Il matrimonio della mia migliore amica

di OcchidiNiall
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Chapter one ***
Capitolo 3: *** Chapter two ***
Capitolo 4: *** Chapter three ***
Capitolo 5: *** Chapter four. ***
Capitolo 6: *** Chapter five ***
Capitolo 7: *** Chapter six ***
Capitolo 8: *** Chapter seven ***
Capitolo 9: *** Chapter eight ***
Capitolo 10: *** Chapter nine ***
Capitolo 11: *** Chapter ten ***
Capitolo 12: *** Chapter eleven ***
Capitolo 13: *** Chapter twelve ***
Capitolo 14: *** Chapter thirteen ***
Capitolo 15: *** Chapter fourteen ***
Capitolo 16: *** Chapter fifteen ***
Capitolo 17: *** Chapter sixteen ***
Capitolo 18: *** Chapter seventeen ***
Capitolo 19: *** Chapter eighteen ***
Capitolo 20: *** Chapter nineteen ***
Capitolo 21: *** Epilogue ***
Capitolo 22: *** Surprise! ***



Capitolo 1
*** Prologo ***




 
1. Prologo



Non era strano come due persone, una donna e un uomo, possano essere ancora amici dopo i tempi del liceo?
Charlie Cooper  e Michael Clifford, due migliori amici da sempre; si erano conosciuti al primo anno di liceo, rimanendo amici ancora adesso.
Oh beh, loro ora, non avevano piu' diciotto e vent'anni, loro adesso erano piu' che adulti;
Charlie aveva ventisette anni, mentre Michael, trentadue.
La loro amicizia era nata un giorno in mensa, dove la piccola Cooper, per cercare di rimorchiarlo finì per “bruciarsi”.


[ “Dovresti finirla di guardarlo, secondo me l'ha capito che vuoi fartelo.” ripetè ancora una volta Melany, la sua migliore amica ai tempi del liceo.
Charlie, non voleva sentire ragioni, era convinta di ciò che faceva, se sarebbe riuscita a conoscere il ragazzo con i capelli verdi, allora, avrebbe conosciuto anche Calum, il ragazzo che le piaceva realmente.
“Sta zitta Melany, so ciò che faccio.”
La ragazza in tutta risposta, sbuffò. Conosceva bene la sua migliore amica e sapeva per certo, che non si sarebbe arresa per nessuna cosa al mondo.


“Ciao.” la salutò Michael, il ragazzo che tanto fissava.
“Ciao.” ricambiò distrattamente lei.
“Ehm, perchè quando siamo in pausa, mi fissi?”
“Non posso? Sai, anche io ho gli occhi.” rispose ironicamente, mettendolo a tacere.
“Comunque, io sono Michael.”
“Ed io Charlie.”
Sorrise squadrandola da capo a piedi “ti piace il mio amico Calum, vero?”
La ragazza si pietrificò d'innanzi a quella specie di essere umano che l'aveva spiazzata con una sola domanda.
Le sembrò impossibile, impossibile di essere riuscita a capirla in meno di venti secondi; doveva ammetterlo, quel ragazzo aveva un nonsocchè di misterioso.
“Spero tu stia scherzando.” rispose Charlie, ancora scossa per quella “stupida” domanda.
“Oh su, non mentirmi. Conosco le ragazze, che pensi? Senti, facciamo cosi; Oggi vieni a casa mia verso le sette, te lo farò conoscere, oh e..tranquilla, non gli dirò che sei segretamente cotta di lui.”  ]

<< ci vediamo al solito posto, ok? >> le inviò Michael, sperando in un suo si.
In realtà, era sempre presa dal lavoro e anche dal suo matrimonio con Jack, un ragazzo che aveva conosciuto tre anni fa in un locale molto noto di Sydney.
<< va bene, ci vediamo fra poco >> le risponse veloce, cosa che fece sorridere Michael.
I due, pur vedendosi poco, fortunatamente si sentivano anche tramite skype o per telefono.
All'inizio Jack, era stato molto geloso del loro legame talmente forte da riuscir a spaccare un'intera roccia; ma dopo molto, era riuscito a capire che loro due, d'altro canto erano e sono, tutt'ora, soltando due buoni amici che trascorrono il tempo insieme, mangiando e scherzando come due eterni adolescenti.
“Amore, io esco” disse Charlie, baciando Jack a fior di labbra.
Il moro annuì lasciandola andare, consapevole di non poterla fermare.


“Giorno Clifford” disse lei, facendo trasparire tutto il suo buon umore.
“Giorno, come procedono i preparativi per le nozze?” chiese Michael speranzoso in un commento negativo, quel tanto che bastava per cercare di farle cambiare idea al riguardo.
Perchè, in un certo senso, Michael era ancora innamorato perso di Charlie, lo era sempre stato fin dalle superiori solo che, invece di confessarglielo, aveva preferito lasciare tutto com'era, solo per paura; paura di rovinare la loro splendida amicizia.
“Oh tutto bene, sono solo un po' stanca..” continuò bevendo il suo tanto amato caffè “Michael, piu' tardi devo andare a provare qualche abito, mi accompagni, vero?”
Il ragazzo annuì, consapevole che per lui sarebbe stata una tortura vederla in quegli abiti nuziali solo per sposare lui, Jack.
D'altro canto, Michael era contento per Charlie anche se ogni tanto, quel pizzico di gelosia c'era e avvolte, veniva anche fuori.
“Ahm, e a te Michael come va?”
“Bene, tutto bene” si limitò a dire, nient'altro.
In realtà, avrebbe voluto confessarle che gli mancano tutte quelle giornate passate a non far nulla, a poltrire su di un'amàca, e a tutte le altre cazzate che facevano quando erano adolescenti.
Forse, era proprio questo il problema; Michael si sentiva ancora un adolescente, Calum glielo ripeteva sempre, gli diceva, avvolte anche gridando, che lui non era piu' un bambino, doveva crescere, doveva diventare finalmente un uomo maturo e responsabile.
Ma Michael, non voleva sentire ragioni, lui sosteneva che “fare cazzate” non era sinonimo di “adolescenza” e che, anche gli adulti lo facevano.
Forse sbagliava, forse no; stava di fatto che Michael era un ragazzo pieno di vita e che, ovviamente, non si sarebbe mai fatto “spegnere” da nessuno, soprattutto da Calum, il suo migliore amico.
“Si è fatto tardi, andiamo?” chiese Charlie, la quale pagò il conto per poi prendere Michael per mano e trascinarlo nella boutique dove avrebbe comprato il suo abito da sposa.
“Dovevo pagare io, non tu” sorrise Michael, innervosito quasi.
“Stai tranquillo, andiamo, entriamo”
Era proprio questo il problema, lui non voleva entrare, lui non voleva guardare Charlie diventare moglie di quello lì che d'altronde, aveva sempre odiato perchè possedeva il cuore della ragazza che aveva sempre amato.
Charlie d'altro canto, era felice, ora stava provando un vestito bianco, con una scollatura a cuore.
“Wow” riuscì a mugugnare Michael, sorpreso di quanto fosse ancora piu' bella con quell'abito elegante.
“Wow?” rise, e il ragazzo la seguì a ruota.
“Mi scusi signorina, ma lo sposo non dovrebbe vedere il vestito, sa che porta sfortuna?” chiese la commessa, preoccupata per le nozze di Charlie.
“Oh..lui è il mio migliore amico, nient'altro” sorrise la ragazza, ritornando nel camerino per provare un altro abito che sicuramente le sarebbe stato d'incanto.
“Nient'altro” quella parola aveva colpito Michael, lo stava rendendo sempre meno importante per lei.



Chiara's space

Ciao a tutte, sono “tornata” con una storia sui 5sos, mlmlml.
Spero che come epilogo vi piaccia, anche perchè ci conto molto su questa fanfiction perchè spero che possa appassionarvi.
Allora, in questo prologo troviamo tre personaggi: Jack, Michael e Charlie.
Qui i ragazzi, non sono piu' adolescenti, bensì sono adulti, e da come si è ben  potuto capire Charlie e Jack stanno per sposarsi.
Beh, che dire? Aspetto recensioni, intanto vi lascio lo spoiler per il capitolo seguente.


 << In realtà, avrebbe voluto confessarle che gli mancano tutte quelle giornate passate a non far nulla, a poltrire su di un'amàca, e a tutte le altre cazzate che facevano quando erano adolescenti. >>
 

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Capitolo 2
*** Chapter one ***


Attenzione: I pezzi scritti in corsivo e postati di lato a destra, sono flashback.
Bene, detto ciò vi lascio leggere, buona lettura.






2. Chapter one


“Ok, l'ho comprato. Non è bellissimo?”
“Nient'altro, sul serio?” chiese Michael, arrabbiato come non mai.
“C-come?”
“Oh su Charlie, ricorda” la spronò Michael, cercando di calmarsi.
“Ah..Michael, ma io non intendevo nel vero senso della parola! Sai quanto tu sia importante per me!”
Ed era la verità, Charlie parlava sempre a Jack di quanto Michael fosse importante per lei, e avvolte Jack ne rimaneva anche deluso perchè non sapeva se Charlie provava quello che provava lui.
“Si, certo. Se ero importante per te ci vedevamo di piu', cazzo Charlie sei la mia migliore amica!” gridò alzando le braccia al cielo per poi farle riscendere lungo i fianchi.
Era stanco, e tutta la sua stanchezza adesso, si era trasformata in nervosismo.
“Non sono sempre libera, Mikey” e quel soprannome che le aveva dato, lo fece sciogliere letteralmente, perchè Charlie aveva questo effetto su di lui, riusciva sempre a calmarlo nonostante tutto.
Anche se ci fosse stata la fine del mondo, Michael sarebbe stato tranquillo se sarebbe stato tra le braccia di Charlie, accocolato lì.
“Abbracciami, stupida” disse allargando le braccia.
La ragazza in tutta risposta sorrise, fiondandosi tra le braccia di Michael, e abbracciandolo forte, come se avesse paura di perderlo.
Lei lo sapeva, sapeva di amarlo, ma voleva reprimere questi sentimenti perchè sapeva che tra di loro non poteva funzionare, potevano essere soltanto amici, nient'altro.


“Allora ci vediamo..” biascicò con la chiave della porta in mano.
“Non sai neanche tu quando potremo vederci. Beh, ci vediamo il giorno del tuo matrimonio. Ciao Charlie” rispose puntiglioso e con un pizzico di ironia.
“Scusa..ma cerca di capirmi, i-io sono sempre impegnata, e..”
Michael la troncò, non voleva che lo compatisse. Lui voleva semplicemente indietro la sua migliore amica, nient'altro.
“Ciao” concluse lui, tornando in macchina e sfrecciando verso casa di Calum.
Charlie in risposta, alzò il braccio in segno di saluto, anche se non fece in tempo, vista la velocità con cui sfrecciò la macchina.
“Ciao amore” la salutò Jack alzando la mano, per poi tornare a guardare la partita.
Lei ricambiò il saluto e andò in cucina, dove iniziò a preparare un dolce; quando era triste, nervosa o preoccupata, le piaceva cucinare dei dolci, perchè in un certo senso, la facevano sentire meglio, quel profumo di cioccolato che tanto amava, il latte che versava dentro una ciotola per il composto, le uova, la farina, tutto la faceva sentire meglio; sembrava quasi che fosse nata per cucinare quelle prelibatezze.
Charlie si sentiva triste, non le piaceva litigare con Michael, perchè sapeva che lui era troppo orgoglioso e che quindi, non l'avrebbe mai perdonata.
Ma ad un tratto, le venne un'idea: decise di preparare la torta con cocco e cioccolato, quella che a Michael piaceva da impazzire, quella torta con cui si sarebbe fatta perdonare, perchè infondo Charlie sapeva che se si voleva far pace con Michael, si doveva prenderlo per la gola.



“Michael, mi spieghi che hai? Sei strano” gli ripetè Calum.
“Nulla, Cal. Sto bene” e fu la terza risposta in quella giornata, anzi, questa volta Calum fu fortunato, visto che non lo rispose a monosillabo, come appena due minuti fa.
“No, non stai bene. Se stavi bene, allora saresti stato diverso” ritornò sull'argomento.
“Vuoi sapere che mi prende, Cal? E' che mi mancano Ashton e Luke, mi manca anche la mia migliore amica! Mi sento..vuoto”
“Per i primi due non puoi fare piu' niente, questo purtroppo, lo sappiamo entrambi. Però, per Charlie..”
Michael guardò Calum, il quale dopo aver incrociato i suoi occhi verdi, abbassò subito lo sguardo, incapace di sostenerlo.
Da quando Ashton e Luke erano morti in quell'incidente stradale, Michael e Calum erano diversi, sentivano entrambi dentro un vuoto che non riuscivano a colmare, perchè infondo quei due erano i loro migliori amici ed ancora oggi, che erano passati dieci anni dall'accaduto, non erano riusciti a dimenticare e a far passare il dolore.
“Charlie..” iniziò Calum, il quale però, venne subito interrotto da Michael.
“No Calum” sospirò “io e lei..siamo solo due amici, lei ora si sposerà, con quale coraggio le andrei a confessare che..beh, che la amo, che sono stato un idiota a non dirglielo prima perchè avevo paura che si rovinasse tutto ciò che avevamo costruito insieme, ovvero, anni di meravigliosa amicizia?!”
“Michael mettendo il caso che tu, glielo vada a dire..cioè..e se ti risponderebbe che ti ama anche lei?” domandò Calum.
Lui sperava davvero che alla fine Michael gliel'avrebbe detto perchè, quei due erano fatti per stare insieme, erano legati da un qualcosa che non si poteva rompere facilmente, anzi, non si poteva rompere e basta.
“Non succederà” riprese l'argomento Michael.
“Va bene, vado a farmi un panino” disse Calum, concludendo lì il discorso.
Michael sospirò per la seconda volta di fila, ricominciando poi a fare zapping.
“Michael, vai ad aprire la porta!?” gridò Calum dalla cucina.
Il ragazzo non si scompose, semplicemente gli rispose “non ho voglia, chiunque sia rimarrà fuori”
E dopo ciò, un ghigno soddisfatto si formò sul suo viso, sapeva perfettamente che Calum era troppo buono per lasciare qualcuno fuori da casa sua.
“Ciao Charlie” salutò calcando l'ultima parola.
Michael, rimase indifferente, sapeva che era orgoglioso e nonostante ciò, non gli importava se Charlie era venuta a casa sua.
“Michael..” mugugnò la ragazza avvicinandosi al divano.
“Dimmi” la rispose, senza guardarla in viso. In questo momento forse, era piu' concentrato a fissare qualche stupido film piuttosto che darle ascolto.
Calum osservò tutta la scena silenziosamente dalla cucina, il quale – dopo svariati minuti – decise di lasciarli soli.
“Ragazzi scusate, ho visto che mi manca la farina, vado a comprarla, a dopo” e con ciò si dileguò soddisfatto.
“Michael, guardami” riprese sconsolata Charlie, che prima di andarsi a sedere accanto a lui, poggiò la sua amata torta sul tavolo della cucina.
“Dimmi Charlie, ti ascolto” spense la televisione e finalmente, le prestò un po' d'attenzione che tanto meritava.
“So che in questi giorni sono stata come dire.. “assente”, e per questo mi scuso..però, avevo anche dei “problemi” da risolvere, il mio lavoro, il matrimonio..cioè, non sono cose semplici..” sospirò ricominciando “se non vuoi perdonarmi va bene, ok. Però prima, mangiamo insieme la torta che ti piace tanto?”
Il ragazzo sorrise, conosceva Charlie e sapeva che ciò che aveva detto infondo, era la verità.
Si alzò velocemente dal divano e andò in cucina, seguito a ruota da Charlie, la quale tagliò i pezzettini della torta, dandogliene poi uno.
“E' buonissima!” esclamò felice Michael, facendo cadere alcune briciole sul pavimento.
“Oh Michael, per favore, non fare il disordinato. Sai che Calum ci ucciderà”
“Mh, hai ragione. Io conosco un altro posto dove gustarla meglio, seguimi” ammiccò facendola sorridere.
Michael prese la torta e con la mano di Charlie intrecciata alla sua si avviarono al piano di sopra, che comprendeva anche un terrazzo fantastico.
“Wow..” si sorprese, la vista da quel punto era incantevole.




“Mi è piaciuta un casino, scusa Charlie se..ogni tanto sono cosi.. “duro” con te..ma sai, ci tengo alla nostra amicizia” sussurrò Michael all'orecchio della sua migliore amica, che nel frattempo l'aveva abbracciato tenendolo – come sempre – saldamente.
“Non fa niente, Mikey” sorrisero entrambi, perchè stare lì in quella posizione era semplicemente piacevole per tutti e due.
Il ragazzo si staccò di poco, avvicinando i due visi tanto da far toccare entrambi i loro nasi.
Quell'attimo sembrava immenso, sembrava non voler passare piu'.
Charlie deglutì imbarazzata perchè sapeva che lei, stava annegando dentro quei suoi occhi verdi, quegli occhi verdi che non vedeva da tanto cosi vicini.
Sapeva anche che ormai, lui l'avrebbe baciata, ma non se ne curò piu' di tanto perchè infondo, lei lo desiderava con tutta sé stessa e quindi, non l'avrebbe mai evitato.
“Charlie..” sospirò, “credo che sia meglio che tu ora..beh, vada” disse, scansando lo sguardo e maledicendosi mentalmente. Quella era l'occasione perfetta per baciarla, lontano da tutti, perfino lontano dagli sguardi indiscreti
ma..Micheal non poteva, non poteva rovinare l'amicizia che si era creata, non poteva far soffrire la sua Charlie, perchè Michael si conosceva troppo bene per tentare un passo cosi azzardato.
“Oh, si giusto..è-è meglio che io vada” ammise lei alzandosi di scatto e tornando di sotto, seguita da Michael.




“E' da tanto che non passiamo un po' di tempo da soli, solo io e te, vero?” chiese Jack, il quale le lasciò dei baci lievi sulla clavicola.
La ragazza sorrise lievemente, cercando di concentrarsi sulla loro relazione.
“Oh M, Jack!” esclamò fin troppo agitata, tanto è vero che Jack se ne accorse, fissandola e, “c'è qualcosa che vorresti dirmi, Charlie?”
La ragazza in questione scosse il capo piu' volte, sperando che quel suo gesto abbia fatto capire a Jack di voler riprendere da dove erano rimasti.
“Vado a farmi una doccia, cosi dopo vado a lavoro e mi levo dai piedi” s'irrigidì il moro, alzandosi dal letto e recandosi in bagno, senza degnarle di uno sguardo.
Charlie sospirò, sapeva che infondo lei era dalla parte del torto, perchè se Michael ieri non si sarebbe fermato, loro si sarebbero baciati e lei sarebbe stata felice di questa cosa.
Con tutta la svogliatezza possibile ed inimmaginabile si alzò dal letto, per poi prendere la sua roba e vestirsi nell'altro bagno.
Erano circa due anni che Jack e Charlie vivevano insieme, all'inizio Charlie non fu d'accordo di condividere casa con il suo ragazzo poiché riteneva che per lei sarebbe stata una cosa imbarazzante. Ma poi, con qualche strategia adottata da Jack, Charlie “cadde” e si fece convincere.
<< ehi, ci vediamo al solito bar, cosi facciamo colazione. Ci stai? >> le inviò Melany, ancora sua amica.
La ragazza appena uscì dal bagno lesse il messaggio e velocemente digitò la risposta, scrivendole che ci sarebbe stata.
Sospirò e ticchettando sulla porta di Jack, disse “ehi..io esco”
“Ok” rispose quest'ultimo uscendo dalla stanza, senza emettere un altro segno.
Charlie aveva capito che Jack era arrabbiato e infondo, non si poteva dargli torto, visto che comunque lui era sempre cosi carino e gentile nei suoi confronti.
Mentre scendeva per recarsi al solito bar d'incontro tra lei e Mel, incominciò a pensare a quando Jack le fece la proposta di matrimonio.

 
“Tu sei pazzo, ma dove mi stai portando?” domandò, in cerca di risposte.
“Sh Charlie, fai troppe domande!” rispose vago, sorridendole appena.
In quel momento stavano correndo come due forsennati, erano a Parigi, per via di una vacanza che li avrebbe “distratti”, aveva detto Jack.
Mentre correvano, arrivarono sotto la Tourre Eiffel, i quali si guardarono attorno meravigliati per la seconda volta in quella giornata “siamo sotto la Tourre Eiffel di nuovo, devo dedurre che ti sei perso?” domandò Charlie ridendo come un'ebete.
“No, sono intelligente io!” esclamò abbracciandola davanti a tutti, senza vergogna di nulla.
“Jack, ci stanno fissando tutti” ammise in imbarazzo la ragazza che Jack amava con tutto sé stesso e che adesso – se tutto procedeva secondo i piani – sarebbe diventata sua moglie.
Senza rispondere alla sua affermazione, si mise in ginocchio davanti a lei, sapeva perfettamente che odiava queste cose ma Jack, d'altro canto non se ne curò poiché lui era consapevole di essere un inguaribile romanticone.
“Vorresti sposarmi, Charlie?” domandò sorridendo ampiamente, quei suoi occhi cosi vivi, quella luce che li illuminava..era tutto cosi meraviglioso e cosi bello che quasi Charlie non riusciva a crederci. Ma purtroppo, ora non aveva in mente soltanto Jack e quell'anello che riponeva nella scatolina, aveva in mente anche Michael: ma doveva lasciarlo alle sue cotte “adolescenziali” visto che comunque, con lui sarebbe stata soltanto una meravigliosa amicizia che – sperava – non sarebbe finita mai.
“Si” disse curvando l'angolo della bocca, convincendo anche sé stessa.
Non era del tutto convinta di compiere questo grande passo, ma lei per rendere felice Jack avrebbe fatto questo ed altro, anche se non era propensa a voler formare una famiglia, con dei marmocchi che giravano in casa, procurandole fastidio.



“Finalmente!” esclamò Mel, venendole incontro.
“Ciao Mel, ciao Becky” salutò prima lei, poi la bambina, ovvero la figlia che Melany aveva dato alla luce pochi anni prima.
Purtroppo, Becky non aveva il padre, o almeno..lo aveva, fin quando non era scappato per sposarsi con un'altra donna.
E Mel, conosceva bene questa donna solo che aveva tenuto il segreto solo per sé, senza rivelarlo.
“Allora, come vanno le cose?” domandò facendo bere del succo alla sua tanto amata creaturina.
“Oh bene, molto bene..no, non è vero. Vanno uno schifo..con Jack sta andando sempre peggio, di male in peggio!”
Melany le sorrise appena, infondo le dispiaceva per la situazione in cui si era andata a cacciare la sua migliore amica.
Jack era sempre stato innamorato di Charlie ed ora che era riuscita ad averla, si sarebbero anche sposati. Solo che, Charlie non era felice. Melany lo capiva, lo avrebbero capito tutti se solo l'avessero guardata negli occhi.
“Michael?” domandò ad un certo punto Melany, provocando da parte della sua amica una risata nervosa, “oh andiamo, non siamo piu' adolescenti. Io e lui siamo due migliori amici, stop. Cambiamo argomento, ti prego”
“Va bene, va bene” rispose dolcemente Melany, sorridendole e chiamando il cameriere.




Michael era in un negozio di chitarre, doveva comprarsene una nuova, visto che la precedente si era accidentalmente rotta.
Voleva che in questa impresa cosi ardua, lo accompagnasse Calum ma lui, avendo da fare aveva rifiutato, lasciando il povero Michael solo.
“Vedo che ti piacciono le chitarre” affermò una voce dietro di lui, una voce che Michael conosceva fin troppo bene.
Il ragazzo girandosi trovò Jack, il quale lo sorrise “si, mi piacciono molto”
rispose educato, infondo doveva cercare di rimanere lucido, non doveva rovinare tutto solo per Charlie.
“Bene, allora..posso chiederti un favore?”
Michael annuisce, inconsapevole di ciò che Jack stava per chiedergli.
“P-potresti aiutarmi a cantare a Charlie qualcosa che le piace? Non so, tu conosci i suoi gusti musicali..quindi..sai, io e lei abbiamo discusso e..vorrei fare pace, visto che non mi piace litigare con quella che sarà mia moglie” ammise, facendo sbiancare Michael.
Il ragazzo deglutì, non sapeva cosa rispondere perchè in verità, non sarebbe riuscito a farlo, e poi, non voleva. Lui odiava queste cose, era del parere che una donna non si doveva conquistare cosi ma soltanto con baci e abbracci..insomma, con le coccole. Ma ovviamente, tutti erano diversi e lui non era nessuno per poter decidere.
Michael, stava per rifiutare perchè non se la sentiva di cantare canzoncine strappa lacrime per la ragazza che amava da tanto ma qualcosa glielo impedì, visto che la voce di Jack rieccheggiò nella sua mente “..verrai pagato ovviamente”
E a tale punto Michael si convinse, infondo aveva bisogno di quei soldi, ne aveva bisogno per pagare l'affitto della casa che divideva con Calum.
“Va bene, quando?”





“Melany, allora ci vediamo domani, va bene? Dio, sono cosi stremata..” riprese Charlie, accasciandosi allo stipite della porta.
“Si, il lavoro è duro. Ci vediamo domani bellezza, ciao!” e con ciò, mise in moto e partì.
“Jack, sei qui?” domandò chiudendo la porta.
In realtà, desiderava davvero fare pace visto che lui a lei ci teneva davvero tanto e infondo, anche Charlie, non era da meno.
Ad un tratto iniziarono a sentirsi le parole di una canzone, quella canzone che cantava spesso con Michael, e dio quanto era felice.

“For a while we pretended
that we never had to end it
but we knew we'd have to say goodbye
you were crying at the airport
when they finally closed the plane door
I could barely hold it all inside..”

Charlie corse velocemente verso il loro giardino, la voce di Michael si sentiva sempre piu' forte e in quel momento il suo cuore era a mille, lui era lì per lei, solo per cantarle quella meravigliosa canzone d'amore.
E, adesso che Charlie aveva raggiunto la stanza aveva il cuore spezzato mentre guardava Michael perchè non era lui a dedicarle questa meraviglia ma era...Jack.
Il suo fidanzato, che presto sarebbe diventato suo marito.
Sospirò piu' volte e fissando Michael sconsolata e triste, andò ad abbracciare Jack con le lacrime agli occhi.
“Che..bello” riuscì a dire.
Ma ovviamente quello che voleva dire non era questo, era tutt'altro: voleva gridare al mondo intero che lei era innamorata persa di Michael Clifford e che, non voleva sposare Jack, anzi, erano altre le sue idee per il futuro.
“Ti piace, amore?” domandò Jack sorridendole e lei a quel punto non potè far altro che baciarlo.
Michael al contrario, era nervoso: non riusciva proprio a vederla tra le braccia di quello lì, voleva soltanto picchiarlo a sangue e poi prendersi la sua Charlie e baciarla, baciarla all'infinito.
Si schiarì la voce di proposito, sperando di poter interrompere quel bacio.
“Bene, allora io..” si prestò a dire.
Jack annuì e, andando di sopra andò a prendere i soldi, per pagarlo.
“Sei bravissimo..” mormorò Charlie accarezzandogli il braccio con dolcezza.
Lui, prese a fissarla negli occhi, voleva davvero baciarla, era al limite, non ce la faceva. Era consapevole di tutto, però..diamine lei era lì, davanti a lui, cosi stanca ma cosi dannatamente sexy e lui, invece, non poteva far altro che sorriderle e andarsene, perchè infondo non sarebbe stato corretto nei suoi confronti. E poi Michael, era al corrente del fatto che Charlie e Jack formassero una bellissima coppia per quanto ovviamente, gli costava ammetterlo.
Avrebbe mai potuto rovinare l'amore tra lei e Jack, spezzandole il cuore e rovinando la loro amicizia? No, mai.





Chiara pov's

Ciao a tutte, belle bambole!
Eccomi di nuovo qui con il primo capitolo.
Allora, come vi sembra?
Mh, qui si cominciano a “conoscere” meglio i personaggi: Jack, è un vero e proprio romanticone, poi c'è Melany, la (migliore) amica di Charlie, Mikey che è sempre piu' innamorato di Charlie e, Calum l'amicone di Michael.
Aww, bene. Io ora vado, cosi non vi rompo piu' le scatole, ahaha.

 
Un bacio, Chiara.

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Capitolo 3
*** Chapter two ***


3. Chapter two


“Sono felice che ti sia piaciuta..” mugugnò Jack sulle sue labbra.
Charlie sorrise appena, riprendendolo a baciare dolcemente.
“Non so come ringraziarti..” ammise, per poi scansarsi di poco e ricominciare a mangiare.
“Oh beh..” iniziò lui ammiccando verso la ragazza.
Charlie, capì subito le intenzioni del suo ragazzo: Jack voleva fare l'amore, ma lei al contrario, non era del giusto umore, era triste perchè stava sperando in un amore impossibile, che non sarebbe mai potuto esistere.
Lei conosceva bene Michael, e conosceva anche tutte le sue ex ragazze; si sarebbe stancato di lei velocemente e poi, a quel punto, cosa avrebbe fatto?
Mandare a monte la storia con Jack per Michael..beh, non le sembrava l'idea piu' opportuna anche se, il suo cuore le diceva, la pregava di farlo, di provarci.
Scosse il capo e, “vuoi fare l'amore con me, vero Jack?” domandò, arrivando dritto al punto.
Per poco non si strozzò “dritta e concisa! Cosi mi piaci, piccola” scherzò, accarezzandole la schiena.
Charlie sospirò, era da tanto che non avevano rapporti sessuali e, per quanto non fosse in vena, decise di accontentarlo.
“Charlie, cos'hai?” chiese Jack, riferendosi al fatto che continuava a sbuffare in una maniera lancinante.
“Nulla, davvero”
“Ti prego non dirmi cazzate, ho sbagliato qualcosa? Ti giuro, non ti riconosco piu'! Sei strana, sai che puoi parlarne con me, perchè non ti apri? Non tenerti tutto dentro” le pregò, abbracciandola in un secondo momento.
Jack era l'inverso di Michael: se Michael era orgoglioso, beh..Jack non lo era, lui era il tipo che sapeva mettere da parte l'orgoglio se solo ci teneva davvero ad una persona.
“Hai ragione..scusami, è che..il lavoro, i preparativi per le nozze, mi stressa tutto ciò” mentì, non poteva dirgli la verità, specie a questo punto: tra poche settimane si sarebbero sposati.

“Amore, tranquilla. Non devi essere cosi nervosa, il matrimonio andrà bene, andrà tutto per il verso giusto, ok?” le disse, cercando di confortarla.
Jack odiava vederla triste, non gli piaceva vedere la donna che amava infelice, perchè la Charlie che aveva conosciuto era diversa, aveva vitalità, e aveva un sorriso che faceva invidia ai diamanti.
Il ragazzo doveva ammetterlo, anche se poco, provava invidia verso Michael perchè notava – seppur non avendo mai detto niente – che tra loro ci fosse un'intesa, un rapporto bellissimo che faceva stare bene entrambi, sia Charlie che Michael.
E questo un po', lo preoccupava.
Charlie annuì e lui le sorrise ancora, lasciandole un dolce bacio sulla fronte per poi, andarsi a coricare: domattina avrebbe avuto da fare.



Jack uscì presto di casa, infatti non fece neanche colazione.
<< io e te dobbiamo parlare, Melany. >> spiegò veloce, per poi rimettere a posto l'oggetto metallico.
Jack e Melany si erano sempre evitati, da quando era successo “quell'errore”, non si erano piu' rivolti parola per paura che ricapitasse.
<< dove ci vediamo? >> fu la risposta della ragazza, impaziente di vederlo.
Perchè in un certo senso, Melany provava ancora qualcosa per Jack, ma questo, non poteva essere definita semplice attrazione, bensì qualcos'altro che Melany cercava in tutti i modi di sopprimere.
<< Ci vediamo al parco.. >> e con ciò, Jack chiuse la loro conversazione.
Chiuse la portiera della sua auto e a passo veloce si diresse verso la “loro” panchina.
Beh, lì avevano iniziato il “rituale” per concepire Becky, fino a quando qualcosa o meglio qualcuno non si introdusse nella loro vita.
Prima che Jack conoscesse Charlie, lui era attratto da Melany, il loro rapporto si faceva sempre piu' bello ogni giorno, fino a quando, dopo la notte passata insieme, Jack decise di “cambiare donna” e cosi, conobbe Charlie.
Inizialmente, Melany non sapeva di essere incinta, ma poi, con il passare di qualche giorno, iniziarono i primi “avvertimenti”.

Melany aveva passato l'intera notte in bagno, a vomitare e ciò, la stava facendo preoccupare ancora di piu' di quanto già non lo fosse.
“Domani andrò a fare il test” ripetè a sé stessa; la paura di essere rimasta incinta era davvero grande, lei non era pronta per avere dei figli.
La mattina seguente si svegliò presto, bevve un sorso di latte e si preparò per uscire e andare in farmacia.
Il sospiro si faceva sempre piu' intenso man mano che proseguiva, la saliva mancava, segno che era davvero molto tesa.
Appena arrivata entrò e subito chiese alla dottoressa ciò che le interessava.
“Sono dieci e ottanta” le disse, Melany pagò e uscì per recarsi a casa sua, dove avrebbe saputo la verità.


 
“Non è possibile..” ripetè ancora una volta fissandosi allo specchio: tutto ciò non poteva essere reale, lei non poteva essere veramente incinta.
Presa dal panico chiamò subito Jack riferendogli la notizia, infondo doveva sapere che Melany stava aspettando un figlio da lui.
Pronto? -
- J-Jack..s-sono incinta-.
Il ragazzo a primo impatto rise, fermandosi un attimo dopo -come sarebbe a dire che sei incinta?-
-Jack sono incinta! Sto aspettando un bambino-.
Deglutì, Melany si fissò le mani: stava tremando.
-Come fai a sapere che sono io il padre?-
-Jack..per favore- sospirò cercando di calmarsi -l'ultima persona con cui ho..sei stato tu, perciò il bambino è tuo!-
-Non ne voglio sapere niente, ora io mi sto frequentando con Charlie- continuò sospirando -senti..non dirle niente, fra poco passerò a casa tua, cosi..non so, ci vediamo dopo-.
E con ciò chiuse la chiamata.
Dopo un'oretta passata ad agitarsi Melany sentì il campanello di casa sua suonare, in fretta andò ad aprire con le lacrime che le scendevano impetuose “Jack, finalmente!” sputò buttandosi su di lui.
“Mel..dio mio, come è potuto succedere? Cioè..n-noi abbiamo usato le precauzioni” disse d'un fiato, scansando la ragazza e iniziando a fare su e giù per l'appartamento.
“Jack..ti prego, non abbandonarmi” sussurrò con un filo di voce.
Era inutile nasconderlo: Melany stava male, colpa della gravidanza e di Jack, se non fosse stato per lui tutto ciò non sarebbe successo. E, cosa peggiore ora di mezzo c'era anche Charlie, lei doveva sapere tutto ciò che stava succedendo.
“Melany, non dire nulla a Charlie, te lo chiedo in ginocchio”
Jack non era pronto per un bambino, Jack non era piu' attratto da Melany, ora per lui contava solo Charlie, la sua Charlie.
“Andrà tutto bene, vedrai..” le sussurrò abbracciandola per cercare di convincerla.
La ragazza annuì, “non dirò nulla..ora, va via”
“C-credo che sia meglio che..beh” incominciò lui, cercando di farle capire che non voleva prendersi cura del bambino.
“Jack, esci” e con ciò la loro conversazione si chiuse, portandoli a non parlarsi per settimane, mesi e anni.



“Volevi parlarmi?” domandò Melany, sospirando e sedendosi difianco al suo uomo.
Perchè si, Melany lo considerava ancora suo: nonostante ci fosse di mezzo Charlie e nonostante avesse rifiutato di prendersi cura della bambina.
“Si, so che sei l'ultima persona a cui dovrei chiedere qualcosa, ma..Charlie è abbastanza strana, tu per caso, sai se c'è qualcosa che la turba?”  
Melany sussultò, era solo questo che voleva chiederle.
Non voleva invece, sapere come stava sua figlia Becky, non voleva essere messo al corrente di ciò che faceva, di quanti anni aveva, non voleva sapere nulla di tutto ciò e questo, la fece andare in bestia.
“Cioè tu, dopo tutti questi anni, vieni a cercarmi solo per chiedermi cos'ha Charlie?!” domandò ormai furiosa.
Era impossibile rimanere calma, perchè non poteva capacitarsi del fatto che dopo ben dieci anni lui si rifacesse vivo chiedendole di Charlie.
“Scusa, hai ragione” rispose Jack fissandola intensamente negli occhi.
Era un uomo che sapeva riconoscere i suoi errori, e quello era uno dei tanti che aveva commesso.
Dopo aver saputo che Melany aspettava un bambino da lui, Jack le fece promettere di non dire nulla a Charlie per paura che poi, potesse lasciarlo di punto in bianco.
E lui non voleva questo, lui a quell'età non era pronto per avere una famiglia, un bambino. Lui voleva essere libero come un uccello, vagare e realizzare ogni suo sogno piu' represso.
“Come sta..nostra figlia?” chiese ad un tratto, spiazzando la povera Melany che per anni, aveva sopportato il peso di non rivelare a nessuno l'identità del padre di Becky.
“Oh..” sospirò “b-bene..sta bene..” riuscì a dire.
“Sono contento..sai, in verità mi dispiace non essere presente ma..il mio matrimonio con Charlie si sta avvicinando e..” cercò di spiegare ma Melany lo troncò subito, asciugandosi una lacrima, “non importa. Ormai ho insegnato a Becky a cavarsela da sola..è ancora piccola è vero, ma..riusciremo ad andare avanti anche se..mi manchi” affermò concisa, senza giri di parole, soltanto la realtà dei fatti.
Lasciò Jack senza parole perchè lui voleva davvero riuscir a completare quel “puzzle” che infliggeva cosi tanto Melany, ma..non poteva. Sapeva per certo che non ci sarebbe riuscito perchè lui amava Charlie e non la ragazza con i capelli scuri.
“Scusa..scusa se per tutti questi anni non mi sono fatto sentire, hai ragione e se vuoi, puoi prendermi a pugni in faccia..ma..io sono innamorato di Charlie e..” sospirò fissando altrove “mi dispiace”
La ragazza annuì e incapace di guardarlo si alzò e cercò di andarsene “devo andare a lavoro..” disse semplicemente, prendendo la borsa e incamminandosi.



Michael era disteso sul suo letto a pensare, con lo sguardo perso tra i colori del suo soffitto.
Pensava a tutto, al suo lavoro, alla sua vita e...alla morte dei suoi due migliori amici, avvenuta molto tempo prima.

 
“Ragazzi noi allora andiamo a farci una birra, venite con noi?” domandò Luke con il suo solito sorrisetto in viso.
Calum rifiutò, era troppo preso a giocare a fifa con Michael per accorgersi che quello sarebbe stato l'ultimo giorno nel quale avrebbe parlato con Ashton e Luke.
“No, andate voi” li congedò il ragazzo dai capelli verdi.
E, detto ciò, Ashton aprì la porta seguito da Luke, entrambi ignari del fatto che quel giorno sarebbe stato l'ultimo della loro vita.
Tutti e quattro avevano un lavoro ben pagato all'Infinity pub, un locale strapieno di gente - ventiquattro ore su ventiquattro - che si divertiva, e che beveva fino a diventare ubriachi.
Loro lì non erano camerieri, ma bensì cantavano: era la loro passione e con quel lavoro stavano esaudendo il loro sogno per metà.
“Dove si va, Ash?” chiese Luke mettendosi al volante dell'auto color nero pece.
“Uhm, che ne dici di fare un salto in quel pub aperto da poco?” il biondo annuì e mise in moto.
Appena arrivarono, un'ondata di fumo gli avvolse, quel locale aveva la nominata di essere frequentato da “snob” e da “brutte persone” ma ovviamente, i due se ne infischiarono.
Dopo aver trascorso una bella serata e aver bevuto ormai, come due spugne, decisero di tornare a casa, e che per loro quella serata era bastata e avanzata.
Luke, era un ragazzo abbastanza responsabile, aveva bevuto, vero, ma rispetto ad Ashton molto meno: quel ragazzo non sapeva controllarsi.
“Andiamo Ash” ordinò ghignando il biondo, mettendo in moto e avviandosi verso casa.
Dopo un bel pezzo di strada i due chiusero gli occhi, momento seguito da un rumore molto forte proveniente dal davanti della macchina.




“Come stanno?” la voce di Michael rieccheggiò in tutta la stanza, era preoccupato, in quel momento si stava maledicendo perchè se ci fosse stato lui con loro, i suoi migliori amici non avrebbero corso alcun rischio.
“Non credo che riusciranno a..” e dopo aver ascoltato gran parte di quella frase, Michael sbattè violentemente la porta, recandosi nella sala d'aspetto.
Si sedette, prendendosi poi la testa tra le mani e sentendo il dolore affliggerlo, il cuore gli si stava rompendo in mille pezzi.
Era nervoso, era arrabbiato con sé stesso perchè lui dopo varie bevute era sempre quello del gruppo ad essere piu' lucido e se fosse andato con loro tutto questo non sarebbe successo.
“Michael..” lo richiamò una voce femminile, flebile, rotta quasi dal pianto.
Il ragazzo alzò subito la testa e intravide quegli occhi che lo fecero sentire – anche se di poco – meglio.
La visione che Charlie ebbe di Michael fu pessima, aveva gli occhi rossi e gonfi ed era piu' pallido del solito.
Non voleva parlare con nessuno, neanche con Calum, tanto è vero che quest'ultimo aveva chiesto ulteriori spiegazioni ai medici, tentando invano di salvare i suoi migliori amici.
“Mi dispiace..” riprese quella vocina; ma Michael non rispose, era triste, era..afflitto.
“Voglio stare solo, Charlie” rispose infine, cercando di ottenere quella pace che desiderava.
“No, non ti lascio, Mikey. Se vuoi, prendimi a parolacce ma io..non ti lascerò a soffrire da solo, sfogati se vuoi, piangi, io sono qui per te” e con questa frase Michael non se lo fece ripetere due volte, si fiondò sul suo petto e iniziò a singhiozzare, ignorando le persone che li fissavano.
Michael aveva bisogno di conforto da parte della sua migliore amica, della persona che amava, e non c'era cosa piu' bella sapere che lei c'era.


Il giorno dopo, Michael e Calum erano a pezzi, i medici annunciarono la morte dei due e che purtroppo, non si era potuto far nulla.
Inizialmente il primo reagì male, prendendo le chiavi della macchina e iniziando a guidare verso una meta non molto precisa.
Non tornò a casa per ben due lunghi giorni, decidendo infine di farsi vivo e di non far preoccupare ulteriormente le due persone che tenevano a lui: Calum e Charlie.”




“Ehi Michael, sei pronto?” chiese Calum, fissandosi un'ultima volta allo specchio.
Il ragazzo dai capelli verdi annuì e insieme al moro si avviarono per andare al lavoro.
Per molte serate Michael aveva dato buca, non presentandosi. La verità era che gli faceva strano tornare nel locale in cui cantava con Luke e Ashton.
Ma tutto ciò, lo stava facendo per Calum, stava tornando nel posto in cui odiava mettere anche solo un piede, perchè per Calum, Michael avrebbe fatto di tutto.
“Scusa se ti ho costretto..” sospirò il moro fissando l'espressione di Mike.
Quest'ultimo scosse la testa emettendo un piccolo sorrisetto “tranquillo, abbiamo bisogno di soldi”
E con questo, la serata incominciò.




“Jack, ma perchè per forza in questo locale?” domandò per l'ennesima volta Charlie, nervosa per il ricordo inquietante di quel posto.
Anche se non parlava molto con Ashton e Luke lei li riteneva suoi amici, e quando purtroppo, se ne andarono soffrì anche lei: un po' perchè non riusciva a vedere Michael in quello stato e un po' perchè gli sarebbero mancate tutte le loro scemenze.



 
“Devi smetterla di indossare i miei calzini in testa, Ash” disse Luke accigliando il povero riccio.
“Sono comodi e poi..hanno un nonsocchè di sexy” scherzò facendo ridacchiare Charlie che era lì per via di Calum.
“Ehi..Mike, dov'è..Calum?” domandò cercandolo con lo sguardo.
“E' andato a comprare la pizza, torna fra poco, tranquilla” la rassicurò sorridendole e tornando a giocare a fifa “ehi Luke, ti va una sfida?”
Il biondo non se lo fece ripetere due volte, in un secondo si fiondò sul divano, prendendo il joystick blu che riteneva essere “speciale” solo perchè gliel'aveva regalato la ragazza che gli piaceva.
“Ehi Charlie, ti va di provare un calzino di Luke?” domandò Ashton ridendo per l'espressione confusa che aveva messo su la ragazza.
“M-ma..cioè, non mi sembra una cosa norm-” continuò facendo scendere le braccia lungo i fianchi “Ashton!”
E dopo quella sua affermazione il ragazzo in questione prese a ridere, per il calzino che le aveva infilato mentre era presa a parlare.
“Sono a c-” si bloccò fissando l'enorme casino “Luke Michael, riordinate questo macello e tu Ashton..” sospirò “cosa ci fai con i calzini di Luke in testa? E poi, perchè Charlie ti sta dando corda?” domandò confuso, ridendo in un secondo momento.
“Oh ehm..” incominciò Charlie in imbarazzo “non..non gli sto dando corda, gliel'ho detto a questo idiota che i calzini vanno messi ai piedi e non in testa!” esclamò arrossendo di colpo.
Avere a che fare con Calum la rendeva sempre agitata, non riusciva a controllarsi tanto è vero che molte volte Luke l'aveva beccata a fissare Calum in un modo “scomodo”.


“Cos'ha che non va?” chiese, accarezzandole il braccio.
La ragazza aspettò un po' prima di parlare, prese a fissarsi intorno, notando la miriade di gente che si era affollata d'innanzi al palco.
“Andiamo, voglio vedere chi è che suona” disse, trasciando Jack in mezzo alla sala e ignorando la domanda di poco prima.
Appena riuscì a intravedere qualcosa, un sorrisino si fece largo sul suo volto: erano Michael e Calum.




Chiara's space

Ciaao!
Finalmente sono riuscita a postare il capitolo!
Scusate la lunga attesa :c
Alloora, per quanto riguarda le recensioni...DIO VI ADORO!
18 RECENSIONI in due capitoli! Cioè..i-io non so come ringraziarvi!
E' davvero bello vedere che la storia che state scrivendo con tutto l'animo possibile (?) venga apprezzata.
Sono appena tornata dal mare e..sono scottata.
Anzi, credo di aver preso anche l'insolazione.
Stupida, stupida, stupida.

Mh, parlando del capitolo: ho messo un bel po' di flashback in modo tale da potervi far capire che cosa è successo in passato e, anche com'è avvenuta la morte (ovviamente non la auguro, perchè sono i miei idoli, intendiamoici) di Luke e Ashton :c
Poi, abbiamo scoperto anche chi è il padre della povera piccola Becky, figlia di Melany..
Voi, cosa ne pensate? Spero di ricevere recensioni almeno capisco se il capitolo vi è piaciuto, ok?
Bene, ora mi dileguo perchè devo correre a mettermi qualcosa altrimenti mi ritrovo all'ospedale..ahah, un bacione belle.

                                                                                        Chiara


ps. Giusto per conoscerci meglio..quanti anni avete? Io sedici e tra poco, ne compirò diciassette! Uaao. Hahah, ciao belle. <3

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Capitolo 4
*** Chapter three ***


ATTENZIONE: Leggete lo spazio autrice a fine capitolo, è importante.


“Mikey..” sussurrò ammaliata da quella visione.
“Cosa? Non ho sentito, hai detto qualcosa?” domandò Jack, avvicinandosi all'orecchio della sua ragazza in modo da potersi far sentire.
“No, nulla”
“Ma quelli non sono i tuoi amici?” chiese ancora, indicando prima Calum e poi Michael.
Lei annuì, aspettando impaziente di sentirli cantare.
Amava quando il suo Michael lo faceva,  adorava guardarlo strimpellare qualcosa con la chitarra o ancora, quando iniziava a cantare per lei perchè era giù di tono.
“Come mai sei triste?” gli chiese notando l'espressione del viso di Charlie.
“Nulla, sto bene Mike” rispose semplice, non voleva dirle che aveva sentito o, per meglio dire, origliato la conversazione di Calum con Luke.
“Sono il tuo migliore amico, ti conosco. Vuoi dirmi o no cosa ti turba o vuoi che lo scopra?” domandò facendola scegliere tra due opzioni: Charlie era al corrente del fatto che Michael avrebbe fatto di tutto per scoprire cosa c'era che non andava, e perciò era meglio confessare tutto per evitare ulteriori litigi.
“Ho ascoltato Luke e Calum che parlavano..” sussurrò girando il capo dalla parte opposta in cui era Michael.
“E..?” chiese aspettando che continuasse.
“E..Luke ha chiesto a Calum se provava interesse per me..e..lui ha risposto che mi vede come un'amica..”
Il ragazzo al suo fianco sorrise sollevato, non gli piaceva l'idea di vederla stretta a Calum, anche se sapeva che lui era un bravo ragazzo.
“Oh, non sa cosa si perde allora” disse semplicemente, abbracciando Charlie e baciandole il capo.
“Non ho nulla di chè, Mike”
Scosse la testa, odiava quando Charlie si sminuiva, lei era importante, lei era una ragazza rara, che non si trovava ovunque “Charlie, non dire stupidaggini. Tu sei..una rarità, evidentemente non era destino, tutto qua” spiegò tenendola ancora piu' stretta, voleva che capisse – attraverso questi piccoli gesti – che lei per lui non era solo un'amica, ma qualcosa di piu'.
“Mh, ricordi quella canzone..che cantiamo insieme quando sei triste?” le chiese facendola sorridere.
“Qualcosa mi dice che te la ricordi..” iniziò mettendole un braccio attorno alla spalla “no dai Michael..”
“Sh” le sussurrò “you're insecure, don't know what for, you're turning heads when you walk through the door, don't need make up..” e queste piccole frasi, fecero sorridere Charlie, portandola ad avventarsi verso il collo di Michael, per stringerlo in un abbraccio soffocante che  piaccque ad entrambi.


“Buonasera!” gridò Calum dal microfono sfoderando un sorriso sincero verso la miriade di persone che erano lì per sentirli cantare.
“Non dirmi che canteranno” disse Jack esterrefatto, mai avrebbe pensato che quei due potessero fare una cosa simile, visto la timidezza incontrollata di Calum.
Ma evidentemente, si sbagliava.
“Si, canteranno” rispose innervosita Charlie, quel suo tono rivolto verso Jack apparì duro, violento, come se alla ragazza desse fastidio il modo in cui Jack avesse pronunciato quella frase.
“Oh..ok” rispose concludendo lì la conversazione.





“...don't waste your time on me you're already the voice inside my head” e alla fine di quella frase tutte le persone che erano lì applaudirono, rendendo il tutto ancora piu' irreale per Michael e Calum.
Charlie seguì la folla, dedicandosi anche a piccoli urletti, ovviamente rivolti verso Michael che continuava a fissare da ormai mezz'ora o forse, anche di piu'.
“Vado a prendere da bere, mi trovi al bar” si dileguò Jack, sbuffando.
La ragazza non lo calcolò nemmeno, era troppo presa ad avanzare verso i suoi due amici.
“Ciao” esordì Calum, baciandole le guancie.
“Ciao Cal, ciao Michael” ricambiò.
“Allora, ti siamo piaciuti?” domandò il moro, fissando prima il suo amico e poi la ragazza.
Charlie annuì, per poi guardarsi intorno come per cercare Jack, “sono venuta qui con..Jack e..non..non lo trovo” ammise, fissando Michael.
“Oh beh, allora Clifford ti aiuterà a cercarlo, vado in bagno, a dopo” e con questa frase si dileguò, non prima però di aver dato una pacca verso il suo caro amico.
“Dove l'hai visto l'ultima volta?” domandò, prendendo per mano Charlie, come quasi se non volesse perderla tra la folla.
“Era qui con me, poi non so, è sparito” ammise, stringendo ancora di piu' la presa e incastrando le dita tra la sua mano.
Avere a che fare con Michael e con i suoi strani contatti fisici mandava Charlie in escandescenza; non le permetteva di ragionare, di parlare..era presa solo ed esclusivamente dal suo Michael.
“P-perchè non usciamo fuori? Forse è li” disse, sperando in un consenso da parte del ragazzo.
In verità, l'aria in quel locale si era fatta viziata, c'erano troppe persone che fumavano e a lei il fumo non era mai piaciuto.
Michael annuì e insieme, si catapultarono fuori al locale.
Charlie inspirò, “sei stato davvero bravo..”
Subito alzò lo sguardo, posizionandolo sopra la sua migliore amica, per poi sorriderle dolcemente “grazie..ma, è merito tuo. Non ho smesso di guardarti per tutta la serata, sei tu che mi dai la forza” confessò, maledicendosi un attimo dopo.
Michael non si stava rendendo neanche conto di ciò che gli stava capitando.
Giorno dopo giorno si stava innamorando sempre di piu', alla fine sarebbe esploso, ne era certo.
Charlie al contrario, non riuscì a fiatare, era in delirio e cosa peggiore, stava arrossendo in una maniera disarmante.
Michael a quel punto, distolse lo sguardo dal suo viso, incapace di guardarla ancora e di non pensare a quanto avrebbe voluto assaporare quelle labbra perfette che vedeva quasi ogni giorno.
“Charlie, eccoti finalmente!” esclamò Jack con due bicchieri in mano.
I ragazzi, appena udirono tale voce, sciolsero l'intreccio fatto con le loro mani e presero a sorridergli “ciao Jack” lo salutò il ragazzo dai capelli ancora verdi, cosa che amava da quando era adolescente.
“Ciao” rispose sorridendogli, anche se era un sorriso finto Michael non se ne curò, visto che aveva capito che entrambi non si sopportavano.
“Tieni Charlie, ti ho preso il drink” si affrettò a dire, cercando di smorzare l'imbarazzo.
“Thè alla pesca, quello che piace a te” riprese porgendoglielo.
Michael, dopo aver udito tale osservazione prese a ridacchiare “al limone, Jack. Al limone”
Il ragazzo evidentemente non capì, “si, ma l'ho preso a Charlie, non a te”
E qui, finalmente, la ragazza in questione si decise a parlare, ripetendo le parole che aveva detto poco fa il suo migliore amico “Jack..io odio il thè alla pesca..”
E a questo punto, il moro non riuscì a far a meno di prendere il tutto e andarsene, portando con sé le due bevande e lasciando i poveri ragazzi soli.




“Jack..” mugugnò Charlie, sperando in un abbraccio.
“Com'è che quello conosce i tuoi gusti ed io, che fra poco sarò tuo marito no?” domandò, facendo riferimento al fatto accaduto qualche istante prima.
“E' il mio migliore amico, mi conosce da una vita..non..non prendertela” rispose semplicemente.
In verità Charlie, era rimasta colpita dalla frase di Michael: non avrebbe mai pensato che se ne ricordasse ancora, insomma, ormai beveva solo caffè, il thè l'aveva lasciato alla sua adolescenza.
Era incredibile come Michael si ricordasse tutti i particolari, tutti gli attimi e le emozioni passate assieme.
Sorrise inconsapevolmente, mostrando quel sorriso che aveva fatto innamorare sia Michael che Jack, quel sorriso sincero.
“E' che mi manda in bestia il fatto che..siate cosi legati, cioè, lui ha trentadue anni, quando cazzo si muove a trovarsi una donna?” domandò sbuffando e mettendosi a sedere.
Charlie sussultò. Lui non si sarebbe mai trovato “una donna”, perchè lui doveva rimanere solo. O per meglio dire, non avrebbe dovuto abbandonarla.
Odiava anche solo pensare a Michael con un'altra, insomma..tutte le tenerezze che dedicava a lei non poteva dedicarle anche alla sua “inesistente” – per ora – fidanzata.
“Una donna? Dio Jack, ma in che mondo vivi? E poi, Michael..non ha trovato ancora quella giusta” si prestò a dire, acidamente.
“Ed è ovvio! Considerando quel caratteraccio che si ritrova. E poi, non parliamo dei suoi capelli..diamine, quando cavolo si muove a tingerli di nero o non so, un colore piu'..normale?” sbraitò alzandosi per recarsi in cucina.
“Senti,” sospirò per cercare di rimanere calma, nessuno avrebbe mai dovuto toccare il suo Michael “prima di tutto, non ha un caratteraccio. Anzi, tu non puoi neanche immaginare quanta dolcezza abbia. E poi, è bellissimo anche con dei capelli verdi e perchè no, sarebbe stupendo anche pelato!” gridò nervosa, realizzando un attimo dopo ciò che aveva appena detto.
“Bellissimo?” ripetè Jack, avvicinandosi a lei.
“I-io..non ho detto bellissimo, intendevo..”
“Charlie, cosa stai dicendo?” chiese ormai sbiancato in viso.
“Nulla..sono..sono stanca” e con ciò, si recò in camera da letto per cercare di riposare.
“Giorno piccola” le accarezzò la schiena il moro, baciandole dolcemente sulla testa.
Jack era cosi tutte le mattine, anche se la sera prima era sembrato acido e cattivo, adesso era diverso. Secondo Michael soffriva di bipolarità, visto che aveva avuto a che fare molte volte con i cambiamenti d'umore dell'uomo.
Ma Charlie ovviamente, smentiva sempre tutto.
“Mh, giorno” rispose affrettandosi a scendere dal letto.
“Scusa..per ieri” disse d'un tratto Jack, abbracciandola da dietro e posizionando il suo capo nell'incavo del suo collo per baciarlo e perchè no, farle un succhiotto.
“Tranquillo” rispose decisa, girandosi poi verso Jack e iniziandolo a baciare.
Charlie non si spiegava il motivo di quel bacio, evidentemente desiderava soltanto qualcuno che le desse l'affetto che voleva, senza se, senza ma.
Michael non poteva darglielo, lei lo sapeva: si sarebbe stancato presto di lei e l'avrebbe abbandonata. Per questo era meglio sopprimere quella maledetta vocina che le diceva, ogni volta di baciarlo. Lui l'avrebbe trattata come un giocattolo, ne era certa.
Cosa che appunto, non succedeva tra migliori amici. Lui con lei era diverso, era..dolce, premuroso..e..geloso: cosa che comunque, non vedeva quando era fidanzato.
“Ehi, ho un'idea” ammise tutto d'un tratto Jack, tenendo stretta ancora la sua Charlie.
“Dimmi” mugugnò, cercando di liberarsi, con scarsi risultati ovviamente.
“E se..facessimo conoscere Melany a Michael?” domandò, spiazzando la povera ragazza che in questo momento, non potè far altro che dire “oh..no, non credo che sia..una buona idea. Lui..lui deve..cioè, non vuole avere ragazze, e poi..no, no”
Stava delirando, Jack l'aveva capito. Chiunque l'avrebbe capito.
Il solo pensiero di vedere Melany con Michael, abbracciati, avvinghiati, e tutto il resto, mandava in confusione e in rabbia Charlie. Lei non l'avrebbe permesso.
“Jack, no. Fine del discorso” e alzandosi, si preparò per vestirsi e andare a lavoro.

 
Chiara pov's


Buonsalve(?), ehm..ma che..dico?
Hahah, boh.
Allora ringrazio – come sempre – tutte le anime pie che mi sopportano e che, riempiono questa storia di recensioni!
Vi ringrazio tantissimo, non sapete come mi fate felice.
Allora, passando invece, al capitolo (so che è corto ma l'ho dovuto tagliare per vari motivi e tra questi c'è il fatto di farvi rimanere con l'angoscia, muahahah) vi piace? Spero vivamente di si, anche perchè ho sudato trenta camicie per farlo uscire come volevo.
Anche se, non mi piace lo stesso.
Sinceramente, credo che non sia niente di che..bah.
Ma, come al solito sta a voi deciderlo!
Ah, prima che me ne dimentichi..credo che la storia avrà massimo venti capitoli, non di piu'.
Sinceramente, non ho voglia di farne quaranta e pass..anche perchè credo che poi stancherebbe. Invece, venti credo sia una lunghezza accettabile.
Ok, vado se no non mi cagate minimamente, uhuhu.
Un bacione, Chiara.

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Capitolo 5
*** Chapter four. ***


Chapter four

 

“Jack, su. Se ha detto no è no” si affrettò a dire Liam, il suo migliore amico, nonché compagno di lavoro.
“No Liam, tu non capisci..io..devo farlo, cioè, io so per certo che Michael è cotto della mia, e sottolineo, mia Charlie! E..non so, qualcosa mi dice che anche lei ne è attratta..ho paura Liam. Devo farlo conoscere con Melany, cioè, so che lei ha una bambina che tra l'altro e anche mia figlia, ma..non mi importa. Dio, che nervi” si spiegò veloce, l'aveva capito, anche Jack era al corrente che Michael provava qualcosa per Charlie.
E, cosa peggiore, non gli sarebbe importato di nulla pur di portare avanti questa sua pazzia. Non si sarebbe preoccupato di Melany, che aveva una figlia a cui accudire, non gli sarebbe importato dell'amore che Melany provava ancora nei suoi confronti, lui era sfacciato, e anche testardo e ovviamente, cosi come affermava lui, ci sarebbe riuscito.
“Jack, dai retta a me. Lascia perdere..lì finisce male, e se Melany confessasse qualcosa a Michael?” domandò il moro, preoccupato per il matrimonio del suo amico.
Era inutile nasconderlo, ormai le persone che sapevano di quel “segreto” erano solo tre e non ce ne sarebbe stata una quarta, o almeno cosi diceva Jack.
“Non lo farà” riprese l'argomento mettendo poi su un ghigno soddisfatto che fece sbuffare Liam.
“Io torno a lavoro, ho delle pratiche da sbrigare” concluse alzandosi e chiudendo la porta del suo studio.





“E sai cosa ha detto?” domandò Charlie accoccolata tra le braccia di Michael.
“Cosa?” chiese a sua volta, sorridendo, e prendendo ad accarezzare i capelli lisci di Charlie.
Non era andata a lavoro per un semplice motivo: allagamento.
I tubi avevano avuto un guasto e lei, per non passare la giornata da sola aveva chiamato Michael per rimanere a casa e mangiare una pizza, magari guardando anche un bel film.
A Michael era subito piaciuta questa idea, perchè in un certo senso, era come se fossero tornati ad essere ragazzini, quei due adolescenti che non si stancavano mai di fare cazzate.


 
“Michael, se ci becca tuo padre siamo fregati” ripetè Charlie intimidita dalla figura paterna di Michael.
Quell'uomo le faceva davvero molta paura, anche se, Michael continuava a ripeterle che era un bravo “ragazzone” cosi come lo chiamava lui.
“Zitta Charlie, prendi le sigarette e andiamo”, la ragazza ubbidì e preso ciò che le interessava uscì dalla porta dello studio, insieme a Mike.
“Allora io ho preso l'alcool e tu le sigarette, sei pronta?” domandò ghignando per poi passarsi una mano fra i capelli color blu elettrico.
“No, in realtà non voglio” sbuffò, incrociando le braccia sotto al seno per darsi un'aria da “dura”.
Il ragazzo prese a ridere, per poi affermare “e dai, prima o poi bisogna provare!”
“Ma è questo il punto! Io non voglio provare, Mikey. Non voglio diventare un'alcolizzata che beve e fuma tutto il giorno!” s'infuriò ridendo in un secondo momento per la faccia confusa che aveva assunto il suo migliore amico.
“Oh beh..se non provi dirò a Calum che sei segretamente cotta di lui!” disse semplice, versando della vodka in un bicchiere di vetro.
“Stronzo” esordì, girando il capo da un'altra parte, per evitare di guardarlo negli occhi.
“Fai tu, ti lascio la scelta” sghignazzò, provocando la ragazza.
“Oh, sei odioso” e dopo questa frasetta fatta, prese un cuscino li vicino e  lo lanciò in testa a quello che sarebbe dovuto essere il suo migliore amico.
“Sei scorretta, signorina Cooper” rise, prendendola per i fianchi e facendola cadere – accidentalmente – a terra.
Quell'attimo sembrò non passare mai, entrambi erano rimasti zitti, col fiato sospeso, in attesa che qualcuno facesse qualcosa o quanto meno, parlasse.
Michael si reggeva a malapena sui suoi gomiti, per evitare di pesare sul corpo di Charlie e lei, oh beh...era rossa in viso, incapace di fissarlo ancora negli occhi.
“sarebbe morta”, pensò.

 

“Ehi Mike, mi stai ascoltando?” chiese ancora Charlie, interrompendo i suoi pensieri, che appunto lo fecero sorridere inconsapevolmente.
“Uhm, no. Dicevi?”
“Dicevo,” sbuffò alzandosi dal petto di lui, cosa che purtroppo non riuscì a concludere visto che, non appena ci provò, Michael la prese per un braccio e la ritrascinò di nuovo sui suoi addominali appena accennati “che Jack vuole farti conoscere con Melany, ma io..gliel'ho detto che non deve, cioè..non voglio” disse semplicemente, lei con Michael era sé stessa, non aveva peli sulla lingua e questa era una caratteristica che Mike amava.
“Uo, uo. Cosa?” continuò ridendo “io non mi conoscerò proprio con nessuna. Sto bene cosi, diglielo a quell'idiota del tuo fidanzato”
Era vero, Michael non aveva bisogno di nessun'altra. Tutto ciò che lo rendeva felice era Charlie, perchè complicarsi la vita con una donna che per giunta, non voleva conoscere?
“Gliel'ho detto, spero che non faccia cazzate” concluse lì Charlie, mangiando un pezzo di pizza e baciando Mike sulla guancia.




<< ehi piccola, stasera si cena da Vito's, porta anche Michael >> le inviò Jack.
Charlie, appena lesse il messaggio sbiancò in viso. Aveva paura che quella sera stessa, Jack avrebbe portato anche Melany.
“Ehi, hai una faccia..cos'è successo?” domandò sorridendo l'amico, il quale appena vide che Charlie non accennava a risponderlo, prese il suo cellulare e lesse ciò che vi era scritto.
“No, semplicemente no” disse alzandosi per buttare il cartone della pizza che avevano finito poco prima.
Michael odiava con tutto sé stesso Jack, lui aveva capito il suo “piano”, aveva capito che lui – e con lui, intendevo Michael – provava qualcosa per Charlie e per questo voleva “rompere”, in un certo senso il loro legame mettendo di mezzo Melany.
Lui non ci sarebbe cascato, e soprattutto avrebbe fatto di tutto per avvertire la sua migliore amica, nonché la donna che amava.
“Charlie, svegliati! Quello vuole farmi accasare con Melany” gridò portandosi le mani sul capo, intento quasi a staccarsi i capelli.
Michael era stufo del suo silenzio, odiava quando Charlie non proferiva parola. Lui la conosceva e sapeva che, quando non parlava, pensava alla situazione in cui erano finiti.
“Non succederà perchè io non verrò, semplice” ammiccò, alzandosi per andare via.
“No, ti prego. Vieni, Mikey. Non lasciarmi da sola..” sbiascicò, andando vicino al ragazzo per cercare di cingere il suo braccio.
Michael si scostò, stava diventando nervoso, perchè forse, pensava che anche Charlie voleva farlo fidanzare con Melany e che, quello che gli aveva detto prima, fosse solo una farsa per abbindolarlo.
E ciò, lo fece andare ancora piu' in bestia.
“Ehi, ho detto di no. Sai che sono testardo, perciò io non verrò, ci vediamo” concluse, aprendo la porta e andando via.




Calum stava passeggiando tra le vie di Sydney, quel venticello caldo che ogni tanto, scompigliava i suoi capelli gli piaceva perchè provocava in lui un senso di relax.
Adesso, stava tornando a casa, era andato al supermercato, come ogni volta, visto che Michael era troppo pigro e troppo svogliato per farlo.
Calum era solo da troppo tempo, aveva bisogno di una compagna che lo rendesse felice e che lo capisse, cosi come Charlie capiva Michael e viceversa. In verità, era geloso del loro rapporto, provava invidia – nel senso buono, ovviamente – perchè loro due si capivano alla perfezione, bastava uno sguardo che entrambi riuscivano a sapere cosa pensava l'altro. E lui, desiderava trovare una donna cosi, che lo rendesse orgoglioso del loro rapporto.
“Sta piu' attento, cavolo!” sbraitò una ragazza che era caduta per colpa del moro.
“Oh..scu-scusa. Stai bene?” domandò, lasciando le buste della spesa per terra e affrettandosi a raccogliere i libri caduti alla ragazza.
“Sono caduta. Non sto bene” rispose acidamente, riprendendo veloce i suoi libri e prendendo a fissare Calum per ottenere le sue “scuse”.
“Ci conosciamo?” chiese, facendo ridacchiare la ragazza in modo nervoso.
“No, aspettavo le tue scuse” ammise, fissandolo intensamente negli occhi.
“Ah..scusami allora” disse, ridendo per l'espressione facciale della ragazza.
“Posso scusarmi con te offrendoti qualcosa al bar?” chiese, rivolgendole un sorrisetto che la fece preoccupare.
“Ci stai provando con me?” disse, mostrando il suo bellissimo sorriso, contornato da del rossetto rossiccio che dava al color ciliegia.
“Oh, no. Volevo solo scusarmi” rispose per poi continuare “ma se..non vuoi allora, accontentati delle mie scuse” disse acido, guardando con la coda dell'occhio la ragazza che era rimasta a fissare il suo fondoschiena.
“Ok, ma solo per farti scusare”
Calum sorrise.




“Quindi ti chiami..Calum?” chiese timidamente, addentando il tramezzino che le aveva offerto gentilmente Calum.
“Si, e tu Kirsten, bel nome” rispose sorridendo e ammiccando.
La ragazza deglutì rumorosamente, diventando subito rossa in volto. Il moro se ne accorse ma ovviamente, per non farla sentire ancora di piu' in imbarazzo decise di sorvolare.
“E cosa fai nella vita?” domandò lei ad un tratto, cercando di non essere troppo impertinente.
“Lavoro in un locale come cantante, insieme ad un mio amico” spiegò riprendendo a sorseggiare il suo cappuccino caldo.
La ragazza prese a ridere, guardando Calum sporco di schiuma “pulisciti, dai!” disse, mettendo un fazzolettino sulla mano calda del ragazzo.
Appena ebbero quel contatto Calum sussultò, non credeva ai colpi di fulmine, lui era scettico su queste cose, ma..quel piccolo particolare lo fece mandare in confusione. Aveva avuto come una scossa, piccola ma intensa. Forse, quella che aveva davanti a lei era la donna che l'avrebbe amato per ciò che era.
O forse, no.


 
“Ehi, ti dico che io ci credo ai colpi di fulmine!” esclamò per la terza volta consecutiva Luke, il quale guardava con tanta insistenza una ragazza seduta al tavolo difronte al loro.
“Smettila o ti scambierà per uno stalker” esordì finalmente Michael, che intanto stava mangiando patatine come un bambino di tre anni.
“O chi lo sa, per un maniaco” ridacchiò il riccio, rubando poi dal piatto di Mike qualche prelibatezza.
“Oh!” esclamò battendogli la mano, in segno che non dovesse farlo.
A Michael non piacevano queste cose, lui e il cibo erano una cosa sola, odiava anche solo che glielo guardassero.
“E scusa, come la fai lunga!” rise, mangiando le patatine rubate.
“Luke, ritornando al discorso di prima..sai che io non credo nel colpo di fulmine, perciò..smettila e basta” cercò di concludere Calum, che vedendo l'espressione innamorata di Luke non potè far altro che sorridere.
“Allora, se non ci credi, vado da lei e mi faccio dare il numero, scommessa?” domandò Luke, sperando in un si da parte del suo migliore amico.
“Ok, chi perde paga la birra a tutti e quattro”
“Eh? No, anche il cibo! Voglio il cibo” ripetè Michael sputando qualche patatina qua e là.
“Ok, anche il cibo per Michael” disse infine Luke, aggiustandosi il ciuffo e alzandosi per vincere la scommessa.



“Ciao” incalzò Luke, sorridendo alla ragazza davanti a lui.
“Ciao” si girò, puntando velocemente i suoi occhi in quelli azzurri del biondo.
“Io sono Luke e tu, sei..?” chiese con fare da playboy, ridacchiando un attimo dopo.
“Fidanzata” rispose, sghignazzando.
“Oh” sospirò, tornandosene al suo posto sconfitto e avvilito.
In realtà, era piu' triste per il fatto che dovesse pagare la scommessa che piu' per la ragazza.
Ma, le scommesse erano fatte per essere o vinte o perse e Luke, era stato sconfitto.




“E tu invece, cosa fai nella vita?” chiese spiazzando la ragazza.
“Oh beh, vado all'università” rispose sorridendo “ora però, devo andare..ci..vediamo”
Calum ebbe la sensazione che non avrebbe mai piu' rivisto quella ragazza, ma per quanto la sua coscienza gli chiedesse di chiederle il numero lui non volle farlo. Era presto, ai suoi occhi sarebbe potuto sembrare un idiota che amava le ragazze facili, un..puttaniere insomma e lui, era tutto tranne che quello.
“Ehm, Calum?” chiese Kirsten prima di andare via.
“Si?”
“D-dove suonate tu e il tuo amico?” chiese arrossendo in volto, e portando il suo sguardo sui suoi libri.
“Infinity club, stasera ci trovi li. Se vuoi fare un salto..sarò felice di poterti vedere” e con ciò, vide la ragazza fare un sorriso e andare via.
Calum sorrise inconsapevolmente, non aveva la benchè minima idea dell'effetto che quella ragazza stava avendo su di lui, ma una cosa era certa: a Calum, Kirsten piaceva.





“Ma la conosci neanche da un giorno, come fai a dire che ti piace? E poi, non eri tu quello che non credeva ai colpi di fulmine? Mh?” lo rimproverò Michael che per una volta, sembrava essere lui quello responsabile fra i due.
“Non ho detto che mi..piace. Ho solo detto che provo simpatia nei suoi confronti” si prestò a dire il moro, cercando di far finire lì il discorso.
Solo ora stava capendo che forse, era meglio tenere la bocca chiusa e aspettare che il rapporto tra lui e Kirsten si basasse almeno sull'amicizia. E invece, come al solito, aveva raccontato tutto a Michael per cercare di avere un suo parere.
“E con Charlie invece?” chiese, cercando di sviare lì il suo argomento.
“Oh..quel bastardo di Jack vuole farmi accasare con Melany, ma il belloccio non ha capito che io non ci casco!” iniziò a gridare Mike, preso dalla rabbia.
“Calmo. Charlie come ha preso questa cosa?” chiese cauto, cercando di andarci piano.
“Non lo so..è come se..prima mi facesse capire che gli frega di me, ma in un senso diverso dall'amicizia e poi..poi stop. Secondo me anche lei come Jack vuole farmi fidanzare con quella lì” disse prendendo un bicchiere di birra per poi buttarlo giù.
“Non credo Mike, io..penso invece che Charlie non voglia davvero vederti con Melany. E penso che tu debba presentarti alla cena di stasera”
Il ragazzo dai capelli verdi prese a fissare Calum in modo nervoso, lanciandogli qualche occhiataccia “no, caso chiuso”





Chiara's space

Ciaaao bellissime! Allora, per fortuna ho aggiornato. Pfiu(?)
Come vi sembra il capitolo? L'ho fatto anche piu' lungo rispetto a quello della scorsa volta, mh? Mh? u.u
AHAH, grazie per le recensioni che mi avete scritto! Siete..siete..meravigliose!
Spero che questa storia riesca ad appassionarvi cosi come l'ha fatto con me. **
Mh, allora..esaminando il capitolo: cosa troviamo?
Calum, ha trovato (o forse no) l'anima gemella? Bah, troppo presto per dirlo.
Mike, invece, è incazzatissimo con Jack per via del “fidanzamento”, ma io credo che Jack non abbia capito proprio una cippa di Michael, eh? E poi, come trovate Kirsten? Vi piace?
Vi prego non odiatela perchè è dolciosa **
Beh, detto questo vado, ok?
Un bacio, Chiara.

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Capitolo 6
*** Chapter five ***


Chapter five


<< Mikey, ti prego. Ho bisogno di te..non lasciarmi sola >> e questo, fu l'ennesimo messaggio che Charlie inviò al suo amico.
Ma Michael, ovviamente, non accennava a risponderle.
Era troppo preso dalla rabbia, non riusciva a capacitarsi della tanta insistenza da parte della sua amica, pian piano stava realizzando che Charlie voleva farlo fidanzare con Melany.
La ragazza sbuffò, per poi rivolgersi a Jack “dobbiamo andare per forza? Non mi sento molto bene, in realtà”
“No dai piccola, fallo per me e per Michael. Cosi almeno si troverà una ragazza, e poi..chi meglio della tua migliore amica?” chiese baciandole il capo e abbracciandola.
“Mh, ok” riuscì a dire, immersa dal suo profumo.
Le piaceva, il profumo di Jack le piaceva immensamente, poteva mettere la mano sul fuoco che – secondo lei – fosse Abercrombie.
“Andiamo dai” disse, prendendola per mano.



“Buonasera” esordì Jack, sfacciato come non mai.

Melany era bellissima, quell'abito rosso poco provocante le stava d'incanto.
Si era curata ben bene solo per Jack, anche se ormai stava con Charlie.
Altro che Michael, lei amava Jack, nonostante tutto il male che le avesse fatto. Lei avrebbe fatto di tutto per lui, anche venire a questa stupida cena; del resto, l'aver accettato era stata solo una scusa per vederlo, niente di piu', niente di meno.
“Ciao Melany, sei bellissima!” esclamò sorridente Charlie, baciandole entrambe le guance.
“Anche tu” e fissò Jack, intensamente.
Charlie si era accorta che tra Jack e Melany ci fosse una certa alchimia, sembrava che quei due fossero legati da un filo invisibile, si lanciavano continuamente occhiate, lei a lui e lui a lei.
Se Michael fosse stato qui anche lei avrebbe potuto sorridere e godersi la serata ma ovviamente, l'aveva lasciata da sola.
Charlie tossì per smorzare l'imbarazzo che si era venuto a creare “allora, come sta Becky?” chiese, sentendo un attimo dopo Jack tossire, segno che si stava strozzando con del pollo che aveva appena ordinato.
“Jack, bevi un po' d'acqua!” esclamò spaventata, passandogli subito il bicchiere.
“Sta bene, grazie per l'interessamento” e quella fu un'altra pugnalata rivolta verso Jack, il quale aveva capito tutto, cercando però di non darlo a vedere per non compromettere la sua relazione con Charlie.
“Mi spieghi perchè Michael non è qui?” domandò di nuovo verso la sua ragazza, ora intenta a mangiare.
“Aveva un'impegno, ecco” spiegò veloce, mentendo anche.
Non le andava di dare inutili spiegazioni, e non le andava neanche di raccontargli della loro discussione perchè ormai, arrivata a questo punto aveva afferrato il fatto che avessero litigato.
Conosceva Michael e sapeva che era orgoglioso ma questa volta, lo sarebbe stata anche lei, non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa, lei l'aveva supplicato di rimanere al suo fianco, di non lasciarla da sola ma ovviamente, se ne era infischiato, pensando a sé stesso e facendo l'egoista.




“Quindi hai deciso?” chiese ad un certo punto Calum, uscendo dalla doccia coperto con un solo asciugamano.
“Mh, mi attizzi Hood” scherzò facendo ridere il suo amico.
Calum era nervoso, lo si capiva anche dal sorriso che aveva messo su adesso: Kirsten sarebbe andato a vederlo cantare e lui, sarebbe dovuto essere perfetto.
“Smettila Clifford. Piuttosto, la tua cena?” chiese, cambiando velocemente argomento.
“Ti ho già detto che non ho nessuna intenzione di andarci. E poi, non potrei mai lasciarti solo con il lavoro”
E questa, era l'ennesima cazzata che aveva detto, pensò Calum.
L'aveva lasciato solo tante volte e ora, invece, si era ricordato di questo piccolo particolare.
La verità, era che Michael aveva paura o forse, era semplicemente orgoglioso per darla vinta a Jack.
“Io credo che tu stia sbagliando” sospirò, cercando di capire l'amico, che in questo momento era intento a prendere dall'armadio qualche pantalone rigorosamente nero per quella sera.
“Fotte sega” rispose privo di emozioni, come un qualsiasi adolescente alle prese con dei litigi.
Il moro tornò in bagno e finì di vestirsi, capacitandosi del fatto che Michael fosse testardo e che non sarebbe andato a quella cena neanche se l'avessero legato e imbavagliato.



La cena stava proseguendo distintamente, Charlie, Jack e Melany parlavano normalmente e qualche volta Melany accennava anche al fatto che presto quei due, si sarebbero sposati.
“Già, fra poco io e Jack ci sposeremo..” sussurrò quasi, come a tenerselo per sé, come se non volesse dirlo a nessuno.
Il moro al suo fianco annuì, incapace di fissare Melany che ora era lì a squadrare entrambi.
Melany era al corrente che Charlie non era felice con Jack, ma allora..perchè complicarsi la vita? Perchè non lo lasciava? C'era qualcosa che la frenava?
Charlie, d'altro canto, non aveva mai confessato a Melany che provasse paura nel lasciar andare Jack, perchè – quasi sicuramente – nel momento in cui sarebbe andata da Michael questo l'avrebbe trattata come un giocattolo, facendola soffrire ulteriormente.
La mora era una ragazza perbene, era vero amava Jack, ma non avrebbe mai e poi mai fatto la spia, confessando a Jack quello che già sapeva, ovvero, che Charlie amava disperatamente Michael.
“Bene, credo che sia arrivata l'ora che..” iniziò, alzandosi dalla sedia per prendere la borsetta.
“Oh si, giusto. Jack, accompagna tu Melany..io..devo..fare una cosa prima”
“Non ci penso neanche, è buio fuor-” ma non riuscì a finire la frase che subito venne interrotto dalla ragazza che lo fissava “Jack, voglio passeggiare un po', ok? Ci vediamo a casa”
Il moro annuì lasciandola uscire sola dal locale.





Charlie vagava per le strade di Sydney da un po', non aveva paura, perchè sapeva che quelle strade erano sicure.
O almeno, quelle che portavano al suo quartiere.
Ad un tratto, era difronte ad una scelta: c'erano due strade, una che portava a casa sua e l'altra al locale dove lavoravano Calum e Michael.
Charlie iniziò a pensarci su, era davvero arrabbiata con quest'ultimo, ma desiderava davvero andarlo a sentire cantare perchè in un certo senso, quella sua voce, la liberava da ogni minimo pensiero.
Scelse la seconda strada e proseguì, arrivando poco dopo al locale.
Come al solito, quel posto puzzava di alcool e di fumo, ma non se ne curò, anche se le dava molto fastidio.
Avanzò e, sul palco vide Michael, il suo Mike.
Cercò di nascondersi tra la folla, per non farsi vedere: non voleva dargliela vinta.
Appena Don't stop finì, i due scesero dal palco, non prima però di aver ringraziato il pubblico; cosa che però, fece solo Calum visto che lui si affrettò a scendere per andare al bancone ed ordinare una birra.
La ragazza si morse un labbro, indecisa se andare lì vicino e sbraitargli in faccia o fare l'indifferente e andarsene.
Ma ovviamente, fece la prima cosa che le passò in testa: se ne andò.



Calum girava tra la folla, c'erano quasi tutte persone i cui volti erano a lui noti, ma purtroppo, non c'era la ragazza che gli interessava.
Iniziò subito a pensare che l'avesse preso in giro, fin quando non andò a sbattere contrò una figura piuttosto minuta rispetto a lui.
E a quella vista, sorrise.
“Credo che l'unico modo per vederci sia scontrarci” ammise, facendo ridere Kirsten.
“Già. Comunque, sei bravo, anzi, dovrei dire..siete bravi” si corresse, puntando subito lo sguardo su Calum.
Kirsten pensò a quanto potesse essere bello quel ragazzo: i tratti della mascella erano ben marcati, quegli occhietti vispi e scuri ogni volta che le si puntavano addosso la facevano andare in ecstasy. E poi, le sue labbra..cosi carnose e piene che le facevano venir voglia di baciarle fino allo sfinimento. Kirsten pensò subito che quello fosse amore a prima vista, e la fregatura era che lei credeva in queste cose poiché era un'inguaribile romanticona.



“Ehi bambolina, cosa ci fai tutta sola in questo locale?” domandò un uomo sulla quarantina, che per giunta, puzzava d'alcool.
“Levati di dosso” fu la risposta che gli diede, ma ovviamente quel bastardo non sentì ragioni, tanto era vero che la tirò a sé, provocandole un interminabile rossore al polso.
“Lasciami!” gridò.
“Zitta, io e te ci divertiremo un po', mh?” e rise, scolandosi un altra bottiglia di alcool.
Charlie aveva paura, non sapeva cosa aveva in mente quell'uomo, voleva davvero che arrivasse qualcuno a salvarla, cosi come facevano nei film. Ma questa purtroppo, era la vita reale, lei non era in un stupido film.
L'uomo estrasse un fazzoletto umido dalla tasca e lo poggiò sul naso di Charlie, facendole chiudere pian piano le palpebre.



Appena si svegliò, accusò un forte dolore alla testa, e cosa peggiore, vide che si trovava in un letto.
Ebbe una paura mostruosa, che – fortunatamente – svanì non appena vide che conosceva perfettamente quella camera.
Le pareti nere corvino, il letto disfatto, i poster dei Nirvana e dei Green day attaccati ai muri, e un disordine colossale facevano di quella camera, una stanza speciale.
“Stai bene?” chiese il ragazzo appoggiato allo stipite della porta.
Lei annuì, cercando di rimanere fedele a ciò che aveva deciso.
“Bene” fu l'unica cosa che disse, tornandosene di sotto.
La rabbia in Charlie ribolliva, voleva gridare e rompere tutto. Era impossibile che quel ragazzo fosse cosi immaturo per ammettere di aver sbagliato.
In un secondo momento le venne in mente Jack, sarebbe stato preoccupato non appena fosse tornato a casa e non l'avrebbe vista, cosi, anche se le forze le mancavano, decise di digitare un messaggio da inviargli: << sono a casa di Michael, ti racconterò dopo. Notte >>




“Bene, siamo arrivati” disse Melany, aprendo la porta per poi girarsi verso Jack.
“Già, allora io..vado” concluse girandosi per tornarsene a casa, ma un qualcosa o meglio qualcuno, lo bloccò “non vuoi vedere Becky mentre dorme? Sai..è un'angioletto” ridacchiò, facendo riflettere per un attimo Jack.
In tutti quegli anni lui si era perso la nascita di sua figlia, il primo dentino caduto, i primi pianti, la prima passeggiata..e tutto questo solo per Charlie.
Non che lei avesse colpa, ma Jack provava odio verso sé stesso, lasciare una donna sola ad occuparsi di una creaturina..era stato davvero uno stronzo.
Sospirò e fissando Melany negli occhi, annuì.
Mentre salivano lentamente le scale, il cellulare che aveva riposto nella tasca anteriore dei pantaloni incominciò a vibrargli, ma Jack era troppo preso da quel momento per rispondere ad uno stupido messaggio.
“E' lì” indicò la culla, facendolo sporgere di poco per intravedere la loro bambina.
All'inizio Jack rimase immobile, non si sarebbe mai immaginato che dopo tutti questi lunghi anni lui avrebbe visto sua figlia, sangue del suo sangue.
Melany d'altro canto era contenta, il suo sorriso riusciva ad illuminare tutta la stanza, vedere la sua famiglia unita – seppur solo in questo momento – la rendeva dannatamente felice ma al tempo stesso triste.
Jack non accennava a muoversi, Melany al contrario, raccolse la sua mano cosi da aiutarlo ad avanzare verso la culla “Jack, ti presento Becky..nostra figlia” sussurrò in un tono materno, dolce.
“E' bellissima..” mugugnò adagiando entrambe le mani su quelle della sua bambina.





Chiara's space

Ciaao belle! Allora innanzitutto vi ringrazio per le recensioni.
Non smetterò mai di farlo, capito? **
Grazie per tutto, grazie perchè mi sostenete.
Passando al capitolo invece: cosa ne pensate? In questo, non ci sono flashback e il che mi dispiace ma..doveva andare cosi.
Nel prossimo, ce ne saranno.
Jack e Melany..ma non sono adorabili? Dio, vi giuro che io li amo.
E Michael e Charlie? AHHAHA, sta iniziando la guerra fra quei due u.u'
Poi..mh, Calum e Kirsten sono la tenerezza!
Beh, sinceramente non ho altro da dire.
Lascio – come sempre – a voi i commenti.
Ah, dimenticavo: chi andrà al concerto dei 5sos? Io no...purtroppo.
Conto di poter andare a quello dei One Direction l'anno prossimo visto che comunque, li seguo da piu' tempo. Ma, ovviamente, spero che in un futuro andrò anche a vedere il mio Mikey e la sua combricola, ahahah.
E stanotte, a complicare il tutto, mi è "apparso" Michael...AHAHAH, stavamo mano nella mano e lui mi parlava..poi però è arrivato Hemmo che ha rovinato tutto dicendoci "Cosa state facendo?" e beh, li mi sono svegliata.
Fanculo Hemmo <3
Ok, ora mi dileguo.
Un bacio, Chiara.

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Capitolo 7
*** Chapter six ***




 Chapter six



Il cielo era contornato da molte nuvole quella mattina, segno che sicuramente sarebbe venuto a piovere.
Charlie e Michael non erano riusciti ancora a chiarire, entrambi erano offesi con l'altro.
Dopo essersi alzata con un lieve dolore alla testa, Charlie decise di frugare tra i vestiti di Calum e di mettersi qualcosa addosso. Non avrebbe preso la roba di Michael neanche morta.
Anzi, di solito lo avrebbe fatto, ma dopo ciò che era successo preferiva di gran lunga non avere nulla a che fare con quell'individuo.
Prese dal suo armadio una maglietta a maniche corte nera e un pantaloncino grigio, e andò di sotto per fare colazione.
“Giorno Charlie, non sapevo foss..oh, quella è la mia maglietta?” domandò Calum masticando un cornetto.
Annuì e sorrise “si, scusa..ma non sapevo cosa mettermi, ma stai tranquillo me la porto cosi te la lav-”
“Charlie, calma, stai tranquilla. E' tutto ok” e sorrise, come al suo solito.
Ora capiva cosa le piaceva di Calum quando era ancora una ragazzina, il fatto che fosse cosi disponibile e sempre cosi ordinato e dolce lo rendevano un ragazzo raro.


“Non è bellissimo?” domandò Charlie verso Luke, che intanto stava messaggiando con una ragazza conosciuta pochi giorni prima.
“Chi io? Oh si che lo sono” rispose a tono, sghignazzando.
“No, intendevo..” lo guardò, fermandosi.
Se gli avrebbe detto cosa provava per Calum allora sarebbe stata nei guai, visto che tutti sapevano che Luke Robert Hemmings  non era in grado di mantenere un segreto.
“Calum?” domandò, sfoderando un sorrisetto da 'so tutto io'.
La ragazza lo ignorò sorridendo e mettendosi lo zaino in spalla per tornare a casa.


“Giorno Cal” mugugnò un Mike appena alzato.
I due non si guardarono neanche, troppo presi dalla litigata, troppo orgogliosi.
Charlie, sapeva scusarsi mentre Michael no, ed in realtà, era proprio questo che a lei non andava giù.
Calum percepì subito la tensione che c'era fra i due, infatti, appena finì il suo cornetto decise di dileguarsi per permettergli di chiarirsi.
“Chi mi ha portato qui?” domandò acida Charlie, mentre sorseggiava il suo caffè.
“Io. Ritieniti fortunata, quell'idiota voleva stuprarti” rispose deciso e senza alcuna emozione.
In verità Charlie moriva dalla voglia di saltargli addosso e di ringraziarlo a dovere ma..non poteva farlo, lei doveva tenergli testa, o almeno avrebbe dovuto provarci.
“Ah ok” riuscì a dire, posando delicatamente la tazza verde pistacchio sul tavolo.
“Come è andata la cena?” chiese ad un tratto, spiazzando Charlie.
Non riusciva a credere che Mike avesse tutta questa sfacciataggine.
Dopo averla lasciata sola, lui aveva anche il coraggio di chiederle com'era andata.
“Non ti importa” rispose secca, alzandosi e andandosene di sopra per rivestirsi e andare via.




Appena Jack si svegliò notò che Charlie non era in casa, cosi preso dalla preoccupazione guardò il cellulare, dove trovò un messaggio.
Sospirò quasi sollevato, anche se, a dirla tutta si sentiva terribilmente in colpa per ciò che le stava nascondendo.
Vagava per la casa, su e giù, sperando che in qualche modo trovasse la soluzione a tutti i suoi problemi. Lui amava davvero Charlie, però aveva paura a dirle la verità per il solo fatto che se l'avesse fatto lei sicuramente l'avrebbe lasciato.
O forse no, ma fatto stava che era stato meschino.
“Piccola! Mi sono preoccupato, s-stai bene, si?” domandò Jack andandole incontro e baciandola.
Lei annuì sorridendogli, portandolo con sé in un bacio violento, possessivo.





Michael in questo momento era disteso – come quasi ogni mattina – sul letto a fissare il suo “amato” soffitto, con le braccia intrecciate dietro la testa.


Michael ora era davanti casa di Charlie che l'aspettava, e dire che era nervoso era poco.
I due, essendo migliori amici, avevano deciso di passare la serata del ballo scolastico insieme.
“Andiamo?” domandò Charlie, bella come non mai in quell'abito color blu elettrico, che metteva in risalto le sue gambe perfette.
Michael deglutì e prendendole la mano le sussurrò dolcemente “sei bellissima, Charlie” e a quella sua confessione la ragazza arrossì, facendo ridacchiare Mike.
Appena arrivati nella palestra della scuola i due si guardarono divertiti, consapevoli che quelli sarebbero stati gli ultimi giorni prima delle vacanze estive.
Scherzavano, ridevano, parlavano, facevano tutto e di piu', sembravano quasi una coppia.
Appena partì un lento Charlie si alzò e porse una mano a Michael, il quale la rifiutò con una banale scusa “non so ballare, mi dispiace baby”
“Non dire cazzate e muovi il culo” rispose con la sua solita finezza che faceva invidia ad uno scaricatore di porto.
Entrambi ridacchiarono per poi lasciarsi trasportare da quella dolce melodia.
Charlie aveva il capo poggiato sulla clavicola di Michael e lui le cingeva i fianchi, tenendola ben stretta a sé.
Tutto ciò sembrava magico, era una sensazione bellissima per entrambi.



“Sono stato uno stronzo” pensò ad alta voce, per poi alzarsi dal letto.
“Lo credo bene” rispose Calum, aggiustandosi il ciuffo “ora, vai a casa di Charlie e fatti perdonare, coglione”
E questa frase da vero “duro” fece ridere Michael, “hai ragione”





“Era da tanto che ti desideravo, Charlie” prese fiato Jack, baciandole una guancia.
“Mh” mugugnò lei in risposta.
In verità, l'aveva fatto solo per sfogarsi, per ripicca verso Michael.
Era stata una bambina, solo ora stava realizzando il tutto: era andata a letto con Jack solo per vendetta. Che senso aveva? Nessuno.
Sospirò e, “vado a farmi una doccia”
Jack annuì soddisfatto e alzandosi dal letto, cercò qualcosa da mettersi per andare in ufficio.
Un groppo allo stomaco lo fece sentire male, vuoto. Forse era il senso di colpa; andare a letto con Charlie dopo ciò che era successo la sera precedente..beh, non era una cosa esattamente da fare. Ma la verità era che Charlie gli mancava troppo, era dannatamente attratto dalle sue curve e da lei, era preso fin troppo, anche se, pian piano stava notando che non era ricambiato.

 


“Amore io vado” gridò per farsi sentire al piano di sopra, aprendo poi la porta.
“Oh..Michael..che ci fai qui?” domandò fin troppo sorpreso.
Il ragazzo dai capelli verdi sorrise appena “devo parlare con Charlie”
Stare nella stessa stanza con Jack lo innervosiva parecchio, e d'altronde anche al moro recava lo stesso fastidio.
“Ahm, si. Però prima..volevo chiederti..perchè non sei venuto alla cena?” domandò mettendo in viso un ghigno, come per dire 'ti sei giocato Charlie, amico'.
Michael decise di non dargli la spiegazione reale, infatti si limitò soltanto a blaterare un “ero impegnato”
E a quel punto – finalmente – Jack decise di andare, dileguandosi con un “Bene, allora stasera hai qualche impegno?” domandò, mettendogli una mano sulla spalla.
Michael fissò prima la mano, insomma, chi gli aveva dato tutta questa confidenza? Loro due non erano amici, erano..conoscenti.
“Oh, scusa” disse come per prenderlo in giro, levando in un secondo momento la mano.
Mike si trattenne dall'impulso di spaccare quel suo “bel faccino”, anche se alla fine, non aveva nulla di bello, considerando la faccia da culo che si ritrovava.
Sorrise, e insintivamente rispose “sono libero”
“Perfetto, allora a stasera. Ci vediamo qui alle otto, buon lavoro” concluse, facendo entrare Mike e spintonandolo con una spalla.
Sospirò, cercando di lasciarlo perdere; infondo, quello che voleva era fargli perdere la pazienza, perciò doveva tenere le mani apposto, doveva farlo almeno per Charlie.
Appena si girò vide la sua “migliore amica” scendere le scale con un solo asciugamano indosso, e beh..era bellissima.
Appena entrambi incastrarono gli occhi gli uni negli altri, lei arrossì, facendo diventare ben presto le sue gote rosee “Pensavo fosse Jack, vado a cambiarmi. Torno subito”
Michael non ebbe il tempo neanche di annuire, era troppo preso a realizzare tutto ciò.
Lui era andato lì, a casa sua, solo per..chiederle scusa. Non l'aveva mai fatto prima d'allora.



“Eccomi, cosa c'è?” chiese, visibilmente acida. Michael non l'aveva mai vista in questo modo, anzi, a dirla tutta lei era cambiata parecchio dalle superiori, ora era piu'..calma, piu' responsabile e piu' dolce. Insomma, l'inverso di Michael.
“Scusa” blaterò, tenendo chino il capo per giocherellare con dei dadi di vetro che erano riposti sul tavolino del salotto.
Charlie sorrise, sedendosi accanto a lui “cosa?”
Aveva capito benissimo ma, il suono di quella parola, pronunciata dal ragazzo che amava rendeva il tutto piu' irreale.
“Hai capito Charlie” disse alzando finalmente lo sguardo, per puntarli su di lei.
Si morse il labbro, per poi gettarsi fra le braccia dell'amico “Mike, ti perdono. Sei il mio migliore amico e..” si bloccò, facendo toccare entrambi i loro nasi “io credo che..” Michael aveva il fiato sospeso, non riusciva piu' a connettere, se sarebbe successo ciò che avrebbe voluto da tempo, sarebbe stato l'uomo piu' felice del mondo.
Charlie, invece, non riusciva a finire quella dannata frase, stava pensando alle conseguenze che avrebbe potuto avere e, non le sembrava il caso di confessargli tutto, almeno non adesso, anzi mai.
“Ti voglio un bene immenso” finì, abbracciandolo e maledicendosi per essere cosi stupida ma anche cosi poco impulsiva.
“Oh” si riprese, sorridendo e avvicinandola ancora piu' a lui “anche io ti..voglio bene, Charlie”
Si staccarono per un po', guardandosi e incastrando entrambi i loro occhi nell'altro, pian piano Michael stava diminuendo quella distanza che c'era tra di loro, ma appena si accorse di ciò che stava succedendo, si riprese e, soffiando sulla faccia di Charlie, disse “avevi una cosa nell'occhio” e sorrise.



Chiara's space

Ciaaao!
Eccomi qui – a scassarvi le balls – come sempre.
HAHAHA, come vi sembra questo capitolo?
Spero che vi piaccia (si lo so, lo ripeto ogni volta che ne posto uno nuovo, ma..capitemi: lo scrivo solo perchè tengo alle vostre recensioni :c)
Mh, qui Michael lascia da parte il suo orgoglio del cazzo e va da Charlie, facendo pace (finalmente).
E Jack che fa il bastardo? HAHAH, che carino dai u.u'
#vipregononmiammazzate.
Ovviamente, mi aspetto tante recensioni e OVVIAMENTE è solo grazie a voi se questa storia è arrivata a SETTANTA, si gente avete capito bene, SETTANTA (70) RECENSIONI!
Minchia, sono orgoliosissima.
Mlml, detto questo mi dileguo, ok? Bene.
Un bacio, la vostra Chiara.




Michael Clifford


 

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Capitolo 8
*** Chapter seven ***


Chapter seven



“In ogni caso” iniziò, mettendo in bocca delle patatine “stasera mi ritroverai a fare il terzo incomodo tra te e quell'idiota”
“Ah?” rise, posando un gomito sul tavolo.
Charlie ora, era davvero felice che lei e Michael avessero fatto pace. Odiava non potergli parlare e non poterlo sfiorare – anche se di poco –, gli sembrava stupido che lui fosse cosi orgoglioso con una persona con cui aveva legato e a cui teneva tanto.
“Mike..p-posso farti una domanda?” chiese, mordendosi il labbro inferiore.
Michael capì subito, e prontamente iniziò “si, Charlie. Sono stato un idiota..io ci tengo a te, sul serio. E' solo che ogni tanto sono-” la ragazza lo guardava con un sopracciglio alzato “ok, sempre. Insomma, quello che voglio dire è che sono orgoglioso, ma ciò non vuol dire che io a te non ci tenga, io amo tutto di te, amo stare in tua compagnia, sei la mia migliore amica ed è ovvio che mi arrabbio per certe cose, perchè io, ci tengo al nostro rapporto” disse d'un fiato, posando delicatamente il palmo della sua mano su quella di Charlie, che ora lo stava fissando come se un angelo fosse appena sceso in terra.
La cosa buffa era che entrambi si amavano, ed era strano che per quanto volessero riuscire a stare lontani non riuscivano invece, a finire sempre piu' vicini, l'uno con l'altra e questo, accadeva semplicemente perchè loro due erano fatti per rimanere insieme, e non dividersi mai.
Con un sorriso ebete stampato sul volto si alzò e, costringendo Mike ad alzarsi dalla sedia su cui era – beatamente – seduto, lo abbracciò, unendosi e formando la coppia piu' bella di sempre.
Il ragazzo dai capelli verdi sorrise, per poi baciarle delicatamente il collo e avanzando sempre piu' verso il lobo dell'orecchio. La strinse a sé, in modo tale che i loro corpi combaciassero in un modo perfetto “sei bellissima, scusa se mi comporto da coglione, perdonami per tutt-” ma Charlie lo bloccò, poggiando le sue labbra su quelle di Michael e mordicchiandogli il labbro inferiore.
Entrambi sorrisero, cercando di approfondire il bacio.
“No” si staccò veloce Charlie, scuotendo il capo e spingendolo via, senza alcuno sforzo però, visto che Michael era piu' forte di lei.
“Cosa ho fatto?” ripetè a sé stessa, portandosi le mani d'innanzi al viso.
“Charlie, calm-” cercò di intervenire, con scarsi risultati ovviamente.
“Michael, ho..ho fatto una cazzata, ok? Pensavo fossi Jack..sai, il modo in cui mi bacia..è..è uguale al tuo, e..io..mi sono lasciata andare, ok?” disse, allontanandosi e cercando di non guardare negli occhi il suo..amico.
“Si..calmati Charlie. Anche io mi sono lasciato andare, sai..è che non ho una ragazza da molto, e..forse dovrei prendere in considerazione l'idea di uscire con Melany, no?” chiese, ridendo per cercare di smorzare l'imbarazzo e la tensione.
Appena incrociò gli occhi della donna che amava il cuore gli si bloccò in gola, aveva appena fatto la cazzata piu' grande del secolo.
“Giusto..” sospirò, andandogli di nuovo incontro, per abbracciarlo “scusa..non..non volevo”
Lui, in risposta, scosse il capo e sorrise, cercando di rimetterla a suo agio “tra noi non cambierà nulla, mh? Perciò, stai tranquilla” le sussurrò, accarezzandole dolcemente la schiena.




“Quindi tu mi stai dicendo che vi siete baciati?” domandò per la quarta volta di fila Calum, che sorrideva come un idiota.
“Si Calum, si!” esclamò stufo, sbuffando.
Michael se l'era presa per la faccenda “il tuo bacio assomiglia a quello di Jack”, no, lui non ci credeva per niente. Era sicuro che c'era qualcos'altro, ma ovviamente, non poteva forzarla, lui le aveva promesso che tra loro non sarebbe cambiato nulla.
“Mi spieghi perchè non sei felice, Mike?” chiese il moro, inserendo nella play station un gioco idiota che amavano fare il pomeriggio, prima di andarsi ad esibire al locale.
“E' che..” sospirò inserendo una mano nei suoi capelli color verde mela “Calum, io non so cosa prova per me. Ha detto che quel bacio è stato solo un errore stupido, perchè lei pensava che io fossi Jack. Cioè, che minchiata!” esclamò, prendendo a giocare con l'orecchino che aveva all'orecchio destro.
Hood, in risposta, sorrise intenerito. Nonostante ci fosse stato quel piccolo “errore” da parte di Charlie, lui sapeva perfettamente che tra loro sarebbe nato qualcosa, e questo “qualcosa” gli avrebbe costretti a stare insieme e non dividersi mai piu'.
“Mike, calmo. Lei..ha bisogno di tempo, ok? Non metterle fretta, fa come se non fosse successo niente. Se Charlie ha fatto il..come dire.. “primo passo”, farà anche il secondo e il terzo. Tranquillo, va bene?”
E a quel punto Michael non potè far a meno di dare una pacca sulla spalla a Calum, sorridendogli sinceramente; perchè infondo era grazie a lui se era riuscito a “sopravvivere” tutti questi anni.
“Fifa?” domandò, sorridendo.



<< Mel, ti passo a prendere fra poco. Stasera si cena a casa mia >>
Jack era convinto ancora una volta di ciò che stava facendo, la tanto attesa serata si stava avvicinando e lui, avrebbe fatto di tutto per farli finire insieme, liberandosi cosi da ogni minimo “problema”.
In questo momento stava uscendo dal suo ufficio con la sua solita tazza di caffè nero in mano e con il suo solito umore che in questi giorni, lasciava davvero a desiderare. L'unico vantaggio era che finalmente – dopo tanto tempo – era riuscito a combinare “qualcosina” con Charlie.
“Vai via?” domandò Liam, posando sulla scrivania di Steph – la sua segretaria – la tazza di thè verde e alcuni fogli.
Jack annuì, sorridendogli “si, oggi ho finito prima. E tu?”
Il moro bevve un sorso e mostrò il suo solito sorriso, “devo sbrigare un'altra pratica e poi finalmente potrò andare a casa dalla mia adorata famiglia” ed entrambi risero, come se non ci fosse un domani.
A chiunque, sarebbe sembrato felice in questo momento, tranne che a Liam, il suo migliore amico dai tempi dell'asilo.
Si conoscevano troppo bene per mentire l'uno all'altro, anche se, nessuno dei due aveva mai avuto il bisogno di farlo visto che entrambi si sostenevano a vicenda e questa, era la cosa che Jack notava anche nel rapporto tra Charlie e Michael.
“Come va..intendo, con Charlie?” domandò l'amico ad un tratto, allargando la cravatta attorcigliata al suo collo.
Sospirò, portandosi una mano alla nuca, con fare nervoso “bene..credo. Ma qui il problema è Michael, Liam. Sono sicuro che prova qualcosa e stasera, se procede tutto per il meglio forse, riuscirò a levarmelo dalle palle” ammise, senza troppi giri di parole.
La paura di perdere la donna che amava lo rendeva fragile, nervoso e, lo rendeva soprattutto insicuro agli occhi di Liam.
“Andrà tutto bene amico. Anche se sono contrario a questo fatto..tifo per te” confermò la sua opinione, senza però smettere di confortarlo.




La cena era iniziata già da un pezzo e, la scena peggiore si verificò quando Michael incrociò gli occhi di Melany. Entrambi ebbero un vuoto dentro che sembrava gli stesse facendo morire poco a poco.
Jack – con la sua solita faccia da schiaffi – si era preso il lusso di invitarlo, senza accennare nulla né a Charlie, né a Michael.
Questa volta aveva fatto svolgere le cose con molta astuzia, pensò Mike.
“Ciao, io sono Melany” porse una mano al ragazzo, senza però ottenere nulla in cambio.
Michael non era qui per stringere amicizia, lui era lì per Charlie.
“E lui è Michael” iniziò Jack, prendendogli la mano per farla stringere alla mora.
Charlie, invece, era visibilmente sconvolta; stava tremando per un'unica ragione: Michael.
“Vado..” sbiascicò fissando il diretto interessato “vado a prendere il tacchino, scusatemi” disse dileguandosi, per cercare di prendere un po' d'aria e realizzare tutto ciò che stava succedendo.
“Vado ad aiutarl-” ma Clifford venne subito interrotto da Jack, “NO!” esclamò infuriato per poi continuare la sua “scenetta”; “vado io ad aiutarla..voi intanto, conoscetevi meglio” e dopo ciò, sorrise. Lasciandoli decisamente soli e in imbarazzo.



“Charlie, che hai?” chiese Jack, carezzandole il braccio sinistro.
La ragazza sospirò, buttando coltello e forchetta nel lavandino, per poi girarsi e prendere a fissarlo negli occhi “non ce la faccio”
“C-come non ce la fai, Charlie?” chiese ancora, cercando di penetrare quegli occhi cosi limpidi che lo fissavano con tanta insicurezza.
“Non ci riesco. Perchè dobbiamo comportarci come dei bambini? Loro sono grandi, se vogliono conoscersi possono farlo senza di noi, Jack! Che bisogno abbiamo noi di intrometterci!? Me lo spieghi?!” sbraitò, sbuffando.
Lo stress di Charlie stava crescendo man mano, stava tremando e questo non andava bene, considerando che se avesse continuato cosi sarebbe scoppiata.
D'altro canto però, non si poteva biasimarla, infondo desiderava soltanto un po' di tranquillità e un po' di pace per potersi sfogare davanti ad un film con aggiunta di gelato al fior di latte, il suo preferito.
“Cerco solo di aiutare il tuo amico e di fargli trovare una donna adatta a lui. Anzi, la verità è che tu sei gelosa Charlie, ammettilo!” gridò, alzando le mani al cielo per poi farle riscendere lungo i suoi fianchi.
“No, io non sono gelosa. Sto solo dicendo che non siamo piu' dei ragazzini in presa a delle crisi ormonali. Siamo adulti, Jack. ADULTI” concluse, prendendo il suo tacchino e portandolo in sala da pranzo, dove Melany si congratulò per il bellissimo aspetto che aveva.


Arrivati a fine cena, Michael e Melany avevano decisamente legato di piu', tanto era vero che quest'ultima lo invitò a casa sua per prendersi un caffè e chiacchierare un po'.
“Bene, mi sono divertita tanto. Buonanotte ragazzi” disse educatamente, salutando tutti e uscendo.
“Beh, visto che entrambi state andando via” precisò Jack “Michael, potresti accompagnare tu Melany, no?”
Charlie, fissò il suo fidanzato, fulminandolo con lo sguardo.
Quella serata era stata uno schifo, e la cosa che la rattristava di piu' era il comportamento che aveva avuto Michael nei confronti di Melany, la sua..migliore amica.
Perchè farla soffrire cosi? Perchè poi, non era andata a confortarla quando l'aveva guardato con gli occhi di un cerbiatto bastonato? Semplice, a Mike, al suo Mikey, piaceva Melany.
Il peggio si stava verificando.




A: Charlie
Da: Mikey

Ehi, scusa se ieri non ti sono stato vicino come avrei dovuto ma..Melany mi stava addosso e poi, Jack non mi ha dato agio di poter venire da te e confortarti.
Mi..dispiace, ti và se ci vediamo?
Mikey xx



Appena si svegliò, Charlie era un'altra: aveva il trucco sciolto e gli occhi rossi e gonfi, segno che aveva pianto. Lo aveva fatto in silenzio, seduta sullo sgabello nero che riponeva nel bagno, accovacciata lì, senza far rumore e soprattutto, senza dar fastidio a nessuno.
Stava da schifo, la sua autostima e il suo umore erano sotto i piedi.
Avrebbe dovuto alzarsi e prepararsi per il lavoro, ma in verità, tutto ciò che fece fu chiamare il suo capo e avvertirlo che non ci sarebbe andata per via di una maledetta febbre che l'aveva “colpita”.
Appena sentì che Jack chiuse la porta d'ingresso si precipitò in cucina per prepararsi una cioccolata calda. Prese dei biscotti bianchi e li immerse in questa, girandoli con un cucchiaino.
Quando stava male amava bere quelle bevande calde perchè in un certo senso, la tranquillizzavano e la rendevano meno nervosa.
Andò di sopra, in soffitta, scelse un film romantico – anche se lei non ne era appassionata – e tornò di sotto, inserendolo nell'enorme aggeggio nero che era riposto sopra la tv.
“Lol – pazza del mio migliore amico”, premette invio e incominciò a godersi quel film che aveva visto per piu' di cinque volte.



Oggi era giorno di paga e Calum stava andando all'Infinity Club, per ritirare la quota che gli davano ogni mese.
Fece due – tre isolati ed arrivò, trovando Stacey, la proprietaria del locale.
“Ciao Cal” esordì, battendogli una pacca sulla spalla.
Lui ricambiò sorridendo, guardandosi intorno.
Aveva come la strana sensazione che quella, sarebbe stata la sua giornata perfetta e Calum, non si sbagliava mai su queste cose.
“Ora vado a prenderti la busta paga nel mio ufficio, va bene?” disse, risvegliandolo dai suoi pensieri.
Il moro annuì, andando poi a sedersi in uno dei tanti tavolini situati vicino l'ingresso.
“Cal!” esclamò una vocina familiare, sottile.
Il ragazzo sussultò, girandosi e intravendendo quel sorriso contornato da  due meravigliose fossette “Kirsten, ciao” rispose forse con troppa enfasi, il che fece ridacchiare e arrossire la ragazza.
“Che ci fai qui?” domandò ad un tratto, cogliendola impreparata.
Insomma, Kirsten era andata solo per sperare di incontrarlo, cosa poteva dirgli ora? La verità?
“Ehm, volevo prendermi un caffè a dire il vero” rispose arrossendo.
“Mh, qui vendono solo alcolici. E, sei sicura che non ci sia altro?” ridacchiò, fissando Kirsten arrossire.
“Ok, mi hai scoperto. Non so mentire. Ero venuta per sperare di incontrarti..”
E lì Calum non potè far a meno di darle un caloroso abbraccio, perchè per lui la sincerità era la prima cosa “sei molto dolce” sussurrò al suo orecchio, facendo rabbrividire la ragazza che ora, era avvolta tra le sue massiccie braccia.
“Cal-Calum..volevo chiederti..cioè, ti va se qualche giorno di questi ci..ci vediamo?”
Il moro sorrise, annuendo “certo, quando vuoi. Hai il mio numero?”
“In verità..si. L'ho preso dalla locandina fuori al locale..sai, quella che dice che..”
“per qualsiasi concerto rivolgersi al sottoscritto, mh?” chiese ridendo per l'espressione assunta dalla ragazza al suo fianco.
Annuì imbarazzata “si..quindi, ci sentiamo. Ora devo andare a lezione, è stato un piacere Hood!” sorrise, allontanandosi velocemente.
Calum, non riuscì a far a meno di ridere, si stava innamorando forse?
“Ecco a te, ci vediamo domani sera” le porse la bustina bianca e se ne andò, lasciando Calum in balìa dei suoi sentimenti.






I'm heeeeeeeeeere!

Beh, questa volta ho aggiornato prima e, per la vostra felicità, il capitolo è piu' lungo rispetto all'altro.
Sette pagine di word, gente!
Allora, dato che non voglio dilungarmi molto altrimenti non mi cagate, vi scrivo soltanto GRAZIE.
Grazie a tutti, perchè senza di voi non sarei qui.
Lo dico sempre è vero, ma non mi stancherò mai di farlo.
Mh, fatto ciò, lascio a voi i commenti.
Al prossimo capitolo, Chiara.

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Capitolo 9
*** Chapter eight ***


Chapter  eight



Quando Calum tornò a casa, notò che Michael era ancora in boxer e stava gironzolando per le varie stanze della casa in cerca di un qualcosa che – sicuramente – aveva perso.
“Cosa cerchi Clifford?” domandò ghignando.
“Il telefono, ho provato a farlo squillare ma..ho messo il silenzioso e quindi, non so dov'è finito” rispose, grattandosi la nuca per cercare di ricordare qualcosa.
“Uhm, prova nel bagno, lo lasci sempre sul bordo della vasca” lo illuminò, facendo sorridere Mike, il quale dopo aver ascoltato si diresse velocemente in bagno, rischiando anche di cadere sulle scale.
“TROVATO!” gridò dal piano di sopra.
Sbloccò la tastiera, nella speranza di un qualsiasi messaggio da parte di Charlie; ma nulla.
Sbuffando, si diresse di sotto, con i suoi pantaloni neri e la sua maglia dei Green Day bianca.
“Cosa c'è?” gli chiese il moro, iniziando a lavare dei piattini che aveva sporcato Michael.
“Charlie..mi sono comportato male con lei, ieri” ammise, sedendosi sulla sedia e prendendosi la testa fra le mani.
“Dai su, Michael. Non c'è niente che non si possa aggiustare, va da lei e fatti perdonare”


Da: Charlie
A: Michael

Ehi..volevo dirti che..ci sarò, ci vediamo fra poco al bar vicino casa mia. :) x


“No, non serve. Non è arrabbiata” concluse, alzandosi e vestendosi di corsa.





Velocemente Michael si diresse verso il bar, sperando in una scenata di gelosia da parte di Charlie.
Lui attendeva il fatidico “secondo passo” da parte della donna che amava, cosi come aveva detto Calum.
Era lì ormai, seduto a quel dannato tavolino che aspettava Charlie.
“Ehi” esordì una figura d'innanzi a lui.
“Ciao Charlie” rispose sorridente, avvicinandosi per cercare di baciarle le guance.
Lei al contrario da come si aspettava Michael, non ricambiò. Si mostrò piuttosto fredda nei suoi confronti.
“Ok, cos'è successo?” chiese, evidentemente infastidito dal comportamento della ragazza.
Non gli andava giù quando si comportava cosi, ieri sera aveva sbagliato, ma infondo, che colpa ne aveva? Jack aveva fatto di tutto per evitare di farlo parlare con Charlie. Perciò ora, cosa pretendeva?
“Nulla” fu la sua risposta, prendendo poi a chiamare il cameriere per ordinare – sicuramente – la sua solita tazza di caffè nero.
Michael conosceva i suoi gusti, Michael la conosceva ormai da troppo e sapeva anche che quando una donna – specialmente quella donna – diceva che non era successo nulla..beh, allora c'era davvero da preoccuparsi perchè sicuramente, era incazzata nera.
“Charlie, ora noi non ci muoviamo da qui fin quando tu non mi dici cos'hai” disse deciso, senza giri di parole.
Iniziarono a fissarsi in un modo..passionale, quasi come se in quell'attimo stesso, volessero saltarsi addosso e baciarsi, baciarsi senza una fine, per sempre.
Sospirò “io..ecco..” cosa poteva dirgli? Che stava diventando ogni giorno sempre piu' gelosa? Che da quella sera lei non aveva smesso di pensare neanche per un secondo al loro bacio? Cosa doveva dirgli?
“sul serio, Mikey. Non ho nulla..sono solo nervosa per il comportamento di Jack, nient'altro” e mentì, ancora una volta.
Il viso di Michael si intenerì, non per Jack, ma per la visione della ragazza che aveva difronte. Era bellissima, pensò.
I suoi capelli erano avvolti in una treccia che scendeva soffice su di una spalla e cosa dannatamente sexy, aveva alcune ciocche che contornavano il suo meraviglioso viso.
Giorno dopo giorno Michael si stava innamorando di quella meraviglia che riteneva essere la sua “migliore amica”.
Perchè la vita era ingiusta per lui? Infondo, desiderava soltanto essere felice con lei, la donna che amava.
“Mikey?” lo richiamò, riportandolo alla realtà.
“S-si. Charlie..stai tranquilla, ok? Vedrai che verrà a scusarsi. Del resto, l'hai detto tu stessa che quell'idiota non è orglioso come il sottoscritto!” esclamò facendola ridere.
“Non fartene un vanto” lo riprese, abbracciandolo.
Lui in tutta risposta, la portò a sé, stringendola e inspirando a pieni polmoni il profumo che emanava ogni volta che i loro corpi venivano a contatto.






<< Comunque Michael è un bravo ragazzo, non me lo aspettavo cosi. E ti dirò di piu', è tutto tranne che come l'hai descritto tu >>
Jack lesse il messaggio e incassò il “colpo”.
Non la rispose neanche, non ne aveva voglia; e poi lui, era convinto che la descrizione che aveva fatto di quell'individuo era corretta e poi, era soggettiva.
Dopo averci pensato per un pò, decise di risponderle, prese il cellulare in mano e iniziò a scriverci qualcosa.
<< bah, sono punti di vista. >>
Doveva pur difendersi in qualche modo, no?
E poi, se proprio doveva ammettere la verità, era felice. Jack, si sentiva felice; finalmente, tutto stava funzionando perfettamente, cosi come aveva pianificato.
<< passi da me? Vorrei dirti una cosa.. >> , e dopo aver letto sbuffò.
“Che diavolo vuole ora?” domandò a sé stesso, dando voce ai suoi pensieri.
<< Ok >> rispose semplice, non voleva dilungarsi anche perchè sapeva che qualunque cosa gli avesse detto, a lui non sarebbe fregato niente.




Melany era esageratamente nervosa per ciò che aveva combinato.
Voleva confessare tutto a Becky, anche se era piccola doveva sapere chi era il suo vero padre.
L'ultima volta che lei le aveva posto quella fatidica domanda, Melany aveva risposto con un “è in Italia, sai..papà lavora tanto per farci vivere bene”.
Si stava torturando le mani ormai da troppo tempo, dalla risposta di Jack erano passati ben dieci minuti, lei li aveva contati.
D'un tratto il campanello della porta suonò, facendo comparire sul viso della donna un sorriso forzato, forse.
“Ciao, Jack” esordì, facendoli spazio per entrare.
“Cosa vuoi? Sono impegnato, non posso starti dietro, Mel!” esclamò, sbuffando e sedendosi sgraziatamente sul divano rosso della ragazza.
“Ecco..io..io..volevo dirti..beh,” sospirò.
Coraggio Melany, fatti forza!, pensò.
“Allora?” chiese spazientito.
“Volevo dire a Becky che sei suo padre” sputò, d'un tratto, facendo soffocare il moro seduto al suo fianco con la sua stessa saliva.
“Che? Ma sei impazzita?” chiese, posando i suoi occhi rigorosamente verdi sulla donna.
“N-no..è solo..non riesco a mentirle ancora, Jack! Ha bisogno di sapere la verità” rispose, pregandolo con gli occhi.
Melany aveva uno strano effetto su Jack, al contrario di Charlie, lei lo rendeva nervoso, ma poi, per calmarlo, bastava soltanto una sua “occhiata” e lui, ritornava quell'uomo che aveva amato con tutta sé stessa e che, amava ancora.
Sospirò “oh Melany..” si avvicinò alla ragazza e l'abbracciò, “i-io..mi rendo conto, credimi, ma..non possiamo..ti prometto, anzi ti giuro, che un giorno glielo rivelerai..ma..adesso no” disse, sorridendole appena.
In tutta risposta sospirò anche lei, annuendo dispiaciuta.
Voleva confessare tutto a qualcuno, aveva bisogno di piangere e sfogarsi, per troppo tempo aveva tenuto questo segreto nascosto, voleva..voleva soltanto sentirsi libera.
Melany aveva una grande forza, anche se a primo impatto poteva sembrare una donna debole, lei non lo era; anzi, aveva dimostrato grande coraggio nel prendersi cura di Becky e di mantenere quell'enorme segreto senza fiatare, senza opporsi verso l'uomo che amava. Questo, le faceva onore.
“Ora devo andare Melany, ci..sentiamo” disse, per poi dileguarsi dall'abitazione della mora.




<< Calum, ehm..oggi non avrei nulla da fare >> digitò sulla tastiera, cancellando il tutto un attimo dopo.
No cosi non andava, pensò Kirsten.
Aprì di nuovo la schermata messaggi e scrisse qualcos'altro << Hood, io, tu, pizza e- >>
“No, questo messaggio è da idioti” liberò i suoi pensieri, dandone voce.
Scosse leggermente la testa, forse doveva lasciar perdere.
Stava comunque di fatto che era troppo timida per inviargli quel messaggio che sicuramente, le avrebbe cambiato la serata solo se Calum avesse accettato il suo invito.
“Ok, gli scriverò solo un 'ehi'..” pensò ad alta voce.
<< ehi, sono Kirsten >> e premette il tasto invio, sperando in una sua risposta.
Era strano l'effetto che Calum aveva su di lei, la rendeva nervosa ma allo stesso tempo al settimo cielo. Poi, quando ieri l'aveva abbracciata..oh beh, il cuore le era balzato in gola.
Sospirò e pazientemente, attese la risposta.




<< ehi, sono Kirsten >>
La vibrazione mosse il bicchiere di birra e l'intera ciotola di insalata.
Michael si guardò intorno, e silenziosamente, sbloccò la tastiera del telefono.
Lesse il messaggio e sghignazzò, scrivendo la risposta << ciao Kirsten! Sono felice che tu mi abbia scritto..mh, ti andrebbe di uscire oggi? >> e inviò, sorridendo ancora.
In quell'attimo gli vennero in mente gli scherzi telefonici che lui, Luke e Ashton facevano insieme, iniziò a ridere per l'imbarazzo e per le stupidaggini che da adolescenti erano soliti fare; a loro piaceva spassarsela, e quando fuori pioveva o ancora, non avevano proprio nulla da fare, il loro passatempo – oltre alla play station – erano le chiamate anonime verso i loro professori o, verso il povero Calum.


 
“Ragazzi, indovinate cos'ho qui?” domandò il biondo, sventolando un fogliettino con varie scritte.
“Uhm, non so, la lista della spesa di Calum?” chiese Mike, ridacchiando per la sua stessa battuta.
“No idiota, ho i numeri dei nostri due professori “preferiti”..”
“No, serio?” chiese Ashton, strappandogli il fogliettino dalle mani.
Luke annuì, iniziando a comporre il numero del loro professore di latino, il piu' stronzo del liceo.
“Oh, ma che fai?” domandò ancora il riccio, levandogli il telefono dalle mani.
“Beh, è ovvio. Vuole chiamare il signor Shay” disse semplice Michael, facendo spallucce.
“Che? Cosa? No, e..metti che ci scopre?”
“Irwin, sei una palla” continuò “coraggio Clifford, diamoci da fare!” esclamò, riprendendo il suo iphone nero.
Ashton sbuffò e, ridacchiando si convinse ad “aiutarli” nei loro stupidi scherzi.
-Pronto?-
-Salve, lei è il signor Shay?- chiese Michael, camuffando la sua voce.
-Si, chi parla?-
-Sto cazzo!- gridarono insieme, ridendo e chiudendo la telefonata.
Le loro risate rieccheggiavano nell'enorme salotto, ridevano, si guardavano e si mantenevano la pancia. I loro pomeriggi erano sempre cosi, tra una risata e una cazzata la giornata volava.




“Ok, silenzio. Sto chiamando la Mcgrove” disse Ashton, sistemandosi la bandana rossa che aveva in fronte.
-Pronto, chi parla?-
-L'ho vista fuori scuola oggi, e..beh, devo dire che il suo cul- ma fortunatamente, la Mcgrove lo interruppe, gridando un -IRWIN!-
Il ragazzo, spaventato chiuse immediatamente la chiamata, prendendo  poi a fissare i suoi due amici che nel frattempo, erano caduti dal divano per le troppe risate.
“Grazie, eh” si offese, gettando il telefonino sul divano e andandosene in cucina per mettere qualcosa sotto i denti.



“Ehi Hood!” gridò Michael, sbracciandosi verso il moro.
“Dimmi”
“Sai chi ti ha organizzato una bella uscita stasera?” domandò, con il sorriso stampato in faccia, quel sorriso che ogni volta colpiva Charlie perchè, in un certo senso, era ancora un sorriso da adolescente, un ragazzo che non era cresciuto e che desiderava rimanere un eterno ragazzo per il resto della sua vita.
“No! No, io ti strangolo, Mike!” gridò, iniziando a raggiungerlo sul divano, dove era beatamente seduto.
“Oh si” iniziò a ridere, “Kirsten passerà qui fra poco, vai a vestirti, su!”
Il moro, deglutì, lo fissò e, senza farselo ripetere una seconda volta corse di sopra per vestirsi decentemente per il suo primo appuntamento con la ragazza per cui aveva perso completamente la testa.




I'm here for youu, ahahah. Ciaaao!
Allora, eccomi qui, con un altro capitolo, asdw.
La prima cosa che scriverò qui sarà: AHAHAHHAHA, dovevo dare assolutamente un “tocco” scemo a Mike, dio dovevo.
Cosa ne pensate?
Io credo, che non sia uscito proprio da schifo...o..forse..si?
Non lo so, scrivete e recensite, cosi almeno mi fate capire qualcosina.
Ultima cosa e poi vado via, sapete per caso a quante recensioni bisogna arrivare per far finire una storia fra le popolari? Si, avete letto bene. Desidero con tutta me stessa che questa storia raggiunga quel posto; mi piacerebbe tantissimo e soprattutto, mi renderebbe orgogliosa!
Vabbè, ora scappo.
Un bacio, Chiara.

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Capitolo 10
*** Chapter nine ***


Chapter nine


Calum era uscito da un po', e Michael era disteso sul divano a guardare uno stupido programma mangiando degli snack.
<< ciao Mike, sono Melany. Ti va di passare a casa mia? >> , appena lesse il messaggio sbuffò. Non aveva alcuna intenzione di alzarsi, di vestirsi e di uscire di casa, anche perchè le previsioni avevano detto che questo pomeriggio portava pioggia, quindi non aveva alcun senso uscire.
<< No Mel, se vuoi passa tu qui >> rispose cordialmente, giusto perchè non voleva risultare egoista, visto che in mezzo c'era anche Jack e lui non voleva dargliela vinta in nessuno dei casi.
<< Va bene, arrivo >>.





Kirsten attendeva impaziente Calum, dire che era nervosa era poco, anzi, se proprio doveva confessare tutto, era anche eccitata. L'idea di uscire con il ragazzo che le piaceva la mandava fuori di testa. Mentre aspettava, tornò in bagno per vedere se qualche capello era fuori posto o, cosa peggiore, avesse la matita sbavata. Ci teneva davvero tanto a fare una bella figura, pensò.
Il campanello finalmente suonò, e Kirsten quasi non cadde per le scale; i tacchi erano molto alti, ma d'altronde aveva deciso di metterli solo per Calum, visto che lei era molto piu' bassa rispetto a lui.
“Ciao” esordì il moro, squadrandola da capo a piedi.
Lei sorrise, ricambiando il saluto “ciao”
Stettero in silenzio per un attimo, guardandosi e meravigliandosi di quanto fossero belli quella sera.
“Allora,” interruppe il moro “andiamo?”
Kirsten sorrise e, “dove mi porti, Hood?”
“Un giro per il centro di Sydney, e poi andiamo a mangiare da qualche parte, ok?”
La ragazza annuì, ricominciando a guardarlo.
Quella sera, pensò, era vestito veramente bene, aveva i suoi soliti pantaloni neri, delle vans dello stesso colore e una maglietta sportiva della sua band preferita.
Era bello, anche perchè quel look le ricordava molto un adolescente.
Lei invece, agli occhi di Calum apparì come una dea, quel pantalone color sabbia che indossava s'intonava perfettamente con i suoi capelli e con la sua maglietta bianca, era bellissima pensò il moro, mordendosi il labbro inferiore.




“Ehi” esordì Michael, una volta aperta la porta.
“Ehilà, si può?” domandò la ragazza, facendo sposare di poco Mike per permetterle il passaggio.
“Che bella casa!” esclamò, guardandosi attorno.
Il ragazzo dai capelli verdi sorrise, non sapendo cosa dire. Insomma, era piombata a casa sua, senza un motivo, cosa avrebbe potuto raccontarle?
“Già” sussurrò infine, accendendo la televisione per evitare imbarazzo.
Melany si sedette sul divano, incapace di intraprendere una conversazione; inutile dire, che lì l'imbarazzo c'era eccome, ma sembrava che nessuno dei due volesse spiccicare parola.
D'altro canto Michael era espansivo soltanto verso Charlie, come doveva comportarsi con Melany? Lui l'aveva incontrata solo una volta, alla cena a casa di Charlie e Jack.
“Ehm..” incominciò lui, “vuoi qualcosa da bere?”
La ragazza sorrise, “certo”
Michael, annuì e a passo di bradipo, si diresse verso la cucina, per prendere due birre.
Tornò in salotto e gliene porse una “ecco”
Melany gli fece un sorriso, e poi bevve.
“Allora..da quanto vi conoscete tu e Charlie?” chiese Michael, cercando di intraprendere un discorso. Alla fine, non potevano rimanere in silenzio per tutto il resto della giornata.
“Ahm, veramente ci conosciamo dal liceo. Però poi, sai..ci siamo perse di vista perchè io sono dovuta andare in Italia per via del lavoro di mio padre..e quindi, ora..eccoci qui” ammise, prendendo un altro sorso di quella birra al limone, che a Michael piaceva tanto.
“Ah, capisco” rispose, sorridendole.



La serata tra Calum e Kirsten stava proseguendo meravigliosamente, lui continuava ad essere spiritoso e la ragazza, ora seduta al suo fianco, non smetteva di ridere.
Calum, non era mai stato innamorato, doveva riconoscerlo, in tutta la sua vita non aveva mai incontrato una ragazza che lo sapesse prendere cosi come faceva Kirsten. Certo, era ancora presto per dire che lui, Calum Thomas Hood, era innamorato di Kirsten Stewart, ma..una vocina infondo al suo cuore, gli diceva di rischiare, di provarci e di vedere come andava.
In questo momento i due erano seduti su di una panchina a scherzare come due adolescenti, come due ragazzi liceali che erano alle prime cotte d'amore e non come due persone adulte, responsabili di ciò che poteva accadere se solo avessero sbagliato qualcosa.
“Che bella serata” si fece scappare Kirsten, arrossendo dopo pochi secondi.
Il moro le sorrise, portando poi un braccio attorno alla sua spalla per farla avvicinare ancora piu' a sé, per poter sentire, anche solo per poco, il profumo che quella ragazza, ormai diventata donna, emanava.
“Già, lo è stata davvero” sussurrò, baciando il capo di Kirsten.
Il turbine di emozioni che provava in questo momento non erano ben note a Kirsten, anzi forse, poteva semplicemente ammettere che lei, si era innamorata di Calum. Sentiva che il cuore la stava abbandonando, quelle labbra cosi perfette si erano adagiate pian piano sui suoi capelli, facendole venire la pelle d'oca. D'altronde, quando avevano questi piccoli “contatti” non poteva far a meno di essere felice perchè forse, in un certo senso, anche Calum provava qualcosa per lei.
Aveva capito che quello che avvertiva per Calum non era una semplice cotta da quando lui l'aveva abbracciata in quel locale dove lavorava la sera, suonando e facendo impazzire centinaia di persone che andavano lì solo per sentirli cantare.





Melany era ubriaca, strillava e rideva e soprattutto diceva cose senza senso. Aveva bevuto fin troppo, pensò Michael.
“Ok, ora è meglio che io ti porti a casa tua” esordì finalmente il ragazzo, prendendo Melany a mò di sposa.
“No! Non puoi prendermi cosi, solo Jack può farlo!” gridò dimenandosi, cercando di allentare la presa che Michael aveva su di lei. Odiava essere toccata da altri uomini persino quando era ubriaca.
Mike sbuffò, cercando in qualche modo di aprire la porta e di posare la ragazza in macchina, almeno sarebbe stato certo che non sarebbe scappata.
Michael teneva gli occhi fissi sulla strada, senza dare neanche un piccolo sguardo alla donna che, seppur ubriaca, era al suo fianco.
“Non mi trovi attraente neanche un po', eh?” domandò, sorridendo e allungandosi.
Michael sospirò, certo che la trovava attraente, era una donna bellissima, di classe e anche molto dolce, ma..lui non aveva occhi per altre donne, l'unica donna che amava era Charlie.
“Considererò questo silenzio come un no” si rispose Melany, incominciando a piagnucolare.
Michael finalmente si decise a fissarla, storse per un po' le labbra, non immaginava che non riuscisse a mantenere l'alcool, altrimenti non gliene avrebbe dato neanche un po'. All'improvviso gli vennero in mente le parole che strillò prima 'tu non puoi prendermi cosi, solo Jack può farlo' e incominciò a pensarci su; cosa voleva dire questo? Che quel bastardo – definito cosi da lui stesso – stava tradendo Charlie? Era questo ciò che facevano?
Si sentiva un verme per ciò che stava per fare, ma..lui voleva scoprire la verità, ne sentiva il bisogno perchè nel caso in cui fosse stato tutto come se lo stava immaginando, beh allora avrebbe spaccato la faccia a Jack. Charlie era perfetta, perchè tradirla con..la sua migliore amica?
“Melany, Jack tradisce Charlie?” domandò sfacciato, mordendosi un labbro subito dopo.
Nonostante lui amava Charlie con tutto sé stesso, sperava davvero che la risposta di Melany fosse negativa.
La ragazza incominciò a ridere “quello non la tradisce neanche sotto tortura, stanne certo!”
Si sentì sollevato, sapeva che l'alcool faceva sempre spifferare tutto “oh, bene”
“Vuoi entrare?” chiese ancora Melany, prendendogli la mano che Michael ritrasse subito dopo pochi instanti.
Il ragazzo annuì, non poteva lasciarla da sola, specialmente ora che era in quello stato, anche perchè alla fine, la colpa era soltanto sua.



“E' stata una bella serata Calum” incalzò Kirsten, sorridendo al moro apertamente.
Dopo essersi presi un gelato, Calum si era offerto – come un buon gentiluomo, qual'era – di riaccompagnarla a casa e lei, ovviamente, non aveva rifiutato.
“Magari..non so, se vuoi..” disse, non riuscendo a finire neanche la frase.
Era immerso nei suoi occhi, gli occhi che l'avevano attratto la prima volta che si erano conosciuti, quando lei era caduta.
“Certo” rispose, aspettando una qualsiasi mossa da parte sua.
In realtà, aspettava il fatidico bacio, se l'era aspettato anche quando erano rimasti seduti ad osservare il cielo, e ora, lo stava aspettando ancora, sperando che quell'idiota che aveva davanti si decidesse.
Calum sorrise e, abbassandosi leggermente le diede un bacio sulla guancia per poi abbracciarla e sussurrarle “ci teniamo in contatto, notte Kirsten”
La ragazza non si mosse, rimase pietrificata specialmente per due motivi: un po' per quelle piccole “effusioni” e un po' per la stupidità di quell'uomo. Cioè, erano al primo appuntamento però comunque un piccolo e innoquo bacio lui poteva anche darglielo, pensò Kirsten.
Sospirò e, guardando l'auto di Calum sfrecciare via, si chiuse la porta alle spalle, cercando di spogliarsi e di non pensare all'accaduto.


“Oh dio, sono stremata! Dove sono le ciabatte?” e rise, barcollando di qua e di là.
Michael scosse la testa sospirando. Ma chi gliel'aveva fatto fare?, pensò.
Corse in suo aiuto e la prese, evitandole una caduta.
“Grazie” esordì, ancora brilla.
Lui annuì, posandola sul divano per poi incominciare a parlarle “senti Melany..io ora devo andare, si è fatto tardi e..”
“No Michael! Non lasciarmi da sola. Becky non c'è, è da mia madre..e..ho paura, ti prego rimani con me” quasi lo supplicò in ginocchio.
Il ragazzo in tutta risposta, le sorrise annuendo.
D'altronde, gli dispiaceva.



La mattina seguente Michael si alzò distrutto: aveva dormito malissimo sul divano, e per di piu', non si era neanche levato i vestiti come era solito fare.
Si sedette sul divano e iniziò a massaggiarsi la testa, il cuscino che gli aveva gentilmente offerto Melany era duro e, per di piu', gli era venuto un dolore alla cervicale. Si allungò per cercare di stiracchiarsi e poi si alzò, raccogliendo la coperta che era caduta durante la notte e iniziando ad indossare le scarpe e la sua giacca rigorosamente nera.
Prese il cellulare e lo accese, notando dopo poco un messaggio inviatoli da Calum:
<< ieri quando sono rientrato non ti ho trovato a casa, notte di fuoco Clifford? >>
Michael sorrise, non gli avrebbe risposto, anzi, lo avrebbe fatto non appena sarebbe rincasato.
“Giorno, già in piedi?” domandò Melany con indosso una vestaglia rosa di seta.
Michael annuì, sorridendole “già”
“Mi dispiace..intendo, per ieri. Mi sono ubriacata e io..beh, non riesco a mantenere bene l'alcool. Mi perdoni, vero?” chiese con fare innoquo, sorridendogli sinceramente.
“Certo, dai” e dopo ciò, fece per aprire la porta.
“No, aspetta! Voglio farmi perdonare. Ti offro la colazione e poi fai quello che vuoi” rise, cercando di rimediare alla figuraccia di ieri.
Michael annuì, d'altronde mangiare era la sua azione quotidiana preferita, non si sarebbe opposto per nulla al mondo.




“Cooper, la pratica di Smith?” domandò il capo con fare severo verso la ragazza, che intanto era occupata a digitare parole – incomprensibili a noi poveri esseri comuni mortali – al computer.
“Si, ci sto lavorando. Gliela farò trovare fra due giorni sulla sua scrivania” rispose, con fare dolce.
Il suo superiore le annuì, togliendo poi, il disturbo.
Fare l'avvocato richiedeva un enorme sacrificio, rimanere svegli fino a tardi per lavorare a delle – stupide – pratiche non era di certo una passeggiata, anche se, sembrava che a Charlie ciò non importava visto che eccelleva anche nel lavoro.
“Ehi, è tutto okay?” le chiese Hilary, la sua segretaria.
Lei annuì distrattamente, ordinandole poi di portarle un caffè nero, come a suo solito. Quella bevanda le serviva per concentrarsi, per non pensare ai suoi soliti problemi e per, concentrarsi sul lavoro, cosa messa in primo piano dalla ragazza.




“Sei sicura di stare bene?” domandò ancora una volta Michael, rivolto verso la ragazza che nel frattempo, non faceva altro che fissare la sua tazza di caffè.
“Eh? Come dici, scusa?” chiese distrattamente.
La verità era che Melany voleva confidarsi con qualcuno che non la giudicasse e anche se era sbagliato, sentiva che quel “qualcuno” era Michael.
“Ho chiesto se era tutto apposto, stai girando la tua tazza di caffè da tre ore ormai” disse, ridacchiando appena.
“Scusa..è che..sto male, Mike. Ho un grosso segreto che vorrei rivelare..ma..” sospirò, sforzando di fare un sorriso, che per giunta, le uscì anche male.
“Ma?” la spronò, sorridendole appena per cercare di incoraggiarla.
“La verità è che io..cioè, io ho una figlia che è Becky..e..il padre..è..è Jack” sputò d'un tratto, incominciando a cacciare lacrime amare e a coprirsi gli occhi con i palmi delle sue due mani.
Michael, al contrario, rimase fisso sulla figura di Melany, non esitava a rispondere, era fermo, immobile.
Dentro di lui l'odio che cercava di reprimere per tutto questo tempo stava uscendo fuori, ormai incapace di controllarsi. A Michael non importava se avrebbe fatto una scenata o magari, avrebbe urlato contro Melany perchè alla fine, la colpa non era solo del figlio di puttana, ma anche della donna che ora, era seduta d'innanzi a lui.
La cosa che gli stava facendo male era che avevano preso in giro Charlie, la sua Charlie. Come avevano potuto? Lei per di piu', amava con tutto il suo cuore Jack, perchè farle una puttanata del genere? Aveva bisogno di spaccare la faccia a quel bastardo, solo cosi – forse – sarebbe stato meglio.
“Io gli spacco la faccia” esordì finalmente, alzandosi e facendo cadere la sedia su cui era cautamente seduto fino a pochi attimi prima.
“No, ti prego no! Io lo amo, Michael! Ti prego siediti, ho bisogno di parlarne..e volevo farlo con te. Mi sono fidata, Mike! Ti prego, almeno ascolta la storia e poi sarai libero di fare tutto ciò che vorrai!” esclamò piangente, prendendo le mani del ragazzo per cercare di fermarlo dal fare una pazzia.










Chiara's space

Ciao! Allora, come state? Tutte bene?
Siamo al nono capitolo, non ci posso credere!
Otto pagine di word, ragazze!
E, cosa ancora piu' importante, abbiamo superato le novantacinque recensioni! Oh mio dio ragazze.
Mi rendete felice ogni capitolo.(?)
Allora, passando al capitolo..come vi sembra? Aspetto vostre opinioni.
Dio, c'ho messo un casino per farlo venire come dicevo! Spero almeno che i miei sforzi siano ricompensati, ahahah.
Ok, ora scappo. Un bacio, al prossimo capitolo.
Chiara.

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Capitolo 11
*** Chapter ten ***


Attenzione

Volevo solo dirvi che la prossima storia che pubblicherò sarà sui One Direction, ho fatto un sondaggio (come ben sapete) e hanno vinto loro.
Spero che mi seguiate ugualmente, poiché amo le vostre recensioni e mi sono affezionata a voi tutte.
Baci Chiara, ci vediamo(?) in fondo.


 

Chapter ten



Passati una manciata di minuti, Michael sapeva tutta la verità. L'odio lo stava accecando, le sue risposte erano puntigliose e acide. Anche se era al corrente che gran parte della colpa fosse di Jack, lui in questo momento, non potette far altro che arrabbiarsi anche con Melany perchè, in un certo senso, non era una santa poiché era stata in silenzio per tutti quegli anni, mentendo alla sua migliore amica.
“Ti prego, non dirlo a Charlie..io..io non so come reagirebbe, cioè” sospirò prendendo le mani di Michael “so che ho sbagliato, me ne rendo conto..ma..cerca di capirmi, io amo Jack, farei di tutto purchè mi amasse”
A quel punto il ragazzo non ce la fece, aveva bisogno di sputare tutta la verità, per quanto essa potesse farle male “Melany, lui non ti ama! Lui ama sé stesso. Ti sta usando, non lo capisci? Cazzo, perchè nessuno mi crede quando dico che quell'uomo è una merda?” sbraitò, iniziando a camminare su e giù per la stanza.
Melany aveva le sue colpe e ora, se ne stava rendendo conto perchè Michael le aveva fatto “aprire gli occhi”. Per tutto questo tempo aveva mentito alla sua migliore amica, quella ragazza che era stata sempre sincera con tutti, specialmente con lei.
“Mi sento..uno schifo” sussurrò, stringendosi nelle spalle.
“Lo credo bene. Io vado a dirlo a Charlie, non mi terrò questo segreto” disse, facendo alzare di scatto la testa alla mora.
“No Mike! No, ti prego”
Il ragazzo dai capelli verdi sospirò, cercando di far tornare quella calma interiore che aveva fino a qualche attimo prima che tutto questo succedesse “ok, ma ad una condizione”
“Tutto quello che vuoi, giuro”
“Dovrai dirglielo tu a Charlie, non mi importa come. Devi dirglielo” sputò acidamente, non voleva che questo segreto danneggiasse anche lui. Infondo, non centrava nulla.
Sospirò “va bene..”




Charlie era appena uscita dal suo ufficio, in questo momento si stava recando a casa di Melany per passarla a prendere: quella sera si sarebbero “sbizzarrite” a comprare vestiti e quant'altro.
Riflettendoci, Charlie aveva capito che lei e Michael non potevano stare insieme, troppo diversi quanto simili, perciò, si decise a dare qualche possibilità a Jack, per cercare di recuperare il tempo che avevano perso. Il matrimonio era fra due giorni e lei – anche se l'aveva capito tardi – amava Jack.
L'amore che provava per Michael era..strano, di passaggio. Sapeva che l'uomo che non l'avrebbe mai tradita e che le sarebbe stato sempre accanto era Jack.
Sorridendo si avvicinò alla porta di casa della sua migliore amica.
Si morse un labbro, anche se le era difficile ammetterlo, stava ancora pensando a Michael. Cosa le faceva quel ragazzo, perchè era sempre nei suoi pensieri? Queste, erano le domande che si poneva tutti i giorni.
Appena la porta si aprì, il sorriso che aveva fino a pochi attimi fa, scomparve del tutto, lasciando spazio ad un'espressione facciale diversa, quasi seria.
“Michael?” chiese piu' a sé stessa che a lui, insomma, cosa ci faceva il suo migliore amico con la sua migliore amica?
'Credo che forse io debba dare una possibilità a Melany, non ho una ragazza da molto..'
Ed ecco la frase che le ribalenò in testa, quella frase ora aveva senso. Loro due erano li, e lei li aveva disturbati.
“Non volevo disturbare” disse acida, posando lo sguardo su Michael.
“No, io stavo andando via” rispose altrettanto, sorridendole e lasciandole sole.
Appena il ragazzo le lasciò, Charlie si decise a parlare “quindi tu e Michael..?”
Melany subito negò tutto, agitando la testa “no, sei fuori strada”
“Non dirmi cazzate, e cosa ci faceva lui a casa tua?” domandò ancora, sospirando appena per non farle vedere che era agitata quanto gelosa.
Quella ragazza era completamente incoerente: un attimo prima era convinta che Michael fosse soltanto una perdita di tempo, mentre ora era totalmente gelosa di lui e delle sue “amiche”.
In ogni caso Charlie, cercava in tutti i modi di non far vedere a Melany che lei era nervosa e infastidita da ciò che aveva appena visto.
“Charlie, sai perfettamente che non mi intrometterei mai tra te e Mikey, calm-” ma la ragazza di fronte a lei, la bloccò, pronunciando tali parole con molta acidità “solo io posso chiamarlo Mikey, non appropiarti dei soprannomi che non puoi dare”
Melany sussultò “scusami, non..volevo”
Charlie scosse la testa, ormai la gelosia e la rabbia la stavano accecando “ok, scusami tu..” poi continuò, “non..non voglio sapere nulla. Tu e Mike siete grandi e..andiamo a fare shopping, su”




Jack e Liam ora erano in un locale sudicio, non proprio degno di due architetti di successo.
“Io credo che questo locale sia il top!” esclamò ormai ubriaco Jack, sorridendo all'amico.
“Lo credo anche io, sai..ogni tanto quando litigo con Stacey mi vengo a rinchiudere qui, queste spogliarelliste fanno bene il loro lavoro, soprattutto quella rossa!” e rise indicandola, facendo comparire un ghigno sulla faccia del moro.
Quel locale ormai noto quasi a tutti era chiamato “Sex club”, già dal nome si poteva intuire che era qualcosa di sconcio.
Ci andavano tutti i camionisti e, anche qualche ubriacone che apprezzava la “roba buona”, definita cosi da qualcuno di loro. Jack stava bevendo vodka da un bel lasso di tempo e Liam, gli stava dando corda.
“Fra poco ti sposi, benvenuto nel club!” continuò dandogli qualche pacca sulla spalla “la regola numero uno è che devi dare sempre ragione alla donna, specie se ha quelle cose lì” disse fra un singhiozzo e l'altro, dovuto sicuramente al drink che stava bevendo.
Il moro sorrise, “oh io e Charlie siamo una bella coppia. Ma sai, alcune volte mi piacerebbe farmi anche Melany. Dio quella lì è una bomba”
L'alcol veritas, era una cosa ovvia.




“Mike! Finalmente. Mi stavo preoccupando” esordì Calum, girando la testa per fissare il diretto interessanto.
“Io devo ancora picchiarti per ciò che hai scritto” rispose, sorridendogli.
“Oh scusami” e risero.
Calum era comodamente sdraiato sul divano, in una mano aveva il joystick e nell'altra il telefono, ogni tanto Kirsten gli inviava messaggi, e ovviamente lui, non poteva far altro che rispondere visto che era pazzo di quella ragazza.
“Allora, dove hai passato la notte? Da Charlie?”
Michael sospirò, “no..da Melany. Ma prima che tu possa giungere a conclusioni affrettate voglio solo dirti che era ubriaca e che l'ho portata a casa sua, poi lei mi ha chiesto se volevo rimanere a dormire e io, dato che mi sono sentito in colpa sono rimasto. Poi la mattina mi ha trattenuto per la colazione e mi ha..” si bloccò, ricordando quel momento.
L'odio stava riemergendo poco a poco, Michael aveva bisogno di andare a spaccare la faccia a Jack, l'avrebbe cercato in capo al mondo.
All'improvviso gli venne in mente il patto che aveva stabilito con Melany, chissà se gliel'aveva detto e chissà come aveva reagito, pensò. Lui non c'era, in questo momento triste per Charlie, lui ora non era lì con lei. Doveva assolutamente inviarle un messaggio o quanto meno chiamarla, voleva assolutamente sapere come stavano proseguendo le cose.
“Michael?” lo richiamò Calum, “cosa..ti ha?”
“Jack è il padre di Becky, la figlia di Melany” sputò schifandosi.
Ovviamente la piccola non aveva alcuna colpa, non era un suo errore se era nata in quella “famiglia” cosi..strana. Ma doveva riconoscere però, che Melany era una donna forte; lui se fosse stato al suo posto, l'avrebbe data in adozione, non era pronto per una figlia, specialmente a quell'età.
Ma Jack..lo schifo che aveva combinato lui..beh, quello era imperdonabile e secondo Michael se lo sarebbe portato dentro per sempre.
La bocca di Calum divenne subito una 'o' ben formata, e dopo ciò sospirò chiudendo le palpebre per un secondo “quindi..tu, immagino che...cioè, glielo hai detto a Charlie, vero Michael, VERO?” chiese, alzandosi dal divano.
Il ragazzo dai capelli verdi deglutì, abbassando lo sguardo per non incontrare gli occhi del suo migliore amico, che al momento cercavano la verità.
“Michael! Come..come puoi lasciare che questo fatto rovini il tuo rapporto con Charlie? Sai che appena lo saprà si arrabbierà? E tu la perderai, pezzo di cretino!” sbraitò come non mai, dando qualche spinta al ragazzo, per cercare di farlo “svegliare”.
“Pensi che io non lo sappia? Ma cosa devo dirle? Io e Melany abbiamo fatto un patto, sicuramente ora glielo starà rivelando. Maledetto fottutissimo Jack, cazzo! Io non posso intromettermi, cosa vuoi che faccia? Non posso risolvere tutti i problemi, cazzo” gridò, alzando le braccia al cielo e facendole riscendere lungo il suo corpo ben formato.
Poi, sospirò “io..ci vediamo dopo” e chiuse la porta.





Appena Michael arrivò d'innanzi alla porta di casa di Charlie fece un lungo sospiro e, guardandosi attorno notò che la macchina di Melany non era lì.
Avanzando vide che la porta d'ingresso era semi aperta e che si sentivano dei singhiozzi provenire – sicuramente – dalla stanza da letto.
Preso dalla preoccupazione aprì la porta e si mise a gridare il nome della donna che amava, corse subito di sopra e il suo cuore perse un battito.
Charlie piangeva, il trucco sciolto aveva macchiato perfino la federa del cuscino bianco che ora stringeva saldamente fra le braccia. Michael deglutì, e senza aspettare un attimo spalancò la porta, facendo incastrare i suoi occhi verde smeraldo in quelli della ragazza.
“Tu..tu lo sapevi, vero?” domandò, ricominciando a piangere “io..credevo che fossimo amici..perchè non me l'hai detto? Da quando lo sapevi? E perchè Jack mi ha preso per il culo per dieci anni?!” sbraitò, piangendo e alzandosi dal letto per recuperare la bottiglia di alcol che aveva riposto vicino al letto.
Michael non riuscì a parlare, era rimasto in silenzio e ora, si stava sentendo colpevole. Che cosa aveva combinato?
“Charlie” esordì finalmente, togliendole dalle mani la bottiglia e stringedola a sé “io..non lo sapevo. Ti giuro, me l'ha detto Melany questa mattina, ma le ho subito detto che doveva dirtelo. Infondo..io..cosa potevo fare? Non centro granchè in questa situazione” sussurrò, accarezzandole il capo e lasciandole dei piccoli baci.
Charlie, continuava a singhiozzare, l'idea di essersi messa in mezzo tra Jack e Melany la faceva sentire male, specie che poi avevano anche concepito Becky. Con quale coraggio si sarebbe fatta vedere ancora in ufficio o in giro?
“Voglio..voglio andare via, Mike” disse, tirando su le lacrime.
“Ti porto dove vuoi” rispose dolce, mettendo poi in viso un sorriso tenero, quasi come se stesse comprendendo la sua situazione.
Charlie abbassò il capo “Dio Mike..non sai io quanto ti voglia..bene” sussurrò in fine.
Lui le prese il viso fra le mani e le baciò la guancia, soffermandosi anche a fissarla negli occhi. A Michael era sempre piaciuto il viso di Charlie, e vederlo ora ricoperto da macchie nere – dovute al mascara – e da lacrime lo fece sentire male, lei non poteva stare cosi, e lui in un certo senso voleva farla sentire dannatamente bene perciò, avrebbe fatto tutto ciò che lei gli avesse chiesto. In questo momento le stava baciando di nuovo la guancia, anche se questa volta si era fermato all'angolo della bocca perchè non voleva andare oltre, quella non era la situazione adatta.
Sospirò “non voglio vedere Jack”
“Piccola, se mi si presenta davanti gli spacco la faccia. E lo faccio solo per te” disse, ammiccando.
Charlie sorrise, abbracciandolo di nuovo cosi forte da poterlo frantumare. La verità era che si sentiva dannatamente bene con lui, desiderava davvero scappare via, magari anche come una fuga d'amore, romantica. Voleva che ci fossero solo loro due, lei e il suo Mikey.
Ma, d'altronde lei non poteva coinvolgerlo in questa situazione; qui c'era Calum, il suo migliore amico. Cos'avrebbe fatto senza di lui e soprattutto, lei non era nessuno per portarglielo via.
“Mike..voglio..cioè, vieni a prendermi domani, andremo via insieme” sussurrò piano, baciandogli la guancia.
Il ragazzo annuì e se ne andò, lasciandola sola.




Aveva ancora le lacrime agli occhi, Charlie stava piangendo mentre preparava il suo piccolo borsone da portare via. Era decisa a scappare da tutto e tutti stanotte, cosi nessuno si sarebbe accorto di niente, apparte ovviamente..Michael.
Sospirò, portando con sé anche la maglia dei Green Day nera e bianca che gli aveva regalato quando erano ancora adolescenti.
Era come se quel ricordo lo portasse sempre con sé, come se non lo abbandonasse mai perchè infondo, quel ricordo era uno dei suoi preferiti. Michael gliel'aveva regalata il giorno del suo diciottesimo compleanno, e l'aveva fatto mentre erano distesi a sgranocchiare schifezze che aveva comprato il suo migliore amico apposta per l'occasione.
Charlie non era mai stata cosi bene, le piaceva sentire il profumo che emanava ogni volta che lo abbracciava, in un certo senso, era come se si sentisse protetta come se nessuno potesse mai rompere quel legame che si era creato man mano e per questo, doveva ringraziare soltanto la sua sfacciataggine perchè era grazie a quella se Michael l'aveva parlata.
A lei erano sempre piaciuti i Green Day, erano un gruppo che emanava molta grinta e forza. E poi, ogni volta che loro due – Mike e Charlie – litigavano, quei tre ragazzi erano sempre pronti per cantare per lei, rallegrandola – in un certo senso –.
Si morse il labbro inferiore e chiuse la cerniera del borsone, scendendo di sotto per andare via.





Melany era assorta nei suoi pensieri da molto tempo, stava disegnando su un foglio molte nuvole grigie, con tanto di persone piangenti.
Becky era al suo fianco, le aveva chiesto lei di disegnare, cosi almeno avrebbero avuto qualcosa da fare.
“Mamma, perchè disegni le nuvole grigie e le persone che piangono?” chiese ingenuamente posando il suo indice su un uomo con i capelli mori, che piangeva.
La ragazza sospirò, portando il suo sguardo vuoto su sua figlia, la ragione per la quale restisteva a tutto questo casino “vedi Becky..ci sono persone che sembrano felici, ma..in realtà sono tristi..e..lo fanno solo perchè non vogliono che le persone a loro care si preoccupino” rispose con un tono di voce triste, era impossibile non accorgersene.
“Quindi..tu sei triste ora?” domandò ancora, posando la sua dolce manina paffutella sul braccio di sua madre.
Melany la fissò e poi sorrise, scuotendo il capo. Non voleva che i problemi che la affligevano contaggiassero anche sua figlia. Lei per Becky era la sua eroina, era quella persona che aveva sempre il sorriso in viso, qualunque cosa facesse.
“No piccola, io sono felice” disse, cercando di essere il piu' convinta possibile.
“Va bene mamma” e sorrisero, abbracciandosi.
Becky era il dono piu' bello che Melany potesse ricevere, anche se ormai non aveva piu' Jack, lei rifarebbe tutto da capo perchè avere quella meraviglia tra le braccia ricompensava tutto ciò per cui aveva sofferto.




Charlie ormai era in un hotel, non poteva definirsi proprio a cinque stelle ma era al sicuro.
Ma poi, al sicuro da cosa? Da chi? La risposta era al quanto semplice: temeva il confronto con Jack. Non voleva sapere nulla, né come era andata, né cosa era successo dopo, nulla. Infondo, si sentiva colpevole; se lei non si fosse messa in mezzo quei due si sarebbero sposati.
Poi pensò al matrimonio fra Jack e lei, cosa sarebbe successo? Il matrimonio era domani, e lei, era scappata.
Era mattina e Michael sicuramente sapeva già tutto: lei era scappata, ma questa volta senza di lui, senza il suo Mikey.
Sospirò e scese di sotto per prendersi una ciambella e un caffè da portare. Voleva uscire e andarsene sopra le colline dove era al sicuro da tutti.
Inspirò l'aria fresca che l'avvolgeva completamente, sedendosi e sorseggiando il suo caffè.
Sorrise, anche se di allegro in quel momento non c'era granchè, ma il solo pensiero di essere lì, lontano dai suoi problemi la faceva sentire meglio. Non voleva tornare, anzi, se ci fosse stato lì anche Michael si sarebbe sentita completa.
Il paesaggio che le si presentava davanti era bellissimo e poi quel vento che ogni tanto soffiava rendeva il tutto piu' incantevole. Era proprio vero, liberarsi dalla normalità portava i suoi frutti.
Prese la sua borsa e si sdraiò, portando la testa sopra a questa. Poi, chiuse gli occhi.



Michael stava stritolando il volante, l'aveva preso in giro, lei non voleva realmente scappare con lui. Si morse il labbro nervosamente facendolo  sanguinare. Scuoteva il capo, cercando di non pensare a Jack, perchè infondo, la colpa era soltanto sua e del suo pene in astinenza. Se non fosse stato cosi idiota da ingravidare la migliore amica della sua ragazza allora tutto questo non sarebbe successo.
Sospirò, cercando di capire dove poteva essere andata la donna che amava. Si fermò di tronco, spegnendo il motore della macchina e gridando. L'idea di non sapere dov'era lo mandava in rabbia, era preoccupato perchè se le fosse successo qualcosa non si sarebbe mai perdonato.





Chiara's space

Ciaaaao! Allora non voglio prolungarmi, voglio soltanto ringrazirvi.
Grazie, e..niente. Spero che questo capitolo vi piaccia anche perchè leggere le vostre recensioni positive e con tanti complimenti scritti..beh, non sapete quanto mi soddisfa. Spero che il capitolo non sia uscito male anche perchè c'ho messo molto per farlo uscire come dicevo.
Beh, ora scappo.
Baci, Chiara.

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Capitolo 12
*** Chapter eleven ***


ATTENZIONE

Ragazze, volevo soltanto avvisarvi che venerdì pomeriggio parto, quindi se questo capitolo arriverà ALMENO A NOVE (9) RECENSIONI, pubblicherò il seguito prima che io parta.
Questi sono i patti, ahaha.
Buona lettura, leggete a fine capitolo.
- Chiara.


Chapter eleven


Jack e Melany erano al telefono già da un po', discutevano e parlavano di Charlie. Si, ancora una volta quella ragazza era tra i pensieri del – quasi – marito.
Ora Jack si stava recando a casa della ragazza, per cercare di scoprire qualcosa di piu'. Ovviamente, Melany aveva già raccontato tutto a Jack, e lui si era arrabbiato, come a suo solito.
Sospirò ed entrò, senza neanche salutare la povera ragazza che ora era seduta inerme sul divano, con la testa tra le mani “come hai potuto dirglielo senza il mio consenso?”
La ragazza lo guardò, schifandosi di quell'uomo che ora aveva avanti “senza il tuo consenso? Ma lo sai da quant è che teniamo questo segreto? Cazzo Jack, tu domani ti sposi! Quando glielo volevi dire? Sei..sei solo un bastardo” gridò, facendosi sentire.
Melany aveva preso coraggio e tutto questo era solo ed esclusivamente merito di Michael; se non fosse stato per lui, lei ora non sarebbe arrivata al punto di sbraitare la verità in faccia a Jack.
Il moro aprì e chiuse la bocca, come se in quell'attimo stesso, volesse dirle qualcosa “tu..”
“Io cosa, Jack? Avanti, parla! Sei solo uno stronzo che pensa agli affari propri. Non te n'è mai fregato niente di me e Becky, vero?” scosse la testa, continuando “io..io non so perchè sono ancora innamorata di te! Anzi, forse è il modo in cui mi guardi, il modo in cui mi parli, mi abbracci..dio, a me manca il vecchio Jack. Quell'uomo dolce che sognava di diventare un bravissimo architetto. Dov'è?”
L'uomo d'innanzi a lei, sospirò.
“Jack, io sono qui..parlami” sussurrò, calmandosi.
Jack d'altro canto, non sapeva cosa dire; quel cambio di umore da parte di Melany l'aveva sorpreso. Non si sarebbe mai immaginato che quella ragazza, cosi timida ed introversa, avesse potuto fare una scenata simile.
“Scusa” mugugnò, abbassando il capo e lasciandosi cadere sul divano.
Melany deglutì piu' volte.
Perchè le aveva chiesto scusa?, pensò.
“Sono un bastardo e tutto ciò me lo merito. Ma credimi, non avrei mai voluto farvi del male, soprattutto a te..” poi continuò, prendendo le mani di Melany “mi..mi dispiace. E, farò di tutto per farmi perdonare. Lo giuro”
La mora sorrise, iniziando a piangere: quello per lei era un gran traguardo.
“Passerai del tempo con me e Becky?” chiese sorridendogli appena.
Il ragazzo annuì “certo. Tutto quello che vuoi, anzi è il minimo”




<< Melany, Jack è da te? >> le inviò Michael, premendo con forza il touch screen del telefono.
Era davvero arrabbiato e tutto questo era solo colpa di Jack, era convinto che per prima cosa, doveva far valere l'onore della sua migliore amica, alias, la donna che amava disperatamente.
<< si, ma..? >> rispose.
Michael scese dall'auto a passo veloce, felpato. Suonò per molte volte alla porta e, una volta aperta, si fiondò su Jack, spintonandolo.
“Michael, non fare una pazzia, per favore!” gridò Melany tentando – in qualsiasi modo – di separarli.
“No, Mel. Lascialo stare. Vuole sfogarsi ed io..” disse, portando lo sguardo su di Michael “non opporrò resistenza. Avanti, sfogati”
Gli occhi verdi del ragazzo erano fissi su quelli di Jack, pieni di rabbia, di rancore, e di nervosismo. Era colpa sua se Charlie era scappata, era colpa sua se ora stava soffrendo e, ancora una volta, era colpa sua se lei stava con quel coglione anzicchè che con lui.
Michael, scosse il capo, lasciando la presa sul collo del bastardo; poi sospirò.
“Spiegami perchè cazzo l'hai fatto” sputò acido, socchiudendo appena gli occhi.
“Non..non volevo far soffrire nessuno, lo giuro. Ero innamorato perso di Melany, ma poi..poi è subentrata Charlie che mi ha capito come nessuno sapeva fare..e mi sono preso una cotta che subito dopo, è diventato amore. Io la amo, ma..mi sono comportato da vero bastardo con le due persone che sono state realmente importanti per me e che, tutt'ora continuano ad esserlo. Vorrei..vorrei soltanto scusarmi con Charlie e dirle che se lei non vuole sposarmi va bene cosi, perchè me lo merito. Vorrei solo poterla vedere e parlare. Ti prego Michael, dov'è?”
Il ragazzo dai capelli verdi sospirò, rivolgendo lo sguardo prima a Melany – che piangeva – e poi a Jack.
“Io..non lo so, è questo il punto”
Quel discorsetto, anche se emozionante, non l'aveva fatto sbollire per niente. Desiderava ancora spaccare la faccia a quel verme, ma, d'altronde non l'aveva fatto solo perchè gli faceva pena.
Che figura ne faceva poi lui? Sarebbe sembrato un idiota e Michael, era tutto fuori che questo.
“E..come possiamo trovarla?” chiese Melany, intromettendosi nel discorso.





Charlie era tornata in hotel, ora stava meglio, si sentiva libera.
Quel bagno in quel laghetto le era servito per rilassarsi, anche se, la notte, prima di andare a dormire, ci pensava. Pensava a Michael, a Jack e a Melany. Lei era sempre stata dolce con loro, perchè avevano aspettato cosi tanto tempo per dirle quell'enorme segreto? Aveva sempre trattato Becky come una figlia, come una nipote; e Melany questo lo sapeva, lo vedeva. Charlie scosse la testa e sospirò. Aveva bisogno di parlare con qualcuno, magari qualcuno che la capisse, che era dolce e premuroso come lei, e per una volta, pensò di chiamare Calum.
<< pronto? >>, domandò il moro con voce metallica, dovuta al cellulare.
Charlie esitò, stava facendo la cosa giusta? E se poi Calum, avesse chiamato Michael e gli avesse detto dove si trovava?
No, Calum non era cosi. Lui sapeva mantenere i segreti, perciò non correva alcun rischio.
<< chi c'è lì? >> chiese ancora, questa volta con un tono di voce piu' preoccupato.
Charlie sospirò e, << Calum..sono..Charlie >>
<< Charlie! Dove ti trovi? Michael è molto preoccupa- >>
ma la ragazza lo interruppe subito, non voleva che quella chiamata precipitasse << ti prego, non parlarmi di Mike. Volevo..solo..sfogarmi, credo che tu sappia già tutto, non è cosi? >>
Calum d'altro canto, non sapeva cosa rispondere. Non sapeva se optare per la verità o per la bugia. E, dato che lui era un ragazzo fin troppo a modo decise di dirle la verità, infondo se lo meritava.
Era una grande ragazza e ciò, lo pensava sin dal liceo. E, anche se non l'aveva rivelato a nessuno, Calum era al corrente della cotta – adolescenziale – che aveva Charlie nei suoi confronti.
<< dimmi dove sei. Arrivo lì, e..non dirò nulla a Michael, te lo prometto >>
Charlie sorrise e rispose, chiudendo poi la chiamata per aspettare l'arrivo del moro che si era offerto per ascoltarla.



Una volta tornato a casa, Michael notò che Calum non c'era, anche se, sinceramente, ora aveva altri pensieri per la testa, stava diventando pazzo, l'assenza di Charlie lo stava mandando in escandescenza. Dov'era? Perchè non era andata via con lui? , pensò.
Quella ragazza era diventata impulsiva quasi quanto lui e ciò, non andava bene, anzi lo innervosiva. Deglutì e prese le sue Marlboro, estrasse una sigaretta e l'accese, incominciando a fumare e inebriandosi della nicotina per cercare di calmarsi. Inspirò ed esprirò, Michael non era un fumatore accanito, anzi, fumava per necessità; lo faceva solo quando era estramamente nervoso – come in questo caso –.
Si sedette su uno degli scalini che portavano al piano di sopra e prese a giocherellare con il suo orecchino. Pensava, ripensava a tutti i posti in cui erano stati quando erano adolescenti. Voleva – e doveva – assolutamente trovarla.
Ad un certo punto, la porta si spalancò, mostrando un Calum esausto “dove sei stato?” gli chiese, intrappolando i suoi occhi in quelli del moro, era convinto che gli nascondesse qualcosa.
“Eh? da nessuna parte, Mike”, era nervoso, lo si capiva dal suo tono di voce.
“Calum, non dirmi cazzate. Sono arrabbiato, perciò dimmi ciò che io non so” disse, andandogli vicino.
“Michael, non so di cosa tu stia parlando!” alzò di qualche tono la voce, facendo innervosire ulteriormente Michael, il quale non appena terminò la frase, prese il collo della maglia del moro e lo scaraventò contro il muro, premendo forte “dimmi, ciò che io non so. So che sai qualcosa su Charlie, perciò non nascondermelo. Te lo sto dicendo per il tuo bene perchè sinceramente, non so cosa può capitarti” sibilò, facendo deglutire fortemente Calum.
“Charlie è in un albergo” confessò, sospirando.
Il ragazzo dai capelli verdi, lasciò la presa e, prima di andare gli rivolse parola “dove si trova?”



Jack e Melany stavano bevendo birra da un po', anzi, a dirla tutta, Jack beveva e Melany giocherellava con Becky.
Anche se non voleva ammetterlo e non voleva darlo a vedere, Melany era felice. Teneva molto a Charlie, ma la sua famiglia per lei, era molto piu' importante. Ora, aveva una chance con Jack perchè sicuramente, lei lo avrebbe lasciato e anche il matrimonio sarebbe andato a farsi fottere.
Melany e Becky giocavano e vestivano alcune bambole della bambina e Jack, le guardava attentamente, beandosi di quella scena cosi calda che lo fece sorridere.
“Quindi tu sei un amico di mamma?” gli rivolse parola la bambina, portando i suoi grandi occhi verdi su di lui.
Jack sorrise, e annuì “si, ma sai che sei proprio bella?”
La bambina ridacchiò, prendendo le sue bambole e portandole in camera sua.
Una volta chiusa la porta della sua camera, Melany prese a parlare “ti assomiglia molto, sai?”
Lui annuì, sorridendole “lo vedo. E' tutta suo padre”
La mora ridacchiò, dandogli uno schiaffetto innocquo sulla spalla “certo, come no. E' forte come la mamma”
Jack sorrise e l'abbracciò “e come il papà”
Melany portò le sue braccia attorno al collo di Jack per tenerlo piu' forte a sé, voleva che quel momento non la abbandonasse mai perchè era cosi che aveva desiderato la sua vita con Jack.




Michael era arrivato nel punto descritto da Calum, l'hotel a tre stelle in cui alloggiava Charlie non era un granchè da fuori e ciò, fece innervosire ancora di piu' Michael, poiché lui affermava che quella ragazza doveva avere solo il meglio. A dire la verità, si sentiva enormemente in colpa per come aveva trattato Calum, lui era suo il migliore amico da sempre e, il solo fatto che l'avesse trattato in quel modo..beh, lo mandava in paranoia. Al ritorno, si sarebbe scusato, ne era certo.
Ora però, non importava, Charlie doveva tornarsene a Sydney con lui.
Una volta dato il cognome della ragazza nella reception, Michael, si recò veloce nella sua camera, bussando violentemente e gridando un “Charlie, so che sei qui, apri!”
La ragazza, aprì, mostrandosi trascurata. Era senza trucco, i capelli – fortunatamente – erano puliti e legati a chignon e, come vestiti aveva indosso un pantalone grigio della tuta e una canotta bianca.
“Che..che ci fai tu qui?” chiese con voce rotta dal pianto, Michael lo notò, quando si trattava della sua migliore amica, non trascurava mai nulla.
“Non importa, fammi entrare” rispose veloce e acido.
Era arrabbiato anche con lei, voleva tanto abbracciarla e inspirare quel buon odore che emanava la sua pelle, ma era anche orgoglioso.
Non l'avrebbe fatto.
“Mi hai fatto spaventare!” gridò, sbuffando.
“Scusami..ma cosa dovevo fare? Non volevo separarti da Calum, non volevo intromettermi nella vita fra Melany e Jack, quei due..sono fatti per stare insieme e poi, c'è qualcuno che li lega” disse, evitando lo sguardo di Michael.
“Non me ne fotte. Io per te sarei andato in capo al mondo, lo capisci? Per vederti sorridere..dio, avrei fatto di tutto! Tu non sai quanto sei importante per me, tu non sai come ho reagito quando quella mattina, sono passato a casa tua e ho visto che era vuota! Tu non eri lì con me ed io..ero come morto” confessò, gridandole addosso. Il suo però, non era un tono arrabbiato anzi, era piu' un tono preoccupato, strozzato perchè Michael voleva tanto gridare per sentirsi libero.
“Lo capisc-” ma il ragazzo la bloccò.
“No tu non lo capisci, Charlie. Dio, io ti amo! Lo capisci si o no? Tu non hai la minima idea di cosa ho pensato quando eri andata via, te lo ripeto, io ti amo!” gridò, liberandosi dall'enorme peso che sopportava ormai da troppo tempo.
La ragazza aveva gli occhi lucidi ora, stava piangendo e la sua voce, alle orecchie di Mike risultò soffocata “sai che c'è? Siamo in vena di confessioni? Bene. Ti amo anche io, stupido idiota che non sei altro! Quando ti ho baciato quella sera..pensavo che saresti tornato da me e mi avresti detto qualcosa! E invece no, sei stato beatamente seduto a parlottare con Melany! Sei un emerito coglione, ma..non posso far a meno di amarti, dio solo sa quanto ho sofferto perchè pensavo che non fossi alla tua altezza. Sai, credevo che tu mi considerassi un giocattolo” disse d'un fiato, piangendo a dirotto.
Michael, era rimasto spiazzato, anche se non potè far a meno di sorridere. Prese il viso di Charlie e lo avvicinò al suo, premendo fortemente sulle sue labbra, in cerca di un bacio vero, possessivo. Tracciò il contorno delle sue labbra con la lingua e con un gesto veloce, s'intrufolò nella sua bocca, incominciando a far intrecciare le loro due lingue. Si baciarono, si stringevano e avvolte, sorridevano. Le braccia di Mike erano avvolte strettamente lungo i fianchi di Charlie e, le mani di quest'ultima erano legate dietro la nuca di Michael.
Quel baciò durò molto, si volevano e quello era il loro momento.




“Dobbiamo tornare” le sussurrò Michael, baciandola a stampo e accarezzandole la schiena con i polpastrelli.
“Mh” mugugnò felice.
Dio quanto si sentiva felice in quel momento, il suo cuore era ripreso a battere e tutta quella sofferenza si era trasformata in estrema felicità e allegria.
“Dai piccola, andiamo. Domani ti sposi!” esclamò Michael, ridacchiando.
“Sei un idiota” le diede un colpetto, “voglio..cioè, rimarrai con me quando glielo dirò?” chiese Charlie impaurita quasi.
Michael le baciò la testa e le prese la mano per invitarla ad alzarsi “certo. Non ti lascio piu' ormai”
Lei sorrise e insieme, si avviarono verso Sydney.




Chiara's space

Ehilà! Ciaaao!
Allora, voi non sapete quanto io ami questo capitolo. Giuro.
Spero vivamente che piaccia anche a voi. Cioè, non so come mi sia uscita la parte di Michael e Charlie ma credo sia fantastica!
Come sono modesta, eh? Hahaha.
Bah, detto ciò mi dileguo perchè non ho altro da dire. Aspetto recensioni e, nulla.
Su twitter sono: @tostapayne__
Se volete seguirmi io ricambierò.
Baci, Chiara.

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Capitolo 13
*** Chapter twelve ***


Chapter twelve



<< devo parlarti >> inviò Charlie a Jack, il quale iniziò a preoccuparsi.
D'altronde cosa poteva fare? Sapeva perfettamente di cosa voleva parlare la sua – ormai – ex ragazza.
<< sono a casa..ti aspetto.
Ps. mi dispiace molto >>, scrisse bloccando poi la tastiera dell'iphone.
Sospirò e iniziò a pensare al discorso che poteva farle, sapeva che sarebbe finita cosi e nonostante tutto Jack, aveva continuato a mantenere quell'enorme segreto.
Dopo pochi attimi suonò il campanello e Jack, andò ad aprire, trovandosi avanti Michael e..Charlie.
“Prima che tu possa parlare voglio solo dirti che mi-” ma la ragazza lo bloccò, pronunciando tali parole acidamente “il matrimonio è annullato. Ti voglio fuori dalla mia vita e, prenditi cura di Melany e Becky”
Il moro sospirò, fissando prima Michael – che intanto era rimasto a fissare la scena inerme, senza neanche spiccicare parola – e poi Charlie.
“Posso..posso prima spiegarti perchè l'ho fatto?” domandò, spostandosi di poco per far entrare in casa Charlie.
“No, non voglio saperlo” continuò “oppure si, mh..mi hai mentito per dieci anni, sei un bastardo. E io, che ti difendevo con chiunque – guardò Michael – sono proprio una stupida..ho creduto a tutto ciò che mi hai detto, che mi amavi..che mi avresti sposata e che insieme, avremo creato una famiglia. Ma sai che c'è? Fai realmente schifo. Sei uno stronzo che pen-” ma Jack, arrivato a questo punto la bloccò, prendendole con forza i polsi per scaraventarla contro il muro “non dire cosi, Charlie..”
Michael, agì subito, liberandola e proteggendola dietro di sé. Fin da quando erano ragazzini si erano ripromessi di difendersi, perciò lui avrebbe fatto di tutto per mantenere questa loro promessa.
“Non azzardarti a toccarla” sibilò Mike, fissando con aria di sfida Jack.
Sospirò, “non..non volevo farti del male, credimi”
Charlie scosse il capo, era ferita. Ma nonostante tutto, l'odio che provava ora verso di Jack si stava ampliando sempre di piu', stava diventando sempre piu' acida e fredda nei suoi confronti perchè infondo lui con lei aveva sbagliato. Nasconderle questo tipo di segreto..gliene avrebbe perdonate tutte, perfino averla tradita, ma questo..beh questo no.
Lei era troppo per lui, e lui era poco per lei.
“Vado a preparare il mio borsone, cosi me ne esco da questo schifo” esordì Charlie, fissando Jack.
Quest'ultimo sospirò, rivolgendo il suo sguardo a Michael e mugugnando un “mi dispiace..”
“Non è a me che devi dirlo, Jack” rispose deglutendo e aspettando che la ragazza uscisse dalla sua camera.
“Lo so..potresti parlarle tu? Ti prego Mike..sono dispiaciuto veramente. Credo che a nessuno si debba negare una seconda possibilità” gli disse con il cuore in mano.
Jack, era mortificato sul serio. Tutto ciò che aveva combinato l'aveva fatto soltanto per il bene della sua relazione. Certo, era risultato egoista, ma era solo perchè l'amore che provava nei confronti di Charlie era molto forte. Lui voleva soltanto farsi perdonare, anche se infondo, sapeva che non sarebbe stato semplice. Inoltre, voleva anche instaurare un bel rapporto con sua figlia e rivelare al mondo intero che lui, era suo padre.
Si inumidì le labbra e guardò Michael andare via, non gli aveva risposto.
Aspettò che Charlie scese e, “ti chiedo un ultima possibilità. Ti aspetto domani mattina al solito bar..ti prego, non mancare”



“Devo trovarmi un'alloggio” esordì la ragazza, prendendo il giornale dal tavolino e iniziando a cercare qualche casa.
“Puoi rimanere qui” disse Calum, dandole una pacca sulla spalla.
“Non voglio darvi alcun fastidio. Poi con il mio lavoro ho bisogno di silenzio perciò..no, grazie”
Michael era rimasto in religioso silenzio per tutto il tempo. Charlie gli aveva detto della seconda chance che le aveva chiesto Jack. Era geloso, enormemente geloso. E in piu', aveva paura che sarebbe tornata da quell'individuo. Sospirò e, “posso parlarti?”
Calum capì immediatamente e si dileguò, uscendo.
“Dimmi”
“Tornerai con Jack?” le chiese timidamente, quasi come se avesse paura della sua risposta.
Lei sospirò e, poggiandosi sulle gambe di Michael lo fissò “no, Mike. Non..non voglio vederlo. Io amo te da troppo, che donna sarei se ti lasciassi andare? Non me lo perdonerei mai”
Entrambi sorrisero e si lasciarono andare in un bacio. Lei allacciò le sue braccia dietro il capo di Michael e lui, prese ad accarezzarle la coscia che ora si trovava sul bracciolo del divano.
Le loro lingue si volevano come non mai, si cercavano, si allontanavano e poi, ritornavano unite. Erano proprio come loro. Michael fece stendere Charlie sopra il divano e lui, fece lo stesso, posizionandosi però sopra di lei con i gomiti, per cercare di non pesarle. Le baciava il collo, il lobo dell'orecchio e poi, tornava alle sue labbra carnose che lo facevano impazzire. Le mordicchiava, e marcava il territorio con la sua lingua. Charlie gemeva ogni qualvolta Mike le succhiava il collo, le piaceva immensamente. Cercò di capovolgere la situazione, non amava rimanere immobile, anche a lei piaceva dettare le regole, dominare.
Si mise a cavalcioni su di lui e gli sbottonò la camicia, prendendo a baciare il suo petto. Michael invece, aveva le mani ferme sul sedere di Charlie e ogni tanto, glielo palpava. La ragazza, arrivò di nuovo alle sue labbra e mordicchiandole, gliele ribaciò di nuovo, inserendo la lingua con fare possessivo, come se tutti dovessero sapere che Michael era solo suo e di nessun'altro.
Michael d'altrocanto, voleva far diventare la donna che amava sua, lo voleva da troppo tempo e ora che il momento gli si era presentato non voleva farlo sfumare senza riuscir a concludere nulla.
Cercò di sbottonarle la camicetta rossa a quadri che aveva, ma lei, lo bloccò “No, Mikey..” rispose ansimando “non..non ora. Sai..mi sono appena..e io..” blaterò, mordendosi il labbro inferiore.
Il ragazzo dai capelli verdi le sorrise, per lui non avrebbe fatto alcuna differenza, lui l'amava molto, perciò avrebbe aspettato “tranquilla piccola, abbiamo tempo” e sorrisero, ribaciandosi.



Jack era distrutto, aveva evitato di andare a lavoro, non voleva sentirsi dire da Liam quanto fosse stato stupido a lasciarsela sfuggire. Ora sapeva perfettamente che Charlie era con Michael e che, fatto fuori lui, il ragazzo dai capelli verdi aveva la strada spianata. E il bello, era che era stato proprio lui ad aiutarlo. Si sentiva un enorme stupido. Se le avesse raccontato tutta la verità ora loro due sarebbero in chiesa a giurarsi amore eterno.
Sospirò, mangiando l'ultimo pezzo di pizza che era rimasto nel cartone.
Ieri, appena Charlie era andata via, aveva subito chiamato tutti e aveva disdetto le nozze, mortificandosi e inventando una banale scusa, che poi, tanto banale non era visto che, si erano lasciati.
Guardò l'orologio e si ricordò dell'appuntamento con Charlie, cosi velocemente si vestì e andò al bar dove l'aspettò con ansia.
Prese un grosso respiro e sperò con tutto il cuore che Charlie sarebbe andata.
“Ehi” esordì Jack, sorridendo.
“Cosa vuoi?” chiese, sedendosi e aspettando che l'uomo davanti a lei parlasse.
“Sono contento che tu sia venuta, Charlie” disse, poggiando il palmo della sua mano su quella della ragazza.
“Jack, non toccarmi. Spiegami ciò che mi devi spiegare e poi, finiamola qua” rispose acida e puntigliosa.
Jack sospirò e iniziò a parlare, raccontandole tutto ciò che era successo prima del loro incontro. Charlie si commosse in alcuni momenti, mettendosi nei panni di Melany per ciò che aveva dovuto sopportare tutti questi anni. Jack era stato uno stronzo, doveva riconoscerlo.
“E questo è tutto..” concluse, aspettando qualche parola da parte di Charlie, che nel frattempo era rimasta in silenzio.
“Ok” continuò “ti prenderai cura di Melany e Becky?”
Lui annuì, “voglio..voglio dirle che sono io suo padre”
“Mi sembra una cosa giusta” e sorrise.
Infondo, lei l'aveva amato, e vederlo cosi debole in questo momento non aveva fatto altro che far diminuire il suo odio verso di lui. Decise comunque, di rivolgergli almeno la parola e poi, per quanto riguardava la parte del perdono, beh..ci avrebbe pensato piu' tardi. Lei d'altronde, era un'essere umano e sapeva perdonare.
“Spero che darai una possibilità anche a Melany, ti prego..non trattarla come una ruota di scorta” gli sussurrò, fissandolo negli occhi.
Lui scosse la testa, “non lo farò. Te lo giuro. Ora, voglio solo che le cose vadano per il verso giusto e..Charlie, mi dispiace sul serio. Sono stato un bastardo e io..” disse, tirando su col naso per evitare di piangere davanti a tutti.
Era molto sensibile, Charlie lo sapeva. Ma non per questo si sarebbe fatta abbindolare. L'avrebbe perdonato in un secondo momento ma ora, voleva soltanto che le cose tra lui e Melany, andassero per il verso giusto.
Lei ora era felice con Michael, non poteva negare la sua felicità anche a Melany.
“Bene..allora, addio Jack” disse, sorridendogli teneramente.
“Addio Charlie”




Kirsten stava uscendo dall'università, rideva e scherzava con Alyss, una sua amica.
Si stavano dirigendo al cafè piu' vicino per prendersi una meritata pausa, avevano studiato come matte e ne avevano bisogno. Ad un tratto la ragazza, iniziò a pensare a Calum e a come non si fosse fatto vivo negli ultimi giorni. Certo, loro non erano una coppia, però, lui le aveva promesso che si sarebbero rivisti dopo quell'uscita. Sbuffò e ordinò una ciambella con della cioccolata calda.
Mentre Alyss parlava, lei annuiva semplicemente assorta nei suoi pensieri e, incapace di concentrarsi sulla loro conversazione; ogni tanto, sbloccava la tastiera del cellulare, giusto per constatare se le era arrivata qualche e-mail, o qualche messaggio o ancora, una chiamata persa da parte di qualcuno.
“Kirsten, mi spieghi cos'hai?” le chiese ad un certo punto la bionda, scuotendo la testa.
“Eh? Oh nulla” rispose con semplicità, guardandosi poi attorno.
“Sei molto strana” incalzò, cercando di spingerla a raccontarle qualcosa che, sicuramente, la turbava.
“Oh Alyss, per la miseria! Sto bene, ok?”
“Ah, hai il ciclo. Mh, ok” disse, concludendo lì il discorso e alzandosi per pagare “io ora scappo, ci teniamo in contatto. Ciao mestruata” e ghignò, facendo innervosire ancora di piu' la ragazza.
Sospirò e imitò Alyss, pagando e uscendo con la sua cioccolata in mano.
Ad un certo punto, il suo cellulare trillò e – con tutta la svogliatezza possibile – rispose.
-Kirsten, sono Calum-.
“Oh vuoi l'applauso?” pensò di rispondergli, visto che era arrabbiata con lui.
-Oh ciao-, essere indifferente era la miglior arma.
-C'è qualcosa che non va?- chiese ad un certo punto, facendo innervosire ulteriormente Kirsten.
-Ahm..senti, va tutto bene, ok?- poi continuò -non ti fai sentire per quasi una settimana e poi mi chiedi anche cos'ho? Ma va bene, infondo non sono la tua ragazza, perciò tutto questo è esagerato-.
-Mi dispiace, ma avevo degli impegni. E poi, non è esagerato. Potremo..vederci, magari anche ora-.
Sul viso di Kirsten si espanse un sorriso a trentadue denti e, senza neanche farselo ripetere due volte, rispose che ci sarebbe stata, ovunque lui volesse andare.



“Ehi Melany! Qui Becky deve cambiare il pannolino!” esclamò Jack disgustato per la puzza.
“Lo so, cambialo!” ribattè, “io sto cucinando”
Jack alzò gli occhi al cielo e, con tutto l'impegno possibile le mise il pannolino pulito.
“Jack” esordì ad un certo punto la bambina, “io credo che il pannolino vada messo al contrario, non cosi” e ridacchiò, portando con sé nella risata anche il moro, il quale arrossì.
“Oh..non sono proprio tagliato per questo cose, eh?” le domandò, facendola ridere.
“Aspetta, mamma mentre mette il pannolino mi spiega sempre i passi che si devono fare, ti aiuto io” continuò staccandosi l'adesivo e prendendo uno nuovo dallo scatolo “allora, la parte grande va dietro..” iniziò, e Jack le ubidì.
Dopo un po', avevano finito.
Entrambi entrarono in cucina, desiderosi di mangiare e ti assaggiare le prelibatezze che Melany aveva cucinato per la sua famiglia.
Becky era in braccio a Jack, determinata a non volersi sedere sopra le gambe della mamma, le piaceva quell'uomo, e in piu', si trovava bene, lui con lei era molto dolce e ogni tanto, quando lui l'accarezzava lei arrossiva palesemente.
“Dai mangia, Becky” disse Melany, imboccandola e sorridendole.




Calum e Kirsten erano insieme già da un po', erano andati a mangiare in un fast food lì vicino.
“Perchè non sei voluta andare in un ristorante?” le chiese il moro, addentando l'hamburger che aveva ordinato.
“Oh beh, preferisco questo cibo. Ti dispiace?” rispose semplice, ingoiando e bevendo della coca cola.
Scosse la testa e poggiò la sua mano su quella di Kirsten, la quale arrossì a vista d'occhio. Calum, se ne accorse e ridacchiò; passò vicino a lei, mettendole un braccio attorno alla spalla e avvicinandola a lui, in modo da tenerla forte.
“Sei molto bella quando arrossisci” le sussurrò all'orecchio, facendo diventare poi le sue gote molto piu' rosse del solito.
Kirsten stava esplodendo, se ora non l'avesse baciata sarebbe diventata pazza e poi, gli avrebbe sbraiato addosso tutte le parolacce che conosceva.
“Calum, sta zitto e baciami” esordì, meravigliandosi anche di sé stessa e della sua sfrontatezza che non ricordava neanche possedere.
Il moro soffocò una risata e poi le sussurrò a fior di labbra un “ai tuoi ordini” e posò le sue labbra su quelle della ragazza.
Il bacio fu molto lento e romantico, lui le toccò il labbro inferiore con la lingua e lei, immediatamente, diede il suo accesso, consentendo al moro di approfondire quel bacio che stava mandando Kirsten in escandescenza. Intrecciavano le loro lingue, si cercavano e si riallacciavano come non mai. Kirsten si avvicinò a lui, e i loro corpi aderirono perfetti come non mai, segno che quei due sarebbero rimasti uniti per sempre, erano semplicemente bellissimi, entrambi.
Alla fine del bacio, ci furono dei sorrisetti, e il moro, dopo averla baciata a stampo le sussurrò un “mi piaci” e lei, in risposta, lo ribaciò, ricominciando tutto d'accapo.





Chiara's space

Ueee bella gente!
Ciao a tutte! Allora, come vi è sembrato questo capitolo? Vi è piaciuto?
C'ho messo la mia anima, giuro. Hahah, qui, come ben avete notato Michael e Charlie non compaiono molto, semplicemente perchè volevo concentrarmi molto di piu' su Calum e Kirsten e Melany e Jack. Non li trovate adorabili? Dio, io ho amato la scena tra Becky e quel tontolone! Ahahah, spero sul serio che non lo odiate perchè io lo amo, giuro. Si sono una cogliona, ma..che ci posso fare? Amo tutti i miei personaggi! Ah, volevo dirvi che Alyss l'ho messa tanto per, non comparirà come personaggio, volevo soltanto ricordarvelo.
Uhm, la storia come ben potete vedere sta giungendo al termine MA non è ancora come sembra, ci saranno ancora delle complicazioni, AHAHAHAHHAHAHAHAHAHAMUAHAHAHAHAH. Si, non sono molto normale :') skstmi.
Good, detto ciò, posso andare via, via, via, via.
Ricordate, su twitter sono @tostapayne__
Seguitemi, bele!
Baci, Chiara.

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Capitolo 14
*** Chapter thirteen ***


AVVISO IMPORTANTE

Per favore, leggete lo spazio autrice, poi, fatemi sapere cosa ne pensate.
- Chiara.

Chapter thirteen


Kirsten in questo momento era la felicità fatta persona, sorrideva con chiunque e, seguiva attentamente le lezioni. Ora era appena tornata dall'università, e, come a suo solito stava cantando sotto la doccia.
“I'm a single ladies, i'm a single ladies” canticchiò, lasciando che l'acqua la rilassasse piu' di quanto già non fosse.
Sospirò, chiudendo il getto d'acqua e arrotolandosi dentro un asciugamano rossa.
Sinceramente, ora che Kirsten ci stava pensando, non sapeva se loro due – lei e Calum – stavano insieme. Cioè, si erano solo dati un bacio, e poi lui le aveva sussurrato “mi piaci”, ma niente di piu', niente di meno. Ora, poteva considerarsi una donna impegnata?
Sorrise come una scema quando le parole del moro rieccheggiarono nella sua testa, “mi piaci”, quel suono le era sembrato cosi bello che quasi non poteva riuscire a crederci. Era semplicemente...fantastico.
Prese una tazza dal mobiletto color ciliegio e versò un po' di caffè, adagiandolo sul tavolo e andando poi a cambiarsi per mettere il suo pigiamone.
Il campanello trillò, facendo sobbalzare la povera Kirsten, che al momento, era in intimo.
“Un secondo” gridò, saltellando di qua e di là per trovare il pantaloncino del pigiama.



Jack e Melany stavano parlottando da molto, ridevano, e scherzavano come se fossero realmente sposati. Loro ora, non erano nient'altro che amici, vista la volontà di Jack di rimanere tali. Lui, almeno per adesso, non voleva impegnarsi con nessun'altra, voleva prima stare in pace con sé stesso. Se si sarebbe messo con Melany avrebbe fatto una cazzata, perchè – prima di fare ciò – voleva dimenticarsi una volta per tutte Charlie e i motivi per i quali l'aveva fatta sentire poco bene. Voleva essere un uomo migliore e Jack, ci sarebbe riuscito.
Mentre Jack rispondeva alla domanda di Melany, lei lo stava squadrando, cercando ovviamente di non darlo a vedere. Sorrideva come una quattordicenne alle prime cottarelle, lei era palesemente innamorata di Jack Dymitriuk, quel ragazzo che – da adolescente – era cosi timido, e che ora era diventato tutt'altro, realizzando il suo sogno: fare l'architetto.
In questo momento, Jack stava sorridendo e prendendo in giro uno dei protagonisti del film che stavano guardando, le fossette che gli si intravedevano fecero ridacchiare silenziosamente Melany, le erano sempre piaciute. Le aveva sempre adorate, cosi come quei suoi due smeraldi che aveva al posto degli occhi. Erano semplicemente magnifici, variavano ogni volta: avvolte erano verde scuro e altre volte, verde smeraldo.
La ragazza tornò poi con lo sguardo sullo schermo della televisione, sperando di concentrarsi a guardare il film piuttosto che guardare quell'uomo cosi bello e attraente che ora le era seduto accanto.
“E' stato bello” esordì una volta usciti i titoli di coda.
“Mh, mh” mugugnò, con lo sguardo fisso nello schermo.
“Va tutto bene?” le domandò Jack, accarezzandole la schiena con delicatezza.
“Jack..tu..cioè..so che vuoi aspettare, sul serio, io lo capisco. Ma tu credi che per noi, ci sarà un futuro? Intendo come famiglia, per Becky”
Jack le sorrise, abbracciandola con enfasi “tu non preoccuparti per Becky, ci penserò io. Mel..tu sai come la penso riguardo a noi due..voglio..lasciarmi alle spalle tutte le minchiate che ho fatto, altrimenti non sarò in grado di..intraprendere una nuova relazione, soprattutto – se accadrà – con te. Mel, tu mi piaci..ma..per adesso, non c'è nient'altro. Siamo due semplici amici che si prendono cura della loro bambina. Lo so, so che siamo stati insieme, e so anche, che hai dato alla luce una splendida bambina che tralaltro è mia figlia, ma..devi capirmi. Ho bisogno di tempo, io ci sarò sempre, te lo prometto” e le baciò la fronte, regalandole poi un sincero sorriso.



“Calum?” chiese piu' a sé stessa che al moro che sorrideva, aspettando un “entra” da parte della ragazza.
“Si, mi fai entrare o parliamo fuori?” domandò ridacchiando per il rossore creatosi sul viso di Kirsten.
Lei annuì in fretta e, facendogli spazio sul divano lo fece accomodare.
“Vuoi..qualcosa da bere? Non so..un..panino”
Calum iniziò a ridere, facendo rieccheggiare nella stanza la sua meravigliosa risata, che contagiò anche la ragazza.
“Non sapevo che il panino si bevesse” disse, facendo diventare Kirsten ancora piu' rossa di quanto già non fosse.
Lui si avvicinò e le baciò la fronte, sussurrandole “sei bellissima, specie quando arrossisci”
Lei deglutì, incapace di rispondere. Avere il fiato sul collo – letteralmente – del ragazzo per cui avevi completamente perso la testa, beh..era maledettamente eccitante, o almeno lo era per Kirsten. Ma il punto era che, proprio per questo non riusciva a spiccicare parola.
“Mh..” iniziò, baciandole il collo e posando una sua mano dietro la schiena della ragazza, per attirarla piu' a sé.
“Cal-Calum..” incalzò, cercando con tutte le forze di spingerlo via, almeno per parlargli, voleva chiarire questo fatto.
“Dopo” le risussurrò, mettendola a tacere completamente.
Iniziò a succhiarle il collo, facendole uscire dalla bocca dei vari gemiti quasi strozzati, “piccola..mi sei mancata tanto” le disse tra un bacio e l'altro. Stare a contatto con quella ragazza mandava Calum in confusione, aveva paura di fare la cosa sbagliata al momento sbagliato. Non era mai stato cosi con nessuna ragazza, tranne che con lei. Vedeva e avvertiva che c'era qualcosa che non andava, ma lui, prima di intraprendere qualsiasi discorso cercava – in tutti i modi – di farla rilassare, magari con dei baci cosi lenti e dolci che le regalava.
Riprese a succhiarle il collo, a leccarlo. La sua lingua leccò piu' volte la sua pelle per poi morderla sensualmente. Kirsten, emise un gemito di disapprovazione, le aveva fatto male ma, i piccoli baci che lasciò la curarono da quella piccola lesione.
“Calum, basta” disse riprendendo fiato, doveva assolutamente sapere cos'erano loro due e doveva farlo alla svelta, non voleva soffrire, anche se ormai era troppo tardi.
“Che cos'hai, piccola?” domandò, posandole una mano sulla guancia e accarezzandogliela.
“Io..tu..cosa siamo noi due?”
Il moro deglutì, parlandole con estrema tranquillità, come se il mondo in quell'attimo girasse attorno a loro “qualunque cosa tu voglia”
“No, Calum. Devi dirmelo tu..non voglio..soffrire..” rispose, abbassando lo sguardo e allontanandosi di poco dalla presa del moro.
“Piccola, tu sei la mia ragazza. Vuoi questo?”
Kirsten aggrottò la fronte.
Cosa voleva dire che tutto ciò che stava facendo era per farle un favore?
In quel momento le salì la rabbia, spintonandolo e iniziando a gridare “vuoi questo? Ma che dici! Quindi mi stai facendo un favore, non è cosi?”
“No, ma che dici. La mia domanda era retorica, calmati Kirsten!”
Scosse il capo, allontanandosi ancora di piu' “Calum..io non ti piaccio?”
continuò “non voglio essere illusa, dimmi la realtà dei fatti”
Calum sorrise, le prese le mani e la strinse a sé, lasciando che il suo profumo lo inebriasse “piccola, mi piaci da impazzire, di questo ne sono sicuro. Ora, visto che sei una ragazza abbastanza romantica farò questo” disse, facendo allontanare di poco Kirsten e, prendendola a mò di sposa disse “vuoi essere la mia ragazza?”
Kirsten per poco non si mise a saltellare dalla gioia, le sembrava tutto cosi irreale. La rabbia che le si era creata un attimo prima sparì, lasciando posto ad una felicità mai vista prima. Prese il viso di Calum tra le mani e lo baciò, approfondendo subito dopo il bacio.


 
Quattro mesi piu' tardi


“La devi smettere di stringermi a te, infondo non mi mangiano, scemo!” esclamò Charlie, arrabbiandosi con quel testone del suo ragazzo.
“Oh scusa, ma hai visto come ti guardava quel coglione? Sarò anche “scemo” ma queste cose le riconosco” disse, facendo scivolare le sue braccia lungo i fianchi.
Quei due terremoti erano appena tornati dall'agenzia, avevano ringraziato l'aitante ragazzo – che Michael odiava, per via di Charlie – per essere riuscito a trovarle una casa dove alloggiare. Nell'ultimo mese era rimasta a casa Hood, ovviamente, pagando le sue spese.
Michael le aveva – quasi – pregato di restare, almeno si sarebbero visti di piu'. Ma lei, con la sua testardaggine, gli aveva risposto che aveva bisogno di un luogo tutto suo, e poi, per via del lavoro che conduceva non poteva permettersi “distrazioni” – ogni riferimento al ragazzo dai capelli viola era puramente casuale – e casino.
“Con questi capelli mi sembri uno sciroccato” gli disse per ripicca, tanto per farlo arrabbiare.
“Senti chi parla” rispose semplice, aprendo la porta di casa Cooper.
Lei sospirò e, “ok, non è vero. Sto scherzando, anzi, con questi capelli ti salterei addosso ogni volta che ne avrei l'occasione” concluse con un'occhiolino.
“Beh..siamo soli..hai la casa arredata..dovremmo innaugurarla, che ne pensi?” le chiese, facendola ridacchiare.
“Mh”
Lui la prese per i fianchi e la avvicinò a sé, stringendola prima in un abbraccio e poi, in qualcosa di piu' “caldo”. Le fece scivolare il vestito che aveva indosso, lasciandola completamente in intimo nero, le iniziò a baciare il collo, procedendo poi verso la clavicola. Lei sorrise, incastrando le sue mani nei capelli ormai viola di Mike, le piacevano molto, anzi, li trovava..maledettamente “sexy”.
Entrambi si inumidirono le labbra, “io e te ora ci divertiamo” le sussurrò, beccandosi uno scalpellotto sulla nuca “sei un..pervertito” lui rise e riprese a baciarla, questa volta sulle labbra. Fece scivolare la lingua nella bocca della sua ragazza, intrecciandole e facendole schioccare sopra al palato. Ogni tanto, per riprendere fiato si allontanavano di poco, sorridenti piu' che mai. Quello, era il loro momento, uno dei tanti, ma sicuramente, quello significativo. Si amavano cosi tanto che tutto il resto, erano sicuri, che non gli sarebbe importato. Le uniche persone che contavano erano loro due, nessun'altro.



Jack desiderava parlare tanto con qualcuno che lo capisse, che riuscisse a consigliarlo per una questione delicata.
Questo era il grande giorno, avrebbe detto a Becky di essere suo padre e poi, avrebbe dato un'occasione anche a quella donna che aveva capito di amare già da qualche mese.
<< Ok, mi dispiace disturbarti..ma..ci potremmo vedere? >>, inviò a Charlie, aveva bisogno di parlarle.
Ormai entrambi avevano messo una grossa pietra sul passato, desideravano essere felici e presto, anche lui ci sarebbe riuscito. Jack, sapeva – tramite Melany – che Mike e Charlie erano una coppia ormai e ciò, non potè far altro che renderlo felice perchè quella ragazza se lo meritava.
<< ok, va bene. Però, prima devo fare una cosa >>, lui sorrise e le scrisse il luogo dove si sarebbe fatto trovare.



Charlie era a letto da un po', mentre Michael era di sotto a fare colazione e a guardare come al solito quei programmi idioti che trasmettevano su mtv. Ogni mattina, aveva la nausea, vomitava e avvertiva giramenti di testa. Sicuramente, aveva preso l'influenza, pensò.
Si alzò cauta e, arrivata veloce in bagno gettò tutto ciò che aveva mangiato l'altra sera, vomitando anche l'anima.
“Charlie?” la chiamò Michael “Charlie, stai bene?” la richiamò, questa volta però preoccupato.
Una volta varcata la soglia del bagno si chinò per scostarle dal viso i capelli che le ricadevano, “piccola, cos'hai?”
Finiti anche i conati di vomito, cercò di rialzarsi, aiutata ovviamente da Mike. Gli fece cenno di sì e tornò a letto.
“Ehi, io credo che tu ti sia presa l'influenza” esordì, accarezzando la guancia della ragazza.
Lei gli sorrise e, “lo credo anche io” continuò “potresti chiamare il mio ufficio per dirgli che non sto molto bene?”
Lui annuì e, con un gesto fulminio compose il numero.




Chiara's pov

Ehilàààà! Come state? Spero tutto bene.
Allora, come vi è sembrato questo capitolo? Vi è piaciuto?
Non sapete quanto tempo io ci abbia messo, oh gosh. Credo, CREDO EH, che sia uscito bene, e nulla, aspetto vostre recensioni.
Mh, dopo ciò posso andarmene, lalala.
Avete passato delle belle vacanze? Spero di si. Haha.
Beh, come al solito il mio twitter è “tostapayne__”, se volete, seguitemi.
La storia, come avete potuto ben vedere sta giungendo al termine, infatti siamo arrivati già al capitolo tredici. E' cosi triste ma, anche questa storia finirà. MA, NON TEMETE!
Questa è l'anteprima della nuova storia che pubblicherò e sarà sui One Direction!
Ho deciso di fare una ed una, nel senso che, dopo quella dei 1D, pubblicherò un'altra sui 5sos e cosi via. Bene, vi lascio l'anteprima.
Baci, Chiara.


Prologo

“Buongiorno, famiglia!” esclamo, sedendomi e fiondandomi sui pancake.
“Non c'è niente di buono, Harry” dice papà, con un'espressione in viso cupa, preoccupata.
“Non sono stato io ad appiccare l'incendio nell'aula di chimica!” esclamo, sicuramente sarà nervoso per questo. Niall avrà fatto la spia come al suo solito, quel ragazzo è incapace di mantenere un segreto.
“Che? Cosa hai fatto Harry?” chiede, quasi come se fosse all'oscuro di tutto.
E lì deglutisco, cercando di rimediare al mio guaio “ch-che  ho detto? Nulla. Dicevi papà, cos'hai?” cerco di cambiare discorso, infondo, se non sa nulla del casino che ho combinato, la situazione non sarà poi cosi grave.
“Ho bisogno del tuo aiuto..c'è una ragazza..” dice, posando la tazza di caffè sul tavolo, lì sorrido “no, non pensarci minimamente, Styles!” e poi, continua “dicevo..devi aiutarmi a proteggere una ragazza. Il capo mi ha affidato questo incarico e io non lo deluderò”
Aggrotto le sopracciglia, non capendo “chi è questa ragazza e soprattutto, cosa centro io?”
Mio padre sospira, fissando mia madre che è appena entrata in cucina “ne possiamo parlare a pranzo?”
Io annuisco, capendo subito il perchè.

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Capitolo 15
*** Chapter fourteen ***


Chapter fourteen
 


<< sto arrivando >> rispose, vista la tanta urgenza di Jack di parlarle.
Voleva sapere cosa lo turbava. Si era accorta che quell'uomo era diverso, migliore e il che non poteva che farla felice, visto che un tempo lei lo amava molto.
Si fermò e attese Jack, il quale dopo poco la salutò caldamente, come se fossero due amici che non si vedevano da tanto.
“Ciao Charlie, ti vedo bene!” esclamò, sedendosi su di una panchina che dava la vista al parco in cui si erano dati appuntamento.
“Vale la stessa cosa per te, allora, di cosa vuoi parlarmi?”
“Oh beh..avrei da chiederti qualche consiglio su Becky e Melany..”
Lei sorrise e, annuendo ascoltò ciò che il moro avesse da dirle.



Calum e Michael erano all'Infinity club per provare, stavano andando entrambi molto bene, e ciò non potè far altro che renderli enormemente felici.
“Ok, la prossima?” chiese il moro, guardando nella direzione di Kirsten che oggi, era lì per sentirlo cantare.
“Va bene, proviamo quella che vuoi tu..e, dimmi grazie!” esclamò il ragazzo dai capelli viola, ridendo in un secondo momento.
Calum lo ringraziò mentalmente e, preso dall'emozione, iniziò a cantarle un “Happy Birthday”.
Lei arrossì e corse ad abbracciarlo, sussurrandogli un “grazie”.
Michael invece, andò fuori, aveva bisogno di prendere aria e poi, a dirla tutta, non gli andava di fare il terzo incomodo, specie perchè era al corrente del fatto che in questo momento, quei due ragazzi – apparentemente angelici e dolci – ci stavano dando dentro alla grande.
Scompigliò i suoi capelli e si sedette su di una panchina.
“Michael, Kirsten oggi festeggia il suo compleanno. Vieni?” gli chiese il moro, sorridendogli ampiamente.
“Non farò il terzo incomodo” rispose fissandolo e ridacchiando.
“No, no. Andremo in una pizzeria, Kirsten vorrebbe conoscere anche Charlie, andiamo!” gli richiese con enfasi, e a quel punto Mike, non potè far altro che accettare.





“E tu invece, come stai?” chiese il moro alla ragazza.
“Oh bene, a parte per l'influenza!” esclamò, massaggiandosi la pancia.
“Hai dolore alla pancia?” riprese, preoccupandosi.
“Mh, mh”
Jack ci pensò su un attimo e poi, realizzò: secondo lui non era un semplice raffreddore, anzi, era ben altro. Ricordava che, quando Melany era incinta aveva spesso conati di vomito e dolori acuti alla pancia, forse, Charlie era incinta e, il padre era Mike.
“Dimmi un po'..hai fatto..determinate cose con Michael?” chiese Jack imbarazzato.
“COSA? Jack ma ti sei bevuto il cervello?! Come osi chiedermi se..io e Michael abbiamo o no una vita sessuale? Saranno affaracci nostri, no?!”
Il moro incassò il colpo e poi, riprese a parlare ancora rosso in viso “no, scusami. Ma stavo pensando ad una cosa..e se, tu fossi incinta?”
La ragazza deglutì varie volte, fissando inerme il moro che era al suo fianco. Apriva e chiudeva la bocca come un pesce, stava sudando.
Se fosse stata veramente incinta cosa avrebbe fatto? Michael soprattutto, come l'avrebbe presa? Lui non era pronto per un figlio e a dirla tutta, non lo era neanche lei.
“Charlie..?” la richiamò Jack, il quale prese la sua mano e la strinse, come per farle capire che lui – nonostante tutto –, c'era.
“Jack..io..” sospirò continuando “non posso essere incinta” disse, ridacchiando nervosamente come quasi a nascondere tutto l'imbarazzo che le si era venuto a creare.
“Può essere invece, perchè non..ti accerti?” le ridomandò, questa volta però piu' cauto. Voleva essere dolce e, se fosse stato necessario, l'avrebbe accompagnata anche a comprare il test.
“Si, hai..hai ragione”



<< Ehi Bob, sono Charlie! >> disse la ragazza, parlando al telefono col medico della sua amica. In realtà, Jack aveva portato Charlie a casa di Melany, voleva esserle accanto e secondo lui, quest'idea di chiamare la ginecologa – nonché medico della mora – era una cosa estremamente importante.
<< ciao, Melany mi ha detto che mi avresti chiamata. Dunque, dimmi tutto! >> rispose con enfasi, con molta allegria.
Charlie sospirò, aveva realmente paura di tutto ciò e in piu', non voleva che Mike sapesse di tutto questo “casino”. Non riusciva a spiegarsi come fosse potuto accadere, insomma, loro usavano tutte le precauzioni, perchè allora..? La ragazza scosse velocemente il capo, non voleva giungere a conclusioni affrettate.
<< ahm..potrei prendere un appuntamento? >> le richiese, cercando di tranquillizzarsi, infondo lei era sicura che tutto ciò era dovuto ad una stupida influenza, quindi, perchè preoccuparsi?
<< certo, ti invio un messaggio con l'orario. A dopo >> concluse, aspettando una risposta dalla sua paziente.
<< Ciao Roberta.. >> e finirono lì il discorso, lasciando Charlie piu' nervosa di prima.



Charlie e Michael erano insieme da un po', ridevano e scherzavano come sempre, solo che – questa volta – il ragazzo dai capelli viola capì che c'era qualcosa che non andava.
“Ehi piccola, è tutto in ordine?” le chiese con fare dolce, accarezzandole la schiena mentre ingeriva – come a suo solito – dei pop corn.
“Ahm, si certo” rispose con nonchalange.
Era decisa a non raccontargli nulla, voleva tenersi questa cosa per sé, anche se sapeva che tutto ciò era sbagliato. Insomma, Charlie se sarebbe stata al posto di Michael avrebbe voluto sapere ciò che succedeva alla donna che amava, no? Era solo che..lei non riusciva a spiccicare parola.
Michael l'abbracciò dolcemente, tenendola ancora piu' stretta a sé, poi, la baciò, allacciando le sue braccia dietro la schiena della ragazza.
“Dio da quanto desideravo tutto questo..” mugugnò al suo orecchio, facendo poi ridacchiare Charlie.
“Ti amo, ti amo” le ripetè, baciandole il lobo dell'orecchio per poi scendere sulla sua mascella, fino ad arrivare alle sue labbra; quelle labbra che Michael amava baciare fino allo sfinimento.
“Ehi, che ne dici se domani mattina andiamo a pranzo da LittleItaly? Ho voglia di un bel piatto di pasta” esordì tutto felice, massaggiandosi lo stomaco.
Quel ragazzo era un pozzo senza fondo, ormai di questo Charlie ne era convinta al cento per cento. Mangiava senza freni, e per sua fortuna, non ingrassava mai. Charlie ne era invidiosa – nel senso buono – fin troppo.
In un secondo la ragazza si riprese, pensando subito al messaggio che le aveva inviato Roberta, non poteva raccontargli la verità, doveva..doveva mentire. Charlie si irrigidì ancora una volta, non era mai stata un'esperta nel raccontare frottole, anzi, la maggior parte delle volte ometteva le cose, ecco.
“Devo..vedermi con Melany domani a pranzo, mi spiace” gli rispose, lasciando la presa sulla mano di Michael.
Il ragazzo la fissò e, sbuffando le rispose con un tono piatto “ok, va bene”
Charlie lo stava osservando: la sua faccia era attraversata da un lampo di sorpresa, un guizzo di rabbia..forse, dolore. Poi, però, Charlie notò che il ragazzo d'innanzi a lei si riprese, cosi come si riprese la sua espressione facciale, tornando immediatamente neutrale, impassibile.
“Oggi c'è il compleanno della ragazza di Calum. Ci sarai o devo disdire?” domandò con voce fredda, come quasi se ancora non avesse mandato giù il boccone amaro.
Charlie sospirò, notando tutto: “Ci sarò..ma ti prego Mike, non fare cosi”
I suoi occhi si concentrarono in quelli del ragazzo, cercava di pregarlo di non litigare perchè non voleva che tutto ciò si trasformasse in un litigio.
“Ci vediamo stasera, ti passo a prendere alle otto” e concluse lì, uscendo dalla casa di Charlie.



Il compleanno stava proseguendo distintamente, Calum e Kirsten ogni tanto si baciavano, mentre Michael e Charlie si ignoravano. O meglio, Michael ignorava Charlie.
“Ragazzi, c'è qualcosa che non va?” chiese Kirsten, evidentemente preoccupata dal comportamento di quei due.
Subito scossero il capo, non volevano dare spiegazioni a nessuno, tanto meno ad una sconosciuta. Charlie si passò la lingua fra le labbra e, con uno scatto veloce si alzò dalla sedia per recarsi fuori, nel giardino di quel locale.
Sospirò e inspirò. Cercava di non pensare a tutte le conseguenze che sarebbero potute succedere se solo fosse stata veramente incinta.
Si mise un palmo della mano alla bocca e velocemente, si diresse in bagno per vomitare tutto ciò che aveva ingerito quella sera.
Non né poteva veramente piu'.



“Ok, mi spieghi che diamine è successo?!” gli chiese il moro, sbattendo il palmo della sua mano sul tavolo su cui erano seduti.
“Nulla, Cal. Goditi la serata” rispose semplice, continuando a non voler dare spiegazioni.
Kirsten in un attimo girò la testa, alzandosi velocemente dal tavolo per andare incontro a Charlie che era corsa in bagno.
“Ma che..?” riuscì a sbiascicare il moro, seguito subito dopo da un “cazzo” da parte di Michael.
Corsero entrambi nel bagno e, quando videro Charlie chinata sul water si preoccuparono.
“Va tutto bene?” le chiese Kirsten premurosa, alzandole i capelli per evitare di farli sporcare.
Lei le annuì, sperando che la lasciassero sola. Voleva soltanto rimanere con sé stessa.
Calum fece un cenno del capo a Kirsten: aveva capito che quei due dovevano chiarire e forse, sarebbe successo se solo gli avessero lasciati soli.
“Stai meglio?” le chiese, aiutandola ad alzarsi.
Charlie lo fissò e girò il capo, intenta ad ignorarlo. Michael invece, sospirò, roteando gli occhi al cielo e assumendo un ghigno in faccia “non ero io quello che ti stava ignorando?!”
“Non scherzare, scemo!” lo spintonò, senza però alcuno sforzo.
Mike riprese a ridacchiare, voleva mettere la parola “fine”, visto che comunque, non voleva portare avanti questo insulso litigio “ehi, non si tratta cosi l'uomo che ami”
Charlie lo fissò, cercando di spintonarlo ancora “e tu saresti un uomo? Mi sembri piu' un neonato!”
Il ragazzo la prese per i fianchi e la poggiò sul marmetto del lavantino, non voleva lasciarla andare, voleva baciarla fino a quando lei non gli avrebbe pregato di smetterla. Era cosi che d'ora in poi sarebbero andate le cose.
“Voglio un bacio, ora” le ordinò, facendo ricomparire quella scintilla piena di luce nei suoi occhi. Charlie la notò, e da buon copione, sorrise vistosamente dando poi a Mike ciò che voleva.
Unirono le loro labbra come se quella, fosse stata la prima volta, il ragazzo intrufolò immediatamente la lingua nella bocca della ragazza e in un attimo, era lì che le esplorava la bocca. Le loro lingue erano un turbine di emozioni – proprio come loro – si staccavano, si ritrovavano e poi, si univano come sempre, come se tutto ciò fosse una cosa naturale.
Si distaccarono un po' per prendere fiato e, “non puoi fare sempre cosi ad ogni litigio, dovresti almeno chiedermi scusa”
Lui sorrise e senza neanche risponderle prese a ribaciarla, beandosi di quel sapore che le sue labbra emanavano.




A Sydney il traffico dell'ora di punta non deludeva mai. Era esattamente quello dove Charlie si trovava ora, paraurti contro paraurti. Aveva provato a chiamare Melany, almeno per avvertirla della bugia che aveva detto a Michael, voleva che se fosse successo qualcosa lei l'avrebbe almeno coperta. Purtroppo però, non ebbe risposta.
Charlie parcheggiò ed entrò dentro lo studio di Bob, era una palazzina arenaria con un parcheggio vero e proprio, era piuttosto affollato e le macchine, andavano e venivano. Charlie spense il motore e afferrò il volante.
Si guardò attorno e poi, respirò profondamente. Si ripetè che poteva farcela, nonostante tutto lei poteva riuscire a gestire la cosa. Scese dalla macchina e rimase a fissare l'insegna sulla porta “Roberta Chang, ginecologa.” Charlie sospirò ancora una volta, cercando invano di far muovere i suoi piedi, fin quando due mani enormi non la cinsero da dietro.
Si girò e, “Daniel!?”
Lui le sorrise allegramente, ricambiando l'abbraccio.
“Presente” rispose, allontanandosi di poco dalla ragazza per permetterle di parlare.
“Allora, che ci fai qui?” le domandò, sorridendole ampiamente.
Daniel era il suo ex compagno di lavoro, prima di diventare un'avvocato lei lavorava in una caffetteria e lui, era il ragazzo piu' dolce e piu' gentile che esisteva sulla faccia della terra. Le era sempre stato riconoscente, piu' che altro, lei lo trattava come un secondo fratello visto i modi in cui lo aveva salutato.
“Oh beh..nulla. Piuttosto, tu che cosa fai qui?” disse, evitando di rivelargli la verità.
Daniel arrossì, “beh ecco..mia moglie è incinta e oggi siamo venuti..o meglio, lei è venuta, io l'ho solo accompagnata..” ridacchiò continuando “..è venuta per un controllo”
Charlie sorrise e lo riabbracciò, “sono molto felice per te!”
Lui ricambiò e con un cenno della mano prese a salutarla “devo scappare, ci si vede Cooper!”
Sorrise di rimando ed entrò nell'edificio.


Beh la cosa era ufficiale, Charlie Cooper era incinta, per lei era la fine.
Roberta – o Bob – le aveva espressamente chiesto di evitare di bere o di fumare, visto che queste cose potevano far male al bambino e inoltre, dato che comunque era troppo presto per un'ecografia, Charlie era costretta a tornare in quel posto inquietante la settimana prossima, giusto per far vedere a Bob come procedevano le cose. Dire che era spaventata era poco, ma ormai non poteva piu' scappare.
Charlie parcheggiò la macchina in garage e si avviò verso il parco che distava pochi passi da casa sua – o meglio, loro. Visto che Michael possedeva le chiavi dell'abitazione e ci andava ogni volta che aveva di bisogno, perfino quando Charlie non era in casa –.
Non era felice, lo si vedeva dal suo sguardo perso, languido, lei non era mai stata quel genere di ragazza, lavorava a tempo pieno, non poteva permettersi una bimba, almeno non ora.
E poi, nella sua mente rieccheggiava l'immagine di Michael, quell'uomo che appena avrebbe scoperto la notizia si sarebbe infuriato, perchè alla fine, neanche lui era pronto.
Essere incinta portava a smaliature, ad un seno cadente, e anche notti insonne. Non voleva tutto questo.
Arrivò ad una panchina e si sedette su di essa, pronta ad osservare un bambino ed una mamma che giocano allegramente, ignorando la figura della ragazza seduta – quasi – accanto a loro.
“Chi è il bimbo della mamma, mh? Sei tu piccolo mio!” esclamò la donna, estasiata dalla bellezza di suo figlio. Alla fine, la nascita di un bambino portava tanta felicità e tanto amore in una famiglia, non era una cosa brutta. Anche se, purtroppo, Charlie non la pensava in questo modo. Ora stava pensando a come avrebbe reagito Mike, il suo Michael.
L'avrebbe lasciata sola, senza neanche degnarle di una spiegazione, alla fine la colpa era soltanto sua, lei doveva prendere le pillole. Era una stupida, pensò la ragazza.
Charlie osservò ancora la scena, facendo attenzione ai minimi particolari: adesso, era arrivato un uomo dell'età di Michael – ne era sicura –.
“Scusate se ho fatto ritardo, ero occupato..e..come sta l'amore di papà?!” ridacchiò, prendendo in braccio il fagottino con occhi cerulei e capelli biondi.
Charlie sorrise intenerita, infondo, erano davvero una bella famiglia tanto che non riusciva a levargli gli occhi di dosso, i loro sorrisi erano calorosi, quella – pensò Charlie – era la famiglia perfetta.
Fu in quel preciso instante che Charlie se ne rese conto: Lei e Michael, avevano concepito un bambino, una persona nuova.
In un attimo la ragazza incominciò a piangere, pensò subito che gli ormoni della gravidanza avevano iniziato a fare effetto su di lei perchè le riempirono gli occhi di lacrime che non seppe controllare: erano però, lacrime di felicità, perchè alla fine, sarebbe andato tutto per il verso giusto.





Chiara's space

Ciaaaao a tutte.
Allora, tutto bene? Mh, spero vivamente di si.
Sono riuscita ad aggiornare in tempo questo capitolo, cosi da potervi far capire qualcos'altro sulla vicenda.
Nello scorso capitolo ho trovato ragazze divise, nel senso che:
C'erano ragazze che affermavano che Charlie era incinta e che quindi, vomitava per quel motivo, mentre, dall'altra ho trovato ragazze che dicevano – o meglio, scrivevano – che lei aveva soltanto del brutto raffreddore.
Beh, abbiamo finalmente scoperto chi ha vinto! Hahaha, ci saranno piccoli Michael in arrivo, sempre se tutto procederà per il verso giusto, eh.
MUAHAHHAHMUAHAH.
Ok, ora vi lascio.
Bacioni, Chiara.

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Capitolo 16
*** Chapter fifteen ***


Volevo soltanto avvisarvi che la storia è entrata nelle popolari, grazie a tutte.
Leggete a fine capitolo.
Chiara.

 
Chapter fifteen


Charlie doveva dirglielo, doveva andare da Michael e rivelargli tutto, senza giri di parole. Mentre camminava, ogni passo si faceva sempre più pesante e la preoccupazione saliva sempre di più.
Charlie era al corrente che Michael fosse a casa sua, oggi era venerdì e perciò lui – puntualmente – ogni quinto giorno della settimana si dedicava a lei interamente. I palmi delle mani le sudavano sempre di più, e le ginocchia le tremavano. Aprì frettolosamente la porta e ciò che vi si ritrovò davanti le fece gelare il sangue.
Li vedeva, entrambi: avvinghiati ciascuno al corpo dell'altro.
Michael era in piedi nel suo – loro – soggiorno, con la camicia quasi sbottonata che metteva in mostra il petto che Charlie accarezzava migliardi di volte, con quella pelle lattea che adorava toccare. Aveva in mano una bottiglia mezza vuota di Jack Daniel's e l'altra dio solo sapeva dov'era. Forse, era nascosta, seppellita sotto quella massa di ricci ramati.
Quella donna era l'opposto di Charlie, era perfetta in tutti i sensi, e quelle sue labbra ora vi si stavano muovendo sopra la bocca del suo – non più – Michael.
Charlie rimase immobile, pietrificata d'innanzi a quella scena, stava guardando tutto molto attentamente. D'un tratto però, Michael allontanò la ragazza da lui e, come se lui sapesse che Charlie fosse lì, cercò i suoi occhi, cercando di penetrarli. I suoi però, erano spenti, duri, spietati. E, come se fosse deluso da tutto e tutti, le rivolse un tono piatto “Guarda un po' chi si rivede”
Charlie deglutì varie volte, cercando anche di capire se quello che stava vivendo era un sogno o meno, ma, quando iniziò a darsi dei pizzicotti, capì che tutto ciò era realtà.
Con un tono spezzato, cercò di risponderlo “Cosa..cosa diavolo stai facendo?!”
Michael, scrollò le spalle ghignando “beh, mi sono chiesto..perchè non divertirsi come fa Charlie, no?”
La ragazza, inclinò la testa sorpresa, come se tutto ciò per lei fosse magicamente nuovo, non riusciva ancora a realizzare ciò che era appena accaduto.
“Vedi Charlie, se devi mentire..devi farlo bene. E sai, proprio quando sei uscita ha chiamato Melany, mi chiedeva dove fossi” continuò “cosi, dato che avevo capito tutte le tue minchiate, ho deciso di seguirti”
Charlie sbiancò in viso e, con la stessa voce tremolante di pochi attimi fa, rispose “mi hai seguita?”
Michael annuì amaramente, nei suoi occhi regnava il vuoto.
In quel momento alla ragazza prese il panico, se l'aveva seguita allora sapeva tutto, anche del bambino.
“Si, so dove sei stata e, per la cronaca, so tutto”
Charlie deglutì ancora, si stava sentendo male. Tutta quella pressione addosso non le permetteva di rispondere come avrebbe dovuto. Cosa diavolo era successo? Perchè doveva essere tutto cosi difficile?!
Michael sapeva del bambino.
“Lo sai?” domandò, indicando poi la donna che ora era comodamente seduta sul divano come se in quel momento si stesse gustando la loro telenovelas “e questo sarebbe il tuo patetico modo di reagire?!”
Michael sembrava realmente confuso ora, “non mi conosci? Secondo te, come avrei reagito?”
La ragazza si schiarì la voce, stava male, certo che lei lo conosceva, lo conosceva anche fin troppo bene ma, non si sarebbe mai aspettata questo tipo di reazione per una cosa cosi..bella.
Poi riprese, “non cerchi neanche di negare? Non mi dici neanche che mi sono immaginato tutto, che sono un pazzo?!”
Michael iniziò a sbattere le palpebre e l'espressione angosciata pian piano scomparve, lasciando in viso un sorriso amaro.
Charlie in tutta risposta gli rispose acidamente, come solo lei sapeva fare “non parlerò di questo in presenza di stupide sconosciute!”
La mascella di Michael si indurì, “la interromperai, vero?”
E lì Charlie fece cadere involontariamente le sue delicate mani sul suo ventre, come se volesse proteggere il suo – loro – piccolo bambino “cosa?”
Lui sospirò e, passandosi una mano fra i capelli violaceei ripetè la frase “ho detto: hai intenzione di interromperla?”
A Charlie per poco non venne un colpo, come poteva chiederglielo? Interrompere qualcosa. Certo, lei era sempre stata a favore dell'aborto, ma..quando queste tipo di cose capitavano a te stessa non era la stessa cosa.
“Non..non ho avuto tempo di pensarci” rispose fredda, con un tono di voce sottile.
“Beh, farai meglio a pensarci. Fin quando la tua piccola indiscrezione non sarà fuori io non voglio neanche vederti, figuriamoci discutere di qualcosa” sputò velenoso, con tutto l'odio che aveva in quell'attimo.
Le sue parole la colpirono come una folata di vento gelido, come un qualcosa che lasciavano senza fiato. Chi era quell'uomo con cui ora stava parlando?
E poi, Charlie non riusciva a capire..di cosa stava parlando? Cosa voleva dire quella parola? “Indiscrezione”?
Charlie scosse il capo, lei non aveva fatto tutto da sola, era successo e basta. Che colpa ne aveva lei ora?
“Pensi che io l'abbia programmato, eh Michael? Che io abbia fatto tutto ciò apposta?”
Il ragazzo rise, e in quel momento Charlie potè ben capire che in quella risata c'era del sarcasmo bell'è buono “No Charlie, certo che no. Queste cose infondo, succedono. No? Anche quando noi non vogliamo”
Charlie cercò di aprire la bocca per fare qualcosa, magari per replicare a quella stupida frasetta ma, la risatina da oca di quella donna che ora stava assistendo a tutto quel teatrino la gelò.
“Esci, prima che ti butta fuori a calci” le disse, acidamente.
“Scusa, ma io vado dove mi dice il tizio con i soldi” e ridacchiò, facendo innervosire letteralmente Charlie.
Michael le passò un braccio attorno alla vita e sorrise, con orgoglio.
“Lei non va da nessuna parte. Abbiamo appena iniziato”
Charlie stava morendo pian piano, ogni parola stava affondando in lei come una lama ben scagliata. Cercò di muoversi, di andarsene perchè rimanere lì in quella casa le stava soltanto provocando altro male.
“Dove vai, Charlie? Rimani, cosi magari impari qualcosa” disse, prendendola per un braccio.
Amareggiata si scostò, gridando con voce acuta verso il ragazzo “Non azzardarti a toccarmi, sei una merda!” esclamò, liberandosi dalla presa e uscendosene fuori da quel posto orribile.




Charlie vagava per la città, erano quasi le undici di sera e lei non sapeva dove andare, dentro quella casa non voleva più tornare, voleva solo dimenticare, tornare indietro. Sospirò e sbloccò la tastiera del suo iphone: cercò in rubrica il nome “Jack” e pigiò, aspettando che rispondesse.
Dopo tre squilli finalmente sentì una voce dall'altra parte del telefono, era Jack.
<< ehi, cos'è successo? >>, le intimò.
<< Jack..s-sono incinta e..ho bisogno di un posto dove alloggiare, ti prego.. >>, la sua voce era spezzata, rotta dal pianto. L'immagine della donna che toccava Michael con le sue mani rieccheggiò per l'ennesima volta nella sua testa, era una cosa che faceva troppo male.
<< ehi, calma ora, non piangere. Dimmi dove sei >>
Lei le disse la via e chiuse, aspettandolo.



Dopo che Charlie era andata via, Michael spinse la donna che ora, era al suo fianco.
“Cos'hai? Cinque minuti prima sembrava che volessi sbattermi fino alla mattina e ora..cosa ti prende?!”
Il ragazzo ridacchiò amaramente, “vattene, prenditi i tuoi soldi e vattene”
La donna fece come gli aveva chiesto, sbattendo la porta. Michael si morse il labbro inferiore, per poi sprofondare nel letto. Era stato..orribile. Orribile vederla cosi amareggiata, cosi..triste. Ma infondo la colpa non era di certo sua, pensò Michael.



Charlie ora era tra le braccia di Melany, vederla cosi le piangeva il cuore. Non poteva neanche immaginare che l'uomo che l'aveva aiutata ora potesse rivelarsi cosi meschino e così duro nei confronti di Charlie, la donna che amava con tutto sé stesso. Che razza di uomo era?!
Charlie singhiozzava ancora, non riusciva a fermarsi neanche un po', troppo triste per tentare di spiccicare qualche parola sensata. Doveva ringraziare Jack e Melany se ora si sentiva quasi a..casa. Jack era stato davvero gentile ad accoglierla – o per meglio dire, accoglierli, visto che in lei c'era un esserino –.
“Scu..scusatemi” riuscì a blaterare, puntando gli occhi su Jack e poi su Melany. Lei non voleva disturbarli, loro due ormai erano quasi una coppia, chi era lei per intromettersi in quella quiete familiare?
La mora le sorrise intenerita per poi prenderle ad accarezzarle i capelli “no, ma che dici! Tranquilla, ok? E' tutto apposto, noi due siamo felici di ospitarti, perciò non farti problemi”
Jack annuì, “certo, Melany ha perfettamente ragione. D'altronde, è grazie a te se noi due ora..beh, hai capito cosa intendo”
Entrambe risero, poi la riccia riprese a parlarle “ora hai bisogno di dormire, non pensarci..almeno per adesso. Ti prego”
Charlie annuì debolmente, per poi avviarsi di sopra, seguita da Jack.



Kirsten e Calum si stavano coccolando da un bel lasso di tempo. Erano intenti a farsi succhiotti, palpatine – fatte da Calum verso il sedere di Kirsten – e, come se tutto ciò non bastasse, erano intenti a darsi baci passionali. Quei due erano la perfezione insieme. Si vedeva d'altronde che erano innamorati l'uno dell'altra.
“Che si fa stasera?” domandò la ragazza verso il moro, che intanto era immerso – letteralmente – nel collo di Kirsten.
“Mh, io direi di starcene a casa tua, se andiamo da me troviamo Michael e credimi, quel ragazzo è peggio di una donna incinta” le rispose, facendola ridacchiare leggermente.
“Non puoi dire questo del tuo migliore amico”, questa volta però scansò Calum, dandogli dei baci sul suo petto ormai nudo.
“Io gli voglio bene, ma ti giuro..conviverci è..” continuò ridacchiando “è un'impresa!”
Lei si scostò e lo guardò negli occhi, portando il suo sguardo sulle labbra piene di Calum. Quelle labbra che assaporava sempre, dalla mattina fino alla sera, quelle labbra da cui ora era dipendente, come se fosse una droga. Si leccò il labbro inferiore e si avvicinò a lui, strappandogli un bacio con forza. Lui invece, fece scivolare le sue mani sulla maglia della sua ragazza, intento a levargliela per approfondire ciò che aveva voluto fin da quando si erano messi insieme.
“Questa non serve più” le sussurrò delicato all'orecchio, per poi lasciarla solo con il reggiseno di pizzo.
Lei rise leggermente, spintonandolo per approfondire quel bacio che stava prendendo la piega che entrambi desideravano.



Michael ora era in strada, con una bottiglia di Jack Daniel's in mano.
Vagava per la città, incapace di pensare o dire qualcosa. Era stremato, nervoso per ciò che era successo, perchè – in fin dei conti – lui non se lo sarebbe mai aspettato. Perchè Charlie non gli aveva detto nulla? Voleva tenere questa cosa per sé, voleva prendersi gioco di lui. E beh, c'era riuscita; pensò Michael.
“Che diamine vuoi, mh?!” continuò verso un palo “che c'è? Non hai mai visto un uomo ubriaco?”
Le varie persone che erano lì si girarono a fissarlo, cercando di capire in qualche modo cosa gli stesse succedendo. Insomma, non era normale parlare con un palo. Iniziò a ridere, cercando anche di spintonare il palo rosso che ora, era d'innanzi a lui – come del resto ogni qualvolta lui passava da quelle parti –.
Dopo che finì di ridere, iniziò a piagnucolare e gridare – fissando il cielo –.
“Sono un idiota! Pensavo che Charlie mi amasse sul serio e invece, ha fatto la stronza!”
“Si sente bene?” gli chiese un uomo anziano preoccupato per ciò che stava blaterando.
“Fanculo” rispose, mandandolo al diavolo e ricominciando a camminare e a prendere un sorso di quel liquido marroncino.




Chiara's space

Ciao a tutte! Eccomi qui con un nuovo capitolo.
Scusatemi ragazze, avete ragione, ho postato in ritardo e per questo, MI SCUSO.
Se volete, potete lanciarmi pomodori, non dirò nulla.
Ahahah, vabbè.
Conto in una vostra recensione, almeno per sapere cosa ne pensate perchè questa fanfiction sta giungendo al termine (dico sempre cosi, lo so. E sicuramente voi vi starete chiedendo quando finirà, sono sicura che vi siete rotte le scatole, ahaha).
Vabbè, io ora scappo.
Grazie a tutte per il supporto, risponderò a tutte nelle recensioni.
Baci, Chiara.

Piesse: mi trovate anche su facebook e twitter.
Twitter: @tostapayne__
Facebook: Eyesdreamingefp (è una pagina fatta con la mia migliore amica Giulia, ha pochi “mi piace”, conto in un vostro supporto. Grazie.)

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Capitolo 17
*** Chapter sixteen ***


Voglio solo ricordarvi che mi trovate sia su twitter che su facebook.
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Chapter sixteen


“Mi vuoi spiegare che cazzo hai combinato?!” ringhiò Calum contro Michael, che intanto era ancora ubriaco fradicio.
Il ragazzo dai capelli viola si girò e, non capendo nulla, neanche dove si trovasse in quel momento, alzò il dito medio, mandandolo a quel paese silenziosamente.
Il moro sbuffò e lo prese a schiaffi, cercando di farlo risvegliare.
Al contrario di ciò che si aspettava Calum, Michael rimase inerme, sdraiato sul parquet con la bottiglia ormai vuota di Jack Daniel's.
“Che diamine vuoi?!” gli sussurrò, con la voce spezzata.
“Nulla, Mike. Devi solo spiegarmi cosa è successo, cosa ti è successo” riprese, questa volta però con più calma.
“Charlie..mi ha preso solo per il culo!” sbraitò, cercando di alzarsi per poi cadere rovinosamente a terra.
Il moro ridacchiò per la sua caduta e, cercando di aiutarlo, lo prese portando la sua mano sotto il braccio di Michael.
“Vai a dormire, domani mi racconterai”




“Giorno dormigliona” le sussurrò dolcemente Melany, accarezzandole la fronte.
Lei sorrise, alzandosi con il busto per poggiarsi al muro “grazie Mel, grazie per tutto”
E in quel momento entrambe ebbero il doloroso bisogno di abbracciarsi e piangere insieme, perchè d'altronde sentivano entrambe il dolore.
Melany era dispiaciuta per ciò che era capitato a Charlie e beh, Charlie aveva solo bisogno di sfogarsi.
“Sono un'idiota, avevo ragione” mugugnò, asciugandosi le lacrime che ora le stavano rovinando il viso.
“No, non dire cosi. Sei una persona speciale, ed io sono sicura che Michael..non..” ma Charlie la bloccò, proseguendo lei stessa la frase della sua amica.
“No Melany. Questa volta è diverso, non basterà chiedermi uno stupido “scusa”, è..finita” disse, cercando di convincere più sé stessa che la riccia.
La mora scosse la testa, lei non era d'accordo. Sarebbe andata lei stessa a parlare con quell'idiota – a cui ormai, era affezionata –.
Scese dal letto e chiuse la porta, intenzionata a vestirsi per andare a risolvere quella dannata situazione. Loro due erano fatti per stare insieme, non poteva finire cosi solo perchè Mike era stato cosi idiota da raccattare – chissà dove – una spogliarellista.
Charlie e Michael dovevano parlare e chiarirsi, nient'altro.



Dopo qualche giorno rimasto a poltrire a letto, Charlie decise finalmente di alzarsi, aveva bisogno di una doccia calda. Si trascinò in bagno e, con movimenti lenti e rigidi, aprì l'acqua e fece scorrere questa sul suo corpo, inebriandosi di quel calore che l'avvolgeva completamente. Prese un'asciugamano, l'avvolse attorno al suo corpo ed uscì dalla doccia.
Appena arrivò nella sua stanza chiuse la porta alle spalle e ci si appoggiò.
Il suo sguardo cadde sul telefonino poggiato sul suo letto, allora, con passo lento lo prese e, sbloccando la tastiera dell'aggeggio, le prese il desiderio di chiamarlo. Infondo desiderava soltanto sentire la sua voce, quella voce che non sentiva da qualche giorno, quella voce cosi calda che lei amava disperatamente. In quel momento le presero a tremare le mani, voleva veramente chiamarlo, ne aveva bisogno: quella voce era come la sua droga – non più quotidiana –.
Sarà solo o in compagnia? E poi, mi risponderebbe?, pensò mordendosi il labbro inferiore.
Scosse il capo, cercando di distogliere la sua mente dal pensiero di chiamarlo. Tuttavia però, fece scorrere il dito fino ai messaggi vocali e, una volta scelto quello che le interessava, pigiò e aspettò che la voce, la sua voce, partisse.
<< Ehi piccola, mi manchi un casino. Oggi non ti ho vista al locale, come mai? Beh, passerò da te più tardi, ci divertiremo. Solo io e te >>, Charlie sorrise, ricordandosi di quel momento e beandosi di quei ricordi che rimanevano sempre impressi, tatuati nel suo cuore.
<< Sono qui con Calum, non vedo l'ora che finisca. E, cosa molto più importante, non vedo l'ora di vederti e di assaporare quelle labbra che..sto arrivando >> e lì, non potè far a meno di piangere perchè Michael aveva una voce calma e rilassata, ma allo stesso tempo anche seducente. Voleva soltanto rivederlo e stringerlo forte perchè le mancava cosi tanto che tutto il resto a lei, non importava. Voleva baciarlo, baciarlo fino a quando lui non le avrebbe chiesto di smetterla.
Pigiò su un altro messaggio vocale, ce ne erano molti, alcuni sbrigativi, alcuni simpatici e – pochi – sconci. In nessuno di questi diceva “ti amo”, anche se, alla fine a Charlie non importava perchè non ne sentiva il bisogno. Lo sentiva in ogni parola, ogni volta che Michael pronunciava il suo nome.
Ricominciò a pensare a come fossero arrivati a questo punto e se mai, un giorno, sarebbero riusciti a tornare indietro. Smise di piangere, ormai, non aveva più lacrime. E, con la voce di Michael in sottofondo si addormentò tra quelle coperte che desiderava dividere con l'uomo che amava.


Il pomeriggio seguente Charlie e Melany erano ad un bar vicino un parco, pronte per gustarsi una buona tazza di cioccolata calda. Jack e Becky erano usciti per fare compere, e loro due, avevano deciso di passare un pomeriggio diverso, per tentare di far dimenticare a Charlie – anche solo per poco – ciò che le era successo.
“Ciao ragazze” esordì Kirsten, posizionandosi difronte a Charlie, la quale appena la vide abbassò il capo imbarazzata.
“Ciao Kirsten” rispose, sorridendole amaramente.
“Charlie..” incominciò, sedendosi e prestandole attenzione “Michael è a pezzi..”
In un millisecondo alzò il capo, posizionando il suo sguardo sopra la ragazza, che intanto era intenta a trovare le giuste parole per parlarle “ha chiesto di me?”
Kirsten sospirò e, “non è propriamente in grado di..esprimersi coerentemente, ecco. Non ha fatto altro che sbiascicare come un idiota”
“Oh, capisco” rispose, sorridendole amaramente.
“Potresti spiegarmi che diamine succede?!” continuò “quei due sono attaccati come la colla, Michael è costantemente ubriaco e Calum tenta in tutti i modi di farlo riprendere senza speranza”
Charlie sospirò, “è che..sono incinta”
La bocca di Kirsten si aprì ad una 'o' ben formata e, sorridendole si congratulò, anche se di felice in quel momento non c'era granchè.
“Sai..io e Calum ci sentiamo poco ora che..però so che Michael ha raccontato tutto a Calum e..”
Charlie aspettava il continuo, infatti non appena si bloccò le intimò a continuare. Voleva soltanto sapere, se Mike ne aveva parlato con qualcuno allora forse, aveva cambiato idea. Sicuramente gli serviva solo un po' di tempo per abituarsi a questa novità.
“E, cosa ha detto Calum?” le chiese, aspettando la risposta.
“Su, Kirsten!” esclamò Melany, ormai esasperata.
“Beh..ha detto che non riesce a credere che tu abbia potuto fare una cosa del genere a Michael..”
“Cosa?!” esclamarono all'unisono la mora e Charlie, quest'ultima era convinta che alla fine, Calum sarebbe stato dalla sua parte, che l'avrebbe difesa e invece, era tutto il contrario.
Kirsten mise la sua mano sopra quella di Charlie, che in questo momento, era ancora più sconcertata di prima “io..insomma, è naturale che lui stia dalla parte di Michael, è il suo migliore amico”



In questo momento Charlie era di nuovo in camera sua, aveva inserito nel pc la sua – loro canzone – che ascoltavano sin da ragazzini. Era more than this, ad entrambi piaceva molto, e a Michael, rispecchiava ciò che provava ogni singolo giorno.
Adesso, si stava immaginando tra qualche anno, per le strade di Sydney di ritorno dal lavoro che amava, con in mano la sua valigetta e nell'altra la manina paffutella del suo bambino o chissà, bambina. Immaginava anche loro due, sedute al tavolo di una cucina occupate a fare i compiti o, a parlare della loro giornata. Stava immaginando anche i momenti delle fiabe, della nanna, dei baci e degli abbracci, essere una madre single non era ciò che aveva programmato ma adesso, era ciò che voleva essere.
Incominciò subito a sentire dei crampi molto forti al basso ventre e una densa umidità calda colare in mezzo alle gambe. Il suo cuore iniziò a martellarle e in un secondo, si fiondò in bagno, sperando di sbagliarsi per ciò che stava pensando.



“Aborto spontaneo” lo sguardo di Charlie schizzò dallo schermo al dottore dagli occhi cerulei che la stava esaminando.
“Co..cosa?” chiese, mantenendo la mano di Melany.
“E' una cosa molto comune nei primi mesi” disse, pulendola dal gel messo sopra il suo addome.
“Quindi..sta..dicendo che ho perso il bambino?” domandò, con un filo di tristezza.
Il dottore alzò lo sguardo, posizionando i suoi occhi in quelli di Charlie “si, sempre però che non lo avesse già perso. E' difficile dirlo” continuò “dovrà prendere un appuntamento con il suo ginecologo, con lei abbiamo finito” concluse, uscendo dalla stanza.
Charlie sentì una brezza leggera, ma sicuramente non era per il vento che entrava dalla finestra, erano i suoi occhi. Si rifiutavano di focalizzare ciò che era appena successo e la sua mente ora, non connetteva.
Melany le accarezzò il braccio “andiamo a casa, Charlie..”





Tornate a casa, Melany fece sedere Charlie sul letto, per poi sedersi anche lei in un secondo momento. I suoi occhi luccicavano di lacrime non versate mentre, quelli di Charlie no, erano aridi, come il deserto del Sahara. Vuoti.
“Vuoi qualcosa da mangiare?” disse, spostandole i capelli dagli occhi. La sua voce era quasi disperata, in cerca di qualcosa che poteva migliorare il momento. Charlie scosse la testa senza dire una parola, era scossa, non riusciva a credere a cosa era appena accaduto. Melany si avvicinò, rimanendo in religioso silenzio. Charlie, pensò, che infondo doveva essere sollevata perchè fino a poco tempo fa era questo ciò che voleva, invece, tutto ciò che provava era rimorso, rimpianto. Infondo, sotto tutta quella paura, lo shock e l'insicurezza, voleva davvero quel bambino. Lei amava quella piccola parte di lei e Michael. Solo che purtroppo, non se ne era resa conto in tempo.
E poi però, in un momento, scattò dal letto, prendendo quella magliettina bianca che aveva trovato, quella con su scritto “metallica”, quella maglia con cui doveva annunciare la lieta notizia a Michael. La portò vicino al naso e inspirò a fondo, pensando al suo – loro – bambino. Quel bambino che avrebbe dovuto avere gli occhi verdi come Michael, il sorriso come il suo e, la stranezza nel dna.
“Mi..mi dispiace tanto” le spalle di Charlie sussultarono, e, dagli occhi iniziarono a sgorgare lacrime come cascate. Il suo respiro in un attimo, diventò affannato e, come se stesse stringendo il suo peluche preferito, portò al petto quella maglia, stringendola forte.
“Io..non dicevo sul serio, non avrei davvero..andiamo, ero solo..spaventata”
Charlie non sapeva bene con chi stava parlando, aveva solo bisogno di parlare, di dire ciò che pensava. Lei non voleva che le cose andassero cosi.
Melany prese ad accarezzarle la schiena, facendole capire che lei ci sarebbe stata, sempre.
“Andrà tutto bene” provò a dire, continuando ad abbracciarmi “c'è qualcosa che posso fare?”
E qui, le lacrime ricominciarono a scendere, questa volta però, più piano.
“Voglio Michael, lo voglio qui”
Se il mondo fosse stato giusto, allora, Michael sarebbe stato lì con lei. E sicuramente, sarebbe stato devastato quanto lei. Sicuramente avrebbe cercato di nasconderlo, senza alcun risultato però, visto che Charlie lo conosceva. Si sarebbe steso sul letto con lei, l'avrebbe tenuta stretta e Charlie, si sarebbe sentita al sicuro, amata e perdonata.
E poi, l'avrebbe baciata.
Lui sarebbe stato sempre gentile e dolce e poi, come se tutto ciò non bastasse, avrebbe detto qualcosa di stupido, come ad esempio: “pensa solo a quanto ci divertiremo a concepirli” e Charlie, ovviamente, avrebbe sorriso.
Ne era sicura, se lui sarebbe stato con lei si sarebbe sentita meno male.
“Verrà Charlie, ne sono sicura”
La ragazza in questione scosse la testa, “non verrà. Tu non c'eri. E' stato..perfido, non l'avevo mai visto cosi arrabbiato! Era come se pensasse che stessi scegliendo il bambino al posto suo” continuò “come se..l'avessi tradito” concluse, chiudendo gli occhi in un secondo momento, per cercare di scacciare il ricordo.
Melany sospirò, “io penso che ti sbagli. Non riesco ad immaginare Michael felice per una cosa che ti ha ferito in questo modo”
Charlie al contrario, non la rispose perchè la porta della sua camera si spalancò, facendo intravedere la figura di Jack fare capolino nella stanza.
“Stai bene?” le chiese, con voce quasi spezzata, come se stesse capendo il suo dolore.
Charlie scosse la testa, rimanendo con lo sguardo fisso sul copriletto.





Chiara's space

Ciao ragazze! Finalmente ho potuto aggiornare! Mamma mia, per scrivere questo capitolo c'ho messo trent'anni! Hahaha, scusatemi.
Spero solo che sia uscito bene :c
Non voglio dilungarmi più di tanto, voglio solo ringraziarvi per le recensioni che mi lasciate ad ogni singolo capitolo. Grazie!
Ora scappo, vi ricordo solo una cosa: NON E' TUTTO COME SEMBRA, VEDRETE, SUCCEDERANNO ANCORA MOLTE COSE.

Baci, Chiara.

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Capitolo 18
*** Chapter seventeen ***


Chapter seventeen


Michael adesso, sembrava essersi ripreso, ormai erano passati due mesi da quel giorno. Ora era disteso sul suo letto, con le mani incrociate dietro il capo e lo stereo acceso. Era buffo ma lui, in un certo senso, si vedeva ancora come un adolescente, un adolescente che non era in grado di risolvere qualche stupida situazione per mancanza dei “cosidetti”.
Sbuffò pesantemente, lui in realtà sapeva che aveva sbagliato a seguirla, lo sapeva, ne era al corrente. Alla fine però, cosa poteva farci? D'altrocanto lui aveva un buon motivo per seguirla, e quel motivo che l'aveva spinto a fare il faditico passo, si era rivelato giusto. Giusto perchè lui l'aveva vista, era con un uomo alto, sorridente, era felice. E lui in quel momento non si era sentito abbastanza, perchè in un certo senso, non avrebbe mai pensato che Charlie, quella ragazza cosi ingenua e dolce, potesse mai tradirlo. Gliel'aveva promesso, lui ricordava ancora quella frase “ho lottato molto per averti, non potrei mai tradirti. Io ti amo”, non dimenticava nulla quando si trattava di quella ragazza. Che fine aveva fatto poi, la sua dannata coerenza?!? Scosse il capo, e incrociò le braccia al petto, rivivendo quel fottuto momento in cui si era sentito meno di zero.
Avvinghiati, l'uno al corpo dell'altro: stavano entrando insieme in un palazzo, un palazzo alto, che quasi sembrava un condominio. Forse alla fine, lei aveva bisogno d'altro, lui non era abbastanza per lei.
“Calum!” gridò, spegnendo lo stereo che in questo momento stava riproducendo la loro stupida canzone.
“Cal” disse ancora – con voce spezzata –, capendo solo in quel momento che era stato un egoista. Erano due mesi che Michael pensava solo a sé stesso, non aveva neanche chiesto a Calum come si era sentito dopo ciò che era successo con la sua ragazza. Solo e soltanto in quel momento capì che lui era sbagliato e che, ciò che la madre gli ripeteva – quando era ancora in vita –, era la verità.


 
Michael e Ashton erano impegnati con i compiti di chimica, questa volta con loro non c'era Charlie, questa volta erano soli.
“Bene, cosa diavolo è questa roba?!” domandò il riccio verso il ragazzo dai capelli biondi, che intanto era concentrato sul libro, intento a imparare una stupida definizione.
“Non lo so, Ash!” continuò “so solo che non né usciremo vivi!”
Il riccio ridacchiò, capendo subito lo stato d'animo del suo migliore amico, reagiva cosi perchè ancora una volta, aveva litigato con Charlie.
“Tu sei un idiota patentato, fattelo dire” disse, attirando l'attenzione del biondo seduto al suo fianco.
“Come scusa?!?” si scaldò, girando lo sguardo.
“Si, insomma, hai litigato con Charlie solo perchè voleva uscire con quel tizio..com'è che si chiama? Caleb? Dio, sei paranoico. Non sono fatti tuoi con chi deve o non deve uscire” spiegò all'amico, gesticolando anche.
Il biondo sembrò pensarci un attimo, era vero, lui non voleva che per colpa di Calum, lei dovesse uscire con quell'idiota che per di più, aveva anche la fama di puttaniere della scuola. Che miglior amico sarebbe stato se gliel'avesse permesso?!
“Non me ne frega niente, io..lei..non deve uscirci, ecco. Quel coglione la porterà a letto ed io non voglio!”
Ashton ridacchiò, facendo intravedere quelle fossette che tutte le ragazze amavano, compreso lui stesso “oh Mike! Tu sei cotto di quella ragazza, perchè non lo ammetti?”
Fu proprio in quel momento che, per quanto Michael volesse replicare entrò la madre, schiaffeggiandolo d'innanzi al suo migliore amico.
“Che diavolo fai?!” sbraitò, verso quella donna.
Si esatto, “donna”, Michael non la reputava affatto sua madre, lei non c'era mai in casa, con il passare del tempo aveva imparato a sbrigare le faccende da solo, senza il suo aiuto. Robert, suo padre, era presente, ma purtroppo non sempre, alla fine doveva lavorare per mantenere in piedi quella specie di famiglia.
“Hai preso un'altra F, sei un buon annulla, non sei buono a niente, solo a cacciarti nei guai! Sono stufa! E tu” gridò, rivolgendosi ad Ashton “sei sempre qui, ma tu una casa non ce l'hai?!?”
Il riccio chinò il capo, in evidente imbarazzo. Alyssa, la madre del suo migliore amico, era ancora ubriaca e la cosa che lo faceva sentire inutile era che lui per Michael non poteva fare granchè se non proteggerlo – quando poteva – e supportarlo in ogni situazione.
“Mamma, ti prego..” continuò, questa volta però, più calmo “torna in cucina..”
Alyssa incassò il colpo e prese a frignare, “sono stufa di questa vita! Voglio andarmene!” gridò, uscendo di casa e sbattendo pesantemente la porta del soggiorno.



Erano passate tre settimane da quello “stupido” litigio e la mamma di Michael non era ancora rincasata. Robert si preoccupò, smosse mari e monti per ritrovarla ma..nulla, non ci fu traccia.
Il giorno dopo fu ritrovata morta, motivo? Eccesso di alcool.



Adesso Charlie era di nuovo dalla ginecologa di Melany, era seduta lì con Jack e Kirsten, quei tre stavano facendo davvero molto per lei, doveva riconoscerlo.
“Smetterò di bere, giuro” pronunciò d'un tratto il moro, massaggiandosi la testa.
“Non ci riusciresti, ne sono convinta” replicò la mora, ridacchiando e aspettando Roberta – o Bob – fare il suo ingresso in sala.
Charlie non stava neanche ascoltando la discussione tra Jack e Melany, era troppo concentrata su sé stessa, cercava in tutti i modi di non fissare le pareti tapezzate da figure di neonati.
“Charlie, benvenuta! Ti aspettavo, coraggio entrate” disse, sorridendo vistosamente.
Appena notò Jack alzarsi ghignò, “ehm no, meglio che tu resti fuori” disse, ammiccando.
Kirsten scoppiò in una fragorosa risata notando il diretto interessato cambiare espressione “oh, ok”
Entrarono e subito Charlie si spogliò, indossando una di quelle vestaglie aperte sul davanti.



“Quindi..sta dicendo che..il mio bambino è vivo, sano, salvo?!” domandò, meravigliandosi di tutto ciò.
Roberta sorrise, “certo! Perchè non dovrebbe esserlo?”
Charlie sorrise, vorrebbe urlare in questo momento, il suo cuore sta impazzendo.
“Quel medico è un incompetente, lo sapevo io che non potevi averlo perso!” esclamò la mora al suo fianco, facendo ridacchiare sia Kirsten che Roberta.
“Beh vedi, può essere difficile ai primi stadi, identificare il battito cardiaco fetale. Ma ora comunque non preoccuparti, il battito è regolare, le analisi del sangue sono positive ed è tutto normale”
'normale', quella parola le sembrò il paradiso. Era cosi felice ora, tutto questo non poteva far altro che far crescere il desiderio di dividere tutto ciò con Michael.
“la scadenza è prevista a novembre, congratulazioni” disse, abbracciando la sua paziente.
“Te l'avevo detto! Sono cosi felice” esordì subito Kirsten, abbracciandola e baciandole il capo “oh, mi farò chiamare “zia”, suona bene, no? Zia Kirsten”
Charlie emise una sonora risata, sincera, quella risata che l'aveva abbandonata mesi prima di tutto questo casino. Era cosi che alla fine doveva andare, ora non aveva nessuna paura, nessun dubbio, niente di niente. Era solo felice.


Ed ora era quasi tutto perfetto, quasi perchè mancava qualcuno al suo puzzle. L'altra persona che dovrebbe essere felice quanto Charlie in questo momento dovrebbe essere lì, con lei. Dovrebbe baciarla e farla volteggiare, e poi dirle che il bambino uscirà intelligente e bello come lui. E invece però, Michael non era lì. Charlie desiderava davvero urlare al mondo che non le mancava, che lei stava bene senza di lui, che non le interessava più niente, ma purtroppo però, non era cosi.
Alla fine però, era felice, con lei c'erano tre persone magnifiche che la stavano aiutando molto, e ne era grata.
Era necessario cadere, farsi del male, prima di rendersi conto che alla fin fine si aveva la capacità di rialzarsi e ricominciare. Starò bene, pensò.
Starò alla grande, ripensò ancora. Staremo, e sorrise.



Adesso Charlie si trovava in un parco, era seduta su di un'altalena a fissare il cielo sorridente. Stava pensando a quanto fosse difficile fare la madre, perchè insomma, non era una cosa da niente. D'un tratto pensò a quando lesse quell'articolo su “Teen mom”, nel quale affermava che i bambini riuscivano a percepire cosa succedeva all'infuori dell'utero e che nascevano conoscendo già la voce della mamma. Beh, questa idea le piaceva. Abbassò lo sguardo al suo ventre e incominciò a parlargli “ehi piccolo, mi dispiace per tutto ciò che è successo ultimamente..di solito la mia vita non è cosi drammatica. Anche se Michael-” si bloccò, cercando di trattenere le lacrime.
Michael. Questa sarà tosta. Tanto vale cominciare a fare pratica, pensò.
Posò la mano sulla sua pancia e incominciò ad accarezzarla “Sai..tuo padre..tuo padre è come..una stella cometa. E' cosi luminoso che..è impossibile riuscir a distogliere lo sguardo. O almeno io, non ci sono riuscita..” disse, mordendosi il labbro.
“Ci amavamo molto..non importa ciò che è successo o che succederà..devi sapere solo che mi amava. Spero che un giorno lo conoscerai perchè..è una brava persona” continuò sorridendo “quando non è troppo occupato a fare il cretino”
Quando finì il discorso, calò il silenzio e il rumore di uno sportello della macchina rimbombò nell'aria. La sua testa scattò nella direzione in cui proveniva il fastidio e, appena vide chi scese, rimase sorpresa.
Era Michael.

Aveva un aspetto terribile, quasi da togliere il fiato. Aveva gli occhi iniettati di sangue, il volto ancora più pallido del previsto, e per di più aveva il volto ricoperto da barba sfatta. Nonostante ciò però, secondo Charlie, rimaneva ancora più bello del previsto. Era impossibile distogliere lo sguardo, anche lui ora la stava fissando, era come se la stesse bruciando con gli occhi, consumando.
Camminò verso la ragazza, fermandosi però, a qualche passo di distanza.
“Come sapevi che ero qui?” domandò, fissandolo negli occhi.
“Jack mi ha detto dov'eri” continuò “anzi, l'ho praticamente obbligato”
E la sua faccia, la sua bellissima faccia, si trasformò in ghigno soddisfatto, sicuramente dovuto al fatto che l'avesse minacciato.
Sospirò e, “cosa vuoi, Michael?”
Fece una breve risatina, anche se in quel momento, non c'era alcun divertimento. “Questa è una bella domanda” continuò “non pensavo saresti stata da Melany e..Jack”
Charlie lo fissò, sollevando un sopracciglio con fare interrogativo “cosa pensavi che avrei fatto, mh? Dopo il tuo spettacolino era illogico tornarmene in quella..casa!”
“Pensavo che mi avresti ricoperto di insulti, o che magari mi avresti schiaffeggiato. Pensavo che avresti scelto solo me..e che non mi avresti lasciato nelle mani di..quella lì”
“Oh, ora la chiami “quella lì”? Beh, in ogni caso ti sbagliavi” rispose, sospirando e incrociando le braccia sotto al seno.
Annuì, serio. “Cosi sembra” disse, avvicinandosi di poco e guardandola negli occhi, “eri..eri felice con me, Charlie? Perchè io..io lo ero”
E a quelle sue parole Charlie non riuscì a trattenere quel sorriso, lo stesso sorriso che fece quando vide Michael uscire da quella benedetta portiera.
“Si, Mike. Ero felice”
“E allora perchè, Charlie? Me lo devi”
Sospirò ancora, incominciando a parlare. Le sue parole però, furono lente, la tristezza riemergeva in ogni singola parola “Non l'ho pianificato, Michael. Io..non volevo che succedesse. E' successo e basta. E le persone cambiano, e in questo momento tu ed io vogliamo cose diverse, Mike”
“E' per lui, vero? Mi stai davvero dicendo che significa cosi tanto per te?”
Charlie lo fissò ancora, non le stava piacendo il modo in cui si stava riferendo al suo piccolo. Era un tono di voce di ribrezzo, beffardo.
“Significa tutto per me” rispose, puntandogli subito un dito contro “e non ti permetterò di farmi sentire in colpa per questo, stanne certo”
Michael al contrario, sussultò, come se Charlie lo avesse colpito. Ma poi, in un attimo si riprese, incrociando le braccia al petto “non mi interessa niente”
“Ma cosa cazzo hai che non va?!? Come puoi dire una cosa simile!” sbraitò, facendo riscendere le braccia lungo i fianchi. Si sentiva ancora più arrabbiata e nervosa del previsto.
“Dici sul serio? Cos'hai tu che non va! Ti ho sempre dato tutto, il mio amore, tutto! Ti ho amata da non so quanti cazzi di anni, sei sempre stata la donna che volevo al mio fianco e, ho perfino sopportato quel coglione con cui te la facevi!” esclamò, arrabbiato come non mai.
“Tu hai significato tutto per me” ribadì la ragazza, sospirando e assumendo un tono di voce più tranquillo.
“E allora dimostramelo!” continuò “solo..Charlie, ti prego, non dirmi che è finita perchè non potrei sopportarlo”
Incrociò di nuovo le braccia al petto, e un sorrisetto sarcastico si fece spazio nel suo viso “Oh ma davvero? Non sembravi avere problemi a sopportarlo mentre infilavi la lingua in gola a quella spogliarellista”
“Mi avevi ferito, Charlie. E cosi ho pensato di ricambiare con la tua stessa moneta”
“Puoi complimentarti con te stesso, Michael. Volevi ferirmi? Beh, ci sei riuscito. Ora sei più contento?” domandò, scuotendo il capo.
Michael mimò un attacco di felicità, per poi rispondere “oh certo. Non lo vedi? Sono al settimo cielo”
Charlie sbuffò, “puoi smettere di comportarti come un bambino per cinque minuti?”
“E tu puoi smettere di comportarti come una stronza senza cuore?”
“Ti prego Michael, smettila! Non voglio più litigare, sono stufa cazzo! Basta, ti prego va via” rispose con voce tremolante, era stanca, stanca di tutto questo casino, perchè alla fin fine, sapeva che entrambi erano testardi e tutta questa discussione non avrebbe fatto altro che alimentare nervosismo.
“Charlie..voglio averti nella mia vita, odiami, ma..ti prego, non lasciarmi”
E per una volta, sembrò cosi abbattuto, cosi disperato. Charlie doveva impedirsi di consolarlo perchè si, l'avrebbe fatto ma ormai, dentro di lei c'era un bambino, non si trattava solo di loro due.
“Devi volerci entrambi” continuò, “me e il bambino”
Appena Charlie vide il volto di Michael notò il cambiamento, era diventato ancora più pallido del previsto. Un cadavere.
“C-che bambino?” continuò, squadrandola da capo a piedi “di che cosa stai parland...sei incinta?”



 

SPAZIO AUTRICE

Ebbene sì, pezzo di idiota, Charlie è incinta!
Allora, come al solito ringrazio tutte le anime pie che hanno recensito lo scorso capitolo. Poi, per quanto riguarda il capitolo – si questo – anche qui c'erano due gruppi:
Persone che pensavano che Michael era un bastardello e che, aveva fatto soffrire Charlie perchè non voleva il bambino.
E, - persone che ovviamente, avevano già capito cosa stavo architettando.
AHAHAHA, la mia mente è subdola, mlmlml.
HAHAHH, scusatemi ma dovevo farlo altrimenti la storia non avrebbe avuto senso. Non lanciatemi pomodori, suuu :cc
Ok, io ora devo scappare, spero che il capitolo vi sia piaciuto e ovviamente vi invito a cliccare sulla mia (nostra) pagina di Facebook, Eyesdreamingefp e, a seguirmi su twitter: @tostapayne__


Chiara.

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Capitolo 19
*** Chapter eighteen ***


Prima che io me ne dimentichi: I capitoli saranno venti+una sorpresa.
Beh, la sorpresa dev'esserci altrimenti che storia è? Hahah, leggete a fine capitolo.

Chapter eighteen



“Si, ma certo!”
Michael guardò Charlie, facendo poi un passo avanti “è mio?”
“Di chi..altro dovrebbe essere, scusa?”
“Non so, di Bob” rispose come se questo fosse un dato di fatto, come se credesse davvero che Charlie sapeva di ciò che stava parlando.
“Bob?”
“Si, Charlie, Bob, il tizio che hai abbracciato, quello che significa tutto per te!”
Charlie aggrottò le sopracciglia, cercando di capire a chi si stava riferendo Michael in quel momento “l'unico Bob che conosco è Roberta, la mia ginecologa”
“Chi?”
“Roberta, la mia ginecologa, mi hai vista entrare nel suo studio, ecco come hai fatto a scoprirmi...” riprese, spiegandoglielo più lentamente.
Michael sgranò gli occhi, scuotendo poi la testa, incredulo. Come se fosse incapace di ammettere la verità.
“No. No, io ti ho visto con un tizio. Ti stavi abbracciando e poi..poi siete entrati entrambi in quel palazzo enorme!”
Charlie sorrise, capendo subito al volo “quello era Daniel, un mio collega”
L'espressione di Michael cambiò radicalmente, ora era come indecifrabile. Si strattonò il viso, passandosi poi una mano su di esso, come se in quel momento volesse strapparsi la pelle “Ok, solo..seguimi un attimo. Quando mi hai detto che avevi da fare con Melany..in realtà dovevi recarti da questa..Roberta?”
“Si”
“Oh e..quindi quel tizio che..hai abbracciato non è il tuo amante?”
“No”
“E pensi che abbiamo litigato per tutto questo tempo perchè..?” chiese, con voce più bassa.
“Perchè tu non vuoi il bambino”
E fu proprio in questo momento che Michael cadde, proprio come un grattacielo, dal basso verso l'alto. Crollò, proprio d'innanzi a Charlie.
“Oh gesù..che..che cazzo ho fatto? Sono un idiota”
Charlie si inginocchiò accanto a lui, posandogli una mano sul ginocchio “Mike, stai bene?”
“No, no..Charlie..sono..un idiota, un fottuto stupido”
La ragazza gli prese le mani, e i suoi occhi incontrarono quelli di Charlie, e in quel momento tutto aveva un senso. Finalmente.
Le cose che aveva detto.
Le cose che aveva fatto.
Andava tutto nel posto giusto, come i pezzi di un puzzle.
“Pensavi che ti stessi tradendo?”
“Si” annuì.
“Come diamine hai potuto pensare che io ti tradissi? Pezzo di idiota!”
“Ti ho seguita, tutte quelle balle. Ti stavi abbracciando con quel Bob..e..” lo interruppe “Daniel, Mike. Bob è la mia ginecologa”
“Non mi importa. Tu piuttosto, come hai potuto pensare che io non volessi il bambino? Il nostro bambino?”
“Mi hai detto di abortire!”
Mike le prese le mani, avvicinandola più a sé “come? Cosa? Non ti direi mai una cosa del genere”
“E invece si. Mi hai detto di interromperla”
Il ragazzo dai capelli viola si morse un labbro e scosse la testa, “la relazione, non la gravidanza”
“Ma io non avevo alcuna relazione, per l'amor del cielo!” disse, alzando il mento come per difendersi.
Tutto quel casino si era creato solo perchè Michael aveva pensato ad una stronzata del genere e Charlie in questo momento, non potè far altro che essere arrabbiata con sé stessa perchè d'altronde se gliel'avesse confessato sin dall'inizio tutto questo non sarebbe successo.
“Beh io non lo sapevo!”
“Avresti dovuto!” lo rimproverò, spintonandolo.
“Non puoi trattare le persone così, non puoi trattare me cosi!” disse ancora, alzandosi.
“Charlie mi..”
La ragazza si voltò e gli puntò il dito contro, arrabbiandosi ancora “se provi a dire che ti dispiace giuro che ti do un calcio nelle palle e te le faccio uscire dagli occhi, Gordon!”
Michael sgranò gli occhi e chiuse la bocca. Era vero, odiava essere chiamato col suo secondo nome ma..quando aveva a che fare con la Charlie aggressiva era meglio rimanere a proprio posto.
Scostò i capelli dal viso e iniziò a camminare, ricominciando a pensare.
Doveva sentirsi meglio adesso? Ora che aveva scoperto che tutto ciò era uno spiacevole equivoco? Certo che no. Alla fine il danno era stato fatto.
“Hai rovinato tutto, Michael. Appena l'ho scoperto..ero cosi impaziente di dirtelo ed ora..quando ripenserò a questo mi verrà in mente tutta la mia sofferenza!”
Sbraitò, smettendo di camminare.
“Avevo bisogno di te. Quando mi hanno detto che stavo perdendo il bambino..” ma Michael la raggiunse, cercando di capirci ancora qualcosa “Piccola, non so di cosa tu stia parlando..”
“Ed è ovvio! Tu non c'eri! Se ci fossi stato lo sapresti, ma non c'eri! E..” cercò di spiegarsi, ma la sua voce risultò spezzata.
“Avevi promesso che non mi avresti abbandonata”
E ricominciò a piangere, perchè in un certo senso, la colpa era di Michael ma gran parte era colpa sua. Se non avesse caricato la pistola, Mike non avrebbe spinto il grilletto.
Sospirò, cercando invano di calmarsi.
“Charlie..Charlie, per favore”
Michael sembrava a pezzi, e finalmente in questo momento Charlie capì che non era l'unica ad aver sofferto.
Tuttavia però, scosse la testa perchè infondo, non si poteva ripartire da zero.
“No, Mike” disse, voltandosi.
“Perchè sei qui?” gli richiese, tirando su le lacrime col naso.
“Cosa intendi?”
“Pensavi che ti avessi tradito?”
Annuì.
“Ma sei venuto..per me. Perchè?”
E i suoi occhi, quei bellissimi occhi verdi, accarezzarono il volto di Charlie. Il modo in cui adesso la stava guardando era lo stesso di quando si svegliava prima di lei, di quando – al mattino – la fissava, pensando di farlo di nascosto, senza che lei se ne accorgesse.
“Perchè non so vivere senza di te, Mike. Non so neanche come provarci”
C'erano solo una decina di passi a separarli, Charlie li fece correndo.
Si gettò a peso su di lui, senza dargli il tempo di dire qualcosa. Lui l'afferrò e la strinse ancora più forte a sé, quasi come se volesse farla entrare in lui.
“Mi dispiace Charlie, mi dispiace cosi tanto..” sembrava devastato.
E le lacrime le riempirono di nuovo gli occhi, “pensavo che non avremmo mai..insomma, quando tu hai detto..”
“Shh, non era quello che intendevo”
La ragazza si strinse ancora di più a lui, seppellendo il volto nell'incavo del suo collo.
“Lo so, Mike. Lo so che non volevi”
Le prese ad accarezzare la schiena, a toccarle i capelli e, come se non bastasse, le sussurrò “ti amo, Charlie. Ti amo cosi tanto”
E fu in quel momento che le loro labbra si incontrarono ancora. Michael le strinse il volto fra le mani e lei fece lo stesso. Le loro labbra si stavano muovendo impetuose e brutali, tenere e calme. E tutto il resto, ogni ferita, ogni parola crudele, si stava sciogliendo come neve al sole.
Michael premette la sua fronte contro quella della donna che amava e, poi, dopo poco, mise le sue mani sul ventre di Charlie, accarezzandolo.
“Stiamo per avere davvero un bambino?”
Lei annuì, sorridendogli.
“Oddio, sono cosi felice! Giuro che gli farò tingere i capelli di rosso, di nero, di ver..” e poi sorrise, bloccandosi.
“Sarà il nostro piccolo Lash” disse, per poi continuare “ti piace?”
Charlie ridacchiò, annuendo e ricominciandolo a baciare.



<< avete fatto davvero pace? >> continuò il moro, ridacchiando per il successo del suo miglior amico.
<< Si Cal. Poi..poi ti racconto, ok? Ci sentiamo dopo >>, disse concludendo lì.
Adesso erano entrambi in macchina, mentre andavano verso casa di Jack e Melany, Michael aveva una mano sul volante e con l'altra accarezzava delicatamente la coscia di Charlie. E per lei tutto ciò era rassicurante. Averlo lì con lei ora, era tutto ciò che la ragazza aveva sempre desiderato. Sembrava come un film, il ricongiungimento. La pace, il lieto fine.
L'unico problema che ora preoccupava Charlie era che dopo il ricongiungimento la vita continuava, non esistevano i titoli di coda come nei film. Questo però non voleva dire che Charlie non era felice, anzi, lo era tantissimo e sapere che Michael era lì, al suo fianco, era confortante.
Una domanda che Charlie si poneva continuamente era “Cosa succederà dopo?”, perchè infondo dovevano andare avanti, si ricominciava, ora.
Michael d'altrocanto, era felice di essersi profondamente sbagliato, aveva una paura immensa di perderla, lei era parte di lui.
Ora erano arrivati nel parcheggio di casa Dmytriuk, ormai Melany e Jack si erano fidanzati, l'unico fatto che mancava era il matrimonio, ma per ora era troppo presto, o almeno cosi aveva detto Jack. Becky d'altronde, era felice di averlo come padre.


 
“Becky..” incalzò Melany, avvicinandosi a lei cautamente.
“Dimmi mamma”, le rispose, posando le sue due bambole regalatele da Jack.
“Ricordi quando ti ho detto che tuo padre era in Italia?” chiese, accaerezzadole la testa e sorridendole sinceramente.
“Mio padre è lui?” domandò, indicando Jack.
Entrambi si guardarono, incapaci di realizzare il tutto. Insomma, come aveva fatto una bambina di quasi sette anni a capire che l'uomo con cui giocava era..suo padre?
“M-ma..c-come..?” blaterò il moro, aprendo e chiudendo la bocca, come se volesse aggiungere qualcos'altro.
“Oh beh, in realtà ho chiesto alle mie amiche come ci si sente ad avere un papà che le vuole bene e..loro mi hanno risposto che..beh, che ci si sente bene ed io, quando sto con te mi sento come se tu fossi la parte mancante della famiglia, papà”
Melany scoppiò a piangere, quella bambina era l'intelligenza fatta persona. Aveva cresciuto una piccola genia.



 
Otto mesi dopo


Michael e Charlie ora avevano trovato una nuova casa, dopo quella “scenetta” da parte del primo lei si era rifiutata di andare a viverci. E d'altronde, non aveva tutti i torti.
“Non posso mangiare altro, fra poco esplodo!” esclamò il ragazzo dai capelli – ora – rossi.
“Hai cambiato di nuovo colore dei capelli?” domandò Kirsten, affiancata dal moro.
“Oh si, dopo quello che è successo con Charlie, volevo..dimenticare, e quindi mi sono tinto, di nuovo”
C'erano tutti, Kirsten, Melany, Jack, e Calum. Tutti erano andati da Michael e Charlie, tutti li stavano sostenendo.
Con loro c'era per fino la piccola Becky.
Dopo un po' di assenza, Charlie fece il suo ingresso in stanza, lentamente. I suoi capelli le ricadevano sulla spalla, ancora più lunghi e lucenti. Aveva la fronte corrugata per la fatica e una mano posata sulla schiena per sostenere il pancione enorme. Michael non riusciva a toglierle gli occhi di dosso.
“Oh dio, sono gigantesca”, disse, posando i piedi sul tavolino.
Sorrise e, “la tua taglia è raddoppiata, sei davvero enorme”
Dopo poco, l'intera stanza sprofondò nel silenzio.
Charlie spostò il suo sguardo su di Michael, fissando la sua mano intrecciata alla sua, realizzando il tutto e cominciando a ripensare a quando era magra, senza quella pancia enorme davanti. Si sentiva..male.
“Scusate..io..torno subito” disse, alzandosi e scivolando verso il corridoio.
“Tu sei un idiota!” esclamò Calum, dandogli uno schiaffetto in testa.
“Ma che diamine fai?!” sbraitò, alzandosi di scatto e massaggiandosi la parte lesa.
“No, tu che diamine fai! Non si dice ad una donna a tre giorni dal parto che è grassa! Testone!” esclamò Melany, chiedendo a Calum la cortesia di dargli un altro ceffone.
E ovviamente il moro, non si tirò indietro.
Jack ridacchiò sotto i baffi e, “va da lei, coraggio”



“Charlie?” domandò Michael, bussando verso la porta del bagno.
“Esco subito”, e lì lo notò. La voce soffocata, tremula, era un segno fin troppo riconoscibile: aveva pianto.
Michael avanzò lentamente, aprendo la porta e trovandola seduta sul bordo della vasca che piangeva palesemente.
“Charlie..”
“Non voglio essere grassa” esordì ad un certo punto, singhiozzando come una bambina di tre anni.
E lì Michael dovette cercare di trattenere le risate, era impossibile non farlo. Era cosi dolce, ma anche cosi indifesa che a Mike faceva tenerezza.
Avanzò ancora e prese a stringerla a sé, abbracciandola da dietro “non sei grassa, piccola”
“Oh si invece, ieri non sono riuscita a mettermi le scarpe, per fortuna che c'era Kirsten!” esclamò ancora e questa volta Mike, rise.
Le appoggiò il mento sulla sua spalla, allontanandole le mani dal volto per cercare di guardarla negli occhi. Gli stessi occhi che Mikey amava e che avrebbe guardato per tutto il resto dei suoi giorni, senza dire una minima parola.
I loro sguardi si incrociarono allo specchio. Michael parlò di nuovo, sorridendole sinceramente “sei sexy da morire, credimi”
Charlie però fece un ghigno, dubitando palesemente della sua sincerità “oh ma perfavore! Come puoi dire che questo” fece un gesto come per indicarsi “sia sexy?”
“Potresti arrabbiarti”, rispose ghignando.
Charlie alzò un sopracciglio, incrociando poi le braccia “mettimi alla prova”
“Beh, sono stato io a farti “questo”, in un certo senso è come se ti avessi lasciato il mio marchio. Il marchio di Michael Clifford”
Charlie sorrise, abbassando lo sguardo per poi rialzarlo verso il suo Mike. “E se non riuscissi a perdere peso dopo la gravidanza?”
“Ci riuscirai”
Alzò gli occhi al cielo e sorrise ancora. Michael passò subito alla parte che preferiva: iniziò a baciarle le labbra, incominciando prima con un bacio lento e dolce e poi passionale. Charlie incominciò a mordicchiargli le labbra con forza e urgenza, implorandogli di darle di più.
“Mikey..io..vorrei..”
“Cosa piccola, cosa?” chiese, baciandole il collo con estrema delicatezza ma allo stesso tempo desiderio, desiderio sfrenato di farla essere di nuovo sua.
“Mi desideri Mikey?”
Il diretto interessato le riprese a succhiarle il labbro, blaterando un soffocato “si”
Lei sorrise e, “non tener conto del bambino, Mikey. Ho bisogno di sentirti”
E a quella affermazione Michael scattò come una molla, prendendola in braccio per portarla di sotto, non prima però di aver gridato un sonoro “Andate via, qui abbiamo da fare!” provocando la risata di Charlie.


“Oh dio santissimo, maledetta pizza!” esclamò, provocando la preoccupazione da parte di Michael.
Si sfregò le mani sugli occhi e si alzò, andandole vicino.
“Cosa ti è successo?”
“Nulla, torna a dormire. Sicuramente sarà un'indigestio-” continuò piegandosi e cadendo rovinosamente a terra “dio santissimo! oh..ahi”
All'improvviso dalle sue gambe uscì del liquido che inondò la ragazza e il pavimento della stanza. Entrambi rimasero immobili, incapaci di dire o fare qualcosa, rimasero a guardare le gocce uscire dalle gambe di Charlie, e poi, come un serpente che strisciava sull'erba, la realtà si fece strada tra i due ragazzi.
“Oh. Mio. Dio.”
“Porca puttana”, esclamò infine Michael.




Chiara's space


Ciaaao!
Allora, per fortuna sono riuscita a scrivere questo dannato capitolo! Spero che vi piaccia perchè ci ho messo l'anima! Hahah.
Beh, che dire? Cosa ne pensate? Finalmente Charlie e Michael hanno fatto pace, madò io li adoro *-*
E voi?
Ok, ora scappo, perchè altrimenti non faccio in tempo a lavarmi i capelli, ahah. Bacioni baciosi(?), Chiara.

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Capitolo 20
*** Chapter nineteen ***


Attenzione

Questa fanfiction purtroppo, è al termine, mancano l'Epilogo + la sorpresa (per i dettagli su questa, leggete lo spazio autrice) ed io, come ovviamente avevo promesso, ho scritto una fanfiction sui One direction, per chi fosse interessato.
Ovviamente, io non vi obbligo, ci mancherebbe, ahaha!
Nel caso passaste lasciate una piccola recensioncina, mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensiate!
Leggete a fine capitolo, Chiara.


 
Chapter nineteen




Un'ora dopo Charlie era sistemata in una stanza privata dell'ospedale, era collegata a più macchinari di un novantenne in fin di vita. Michael invece, era seduto su di una sedia accanto al letto. Era molto nervoso, infatti si potevano ben notare le sue mani che trasudavano.
“Posso..fare qualcosa, Charlie? Non so, un massaggio alla schiena? Ti porto del thè al limone? Dio”
Charlie sorrise, prendendogli la mano e stringendogliela più forte “Mikey, 'sta tranquillo. L'unica cosa che voglio è che tu mi sia vicino..continua a parlare”
Poi però, la sua voce, pian piano, diventò flievole, debole.
“Mike, ho paura..”
Il ragazzo dai capelli rossi la guardò spaesato e terribilmente spaventato, in verità gli si stringeva il cuore e in quel momento si sentì come se fosse davvero inutile.
Ma – in ogni caso – cercò di nasconderlo, anzi fece del suo meglio. Non voleva dare ulteriori problemi, ora.
“Ehi, devi stare tranquilla. Andrà tutto bene, io so che ce la farai” le disse, accarezzandole delicatamente i capelli per poi lasciarle un dolce bacio su di essi.




Michael ora era uscito, era fuori dalla stanza, aveva una paura immensa perchè se sarebbe andato storto qualcosa sarebbe stato malissimo e poi, sarebbe uscito – quasi sicuramente – di testa. Sospirò e inspirò, come per cercare di darsi coraggio. Sembrava quasi che la persona che doveva partorire fosse lui anziché Charlie.
Ritornò in stanza e la notò, la guardò, la squadrò: era seppellita sotto la morbida trapunta, sembrava così piccola.
Michael ricominciò a sospirare, avvicinandosi al letto e prendendole la mano: “Charlie, io ti amo. Tutto quello che c'è di buono in me è soltanto merito tuo. Io..sono contento di averti nella mia vita, sono contento di averti parlato quel giorno in mensa perchè se non fosse stato per il mio – quasi – coraggio noi..a quest'ora..non saremo a questo punto. Quando poi ti ho confessato ciò che provavo per te..ero terribilmente angosciato, avevo una paura immensa perchè se tu non avessi ricambiato io..sarei morto dentro. Sei la persona più importante – oltre a Calum – che ho nella mia vita. Vedrai..andrà tutto per il verso giusto”
Charlie sorrise ancora, fissandolo poi con serietà per qualche minuto “Sto per avere un bambino, Michael; non sto morendo” poi però, spalancò gli occhi, “Gesù Cristo, non sto morendo vero?”
“No, Charlie. Non stai morendo”
La ragazza sospirò e annuì, chiudendo e aprendo gli occhi per qualche minuto.
“Oh e..per la cronaca, ti amo anch'io Mikey”
Il ragazzo sorrise, chinandosi per baciarle prima la fronte e poi scendere lungo le labbra.





A quanto pare, non valeva la pena preoccuparsi perchè alle sei della mattina successiva, Charlie aveva dato alla luce un piccolo maschietto.
E Michael le era stato vicino tutto il tempo, condividendo il suo dolore.
Letteralmente.
Anzi, ora era quasi sicuro che le ossa della sua “adorabile” mano, gli si erano andati a fare un giro.
Ma alla fine, pensò, chi se ne importava?
Adesso stava tenendo in braccio quel piccolo bambino di tre chili e sei, non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, era un bambino bellissimo, aveva gli stessi occhi grandi della madre e la stessa chioma bionda di Michael – i suoi capelli naturali –.
Appena Michael aveva visto quel piccolo fagotto aveva capito instantaneamente che per suo figlio avrebbe fatto di tutto, per fino tuffarsi in una piscina piena di acido. Non vedeva l'ora di insegnarli le cose fondamentali della vita, come tingersi i capelli, la buona musica, il canto – certo, cantare e suonare avrebbero fatto parte della vita del piccolo –.
Oh e, come se non bastasse, gli avrebbe insegnato anche a fare a botte.
“Ehi”, esordì Charlie.
Sembrava stanca, anzi, lo era sicuramente, pensò Mike.
“Come ti senti?” domandò, sorridendo al bambino.
“Oh..beh..non mi lamento” rispose, facendo cadere lo sguardo sul fagotto che ora lui aveva in braccio.
“Allora, come chiamiamo il piccolo?” chiese ancora, prendendolo questa volta lei in braccio.
Michael storse il labbro, pensando a qualche nome “incomincia tu”
“Ok..mh, a me piacerebbe chiamarlo Harry” continuò “o non so, mi piace anche James”
Michael ridacchiò, scuotendo animatamente il capo “cosa? No, no”
“Ok, allora pensa tu a qualche nome”
“Mh, allora Calum” incalzò, ghignando.
“No, non voglio chiamarlo come Hood! Ahm..” ricominciò, mordendosi il labbro inferiore.
Entrambi lo guardarono e a Michael vennero gli occhi lucidi: voleva chiamarlo Ashton o magari, Luke, erano dei nomi che sicuramente a Charlie sarebbero piaciuti anche se..non ne era sicuro.
“Mikey è tutto apposto?” chiese ad un certo punto, prendendo a giocare con la manina del loro piccolo.
“Mi piacerebbe chiamarlo con il nome di uno dei miei due..migliori amici” ricominciò, deglutendo pesantemente.
Charlie sorrise e annuì, “scegli tu”
“Che ne pensi di Lash?” continuò “è un unione dei due nomi insieme, certo so che è azzardato ma–”
“Mi piace, è un nome originale” rise, baciando poi il piccolo tra le sue braccia.





Calum e Kirsten ora erano entrambi in un parco, stavano bevendo una buona granita. Calum si guardava constantemente attorno, respirando, sbuffando e ricontrollando il cellulare.
Kirsten all'inizio fece finta di niente ma quando, per l'ennesima volta, il moro sbuffò le scattò il nervosismo.
“Ok, ora mi vuoi spiegare cos'hai?!” gridacchiò, prendendo Thomas per le spalle.
Il moro sbuffò, mordendosi il labbro e soffermandosi su Kirsten – e sulle sue labbra –, le rispose cautamente “Non ho nulla. Solo..perché Michael non ha chiamato? L'ho sentito solo ieri sera, quando mi ha detto che stava portando Charlie in ospedale. E se fosse andato qualcosa per il verso sbagliato? Io..sono il suo miglior amico, ho il diritto di sapere, capisci? E se avesse bisogno d'aiuto? Io non ci sarei..e..sarei un perfetto idiota perchè non ci si comportano cosi i migliori amic-”
“Ti vuoi calmare?!” gli rispose, sospirando e sorridendo per il monologo intrapreso dal suo fidanzato.
“Facciamo cosi”, riprese alzandosi, “ora finisci quella granita e andiamo da loro, va bene?”
Il moro annuì, iniziando a bere velocemente.
“Idiota, bevi piano o ti si congela il cervello”
Lo ghignò e ubidì.





<< dove sei? >>, inviò Calum a Mike.
“Non scrivere messaggi mentre guidi! Oh, sei cosi testardo quando ti ci metti!” blaterò Kirsten togliendoli il cellulare dalle mani.
“Non mi ringhiare contro, cavolo! Kirsten tu non dev-”
“Oh ha risposto, 'sta zitto” continuò leggendo il messaggio, “sono a casa tua”
“Cosa? COSA?” disse fermando di colpo la macchina “sono con il loro bambino, nonché mio nipote, a casa mia?”
“Calum! Calmo, ok? Quella che tu ritieni “casa tua”, è anche casa di Mike, fino a prova contraria”
“Lo so, ma..andiamo, loro hanno una casa!”
Kirsten sbuffò e, mordendosi il labbro inferiore gli sussurrò un “parti, ti prego”





“CHE CI FAI QUI?” gridò il moro non appena ebbe messo piede in casa.
Michael ghignò, per poi sedersi con il bambino ancora in braccio.
“Ti prego, sembri una donna mestruata” rispose calmo, giocherellando con il piccolo Lash.
Calum si calmò e si adagiò accanto al suo amico, sorridendo. Stava pensando a tutto ciò che aveva passato, anzi, di lì a poco avrebbe anche pianto. Ne era sicuro. Era un debole di cuore quando si trattava di queste cose, forse perchè alla fine, lui aveva perso suo padre quando era ancora un neonato. Forse era per quello.
Michael lo guardò, intimandogli di prendere in braccio suo figlio, e Calum, sorridendo ubbidì, “ciao piccolo! Io sono Calum, il migliore amico di tuo padre. Vabbè, tu però puoi chiamarmi anche zio Calum, io non mi offendo, anzi! Sei proprio bello. Non assomigli per niente a tuo padre, e sai perchè? Perchè tuo padre non è bello come te, sono convinto che hai preso tutto da Charlie, tua mamma” concluse, avvicinandolo a sé per baciargli il capo.
Kirsten osservò tutta la scena silenziosamente, ormai erano grandi entrambi e anche lei, desiderava davvero avere un bambino e perchè no, anche una bellissima bambina che ovviamente, avrebbe avuto gli occhi scuri di Calum, e il suo sorriso, quello contornato dalle bellissime fossette che Hood adorava di lei.
Sospirò e si avvicinò piano, sussurrando a Michael “Dov'è Charlie?”
“Oh è..in camera mia, ha bisogno di riposare”
Lei annuì lentamente, sedendosi poi accanto al suo fidanzato.
“Ora tocca a me, deve stare un po' con sua zia” ridacchiò, prendendo a fissare Calum.






Charlie stava dormendo, quella ragazza aveva davvero bisogno di riposo, dopo tutto ciò che aveva passato potevano anche farla diventare santa da subito. Era in camera di Michael, sotto le coperte rigorosamente nere del  ragazzo. Respirava e inspirava lentamente, il suo petto si alzava e si abbassava insieme alle sue mani che ora erano adagiate sul suo addome.
Michael si sporse verso la sua camera: la stava guardando, e la stava contemplando. In quel momento gli apparì come una dea irraggiungibile, e ciò lo fece sorridere.
Sospirò, aveva fatto davvero un bel lavoro con quella creaturina che ora era tra le sue braccia. Si stava muovendo impetuoso, senza fermarsi mai. Michael era fermamente convinto che man mano che sarebbe cresciuto, il suo piccolo Lash sarebbe diventato come lui, come suo padre. Sembrava strano pensarlo eppure lui, era diventato padre.
Anzi, adesso mancava soltanto il matrimonio per legarli definitivamente.
“Ehi piccolo, guarda tua mamma..non è bellissima?” gli chiese, assottigliando il tono della voce per non svegliare Charlie.
Lash vagì, muovendo le manine paffutelle e aggrappandosi saldamente verso la maglia di Michael. Il rosso sorrise teneramente, mai avrebbe pensato che lui, Michael Gordon Clifford, sarebbe diventato padre. Mai.
Avrebbe fatto di tutto per non far mancare nulla alle due persone più importanti della sua vita. Ora il piccolo Lash dormiva beato tra le sue braccia, e ovviamente Mike non potè far altro che sorridergli e baciargli il capo.






I'm heeeere!

Oddio, ho fatto una faticcaccia assurda, giuro! Non ce la faccio più, mi ci sono impegnata tantissimo, ragazze!
Spero sul serio che vi piaccia perchè altrimenti..mi deprimo, ahahah.
Domani a me inizia la scuola, perciò credo che il capitolo – se riesco – lo posterò lunedì pomeriggio. Perciò, ragazze, non abbiate timore!
Hahaha, molte mi hanno chiesto della sorpresa ed io, ovviamente, non ho anticipato nulla.
L'unica cosa che posso dirvi è che è un capitolo che vi aspettavate sin dal principio! Hahah, spero davvero di farvi sorridere.
Beh, io ora scappo. Recensite mi raccomando!

Baci, Chiara.



 

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Capitolo 21
*** Epilogue ***


Attenzione
Questo scritto - all'inizio - in corsivo non è un flashback.

Piesse: VI PREGO, LEGGETE A FINE CAPITOLO PERCHE' C'E' SCRITTA UNA COSA DI ESTREMA IMPORTANZA.


 
Epilogue



“Ehi Ashton!” esclamò Luke sorridendo.
“Cosa c'è? Non vedi che sto cercando di infilarmi questa benedetta bandana?”
“Ma non rompere! Guarda, guarda com'è felice il nostro migliore amico..”
Lui fissò di sotto, sorridendo ed emettendo una sonora risata “gli è andata bene, no?”
“Più che bene! Charlie è un'angelo”
“Ehi, perchè non scendiamo di sotto? Vorrei poter vedere il nostro piccolo Lash, nonché mio nipote” rispose il riccio, aprendo la porta del paradiso per fiondarsi di sotto, dove in questo momento si trovavano Charlie e Michael.
“Ehi Ashton! Che fai!? Se ci scoprono finiremo nei guai. Se non mi faranno più cantare sarà solo colpa tua!”
Il riccio zittì immediatamente Luke con il suo solito sorrisetto adolescenziale che per giunta, non era cambiato di una virgola.
D'altronde loro erano degli angeli ora, perciò tecnicamente, non invecchiavano.
“Come sono belli..” sussurrò Luke, facendo cadere subito qualche lacrima dal suo splendido viso.
“Non..non devo commuovermi, ok? Me lo sono promesso!” si rimproverò, dandosi dei piccoli schiaffetti sul viso.
“Infatti, te l'eri promesso!” e continuò, ridendo “Lash è identico a me, non trovi?”
Luke scosse il capo e, asciugandosi un'altra lacrima rispose, “non può assomigliarti, idiota! Il padre non sei tu e tanto meno sei lo zio legittimo”
Ashton sbuffò per poi accarezzare il visino del piccolo. Stava pensando a cosa avrebbe fatto se ora fosse stato lì, probabilmente l'avrebbe riempito di regali, anche se magari i soldi potevano mancargli per il lavoro, lui non se ne sarebbe importato. Michael era il suo migliore amico e ora che era fidanzato e aveva avuto un figlio con Charlie, beh, non poteva far finta di niente e non regalare qualcosa a suo “nipote”.
Il riccio deglutì, non voleva piangere d'innanzi a quella scena. Era troppo per lui, troppo. Vedere Calum e Michael ogni santo giorno, senza avergli potuto dare veramente l'addio, beh..lo facevano sentire male, inutile.
Prese la manina del piccolo e incominciò a cantargli una piccola canzoncina, una di quelle canzoni che sperava che gli sarebbe rimasta in mente per sempre.
“Ti mancano, mh?”
“Si, Luke. Tanto” poi continuò, “a te?”
“Non c'è giorno in cui non li penso..credimi, vorrei poter stare lì con loro a festeggiare l'arrivo del piccolo..”
Ashton annuì, scostandosi dalla culla per dare spazio al biondino che ora stava accarezzando Lash.
“Ehi..ti hanno chiamato come me e Ashton. Non è una cosa strafiga?” ridacchiò, cercando poi di tirare su quelle lacrime che stavano sgorgando senza sosta “anche se non ci hai conosciuti, devi sapere che siamo e saremo per sempre – io e lo zio Ash – dei tipi strambi e dannatamente divertenti. Sai come abbiamo conosciuto tuo padre? No è ovvio che non lo sai..” deglutì, “eravamo in una palestra, sai quelle palestre in cui si va per rimorchiare, capisci cosa intendo? Bene. In pratica Michael stava cercando di fare colpo su di una biondina, che tra parentesi era la figlia del proprietario della palestra. Ti giuro piccolo mio, non sai per quanto tempo le ho fatto il filo! E sai cos'ha fatto tuo padre?! Oh non ci crederai mai! Con il suo fascino da cattivo ragazzo l'ha portata a casa sua e..oh beh, hanno..“parlato”. Il giorno dopo arrivò in palestra tutto contento ed io ovviamente, non potei far altro che chiedergli come ci era riuscito. Da lì, nacque la nostra bellissima amicizia” sospirò, “poi però..purtroppo le disgrazie non mancano mai. Per fortuna che c'era tua madre a consolare papà Mike o altrimenti non so che genere di pazzia avrebbe fatto quello sciroccato!”
Luke si chinò per baciare il piccolino sulla guancia, appena lo fece però, bagnò con una lacrima il suo collo e, senza accorgersene sorrise per poi salire con Ashton di sopra, nel paradiso.
“Ok, noi ora andiamo..ma..ricordati, io e Luke saremo per sempre i tuoi zii preferiti, anche se non ci hai conosciuto. Ti promettiamo, che un giorno però, ci conoscerai e ce la spasseremo!” continuò con le lacrime agli occhi “Oh s-sì..ch-che lo faremo, piccolo Lash”
E fu così, che in un secondo il cielo si aprì, facendo risalire i due poveri ragazzi che erano morti in quell'incidente tanto tempo fa.




 
Tre anni dopo

 

“Lash! Smettila di correre in giro per casa senza calzini, sporcherai il pavimento e poi scivolerai!” sbuffò Charlie, prendendo il piccolo in braccio per dargli almeno un buffetto sulla spalla.
Era impossibile guardarlo e non baciarlo, era così tremendamente simile a Michael e a lei che le faceva una tenerezza assurda. Cosa più importante però, era che purtroppo, per quanto lo volesse, non riusciva ad arrabbiarsi con quel piccolo frugoletto.
“Ah! Dov'è tuo padre quando serve?” domandò a sé stessa, ricevendo poi una risata da parte del piccolo Lash.
Una volta preso in braccio, Charlie avvicinò il suo viso al collo del bambino e, come se lo stesse scrutando per la prima volta vide una voglia sul suo collo, una voglia piazzata proprio sotto l'orecchio.
Si morse il labbro inferiore e sorrise, le piaceva.
“Sono a casa!” esclamò il rosso, per poi fiondarsi sulle labbra di sua moglie.
Oh, si. Proprio sua moglie.


Sospirò, si riaggiustò i capelli e poi tornò a sedersi.
Quelle erano le tre azioni che ripeteva da ormai mezz'ora.
“La vuoi finire? Ti guasterai tutto!” le ringhiò contro Melany, che era lì in veste di acconciatrice e truccatrice della sposa.
“No, no e poi no! E se a Michael non piacesse?”
“La smetti con queste seghe mentali?” domandò ad un certo punto Kirsten, che intanto era seduta su di una poltrona con il suo pancione.
“Oh dio, sento che sto per vomitare” esordì, fissando fuori dalla finestra.
“Ti prego Kirsten, non nel mio salotto!” esclamò la mora, sbuffando.
“Oh quante storie. Sono incinta, cosa vuoi?”
Charlie ridacchiò, ripensando a quando c'era lei al suo posto.
“Sarà una bellissima bambina, ne sono certa”, disse, attirando l'attenzione delle sue due migliori amiche.
“Oh lo sarà. Specie se prenderà gli occhi di Calum”
Melany sorrise, chiamando poi la sua Becky che ormai era diventata una bellissima ragazza di quattordici anni, “ehi, cos..oh per l'amor di dio, Charlie! Sei..bellissima!”
La ragazza in questione arrossì, volgendo poi il suo sguardo su Melany che le mimò un, “che ti avevo detto?”


Arrivati in chiesa il piano forte iniziò a suonare, dando inizio alla marcia nurziale. Michael era lì in piedi, con i suoi capelli rosso fiammante che l'aspettava, con il suo smocking nero e la sua camicia bianca latte.
Se non stava per sposarsi Charlie gli sarebbe saltata addosso molto volentieri.
Il prete iniziò la sua cantilena per i matrimoni e, una volta arrivato al fatidico “Vuoi tu prendere Charlie Cooper come tua legittima sposa finchè morte non vi separi?”
il suo cuore iniziò a battere talmente forte che se solo tutte le persone dentro la chiesa fossero state in silenzio l'avrebbero perfino sentito ticchettare.
“Sì, lo voglio”, esordì il ragazzo, regalandole uno dei sorrisi più belli che Charlie avesse mai visto.
Il prete ripetè la stessa domanda anche a lei e, senza aspettare un secondo di più, rispose ciò che avrebbe voluto pronunciare da sempre.
“Sì”.
Una volta sentita quella parola, Michael le saltò addosso, levando anche il tempo – all'uomo che ora stava celebrando la messa – di dire “ora puoi baciare la sposa”
Le loro lingue s'intrecciarono, si cercarono e, una volta raggiunte, si incastrarono come non mai, dando vita al bacio più bello di tutta la loro vita.


“Come sta il mio piccolo campione?” domandò il rosso, scompigliandogli i capelli.
“Bene, mi sei mancato papi!” esclamò, baciandogli la guancia con le sue manine tenere e paffutelle.
“Oh bene!” continuò, “hai fatto il bravo con la mamma?”
Il bambino abbassò lo sguardo, per poi prendere a fissare Charlie con aria innocente e, “chiedi a mamma”
Mike sorrise, rivolgendo attenzione alla donna al suo fianco, “sei furbetto, eh!” disse, continuando “sì Mike, ha fatto il bravo”
“Perfetto! Beh, allora sai che c'è? Ti meriti un bel regalo! Cosa..desideri?” domandò, baciandogli la testa.
“Voglio tingermi i capelli come te, papà!” esordì Lash ad un certo punto, facendo ridere sguaiatamente Michael.
“Vedi cosa combini, Mikey? Non voglio che mio figlio si tinga così giovane!” si lamentò, facendo ridacchiare ancora di più il ragazzo dai capelli rossi.
“Lash, c'è tempo ancora, stai tranquillo! Appena avrai l'età giusta te li farò tingere con il tuo colore preferito, mh?”
“Sì, sì! Li voglio blu, papà!” si dimenò, per poi correre in salotto continuando a gridare “blu, blu”
I due innamorati si guardarono e, senza dirsi neanche un'altra parola si baciarono, capendo che tutto ciò di cui avevano bisogno era lì e che, mai nessuno gli avrebbe separati.
Sarebbero continuati a crescere, avrebbero sbagliato e poi si sarebbero chiesti scusa a vicenda. Era così che andava la vita e loro oramai, ne erano al corrente perchè dopotutto ciò che avevano dovuto sopportare quello era il modo migliore con cui la vita gli aveva ripagati, gli aveva donato un bellissimo figlio e la felicità.






STO PIANGENDO.
SONO UNA COGLIONA PERCHE' PIANGE.
LO SO, SCUSATEMI.

Allora, finalmente – si, finalmente, ahahah – questa storia è giunta al termine! Ok, manca solo un capitolo ma...è ok.
Anzi, diciamo che non fa parte della storia, è solo una sorpresa che ho voluto farvi, visto che era da i capitoli principali che lo scrivevate.
Beh? Come vi sembra? Vi piace?
Mi raccomando, recensite perchè io devo sapere, eh!
Ahahaha. Bene, detto ciò posso anche andare a e, ultima cosa: cosa ne pensate di fare dei piccoli Missing Moments della coppia Calum – Kirsten e della coppia Melany – Jack?
Ovviamente se l'idea non vi piace, è tutto ok eh! Io non mi arrabbio. Era solo per sapere (:
Mi raccomando, è molto importante perciò scrivetemelo nella recensione!

Ok, ora scappo.
Baci, Chiara.

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Capitolo 22
*** Surprise! ***


Surprise!

 

Attenzione!

Fate finta che tutto ciò che sia capitato nel corso dei precedenti capitoli (la nascita di Lash, il fidanzamento di Michael e Charlie e, la verità rivelata alla ragazza..) non sia mai successo e, che, la storia sia rimasta ancora al punto di partenza, quando Jack ancora non aveva detto nulla a Charlie e, quando Michael ancora non aveva rivelato i propri sentimenti verso la ragazza.

 

 

Charlie e Melany erano a casa della prima, pronte per andare entrambe in chiesa, a celebrare il matrimonio di Charlie. Melany soffriva ancora, non riusciva a capacitarsi del fatto che, dopo molti anni, lei non aveva ancora rivelato nulla alla sua migliore amica. Ed era così vero che, questo sentimento comunemente chiamato tristezza, non potè far altro che danneggiarla perchè lei lo amava, amava Jack e si sentiva tremendamente in colpa per non aver “aiutato” in un certo senso Charlie.Era inconcepito che due persone che non si amavano abbastanza dovessero sposarsi, non potevano farlo perchè, entrambi sapevano che l'uno non era amato dall'altro, o meglio, Jack amava Charlie, ma lei non amava lui. Michael, Michael, Michael, questo era il pensiero fisso della ragazza vestita in abito da sposa.
“Come sto?” domandò verso la mora che, in tutta risposta non potè far altro che sorriderle perchè infondo, era bella, molto bella con quell'abito.
“Charlie..sei..insomma, sei sicura?” le chiese, sedendosi cautamente e volgendo lo sguardo verso la finestra.
Lei annuì, sospirando e cambiando discorso molto velocemente “dove ho messo..”

 

 

Michael e Calum si stavano preparando, o meglio, Kirsten stava preparando entrambi visto che, l'orribile gusto nel vestiario di Michael aveva contagiato – seppur poco – anche il moro.
“Voglio una camicia nera” blaterò insistente il ragazzo con i capelli rossi, sbuffando per l'espressione che aveva assunto Kirsten.

“No, sei bellissimo così, stanne certo. Non cambierai neanche una virgola” continuò imperretrita “ora, metti l'orologio al polso, sistemati quei capelli ribelli e sei pronto!”
Sospirò e sbuffò, tornandosene di sopra per fare ciò che gli era stato chiesto. Non poteva neanche capacitarsi del fatto che in quel giorno, Charlie, si stava sposando con un verme. Perchè sì, Jack Dymitruk era un verme. Lo aveva sempre definito così, anche perchè d'altronde, non erano mai stati in buoni rapporti. Si guardò allo specchio e pensò che infondo, era proprio un bell'uomo. Ghignò, un ballo con la sposa doveva farlo per forza, anzi forse, anche più di uno. Sorrise pensando a come si sarebbe svolta la vicenda se al posto di quell'idiota ci fosse stato lui: avrebbero festeggiato in una piccola chiesetta, con pochi parenti e con pochi amici, poi, una volta finito, Michael avrebbe preso in braccio Charlie e l'avrebbe portata in macchina, dove sarebbero partiti per chissà quale luogo. A Mike gli era sempre piaciuta l'Italia, affermava sempre che le italiane erano un qualcosa di stupendo e poi, il cibo..beh, lì il cibo era ottimo, niente a che fare con il cibo Australiano.
Ricominciò a pensare a Charlie e alle sue labbra soavi, soffici, meravigliose e, pensò ai mille baci che avrebbe potuto regalarle se solo lei glielo avrebbe permesso. La sua vita andava di male in peggio, la cosa buffa era che stava partecipando per fino al suo matrimonio! Ma per chi lo aveva preso?
Preso da un'attacco di rabbia ruppe con un pugno lo specchio, facendo cadere i pezzettini per terra e, quel suo gesto così immaturo e stupido, non fece altro che danneggiare le sue povere nocche che, nel frattempo, stavano perdendo sangue. Non appena Calum udì tale rumore si precipitò di sopra, fissando Michael.
“Cosa cazzo hai combinato?” gli ringhiò contro.
Era al corrente della rabbia del suo migliore amico, era al corrente di tutto lui e, sinceramente, si sarebbe perfino aspettato una reazione del genere anzi, forse anche una scenata d'innanzi a lui e Kirsten.
Sospirò e, “scu-scusa”
“Non devi reagire così, Mike” sibilò il moro, prendendo dal cassetto della garza.
“No, tu non capisci, Cal! Hai Kirsten, sei felice. Io..io cos'ho? Ho trentadue anni, Calum, sono solo! E per giunta, la ragazza che amo con tutto me stesso si sposerà oggi, ed io, indovina chi sono io? Un fottuto invitato!” commentò, mordendosi il labbro inferiore così forte che si fece male da solo anche se, nulla era inconfronto alla battaglia che stava sostenendo il suo cuore.

“Troverai anche tu la tua anima gemella, Michael..non è detto che rimarrai solo”
“E' inutile parlare con te, non mi capirai mai. Senti, vado a farmi un giro..”
Il moro si alzò dallo sgabello e, “Cosa?!? Tra pochi minuti ci sarà il matrimonio, non puoi mancare, l'hai promesso a Charlie!”
Il rosso ci pensò un po', “promesso”, lui non aveva promesso proprio un bel niente, lui era responsabile di sé stesso, se gli andava di non andarci e di mancare al giorno più importante della vita della sua migliore amica lo avrebbe fatto senza alcun rimorso, lui aveva una dannata dignità!
“Che si fottano, se avrò il tempo e voglia mi vedrai, altrimenti sarò da qualche parte ad ubriacarmi”

 

 

 

Gli invitati erano quasi tutti arrivati, mancavano solo poche persone, tra cui Michael. Jack era compiaciuto di non vederlo perchè alla fine, lo sperava davvero. Lo aveva sempre “temuto” perchè era l'unica persona ad agire impulsivamente, senza preavviso. Al contrario di altre, lui era imprevedibile e ciò lo spaventava ulteriormente. Sospirò e sorrise a sua madre, che intanto si stava ridando una toccatina di phard.
Liam era lì con Stacey, sua moglie. Stava sorridendo ai suoi due bambini, Heather e James, due adorabili creaturine che insieme formavano un tornado.
“Tutto ok?” domandò il castano verso il suo migliore amico, pronto a confortarlo ad ogni situazione.

Lui annuì, sorridendogli ampiamente, “certo, amico. E' tutto ok”

 

 

 

Sono davvero solo” ricominciò, adagiandosi al tronco dell'albero.
Non era andato in nessun locale, non era ubriaco, era semplicemente triste e stanco. Sospirò altre svariate volte e ricominciò a pensare.

Forse doveva andare al matrimonio, doveva confortare la sua migliore amica nel caso Jack avesse fatto lo stronzo.
'che Charlie si fotta', riprese la sua coscienza, orgogliosa ancor più di lui stesso.

Infondo, aveva ragione, secondo Michael lui non aveva bisogno di Charlie, poteva vivere benissimamente anche solo, poteva rifarsi una vita, poteva..essere felice anche senza di lei.
Scosse il capo, no, no che non poteva. Ma che diamine stava pensando? Lui doveva andare a quel sacrosanto matrimonio e doveva dirgliene quattro, non poteva rimanere in silenzio, no, non poteva.
Si alzò, cacciò dalla tasca il telefono e digitò qualche parolina verso Calum “farò un casino”.

 

 

 

 

Appena Calum lesse quel messaggio sospirò, incominciandosi a sentire male. Che diamine aveva in mente? La messa era già iniziata, non poteva fare chissà quale “casino”, specie perchè poi si sarebbe messo male.
Sbuffò ancora, ricevendo qualche occhiataccia da qualche signora anziana vicino. Si alzò e uscì fuori, provando a chiamare il diretto interessato. Due squilli, tre squilli, quattro squilli e poi il vuoto: la segreteria telefonica.

Si maledisse mentalmente perchè doveva seguirlo, sapeva com'era Michael, sicuramente adesso sarà ubriaco e sicuramente, starà guidando a tutta velocità per dire qualche parolaccia sbraitata in chiesa.
Camminò su e giù, scese e salì le scale, si portò una mano in viso e cercò di calmarsi. L'incolumità del suo migliore amico dipendeva anche da lui. Dove poteva essere? A che velocità starà andando?, ripensò Calum, sospirando e riprovando a chiamarlo.
Per la troppa fretta sbagliò il numero e, << Michael, dove cazzo sei?!? >>
<< Come ti permetti di rivolgerti a me con questo tono, brutto maleducato! >>
Il moro si bloccò per un momento, riflettendo << scu-scusi, con chi sto parlando? >>

<< Con Michael >>, rispose.
<< Michael chi? >>
<< Michael sto cazzo, giovanotto! Sono Michael Smith, chi è lei? >>
Calum deglutì e chiuse la chiamata, ridacchiando per l'immensa figura di merda fatta.

 

 

Charlie si sentiva enormemente a disagio, non trovava Michael tra gli invitati e ciò le fece pensare che forse, era successo qualcosa. Guardò Jack – che sorrise – e, nel frattempo che il prete blaterò qualcosa fissando gli invitati, lei mimò un, “dov'è Michael?”
Il moro alzò le spalle e riprese a fissare il parroco.

Ritornò a guardarsi intorno, vide Melany, Becky, Kirsten e Calum, ma di Michael non c'era traccia. Deglutì, era convinta che a pochi attimi le sarebbe venuto un attacco di isterìa.
“Dunque, Jack Dymitriuk, vuoi tu prendere Charlie Cooper come tua legittima sposa?”
Senza neanche pensarci due secondi, rispose con un “sì” sincero.
Poi, l'attenzione dell'uomo si rivolse verso la diretta interessata che, al suono di quella domanda esitò.
Sarebbe diventata la moglie di Jack, la signora Dymitriuk. Non la signora Clifford, solo..Dymitriuk.
Fissò Jack, fissò il parroco: un attacco di panico, ecco cosa le stava venendo.
Ad un tratto la porta si spalancò, facendo intravedere un Michael dalla cravatta allentata e dalla giacca sbottonata.
Fermi!” esclamò, avanzando verso la loro direzione.

“Tu non puoi sposarlo, e tu” si rivolse verso il moro “fatti da parte, io devo parlarle!”
Charlie cercò di nascondere un sorriso che – seppur di poco – fece intravedere i suoi meravigliosi denti bianchi.
“Cosa diamine stai facendo, Clifford?!” esordì il moro, spintonandolo.
“Per favore, non voglio battibecchi nella chiesa!” esclamò il prete, che divise immediatamente i due litiganti.
“Ti prego Charlie, ascoltami. Non sposare questo broccolo, sposa me. Io..non so neanche dove sto prendendo tutto questo coraggio per dirti che in realtà io..non ti vedo come una migliore amica, anzi, non ti ho mai vista come tale. Sei la ragazza che ho sempre voluto al mio fianco, quella ragazza dolce ma anche terribilmente acida che mi fa impazzire, quella ragazza solare che sa prendersi sempre un po' in giro e, quella migliore amica che riesce a consolarti sempre nei momenti tristi. Sai..sono uno stupido perchè non te l'ho mai detto, ti ho sempre fatto pensare che tu per me fossi un'amica, una semplice amica...ma...in realtà dio solo sapeva quante volte avrei voluto baciarti, quante volte avrei voluto stringerti e fare l'amore con te. Sei...la mia vita, Charlie. Credimi, ho cercato, tentato di dimenticarti...ma...non ci sono riuscito, sono un coglione – che dio mi perdoni –, un idiota...sono tutto ciò che vuoi, ma...ti prego, non sposarlo”

La ragazza ridacchiò, rispondendo poi, “sei un...pazzo”
“Sì Charlie, sono pazzo...pazzo d'amore per te”
Si avvicinò, porgendole una mano che Charlie poi, si apprestò a prendere.
“Stupido...”
“Ti amo...” sussurrò, baciandola.
Calum si alzò in piedi e gridò un “FINALMENTE CE L'AVETE FATTA, IDIOTI CHE NON SIETE ALTRO!”
In sottofondo partirono degli applausi che fecero sorridere Charlie e Michael che, in risposta presero a baciarsi ancora piu' appassionatamente, ignorando tutte le persone – compreso Jack – che gli stavano guardando.

Questo era il loro momento, il tanto atteso momento.
Le loro lingue si unirono, proprio come i loro corpi. Michael prese in braccio la ragazza e, una volta arrivato difronte la sua macchina la rimise in terra, riprendendola a baciare sotto il sole e i cinguettii degli uccellini.
Quel calore che tanto bramavano entrambi ora si stava spargendo nei loro corpi, facendoli sentire ancora più felice di quanto non lo fossero già.
“Ti amo anche io, stupido”
E lì Michael non potè far a meno di sorridere, perchè il suo sogno si era avverato, tutto ciò che chiedeva era averla tra le sue braccia e baciarla fino allo sfinimento.
Loro si amavano da sempre e questo era l'importante.

 

 

 

 

 

 

DIO SANTISSIMO.

Ciaaaaaaaao!

Allora! Cosa ne pensate della “sorpresina”?

Hahaha, spero che vi piaccia perchè ci ho messo un pomeriggio intero :c

Finalmente Jack se ne va a fanculo (anche se nell'altro finale era più dolcioso, ajncneow).

Melany non rivela nulla a quella testona e, cosa più importante, Mikey fa il suo ingresso in scena aprendo le porta e gridando un “fermi”.

Cioè...*-*

Hahah, vabbè. Ma poi quanto è bello Calum che sbaglia numero e che ci rimane di merda? HAHAHAAHH, muoio.

No per non parlare poi di Kirsten che cerca di dare una “ripulita” a quell'idiota di un Clifford!

AHAHAH, allora, per quanto riguarda i Missing Moments si faranno, la maggior parte delle ragazze hanno esclamato un bel “Sì!” perciò, li farò.

Inoltre, per coloro che vorranno ancora seguirmi, ovviamente non obbligo nessuno, ho scritto una nuova fanfiction sui One Direction che si chiama “Irresistible”. Mi piacerebbe avere qualche opinione in più! :)

Che altro? Ah sì! Volevo ringraziarvi perchè è grazie a voi se io sono qui, grazie per tutto, sul serio.

Siete fantastiche.

Inoltre, non so se i Missing Moments li scriverò in terza persona o in prima, voi che dite?

Mh, se ci siete su twitter vi invito a seguirmi, ricambierò.

TWITTER: @tostapayne__

FACEBOOK: EyesDreamingEfp (pagina).

 

 

 

Grazie per avermi regalato questa meravigliosa avventura.

Alla prossima, Chiara.

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