E' la vita ad insegnarti come si vive

di Jist
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La luce in fondo al buio ***
Capitolo 2: *** Solo, in compagnia di me stesso ***
Capitolo 3: *** Grazie, ma forse dovrei dire... ***
Capitolo 4: *** il tranello ***
Capitolo 5: *** Il bello della vita... ***



Capitolo 1
*** La luce in fondo al buio ***


Buio, solo buio, ricordi sfocati, deboli, irrangiungibili.

Sono solo, non so dove mi trovo, esatto, so solo questo, so di essere stato gettato via come un rifiuto, il perché, non lo conosco nemmeno io, forse sono diverso, forse ho dato fastidio al gatto, forse…beh, non so.

La pioggia che ticchetta sul mio dorso dolorante, mi infastidisce come una pulce o una zecca che ti morde, che ti priva di sangue ed in rari casi, della vita.

Devo alzarmi, ci devo provare, penso di avere la zampa rotta, come tutto il mio corpo, soprattutto il cuore, che pur non essendo lesionato mi fa male, molto di più dei miei arti indolenziti.

Mi guardo intorno, i miei occhi color nocciola scrutano attentamente il bosco che mi ha risucchiato ed intrappolato e cerco invano il cielo coperto da nuvoloni color della pece e dagli alti alberi che impediscono il passaggio di quella esile luce. Sembra quasi che questa possa capirmi: dopotutto, anche lei è intrappolata ed è debole, proprio come me, un cucciolo di cane disperso, che nessuno vuole, che ha paura di tutto e che è solo, senza un appoggio morale né reale, ci sono solo io e quella luce che cerca di liberarsi dalle catene del cielo, che la immobilizzano.



Angolo della novellina: Allora? Che ve ne pare? Spero che recensiate positivamente, perchè ci tengo molto a questa storia! Recensite! A presto! Jist =D

 

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Capitolo 2
*** Solo, in compagnia di me stesso ***


Mi alzo a fatica, le zampe non mi reggono in piedi, non riesco a comprendere se quel senso pesantezza sia portato dal dolore provocato dalla caduta o dal mio cuore che si appesantisce per via di tutti questi eventi, che mi hanno causato solo tristezza e risentimento.
Cammino malamente per un sentiero scavato, in precedenza, da un flusso d’acqua, odora di fango e di bagnato, ma tento di continuare, devo farlo, non posso rinunciare.
Dopo ore di un cammino senza meta, mi accascio a terra, le mie forze non sono sufficienti e non posso reggere le emozioni che provo, sono troppe e dolorose, mi rassegno e sprofondo in un sonno disturbato, pieno di incubi, rimorsi e domande a cui io non saprei rispondere.
Al mio risveglio considerai che la notte è troppo corta per quei momenti perfetti, dove riposi con te stesso, libero da ogni catena, ma è anche troppo lunga per i pensieri.
Alzai lo sguardo al cielo, non sapevo quanta strada avessi fatto, né quanto avessi riposato, immaginai, però, di essermi allontanato da quella foresta, perché la luce solare mi irradia calda, con i suoi raggi mattutini; in quel momento ero felice, perché almeno una di noi si era liberata da quel senso di oppressione e soffocamento.
Sento un rumore potente provenire da lontano, decido di seguirlo, forse tornerò a casa, o forse mi peggiorerò la situazione. Noto tutto il mio esile corpo tremare di paura, ora non può essere la neve od il vento, sono io, sono sempre stato io, io ho fatto qualcosa di sbagliato ed io sono l’artefice di questa punizione, ma perché? Cos’ ho mai fatto di così male, quale torto pesante ho commesso? Non riesco a capire, forse sono uno stupido, perché non ci arrivo, eppure sembra una situazione così banale da risolvere, un semplice “perché”, una semplice domanda per una risposta ardua e irraggiungibile.
Per un attimo, mi viene in mente una frase detta dal signore che mi ha abbandonato, era rivolta a suo figlio “ Se tu desideri qualcosa che non hai mai avuto, devi essere pronto a fare qualcosa che non hai mai fatto!”
Esatto, io cosa posso fare, per essere amato da qualcuno? Sono io che scrivo il mio destino, ma non comprendo il modo corretto che devo applicare…Mi avvicino sempre più a quei rumori che si susseguono ininterrottamente, abbozzo una corsetta e…mi ritrovo sull’asfalto rovente.
 

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Capitolo 3
*** Grazie, ma forse dovrei dire... ***


I miei polpastrelli patiscono quel senso di calore intenso proveniente dall’asfalto, quindi mi sposto sulla riva erbosa, facendo attenzione a non essere schiacciato.
Osservo con occhi imploranti i veicoli che, veloci, sfrecciano davanti al mio naso color sabbia e cerco, abbaiando e uggiolando bassamente, di attirarli, di aiutarmi o almeno di non guardarmi con quegli sguardi pieni di disgusto, solo perché sono brutto e sporco.
Attendo e attendo, ma man mano che il tempo passa mi sento sempre più lontano da casa, dalla mia famiglia e anche da quel pastore, sì, mi chiedo anche io il perché dei miei sentimenti verso di lui: insomma, io dovrei odiarlo o, essere almeno arrabbiato con lui, tuttavia ho una sensazione che mi spinge a non provare tutti queste emozioni negative nei suoi confronti.
Ormai è buio, le macchine che passano, si fanno sempre più rare ed io sono sempre più stanco, più affranto e meno incline a sperare, ma quando, ad un certo punto, si compie il più improbabile dei fatti: un’ auto color notte si ferma davanti a me e ne esce una donna dai capelli rossi, porta buffi occhiali tondi ed un vestito lungo con fantasia floreale, abbinato a delle scarpe con tacco.
La guardai per poco e pensai “ perché questa donna mi ha aiutato, insomma, è ben vestita e profuma di buono e pulito, un’aroma mai sentita prima, che vuole da uno come me?” Lei mi prese e mi fece sdraiare sul sedile anteriore del veicolo, noto che non è sola: davanti, al posto del guidatore, è seduto un uomo con un berretto e occhiali scuri, ha in bocca una sigaretta accesa e in mano tiene un quotidiano. Quando anche la moglie sale, il marito dice con voce rauca e tenebrosa: “ Ora ti porto in un posto speciale, fatto apposta per te…” Una sghignazzata da parte della signora, il motore si accese successivamente e, partiamo verso un luogo misterioso.
 
Angolo della novellina: Ciao a tutti! Allora, vi sta piacendo la storia? Spero di sì, perché mi sto impegnando molto a scriverla. Aspetto con ansia le vostre recensioni! Ringrazio tutti i lettori e i recensitori! A presto,
Jist=)=)
 

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Capitolo 4
*** il tranello ***


La macchina ballonzola di qua e di là, la radio accesa disturba il mio sonno leggero e il chiacchiericcio dei due mi inquieta sempre di più…
Il veicolo curva molto, sto patendo, ma cerco di contenermi, o farò la stessa fine di prima; dopo due tornanti si ferma e il mio battito cardiaco accelera, le mie zampe si fanno pesanti come il marmo, così come la mia testa e tutto il resto del corpo trema.
La signora apre lo sportello e mi prende in braccio, il suo profumo di cannella mi inonda le narici, quel senso di piacere svanisce velocemente, poiché mi ritrovo davanti ad un grosso cancello nero, al di fuori di esso ci attende un uomo con la salopette, un berretto e un lungo sigaro acceso che dice con tono grave: “ Bene, bene, cosa abbiamo qui signora Covente?” Lei di tutta risposta esclama sicura: “ Lo abbiamo trovato sulla riva della strada che porta al mulino di Piova, tremava di freddo, sono sicura che qui starà benone, non è vero?” Anche lei usa quel tono misterioso e sornione, inoltre ha stampato in faccia un sorriso malandrino e falso : “ Avete fatto uno splendido lavoro, come sempre… Ci vediamo presto!” Con un saluto veloce ed uno sguardo puntato su di me, la signora entra in macchina e riparte. Un ghigno malefico, si sprigiona dall’uomo che mi tiene per la collottola, pian piano si incammina all’interno di un edificio malandato e puzzolente e, appena entrati, percorre un corridoio dall’aspetto sinistro: “ Allora, li senti questi rumori?” Disse con voce sprezzante. Nella mia testa dissi di si, perché sento, intorno a me, richiami disperati d’aiuto, parole incomprensibili e ululati strazianti, proprio così: sono circondato da cani rinchiusi in delle gabbie.
“ Qui, starai bene” Esclama il signore prima di sbattermi dentro una gabbia fredda, che odora di marcio e di, non so come spiegare,ma anche di disperazione e fallimento. Dove sono? E, cosa sta succedendo?

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Capitolo 5
*** Il bello della vita... ***


Cala la notte sulla mia cella, si intravede solo un piccolo spiraglio di luce, la riconosco, è proprio lei, colei che mi ha tenuto compagnia mentre ero nel bosco, solo e senza conforto.
“ Allora, ti piace questo posto?” Una voce calda mi penetra nelle orecchie e guardando davanti vedo un grosso cagnone, sembra vecchio e patito “ Chi sei?” Gli chiedo timidamente, lui risponde prontamente: “ Io mi chiamo Spike e tu sei..?
“ Io, beh, ecco, io…”
“ Capisco, nessuno ti ha dato un nome, allora, fammi pensare…” Seguono alcuni attimi di silenzio, quando il cagnone esclama “ Certo! Tu ti chiamerai Snoop. Ti piace?”
Mai nessuno si era interessato a me, nessuno mi aveva mai dato un nome e nessuno si era mai preoccupato delle mie condizioni, perché un estraneo l’ha fatto?
“ Mi piacerebbe sapere che ti frulla in testa, ma non sono affari miei dopotutto…”
“ No, em, pensavo solo che è un bellissimo nome!” Dico titubante
“ Dal tuo tono, si direbbe che c’è dell’altro, pazienza…”
“ Posso farle una domanda?” Spike annuì velocemente “ Come mai io mi trovo qui, che posto è questo e..”
“Calma, calma, tu vuoi sapere troppo e sono argomenti difficili per un cagnolino!”
“ Ma io devo sapere…mi dica solo perché sono finito qui, la prego! Io non ho mai fatto niente di sbagliato, mi sono sempre comportato in maniera consona e rispettosa, cosa non va in me?” Il mio tono si fa sempre più incomprensibile, saranno le lacrime che, anche se invisibili, scendono dal mio cuore affranto e spaventato, che si fermeranno solo quando avrò una risposta degna…
Lo guardo con aria interrogativa, il mio sguardo sempre più triste e sconsolato, lo fa parlare, ma non con me, con se stesso; non posso fare a meno di chiedere il perché di quel suo gesto : “ Parla da solo?” Lui di tutta risposta dice: “Certo che parlo da solo, ho bisogno dei consigli di un esperto!”     
Una risatina esce dal mio cuore, che si riscalda lievemente, un sorriso spunta sul mio muso e Spike ricambia con uno ancora più solare : “ Ti accontenterò cucciolo!”
“ Grazie, grazie davvero!”
“ Ancora una cosa piccolo, non ti piacerà…” Il suo tono diventa malinconico e affranto, ma io con uno sguardo gli faccio capire che voglio conoscere il mio destino e se ci sarà qualche ostacolo, io l’affronterò, sempre se ne avrò il coraggio, allora continuò:
“ Se nessuno ti prenderà entro tre- quattro giorni, sarai condannato…” Ebbi un sussulto, il mio circuito celebrare si arrestò per un secondo, come il mio cuore e tutto il resto del mio esile corpicino, ecco, quella sensazione dolorosa, prese nuovamente il sopravvento su di me, non sapendo cosa dire, mi rinchiudo in me stesso e aspetto la reazione di Spike.
 
Tre giorni dopo… Il guardiano si avvicina a me, molto lentamente, in questi giorni sono cambiate molte cose: ho finalmente capito il perché della mia disavventura, ero diverso, solo per questo sono stato abbandonato e gettato via come un rifiuto, solo per questo la mia vita ha subito un trauma che mi appare irreparabile e incolmabile. Questa esperienza mi è servita molto, ho capito che sono stato sfortunato, ma non tutti possono avere il privilegio di conoscere il bello della vita che, secondo alcuni non esiste, ma secondo me è impossibile che al mondo, non ci sia nemmeno un’anima di buon cuore che ti accetti per ciò che sei, o la nostra esistenza sarebbe invivibile e dura, a tal punto da desiderare di non essere mai nati.
Ci terrei a ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato, li ricorderò per sempre, anche se adesso l’uomo ha aperto la mia gabbia e mi ha preso per la collottola, il mio sguardo verso di lui è fiero: sono pronto ad affrontare il mio destino con coraggio, quel coraggio che mi è mancato tutta la vita.
 
Angolo della novellina: Sigh, la storia è finita… credo proprio che farò il seguito ( ovviamente sarà totalmente immaginario, dato che avevo solo tre ore per il tema*-* ) aspetto con ansia le recensioni! Ringrazio tutti i lettori e i recensitori! A prestissimo
Jist=)=)

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