Non lasciarmi

di DanilaCobain
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Occhi verdi ***
Capitolo 2: *** 2. Attività fisica ***
Capitolo 3: *** 3. Nuove esperienze ***
Capitolo 4: *** 4. Sguardi ***
Capitolo 5: *** 5. Tensioni ***
Capitolo 6: *** 6. Baciami ancora ***
Capitolo 7: *** 7. Paura ***
Capitolo 8: *** 8. Dimentichiamolo ***
Capitolo 9: *** 9. In trappola ***
Capitolo 10: *** 10. Non ti fermare ***
Capitolo 11: *** 11. Dubbi ***
Capitolo 12: *** 12. Salvare il cuore ***
Capitolo 13: *** 13. Scuse ***
Capitolo 14: *** 14. Non succederà più ***
Capitolo 15: *** 15. La mia luce ***
Capitolo 16: *** 16. Sospetti ***
Capitolo 17: *** 17. Illusione di serenità ***
Capitolo 18: *** 18. Il Trentacinque ***
Capitolo 19: *** 19. Verità ***
Capitolo 20: *** 20. Fa male da morire ***
Capitolo 21: *** 21. Come ogni altro ***
Capitolo 22: *** 22. Giustificazioni ***
Capitolo 23: *** 23. Spari ***
Capitolo 24: *** 24. Nuvole scure all'orizzonte ***
Capitolo 25: *** 25. Buio ***
Capitolo 26: *** 26. Torna da me ***
Capitolo 27: *** 27. Ora e per sempre ***



Capitolo 1
*** 1. Occhi verdi ***


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Ciao a tutti! 
Questo primo capitolo è puramente introduttivo e quindi senza particolari colpi di scena. Spero comunque che riesca a catturare il vostro interesse e che decidiate di continuare a seguire la storia.
Nuovo avviso: la storia è diventata un ebook! I primi cinque capitoli li lascerò interi, in modo che potrete farvi un'idea sulla storia, degli altri rimarrà solo qualche riga. Per poter scaricare il libro andate a questo indirizzo o sugli store on line. <3
 

1. Occhi verdi
 

Il rumore assordante della musica house mi pervase e il mio cuore sembrò martellare a quel ritmo sfrenato, appena entrai nella discoteca.
Era affollata e calda. Mi sentivo soffocare nonostante avessi un vestitino che a stento mi copriva il sedere. Non era mio, me lo aveva prestato la mia amica Victoria e mi sentivo molto a disagio. Cercavo continuamente di tirarlo giù e di stare in equilibrio sui tacchi vertiginosi che avevo ai piedi.

La discoteca non era proprio il mio ambiente, non mi piaceva la musica e ballavo pochissimo. Mi piacevano invece i luoghi aperti, le piazze, i parchi e i locali dove suonavano musica dal vivo. Vicky al contrario, adorava la discoteca. Eravamo amiche da un paio di anni, da quando ci eravamo conosciute alla facoltà di lettere che entrambe frequentavamo. Per questo genere di cose avevamo un compromesso: un sabato in discoteca e uno in un pub. Così entrambe non dovevamo rinunciare a stare insieme e a fare ciò che ci piaceva. 
Questo sabato era dedicato alla discoteca.
‹‹Dafne, andiamo a prendere da bere.›› Vicky mi prese per mano e la seguii, facendomi strada tra la calca di ragazzi addossati alla pista che si godevano lo spettacolo che ballerini e ballerine in maschera stavano inscenando sul palco al centro della pista.
Presi il mio solito drink: un gin lemon. Mi guardai attorno, più per abitudine che per interesse e alla fine decisi di concentrare la mia attenzione sui bellissimi ballerini a torso nudo sul palco. 
Un ragazzo ci passò davanti e squadrò Vicky. ‹‹Ciao bambola.››
Lei gli sorrise con fare provocatorio. Non so come facesse ad essere sempre così con i ragazzi. Io, al contrario, ero sempre scontrosa. 
Vicky mi tirò una gomitata per attirare la mia attenzione. ‹‹Dafne, c'è quel ragazzo laggiù che ti sta mangiando con gli occhi››, mi sorrise entusiasta.
Di solito quando uscivamo era lei quella che veniva sempre guardata e avvicinata. Non che io fossi brutta, ero magra e alta, e carina, ma, come ho detto prima, ero scontrosa. Diffidente. Quei pochi che si avvicinavano scappavano a gambe levate dopo due o tre minuti di conversazione. Cosa potevo farci? Odiavo i loro modi di fare: banali e sempre uguali.
Guardai nella direzione che mi aveva indicato e incrociai lo sguardo di un bel ragazzo: i capelli non troppo corti incorniciavano un viso ben definito, labbra carnose e un bel taglio degli occhi. Lui mi sorrise e io ricambiai, ma la mia attenzione fu catturata dal ragazzo che gli sedeva accanto.
Era il ragazzo più bello che avessi mai visto. Non il tipo di bellezza da copertina, il tipo di bellezza rude e mascolina che avrebbe fatto perdere la testa a qualsiasi donna. Il suo sguardo scivolava indifferente tra la gente, senza soffermarsi mai su niente in particolare. Sembrava assorto nei suoi pensieri e vagamente attento agli amici che gli si avvicinavano per salutarlo.
‹‹Hai visto quanto è bello il ragazzo vicino al tuo tipo?››
Il mio tipo?
‹‹Non è il mio tipo!›› dissi acida.
‹‹Senti Dafne, hai ventuno anni, quando pensi di iniziare a divertirti un po' e a lasciarti andare? Devi smetterla di essere così rigida. Hai intenzione di morire vergine?››
Sbuffai e alzai gli occhi al cielo. Quante volte avevamo avuto quella conversazione...
‹‹Oh guarda, sembra che quei due stiano venendo qui!››
Ed in effetti i due stavano venendo proprio verso di noi. Mi incantai a guardare il ragazzo bellissimo. Era enorme, forse alto uno e novanta, le sue spalle erano larghe e le braccia sembravano forti e immaginai come sarebbe stato averle strette attorno a me... I muscoli dell'addome risaltavano sotto la maglietta attillata grigio scuro e fui attraversata da un brivido, che si trasformò subito in una vampata di calore quando i suoi occhi si posarono su di me.
Erano di un verde scuro e intenso, dello stesso colore dell'acqua del mare.
Il ragazzo carino si avvicinò a me e si abbassò verso il mio orecchio per farsi sentire.
‹‹Sei molto bella›› mi disse. 
Sorrisi, in segno di ringraziamento.
‹‹Come ti chiami? Io sono Francesco.››
‹‹Dafne›› risposi ‹‹E lei è la mia amica Vicky›› mi girai verso Victoria, che era intenta a squadrare il ragazzo amico di Francesco.
Lui si era appoggiato al bancone e guardava distrattamente le persone che ballavano in pista. 
Forse si sta annoiando, pensai. 
‹‹E il tuo amico invece?›› chiese subito Vicky.
‹‹Lui è Jader.››
‹‹Ciao Jader, io sono Vicky››, la lunga chioma bionda le ondeggiò sulle spalle nude quando si spostò al fianco di Jader.
Lui la guardò per un istante. ‹‹Ciao›› rispose, poi si girò a guardare altrove.
Wow che loquacità!
Dopo un po' di chiacchiere scoprimmo che i due gestivano una palestra nel quartiere dove viveva Vicky e che avevano entrambi ventisette anni.
Jader parlava poco e non mi degnò di uno sguardo. Non che mi aspettassi chissà cosa, ma mi sarebbe piaciuto incrociare di nuovo il suo sguardo. Desideravo che poggiasse ancora una volta i suoi occhi su di me.
Mentre Francesco mi chiedeva cosa facessi nella vita, sentii Vicky chiedere a Jader:
‹‹E tu come mai sei così misterioso?››
Jader sorrise mentre prendeva il bicchiere in mano, un sorriso sexy e disarmante. Poi mi guardò, uno o due secondi al massimo, ma questo bastò a scombussolarmi lo stomaco. Il sorriso scomparve dal suo volto nel momento in cui guardò di nuovo Vicky.
‹‹Non amo molto parlare di me.››
‹‹Ti va di ballare?››
‹‹Perché non balli con Francesco?››
Vicky perse un po' del suo solito sorriso e si girò verso Francesco.
‹‹Sì, sì, balliamo! Dafne, tu vieni?›› 
‹‹Magari tra un po'››, dissi alzando il bicchiere vuoto. ‹‹Vado a prendere da bere.››.
‹‹Ti aspetto in pista, allora.››
Francesco e Vicky si unirono alla folla che ballava e io guardai in direzione di Jader, ma lui era già sparito. Scorsi tra la gente le sue ampie spalle in direzione dei bagni.
Sospirai. Ora non mi rimaneva che unirmi a Vicky e Francesco. Decisi però che avrei mandato giù un altro po' di gin. Mi misi in fila alla cassa e di tanto in tanto sbirciavo tra la gente per cercare di individuare Jader. Ma niente. Sembrava sparito nel nulla. Decisi di non pensarci e mi concentrai sul mio obiettivo primario: raggiungere la cassa e ordinare il mio drink.
Finalmente, dopo un quarto d'ora arrivò il mio turno.
‹‹Un gin lemon›› dissi alla ragazza.
‹‹Sono sette euro.››
Presi una banconota da dieci dalla borsetta e mentre gliela stavo dando udii una voce dietro di me dire: ‹‹Offro io.››
Mi girai accigliata, pronta a rifiutare, ma...rimasi a bocca aperta. Jader mi sorrise, ordinò la sua consumazione e pagò.
‹‹Come mai non balli?›› mi chiese mentre aspettavamo i nostri drink.
‹‹Non amo molto la discoteca.››
‹‹Siamo in due.››
Già. Dio, era veramente bello. Non volevo fare la figura della stupida, ma non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso e avevo il cervello in tilt.
‹‹Sei di qui?›› chiesi. Stranamente, mi sentivo in imbarazzo a starmene in silenzio. Avevo bisogno di fare conversazione.
‹‹Si. Anche tu?››
‹‹Anche io.››
‹‹Sei una studentessa, giusto? Cosa studi?››
‹‹Lettere.››
Lo vidi sorridere e guardarmi con più interesse. 
‹‹Anche io ho frequentato la facoltà di lettere per un periodo.››
‹‹Davvero?››, chiesi stupita. ‹‹E poi? Come sei finito a fare il personal trainer?››
‹‹Mi piace lo sport. Ho preferito seguire questa passione.››
Mi guardava negli occhi mentre parlavamo, sorridendo un poco. Poi lo vidi infilare una mano nella tasca dei jeans ed estrarre un cellulare. Lesse un messaggio e scrisse una rapida risposta, mi guardò e per un momento pensai che fosse dispiaciuto per qualcosa, poi la sua espressione tornò seria e buttò giù tutto d'un fiato il contenuto del suo bicchiere.
‹‹Devo andare›› disse. ‹‹Ciao Dafne.››
Non ebbi il tempo nemmeno di dirgli "ciao". Mi lasciò lì, sola, a chiedermi se mai l'avessi rivisto.

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Capitolo 2
*** 2. Attività fisica ***


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2. Attività fisica
 

Rimasi a sorseggiare il mio drink fino a quando Vicky e Francesco non mi raggiunsero.
‹‹Dov'è Jader?›› mi chiese Francesco.
‹‹È andato via.››
Mi beccai un'occhiataccia dal parte di Vicky. Probabilmente pensava che lo avessi fatto scappare come facevo con tutti gli altri ragazzi. Francesco, invece, non sembrò stupito. 
‹‹Allora››, disse, ‹‹Ho detto a Vicky che dovete assolutamente venire nella mia palestra qualche volta. Ne sarei veramente felice.››
‹‹Grazie. Ma non sono una sportiva...››
Vicky scoppiò a ridere. ‹‹No, decisamente non è una tipa sportiva. Però verremo di sicuro.››
‹‹Ci conto! Ora devo scappare anche io. A presto.››
Diede un bacio sulla guancia sia a me che a Vicky e se ne andò. 
‹‹Noi non andremo in quella palestra››, dissi subito.
‹‹Perché no?››
‹‹Perché non ne ho nessuna voglia.››
‹‹Te la farai venire, perché io voglio andarci.››
‹‹E non puoi farlo da sola?››
‹‹No! Comunque ne riparliamo domani, adesso andiamo a divertirci.››
Trascorremmo il resto della nottata a ballare. Tornai a casa con i piedi distrutti e la domenica rimasi a letto quasi tutta la giornata.

Pensai a Jader. Lo avrei rivisto. Quella cocciuta di Vicky aveva deciso che saremmo andate in palestra e non ero riuscita a trovare nessuna argomentazione in grado di dissuaderla. Io odiavo la palestra. Avrei preferito di gran lunga fare nuoto, o qualunque altra cosa. Ma la palestra? Era noiosa! Ad ogni modo decisi di accompagnarla. 
Il giorno dopo mi recai a casa di Vicky. Ero sul suo lettone in attesa che finisse di vestirsi.
‹‹Sei contenta di rivedere Francesco?››, mi chiese all'improvviso.
Francesco. Sì, sì. Proprio lui. ‹‹Sai, forse non dovremmo andarci. Penserà che siamo andate perché ci interessa.››
‹‹Ma se è stato lui ad invitarci! E poi è vero che andiamo perché ci interessa. Ci interessa mantenerci in forma con quei due maschioni. No, dico, hai visto che fisici che hanno?››
Si fece aria con la mano, come se sentisse improvvisamente molto caldo.
‹‹Ho notato.››
Vicky si soffermò a guardare la mia faccia poco convinta. ‹‹Però?››
‹‹Però...››
‹‹Oh Dafne, fai un po' come ti pare. Io intanto vedo di combinare un'uscita con Jader. Anche se ho il sospetto che sia gay.››
Io risi. Sì, Jader era l'unico ragazzo a non aver mostrato nessun tipo di interesse per Victoria. 
Una volta fuori mi aggiustai la sciarpa di lana intorno al collo. Faceva molto freddo, riuscivo a percepire il sapore della neve sulla lingua ed ebbi l'impressione che presto avrei visto dei candidi fiocchetti posarsi dolcemente sui tetti, sugli alberi, sulle auto, e spolverare l'intera città. Un'immagine suggestiva si affacciò nella mia mente, facendomi pensare a cose molto romantiche. 
La palestra era enorme e anche parecchio affollata. Francesco ci vide entrare e ci raggiuse.
‹‹Ragazze! Che bello rivedervi. Forza, posate la vostra roba nello spogliatoio e raggiungetemi. Vi aspetto qui.››
Nello spogliatoio alcune ragazze si stavano rivestendo dopo la doccia, altre chiacchieravano del più e del meno. Qualcuna ci salutò. Trovai un posto libero e vi poggiai le mie cose. Mi sistemai i capelli e tolsi la felpa, aspettai che anche Vicky fosse pronta e insieme uscimmo.
Non avevo ancora visto Jader e non lo vidi per gran parte del nostro allenamento. Quando avevo ormai perso ogni speranza, arrivò. Era di una bellezza illegale. Tutte le donne presenti lo guardarono. E anche io, anche se quando me ne resi conto cercai di concentrare la mia attenzione su qualcos'altro, finendo per fissare lo sguardo sulle mie mani come se fossero la cosa più interessante del mondo. Vicky gli sorrise e lo salutò. Lui alzò una mano per ricambiare e accennò un sorriso nella nostra direzione, fermandosi a chiacchierare con dei ragazzi. 
Feci i miei esercizi, cecando di tenere la mente impegnata su quelli il più possibile. Vicky continuava a guardarlo e a cercare di attirare la sua attenzione. Ci eravamo spostate vicino ad un attrezzo per le spalle che si era appena liberato, quando lo chiamò.
‹‹Jader, potresti venire un attimo?››
Lui ci raggiunse subito. Odiai il modo in cui il mio cuore cominciò a battere quando fu vicino a noi.
‹‹Che c'è, ragazze?››
Vicky si sedette sulla panca. ‹‹Mi spiegheresti come funziona questo attrezzo?››
Jader tirò giù la sbarra di acciaio e gliela posizionò davanti. Le spiegò i movimenti da fare e la postura da mantenere poi si voltò verso di me.
‹‹Tu, Dafne, hai capito?›› 
‹‹Sì, sì›› dissi io, enfatizzando la risposta con il movimento della testa.
‹‹Perfetto. Se avete ancora bisogno di me, chiamatemi.››
Infilò le mani nelle tasche e tornò dai suoi amici. Poco dopo arrivò una biondina mozzafiato, con un top corto rosa e un pantaloncino viola scuro. Salutò i ragazzi e si mise su un tapis roulant. Jader la raggiunse e si appoggiò al bracciolo. Chiacchierò con lei per tutta la durata della corsa e di tanto in tanto li sentivo ridere. Nel frattempo il nostro allenamento si era concluso. Non ero molto stanca, ma sentivo la necessità di una lunga doccia calda. Vicky si era avviata prima di me, era corsa a prendere una bottiglietta d'acqua. Io raccolsi le mie cose con calma e mi incamminai. 
Lanciai un'occhiata nella direzione in cui c'erano Jader e la ragazza bionda ma non lo vidi più. 
‹‹Stai andando via?››
Trasalii per lo spavento. Jader era proprio dietro di me! Risi, imbarazzata per la reazione.
‹‹Sì.››
‹‹Com'è andato l'allenamento?››
‹‹Bene.››
Ero in imbarazzo? Sì, tantissimo. Lui mi guardò, sembrava volesse chiedermi qualcosa ma non parlava. Avrei voluto che il mio cervello si attivasse per trovare qualcosa da dire, ma l'unica cosa che riuscivo a pensare era che aveva degli occhi meravigliosi. Alla luce del giorno potevo vederli chiaramente e il verde era così intenso da sembrare irreale. 
‹‹Ci vediamo domani.›› disse infine, sorridendo un po'. 
Non riuscii nemmeno a dirgli che il giorno dopo non sarei andata in palestra. Era già andato via.
Durante il tragitto verso casa, Vicky fu silenziosa. Comportamento insolito per lei, che mi riempiva sempre la testa di chiacchiere.
‹‹Sei stanca?››, le chiesi.
Lei non mi rispose. ‹‹Credo di non avere nessuna possibilità con Jader››, disse invece.
Era per questo che non aveva aperto bocca? Non era nemmeno il tipo che si abbatteva per una stupidaggine del genere.
‹‹Come mai dici così?››
‹‹Che peccato, è proprio bello.››
‹‹È bellissimo.››
Victoria si girò di scatto verso di me. ‹‹Quindi ti piace?›› Sembrava molto eccitata.
‹‹Pensi che sia cieca?››
Fece una smorfia. ‹‹Ti ho vista mandare a quel paese così tanti ragazzi...non si può mai sapere con te.››
Le diedi un colpetto sulla spalla. ‹‹Dai, non esagerare.››
‹‹Quindi ti piace! Perché allora mi hai incoraggiata a provarci con lui?››
‹‹Io non ti ho incoraggiata a fare un bel niente! Fai sempre tutto da sola in questi casi.››
Vicky rise. ‹‹Hai ragione, hai ragione. Però potevi almeno dirmi che ti piaceva e avrei evitato...›› il suo cellulare prese a squillare. Lo tirò fuori dalla tasca e guardò per qualche secondo il display. Rifiutò la chiamata e infilò nuovamente il cellulare il tasca.
‹‹Chi è?›› 
‹‹Nessuno. Dormi da me stasera? Mangiamo una pizza e guardiamo un film.››
La vidi agitata. Ma se non voleva dirmi cosa le stava succedendo non sapevo come aiutarla. 
‹‹Va bene.››
Mi sorrise. Ci fermammo a prendere le pizze e trascorremmo il resto della serata sul divano avvolte nel tepore della coperta a guardare Pretty woman.

 

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Capitolo 3
*** 3. Nuove esperienze ***


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3. Nuove esperienze
 

La mattina io e Victoria ci alzammo lievemente acciaccate dall'allenamento e andammo all'università a seguire le lezioni che ci avrebbero tenute impegnate per gran parte della giornata. L'aula era piena e non riuscimmo a sederci vicine, così non potei chiederle di chi erano tutte quelle telefonate che riceveva dalla sera prima e che continuava a rifiutare. Quando ci avevo provato mentre facevamo colazione aveva subito cambiato discorso. Ora ero seriamente preoccupata perché la vedevo sempre più turbata. Mi concentrai sulla lezione, anche se di tanto in tanto pensavo a Jader. Pensavo soprattutto a quando mi aveva detto 'ci vediamo domani'. Avevo avuto la sensazione che avesse davvero voglia di vedermi il giorno dopo. Avrei tanto voluto scambiare qualche parola con lui, saperne di più della sua vita. Cominciavo a pensare che non era stata una cattiva idea iscriversi nella sua palestra. 
Quando la lezione terminò, intercettai Vicky e ci dirigemmo verso il bar per bere un succo prima dell'inizio della lezione successiva. Il cellulare della mia amica squillò di nuovo e lei si agitò. Colsi al volo l'occasione e le chiesi chi fosse. Lei mi guardò, fece un bel respiro e stava per parlare ma fu interrotta da qualcuno che ci stava chiamando.
‹‹Ehi, ragazze››.
Mi girai e vidi il nostro amico Salvatore venirci incontro.
‹‹Salvatore!›› Vicky lo abbracciò. ‹‹Come mai non sei venuto a lezione?››
‹‹Mi sono svegliato poco fa. Mi prestate gli appunti, vero?››
‹‹Certo››, risposi io, e gli diedi un bacio sulla guancia.
Salvatore era un caro amico di Vicky, compagni di scuola e inseparabili anche all'università. Era stata lei a farci conoscere e passavamo spesso del tempo tutti e tre insieme, in particolar modo quando dovevamo preparare un esame.
Mi sorrise. ‹‹Allora stasera venite?››
‹‹Dove?›› chiesi, mentre prendevo il quaderno con gli appunti e lo passavo a Salvatore.
‹‹Dafne, lo hai dimenticato? Stasera c'è il party universitario.››, mi rispose Victoria.
‹‹Stasera? Ero convinta che fosse domani.››
‹‹Ci sarete?››, chiese ancora Salvatore.
Annuimmo e lui ci baciò frettolosamente dicendo che sarebbe passato a prenderci la sera alle dieci e che scappava in biblioteca per dare una mano a Giulia con la tesi. Giulia era la ragazza di cui Salvatore era follemente innamorato. Più grande di lui di alcuni anni, era una ragazza carina e sempre gentile con tutti. Però non ricambiava affatto l'interesse per Salvatore. Lo vedeva solo come un buon amico. Salvatore però aveva sempre la speranza che le cose potessero cambiare. Avevamo anche provato a fargli conoscere altre ragazze ma lui non voleva saperne. Lui desiderava solo Giulia. 
Quando se ne fu andato Vicky stava già cercando di cambiare discorso ma la fermai. 
‹‹Perché non mi vuoi dire chi è?››
‹‹Non è che non voglio dirtelo, è solo che non è nulla di importante.››
‹‹A me sembri preoccupata.››
‹‹Ma no, tranquilla. È solo un ragazzo che non riesce ad accettare che è finita.››
Sorrisi. Succedeva spesso con Vicky. Era sempre lei a scaricare i ragazzi e difficilmente li frequentava per più di qualche mese. Non che fosse una ragazza facile, semplicemente non riusciva ad innamorarsi e cercava in continuazione emozioni nuove. 
‹‹Chi dei tanti?››, chiesi.
‹‹Nicola.››
‹‹Nicola... aspetta, ma sono passati diversi mesi! Ti chiama ancora?››
‹‹In realtà non mi ha più chiamata. Ma l'altra sera, in discoteca mentre ballavo con Francesco, l'ho rivisto e adesso mi chiama in continuazione.››
‹‹Vedrai che tra poco si stuferà.››
‹‹Lo spero. Senti, cambiando discorso, Salvatore mi ha detto che stasera verrà anche Daniele.››
‹‹Il famoso Daniele? Il ragazzo con cui stavi al liceo e che ti ha mollata quando è andato a studiare a Milano? Quel Daniele?››
‹‹Sì sì, proprio lui. Non lo vedo da due anni. E per la precisione, non mi ha mollata. Sono stata io a farlo.››
‹‹Certo, certo.››
‹‹Smettila! Sono agitatissima. Che gli dico? Come mi comporto? E soprattutto: cosa mi metto??››
Risi di gusto. ‹‹Ok, adesso calmati. Sono due anni che non lo vedi e hai avuto tante altre storie...può darsi che non ti faccia più nessun effetto.››
‹‹Ogni tanto sento ancora la sua mancanza. Lui era l'unico che mi capiva.››
L'abbracciai. Mi aveva raccontato tante volte di quella loro storia e sapevo quanto aveva sofferto per quel Daniele. Sapevo anche che era quello il motivo per cui non si era più innamorata, anche se lei non lo avrebbe mai ammesso. L'incontro di quella sera poteva segnare una svolta positiva per la sua vita sentimentale se si fosse resa conto di non provare più nulla per lui. E io ero fermamente convinta che sarebbe andata proprio così.
Uscimmo dall'università alle quattro del pomeriggio. Non tornai subito a casa, mi recai nella libreria di mia madre a darle una mano. Mi piaceva trascorrere il tempo lì, tra tutti quei libri. Mi piaceva leggerli, mi piaceva il loro profumo quando li sfogliavo e le emozioni che contenevano.

Salvatore e Victoria arrivarono da me per le dieci. Salii in macchina e li trovai a discutere di Daniele. Vicky era davvero splendida e non persi occasione per dirglielo. Aveva scelto un vestitino blu scuro semplice e stivaletti bassi, i capelli li aveva raccolti in una treccia laterale e il trucco era leggero. In una parola: perfetta. Ma d'altronde lei lo era sempre. Ero impaziente di conoscere Daniele, l'unico ragazzo in grado di mettere in agitazione Vicky, e i loro discorsi non facevano altro che accrescere la mia curiosità. Quando arrivammo, Vicky mi strinse la mano e mi chiese di salvare la situazione nel caso si fosse messa in ridicolo davanti a lui. Che serata interessante si prospettava!
All'ingresso incontrammo Giulia con delle amiche. Salvatore andò subito a salutarla e si trattenne con lei, io e Vicky ci sedemmo su dei divanetti e ordinammo da bere. C'erano quasi tutti i nostri compagni di università. Nella nostra facoltà di lettere ci conoscevamo quasi tutti e i party che organizzavamo una volta a settimana erano sempre divertenti. 
Salvatore ci raggiunse dopo un bel po', con due ragazzi al seguito, uno biondo e un altro rossiccio. Non li avevo mai visti, ma capii subito che uno di loro doveva essere Daniele.
‹‹Ehilà, ragazze, guadate chi è arrivato?››, fece lui. 
Vicky scattò in piedi. ‹‹Daniele!››
Il ragazzo biondo le si avvicinò e l'abbracciò forte. ‹‹Victoria. Sei bellissima.››
Non era niente male. Ed erano bellissimi insieme, dovevo ammetterlo. Ma il suo modo di fare non mi piacque. Lo etichettai subito come arrogante e troppo pieno di sé. L'altro ragazzo, invece, si chiamava Marco ed era simpatico. Chiacchierai con lui per tutta la serata. Ci scambiammo perfino il numero di telefono e mi promise che prima di tornare a Milano sarebbe passato a salutarmi.
Tornammo a casa tardi. In macchina, durante il tragitto, mentre ascoltavo Victoria e guardavo distrattamente fuori dal finestrino mi arrivò un sms. Era di Marco e il testo era il seguente:
'È stato un vero piacere conoscerti. Spero che questo sia solo il primo di tanti altri incontri. Buonanotte bellezza.'
Gli mandai la buonanotte. Ero stata veramente bene con lui quella sera, se mi avesse chiesto di uscire probabilmente avrei accettato. Anzi, sotto sotto ci speravo. 
Andai a dormire serena e il giorno dopo mi svegliai altrettanto spensierata. Non andai all'università, studiai qualche ora prima di mettermi a preparare il pranzo. Marco mi mandò anche un messaggio col buongiorno e ci scambiammo qualche altro sms sui programmi per la giornata. 
Nel pomeriggio ricevetti la telefonata di Vicky che mi ricordava che dovevamo andare in palestra. Non che lo avessi dimenticato, ma speravo di poter saltare un giorno visto che sentivo tutti i muscoli ancora più pesanti del giorno prima. Leggermente controvoglia mi preparai e andai. 
Vicky era in ritardo. Entrai perché fuori si gelava. Non incontrai i proprietari, così mi diressi verso gli spogliatoi. Mentre percorrevo il corridoio udii delle grida e vidi in fondo una stanza illuminata (che non avevo notato la prima volta che ero stata qui) e ragazzi che si allenavano nella lotta a corpo libero. Curiosa, mi avvicinai alla parete di vetro. Stavano facendo arti marziali. Rimasi affascinata a guardarli per un po'. C'erano anche delle ragazze e sembravano tutti bravissimi. Non avevo notato Jader fino a quando non lo vidi muoversi nella mia direzione. Cominciai a sentire le farfalle nello stomaco. Maledette farfalle!
Aprì la porta e mi sorrise.
‹‹Ciao.››, lo salutai con un sorriso. E rimasi a fissarlo come un'ebete.
‹‹Ciao Dafne. Sei venuta da sola?››
Dio, quanto poteva essere bello il suono della sua voce e quanto mi piaceva quando pronunciava il mio nome. 
‹‹No››, risposi, ‹‹Vicky sta arrivando.››
‹‹Ti piacciono le arti marziali?›› 
Non sapevo cosa rispondere. ‹‹È la prima volta che mi capita di vederle così da vicino.››
‹‹Vuoi provare?››
‹‹Cosa?›› quella domanda mi aveva spiazzata. 
Lui mi tese la mano. ‹‹Coraggio, vieni a provare.››
‹‹Ma... non so cosa fare!››
Jader scoppiò a ridere. ‹‹Non ti preoccupare, tra un quarto d'ora inizio la lezione per i principianti. Ti spiego tutto io.››
Ci pensai su per qualche secondo. Volevo farlo. Misi la mano nella sua e mi lasciai guidare nella sala.

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Capitolo 4
*** 4. Sguardi ***


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4. Sguardi
 

Rimasi al fianco di Jader fino alla fine dell'allenamento. Mi spiegò che quello che stavo guardano era Judo e che se avessi seguito le sue lezioni presto sarei arrivata allo stesso livello di quei ragazzi che si allenavano. E io ne dubitavo fortemente. Erano bravissimi. Si muovevano con un'agilità e una leggerezza che io non avrei potuto mai raggiungere. Ne ero affascinata. 
Poco prima che finissero arrivò Victoria. Uscii per dirle che avevo intenzione di seguire una lezione di judo e lei scoppiò a ridere.
‹‹L'ho sempre pensato che non sei del tutto normale.›› 
Andò via ridacchiando, non prima di aver guardato Jader dall'altra parte del vetro e avermi fatto l'occhiolino. Sorrisi anche io. Non era per lui che avevo deciso di provare questa disciplina, ma non mi avrebbe mai creduto. 
Quando rientrai la lezione era finita e Jader stava parlando con alcuni allievi. Mi sedetti su una delle sedie disposte lungo la parete e attesi che i ragazzi uscissero. Nel frattempo era arrivato un altro gruppetto e si era radunato tutto intorno a Jader. Lui mi chiamò e lo raggiunsi.
Mi presentò i ragazzi, mi disse di togliermi le scarpe e di mettermi sui materassini. Seguii le sue istruzioni e feci riscaldamento insieme a tutti gli altri. Poi formò le coppie per la lotta e mi prese in disparte.
‹‹Allora Dafne, oggi non faremo niente di complicato. Ti spiego solo qualche mossa base.››
Annuii. Era così serio e concentrato. E bellissimo. Il suo sguardo era così intenso, così profondo... non capii quasi nulla di tutto quello che mi disse dopo. 
Provammo delle mosse e, neanche a dirlo, io ero sempre a terra. Passo passo mi spiegava come tenere le gambe e le braccia, come fermare le sue mosse, come contrattaccare. E piano piano riuscii a rilassarmi e a concentrarmi realmente su quello che stavo facendo. 
Finalmente riuscii a metterlo al tappeto. Ma non feci nemmeno in tempo a registrare mentalmente quella piccola vittoria che mi ritrovai nella situazione inversa, schiacciata dal peso del suo corpo. 
Lui vide la mia faccia incredula e rise. ‹‹Non devi distrarti, Dafne.››
Sospirai e sorrisi. Ero proprio una frana. 
In quel momento qualcosa tra noi cambiò. Lo sguardo di Jader rimase fisso nel mio e diventai consapevole del suo corpo premuto contro il mio. Aveva le mani poggiate ai lati della mia testa e lo vidi mentre scendeva con lo sguardo sulle mie labbra. Istintivamente le umettai. E mi resi conto che avevo il cuore a mille. Jader voleva baciarmi e io volevo che lo facesse. Alcune ciocche di capelli gli ricadevano scomposte sulla fronte, e insieme con un lieve strato di barba gli davano un'aria ancora più tenebrosa. Stavo per infilare una mano tra quei capelli quando si aprì la porta e una voce femminile pronunciò il suo nome.
Jader si alzò sulle ginocchia. ‹‹Ehi, ciao Camilla.››
Si alzò e mi tese una mano. L'afferrai e mi alzai, un po' confusa. Guardai la ragazza. Era la biondina che avevo visto l'altro giorno in palestra chiacchierare con Jader. Mi guardò per qualche secondo poi rivolse la sua attenzione a Jader.
‹‹Sono passata a salutarti.›› Si avvicinò e gli diede un bacio sulla guancia. ‹‹Che stavi facendo?››
‹‹Oggi ho la lezione di judo dei principianti. Come ogni mercoledì.›› 
Camilla sfoderò un sorriso a trentadue denti. ‹‹Ma certo! Ci vediamo di là quando finisci.›› Accarezzò il braccio di Jader e se ne andò. 
Ora mi sentivo terribilmente in imbarazzo. Non sarei riuscita a guardare Jader negli occhi senza arrossire. E in più, cominciavo a credere che tra lui e Camilla ci fosse qualcosa. Mi era sembrata gelosa. 
‹‹Dove eravamo rimasti?››, fece Jader piazzandosi di fronte a me.
‹‹È la tua ragazza?›› La domanda uscì dalla mia bocca prima che me ne rendessi pienamente conto. 
Mi sorrise appena. ‹‹No.›› rispose, poi si girò a guardare gli altri ragazzi impegnati nel loro allenamento. ‹‹Per oggi può bastare.››, mi disse, ‹‹Sei stata brava. Spero che tu decida di venire ancora.›› 
Non mi stava più guardando. Forse anche lui era un poco in imbarazzo. Lo ringraziai e corsi a mettermi le scarpe. Prima di uscire dalla sala guardai nella sua direzione. Stava correggendo la postura di un ragazzo e si girò verso di me. Ci scambiammo uno sguardo veloce e mi sembrò di vederlo sorridere quando distolse lo sguardo dal mio. 
Io di sicuro lo stavo facendo.
Raggiunsi Vicky nella sala degli attrezzi. Era intenta a chiacchierare con Francesco. Mi avvicinai e salutai lui. Mi chiese com'era andata la lezione con Jader e se avevo intenzione di continuare. Risposi di sì. Victoria mi guardava con un sorrisino furbo stampato in faccia e sapevo perfettamente a cosa stava pensando: credeva che il mio interesse per le arti marziali era solo ed esclusivamente una messinscena per trascorrere del tempo con Jader.
Infatti, quando Francesco se ne andò, mi tempestò di domande su Jader. Ma non le dissi che mi era sembrato che volesse baciarmi. Non ne ero più così sicura. Forse mi ero immaginata tutto perché era quello che volevo io. Mi sedetti su una cyclette cominciai a pedalare. Continuavo ad avere davanti l'immagine di Jader sopra di me che mi guardava dritto negli occhi con quel suo sguardo indecifrabile e disarmante. Feci del mio meglio per non pensarci. Per fortuna Vicky di tanto in tanto si avvicinava e cominciava a parlare di Davide. Questa mattina si era fatto sentire e le aveva chiesto di uscire. Loro due da soli. Lei ovviamente non aveva saputo dirgli di no e adesso mi stava implorando di accompagnarla.
‹‹Magari potresti chiederlo a Marco. Lui è amico di Davide e in più tu gli piaci...››
‹‹Non se ne parla. Non chiederò mai ad un ragazzo di uscire con me.››
‹‹Nemmeno per salvare un'amica?››
‹‹Andiamo Vicky! Non ti ho mai vista così agitata per un ragazzo. Stai perdendo colpi.››
‹‹Hai ragione. Che sarà mai. È solo un coglione come tutti gli altri.›› Tornò al suo allenamento e io al mio.

Avrei tanto voluto incontrare Jader prima di andare via, ma così non fu. Uscendo dalla palestra, ero talmente assorta che non mi resi conto di quello che stava accadendo fino a quando non sentii Vicky inveire contro qualcuno.
Alzai la testa dal cellulare che avevo preso per controllare l'ora e vidi un ragazzo, che a prima vista non riconobbi, con lo sguardo infuocato dalla rabbia che cercava di avvicinarsi a lei.
‹‹Cosa cazzo ci fai qui? Mi stai seguendo?››, disse Vicky urlando, mentre indietreggiava.
‹‹Perché non rispondi alle mie telefonate?››
Ah, quindi questo ragazzo era Nicola. Ed in effetti quando lo guardai più attentamente lo riconobbi. 
‹‹Perché non abbiamo nulla da dirci!››
‹‹Sei una stronza, Victoria. Ho lasciato la mia ragazza per te e tu che fai? Mi scarichi per un altro!››
La mia ragazza? Non sapevo che fosse fidanzato quando usciva con Vicky. Guardai lei con aria interrogativa. Si rivolse a me e scosse la testa.
‹‹Non sapevo nulla, Dafne. Questo qui è pazzo.››
Era veramente furioso. Iniziavo ad avere paura. Ci avvicinammo alla porta e Vicky gli urlò di andarsene o avrebbe chiamato la polizia.
Nicola la raggiunse e stava per metterle le mani addosso ma io mi frapposi. Volevo farlo ragionare e calmarlo ma mi diede una spinta e per poco non caddi a terra. Vicky urlò il mio nome tirò un calcio a Nicola per farlo allontanate. Sentii la porta che si apriva e vidi Jader avventarsi su Nicola, afferrarlo per la giacca e trascinarlo lontano da noi. Gli urlò di non farsi più vedere o lo avrebbe denunciato e quello se ne andò, imprecando.
Io e Vicky eravamo rimaste immobili. Jader venne verso di noi, mi afferrò il braccio e mi guardò. 
‹‹Stai bene?›› mi chiese. Sembrava preoccupato.
‹‹Sì››, risposi ancora lievemente scossa.
‹‹E tu?››, chiese a Vicky.
Lei annuì.
‹‹Aspettatemi qui. Vi accompagno a casa.››
Nessuna delle due replicò. Mi avvicinai a Vicky e la guardai negli occhi. Ora cominciavo a capire perché negli ultimi giorni mi era sembrata agitata.
‹‹Dimmi la verità, non è la prima volta che fa una cosa del genere.››
‹‹No.››
‹‹Perché non me lo hai detto?››
‹‹Non volevo che ti preoccupassi! Credevo di avere la situazione sotto controllo.››
Sospirai e mi passai una mano sul volto. ‹‹Beh... ora devi fare qualcosa. Denunciarlo.››
‹‹Sì, lo so.››
‹‹Vuoi che ti accompagni? Potremmo andarci domani mattina prima di andare a lezione.››
‹‹No. Andrò da sola.››
‹‹Sei sicura?››
Mi fece segno di sì con la testa.
Jader uscì e ci disse di seguirlo. Fece alcune domande a Vicky su quel ragazzo e le consigliò di denunciarlo, mentre salivamo su una Giulietta bianca. La mia amica mi fece sedere davanti e chiese di essere accompagnata per prima. Dopo aver spiegato a Jader la strada rimase in silenzio per tutto il viaggio. E anche io. Ero preoccupata per lei, questa cosa mi aveva turbata parecchio e non osavo nemmeno immaginare come potesse stare lei. 
Di tanto in tanto Jader mi lanciava qualche occhiata. Non mi azzardai a guardalo. Nemmeno quando rimanemmo da soli in macchina. Riuscivo a pensare solo alle sue labbra e a come sarebbe stato se mi avesse baciata per davvero quando era su di me. Se mi fossi girata verso di lui lo avrebbe capito di sicuro. Jader ruppe il silenzio. 
‹‹A che anno sei all'università? Se non sbaglio frequenti lettere.››
‹‹Si, lettere. Sono al secondo anno.››
‹‹Quasi finito, allora. E che specializzazione vorresti prendere dopo? Ci hai già pensato?››
‹‹A dire il vero no. Fermati pure qui, siamo arrivati.››
Si fermò davanti al portone di casa e spense il motore. Stavo per ringraziarlo ed aprire la portiera per scendere. Mi girai verso di lui, mi stava guardando. Di nuovo con quello strano sguardo.
‹‹Scusami per prima.››, disse.
‹‹Prima quando?››
‹‹Quando ti ho presa per il braccio. Pensavo che ti avesse fatto male e sono stato un po' aggressivo.›› 
‹‹Ah.››, pensavo che volesse chiedermi scusa per quell'altro episodio. Ma adesso ero sempre più convinta di aver interpretato male. ‹‹Non ti preoccupare.››
Lui sorrise. ‹‹Probabilmente sono stato io a farti male.››
Risi anche io. ‹‹Ma no! Che dici.››
‹‹Meno male. Pensi di venire venerdì alla lezione di judo?››
‹‹Penso di sì.››
‹‹Allora ci vediamo venerdì.››
‹‹Grazie per il passaggio.›› Mi allungai verso di lui e gli diedi un bacio sulla guancia. ‹‹Ciao.››
Salii di corsa a casa senza voltarmi.

Quando mi misi a letto, diverse ore dopo, l'ultima immagine che comparve nella mia testa fu l'espressione sorpresa di Jader quando gli avevo dato quel bacio. Ripensai al suo odore. Mi addormentai col sorriso sulle labbra.

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Capitolo 5
*** 5. Tensioni ***


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5. Tensioni
 

Erano trascorse due settimane da quella prima lezione di judo. Non avevo più lottato con Jader, lui si limitava ad osservarmi e a correggermi quando sbagliavo.

Quel giorno arrivai in palestra in ritardo. Vicky non era venuta, stava preparando un esame con Salvatore ed ero stata anche io con loro a studiare fino a quando non era giunta l'ora di andare a fare judo. Arrivai tutta trafelata nella stanzetta dove ci allenavamo. I miei compagni stavano facendo riscaldamento. Stavo per avvicinarmi a loro ma Jader mi si parò davanti.
‹‹Ti sembra questa l'ora di arrivare?››
Sembrava incazzato. ‹‹Scusami, stavo studiando e ho fatto tardi.››
‹‹Non mi interessa quello che stavi facendo. La prossima volta non ti faccio entrare.››
Lo guardai perplessa. Stava scherzando? Cosa voleva da me? Uscì dalla stanza sbattendo la porta. Non lo avevo mai visto così arrabbiato. Salutai gli altri e iniziai il risaldamento. Thomas, un ragazzo dai capelli corvini e gli occhi blu, mi sorrise.
‹‹Tranquilla Dafne, oggi è incazzato di suo. Se l'è presa anche con noi prima.››
‹‹Che cosa avete fatto?›› 
‹‹Ma niente, Gioele lo stava prendendo in giro come a solito e si è infuriato.››
Guardai Gioele e lui sorrise. ‹‹Secondo me ha litigato con la fidanzata. Sai come sono queste cose con le femmine... senza offesa, Dafne, ma voi ragazze ci mandate al manicomio.››
‹‹Ma cosa ne vuoi sapere tu di ragazze che hai quindici anni!››, intervenne Fabrizio, l'unico ragazzo che aveva la mia età. Tutti gli altri erano piccolini.
‹‹Sicuramente ne so più di te, Fabrì. Non lo vedi quanto sei brutto? Chi ti si piglia!››, lo schernì Gioele. 
Fabrizio scoppiò a ridere. ‹‹La sai una cosa? Dafne è la mia fidanzata.›› Mi venne vicino e mi cinse la vita con un braccio. Stava scherzando e io stetti al gioco. Lo abbracciai e feci sì con la testa. 
In quel momento rientrò Jader.
‹‹Dafne!›› sbraitò, ‹‹Oggi sei venuta a perdere tempo?››
Diventai rossa e tornai al mio posto. 
‹‹Ragazzi, formate le coppie. Fabrizio, tu vieni qui. Voglio testare i tuoi progressi.››
Si misero uno di fronte all'altro. Fabrizio fu il primo ad attaccare. Jader, con un'unica mossa fluida lo mise al tappeto. Cadde a terra con un tonfo pesante e sibilò un'imprecazione. Jader gli porse una mano e lo aiutò a rialzarsi. Si rimisero in posizione. Nessuno di noi stava lottando, eravamo tutti impegnati a guardare quei due. La porta si aprì ed entrò Camilla tutta sorridente.
‹‹Ciao ragazzi!››
Tutti risposero, tranne Jader. La guadò ed incrociò le braccia al petto. ‹‹Hai bisogno di qualcosa?››
‹‹Volevo allenarmi con voi. È da tanto che non faccio judo.››
‹‹Ok. Fabrizio, sfidati con lei.››
‹‹No. Fammi duellare con la ragazza. Facciamo un combattimento tra donne.›› 
Jader la guardò a lungo. ‹‹Dafne, vieni qui. Allenati con Camilla.››
Ubbidii. Anche se ero tentata di tirarmi indietro. Camilla non mi stava particolarmente simpatica e la cosa era reciproca. Più volte mi aveva lanciato occhiate ostili quando ci incrociavamo in palestra. Era chiaro che fosse attratta da Jader, ma non capivo perché mi percepiva come una minaccia. 
Mi misi in posizione davanti a lei. Sentii attorno a me gli altri che venivano richiamati ai loro combattimenti da Jader e mi concentrai su Camilla. Non so come, per un po' le tenni testa. Era brava. Probabilmente glielo aveva insegnato Jader. L'immagine di loro due che lottavano avvinghiati mi fece perdere la concentrazione e mi ritrovai a terra. Camilla rise e si rimise il piedi. Nel farlo mi calpestò la mano. Mi feci male ma non dissi niente. Lo aveva fatto apposta. Glielo leggevo in faccia. La guardai torva e sussurrai 'stronza'.
Mi sentì. Mi venne vicino.
‹‹Cosa hai detto?››
‹‹Ho detto che sei una stronza. L'hai fatto apposta.››
Mi diede una leggera spinta. Jader non ci stava guardando, lo cercai con lo sguardo ma questo fece infuriare ancora di più Camilla. Si fece ancora più vicina. Eravamo faccia a faccia.
‹‹Tu non mi sei per niente simpatica, carina. ››
‹‹Neanche tu, ma non vengo di certo a romperti le scatole. ››
Ma che problemi aveva? 
Successe tutto in un attimo. Lei mi tirò un pugno in faccia ma io feci in tempo a spostarmi e mi colpì di striscio. Io la spinsi e la feci cadere a terra. 
‹‹Brutta stronza! ››, urlò lei. Si alzò di scatto e mi prese per i capelli. 
A quel punto tutti ci stavano guardando. Jader corse verso di noi e ci separò. 
‹‹È stata lei! Ha cominciato lei!››, diceva Camilla a Jader. ‹‹Mi ha spinta e mi ha fatto cadere a terra!›› 
‹‹Dopo che tu mi avevi tirato un pugno in faccia.››, replicai cercando di mantenere la calma.
Calma che però non aveva Jader. Non quel giorno. Mi disse di andarmene immediatamente sotto la doccia. E così feci, sbattendo la porta quando uscii. Ero furiosa. Entrai nello spogliatoio senza guardare in faccia a nessuno e mi gettai sotto la doccia per cercare di calmare i nervi. Perché ero stata cacciata solo io? Possibile mai che Jader credeva a quell'oca? Mi aveva tirato un pugno in faccia! Solo perché le stavo antipatica!

Mi stavo rivestendo quando la porta dello spogliatoio si aprì ed entrò Jader. Alcune ragazze mezze nude protestarono e si coprirono. Ma lui guardava solo me. Dallo sguardo non capivo se era incazzato o deluso. Non potevo sopportare anche la sua delusione. Non avevo fatto nulla. Ero così arrabbiata che non mi accorsi nemmeno che non indossavo la maglietta.
‹‹Dafne, quando hai finito vieni nel mio ufficio.››
Aveva gli sguardi di tutte le ragazze puntati addosso. Gli stessi sguardi che ricaddero su di me quando lui uscì. Indossai la maglietta e le scarpe il più velocemente possibile e lo raggiunsi. 
Bussai ed entrai. Era girato di spalle e guardava fuori da una finestra. La stanza era piccola: c'erano una scrivania, due sedie davanti e una libreria con dei faldoni di vari colori. 
‹‹Ehi.››, dissi per richiamare la sua attenzione. 
Studiai per un po' la sua schiena. Quel giorno indossava una maglietta a maniche corte verde militare e pantaloni neri. Il suo silenzio mi metteva ancora più in agitazione. Era una situazione surreale. Non capivo perché si stava arrabbiando tanto e non capivo perché solo con me. Finalmente si girò a guardarmi.
‹‹Cosa diavolo ti è saltato in mente, me lo spieghi?››
‹‹Jader...››
‹‹No, niente Jader, Dafne. È questo quello che ti ho insegnato fino ad ora? A prenderti a capelli? Le arti marziali sono una disciplina seria!››
‹‹È stata lei a cominciare.››
‹‹E tu ti sei sentita in dovere di continuare...››
‹‹Senti Jader, mi spieghi cosa vuoi da me oggi? È da quando sono arrivata che mi riprendi. Per delle stronzate, aggiungerei.››
‹‹Questa ti sembra una stronzata?››
‹‹Jader, non è stata colpa mia. Mi ha tirato un pugno in faccia e prima ancora mi ha calpestato la mano di proposito. È stata solo legittima difesa.››
Si mosse nella mia direzione e mi prese il viso tra le mani. Quel contatto, quella vicinanza... lo guardai negli occhi e mi persi. La rabbia pian piano stava lasciando il posto al desiderio. Io lo desideravo come non avevo mai desiderato nessuno. Le poche altre volte che ci eravamo sfiorati in allenamento, durante quelle due settimane, mi avevano lasciato assetata. Desiderosa di sentire ancora le sue mani addosso, i suoi occhi nei miei. Mi accarezzò lievemente la guancia con il pollice, nel punto in cui Camilla mi aveva colpita. 
‹‹Ti fa male?›› la sua voce era diventata più roca.
‹‹No››, sussurrai appena. 
E poi mi baciò. Un bacio profondo che mi fece sciogliere. Mi aggrappai alla sua maglietta, lui mi passò un braccio intorno alla vita e mi strinse a sé. Fu un bacio lungo. Bellissimo. Avrei voluto che non finisse mai, ma quando ci staccammo Jader andò via senza dire una parola.

E rimasi sola nella stanza, con l'incredulità dipinta sul volto e le labbra che formicolavano per quel meraviglioso bacio.





Salve ragazze! 
Eccoci arrivate ad un punto cruciale della storia. Jader ha fatto la sua prima mossa e ha baciato Dafne, ma cosa succederà ora?
Cosa ne pensate di Camilla? E di questo bacio? 
Ringrazio tutte voi che state seguendo la storia e in particolar modo Rebel_Spirit e Chiara000 per aver lasciato una recensione.
Baci a tutte!
Danila

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Capitolo 6
*** 6. Baciami ancora ***


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6. Baciami ancora
 

Quando uscii dalla palestra mi sembrava di volare. 
Jader mi aveva baciata. 
Avevo tanta voglia di raccontare tutto alla mia migliore amica, ma allo stesso tempo volevo tenere quello che avevo vissuto solo per me, un momento bellissimo da custodire gelosamente. Sapevo però che non sarei riuscita a tenerglielo nascosto per molto, perciò decisi di andare subito a casa sua. C'era una cosa però che mi turbava un pochino: l'atteggiamento di Jader subito dopo. Era scappato. Ok, non era la prima volta che si comportava in quel modo con me, ma dopo quel bacio mi sarei aspettata almeno un saluto. E invece niente, se ne era andato senza proferire parola. Ma in quel momento ero troppo felice per pensare al suo strano atteggiamento. 
Salvatore era ancora lì, ma invece di studiare era stravaccato sul divano a guardare una partita di pallone e a mangiare un toast. Vicky invece mi aveva aperto la porta mentre parlava al telefono, con Daniele supposi. Mi sedetti accanto a Salvatore e presi uno dei toast dal piatto che aveva davanti.
‹‹Ehi! Quello è mio!››, mi rimproverò Salvo.
‹‹Scusami, ho una fame da lupi›› risposi con la bocca già piena.
‹‹Allenamento stancante oggi?››
‹‹In verità ho fatto a botte.››
Salvatore mi guardò perplesso. ‹‹Non è quello che fate di solito a judo?››
‹‹Non proprio. Ho fatto a botte per davvero, con Camilla.››
‹‹E chi sarebbe questa Camilla?››
‹‹Con Camilla?››, intervenne Victoria allarmata.
Mi girai verso di lei. ‹‹Sì, mi ha tirato un pugno in faccia e io ho reagito.››
‹‹Wow! Roba forte!›› disse Salvatore.
‹‹Come è successo?›› mi chiese Vicky.
‹‹È venuta a fare judo con noi e ha voluto per forza combattere con me. Ha fatto la stronza, mi ha detto in faccia che non le sto simpatica e mi ha colpita con un pugno. Ci hanno separate e mi sono beccata una cazziata esagerata da Jader. Non so nemmeno perché lo abbia fatto... secondo me è pazza.››
‹‹Probabilmente è gelosa.››
‹‹Gelosa? La sai una cosa? Mi ha veramente scocciato, con quel suo atteggiamento da superiore. Crede di essere la padrona là dentro.››
‹‹Perché lo è.››
‹‹Che cosa?››
‹‹Oh, cazzo.›› Vicky sospirò e si sedette accanto a me. ‹‹Devo essermi dimenticata di dirtelo. Camilla è la cugina di Francesco e si da il caso che il padre di Camilla sia il proprietario della palestra. Quindi sì, lei è davvero la padrona lì dentro.››
Merda. ‹‹Scusami, ma chi te lo ha detto?››
Puoi continuare a leggere la storia a questo indirizzo





Ciao ragazze! 
Innanzitutto volevo ringraziare tutte voi che leggete e commentate la storia, siete importantissime per me. E poi volevo chiedervi: che ne pensate del comportamento di Jader? Scompare, ricompare, se ne va sul più bello...Cosa avrà intenzione di fare con Dafne?
Un ringraziamento particolare a Rebel_Spirit, Papera82 e Chiara000 per la recensione. :*
Un bacio a tutte!
Danila

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Capitolo 7
*** 7. Paura ***


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7. Paura
 

Il risveglio dei sensi. 
Ecco cosa provavo mentre tornavo a casa nella mia Punto nera. Ero stata così tanto tempo senza provare attrazione verso qualcuno che adesso mi sembrava di essere sul punto di scoppiare. Ogni parte del mio corpo aveva ripreso vita e bramava Jader. Jader, quel bellissimo ragazzo dagli occhi verdi che mi stava letteralmente facendo perdere la testa. Perché quei suoi baci bollenti mi mandavano il cervello in pappa. E dovevo ammettere che avevo un po' paura. 
Non era un caso se ero sempre scontrosa e acida con i ragazzi. Non volevo più essere ferita da loro, non volevo più dare il mio cuore a qualcuno che lo avrebbe sicuramente calpestato come era avvenuto in passato. 
L' attrazione bruciante che sentivo nei confronti di Jader mi mandava in confusione. Sapevo che se avessimo continuato a vederci, a conoscerci, io mi sarei messa in gioco con tutta me stessa e non ero sicura di esserne pronta. Scoppiai a ridere proprio mentre mi rendevo conto di quanto fossero ridicoli questi pensieri. C'era stato solo un bacio. Due, in verità. E tendeva sempre ad uscire di scena senza dire una parola. Sinceramente, non sapevo cosa pensare. Puoi continuare a leggere la storia a questo indirizzo


 



Ciao a tutte! 
In questo capitolo non compare Jader ma troviamo una Dafne spaventata da quello che sta provando per il ragazzo. 
Marco, dopo l'intervento duro di Jader, non si è arreso così facilmente e ha mal digerito l'intrusione di Jader. Non posso assicurarvi che sia uscito di scena completamente, forse nel corso della storia potremmo incontrarlo di nuovo...
Nel prossimo, Jader e Dafne si rivedono in palestra e... vedremo!!!
Un caloroso grazie a tutte voi che seguite la storia e che commentate e lasciate recensioni! Un bacio in particolare a Rebel_Spirit, giuliavik e Ilovewinter per la recensione lasciata al capitolo precedente.
Di solito aggiorno una volta a settimana e ho deciso di stabilire un giorno specifico: mercoledì. Quindi, il prossimo aggiornamento ci sarà mercoledì! 
Baci a tutte e grazie infinite.
Danila

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Capitolo 8
*** 8. Dimentichiamolo ***


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8. Dimentichiamolo
 

Non so dire quanto tempo rimasi a terra in uno stato catatonico. Fu mia madre a trovarmi. Mi ricomposi immediatamente quando la vidi avanzare verso di me.
‹‹Che ci fai seduta a terra? Ti senti poco bene?››
Cercai di asciugare le lacrime prima che se ne accorgesse e mi alzai in fretta. ‹‹ Niente mamma, stavo solo messaggiando con Vicky.›› 
Evitai di guardarla negli occhi. Raccolsi i libri da terra e li rimisi a posto. Lei avanzò piano, guardando attentamente lo scaffale, come se fosse in cerca di un libro. 
‹‹Siete già tornati?››
‹‹Sì. Papà è qui fuori che ci aspetta. Non ricordo più dov'è il libro di... ah, eccolo!›› prese un libro e se lo rigirò tra le mani. ‹‹Voglio leggerlo stasera.›› 
‹‹Che libro è?››
Si voltò per guardarmi e si immobilizzò. ‹‹Dafne, ma stai piangendo?››
Mi irrigidii. Non le avrei mai detto quello che era successo con Marco. Si sarebbe preoccupata più del dovuto e io non volevo allarmarla o spaventarla. Sentivo la mascella farmi male e sperai con tutta me stessa che quel cretino non mi avesse lasciato dei segni. Mi sforzai di sorridere. Puoi continuare a leggere la storia a questo indirizzo






 
Ciao ragazze!
Jader è stato molto freddo con Dafne in questo capitolo, ma già dai prossimi vedremo qualcosa di diverso...forse :D
Posso dirvi solo che Vicky sta architettando qualcosa.
Ringrazio di vero cuore chi legge e commenta, siete davvero preziose per me. Un bacio e un abbraccio a Rebel_Spirit, Papera82 e _Chia329 per la recensione al precedente capitolo.
Se volete, potete aggiungermi su Facebook  (e anche qui), Twitter e Tumblr (mi trovate anche qui). Vi ricordo anche la board Pinterest per vedere i personaggi della storia.
A mercoledì prossimo :D
Un bacio!
Danila

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Capitolo 9
*** 9. In trappola ***


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9. In trappola
 

Nei giorni che seguirono feci come mi aveva detto Jader: dimenticai. O almeno, provai a dimenticare. Dapprima avevo deciso di non andare più in palestra, non ero sicura di voler stare nella stessa stanza dove c'era anche lui. Ci ero rimasta malissimo. Poi però, pensai che così facendo avrei dato troppa importanza alla cosa e non volevo assolutamente dargliela. Avrei fatto finta di niente; in fondo ci eravamo solo baciati. Il fatto che diventasse sempre più bello non aiutava di certo. Aveva smesso di radersi e la barba scura gli dava un'aria da cattivo ragazzo che gli donava molto. 
Un giorno ero arrivata in anticipo per la lezione e lo avevo visto battersi con un ragazzo sul ring. I miei ormoni erano impazziti. Non ero mai stata attratta così da un ragazzo, mai. Jader emanava potenza e sensualità, tutto sudato, con la pelle che luccicava e i muscoli delle braccia e delle spalle che si flettevano ad ogni suo movimento. Pensieri lascivi erano andati formandosi nella mia mente e più lo osservavo più immaginavo cose che non avevo mai osato immaginare prima d'ora. Mi ero sentita arrossire e avevo lasciato in fretta e furia la stanza.

Jader in palestra mi evitava. Victoria, a cui avevo raccontato tutto, continuava a dire che mi guardava in continuazione soprattutto se mi vedeva parlare con qualche ragazzo. Mi mandava in bestia. Se lui mi aveva detto di dimenticare era perché non aveva nessun interesse nei miei confronti. Allora perché lei si ostinava? La odiavo quando faceva così. Mi metteva in testa delle cose assurde. 
Una volta avevo persino provato a vedere se avesse ragione. Jader era entrato nella sala degli attrezzi e non aveva nemmeno fatto caso a me. Io mi ero subito messa a parlare con un ragazzo che in quel momento stava facendo pesi per le braccia al mio fianco. Gli avevo chiesto da quanto tempo frequentava la palestra e stronzate simili e nel frattempo, con la coda dell'occhio, avevo osservato Jader. Lui non aveva mai posato lo sguardo su di noi. Anzi, dopo un po' era uscito dalla sala con Camilla. 
A lezione mi rivolgeva la parola solo se era strettamente necessario ed evitava qualsiasi tipo di contatto.

Continua a leggere la storia a questo indirizzo
 



 
 

Ciao ragazze,
Vicky ha fatto in modo che Dafne e Jader rimanessero da soli a casa e nel prossimo capitolo scopriremo anche un suo piccolo segreto...
Jader è stato più che felice di fare quella cena a casa sua e di trascorrere qualche ora da solo con Dafne. Anche se le ha detto che tra loro non c'è stato niente, non la pensa proprio così e forse nel prossimo capitolo darà qualche spiegazione alla ragazza. 
Ringrazio come sempre tutte voi che leggete, commentate, recensite, un grosso abbraccio! In particolare un bacio va a Papera82, InvarietyRebel, TheSkyIsMyLimit e giuliavik per la recensione al precedente capitolo.
Fatemi sapere cosa ne pensate, a mercoledì prossimo!

Danila
 

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Capitolo 10
*** 10. Non ti fermare ***


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10. Non ti fermare
 

Jader mi corse dietro.
‹‹No, no, no, che fai? Sei mia ospite, non ti lascerei mai sparecchiare.››
‹‹Voglio solo aiutarti›› dissi io ridendo.
‹‹Non se ne parla. Vieni.››
Mi prese per mano e raggiungemmo il divano. 
‹‹Siediti e aspettami qui.››
Obbedii. ‹‹Dove vai?››
‹‹A prendere una cosa.››
Cominciò a farsi strada la consapevolezza di essere da sola a casa di Jader. Sola. Come avevo immaginato più e più volte dal nostro primo incontro. Tornò con due bicchierini pieni di un liquido scuro. Me ne porse uno. 
‹‹Cos'è?››
‹‹Un liquore alle erbe.›› Si sedette accanto a me ma non troppo vicino, manteneva ancora le distanze. Tese il braccio verso me. ‹‹Cin cin.››
‹‹Cin cin.›› Risposi io, guardando i bicchierini che tintinnavano.
‹‹Dafne›› riportai lo sguardo su di lui ‹‹Se non ci guardiamo negli occhi non vale.››
Le farfalle nel mio stomaco sembravano impazzite. Rimanemmo con gli sguardi incollati anche mentre bevevamo un sorso. Quando il liquido entrò in contatto con le mie papille gustative feci una smorfia. Era amaro, ma poi divenne gradevole. Lui sorrise nel vedere la mia espressione.
Continua a leggere la storia a questo indirizzo

 



 
Ciao ragazze,
Sono stata molto combattuta mentre scrivevo questo capitolo. L' idea iniziale era che a questo punto i due andassero a letto insieme ma nel corso della storia avevo cambiato idea. Volevo che la loro prima volta avvenisse più in là. Solo che poi non avrei più saputo dove inserirla... e così mi sono tenuta sull'originale. Spero che vi sia piaciuto e che non riteniate che sia avvenuto tutto troppo in fretta! Ho fatto una faticaccia enorme per mantenermi nel rating arancione :D
Grazie per il vostro supporto e per le vostre recensioni; soprattutto ringrazio DonnieTZ, InvarietyRebel, blackangel_1599 e Papera82 per la recensione al capitolo precedente. 
Fatemi sapere cosa ne pensate!
A mercoledì. ^_^
Baci a tutte
Danila

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Capitolo 11
*** 11. Dubbi ***


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11. Dubbi
 

Quella notte non chiusi occhio. Avevo un sovraccarico di emozioni che non mi permetteva di far riposare il cervello. Io e Jader eravamo stati insieme, nel modo più intimo possibile. Avevamo fatto l'amore ed era stato bellissimo. Potevo ancora sentirlo accanto, la sua fragranza ce l'avevo appiccicata addosso e ogni volta che mi muovevo mi solleticava le narici riportandomi alla mente attimi di quella sera.
L'unica cosa che disturbava la mia felicità era la telefonata che ci aveva interrotti. E non ero disturbata per l'interruzione, bensì per la reazione di Jader. Sentirlo urlare in quel modo e vederlo così preoccupato mi aveva lasciato una strana sensazione addosso; ero sicura che fosse successo qualcosa di spiacevole.
Proprio quando stavo per appisolarmi, sentii il cellulare vibrare. Allungai una mano sul comodino e lo presi. La luce del display mi accecò e strinsi gli occhi per riuscire a leggere il messaggio.

-Sento ancora il tuo odore nel mio letto... vorrei che fossi qui. Jader

Spalancai gli occhi e rilessi il messaggio. Anche lui, come me, non riusciva a dormire? O forse era appena rientrato a casa. Controllai l'ora: le cinque e mezza. Era stato fuori tutto quel tempo dopo avermi accompagnata? Stavo per chiedergli se fosse tutto a posto quando mi resi conto che Jader non mi aveva mai chiesto il numero di telefono. Come faceva ad averlo? Probabilmente glielo aveva dato Vicky. Chissà che altro aveva combinato quella ragazza.

Continua a leggere la storia a questo indirizzo

 
Ciao ragazze!
Come va? Chiedo scusa per non aver aggiornato mercoledì scorso ma oltre ad essere stata molto impegnata ho avuto anche problemi con la connessione che ho risolto solo ieri mattina (per fortuna!).
Ad ogni modo, cosa ne pensate del capitolo? Secondo voi cosa nasconde Jader? E' lui a cercare Dafne ma scappa cinque minuti dopo...
Come sempre ringrazio chi segue la storia e chi la recensisce e voglio ringraziare con grande affetto DonnieTZ che mi segue sempre nonostante io non sia brava nemmeno la metà di lei. Leggetela! Un bacio un abbraccio forte a Papera82, giuliavik e InvarietyRebel per aver recensito il precedente capitolo. Grazie!!! 
Al prossimo aggiornamento :)
Danila

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Capitolo 12
*** 12. Salvare il cuore ***


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12. Salvare il cuore
 

Non ero mai stata molto brava nelle relazioni con l'altro sesso.
Passavo la maggior parte del tempo a pensare che gli uomini fossero tutti uguali e che di loro non ci si potesse fidare, ma puntualmente perdevo la testa per quelli più criptici e misteriosi. 
Non avevo avuto molte storie in passato: a parte qualche ingenuo flirt quando ero poco più che una ragazzina, ero stata solo con un ragazzo. 
Walter. Si chiamava così, era qualche anno più grande di me e lo conobbi un pomeriggio in un bar. Nel bar di Cora, per la precisione. Ricordo che ero seduta da sola e stavo leggendo un libro preso dalla libreria di mamma e lui si era avvicinato e mi aveva chiesto se il posto accanto al mio fosse libero dato che tutti gli altri tavolini erano occupati. 
‹‹Non preoccuparti, non ti disturbo›› mi disse ‹‹voglio solo mangiare questa ciambella e poi me ne andrò. Promesso.››
Da lì era nato tutto. Avevamo chiacchierato a lungo quel giorno e il giorno successivo lo avevo ritrovato in quel bar ad aspettarmi. Mi corteggiò per molto tempo prima che gli concedessi un appuntamento vero e proprio. A poco a poco mi innamorai di lui. Era gentile e dolce, sempre presente. Fu a lui che mi concessi per la prima volta. Pensavo che non sarebbe finita mai, che saremmo stati per sempre io e lui. E poi, un giorno, scomparve. Così, all'improvviso. Non una parola d'addio, non un messaggio. Mi spezzò il cuore. Qualche tempo dopo scoprii che aveva lasciato l'Italia e che aveva una nuova ragazza. Da quel momento qualcosa in me cambiò. Non fu facile riprendermi da quella rottura, ma si sa, tutto passa anche se all'inizio sembra impossibile. Alla fine ci riuscii, mi dimenticai di lui e per lungo tempo non volli vedere né sentire alcun ragazzo. Avevo trovato il mio equilibrio: non sentivo la necessità di avere una persona al mio fianco, non mi mancava essere innamorata, nutrire dei sentimenti. Stavo bene da sola. 
Fino a quando non avevo incontrato Jader. 
Continua a leggere la storia a questo indirizzo




 
Ciao ragazze!
Mi scuso per la brevità del capitolo e prometto che il prossimo sarà più ricco di contenuti. Questa volta è stata Dafne a fare un passo indietro e Jader sembra intenzionato a riconquistarla. Che cosa vorrà dirle? Tutta la verità?
Ringrazio chi continua a leggere questa storia, chi l'ha inserita tra i preferiti, tra le seguite e le ricordate e chi recensisce. Crescete ogni giorno di più! Un grosso bacio a Papera82 e DonnieTZ per la recensione all'ultimo capitolo. Vi adoro tutte!!! 
A mercoledì prossimo.
Baci

Danila

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Capitolo 13
*** 13. Scuse ***


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13. Scuse
 

Una giulietta bianca accostò al marciapiede sul quale mi trovavo da circa dieci minuti. Il guidatore abbassò il finestrino dal lato del passeggero e mi rivolse un sorriso radioso. Il sorriso che popolava tutti i miei sogni. Mi avvicinai alla macchina ed aprii lo sportello. 
‹‹Ciao Jader›› entrai e chiusi la portiera.
‹‹Ciao›› disse lui, sporgendosi verso di me per salutarmi. Gli diedi un bacio sulla guancia.
Nell'abitacolo c'era un leggero odore di tabacco e un aroma di muschio bianco. Jader ingranò la marcia e partì. 
‹‹Mi dispiace per come mi sono comportato sabato.››
Bene. Dritto al punto e senza preamboli. Mi girai a guardarlo. 
‹‹Ti sei già scusato ieri. Ho capito, avevi da fare.››
Lui voltò la testa nella mia direzione e studiò la mia espressione. Passò la lingua sul labbro inferiore. Seguii quel movimento e deglutii. Che strano effetto aveva su di me quel ragazzo. 
Continua a leggere la storia a questo indirizzo



 
Ciao a tutte!
Sono andata un po' di fretta col capitolo ma spero che lo troviate di vostro gradimento! 
Jader ha accennato qualcosa ma ancora non le ha detto tutta la verità. A questo punto che pensate possa nascondere?
Grazie di cuore a tutte voi che continuate a seguire la storia e a voi che la recensite. <3 Siete le migliori!!!
Aspetto i vostri commenti...
A mercoledì!

Danila

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Capitolo 14
*** 14. Non succederà più ***


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14. Non succederà più
 

Dover fingere che tra me e Jader non ci fosse nulla non era un'impresa semplice. 
Quando eravamo solo io e lui, era tutto bellissimo. Jader mi riempiva di attenzioni, mi coccolava, faceva di tutto per farmi stare bene. Ma non poterlo baciare quando uscivo dalla palestra, non poter trascorrere le serate insieme agli altri nostri amici, non potermi rannicchiare tra le sue braccia quando che ne avevo voglia, diventava uno strazio ogni giorno più grande. 
I momenti peggiori erano quelli in cui uscivo con Francesco e Vicky e lui non veniva. O se veniva a stento mi salutava. Gli attimi in cui eravamo da soli ed eravamo felici non compensavano affatto la tristezza che provavo quando lui mi ignorava deliberatamente.
Continua a leggere la storia a questo indirizzo





 
Ciao ragazze!
Ce l'ho fatta a pubblicare! Seppur con un giorno di ritardo. :)
Non so bene cosa pensare di questo capitolo, ho avuto molti pensieri per la testa che mi hanno distratta moltissimo. Quindi aspetto di sentire il vostro parere.
Grazie per il supporto che mi date con i vostri commenti e le vostre recensioni, mi fate felice!!
Alla prossima
Baci
Danila

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Capitolo 15
*** 15. La mia luce ***


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15. La mia luce
 

Jader

Dafne.

La mia dolce e piccola Dafne. La osservo dormire accanto a me, nel letto. È bellissima, con i capelli sparpagliati sul cuscino e le sue braccia delicate attorno alla mia vita. Più la guardo e più mi rendo conto di quanto i miei sentimenti per lei stiano crescendo. Beh, dopo la cazzata che ho fatto stasera è più che evidente.

Non avrei mai dovuto. Ma adesso è qui e non posso dire di esserne pentito. Io ho bisogno di lei. Ho bisogno di sentirmi di nuovo me stesso. Per troppo tempo ho vissuto in una vita che non mi appartiene, nella menzogna, e lei è stata un raggio di sole che, penetrando nella tenebra che mi aveva avvolto, ha riportato nella mia vita un po' di gioia e amore. Quando mi sorride mi illumino dentro. Non so come abbia fatto a diventare così importante per me in così poco tempo, forse mi aggrappo a lei per non smarrirmi del tutto.

Non voglio che soffra a causa mia ma non posso permettere che scopra quello che faccio. Quando sarà tutto finito le dirò ogni cosa, e so che mi capirà e mi perdonerà per averla tenuta all'oscuro. Ma adesso... Adesso non è il momento.

Ho paura, paura che possa vedermi in modo diverso da quello che realmente sono.

Ci ho provato, ho tentato in tutti i modi di stare lontano da lei. Tante volte mi sono detto che nella situazione in cui mi trovo non posso avere relazioni, non posso rischiare di essere debole, devo rimanere concentrato sui miei obiettivi ma è più forte di me: se la vedo sento l'impulso fortissimo di stringerla tra le mie braccia e proteggerla da tutto.

Questa sera è stata incredibile, non avrei mai pensato di poter provare emozioni così forti. Quando l'ho raggiunta nel locale e l'ho baciata ho capito quanto anche lei tenga a me. Ho visto la sua felicità, me ne sono nutrito avidamente. Voglio che lei sia sempre così felice, sempre.

Le accarezzo il volto; dorme serena mentre io non ci riesco. I pensieri negativi e i mille motivi che mi spingono a stare lontano da lei, per il suo bene ed il mio, mi tormentano. Non possiamo stare insieme adesso ma non voglio lasciarla andare. Ho persino immaginato come sarà la nostra vita quando risolverò tutto, quando saremo liberi dalle menzogne: una vita piena di amore e complicità; magari con dei bambini e una casa col giardino.

Quando penso a lei i miei pensieri corrono veloci, e intanto piano piano inizia a farsi giorno.

Il nostro primo risveglio insieme.

Vorrei prepararle la colazione, fare qualcosa di speciale ma lei apre gli occhi prima che possa mettermi all'opera. Mi guarda e per un momento tutti i miei timori svaniscono e so per certo che ho fatto la scelta giusta.

Devo solo resistere un altro po' e sperare che la fortuna sia dalla mia parte.

a questo indirizzo

 

 

 



 
Ciao ragazze!
Vi chiedo scusa per non aver pubblicato nulla in questi giorni ma sono stata impegnata con l'università, ahimè! 
Oggi il capitolo è un insieme dei pensieri tormentati di Jader. All'inizio della storia avevo pensato che il punto di vista di Jader l'avrei introdotto solo alla fine della storia, poi ho deciso di introdurne giusto qualche accenno anche a metà. Siamo ormai ad un punto critico: Dafne rimarrà all'oscuro ancora per poco...
Beh, che dire, spero che vi piaccia anche se è cortissimissimo!
Come sempre ringrazio tutte voi che commentate e segiute, siete importantissime. 
A presto,
baci! <3

Danila
 

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Capitolo 16
*** 16. Sospetti ***


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16. Sospetti
 

Era la prima volta che rimanevo a dormire da Jader e sentirlo accanto a me al mio risveglio fu una sensazione meravigliosa. Mi accoccolai ancora di più tra le sue braccia e sorrisi mentre respiravo il suo profumo. Lui mi strinse a sé e sentii le sue labbra sul collo. 
Era già sveglio o l'avevo svegliato io?
Tirai la testa indietro per poterlo guardare e incontrai i suoi meravigliosi occhi verdi. Rimanevo sempre senza fiato quando li fissavo. Mi sembrò di scorgervi un lampo di inquietudine, subito spazzato via dal sorriso che Jader mi fece. Poggiò le labbra sulle mie in un dolce bacio, che ricambiai.
‹‹Buongiorno.››
‹‹Buongiorno›› risposi. Guardandolo con più attenzione mi resi conto che aveva le occhiaie e sembrava esausto. Io invece non mi ero mai sentita così bene, un risveglio perfetto. 
‹‹Hai l'aria stanca, hai dormito male?››
Jader mi scostò i capelli dal volto seguendo con lo sguardo il movimento della mano. ‹‹Sono felice che tu sia qui.››
Sorrisi e gli diedi un bacio. Continua a leggere la storia a questo indirizzo




 
Eccomi qui con un nuovo capitolo!
Jader e Dafne stanno finalmente insieme e sono felici. Alla fine del capitolo però ecco che tornano i segreti... Secondo voi Dafne andrà in quel bar? E scoprirà cosa le nasconde Jader?
Dovete scusarmi se in questo periodo non riesco ad aggiornare regolarmente, cercherò di essere più puntuale!
Un grosso bacio a tutte voi che seguite e recensite la storia. <3 <3
Aspetto i vostri commenti, a presto!

Danila

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Capitolo 17
*** 17. Illusione di serenità ***


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17. Illusione di serenità
 

Non avevo smesso di pensare alle parole di Teo, ma il tutto era passato in secondo piano. Jader e io stavamo benissimo insieme, le cose andavano a gonfie vele e avevo deciso di fidarmi di lui. Volevo che fosse lui a parlarmi dei suoi segreti.
Mi rammaricava il fatto che non si fidasse abbastanza di me da nascondermi alcune cose della sua vita, ma ero sicura che presto mi avrebbe detto tutto.
Il nostro rapporto cresceva, trascorrevamo molto tempo insieme e i comportamenti sospetti e le strane telefonate non erano più frequenti come all'inizio. Anzi, erano completamente scomparsi. Avevo conosciuto alcuni suoi amici, coi quali eravamo usciti un paio di volte, e mi erano sembrati simpatici e alla mano. Nei loro discorsi non avevo mai sentito parlare del Trentacinque e piano piano mi stavo convincendo che probabilmente Teo avesse sbagliato persona.
Mi sembrava di vivere in una specie di favola perché tutto era fantastico e le emozioni che provavo erano così intense che a volte credevo che il mio cuore potesse esplodere di felicità. Mi godevo questa serenità senza pensare troppo al futuro e a come sarebbe andata a finire tra noi. Stavamo insieme da pochissimo ed eravamo troppo presi dalla passione per pensare ad altro.
Continua a leggere la storia a questo indirizzo



 
Ciao ragazze!
Come al solito mi scuso per la lunga attesa ma da adesso in poi dovrei essere più presente e aggiornare con regolarità. 
Bene, siamo arrivati ad un punto cruciale della storia. Sarà vero? O Teo si è sbagliato e Jader non ha niente a che fare con questa storia?
Spero che il capitolo vi piaccia, aspetto i vostri commenti!!
Grazie come sempre a tutti quelli che recensiscono, leggono e che hanno aggiunto la storia tra le preferite/seguite. Un grazie speciale a Donnie che mi supporta sempre, un bacio enorme!! <3
Al prossimo aggiornamento.

Danila

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Capitolo 18
*** 18. Il Trentacinque ***


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18. Il Trentacinque
 

Rimasi chiusa in bagno per una buona mezz'ora cercando di tenere a bada la nausea che mi scombussolava lo stomaco.
Non poteva essere vero, il ragazzo che conoscevo non era un malavitoso. Non sapevo cosa pensare, cosa fare. Uscii dal bagno e cercai mamma, ma la ragazza che lavorava lì mi disse che era uscita un attimo. Sudavo freddo e fui felice di non aver incontrato mia madre. Non volevo che mi vedesse in quello stato.
Mentre tornavo a casa avevo ancora la nausea. Mi concentrai sul respiro, ma era difficile non pensare a Jader. Non ero sicura che fosse vero, speravo con tutta me stessa che Teo si sbagliasse ma avevo una paura tremenda. Come pensava di farla franca mentendo su una cosa del genere? Pensava che non l'avrei mai scoperto? Pensava che la nostra storia non sarebbe durata abbastanza? Quei pensieri mi uccidevano.
Accelerai il passo mentre tiravo fuori dalla borsetta il cellulare che stava squillando. Era Jader. Rifiutai la chiamata e presi le chiavi di casa.
Continua a leggere a questo indirizzo




 
Ciao ragazze!
Eccomi qui con un nuovo aggiornamento. Devo dire che non sono molto convinta di questo capitolo. E' un punto fondamentale per gli sviluppi della storia ma non credo di aver reso bene la cosa... vorrei sentire la vostra opinione!
Jader ha un paio di segreti da nascondere e a questo punto pensa che sia meglio lasciare andare Dafne, prima che si trovi immischiata in una faccenda enorme. Ma più avanti capirete di cosa sto parlando. Secondo voi cosa succederà? Si lasceranno? 
Grazie di essere sempre presenti, mi date la forza per continuare a scrivere questa storia; vi mando tanti baci! <3
A presto!

Danila

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Capitolo 19
*** 19. Verità ***


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19. Verità
 

Una dannata pistola.
«Cazzo» esclamò Jader. «Ehi...» me la tolse dalle mani e io mi spostai vicino alla porta, mettendo distanza tra noi.
Stava succedendo tutto troppo velocemente. Ero stata in quel bar e avevo visto che effetto faceva a quei ragazzi sentire il nome di Jader. Anche se mi aveva appena detto di frequentarlo raramente, tutto quello che mi aveva detto Teo sembrava avere ancora più senso ora che avevo scoperto la pistola. I ragazzi normali non se ne andavano in giro con le pistole. Probabilmente anche se si possedeva un regolare porto d'armi era illegale portarsele in giro.
Dio, la testa stava per esplodermi.
«Perché vai in giro con una pistola? Che cosa sei, me lo spieghi? Un criminale?»
Jader mi fissò negli occhi e mi sentii gelare fin dentro le ossa. Capii che stava per dirmi la verità. E che non mi sarebbe piaciuta.
Continua a leggere a questo indirizzo



 
Ciao a tutte!
Mi scuso tantissimo per il ritardo col quale ho pubblicato il capitolo. Mi sono presa del tempo perché era una parte importante del racconto e alla fine non sono riuscita a scrivere un capitolo decente. 
Beh, Jader ha vuotato il sacco. Come pensate che procederà? 
Comunque presto ci sarà un capitolo interamente dedicato a Jader dove verranno chiariti parecchi punti della sua storia. 
Il prossimo capitolo sarà più lungo, lo giuro!
Un bacio grande, aspetto i vostri commenti.
Danila

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Capitolo 20
*** 20. Fa male da morire ***


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20. Fa male da morire
 

Un fastidiosissimo suono mi svegliò dal sonno tormentato nel quale ero caduta alle prime luci dell'alba. Era il mio cellulare; lo recuperai e risposi senza guardare.
«Dafne, ma dove sei? Non vieni a lezione?»
«Vicky...» mi schiarii la voce. «Certo che vengo. Che ore sono?»
«Sono quasi le dieci! Stai ancora dormendo?»
Mi alzai di scatto, la testa dolorante. «Arrivo!»
Terminai la comunicazione e mi fiondai in bagno. Avevo già fatto troppe assenze, non potevo mancare a quella lezione.
Quando arrivai, il professore aveva iniziato già da un bel po'. Cercai con lo sguardo Vicky e Salvo, sicura che mi avessero lasciato un posto accanto a loro e mentre scendevo le scale sentii un "buongiorno signorina". Tutta l'aula si voltò nella mia direzione e solo allora mi accorsi che alla cattedra c'era quel ragazzo che avevo conosciuto nel locale di Bianca e Noemi, l'assistente del professore. Con il viso in fiamme biascicai un buongiorno, lui riprese a spiegare ed io mi sedetti. Continua a leggere a questo indirizzo




 
Ciao ragazze! 
Non avevo dimenticato Jader e Dafne ma ho avuto problemi in famiglia: mio nonno è in ospedale da più di un mese e non ho mai del tempo in tranquillità per scrivere. 
Spero intanto che questo capitoletto vi sia piaciuto almeno un po', ma dal prossimo le cose cominceranno a prendere una piega più "violenta". 
Vi annuncio che i capitoli in totale saranno 26 (quindi tra poco la storia si concluderà) più il POV di Jader. 
Intanto aspetto i vostri commenti.
Un bacio grande!!!

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Capitolo 21
*** 21. Come ogni altro ***


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21. Come ogni altro
 
Una doccia calda e una tisana bollente mi rimisero in sesto.
Anche quella sera mangiai poco. Vedevo i miei genitori sempre più preoccupati, invano cercavano di capire cosa mi stesse succedendo. Mi ero chiusa in me stessa e non parlavo molto, né con loro né con Victoria. Almeno lei mi lasciava i miei spazi. Mamma e papà invece mi assillavano di continuo. Tante volte mio padre aveva provato a chiedermi di Jader, ma cosa avrei dovuto dirgli? Che il ragazzo che gli aveva fatto una così buona impressione in realtà era un malvivente? Non ci frequentavamo più, questo era quello che gli ripetevo ogni volta.
Dopo cena mi accoccolai sul divano accanto a papà. Proprio non mi andava di rimanere da sola con i miei pensieri; preferivo guardare il noiosissimo programma tv con lui piuttosto che pensare ad Andrea e al nostro quasi bacio. Mamma era seduta sulla poltrona accanto, assorta nelle pagine del libro che stringeva in mano.
Dovetti abbandonare subito i miei propositi per una serata tranquilla, però. Avevo lasciato il cellulare in camera ma avevo dimenticato di togliere la suoneria, così quando iniziò a squillare, con uno sbuffo mi alzai e andai a rispondere. Camminai con molta calma e, nonostante la brevità del tragitto che stavo compiendo, quando giunsi in camera aveva smesso di squillare.
Continua a leggere a questo indirizzo



 
Ciao ragazze! 
Innanzitutto volevo ringraziarvi per essere ancora qui a leggere la storia nonostante ci stia mettendo un'infinità per aggiornare, grazie di vero cuore.
Poi volevo chiedervi cosa ne pensate di questo ultimo pezzetto: secondo voi Jader e Camilla stanno insieme? 
Nel prossimo capitolo Jader e Dafne finalmente parleranno... 
Aspetto i vostri commenti e vi mando tanti tanti baci.
Al prossimo capitolo!
Danila

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Capitolo 22
*** 22. Giustificazioni ***


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22. Giustificazioni
 
Avevo la testa confusa, come se fossi stata reduce da una sbornia colossale.
Non sarei andata all’università quel giorno, però avevo bisogno di uscire; in casa rischiavo di impazzire.
Jader era andato avanti con la sua vita, io invece faticavo non poco a dimenticarlo. Mi faceva rabbia tutto questo. Lo odiavo. Odiavo me stessa per avergli permesso di entrare nella mia vita.
Ignorai i messaggi di Vicky che mi chiedeva se avevo voglia di passare la giornata insieme. Non ne avevo. Saremmo finite a parlare di Jader, di quello che avevo visto la sera precedente e io non volevo. Anche se quelle immagini si ripetevano nella mente in un loop infinito.
Dopo pranzo andai in libreria da mia madre. Girai tra gli scaffali, presi qualche libro a caso e lo sfogliai. Era una di quelle giornate senza senso e non vedevo l’ora che terminasse.
Chissà quanto tempo ci vuole per scrivere un romanzo, pensai.
‹‹Tesoro, oggi non vai all’università?››
Alzai lo sguardo e incontrai quello preoccupato di mia madre. Forse la stavo esasperando con quel mio girovagare. Riposi il libro che avevo in mano sullo scaffale e mi avvicinai alla porta.
‹‹No. Vado a…››
Una motocicletta si era fermata dall’altro lato della strada. Il ragazzo, ancora in sella, aveva tolto il casco e voltato la testa nella mia direzione.
Jader.
Proprio lui. Di nuovo.
Continua a leggere a questo indirizzo


 
Eccomi! Scusate l'immenso ritardo, spero che non succeda mai più. 
Allora... Jader cosa dovrà dirle ancora? Cosa succederà adesso secondo voi?
Vi abbraccio e vi bacio tutti, grazie di essere ancora qui. <3

Danila

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Capitolo 23
*** 23. Spari ***


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23. Spari
 

Rimasi immobile per quella che sembrò un’eternità. Lo sguardo fisso in quello di Jader. Ero sicuramente sbiancata. Ancora non conoscevo tutta la verità? Possibile che il nostro rapporto era basato interamente sulle bugie?

‹‹C’era qualcosa di vero nel nostro rapporto?››

Lo sguardo che mi rivolse Jader era duro. ‹‹I sentimenti. Quello che provo per te.››

Sbuffai. ‹‹Ma per favore, Jader. Come si fa a mentire così spudoratamente alla persona a cui dici di tenere?››

‹‹Dannazione Dafne, ma non lo capisci che è proprio perché ti amo che ho fatto tutto questo?››

Ti amo.

Non me lo aveva mai detto prima. E, cazzo, no, non lo capivo perché se veramente mi amava avrebbe dovuto dirmi tutto fin da subito. Non riuscii più a sostenere quello sguardo di fuoco e mi avvicinai alla macchina.  ‹‹Andiamo.››

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Eccomi qui, nuovo capitolo, molto più oscuro come avevo detto.
Secondo voi cosa succederà adesso? Dafne si salverà? E Jader le dirà la verità? A tal proposito, penso che molte di voi abbiano già capito di cosa si tratta... bravissime!! Siete state molto attente! 
Grazie per il vostro continuo supporto e al prossimo aggiornamento!
Baci
Danila

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Capitolo 24
*** 24. Nuvole scure all'orizzonte ***


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24. Nuvole scure all'orizzonte
 
Riaprire gli occhi fu come riemergere dalle profondità scure del mare. Piano piano cominciai a prendere consapevolezza del mio corpo e a sentirlo più leggero. Anche la pressione alla testa si attenuò. Mossi un braccio ma mi resi conto che c’era qualcosa che non andava: vi era attaccato un tubicino. Mi guardai intorno spaesata, confusa. Non mi sembrava di essere in un ospedale, eppure avevo una flebo attaccata al braccio.
‹‹Dafne, sei sveglia.››
La mano calda di Jader si poggiò sulla mia mentre prendeva posto sul letto accanto a me. Sorrisi come un’idiota e cercai di pronunciare il suo nome ma quello che uscì dalla mia bocca fu poco più che un sussurro roco. Mi schiarii la gola. Com’era bello… ma che ci faceva lì con me in quella strana stanza da letto?
‹‹Come ti senti?››
‹‹Io…›› guardai l’armadio a due ante in legno scuro di fronte a me e il quadro astratto che si trovava sulla parete alla mia destra. ‹‹Dove siamo?››
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Ciao ragazze! 
Siamo giunti quasi alla fine della storia e adesso sappiamo tutta la verità su Jader. So che molte di voi avevano già capito quindi non deve essere stata una grande sorpresa. Adesso cosa dovremmo aspettarci secondo voi? Aspetto i vostri commenti.
Vi auguro una felice estate e buone vacanze! 
Un bacio grande e a presto!!!
<3
Danila

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Capitolo 25
*** 25. Buio ***


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25. Buio
 
Aprii gli occhi e per una frazione di secondo non riconobbi la stanza.
Il letto era vuoto accanto a me. Io ero in posizione trasversale, con la testa appoggiata sul cuscino che occupava Jader quando avevo chiuso gli occhi.
Dov’era ora?
Non sentivo nessun rumore in casa.
Provai a mettermi dritta, i muscoli indolenziti protestarono: ero stanca di stare a letto, così mi alzai.
Il bagno era piccolino, con le mattonelle azzurre in mosaico e il pavimento blu. Mi metteva tranquillità. Avrei tanto voluto fare un bagno e rilassarmi. Per la prima volta dopo la sparatoria mi guardai allo specchio. I capelli erano tutti arruffati e pieni di nodi. Gli occhi spenti e il colorito pallido completavano un quadro pietoso. Presi il pettine e cercai di districare i nodi.
 
Uscita dal bagno cercai dei vestiti puliti nella borsa che mia madre aveva preparato per me. mi si contrasse lo stomaco al pensiero di tutte le bugie che stavo raccontando ai miei genitori ultimamente. Ma erano necessarie, erano per il bene di Jader.
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Eccomi! Ce l'ho fatta ad aggiornare. Volevo solo ricordarvi che questo è il penultimo capitolo. Cosa ne è stato di Jader secondo voi? È ancora vivo? 
Vi mando un grosso abbraccio e grazie di esserci sempre. 
Il prossimo aggiornamento arriverà molto presto.
Fatemi sapere!
Baci

Danila

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Capitolo 26
*** 26. Torna da me ***


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26. Torna da me

 

Quando rinvenni mia madre mi stava strattonando. Ero distesa sul divano e lei e papà incombevano su di me. Per alcuni secondi non ricordai cosa era successo.
Poi tutto si fece più chiaro e mi alzai di scatto.
Mia madre mi trattenne.
«Dafne, fermati. Sei appena svenuta» mi avvicinò un bicchiere «bevi un po’ di acqua e zucchero.»
«Lasciami mamma. Devo andare.»
«Dove?» guardò mio padre come se fossi diventata improvvisamente pazza.
Lui si avvicinò e parlò piano, come se dovesse farsi capire da uno straniero.
«Dafne, dove vorresti andare?»
«Smettetela! Non sono pazza. Devo chiamare Jader, sapere se sta bene.»
«Tu e Jader non state più insieme.»
Oh mio dio, pensavano davvero che fossi impazzita.
Continua a leggere a questo indirizzo


 


Eccomi! Sempre con il solito ritardo astronomico, ma ce l'ho fatta. Il prossimo capitolo sarà una breve conclusione, probabilmente scritta dal punto d vista di Jader. 
L'avventura di Jader e Dafne è giunta quindi al termine. Grazie a tutti voi che avete inserito la storia tra le preferite, alle quattromila e più visualizzazioni e al vostro grandissimo sostegno. 
Ho già in programma di scrivere altre storie, se vi va aggiungetemi su FB per rimanere aggiornati o semplicemente seguite i miei post pubblici.
Grazie infinite a tutti! <3

Danila

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Capitolo 27
*** 27. Ora e per sempre ***


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27. Ora e per sempre

Lo sciabordio del mare ci culla.
Siamo completamente soli su questa magnifica spiaggetta di finissima sabbia bianca. Fa ancora molto caldo, nonostante sia quasi metà settembre.
Finalmente sono riuscito a portare Dafne in vacanza. Continua a leggere su www.danikurt.tumblr.com Ha degli occhi così espressivi da far soggezione. Ci leggo dentro tutto l’amore che nutre per me. Le bacio la bocca. Vorrei essere dolce, accarezzarle le labbra con la lingua, intrecciarla con la sua ed esplorare piano la bocca ma il desiderio mi consuma. Lascia scivolare le mani sul mio addome e poi dietro la schiena. L’afferro per le natiche e la sollevo, cosicché possa posizionarsi a cavalcioni.
‹‹Vuoi andare a casa?›› mi chiede, passando le mani gentili tra i miei capelli.
Le pupille sono dilatate dal desiderio e mi guarda nel suo solito modo quando ha voglia di fare l’amore con me. Mi fa impazzire.
‹‹No.››
La riporto sulla spiaggia e l’adagio sull’asciugamano.
‹‹Siamo su una spiaggia in pieno giorno›› mi fa notare lei, con una punta di malizia negli occhi. Non smette di accarezzarmi e di guardarmi.
‹‹Non c’è nessuno›› dico, scostandole il costume.
Con una stoccata decisa mi faccio strada dentro lei. Amo guardarla mentre facciamo l’amore. Amo sentirla mia, solo mia. La bacio sulle labbra, sul collo.
La mia vita è completa da quando c’è lei.
Prometto di renderla felice tutti i giorni della mia vita.
Non la lascerò mai più.
a questo indirizzo

 
Ciao lettrici!
Eccoci giunti alla fine della storia. Ho riscritto questo capitolo una decina di volte. Ero molto indecisa su come terminare la storia. Alla fine ho deciso di fare un salto temporale di diversi mesi e di raccontare dal punto di vista di Jader. Ha fatto una piccolissima sintesi della sua vita, in particolare di come è diventato un carabiniere. 
Che dire, sono molto triste per la fine di questa storia, ma ho già cominciato a scrivere qualcosa di nuovo. Se vi va, passate dalla mia pagina così potrete sapere quando inizierò a pubblicare il mio prossimo racconto. 
Grazie di cuore per aver letto e commentato questa storia. 
Spero di ritrovarvi presto!
Un abbraccio mega a tutte.

Danila

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