Uroboro.

di S_h_a_e_L
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pensieri irrilevanti. ***
Capitolo 2: *** Il mondo esiste per me. ***
Capitolo 3: *** Nei miei sogni... ***
Capitolo 4: *** Il mio mondo... così bello. ***
Capitolo 5: *** Davanti alle finestre argentate... ***
Capitolo 6: *** Voi, Voi, Voi e... Me. ***
Capitolo 7: *** Il pozzo per raggiungere il cielo. ***
Capitolo 8: *** Non ci sarà dolore... né morte. ***
Capitolo 9: *** Se si spezza il lucchetto... ***



Capitolo 1
*** Pensieri irrilevanti. ***


Siccome i miei pensieri sono irrilevanti... sono sereno.


Alla scuola di magia di Hogwarts.

Fumo, vapori, odori nauseanti. 

"Ma cos'è?"

"E' l'aula di pozioni..."

"Pare che Potter abbia dato fuoco ad un altro intruglio pericoloso."

 

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"POTTER!"

Harry guardava il calderone come se si fosse macchiato della più alta forma di tradimento possibile. 

"Potter, spiegami come è possibile che per una banalissima, incredibilmente semplice, bevanda balbettante tu abbia potuto combinare un disastro di tali proporzioni?!"

Harry alzò il capo tentando di infondere al suo sguardo tutto il rammarico e il pentimento possibili per un essere umano, ma Piton, come amava descriverlo Tom, era un cactus con la linfa ghiacciata. 

Notò una vena pulsare preoccupantemente al lato della tempia del professore. Sapeva che togliere punti alla propria casa gli causava turbe psichiche e crisi di nervi. 

"20 punti tolti a Serpeverde. Signor Everell potrebbe cortesemente dare ripetizioni al signor Potter?"

"Si, signore"

Tom rispose, ma il suo sguardo chiarì al professore quanto esattamente credesse utile quella soluzione. 

Piton annuì incerto rilasciando un sospiro stremato. 

 

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"Signor Potter! Le sembra per caso una teiera quella? Non erano chiari i procedimenti della trasfigurazione?"

"Si signora.

Potter aveva lo sguardo serio, ma Minerva onestamente non credeva che Harry la stesse realmente ascoltando.

 

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Divinazione. 

"Harry caro, forse non dovresti usare la sfera  in quel modo..."

Aritmanzia.

"Potter... perchè si ostina a frequentare questa classe?"

"Perchè c'è Tom, professoressa."

Lo sguardo della professoressa vagò dall'uno alla'altro non riuscendo a spiegarsi un'accoppiata più improbabile di quella. 

Cura delle creature magiche.

"Guardate come si gonfia!"

"Ah.. no Harry, non toccare!"

Malfoy guardava Potter seriamente, con una vaga smorfia di sdegno sul volto. 

Difesa contro le arti oscure.

Draco Malfoy sedeva al centro di una vasta schiera di ammiratori. 

L'allenamento pratico era sempre molto più confusionario delle lezioni teoriche. La pedana occupava tutto lo spazio prima abitato dalla cattedra del professore. 

Harry era seduto a terra, le lunghe gambe aperte e spalancate e la schiena poggiata alle mura, rappresentava il massimo della svogliatezza.

Tom sedeva accanto a lui, composto, su una sedia, un volume aperto davanti agli occhi attenti.

"Potter, sai che non hai proprio l'aspetto del salvatore del mondo magico?"

"Davvero?

"Malfoy sembra molto più portato di te alla fama..."

Tom alzò lo sguardo dal tomo, cercando Malfoy e trovandolo poco distante da loro, intento a chiacchierare con alcuni compagni di classe.

Harry guardava Tom senza ascoltare il discorso dell'amico accanto a sé.

"Potter, duella con me.

Distolse lo sguardo da Tom per alzarlo placidamente su Malfoy. 

"Vuoi forse farmi male, Malfoy?"

"Voglio semplicemente esercitarmi."

Malfoy era rilassato e guardava Harry con sguardo fermo, mosse gli occhi unicamente per guardare Tom, poi riportò la concentrazione su Harry.

Lo sguardo smeraldo si assottigliò, facendosi serio.

"Se proprio insisti. 
Fai almeno finta di essere teso però... perchè mi infastidisci e non dovresti irritarmi se vuoi evitare di morire.
"


 

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Malfoy e Potter erano impegnati in un duello, ma più di questo sembrava stessero tentando di ferirsi in ogni maniera possibile evitando però di scadere in incantesimi proibiti che avrebbero fatto interrompere il loro scontro/incontro. 

Tom assisteva, osservandoli. 

"Oh... ho capito."

Fece la voce di uno "spettatore".

"Ho capito chi è il pomo della discordia..."

Con il capo fece un cenno leggerissimo verso Everell.

Potter sogghignò, permise ad un incantesimo di sfiorarlo e colpì Malfoy a sua volta, disarmandolo.

Un taglio però si delineò netto e sottile sulla sua guancia sinistra. 

"Oh... ho vinto.

"Si, hai vinto."

"Ma mi hai ferito..."

"A quanto pare..."

"Il viso è la parte del mio corpo a cui tengo maggiormente."

Harry sorrise angelicamente. 

"In ogni caso, anche se sei intelligente tendi ad essere un po' duro d'orecchi quindi ascoltami attentamente... Tom è mio."

"Ne sei innamorato, Potter?"

Il sorriso si ampliò diventando vagamente inquietante.

"Siamo cresciuti insieme, per anni non abbiamo fatto altro che camminare vicini, uno nell'ombra dell'altro. Non potrai MAI sostituirmi. Ma i sentimenti di Tom... bhe quelli sono un'altra cosa.

 

-Perchè neanche io sono in grado di comprendere quale strada prenderà.-

 

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"Ti fa male?"

"Vuoi darmi il bacino sulla bua?"

Tom lo fissò, alzò il pesante tomo che aveva in una mano e lo calò contro la nuca di Harry.

"Ti fa male?"

"Ahia, Merlino, No!"

"Bene, evita di farmi preoccupare."

Harry gli prese la mano, incastrando le dita alle sue.

"Ti sto rubando le energie per guarire dalla commozione celebrale.

Tom fissò le loro mani intrecciate, ma non fece nulla per sciogliere le dita e continuò a camminare lentamente e tranquillamente. 

 
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Ad Ero e Lady, che mi sopportano e stanno aspettando la pubblicazione prima di andare a Nanna.

Perchè questa fic?... Perchè si. 

Ci sono errori? Si. 

E' strana... Si.

Ps: Per il titolo e l'intro devo ringraziare ancora una volta Ero e Lady, alla prima devo la parte filosofica alla seconda ho rubato praticamente l'idea. *.*

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Capitolo 2
*** Il mondo esiste per me. ***


"Neve?"

"Si è quella cosa bianca, fredda... che hai al posto del cervello."

"Tom, anche nei miei sogni devi essere acido?"

"Non obbligatoriamente, ma è una cosa che mi diverte."

Harry guardò davanti a sé.

Un castello, o quello che doveva essere un castello, sorgeva mezzo sepolto dalla neve. 

Avanzarono Tom e Harry, vicini, fino a ritrovarsi in un androne con il pavimento di ghiaccio.

 

-Vuoi il potere?-


Harry guardò Tom, poi il sorriso si accese di un luccichio sbarazzino.

"Chi non lo vorrebbe?"

Continuarono a camminare facendo ticchettare il pavimento di vetro.

 

-Quando desideri una cosa, devi abbandonarne un'altra, questa è la regola.
Sei sempre convinto?-


"Non ho mai negoziato con una voce invisibile, ma accetto..."

"Sei sicuro sia bene accettare?"

"Bhe i sogni non sono reali, se anche questo lo fosse... andrà tutto bene vedrai."

Continuarono a camminare, le porte si aprirono al loro passaggio, le tende si scostarono scortandoli in ampie sale luminose, addentrandosi sempre più profondamente nel palazzo di ghiaccio e neve.

Arrivarono infinie ad una sala. Al centro di essa una spina ghiaccia era saldamente conficcata nel pavimento. 

"Tutto qui?"

 

-Non sempre tutto ciò che è importante... ha un aspetto imponente.-


"Stai iniziando ad irritarmi."

Altri passi, Harry posò le mani sulla spina ghiacciata e afferrandola saldamente la sfilò dal pavimento. 

"Guarda Tom! L'ho sfilata!

Un urlo provenì da Tom, inginocchiato a terra con le mani sul viso. 

"TOM!"

"E..eccolo..."

Un ombra nera crebbe davanti a loro, uscendo dalla crepa occupata dalla spina.

 

-Che... sonno profondo 
...quindi ti preoccupi per quel ragazzo?
-



"Che cosa gli hai fatto?"
 

-Tu hai promesso che una volta ottenuto ciò che desideravi avresti riununciato ad una delle cose che possiedi.-


"Tom, non è un oggetto..."
 

-Non potrai mai vivere con lui, in ogni caso, siete completamente diversi. Lui è destinato ad altro.- 


Harry chiuse gli occhi, ricordò ogni momento vissuto con Tom:

"Lui è diverso..."
"No."
"Lui se ne andrà... prima o poi."
"No. Ho promesso"

 

Quando trovi qualcosa... ne sei responsabile per sempre.


Aprì gli occhi di scatto.

"Hai ragione. Per avere una cosa bisogna rinunciare ad un'altra, questa è la legge dell'equilibrio."

 

-Ora inizi a ragionare...-


"Ma... Tom è tutto il mio mondo."

Afferrò la bacchetta velocemente colpendo il pavimento di vetro proprio sotto i piedi dell'ombra che era fuoriuscita per colpa sua.

L'ombra tremò appena e il moro ne approfittò per impugnare saldamente la scheggia di ghiaccio e per scattare in avanti, trafiggendola.

Un fantasma non ha un corpo che possa essere bloccato da uno spuntone appuntito, fu per la sorpresa, più che per il gesto, che si immobilizzò. 

"Con me non si negozia, hai sbagliato persona Vocetta petulante. Tu vuoi il mio tesoro più prezioso. Chiedi troppo."

La realtà implose su se stessa, il palazzo si smantellò in minuscole infinite schegge di vetro che presero a galleggiare.

Così come tutto era iniziato, finì.

Harry aprì gli occhi lentamente.

 

****************************************



Tom fece un sogno quella stessa notte. Sognò il giorno in cui Harry lo aveva trovato.

Stava piangendo, disperatamente, aspettava che l'uomo che l'aveva portato in quel luogo tornasse per tenerlo con sè. 

Lo aspettava, sempre. Non riusciva a dimenticarne il volto nè la voce. Però non ricordava le ultime parole che quell'uomo gli disse. 

Harry lo trovò dietro la collina, mentre piangeva disperatamente e... iniziò a piangere più forte, tanto che Tom si sentì in dovere di consolarlo.

Quel bambino egoista sorrise dolcemente:

"Grazie."

Quello fu il primo dei loro giorni insieme. 


 

******************************************



"Buongiorno Tom!"

Una gamba venne stesa, il ragazzo finì dritto, disteso in terra.

Harry si abbarbicò al braccio di Tom, facendo un sorrisino malvagio verso Blaise Zabini. 

Tom guardò per un momento il ragazzo steso in terra, poi Harry saldamente ancorato al suo braccio. 

"Buongiorno."

Zabini guardò Potter aggrottando le sopracciglia scure e lanciandogli uno sguardo omicida che fu deriso con un ghignetto, mentre Harry tornava a rivolgersi a Tom.

"Oggi a Divinazione ci sarà la predizione del futuro con il rito degli specchi!"

"Io preferisco boicottare quella predizione."

"Sei un guastafeste Tom... io parteciperò. Sarà divertente."

"Potter, in ogni evento a cui partecipi succedono catastrof..."

"Oh Tom, senti per caso una voce molesta?... la voce di un uomo che anela il dolore, per caso?"

Nel frattempo guardava in aria mentre Zabini aveva preventivamente guadagnato una sufficiente distanza di sicurezza. 


Sorpassarono la porta dell'aula e si trovarono immersi in un ambiente completamente nuovo. 

Una pozza d'acqua circolare larga quasi due metri stava placida e tranquilla al centro della sala. 

Gli studenti che si erano dimostrati inclini alla materia erano lungo la parete, pronti ad iniziare il rito degli specchi, Zabini era tra questi. 

Tom si accomodò in uno dei divanetti addossati alle pareti, Harry si accostò al piccolo, striminzito numero di volontari. 
Nessuno aveva veramente voglia di fare da cavia, tranne Potter.

 

*****************************************************************************

Sempre a Lady ed Ero perchè i miei deliri senza senso nascono, crescono e muoiono con loro. Questo è la migliore, tra le robe senza senso che io potrò mai creare. XD

E a Uwy, che mi ha seguita in un'altra Tom/Harry, anche se desiderava una Drarry! 



Avviso: Come sempre le mie storie acquistano un senso solo intorno al decimo capitolo.

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Capitolo 3
*** Nei miei sogni... ***


L'aula di divinazione aveva, forse per la prima volta, un'aspetto serio.

Quando Harry entrò nel cerchio, l'acqua si scurì, Blaise ebbe un brivido.

La vista di Tom si appannò.

- Morirà... -

Diceva lo sciabordare di quell'acqua.

- Brillerà come una cometa e come una cometa presto si spegnerà... -

Sussurrava un sibilo alle poche menti in grado di ascoltare.

- Svanirà -

L'acqua strabordò inonando completamente il pavimento. La luce si spense e poi fu solo caos.

Le vetrate si spaccarono lasciando entrare la luce del sole che investì tre persone al centro della stanza.

Harry che teneva protettivamente una mano sugli occhi di Tom, Tom stesso e Blaise, tutti e tre con le bacchette spianate.

Harry si guardò intorno per qualche secondo, poi con sguardo colpevole guardò la professoressa.

"Ops...?"

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La stanza era piena di pergamene e fogli.

"Perchè mi hanno messo in punizione con te, per Merlino e Morgana?"

"Perchè metterti in punizione con Tom non sarebbe stata una punizione."

Blaise riempiva velocemente pile e pile di pergamene. Tentava di ignorare i piagnucolii fastidiosi di Potter.

Harry fece leva ancora una volta sulla finestra, miseramente cadde a terra per la centesima volta.

"Dannazione..."

"Tenti la stessa cosa da più di un'ora..."

"Zabini, Porco Godric, Taci! Scommetto che era tutto un piano di Malfoy per rimanere da solo con Tom!"

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Tom si guardò intorno sconfortato. La biblioteca era sottosopra.

"Qualcuno mi ha chiamato?"

"No, Tom non ho sentito niente."

Una decina tra ragazzi e ragazze di ogni casa si era affollata in biblioteca per poterlo aiutare.

Approfittavano dell'assenza di Potter.

"Ti aiutiamo, così ti libererai subito della punizione..."

"Oh Grazie..."

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"Onestamente Potter sei patetico, nessuno vuole rubare il tuo prezioso Tom."

"Zabini, vai a mangiare escrementi di Manticora."

"No, Potter li tengo da parte per te."

Blaise era stremato... qualche altra ora con Potter e avrebbe ucciso lui o si sarebbe gettato dalla finestra.

"Onestamente Potter, sei un idiota, non capisco come faccia Everel a sopportarti... lo hai rapito da neonato?"

Silenzio. Zabini si girò a guardare Potter che, arresosi, stava giocando con un boccino.

Lo osservò fissare il soffitto mentre parlava.

"L'ho trovato dietro una collina vicino casa mia. Siccome era tristissimo e piangeva l'ho portato con me."

La tata disse che era una cosa che non avrei dovuto fare... e ha creato un bel po' di problemi...

"Tom rimane Tom, tutti l'adorano così com'è ora. Io lo proteggerò, sconfiggerò Voldemort con la mia astuzia, trasformerò il mondo magico in una monarchia e regnerò con Tom. Malfoy e tu Zabini farete gli stallieri, pulirete le stalle... il palazzo...."

Harry fu interrotto dall'arrivo di un tomo piuttosto consistente di storia della magia, Harry notò vagamente che era lo stesso con il quale l'aveva colpito Tom solo poco tempo prima.

"Sei un'idiota Potter."

Blaise però lo guardava con un'attenzione nuova, una nuova scintilla d'interesse.

Lo so... sono un'idiota.

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Tom prima di quel momento non era mai andato ad Hogsmade senza Harry.

Anzi Potter risultava quanto mai invadente e superava ogni confine di spazio privato possibile accollandosi a Tom come se fosse una seconda pelle.

Ma era ancora, dolorosamente, ancorato a pile di pergamene vuote in un aula in disuso con Blaise Zabini.

Questo pensiero gli causò un moto di fastidio e gli fece affrettare impercettibilmente il passo lungo la via principale del paese, quasi senza volerlo iniziò a camminare per viottoli secondari.

-Non pensavo che sarebbe stata la gelosia... a ricondurti da me.-

"E così... sei tu il fanciullo smarrito..."

Tre figure coperte da maschere e vesti nere comparvero davanti a Tom.

"Il nostro Signore ha urgenza di incontrarvi..."

Tom sguainò la bacchetta e li guardò. Aveva una stranissima sensazione, come se ci fosse una voce a chiamarlo... ma il pensiero di Harry lo ancorava al suolo.

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Blaise si raddrizzò improvvisamente.

"Ho uno strano presentimento..."

Ma Harry era già in piedi, guardava dalla finestra con l'espressione più seria che chiunque gli avesse mai visto.

Quando la prima nuvola di fumo nero si alzò dal villaggio richiamando il marchio nero nel cielo, Blaise non fece in tempo a fare o dire niente, Harry aveva infranto le barriere, scavalcato la finestra e correva già verso i cancelli.

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-Sta arrivando-

"Voi siete molto amato dalla luce Giovane Signore."

Tom se la stava cavando, erano bravissimi duellanti, ma si era reso presto conto che non miravano a ferirlo o fargli del male.

"Ma... la luce può solo celare l'oscurità e la verità sarà presto svelata. Appena si scoprirà il segreto... come gestirete la vostra vita?"

Un incantesimo di disarmo, una schivata veloce. Un sasso sul selciato.

Il mangiamorte su di Tom, steso in terra.

"Voi avete lo stesso odore di quel ragazzo... pare vi abbia donato un anima e l'umanità. E' per lui che vi trattenete?"

"SILENZIO!"

Un onda magica scagliò persone e oggetti nelle vicinanze ad almeno 5 metri di distanza.

"Non avrò pietà... se proverete a Toccarlo, vi taglierò la testa."

Gli occhi emanavano un leggero bagliore scarlatto che si spense completamente quando le tre figure si inchinarono davanti a lui.

Improvvisamente tutta la realtà fu avvolta da un bagliore bianco.



 

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-Non devi aprire gli occhi.-

-Eh?... Harry... Ora posso?-

-Harry dove sei?... Tata? non vedo niente...-

Davanti ai miei occhi ciechi solo l'immagine di Harry, come era, un bambino con i vestiti stracciati e il corpo insanguinato.

-Harry...-

"Va tutto bene, Tom. Sono qui. Ora puoi aprire gli occhi, io sono qui."

Harry era accovacciato davanti a lui, lo teneva stretto al centro di una delle piazzette del paese, era un contatto reale e fisico... che Tom finalmente percepì... intorno a tutto quel candore irreale.

-Nei miei ricordi... in mezzo a tutti i visi familiari, in mezzo a tutte voci conosciute... c'eri sempre tu.

Non riesco a ricordare niente di ciò che ho sentito o di ciò che ho visto prima di te... Se non lo ricordo vuol dire che non era importante?

Allora per adesso... mi concentrerò solo su di te. Sul tuo viso che conosco meglio di qualsiasi altra cosa...-


 

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Parliamone un po'... del mio preblema con le trame.

Sarà criptica ancora per un po'... poi sarà anche fin troppo veloce in quanto a svelamenti vari di trama. 

Non ho idea di come giustificare il mio problema latente con la chiarezza. 

Blaise ha la vista o qualcosa di simile. 
Harry è un idiota... Tom è stato traumatizzato da Harry. 

Malfoy è meno materiale di quanto si pensi. 

Sono criptica anche nelle spiegazioni... yeee!

Alla prossima XD

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Capitolo 4
*** Il mio mondo... così bello. ***


Il mio mondo... così bello.


"Signor Potter... è ora di andare a lezione."

"Non posso."

"Per quale motivo?"

"Se mi separassi da Tom il mio cuore avrebbe un collasso e poi dovrebbe giustificare al preside la morte prematura del Grande Salvatore del Mondo Magico."

"Signor Potter... lei non è ancora il salvatore."

"Dettagli."

"Signor Potter... Potrebbe perlomeno accomodarsi sulla sedia e smetterla di stringere il Signor Everel il tempo necessario per completare il controllo?"

Potter sedeva compostamente sulle gambe di Tom, arrampicato sul letto di Tom nell'infermeria. 

Si guardò intorno come se non avesse sentito assolutamente nulla. 

L'infermiera li guardò... tra lo sconvolto e l'arreso.

Poi se ne uscì a passo di carica.

Potter si infilò sotto il lenzuolo con Tom e Tom ancora assortò iniziò a passare le dita tra i suoi capelli...

Nella mente ripercorreva l'immagine che aveva visto: Harry bambino ricoperto di sangue e con gli abiti stracciati.

 

-Cos'era? Non un ricordo. Forse... una specie di sogno? 
I suoi capelli scivolano tra le mie dita... così fini. Non avevo mai notato che... i capelli di Harry fossero così morbidi.-

 

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"Tom, tu sei cresciuto con Potter?"

"Si... ma non solo con lui, c'era anche la tata. Sa fare tutto... è gentile e splendida, è stata lei ad insegnarci il duello."

"Everell... Non ti senti un po' pressato da Potter?"

"No... no perchè?"

Camminavano lungo il corridoio, verso le serre. 

Dopo l'attacco: la scuola, i corridoi, le aule, i giardini pululavano di auror. 

Tom si bloccò improvvisamente. Davanti a lui avanzava un uomo, con lunghi capelli neri, occhi chiari e la divisa auror.

Lo stemma su quella divisa, lo fece bloccare in mezzo al corridoio e un ricordo si fece largo nella sua mente.

 

-Piangeva, le mani dell'uomo dai capelli neri gli stringevano piano le braccia. Le labbra gonfie e macchiate di sangue si muovevano, gli stava dicendo qualcosa... ma non riusciva a ricordare le sue parole. 
La divisa che indossava era stracciata e insanguinata, ma lo stemma sarebbe sempre rimasto impresso nella sua mente. 
Lo stesso stemma che aveva visto pochi secondi prima su quell'uomo. 
Aveva passato la vita ad aspettare quell'uomo, davanti alle rovine di quella casa, dietro quella collina, lo aveva sempre aspettato.-




Si svegliò da quel sogno ad occhi aperti solo quando quell'uomo gli si fermò di fronte, gli occhi freddi, grigi, glaciali fermi nei suoi.

L'uomo passò oltre camminando con eleganza dopo qualche secondo.

"Ma chi era quello?"

Vociavano attorno a Tom, mentre guardava quell'uomo allontanarsi.

"Sirius Black, capo squadra Auror. Dicono sia il miglior duellante del reparto...è molto famoso."

Ma Tom non li ascoltava... era lontano. 
Lontano di anni.

 

-Quel simbolo... era lo stesso.-



 

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"In questa lezione... uniremo l'utile alla mera lezione. Pianteremo degli alberi destinati a rafforzare le protezioni della scuola. 
Siccome ci sono stati problemi ultimamente dovrete stare molto attenti a posizionare i semi in luoghi appropriati, successivamente ognuno di voi farà crescere il vostro albero nutrendolo del vostro potere. 

Sarete valutati in base al risultato.
"

"Oh Ciao Potter."

"Malfoy..."

"Non ti erano stati vietati questi corsi, Potter?"

"Si, ma il preside sostiene che io possa essere utile."


"Signor Potter... lei non era stato esonerato da queste lezioni... per il bene della mia sanità mentale?"

"Il preside si è convinto dell'utilità per me di seguire le lezioni di erbologia, mi ha vietato però di mettere di nuovo le mani su qualsiasi pianta letale, di inseguire creature all'interno della foresta e di molestare gnomi, troll, centauri e qualsiasi altra creatura o vegetale potenzialmente pericolosa.

Parlò velocemente, senza intonazione, come se stesse ripetendo meccanicamente, come se avesse imparato a memoria la lezione e la stesse dicendo senza tuttavia aver memorizzato o compreso assolutamente niente. 

Malfoy e Zabini scossero la testa in sincrono.

La professoressa sospirò sconfitta.

"Gli alberi devono conservare un equilibrio precisissimo, anche l'estetica ha il suo valore, vi raccomando quindi di visualizzare nella vostra mente ciò che potrebbe rendere il mondo... più bello."

"Potter secondo te come si fa a rendere il mondo più... "Bello"?"

"Che domande!... Da quando sono nato il mondo è già bello!"

 

-...e lo sarà finchè lui rimarrà al mio fianco.-


"Certo... quando diventerò Ministro... o Sommo sovrano diventerà ancora più bello."

La cosa sconvolgente... era l'assoluta serietà di Potter.  

Malfoy si fece avanti e poggiò un libro sulla testa di Potter, delicatamente.

"Tuttavia... per ora non c'è nessuna corona sulla tua testa, ride bene chi ride ultimo. Ad ogni modo sono piuttosto soddisfatto della risposta... quantomeno non si può dire che tu non sia sincero. 
Ti invidio, dev'essere divertente vivere come fai tu.
"

"wow.."

"Che Classe."

"Potter che libro è?"

CONOSCI TE STESSO.

"Lo odio."

"E' di un'altra specie..."

"E' di un livello superiore Potter..."

 

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"Non basta fissarlo."

"Zabini...

"Una volta piantato, un albero dovrebbe crescere da solo, ma in ogni caso non può crescere solo perchè lo fissi."

"Oh Sommo esperto di albericoltura, come potrei fare allora?"

"Oh.. se me lo chiedi così..."

Harry portò per la terza volta le mani sull'erba, accanto al seme.

"Hai combinato qualcosa... di grave, tutto per quel ragazzo."

Non era una domanda. 

"Devi assumertene la responsabilità..."

Zabini vedeva un uomo, nel futuro, un uomo con i capelli lunghi e il corpo ferito. Aveva la certezza che quell'uomo stesse per morire.

"Se gli alberi crescono..."

"Uh?"

"...questo posto diventerà più sicuro?"

"Come?"

Dalla terra il seme esplose in un rigoglioso albero dal tronco largo e possente, le foglie verdi e larghe aperte e puntate direttamente contro il cielo, saldamente ancorate a rami robusti e solidi. Anche gli alberi vicini crebbero. Ma quel solo albero superò le mura, conficcandosi nel cielo.

Zabini lo guardava con gli occhi spalancati.

-Perchè..?
Chi è questo ragazzo?

Vuoi dire che...
...faresti qualsiasi cosa per Everell?
Ma... se dovesse sparire... come ti comporterenti?-


Due secondi dopo Potter cadde svenuto in terra, con il suo solito sorriso beota sul volto.


-La cometa è lui?-


 

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I bambini e il bosco di betulle



-Stavo rientrando dal mercato con la tata... la strada era innevata.

Così, lontani da casa e con tutta quella neve, mi sembrava di stare in un cosmo abitato solo da me e da lei.

Un banale sentiero... pensavo al vento pungente del nord e alla rana che avevo lasciato andare lo scorso autunno.

Eppure... quella strada mi ritorna in mente per via di un coniglio.


"E' ancora vivo... meno male."

"Tata... sangue..."

"Probabilmente è ferito, lo portiamo con noi per curarlo?"

"D'accordo."

Una sensazione piacevole... anche se era piuttosto pesante non l'ho dato alla tata.

"Tata!! Perchè così tardi? Hai preso qualcosa da mangiare?
Uh.. Ehi.. è un coniglio.

"Lo ha trovato Tom nella neve, carino vero?"

"Uh, è ancora cucciolo... Sembra gustoso."

"..."

"Bene, quindi coniglio per cena?... ma non è un po' piccolo per saziare tutti?"

"Eh?"

"LUI NON SI MANGIA!!"

Scappai.

Lo odio! Lo odio! Odio Harry, mi picchia sempre dicendo di essere più forte di me! Pensa solo a stuzzicarmi, vuole solo ingozzarsi! 
Se non fossi un bambino mi avrebbe già divorato!

Che freddo... mi sono perso. 


Non ricordo niente del passato, a parte quell'uomo e una immensa tristezza. 
Quando mi trovò...

Piangevo, ho pianto fino a perdere la voce. Poi un bambino sconosciuto ha cominciato anche lui a piangere per farmi compagnia. 
Non sapevo perchè... nè da quanto tempo fosse lì... in pigiama. 
Però strillava come un matto.

Allora mi sono sentito costretto a consolarlo. 


"Non piangere... io facevo per finta."

Dopo quello sfogo, inatteso, ha sorriso dicendomi:

"Grazie.
Tu come ti chiami? Io sono Harry."

"Io sono...Tom."

Era il mese di giugno.
 Io pensavo che quella persona del passato sarebbe venuta a riprendermi. 



"Tom!"

"Ho portato qualcosa da mangiare per il coniglio. Mi hanno detto che era svenuto dalla fame, vero?"

"Si..."

"Qui c'è il cibo... uh fa il solletico."

I bimbi osservavano la neve scendere sul bosco delle betulle, avevo incontrato un ragazzino speciale. Guardando le stagioni cambiare, crescendo insieme... con il vento del nord. 

Ho smesso di provare quella cupa tristezza. -


 

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Sto studiando l'arte del decriptaggio, confidate in me!

L'idea di questa fic mi è venuta in mente leggendo uno dei miei manhwa preferiti: "June, the little queen."
L'idea generale l'ho aggiustata ispirandomi a quella storia.
La adoro. 
La storia è in linea assoluta con il mio modo di creare le trame, in quello che scrivo ci sono sempre gli stessi temi ricorrenti, dovrei ricorrere alla lobotomia, ne sono cosciente, risparmieremo tutti molti anni di vita sprecati a farsi pippe mentali su quello che scrivo. 


 

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Capitolo 5
*** Davanti alle finestre argentate... ***


Davanti alle finestre argentate...


"E' stato un vero strazio..."

"Vado a prendere un po' d'aria."

"Allora direi che oggi basta cos' ragazzi. Domani alla stessa ora e tutti i giorni fino al ballo. Ci tengo enormemente che non ci siano problemi."

"Finalmente..."

"No, lei no Signor Potter. Signor Everell, Signor Malfoy, Signor Zabini, abbiate la compiacenza di rimanere qui. Come sapete... il ministro a chiesto che gli studenti meritevoli avessero un posto speciale al ballo, siete tutti tra questi -disse un un sorriso che poi si spense- bhe almeno... quasi tutti. "

"Signor Potter... sapete danzare?"

Harry annuì, Tom si spostò impercettibilmente dietro gli altri, cercando i passare inosservato.

"Sa danzare in coppia?"

Un'altro movimento affermativo del capo.

"Personalmente mi farebbe comodo se il Signor Potter rimanesse muto e immobile, il problema -tragico- è che pare che questo sia impossibile. Al ballo interverranno anche il preside e il primo ministro e vorranno parlare con lei."

"In altre parole... sono destinato a diventare il fiore delle serata mondane."

"Vorrei solo che lei non si trasformasse nell'erbaccia delle serata mondane, Signor Potter. Qualsiasi risultato superiore a quello sarà un miracolo bene accetto. Oh bene. Qualche volontario che accetterà di ballare con il Signor Potter?"

Tom fece un altro passo laterale facendo in modo d'essere coperto quasi totalmente, questo chiarì immediatamente la sua disponibilità.

"Signor Zabini?"

"Non che io sia un grande ballerino, Professoressa. Ma mi sacrificherò per il debutto della fanciulla."

In posizione.

"Guarda che non è la mano giusta, Zabini."

"Davvero, Potter?"

"Non sulla schiena, Zabini, sulla spalla!"

"Sei acido, Harry."

La professoressa si strofinò la fronte con forza. 

"Musica!"

Tom li guardava intensamente.

Zabini per qualche istante rimase interdetto, osservando Harry muoversi in maniera .... aggraziata?

-Come mai è così aggraziato? Sembra quasi una persona seria. Non riesco a crederci... per qualche istante... quello zoticone mi è sembrato affascinante.-

"Facciamo una pausa."

Zabini si massaggiava energicamente i piedi, sentiva un dolore lancinante alle dita. Pestate più e più volte da quel troll impacciato di Potter.

"Come va?... Mi dispiace, avrei dovuto avvertirti."

Zabini alzò lo sguardo su Tom.

"No... non preoccuparti Everell, dovevo sospettarlo."



 

-----------------------------------------


Harry si fece cadere pesantemente sul divanetto. 

Malfoy era al piano, Zabini si muoveva scioltamente con la Professoressa, seguendo le note. 

Tom guardava Harry.

"Te l'ho già detto? Ho incrociato uno che dicevano fosse il capo reparto degli auror."

"Cosa?.. Auror?"

"Anche lui era uno di loro.. aveva gli stessi simboli."

"Lui chi?"

"Quello che mi ha abbandonato sulla collina dietro casa tua."

"L'uomo che aspettavi da piccolo?"

"Si..."

"E... lo stai ancora aspettando?"

"Si, forse... in parte è per questo che ho deciso di diventare auror."

Harry a braccia incrociate tornò a prestare attenzione alla dimostrazione di ballo.

"Quando diventerai ministro io sarò il tuo auror. Sono io che ti proteggerò."

Aggiunse Tom. Harry sorrise morbidamente, sciogliendo la postura rigida.

"Eh?... D'accordo. Allora mi posso fidare."

Dopodichè chiuse gli occhi verdi e piego la testa sulla spalla di Tom.

 

-----------------------------------------------------



"In sistesi Signor Potter, provate a non fiatare e se sarà necessario... seguite il Signor Malfoy."

"Non ti preoccupare... nonna! Sono Harry Potter resuscitato dopo tre giorni di lezioni private. Non vi preoccupate da oggi in poi, assumerò io il controllo di questo castello."

"No... no..."

La professoressa si coprì il viso con entrambe le mani... disperatamente. 

"Preside?.. Signor Ministro... I Signori Malfoy e Potter sono pronti ad entrare, con loro anche il Signor Everell. Sono stati tutti fortemente raccomandati dai professori... bhe... tutti tranne...."

"Va bene così... mettete a loro agio i pulcini, tra loro c'è qualcuno di molto importante. Una persona che non vedo.... da molti, molti anni.


 

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Forse... illusioni?

E' un sogno... il futuro, oppure un illusione?

-Fin dall'inizio la tua verità... mi ha colpito nel profondo.-

"Non mi piacevi."

Malfoy sentiva la voce di Potter.

"E' un vero peccato..."

Sentì la sua voce rispondergli.

-Ma restava comunque la verità.-

"...pensavo potessimo diventare amici."

Harry sorrise con un misto di tenerezza e malinconia.

"Amici? Che ti prende Malfoy? non è da te dire una cosa del genere."

-Quand'è che tutto ha iniziato a complicarsi?-

"Ma io..."

"Niente ti toccava davvero..."

-Non ti ho mai odiaro, in verità.-

"...tu non odi né ami nessuno. Tutto ti è indifferente. Anch'io del resto, faccio parte di questo genere di persone, Malfoy."

Malfoy stringeva saldamente una bacchetta nelle mani, non era la sua e sentiva imprimersi nel palmo tutti i segni di quel manico di legno.

"Malfoy tu sei nato per diventare grande, ma se continuerai ad ostacolarmi... dovrò ucciderti... con la bacchetta di Tom." 

 

-Non ti ho odiato mai, ma non ci sarà concesso di conoscere il nostro futuro... o il futuro di chi come noi, continua a vivere.
Oppure no?...
Se il futuro potesse vedersi solo dietro lo specchio del sonno?
Se fosse conservato nella parte nascosta dell'inconscio?
Siccome tutto torna... in noi stessi conserviamo le memorie del futuro.-


Due singole lacrime lasciarono gli occhi di Draco, davanti allo sguardo verde e duro di Harry, prima che si svegliasse nel suo letto.

Qualche istante di veglia e il calore del sole riuscì a cancellare ogni traccia di quella memoria, di quel sogno o di quell'illusione.

 

Il futuro è conservato nel corpo, nelle sue cicatrici, nei più piccoli segni della pelle. 

 

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So che mi odierete. Mi odio anche io. L'ultimo pezzo. Quello dove c'è Malfoy che sogna... è appunto questo.. un sogno... oppure no?

Come al solito non si capisce un cazzo. Però ho lasciato cadere una informazione, importante.

Questo è un Universo Alternativo all'originale, ovviamente, mi pare doveroso sottolinearlo a questo punto. E' il mondo che è nato da un semplice evento modificato nel passato degli eventi canonici. L'intreccio prende una strada completamente diversa da quell'evento in poi, evento che ho inventato ovviamente. 

Anche le spiegazioni sanno essere criptiche. <3 

Fatemi tutte le domande che volete T..T e perdonatemi! 

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Capitolo 6
*** Voi, Voi, Voi e... Me. ***


Il fanciullo che cammina solitario sull'orizzonte.

-Stranamente il mio cuore sussulta ogni volta che mi trovo in questo luogo. 

Questa splendida galleria, di questo meraviglioso castello, che ho percorso in diverse occasioni.
Le sontuose decorazioni interne, perfettamente conservate da migliaia di anni... il calore che la pervade e l'immutato paesaggio che la circonda. 

Continuo a rifugiarmi in questo luogo cercando di sfuggire ai miei turbamenti e quando la porta in fondo alla galleria si apre, trovo il posto che so... essere destinato a me.-

Benvenuti miei cari... ragazzi

Brindiamo al fanciullo che cammina solitario sull'orizzonte.

Vi do il benvenuto ragazzi... e vi ringrazio di essere passati di qui prima del ballo.

Harry si guardava intorno incuriosito, sembrava valutare con lo sguardo tutti gli strani oggetti nello studio del preside.

Il ministro in persona ha atteso questo momento con impazienza per verificare la vostra crescita e i vostri progressi.

Tom si guardò intorno fino a quando non incrociò delle figure allineate contro una delle larghe pareti, auror perfettamente allineati in cui lui riconobbe subito, come in un Flash, Sirius Black. 

Il ministro venne avanti pomposamente, doveva essere stato un mago rispettabile e serio, prima che la tracotanza lo invadesse come un morbo. 

Sono molto felice di conoscervi... Signori. Signor Potter, Signor Everel... conosco molto bene la vostra tutrice.

Il suo sguardo luccicava di interesse guardando Tom, Harry assottigliò gli occhi, concentrando il proprio sguardo su quell'uomo. 

Lo fissò tanto a lungo e con così tanto impegno che il ministro dovette obbligatoriamente guardarlo, mentre gli altri nella stanza ciarlavano del ballo e dell'importanza della nuova generazione di funzionari. 

Dovette leggere qualcosa nei suoi occhi, perchè indietreggiò leggermente e accorciò quella visita così sentita.

Harry continuò a guardarlo seriamente fino a quando la Professoressa McGranitt non intervenne.

Sig. Potter è poco educato fissare le persone in quel modo...

Lei... lo sa, Professoressa?

Cosa?

Percorrevano i corridoi per tornare in sala grande.

La mia tata mi ha dato un solo consiglio, uno solo: -Evita di frequentare chi dice di conoscermi.

Prese una pergamena spiegazzata dalla tasca.

-Lista nera di Harry Potter-

*Draco Malfoy
*Blaise Zabini

Poi velocemente aggiunse:

*Ministro della magia
 

Malfoy aggrottò le sopracciglia

Aspetta! Cos'è quella lista? Credo di aver visto il mio nome lì dentro.

Come? Non capisco a cosa ti riferisci. Devi aver visto male.

Pot...

Siete paranoico Signorino Malfoy e non statemi così vicino. Non abbiamo tutta questa confidenza.
 

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Harry era al centro della grande sala da ballo, attorniato da qualche ragazzo e qualche ragazza, il suo viso era stranamente abbellito da un sorriso pacato e affascinante e la goffaggine che lo contraddistingueva sembrava accuratamente camuffata, per il momento.

Ugualmente a qualche metro di distanza Malfoy, molto più sciolto di quanto non fosse il moro, veniva coinvolto costantemente in qualche discorso in cui si destreggiava con destrezza, ma con regalità.

Ehi... Potter non è male, stasera...

Ha un sorriso così espressivo a differenza di Malfoy... sembra più raggiungibile.

Tom storse leggermente il naso, poggiato ad una delle pareti vicino all'ingresso.

Tranquillo, a quei ragazzi non servirà a niente fare la sua conoscenza, vero?

Zabini spuntò al suo fianco facendolo sussultare.

Come... sei arrivato qui? Pensavo stessi al centro della sala.

Zabini si fece serio, poggiando le spalle al muro, accanto al ragazzo.

Tutto bene, Everell?

Si... assolutamente si.

Uhm... Sicuro?

Certo.

Se è la verità... tanto meglio.

Parlando si accostarono al una grande vetrata, quando si videro venire incontro Sirius Black.

Sig. Zabini? Il ministro ha chiesto di lei.

Ma mentre l'auror parlava, guardava Everell, concentrato sul suo viso. 

Zabini si frappose un momento tra i due, facendogli distogliere lo sguardo, poi si avviò verso il centro della sala. 

Quando l'auror tornò a cercare Everell per la sala, non lo trovò. 
 

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Ah... che carino...

E' anche più carino visto da così vicino...

Ma non avrà freddo... si è addormentato qui sul balcone...

Harry fissava Tom da una delle finestre che davano sul balcone della sala. Il ragazzo si era addormentato su una delle panche in pietra ed era stato circondato da oche di ogni età.

Lo sguardo si scurì leggermente, poi sbuffò scocciato e uscì sul balcone.

Qua... qua qua.

Le ragazze si girarono contemporaneamente con lo sguardo stranito.

Correte dentro piccole papere, mamma oca sta chiamando.

Le ragazze scandalizzate dal tono si ritirarono in vari gradi di indignazione.

Zabini, che aveva assistito, alzò un sopracciglio.

Potter, idiota, lo sai vero che papere e oche sono due animali diversi?

 

-------------------------------------

Voi, Voi, Voi e... Me.

Il giorno dopo. 

Malfoy si alzò di soprassalto dal suo letto, aveva la fronte sudata e senza sapere perchè aveva in mente l'immagine di un bambino dai vestiti lacerati che gli teneva il viso e gli aveva sussurrato una sola parola:

-Prometti.-

Promesso...

Si era ritrovato a rispondere in quel sogno.

"Promesso, Harry."

-------------------------------------------

 

Sig. Potter, sono felice che abbia accettato il mio invito.

La vecchia ha minacciato di darmi in pasto alla piovra se non fossi venuto.

Il tono di Harry era monocorde. Il ministro ignorò la sua risposta.

Ma vieni più vicino ragazzo, non ti mangio mica.

Harry parve indietreggiare di qualche passo sotto lo sguardo sconsolato della Professoressa di trasfigurazione. 

Non essere timido... presto diventeremo amici.

Non penso vi interessi l'opinione di un ragazzino.

Ovviamente, però, mi interessa la tua opinione.

Harry si limitò a guardarlo fino ad arrivare all'ufficio del preside lasciato libero per il ministro.

Non tengo particolarmente ad incontrarvi così spesso Ministro.

Temo dovrai sopportarlo, ragazzo, questo perchè sei il bambino sopravvissuto... e se mi succedesse qualcosa l'intera comunità magica si appoggerebbe sulle tue spalle. Lo sai vero?

Harry a distanza di sicurezza si limitava a guardarlo.

Fino a che punto sei disposto a sacrificarti?

Tutti... devono vivere in pace.

Un mondo così non esiste, caro ragazzo.

Il resto dell'incontro continuò tra i tentativi sempre più inutili del Ministro di intavolare una discussione e i tentativi sempre più riusciti di Harry di osservare ogni più piccola crepatura del soffitto per ignorare il Ministro. 

Che alla fine lo congedò con un sorriso irritato.

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Visto che ci osservava di nascosto, ho deciso di fargli fare un giretto.

Un giovane auror spingeva un titubante Tom, fino al capo auror Black. 

Questo giovane vuole diventare un auror.

Sirius fissò il ragazzo negli occhi, con sguardo duro.

Vuoi diventare un auror?

Si.

In questo caso... puoi mostrarmi le tue capacità?

Come?

Sguaina la bacchetta.

Sulla pedana da duello un giovane auror sorrideva incoraggiante a Tom.

Avanti Tom... non avere timore, siamo addestrati duramente.

Il duello andò avanti per un po' con incantesimi blandi che venivano parati, schivati e restituiti da Tom molto facilmente. Poi un lampo colse di sorpresa entrambi i duellanti.

Fatti da parte cadetto.

Black salì sulla pedana mantenendo sotto tiro Tom.

Gli incantesimi ripresero, ma molto più violenti e potenti di prima. L'intensità dello scontro crebbe rapidamente.

Eh?

Non se la cava male... tiene testa al capo, ma...

Il capo non starà esagerando?

Tom era in difficoltà. Quello che era iniziato come un allenamento si stava dimostrando... altro.

- E' troppo veloce... riesco a malapena a schivarlo, perchè si sta impegnando tanto?
...non ha intenzione di uccidermi... o forse vuole davvero ammazzarmi?-

I colpi divennero sempre più potenti, Tom era in difficoltà, stordito e sorpreso dalla violenza dello scontro.

Inciampò e con gli occhi spalancati vide dirigersi verso di lui un potente schiantesimo. Strinse gli occhi preparandosi al colpo.

Ma questo non arrivò. 

Harry con in mano la bacchetta aveva deviato il colpo contro una delle pareti. 

Ora basta. Vi state impegnando troppo contro un semplice alunno. Non è un bello spettacolo.

Sirius si raddrizzò e parlò guardando Everell mentre scendeva dalla pedana.

Tu... sai cosa sei?

Harry alzò la bacchetta e colpì il pavimento direttamente davanti all'auror.

Ti sbagli, alle persone si chiede: -chi sei?- Fai attenzione, perchè tu... non mi piaci neanche un po'

Lasciarono l'aula quando Harry ritornò a parlare.

Tom, ascoltami attentamente... non frequentare mai quella persona.

Tom aggrottò le sopracciglia, ma era troppo concentrato sui propri pensieri per prestare attenzione a Harry. 

 

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Capitolo 7
*** Il pozzo per raggiungere il cielo. ***


Il pozzo per raggiungere il cielo.

Malfoy stringeva un foglio di pergamena nel pugno.

Piangi?

No.

Allora... stai facendo pipì all'aperto? ...Non pensavo fossi così sfacciato.

Malfoy si alzò di scatto dalla sua posizione accovacciata e si sfregò gli occhi con una manica della tunica, in barba ad ogni insegnamento d'alta classe. 

Potter era in piedi sulla ringhiera delle scale e lo guardava... o forse guardava poco più in là, nell'ombra.

No!

Ho visto un ragazzo che non riusciva ad addormentarsi, andare in giardino e sedersi non troppo elegantemente per terra, lasciando che il vento accarezzasse i suoi capelli biondi.

Potter fece una pausa poi saltò giù dalla ringhiera, avvicinandosi a Malfoy.

Sembravi un fantasma.

Vai via... voglio restare solo.

Bugiardo.

Malfoy alzò lo sguardo su Potter.

Ho ricevuto... una lettera. Da mio padre.

Oh...” 

Io...

Non è colpa tua. Vai avanti e mostrati forte.

Potter accarezzò leggermente la testolina bionda stranamente scomposta, proprio come se stesse accarezzando un cucciolo di cane abbandonato.

Perchè... proprio tu sei qui a consolarmi?

Non so. Forse era destino. Dai andiamo, se qualcuno dovesse vederti in questo stato sarebbe imbarazzante e tu non vuoi che accada vero?

Malfoy camminava qualche passo indietro a Potter, gli fissava la schiena, concentrato.

Dunque questo è il vero... Potter?

Chi è Potter? Io sono una fatina della notte.

-Idiota.-

Una graziosa fatina...

Fece qualche passo avanti, Malfoy si immobilizzò nel corridoio... improvvisamente all'immagine di Potter se ne sovrappose una una più alta, con lunghi capelli neri e anche la voce di Harry divenne più sicura, più roca. Più adulta.

Quindi non preoccuparti... anche se la fatina dovesse sparire con le prime luci dell'alba, anche se quando ti volterai lei non ci sarà più, non temere. Perchè in realtà non sarà mai stata lì.

Quella voce poi diventò l'unico suono del giardino. 

Malfoy. Non devi fermarmi alle prime difficoltà. Non è il caso di abbattersi per così poco e soprattutto non mostrare mai le tue debolezze. Non amare... perchè così... non riuscirai a mantenere la promessa che fai fatto. E tu DEVI mantenerla.

Chi... sei? Dov'è Potter?

Ehi... Malfoy? Sono qui, tutto bene?

Draco sbattè le palpebre, la figura scomparve e così quella voce. 

Tutto bene...
 

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Se Potter diventerà ministro allora temo che gli auror resteranno disoccupati.

Già non ci sono molte persone più forti di lui...

Si ma quanto meno riserverà un buon posto a te, Tom.

Risate di ragazzi. Lontane e vicine. 

Perchè lui è pazzo di te.

Ancora risate.

Io vado.

Dai Tom! Perchè reagisci così? Ormai lo sa tutta la scuola! Lui ti adora.

Poi in quelle risate una voce conosciuta con un tono solenne.

E' vero Tom... lui darebbe la vita... per te.

Tom si voltò verso Zabini.

Perchè?

Come perchè?... Intendo dire che ti ama.

...Non ho bisogno della sua vita.

Nessuno intendeva dire questo...

Lui capisce sempre le cose a modo suo.

E' vero.

Altre voci, altre risate.

-Lui... mi ama?-

Pensò.
Tom alzò lo sguardo, proprio davanti a sé poggiato su di un palo del campo da Quidditch stava Harry, ad aspettarlo.

Incrociò lo sguardo verde dell'altro.

-Tu... mi ami?-
 

Trasparente, affilato. Da trapassare il cuore.
 

-Ho l'impressione... che qualcuno mi stia chiamando.-

Harry guardava Tom, seriamente. Chiunque l'avesse visto in quel momento avrebbe incrociato una persona completamente diversa. Gli occhi verdi fissi, incastonati all'altezza della gola di Tom, dove un ciondolo dall'aspetto insolito emergeva scomposto, quasi ingarbugliato con la cravatta.

Tom...? la tua cravatta è storta.

Harry si assicurò di coprire il ciondolo. 

Ma questo bastò a richiamare l'attenzione di Tom soltanto per pochi secondi. Poi la sua mente fu catturata di nuovo, lontano.

-Sento... sempre questa voce, sussurrare lontana, come se qualcuno... mi stesse chiamando.
 

C'è una voce che sussurra in lontananza...
...lungo le sponde del lago, tra gli steli nei prati, sfiorando le onde che si propagano sospinte dal vengo, che un attimo è qui, e un momento dopo è già lontano.

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-Ti prometto una cosa... Non ci sarà dolore né morte.
Quando ti risveglierai... io non ci sarò più.
Per te... che hai conquistato l'immortalità... questa apparirà come un breve inverno.

Alla luce di ciò... ti ringrazio per questa breve pace.-

Tom si rialzò madido di sudore, una mano sul petto. 

Qualcosa... stava cambiando e... gli lasciava addosso un velo di inquietudine.

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Err avevo promesso meno contorcimenti, ma mi sa che non ci riesco. Sappiate però che qualcosa cambierà dal prossimo capitolo. 

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Capitolo 8
*** Non ci sarà dolore... né morte. ***


Non ci sarà dolore nè morte.


-Ti prometto una cosa... Non ci sarà dolore né morte.
Quando ti risveglierai... io non ci sarò più.
Per te... che hai conquistato l'immortalità... questa apparirà come un breve inverno. 

Alla luce di ciò... ti ringrazio per questa breve pace.-

Dopodiché gli trafisse il cuore
e spezzò il suo in due metà identiche.

 

-------------------------------------------------------


 

"Ehi Tom, cos'hai?"

"N..niente..."

"Sei malato?"

"No, ho solo una fitta al cuore."

"Una fitta? Facciamo una pausa, rimani qui a riposare."


 

Così amato.
Come non lo eri mai stato, nella vita prima di questa. 
E' per questo che fuggi da me?


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"Non te le darò."

"Cosa, Potter?"

Zabini iniziava a ritenere che Potter fosse una prova che Merlino gli aveva inviato sulla terra. 

Una specie di corsa ad ostacoli infinita, con trabocchetti e indovinelli ad ogni bivio. 

Potter era il suo addestramento militare.

"Le mie gelatine. Non te le darò, quindi puoi smetterla di fissarmi."

"Hai già dichiarato il tuo amore a Tom?"

"..."

Blaise assottigliò lo sguardo. Era una domanda fatta per dire. Qualcosa che per una volta potesse dargli un vantaggio, seppur minimo, su quel ragazzo incomprensibile.

"Non parli più?"

"Non sono domande da gentiluomo! Anche in un rapporto complice come il nostro si deve rispettare la vita privata delle persone! Non è ce acqua e la montagna non è che una montagna. Ogni cosa è quelle sarebbe dovuta essere oppure è già come è scritto che debba essere... e si sa come sonofattelemontagne,insomma,selamontagnanonsimuove...eiononhoancoravistounamontagnachesispostass..."

"V..va bene, mi dispiace di avertelo chiesto così senza rifletterci troppo..."

Blaise lo guardava perplesso, poi aggiunse. 

"Volevo solo vedere la tua reazione."


 

Mi è uscito così, come quando si pone una domanda imbarazzante e stupida ad un bambino:
Vuoi più bena a Mamma o a Papà?



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Tom, mi ama?
Me lo sono chiesto molte volte mentre guardavo i suoi occhi scuri e privi di espressione. 

Io lo amo?

Lascia perdere.
Va bene già così.

Sto bene.
Starò bene.

Anche se la risposta che aspettavo pare che sia volata via, da qualche parte...

...non sono triste.

 

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Camminavano.
Potter stranamente serio, Zabini che lo studiava, quasi fosse una bomba pronta per esplodere inaspettatamente e trascinare l'intero mondo in un buco nero.

Il tragico schianto di una cometa.

Una cometa...

"Credo di dovermi scusare..."

Zabini non sapeva perchè, ma voleva rompere quell'insolito silenzio. Far tornare indietro il tempo e ritrovare il Potter idiota che qualche tempo prima l'avrebbe solo infastidito.

"Non pavoneggiarti Zabini, Non è colpa tua, non è successo niente. Per questa volta sei perdonato."

Zabini sorrise all'idiota.

"E' un caso speciale?"

"Si... un buon padrone persona sempre gli errori dei propri servi."

"Potresti usare un appellativo diverso? La mia autostima comincia a risentirne."

"Per esempio?"

"Amico... se proprio non riesci a chiamarmi per nome."

Potter si allontanò di un passo, si scatto, mimando un'espressione inorridita.

"Amico..."

Potter ripetè il gesto ancora una volta, in maniera plateale. Zabini strinse gli occhi.

"Ami..."

La scenetta si ripetè e Zabini interruppe a metà la parola.

"Idiota!"

Potter avanzò.

"D'accordo, ti chiamerò idiota."

La risata che accompagnò quella frase fu il suono più bello che zabini avesse mai sentito, gli piaceva sentire Potter ridere. Ebbe però la netta e straziante sensazione che quella potesse essere l'ultimo brandello di felicità. 

Afferrò il polso di Potter e strinse. 

"Mi piaci, Idiota."

Harry si fermò, lo guardò e sorrise...

Sorrise, con un movimento quasi doloroso, come se quello stiramento delle labbra volesse dire:

 

-Mi dispiace-
-Grazie-
-Scusa-

 

Quel sorriso sembrava avesse vagato secoli solo per trovare posto su quelle labbra. 

"Harry."

La voce di Tom ruppe il silenzio in un istante. Catturando come sempre l'attenzione totale di Potter.

Zabini comprese totalmente, in quel momento, che Harry semplicemente non aveva occhi che per Tom.

"Tom! Cosa ci fai qui?"

"Ah... niente. Ecco, vedi..."

Tom lanciò una occhiata vagamente astiosa verso Blaise.

"Ero un po' stanco..."

"Sei malato? Ma non hai la febbre, torniamo al castello... qui fuori prenderai freddo."

"In effetti..."

Passarono lentamente lungo le sponde del lago, prima che Tom ricominciasse a parlare.

"Voi... state piuttosto bene insieme, prima litigavate sempre."

Gli occhi di Tom divennero vacui, la voce lontana si macchio di una sfumatura sibilante.

"Meglio... così, credo..."

Tra tutti i sentimenti possibili è ancora la gelosia a portarti da me...
Dovrò accontentarmi.


Lunghe braccia si spalancarono dal vuoto circondando il corpo quasi spento di Tom. Con uno strattone lo trascinarono in acqua. 

Lo specchio d'acqua parve solidificarsi e spalancarsi per inghiottire Tom.

 

"Il nostro splendido... Signore."


Venne trascinato in un luogo buio e scuro 
Solo dopo qualche secondo si rese conto che Harry era con lui, svenuto e gli stringeva ancora una mano. 




 

 

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Sempre a Lady, perchè è il mio piccolo Bonsai e io l'adoro. Sto scrivendo la felicità, GIURO, non uccidermi!
A Ero, perchè è la mia signora e padrona.

e anche a terryborry perchè ha Olaf come avatar, scrive recensioni LUNGHISSIME e mi ha fatto ridere più di una volta. 















 

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Capitolo 9
*** Se si spezza il lucchetto... ***


Blaise rimase fermo e spiazzato davanti alla superfice liscia  e calma del lago che solo pochi istanti prima aveva risucchiato Everel e Potter. 

Era ancora concentrato in quel punto quando venne affiancato da una figura.

"Draco...?"

"E' ancora collegato. Possiamo entrare anche noi."

"Cos- Ehi... Draco aspetta!"

Non videro niente, per qualche istante. 

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"Harry... tutto bene?"

"...Si. Tutto bene. Dove siamo?"

In realtà niente andava bene. Harry sentiva strisciargli sulla pelle il potere oscuro di quel luogo e... insieme a quella sensazione gelida sentiva un brivido opprimente legargli la gola e pressargli i polmoni. 

Faceva fatica a respirare e sentiva che qualcosa stava per cambiare per sempre. 

"Non lo so... però, guarda, c'è una luce lì."

 

-NO! -

La luce si affacciava su uno scorcio della loro casa, Harry ricordava alla perfezione quel giorno di tanti anni prima, ma sapeva che Tom non ne conservava nessun ricordo e sarebbe dovuto rimanere così. 
Ma poi fu troppo tardi, la corda alla sua gola si era stretta al punto di non permettergli più di respirare e tantomeno di parlare, si accasciò al suo e rimase lì impotente a guardare Tom assistere a quel ricordo cancellato.

<< Tieni Tom.  Questo è il tuo regalo di compleanno. >>

 

-No. No per favore!-


<< Togli quello strano ciondolo e chiudi gli occhi. >>

Tom lo fece e un bagliore accecante coprì tutto, annegò gli occhi. Tom si ritrovò ancora una volta bloccato da un sogno... o un ricordo?

<< Ti prometto una cosa, non ci sarà dolore, nè morte. Quando ti risveglierai io non ci sarò più. Per te che hai costruito l'immortalità. Questo non apparirà altro che come un breve inverno. >>

-Cosa sta dicendo?
Cosa significa?
Sta per colpirmi?-


<< Ti ringrazio... per questa breve pace, Tom. >>

-Cosa dice?
Questa voce... mi è familiare, ma non può essere lui. Il mio Harry non lo farebbe mai.
Cosa dicevano quegli uomini incappucciati?
Chi... sono, io?-


Quella figura piantò poi l'asta, che teneva strettamente impugnata, nel petto di Tom, o così sembrò.

E non ci fu dolore... né morte. Solo l'inizio di un sogno.
Solo ricordi, quelli dimenticati e incatenati in un ciondolo molto tempo prima. 
Il ciondolo che non gli era permesso mai togliere, la sua salvezza... o la sua prigione?

 

Quando ero piccolo... mi sono tagliato un dito con la pagina di un libro, era un bel libro illustrato... che avevamo comprato la mercato. 

Non è stato doloroso come quando mi sono tagliato con un coltello o come quando mi sono chiuso il dito in una porta, ma è stato uno shock, per me, tagliarmi con un foglio di carta. 

Sanguinava e pulsava e quella cicatrice bianca e sottile è rimasta per tanto tempo. 

Ogni volta che la guardavo mi ricordavo dell'incidente. 

Quella cicatrice, anche se sparì diventando invisibile, si nascose da qualche parte nella mia testa... e riappariva di tanto in tanto... 


Fu quel dolore a permettergli di dintinguere i ricordi dalla realtà, in quel sogno. 

Gli permise di riconoscere la lama nascosta nei ricordi che gli erano stati sottratti e poi fatti piovere addosso, e lacrimava. 

Lacrimava, ma non era ferito.


-Ditemi che è solo un terribile incubo, ditemi che non sono un pezzo di quel mostro. 
Fa male, ma non riesco a trovare nessuna cicatrice. 
Eppure i miei occhi non riescono a smettere di piangere.
Chi sono... no, non chi. Cosa sono?-

 

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Harry nel frattempo... affondava.

-Fa freddo e ho perso Tom. Non riesco a muovere le braccia e non sento più le gambe.-

Quel giorno, il giorno del compleanno di Tom, tanto tempo fa... quella è stata la prima volta in cui mi resi conto della diversità fra di noi. 
Ricordo i suoi occhi diventare rossi e anche se non c'era sangue, ne sentii il sapore sulla lingua. 
Mi sembrò che la parete, distrutta, dietro le spalle di Tom, avesse formato con le crepe una storia di strane ali.

Sembrava un angelo. 

Da bambino, steso a terra e ferito dall'esplosione creata da quel semplice ciondolo, mi chiesi se Tom avesse potuto volarci... con quelle ali e mi domandai quanto dovessero pesare.

Tom fuggì spaventato e in quel momento dedisi che lo avrei ritrovato, che lo avrei inseguito.

La tata disse che il nostro incontro era stato un caso fortunato, ma io non l'ho mai pensato.  

Semplicemente, forse, anche quel giorno... il giorno in cui ci siamo incontrati dietro quella collina, per la prima volta ero andato proprio a cercare lui


 

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"Che... diavolo di posto è? Draco, vuoi fermarti?!"

Era freddo e completamente bianco. Faticavano a respirare, sembrava di ingoiare acqua.

Poi dal vuoto un bambino zuppo di pioggia di avvicinò a loro, si avvicinò a Malfoy.

 

<< Devi mantenere la promessa. >>


"Ehi... ma quello, quello è Potter... da bambino. Siamo in un sogno... o magari in un suo ricordo?"

"No, siamo in un mio ricordo."

"Conoscevi Potter?"

 

<< Devi mantenere la promessa, siamo d'accordo. >>


-Lo so-
 

<< Ho fiducia in te. Me l'hai promesso. >>


-Non l'ho dimenticato, solo non riuscivo a ricordare il tuo volto...- 

Sussurrò il bambino, poi scomparve. Sotto una lastra di ghiaccio sottile trovarono Potter, addormentato. 






 


 















 

 

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