L'alba del tempo di Ayumu Ena (/viewuser.php?uid=533185)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il mio mondo ***
Capitolo 2: *** Un suono lontano ***
Capitolo 3: *** Sentimenti delicati ***
Capitolo 4: *** Un giorno di pausa ***
Capitolo 5: *** Come spine ***
Capitolo 6: *** Un tenue bagliore risplende nei tuoi occhi ***
Capitolo 7: *** Sabbia d'autunno ***
Capitolo 8: *** La bambina che giocava con l'inverno ***
Capitolo 9: *** Solo inutili bugie ricorderò di te ***
Capitolo 1 *** Il mio mondo ***
Autore:
Helen Ward. | Fandom: Twin Princess
Titolo:
Il mio mondo. | Prompt: ♯176. Cecità.
Note:
partecipa alla challenge
La
sfida dei 200 prompt indetta da msp17.
L'alba
del tempo
A
Himeko,
che
ama la Shein quanto me,
se
non di più
Il
mio mondo
Buio.
Tutto
ciò che Rein poteva vedere era il buio.
Ombre
e sagome scure sfilavano dinnanzi i suoi occhi. L'oscurità
che si
celava sulle pupille, ogniqualvolta serrava le palpebre per riposare,
non era così diversa dalla tenebre che offuscavano le sue
giornate.
Tuttavia,
dopo l'incidente, la cecità non le aveva impedito di essere
se
stessa.
Era
sempre la solita Rein: quella che voleva fare tutto da sola, senza
l'aiuto di nessuno. Ma le sue forse non bastavano e l'aiuto di
qualcuno era necessario. La mattina usciva sempre accompagnata da
Fine, o da Elsa, o da Touluse e passava il pomeriggio in compagnia di
un ragazzo. Un ragazzo che conosceva bene e di cui si era innamorata.
Quel
pomeriggio, Rein, aspettava l'arrivo del giovane seduta sotto il
gazebo. Intorno a lei il profumo dei fiori si disperdeva, inebriando
le sue narici e gli uccellini, che si libravano in aria a movimenti
troppo bruschi, trillavano felici, portando il loro canto in giro per
il mondo.
Quando
finalmente udì i suoi passi, il resto scomparve e vecchie
immagini
la portarono a ricordare come il giovane era prima di quel giorno. I
capelli scuri che ondeggiavano allo scuotersi del vento,
l'atteggiamento provocatorio con il quale si divertiva a schernirla
di tanto in tanto, e il suo sguardo magnetico che l'aveva incantata e
affascinata inesorabilmente.
Eppure
era fiduciosa, il dottore confermava che presto la vista sarebbe
tornata. Avrebbe ritrovato le persone che la incoraggiavano senza
fine: ogni ora, ogni minuto, ogni istante, ogni frammento di tempo
che sarebbe servito per riportare quella luce nei suoi occhi che
quell'uomo, investendola, aveva spento.
Odiava
con tutta se stessa quella malattia che le impediva di ammirare i
colori vivaci e cupi che si disperdevano in ogni dove, tuttavia
cercava di sorridere, di non mostrare quella sofferenza che ad ogni
risveglio la tormentava.
Avrebbe
preferito rompersi una gamba, o un braccio, o un piede; sicura che
avrebbe sopportato meglio il dolore. Scosse il capo, togliendosi con
forza quei pensieri tristi e non degni di lei.
Si
concentrò, nuovamente, sui passi del ragazzo e
constatò che si era
fermato.
«Rein.»
«Shade»
sussurrò sorridendo.
«Porti
ancora gli occhiali?» disse, e un incrinatura di delusione
sovrastò
la sua voce.
«Io
non...» sì fermò qualche istante a
pensare «voglio che tu o la
mia famiglia veda i miei occhi.»
«Continuerai
a non farli vedere a nessuno?» domandò leggermente
irritato.
Rein
si limitò ad annuire e abbassando il capo lasciò
cadere una lacrima
al suolo, che tuttavia non passò inosservata a Shade. Un
moto di
rabbia verso colui che l'aveva ridotta così irruppe
nell'anima del
giovane.
Le
prese delicatamente il viso tra le mani. «Rein,» le
disse,
asciugando una lacrima che le solcava la liscia pelle «i tuoi
occhi
toneranno a mostrare la luce di un tempo.»
[Angolo
Autrice]. Buonasera carissimi lettori/autori.
Eccomi di
nuovo qui e questa volta a proporvi una Raccolta di Flashfic. :)
Spero
di aver rispettato il prompt e se così non fosse fatemelo
sapere e
provvederò a rimediare. Lo stesso discordo vale per gli
errori,
ovviamente.
Passando
alla Flasfic. Con questa storia comincio “La sfida
hai 200
prompt” e il prompt Cecità, scorrendo
tra gli i vari che ho a
disposizione, è stato il primo che mi ha colpito e
così ho scritto.
Inizialmente
avevo pensato di scrivere di Shade, ma poi stamattina la storia
è
diventata una Rein centric.
Comunque
riguardo alla raccolte, le storie non saranno collegate tra loro ma
sono tutte Flash a se stanti.
Come
in ogni angolo autrice ringrazio tutti coloro che
leggeranno/commenteranno. ;)
E
infine, dedico questa storia a Himeko Kuroba che mi
ha
supportato, consigliato e aiutato a migliorarmi. Per cui grazie,
grazie davvero. ♥
Un
abbraccio
Helen
Ward
|
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Capitolo 2 *** Un suono lontano ***
Autore:
Helen
Ward. | Fandom:
Twin
Princess.
Titolo:
Un
suono lontano. | Prompt
bonus: #74.
Pianoforte.
Note:
partecipa
alla challenge La
sfida dei 200 prompt
indetta
da msp17.
L'alba
del tempo
Un
suono lontano
Le
mura del castello diffondevano fra le pareti, nell'aria e nella mente
di chi sapeva ascoltare le note di una dolce melodia.
Il principe
della luna, noto per la sua bravura nel suonare il piano, faceva
scivolare le dita sui tasti bianchi e neri. La musica soave e
cristallina continuava a disperdersi, senza sosta, senza un'
apparente fine. Eppure Shade si fermava, pensava per qualche istante
e sicuro, riprendeva a immergersi nelle note intense e profonde da
lui create.
Le vibrazioni
riecheggiavano in tutta la stanza,
mentre i vetri delle finestre tremavano dolcemente sotto la pressione
di quel suono.
La triste armonia
di quella sonata, non la notò
mai nessuno. Tuttavia il principe continuava a rimanere seduto sul
quel vecchio sgabello, a tessere i suoi spartiti in quelle quattro
mura, dove fin da piccolo suonava in compagnia di una bellissima
fanciulla, dai capelli blu e morbidi, dagli occhi gioiosi e limpidi,
di chi non conosce tristezza.
E finché
componeva, le sue immagini
gli scorrevano davanti, impedendogli di dimenticarla.
Continua
a suonare Shade, ed io sarò sempre con te...
Erano le ultime
parole che le aveva rivolto e così, con quei semplici
vocaboli lui
continuava ad attendere il suo ritorno. Lei glielo avevo
promesso, presto sarebbe tornata.
Dalle camere
vicine,
dove la sorella e la madre del principe si accingevano a riposare,
ascoltavano in silenzio, aspettando che il sonno le raggiunse. E
così
fu, le note accompagnarono la Regina Maria e la piccola Milky fra i
sogni più lieti.
Nonostante la
stanchezza dell'ora tarda, Shade,
proseguiva imperterrito a muovere le dita in sintonia col suo cuore e
proprio quando la pesantezza dei ricordi fu tale da non riuscire
più
a controllarla, una ragazza dai lunghi capelli bussò alla
porta.
Il
giovane neanche rispose; si girò solamente, in attesa.
«È
permesso?»
Era questa la voce
più bella che avesse mai sentito e
che mai sarebbe riuscito a riprodurre senza di lei.
Attese ancora
e senza proferire parola corse da Rein, la strinse a se così
forte
da farla sbattere contro il muro e da farle mancare il fiato.
Era
tornata, come aveva promesso.
[Angolo
Autrice]. Ok, ok, avevo promesso ad Aria che
questa Flash
non sarebbe stata triste eppure non ho potuto fare a meno di inserire
un velo di nostalgia e amarezza anche in questa seconda storia.
Scusateee! Cercherò di essere più allegra.
Nonostante tutto spero
davvero che sia piaciuto e spero continuate a seguirmi. Oh, il
prompt: come sempre ho timore non averlo rispettato ma lascio a voi
il giudizio.
La storia è un po' più corta della precedente, ma
ho cercato di inserire al meglio i sentimenti dei ragazzi, ma
sopratutto quelli del bel principe.♥
Come ogni volta, se volete
naturalmente, fatemi sapere se ci sono errori, se vi è
piaciuta o
meno. Scappo a cena! Alla prossima Flash cari lettori/autori!
Un
abbraccio
Helen Ward
|
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Capitolo 3 *** Sentimenti delicati ***
Autore:
Helen
Ward. | Fandom:
Twin
Princess.
Titolo:
Sentimenti delicati. | Prompt
bonus: #148.
Discoteca.
Note:
partecipa
alla challenge La
sfida dei 200 prompt
indetta
da msp17.
L'alba
del tempo
Sentimenti
delicati
- Una
giovane ragazza, fasciata da un tubino nero, mono-spalla,
e lungo appena sopra le ginocchia, posò i suoi occhi sul blu
intenso
della notte. Poi, sorrise e il sguardo scorse finalmente l' enorme
locale dove la musica, trepidante, attendeva lei e le sue amiche.
- Lione,
Fine, Rein e Mirlo uscirono dalla macchina e impazienti di entrare,
attesero in fila come gli ragazzi davanti a loro.
- Un
chioma blu continuava a guardarsi intorno, entusiasta di quell'attesa
che non sembrava poi così fastidiosa. Le sue iridi,
tuttavia, si
fermarono un istante di girovagare senza meta e sostarono sui capelli
viola di un giovane che conosceva bene.
- Un
fitta lieve all'altezza del cuore la sorprese e uno stato d'ansia,
delicato e nuovo, s'insinuò con prepotenza fra i suoi
sentimenti.
- Perse
ancora qualche istante ad osservarlo e fu proprio in quel momento che
lui si girò. La vide e sorrise sghembo. Poi tornò
a guardare la
fila davanti a sé.
- Un'
altra fitta, dolce come la precedente, fece sussultare il cuore di
Rein.
- Non
appena i suoi pensieri smisero di orientarsi verso Shade,
tornò con
i piedi per terra, e rivolse la parola alle sue amiche, cercando di
distrarsi inutilmente.
- Quando,
finalmente, la coda di persona si smaltì, anche le quattro
ragazzo
poterono entrate e la musica cominciò a vibrare nei loro
petti, e
poi in tutto il corpo.
- Rein
ballò con le amiche e seppur cercasse Shade con gli occhi
non lo
trovò mai, fino a quando una mano sul braccio scoperto la
sorprese.
«Rein.»
- «Bright?»
disse con un velo di delusione, ciononostante sorrise all'amico.
- «Balliamo?»
chiese senza esitazione.
- Posso
concedere un ballo al mio migliore amico? Si
chiese fra le sue riflessioni.
- Annuì
semplicemente.
- Quando
la canzone finì, Bright avvicinò lentamente le
sua labbra a quelle
della fancilla. Prontamente, la giovane evitò il bacio e lo
strinse
a sé.
- «Mi
dispiace, Bright.»
- «Dovevo
immaginarlo,» disse affranto ma consapevole
«è un altro colui che
ti piace.»
- Un
paio di occhi rossi e tristi si posarono sul ragazzo che, appoggiato
al muro con le braccia incrociate, li osservava da diversi minuti.
- Rein
lo guardò per un' ultima volta e gli chiese scusa.
- «Non
importa, io ti vorrò sempre bene.»
- Salutò
Bright e si diresse da Shade che da tempo ormai la aspettava.
- La
scrutò e la studiò, non credendo ai proprio
occhi. «Sei davvero
affascinate con questo vestito.»
- Piccoli
pigmenti rossicci tinsero le gote della fanciulla e se possibile,
agli occhi di Shade, diventò ancora più bella.
- «G-Grazie.»
- «Ti
riporto a casa, ti va?»
- «Eh?
Sì, ecco.. io devo solo dirlo altre» disse col
viso ancora
accaldato per prima.
- Lui
sorrise sghembo, la prese per mano, l'accompagnò dalla sue
amiche,
che sorrisero sbarazzine davanti ai due, e successivamente la
scortò
fino a casa.
- Rimasero
sulla soglia della porta a guardarsi. Gli occhi di entrambi
luccicavano, ricolmi di sentimento. Poi, Shade si avvicinò e
disse:
«Ci vediamo domani.»
- «Domani?»
chiese confusa.
- «Facciamo
un passeggiata insieme se sei libera.»
- «Liberissima»
disse impulsivamente Rein e non appena si accorse con quanta enfasi
aveva risposto, abbassò lo sguardo.
- Prima
di lasciarla, Shade depositò un bacio quasi impercettibile
sulle
labbra di Rein, che imbarazzata lo salutò, aprì
la porta e corse in
camera sua, scombussolata da tutte quelle emozioni.
[Angolo
Autrice]. Ciao
popolo di Efp. Sono tornata. Sono tornata con un ' altra storia di
539 parole, può ancora essere considerata FlasFic o ho
sgarrato di
troppo? :( Ditemi voi. Comunque, avete visto, questa non è
triste e
nemmeno malinconica, come invece era la precedente. In ogni caso
spero vi piaccia! ♡
Scusa
stasera no sono di molte parole, forse perché sono in
ritardissimo e
non posso dilungarmi oltre. Perdonatemi, scappo. Come sempre un
grazie a chi leggerà e/o recensirà la storia.
Alla
prossima Flash! ;)
Un
abbraccio
Helen
Ward
|
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Capitolo 4 *** Un giorno di pausa ***
Autore:
Helen
Ward. ̶Fandom:
Twin
Princess.
Titolo:
Un giorno di pausa. ̶Prompt:
#4.
Letto.
Note:
partecipa
alla challenge La
sfida dei 200 prompt
indetta
da msp17.
L'alba
del tempo
Un
giorno di pausa
Quella
mattina, la governante Camelot aveva concesso alle gemelle Fine e
Rein un giorno di meritato riposo, poiché nell'arco della
settimana
entrambe si erano impegnate con devozione ai compiti che una
principessa è obbligata a tenere.
Così,
ognuna di loro aveva deciso come passare l'intera giornata. Fine era
in giardino e praticava esercizi di riscaldamento prima di cominciare
a correre lungo il perimetro del castello. Rein, invece, era ancora
nel mondo dei sogni.
Il
confortevole materasso che dolcemente la avvolgeva, era ricoperto da
lenzuola azzurre che sfumavano verso il bianco di tanto in tanto,
mentre il cuscino, che risaltava fra le lenzuola, era di un blu
scuro. La testiera argentea, disegnava strani decori, simili a fiori.
Il
profumo del lenzuolo, lavato di recente, accompagnava sempre Rein
durante il sonno.
Sognava
di ballare con il suo amato principe e proprio mentre lui le offriva
la mano, invitandola a ballare, Rein si ritrovò ad
appoggiare le
sottili braccia intorno a qualcosa di caldo al suo fianco.
Quel
sogno le sembrava così reale, eppure i suoni esterni
cominciavano a
infastidirla, riportandola alla realtà.
«Shade»
mormorò inconsciamente. «Shade» disse
nuovamente.
Poi
sospirò e sentì qualcosa di caldo sul fianco
sinistro che la
ridestò definitivamente.
Aprì
lentamente gli occhi e si scontrò con un altro paio di iridi
color
cobalto.
«Buongiorno
principessa.»
Arrossì
violentemente, non appena si rese conto di essere avvinghiata al
Principe della Luna. Le pupille si dilatarono, incredule. Poi
finalmente un momento di razionalità la fece calmare.
«Buongiorno?
Cosa ci fai nel mio letto e... perché mi stai
abbracciando?»
domandò leggermente irritata.
«Sei
stata tu ad abbracciarmi, e in più hai sussurrato il mio
nome due
volte» disse compiaciuto.
«Questo
non è vero!» disse cercando di mostrarsi il meno
imbarazzata
possibile.
«Io
so quello che ho sentito.»
Imbronciata,
ordinò a Shade di uscire immediatamente dal suo letto, ma
lui non ne
volle sapere.
«È
così morbido e poi non si sta meglio insieme?» L'
attirò a sé
facendo aderire il suo corpo con quello della ragazza.
Tuttavia,
Rein non rispose, si limitò a ricambiare quell'abbraccio,
leggermente accaldata dall'emozione.
Dev'essere
sicuramente un sogno, si ritrovò a pensare mentre
un sorriso
sincero le si dipingeva sul volto. Quel letto non era mai stato meglio
occupato.
[Angolo
Autrice] Buon
pomeriggio! Ho aggiornato prestissimo questa volta, vero? Non credevo
nemmeno io di pubblicare la quarta Flash così velocemnte, ma
l'ispirazione è arrivata improvvisamente ed io l'ho colta al
volo.
Mai lasciarsela sfuggire, no? ;) Questa volta ho rispettato il limite
di parole e non ho sgarrato. ♡
Ah, ho deciso di inserire dieci Flash all'interno di questa raccolta,
per cui mancheranno ancora sei storie prima che sia finita. Comunque
per quanto riguarda la storia, Shade è stato piuttosto
audace (?) ad
entrare non solo in camera di Rein, ma anche nel suo letto. Mi sono
divertita a scrivere questa Flash anche perché, io al posto
della
blu sarei sprofondata nell vergogna più totale se fossi
stata al suo
posto! :)
Come
ogni volta, confido nel fatto che vi sia piaciuta e se notate qualche
errore segnalatemelo pure. :)
Un
abbraccio
Helen
Ward
|
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Capitolo 5 *** Come spine ***
Autore:
Helen
Ward. | Fandom:
Twin
Princess.
Titolo:
Come spine. | Prompt:
#35.
Morte.
Note:
partecipa
alla challenge La
sfida dei 200 prompt
indetta
da msp17.
L'alba
del tempo
Come
spine
Riesci
a sentirmi?
Sarai
sempre con me, vero Fine?
- Era
morta da anni ormai, eppure Rein non si era mai recata nel luogo in
cui la sorella, parte di lei da quando era nata, riposava in pace.
Tuttavia quello era un giorno speciale, per cui prima di avviarsi,
prese due rose: una blu, una rossa.
- Dopo
esattamente cinque anni dalla sua scomparsa,
una ragazza dai capelli blu, dal cuore lacerato dal dolore e dal
volto provato era pronta a dire addio.
- Poteva
percepire chiaramente una parte di lei staccarsi ad ogni passo che la
accompagnava. Voleva tornare a vedere quella parte di sé che
ormai
da tempo non c'era più, eppure lo sapeva bene: lei
non sarebbe mai più tornata.
Non
avrebbe più
abbracciato quel corpo gracile quanto il suo, non avrebbe
più riso
insieme a lei, nulla sarebbe cambiato. Solo i ricordi, tristi,
felici, amari, gioiosi ed effimeri sarebbero riemersi. Tuttavia delle
immagine destinate a durare pochi instanti della sua vita, non le
servivano a ripagare tutto il dolore che si celava dietro a quel
viso. Quello sguardo triste che, dopo tanti anni, non aveva ancora
versato un lacrima poiché la sofferenza aveva consumato ogni
sua
forza, guardava ora davanti a sé. La tomba della sorella era
due
passi da lei, così con una calma struggente si
avvicinò ed abbassò
il capo con una tormentosa lentezza.
- Fine.
Gridò nella mente. Quel urlo fu così acuto che
Rein cadde a terra.
Le ginocchia sbucciate e le guance solcate da nuove lacrime ne di
gioia ne di dolore, ma soltanto pieno d'odio verso chi gliela aveva
portata via.
- La
vita non è giusta.
Si ritrovò a pensare.
- Strinse
la presa ai gambi sottili delle rose che teneva fra le mani.
Serrò,
poi, con prepotenza i palmi sulle spine e la pelle si
lacerò,
lasciando gocciolare piccole quantità di sangue.
- A
pochi centimetri da lei un ragazzo la osservava.
- Quando
se ne accorse lasciò cadere le rose, mentre alcuni petali
rossi si
staccarono dal resto e rimasero inermi al fianco dei due fiori.
- «Cosa
ci fai qui?» mormorò quasi con rabbia.
- «Mio
padre» disse incrociando gli occhi vuoti della ragazza.
- Poi
non appena Rein sentì quelle parole si diede della stupida. Come
ho potuto rivolgermi a lui con tanta freddezza? Aveva
dimenticato che non era l'unica ad aver perso qualcuno.
- «Mi
dispiace. Non volevo.»
- «Lo
so» disse mostrandole un sorriso triste.
- Lo
guardò negli occhi ancora una volta e solo allora
capì. Il tormento
che leggeva in quelle iridi scure era lo stesso che si poteva
cogliere nelle sue. Sorrise amaramente come lui pochi secondi prima,
e poi l'urlo acuto dentro di lei prese nuovamente il sopravvento. Si
portò le mani sporche di sangue fra i capelli, tappandosi le
orecchie e poi cadde sulle ginocchia, immobile.
- Il
ragazzo si precipitò verso di lei e ricongiunse le sue mani
a quelle
di Rein.
- Addio,
Fine.
[Angolo
Autrice]. Buonasera!
Ehm, lo so, lo so una storia più triste non potevo
inventarla. Ma
con chi segue questa raccolta avevo accennato ad un tema un po'
particolare. E spero di aver reso i sentimenti di Rein al meglio.
Quanto sua sorella sia importante per lei e quanto il loro legame sia
solido, nonostante tutto nonostante l'ostacolo forse più
difficile
da superare: la morte.
Qualche
giorno fa ho ascoltato I'm
with you
di Avril Lavigne.
Una volta terminata la storia ho riascoltato la canzone ed ho
immaginato Rein mormorare le parole della canzone, la maggior parte
destinate a sua sorella eccetto quando dice prendimi
per mano
– lì ho pensato a Shade, siccome nella scena
finale lui sfiora le
sue mani. Ovviamente ognuno può interpretarla come
più gli piace,
io ho solo detto la mia. ;)
Be',
leggendo avete trovato errori? Il prompt l'ho rispettato secondo voi?
Fatemi sapere la vostra opinione se ve la sentite. :)A presto, spero!
Un
abbraccio
Helen
Ward
|
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Capitolo 6 *** Un tenue bagliore risplende nei tuoi occhi ***
Autore:
Ayumu
Okazaki. | Fandom:
Twin
Princess.
Titolo:
Un
tenue bagliore risplende nei tuoi occhi. | Prompt:
#121.
Luna.
Note:
partecipa
alla challenge La
sfida dei 200 promptindetta
da msp17.
L'alba
del tempo
Un
tenue bagliore risplende nei tuoi occhi
La
sottile lastra di pietra, su cui sedeva Rein, pareva un antico ponte
abbandonato non percorribile interamente poiché distrutto
dallo
scorrere del tempo e dagli eventi atmosferici che avevano corroso la
montagna, modellandola e creando quello strapiombo su cui la
fanciulla attendeva il calare del buio. Aspettava mentre le sottili e
longilinee gambe ripetevano un ritmo monotono e incessante;
sollecitava gli arti inferiori muovendo prima uno, poi l'altro,
muovendoli avanti e indietro nel vuoto sottostante.
Il
soffio fresco e leggero del vento primaverile le solleticava la pelle
nivea ed innocente, mentre il tiepido sole si spegneva celermente al
confine fra il cielo e la terra, dove si plasmava un impercettibile
segmento: la linea del tramonto. Quel nome
denominato tale da
Rein, le ricordava un preciso momento della giornata e quando
l'enorme sfera dorata la infastidiva, correva verso il cielo, in
alto, dove la montagna volgeva al termine in uno strapiombo sul lago
astrale, che rispecchiava quel piccolo, quanto insignificante,
ritaglio di universo.
La
posizione del busto, dapprima eretta, ora calma e distesa schiacciava
delicatamente i capelli glauchi sulla rozza pietra. E quando l'aria
si fece più intensa e fredda, la luna occupò
l'immensa cupola
scura, portando le tenebre sotto di sé. Incantata, ammaliata
e
rapita dal voluminoso disco argenteo, rimase immobile per alcuni
istanti, poi allungò la mano destra sopra di sé e
le sembrò di
toccarla. La luce della luna, circoscritta da una quantità
infinita
di stelle, risplendeva nelle iridi cristalline di Rein. La
ammirò
per lunghissimi attimi, ascoltando il silenzio a intorno a
sé e
successivamente si alzò in piedi, pulendosi dai ciottoli
grigi che
aderivano ai vestiti. E laddove la luna si rispecchiava sull'acqua
cerulea, Rein sorrideva alla volta celeste, incamminandosi verso
casa.
[Angolo
Autrice].Finalmente
questa Flash ha visto la luce e con questa siamo a sei. L'ho
riscritta così tante volte che ormai ho perso il conto. Ed
è per
questo motivo che ho pubblicato più tardi del solito, ma
adesso sono
qui a proporvi questa nuova storia: una Rein
Centric.
E contrariamente alla prima Flash della Raccolta, qui Shade non
compare ma il fatto che Rein sia affascinata dalla luna, potrebbe
alludere ad un certo ragazzo, o almeno io l'ho intesa così
mentre
scrivevo.
Diversamente
dal solito ho scritto il titolo prima di tutto la storia. Solitamente
compongo la storia e poi dopo aver corretto un paio di volte
– alle
volte di più – il titolo viene da sé.
Questa volta è stata una
sorpresa per me e lo ammetto: mi piace
ciò che
ho creato – spero sia lo stesso per voi. Credo che ormai
tutti
abbiano capito quanto io sia fissata con i titoli – ma ognuno
ha i
suoi difetti, no? In più ci tenevo a precisare che il colore
glauco,
che ho usato al plurale (glauchi) nel testo,
esiste
davvero. Inizialmente non ci credevo poiché Glauco
è usato,
oltretutto, come nome proprio di persona. Come sempre sarei felice di
sapere la vostra opinione, tuttavia sono grata ugualmente a chi ha
avuto il coraggio di leggere quest'ennesima storia.
Ayumu.
|
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Capitolo 7 *** Sabbia d'autunno ***
Autore:
Ayumu
Okazaki. | Fandom:
Twin
Princess.
Titolo:
Sabbia
d'inverno.
| Prompt:
#185.
Nascondiglio.
Note:
partecipa
alla challenge La
sfida dei 200 prompt
indetta
da msp17.
L'alba
del tempo
Sabbia
d'autunno
In
quel pomeriggio d'autunno il mare freddo e grigio scivolava sulla
sabbia, toccando appena i piedi di Rein che rabbrividivano al
contatto. Suppur l'acqua gelida sembrava provocarle un inconsueto
fastidio, lei non accennava alcun segno di disturbo. Le dita dei
piedi, sprovviste delle solite ed opprimenti scarpe, si muovevano
frenetiche, formando delle piccole buche sotto di esse. Al collo
portava un catenina color oro opaco e la custodiva dentro la camicia
che indossava. Ogni tanto estraeva il ciondolo appeso ad essa, un
orologio, e controllava l'ora constatando che Shade era in ritardo.
Annoiata, scrutò l'orizzonte e senza volerlo la sua mente
rievocò
lontani ricordi. Immagine nitide ed altre confuse le rimembravano le
estati passate in compagnia di Bright, Fine e Shade, amici fin
dall'infanzia. In particolar modo ricordò il luogo in cui
lei e
Shade si nascondevano: una grotta nell'insenatura sulla costa. Un
luogo che nessuno conosceva, quello era il loro nascondiglio.
Da piccoli rimanevano nell'antro diverse ore, tanto da far
preoccupare le loro madri e i loro padri.
Rein
sospirò e rimirò, per l'ennesima volta, l'orario,
mentre la sua
pazienza si affievoliva ad ogni minuto di ritardo. Solo quando fu
stanca di aspettare, la giovane si diresse verso la rientranza della
costa. La sabbia sottostante i suoi piedi era morbida e anche se
risultava faticoso correre, a Rein sembrava d'essere tornata bambina,
quando la stanchezza non era mai abbastanza da impedirle di
raggiungere la grotta. La notte stava calando e la brezza attorniava
il collo scoperto della ragazza, provocandole la pelle d'oca in tutto
il corpo.
Con
il respiro affannato e le gambe leggermente doloranti,
riempì i
polmoni d'aria e si avvicinò al nascondiglio. Le dite
poggiarono
sulla roccia smussata e grezza, seguendo i contorni appuntiti. I
ricordi riaffiorarono allo stesso modo in cui i suoi occhi
riflettevano, fino a qualche attimo prima, il confine fra cielo e
terra.
«Oggi
hai nostalgia dei vecchi tempi?» disse una voce affannata e
sarcastica.
«Shade?
Come hai fatto a sapere che ero qui?»
«Quando
stavo venendo all'appuntamento, ho visto una ragazza dirigersi in
questa direzione e ho pensato fossi tu.» Fece una pausa per
riprendere fiato e si avvicinò a lei. «Ho provato
a chiamarti, ma
sembravi troppo indaffarata a correre.»
«S-Sei
in ritardo, comunque.»
«Ti
ho mando un messaggio per avvisarti che sarei arrivato più
tardi, ma
non hai risposto.»
Rein
stava per controbattere e si meravigliò di non aver sentito
il
cellulare squillare, così controllò la borsa e
rimase sorpresa nel
constatare che se lo era dimenticata a casa. Imbarazzata
spostò lo
sguardo sul mare, sperando di passare inosservata. Tuttavia lo
sguardo divertito di Shade, le lasciò intendere che aveva
capito
ogni cosa.
[Angolo
Autrice]. Ehm, salve? Sono io... Ayumu. Sono
sparita per
ben più di tre mesi – anche se possiamo benissimo
dire quattro.
Comunque, mi dispiace veramente tanto e cercherò di fare in
modo che
questo non accada più. Aggiornerò in tempi
più brevi e mi auguro
davvero di poter mantenere questa promessa – anche
perché non mi
piace dire cose che poi non sono in grado di mantenere. Lo stesso
discorso vale per “Aelf e la celata magia”. Il
capitolo due è in
fase di revisione per cui aspettatevi presto un mio aggiornamento
e... ancora tante, ma tante, scuse da parte mia. E niente, parliamo
un po' di questa Flash. Sono sicura di non aver dato il meglio di me
in questa storia però mi sono comunque impegnata, ovvio.
L'orologio
di Rein è alquanto insolito, oserei dire, poiché
non se ne vedono
tanto in giro e ho voluto inserirlo per il semplice fatto che ne ho
comprato uno proprio ieri e lo adoro. Ho solo un dubbio, il racconto
che ho scritto mi è sembrato un po' banale, ma questa
è solo la mia
impressione. Se volete fatemi sapere se mi sono sbagliata o se invece
ho ragione.
Ayumu.
|
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Capitolo 8 *** La bambina che giocava con l'inverno ***
Autore:
Ayumu. | Fandom:
Twin
Princess.
Titolo:
La
bambina che giocava con l'inverno.
| Prompt:
#31.
Infanzia.
Note:
partecipa
alla challenge La
sfida dei 200 promptindetta
da msp17.
L'alba
del tempo
La
bambina che giocava con l'inverno
Come
in una giornata autunnale grigia e senza sole, il cielo ricordava un
antico mantello grigio, che solcava indisturbato le mura di
quell'inverno pungente. Ma Rein amava l'inverno, era accogliente e
rasserenante, come le fiabe che sua madre le raccontava prima di
addormentarsi nel torpore delle coperte. C'era un particolare, odiato
e disprezzato dalla gente che la circondava, che era possibile
ammirare solo in un determinato periodo dell'anno. Quel dettaglio
effimero che quasi nessuno sapeva cogliere erano piccoli, quanto
grandi, pezzetti di cielo bianco che cadevano sulla terra per dare
luce al mondo. Solo Rein vedeva la neve sotto quell'aspetto e non
aveva ancora trovato nessuno capace di comprenderla. In conseguenza
alle poche volte in cui la neve concedeva a Rein
l'opportunità di
vederla e adorarla, la bambina coglieva i pochi giorni all'anno in
cui poteva camminare nel bianco soffice che essa portava. A volte
mentre i piccoli piedi affondavano nella neve, formando un solco,
Rein inciampava e cadeva, avvolta da una strana sensazione, piacevole
e calda, mentre il freddo lo sentiva appena quasi come una carezza.
In
diverse occasioni dovette ringraziare la neve, in special modo quando
incontrò un bambino. Quando
lo
vide per la prima volta, quest'ultimo la scrutava e i suoi
occhi parevano invocare aiuto; aiuto perché nessuno era in
grado di
accettarlo e tutti lo disprezzavano come l'inverno. Quelle iridi
colorate di un intenso color cobalto, somigliavano tanto al gelo e
infondevano nell'animo di Rein un incantevole magia. Così
quando i
loro sguardi si incrociarono, parvero quasi sovrapporsi tanto erano
simili e all'unisono.
Rein
si avvicinò d'istinto al cancello di metallo che li divideva
e
quando cercò di afferrare la mano del bambino, stretta alle
sbarre
nere, lui si ritrasse un poco, indietreggiando di qualche passo. Il
respiro di Shade si fece più inquieto e timoroso, mentre
formava
delle piccole bolle informi d'aria davanti a sé. Con una
camminata
più cauta la bambina raggiunse il cancello,
allungò una mano oltre
le sbarre e la protese verso quell'animo freddo quanto gentile.
«Giochiamo
insieme?» Un sorriso caldo riscaldò il giovane
cuore di Shade che
sporse, quasi inconsapevolmente, la mano verso quella della fanciulla
come segno d'assenso. E quando Rein fece aprire il cancello, tra lei
e quel bambino non si disperse nell'aria alcuna parola; esse
sarebbero risultate superflue, i gesti di Shade erano così
limpidi
che quando lui l'abbracciò capì il grazie muto
che volle lasciarle.
La bimba rimase inerte fra quelle braccia, tanto che per un attimo la
scena parve immortale come una fotografia, e fu come essere avvolta
dalla neve,
il freddo
lo sentiva appena, quasi come una carezza.
[Angolo
Autrice]. Ieri mattina mi sono svegliata e ho
ricevuto una
delle più belle sorprese che il tempo potesse regalarmi.
Forse
leggendo questa Flash avete capito di cosa sto parlando. Ma se
così
non fosse allora vi dirò che sto parlando della neve. La mia
amatissima neve. Cosa ci volete fare mi piace tanto e l'ho amata fin
da quando ero bambina. Dovevo, quindi, scrivere qualcosa
sull'infanzia di Rein, anche se forse il prompt più
azzeccato
sarebbe stato neve, ma siccome non c'era ho usato infanzia.
E niente questa Flash non rappresenta il mio amore per l'inverno, la
mia stagione preferita e che forse non è poi così
male e sono
convinta che nel mondo ci sarà qualcuno che lo ama almeno
quanto me!
Quando
Rein protende la mano verso Shade e viceversa mi ha ricordato tanto
un altro anime che adora (Kyoukai no kanata), chissà forse
la mia
mente pensava incosciamente ad Akihito e Mirai mentre scrivevo.
Bene,
direi che sono giunta alla conclusione di queste note e colgo
l'occasione per dirvi che questa è la terzultima storia.
Ancora non
ci credo: solo altre due Flash e questa Raccolta sarà
finita!!!
Oddio, non ci credo – l'ho già detto, lo so, lo
so. Va be', sarà
meglio non pensarci ora, per cui vi saluto e vi ringrazio per essere
passati di qua.
Ayumu.
|
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Capitolo 9 *** Solo inutili bugie ricorderò di te ***
Autore:
Ayumu. | Fandom:
Twin
Princess.
Prompt:
#11.Tristezza.
Note:
partecipa
alla challenge La
sfida dei 200 promptindetta
da msp17.
- L'alba
del tempo
- ▪
Solo
inutili bugie ricorderò di te ▪
Era
dolce il profumo che inebriava i sensi di Shade, così come
la
ragazza che contornava i suoi pensieri prima di addormentarsi.
Pensieri che non erano dei più felici. Da tempo ormai sapeva
che
Rein era un androide, seppur il suo aspetto fosse uguale a quello
delle altre ragazze umane. Nonostante
ciò, dall'ultima
rivelazione che la Giftia gli aveva fatto, soffriva. Come tutti
sapeano in quella cittadina, o quasi, il ciclo vitale degli androidi
prevedeva una durata di soli nove anni, ma Shade non avrebbe
immaginato che a Rein mancassero solo cento ore prima che la sua
memoria venisse cancellata. Fra pochi mesi avrebbe rivisto quegli
occhi, osservando un tempo passato che gli era scivolato via dalla
mani come un soffio di vento. Lei avrebbe fatto altrettanto e si
sarebbe chiesta chi fosse quel giovane dai capelli cobalto.
Assorto
nei suoi pensieri non si era accorto che la sua passeggiata notturna
era accompagnata da un ticchettio frenetico, che cercava
disperatamente di stare al suo passo.
«Shade.»
La voce mite lo raggiunse come una carezza. Per un attimo credette di
essere in un sogno, uno di quelli che non faceva da tempo, un sogno
privo di morte. Perché era di questo che si stava parlando,
Rein
sarebbe morta, i suoi ricordi con lei. Anche se il suo corpo sarebbe
stato riutilizzato, lei sarebbe stata un'altra persona, con dei
sentimenti diversi. Ma voleva amarla per il poco tempo che le
restava, se solo lei glielo avesse concesso.
«So
che non vuoi stare con me perché sei una Giftia, so che non
vuoi
farmi soffrire, ma comportandoti in questa maniera non risolvi le
cose.»
«Errore,
riformulare la domanda.» Fu tutto quello che Rein
riuscì a
dire, consapevole che quelle parole erano solo bugie che presto lei
non avrebbe più ricordato. Se dentro di lei la sua anima
bruciava,
fuori non lasciava trasparire nessuna emozione, solo un luccichio
correva il rischio di precipitare al suolo, come le sue convinzioni,
vacillanti, quasi effimere.
«Allora,
non abbiamo più niente da dirci.»
Shade
s'incamminò verso la luce fioca, tremolante, del lampione;
non si
girò, semplicemente si arrese al destino che lo aspettava.
♣
NOTE
DELL'AUTRICE
Il
programma che avevo non era certo quello di usare il prompt
tristezza, anzi tutt'altro. Avevo cominciato a scrivere con in testa
il prompt sirena, ma alla fine sono arrivata a questo,
perché io
sono proprio il genere di persona che comincia col fare una cosa e si
ritrova a farne un'altra completamente diversa. Questa flash ne
è la
prova. Comunque suppongo che vogliate una spiegazione, ad esempio cosa
sono
i Giftia, magari, e da dove è uscita quest'idea. Be' i
Giftia sono
degli androidi che provano delle emozioni, dei sentimenti,
piangono e ridono proprio come gli esseri umani, tuttavia il tempo
del loro ciclo vitale è di soli nove anni. Ora, l'anime che
tratta
di questi androidi si chiama Plastic Memories e parla appunto della
storia d'amore tra umano e androide, la sola differenza è
che
nell'anime be' la vicenda non si svolge proprio in questo modo, ma
diciamo che ha un riscontro più positivo. Quindi, questo
è un
finale alternativo, un finale che ho immaginato io. Ho anche cambiato
grafica e cercherò – presto – di
impostare allo stesso modo
anche le flash precedenti. La frase che c'è all'interno del
banner è mia, quindi non copiate, please. ^^
Ayumu
Il
banner è stato creato da me. Le immagini sono dei rispettivi
disegnatori.
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