NaLu Week: We’re meant to be Together

di Yumeha
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gifts ***
Capitolo 2: *** Vulnerable ***
Capitolo 3: *** Ribbon ***
Capitolo 4: *** Promise ***
Capitolo 5: *** Dare ***
Capitolo 6: *** Effulgence ***
Capitolo 7: *** Future ***
Capitolo 8: *** High School ***



Capitolo 1
*** Gifts ***



GIFTS


Era il primo Luglio.
Quel giorno era arrivato.
Prima o poi doveva arrivare, no?
Eppure Natsu continuava a torturarsi le mani, seduto a un tavolo della Gilda, affianco a un Happy che lo guardava incuriosito.
«Ne Natsu, cosa hai intenzione di fare per oggi?» chiese il piccolo micio blu, tornando ad osservare il suo pesce tra le zampe.
Il rosato sospirò, abbandonandosi sulla sedia, facendo scivolare la testa all’indietro. La gilda era rumorosa come al solito, Gajeel e Gray si stavano azzuffando come di consueto. All’interno dell’edificio era tutto normale, ma non si poteva dire lo stesso per quanto riguardava la mente del povero Dragon Slayer del fuoco. E ultimamente cominciava a percepire delle strane sensazioni quando si trovava nelle vicinanze della sua nakama Lucy. Gli era venuta un’emicrania a furia di scervellarsi per trovare il regalo perfetto per la biondina. E già, il primo Luglio era il compleanno della maga degli Spiriti Stellari, e il ragazzo non sapeva cosa comprarle.
«Non lo so, Happy.» rispose infine.
L’exceed riprese a parlare, ma ormai il rosato aveva smesso di ascoltare, non appena vide la figura di una ragazza minuta dai capelli turchini. Levy era la migliore amica di Lucy, sicuramente avrà comprato qualcosa per lei, dopotutto si conoscevano bene ed era certo che non avesse sbagliato nella scelta.
Si alzò e andò verso la ragazza, che nel frattempo aveva iniziato a chiacchierare con Mira.
«Levy, potrei parlarti?» chiese Natsu.
La turchina si stupì del tono di voce del ragazzo, decisamente troppo serio. Mirajane sorrise maliziosa, prendendo l’ennesimo boccale per poi allontanarsi dai due ragazzi, giusto per consentire al Dragon Slayer un minimo di privacy. Un minimo. Perché rimase comunque in linea d’aria per poter sentire la conversazione.
«Certamente, dimmi.» rispose, sorridendogli cordiale.
«Tu hai già comprato un regalo per Lucy?»
Levy distese le labbra in un gran sorriso. «Sì, le ho comprato un’edizione particolare di un libro che stava cercando da mesi. Ne hanno pubblicate solo dieci copie. Mi è costato una fortuna, ma se lo meritava.» Rispose, indicando il sacchettino che teneva tra le mani. «Ora è meglio che vada, non vorrei che lo vedesse subito.» aggiunse la ragazza, uscendo dalla Gilda.
Natsu sospirò, la Scripter si era dileguata subito, impedendogli di chiedere un consiglio su quello che avrebbe potuto comprarle.
Mentre rimuginava sul regalo più adatto per la sua nakama, un braccio gli circondò le spalle, facendolo per un attimo sobbalzare. «Ehi Fiammifero, non hai trovato ancora nulla? Ti conviene sbrigarti, sai?» fece Gray.
«Il Ghiacciolo ha ragione, Salamander. Il tempo passa e tu non hai ancora comprato niente per la tua ragazza.» disse Gajeel, apparendo dietro il mago del ghiaccio.
Natsu spostò il braccio di Gray, guardando torvo il Dragon Slayer del ferro. «Lucy non è la mia ragazza.» rispose. Eppure, rispondendo il quel modo si era sentito strano, aveva percepito qualcosa all’altezza del petto che lo aveva lasciato confuso. Aggrottò le sopracciglia, mentre Gray e Gajeel si stamparono sul volto un ghigno, subito dopo si guardarono complici. Nel frattempo si era avvicinato anche Elfman, curioso di sentire la conversazione.
«Testa bruciata, non è necessario che il regalo sia per forza materiale, ghehe.» ghignò il moro dai capelli lunghi.
Natsu lo guardò inarcando un sopracciglio. «Cosa vorresti dire, Ferraglia?»
Gray alzò gli occhi al cielo. «Questo idiota voleva dire che non devi necessariamente comprarlo il regalo. Puoi farle una sorpresa.» fece lui malizioso.
«Quel tipo di sorprese sono da veri uomini!» rincarò Elfman.
Natsu era sempre più confuso, non riuscendo a capire a cosa alludessero i suoi compagni. Lo riconosceva che era ingenuo, ma non potevano semplicemente riferirgli cosa fare senza mezzi termini?
Gajeel fece per aprire bocca, ormai spazientito, ma prima che qualsiasi suono potesse uscire dalle sue labbra, venne azzittito da un’occhiataccia del Demone albino che aveva smesso di pulire. Il Drago di ferro sentì scorrere dei brividi lungo la spina dorsale. «O-ora che ci penso, sarebbe più carino un qualcosa di materiale.» cercò di rimediare lui, mettendo più distanza possibile tra lui e la maga di classe S che era tornata sorridente. Gray lo guardò allibito, ma quando anche lui incrociò lo sguardo con Mira, cambiò idea e trascinò via il ragazzone che continuava a ripetere qualcosa sul fatto che i regali fossero da veri uomini.
Natsu si abbandonò su uno sgabello, ancora più disperato di prima.
Mirajane lo guardò intenerita, poi mettendo via i restanti bicchieri e asciugandosi le mani bagnate sul vestito, si avvicinò al ragazzo. Natsu avvertendo la sua presenza, si voltò verso l’albina, che stava sorridendo. «Natsu, se vuoi io ed Erza non abbiamo ancora comprato un regalo, possiamo andarlo a prendere insieme, se ti fa piacere.»
Natsu sbiancò. Andare a fare compere con la maga in armatura non era esattamente quello che voleva. Il suo istinto di sopravvivenza gli diceva di negare l’offerta.
«Credo che andrò da solo, grazie lo stesso.» ridacchiò nervoso lui.
Mirajane annuì. «Buona fortuna.» rispose dolce lei.
Il Dragon Slayer del fuoco sbatté la testa sul bancone, talmente forte da far sobbalzare la maga del Take Over.
Aveva perso già troppo tempo, non doveva star ad ascoltare quegli stupidi di Gray, Gajeel ed Elfman. Il ragazzo si alzò, più determinato che mai a trovare qualcosa che avrebbe stupito la sua maga degli Spiriti Stellari. Quando varcò l’uscita della Gilda, cercò di essere positivo senza farsi demoralizzare da tutti i negozi che vi erano nel centro di Magnolia. Il ragazzo passeggiava per le strade, soffermandosi nelle vetrine, cercando di scorgere qualcosa di interessante. Nel frattempo anche Happy lo aveva raggiunto.
«Ne Natsu, come procede la “Caccia al Regalo di Lucy”?» chiese il gattino svolazzando sopra la sua testa.
Il ragazzo sospirò. «Male…»
 
Nel frattempo, due figure stavano spiando il Dragon Slayer del fuoco e l’exceed blu. Erano due figure femminili, una vestiva un soprabito color rosso mogano, con cappuccio e occhiali. Mentre l’altra indossava un mantello che le copriva il corpo, un cappello, degli occhiali da sole e dei baffi.
«Erza, sicura di non destare troppo nell’occhio?» chiese la ragazza, notando i passanti che le squadravano allarmati.
La maga scosse la testa. «Mira, l’importante è non farci riconoscere da Natsu. Da solo non riuscirà mai a comprare il regalo perfetto per Lucy.» rispose, senza perdere di vista l’amico.
Osservarono il ragazzo entrare in diversi negozi, uscendo con un’espressione sconfitta sul volto. Ormai il sole stava per calare e le ragazze non seppero come far notare al ragazzo una particolare vetrina.
Erza decise di agire, così uscendo dal suo nascondiglio e ignorando i richiami dell’albina, si avvicinò al rosato. Si avvicinò velocemente, facendo finta di urtarlo per sbaglio. «Oh, oh. Mi scusi, non l’avevo vista.»
Natsu inarcò le sopracciglia sorpreso, era una persona piuttosto singolare, ma il suo odore gli ricordava qualcuno di sua conoscenza. «Nessun problema.» rispose lui, sorridendo.
Erza lo osservò, facendo finta di tirare ad indovinare. «Devi fare un regalo, ragazzo?» chiese cercando di rendere la sua voce un po’ più maschile.
Natsu, ovviamente non sospettava nulla, così rispose tranquillamente. «Sì, ma non so cosa posso comprare.» rispose affranto.
«Perché non guardi in quel negozietto?» chiese Erza indicando una vetrina.
Il ragazzo si voltò, notando quanto fosse graziosa. Quando volse nuovamente lo sguardo per ringraziare la figura, quella stramba persona non c’era più. Natsu con un’alzata di spalle, prese Happy che si era distratto a guardare un uomo che pescava, ed entrò nel negozio indicatogli poco prima. Quando entrò, percepì anche lì un odore familiare, ma differente dal precedente. C’era qualcosa di strano. Il Dragon Slayer cominciò a guardarsi in giro, scoprendo quante cose carine ci fossero. Mentre osservava, una figura con un soprabito rosso, gli si avvicinò. «Salve, posso fare qualcosa per lei?» chiese esibendo un dolcissimo sorriso.
Natsu annuì, anche se alquanto perplesso. «Sì, devo fare un regalo di compleanno per una ragazza.» rispose.
La ragazza sorrise nuovamente. «Posso suggerirti questa?» chiese indicando qualcosa dietro di lui.
Natsu si voltò, osservando meglio l’oggettino con occhi brillanti. Era perfetto. Si rivoltò e sorrise soddisfatto. «Va benissimo!»
«Molto bene.» rispose la ragazza. Si avvicinò al bancone e cercando di non farsi vedere dal ragazzo, tirò un calcio al signore imbavagliato che si trovava vicino ai suoi piedi per farlo smettere di agitare, facendo finta di schiarirsi la gola, per mascherare il rumore. Subito dopo impacchettò il regalo, ignorando lo sguardo stranito del ragazzo, che secondo lui stava esagerando per quanto riguardava le decorazioni. Però non importava, non pensava che a Lucy sarebbe dispiaciuto.
Quando ebbe finito col pacchettino, ringraziò e uscì contento insieme ad Happy.
«Ne Natsu, dici che può andar bene una cosa del genere?»
«Penso di sì.» rispose dando un’ultima occhiata al regalo.
 
Il sole era calato, lasciando spazio a una luna crescente che dominava il cielo scuro, circondata da una moltitudine di stelle. La festa a sorpresa per la biondina stava per iniziare, i preparamenti erano quasi terminati. Gli invitati erano tutti presenti e sorridenti, tranne uno.
Natsu era agitato, terribilmente agitato. E non riusciva a capire per quale motivo. Ci teneva molto al fatto che alla bionda potesse piacere il suo regalo, si era impegnato molto per trovarlo. Eppure il suo cuore non ne voleva sapere di rallentare il ritmo. Quando sentì la voce dolce della sua Lucy, per poco il cuore non gli schizzò in gola. Tutti in Gilda l’accolsero con calore, facendole gli auguri. Lucy aveva gli occhi lucidi, chiaramente commossa. Il Dragon Slayer si alzò, cercando di darsi una tranquillizzata. La bionda appena incrociò il suo sguardo, le gote le si colorarono di un rosso che la resero ancora più bella di quanto già non fosse agli occhi del ragazzo. Titubante, la maga degli Spiriti Stellari si avvicinò, rivolgendogli un sorriso timido.
Natsu, cercando di ignorare il cuore che correva come un forsennato, regalò alla ragazza uno dei suoi più spontanei sorrisi. «Buon compleanno, Lu.» disse, porgendole il pacchetto.
La ragazza arrossì, osservò il sacchettino color lilla, legato all’estremità da un vellutato nastro color argento e diede una sbriciata al contenuto. Natsu le mise una mano sulle sue, facendo alzare lo sguardo incuriosito della bionda. «Aspetta.» disse semplicemente lui. La prese per mano e la trascinò fuori dalla Gilda, lontani da occhi indiscreti. «Ecco, ora puoi aprirlo.» fece, sorridendole.
Lucy lo guardò furba. «Come mai mi hai fatta uscire? Vuoi farmi qualche scherzo?»
Il ragazzo scosse la testa. Cercando di concentrarsi sulle parole da dire e non sul viso della sua nakama, illuminato dalla luce della luna, rendendola ancora più bella sotto quel gioco di ombre. «Devo essere solo io a vedere la tua espressione mentre apri il mio regalo.»
La bionda arrossì violentemente, non aspettandosi una simile risposta. Con mani tremanti, e cercando anche lei di controllare il suo battito cardiaco, aprì il delicato pacchetto. All’interno vi era un cofanetto blu in velluto, a forma di stella. La ragazza non riuscì ad evitarlo, nemmeno mordendosi il labbro inferiore. Stava già sorridendo come una bambina, ancora prima di scoprire cosa vi era all’interno.
Natsu sentiva il suo battito anche nelle orecchie, tanto batteva forte. Quando aveva visto sorridere il quel modo la ragazza aveva percepito uno strano calore al petto. Non vedeva l’ora che aprisse la piccola scatolina.
La bionda, aperta la stella con delicatezza, rimase a bocca aperta. Toccò con un polpastrello la catenina dorata, scendendo sul ciondolo a forma di cuore dove all’interno era stata incisa una L in corsivo. Lucy si sentì gli occhi pizzicarle e dovette fare affidamento a tutto il suo autocontrollo per mantenere un aspetto e un comportamento pacato. La maga esibì un bellissimo sorriso che fece imporporare le guance di Natsu. «N-Natsu, è … Meraviglioso. Grazie, mille.» rispose togliendo la collanina dal cofanetto e porgendola al ragazzo. «Me la metti?» chiese sempre più rossa.
Anche Natsu arrossì maggiormente, annuendo, incapace di proferire parola in quel momento. La ragazza si voltò, spostando il suoi morbidi capelli dorati, lasciando scoperto il collo chiaro. Il ragazzo dovette armeggiare un po’ con la catenina, causando l’ilarità della ragazza, prima di riuscire ad agganciarla.
Lucy si voltò, mentre Natsu osservava rapito quella collanina appoggiarsi sulla sua pelle. La sfiorò, facendo rabbrividire la ragazza, che percepì insieme il fresco della collana e il caldo delle dita affusolate del ragazzo. La bionda socchiuse gli occhi, alzandosi in punta di piedi. Natsu – per la prima volta – capì al volo l’intenzione della sua nakama. Si abbassò e unì le sue labbra a quelle della bionda in un tenero e casto bacio. Quando si staccarono, la maga lo guardò con occhi brillanti e pieni di gioia. «Grazie Natsu, mi hai fatto i regali più belli che potessi immaginare.» sorrise lei.
Natsu le sorrise di rimando, sfiorandole la guancia con i polpastrelli delle dita, delicatamente, come se stesse toccando qualcosa di troppo prezioso e che temesse di romperlo.
Solo in quel momento gli venne in mente una cosa, che riuscì finalmente a collegare.
Più tardi avrebbe dovuto ringraziare quelle due pazze di Erza e Mirajane.
 



Angolo dell'Autrice disperata (?)
Ciao a tutti!
Be’, se siete qui vuol dire che non siete morti prima o non mi avete mandato a quel paese dopo la terza riga. (?)
Coomunque, passiamo alle cose più importanti. Spero vi sia piaciuta! Ho delle difficoltà nello scrivere in terza persona, preferisco senza ombra di dubbio la prima. Ma oh, ho dovuto fare così. eue
Per non parlare delle scene zuccherose. Sembra che mi odino. D:
Prima o poi imparerò, giuro! u.u
Okay, spero mi lasciate un commentino. Positivo, neutro o critico va bene. Giusto per sapere cosa posso migliorare, che ho un gran bisogno di consigli. ç_ç
Ora mi dileguo.
Bacioni,
Lilith <3

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Capitolo 2
*** Vulnerable ***



VULNERABLE



Lucy era distesa sul suo letto, con gli occhi chiusi, una mano a sfiorare le lenzuola sottili e una sulla catenina che Natsu le aveva regalato per il suo compleanno.
Quel vento fresco, che penetrava dalla finestra aperta, sembrava donarle delle carezze, era una manna da cielo dopo tutti quei giorni di caldo.
Quando ripensò agli avvenimenti della sera precedente, si sentì avvampare. Si accucciò in posizione fetale, appoggiando entrambe le mani sul viso in preda all’imbarazzo.
Quello era stato il suo primo bacio, Natsu invece, era la prima persona di cui si sia mai realmente innamorata. Era tutto così nuovo.
Si sentiva esposta, vulnerabile.
Aveva paura che tutto sparisse con la stessa velocità con cui era iniziato, e questo non lo poteva permettere.
Era da un po’ che sentiva di provare qualcosa per il Dragon Slayer del fuoco, ma non ci aveva mai dato peso. Fino all’altra sera. Era chiaro che anche il ragazzo ricambiasse, se no non l’avrebbe baciata.
Aveva paura di avere un fidanzato, non avendolo mai avuto non sapeva come comportarsi. Aveva paura di aprirsi troppo. Non si era mai concessa a una persona in modo totale, e non voleva rischiare. La spaventava, aveva il terrore di perdere quel ragazzo fantastico, ingenuo e dall’animo forte, di cui si era innamorata.
Lucy si sdraiò prona, utilizzando i gomiti per poter alzare il busto. La sua attenzione fu catturata dal ragazzo che dormiva placidamente affianco a lei. Sorrise intenerita, osservando meglio quell’espressione beata che faceva sembrare Natsu un bimbo. Si distese su un fianco, facendo attenzione a non urtare il corpo del ragazzo, appoggiando un gomito sul cuscino, in modo da tenere la testa su. Con l’altra mano spostò un ciuffo di capelli rosa che cadeva davanti al viso del rosato. Quando riposava i suoi tratti erano più rilassati, donandogli l’aria del cucciolo indifeso.
Eppure guardandolo meglio, sentì di doversi fidare e lasciarsi andare.
La questione la spaventava ancora, ma forse, sbagliava a sentirsi così esposta. Dopotutto lei non era una ragazza fragile, debole e vulnerabile. Come pensava prima. Le cose nuove spaventano sempre all’inizio, ma se non le si prova, non si riesce a vivere.
Lucy toccò il viso del ragazzo con il polpastrello dell’indice, disegnando un percorso immaginario che delineava il suo bel volto. Vide Natsu sorridere nel sonno, chiaro segno che stava apprezzando le sue attenzioni. Lucy si morse il labbro inferiore per cercare di non ridere.
Quando però le palpebre del Dragon Slayer si sollevarono, puntando lo sguardo negli color cioccolato della nakama, Lucy si fermò, ritraendo il dito imbarazzata.
Il ragazzo le prese la mano e l’avvicinò nuovamente al suo viso. «No, continua.» la voce roca e calda con cui lo disse fece avvampare la bionda.
Natsu chiuse di nuovo gli occhi, per godersi meglio quel tocco magico che lo faceva sentire così bene e tranquillo. Rilassava, talmente tanto che doveva lottare con tutte le sue forze per cercare di non addormentarsi.
Dopo un po’ che la biondina coccolava il ragazzo, si fermò. Appena Natsu non percepì più il tocco, l’afferrò e la portò sotto di sé, donandole quel sorriso che la biondina aveva scoperto di amare alla follia. Lucy arrossì, quando si trovò quel corpo scolpito sopra di sé. Natsu si abbassò, donandole un piccolo bacio sul naso, il quale fece sorridere la ragazza come una bambina.
«Lu, è tutto nuovo per me, ma voglio scoprire questi nuovi sentimenti insieme a te.» le soffiò lui sulle labbra.
La maga rabbrividì, poi arrossì fino alla punta delle orecchie. Cercò il contatto visivo col ragazzo e poi gli stampò un dolce bacio sulle labbra. «Insieme.» concordò lei.
Non avrebbe mai dovuto pensare quelle cose.
Non avrebbe mai dovuto dubitare di quel ragazzo meraviglioso che aveva scoperto di amare.
 


Angolo Autrice distrutta
*Tira fuori la testa, poi sbuca fuori del tutto*
No okay, avete il permesso di linciarmi. (?) Questa one shot è stata un vero parto Dico sul serio! D;
Se vi aspettavate qualcosa in più, chiedo venia. T-T Per non parlare del fatto che è oscenamente corta. ;-; Vi prometto che in quello di domani avrete più fluff. Mentre in quello di dopodomani vi chiedo di fare attenzione al diabete. Mi chiedo come mai EFP non abbia tra gli avvertimenti qualcosa tipo: “Diabete”, “Talmente brutta da far risvegliare i morti”(?). O qualcosa di simile. o.o Okay, sto delirando.
Me ne vado o tra poco mi arrampico su qualche lampione. (?)
No, sul serio. Non potete capire come sono messa in questo momento a livello di stato mentale. Ho appena attaccato mia sorella minore, mentre era al telefono con una sua amica. (??) Compatitemi. (?)
Mi dileguo, a domani! :*
Lilith

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Capitolo 3
*** Ribbon ***



RIBBON


 
Juvia arricciò il naso e starnutì, causando l’ilarità della vecchia signora nascosta dietro il bancone. L’azzurra si era avvicinata a una piccola boccetta, la quale emanava uno strano odore, ma appena aveva avvicinato il naso per sentire, l’aveva fatta reagire in quel modo. La maga dell’acqua lanciò un’occhiataccia alla signora, che tornò subito seria. Ignorando quell’intruglio giallognolo, che secondo lei non c’entrava niente con un filtro d’amore, si avvicinò alla donna per chiedere informazioni.
«Buongiorno, Juvia sta cercando qualcosa che le permetta di far innamorare il suo Gray-sama di lei.» chiese guardandosi in giro con circospezione.
La signora la guardò furba, per poi sorridere. Probabilmente rievocando qualche ricordo nostalgico di quando era più giovane. «Molto bene, credo di avere quello che fa per te, cara.» disse allontanandosi per poi cominciare a frugare in uno scaffale in legno. L’azzurra la seguì con lo sguardo, osservandola mentre passava a uno cassetto per poi afferrare un oggetto e tornare trionfante. «Ecco.» fece porgendole quello che doveva essere un graziosissimo nastro rosa perla.
La maga toccò il tessuto, meravigliandosi di quanto fosse vellutato, poi nella sua mente si fece largo una domanda. «Cosa dovrebbe farci Juvia con un fiocco?» chiese inarcando un sopracciglio, scettica.
La signora ghignò. «Vedi cara, questo fiocco se legato intorno al tuo polso e a quello del tuo amato, creerà un nodo che non potrà essere sciolto finché il ragazzo in questione non ammetterà i tuoi sentimenti per te.»
Juvia afferrò l’oggetto, immaginando già di essere legata insieme al suo amato. Bastò poco per farla perdere in visioni non del tutto caste che la fecero arrossire talmente tanto da fare concorrenza ai capelli di Erza. La signora dovette schioccarle le dita davanti al viso per farla tornare nel mondo dei comuni mortali. «Juvia lo compra!» affermò, tenendosi stretto il nastro al petto.
 
Quando l’azzurra uscì con il suo sacchettino, non perse ulteriore tempo e raggiunse la sua Gilda.
Quando varcò la soglia, c’era più casino del solito a Fairy Tail. Gajeel, Gray, Natsu ed Elfman si stavano azzuffando come di consueto, mentre le ragazze chiacchieravano al bancone, ignorando i primi. Juvia cercò di farsi largo, riuscendo per un pelo ad evitare un pugno del Drago di ferro, raggiungendo il suo mago del ghiaccio. Juvia fece per aprire bocca, ma prima che potesse dire qualsiasi parola, Elfman la colpì facendola finire tra le braccia del moro, ovviamente senza accorgersi che il pacchetto le era scivolato  dalle mani. Ormai pensava solo a stare attaccata al ragazzo, che era arrossito.
 
Mirajane aveva notato un piccolo sacchettino, allora si avvicinò e lo raccolse, osservando quello che c’era all’interno. Quando scorse il fiocchetto, le sue labbra si distesero in un ghigno che avrebbe fatto accapponare la pelle a chiunque. Facendo finta di nulla prese il nastro e chiamò Natsu, giusto per accertarsi delle sue capacità magiche.
Il Dragon Slayer del fuoco, sentendosi chiamare, arrivò. L’albina prese la mano del ragazzo e iniziò a legarglielo intorno al polso, ma prima di stringere il nodo, si avvicinò alla maga degli Spiriti Stellari, trascinandosi dietro un Natsu piuttosto confuso e cercando di non farsi beccare, tirò i due lembi. Ora i polsi dei ragazzi erano legati insieme da un graziosissimo fiocco rosa. Quando Lucy percepì qualcosa fare pressione sulla sua pelle, si voltò e quando notò cosa aveva fatto quel Demone, arrossì violentemente.
«M-Mira, cosa hai fatto?» chiese la biondina, ancora rossa in viso.
L’albina sorrise, scrollando le spalle. «Perché non andate ad un appuntamento?»
La maga, se possibile, diventò ancora più rossa di prima. Mentre Natsu guardava le due ragazze confuso. «Per me non c’è problema.» rispose lui ingenuamente, trascinandosi dietro una Lucy troppo imbarazzata per poter obbiettare.
 
Lucy non poteva credere che per l’ennesima volta Mira non si fosse fatta gli affari suoi! Non era mai andata ad un appuntamento, figuriamoci con Natsu che non sapeva nemmeno cosa fosse… La bionda sospirò affranta, ma il drago di fuoco se ne accorse, così, sfruttò quel delicato nastro rosa che li teneva legati e prese per mano la sua nakama. La maga divenne bordeaux, non aspettandosi un gesto simile.
Natsu si sorprese nel vedere la sua compagna di Team così rossa, così si avvicinò e con la mano libera le toccò la fronte. «Lu, hai la febbre?» chiese, ingenuo.
La distanza, se si poteva definire tale, era troppo poca. Quando il ragazzo aveva parlato il suo respiro dolce e caldo venne a contatto col suo, cosa che non contribuì alla situazione, ma la peggiorò, facendola solo imbarazzare ulteriormente. «N-no.» mormorò lei.
Natsu, dopotutto, per quanto ingenuo potesse risultare, non era insensibile a certe cose. Quando anche lui percepì il respiro della bionda, dei brividi lo percossero, lasciandolo perplesso e stordito.
Il Dragon Slayer corrugò la fronte, cercando di capire meglio quello che fosse successo, ma decise di non darci peso, tornando a sorridere. Stringendo meglio la mano piccola e morbida della ragazza, la trascinò per una piccola stradina sterrata che si allontanava dalla città. Dopo un po’ che passeggiavano notarono che le case diminuivano sempre di più, fino a scomparire. Al loro posto si presentarono degli alberi, che li accompagnarono finché la loro presenza non fu l’unica oltre a loro.
«Natsu, dove stiamo andando?» chiese la bionda, osservando il paesaggio perplessa.
Il ragazzo sorrise. «Vedrai.»
Da quando Mirajane li aveva legati con quel nastro, le loro mani non si erano più allontanate. Il Drago continuava a tenerla per mano, in una presa salda, come se temesse che potesse sfuggirle via.
Infine anche gli alberi si diradarono, presentando quella che era una bellissima radura. Il prato verde brillante solleticava loro le caviglie a causa degli alti ciuffi d’erba, i fiori sparsi davano un tocco di colore al posto. Ma la vista fu quella che meravigliò di più Lucy. Il prato continuava per una decina di metri poi concludeva, a causa di un burrone. Le montagne sembravano volerli proteggere, somigliando ad uno scudo di rocce. Il cielo limpido e terso dava quasi l’idea di somigliare ad una bolla, una palla di vetro che conteneva un bellissimo paesaggio.
La bionda osservava con occhi brillanti, facendo caso ad ogni cosa. Si avvicinò anche al burrone, sempre mantenendo una certa distanza e stringendo un po’ più forte la mano del ragazzo, per paura. Si lasciò scappare un “wow” quando vide scorrere un fiume. L’acqua sembrava brillare sotto i raggi luminosi del sole. Si allontanò, riportando lo sguardo sul Drago del fuoco.
La biondina sorrise. «È un posto bellissimo, Natsu.»
Il ragazzo annuì. «Già.» fece, spostando lo sguardo verso una grande quercia.
Il Dragon Slayer si voltò nuovamente verso Lucy, sorridendole malizioso. La bionda lo guardò perplessa, piegando la testa di lato. Prima che la ragazza potesse chiedergli qualsiasi cosa, Natsu se la caricò sulla schiena e si avvicinò al maestoso albero.
Lucy arrossì, non capendo cosa volesse fare il rosato. «N-Natsu?» chiese, titubante.
Il Dragon Slayer non rispose, con agilità si arrampicò sul tronco legnoso, servendosi dei rami per darsi maggior slancio, e arrivare in cima. La bionda che durante la piccola “scalata” aveva tenuto gli occhi serrati, li aprì, ritrovandosi a sorridere come una bambina. La folta chioma verde della quercia, aveva nascosto ai loro occhi quello che c’era dietro. Una grande lago si estendeva per il resto della radura, sembrando una conca piena di diamanti sotto quel gioco di luci. Il cielo prima azzurro, che iniziava a passare a un caldo arancio e poi il rumore dell’acqua che si sentiva quando il lago finiva, facendo il grande salto e creando una bellissima cascata, lasciò Lucy meravigliata da tanta bellezza.
Si voltò verso Natsu, sorridendogli. «Non ho parole.» disse estasiata.
Il rosato adorava quella luce negli occhi della ragazza quando vedeva qualcosa di bello, così aveva pensato di portarla in quel posto.
Non era bravo con i sentimenti, anzi, nulla che avesse a che fare con l’affetto. Ma quando era vicino a lei, il cuore sembrava fargli un salto ogni qual volta la maga degli Spiriti Stellari gli rivolgesse un sorriso.
Lucy notò che le loro mani non erano più unite, così, cercando di controllare le proprie emozioni, evitando di arrossire come al solito, si avvicinò al ragazzo – facendo attenzione a non scivolare dal ramo – e gli sfiorò l’arto caldo. Natsu afferrò subito la mano della ragazza, sfiorandole le nocche con le dita.
Rimasero in quella posizione per non so quanto tempo, finché non fu la biondina a rompere il silenzio creatosi. «Ne Natsu, cosa senti?» chiese, completamente bordeaux, fissando il delicato fiocco che li legava.
Il ragazzo sollevò le sopracciglia, ovviamente non aveva capito. «In che senso?»
La bionda sapeva cos’era quel fiocco. Aveva letto qualcosa a riguardo in un libro di genere romantico. Il libro aveva avuto un lieto fine, ma la sua di storia? Come sarebbe finita? «Mi riferisco al fiocco.» fece, indicandolo con un gesto del capo. «Quando mi tieni per mano, c-cosa senti?» chiese imbarazzata.
Il ragazzo aggrottò la fronte. «Non lo so…» iniziò. La maga abbassò lo sguardo, cercando di non dare a vedere il suo palese animo triste. «Ma ogni volta che sono vicino a te, sento un dolce tepore all’altezza del petto. Quando mi sorridi invece, o entro in contatto con te – come adesso con le nostre mani – il mio cuore inizia a battere velocemente, lasciandomi confuso. Quando sono insieme a te, sembra tutto più leggero.» aggiunse.
La ragazza lo guardò a bocca aperta, mentre un leggero rossore fece capolino sulle sue guance, le quali divennero bagnate nel giro di pochi secondi. «Oh, Natsu. Sento queste cose anche io.» rispose dolce lei, asciugandosi qualche lacrima che le era sfuggita al suo autocontrollo.
La maga degli Spiriti Stellari gli si avvicinò, donandogli un piccolo bacio sulla guancia. Lei era sua. Niente e nessuno gliel’avrebbe portata via.
In quel momento sentirono un fruscio sulle loro pelli calde. Entrambi abbassarono lo sguardo e videro il nastro perlaceo scivolare e cadere dall’albero.
Natsu aveva appena ammesso i suoi sentimenti per Lucy, inconsciamente, ma l’aveva fatto. Il suo cuore di Drago lo sapeva, la parte difficile da convincere era la mente, troppo ingenua per arrivarci da sola.
 


Angolo Autrice
Miaoooo a tutti! (?)
Allora, mi è piaciuto di più questo prompt, mi sono divertita nel scriverlo. Spero possa piacere come shot, mi sono impegnata molto. T.T
Anche questa volta dobbiamo ringraziare il nostro caro Demone albino. eue
Natsu è proprio ingenuo. D: Però il fiocco ha funzionato lo stesso. Euheuheuhe.
Oggi non ho strani scleri, quindi vi saluto subito. Avviso che quello di domani sarà talmente da diabete che potrebbe venirvi una carie. (?)
Il fluff mi fa male, ho sognato di baciare Natsu. eue
Giuro che l’ho solo baciato, eh! i.i
Vocina: Perché non hai avuto il tempo per mettergli le mani addosso, dato che ti sei svegliata. eue
Tsk, spiona…
Bacioni :*
Lilith

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Capitolo 4
*** Promise ***



PROMISE

 
Lucy si svegliò, sbadigliando rumorosamente. Stese un braccio, nel tentativo di stiracchiarsi, ma qualcuno glielo impedì. Si stropicciò gli occhi, voltandosi e mettendo a fuoco la figura del ragazzo dai capelli rosa, senza maglietta. La bionda rimase ad osservare rapita il corpo d’Adone del suo ragazzo.
Natsu, dal canto suo, si sentì osservato, così sollevò le palpebre, sorridendo alla maga degli Spiriti Stellari. «Buongiorno, Lu.» disse, stampandole un tenero bacio sulle labbra.
Non era da molto che stavano insieme e la ragazza non si era ancora abituata a queste cose. Ma non poteva non pensare a quanto fosse dolce Natsu nei panni del fidanzato. Non credeva che potesse essere così bravo, data la sua ingenuità. «Buongiorno a te.» ricambiò dolce.
Il Dragon Slayer si era abituato a dormire senza maglietta, la prima volta la ragazza si era scandalizzata, sbattendogli un cuscino in faccia. Ma ormai ci aveva preso l’abitudine. Dopotutto, aveva un bel panorama da osservare la mattina.
La biondina si alzò, senza curarsi di essere ancora in camicia da notte. Oltretutto quel modello le era costato una fortuna: era delicata, bianca e in seta. Forniva l’effetto “vedo non vedo”, rendendola in filo più audace. Arrivava un po’ più sopra la metà coscia e le spalline erano decorate da una serie di fiori, disposti in fila. E a giudicare dal sorriso ebete stampato sul viso del Dragon Slayer, la ragazza era certa che anche lui l’apprezzasse molto.
Si diresse in cucina, con l’intento di preparare qualcosa per la colazione, ma una busta con sopra un marchio di sua conoscenza la fece sorridere. Il marchio era quello della pasticceria di Erza, aperta insieme al suo fidanzato; Gerard. Gli affari andavano a gonfie vele. Certo, finché ci fosse Titania ad amministrare tutto… La ragazza rabbrividì immaginandosela.
Lucy prese la busta e l’aprì, percependo il profumo delle brioches appena fatte. Ce n’erano tre: una vuota, una alla marmellata e una al cioccolato e crema. Appena finì di contarle, qualcuno bussò alla finestra. La bionda si avvicinò e abbassò la maniglia per far entrare un piccolo micio svolazzante di colore blu. «Ne Lucy, sono arrivate le-» ma si interruppe appena notò il pacchetto che teneva in mano la maga.
L’exceed si catapultò verso quella colazione deliziosa, ma Lucy fu altrettanto veloce nel richiudere il sacchetto e allontanarsi da un Happy con la bava alla bocca. La bionda raggiunse il letto, con un piccolo balzo, mentre il ragazzo l’afferrava al volo. «Scommetto che sei tu il golosone che ha preso la brioche con cioccolato e crema.» gli soffiò lei.
Natsu, che la teneva in una stretta salda sui fianchi, le sorrise sulle labbra. «Esattamente.»
La ragazza ridacchiò, prendendo poi la busta e dividendo le varie brioches. Per lei c’era quella vuota, per Happy quella alla marmellata e per Natsu – come indovinato da lei prima – quella con cioccolato e crema. «Ma da quando ci sono brioches con cioccolato e crema insieme?» chiese porgendogliela.
Natsu, con un alzata di spalle, addentò la sua brioche. «Fa qvando gliel’ho chfiesto fio.»
Lucy alzò gli occhi al cielo. «Natsu, non parlare a bocca piena.» lo rimproverò. «Comunque non pensavo che Erza accontentasse la tua strana richiesta.»
Natsu sbuffò. «Sono andato in vesti di cliente, poi mica le ho chiesto di vendermi la pasticceria.»
La bionda ridacchiò. «Fammi assaggiare.» Senza aspettare una risposta del rosato, Lucy morse la sua brioche. Corrugò la fronte, mentre cercava di darle un voto. «Mhm, non è male.» concluse.
Natsu la osservò, poi avvicinandosi alle sue labbra, leccò una parte di ripieno che aveva sporcato il lato destro delle labbra piene della ragazza. Lucy arrossì violentemente, mentre il rosato si stampò in faccia un ghigno. «A me piace un sacco la cioccocrema.» disse.
Lucy lo guardò confusa. «Cioccocrema?»
«Sì, cioccolato più crema.» annuì il ragazzo, alzando un dito, come se stesse esponendo chissà quale dottrina filosofica.
La bionda rise, dandogli un buffetto sulla spalla. «La prossima volta prendo anche io la cioccocrema.»
Natsu le sorrise, facendo sciogliere per l’ennesima volta il cuore della maga.
«Ehi, piccioncini.» li chiamò Happy, leccandosi le zampine sporche di marmellata. «Perché non andate a vedere le stelle stanotte?» chiese furbo il micio blu.
«Mi sembra un’idea fantastica!» disse il Dragon Slayer con entusiasmo. «Cosa ne pensi, Lu?» chiese, rivolgendosi più dolcemente alla sua ragazza.
La bionda annuì. «Amo le stelle.» disse sorridendo.
Sia Natsu che Happy erano certi che la maga degli Spiriti Stellari avrebbe accettato, d’altronde erano parte del suo potere.
Nel pomeriggio invece, decisero di tornare alla Gilda. Lucy raggiunse Levy e le altre ragazze, che chiacchieravano animatamente sulle nuove coppie. Mentre Natsu si unì alla rissa giornaliera con Gray e Gajeel.
 
Mirajane continuava a mettere in imbarazzo la povera Scripter, che da quando in Gilda si seppe del fidanzamento tra lei e quell’energumeno di Gajeel, non si era parlato di altro. Ovviamente era stato così anche quando Lucy e Natsu divennero una coppia, ma quando ci si è dentro è difficile da sopportare. Poi, quando passa, lo rammenti come un ricordo piacevole. Ma non prima.
Levy diventava sempre più rossa, a causa dei vari interventi di Cana che con la sua fidata bottiglia di sakè in mano, non faceva che dire tutto quello che le passava per la mente. Che fossero pensieri casti e non.
Juvia ogni tanto partecipava, ma solo per affermare che un giorno anche lei e Gray si sarebbero messi insieme. Erza invece, cercava di rimanere seria ogni volta che Mirajane e Cana aprissero bocca, ma la povera Titania si trovava molte volte col tenersi il viso in fiamme con entrambe le mani.
 
Natsu, Gray e Gajeel avevano appena finito di darsele quando i due draghi captarono una domanda del Demone albino, rivolta a Lucy. Il primo arrossì, il secondo si limitò a voltarsi verso il suo compagno e a guardarlo maliziosamente.
Il mago del ghiaccio li osservò incuriosito. «Cosa sono questi messaggi criptici?»
Gajeel ghignò, poi si schiarì la gola. «Lucy, fin dove ti sei spinta con Natsu?» riprese la domanda il Drago di ferro, imitando la voce della maga del Take Over e cercando di muoversi come una ragazzina snob, ondeggiando i fianchi.
Gray scoppiò a ridere, talmente forte da far voltare la maggior parte della Gilda verso di lui, tenendosi una mano sullo stomaco. Natsu, invece, era sbiancato. Il mago del ghiaccio, si asciugò una lacrima al lato dell’occhio, poi diede una sonora pacca sulla schiena del Dragon Slayer del fuoco.
Gajeel, che non si era ancora tolto dalla faccia quel sorrisetto strafottente, si avvicinò al rosato. «Guarda che ci devi rispondere, ghehe.»
Natsu lo guardò torvo. «Non credo siano affari vostri.» ribatté scocciato.
L’alchimista del ghiaccio gli sorrise. «Su, Fiammifero, non vorrai mica tenerti tutto per te. Certe cose vanno condivise fra amici!» concluse malizioso.
Il rosato sbuffò, spazientito. «Niente…» mormorò.
«Eh?» fecero insieme i due mori.
«Mi stai prendendo per il culo?!» sbottò Gajeel.
«Ma non ci credo!» fece Gray.
Il Drago di fuoco si mise le mani fra i capelli poi gridò. «Lucy non è una qualsiasi! Non ho la minima intenzione di metterle fretta! Sarà il tempo a fare da sé!» rispose lui.
I due mori rimasero un attimo a bocca aperta, poi sorrisero.
 
Lucy, nel frattempo, aveva sentito tutto. Be’, ovvio, dato che il suo fidanzato si era messo ad urlare. Sentì le sue gote imporporarsi, mentre un sorrisetto ebete affiorava sulle sue labbra. Si alzò e raggiungendo il suo ragazzo, lo prese per mano e lo portò fuori da Fairy Tail.
«Lo apprezzo molto.» rispose la bionda.
Natsu le diede un bacio sulla fronte, poi sorrise. «Be’? Andiamo a vedere le stelle?»
«Certamente.» rispose dolce la bionda. «Ma prima passiamo da casa mia che devo prendere il telescopio. Sarà più divertente così!» ridacchiò lei.
Dopo aver preso l’occorrente, aspettarono che il sole calasse del tutto, lasciando alta una grande e luminosa luna piena. Camminarono finché non raggiunsero un radura, dove Lucy sistemò il suo telescopio. La bionda diede un’occhiata. «Che meraviglia.» sussurrò.
Il rosato si avvicinò. «Fammi vedere.»
La bionda si scostò, permettendogli di vedere meglio quella coltre di stelle. «Riesci a riconoscere qualche Spirito?» ridacchiò lei.
«Mhm.» mugugnò il ragazzo, osservando meglio. «Quella non è Aquarius?» chiese.
«Vediamo.» fece Lucy, riprendendo il telescopio. Sgranò gli occhi, poi iniziò a sudare freddo. «Natsu, ti consiglio di starmi lontano la prossima volta che la evoco. Quella è la costellazione del Capricorno.»
«Oh.» fece il Drago del fuoco. «Ops.» ridacchiò nervoso, tornando ad osservare la volta stellata.
In quel momento, il viso di Lucy si rabbuiò. Era tutto così perfetto, stavano benissimo insieme, eppure lei aveva paura che qualcuno le potesse strappare via tutto quello amava. La persona che amava. Era sempre andata così nella sua vita: le donavano qualcosa di meraviglioso, poi glielo strappavano via crudelmente. Natsu aveva iniziato a parlare, ma la maga non lo stava più ascoltando. Lo fissava, con sguardo vitreo, vuoto. Come se stesse in realtà guardando quello che c’era dietro di lui.
Il Dragon Slayer, accorgendosi dello strano comportamento della sua fidanzata, le si avvicinò, muovendo una mano davanti ai suoi occhi color cioccolato per richiamare la sua attenzione. Lucy sbatté le palpebre un paio di volte, prima di rispondere. «Sì?»
Il ragazzo la guardò preoccupato. «C’è qualcosa che non va?» chiese, sedendosi per terra.
La bionda lo imitò, accucciandosi affianco a lui, ma scosse la testa con vigore. «No.»
«Lo sai che a me puoi dire tutto, vero?» fece dolce.
«Sì.» rispose semplicemente, con lo sguardo basso.
Natsu aggrottò le sopracciglia. «Lu, hai finito di rispondermi a monosillabi?» chiese sbuffando.
«N- cioè, scusami.» fece sospirando, passandosi una mano sul viso. Poi si voltò, puntando il suo sguardo negli occhi del fidanzato, rivelandogli le sue preoccupazioni. «Ho paura, Natsu. Ho paura che un giorno, risvegliandomi, venga a scoprire che tutto questo sia stato un’effimera illusione. Un bellissimo sogno con cui debba fare i conti con la nuda e cruda realtà.» fece un respiro, giusto per non diventare blu per la mancanza d’ossigeno, dato che aveva parlato tutto d’un fiato. «Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata, Natsu. Dico sul serio. È grazie a te se ho potuto dare una svolta alla mia vita, permettendomi di realizzare il mio sogno: entrare a far parte di Fairy Tail. E non posso fare a meno di pensare che questo sia solo una mera fantasia prodotta dalla mia mente di scrittrice.»
Il ragazzo dai capelli rosa le sorrise intenerito. La sorresse per le spalle, come se – anche in questa occasione – volesse proteggerla. «Lucy, non è un sogno, un’illusione o una fantasia. È tutto vero. Io sono vero. Tu sei vera. Noi siamo veri. Anche per me questa è una novità, sai come sono fatto, no?» disse lui, facendo una faccia buffa. La bionda ridacchiò, effettivamente Natsu era piuttosto ingenuo. «Però sono sicuro che tutto andrà bene, me lo sento. Non devi avere paura. Io ti amo, Lu. Farò qualsiasi cosa in mio potere per renderti felice. È una promessa.»
La maga degli Spiriti Stellari sentì gli occhi inumidirsi. Mai avrebbe pensato che simili parole potessero uscire dalla bocca del Dragon Slayer del fuoco. Eppure eccole. Tutte per lei. Il rosato appoggiò delicatamente le nocche sulla sua guancia, donandole una carezza. Lucy chiuse gli occhi, beandosi quel tocco.
Prima che potesse riaprire le palpebre, sentì le labbra del ragazzo sfiorare le sue. Arrossì violentemente, ma allacciò le braccia intorno al collo del Drago di fuoco, permettendole maggior sostegno, e riuscendo a suggellare meglio quel bacio. Lucy schiuse le labbra, facendo passare la lingua del ragazzo, che trovò subito la sua. Si muovevano in una danza magica che solo loro conoscevano. Si incontravano, si staccavano e si ricercavano. Mai in tutta la sua vita, la bionda percepì quelle emozioni forti e bellissime, le quali le facevano battere forte il cuore e sentire un dolce sfarfallio allo stomaco. Mai si era affezionata così tanto ad una persona, divenendo il suo sole. Una presenza importante e necessaria per la sua sopravvivenza. Natsu, quel ragazzo ingenuo e dall’animo nobile, era tutto quello di cui lei aveva bisogno. Tutto quello che realmente desiderava.
Quando il bisogno d’aria divenne impellente, le loro labbra si separarono, ma la fronte del rosato si appoggiò su quella della maga, guardandola talmente intensamente che si sentì percossa da tutta una serie di brividi che la lasciarono stordita.
Senza smettere di osservare quelle iridi color ossidiana screziate di smeraldo, la bionda gli soffiò sulle labbra la risposta. «Anche io.» iniziò sorridendo. «Ti amo anche io, Natsu.»
Proprio in quel momento, sopra le loro teste passò una stella cadente, ed entrambi desiderarono di poter rimanere per sempre insieme.
 



Angolo dell’Autrice che è diventata un dolcetto morbidoso (?)
*Distesa a terra, circondata da una miriade di marshmallow, caramelle e cioccolatini*(?)
Quando la mia mente ho tirato fuori ‘sta roba ho creduto di morire… Troppo dolce. T.T Almeno, per i miei standard sì.
Spero che a voi sia piaciuta! *^* O mi butto fuori dalla finestra.. (?)
La parte finale l’ho scritta alle 23, mentre ero in macchina di ritorno da Milano. Stavo ascoltando la musica quando l’ispirazione ha preso possesso di me. (?) No seriamente, non so cosa mi abbia posseduta in quel momento, ma almeno mi ha fatto venire fuori una cosa tenera. Quindi ringrazio quella roba che ha preso il controllo del mio cervello e delle mie dita. eue (?)
Mi dileguo, va’.
Devo ancora finire il prompt ‘Dare’. ç_ç
A domani! :*
Lilith

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Capitolo 5
*** Dare ***


Attenzione: Personaggi probabilmente OOC.
Attenzione2: 'Dare' in questo prompt è stato tradotto come 'sfidare' e non come 'osare'.
Buona Lettura.
 
DARE
 
 
Lucy stava lavorando al suo romanzo, quando un ragazzo dai capelli rosa, entrò dalla finestra. Il Dragon Slayer, vedendo la sua nakama scrivere, decise di fare il bravo: la salutò e si sdraiò sul letto morbido, lasciando la testa fuori dal bordo, fornendogli una visuale della stanza all’incontrario.
La maga continuò per dieci minuti, finché il ragazzo non cominciò a lamentarsi, disturbandola. «Lu, mi sto annoiando.» fece, iniziando a rotolare sul letto.
La bionda sospirò, cercando di mantenere i nervi saldi. «Natsu, vai a giocare con Happy. Ho da fare al momento.»
Il rosato mise il broncio, che lo rese solo più tenero. «Ma io volevo stare con te.»
Il cuore della maga degli Spiriti Stellari perse un battito, mentre le sue gote iniziarono a colorarsi di un leggero rossore. Lucy si voltò, facendo subito alzare Natsu. «O-okay, ti propongo una sfida!» fece la bionda, sperando che ci cascasse.
Gli occhi del ragazzo brillarono. «Tipo? Sono tutto un fuoco!»
«Ti sfido a stare zitto finché non avrò finito qui.» tentò la maga, indicando i suoi fogli, sparsi in disordine sulla scrivania.
Il ragazzo aggrottò le sopracciglia, poco convinto. «Okay, ma non mi sembra molto divertente…»
Lucy si morse il labbro inferiore. «Oh no, fidati che lo è.»
Natsu, con un’alzata di spalle, accettò. Non fecero in tempo a passare nemmeno cinque minuti, che il ragazzo aveva già iniziato a brontolare. «Lu, questo gioco non mi piace.» borbottò lui.
La maga si voltò esasperata. «E cosa proponi di fare, allora?»
Le labbra del Drago di fuoco si distesero in un ghigno, che fece preoccupare Lucy. «Una variante della tua idea iniziale.» ridacchiò.
La bionda inarcò un sopracciglio. «Ovvero?»
Natsu si avvicinò, annullando con grandi falcate la loro distanza. I visi erano talmente vicini che i loro nasi avrebbero potuto sfiorarsi. «Giochiamo a Verità o Sfida.» Non era una proposta, ma un’affermazione. La ragazza arrossì violentemente, incapace di rispondere ma nemmeno di rompere il contatto visivo. Quegli occhi l’avevano sempre attratta, come una falena è attratta dal fuoco. E Natsu ovviamente era il fuoco. Non per una questione di magia, sia chiaro. Il Dragon Slayer, dato che la bionda non aveva ancora risposto, si avvicinò al suo orecchio, sfiorando il lobo con le labbra. La maga si sentì andare il viso in fiamme, talmente tanto da sentirlo emanare calore senza il bisogno di toccarlo con le mani. Da quando Natsu si era fatto così intraprendente?! «Senti di potercela fare? Se no, cambiamo.»
Lucy si accigliò. «Ovvio che ce la faccio! Iniziamo pure!» fece lei, alzandosi e prendendo le distanze.
«Sicura? Una volta iniziato non puoi più tirarti indietro.» l’avvisò lui.
«Sicurissima!» rispose decisa.
Natsu sorrise compiaciuto, lo sapeva che in quel modo avrebbe fatto reagire così la biondina. Era a conoscenza del suo orgoglio, e aveva giocato proprio su quello. «Bene, sediamoci per terra!» fece il rosato, tornando a sorridere nel suo modo gioioso e spontaneo. Lucy lo guardò sospetta, abbassandosi e sedendosi a gambe incrociate, con la schiena appoggiata al letto. Natsu le si sedette davanti. «Chi inizia?» chiese il Drago.
«Inizio io perché sono la ragazza!» tentò la bionda, e sperando che il rosato acconsentisse, dato che aveva appena detto una stupidata.
«Per me non c’è problema.» rispose lui, tranquillo.
«E-ehm, okay.» iniziò lei, a disagio. La ragazza non ci aveva mai giocato, e per una strana ragione il suo cuore aveva iniziato a batterle veloce, decisamente troppo veloce. «Verità o Sfida?» chiese titubante.
«Verità.» rispose il Drago, con un sorrisetto divertito.
«Uhm…» fece la maga, mordendosi il labbro inferiore, mentre cercava di pensare a qualcosa da domandargli. «C’è q-qualcuno di importante nel tuo c-cuore?» chiese imbarazzata, tenendo lo sguardo basso a fissare le sue dita tremanti che stropicciavano l’orlo della maglietta.
«Sì.» rispose lui, sorridendole intenerito.
Lucy alzò lo sguardo. «Chi è?» chiese, sentendo il proprio battito rimbombarle nelle orecchie. Ormai aveva imparato a conviverci. Era lui la causa di tutte quelle emozioni che la lasciavano perplessa e disorientata. Era lui la causa del suo continuo battito irregolare, non appena le si avvicinava per sfiorarla. Era lui il ragazzo di cui si era innamorata. Ma lui, ricambiava?
«Alt.» fece il rosato, alzando le mani. «Non puoi fare due domande, ora tocca a me.» disse ridacchiando. La bionda imprecò mentalmente, la prossima volta avrebbe formulato meglio la domanda. «Verità o Sfida?» chiese, tornando improvvisamente serio.
«V-Verità.» rispose, tornando a rivolgere lo sguardo a una piastrella del pavimento.
Natsu sembrò rifletterci su, poi sorrise sereno. «Chi è stato il tuo primo amore?» chiese, innocente. Lucy sgranò gli occhi, boccheggiando. Poi talmente sorpresa si ritrovò a tossire, era riuscita a strozzarsi con l’aria. La bionda si portò una mano davanti alla bocca, gli occhi lucidi a causa del quasi suicidio e le gote arrossate per la domanda. Il cuore le batteva talmente forte che temeva che tra poco avrebbe avuto un infarto. Natsu le si avvicinò preoccupato. «Ehi, tutto bene?» chiese, con gli occhi sbarrati.
La maga annuì, iniziando a sventolare una mano davanti al viso, cercando di darsi un po’ di sollievo. Stava andando in ebollizione. «Non voglio rispondere!» fece, coprendosi poi il viso con entrambe le mani.
Natsu ridacchiò, tornando al suo posto. «Ah, ah. Hai detto che ne saresti stata in grado. Non puoi tirarti indietro, ricordi?» le rammentò.
Lucy non avrebbe mai creduto che un gioco potesse essere un pericolo per lei. Con quella domanda avrebbe dovuto rispondere che era Natsu! Lucy non seppe se scoppiare a piangere o buttarsi fuori dalla finestra. Poi le venne in mente una cosa: e se grazie a quel gioco fosse riuscita a rivelare finalmente i propri sentimenti per il ragazzo? La maga valutò le opzioni, anche se la seconda le sembrava preferibile… No! Doveva provarci! Male che vada, avrebbe poi scelto per la seconda opzione. «Tu…» bisbigliò debolmente.
Natsu sospettava che la sua nakama provasse qualcosa per lui, ma mai avrebbe pensato che fosse stato il suo primo amore. In un attimo il suo cuore sembrò bruciargli nel petto, tanta era la felicità. Cercò di rimanere fermo, ma la voglia di appropriarsi di quelle labbra piene era tanta. E il fatto che Lucy si stesse mordicchiando il labbro, non lo aiutava per niente. «Come scusa? Non ho sentito.» ghignò lui. Invece lo aveva sentito benissimo, anche se la sua nakama lo aveva sussurrato.
La bionda arrossì. «T- Oh per amor del cielo! Razza di stupido, lo so che hai sentito!» sbottò lei.
Il rosato rise, non aspettandosi una reazione tanto esagerata. «Dai, tocca a te.»
Lucy cercò di darsi una calmata, e ancora rossa puntò i suoi occhi lucidi in quelli del ragazzo, guardandolo intensamente. Natsu si sentì pervaso da dei brividi, che lo lasciarono confuso. «Verità o Sfida?»
«Sfida.» rispose, con un sorrisetto strafottente.
La maga ghignò, facendo vacillare un attimo la spavalderia del Dragon Slayer. Ora gliel’avrebbe fatta pagare. «Vai da Gajeel e chiedigli di darti un comando, a sua scelta.»
Natsu sbiancò, mentre Lucy iniziò a ridere, iniziando già a pregustare la scena. «Ma dovrei tornare alla Gilda, e non mi va.» tentò il rosato, cercando di far demordere la maga.
Lucy, con un’alzata di spalle, si girò e prese un cellulare, iniziando a digitare il numero. Il ragazzo cominciò a sudare freddo.
 – Pronto? – fece la voce del Drago di ferro.
«Ehi Gajeel, sono Lucy.» rispose la bionda, cercando di schivare un Natsu che voleva rubarle il telefono.
Ohi Bunnygirl, che ti serve?
La ragazza ignorò il nomignolo e si mise a correre, andando in cucina, mentre il rosato la inseguiva. Alla fine si trovarono lei da una parte del tavolo, e il Drago del fuoco dall’altra. «Devi dare un comando a Natsu, scegli pure. E non ti risparmiare.» ridacchiò maligna la bionda.
Ma quale onore. – la maga degli Spiriti Stellari sapeva che il moro ci sarebbe andato giù pesante. In quel momento, Natsu tentò un ultimo tentativo disperato: si lanciò sul tavolo, facendo urlare la bionda. – Ho trovato! Fallo vestire da principessa e costringilo ad entrare urlando al Concilio della Magia, ghehe. – rispose ghignando.
Lucy scoppiò a ridere. «Grazie, Gajeel!»
Voglio una foto, eh. – chiese, prima che la ragazza potesse riattaccare.
La bionda si voltò verso il povero ragazzo che era totalmente sbiancato. «Sono sicura che hai sentito, perciò direi di iniziare, non credi?» fece lei, distendendo le labbra in un sorriso che fece rabbrividire il Dragon Slayer.
 
Quando entrambi tornarono a casa, Lucy aveva riso talmente tanto che lo stomaco aveva cominciato a dolerle. Natsu, invece, con molte probabilità ci aveva appena rimesso la reputazione. Imbronciato, si allontanò e andò a cambiarsi, rimettendosi i suoi abituali vestiti. Quando tornò e sentì nuovamente la sua nakama ridere, le lanciò sul viso l’abito color rosa shocking da principessa.
La bionda, si asciugò le lacrime e appoggiò il vestito sul letto, sforzandosi di non ripensare all’accaduto, se no sarebbe scoppiata a ridere nuovamente.
Natsu si lasciò cadere pesantemente a terra, con un tonfo. Aveva le braccia incrociate sotto al petto, le labbra arricciate in un broncio adorabile e le gote leggermente arrossate. Lucy dovette spostare il suo sguardo altrove per non ritrovarsi a pensare a delle cose che l’avrebbero fatta arrossire o che molto probabilmente avrebbe messo in discussione il fatto che lei fosse una brava e tranquilla ragazza. E non un’adolescente in piena crisi ormonale…
Il Dragon Slayer, osservò la bionda, era ancora troppo imbarazzato. Appena avrebbe messo piede a Fairy Tail avrebbe ucciso quel bastardo di Gajeel.
«Tocca a te.» gli fece notare la ragazza.
Il ragazzo sembrò tornare il solito spensierato, sorridendo. «Verità o Sfida?»
Lucy ci pensò su per alcuni secondi, qualcosa le diceva di non fidarsi, ma decise di rischiare. «Sfida.» mormorò.
Sul viso del Dragon Slayer affiorò un ghigno. «Lasciati baciare.»
La ragazza divenne bordeaux. «D-da chi?» balbettò. Ma in cuor suo, sapeva già la risposta.
«Da me, che domande.» fece il ragazzo, inarcando un sopracciglio.
La bionda non fece in tempo a ribattere, che le labbra del ragazzo furono già sopra le sue. Il suo cuore aveva accelerato talmente tanto, che se non si fosse data una calmata, le sarebbe uscito dal petto. Si stupì del fatto che non aveva esitato, aveva ricambiato subito, appena le loro bocche erano entrate in contatto. Il suo cervello era letteralmente andato in tilt, non riusciva a ragionare. Be’, in fondo non avrebbe nemmeno dovuto. Doveva solo godersi quel bacio, per il quale aveva sempre agognato. Sentì la mano di Natsu sfiorarle la guancia, mentre lei mise le sue nei soffici capelli rosa del ragazzo.
Quando sentì la lingua del Dragon Slayer delineare il contorno delle sua labbra, trasalì. La ragazza aprì un attimo gli occhi, notando che anche Natsu aveva sollevato le palpebre. Quello sguardo… Le sembrava di specchiarsi in quelle iridi magnetiche. Il rosato le sorrise, in un muto permesso per chiederle se potesse continuare, e la maga ricambiò timidamente. Bastò quel gesto per far riprendere Natsu, baciandola con più passione.
Lucy sapeva come sarebbe andata a finire se non avesse allontanato Natsu, subito. Eppure, non ne aveva la forza. Ma soprattutto, non voleva. Si fidava di lui, ciecamente.
Con questi pensieri, Lucy si lasciò prendere in braccio, mentre il ragazzo l’adagiava sul letto. Natsu continuò a baciare la bionda con passione, le loro labbra si staccarono solo per permettere a loro di rimuovere la stoffa inutile che divideva i loro corpi.
La maga degli Spiriti Stellari, nonostante fosse la sua prima volta, non aveva paura. Finché il ragazzo in questione era il suo Natsu, non avrebbe dovuto temere nulla.
Così, si lasciarono andare, consapevoli entrambi dell’amore che provavano per l’altro.
 
Lucy disegnava dei cerchi immaginari sul petto del ragazzo, che si alzava e si abbassava velocemente, mentre quest’ultimo aveva socchiuso gli occhi. «Verità o Sfida?» mormorò la bionda, felice.
Natsu aprì un occhio, osservandola incuriosito. «Verità.»
«Mi ami?» chiese con quegli occhi brillanti, le guance rosse e i capelli dorati completamente spettinati.
Natsu a quella visione credette di essere in paradiso. Dio se era bella, la sua Lu. «Con anima e cuore.» sussurrò dolcemente.
La bionda si morse il labbro. Mai aveva provato tanta felicità come in quel momento. «Anche io.»
«Verità o Sfida?» chiese lui, sdraiandosi su un fianco per poterla osservare meglio.
«Sfida.» fece lei, sempre con quegli occhi luminosi.
«Sposami.» scandì il ragazzo dolcemente.
La ragazza rimase a bocca aperta, mentre il cuore riprendeva a batterle veloce nel petto. Natsu le aveva appena chiesto di sposarla e lei riusciva solo ad aprire e chiudere la bocca, incapace di rispondere. Il Dragon Slayer ridacchiò, fece per scusarsi, pensando di essere stato troppo frettoloso e soprattutto impulsivo. Non voleva spaventare la ragazza. Lucy però, gli stampò un bacio sulle labbra, separandosi subito dopo con un leggero schiocco. «Sì.» gli sussurrò lei, con ancora le labbra incollate a quelle del ragazzo.
 
Era buffo come un gioco come ‘Truth or Dare?’ fosse riuscito ad unire due cuori. Entrambi sapevano già da tempo dei sentimenti che provavano per l’altro, ma non si erano mai arrischiati a confessarsi, per timore di un rifiuto.
Natsu si stampò in faccia un ghigno, compiaciuto del fatto che per la prima volta nella sua vita, avesse preso una decisione importante e giusta.
Il tutto attraverso un giochetto.
Non che la cosa sminuisse l’accaduto, anzi, lo rendeva più curioso, e dolce quasi.
 
 
 
 
Angolo dell’Autrice che non si regge in piedi
Buonasera popolo di EFP! *saluta come Elisabetta II(?)*
Se vi state chiedendo il perché non riesca a reggermi in piedi, ve lo dico subito: La sottoscritta ha pensato fosse intelligente mettersi a leggere fino alle 5 di mattina una FF su Harry Potter.
Meravigliosa, niente a che vedere con le mie, ovviamente. Una FF di un altro mondo in poche parole. Solo che era di genere Commedia e Romantico.
Commedia?
I versi che facevo per cercare di non scoppiare a ridere durante la notte, nascosta sotto una pila di coperte, avrebbero potuto far spaventare il possibile serial killer che abita sotto il mio letto. (?) Trattenere le risate, non mi riesce bene. Anzi, non mi riesce proprio, dato che mi hanno sentita anche i miei sghignazzare…
Ho delle occhiaie che farebbero terrore anche a un panda. Per non parlare del fatto che poi i miei genitori hanno pensato fosse carino farmi fare 3 ore di passeggiata in mezzo ai boschi… E io ODIO i boschi.
Una giornatina favolosa, dai… Sto cercando di combattere contro un’emicrania ma vi ho postato comunque la shot, avete visto che brava? (?)
Ma basta con gli sproloqui: spero che questa shot vi sia piaciuta. Personalmente, io credo che questa sia quella che mi piace di più. Sono veramente soddisfatta. u.u
Me ne vado, ho parlato anche fin troppo. Ringrazio quelle persone meravigliose che hanno recensito i miei capitoli, di questa storia e della long ‘Orme – Una gilda di Assassini’.
Buonanotte,
Lilith

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Capitolo 6
*** Effulgence ***



EFFULGENCE

 
Lucy era al bancone della Gilda, ignorando completamente le ragazze che spettegolavano. Con entrambe le mani si teneva il viso, gli occhi erano lucidi, i quali fissavano un piccolo buco sulla superficie legnosa. Il polpastrello dell’indice a sfiorare la conchetta, con fare distratto, mentre la mente era da tutt’altra parte, fuorché nella Gilda.
Quando qualcuno appoggiò una mano sulla sua spalla, trasalì. Lucy si voltò, con occhi sbarrati, come se fosse appena stata svegliata da un incubo.
Davanti a lei c’era la figura di una ragazza dai capelli turchini, che la guardava preoccupata. «Lu-chan, stai bene?»
La bionda si stropicciò gli occhi, cercando di non dare a vedere il luccichio delle lacrime. «Sì, certo.» rispose, cercando di mostrare un sorriso. Ma a giudicare dell’espressione anche più preoccupata, la maga era sicura di aver fatto una smorfia.
Levy si sedette vicino a lei, prendendole una mano. «Ne vuoi parlare?» chiese dolce.
Lucy scosse la testa con vigore. «No.» borbottò. Poi si affrettò a rimediare, pensando di essere stata scortese con lei. «Cioè, non c’è nulla di cui parlare.» rispose, con un debole sorriso. Almeno, con qualcosa che gli somigliasse vagamente. Prima che la Scripter potesse attaccare con qualsiasi altra domanda, – non che non l’apprezzasse – Lucy si alzò, salutando frettolosamente l’amica e sgattaiolando fuori dalla Gilda.
Non le andava di parlarne, questa volta voleva solo rimare da sola con i suoi pensieri e ricordi. Mentre passeggiava, cercando di mantenere l’equilibrio, sul bordo del muretto, dei ragazzi  le intimarono a prestare attenzione da una barchetta.
Stava rimuginando su quello che avrebbe dovuto fare, la scelta giusta da prendere, quando mise male un piede, scivolando. Prima che potesse anche solo chiudere gli occhi, qualcuno la sostenne per le spalle, allontanandola dal muretto. La ragazza si voltò, trovandosi davanti il viso del Dragon Slayer del fuoco, che la guardava perplesso. «Lucy?» domandò.
La bionda si allontanò dalla sua stretta, rimettendosi a camminare. «Sto bene.» sospirò. «Ho deciso che andrò a fare un giretto lontano da Magnolia, non mi seguire. Ho bisogno di stare da sola.» disse, senza voltarsi.
Natsu era preoccupato per la sua amica, non voleva che si sentisse così triste. Perché era sicuro che qualcosa non andasse, e che turbasse la sua Lucy.
 
La maga degli Spiriti Stellari aveva fatto un salto a casa per cambiarsi: aveva indossata un delicato vestitino bianco di pizzo di Sangallo, la vita era circondata da un nastro blu, dove dietro era stato legato con un fiocco. Infine, si legò i capelli dorati in una coda alta e uscì di casa, velocemente. Fece un’ultima tappa dal fioraio, per prendere un mazzo di fiori e si avviò in stazione.
 
Lucy alternava il suo sguardo dai fiori colorati al finestrino. Il paesaggio scorreva veloce, mutando sempre più spesso.
Quanti anni erano che nessuno entrava nella sua vecchia villa? Erano passati tre anni dalla morte di suo padre, più i sette di vuoto, erano dieci anni che non tornava a casa. Sì, casa. Perché anche se era scappata, per rincorrere i suoi sogni, non poteva non considerarla tale. Ci era nata, ci aveva vissuto per un la maggior parte dei suoi anni. Aveva deciso di tornare soprattutto perché era l’anniversario di morte della sua mamma.
Mentre pensava non si accorse che alcune lacrime avevano preso a scivolare lentamente sulle sua guance. Quando si accorse di sentirsi osservata, e notò una goccia cadere e infrangersi sulla pelle candida della sua mano, capì il perché di tutta quella curiosità da parte dei passeggeri. Con un gesto veloce si affrettò ad asciugarsi le lacrime, cancellando la scia salata che le aveva rigato il viso.
 
Natsu dovette combattere contro ogni impulso, per cercare di non alzarsi ed andare ad abbracciare la sua maga degli Spiriti Stellari. Continuava a fissarla, dall’inizio del viaggio, talmente intensamente che stava addirittura ignorando il suo malessere per i trasporti. Lui era seduto nello scompartimento a destra del suo, per cui gli bastava alzarsi, fare due passi e stringere la figura bionda tra le braccia, forte. Lo sapeva che se Lucy l’avesse saputo si sarebbe infuriata come non mai, ma non aveva resistito. Gli sembrava così piccola e indifesa in quel momento, una ragazza che aveva bisogna di protezione. Della sua protezione.
Il Dragon Slayer indossava un lungo impermeabile, con cappello e occhiali da sole, non poteva permettere che la ragazza lo riconoscesse. Così, strinse i pugni e si costrinse a rimanere seduto, cercando di guardare anche fuori dal finestrino. Giusto per non sembrare un maniaco.
 
Quando il treno si fermò, Lucy si alzò velocemente e quando mise piede fuori dal treno, tremò. Le sue gambe non riuscivano a muoversi, il cuore le batteva veloce. Era arrivata fino a lì, ma non era sicura di riuscire a proseguire oltre. Non se la sentiva più.
Quando però il suo sguardo ricadde sul mazzo di fiori, sembrò prendere un po’ di coraggio. Voleva portarglieli, non voleva che i suoi genitori pensassero che lei li aveva dimenticati, perché non era vero. Non era facile dover convivere col fatto di aver perso entrambe le sue figure di riferimento. Fece un respiro profondo, cercando di calmarsi, poi riprese a camminare, decisa a raggiungere la ex villa Heartphilia.
Era partita nel pomeriggio, per cui il cielo ormai cominciava a tingersi di arancio. Sveltì il passo, non voleva prendere il treno col sole calato e per di più da sola, doveva sbrigarsi.
Dopo un paio d’ore, riuscì a raggiungere la villa. Non riusciva a credere nemmeno dopo tutti quegli anni che fosse così grande la sua ex proprietà. Prima di andare a salutare mamma e papà, decise di andare a vedere la villa. Quando le fu davanti, le si mozzò il respiro, oltre ad essere impallidita. Era incredibile che nonostante fossero passati solo dieci anni, la casa fosse in condizioni così pessime. Fece ancora un passo in certo, notando le piante che minacciose si arrampicavano sui muri, come se volessero buttare giù la residenza. L’intonaco era completamente crollato, c’era solo la parte che vi si trovava sotto, mostrando i vari mattoni. Alcune finestre non avevano più i vetri e qui si convinse che quella fosse l’opera di qualche ladro che magari pensava di trovarci qualcosa che avesse del valore.
Lucy avrebbe preferito vedere la sua casa venduta a qualche altro nobile che in quelle condizioni. Sembrava tetra, quasi una casa dell’orrore.
Rivolse il suo sguardo al portone, completamente sfondato. Si avvicinò ed entrò, assottigliando gli occhi per cercare di vedere nella penombra. Esplorò le stanze, scoprendo con orrore il disastro che vi era all’interno.
La maggior parte del mobilio era a terra o distrutta, quello che si salvava era coperto da uno spesso strato di polvere. Si accorse che il suo battito era aumentato, mentre le lacrime scorrevano senza sosta sul volto. Vedere casa sua in quello stato, non era semplice. Tra un singhiozzo e l’altro, Lucy continuava la sua esplorazione, sentendo ad ogni passo il petto dolerle sempre di più.
Arrivò allo studio di suo padre. Voleva aprire la porta, ma il suo corpo sembrava divenuto una statua. I suoi occhi velati di lacrime osservavano la maniglia, ma la sua mano non voleva saperne di obbedire al comando. La bionda, spazientita, grugnì e con forza spalancò la porta: le tende erano a terra, rotte e piene di polvere. Dalla grande vetrata entrava l’ultimo raggio di sole della giornata, rendendo la stanza davvero terrificante sotto quel gioco di ombre. Gli infiniti libri erano tutti a terra, qualcuno bruciato, qualcuno con le pagine strappate. Una parte della finestra era rotta, e da quel buco penetrava una leggere brezza che faceva muovere le vecchie pagine e i mucchietti di polvere, per la stanza. La scrivania possedeva uno squarcio che la divideva a metà, mentre dietro c’era la grande poltrona a terra. La scala che portava al ripiano sopra, dove c’erano gli altri libri, era crollata. Uscì subito dopo, non avrebbe potuto reggere ulteriormente quella visione. Passò alla sua camera, pensando di trovarla nelle stesse condizioni del resto della casa, ma scoprì di trovare la porta chiusa. Fece un passo indietro e con un calcio ben assestato, buttò giù la porta. Quello che vide la lasciò di stucco. La sua camera da letto sembrava l’unica ad essere lasciata intatta a quell’uragano. Era la stessa di un tempo, tutto era rimasto come allora. L’unica cosa che non apparteneva ai suoi ricordi, era che c’era anche lì lo spesso strato di polvere. Si avvicinò al grande letto a baldacchino, sfiorando il tessuto fresco e ancora liscio delle coperte. Poi passò alla toilette bianca, dove aprì i cassetti e rinvenne i suoi vecchi trucchi, spazzole, elastici per capelli… Corse all’armadio, spalancandolo, e anche lì tutti i suoi vestiti erano disposti in ordine. Ormai il pianto di Lucy era diventato quasi come quello di una bambina, mentre i singhiozzi non la aiutavano a respirare. Era sicura che il suo viso fosse diventato a chiazze rosse per colpa del pianto. Era incredibile come la sua camera fosse l’unica parte ad essere rimasta com’era.
Era come se lì, l’antico splendore degli Heartphilia avesse combattuto contro tutto quello che la casa aveva subito.
Lucy sorrise, poi voltandosi, cercò di sistemare in qualche modo la porta caduta, chiudendola. Voleva che quella camera rimanesse così. Intoccata. Sembrava un castello di un film dell’orrore, dove una sola stanza sembrava in realtà mantenere fede all’aspetto originario, quasi come se fosse stata protetta. Come se fosse una magia.
Quando la bionda uscì, il sole era calato, donando ancora di più l’aspetto spettrale alla casa. Proseguì fin dove c’era la tomba della sua mamma e del suo papà, cercando di spolverarle e di togliere i vecchi fiori ormai morti. Mise quelli nuovi, e accovacciandosi in ginocchio, iniziò a parlare. A raccontare tutto quello che aveva vissuto fin ad ora, insieme a Fairy Tail, la sua nuova famiglia.
Quando finì, era sicura che fosse tardissimo, ma non poté sorridere alla sensazione del suo cuore più leggero. Salutò i suoi genitori e si voltò, ma quando trovò la figura di un uomo in impermeabile, totalmente sospetto, Lucy cacciò un urlo che per poco non perforò un timpano a quello che era in realtà il Dragon Slayer di fuoco. Ma la bionda non poteva saperlo.
«Apriti porta del Tor-»
«Ferma! Sono Natsu!» gridò interrompendo la formula magica, e levandosi quegli assurdi abiti di dosso.
La ragazza lo guardò sorpresa, poi la sua espressione mutò in una confusa, infine in una infuriata. «Natsu Dragneel! Mi hai seguita?!» sbottò lei.
Il Drago ridacchiò nervoso. «Già.» rispose.
«E di grazia, per quale motivo?» chiese Lucy con una voce che mal celava l’arrabbiatura.
«Be’, perché eri triste.» iniziò il Dragon Slayer. «Non riuscivo a vederti in quel modo. Poi il fatto che tu non ti sia aperta con me, mi ci ha fatto rimanere male. Sai che di me ti puoi fidare, vero? Mi sono preoccupato tantissimo.» aggiunse, offeso.
Le gote della ragazza si accesero di un bel rosso. «S-scusa…»
Il rosato sorrise, avvicinandosi per abbracciarla. «Scuse accettate.» sussurrò lui. Il cuore della maga accelerò per l’ennesima volta in quella giornata. Ricambiò timidamente, appoggiando la guancia sul petto muscoloso del ragazzo. «Però ricordati di non tagliarmi fuori dalla tua vita.» aggiunse.
«Hai ragione, non lo farò più.» fece la maga degli Spiriti Stellari.
Il rosato sorrise, allontanandosi da lei, subito dopo esibì uno dei suoi bellissimi sorrisi e prese per la mano la ragazza. «Andiamo a casa, Lu.» propose con voce dolce.
«Sì.» mormorò la bionda, stringendo forte la mano del Drago.
Lucy rivolse un ultimo sguardo alle tombe, sussurrando un saluto ai suoi genitori. Poi osservò la sua vecchia villa. Aveva perso tutto il suo antico splendore, ma quella casa sarebbe rimasta sempre nei suoi ricordi e nel suo cuore.
 
 


Angolo Autrice
Allora, vi è piaciuta? ç_ç Potete mandarmi a quel paese, se volete. Non so, a me non me piasa più di tanto… Però il prompt era difficile. T.T
Spero che l’abbiate apprezzata almeno un pochino. *^* Non vedo l’ora di iniziare a scrivere l’ultimo prompt. Ho già un’idea graziosa. Euheuheu.
Fatemi sapere cosa ne pensate. *^*
Ringrazio di tutto cuore le persone che hanno recensito il capitolo precedente. Ma soprattutto Ia-chan, Ga-chan, Fede-chan e Angel-chan che mi hanno sempre riempita di complimenti. *^* Vi voglio bene. :3
Per chi non avesse letto le loro raccolte, passi subito a leggere quelle di Gaia21 e Angelyca. *^*
A domani. :3
Lilith
 

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Capitolo 7
*** Future ***



FUTURE

 
A Fairy Tail numerose coppie si erano già sposate.
La prima coppia fu Erza e Gerard.
La sorpresa fu tale che poco dopo i ragazzi della Gilda, si diedero da fare con anelli e proposte.
La seconda fu Mirajane e Laxus.
Dopo di loro, anche Gray e Gajeel chiesero in sposa le loro ragazze. Ma i loro matrimoni non erano ancora stati celebrati. Il primo tra i due fu il Drago di ferro, il mago del ghiaccio – secondo me – si è dato una mossa per il semplice fatto di non voler essere lasciato indietro. Conoscendoli. Non che non amasse Juvia, eh. Però, finché si ha che fare con dei bambini…
Natsu ed io, invece, eravamo solo fidanzati. Esatto, il ragazzo non mi aveva ancora fatto la proposta…
 
Eravamo alla Gilda, le ragazze stavano parlando degli abiti da sposa, mentre io mi limitavo ad ascoltare con un’inquietante presenza viola intorno alla mia figura. Mira ed Erza stavano ricordando alle future spose i loro abiti, descrivendoli minuziosamente. E stranamente, quella mattina non mi sentivo nemmeno tanto bene, dato che mi ero alzata con la nausea. Colpa della festa del giorno prima, non avrei dovuto mangiare troppo.
Levy e Juvia dovevano ancora comprare il vestito, e sarebbero andate a sceglierlo nella Boutique più costosa dell’intera Magnolia, questo pomeriggio. E io da brava masochista, avevo accettato di accompagnarle.
Non fraintendetemi, ero felicissima per le mie amiche. Ma non potevo non provare una punta di gelosia nei loro riguardi. Dopotutto si stavano per sposare! Il sogno di ogni donna! Mentre io avrei dovuto aspettare che Natsu si svegliasse… Avevo paura.
Dopo un’ora di una conversazione che ruotava intorno agli abiti da sposa, sentii il mio stomaco brontolare. Decisi di approfittarne per svignarmela. «Ragazze, io ho fame. Vado a casa, ciao.» le salutai.
«Ti veniamo a prendere a casa tua?» chiese la voce della maga in armatura.
Mormorai un distratto “sì” e uscii dalla Gilda. Raggiunsi casa mia, attraversai il salottino con grandi falcate ed arrivai in cucina. Aprii il frigo, guardando quello che avrei potuto cucinare. Passai anche alle ante, nel tentativo di trovare qualcosa che mi desse l’ispirazione, ma quando il mio occhio si soffermò su un certo vasetto, non riuscii a non cadere nella tentazione. Non ero nemmeno di buon umore, quindi era perfetto. Afferrai il mio sacro vasetto di Nutella e presi un cucchiaio. Tornai in salotto, mi sedetti per terra a gambe incrociate e accesi la televisione.
 
Sentii il campanello suonare, ma non mossi un muscolo per andare ad aprire. «È aperto.» urlai. La porta si spalancò, sentendo poi muoversi nella stanza parecchie persone.
«Lu-chan?» mi chiamò la voce inconfondibile della mia migliore amica, con tono preoccupato.
Be’, mi sarei preoccupata anche io se avessi visto una persona nelle mie stesse condizioni: ero sdraiata per terra, a pancia in giù, con le braccia e le gambe divaricate, a mo’ di stella marina. In una mano tenevo saldo il mio tesoro: il vasetto di Nutella. Nell’altra impugnavo un cucchiaio, stretto in un pugno, in modo che risultasse verso l’alto, a mo’ di arma. Il viso, invece, totalmente spiaccicato contro il tappeto, tanto da sentirmi il setto nasale dolermi.
«Oh cielo.» mormorò la voce di Mirajane.
Alzai la testa e un po’ il busto, facendo leva sui miei gomiti, per guardarle in faccia. Ero sicura di avere la bocca completamente sporca di quella dolce crema marroncina, dato che mi guardarono come se avessero davanti un alieno. Feci una smorfia, poi mi tirai su a sedere, continuando a pilucchiare quello che era rimasto. Erza mi si avvicinò, cercando di sottrarmi il vasetto di Nutella, ma io feci uno scatto indietro, puntando contro la mia temibile e terribile arma: il cucchiaino.
La rossa inarcò un sopracciglio. «Lucy, dammi quel vasetto.»
Passai la lingua sul labbro superiore, per leccare la cremina rimasta. «Piuttosto la morte.» risposi, continuando a dedicare tutta la mia completa attenzione al vasetto di Nutella.
Juvia si avvicinò, ma sempre mantenendosi a debita distanza. «Ti verrà la cellulite se continui a mangiarla.» commentò la maga dell’acqua, indicando con un cenno del capo il mio unico interesse del momento.
Mi fermai, allarmata. Guardai il vasetto di Nutella, guardai Juvia, guardai il mio fondoschiena. Poi nuovamente il vasetto di Nutella…
Erza sbuffò, approfittando della mia distrazione per sottrarmi la mia ragione di vita. Strillai cercando di afferrare il vasetto, ma feci due passi indietro appena vidi lo scintillio minaccioso dei suoi occhi. Tossicchiai. «Mi dovete un vasetto di Nutella.» sussurrai indispettita.
 
Come immaginavo, Erza mi aveva afferrata per un braccio e trascinata fuori di casa con le maniere cattive.
Quando arrivammo alla Boutique, Levy-chan e Juvia si catapultarono nel negozio. La Scripter aveva già deciso lo stile: un delicato vestito in stile impero. Le piacevano molto gli abiti “pomposi” – come li definiva lei – ma sposando un energumeno come Gajeel, non voleva fare la figura della campana e del campanile.
Juvia si era buttata su un abito con taglio a sirena, dicendo di voler valorizzare la sua sottile siluette. Però pensava anche ad un abito più principesco, dato che si doveva sposare con il suo Gray-sama.
Alla fine, Levy continuava a provare un vestito bianco e uno color avorio. Entrando in camerino per togliere uno, poi rimettere l’altro, in continuazione. Non sapendosi decidere.
Juvia era un caso perso, ero certa che tra poco la povera commessa l’avrebbe mandata a quel paese. Se non volevo esagerare, ero più che sicura che si fosse provata i tre quarti della Boutique.
Mirajane, invece, stava dando anche lei il suo contributo, tra poco l’avrebbero buttata fuori: continuava a scendere nei magazzini per cercare l’abito perfetto, che secondo lei non era esposto sopra.
Erza, invece, era seduta vicino a me, che spostava lo sguardo dalla Scripter, alla maga dell’acqua e poi al Demone albino, con un sopracciglio inarcato. La rossa si voltò verso di me, che in quel momento stavo pensando a tutt’altro. «A cosa pensi, Lucy?» chiese.
Valutai l’opzione se risponderle sinceramente o mormorare un “niente”. Ma in fondo cosa avrebbe potuto farmi? «Stavo pensando se a casa ci fosse un altro vasetto di Nutella.»
La ragazza mi fulminò con lo sguardo. Io, ovviamente, mi allontanai con passo spedito, mettendo più distanza possibile tra me e Titania. Nel fare lo scatto, sentii la testa dolermi, accompagnata da un giramento di testa non proprio ignorabile. Mi avvicinai a Levy, spostando delicatamente la tenda del camerino, per vedere come le stava l’abito. La turchina si voltò, vedendo il mio riflesso allo specchio e sospirò, passando le sue piccole manine sul tessuto liscio e fresco. «Non riesco a decidermi.» sbuffò poi.
La guardai attentamente, alternando lo sguardo dall’abito che indossava a quello appeso color avorio. «Meglio questo.»
La Scripter si voltò, osservando la sua figura sul retro. «Dici?» Annuii con vigore, sorridendole. La mia migliore amica ricambiò. «Va bene, compro questo.» si decise.
«Perfetto.» dissi, allontanandomi dal camerino. Feci appena in tempo a spostarmi per non venir in vestita da Mirajane – o almeno, doveva essere lei – che portava talmente tanti vestiti, che la sua figura era completamente nascosta da tutte quelle tulle bianche. Una persona normale si sarebbe messa ridere, era come vedere una specie di fantasma fatto di seta bianca. Se della stoffa le fosse finita sotto i piedi, sarebbe finita a terra a mo’ di pelle di leone. L’albina sviò – pericolosamente, dato che la vidi quasi scivolare mentre correva – verso l’azzurra, che stava provando l’ennesimo abito. Juvia alla vista di tutti gli abiti tra le mani di Mira, si affrettò a scegliere il prossimo della lista. Inutile dire che li provò tutti.
Quando uscimmo, dire che ero stanca morta, poteva essere tranquillamente preso per un eufemismo. Erza si voltò verso di me, squadrandomi preoccupata. «Lucy, è un po’ che ti vedo strana. Per non parlare del fatto che continui a cambiare umore, è successo qualcosa?» chiese la rossa.
«Il fatto che io sia lunatica non penso sia una novità.» borbottai.
Mirajane annuì. «Lucy ha ragione, è sempre stata così.»
Le lanciai un’occhiataccia, che Mira ignorò.
Mentre tornavamo verso la Gilda, passammo davanti ad una pasticceria ed io non riuscii a trattenermi dall’avvicinarmi. Le ragazze si lanciarono uno sguardo confuso, ma mi seguirono. Stavo valutando cosa scegliere quando sentii il braccio sottile di Levy circondarmi le spalle. «Lu-chan, ma sei sicura di stare bene?»
Inarcai un sopracciglio. «Sì, perché?»
La turchina spostò il braccio, abbassando anche lo sguardo, a disagio. Inarcai anche l’altro sopracciglio, era la prima volta che la vedevo così. «Senti non è che…» iniziò, ma la sua frase venne lasciata cadere nel vuoto.
«Che?» la incitai a proseguire.
Mirajane si fece avanti, sempre con quel suo angelico sorriso. «Lucy, non è che sei incinta?»
La sorpresa fu tale, che la saliva mi andò di traverso. Tossii, mentre cercavo di sostenermi alla vetrina. «Come scusa?!» squittii.
Erza si schiarì la voce. «Be’, questa mattina avevi la nausea, sei incredibilmente lunatica, hai strane voglie – che ti fanno addirittura dimenticare della tua dieta, quindi doveva essere grave la questione.» alzai gli occhi al cielo. «Sei sempre stanca e hai giramenti di testa.» concluse.
In quel momento sentii lo stomaco chiudersi in una morsa, di terrore. Erza aveva appena elencato tutti i sintomi che sentivo da tre settimane e mezzo a questa parte.
E se non fossero banali coincidenze? Cominciai a sudare freddo.
E se in grembo portassi davvero un bimbo? Mi toccai la pancia.
In quel momento sentii le gambe tremare e la vista sfocarsi, ma non pensai a quello che mi stesse succedendo finché non percepii le gambe cedermi e scivolare in avanti. Pensai di sbattere la fronte sul marciapiede duro, ma ancora una volta mi stupii degli straordinari riflessi di Titania, che mi prese al volo.
L’ultima cosa che sentii fu la voce delle mie amiche, che preoccupate, mi chiamarono.
 
Quando mi svegliai sentii una fitta alla testa, la quale mi fece uscire dalle labbra un gemito strozzato. Mi alzai, cercando di ignorare – per quanto possibile fosse – l’emicrania che mi era venuta. Sperai che fosse stato tutto un sogno, quando mi voltai però, trovai sul comodino un foglietto e affianco una scatoletta. Presi il pezzo di carta e lessi velocemente.
 
Ciao Lu, ben svegliata! Ti abbiamo portata a casa e poi abbiamo fatto un salto in farmacia per comprare il test di gravidanza.
Non ti preoccupare, siamo con te.
Facci sapere il risultato!
Con affetto,
Levy-chan e le altre.
 
Il mio cuore cominciò a battere come un forsennato, mentre i miei occhi si posarono sul mio attuale nemico: la scatoletta.
La guardai minacciosa, in attesa di qualcosa che potesse accadere. Sperai vivamente che ora quell’affare potesse prendere vita e attaccarmi. Avrebbe semplificato un sacco di cose.
Sbuffai, alzandomi ed andando in cucina in cerca del mio vero amore: la Nutella.
Arrivata in cucina, aprii l’anta e trovai con sollievo un altro vasetto di quell’ambrosia. Feci per prenderla quando mi ricordai dei vari sintomi, tra cui le voglie. Effettivamente non ero mai stata così golosa in tutta la mia vita. Mi voltai nuovamente verso la scatoletta che c’era sul comodino, guardandola in cagnesco. Sbuffai sonoramente, chiudendo l’anta con forza, sbattendola. Mi avvicinai e presi il test di gravidanza, ignorando il mio cuore che – ero sicura si sarebbe fermato tra un po’ – batteva velocissimo. Entrai in bagno, chiudendomi a chiave con due mandate, non sapendo nemmeno io il perché. Aprii la scatoletta e con un gran sospiro, sperai che il risultato fosse negativo. Non ero ancora pronta ad avere un bimbo. Tantomeno Natsu…
Avevo gli occhi serrati e davanti a me il test. Bastava sollevare le palpebre per capire se dentro di me scorrazzasse un mini Natsu. Ero agitatissima, il petto aveva anche cominciato a dolermi. Aprii un occhio, poi entrambi, senza avere però il coraggio di abbassare lo sguardo.
Forza Lucy!
Inspirai ed espirai.
Ora abbasso lo sguardo, eh.
Inspirai ed espirai, ancora.
Adesso!
Abbassai velocemente lo sguardo e per poco non mi sentii male sulla tazza del water. Cercai di sostenermi a qualcosa che avevo vicino, mentre il test cadeva per terra. Ero letteralmente sbiancata, riportai velocemente lo sguardo sulla faccina sorridente che mi guardava maligna da terra. Mi sentii svenire di nuovo, ma cercai di riprendermi, rimanendo sveglia.
Quando sentii qualcuno bussare insistemente alla porta del bagno e urlare “Yo Lucy!” fu la volta buona che il cuore mi si fermò. Poi ripartì spedito, ancora più veloce di prima.
Mi alzai velocemente, cercando di sistemarmi e con un gesto nervoso buttai il test nel water, tirando lo sciacquone e sperando che si portasse via anche quello che secondo me era un incubo. «Sì, Natsu?» Avevo parlato con una voce talmente alta che ero sicura di aver inventato una nuova nota ed aver appena ottenuto un record. Infatti l’attimo dopo mi sentii la gola farmi male.
«Tutto okay?» chiese perplesso.
Nell’uscire riuscii ad inciampare anche tra i miei stessi piedi, facendomi imprecare sottovoce. «Certo!» risposi, con una voce troppo squillante.
Aprii la porta e cercai di stamparmi in faccia il sorriso più convincente che disponessi in quel momento nel repertorio. E a giudicare dall’espressione terrorizzata del Dragon Slayer, ero sicura di aver fallito miseramente.
«Sei sicura di stare bene?» chiese, inarcando un sopracciglio.
«Mai stata meglio!» ridacchiai nervosa.
Il ragazzo mi guardò perplesso, valutando l’idea se indagare o fare finta di nulla. Pregai che tornasse sorridente e mi distraesse, facendomi tornare il buon umore, ma quella evidentemente non doveva essere la mia giornata. «Sei bianca come un lenzuolo, stai male?» insistette.
Scossi la testa con vigore, allontanandomi dal mio ragazzo, e soprattutto per far allontanare lui dal bagno. Non ero sicura che la faccina malefica fosse andata via o se avesse deciso di albergare nel mio wc.
Natsu assottigliò gli occhi, ma con un’alzata di spalle decise di seguirmi fino al salotto, diventando improvvisamente serio. «Perché quella faccia?» gli chiesi.
Il rosato alzò lo sguardo, ancorando le sue iridi alle mie. «Lucy, quello che sto per chiederti è davvero importante.»
Feci una smorfia, se erano altre cattive notizie non volevo sentirle. Anzi, forse era meglio mettere al corrente Natsu delle mie… ehm, condizioni. «Anche io devo dirti una cosa importantissima.» sospirai e cercai di farmi coraggio.
Natsu mi guardò sorpreso. «Okay, dimmi.»
Scossi la testa, magari non subito. «No, parla prima tu.»
«Va bene.» acconsentì. «Lucy, mi vu-»
«Sono incinta!» lo interruppi, con gli occhi serrati e quasi urlando. Non ce l’avevo fatta, dovevo dirglielo. Cominciavo sul serio a sentirmi male. Però, solo in quel momento il mio cervello realizzò quello che avrebbe dovuto chiedermi il mio fidanzato. Mi diedi della stupida. «No! Stavo scherzando! Cosa dicevi?»
Non ero sicura che Natsu avesse sentito la mia ultima frase. «Sei incinta?!» ripeté con voce stridula. Era talmente sbiancato che il colorito, se messo a confronto con quello di una cadavere, quest’ultimo avrebbe potuto sembrare un vivo appena addormentato.
«S-sì.» sussurrai. «Ma tu cosa volevi dirmi?» cercai di chiedere con una voce che mal celava il nervosismo.
«Diventerò padre?!» squittì lui.
«Già.» ridacchiai nervosa. «Ma tu cosa mi volevi dire?» ripetei, cercando di mantenere il controllo.
«Incinta, incinta, incinta…» continuò a ripetere lui come un disco rotto.
«La cosa è davvero così catastrofica?» sbuffai io, alzando gli occhi al cielo.
Natsu non rispose, continuava ad aprire e chiudere la bocca. In una condizione normale lo avrei trovato buffo, magari lo avrei paragonato a un pesce. Forse a Nemo. Ma stava solo peggiorando la situazione, facendomi agitare ulteriormente, e mi ritrovai a pensare che un bambino potesse essere troppo per lui. Eppure, nonostante fino a poco fa avevo sperato ardentemente, con tutto il cuore, con tutta la forza, che il risultato fosse negativo, ora non potevo che sentirmi delusa. Ora che avevo avuto – più o meno – il tempo per metabolizzare la cosa, l’idea di avere un bimbo, mi faceva sorridere. Mi persi per un attimo a fantasticare su un futuro non troppo lontano dove un mini Natsu trotterellava vicino alla figura mia e di mio marito. Forse però, stavo chiedendo troppo.
Mi lasciai cadere sul letto pesantemente, fissando le mie mani che torturavano la stoffa del vestitino. «Cosa vorresti fare?» chiesi con un filo di voce. «Col bambino dico.» aggiunsi.
Solo in quel momento Natsu sembrò risvegliarsi. Non lo stavo guardando, ma dal suono ero sicura che si fosse appena dato una forte sberla sul viso. Il Dragon Slayer si chinò, prendendomi le mani fra le sue, che al momento mi stavano tremando. Anche prima di rendermene conto, il mio sguardo si era già legato al suo. Ma appena incontrai quelle iridi magnetiche, mi affrettai ad abbassare nuovamente lo sguardo. «Io vorrei una femminuccia uguale a te!» dichiarò.
Alzai nuovamente il viso, per fissarlo incredula. «Quindi lo vuoi?» Non riuscii a non fermare il sorriso che mi si era disegnato sulle labbra.
«Non ho mai detto il contrario.» fece lui, aggrottando le sopracciglia. «Forse ho un pochino esagerato prima.» Inarcai un sopracciglio. «Okay, ho esagerato. Meglio?» ammise infine. Annuii soddisfatta. «Comunque, ci puoi scommettere che voglio un bambino! Lu, desidero che noi diventiamo una famiglia.» disse guardandomi intensamente e toccando delicatamente il mio ventre, includendo il quel noi anche la piccola vita che stava nascendo dentro di me. Sentii gli occhi velarsi di lacrime, mentre mi portavo una mano davanti alla bocca, del tutto sorpresa. «Lu, mi vuoi sposare?» chiese, sorridendomi raggiante.
Annuii, mentre le lacrime avevano iniziato a scorrere sulle mie guance. Natsu mi sorrise intenerito. «Certo, stupido!» dissi, allacciandogli le braccia al collo per riempirlo di baci.
 



Angolo Autrice.
Buonasera a tutti ~
Che ve ne pare di questa shot? A me è piaciuta un sacco, mi sono divertita a scriverla.
Spero che l’abbiate apprezzata. :3 L’intenzione era anche quella di farla un po’ comica, quindi spero di avervi strappato una risata. O almeno, un sorrisetto. °^°
Avrete notato che la persona è passata alla prima, vero? L’ho fatto per due semplici motivi: Uno, ad essere sincera mi ero un po’ stufata della terza. Due e più importante, volevo far trapelare meglio quello che sentiva Lucy. u.u
Be’, fatemi sapere cosa ne pensate. :3
Ringrazio le persone che hanno recensito il prompt precedente: Angel-chan, Ia-chan, Ga-chan e Fede-chan. Che anche in questa occasione mi hanno riempita di bellissimi complimenti. *^* Ragazze, siete meravigliose. Se ho l’occasione di incontrarvi, vi spupazzo. eue (?)
Bene, vi faccio sapere che ho intenzione di partecipare al Bonus Day di domani! Quindi – per vostro sommo orrore – non vi siete ancora sbarazzati di me. *risata malvagia*
A domani con ‘High School’! *^*
Byez ~
Lilith

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Capitolo 8
*** High School ***



HIGH SCHOOL

 
Senza ascoltare quello che diceva il professore, presi una matita colorata e iniziai a scarabocchiare su un angolo del mio quaderno. Lanciai un’occhiata all’orologio appeso al muro, costatando che mancava poco alla fine dell’ora. Dieci minuti e sarei potuta tornare a casa.
Sentii qualcuno sfiorarmi la mano, quella con cui stavo disegnando. Mi voltai e vidi la mia compagna di banco – oltre che migliore amica – Levy, che mi guardava con un sorrisetto malizioso. Sbattei le palpebre un paio di volte, prima di capire quello che avevo appena scritto. Quando riportai lo sguardo sulla scritta rosa e decorata, arrossii violentemente.
L’avevo fatto sul serio?!
La turchina ridacchiò. «Lu-chan, la tua non è una cotta passeggera.» mormorò lei, per non farsi udire da nessun’altro.
Presi una gomma e cercai di cancellare il nome del ragazzo che mi piaceva ormai da due anni. «Me n’ero accorta anche io.» sbuffai.
Al suono della campanella, presi tutte le mie cose e mi affrettai a metterle nello zaino. In quel momento davanti a me si presentò la figura di una ragazza dalla pelle nivea e i capelli azzurri. «Lucy, Juvia pensa che sarebbe carino andare a mangiare tutte insieme.» sorrise lei, mentre accanto apparve la figura di Lisanna.
«Mi sembra un’idea fantastica.» sorrise l’albina.
La turchina annuì. «Contate su di me.»
«Forza, allora. Dove si va questa volta?» risposi, con un grande sorriso.
 
Levy, Lisanna, Juvia ed io andammo in un Fast Food non troppo distante dalla scuola. Ci andavamo spesso, anche perché era un posto frequentato prevalentemente da ragazzi della nostra età. Mentre aspettavamo che le nostre ordinazioni arrivassero, discutevamo animatamente su qualsiasi cosa.
«Lucy, poi sei riuscita a passare i provini per diventare Cheerleader?» chiese maliziosa Lisanna.
Lo scoccai un’occhiataccia. «A quelli dove voi mi avete costretta a partecipare?»
Levy ghignò. «Andiamo, Lu-chan. Lo sai che lo abbiamo fatto per farti avvicinare al capitano della squadra di Football.» fece maliziosa.
Sentii il viso andarmi in fiamme. «Tanto non è interessato a me.» risposi, con voce flebile.
«Juvia non ne è così sicura, dato che ti sta fissando da un po’.» rispose l’azzurra, indicando con un cenno del capo l’oggetto della nostra conversazione.
Alzai il viso, seguendo il suo sguardo, finché non si posò su un ragazzo dai capelli rosa: Natsu Dragneel, terzo anno, capitano della squadra di Football. Uno dei ragazzi più popolari della scuola.
Il ragazzo mi sorrise. Ero sicura di essere arrossita, ma ricambiai timidamente.
Ignorai gli urletti delle mie amiche e riabbassai lo sguardo. Cercai di darmi una calmata, mentre costringevo il mio battito cardiaco a rallentare. Con scarsi risultati, ovviamente. Aprii lo zaino e presi una busta bianca, appoggiandola sul tavolo. «Qui c’è la risposta del capo delle Cheerleader, Mirajane.»
Levy con uno scatto prese la busta e iniziò ad aprirla. Lisanna, invece, mi sorrise gentile. «Mia sorella è una ragazza alquanto selettiva, ma le ho parlato molto bene di te.»
«Grazie.» risposi.
Juvia ormai non stava più ascoltando, continuava a fissare il migliore amico del ragazzo che mi piaceva: Gray Fullbuster, anche lui ultimo anno e giocatore di Football.
Levy gridò, facendo portare l’attenzione di tutti i clienti verso di sé. Mi spalmai una mano sul viso. «Sei passata! Sei una Cheerleader!» continuò a voce alta, ignorando i presenti.
«Levy-chan! Abbassa la voce!» sussurrai, alquanto imbarazzata dalla figura che ci stava facendo fare la turchina.
«Lucy, sei una Cheerleader ora!» continuò, scandendo bene il mio nome.
«Perfetto, ora lo sanno tutti. E sanno anche come mi chiamo.» sbuffai.
La turchina mi guardò maliziosa. «Di tutti non mi interessa, la mia intenzione era mettere a conoscenza di questa bella notizia, una certa persona.» ghignò.
Ridacchiai. «Sei incredibile.»
In quel momento arrivarono le nostre ordinazioni, ricordandomi quanto avessi fame. Appena la cameriera se ne andò, addentai il mio panino.
Il foglietto era stato scritto con una grafia bella, ordinata e piccola. Oltre ad essere stata accettata, c’era scritto anche che sarei dovuta andare nel pomeriggio in palestra, per provare nuovamente la coreografia per la partita del giorno dopo. La squadra Fairy Tail avrebbe giocato contro Sabertooth.
Le ragazze si offrirono di accompagnarmi e lo apprezzai molto.
La conversazione, nonostante ci impegnassimo a parlare d’altro, finiva sempre per cadere sull’argomento “ragazzi”. Juvia, inutile dirlo, era innamorata di Gray. Levy era infatuata – come si ostinava a ripetere lei – di uno degli amici di Natsu: Gajeel. Lisanna, invece, diceva di non essere innamorata di nessuno al momento.
Quando finimmo, andammo a pagare e io mi dileguai il più in fretta possibile per non incontrare nuovamente lo sguardo del ragazzo che mi piaceva. Ci salutammo davanti all’uscita, dove ognuna imboccò una strada diversa.
Nel tornare a casa, feci per prendere il mio iPod per ascoltare un po’ di musica, ma quando sentii qualcuno raggiungermi, abbassai le cuffie e mi voltai incuriosita. Quello che vidi, mi lasciò totalmente spiazzata. Davanti a me c’era Natsu Dragneel che sorrideva. Un sorriso bellissimo e spontaneo, che mi fece incantare. Arrossii abbassando subito lo sguardo.
«Ciao! Ho sentito che sei diventata una Cheerleader.» disse lui. Grazie Levy, grazie! «Ah, io sono Natsu Dragneel, piacere.» fece, porgendomi una mano. Come se non ti conoscessi.
La strinsi in una presa salda, cercando di rimanere calma. «Lucy Heartphilia, piacere mio.» sorrisi.
Il rosato si affiancò a me. «Oggi immagino tu abbia le ultime prove, vero?»
Annuii. «Sì, esatto.» risposi. Feci un paio di respiri, mi stavo agitando veramente troppo. «Nervoso per la partita di domani?» chiesi.
Natsu si strinse nelle spalle. «Non esattamente, sono sicura che Fairy Tail vincerà anche questa volta.»
Cercai di non imbambolarmi nuovamente sul suo sorriso, ma lo sguardo mi cadde sulle sue labbra. Lottai contro l’impulso di violentarlo seduta stante e gli rivolsi un sorriso imbarazzato. «Sono sicura che sarà così.»
Il rosato quando si accorse di essere arrivato ad una stradina che sviava a destra, si fermò. «Io proseguo da questa parte. Ci vediamo domani Lucy!» mi salutò con la mano, facendomi un occhiolino.
Avvampai. «Ciao Natsu!»
Appena l’ebbi salutato e fui sicura di essere lontana, cominciai a correre verso casa. Non seppi nemmeno io il perché, volevo solo buttarmi sul letto e chiamare la mia migliore amica.
 
– Davvero?! – urlò Levy.
Allontanai il telefono dall’orecchio, giusto per avere la sicurezza di sentire ancora e non diventare sorda. «Sì.» risposi, mordicchiandomi il labbro inferiore. Non potevo ancora crederci di aver parlato col ragazzo che mi piaceva.
– Io e le ragazze stiamo venendo ora a casa tua, fatti trovare pronta! Se arrivi in ritardo Mirajane ti ammazza! – fece la turchina.
«Agli ordini.» risposi.
Appena riattaccai, sentii il campanello suonare. Era incredibile quella ragazza. Come un fulmine scesi dalle scale, afferrai le scarpe e andai ad aprire. Juvia e Lisanna stavano sorridendo, mentre Levy aveva stampato in faccia un ghigno che mi fece rabbrividire. Ma non gli diedi peso e insieme raggiungemmo la palestra della scuola.
 
Le mie amiche erano andate a sedersi sugli spalti, mentre io avevo raggiunto velocemente lo spogliatoio. Eravamo arrivate leggermente in ritardo, per cui le altre ragazze si erano già cambiate. La sorella di Lisanna mi aveva fatto una lunga ramanzina, era terrificante quella ragazza. Mira mi aveva lasciato la divisa che avrei dovuto indossare: una canottina nera con dei bordi rossi, insieme a una minigonna color vermiglio. Una volta davanti alle due porte, guardai attentamente quale fosse quella dello spogliatoio femminile ed entrai. Lanciai la mia borsa sulla panchina, subito dopo iniziai a sfilarmi i vestiti. Quando rimasi in intimo, notai di avere sul fianco un graffio. Inarcai un sopracciglio, com’era possibile? Aprii una porticina che dava sulle docce e avvicinandomi a un grande specchio, cominciai ad esaminarmi. Effettivamente avevo anche un livido. Mentre mi specchiavo sentii un rumore provenire da dov’ero prima, pensai che fosse Levy che era venuta a chiamarmi e mi avvicinai. Ma quando aprii la porta e mi trovai davanti un’altra persona che non era Levy, arrossii furiosamente. Davanti a me c’era Natsu con solo i boxer addosso. Rimanemmo immobili a fissarci per un po’, finché non tirai un urlo talmente forte che fece risvegliare il rosato dal suo stato di catalessi. Giurai di aver visto un leggero rossore colorargli le gote.
«Chiudi gli occhi!» strillai.
Natsu obbedì. «S-scusa, non avevo idea che ci fossi tu.» iniziò. «Aspetta un attimo, ma questo è lo spogliatoio dei ragazzi!» concluse, sollevando le palpebre.
«Ho detto di chiudere gli occhi!» urlai, sempre più rossa. Mi avvicinai, prendendo la divisa e indossandola velocemente. «Impossibile, sulla porta c’era scritto che era quello delle ragazze.» risposi, arricciando le labbra in un broncio. «Puoi aprire gli occhi.» feci, toccandogli una spalla.
Natsu, quando sollevò le palpebre, mi osservò con un sorrisetto divertito. «Andiamo a vedere, allora.»
Cercai di non abbassare gli occhi sul suo corpo perfetto, mentre parlava. Il che consisteva nel farmi violenza fisica, quasi. Mi schiarii la voce, troppo imbarazzata per poter parlare, avvicinandomi alla porta. L’aprii e vidi che sopra non vi era il solito cartellino con scritto “femmine” o “maschi”, ma solo un foglietto. Inarcai un sopracciglio, staccandolo.
 
Non vorrei mettervi fretta, ma sappiate che avete tutti e due da fare.
Ah, non fate troppo casino, siamo in un luogo pubblico. ;)
Levy McGarden.
 
Quando finii di leggere arrossii violentemente. Mi appuntai di uccidere Levy appena l’avessi avuta fra le mani. Natsu, invece, scoppiò a ridere.
«È una specie di genio del male, quella ragazza.» sghignazzò.
Strinsi il pezzo di carta tra le mani. «Appena esco da qui l’ammazzo.» sibilai. Il ragazzo alla mia risposta rise ancora di più. «Io vado, ora. Ehm, a domani.» sussurrai.
«Ciao Lucy.» disse sorridendo. Prima di andare via mi concessi di dargli un’ultima occhiata al suo fisico scolpito, poi mi voltai e raggiunsi velocemente la palestra.
Guardai sugli spalti, cercando la figura della mia migliore amica. Quando la trovai, la fulminai con lo sguardo. Con orrore vidi che le scalinate si erano riempite, c’era tutta la squadra di Football al completo ora. Cominciai ad agitarmi. Quando vidi poi Natsu entrare anche lui e sorridermi, mentre saliva e raggiungeva i suoi amici, cominciai a sentirmi male. Non potevo provare con lui a vedermi!
Mirajane si voltò verso di me, sorridendo maliziosamente prima  a me poi a al rosato. «Fatto?» chiese.
Arrossii furiosamente capendo al volo a cosa alludesse. Abbassai lo sguardo e mi unii alle altre Cheerleader, mettendomi in riga. Sperai soltanto di non fare brutte figure.
 
Fortunatamente era andato tutto bene il giorno precedente, durante le prove. E oggi è il giorno in cui la squadra Fairy Tail giocherà contro Sabertooth.
Prima dell’inizio della partita io e il mio gruppo avevamo eseguito la coreografia al centro del campo.
Eravamo già sugli spalti, avevamo deciso di tatuarci il simbolo della nostra squadra, per il tifo. Il lo feci rosa e sul dorso della mano destra.
Vidi il coach Laxus uscire e parlare con l’arbitro. Quando la partita iniziò rimasi a bocca aperta davanti alla squadra nemica, c’erano alcuni soggetti che erano degli armadi.
«Quello davanti è il capitano, Sting Eucliffe.» disse Levy, indicando il ragazzo.
 «Sono un po’ preoccupata per la squadra.» mormorai io, mentre seguivo con gli occhi la palla che attraversava la porta a H della nostra squadra, segnando punti per la squadra nemica.
«Per la squadra o per Natsu?» ghignò la turchina.
Le lanciai un’occhiataccia. «Taci, ieri sono stata buona, ma oggi potrei fartela pagare.»
La mia amica sventolò una mano. «Andiamo, non mi sembra di averti fatto passare le pene dell’inferno là dentro. Hai visto il ragazzo che ti piace nudo.» rise.
Arrossii. «Non era nudo, era in boxer!»
«Quello che era.» fece lei con’alzata di spalle.
«Magari se anche Juvia potesse vedere il suo Gray-sama nudo.» intervenne Juvia, circondandosi con le braccia.
Sentii il fischio dell’arbitro, poi le grida di protesta dei tifosi di Sabertooth e gli urli di quelli di Fairy Tail. Mi voltai e vidi un giocatore a terra. I paramedici corsero a prendere il ragazzo, per portarlo in infermeria. Appena riuscii a vedere il numero che portava capii che quello non era altro che Natsu. Mi alzai di scatto e scesi, ignorando i richiami delle mie amiche. Rischiai anche di scivolare, ma feci appena in tempo a sostenermi al corrimano. Aspettai che finirono il loro lavoro, lasciando il ragazzo da solo. Quando si allontanarono, bussai timidamente alla porta. Non sapevo perché ero venuta lì, in fondo ci eravamo conosciuti solo il giorno prima, anche se io lo osservavo da molto più tempo.
Il rosato alzò il capo e un po’ il busto, per vedere chi fosse, ma nel fare ciò, dalle labbra gli fuoriuscì un gemito strozzato. Quando i suoi occhi videro la mia figura, il volto del ragazzo sembrò illuminarsi, esibendo un bellissimo sorriso, che come da manuale, fece correre il mio cuore.
«Posso?» chiesi, sorridendogli timidamente.
Natsu, sempre sorridendo, annuì. «Ciao Lu.»
Arrossii sentendomi chiamare in quel modo. «Come stai?» chiesi dolce, avvicinandomi al lettino.
Il rosato si spostò un poco, per permettermi di sedermi vicino a lui. «Mah, stavo meglio prima.» disse facendo una smorfia. Ridacchiai, sfiorandogli la mano. Non so cosa mi fosse preso in quel momento, da dove tirai fuori tutta quell’audacia, ma non potei che essere felice quando lui ricambiò la stretta. Osservai il viso del ragazzo che amavo, accarezzandolo con lo sguardo, soffermandomi un po’ troppo sulle labbra, esattamente come il giorno prima. E non potei non darmi dell’idiota. «Lu, c’è una cosa che voglio dirti.»
«Dimmi.» sussurrai. Avevo parlato a bassa voce perché tutto questo mi sembrava un sogno, e non volevo per nessuna ragione al mondo risvegliarmi.
Lui mi guardò intensamente, con sulle labbra un accenno al sorriso che mi aveva regalato prima, con la differenza che questo era molto più dolce. «Sai, sono due anni che ti osservo.» Lo guardai basita. «Mi ha rubato il cuore fin da quando sei entrata nella mia classe, al tuo primo anno, e sei caduta a terra. Ho capito subito che non eri come le altre, era bellissima nella tua spensieratezza, tranquillità e sbadataggine.» ridacchiò al ricordo. Io invece ero a bocca aperta, con le gote leggermente rosse. «Non ho mai avuto l’occasione di parlarti, dopotutto eravamo in classi differenti, non avevamo amici in comune e non svolgevamo nemmeno le stesse attività extracurriculari. Quando però sei entrata a far parte delle Cheerleader, mi sono finalmente fatto coraggio.» Mi sfiorò le nocche col pollice, fissandomi intensamente. «Mi piaci, Lucy. E parecchio anche.» disse, facendo un sorrisetto imbarazzato.
Non potei non trovarlo adorabile. «Anche tu, troppo.» ammisi arrossendo. «Anche io ti osservo da due anni, da quando sono entrata nella tua classe. Da quel giorno – nonostante la figura fatta – cercavo sempre qualsiasi pretesto che mi permettesse di tornarci. Avvisi, fotocopie, licenze, ogni cosa.»
Gli occhi del ragazzo sembrarono brillare, mi morsi il labbro inferiore imbarazzata. Natsu, con l’altra mano, mi sfiorò la guancia e mi intimò ad avvicinarmi. Seguii il suo movimento, ritrovandomi ad un millimetro dalle sue labbra, chiusi gli occhi e lo baciai. Percepii le sue labbra distendersi in un sorriso, subito dopo partecipò al contatto.
Ero felicissima, mai mi sarei aspettata che anche Natsu ricambiasse i miei sentimenti, figuriamoci dallo stesso tempo.
Quando mi separai da lui, sorrisi come una bambina, appoggiandomi sul suo petto, e socchiudendo gli occhi.
 



Angolo Autrice
Ehilà, gente!
Cosa ne pensate? *^* A me è piaciuto, anche perché scrivere una AU con loro a scuola è troppo carino. xD Ho sempre voluto provare a scrivere qualcosa del genere, però come long. Ma il fatto che non ci fosse la magia mi ha fatto cambiare idea. D’altronde io non posso scrivere qualcosa senza magia! D: È inconcepibile. eue Però, non è detto che non ci provi. :3
Ringrazio Miky_chan, Ia-chan ed Angel-chan per aver recensito il prompt precedente. Ma soprattutto quelle persone che mi hanno seguita dall’inizio, due ragazze le ho già citate: Angel-chan e Ia-chan. Le loro raccolte sono favolose, quindi – ripeto – per chi non le avesse lette, corra da Angelyca e Gaia21. Ed insieme a loro ringrazio Ga-chan e Fede-chan.
Degli amori siete. *^*
La NaLu Week è finita. :c Mi sono divertita molto a scrivere questi prompt. Soprattutto ‘Dare’, ‘Future’ e ‘High School’. Ma se dovessi scegliere tra quelli che ho scritto, il più bello e divertente mi è sembrato ‘Future’. :3
Spero che vi siano piaciute tutte le mie shot. *^*
E con questo, tornerò a dedicarmi alle mie due long. Spero che le persone che hanno recensito qui, lo faranno anche nelle altre mie due storie. :3 Mi mancherete se no. T.T
Ebbene, con questo vi saluto.
Ciao belli *muove la manina*
Lilith
 

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