One Way

di E M M A
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Continuo a fissare la figura bassa e grassottella marciare davanti a me, avanti e indietro, lamentandosi di quanto i “giovani d’oggi” siano degli scansafatiche che non combinano niente dalla mattina alla sera e bla bla bla… Beh cosa dire? Ha tutta la ragione del mondo!
<< Se oggi voi siete qui >> decide di cominciare così il suo lungo ed estenuante discorso, di cui io non ascolterò nemmeno una riga, ovviamente << È  perché voi siete i peggiori individui che questa scuola abbia mai visto! >> ruoto gli occhi, che esagerazione! Stiamo parlando di una punizione! Sono una ragazza, mica di un potenziale candidato al riformatorio!
Ma comunque oggi, se c’è qualcosa che ho imparato, è che la tua vita non inizia nel momento in cui vieni al mondo, ma piuttosto, quando capisci di aver fatto qualcosa di importante, e soprattutto, può cominciare quando meno te lo aspetti.
Quindi, in parole povere, se quel giorno di inizio settembre, io non fossi stata punita e condannata contro la  mia volontà in aula penitenziale, probabilmente non avrei mai conosciuto la mia band;
Cameron Smith: batterista professionista
Mattew Jhonson: tastierista e voce
Marti Allen: basso.
E poi ci sono io… Julie Riffin, voce solista e futura chitarrista dei One Way.
Ma sono sicura… che se voglio raccontarvi al meglio questa storia, dovrò cominciare dal principio…
 


Angolo Autrice Me:
Ciao a tutte ragazze! Come va?
Spero che l’idea vi piaccia perché l’avevo in mente da un sacco di tempo… anni… forse… Una storia ambientata in futuro remoto dove per protagonista troviamo la band della figlia di Corey e Laney! Ho sempre voluto scriverlo! ^^
E adesso che l’ho fatto… beh… tocca a voi leggere… (che umorismo de merda c:)
Ditemi  cosa ne pensate!
Ciau, Laney.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***


Tutto ebbe inizio in quel terribile giorno che tutti temiamo, quello che odiamo e che vorremmo cancellassero da tutti i calendari, l’inizio delle nostre pene e sofferenze: il primo giorno di scuola…
 
<< Cameron… >> provò a chiamarlo la madre, ma la sua voce continuava ad essere sopraffatta brutalmente dal rumore di quella batteria a cui il figlio dedicava tanto tempo, amore ed attenzioni. Tentò una seconda volta, entrando nella camera di suo figlio senza permesso, ancora niente << CAMERON! >> inciampò involontariamente nel cavetto che collegava la batteria all’amplificatore, staccandolo, e il ragazzo fu costretto a smettere di suonare, togliendosi i tappi per le orecchie.
<< Ma ti sembra il modo! >> la rimproverò scherzosamente, non avrebbe mai potuto arrabbiarsi con lei. Dopodiché controllò l’ora, rendendosi conto, con suo enorme disappunto, che lo scuolabus sarebbe passato a momenti,  e che sarebbe arrivato in ritardo, il primo giorno.
<< Ma perché non mi hai chiamato prima! >> sbottò balzando giù dalla sedia e afferrando lo zaino. La donna rinunciò a spiegargli che ci aveva provato, e sospirò pesantemente, seguendo il ragazzo fuori dalla porta.
<< Ciao mamma… >> salutò frettoloso, baciandole di sfuggita una guancia e correndo dietro al grande mezzo giallo, sbracciandosi, e supplicando urlando di aspettarlo
<< Buona giornata… >> sospirò la donna, poggiata sullo stipe della porta d’ingresso, quel ragazzo non sarebbe mai cambiato.
 
<< Buona giornata >> augurò il padre mentre il figlio apriva lentamente lo sportello della macchina, eccoli... Dopo essersi accertato che nessuno lo stesse guardando, decise di scendere. Si coprì il viso più che poteva, con il cappuccio della felpa, e cominciò a camminare a passi veloci verso l’entrata della scuola non mi guardate non mi guardate, pensò mentre raggiungeva il grande corridoio. Se era riuscito ad evitarli prima, sarebbe stato al sicuro per tutto il resto della mattinata, poi se la sarebbe svignata anche all’ora di pranzo e alla fine della scuola sarebbe uscito per ultimo, almeno dieci o quindici minuti dopo gli altri, era un piano perfetto, e non avrebbe mai incontrato Scott e suoi due scagnozzi.
Una volta dentro camminò lentamente, all’indietro, per assicurarsi che nessuno lo stesse seguendo, e appena ne fu più che certo, si girò dall’altra parte dove si trovava il suo armadietto, ma purtroppo andò a sbattere contro qualcuno
<< S… Scott! >>
<< G.. già! >> ghignò per prenderlo in giro, fingendo di tremare << Sai, dovresti stare attento a dove metti i piedi! >> e dicendo così fece un passo in avanti, più minaccioso, facendo arretrare l’altro che andò rare l'nti, più minacciosodovresti stare attento a dove mentiio, e non avrebbe mai incontrato Sca scontrarsi con uno degli altri due bulli che lo afferrò per le braccia, tenendolo fermo, Mattew non fece in tempo a ribellarsi che un pugno li arrivò dritto nello stomaco, cadde a terra, e un altro calcio sulla schiena, poi le sonore risate dell’intera scuola finirono quello che Scott aveva iniziato. Si rannicchiò dolorante a terra.
<< Ora mi annoio, ci vediamo all’uscita, sfigato >> disse il ragazzone marcando l’ultima parola con un ghigno cattivo.
 
Cherry, Cherry you make me see red. You took
All my love.
I can't get it, get it outta my head, You got me
All riled up.
Ch-Ch-Ch-Cherry. I'm feeling cold, cold, cold, when all I wanna be is warm.
You got me scribbling rage, all over this page. But now a new star is born.
Born. Cherry, Cherry you make me see red. You took.
All my love.
I can't get it, get it out of my head. You got me
All messed up.
Ch-Ch-Ch-Cherry!

Con le cuffie nelle orecchie e il volume a mille, Marti era riuscita nuovamente a perdersi nel suo mondo. Si era svegliata prima apposta quella mattina, per poter ascoltare liberamente la musica senza che qualcuno rompesse, ma purtroppo per lei, il tempo passò più veloce del previsto.
<< Marti muoviti che ti do un passaggio a scuola >> disse impassibile la voce del padre proveniente dalla cucina, ma non ricevette alcuna risposta, allora dovette andare a scovarla di persona.
<< Marti? >> si piazzò davanti alla ragazza, in modo tale da attirare la sua attenzione, la ragazza alzò lo sguardo, notando quello del padre che la fissava serio
<< Uhm… Ciao! >> azzardò << Hai… detto qualcosa? >>
<< Ti do un passaggio! Se ti sbrighi… >> ripeté l’uomo, con calma
<< Okay prendo lo zaino..! >>.
Inutile dire che da quando la signora Allen non c’era più, il loro rapporto padre-figlia non era più quello di una volta. E di certo cambiare scuola al secondo anno di liceo, dove ormai tutti si conoscevano, non era tra le migliori soluzioni, ma Marti sapeva, che comunque sarebbe andata, avrebbe dovuto essere… carina con suo padre… almeno per il momento.
 
<< ALEX! >> urlò la ragazza dal bagno, uscendo ancora in accappatoio e squadrando con estrema attenzione il perimetro del pianerottolo.
Appena gli avrebbe messo le mani addosso… per quel ragazzino sarebbe stata la fine! << TANTO TI TROVO! >> gridò ancora minacciosa, rossa dalla rabbia si guardò attorno, per poi dirigersi nella camera del fratello, conosceva a memoria i suoi nascondigli ormai.
Cominciò a cercare sotto il letto, nell’armadio, arrivò persino a cercarlo nel cesto dei panni sporchi, mentre intanto il ragazzo se ne stava sgattaiolando fuori dalla stanza, lentamente, senza produrre il minimo rumore, e appena riuscì ad uscire, fece per scendere le scale, quando…
<< Dove redi di andare? >> sbottò la sorella sull’orlo di una crisi, mentre afferrava il blu per un braccio, e lo bloccava contro il muro
<< A fare… colazione? >> rispose incerto il ragazzo
<< Io troverei difficile mangiare senza denti sai! >> esclamò alzando un pugno contro di lui, ma in quel momento i genitori, attirati dalle precedenti urla della figlia, erano accorsi al piano superiore con affare preoccupato, atteggiamento che poi, venne subito sostituito da una smorfia spaventata e un colpo di paura, ma dato che fratello e sorella stavano per prendersi a pugni, o meglio, dato che sorella stava per prendere a pugni fratello, Corey decise saggiamente di mettersi in mezzo
<< Fermi fermi fermi! Cosa sta succedendo qua!? >> disse, fingendo di non aver già capito tutto
<< Davvero papà? >> lo incalzò la figlia << Prova a dare un’occhiata ai miei capelli! Forse così capisci! >> rispose acida, infatti adesso, i lunghissimi capelli rosso fuoco, erano striati dalle punte fino  metà schiena, da orribili ciocche… verdi…
Una volta calmatosi, decise di spiegare la situazione con più… “clemenza”
<< HA SCAMBIATO IL BALSAMO CON LA TINTA PER CAPELLI VERDE! >>
<< È stato un’incidente! Lo giuro! >> ribatté mortificato il ragazzino
<< Te lo faccio avere io un’incidente! >>
<< Okay ora smettetela >> continuò il padre mentre con due mani divideva i fratelli Riffin, la ragazza si diresse verso la madre, sua unica fonte di salvezza << Guardali! Sono rossi, sono verdi, sono rossi e sono verdi e fanno spavento! >> piagnucolò sollevando in aria alcune ciocche, per fargliele vedere meglio, come se in quel momento qualcuno non le avesse già notate abbastanza… << Non posso andare a scuola conciata così! >>
<< Oh tu ci vai! >> ribatté la madre, salvezza sto cavolo!
<< Cosa! >> sbottò scioccata
<< Sistemiamo questi capelli ma poi vai! >>
<< Non puoi farmi questo! >>
<< Certo che posso! Va a vestirti ora! >> la rossa puntò i piedi a terra, ringhiando
<< Io vi odio! >>
<< Lo so cara, lo so… >> rispose la madre spingendola verso il bagno
<< La prossima volta fai più attenzione a quello che metti fra i capelli! >> infierì il fratello di sfuggita, e lei si bloccò, aveva anche il coraggio di provocarla? Bene.
La ragazza si liberò dalla presa della madre, e saltò addosso al fratello. Quella sarebbe stata una luuunga mattinata…

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


<< Scusami… >> disse la ragazza nuova cercando di attirare l’attenzione di un ragazzo biondo, portava la felpa della squadra di rugby della scuola
<< Ciao >> sorrise lui
<< Sono nuova, e non so dov’è l’aula di punizione… >> notò che il ragazzo continuava a fissarla con un’enorme sorriso ancora stampato in volto << Puoi… aiutarmi tu? >> chiese scrutandolo e inarcando un sopracciglio, ma almeno la stava ascoltando?
<< Ci sei? >> lui scosse la testa
<< Uhm… l’aula di punizione dici? >> la ragazza annuì << È al piano di sotto, se vuoi… ti accompagno… >>
<< No... posso arrivarci da sola… >> rifiutò l’offerta, quel tipo non sembrava esattamente il perfetto prototipo d’intelligenza, quindi decise di dileguarsi
<< Io sono Max! >> si affrettò ad aggiungere il ragazzo prima di vederla sparire dietro le porte dell’ascensore
<< Sì… a dopo Max...! >> lo salutò lei fingendo interesse << O anche no.. >> aggiunse sottovoce premendo il tasto per chiudere l’ascensore.
 
<< Modo originale per essere puniti, non trovi? >> disse scherzoso Timmy
<< Certo, per te forse, non devi passare due ore in più a scuola! >> lo incalzò l’amico
<< Avanti Mat, non è colpa mia se ho un appuntamento con il club di audio-video >> si giustificò ancora sorridente il ragazzo
<< E far parte di club all’interno della scuola ti può far escludere dalla punizione? >>
<< A quanto pare… >> Mattew strinse i pugni, il rossore dalla faccia non gli era ancora passato. Cosa c’era di peggio di essere puniti? Passare le due ore di punizione da solo senza il proprio migliore amico, e con i soliti soggetti prepotenti, tipo Scott… << Guarda il lato positivo… >> disse l’amico << Da adesso non potrebbe andarti peggio di cosi! >> poi lo spinse dentro l’ascensore che l’avrebbe portato in detenzione.
 
<< E adesso come lo dico ai miei che sono stata punita! >> si disse tra sé e sé la rossa, uscendo dal piccolo ascensore che l’aveva condotta al piano meno uno.
<< Non me lo perdoneranno mai… pensano ancora di avere la “figlia perfetta” >>.
Percorse il lungo corridoio con aria pensierosa, quello dalle pareti bianchissime che conferivano un’aria noiosa e triste, poi si fermò davanti alla porta definita da una targa: “Detetion”, si sistemò il berretto in testa, e facendo un profondo respiro, entrò.
 
Primo giorno di scuola, prima punizione dell’anno.
Ma Cameron sapeva già che quella di oggi non sarebbe stata altro che la prima di un’innumerevole sfilza di punizioni.
Si sedette sull’ultimo banco infondo alla classe, non era ancora arrivato nessuno, meglio, lui non era certamente un tipo da compagnia…
Con sua enorme gioia trovò in cartella le sue adorate bacchette per la batteria, ne prese una facendola roteare tra le dita, poi prese anche l’altra e cominciò a batterle a caso sul banco, rispettando un ritmo che aveva in mente.
Senza nemmeno accorgersene, in classe erano già entrati altri tre ragazzi, e successivamente anche la prof di musica.
<< Smith, questa è l’ora di punizione, non l’ora di musica! Levi quelle bacchette! >> Cameron obbedì, non perché fosse intimidito o altro, ma solo perché non poteva rischiare di farsi ritirare anche quelle bacchette.
La prof, dopo aver fatto il suo “discorsetto”, tolse il disturbo, lasciando i quattro ragazzi a “riflettere sui loro errori”.
<< Convinta lei… >> commentò il ragazzo dai capelli ramati dal primo banco, poggiando il gomito sul legno chiaro davanti a lui. La prima ora di punizione ebbe inizio.
 
<< Che schifo di primo giorno >> si lamentò la ragazza dai capelli biondo scuro, alzandosi dalla sedia
<< In questa scuola funziona così… tu sei quella nuova giusto? >> quella nuova, riusciva ad irritarla persino essere chiamata in quel modo
<< Marti… >> calcò il suo nome con rabbia
<< Scusa… >> rispose un po’ mortificato il ragazzo << Io sono Mat! >>
<< Ma davvero! >> disse lei fingendo di esser entusiasta, alzandosi e poggiando le mani sul banco del ragazzo << E chissenefrega! >>
<< Nervosetta… >> la ragazza rispose con una smorfia
<< Scusa, ma questa è una pessima giornata! >>
<< Non me ne parlare! >> ribatté Julie prima che il suo cellulare potesse cominciar a vibrare segnalando una chiamata, si alzò in fretta dal banco
<< Mamma? Ciao! >> la voce le tremava
<< Julie! Se non torni subito a casa… >>
<< Ah non te l’ho detto! Sono… da un’amica per un progetto scolastico! >> si coprì gli occhi con la mano libera… non aveva mai mentito a sua madre
<< Quale amica? >> ci pensò su solo per un paio di secondi
<< Carol! >>
<< Okay! Ma avverti la prossima volta che fai tardi d’accordo? >>
<< Sì! Ciao mamma! >> chiuse in tutta fretta la conversazione, mentre, sotto gli occhi dei compagni, digitava un secondo numero sul cellulare
<< Carol! >> esclamò appoggiando nuovamente l’apparecchio all’orecchio
<< Julie! Cosa… >> ma non la fece nemmeno finire;
<< Se mia madre chiama a casa tua e mi cerca, io sono lì da te! Okay? >>
<< Sì ma… >> poi il suo tono cambiò da incerto a malizioso<< Cosa stai combinando? >>
<< Niente di quello che pensi tu… >> la rossa ruotò gli occhi << Poi ti spiego… Ciao.. >> e schiuse la conversazione, lasciandosi sfuggire un lungo sospiro di sollievo. Tornando al suo banco.
<< Nascondi ai tuoi la punizione? >> chiese Marti sogghignando << Alla fine quelli scoprono sempre tutto… >> in tutta risposta Julie le fece una smorfia incurvando le labbra
<< Vedremo >> fece ricadere lo sguardo sulla t-shirt della ragazza, era nera, con una G e una B stampate sopra, pareva tanto il logo di una band… o un qualcosa di simile
<< Cos’è quel logo sulla maglietta? >> chiese incuriosita, suscitando un sorrisetto da parte della ragazza dai capelli color miele
<< La Grojband? È semplicemente il meglio! >> spiegò con affare soddisfatto, sedendosi nuovamente al suo posto e poggiando i piedi sul banco
<< Mmh… >> la rossa incrociò le braccia pensierosa, e poi alzò le spalle… << Mai sentiti… >>
<< Concordo! >> aggiunse Mattew.
<< Ma dai >> per la prima volta Cameron aprì bocca, intromettendosi del discorso dei tre << La Grojband è stata la band più famosa qui a Peaceville tra il 2014 e il 2017, poi hanno acquistato un grande successo e hanno cominciato a fare numerosi tour per tutta l’America, dopodiché sono scomparsi… >> rimase tutto il tempo a testa bassa, riusciva a percepire gli sguardi curiosi dei compagni su di sé, soprattutto quello della ragazza nuova che sorrideva incessantemente, ma non alzò la testa verso di loro, o sarebbe sprofondato nell’imbarazzo
<< Scomparsi? >> chiesero all’unisono Julie e Mat
<< Già, hanno improvvisamente smesso di fare tour, concerti, eventi e… boh, si dice siano tornati a Peaceville… ma chi può dirlo >> calò il silenzio.
<< Wow, certo che ne sai molto tu! >> sorrise la ragazza dai capelli ramati compiaciuta, si avvicinò al ragazzo e lui arrossì lievemente
<< Tra l’altro >> continuò lei rivolta alla rossa << Il frontman della band, ha il tuo stesso cognome >> per un attimo Julie boccheggiò a braccia incrociate poi sorrise:
<< Riffin è un cognome molto diffuso… >> si giustificò alzando le spalle, poi pensandoci bene, scoppio in una risatina << E poi mio padre non è il tipo rock and roll, leader di una boy band! >>
<< Non era una boy band! La bassista era una ragazza! >> la corresse con occhi sognanti Marti
<< Quel che è… di fatto sta che mio padre è nato adulto, perciò non c’è lo vedo proprio a “sprecare il suo tempo” rockeggiando con la sua chitarra elettrica >> ironizzo, Mattew rise, Cameron rimase zitto e Marti fece spallucce. Ognuno tornò al proprio posto, ignari del vero passato della Grojband.
 
Angolo Autrice:
Non ho riletto il capitolo quindi se trovate qualche errore o qualche dialogo diretto che non si vede ditemelo! Grazie ^^ (Angolo Autrice più breve della storia).

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Capitolo 4
*** Capitolo 2. ***


<< Marti Allen? >> disse con il suo solito affare noioso la prof di lettere, e la ragazza, dal fondo della classe, alzò la testa per incrociare lo sguardo della donna, poi sollevo un braccio per farsi notare meglio e disse semplicemente: << Presente >> non male come presentazione. Intanto tutta la classe stava già sparlando su; “La ragazza nuova” di cui nessuno si era disturbato a chiedere il nome.
<< Non vuole presentarsi alla classe? >> chiese la prof Moreni, una donna bassa e robusta, dai capelli biondi cotonati e che portava degli occhiali troppo piccoli per la sua faccia da pitbull
<< No >> rispose seccata
<< Beh signorina Allen, credo che lei sia obbligata a farlo >> cominciò ad alterarsi, ma di certo Marti non era il tipo che cedeva così facilmente, e poi, non capiva cosa gliene fregasse a tutte quelle teste bionde artificiali, prof compresa, da dove venisse e che cosa facesse prima di venire in quella scuola, per esempio: aveva precedenti penali? Cavoli suoi e solo suoi! “Marti Allen” e a parer suo, con questo sapevano tutti già abbastanza.
<< Mi obblighi >> ghignò.
Punizione.
 
Durante l’ora di pranzo, Mattew e il suo migliore amico Timmy se ne stavano tranquillamente seduti ai loro posti, cercando di digerire quella sottospecie di sbobba nel loro piatto, che la signora della mensa aveva il coraggio di chiamare “cibo”
<< E hanno il coraggio di chiamarlo “cibo” >> chiese il ragazzo dai capelli ramati, disgustato
<< Qualsiasi cosa sia, non la mangio nemmeno morto… >> rispose l’amico sollevando il “polpettone di carne” con la forchetta, e questo poi ricadde nel piatto attraverso le punte
<< È liquido! >> Mattew guardò quella scena tutto preso, quando all’improvviso quella “roba” lo colpì in piena fronte
<< Scusa >> disse Timmy ridendo di gusto << Non volevo… >> ma non riuscì nemmeno a finire la frase che un pezzo di tortino lo prese in occhio
<< Ops… >> rispose l’amico i modo ironico, fu in quel momento che il ragazzo, in tutta risposta, aprì la sua bottiglia di the, versandola sulla testa del compagno
<< Okay, questa è guerra! >> e fu così, che un tiro dopo l’altro, riuscirono a coinvolgere in quella guerra del cibo tutta la scuola. Sfortunatamente quel giorno, il preside si trovava lì per un’ispezione.
Punizione.
 
Dopo aver raggiunto l’atrio della scuola, più indiscreta possibile, scrutò silenziosamente l’interno della classe, la prof era girata a scrivere alla lavagna, era il momento perfetto! Entro piano, sgattaiolando verso la fine della classe e sedendosi all’ultimo banco, dietro a tutti gli altri alunni che in quel momento, già da dieci minuti, erano entrati in classe, nessuno disse una parola.
<< Riffin >> la riprese la donna un attimo prima che la ragazza si potesse sedere
<< Emh… sì? >> chiese lei cercando di nascondere un tono di puro disagio, possibile che quella avesse gli occhi anche dietro la testa?
<< Di nuovo in ritardo! Lei… >> si bloccò appena la vide, e la ragazza sorrise innocente, fingendo che il berretto arancione di suo fratello che aveva in testa non esistesse << Lo sa vero.. che non si possono tenere i cappellini in classe! >>
<< Cappellini? Quali cappellini? >>
<< Non mi prenda in giro, ne ha uno in testa proprio ora! >> la rossa sfiorò con le dita il pon pon del berretto
<< Ah! Questo cappellino! >>
<< Se lo tolga >>
<< Non posso… >> rispose mortificata
<< Perché non può? >> insistette inarcando un sopracciglio, la ragazza allora strinse i pugni, quanto odiava le prof impiccione!
<< Non posso e basta! >> la donna si alzò di scatto dalla cattedra, intenta a toglierglielo con la forza, ma prima che potesse afferrarla, quest’ultima fece un balzo a sinistra, e la prof andò a scontrarsi contro il grande mobile infondo alla classe, e tutti i libri, accompagnati dalle risate dei ragazzi, si sparsero violentemente sulla donna.
<< Adesso finisce mooolto male >> riuscì a percepire il commento di qualche ragazzo presente, appena preceduto da un’altra sonora risata.
Punizione.
 
<< È il primo giorno e ti vuoi già esonerare dalla classe Smith? >> lo riprese il prof di educazione fisica, se c’era una sola cosa che Cameron odiava più delle persone che gli stava attorno, era lo sport…
Non rispose né alla “provocazione” dell’uomo, –come la interpretava lui-, né alle innumerevoli risate sfacciate della squadra di rugby che se ne stava lì a fissare divertita la scena, tutta gente di cui non si fidava minimamente << No avrai mai un voto sufficiente se continui a saltare le mie lezioni! >> e a lui cosa gliene poteva importare? Tanto i suoi voti facevano già schifo! Educazione musicale esclusa, ovviamente. Non che Cameron fosse stupido, anzi… ma dopo l’incidente con suo padre… beh, aveva altro a cui pensare. E comunque di certo, preferiva una “F” ad un’ora passata a sudare e faticare, per qualcosa che odiava, e con certi individui che detestava! << Allora… vieni da solo e devo venire io? >>
Di tutta risposta il ragazzo si alzò in piedi, lanciandogli uno sguardo di sfida; “cerca di alzare la media a scuola Cam, infondo si tratta della tua vita”. Improvvisamente gli tornarono in mente parole che la madre gli aveva rivolto solo la sera precedente, invogliandolo a fare come diceva il prof. Glielo aveva chiesto lei, l’unica donna della sua vita, come poteva dirle di no?
Inaspettatamente il suo sguardo provocatorio si dissolse in un lungo e pesante sospiro rassegnato, lo faceva solo e soltanto per lei.
 
<< Ma guarda… ecco a voi il nuovo cocco del prof. >> ghignò cattivo Steve << Fino all’anno scorso non ti degnavi di mettere piede in campo e ora… giochi addirittura? Siamo tutti molto impressionati dal tuo fegato >> disse una volta che furono tutti in spogliatoio
<< Mi dispiace per te, ma io non tremo come le tue vittime, puoi provocarmi quanto ti pare… per quel che m’importa… >> ma Steve sapeva bene ogni punto debole dei ragazzi di quella scuola
<< Scommetto che se non te lo diceva la mammina saresti rimasto col culo sugli spalti anche quest’anno! >> ringhiò a bassa voce, quanto bastava per farsi sentire da Cameron.
Il ragazzo strinse i pugni, questa volta… sarebbe finita molto male… si girò di colpo verso Steve, colpendolo sul viso, la mano ancora chiusa in un pugno, e con il sangue ancora ribollente nelle vene.
<< Smith! Che cosa stai facendo! >> Inutile anche dirlo.
Punizione.
 
Angolo Laney:
Ehy ehy ehy! Pronti a farvi quattro risate? O meglio, quattromila!
Adesso la sottoscritta vi darà la prova concreta della sua rincoglionitezza (chissene fotte se non esiste sta parola).
La qui presente, ha involontariamente pubblicato il capitolo prima del capitolo 2 *pausa risate* (voi adesso ridete ma a me viene da piangere, sono esausta).
L’unico motivo per cui non l’ho cancellato era per non perdere le vostre recensioni (che per la cronaca mi sanno troppo a cuore per cancellarle. Tutte).
Quindi adesso vi tocca leggere prima questo, e per capirci di più leggere il capitolo 3, Scusatemi tanto, davvero… sono un disastro!
Quindi… mi dispiace, e il quarto capitolo dovrebbe arrivare domani.
Ho un mal di testa della madonna quindi ora vado a dormire! Notte!
Scusate ancora!
Laney.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4. ***


<< Che ore sono? >> chiese la rossa, ormai accasciata da più di mezz’ora sul banco dell’aula di punizione, annoiata e intorpidita dal tempo che non voleva andare avanti.
A risponderle fu Mattew, che dopo aver controllato il suo orologio, informò pieno di malinconia che alla fine della loro punizione mancavano ancora trenta minuti abbondanti.
<< E cosa facciamo? >> anche Marti era completamente sprofondata sul suo banco
<< Niente, se non vogliamo un’altra punizione >> continuò Mattew, che a momenti dalla noia crollava a terra
<< Ma la prof non c’è più da tipo… un’ora e mezza! Non arriverà proprio adesso! >> ragionò Julie tirandosi su e stiracchiandosi
<< Già! E poi in aula bella come questa, è impossibile stare fermi a non fare niente! >>
<< Che intendi dire? >>
<< Guardati a torno Mat! Siamo circondati da un’infinità di strumenti musicali! >> continuò sorridendo, ed effettivamente aveva ragione.
Julie e Mattew si guardarono attorno, c’erano almeno cinque chitarre acustiche e una elettrica, due violini, un contrabasso e un basso elettrico, una pianola e un pianoforte, delle percussioni e una batteria! Più numerosi strumenti a fiato.
<< Wow… >> fu l’unica cosa che il ragazzo riuscì a dire.
Gli occhi della rossa si illuminarono per l’emozione, fece per avvicinarsi alla chitarra elettrica rosso fiammeggiante e cominciò a strimpellarne le corde
<< È completamente scordata! >> disse mentre con premura accordava lo strumento.
<< Cameron, tu cosa ne pensi? >> chiese entusiasta l’altra ragazza, non ricevette nessuna risposta << Cam? >> si voltarono tutti e tre verso il castano, che sonnecchiava beatamente con la testa appoggiata sulle braccia incrociate sul banco
<< Ma dorme!? >>
<< Ancora per poco… >> la rossa sorrise maliziosamente, collegò la chitarra all’amplificatorie, si avvicinandosi a lui, e pizzicò una delle corde; quello che ne uscì era una nota talmente rumorosa da svegliare in modo molto “delicato” il ragazzo, che cadde a terra gridando dal terrore
<< Ma cosa… >> stava per alterarsi, poi vide la chitarra: << E quella dove l’hai presa? >> la ragazza rispose indicando un angolo impreciso dell’aula con un cenno testa, dov’erano raggruppati tutti gli altri strumenti
<< Tu suoni la batteria vero? >>
<< Sì perché? >> in tutta risposta la ragazza cominciò a suonare una canzone che aveva in mente già da un bel po’.
Mattew sorrise, correndo verso la pianola e seguendola a sua volta. Lo stesso fece Marti, che però, non avendo con che collegare il basso elettrico all’amplificatore, decise di dedicarsi al contrabasso, cercando di andare dietro ai due ragazzi. Cameron inarcò un sopracciglio, non voleva ma… era troppo forte, persino per lui.
Si sedette sullo sgabello della batteria e cominciò a suonare.
Presto Julie cominciò a cantare:
 
He was a boi she was a girl can i make it any more obvious he was a punk she did 
ballet what more can i say he wanted her she'd never tell secretly she wanted him as well but 
all of her friends stuck up their nose they had a problem with his baggy clothes

 
He was a sk8ter boi she said see ya later boi he wasn't good enough for her 
She had a pretty face but her head was up in space she needed to come back down to earth

 
5 years from now she sits at home feeding the baby she's all alone she turns on tv guess who 
she sees sk8ter boi rockin up MTV she calls up her friends they already know and they've all got 
tickets to see his show she tags along stands in the crowd looks up at the man that she

 
turned 
down

 
He was a sk8ter boi she said see ya later boi he wasn't good enough for her now he's a 
super star slamin on his guitar does your pretty face see what he's worth?

 
Sorry girl but you missed out well tough luck that boi's mine now we are more than just good 
friends this is how the story ends too bad that u couldn't see, see the man that boi could be 
there is more that meets the eye I see the soul that is inside 
He's just a boi and Im just a girl can I make it any more obvious we are in love haven't you heard 


How we rock eachothers world 
I'm with the sk8ter boi I said see ya later boi I'll be back stage after the show I'll 
be at the studio singing the song we wrote about a girl you used to know.*
 

<< Julie! Ma l’hai davvero scritta tu? >> chiese il ragazzo dai capelli ramati, la rossa sorridendo si morse il labbro inferiore, poi annuì contenta.
 
<< Cosa sta succedendo qui! >> la rossa sgranò gli occhi, la voce alle sue spalle apparteneva alla sua prof…
<< Noi stavamo solo… >> tentò di spiegare Marti, ma la donna la zittì subito
<< Riffin! >> esclamò puntando un dito contro la ragazza
<< Mi siedo… >> si affrettò a dire la ragazza col berretto, tornando al suo posto
<< No no no! Julie tu… tu hai una voce fantastica! >> la sua esclamazione lasciò tutti perplessi
<< Aspetta che cosa? >> chiese la ragazza, ma la prof la ignorò, arretrando di qualche passo
<< La vostra band è.. grandiosa! >> disse indicando gli altri tre ragazzi, che intanto si erano seduti << Voi siete fatti per stare insieme! >> poi unì le mani, per concludere il suo “discorso”. I quattro scoppiarono a ridere.
<< Noi non siamo una band! >> disse Marti tra le risate
<< Nemmeno ci conosciamo! >> continuò Mattew
<< Già… io non ho niente a che fare con loro… >> Cameron incrociò le braccia
<< Sì e poi… io non canto… >> concluse Julie a testa bassa
<< O sì che canti, e suoni la chitarra, ti abbiamo sentito tutti benissimo >> la canzonò la prof, piegandosi sul suo banco, e incrociando lo sguardo della rossa
<< Ma quello… non era niente… non facevo sul serio… >>.
La donna si alzò in piedi, un po’ delusa, infondo la musica era la sua professione…
<< Beh è davvero un peccato, da soli sareste bravi… ma insieme siete… wow! >> i quattro ragazzi si scambiarono uno sguardo titubante << Vi restano cinque minuti di punizione, poi potete andare… >> detto questo tolse il disturbo.
 
Angolo Me:
Salve!
Scusate se lo finisco così, il finale non è piaciuto molto nemmeno a me, è un po’ triste!
*La canzone si chiama Ska8ter Boi di Avril Lavigne, quindi di conseguenza, NON È UNA CANZONE DI MIA INVENZIONE. L’ho inserita perché… adoro Avril Lavigne!
Credo di aver detto tutto! Recensite!
Ciaoo!

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Capitolo 6
*** Capitolo 5. ***


La punizione era finita ormai da un bel po’, eppure Julie non riusciva a non pensare al “concerto” di poco fa, durante l’ora di punizione, che fosse stato solo un caso? Impossibile, la vita non si spreca tanto per un “caso” del destino. Forse era come diceva la prof Carboncini, loro erano fatti per stare insieme… nah! Tutte balle, e poi, anche provandoci, Julie non sarebbe mai riuscita a esibirsi di fronte ad un pubblico, non dopo quello che era successo…
<< Ciao sorellina, com’è andata a scuola? >> chiese maliziosamente il ragazzino dai capelli blu, la rossa gli si parò davanti con affare dubbiosa
<< Perché t’interessa? Hai per caso sbattuto la testa e sei magicamente diventato sopportabile? >>
<< Ti piacerebbe eh? >> poi tirò fuori una pistola d’acqua, infradiciando la sorella, che balzava da una gamba all’altra per il freddo
<< Io ti faccio fuori! >>
<< E dimmi, i capelli come vanno? >> infierì un’ultima volta prima di iniziare a correre, la ragazza si sfiorò il berretto che aveva tenuto per tutto il giorno, poi, stracolma di rabbia riprese ad inseguire il fratello, che intanto si era rifugiato nella sua cameretta
<< PRIMA O POI DOVRAI USCIRE DI LÌ PIDOCCHIO! E ALLORA IO SARO QUI AD ASPETTARTI!!! >> ringhiò ancora calciano la porta di legno, unico ostacolo che le impediva di strangolare e uccidere quel cretinetto del fratello.
Si ritirò in camera sua, chiudendo la porta a chiave, si cambiò la t-shirt, e si sfilò il cappellino arancione, la chioma rosso fuoco, -striata di verde- le ricadde lungo la schiena, sospirò prima di buttarsi sul letto.
Suo padre non poteva essere una Rock Star. Questo pensiero le attraversò la mente all’improvviso, non riusciva proprio ad immaginarselo.
Figuriamoci! Non riusciva nemmeno a pensare suo padre come un giovane, tanto era serio e noioso, come poteva immaginarselo sotto forma di Frontman?
Le scappò una risatina, che a stento riuscì a trattenere. Impossibile.
Il cellulare vibrò dalla tasca dei jeans, segno che le era arrivato un messaggio:
 
Non so tu, ma io non credo nel caso, parliamone. Marti.
 
La rossa ruotò gli occhi, e di cosa voleva parlare? Di quanto erano stati forti durante la punizione? Lo aveva già capito… Poi, ripensandoci bene, come diamine aveva fatto Marti ad avere il suo numero di telefono!?
<< Alex io esco! >> lo avvertì, annunciandolo ad alta voce, -per quanto potesse fregargliene-, nascose nuovamente i capelli sotto il berretto, poi fece per scendere le scale
<< Aspetta Julie! >> sentì i passi veloci di suo fratello scendere le scale
<< Cosa vuoi microbo?! >>
<< Voglio venire con te! >>
<< Non se ne parla! >>
<< E dai Julie! >>
<< Ho detto no! Perché ci tieni tanto? >>
<< Mamma e papà lavorano e io da solo mi annoiooo! >>
<< Chiama qualche tuo amico! Ma con me non ti porto nemmeno morta! >>
<< Se non vuoi andare dai tuoi amici infradiciata dalla testa ai piedi, devi portare anche me! >> la minacciò puntandole addosso la pistola, e allora Julie, decise di sfruttare la sua zombie-fobia, contro di lui
<< Attento! Quello zombie ti divorerà il cervello! >> il tredicenne si voltò di colpo, tirando un urlo di terrore, mentre la sorella, con una mossa veloce, gli rubò la pistola dalle mani
<< Un giorno ci sarà davvero uno zombie assetato di cervelli dietro di me! E quando io non mi volterò tu te ne pentirai! >>
<< Se gli zombie vanno a caccia di cervelli, tu puoi stare tranquillo! >> gli puntò contro la sua stessa pistola d’acqua, e Alex alzò le mani in segno di resa
<< Addio caccola! >> e così uscì di casa.
 
Ecco il ristorante da Burney’s, il messaggio successivo diceva di presentarsi qui alle sette, Julie controllò l’ora le 18:58.
Fece spallucce, entrando nel locale e facendosi spazio tra la folla di clienti, c’è n’era di gente quel giorno!
<< Julie! Siamo qui! >> la voce di Marti le risuonò nelle orecchie mentre cercava la ragazza con lo sguardo, notò una folta chioma di riccioli ramati sbracciarsi da un tavolo non troppo lontano, c’erano anche Cameron e Mattew…
<< Ciao >> salutò la rossa
<< Ciao! Non per essere indiscreta, ma perché porti sempre quel berretto arancione? Non fraintendermi! Mi piace da morire! >>
<< Emh… beh… io… >> cercò di trovare una scusa decente, ma non si era preparata niente.. come glielo diceva in due parole che il suo fratellino cretino ama fare il deficiente scambiando lo sciampo con la tinta per capelli?
<< Non importa >> la salvò Cameron, anche se di certo le sue intenzioni non erano quelle di aiutarla << Perché ci hai portati qui? >> continuò impaziente di andarsene
<< Per quello che abbiamo fatto oggi! >> spiegò la ragazza bevendo un sorso del suo frappè << Non è da tutti eseguire un’esibizione perfetta, la prima volta! >>
<< Sì ma noi non siamo una band… >> ribatté la rossa accettando un frappè che Mat le aveva generosamente ordinato al posto suo.
<< Ma possiamo diventarlo! >> tentò di convincerli << E io sono sicura che tu, Julie, saresti una leader perfetta! >> la rossa sgranò gli occhi, rigurgitando il suo frullato con uno sputo a spruzzo, sotto gli sguardi semi disgustati dei suoi “amici” , afferrò un tovagliolo che Mattew le aveva porso, asciugandosi le labbra e poi riprese a parlare
<< COSA! Ma scherzi? >> arrivò quasi sul punto di urlare << Io non riesco nemmeno a cantare davanti ad un pubblico… come faccio secondo voi… >> si girò a guardare gli altri due ragazzi << A fare la “leader”? >>
<< Perché hai così tanta paura di esibirti? Hai un bella voce! >> esclamò l’altra ragazza, cercando di ignorare la pozza di frappè sul tavolo
<< Beh… è successo alle elementari, al secondo anno ho cantato “Per fare l’albero” allo spettacolo per i genitori, e alla fine potrei… aver vomitato sulla testa di Billy Rosenberg… >> spiegò leggermente imbarazzata, Mattew scoppiò a ridere
<< È vero c’ero anch’io! È stato esilarante! >>
<< No, è stato umiliante! >> la ragazza si zittì, infilando nuovamente la cannuccia in bocca
<< Non vorrai dirmi che hai abbandonato così la musica, per una cosa successa più di… dieci anni fa! >> esclamò Marti, scioccata
<< Non ho abbandonato la musica >> precisò la rossa << È solo che… preferisco tenermela per me… >>
<< Sono d’accordo >> s’intromise Cameron << L’idea della band mi sembra stupida! >>
<< E come vorresti sfondare? Da batterista solista? >> la riccia ruotò gli occhi
<< È un’idea! >> rispose il moro, quasi in tono di sfida, la ragazza sbuffò, tornando sull’argomento precedente
<< Beh, io penso che, ci possiamo tentare… >> tutti stettero ad ascoltare << Se ci state, domani torniamo in aula di punizione, e… ci riproviamo! >>
<< Non possiamo andare in aula di punizione, senza essere puniti! >> disse scettico Cameron
<< E allora noi ci faremo punire! >>

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Capitolo 7
*** Capitolo 6. ***


<< Ho deciso di farmi punire >> confessò tutto d’un fiato la rossa
<< Cos’hai fatto? >> ghignò Marti compiaciuta
<< Ora vedi… >> ribatté Julie rassegnata, sedendosi al suo posto, sarà meglio per gli altri che facciano lo stesso.
La professoressa di italiano entrò in aula, e come tutti i giorni, si sedette sulla sua sedia dietro alla cattedra, pronta a stremare di noia i suoi studenti.
Oramai mancavano solo cinque minuti alla fine della lezione, che si era rivelata essere tra le più pallose ma normali di tutte, il “piano” di Julie stava fallendo miseramente.
<< Adesso scrivetevi i compiti a casa! >> la Prof Moreni tentò di alzarsi in piedi, con scarsi risultati, Julie solitamente sarebbe sprofondata, ma quella scena era troppo esilarante per restarsene zitti. La donna cercò ancora di alzarsi, invano, rendersi conto di essere incollata alla sedia.
<< CHI È STATO DI VOI?! >> esclamò la donna al limite della pazienza, mentre una risata generale si levò dalla classe, Julie si alzò in piedi, esitante, alzando la mano
<< Sono stata io! >>
<< Riffin… >> sibilò la Prof, mentre i suoi occhi si ridussero a due fessure << Dovevo immaginarlo, lei è una ragazza insolente e sfacciata! >> la rossa ruotò gli occhi, con lei era la sempre la solita, barbosa, storia… << Non segue mai le mie lezioni, e ora… anche questo! >>
<< Per forza! Piantarsi una forchetta del braccio è più divertente e indolore! >> le sfuggì, e la donna ringhiò per l’ennesima volta, mentre Marti dal suo banco, -come del resto tutta la classe-, tentava a stento di non sganasciarsi dalle risate
<< Riffin, IN PUNIZIONE! >> gridò
<< Sì! >> sorrise la ragazza, a bassa voce
<< Prego?! >> impossibile, quella aveva i radar al posto delle orecchie!
<< Intendevo… come sono triste… >> rimediò camuffando il tono di voce. Sì!
 
<< Ehy Mat! Hai deciso anche tu di fare parte della band! >> esclamò Marti chiamando l’ascensore
<< Già! Ho pensato: “infondo cos’ho da perdere”? >> sorrise lui raggiante come sempre, raggiungendola
<< Beh l’anno scolastico… >> ragionò la  bionda << Dopo tre punizioni scatta l’espulsione! >> Mattew deglutì << E dopo l’espulsione ovviamente viene la bocciatura! >> se veniva anche bocciato, questa volta la sua vita era davvero finita! I suoi avevano fatto praticamente una strage soltanto per quella singola punizione… << Ma a noi questo non spaventa! Giusto?! >> esclamò lei con entusiasmo, tirando una pacca –piuttosto forte- ad un Mattew ormai al dir poco traumatizzato.
<< Adesso che ci penso credo che… >> Marti lo fissò perplessa, ma venne subito interrotta da una voce vagamente familiare:
<< Ehy Marti! >> era quel ragazzo biondo a cui aveva chiesto informazioni il giorno prima, portava la stessa felpa della squadra di rugby…
…Come si chiamava?
<< Ehm… ciao… >> già, il nome proprio le sfuggiva, il secondo giorno di scuola era sempre un’impresa ricordarsi i nomi di tutti quelli che aveva conosciuto il giorno prima –infondo si ripeteva sempre la stessa storia…-
Marti ci pensò su… Mike… Malik…
<< …Max >> le suggerì all’orecchio il suo amico, a già…
<< Ciao Max! >> esclamò. Il biondiccio continuò a salutarla con la mano, con uno sguardo da emerito ebete stampato in volto, cosa che riuscì a sconcertare di più la ragazza << Grazie… >> sussurrò
<< Conosci Max Loomer? >> chiese il ragazzo inarcando un sopracciglio, Max non gli piaceva poi gran che…
<< Preferirei di no… perciò andiamo! >> rispose la bionda, continuando a salutare con la mano, mentre insieme al suo amico, arretravano verso l’ascensore.
Appena le porte si chiusero, Mattew e Marti tornarono “seri”
<< Io dico che ha una cotta per te! >>
<< Nah… >> ribatté la bionda incrociando le braccia sul petto, e appoggiando la schiena contro la parete dell’ascensore << Ma l’hai visto? Sembra avere le bucce di banana al posto del cervello! >>
<< Di certo non è la persona più intelligente che conosca… >> ammise lui << Ma da come ti guardava… >>
<< Che ne sai di come mi guardava? >> ribatté la bionda fissandolo accigliata
<< L’ho visto! >> lei scrollò le spalle
<< Comunque sia… non è il mio tipo! >> l’ascensore si riaprì e i due si diressero verso l’aula di punizione.
 
<< Il Preside Pollini mangia calzini? >> chiese moro inarcando un sopracciglio, mentre fissava con sguardo critico l’enorme opera d’arte che il suo amico aveva appena dipinto con la vernice viola su una parete dell’ufficio del preside << Fai sul serio? >>
<< Non mi è venuto in mente altro! >> ribadì Mattew << Timmy, credi che mi puniranno? >> chiese speranzoso
<< Come minimo ti faranno pulire tutti i gabinetti del primo e del secondo piano… >> non era esattamente quella la risposta che si aspettava…
<< Perché cerchi di farti punire? >>
<< Devo assolutamente entrare in quella band! >>
<< Ma perché? >>
<< Perché lei mi piace! >> Timmy ruotò gli occhi, ecco che si ripeteva la storia…
<< Intendi come ti piacevano Ashley Dickens, Maddy Adams e Caroline Wood? >>
<< No! Con Julie è diverso! >> il ragazzo si lasciò cadere sulla sedia dietro la cattedra << Lei non mi riderà in faccia quando le chiederò di uscire! >>
<< COSA! Calma tigre! La conosci da quanto? Due giorni? Sei troppo precipitoso! >>
<< Io e Julie eravamo compagni di classe all’asilo, e siamo stati vicini di banco alle elementari! >> sbottò << Ci conosciamo molto di più di due giorni! >>
<< Sì ma non siete mai stati grandi amici! >>
<< Solo perché ci siamo persi alle medie! >>
<<  E da quant’è che avresti questa cotta? >>
<< Da sempre… >>
<< E Ashley e le altre…. >> Timmy abbozzò un sorriso << Non amavi anche loro? >>
<< Sì ma… solo per dimenticarmi di lei… >> il castano ruotò gli occhi mentre fissava il suo amico scrutare il nulla con occhi persi
<< COSA STATE FACENDO QUI! >> la  voce de Preside Pollini li fece sobbalzare, Mattew cadde dalla sedia. Gli occhi dell’uomo si dilatarono in modo innaturale appena lesse la scritta sul muro <> cercava di sembrare più autoritario e cattivo possibile, ma la sua voce tremava leggermente e il suo tono, -accennando ad un pizzico di nervosismo-, lo tradivano.
<< NEL MIO UFFICIO! >>
<< Ma ci siamo già! >> gli fece notare Timmy
<< ALLORA DRITTI IN PUNIZIONE! >>
<< Subito! >> Mattew afferrò la manica della felpa del suo amico, trascinandolo fuori da quel posto.
 
<< Ciao Mat! Marti! >> salutò la ragazza sollevandosi impacciatamente dal banco
<< Ciao Julie! >>  Marti si sedette sul banco accanto a lei e Mattew un banco indietro, aspettando che il suo amico arrivasse, dato che erano stati puniti insieme… Si accomodò sulla sedia, e con accomodandosi, intendo con i piedi appoggiati con nonchalance sul banco e dondolandosi sulla sedia
<< Tu cos’hai fatto? >> chiese la ragazza, e ripensandoci, alla bionda venne da ridere…
 
<< Marti Allen? >> chiese la professoressa leggendo il nome della ragazza sull’elenco dell’appello, alzò la sua faccia da pittbull dal registro, scrutando la classe alla ricerca della ragazza nuova dai riccioli biondi. Non c’era.
Prima di poterla segnare assente e di proseguire nel suo appello, qualcuno busso alla porta, tutti si voltarono, ma al posto di una qualsiasi persona normale, un motorino buttò giù la porta, lasciando sbalordita il resto della classe –prof compresa-. La ragazza si sfilò il casco
<< Allen! Lei finirà in grossi guai per questo! >> gridò la professoressa di arte balzando in piedi dalla sua sedia
<< Non vorrà mettermi in punizione spero! >> ribatté la bionda, fingendosi terrorizzata. La prof in tutta risposta la invito “cordialmente” di andare a passare l’ora fuori.
 
Cameron fu l’ultimo ad arrivare
<< Per fortuna! Pensavamo di esserci fatti punire per niente! >> esclamò la rossa
<< Già! Avanti che hai fatto? >> chiese Mattew sghignazzando. Il moro alzò le spalle
<< Le solite cose… >> Marti inarcò un sopracciglio
<< E sarebbe? >>
<< Ho gettato una trombetta da stadio nello spogliatoio delle ragazze >> ghignò <> Mat e Timmy –che intanto durante il racconto di Marti era arrivato, si era presentato, e si era accomodato su una di quelle “comodissime” sedie di legno levigato- ricambiarono il suo sorrisetto, ma le due ragazze non sembravano altrettanto allegre
<< COSA!? MA IO TI UCCIDO!!! >> esclamò la bionda su tutte le furie, nessuno dei tre capiva
<< IN QUELLO SPOGLIATOIO C’ERAVAMO ANCHE NOI! >> spiegò altrettanto alterata Julie, che insieme alla sua amica si avvicinava minacciosamente verso il castano, con intenzioni non troppo gentili
<< Avanti ragazze! >> tentò di calmarle il ragazzo dai capelli ramati mettendosi in mezzo << Siamo qui per picchiarlo o per suonare? >>
<< Per suonare… >> si rassegnò la rossa lanciando l’ultima occhiata truce a Cameron
<< Ma dopo io lo ammazzo lo stesso! >>
<< E io ti aiuto! >>
 
Continua…
 
Angolo Autrice:
Ciao a tutte!
Allora, per prima cosa mi scuso per il ritardo! Ma come vi ho già detto aggiornare sta diventando un’impresa titanica e una corsa contro il tempo! (cavolo sto sottraendo tempo ai compiti e questo non va D: ) comunque… trovo che il capitolo sia parecchio confuso: praticamente inizia con lo scherzo di Julie, poi procede con Mat e Marti che sono già stati puniti e si ritrovano in ascensore insieme, poi con lo scherzo di Mattew, lui e Marti che raggiungono Julie, e il pezzo finale. (per chi non lo avesse capito).
Poi… praticamente ho diviso a metà il capitolo perché ne usciva una roba troppo lunga sennò…
Ora vado! Sicuramente il wifi che non funziona non mi è molto d’aiuto -.- quindi alla prossima!
Grazie ragazzi è stato bello! (sì Marti ti ho fregato la battuta ahaha ;))

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Capitolo 8
*** Capitolo 7. ***


<< Please tell me what is takin' place, 
Cuz I can't seem to find a trace, 
Guess it must have got erased somehow, 
Prabablly cuz I always forget, 
Everytime someone tells me their name, 
It's always gotta be the same…
>>
Julie si bloccò in seguito alla nota cannata da Mattew
<< Scusate… >> disse il ragazzo tristemente
<< Non fa niente, ci riproviamo! >> lo rassicurò la rossa sorridendogli. Cameron batté nuovamente il quattro e riprovarono, ne uscì una melodia leggermente scoordinata…
<< Ehm… e il tempo? >> chiese Marti leggermente seccata
<< Io ci rinuncio! >>
<< Che!? >> ma Cameron aveva appena mollato la sua batteria, dirigendosi a passo svelto verso la porta, ignorando completamente la voce della rossa
<< Guarda che non te ne puoi andare! >> aggiunse scettico Mattew
<< Ah no? >>
<< Sei in punizione. Ricordi? >> il castano si blocco di colpo, rassegnato
<< Facciamo pena comunque! >>
<< Nessuno è perfetto all’inizio! >> disse la rossa << Basta che riproviamo e… >>
<< Ma fammi il piacere! >> la interruppe ancora Cameron << Non saremo mai all’altezza dei Steve Team! >> nessuno sapeva cosa aggiungere…
<< …I Team cosa? >> chiese Marti inarcando un sopracciglio
<< Gli Steve Team sono la band che va di più qui a scuola, suonano da quando avevano tredici anni… hanno praticamente conquistato tutti! >> spiegò Mattew con malinconia
<< Beh, hanno proprio una, ehm… particolare fantasia per i nomi… >>
<< Già, così Steve può far entrare e uscire i membri della band a suo piacimento senza poter essere toccato… >>
<< Com’è squallido! >>
<< Già… >>
<< Comunque sia, non siamo al loro livello! >> ringhiò nuovamente il castano
<< Ma possiamo arrivarci! >> continuò Julie
<< Beh arrivateci da soli perché io mollo! È solo una stupida perdita di tempo! >>
<< Avanti Cam non dire così! >> tentò di convincerlo il ragazzo
<< È facile mollare no? >> lo accusò Marti << Puoi abbandonare questi tre sfigati qui e fregartene! >>
<< Stai solo sparando cavolate! >>
<< Tanto sei solo un mollaccione! >>
<< Avanti Marti smettila…. >> la pregò la rossa impassibile
<< No! Sai cosa? Mr. Allegria ha ragione, questa è solo una perdita di tempo. Me ne vado! >> anche la bionda si affrettò a prendere il suo zainetto, e a dirigersi verso la porta.
Julie e Mattew si scambiarono un’occhiata, e poi… poté partire la musica:
<< Never wore cover-up, 
Always beat the boys up, 
Grew up in a five thousand population town, 
Made my money by cutting grass, 
Got fired by fried chicken ass, 
All in a small town, Napanee
>> Julie si avvicinò alla sua amica, porgendole il suo basso, Marti lo afferrò con un mezzo sorriso, per poi cominciare a suonare.
<< You know I always stay up without sleepin', 
And think to myself, 
Where do I belong forever, 
In whose arms, the time and place? 

Can't help if I space in a daze, 
My eyes tune out the other way, 
I may switch off and go in a daydream, 
In this head my thoughts are deep, 
But sometimes I can't even speak, 
Will someone be and not pretend? I'm off again in my World 

I never spend less than an hour, 
Washin' my hair in the shower, 
It always takes five hours to make it straight, 
So I'll braid it in a zillion braids, 
Though it may take a friggin' day, 
There's nothin' else better to do anyway. 
>> portandosi dietro il microfono si diresse verso Cameron, lo afferrò per il cappuccio nero della felpa e lo trascinò verso la batteria, anche lui riprese a suonare, prima controvoglia, poi in modo sempre più coinvolto…
<< When you're all alone in the lands of forever, 
Lay under the milky way, 
On and on it's getting too late out, 
I'm not in love this time this night. 
 
Can't help if I space in a daze, 
My eyes tune out the other way, 
I may switch off and go in a daydream, 
In this head my thoughts are deep, 
But sometimes I can't even speak, 
Will someone be and not pretend? I'm off again in my World 

(la la la la) 

Take some time, 
Mellow out, 
Party up, 
I don't fall down, 
Don't get caught, 
Sneak out of the house. 

Can't help if I space in a daze, 
My eyes tune out the other way, 
I may switch off and go in a daydream, 
In this head my thoughts are deep, 
But sometimes I can't even speak, 
Will someone be and not pretend? I'm off again in my World 

Can't help if I space in a daze, 
My eyes tune out the other way, 
I may switch off and go in a daydream, 
In this head my thoughts are deep, 
But sometimes I can't even speak, 
Will someone be and not pretend? I'm off again in my World
>>
Senza nemmeno che se ne accorgessero, la band aveva eseguito un’esibizione semplicemente perfetta!
<< Visto? Siamo grandi! >> esclamò entusiasta Marti
<< Nessuno ci batterà al Peaceville Talent Show! >> si lasciò sfuggire sovrappensiero la rossa, tutti la fissarono accigliati
<< Come come Julie? >> la ragazza avvampò appena si accorse di aver dato voce ai suoi pensieri
<< Non ve l’ho detto? >> la rossa si lasciò sfuggire una risatina << Ci ho iscritti al Peaceville Talent Show! >>
<< Che cosa! >> esclamarono gli altri all’unisono
<< Ma Julie! Non siamo abbastanza preparati per affrontare un concorso! >> la riprese la bionda, Julie sprofondò nello sconforto, mascherato dal suo solito sorrisetto nervoso, il bello era che non avevano ancora sentito tutto…
<< Per questo siamo iscritti anche alla festa di fine semestre… >> borbottò, abbastanza forte da far rimanere gli altri a bocca aperta
<< Julie! >> esclamarono nuovamente in coro
<< Non siamo pronti per esibirci davanti ad un vero pubblico! Abbiamo suonato solo due volte! Qua dentro! >> continuò Marti scioccata
<< Beh… non è restando qua dentro che ci faremo conoscere! >>
<< Ma non suonano già gli Steve Team al concerto di fine semestre? >> s’intromise Mattew con affare pensieroso
<< Ho già parlato con il preside, noi faremo da spalla! >>
Era inevitabile non dire che ormai Julie aveva pensato proprio a tutto, e che i suoi compagni oramai, non potevano più rifiutarsi!
<< Bene bene bene… >> la voce della professoressa di musica, proveniente dalle spalle della rossa, smosse completamente l’atmosfera creatosi tra i quattro ragazzi –cinque contando Timmy-. Gli occhi della ragazza si sgranarono, si erano totalmente dimenticati della prof che li teneva sotto controllo!
<< …Un’alunna in punizione che suona la chitarra e canta! >>
Merda.
Julie si voltò lentamente, lasciandosi sfuggire una risatina, mentre una gocciolina solitaria di sudore le solcava una tempia, questa volta sarebbero stati puniti a vita!
<< Riffin, vuole ancora farmi credere che lei non canta? >> eh? Quell’affermazione lasciò tutti i ragazzi presenti perplessi << Sono rimasta tutto il tempo qui fuori, e vi ho ascoltati… >>
Stolker! Pensò Timmy
<< Siete bravi, molto bravi! >> i quattro del gruppo rimase ad ascoltare, con infinito interesse, -anche se il tono della loro prof. in quel momento era al dir poco inquietante!- << Se avete davvero intenzione di partecipare al Peaceville Talent Show organizzato dalla scuola, avete il mio appoggio incondizionato! >> sul viso di Julie si dipinse spontaneamente un sorriso << Ah quasi dimenticavo, a partire da oggi potrete utilizzare la sala di punizione per le prove quando volete, -sempre dopo l’orario scolastico ovviamente, potrebbero esserci altri puniti…- e per tutto il tempo che vi occorre! Avete il mio consenso. >> detto questo, la professoressa dai capelli rossastri scomparve dietro la porta.
<< Avete sentito! >> esclamò Marti abbracciando la sua amica, Cameron –seppur senza farlo vedere- batté un cinque ai due ragazzi con enfasi.
<< Avremo bisogno di un altro testo! >> si ricordò il biondino
<< Hai ragione! >> concordò la rossa << Marti, oggi torni a casa con me e scriviamo la canzone da portare al concerto di fine semestre! >>
 
La canzone presente nel testo è My World di Avril Lavigne :P
 
Angolo Me:
Salve a tutti!
Piaciuto il capitolo? Ho voluto trasmettere a Julie lo stesso vizio del padre di iscrivere la band (senza il loro consenso) ai concerti più bizzarri!
-Cosa c’è di bizzarro in una festa di fine semestre?
Shhhhhh!
Cooomunque, voi non immaginate minimamente come io sia emozionata, cioè, sono riuscita ad aggiornare!!! (ho buttato via un intero pomeriggio di compiti ma dettagli ^-^”) L’ispirazione non mi ha abbandonata!
Okay ora scappo! Magari riesco a scrivere qualcos’altro prima che la mia testa si svuoti totalmente(?)
A presto!
Laney.
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8. ***


Le urla euforiche di quel gruppo di fan eccitati, dava loro la carica per continuare la loro carriera. E certamente, amare quello che facevano, rendevano tutto estremamente perfetto! Anche se quel giorno Laney non era al meglio della sua forma.
Solo alle prove di due giorni prima, ad una settimana di distanza dal loro grande successo a Londra, si era sentita male, dimostrando svariati sintomi tra cui vomito e vertigini.
<< Tranquilli… ci riesco a suonare domani… >> disse.
E allora così fecero. Si trovavano più o meno a metà del concerto, quando Laney cannò una nota. Ovviamente tra il pubblico non se ne accorse nessuno, ma la sua band sì, che senza esitazione, rivolse un sguardo inquieto verso la rossa, che con un cenno della testa, incitò i suoi amici di continuare.
Passarono i successivi dieci minuti normalmente, ma Laney stava sempre peggio riuscendo a fatica a rimanere a tempo con la band.
Corey si zittì durante il ritornello, facendo continuare al posto suo, il pubblico di fan, che sorprendentemente, sapevano tutta la loro canzone a memoria!
Poi, d’improvviso, il pubblico si ammutolì, lasciando spazio ad un sospiro di shock, Corey non capiva perché. Non aveva sbagliato niente in confronto ai concerti precedenti! Seguì lo sguardo dei suoi fan, arrivando a… Laney. La rossa era letteralmente accasciata a terra ma lui non poteva muoversi. I gemelli la raggiunsero prima di lui, il mondo gli precipitò addosso addosso.
Quando finalmente si diede una scossa, prese a correre verso la sua ragazza (Già^^), sollevandola da terra a mo’ di principessa
<< Ehy Lanes! >> ma non ricevette nessuna risposta
<< Abbiamo chiamato il 911! >> lo avvertì Kin
<< Arriva tra un attimo! >> continuò Kon
<< Allora bisogna portarla fuori! >> si ritirò nel backstage, lasciando i due fratelli Kujira da soli, quello con gli occhiali prese possesso del microfono:
<< Emh… sono stati riscontrati alcuni problemi, ma… è tutto sotto controllo! >> cercò di tranquillizzarli, sotto gli sguardi terrorizzati e ansiosi del pubblico, non era affatto convincente…
<< Rock ‘n’ Roll! >> concluse Kon per poi trascinare il fratello dietro le quinte.
Correndo, Corey era riuscito ad evadere da quell’affollato e afoso stadio, mentre un’ambulanza li attendeva nel parcheggio. Che velocità. Pensò.
 
Laney era rimasta in ospedale per circa due o tre giorni. A Corey, Kin e Kon non era nemmeno permesso stare con lei oltre l’orario di visita, tipo la notte, e questo beh… rendeva Corey estremamente nervoso!
Quel pomeriggio la bassista tornò in hotel da sola, sorrideva in modo complice, e un po’ forzatamente ai suoi amici
<< LANEY! Stai bene! >> esclamò Kon che, insieme al fratello, si lanciarono addosso alla ragazza per abbracciarla
<< Avanti ragazzi fatela respirare! >> disse sorridente il chitarrista, impaziente di stringerla forte
<< Grazie ragazzi! >> disse lei dopo aver cinto il collo del ragazzo, e dopo avergli stampato un bacio sulla guancia << Mi dispiace tanto! Ho rovinato tutto! >> disse piena di mortificazione
<< Tranquilla, ci rifaremo la prossima settimana! >> la confortò lui, facendola accomodare sule sue gambe << Piuttosto, tu come ti senti? >>
<< Di sicuro sono stata meglio… >
 
Diglielo Laney! Capirà!
 
Corey le cinse la vita e la rossa si appoggiò su di lui
 
E se poi mi dovesse lasciare? Infondo abbiamo solo vent’anni e lui è un ragazzo…
 
<< Cosa ti hanno detto i dottori? Le solite mancanze vero? Ormai è da una settimana che vai avanti così… >> chiese Kin sedendosi sulla poltrona di fronte alla loro
<< Diciamo di sì… >> rispose vaga
<< Tu come ti senti? >>
<< Io sto bene ragazzi! >> rispose ansiosa da un pensiero che da due giorni le girava per la testa. Glielo doveva assolutamente dire, anche a costo di rovinare la loro stupenda –e da lei tanto attesa- relazione.
<< Corey… >> chiese titubante << Posso parlarti? Ci vorrà solo un attimo… >>
<< Dimmi! >>
<< Intendevo da soli… >> continuò lei << Ti prego… >> il blu scrollò le spalle, rivolgendo uno sguardo ai suoi amici
<< Si si, ce ne andiamo! >> disse quello con gli occhiali alzando le spalle.
Kon s’infilò velocemente qualcosa in bocca, probabilmente del formaggio, per poi sgattaiolare insieme a suo fratello, fuori dalla sala comune della loro camera d’albergo.
<< Cosa mi dovevi dire? >> la rossa non gli prestò attenzione, scosse soltanto la testa e poi ruotò gli occhi verdi
<< Aspetta un attimo! >> esclamò alzandosi dalle sue ginocchia e avvicinandosi alla porta. L’aprì velocemente, scansandosi da davanti, per far cadere i due gemelli, che da dietro la porta tentavano di origliare la loro conversazione. Beccati. Laney si poggiò una mano sul fianco, fissandoli accigliata. I due si lasciarono sfuggire un risolino innocente, che la ragazza ricambiò con un finto sorriso –che in realtà nascondeva una grande voglia di menare entrambi-
<< Vedi noi… >> ma non finirono nemmeno, che erano già scappati fuori dal corridoio.
<< E quelli dovrebbero avere vent’anni? >> chiese divertito il blu, alzandosi dalla poltrona e avvicinandosi alla rossa, che sbatteva seccata la porta. Lui le cinse la vita, avvicinando la sua testa verso quella della ragazza << …Allora? >>.
Per un attimo lei sorrise, guardandolo nei suoi meravigliosi occhi azzurro cielo, poi di colpo lo scollò con malavoglia. Se Corey l’avesse guardata ancora con quegli occhioni da cucciolotto, sarebbero finiti per farlo di nuovo.
<< Aspetta… >> fece un passo indietro
<< Cosa? >> chiese lui ingenuamente
<< Non fare quella faccia! Lo sai che poi non resisto… >> Corey ghignò divertito
<< Ma è appunto per questo che lo faccio! >> continuò con aria suadente, tentando di avvicinarsi ma lei arretrò nuovamente.
<< Sì però… ora ti devo assolutamente parlare! È molto importante! >>
<< Allora dimmi! >>
 
Ma è davvero la cosa giusta da fare? Forse è… troppo presto…
 
<< Avanti Laney, tu sei qui, io sono qui… >> sorrise cercando di farle scomparire quell’espressione pensierosa –senza successo-, per poi acquistare un tono più serio
<< Tu puoi dirmi tutto, lo sai questo vero? >> la rossa si mordicchiò il labbro inferiore. Succedeva ogni volta che era in preda all’ansia.
<< Però mi devi promettere che non ti arrabbi! >> esclamò puntandogli l’indice in faccia, Corey alzò ironicamente le mani in segno di resa, poi fece spallucce
<< Okay! Come vuoi tu! >>
<< E che non urli! >>
<< Perché dovrei… >>
<< …E che rimarremo amici comunque! >> di fronte a quell’esclamazione lui scoppiò a ridere
<< Pulce, dopo l’altra notte davo già per scontato che fossimo più che amici >> lei arrossì, ma solo per un secondo, tornando subito dopo ad essere minacciosa
<< Prometti! >>
<< Con queste promesse sembriamo due bambini di… >>
<<< Ho detto PROMETTI! >>
<< Va bene, va bene! Lo prometto! Adesso mi dici che ti prende? >>
<< Okay >> acconsentì << Ma non ti traumatizzare… >>
<< Avanti Laney così mi spaventi! PARLA! >>
<< Sono incinta! >> confessò tuto d’un fiato E… sono più che certa che sia tuo… >> ed ecco che il mondo si fermò
.
Perfetto! Davvero splendido! Ora Corey è traumatizzato a vita!
 
<< Ti senti bene Corey? >> non ricevette alcuna risposta, Laney si limitò ad abbassare la testa, la loro storia d’amore era palesemente giunta al termine… << Se ora vuoi lasciarmi io… capirò… davvero… >> disse cercando di trattenere le lacrime
<< Laney, questa è… >> ma lei lo interruppe mettendogli una mano davanti al viso
<< Non voglio costringerti a fare niente. Solo… rimaniamo amici, ecco… >> il blu s’intenerì di fronte a quella Laney con gli occhi lucidi che somigliava tanto ad un pulcino spaurito
<< Stavo dicendo… >> prese la mano della ragazza, stringendola con dolcezza << …Che questa è una notizia fantastica! >> la rossa sgranò gli occhi
<< Davvero?! >> chiese con gli occhi che luccicavano
<< Certo che sì! >> la strinse forte, mentre pian piano realizzava, e più realizzava, più il suo cuore si riempiva di gioia << Avremo un bambino! >>
<< O una bambina! >> lo corresse la rossa sfoggiando uno dei suoi meravigliosi sorrisi, uno di quelli che Corey amava tanto.
Il ragazzo la sollevò da terra, per poi farla girare. Un cupo pensiero attraversò la mente di Laney, mutando tutto d’un tratto il suo umore
<< Corey… >> chiese malinconicamente
<< Cosa c’è? Ti senti male? >> chiese lui di rimando, lasciandola a terra e guardandola negli occhi
<< No io… insomma, cosa facciamo con la band? >> ah già… << Non possiamo fare un tour mondiale e crescere un bambino allo stesso tempo! >>
In quel momento i due gemelli Kujira entrarono dalla porta
<< Dovevamo solo prendere… >>
<< C’è una cosa… che dobbiamo dirvi >> disse Laney mentre con estremo imbarazzo, poco prima di aprire bocca una mano si poggiò sulla sua spalla e con tono rassicurante disse:
<< Tranquilla, spiegherò io ogni cosa! >>
 
Qualche dettagliata spiegazione dopo…
<< Quindi è per questo che sul palco ti sei sentita così… >> disse Kin aggiustandosi gli occhiali. La rossa annuì ancora in imbarazzo
<< E ora come stai? >> domandò Kon.
<< Bene. >> ripeté lei per l’ennesima volta quella giornata, doveva ammettere di non essere affatto abituata a tutte quelle attenzioni.
<< L’unico aspetto negativo della cosa è che, sarà molto difficile continuare il tour… e continuare a fare concerti.. >> spiegò il blu tentando di essere il più discreto possibile
<< Vogliamo che il bambino abbia una vita normale! >> esclamò lei. Discrezione… appunto…
<< Quindi… volevamo solo dirvelo e… sapere cosa ne pensavate >>
<< Cosa dobbiamo pensare noi? Il bambino è vostro! >> disse divertito il batterista
<< La decisione spetta a voi… >>
Corey e Laney si scambiarono uno sguardo… quindi, era quella la fine per la Grojband?
 
Angolo Me:
Ehy!
Come va?
Ed ecco che entra in gioco la… Grojband! *applausi per la Grojband*
Okay, se devo dire la verità questo capitolo non mi fa impazzire, credo che sia venuto male, scritto di fretta e cose simili.
Da qui in poi anche Corey e Laney cominceranno ad essere presenti nella long ^.^ (questo era solo un flashback poi dal prossimo capitolo in teoria torneranno ad avere 36 anni come all’inizio della storia!)
Volevo anche dirvi che mi sono accorta di avere molto meno tempo a causa della scuola (e che scoperta -.-) quindi se non aggiorno per un po’ non sono morta ma sto soltanto studiando (sì… studiando… -_-“).
Detto questo vi saluto! Ah… ricordatevi di recensire *-*
Ciao!
Laney.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9. ***


<< Come ci presentiamo al concerto di fine semestre? >> chiese la bionda mentre con la sua nuova migliore amica –e anche unica dato che si trovava in quella scuola da appena due giorni- si avviavano verso casa

<< In che senso? >> arrivati al vialetto di casa Riffin, Julie si ritrovò a frugare nel suo zaino imbattendosi nell’audace impresa di ritrovare le sperdute chiavi di casa

<< Beh, non possiamo andare lì come "la band senza nome", cioè, è un nome originale, ma non so quanto possa piacere… >> spiegò con ironia

<< Domani lo scegliamo tutti insieme! Infondo in gruppo è più divertente! >>

La rossa esultò appena ritrovò le sue amate chiavi, le sfilò dallo zainetto rosso, e poté finalmente entrare in casa << MAMMA SONO TORNATA! >> gridò << aspettami qui un attimo, vado di sopra a prendere il mio quaderno! >>

<< Sì! >> rispose sorridente Marti, fissando la rossa sparire al piano di sopra.

Come se si fossero accordate per darsi il cambio, dal salotto uscì frettolosamente una donna vestita da lavoro, con i capelli rossi lunghi appena più delle spalle, e con meravigliosi occhi verdi, la somiglianza che aveva con Julie era strabiliante

<< Vado a prendere tuo fratello a scuola, è molto, MOLTO tardi! >> disse la donna, probabilmente convinta che la sedicenne che fissava divertita la scena dalla porta d’ingresso fosse sua figlia << scalda qualcosa per pranzo, poi fila a fare i compiti! Capito? >>

<< Emh… veramente >> Laney afferrò le chiavi della sua auto, ma si bloccò appena prima di andare a finire sulla ragazza << salve! >> la bionda accennò un saluto, un po’ imbarazzata.

<< Oh… ciao! >> la donna esaminò velocemente la sedicenne di fronte a lei: capelli riccissimi biondo-scuro, alta, occhi castani… poi lo sguardo si andò a posare sulla sua t-shirt nera, e per un momento, le mancò il fiato << t-tu saresti… >>

<< Sono Marti, un’amica di Julie! >>

<< Oh, m-molto piacere… >> rispose la donna tentando di risultare il più naturale possibile. Le due rimasero in silenzio per alcuni secondi, un silenzio al quanto imbarazzante in cui l’una esaminava l’altra. Anche la giovane adolescente era più che certa di aver già visto quella donna da qualche parte, il suo volto aveva qualcosa di vagamente familiare.

Un uomo uscì da un’altra camera, mentre cercava senza successo di allacciarsi meglio la cravatta << Laney, che dici? Una mano? >> si bloccò a fissare le due che si scrutavano curiose, anche se sua moglie, più che curiosa, pareva spaurita. Poi notò la ragazza di fronte a lei << tesoro, sono quasi sicuro che quella non sia nostra figlia… >> ironizzò

<< Laney? >> bisbigliò l’adolescente inclinando la testa, dopodiché passò ad osservare l’uomo: alto, cappelli… blu? Occhi azzurri…

<< Corey guarda la sua maglietta! >> sussurrò la donna all’orecchio del marito, che, obbedendole, notò con suo grande sconforto che quella era proprio…. Una delle loro magliette marcate Grojband!!!

<< Ma certo! >> esclamò la ragazza con gli occhi che le brillavano << siete voi!! >> il suo sguardo passò dalla sua t-shrit ai volti dei suoi idoli, un po’ più cresciutelli di quel che si ricordava dai videoclip, ma erano davvero loro!

Esaminò ogni dettaglio che tutti quegli anni avevano segnato i due musicisti: Laney, ad esempio, non sembrava poi così "sciatta" nel vestire come quando era sul palco –sciatta, in confronto ad ora ovviamente- che indossava un completo da ufficio molto serio e formale. Il trucco leggero, e delle sottili rughe d’espressione, sottolineavano i suoi trentasette anni. Anche Corey era parecchio cambiato; come la moglie, indossava un completo che non lasciava molta fantasia sul lavoro che un uomo come lui potesse fare, i capelli blu erano più corti, anche se non troppo, e non portava più il suo adorato berretto –che probabilmente era lo stesso che aveva passato a sua figlia-, infine come ultimo tocco di "stile" il pizzetto –blu-. << non capisco perché Julie non me l’abbia detto? >> borbottò tra sé e sé, poi alzò gli occhi verso i due << io…. Vi adoro! >> dichiarò dando loro un veloce abbraccio

<< Perché Julie non lo sa! >> esclamarono gli altri di rimando.

<< Cosa non so? >> chiese la rossa scendendo le scale con un perfetto tempismo. Rispetto a poco prima non portava più il berretto arancione, e i suoi capelli rossi le ricadevano sulle spalle in tante ciocche mosse, colorate in parte di verde

<< Wow! I tuoi capelli sono rossi e verdi! >> esclamò la sedicenne per cambiare argomento. Julie ruotò gli occhi, ma perché diamine si era tolto quel berretto? Era palese che lei e Marti non erano abbastanza amiche perché lei non glielo rinfacciasse << sono stupendi! >>

<< Cosa? >> ribatté la rossa allibita

<< Sì! Sono fantastici! >> prese l’amica per un braccio, lanciano uno sguardo ai suoi idoli… << come li hai fatti? >>

<< Uno scherzo di mio fratello… >> continuò freddamente la cantante senza comprendere il suo atteggiamento. …presto avrebbe parlato con loro.

<< Non dovevi prendere Alex? >> chiese Corey ancora un po’ agitato

<< Uhm… sì, ora vado! >> stampò un bacio sulle labbra del marito, poi si chinò per sussurrargli qualcosa all’orecchio; << dopo dobbiamo parlare con quella ragazzina >> il blu annuì.

 

<< È questo? >> chiese la ragazza prendendo fra le mani l’ennesimo quaderno. La camera di Julie pareva tanto un labirinto immenso, smarrito nel caos più totale. Nel quale, se non ti muovevi bene, rischiavi persino di perderti, e ogni singolo passo falso sarebbe potuto essere l’ultimo… ovviamente ci volle un esagerato autocontrollo da parte di una persona tendenzialmente più perfezionista come Marti per non dare di matto in mezzo a quell’inferno.

<< Umh… no. >> rispose la rossa concentrata nell’avventurarsi dall’altra parte della camera

<< Allora… deve per forza essere… >>

<< In camera di Alex! >>

<< Non era esattamente quello che stavo per dire io ma… >> poi il suo viso assunse un’espressione curiosa << aspetta, chi è Alex adesso? >>

<< Quella caccoletta cerca di fregarmi il mio diario da quando… praticamente ha imparato a leggere! –maledetto quel giorno!-. con la costante fissa che sia uno stupido diario segreto da ragazzine! >> esclamò furiosa catapultandosi fuori dalla porta.

La camera di Alex non aveva nulla da invidiare a quella della sorella, infatti anche qui, sembrava che fosse passata una folla furiosa, armata di torce e forconi, radendo al suolo ogni cosa intralciasse il suo cammino.

<< Ah-ah! >> esclamò vittoriosa la rossa, scostandosi con un rapido gesto della mano i capelli rossi dal viso illuminato da una luce appagante << ecco il mio quaderno, possiamo andare a scrivere il nostro testo ora! >>

<< Questo cos’è? >> chiese la riccia sollevando un foglio di carta da sotto una pila di calzini –sporchi..-

<< Non saprei >> rispose perplessa Julie, avvicinandosi all’amica << Roba di Alex credo… >>

<< È il suo tema in classe >> annunciò con un sorriso

<< È datata 22 settembre… >> aggiunse la rossa leggendo << sì, era l’altro ieri >>

<< Il mio eroe/eroina! >> lesse il titolo ad alta voce Marti << L’ho fatto anche io, alle medie, questo tema! >>

<< Sì, pure io >> continuò la frontman sorridente; aveva scritto il medesimo tema in classe sul cantante dei Nirvana: Kurt Cobain.

<< Ow, leggi qui >> attirò nuovamente la sua attenzione, poi la bionda tornò a leggere;

<< La mia eroina è mia sorella Julie.

Lei canta e suona la chitarra come una vera rock star, e sta persino formando la sua band personale!!

scrive meravigliose canzoni che io, spesso rubo dal suo diario segreto perché mi piacciono! Anche se questo spesso la fa innervosire!

Ci insultiamo a vicenda; spesso lei mi da della caccola e io la chiamo "strega", e litigare è davvero divertente! Spero che non cambi davvero niente tra noi.

Quindi… mia sorella è il mio eroe, perché un giorno vorrò diventare proprio come lei! Pur suonando il basso elettrico. >>

<< Non posso credere che quello scemo abbia davvero scritto una cosa simile! >> esclamò la rossa afferrando di prepotenza il foglio, sotto le risatine divertite della sua amica << Alex Riffin… sì, è proprio lui… >>

<< Visto Ju? Abbiamo anche il nostro primo fan! >> rise Marti. La ragazza non rispose, sorrise semplicemente, ma ovviamente tra loro, come scritto nel tema, non sarebbe cambiato assolutamente niente!

<< Per cosa sta Marti? >> chiese la ragazza mentre fissava in silenzio il soffitto della sua camera, in cerca di "ispirazione" per il loro prossimo testo << perché è un diminutivo no? >>

<< Sì, in teoria sarebbe Martine >>

<< Uuuh, è francese! >>

<< Già, io e mio padre veniamo da lì >> rispose con un po’ di malinconia la ragazza

<< E io che pensavo che i francesi fossero tutti degl’insopportabili egocentrici e spocchiosi >> ironizzò la rossa

<< Ehi! Tenti di offendermi?! Ahahah >> continuò con altrettanto sarcasmo. Poi le due scoppiarono a ridere

<< E perché vi siete trasferiti? >> chiese, non voleva certo essere invadente, ma si era accorta che per essere tanto amiche, non sapevano quasi niente l’una dell’altra

<< Bhe, da quando mia madre non c’è più mio padre è cambiato; è diventato riservato, serio, come se tutta la sua voglia di vivere di fosse sbriciolata nei suoi stessi occhi >> raccontò diventando improvvisamente… triste… << e allora abbiamo deciso di andarcene. Cancellammo tutto: la nostra vecchia vita, tutto quello che ci legava in qualche modo al passato e siamo venuti qui >> la rossa rimase senza parole

<< Oh, io… mi dispiace… >> mormorò tirandosi su e prendendo posto a sedere sul suo letto, rivolgendole uno sguardo carico di malinconia

<< No, tranquilla. È stato tanto tempo fa ormai… >> la rassicurò Martine << posso scendere a prendere un po’ d’acqua? >> chiese

<< Certo, ma vado io se… >>

<< Nah, ce la posso fare da sola >> disse alzandosi dal letto << dopo la tua stanza, sono in grado di avventurarmi ovunque! >> scherzò sparendo poco dopo dietro la porta.

 

La bionda versò dell’acqua in un bicchiere, lo mandò giù, e poi sospirò sonoramente. Amava la sua vecchia vita… ma forse qui non sarebbe stato così orribile come pensava!

Prima di poter tornare al piano superiore, sentì qualcosa afferrarla per un braccio, e in meno di pochi secondi, realizzò di trovarsi sul divanetto di casa Riffin, con dei Corey e Laney molto impazienti di farle un terzo grado come due bravi detective della scientifica degni di CSI.

Il primo in particolare, le puntava sul viso una torcia, dalla fastidiosa luce che spingeva la povera ragazza a chiudere gli occhi.

<< Lo sai vero, che noi dobbiamo chiarirci? >>

Questo sarebbe stato un lungo pomeriggio…

 

 

Angolo Mio:

E ritorna con un nuovo capitolo! B)

Allora, prima di tutto: SALVE A TUTTI! Al settimo cielo di essere tornata tra voi! ;)

Mi sento davvero più ottimista dopo aver pubblicato questo capitolo, quello che ho attraversato, possiamo definirlo un… momento di blocco(?) ma chi non lo passa? Dico bene? :D

Quello che importa è che credo di averlo superato (o più che altro lo spero "^^) quindi in teoria tornerò a scrivere e ad aggiornare regolarmente! *spara coriandoli e stelle filanti*

Okay, adesso scappo!

Un bacione alla mamma, California, e… ogni riferimento a Daniele Doesn’t Matter è puramente casuale*-*"
Laney.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10. ***


<< C-cosa volete sapere? >> deglutì la ragazza sbarrando gli occhi, infastidita dalla luce della torcia elettrica che l’uomo le puntava sul viso. Laney accorgendosene gli tirò una gomitata:
<< E finiscila! >> lo rimproverò severa. L’uomo obbedì suo malgrado, appoggiando la piccola torcia su un ripiano del salotto. << Marti, ormai diamo per scontato che tu ci conosci molto bene giusto? E tu e Julie siete molto amiche >>
<< Sì beh, mia zia Kate vi adorava, e, avendo passato molto tempo con lei da piccolina, ho appreso molto! Diceva di conoscervi.. >> sorrise ripensando ai vecchi ricordi
<< Conoscerci? >> domandò il blu incrociando le braccia
<< Sì chiamava Kate Persky, vi suona familiare? >> dopo una breve pausa di riflessione, gli occhi dei due si illuminarono all’unisono, Corey e Laney si scambiarono uno sguardo, per poi puntare la loro attenzione sulla ragazza dai riccioli biondi.
<< Conoscevamo eccome Kate Persky! >> esclamò sorridente l’uomo
<< Lei e Allie Day sono state le nostre prime fan! >> continuò su di giri la rossa. Entrambi ricordando i tempi andati.
<< Come stanno? >> continuò lui
<< Oh, decisamente bene! >> e mentre si stavano spingendo in una conversazione fuori tema sempre più coinvolta, la rossa si diede una scrollata, spronando il marito a continuare con lei il loro “terzo grado”
<< Ascolta, tu sembri una ragazza a posto >> disse Laney sforzando un sorriso, evitando di aggiungere “ma stai rischiando di rovinare questa famiglia”, perciò si limitò ad aggiungere: << ma Julie e Alex non sanno niente; né della Grojband, né di tutto il resto! >> e Martine non riusciva a far altro che chiedersi come avessero fatto a nascondere così bene il loro passato in tutti questi anni
<< Per lei siamo solo due noiosi impiegati >> continuò Corey
<< E invece voi, adesso… >> disse la sedicenne
<< Cantiamo ai matrimoni.. >> rispose –tutt’altro che entusiasta- la donna
<< Non ci credo >> continuò la ragazza << la più grande band di sempre, che canta a degli stupidissimi matrimoni! >> eppure i suoi occhi non potevano fare a meno di sprizzare scintille di stima
<< Comunque.. >> la interruppe il blu, con un’insolita –da parte sua- espressione solitamente marcata Laney Penn Riffin (dopo il matrimonio Laney decise che sarebbe stato un bene tenere entrambi i cognomi).
<< Posso sapere perché? >> chiese ancora Marti
<< Cosa? >> continuò la rossa, con un finto tono ingenuo, che non le si addiceva affatto.
<< Perché avete rinunciato?! E soprattutto perché i vostri figli non sanno niente!? >> i due abbassarono la testa
<< Era tutto troppo complicato >> spiegò la rossa, ritornando a ricordare << un momento prima vivi il sogno di una vita, e il giorno dopo ti accorgi che devi mollare tutto per qualcosa di più grande… >>
<< Vogliamo solo evitare che Julie abbia la stessa delusione che abbiamo dovuto ricevere noi… >> continuò Corey << quindi tu non dirai niente, vero? >>
<< Ti stiamo pregando. >>
<< Sarò muta! >> rispose la bionda, un po’ commossa dalla storia dei due musicisti.
<< Okay, ora torna su! O Julie si accorgerà della tua assenza! >> la incitò la rossa
<< Cosa volevi? Acqua? Ecco a te! >> sorrise l’uomo porgendole un bicchiere. Martine scoppiò a ridere.
<< Okay, ho capito, vado! >>


Il giorno dopo a scuola:

<< Ehi ragazzi! >> irruppe la rossa in aula punizione –e da quel giorno, nuovo luogo di ritrovo per la band- in perfetto stile Corey Riffin.
<< Ciao Julie >> rispose Mattew << sicura di non avere caldo? >> chiese alludendo al berretto arancione, la ragazza scosse la testa
<< Sto benissimo! >> sorrise nervosamente, solo la sera prima si era fatta assicurare dalla sua amica, che mai e poi mai si sarebbe fatta sfuggire quello che sapeva sui suoi capelli spaventosamente semi verdi. In tutta risposta il ragazzo fece spallucce, continuando a giocare pienamente concentrato sul suo telefono
<< Dove sono Marti e Cameron? >> chiese << ho portato il testo nuovo e non vedo l’ora di… >> ma non riuscì nemmeno a terminare la frase, che delle urla disumane provenienti dalla porta da cui era appena entrata le “rubarono” la scena
<< PERCHÉ DOVRESTI SCEGLIERLO TU IL NOME DELLA BAND?! >> strillò Martine visibilmente irritata
<< Perché no, scusa? >> ribatté Cameron mantenendo il suo solito atteggiamento distaccato, incrociando le braccia contro il petto, e soffocando un lieve tono di alterazione
<< Non.. tu.. >> balbettò lei
<< Non sai cosa rispondere? >> ghigna lui, beccandosi un pugno dritto sul braccio << ehi! Fa male! >>
<< Non ne hai il diritto! >> continuò lei << è una scelta che dobbiamo prendere di comune accordo! >> sentenziò infine
<< Vuoi fare una scommessa dolcezza? >> sorrise ancora strafottente lui, la bionda ruotò gli occhi disgustata, ma allo stesso tempo incuriosita
<< Che genere di scommessa? >>
<< Noi cerchiamo il nome della band; e quando sceglieranno il mio, tu mi dovrai un bacio >> la riccia scoppio a ridere
<< Punto 1. >> disse appena riuscì a riprendere fiato << non ho mai perso una scommessa in vita mia, sceglieranno il mio nome >>
<< Beh, non hai mai scommesso contro di me.. >> ghignò lui, Martine ruotò gli occhi, fingendo di non averlo sentito
<< Mettiamo che vinca io –cosa decisamente probabile. Anzi, ovvia.- che cosa vinco? >> disse incrociando le braccia
<< Beh, se ti dà così fastidio, puoi non baciarmi >>
<< Posso non baciarti.. >> ripeté lei scuotendo la testa, e soffocando una risata
<< Già. Ma non sai cosa ti perdi >>
<< Che ne dite se ora proviamo? Al nome ci penseremo più tardi >> intervenne la rossa. Gli altri acconsentirono.

Dopo le prove i quattro ragazzi si ritrovarono in mensa per l’ora di pranzo.
Julie si separò dal suo gruppo per dirigersi alla macchinetta della bibite e..
<< Ma guarda, la piccola Riffin si fa finalmente degli amichetti >> al suono della sua voce, la ragazza afferrò la sua bibita e si tirò su, senza però girarsi verso il suo interlocutore, decise di limitarsi a fissarne il riflesso nello specchio della macchinetta << ti eri stancata di rimanere da sola? >>
<< Che cosa vuoi idiota? >> si voltò di scatto, Steve, capelli rossi, occhi verdi, proprio come lei, era il cantante e chitarrista degli Steve Team, e insieme al resto della sua band; Max il bassista, Maddie la pianista e Carmen la loro batterista, l’avevano accerchiata e non sembravano aver intenzione di lasciarla andare tanto presto
<< Gira voce a scuola che hai messo su una band >> incrociò le braccia, seguito dai suoi “amici” perfettamente obbedienti come piccoli cagnolini. Scordava che in quello schifo di istituto, non si poteva nascondere niente
<< Può darsi >> rispose vaga lei, senza però riuscire a nascondere un evidente imbarazzo
<< Perché non ci canti qualcosa? Siamo tutti molto curiosi >>  continuò lui con un piccolo ghigno, e lei in tutta risposta, arrossì più di quanto non si aspettasse, pur sforzandosi di mantenere il suo solito colorito roseo << oh.. e grazie >> Steve le rubò di mano la bibita << è la mia preferita >>
<< Non fare l’idiota, ridammela! >> gridò lei infastidita, suscitando le risate del resto della band rivale
<< Oppure che fai? Ti metti a vomitare come in seconda elementare >>
Oddio no. Ancora con questa storia del cazzo!? Imprecò tra sé e sé la rossa, ma al posto di quelle parole, dalla sua bocca fuoriuscì un piccolo ringhio, mentre stringeva le mani in un pugno, pronta a colpire.
Fortunatamente intervenne qualcuno.
<< Ma quanto ci stai mettendo? >> la voce di Cameron attirò l’attenzione degli Steve Team, e di Julie, che infatti si voltarono di colpo, sorpresi dal suo intervento << scommetto quello che vuoi che mister simpatia fa ancora il coglione >>
<< Scommetti bene.. >> ribatté lei in un brontolio
<< Steve, ridalle la lattina e ce ne andiamo >>
<< Fammi indovinare.. tu sei il loro nuovo batterista, giusto? Ci hai messo poco per rimpiazzarci >> ma di cosa sta parlando? Si chiese la rossa rivolgendo uno sguardo al suo amico
<< Non dire cazzate, lo sappiamo tutti qui che mi hai mandato via tu >>
<< Non eri all’altezza della mia band >> ribatté incrociando le braccia, Cameron sogghignò
<< La tua band non è all’altezza! Oppure  non vi avrebbero fatto condividere la scaletta alla festa di fine semestre.. >> quella era una provocazione. Per qualsiasi persona condividere il palco scenico con un’altra band emergente era normale, non per Steve, lui era egocentrico, spietato, e se c’era qualcosa che odiava, era il condividere le cose; infondo.. qualcosa aveva imparato suonando con lui per due anni.
<< Vi faremo il culo alla festa, tanto la scuola ci ama, voi non avete niente! >> e detto questo prese a camminare, sbattendo la spalla contro il castano, ma quando sussurrò le parole << figlio di puttana >> un po’ troppo forte, Cameron perse le staffe, lo bloccò per una spalla, spingendolo a terra, poi lo afferrò dal colletto della camicia, sbattendolo contro il distributore
<< Finisco di romperti il naso che non ti ho spaccato in spogliatoio >> ringhiò.
Intanto una folla di alunni si radunò attorno ai due ragazzi, che avevano cominciato a tirarsi pugni con un ritmo alternato, cominciarono a gridare << Rissa! Rissa! >> e a Julie prese il panico. Cos’avrebbe dovuto fare? Dividerli lei stessa? Era deboluccia, soprattutto di fisico, non sarebbe riuscita a concludere nulla! La cosa migliore sarebbe stata chiamare un’insegnante, ma sarebbero –soprattutto Cameron- stati sospesi!
Finalmente una voce amica era riuscita a farsi spazio tra la folla raggiungendoli.
<< Cosa sta succedendo?! >> chiese Martine allarmata, anche se ormai era evidente: Steve aveva il naso sanguinante, e Cameron un brutto livido sotto l’occhio << oh merda.. >> imprecò, per poi gettarsi a capofitto per dividere i due ragazzi.
Okay, ora mi sento davvero un’inutile cogliona. La rossa sospirò sconsolata, poi qualcuno da dietro le appoggiò una mano sulla spalla
<< Stai bene? >> chiese Mattew preoccupato
<< Mmh.. certo >> rispose lei confusa e un po’ infastidita, infondo era Cameron quello con un occhio nero! Fare la parte della vittima era una cosa che la disgustava.
<< E fatela finita! >> esclamò la ragazza, mentre, con un ultimo sforzo spingeva a terra il rosso, e bloccava con un braccio il suo amico << o volete metterci tutti nei cazzi? >>
<< È stato il tuo ragazzo a cominciare! >> sibilò Steve pulendosi il naso col dorso della mano
<< Che?! >> esclamarono Martine e Cameron, per poi voltarsi verso una terza persona che aveva parlato con loro; il bassista degli Steve Team sembrava più sconvolto di tutti messi assieme, ma dopo essersi beccato un’occhiataccia da parte delle sue amiche si zittì, la riccia scosse la testa decidendosi che quell’esclamazione di gelosia non volesse dire niente e aggiunse semplicemente: << Lui non è il mio ragazzo.. >> Max sembrava sollevato. << e ora non fatemi più perdere tempo, mi sono già rotta di voi. >>


POV Julie:

In classe era calato il silenzio tra noi quattro, solitamente io e Marti, sedute ai banchi dietro ai nostri amici, miravamo la testolina bruna di Cameron con palline di carta, giusto per ammazzare il tempo –adoravamo vederlo diventare rosso dalla rabbia, senza che potesse dire o fare niente-.
Invece oggi ci eravamo limitate a giocare distrattamente a tris su un foglio spiegazzato del diario della mia amica, e finora non avevo vinto nemmeno una partita.. dopo aver portato di nascosto dal preside, Cam in infermeria, Mattew aveva deciso di seguire veramente la lezione, eccetto quelle due o tre volte che si voltava verso di noi a vedere a che punto fossimo o chi stesse vincendo, come se effettivamente ci fosse qualcosa di interessante in questo gioco.
<< Che fai? >> sussurrai a distanza di circa venti minuti. La biondina qui vicino scarabocchiava masse immani di forme su una pagina del suo diario, ed io ormai non avevo niente di meglio da fare se non farmi gli affari suoi
<< Niente >> ribatté lei vaga. Allora non mi lasciò altra scelta: afferrai di prepotenza il diario, sogghignando compiaciuta << eh dai Julie.. >> disse cercando di riprendere possesso del diario
<< Shhh. Ferma o ti mordo! >>
<< Mi mordi? >> chiese lei incurvando un sopracciglio.
<< Ti mordo. >> confermai.
Su quella stessa pagina erano disegnate in caratteri cubitali le lettere GB circondate da fiamme nere, un vero capolavoro! Chi dice che le ore passate ad annoiarsi in classe non portino a niente di buono? << che significa? >>
<< Quello è.. emh.. il simbolo della Grojband. >> spiegò titubante
<< Ah, capisco, dovrai farmi ascoltare qualche loro canzone un giorno >>
<< Sì, forse. >>
Poco dopo sentimmo la professoressa di lettere smettere di parlare, e la porta aprirsi, rivelando un Cameron chiaramente irritato rigare dritto verso il suo banco
<< Stai bene? >> chiesi una volta sedutosi al suo posto, lui annuì.
<< Smith, cosa le è successo all’occhio? >> domandò la donna da dietro la cattedra, non sembrava veramente preoccupata
<< Ho sbattuto contro una porta.. >> mentì lui. Tutta la classe, che aveva assistito alla rissa durante l’ora di pranzo, soffocò un’irritante risatina.
Il motivo principale per il quale nessun prof era a conoscenza di quello che era successo oggi era principalmente perché, a mangiare, si riunivano tutti in aula professori, ed io ero riuscita a convincere la signora della mensa a non dire niente corrompendola con venti dollari..
<< Se ci sgamavano avrebbero annullato la nostra esibizione.. >> sussurrò la mia amica, sospirando di sollievo
<< E anche la loro >> allusi alla nostra band rivale
<< Giusto >> vidi la prof girarsi a scrivere alla lavagna, ciò significava che non ci avrebbe più considerati fino alla fine dell’ultima ora
<< Allora: me la fai sentire questa Grojband o no? >>


Angolo Me:
Ciaoo!
Diciamocelo, questo capitolo fa schifo, potevo sicuramente fare di meglio, ma proprio quel “meglio” non mi veniva..
Kin: hai fatto aspettare due mesi per un semplice aggiornamento, per altri due giorni non si lamentava nessuno!
Kon: Kin, Kin, Kin.. per Laney aggiornare è come liberarsi di un grande peso, non vedi la soddisfazione nei suoi occhi? Ha fatto un ottimo lavoro!
Kon *-* grazie!
Kon: di niente! Ora vado a leggere!
Kin: visto? Non sa nemmeno l’orrore che hai scritto!
-.-
Va beh, ora vado, sciau!
Laney, Kin&Kon.

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