per sempre insieme?!

di Elle xxx
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** questo è solo l'inizio... ***
Capitolo 2: *** progressi ***
Capitolo 3: *** un gran litigio ***
Capitolo 4: *** un regalo gradito ***
Capitolo 5: *** la partenza ***
Capitolo 6: *** la perfezione del momento ***
Capitolo 7: *** troppi pensieri in testa ***
Capitolo 8: *** ultimi giorni a Londra ***
Capitolo 9: *** viaggio di ritorno ***
Capitolo 10: *** sorpresa!! ***
Capitolo 11: *** piccole difficoltà ***
Capitolo 12: *** l'audizione ***
Capitolo 13: *** la lettera ***
Capitolo 14: *** cambiamenti ***
Capitolo 15: *** la prima lezione ***
Capitolo 16: *** trovare lavoro ***
Capitolo 17: *** buone notizie ***
Capitolo 18: *** fuga ***
Capitolo 19: *** addii ***
Capitolo 20: *** confusione ***
Capitolo 21: *** novità ***
Capitolo 22: *** il nuovo arrivato ***
Capitolo 23: *** auguri! ***
Capitolo 24: *** richiesta ***
Capitolo 25: *** l'esibizione ***
Capitolo 26: *** si! ***



Capitolo 1
*** questo è solo l'inizio... ***


-un caffè, grazie-
-arriva subito-
Come ogni mattina ordinai un caffè nel mio bar preferito "La Rosa". Era una bella giornata nonostante fosse l'inizio di Aprile.
Ero seduta al tavolo vicino la grande vetrata che dava sulla strada. Da quella posizione si osservava tutto. Gente che usciva di casa per andare a lavoro, bambini con i loro zaini per andare a scuola, persone in bicicletta e chi, invece, aspettava l'autobus alla fermata.
-ehi! - mi salutò Marco distogliendomi dai miei pensieri.
-ciao- lo salutai con un bacio sulla guancia - come stai?-
-non c'è male, tu piuttosto?- chiese sedendosi al mio tavolo.
-bene, Clotilde mi vuole far fare l'audizione alla Royal...-
-il suo caffè signorina-
-grazie mille-
-la Royal?!?!- chiese stupito Marco.
Risi - hai avuto la stessa mia reazione quando Clot me l'ha detto!- risi ancora.
-Stella ma allora hai davvero tanto talento. Sono davvero sorpreso... e non sei felice?-
-si ma sai anche tu che non mi sento mai all'altezza, mi sembra di essere sempre un gradino sotto gli altri-
-è una vita che ti dico che devi farti valere per quello che sei. Ci sono persone migliori e peggiori di te. Tu sei tu, punto. Devi essere fiera di te stessa e camminare sempre a testa alta-
-se non ci fossi tu- sorrisi.
Marco ed io eravamo amici dalle elementari. C'è sempre stata molta intesa fra noi. Quando lui aveva bisogno io c'ero e viceversa.
Penso si possa reputare il mio migliore amico.
-é tardissimo- dissi guardando l'orologio - Clot mi uccide se arrivo tardi a lezione un'altra volta-
-dai ti accompagno io, sono venuto in macchina-
-Grazie mille!-
Pagai il mio caffè e Marco mi accompagnò nella mia scuola di danza.
-ci sentiamo stasera- sorrise lui.
-a dopo- chiusi la portiera e salii le scale quando il mio cellulare vibrò.
- Clot eccomi sto arrivando- non le diedi il tempo di rispondere che terminai la chiamata.
Mi cambiai velocissimamente ed entrai in sala.
- signorina quante volte ti devo dire che la puntualità è la prima regola fondamentale per una ballerina?-
- lo so Clot, scusami tanto, davvero, non volevo solo che... -
-alla sbarra- sorrise.
Clot era una donna sulla sessantina; per me è come una seconda mamma, mi ha visto crescere. È la mia insegnante di danza da quando avevo cinque anni.
Ti riprende se sbagli, ma sempre con estrema dolcezza.
Le sue lezioni sono faticosissime, ma i risultati ottenuti ripagano tutti i sacrifici fatti.
Dopo tre ore di esercizi estenuanti e sudata fradicia entrai nello spogliatoio per farmi una doccia.
-Stella-
-si?- dissi voltandomi.
-per l'audizione cosa hai deciso?- chiese ansiosa Clot.
-cinque minuti e ne riparliamo-
-ti aspetto di là-
Era una decisione difficile e mia madre qualunque fosse stata la mia scelta, non avrebbe mai approvato.
Lei pensa che la danza sia solo brillantini e trucco a palate mentre in realtà è un'arte stupenda.
I miei genitori erano separati da quando avevo tre anni. Io ho vissuto sempre con mia madre se pur contro la mia volontà. Non c'era un rapporto tra di noi e in ogni occasione c'era un motivo per litigare.
A cinque anni quando mi innamorai della danza vedendo un balletto in tv mia madre non ne volle sapere di iscrivermi in una scuola dove imparare quell'arte. Così in quelle poche occasioni che vedevo mio padre gli raccontavo che io lo volevo a tutti i costi.
Lui è stato sempre attento ai miei desideri e li rispettava; non mi viziava ma sapeva decidere cos'era giusto fare e non.
Fu così che conobbi Clotilde.
-eccomi- mi sedetti sul parquet e ascoltai cosa aveva da dirmi riguardo l'audizione.
-Stella tu lo sai che io ti stimo molto come ballerina. Sei una brava ragazza e si vede la passione che metti quando balli. Ora però tocca a te decidere-
-Clot a me piacerebbe moltissimo ma mia madre non sarà d'accordo.
-questo lo so piccola mia, ma la vita è la tua e non di tua madre. Parlane con tuo padre e vedrai che ti aiuterà.
-lo farò- l'abbracciai forte e mi diressi verso casa.
-ciao- salutai entrando in casa.
Non c'era nessuno, come immaginavo.
Entrai in cucina e lasciai il borsone a terra, sul tavolo c'era un biglietto " non torno per cena sono con Alberto. Un bacio, mamma".
-Alberto di qua, Alberto di là! Quanto lo odio questo Alberto!- dissi salendo le scale.
Non mi andava proprio giù il fatto che mia madre uscisse con un altro uomo. Nella sua vita è stata veramente sfortunata in amore ma mio padre, penso, sia stato la scelta più giusta che possa aver fatto; e come al solito ha rovinato tutto.

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Capitolo 2
*** progressi ***


"oggi pomeriggio hai da fare?" messaggio di Marco; sorrisi.
"assolutamente niente"
"che ne dici di un gelato?"
"perfetto! A che ora?"
"alle 17.00 sono lì da te :)"
Cucinai qualcosa per pranzo e studiai un po'. Ho quasi sempre studiato da privatista perché avevo danza sia mattina che pomeriggio.
Tra un mese avrei avuto un esame per convalidare l'anno ed ero un po' indietro con lo studio.
Il citofono squillò ed io come al solito non ero ancora pronta.
-sali- risposi.
-scusa tanto ma stavo studiando e ho perso la cognizione del tempo-
-tranquilla ti aspetto in cucina- rise.
Infilai un paio di jeans, converse bianche e un maglioncino dello stesso colore.
-dove vai vestita così?- disse Marco guardandomi.
-mi sta male?- arrossii.
-scherzo scema!- e scoppiò a ridere.
-che stupido che sei!- gli diedi una pacca sulla spalla.
-carino questo posto- dissi appena Marco parcheggiò la macchina - non ci sono mai stata-
-questo perché sei sempre a lezione di danza- disse facendomi una linguaccia.
Il gelato era davvero squisito, anche perché c'era lui lì con me.
-ti va di fare n giro in spiaggia?-
-mmm sono quasi le 20.00- dissi guardando l'orologio.
-dai! Quanto sei rigida! Ci vuole anche un po' di divertimento nella vita- sorrise.
-sembri Alice!- sbuffai - dai per questa volta ti accontento-
L'aria fresca della sera si faceva sentire ma non c'era cosa più bella del mare a quell'ora.
"è stupendo!" pensai.
-vediamo chi corre più veloce!!- urlò Marco correndo come un pazzo.
-non mi sfidare!- risi.
Correvo sulla sabbia bagnata dal mare e l'aria mi scompigliava i capelli; mi sentivo libera, libera da tutto. I miei polmoni si riempirono di gioia e in quel momento mi sentivo davvero felice.
-basta! Non ce la faccio più- ansimai appoggiando le mani sulle ginocchia.
-di già?! Ma che ballerina sei!- scoppiò a ridere e si sedette a terra tirandomi per un braccio per farmi cadere.
-sei instancabile!-
Ci sdraiammo a terra a vedere le stelle ancora con il fiatone.
-vedi- iniziò Marco - tu sei luminosa come loro-
Arrossii per il complimento. Mi prese la mano e se la portò al petto - non ci perderemo mai di vista, vero?- chiese.
-non ci pensare nemmeno! Non ci abbandoneremo mai-
-ti voglio bene-
-non sai quanto- aggiunsi.
 
-ti vengo a prendere alle 13.00 e poi andiamo a pranzo insieme, che ne dici?- chiese mio padre dall'altro capo del telefono.
-perfetto! Ti aspetto all'uscita. A dopo-
Clot mi aspettava in sala prove come tutte le mattine.
-ciao!- la salutai.
-stai migliorando la puntualità- sorrise.
Mi sistemai alla sbarra e la lezione iniziò.
-adesso ti insegno il pezzo che porterai all'audizione-
-ma io ancora non ne ho parlato con mio padre-
-impararlo non ti farà male-
-Clot non ci riesco!- sbuffai dopo aver riprovato il pezzo almeno cinque volte. Io volevo ballare una coreografia che mi rispecchiasse.
-posso chiederti di costruire io una coreografia? Voglio esprimere quello che sento io quando ballo-
-io ti correggo se sbagli, che ne dici?-
-mi sembra perfetto-
Inserii nello stereo il mio cd e aspettai che la musica partisse.
In quel momento stavo inventando tutto; mi facevo trasportare dalla musica seguendo le mie emozioni.
-mi piace!- disse entusiasta Clotilde. - bisogna solo lavorarci-
Ero talmente entusiasta che erano le 14.00 e mi ero completamente dimenticata di mio padre.
-o mio Dio, è tradissimo!- dissi guardando l'orologio appeso alla parete.
-ci vediamo domani Clot!- la salutai velocemente e andai a farmi una doccia.
Scesi velocissimamente le scale e per poco non inciampai.
-scusami tantissimo papà! Ma stavo studiando una coreografia-
-quale coreografia?- chiese mentre mise in moto la macchina.
-è appunto di questo che ti volevo parlare-
-spara!-
-Clot mi ha proposto un'audizione alla Royal...-
-a Londra?????- chiese guardandomi in faccia stupito.
-a quanto pare....-
-e tu cosa vuoi fare?-
-bhè, voglio provarci ma...-
-tua madre non è d'accordo...-
-esatto!-
-tu lo sai che per me non è un problema. Se ti piace così tanto la danza perchè dovresti rinunciare? Però anche la mamma deve essere d'accordo-
-altrimenti?!- mi intristii.
-altrimenti vedremo cosa fare-
Mi portò nel ristorante più bello della città, dove, talaltro cucinavano benissimo.
-pensavo, ti andrebbe di andare a Londra quest'estate?-
-davvero?! Con chi?-
-con chi vuoi! a patto che passi l'esame di fine anno!-
-non ti deluderò- sorrisi a trentadue denti.
-ti accompagno a casa scricciolo!- disse mio padre dandomi un bacio sulla fronte.
Le giornate in sua compagnia passavano troppo velocemente; mi sarebbe piaciuto vivere con lui e la mamma ma mi dovevo accontentare di vederlo due volte a settimana.
È un uomo dolcissimo e pieno d'affetto; non ti fa mancare niente e mi tratta sempre come la sua principessa, forse perché sono la loro unica figlia. Alberto, invece, è divorziato e ha due figli piccoli.
 

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Capitolo 3
*** un gran litigio ***


L'esame di fine anno si avvicinava sempre di più ed io avevo sempre troppo poco tempo per studiare.
Quella mattina in sala prove Clot non c'era perché si sentiva poco bene; perciò feci lezione da sola.
Era bellissimo avere una sala tutta per te dove "sfogare" la tua anima. Feci pranzo con un panino, mi portai un po' di libri in borsa per studiare e nel pomeriggio ricominciai a preparare il pezzo da portare all'audizione.
Erano le 18.00 ed ero sfinita, ma soddisfatta dei risultati ottenuti. Avevo montato una coreografia tutta da sola e andavo fiera del mio lavoro.
-si può?- Chiese Marco entrando nella stanza.
-e tu cosa ci fai qui?- domandai stupita smettendo di ballare.
-sono venuto a trovarti, vuoi che me ne vada?-
- no no, ho quasi finito-
-mi siedo qui- disse indicando un angolo della stanza dove c'era una sedia-
Quindici minuti dopo ero nello spogliatoio a farmi una bella doccia.
-allora, come mai sei venuto?-
-volevo passarti a trovare- sorrise - sei davvero brava!-
-ah grazie- arrossii.
-sei imbarazzata?!- scoppiò a ride - non sapevo di fare quest'effetto- mi canzonò.
-smettila! - risi anche io.
-facciamo un giro?- disse mentre uscimmo dalla scuola.
-in realtà dovrei passare dalla sarta per vedere il vestito che mi ha ordinato Clot-
-posso venire?-
-d'accordo-
Il vestito era a dir poco fantastico. Il tutù era piatto, di color azzurro, tempestato di brillantini e un corpetto a mezze maniche con una scollatura dietro la schiena.
-che dire, mi rispecchia a pieno- ringraziai la sarta e uscii dal negozio.
 
-sono tornata!- annunciai chiudendo la porta di casa.
-ciao!- rispose una voce di uomo proveniente dalla cucina.
"oh no" pensai, "Alberto!"
-ehm... la mamma?-
-torna tra un po'-
-e tu che ci fai qui?- chiesi fredda.
-tua madre mi ha invitato a cena-
-fantastico!- risposi sarcasticamente per poi salire in camera mia.
"Alberto a cena, aiuto!" mandai un messaggio a Marco.
Dopo neanche due minuti il cellulare vibrò.
-Ti rendi conto?!- dissi appena risposi alla chiamata.
-Stella sta calma, tua madre dovrà pur rifarsela una vita!-
-ma tu da che parte stai?! L'unico uomo con cui doveva rimanere era mio padre!-
-se si sono lasciati è perché non andavano d'accordo. Per può sembrare il padre perfetto, ma per lei non sarà stato l'uomo perfetto-
-quindi?- chiesi sconsolata.
-dovresti cercare di essere più dolce e non stare sempre sulle tue come al solito-
-come darti torto-
-poi dovresti parlare con tua madre di tutta questa faccenda; sia dell'audizione sia di Alberto-
-non capirebbe-
-Stella è pur sempre tua madre-
-ci proverò. Grazie Marco-
-lo sai che ci sono sempre per te-
-un bacio-
Andai di sotto cercando di trovare una frase per iniziare il discorso.
-allora, che si mangia per cena?- pessima frase, ma qualcosa dovevo pur dire.
-sto cucinando il salmone al vapore, se non sbaglio è il tuo preferito, giusto?- chiese rigandosi verso di me sorridendomi.
-e tu come lo sai?-
-tua madre mi parla molto di te- disse continuando a cucinare.
-ah si? E che dice?-
-che ami la danza più di ogni altra cosa e a causa di questa il vostro rapporto di è incrinato-
-adesso è colpa della danza! Mia madre in diciassette anni non mi ha mai supportato in nessuna decisione io dovessi prendere!!- ero fuori di me.
-mi ha detto anche che parlate poco e che questo le dispiace molto-
Mi versai un bicchiere d'acqua per calmarmi. Dopo cena avrei fatto sicuramente quattro chiacchiere con mia madre per chiederle spiegazioni.
-Eccomi!- disse entrando in cucina - bene! Avete già fatto conoscenza, vedo!- si levò il giubbetto.
Feci un mezzo sorrisetto finto e finii di apparecchiare la tavola.
La cena era squisita; Alberto era davvero bravo ai fornelli e anche come persona non era male, ma dovevo ancora studiarlo per bene.
Dopo il dolce che mia madre aveva comprato per l'occasione Alberto si dileguò dicendo che doveva finire di lavorare.
-mi aiuti a sparecchiare?- mi chiese mia madre.
-d'accordo. Alberto mi ha detto che gli parli spesso di me-
-certo! Sei mia figlia-
-bene. Clot mi ha detto se voglio fare l'audizione alla Royal- dissi d'un fiato.
Per poco mia madre non svenne.- la Royal?- domandò mettendosi seduta.
-tu alla Royal!- scoppiò a ridere -sei davvero così brava?-
-se tu fossi venuta anche una volta a vedermi a lezione, sapresti dirmelo! Se almeno una volta nella tua vita ti degnassi di ascoltarmi e prendere sul serio le cose che dico,forse potremmo anche avere un buon rapporto!-
-Stella ma io ti voglio bene!-
-mi vuoi bene?! Allora perché ti sei lasciata con papà? Perché non mi hai mai pagato le lezioni di danza? Perché non sei mai venuta ai miei saggi? Perché non ci sei mai quando ho bisogno di te?- urlai tra le lacrime.
Mia madre era rimasta pietrificata. Gli avevo finalmente sputato in faccia tutto quello che mi tenevo dentro da anni.

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Capitolo 4
*** un regalo gradito ***


-papà ti prego vienimi a prendere! Io non ci voglio più stare con la mamma!- lo chiamai.
-Stella calmati, spiegami cos'è successo-
Dopo un quarto d'ora arrivò.
-Sofia!- cercai di ascoltare dal piano di sopra la conversazione che si teneva in cucina.
-Giorgio, cosa ci fai tu, qui?-
-Stella mi ha chiamato…-
-sei venuto a farmi la predica-
-Sofia io voglio solo aprirti gli occhi. Nostra figlia è davvero brava e ha grandi progetti per il suo futuro. Non bisogna tapparle le ali. Deve fare esperienze in modo da capire da sola cos'è più giusto per lei, qual è la strada che deve prendere-
-tu hai ragione. Il fatto è che sono gelosa-
-gelosa?!-
-si gelosa! -
-di chi?-
-delle madri perfette!-
-madri perfette?!- dal tono di voce di mio padre, sembrava davvero stupito e anche io.
-io non sono mai stata una buona madre per Stella. Non le ho mai dato le giuste attenzioni, non sono mai stata presente quando aveva bisogno di me. Quando mi arrabbio con lei, in realtà ce l'ho con me stessa per il fatto che faccio schifo!- scoppiò a piangere.
-Sofia tutti sbagliano nella vita. Bisogna solo capire i nostri errori e rimediare-
-io voglio bene a Stella!-
-lo so. Vai a vedere mentre danza, non te ne pentirai. Quella per la Royal è solo un'audizione-
-e se la prendono se ne andrà via di casa?-
-credo di si…-
-io come faccio senza di lei tra i piedi-
-ci penseremo. Falla tentare Sofia, questa è la sua vita; dalle fiducia-
La porta di casa si chiuse e mia madre stava salendo in camera.
Corsi sotto le coperte fingendo di dormire; aprì piano la porta e mi stampò un bacio sulla guancia -buona notte bambina mia- sussurrò.
Il giorno dell'esame di dine anno arrivò troppo presto.
La sveglia suonò alle 7.00, mia madre stranamente mi preparò la colazione. Le cose con lei in questo periodo stavano andando per il verso giusto ed ero molto felice.
Infilai un paio di jeans, converse, una maglietta bianca; presi la borsa con dentro i quaderni e mi avviai verso la scuola.
L'esame sarebbe iniziato alle 8.00 e non vedevo l'ora che fosse finito per andare a lezione da Clot.
Le sei ore previste passarono abbastanza veloci. Consegnai le schede e tornai a casa.
-com'è andata?- chiese mia madre appena aprii la porta di casa.
-abbastanza bene, non era poi così difficile. I risultati saranno disponibili fra due giorni-
-sono contenta- mi stampò un bacio sulla guancia - ti accompagno a lezione-
-davvero?- chiesi incredula-
-sarebbe anche ora- sorrise. - tieni, questo è il pranzo- disse porgendomi un panino.
-mettilo in borsa io vado a prepararmi-
-ah stasera non ci sono a cena, vado a casa di Alberto-
-d'accordo-
-ciao Clot!- entrai nella stanza.
Mia madre si mise seduta su una sedia posta in un angolo.
-come mai tua madre è qui?- mi chiese Clot all'orecchio.
-ha cambiato idea-
-sono davvero felice-
La lezione finì troppo presto ; il pezzo da portare all'audizione stava davvero riuscendo bene.
-sei davvero brava Stella. Devi assolutamente fare quella dannata audizione- disse mia madre abbracciandomi.
-sono contentissima!!!-
Quella sera ero davvero distrutta. Mia abbandonai sul divano quando il mio telefono squillò.
-Com'è andato l'esame??-
-Marco! Pensavo ti fossi dimenticato- risi - abbastanza bene-
-posso passare da te o hai da fare?-
-corri! Non vedo l'ora di vederti!- attaccai.
Anche se ero stanchissima, non potevo rifiutare la presenza di Marco.
-questo è per te!- disse porgendomi una scatolina.
-a cosa devo questo regalo? -chiesi imbarazzata.
-alla nostra amicizia, al tuo esame e all'audizione che devi fare-
L'involucro era davvero carino. Tutto celeste con delle stelline e un fiocco blu enorme.
Aprii delicatamente la scatola e….
-un bracciale! Ma…. Ma è stupendo!- gli saltai letteralmente al collo.
-sono contento che ti piaccia!- sorrise.
-ma non dovevi! Bastava la tua presenza- - lo porterò sicuramente a Londra-
-Londra?-
-ah si! Mio padre mi ha regalato un viaggio a Londra-
-ah….-
-cosa c'è?- gli tirai su il viso con la mano.
-e non me lo hai detto?-
-scusa, ma ho avuto talmente tante cose da fare che mi sono dimenticata-
-con chi andrai?-
-con Emma e Alice-
-le tue amiche-
-Marco non ti arrabbiare, non le vedo da tanto tempo-
-Stella non ho detto niente, tranquilla, ci rivedremo quando torni-
Lo abbracciai forte; si era offeso ma sapevo che gli sarebbe passato subito.
Ci addormentammo sul divano abbracciati l'uno a l'altra.
 

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Capitolo 5
*** la partenza ***


-Stella!- mia madre mi scosse per farmi svegliare.
-ehm ciao- risposi ancora assonnata.
-che ci fai addormentata sul divano?-
-veramente…- mi guardai intorno ma di Marco nessuna traccia.
-non fa niente, vado in cucina-
Guardai il cellulare per vedere che ore fossero… "sono stato bene. Marco".
Sorrisi e andai in camera mia.
-pronto?-
-Stella sono la tua insegnante di italiano-
-mi dica-
-sono usciti i risultati degli esami… hai preso novanta su cento-
-novanta?!?!-
-eh si! Non sei felice?-
-FELICISSIMA!!!!!!!! Grazie mille!-
-è tutto merito tuo!-
-grazie ancora!-
Scesi le  scale di corsa - mamma ho preso novantaagli esami!-
-davvero?! Sono davvero orgogliosa di te- mi abbracciò riempiendomi di baci.
Nel pomeriggio arrivò mio padre che non smise un secondo di parlare del viaggio a Londra.
-alice ed Emma?- chiese.
-arriveranno a momenti-
-quando parli del diavolo….- disse mia madre sentendo suonare il campanello.
-vado io- mi alzai da tavola e andai ad aprire la porta.
-Stella!- urlarono in coro abbracciandomi.
-ragazze..mi state soffocando- sorrisi.
-scusaci! Ma siamo così contente!!- disse Emma.
-di là c'è mio padre che ci spiegherà tutto quello che dovremmo fare appena arrivate-
-ciao ragazze!- salutò mia madre.
-salve signora-
-allora avete capito tutto?- chiese mio padre per l'ennesima volta dopo due ore di spiegazione.
-si papà abbiamo capito tutto!-
-Giorgio, hanno capito-
-ora scappo a lavoro, questi sono i biglietti-
-Stella, ti va di andare a cena fuori stasera?-
-si mi piacerebbe…mamma, posso?-
-certo, vai-
Indossai un paio di jeans, un paio di ballerine e una maglietta bianca forata.
-pizza?- chiese Alice.
-vada per la pizza!-
-ragazze, quanto tempo che non vi vedo. Mi siete mancate davvero tanto!-
-anche tu a noi!-
-allora…con Marco come va?- chiese Emma curiosa.
-con…con Marco?-
-si Marco!-
-siamo solo amici…-
-non ce la racconti giusta!-
-no davvero ragazze, siamo solo amici. Ma voi come lo sapete?-
-le voci girano cara Stella!- disse Alice facendomi l'occhiolino.
Sentii le mie orecchie andare a fuoco completamente - ordiniamo?- cercai di cambiare discorso.
La serata passò molto bene insieme le mie amiche.
"posso passare da te?" era un messaggio di Marco.
-mi scusate un attimo?-
-chi è?? Marco??- chiese Emma.
-si è Marco!- le feci una linguaccia.
-ehi non sono a casa, sono a cena con Emma e Alice- dissi dopo aver composto il numero.
-ah, ti volevo vedere, solo questo-
-bè ci possiamo vedere. Porta due tuoi amici. Ci vediamo davanti la statua della piazza-
-d'accordo a tra poco-
Spiegami brevemente la situazione ad Emma e Alice che acconsentirono.
Pagammo il conto e raggiungemmo i ragazzi in piazza.
-allora, quand'è che parti?-
-tra due settimane!-
-vedo che sei contenta-
-perché, non dovrei esserlo?- chiesi seria.
-non ho detto questo. Quando tornerai?-
-dopo due settimane-
-prima che parti ci rivediamo, si?-
-ma certo!- lo abbracciai forte.- ti voglio un mondo di bene!-
-anche io!- mi diede un bacio sulla guancia.
 
Le due settimane prima della partenza furono molto intense. Ogni giorno ero chiusa in sala prove con Clot a provare la coreografia per l'audizione.
Ero a buon punto, ma dovevo fare di meglio. Volevo superare me stessa.
Il giorno della partenza mi alzai presto, ero un po' agitata. L'aereo era previsto per le 14.00 del pomeriggio ma dovevo ancora finire di fare la valigia.
Feci una lista di cose da portare e spuntai tutte quelle che erano già dentro il bagaglio.
Indossai un paio di leggins, una maglietta a maniche corte un po' lunga e un paio di converse. Misi come al solito il mascara e scesi di sotto.
-Stella, già sveglia e vestita?- chiese mia madre stupita.
-sono ansiosa- sorrisi.
-lì c'è del succo- disse indicandomi la bottiglia sul tavolo - è tutto pronto?-
-si, mi accompagni all'aeroporto?-
-certo! Emma e Alice?-
-arriveranno con i loro genitori-
Dopo aver pranzato e aver chiamato Clot per salutarla, io e mia madre ci avviammo verso l'aeroporto.
Ero felice d fare questo viaggio insieme alle mie due migliori amiche. Un'esperienza da fare, sicuramente.
Alle 12.00 eravamo arrivate. Dopo mezz'ora Alice ed Emma ancora non erano arrivate e io mi stavo seriamente preoccupando.
-non rispondono al cellulare!-
-sta calma! Vedrai che arriveranno- mia mdre cercava di tranquillizzarmi.
-ma è già tardissimo!-
In quel preciso istante il cellulare squillò. Alice.

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Capitolo 6
*** la perfezione del momento ***


-si può sapere dove diavolo sei?- chiesi arrabbiata.
-Stella scusa…mi si è fatto tardi!-
-muoviti!- attaccai la chiamata.
Dopo dieci minuti mi corsero incontro ansimando -scusaci tanto Stella!-
-per questa volta!- sorrisi.
Salutammo i nostri genitori che ci fecero le ultime raccomandazioni e partimmo.
Eravamo così emozionate che non riuscivamo a spiccicare parola.
Il volo fu molto tranquillo e senza preoccupazioni.
-chi ci aspetta all'aeroporto?- chiese Alice.
-una zia di mio padre…-
-la conosci?-
-no-
-e come faremmo a capire chi è?-
-avrà un cartello con i nostri nomi!-
-che figata! Come nei film!- sorrise.
Scoppiammo tutte e tre in una fragorosa risata.
 
Eccola là disse ad Emma e Alice indicando una signora bionda.
-sembra simpatica-
-speriamo-
-ciao ragazze! Io sono Anna-
-ciao!-
-come sei cresciuta Stella! Andiamo ho la macchina qui fuori.
-com'è andato il volo?-
-bene, ma siamo un po' stanche- rispose Emma.
-tranquille, quando saremo a casa avrete tutto il tempo per riposarvi-
La casa era davvero adorabile.  Aveva una recisione attorno e un giardino ben curato.
Le mura erano bianche e il tetto nero. La casa era composta da quattro piani.
Al piano terra c'era la cucina, un bagno e il salotto; al piano superiore c'erano due camere da letto, un bagno, e uno studio; al terzo c'erano due camere e un bagno e l'ultimo piano era una mansarda ben arredata.
Anna ci fece sistemare al terzo piano. Avevamo una camera grande tutta per noi.
-nella stanza affianco c'è mio figlio Alex- disse Anna -ora è a lavoro ma tornerà per l'ora di cena, a proposito siete affamate?-
-da morire!- dicemmo in coro.
-allora corro a cucinare!- sorrise per poi chiudere la porta.
-è una donna adorabile- concluse Alice.
-ancora non ci credo di essere a Londra!-
-domani iniziano i corsi d'inglese- dissi io togliendo l'entusiasmo a tutti.
-saranno due settimane indimenticabili-
La cena era squisita e la compagnia di Alex rese l'atmosfera rilassata. Era un ragazzo divertente e un grande intrattenitore.
-noi andiamo a dormire, grazie della cena- dissi ad Anna.
-di niente ragazze! Domani sveglia alle 8.00-
-d'accordo a domani! Buonanotte-
-ciao ragazze!- ci salutò Alex con la mano.
 
La sveglia suonò insistentemente.
-ragazze è ora di alzarsi- ci scosse Emma.
-un altro minuto!- disse Alice.
-faremo tardi-
Dopo esserci preparate scendemmo in cucina dove ci aspettava una tavola imbandita.
C'erano crostate, muffin, succo di frutta, latte e marmellata.
-questa è la colazione di una principessa!- disse Alice sconcertata.
-buongiorno!- ci salutò Anna.
Sarei stata a mangiare per ore ma le lezioni ci aspettavano. Prendemmo la borsa e uscimmo di casa.
Dopo neanche cinque minuti arrivammo nella scuola. C'erano diversi ragazzi italiani, cinesi, tedeschi.
Andammo in segreteria per sapere in quale classe dovevamo andare.
La signorina molto gentilmente ci accompagnò.
Nella classe c'erano tre ragazzi, noi ci sedemmo vicine e aspettammo l'arrivo dell'insegnante.
-goodmorning students!- iniziò così la nostra lezione.
Era stata divertente e non particolarmente difficile. Mi piaceva la ragazza che ci insegnava; era bionda con gli occhi azzurri.
-mi sono divertita!- dissi alle altre uscendo dalla scuola - oh scusa! Non ti avevo visto!- dissi inciampando sul piede di un ragazzo.
-tranquilla! Comunque piacere io sono Leonardo, ma mi puoi chiamare semplicemente Leo-
-io sono Stella. E loro sono Emma e Alice!-
-da quanto tempo state qui?- chiese.
-siamo arrivate ieri ed oggi è il nostro primo giorno di lezione-
-anche io sono arrivato ieri…in che classe siete?-
-al terzo piano sezione D-
-io sono al terzo sezione E- sorrise.
-allora ci vedremo spesso in questi giorni-
-è stato un piacere stringere amicizia con voi! Ci vediamo domani.. ciao Stella!-
-ehm..ciao!-
Durante il tragitto per tornare a casa le mie due amiche non la smettevano di dire che avevo conquistato Leonardo.
-ragazze basta! È stata solo una conversazione!-
-ma a salutato te non noi-
-non vuol dire niente!- arrossii.
-sarà come dici tu!- e scoppiarono a ridere.
 
Il giorno seguente arrivammo a scuola un po' prima del solito così ci sedemmo su delle sedie poste all'ingresso.
-Stella c'è Leonardo- disse sottovoce Emma.
-sshhh parla piano!-
-ehi Stella!- salutò lui con la mano.
-ciao-
-ti va di andare a fare un giro dopo la lezione?-
Guardai le ragazze che annuirono con la testa - ok!-
-ti aspetto all'uscita-
Quella mattina non riuscii a seguire la lezione d'inglese. Ero agitata e allo stesso tempo felice. Non mi aspetto mai niente dai ragazzi, prendo la vita come viene con i suoi momenti di gioia e tristezza e soprattutto credo nella perfezione del momento; devi fare quello che ti senti di fare in ogni occasione.
-dove ti va di andare?- chiese Leonardo dopo che salutai le mie amiche.
-non saprei….decidi tu!-
-allora al parco-
Durante il tragitto parlammo di un po' di tutto. Della famiglia, la scuola, il futuro. È un ragazzo maturo e molto sveglio.
-ti va un gelato?- mi domandò.
-d'accordo-
-sediamoci la- disse indicando una panchina.
-è bello qui, come conosci questo posto?-
-ci vengo tutte le estati- sorrise - è il mio posto preferito-
-e ogni estate ci porti una ragazza, non è vero?-
Scoppiò a ridere - in realtà è la prima volta che porto una ragazza qui.
-allora sono lusingata- sorrisi.
Mi accarezzò la guancia spostandomi i capelli dietro l'orecchio - non vorrei sembrare troppo diretto ma sei davvero una bellissima ragazza-
-grazie- arrossii.
Si avvicinò al mio viso e mi baciò le labbra con delicatezza; questa è la perfezione del momento. In fondo avevo solo due settimane di tempo e Leonardo era davvero un ragazzo adorabile, perché non approfittare?

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Capitolo 7
*** troppi pensieri in testa ***


-mi piaci davvero tanto Stella, dalla prima volta che ti ho vista-
Era davvero strano ma sentivo di conoscere quel ragazzo anche senza averlo mai visto prima. Colpo di fulmine? Può darsi.
Il mio cellulare vibrò "come te la passi a Londra? J mi manchi, torna presto… Marco"
-cosa c'è?- chiese Leonardo.
-perché?- dissi stupita.
-sembri nervosa-
-no ti sbagli- sorrisi-dovrei tornare a casa, si è fatto tardi-
-ti posso accompagnare?-
Gli presi la mano e ci incamminammo verso casa. Il messaggio di Marco mi aveva un po' sorpreso.
Insomma, era il mio migliore amico, ma nonostante questo mi sentivo un po' colpevole per aver baciato Leonardo.
-allora…ci vediamo domani- disse quando arrivammo alla porta di casa.
-a domani-
Mi chiusi la porta alle spalle e pensierosa mi diressi nella mia camera.
-eccola!- urlarono Emma ed Alice appena mi videro entrare - vogliamo i dettagli!-
-ragazze calma!- sorrisi- ci siamo baciati!-
-al primo appuntamento?- chiese stupita Emma tirandomi un cuscino in pieno viso.
-ehi! Lo so che è strano ma è così carino e mi sembra di conoscerlo da sempre-
-aaaah l'amore!- commentò Alice con occhi sognanti.
Quella sera a cena mangiai poco anche se il pollo con patate e cipolle di Anna era davvero squisito. Avevo un groviglio nello stomaco che non mi permetteva di mandare giù niente di più che qualche boccone.
-cos'hai Stella?- chiese preoccupata Anna vedendo il mio piatto ancora intonso - non hai mangiato quasi niente-
-sono solo stanca. Vado di sopra se non vi dispiace-
-chiedi se hai bisogno di qualcosa-
Mi accertai che la porta del bagno fosse chiusa e composi il numero di Marco.
-il cliente da lei chiamato…-
-accidenti!- riprovai una, due, tre volte, ma niente.
Andai a letto cercando di dormire.
 
Il cellulare squillò facendomi svegliare di colpo.
Guardai la sveglia; erano le tre di notte. Ma chi sarà mai a quest'ora pensai.
Un nome sul display, quello di Marco. Confusa e assonnata risposi.
-ti sembra questa l'ora di chiamarmi?- uscii dalla camera dirigendomi verso il bagno cercando di non  fare rumore per non svegliare nessuno.
-stella! Mi manchi Stella, torna ti prego, ho bisogno di te, non ce la faccio più, sto impazzendo!-
-Marco? Cos'è tutto questo baccano? Sei ubriaco? Ascoltami vai in un posto dove puoi sentirmi meglio-
Il rumore cessò piano piano dall'altra parte del telefono.
.anche tu mi manchi, lo sai quanto ti voglio bene ma tra pochi giorni torno e staremo insieme, d’accordo? Ora vai a riposare che sei ubriaco-
-….-
-Marco?-
-Stella…io….credo di amarti-
Quell'affermazione mi impietrì.
-Marco pe favore fa come ti ho detto ci sentiamo domani-
Terminai la chiamata e spensi il cellulare per evitare di svegliarmi di nuovo di soprassalto anche se dopo quella conversazione chi sarebbe più riuscito a dormire?
Cercai di riprendere sonno ma continuavo a girarmi nel letto fino alla mattina seguente.
Andai di sotto a fare colazione.
-buongiorno signorina- salutò Anna - cosa sono quelle occhiaie?-
-niente, solo che è difficile abituarsi ad una nuova casa-
-noi ci riusciamo benissimo!- disse Emma seguita da Alice.
Durante il tragitto per andare a scuola chiacchierammo e scherzammo così da dimenticare la sera precedente. A loro non volevo raccontare niente, almeno per il momento. Volevo prima chiarirmi le idee e saperne un po' di più su questa storia.
L'aria di Londra è davvero pungente la mattina presto e respirai profondamente prima di svoltare l'angolo e trovarmi davanti la nostra scuola.
-ciao Stella!-mi salutò Leonardo stampandomi un bacio sulle labbra.
-ci vediamo in classe- dissero le mie amiche.
-ho una proposta da farti- disse Leo pieno di entusiasmo.
-sentiamo-
-sabato sera ci sarà una festa a casa di David, un mio compagno di corso, ci verresti con me? Per casa intendo una mega villa-
-non lo so Leo…-
-e dai ti prego!- giunse le mani facendo la faccia da cucciolo.
-d'accordo!- risi.
-grazie!- mi sollevò da terra dandomi un altro bacio e un altro ancora e ancora…
-devo andare in classe- dissi staccandomi controvoglia.
 
-una festa?- chiese Alice.
-vi prego venite anche voi!-
-come possiamo rifiutare?- disse Emma.
-dovrei comprarmi qualcosa perché non ho niente da mettermi- affermai triste.
-propongo di andare a fare shopping immediatamente!- urlò Alice.
Informammo Anna del programma e uscimmo di casa piene di aspettative.
Girammo tutto il pomeriggio per i negozi di Londra e curiosammo anche in giro per la città.
Emma si era portata anche la macchina fotografica per immortalare i bellissimi momenti passati insieme.
-è questo!- dissero in coro le mie amiche.
Mi guardai allo specchio e vidi una ragazza davvero bella. Non mi sentivo mai così. L'abito era nero e mi fasciava tutto il corpo.
Ero proprio soddisfatta. Anche Emma ed Alice trovarono il loro abito. Quel sabato sarebbe stata una serata magnifica.
 
 

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Capitolo 8
*** ultimi giorni a Londra ***


Ero carica di aspettative per quel sabato sera. Avrei lasciato da parte Marco, la danza e tutti gli altri pensieri.
Io e le mie amiche ci stavamo preparando per la serata quando la qualcuno suonò il campanello.
Sentii Anna andare ad aprire - Stella c'è Leonardo!- urlò dal piano di sotto.
-dieci minuti e siamo pronte!-
Infilai i tacchi, mi truccai giusto un po' e lasciai i miei capelli sciolti.
-pronte?- chiesi rivolta ad Emma e Alice.
Scendemmo le scale e Leonardo era li che ci aspettava.
-sei…bellissima-
-…grazie- sorrisi - ho esagerato?-
-assolutamente no- disse prendendomi la mano.
Salite in macchina ci accompagnò alla festa.
La casa del suo amico David era davvero enorme. Era a dir poco una villa fantastica. C'era una fontana in mezzo da due scalinate che portavano all'interno dell'abitazione. La piscina in un lato e un campo da golf nell'altro. Tutto circondato da un enorme giardino ben curato.
Leonardo ci presentò David dopodiché ognuno si disperse. Emma e Alice mi salutarono correndo verso la pista da ballo.
-grazie di essere venuta- mi disse Leonardo.
-ci voleva una festa per dimenticare tutto-
-tutto cosa?- chiese offrendomi da bere.
-no grazie, io non bevo-
-come mai?-
-devo seguire delle regole…-
-regole? Quali regole? Stella mi devi dire qualcosa?-
-non sai molte cose di me…ci conosciamo appena-
-per questo voglio conoscerti meglio-
-ne sei sicuro?-
-altrimenti perché ti avrei invitato ad una festa?- ci incamminammo dalla parte opposta della festa.
-allora…i miei genitori sono separati, poco tempo fa odiavo mia madre, studio danza da tanto tempo e quando tornerò a casa devo fare un'audizione alla Royal…-
-la Royal? Dici sul serio?-
Scoppiai a ridere -si!-
-non ci credo! Io sto parlando con una futura stella della danza!-
-smettila!- gli diedi una gomitata.
-lo sai che scherzo!-
-certo!-
-quindi sei davvero così brava?-
-a quanto pare…-
-un giorno ballerai qualcosa per me?-
-lo farei anche subito ma non ho portato le scarpette qui a Londra con me-
-capisco…-
-ora tocca a te raccontare qualcosa-
-vediamo…i miei genitori sono separati da due anni, vivo con mio padre anche se mia madre mi manca molto e nel tempo libero faccio nuoto-
-ah mi dispiace-
-questa è la vita, che vuoi farci!-
-torniamo di là? Voglio godermi la festa e non pensare almeno per una sera-
Quella sera mi divertii davvero tanto e Leonardo era un gran intrattenitore. mi salutò con un dolcissimo bacio sulle labbra davanti la porta del mio appartamento.
-ci sentiamo domani-
-a domani-
 
Quella mattina faceva caldo nonostante fossimo a Londra. Indossai dei pantaloncini di jeans una maglia bianca e un paio di converse dello stesso colore.
Prima di uscire chiamai Marco.
-Stella!-
-ehi come stai?-
-bene, tu?-
-anche io…domani torno non sei contento?-
-certo che lo sono! Riguardo quella sera…-
-tranquillo! Non è successo niente, ne parliamo quando torno-
Era l'ultimo giorno di vacanza a Londra, perciò io Alice ed Emma volevamo godercelo al massimo.
La fine di quella vacanza avrebbe determinato anche la fine della mia storia con Leonardo, il che mi dispiaceva molto.
-Stella! Che fai oggi?- chiese Leonardo dall'altro capo del telefono.
-esco con Emma e Alice-
-volevo chiederti se ti andava di stare un po' insieme…è l'ultimo giorno che ci possiamo vedere-
-lo so ma stamattina ho promesso di stare con loro, magari nel pomeriggio..che ne dici?-
-nel pomeriggio non posso….stasera dopo cena?-
-perfetto-
-ti passo a prendere alle 20.00-
La mattina trascorse tra prendere il sole al parco e acquistare gli ultimi regali da portare in Italia.
Comprai anche un body per le mie lezioni di danza; nero con alcuni decori rosa.
Alice ed Emma svaligiarono la maggior parte dei negozi in cui entrammo mentre io comprai soltanto qualche capo.
Il tempo era davvero trascorso troppo velocemente. Mi piaceva l'aria inglese, così come le persone che abitano quella città.
Però a casa mi aspettavano i miei genitori. Marco e le interminabili prove per l'audizione.
-Stella muoviti! Cosa ci fai li impalata!- urlò Emma.
Non mi ero resa conto di essere arrivata alla fermata dell'autobus.
Nel pomeriggio chiamò mia madre per sapere a che ora avremmo preso l'aereo per poterci venire a prendere all'aeroporto.
Dopo cena  mi preparai per uscire con Leo.
Indossai un vestitino blu e le mie converse bianche.
-divertiti Stella! - disse Alice.
-grazie ragazze, mi dispiace di non poter stare con voi..-
-tranquilla ti capiamo…- sorrise Emma.
Leonardo suonò alla porta. Salutai Anna e uscii di casa.
Mi salutò con un bacio sulle labbra.
-allora cosa ti va di fare?-
-niente in particolare…voglio solo godermi le ultime ore insieme a te…-
-non dire così! Ci possiamo vedere anche tornati in Italia-
-e come?-
-esistono i treni- sorrise.
-non credo nelle relazioni a distanza, fanno star male e basta-
-hai ragione…ma non voglio che finisca così-
-cosa credi che io lo voglia? Ma non ci possiamo fare niente. L'importante è essersi goduti il tempo che ci è stato concesso-
Mi accarezzò il viso spostandomi i capelli dietro l'orecchio - sei una ragazza davvero speciale Stella- mi sussurrò a pochi centimetri dalle labbra. Adoravo quando lo faceva.
-vuoi entrare?- mi chiese.
-siamo già arrivati?-
Mi portò dentro la casa che lo ospitava e mi fece entrare in cucina.
-ma non c'è nessuno?-
-no sono dalla madre della signora che mi ospita perché non sta molto bene- vuoi qualcosa da bere?-
-no grazie-
Ci sedemmo sul divano a guardare un po' di tv. Mi appoggiai con la testa sopra il suo petto.
Aveva un buonissimo profumo, chiusi gli occhi cercando di farlo rimanere impresso nella mia mente.
Mi sollevò la testa verso di lui e mi diede un dolcissimo bacio sulle labbra, mi baciò prima lentamente poi sempre con più foga fino a quando non mi trovai sotto di lui. Si tolse la maglia continuando a baciarmi e sollevò il mio vestito…
-fermo!-
-cosa c'è?- chiese preoccupato-
-non posso…- dissi ricomponendomi.
-perché?-
-perché…no punto-
-Stella cosa c'è?- mi prese il viso fra e mani.
-non voglio che la mia prima volta sia con un ragazzo che non rivedrò mai più-
-capisco….. ma non hai detto tu di goderci il tempo che ci rimane?-
-si ma non così…mi dispiace, ti ho deluso…- quasi che mi veniva da piangere.
-ehi guardami…tu non mi hai deluso affatto. Sei una ragazza seria e non c'è niente di male in questo…possiamo passare il tempo facendo questo..- mi diede un bacio - e questo- un altro ancora.
Sorrisi. - sei ancora più bella quando sorridi-
Ora ero io a baciarlo; credevo che il cuore mi scoppiasse dalla gioia per l'emozione che provavo che baciare quelle labbra così morbide e lisce.
 
La sveglia del cellulare mi fece sobbalzare. Le 8.30.
-l'aereo!- urlai.
 
 
 

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Capitolo 9
*** viaggio di ritorno ***


 
Guardai il display del cellulare, quindici chiamate perse da Emma e Alice.
-Leo alzati!- urlai in preda al panico - perdo l'aereo se non mi sbrigo!-
Mi sistemai velocemente e corsi in strada per tornare nella mia casa.
-aspetta Stella!- urlò Leonardo correndo dietro di me.
Suonai ripetutamente il campanello della casa di Anna.
-ma dove eri finita?- chiese preoccupata.
-ero a casa sua- indicai Leonardo mentre salivo frettolosamente le scale. Presi la valigia e tutte le mie cose, salutai Anna - salutami tutti!-
-Stella ti accompagno io all'aeroporto!- si tolse il grembiule e si precipitò verso la macchina seguita da me e Leo.
-non ce la farò mai ad arrivare in tempo!-
-calmati Stella!- disse Leonardo stringendomi la mano.
Chiamai Alice dicendole che stavo arrivando il più in fretta possibile.
Scesi di scatto dalla macchina e mi precipitai dentro l'aeroporto. Arrivata al gate vidi Alice ed Emma sulle sedie d'aspetto.
-non hanno ancora aperto?- chiesi.
-in realtà sono già partiti- sbuffò Emma.
-perché non siete salite?-
-perché Alice voleva aspettarti-
-ragazze scusatemi davvero tanto. Non l'ho fatto apposta-
-dove eri finita?-
-a casa sua…-
-ah capisco…- concluse Emma.
-non è come credi-
-fatto sta che abbiamo perso l'aereo-
-Stella io ho prenotato il prossimo volo , vado a prendere la valigia a casa e torno subito-
-d'accordo-
Mi stampò un bacio sulle labbra e lo vidi svoltare l'angolo.
-allora???- chiese Alice curiosa - com'è andata??-
-Al non abbiamo fatto niente, o meglio, lui voleva ma io no-
-e perché?-
-perché non lo rivedrò più!- una lacrima uscì dal mio viso - mi piace davvero tanto-
-lui può venire a trovarti e tu poi fare lo stesso-
-non lo so…. È troppo complicato-
-la scelta deve essere la tua..ma ricorda che chi vuole può-
-grazie- l'abbracciai.
 
Leonardo tornò dopo 15 minuti con la sua valigia.
-cos'hai?- mi chiese sedendosi vicino a me.
-niente….abbracciami e basta-
-appena arrivo ti chiamo-
-shhhh non dire niente altrimenti scoppio a piangere-
-ti amo-
-lo fai apposta?- dissi tra le lacrime.
-dovevo dirtelo-
Mi allontanai da lui. Non lo avrei più visto perché doveva rovinare tutto?
-Stella- mi chiamò ma io non mi voltai.
Venne verso di me e mi cinse i fianchi baciandomi il collo.
-anche io ti amo però non possiamo continuare così, mi fa star male e basta, come fai a non capirlo?-
-lo capisco benissimo ma non voglio perderti. Ti verrò a trovare durante le vacanze di Natale e tu verrai da me  a Pasqua o viceversa-
Lo abbracciai fortissimo - sei davvero un ragazzo dolcissimo…-
-ci proviamo?-
-proviamoci- sorrisi.
-così mi piaci- disse stampandomi un bacio sulle labbra.
Dopo un'ora eravamo nell'aereo. Ero carica di aspettative per la mia vita e tutte sarebbe andato per il meglio o almeno era quello che speravo.
 
Il volo durò un'oretta e mezza. All'aeroporto mi aspettava Marco e la mia famiglia.
Leonardo doveva prendere un altro volo perciò lo salutai con un bacio e mi diressi verso l'uscita insieme ad Alice e Emma.
Appena mi videro i miei genitori mi saltarono letteralmente addosso.
Alberto mi abbracciò forte come fossi la sua bambina e Marco fece lo stesso.
Ero davvero stanca ma Alberto avevo preparato un buonissimo pranzo a cui furono invitate anche Alice, Emma e i rispettivi genitori e Marco.
Raccontammo tutto quello che ci era successo, quello che avevamo fatto, mangiato, visto ma non parlai di Leonardo.
Tornata a casa mi sdrai sul letto e in meno di un secondo crollai.
Un messaggio di Leonardo: sono arrivato sano e salvo : ) ti amo <3.
Tornai a dormire.
 

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Capitolo 10
*** sorpresa!! ***


Un mese era passato dal mio ritorno da Londra. Leo ed io ci sentivamo tutti i giorni per telefono o via internet. Mi mancava da impazzire. Marco non mi ha detto più niente riguardo il nostro rapporto, forse è meglio così, non voglio rovinare la nostra amicizia.
Le lezioni con Clot sono iniziate da un paio di settimane e sono estenuanti. Tra un'ora devo andare da lei pe provare l'assolo.
-Leo! -
-piccola, sei a casa?-
-mm..si ma tra un'ora ho le prove di danza, perché?-
-puro interesse- scoppiò a ridere.
-sei strano…mi manchi tanto-
-presto ci vedremo-
-a Natale se tutto va bene e manca ancora un bel po'-
-vai a lezione va! E non ci pensare…ti amo-
-anche io-
 
Mi diressi verso lo spogliatoio e indossai il nuovo body comprato a Londra.
-dove eravamo rimaste ieri?-
-dopo il grand jete…-
-ah esatto! Brava non mi ricordavo-
 Dopo due ore la coreografia era montata. Ora bisognava solo provare e riprovare fino a quando non sarebbe stata perfetta.
-la provi un ultima volta?-
-posso fare una pausa, per favore?-
-d'accordo ci vediamo tra dieci minuti-
-grazie- mi diressi verso lo spogliatoio e mi asciugai la fronte con un asciugamano.
Cercai il cellulare nella borsa perché stava squillando. Ho sempre detto di comprare una borsa più piccola perché non trovo mai niente, ma quelle grandi sono irresistibili.
-e questo?- pensai ad alta voce estraendo fuori un pacchetto.
Ormai il cellulare aveva smesso di squillare e mi concentrai ad aprire il regalo.
Una collanina con la lettera elle. Il mio pensiero andò subito a Leonardo ma era troppo lontano, come faceva ad essere li?
Il cellulare squillò di nuovo, stavolta risposi in tempo…numero privato.
-sono dietro di te-
-Leo?!- mi voltai di scatto e lui era li, davanti a me.
Gli saltai al collo riempendolo di baci.
Scoppiò a ridere.
-non sai quanto mi sei mancato-
-anche tu- disse stringendomi forte tra le sue braccia - ti piace il regalo?-
-è bellissimo!-
-posso mettertelo al collo?-
-non posso…mi darebbe fastidio quando ballo..stasera!-
-stasera?!-
-si! Ti porto a cena. A proposito dove dormi?-
-ho affitato una camera per una settimana-
-una settimana?! Penso che mi potrebbe scoppiare il cuore dalla gioia-
-Stella muoviti!- urlò Clot dalla sala prove.
-arrivo!- presi LEonardo per mano e entrammo nella sala.
-e lui?- chiese Clot stupita.
-lui è Leonardo, il mio ragazzo-
-prego siediti li- disse Clot indicando la sedia all'angolo della sala.
Avrei ballato l'assolo solo per lui e ci avrei messo l'anima.
Mi rinfilai le punte e mi posizionai al centro della stanza. La musica partì e iniziai a ballare come non avevo mai fatto prima. Non sentivo dolore e tutti i passi sembravano venissero da soli. Sapere che Leo era lì a guardarmi mi dava una forza incredibile.
 -brava Stella! Stavolta era perfetta- sorrise CLot.
Guardai Leonardo, era esterrefatto.
- ti è piaciuto?- gli chiesi.
-wow! Sei fantastica!- mi diede un bacio.
-per oggi abbiamo finito, vatti a divertire con Leonardo!- Clot mi fece l'occhiolino.
Per la strada di casa ci raccontammo tutto quello che era successo in quei giorni e ci organizzammo per la cena.
-ci vediamo la per le otto, allora?-
-perfetto!- mi baciò ed entrai in casa.
-mamma stasera non sono a cena!-
-come mai?- chiese mia madre.
-esco con un ragazzo che ho conosciuto a Londra-
-Stella….-
-si, ok, stiamo insieme, contenta?-
-che bello! Sono davvero felice-
-vado a farmi una doccia-
Non avevo niente da mettermi! Dopo vari cambi, indossai un vestito blu e un paio di ballerine beige. Lasciai i capelli sciolti e vi truccai giusto un po'.
Alle otto ero davanti il ristorante e Leo mi stava aspettando di fuori.
-entriamo?- chiesi.
-prima la collana- sorrise.
Alzai i miei capelli per permettergli di infilarmela al collo.
-è stupenda…grazie davvero-
-lo faccio perché ti amo. Non vorrei perderti per nessun motivo al mondo-
-neanche io-
Ci sedemmo in un tavolo un po' appartato. La cena era davvero squisita. Pagammo il conto e uscimmo per strada.
-sei stanca?-
-un po'- mentii. In realtà stavo crollando dal sonno. Un interno pomeriggio passato nella scuola di danza non era proprio una passeggiata.
-vuoi che ti accompagni a casa?-
-mm no….voglio vedere dove abiti-
-d'accordo-
-la camera era davvero carina. Era tutto in perfetto ordine-
-non sono così ordinato! Sono le cameriere che mettono tutto a posto-
-immaginavo- scoppiai a ridere.
-cosa c'è da ridere-
-mi fai ridere!- non riuscivo a smettere.
Mi distesi sul suo letto. -vieni qui-
Lui si avvicinò a me e mi baciò.
-ti ricordi la sera prima della nostra partenza da Londra- dissi mentre mi accarezzava i capelli - avevo paura-
-di cosa?-
-di non vederti più. E invece ora sei qui a coccolarmi- mi girai verso di lui - ora non ho più paura-
Aveva capito benissimo cosa volevo dire - sei sicura?-
-ma stata più sicura come in questo momento. Ti amo troppo-
Lo baciai dolcemente mentre gli toglievo la maglia e lui fece lo stesso con il mio vestito.
Il mio cuore batteva sempre più forte e riuscivo a sentire anche quello di Leo. Non esisteva nessun altro solo noi due e la voglia di stare insieme.
 

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Capitolo 11
*** piccole difficoltà ***


 
-o mio DIo! È tardissimo devo tornare a casa- dissi prendendo i vestiti da terra e infilandomi velocemente.
-devo tornare prima che i miei si svegliano altrimenti inizieranno a fare domane!!- diedi un bacio a Leonardo e uscii di corsa giù per le scale. Il freddo mi avvolse appena uscita dall'appartamento; camminai velocemente fino a quando non entrai in casa e mi raggomitolai dentro il letto facendo finta di dormire.
-Stella buongiorno!- mi svegliò mia madre entrando in camera.
"appena in tempo" pensai.
-buongiorno mamma-
-vieni a fare colazione?-
-scendo subito- infilai il pigiama e scesi di sotto.
-com'è andata la cena?-
-bene direi. Ci siamo divertiti tanto-
-sono davvero felice- disse versandosi del caffè nella tazza -ah quasi dimenticavo! Ha chiamato Clot ieri sera, ha detto che ti aspetta alle 16.00 in sala prove-
-anche oggi? Mi aveva detto che ero libera- brontolando tornai in camera a farmi una bella doccia calda.
Pensai a Leo, a quello che sarebbe stato di noi, a quello che avevo fatto la sera precendente. Mi sembrava tutto così assurdo ma assolutamente fantastico. Non credevo che stesse capitando proprio a me.
-Leo!- dissi uscendo dalla doccia perché il telefono stava squillando.
-buongiorno! Pensavo…-
-niente da fare, oggi ho le prove con Clot-
-peccato…-
-domani-
- o stasera- ribadì lui.
-vedo quello che posso fare-
Non feci in tempo ad appoggiare il cellulare sul letto che arriva una chiamata da Marco.
-ehi!-
-Stella! Come stai?-
-bene grazie, tu?-
-bene bene… non mi hai più chiamato!-
-lo so, scusa. Solo che ho da fare con le prove per l'audizione e…-
-…capisco…-
-…-
-magari una di queste sera ci possiamo vedere- chiese.
-mi sembra un'ottima idea…pizza a casa mia?-
-perfetto!-
-domani?-
-non cedo l'ora!-
-ti voglio bene Marco!-
-anche io, troppo-
 
 
-il tempo Stella, il tempo!-
-così va bene! Concentrati!-
Era davvero difficile provare e riprovare a stessa coreografia per un centinaio di volte. I piedi iniziano a fare male, la concentrazione piano piano ti abbandona e i crampi iniziano a impossessarsi del tuo corpo.
-Clot basta ti prego!- mi fermai a metà coreografia.
-credi che alla Royal ti potrai permettere di fermarti ogni volta che vorrai? Ci sono delle regole e vanno rispettate-
-non credo sia un addestramento militare Clot-
-vedrai. Devi essere la migliore altrimenti verrai accantonata…-
-non eri tu che dicevi che bisognava ballare con il cuore?-
-si ma a volte non basta. Il cuore prima di tutto ma poi tutto il resto. Non puoi permetterti nessuno sbaglio altrimenti sei fuori-
-Clot-
-no Stella è la verità! Ci tengo troppo a te e voglio che realizzi il tuo sogno, ma devi darmi ascolto-
-ti sto ascoltando. Credo che allenarsi ogni giorno sia facile? Credi che ballare ore e ore sulle punte sia un divertimento? Sono una persona umana! I miei muscoli chiedono pietà e i piedi sanguinano ogni volta che tolgo le punte e devo medicarli ogni sera!-
-il peggio deve ancora venire….-
-Clot basta! Cos'hai? Vuoi togliermi la voglia di ballare? Non ci riuscirai mai; nessuno mi potrà impedire di inseguire il mio sogno! Ed ora vado a casa!-
Mi chiusi la porta alle spalle. Ero davvero stufa. Non si era mai comportata così, non so cosa avesse nella testa.
-Leo cosa c'è? Non è il momento-
-cos'è successo?- chiese preoccupato.
-niente!-
-dove sei?-
-a scuola di danza-
-arrivo!-
-no..-
Dopo un quarto d'ora aprì la porta. Gli raccontai quello che era successo e gli dissi che ero sotto pressione.
-sono qui per questo- sorrise.
-tra due giorni partirai…-
-non ci pensiamo; adesso sono qui..solo questo conta- sorrise di nuovo -
-mi vesto e vieni a cena da me-
-…d'accordo-
La serata trascorse in compagnia dei genitori di Stella. Erano molto simpatici e divertenti e non gli fecero l'interrogatorio come pensava fosse accaduto.
 
 

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Capitolo 12
*** l'audizione ***


-mi mancherai davvero tanto- dissi mentre una lacrima scendeva sul mio viso.
-guardami…- disse Leonardo - insieme per sempre, d'accordo?-
Sorrisi.
-cosi va meglio. Ti chiamo appena arrivo e ogni volta che ti mancherò scrivimi-
-ti amo-
-anche io, troppo-
Ci abbracciammo per un tempo infinito. Leo salì sul taxi e lo vidi svoltare l'angolo.
Tornai in casa con un peso sullo stomaco. Non l'avrei più abbracciato fino a Natale.
Nel pomeriggio avevo lezione con Clot e non sapevo se sarei riuscita a concentrarmi.
Preparai la borsa di danza.. - Marco?-
-ciao Stella! Per stasera…a che ora vengo?-
-ah già…-
-ti senti bene?-
-non proprio…-
-ho capito. Chiamami quando hai tempo-
-no asp….- non feci in tempo a rispondere che Marco mi chiuse il telefono in faccia.
-accidenti!-
La lezione con Clot fu un completo disastro. Non rispettavo i tempi, sbagliavo i passi…
-vai a casa- mi disse lei.
-scusa Clot, solo che…-
-vai a casa. Non puoi lavorare così. Domani alle 9.00 ti voglio in sala prove- mi guardò dritta negli occhi. - concentrata e perfettamente in forma. Ora vai-
Uscii dalla porta, mi cambiai velocemente e corsi a casa di Marco.
Suonai il campanello- buon pomeriggio, Marco è in casa?-
-si è nella sua stanza-
Bussai, aspettando impaziente l'aprirsi della porta. Quando lo vidi gli saltai al collo e scoppiai a piangere.
-ehi, cos'hai Stella?-
-scusami davvero tanto. Non volevo risponderti in quel modo, sono una sciocca-
-Stella siediti per favore-
-Leo se n'è andato e alle prove sono un completo disastro. Non ce la faccio più-
Marco mi consolò. Era l'unico in grado di darmi sostegno e coraggio quando non ne avevo. Un amico perfetto.
 
Tempo dopo…
Oggi è il grande giorno. Ieri pomeriggio sono atterrata a Londra e stamattina si terranno le audizioni per la Royal. Clot mi ha accompagnato ed è ansiosa quanto me. Leo mi ha chiamato rassicurandomi che tutto sarà andato perfettamente.
Mi preparai con la musica in sottofondo per distrarmi. Il trucco prima di ogni esibizione è un momento sacro perché sgombra tutti i pensieri dalla testa.
-pronta- presi le ultime cose e uscii nella hall dove mi aspettava Clot.
Per arrivare alla Royal dovevamo camminare un po', intanto mi riscaldavo i muscoli delle gambe.
Dovevo registrarmi prima di poter andare a scaldarmi. La signora della segreteria volle sapere dettagliatamente tutti i miei dati.
-Clot andiamo- l'ansia cominciava a pervadermi il corpi.
-Stella stai calma….devi trasformare l'ansia in concentrazione-
-ci sto provando ma è come se i miei muscoli non andassero d'accordo con il cervello- dissi eseguendo una piroette.
-respira profondamente e stai tranquilla-
Una signora entrò nella sala annunciandoci che il mio esame si sarebbe tenuto tra dieci minuti.
-scaldati ancora un po'. La coreografia te la ricordi e la esegui molto bene; non hai di che preoccuparti- mi rassicurò Clot.
Era il mio turno. Prima di entrare Clot mi mise una mano sulla spalla - balla con il cuore- sorrise.
-ti voglio bene- l'abbracciai ed entrai sicura di me.
La stanza era enorme, avrei potuto eseguire meglio i salti. Davanti a me c'erano otto insegnati tipicamente inglesi.
Consegnai il cd con la musica ad un ragazzo che prontamente la inserì nello stereo.
Prima di iniziare feci un respiro profondo. Le gambe andavano da sole come se non dovessi fare lo sforzo di ricordami i passi. Sorrisi per tutto il pezzo perché dovevo trasmettere emozione. Il piede scivolò a causa della poca pece sul pavimento. Mi ripresi subito e non persi il sorriso, anzi ci misi tutta me stessa.
Salutai la commissione ed esci felice dalla classe.
-allora?- chiese curiosa Clot.
-mi è scivolato un piede ma mi sono ripresa subito. Credo sia andata molto bene; o almeno io ce l'ho messa tutta-
-mi abbracciò-
Nel pomeriggio avrei ripreso l'aereo per l'Italia.
-leo! È andata benissimo. Sono troppo felice!-
-ne ero certo Stella! Sei la più forte-
-vado che devo preparare la valigia-
-mi manchi tanto, ti amo-
-anche tu, ti amo-
L'aereo si alzò in volo. Anche questa piccola, ma importante tappa della mia vita era conclusa. Non vedvo l'ora di tornare a casa per raccontare tutto ai miei genitori.
 

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Capitolo 13
*** la lettera ***


 
Euforica. Nei giorni successivi l'audizione ero completamente fuori di me. Speravo che capissero la mia determinazione nel voler sempre dare il meglio di me.
Clot mi chiamò nel pomeriggio per informarmi che i risultati sarebbero arrivati di li a pochi giorni.
-stella! Stasera ti porto a cena- disse Marco dall'altro capo del telefono.
-mm…ok!-
-sono da te alle 20.00!-
-a dopo-
Dovevo preparami e anche in fretta. Mi infilai sotto la doccia e un getto di acqua gelida mi colpì la schiena facendomi rabbrividire.
Indossai un vestitino nero e un paio di tacchi non troppo alti per non dare nell'occhio.
Feci in tempo a scendere le scale e Marco suonò alla porta.
-dove vai stasera signorina?- chiese mia madre sbucando dalla cucina con un cucchiaio in mano.
-a cena con Marco- sorrisi.
-e Leonardo?-
-è solo una cena mamma-
-mmm…ti conosco troppo bene-
-mamma!- la ammonii diventando rossa.
-sei….bellissima-
-grazie…anche tu non sei male!- dissi scherzando. Era davvero elegante con quella camicia e il papillon.
-pronta?- disse porgendomi il braccio.
-andiamo-
Mi portò nel ristorante più bello della città. Aveva prenotato un posto un po' appartato così avremmo potuto discutere meglio.
Il cameriere ci servì da bere e noi ordinammo la cena.
-allora..- iniziò Marco - te ne andrai a Londra presumo…-
-non è ancora detto. I risultati arriveranno tra pochi giorni; ma io spero di si-
-dopo non ci vedremo più…- disse con un filo di tristezza nella voce.
-ma che dici scemo! Verrò durante le vacanze e tu mi verrai a trovare qualche volta,no?-
-si…credo….Leonardo?-
-sarebbe disposto a venire a Londra con me-
-capisco…-
-non ti va proprio giù il fatto che io stia con lui è!?-
-sinceramente? Per niente!- sbuffò.
-ma perché, scusa?-
-Stella tu sei sempre stata la mai migliore amica ma…- prese coraggio - non riesco più a vederti solo come un'amica, capisci?!-
Mi sentii il viso il fiamme - anche io ho avuto questa sensazione alle volte ma non so se sia giusto-
-giusto? Ma se ci amiamo è giusto che sia così-
-ho paura di rovinare tutto…-
-anche io ma ci possiamo provare…-
Il cameriere arrivò con la cena - possiamo parlarne più tardi? Siamo venuti a cena o sbaglio? Godiamoci questo momento insieme- sorrisi.
-d'accordo-
A fine serata mi riaccompagnò a casa e non parlammo più del nostro rapporto, almeno per qualche giorno ero salva.
"mi manchi, che fai?" un messaggio di Leo.
" sono in camera e ti penso" mentii. Non volevo scoprisse che sentivo qualcosa per Marco.
 
-Stella! Domani sera ci sarà una festa al Vip!- urlo Al venendomi incontro.
-non ho voglia-
-e dai!! Non esci mai!-
-sono solo stanca…-
-non ci credo neanche un po'! dai ci saranno anche Luca e Giulio-
-ecco un altro motivo per non venirci. Cosa vengo a fare da sola?-
-ma ci sarà anche Marco con noi. La serata è stata organizzata da un suo amico-
-non lo so Al ci devo pensare-
-ok stasera ti chiamo per ascoltare un tuo SI!-
Avevo appena finito le prove con Clot ed ero esausta.
Tornai a casa e mi buttai sul letto.
-Stella vieni subito di sotto!- urlò mia madre dalla cucina.
-mamma cos'è successo!-
-sono arrivati i risultati!-
Per poco non svenni. Mi sedetti e presi la busta tra le mani.
-apri dai!- incitò mia madre.
-se non la finisci vado di sopra-
-ok scusami!- sorrise e si mise a sedere.
Sfilai piano il foglio dalla busta e lessi con molta attenzione.
Guardai mia madre negli occhi.
-AMMESSA!-
-o mio Dio! O mio DIo! Non ci posso credere- disse abbracciandomi forte.
Alberto tornò in quel momento a casa - Stella è stata ammessa!-
Rimase sbalordito e dopo aver recepito il messaggio corse ad abbracciarmi.
-vado a chiamare papà!-
-che cosa??? Non ci credo!! Sono fiero di te! Brava la mia bambina!- urlò dall'altro capo del telefono.
-vieni stasera a cena per festeggiare?-
-amore vorrei tanto ma sono fuori città per un progetto e non credo riuscirò a liberarmi-
-ok.. d'accordo-
-ehi non essere triste! Ci vediamo presto scricciolo!-
-ti voglio bene!-
Marco dopo la notizia venne a cena da noi insieme ad Alice ed Emma.
Leo mi chiamò via internet e parlammo per due ore.
Il mio umore era alle stelle e non vedevo l'ora di andare a lezione da Clot il giorno seguente.
 

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Capitolo 14
*** cambiamenti ***


Quella sera sarebbe stata l'ultima nella mia citàà.il giorno seguente avrei preso l'aereo che mi avrebbe portata a Londra.
Non sapevo bene come mi sentivo; provavo delle emozioni contrastanti.
Qualcuno suonò alla porta e mi distolse dai miei pensieri.
-ti va di uscire?- mi chiese Marco.
-ma cosa ci fai qui? È tardi!-
-allora?- chiese come se io non avessi parlato.
-d'accordo ma per poco tempo perché domani…-
-devi prendere l'aereo, lo so Stella, lo so-
Presi il giubbetto e ci incamminammo senza una meta.
-come ti senti?-
-strana! Non so cosa pensare e ho troppa paura di quello che mi succederà-
-mi mancherai sai?- disse cingendomi la vita con un braccio.
-anche tu, tanto-
-Leonardo?-
-viene con me!- sorrisi - non pensavo potesse durare una storia a distanza e invece sta funzionando!-
-sono davvero felice per te Stella ma…- ci sedemmo su una panchina vicino il nostro bar preferito - tu cosa provi per me?-
Rimasi di sasso.
-non negare. C'è sempre stato qualcosa tra di noi-
-…non so cosa dirti! A volte provo qualcosa per te ma poi vedo Leonardo e esistiamo solo noi due-
Improvvisamente mi baciò e io non opposi resistenza perché volevo vedere cosa provavo veramente.
Si staccò dopo pochi secondi - che hai? - chiesi.
-non ho sentito niente! Pensavo che mi sarebbe piaciuto ma in realtà.. NO!-
-idem!-
-che sollievo Stella! Tutto questo tempo passato a dannarmi perché tu stavi con Leonardo! In realtà non provo niente per te!-
-sono davvero contenta di non perdere un amico fantastico come te!- lo abbracciai forte.
 
 
-ci vediamo presto!-
Salutai tutti e mi diressi verso il gate. Leonardo non era ancora arrivato; iniziai ad avere un po' d'ansia. Lo chiamai ma non mi rispose.
Salii sull'aereo e mi sedetti al posto che mi avevano assegnato.
Presi le cuffiette dalla borsa.. - ehi!-
-mi hai fatto prendere un colpo!- scoppiai a ridere.
-ciao bellissima!- mi diede un bacio a stampo. Amavo le sue labbra morbide e mi mancavano da morire.
-abbiamo un sacco di tempo arretrato!- sorrise stringendomi a lui.
-ti amo ti amo ti amo..- gli sussurrai all'orecchio.
-amore mio mi sei mancata da morire e non posso credere di essere qui con te!-
Mi baciò dolcemente..- emm scusate- disse l'hostess.
Ci staccammo imbarazzatissimi..- si?-
-dovete allacciarvi la cintura-
Scoppiammo a ridere entrambi.
-che vergona- dissi e sentì le guance scoppiare.
Il viaggio non durò molto e fuori dall'aeroporto ci aspettò un taxi che ci portò al nostro appartamento.
-è davvero carino!- dissi guardandomi intorno.
-Stella vieni a vedere di sopra!- urlò Leo.
Lasciai la valigia vicino la porta e salì al piano superiore.
-Leo?...Leo dove sei?- si era nascosto - dai lo sai che mi fanno paura gli scherzi- entrai nella nostra camera da letto e qualcuno mi abbracciò da dietro.
- che paura!- urlai.
-shhh!- mi baciò dolcemente e ci buttammo sul letto.
Mi accarezzò il viso e mi tolse i jeans che buttò da qualche parte nella stanza, lo stesso feci con i suoi. Le sue mani fredde toccarono la mia schiena e rabbrividii. - ti amo- sussurrò vicino al mio orecchio. Eravamo di nuovo insieme e niente e nessuno ci avrebbe separato.

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Capitolo 15
*** la prima lezione ***


Quella mattina la sveglia suonò molto presto perché dovevo andare a lezione di danza, la prima lezione di danza alla Royal.
La notte scorsa non avevo chiuso occhio a causa dell'agitazione. Leonardo dormiva profondamente quando lasciai l'appartamento. La strada per arrivare all'accademia non era molta ma sembrava non finire mai. Spinsi la porta d'ingresso e salii verso gli spogliatoi. Mi cambiai velocemente ma curai molto i dettagli: chignon, scarpette, calze. Tutto doveva essere perfetto; dovevo dare una buona impressione.
Entrai in sala e non c'era ancora nessuno, salvo l'insegnante.
-sei in grande anticipo!- mi sorrise - tu devi essere la ragazza italiana, suppongo-
-si, sono io, mi chiamo Stella- dissi porgendole la mano.
-io sono Julia Smith . è un grande piacere averti qui con noi, quando sei arrivata?-
-circa una settimana fa-
-bene, vedo che sei molto preparata in inglese.  Qui ognuno segue delle regole che troverai in questo piccolo libricino - disse porgendomelo - ora vai alla sbarra e fai un po' di stretching.
Stavo tremando. Mi avvicinai alla sbarra si legno e appoggiai sopra la gamba destra; iniziai con dei pliè e cambrè. L'insegnante mi stava osservando e l'ansia non abbandonava i miei muscoli che tremavano come se avessero vita propria.
Gli allievi entrarono in classe e io presi posto alla sbarra.
-lei è Stella, la nuova allieva- annunciò la professoressa.
Tutti mi guardarono incuriositi e io mi sentii le guance arrossire.
-iniziamo ragazzi! Non facciamo brutta figura con la nuova arrivata!- tutti sorrisero sciogliendo quella tensione che si era creata.
La lezione andò abbastanza bene. Feci fatica ad imparare un paio di esercizi ma Julia mi aiutò.
Al ritorno Leonardo mi fece trovare un piatto di pasta fumante; non vedevo l'ora di addentare qualcosa perché stavo morendo di fame.
-stamattina non mi hai svegliato!- fece il broncio.
-stavi dormendo così beatamente!- sorrisi - grazie del pranzo- lo baciai.
-per la mia ballerina questo ed altro-
 
-Julia mi ha dato questo - dissi tirando fuori dalla borsa il libro - è pieno di regole-
-regole?-
-si ha detto che devo leggerlo perché devo seguirle-
-mi sembra assurdo- rise.
-anche a me! Ma dovrò farlo-
Con l'inglese me la cavavo ma in quel libro c'erano parole troppo specifiche e ci stavo capendo niente.
-leo mi aiuti per favore?-
-arrivo-
Passammo il pomeriggio a tradurre quelle frasi quasi assurde.
-non so come avrei fatto senza di te, grazie davvero-
-smettila di ringraziarmi e vestiti che usciamo-
-ma domani mi devo svegliare presto-
-sono le 20.00, dobbiamo fare cena e nessuno dei due a voglia di cucinare perciò sbrigati che ti porto a cena fuori-
Aprii l'armadio e come ogni volta non avevo niente da mettermi. Optai per un paio di jeans e un maglioncino nero e degli stivaletti bassi dello stesso colore.
Prendemmo la metro ed entrammo in un ristorantino davvero delizioso.
Il menù prevedeva diverse pietanze ma alla fine ordinammo due hamburger e patatine.
Questo sarebbe stato l'ultimo pasto pieno di grassi perché dovevo stare attenta alla linea e la scuola pesava gli allievi una volta al mese, perciò non mi era concesso di ingrassare.
La cena era davvero squisita e tornammo al nostro appartamento soddisfatti.
Aprimmo la porta e trovammo la televisione accesa.
-Leo l'hai lasciata accesa tu?-
-no-
Mi aggrappai al suo braccio mentre avanzava con cautela verso la cucina.
-tieni questo!- dissi porgendogli un ombrello-
-i ladri no, ti prego- piagnucolai.
-ma ti pare che i ladri accendano la televisione?!-
-allora un maniaco!-
-stella calmati per favore-
Salimmo le scale e si udiva l'acqua che scorreva nella doccia.
Spalancammo la porta del bagno con l'ombrello in mano.

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Capitolo 16
*** trovare lavoro ***


-chi siete voi?- urlò il ragazzo uscendo dalla doccia.
-chi sei tu!- urlò Leonardo.
-questa è casa mia!-
-come casa tua?- domandammo increduli.
-è casa mia. Ripeto, chi siete voi?-
-abbiamo preso questa casa in affitto. Io sono Leonardo e lei Stella, la mia ragazza-
-io sono Matt. Comunque io vivo qui quindi cercatevi un altro appartamento-
-ma come scusa?! Noi lo abbiamo pagato;  non sappiamo dove altro andare- rispose Leo incredulo.
-mi dispiace ma qui non potete rimanere-
-ti prego, vorrà dire che pagheremo a te l'affitto della casa ma ti scongiuro di non farci andar via-
Dopo alcuni secondi rispose - d'accordo a patto che non diate fastidio.
-la mattina io non ci sono mai e il mio ragazzo è davvero adorabile-
-io lavoro tutto il giorno, faccio il modello. Torno a casa solo per cenare-
-mi sembra perfetto. Ora noi andiamo a dormire ci vediamo domani mattina-
Un episodio davvero assurdo! Ma dovevamo accontentarci.
 
Mi svegliai presto come sempre. Incontrai Matt in cucina che stava facendo colazione.
-buongiorno- sorrisi.
-ciao. Vuoi?- disse porgendomi una fetta di torta.
-no grazie non posso-
-perché?-
-perché studio alla Royal e non posso permettermi di ingrassare-
-è a basso contenuto calorico, tranquilla. Anche io con il mio lavoro non posso mangiare schifezze-
-allora grazie- presi il pezzo di torta e aprii il mio yogurt.
-da quanto siete arrivati?-
-una settimana fa. Scusa ma adesso Devo proprio scappare-
-ci vediamo stasera-  i salutò con un cenno della mano.
 
Restituii il libro a Julia che sorrise - vedo che sei una ragazza diligente-
-cosa?!-
-era una prova per vedere se avresti seguito le regole o no. In realtà non esiste nessuna regola; voglio dire devi essere educata, rispettosa e quant'altro ma queste regole sono assurde!- rise.
-l'ho pensato anche io, ma faccio sempre ciò che mi viene chiesto-
-ho visto. Alla sbarra -
La mattinata trascorse tranquillamente e tornata a casa c'era Leo ad aspettarmi.
-oggi pranzo leggero!- disse dandomi un bacio sulle labbra.
-è proprio quello che ci voleva!-
Leo era un cuoco provetto; non sapevo amasse tanto la cucina.
-sai Stella, dovrei cercarmi un lavoro-
-forse hai ragione. Però non mi sembra giusto che lavori solo tu anche io voglio dare il mio contributo-
-tu sei venuta qui per studiare non per lavorare; invece io sono venuto solo per starti accanto-
-mi vorresti far sentire in colpa?-
-no! Assolutamente! Non volevo dire questo- disse alzandosi da tavola per prendere una mela - solo che mi sento come d'intralcio-
-sei venuto qui per me e hai abbandonato tutti i tuoi hobby per starmi vicino!-
-lo so e forse non avrei dovuto-
-Leo, tu lo sai che io non ti ho obbligato a venire. Io ti amo e voglio solo che tu sia felice-
-anche io ti amo tanto. Vorrei stare con te e allo stesso tempo seguire  miei hobby ma qui è davvero difficile trovare lavoro-
-possiamo chiedere a Matt, che ne pensi?-
-non mi piace molto quel ragazzo; secondo me si da troppe arie. Però vale la pena tentare-
Nel pomeriggio uscii con Leonardo per aiutarlo a distribuire curriculum in ogni negozio e ristorante possibile.
-non sarebbe male se mi chiamassero come cuoco!-
 
Quella sera io e Leo preparammo la cena per tutti e tre.
-che stanchezza!- disse Matt apparendo sulla porta della cucina.
-ehi ciao! Non ti abbiamo sentito- sorrisi.
-avete cucinato anche per me?- chiese.
-certo!- disse Leonardo fiero di aver fatto un favore ad un amico.
-grazie! Di solito mangiavo da solo e sempre cibi precotti. Una vera schifezza!-
Scoppiammo a ridere - da oggi solo cibo sano!- annunciò Leo portando a tavola le sue squisitezze, anzi, le nostre.
-è davvero tutto buonissimo!-
-è stato lui a cucinare tutto!- dissi indicando Leonardo - a proposito….sta cercando lavoro e non sa dove andare. Oggi abbiamo distribuito curriculum in tutti i negozi e ristoranti possibili ma credo sia servito a niente-
-dunque…ci dovrebbe essere un mio amico che ha aperto da poco un ristorante. Mi sembra che cercchi del personale però è un po' lontano da qui. Aspetta che ti do il numero , digli che sei un mio amico e ti assumerà sicuramente- disse alzandosi dalla sedia in direzione del salotto.
-grazie MAtt, ti devo un favore- rispose Leo entusiasta.
 
-buonasera…sono Leonardo un amico di Matt. Ho saputo che cercate del personale…-
-ciao! Io sono Jhon. Se puoi passare domani verso l'ora di pranzo ci presentiamo di persona-
-va bene! È perfetto!-

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Capitolo 17
*** buone notizie ***


Quella mattina era davvero difficile rimanere concentrata a lezione. La mia mente vagava tra il colloquio di Leo che si sarebbe tenuto nel pomeriggio, la mia famiglia lontana e  Clot.
-Stella sei assente!- mi ammonì Julia.                                             
-scusami tanto…-
-ricomincia-
Iniziai di nuovo l'esercizio ma continuavo a sbagliare i passi e non andavo a tempo.
- per oggi vai a casa-
-aspetta, ce la posso fare…-
-ho detto di andare a casa. Ci vediamo domani-
Presi le mie cose e me ne tornai nel mio appartamento.
-ehi! Come mai così presto?- mi chiese Leonardo.
Gli spiegai quello che era successo.
-ti va di accompagnarmi così sei più tranquilla?- mi accarezzò il viso.
-ok- lo abbracciai forte e lui mi strinse a se.
Mi sentivo protetta tra le sue braccia.
-mi manca casa- dissi ancora stretta nel suo abbraccio.
-anche a me… ma puoi sempre telefonare- disse sfoderando uno dei suoi bellissimi sorrisi.
Chiamai mia madre rassicurandola. Si sentiva dalla sua voce che era preoccupata ma allo stesso tempo felice di sentirmi. Le dissi che andava tutto benissimo anche se mi mancava molto.
Clot mi fece mille raccomandazioni e mi diede dei consigli importanti che speravo di non dimenticare.
 
Arrivati davanti il ristorante scesi dalla macchina e presi Leon per mano.
-stella stai tranquilla!-
-voglio che ti assuma perché te lo meriti. Sei venuto qui per me e hai lasciato tutto quello che amavi! Se non ti vorranno mi sentirei estremamente in colpa-
-ehi guardami! Io ti amo ok? Farei qualunque cosa pur di starti vicino e se non mi assumeranno troverò un altro lavoro…- mi baciò dolcemente le labbra.
-in bocca al lupo-
Aspettai  che entrasse nell'ufficio dell'amico di Matt e mi misi a sedere su una poltroncina.
Il tempo non passava mai e non si riusciva nemmeno a sentire quello che si dicevano.
Dopo un quarto d'ora Leo uscì dalla stanza salutando John.
-allora?- chiesi curiosa - non ti hanno preso, vero?- dissi osservando la sua triste espressione.
-invece si!- e scoppiò a ridere - ci hai creduto!-
-scemo!- lo baciai. - sono davvero contenta!-
-e tutto questo grazie a te!- disse ricambiando il bacio.
 
Tornati a casa andai dritta in camera da letto ero davvero stanca, ma Leonardo mi seguì.
Mi tirò per i passanti dei jeans per farmi voltare.
-no Leo…-
-e dai dobbiamo festeggiare- disse mentre mi riempiva il collo di baci-
In fondo Matt ancora non era tornato a casa, la cena era già pronta…
-scusate!- urlò Matt affacciandosi nella stanza.
-ma cosa ci fai qui?!- urlai coprendomi con il lenzuolo.
-sai com'è torno a casa e sento dei rumori provenire dal piano superiore…-
-ma non si può avere privacy i  questa casa?- sbraitò Leo.
-se voi magari faceste più piano!- disse Matt.
-sparisci!- diventai rossa.
 
Mi feci una doccia e scesi di sotto per la cena.
Era davvero imbarazzante quella situazione.
-mi hanno assunto- disse Leo per spezzare il silenzio.
-ah sono contento! Quando inizi?- domandò Matt.
-già da domani!-
Il mattino seguente mi preparai per andare a lezione e scesi di sotto a fare colazione.
-buongiorno!- sorrise Matt.
-Ciao-
-non mangi?-
-è tardi! Prendo una mela-
-tieni disse porgendomi un sacchettino-
-cos'è?-
-una crostata che ha fatto mia madre-
-emm…grazie- risposi imbarazzata.
Perché si preoccupava per me?
Feci per uscire di casa ma mi ricordai di aver dimenticato il telefono in camera; mi voltai per andare di sopra e vidi Matt che mi stava fissando il sedere.
-matt!- lo ammonii.
-scusami ma quello delle ballerine è davvero fantastico-
-smettila!- recuperai il telefono e uscii di casa frettolosamente.
Ma come si permetteva! Va bene che è un bel ragazzo muscoloso ma non ha il diritto di guardarmi in quel modo.
Mentre la mia mente era invasa da quei pensieri non mi resi conto di essere arrivata all'accademia.
 
 
 

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Capitolo 18
*** fuga ***


La lezione all'accademia non andò bene.
Continuavo a sbagliare i passi ed ero priva di concentrazione. Uscii dall'aula sbattendo la porta; ero davvero infuriata!
-ehi Stella!- mi salutò Matt.
-lasciami in pace!!!-urlai salendo al piano di sopra.
-che caratterino!-
-che cosa?!- dissi tornando in solotto - ho detto di stare zitto! Non mi devi rivolgere la parola!-
-ma che diavolo ti prende?- mi urlò contro.
-niente! Sei tu che mi chiedi sempre cosa mi succede!  Sono incazzata non si vede?- dissi colpendolo al petto- Vai al diavolo Matt!-
-non ti prendo a schiaffi solo perché sei una ragazza!- disse furioso.
-provaci soltanto!-
Andai in camera e iniziai a tirare calci ad ogni cosa. Aprii l'armadio e iniziai a tirare fuori tutti i vestiti con rabbia. Dovevo sfogarmi in qualche modo. Tirai una serie infinita di calci e pungi al muro.
-aaaaaaaa- urlai. Non ce la facevo più - devo andare via! Basta non resisto un altro solo giorno in questa stupida città!-
-Stella! Vieni qui- disse Matt calmo.
-NO! Ho detto che non mi devi parlare- dissi allontanandomi ma lui mi afferrò per il braccio e mi attirò a se.
-Matt lasciami!- dissi colpendolo al petto - lasciami!- ero esausta e mi appoggiai alla sua spalla in lacrime.
-shh Stella tranquilla- mi sussurrò dolcemente all'orecchio. - è tutto finito-
Mi sedetti sul letto e mi asciugai le lacrime.
-ne vuoi parlare? Perché vuoi andare via?- mi chiese.
-Matt- feci un respiro - sono frustrata e delusa da tutta questa situazione-
Matt non parlò così continuai il mio discorso.
-per venire qui ho fatto mille sacrifici. Ho dovuto lottare contro mia madre; ho dovuto seguire lezioni di danza estenuanti e lasciare la mia famiglia ed i miei amici-
-ma c'è Leonardo qui con te-
-si ma non è la stessa cosa- feci una pausa - entrare alla Royal era il sogno più grande che potessi realizzare nella mia vita. Fin da bambina guardavo balletti alla televisione, a teatro e non c'era niente che mi potesse appassionare come la danza. È amore, gioia, passione sudore e lacrime. È un insieme di emozioni indescrivibile. Sono venuta qui con la certezza di fare questo nella mia vita: danzare. Ma le lezioni ultimamente non vanno bene e non riesco a concentrarmi al massimo. È una vita fatta di sacrifici e non so se sono disposta a vivere così per sempre. Ho superato molte difficoltà, ho lottato contro le mie paure e i miei difetti, migliorandoli ma quando si entra alla Royal non puoi permetterti nessuno sbaglio. Le ragazze del mio corso sono sempre in forma smagliante, non sbagliano un passo. All'inizio sbagliare lo trovavo normale, ora non più. Non so se vale la pena continuare.  Mi sento davvero delusa, triste e sola. Leonardo questo non lo capisce; vuole trovare sempre il lato positivo della situazione anche quando non c'è-
-i dispiace- disse - non pensavo stessi così male-
-grazie di avermi ascoltato-
-pensaci bene Stella, non si torna indietro-
-lo so, purtroppo- lo abbracciai forte.
 
Il giorno seguente decisi: sarei tornata a casa ma da sola. Avevo comprato il biglietto aereo, Leo non sapeva nulla. Forse era sbagliato quello che stavo facendo ma non stavo bene e dovevo andarmene.
Quella notte mente Leonardo dormiva, Matt mi accompagnò all'aeroporto.
Amavo Leonardo ma non ero felice; dovevo trovare la mia strada per essere felice. Gli scrissi una lettera che lasciai sul suo comodino.
" ciao Leo,
so che ti arrabbierai moltissimo quando non mi vedrai domani mattina, ma so anche che ti dispiacerà subito dopo il fatto che io non sia più lì.
Me ne sono andata perché non ero felice; non so se la danza è la mia unica strada. Ho avuto molti ripensamenti in questi anni ma ho sempre cercato di andare avanti. La Royal però mi ha fatto capire molte cose. Non mi sentivo bene in quell'ambiente così perfetto, quasi innaturale. Io sono io, e tu mi conosci bene. Non posso cambiare. Andare via mi farà bene devo tornare da dove sono partita. Non so se un giorno tornerò. Forse anche tu te ne andrai e le nostre strade si divideranno.
Ti amo moltissimo
Tua Stella"
Gli stampai un bacio sulle labbra, forse l'ultimo e raggiunsi Matt in macchina.
All'aeroporto c'erano poche persone. Quando il mio volo venne chiamato salutai Matt, lo ringraziai di tutto e me ne andai. Non avevo rimpianti, so che stavo facendo la cosa giusta.
L'aereo atterrò in Italia verso le 7.00 della mattina.
Riaccesi il cellulare e c'erano otto chiamate perse e tre messaggi: Leo.
Mi scese una lacrima e mi si strinse il cuore. Leonardo non meritava una cosa del genere dopo tutto quello che aveva fatto per me.
Lessi i messaggi ma non risposi, almeno per il momento.
Non volevo che i miei genitori sapessero del mio ritorno improvviso per cui chiamai MArco.
-Stella! Che piacere sentirti! Come stai?-
-mi puoi venire a prendere all'aeroporto?-
-cosa?!-
-vieni! Dopo ti spiego-
Raccontai tutto a Marco.
-vieni a stare da me. Da poco ho preso un piccolo appartamento lontano dai nostri genitori. Li starai benissimo-
-grazie davvero-
-Leo come sta?-
-distrutto. Mi ha chiamato ma io non voglio parlare per il momento-
-Clot?-
- la chiamerò domani. Ora voglio solo rilassarmi e non pensare né a Londra, né alla danza, né a Clot- sorrisi.
-è bellissimo vederti sorridere!- mi stampò un bacio sulla guancia.
-mi sei mancato amico mio!- lo strinsi forte.
 
 
 
 

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Capitolo 19
*** addii ***


Passarono un paio di mesi prima di chiamare la mia insegnante ed i miei genitori.
Clot disse che avevo preso una decisione e non potevo tornare indietro, ma sapeva che ero una ragazza intelligente e che se questo mi rendeva felice avevo preso la giusta decisione.
I miei erano abbastanza delusi, dopo tutti i sacrifici fatti volevano che realizzassi il mio sogno, ma erano contenti di rivedermi.
-Marco sei a casa?- dissi entrando. Era sotto la doccia probabilmente.
Presi coraggio e chiamai Leonardo; non potevo continuare a scappare, ma dovevo affrontare la realtà.
-Leo?-
-ehi…-
-…come stai?- era davvero difficile parlare.
-male…- mi si strinse il cuore - il lavoro però qui mi piace credo rimarrò qui per un po’-
-bene sono contenta..-
-tu come stai?-
-abbastanza bene sto pensando di iscrivermi all'università…-
-senti mi manchi davvero tanto e credo di impazzire!-
-Leo…-
-no,ascolta. Io sono venuto a Londra per te e tu hai avuto il coraggio di andartene senza dirmi niente…non me lo merito questo-
-lo so e si, forse ho sbagliato ma tu non mi avresti lasciato andare. Devo trovare la mia strada ok? Io ti amo ma non possiamo continuare così. Siamo troppo giovani per vivere un amore a questa distanza e io credo di non farcela-
-bene allora è un addio?-
-credo di si Leo…ti auguro tutto il bene del mondo e mi mancherai da morire ma ce la faremo a superare anche questo…ti voglio bene-
-anche io Stella. Ciao-
Anche questa era fatta.
-ehi!- disse Marco uscendo dalla doccia-
-non ho potuto non ascoltare…sei stata coraggiosa-
-non ti preoccupare-
-come ti senti?- disse abbracciandomi-
-non lo so, strana credo-
-passerà prima o poi. Stasera pizza?-
-d'accordo- sorrisi.
Marco sapeva sempre farmi sorridere anche nei momenti più brutti.
La pizza a domicilio arrivò giusto in tempo, era davvero buona e mangiarla insieme al mio migliore amico la rendeva anche più buona.
La serata passò tra risate e scherzi.
-ehi stasera danno il mio programma preferito!- dissi accendendo la tv.
-no ti prego! Non lo sopporto!- disse supplicandomi in ginocchio.
- mi vuoi bene?-
-certo cretina!-
-allora lo guarderai insieme a me!-
-cattiva!-
Il programma aveva preso una piega quasi drammatica e d'impulso presi la mano di Marco. Lui la strinse forte a se e io appoggiai la testa sulla sua spalla.
-stella…- sussurrò.
-dimmi-
Avvicinò le sue labbra alle mie e mi baciò.
-no no no dissi allontanandomi. Non possiamo-
-lo sappiamo entrambi da tanto tempo Stella, è inutile negarlo-
-lo so ma…-
Mi baciò di nuovo. Non potevo resistere e decisi di lasciarmi andare; mi sentivo veramente bene.
-ti amo- sussurò.
Lo baciai con foga e lo trascinai in camera da letto.
Gli sfilai la maglietta - sei sicura?-
-si-
-non voglio che tu soffra più- mi accarezzò il viso-
-con te non succederà- lo baciai.
Leo era stato molto importante nella mia vita ma, io credo che le persone siano predestinate. Per quanto scappino dal loro destino alla fine si ritrovano in un modo o nell'altro.
 
 

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Capitolo 20
*** confusione ***


Aprii gli occhi e mi ritrovai da sola nel letto di Marco. Diedi una rapida occhiata al cellulare : 10.30.
Un profumo di caffè proveniva dalla cucina al piano di sotto.
Cercai qualcosa con cui coprirmi e mi diressi verso il bagno. Mi guardai allo specchio, il mascara era colato sul mio viso facendomi assomigliare ad un panda.
Mentre raccoglievo i capelli in una coda il mio pensiero andò alla notte passata con Marco. È possibile che lo avessi sempre desiderato ma mai accettato l'idea?
Mi sentivo confusa anche se non ero pentita di quello che era successo.
Scesi di sotto ma non c'era nessuno; feci colazione e tornai in camera, lo squillo del cellulare mi distolse dai miei pensieri.
'buongiorno' era Marco.
'dove sei?'
' a casa dei miei torno tra poco'
Mi sentivo sola e avevo bisogno di rivedere le mie amiche, Emma e Alice.
Composi il numero di Alice "ehi! Come stai?"
"Stella quanto tempo! Io bene tu? Dobbiamo assolutamente vederci"
"abbastanza bene…che ne dici di stasera? Ovviamente anche Emma"
"si dai ci sentiamo dopo per i dettagli. Ti voglio bene"-
Quella telefonata mi mette di buon umore.
-Stella?- mi chiamò Marco chiudendo la porta di casa.
-sono di sopra-
Mi afferrò i fianchi e mi stampò un bacio sulle labbra. Mi scostai e continuai a rifare il letto.
-che hai?-
-niente…-
-Stella per me sei un libro aperto-
-ok- dissi sedendomi sul bordo del letto - vuoi sapere la verità? Sono estremamente confusa!- dissi appoggiando la testa sulle ginocchia.
Marco non parlò.
- io ho sempre cercato di rimanere tua amica perché non volevo complicazioni tra di noi. Ma evidentemente mi sei sempre piaciuto perché altrimenti non sarebbe successo l'altra sera. Non mi sono pentita però non so se è veramente quello che voglio-
Marco era appoggiato alla finestra; mi avvicinai toccandogli una spalla - non dici niente?-
-cosa dovrei dirti? Tu lo sai che io ti amo e più di questo non posso fare. La scelta spetta a te Stella. O me o lui-
-ma io non voglio Leonardo!-
-ma non vuoi nemmeno me…-
-non ho detto questo- dissi baciandolo sulla guancia.
-ascolta…prima chiarisciti le idee e poi decidi-
-mi stai cacciando?-
-…-
Aveva ragione. Non potevo continuare così. Misi dentro la borsa le mie cose; ero arrabbiata con me stessa perché non sapevo mai cosa volevo, era possibile?
Me ne andai sbattendo la porta, non ci salutammo neanche.
Scesi le scale velocemente ma arrivata all'ultimo scalino mi sedetti e iniziai a piangere. Mi sentivo una stupida. Avevo lasciato la danza, Leonardo e tutte quello che una città come Londra poteva offrirmi  per tornare in Italia. Era la scelta giusta ma ora sembrava non esserlo più. Non me ne capacitavo.
-signorina si sente bene?- mi chiese una donna vedendomi in lacrime.
-io lo amo signora, lo amo! Ma non ho mai avuto il coraggio di ammetterlo perché ci tengo troppo a lui e ho paura che possa finire- dissi alzandomi e asciugandomi le lacrime con la manica della maglia.
Mi guardò sconcertata e continuò per la sua strada.
Basta scappare, dovevo affrontare la realtà. Cavolo, era la mia vita!
Presi la borsa e tornai davanti il portone della casa di Marco.
Suonai il campanello e appena aprì gli saltai al collo.
-scusami-dissi baciandolo - scusami davvero tanto! Sono una stupida. Ho capito solo ora, spero che tu mi possa perdonare-
-ehi!- disse ridendo - calma Stella-
Gli dissi tutto e mi sfogai.
-proviamoci tanto non abbiamo nulla da perdere, anzi!- sorrise.
 
 
-dove vai cosi presto?- dissi vedendo Marco vestirsi velocemente.
-un problema allo studio. Sono entrati dei ladri e devo andare a controllare-
Alla parola ladri mi allarmai.
-ma vai da solo?-
-tranquilla ci sono anche Alessio e Davide-
-ma devi proprio andare? Mi raccomando-
-torno presto, promesso- disse baciandomi.
Mi buttai di nuovo sul cuscino ma non riuscii a riprendere sonno. Accesi la tv e cercai qualcosa di decente da vedere.
Cullata dal rumore delle voci chiusi gli occhi.
Sentii il rumore della porta d'ingresso, i passi per le scale e il suo corpo che si rimise a letto.
-sei sveglia?- sussurrò.
-mh, hanno rubato niente?- chiesi aprendo gli occhi.
-due macchine fotografiche e un portatile con tutto il nostro lavoro dentro- sbuffò.
-mi dispiace- dissi appoggiando la mia testa sul suo petto.
-avevano fatto una copia degli ultimi servizi, ma le macchine fotografiche…accidenti!-
-non ci pensare, troverete un modo per ricomprarle- sorrisi.
-ah stasera vengono Alice ed Emma a cena- disse cambiando discorso.
-cosa?!- dissi alzandomi di scatto - non mi dici niente?-
-sshh- disse ridendo -vieni qui- mi attirò a se.
Passammo la mattinata a letto, mi mancava tutto questo.
 

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Capitolo 21
*** novità ***


-siete arrivate finalmente!- sorrido appena vedo le mie amiche.
-ci sei mancata- dicono abbracciandomi - allora ci devi aggiornare sulle novità-
-ci sarà tempo, tranquille-
-ehi Marco ci sei anche tu!-esclama Alice entrando in cucina.
-a dire la verità questa è casa mia- dice ridendo.
Durante la cena parliamo di tutto quello che è successo nel periodo in cui non ci siamo viste.
È bello trascorrere le serate insieme alle tue amiche che non vedi da un sacco di tempo.
-basta non ce la faccio più. Sono davvero piena!- esclama Emma facendoci sorridere.
-ma come ?! di solito mangi anche la mia parte- dice Marco scoppiando a ridere.
-sei proprio un cretino!-
Scoppiamo a ridere tutti quanti.
-facci vedere la casa Stella- propone Alice.
-posso?- mi rivolgo a Marco-
-e me lo chiedi?- mi guarda sorpreso. Sorrido facendo strada alle ragazze.
-e questa è la nostra camera- dico concludendo il giro turistico.
-vostra?!- esclama Alice.
-si…nostra- sento le guance andare in fiamme.
-aspetta, tu e Marco…- nessuno sapeva della nostra relazione ma era giusto farlo sapere almeno alle mie amiche - state insieme?-
-…si- sorrisi imbarazzata.
-e non mi hai detto niente? Due nostri amici stanno insieme e non ce lo dite?-
-è successo tutto così velocemente ve lo avremmo detto-
-sono davvero contenta! Lo sapevo che prima o poi sarebbe successo- dice abbracciandomi.
-vi piace questa nuova coppia?- dice Marco tirandomi vicino a se.
-moltissimo!- esclama Emma - ma…-
-Emma!- la ammonisce Marco -sei sempre la solita!- scoppia a ridere.
-va bè…è stata una bella serata- annuncia Alice- ma noi due ce ne andiamo-
-perché?- dico triste.
-perché vedo che volete stare insieme e ci sentiamo di troppo-
-ragazze restate dai! Guardiamo un film oppure giochiamo a qualcosa- interviene Marco.
-no davvero- dice Emma.
-voi due mi nascondete qualcosa…- aggiungo io.
-no tranquilla, buona serata-
-siamo rimasti soli…- dice Marco baciandomi.
-che vorresti fare?-
-portati di sopra e riempirti di baci- dice spingendomi contro il muro. Il contatto con la parete fredda mi fa rabbrividire.
Senza interrompere il bacio lo porto di sopra, fino in camera da letto.
 
 
-Clot dimme- dico rispondendo al cellulare.
-ti devo parlare-
 

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Capitolo 22
*** il nuovo arrivato ***


Eccola li la mia scuola di danza.
Vederla dopo tanto tempo mi provoca una sensazione strana; salgo le scale fino all'aula dove facevo le prove. Aspetto Clot fuori dalla porta, non voglio disturbare la sua lezione.
-Stella!- esclama aprendo la porta dell'aula a lezione finita.
-ciao!- la abbraccio - volevi vedermi?-
-vieni, entra- mi fece accomodare sul pavimento.
-vorrei preparare uno spettacolo e mi serve il tuo aiuto- dice guardandomi dritto negli occhi. Ero contenta che aveva chiesto il mio aiuto.
-assolutamente!- dico entusiasta - qual è il tema?-
-non c'è un tema. Tu dovrai seguire le altre allieve nel preparare la loro coreografia e ovviamente ballerai anche tu- dice soddisfatta.
Era una nuova sfida che dovevo affrontare; non avevo mai insegnato ad altre persone la mia arte.
-sarà divertente- dovevo andare alla scuola tre volte a settimana. Finalmente avrei ricominciato a ballare.
 
-che voleva Clot?- chiede Marco sentendomi rientrare.
Gli racconto tutto quello che ci siamo dette.
-non sei contenta?- mi chiede stupito.
-certo che lo sono!- lo abbraccio forte.
Accosto la mia fronte alla sua e lo bacio delicatamente, sorride.
-vorrei stare qui tutto il tempo, ma devo scappare a lavoro- dice dandomi un ultimo bacio sulle labbra.
-a quest'ora? Ma non lavori mai- rispondo perplessa.
-lo so ma c'è tanto lavoro da fare- fa l'occhiolino e chiude la porta.
Mi stanno nascondendo qualcosa, i miei amici non sono bravi a dire le bugie. Sicuramente riguarda il mio compleanno che sarà tra cinque giorni.
Vado di sopra e mi butto sul letto. Stare da sola mi fa star male perché vengono a galla tutti i ricordi che pungono come spilli.
Per distrarmi prendo il cellulare per chiamare mia madre. Non faccio in tempo a digitare il numero che arriva un messaggio di Leonardo.
"ehi ciao!"
Rispondo o non rispondo? Dopo un paio di minuti decido di rispondere in fondo potevamo ricominciare a parlare come amici.
"ciao"
Dopo pochi secondi " come stai?"
La conversazione va avanti per un quarto d'ora. Mi ha detto che si sente con Kelly, una ragazza inglese molto carina, mi ha anche mandato una sua foto. Per l'estate tornerà in Italia con lei e mi ha proposto di uscire tutti insieme.
Dopo esserci salutati, m'infilo sotto il getto d'acqua freddo della doccia. Devo scrollare via tutti i pensieri.
Mi avvolgono nell'asciugamano e torno in camera.
-ehi sei tornato- dico notando Marco sul letto intento a giocare al cellulare.
-ti ha scritto Leonardo - dice lanciandomi uno sguardo da sopra il piccolo schermo.
"ci conto" chiudo la conversazione cercando di trovare un altro argomento.
-vi sentite ancora?-
-mi ha scritto oggi, ma niente di che. Ha detto che si sente una inglese e che tornerà in Italia per l'estate-
-tutto qui?-
-cosa dovremmo dirci perché?- chiedo sedendomi sul letto vicino a lui - sei geloso?- dico punzecchiandolo.
-io? No-
-io credo proprio di si invece - dico sorridendo.
-d'accordo un po' si- dice guardandomi negli occhi.
-ma ora sto con te. Di cosa hai paura?- chiedo appoggiando la testa sul suo petto.
-che finirà un giorno- mi guarda negli occhi profondamente - io ti amo e mi farebbe molto male-
-ehi- dico accarezzandogli la guancia - sono sicura che non finirà con te perché tu sei quello giusto per me. Sei quello che mi capisce anche quando non parlo. Sei quello che mi fa sorridere anche nei momenti più brutti e mi aiuta a trovare una soluzione. Sei quello che mi appoggia sempre e mi incoraggia. Sei quello che mi ama incondizionatamente anche se a volte sono una vera stronza. Sei il mio migliore amico-
Credo che stesse per piangere.
-è per questo che ti amo- sorrisi e gli diedi un bacio che si fece sempre più intenso.
 
 
Marco
-entra! Ti aiuto a portare le valigie al piano di sopra- dico ad Alessio.
-grazie dell'ospitalità. Non avrei saputo dove altro andare-
-questa è la tua stanza- dico portando dentro le valigie.
-ma la tua ragazza lo sa che vivrò da voi?-
-glielo dirò tranquillo. Non farà problemi- dico sperando che sia la verità.
Entrai in camera e Stella ancora dormiva.
-dormigliona- sussurro toccandogli il naso.
Mugola girandosi dall'altro lato.
-ti devo dire una cosa- dico sperando che non inizi ad urlare.
-dimmi-
-Alessio verrà a vivere qui da noi per un po'- dissi tutto d'un fiato.
Si svegliò di scatto - cosa?! Perché non mi hai detto niente?-
 
Stella
Ha invitato a vivere un amico a casa nostra e non mi dice niente.
-è successo tutto all'ultimo minuto e non ho avuto tempo di dirtelo…scusa- dice sorridendo.
-d'accordo, l'importante è che non invada la nostra privacy, intesi?- dico puntandogli un dito contro.
-si capo!- ride. La sua risata era contagiosa.
-ha problemi con la famiglia e non sa dove altro stare- mi racconta quello che è successo.
-non aveva una ragazza?-
-si ma l'ha lasciata perché si sentiva con un altro-
-mi dispiace…- dico alzandomi dal letto - mi vesto e mi presento, che ne dici?-
-mi sembra un'ottima idea- dice baciandomi - come faremo a stare cosi vicini?- mi prende per i fianchi e mi attira a se baciandomi.
Intreccio le mani dietro il suo collo - ce la faremo come ce la facciamo adesso - dico ricambiando il bacio.
Le sue mani fredde toccano la mia schiena facendomi trasalire, prende i lembi della mia maglia cercando di sfilarmela.
-no non possiamo- dico prendendogli le mani .
-perché?- chiede intrecciando le dita della sua mano con le mie.
-perché c'è Alessio!- gli stampo un bacio sulle labbra e mi chiudo in bagno.

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Capitolo 23
*** auguri! ***


Marco
-vado al negozio e sono subito da te- rispondo infilandomi velocemente il giubbetto.
-dove vai così di fretta?-mi chiede Stella scendendo le scale.
-allo studio- sorrido e le stampo un bacio sulle labbra.
-che giorno è oggi?- chiede incrociando le braccia al petto.
-sabato- rispondo.
-e…- continua lei.
-AUGURI!- scoppio a ridere.
-credevo te ne fossi dimenticato- dice abbracciandomi.
-ci vediamo dopo ok? Sono davvero di fretta-
-d'accordo, a dopo- dice dandomi un veloce bacio all'angolo della bocca.
Spero che ci abbia creduto. Devo andare a comprare le ultime cose per la festa di compleanno di stasera e addobbare il locale preso in affitto.
-ha scoperto qualcosa Stella?- chiede Sofia, la madre.
-puoi stare tranquilla- rispondo mentre cerco di appendere il cartellone con tutte le foto di Stella.
-questi sono gli ultimi- annunciano Giorgio e Alberto poggiando a terra enormi scatoloni.
-siamo davvero molto indietro- commenta Alice.
-datti da fare invece di star li a messaggiare con Riccardo- risponde Emma facendole una linguaccia.
-forza ragazze, dobbiamo tutti dare il nostro contributo, altrimenti non sarà mai tutto pronto per stasera- dico incoraggiandole - attenta a qui tavoli Sofia!-
 
Stella
Non ci credo che deve andare allo studio, per di più di sabato mattina.
Do una pulita alla casa aspettando che s avvicini l'ora di pranzo per cucinare qualcosa di buono.
-Stella!- Alessio mi chiama dal piano di sopra.
Salgo per vedere di cosa ha bisogno.
-dove sono gli asciugamani?- chiede un po' imbarazzato.
-eccoli qui- dico aprendo lo sportello sotto il lavandino.
-grazie, e scusa se sono di troppo-
-tranquillo. In fondo sei arrivato da poco. Vedrai che ti sentirai a casa-
-grazie-
-se ti serve qualcosa sono di sotto-
Torno alle pulizie del salotto.
Senza rendermene conto sono già le 13.30 - bentornato- dico sentendo Marco rientrare - com'è andata allo studio?-
-mah, le solite cose..- risponde vago.
-sicuro che non mi devi dire niente?- dico stuzzicandolo.
-perché?- chiede interrogativo - oggi cucino io!- dice entrando in cucina.
Si comporta sempre così quando ha qualcosa da farsi perdonare.
Lo lascio cucinare mentre io apparecchio la tavola.
-manca un piatto- dice voltandosi con uno spaghetto in bocca.
-già è vero!- ne prendo un altro.
-hai parlato con Ale?-
-credi che io tratti male gli ospiti?-
- era solo una domanda- dice ridendo - che hai?-
-niente- mento - diciamo che mi aspettavo un risveglio più romantico stamattina-
Mi prende i fianchi ridendo - stasera sarò tutto tuo -
-scemo!- rido mi girò per dargli un bacio.
-scusate se interrompo- annuncia Alessio entrando in cucina.
Ci allontaniamo imbarazzati.
-sei arrivato al momento giusto! La pasta è pronta- dice Marco mettendo il piatto in mezzo alla tavola.
Marco era davvero bravo in cucina.
 
-Stella preparati che siamo in ritardo!- urla Marco dal bagno.
-in ritardo? Per cosa?- chiedo affacciandomi alla porta - ogni volta che fai la doccia tu è una sauna qui dentro!- dico spostando il vapore con le mani.
-andiamo a cena- si gira sorridendomi.
-e me lo dici ora? Non so cosa mettermi- rispondo stizzita.
-io sono pronto- dice Alessio entrando in camera.
-viene anche lui?- chiedo perplessa.
-si saremo noi e Alice ed Emma-
-rimane il fatto che non so cosa mettermi-
-avrai mille vestiti- dice Alessio - scusa, sai com'è la mia ragazza ne aveva a palate-
-anche lei solo che questa è la scusa per comprare sempre qualcosa di nuovo- ride Marco tornando in camera.
Apro l'armadio alla ricerca del vestito per quella sera. In realtà ne avevo tanti ma nessuno mi convinceva.
-questo no- dico mettendolo sul letto - neanche questo- - questo è brutto- -questo è troppo-
-questo?- chiede Alessio prendendone uno.
Ci penso un po'- si può andare, grazie- sorrido entrando in bagno per cambiarmi.
-se glielo avessi preso io mi avrebbe risposto male- urla Marco per farsi sentire.
Mi esce una risata mentre mi infilo il vestito per quella serata. Era un corpetto di raso rosa e una gonna di pizzo nero. Dietro, tra il corpetto e la gonna, c'era un fiocco nero. Mi truccai un po' e sciolsi i capelli che ricadevano morbidi sulle spalle.
-pronta- sorrisi uscendo dal bagno.
-bellissima- si avvicinò Marco baciandomi delicatamente - spero solo di riuscire a toglierlo questo vestito stasera-
-smettila!- risi dandogli una pacca sulla spalla.
 
Mi hanno bendato prima di salire in macchina. È veramente difficile camminare, per di più sui tacchi, senza vedere la strada.
-siamo arrivati?- chiedo impaziente di togliere quell'affare davanti agli occhi.
-quasi- risponde Marco.
-eccoci- dice Alessio togliendomi la benda.
-AUGURI!- tutti urlarono ed io ero veramente pietrificata.
Guardai prima Marco, poi Alessio, le mie amiche, i miei genitori e tutti gli invitati.
-non so veramente cosa dire- credo che una lacrima mi riga la guancia.
-ti amo- dico girandomi verso Marco che mi baciò - anche io -
-voi sapevate tutto?- risi rivolgendomi alle mie amiche.
Salutai tutti gli invitati, tra cui c'erano persone che non vedevo da un sacco di tempo. Il locale era davvero carino. Alla parete c'era un cartellone con tutte le mie foto insieme a tutti i presenti e tantissimi palloncini colorati.
Il cibo era in abbondanza adagiato su un tavolo lunghissimo appoggiato ad una parete.
-Alice smettila di messaggiare- la ammonisco - non ci vediamo da tanto-
-parla con Riccardo- risponde Emma un po' brilla.
-Riccardo? Chi è?- chiedo curiosa.
-un ragazzo che ho conosciuto al corso di scrittura-
-e non mi hai detto niente?-
-non sapevo se sarebbe durata-
-com'è?- chiedo curiosa.
-bellissimo, dolcissimo, bravissimo…-
Scoppio a ridere abbracciandola - sono contenta-
-Alessio si sta dando da fare- mi sussurra all'orecchio Marco avvicinandosi.
Vedo Emma intenta a parlare con Alessio seduti sulla poltroncina di fronte a noi.
-ce ne andiamo?- mi sussurra sfiorandomi l'orecchio con le labbra.
-non posso andarmene adesso- rispondo triste.
Mi sono divertita moltissimo. Alessio e Marco hanno scattato un sacco di foto. Mi mancava un momento del genere da quando sono ritornata da Londra.
-mamma,papà devo aiutare a pulire o possiamo andare?- chiedo a festa finita.
-andate tranquilli, ci pensiamo noi- sorridono abbracciandomi.
Noi cinque ragazzi saliamo in macchina.
-Riccardo mi ha detto se vado da lui stasera- dice Alice - che faccio?-
-tu cosa ti senti di fare?- le chiedo.
-di andare-
Lasciamo Alice a casa di Riccardo e poi accompagniamo Emma a casa.
-chiamami- le dice Alessio quando scende dalla macchina.
-ti piace Emma?- gli chiedo.
-la tua amica è davvero simpatica- sorride - non è fidanzata, vero?-
-se lo fosse non ti avrebbe baciato, stasera-
-io me ne vado in camera- annuncia Alessio rientrando in casa - non fate rumore- ride.
-zitto cretino!- risponde Marco portandomi di sopra.
-te l'avevo detto che stasera avresti avuto il tuo regalo- sorride poggiandosi sopra di me.
-sono stata veramente bene stasera, grazie per tutto quello che hai fatto-
-lo faccio perché ti amo Stella- mi diede un bacio sempre più profondo mentre mi sfilò il vestito - sembrava più difficile- sorride.
-non è ora di parlare- dico continuando a baciarlo. Gli tolgo la maglietta gettandola da qualche parte nella stanza.
Lo amavo veramente tanto e con lui mi sentivo al sicuro e felice.
 

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Capitolo 24
*** richiesta ***


-è tardissimo!- urlo mentre guardo l'orario sul telefonino.
Mi vesto in fretta e in furia, addento un biscotto ed esco di fretta da casa.
Quella mattina c'erano le prove per lo spettacolo di Clot e lei non amava i ritardatari.
-ciao- saluto affannata entrando nello spogliatoio.
-hai corso?- chiede Clot sorridendo.
Infilai un paio di calze rosa e un body nero incrociato dietro.
-ragazze, questa sarà la vostra coreografa per il prossimo mese- dice Clot presentandomi.
-ciao…- faccio un timido cenno con la mano - io sono Stella-
-la Stella che è andata alla Royal?- chiede una ragazza bruna.
-eh si sono proprio io- dico sorridendo - e voi come vi chiamate?-
Non ricordo neanche un nome ma imparerò con il tempo.
-su che pezzo devono ballare?- chiedo a Clot.
Mi risponde premendo con l'indice il tasto play. Era un pezzo molto calmo ma carico di emozione.
-allora ragazze, chi di voi ha già ballato sulle punte?- si alzarono diverse mani.
-voi mettetevi la e voi qui….ad un certo punto entrate con una camminata leggera...-
Andarono avanti così le due ore successive.
-ci vediamo domani!-
-ciao!- si alzò un coro.
 
-sono tornata!- annuncio chiudendo la porta di casa.
-come mai così tardi?- chiede Marco stampandomi un bacio sulla fronte.
-c'è tanto lavoro da fare e poco tempo a disposizione- sorrido - che c'è per pranzo?-
dopo aver mangiato vado in camera a riposarmi un po’; ero davvero stanca. Ero stata troppo tempo lontano dalla danza, mi mancava.
Sento Marco adagiarsi sul letto vicino a me, mi bacia una guancia, poi l'altra, poi passa alle labbra, il collo; apro gli occhi - ehi- lo accarezzo dolcemente.
-cos'è tutta questa dolcezza?- sorrido.
-niente- mi bacia - ti voglio bene, tutto qui-
-mi vuoi solo bene?- dico imbronciata.
Scoppia in una risata - ti amo- mi sussurra all'orecchio-
-così va molto meglio- gli do un bacio leggero che diventa sempre più pesante.
-Marco che c'è?- gli chiedo, so che mi deve dire qualcosa, lo conosco troppo bene.
-se ti chiedessi di partire?- chiede con gli occhi di un bambino desideroso di un giocattolo-
-con te andrei dappertutto-
-un mese di mare solo per noi, che ne dici?- chiede.
-partirei in questo preciso istante ma ci sono le prove dello spettacolo-
-ogni volta la stessa storia- dice girandosi dall'altro lato.
-non è così, Clot mi chiesto di aiutarla…-
-e io? Stella non abbiamo del tempo per noi da quando sei tornata da Londra-
-ma stiamo sempre insieme, viviamo insieme!-
-ma non è la stessa cosa siamo stati sempre qui da quando sei tornata! Voglio solo stare con te un mese al mare è chiedere tanto?-
-no ma adesso non è possibile!-
-come vuoi- dice uscendo dalla camera sbattendo la portaa.
-sei sempre il solito!-
Dopo una buona mezz'ora decido di sotterrare l'ascia di guerra e di andare di sotto in cucina. Lo trovo intento a lavare il pavimento.
-posso?- chiedo prima che si possa scatenare un'altra lite per avergli sporcato il pavimento appena pulito.
-si…- dice rimanendo con lo sguardo basso.
Gli giro intorno e poi lo abbraccio da dietro baciandogli il collo.
-così non vale-
-ascolta anche io voglio stare con te al mare per un mese intero e questo lo sai. Il prossimo mese dopo lo spettacolo-
-promesso?-
-te lo giuro. Ce ne stiamo un mese lontano da tutti e da tutto. Solo noi due e il nostro amore-
-sai perché ti amo?- dice baciandomi - perché mi fai sempre l'uomo più felice del mondo.

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Capitolo 25
*** l'esibizione ***


-Arrivo Clot!- rispondo al telefono uscendo di casa velocemente.
Sono in ritardo e devo essere in teatro per le 21.00, non ce la farò mai.
-Stella ti accompagno io!- dice Marco uscendo di casa - dammi un po’ di roba- prende il mio vestito per la coreografia e una borsa piena di scarpette, calze, body e tutù.
-grazie….ma devi correre sono in ritardissimo!-
-come sempre- dice sorridendo. In meno di dieci minuti eravamo davanti il teatro.
-ci vediamo dopo- sorrise e voltò l'angolo.
Era molto tempo che non mi trovavo davanti un teatro. Le emozioni di un intero anno tornano alla mente e mi si scalda il cuore.
Salgo gli scalini ed entro nel mio camerino.
-Stella muoviti stiamo aspettando te- mi incita Clot entrando nel camerino - che bello il vestito- sorride passando una mano sul tutù blu notte.
Mi vesto velocemente e salgo sul palco - ragazze in posizione, iniziamo!- sorrido.
Le prove procedono bene, correggo qualche posizione e tutto sembra essere a posto.
Vedo Marco guardarmi dal fondo della platea, gli mando un bacio che lui ricambia.
- bene ragazze, le prove sono andate molto bene, in bocca al lupo per stasera!- sorrido e le incoraggio.
-Stella metti il vestito che ora provi tu- dice Clot guardando l'orologio - fai in fretta che è tardi-
-Pronta!- dico pestando le punte nella pece all'angolo.
Mi piaceva questa sensazione di leggerezza e fatica che pervadeva il mio corpo ogni volta che muovevo un muscolo. Salire su quelle punte era come vedere il mondo da una prospettiva diversa, più affascinante.
-brava Stella! Hai lo spirito giusto, non vedo l'ora che sia stasera- sorride e scompare dietro le quinte.
Sento applaudire dalla platea, è Marco. Arrossisco e sto per tornare nel camerino quando mi afferra il braccio e mi gira verso di lui - signorina mi concede un ballo?- chiede speranzoso.
-ma certo mio signore!- dico facendo un inchino.
Improvvisiamo un po’ di passi di danza - non sono bravo, vero?-
-diciamo solo un po’ imbranato- rido.
 
Manca davvero poco alla mia esibizione. Sono in ansia. Respiro profondamente ripassando mentalmente i passi della coreografia.
-Stella tocca a te!- esco dal camerino e salgo le scale che portano dietro le quinte.
La coreografia è terminata, le luci si spengono e io prendo posto al centro del palco.
Viene illuminata solo la mia figura e la musica parte.
Mi concentro solo sulla danza lasciando da parte per un momento tutti i pensieri. Sento la pece sotto le punte, sorrido e cerco di coinvolgere emotivamente anche il pubblico.
Un  grand jete, una piroette ed infine un attitude.
Il mio cuore batte a mille, il pubblico applaude fragorosamente, mi inchino ed esco di scena.
-brava Stella, eccezionale - mi abbraccia Clot.
-grazie- dico con un filo di voce.
Entro nel camerino per prendere un po' d'acqua - amore!- Marco mi salta al collo.
-che spavento!- gli do un colpetto sulla spalla - non lo fare mai più!-
-ti sono piaciuta davvero?- chiedo asciugandomi il sudore con un asciugamano.
-mi sono commesso- ammette.
-sono contenta!-
Si avvicina furtivamente baciandomi il collo.
-che c'è?- chiedo girandomi.
Mi stringe la vita - andiamo in vacanza?-
-te l'avevo promesso!-
-vuoi o non vuoi?-
-con te? Andrei ovunque- sorrido stampandogli un bacio sulle labbra.
-ho già prenotato tutto-
-ti amo davvero tanto- lo bacio di nuovo.
-anche io Stella- ora è lui a baciarmi sempre con più foga.
-scusate!- interrompe Clot.
Ero davvero imbarazzata.
-volevo solo congratularmi con te, l'allieva più determinata che io abbia mai avuto- mi abbraccia e si commuove.
-ti voglio bene Clot-
-anche io Stella!-
 
 

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Capitolo 26
*** si! ***


Le valigie sono quasi pronte, stiamo sistemando le ultime cose.
-porto questa giù- dice Marco indicando la sua valigia.
-dopo aiutami con la mia- aggiungo un costume e chiudo la valigia.
Cerco di scendere le scale con quell'affare e per poco con cado.
-cosa ridi?- chiedo a Marco.             
-sei veramente buffa! Vieni qui che ti aiuto- dice prendo la mia valigia.
Il viaggio in macchina durò parecchio tanto che sono riuscita a dormire circa un'oretta.
-Stella siamo arrivati-
-apro gli occhi e vedo il nostro albergo- rimango incantata.
-ti piace?-
-è bellissimo!- gli stampo un bacio sulle labbra.
 
Quel mese di vacanze è stato il più bello di tutta la mia vita. Stavo bene con lui e mi divertivo moltissimo.
Il mare era fantastico e aveva organizzato tutto alla perfezione, non mancava niente.
Se penso a come è stata la mia vita fino ad ora credo che non rimpiangerei nulla, voglio dire sono andata alla Royal! Cosa voglio di più dalla vita?
Continuerò a ballare da Clot ed a esibirmi nei diversi teatri. Ho in mente di aprire una scuola di ballo o magari andare a lavorare in quella di Clot.
 
-guarda qui- mi dice Marco indicando una scatolina.
-non mi dire che…-
-apri- mi incita.
C'era un anello bellissimo! Non avevo mai visto una cosa del genere in tutta la mia vita.
-non dovevi…- non faccio in tempo a finire la frase.
-mi vuoi sposare?-
-…cosa?- chieso incredula.
-ho chiesto si tu Stella mi vuoi sposare?-
Credo che una lacrima esca dai miei occhi - si!- lo abbraccio - si si si!- lo bacio una, due, tre volte! Ti amo, davvero-
-speravo dicessi di si! Non c'è fretta possiamo fare questo grande passo quando sarai pronta, quando saremo pronti- dice infilandomi l'anello.
-è…bellissimo- dico guardandolo negli occhi.
-ti amo Stella, sei la cosa migliore che mi sia capitata in tutta la mia vita!- mi bacia.
-anche io- sussurro baciandolo delicatamente.
 

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