Il virus

di monza68
(/viewuser.php?uid=35894)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gibbs sta male ***
Capitolo 2: *** Sorpresa... ***
Capitolo 3: *** Gibbs si riprende ***
Capitolo 4: *** Gibbs parla delle donne che ha frequentato ***
Capitolo 5: *** Il virus 4 ***
Capitolo 6: *** Gibbs lascia l'ospedale ***
Capitolo 7: *** Il virus 7 ***



Capitolo 1
*** Gibbs sta male ***


Il virus

Il virus.

 

Jethro Gibbs entra nel parcheggio sotterraneo dell’edificio del NCIS e cerca un posto per parcheggiare, oggi è in ritardo, al mattino presto quando arriva lui non ci sono mai problemi di parcheggio, ad un certo punto nota un posto vuoto, ma appena accenna ad avvicinarsi si accorge che c’è già una macchina che si avvicina, così si ferma, l‘auto s’infila nel posto libero, dopo di che ne esce il direttore Jennifer Shepard.

Gibbs sorride e si avvicina, abbassa il finestrino e attira la sua attenzione, “Jen, se arrivo in ritardo in ufficio è colpa di una donna che mi ha appena rubato l’unico posto libero.”

Jen si gira e sorride a sua volta, “Potevi sfoderare il tuo fascino, forse quella donna ti avrebbe lasciato il posto…”

“Non spreco il mio fascino per un parcheggio, ma potrei chiedere a quella donna se viene a cena con me una di queste sere…” Gibbs va a cercare un atro posto.

Jen sorride e si reca all’ascensore, quando sale schiaccia il bottone del suo piano, poi sentendo il rumore di passi che si avvicinano mette la mano sulla fotocellula per aspettare la persona che sta arrivando, dopo qualche secondo arriva Gibbs.

Jen sorride, “Trovato un posto?”

“Già, e forse anche compagnia per cena…” Gibbs schiaccia il pulsante del piano già selezionato.

Jen lo guarda, “Cosa ci vieni a fare al mio piano?”

Gibbs schiaccia il pulsante del piano più basso, “Volevo accompagnarti, ma forse non era una buona idea.” Fissa la porta che si chiude e non aggiunge altro.

Jen sente il profumo del caffè che lui ha immancabilmente in mano.

Arrivati al piano dove c’è l’unità operativa lui scende dicendo, “Buona giornata Direttore.”

Certo che Gibbs sa come far sentire in colpa una persona, lei poteva farsi accompagnare fino al piano superiore.

Quando scende dall’ascensore guarda giù e vede Gibbs che schiaffeggia DiNozzo sulla nuca, l’agente più giovane deve aver detto una delle sue solite battute.

Jen si sofferma a guardare la squadra, DiNozzo e Ziva si stuzzicano come due ragazzini, McGee li guarda e dice loro di comportarsi da adulti, Abby, che arriva in quel momento, posa una busta sulla scrivania di Gibbs e aspetta che lui la apra, lo guarda con occhi adoranti, come una figlia guarda i padre che ai suoi occhi è un supereroe, è così che Abby vede Gibbs, lui di sicuro la vede come una figlia da tenere sotto la sua ala protettiva, Gibbs legge il contenuto della busta, si alza e da un bacio sulla nuca ad Abby che va via contenta, poi Gibbs consegna la busta a DiNozzo.

Jen decide di andare nel suo ufficio, in fondo ha del lavoro da fare.

Il telefono sulla scrivania di Gibbs, suona, “Gibbs:”

Dopo che ha riattaccato il telefono si alza, “DiNozzo…” Tony si alza di scatto, qualcosa da fare? Un nuovo caso? Sempre meglio che stare qui e non avere niente da fare.

“Si capo…”

Gibbs sorride, “Vado un attimo sotto da Ducky che ha bisogno di me…” Tony è deluso.

Quando Gibbs arriva in sala autopsie trova Ducky alla scrivania che riempie moduli.

“Ducky, cosa posso fare per te?”

Il medico alza lo sguardo, “Potresti riferire al Direttore che il mio assistente sta diventando ogni giorno più bravo.”

Gibbs lo fissa stupito, “Non è una cosa che dovresti fare tu? In fondo sei il suo supervisore.”

Ducky si alza e mette una mano sulla spalla del suo amico, “Amico mio, vi ho visti prima nel garage, penso che tu abbia più influenza di me…”

Gibbs sorride, “Che cosa fai? Mi controlli? Mi spiace non credo di avere molta influenza con lei, almeno non più…”

Con questo si allontana un po’, ma il suo cellulare squilla, “Gibbs.” La sua solita risposta secca, “Ciao Jen…” Guarda Ducky che sta sorridendo, “Arrivo subito.” Chiude la comunicazione e guarda il suo amico, “Non dire nulla…”

Ducky osserva il suo amico che va via, “Non potrò parlare, ma il tempo mi darà ragione ragazzo mio…”

Prima di andare al piano superiore all’ufficio del direttore, Gibbs di ferma dalla sua squadra, “Tutto a posto ragazzi?” Senza aspettare sul serio una risposta guarda se sulla sua scrivania ci sono messaggi e poi sale le scale.

Come sempre saluta Chintya, la segretarie ed entra senza bussare, trova Jen che guarda fuori dalla finestra.

“Volevi vedermi?”

“Jethro, ti chiedo scusa…” Jen lo guarda un attimo poi riporta lo sguardo fuori della finestra.

Gibbs è un po’ spiazzato, “Per cosa?” Non sa cosa aspettarsi.

“Per il mio comportamento di prima in ascensore, mi perdoni?”

Jen questa volta lo guarda negli occhi, lui la guarda e poi sorride, quel sorriso speciale che fa impazzire le donne, Beh, a lei succede sempre.

“Jen…” Si avvicina e le prende la mano “Non hai nulla da farti perdonare, almeno non oggi…” Si avvia alla porta e la apre, “Ah dimenticavo, per la cena? Quando sei libera?”

E’ fermo con la mano sulla maniglia, lei sorride, “Già la cena… Stasera?”

Lui apre di più la porta, “Quando hai finito vieni giù, ti aspetto.”

Quando Gibbs va via lei si siede alla scrivania e chiama la sua segretaria, “Chintya, annulla i miei appuntamenti del tardo pomeriggio, questa sera ho un impegno e non voglio sorprese.”

Chintya sorride, ha sentito l’ultima parte di comunicazione tra il suo capo e Gibbs, “Va bene, devo avvisare l’autista?”

“No sono venuta con la mia macchina questa mattina.”

La sera Gibbs guarda l’orologio per l’ennesima volta, ‘ma quando scende?’

DiNozzo si alza, “Capo, io vado, ci vediamo domani.”

Gibbs lo guarda andare via e si accorge che l’ufficio è vuoto, gli altri sono andati via senza che lui si accorgesse.

Dopo qualche minuto scende Jen, forse ha aspettato che l’ufficio fosse vuoto.

“Andiamo?”

Gibbs si alza dalla scrivania e spegne le luci, “Hai un posto dove vuoi andare?”

“No, decidi tu.”

Entrano in ascensore e si dirigono al garage, quando si avvicinano alla macchina di Gibbs vedono passare a vecchia Morgan di Ducky che li saluta con un colpo di clacson.

Gibbs sorride, ‘Già… Mi controlla’

Dopo venti minuti Gibbs parcheggia davanti a un ristorante italiano.

Quando entrano Jen si guarda intorno e ha un brivido, i tavoli sono occupati tutti da coppie, anche loro sembrano una normale coppia che va a cena, il ristorante è abbastanza pieno e le persone li guardano, il cameriere li accompagna, quando passano accanto ad un tavolo, lei si sente chiamare, “Jennifer…”

Quando si gira riconosce l’ammiraglio Foster in compagnia di una signora, l’uomo si alza e le stringe la mano, “Ciao Jennifer, come stai? Conosci mia moglie Stephany?” Indica la donna seduta al suo tavolo.

Jen stringe la mano alla donna, “Forse ci siamo viste a qualche serata, come sta signora Foster?” Poi si rende conto che entrambi stanno guardando Gibbs che si è tenuto un po’ in disparte, ‘come deve presentarlo? Amico o collega?’

“Signora Foster, David… Vi presento Jethro Gibbs…”

Gibbs sorride, Jen ha appena evitato di chiarire il loro rapporto, si avvicina e stringe le mani, “Ammiraglio, signora…”

Poi si allontanano per raggiungere il cameriere che li aspetta accanto ad un tavolo. La serata è molto piacevole, passano il tempo a chiacchierare di molte cose, Jen sorride di come lui si illumina quando parla dei ragazzi dell’ufficio.

Quando Gibbs accompagna a casa Jen ferma la macchina davanti a casa, spegne il motore, scende e l’accompagna alla porta, “Jethro, grazie… è stata una piacevolissima serata.”

Lui sorride, “Sono contento che tu mi abbia rubato il posto stamattina, buona notte Jen.” Si avvicina e la bacia sulla guancia, si sofferma un po’ sul gesto poi si allontana, a metà strada dalla sua auto si gira, “Ti serve un passaggio per domani?”

Jen pensa, ‘perché no, in fondo la sua auto è in ufficio.’

“Si grazie, a che ora passi?”

Jethro sorride a quello che pensa, ‘Potremmo svegliarci insieme domattina.’

“A che ora devi essere in ufficio? Alle otto ti va bene?” Lui di solito ci va prima, ma lei arriva sempre per le otto e mezza.

“Va benissimo, buona notte Jethro.”

Lei entra in casa e chiude la porta, ‘Avrei potuto svegliarti io domattina con un caffè…’

Il mattino dopo alle otto meno dieci Gibbs suona alla porta di Jen e la trova pronta.

Lei lo guarda e nota che ha gli occhi stanchi, “Hai lavorato alla tua barca stanotte?”

Lo conosce molto bene.

“Si, fino alle quattro di questa mattina, non riuscivo a dormire, e tu cosa hai fatto per avere un viso così stanco?”

Lei sorride, anche con un buon trucco non riesce ad ingannarlo.

“Ho letto, non avevo sonno.”

Il viaggio fino in ufficio avviene in silenzio, entrambi sono immersi nei propri pensieri.

Appena arrivati al parcheggio Gibbs si guarda intorno, “Forse oggi riesco a trovare subito un parcheggio…”

Jen ride.

Quando arrivano all’ascensore trovano il dottor Mallard in attesa.

“Jethro, direttore…”

“Ducky…” Jen arrossisce, ‘dopo che ieri sera ci ha visto andare via insieme cosa penserà nel vederli arrivare insieme?’

“Ducky, in ritardo oggi?” Gibbs lo fissa.

Il dottore lo guarda negli occhi, “Avevo una commissione da fare…”

Poi finalmente arriva l’ascensore.

Arrivati al piano dell’obitorio il medico scende, “Ah Jethro, appena puoi vieni giù, ti devo parlare…”

Le porte si chiudono lasciando fuori un più che divertito dottore.

Jen si accorge di non aver parlato e di non aver nemmeno alzato lo sguardo, “Ieri ci ha visto andare via insieme…”

Gibbs la guarda, “Già, cosa avrà pensato…” E’ in qualche modo divertito anche lui, sa che quando andrà giù da suo amico subirà il terzo grado.

Quando arrivano al piano della squadra scendono entrambi, i ragazzi sono già presenti e alzano lo sguardo quando li vedono arrivare, “Capo.” E’ quasi un coro.

“Buongiorno direttore.” Come sempre McGee è il più educato.

DiNozzo e Ziva accennano col capo, anche se Ziva sorride, come ogni volte che vede Jen in compagnia di Gibbs, sa quanto lei tenga al loro capo…

Gibbs si siede alla sua scrivania e Jen prosegue per salire le scale che portano al suo ufficio, “Ci vediamo dopo.”

Gibbs accenna col capo ed inizia a leggere gli avvisi che ha trovato sulla sua scrivania, “DiNozzo…” Aspetta che Tony lo guardi, “Nulla? I criminali sono tutti in vacanza?”

Tony si alza e si avvicina alla scrivania de suo capo, “Si capo, per ora tutto tranquillo.” Cerca di sbirciare i messaggi di Gibbs.

Anche se Gibbs non lo guarda lo conosce molto bene, “Tony…” DiNozzo si tira su di scatto per non far vedere che cerca di leggere.

“Si capo…”

“La prossima volta puoi leggere tranquillamente i miei messaggi prima del mio arrivo, così potrai cestinare quelli non interessanti ed evitare un torcicollo…”

DiNozzo va a sedersi alla sua scrivania, ‘Beccato…’

Gibbs si alza, “Vado a prendere un caffè…”

Entra nella caffetteria all’angolo e prende un caffè per lui e uno di quelli speciali per Abby.

“Ciao Gibbs.” La ragazza alla cassa gli da il resto.

“Ciao Linda, buona giornata.”

Quando rientra nell’edificio del Ncis va direttamente in laboratorio da Abby.

“Gibbs…” Appena entra Abby gli corre incontro e lo abbraccia, “Ho bisogno di un consiglio.” Corre nel retro ed esce con in mano due giacche nere, “Quale ti piace di più?”

Per Gibbs sono entrambe uguali, ma conoscendo Abby e le sue stravaganze , sa che di certo ci devono essere delle piccole differenze.

“Quello alla tua destra.” La bacia sulla guancia e va via.

Sull’ascensore decide di andare all’obitorio da Ducky, prima o poi dovrà affrontare il suo amico, quando arriva trova Palmer con una pila di fogli in attesa sell’ascensore.

“Palmer…” Si fa da parte e cede il passo al giovane dottore.

“Grazie, agente Gibbs…”

Quando entra Ducky alza lo sguardo e sorride, “Jethro…”

Dal tono di voce vuole dire tutto e niente.

“Donald…” Gibbs usa il nome proprio del medico, in fondo anche lui è divertito.

“Amico mio, se stasera non hai impegni vorrei gustarmi un buon picchiere di whisky con te a casa mia.

“Verrò volentieri a casa tua Ducky.”

La giornata passa senza nuovi casi e tutti ne approfittano per mettere a posto cose vecchie lasciate in disparte.

Alla sera a casa di Ducky i due amici passano una piacevole serata, il medico continua a stuzzicare il suo amico, e Gibbs continua a negare che tra lui e Jen ci sia altro, oltre l’amicizia.

Il giorno dopo Gibbs arriva in ufficio e scopre di essere il primo, legge i messaggi e ne scrive uno, ‘Tony… voglio trovare un caffè sulla mia scrivania quando ritorno…” Lo mette come secondo biglietto e va su nell’ufficio di Jen.

Lei è arrivata presto quella mattina, non è riuscita a dormire, è passata da Gibbs con la scusa di alcuni documenti da firmare ma lui non era a casa, ‘chissà dove era?’

Jen sente aprire la porta e guarda su dalle carte che sta leggendo. “Gibbs…”

“Direttore…”

Jen lo guarda, “Cosa vuoi?”

“Sapere come stai, e vedere cosa vuoi tu, dato che ho trovato un biglietto sulla mia scrivania con scritto che volevi vedermi…”

Jen continua a guardarlo, “Non ti ho lasciato nessun biglietto, forse ti sei sbagliato, ma ho visto Ducky seduto alla tua scrivania poco fa…”

Gibbs sorride, ‘E bravo Ducky…’

“Già forse mi sono sbagliato…” Esce senza aggiungere altro.

Quando ritorna alla sua scrivania sorride nel vedere che c’è un bicchiere di caffè che lo aspetta, ‘Bravo DiNozzo, vedo che hai capito…’

La giornata procede senza grosse novità, sono tutti impegnati a sbrigare rapporti e scartoffie lasciate indietro nelle giornate più indaffarate.

DiNozzo sta finendo di compilare un rapporto ed è discretamente felice, oggi è venerdì e forse tanto per cambiare se non appaiono nuovi casi potrà uscire ad un orario decente e andare in qualche locale.

Ad un certo punto vede che McGee si alza dalla sua scrivania e con aria preoccupata dice, “Capo si sente bene?”

Tony segue lo sguardo di McGee che ha la scrivania proprio di fronte a quella di Gibbs, infatti pare che Gibbs non stia molto bene, ha il viso sudato e fissa il vuoto.

Anche Ziva si è alzata e si avvicinano tutti alla scrivania del loro capo, Tony mette una mano sulla spalla di Gibbs, “Capo?”

Ora Gibbs trema e quando lo guarda si capisce che fa fatica a mettere a fuoco la vista, “Non so… Male alla… testa…” Fatica a parlare, Tony lo guarda e poi si rivolge a McGee, “Pivello, chiama Ducky e digli di venire su.”

Ad un certo punto Gibbs inizia a tremare visibilmente, tanto che Tony lo afferra prima che cada dalla sedia, “McGee aiutami, lo corichiamo in terra.” Afferrano Gibbs che ora trema tantissimo, è in preda a delle convulsioni, tanto che Tony fatica a tenerlo, teme che si faccia del male contro la scrivania, “Ziva chiama un’ambulanza!”

Quando arriva Ducky si rende subito conto che la situazione è seria, ci sono DiNozzo e McGee che faticano a tenere fermo Gibbs che si dibatte per le convulsioni, “Attenzione che non si faccia male, avete chiamato un’ambulanza?”

Ziva si avvicina, “L’ho chiamata io, arriva.”

Intanto Jenny Shepard ha sentito confusione e si è affacciata alla balconata e quando si rende conto che sono tutti intorno alla scrivania di Gibbs corre giù per le scale in preda al panico.

Quando si avvicina sente Ducky che parla, “Deve avere la febbre molto alta, finché non sappiamo che tipo di virus o malattia lo ha contagiato, mettiamo l’ufficio in quarantena, non sappiamo se c’è rischio biologico.”

Jenny accenna col capo e fa chiudere gli accessi, appena arrivano gli addetti dell’ambulanza sono già equipaggiati con tute asettiche e ne hanno portata una per Gibbs, Ducky gli ha intanto somministrato un calmante ma continua ad avere le convulsioni, aiuta i paramedici a sistemare Gibbs e appena lo hanno portato via guarda Jenny, “Non capisco cosa possa avere, ma finche non siamo sicuri dobbiamo tenere la zona isolata, preleverò dei campioni di sangue da tutti noi e li mando ad analizzare.”

Jen è molto spaventata. “Cosa può essere Ducky?” Le trema la voce.

“Non lo so Jen, dobbiamo aspettare gli esiti degli esami.”

A tutti viene preso un campione di sangue e portato in laboratorio analisi, dopo circa mezzora chiamano Ducky dicendo che sono tutti puliti, mentre per Gibbs si tratta di uno strano virus che non è ancora stato isolato, Ducky raduna la squadra per metterli al corrente, “Allora, noi siamo a posto, gli esami sono negativi, mentre per Gibbs si tratta di una strana forma virale, dagli esami risulta che è un ceppo che si avvicina molto a una forma di sifilide, quindi dovrebbe essere trasmissibile con rapporti sessuali e scambio di sangue, mettiamoci al lavoro e cerchiamo di scoprire chi possa aver avuto rapporti intimi con Gibbs nei passati sei mesi, io tra poco vado in ospedale per vedere come sta.”

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Sorpresa... ***


Il virus 2

Tutti si mettono al lavoro per indagare sulla vita di Gibbs negli ultimi sei mesi, Ducky si avvicina a Jen che in tutto questo tempo non ha detto una parola, “Possiamo andare a parlare nel tuo ufficio?”

Lei accenna col capo e si lascia accompagnare, una volta arrivati all’ufficio, prima di entrare dice alla sua segretaria, “Chintya, non vogliamo essere disturbati…”

“Va bene signora, come sta l’agente Gibbs?” Chintya sa quanto Jen sia affezionata a Gibbs.

“Ancora non sappiamo…”

Lei e Ducky entrano in ufficio e si chiudono la porta alle spalle, “Jen…” Ducky aspetta di avere la piena attenzione della donna, “So dei trascorsi tra te e Jethro, devo pensare che ci sia il pericolo che tu abbia contratto il virus?”

Jen lo guarda e scuote la testa, “Innanzi tutto ti ringrazio della discrezione Ducky, ma ti devo dire che con Jethro è finita tanti anni fa…”

Ducky le mette una mano sulla spalla, “Ora vado in ospedale, ti faccio sapere…” Non finisce la frase perché sentono bussare alla porta.

Jen si avvicina alla porta abbastanza arrabbiata, “Avevo detto di non essere disturbati…” Quando apre si trova davanti l’agente Bonetti del reparto informatico.

“Mi scusi direttore, so che non vuole essere disturbata ma è importante.”

Jen la fa entrare, si vede che la donna è spiacente per aver disturbato, “Dottor Mallard, ho sentito quello che è successo all’agente Gibbs e della ricerca che stanno facendo i membri della sua squadra…”

Ducky la guarda, “Sa qualcosa di utile?”

Lei guarda Ducky , “Il mese scorso dopo la festa di beneficenza dell’NCIS, l’agente Gibbs mi ha accompagnato a casa e…” Abbassa lo sguardo e imbarazzata aggiunge, “Beh, lui ha passato la notte a casa mia…”

Jen sente che le mancano le gambe, si appoggia alla scrivania, ‘Jethro è andato a letto con questa donna…’ Si rende conto che la cosa la disturba più di quello che poteva pensare.

Ducky guarda Jen che è impallidita, “Agente Bonetti, mi può aspettare fuori, verrà con me all’ospedale a fare gli esami del sangue.”

La donna accenna col capo, “Direttore…” Esce e chiude la porta.

Ducky mette una mano sulla spalla di Jen, “Stai bene?”

Lei accenna col capo.

“Lo so che tieni molto a Jethro, sarà duro sopportare alcune cose che scopriremo…”

Ducky va via con l’agente Bonetti, durante il viaggio all’ospedale lei non parla, ad un certo punto lui si rende conto che lei sta piangendo.

Ducky accosta al marciapiede con la macchina e si ferma, “Sta bene?”

Lei si copre il viso, “Chissà cosa penserà di me dottor Mallard…”

Appena la ragazza si è un po’ calmata Ducky inizia a parlare, “Non importa quello che pensano le persone, se tu sei in pace con te stessa è solo questo che conta, io non ti conosco bene ma penso che tu sia una ragazza a posto, quello che è successo è una cosa che deve interessare solo te e Gibbs.”

Linda sorride, “Dottor Mallard, lei è un uomo meraviglioso, se solo avesse qualche anno in meno sarebbe il mio uomo ideale.”

Ducky la guarda e sorride, “Cara mia, sono tante le occasioni dove vorrei essere più giovane, ma poi scopro che persone come Gibbs fanno girare la testa a delle splendide fanciulle e mi dico che non è una questione di età ma di fascino.”

Bonetti arrossisce vistosamente, “Se devo dire la verità, quell’uomo ha una vitalità che farebbe invidia ad un ragazzo più giovane, di sicuro lascia un buon ricordo di se alle donne che lo conoscono.”

Ducky riprende il viaggio verso l’ospedale, “Ora mia cara sono anche depresso, non solo il mio amico ha molto più fascino di me, ma scopro anche che fa addirittura stragi nelle sfere femminili.”

Bonetti ride di gusto.

Arrivati all’ospedale l’agente Bonetti si reca in laboratorio per i prelievi di sangue, Ducky si reca alla stanza di Gibbs, lo trova addormentato, in compagnia di una bella donna, che seduta accanto al suo letto sta leggendo una rivista.

“Buongiorno.” Ducky si ricorda di averla già vista atre volte, è quella donna che ogni tanto viene a prendere o accompagna il suo amico, quella con la macchina sportiva.

“Buongiorno.” Lei ha una bella voce.

“Sono il dottor Mallard.” Allunga la mano e stringe quella di lei.

“Linda Spencer.” Ha una stretta vigorosa.

Ducky guarda la tabella ai piedi del letto, segna che a febbre è calata un po’ ma è ancora molto alta.

“Si è svegliato?”

“Da quando sono qui io una volta.” La donna Guarda Gibbs e le passa una mano sulla fronte accarezzandolo, è un gesto molto affettuoso.

Ducky la guarda e poi sospira, “Senta, non voglio essere indiscreto, ma è stato riscontrato che il virus che ha contratto Jethro si trasmette con i rapporti sessuali, devo pensare che lei debba fare gli esami del sangue?”

La donna si mette a ridere, ha una bella risata, “Dottore, mi scusi se rido a una cosa così seria, ma la perdono perché conoscendo la riservatezza di Jethro probabilmente non le ha mai parlato di me, il mio cognome è Spencer, ma io e lui abbiamo una cosa in comune, nostra madre, Jethro è mio fratello.”

Ducky sorride, “Signora Spencer, perdoni la mia gaffe, sono davvero contento di fare la sua conoscenza, non può nemmeno immaginare di quante idee ci siamo fatti sul vostro conto quando vi vedevamo insieme, sono felice che il mio amico abbia qualcuno come lei accanto.”

“Dottor Mallard, la prego mi chiami Linda, io invece di voi so praticamente tutto, Jethro è molto legato a voi e mi racconta molte cose, è soprattutto molto affezionato alla giovane Abby, che lui identifica come una figlia, e poi c’è la signora Shepard che ha un posto d’onore nel cuore di mio fratello.”

“Linda, suo fratello è un uomo molto riservato, sono felice che con lei si apra e abbia un rapporto così speciale su cui contare, e la prego mi chiami Ducky, come fanno tutti, però senza chiedere spiegazioni.”

Linda sorride, ha un sorriso affascinante, magnetico, ‘deve essere una caratteristica di famiglia’

“Sapete cosa ha Jethro?”

Ducky scuote la testa, “Non ancora, ma come le ho detto sappiamo come si trasmette, infatti ora abbiamo il difficile compito di scavare negli ultimi sei mesi di vita di Jethro, e sarà probabilmente come sbattere la testa contro un muro.”

La donna guarda suo fratello e gli prende la mano, “Jethro mi ha raccontato alcune cose, forse posso aiutarvi.”

Ducky lo sperava, “Speriamo, almeno possiamo provare a scoprire qualcosa prima che lui possa rispondere alle nostre domande.”

Appena Ducky finisce la frase si apre la porta ed entra Jennifer Shepard, che appena vede la donna seduta accanto al letto di Gibbs, che gli tiene la mano, cambia espressione.

Ducky nota la cosa e interviene, “Jen, vieni che ti presento una persona molto cara al nostro amico Gibbs.”

Si accorge che Jen vorrebbe lasciare la stanza, così decide di non farla soffrire ulteriormente, “Jen, ti presento Linda Spencer, la sorella di Jethro…”

Quando Jen sente il grado di parentela della donna con Gibbs sorride, sollevata ma anche un po’ sorpresa.

Anche Ducky sorride, “L’ho scoperto anche io solo ora.”

Jen si avvicina e stringe la mano all’altra donna, “Piacere.”

A questo punto Linda si alza e guarda in viso Gibbs, allunga una mano e accarezza la fronte e il viso di suo fratello, che dopo un attimo apre gli occhi, e ancora intontito la fissa prima di riconoscerla, quindi sorride, poi debolmente le dice, “Linda…” E’ quasi un bisbiglio.

“Ciao tesoro, come stai?” Linda si avvicina per sentirlo meglio, “E venuto qualcuno a trovarti.” Accenna a Ducky e Jen che sono sull’altro lato del letto.

Gibbs gira la testa e li vede, sorride e poi tossisce, “Ho sete…”

Linda gli porge il bicchiere d’acqua e lo aiuta a bere con la cannuccia.

“Non c’è del caffè?”

Gli altri tre ridono, Ducky gli dice, “Vedo che stai meglio, te la senti di rispondere ad alcune domande?”

Gibbs lo guarda e accenna col capo.

“Io vado fuori a dire agli altri che stai meglio.” Jen esce frettolosamente senza aspettare replica.

Ducky aspetta che la porta sia chiusa, “Amico mio, quella donna soffre per te…”

Gibbs lo guarda, “No Ducky, è passato il tempo che provava qualcosa per me…”

Linda risponde prima che Ducky possa replicare, “Il tuo amico ha ragione Jethro, lei è ancora interessata a te, e molto, e tutto questo la fa soffrire.”

Gibbs fissa la porta chiusa, “Voi dite?” Non aggiunge altro, si vede che è molto stanco.

“Vuoi riposare? Possiamo parlare più tardi.” Ducky lo vede che ha gli occhi che si chiudono, in fondo la febbre è ancora alta.

“Si grazie.”

Quando Ducky arriva alla porta si gira e vede che il suo amico è già addormentato.

Appena Ducky esce trova tutta la squadra che aspetta notizie, “Ragazzi, Gibbs è molto debole, ha ancora la febbre molto alta, ma pare che gli antibiotici aiutino, ora si è nuovamente addormentato…” S’interrompe quando sente la porta alle sue spalle che si apre, e ne esce Linda, Ducky sorride, “Troviamo un posto tranquillo per parlare, Linda ci terrà compagnia.”

Tutti la guardano con curiosità, la donna che è uscita dalla stanza di Gibbs l’hanno vista altre volte in compagnia del loro capo, ma non sanno chi sia.

Si piazzano in una sala d’aspetto e Ducky prende la parola, “Ragazzi questa donna è Linda, la sorella di Gibbs…”

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Gibbs si riprende ***


Il virus 3

Ducky guarda tutti che assumono un’espressione stupita alla notizia, dopo qualche secondo decide di parlare, “A quanto pare noi non sapevamo nulla di lei, ma al contrario Gibbs le ha parlato moltissimo di noi.”

Linda sorride, “E’ un vero piacere conoscervi di persona, ho tanto sentito parlare di voi.”

Abby è la prima a riprendersi, si alza e si avvicina a Linda, “Sono felice di conoscerla, una volta ho visto alcune sue foto a casa di Gibbs e quando gli ho chiesto chi era lui mi ha risposto: una persona molto cara per me.”

Linda si alza e abbraccia Abby, “Jethro ha molto rispetto per te Abby, ha riversato su di te tutto l’affetto che ha perso anni fa con la morte di sua figlia Kelly.” Quando lascia Abby ha gli occhi lucidi, “Dovevate conoscere Jethro quando era sposato con Shannon, è stato un periodo molto felice per lui…”

Quando si risiede ha gli occhi di tutti puntati addosso.

Ducky prende a parola, “Allora, cosa avete scoperto?”

Tony si prende carico di iniziare il discorso, “Praticamente nulla, non ci sono tracce su chi ha frequentato Gibbs negli ultimi sei mesi.”

Jen si alza e sbotta, “Già, non sapevamo nemmeno che si è portato a letto l’agente Bonetti!” Esce dalla stanza senza voltarsi.

Gli altri sono tutti stupiti, Tony guarda Ducky, “Bonetti? Lisa Bonetti? Del reparto informatico…”

Ducky accenna col capo, “Pare che la serata di beneficenza del mese scorso sia finita bene per il nostro Gibbs…”

Tony scuote la testa, “Io ci ho provato molte volte, persino quella sera ho cercato di portarla a casa… Non posso crederci…”

“Facciamo una cosa ragazzi, andiamo a casa a riposarci, poi domattina una volta che Gibbs sarà sveglio e starà meglio possiamo continuare con lui.” Ducky sa che restare tutti in ospedale la notte non serve, sono tutti stanchi.

Linda si alza, “Scusate, ci vediamo domani.” Esce dalla stanza e va in cerca di Jen, sempre che sia ancora qui in ospedale.

Ad un certo punto sente la sua voce e quando gira l’angolo la vede che parla al telefono vicino alle macchinette del caffè.

“Grazie Chintya, se hai bisogno di me mi chiami, domani non penso di venire in ufficio, buona serata.” Jen chiude il telefono e guarda Linda che si è presa un caffè e le fa segno se ne vuole uno anche lei, quando Jen accenna col capo Linda infila le monete nella macchinetta.

Jen appena preso il caffè si siede, “Le chiedo scusa per la scenetta che ho fatto prima.”

Linda si siede di fronte a lei, “Jen, non si deve scusare con me, capisco la situazione, e poi come ripete sempre Jethro: mai chiedere scusa…”

Jen finisce la frase, “… è un segno di debolezza.”

Entrambe scoppiano a ridere.

Ducky ha assistito alla scena e sorridendo va via, in fondo Jen ha bisogno di parlare con qualcuno che non sia della squadra, e siccome il soggetto sarà di sicuro Gibbs, chi meglio di sua sorella come interlocutore?

“Jen, possiamo darci del tu vero?” Linda guarda la donna davanti a se che accenna col capo “Non credere che Jethro sia indifferente nei tuoi confronti, anzi hai un posto particolare nel suo cuore…”

A Jen s’illumina il viso, “Te lo ha detto lui?”

Poi arrossisce leggermente per la sua reazione e per aver fatto trasparire le proprie emozioni in quel modo.

Linda sorride, “E’ una cosa che si capisce, mio fratello nasconde bene le proprie emozioni ma conoscendolo si percepisce quello che prova per te, e mi sembra di capire che è un sentimento reciproco… E poi da quello che mi ha detto Jethro, siete stati molto vicini qualche anno fa…”

Ora Jen è proprio imbarazzata.

“Linda…” Jen la guarda negli occhi, “Sono stata legata a lui per parecchi mesi, non hai idea di quanto sia stato difficile lavorare insieme in questi tre anni.”

“Se vogliamo parlare di quanto sia stato difficile, mio fratello ha pensato di chiedere il trasferimento quando sei arrivata a dirigere l’NCIS. Il motivo principale della sua partenza dopo l’attentato è perché il dolore ritornato vivo per il ricordo di Shannon e Kelly è stato troppo forte, e il non avere qualcuno accanto che lo aiutasse lo ha veramente devastato, quando sono andata a trovarlo in Messico non era più lo stesso, era un altro uomo. Sai che è tornato a Washington un paio di volte, so che è passato davanti all’edificio del NCIS ma non ha avuto il coraggio di entrare per venirvi a trovare. E’ stato un bene che l’agente David abbia avuto bisogno di lui, così ha trovato un pretesto per tornare.”

Jen si rende conto di quanto sia stata egoista in questi anni, ha sempre pensato di essere la sola a soffrire per la situazione.

“Jen…”Linda aspetta che l’altra donna la guardi, “Tempo fa ho chiesto a Jethro se aveva mai amato qualcuno dopo Shannon, dato che si è sposato altre tre volte, sai cosa mi ha risposto?”

Jen la guarda piena di speranza.

Linda continua, “Mi ha detto che l’unica persona di cui si sia veramente innamorato sei tu, ma che non aveva importanza, in fondo tu lo hai lasciato…”

Jen ora ha gli occhi lucidi, “Ma lui era sposato, cosa avrei potuto fare? Non avrei sopportato di essere la ruota di scorta…” Ora le lacrime le rigano il volto.

“Sai che appena rientrato negli Stati Uniti dalla vostra missione in Europa ha divorziato da Dianne, e la causa sei tu, le ha detto che aveva conosciuto una donna speciale e che non poteva continuare a prenderla in giro.”

Jen si asciuga le lacrime, “Non lo sapevo…”

“Jen vai a casa a riposare, domani ne parliamo.”

Jen si alza, “No, se mi lasciano vorrei restare accanto a lui, voglio essere li se si sveglia…”

Linda la guarda andare via.

Ma perché due persone che si amano riescono a farsi del male in quel modo?

La notte passa senza grosse novità, Jen ad ogni movimento di Gibbs si sveglia e controlla se lui si riprende, ma Gibbs è solo agitato e non si sveglia mai totalmente.

Jen ogni volta gli parla e spera che lui in qualche modo si renda conto che lei è li accanto.

Ad un certo punto si addormenta e quando si sveglia si rende conto che è già mattina, poi si accorge che lui la sta guardando, si alza dalla sedia e si avvicina al letto.

“Ciao, come ti senti?”

Lui è molto debole, “Confuso…”

Si guarda intorno, scrutando la stanza, “Sono in ospedale? Che cosa è successo?”

Jen gli prende la mano e lui istintivamente la stringe, “Sei stato male in ufficio, non ricordi?”

Lui scuote la testa per negare, “No, ricordo i ragazzi che mi facevano delle domande ma non ricordo cosa, mi sembra di ricordare di aver visto Linda, e poi ho visto te che dormivi su quella sedia.”

Lei sorride, “Ero stanca, ma volevo essere qui quando ti svegliavi.”

Jen si abbassa per avvicinarsi, non sa nemmeno lei cosa fare, poi lo bacia sulla fronte e sorride, “Vado a chiamare il medico e lo avviso che ti sei svegliato.”

Poi esce di corsa dalla stanza prima che lui possa replicare.

Dopo qualche minuto entra Ducky, e vede che Gibbs ha gli occhi chiusi, ma poi si gira, “Ah sei tu Ducky…”

“Ciao Jethro, aspettavi qualcun altro?” Il medico sorride, ha visto uscire Jen dalla stanza poco prima.

Ducky attira l’attenzione del suo amico, “Come ti senti?”

Gibbs lo fissa, “Sono confuso, mi sento stanco, mi puoi spiegare che cosa è successo?”

Ducky gli racconta gli episodi degli ultimi giorni a cominciare dalla crisi convulsiva in ufficio, poi con un sorriso aggiunge, “Abbiamo conosciuto Linda, e lei e Jen hanno subito stretto amicizia, dopo naturalmente l’iniziale stupore del suo grado di parentela con te.”

“Jen ha passato la notte qui…” Per Gibbs è più una constatazione per se stesso che un modo di mettere al corrente il suo amico.

“A dire il vero è stata qui accanto a te dal primo momento, lei tiene molto a te, amico mio.”

Gibbs lo fissa negli occhi, “Anche per me, anzi voglio essere sincero, lei è veramente molto importante per me, è l’unica donna che mi ha fatto provare vere emozioni dopo Shannon, e anche se non sono sicuro di cosa provo per lei ne sono attratto, ma la situazione è molto complicata.”

Ducky resta silenzioso, sa che il suo amico è molto riservato, soprattutto per quanto riguarda a sua vita privata, e deve essere duro per lui parlare in quel modo, ma parlare gli fa bene, però quando vede che Gibbs resta silenzioso decide di intervenire, “Sei sicuro di non sapere cosa senti veramente per lei?”

Gibbs lo guarda, si guarda le mani e poi guarda nuovamente il suo amico e sospira, “Non lo so, ogni volta che gli sono accanto vorrei abbracciarla e baciarla, credo di essere innamorato di lei, anzi a dire il vero non ho mai smesso di amarla, ma cosa posso fare? Se le dico che la amo e lei non prova niente per me cosa faccio? Non potrei più vivere e lavorare accanto a lei, e poi non dimentichiamo che è il mio capo… Cambio lavoro? Non saprei fare altro…”

Ducky lo sta fissando, quando Gibbs lo guarda decide di intervenire, “Quando pensi di prendere la decisione di ricominciare a vivere?”

Gibbs guarda in basso, “In questi ultimi anni quando ci ho provato ho fallito, tre volte…”

“Amavi le donne che hai sposato?”

Gibbs lo guarda, “No.”

“Però ami Jen…”

“Si.”””

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Gibbs parla delle donne che ha frequentato ***


04 - Il virus 3

Prima che uno dei due possa dire qualcosa si apre la porta ed entra un medico.

“Dottor Mallard, buongiorno.” Stringe la mano a Ducky per salutarlo, poi rivolge l’attenzione al suo paziente, “Signor Gibbs, come si sente?” Il medico prende in mano la cartella e legge gli esiti degli ultimi esami effettuati, “Bene, la febbre scende, pare che gli antibiotici facciano effetto.”

Gibbs segue con attenzione ogni movimento del medico, per assicurarsi di non perdere nessuna sfumatura nella sua espressione, “Infatti mi sento molto meglio, non ho più mal di testa e confusione, anche se non ricordo quello che mi è successo, ma da quello che mi hanno raccontato è meglio così.”

Il medico finisce di controllare i parametri del suo paziente, “Vedo che ora riesce ad idratarsi da solo, questa non serve più…” Toglie la flebo dal braccio di Gibbs, “Però mi raccomando, continui a bere molta acqua.”

Quando il medico si appresta ad uscire Ducky lo richiama, “Dottore chi c’è qui fuori?”

Sa che Gibbs vorrebbe chiedere se c’è Jen, ma probabilmente non vuole esporsi.

“Qui fuori ci sono due dei vostri agenti, sempre che le infermiere non abbiano reso inoffensivo uno dei due…”

Ducky e Gibbs si guardano e poi esclamano insieme, “DiNozzo!”

Il medico continua, “Mentre la signora Shepard, dopo che mi è venuta a chiamare per dirmi che lei si era svegliato, ha detto che aveva del lavoro da fare e che sarebbe tornata più tardi.”

Questo rattrista un po’ Gibbs, gli si legge in volto la delusione.

Appena il medico lascia la stanza Ducky mette una mano sulla spalla del suo amico, “Jethro, devi capire lo stato d’animo di Jen, verranno a galla dei particolari che a lei non faranno certamente piacere.”

Gibbs annuisce, certo che Ducky lo conosce molto bene.

Dopo qualche minuto entra DiNozzo seguito da McGee e Linda.

“Ciao capo come ti senti?”

Gibbs lo fissa, “Sto meglio, e ho più probabilità di uscire da questo ospedale intero di quante ne hai tu se continui a molestare le infermiere.”

DiNozzo arrossisce, il suo capo è l’unico che riesce a metterlo in imbarazzo.

Gibbs fa un cenno col capo per salutare McGee poi allunga una mano e sorridendo dice, “Linda…”

DiNozzo e McGee si guardano, è raro vedere il loro capo che esprime affetto per qualcuno, lo avevano visto fare solo con Abby.

La donna si avvicina e lo bacia sulla guancia, “Mi hai fatto preoccupare in questi giorni, di nuovo!”

Quest’ultima parola ha una nota di rimprovero, ma nello stesso tempo continua a tenere ben salda la mano di suo fratello.

Ducky decide di interrompere, in fondo Gibbs si è ripreso abbastanza da poter affrontare un discorso serio, “Jethro, senti… Dobbiamo sapere alcune cose, sappiamo che sei una persona molto riservata per quanto riguarda la tua vita privata, ma dobbiamo sapere chi hai frequentato negli ultimi sei mesi, per cercare di scoprire da chi puoi aver contratto il virus, e a chi puoi averlo trasmesso.”

Gibbs si chiede se sia veramente necessario, ma poi capisce che Ducky non lo avrebbe chiesto se non fosse importante.

E’ solo che lui non sopporta di esporsi in questo modo, a lui piace che la vita privata resti privata!

“Sei mesi? Quindi da settembre ad oggi…” Comincia a pensare, mentre DiNozzo ha in mano un block notes per prendere appunti.

Linda vede che è in difficoltà così decide di aiutare, “Jethro, quella donna che lavora alla caffetteria? Ricordo che quando ci siamo incontrati la il mese scorso, dopo che mi hai baciata c’è stato il finimondo.”

Gibbs la guarda, è contento che lei sia li accanto a lui, in fondo Linda sa molte cose della sua vita privata, e nel passato gli ha sempre dato un appoggio morale enorme.

“Con lei sono uscito solo un paio di volte a cena, senza andare oltre… E da quel giorno non mi ha più nemmeno parlato, ora mi serve un’altra ragazza.”

Gibbs guarda DiNozzo che è pronto a scrivere, “Dovreste contattare il colonnello Hollis Mann… Ci siamo frequentati in questi mesi.”

DiNozzo salta dalla sedia ed esulta, “Si! Pivello paga…” E con la mano fa gesto a McGee di dargli dei soldi.

Gibbs li guarda e finge di essere arrabbiato, “Scommettete su di me!”

I due ragazzi lo guardano e si siedono senza dire niente.

Gibbs sorride, poi continua, “Ricordate quel caso che abbiamo seguito ad Ottobre, quando abbiamo arrestato quel maggiore dei marines per traffico di droga e omicidio.”

McGee è il primo a ricordare il caso, “Si capo, aveva ucciso un sottoufficiale che aveva scoperto l’illecito, aveva inscenato il suo suicidio per scaricare i sospetti su di lui, era il maggiore Benson.”

Gibbs ricorda ora, “Ecco Benson…” Poi si guarda le mani in grembo, “Beh, quello che voglio dire è che sono tornato anche dopo la chiusura del caso a casa sua…” Alza lo sguardo e trova gli occhi degli altri puntati addosso, “Diciamo che la moglie si è consolata presto dell’arresto del marito, si chiama Sarah, e mi telefona ancora di tanto in tanto.”

DiNozzo scrolla la testa, anche se si era ripromesso di non stupirsi di nulla, scrive il nome di Sarah Benson e dice, “E così per ora abbiamo tre nominativi.”

Gibbs lo guarda senza capire, “Tre?”

Ducky s’intromette, “Abbiamo saputo dall’agente Bonetti com’è finita per te la serata della festa di beneficenza del NCIS.”

“Oh.” Gibbs guarda in basso, Bonetti… ricorda che a volte s’incontrano in ascensore e lei le sorride arrossendo leggermente.

Linda gli tocca il braccio per distoglierlo dai suoi pensieri, “Quella donna che a Dicembre ti telefonava di continuo e ti lasciava dei biglietti sotto il tergicristallo dell’auto e nella buca delle lettere?”

Gibbs sospira, “Quella era una pazza furiosa, ma non abbiamo mai avuto rapporti personali al di fuori di alcuni brevi incontri, mi ha tormentato per più di un mese, finché non ho fatto esporre una diffida nei suoi confronti, si chiama Debster, non ricordo il nome, ci siamo incontrati quando siamo andati a fare un’indagine al suo college.”

DiNozzo lo fissa, “Al college? Scusa capo, ma quanti anni ha?”

Gibbs lo guarda a sua volta, “Venticinque, se non ricordo male, cosa c’è Tony, pensi che una ragazza così giovane non possa essere attratta da un uomo come me?”

DiNozzo inizia a distogliere lo sguardo, “No… è che non so… mi devo ricordare di non stare troppo accanto a te o a quanto pare le donne nemmeno mi notano, ma ora continua, è meglio se mi limito ad ascoltare.”

Ducky sorride, in fondo è bello vedere quanto il giovane agente stimi il suo capo.

“Ducky…” Gibbs attira l’attenzione del suo amico, “Io però uso adeguate protezioni, non pratico sesso non protetto nelle relazioni occasionali, ho sempre fatto uso di preservativi, com’è possibile il contagio?”

Il medico lo guarda dritto negli occhi, “Amico mio, sembra impossibile pensarci ma a volte lo scambio di fluidi avviene anche nei preliminari, se non ricordo male, dato che è passato un po’ di tempo dalle mie ultime avventure occasionali, il sesso orale che avviene prima o dopo il rapporto, di solito non è protetto, sbaglio?”

Gibbs ci pensa e si vede che è leggermente imbarazzato, “Non ci avevo mai pensato… Allora c’è un altro episodio…”

Tutti lo fissano e appena prende un po’ di coraggio inizia il racconto.

“Una sera, un paio di mesi fa, ho litigato con Jen perché mi era stato negato un agente in più per un appostamento, e così avevamo perso un sospettato, così furente sono andato a casa e ho bevuto più del solito, poi nella notte sono andato a casa di Jen…”

Non finisce la frase perché DiNozzo alza di colpo la testa ed esclama, “Sei andato in piena notte a casa del direttore? Che cosa è successo?”

Gibbs lo fulmina con lo sguardo, anche se deve ammettere con se stesso che il ricordo di quella serata è ancora doloroso, “Come stavo dicendo prima di essere interrotto… Quando sono arrivato a casa di Jen ho visto un’auto che non conoscevo parcheggiata nel vialetto, così sono andato via e mi sono infilato in un bar, ho nuovamente bevuto e ho conosciuto una donna, non so il suo nome, o forse non lo ricordo, sta di fatto che abbiamo finito la serata nel bagno pubblico del locale…”

Ducky lo guarda allibito, DiNozzo e McGee hanno l’espressione di chi vuole parlare ma riesce solo a boccheggiare.

Linda gli accarezza il braccio e attira la sua attenzione, “Quando sei arrabbiato ti autodistruggi, lo sai che non dovresti bere troppo, diventi una persona diversa, cosa pensavi di ottenere agendo in quel modo?”

Gibbs la guarda, “Non lo so, sono stato male per giorni.” Tra l’altro ora che la sta raccontando questa storia sembra ancora più patetica.

“Credo però che sia impossibile rintracciarla, non ricordo nemmeno il nome del locale, e sono abbastanza sicuro di avere pagato in contanti, sono davvero un idiota…”

I ragazzi sono senza parole, è così raro vedere il loro capo in quello stato, di solito è un uomo sicuro di se, che non sbaglia mai.

Ducky si rende conto che Gibbs è stanco e ha bisogno di riposo, “Jethro, perché non ti riposi un po’, continuiamo più tardi.”

Gibbs annuisce, cerca la mano di Linda e si sistema meglio sul cuscino, quando gli altri escono lei sorride nel vedere che lui è presto addormentato.

Deve essere proprio stanco, perché se c’è una cosa che suo fratello non patisce è la carenza di sonno.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Il virus 4 ***


05 - Il virus 4

La sera, dopo che il medico è passato per la visita di routine, Gibbs era perplesso, si sentiva meglio eppure il medico gli aveva detto che non poteva andare a casa, finché non erano sicuri che la febbre non si alzi più lui non avrebbe lasciato l’ospedale.

Più tardi Ducky entra nella stanza e trova Gibbs che parla con Ziva ed Abby, lo vede più riposato, gli antibiotici sembrano fare effetto, nei giorni passati è stato veramente preoccupato per lo stato di salute del suo amico, il non essere riusciti ad isolare a quale varietà di virus è stato contagiato è poco promettente sul rischio di ricaduta e peggioramento.

Con molta discrezione hanno contattato la signora Benson per farle fare gli esami del sangue, che sono risultati negativi, per quanto riguarda il colonnello Mann non è stata per niente felice di sapere che in questi mesi non è stata un’esclusiva per Gibbs, ma ha comunque fatto gli esami ed è risultata negativa.

Per la ragazza sconosciuta del bar non si può fare nulla, a meno che non venga ricoverata da qualche parte con gli stessi sintomi di Gibbs, e che gli ospedali che sono stati avvisati non facciano la segnalazione.

Così per ora si spera che la cura funzioni.

Abby è seduta accanto al letto e si tiene alla sponda come se qualcuno volesse tirarla via da Gibbs, mentre Ziva è in piedi al fondo del letto. Stanno ridendo tutti e tre.

Abby è la prima a notare Ducky, “Ciao Doc, vieni, Gibbs ci sta raccontando una cosa simpatica, tu lo sapevi che lui e altri due hanno perso una scommessa e hanno dovuto correre nudi in una piazza?”

Abby sta ridendo.

Duchy sorride, ricorda l’accaduto, “Ti riferisci forse alla corsa in Time Square a New York?”

Ziva è sorpresa, “New York? Ci sono stata, è una città con molte persone.”

Gibbs sorride, “Già, MOLTA gente, ricordo ancora l’applauso quando la polizia ci ha arrestato.”

“Già…” Ora Ducky sta ridendo, “Eppure eravamo così sicuri di vincere quella scommessa”

Abby scatta in piedi, “Tu eri uno degli altri due?”

Gibbs ride, “Ci potete giurare ragazze, le natiche bianche del nostro caro dottore sono passate alla storia, però una distinta signora che ha assistito alla scena tra il pubblico ha gradito la nostra performance, e dopo aver pagato la cauzione ha portato Ducky a cena…”

Ziva è incredula, ha sempre pensato che Gibbs sia un uomo a cui non piace scherzare e ancora meno il dottor Mallard, “Non riesco ad immaginare la scena.”

Ducky mette una mano sulla spalla di Ziva, “Mie care, uno di questi giorni vi farò vedere le foto ricordo dell’evento.”

Gibbs lo fissa, “Ducky, se ci provi sei un uomo morto!” Prova ad assumere un’espressione seria e minacciosa, poi scoppiano tutti a ridere.

“Jethro…” Ora Ducky vuole riportare un po’ di serietà nella stanza, aspetta di avere l’attenzione di tutti i presenti poi procede, “La signora Benson ha fatto gli esami del sangue e sono negativi, mi ha pregato di dirti che la devi chiamare quando ti sarai ripreso, mentre il Colonnello Mann non è stata molto felice della situazione, ma in ogni caso è anche lei pulita, ma ora dobbiamo sapere se ci sono altre persone da controllare.”

“Vuoi che io e Abby usciamo?” A vedere bene sembra che le ragazze siano più imbarazzate di Gibbs.

“No… Non importa.” Gibbs prende la mano di Abby, le vuole davvero bene, ha riversato su di lei tutto l’affetto che gli è mancato con la morte della figlia.

Abby sorride, arrossisce un po’, è imbarazzata, è come se sentisse i suoi genitori parlare di sesso, Gibbs per lei è il padre che avrebbe sempre voluto avere.

Gibbs le sorride, poi guarda Ducky, sarà più facile parlare guardando lui, “Ci sono altre due persone da contattare, Jennifer Zarkin e Mary Sancez.” Aspetta che il dottore scriva i due nomi prima di continuare.

“Jennifer lavora all’ospedale infantile Wellington, è una pediatra, l’ho conosciuta 6 anni fa durante la festa di Natale organizzata per i bambini che devono passare le feste ricoverati, ci vado tutti gli anni a distribuire i regali, da allora ci vediamo abbastanza regolarmente e spesso le nostre serate finiscono a casa sua.”

Ducky ascolta con attenzione, Ziva è stupefatta, non avrebbe mai pensato che Gibbs era il tipo da frequentare certi posti, ma a pensarci bene quando ci sono dei bambini lui è sempre a proprio agio e a loro volta i bambini si trovano bene con lui, deve essere stato un buon padre.

Gibbs continua, “Mentre Mary lavora all’università di Camp Tower, fa l’interprete e mi aiuta con le lezioni di spagnolo, ci siamo visti anche fuori dell’università un paio di volte.”

Abby lo guarda, Gibbs studia lo spagnolo?

Sono sempre stati tutti incuriositi della vita privata del loro capo e ora che ne conoscono una parte sono affascinati.

Intanto fuori, al fondo del corridoio c’è Jen che passeggia nervosa, vuole vedere Gibbs, ma aspetta che sia solo, ha bisogno di parlare con lui di una cosa importante, sa che nella stanza con lui ci sono Ziva, Abby e Ducky, così aspetta.

Ducky si avvicina alla porta, “Vado a cercare DiNozzo, così contattiamo quese due donne.”

“Andiamo anche noi.” Abby si alza, lo bacia sulla guancia e con Ziva escono.

Dopo qualche minuto che era solo si apre la porta e spunta Jen che gli chiede, “Disponibile per una visita?”

Lui sorride, “Per te sono sempre disponibile.”

Quando Jen entra si siede accanto al letto ma non parla, lui la fissa e sono entrambi imbarazzati, perché improvvisamente non hanno nulla da dirsi?

“Jen…” Lei alza la testa e lo guarda, ancora quella sensazione di formicolio lungo la schiena, ma riesce a mantenere lo sguardo.

Lui non parla, la fissa, così lei decide di interrompere quella situazione di stasi che si è creata, “Volevi dire qualcosa?”

Lui continua a guardarla, perché è così difficile dirle quello che prova per lei?

“Jen, ho preso una decisione…”

Non riesce a finire la frase perché la porta si apre ed entrano Ducky e DiNozzo.

“Capo, direttore…” DiNozzo è imbarazzato, Ducky non parla, sono accanto alla porta e non sanno cosa fare, entrambi si rendono conto di aver interrotto qualcosa.

Jen si alza, “Vado a prendere un caffè e ho un paio di telefonate da fare.” Esce dalla stanza e fuori nel corridoio incontra Linda, le passa accanto salutandola ma non si ferma.

Linda entra nella stanza e vede Ducky e DiNozzo in piedi accanto alla porta, li saluta e va a sedersi accanto al letto.

“Jethro, come ti senti?”

Lui la guarda come se notasse solo ora che lei è presente nella stanza, “Cosa?”

Lei lo fissa, “Stai bene?” Pensa al comportamento di Jen, era strana quando l’ha incontrata in corridoio, “E’ successo qualcosa?”

Gibbs lascia andare la testa sul cuscino e sospira, “No… Non è successo nulla…”

Linda guarda Ducky che scuote la testa e fa un cenno a DiNozzo per lasciare la stanza, e meglio che Linda resti sola con lui, così potranno parlare.

Appena gli altri sono usciti Linda parla, “Jethro, cosa c’è?”

Gibbs la guarda, “Perché non riesco a parlare con Jen, è difficile dirle quanto è importante per me.” Più che a Linda parla a se stesso.

Lei lo prende per mano, “Sei innamorato di lei?”

Lui la guarda negli occhi, “Non ho mai smesso di amarla, quando sono tornato dall’Europa mi sono separato, perché non potevo continuare a vivere nella menzogna, non potevo vivere con mia moglie ed essere innamorato di un’altra donna, pensavo di avere superato la cosa con gli anni, ma dopo 6 anni me la sono ritrovata davanti e mi sono reso conto che non era così, ma ora è tutto più difficile, Jen è il mio capo, è cambiata, ha dedicato la sua vita alla carriera, ricopre una carica molto importante.”

Linda lo ascolta senza interrompere, sa che questo sfogo gli fa bene, lui ha bisogno di tirare fuori tutto il rammarico accumulato in questi anni.

“Sai che prima, quando siamo stati interrotti da Ducky e DiNozzo, stavo per dirle che voglio lasciare l’NCIS, vorrei che prenda in considerazione la possibilità di uscire con me, non hai idea di quante volte mi viene voglia di abbracciarla e baciarla, e se per avere una qualche possibilità pi stare con lei devo cambiare lavoro mi sta bene, sono disposto a farlo.”

Linda decide di dire qualcosa, “Jethro…”

Aspetta che lui la guardi, “Devi assolutamente dire queste cose a Jen, voi due meritate di essere felici, tu meriti di essere amato, hai il diritto di tornare ad essere l’uomo felice e spensierato che ricordo.”

Gibbs riflette, “Non so, è difficile, non so cosa provi lei nei miei confronti, non posso rischiare di fallire ancora, mi ha già scaricato una volta, e poi ho tre matrimoni falliti alle spalle, però non posso continuare a lavorare a stretto contatto con lei, sarebbe troppo dura.”

“Se posso dire la mia opinione, lei è pazza di te, si vede da come ti guarda e da come soffre a sapere che ti vedi con altre donne, e per quanto riguarda i tuoi matrimoni falliti, hai cercato di sostituire Shannon ma era impossibile, ci sei riuscito quando hai conosciuto jen, ma tra voi non è andata come doveva.”

Gibbs la guarda, “Spero che tu abbia ragione, che non sia la tua solita vena romantica che ti fa vedere tenerezza in ogni cosa.”

Gibbs sta sorridendo, era un po’ che lui e la sorella non chiacchieravano così, “Linda, cerca Jen e dille che devo parlare con lei.”

Linda si alza, “Sei proprio deciso?”

Lui accenna col capo, “Si.”

Linda lo bacia sulla guancia, “Ti voglio bene.”

Gibbs sorride, “Anche io sorellina…”

Quando Linda esce dalla stanza trova Ducky, “Sta bene?”

Linda sorride, “E’ malato d’amore, ma credo che sia un problema risolvibile, dobbiamo solo fare in modo che lui e Jen si trovino soli per un po’ di tempo.”

Ducky sorride, “Vieni con me, ho un’idea…”

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Gibbs lascia l'ospedale ***


Notte magica

Gibbs passa tutta la notte in agitazione, è stufo di stare a letto, vorrebbe avere la possibilità di vedere Jen e di parlarle, e poi ora si sente bene.

La mattina dopo, il suo medico entra nella stanza e vede il letto vuoto, poi vede Gibbs in piedi accanto alla finestra che guarda fuori, e quando sente la porta si gira,

“Dottore, voglio uscire da qui, mi sento bene e…”

Il medico non gli fa finire la frase, gli consegna un foglio.

“Che cos’è?” Gibbs cerca di leggere ma senza occhiali non riesce.

Il medico sorride, “Lei oggi verrà dimesso, ma mi raccomando, la prenda con calma, gli antibiotici hanno fatto scendere la febbre, ma non sappiamo se il virus ha resistito.”

Gibbs è stupito, solo ieri il medico gli aveva detto che sarebbe rimasto in ospedale ancora per un bel po’.

“Grazie dottore.”

“Deve ringraziare il dottor Mallard, è un uomo molto persuasivo, e mi ha assicurato che lei seguirà alla lettera i consigli medici, non voglio rivederla qui per una qualche sua imprudenza, ora firmi…”

Appena il medico esce entra Ducky, “Pronto ad uscire?”

Gli porge una borsa con dei vestiti puliti, “Sono passato a casa tua per prendere qualcosa da indossare.”

Gibbs afferra la borsa, “Grazie…” Quando la apre scopre che ci sono molti vestiti, “Non sapevi quale scegliere?”

“Ti serviranno per stare qualche giorno da me.”

Ecco! Ora avrà sicuramente qualcosa da dire.

“Ducky…”

L’amico alza la mano per bloccarlo, “Jethro, sei ancora debole e mi sono preso la responsabilità delle tue dimissioni, quindi o vieni da me o resti in ospedale.”

Gibbs inizia a vestirsi senza replicare e guarda Ducky che va verso la porta sorridendo, “Verrà Linda a prenderti, io devo passare dall’ufficio.”

Se solo sapesse cosa lo aspetta non avrebbe quell’espressione così accigliata.

Ducky arriva al NCIS ed è contento di vedere che nel parcheggio c’è la macchina del direttore, quando entra nel suo ufficio lei sorride, ha il viso molto stanco.

“Ciao Ducky, novità?”

“Si, Gibbs sta molto meglio, ma parliamo di te, ti vedo stanca, ti va un po’ di svago stasera, possiamo andare a casa mia e beviamo qualcosa in compagnia.”

Vede che lei sta considerando la proposta, “Mi farebbe molto piacere, vengo volentieri, anche se di sicuro non sarò di buona compagnia, sono un po’ depressa in questo periodo.”

Ducky sorride, bene… Anche la seconda parte del piano è andata a buon fine.

Arrivati a casa di Ducky si sitemano in salotto e bevono chiacchierando amabilmente, lei è molto più rilassata, “Grazie Ducky, sei un vero amico.”

“Jen, lo so che sei confusa in questo periodo, ma credimi, sono sicuro che tutto si aggiusterà, Jethro si riprenderà, però non credo che tra di voi potrà essere tutto come prima, questa esperienza ha dato una bella scossa ad entrambi.”

Intanto nella macchina di Linda il viaggio verso casa di Ducky procede in silenzio, Gibbs è assorto nei suoi pensieri, non è più riuscito a parlare con Jen, sembra che lei lo eviti.

Linda lo guarda, “Sarà una serata tranquilla, la madre di Ducky dorme a casa di una sua amica, anche se la figlia ha avuto un mezzo infarto all’idea di avere due vecchiette scatenate per casa.”

Gibbs sorride, “Non mi dovrò chiudere a chiave in camera.”

Linda ride, “Già… Non ti chiuderai di sicuro in camera…”

Gibbs guarda sua sorella, ma non capisce perché lei stia ridendo.

Quando arrivano a casa di Ducky bussano, il medico si scusa con Jen e va ad aprire alla porta, “Oh ciao, siete arrivati finalmente, ora mio caro ho promesso a questa splendida creatura di portarla fuori a cena, abbiamo un tavolo prenotato.”

Ducky prende sottobraccio Linda, “Prenditi cura della mia ospite ma non ti affaticare troppo…”

“Ducky…” Jen si affaccia in corridoio e vede Gibbs accanto alla soglia con un borsone in mano, ed ha lo sguardo stupito.

Linda sorride all’espressione stupita di Jen, “Jethro è convalescente Jen, non strapazzarlo troppo, noi torniamo tardi…” Poi lei e Ducky escono ridendo, missione compiuta.

Gibbs posa la borsa dei vestiti, “Ciao…”

Jen sorride, “Abbiamo degli amici un po’ pazzi, ma meravigliosi.”

Vanno a sedersi sul divano del salotto, Jen riprende il suo bicchiere, mentre Gibbs la guarda, lui non può bere.

“Jen…” Attira la sua attenzione, “Ho intenzione di chiedere il trasferimento, mi spiace lasciare l’NCIS e la squadra, ma non posso più lavorare sotto la tua direzione.”

Guarda Jen e aspetta la reazione alla notizia.

Jen beve un sorso, poi posa il bicchiere sul tavolino, “Non sarà necessario, ieri mi è stato concesso il trasferimento che ho chiesto alla Casa Bianca, vice direttore della sicurezza, non sarò più il tuo capo…”

Gibbs afferra la sua mano, “Jen , sei sicura?”

Vorrebbe gioire alla notizia, ma non sa se lei l’ha presa serenamente o no.

Lei sorride, “Ho dieci giorni per rifiutare la proposta, tutto dipende da come vanno alcune cose…”

Lo guarda negli occhi, spera di non aver interpretato male il comportamento e i gesti dell’uomo che ora è li davanti a lei.

Lui in questo momento è perso nello sguardo della donna, “Jen… Io ti amo.”

Le prende il viso tra le meni e la bacia, è un bacio leggero tenero.

Ad un certo punto lei indietreggia e sorride, “Anche io ti amo, ci voglio riprovare, e questa volta alla luce del sole, non voglio più nascondere i miei sentimenti.”

Lui sorride e l’avvicina a se, “Se non sbaglio Linda e Ducky hanno detto che tornano tardi…”

Inizia a baciarla di nuovo, un brivido gli corre lungo la schiena quando si rende conto che lei ha iniziato a sbottonargli la camicia, è un seguito di baci, carezze e sussurri, parole che aspettavano di essere dette da tempo, troppo tempo.

“Ricordati che sono debole, mi devi trattare con cura…”

Jen ride, “Ora non mettere le mani avanti… Ti conosco bene e so dove puoi arrivare.”

Molto presto si ritrovano a fare l’amore teneramente come se non volessero mai far finire quel magico momento.

Il vantaggio di essere già stati amanti in passato, permette loro si sapere cosa provoca piacere l’uno all’altra.

Quando, dopo parecchie ore, Ducky torna a casa, trova il salotto con vari indumenti sparsi, sorride piacevolmente, felice che l’idea che hanno avuto lui e Linda abbia funzionato, scrive un biglietto per avvisare i due amici che quella notte avrebbe dormito a casa di Gibbs.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Il virus 7 ***


07 - Il virus

La mattina seguente Gibbs si sveglia e si sente stanco e accaldato, non sarà di nuovo comparsa la febbre? Poi si rende conto che in realtà il calore proviene da un corpo pigiato accanto al suo, e gli torna in mente la notte passata.

Si gira e vede che Jen lo sta guardando, sorride, “Ciao.”

Lei risponde al sorriso, “Ciao.”

Per un po’ restano in silenzio abbracciati, poi lui la bacia sulla nuca, “Ti amo Jen, anzi ad essere sincero non ho mai smesso di amarti.”

Lei lo abbraccia più forte, “Sono stata stupida a lasciarti in passato, ma ora sei tutto mio, a proposito il prossimo direttore del NCIS sarà un uomo…”

Gibbs ride, poi si siede sul letto, “Sai che ho fame, possiamo fare colazione e poi riordiniamo la casa, abbiamo già approfittato troppo dell’ospitalità mi Ducky.”

Si alza e va verso il bagno per farsi una doccia.

“Jethro…” Lui si gira e la guarda, sorride, quanto tempo ha sognato di rivederla così un giorno.

Lei continua, “Sei un po’ dimagrito, ma ti ricordavo così, hai uno dei più bei fondoschiena che conosco…”

Lui cerca di assumere un’espressione seria, “Perché, quanti fondoschiena hai visto ultimamente?”

Lei ride, “Sempre meno di te mio caro, da quello che ho sentito…”

Lui scoppia a ridere e si appoggia al letto, “Ora ne hai uno in esclusiva tutto per te.”

La bacia, quando inizia ad approfondire il bacio lei lo allontana, “E’ meglio se vai a fare la doccia, non sappiamo se Ducky è tornato, e poi non hai detto tu che sei convalescente? Non ti devi stancare…”

“D’accordo, ma la prossima volta non mi scappi…” Va nel bagno.

Quando esce la guarda che va a sua volta nel bagno e inizia a vestirsi, in effetti si sente un po’ stanco, ma era molto tempo che il suo livello di felicità non era così alto.

Dopo circa mezzora sono in cucina, lei è piacevolmente sorpresa, quando è uscita dal bagno lo ha trovato in cucina a preparare la colazione, ora sono seduti e parlano come se fossero anni che lo fanno.

Dopo un po’ sentono la porta di ingresso che si apre e la voce di Ducky, “Ragazzi sto per entrare, rendetevi presentabili…” Si sente che ha la voce allegra, quando entra in cucina sorride, “Ciao ragazzi, passato una buona nottata? Io ho dormito bene a casa tua Jethro, ma per l’amor di dio, vuoi tenere qualcosa di commestibile in quella casa?”

Gibbs ride, si alza e prepara un piatto per il suo amico.

Jen si alza e abbraccia Ducky, “Finita colazione ti lasciamo tranquillo.”

Ducky assume un’espressione seria, “Mia cara, Jethro conosce le regole per essere stato dimesso ieri, quindi o accetti di venire qui la sera e occupare la stanza degli ospiti con il mio paziente, oppure lo vedrai tra parecchi giorni.”

Jen guarda Gibbs che annuisce, “Sono prigioniero.”

Lei guarda Ducky, “Non so come riesci a tenerlo a bada… Ma accetto.”

“Bene.” Ducky guarda il suo piatto vuoto, “Qui il servizio lascia molto a desiderare…”

Tutti e tre ridono.

Nella settimana che segue, i ragazzi della squadra passano un paio di sere a trovare il loro capo a casa di Ducky, ma nessuno ha notato che il direttore in quelle sere non è stata l’ultima a lasciare la casa, ma si è fermata li per la notte.

Gibbs e Jen vogliono aspettare a rivelare la loro relazione e a comunicare la sostituzione di Jen al NCIS.

Intanto Gibbs si sta riprendendo e hanno trovato che Mary Sancez aveva lo stesso virus, ed essendo ad uno stadio precedente della malattia hanno isolato il ceppo del virus, e hanno preparato una cura adeguata, cura che ha preso anche Jen per precauzione.

Di certo non permetterà più a Gibbs di prendere lezioni di spagnolo.

Una mattina Gibbs si presenta in ufficio per riprendere il lavoro, tutti gli danno il benvenuto, appena saputa la notizia Abby arriva di corsa e lo abbraccia.

“Ciao Abby, se mi permetti di respirare…”

Gibbs va giù da Ducky, “Il mio medico cosa ne dice se stasera porto a cena la donna della mia vita? O almeno spero che lo diventi, voglio chiederle se mi vuole sposare.”

Ducky sorride, “In questo caso non posso negartelo, sono sicuro che dirà di si.”

Gibbs prende l’ascensore per recarsi all’ufficio del direttore, Jen solleva il capo quando sente la porta aprirsi, lui come il solito non ha bussato, “Vedo che alcune cose non cambiano.”

“Noi siamo cambiati, non ti basta?” Lui si avvicina, e la guarda negli occhi, “Posso baciare il mio capo?”

Lei sorride, “Ancora per poco, tra 24 ore il tuo capo sarà Thomas Parker, è un ottimo dirigente, arriva dai servizi segreti, e sono quasi dispiaciuta per lui che si troverà a dirigere te e le tua squadra…”

Lo vuole stuzzicare tenendolo sulle spine, poi la passione e il desiderio che legge negli occhi di lui hanno il sopravvento, lo attira a se e lo bacia, con tale slancio che gli fa perdere l’equilibrio, così lui la trascina con se e si trovano appoggiati al muro, ma nello slancio fanno cadere alcune cose che erano appoggiate ad un tavolino.

Lui sorride, “Se chiedendoti un bacio ottengo questo risultato, non vedo l’ora di chiederti altro…”

Prima che lei possa replicare qualcuno bussa alla porta, lei si ricompone, “Avanti.”

Entra DiNozzo, “Capo…” Guarda Gibbs e sorride, poi si rivolge a Jen, “Direttore, abbiamo chiuso il caso Spelling, ecco il rapporto…”

Il telefono sulla scrivania di Jen suona, e quando lei va a rispondere DiNozzo guarda Gibbs e sorride nuovamente.

“Che cosa c’è DiNozzo? Cosa ti diverte?”

Tony sorride, “Nulla capo, è che se devo essere sincero quella tinta di rossetto sta meglio al direttore che a te…”

A questo punto Gibbs prende un fazzoletto e si pulisce la bocca, si ritrova a non essere imbarazzato, si gira verso Jen che continua a parlare al telefono, poi si rivolge al giovane agente, “Tony, riesci a tenere questa cosa per te fino a domani sera? E’ importante.”

DiNozzo accenna col capo, “Sarò muto come un pesce.” Continua a sorridere, è felice per il suo capo, se lo merita.

Appena Jen finisce la telefonata guarda i due uomini che ha di fronte.

DiNozzo è divertito dalla situazione, Gibbs e Jen cercano di non guardarsi, ad un certo punto Gibbs fulmina con lo sguardo il giovane che sorride, “Io vado, forse avete qualcosa di importante su cui discutere…”

Jen si avvicina a Gibbs, “Secondo te sospetta qualcosa?”

Gibbs le mostra il fazzoletto, “Secondo te avrà forse immaginato come mai le mie labbra erano sporche del tuo rossetto?”

Jen lo guarda, “Quindi in questo momento lo sapranno già tutti…”

“Non credo, in fondo un po’ di discrezione c’è l’ha anche lui.”

“Prima o poi dovranno saperlo.”

Gibbs accenna col capo, “Che ne dici se domani li convochiamo e diamo loro le novità?”

Jen sorride, “Mi sembra un ottimo piano.”

“Usciamo a cena stasera? Ho avuto il permesso del dottore…”

Jen ride, “Se il dottore è d’accordo ci sto, dove andiamo? Se non hai già deciso mi piacerebbe quel ristorante italiano dell’ultima volta.”

“Ci sto.” La bacia e poi sorride, “Mi sto abituando in fretta a pianificare le cose per noi due, volevo aspettare questa sera ma ho bisogno di sapere una cosa… Jen sei disposta a provare a vivere insieme? Vorrei che…”

Lei lo attira a se e lo bacia, “Sai quante volte in passato avrei voluto chiuderti la bocca in questo modo…”

Lui si allontana, se non esce da quell’ufficio, potrebbe entrare qualcuno e trovarli in una posizione compromettente.

“Jethro, vai a casa, hai il viso stanco, ti voglio in forma stasera.”

Dopo un po’ Jen lascia l’ufficio per recarsi da Ducky, , non passa di sotto tra i ragazzi della squadra, non può pensare agli sguardi che riceverebbe da DiNozzo.

Appena entra in patologia vede Ducky che sta scrivendo, “Hai un minuto?”

Ducky si alza, “Certo.”

“Stasera Jethro mi porta fuori a cena, gli hai davvero detto che è ok?”

Lui sorride allo sguardo preoccupato che legge negli occhi di lei, “Jen… sopporterà una cena, ha superato prove fisiche più impegnative in questi giorni…”

Jen arrossisce, “Mi ha chiesto di andare a vivere con lui…” Non sa nemmeno perché lo dica a lui, ma vorrebbe dirlo a tutto il mondo.

Ducky sorride, “Qualcosa mi dice che presto ci sarà una nuova signora Gibbs, e questa volta è una donna di cui Gibbs è innamorato.”

“E’ un passo troppo importante, anche per un uomo che lo ha già fatto QUATTRO volte.” Rimarca la parola quattro, “Non credo sia pronto.”

Ducky si rimette seduto per continuare a lavorare, “Mah… Io compro un vestito nuovo, per sicurezza…”

La sera Jen va a casa presto, vuole prepararsi per la cena, indossa un vestito nero con le spalline, quante volte ha dovuto scegliere un vestito per una cena importante… ma ora è raggiante, erano anni che non era così felice.

Gibbs bussa alla porta e Jen apre, lui la guarda e sorride, “Sei bella come sempre.”

La bacia e aspetta che lei chiuda la porta, poi la prende sottobraccio e la scorta alla macchina.

I primi minuti in macchina passano in silenzio, poi lui parla continuando a tenere gli occhi sulla strada, “Volevo farti sapere che sono felice in questo momento.”

Lei allunga la mano e l’appoggia sulla coscia di lui, “Jen… in questo modo rischiamo di finire fuori strada…”

Sente un calore immenso sotto la mano di lei e il suo corpo inizia a reagire.

Arrivati al ristorante si siedono e iniziano a parlare, ad un certo punto lui tira fuori dalla tasca un astuccio di gioielleria, lo apre e lo mette di fronte a lei, “Mi vuoi sposare?”

Jen è senza parole, colpita dal gesto di lui.

“Jen… Dovresti dire qualcosa a questo punto…”

Lei lo attira a se e lo bacia, “Si… Ti amo e voglio diventare tua moglie.”

Dopo cena quando salgono in auto lui dice, “Da me o da te?”

Lei sorride, “Di solito dove porti le tue conquiste?”

Lui la fissa, “E’ tantissimo tempo che una donna non entra nella mia camera da letto…Di solito sono restio a portare qualcuno nel mio rifugio, ma con te farei volentieri un’eccezione”

Lei lo bacia, “In questo caso… sarò onorata di venire a casa tua.”

Lui sorride, “Da oggi sarà casa NOSTRA…”

Il mattino dopo Gibbs si alza presto per andare al lavoro e si è soffermato qualche minuto a guardare lei che ancora dormiva.

Prima di andare di sopra passa da Ducky.

“Ciao Jethro, andata bene la cena?”

“Si Ducky, molto bene, a proposito, avrò bisogno di un testimone.”

Ducky è felice per i loro amici, finalmente…

Quando Gibbs si siede alla scrivania sente lo sguardo di DiNozzo su di se.

Dopo un po’ arriva Jen, si avvicina alla scrivania di Gibbs, “Ora della confessione?”

Lui accenna col capo, Jen attira l’attenzione dei ragazzi, “Tony, chiama Ducky e Abby, vi voglio tutti nel mio ufficio.”

Senza dire altro sale le scale.

Quando sono tutti in ufficio da lei, Jen inizia a parlare, “Ci sono importanti novità, oggi è il mio ultimo giorno come direttore del NCIS.”

Tutti la fissano con stupore, DiNozzo si gira verso Gibbs per una conferma, e lui accenna col capo,

Jen continua, “Da domani ricoprirò la carica di vice direttore dei servizi segreti della Casa Bianca.”

I ragazzi si complimentano con lei, ma hanno delle espressioni stupite, Abby ha gli occhi lucidi, “Non la vedremo più direttore?”

Jen sorride, si alza e si avvicina a Gibbs, “Certo che mi vedrete ancora, quando verrò a trovare Gibbs, il mio futuro marito…”

Anche Ducky sorride alle espressioni dei ragazzi, Jen guarda Ziva, “Ziva, mi serve un testimone per il nostro imminente matrimonio…”

Ziva sorride, “Sono felice di farti da testimone.” Si congratula con Jen e da il via agli altri.

Ad un certo punto il cellulare di Gibbs suona, “Gibbs.”

Ascolta la telefonata poi esclama, “Arriviamo subito.”

Chiude la comunicazione, “Ragazzi preparate l’attrezzatura… base di Fortpoint, marine trovato morto in un’auto…”

Quando escono tutti dall’ufficio prende Jen per mano, “Ci vediamo dopo.”

Lei sorride, “Si.”

Si baciano, poi lui lascia l’ufficio.

Una nuova vita ha inizio…

 

FINE

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=268726