Latch

di _brat
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vine. ***
Capitolo 2: *** Alexander. ***
Capitolo 3: *** Don't judge a book by its cover. ***
Capitolo 4: *** Doubts ***
Capitolo 6: *** Awkward. ***
Capitolo 6: *** Opportunities. ***



Capitolo 1
*** Vine. ***




Vine.
Era un pomeriggio come altri, quando decisi di iscrivermi a Vine. Cos’è Vine? E’ qualcosa che può cambiarti la vita.. in sei secondi. Adesso vi racconterò come bastarono sei secondi per dare una svolta alla mia vita.
Come stavo raccontando prima, era un pomeriggio come gli altri.. e come al solito avevo una montagna di compiti da fare. E come al solito non li avrei fatti. Tanto per cambiare non avevo nessuna voglia di studiare storia, persino fissare il muro di camera mia era un’azione più interessante e produttiva. Presi il mio telefono e entrai nell’app store per vedere se ci fosse qualcosa di carino da scaricare per passare il tempo. Tra i vari social ci fu qualcosa che attirò immediatamente la mia attenzione, uno sfondo verde con la scritta bianca ‘’VINE’’, la scaricai e creai un account. Fu molto semplice, bastò  inserire il proprio nome, il numero di telefono e altri dati. Cominciai a prendere dimestichezza con quella app dopo un paio d’ore, e in pochi giorni riuscii ad ottenere qualche follower con le cazzate che facevo nei miei video. Passarono alcuni mesi e diventai una sorta di icona, le ragazze prendevano spunto dai miei vines per creare i loro, ricevevo un sacco di mi piace e di commenti. Non ero famosa, e non mi sentivo tale, fino al giorno in cui un ragazzo mi riconobbe in strada e mi fermò.
-Tu sei Sarah Molinari vero? I tuoi vines sono fichissimi!- il ragazzo mi chiese addirittura di fare un selfie con lui, reazione alquanto esagerata. A scuola continuavano a trattarmi tutti come al solito, nonostante sapessero che io fossi una ‘’celebrità’’ di Vine.. mentre Cameron Dallas no. Cameron era visto da tutti, anzi da tutte, come una star.. bello, simpatico e pieno di sé. Ovunque andassi tutti non facevano che parlare di Cameron, Cameron Dallas di qua, Cameron Dallas di là.. forse ero un po’ gelosa.
Non conoscevo bene quel ragazzo, ma avevo già capito tutto di lui.. o almeno così credevo.
Tra i miei innumerevoli followers avevo anche Nash Grier, che non era di certo l’ultimo cretino sulla terra.  Anche Austin Mahone mi seguiva, e Noah Cyrus addirittura rivinava tutto ciò che postavo. Ma in mezzo a tutti quei followers Dallas non appariva.
Su Vine c’era tanta di quella gente.. oltre 50 milioni di iscritti. Eppure era destino che tra tutta quella gente due persone in particolare si incontrassero.. e si innamorassero. Era anche destino che nascesse un gruppo di giovani viners che poi  hanno legato come fratelli? Questo ve lo lascio scoprire nei prossimi capitoli.

#eccomi
Spero di riuscire a trovare in mezzo a tutti questi lettori qualcuno che conosca e soprattutto che AMI la Magcon Family quanto la amo io. <3 La ff era inizialmente basata su Cameron e su Sarah Ellen, ma poi ho deciso di variare qualcosa nel secondo personaggio: le ho messo un cognome italiano (più in là si capirà il perchè) e le ho aggiunto qualche anno in più. cagatemi

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Capitolo 2
*** Alexander. ***


Alexander.
Non mi capitava spesso di incrociare Cameron nei corridoi della scuola, e le poche volte che capitava era sempre accompagnato da una ragazza diversa da quella del giorno prima. Aveva tutta l’aria di uno che cambia ragazza ogni giorno, come se fosse un paio di mutande. Sapevo ben poco di lui: 18 anni, occhi profondi, un sorriso incantevole e ottimo gusto nel vestire. Per quanto potesse essere attraente era anche un pallone gonfiato, perciò non tentai mai di avvicinarmi a lui, non frequento gente del genere. Ero molto popolare a scuola, e un sacco di bei ragazzi ci provavano con me, ma per quanto Cameron fosse al corrente della mia esistenza non scambiò mai mezza parola con me, e questo lo rendeva interessante ai miei occhi.
-si può sapere a cosa stai pensando?- la voce squillante di Kat mi riportò con i piedi a terra.
- a nulla Kat, non sto pensando a nulla- risposi lentamente. La mia amica sapeva che stavo mentendo, ma fece comunque finta di niente. Aprii il mio armadietto e trovai un post-it blu con qualcosa scritto sopra: ‘’sei bella, Sarah Molinari’’. Fissai quella nota per qualche secondo, chiedendomi di chi fosse e soprattutto come fosse possibile che qualcuno avesse scoperto la combinazione del mio armadietto. Il giorno dopo trovai un’altra nota: ‘’sei diversa dalle altre, ciò ti rende attraente’’. Era un altro post-it blu, ma questa volta era firmato con una ‘’A’’ puntata.
-A di Anonimo?- chiese Kat quando le raccontai tutto, seduta al nostro tavolo a mensa. Entrambe aspettavamo Dylan, il mio migliore amico.
- o forse A di Aaron, Austin, Andrew? Chi lo sa..- Dylan era appena arrivato, mi schioccò un bacio sulla guancia e si sedette accanto a me, poggiando rumorosamente il suo vassoio sul tavolo.
- o meglio ancora.. Alexander! Magari è di Alexander Dillon- continuò Kat.
- Dillon? Quello sfigato del quarto anno? Troppo sfigato per provarci con Sarah- rispose Dylan.
- ho una piccola idea- aggiunsi.
La mia idea stava nel mettere una nota di risposta nel mio armadietto, in modo da farla vedere al mio ammiratore anonimo.
‘’ Chi sei e come hai ottenuto la combinazione del mio armadietto?’’ scrissi velocemente su quel post-it e lo lasciai nel mio armadietto, sembravo quasi una pazza che si scriveva bigliettini da sola per poi leggerli il giorno dopo. Non fui per niente sorpresa del fatto che il ragazzo (o ragazza, chi lo sa!), aveva risposto subito il giorno dopo.
‘’mi chiamo Alexander, ma è inutile che mi cerchi. La nostra scuola è piena di Alexander. In quanto alla combinazione non lo saprai mai’’
-Te lo avevo detto che era Alexander! O mio Dio che bella coppia!- Dylan scoppiò in una fragorosa risata e gli diedi una pacca sulla spalla. I giorni diventavano settimane,  e non ci fu giorno nel quale non ricevessi una nota da Alexander, ma ero più che convinta che non potesse essere Dillon, non ci aveva mai saputo fare con le ragazze. Il mio Alexander era dolce e misterioso. Provai in tutti i modi a rintracciarlo, un giorno mi nascosi addirittura nel ripostiglio del bidello per spiare di prima mattina la zona del mio armadietto, ma niente.. di Alexander non c’era traccia, sempre ammesso che si chiamasse così.
Torniamo per un momento a Cameron Dallas, spero che non ve lo siate dimenticato. Se prima non lo vedevo spesso adesso mi toccava vederlo tutti i giorni, da quando si era spostato nel mio corso di tedesco.  Ovviamente preferì sedersi da solo piuttosto che scegliere il banco vuoto accanto al mio ma, come già ho detto prima, quel suo ignorarmi mi attirava come una calamita. A mensa non si sedeva più con le solite galline che non facevano che fangirlare attorno a lui, preferiva semplicemente sedersi da solo e smanettare con il suo Ipad.. che stesse lavorando a qualcuno dei suoi patetici vines?
 
 

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Capitolo 3
*** Don't judge a book by its cover. ***


Entrai in classe e poggiai la mia cartella accanto al banco, per poi sedermi sopra quest’ultimo. Era pomeriggio, e di tutti gli altri studenti neanche l’ombra. Non so perché, ma nonostante non avessi scuola il pomeriggio mi piaceva comunque rimanere in classe ad ascoltare musica e completare alcuni lavori di fotografia con il mio pc, a casa non c’era questo silenzio che mi permetteva di lavorare con serenità. Qualcuno mi tolse le cuffie e mi voltai di scatto per vedere chi fosse. Incontrai due occhi scuri e vivaci allo stesso tempo.. conoscevo quegli occhi.
-Che ci fai qui?- mi domandò il viner più gettonato di Chino Hills.
-potrei farti la stessa domanda- risposi prontamente.
-mi piace rimanere qui il pomeriggio ogni tanto.. organizzo qualche vine nei corridoi vuoti della scuola- spiegò.
- ho detto che potrei farti la stessa domanda, non che mi interessa saperlo-  non so per quale motivo, ma gli si presentò il mio lato acido.
- scusa tanto- fece spallucce –tolgo il disturbo- si voltò e si allontanò. Lo fermai e tornò indietro.
- si?-
-no niente, vorrei sapere come mai ti sei trasferito nel corso di tedesco a metà anno- chiesi curiosa
- mi sono accorto che mi piace il tedesco, perché?- rispose.
- così.. comunque io sono Sarah, piacere- gli porsi la mano.
- lo so benissimo chi sei- rispose. Sapevo che lui lo sapeva, ma infondo non ci eravamo mai presentati ufficialmente.
- e tu sai chi sono io, suppongo- disse
- come potrei non saperlo? Tutti parlano di te ‘’oh mio Dio, Cameron Dallas mi sta rivolgendo la parola! Adesso posso morire felice!’’- mimai l’enfasi delle sue fangirls con le mani. E lui roteò gli occhi per poi contrastarmi.
- io almeno ho delle fan,  tu invece non vieni nemmeno riconosciuta dalla maggior parte della gente-  scosse la testa come per disapprovare e sparì dietro la porta. Non male come prima conversazione, mi aveva sputtanata.
Decisi di tornare a casa, ma prima controllai il mio armadietto: nessuna nota. Mi chiedevo perché Alexander faceva tanto il misterioso, e perché quel Cameron Dallas mi desse così tanto sui nervi.
L’indomani trovai una nota di Alexander: ‘’ricordati che non bisogna mai giudicare un libro dalla copertina, Sarah’’. Non bisogna giudicare un libro dalla copertina? Sembrava quasi che Alexander fosse al corrente del mio incontro con Cameron… o forse era proprio Cameron a lasciarmi quei biglietti nell’armadietto da ormai un mese? Impossibile, quello sfacciato di Cameron ci prova con tutte spudoratamente.. non avrebbe mai fatto una cosa del genere per rimorchiare, tanto meno con me. Forse il fatto che Cameron mi attraesse influenzava le mie riflessioni sul mio potenziale ammiratore segreto.
Ad ogni modo decisi che avrei scoperto chi fosse quell’Alexander, e avrei messo così fine ad ogni mio dubbio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** Doubts ***





Tornai a casa e mi fiondai sul letto addormentandomi senza cena. L’indomani sarebbe stato un giorno importante per me, ero stata invitata ad un evento per soli viners organizzato da Jerome Jarre, un ragazzo francese dal sorriso brillante che sembrava avere più denti di uno squalo. Seguivo il suo profilo da qualche settimana e anche lui sembrava essersi accorto di me.
La mia sfiga è solita a presentarsi sempre nei giorni più importanti per me, infatti quella mattina la sveglia decise di non suonare e dovetti prepararmi in fretta e furia sperando che sarei riuscita a prendere il treno per Ontario. Nella fretta non mi accorsi nemmeno di aver dimenticato il mio Ipad a casa e mi toccò tornare indietro per prenderlo, ciò mi fece perdere il treno. Passai qualche minuto ad aspettare il prossimo treno seduta su una panchina mentre scrivevo una e-mail a Jerome che, data la mia solita fortuna, non l’avrebbe mai letta. Sentii qualcuno imprecare addirittura più forte di me, qualcuno che come me aveva perso il treno. Alzai gli occhi.
-Anche tu qui? Non dirmi che stai venendo anche tu al raduno di Jerome-  ecco Cameron, che ultimamente sembrava perseguitarmi.
- perché ti stupisce così tanto?- chiesi seccata.
- perche sei una nullità- in meno di 24 ore era riuscito a smontare la mia autostima ben due volte.
- andiamo nullità, ti do un passaggio in macchina- fece roteare le chiavi della sua macchina attorno al suo indice destro per poi farmi strada nel parcheggio della stazione. Entrammo nel suo scintillante jeep nero e aiutati da una guida alquanto veloce e poco prudente raggiungemmo in pochi minuti il parco principale di Ontario dove Jerome agitava un braccio per farsi vedere da noi due che lo raggiungemmo attraversando il piazzale a passi larghi.
- finalmente ci incontriamo, Sarah Molinari- il suo accento faceva sembrare il mio nome quello di chissà quale  superstar francese.
- invece rivedere te è sempre un piacere, abbracciami coglione!- lo squalo francese strinse forse Cameron, a quanto pare già si conoscevano. Andammo a fare colazione da Starbucks dove Cameron e Jerome intrapresero una stramba conversazione sulla reazione delle teen-agers bianche che entrano per la prima volta da Starbucks, accompagnati dalle risate di un certo Brent Rivera e di un ragazzo di nome Chris. Non appena tornammo al parco Jerome mi presentò un sacco di viners che avevano tutti dai 15 ai 25 anni. Da lontano intravidi due enormi occhioni azzurri ed un fantastico sorriso.
- nessuno mi aveva detto che ci sarebbe stato anche Nash Grier!- urlai come una bambina felice.
- stai alla larga da lui, non sei di certo del suo calibro- Cameron cercò di impedirmi di andare da Nash.
- ah ma davvero? Intanto mi segue su vine, e mi mette un sacco di mi piace- ignorai il pallone gonfiato e mi precipitai verso Nash, per poi notare che anche lui mi veniva incontro. Anche Cameron si avvicinò da dietro come per origliare la nostra conversazione.
- Sarah Molinari!- mi aveva riconosciuta.
- Nash Grier!- esclamai sorridente.
- Cameron Dallas! Ora che ci siamo presentati tutti possiamo anche smetterla di gridare-  ed ecco che Cameron cercava ancora di immischiarsi. Qualcuno mi spiega che motivo aveva di rovinare il mio primo incontro con uno dei miei viners preferiti?
Nash gli porse la mano ed io diventai trasparente. Non appena mi allontanai Cameron mi seguì per deridermi.
-Te lo avevo detto che non sei al suo livello, mentre io lo sono. Perché non prendi il primo treno per Chino Hills dato che qui non hai nulla da fare?- mi poggiò una mano sulla spalla ridendo compiaciuto.
-credi davvero che io mi arrenda così facilmente Dallas?- mi scrollai la sua mano di dosso e tornai da Nash, che dopo una bella chiacchierata mi chiese il numero di telefono e disse che mi avrebbe chiamata la sera stessa.  Passai un pomeriggio stupendo in compagnia di Jerome, Brent, Nash, Chris e Tia Valentine e mi dimenticai quasi di quel coglione di nome Cameron Dallas.. ho detto QUASI. Non appena si fece sera Tia e Jerome mi accompagnarono alla stazione, ovviamente non avevo intenzione di tornare con quell’essere viscido in macchina. Appena arrivai in biglietteria Cameron arrivò all’improvviso, mi prese di forza e mi caricò nella sua macchina.
- che cazzo fai?!- un mega schiaffo sulla sua faccia fu d’obbligo.
- per quanto tu possa darmi fastidio non permetto che una ragazza prenda il treno da sola per tornare a casa la sera con questo buio pesto- non mi guardò in faccia, e con le mani incollate al volante e gli occhi puntati sulla strada percorse la via per Chino Hills.


In quei venti minuti di viaggio nessuno dei due disse una parola, e non appena arrivammo a Chino Hills volle sapere dove abitassi.
- posso benissimo andare a piedi, lasciami qui- dissi con tono freddo.
- non se ne parla nemmeno- insistette e gli mostrai dove abitavo, parcheggiò nel viale davanti casa mia e quando feci per aprire la portiera mi fermò.
- volevo dirti che mi dispiace per oggi, ho esagerato- venne interrotto dal mio cellulare che squillava, era Nash. Scesi dalla macchina e Cameron sospirò per poi rimettere in moto e sparire.
Passai un paio d'ore a parlare al telefono con Nash, e notai che avevamo davvero molte cose in comune. Mi disse che sarebbe passato a Chino Hills per salutarmi prima di tornare a casa. Mi addormentai con il sorriso sulle labbra, consapevole del fatto che Cameron Dallas non era riuscito a rovinarmi il sabato che aspettavo da giorni.

Il mattino seguente notai un sms anonimo: ''ti stai dimenticando di me? Alexander.'' Non mi stavo dimenticando di lui ma in un certo senso mi ero arresa e avevo smesso di cercarlo, perchè avevo troppi pochi indizi per scoprire chi fosse. Si sarebbe fatto vivo se avesse voluto. Ma la domanda del momento era: come faceva quell'Alexander ad avere il mio numero? 
Non c'era parecchio da fare in un posto come Chino Hills la domenica, così decisi di andare con Kat alla ricerca di Alexander.
- com'è possibile che abbia il tuo numero?- chiese dopo che le mostrai il messaggio anonimo.
- non do il mio numero a chiunque, lo sai.. e non frequento nessuno che si chiami Alexander- risposi. Era sicuramente qualcuno che conoscevo, ma questo escludeva il fatto che si potesse veramente chiamare Alexander.
''Si chiama davvero Alexander? E se non si chiama così qual è il suo vero nome? Come fa ad avere la combinazione del mio armadietto e il mio numero di telefono? Perchè non si fa avanti? Lo conosco o no?'' un sacco di domande occuparono la mia mente, e non riuscivo a fare a meno pensarci. Quell'Alexander mi attirava sempre di più, e anche se cercavo di negarlo a me stessa, infondo speravo ancora che potesse trattarsi di Cameron Dallas.
 

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Capitolo 6
*** Awkward. ***


Kat dovette tornare a casa ed io decisi di cercare Alexander su facebook, con una sorta di appello.
‘’Alexander, se sei tra i miei amici di facebook fai qualcosa per farti notare.’’
Dopo svariate ore nessun mi piace e nessun commento… stavo quasi impazzendo dalla curiosità. Quando avevo quasi perso le speranze il mio telefono squillò: nessun numero sul display.
-Alexander?- nel rispondere a quella chiamata sentii la mia voce tremare.
Nessuno parlava  ma ovviamente c’era qualcuno dall’altra parte della cornetta, e quel qualcuno era Alexander.
-perché non parli?- chiesi – allora?- continuai. Sentii sospirare, forse non voleva farsi riconoscere.
- se vuoi presentarti questa è la tua occasione. Io sono all’entrata della piazza, raggiungimi qui- riagganciai senza alcuna speranza di una sua possibile apparizione. Decisi di incamminarmi verso casa.. ormai erano passate ore e di Alexander nemmeno l’ombra. Fu in quel momento che un jeep nero si fermò affianco a me e il finestrino del lato passeggero si abbassò lentamente.
- ti va di fare un giro?- mi faceva strano il fatto che Cameron Dallas mi chiedesse di fare un giro io e lui da soli.
-va bene- salii in macchina. Non sapevo nemmeno io perché mi comportavo così, lo allontanavo costantemente quando cercava qualsiasi tipo di approccio ma avevo voglia di passare del tempo con lui… e infondo non ci conoscevamo così bene io e lui.
- posso sapere che ci facevi in giro da sola?-  chiese continuando a guardare la strada.
- aspettavo qualcuno che non si è presentato- risposi abbassando lo sguardo.
- chi?- mi guardò con aria confusa.
- non lo so nemmeno io Cameron.. e non so nemmeno che ci faccio nella tua macchina- spiegai seccata.
- lo so chi stavi aspettando.. e se non si è presentato beh, allora è proprio un coglione- mi girai di scatto nel sentire le sue parole. Cameron poteva aver letto il mio status su facebook.
-hai letto il mio status?- chiesi sgranando gli occhi.
- qualcosa del genere- disse – e comunque fattelo dire, se quel tipo non si è presentato allora non vale la pena che continui a cercarlo.. puoi averne quanti ne vuoi di ragazzi, perché correre dietro ad uno che non sai nemmeno chi è?- continuò.
Le sue parole mi lusingavano, ma volevo comunque sapere chi fosse Alexander… e perché non si presentava.
-Continua a mandarmi messaggi anonimi e mi lascia delle note nell’armadietto.. oggi mi ha persino chiamata, ma non mi ha fatto sentire la sua voce- cominciai a sfogarmi con lui, che sembrava ascoltarmi e darmi ottimi consigli.
- sai Cameron.. non sei così male come pensavo- dissi
- neanche tu sei terribile- rispose per poi abbassare il finestrino e ordinare due McMenu alla cassiera del McDrive.
- mamma mangio fuori con un amico, non torno tardi!- non le diedi nemmeno il tempo di rispondere e riagganciai. Avevo mangiato al McDonald’s il giorno prima, ma per me non era mai abbastanza.
- adesso andiamo a mangiare in un posto bellissimo- disse con occhi luminosi. Svoltò a destra e andò dritto per un paio di isolati. Quella sera mi portò alle rampe da skate abbandonate, dove nessuno andava da secoli. Mi aiutò a salire sulla rampa più alta e si accomodò accanto a me per poi passarmi le patatine fritte.
- che ha di tanto bello questo posto?- mi portai alla bocca una patatina piena di ketchup.
- questo è il mio posto- rispose
- il .. tuo posto? In che senso?- continuavo a non capire.
- vengo molto spesso qui.. ascolto musica, mi rilasso, ogni tanto porto anche il mio skate.. oppure mangio, o faccio qualche foto quando capita- spiegò.
- e per quale motivo mi hai portata nel tuo posto?- non che non mi facesse piacere.
- boh, mi andava di condividerlo con qualcuno.. e mi sei capitata tu- sorrise. Aveva il sorriso più luminoso che io avessi mai visto.
- raccontami qualcosa di te- suggerii.
- non c’è niente di interessante su di me.. ho 18 anni ma questo già lo sai, ho due cani e un gatto, adoro la musica e la fotografia e mi piace viaggiare- raccontò. Più passavo del tempo con lui e più mi rendevo conto di quanto in realtà andassimo d’accordo, e ciò mi piaceva davvero tanto.
- è vero che prendi in giro le ragazze? Girano queste voci a scuola- affermai
- si è così.. sarò sincero. Ho avuto un sacco di ragazze, ma non mi sono mai innamorato veramente… voglio dire, le ragazze con cui sto sono carine e spiritose.. ma niente di che- fantastico.. ero attratta da una specie di Danny Zucco californiano.
- meglio se me ne vado a casa- presi la mia borsa di scatto e scivolai giù dalla rampa per andarmene a passo spedito e lui mi corse dietro. Mi prese da un braccio e mi fermò.
- prova a prendere in giro qualcun’altra, con me non ci riuscirai!- gli urlai contro e lo spinsi.
- cosa? Che cosa ti fa pensare che io ci stessi provando con te??- chiese con tono arrabbiato
- non ci stavi provando con me?- chiesi imbarazzata.
- assolutamente no! Ma chi credi di essere?! Questa era una uscita da semplici amici Sarah, se avessi voluto provarci con te di certo non avrei confermato che è vero che prendo in giro tutte le ragazze!- esclamò con il fuoco negli occhi. Gli voltai le spalle e corsi a casa. Povera stupida, come mi era venuto in mente che ci stesse provando con me? Che imbarazzo terribile.
 Tornai a casa di corsa e mi chiusi in camera, sperando di addormentarmi e di scoprire l’indomani che era stato solo un brutto sogno.
Non appena entrai in classe all’ora di tedesco presi posto lanciando un veloce sguardo verso Cameron, che fece finta di nulla e non mi salutò nemmeno. Mi sbagliavo, non era un brutto sogno. Era successo veramente, Cameron Dallas mi aveva messa a disagio… per l’ennesima volta.

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Capitolo 6
*** Opportunities. ***


Per il resto della mattinata ignorai l'esistenza di quel castano con gli occhi bollenti che aveva l'aria di essere arrabbiato e mi concentrai per un po' su altri pensieri. Nash sarebbe venuto a trovarmi quel giorno, e non avrei lasciato che cameron rovinasse tutto.

Dopo essere uscita da scuola tornai a casa di corsa e feci una doccia, feci partire il cd dei Green Day e sulle note di troublemaker mi preparai. Tirai fuori dall'armadio un cardigan bianco e nero abercrombie & fitch e un paio di jeans stretti a vita alta della medesima marca e misi ai piedi le doctor Martens lucide e mi truccai, per poi asciugare i capelli e lasciarli al naturale.

Infilai l'Ipad, le chiavi di casa, il portafogli e il telefono in borsa e uscii in fretta di casa salutando i miei. Presi la metro e arrivai in stazione, Il treno di Nash era arrivato in anticipo, o forse ero io ad essere in ritardo. Nash mi aspettava seduto su una panchina e quando mi vide arrivare mi venne incontro sorridendo.

-ti eri dimenticata di me?- chiese ridendo. Ci si può dimenticare di mettere la sveglia, ci si può dimenticare di portare il pranzo a scuola, ci si può dimenticare di prendere le chiavi di casa.. Ma mai mi sarei dimenticata che quel giorno avevo un appuntamento con Nash Grier.

-assolutamente no! Ti chiedo scusa per il ritardo- gli diedi un bacio sulla guancia e lo portai al pub vicino alla stazione.

- ho una notizia fantastica- prese posto di fronte a me e appoggiò il suo mento tra le sue mani, appiccicando i suo occhioni di mare sui miei.

-sentiamo!- sorrisi euforica.

-un certo Bart mi ha contattato via mail, e mi ha proposto un contratto per entrare in un gruppo di giovani viners, per fare un tour in varie città degli Stati Uniti- quasi facevo fatica a seguirlo per quanto mi stessi perdendo nei suoi occhi.-aspetta c'è altro.. Mi ha chiesto il tuo numero perché vorrebbe anche te nel tour!- agitò le braccia felice come un bambino e di istinto mi alzai per abbracciarlo. Due bambini felici che saltellavano in un pub super affollato.

-non ci credo!- esclamai, ma venni fermata un altra volta da lui.

- e non è tutto.. Vorrebbe anche che tu contattassi il tuo amico Cameron- nel sentire quel nome la mia euforia non accompagnò più la sua, e presi immediatamente posto.

-ho detto qualcosa che non va?- mi guardò interrogativo.

- Cameron Dallas NON è un mio amico, ma se è necessario avere anche lui nel tour glielo riferirò- forzai un sorriso.

Passai una giornata meravigliosa con un ragazzo davvero speciale. Nash era anche meglio di come lo immaginavo, e riusciva a farmi sorridere con qualsiasi cazzata. Quando arrivò il momento di separarci non volevo scollarmi da lui.. Non sapevo quando lo avrei rivisto. Mi avvolse in un abbraccio e salì sul treno con una espressione quasi malinconica.

Dopo un paio d'ore ricevetti un sms di Nash:

"Grazie per il bellissimo pomeriggio, spero di poterne passare tanti altri. Stasera prendo l'aereo per tornare a casa, ma non vedo l'ora di rivederti. Ho dato al signor Bart il tuo numero, perciò aspettati un suo messaggio :) buona serata dolcezza. Xx"

Quel tour sarebbe stato una fantastica opportunità per me.

Ne parlai con i miei genitori, e mia madre sembrò felice di mandarmi in giro per gli Stati Uniti ma a contrastare la gioia di mia madre ci fu mio padre.

-no Sarah, non lascerò che tu vada via da sola a 18 anni- poggiò il giornale sul tavolo e tolse gli occhiali da lettura.

- papà non sarò sola! Ci saranno un sacco di altre persone della mia età!- replicai

- sono tutti sconosciuti- rispose

- ma quando li conoscerò diventeremo tutti amici, ne sono sicura!- non sapevo cosa usare a mio favore.. Fino a quando...

- e poi c'è già un ragazzo che conosco da un sacco di anni è di Chino Hills!- avrei voluto registrarmi per poi risentire tutte le cazzate che stavo dicendo.

-e chi sarebbe?- mi fissarono entrambi.

- è il figlio della signora Dallas, si chiama Cameron e siamo ottimi amici- si, ok.

- e come mai in diciotto anni non hai mai nominato questo Cameron Dallas?- chiese scuotendo la testa.

-perché è molto timido e non vuole stare al centro dell'attenzione- certo, stavo descrivendo il tipico contrario di Cameron Dallas.

- stai dicendo un sacco di bugie, vero?- inforcò di nuovo i suoi occhiali.

- assolutamente no, e se servirà a farti stare più tranquillo beh, lo porto a cena domani sera. Così vedrete il bravo ragazzo che è- mi morsi la lingua. Più parlavo e più mi mettevo nei casini.

- perfetto, non vedo l'ora di conoscerlo- ritornò a leggere il suo giornale. Salii le scale e mi chiusi in camera pensando a un piano per raggiungere il mio obiettivo, poco importava se per farlo avrei dovuto chiedere l'aiuto di Dallas.

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