato gli stava
simpatico.
“Ok,
bene... quindi lo sai...?”
azzarda Matt.
Castle
annuisce.
“E
non tenterai di uccidermi nel
sonno?” prova ancora.
Ora
lo scrittore ride “Per una
storiella da ragazzini? Tranquillo, non sprecherò munizioni
per una cosa così
banale” continuava ridere Castle. Credeva davvero che si
sarebbe arrabbiato per
così poco? “Vi sarete al massimo tenuti per mano o
scambiati un bacetto”.
Mathieu
si schiarisce
vigorosamente la voce “Ehm...Veramente...”.
***
“Non
avrei dovuto lasciarli
da soli... Castle
lo capirà” Kate
cammina avanti e indietro in evidente stato di preoccupazione.
“Tesoro
non esagerare”.
Beckett
scuote la testa “Gli
uomini sono sempre strani quando si tratta di ex fidanzati. Sempre. Non
sai mai
come potrebbero reagire!”.
“Kate,
calmati” ma la dottoressa
viene ignorata.
“Loro
dicono che va tutto bene,
che il passato è passato...che non sono gelosi...ma non
è vero! È una bugia
colossale!!”.
Lanie
la prende per le spalle “Ok,
possiamo calmarci un secondo? Che diamine, te la stai prendendo un
po’ troppo!
È solo un fidanzatino del lice...o...” la
dottoressa sembra aver realizzato
qualcosa di molto importante “Un momento... non è
stato con un francese che tu
hai perso...” Lanie si blocca capendo interamente la
realtà dei fatti.
La
porta dell’obitorio si chiude
con un boato “Perso cosa?”.
“Oh
porca miseria!” sbotta Lanie
per lo spavento “Javier Esposito, ti sembra questo il modo di
entrare nel mio
laboratorio?!!”.
“S-scusa...
Beckett ci stava
mettendo un secolo...” cerca di giustificarsi “Che
hai perso, insomma?”.
Kate
si passa stancamente una
mano sul volto “La ragione, Javi. Ok? Torniamo al caso, va
bene?”.
***
“T-tu...
lei...” Castle sta
boccheggiando “V-voi...”.
“Hai
detto che lo sapevi!” si
lamenta Matt, sentendosi subito in colpa.
“Cristo
santo” mormora tra sé,
Castle. “Va tutto bene, non è successo nulla...
n-non ci pensiamo più, ok?”.
E
nel dirlo una decina di immagini
di loro due, giovani e intimoriti da quel grande passo che stavano per
fare, lo
assale prepotentemente.
Dannata
vivida immaginazione da
scrittore.
Avere
a che fare con uno degli ex
di Kate è una cosa. Essere faccia a faccia con il primo... beh, tutta
un’altra
storia!
“Mi
sento uno schifo, amico” si
scusa Matt “Ma avevi appena detto che non avete segreti e...
io...”.
Castle
solleva una mano per
zittirlo, cercando di sorridere e di mostrare noncuranza.
“Come
se non fosse mai successo”
disse solo, prima di riprendere la loro passeggiata, in silenzio questa
volta.
Doveva
pensare. Metabolizzare.
Appunto
mentale #1: forse qualche segreto sarebbe salutare conservarlo.
Appunto
mentale #2: ESCLUDERE la Francia dal viaggio di nozze.
Appunto
mentale #3: non ucciderlo, non ucciderlo, non ucciderlo, non
ucciderlo...
Ivi’s
Corner:
Toh, guarda... quante cose
spuntano dal passato di Kate...
Certe
cose è sempre meglio non
saperle.. non così ameno ahahahahahah
Esposito entra sempre al momento
sbagliato e poi viene sgridato!! Ahahaha lol!!
Sì,
sì... Kate ha proprio
perso... la ragione! Pensaci bene la prossima volta prima di invitare
qualcuno
a casa!! ^___^
A presto!! :-**
Ivi87
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Capitolo 3 *** Acqua americana ***
#
3 – Acqua americana
Dopo
la chiacchierata con Lanie e due ore di indagini pressoché
inutili alla risoluzione
del caso, Beckett si convince che sì, forse la sua amica ha
ragione, si stava
preoccupando troppo.
C’erano
di gran lunga problemi peggiori al mondo, no?
E
comunque restava ancora la possibilità che Castle non lo
scoprisse mai.
Può
sempre dirglielo con calma, più avanti, quando Mathieu se ne
sarà andato.
Oppure
non dirglielo affatto. In fondo lei non sa chi sia stata la prima
ragazza di
Castle e nemmeno le interessa saperlo.
Cercando
di auto convincersi che andrà tutto bene, si avvia verso
l’entrata del locale
dove Rick le ha
scritto che la stavano
aspettando per pranzo.
Matt
la nota e le fa un cenno per farsi vedere.
Quando
Kate lo raggiunge lo trova al tavolo da solo
“Dov’è Castle?” domanda
allarmata.
Lui
le scosta la sedia per farla accomodare “Al telefono con sua
figlia” e lo
indica qualche tavolo più in là, mentre con la
mano sinistra si tappa
l’orecchio per isolarsi dal chiacchiericcio del ristorante.
“Oh,
meno male” sospira sollevata “È tutta la
mattina che ho un brutto
presentimento”.
Matt
tossicchia “E fai bene...”.
Kate
spalanca gli occhi “Come, prego?”.
“Lui...
lo sa...” inizia, incerto, Mathieu.
Beckett
stringe involontariamente la tovaglia tra le mani “Che cosa
sa?”.
“Quello...”
dice lui, solamente.
“Quello?!!”
esclama alzando la voce.
“Shhh,
sì, quello!” Matt le fa segno con le mani di non
urlare.
“C-come
diavolo... no lascia stare non me lo dire...” Kate si
accascia sul bracciolo
della sedia e si sorregge la testa con la mano.
“Mi
dispiace, sembrava lo sapesse già...invece no...”
la mano di Kate lo ferma.
“Ormai
è fatta. Piuttosto, come l’ha presa?”.
Mathieu
si stringe nelle spalle “Lui dice che non gli
importa”.
Kate
lo guarda con scetticismo “Ehi, non guardarmi
così, parole sue, Kay!”.
Sta
per ribattere quando vede lo scrittore tornare verso il tavolo.
“Eccomi,
scusate” Richard si siede e si rivolge alla donna
“Ciao, amore”.
Non
sono soliti ad usare vezzeggiativi o nomignoli, specie in pubblico,
perciò Kate
capisce immediatamente che quella è una frecciatina.
L’ha
presa benissimo, sì, sì...
pensa
immediatamente.
“C-ciao,
Castle” Kate deglutisce con forza, poi cerca di darsi un
tono. Non ha
intenzione di mostrarsi in imbarazzo o a disagio.
È
solo seduta allo stesso tavolo con a destra il primo uomo con cui
è andata a
letto e a sinistra l’ultimo.
Non
ha fatto nulla di male.
“Che
dite, mangiamo?” propone per levarsi
dall’imbarazzo.
“Non
vuoi sapere della nostra passeggiata turistica, tesoro?”
le chiede invece Castle, con un sorrisetto strafottente in
volto.
Kate
assottiglia lo sguardo “Conosco questa città come
le mie tasche” risponde,
facendosi notare da un cameriere con un gesto del braccio
“Ordiniamo?”.
Un
giovane ragazzo arriva in pochi secondi “Avete già
deciso cosa volete?”.
“Ci
può portare i menù, per favore?”
domanda veloce Kate per impedire a Castle di
fare qualche altra battutina.
“Ma
certo, vi porto del pane intanto, magari? Quale tipo
preferite?”.
“Baguette”
risponde Kate, senza badarci molto.
Il
cameriere sorride “Pane francese! Ottima scelta!”.
Un
ghigno infastidito si forma sul volto di Castle “Si, Kate,
ottima scelta!”.
Beckett
sorride al cameriere, ignorando lo scrittore.
“Abbiamo
dell’ottima acqua Perrier, se la gradite” prosegue
il giovane, che non ha la
minima idea di quanto la sua vita sia in pericolo in questo momento.
Castle
posa una mano sul braccio del ragazzo, quello che sta reggendo un
piccolo
taccuino “La nostra cara vecchia acqua americana
andrà benissimo, chiaro? Va
bene anche dal rubinetto!” poi si volta verso Matt
“Sei d’accordo, vero?”.
Mathieu
decide saggiamente di non intromettersi in quello strano litigio
“L’acqua
americana è perfetta. La adoro”.
In
imbarazzo, il cameriere sparisce velocemente dalla loro vista.
L’atmosfera
che regna è molto io
so-che tu sai-che io
so.
“Scusate”
Matt si alzò in piedi “Non ho molta fame
sapete...credo che vi lascerò pranzare
da soli...ci sentiamo più tardi”.
I
due annuiscono senza distogliere gli occhi l’una
dall’altro, mentre Mathieu se
ne va.
“Allora...”
mormora lo scrittore.
“Allora...”
mormora la detective.
Il
cameriere posa i menù e a sguardo basso se ne va, prima di
essere nuovamente
messo in mezzo.
“L’abbiamo
traumatizzato” sorride Kate, cercando di alleggerire la
tensione.
Castle
strabuzza gli occhi “Lui? Qui quello traumatizzato sono
io!”.
“Oh,
ti prego, non è che tu sia vergine, Castle!”
sbottò lei.
“Si”
ammise lui “Ma non ti ho portato in casa Melanie
Thompson!”.
Beckett
si sporse in avanti “Perché me l’hai
detto!! Se mai mi capiterà nella vita di
sentire quel nome mi ricorderò immediatamente che
è stata la tua prima ragazza!
Me l’hai praticamente impresso a fuoco nel
cervello!”.
“Non
è per niente piacevole, vero?” gongola lui.
“Posso
ricordarti che l’anno scorso tu hai lasciato che Meredith
stesse in casa con
noi?”.
“Non
è andata così, è stato tutto un grosso
equivoco e ti ho chiesto scusa molte
volte per quello!” si difende, Castle “Tu invece
hai invitato il francesino a
casa nostra tutta contenta e con il sorriso stampato in
faccia”.
“Ero
solo felice di vederlo! Senti... non penso alla mia prima volta ogni
secondo
della mia vita, ok? Col senno di poi non lo inviterei,
Castle”.
“Perfetto,
annulla l’invito!” propone immediatamente.
Beckett
sospira “Castle, stai reagendo in maniera esagerata. Sono
passati quasi
vent’anni ormai”.
“Lo
so, lo so...Ascolta, non sono impazzito, ok. È solo che non
voglio avere il tuo
primo amore sotto il naso a ricordarmi che purtroppo noi due non ci
siamo
conosciuti al liceo”.
“Sei
geloso” sussurra dolcemente a metà tra
l’affermazione e la domanda,
sorridendogli.
Castle
dapprima si finge offeso “Di quei 30 secondi
scarsi?” poi getta la maschera
“Sì, tantissimo, vorrei essere stato io i tuoi
primi 30 secondi scarsi!”
ammette con il broncio.
Kate
finalmente si rilassa e gli accarezza la mano “Se ti
può aiutare ieri sera sei
stato i miei 45 secondi scarsi”.
“Davvero?”
Castle si illumina come un albero di Natale.
“Possiamo
mangiare, adesso? Devo sbrigarmi a tornare al distretto”
domanda Kate, mentre
ride.
Castle
annuisce contento e solleva il menù, coprendosi il volto
“Comunque ieri sera
saranno stati almeno 2 minuti buoni...”.
Ivi’s
corner:
ma
ve lo
immaginate il povero cameriere?? Ahahahhahaha
non
sa a
cosa va incontro servendo quel tavolo!!
Che ne dite?
Volete dell’acqua Perrier? Una baguette?? Ahahahah
Ok, non ho
cose intelligenti da dire in questo angolo, la storia prosegue....
Buon weekend
a tutti!
Ivi87
|
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Capitolo 4 *** 4 - Chef Castle ***
#
4 – Chef Castle
Un sms di Kate
lo distoglie
dalla scrittura, chiede se Mathieu è rientrato.
Dopo il pranzo
lei è ritornata
al distretto mentre Castle è andato al loft.
La gelosia mista
al suo carattere
infantile non hanno prodotto un buon risultato, ne è
consapevole, pertanto
sperava di trovare Matt a casa e di scusarsi.
‘Non
ancora’ digita sul
display ‘quando
rientra ti avviso’.
Invia
l’sms sbuffando.
Sono ore che lo
aspetta. Ha
ripassato mentalmente il suo discorso di scuse almeno un centinaio di
volte.
Ad un tratto
“Idea luminosa!”.
*
Cosa
c’è di meglio di una cena
per chiedere scusa?
“Ai
fornelli, Chef Castle! Alla
fine di questa cena Mathieu ti adorerà!” e lo deve
ammettere, spera con tutto
il cuore che il francese capisca da solo che deve levare le tende.
Dopo averlo
invitato ed accolto
calorosamente ora non può certo rimangiarsi
l’invito.
Dovrebbe essere
Kate a farlo,
cosa di cui Castle dubita seriamente, anzi sospetta che le piaccia
vederlo così
geloso.
Quindi
l’unica alternativa è
che sia lui ad andarsene di sua spontanea volontà.
Dato
che non può apertamente trattarlo male se vuole evitare di
dormire sul divano a
vita, l’unica è fare buon viso a cattivo gioco.
“Un
momento. Anche se se ne va di sua spontanea volontà, Kate
capirà che in ogni
caso è colpa mia. Della mia gelosia” Castle
sviscera ogni ragionamento ad alta
voce “E non me la farebbe passare liscia. Sono
incastrato!” sbuffa, depresso “E
va bene, lo sopporterò. Sei figlio di un’attrice
di Broadway per la miseria, recita,
fingi che sia tutto ok!” esclama “E smettila di
parlare da solo, ok? Ok!”.
***
Lanie
si butta letteralmente sulla sedia di Castle accanto a quella di
Beckett.
“Novità
interessanti?”.
“Nessuno
sviluppo sul caso, siamo ad un punto morto” risponde Kate.
La
dottoressa corruccia la fronte “Il caso? Potevo telefonarti
per quello! No, io
voglio sapere del pranzo con Castle e il tuo ex”.
Kate
rotea gli occhi. Come non ha potuto accorgersi di avere un Castle in gonnella
come amica, per tutti questi anni?
“Lanie,
ti prego, sto cercando di non pensarci”.
L’amica
annuisce “Lo sa, eh?”.
“Già”
conferma Beckett “Ma dopo un piccolo momento, diciamo...
turbolento... ora
abbiamo risolto”.
Lanie
appare scettica “Mi stai dicendo che Castle l’ha
presa bene?”.
Kate
alza le spalle “È un po’ geloso, tutto
qui...”.
Lo
sguardo inquisitore della dottoressa Parish non la molla un secondo.
“Ok,
è molto geloso. Contenta?! Non ne capisco neanche il motivo,
sono cose successe
decenni fa”.
“Tutti
gli uomini vorrebbero essere il Cristoforo
Colombo della situazione, tesoro. Ce l’hanno nel
DNA” spiega in quanto
esperta di campioni di sangue “Non puoi fargliene una colpa.
Ti ama. Sarebbe
preoccupante se non fosse affatto geloso!”
“Lo
so... ammetto che un po’ mi fa piacere” bisbiglia
mentre un sorriso furbetto le
si fa largo in volto “È solo che...”.
“Che
cosa?” insiste Lanie.
Kate
tira un lungo sospiro “Ho sempre pensato che sarei stata io
quella gelosa tra i
due. Lui è famoso, affascinante. Può avere tutte
le donne che vuole. Per non
parlare di Meredith e Gina che per un motivo o per l’altro
continuano a
transitare nella sua orbita...” si morde un labbro,
sentendosi quasi in colpa
per quei pensieri “Non ho mai pensato di essere io a fare
ingelosire lui”.
Lanie
comincia a tossire vistosamente lasciando trapelare un “Eric
Vaughn” tra un
colpo di tosse e l’altro.
“Per
favore, quello non conta!”.
“Se
lo dici tu...”.
***
Quando la
preparazione della
cena è quasi ultimata, un lieve bussare distoglie lo
scrittore dalla sua
missione.
“Si
può? Non rischio la vita?”
la testa di Matt sbuca di poco da dietro la porta d’ingresso.
Al solo vederlo
tutti i buoni propositi
di Castle rischiano di andare a quel paese.
È
più forte di lui, gli basta
guardarlo per provare una fitta di gelosia.
Si costringe a
contare
mentalmente fino a dieci prima di rispondere “Tranquillo,
entra”.
Forse non
è tanto l’essere
stato il primo ragazzo con cui Kate ha fatto sesso ad infastidirlo
– beh, anche
quello lo innervosisce parecchio a dire il vero – quanto
l’essere stato il
primo con cui lei si sia lasciata andare. Si è fidata di lui
e Matt ha potuto
conoscere una Kate felice e spensierata che probabilmente Castle non
vedrà mai.
Lui invece ha
dovuto lottare
con le unghie e con i denti per riuscire ad entrare nella vita di Kate
e anche
se adesso si stanno per sposare sa che finchè Bracken
sarà a piede libero per
Kate non ci sarà mai pace. E forse nemmeno dopo la sua
cattura.
Non
sarà mai più la Kay che conosce
Mathieu.
Un pizzico di
sollievo lo
pervade nel formulare questo pensiero. Ma dura poco, darebbe un braccio
pur di
restituirle sua madre e la serenità perduta.
È pur
vero che il povero
francesino non c’entra nulla in tutto questo.
“Tra
una mezz’ora dovrebbe
rientrare Kate. La cena è quasi pronta e per tua fortuna,
mia madre è fuori
città” fargli mangiare una cena cucinata da Martha
sarebbe troppo perfido
persino per Castle.
Matt osserva la
tavola
apparecchiata e tutto quel ben di Dio sui fornelli “Ehm...
si, a proposito...
ci ho pensato tutto il giorno e non credo che dovrei
restare...”.
È
strano come i sentimenti
cambino i maniera talmente repentina. La gioia che prova per
quell’affermazione
viene immediatamente sostituita dal terrore “Kate mi
ucciderà se te ne vai”.
Matt scuote la
testa “Le dirò
che ho trovato un alberghetto economico”.
“Capirà
subito che te ne vai a
causa mia!” Castle agita il mestolo sporco di sugo mentre
parla “Mi dirà che
non mi comporto da uomo ma da bambino geloso e avrebbe
ragione”.
In fondo se lei
può sopportare
Meredith e Gina lui può reggere per un paio di giorni un ex
di secoli fa, no?
“Per
favore, ho reagito male,
lo so, ma ora è tutto a posto, guarda che cenetta ti ho
preparato!”
Matt non sembra
essere molto
convinto “Io... non so se sia una buona idea...”
“Un
altro giorno soltanto. Se
ancora ti sentirai a disagio allora potrai andartene e io mi
assumerò le mie
responsabilità”.
“Niente
battutine, frecciatine
o insinuazioni?” domanda, scettico.
“Affare
fatto!” Castle gli
porge la mano e i due suggellano il patto “Sali le scale,
seconda porta a
sinistra. È la tua camera”.
Mathieu sale per
andare a
prepararsi per la cena mentre Castle avvisa Kate del suo rientro al
loft.
Mancano giusto
gli ultimi
ritocchi e chef Castle
è pronto per
impiattare.
Controlla la
tavola e allontana
di un altro po’ il posto di Matt.
Ci aveva
ragionato per un’ora
intera.
Mettere Matt
vicino a Kate o di
fronte?
Finsce per
metterlo accanto a
lei così lui le si sarebbe potuto sedere di fronte.
Contava sul loro
ormai collaudato
eye contact.
Va bene essere
gentili e
cercare di non essere gelosi, ma non esageriamo.
È pur
sempre la sua fidanzata.
Non li vuole vedere appiccicati a cena a sfiorarsi i gomiti.
Lo distanzia un
altro paio di
centimetri e...sì, così può andare.
Non appena
Castle apre il
frigorifero per prendere acqua e vino si trova a fissare una montagna
di frutta
e verdura.
I resti degli
ingredienti per
le ricette di Pi che ancora non sono riusciti a consumare.
In quel momento
il lato
malefico dello scrittore prende il sopravvento.
Sarò
anche costretto a trattarti bene, francesino mio; ti dovrò
pure sopportare
senza mostrare la mia gelosia... ma nessuno mi vieta di darti uno degli
schifosi intrugli di Pi.
Taglia, trita,
frulla,
amalgama.
Il bibitone
disgustoso è pronto
in men che non si dica.
“Fare
la conoscenza di Pi non è
stato poi così inutile...” borbotta,
ricomponendosi subito quando sente Mathieu
scendere le scale.
Castle posa il
bicchiere sul
bancone, sperando di incuriosirlo.
Quando vede la
poltiglia verde
Matt storce il naso “Oh mon
dieu,
cos’è?”.
Castle sorride
vistosamente
“Frullato vitaminico, energetico. Assaggia pure”.
La titubanza
iniziale di Matt
fu sconfitta dall’orgoglio. Non vuole rifiutare a priori solo
perché sembra
imbevibile “Magari un sorso” .
***
Dopo aver
impartito a Ryan ed
Esposito le ultime indicazioni in merito allo svolgimento del caso,
Kate sta
mettendo il tappo sul pennarello della lavagna quando le squilla il
cellulare.
“Beckett”.
“Hey,
Kate, sono io” la voce di
Castle la fa sorridere ogni volta.
“Lo so
ho fatto tardi ma sto
tornando a casa” spiega la donna, torturandosi un ricciolo di
capelli .
Silenzio.
Lunghi, lunghissimi
secondi di silenzio.
“Castle?”.
Lei lo sente
schiarirsi la voce
“Ehm... Kate...”.
Beckett si passa
una mano in
volto. Il brutto presentimento di quella mattina, torna ad invaderla
prepotentemente “Cosa hai combinato?” domanda quasi
disperata.
“N-niente
di grave...”.
Per esperienza,
Kate sa che
quando Castle balbetta è
sempre
qualcosa di grave.
“Quindici
minuti e sono lì,
Castle. Ce la fai a non fare altri danni?”.
“Non
siamo a casa” la informa
lui.
Beckett attende
ma lo scrittore
non prosegue “Ok, allora dove siete?!”.
“Al
P-Pronto Soccorso”.
Kate si accascia
con un tonfo
sulla sua sedia “Dove, scusa?”.
*
“Idea luminosa” cit. Cattivissimo
Me xD
Ivi’s
Corner:
Dite
tutte addio a Castle perché
stavolta Beckett lo fa fuori!!!
Quanto
è epica Lanie? Mi
immagino la faccia di Kate! ahahahahahah
Ehhh
sì, Eric Vaughn m’è rimasto
sullo stomaco! Mi mi irritaaa! Potrei riuscire a bistrattarlo come di
solito faccio
con Sorenson u.u ahahahahahah xD
Se vi va, ci vediamo al
prossimo capitolo!
Buona settimana,
Ivi87
|
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Capitolo 5 *** 5 - Siamo tutti ex di qualcuno ***
#5
- Siamo tutti ex di qualcuno
Castle
entra a
testa bassa all’Old Haunt.
Striscia
i piedi
sul pavimento, schiacciato dal senso di colpa.
“Yo,
bro!”
riconosce la voce di Esposito e si volta nella sua direzione.
Al
tavolo con lui
ci sono anche Lanie e Ryan.
“Wow”
esclama Kevin
“Sembra che ti sia passato addosso un tir”.
Castle
si siede con
loro lasciando le braccia ciondolanti sotto il tavolo e la fronte
appoggiata
sul legno.
I
tre amici si
guardano preoccupati.
“Prima
di prendere
a testate il tavolo, ci dici cosa è successo?”
domanda Espo.
Lo
scrittore muove
la testa in diniego senza sollevarla.
Lanie
si avvicina
circospetta “Riguarda Mathieu?”.
Castle
solleva la
testa di scatto “Cosa sai??!!”
“So
solo che sei geloso dell’ex
di Beckett” spiega Lanie.
Castle aggrotta
le sopracciglia
“Sono sicuro che sai benissimo che non è un ex
qualsiasi”.
Espo e Ryan si
lanciano
un’occhiata perplessa “Tu sai di cosa stanno
parlando?” domanda l’irlandese
mentre il suo partner prontamente scuote la testa.
“E non
è solo gelosia” prosegue
Castle “È una questione di principio ormai: se io
ho una mia ex in casa è colpa
mia. Se ho un suo ex in casa e colpa mia. Perché ho la
sensazione che sia
sempre colpa mia?”.
I due detectives
alzano
immediatamente le orecchie. Meredith. Castle si sta sicuramente
riferendo a
lei.
Ma
l’ex di Beckett, invece?
“Ospiti
un ex di Beckett?”
tenta, invano Esposito.
“Voi
due state affrontando la
situazione in maniera esagerata” Lanie risponde a Castle,
ignorando i due.
“Odio
gli ex. Perché esistono?!
Sono una categoria infame! Sempre lì pronti a mettere
zizzania rievocando
ricordi ed emozioni passate. Li detesto. Sei un ex? E.ICS. lo dice la
parola
stessa. Ex, passato, adios, ciao ciao, caput! E invece no! Loro
tornano! Ti
vengono a trovare a casa per giunta!!” lo scrittore sembra
inarrestabile nel
suo monologo “Ci vorrebbe un bel falò in cui
buttare tutti gli ex!”
Lanie scuote
leggermente la
testa, sorridendo comprensiva “Castle, rifletti.
Stermineresti l’intero genere
umano, Kate compresa” vede lo sguardo dell’uomo
farsi attento e prosegue “Siamo
tutti ex di qualcuno. Tu sei un ex, Kate lo è. Io, Javi e
Kevin anche” i due
annuiscono, sentendosi finalmente partecipi “Non è
la fine del mondo. Non è
mica morto qualcuno” conclude con una tipica freddura da
anatomopatologa e
detectives della omicidi.
Infatti loro tre
sono gli unici
a ridere.
Castle non ride
affatto “L’ho
quasi ucciso” mormora sconsolato.
La risata di
Lanie aumenta di
volume, sovrastando le altre.
“No,
sul serio. È al pronto
soccorso con Kate, ora”.
I tre si
raggelano all’istante,
spalancando la bocca.
“A
quanto pare è allergico alla
Papaya” continua Castle.
Ryan beve un
sorso di birra e
poi domanda “E non lo sapeva?”.
Castle scuote la
testa.
“Dove
l’ha presa la papaya?”
chiede Lanie.
“A
casa mia. Gentile ricordo
lasciato da Pi...”
“Merda”
esclama Esposito “Come
sta, ora?”.
Castle si
stringe nelle spalle
“Lo stavano ancora curando quando è arrivata Kate
e mi ha praticamente
cacciato”.
Lanie gli posa
una mano sulla
spalla nel tentativo di confortarlo.
“Ho
cercato di farle vedere il
lato positivo: ora, grazie a me, Matt sa di essere allergico alla
Papaya, ne
starà lontano e si informerà sugli ingredienti
prima mangiare o bere qualcosa”.
Ryan sorride
“Scommetto che
l’hai fatta incazzare ancora di più!”.
“Sembrava
l’incredibile Hulk”.
Restano qualche
minuto in
silenzio assimilando le parole dette.
Poi Castle non
resiste oltre e
scoppia a ridere “Avreste dovuto vederlo. Gli si è
gonfiata la faccia come una
palla da basket!”.
Lanie cerca
invano di
bacchettare i tre che ridono a crepapelle ma cede quando visualizza la
scena
nella sua mente.
Quando la risata
generale scema
di nuovo in un imbarazzante silenzio Castle domanda “Sono
fregato, vero?”.
“Tentato
omicidio, Castle” gli
risponde Esposito “Beckett non te la farà passare
liscia”.
***
È
quasi mezzanotte.
Seduta sul
divano, Beckett
batte il piede sul tavolino con frenetica insistenza.
Poche ore fa
Mathieu ha
rischiato di andare in shock anafilattico; la lingua si era gonfiata a
tal
punto da rischiare il soffocamento.
Come era potuto
succedere?
Se avesse potuto
rivivere
quella giornata avrebbe evitato di invitare l’ex ragazzo a
stare da loro. Si
sarebbe risparmiata un bel po’ di nervosismo e discussioni.
Per fortuna ora
Matt sta bene e
riposa già da mezz’ora nella camera degli ospiti.
Ora invece
è preoccupata per
Rick.
Non risponde al
cellulare e non
sa dove si trova.
Sente di aver
esagerato al
pronto soccorso.
Non voleva
cacciarlo in malo
modo ma si era davvero spaventata nel saperli entrambi in ospedale e
nonostante
Castle le abbia subito spiegato al telefono che lui stava bene e che Matt era stato
curato in tempo, una
volta giunta sul posto la stanchezza e il nervosismo della giornata si
unirono
allo spavento appena provato e si riversarono sul povero scrittore.
Kate si sente in
colpa per
‘l’incidente’ di Matt anche se non
dovrebbe e sa che anche Castle si sente
responsabile.
Si è
scusata a nome di entrambi
anche con Mathieu.
“Il
tuo
fidanzato si è già scusato mille volte mentre mi
portava qui, Kate. Non è di certo
colpa vostra se non ho mai avuto occasione di assaggiare la papaya e
scoprire
di esserne allergico. Poteva succedere anche se non ti fossi venuto a
trovare...”.
Così
le aveva risposto Matt,
una volta che la lingua gli si era sgonfiata.
Ed è
tutto maledettamente vero,
allora perché il senso di colpa non si decide a passare?
E se non passa a
lei che non
era nemmeno presente e non è l’artefice del
frullato incriminato, come si deve
sentire Castle?
Non doveva
arrabbiarsi con lui.
Riprova a
chiamarlo. Staccato.
In
quell’anno e mezzo di
relazione Kate ha imparato che quando discutono, Castle è
solito isolarsi. Esce
per una passeggiata e spegne il telefono. Oppure si rintana nel suo
studio.
Gli serve per
pensare e
riflettere.
Ma di solito il
periodo di
isolamento dura venti minuti. Un’ora al massimo.
Non si era mai
negato per più
di due ore come sta facendo adesso.
Il preesistente
senso di colpa
per l’intossicazione di Matt adesso è sommato al
senso di colpa per la sfuriata
a Castle.
Doppia
dose dritta in vena pensa
sarcasticamente mentre finalmente decide
di alzarsi e di uscire a cercarlo.
Ma la sua
ricerca si ferma in
attesa dell’ascensore del palazzo, quando è
proprio Castle ad uscire dalle
porte automatiche.
“Ehi”
riesce solo a dire lui.
“Ti
stavo venendo a cercare...hai
il telefono spento...” .
Castle accenna
un sorriso “Non
di proposito, questa volta. Si è scaricato mentre ti
aspettavo al pronto
soccorso”.
Kate annuisce e
poi domanda
"Dove sei stato?".
"All'Old Haunt"
le
spiega Castle "Sapevo di trovare lì i ragazzi. Questa volta
non avevo
voglia di stare da solo".
"Tranquilla, non
ho
bevuto" aggiunge in fretta, volendo fugare ogni dubbio.
Kate accenna un
piccolo sorriso
“Non l’avevo nemmeno pensato” lo
rassicura immediatamente.
“Adesso
però...” borbotta Castle,
in direzione del mobile bar.
Si versa due
dita di scotch e
lo beve tutto d’un fiato.
Poi versa di
nuovo, altre due
dita.
Questa volta lo
passa a Kate.
Lei ci riflette
qualche
secondo, rigirando il bicchiere tra le mani.
Dopo quella
giornata, almeno una
bottiglia di vodka le ci sarebbe voluta.
Ma senza
fiatare, accetta e
beve anche lei tutto d’un sorso.
E
poi il silenzio.
Solo
il rumore dei bicchieri
nuovamente posati sul mobile bar.
“Scusa”
esclamano entrambi.
Un
sorriso compare sui loro
volti.
“Ho
esagerato ad arrabbiarmi
così” ammette Kate.
Castle
scuote la testa “Ti
ho innervosita tutto il giorno con la mia gelosia per Mattieu e per mia
esperienza diretta so che quando ti pulsano in quel modo le vene sulla
fronte
significa che stai affrontando un brutto caso al distretto”.
“Davvero
brutto” conferma
lei.
“Se
mescoli tutto assieme
direi che la tua reazione Hulkiana
è
più che giustificata”.
Kate
lo guarda con gli occhi
lucidi. È sempre troppo buono con lei.
“No,
Castle. La mia reazione
non è per niente giustificabile. Ti ho trattato come se
l’avessi intossicato
apposta quando so che non lo faresti mai. Gelosia o non gelosia non
faresti del
male a nessuno” gli dice prendendogli le mani.
Castle
fa una smorfia buffa
“Beh... non mi sarebbe dispiaciuto dargli almeno un
pugno” scherza “Ma anche
l’allergia non è stata male” poi
più seriamente, domanda “Sta bene?”.
Lei
annuisce “Sta
riposando” e
con la testa fa un cenno in
direzione della camera di sopra.
“Mi
toglieresti una
curiosità?” prosegue Kate abbracciandolo in vita e
appoggiando il mento sulla
sua spalla “Perché eri così geloso?
Viviamo insieme e ci stiamo per sposare. Ti
ho dato modo di pensare che tu non sia più quello che
voglio?”.
“No..no...non
è questo...” borbotta Castle, non
aspettandosi quella domanda.
“Allora
cosa?”.
“Non
voglio darlo per scontato ancora, tutto qui”
Castle alza le spalle e abbassa lo sguardo.
“Ancora?
Quando lo avresti dato per...” Kate si
blocca ricordandosi del discorso con Lanie di quella mattina
“Stai ancora
pensando a Eric Vaughn?”.
“No...o
meglio, sì... mi ha fatto capire che non
voglio sottovalutare il nostro rapporto e che solo perché
adesso stiamo insieme
e ci stiamo per sposare non significa che io debba abbassare la guardia
o darti
meno attenzioni” le spiega, conducendola verso il divano.
Lei si siede e
gli sorride dolcemente “Sono
d’accordo con te, Castle, ma voglio che ti dimentichi di Eric
Vaughn, ok? E
anche di Mathieu. L’unica cosa che ti devi ricordare e che io
stessa ti
ricorderò sempre è che ti amo”.
Castle sorride
immediatamente. Quelle due parole
dette da Kate lo lasciano sempre senza fiato.
“Mi
dovrei scordare dell’uomo che dorme al piano di
sopra?” domanda, mentre attira a sé Kate facendola
sedere sulle sue gambe.
Lei annuisce
“Da domani, quando lo aiuterò a
trovarsi un’altra sistemazione. Mi dispiace, è
stato irrispettoso nei tuoi
confronti invitare un mio ex fidanzato a stare qui”.
Castle la bacia
“Credo sia un’ottima soluzione”
esclama felice “E anche molto salutare per lui, vorrei
evitare di aiutarlo a scoprire
altre allergie”.
“Si
anche io!” ride Kate “Siamo d’accordo
allora?
Niente più Vaughn e niente più Mathieu”.
“Ok!”
Castle sta per baciarla ancora quando si
ferma all’ultimo momento “E doctor motorcycle
boy?”.
Kate sbuffa
“Sì, anche lui” e si riavvicina per
baciarlo ma Castle si scosta ancora.
“E
Demming?”.
La donna chiude
gli occhi respirando profondamente
“Sì”.
Chissà
come, Kate sa che l’elenco di Castle non è
ancora finito.
“E
Sorenson? E qualunque altro Mathieu in giro per
il mondo?” lo deve ammettere, si diverte un mondo ad
innervosirla.
“Sì,
sì, sì, Castle, scordateli tutti. Va bene? O
preferisci che inizi io a fare l’elenco delle tue
ex?”.
La risposta arrivò
immediata in un lungo e dolce
bacio.
Ivi’s corner:
awww quanto sono carini quando sono
pucci
pucciiiiiii *-*-*-*-*-*
Bon, non ho molto da dire, il prossimo sarà
l’ultimo
capitolo.
Le pene di Matthieu sono quasi
finite. Quasi.
Ma ci sei vede in giro presto, non
temete ;-)
Buona serata
e buona domenica :-*
Ivi87
|
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Capitolo 6 *** 6 - Siamo un bellissimo disastro ***
#
6 - Siamo un bellissimo disastro
Con gli occhi
ancora chiusi,
Kate comincia a riprendere contatto con la realtà.
Non ha la minima
idea di che
ore possano essere, non sente ancora l’odore del
caffè provenire dalla cucina,
ma sa che Castle la sta fissando.
“Smettila”
sussurra con la voce
ancora impastata dal sonno.
Lo avverte
sorridere “Non ti
sto fissando”.
“Si
invece, lo sento” ribatte
Kate.
“Beh,
mia cara sensitiva,
questa mattina senti sbagliato” già
alla parola ‘sensitiva’ Castle la vede aprire un
occhio. Un occhio verde molto
infastidito.
“Stai
guardando il comodino?”
domanda allora, svegliandosi del tutto e sistemando meglio il cuscino.
Castle le
picchietta
leggermente l’indice sul naso ben sapendo che lei non lo
sopporta “No” le
risponde, mentre la mano di Kate si muove veloce cercando di
afferrargli il
dito per farlo smettere.
“E
allora...” la lotta per
impedirgli di continuare a toccarle il naso ha inizio
“...cosa...” gli afferra
il polso ma lui riesce a liberarsi “...stavi....”
Castle le blocca entrambe le
braccia e non potendo usare le mani senza correre il rischio di
liberarla,
sfrega più volte il loro nasi
“...guardando...” conclude la frase Kate,
ridendo.
Castle la libera
e si rimettono
comodamente sdraiati “Guardavo Bobby” risponde come
se fosse una cosa ovvia.
Kate sbatte gli
occhi più
volte, cercando di capire “Bobby?”.
Rick annuisce
tutto sorridente
ma lei continua a non capire.
“Aspetta...”
forse Kate ha
avuto un’illuminazione “...hai dato un nome al mio
naso?”.
Castle scoppia a
ridere “Cosa?
Non sono così fuori di testa, Kate. Non ho affatto dato un
nome al tuo naso!”
poi torna serio “Ho dato un nome al tuo neo”
esclama con estrema naturalezza.
Kate affonda la
testa nel
cuscino per qualche secondo, poi riemerge “Hai dato un nome
al mio neo?!”
domanda incredula.
Dopo sei anni
dovrebbe essere
preparata a tutto, invece ogni giorno Castle riesce a stupirla.
“Certamente,
io e Bobby ci
facciamo delle lunghe chiacchierate mentre tu dormi”.
Lo adora.
È da
manicomio parlare con i
nei, ma lo adora comunque.
“Ma
è sulla mia guancia,
Castle. Deve avere un nome femminile!” come si dice? Se non
riesci a
combatterli, unisciti a loro? Bene, che preparino una stanza doppia in
manicomio.
“Neo
è un sostantivo maschile”
ribatte Castle, con tono esperto.
“Ma
Bobby non è un nome adatto
al mio neo! Non posso sceglierlo io?” Kate cerca di spuntarla
anche se sa che è
tutta fatica sprecata.
Castle scuote la
testa “No,
ormai si chiama Bobby da quasi un anno, non puoi sconvolgerlo ora
cambiandogli
nome. Gli causeresti una profonda crisi
d’identità”.
No, a questa
uscita Kate
proprio non riesce a controbattere.
Decide di
zittirlo baciandolo.
Poi, lentamente
si separano.
“Scusa
ancora per ieri” gli
sussurra Kate.
Castle le
sorride “Ormai è
acqua passata, anche se...” le dà un ultimo
colpetto sul naso con l’indice
“...il primo amore non si scorda mai, giusto?”.
“Forse.
Ma è l’ultimo quello
che voglio avere sempre al mio fianco” risponde Kate con un
altro bacio “E se
ci tieni al tuo indice vedi di smetterla!” esclama poi,
più agguerrita,
ricominciando la lotta.
***
Mathieu scende
con cautela le
scale, cercando di non inciampare mentre tiene il trolley sollevato
dagli
scalini.
In cucina trova
i due padroni
di casa alle prese con la colazione.
Quando Castle lo
vede gli si
avvicina immediatamente “Come ti senti?”.
“Molto
meglio” risponde
lasciando a terra la valigia.
Beckett e Castle
notano il
trolley e si scambiano un’occhiata eloquente.
Evidentemente
non c’è bisogno
di dire altro, ha capito da solo che è meglio se si trova
un’altra
sistemazione.
“Sono
davvero dispiaciuto per
ieri sera” ribadisce Rick.
Il francese
sorride “Lo so. Va
tutto bene” vede i due padroni di casa osservarlo ancora un
po’ incerti
“Davvero” aggiunge infine.
“Ti
dobbiamo almeno un’ultima
colazione” esclama Kate, posizionando tre tovagliette sul
tavolo.
Castle, da
dietro il bancone,
annuisce “Niente papaya, giuro”.
Matt sorride
lievemente.
Sinceramente,
non vede l’ora di
andarsene ma li vede così desiderosi di farsi perdonare che
lascia la piccola
valigia accanto al bancone e con un sorriso tirato si avvicina al
tavolo, dove
Kate gli sta indicando di sedersi.
La accontenta
mentre sente il
profumo del caffè infondersi nella stanza.
“È
pronto! Prima dose di caffeina
della giornata, in arrivo!!” con slancio, Castle afferra il
bricco e aggira il
bancone per raggiungere il tavolo.
Ma è
solo il liquido nero bollente
ad arrivare a destinazione, quando Castle inciampa nel trolley di
Mathieu.
Kate si
allontana istintivamente
riuscendo ad evitare di essere colpita.
Matt invece non
ha avuto la
stessa prontezza di riflessi.
Fortunatamente
il getto di
caffè è finito quasi totalmente sul tavolo.
Quasi.
Castle e Beckett
lo vedono
vacillare, aprire la bocca ma senza emettere suono.
“Oh
mio Dio” riesce appena a
dire Kate.
Castle posa la
caffettiera e si
precipita da Matt “Mi dispiace tantissimo! Scotta?”
il francese boccheggia
agitando la mano che si sta arrossando sempre di più
“Si, scotta. Decisamente.
Vieni!!” lo scrittore lo tira per il braccio fino al lavello
della cucina e apre
immediatamente l’acqua fredda.
Kate
è subito al loro fianco,
ancora incredula “Come ti senti? Va meglio?”.
Matt apre e
chiude la mano per
controllare e finalmente riesce a parlare “Fa un
po’ male ma direi che sta già
passando”.
“Non
so cosa dire, sono
inciampato... io... sono mortificato”
si
scusa ancora una volta, Castle.
“Lo
so...che non l’hai fatto
apposta” Mathieu sta cercando con tutto sé stesso
di crederci ma i fatti
cominciano a dire tutto il contrario.
“Ti
prendo una crema lenitiva e
ci rimettiamo a fare colazione” Kate prova a sistemare le
cose mentre asciuga
il tavolo.
“No
Kay, grazie, non credo sia
il caso” Mathieu arretra lentamente verso la porta
d’ingresso.
Pertanto, Castle
avanza “Mi sento
tremendamente in colpa, ti prego, almeno mangia qualcosa”.
Matt scuote la testa
“Sono abbastanza sicuro che
sia arrivato il momento di andarmene”.
Kate prende il
suo trolley
“Lascia almeno che ti aiuti”.
“No
davvero, non ce n’è
bisogno” Matt cerca di riprendersi la valigia con la mano
sana mentre Kate
insiste per rendersi utile almeno in quel modo.
“Ti
accompagno di sotto mentre
Rick ti chiama un taxi” esclama mantenendo la presa sulla
piccola maniglia di plastica.
“Sul
serio Kay, ce la faccio” controbatte
invece Matt, desideroso di andarsene il prima possibile.
Beckett tira la
valigia dalla
sua parte.
Mathieu la tira
dalla sua.
Ad entrambi
viene meno la
presa, quando con un tonfo il trolley cade pesantemente sul piede di
Mathieu.
“Merde! Ce n'est pas possible!
C'est un complot!” urla
saltellando
sull’altro piede.
“Oh
mio Dio, mi dispiace
tantissimo Matt!” si scusa Kate “Non so come sia
potuto succedere!”.
Matt si
ricompone e afferra con
stizza il suo trolley “Addio Kay, non penso che
tornerò a trovarti”.
“S-si...
lo capisco” ammette
lei con voce flebile.
Mathieu apre la
porta, li
guarda un’ultima volta e poi esce sbattendo la porta.
“Posso
ridere o devo aspettare
almeno che sia in ascensore?” le chiede Castle, mentre cerca
di trattenere una
sonora risata.
Kate si porta le
mani al volto
accompagnando il gesto con un lungo sospiro “Non
c’è niente da ridere, Castle.
Siamo un disastro!”.
Lui si avvicina
e le circonda
la vita “Ti sbagli. Siamo un bellissimo
disastro”.
A quelle parole
Beckett sposta
le mani dal suo viso sulle guance del suo uomo.
Si solleva sulle
punte con
l’intento di baciarlo.
La porta del
loft però si
spalanca poco prima di riuscire ad unire le loro labbra.
“Non
che siano affari vostri,
comunque, ma tutta questa gelosia è davvero mal
riposta” Mathieu
è di nuovo sull’uscio con le mani sui
fianchi “Sono gay!” esclama fiero per poi
scomparire nuovamente.
“Oh
mon dieu!!” urla Castle.
Kate
è esterrefatta “Questa
proprio non me l’aspettavo”.
Castle lascia la
presa dalla
vita di Kate e sbatte con forza le braccia contro i propri fianchi
“Beh ma
poteva dirlo subito, però!”.
Kate
roteò gli occhi “Castle...
ti prego, facciamo colazione e andiamo al distretto”.
Senza
protestare, lo scrittore
rifà il caffè e di tanto in tanto lancia delle
occhiatine a Kate.
La cosa non
passa inosservata
“Cosa c’è?”.
“Mmm...
niente...”.
Portano
marmellata e succo di
frutta in tavola, assieme alla nuova dose di caffeina.
Castle insiste
nel guardarla di
sottecchi.
“Andiamo,
muori dalla voglia di
dire qualcosa. Dilla e basta” lo ammonisce la detective.
Lui
si stringe nelle spalle “Mi stavo solo
domandando se Mathieu sia diventato gay subito dopo essere stato con
te”.
“Ah.
Ah. Ah. Castle, che
ridere, l’ho reso gay. Contento?” risponde con
noncuranza mentre finalmente si
gode il suo caffè.
“È
solo che... ultimamente vedo
Esposito sotto tutta un’altra luce...” il
tovagliolo di Kate lo colpisce in
pieno volto.
“Sento
l’irrefrenabile bisogno
di comprarmi una camicia rosa” insiste Castle.
Per quanti
giorni dovrà
sopportare queste battutine?
Molti. Ormai lo
conosce bene.
Ma sa con
certezza che presto
capiterà loro qualcos’altro per cui ridere a
crepapelle, preoccuparsi o
spaventarsi.
Loro sono una
coppia che non
teme la noia.
Come ha ben
detto Castle: sono
un bellissimo disastro.
Fine
Gli uomini
vorrebbero essere sempre il
primo amore di una donna.
Questa
è la loro sciocca vanità. Le donne
hanno un istinto più sottile per le cose:
a
loro
piace essere l'ultimo amore di un uomo.
Oscar
Wilde
Ivi’s corner:
E anche questa piccola avventura
è giunta al
termine.
Alcune di voi avevano fiutato bene:
Matt è gay, ma...
poteva dirlo subito, insomma!!!
Grazie di cuore a chi ha intrapreso
questo piccolo
viaggio con me!
Al prossimo! (sì,
è una minaccia! xD )
Special thanks: Rachi nocciolina
betatrice e Potti MagicBannerGirl
(nuovo termine da coniare u.u)
Au revoir mes amis :-*
Ivi87
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