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La jeep con su Goku, Sanzo, Gojio
e Hakkai stava percorrendo una strada sterrata in direzione EST. Sì, est. Infatti i nostri 4 avevano portato a termine il loro
incarico e avevano impedito il risveglio di Gyumaoo. Se il viaggio di andata
era stato eccitante, in quanto praticamente ogni giorno avevano da menare le
mani, quello di ritorno fu di una noia allucinante. La sera si fermavano in
qualche villaggio e poi ripartivano, ma probabilmente quella era l’ultima sera
in cui potevano stare insieme visto che il giorno dopo sarebbero giunti a
Cho’An e si sarebbero divisi: Sanzo e Goku nel monastero e Hakkai avrebbe
vissuto a casa di Gojio. Sanzo non lo aveva ancora
detto a Goku, sapeva perfettamente che alla sua scimmietta quel posto non
piaceva, almeno quanto non piaceva a lui, e poi c’era il problema di spiegargli
che una volta arrivati al tempio non avrebbero più
potuto comportarsi come avevano fatto durante il viaggio, che avrebbero dovuto
limitarsi durante le caldi notti che passavano insieme, che non avrebbero avuto
più molto tempo per stare insieme e sapeva che questo brusco cambiamento non
sarebbe piaciuto a Goku. Quello che inoltre Goku ignorava era che se a pochi
chilometri da lui c’era il tempio, ad ancor meno chilometri c’era la grotta che
lo aveva imprigionato per quei lunghi 500 anni. La serata trascorse
piacevolmente, interrotta solo dalle liti di Gojio e Goku e dagli spari di
Sanzo.
La sera andarono a dormire tranquillamente. Durante la
notte però Sanzo ricevette in sogno la visita di Kanzeon Bosatzu.
KB: salve Konzen!
Sa: che vuoi vecchia?
KB: vedo che come al solito la
gentilezza non ti manca
Sa: dimmi cosa vuoi
KB: sono venuta per una questione molto seria che riguarda
Goku
Sa: parla
KB: l’imperatore del mondo celeste ha deciso di eliminare
tutti gli eretici dalla faccia della terra, devi nasconderlo
Sa: in cosa consiste il piano di quel folle?
KB: nel regno celeste esistono delle sostanze in grado di
eliminare qualsiasi tipo di razza o specie e una di queste è in grado di
uccidere gli esseri eretici
Sa: perchè sei venuta a dirmi questo, sbaglio o anche tu
sei una divinità?
KB: non sbagli, ma so quanto tieni a quella
scimmietta e poi, non vorrei mai rovinarmi il divertimento che voi 4 mi
costituite!
Sa: tzé! Come posso salvarlo?
KB: devi portarlo in un luogo senza spazio né tempo
Sa: non conosco un posto simile
KB:oh sì che lo conosci..è un luogo dove si possono passare 5, 50 o 500 anni senza
che sulla persona il tempo lasci i suoi segni
Sa: non ti starai riferendo a quella grotta voglio sperare?
KB: mi riferisco proprio a quella
Sa: Goku preferirebbe morire che tornarci e io non lo
riporterei mai in quel luogo
KB: si tratterebbe solo ditre giorni, comunque decidi tu. L’imperatore attuerà il suo piano
dopo-domani, agisci come credi, ma se non lo porterai lì lui morirà e nemmeno
l’acqua della vita che sgorga nel regno celeste lo potrà salvare, a presto nipote
Alla fine del dialogo con la dea, Sanzo si svegliò di
scatto. Non era possibile, il suo Goku era in pericolo di vita e l’unica soluzione
per salvarlo era riportarlo in quel luogo che Goku odiava tanto. Sanzo ricordò
che Goku una volta gli disse che avrebbe preferito morire piuttosto che
tornarvici, ma ora che il rischio per la vita della sua scimmia era reale stava
seriamente prendendo in considerazione l’ipotesi di portarlo di nuovo in
quell’odiata montagna.
Volevo ringraziare tutte le persone che hanno commentato
il primo capitolo, in particolare chiara8, mikelino,
noa90, av, elie03 , ma
soprattutto Lorusgra.
Bhè, non mi resta che augurarvi una buona lettura (oddio
sembro Hakkai..nda) e mi raccomando. COMMENTATE!!!!
Non sapendo bene cosa fare, Sanzo uscì dalla sua stanza e
andò a svegliare Gojio usando la sua solita delicatezze.
Entrò sbattendo la porta.
Sa: svegliati Gojio!
Gj: ehi bonzo corrotto ma che ti pigli! (guarda l’ora)
sono le tre del mattino?
Sa: muoviti, ti spiego tutto nella stanza di Hakkai.
Gj: come vuoi..è inutile insistere con te!
Così Gojio segue il monaco nella stanza di Hakkai, in cui
Sanzo è entrato senza molta gentilezza. Hakkai, però, a differenza del rosso,
non si scompose e li accolse con il suo solito sorriso.
Ha: sanzo, gojio! Mi cogliete alla sprovvista..è per
caso successo qualcosa?
Gj: è quello che vorrei sapere anh’io!
Sa: Kanzeon Bosatzu mi è venuta a parlare in sogno.
Ha: per quale motivo?
Sa: dice che dopo-domani l’imperatore del regno celeste
diffonderà nell’aria una sostanza in
grado di uccidere gli esseri eretici.
Gj: oddio, Goku! Che si può fare?
Sa: dice che la sostanza rimarrà nell’aria tre giorni e
che se vogliamo salvarlo bisogna portarlo in un luogo fuori
dal tempo e dallo spazio
Gj: e dov’è questo posto?
Sa: sulla montagna sacra
Ha: parli della sua prigione?
Sa: sì.
Gj: non possiamo riportarlo lì, sai meglio di noi quanto
odia quel posto!
Sa: lo so, ma non so che altro fare. Ve ne sto parlando
per questo.
Ha: come pensi di dirglielo?
Sa: non lo so, non so neanche se sia il caso di dirglielo;
lui preferirebbe morire che ritornarci, ma non posso permettere che accada.
Sanzo era cambiato moltissimo durante il loro viaggio.
Grazie all’amore di Goku era riuscito a calare la sua fredda maschera e anche
se rimaneva l’essere più ostinato e orgoglioso di tutta la terra, riusciva,
attraverso piccoli gesti, ad esprimere i suoi sentimenti; naturalmente questi
suoi piccoli gesti erano prevalentemente rivolti a Goku!
Ha: mettendo da parte l’idea di parlargliene, forse una
via d’uscita ci sarebbe..
Sa: cioè?
Ha: hai detto che quella sostanza agisce solo per tre
giorni, giusto? Quindi non è detto che Goku se ne debba rendere conto, giusto?
Gj: non ho capito niente di quello che hai detto.
Sa: parla chiaramente!
Ha: pensavo che non è necessario che Goku si accorga di quello che sta succedendo.
Sa: e come pensi di impedirglielo?
Ha: se dormisse non se ne renderebbe conto.
Gj: vuoi drogare la scimmia??
Ha: se riuscissimo a fargli prendere un sonnifero potente
abbastanza per farlo dormire almeno quattro giorni,
potremmo salvarlo senza che lui soffra nel sapere di dover tornare in quella
grotta.
Gj: perché quattro giorni, scusa?
Ha: calcola il tempo per portarlo sulla montagna e
riportarlo indietro passati i tre giorni, anche se non dista molto da qui, ci
vuole il suo tempo per raggiungerla.
Sa: non è una cattiva idea.
Gj: hakkai a volte mi fai paura..
Ha: scusa!
Sa: allora è deciso, agiremo così. Ora andiamo a letto.
Gojio tu domani mattina uscirai con la scusa delle sigarette e andrai da un
alchimista a prendere un sonnifero abbastanza potente da far dormire per almeno
quattro giorni; domani sera ceneremo in camera e metteremo il sonnifero nella
cena di Goku e appena si sarà addormentato lo porteremo nella gr.. maledizione!
Così dicendo uscì dalla stanza.
Gj: ma che gli è preso?
Ha: cerca di capirlo..per lui non è facile riportare Goku in quel posto.
A quel punto Gojio salutò Hakkai e si diresse nella sua
stanza, pur essendo consapevole del fatto che non sarebbe riuscito a dormire.
Sanzo intanto era andato nella stanza di goku, che a causa del suo sonno
pesante non si accorse della presenza del monaco. Sanzo stette in piedi a guardare quel viso rilassato nel sonno,
quel viso perennemente allegro che aveva riempito la monotonia della sua vita,
quel viso in cui erano incastonate due gemme del colore dell’oro; due gemme
splendenti in cui poteva sempre vedere un amore incondizionato tutto per lui,
un affetto che rimaneva sempre costante nonostante la freddezza delle sue
parole, dei suoi gesti, del suo pessimo umore; due gemme che avevano conosciuto
troppa tristezza; due gemme che gli si erano impresse nel cuore fin dalla prima
volta che le aveva viste. Guardando il volto di Goku si chiedeva se
stesse facendo la scelta giusta ripensando al terrore che si dipingeva sul
volto di quella scimmietta ogni volta che durante il loro viaggio erano
costretti a ripararsi all’interno di una grotta. Non conosceva la risposta a
questa sua domanda, ma sapeva che era l’unico modo che aveva per salvarlo, per
impedire questa volta alla morte di portargli via la persona che amava.
Uscì dalla stanza silenziosamente come vi era entrato ed
entrò in camera sua, si sdraiò sul letto e iniziò a fumare, tanto non sarebbe
mai e poi mai riuscito a dormire schiacciato com’era dal peso della scelta che
aveva fatto.
La mattina dopo tutto si svolse
secondo i piani di Sanzo, Gojio e Hakkai: fecero colazione e subito dopo Gojio
uscì con la scusa delle sigarette. La giornata fu come tutte le altre, finché
non arrivò l’ora di cena. I tre si inventarono una scusa per mangiare tutti in una
camera, Hakkai e Gojio si preoccuparono di portare la cena nella stanza e di
mettere il sonnifero nel pasto di Goku. Appena entrati, non fecero neanche in
tempo a posare i vassoi che Goku si fiondò sul cibo.
Sa: non ho fame, vado a fumarmi una sigaretta in pace.
Go: sanzo c’è qualcosa che non va?
Sa: bada agli affari tuoi scimmia!
Gj: aspetta un momento…vengo anch’io.
Go: ma che gli prende Hakkai??
Ha: non lo so, vado a scoprirlo. Tu non dartene pensiero e
continua pure a mangiare, torno subito.
Così anche Hakkai uscì dalla stanza lasciando un ignaro
Goku a mangiare.
Ha: neanche voi avete resistito, vero?
Gj: non ce la facevo a vederlo mangiare, sapendo che poi,
lui..
Sa: lo so. Lo stesso è per me.
Dopo quella farse calò il
silenzio, Sanzo e Gojio non fecero in tempo a finire la sigaretta che dalla
stanza in cui avevano lasciato Goku si sentì un tonfo, come qualcosa di pesante
che cadeva a terra. Corsero verso la stanza e quando aprirono la porta fu come
se i loro cuori perdessero un battito: Goku era caduto per terra con ancora in
mano le bacchette per mangiare. Nelle loro teste balenò una sola domanda.. “SIAMO STATI NOI, PERCHE’ SIAMO COSTRETTI A FARGLI
QUESTO?”, ma la risposta era semplice e diede loro il coraggio di portare
avanti quello che avevano iniziato, seppure a malincuore. La risposta che si
diedero fu: “PER SALVARGLI LA VITA.” Hakkai si
avvicinò al corpo di Goku per accertarsi che stesse bene,
fatto questo lo sollevò da terra e lo depose sul letto.
Ha: bene signori, siamo riusciti nel nostro intento. Mi si
spezza il cuore a dirlo, però..
CIAOOOO!!! RINGRAZIO TUTTI PER I
COMMENTI CHE MI SONO ARRIVATI, SONO STATI MOLTO COSTRUTTIVI…PERCIO’ DOPO CHE
AVETE LETTO QST CAPITOLO,LASCIATEMI IN fp LE VOSTRE OPINIONI E COMMENTI COSI’
ALMENO SO CHE QUALCUNO LA LEGGE E HO LO STIMOLO PER CONTINUARE…Buona
lettura!
Sanzo si era posizionato nella parte dietro della jeep
tenendo Goku tra le braccia; Hakkai guidava e Gojio teneva gli occhi fissi
sulla strada, neanche a loro piaceva quello che stavano per fare. Intanto, sul
retro della jeep, il monaco teneva gli occhi fissi su Goku. Dormiva. Il suo
Goku dormiva. Sembrava così sereno, così tranquillo; non immaginava neanche
quello che gli stava per succedere. Sarebbe stato di nuovo rinchiuso, solo in
quella grotta che tanto odiava. Mille pensieri attraversarono la mente del
monaco…
…ti sto riportando in quella grotta scimmia…
…ti ci porto io, io che ti ho liberato, io che meglio di
chiunque altro so quanto odi quel posto… …lo faccio
per te…
…per salvarti la vita…
…non posso perderti…
…Tzè! Ma chi voglio prendere in giro, queste cose le sto
dicendo più a me stesso che a te, perché non so se avrò la
forza, una volta arrivati, di lasciarti lì…
…solo…
…forse avrei dovuto parlartene?...
...ma cosa dico, avresti preferito morire…
…e io? Cosa avrei fatto se tu fossi morto?...
...sei troppo importante per me…
…ma tu questo non lo saprai mai, queste cose te le posso
dire solo nella mia mente, come ora…
…ma poi? Se tutto va come speriamo riuscirò ancora a
guardarti negli occhi? Riuscirò a guardarti e non pensare che io…io, ti ho tradito? Che non ho mantenuto la parola data? Già perché
ti avevo promesso che non ti avrei mai abbandonato, ma
ora lo sto facendo, anche se solo per tre giorni…
…mi mancherai…
…mi mancherai da morire…
…ti stringo ancora fra le braccia e già mi manchi…
…mi manca la tua voce petulante che imperterrita chiede cibo
e chiama il mio nome…
…mi mancano quei sorrisi che io so rivolgi solo a me,
quelli carichi di amore, di fedeltà, di adorazione…
…mi mancano i tuoi occhi dorati, così grandi e puri, così
innocenti ma che nascondono sofferenze profonde…
…sofferenze soprattutto legate a quella prigione, la
stessa dove io ti sto riportando…
…non ce la faccio Goku…
…non voglio farlo…
…diavolo non sapevo di essere così codardo…
…ma come posso lasciarti lì come se nulla fosse, poi
andarmene e far finta di niente per tre giorni…
…tre giorni che saranno i più lunghi della mia vita…
…e poi passato questo periodo venirti a riprendere e fare
come se nulla fosse successo? Come posso? Come? Come?...
…semplice, non posso! Appena ti risveglierai te lo dirò, ti racconterò cos’ho fatto per salvarti…poi
sarai tu a scegliere cosa fare, anche se già mi immagino i tuoi stupendi pozzi
dorati venire ricoperti di dolore e tristezza…
…penserai che io ti abbia abbandonato…
…e avrai ragione…
…perché è proprio quello che sto facendo…
…e non ti nascondo che per questo io…
…io mi faccio schifo.
Mentre il monaco era immerso nei suoi pensieri non si rese
conto che Hakkai lo stava osservando dallo specchietto retrovisore. Il demone
vedeva gli occhi viola del monaco smettere di essere freddi e
distaccati, vide Sanzo lottare per trattenere le lacrime che altrimenti
sarebbero scese copiose sul suo candido volto, per la prima volta il demone
gentile poté vedere il ragazzo dal cuore lacerato, che con le mani sporche del
sangue del suo maestro veniva sommerso dai sensi di colpa, annullarsi nel
dolore che il suo animo provava per l’atroce gesto che era costretto a fare per
salvare l’unica persona che amasse. Stava soffrendo e Hakkai lo sapeva, ma
sapeva anche che quello era l’unico modo per salvare il loro compagno e anche
se era doloroso, era l’unica cosa da fare.
Hakkai e Gojio furono costretti a chiamare il monaco
svariate volte prima che questo uscisse dal turbine di pensieri e dolore nel
quale la sua mente si era persa e si rendesse conto di essere giunto a destinazione.
Appena vide la montagna il suo volto si fece ancora più pallido di quello che
era normalmente e spalancò gli occhi, quasi con terrore; aveva deciso che alla
fine di tutto avrebbe rivelato a Goku ciò che stava per fare e sapeva che per
la sua scimmietta quello sarebbe stato troppo e che l’avrebbe perso. La sua
paura prendeva origine da questo, ma preferiva sapere Goku vivo, seppur lontano
da lui, piuttosto che morto.
Ordinò ai due demoni di aspettarlo lì, poiché sarebbe
stato lui a portare Goku sulla montagna, e non lasciò loro alcuno spazio per
muovere eventuali proteste; infatti bastava guardarlo
negli occhi, due gemme color ametista che però non brillavano più, o vedere il
suo volto, così tirato per capire che quella era una faccenda personale nella
quale Sanzo non voleva intrusi di nessun genere, neanche i suoi fidati compagni
che lo avevano seguito in quel disperato viaggio verso ovest e ritorno.
Fece un profondo sospiro e prendendo delicatamente in
braccio Goku scese dalla jeep e si incamminò su per la montagna, su quello
stesso sentiero che molti anni prima aveva percorso furioso come non mai per
trovare il proprietario di una vocetta fastidiosa che gli impediva di dormire
reclamando il suo aiuto; voleva picchiarlo per farlo smettere, ma quando lo
trovò la sua rabbia evaporò in un istante mentre lui si perdeva in due stupendi
pozzi dorati, e quel giorno non lo picchiò, ma gli tese la mano per salvarlo
dalle tenebre e dalla solitudine, le stesse verso le quali ora lo stava
riportando. Aveva sperato di non dover mai più tornare su quella montagna,ma ora la stava risalendo; sperava di non dover mai più
abbandonare la persona che amava, ma ora avrebbe dovuto farlo. I suoi occhi
cadevano molto spesso sul ragazzino rannicchiato tra le sue braccia con un espressione felice e ogni volta che lo faceva il suo
sguardo si faceva dolce e un leggero sorriso prendeva forma sulle sua labbra
sottili, anche se l’ombra del dolore che il suo animo provava non lasciva mai
il suo viso e il suo sguardo.
Continuò a camminare per più di un ora
immerso nei suoi pensieri, fino a quando non fu di fronte alla grotta.
Le pupille gli si dilatarono e forti tremiti scuotevano il suo corpo. Cadde in
ginocchio stringendo a sé quanto più poteva il ragazzo addormentato tra le sue braccia
e alcune lacrime si fecero prepotentemente strada lungo le
sua guance.
- non posso Goku, non ci riesco…non voglio lasciarti lì
dentro…non ce la faccio… non posso, non posso… -
Mentre diceva queste parole nascondeva il viso sulla
spalla di Goku. Averlo vicino lo faceva stare bene, lo faceva sentire
finalmente vivo e la sua presenza gli aveva impedito un sacco di volte di
compiere gesti estremi. La sua vicinanza gli era
diventata indispensabile, alla faccia del non avere legami, e proprio per
questo, per non perderlo del tutto doveva rinchiuderlo; nel suo animo c’era una
lotta tra la mente e il cuore, ma entrambe sapevano qual’era l’unica scelta
possibile. Sanzo sapeva cosa doveva fare, e l’avrebbe fatto, solo, più tardi,
ora voleva rimanere lì, abbracciato alla sua scimmia, abbracciato a quello che
tra i due era il vero il sole.
CIAO A TUTTI! ECCOVI IL 4° CAPITOLO, SPERO MI LASCERETE
TANTI COMMENTI COME AVETE FATTO FIN’ORA…IN QUESTO CAPITOLO SANZO E’ ABBASTANZA
OOC, SCUSATEMI, SO CHE NON E’ MOLTO NELLA SUA NATURA, MA HO SEMPRE SOGNATO
VEDERE IL BONZO CORROTTO ESPRIMERE I SUOI SENTIMENTI IN MANIERA PIU’…UMANA!
- non posso Goku, non ci riesco…non voglio lasciarti lì
dentro…non ce la faccio… non posso, non posso… -
Mentre diceva queste parole nascondeva il viso sulla
spalla di Goku. Averlo vicino lo faceva stare bene, lo faceva sentire
finalmente vivo e la sua presenza gli aveva impedito un sacco di volte di
compiere gesti estremi. La sua vicinanza gli era diventata indispensabile, alla
faccia del non avere legami, e proprio per questo, per non perderlo del tutto
doveva rinchiuderlo; nel suo animo c’era una lotta tra la mente e il cuore, ma
entrambe sapevano qual’era l’unica scelta possibile. Sanzo sapeva cosa doveva
fare, e l’avrebbe fatto, solo, più tardi, ora voleva rimanere lì, abbracciato
alla sua scimmia, abbracciato a quello che, tra i due, era il vero il sole.
Sanzo non
poté dire per quanto restarono così abbracciati , per quanto si perse nel
benessere che quell’abbraccio gli procurava. Ad un certo punto però la
razionalità si rimpossessò di lui, cosicché alzò la testa e si rese conto che
il cielo si era fatto molto buio e che le stelle brillavano come diamanti su un
tappeto di velluto nero; si ritrovò a pensare che quello spettacolo sarebbe
piaciuto molto alla sua scimmia e nel farlo gli scappò un mezzo sorriso! La
mezzanotte era quasi arrivata, di questo ne era quasi certo data la posizione
della luna; con gli occhi ancora bagnati dalle lacrime si alzò, prese Goku tra
le braccia e si avvicinò alla caverna, ma un dubbio atroce lo fece bloccare
all’istante.
- come
diavolo ti riporto la dentro? Non c’è l’entrata. –
- a
questo penserò io!- una voce sentita solo poche volte, ma stranamente
familiare, alle sue spalle lo fece voltare di scatto.
- ancora
tu? –
- è bello
vedere che certe cose non cambiano mai, anche se le cose immutabili sono noiose,
vero Konzen Doji?-
La dea
della misericordia era in piedi davanti a lui con una mano poggiata su un
fianco e l’altra lasciata ricadere liberamente lungo l’altro fianco; il sorriso
tipico di chi conosce molte cose risplendeva sul suo volto.
- non
pensavo che ti potessi legare così a qualcuno, nipote –
- non
sono affari che ti riguardano, vecchia! –
-
moccioso! –
- come ti
permetti, io … -
Ma non
terminò la frase, poiché Kanzeon Bosatsu si era avvicinata a lui prendendogli
Goku dalle braccia.
- che
cavolo stai facendo? –
- quello
che tu non puoi fare –
- no…
…aspetta! –
-
aspettare? Cosa? –
Sanzo si
era visto strappare Goku dalle braccia, sapeva che sarebbe successo, ma non in
quel modo…così immediato, così brusco, non aveva avuto neanche il tempo di
salutarlo, di rassicurarlo, di osservarlo… la domanda della dea però lo aveva
colto alla sprovvista, non sapeva cosa risponderle, sapeva però che se avesse
aspettato ancora non avrebbe lasciato scampo a Goku e che poi l’avrebbe seguito
nella morte, ma non era giusto togliere al piccolo demone la cosa che più amava
al mondo: la vita
- nulla –
Questo fu
tutto quello che il monaco riuscì a dire tenendo lo sguardo fisso sul terreno.
La dea, allora, si avvicinò alla grotta con in braccio la scimmietta
addormentata e scomparve solo per riapparire un istante dopo all’interno di
essa, dove delicatamente depose il ragazzo a terra mentre robuste catene si
mossero rapide per circondargli il collo, le caviglie e i polsi e una pesante
palla di ferro compariva bloccandolo a terra. Goku non si era accorto di nulla,
dato che era ancora sotto l’effetto della droga, ma il monaco notò che il
sorriso era sparito dal suo volto ed ora la sua scimmia aveva un’espressione
terribilmente seria, probabilmente inconsciamente aveva riconosciuto il posto.
Sanzo provava rabbia, una rabbia intensa, verso se stesso, verso quello che
stava facendo, verso la sua incapacità di trovare un’altra strada per salvare
la persona che amava. Immerso com’era nei suoi pensieri, non si rese conto che
Kanzeon era uscita finché la dea non gli mise una mano sulla spalla. Il monaco
non reagì come al solito in malo modo, poiché quel tocco gli trasmetteva un
senso di familiarità che non riusciva a spiegarsi.
- ora vai
Konzen, i tuoi amici ti aspettano da molto. –
- no,
resterò qui finché non sarà giunto il momento di farlo uscire –
- non
puoi. –
- perché?
–
- è
proprio vero, non c’è peggior sordo di che non vuole sentire! –
- cosa
vorresti dire? –
- ma davvero non lo capisci da
solo? Ti ho detto che il motivo per cui verrà sparsa quella sostanza nell’aria
è eliminare gli eretici, ma tu quanti ne conosci, oltre a Goku e ad Homura?
-
nessuno…
…non vorrai dire che tutto questo è stato fatto per… -
- esatto, tutto questo è stato
fatto per eliminare Son Goku dato che Homura, in quanto dio della guerra serve
ancora al mondo celeste e perciò non ne verrà coinvolto. –
- ma
perchè non posso restare? –
- stupido! Io ho fatto in modo che
loro non potessero vedere all’interno della caverna, ma anche se non troveranno
Son Goku metteranno in circolo lo stesso quella sostanza nella speranza di
ucciderlo, se però tu te ne stai qui impalato capiranno dov’è nascosto e
aspetteranno finché non sarà uscito, così facendo condannerai il tuo animaletto
a restare in quella grotta per sempre…è questo quello che vuoi? –
- no, no
di certo...
- mi raccomando non accennare né a
Goku né al luogo in cui si trova per i prossimi tre giorni, anche i muri hanno
orecchie –
- capsico –
- ora vado, a presto, Konzen! –
- vecchia? –
- che c’è ? –
- grazie –
La dea lo guardò dolcemente.
- sei cambiato, Konzen Doji! –
E
sorridendogli se ne andò lasciando il monaco da solo. Sanzo si avvicinò alla
grotta. La sua sauru dormiva tranquilla senza sapere che lui la stava
osservando dannandosi l’anima per quello che era stato costretto a fare, il
senso di colpa si faceva ogni istante più pesante…gli sarebbe mancato da
morire, proprio come se gli avessero tolto un pezzo del suo cuore. Sanzo
guardava Goku e gli diceva di non preoccuparsi, che non doveva sentirsi solo
perché lui sarebbe tornato, non lo avrebbe mai lasciato solo, gli confessò per
la prima volta ciò che provava nei suoi confronti, un sentimento così grande e
bello che temeva che il suo cuore non fosse in grado di sopportarlo dopo tutto
il dolore subito, ma tutto questo glielo avrebbe detto non appena si fosse
svegliato; poi strinse i pugni, le sue nocche erano diventate bianche, e con
uno sforzo per lui durissimo si voltò e percorse il sentiero al contrario. Per
molte volte si fermò e si girò all’indietro con la voglia impellente di andare
da Goku e tirarlo fuori di lì,ma riuscì sempre a controllarsi e a continuare a
scendere dalla montagna.
Intanto
Gojio e Hakkai erano in pensiero per i loro due amici, uno camminava
nervosamente avanti e indietro,l’altro fumava incessantemente; nonostante tutta
la loro preoccupazione, però, non intendevano salire per raggiungere Sanzo,
dato che il monaco era stato categorico e poi loro sapevano bene che quella era
una cosa che riguardava unicamente Sanzo e Goku. Quando finalmente lo videro
arrivare gli si avvicinarono preoccupati per sapere il motivo per cui ci aveva
messo così tanto, ma vedendo il suo volto, capirono che non era quello il
momento più opportuno per le spiegazioni. Gli occhi del monaco erano spenti,
vuoti; il suo volto esprimeva tristezza e continuava a mordersi il labbro per
impedire alle lacrime di scendere copiose sul suo volto. Tutto quello che
riuscì a dire fu: - Andiamo -
Per tutto
il viaggio era stato seduto al fianco di Hakkai senza dire una parola , sempre
fissando il vuoto, stringendo tra le dita una sigaretta che aveva acceso, ma si
era scordato di fumare, con la conseguenza che si consumasse fra le sue dita.
Quando questa finì, il calore lo ridestò dai suoi pensieri, facendogli notare
la sua dimenticanza, ma liquidò la cosa con uno dei suoi soliti “Tzè” e gettò
il mozzicone giù dalla jeep. Arrivati alla locanda, Sanzo scrisse su di un
biglietto i motivi per cui non dovevano pronunciare né il nome di Goku, né il
luogo in cui si trovava per i prossimi tre giorni. Da quel momento passò tutto
il suo tempo in camera, né Gojio, né Hakkai poterono fare o dire nulla per
persuaderlo ad uscire. Per il monaco era una fatica troppo grande da sopportare
vivere senza Goku; si sentiva di nuovo solo, come quando era morto il suo
maestro, sentiva ancora quel senso di impotenza di fronte agli eventi; gli
risuonavano ancora in testa le ultime parole del suo maestro e il suo unico
vero insegnamento:
“SII FORTE,
PROMETTI DI ESSERE SEMPRE FORTE, GENJIO SANZO OSHI”
“NON AVERE NULLA. SE INCONTRI UN BUDDAH, UCCIDILO SE INCONTRI UN TUO ANTENATO, UCCIDILO NON AVERE LEGAMI NON ESSERE SCHIAVO DI NESSUNO VIVI SEMPLICEMENTE PER LA TUA VITA”
“Devo avervi proprio deluso maestro, non sono
riuscito ad essere forte, anche se con gli altri mi impongo di non darlo a
vedere, non lo sono…mi dispiace…non sono riuscito neanche a rispettare il
vostro unico insegnamento che diceva di non avere legami, dato che io mi sono legato
in maniera inverosimile ad una stupida scimmia…non l’ho fatto volontariamente,
è stato come se fosse la cosa più naturale di questo mondo, come se fossimo
stati legati da sempre, ma un giorno mi sono reso conto di non poter fare più a
meno di lui…oggi mi sono accorto che la mia vita è vuota senza Goku…è stato il
primo, dopo la vostra morte, che mi ha voluto bene sul serio, le cui parole
cariche di sentimenti erano rivolte a me, e non al mio titolo…sapete maestro,
lui dice sempre che io sono il suo sole, ma ora ho compreso che per dare la
luce, c’è bisogno di riceverla, e io la ricevo da lui, da quei suoi occhi puri
e fiduciosi, che altro non reclamano se non un po’ d’amore, lo stesso che io
provo per lui, ma di questo me ne sono accorto solo ora…reclamano quell’amore e
quell’affetto che io gli ho sempre negato, nascondendo la mia paura di amare
dietro la freddezza…ho deluso sia voi che lui…non sono riuscito a proteggervi,
non sono riuscito a proteggere lui, non sono riuscito ad impedirvi di
soffrire…mi dispiace,mi dispiace tanto…”
I pensieri di Sanzo si rincorrevano veloci nella sua
mente, vecchi e nuovi dolori si univano appesantendogli cuore ed anima. Finì l’ennesima
sigaretta, la notte l’aveva passata in bianco, ci avevano messo poco nel
ritornare alla locanda ma lui non riusciva proprio a dormire, e sicuramente
quella sera avrebbe fatto lo stesso; nel prendere il nuovo pacchetto, lo
sguardo gli cadde sul vassoio della cena, vicino a quello del pranzo e della
colazione che non erano stati per nulla toccati. Non ce la faceva, non riusciva
a mangiare senza la voce petulante della sua stupida scimmia, quella voce che
gli chiedeva incessantemente del cibo addirittura mentre stava mangiando,
quella voce che si lamentava per ogni cosa, per il caldo, per i freddo, per il
vento…non c’era nessuno che mettesse il suo nome in ogni frase e che lo
chiamasse in ogni momento, anche per il motivo più stupido.
Gojio e Hakkai entrarono nella stanza del bonzo per
augurargli la buona notte e poi si ritirarono nella loro camera…avevano chiesto
al monaco se voleva che dormissero tutti in una stanza, ma Sanzo aveva detto di
voler restare solo…avevano provato a convincerlo, ma quando il monaco era in
quello stato era perfettamente inutile cercare di intavolare un discorso.
Sanzo, però, come aveva immaginato, neanche quella notte dormì,
rimase sdraiato sul suo letto a fumare, ignorando il fatto che a poca distanza
da lui, un ragazzino imprigionato in una grotta, si continuasse a rigirare
pronunciando il suo nome con la voce impastata dal sonno tipica di chi si sta
per svegliare…