Harry Potter e la profezia dell'unicorno

di Nisi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un'altra estate a Little Whinging ***
Capitolo 2: *** Ice cream, Malfoy and Rock'n'Roll ***
Capitolo 3: *** Undicesimo: non litigare ***
Capitolo 4: *** Il cuore di Ron è un mistero (soprattutto per lui) ***
Capitolo 5: *** La vendetta è un piatto da gustare freddo (se non ti va per traverso) ***
Capitolo 6: *** Delitto & castigo ***
Capitolo 7: *** Ho bisogno del tuo aiuto, Weasley ***
Capitolo 8: *** Quattro sistemati in un colpo solo ***
Capitolo 9: *** Weasley, Malfoy and Rock'n'Roll ***
Capitolo 10: *** Chi va e chi resta ***
Capitolo 11: *** La profezia di cheeee??? ***
Capitolo 12: *** Chi non cerca, trova ***
Capitolo 13: *** Le virtù nascoste di Luna Lovegood ***
Capitolo 14: *** Quid Pro Quo ***
Capitolo 15: *** La profezia dell'unicorno ***
Capitolo 16: *** il quinto elemento ***
Capitolo 17: *** Il Ballo di Natale - The Beauty Commando ***
Capitolo 18: *** Il Ballo di Natale - Ormoni in corso ***
Capitolo 19: *** Il Ballo di Natale - Harry esce dal letargo ***
Capitolo 20: *** Primo sangue ***
Capitolo 21: *** Giocare col fuoco ***
Capitolo 22: *** Dalle stelle alle stalle ***
Capitolo 23: *** Leoni contro Corvi ***
Capitolo 24: *** Strega & Medistrega ***
Capitolo 25: *** A mali estremi ***
Capitolo 26: *** I metodi persuasivi di Ginny Weasley ***
Capitolo 27: *** Weasley contro Weasley contro tutti ***
Capitolo 28: *** Un'amicizia piuttosto improbabile ***
Capitolo 29: *** Uno strano legame magico ***
Capitolo 30: *** Gli effetti collaterali dell'Incanto Patronus ***
Capitolo 31: *** Meningi al lavoro ***
Capitolo 32: *** Notte nella foresta proibita ***
Capitolo 33: *** Ginny e Luna hanno una giornata pesante ***
Capitolo 34: *** Tiri tirati dal caso ***
Capitolo 35: *** Il centauro e l'unicorno ***
Capitolo 36: *** La passaporta ***
Capitolo 38: *** La Banca Gringott ***
Capitolo 39: *** Lottare con le unghie e coi denti ***
Capitolo 40: *** La cosa più difficile ***
Capitolo 41: *** Epilogo assurdamente lungo ***



Capitolo 1
*** Un'altra estate a Little Whinging ***


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Questa ff si divide, più o meno in due parti: la prima parla della vita a scuola dei ragazzi ed è piuttosto ridicola in certi punti. poi, invece, la seconda parte è molto dark, cupa, abbastanza angosciante... spero vi piaccia Note: i primi capitoli di questa fic sono già stati pubblicati sul sito di Morgana. ho fatto modifiche, tagliato ed aggiunto qua e là. spero la storia ne abbia guadagnato..

ringrazio di cuore Annina, per essere la mia migliore amica e per aver letto questa ff in anteprima, così come Sara (Saiaaa!!!). .

Ringrazio Hermione4ever per il sostegno e l'amicizia (sei troppo forte!), Rudy per lo stesso motivo e per gli swing a 200 all'ora e Arlieen Greenleaf Luce nel buio per avermi mazzulato a fin di bene.

La stanza era in penombra, gli scuri abbassati quasi completamente. La figura stesa sul letto di quella stretta cameretta era profondamente addormentata nonostante fossero ormai passate le dieci di mattina e nonostante il caldo soffocante che pervadeva quella stanzetta.

“tap tap” un discreto bussare sulle persiane..

Nessuna risposta, la persona continuava a dormire..

Ed ancora:”Tap tap tap”.

Finalmente:”Mmmmmmhhhhhhhh?????????”.

“tap tap tap tap”.

Una figura scarmigliata emerse dal letto, controvoglia..

Harry cercò a tentoni i suoi occhiali, li inforcò ed aprì gli scuri..

Un piccolo gufo entrò nella stanza, andandosi a posare sullo schienale della sedia. .

Leotordo, il gufo di Ron, gli porse una zampina ed Harry prese il piccolo rotolo di pergamena..

Offrì da bere al gufo, sotto lo sguardo di disapprovazione di Edvige..

Harry si lasciò cadere ancora una volta sul letto e cominciò a leggere.

Ciao Harry, .

tutto bene? Spero di sì! qui alla tana è tutto tranquillo, da quando Fred e George si sono trasferiti, di esplosioni non ce ne sono più. Secondo me, la mamma non è molto felice, perché non ha più pretesti per mettersi ad urlare e prendersela con nessuno..

Ci vieni a Diagon Alley dopodomani? Compriamo i libri e poi Fred e George devono farci provare la loro ultima invenzione..

Per favore, rispondi presto, perché questo dannato gufo ci mette una vita a portare la posta, io non ho mai capito perché..

Beh, allora a presto.

Ron.

p.s. hai più sentito Hermione? Da quando è andata in Bulgaria non ho avuto più sue notizie..

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Harry si passò le mani tra i capelli. . .

Un paio di giorni prima, era arrivato da Hogwarts l’elenco dei libri necessari, insieme ai risultati dei GUFO, sospettava che per Pozioni e Divinazione ci fosse stato lo zampito di Silente o della McGranitt align=left> Almeno un giorno sì ed uno no, riceveva posta da uno o più dei componenti dell’ordine della fenice che chiedevano notizie, Tonks gli inviava lettere buffissime..

Avevano preso molto sul serio la promessa che gli avevano fatto a KingCross, poco tempo prima e Ron era stata una delle persone che più gli aveva scritto. E tutte le volte gli chiedeva se avesse sentito Hermione..

Hermione. Bell’affare: Hermione gli scriveva ogni settimana, ma gli aveva fatto promettere, pena di non aiutarlo mai più nei compiti, di non dare nessuna sua notizia a Ron, che si trovava con la famiglia a Grimmauld Place. Evidentemente, l’ultima lite era stata troppo anche per lei: era andata a passare le vacanze in Bulgaria, a casa di Viktor Krum e Ron era andato su tutte le furie quando lo aveva saputo..

Ne era seguita una lite terribile, Ron aveva completamente perso le staffe ed Hermione gli aveva voltato le spalle, senza dire una parola e se ne era andata dal quartier Generale dell’Ordine. Quando Hermione gli aveva scritto la prima volta, era già a casa di Krum e gli aveva chiesto di non far sapere NIENTE di lei a Ron..

Harry scrollò le spalle ed andò a fare colazione..

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Era passato più di un mese da quando Harry Potter era rientrato da Hogwarts per passare insieme ai Dursley le sue vacanze estive. Un mese di domande, di paure, di tristezza, ma soprattutto di dolore, causato dalla morte della persona che sentiva vicina come un padre. Sirius Black. Sirius. Ucciso davanti ai suoi occhi da Bellatrix Lestrange. Era passato troppo poco tempo, la ferita era ancora troppo recente. Nel giardino di casa Dursley, circondato da alberi pieni di uccellini cinguettanti, Harry desiderò di morire. Già, non sarebbe una grande fatica, no? Mi basta cercare Voldemort e gli chiedo gentilmente di farmi fuori una volta per tutte. Anche perché se lui non uccide me, io devo uccidere lui. Harry si sentì morire dentro un’altra volta, ancora un’altra volta. Devo diventare un assassino… oppure morire nel peggiore dei modi possibili, o finire come i genitori di Neville, ricoverati al San Mungo, incapaci di riconoscere il loro unico figlio. Si sentì schiacciare da questo peso immane..

Dalla casa proveniva il rumore di zia Petunia che sfaccendava in cucina. Lo zio Vernon e Dudley erano andati in città a comprare un nuovo modello di Playstation e mentre zia Petunia era occupata, Harry poteva godere di un momento di relativa tranquillità…. Almeno apparente. Incapace di resistere al dolore, Harry nascose il viso nelle sue ginocchia piegate e pianse, silenziosamente, tutte le sue lacrime… per Sirius, per sé stesso, per tutto quello che stava capitando alle persone che amava….

Harry sentì qualcuno avvicinarglisi. Alzò gli occhi e vide sua zia Petunia, in piedi al suo fianco che si tormentava le mani sfregandole una contro l’altra. I suoi occhi erano puntati al suolo..

Harry era sempre più sbalordito:”Zia Petunia, ma cosa….”.

Sbuffando, Petunia, cominciò a strisciare il piede sul prato ben curato di zio Vernon, Harry che la fissava attonito come se la vedesse per la prima volta. Dopo pochi secondi, la donna prese a parlare piano:”Ho saputo del tuo padrino, Sirius Black…. Io…. Sono spiacente”..

Harry scosse la testa e quasi quasi avrebbe trovato comica la situazione. Sua zia non riusciva mai andare oltre alle maniere formali, con lui…..

Il silenzio cadde tra di loro per parecchi minuti. Petunia scrutava con attenzione il platano alla sua sinistra, Harry le proprie ginocchia. .

“Come fai a sapere di Sirius?” chiese Harry quasi sovrappensiero.

“E’ stato Silente, chi altri?” disse Petunia stringendo le labbra una piega amara. “mi tiene informata, e poi lo conoscevo, Sirius Black, intendo: è stato qualche volta a casa nostra, prima che tua madre e tuo padre si sposassero”.

“Ah” fece Harry con voce incolore.

“si” confermò Petunia, sebbene non ce ne fosse alcun bisogno “impossibile dimenticare due disastri di quella portata, una volta che ti sono capitati in casa”.

Harry si girò a guardare la zia: aveva pronunciato quelle parole con un astio ed un’acredine che non si sarebbe mai aspettato, neppure da parte di Petunia che di certo non era l’essere più dolce di questo mondo, babbano o magico che fosse..

“Sicuro! Già! Non bastava avere per casa tua madre con le tasche piene di esseri orribili… no, doveva portare anche quei due…..” Petunia fece una pausa e si morse la lingua. Non osava parlare male di James in presenza di Harry, si ricordava troppo bene della zia Marge e di quello che le era successo “…. suoi amici…”.

Petunia si schiarì la voce:”e comunque, mi spiace per il tuo padrino. E, come già sai, ho promesso a Silente che potrai sempre tornare a casa nostra. Lo sai che è per proteggerti. Ma mettiti in testa questo, Harry Potter, non sono felice di averti in questa casa, né lo sono mai stata. Ma non chiedermi di volerti bene, questo va oltre le mie forze. Anche se ti sono grata per aver salvato Dudley dai Dissennatori”. Senza altre parole, Petunia fece dietrofront e tornò in casa.

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Capitolo 2
*** Ice cream, Malfoy and Rock'n'Roll ***


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Harry era appena arrivato a Diagon Alley, davanti alla banca Gringott, quando si sentì chiamare da Ron:.

“Hey, Harry, sono qui!”.

Harry si girò e, tra la folla scorse Ron con in mano un enorme gelato. Dietro di lui c’era Ginny. Agitò la mano a mò di saluto e corse verso i suoi amici..

Ron lo accolse con una manata sulla spalla e Ginny gli diede un bacetto sulla guancia..

“Hey, come state?” chiese sorridendo Harry.

“tutto bene, Harry”, rispose Ron per entrambi, ma con un’espressione ben poco convinta. Ginny si girò a guardarlo dubbiosa e, fissando poi Harry fece di no con il capo..

Ginny, molto diplomaticamente appoggiò una mano sul braccio di Ron:”Ron, mi è venuta voglia di un gelato. Passo un attimo da Fortebraccio… Harry, vuoi anche tu un gelato, te lo vado a prendere?”.

Harry scosse la testa:”no, grazie, Gin, magari più tardi”. la ragazza li salutò con un cenno del capo e sparì tra la folla multicolore..

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Harry si girò verso il suo amico e lo fissò. Stava prendendo a calci il selciato della strada ed aveva un’espressione così triste che Harry si sentì in pena per lui.

Sospirando, Harry gli chiese:”Allora, Ron, che c’è?”.

La risposta:”Hermione.”.

“Ah.”.

“le ho scritto quest’estate, un sacco di volte. Lei ha rimandato sempre indietro le pergamene senza neanche guardarle…. Io non so perché faccia così, non è la prima volta che litighiamo…” si lamentò Ron..

“Davvero non lo sai, Ron?” chiese Harry incrociando le braccia sul petto..

“No, beh, cioè, ecco io….” Balbettò il rosso..

“vedi che lo sai?” .

“Ma è permalosa, da morire, uno non le può dire niente che…..” il gelato al cioccolato stava colando sulla mano di Ron, ma il ragazzo era troppo preso dal discorso che non se ne accorse neanche.

Harry lo interruppe posandogli una mano sul braccio (quello pulito!):”da quello che ho sentito, non è che tu non le abbia detto niente, Ron”..

“Questo non è vero” si difese Ron. .

“Ed invece sì” fu il rimbecco di Harry “sono due anni, dico due, che non appena salta fuori il nome di Viktor Krum tu diventi matto. Ho capito, durante il torneo Tremaghi non ti andava che fosse andata al ballo con un avversario. Ma poi? Hermione può fare quello che vuole!”.

“Lui non vuole essere solo suo amico!” scattò Ron..

Harry non fece a tempo a rispondere perché Ginny era ritornata. Anche lei reggeva tra le mani un enorme cono di gelato. Alla nocciolucciola, la sua passione..

Con un sorriso di compatimento rivolto a suo fratello, chiese:”Andiamo a comprare i libri? Mamma e papà ci aspettano al Ghirigoro”.

* * * “Hey Ginny, che fai, non entri?”.

Ginny si girò verso Ron che la stava chiamando. .

“Ginny, dai, Fred e George hanno dei nuovi scherzi da farci provare…. Mi hanno detto che ne hanno pensato uno apposta per Gazza e per Miss PUrr, non sei curiosa?”.

Ginny si morse il labbro e rispose, esitante: “Comincia tu ad entrare, Ron, non ti preoccupare… ecco, io credo di aver lasciato il mio libro di Difesa contro le arti oscure al Ghirigoro e…”.

“Va bene, Gin, ci vediamo dopo”.

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Ginny si guardò intorno… sua madre e suo padre erano spariti nel negozio di Fred e George, Tiri Vispi Weasley e così pure Ron ed Harry. Via libera… tornò indietro sui suoi passi, fino ad arrivare davanti alla vetrina del Ghirigoro. Invece di entrare a recuperare il suo libro, che comunque era prudentemente nascosto nella tasca del suo mantello, rivolse la sua attenzione alla vetrina che si trovava esattamente davanti alla libreria. .

Magic Wizard Music. Sul muro era appeso un poster magico delle Sorelle Stravagarie, il gruppo rock preferito da Ginny; “Lui” stava cantando il suo ultimo successo e si stava esibendo in quelle mosse che lo avevano reso famoso. .

Ginny fissava il poster affascinata Warren Banshee, il cantante beh…. Era…. Uh, come dire? Fantastico… quella voce e quelle mosse sul palco. .

Ginny si morse il labbro. Sua madre non avrebbe mai e poi mai acconsentito a mandarla al concerto, e si che tutte le ragazze di Hogwarts avevano già il biglietto… Lui era un Serpeverde, fatto e finito e Molly Weasley diceva che le brave ragazze di Grifondoro non dovevano assolutamente andare al concerto. .

Fatto stava che anche tutte le brave ragazze di Grifondoro, Lavanda Brown in testa, avevano già il loro biglietto. E lei era l’unica, tra tutte, a non poter andare. Sua madre non le avrebbe mai dato il denaro necessario, anche se adesso le loro condizioni economiche erano molto migliorate da quando Fred e George avevano aperto il loro negozio di scherzi e suo padre aveva avuto un avanzamento di carriera. .

Strano, da quando Lucius Malfoy era al sicuro ad Azkaban, le condizioni di lavoro di suo padre avevano avuto un miglioramento improvviso ed i soldi non erano più un problema per la famiglia Weasley. Si stava persino cominciando a parlare in casa di prendere un elfo domestico per aiutare Molly a stirare…. .

Meglio non farlo sapere ad Hermione….

Maledicendo la sua mala sorte per essere nata ultima, femmina, in casa Weasley, Ginny, si mise a scalciare i sassi sul selciato di Diagon Alley, proprio come aveva fatto Ron solo pochi minuti prima, quando una voce interruppe il corso dei suoi pensieri:.

“Guarda guarda, una Weasley formato tascabile”. Ginny si girò ed incontrò i freddi, gelidi occhi di Draco Malfoy..

Da quando Ginny gli aveva lanciato quella fattura orcovolante, l’anno prima, Malfoy aveva cominciato a tormentarla e non l’aveva più lasciata in pace un attimo. .

Quasi quasi aveva cominciato a lasciare perdere persino Ron! .

“Cosa vuoi da me, Malfoy, di certo non sperare che io chieda a mio padre di tirare fuori il tuo da Azkaban”..

Draco incassò il colpo serrando le sue labbra: “Weasley, è solo questione di tempo… l’Oscuro Signore si ricorda chi lo ha ben servito ed è solo questione di tempo, come ti dicevo…. E comunque, mio padre ha amicizie importanti e presto tornerà in libertà…. E’ stato solo un errore giudiziario, è stato incarcerato ingiustamente…”.

“Ingiustamente col cavolo, Malfoy. Vattene, non voglio correre il rischio di essere scambiata per una tua amica, sempre che tu ne abbia, di amici.”.

Così dicendo Ginny rabbrividì, mentre le sue guance diventavano scarlatte per la rabbia..

“Uh, Weasley, hai freddo? Non ti basta quella roba che hai in testa a scaldarti? Comunque, hai ragione, non sono venuto a parlare di mio padre, non ne sei certo degna…. Uhm, per tua informazione, lo sai che tutte le ragazze di Hogwarts vanno al concerto delle Sorelle Stravagarie… uh, beh, direi tutte le ragazze, tranne una, tu che ne dici, Weasley? Secondo te, chi sarebbe l’unica ragazza di Hogwarts che non va… credo che sia una del quinto anno, correggimi se sbaglio…. Potresti essere tu? Spiegami una cosa… ma… credo che non sia un problema di soldi, ora come ora, l’assurdo negozio dei tuoi, ehm fratelli, va bene, contrariamente ad ogni logica, tuo padre è stato promosso, su questo non facciamo commenti… non è che per caso c’entra la tua cara mamma in questo? Forse Warren Banshee è un po’ troppo… come dire? Sensuale per le pudiche orecchie ed gli innocenti occhietti della sua Ginevra, la sua bambina cara?”.

“Vai al diavolo, Malfoy!” sibilò Ginny.

Se uno sguardo avrebbe potuto uccidere, Draco Malfoy sarebbe caduto morto stecchito ai piedi di Ginny Weasley. .

Purtroppo uno sguardo non uccide mai, anche se Ginny avrebbe tanto desiderato che fosse possibile. Non trovò di meglio che arrossire fino alla radice dei capelli e mordersi il labbro, mentre Malfoy, ridendo di scherno entrava nella libreria… Ginny si girò per ritornare al negozio dei suoi fratelli quando si sentì chiamare: “Hey Weasley, ma non ti stufi mai di essere così brava ed obbediente? Tanto Potter di te non se ne accorgerà mai. Continua così e ti dovrai accontentare di Paciok. A te la scelta, Weasley….”.

Accidenti a lui… che sia dannato, lui, Malfoy, i Serpeverde e tutti quelli come loro. Come diavolo aveva fatto quel dannato furetto a capire tutto quello che le stava passando per la testa? O quasi: su Harry ci aveva messo la pietra sopra da secoli, lei adorava Neville, ma come un amico, aveva smesso di vedere Dean poche settimane prima e comunque non c’era nessuno che le interessasse… ora quello che Ginny voleva era andare a quel concerto… e ci sarebbe andata, con o senza il consenso di sua madre. .

Fosse l’ultima cosa che faceva. Parola o i suoi capelli non erano più rossi!.

“Hey testolina rossa! Dico a te!” Ginny si girò verso il poster e Warren Banshee le fece l’occhiolino “ci vieni al mio concerto ad HOgsmeade? Guarda che i biglietti rimasti sono pochi, sbrigati o non ne troverai più!” Ginny lo guardò sconsolata:”Io ci verrei anche subito, ma non ho soldi, mia madre non me li vuole assolutamente dare per il tuo concerto…”.

Banshee si grattò la testa…:”Beh, piccola… sai, non è sempre una buona idea ubbidire alla mamma. La mia voleva che diventassi un Auror. Mi ci vedi? Sconfiggere chi-sai-tu urlandogli nelle orecchie, sempre che le abbia, o prendendolo a chitarrate in testa?” dopo di ché il fascinoso Warren riprese a cantare una dolce ballata…...

Ginny entrò nel negozio di Fred e George che la accolsero festosamente. Ginny sorrise ed abbracciò i fratelli..

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Capitolo 3
*** Undicesimo: non litigare ***


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Finalmente il primo settembre era arrivato, Ron entrò nella stazione di King Cross tirandosi dietro il pesante baule. .

Arrancando, si fece largo tra la folla, dirigendosi verso la barriera nascosta tra i binari 9 e 10. una breve rincorsa e…. ecco! Binario 9 e ¾, l’espresso per Hogwarts era già lì, che sbuffava grandi quantità di vapore dall’enorme ciminiera posta in cima al locomotore rosso. .

Si guardò intorno. Harry non era ancora arrivato, sicuramente… ma dov’era Hermione?.

Mentre si guardava in giro, sentì una voce molto famigliare. Era lei, Hermione. .

Ron si girò e la vide. Stava parlando con Terry Steeval. Teneva in mano un grosso tomo (tipico di lei) e lo stava mostrando al ragazzo di Corvonero, parlando fitto fitto. .

Non gli piaceva. Già l’anno prima, quando alla Testa di Porco lui l’aveva guardata con espressione quasi di venerazione, Terry gli era andato giù di giro… ora vederlo parlare con lei e guardarla come LUI, Ronald Weasley avrebbe guardato un bicchiere di succo di zucca gelato dopo una partita di Quidditch nel mese di luglio…..

No! Basta! Si avvicinò per salutarla:”Ehm, ciao Hermione”.

La ragazza alzò gli occhi e lo salutò gelida:”Ciao Ronald”. .

Accidenti, neanche al polo faceva così freddo..

E poi Ronald? Ronald? Che diavolo vuol dire Ronald? Neanche mia madre mi chiama così, neanche quando le ho sabotato l’orologio in cucina lo ha fatto…. Forse Hermione ce l’aveva ancora con lui..

Forse..

Hermione riprese a parlare con Terry..

Ron si schiarì la gola.

Hermione alzò gli occhi un’altra volta:”Sììììì???”.

“Come sono andate le tue vacanze da… ehm… Viktor?”.

Hermione divenne paonazza:”Benissimo, grazie. Ci vediamo sul treno, Ronald” lo liquidò lei.

Ancora ‘sto cavolo di Ronald. .

Merda! .

Era ufficiale: Hermione era ancora arrabbiata con lui..

Si ritrovarono tutti in un grande scompartimento: Harry, Ron, Hermione, Ginny, Luna, Neville, Seamus e Dean..

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Dopo pochi minuti fu chiara per tutti la tensione che aleggiava nello scompartimento a causa di Ron ed Hermione. .

Lui cercava disperatamente di farla parlare, lei scoraggiava sdegnosamente ogni tentativo, richiudendosi in un ostinato silenzio e trincerandosi dietro un libro..

Ad un certo punto, esasperata, Ginny spinse tutti fuori dallo scompartimento, all’infuori di Ron e di Hermione..

Hermione la guardava come se l’avesse voluta uccidere, Ron, dal canto suo, guardava la sorella con un’espressione stranita..

“Basta! Ci avete rotto! Adesso voi due fate pace. Anzi! Non uscirete da qui fino a che vi sarete chiariti. Non potete continuare così, non vi reggo più! spiegatevi una buona volta e fatela finita!”.

detto questo si precipitò fuori dallo scompartimento e pose un’incantesimo sulla porta scorrevole per non farla aprire. Hermione non si era mossa e fissava ostinatamente un baule posto nel portabagagli..

Dopo circa un quarto d’ora di una tensione che si sarebbe potuta tagliare con un coltello, Ron le si avvicinò timidamente:”Hermione, mi dispiace”.

Un grugnito.

“Ti chiedo scusa…”.

Hermione gli scoccò un’occhiata incendiaria:”Per che cosa?”.

“????!!!!????”.

“Perché mi chiedi scusa?”.

“Eh?”.

“Mi chiedi scusa per essere stato un cafone, per aver messo il naso in affari che non ti riguardano, per avermi trattato male, perché tutte le volte che si nomina Viktor tu diventi una belva o che?” si informò Hermione.

“mah, per quello che vuoi, insomma, sono stato uno scemo ma tu…”.

Le sopracciglia di Hermione scattarono verso l’alto:”Sìììì?”.

“N-No, niente… pace?” chiese Ron stendendo la mano verso di lei..

“Pace” rispose lei rassegnata, prendendo la mano che ROn le porgeva e stringendola, sapendo benissimo che, tanto, prima o poi avrebbero litigato ancora...

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Pochi secondi dopo la porta si aprì e tutti rientrarono senza fare commenti, cominciando a chiacchierare normalmente..

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* * * .

Con la luna di traverso, Ginny aveva sigillato la porta dietro di lei. .

Ne aveva abbastanza, Ron aveva tenuto il muso lungo per tutta l’estate. .

Hermione quando le mandava i gufi non chiedeva mai di Ron e se doveva per forza parlare di lui, scriveva:”tuo fratello”. .

Ron cercava di leggere le lettere che Hermione le mandava. Non ne poteva più di quei due che litigavano senza decidersi una buona volta a parlarsi senza saltare alla gola l’uno dell’altro. E a chiarirsi una volta per tutte..

Sbuffò e si guardò in giro per cercare il carrello del cibo. Era nervosa e certamente un po’ di cibo le avrebbe tirato su il morale. Cioccorane…..

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Si avviò lungo il corridoio, ogni tanto salutando qualche amica e talvolta fermandosi a scambiare due parole..

Non c’era traccia del carrello, probabilmente, era andato in direzione opposta, per cui Ginny si girò e si trovò davanti Draco Malfoy..

Ancora! Ginny soffocò il desiderio di mollargli un ceffone, anche se lui non aveva aperto bocca. Di solito non era così acida, era lui che faceva venir fuori il peggio di lei, il solo vederlo, le rovinava la giornata..

Senza degnarlo di uno sguardo, Ginny lo scansò educatamente:”Scusa, permesso”, ma lui le afferrò il polso..

“Hey miniWeasley, hai aggiunto due parole al tuo vocabolario?” la prese in giro lui..

“Le ho sempre sapute, quelle due parole, ma credo che tu non le conosca affatto, sai? Lasciami andare PER FAVORE, non ho voglia di parlare con te”. Ginny non aveva voglia di litigare, ma Malfoy ce la stava trascinando per i capelli. Con uno strattone Ginny si era liberata..

“Da quanto in qua mi importa quello che pensi tu, Weasley?" la provocò lui..

“Non ti è mai importato Malfoy” rispose stancamente Ginny girandogli le spalle e ritornando sui suoi passi. Non ne poteva più di vedere gente litigare e non voleva mettercisi pure lei..

le era passato pure l’appetito..

Accidenti!.

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Capitolo 4
*** Il cuore di Ron è un mistero (soprattutto per lui) ***


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La sala grande di Hogwarts era affollata… .

Harry, Hermione, Ron e Ginny sedevano al tavolo dei Grifondoro. .

Avevano ripreso le lezioni da una settimana ed erano già pieni di compiti. .

Hermione sedeva al tavolo, taciturna e giocherellava con il bicchiere del suo succo di zucca. .

Ron la guardò con un’espressione sorpresa. Girandosi, incontrò lo sguardo di Harry, che alzò le spalle e scosse la testa. .

Ron pensò:” le donne non le capitò mai” e rivolse la sua attenzione alle cotolette che riempivano il suo piatto. .

Improvvisamente, Hermione si alzò e disse:”Vado in biblioteca”.

Harry guardò Ron, che guardò Harry a sua volta. “Hermione deve essere in crisi. Ci deve essere qualcosa che la preoccupa, disse Harry, magari la vacanzina in Bulgaria con, Ehm, Vicktor non è andata molto bene.. tu che ne dici, Ron?”.

Le orecchie di Ron diventarono dello stesso colore dei suoi capelli e disse:”Ecco, io…. Non saprei… “..

In effetti, Hermione non aveva mai detto una parola sulla sua vacanza in Bulgaria. Era diventata una maestra ad eludere le domande dei suoi amici..

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In biblioteca, seduta da sola in un angolo appartato, Hermione aveva aperto davanti a sé una pergamena, ma la fissava senza vederla, borbottando fra sè..

Non stava pensando a Krum, in effetti non ci pensava mai. .

Quasi mai. Non troppo, almeno..

Ripensava piuttosto a quello che Harry le aveva detto, pochi giorni prima, di quando aveva parlato con Silente, prima dell’estate..

La mente analitica e ben organizzata di Hermione aveva cominciato a lavorare furiosamente..

Tutto il giorno e, a volte, anche parte della notte..

Macinava pensieri, strategie, elaborava teorie, esaminava situazioni, soppesava, confrontava, comparava. Non c’era il tempo per pensare a Krum. Non che non gli volesse bene, però…..

Hermione continuava a rivivere nella sua mente tutti gli avvenimenti dell’estate precedente, tutto quello che era successo in quella disgraziata notte al Ministero della Magia..

Un’alternativa, bisognava trovare un’alternativa. Harry doveva affrontare Voldemort. E ucciderlo. Ma non poteva utilizzare solamente la bacchetta, ci voleva… non sapeva cosa ci volesse… un altro modo, un qualcosa di potente, ma soprattutto qualcosa che Voldemort non aveva e non avrebbe mai potuto mai avere..

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“E’ quello che sto cercando di scoprire” si rispose da sola torva la ragazza..

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Allontanò quei pensieri dalla mente e cominciò a ripassare pozioni..

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* * * .

La mattina dopo, come prima lezione, due ore di Pozioni, con Serpeverde. .

Ron storse il naso:”proprio quello che mi ci vuole per digerire la colazione”. .

Harry rise:”si, certo, con quello stomaco che ti ritrovi potresti digerire Piton senza nessun problema…” .

Ron borbottò contrariato:”non dirlo neanche per scherzo, già mi sento male…”.

Con grande disappunto di Piton, Hermione, Harry e Ron avevano superato brillantemente i gufo di pozioni. .

Anche Ron avrebbe voluto diventare Auror, per cui aveva bisogno disperatamente di buoni voti anche in quella materia. .

Neville aveva rinunciato a frequentare quella materia per specializzarsi in erbologia con la professoressa Sprite, senza grande rimpianto né da parte sua, tantomeno da parte di Piton..

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I tre entrarono nell’aula e vennero immediatamente gratificati di un’occhiataccia di Piton. Ma siccome non erano in ritardo, non parlavano, non facevano niente di niente, il professore non potè toglier loro nessun punto. .

Piton si avvicinò alla lavagna. E cominciò a scrivere gli ingredienti e le istruzioni per la pozione. .

In aula non si sentiva volare una mosca. .

Dopo qualche minuto, il professore si girò verso gli studenti con un gran fluttuare di vesti e cominciò con voce bassa e melliflua:”Questa è la pozione Ritrovamemoria, qui sulla lavagna vi ho elencato gli ingredienti. vi invito ad essere molto cauti…. .

Gli ingredienti di questa pozione ed in queste dosi sono, come dire? Un poco instabili….. non vorrei dover interrompere questa lezione per portarvi da Madama CHips, la quale ha senz’altro di meglio da fare che curare degli sciocchi incapaci della minima attenzione…..

“Piton ruggì “Ed ora, cominciate!”.

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Dopo circa un’ora, le pozioni erano già a buon punto. .

Harry rimestava la sua, che aveva assunto un preoccupante color rosa fucsia, invece del viola chiaro. .

Ron era riuscito ad ottenere il famoso color viola chiaro, ma la pozione aveva un odore che gli ricordava moltissimo quello delle pallottole puzzole dei suoi fratelli. .

Solo Hermione pareva cavarsela bene, come al solito. Solo ad Hermione era riuscita la pozione. .

Solo ad Hermione..

E a Draco Malfoy..

Il Serpeverde si era accorto che anche la ragazza di Grifondoro era riuscita a completare la sua pozione nel modo corretto e gli saltò la mosca al naso…..

”Quella sporca babbana mezzosangue… adesso gliela faccio vedere io”. .

Approfittò della distrazione della ragazza, che in quel momento stava ricontrollando la lista degli ingredienti, per buttare nella sua pozione dell’olio essenziale di valeriana..

Nulla sembrò accadere per qualche minuto, ma improvvisamente il calderone di Hermione esplose, spargendo pozione dappertutto nella classe..

I ragazzi di Serpeverde scoppiarono in una rumorosa risata, i Grifondoro accorsero vicino ad una Hermione in stato di shock:”Non è possibile, era perfetta, andava benissimo”, balbettò..

Il professor Piton raggiunse Hermione ed il suo calderone ormai inutilizzabile. .

Con un colpo di bacchetta fece scomparire tutto quel disastro. Improvvisamente, si girò verso Malfoy e lo apostrofò duramente:”E’ inutile che rida così, signor Malfoy, non creda che non l’abbia vista. 70 punti da Serpeverde per essersi fatto sorprendere a fare una cosa tanto infantile. E lei, Signorina Granger, 10 punti per essere stata così stupida da non accorgersi che Malfoy ha sabotato la sua stranamente perfetta pozione con della valeriana. .

“Signorina Greengrass”, ululò poi Piton, “la prego di accompagnare la signorina Granger da Madama Chips per accertare il suo stato di salute. Signor Malfoy! La aspetto questa sera alle 8, avrò il piacere della sua compagnia per una settimana”. .

.

.

* * * .

Vendetta, dolce vendetta. Draco stava riclassificando tutti gli ingredienti delle pozioni di Piton, chiaramente senza l’aiuto della magia, e meditava di vendicarsi della sporca-babbana Granger. .

“Uhm questo cosa sarebbe? Pelle di girilacco… per la miseria, che orrore”.

.

“Uhm, per l’oscuro signore, che odore…. Magari la posso mettere addosso a quella Granger… magari le sfigura la faccia… brutta, è già brutta di suo, ma magari si può peggiorare ulteriormente la situazione, no? Zanne gliele ho già fatte crescere due anni fa, non sia mai che Draco Malfoy si ripeta… non è di classe, decisamente no. Dunque allora questa pelle di girilacco… scriviamo l’etichetta, qui dice che serve a preparare la Pozione polisucco. Uhm, mai sentita… vediamo questi libri cosa dicono? Policistica, avanti… purgante, no, anche se le farebbe un gran bene… trovato! Polisucco…. Serve a prendere le sembianze di qualcun altro per un’ora… interessante… potrei prendere le sembianze di quella odiosa Grifondoro so-tutto-io e combinarle qualche scherzo. Devo pensarci…. Intanto… devo recuperare le dosi esatte, credo che una ricetta come questa la tengano nella sezione proibita, in biblioteca. .

Non credo che ci sia altra scelta per me che svicolare di notte. Devo anche stare attento a quell’idiota di Gazza ed alla sua gattaccia spelacchiata. Mi verrebbe voglia di prendere a calci quel sacco di pulci e quell’incapace magonò tutte le volte che li vedo…. “.

Borbottando fra sé, Draco finì velocemente il lavoro che gli era stato affidato da Piton. .

Uscendo dalla classe, chiuse piano la porta dietro le sue spalle e si diresse, silenziosamente verso la biblioteca per controllare la situazione. .

Era abbastanza tardi e la bibliotecaria, Madama Pince, aveva già lasciato il suo posto, visto che tutte le luci erano spente. Malfoy si guardò intorno, non c’era nessuno, ma sentì i passi di Gazza rimbombare nel corridoio vuoto. .

Draco si nascose dentro una classe vuota. .

“Oh, cara Miss Purr…. Non credi che ci sia una bella calma stasera? Non ci saranno quegli odiosi studenti in giro? Bei tempi, quando c’era la professoressa Umbridge, una gran donna, con un carattere notevole. Ah, avessi potuto prendere a frustate quelle pesti dei gemelli Weasley, la mia vita ora sarebbe più felice, davvero più felice, non credi? E invece…” .

Un pernacchione particolarmente rumoroso risuonò alle spalle di Gazza.. “AHHHHH cosa è stato!!!!”. Gazza si voltò e si trovò faccia a faccia con il signore del Caos, PIx, nientemeno, che si mise a fare dei rumoracci osceni sghignazzando come un pazzo… .

“EHHHH Gazza, caro il mio magonò…. Ehhh La Umbridge ti piaceva, vecchio caprone… ti sarebbe piaciuto farti un giretto (gestaccio esplicativo di PIx) con quella vecchia racchia, eh? Vecchio caprone tu, vecchia racchia lei… una bella coppia!!!” altro gestaccio e rumoracci vari da parte di Pix. .

“Chissà cosa veniva fuori, me lo dici? Un marciotto? Eh eh eh eh “ continuò.

“Come osi, schifoso POltergeist? Quella sì che era una vera signora… ed io le vere signore le so trattare!!”. Pix, dopo un falso conato di vomito, fluttuò sopra la testa di un arrabbiatissimo Gazza, che si mise a rincorrerlo per i corridoi, con Miss Purr alle calcagna che gli ululava dietro….. .

Pix sghignazzando e cantando oscenità sulla Umbridge sulla musica di Fra Martino si allontanò lungo il corridoio*. .

Dopo qualche minuto, la pace era ritornata. Ora poteva entrare in biblioteca..

“Signore, posso gentilmente chiederle dove sta andando?” NO basta, davvero basta, di idioti ne ho già visti abbastanza stasera! Ci mancava altro che il fantasma di Grifondoro, come si chiamava quello scimunito? Ah, Nick-quasi senza-testa. .

“Sparisci, fantasmaccio, stavo solo cercando un libro da leggere stanotte”..

“Signore, decisamente disapprovo i suoi modi; le consiglio di scegliere i suoi libri per la notte prima della chiusura della biblioteca. Provvederò comunque a scortarla al suo dormitorio. Lei appartiene alla casa?”.

.

“Serpeverde, non vedi?” sibilò il ragazzo, “non lo sai vecchio straccio? E comunque so ritornare al mio dannato dormitorio senza la babysitter, grazie tante!”.

“Serpeverde? Mi pareva di saperlo… le auguro una felice nottata, Signore”..

“Al diavolo, fantasmaccio”!.

Depresso, Malfoy, rientrò nel suo dormitorio e si mise a letto..

*vi interessa sapere cosa cantava Pix? Se volete, apro un capitolo, dopo questo. Però è NC95, anzi di più, lo sapete anche voi che Pix è un maiale! Ho dovuto chiedere il permesso alla mamma per scriverlo! .

* * * .

Harry e Ron percorsero il lungo corridoio che portava all’infermeria. .

Dovevano portare i compiti ad Hermione e poi volevano sapere come stava..

Harry aprì la porta dell’infermeria e sentì la voce di Hermione che stava parlando con qualcuno. Non videro chi fosse, perché erano nascosti dai paraventi, ma riconobbero la voce..

Hermione stava parlando con Terry Steeval di Corvonero. .

QUEL Terry Steeval..

Ron si bloccò sul posto ad origliare la conversazione, bloccando Harry con un braccio:.

“Hermione, ora devo andare, sono contento che vada meglio, ora. Passo stasera per salutarti”.

“Va bene, allora. Grazie ancora per i compiti, non so come avrei fatto senza di te!”.

“Ma figurati è stato un piacere”.

si sentirono le molle del letto cigolare e poi, il suono inconfondibile di un bacio..

Ron, gli occhi spalancati grandi come due palle da tennis, aprì la bocca per parlare, ma Harry fu più veloce di lui: tirò fuori la bacchetta e mormorò:”Silencio!”, .

azzittendolo, poi lo prese per un braccio, lo trascinò fuori dall’infermeria ed entrarono in un’aula vuota..

Solo dopo che Harry ebbe chiuso la porta, l’incantesimo fu tolto “Finite Incantatum!”e Ron potè parlare: .

“Ma hai sentito? Quel…. Maiale! Come si permette di baciare Hermione così senza….”.

“Chiederti il permesso?” concluse Harry al suo posto, senza battere ciglio..

“Chiedere il permesso a lei!” rispose Ron, tutto rosso..

“Voglio dire, lei è stata male e lui se ne approfitta di lei che è in ospedale è debole e….”.

“Tu pensi che Hermione sia debole?” si informò Harry incuriosito..

Ron era sempre più rosso:”No, no, ma….”.

“Volevi per caso essere tu al posto di Terry, Ron?” domandò Harry, tranquillissimo..

Le orecchie di Ron stavano per esplodere, mancava solo il fumo:”No, che c’entra…” .

il viso di Ron prese l’inconfondibile espressione di colui che ha trovato una risposta che lo tira fuori dai guai .

”In infermeria non si possono fare certe cose, sai poi quanto Hermione ci tiene alle regole e…”.

Harry si mise le mani nei capelli e scosse la testa, sconfitto:”Lascia perdere, Ron, ho capito!”..

Lo prese per il braccio e lo ritrascinò in infermeria. .

Terry non c’era già più ed Hermione era sola..

Entrarono e videro Hermione sotto le coperte, seduta con la schiena appoggiata al cuscino. Indossava una camicia da notte azzurra..

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“Hey Hermione, come stai?”.

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La ragazza sorrise debolmente, era pallida e delle brutte occhiaie nere le davano un’espressione stanca: “Mi sento un po’ frastornata, mi gira la testa. Madama Chips ha detto che devo riposare oggi, ma mi sento abbastanza bene e domani dovrei riprendere le lezioni senza problemi. Devo solo tenermi lontana dai calderoni esplosivi per un po’, ma credo di potercela fare….”.

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Harry le sorrise:“Sono contento. Però Piton, toglierti quei 10 punti….”.

“Harry, quello che conta è che abbia tolto 70 punti a Serpeverde. Se ti ricordi bene, non è mai successo.” .

“Hai ragione, ma….”.

“Non risolve niente rimuginare, Harry” lo redarguì seria l’amica. .

“ E’ vero: se Piton non riesce a toglierci dei punti per ogni lezione, quello va in depressione… per lui è questione di principio, no?”.

Hermione scoppiò a ridere, ma trasalì un momento dopo:”oh, che male….. mi sono dimenticata che non devo ridere….”.

In quel momento la porta si aprì ed Hermione vide affacciarsi la testa bionda di Luna Lovegood..

“Hermione!!! Sopravvissuta all’esplosione?” chiese Luna sorridendo..

“Si, certo, solo che avrei voluto che esplodesse anche Malfoy, accidenti a lui ed alla sua valeriana…..”.

Luna si sedette sul letto accanto a lei: “Hermione, come va la testa?”.

“Oh, beh, fa un po’ male… non posso neanche leggere, per cui mi annoio un po’”.

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Luna annuì comprensiva .

“Oh, che peccato… per te deve essere una tortura. Stavo pensando di portarti qualche numero del Cavillo per distrarti un po’, ma credo che sia meglio di no… magari la prossima volta che ti esplode il calderone, che ne dici?” Chiese Luna prendendole una mano e rivolgendole un sorriso rassicurante..

“Ehm, grazie, Luna, sei sempre molto gentile” Hermione la guardò dubbiosa..

“Si, è vero… scusa ora devo andare… Anthony Goldstein mi ha nascosto un’altra volta la bacchetta e la devo recuperare prima della lezione di trasfigurazione… ci vediamo presto, fammi sapere se ti serve qualcosa, ciao! Ciao Harry, stai bene con quei calzini scompagnati, ti donano molto”.

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“Grazie Luna, sono felice che ti piacciano.”.

Con un caldo sorriso, Luna gli fece un cenno con la mano e chiuse la porta..

Hermione, scuotendo la testa, disse: “Non ho ancora capito come una come Lovegood sia finita a Corvonero. E’ così stramba”.

“Stramba è stramba, però non è male. Luna è gentile” rispose Harry ricordando come si fosse sentito meglio a parlare di Sirius a Luna.

Hermione si girò a guardare Ron:”Ron, che succede? Non hai detto una parola ed hai una faccia…”.

Ron fece un sorrisino stentato:”Niente, niente, sto bene, tutto a posto Hermione”.

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“Se lo dici tu… ma non avete lezione con la professoressa Sprite, adesso?” si ricordò la ragazza..

Ron e Harry si guardarono: “Non ci sembra che tu stia tanto male… ti stai comportando nel tuo solito modo!”.

“FUORIIIIIII!!!!!!!!” .

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Capitolo 5
*** La vendetta è un piatto da gustare freddo (se non ti va per traverso) ***


.

.

L’ora del coprifuoco era già passata da un pezzo, quando un irritatissimo Draco Malfoy entrò nella biblioteca dirigendosi direttamente verso la sezione dei libri proibiti… .

“Adesso facciamola finita con Gazza, Pix e fantasmacci vari… vediamo di darci una mossa!” .

Draco si mosse tra gli scaffali ed individuò il libro che cercava. Sospirando, tirò fuori pergamena ed inchiostro e si mise a copiare la ricetta della pozione polisucco..

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* * *.

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Erano passate quasi tre settimane e la pozione era già a buon punto. Era anche riuscito a procurarsi un capello della Granger (era rimasto attaccato alla sua sedia al tavolo dei Grifondoro – aveva dovuto farsi forza per toccarlo…), per cui non restava che aspettare pazientemente che la pozione fosse pronta. .

Che strano posto questo bagno … più che altro metteva i brividi… a tutti, tranne che a Draco Malfoy, ovviamente… i Serpeverde non si fanno intimidire certo da un… un bagno delle ragazze..

Intimidire no di certo, solo che Malfoy sobbalzò quando sentì una vocetta gracchiante sibilargli un saluto proprio nell’orecchio..

Terrorizzato (anche se lui era di Serpeverde… sia ringraziato l’oscuro signore che nessuno fosse presente per constatare questo attimo di debolezza), si voltò di scatto e vide il fantasma di una ragazza occhialuta e cicciotella volteggiargli intorno… .

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“ohhhh, ciao… io sono Mirtilla Malcontenta, il fantasma di questo bagno e tu chi sei?” .

Guardandola storto e continuando a rimestare la pozione Malfoy rispose insolente:”Non me ne frega niente di come ti chiami. E a te che t’importa sapere chi sono io?”..

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La fantasmina sbattè le palpebre dietro ai pesanti occhiali:”Sei amico di Harry Potter?”.

Con un’espressione tra l’inorridito e lo schifato, Draco rispose:”No! Che ti salta in mente?”.

Un’altra domanda:”Sei di Grifondoro?”.

Adesso Draco era veramente arrabbiato. .

I fantasmi di Hogwarts non erano delle aquile:”No, ma per chi mi hai preso? Con quei fondi di bottiglia che tu chiami occhiali non hai ancora capito che sono di Serpeverde?”.

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Il viso di Mirtilla si contorse in un’espressione ferita. La fantasmina corse a nascondersi nella tazza di uno dei bagni e cominciò a singhiozzare rumorosamente, gemendo… non prima di aver aperto tutti i rubinetti e gli sciacquoni del bagno, che cominciò ad allagarsi in pochissimi secondi…..

“Ma tu guarda in che situazione mi sono cacciato… e chiudiamo ‘sti rubinetti, tutta questa acqua mi potrebbe rovinare la pozione….”.

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Nonostante gli sforzi, Draco non riuscì a chiudere quei rubinetti che stavano allagando il bagno più velocemente di quanto a Malfoy piacesse pensare. .

Non ci volle un genio per capire che solo Mirtilla poteva controllare quei rubinetti e quegli sciacquoni. .

Fantamessa isterica mentecatta. .

Senza contare, che tutta quell’acqua avrebbe potuto rovinare i suoi bei calzoni di magicashmir che gli aveva regalato sua madre e proprio non gli andava. Con un colpo di bacchetta, i suoi calzoni si arrotolarono fino alle ginocchia.

Bisognava a chiedere a Mirtilla di fermare quel macello..

Con i piedi a mollo, si avvicinò alla tazza dentro la quale Mirtilla si era fiondata e cominciò a chiamarla…. .

“Dai Mirtilla, io mi chiamo Draco Malfoy e sono di Serpeverde. vieni fuori, voglio parlare con te.” .

Un gemito .

“Per f…… (che fatica, non ci sono abituato) per favvvooorre” belò il ragazzo.

Un singhiozzo.

“Non volevo ferirti (in che favola babbana al protagonista cresceva il naso ogni volta che diceva bugie…. Ad ogni buon conto, Draco si toccò il naso per assicurarsi che fosse delle solite dimensioni)”.

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La testa di Mirtilla (e solo la testa) emerse dalla tazza. La fantasmina lo guardò con fare accusatorio:”Mi hai ferito! Tutti mi feriscono! Tanto a Mirtilla nessuno ci pensa” .

“Dai Mirtilla, mi sono già scusato….”.

“Non sei mica tanto bravo a scusarti Draco-Malfoy” lo accusò lei.

“I Serpeverde….”.

“Si, si, i Serpeverde non chiedono mai scusa, ma dopo cinquant’anni voi di serpeverde dite ancora le stesse cose?” Sbuffò spazientita Mirtilla, “che fantasia!!!”.

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“Senti, puoi chiudere tutti questi rubinetti e sciacquoni?” chiese Draco con il tono di voce più gentile che gli riuscisse di ottenere..

“Facciamo un patto… tu mi baci ed io chiudo i rubinetti” propose Mirtilla che nel frattempo era uscita dalla tazza e si era messa a ridacchiare..

“Ma tu sei pazza da legare… e poi, come diavolo faccio a baciare un fantasma? Senza contare che le ragazze che bacio non sono degli scorfani come te!”..

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Lacrime perlescenti presero a scendere sulle sue guance pienotte di Mirtilla e dell’alone fantasma ad annebbiare i suoi occhiali spessi. Tirando su col naso, Mirtilla singhiozzò:”Sei cattivo, peggio di quella ragazzina di Grifondoro con i capelli rossi!” .

E intanto gli sciacquoni continuavano a vomitare acqua… ed altre cose….

Una ragazzina di Grifondoro con i capelli rossi? .

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La nana babbanofila Weasley, poteva essere solo lei..

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“Mirtilla, sono spiacente, ti prego chiudi questi rubinetti, tipregotipregotirpregooooo” .

Con un gesto, Mirtilla chiuse tutti i rubinetti e gli sciacquoni, l’espressione ancora imbronciata. .

Fingendo compassione, Draco chiese:”E cosa ti ha fatto questa Grifondoro che ti ha ferito tanto?”.

Immusonita, Mirtilla rispose:”Mi ha tirato un libro nero sulla testa ed è scappata via. Ma gli altri Grifondoro sono gentili. Harry Potter..”.

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La pitocca Weasley che butta via i libri? Non se lo poteva permettere fino a poco tempo fa… che strano... ”Non mi frega niente di Potter! E questa ragazzina? Non è stata gentile con te, Mirtilla…”.

La fantasmina si frego il naso col dorso della mano“E’ stato orribile… lei è orribile! Andava in giro a scrivere col sangue, è finita nella camera qui sotto e se l’è vista brutta… meno male che Harry Potter è arrivato e l’ha salvata… che eroe.” Sospirò sognante..

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La camera qui sotto? Era La Camera dei Segreti? Era stata quella tappa ad aprirla? Non era possibile! Quella pel di carota versione femminile di Lenticchia era l’erede di Serpeverde? Non poteva essere!.

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Draco riprese a parlare:“Nooooo, un’altra fan di San Potter lo Sfregiato Sopravvissuto… sono disgustato…. E poi cosa è successo? Perché è successo?”.

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“Questo lo devi chiedere a quella ragazzina, Draco Malfoy…. Non lo sa nessuno…”.

“Uh, bene, lo farò. E chi sarebbero i Grifondoro gentili? Ma esistono?” chiese Malfoy più che altro per curiosità..

“Harry Potter - (Malfoy sbuffò) - e la loro amica so-tutto-io con un rosso altissimo. Una volta sono venuti a preparare una pozione. Ma non ha funzionato molto bene perché la so-tutto-io si è ritrovata trasformata in un gatto e ha dovuto passare parecchi giorni in infermeria”.

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Malfoy scoppiò a ridere:”sarebbe stato troppo bello vedere quel libro ambulante in gonnella trasformata in un gatto, come quello che le sta sempre attorno, disgustoso…”.

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Le rotelle del cervello di Draco cominciarono a girare più velocemente”Gatto? Gatto? Si, il gatto”.

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E cominciò a ridere a crepapelle… “ci vediamo Mirtilla!!!” e se ne andò..

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* * * *.

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Qualche giorno dopo Ginny Weasley camminava nel corridoio da sola e stava leggendo la copia del cavillo che le aveva passato Luna. Ad un tratto, vide che qualcuno le strappava dalle mani la rivista..

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“Uhm, Weasley… migliorate le condizioni finanziarie, ma il livello resta sempre basso” osservò Malfoy sarcastico..

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Ginny ridusse i suoi occhi ad una fessura e sibilò:”Malfoy… ridammi quella rivista e vai fuori dai piedi”.

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“Oh, ma come ce la prendiamo, Weasley…. Adoro questo tipo di conversazione, ma voglio sapere un’altra cosa da te”.

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“… e sarebbe?” Ginny incrociò le braccia sul petto..

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“Sei stata tu ad aprire la camera dei segreti, 4 anni fa?”.

Il viso di Ginny diventò dello stesso colore dei suoi capelli e la sua espressione divenne minacciosa. Con un diretto fiondato preciso nello stomaco del Serpeverde, la Grifondoro atterrò Malfoy. .

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“Schifoso Mangiamorte! Chiedilo a tuo padre se sono stata io, Malfoy, chiedilo a lui, brutto stronzo!”.

La ragazza si chinò per recuperare la sua rivista, che era scivolata a terra, si rialzò, girò sui tacchi e se ne andò, senza voltarsi a guardarlo nemmeno una volta..

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Draco mormorò:”Non sono un Mangiamorte” e svenne. .

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* * * *.

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Ormai era autunno inoltrato. Un vento freddo soffiava fuori dalle mura di Howarts. Era ora di cena e tutti i ragazzi ed i professori avevano raggiunto la sala grande per il pasto..

Come al solito, gli elfi domestici avevano preparato una cena degna di questo nome ed i ragazzi si servirono del cibo con grande entusiasmo. .

Verso la fine della cena, Silente si alzò e chiese silenzio per parlare. “"Ho delle brutte notizie da darvi, purtroppo. Recentemente stanno succedendo cose strane nel nostro mondo. Ho avuto notizie che purtroppo ci sono state delle strane sparizioni … e purtroppo non solo di maghi, ma hanno cominciato a sparire anche dei babbani…. Purtroppo non è più sicuro muovervi, Hogwarts, ora come ora, è il posto più sicuro per voi. Sono spiacente di dovervi comunicare che non vi sarà possibile, per ragioni di sicurezza, lasciare il castello per ritornare alle vostre case. I vostri genitori sono già stati informati…” - un mormorio allarmato si levò da tutti e quattro i tavoli – “Tuttavia, faremo del nostro meglio per farvi passare delle vacanze più serene possibili e comunque il ballo previsto per la notte di Natale è confermato.” I ragazzi al tavolo di Grifondoro non presero la notizia con molta allegria e, d’altronde, neanche i ragazzi delle altre case non avevano ragione di essere molto felici. .

Ron e Harry, poi non erano particolarmente felici della prospettiva di un altro ballo… si ricordavano troppo bene cosa era successo al ballo del ceppo, due anni prima….

“Un altro ballo, Harry… non ci posso pensare” gemette Ron sconsolato .

“Dai, Ron, almeno adesso hai degli abiti decenti e non sfigurerai per niente” cerco di consolarlo Harry.

“Per la barba di Merlino, queste sono cose da donne… cosa ci faccio io ad un ballo! Accidenti a Silente ed ai suoi scherzi” riprese Ron scrollando il capo..

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Harry continuò a fargli pat pat sulla spalla, con fare comprensivo. .

Ron si nascose il viso nelle mani ed Harry si mise le mani nei capelli, scuotendo ancora la testa. .

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* * * MAHO! Grazie per la tua recensione, sono contenta che questa ff ti piaccia... un pelino di pazienza e leggerai! Lo so, lo so, io ho messo "dark" nel genere. .

E lo sarà, fidatevi... parecchio dark, un po' di pazienza... solo che mi andava di mettere Draco in una scena un po' ridicola... .

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Capitolo 6
*** Delitto & castigo ***


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Draco Malfoy sgattaiolò verso il bagno delle ragazze dopo le lezioni del pomeriggio. .

Era riuscito a procurarsi una divisa da ragazza di Grifondoro dalla lavanderia. .

Il ragazzo si guardò in giro, controllando che non ci fosse nessuno in giro ed entrò nel bagno, chiudendo piano la porta alle sue spalle. .

Era agitato, ed il suo respiro era affannoso… .

“Paura, Malfoy?” Rise Mirtilla Malcontenta maligna, svolazzandogli attorno. .

“hey falla finita, va bene? Ho cose importanti da fare”.

“Certo, una buona bevuta, vedo… senti, cosa ne dici di venirmi a trovare ancora? Preferisco i ragazzi castani con gli occhi verdi, ma anche un biondino con gli occhi grigi non è male”..

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“Mirtilla, comportati bene! Da quando in qua i fantasmi fanno le avances ai maghi? Tutto questo è ridicolo… togliti di torno, vai a nasconderti nella tua tazza, fila!”.

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Draco prese dubbioso il bicchiere che conteneva una pozione fumante. Puzzava come una carogna. chissà che saporaccio.

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Dietro di lui sentì i risolini di Mirtilla:”Cin cin, Malfoy!!!”.

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Draco fece davvero fatica a finire la pozione, che era disgustosa come si aspettava..

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Per qualche secondo non sentì niente e poi… i suoi capelli biondi, lisci e ben pettinati vennero sostituiti da una foresta di ricci castani, le sue gambe si accorciarono ed il suo petto…. .

"Lasciamo perdere", si lamentò. Non sia mai che io mi metta a sbirciare le curve di una dannata Grifondoro mezzosangue, non era disperato fino a questo punto. .

Con un gemito e chiudendo gli occhi, si infilò la divisa..

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Si guardò allo specchio sogghignando… “ecco una copia di Hermione Granger. Devo ricordarmi di non sogghignare, la mezzosangue non lo fa mai”.

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Prendendo i libri sottobraccio (parte del travestimento) si diresse verso la torre di Grifondoro (almeno, dove credeva che fosse)… “uh, bene!” vide una ragazza del primo anno e la seguì..

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“Sono un genioooooo canterellò fra sé Malfoy”, perché effettivamente la ragazza si diresse verso il dormitorio delle ragazze e Draco/Hermione la seguì silenziosamente. .

Si trovò nel dormitorio dopo pochi istanti ed ora il problema era trovare la camera della Granger..

Rifletti, Malfoy, rifletti, spremiti le meningi… e’ un prefetto, no? Quindi, camera singola… il ragazzo si girò e in cima a 3 gradini vide una porta chiusa:”Alohomora!” No, decisamente, lo sgabuzzino delle scope non gli serviva a molto..

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Guardandosi ancora in giro… un’altra porta chiusa. .

“Alohomora!” La porta si spalancò e Draco Malfoy entrò nella camera di Hermione Granger. .

Libri dappertutto, pergamene, penne, inchiostro. Quando vide una foto della cozzababbana, di Potterino e del gorilla dai capelli rossi, storse le labbra dal disgusto..

“Quella ragazza sarà anche un genio, ma proprio il senso dell’ordine non è una delle sue caratteristiche”. .

Draco trovò subito quello che cercava, anzi, quello che cercava trovò lui. .

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Grattastinchi in persona cominciò a soffiare minacciosamente verso di lui. .

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“Gattino, gattino bello…” .

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“Meowwwww!!!!!!” .

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Il gattone si avventò contro di lui, ma Draco ebbe la presenza di spirito di reagire prima che la lurida bestiaccia gli rovinasse gli abiti.

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“Petrificus totalus!” sibilò il Serpeverde. .

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Il povero Grattastinchi crollò stecchito a terra. .

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“Accio gatto!” .

Il povero gatto gli finì tra le braccia e, sorridendo malignamente, Malfoy cominciò il suo lavoro… .

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* * * “Signorina Granger, resti pure qui e continui il lavoro per favore, io devo parlare un attimo con la signorina Brown per le decorazioni del salone per il ballo di Natale”, disse la professoressa McGranitt alzandosi dalla sua scrivania.

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Hermione alzò gli occhi dal testo ed annuì:”Va bene Professoressa McGranitt!”.

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Minerva McGranitt brontolò fra sé:”Accidenti a Piton…. Non tocca mai a lui preparare le decorazioni natalizie… forse però è meglio così… metterebbe solo calderoni, drappi neri e serpenti dappertutto”..

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Mentre la professoressa McGranitt entrava nel dormitorio per parlare con Lavanda Brown, vide Draco/Hermione uscire. .

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“Signorina Granger!” .

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Draco/Hermione si sentì gelare: “Si professoressa?”.

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“Allora… o io ho bevuto, cosa improbabile, o sono diventata pazza, cosa altrettanto improbabile, o Hermione Granger ci ha nascosto una sorella gemella, cosa assurda, oppure qualcuno si è fatto affascinare dalla pozione polisucco… Cara Signorina Granger, la sua gemella stava lavorando nel mio ufficio. Signorina Weasley, cortesemente potrebbe andare a chiamare la Signorina Granger nel mio ufficio?”.

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“Ma è qui davanti a lei, professoressa.” Cercò di contraddirla Ginny..

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“Non discuta, signorina Weasley, vada, per favore!” si inalberò la Vicepreside..

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“Allora,” cominciò la professoressa rivolgendosi alla falsa Hermione. “Chiunque abbia preso le sembianze della Signorina Granger non lo ha fatto per gioco….” .

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In quel momento, si sentirono dei gemiti disperati provenire dalla camera del prefetto di Grifondoro. .

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“Maledetto gatto” imprecò Draco . La professoressa prese Draco per un braccio e spalancando la porta della camera (Alohomora!) entrò nella camera di Hermione..

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“Oh povera me!” esclamò inorridita, portandosi una mano alla bocca..

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Sulla struttura del baldacchino, con le zampe a X, stava appeso Grattastinchi, il quale continuava e gemere disperato (Vi prego di non contattare la protezione animali, è solo una fanfiction, non gli ho fatto del male!) ..

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Giusto in quel momento arrivò Hermione che si mise ad urlare. Malfoy si tappò le orecchie. .

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La prima persona a riprendere il sangue freddo fu la professoressa McGranitt che liberò il gatto dalla sua “scomoda” posizione. .

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Girandosi verso le due Hermione disse. “Come sapete, i gatti hanno un sesto senso e delle percezioni straordinarie. Sarà lui a dirci quale è la vera Miss Granger”. .

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Poi, con un colpo di bacchetta la professoressa annullò l’incantesimo Pastoia total body e Grattastinchi si lanciò su Draco cominciando a graffiarlo furiosamente..

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Dopo 5 minuti buoni, in cui la professoressa aveva guardato serafica Grattastinchi vendicarsi, alla fine comandò:”Basta così Grattastinchi, grazie”. .

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Girandosi verso la falsa Hermione, tutta graffiata e con i vestiti a brandelli disse seccamente:”Come lei certamente sa, l’effetto della pozione polisucco svanisce entro un’ora. Se lei mi dice subito chi è la persona che si nasconde sotto le spoglie della Signorina Granger, può darsi che la mia punizione sia un pochino più leggera, altrimenti mi vedrò costretta a chiedere la sua espulsione. La scelta è sua.”.

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Draco biascicò qualcosa.

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“Mi scusi, non l’ho sentita. Parli più forte, per cortesia”.

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“Malfoy, sono Draco Malfoy” rispose Draco controvoglia..

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Hermione strillò e fece per buttarsi su di lui:”Maledetto bas…”.

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“Signorina Granger! Posso capire il suo turbamento, ma la prego di ritrovare la calma!” la rimproverò aspra la McGranitt..

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Hermione si calmò e tacque, ma continuò a lanciare sguardi assassini alla sua copia..

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“Signor Malfoy, la aspetto nel mio ufficio alle 8 domani sera per discutere della sua punizione. Devo pensare bene ad una soluzione appropriata… Ora, se cortesemente vuole ritornare al suo dormitorio… Arrivederci, signorina Granger, ci vediamo domani. Stia vicina al suo gatto, questa sera, è in stato di shock.” .

Con un cenno del capo, Minerva McGranitt uscì dalla stanza di Hermione portandosi dietro un Malfoy piuttosto malconcio. .

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* * * Quella sera, a Grifondoro, Harry, Ron, Neville e Seamus festeggiarono in sala comune. .

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“…. Aha haahah e poi la McGranitt si è arrabbiata un sacco e lo aspetta domani sera nel suo ufficio. Mai vista così nera, da quando la conosco… neanche Bill l’aveva mai vista così arrabbiata” ridacchiò Ron. .

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“Oh, è fantastico, davvero… mi spiace solo per Grattastinchi, Malfoy se lo merita, quel deficiente” Harry aggiunse mentre agitava la bottiglia della burrobirra che stava bevendo..

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“A me non spiace per quel gattaccio!” fu la risposta di Ron..

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Ron ridacchiava con la bocca sporca di cioccolato, un’orgia di Cioccorane quella sera; prese una bottiglia di vino babbano che gli avevano mandato i gemelli la guardò incuriosito facendola girare tra le mani e la stappò, spargendo spumante dappertutto e addosso a Dean che protestò ridendo..

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“Ehhhhh ragazzi, brindiamo alla McGranitt… alla faccia di quel Mangiamorte”..

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Neville si alzò dalla poltrona..

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“Hey, Neville, dove stai andando, la festa è appena cominciata!”. Chiese Ron agitandogli la bottiglia sotto il naso..

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“No, scusate, io me ne vado a letto… non dobbiamo bere quella roba qui….” E guardò gli amici, severo. .

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“Ma dai, Neville…. Un goccetto, uno solo, piccolo piccolo” fece Seamus..

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“No, no, ragazzi… Buonanotte, a domani” e fece per dirigersi verso il dormitorio. Solo che…. .

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Solo che dopo tre secondi netti, Neville scivolò sullo spumante, cadendo pesantemente sul braccio destro. .

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Spaccandoselo di netto, a giudicare dal rumore sordo .

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I quattro rimasero impietriti sul posto a fissare Neville a terra che si teneva il braccio rotto, lamentandosi piano, ma pallido come un cencio. .

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Un attimo dopo, Harry si riscosse e si precipitò accanto a Neville, rischiando di scivolare anche lui sullo spumante .

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“Neville!” urlò Harry “Sei ferito” “Ma certo che è ferito” fu la risposta di Dean, “non lo vedi com’è conciato il braccio?”.

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Ron barcollando:”Dobbiamo portarti in infermeria” .

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“SI PUO’ SAPERE CHE DIAVOLO STA SUCCEDENDO QUI?” una Hermione in camicia da notte, con le mani sui fianchi era apparsa in sala comune e li stava guardando come se avesse voluto bruciarli sul posto..

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Nessuna risposta dai 4 compagni che rimasero fissi sul posto. .

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Hermione abbassò gli occhi e vide Neville a terra, sofferente, il braccio piegato in modo innaturale. .

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Hermione corse verso di lui e gli si inginocchiò accanto:”Neville cosa ti è successo?” .

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“Sono s-scivolato e c-credo di essermi rotto il b-braccio” balbettò Neville, visibilmente provato .

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“Ma come è successo?” chiese rivolta agli altri quattro ragazzi che stavano dietro di lei. .

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Che non fecero di meglio che arrossire e tacere. Lo sapevano benissimo che non avrebbero dovuto bere alcolici ad Hogwarts..

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Hermione prese la bacchetta e lanciò un incantesimo anestetico sul braccio di Neville, per bloccare la sensazione di dolore, il quale si rilassò visibilmente, poi tornò a guardare i compagni.

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“Ora accompagno Neville in infermeria, ma vi assicuro che dopo dovete raccontarmi!”.

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“Neville, ce la fai a camminare?” chiese premurosa Hermione. “Si, penso di sì” rispose lui alzandosi faticosamente da terra..

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Hermione e Neville uscirono dal buco nel ritratto, la Signora Grassa che guardava Neville preoccupata. .

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* * * .

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Pochi minuti dopo, Hermione e Neville entrarono in infermeria. .

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Non trovarono madama Chips, ma arrivò Susan Bones, la ragazza di Tassorosso che l’anno prima si era unita all’esercito di Silente. .

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Hermione la guardò interrogativa e Susan sorridendo disse: “Vai pure, Hermione, a lui ci penso io.”.

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“Cosa è successo, Neville?” chiese Susan gentilmente..

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“Sono scivolato e mi sono rotto un braccio, credo” rispose lui a fatica, soffocando un esclamazione di dolore. .

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L’incantesimo anestetico di Hermione stava svanendo..

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Susan fece sedere Neville sul letto e cominciò a sistemargli il braccio. Era rotto, ma non ci avrebbe messo molto a rimetterglielo in sesto. .

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Neville, ancora pallidissimo chiese:”Susan, ma cosa ci fai qui? Dov’è madama Chips?”.

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“Io sto facendo l’apprendistato per diventare guaritrice con Madama Chips e oggi sono io di turno. In caso di ferite gravi, so dove trovarla, ma per cose meno serie, ci penso io…” .

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Susan stava curando il braccio di Neville con molta delicatezza e Neville la guardava incuriosito. Era brava. .

Dopo avergli fatto bere una pozione, Susan, con l’aiuto della sua bacchetta fece degli incantesimi di guarigione (Curo!) ed il braccio di Neville era tornato come se non si fosse mai rotto .

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“Ecco fatto, come nuovo! Sei guarito, ma dovresti stare qui ancora stanotte e domani, la frattura si è saldata senza problemi, ma sei un po’ debole per lo choc. Dovresti anche mangiare qualcosa, ora vado in cucina a prenderti del cibo”. Susan si alzò e si avviò alla porta.

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“Susan” la chiamò Neville. .

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La ragazza si girò:”Si?” .

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“Grazie.” .

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Il viso di Susan si illuminò di un caldo sorriso: “Di niente, Neville”.

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Neville la chiamò ancora, con le guance in fiamme .

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“Susan, ci verresti con me al ballo di Natale?”.

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* * * Fine del capitolo! Grande Neville! che ne pensate? un grazie grossissimo a Maho, per le recensioni e per le sue osservazioni che mi aiutano un sacco.

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Capitolo 7
*** Ho bisogno del tuo aiuto, Weasley ***


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Erano le otto meno cinque quando Draco Malfoy arrivò davanti alla porta dell’ufficio della Professoressa McGranitt e bussò. .

“Avanti!”.

Draco aprì la porta..

“Si accomodi, Signor Malfoy” la professoressa gli indicò la sedia posta dall’altro capo della scrivania.

Draco si sedette..

Minerva McGranitt sospirò, si tolse gli occhiali e li appoggiò alla scrivania, davanti a lei..

“Spero che si renda conto della gravità del suo gesto, Signor Malfoy.”.

Draco tacque, lo sguardo puntato ai suoi piedi..

“prima di tutto, sono costretta a togliere 150 punti alla sua casa…..”.

Malfoy alzò gli occhi e la guardò, sorpreso. Si stava immaginando i 150 smeraldi ricadere dalla clessidra di Serpeverde. Nessuno aveva mai osato togliere tutti quei punti alla sua casa. E non c’era neanche più suo padre per intervenire e metterci una pezza..

“Sarò sincera con lei, Signor Malfoy… ho pensato di espellerla, ma espellendola da Hogwarts vorrebbe dire mandarla direttamente tra le braccia dei Mangiamorte… non so se lei farà questa scelta, ma ritengo che fino a che lei non lascerà questa scuola, non le sarà richiesto di fare alcunché. Tuttavia, le ricordo che con la sua bravata ha violato non so quante regole della scuola.. e non mi guardi così, lo so benissimo che Potter ed i suoi amici ne hanno violate ancora di più, ma è stato fatto a fin di bene, cosa che non posso dire di lei, Signor Malfoy. Lei ha maltrattato un animale, ha causato un danno morale molto grave ad una ragazza della scuola di origine babbana, ha mentito e si è intrufolato nel dormitorio delle ragazze di una casa che non è la sua. So benissimo che lei disprezza le persone come la Signorina Granger, per cui la sua punizione riguarderà proprio i babbani. Voglio una ricerca documentata e particolareggiata sulle differenze e affinità tra noi ed i babbani. Potrà usare i libri in biblioteca e la stanza dei manufatti babbani, la numero 548, accanto all’arazzo di Vercingetorige lo Stordito.”.

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La professoressa aveva parlato in una tirata unica, Draco la guardava con gli occhi straniti..

“Mi aspetto un lavoro di qualità ed originale, signor Malfoy.” aveva poi ripreso la Vicepreside “Se riterrò quanto da lei preparato soddisfacente, non toglierò altri punti a Serpeverde, in caso contrario, toglierò altri punti fino ad arrivare all’espulsione. Sono stata chiara, Signor Malfoy?”.

Draco annuì..

"La lascio andare. Credo che abbia parecchio da fare. Dopotutto, magari potrà anche imparare qualcosa. Buonanotte, Signor Malfoy” e lo congedò seccamente..

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Quella sera Draco non dormì. Continuò a rigirarsi nel letto pensando a quello che gli aveva detto la McGranitt. Non che fosse pentito del tiro giocato alla Granger… l’idea era stata ottima e solo la sfortuna aveva impedito che la lo scherzo riuscisse nel migliore dei modi. .

Adesso doveva preparare quel lavoro. .

Sui babbani. .

Certo che quella vecchia garampana della McGranitt ci aveva pensato bene a sistemarlo a dovere…. Sinceramente, non aveva nessuna idea di come FARE quel lavoro, non sapeva da che parte cominciare. .

Aveva già perso un sacco di punti e non voleva perderne altri, quelli della sua casa non l’avrebbero mai perdonato e avrebbero usato la sua testa al posto della pluffa nelle partite di quidditch e comunque il fatto che suo padre fosse caduto in disgrazia e rinchiuso ad Azkaban non migliorava certo le cose. .

E certamente, non aveva nessuna voglia di essere espulso dalla scuola. Malfoy, ammettilo, hai bisogno di aiuto per fare quella maledetta ricerca. .

Si, chi nella scuola aveva voglia di aiutarlo? Di chiedere ai mezzosangue neanche per idea…. Qualcuno con abbastanza buon cuore e che conosceva almeno un po’ i babbani. .

Weasley..

Si, quello mi schianta appena mi avvicino… .

proviamo con la sorella…… non le ho mai fatto del male, almeno non troppo… .

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* * * .

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L’indomani nei corridoi..

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“Ehm, ciao Weasley” esordì imbarazzato avvicinandosi alla ragazza..

Ginny si girò di scatto: “Cosa vuoi Malfoy? Vieni al punto!”.

“Come fai a sapere che voglio qualcosa da te?” le domandò Draco..

Ginny scrollò le spalle e mise le mani sui fianchi. “semplicemente, Malfoy, perché sono 5 anni che ci incontriamo tutti i giorni in questo corridoio e non mi hai mai degnato di uno sguardo, se non per prendermi in giro. ora, dopo 5 lunghi anni, mi saluti. Credo che sia naturale per me avere dei sospetti, no?”.

“Vero. Ho bisogno del tuo aiuto, Weasley.” Rispose lui asciutto..

“Ah ah? Cosa ti fa pensare che io voglia aiutarti, Malfoy?” replicò lei insolente..

“Lo so che non lo farai per niente” fu la risposta piatta..

“Non voglio i tuoi sporchi soldi, Malfoy, mettitelo bene in quella testaccia di serpente che ti ritrovi…” sibilò Ginny digrignando i denti.

“Ma io non pensavo di pagarti in soldi…. Ho dei biglietti per il concerto delle Sorelle Stravagarie che credo possano interessarti.” propose guardandola fisso negli occhi..

Ginny spalancò gli occhi e lo guardò male: “cosa vuoi…”.

Malfoy si guardò in giro per assicurarsi che non ci fosse nessuno:“Te lo dirò subito, ma devi promettere sul tuo onore di stare zitta e di non parlarne con nessuno, intesi?”.

“Sono di Grifondoro, ricordi?” rispose lei incrociando le braccia sul petto.”NOI “ e Ginny sottolineò quel “noi”,”le promesse le manteniamo! Dimmi, allora!”.

“Bene. Dopo lo scherzo a Granger, La McGranitt non solo mi ha tolto 150 punti, ma mi ha ordinato di presentarle un lavoro sulle differenze e affinità tra noi ed i babbani. Io non so da che parte iniziare e credo che tu sia la persona più indicata per aiutarmi…” cominciò a spiegare Draco.

“….. dato che non ci pensi neanche ad abbassarti a chiedere aiuto ad un babbano, giusto?” finì per lui Ginny..

“Corretto, Weasley” sospirò il ragazzo. “Allora? Affare fatto?”.

“Ci devo pensare. Ti faccio sapere domani.” Ginny non voleva sbilanciarsi, voleva pensarci bene...

“Weasley, credo che ti interesserà sapere che migliore il risultato della ricerca, migliore sarà il biglietto che ti darò.”.

“Ho detto che ti farò sapere domani, Malfoy. Curati i graffi!!”.

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* * * .

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il giorno dopo a colazione, un gufetto che Draco non conosceva, fece cadere in grembo al ragazzo un pezzo di pergamena..

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Malfoy.

Ti aspetto dopo pranzo in biblioteca per prendere accordi, alle ore 13,00.

G.W..

Il ragazzo alzò gli occhi e guardò verso il tavolo di Grifondoro. Incontrò lo sguardo di Ginny Weasley e annuì impercettibilmente verso la ragazza. Lei fece lo stesso e ritornò alla sua colazione..

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* * * *.

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Vediamo cosà succederà con quei due costretti a lavorare assieme... Jeremy, secondo te Ginny riuscirà ad andare al concerto? un saluto a Maho, che continua a rencensire i capitoli (grazieeeee) e a Neera, alias Ele perchè c'è. Maho!!!! ho sbagliato, lo vedi nel prossimo capitolo (scusasse l'errore)

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Capitolo 8
*** Quattro sistemati in un colpo solo ***


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“Harry, ma non ti sembra che Ron sia un poco strano in questi giorni?” .

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Hermione aveva preso da parte Harry, poco prima di scendere a pranzo e l’aveva portato in un’aula vuota.

“Strano in che senso, Hermione?” le domandò lui di rimando..

“Non lo so, non lo riconosco più, sembra quasi che voglia dirmi qualcosa… ho questa impressione. L’altro giorno ero in biblioteca e lui stava per chiedermi qualcosa, ma poi è arrivato Neville e lui è andato via.” Aveva spiegato la ragazza.

“Non so, Herm, davvero. Prova a chiederglielo, oppure fai in modo che lui ti possa dire quello che ti deve dire. Comunque, voi ragazze andate sempre in giro in gruppo, anche in bagno andate sempre almeno in due e non è facile parlare quando ci sono almeno 4 paia di occhi che ti fissano…”. Le aveva risposto Harry sorridendo..

“Forse hai ragione, Harry, spero che mi dica cosa lo preoccupa, comincio ad essere davvero impensierita. Senti, io vado a pranzo, vieni…”.

“Si, due minuti, Hermione, vai avanti tu….”.

Naturalmente, Harry sapeva benissimo cosa stava frullando in testa all’amico in quei giorni. .

Stava disperatamente cercando il coraggio di invitare Hermione ad andare al ballo con lui. .

Era già stato un colpo per lui vederla al braccio di Viktor Krum e il solo pensiero che lei si fosse vestita e pettinata in quel modo per quello scimmione gli faceva ribollire il sangue. E poi, c’era sempre quel Terry Steeval che le ronzava intorno, mandando Ron su tutte le furie, anche se non lo avrebbe mai ammesso. Per cui era giunto il momento di agire…. .

Facile a dirsi, ma non a farsi… a quanto aveva capito, Ron aveva meno paura ad affrontare Voldemort che chiedere ad Hermione Granger se poteva essere il suo cavaliere al ballo. .

Harry uscì dalla classe e chiuse la porta..

Harry sospirò. Almeno Ron aveva in mente qualcuno, aveva voglia di ballare…. Il ragazzo pensò a Cho Chang e decise che non aveva la minima intenzione di invitarla e che odiava ballare. .

Ma avrebbe fatto una figuraccia ad andare a quel maledetto ballo senza una dama. .

Il problema era che non gli piaceva proprio nessuno. Gli sarebbe bastata una ragazza simpatica che non lo avrebbe assillato con il ballo..

“Ciao Harry!” Luna lo salutò sorridendo..

“Oh, ciao Luna, come va?” Harry ricambiò il sorriso della Corvonero. Luna sembrava sempre sbucare fuori all’improvviso da chissàdove..

“Io sto bene…. Hai una faccia strana. Sicuro di stare bene? Non è esploso un altro calderone?” si era informata lei. lo guardava con un’espressione tra il preoccupato ed il curioso..

Facendo spallucce, Harry le aveva risposto: “Sto pensando al ballo di Natale e non so chi invitare.”.

“Non ti invidio, Harry, tanto io non ci andrò!” Luna aveva liquidato la questione senza preoccuparsi troppo e anche in fretta, a quanto sembrava..

“E perché?” Harry si era incuriosito..

“Perché io ODIO ballare e odio quando qualcuno mi dice di provare e che mi divertirò tantissimo. Non so come faccia la gente a divertirsi a camminare in modo strano per la sala e dire che è bellissimo! Preferisco stare in pace in dormitorio a leggere il Cavillo, è più interessante”. Luna gli aveva spiegato atteggiando le labbra ad un leggero broncio..

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“E’ fantastico, Luna!” Harry battè le mani e sorrise a 32 denti..

“Scusa?” Luna lo guardò sospettosa, come se avesse perso il senno tutto ad un tratto..

“Anche io odio ballare, Luna, senti, ci verresti al ballo con me? Io non ti seccherei chiedendoti di ballare, tu non ti arrabbieresti se non ti faccio ballare e non faremmo la figura degli idioti che non si sono trovati un partner, giusto?” Harry fece la proposta a Luna senza pensarci un attimo. Si ricordava troppo bene come l’aveva perseguitato Calì per farla ballare, due anni prima..

Luna ponderò la proposta per qualche minuto ed alla fine rispose:”Va bene, potremo fare quattro chiacchiere, poi quando saremo stufi ce ne torneremo ai nostri dormitori…. Bene, grazie Harry per l’invito…. Ci vediamo!”.

Harry si appoggiò al muro sospirando di sollievo… e questa è andata, per fortuna..

Luna gli era simpatica e si sentiva a suo agio con lei…. Soprattutto, non doveva preoccuparsi di fare le cose nel modo sbagliato…. E poi, Luna odiava ballare tanto quanto lui. Meglio così, ora si poteva concentrare su cose più importanti, per esempio, come trovare il modo per sconfiggere Voldemort. Visto che Hermione non sapeva che parlare di quello. Merlino. Ma non si stancava mai quella ragazza?.

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* * * .

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“Allora, Ron, hai trovato la dama per il ballo” chiese Harry mentre uscivano dall’aula di Trasfigurazioni e si recavano in quella di incantesimi.

Ron si rabbuiò all’istante. Harry lo stava troppo tormentando in quei giorni..

“No” bofonchiò il rosso, continuando a camminare come se niente fosse. .

Solamente che le orecchie erano diventate dello stesso colore dei suoi capelli..

Da quando Luna aveva accettato di andare con lui al ballo, Harry era diventato ancora più insistente..

“Ma Ron, hai idea a chi chiederlo?” chiese ancora Harry, ghignando..

Ecco! Ci siamo, al solito punto!.

“me lo hai già chiesto ieri, Harry” sbuffò Ron che si stava arrabbiando pesantemente..

Era inutile. Harry stava cercando di far ammettere Ron che lui voleva andare solamente con Hermione, ma era tutto inutile..

Arrivarono accanto all’aula di incantesimi e Ron si bloccò stupito. .

Direi sconvolto, che è meglio: in un angolo c’era Neville che con un’espressione beata teneva fra le braccia Susan Bones e le accarezzava la guancia. Ed all’orecchio le stava sussurrando non si sa cosa. però a giudicare dal sorriso di Susan, doveva per forza essere qualcosa di bello..

“Oh Merlino!” boccheggiò Ron “Ma cosa stanno facendo quei due?”.

Harry sghignazzò:”Beh, a me sembra chiaro, no? Dai entriamo, che è ora”..

Il mondo girava al contrario: quello che era sempre stato considerato l’impiastro di Grifondoro si era trovato una ragazza e per di più carina. Molto carina..

Mentre lui….. .

Cancellò questi sgradevoli pensieri dalla testa e seguì Harry nell’aula..

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* * * la biblioteca cominciava a riempirsi di ragazzi quando Ginny entrò, pochi minuti dopo le tredici. .

Si guardò in giro e vide Malfoy seduto ad un tavolo con un libro in mano. La ragazza si diresse verso uno scaffale e prese un libro. .

Si sedette allo stesso tavolo di Malfoy, quasi di fronte a lui..

“Sei in ritardo Weasley” sussurrò lui..

“Non potevo entrare dietro di te, Malfoy!” rispose Ginny sempre sussurrando.

“Allora? Quando?” chiese lui con fare sbrigativo.

“Dipende da te…. Una o due sere la settimana?” fu la risposta altrettanto sbrigativa..

“Per me va bene, basta che non interferisca con gli allenamenti di Quidditch.” Chiarì Draco.

Ginny annuì. “Lunedì e giovedì…. Dove?”.

“Ho la possibilità di utilizzare la stanza 548, ci troveremo lì…. Alle 8. Puntuale, Weasley” sogghignò lui..

Malfoy si alzò, ma Ginny lo bloccò, prendendolo per un polso: “Malfoy, non avevo finito…. Un’altra cosa… fino a che non avrai finito la tua ricerca, niente scherzi, niente sarcasmo su Weasley, Grifondoro, mezzosangue come fai di solito, va bene?”..

Il ragazzo strinse le labbra e replicò: “non ti bastano i biglietti del concerto?”.

“Non sei in grado di dettare condizioni. Se non ti sta bene, cerca qualcun altro.” Fu la risposta noncurante di Ginny. Aveva preso ad esaminare le sue unghie con estremo interesse..

“Lo sai maledettamente bene che non posso…. Sei sicura di essere davvero una Grifondoro, Weasley?” ringhiò lui..

“Sicurissima…. Me lo ha detto il cappello parlante e non ha avuto il minimo dubbio” fu la risposta fintamente innocente di Ginny..

“Fossi stato in lui, i dubbi li avrei avuti eccome” taglò corto Malfoy..

poi chiuse il libro con uno scatto, si alzò ed uscì..

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* * * .

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Qualcuno non aveva ancora una compagna per il ballo. Ron era sempre più agitato, Hermione non era mai da sola e quel che era peggio, Harry aveva cominciato a prenderlo in giro senza pietà. .

No, non era vero, il peggio era che Terry Steeval continuava a ronzarle intorno. .

Quel che era ancora peggio, era che Hermione stava bene con Terry. .

Quando li vedeva parlare, lei era sempre sorridente. Mentre quando era con lui, invece, o era arrabbiata, o gli faceva una predica, o aveva da fare, oppure non parlava proprio..

Era l’unica ragazza con la quale volesse ballare. Ma non aveva il coraggio di invitarla. Anche perché beccarla da sola era un’impresa..

Pensava… no, non che gli avrebbe riso in faccia, ma che non l’avrebbe preso sul serio:”Ma come fai a pensare a divertiti in un momento simile” gli avrebbe detto. .

E poi secondo lei, lui aveva la capacità emotiva di un cucchiaino da tè… e ci sarebbe stato ancora posto per lo zucchero…..

Era depresso..

Tutti i suoi fratelli avevano delle ragazze. Bill e Charlie non le contavano più, erano gli dei del sesso della famiglia Weasley..

Fred e George erano talmente simpatici che non avevano mai avuto problemi. .

Persino Percy si era trovato Penelope. E si parlava di Percy!.

E lui…. Lui…..

Brontolando, si avviò verso la biblioteca a prendere in prestito per l’ennesima volta “Il Quidditch attraverso i secoli”. Aveva bisogno di rilassarsi un po’, di svuotare la testa, di non pensare ad Hermione. .

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Ron entrò in biblioteca. Evitò i tavoli e si diresse direttamente verso lo scaffale dove sapeva bene si trovava il testo..

Stava passando da uno scaffale all’altro, quando sentì la voce ben nota di Terry Steeval..

La cosa non gli fece nessun effetto

Fino a che non sentì la voce di Hermione rispondere..

Ron si avvicinò per quanto era possibile per cogliere gli stralci della conversazione.

“Bel suggerimento, Hermione, geniale! Io non ci avrei mai pensato”.

Hermione lo sa benissimo di essere geniale, idiota! Ma sicuramente non ci avrai mai pensato, sei un idiota! Disse Ron fra sé e sé..

“Mi piace studiare in biblioteca con te, Hermione”. Tubò Terry.

Cosaaaaaaa??????!!!!!!!!!!?????????? Studiano insieme? Solo ad un Corvonero potrebbe venire in mente di invitare una ragazza in biblioteca. Ad un Corvonero idiota..

Il gelosiometro interno di Ron era entrato in modalità di emergenza..

“Hermione, senti, tu sai già con chi andrai al Ballo di Natale?”.

Il gelosiometro interno di Ron stava superando il livello di guardia..

Nooooo, sta per invitarla, sta per invitarla al Ballo di Natale. .

No, no, no, no. Non puù farlo! Il gelosiometro era a rischio immediato di esplosioneeeeeeee!!!!!!!.

Immagini di una Hermione vestita con uno stupendo abito ed accompagnata da Terry cominciavano a scorrere nella mente di Ron. Si immaginò Eloise Midgen che ballava con lui. Riprovò lo stesso dolore di due anni prima e prima che fosse in grado di pensare a quello che stava facendo, corse verso Hermione, chiamandola a gran voce:.

“…. Vorresti venire al…” stava dicendo Terry.

“Hermione! Hermione!” alitò Ron, la faccia paonazza, il respiro concitato.

“Ron, ma cosa è successo?” chiese preoccupata lei.

“Una cosa terribile, devi venire presto, assolutamente… è pazzesco, vieni subito, andiamo” Ron aveva afferrato il polso di Hermione e cominciò a tirarsela dietro. Corse fuori dalla biblioteca, sempre con Hermione dietro di lui e cominciò a correre..

“Ron, per favore, fermati, vai troppo veloce!” implorò Hermione che aveva dei seri problemi a tenere la velocità imposta dalle gambe da trampoliere di Ron..

Ron ubbidì all’istante e si fermò accanto alla rientranza di una statua ed esordì brusco:.

“Hermione! Ci vieni al ballo con me? Adesso te l’ho chiesto in tempo, sei la prima e unica ragazza alla quale l’ho domandato perciò non sei una tappabuchi, voglio davvero venire al ballo con te e sia ringraziato Merlino che Viktor Krum non sia nei paraggi e neanche quello Steeval. Allora?” concluse incrociando le braccia sul petto..

Ron aveva pronunciato quelle parole talmente in fretta da non permettere ad Hermione di capirle interamente. .

Però il succo del discorso lo aveva afferrato….

Hermione si guardava i piedi, ma Ron non potè fare a meno di notare che era arrossita fino alla radice dei capelli. Non era l’unica..

“Si, Ron, ci vengo volentieri al ballo con te, grazie per avermi invitata”. .

La ragazza alzò la testa e lo guardò fisso negli occhi, con uno sguardo strano:”mi stavo domandando quando ti saresti deciso a chiedermelo…..”.

“Ah, ecco.. l’ho fatto ora, no? Uh, bene, grazie…. Ci vediamo, eh? Buona giornata….” La timidezza prese il sorpravvento..

E se la diede a gambe.

Hermione si appoggiò alla porta della biblioteca, sospirando… meglio andare a cena, tanto, ora come ora non sarebbe riuscita a studiare proprio niente….

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* * *.

alla fine Ron ce l'ha fatta, eh? a presto! nisi

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Capitolo 9
*** Weasley, Malfoy and Rock'n'Roll ***


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Draco Malfoy entrò nella stanza 548..

Ginny era già arrivata e stava tamburellando le dita sul grande tavolo posto ad un lato della stanza.

“Sei in ritardo, Malfoy” esordì Ginny con fare maligno..

“Non potevo entrare dietro di te, Weasley” le fece il verso Draco..

“Ah ah, divertente… allora, al lavoro…. Come vuoi impostare la tua ricerca?”.

Ginny si era seduta al tavolo. Davanti a lei rotoli nuovi di pergamena, una piuma (sintetica) e dell’inchiostro nero..

“Non ne ho la minima idea…. Ho cominciato a guardare le cose che ci sono in questa stanza, ma non so assolutamente che cosa siano e a che cosa servano.”.

In effetti, quella stanza era piena di oggetti babbani. .

Era molto spaziosa e confortevole, con un divano, un tavolo e delle sedie. Una morbida moquette azzurra ricopriva il pavimento..

Non c’era il caminetto, ma la stanza era calda. Il calore proveniva da uno strano oggetto attaccato al muro che sembrava fatto di tanti pezzi uniti assieme..

Spazientita Ginny si alzò e si diresse verso una delle strane cose babbane che riempivano la stanza..

Non era felice di trovarsi lì, tantomeno in compagnia di Draco Malfoy. lo faceva solo per i biglietti del concerto..

Però dato che doveva aiutare Malfoy, preferiva farlo bene..

“Dunque, Malfoy, questa è una lavatrice e serve per lavare i vestiti. Qui si apre il portellone ed introduci i vestiti, qui metti il sapone e… “Ginny si girò verso il ragazzo e gli lanciò un’occhiata penetrante: “NO, vero?”.

“No cosa?” chiese lui. Si era nel frattempo sdraiato sul divano ed aveva allungato le gambe davanti a sè.

“In questo modo non andiamo da nessuna parte… non credo che imparare ad usare una lavatrice od un frigorifero ti possa aiutare”. Osservò Ginny. .

Si stava fregando le mani l’una contro l’altra. Evidentemente, l’aiutava a pensare..

Il ragazzo non sapeva che diavolo fosse un frigorifero ma annuì. “Odio doverlo dire, ma temo che tu abbia ragione”..

“Non ti preoccupare, non lo dirò a nessuno, così il tuo orgoglio è al sicuro”. .

Un risolino ironico stirò le labbra di Ginny..

Draco la guardò..

Ginny si sedette ancora al tavolo ed il ragazzo si alzò dal divano e la raggiunse..

“Allora, Malfoy. Non ha senso scrivere un altro di quei trattati sui babbani. Se vai in biblioteca, ce ne sono quanti ne vuoi, senza che tu ti debba preoccupare di farne un altro, giusto? Ci vuole qualcosa di particolare, che nessuno ha mai fatto….”.

Ginny strofinò ancora le mani l’una contro l’altra. .

Per qualche minuto, sembrò completamente assorta e dimentica del fatto che ci fosse un’altra persona nella stanza. .

Infine, sorrise e propose:”Cosa ne dici, perché non fai una ricerca sui giovani babbani e le differenze che ci sono tra noi, giovani maghi e loro…. Secondo me questa cosa non l’ha mai fatta nessuno, che ne pensi?”.

Draco incrociò le braccia sul petto, piegò la testa da un lato e disse: “Stavo giusto pensando la stessa cosa, Weasley….” .

“Ma davvero, Malfoy? Cosa mi dici mai? Che coincidenza! Allora, almeno dammi la soddisfazione di dirmi che la TUA idea ti piace” lo guardò storta Ginny..

Sospirando, Draco ammise: “e va bene, lo ammetto, l’idea è strepitosa, ma vedi di non dirlo in giro e soprattutto non abituarti, non ho la minima intenzione di darti altre soddisfazioni, intesi?”.

Ginny nel frattempo si era avvicinata ad uno strano macchinario nero, pieno di pulsanti. Era di forma rettangolare..

“Bene, ho capito… allora, qui comunque ci sono dei macchinari che possono esserti utili per la ricerca…. Questo si chiama lettore CD e serve per ascoltare musica babbana. Anche i babbani hanno le Radio come noi abbiamo Radio Strega Network. Solo che loro non possono riascoltare le canzoni come possiamo fare noi. Loro hanno bisogno del lettore CD” .

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Ginny schiacciò il pulsante ON; delle strane lucine colorate si accesero e un cassettino si aprì. .

La ragazza prese una piccola confezione piatta, la aprì, estrasse un piccolo dischetto ancora più piatto, lo inserì nel cassettino. Dopo aver pigiato un altro pulsante, il cassettino si chiuse dolcemente. .

La ragazza schiacciò il tasto Play ed una strana musica cominciò a diffondersi nella stanza. .

“Hey! Che roba orribile è questa?” si lamentò Malfoy.

La ragazza scoppiò a ridere forte: “Musica babbana, Malfoy! Spassatela!” .

E fece il giro della stanza a passo di danza canticchiando assieme al cantante:” You should a heard him just around midnight. Ahhhhhhhhh Brown Sugar how come you taste so good!!!!!!!!”.

“E cosa diavolo è?” chiese ancora inorridito..

“Rolling Stones, Malfoy, gli dei del Rock’n’Roll degli anni 60!” gli urlò dietro Ginny senza badargli molto. Era troppo occupata a duettare con Mick Jagger (questa canzone, Brown Sugar è una delle mie preferite in assoluto NdA) “Mia madre li adoraaaaaaaaaaahhhhh Brown Sugar!!!!”..

Ginny continuò a dondolare la testa a ritmo di musica…. Ed anche il resto. .

Malfoy pensò che vedere una Weasley agitare il didietro sotto il suo naso fosse uno spettacolo stranamente spiazzante….

“Senti, Weasley, ma che diavolo è questo Rock’n’Roll e cosa hanno fatto queste focaccine rotolanti?” (nota di traduzione: Draco ha capito Rolling Scones. Gli scones sono focaccine da tè che si mangiano nei paesi di lingua anglosassone. Buone!)..

La canzone era ormai finita (con uno Yeahhhhhh sibilante che fece accapponare la pelle a Malfoy) e Ginny aveva tolto il CD dal lettore. .

Con un falso sorriso, Ginny gli rispose dolcemente:”sta a te, scoprirlo, Draco Malfoy, io sono qui solo per darti delle dritte, non per fare il lavoro al posto tuo”. .

La Grifondoro afferrò un pezzo pergamena e scrisse dei nomi:”ecco, qui ci sono scritti dei nomi di riviste babbane specializzate in cultura giovanile e musica. Saranno i tuoi libri di testo. Le puoi trovare anche a Hogsmeade, nel negozio di babbanerie. Ti consiglio di darci un occhio, potrebbero aiutarti molto, per la tua ricerca. Ora vedi di imparare come funziona quel lettore CD ed ascoltati un po’ di musica babbana… ci vediamo giovedì, e fammi sapere cosa ne pensi”. .

Agitando la mano in un saluto beffardo, Ginny infilò la porta e se ne andò..

Il ragazzo di Serpeverde guardò Ginny uscire dalla porta e poi si avvicinò a quella strana macchina. Non l’avrebbe mai ammesso con nessuno, ma la trovava… interessante..

Dopo circa un quarto d’ora, scoprì che inserendo diversi dischetti, cambiava la musica. Si annotò su un pezzo di pergamena i nomi degli artisti che aveva ascoltato. .

Magari, con un po’ di fortuna avrebbe trovato qualche notizia su di loro….. qualche cantante, nonostante il nome, non sapeva proprio cantare…. C’erano dei bei pezzi, anche. Il ragazzo scoprì che nelle custodie dei CD a volte c’erano i scritti i testi delle canzoni. Magari poteva anche essere utile riportare cosa dicevano i babbani nelle loro canzoni…. Sabato avrebbe fatto una capatina a Hogsmeade, al negozio babbano. .

Meglio, ci avrebbe mandato Tiger e Goyle..

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* * *.

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capitolo brevuccio....

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Grazie Maho, come al solito. ti è piaciuto il capitolo disperso? un abbraccio Nisi

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Capitolo 10
*** Chi va e chi resta ***


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Hermione finì di mangiare l’ultimo boccone di créme caramel. Il pranzo era finito e quel giorno ci sarebbe stata un’uscita ad Hogsmeade..

Ginny era seduta accanto a lei e stava parlando con Luna Lovegood. Mentre parlava, Ginny stava sottolineando quello che diceva agitanto il cucchiaino. Luna la stava ascoltando con la sua solita aria svagata..

“Ginny! Hey, Ginny!” la chiamò Hermione..

“Cosa c’è?” le sorrise l’amica..

“Ci vieni oggi ad Hogsmeade con noi?” chiese Hermione..

Il viso di Ginny si contrasse in una smorfia: “Sono indietro con i compiti. Non è il caso, Hermione”..

“Mi spiace. Vuoi che ti porti qualcosa?” si offrì gentilmente Hermione..

Il viso di Ginny si aprì in un largo sorriso:”Oh, grazie. Ecco la lista!” .

da una tasca interna della veste di Ginny era apparsa una lista di “Generi di prima necessità”..

Hermione la scorse con un’espressione perplessa:”Gin, ma tu vuoi farmi svaligiare Mielandia… i tuoi denti…”.

“Oh, dai Hermione, lo sai che soffro di calo di zuccheri!” tagliò corto Ginny..

Hermione le scoccò un’occhiata dubbiosa:”A me non pare, ma se lo dici tu…” .

Hermione si alzò dalla panca. “Allora io vado, Ron ed Harry mi aspettano al portone. Buona giornata Ginny”..

“Anche a te, Hermione, grazie”..

Ginny aspettò che Hermione sparisse oltre al portone. .

I compiti erano sempre un’ottima scusa per defilarsi da Hermione..

Ci cascava sempre..

Ginny salutò Luna e si avviò verso il corridoio di Vercingetorige lo stordito. Dove si trovava la stanza 548..

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* * * .

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Hermione si era infilata il mantello ed aveva raggiunto Harry e Ron..

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Ron ed Harry si stavano prendendo in giro a vicenda e parlavano del quidditch, come al solito..

Hermione era seria e pensierosa..

Come se non fosse lì con loro, anche se camminava a pochi passi di distanza..

Arrivarono ad Hogsmeade poco tempo dopo..

Ron propose:”Prima tappa, Mielandia?”..

Harry rise:”Non ce la fai proprio ad aspettare, eh? .

Hermione? Hey Hermione, sveglia!”..

Hermione sembrò scuotersi da un lungo sonno:”Oh, ragazzi, scusatemi… dicevate?”.

Harry spiegò pazientemente:”Pensavamo di andare a Mielandia, visto che Ron non ce la fa più”..

Hermione annuì:”Bene, io devo far la spesa per Ginny. Così mi tolgo il pensiero.”.

I tre varcarono la soglia di Mielandia pochi istanti più tardi ed una zaffata di dolcissimi aromi li investì..

Harry dopo aver tirato su col naso osservò:”Oggi mi sa che hanno fatto gli spumini di vaniglia …”.

Ron propose:”Sentite, è meglio che ci separiamo, così ognuno prende quello che vuole e ce la sbrighiamo in fretta, così dopo ci facciamo una burrobirra ai “Tre Manici di Scopa”, va bene?”.

“Buona idea, a dopo allora”..

I tre avevano preso un cestino ciascuno e si erano sparpagliati per il negozio, colorato e profumato da far svenire..

Ora stavano facendo le gelatine alla fragola e panna..

Hermione aveva preso a riempire metodicamente il cestino. .

Aveva stregato il pezzo di pergamena sul quale Ginny aveva scritto la sua lista: non appena il dolce o la caramella veniva posto nel cestino, la voce sulla lista scompariva. .

Comodo e pratico, faceva risparmiare tempo, soprattutto con tutta quella gente attorno. Sembrava che tutti gli studenti di Hogwarts si fossero concentrati in quei pochi metri..

Hermione riempiva il cestino ed intanto continuava a pensare…. Alle solite cose, alle quali pensava da mesi: Voldemort, Harry, Sirius….

Fu ancora una volta la voce di Harry a riportarla alla realtà..

“Hey Hermione!” .

Hermione si girò e vide Harry alle sue spalle sorridente..

“Senti, Harry….” Esordì la ragazza con voce incerta..

“Si, dimmi” Harry continuava a sorriderle, sul viso un’espressione divertita e rilassata..

Hermione non ebbe cuore di parlargli di Voldemort, chiedergli se la cicatrice gli aveva più fatto male, se la notte prima di addormentarsi chiudeva la mente . .

Era troppo tempo che non gli vedeva sul viso quell’espressione felice. .

Un conto era dire che Voldemort stava all’erta e che bisognava trovare un modo per liberarsi di lui una volta per tutte, un altro era prendere di petto Harry e chiedergli tutte quelle cose che sapeva benissimo lo lasciavano svuotato e scombussolato..

Perciò scelse di inghiottire i suoi timori e di aspettare ancora un po’..

“no, no, niente” Hermione scosse il capo e gli sorrise a sua volta. “Sai se Ron ha finito con le sue spese?”.

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* * * .

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Quello stesso pomeriggio, ad Hogwarts, cioè un paio di settimane, tanto lavoro, 10 litigate (senza scuse*), 22 promesse di comportarsi in maniera civile e 72 vaff…. dopo l’inizio della collaborazione Weasley Malfoy:.

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*vi ricordo che Draco Malfoy non è bravo a scusarsi….

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Ginny era entrata nella stanza reggendo una tazza di te ed un piattino carico di biscotti Digestive. Sottobraccio un libro piuttosto grosso..

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Aveva rivolto un cenno di saluto a Malfoy, si era accomodata al tavolo di fronte a lui ed aveva cominciato ad leggere un libro di storia babbana, mentre intingeva i biscotti nel tè e se li portava alla bocca..

“Non hai mangiato a pranzo, Weasley?” aveva domandato ghignando Malfoy..

“M-Mhhhhh” fu la risposta flemmatica di Ginny..

“Weasley, hai scelto i biscotti che fanno ingrassare di più!” tornò alla carica Malfoy..

“75 calorie al pezzo, lo so benissimo” aveva risposto Ginny con estrema noncuranza..

“Ti vanno tutti sul didietro, Weasley” le fece notare educatamente lui..

“Balle, Malfoy”. Ginny non si era neanche degnata di guardarlo in faccia. Continuava imperterrita a leggere ed a mangiucchiare i suoi biscotti con evidente piacere..

“Se ti fa sentire meglio, pensala così, ma è diventato più grosso di un bel pezzo!” aveva concluso lui sghignazzando..

“Malfoy! non mi dire che ti sei abbassato a guardare il mio fondoschiena?” Ginny aveva alzato gli occhi, lo guardava in faccia ed ora era il suo turno di sghignazzare..

“Non se ne parla proprio, Weasley. E’ che è diventato talmente enorme che si sente lo spostamento d’aria quando lo muovi!”..

Ginny soffocò una risatina. Ricomponendosi un attimo dopo, gli chiese a bruciapelo:”Hey, ma tu tratti così tutte le ragazze?”..

“No, certo, perché?” Malfoy sembrava immerso nello studio di una pergamena..

“Beh, con me non è che tu sia granchè gentile, sai?” Ginny gli agitò un dito sotto il naso..

“Perché tu non sei una ragazza, tu sei Weasley! E non sventolarmi quel dito sotto il naso, non è educato”..

“Siiii, come fosse educato dire ad una ragazza le cose che dici. Senti, ma tu come te la cavi con le maledizioni senza perdono?” .

Draco chiuse il libro che aveva preso nel frattempo ed alzò gli occhi verso Ginny..

“Perché questa domanda?” chiese Draco, gelido..

Ancora una volta le labbra di Ginny si stirarono in un sogghigno:”Curiosità Malfoy, solo curiosità. Pensavo che con il tuo caratteraccio, due anni fa al Ballo del Ceppo per convincere Parky a venire con te, tu le abbia dovuto lanciare una maledizione Imperius di quelle fatte bene!” finì ridendo Ginny..

Draco si morse la lingua per non ridere alla battuta di Weasley:”Guarda che Parkinson sono anni che mi adora”..

Ginny ghignò ancora:”Oh, allora con le Imperius sei più bravo di quanto pensassi, Malfoy…Dai, al lavoro seriamente. Allora? Hai trovato ancora qualcosa di utile per la tua ricerca?.

Il ragazzo annuì silenziosamente e scorse alcuni rotoli di pergamena:”Ho cominciato a studiare la musica babbana. E’ molto diversa dalla nostra ed ho scoperto che tante canzoni prendono spunto da fatti realmente accaduti. Penso di far una ricerca solo sulla musica babbana confrontata con la nostra. E’ già un sacco di lavoro solo quello…. Tu mi dovrai aiutare a capire quello che non so”. Malfoy stava parlando a frasi smozzicate, ma il senso era perfettamente chiaro.

Ginny tacque per qualche momento, poi gli “Dimmi una cosa…. Ti piace la musica babbana?”.

“Sì”. Disse lui semplicemente “certo….” Mormorò Malfoy non senza un certo imbarazzo..

“E perché?” oramai Ginny era incuriosita e doveva sapere.

“E a te che ti importa, Weasley?” sbuffò il Serpeverde..

“Curiosità, Malfoy, semplice curiosità”.

Draco roteò gli occhi verso l’alto..

“edddaiiiiii, non farti pregare…."

“E va bene…. Mi piace perché la trovo vera”. Rispose in fretta Malfoy.

“Sono d’accordo. Certe volte, quando sento una canzone mi capita di pensare:”Ecco, io penso la stessa cosa e questa persona ha spiegato benissimo quello che sto provando”..

Il Serpeverde si girò a guardarla senza parlare..

“Posso farti una domanda?” chiese Ginny cautamente.

“Me la faresti comunque, sbaglio?” fu la risposta acida..

“Perché odi i babbani?.

Draco infilò le mani in tasca e sospirò rumorosamente:”Se io ti dicessi perché sono inferiori, mi lanceresti ancora una volta quella maledizione dell’anno scorso.”.

Ginny scosse la testa: “No, non lo farei. Nonostante quello che tu pensi, rispetto le opinioni altrui.Ma non voglio sentire quello che ti ha insegnato tuo padre, io voglio sentire quello che pensi tu”..

“Weasley, piantala, non sono affari tuoi. Accidenti alla McGranitt, vecchiaccia maledetta”.

“Cosa c’entra la McGranitt adesso?” Ginny era ancora più incuriosita..

“Secondo me, mi ha dato questa punizione, non solo per farmi pentire dello scherzaccio alla Granger, ma anche per farmi apprezzare i babbani in qualche modo…” Draco ammise di malumore.

“e ci sta riuscendo?” Ginny aveva un sorriso proprio come quello del gatto di Alice nel Paese delle Meraviglie..

“Weasley, dacci un taglio!” sbuffò Malfoy annoiato.

“ Va bene, va bene non ti chiedo più niente, non ti preoccupare..”.

“Dai, mettiamoci al lavoro… te lo devi guadagnare, questo biglietto, Weasley!”.

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* * * .

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Finito il capitolo, ora dei ringraziamenti.

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Meiko: quando ho letto la tua recensione, ho fatto un sorriso come quello di Ginny, poche righe più sopra.

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Maho: grazie, come al solito. mi fa sempre piacere leggere i tuoi commenti. Per le focaccine, ho provveduto come potevo, guarda nella tua casella di posta.

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Grazie a tutti voi che state leggendo la profezia.

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nisi

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Capitolo 11
*** La profezia di cheeee??? ***


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L’incenso lo stava stordendo..

Normalmente, l’odore di incenso gli piaceva. Ma quello che bruciava di solito la Professoressa Cooman era troppo forte, troppo intenso. .

Sapeva di…. Fiori andati a male….

Harry si portò una mano alla fronte, massaggiandosela e si risistemò meglio sul puff troppo morbido sul quale era seduto e dal quale rischiava di cadere tutti i momenti..

Accidenti, tutto quell’incenso gli stava facendo venire mal di testa..

Lui e Ron si erano infrattati nell’ultimo tavolo in fondo alla stanza, come al solito. Ormai la professoressa non li interrogava neanche più. Erano due casi disperati..

Ed anche la loro vena prevedi-disastri si era esaurita da secoli..

Davanti, come previsto c’erano Calì e Lavanda. In quel momento le due stavano parlottando con la professoressa Cooman..

Harry sentì tanti “Ahhhhhhhhhhhhhhh”, “OOOOOOOOOhhhhh” provenire dalle loro bocche..

Harry sbadigliò e guardo Ron alla sua destra che se la dormiva della grossa, la testa appoggiata all’avambraccio. Ron cominciò a russare, per cui Harry prese la bacchetta che teneva a fianco a sé sul tavolo e lanciò un incantesimo di silenzio..

Poveretto, non era ancora abituato a quanto potessero essere massacranti gli allenamenti di quidditch..

La sera precedente allenamenti e quel pomeriggio avrebbero dovuto tenere le selezioni per due nuovi cacciatori..

Ed altri allenamenti l’indomani..

Ora Calì e Lavanda stavano ridacchiando sommessamente. Harry ci avrebbe scommesso la sua Firebolt che la professoressa aveva loro predetto uno straniero alto e moro che sarebbe venuto a portarle via..

“Potete andare, miei cari…” la voce flautata dell’insegnante era emersa da quella nebbia fitta..

Grazie, Merlino, la lezione con la professoressa Cooman era finita..

Harry tirò una gomitata a Ron per svegliarlo:”Hey che succede? Harry…”.

“E’ finita per oggi con la Cooman, Ron”..

Ron sorrise soddisfatto:”Mi piacciono le belle notizie”. Si alzò stiracchiandosi e cominciò a raccogliere le sue cose..

“Vieni, Harry?” chiese Ron avviandosi verso la porta.

“Vai avanti tu, io ho fatto un casino con la mappa di Astronomia e volevo ripiegarla meglio”.

In realtà, Harry voleva lasciare Ron da solo con Hermione almeno per qualche minuto..

Ron gli fece un cenno di saluto con la mano ed uscì..

Non era del tutto falso che Harry avesse piegato male la mappa. Con un colpo di bacchetta, la ripiegò ad arte e cominciò a raccogliere le sue cose in tutta calma..

Harry lanciò un’occhiata alla professoressa Cooman che stava riponendo le tazze da tè nella credenza di legno appoggiata al muro, poi riprese il suo lavoro..

La professoressa era stata reintegrata come insegnante di divinazione ad Hogwarts. Harry era felice per lei, ma non per sé stesso. Divinazione era una delle materie che odiava di più. Se non altro, a Pozioni potevi imparare qualcosa, ma a divinazione….

Niente da fare, non ci era proprio tagliato. .

Tutte quelle foglie di tè, teiere, sfere di cristallo che a lui non dicevano proprio niente… l’incenso….

Mentre stava radunando i suoi libri in, sentì un rumore di cocci infranti alle sue spalle che lo fece trasalire.. Si girò e vide la professoressa Cooman in piedi, rigida come un pezzo di legno, la tazza di porcellana rosa infranta ai suoi piedi..

I suoi occhi erano sbarrati ed erano resi ancora più allucinati dalle spesse lenti che portava..

“Professoressa, che sta succedendo!?!?”.

Harry corse verso di lei, senza avere la benché minima idea di come fare per aiutarla, tantomeno di quello che le stesse succedendo..

Dopo qualche secondo di silenzio, Sibilla Cooman prese a parlare con la stessa, identica voce che Harry aveva sentito durante il terzo anno di scuola:.

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L’Oscuro Signore sta radunando le sue forze.

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Ed i suoi servi incatenati torneranno a lui..

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Sempre più potente, sempre più forte, sempre più terribile.

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Seminerà paura e morte.

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Solo l’eroe lo potrà sconfiggere, solo se troverà la profezia dell’Unicorno.

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Harry fissò la professoressa Cooman con occhi smarriti:”Professoressa, cosa sta dicendo?”.

Sibilla Cooman trasalì nel sentire la voce di Harry:”Oh Signor Potter…. Oh, è ancora qui? Mi sono distratta un attimo….. ha bisogno qualcosa? No? bene, allora io vado a stendermi un attimo, improvvisamente mi sento così stanca…. Arrivederci…”.

Senza neanche salutare, Harry girò sui tacchi più velocemente che poteva, scese come un fulmine gli scalini e si diresse correndo verso la sala grande, lì trovò Hermione e Ron che lo stavano aspettando..

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“Ron! Hermione!” riuscì a balbettare dopo qualche respiro a vuoto Harry..

“Harry, cosa sta succedendo?” Hermione si accostò a lui e lo guardò preoccupata..

Harry si sedette pesantemente su uno sgabello e, cercando di ritrovare il fiato cominciò a raccontare quello che era successo:.

“…. Allora, stavo raccogliendo i miei libri, quando la professoressa Cooman ha cominciato a parlare con quella strana voce, la stessa che abbiamo sentito al terzo anno, vi ricordate? Ha parlato dei servi incatenati di Voldemort (Ron trasalì) che verranno liberati e che sarà possibile sconfiggerlo solamente con l’arma della vittoria e la profezia dell’unicorno.”.

“La profezia di cheeeeee?” chiese Ron dubbioso.

“Dell’unicorno, Ron” sbuffò Hermione. “Harry, per favore, riesci a ricordarti le parole giuste della Cooman?”>.

Ron obbiettò: “ma non prenderai sul serio quello che dice quella vecchia pazza? Lo hai sempre detto che erano solo sciocchezze…”.

Hermione lo guardò seria: “Ron, è l’unico appiglio che abbiamo e non possiamo permetterci di sottovalutare niente….. dopo pranzo andrò in biblioteca, per vedere di scoprire qualcosa….”.

Ron e Harry si guardarono e scossero la testa..

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* * *.

Quel giorno il tempo, atmosfericamente parlando, rispecchiava in pieno l’umore di Ginny Weasley. Pioveva, ma la pioggia era di quelle odiose, sottili, fini fini che ti entravano nelle ossa. .

Ginny rabbrividì, incapace di dire se il brivido fosse stato provocato dalla pioggia o dalla sua paura..

Accanto a lei, c’era Luna Lovegood, che era venuta ad accompagnarla e per fare il tifo per lei. la ragazza di Corvonero era diventata un’ottima amica per tutti i ragazzi che avevano partecipato a quella disgraziata spedizione al ministero della magia durante la quale Sirius era morto, ma, si era particolarmente affezionata a Ginny. Stramba lo era di certo, ma aveva un cuore gentile e generoso ed anche un’intelligenza pronta e sveglia, capiva le cose in un attimo e Ginny avrebbe giurato che fossero ben poche le cose che sfuggivano agli occhi chiari di Luna..

Ginny sospirò, cercando di vincere la sua paura e si diresse, con Luna alle calcagna, verso il campo di Quidditch. Alicia Spinnet e Angelina Johnson si erano diplomate l’anno prima, per cui 2 posti di cacciatore per la squadra di Grifondoro erano vacanti…. .

E quel giorno si sarebbero tenute le selezioni per i nuovi componenti della squadra. .

E Ginny si era proposta. .

Non le era dispiaciuto fare il cercatore e sostituire Harry l’hanno prima, ma quello che le interessava di più era fare il cacciatore. .

Aveva una vera e propria venerazione per le cacciatrici di Grifondoro e Angelina Johnson l’anno prima l’aveva aiutata moltissimo ad inserirsi nella squadra. .

Con un risolino malizioso, Ginny ricordò l’espressione del viso di Cho Chang quando le aveva soffiato il boccino proprio da sotto il naso. Questo pensiero la rallegrò un po’..

Lei e Luna arrivarono al campo, dove già si trovavano Harry, che quest’anno era diventato capitano, Madama Bumb, Ron, Kirke e Sloper che stavano parlando con delle ragazze..

Avvicinandosi, Ginny vide che erano Alicia e Angelina con Katie. Ginny corse loro incontro e le salutò affettuosamente. Le 2 ragazze abbracciarono Ginny forte, ridendo..

“Cosa fate qui?” chiese Ginny sciogliendosi dolcemente dall’abbraccio di Angelina..

“Harry e Madama Bumb ci hanno chiesto di aiutarli per la selezione dei 2 nuovi cacciatori, e così siamo venute” rispose Angelina.

Ginny fece le presentazioni“Angelina, Alicia, questa è la mia amica Luna Lovegood, Luna queste sono Angelina Johnson ed Alicia Spinnet, erano cacciatori lo scorso anno” ..

“Ciao Luna!” salutò Angelina..

“Piacere di conoscerti Luna. Corvonero, eh?” osservò Alicia..

Luna fece l’ombra di un sorriso ed annuì..

“Come stai, Ginny” chiese Alicia sorridendole..

“Ho una gran fifa, grazie.” Rispose Ginny con un fil di voce, mentre strofinava le mani l’una contro l’altra..

Angelina scoppiò a ridere:” Non ti devi preoccupare ce la farai…. Eri in squadra anche l’anno scorso, ricordi?”.

“Si, ma eravate talmente disperati che avreste preso chiunque!” ribattè la piccola Weasley.

Angelina si fece seria. “Ginny, sei davvero brava a Quidditch e secondo me come cacciatrice farai furore. Sei stata in gamba anche a sostituire Harry, anche se il tuo ruolo non era quello del cercatore. Le ragazze sono degli ottimi cacciatori, lo sai….”.

“Oh, Angie… spero che tu abbia ragione.” Gemette Ginny.

“Ma certo” fece la ragazza con un luminoso sorriso, “ora, da brava, siediti là in fondo con la tua amica che fra 10 minuti iniziamo.”.

“Ciao Ginny!” la chiamò una voce di uomo conosciuta.

Ginny si girò e vide suo fratello Bill che le veniva incontro..

“Bill!Ginny corse incontro al fratello maggiore e si gettò tra le sue braccia:”Bill! Cosa fai qui?”.

“Beh, passavo di qui per caso e ho pensato di vedere come se la cava la mia sorellina con le selezioni. “.

Ginny gemette: “farò una figuraccia, Bill” ed abbassò il capo.

Bill le sollevò il mento con un dito e le sorrise affettuosamente:”Ma no, piccola…. Se nelle tue vene scorre solo un poco del sangue Weasley, li straccerai tutti…. Ed io sarò qui a fare il tifo per te!”.

Ginny si staccò dal fratello e vide che al suo fianco era comparsa una ragazza con i capelli biondissimi..

Bill si schiarì la voce“Gin, ti ricordi di Fleur Delacour?.

Ginny la guardò con curiosità: “si, certo. Non eri la campionessa di Beauxbaton al torneo tremaghi?”.

La ragazza sorrise: “si, scertooo, sono venuta qui in Angleterra per ammeliorare il mio engleeessse…. Devi fare le selesioni per la tua squadrà, vero? In bocca al lupò, alora! Bill chéri, volevo salutare ‘Arri…”.

“Va bene, Fleur, a dopo.” la salutò Bill.

Mentre la ragazza si allontanava, Ginny guardò bene negli occhi il fratello, sorpresa:”Bill, tu sei innamorato cotto…..”.

L’uomo sbattè le ciglia un paio di volte e sorrise come un ragazzino:”si vede tanto?”.

“Direi proprio di sì, fratellone. Ma tu non le davi lezioni di inglese?”.

Bill annuì.

“Bill, l’inglese di Fleur è atroce! Secondo me altro che inglese….” Gli occhi di Ginny mandarono un lampo di malizia..

Bill si schiarì la gola imbarazzato, Ginny non insistette..

“E’ una cosa seria? Mamma lo sa?” chiese Ginny sorridendo. Nel frattempo aveva passato un braccio attorno alla vita di Bill e gli aveva appoggiato il capo sul braccio..

“Sì, a tutte e due le domande” Bill aveva cominciato ad accarezzarle i capelli..

“E ….?” chiese ancora lei, gentilmente.

Lo sguardo di Bill si fece duro:”Per adesso niente, Gin, non è possibile, non fino a che Chi-sai-tu sarà in circolazione, sto lavorando per l’Ordine della Fenice e non posso proprio prendere decisioni. In realtà sono qui per parlare con Silente oggi, sai”..

Ginny annuì e lo prese sottobraccio, dirigendosi verso una delle panchine..

Le selezioni erano cominciate, avevano già esaminato un paio di candidati, ma Ginny aveva la testa troppo vuota per rendersi conto di come avessero giocato..

Pochi minuti dopo Ron corse verso di lei e le scrollò gentilmente una spalla: “Gin, è ora, tocca a te…”.

La paura che per un attimo aveva dimenticato, tornò a stringerle lo stomaco come una morsa; rigida, prese la Scopalinda che era stata di George e si diresse verso la squadra di Grifondoro, seguita da Ron..

Madama Bumb estrasse il fischietto da una tasca. “Allora, Weasley, al mio via…. Tre, due, uno Fiiiiittttt!!!!.

Ginny ed i ragazzi della squadra sfrecciarono verso l’alto e la prova cominciò. .

Non era una partita in piena regola, visto che mancavano gli avversari, ma i bolidi che sfrecciavano da una parte all’altra del campo erano davvero molto, ma molto reali. .

Ginny riuscì ad evitarne due per un pelo. La paura non la lasciava neanche un attimo. Arrivò una pluffa e Ginny la lanciò, mancando il bersaglio di parecchi metri. I suoi occhi si riempirono di lacrime. Si sentì toccare un braccio e si voltò..

“Harry!”.

“Ginny, tranquilla, va tutto bene.” Poi, la abbracciò e le diede un bacio sulla guancia.”puoi fare meglio, Gin, vai!”.

Ginny ridacchiò: solo due anni fa sarei morta dall’emozione. Il pensiero le risollevò il morale e, stranamente, la paura svanì. Ora poteva dare il meglio di sé..

Dieci minuti dopo, sotto una pioggia feroce, Ginny stava giocando come mai aveva giocato. Giocava bene e giocava duro. Evitava bolidi, faceva finte e solo un paio di volte Ron era riuscito a parare i suoi tiri. .

Madama Bumb la chiamò: “Va bene, Weasley, basta così.”.

Oh, Merlino, ho fatto un disastro, si guardò intorno, sconsolata, ma quando vide il viso sorridente di Angelina ed il pollice alzato di Harry, si tranquillizzò. Planò dolcemente a terra e si sedette, tra Bill e Luna che la festeggiarono rumorosamente..

“Dai, non ce l’ho ancora fatta, c’è gente molto più brava di me.” Mise il broncio Ginny.

Bill fece una faccia fintamente seria e disse: “si, è proprio il caso di farti prestare gli occhiali da Harry… Merlino, Ginny, hai giocato come un diavolo! E sono orgoglioso di te!” .

Quando Luna la strinse (ehm, stritolò…) tra le braccia, Ginny cominciò a pensare che forse non era andata poi così male..

Un’ora dopo, le prove erano finite. Madama Bumb chiamò attorno a sé tutti gli aspiranti cacciatori e si schiarì la gola. .

“Vorrei prima di tutto ringraziarvi per essere venuti e per averci dedicato il vostro tempo. Abbiamo fatto la nostra scelta e devo dire che è stato difficile, siete stati tutti molto bravi. Comunque, i nuovi cacciatori di Grifondoro sono Natalie McDonald, del terzo anno e Ginny Weasley, del quinto.”.

No, non ci poteva credere: ce l’aveva fatta!.

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* * *.

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spero vi sia piaciuto questo capitolo..

Ho sempre adorato Bill Weasley (credo che se lo incontrassi gli sbaverei dietro...) e credo che lui e Ginny siano legati da un affetto particolare, per cui non ho resistito alla tentazione di inserirlo almeno in un breve capitolo. Non amo molto i suoi gusti in fatto di donne, diciamolo, cosa gli passa per la testa di mettersi con Fleur quando potrebbe mettersi con una come me? smettetela di ridere, per favore..

adesso le cose serie: da questo capitolo cominciano le situazioni dark, magari drammatiche o comunque più serie... tengo però a precisare che secondo me, l'umorismo è il profumo della vita (dove l'ho già sentita questa?) per cui ci sarà ancora da farsi delle belle risatine alle spalle di questo o quello..

Nota importante: recensite, vi prego... non solo per il mio ego bistrattato dal mio capo, ma per cercare di vedere la storia con i vostri occhi e vedere i difetti. con i loro commenti, Maho e Meiko mi hanno tolto da una situazione di dubbio che non sapevo risolvere, per cui.... non è che dovete frustarmi senza pietà, però se dovete dirmi qualcosa di sgradevole (no, le parolacce no...) ve ne sarò grata, la mia ff è migliorata un sacco quando ho avuto altri pareri.

ora i ringraziamenti di rito:.

Maho.... il premio fedeltà va a te (grassssieeee), mi fai i complimenti e mi fai riflettere.

Anonima: mi sono sentita il gatto che ha davanti una scodella di panna.... grazie di cuore, sono felice che la mi a ff ti piaccia così tanto, spero di continuare così.

Meiko: un inchino pure a te, mi hai messo in moto le meningi... anche la mia vita è un juke box, chissà mai che utilizzerò questa frase come titolo di un capitolo.

Anonima e Maho: voi non avete idea come mi diverta IO a scrivere le scene tra Ginny e Draco.... grazie a tutti, come al solito... si, ho finito, basta non vi rompo più!.

ciao.

Nisi.

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Capitolo 12
*** Chi non cerca, trova ***


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Con un sorriso un po’idiota, Ginny, si diresse verso la stanza 548, dopo aver preso il libro di antiche storie babbane che serviva a Malfoy per capire un testo. .

Malfoy. .

neanche Malfoy l’avrebbe fatta arrabbiare. La gioia per essere stata accettata come cacciatrice nella squadra di Grifondoro era troppo grande…. .

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“Weasley, sei in ritardo…” borbottò lui..

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“Non è vero Malfoy e lo sai bene. Buon appetito, a proposito” Ginny si era seduta, aveva aperto il libro ed anche un pacchetto di biscottini ripieni alla crema alla nocciola..

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Malfoy aveva preso il pacchetto di biscotti e lo aveva attentamente squadrato, poi l’aveva rimesso al suo posto, accanto a Ginny..

Ginny infilò la mano nel pacchetto, prese un dolcetto e se lo infilò in bocca mentre cominciava a studiare il libro che aveva portato con sé”..

“Novantacinque” disse Malfoy..

Ginny lo guardò in tralice ed infilò un altro biscottino in bocca..

“Centonovanta”. Malfoy appoggiò la schiena più comodamente allo schienale ed incrociò le braccia sul petto..

Altro biscottino.

“Duecentoottantacinque” un sorriso sardonico affiorò alla bocca di Malfoy..

“Malfoy, vuoi dimostrarmi che conosci i numeri?” Ginny aveva alzato gli occhi dal libro e lo stava guardando male Biscottino supplementare..

“Trencentoottanta, Weasley”..

“Ma che stai blaterando, si può sapere?” la voce di Ginny si era abbassata ad un sussurro minaccioso..

“Trecentoottanta calorie, Weasley. Con quei quattro biscotti ti sei ingurgitata trecentoottanta calorie” Malfoy sembrava parecchio soddisfatto di sé stesso..

“Cos’è? Adesso mi tiri fuori ancora la storia dello spostamento d’aria? Sei noioso, Malfoy” Ginny lo guardò con aria di superiorità. “Anzi!” .

Ginny saltò in piedi dalla sedia e cominciò a muovere il didietro a destra e a sinistra, più velocemente possibile, concentrandosi tantissimo nello sforzo..

“Weasley, ma che diavolo stai facendo?” lui la stava guardando come se le fosse appena spuntata una seconda testa..

“Ti sto dando retta, Malfoy. Se quando muovo il fondoschiena, causo uno spostamento d’aria, allora se lo muovo velocemente, con un po’ di fortuna, ti posso far venire una polmonite ….” Ginny digrignò i denti verso di lui..

“A proposito di polmonite, Weasley, tu sei malata, ma nel cervello. E comunque non volevo farti notare la storia dello spostamento d’aria, quella la sai già”. Precisò lui con la sua solita aria di sufficienza..

Ginny si era seduta al tavolo ed aveva incrociato le braccia al petto:”Ohhh, e si potrebbe sapere qual è la tua nuova scoperta”..

“Ti vengono i brufoli Weasley. Mi rifiuto di guardare un viso che sembra una pizza babbana! Come vedi, a me non vengono, mentre a te….” Malfoy non finì la frase..

“La mia faccia non è una pizza! Sei tu che lo sei! Ogni tanto mi viene qualche brufolo e neanche tanto grosso! Io lo so perché a te i brufoli non vengono, Malfoy!” si rivoltò Ginny piccata..

“E sarebbe?”.

“La Parkinson. Tu frequenti la Parky solo per rubare le sue creme di bellezza. Ti vergogni di andarle a prendere così rubi le sue. È per questo che non ti hanno mai beccato in giro di notte, hai sulla faccia la sua maschera al cetriolo, pensa che figuraccia, se ti vedessero i tuoi Tiger e Goyle!” Ginny cominciò a ridere sguaiatamente..

“Sciocchezze, Weasley, io non mi impiastriccio con niente! E tu a volte hai la faccia che sembra un vulcano in eruzione, Weasley” buttò lì lui schifato..

“Senti senti, Malfoy che si abbassa a guardare la faccia di una Weasley….” Rise Ginny ancora più forte..

“Ma certo che mi devo abbassare per guardarti! Sei una nanerottola!” chiuse il discorso lui..

“Ha parlato lo straccetto candeggiato, sei talmente pallido che non ti scambiano per il barone sanguinario solo perché non hai i baffi…. Allora, ti ho trovato la favola che ti serviva, prova a leggere qua….” .

Ginny gli aveva passato il libro e gli aveva indicato un punto. Malfoy stava leggendo e nel frattempo, Ginny continuava a ritornare al momento in cui aveva sentito Madama Bumb dichiarare davanti a mezzo dormitorio di Grifondoro e a suo fratello Bill che avrebbe fatto parte della squadra di quidditch..

Malfoy la guardò. Prima, stava proprio per ridere alle battute di Weasley. E gli era successo anche l’altra volta. Non andava bene. Non andava per niente bene. .

Cominciava a trovarla simpatica. .

I Malfoy non trovano simpatico nessuno..

I Malfoy non ridono alle battute..

I Malfoy sono superiori agli altri..

I Malfoy non si mischiano alla feccia..

Doveva tenerla a distanza. Forse il modo lo aveva trovato…..

“Hey, cos’è quel sorrisino scemo? C’entra qualcosa una certa selezione per la squadra di Grifondoro?” chiese Draco.

. Ginny spalancò gli occhi.

“Come fai a saperlo?” .

“Diciamo che ho le mie fonti….. dalla tua faccia direi che ti hanno preso, o sbaglio” Draco chiese, quasi casualmente..

Le labbra di Ginny si aprirono in un largo sorriso. “Si!”.

“Allora, suppongo che dovrò giocare contro di te?”.

Ginny scoppiò a ridere. “E’ proprio così.”.

Il ragazzo scosse la testa e fece un ghigno malevolo. “Non credo che andrai molto avanti, Weasley, se hai bisogno i baci di Potter per cominciare a giocare decentemente…. E comunque, cosa credi di fare, tu, con quella scopa malridotta. Tu non hai esperienza, se non sbaglio nessuno dei tuoi cinquecento fratelli si è mai preso la briga di insegnarti un poco di tecnica… non ce la farai mai, Weasley, è meglio che tu non ti illuda. Cadrai dalla scopa alla prima virata veloce che dovrai fare, dai retta a me, lascia perdere, accettalo! Sei e sarai sempre una perdente”. Concluse lui crudelmente..

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Il viso di Ginny prese un’espressione ferita, gli occhi le si riempirono di lacrime, mentre si mordeva il labbro inferiore e strofinava i palmi delle mani.. Senza una parola, prese il libro e uscì dalla stanza, sbattendo la porta dietro di lei..

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Cinque minuti dopo, arrivò nel suo dormitorio: era deserto. .

Ora poteva sfogarsi, piangere di rabbia. Immaginò il viso di Malfoy contratto in una delle sue solite risate di scherno. .

Maledetto!.

Ginny prese il libro che aveva portato con sé e lo tirò violentemente contro il muro, poi si sedette sul letto, abbracciò le ginocchia e maledisse sé stessa per essersi illusa che Malfoy avrebbe cominciato a comportarsi come una persona UMANA. .

Un conto erano gli insulti che si scambiavano prima di lavorare, erano quasi divertenti. .

Circa un quarto d’ora dopo, Ginny si sentì meglio, e comunque decisa a non aiutare più Malfoy. .

lui aveva fatto un patto e non lo aveva rispettato. Ora quella ricerca, era solo affare suo, non ne voleva più sapere niente, al diavolo quel concerto, ne avrebbe fatto a meno. .

Stancamente, la ragazza si alzò e raccolse il libro. Era molto vecchio e rovinato ed il suo lancio contro il muro aveva peggiorato ulteriormente le cose: la copertina era distrutta. .

Ginny sospirò e fece per prendere la sua bacchetta per riparare il libro. Ad un tratto vide un foglio di pergamena che spuntava dalla copertina..

La Grifondoro alzò le sopracciglia, sorpresa. Qualcuno aveva nascosto la pergamena in un doppio fondo della copertina. Anche la pergamena era vecchia e danneggiata, i caratteri stessi vecchi e antichi. Con difficoltà, Ginny lesse:.

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Serpe, Leone, Corvo e Tasso,.

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uniti dal più sacro dei vincoli e dalla magia più potente.

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Il giovane schiaccia il vecchio,.

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il bene cancella il male.

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con la forza dei quattro elementi insieme.

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Colei che l’eroe ama e colei che lo amò.

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Omaggeranno l’unicorno con cibo e doni.

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Il sacro animale donerà l’arma e.

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Tutti i debiti verrano pagati e le vendette compiute.

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Unico modo per ricominciare ancora.

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Curiosamente, poco sotto la fine dello scritto, era tracciata una corta riga nera..

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Ginny lesse la pergamena molte volte, senza capire né cosa fosse, né cosa significasse. Comunque, riparò il libro (reparo!) e nascose la pergamena tra le sue cose; poi, stanca, si addormentò..

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* * * .

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il giorno dopo, Hermione emerse da una pila di libri in biblioteca, con gli occhi pesti, i capelli più in disordine che mai e gli abiti tutti pieni della polvere di tutti i tomi che aveva spostato. Tutti più grossi di lei..

Si alzò e si sgranchì le spalle e la schiena..

Era stata seduta troppo a lungo, come al solito, ma ormai non ci faceva neanche più caso..

Una volta più, una volta meno…. Non faceva neanche più differenza..

Hermione guardò la sua veste impolverata con aria critica. Con un colpo di bacchetta, la veste ritornò immacolata, linda e perfettamente stirata..

Seduti accanto a lei, Ron e Harry, stanchi e storditi, dopo una giornata passata a rovistare tutti i libri della biblioteca di Hogwarts. Non avevano retto. Hermione aveva continuato a cercare senza abbattersi e i suoi sforzi, al momento, erano stati vani. Mancava solo un libro: Ancient Hogwarts – Hogwarts antica. Hermione tornò al suo posto e lo aprì dubbiosa…..

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Erano passate almeno due ore da quando Hermione aveva aperto l’ultimo libro e non aveva trovato niente, poi, ad un tratto…...

“Ragazzi! Sveglia!” Hermione scosse i due amici dal loro torpore senza troppe cerimonie..

Harry e Ron si svegliarono di malavoglia :”Hey, Hermione… ma che ti prende?” chiese Harry mentre Ron stava mugugnando tra sé e sé..

“Venite qui, presto! Leggete” .

Hermione doveva aver per forza trovato qualcosa..

I due si avvicinarono alla loro amica e lessero una didascalia che la ragazza stava indicando loro:.

“Quando Salazar Serpeverde lasciò Hogwarts in disaccordo con i gli altri fondatori, Godric Grifondoro, Priscilla Corvonero e Tosca Tassorosso, sentirono che tempi duri ed tragici si stavano preparando e che tempi peggiori sarebbero arrivati per mano di un oscuro stregone (i tre ragazzi si guardarono e si lanciarono uno sguardo di intesa). Cercarono quindi di trovare un modo per aiutare chi avrebbe dovuto combattere il crudele stregone, per cui elaborarono la profezia dell’unicorno.”.

Non c’era niente altro che potesse far riferimento alla profezia, per cui Hermione chiuse quietamente il libro e lo ripose sullo scaffale; poi ritornò al tavolo e si sedette accanto ai due ragazzi..

“Abbiamo scoperto che effettivamente la profezia esiste e che l’hanno scritta 3 dei 4 fondatori di Hogwarts.” Riassunse lei pratica.

“In sostanza, è quello che ci ha detto la Cooman, ci dice come fare a sconfiggere Voldemort” precisò Harry..

Hermione annuì: “Secondo me, la profezia si nasconde qui tra le mura di Hogwarts…. E ora la dobbiamo trovare….” Ron non parlò, ma il suo risolino diceva tutto: Più facile a farsi che a dirsi, vero?.

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* * * .

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un paio di giorni dopo, Ginny stava finendo di leggere un libro, seduta su di una panchina nel corridoio che portava alla torre ovest..

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“Ginny?” si sentì chiamare..

Ginny alzò gli occhi e vide davanti a sé il viso simpatico di Justin Finch-Fletchley.

Ginny gli sorrise con calore: Justin le era molto simpatico e la faceva sempre ridere:”Oh, ciao Justin! Come stai?” Ginny chiuse il libro e lo posò accanto a sè mentre Justin prendeva posto sulla panchina assieme a lei..

“Io bene, grazie e tu?” anche Justin le aveva sorriso..

“Si, benissimo…. Justin, ti senti bene?” Ginny lo aveva guardato con curiosità. Le sembrava…. Come dire…. Un poco in imbarazzo.

Justin arrossì violentemente:”Ehm, si, ecco io….. volevo chiederti… se venivi al ballo con me….” Justin si avvicinò ancora di più a Ginny e la guardò negli occhi.

Ginny arrossì ancora di più di lui..

Justin Finch Fletchley – casa Tassorosso – che chiedeva a Ginevra Weasley – casa Grifondoro, di andare al ballo con lui? .

Ginny sorrise a sua volta:”… E perché no? Certo, Justin, ci vengo volentieri con te, grazie.”.

Justin le diede un’amichevole buffetto sulla guancia e si alzò:” Bene! Allora ci vediamo al ballo, Ginny!”.

“Certo, Justin.” Concordò Ginny..

“Beh, devo andare, ciao!” la salutò Justin.

Ginny riprese in mano il libro sorridendo fra sé. E riaprì il libro. Ma non riuscì a leggere molto….

“Weasley?” chiese una voce esitante.

Ginny alzò gli occhi e vide Draco Malfoy davanti a lei. se non l’avesse conosciuto meglio, avrebbe detto che aveva un’espressione dispiaciuta.

“Sì?” Chiese asciutta.

“Posso sedermi?”.

“E’ un paese libero, puoi fare quello che vuoi…” Ginny era ritornata al suo libro. Molto più interessante di qualsiasi chiacchiera di Malfoy. qualsiasi!.

“Senti, Weasley…. Non è stata una grande idea parlarti così l’altro giorno….” Esordì lui, visibilmente a disagio..

“Esatto! Non avresti dovuto, considerando anche il fatto che ero lì per aiutarti….” Ginny non aveva neanche alzato gli occhi dal libro che reggeva tra le mani. Parlava con una calma glaciale che nessuno avrebbe mai associato a Ginny Weasley..

“E’ vero non avrei dovuto….. senti, Weasley, sto cercando di scusarmi e non mi stai rendendo le cose facili!” sbottò lui, alla fine..

Ginny chiuse il libro con un colpo secco, facendo sussultare Malfoy:”E perché dovrei, sentiamo? Non mi hai reso le cose facili dicendomi che avevo bisogno i baci di Harry per giocare decentemente a Quidditch, che scemenza…. Ma andiamo, Malfoy, certe volte parli solo perché hai la bocca e comunque, se ho ottenuto il posto è stato perché lo meritavo e non perché mio padre ha comprato una sfilza di Nimbus 2000 alla squadra!” quando Ginny finì di parlare, i suoi occhi fiammeggiavano dalla collera..

Il ragazzo indietreggiò come se Ginny lo avesse preso a schiaffi:”Weasley, ti sbagli, mi avrebbero preso comunque in squadra. I manici di scopa hanno reso le cose solo più veloci….” Si difese lui..

“Se lo dici tu… Le tue scuse fanno schifo, Malfoy comunque le accetto. Ora se non ti dispiace….” E gli sventolò il libro sotto al naso..

“Mi aiuterai ancora?” chiese lui a fatica, inghiottendo tonnellate di orgoglio, dopo qualche minuto..

Ginny aggrottò le sopracciglia:”Ecco il motivo delle tue scuse! Ti stavo aspettando al varco…”.

Malfoy arrossì violentemente:”No, Weasley! Certo che mi importa che tu mi aiuti a finire quel maledetto lavoro, ma ti ho chiesto scusa perché mi sono espresso come un volgare babbano e non lo sono!”.

Con sorpresa di entrambi, Ginny soffocò una risata:”Tipico di te, Malfoy, sempre un maledetto snob!”.

Draco sogghignò:E’ un sì, allora?.

Ginny sbuffò:”Siiiii, falla finita, ora ho da fare!”.

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* * *

Ma voi vi illudete che ora che hanno trovato la profezia, la ff fra poco sarà finita? ed è qui che vi sbagliate! vi tormenterò ancora per taaaanto tempo!

scusate il ritardo nell'aggiornamento, ma ho fatto un'influenza che mi ha distrutta. e non è che stia ancora benissimo, ma mi ero troppo stressata di stare a letto. Ieri per la disperazione, mi sono messa a fare una torta (e a noi?????). Si lo so che non ve ne frega niente, ma giusto per dirvi quanto ero stufa di starmene a letto.

ed ora... il solito grazie, questa volta alle 3 M:

Maho, Meiko e Mafalda

in particolare: Maho, grazie per la dritta, vedrò di tenere ben presente il tuo consiglio. tu continua a dirmi se c'è qualcose che non va, grazie

Meiko: Bill non è simpatico, Bill è fighissimo.... a parte gli scherzi, 'sta storia che sta con Fleur neanche a me fa impazzire: l'ha decisa la JK Rowling... ed il capo é lei!

Mafalda: In genere non mi piacciono gli uomini troppo melensi e trovo che Draco non lo debba essere ancora più di altri. sono contenta che la mia ff ti piaccia e spero di continuare così

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Capitolo 13
*** Le virtù nascoste di Luna Lovegood ***


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Hermione era nervosissima ed irritata. .

Quel sabato era prevista la visita ad Hogsmeade. Ginny, Luna e Susan, la ragazza di Neville avevano deciso di trascinarla a comprare un abito per il ballo di Natale. .

Senza chiederle il suo parere, tra le altre cose..

Ginny aveva fatto capolino dalla porta della sua camera:”Hey Hermione, sei pronta?” .

Una dopo l’altra, erano spuntate dalla porta anche le teste di Luna Lovegood e Susan Bones, con relativa trecciona penzolante..

Hermione protestò, adirata, i capelli in disordine:”Ma ho un sacco di cose da fare, non posso venire, rischio di restare indietro, mi bocceranno…VOI NON CAPITE! Non posso sacrificare il mio futuro per uno stupido abito!”.

Luna Lovegood stava ispezionando gli stipiti della porta per vedere se si fosse annidata qualche strana piccola creatura..

Ginny entrò nella camera di Hermione, le prese una mano e se la portò dietro, senza dire una parola, mentre Hermione le mugugnava dietro..

Le altre tre ragazze non le diedero ascolto e si incamminarono lungo la strada che portava ad Hogsmeade. .

Vedendo il cipiglio di Hermione, Luna inarcò un sopracciglio e soffocò una risata. .

Dopo un po’, Hermione cominciò a rilassarsi. .

Fortunatamente, le tre ragazze non erano il tipo “Lavanda Brown”. Essere un Tipo Lavanda Brown per Hermione significava principalmente.

1. parlare di ragazzi.

2. parlare di vestiti.

3. parlare di Warren Banshee delle Sorelle Stravagarie.

4. Ridacchiare tutto il tempo.

5. vaneggiare di Divinazione.

6. Studiare poco.

7. Frequentare Hogwarts più che altro per rimediare uno straccio di marito per gli anni a venire.

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ed Hermione era tutto il contrario di Lavanda. .

Con un sospiro di sollievo, si rese conto che la conversazione era piacevole e le tre ragazze simpatiche. Su Ginny non aveva dubbi, ma Luna la conosceva poco e Susan ancora meno. .

Si rilassò godendosi la passeggiata. Arrivate a destinazione, Ginny si girò verso le altre tre e chiese:”Burrobirra prima o dopo?.

Luna guardando in cielo con la solita aria svagata accennò ad Hermione con il mento e mormorò: “credo sia gentile far scegliere alla nostra vittima...”.

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Hermione storse la bocca a sentirsi definire così, ma lasciò perdere e rispose brusca:”Dopo, andiamo ora per quel vestito, via il dente e via il dolore.”.

Si fermarono davanti al primo negozio di abbigliamento elegante e ridacchiando entrarono..

Il negozio non era molto affollato, era un tipico negozio scozzese, con la morbida moquette di tartan che rivestiva il pavimento, i mobili in legno massiccio che davano una sensazione di calore. Molto piacevole, visto che fuori stava nevicando ed il tempo era parecchio freddo..

Sparse nel negozio, parecchie rastrelliere che reggevano abiti di tutti i colori e per tutte le occasioni..

Ginny si avvicinò alle rastrelliere degli abiti da cerimonia e prese una gruccia sulla quale era agganciato un vestito color crema..

Ginny sbattè le palpebre:”Hermiooooone? Non credi che questo vestito sia un amooooooore?”.

Hermione la guardò con un cipiglio minaccioso che avrebbe fatto scappare un Basilisco, tuttavia si avvicinò a Ginny per farsi mostrare l’abito che teneva in mano..

Era morbido e liscio, le piaceva la sua consistenza..

Luna si fermò dietro di lei e le prese l’abito dalle mani senza troppe cerimonie..

“Hey ma che maniere!” si lamentò Hermione..

Luna non le diede neanche ascolto, riappese l’abito alla gruccia e lo rimise al suo posto..

Poi, si mise a frugare tra i vestiti appesi in un’altra rastrelliera..

Dopo qualche minuto, estrasse un abito e lo porse senza parlare ad Hermione, che non potè fare a meno di esclamare:”Però, bello!”.

Luna, serissima, cominciò a contare sulle dita:”Hai trovato il vestito, ora hai bisogno di scarpe, borsa, biancheria, acconciatura, accessori!”.

Hermione era impressionata dall’efficienza della ragazza di Corvonero..

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Parecchio tempo e parecchi negozi dopo, le quattro ragazze entrarono cariche di pacchetti nel locale di Madama Rosmerta con i piedi doloranti dal gran camminare. Avevano tutte fatto spese, Luna aveva dato loro dei consigli ottimi. Se ne intendeva, quella ragazza, in fatto di abiti.

Si accomodarono ad un tavolo accanto al caminetto. Si tolsero i mantelli e cominciarono a studiare la lista, mentre si scaldavano mani e piedi..

Ginny e Susan si stavano strofinando le mani tra di loroper scaldarsele meglio..

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Rosmerta si avvicinò loro con un sorriso. Indossava una veste lilla ed un grembiule immacolato:”Cosa vi porto, ragazze?”.

“Quattro burrobirre, grazie. .

Allora, Hermione, disse chiese Susan sorridendo, non è andata male, no?”.

Hermione scoppiò a rideresorrise: “pensavo peggio, mi sono anche divertita, è la prima volta che mi succede di comprare degli abiti e di divertirmi. Non credo però che i miei piedi siano molto felici….” E fece scrocchiare le dita dei piedi da sotto il tavolo.

Le altre scoppiarono a ridere.

“Luna, mi hai sorpreso: hai un fiuto fantastico per i vestiti….. “ esordì Hermione imbarazzata.

“Mi stai chiedendo come mai mi vesto così, visto che ho questo grande gusto, vero?” chiese placida Luna, senza peli sulla lingua e cincischiando la sua adorata collana fatta di tappi di Burrobirra.

Hermione arrossì. “Beh, non vorrei offenderti, ma… sì, è così….”.

“Dovrei farlo per i miei compagni di Corvonero? Naaaa… Michael Corner? Ehm, senza offesa, Ginny… ci vuole troppo tempo: o studio o mi faccio bella” fu la risposta che Luna diede con la massima calma ad una Hermione che la ascoltava attenta..

Hermione la guardò inclinando la testa da un lato ed annuì..

Arrivarono le burrobirre e le ragazze ripresero a chiacchierare allegramente, godendosi il caldo del locale e le loro chiacchiere. Luna si guardò in giro e vide che il locale era pieno di ragazzi di Hogwarts. Non c’era più un posto libero. Si sedette ancora più comodamente sulla sedia e ritornò a parlare con le altre...

Fuori stava diventando buio e le quattro presero i loro pacchetti ed uscirono per tornare al castello..

Per fortuna aveva smesso di nevicare ed il cielo aveva preso quella colorazione rossastra tipica dei giorni di neve..

Ginny amava particolarmente quel cielo… a casa sua quel cielo non lo vedeva mai.

Ginny sentì qualcuno toglierle dalle mani le borse e si girò:”Justin!”.

“Proprio io, Miss Weasley!” Justin le fece un gran sorriso e la prese per mano. “Sei gentile ad aiutarmi, ma ce la faccio da sola” protestò Ginny cercando di riprendersi le borse, ma invano..

“Lo so benissimo, ma questo mi da una scusa per parlare con te, no?” rispose Justin, sempre sorridendole e tenendola la mano stretta tra la sua..

Luna e Susan uscirono con un:”OOOOOOOOHHHHHHHHHHH”all’unisono per poi scoppiare a ridere a crepapelle, mentre Hermione guardava l’amica scuotendo la testa e sorridendo..

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Ginny rise e gli lasciò le borse. Meno male che Ron non era in vista…...

Dopo cena, Susan raggiunse Ginny:” a quanto sembra una certa Grifondoro ha fatto breccia nel cuore di un certo Tassorosso, o sbaglio? Disse chiese Susan ridendo maliziosamente..

Ginny arrossì: “no, non credo…. Però vado al ballo con lui e mi sembrava carino farci due chiacchiere, no?”.

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“Vero. Poi Justin è molto carino e gentile, sai? Sorrise Susan dandole di gomito gentilmente..

“Lo so, Susan, è per questo che vado al ballo assieme a lui.”.

Ginny arrossì. .

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* * *.

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e anche questo è fatto, mi spiace, ma Draco in questo capitolo non c'era e volevo parlare di queste quattro ragazze..

Capitolo breve breve.

Luna è sempre faticosa da descrivere, è un personaggio molto enigmatico per me..

Grazie a Meiko e Maho, come al solito per le loro recensioni..

Sto meglio, grazie, ma la testa è sempre un pochino sballata..

Buon san valentino a tutti. Volevo citarvi una frase che ho letto da qualche parte, secoli fa:.

Non è l'amore che fa male, ma la mancanza di esso.

lo so, è triste, ma la trovo vera..

un abbraccio a tutti. Nisi

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Capitolo 14
*** Quid Pro Quo ***


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Draco inserì un CD nel lettore e si sedette al tavolo, di fronte a Ginny. .

Una musica dolce si diffuse nella stanza. Quando la cantante cominciò a cantare, fu sorpreso di sentire che anche la ragazza accanto a lui stava cantando. .

Aveva una bella voce.

Ma non glielo avrebbe detto mai..

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I'm so glad to have you.

And it's getting worse.

I'm so mad to love you.

And you’re evil curse.

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(questa canzone si intitola Blindfold ed è cantata dai Morcheeba… ve la consiglio caldamente..).

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“La conosci” commentò Malfoy distrattamente. Aveva la mano appoggiata ad una guancia e giocherellava con una piuma con l’altra mano, passandosela da un dito all’altro..

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“Si, è una canzone molto bella. Me l’ha fatta ascoltare Bill” rispose Ginny soprappensiero.

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“Bill, il grande eroe di Ginny Weasley….” Sorrise lievemente il ragazzo.

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Ginny ignorò il suo commento: stava leggendo un foglio di pergamena che le aveva passato Malfoy..

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“Uh, Weasley?” Draco aveva posato sul tavolo tutti i fogli che teneva in mano..

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“Si?” Ginny continuava a scorrere la pergamena, sottolineando i passaggi migliori con un dito..

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“Tu con chi vai al ballo?” chiese Malfoy..

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“Vado con Justin Finch.Fletchley.” la ragazza alzò gli occhi e disse: “No, Malfoy!”.

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“No, cosa?” chiese lui sorpreso..

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“Stavi per dire qualcosa di orribile su Justin” Ginny aggrottò le sopracciglia.

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“E invece no, Weasley, semplicemente stavo per dire che non sapevo lo conoscessi.” Si schernì lui..

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Ginny pensò fra sé e sé: certo che lo conosco, ho chiesto al Basilisco di pietrificarlo giusto un quattro annetti fa….. e rispose: “E invece sì. E tu con chi vai? Pansy Parkinson, come al solito?”.

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“Con Pansy Parkinson, come al solito…. No Weasley” Lui rise sarcastico.

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“No, cosa?” chiese Ginny fingendosi sorpresa.

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“Stavi per dire qualcosa di orribile su Pansy” le fece il verso lui, acido.

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Ginny sospirò. “Troppo vero…. Un attimo che ho finito questa pergamena.”.

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Dopo qualche minuto Ginny si voltò, alzò gli occhi verso il Serpeverde e lo guardò.

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“Allora, che te ne pare?” chiese lui impaziente.

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Ginny scosse la testa, incredula:”E’ incredibile, Malfoy…. hai fatto un lavoro fantastico…. Hai elencato tutti i generi di musica moderna babbana, a partire dagli anni 50, hai accostato il periodo storico, hai confrontato la nostra musica, la nostra storia di maghi…. E’ stupefacente, non ho mai visto una cosa simile. Sei stato bravissimo!” Ginny faceva di sì con la testa per sottolineare la sua approvazione.

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Il ragazzo sorrise sarcastico: “una delle poche cose utili che mi ha insegnato mio padre, cerca di fare tutto quello che fai al meglio.”.

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Ginny tacque. Ma la domanda le bruciava troppo sulla lingua, da troppo tempo. .

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Infatti, dopo qualche minuto gli chiese: “Ti manca?”.

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Mio padre? “No, certo che no.” Draco aveva risposto con la massima noncuranza, come se di suo padre non gli importasse niente..

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“Ma perché? E’ sempre tuo padre!” Protestò Ginny..

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Draco si alzò si scatto, facendo cadere la sedia posata accanto a lui. .

Avvicinò il viso a quello di Ginny, fino a quasi toccare il naso della ragazza con il suo, le mani appoggiate sul tavolo davanti a lui: “Weasley, tu non sai niente. Tu non puoi sapere niente di me e di mio padre. Hai capito, Weasley? E visto che tu non sai niente, chiudi quella boccaccia da Grifondoro che ti ritrovi!”.

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Questa volta fu il turno di Malfoy di uscire sbattendo la porta..

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“Oh, Merlino, cosa ho combinato!” sussurrò Ginny. Come un automa, si alzò e corse dietro al ragazzo..

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Lo trovò ormai a metà del corridoio..

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“Malfoy, mi dispiace, per favore….” Esordì Ginny, senza ottenere alcuna reazione..

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Draco non diede segno di aver sentito e continuò a camminare tanto velocemente che Ginny dovette cominciare a correre per stargli dietro.

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“Ti prego, fermati, non volevo ferirti….. “ .

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Il Serpeverde continuò ad ignorarla. .

Ginny non sapendo come farsi ascoltare, lo bloccò cingendogli la vita con le braccia e appoggiando il capo alla sua schiena :”Scusami, per favore…..” sussurrò contrita..

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Dopo un lungo momento, Draco sospirò:” Va bene, Weasley, torniamo al lavoro.” .

Prese delicatamente i polsi di Ginny tra le mani e si sciolse dalla sua stretta. .

Le sue mani erano calde. .

Sospirando ancora, tornò sui suoi passi mentre Ginny camminava dietro di lui..

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Si sedettero nella stanza in perfetto silenzio. Ginny aveva la faccia tra le mani e Draco la fronte appoggiata ad una mano..

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Alla fine fu Ginny a rompere il silenzio: “sono stata stupida ed insensibile, io certe volte parlo solo per dar fiato alle trombe….. io e la mia boccaccia.”.

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Draco alzò gli occhi lentamente e la guardò per un lungo momento:”Dimmi, Weasley…. Vuoi davvero sapere cosa penso di mio padre e perché?”.

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Ginny arrossì:”Ma sono affari tuoi voglio dire….”Era stata troppo fin indiscreta, era il caso di tacere, ora.

Il suo tono non ammetteva repliche:”Weasley! Sì o no?”.

Ginny alzò il mento con aria di sfida ed incrociò le braccia al petto:”SI!”.

Malfoy si lasciò cadere sul divano:”io ti dico di mio padre…e poi potrò farti io delle domande, affare fatto?”.

Malfoy stese la destra e Ginny la strinse con aria solenne..

“Affare fatto, Malfoy” disse Ginny..

“Bene…. Lucius Malfoy è una canaglia, come dice il tuo amico Potter e meno male che ora si trova ad Azkaban. Uno come lui i figli non dovrebbe averli, anche perché poi li frusta e li fa sentire degli idioti, lui decide della tua vita senza chiederti niente. Va in giro ad ammazzare babbani e a violentare le loro donne. Questo è quanto, Weasley, hai capito?”..

.

Ginny era impietrita: Malfoy parlava di suo padre come se stesse parlando di un delinquente comune e non della persona che aveva contribuito a farlo nascere (un pochino di ragione ce l’aveva…. NdA), come se la cosa non lo riguardasse, come se stesse parlando di qualcun altro. .

Ginny si sentì stringere il cuore..

“Ma…..” balbettò Ginny..

“Ma cosa Weasley? Non c’è altro da dire, proprio niente altro. Ora tocca a me. Voglio sapere cosa è successo nella camera dei segreti… e tu me lo dirai!”.

“Malfoy, tu sei matto!” Ginny scattò in piedi e cominciò ad indietreggiare verso la porta..

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Malfoy lanciò un incantesimo per sigillare la porta, Colloportus:”Weasley! Tu non uscirai di qui fino a che non mi avrai detto quello che voglio sapere” piano piano Malfoy si stava avvicinando a Ginny..

“Te lo scordi, Malfoy” Ginny stava cercando di sbloccare la porta. Si era lasciata fregare da Malfoy come una ragazzina del primo anno.

Malfoy scoppiò in una risata inquietante ed imprigionò Ginny appoggiando le braccia alla porta..

Ginny non aveva via d’uscita, non si poteva muovere..

“Quid Pro Quo, Weasley, lo dicono anche in uno dei tuoi film babbani (il silenzio degli innocenti NdA), io ti do una cosa, tu me ne dai un’altra. Io ti ho detto di mio padre, tu mi dici della camera dei segreti. Parla Weasley, non ho tutta la notte!.”.

Ginny era diventata terrea:”Non posso Malfoy…. è troppo…… troppo….” .

Ginny era disperata, solo i suoi genitori sapevano di cosa le era successo veramente, come si era sentita, cosa aveva provato, non poteva dirlo a Malfoy, proprio non poteva..

“Weasley, lo hai promesso, dov’è il tuo onore di Grifondoro?”. Il viso di Malfoy era sempre più vicino al suo, gli occhi di ghiaccio erano sempre più gelidi, ma più gelida ancora la risata che gli uscì dalla gola..

“No, Malfoy ti prego…. No…..”.

“Quid Pro Quo, Weasley” Malfoy era spietato..

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Gli occhi di Ginny si riempirono di lacrime:”Lasciami andare, qualsiasi cosa, ma non questa!” La determinazione di Draco sembrò vacillare, ma solo per un momento:”Non mi incanti con questi mezzucci da donnetta. Parla, Weasley! Non me ne frega un cazzo di come ti sei sentita, sono affari tuoi. Voglio solo sapere che cosa c’entra mio padre in tutta questa storia!”.

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Ginny si irrigidì, si asciugò rabbiosamente le lacrime con il dorso della mano e recuperò la sua aria battagliera. Guardò Malfoy con odio puro..

“E va bene, Malfoy, hai vinto. Ma quello che ti dirò te lo dovrai tenere per te e per te solo” .

Malfoy la guardò negli occhi:”Non ho mai detto che l’avrei raccontato a qualcuno, Weasley”, disse lui, quasi dolcemente..

Ginny annuì brusca: “Ho bisogno di sedermi”..

Malfoy si scostò e Ginny si lasciò cadere sul divano..

Malfoy si sedette dall’altro capo..

Ginny sospirò e cominciò a raccontare: “…. Ti ricordi quando ci siamo incontrati al Ghirigoro, pochi giorni prima che iniziassi il mio primo anno qui a Hogwarts? Il giorno che Allock fece la presentazione del suo ultimo libro e che tuo padre ed il mio si presero a pugni? Tuo padre mi mise nel calderone il diario di Tom Riddle nascosto dal mio libro di trasfigurazione.”.

“Chi è Tom Riddle?” chiese Malfoy, con fare indolente. Era mollemente semisdraiato sul divano e la guardava..

Ginny prese la bacchetta e scrisse a caratteri lucenti.

Tom Orvosolon Riddle .

Con un colpo secco di bacchetta, Ginny spostò le lettere che si disposero in modo da formare la scritta.

Io sono Lord Voldemort..

Draco non disse niente, ma il suo viso era shockato e sconvolto. Si era rizzato a sedere sul divano, rigido.

“Sembrava un comunissimo diario, pensavo che fosse un regalo della mamma ed io cominciai a scriverci sopra i miei segreti…. Tom cominciò a rispondermi. Era carino con me, gentile, comprensivo…. Non ci misi molto a fidarmi di lui e cominciai a raccontargli tutto di me. Solo che ad un certo punto, mi resi conto di trovarmi in posti che non ricordavo, a trovarmi coperta di sangue e di piume e di non avere più la nozione del tempo. Io cercai di liberarmi del diario, e lo trovò Harry. Io diventavo sempre più debole e Tom sempre più forte, si cibava delle mie emozioni e delle mie paure, non riuscivo più a mangiare, a dormire… sembravo un fantasma. La camera dei segreti fu aperta e lui mi avrebbe ucciso se non fosse arrivato Harry a salvarmi….”.

Con uno sguardo triste, Ginny concluse il suo racconto, tremando. “In poche parole, è tutto qui.”.

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Con un colpo di bacchetta, Draco fece apparire una tazza di tè ed un piatto di Digestive e li porse a Ginny. “Non mi ricordo l’incantesimo per i dolcetti alla nocciola.”.

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Ginny bevve il tè e mangiucchiò qualche biscotto. “Grazie, vanno bene lo stesso.”.

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“Non avevo idea. Era Tom l’erede di Serpeverde vero?” mormorò lui..

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Ginny annuì..

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“Sei… sei sicura che il diario te lo abbia dato mio padre?” chiese Malfoy. .

Era a disagio e continuava a spostare le gambe da una parte all’altra..

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Ginny lo guardò con disprezzo, ancora una volta:”Non ti meriti neanche che io ti risponda, Malfoy!”.

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Un silenzio lungo cadde tra loro. I due ragazzi erano immersi ognuno nei propri pensieri..

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“Passato?” chiese lui impacciato.

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“un po’. Anche se è sempre doloroso e questa volta è stata colpa tua”. Infierì Ginny..

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Draco tacque per qualche secondo ed i secondi divennero minuti. Guardò Ginny, che sembrava avere la bocca cucita..

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Non sapeva assolutamente cosa fare: quel silenzio aveva cominciato a pesargli.

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Ginny si alzò e lo guardò freddamente:”Hai avuto quello che volevi, no? La ricerca è finita e tu hai saputo quello che ti interessava sapere. Addio, Malfoy, stammi bene. Da ora potremo riprendere ad ignorarci come prima e tu potrai dimenticare di avermi conosciuto, se ti va”..

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Appoggiò le pergamene accuratamente sul tavolo e se ne andò. .

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* * *.

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Draco non si è comportato benissimo, vero? D'altronde, era meglio che Ginny non avesse fatto la curiosa... che ne dite?.

Grazie tantissimo a Maho per la recensione.

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Capitolo 15
*** La profezia dell'unicorno ***


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Harry, Hermione e Ron si trovavano nella sala comune di Grifondoro.

Un bel fuoco scoppiettava alle loro spalle e quasi tutti erano già andati a dormire.

Era tardi. Tutto era avvolto nella penombra. I grandi tavoli di legno, le panche, le poltrone di velluto rosso.

Hermione era tesa e preoccupata, non avevano ancora trovato traccia della profezia dell’unicorno, il tempo passava, e loro 3 non erano venuti a capo di niente.

La gente continuava a sparire e gli abitanti del mondo della magia erano sempre più spaventati. Il Ministro Caramel non sapeva più che risposte dare ai cittadini ed il panico stava lentamente ma inesorabilmente prendendo piede.

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Un altro problema: “Harry, ti ha fatto più male la cicatrice?”.

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Harry scosse la testa. “No, veramente non ho più sentito dolore da quel giorno al Ministero. Stanno tramando qualcosa, sicuramente, ma forse non è ancora il momento.”.

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“Già”, disse “Ron, probabilmente, sono in giro a cercare nuovi seguaci…”.

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“Harry”, riprese Hermione, “c’è un altro problema, no, non sbuffare…. Devi riprendere le lezioni di Occlumanzia. Pensa se troviamo la profezia e lo scopre chi-sai-tu? Non ti immagini che cosa succederebbe?”.

Harry sbottò spazientito “Non ne posso più, Hermione, non posso chiedere a Piton di insegnarmi ancora Occlumanzia, quello è capace di vedere tutto e di rubare i miei pensieri, vedrebbe sicuramente cosa abbiamo in mente di fare…. Non è possibile.”.

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“Immaginavo… allora, dovremo impararla da soli…. Sarà più pericoloso e difficile, ma ci proveremo…”.

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Ron saltò in piedi. “Ma Hermione! Come facciamo?”.

“Non ne ho idea” rispose assorta la ragazza prendendosi il viso tra le mani “ce la dobbiamo fare, in ogni caso, scelta non ne abbiamo”.

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“Si, certo, hai ragione, ma vorrei prima di tutto trovare quella dannata profezia dell’unicorno”.

In quel momento, si accorsero che Ginny era tornata (dalla lezione con Malfoy) ed aveva sentito tutto. Era ferma accanto al buco del ritratto e li stava fissando seria.

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Poi, calma, si avvicinò al loro tavolo e chiese: “di che profezia dell’unicorno state parlando?”.

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“Ah, niente, rispose Ron, era solo una favola che Hermione ci stava raccontando e….”.

“Ron, sono la tua sorella minore, ma questo non significa che io sia stupida. Cos’è questa storia della profezia dell’unicorno!” insistette Ginny.

Hermione si alzò, scrutò i suoi occhi arrossati per un attimo ed affrontò Ginny di petto: “sai qualcosa?” domandò bruscamente.

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Ginny ricambiò lo sguardo interrogativo che le aveva lanciato Hermione. “Non lo so, so solo che ho trovato questa”. Frugando nelle sue cose, Ginny tirò fuori la vecchia pergamena.

“Ecco, guardate” .

Ron, Hermione e Harry lessero avidamente la pergamena.

Hermione si lasciò cadere sulla panca e disse piano: “Hai trovato la profezia dell’unicorno, Ginny….. dove?”.

“Nel doppiofondo nascosto di un libro di antiche leggende babbane…… ma che cosa è?”.

I 3 le raccontarono di quello che aveva detto la Cooman durante il trance e cosa avevano letto nel libro in biblioteca.

Hermione prese in mano la pergamena per leggerla meglio, ma questa si dissolse piano tra le sue mani e riapparve tra quelle di Ginny.

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“Hai fatto qualcosa a questa pergamena, Ginny?” indagò Hermione, sospettosa.

“No, certo che no.” rispose Ginny, sulla difensiva. Posò la pergamena sul tavolo, mentre Hermione si chinava ad esaminarla attentamente.

La ragazza cominciò subito a fare delle ipotesi.

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“Allora, è chiaro che questa pergamena è stregata, che deve restare nelle mani di chi l’ha trovata, cioè nelle tue, e che tu sei coinvolta in questa storia….. forse più di noi. .

Vediamo di capire cosa ci sta dicendo…. Allora, partiamo dalle cose comprensibili: le quattro case di Hogwarts devono lavorare insieme per sconfiggere Voldemort; e qui ci siamo, lo ha sempre detto anche Silente.

L’eroe, è Harry, colei che lo amò è Cho CHang, quindi abbiamo Corvonero e Grifondoro. La magia più potente. Vorrei proprio sapere cos’è! Poi… i quattro elementi, secondo Aristotele erano i componenti dell’universo, Terra Aria Acqua e Fuoco.

Ma chi ama l’eroe? Harry, sai se per caso c’è qualche ragazza che ti ama?” bruscamente, Hermione si girò a guardare l’amico.

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Harry arrossì:” no, a quanto mi risulta.” e girò lo sguardo verso Ginny.

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Tentando furiosamente di non arrossire ed agitando le mani davanti a sé, come per scacciare un insetto molesto, Ginny ribattè: “Non guardare me, Harry, io non ne so niente!”.

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In qualche modo sollevato, Harry le sorrise.

Hermione si girò verso Ginny: “hai per caso disegnato tu questa riga sotto le parole?”.

“No, non ho fatto niente alla pergamena, te l’ho detto…” Ginny cominciava a spazientirsi.

“Allora, cos’è questa riga? Sembra quasi uno spazio per scrivere qualcosa...”.

Harry si avvicinò, prese una piuma, la intinse e fece cadere una goccia di inchiostro vicino a quella riga.

L’inchiostro rimase sulla superficie per pochissimi secondi e poi sparì.

Ginny e Harry si guardarono sconcertati. entrambi si ricordavano di vecchie pergamene stregate.

Fin troppo bene.

Ginny debolmente disse: “quando ho scritto per la prima volta nel diario di Tom, ho messo come prima cosa il mio nome.”.

Harry disse: “Anche io ho fatto la stessa cosa…”.

“Harry, l’eroe sei tu e credo che tu debba scrivere il tuo nome su quella riga.” Suggerì lei.

“Hai ragione, Ginny.” Alitò Harry.

Con la mano tremante, Harry intinse la piuma e scrisse il suo nome sulla pergamena: .

Harry Potter.

Dopo qualche secondo, il suo nome lampeggiò tre volte.

E sotto di esso, comparve un’altra corta riga nera, identica alla precedente.

Ron si portò una mano a nascondere la bocca.

Hermione aggrottò le sopracciglia.

Harry e Ginny si guardarono perplessi.

Hermione fu la prima a riprendersi e a suggerire: “scrivi anche il nome di Cho, Harry!”.

Il ragazzo riprese in mano la piuma e scrisse: Cho Chang.

L’inchiostro svanì. E svanì anche una parte della pergamena.

Hermione si accigliò ancora di più:”Non è Cho. Ed ho l’impressione che ogni volta che sbaglieremo un nome, un pezzetto della profezia sparirà, mormorò costernata Hermione… penso che abbiamo solo 3 possibilità di errore, a quanto vedo. È sparito un terzo della pergamena. Ginny, allora sei tu quella che lo amò. Harry scrivi!” comandò.

Harry scrisse:.

Ginevra Weasley.

Anche in questo caso, il nome di Ginny lampeggiò tre volte e al di sotto, apparve un’altra riga nera.

“Ginny, per ora, siamo io e te”.

Ginny gli sorrise debolmente ed arrossì pensando al fatto che la pergamena sapesse che lei aveva amato Harry. “Hai ragione, ma credo che anche Ron ed Hermione facciano parte del gruppo. Harry, scrivi ancora, per favore”.

Harry riprese in mano la piuma e scrisse: .

Hermione Granger.

Il nome di Hermione lampeggiò tre volte.

ed apparve ancora la riga nera.

Harry scrisse ancora: .

Ronald Weasley.

Ed anche io nome di Ron lampeggiò tre volte. .

Ed un’altra riga nera apparve al di sotto.

Si sentì un sibilo e, come fossero dotati di vita propria i nomi di Ron e Hermione si sdoppiarono e si intrecciarono in un mulinello multicolore, formando il simbolo eterico del fuoco.

I quattro ragazzi si guardarono a vicenda, mentre il fuoco disegnava strani giochi sui loro visi allarmati.

Hermione guardò gli altri tre e parlò con tono professionale. “Io e Ron siamo i componenti del fuoco, uno dei quattro elementi. Se i simboli sono 4 e ci vogliono due persone per ogni simbolo, alla fine dovremmo essere in otto… e siamo tutti di Grifondoro! Dobbiamo scoprire chi sono gli altri quattro delle altre tre case.”.

Ron gemette: “dobbiamo proprio coinvolgere anche un Serpeverde? Non si può evitare?”.

Hermione lo guardò storto: “non le decidi tu queste Ron! Io direi stasera di andare a dormire e domani andrò in biblioteca, per vedere di scoprire tutto sugli unicorni. E sull’occlumanzia!”.

Si separarono ed ognuno andò verso il proprio dormitorio, sapendo che non si sarebbero addormentati molto facilmente.

.

* * *.

Grazie a Maho e a Neera per le recensioni.

Draco è uno stronzetto, sono con voi, ma secondo me gli si adatta bene..

Maho, anche io pensavo a qui pro quo come Austin Powers. ho scoperto il vero significato solo dopo aver visto il silenzio degli innocenti.

buona giornata a tutti

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Capitolo 16
*** il quinto elemento ***


Stanca, tanto stanca… Hermione si trascinò fuori dalla biblioteca a sera inoltrata.

Non era molto felice di quello che aveva scoperto, ma era già qualcosa.

Sospirando, si diresse verso la torre di Grifondoro, persa nei suoi pensieri.

Scostò i capelli ricci che le ricadevano sul viso ed ntrò in sala comune dove la stavano aspettando Ron, Harry e Ginny.

Hermione si lasciò cadere pesantemente sulla poltrona di velluto rosso accanto al fuoco, la sua preferita, che Ginny le aveva ceduto. I tre amici la guardarono preoccupati: aveva le occhiaie ed un’aria così….esausta. Ron pensò che quasi quasi la preferiva quando si comportava da insopportabile so tutto io e lo martellava senza pietà.

Ginny le accarezzò un ginocchio: “Come stai, Hermione?”

“Sono stanca, ma ho scoperto delle cose, ora vi dico: dovremo andare, anzi Ginny e l’altra ragazza dovranno andare nella foresta proibita dall’unicorno. Gli unicorni non amano i maschi, ne hanno paura ed invece amano le ragazze. Per cui Ginny, preparati.”

Ginny trasalì al pensiero di dover andare sola con un’altra ragazza nella foresta proibita, ma annuì.

“So quale potrebbe essere l’arma che ci potrebbe dare l’unicorno. Sentite, ogni 500 anni, gli unicorni perdono il loro corno, che poi viene sostituito da un altro. Si dice che sia molto potente e carico di energia positiva, per cui credo che Voldemort non possa neanche toccarlo senza avere seri danni. ho consultato le carte astrali ed i testi di aritmanzia. La prossima muta del corno dovrebbe essere il prossimo equinozio di primavera, il 21 marzo e cioè fra 3 mesi.

Gli altri 3 ragazzi tacquero, preoccupati.

“C’è dell'altro. Non so cosa potremmo portare in dono all’unicorno, non sono riuscita a scoprire niente. So che cosa possiamo portargli come cibo: sul libro di creature magiche c’è scritto che quando gli unicorni cambiano il loro corno hanno bisogno di un cibo particolare, la pianta di castraia.”

Ron saltò su e disse: “allora, vediamo di trovare questa cavolo di pianta e poi gliela portiamo.”

Hermione fece una smorfia mentre incrociava le gambe sulla poltrona. “Parli facile tu, Ron. la castraia cresce solo nella foresta proibita” biascicò Hermione guardandolo storto.

Ron sbuffò

“Quel che è peggio, è che si tratta di una pianta stregata. Cambia continuamente aspetto, dimensione, forma, conservando solo una delle sue caratteristiche originarie… a volte mantiene il colore del fiore, a volte l’aspetto della foglia, non si sa in che forma potrà apparire. Quello che so per certo, è che data la sua multiformità, la possono riconoscere solamente le persone molto esperte di piante e natura in genere, una persona senza conoscenze di questo tipo non la troverebbe mai e poi mai!”

Harry mormorò:“Neville… Anche lui dovrà andare da solo nella foresta proibita, ma a cercare la castraia.”

Hermione sospirò per la centesima volta in quel giorno. “Appunto... Ginny, hai la profezia?”

“Eccola…”

“Scrivi il nome di Neville”

“Hermione, sei sicura?” Ginny la guardò inclinando la testa da un lato. Ron si sedette accanto a lei

“sì.”

Ginny intinse la piuma nell’inchiostro e scrisse:

"Neville Paciok" Il nome di Neville lampeggiò tre volte e sotto di esso comparve un’altra linea nera.

Hermione si strofinò gli occhi stanchi. “Riassumendo. Abbiamo trovato cinque componenti, tutti e cinque di Grifondoro, ora bisogna raccontare tutto a Neville, bisogna trovare chi sono gli altri 3, non di Grifondoro, bisogna prepararci in qualche modo ad affrontare Voldemort ed infine dobbiamo trovare il modo di aiutare Harry con l’Occlumanzia.”

Harry scosse la testa mentre si lasciava cadere nella poltrona accanto a quella di Hermione e fissava il fuoco: “e come diavolo facciamo con l’Occlumanzia? Nessuno di noi sa da che parte iniziare. Silente non vuole e non mi può aiutare. Ed io da lui non voglio più niente”.

Ginny mormorò”Harry, ma che dici..”

Hermione ignorò l’ultima frase di Harry e rispose piano: “Dobbiamo provare. Ognuno di noi tenterà di leggerti la mente e cercheremo di scoprire chi è il più dotato a fare questo. Poi tu e lui o lei lavorerete insieme.”

Ron sbarrò gli occhi: “Ma è un vero schifo! Harry dovrà farsi rubare i pensieri da ognuno di noi!”

Ginny intervenne :” Ron, credo che Harry sia più felice di farsi rubare i pensieri da uno di noi che da Voldemort, credimi”.

Harry rispose in tono miserando: “purtroppo hai ragione, Gin. Io ne ho abbastanza, vado a letto!”.

Ron lo seguì dopo pochi istanti. La sala comune era perfettamente in silenzio. Ginny si sedette sul bracciolo della poltrona accanto ad Hermione e le passò un braccio attorno alle spalle. Hermione si appoggiò all’amica.

“Gin, pensa quello che deve sopportare Harry” fu la risposta alla muta domanda di Ginny.

“Già! Mi chiedo perché nel gruppo saremo 5 Grifondoro e solo un rappresentante per le altre case.”

“Probabilmente, perché ci vorrà del gran coraggio, con un po’ di lealtà, di astuzia e di intelligenza, credo.” constatò Hermione freddamente.

“Gran coraggio per affrontare un gran pericolo, allora. Non mi sento così coraggiosa, Hermione. A questo punto non so se i Grifondoro siano così intrepidi.”

“mhmhhh.” Hermione si alzò e salutò l’amica:”Ciao Ginny, vado a dormire, domani ho un test di Aritmanzia”

“Ed io ho sonno, vengo con te”

Ginny prese sottobraccio Hermione ed insieme salirono al dormitorio.

* * *

Chappy piccolino, ma i prossimi due che riguardano il ballo di Natale, saranno piuttosto lunghi.

approfitto di questo spazio per dire un paio di cose sulle altre ff: Ho altre due ff su questo sito: Una si intitola la rivolta delle racchie nella sezione originali. se avete voglia dateci un occhio. non è per niente seria, anzi è un po' delirante e, prima che me lo chiediate, no, non ho preso niente di strano mentre la scrivevo.

la seconda è nella sezione anime e manga, lady oscar e si intitola lucciole e salici.

volevo dire che non me la sono dimenticata, è che sto soffrendo di un blocco spaventoso che fortunatamente sta passando, per cui tempo una settimana, credo, aggiornerò. Non sono abituata a scrivere scene di sesso, per cui faccio un po' di fatica

allora, grazie a tutti per le vostre recensioni. in particolare

Goten: grazie! questa ff è già stata scritta quasi per intero tempo fa (è più di un anno che ci lavoro), ora sto aggiustando i capitoli. fai conto che in genere aggiorno un paio di volte la settimana, tre se mi sento esaltata.

Domy: Beh, i gusti sono gusti e non c'è proprio niente da dire. sono contenta comunque che questa ff ti piaccia, grazie per la tua pubblicità, molto gentile

Maho: Ciao, bella, come va? ti dirò, anche a me farebbe piacere ricevere più recensioni, ma in ogni caso, vedo che c'è parecchia gente che sta leggendo la profezia. Siccome è la mia prima ff in assoluto, sono già molto contenta di questo. Senti, ma tu ti aspetti che una Serpe si metta a fare le cose con i Leoni di sua spontanea volontà? rifletti, cara, a presto, ciao!

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Capitolo 17
*** Il Ballo di Natale - The Beauty Commando ***


la mattina di Natale Ron si affacciò alla finestra molto presto. Aprì la finestra ed un’ondata di gelo lo colse in pieno viso.

Era tutto coperto di neve: gli alberi, il parco, tutto.

Ridacchiando fra sé, pensò alla partita a palle di neve che avrebbero fatto nel pomeriggio. Oggi si sarebbe goduto la giornata, si ripromise deciso: si sarebbe divertito e la sera avrebbe ballato con Hermione. Al pensiero della ragazza, sentì lo stomaco torcersi piacevolmente e le orecchie diventare rosse.

Chiuse la finestra e prese i suoi regali. Per primo, aprì il pacchetto di sua mamma: maglione marchio Weasley, caramelle e tortini fatti in casa.

Harry raggiunse Ron poco dopo, allegro.

Il Natale gli piaceva, a patto di non passarlo a Little Whinging.

I Dursley gli avevano mandato un rotolo di carta igienica (sempre meglio del fazzoletto di carta degli anni prima, durava di più!). Si chiese se ci fosse un significato più o meno nascosto in quel “dono”.

Il regalo peggiore era però quello di Hermione: trattato di Occlumanzia applicata, di Ruba Pensier e Frega LaMent. Quella ragazza aveva un sesto senso per scegliere i regali peggiori e soprattutto utili.

Era un martello, non mollava mai.

Storcendo la bocca, si avviò insieme all’amico alla sala grande, per riempirsi la pancia con la colazione di Natale.

Hermione aprì i suoi pacchetti dopo essersi lavata scrupolosamente i denti, dopotutto, era figlia di dentisti.

I suoi genitori le avevano mandato della biancheria nuova della sua marca preferita: Dolce Babbana.

Harry era stato pratico: le aveva regalato dei libri che ricordava di aver espresso il desiderio di leggere.

Mentre Ron un ciondolo protettivo d’argento caricato con incantesimi beneauguranti ed infilato in una graziosa collana fatta dello stesso metallo e lavorata a maglia fine. Lo fece dondolare davanti agli occhi per guardarlo meglio e se lo allacciò al collo con aria soddisfatta.

Lo avrebbe indossato anche quella sera.

Era bello.

Il ciondolo, ehm.

Ginny scoprì che quest’anno il maglione che le aveva mandato sua madre era di un bel color crema che le donava molto.

Fortunatamente mamma l’aveva capita che il giallo faceva a pugni con il colore dei suoi capelli.

Cominciò a scartare il regalo di Fred e George, quei maledetti buffoni!

gliel’avrebbe fatta vedere, prima o poi: regalarle le ”Mutande salvavergine per la strega virtuosa”! Recitava la confezione.

Le istruzioni spiegavano che si potevano togliere solamente se non c’erano uomini nel raggio di 10 metri.

Grazie, grazie tante, fratelloni! Lo apprezzo molto!

In un moto di stizza prese gli slip e li infilò in testa, a mò di cappello.

Frugando tra i doni, vide un pacco molto ben confezionato, con della carta verde ed argento. Accidenti, quanto pesava! Lo scartò e vide che si trattava di un libro, un grosso libro. La ragazza lesse il titolo:

Musica babbana: storia, storie e protagonisti

Ginny aggrottò le sopracciglia aprì il libro.

Tra le pagine, trovò un foglio di pergamena ripiegato in tre. Lo aprì e vide due biglietti per il concerto delle Sorelle Stravagarie.

Erano per la prima fila.

Sulla pergamena non c’era scritto niente, ma Ginny sapeva benissimo chi fosse il mittente, sia dei biglietti che del libro.

Lei e Draco non si erano lasciati bene e dall’ultima volta non avevano più avuto occasione di incontrarsi. Beh, a dire il vero era lei che evitava come la peste tutti i luoghi che sapeva lui avrebbe frequentato.

Normalmente Ginny non era tipo da serbare rancore, ma quella volta…

Ginny ripose i biglietti nel cassetto e cominciò a scorrere le pagine della ricerca di Malfoy dopo essersi seduta a gambe incrociate sul suo letto a baldacchino.

* * *

Dopo il grande pranzo di Natale, Hermione, Harry e Ron uscirono dal castello per combattere la partita a palle di neve del secolo.

Era piuttosto presto e c’era tutto il tempo per divertirsi e per una partita in piena regola.

Dopo pochi minuti, i tre erano tutti presi dallelle ostilità. I loro abiti erano diventati candidi di neve, i capelli di Hermione erano sparati in aria a causa dell’umidità.

Era una vita che non si divertivano così!

Le loro guance erano rosse dal freddo e dal gran ridere e le loro risate risuonavano nel parco, così come quelle degli altri ragazzi.

Fradici, bagnati fino al midollo, ma era troppo bello!

Erano passate da poco le tre, quando videro tre ragazze marciare verso di loro con passo deciso.

Erano Ginny, Luna e Susan.

Non si presero la briga di salutare nessuno, ma apostrofarono Hermione duramente.

“Si può sapere dove diavolo eri finita? E’ mezz’ora che ti stiamo cercando…”

La faccia di Hermione aveva preso un cipiglio minaccioso:”E perché mi state cercando da mezz’ora?”

Susan le sorrise dolcemente. “Stasera c’è il ballo, dobbiamo prepararci ed abbiamo deciso che lo faremo tutte insieme in camera tua!”

“Ma sono solo le tre, mancano 5 ore, non esageriamo!” borbottò Hermione, estremamente contrariata.

Luna intervenne, filosoficamente. “Il tempo…. Cosa importa il tempo che ci metteremo, quando Ronald avrà una dama da schianto?”

Hermione buttò a terra la palla di neve che stringeva nella destra e le seguì docilmente.

Harry guardò le quattro ragazze divertito, con un ghigno che sembrava proprio quello di Malfoy. “Non ho mai visto Hermione così docile, vero RONALD?”

Ron scosse il capo, imbronciato a sua volta. “Adesso stiamo esagerando… due anni fa ci ha messo tre ore, quest’anno cinque…”

Harry gli diede una pacca sulla schiena. “Due anni fa era tre volte più carina del solito, probabilmente, stasera sarà cinque volte meglio…. E chiudi la bocca Ron, sembri un pesce lesso! Io ho freddo. Ti va una burrobirra?”

* * *

Hermione era seduta sul suo letto a baldacchino, quando Susan entrò nella stanza facendo levitare (Baule Locomotor!) un enorme baule.

“Ma cosa diavolo c’è in quel baule, Susan?” chiese Hermione con fare sospettoso.

“Semplicemente il necessario per stasera.” Rispose Susan cominciando a pettinarla.

Ginny le prese la mano e gliela accarezzò. “Non ti preoccupare, Hermione, Susan sa il fatto suo….”

Nonostante le rassicurazioni di Ginny, Hermione era piuttosto preoccupata.

Non era abituata a dedicare tanta cura al suo aspetto.

Si sentiva piuttosto a disagio.

Luna, come al solito, stava leggendo una rivista al contrario. Sembrava che tutti i suoi pensieri si fossero focalizzati su quelle pagine e che il mondo avrebbe potuto sparire senza che lei facesse una piega.

Susan si sedette sul letto accanto ad Hermione. “Ascolta, Hermione, tra le materie di studio per gli apprendisti guaritori c’è anche cura della pelle e qualche elemento di incantesimi di cosmetica, quindi non ti preoccupare e lascia fare a noi.”

Apparentemente, Ginny, Luna e Susan avevano deciso di far apparire al meglio Hermione, quella sera.

Susan si sarebbe occupata del trucco, Luna dei capelli e dei vestiti, Ginny avrebbe dato una mano. Si sarebbero alternate: mentre Luna aiutava Hermione, Susan avrebbe aiutato Ginny e viceversa. Poi avrebbero pensato a loro stesse.

C'era un sacco da fare, sarebbero state impegnatissime fino all'ultimo Pochi minuti dopo, Hermione si ritrovò la faccia coperta da una maschera al cetriolo, le unghie limate e laccate da far asciugare. La tortura era cominciata.

Sospirò con rassegnazione.

* * *

Mancava solo una mezz’ora all’inizio del ballo e la ragazza era al limite dell’isterismo.

“Basta! Non ne posso più! Sono le sette e mezzo, è da quattro ore e mezzo che mi state torturando con queste cose orribili, mi avete fatto la ceretta in tutti i posti possibili ed immaginabili e non sono ancora pronta. Senza contare che neanche mia madre mi ha mai visto così con solo la biancheria addosso da quando avevo 5 anni!”

Le altre tre ammutolirono, poi scoppiarono in matte risate.

* * *

ROn si sedette sulla poltrona accanto al fuoco nella sala comune di Grifondoro; era già pronto con il suo abito da cerimonia nuovo. Senza pizzo, di un bel blu. Fred e George avevano mantenuto la promessa fatta ad Harry.

“Ma cosa diavolo stanno combinando quelle quattro pazze scatenate?”chiese lui visibilmente preoccupato.

Harry rise ed in quel momento si sentirono le urla di Hermione e le risate delle altre tre.

“Ma senti, Harry? Non dovevamo lasciarla andare… magari ha bisogno di aiuto”

Harry, con una faccia serissima aggiunse. “Certo, hai ragione, come no! Magari la stanno torturando a morte… Dai, Ron… lo sai come sono le donne (in realtà no, ma non lo sa neanche tanto bene Harry come sono le donne, a quanto si è visto fino ad ora, non credete anche voi? NdA). Ron, calmati, ricordati che tra quelle quattro pazze c’è anche tua sorella.”

“E’ anche per questo che mi preoccupo. Man mano che cresce, Ginny sembra assomigliare sempre di più a quei combinadisastri dei gemelli! Cioè, non è che faccia esplodere mai niente, ma si diverte un sacco a fare scherzi pure lei!”

* * *

Dopo l’esplosione di rabbia di Hermione, Luna chiuse quietamente il suo giornale e la guardò, assente, con i suoi grandi occhi azzurro chiaro.

“Non sei molto gentile, Hermione, noi stiamo facendo questo solamente per te.”

Hermione tacque, ma le lanciò un’occhiata incendiaria. Solo che una ragazza in mutande e reggiseno non può essere molto minacciosa. Difatti Luna rimase impassibile.

“Bene, ora tocca a me. Hermione, infilati il vestito” comandò Luna pratica.

Hermione ubbidì sbuffando.

Luna prese la sua bacchetta e cominciò ad agitarla, mormorando incantesimi su incantesimi.

Pochi minuti dopo, soddisfatta, infilò la bacchetta dietro all’orecchio e si fermò ad osservare il risultato del suo lavoro: “Dunque, l’abito che indossavi due anni fa era carino, ma il colore non era molto adatto a te: penso che questo color amaranto vada molto meglio. E così riadattato ti dona ancora di più”

Così dicendo, prese Hermione delicatamente per un braccio e la portò davanti allo specchio. “Allora, che ne pensi?”

Hermione arrossì. “Luna, tu sei da ricoverare al Saint Mungo se pensi che io vada al ballo così!”

“Così come?” la guardò incuriosita Luna.

“Il colore è bellissimo, niente da dire, ma….. è troppo … io non so se è il caso.”

Hermione si guardava incerta allo specchio: l’abito era molto bello e le donava. Ma era troppo scollato ed attillato per i suoi gusti.

E poi lei era Hermione Granger, non poteva andare al ballo con un’abito simile: cosa avrebbero pensato di lei i professori?

Cosa avrebbe pensato di lei Ron?

Luna si sedette sul letto, intrecciando le dita in grembo: “sentiamo, Hermione, uno dei tuoi progetti per il futuro è quello di tornare dai babbani e farti, come si dice Ginny? suora?”

Hermione scosse il capo arrossendo vistosamente:”Beh, no, ma non ho mai messo un vestito così….. provocante.”

Lo specchio alla parete intervenne: “Cara, non capisco che problemi tu ti faccia, sei bellissima, era ora che indossassi qualcosa di decente che ti valorizzasse.”

“Davvero pensate che io stia bene così?” chiese Hermione esitante. Le altre tre annuirono vigorosamente.

“Va bene così allora, avete vinto voi” Hermione aveva gettato la spugna, contro quelle tre coalizzate c’era ben poco che lei potesse fare.

“Molto bene”, esclamò Luna con aria competente, approvando soddisfatta “ora pensiamo ai capelli!”

* * *

pochi minuti prima delle otto, le quattro ragazze erano pronte, nei loro vestiti nuovi e tutte sorridenti (Hermione non stava ridendo molto, però!)

Susan si girò verso le altre tre. “Pronte?”

Le altre annuirono. “Io esco per prima, poi tu Luna, Ginny ed in ultimo, la nostra splendida Hermione.”

La suddetta rispose con un grugnito.

Susan fu la prima ad uscire.

Neville la vide subito e le sue labbra si aprirono in un larghissimo sorriso: le diede un bacetto sulla guancia e le disse che era talmente bella che avrebbe voluto abbracciarla, ma che aveva paura di rovinarle l’abito.

Susan rise e lo abbracciò stretto stretto.

Uscì anche Luna ed Harry non la riconobbe subito. Anche lui sorrise e pensò che Luna era davvero carina quella sera.

Luna gli sorrise ed il ragazzo sentì qualcosa stringergli il petto, mentre il suo pomo d'Adamo faceva sù e giù.

Non c’era nessuno a Grifondoro ad aspettare Ginny, ma quando la ragazza uscì dalla stanza, ci furono parecchi fischi di apprezzamento.

Ginny arrossì.

L’ultima ad uscire dalla stanza, timidamente, fu Hermione.

Ron stava parlando con Ginny quando Harry gli diede una gomitata nello stomaco.

“Hey, Harry, ma che diavolo….”

“Ron, credo che ci sia qualcuno che ti sta aspettando.”

Ron si girò e vide Hermione.

Il suo cuore fece un salto mortale , anzi due.

WOW, doppio WOW e triplo WOW….

Hermione era così… bella! Nessuno avrebbe potuto dubitare che lei non fosse una ragazza, pensò Ron con gli occhi persi nella scollatura della sua dama.

Qualcuno, per la seconda volta in quel giorno, gli disse di chiudere la bocca, che sembrava un pesce lesso.

“Bene,” rise Harry,” visto che Ron ha chiuso la bocca, direi di andare. Ginny? Justin ti aspetta all’entrata della sala grande, vero? Luna, non ti dispiace se do il braccio anche a Ginny, vero?”

Luna sorrise… “Certo, basta che dopo te lo dia indietro….”

Harry, non sapendo bene cosa rispondere, le sorrise ed aiutò le due ragazze ad uscire dal ritratto.

Arrivarono alla sala grande dove Justin stava aspettando Ginny.

“Che strano… ho camminato a braccetto con Harry Potter. Se mi fosse capitato solo due anni fa, Justin mi avrebbe raccolto col cucchiaino”.

Sorridendo, Harry prese la mano di Ginny e la mise in quella di Justin.

“Ecco, Justin, la tua dama sana e salva. “

Justin le lanciò uno sguardo di apprezzamento neanche troppo velato.

Le porse il braccio, che Ginny prese delicatamente e la condusse dentro.

* * *

che ne dite, vi piace?

che ne dite del regalo dei genitori di Hermione? ho riso per tre quarti d'ora quando mi è venuta in mente questa scemenza

il prossimo capitolo è quello più importante. il rating sarà R, non perchè succederà qualcosa (beh...), ma più che altro per i pensieri e le sensazioni che racconterò

Grazie a tutti quelli che hanno recensito (e quelli che non lo hanno fatto sob sob sob). in particolare:

Maho: Neville piace molto anche a me, Ron non è una cima, lo so e mi diverto a spiazzare Hermione.

Beh, la storia riguardante draco è piuttosto complicata, ti posso solo dirti di leggere e capirai tutto molto bene. sono felice che anche la rivolta delle racchie ti piaccia.

Rirri: Grazie! leggerei molto volentieri la tua ff. vorrei solo dirti che però le slash non mi piacciono... questo sito è molto bello, ci sono un sacco di storie scritte veramente bene, ti piaceranno!

DOmy: grazie! se continui così, avrò il rossore permanente. però è una cosa che posso sopportare... eheheheh

ciao a tutti!

Nisi

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Capitolo 18
*** Il Ballo di Natale - Ormoni in corso ***


La festa era già al culmine.

Era strano vedere tanti colori diversi: solitamente, gli studenti di Hogwarts indossavano tutti la veste nera. Ma quella sera, colori, tanti colori, soprattutto le ragazze, con i loro abiti nuovi e sfavillanti.

Sembravano tutti più belli e più spensierati del solito. E forse lo erano per davvero.

Già molta gente si era avvicinata al buffet, colmo di ogni ben di dio, dal quale proveniva un profumino delizioso.

Aspettavano solo un cenno di Silente per incominciare la cena.

Ginny sorrise vedendo come Nattie McDonald si fosse impossessata letteralmente del braccio destro di Euan Abercrombie. Lo scozzese, a quanto pareva, non sembrava essersela presa più di tanto.

Harry, Ginny e Ron salutarono Nattie con una mano. Lei rispose con un sorriso e Ginny le fece il segno di vittoria con indice e medio. Nattie ricambiò con una strizzatina d’occhio.

I nuovi arrivati si guardarono in giro, con stupore.

Lavanda Brown aveva superato sé stessa, le decorazioni erano meravigliose: c’erano le solite candele sospese, ma invece della luce che erano abituati a vedere, queste spruzzavano stelline dorate ed argentate. C’erano statue di ghiaccio (Lavanda aveva evidentemente parlato con i ragazzi di Beauxbaton) che raffiguravano elfi di Natale, renne e babbi natale; drappi di seta cangiante con i colori di Hogwarts e poi quadri animati con scene natalizie. Neve finta al sapore di menta che cadeva dal soffitto. Vapori multicolori profumati. Lavanda aveva scelto saggiamente di non stregare le armature in modo che cantassero le canzoni natalizie, visto che Pix ne aveva approfittato a suo modo, due anni prima. E ai microfoni c’era Celestina Warbeck. Lavanda aveva davvero fatto un ottimo lavoro.

E, a proposito di Pix, la professoressa McGranitt aveva opportunamente provveduto ad affidarlo alle cure amorevoli del Barone Sanguinario. Con un po’ di fortuna, non sarebbe stato lì a versare punch sulla testa di nessuno.

Ginny guardò di sottecchi Justin e pensò che quella sera fosse molto elegante. Indossava un abito babbano da sera (lo chiamavano smoking, giusto?).Ginny gli prese il braccio decisa a divertirsi al massimo quella serata. Solo Merlino sapeva quando avrebbero ancora potuto divertirsi al quel modo.

La ragazza si sentì osservata e si girò: Draco Malfoy stava entrando nella sala con Pansy Parkinson, che indossava un abito che la faceva sembrare una meringata. Quell’anno Draco aveva saggiamente lasciato perdere l’abito da vicario ed aveva scelto un abito da cerimonia blu scuro. Guardando l’abito di Parky, Ginny cercò di rimanere seria e ricambiò lo sguardo di Draco, impassibile.

Il ragazzo le rispose chinando la testa con un sogghigno.

Tipico di lui pensò Ginny mentre voltava la testa dall’altra parte.

Tutti gli studenti presero posto ai tavoli, che per l’occasione erano stati decorati con dei centrotavola molto eleganti ed elaborati.

Silente si alzò e prese la parola, mentre Piton lo guardava con espressione disgustata.

“Benvenuti a questo banchetto di Natale. Lo so che non vi interessano i discorsi di un vecchio bacucco come me, per cui vi dirò solamente due parole: Buon Appetito”.

Tutti applaudirono e si avvicinarono al buffet, servendosi delle pietanze che preferivano, poi ritornarono al loro posto per gustare la cena.

Il cibo era eccezionale, l’atmosfera serena, ma allo stesso tempo tutti gli studenti fremevano di anticipazione: le ragazze ridacchiavano e spiegavano alle amiche dove avevano comprato il vestito che indossavano e con chi sarebbe piaciuto loro ballare.

Dal canto loro, i ragazzi occhieggiavano continuamente le ragazze e si davano di gomito l’un l’altro facendo notare come certe fossero molto più carine con l’abito da sera che non con la solita veste.

In ogni caso, tutti non vedevano l’ora di cominciare il ballo vero e proprio.

* * *

La cena era finita ed ora Celestina Warbeck si preparava ad iniziare a cantare, i tavoli erano stati fatti evanescere ed ora la sala Grande era diventata un’enorme pista da ballo.

Il batterista della band di Celestina picchiò 3 volte le bacchette l’una contro l’altra e la musica iniziò, diffondendosi in tutta la sala.

Celestina attaccò con uno dei suoi ultimi successi, un ballabile veloce intitolato “Perché la domenica mi lasci sempre sola (per andare alla partita di Quidditch)”, giusto per scaldare un po’ l’atmosfera.

Nessuno voleva andare in pista per primo, ci voleva troppo coraggio.

Dopo pochi secondi, però, Cho Chang cominciò a ballare con Roger Davies.

Piano piano la pista si riempì. Neville stava ringraziando Merlino e tutti gli dei uno dopo l’altro che quello fosse un ballo da ballare staccati… si ricordava ancora troppo bene delle espressioni di dolore di Ginny ogni volta che le pestava i piedi… pregò fra sé…. Magari con Susan sarebbe andata meglio.

La professoressa Cooman che per una volta aveva abbandonato la sua torre ed i pesanti occhiali, aveva invitato a ballare il professor Piton, che l’aveva guardata come se fosse diventata verde tutta ad un tratto. Senza dire una parola, il professore di pozioni aveva raccattato la bacchetta che era posata accanto a lui e si era diretto verso il roseto, deciso ad impiegare il tempo in maniera costruttiva togliendo punti a tutti gli studenti imboscati tra i cespugli.

Silente aveva assistito alla scena e, per non umiliare la professoressa di Divinazione, l’aveva invitata a buttarsi nella mischia assieme a lui. Non se la cavava male, vista l’età…

La professoressa McGranitt era piuttosto allegra, dopo che Hagrid le aveva servito una generosa dose di acqua viola “corretta” con Whiskey di fuoco. La severissima direttrice di Grifondoro aveva convenuto con l’insegnante di cura delle creature magiche che la bibita ci aveva guadagnato tantissimo in sapore.

dopodichè la professoressa, vestita di un completo di tartan scozzese e decorato qua e là da ciuffetti di erica delle Highlands e cardo di Edinburgo (doveva sedersi con molta cautela….), aveva raggiunto il professor Vicious sulla pista da ballo. Ora, vista la ridotta statura del professore di incantesimi, Minerva stava valutando se non fosse meglio per lei prendere in braccio il minuscolo professore, piuttosto che stare chinata su di lui per tutto il tempo del brano musicale e rimediare per il giorno dopo il più debilitante colpo della strega (un nome, una garanzia! NdA) che le sue anziane ossa potessero ricordare.

Ginny stava ballando con Justin, ridendo allegramente. Justin ballava molto bene e la faceva piroettare su sé stessa tutto il tempo. Harry e Luna erano seduti al tavolo, chiacchierando.

Il problema ce lo aveva Ron. Stava effettivamente ballando con Hermione e la cosa gli piaceva parecchio.

Solo che…. Ecco….. che imbarazzo…

Non riusciva a staccare gli occhi da Hermione.

Non esattamente: dalla scollatura di Hermione.

Meglio: da quelle due cose favolose che stavano strizzate nel vestito di Hermione e che rischiavano di fargli saltare l’equilibrio ad ogni momento.

Ron gemette.

Da dove arrivavano? Due anni fa non c’erano e non se ne era mai accorto.

Questi vestiti non dovrebbero essere permessi!

Si stava rendendo conto del perché gli studenti dovevano indossare quelle tuniche larghissime: troppa distrazione!

E poi ballare… ballare…

Si stava troppo vicini, ecco!

D’un tratto Ron si ricordò che i suoi genitori ballavano spessissimo.

Altro gemito: ora capisco perché i miei genitori invece di avere un paio di bambini solamente, avevano creato una squadra di quidditch (i giocatori nella squadra di quidditch sono 7, come i figli degli Weasley NdA)!

Ron non aveva il coraggio di toccare le proprie orecchie, sapeva che stavano bruciando, così come il resto del suo essere. Oh, Hermione, sei uno schianto!

quel vestito e i fiori tra i capelli.

Merlino, che buon profumo che hai, ti annuserei per tutta la notte (ondata di panico).

Si era accorto con sorpresa che Hermione portava proprio quel profumo che lui le aveva regalato l’anno prima.

La tentazione di strofinare il naso sul collo candido di Hermione era fortissima. Voleva sentire che effetto facesse.

quei capelli morbidi…

Ondate di calore si propagavano attraverso il povero Ron ed i calzoni erano diventati almeno di due taglie più stretti, mentre pensava che avrebbe voluto affondare il viso anche in quei seni morbidi ed accarezzarli fino a non poterne più.

Finalmente quella tortura finì e, confuso come mai gli era capitato, tornò al tavolo con Hermione per riprendere fiato.

* * *

Il ballo stava andando benissimo, un successo. Celestina, dopo una pausa, disse che avrebbe cominciato a cantare canzoni babbane. Intanto, le luci della sala si abbassarono ancora di più ed una piacevole penombra si diffuse tutt’attorno.

Draco Malfoy stava cincischiando un bicchiere di analcolico (niente whiskey di fuoco per gli studenti, siamo ad Hogwarts) ed osservava distrattamente Goyle e Tiger che, nonostante il banchetto fosse finito, continuavano imperterriti ad abbuffarsi.

Si domandò oziosamente quanto cibo erano capaci di portare quelle pance rotonde.

Notò anche che Millicent Bullstrode stava facendo loro un’agguerrita concorrenza.

Pansy era andata a ritoccarsi il trucco e solo Merlino sapeva quando sarebbe tornata.

Stava per portarsi il bicchiere alle labbra per un altro sorso, quando la band di Celestina Warbeck attaccò un brano. Draco senza rendersene conto, si ritrovò in piedi.

Aveva riconosciuto la canzone.

E sapeva, dallo sguardo di Ginny Weasley che anche lei l’aveva riconosciuta.

D’altronde, gliel’aveva sentita cantare, una sera di non molto tempo prima.

Prima di rendersi conto di quello che stava facendo, si trovò al tavolo di Grifondoro e con un sogghigno si rivolse a Ron Weasley.

“Guarda guarda. Ecco qui i codardi di Grifondoro con le loro amiche”

Come Draco aveva previsto, Ron reagì in men che non si dica: “Malfoy, non siamo dei codardi.. o ti devo fare ingoiare quello che hai detto assieme ai tuoi denti?”

Draco ghignò sardonico “Davvero, Weasley, non siete dei codardi? Allora, ti va di fare una scommessa? Scommetto 20 galeoni che non avrai il coraggio di fare quello che ti chiedo”

“Spara, cosa vuoi che faccia.” Sibilò Ron.

Le labbra del Serpeverde si schiusero ancora una volta in un ghigno maligno:” non è così difficile, Weasley. Devi solo permettere alla tua dolce sorellina di ballare con me.”

Ron si irrigidì. “Ma non se ne parla….”

“Ron!” Ginny arrivò dietro di lui.” Non vorrai dargliela vinta a questo Serpeverde… e poi, tu 20 galeoni non ce li hai! Va bene, Malfoy, ballerò con te.”

Senza parlare, Draco le porse la mano e Ginny la prese.

“Malfoy!” sputò Ron, “non osare stringere e non toccare.”

Draco si voltò verso di lui. “E’ questo il tuo problema, Weasley. Se non sei riuscito a combinare niente con la mezz… la Granger è perché NON stringi e NON tocchi”. Rivolgendosi poi a GInny, le sorrise diabolico:”Pronta, Signorina Weasley?” Ginny annuì e Malfoy la condusse al centro della pista da ballo.

* * *

Se c’era una cosa che Ron detestava era dover ammettere di avere torto. Soprattutto quando un maledetto Mangiamorte come Draco Malfoy aveva ragione. Imbarazzatissimo, andò da Hermione e farfugliò qualcosa. Era una canzone lenta, quella che Celestina stava cantando, per cui si ballava abbracciati e Ron non sapeva come chiedere ad Hermione di ballare con lui senza far la figura dello stupido.

“Scusa, Ron, non ho capito…”

“Hermione, vuoi… vuoi ballare?”

“Oh!” La ragazza arrossì ma annuì. Perciò lui la prese per mano (altra morsa allo stomaco) e la portò in pista.

Susan e Neville li guardarono sorridendo, mentre ondeggiavano abbracciati sulla pista, a tempo con il ritmo dolce e lento della voce di Celestina. Ron li ignorò.

Odiava doverlo ammettere, ma non sapeva cosa fare.

Rimasero qualche secondo in mezzo alla pista, a guardarsi, l’una di fronte all’altro.

Hermione, visto il suo imbarazzo, gli prese le mani e se le appoggiò intorno alla vita. “Ecco, vedi? È facile.” E a sua volta, gli cinse il collo con le braccia.

Poi cominciarono a muoversi a tempo. Ron chiuse gli occhi, benedicendo tutti gli dei che almeno la posizione gli impedisse di posare gli occhi….. dove erano stati per la maggior parte della serata. Poi si ricordò del “consiglio” di Malfoy e strinse Hermione tra le braccia tirandosela contro. Errore! Errore! Lo stomaco smise di contorcersi, ma tutto il resto del suo corpo cominciò a fare peggio! Le due cose favolose di Hermione si stavano strusciando contro il suo petto, causandogli dei brividi incontrollabili.

Ron non sapeva se augurarsi che quella dolce tortura finisse subito o non finisse mai.

Però dopo poco perse il filo dei pensieri, mandò al diavolo tutto e strinse Hermione fra le braccia ancora più strettamente, mentre la ragazza gli abbandonava il capo sul petto.

* * *

Arrivati al centro della pista, Draco si girò verso Ginny ed aprì le braccia con un sorrisetto cattivo. “Posso avere questo ballo, signorina?”

Cautamente, Ginny gli si avvicinò ed appoggiò le mani alle sue spalle, tenendosi a distanza di sicurezza da Draco.

Il ragazzo mormorò una parolaccia e la prese per la vita, schiacciandola con forza contro di sé. Poi, con il dorso della mano spostò una ciocca ribelle dal viso della Grifondoro, sfiorandole la guancia. Ginny trasalì e ridacchiando Draco appoggiò la guancia alla sua. cominciarono a ballare.

Malfoy era una di quelle rare persone che sapeva ballare talmente bene da essere in grado di portare in modo perfetto anche una compagna scoordinata. Ginny pensò che ballare con lui era facile come respirare.

Sono felice di averti – I am so happy to have you

Sicuramente, ma Ginny stava pensando che le sue ginocchia fossero di pastafrolla. Era aggrappata al collo di Malfoy così forte perché altrimenti sarebbe caduta a terra.

Merlino, come stringeva, quel ragazzo, e proprio, lei non riusciva a far finta di niente, far finta che stargli così vicino non le piacesse da morire, accidenti, ma non era venuta al ballo con Justin?

Ma Justin chiiii?????

È sempre peggio – and it’s getting worse

Oh, si, certo che si…Ginny sentiva il respiro caldo di Draco sul collo, il suo profumo…. gli occhi chiusi per paura che tutto questo finisse troppo presto…. Lui le stava accarezzando i capelli….. la pastafrolla delle sue ginocchia si stava trasformando inesorabilmente in burro…

Sono pazza ad amarti – I am so mad to love you

Fuori di testa davvero….OH. MERLINO!!! Sentì le dita calde di Draco posarsi sulla schiena e cominciare ad accarezzarla dolcemente, così piano da farle salire le lacrime agli occhi ora, le ginocchia erano diventate di gelatina… avrebbe voluto così tanto passare le dita fra quei capelli biondi…

Sembravano così morbidi e puliti…

Sei una maledizione – and you’re evil curse

Una delle peggiori, assolutamente. Il viso di Draco si girò piano verso il suo. Ginny sentì le labbra del ragazzo posarsi sulla sua guancia. Pochi secondi dopo, Ginny le sentì passare carezzevoli sul collo e ancora sulla guancia…. Aveva il fiatone come se avesse corso per dei chilometri… ma cosa mi sta succedendo. Io….. dove sono andate le mie ginocchia????

La musica finì, all’improvviso e Ginny si trovò con le mani appoggiate al petto di Draco, le guance infuocate, gli occhi spalancati, il fiato corto, le labbra socchiuse.

Draco, per una volta non stava sogghignando, ma la stava guardando come se…..

I loro nasi quasi si sfioravano ed anche le labbra di Draco erano socchiuse.

Anche lui aveva qualche problema con la respirazione… le sue braccia erano strette attorno alla vita della ragazza.

Troppo strette.

Draco abbassò lo sguardo a guardare le mani di Ginny, ma non fece commenti e non si mosse.

“Weasley tutto a posto?” chiese dopo qualche secondo passato a fissarla.

Ginny tentò di rispondere, ma quello che uscì dalle sue labbra fu un suono rauco.

Draco scosse la testa. “Hai bisogno di bere qualcosa per calmarti. E anche io!”

La prese per mano e la portò al tavolo dei rinfreschi. Senza parlare, le offrì un calice di succo di zucca gelato.

Ginny vide che la mano di Draco stava tremando.

“Non credo sia il caso di bere della burrobirra, no?” fu il commento sarcastico del ragazzo.

Ginny bevve e vide che nel frattempo il Serpeverde aveva vuotato 3 calici di succo, uno dietro l’altro.

Qualche secondo dopo, Ginny si schiarì la gola e Draco si girò a guardarla. “IO…. Volevo ringraziarti per i biglietti del concerto…” Il ragazzo fece un gesto, come per dire:”lascia perdere”.

“…. E per il testo della tua ricerca, sei stato gentile a mandarmelo…. Bella la rilegatura. Allora la McGranitt è stata contenta?”

Draco annuì. “Sì. Mi ha persino dato 25 punti….”

Un silenzio imbarazzato scese tra i due. Dopo un paio di minuti lunghi come un secolo, Ginny chiese:“Ehm…. Malfoy?

“Che c’è?” chiese lui bruscamente.

“Perché questa pagliacciata della scommessa? Non potevi venire semplicemente a chiedermi se volevo ballare con te?”

“Perché se avessi fatto così come dici, tuo fratello mi avrebbe pestato a sangue e ti avrebbe rinchiuso in casa fino al tuo trentesimo anno di età. Così, almeno, non ti scoccerà, la mia faccia non avrà problemi e lui si dimenticherà presto che io e te abbiamo mai ballato insieme. E poi.. non ero sicuro volessi ballare. Non con me”

“Tipico di Serpeverde….Perché volevi ballarla con me, proprio questa canzone?”

Lui rispose piano: “questa canzone mi ha fatto ricordare un momento sgradevole. Visto che è così bella, volevo un ricordo migliore. Non mi hai lasciato spiegare, hai lanciato le tue belle accuse e te ne sei andata” Tacque per qualche secondo, poi cambiò discorso bruscamente, il tono della voce fattosi più secco:”Andiamo, ti riporto dal tuo cavaliere.”

La prese per il polso e la trascinò quasi di peso al tavolo dei Grifondoro.

“Finch-Fletchley, ecco la tua dama.” Poi, prese la mano di Ginny e la sfiorò con le labbra. “E’ stato un piacere, Signorina Weasley.”

Ginny si sedette accanto a Luna che al momento era sola.

“Dimmi, Gin, com’è ballare con Malfoy?”

Senza pensare, Ginny rispose: “Pericoloso…”

* * *

Se non vi è piaciuto questo capitolo, mi spiace ma di meglio non so fare...

Grazie a tutti voi che leggete e recensite. grazie grazie di cuore

Maho: bella, spero che questo capitolo ti faccia ridere come il precedente. ho letto le tue fanfics, mi piacciono molto, aspetto di leggerne altre

Neera: grazie per la recensione e per la dritta. Come puoi vedere, ho riscritto il pezzettino incriminato.

Goten: anche io mi sono fatta due risate a pensare i nomi degli autori. era un momento in cui mi sentivo particolarmente scema, per cui ne ho approfittato.

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Capitolo 19
*** Il Ballo di Natale - Harry esce dal letargo ***


Se solo un mese prima qualcuno avesse detto a Harry che sarebbe andato ad un ballo con Luna Lovegood, sarebbe stato seduto tutto il tempo e si sarebbe divertito, Harry gli avrebbe suggerito una bella visita al reparto psichiatrico del San Mungo. Con urgenza.

Eppure era stato proprio così: avevano chiacchierato tutto il tempo come vecchi amici e lei lo aveva fatto ridere con le sue battute strampalate.

Strano, avrebbe detto che fossero i ragazzi a dover far ridere le ragazze…

“Luna, ma che fine ha fatto la tua collana di tappi di burrobirra.” Chiese Harry notando la mancanza della sua collana preferita.

La Corvonero scosse il capo. “Non si adattava con questo abito. I tappi sono gialli e neri ed il mio abito è blu notte. Sarebbe stata malissimo.”

Harry tacque, non essendo sicuro che la ragazza stesse scherzando o meno. Dopo qualche momento riprese.

“Mi ha detto Hermione che sei stata tu ad aiutarla con la scelta dei vestiti e la pettinatura.”

“Si! Non trovi che sia molto bella? Sta meglio con i capelli sciolti… al ballo di due anni fa li aveva raccolti. Era molto elegante, ma sembrava la McGranitt con cinquant’anni in meno.” Osservò Luna sorridendo.

Harry rise al pensiero.

“Dove hai imparato a fare queste cose, tipo adattare vestiti e colori?” chiese Harry ora incuriosito.

“Mia mamma” rispose semplicemente Luna. “Lo sai che lei adorava provare tutti i tipi di incantesimi, vero? C’è stato un periodo nel quale mamma era tutta presa dagli incantesimi di trasfigurazione degli abiti. Io e lei spesso giocavamo a chi aveva il vestito più bello.”

Harry decise di fare quella domanda che gli bruciava sulle labbra da mesi.

“Luna… io volevo chiederti… una cosa personale…” esitò Harry

Luna annuì.

“Ecco… sono passati 7 anni da quando hai perso la tua mamma… Volevo sapere…… ora soffri ancora?” aveva proseguito lui.

Luna sorrise tristemente. “Harry, tu vuoi sapere se smetterai di soffrire per il tuo padrino…”

“Beh, sì..” ammise lui.

“Vedi, Harry, il dolore è una cosa strana… all’inizio… ti prende la testa, il cuore, lo stomaco… senti un male quasi fisico… ma poi, quando passa il tempo lo accetti come una parte di te, come fosse un braccio.. una gamba…. Non ci fai caso… ma lui è sempre lì… tutte le volte che il pensiero va a chi hai perso lo senti…. Ma fortunatamente, poi, oltre il dolore, senti che l’amore che hai provato non sparirà mai”

Luna gli prese una mano e gliela accarezzò dolcemente.

Come mai Luna aveva capito così bene quello che stava provando se, fino a pochi secondi prima non lo sapeva nemmeno lui.

Luna gli sorrise enigmatica:”Sensi di colpa?”

Harry rimase di sasso. Anche questo aveva capito… ma come diavolo?

Harry aveva fatto di sì con la testa:” Ho scoperto che mio padre e Sirius si erano comportati malissimo con una persona…. E la cosa non mi è piaciuta… sono arrabbiato con quei due. Lo so che è idiota arrabbiarsi con due morti, ma non ne posso proprio fare a meno! E poi… Sirius… che stupido…. Sai quante volte mi è venuto in mente che fosse così imprudente… così stupido da non stare attento… così distratto e sbadato…” aveva concluso Harry con voce alterata dalla rabbia, picchiando un pugno sul tavolo e facendo sobbalzare Luna

Luna lo guardò sbattendo le palpebre:”Non credi che, forse, stava cercando di reagire a suo modo? pensaci, Harry…. Un uomo giovane e forte costretto a star chiuso in casa, il suo figlioccio in pericolo e non poter fare niente, Piton che lo tormenta….nessuna speranza… una casa che odia ed una famiglia che non lo ha mai amato… c’è da farsi venire la voglia di morire.” Concluse Luna con la voce incrinata.

Harry guardò Luna di traverso:”Tu… tu credi che si sia fatto uccidere apposta da Bellatrix?”

Luna scosse vigorosamente il capo:”No, ma forse, in quella situazione morire era la soluzione più semplice….”

Harry lasciò ricadere la testa sul petto. “Luna… ti dispiace fare un giretto fuori?”

“No figurati” Luna era già in piedi accanto a lui.

Harry uscì dalla sala grande con Luna alle calcagna, poi uscirono nel giardino.

Si sedettero su una panchina.

Harry osservava il professor Piton che stava togliendo punti a Stebbins e a Fawcett per essersi nascosti nel solito cespuglio di rose. Così come a Cho Chang e Roger Davies.

Quella sera gli zaffiri scendevano veloci dalla clessidra di Corvonero, a quanto pareva. Harry sorrise divertito, mentre sedeva un po’ più vicino a Luna.

Luna soffocò una risatina.

Harry guardò il visetto buffo di Luna Lovegood e decise che era carina, a modo suo.

Piuttosto carina.

Molto carina.

No, bella.

Le sorrise incerto: “Sei molto gentile con me. Non so come tu faccia a capire tutto di me”

Luna fece spallucce:”Beh, non lo so, mi viene così”

Harry la guardò fisso negli occhi e si avvicinò impercettibilmente ancora un pochino a Luna ed appoggiò un braccio allo schienale della panchina, mentre chinava il viso verso quello della ragazza.

“Tu vuoi baciarmi, Harry!” non una domanda, una constatazione.

Harry si sentì come se qualcuno gli avesse buttato una secchiata di acqua gelata in faccia.

Poi diventò di brace.

Luna aveva ragione, voleva baciarla… e lo aveva freddato sul posto.

Luna era seduta ritta sulla panchina e le braccia rigide tra le gambe.

Harry avrebbe voluto che sotto di sé si fosse aperta una voragine nella quale nascondersi e dalla quale non uscire mai più.

Dopo qualche momento, Luna si girò verso di lui con un sopracciglio inarcato:”Allora?”

Harry sbattè le palpebre un paio di volte e la guardo a sua volta:”Allora,cosa?”

Era ancora tutto rosso in faccia.

“Niente bacio?” chiese Luna imperturbabile.

“Ma io credevo che tu….” Alitò Harry sconvolto.

“Che io?” lo incoraggiò Luna.

“Che non volessi” finì il ragazzo con un filo di voce.

“Harry, ti ho mai detto che non volevo?” chiese Luna quietamente studiando la nuvola sopra di lei.

“No, però sembrava che non ci tenessi”.

Luna si limitò a sorridere, continuando a guardare in alto con i suoi occhioni chiari.

Harry si grattò il naso e sospirò profondamente, mentre si sentiva il cuore battergli dalle parti del pomo d’Adamo.

“Non vorrei metterti fretta, Harry, ma il ballo è finito e non mi piacerebbe che tutta Hogwarts mi guardasse mentre mi baci, credo sia una cosa molto personale” osservò Luna con lo stesso tono che usava la McGranitt quando spiegava trasfigurazione.

Harry deglutì faticosamente il grosso rospo che gli si era formato in gola.

Avvicinò il viso a quello di Luna e le poggiò delicatamente le mani sulle spalle.

Le sorrise e si avvicinò ancora di più alla ragazza.

Chiuse gli occhi e sentì il profumo lieve di Luna avvolgerlo dolcemente.

Era fresco e sapeva di primavera e di fiori appena colti.

Socchiuse le labbra, mentre la circondava con le braccia.

Prima che Harry potesse procedere, Luna lo aveva bloccato appoggiandogli tutte e due le mani sul petto.

“Cosa si fa con la lingua?”

Altra secchiata d’acqua gelida in faccia. Facciamo due.

Harry ritornò a nascondersi nella voragine e non riuscì più a parlare.

Luna si mise a guardarlo sconsolata:”Ho rovinato tutto, vero?”

Harry rispose gentilmente:”Ma no, che dici?!?!”

Nonostante ciò, stava annegando nell’imbarazzo.

Luna lo guardò dubbiosa con un sopracciglio alzato.

“Si, cioè no… io voglio dire…” Harry non sapeva più che pesci pigliare.

Luna, al massimo della costernazione si era alzata dalla panchina con i lembi della gonna in mano.

“Luna, dove vai?” chiese Harry, allarmato.

Va bene non riuscire a baciare la propria dama, ma farsi piantare in asso...

“Torno a Corvonero, scusami tanto, Harry”

“Ma no, Luna, resta qui” Harry, ormai disperato, le aveva afferrato una mano.

Nonostante l’estremo disagio, Harry si costrinse a parlare “Senti, io non ti posso spiegare cosa si fa con la lingua, ma più o meno ho capito come si fa…”

Luna lo aveva guardato sbalordita:”Come più o meno? E con Cho Chang?”

Ecco… se lo aspettava dall’inizio della serata. Bingooo.

I balli erano la sua maledizione. Era l’ultima volta, l’ultima volta che si faceva infinocchiare a partecipare.

Con lo sguardo fisso ai suoi piedi, Harry confessò:”E’ successo una volta sola…”

Luna lo guardò speranzosa:”Ma l’hai baciata tu, quindi…”

Harry scosse il capo con aria miseranda:”E’ stata lei a saltarmi addosso, io non ho fatto niente”.

Luna lo guardò assorta per qualche secondo:”Allora sei imbranato come me!”

Avrebbe potuto dirlo un pochino più gentilmente, ma la sostanza era quella:”Eh già”

Harry aveva il morale sotto i tacchi.

Luna rincarò la dose:”Ma non siete voi ragazzi che…”.

Harry scosse la testa:”Non è sempre così!” protestò sulla difensiva.

Alla fine Luna sorrise (ma che cavolo ha da sorridere così, pensò Harry):”Allora più o meno siamo allo stesso punto!”

Non sapeva che cosa l’avesse spinto a farlo, ma Harry ricambiò il sorriso di Luna:”Si, penso di sì”.

Luna si avvicinò ad Harry:”Magari, allora, possiamo imparare assieme”.

Il sorriso di Harry si allargò visibilmente:”Magari”.

Luna si avvicinò ancora di più:”Facciamo le cose piano piano?”

Harry annuì, il cuore che aveva preso il volo:”Facciamo le cose piano piano”

Luna gli passò le braccia attorno al collo, mentre Harry le cinse la vita.

Luna poggiò la guancia su quella di Harry e la strofinò contro la sua.

Poi si staccò stupita e gli sorrise:”Pungi! Hai già la barba!”

Harry arrossì di piacere:”Sì, me la faccio ogni settimana, senti!” prese la mano di Luna e se la passò contro la guancia.

Per la prima volta, Luna arrossì:”Harry, tu mi piaci tanto…”.

Con il cuore su Marte, Harry rispose:”e tu piaci tanto a me, Luna!”.

La cinse delicatamente con le braccia e le baciò delicatamente la guancia “ti piace così?”

“Sì e a te?” Luna fece lo stesso.

“Molto. E questo?”

Harry la baciò accanto alle labbra.

Luna sospirò:”Certo…”

Anche lei lo baciò accanto alle labbra:”E a te?”

“Oh, sì” le sussurrò Harry in un orecchio.

La guardò per un lungo momento, poi la baciò sulle labbra, il cuore che minacciava di saltargli fuori dal petto.

Luna lo guardò con occhi luminosi:”Ma questo è meglio! Possiamo rifarlo, per favore?”

Harry sentì ancora quella famigliare morsa allo stomaco che associava a Luna:”Tutte le volte che ti pare, Luna” mormorò Harry con voce roca.

E per parecchi minuti smisero di parlare.

Luna fu la prima a dire qualcosa: con un sorriso radioso gli sussurrò:”Adesso so cosa si fa con la lingua!” mentre Harry la stringeva e soffocava una risata tra i suoi capelli.

Harry pensò, in un angolo lontanissimo della sue mente, che forse avevano trovato chi doveva andare con Ginny Weasley nella foresta proibita.

Assalito da un dubbio improvviso, Harry le prese il viso tra le mani e lo scrutò attentamente.

“Harry, quando mi baciano, io non piango mai!” gli disse sorridendo.

Ma anche questo sapeva, accidenti!

* * *

il ballo era finito e tutti gli studenti si stavano preparando a raggiungere i loro dormitori.

Ginny e Justin era soli, in un angolo appartato del secondo piano.

“Hey Ginny… è stato bello ballare con te.” le disse lui sorridendo.

Ginny gli sorrise a sua volta:”Anche per me, Justin… mi sono divertita tantissimo, grazie. Tu balli molto bene.”

Il ragazzo rise, poi la abbracciò e la baciò.

La lasciò andare dopo pochi secondi.

Era perplesso.

“Ginny…. Non ti offendi se ti dico una cosa?” chiese Justin con aria contrita.

“Dipende da cosa” Ginny lo guardava preoccupata. Era offeso? Gli aveva fatto qualcosa?

“Ecco…. Sei bellissima e tutto… ma mi sembra di baciare mia sorella!” confessò Justin tutto d’un fiato.

Ginny fece l’ultima cosa che Justin si aspettava da lei.

Scoppiò a ridere….

Forte.

Buttando indietro il capo e la sua criniera rossa.

“Oh, Justin…. Anche io ho avuto la stessa sensazione… mi sembrava di baciare Ron” Ginny faceva fatica a parlare per il gran ridere.

Justin si unì alla risata di Ginny:”Allora mi posso aggiungere alla lunga lista di fratelli di Ginny Weasley?”

“Ma certo, fratello onorario dopo Harry Potter!” acconsentì Ginny mentre si asciugava le lacrime con il fazzoletto che Justin le aveva porto nel frattempo.

Dopo qualche secondo, Ginny si ricompose:”Te lo faccio lavare, è tutto macchiato di mascara”

Justin stava ancora ridendo:”Oh, lascia perdere, Ginny tienilo come ricordo”

Sorridendo, Ginny lo prese a braccetto e si diressero verso la torre di Grifondoro.

Arrivati al ritratto, Ginny abbracciò affettuosamente Justin e lo salutò.

Nella sala comune non c’era nessuno.

Tranne Ron ed Hermione in piedi l’uno di fronte all’altra.

Entrambi erano rossi in faccia e sobbalzarono quando si resero conto che Ginny era entrata.

Ginny li salutò e si diresse verso il suo dormitorio con la chiara sensazione di aver interrotto qualcosa.

* * *

ecco, Harry e Luna sono a posto.

grazie a tutti, come al solito.

Hey, vi è piaciuto lo scorso capitolo, vero?

Le vostre recensioni mi hanno fatto un sacco piacere.

Goten e Florinda: Spero che anche questo vi piaccia.

Maho: eccomi qui! cosa ne pensi di questo? ti soddisfa?

Byakko: Brava. Ma era da un po' che Draco nel suo tortuoso modo ronzava attorno a Ginny. in effetti, adesso cominciano i veri casini. Quelli grossi.

Domy: Grazie mille, come al solito.

Dal prossimo capitolo la storia sarà più complessa...

buona lettura e grazie a tutti

nisi

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Capitolo 20
*** Primo sangue ***


La sera seguente, Neville, Ginny, Ron, Hermione e Harry erano seduti ad un tavolo nella sala comune di Grifondoro.

Harry aveva preso da parte Hermione, quella mattina e le aveva detto che aveva bisogno di parlare con tutti i componenti del gruppo.

Per cui, la sera tardi, si erano trovati tutti lì, seduti ad un vecchio tavolo di legno.

Hermione si mosse a disagio sulla panca:”Sentiamo, Harry. Cosa ci devi dire?” esordì Hermione senza esitare oltre.

Harry era profondamente a disagio ed arrossì. Si schiarì la gola un po’ di volte prima di riuscire a dire:”Ho scoperto chi deve andare nella foresta insieme a Ginny.”

Ginny, sorrise maliziosamente:”Cioè hai scoperto chi è la ragazza che si è innamorata di te.”

Harry la guardò malissimo.”Se vuoi metterla così…”

Neville intervenne: “Allora? Di chi si tratta?”

“… E’ Luna, Luna Lovegood” mormorò Harry imbarazzato.

Ron brontolò:”Lunatica Lovegood? Non esiste! Quella è troppo strana!”

Ginny saltò in piedi:”Non ti permettere, sai, Ron Weasley… Rimangiati subito quello che hai detto, altrimenti dopo che avrò finito con te, avrò solo 5 fratelli!”

“Va bene, va bene, scusa…. Non è il caso di prendersela così, accidenti…..” si scusò Ron cercando di calmare la sua infuriata sorella.

“E’ il caso di prendersela sì!” gli ringhiò dietro Ginny.

Hermione sorrise e lo prese in giro affettuosamente:”Se non sono di Corvonero non ti piacciono, vero?”

La battuta di Hermione rilassò gli animi. Hermione tagliò corto e, guardando i compagni disse:”C’è solo un modo per scoprire se Harry ha ragione o meno” ed accennò alla profezia appoggiata sul tavolo.

Neville era il più vicino alla pergamena. Per cui, prese la piuma, la intinse nell’inchiostro e scrisse sulla riga nera apparsa sotto al suo nome

“Luna Lovegood”

La scritta lampeggiò tre volte, al di sotto di essa comparve un’altra riga nera.

Poi si sdoppiò ed il nome di Luna si intrecciò a quello di Harry formando il simbolo eterico dell’aria.

“Harry, ci hai preso…. Ora dobbiamo parlare a Luna…. Ma credo che lo voglia fare tu, vero?” ridacchiò Ginny.

Harry annuì senza parlare.

Hermione, pratica, aggiunse:”Bene, allora abbiamo trovato una Corvonero. Mancano solo Tassorosso e Serpeverde”.

Ginny osservò, meditabonda: “ha senso, no? Non ho mai visto nessuno cavarsela bene con gli animali come Luna, tranne Hagrid, per cui è giusto che sia lei a venire nella foresta assieme a me per trovare l’unicorno”

Nel frattempo, Ginny aveva preso in mano la pergamena e la stava studiando. Parecchi minuti dopo, alzò la testa.

“Scusate… forse io ho trovato chi è un altro componente del nostro gruppo”

Quattro teste si girarono di scatto verso di lei e i compagni la guardarono incuriositi.

Ginny guardò gli altri.” Allora, nella profezia si parla della magia più potente… cioè quella che non si può sconfiggere, giusto? Cosa ha sconfitto Voldemort? La mamma di Harry… ha sacrificato sé stessa per amore…avete capito, è la magia più potente? L’amore! E’ per questo. E’ una possibilità in più che abbiamo!” conluse accorata.

Posò la pergamena sul tavolo ed indicò i nomi:”Harry e Luna…. stanno insieme, ora. Luna è di Corvonero….Sono l’aria…. Vedete? Neville…. Tu e Susan…. Tassorosso, giusto? Corvonero e Tassorosso…. Manca Susan, che è la tua ragazza”

Prima di continuare, Ginny sospirò profondamente pensando alle conseguenze di quello che stava per dire:”Ron, lo sappiamo tutti che sei innamorato di Hermione… e voi siete il fuoco….” Concluse gentilmente Ginny stringendogli un braccio.

Ron ed Hermione rimasero come impietriti a guardarsi a vicenda.

Neville boccheggiò.

“Neville, scrivi il nome di Susan.” Sussurrò Hermione con una voce fioca che nessuno le aveva mai sentito.

Il ragazzo ubbidì.

Il nome della sua ragazza lampeggiò tre volte, poi, sdoppiandosi si intrecciò al suo, formando il simbolo della terra.

“Hermione… tu non lo avevi capito?” Chiese dolcemente Ginny.

Hermione arrossì fino alla radice dei capelli. “Sì, lo avevo capito da un po’” lanciò un’occhiata a Ron “ma mi vergognavo troppo…”

Ginny si alzò dalla panca:”Ragazzi, credo che sia ora di andare dormire…”

Harry si alzò subito dopo di lei ma Neville protestò:”Ma io non ho sonno!”

Harry, senza troppe cerimonie, lo trascinò via per un braccio:”E’ ora di andare a dormire”

Neville si voltò a guardare Ron ed Hermione ed un pensiero improvviso lo folgorò:”Ora che ci penso, sono distrutto, ho proprio bisogno di dormire.”

Ginny, Harry e Neville lasciarono la sala comune. L’ultima cosa che videro fu Ron che si avvicinava lentamente ad Hermione.

* * *

Ginny si sdraiò nel letto di malumore.

Incrociò le braccia dietro alla testa mentre dei pensieri molesti le affollavano la mente.

Stando così le cose, lei rappresentava l’acqua. E mancava un Serpeverde….

E Ginny aveva una certa idea di chi potesse essere.

Ma non poteva essere… non doveva… non era assolutamente possibile….

* * *

La musica era in sottofondo… loro ridevano, ridevano…

Bellatrix abbracciò stretto il marito Rodolphus con un ghigno diabolico, mentre Rabastan le accarezzava i capelli e Rodolphus la baciava.

Lucius Malfoy stava bevendo champagne, vicino a lui Dohlov, Rosier, Rockwood…. Avery… Nott… McNair…. Mulciber…

Malfoy si girò verso i compagni, ridendo:”Mangiamorte, è ora di mettersi al lavoro!”

La visione svanì ed Harry si svegliò di soprassalto, il cuore in gola, il sudore gelato che colava giù per la schiena.

Cercò di rimettersi a dormire, ma fu tutto inutile.

Girandosi e rigirandosi nel suo letto a baldacchino, attese la mattina con il terrore addosso.

E con la ferma convinzione di non parlare con nessuno di quello che aveva visto quella notte.

* * *

Ron si era avvicinato timidamente ad Hermione.

Lei aveva gli occhi bassi e Ron ci avrebbe giurato che lei fosse diventata ancora più rossa di lui.

Il suo cuore batteva fortissimo. Ron si domandò se anche quello di Hermione stesse palpitando a quella folle velocità.

Erano l’una di fronte all’altro.

Muti.

Non sapevano cosa dire.

Nessuno di loro aveva il coraggio di fare il primo passo.

Ron si schiarì due o tre volte la voce, mentre Hermione lo osservava cercando di non farsi notare.

Ron decise che sarebbe stato più facile prenderla alla larga:”Stavi… stavi molto bene, ieri sera”

Hermione arrossì furiosamente – ancora -:”Beh, grazie anche tu eri molto elegante”.

Ron si schiarì ulteriormente la gola, il colletto della camicia aveva cominciato a dargli noia e stava sudando freddo. Anche le sue mani sudavano e se le strofinò sulla veste:”Ieri mi sono divertito molto… e sono stato bene”.

Hermione sollevò lo sguardo:”A…anche io. Ma io pensavo ti stessi annoiando e…”

Ron sobbalzò per la sorpresa:”Ma perché? Che cosa…”

Hermione spinse il viso in avanti, i pugni serrati lungo i fianchi:”Perché guardavi sempre in basso… e non mi guardavi mai in faccia!”

Ron non ce la faceva più, gli sembrava di esplodere.

Una parola sbagliata e tutto sarebbe andato a finire peggio che male.

A domanda bisognava rispondere, sarebbe andata come sarebbe andata.

Almeno Hermione non l’avrebbe mai potuto accusare di non essere stato sincero.

“Hermione, io… non ti guardavo in faccia… perché… continuavo a guardarti… la scollatura” il respiro di Ron era ridotto a pochi rantoli.

Hermione non disse niente, si portò la mano alla bocca e lo guardò con un’espressione shockata.

“Hermione… dì qualcosa, ti prego” implorò disperato Ron.

Hermione era diventata di brace e stava respirando affannosamente. Ma non accennava ad emettere suono.

Non gli piaceva quella espressione.

Non gli piaceva per niente.

Ron decise di giocare il tutto per tutto… ma poi si dimenticò di tutto quello che avrebbe voluto dirle.

I bei discorsi finirono in fumo.

Fu solo capace di sussurrare, col cuore in tumulto:”Eri così bella…. Sei così bella, Hermione”

Ed Hermione continuava a tacere.

Ecco, si era offesa perché invece di guardare lei, al ballo aveva continuato a guardare le sue… tette?

“Hermione, mi dispiace, sono un asino… io sono un defic…”

Ron non finì di parlare: Hermione gli aveva chiuso la bocca con un bacio.

* * *

Gli studenti stavano allegramente facendo colazione quando la professoressa McGranitt e la prof. Sprite, Piton e Vicious entrarono improvvisamente nella sala grande, i loro visi tesi e preoccupati.

La professoressa McGranitt si avvicinò al tavolo della sua casa e scambiò poche parole con Katie Bell, Lee Jordan e Dean Thomas.

I 3 si alzarono e la seguirono. La professoressa Sprite uscì dalla sala seguita da Zacharias Smith ed Ernie McMillan, Vicious uscì accompagnato da Cho Chang e Lisa Turpin.

Malfoy seguì silenziosamente Piton.

Nella sala cadde improvvisamente il silenzio. Il portone si aprì ed entrò Silente, che avanzò verso il tavolo dei professori.

Non si sentiva volare una mosca ed il preside non ebbe certo bisogno di chiedere silenzio.

“Purtroppo i nostri peggiori timori si sono avverati. Questa notte, le famiglie dei nostri studenti sono state attaccate.

Non sappiamo chi sia stato, ma siamo certi che dietro a tutto questo ci sia Voldemort.

Qualcuno si è salvato ed ora è ricoverato a San Mungo…. Vi prego di stare vicino ai vostri amici in questo momento così difficile.

E ricordatevi, ancora una volta, che solo se rimaniamo uniti abbiamo una speranza di vincere questa guerra. Ora vi prego, recatevi alle sale comuni della vostra casa…. Avrete notizie dei vostri compagni.”

Silente uscì dalla sala grande, il silenzio opprimente che regnava ancora sulla stanza.

Con il cuore pesante, gli studenti lasciarono le loro colazioni e fecero come era stato detto loro.

La professoressa McGranitt li stava aspettando alla torre. Sembrava fosse invecchiata improvvisamente di 20 anni. Con uno sforzo evidente, cominciò a raccontare cosa era successo.

…. Purtroppo i genitori di Dean Thomas sono morti. I genitori di Lee Jordan sono a San Mungo, ma dovrebbero farcela. Katie Bell ha perso il fratellino di 7 anni. Tutta la famiglia di Zacharias Smith è stata uccisa, così come i genitori di Cho Chang e la madre di Draco Malfoy. la madre di Ernie McMillan ed il nonno di Lisa Turpin se la caveranno in pochi giorni.

Ginny rabbrividì.

Cosa diavolo era mai successo? E perché la madre di Draco, moglie di uno dei mangiamorte era stata uccisa così, insieme agli altri maghi?

* * *

Luna aveva parlato con Harry, per cui era entrata a far parte del gruppo a tutti gli effetti.

Mancava solo una persona, per cui i 7 si trovarono una sera nella stanza delle necessità per decidere come muoversi.

Hermione prese la parola:”Prima di tutto, bisogno aiutare Harry con l’occlumanzia. Harry, a livello teorico sa tutto, ma non abbiamo trovato ancora nessuno che sia in grado di leggergli la mente. Ognuno di noi, ogni sera, proverà a leggere i pensieri di Harry. E speriamo che tutto vada bene e che qualcuno di noi sia in grado di aiutare Harry. Neville! Tu cercherai tutte le notizie sulla pianta della castraia. Luna e Ginny, voi vi leggerete questi libri su come trattare gli unicorni e nei ritagli di tempo lavorerete con Neville per cercare un modo sicuro per entrare nella foresta proibita. Susan, tu come guaritrice, preparerai incantesimi e pozioni di guarigione per ogni eventualità. Harry, tu ti occuperai di imparare occlumanzia. Io e Ron aiuteremo tutti voi per ogni cosa possiate avere bisogno, poi, Harry ci insegnerà difesa dalle arti oscure avanzata, chiaro?”

Luna alzò la mano, come se fosse in classe, a lezione: “Sei per caso parente di Piton?”

Hermione arrossì, ma non si arrabbiò: “no, certo, ma a volte mi ispiro a lui”.

Ginny brontolò a mezzavoce che quest’anno lei e Luna avrebbero dovuto passare i GUFO e sulla somiglianza tra Hermione ed un babbano chiamato Bitler, Ditler, Hitler? Bah

Hermione prese in mano il libro di occlumanzia e si sedette su uno dei cuscini che riempivano la stanza va e vieni.

Harry aveva ragione. Luna era strana, strana davvero, ma non si poteva certo dire che non fosse intelligente.

Se non altro, Harry aveva trovato un po’ di pace con lei. Nel suo modo svagato, lei stava molto vicino ad Harry e non se la prendeva per gli improvvisi scatti di rabbia del ragazzo-che-è-sopravvissuto.

Guardando bene il suo amico, vide delle ombre nere sotto i suoi occhi che non potevano essere causate dall’uso degli occhiali.

Hermione sospirò.

Quando avrebbero potuto vivere in pace?

Di certo non sarebbe passato poco tempo… e poi, la paura, vivere con questa paura che ogni giorno fosse buono per un attacco di Voldemort.

Hermione cercava sempre di prendere il toro per le corna, di dare sicurezza agli altri, che si dimenticavano facilmente che lei aveva solo 16 anni, come loro e che, come loro, aveva paura.

Sospirando ancora, aprì il libro e ricominciò a leggere.

Luna, Ginny e Neville se la stavano cavando bene.

Soprattutto Luna, aveva un vero talento per trattare gli animali.

Purtroppo non avevano idea di quello che avrebbero potuto portare in dono all’unicorno.

* * *

che ne pensate?

volevo dirvi che ho aggiornato la rivolta delle racchie, sezione originali. se mi lasciate un commentino-ino, vi amerò per sempre.

grazie a tutti quelli che leggono la profezia e quelli che mi recensiscono:

Maho e Terry: credo che il prossimo capitolo vi possa interessare parecchio. piacere di conoscerti, Terry.

Florinda: Grazie, grazie assai!

Domy: sono onorata, a presto

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Capitolo 21
*** Giocare col fuoco ***


Don’t you play with me, ‘cause you play with fire.

Non giocare con me, perchè stai scherzando col fuoco.

(Play With Fire - The Rolling Stones)

Le vacanze di Natale erano finite e le lezioni erano riprese.

Erano rientrati anche i ragazzi che avevano perso i loro cari in maniera tanto misteriosa.

Ginny era tornata al dormitorio poco dopo cena e si era seduta su una comoda poltrona posta proprio davanti al fuoco.

La ragazza pensò che più che mai, ora avrebbe tanto voluto che George e Fred fossero ancora lì per rallegrare l’atmosfera che ad Hogwarts stava diventando troppo cupa e troppo tetra.

Guardando fuori dalla finestra, vide Draco che si stava dirigendo verso il lago.

Lo aveva salutato nei corridoi, ma non aveva avuto l’occasione di dirgli quanto le dispiacesse per sua madre.

Ginny prese il mantello più pesante ed uscì nella neve.

Non le fu difficile trovare Draco, le sue impronte sulla neve fresca erano molto nitide.

Ginny le seguì.

Lo trovò dopo pochi minuti seduto su una panchina, le mani sprofondate nelle tasche dei pantaloni, il busto chinato in avanti, tutto il corpo rigido.

“Malfoy!” lo apostrofò Ginny con voce esitante.

Malfoy la guardò un momento e le rispose, sarcastico“Ah Weasley, in giro per una passeggiata romantica? Non vedo Finch-Fletchley, dove lo hai lasciato?”

A Ginny saltò immediatamente la mosca al naso e rispose risentita“Non sono venuta per una passeggiata romantica, né con Justin, né con nessuno. Sono venuta per vedere te.”

Draco sorrise ironico“Oh, che gentile! E come mai?”

Ginny si guardò le mani, imbarazzata. In queste occasioni non sapeva mai cosa dire:”Io, ecco, volevo solo dirti che mi dispiace tanto per tua mamma, davvero…. Allora io vado, buonanotte.”

“Weasley, vai di fretta?” la chiamò lui quando ormai Ginny aveva già percorso una quindicina di passi

Ginny si voltò:”No” rispose scuotendo le ciocche rosse.

“Non devi andare da Finch-Fletchley?” chiese Malfoy ridacchiando.

“Ma cosa c’entra Justin? Perché continui a nominarlo?” Ginny era perplessa.

“Dimmelo tu, Weasley: ho assistito ad una certa scena dopo il ballo… molto romantica!”

Ah, ecco perché continuava a nominare Justin

Ginny arrossì. “Ho capito. Beh, dato che già stavi spiando, avresti potuto restare fino alla fine, così avresti saputo quello che è successo dopo”.

Malfoy non trattenne la sua curiosità:”Che sarebbe?”

“Justin mi ha detto che gli sembrava di baciare sua sorella”

Ginny aveva cominciato a ridacchiare divertita e non ne era sicura, ma le sembrava di aver sentito mormorare: “idiota!”

“Weasley, ti hanno lanciato una pastoia total body? Non stare lì come un baccalà, siediti!” ed accennò con mento al posto libero accanto a lui.

Ginny si avvicinò esitante:”pensavo che volessi stare solo. Quando mia nonna è morta siamo diventati pazzi con tutta la gente che ci girava intorno e che ci diceva quanto era triste per noi. Non ne potevamo più”

Draco sorrise amaro:”Weasley, da me non è venuto proprio nessuno, tranne te e gli insegnanti di Hogwarts! Grifondoro, Corvonero e Tassorosso stanno lontano dal figlio del mangiamorte rinchiuso ad Azkaban, i Serpeverde pensano che se mia madre è stata uccisa, ci sarà stato pure un motivo, per cui girano alla larga.”

“Mi dispiace” Ginny non avrebbe mai pensato che sarebbe arrivata a sentire dispiacere per un Malfoy.

Draco scosse il capo:”Non devi. In realtà, non è che conoscessi molto mia madre. Sono stato allevato dagli elfi domestici e mia madre non era proprio il tipo da rimanere in casa a fare torte per il suo adorato bambino o da abbracciarlo quando qualcosa non andava.”

Ginny si sentì invadere dalla tristezza. Pensò a SUA madre, Molly Weasley. Il solo pensiero di lei la faceva sentire amata e felice. Si schiarì la gola.

E poi… si sentiva in imbarazzo. Si era già trovata da sola con Draco, ma per lavorare.

Invece, erano seduti l’una accanto all’altro, su quella panchina stretta.

Ginny ricordò le sensazioni provate ballando con lui. E poi non le piaceva la piega che aveva preso quella conversazione.

Ginny sparò la prima cosa che le era venuta in mente:”Beh, Malfoy, se vuoi, qualche torta te la posso anche fare io, se ti comporti bene…. E non fare quella faccia, sono bravissima!”

“Davvero?” Malfoy la guardò con un sorrisetto dubbioso.

Ginny fece spallucce: “Sarebbe assurdo se la figlia di Molly Weasley non sapesse cucinare”

“Bene, dai, così se non ti dovessero andare bene i GUFO, potresti sempre trovare lavoro come elfo domestico” propose il ragazzo ridacchiando.

“Ridi, ridi, Malfoy… non denigrare il lavoro manuale. E’ molto utile per non pensare. Se non altro, ti svuota la testa ed alla fine sei talmente morto di stanchezza che crolli sul letto e dormi come un sasso. Meglio della pozione di Piton”

Draco le chiese con una espressione seria dipinta sul viso: “Parli per esperienza?” aveva smesso di ridere.

Ginny annuì cupa: “Non so quante torte, panini, focaccine e pane ho sfornato durante le vacanze dopo il mio primo anno. Fred dice sempre che avrei potuto rifornire la dispensa di Hogwarts almeno per tre mesi”

Malfoy la guardò per un lungo momento, poi:”Va bene, sai cucinare. E come la mettiamo con gli abbracci?”

Ginny arrossì. “Prego?”

. Faceva finta di non sentire, in realtà aveva sentito benissimo.

“Abbracci come sai cucinare?” ripetè lui senza scomporsi.

Ginny diventò ancora più rossa, mentre Draco si alzava e si girava verso di lei:”beh, non lo so…. Non ho mai chiesto…”

Draco sogghignò:”Quel paio di volte non te la sei cavata male.” Draco ridiventò serio.

Allargò le braccia e fece un gesto con la mano.”Dai, Weasley, vieni qui!”

Ginny si alzò e si avvicinò.

Lui la prese per la vita,la strinse (Déjà vu, eh?NdA) e nascose il viso sulla sua spalla.

Ginny non sapeva bene cosa farsene delle mani (non fate le maiale! Non gliele mette sul culetto! ndA), che rimasero penzoloni lungo i fianchi.

Qualche secondo dopo, timidamente, Ginny cominciò ad accarezzargli la schiena.

Draco stava respirando come se ogni singolo soffio di fiato gli stesse costando tutta la sua forza.

Tremava in maniera incontrollabile. Ginny prese a mormorare parole di conforto, sentendosi tanto stupida….

Ancora una volta, Ginny sentì pena per lui.

Non era capace di piangere… e questo rendeva il suo dolore tanto più lancinante e profondo, più difficile da sopportare.

Pochi minuti dopo, lui si rialzò.

Era più pallido del solito, ma sembrava stare bene:”Beh, ci voleva…. Ho bisogno di sgranchirmi le gambe, e credo che faccia bene anche a te”.

Nel suo tortuoso modo, le stava chiedendo di fare due passi con lui.

La ragazza annuì.

Fortunatamente, c’era la luna piena, altrimenti Ginny sarebbe inciampata malamente.

Sentì la mano di Draco sfiorare la sua e sobbalzò, pensando: Calma, Ginny, è successo per caso.

Dopo la terza volta, Ginny cominciò a pensare che forse non era un caso e quando sentì il dito di Draco sfiorarle le nocche, aveva già abbandonato questa ipotesi.

Richiamando a raccolta tutto il suo coraggio da Grifondoro e mandando la prudenza ad annegarsi in fondo al lago, Ginny stese il dito e lo passò sul dorso della mano di Draco.

Pochi secondi dopo, Draco aveva preso la sua mano e la stava stringendo nella propria.

Ginny sentì le orecchie bruciare, ma continuò a camminare, senza guardarlo in faccia, persa nei suoi pensieri, con gli occhi fissi ai suoi piedi.

TUD!

La testa di Ginny urtò contro un albero carico di neve. Le fronde le scaricarono addosso tutta la neve e si ritrovò immersa nella neve fino alle cosce.

Draco cominciò a ridere come un matto.

Ginny era felice che almeno lui stesse ridendo:” Malfoy, smettila di ridere come una iena e vieni ad aiutarmi. Qui sotto si gela!”

Il ragazzo rise ancora più forte.

Ginny allora cercò di liberarsi da sola, ci riuscì e cominciò a buttare tutta la neve addosso a Draco.

“Weasley, ferma, è gelata” protestò lui, cercando di fermarla.

“Malfoy, in genere la neve E’ gelata, sai?”sibilò Ginny continuando a riempirlo di neve.

Draco cercò di bloccarla, ma Ginny, dopo anni di esperienza di lotte con i suoi sei fratelli non era preda facile.

Risultato: Ginny e Draco coperti di neve ed alla fine lui era riuscito a buttarla a terra, bloccandola col suo corpo.

Ginny cominciò a sbellicarsi dalle risate.

Draco era confuso: “Cosa c’è da ridere?”

Ginny cercò di dire qualcosa, ma non ci riuscì, stava ridendo così forte che dei lacrimoni presero a scorrere sulle guance arrossate.

“Weasley!” abbaiò lui, cominciando a sentirsi vagamente offeso.

“Oh, pensa…. Ah ah ah, se mio fratello Ron ci vedesse in questa posizione…. Come minimo, ti ucciderebbe.” Ginny faceva fatica a parlare, stava ridendo troppo.

“Ah ah, molto divertente, Weasley.”

Ricomponendosi, Ginny lo guardò “Senti, non è che potresti spostarti? Dovrei respirare.”

Non era molto vero. Ginny aveva paura di quello che avrebbe fatto LEI se lui non si fosse spostato.

Draco scattò in piedi, di malumore. Le tese la mano per aiutarla. Ginny la prese e si rialzò, poi bruscamente, Draco girò sui tacchi e tornò sui suoi passi.

Ginny gli corse dietro.

“Hey, ma che ti prende?” Ginny l’aveva costretto a fermarsi prendendolo per un braccio.

“Niente, va tutto perfettamente bene… mio padre è ad Azkaban, mia madre è stata uccisa e tu sei una maledetta poppante” Draco era arrabbiatissimo per qualche strano motivo e si vedeva.

“Cosa?!?!” Ginny si bloccò sul posto.

“Si, sei una poppante…. Come fai a ridere così in un momento simile, me lo spieghi?” la accusò Draco, cattivo.

Ginny sentì la rabbia crescere dentro di sé. “Se non mi sbaglio, tu stavi ridendo peggio di me non più tardi di 3 minuti fa… per cui cosa hai da parlare?”

“Niente, solo che sei una poppante, tutto qua!” rispose lui sprezzante.

“Oh, certo… io sono una poppante…. È vero. In caso tu non te lo ricordassi, io ho solo 15 anni, va bene? Le ragazze di 15 anni dovrebbero solo occuparsi di vestiti, di uscire con i ragazzi e ridere con le amiche. E a me questo non sta capitando… non passa giorno in cui io non veda o non senta parlare di Voldemort, di Mangiamorte e di gente che muore. io non so quanti di noi saranno ancora vivi dopo questa maledetta guerra… ed io sono una poppante, non è vero, Malfoy, lo vorrei esserlo ancora, credimi, ma non lo sarò mai più! Mettitelo bene in quella testa!”

In quel momento, Ginny si rese conto di stare piangendo calde lacrime. Non le importava che Draco la vedesse piangere. Non le importava più.

Draco la guardava pensieroso, mentre la neve ricominciava a cadere.

“Weasley, credo che ti ricambierò il favore prima di quanto tu avresti creduto”.sussurrò lui avvicinandolesi.

La prese per un braccio, la portò verso una panchina e la fece sedere in grembo.

Cominciò ad accarezzarle la schiena.

Piano, come aveva fatto al ballo… e come lei aveva fatto con lui pochi minuti prima; quando Draco avvicinò il viso al suo, Ginny chiuse gli occhi e quando sentì le sue labbra sulle sue, non si scostò.

* * *

“Oh Merlino…” sussurrò Ginny parecchi minuti dopo.

le sue ginocchia erano andate a farsi friggere e non la tenevano più.

Per cui cadde nella neve in maniera molto poco elegante.

Draco la guardò stupito:”Ti senti male?”

“No, non mi sento male, Malfoy!” rispose lei cercando disperatamente di darsi un contegno e fallendo miseramente.

“Allora alzati, dai!” Draco le tese la mano.

“Non posso!” rispose Ginny petulante.

“In che senso non puoi, Weasley! Ci tieni così tanto a farti congelare il fondoschiena nella neve?” abbaiò lui.

“Le gambe non mi reggono, testaccia dura, ecco perché!” confessò Ginny al colmo dell’imbarazzo.

“Mai vista una Grifondoro letteralmente ai miei piedi! Peccato non poterlo dire a Potter, Salazar Serpeverde sarebbe orgoglioso di me” gongolò Draco.

Ritornando serio le chiese:”Senti, Weasley, ma perché non ti reggono le ginocchia?”

“Non credo siano affari tuoi, Malfoy” rispose Ginny, sempre sprofondata nella neve.

Un sorrisetto cattivo gli affiorò alle labbra:”E invece sì! Dato che mi sembra evidente che sono stato io a provocarti ciò!” si accosciò accanto alla ragazza “Dai, ammettilo, i miei baci ti fanno tremare le ginocchia e che la mia vicinanza ti fa girare la testa, dì la verità”.

“Più che farmi girar la testa, mi fa girar le balle! Tu stai delirando Malfoy, manco sotto tortura ammetterei una scemenza simile”.

Draco annuì:”Molto bene. Allora mi vuoi spiegare perché quando ti ho invitato a ballare, mi stringevi così tanto, se le ginocchia ti reggevano? Potrei pensare che io ti piaccio!”

INCASTRATA dal quel Serpeverde schifoso… beh, mica tanto schifoso, ammise Ginny dentro di sé.

“Allora, Weasley, sto aspettando” la incalzò lui che si stava divertendo un mondo.

“Aspetta pure quanto vuoi, Malfoy, non ho intenzione di dirti niente di niente ed eri tu che stringevi” ribattè Ginny ostinatamente.

“Allora ti dirò io qualcosa, Weasley: io credo che se quella sera ci avessi provato con te, tu ci saresti stata, come ci sei stata pochi minuti fa. Non puoi negarlo! E poi… non credo che tu vada a strusciare il tuo bel corpicino addosso a chiunque, no?”

“Malfoy! hai detto che ho un bel corpicino?” Ginny sogghignò come una jena.

“Weasley, dopo 6 tentativi, persino i tuoi genitori dovevano fare qualcosa di carino”

“Hai detto che sono carina, Malfoy?” la frittata si era girata dall’altra parte.

“Io ho detto qualcosa di carino, non che tu sia carina” rispose Malfoy tranquillo.

“Invece si! E come la mettiamo, allora con il ballo? Mi sei saltato addosso!”

“Io non ti sono saltato addosso!”

“Si, come no? Ti strusciavi sul collo… e da altre parti, ti ho sentito, sai?”

“Balle!”

“Si, anche quelle!”

“Weasley, che sboccata!”

“Malfoy, che bigotto!”

“Sei impossibile!”

“Ha parlato quello facile da capire, sei peggio di un rompicapo!”

“Tu sei peggio! Ma guardati, siamo qui a berciare come due oche, quando l’unica cosa che mi interessa è baciarti fino a fartele sparire quelle cavolo di ginocchia!”

Accidenti, se l’era lasciato scappare! Allora, tanto valeva…

Parecchio tempo dopo, Draco rialzò la testa, mentre Ginny sospirava uno “WOW” con il poco fiato che le rimaneva.

“Weasley, se vuoi essere baciata bene, ricorda che devi andare da un Serpeverde”

“Malfoy, ma che…”

“Zitta, Weasley!”

Appunto….

Ragazze passionali, queste Grifondoro, doveva ricordarsi di dirlo anche a Zabini.

* * *

Silenziosamente, i due si avviarono mano nella mano verso il castello.

Mancavano pochi minuti al coprifuoco e non c’era più nessuno in giro.

Invece di avviarsi verso i sotterranei, Draco accompagnò Ginny alla Torre di Grifondoro.

Arrivati all’entrata, si fermarono. La Signora Grassa guardò storto Draco, ma non fece commenti. Ginny, timidamente, alzò lo sguardo verso di lui arrossendo.

Sorridendo lievemente, il ragazzo stese la mano e la posò sulla guancia di Ginny, in una lenta carezza.

“Allora buonanotte, Ginny Weasley”

“Buonanotte a te, Draco Malfoy.”

Il Serpeverde girò sui tacchi e si accinse a tornare ai sotterranei.

“Hey, Draco!” chiamò Ginny.

“Uh?”

Ginny lo raggiunse, gli prese il viso tra le mani e posò un’altra volta le labbra su quelle di lui.

“A domani”

“Con un mezzo sorriso, lui rispose: a domani.”

* * *

vi è piaciuto? anche nelle scene d'amore questi si prendono in giro...

Lo so, ho 'sta fissa per i Rolling Stones. che volete, io Brian Jones me lo sogno di notte... peccato sia morto

Non illudetevi, altri casini in vista

vi ricordo sempre la rivolta delle racchie, mi raccomando!

Grazie a tutti, in particolare:

Maho, le tue recensioni mi mancano

Goten e Florinda: spero che la storia vi continui a piacere Terry: era questo il capitolo che ti aspettavi?

Hermione4ever: Grazie, come al solito, bella

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Capitolo 22
*** Dalle stelle alle stalle ***


La situazione precipitò, dalla mattina dopo….

Draco era sceso a colazione molto presto quella mattina.

Si era portato dietro una copia della Gazzetta del profeta. L’aprì e subito i suoi occhi si ridussero ad una fessura.

In uno scatto d’ira inusuale, appallottolò il quotidiano e gli diede fuoco.

Hermione stava facendo colazione nella sala grande, ancora mezzo addormentata ed arrivò il gufo che, come ogni mattina le fece cadere in grembo una copia della gazzetta del profeta; più per abitudine che per reale interesse, la ragazza aprì il quotidiano.

In prima pagina un articolo di Rita Skeeter… ancora intontita, si sfregò gli occhi ancora assonnati. Incapace di credere a quello che aveva letto, Hermione nascose il viso tra le mani cercando invano di trattenere le lacrime di frustrazione e di impotenza che le pungevano gli occhi.

Harry arrivò al tavolo della colazione in quel momento e vide Hermione che lottava ostinatamente con sé stessa per non scoppiare a piangere.

“Hermione, cosa sta….” Esordì lui in tono preoccupato.

Senza dire una parola, Hermione gli porse il giornale, soffocando un singhiozzo nel tovagliolo.

Harry lesse l’articolo di Rita Skeeter.

I Mangiamorte evasi da Azkaban …. Sono loro i colpevoli del massacro di qualche giorno fa..

Harry si coprì la bocca con la mano e scosse la testa.

A quanto pareva, il suo sogno non era stato un sogno, ma una visione.

Erano scappati da Azkaban, aiutati dai Dissennatori, i quali si erano uniti a loro.

La notizia della loro fuga era arrivata solo poche ore prima in quanto le comunicazioni con la prigione erano state bruscamente interrotte l’estate prima e tutti gli Auror di guardia laggiù, trucidati barbaramente con l’Avara Kedavra.

Ora era davvero cominciata. E chissà quando sarebbe finita, ma soprattutto come…

* * *

Ginny si sedette sorridendo al tavolo della colazione; vide Hermione ed Harry con un’espressione estremamente preoccupata dipinta sul viso:

“Hey, cosa vi succede, oggi è una splendida giornata” li rimproverò affettuosamente con il sorriso sulle labbra.

Hermione grugnì qualche cosa e le passò il giornale.

Ginny non potè fare a meno di deglutire penosamente e di guardare disperata i suoi amici.

Il suo sguardo si posò al tavolo di Serpeverde: Draco non la stava guardando.

Fissava la sua ciotola di porridge come se da essa dipendesse la sua vita.

Decisamente, qualcosa non andava. Ginny notò che dopo la ciotola, Draco stava fissando il suo piatto, poi le salsiccie e le uova strapazzate.

Tutto, tranne che lei.

Un brutto presentimento la invase. non era possibile, no, non dopo quello che c’era stato tra di loro il giorno prima. Con il cuore stretto in una morsa, Ginny si avviò alla prima lezione della giornata.

* * *

Ginny riuscì a bloccare Draco dopo la prima lezione del pomeriggio.

Lo prese per un braccio e, con il cuore che pulsava nel petto, gli chiese:”Draco, ma che succede? Qualcosa ti preoccupa?”

Le scoccò un’occhiataccia che non prometteva niente di buono ed atteggiò la bocca ad un ghigno cattivo:”Oh, Weasley, niente mi preoccupa, sto perfettamente… ora. Ieri sera non ero in me, davvero fuori di me, sai cosa intendo, vero? Ma ora sto benissimo. Ed ora scusami, non fa certo bene alla mia reputazione farmi vedere in giro con uno di voi.”

Malfoy quasi le sputò addosso queste ultime parole, mentre il viso di Ginny diventò terreo ed i suoi occhi si spalancarono per lo stupore.

Mai si sarebbe aspettata di udire quelle parole.

Non dopo… ieri. Ginny, con un guizzo di orgoglio, si impose di non piangere, almeno, non davanti a lui ed annuì:”Va bene, Malfoy, capisco… scusa se ti ho disturbato!” ribattè gelida la ragazza.

Nonostante stesse tremando dalla testa ai piedi, tornò sui suoi passi con calma, poi, non appena girato l’angolo, si mise a correre a perdifiato, come se avesse il diavolo alle calcagna.

Non seppe mai come fece ad arrivare al suo dormitorio nella torre di Grifondoro.

Quello che Ginny si ricordò in seguito fu come, accecata dalle lacrime, prese la profezia, penna e calamaio, si buttò sul letto, chiuse precipitosamente le tende del baldacchino con un veloce incantesimo e scrisse sull’ultima riga rimasta libera il nome di Draco Malfoy.

Dopo un momento lungo un’eternità, il nome di Draco lampeggiò, proprio come avevano fatto gli altri sette, e, con un sibilo, si intrecciò al suo, formando il simbolo dell’acqua.

Era lui, era proprio lui, il suo amore trovato e perso dopo un giorno solo…

* * *

Hermione si girò a guardare i suoi compagni. Dopo la cena, si erano trovati tutti nella stanza delle necessità.

Schiarendosi la voce, si rivolse a Harry, senza però osare guardarlo in viso.

“Dunque, Harry, non possiamo più aspettare. Il gruppo non è completo, ci manca un Serpeverde, ma dobbiamo cominciare. Questa sera, ognuno di noi proverà a leggerti la mente. C’è un altro problema, comunque, ma vedremo di risolverlo a tempo debito: quando avremo trovato il corno, come e quando lo utilizzeremo?”

Un mormorio perplesso si diffuse per la stanza. Tutti ci avevano pensato, ma solo Hermione aveva messo le carte in tavola ed aveva avuto il coraggio di esporre la questione senza peli sulla lingua.

Bruscamente, Hermione cambiò discorso e si rivolse ad Harry:

“Pronto, Harry?Comincerò io.” Tirando fuori la bacchetta, Hermione esitò un attimo prima di cominciare. Si guardò le mani, fece un profondo respiro ed urlò “Legilimens!”

Harry, il corpo teso nello sforzo di bloccare i suoi pensieri, non sentì niente.

Rilassandosi, si avvicinò all’amica.

“Hermione, niente di niente” le comunicò lui non sapendo bene se sentirsi sollevato o preoccupato.

La ragazza annuì. “Riproveremo. Comunque ora tocca a Ron.”

Ron gli si avvicinò, sentendosi chiaramente in colpa per quanto stava per fare“Harry, mi dispiace, io….”

Harry scosse la testa con decisione:”Sciocchezze, Ron, datti da fare…”

“Legilimens!”

Anche questa volta, nessuno entrò nella testa di Harry… e per tutta la serata nessuno ci riuscì.

Hermione, con falsa allegria, precisò:”Non è il caso di abbattersi, in fondo è solo la prima volta. E poi magari l’ultimo componente del gruppo ce la farà!”.

Ron rise amaramente:”certo il Serpeverde che si farà mia sorella!”

Ginny, punta sul vivo, scattò immediatamente:”Come fai ad essere così maledettamente ottuso, Ron Weasley? Preferisci che Voldemort abbia la meglio, piuttosto che vedere tua sorella con un Serpeverde, eh? Spiegamelo un po’. Personalmente, farei entrare nel gruppo Serpeverde al gran completo, Draco Malfoy in testa, piuttosto che permettere a quell’essere schifoso di vincere.”

Ron si chiuse in un ostinato mutismo. Susan gli si avvicinò e lo scrollò dolcemente. “Credo che tu debba delle scuse a Ginny, sai?”

“Io non ho nessuna intenzione di chiedere scusa a nessuno, Bones!” Sbattendo la porta, Ron uscì.

Luna guardò Ginny con occhi penetranti:”Non è Draco Malfoy, l’ultimo di noi?”

Ginny distolse lo sguardo:“No, certo che no… senti, Hermione, io non me la sento di stare qui ancora, stasera… me ne vado a letto”.

Hermione, costernata, annuì. Ginny aveva ragione… come poteva Ron comportarsi così con sua sorella e pretendere di aver ragione? Scrollando la testa, tornò anche lei al suo dormitorio, seguita dagli altri.

* * *

lo so, sono perfida, ma cosa ci volete fare? grazie tantissimo per le recensioni! Maho: benritrovata. mi spiace per tutti i tuoi compiti, coraggio non manca molto alla fine dell'anno! Goten, Florinda, Byakko e Terry: sono felice che il capitolo precedente vi sia piaciuto. questo è un po' più serio, ma ci saranno vari colpi di scena più avanti... Hermione4ever. Cara, la profezia è quasi finita, mi mancanon i 3 o 4 capitoli finali, che sono difficilissimi da scrivere. ma comunque, sto producendo ciao ciao a tutti

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Capitolo 23
*** Leoni contro Corvi ***


Dopo gli allenamenti, tutta la squadra di Grifondoro si trovò nel campo.

Harry doveva fare il suo solito discorsetto pre-partita.

“Dunque, ragazzi… la prima partita con Tassorosso l’abbiamo vinta… per poco, ma ce l’abbiamo fatta, Abercrombie sa il fatto suo come cercatore… non è all’altezza di Diggory, ma se la cava piuttosto bene.”

Natalie ridacchiò:”davvero, Harry hai proprio ragione!”

tutti sapevano che Nattie stava puntando Abercrombie e non solo sul campo di quidditch.

Schiarendosi la voce, Harry continuò:”Settimana prossima, ci sarà la partita con Corvonero. Allora, la McGranitt si sta innervosendo, dice che la coppa la vuole tenere nel suo ufficio anche quest’anno, per cui lascerà un po’ perdere i compiti. Allora, domani mattina ci sarà un allenamento prima di colazione… nooo, niente ma… non si discute.. alle 7 in punto qui al campo!”

Katie lo guardò fissa:”sai, Harry… ti lamentavi tanto di Oliver, ma tu non sei tanto diverso da lui.”

Harry grugnì, “si Katie, ma è una responsabilità fare il capitano di una squadra di quidditch, soprattutto con voi troll!”

Sloper sogghignò: “e sei già fortunato che i due Weasley non ci siano più… so che ne hanno combinate talmente tante a Baston”

Harry rise a sua volta. “Fred e George ne hanno combinate tante a tutti, quindi non c'è nessuna differenza, no? Coraggio, l’allenamento è finito… alle docce!”

Ginny fu l’ultima ad uscire dallo spogliatoio: non voleva rischiare di incontrare Ron.

Richiuse piano la porta alle sue spalle e tornò al dormitorio.

* * *

Si trovavano nella stanza della necessità a provare incantesimi di difesa. I membri del gruppo venivano convocati usando lo stesso sistema dell’anno precedente, quello dei galeoni stregati da Hermione utilizzando l’incanto Proteus.

Hermione cercava sui libri e sui tomi presi dagli scaffali in legno che rivestivano tutta la stanza tutti gli incantesimi difensivi, indicava ad Harry quelli che le sembravano più adatti, lui li provava per conto suo e la volta dopo, li insegnava ad i compagni e correggeva eventuali errori. Era quasi una routine, due volte alla settimana, compatibilmente con gli impegni scolastici e gli allenamenti di quidditch.

Harry fece il giro dei suoi compagni ancora una volta, controllando i loro progressi nella difese dalle arti oscure.

Neville, come l’anno prima, continuava a migliorare la sua padronanza di tutti gli incantesimi in maniera a dir poco sorprendente. Ora gli avrebbe affidato la sua vita.

Tuttavia, era sempre più inquietante il suo atteggiamento: giorni prima Hermione lo aveva sorpreso in biblioteca mentre chiedeva a Madama Pince tutto quello che aveva su Bellatrix Lestrange.

Imparava in fretta, Neville, in questo aveva copiato in toto il metodo di Hermione: era andato in biblioteca a studiare, studiare tutto quello che c’era in giro su quella donna, a studiare il nemico, il suo nemico…

Harry rabbrividì… improvvisamente… forse aveva capito: Neville aveva intenzione di uccidere Bellatrix… e di vendicarsi di quello che aveva fatto ai suoi genitori.

Harry pregò tra sé e sé:”Merlino, fa che quello che stiamo imparando sia sufficiente, ti prego…”

* * *

No, decisamente non era tipo da alzarsi presto, pensò Ginny l’indomani mattina mentre faceva colazione. Mentre cercava di mettere a fuoco dove fosse la marmellata di lamponi, alzò lo sguardo ed incontrò quello di Draco Malfoy.

il Serpeverde distolse immediatamente il suo e Ginny fece lo stesso, stringendo le labbra in una piega ostinata.

Forse neanche lui non riusciva a dimenticare quello che era successo tra di loro quella notte, in riva al lago.

Ginny ricacciò in dietro il groppo che le si era formato in gola e strinse gli occhi. non voleva piangere più, tantomeno davanti a LUI. non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di fargli sapere che il suo voltafaccia l'aveva ferita così tanto.

Calma, Ginny, lascia perdere, non devi piangere, Malfoy ti ha preso in giro e lo devi accettare.

Il difficile era come dire a Malfoy che faceva anche lui parte del gruppo.

Ci doveva essere stato un errore, Malfoy sarebbe diventato un Mangiamorte, proprio come quel delinquente di suo padre, anche se una piccolissima parte dentro di lei si rifiutava di crederci.

* * *

Harry guardò il cielo attraverso la finestra facendosi schermo con una mano… c’era il sole e questo era di buon auspicio per la partita. Si infilò la divisa della squadra di Grifondoro e ripose la bacchetta nella tasca interna.

Accanto a lui, Katie, Ron, Ginny, Andrew, Jack e Nathalie stavano finendo di sistemarsi le divise a loro volta.

Osservò Ginny che si stava legando i capelli in una coda e pensò che fosse più pallida del solito… magari non stava bene.

Gli altri erano silenziosi… avevano capito che tra Ron e Ginny era successo qualcosa di strano. Ron si rifiutava di chiedere scusa alla sorella e Ginny lo ignorava per la maggior parte delle volte, quando non gli lanciava delle frecciatine maligne.

Harry strinse le labbra. Non andava bene. Ron era un maledetto testone, durante il quarto anno aveva avuto un assaggio del caratteraccio degli Weasley…. Ma Weasley versus Weasley era distruttivo.

Harry strofinò le mani sudate sui pantaloni.

Era sempre nervoso prima di una partita ed il litigio tra Ginny e Ron non lo aiutava a migliorare la situazione.

Prese la Firebolt, che era appoggiata sulla panca accanto a lui e si girò verso i compagni.

“Andiamo, è ora!”

Ed uscì nel sole.

* * *

“… ed ecco che quello scimmione di Davies ruba la Pluffa a Katie Bell”

“Jordan! Quante volte te lo devo dire che devi commentare la partita in modo imparziale? Guarda che ti tolgo il megafono magico!”

“Ok, ok, professoressa McGranitt, ma che ci posso fare io se Davies è davvero uno scimmione? Comunque Weasley il nostro re ha parato il tiro moscissimo di Davies senza alcun problema. Rilancia la pluffa a sua sorella Ginny, attenta Ginny, quel bestione del tuo ex ti sta tirando un bolide… avresti dovuto pensarci prima ad uscirci assieme”

“Jordaaaaan!”

“Va bene, va bene… comunque Ginny Weasley passa la pluffa a Nattie McDonald che sul manico di scopa fa la sua porca figura….”

“Basta, Jordan! Se vuoi invitare fuori McDonald non farlo in questa sede! “

“Siiii, professoressa… Nattie la ripassa a Weasley… che evita il bolide sparatole addosso da quel gentiluomo del suo ex ragazzo e velocemente rilancia a Katie Bell che con una finta fa fesso Bradley, anche se francamente Bell non si è dovuta impegnare più di tanto”

“Insomma Jordan!!!!!!!!!!!!!”

Io dico le cose come stanno, Bradley è un fesso!

“Ti avverto, Jordan, un’altra delle tue uscite….”

“Comunque, dopo questo scambio veloce, Bell ha lanciato, ma Orla Quirke ha parato il tiro della Grifondoro. Il gioco riprende, la pluffa è in mano a Corvonero, sempre Davies in azione, Davies, ancora Davies. E Weasley non ce la fa a parare…. 50 a 30 per Corvonero, i corvi conducono di stretta misura sui leoni…. Ma attenzione… Harry guardati le spalle, c’è un boccino che ti vuole salutare… e la Signorina Chang si avvicina velocissima a Potter, ma purtroppo per i due cercatori, il boccino è sparito… hey, Harry, Cho… magari c’è tempo per un bacetto, eh? si ricomincia! questa volta è Grifondoro in possesso della pluffa, Ginny Weasley evita un altro bolide sparatole addosso da Corner, che pare essere ancora molto arrabbiato per essere stato scaricato e, siiii! Vai Ginny! 50 a 40, Corvonero è in vantaggio, ma Grifondoro può rimontare quando vuole. Attenzione, adesso, Brocklehurst fa la sua comparsa in partita, dormito bene, Mandy? Finalmente! e lancia la pluffa verso gli anelli…. Ma fallisce miseramente il bersaglio di…. parecchie miglia… Ginny Weasley si lancia all’inseguimento della pluffa che sembra svanita chissà dove….”

Infatti, Ginny si lanciò a tutta birra verso la pluffa. Mandy l’aveva lanciata con una forza incredibile; per essere una ragazza aveva il braccio come una catapulta, peccato che la mira lasciasse a desiderare.

Accidenti… ma dov’era finita la pluffa!

Ginny oltrepassò i cancelli di Hogwarts e le sembrò di intravedere la palla posata nel prato; mentre stava per atterrare, sentì delle voci concitate ed astiose, come se qualcuno stesse litigando.

Poi una voce strascicata urlò:

“Crucio!”

* * *

Grazie a tutti per le vostre recensioni carinissime.

Ah, ho notato che il capitolo che avete letto di più è giocare col fuoco (quando Draco e Ginny fanno aumm aumm, per intenderci)… per il momento di zucchero ce n’è pochetto, vista la situazione, ma ci saranno varie sorprese.

Goten: altri guai… come puoi vedere

Flo: ciao! Altro capitolo corto, ma volevo creare un pochino di suspense… chi saranno i due?

Kaho-chan: piacere di conoscerti. Ecco un aggiornamento. Fai che di media aggiorno un paio di volte alla settimana.

Maho: affezionatissima. Credo che tu abbia centrato il cuore del problema…

Kiba: ciao, grazie un sacco per le cose carine che scrivi

Terry: Hey, come va? Secondo me Draco come personaggio è fondamentalmente stronzo (avere un Lucius Malfoy come padre non è che ti aiuti ad essere carino…), almeno, così è come lo vedo io. La Ginnina non la voglio rovinare assolutamente, è una dura e lo vedrai più avanti… continua a leggere.

Per chi ha voglia di leggere un po’ di cose deliranti, vi avviso che ieri ho aggiornato la rivolta delle racchie…

Grazie a tutti, anche a quelli che leggono e basta

buona domenica

nisi

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Capitolo 24
*** Strega & Medistrega ***


Ginny si irrigidì sul manico di scopa e rabbrividì dalla testa ai piedi: qualcuno aveva lanciato una maledizione senza perdono proprio al di fuori dei cancelli di Hogwarts.

Terrorizzata, Ginny virò a 180° e guardò verso il basso.

Sdraiato a terra e coperto di sangue, c’era Draco Malfoy.

Ed un pazzo con i capelli biondi, il viso stravolto dall’odio e dall’ira, che Ginny non riconobbe e che stava schiantando Draco, ripetutamente, senza pietà, una maledizione dopo l’altra.

Non poteva abbandonare Draco… ma che fare? Un mago che lanciava maledizioni così forti era 50 volte più potente di lei….

se la cavava bene con Difesa dalle Arti Oscure, Shacklebolt le aveva dato il massimo dei voti, ma…

Pensa, Ginny, pensa, maledizione!

Se con la magia non avesse avuto possibilità, magari, con il metodo babbano…

coraggio, Ginny, c’è solo un modo per scoprirlo.

Girò il manico di scopa e puntò l’alto.

Quando fu abbastanza in quota, Ginny virò, prese la rincorsa e spingendo la Scopalinda alla massima velocità possibile, puntò verso il pazzo.

Con un poderoso calcio nella schiena, Ginny atterrò l’aggressore, che crollò a terra senza un gemito.

Per precauzione, Ginny gli lanciò una pastoia Total Body, poi saltò giù, buttò per terra il manico di scopa, allontanò con un altro calcio la bacchetta di lui e corse verso Draco.

Si chinò sul ragazzo per accertare le sue condizioni e lui aprì gli occhi a fatica. “Oh, Weasley, non sap-sapevo che voi leoni att-attaccaste alle sp-spalle…. È roba nostra, questa… “balbettò debolmente il ragazzo.

“ Malfoy, non è il momento di scherzare…. Ti devo portare da madama Chips, sei conciato male!”

“No… ness-suno de-deve sapere”

“Si’ si, ora muoviamoci.”

“P-Prometti, Weasley” Draco le artigliò un polso con tutta la poca forza che gli rimaneva in corpo.

“Ok, Ok, ma ora ti devo portar via da qui.” Tagliò corto Ginny.

Ginny riuscì a caricare Draco sul suo manico di scopa.

Cautamente, lo prese tra le braccia, mentre qualcosa le stringeva lo stomaco e le lacrime le pungevano gli occhi. Poi, fece partire la scopa e si diresse verso il campo di quidditch.

Draco, nel frattempo era svenuto.

* * *

Ginny nascose Draco in un vecchio stanzino delle scope e ritornò sul campo.

Purtroppo non c’era tempo per trovare qualcosa di meglio.

Vide che le sue vesti erano macchiate di sangue, per cui, lanciò l’incantesimo gratta e netta e pochi secondi dopo non c’era più traccia alcuna, nè di sangue, né di fango.

“Ginny, ma dove sei finita?” Urlò Harry al colmo dell’irritazione, quando Ginny tornò al campo. “Hai recuperato la pluffa? Merlino, Ginny, sei pallidissima, sei sicura di sentirti bene? Ti faccio sostituire? Ti porto da madama Chips?”

“Harry, calmati… no, ho solo mal di testa, non è il caso di andare da Madama Chips, vado da Susan, l’hai vista?” anche in questo caso, Ginny tagliò corto. Aveva troppa fretta per dare ascolto ad Harry.

“Si, è seduta accanto a Neville.” Le rispose Harry di malumore.

“In bocca al lupo, Harry, vado a cercarla.”

Ginny salì gli scalini degli spalti a due a due.

Pochi secondi dopo, vide Susan seduta accanto a Neville.

Cercando di ritrovare il fiato, Ginny, prese Susan per un braccio:”Susan, per favore, vieni, non sto bene, mi sento male…”

Susan spalancò gli occhi e, guardandola con curiosità, osservò: “Ginny, non mi sembra che tu stia così male!”

Ginny non disse niente, ma le lanciò una gran brutta occhiata.

Susan tacque e la seguì, correndole dietro.

Ginny la portò nel vecchio stanzino, aprì la porta e la portò da Draco che non aveva ancora ripreso i sensi.

Susan si inginocchiò accanto al ragazzo e gli prese il polso. “Il polso è debole…. Ginny cosa gli è successo?”

“Maledizione Cruciatus.” Spiegò Ginny asciutta “Era fuori dai cancelli e qualcuno gliel’ha lanciata parecchie volte.”

Susan guadò in faccia la sua amica con aria impotente:”Ginny, dobbiamo portarlo da madama Chips, io non ho mai…”

“No, Susan, per qualche ragione, prima di svenire Malfoy mi ha fatto promettere di non dirlo a nessuno. Per cui lo dovremo curare noi.”

Ma perché si perdevano in chiacchiere così? non vedeva Susan che Malfoy era proprio messo male?

Susan tacque per qualche istante, cercando di valutare la situazione.”Va bene, Ginny, facciamo come vuoi tu… ma ti avverto… se Malfoy non si riprende, io vado a chiamare Madama Chips, anzi, anche Silente… qualcuno si è avvicinato a noi per farci del male… e Silente lo dovrebbe sapere….”

Ginny annuì.

Poi Susan prese in mano la situazione in maniera professionale, pochi ordini brevi e concisi:”Vai a recuperare coperte, cuscini, lenzuola, tutto quello che può servire per farlo stare comodo e caldo. Io scappo in infermeria a prendere delle pozioni. Ci ritroviamo qui”

* * *

Con la coda dell’occhio, Ginny vide Harry uscire dal campo a testa china.

Evidentemente, Grifondoro aveva perso la partita. Non c’era tempo per preoccuparsi… dopo, ci avrebbe pensato dopo…..

Susan e Ginny si ritrovarono pochi minuti dopo nello stanzino.

Susan aveva già lanciato un incantesimo riscaldante alla stanza gelida, aveva sdraiato Draco su un lettino di fortuna che aveva ricavato trasfigurando un bottone della sua divisa e si apprestava a pulire le numerose ferite che martoriavano il corpo del Serpeverde.

“Ginny, aiutami, dobbiamo curare queste ferite.” Mormorò cominciando a togliere a Draco la veste coperta di fango.

“Susan, ma io non so da che parte si comincia… “ protestò debolmente la Grifondoro.

Susan strinse le labbra:”Sei brava in incantesimi, no? Non è difficile… basta agitare la bacchetta in questo modo, puntarla sulla ferita e dire: Curo!”

“Ah, allora, giro la bacchetta così… Curo!”

“Bene, hai capito… al lavoro, adesso….”

Pochi secondi dopo, la Tassorosso e la Grifondoro erano chine su Draco Malfoy.

Susan, con poche mosse esperte di bacchetta, gli fece sparire la camicia.

Ginny, con uno sguardo strano negli occhi castani, girò delicatamente, prima uno e poi l’altro, le braccia di Draco verso la luce.

Erano candide, immacolate.

Senza nessun segno a deturpare quella carne così pallida.

Ginny si sentì come se le avessero tolto un peso immane dalle spalle e sospirò di sollievo, mentre Susan la fissava senza parlare.

Cominciarono a curare le ferite di Draco senza scambiarsi una parola.

un’ora dopo, le ferite erano tutte pulite e Draco era al caldo, ma non aveva ancora ripreso conoscenza.

Ginny preoccupata, chiese:”Ma Susan, abbiamo pulito tutte le ferite, come mai è ancora svenuto?” nel suo tono, Susan avvertì una forte ansia.

Con un’espressione insolitamente tetra, Susan rispose, la voce bassa, lo sguardo preoccupato:”Ginny, la maledizione Cruciatus è potente non solo perché ti danneggia il fisico… ha effetti negativi su tutto il tuo essere, capisci? Noi non possiamo fare più niente, dobbiamo solo aspettare che Malfoy si riprenda…. Sempre che lo faccia…”

“Ma deve riprendersi! Voglio dire…. Presto si accorgeranno che è sparito… cosa possiamo fare, Susan?” Ginny si morse la lingua arrossendo. Susan non era stupida. Avrebbe certamente intuito qualcosa..

Susan scosse la testa, avvilità:”Ginny, non ne ho proprio idea, sai?”

“Oh, Susan, se solo avessimo un po’ di pozione Polisucco, allora….”

Susan le sorrise dolcemente:”Ginny, io non ce l’ho… Ma qualcun altro sì!”

* * *

“eddai, Luna, per favore”

Ginny stringeva Luna tra le braccia in una stretta soffocante, mentre Luna, imbarazzatissima, cercava di liberarsi da quella piovra.

“no, no, no e no! Ginny, io non posso entrare così nel dormitorio dei ragazzi… Io non posso farlo, e poi, voglio dire, lo sanno tutti che l’entrata del dormitorio dei ragazzi è infestata dai ricciocorni schiattosi… no, ho troppa paura, da sola non ci vado mai, quelli sono irritabili….”

“Dai, Luna, fallo per me…. Ti prego….” Belò Ginny sbattendo le palpebre.

“No, non se ne parla…” si schernì la Corvonero inorridita Ginny cominciò a fare il solletico a Luna, mandandole finti baci:”dai Luna smack smack… ti do un bacino … pciù pciù, fai la brava kiss kiss tessssssorooooo (questa l’ho copiata da Gollum del signore degli anelli Nda). Slurp slurp.”

“E va bene, Ginny, basta che la smetti con questo orrore, sei disgustosa!” capitolò Luna alla fine.

Luna si avviò verso il dormitorio dei ragazzi e Ginny sorrise.

* * *

“Eh, no, Susan, Malfoy l’ho trovato io, per cui sarò io ad andare.” Ginny fu irremovibile.

“No, Ginny, tu non sai dove cercare, io sì! Ci son già stata tante volte per Madama Chips e tu no!” obiettò Susan.

“Sciocchezze, la troverò senza problemi” ribattè Ginny

“Bene, sentiamo, di che colore è?” le chiese Susan placidamente, mentre incrociava le braccia sul petto e la guardava con espressione trionfante.

“Ecco, io veramente…” Ginny si sentì sconfitta.

“Allora è deciso, vado io” concluse Susan.

“Susan, sono quelli di Grifondoro che fanno passi azzardati!” Ginny tentò di giocare l’ultima carta, ma senza troppa convinzione.

“E sono quelli di Tassorosso che sono leali e fanno qualsiasi cosa per gli amici. Dai, svelta, adesso Piton è nell’ufficio di Silente, aiutami a mettermi questo mantello.”

Non c’era proprio più niente da dire, Susan aveva vinto.

Bones – Weasley 1 – 0.

Pluffa al centro.

* * *

Susan non era molto entusiasta di andare nei sotterranei.

Figuriamoci quanto fosse felice di andare nei sotterranei, dopo cena, da sola.

Susan rabbrividì.

Meno male che Luna aveva rubato ad Harry il mantello dell’invisibilità.

Fortunatamente, Piton quella sera era in riunione con Silente e la McGranitt, per cui c’era via libera.

Sarebbe andato tutto molto bene, certo, avrebbe rubato la pozione Polisucco dalle scorte di Piton e se la sarebbe filata. Certo sarebbe andato tutto bene…

Vero?

Non aveva finito di formulare questi pensieri che, girato un angolo Susan, si trovò a sbattere contro Pix, il quale cominciò ad imprecare in maniera alquanto colorita.

“Oh oh oh oh, qui c’è uno studentello che gira in giro fregandosene del coprifuoco…. Ma che cosa è questo… un mantello dell’invisibilità… Harry Potter, adesso chiamo Gazza e ti faccio mettere in punizione per il resto dell’anno.”

Detto e fatto, Pix in qualche modo riuscì ad abbrancare un lembo del mantello e a scoprire Susan.

“Oh chi mai saresti tu, ragazzina? Non sei una Grifondoro, quelli li conosco tutti, vanno sempre in giro di notte… oh, una Tassorosso…. Il Frate Grasso non ti ha mai detto che le brave bambine devono stare a letto? Hogwarts non è un posto così sicuro, marmocchia, non sai mai chi potresti incontrare….” Pix scoppiò in una risata volgare “dimmi, bambina bella… per caso stai andando a passare la notte da Piton, eh? Non sapevo che quel vecchio catafalco unto e bisunto avesse così buon gusto!” E giù ancora a ridere, con quella risata volgare, piena di sottintesi.

Susan sentì una goccia di sudore freddo colarle lungo la schiena.

Decise di giocare il tutto per tutto, anche perchè alternative non ce n’erano.

Non poteva assolutamente farsi scoprire:”Piton mi sta aspettando, devo assolutamente portargli gli ingredienti per una pozione. Lo sai che faccio pratica con Madama Chips, no?”

“Tu non me la racconti giusta, pischella!” Pix se ne uscì con una pernacchia.

Susan atteggiò il viso in un ghigno, ispirandosi a quelli che aveva visto spesso disegnati in faccia a Draco Malfoy.

“Per me potresti anche non crederci… ma le conseguenze le dovrai sopportare solamente tu…. Magari Piton si deciderà a farti allontanare da Hogwarts una volta per tutte… e dove andresti? Ora, fammi passare che è tardi” concluse Susan con una sicurezza che era ben lungi da provare.

Pix, per una volta, non seppe cosa rispondere.

Preferì ignorarla e andare per la sua strada.

Guardandosi in giro per controllare non ci fosse nessuno, Susan indossò ancora una volta il mantello di Harry ed entrò nelle stanze di Piton senza troppi problemi.

Si diresse con sicurezza verso la teca dove sapeva Piton teneva le pozioni più delicate e proibite.

Arrivata davanti all’armadietto, Susan lo aprì. Vide subito la fiala che stava cercando.

E a questo punto esitò.

Corrugando le sopracciglia, si fermò con la mano a mezz’aria.

I Tassorosso non si intrufolano nelle stanze dei professori di notte dopo il coprifuoco per trafugare pozioni proibite, i Tassorosso non mentono così sfacciatamente, neanche quando la posta in gioco è alta, i Tassorosso….

Improvvisamente, Susan sentì uno scalpiccio di passi, Piton stava tornando, non c’era più tempo per cincischiare.

Rapida, Susan afferrò la fiala e la nascose nella tasca interna della sua veste.

Appena in tempo… dopo un secondo, la porta si aprì e Piton entrò.

Fortunatamente, la porta era piuttosto larga, per cui la ragazza riuscì ad infilarla e ad uscire prima Piton la chiudesse.

Era fatta.

Correndo a perdifiato, Susan corse verso lo stanzino dove la stava aspettando Ginny, che era rimasta con Malfoy. A metà strada, Susan si sentì mancare, le ginocchia cedere. Cadde seduta sul pavimento freddo e appoggiando la schiena al muro, scoppiò in un pianto liberatorio.

* * *

“Susan, ce ne hai messo di tempo!” fu l’accoglienza di Ginny.

“Ho incontrato Pix”, spiegò Susan senza scendere nei particolari “e poi Piton non mi ha beccato per un pelo”.

Susan aveva ancora il fiatone.

Ginny ridacchiò:”Ecco, Susan, adesso sai come ci si sente ad essere una Grinfondoro!”

Susan si accigliò:”ed ho anche capito perché voi Grifondoro imprecate come scaricatori… Ginny, in un paio di occasioni mi è venuta voglia di tirare qualche parolaccia…”

Ginny scoppiò a ridere forte

Susan si chinò su Malfoy e gli tagliò una ciocca di capelli, inserendola nella fiala della pozione, poi si girò verso Ginny

“E non ridere così. scema, ora sbrigati. Bevi e vai. Uh, allora funziona davvero questa Polisucco. Ginny, sembri quello vero!”

* * *

questa volta fu Ginny a scendere nei sotterranei.

Ginny fu più fortunata di Susan, non incontrò nessuno.

Hogwarts era l’immagine della calma e della tranquillità.

Arrivata davanti alla soglia, fece un paio di sospiri profondi, incrociò le dita e pensò: “se mi becca, sono fritta”

facendo appello a tutto il suo coraggio da Grifondoro, Ginny bussò.

“Avanti”

la ragazza entrò e vide Piton seduto alla scrivania, probabilmente intento a correggere dei compiti.

“Draco. Cosa ti porta qui a quest’ora?” domandò Piton senza nemmeno alzare gli occhi dalla pergamena.

“Signore, ho provato prima a venire da lei, ma non l’ho trovata…” rispose timidamente Draco/Ginny.

“Si, effettivamente sono tornato da pochi minuti…. Cosa posso fare per te?” chiese Piton molto tranquillamente.

“Ho ricevuto una lettera dagli amministratori del patrimonio di mia madre. Ci sono certe questioni finanziarie che devono essere affrontate ed è necessario che ci sia anche io, per cui le chiedo il permesso di assentarmi per qualche giorno.”

“Ma ci siamo visti questo pomeriggio prima della partita, perché hai aspettato a chiedermelo?” Piton alzò lo sguardo verso di lui, guardandolo accigliato.

Ginny cominciò a provare un certo disagio.

“Uh, ecco, signore… io ho ricevuto il gufo, ma non l’ho letto subito ed ho messo la lettera in tasca. Me ne sono ricordata… ehm ricordato solo stasera dopo cena.”

“Molto bene. Andrai con la Metropolvere?” Piton aveva riabbassato gli occhi sulla pergamena.

“Si, certo, partirò domani mattina presto. Comunque, le farò sapere” concluse Draco/Ginny con i palmi delle mani che sudavano abbondantemente.

“Bene, non vedo alcun motivo di trattenerti qui. Buonanotte, Draco.” Lo congedò Piton.

“Buonanotte signore”. Ginny chiuse la porta silenziosamente alle sue spalle.

Indossò ancora una volta il mantello di Harry e tornò sui suoi passi.

* * *

“allora, Ginny, tutto a posto?” chiese Susan andandole incontro.

“Si, l’ha bevuta! Bene, ora che si fa?” adesso toccava a Susan decidere.

“Si aspetta, Gin. Qualcuna di noi dovrà passare qui la notte. Cerchiamo comunque di non lasciarlo mai solo…. Sembra tranquillo, ma potrebbe succedere di tutto e non conosco abbastanza gli effetti della maledizione Cruciatus per star tranquilla.”

“Va bene, resto io qui con lui. Tu vai pure a dormire, Susan. “

“Ok, Gin”. Indossando il mantello mandò un bacio all’amica.

“Hey Susan…” la fermò Ginny.

“Si?” chiese Susan sorridendole con calore.

“Grazie.” Mormorò Ginny con voce esile.

“No, non devi ringraziarmi. Sei un’amica, no?” constatò Susan.

“Buonanotte, a domani allora” la salutò Ginny con la mano.

“A domani” le sorrise ancora Susan ed infilò la porta.

Susan se ne era andata.

Ora lei era sola con Malfoy.

* * *

Non arrabbiatevi, Grifondoro ha perso, ma non potevo far perdere la mia casa, no?

grazie a tutti e in particolare:

Florinda: questo è decisamente più lunghetto…. Che te ne pare?

Goten: Obbedisco! Anche a me piace leggere delle partite di quidditch. Mi sono ispirata alle telecronache del calcio, come si può notare.

Terry: ecco, ora sai chi stava lottando…. Eccoti l’aggiornamento…

Sissichi: oh, che piacere. Mi è piaciuta moltissimo la tua per colpa di una fanfiction (infatti l’avevo recensita…). Mi sono tolta la soddisfazione di tenervi un pochetto sulle spine…

Byakko: molto intelligente, hai capito perfettamente. Riesci anche a scoprire il perché? Però non scriverlo, altrimenti mi rovini la sorpresa!

Maho: molto brava. Dove posso mandarti i dieci galeoni?

Ramoso82. oh, sono onorata che la prima ff che tu abbia letto fosse proprio la mia… eccoti il capitolo nuovo. Ci sono tante belle storie su questo sito, guarda e troverai un sacco di ff appassionanti. Benvenuto, allora!

ciao a tutti Nisi

p.s. Susan diventerà uno dei personaggi cardine di questa storia

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Capitolo 25
*** A mali estremi ***


a partire dalla mattina dopo, Ginny e Susan fecero in modo da darsi il cambio per assistere Malfoy.

Sembrava tranquillo, ma non aveva ancora ripreso conoscenza.

Susan cominciava a preoccuparsi per il perdurare delle condizioni di Draco, che in ogni caso rimanevano stazionarie.

Le due ragazze si occupavano di tenerlo pulito, di fare in modo che le lenzuola del letto fossero sempre lavate di fresco, di dargli da bere e alimentarlo attraverso l’incantesimo tiflebo, per mezzo del quale elementi nutritivi ed acqua venivano assorbiti dai pori della pelle.

La sera del terzo giorno, Draco si aggravò improvvisamente e cadde in coma.

Ginny era sconvolta, Susan non sapeva più cosa fare e minacciava di scappare da Madama Chips e da Silente.

“Susan! Riuscirebbero a fare qualcosa, Silente e Madama Chips?” chiese Ginny cercando di non scoppiare a piangere davanti all’amica.

Susan scosse il capo e la sua treccia svolazzò di qua e di là. “Credo di no, Ginny…. L’unica cosa che potrebbe aiutarlo – e non sono sicura che funzioni – sono le lacrime della fenice. Curano tutte le ferite…”

“Bene, allora ci intrufoleremo nell’ufficio di Piton ancora una volta.” Ginny tirò un sospiro di sollievo e sorrise per la prima volta

Susan scosse ancora il capo, con aria triste:”Ginny, Piton non ce le ha… l’unico modo è farsele dare da Fanny, la fenice di Silente e non la si può costringere. Lo deve fare di sua volontà! dovremo entrare di nascosto nell’ufficio di Silente e vedere se riusciamo a convincere Fanny a venire con noi”

“Già, bella roba” sbuffò Ginny incrociando le braccia “Fanny viene a curare il figlio di un Mangiamorte”

“Gin, è l’unica soluzione. Il problema è come entrare nell’ufficio di Silente… le sue parole d’ordine non le sappiamo.” Disse ancora Susan

Ginny sorrise:”Forse questo è il meno: Silente è talmente goloso di dolci babbani che le sue parole d’ordine sono tutte nomi di dolci. So che in biblioteca c’è un libro che parla di tutti i dolci babbani possibili e immaginabili, per cui ce lo portiamo via e proviamo ad usarlo per entrare.”

Dieci minuti dopo, le ragazze si trovarono davanti alla porta dell’ufficio di Silente.

Furtivamente, sbirciarono per assicurarsi che non ci fosse nessuno in giro.

“Susan, tienti pronta, io cominciò…. Allora…”

Schwarzwalderkirschtorte

“Niente, non si apre, Gin, continua”

Kaesekuchen

Apfelstrudel

Kaiserschmarren

Arroz con leche

Dulce de leche

Pasteis de nata

Baklava

Drop scones

Cornish splits

Barmbrack

Crème brulée

Crepe suzette

Tarte Tatin

Omelette à la confiture

Niente di niente.

Dopo 45 minuti, avevano fatto passare quasi tutto il libro, senza nessun risultato.

Susan,seduta sul pavimento, guardò Ginny irritata, scimmiottandola:”entrare nell’ufficio di Silente è il meno, eh, Gin?”

Ginny allargò le braccia in un gesto impotente:”Hey, mica è colpa mia. Senti, Sue, fai la brava, ho la gola in fiamme, leggi tu per un po’, vuoi?”

“E va beeeeene. Allora, vediamo… mousse au chocolat, florentin, niente, qua… croissant, pate d’amande… la Francia l’abbiamo finita, Gin, adesso andiamo in Italia… dunque… panettone, pandoro, tiramisù, zuppa inglese, crostata alla frutta, Gin, mi sta venendo fame..”

“Susaaaaaan!” le ringhiò dietro la Grifondoro.

“E va bene, scusa…. Pandoro, gubana, zaleti, pan dei morti, pan dei pescatori, biscotti di Prato, ricciarelli, cavallucci… copate, baci di dama, pastiera napoletana…”

Con un leggero scricchiolio, la porta si aprì.

(ho scritto questo capitolo sotto Pasqua dell’anno scorso… per cui la pastiera come parola d’ordine ci sta bene, no? NdA)

“Pastiera napoletana??!?!?!?!?! Silente sarà un grande mago, ma è proprio strano, strano forte” notò Susan.

Susan e Ginny si sorrisero a vicenda ed entrarono. Ginny era stata una volta nell’ufficio di Silente, alla fine del suo primo anno.

rabbrividendo, cercò di non pensarci.

Appena si avvicinarono alla scrivania, il ritratto di Nigellus cominciò a rimproverarle aspramente:”ecco, a che punto siamo arrivati! adesso non basta più quello scapestrato di Potter ad intrufolarsi nell’ufficio di Silente! delle ragazze e perfino una Tassorosso!il mondo è alla rovescia… delle ragazze… nientemeno!”

Susan arrossì fino alla radice dei capelli, ma Ginny la prese per un braccio e la trascinò decisa presso il trespolo sul quale stava placidamente appollaiata Fanny senza fare una piega:”Sue, non farci caso, quello è solo uno scocciatore, fregatene…”

“Uno scocciatore? Dov’è finito il rispetto io sono stato un onorato preside di Hogwarts e nessuno ha mai osato rivolgersi a me in tono meno che deferente!” berciò il ritratto sempre più indispettito.

Ginny e Susan si avvicinarono alla fenice, la quale le fissò, senza emettere suono.

Fu Ginny a parlare, mentre le accarezzava il capino:”Fanny, senti, noi abbiamo bisogno del tuo aiuto: ecco, un nostro amico (Susan inarcò le sopracciglia) è stato colpito dalla maledizione Cruciatus e noi abbiamo paura che non ce la faccia. Ora lui è in coma e tu sei l’unica che lo può aiutare, ti prego, Fanny, te lo chiedo per favore..”

Mentre Ginny parlava, Susan la guardava sempre più incuriosita.

Ginny continuò:”Vedi, Fanny, Draco è stato colpito dalla maledizione Cruciatus non so quante volte e….”

“Signorina Weasley, Signorina Bones… non avrei mai pensato di avere il piacere della vostra visita, oggi!”

Le due ragazze si girarono verso Silente, rosse per l’imbarazzo.

Silente sorrise benevolo: “Vedo che state facendo conoscenza con Fanny.”

Ginny spiegò: “ehm, si, credo che per essere un uccello abbia una grossa personalità”

Gli occhi del preside scintillarono maliziosi dietro gli occhiali a mezzaluna:”davvero, signorina Weasley, una grossa personalità. A cosa devo il piacere della vostra compagnia, signorine? Posso offrirvi una caramella al limone?”

Susan scosse il capo e disse la prima cosa che le venne in mente:”veramente signore, dobbiamo fare un compito per cura delle creature magiche e dobbiamo…dobbiamo studiarne una e penso che una fenice sia perfetta per il nostro scopo.”

“Infatti, signorina Bones.” Silente soffocò una risatina e ammiccò con aria saputa,”perfetta per il vostro scopo. Ma è strano che Hagrid abbia dato lo stesso compito a studenti di anni diversi….”

Fu Ginny a rispondere, questa volta:”beh, signore… in realtà, il compito dovrei farlo io…. E credo di avere bisogno di aiuto… e Susan è stata così gentile da offrirmi il suo …. Sa, è una Tassorosso e i Tassorosso sono sempre disposti ad aiutare gli amici… e..”

“E’ vero, i Tassorosso aiutano gli amici” osservò il preside con uno sguardo malizioso negli occhi chiari. “Ha ragione, Signorina Weasley… dunque, avete bisogno di Fanny. Sapete che questa fenice non mi appartiene, io non posso obbligarla a fare niente. Sarà lei stessa a decidere se venire con voi. Ora, signorina Weasley, Signorina Bones…. Mettetevi davanti a Fanny. Scruterà il vostro cuore….. per capire se avete buone intenzioni.”

Susan sobbalzò impaurita e Ginny la prese per mano mentre le due ragazze ritornavano al trespolo della fenice.

Ginny e Susan sentirono gli occhi di Fanny scrutarle, entrando loro nell’anima e nello spirito. Per diversi minuti, le due ragazze caddero in una specie di trance, ignare di tutto tranne del tocco gentile della piccola fenice che accarezzava il loro cuore con le sue ali leggere.

Fanny chiuse gli occhi per pochi momenti e Ginny e Susan si riebbero, sbattendo le palpebre.

Pochi istanti dopo, Susan sentì la fenice posarlesi delicatamente sulla spalla.

Ginny sospirò di sollievo.

Silente sorrise compiaciuto:”Bene, direi che Fanny è disposta ad aiutarvi nel vostro compito. Ora se volete scusarmi, signorine”

Le due ragazze si avviarono alla porta.

“Signorina Weasley, la prego di portare al Signor Malfoy i miei più sinceri auguri di pronta guarigione.”

Ginny arrossì fino alla radice dei capelli e potè solo fare di sì con la testa.

* * *

“mamma mia” sbottò Susan portandosi la mano sul cuore “stare con voi di Grifondoro mi porterà all’infarto!”

Ginny le prese il braccio gentilmente:”E’ molto probabile, Sue, andiamo!”

Pochi minuti dopo, Susan e Ginny rientrarono nello stanzino.

Ginny si avvicinò al letto di Draco, che era sempre in coma, e, prima di rendersi conto di quello che stava facendo, con un una carezza gli scostò i capelli dalla fronte.

Susan la guardava sempre più perplessa.

“Ginny, adesso tocca a Fanny.” Mormorò Susan allontanandola dal letto con un braccio.

Alle sue parole, la fenice si staccò dalla spalla di Susan e cominciò a volare in circolo sopra Draco.

Sembrava che Fanny lo stesse valutando, come aveva fatto con loro.

Parecchie volte, Fanny si era avvicinata al ragazzo, ma ogni volta, apparentemente, veniva spinta via da qualcosa.

Fanny, continuò a volare intorno a Draco per parecchi minuti, finchè riuscì ad avvicinarsi e a posarsi, dolcemente, sulla sua spalla.

Piano, si chinò sul petto del ragazzo e cominciò a piangere lacrime perlescenti.

Le lacrime di Fanny penetrarono nel cuore di Draco che, dopo pochi minuti uscì dal coma per ricadere in un sonno tranquillo.

Fanny non era la sola a piangere.

Anche Ginny stava piangendo calde lacrime. La fenice volò verso di lei e la beccò gentilmente sul naso, tubando dolcemente.

“Oh, grazie Fanny, grazie tante.” La ringraziò Ginny asciugandosi gli occhi con il bordo della veste

Fanny becchettò anche Susan e poi volò via.

Susan si avvicinò a Ginny:”Gin, credo che mi debba delle spiegazioni”

Ginny arrossì:”Che spiegazioni?”

“Tanto per cominciare, perché ti sei preoccupata così per lui?” Susan non sorrideva più.

Sapeva benissimo chi fosse Draco Malfoy e da quale famiglia provenisse… e chi servisse questa famiglia.

Sfuggendo il suo sguardo, Ginny balbettò:”Certo che mi sono preoccupata, uno studente di Hogwarts si è beccato un sacco di Cruciatus ed io non dovrei fare qualcosa, se posso?”

Susan insistè, caparbia:”Ginny, sono d’accordo con te… ma ti ho visto, ti ho guardato, Gin… con lui ci hai messo il cuore… ginny, guardami, per favore.. puoi sinceramente giurarmi che Draco Malfoy non sia la persona mancante per completare il nostro gruppo?”

Ginny accettò la sconfitta, non aveva più senso mentire:”E va bene, Hai ragione tu, Susan, Draco è una metà dell’acqua ed io sono l’altra…. Ed io non capisco perché…”

Susan ammutolì per diversi secondi, poi, sospirando profondamente chiese:”mi vuoi dire, per favore cosa intendi dire con io non capisco perché?”

Ginny sospirò a sua volta:”Hai qualche ora di tempo?”

“Gin, per te ho tutto il tempo che serve” la rassicurò Susan.

E Ginny le raccontò tutto, da come lei aveva accettato di aiutarlo in cambio del biglietto del concerto delle Sorelle Stravagarie, di come si eranon avvicinati l’uno all’altra, di quando avevano ballato assieme a Natale, fino a quanto era successo in riva al lago… sembrava fossero passati anni, invece di pochi giorni.

“… ed il giorno dopo, lui mi ha detto che era stato tutto uno sbaglio, sai, le solite storie.”

Susan appoggiò il viso alla mano, pensosa:”magari, Gin, è successo qualcosa…. Cosa ne sai?”

“Già, io non ne so niente.” disse amaramente Ginny.

Susan l’abbracciò:”Gin, dai, si sistemerà tutto, vedrai.

Adesso vai a dormire, hai passato queste ultime tre notti qui ed hai bisogno di riposare decentemente, rimango io”

“Ma Susan…” si ribellò Ginny.

“Buonanotte, Gin, a domani” disse categorica Susan spingendola verso la porta.

Ginny si arrese:”Buona notte, Sue.”

* * *

vi è piaciuto, spero di si.

ve l'aspettavate che Fanny sarebbe intervenuta?

prima che mi dimentichi, vi faccio gli auguri di Pasqua.

Grazie a tutti. in particolare a chi recensisce:

Byakko: e poi sarei io la bastarda? mmmmhhhhh Goten: ecco a te!

Sissichi: certo che la tua ficcina mi è piaciuta. ehm, succede qualcosa, ma al momento non quello che vorresti tu, sorry. chi cruciava lo scoprirai nel prossimo chap.

Maho: arrivati i galeoni? non te lo aspettavi di Ginny medistrega? ed invece... devo dire che anche Susan ci ha messo del suo a coinvolgerla...

Terry: sono convinta che le tre ragazze siano tutte in gamba, in modo diverso da Hermione che, se ci pensi, a volte manca di presenza di spirito. diverse si, ma si completano a vicenda.

Florinda: il nuovo capitolo, regalino di pasqua...

Ramoso82. onestamente, anche io ho riso come una jena davanti al PC per un bel po'. In effetti, il riassunto deve essere fatto il meglio possibile per invogliare a leggere la tua fic. questo mi sembra aiuti un pochino. grazie per la pubblicità all'altro forum. quale sarebbe?

Recensite ancora, per favore. la mia anima immortale ve ne sarà sempre grata.

piccolo spazio pubblicità: nella sezione anime e manga ho inserito una ff su anna dai capelli rossi che sto traducendo. l'autrice è emmy, una ragazza americana. dateci un occhio, è molto carina. consigliata caldamente ai cuoricini di pastafrolla. dovete però almeno aver visto l'anime.

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Capitolo 26
*** I metodi persuasivi di Ginny Weasley ***


Susan stava studiando quando sentì una voce biascicare, disorientata:”Ma che diavolo…..”

Alzò gli occhi e vide che Draco si era svegliato.

“Come ti senti, stai meglio?” Chiese Susan mentre senza troppe cerimonie gli prendeva il polso per controllare se fosse normale e gli posava il dorso della mano sulla fronte.

Draco non rispose alla domanda, ma a sua volta chiese:”E tu chi diavolo saresti?”

Sorridendo, Susan rispose:”Sono Susan Bones, apprendista guaritrice, di Tassorosso.”

Draco la riconobbe:”Ah, sei la donna di Paciok….. e cosa ci fai qui? Weasley mi ha rifilato a te?”

Sempre sorridendo, Susan rispose:”Ginny è appena andata a dormire. Le ultime tre notti le ha passate qui con te. Aveva bisogno di riposare, stava dormendo in piedi, per cui sono rimasta io con te, questa notte.”

“Come, tre notti? Da quanto tempo mi trovo qui?” esclamò sbigottito il ragazzo.

“Esattamente da sabato pomeriggio…. E adesso siamo a lunedì notte… anzi, martedì mattina, per essere precisi.” Spiegò Susan gentilmente.

Draco si lasciò andare sui cuscini:”E Weasley… è rimasta qui per tre notti…..”

“Certo” rispose semplicemente Susan.

“E tu perché sei rimasta, Bones?” chiese Draco, insospettito dallo strano comportamento della Tassorosso.

“In che senso, scusa?” Susan chiese a sua volta, perplessa.

“Perché ti sei occupata di me insieme a Gi… Weasley?” chiarì Draco.

“Stavi male, avevi bisogno di cure ed io sono un guaritore.” Spiegò Susan facendo spallucce.

“Cosa vuoi da me, Bones? Soldi?” la aggredì Draco, irritato. Perché diavolo quella ragazzetta si era messa di mezzo, poi, non lo capiva proprio.

“Come cosa voglio? Non ti seguo, Malfoy….” Susan lo guardava sempre più sconcertata. Era ovvio, no? Lei era un’apprendista medistrega, lui era conciato per le feste, lei poteva aiutarlo e lo aveva fatto, punto e fine.

“Ma sei sorda? Capisci quando ti parlo” sbottò Draco aggressivo, “oppure sei stupida?”

Con la massima calma Susan rispose a tono:”Non sono né sorda, né stupida. Ti ho curato perché come guaritore è mio dovere aiutare chi sta male. Io non voglio niente da te, Malfoy, non mi devi niente e non voglio sapere perché quel pazzo di ha bombardato di Cruciatus. Ma lo devi spiegare a Ginny, dato che ti ha portato qui lei e ti ha salvato la vita.”

La tirata di Susan a quanto pareva, aveva avuto effetto perché Draco si calmò e venne a più miti consigli.

“Bones…. Cosa è successo dopo che mi avete portato qui?”

Susan si accomodò sul letto, mentre Draco la guardava male per essersi presa quella confidenza, si sistemò la veste e tirò il sospirone tipico di colui che si appresta a raccontare una storia o particolarmente lunga, oppure particolarmente complicata:”Abbiamo convinto Luna ad entrare nel dormitorio di Harry e a rubargli il mantello dell’invisibilità. Luna è la ragazza di Harry, per cui non sembrava strano a nessuno che lei fosse lì. Così io ho potuto rubare della pozione polisucco dalle scorte di Piton senza che nessuno mi vedesse, poi anche Ginny ha preso le tue sembianze, è andata da lui, raccontandogli che tu avevi ricevuto un gufo dai tuoi amministratori ed era necessaria la tua presenza per sistemare certe faccende. Piton ha dato il permesso, per cui la tua assenza è perfettamente giustificata. Eri in coma fino a qualche ora fa e non era possibile far niente per aiutarti, l’unica cosa che avrebbe potuto funzionare erano le lacrime di fenice, per cui ci siamo intrufolate nell’ufficio di Silente. Lui ci ha sorpreso, ma Fanny è venuta comunque. E’ stata lei che ti ha guarito, con le sue lacrime. Io e Ginny ti abbiamo guarito le ferite sul corpo, ma più di tanto non era possibile fare…. Eri più di là che di qua e Ginny era disperata.” Concluse Susan riprendendo fiato ed intrecciando le mani in grembo.

“La fenice di Silente?” domandò Draco, sbalordito.”E tutto questo casino per un Mangiamorte? Non avreste potuto lasciarmi dove ero?”

Susan buttò indietro la testa e scoppiò a ridere di gusto:”Oh, Malfoy, non cercare di imbrogliarmi. Tu sei un Mangiamorte quanto io sono un Ippogrifo. Non lo sai che in questi tre giorni io e Ginny ti abbiamo tenuto pulito e che la prima cosa che Ginny ha guardato è stato il tuo avambraccio…. Nessun tatuaggio, nessun marchio oscuro… niente di niente, Malfoy. Tu non sei un Mangiamorte”

Malfoy era senza parole. E Susan, sentendo che non c’era proprio più niente da dire, tacque a sua volta.

Fu Draco a rompere il silenzio, dopo qualche secondo:”Lo sai Bones, tu non vuoi niente da me e credo che Weasley non voglia avere a che fare con me mai più. Ma mi avete salvato la vita e sono in debito con voi, per quanto mi costi ammetterlo…” Malfoy sputò le parole come se pronunciare ognuna di esse gli costasse una valanga di galeoni.

“Già, debito di maghi, dimenticavo. Parla a Ginny. Malfoy, un grazie è più che sufficiente e per quanto mi riguarda siamo pari, non mi devi niente; come ho già detto, sarò una medistrega, ed ho fatto il mio dovere.” Susan fece spallucce.

Non voleva niente da Draco Malfoy semplicemente perché lui non aveva niente che LEI volesse.

“ Allora, gr… gr.. oh, diavolo cornuto… grazie! Voi di Tassorosso siete più disgustosamente nobili dei Grifondoro… sono inorridito… “ sbottò Malfoy con una smorfia che era la cosa più simile ad un sorriso che fosse in grado di produrre.

Susan ridacchiò maliziosa:“Oh, adesso vedrai quanto sono nobile. C’è una bella pozione che ti aspetta, Malfoy…. buttala giù tutta che ti fa bene…”

Draco prese il calice che Susan le porgeva e lo portò alle labbra, ma non bevve.

“Accidenti, Bones, che odoraccio. cosa ci hai messo dentro? Caccabombe?” Draco storse il naso inorridito.

“Un po’ di roba” rispose evasiva Susan “bevi che ti fa bene.”

“Non se ne parla proprio… mi rifiuto!” a volte Malfoy era più capriccioso di un bambino.

Con un dolce sorriso, Susan si sedette accanto al letto e gli prese la mano:”Caro Malfoy, se non berrai questa pozione, io ti lancerò una pastoia total body, ti aprirò la bocca a viva forza e ti costringerò ad ingoiare tutto quello che mi salterà in mente.”

Accarezzandogli ancora la mano, lo guardò negli occhi ed aggiunse: “sono stata chiara? Ho visto pazienti più difficili di te, quindi non credere che io non sappia cosa fare quando il malato non vuole collaborare.”

“Ok, ok, Bones” brontolò Malfoy “non c’è bisogno di prenderla così…” si rabbuiò lui, di malumore.

Susan gli scoccò un altro sorriso:”E’ sempre bello avere a che fare con persone ragionevoli. Bravo…. Così…”

“Bones! Mi stai prendendo in giro?” abbaiò lui.

Susan ridacchiò:”Oh, no, non mi permetterei mai… senti, hai fame?”

* * *

per la centesima volta, Ginny si rigirò nel letto.

Inutile, non riusciva proprio a dormire.

Sbuffando, si mise a sedere sul letto, ma rabbrividì: durante la notte, la temperatura doveva essersi ulteriormente abbassata.

Si avvolse la coperta attorno alle spalle e stette immobile per qualche minuto.

Spostò le spesse tende di velluto cremisi che circondavano il suo letto a baldacchino e si affacciò.

Era ancora notte inoltrata. Si passò una mano tra i capelli rossi, si morse il labbro inferiore e cercò di pensare con calma.

Era preoccupata, preoccupata da morire che Draco non ce la facesse a superare tutte le Cruciatus che gli avevano tirato addosso.

Ginny piegò le ginocchia, le tirò a sé e vi appoggiò la fronte.

Sospiro, un altro, un altro ancora.

Decidendo che, comunque, non sarebbe riuscita più a dormire, saltò fuori dal letto, afferrò le calze più pesanti che aveva, le indossò prima di infilarsi gli stivali, mise la veste ed il mantello più pesante.

Ginny percorse in punta di piedi la distanza che la separava dalla sala comune, poi entrando cautamente si guardò in giro.

la stanza era deserta, c’era solo il fuoco nel caminetto che bruciava allegramente.

Ginny si avvicinò e tese le mani, come per assorbire un po’ di calore, in vista del grande freddo che avrebbe trovato oltre le mura del castello.

Dopo qualche secondo, Ginny, girò sui tacchi, uscì dal buco del ritratto, la signora grassa stava dormendo dalla grossa russando leggermente. Ginny si ritrovò sulle scale e percorse la strada che l’avrebbe portata nello stanzino vicino al campo di quidditch.

Ginny cercava di fare meno rumore possibile, il suo cuore batteva e tentava di tendere l’orecchio ad ogni minimo rumore. Percorse i corridoi deserti tenendosi rasente al muro e si maledisse per aver restituito così in fretta il mantello dell’invisibilità di Harry a Luna.

Faceva molto freddo, e Ginny, rabbrividendo si strinse ancora di più nel mantello.

La luce era poca, e proveniva dalle torce appese al muro.

Ogni tanto, sul pavimento, c’erano delle pozzanghere….

I tacchi dei suoi stivali ticchettavano nel silenzio del castello, le ombre che si rincorrevano sui muri.

Imboccò velocemente una rampa di scale d’avorio per scendere a pian terreno più rapidamente.

Ginny imprecò a bassa voce: era una delle scale semoventi, che si spostavano di qua e di là, senza nessuna ragione.

Ed infatti, la scala, come dotata di propria volontà si stava muovendo lentamente.

Ginny si tenne al corrimano fino a che la scala rimase immobile nella posizione che aveva raggiunto.

Tirando il fiato, Ginny completò la discesa.

Fin qui tutto bene, solo che verso la fine della scalinata, vide il Barone Sanguinario che la stava osservando.

Ginny strinse i pugni e, prendendo un passo deciso, gli passò attraverso.

Tutto inutile.

Il fantasma di Serpeverde le si parò davanti qualche metro innanzi.

Ginny si fermò e lo fissò senza parlare.

Il Barone la fissò a sua volta, senza staccare gli occhi da lei.

Ginny fu la prima a parlare:”Hai intenzione di lasciarmi stare o ti devo passare attraverso tutta la notte?”

Il Barone non parlò.

Cominciò invece a girarle intorno in un modo che le ricordò curiosamente quello di Mirtilla.

A Ginny cominciò a girare la testa, ma chiuse gli occhi, cercando di ignorare la brutta sensazione causatale dal barone.

Qualche minuto dopo, Ginny si sentiì invadere da una nausea feroce, per cui il temperamento Weasley ebbe la meglio e sbottò con un:”guarda che sto andando a vedere uno dei tuoi che è rimasto ferito!”

Il Barone si fermò all’istante e per la prima volta parlò, con una voce profonda e lenta:”cosa stai dicendo Grifondoro?”.

Ginny lo guardò di nuovo in faccia:”Draco Malfoy. e’ rimasto ferito ed io e Susan Bones lo stiamo curando”.

Il Barone parve ponderare sinceramente la questione:”Non ci credo! Mi stai mentendo! Malfoy è tornato a casa per sistemare delle faccende”

Ginny alzò gli occhi al cielo, il suo stesso gioco le si era ritorto contro:”Io sono di Grifondoro…. Sono quelli di Serpeverde che mentono, non noi”.

Il Barone non le credette.

Allungò la mano verso la scalinata sulla quale si trovava Ginny e la aprì tre volte. Come dotata di vita propria, questa cominciò a turbinare su sé stessa, i gradini presero ad alzarsi ad abbassarsi ad un ritmo forsennato.

Ginny tentò disperatamente di attaccarsi al corrimano di legno scuro, ma anche questo cominciò a scorrerle tra le mani, avanti ed indietro.

Ginny non riusciva più a tenersi in piedi, non sapeva dove appoggiarsi e lo sconforto la invase.

Il Barone sanguinario sorrise soddisfatto quando la ragazza atterrò pesantemente sul fondo della schiena.

Ginny stava arrancando disperatamente, la luce era talmente fioca che la Grifondoro non era neanche in grado di capire in quale parte del castello si stesse trovando.

Non riusciva né a stare in piedi, né a star seduta. Ginny si sentì mancare. Resisti, Ginny, resisti….

Difficile, quando nella fretta ti eri anche dimenticata la bacchetta sul comodino.

Nausea, giramento di testa, senso di disorientamento. Il suo stomaco cominciò a fare capriole dentro di lei.

Cadde ancora una volta, riuscì ad appoggiarsi alla balaustra e dette di stomaco.

Fortunatamente, a cena aveva mangiato poco, per cui la cosa non durò molto.

Si asciugò la bocca con la manica della veste, mentre cercava disperatamente di riprendere fiato.

Sballottata di qua e di là, la testa le girava paurosamente.

Ad un tratto una voce beffarda si sovrappose al caos provocato da tutto quel movimento.

Era Pix, che stava ridendo della sua risata più odiosa,fluttuando nell’aria a circa due metri da Ginny.

“Buonasera, Barone Sanguinario”, si rivolse al fantasma con la sua voce più viscida. “Vedo che ha trovato un nuovo sport, caccia alla Grifondoro… anzi, no caccia alla Weasley….. pel di carota, volevi andare dal tuo Dracuccio a tenergli la manina, eh? Magari a dargli il bacino, come quella volta in riva al lago… slurp slurp… Eh, Weasley? Perché non provi a dare gli stessi bacetti al caro Pix? Non sono certo più brutto di quel Serpente sbiancato.”

Improvvisamente, le scalinate smisero di girare, i gradini si fermarono ed i corrimani non scorsero più sotto le mani di Ginny.

Il Barone ora le credeva.

“Grifondoro, spicciati, vai dove devi andare prima che cambi idea”.

Ginny si alzò di dal gradino sul quale si era lasciata cadere, compatibilmente con tutti i tagli ed i graffi che si era procurata e scattò verso la direzione che le stava indicando il barone.

“Vai di qua per uscire dal castello…. Gazza è su al terzo piano…”

Ginny si girò verso il Barone, annuì verso di lui e riprese il suo cammino per i corridoi freddi e deserti di Hogwarts.

Arrivata davanti al portone, lo aprì faticosamente e sparì nella notte fredda e nevosa dell’inverno scozzese.

Il respiro le si condensava in nuvolette, i piedi affondavano nella neve soffice e quando arrivò allo stanzino accanto al campo di quidditch, nonostante il mantello pesante, era completamente intirizzita.

Ginny appoggiò la mano sulla la maniglia della porta, pregando fra sé:”Ti prego, fa che ce la faccia, che stia bene, che non muoia…. Non lui….”

Inspirando profondamente, Ginny aprì la porta ed entrò.

La stanzetta spoglia era illuminata dal chiarore proveniente dal fuoco magico che Susan aveva acceso qualche ora prima.

Draco era ancora nel suo letto e dormiva profondamente.

Susan era sdraiata su un lettino, probabilmente ottenuto trasfigurando un altro bottone della sua veste, in fondo alla stanza.

Nel sonno Susan si era scoperta, quindi Ginny si avvicinò all’amica e le rincalzò le coperte.

Lentamente, Ginny si girò verso Malfoy.

che si era svegliato.

E la stava guardando.

I due si fissarono per un lungo momento, nella penombra della stanza.

“Weasley…” la salutò lui, quasi indifferente.

“Malfoy… ti sei ripreso, vedo” disse Ginny con voce misurata.

“Si. Sto abbastanza bene… grazie a te ed alla tua amica medistrega Tassorosso”

“E’ più merito della medistrega Tassorosso che mio…. Ed ora…. Mi vuoi dire che cosa hai fatto per meritarti tutte quelle Cruciatus? E chi è quel pazzo che te le ha tirate contro?2

Il viso di Draco si contrasse in una smorfia di sofferenza“Aiutami ad tirarmi su, Weasley…”

Ginny si avvicinò al letto.

Esitando un attimo, Ginny si chinò verso di lui e lo aiutò a sedersi sul letto, la schiena contro i cuscini.

Notando la sua esitazione, Draco sogghignò:”Weasley…. Non avrei mai detto…. Hai paura a toccarmi? Pensi che ti piacerebbe troppo?”

Ginny si allontanò di qualche passo dal letto:”Impiccati, Malfoy…”

Draco inarcò le sopracciglia:”Ma come, tanta fatica per salvarmi la pelle e poi dovrei impiccarmi? Tipico di voi leoni, incostanti, cambiate sempre idea…”

“allora, ti vuoi spiegare una buona volta oppure devo stare qui tutta la notte a tenerti la manina?”

“ahhh ho ragione allora…. Ti piacerebbe, Weasley, sarebbe..2 Draco si interruppe vedendo l’espressione che stava affiorando sul volto di Ginny.

“sputa il rospo, Malfoy….”

Draco annuì “mi sono preso tutte quelle Cruciatus perché non volevo unirmi ai Mangiamorte…”

Ginny aprì la bocca per parlare e la richiuse subito dopo.

Draco la stava guardando con aria di sfida, le braccia incrociate sul petto, la bocca in una piega amara, il viso più vecchio di 10 anni.

Dopo qualche secondo, Ginny riuscì ad articolare:”Ma chi era quello?”

Draco strinse ancora di più le labbra in una piega sottile”mio padre”

Ginny barcollò:”Ma come, tuo padre, non era lui” Draco rimbeccò:”esatto, mio padre, Lucius Malfoy, il Mangiamorte, l’evaso da Azkaban”. Ginny protestò:”Non era lui, Lucius Malfoy lo conosco e quello era….”

Draco la rimbeccò sarcastico:”Weasley, in genere se stai ad Azkaban non diventi più bello”

Ginny si ricordò dei segni che Azkaban aveva inciso sul viso di Sirius. Era vero, era diventato un’altra persona.

Ginny si lasciò cadere sulla panca di legno accanto al letto:”oh Merlino….”

Ginny cercò di mettersi nei panni di Draco.

Proprio non ce la faceva ad immaginare suo padre, Arthur Weasley che le lanciava una serie di Cruciatus.

Scuotendo la testa, rivolse ancora l’attenzione a Draco:”Vai avanti…”

Il ragazzo si strinse nelle spalle:”Non c’è tantissimo da dire… Non so come, ha convinto Dobby a venirmi a cercare e ad uscire dai cancelli. sono arrivato, me lo sono trovato davanti e lui mi ha detto di prepararmi a partire immediatamente che quella sera mi sarei unito ai Mangiamorte ed avrei preso il marchio oscuro”.

Draco rise senza gioia.

”Gli ho detto che il suo marchio oscuro se lo poteva mettere in quel posto. La cosa non gli è piaciuta e mi ha tirato la prima Cruciatus. Poi mi ha minacciato, se non avessi ubbidito avrei fatto la fine di mia madre, non ricordo quante maledizioni mi ha lanciato; parecchie credo, poi sei arrivata tu. Ah, bel calcio, a proposito”.

Ginny si coprì la bocca con una mano, sgomenta.

“La tua mamma… e’ stato lui…”

Draco annuì:”Per una volta nella vita, mia madre aveva tenuto duro. Non voleva che mi unissi ai Mangiamorte… non prima di aver finito la scuola. Lui ha cercato di convincerla con le buone, all’inizio, ma poi è passato alle cattive, visto che mia madre era irremovibile. il resto lo sai.” Concluse Draco debolmente.

“E adesso che farai?”

Draco scosse il capo:”quello che ho sempre fatto. Continuerò a frequentare Hogwarts”.

Ginny ebbe un moto di impazienza:”Questo è evidente… ma con tuo padre? Sai benissimo meglio di me che ti starà addosso fino a che ti avrà in pugno”.

Questa volta il moto di impazienza lo ebbe Draco:”oh, andiamo, Weasley, dì le cose come stanno! Mio padre non sarà felice fino a quando non mi sarò unito al suo gruppo di pazzi maschera d’argento. L’unica alternativa è finire ammazzato per mano sua. E prima che tu me lo chieda, Weasley, non ho la benché minima intenzione di inchinarmi davanti ad un mezzosangue, Voldemort o non Voldemort. Anche perché dal non amare i babbani ad ammazzarli c’è una certa differenza.”

Ginny lo fissò con occhi penetranti:”Dimmi, Malfoy, meglio Voldemort o Harry Potter, eh?”

“Dove diavolo vuoi arrivare, Grifondoro? Cosa hai in mente, cosa diavolo vuoi?” sbottò il ragazzo, insospettito.

Ginny sorrise, un’espressione innocente chiaramente falsa:”Ti ricordo, Malfoy, che io e Susan ti abbiamo salvato la vita, quindi sei in debito con noi, debito di maghi”.

Draco digrignò i denti:”Sputa il rospo, pel di carota e fa’ in fretta. Ma ho l’impressione che la cosa non mi piacerà per niente…”

Ginny sorrise ancora, di un sorriso cattivo e malizioso che Draco non avrebbe mai immaginato di vedere sul viso di un Grifondoro:”Può darsi, Malfoy, può darsi”

* * *

Grazie a tutti, come vedete Ginnina è un pochino dispotica, a volte..

Volevo dirvi che qualche giorno fa ho postato un nuovo capitolo della rivolta delle racchie… se volete vedere a che punto di follia sono arrivata, beh, direi che dovreste darci una leggiucchiata.

recensite, please, anche solo per dirmi che devo dedicarmi all'agricoltura.... una recensione mi manda in paradiso...

Comunque…

ringrazio di vero cuore tutti coloro che mi hanno letto e/o recensito e cioè

Ramoso82, sono andata a vedere il forum. Grazie per la pubblicità. Lo so che i due capitoli erano tutt’uno, ma non ho resistito alla tentazione di lasciarvi un pochino col fiato sospeso. Spero non me ne vorrai. Quanto manca alla fine? Una quindicina di capitoli, credo, questa è una ff lunga. Sto scrivendo gli ultimi tre… e sono bloccatissima!

Maho: Ciao, cara. L’incantesimo tiflebo è carino, in effetti. Silente mi è particolarmente simpatico più che altro per il suo grande senso dell’umorismo e per la sua straordinaria umanità.

Mila4U: ohhhh, finalmente una collega! Evvivaaaaa! Non se ne trovano tanti di Corvonero, in giro, ci sono un sacco di Serpeverde e di Grifondoro, ma di corvi ce ne sono proprio pochi pochi. ti ringrazio per i complimenti, spero che continuerai a leggermi, a presto!

Terry: Ciao! Fanny mi piace molto, peccato non inserirla, no? Susan è un bel tipo, lo vedrai in seguito, forse la più umana e concreta di tutto il gruppo.

Goten: buongiorno a te! eccoti un altro capitolo!

Florinda: che te ne pare del risveglio di Draco? Spero ti piaccia

Byakko: diciamo che il fatto che lui faccia parte del gruppo non verrà preso molto bene (eufemismo), aspetta e vedrai!

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Capitolo 27
*** Weasley contro Weasley contro tutti ***


Ginny e Susan furono le ultime ad arrivare nella stanza delle necessità, quella sera.

La colpa era di Ginny, se di colpa si doveva parlare:Susan aveva fatto una gran fatica a convincere Ginny a recarsi all’appuntamento:

Flashback

“Ginny, dai, non fare la bambina, esci da quel letto…” Susan le scosse gentilmente una spalla

“Susan, sto malissimo, mal di pancia, mal di testa, mal di denti, mal di stomaco, mal di cuore.” Una vocina flebile flebile rispose in maniera davvero poco credibile.

Trattenendo una risata, Susan scostò le tende cremisi del baldacchino di Ginny:”Si, certo, ed io sono in punto di morte… Dai Ginny, alzati ed andiamo… non dirmi che tutto il tuo coraggio di Grifondoro ti ha abbandonato…. Hai affrontato Tom Riddle…”

Ginny balzò a sedere sul letto, afferrando un cuscino e premendoselo sullo stomaco. “Si, Susan, ma non è minimamente da paragonare a quello che devo fare adesso…”

Susan le prese la mano:”Senti, Gin, non ha senso rimandare…” Ginny, gemette e portò le mani al viso:”hai ragione, Sue, ma come faccio ad affrontare tutti…”

Susan sospirò:”Senti, allora, Neville sa già tutto e quindi non ti devi preoccupare per lui, Luna non credo avrà difficoltà, io lo so, tu lo sai, Draco lo sa… mancano solo Harry, Hermione e Ron.

“Già, Sue, il problema è Ron. Già l’anno scorso quando stavo con Michael, non ti dico i musi… ed era di Corvonero, faceva parte dell’esercito di Silente e tutto…. Ma come faccio a dirgli di Draco…”

Susan si sedette sul letto accanto a lei, le pose le mani sulle spalle e disse seriamente:”Ascolta, Ginny… hai dimostrato un coraggio da leone in questi giorni, quando hai atterrato il padre di Draco, hai bevuto la Polisucco. Sei una ragazza intelligente. Non devi lasciarti scoraggiare da Ron. Ron, alla fine, non so neanche se ti conosca bene. Tu per lui sei la sorellina da proteggere, non la giovane donna coraggiosa ed intelligente che sei. Dimostraglielo, una volta per tutte… anche perché se non lo fai, questo problema lo avrai sempre. Per quello che può servire, io ti sono vicina, Ginny e poi non mi sembra che Malfoy sia quello stronzo che tutti dicono. Ad aver avuto padre come quello, è già buono che non sia diventato un Mangiamorte…. Alla fine, cos’è che ha fatto di terribile? Niente, almeno niente di così grave, solamente essere odioso”.

Ginny si alzò a sedere e prendendo la mano di Susan le sorrise.

Fine flashback

un quarto d’ora dopo, tutti e sette i componenti ufficiali, si trovarono nella stanza delle necessità.

Dopo i saluti e qualche chiacchiera allegra, Hermione prese la parola.

“Ragazzi, purtroppo non possiamo più aspettare, l’ultimo componente del gruppo non si è ancora scoperto per cui direi…”

un’educato colpetto di tosse, ehm ehm, che ricordava troppo quello della Unbridge la interruppe.

“Si, Ginny?”

“quello che dici non è esatto, Hermione” esordì la minore dei Weasley. “Guarda un po’ qui”.

Hermione guardò la pergamena che Ginny le stava sventolando sotto al naso.

Impallidì visibilmente.

“Ginny, ma…. Ne sei sicura?” chiese supplichevole Hermione all’amica.

Ginny alzò il mento nel suo solito gesto di sfida, che la rendeva così simile a Fred e George.

Storcendo le labbra rispose:”ho più dubbi sul fatto di essere viva, Hermione”.

Nel tempo intercorso tra lo scambio di queste poche battute, gli altri cinque ragazzi erano ammutoliti e stavano guardando le due ragazze.

Ron saltò in piedi:”Ma cosa diavolo sta succedendo, mi volete spiegare?”.

Fu il turno di Hermione di schiarirsi la voce. Con un sorriso tirato spiegò:”Abbiamo trovato l’ottavo componente del gruppo. Ginny lo ha trovato…”

Con uno scatto fulmineo, Ron guardò la sorella, un’espressione minacciosa dipinta sul viso costellato di lentiggini e pericolosamente arrossato. Ron l’apostrofò duramente:”e allora?”

Ginny, con un riso sardonico sventolò la pergamena davanti agli occhi di un allibito Ron.

“tu, brutta schifosa, disonore della famiglia, come diavolo ti sei permessa, traditrice della casa di Grifondoro…”

la mano di Neville piombò decisa sulla spalla di Ron.”forse, sarebbe meglio che ci dicessi cosa sta succedendo, invece di trattare tua sorella come una pezza da piedi” chiese l’amico con semplicità.

“questa brutta…… ma lo sapete voi con chi se la fa? Eh? Lo volete sapere?

Luna rispose quietamente, guardando fuori dalla finestra:”Con un Serpeverde”.

Ron sobbalzò:”E tu come lo sai? Tu hai detto a Luna…”

Hermione intervenne decisa:”Ron, smettila, lo si sapeva che l’unica persona che mancava doveva essere di Serpeverde….”

Ron si guardò in giro: Luna non sembrava preoccuparsi di niente, Susan era impassibile.

Ron prese rudemente Susan per un braccio e la ragazza trasalì:”Tu! Come mai non sei sconvolta? Non ti importa? O anche tu lo sapevi già? Lo sapevi che quel fottuto figlio di Mangiamorte di Malfoy si faceva mia sorella?

Susan si irrigidì, arrossì visibilmente, ma tacque.

Ginny si piazzò davanti a Susan.

“Smettila di tormentare i miei amici, Ron, piantala una volta per tutte. Se hai qualcosa da dire, dillo a me! Oppure hai paura?”

“tu sei una svergognata, una donna scarlatta, una….”

Uno schiaffo repentinò planò sulla bocca di Ron.

Quando Ginny ritirò la sua mano, era macchiata di sangue, il sangue di Ron. Il labbro inferiore di Ron si era spaccato e perdeva sangue copiosamente.

Susan si avvicinò per chiudere la ferita.

Ginny le impedì di avvicinarsi:”non muoverti, Sue. Quello che io ho fatto al suo labbro, non è niente in confronto a quello che ha fatto a me… lascialo sanguinare, Sue, non si merita niente altro”, concluse Ginny con durezza.

Ron fece per lanciarsi sulla sorella, ma Harry intervenne prontamente a bloccarlo. Hermione stava impietrita in un angolo della stanza, cercando di darsi un contegno.

Luna continuava a guardare fuori dalla finestra.

Neville aiutava Harry a tenere fermo Ron, Susan aveva passato un braccio attorno alla spalla di Ginny.

Ron sputò addosso alla sorella:”io non ce la voglio qui, e neanche quel bastardo Serpeverde traditore”.

Susan si avvicinò a Ron, gli occhi ridotti ad una fessura:”Ron, calmati, per favore. E smettila di dare addosso a tua sorella. Siamo qui tutti per lavorare assieme, ricordatelo. E se non ti sta bene, te ne puoi anche andare, dico bene, Neville?”

Neville annuì.

Le orecchie di Ron, da paonazze divennero incandescenti:”Ma Neville questa donna ti ha fatto andare in pappa il cervello…”

Neville guardandolo dritto in faccia, gli rispose:”Ron, Ginny è mia amica, Susan è la mia ragazza e trovo che tu ti stia comportando da vero idiota”

“Ascolta…”

“no, Ron, ora ascolta tu. Hai cominciato ad insultare tua sorella senza neanche chiederle spiegazioni. La vuoi mandare via come se fossi tu il padrone di questo gruppo. Questo gruppo non ha padroni. Se Malfoy è predestinato a Ginny, che sia. Se deve far parte di questo gruppo, sta bene. Ma tu la devi smettere di comportarti in questo modo. Non capisci che stai facendo il gioco di Voldemort? Lui ci vuole divisi”.

Ron si divincolò dalla stretta di Harry e Neville:”Allora andate tutti al diavolo” con due falcate si avvicinò a Ginny e le tirò un violento ceffone.

Ginny incassò in silenzio, ma il suo ginocchio scattò fulmineo verso il basso ventre di suo fratello.

Che cadde a terra con un gemito.

Ginny si avvicinò a lui e lo guardò contorcersi sulla fredda superficie del pavimento, le sue lacrime che grondavano sul fratello:”idiota…. Non sai niente di me, non sai neanche che Bill mi ha insegnato a difendermi quando avevo 8 anni…”

Ron si rialzò a fatica dal pavimento di piet

ra, freddo ed umido. Nessuno si avvicinò per aiutarlo. “Io me ne vado a letto… meglio che star qui con voi… Hermione… vieni…” biascicò lui, ancora dolorante.

Hermione scosse il capo e rispose quietamente:”No, Ron. Io resto qui”

Ron si guardò in giro per la stanza, guardò il volto piangente della sorella, e poi quelli di coloro che fino a pochi minuti prima aveva considerato i suoi amici, la sua ragazza. Per la prima volta in vita sua, si sentiva totalmente perso, solo, con in fondo al cuore la sgradevole impressione di aver esagerato.

Stringendo i denti, si avviò verso il portone di legno:”vedo che preferite un Malfoy ad un Weasley. Divertitevi, allora”.

Infilò la porta e se ne andò.

Per parecchi minuti, si sentì solo il singhiozzare sommesso di Ginny, che ora sedeva sui morbidi divani.

Era appena apparsa una bottiglia di whiskey di fuoco con sei bicchieri.

Susan prese a versare il whiskey nei bicchieri:”credo che ne abbiamo tutti bisogno…”

La porta si aprì con un lieve cigolio, ma i sei ragazzi non se ne accorsero. Draco Malfoy entrò, quasi timidamente, nella stanza delle necessità.

All’improvviso, tutta la stanza si riempì di cuscini colorati che invitavano a sedersi.

“Guarda guarda! Pensavo che solo noi di Serpeverde festeggiassimo con quella roba. I bravi ragazzi non dovrebbero bere Whiskey di fuoco….”

6 teste si girarono e sei paia di occhi si puntarono su di lui.

La prima a riaversi dallo stupore fu Susan, che gli andò incontro.

“Benvenuto, Dr…, Malf, Dra…. Benvenuto, comunque”, esordì Susan con un sorriso.

Draco ricambiò con una smorfietta che con moltissima buona volontà avrebbe potuto essere interpretato come un lieve sorriso”Medistrega Tassorosso Bones, gr…. Gentile da parte tua, accogliermi così bene!”

Ginny era inchiodata al suolo, gli occhi spalancati per la sorpresa di vedere Draco in quella stanza, in quel gruppo, assieme a loro.

Draco si rese conto della sorpresa:”Weasley, non dovresti essere sorpresa, quello sorpreso dovrei essere io. I Malfoy onorano la parola data, ma non mi sarei mai aspettato che voi Weasley arrivaste al ricatto”.

Ginny avvampò, Susan intervenne prontamente per togliere dall’imbarazzo la sua amica:”Dai, coraggio, siamo qui per lavorare”.

Draco cominciò a tamburellare le dita sul tavolo, impaziente:”se qualcuno fosse così cortese da spiegarmi cosa ci faccio qui….”

Silenzio di tomba, si sentiva solo l’allegro crepitare del caminetto e Luna che faceva schioccare le ossa della mano in modo irritante.

Hermione le lanciò un’occhiataccia, ma Luna non fece una piega.

Ginny si avvicinò a Draco, senza parlare e gli mostrò la profezia dell’unicorno.

“Che c’è, Weasley, non ti fidi neanche a darmi quella cartaccia in mano”

Ginny scosse il capo e spiegò quietamente:”non è per questo. Purtroppo, nessuno tranne me può tenere in mano questa cartaccia, come la chiami tu. Io l’ho trovata e se qualcuno la prende, svanisce e ritorna nelle mie mani.

Lo sguardò ironico sparì dagli occhi di Draco, il quale si avvicinò a Ginny per leggere “la cartaccia”.

“potente Merlino….” Mormorò a mezza bocca. Alzò gli occhi e rivolgendosi a nessuno in particolare disse:”Ma questa è la profezia dell’unicorno… ma cosa… chi…..”

Hermione balzò in piedi, rovesciando dei cuscini:”come fai a conoscere la profezia dell’unicorno, Malfoy?”

Il ragazzo rise amaro:”Sapeste per quanto tempo mio padre l’ha cercata. Era per questa ragione, per trovarla che si era fatto nominare amministratore della scuola… per girare indisturbato qui ad Hogwarts e cercarla. Ma non l’ha mai trovata… Weasley… come hai fatto… dove l’hai presa?”

Fu il turno di Ginny di ridere amaramente:”Il libro di leggende babbane che ti serviva. Ti ricordi quando mi hai preso in giro dopo che mi hanno accettata in nella squadra di quidditch di Grifondoro? Io quel libro, per la rabbia, l’ho gettato contro il muro. La profezia era nascosta nel doppio fondo della copertina…”

Dopo un momento, Draco gettò la testa all’indietro e scoppiò a ridere. Una risata squillante e sincera, che lasciò tutti di sasso. Nessuno si sarebbe mai sognato che Draco Malfoy fosse capace di ridere a quel modo.

“Ci sfido che mio padre non l’ha mai trovata…. Quel libro di leggende non l’avrebbe toccato neanche morto…”

per la prima volta, Neville si rivolse a Draco:”Ma perché voleva la profezia, tuo padre, non potevano fare niente…”

“Esatto, Paciok, ma non completamente…. La volevano per distruggerla. Così nessuno l’avrebbe trovata e sfidato l’Oscuro Signore”

Hermione intervenne.”La cosa importante ora è vedere se Malfoy riesce ad aiutare Harry con l’occlumanzia… venite con me, conosco una stanza vicino a questa dove potremmo esercitarci negli incantesimi repellenti”. Hermione uscì dalla stanza, seguita dagli altri.

Nella stanza delle necessità rimasero Harry e Draco.

I due rimasero in piedi, a fissarsi, senza parlare, per parecchi minuti.

Harry all’inizio si sentì in imbarazzo, ma dopo pochi istanti si rese conto che nello sguardo di Malfoy non c’era né odio, né ostilità. Almeno per quella volta.

“Potter… spiegami questa storia dell’occlumanzia”.

Harry si tolse gli occhiali per un momento e si massaggiò il naso. Draco notò le sue occhiaie profonde, ma non fece commenti.

“Ginny non ti ha spiegato, ma niente niente?” chiese cauto Harry.

“La tua amica mi ha solo ricattato, le spiegazioni le ha lasciate a te… sono qui perché mi ha salvato la vita e sono in debito con lei, non per altro. Ed io non so cosa sto facendo in questo posto. La patata bollente è tua, Potter…” Harry lentamente si rimise gli occhiali e guardò in faccia il Serpeverde.

“Malfoy, tu sai benissimo come mi sono procurato questa cicatrice….”

Draco annuì.

“ quello che forse non sai è che io e Voldemort siamo collegati, in qualche modo… lui ha trasferito una parte dei suoi poteri su di me quando ha tentato di uccidermi dopo i miei genitori…” Harry rimase in silenzio per qualche secondo… Parlare dei suoi genitori, dopo tutto quel tempo, era ancora un grandissimo dolore…”quando Voldemort mischiò il mio sangue al suo, in quel maledetto cimitero dove Cedric venne ucciso, il nostro legame si approfondì ancora di più. Io sento quello che prova lui, in certi momenti provo i suoi stessi sentimenti, sogno di essere dentro al suo serpente…. E lui può leggere in me. Piton ha tentato di insegnarmi a chiudere la mente, ma le lezioni sono durate poco. Per quello che abbiamo in mente di fare, è necessario che Voldemort non sappia niente. Siamo stati fortunati che lui non abbia ancora tentato di leggere i miei pensieri e comunque, di questa missione ne so il meno possibile, per precauzione. È per questo che devo imparare l’occlumanzia.”

Veloce come un lampo, Draco estrasse la bacchetta dalla tasca, la puntò verso Harry ed urlò:”Legilimens!”

Preso di sorpresa, Harry sentì un grande dolore in mezzo alla fronte, la cicatrice sembrava esplodere come mai era successo e sentì i suoi ricordi fluire verso Draco: la prima volta che vide Ron, le umiliazioni con PIton, i baci di Luna… come quando Piton si era avvicinato troppo alla sua vita privata, Harry reagì d’istinto:”Protego!”

A sua volta preso di sorpresa, Draco versò i suoi ricordi in Harry: le punizioni inflittegli da suo padre, i suoi sentimenti quando Harry gli rubava il boccino da sotto il naso, l’umiliazione che seguiva a certi momenti, suo padre, ancora lui, che gli scaricava addosso una maledizione Cruciatus dopo l’altra, Draco che ballava con una ragazza dai capelli rossi, Draco seduto su di una panchina con in braccio quella ragazza…

Per la sorpresa, Harry interruppe improvvisamente il contatto con la mente dell’altro ragazzo. Cosa che fece rovinare i due a terra piuttosto bruscamente. Harry fu il primo ad alzarsi, massaggiandosi il didietro.

Stese una mano verso Draco il quale, dopo un attimo di estrema sorpresa, la prese e facendosi aiutare da Harry, si rialzò.

Aprì la finestra e si sedette a cavalcioni dell’ampio davanzale di pietra. Harry si appoggiò al muro accanto alla finestra, con le braccia incrociate sul petto.

Guardava Draco incuriosito.

Non succedeva spesso di vederlo senza quell’espressione stizzosa o supponente.

Draco rovistò nella veste e tirò fuori da una tasca sigarette ed accendino. Ne accese una ed aspirò il fumo.

Senza parlare ne offrì una ad Harry, che rifiutò scuotendo la testa.

Ridacchiando, Draco, mormorò:”Voi Grifondoro, sempre così prevedibili….”

Per puro spirito di contraddizione, Harry gli prese una sigaretta dalle mani, la accese ed aspirò maldestramente.

Quasi soffocando.

“Potter… che fai, vuoi rendere le cose ancora più facili al bastardo senza naso?” commentò ironico.

“Perché la tieni a distanza?” chiese Harry a bruciapelo.

“non so di chi stai parlando. Pansy? È una gallina senza spina dorsale. Una così me la mangio a colazione” ridacchiò Draco.

“Malfoy, non fare la scena con me. Ti ho visto, eri con Ginny in riva al lago…. Ed ora non la guardi neanche in faccia”

“oh oh oh, Potter consulente sentimentale… che cuore nobile..”

“tientelo per te, se vuoi, a me non importa di te, importa di Ginny…. E poi lei ti ha già cambiato… non saresti mai venuto qui se non fosse stato per lei” insistette Harry.

“bella forza, Potter…. Mi ha ricattato…” si difese lui.

Harry scoppiò in una risata:”Ginny assomiglia molto a sua madre, è dolce, ma riesce ad essere anche molto persuasiva… forse non te ne sei reso conto, ma la profezia parla chiaro. Io sono con Luna, che è la mia ragazza. Ron ed Hermione stanno assieme, Susan e Neville anche… per qualche strana ragione che non sappiamo, ci deve essere un legame forte tra i componenti ed ancora di più tra coloro che formano i simboli…. Se tu e Ginny siete finiti assieme, un motivo c’è…”

Draco gettò a terra rabbiosamente la sigaretta ormai esaurita:”e va bene, Potter… sono innamorato di lei… ma che differenza fa? Pensavo di avere qualche speranza, speravo ci fosse speranza fino a quando mio padre era ad Azkaban… ho chiuso con lei non appena ho saputo che era evaso….”

Harry lo guardò fisso in faccia:”Non capisco come tuo padre….”

Draco avvicinò la sua faccia alla sua, digrignando i denti:”usa il cervello, POtter, fai girare quelle rotelline arrugginite…. Ho rifiutato di diventare un Mangiamorte… quale miglior vendetta far fuori una persona alla quale tengo? Soprattutto, che piacere scoprire che questa persona è una Weasley… una vendetta ed una punizione, per aver tentato di mischiarmi con quella feccia…. Qui ad Hogwarts, i muri hanno orecchie. Non ho mai saputo perché, ma mio padre sapeva tutto quello che facevo qui…. Quando lo hanno messo in prigione, non è stato più così… per quello speravo… se stessi con lei, lo verrebbe a sapere e se devo dirtela tutta preferisco che lei abbia il cuore a pezzi, ma che sia viva, che una innamorata felice morta stecchita a causa di mio padre, che, a ne so, aveva già provato a farla fuori… e non è tipo da sbagliare due volte….”

Harry fece una cosa che non si sarebbe mai aspettato di fare con Draco Malfoy: gli battè una mano sulla spalla, poi lo lasciò solo con i suoi pensieri:”Grazie per la sigaretta, Malfoy, a buon rendere”.

* * *

Faccia scura, corpo raggomitolato sul divano davanti al fuoco, Ron non stava bene. Il riverbero del focolare faceva strani giochi sui capelli rossi del ragazzo.

In pochi attimi aveva perso tutto quello che aveva.

La ragazza.

Il migliore amico

L’unica sorella

Gli amici del gruppo

Sbuffò rumorosamente.

Improvvisamente scattò in piedi.

Non se ne parla, sono loro che sono impazziti….

Mia sorella con Malfoy… e quel che è peggio, sono tutti d’accordo.

Facile per loro, parlare così… non è la loro sorella che se la fa con un Mangiamorte.

Una vocina in fondo (ma proprio in fondo) al suo essere puntualizzò:”Ma è suo padre ad essere un Mangiamorte, non lui…”

La voce passò inosservata ed inascoltata.

Ron si diresse verso il dormitorio, conscio di non aver fatto altro che il suo dovere di affezionato fratello.

Ma allora, perché si sentiva così?

* * *

la mattina dopo scese a colazione prima degli altri, per non doverli affrontare. Errore. Anche gli altri avevano avuto la stessa idea.

Ron prese posto tra Dean Thomas e Jack Sloper, uno dei battitori della squadra di quidditch e dedicò tutta la sua attenzione ad imburrare un toast.

Per la prima volta, realizzò tra sé e sé, non sedeva accanto ad Harry o ad Hermione o ad entrambi. Dopo 6 anni di pranzi, cene, colazioni e merende condivise, ora era lì da solo.

Niente contro Dean e Jack, erano simpatici e tutto, ma sicuramente non aveva la minima voglia di abbracciarli e baciarli come avrebbe fatto con Hermione…

“Radio Hogwarts a Ron… ci sei?”

“Scusa Dean dicevi?”

“La McGrannitt sta ballando il boogie sul tavolo assieme a Piton che è vestito solo con una banana…”

“ah, sì Dean Certo, sicuro…”

Dean lo guardò stupito…”Ron, ma che ti prende, sono tre ore che ti parlo della partita con Serpeverde, di come vanno gli allenamenti…”

Il viso di Ron prese un’espressione desolata che Dean non gli aveva mai visto.

“Mi spiace, Dean, scusa, ma stamattina non ho fame…” Ron si alzò ed uscì dalla stanza.

Jack e Dean si guardarono l’un l’altro perplesso.

Con la bocca ancora piena di uova fritte, Jack osservò:”che diavolo gli è capitato?”

“E che ne so….”

“E’ la prima volta in sei anni che Ron non ha fame e non spazzola tutto quello che ha vicino nel raggio di 5 metri….Dean, passami il piatto di Ron, peccato buttare via tanta buona roba…”

“Merlino, ma sei disgustoso….”

Ron non sentì questo scambio di battute tra Dean e Jack perché si era avviato verso l’uscita della sala grande.

* * *

capitolo molto poco allegro...

wow, ragazzi, ce la facciamo ad arrivare a 100 recensioni? speriamo di sì!

grazie grazie a tutti ed in particolare a:

Frafra: grazie, grazie grazie per le tue recensioni... è un piacere conoscerti...

Ramoso82: eccoti l'aggiornamento, a presto

Terry: ecco, ora Draco lo sa, visto che casino è successo?

Kiba: grazissime!

Byakko: compliementi per la perspicacia. ma avevi individuato perchè Lucius aveva fatto fuori la moglie?

Mila4U: anche io la chiamo zia Rowling... ehehehe, spero che questo capitolo ti piaccia.. e viva i Corvonero...

Maho cara: non potevo farlo schiattare, finiva la storia, anche se l'idea di Ginny che si trasforma in un Rambo vendicatore con la bacchetta è spassosa. e Susan è troppo in gamba... ci sarà una sorpresina che la riguarda

baci a tutti! nisi

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Capitolo 28
*** Un'amicizia piuttosto improbabile ***


Quella sera, Draco scese in biblioteca, poco prima della chiusura.

Aveva voglia di leggere qualcosa, non desiderava addormentarsi troppo presto: degli incubi terribili avevano preso a popolare le sue notti, incubi che vedevano Ginny Weasley torturata dai Mangiamorte, per cui, aveva preso a leggere ogni notte, tirando il più tardi possibile per evitare di abbandonarsi a quelle terribili visioni oniriche: meglio una perenne stanchezza, piuttosto che vedere tutte le notti la sua nanerottola dai capelli rossi nelle grinfie di quei pazzi scatenati.

Scorse silenziosamente gli scaffali polverosi della biblioteca, passando l’indice sul dorso dei volumi.

Si era letto di tutto: l’ultimo libro era stato davvero spassoso… come si chiamava? Ohhh “Giardini babbani e la loro funzione nella società odierna – manutenzione e socialità”.

Un vero cumulo di sciocchezze!

Oramai era diventato un pozzo di scienza, rise ironicamente tra sé, avrebbe potuto dare del filo da torcere alla mezzosangue ex zannuta.

Prese il primo libro dallo scaffale che non avesse già letto.

Si sedette ad un tavolo ed aprì il volume.

Non che in realtà riuscisse poi a leggere molto, i suoi pensieri vagavano inquieti; tuttavia, passarono dieci minuti buoni prima che scorgesse all’altro capo del tavolo una figuretta addormentata… ed una treccia scura che gli erano stranamente famigliari.

“Ma guarda tu….” Mormorò con un sorrisino sarcastico.

Draco si alzò e si avvicinò.

Prese la treccia in mano e le diede una leggera tirata.

“Hey, medistrega Tassorosso, ti hanno sbattuta fuori dalla tua casa ed hai cercato rifugio in biblioteca?”

“Cosa? ma dove sono?” Susan ancora mezzo addormentata si fregò gli occhi con una mano.

La guancia era tutta rossa e riportava l’impronta dello spigolo del tavolo sul quale la ragazza si era appoggiata.

svegliandosi completamente, vide Malfoy e gli sorrise:”oh, Draco?”

Era la prima volta che lo chiamava per nome.

“Esatto, cinque punti a Tassorosso per l’acume… che ci fai qui a quest’ora? Non dovresti essere nel tuo dormitorio a fare la nanna?”

Susan sorrise di nuovo:”si, in teoria…”

“Medistrega, non è da te essere così ermetica… andiamo, in fondo, lavoriamo assieme, siamo complici, no?”

“Hai ragione…. Sto semplicemente riportando ricette di pozioni che ci potrebbero essere utili, sai a cosa mi riferisco…. Poi quando la biblioteca chiude, vado nella stanza della necessità a prepararle.”

“Merlino, Bones… è un lavoro immane!” commentò lui, sentendosi ammirato suo malgrado.

Susan scosse le spalle con noncuranza:”lo so, ma deve essere fatto…. I Grifondoro, tranne Hermione sono degli autentici disastri con le pozioni…”

Draco soffocò un risolino sarcastico, qualcuno era d’accordo con lui, a quanto pareva.

“Hermione ha altro da fare, Luna è così distratta… Ci sono io e basta.”

“Errore, Bones… Ci sono anche io”. Sghignazzò lui, tra il serio ed il faceto.

Susan non disse niente, e rimase lì a guardarlo, perplessa. “Non ti fidi di me Bones? Oppure non vuoi avere a che fare con Draco Malfoy?”.

Susan scosse la testa sorridendo, poi lo guardò dritto in faccia:”Non è questo, Draco. E’ che non mi sarei mai aspettata un’offerta d’aiuto da te”

Vedendolo rabbuiarsi Susan si affrettò ad aggiungere:”Beh, è che non ti conosco ed in genere i favori non si fanno agli sconosciuti…”

Draco rispose in un tono stranamente dolce:”Io non sono uno sconosciuto, medistrega Tassorosso… si da il caso che ti debba la vita…”

Susan si portò la treccia sul petto e cominciò a cincischiarla, meditabonda, poi lo fissò ancora per un attimo:”Sei guarito da poco, forse è meglio che non ti strapazzi e che cerchi di riposarti quanto possibile, no? Il sonno aiuta molto la guarigione”.

Draco la fissò a sua volta:”Bones… è meglio che io non dorma, credimi…. È anche per questo che mi sono offerto di aiutarti, non certo per spirito di servizio”.

Susan passò le dita sul legno vecchio e consunto del tavolo:”E’ così, allora…. Soffri di incubi….”

Draco sbuffò, ma non rispose.

“Se vuoi ti posso dare una pozione…”

“NO! Non servirebbe a niente, dovrei prenderla tutte le notti e mi toglierebbe quel poco di lucidità che mi è rimasto. Non se ne parla, Bones!” Draco aveva rifiutato con veemenza l'offerta di Susan.

Susan annuì, meditabonda e si alzò dalla panca per prendere un grosso tomo dallo scaffale di legno massiccio che si trovava alle sue spalle.

“Molto bene, allora…. Conosci questo testo?” Susan gli porse il grosso libro, rilegato in cuoio, che recava segni del tempo.

Draco lo prese e cominciò a rigirarselo in mano, soppesandolo “No, non lo conosco, dimmi tu cosa è”.

“E’ un libro molto antico, come avrai notato. Contiene tutte le ricette delle pozioni curative fino ad ora conosciute. Quello che devi fare è aiutarmi ad individuare le pozioni che ci potrebbero essere utili quando Neville Ginny e Luna andranno nella foresta proibita e quando affronteremo…

“Il bastardo senza naso, ho capito. Ma come ti ho detto, un lavoraccio; come fai a sapere quelle che ci saranno utili?”

Susan rispose con semplicità:”Non lo so, infatti… ma dobbiamo pur tentare di proteggerci al massimo, ti pare?”.

“Credo che tu abbia ragione. al lavoro allora” un’ora dopo erano immersi nei loro compiti di ricerca.

Draco osservò Susan che stava lavorando con un’impegno ed una dedizione non comuni.

Era intelligente e svelta nell’apprendere, in più dimostrava grande acume.

Ma naturalmente, non glielo avrebbe detto per niente al mondo.

Chinò il capo e continuò col suo lavoro.

* * *

Giorni dopo, Draco passò in biblioteca. Era abbastanza tardi e voleva scegliere il suo libro per quella notte prima del coprifuoco.

Non c’era nessuno, la solita figuretta addormentata… che portava una treccia.

“Figurarsi, tutti uguali voi di tassorosso, ligi al dovere fino al ridicolo. Ragazzina sciocca, stasera mi avevi detto che non avremmo lavorato”.

Lasciò perdere il libro e sollevò Susan tra le braccia.

“Accidenti, Bones, troppe patate… Vedi di mangiare meno”, sibilò Draco ad una Susan che continuava placidamente a dormire.

Certamente avrebbe potuto sollevare Susan con la bacchetta aiutandosi con l’incantesimo Mobilcorpus, ma qualcosa dentro di lui si era intestardita a voler portare la ragazza a braccia.

E quella sera voleva sentire il calore di un corpo femminile accanto al suo, sebbene in maniera totalmente platonica.

Pansy lo aveva stancato da tempo, mesi ormai, forse non l’aveva mai interessato veramente.

Weasley non la poteva avere, per quanto disperatamente la volesse.

Ma Bones era lì, con la sua treccia scura, il corpo morbido ed il profumo di erbe e medicamenti che lo faceva pensare all’infermeria.

Paciok non era poi uno stupido, dopotutto…

strinse la ragazza a sé ed uscì dalla biblioteca.

E si incamminò nei corridoi deserti.

Fortuna volle che incontrasse un ragazzo di Tassorosso del settimo anno.

Draco lo fermò.

“Dimmi dove la devo portare”. Chiese accennando a Susan, ancora profondamente addormentata.

Il ragazzo gli fece strada fino all’entrata di Tassorosso. “Va bene, Malfoy, grazie, la puoi lasciare, ora la porto io”.

Malfoy si liberò del suo fardello:”Buonanotte, Bones” E girò sui tacchi.

Era la prima volta che uno sconosciuto lo ringraziava per qualcosa.

* * *

Il giorno dopo, la storia aveva fatto il giro di Hogwarts, tanto per cambiare: Bones portata in braccio nientemeno che da Draco Malfoy.

Uscendo dalla sala grande dopo colazione, quella mattina stessa Ron apostrofò Neville sarcastico:”Sei felice, Neville? Ora Malfoy, dopo mia sorella si mette a girare intorno alla tua donna… magari dopo ci proverà con Luna”

Neville rispose molto tranquillamente:”Non cominciamo Ron… non è successo niente”

Ron rise amaro:”Niente, tu lo chiami. Quello va in giro di notte con la tua donna tra le braccia e tu dici che non è successo niente… se lui facesse una cosa del genere alla mia ragazza…”

Una voce lo interruppe:”Quale ragazza, Ron? Tu avevi una ragazza, fino a che hai deciso che non volevi più stare con lei e con i tuoi amici”

Ron si girò e vide Hermione che lo guardava con un’espressione triste, ma estremamente battagliera.

“Hermione…. Io…. Siete voi che non avete capito…”

“No, Ron, quello che non ha capito sei tu…” Hermione gli prese le mani, cercando di farlo ragionare ”Ma perché non vuoi capire che non è sempre possibile scegliere le persone con le quali dobbiamo avere a che fare? Non ci hai guadagnato niente comportandoti così..”

Ron ritirò le mani da quelle di Hermione, anche se la cosa gli costò un’immane fatica e sofferenza:”Ti sbagli, Hermione, io non mi sono sporcato le mani”

Hermione si irrigidì:”Sporcato-le-mani? Ron, adesso non sei diverso da quei purosangue che non vogliono avere a che fare con noi babbani… mi hai deluso Ron… o forse sono stata io la sciocca ad illudermi che fossi diverso.” Era inorridita.

Neville gli appoggiò la mano sulla spalla:”Non stai cavando un ragno dal buco…. E comunque, Susan e Malfoy stanno lavorando assieme per il gruppo. Lei gli ha salvato la vita, se vuoi saperlo, e credo siano diventati amici… in ogni caso, non mi preoccupo, i Serpeverde, possono avere amici a Tassorosso, ma credo che come fidanzate preferiscano quelle di Grifondoro” aggiunse maliziosamente Neville prima di andarsene per la sua strada fischiettando.

Ron faticosamente allontanò i pensieri dalla sua testa.

Brutti pensieri di Draco Malfoy con Ginevra Weasley.

Ma il pensiero di Malfoy, lo portò a pensare alla finale di Quidditch. Con Serpeverde. Due giorni dopo… oh Merlino…

* * *

Hermione stava mangiandosi l’ultima fetta di pane tostato, perfettamente sveglia, persa nei suoi pensieri.

Quella mattina era stata più mattiniera del solito: quando era scesa nella sala grande per fare colazione Ginny ed Harry stavano ancora dormendo dalla grossa.

Era da un po’ di tempo che non si sentivano più notizie delle scorrerie dei Mangiamorte.

Almeno, nessuno ne parlava in giro… ma non era proprio detto che queste fossero finite.

Senza parlare del fatto che gli stessi Mangiamorte e Voldemort parevano essersi volatilizzati nel nulla, senza lasciare traccia alcuna dietro di loro.

Il Ministro della Magia era ancora, purtroppo, Cornelius Caramell.

Hermione storse la bocca. Conosceva molto bene l’abitudine di Caramell di manipolare le notizie secondo la sua personale convenienza.

La stessa Rita Skeeter, un giorno di tanto tempo prima, aveva ammesso che il Ministero esercitava delle pressioni sulla Gazzetta del Profeta, lo stesso quotidiano che due anni prima aveva causato ad Harry e a lei stessa tutti quei problemi.

E poi… ammesso che il corno l’avessero trovato, come, dove e quando l’avrebbero usato?

Hermione scosse il capo e salutò Ginny, che nel frattempo, era arrivata e si era seduta accanto a lei.

* * *

evvivaaa, sono arrivata a 100 recensioni, grazie a tutti, davvero.

angolino della posta:

Florinda: eccoti qui il capitolo

Byakko: Per me Ron lo puoi mandare dove vuoi. è una bravissima persona, ma certe volte, secondo me, è troppo rigido e categorico

Maho: forse sarebbe stato meglio... Ron come razzista non scherza... Neville è sempre stato un grande e sempre lo sarà, semplice e diretto...

Terry: come hai notato, Draco non è molto a suo agio con i sentimenti. con Susan però va un pochino meglio

Sissichi: gran casino, sono d'accordo... è inutile, quei due non andranno mai d'accordo, troppo diversi...

ancora grazie a tutti, a presto!

Hermione4ever: Mi hai fatto prendere uno spaghetto di quelli fatti bene! comunque, sono contenta che sia stata tu la centesima recensione. ieri ti ho mandato una mail, se hai bisogno di chiarimenti, urla. baci!

a presto

nisi

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Capitolo 29
*** Uno strano legame magico ***


“ahi ahi ahi, non ci voleva questa pioggia. Ma sono sicuro che questa sarà una bella partita combattuta e… ehm, leale”. Aveva commentato Lee Jordan mentre sul campo di quidditch entravano le squadre di Grifondoro e Serpeverde.

La professoressa McGranitt seduta accanto a lui gli rifilò una gomitata e lo guardò male.

“Ma professoressa, cosa ho fatto?” si lamentò Lee con voce lacrimosa.

“Per il momento niente, ma so che lo farai” rispose la professoressa sistemandosi il cappello e la sciarpa gialla e rossa di Grifondoro attorno al collo.

Stendardi, sciarpe gialle e rosse da una parte e verde ed argento dall’altra, macchie di colore in una giornata altrimenti molto grigia.

Dean Thomas aveva superato sé stesso, i disegni che aveva preparato, con un incantesimo erano stati animati, per cui erano diventati ancora più realistici: un enorme leone con una fluente criniera stringeva tra le sue fauci un malconcio serpente. Un altro leone altrettanto temibile e massiccio, schiacciava sempre lo stesso serpente sotto le sue zampe. E sempre il solito leone che inseguiva il solito serpente disperato.

Serpeverde non gradì molto il disegno, almeno a giudicare dai commenti indignati e dalle pernacchie provenienti dagli spalti.

Sotto una pioggia battente, alle loro spalle le squadre di Grifondoro e Serpeverde, Harry Potter e Draco Malfoy si strinsero la mano, questa volta non tanto forte da rischiare fratture, ma quasi senza farci caso, con indifferenza.

Madama Bumb portò il fischietto alle labbra: pronti? Allora, uno, due, treee

E la partita cominciò.

Ron in porta stava già dando segni di nervosismo, ma aveva trovato un ottimo incantesimo filtro per le orecchie che le rendevano sorde agli insulti ed alle prese in giro, per cui, “Weasley è il nostro re” versione Serpeverde non fece alcun effetto, neanche con le strofe nuove scritte da Warrington e Pucey, con il grazioso contributo di Pansy Parkinson in vena stranamente poetica.

Harry stava perlustrando il campo a cavalcioni della Firebolt, in cerca del boccino.

Draco stava facendo lo stesso.

Dura, era dura vedere il boccino con quell’oscurità e la pioggia battente.

Tutti i giocatori dopo pochi minuti erano ormai zuppi fino al midollo, i capelli incollati al viso.

Goyle sembrava un’ enorme, fradicia, porchetta volante.

“Vediamo Malfoy che continua ad aggirarsi per il campo nella speranza vana di riuscire, per una volta nella vita ad avvistare il boccino prima di Potter” Lee si interruppe un attimo e guardò di sottecchi la McGranitt che annuiva con la testa… fino a che si ricordò che lei era una professoressa e lo gratificò di un urlaccio

“Va bene, va bene, no c’è bisogno di prendersela così”mentre vedeva Malfoy alzare un dito (confido nella vostra cultura per indovinare quale…NdA) nella sua direzione.

Bene il gioco prosegue, c’è un veloce passaggio di pluffa tra Nattie, bella figliola…”

“Jordaaaan”

“dicevo brava figliola McDonald che passa la pluffa a Ginny Weasley che la spedisce…. No, non spedisce proprio niente perché Bletchley è ingrassato come un maiale e copre i tre anelli. Peccato, Ginny sarà per la prossima volta… Dopo Katie Bell che segna… Brava Katie, se non mi piacesse Nattie, ti avrei invitata ad uscire, dopo tutto, Bletchley non è così ingrassato”

“Per amore di Merlino, Jordan!”

“Si professoressa”

“Attenzione, il gioco si fa pressante Pucey ha appena segnato il pareggio, 10 a dieci… sfortunatamente, la pioggia non da la possibilità di vedere benissimo, ma sembra che Goyle e Tiger si stiano dando parecchio da fare con quei bolidi. Terra chiama Harry, niente notizie dal nostro pennuto d’oro preferito? No, vero? allora continuiamo”. Vediamo Ginny Weasley che svolazza per il campo. Ginny, meno male che hai quella testa rossa, altrimenti non ti vedrei con ‘sta pioggia! Ed intercetta la pluffa, brava bambina, bacetto in fronte! Eh, no, Warrington, fai il bravo… Warrington quel figlio di xxxxx sta cercando di assalire Ginny che gli sfugge tenendosi la pluffa, ora la passa a Nattie, che la passa a Bell, vai Katie, avanza, brava… si, passaggio a Ginny, che la ripassa a Nattie…che tira proprio in braccio a Bletchley. Peccato, Nattie, sarà per la prossima volta, ne parliamo a cena, vuoi? Ora riprende il gioco, ci sono i bolidi che girano per il campo, attenti ragazzi, mi raccomando…. Warrington lancia la pluffa… Pucey la intercetta e la passa a Montague.. che la perde… Montague, mi sa che risenti ancora della vacanzina dell’anno scorso nel cesso della scuolahiaaaaaa”

La McGranitt gli aveva dato una bastonata in testa….

“Jordan, queste cose si pensano solo e non si dicono, ehm non si dicono e basta!”

“Ok, ok” si lamentò Lee accarezzandosi la testa sulla quale sarebbe spuntato un bel bernoccolo…

“oh, bene, sta finendo di piovere…”

La partita era ormai sui 110 a 120 per Grifondoro. Era una partita molto equilibrata. Ogni qualvolta i leoni segnavano, i serpenti segnavano a loro volta…. E del boccino neanche l’ombra.

Mezz’ora dopo, i giocatori cominciavano a dare segni di stanchezza.

Persino Lee Jordan cominciava ad avere la voce rauca ed a perdere smalto.

Ora il cielo era sereno.

Harry vide brillare qualcosa, vicino agli spalti di Serpeverde.

Per la prima volta, il boccino faceva la sua comparsa in partita.

Anche Draco lo aveva visto.

Entrambi i due cercatori si gettarono all’inseguimento del boccino.

Erano testa a testa, spalla a spalla, quasi i corpi dei due si toccavano, Draco allungò la mano per prendere il boccino prima di Harry.

Jack Sloper se ne accorse e tirò un bolide nella sua direzione. Draco riuscì a scostarsi all’ultimo momento, Harry prese il boccino, ma quando lo alzò in aria, sentì un gemito soffocato.

Il bolide aveva colpito Ginny Weasley, che rovinò al suolo con un tonfo sordo.

Tutti gli astanti avevano trattenuto il fiato, ma pochi secondi dopo il campo venne invaso, mentre Susan e Madama Chips si facevano largo tra la folla per soccorrere la ragazza.

“Fate passare, per favore, fate passare…” urlava Susan trafelata e sconvolta dalla preoccupazione.

Ginny era sdraiata su un fianco accanto agli spalti di Serpeverde, il braccio destro piegato in modo innaturale ed un rivolo di sangue le scendeva dalla fronte, la Scopalinda per terra accanto a lei.

Aveva perso i sensi, non si muoveva, era pallida come un cencio.

“oh, Ginny, cosa ti è successo” mormorò Susan scostandole i capelli dalla fronte, per esaminare la ferita.

Anche se la squadra di Grifondoro aveva vinto la coppa di quidditch, nessuno esultò.

Tutti ritornarono al proprio posto sugli spalti, osservando attentamente la scena in perfetto silenzio. La professoressa McGranitt, preoccupatissima, si era messa a fianco di Susan.

Madama Chips scosse la testa “Devo portarla in infermeria.

Di certo, il braccio è rotto, ma non ci dovrebbero essere problemi. È la botta alla testa che mi preoccupa”.

Con un incantesimo (Colloportus) fece levitare la ragazza svenuta per portarla in infermeria.

Susan alzò lo sguardo ed incontrò gli occhi di Draco Malfoy. Se era possibile, era ancora più pallido di Ginny.

* * *

Draco si attardò sotto alla doccia bollente.

Era rimasto solamente lui nello spogliatoio di Serpeverde.

E rifletteva.

Era successa una cosa stranissima.

Non appena Ginny era crollata al suolo così violentemente, lui aveva sentito un dolore acuto al braccio.

Ed un altro dolore alla fronte.

Ma perché? Voleva dire che lui e Ginny erano legati molto più profondamente di quanto credesse… che il dolore di lei fosse anche dolore suo?

Si insaponò da capo a piedi ancora una volta, nonostante non ce ne fosse bisogno, l’acqua che gli scorreva su tutto il corpo indolenzito.

Era preoccupato per Ginny… avrebbe voluto correre a vedere come stava, ma non sarebbe stata una buona idea.

Avrebbe trovato quel gorilla di suo fratello e poi la cosa si sarebbe saputa in giro. soprattutto ad Hogwarts, i muri avevano orecchie… e non aveva nessuna intenzione di scoprirsi… e di mettere in pericolo Ginny.

Portare in braccio Susan era stata un’imprudenza, ma tutti sapevano che, per uno strano motivo, Malfoy doveva qualcosa a Bones, per cui non era stato poi così strano che lui avesse ricambiato la gentilezza.

Ginny era tutt’altra cosa, ma dopotutto, la Medistrega Tassorosso era in gamba e si sarebbe presa cura di lei.

Uscì dalla doccia qualche minuto dopo.

Si asciugò soprappensiero, si infilò abiti puliti ed uscì

Era buio.

Ci aveva messo una vita a lavarsi, pensò tra sé e sé.

Improvvisamente, una figura gli si parò davanti.

L’oscurità non gli permetteva di vedere bene, ma dopo qualche istante riconobbe Ron Weasley

“Weasley” gli disse a mò di saluto e gli passò di fianco per tornare al castello.

Ron lo bloccò prendendolo per una spalla.

E facendogli male

“Weasley, che vuoi? Non ho tutta la sera!” sbottò Draco, impaziente di tornarsene in dormitorio.

“per colpa tua, mia sorella ha avuto un incidente. Ecco cosa voglio. Fartela pagare!” righiò Ron.

Draco scosse il capo:”ah, ma hai una sorella? Da quanto avevo capito, tu di sorelle non ne avevi più… e neanche di amici e di fidanzate, pare”

Draco non fece tempo a sogghignare perché Ron gli dirò un gancio destro che arrivò direttamente sullo zigomo.

Spaccandoglielo.

Nonostante il dolore, Draco ridacchiò:”La verità fa male, eh, Weasley? Il figlio del mangiamorte che se la fa con l’innocente Ginny Weasley. Che ne dici, Weasley… quando mi sarò stancato della tua bella sorellina, magari ci proverò con la tua donna mezzosangue, oh, scusa, con la tua ex donna mezzosangue. Turandomi il naso, ma devo dire che Granger senza quelle zanne sta crescendo bene”.

Altro pugno di Ron questa volta sull’altro zigomo:”Maledetto, che cosa hai fatto a mia sorella”

Il ghigno di Draco si fece ancora più diabolico:”Niente, Weasley, non le ho fatto proprio niente… che non volesse o che non le piacesse, garantito. E a quanto ho visto, le piaceva proprio”

Impotente, Ron lasciò cadere i pugni lungo i fianchi, gli occhi lucidi di lacrime.

“Se vuoi stare qui a massacrarmi per tutta la serata, Weasley, fai pure. Lo so che fisicamente sei più forte di me. Ma questo non ti ridarà tua sorella, né la tua donna, né i tuoi amici. Fossi furbo, mi terresti d’occhio… ma siccome non lo sei e non lo sarai mai, stai pure qui ad assalire i tuoi rivali con delle scuse invece che comportarti da uomo. Io oggi mi sono semplicemente scostato per non prendere un bolide. È stato in incidente. Ma siccome la fai tanto lunga, come mai non eri tu a prenderti cura di lei, cosa fai qui mentre lei è in infermeria? preferisci vederla morta, piuttosto che con uno che non ti va? Mettiti bene in testa che tua sorella è cresciuta e prima smetti di mettere il naso nei suoi affari e meglio sarà! Buonanotte Weasley, ci si vede in giro”.

Draco girò sui tacchi e se ne andò.

***

In infermeria, Susan si stava prendendo cura di Ginny.

Per fortuna, non era grave come sembrava all’inizio.

Il braccio rotto era stato sistemato da Madama Chips e la ferita in fronte si era rivelata una lieve commozione cerebrale.

Ora Ginny dormiva nel suo letto circondato da un paravento.

L’infermeria era vuota, fatta eccezione per le due ragazze.

Madama Chips si era ritirata una mezz’oretta prima e Susan era rimasta per dare un occhio alla sua amica e per rimettere a posto le varie pozioni che erano state somministrate alla Grifondoro.

Susan era seduta sul letto accanto a quello di Ginny, nella stanza c’era un piacevole tepore la penombra che l’avvolgeva l’aveva resa accogliente, per quanto lo possa essere una infermeria.

Susan sentì un rumore ed alzò gli occhi.

Si trovò davanti uno stralunato Ron

“Ron” esclamò la ragazza “ma che ti succede? Stai male?”

“no, ecco io sì.. sono venuto a vedere come sta Ginny”

Susan sorrise “sta bene, Ron, ora però sta riposando, ha avuto una giornata faticosa e deve riprendersi”

Ron si girò verso di lei “Susan, sono un idiota..”

Susan sospirò:”Si, lo sapevo”

Lievemente offeso, Ron ribattè:”Ah, grazie, è bello sapere che i tuoi amici ti vogliono bene…”

Susan scosse il capo:”Ron, io ti voglio bene ma davvero sei stato un idiota… Per fortuna non è tardi per rimediare. Parla con Ginny domani. Ed anche con Hermione…”

“Ma sei sicura che Ginny stia bene?” chiese Ron tutto preoccupato “forse dovevo starle più vicino…”

Susan gli diede un buffetto sul braccio:”Ma noooo, sta bene, ora torna nella torre, e lasciami finire qui”.

Dopo che Ron se ne fu andato, Susan prese pergamena e piuma e scrisse un messaggio, lo fissò alla zampetta di Oscar, il suo gufo e gli disse:”Vai, se fai in fretta ci sono dei biscottini gufici tutti per te”.

* * *

Nella sua stanza, Draco stava leggendo il solito libro per non cedere al sonno e per non pensare.

Gli zigomi erano andati a posto senza problemi, grazie ad un paio di incantesimi che gli aveva insegnato Susan qualche giorno prima.

Questo volume era più interessante del precedente, era un saggio intitolato “Evoluzione della magia nei secoli.I diversi contributi di Hogwarts, Durmstrang e Beauxbatons”, di Evariste Grandsecchions, professore emerito. Stava per iniziare la lettura del 46° capitolo (erano 275 in tutto), quando sentì un discreto tap tap sul vetro della sua finestra.

Era un gufo che doveva consegnargli della posta, evidentemente.

Ma a quell’ora? Draco aprì cautamente la finestra e fece entrare il minuscolo gufetto marrone.

Gli offrì dell’acqua fresca e dei biscottini gufici De Luxe (per il gufo che non deve chiedere mai), che il piccolo Oscar si affrettò a spolverare in pochi secondi.

Malfoy rise:”certo che il tuo padrone non ti da molto da mangiare…”

Il gufetto lo guardò

“oppure tu sei un gran goloso”

Oscar gli voltò le spalle

“Non avevi della posta da consegnarmi?”

Oscar gli tese la zampina e Draco aprì il pezzettino di pergamena arrotolato.

Il paziente sta molto meglio e ritornerà in piena forma in un paio di giorni

Medistrega Tassorosso

Draco scoppiò a ridere, divertito, ma anche sollevato:”Sei un fenomeno, Bones”

E lasciandosi cadere sul letto:”Ma non te lo dirò mai!”

* * *

Spero questo capitolo vi sia piaciuto, grazie a tutti per averlo letto

Florinda: eccoti il nuovo capitolo. purtroppo con la lunghezza dei capitoli non posso farci molto, ma farò il possibile, ciao

Goten: sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto!

Terry: piano piano ci arriviamo (con fatica, però...), credo che Ron e Draco non diventeranno mai amici, troppo diversi e testardi

Maho: un altro capitolo. Ron in effetti un po' scemo è, ma non è cattivo. spero che il legame magico del quale parlo ti abbia solleticato

Neera: grazie, per le recensioni e per le mail. fanno sempre un sacco piacere. la matematica mi ha sempre rovinato la vita

Byakko: quei due diventeranno amici sul serio. Fortunata Susan, vero? peccato che nel momento topico se la stesse dormendo dalla grossa

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Capitolo 30
*** Gli effetti collaterali dell'Incanto Patronus ***


Erano tutti e sette nella stanza delle necessità.

Quella sera avrebbero insegnato l’incanto Patronus a Draco, che non sapeva da che parte iniziare, dato che non aveva mai avuto molta dimestichezza con gli incantesimi difensivi che non comportassero l’uso delle arti oscure.

Gli altri avrebbero comunque ripassato l’incanto, visto che non era perfetto.

Soprattutto quello di Neville.

Ginny si era ripresa bene.

Sedeva su un divano rosso accanto al fuoco ed era circondata dalle altre tre ragazze, che si erano affrettate a portarle dei cuscini per farla stare più comoda.

“Te la senti di lavorare?” chiese Hermione con aria pratica.

Ginny annuì sorridendo:”Si, sto bene, solo che ogni tanto mi vengono fuori delle altre botte. L’altra sera, per esempio, ho sentito un male d’inferno agli zigomi, prima l’uno poi l’altro. Sembrava come se qualcuno mi avesse preso a pugni. Si vede che quando ho battuto la testa , ho battuto anche la faccia, chi lo sa?”

All’uscita di Ginny, le sopracciglia di Malfoy scattarono verso l’alto ed impallidì.

Susan che si era girata verso di lui, chiese preoccupata:”Draco, qualcosa non va?”

Scosse la testa:”No, Susan tutto bene.”

Susan aggrottò le sopracciglia.

Non la chiamava mai Susan, sempre Bones o Medistrega Tassorosso.

Decise che avrebbe indagato… più tardi.

Luna si alzò:”Sentite, sono distrutta. Oggi Piton ci ha fatto mettere nelle pozioni gli Asperticoli Galoppanti, mi sono scappati e gli ho dovuti rincorrere per tutta l’aula. Possiamo iniziare così andiamo a letto presto?”

Harry si alzò, imitato dagli altri.

Si avvicinò a Malfoy.

“Allora, in teoria sai come si evoca un patronus”.

“In teoria sì.” Rispose con una smorfia sarcastica.

“Bene, allora dimmi come si fa” chiese Harry.

“Potter! Guarda che le lezioni sono finite ore fa” scattò Malfoy.

“Ed è qui che ti sbagli. Le lezioni vere iniziano ora!” lo rimbeccò Harry.

Draco sbuffò e rispose:”Si pensa al ricordo più bello che si ha, si punta la bacchetta e si dice:Expecto Patronum, contento professor Potter?”

Harry sorrise:”Quasi. Bene, allora provaci, ti sto a guardare.”

Draco chiuse gli occhi e urlò:"Expecto Patronum." Un’esile filo di fumo uscì dalla bacchetta.

Luna commentò”sembra quasi il fumo di una sigaretta babbana”.

Con la voce piena di sarcasmo, Draco rispose:” Cornacchianera, chiudi quel maledetto becco, vuoi?”.

Luna, offesa:”volevo solo essere d’aiuto, non è carino fare così!”.

“Coraggio, Malfoy, un’altra volta” lo incoraggiò Harry,”pensa a qualcosa di bello…”

“La fai facile tu… ” borbottò Draco di malumore.”Expecto Patronum!"

Una cortina sottile ed argentata scaturì dalla bacchetta di Draco.

“Bene, avanti così, pensa alla stessa cosa che hai pensato, ma di più!” Harry gongolava.

“Expecto Patronum!”

Era fatta!

il Patronus di Draco gli stava saltellando attorno così velocemente che non ebbe il tempo di vedere di che animale si trattasse.

Nella stanza cadde un silenzio di tomba.

Draco guardò meglio il suo Patronus ed rimase di sasso.

Era un furetto.

Draco puntò la bacchetta contro tutti i presenti:”Guai a voi se ridete, mi avete capito? Non ci provate nemmeno!”

Harry aveva gli occhi spalancati, Ginny osservava con la massima attenzione la gamba del tavolo, Neville aveve risucchiato le labbra all’indietro e le teneva serrate, Susan si era cacciata la treccia in bocca, Hermione faceva finta di cercare qualcosa in un libro.

Tutto inutile.

Luna scoppiò a ridere sbuffando saliva dappertutto e gli altri non ce la fecero più. Luna si asciugava le lacrime ridendo sguaiatamente, Harry era rovinato sul divano, tenendosi la pancia, Neville era crollato a sedere per terra, Susan Ginny ed Hermione cercavano di nascondere le risate, ma le loro spalle avevano preso ad andare su e giù come in preda alle convulsioni.

“Ma in che posto mi sono cacciato, per la miseria. Smettetela di ridere! Ho detto di smetterla! Accidenti!!!!!”

Niente.

Mai, mai in tutta la sua vita era stato vittima di un simile oltraggio.

Lui era un Malfoy, accidenti!

Luna lo guardò smarrita per un attimo e scoppiò a ridere ancora più forte di prima, di una risata sgangherata e potente.

“L’avete voluto voi. CABELLUS!!!!”

Ed all’improvviso, capelli, ciglia, sopracciglia e peli dei 6 ragazzi presero a crescere a dismisura, sempre più folti, tanto che non sapevano più dove metterli.

La crescita esagerata si fermò quando i capelli raggiunsero i piedi.

“Malfoy!”

“Draco”

“Figlio di…”

“Maledetto”

“Brutto str..”

“Deficiente!”

incrociando le braccia sul petto, Draco sorrise sornione:”Ve l’avevo detto di non ridere.”

Luna si ispezionò le gambe, sollevando la veste senza troppe cerimonie.

“Maledetto! Avevo fatto la ceretta proprio stasera!” urlò Luna rabbiosamente.

“Si, proprio stasera” fece eco Harry.

“E tu come lo sai, Potter?” si informò interessato Draco.

“Beh, ecco io… lasciamo perdere…”

il viso di Neville si aprì in un largo sorriso:”Mi sono cresciuti i peli sul petto! Grazie, Malfoy!”

Harry sbirciò sotto la maglietta:”Hey, anche a me, forte!”

Hermione cercò di riprendere il controllo della situazione:”Hey, ma dico, Malfoy, facci ritornare alla normalità”.

La bocca di Malfoy si aprì lentamente in un ghigno satanico:”Perché, Granger? Trovo che quei baffi ti stiano così bene….”

Desolata, Hermione si girò con un urlo disperato.

Sulla parete era comparso uno specchio e la poverina era corsa a guardare quello scempio.

Luna, interessata, si avvicinò a Malfoy, mettendogli una mano sul braccio:”Mi devi assolutamente insegnare quell’incantesimo, non hai idea dell’utilità che potrebbe avere nel campo delle acconciature di noi streghe dei giorni nostri.”

Hermione ringhiò:”Luna! Piantala! Malfoy, te lo chiedo per l’ultima volta, facci tornare a posto!”

Sospirando rassegnato, Draco prese la bacchetta che aveva appoggiato sul tavolo accanto a lui”E va beeeene, Granger, come vuoi”

Neville, si avvicinò timidamente:”Senti, potresti fare in modo da non togliermi i peli sul petto?”

Draco sentì Susan soffocare una risata:”Va bene, Paciok, come vuoi”.

“cabellusnormalis!”

Hermione cercò di ritrovare un contegno, schiarendosi la gola.”Bene, allora, vogliamo riprovare I nostri Patronus? Vedo che Malfoy – risata soffocata – se l’è cavata bene con il suo, per cui anche noi dovremo darci dentro” e per dare il buon esempio prese la bacchetta ed urlò “Expecto Patronus”.

Dalla punta della sua bacchetta scaturì il fumo argenteo che prese la forma della lontra che costituiva il suo Patronus.

Hermione la guardò affettuosamente, mentre questa le saltellava intorno allegramente.

Il Patronus di Hermione stava lentamente svanendo, quando la pesante porta della stanza si aprì piano piano, Ron entrò timidamente nella stanza, visibilmente a disagio, gli occhi bassi.

Hermione lo apostrofò freddamente:”Cosa sei venuto a fare qui?”

Ron sollevò lo sguardo:”Sono venuto a scusarmi. Sono stato un vero idiota, con tutti voi… Hermione, Ginny, volete perdonarmi?”

Le labbra di Hermione presero a tremare vistosamente, mentre Ginny sembrava aver delle serie difficoltà a deglutire.

Con una vocina appena udibile, Hermione mormorò:”Ma certo che ti perdono!” e gli saltò al collo.

Draco Malfoy stava osservando la scena da lontano e disse:”Bones, sembra una scimmia che si arrampica sull’albero!”

Susan gli rispose con una gomitata nello stomaco:”Sei sempre il solito, Draco! Vergognati!”

Draco ridacchiò mentre si massaggiava lo stomaco:”Bones, sei una sorpresa continua… adesso le dottoresse si mettono a menare I loro pazienti”

Susan gli sorrise:”Paziente non è la parola che userei con te…”

Per tutta risposta, Draco le tirò la treccia.

Susan corse ad abbracciare Ron, che era scomparso sotto un capannello di persone.

Quando Ron si alzò e vide Malfoy non fece commenti.

Malfoy invece si:”Vorrai scusarmi se non ti bacio”

Ron strabuzzò gli occhi:”Penso che sopravviverò” e girandosi verso gli altri “Bene, allora, che stavate facendo?”

* * *

più tardi quella sera, Susan fermò Draco che stava ritornando nel suo dormitorio.

“Draco!”

“Dimmi, Bones, che c’è?” sospirò lui.

“Stasera quando Ginny ha detto che le facevano male gli zigomi hai fatto una faccia e sei diventato pallido. Qualcosa non va?”

“no, certo che no!” esclamò lui.

“Allora perchè hai reagito così” indagò lei.

“Perchè ho pensato cosa sarebbe successo alla mia faccia se quel bolide l’avessi preso io! Contenta? Posso andare a dormire adesso?”

“Si, si” e lo guardò allontanarsi a grandi passi nei corridoi umidi e bui.

Susan scosse la testa, sentendo chiaramente che c’era dell’altro, ci doveva essere dell’altro…

Già. Ma cosa?

Si infilò un maglione pesante sulla veste, raccolse I suoi libri e si avviò verso il suo dormitorio, un milione di pensieri che le frullavano in testa.

* * * era il 15 marzo.

Mancavano solamente sei giorni alla muta dell’unicorno.

Avevano imparato tantissimi incantesimi difensivi e di attacco.

Susan e Malfoy avevano preparato tutte le pozioni che avrebbero potuto essere loro utili, avevano ridotto le fialette con un incantesimo di riduzione per poterle riporre e trasportare comodamente.

Mancava la radice di castraia.

Mancava l’unicorno.

Non sapevano come avrebbero dovuto usare il corno.

Non sapevano quando.

Non sapevano a cosa servisse.

Non sapevano quale fosse il dono da portare all’unicorno.

Non sapevano molto.

Ma sapevano di avere paura.

* * *

Qualche giorno dopo, Hermione scese ancora molto presto nella sala grande per fare colazione.

Aveva scoperto che quei brevi momenti da sola, in silenzio, l’aiutavano a concentrarsi e a cominciare bene la giornata.

Da qualche giorno infatti, aveva preso l’abitudine di alzarsi molto prima dei suoi amici e compagni.

Aveva anche inoltrato la richiesta alla Gazzetta del Profeta di farle inoltrare la sua copia del quotidiano un paio d’ore prima rispetto al solito.

Ed infatti, un gufo solitario planò nella stanza e fece cadere la sua copia della Gazzetta sul suo piatto, fresca fresca di stampa.

Hermione si versò una tazza di tè forte al bergamotto, lo zuccherò accuratamente e cominciò a sorbire la bevanda aromatica e ben calda.

Aprì la Gazzetta. E cominciò a scorrerla velocemente, in cerca di notizie interessanti.

I saldi da Madama McClan…

La banca Gringott chiusa per ristrutturazione….

Un nuovo modello di Firebolt stava per essere immesso sul mercato a giorni. Hermione sorrise, doveva dirlo a Ron ed Harry.

La Gelateria di Fortebraccio premiata come Miglior Gelateria del mondo magico.

Tutto sotto controllo. Nessuna notizia sui Mangiamorte.

Peccato o per fortuna?

* * *

Grazie a tutti, di cuore, spero che questo capitolo vi sia piaciuto... piano piano ci avviciniamo ai momenti clou.

Venerdì ho aggiornato la rivolta delle racchie, sezione originali, commedia e poi lucciole e salici, la mia ff su Lady Oscar.

se avete voglia, dateci un'occhiatina...

Goten: vedi tu se Ron comincia a mettere la testa a posto. come hai visto, non si offende se Draco non lo bacia, è già qualcosa!

Byakko: Beh, come tutte le ff, la protagonista è quella con la vita più difficile... ma vedrai ulteriori sviluppi tra qualche capitolo, ciao!

Mila4U: cara collega! grazie per le recensioni e l'entusiasmo... a presto.

Maho: l'allegato pps non sono riuscita ad aprirlo perchè non ho power point. il legame, come capirai, ha ragione di essere, però più che altro è un effetto collaterale.

Terry: Ciao! credo che quei due si beccheranno sempre, più o meno....

Lily2000. Piacere di conoscerti, ecco l'aggiornamento, spero ti piaccia

come al solito, grazie a tutti voi che leggete.

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Capitolo 31
*** Meningi al lavoro ***


Dopo l’incontro nella stanza delle necessità, uno dopo l’altro, i ragazzi fecero ritorno ai loro dormitori.

Neville si sollevò dal cuscino sul quale era seduto e cominciò a girare per la stanza, pensoso.

Il giorno dopo avrebbe dovuto recarsi da solo nella foresta proibita per cercare la radice di castraia.

In teoria, più pronto di così non avrebbe potuto essere. Ma teoria e pratica sono inevitabilmente due faccende molto diverse l’una dall’altra e Neville si ritrovò da solo, in quella stanza ad affrontare le sue paure.

Ne aveva fatta di strada, negli ultimi cinque anni.

Susan, poi, l’aveva aiutato tantissimo, un aiuto per il quale non sarebbe mai stato in grado di ripagarla abbastanza: gli aveva dato fiducia, amore e tenerezza, cose che sua nonna, poveretta, non era mai stata in grado di offrirgli.

Non provava né astio, né rancore nei suoi confronti…

semplicemente, Neville aveva accettato questo stato di cose così completamente, che sembrava quasi stesse pensando a qualcun altro; però Neville l’impiastro, Neville che non guadagnava mai un punto per Grifondoro e che, anzi, ne perdeva una raffica, beh, non esisteva più.

Susan diceva che sua nonna non accettava che nessuno fosse meglio del suo adorato Frank, neanche il suo stesso figlio ed effettivamente, la nonna aveva ricordato questo concetto a Neville tutti i giorni che Merlino le aveva concesso di passare su questa terra.

Questo non l’aveva aiutato: naturalmente timido e di buon carattere, aveva accettato quello che pensava ormai fosse il suo destino di impiastro senza prendersela con nessuno.

Ma quello che era successo l’anno prima all’ufficio dei Misteri aveva cambiato completamente la percezione che Neville aveva di sé stesso.

Le cose, in realtà, avevano cominciato a cambiare quando si era unito all’esercito di Silente: da incapace e pasticcione, Neville era cambiato e si era impadronito di tutti gli incantesimi, uno dopo l’altro, con una testardaggine ed una dedizione che a Tassorosso non sarebbe sfigurata per niente.

Questo aveva stupito tutti, ma soprattutto, aveva stupito ancora di più sé stesso.

E poi, aver salvato Harry dall’attacco di McNair, si, il grande Harry Potter… beh… allora non doveva essere poi così male…

Ma quella sera, Neville era ricaduto nella paura di non farcela, di non essere adeguato. Neville si domandò se Harry avesse mai paura.

Sicuramente no.

Uscì cautamente dalla stanza e si diresse verso la torre di Grifondoro, passando accanto a Nick Quasi Senza Testa che lo salutò affabilmente.

Arrivato al ritratto della signora grassa, si frugò in tasca per trovare il foglietto con la parola d’ordine, e poi entrò nel dormitorio del sesto anno.

Seamus russava soddisfatto, per cui Neville cominciò a prepararsi per la notte.

Invece di infilarsi tra le coperte, Neville si sedette sul suo baule che stava accanto alla finestra, le mani penzoloni tra le gambe, il collo avvolto in una enorme sciarpa gialla e rossa.

C’era la luna, entro due o tre giorni sarebbe stata piena.

Era una notte molto luminosa ed i raggi del satellite illuminavano il volto pallido del ragazzo.

si sentì toccare una spalla e girandosi, vide Harry dietro di lui.

“Non riesci a dormire?” chiese Harry, sedendosi accanto a Neville, che si scostò per fargli posto.

“Uh uhm..”

“Ah, ho capito, certo. Sei preoccupato per domani?” chiese Harry.

“Un po’” rispose esitante, poi riprese “Proprio un vero Grifondoro. Quanto mi piacerebbe se dovesse andarci Malfoy là dentro”.

Gli occhi di Harry scintillarono di malizia e ridacchiò:”Neville… io ci sono andato io nella foresta proibita con Malfoy…” si interruppe per soffocare uno scoppiò di risa. Neville gli diede una gomitata sorridendo divertito:”Oh! Forse a Corvonero non ti hanno sentito! Fai piano, sveglierai tutti!”

Harry rise ancora più di gusto, fino al punto di doversi asciugare le lacrime che avevano preso a scorrergli sulle guance per il troppo ridere:”avresti dovuto sentire come strillava! Oh, che ridere Ahhhhhhhh!!!!!!”

Neville si unì alla sua risata.

Dopo qualche minuto, i due si ricomposero e fu Harry a riprendere il filo del discorso.

“Davvero, Neville, sappiamo tutti che farai del tuo meglio… cerca di stare tranquillo…”

Harry vide che le spalle di Neville erano molto contratte.

“Lo so, Harry, ma non so se basterà, il mio meglio… e certe volte il mio meglio è il peggio degli altri!” mormorò Neville al colmo dello scoramento.

Harry sospirò e gli mise la mano sulla spalla:”Ascoltami bene. Chiunque abbia scritto quella profezia sapeva benissimo cosa stava facendo. I nostri nomi sono stati decisi secoli fa per una buona ragione. Ognuno di noi si trova nel gruppo per motivo ben preciso, anche noi non lo conosciamo. Non so se riuscirai a trovare la radice, né se Luna e Ginny riusciranno a trovare l’unicorno, né sappiamo se io riuscirò a sconfiggere il bastardo senza naso, come lo chiama Malfoy. ma dobbiamo provare, Neville, anche perché dobbiamo tentare di fermarlo… noi abbiamo un modo ed è nostro dovere usarlo”.

“Hai ragione, Harry… proverò” rispose Neville tentando un sorriso che però non arrivò a stirargli le labbra.

“Bravo ragazzo. Ora vieni a dormire, devi essere in forma per domani”. Harry si alzò e fece per dirigersi verso il suo letto.

“Si, fra un attimo… vai tu… io sto ancora un po’ qui”. Harry annuì e Neville riprese il filo dei propri pensieri.

* * *

In realtà, quella notte, nessuno dormì, a partire da Neville: troppi pensieri frullavano nella testa degli otto.

Neville scese a colazione di buon’ora, gli occhi pesti, segno di una notte insonne.

La sera prima si era coricato, ma dopo un paio di ore passate a rivoltarsi nel letto, ci aveva rinunciato.

Non aveva neanche troppa fame, ma pensò che avrebbe dovuto mangiare qualcosa, la sera avrebbe dovuto attingere a tutte le riserve di energia disponibili, per cui era suo preciso dovere mangiare qualcosa di nutriente e di energetico.

“Vediamo…” mormorò tra sé. Diede un’occhiata a tutto il cibo e decise per pane tostato, tè forte e yogurt con frutta fresca e fiocchi d’avena.

“Hey Neville, stamattina mi mangerei un ippogrifo, ho passato la notte a sviluppare le foto del coro della scuola e non ci vedo più dalla fame” lo salutò Colin Canon facendosi cadere pesantemente sulla panca accanto a lui.

Colin cominciò ad abbuffarsi di uova e pancetta, ma si interruppe quando vide il contenuto del piatto di Neville: “Nefi, ma che ftai facendo, cofa ti è fucceffo, ma ftai bene?” chiese Colin spargendo uova tutto intorno a lui.

“Eh, cosa?” si stupì Neville.

“Fiiii! Ftai mangiando cofe fane!”

“Ah, sì, beh…. Ecco…”

“E’ ftata Fufan e riempirti la tefta con ‘fta ftoria dell’alimentazione giusta per un giofane mago?"

“Eh, si, hai ragione” concordò Neville, per evitare di rispondere a domande imbarazzanti alle quali non poteva e non voleva rispondere.

Arrivò Hermione, con gli occhi pesti pure lei ed i capelli che parevano essere stati pettinati con un porcospino.

“Neville stai bene?” domandò Hermione premurosamente.

“Benissimo, grazie, Hermione…” rispose compito Neville “Senti, mi sono permessa di fare i tuoi compiti di pozioni, sai, avevo del tempo che mi avanzava”

Neville arrossì e ringraziò serio la compagna:“Grazie Hermione, molto gentile da parte tua”.

Sulla porta della grande sala, comparve Ginny, gli occhi pesti, le lentiggini più evidenti che mai sul viso estremamente pallido.

“Stai bene, Neville?” chiese Ginny.

“Benissimo, Ginny, grazie”

“Senti, ti ho preparato quel saggio che aveva richiesto Vicious sugli incantesimi, sai mi avanzava del tempo…”

“Ah, grazie, Gin… davvero gentile” rispose Neville, pensando fra sé e sé che stavano diventando tutti pazzi.

Susan si avvicinò a Neville, gli diede un bacio e gli chiese:”Come stai, Neville?”

Neville sospirò:”Sto bene Susan….”

“Senti ti ho fatto…”

“Susan, per favore, ne parliamo dopo, vuoi?” la supplicò Neville.

Susan fece una faccia sorpresa, ma tacque.

Arrivò Ron, che si accomodò di fronte a lui.

“Neville…”

“Cosaaaaa” scattò lui con una veemenza che non gli era propria: “Sto bene e grazie per avermi fatto i compiti.”

Ron si fece piccolo piccolo (un po’ difficile per uno alto come lui…):”Neville… volevo solo chiederti di passarmi il latte”

Neville arrossì, mortificato:”Scusami tanto… non volevo….. scusate, devo andare” e lasciò la sala grande in gran fretta, con Susan alle calcagna.

Ron si portò l’indice alla tempia:”Ma che gli prende? E’ diventato matto?”

Ginny scosse il capo:”naaaaa… secondo me è vittima di un attacco di fifa… credo che domani succederà anche a me” aggiunse la ragazza con voce tetra: “E lo capisco… all’ufficio dei Misteri, a combattere i Mangiamorte, eravamo tutti assieme… Stasera Neville sarà da solo….”

Nessuno aggiunse niente altro, solo che Hermione la fissò con occhi sbarrati.

Si alzò di scatto dalla panca ed uscì dalla stanza come una furia.

* * *

Quando Ginny aveva parlato ed aveva nominato i Mangiamorte, Hermione era scattata in piedi: le si era accesa la proverbiale lampadina e, come al solito, quando un’idea fulminea le balzava per la testa, senza dire niente a nessuno, spariva a metterla in atto.

Ora correva lungo i corridoi, il più veloce possibile che le consentivano le sue gambe poco allenate e ben presto cominciò a respirare affannosamente, mentre i ritratti appesi alla parete si godevano l’insolito spettacolo della Signorina Granger che correva come una furia per i corridoi di Hogwarts, la tunica che le svolazzava intorno.

Hermione, completamente senza fiato, si appoggiò ad una colonna a riprendere il respiro, poi riprese la sua corsa. Dopo pochi secondi, incrociò la professoressa McGranitt, che si girò a guardarla incuriosita: mai vista correre Miss Granger…

Hermione infilò la porta della biblioteca pochi secondi dopo la sua apertura ed infatti Madama Prince non aveva ancora finito di bere la sua consueta tazza di tè.

Hermione salutò la bibliotecaria e si lasciò cadere per pochi secondi sulla sedia di legno e poggiò la testa sulle braccia che teneve incrociate sul tavolo.

Inalò rumorosamente, poi scattò in piedi e corse verso gli scaffali, incespicando nella lunga veste nera.

Estrasse la bacchetta da una tasca e mormorò: "Accio Gazzette del Profeta!”

Un minuscolo pacchetto le planò fra le mani: evidentemente, qualcuno aveva applicato ai quotidiani un incantesimo di riduzione per ragioni di spazio.

Hermione rovistò convulsamente tra le copie del giornale ed estrasse i numeri dell’ultima settimana.

Con un tocco veloce della bacchetta, fece ritornare le Gazzette alle dimensioni originali e le appoggiò ad un minuscolo tavolo sistemato accanto allo scaffale.

Affannata, Hermione cominciò a scorrere febbrilmente le notizie degli ultimi giorni.

Fino a che trovò quello che cercava.

Un minuscolo trafiletto, posto tra una pubblicità di articoli di bellezza magici e le inserzioni lavorative per maghi sottooccupati, annunciava che la Banca Gringott entrava in ristrutturazione per qualche tempo.

Hermione sbattè gli occhi, mentre le rotelline del suo cervello innestavano il turbo e partivano a velocità tripla rispetto al loro solito.

Si appoggiò con entrambe le mani al tavolo, non riuscendo a staccare gli occhi da quel trafiletto e lo rilesse più e più volte.

Non era possibile, mormorò tra sé, non era assolutamente possibile che la Banca Gringott chiudesse per ristrutturazione: in tutti gli anni di onorata attività al servizio del mondo dei maghi, non era mai successo.

I Goblin ed i folletti erano perfettamente in grado di eseguire incantesimi di manutenzione, sia ordinaria che straordinaria.

E poi…. Quella banca era famosa per l’efficienza, per cui non era in nessun modo plausibile che chiudesse per una ragione così sciocca.

Hermione si passò una mano tra le ciocche più che mai ribelli e cercò di rimanere calma.

Ci riuscì, fino a quando sentì qualcuno afferrarla per la vita, da dietro ed una grande mano coprirle la bocca, impedendole ogni movimento.

Immediatamente, Hermione cominciò ad agitarsi furiosamente e a tirare calci alla cieca, fino a che sentì qualcuno soffocare un’imprecazione e poi fu libera.

Un’espressione confusa le comparve in volto quando riconobbe il suo aggressore.

“Malfoy! Ma sei impazzito?” sibilò Hermione.

Draco si stava massaggiando una rotula:”Se qui qualcuno è impazzito, quello sei tu! Sei pericolosa, Granger” Hermione piantò le mani sui fianchi e ribattè saccente:”Guarda che sei tu che vai in giro a saltare addosso alla gente, Malfoy”

Draco fece il suo solito ghigno malefico:”Granger, tranquilla io non ti salterei addosso neanche fossi l’ultima donna su questa terra, chiariamolo subito…”

Hermione fece roteare gli occhi:”Malfoy, certe volte sei così….. senti, allora perché mi hai aggredito in quel modo? Mi hai spaventato a morte!”

“Avevo bisogno di parlarti e sarebbe stato quantomeno strano che Draco Malfoy ed Hermione Granger intrattenessero una piacevole conversazione, no?”

Hermione, con le braccia incrociate sul petto, si immaginò lei e Malfoy seduti su un divano, con una tazza di tè in mano impegnati in un’amabile conversazione. Le venne da ridere.

“Bene, allora, cosa volevi dirmi?” chiese la ragazza.

La prese per un braccio e la portò in un angolo riparato dello scaffale.

Con un cenno del capo, Draco indicò la Gazzetta del Profeta.

“Lo hai letto anche tu quell’articolo, vero?”

“Lo ha letto tutto il mondo della magia, Malfoy” ribattè lei.

“Però tu non ci hai creduto”

“E neanche tu, altrimenti non saresti qui”

“Esatto, Granger. La tua teoria?”

Prima di rispondere, Hermione tirò un sospiro:“Non ne ho che una vaga idea, ma secondo me, i Mangiamorte si sono alleati ai Goblin e si sono rifugiati alla Gringott per qualche ragione”

Draco scosse il capo:”Errato, Granger. I Goblin ed i folletti non si alleano contro o con nessuno. È come parlare della vostra Svizzera babbana: pieni di soldi e neutrali. I Mangiamorte hanno bisogno di soldi per finanziare le loro imprese e corrompere, gente del ministero e non. Con tutta probabilità avranno imprigionato tutto il personale della banca per poter fare i loro comodi indisturbati, poi quando avranno finito… un bell’incantesimo per cancellare la memoria e via!”.

“Non ha senso, i Mangiamorte uccidono!” ribattè Hermione.

“Si, ma non possono uccidere tutti, sarebbe un’azione troppo azzardata, loro hanno solo bisogno dei soldi!”

“Non è possibile, Malfoy. tuo padre è ricchissimo, anche i Lestrange lo sono, anche McNair e tutti i Mangiamorte. Perché scomodarsi per dei soldi in più quando se ne hanno già in abbondanza, me lo spieghi?”

Draco rise ironico:”Hai studiato, Granger e si vede. Quello che però non sai è che il Ministero ha espropriato tutti i beni dei Mangiamorte non appena questi sono stati catturati al Ministero della Magia. Ora Lucius Malfoy possiede solamente quello che indossa e così pure i suoi degni compari Maschera d’Argento”

“Oh!”

“E già, Granger: oh!” la sfottè lui.

“Allora i Mangiamorte si nascondono alla Gringott. Avranno corrotto qualcuno per dare questa notizia falsa della ristrutturazione, intanto raccolgono quanto più denaro possono”

“Bingo!”

“Dobbiamo fermarli, è alla Gringott che dobbiamo andare”

“Bingo due volte, Granger. Ma come facciamo ad arrivare là?”

Hermione corrugò le sopracciglia, dubbiosa:”Con i Thestral?”

Draco sbuffò:”faresti prima a mandare un gufo a chi-sai-tu per avvertirlo che stiamo arrivando".

La ragazza inclinò la testa da un lato:”Una Passaporta?”

Sul viso di Draco si disegnò un’espressione fintamente sorpresa e scandalizzata ad un tempo:”Mi meraviglio di te, Granger, non lo sai che aprire passaporte senza permesso è illegale? Non te lo ha mai detto la mamma?”

Hermione fece un gesto brusco come per scacciare un insetto fastidioso:”Mia mamma non sa neanche cosa sia una Passaporta, Malfoy e comunque è peggio lasciare in circolazione quelle canaglie, no? Allora, sei d’accordo sulla passaporta?”

“Tu sai creare una passaporta, Granger?” il suo solito ghigno satanico ora gli stirava la bocca.

“Tu che ne dici, Malfoy?” rispose Hermione.

* * *

Ecco, stavo dimenticando... ci avviciniamo alla fine e credo non manchino più di 8-10 capitoli e le azioni si faranno parecchio serrate....

Me distratta... ho aggiornato la rivolta delle racchie e terminavo (evvivaaaaaa) la ff su Lady Oscar, lucciole e salici.

grazie a tutti, per aver letto e per le recensioni... grazie grazie.

Byakko: Mi sa che quello che ci è rimasto peggio di tutti è stato Draco, povero... Il suo Patronus un furetto...

Maho: ecco, Ron è tornato da bravo ragazzo... a me questo capitolo piace molto, spero anche a te.

Terry: Aspetta un paio di capitoli e ci sarà una scenetta Ginny Draco. I protagonisti sono legati, come hai capito. Ma non sarà solo questo, lo scoprirai più avanti.

Neera: sono contenta ti sia piaciuto... grazie, al solito.

Gemini: Ciao, sono felice che la mia storia ti piaccia. In realtà non si scopre il Patronus di Ginny... perchè ci sarà qualcosa d'altro... però secondo me dovrebbe essere una colomba... non so perchè.

Goten: si, c'è qualcosa di strano: Draco è a disagio per questa cosa del legame e non sa come venirci a patti, non sa come comportarsi con Ginny e Ron è terribilmente imbarazzato e si sente in colpa...

Florinda: ecco, ho fatto più in fretta che ho potuto, spero ti piaccia...

Pesciolina04: grazie per i complimenti, in compenso la tua ff su Lady Oscar mi è molto piaciuta. ciao!!!!

Buon 25 aprile!!!!!

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Capitolo 32
*** Notte nella foresta proibita ***


le ore passavano troppo velocemente o troppo piano per Neville.

Non sapeva più se essere impaziente di iniziare la sua ricerca nella foresta oppure se sperare che la sera non arrivasse mai.

Come durante la colazione, si sentì gli occhi degli altri sette addosso, senza perderlo di vista un attimo. Sapeva benissimo che erano preoccupati e riflettè che se ne fosse uscito vivo dalla foresta, probabilmente si sarebbe comportato così anche con Ginny e Luna, che avrebbero dovuto andare a cercare l’unicorno il giorno seguente….

Sospirò….

E le ore passavano, passavano, passavano.

Senza sapere come, si trovò dopo cena accanto al portone del castello pronto ad uscire, il corpo avvolto strettamente nel mantello.

C’era Susan accanto a lui, che lo teneva a braccetto.

“Susan, ho paura…” fece lui con voce strozzata.

Susan gli appoggiò la testa sulla spalla:”Lo so, Neville… è normale….”

Neville l’abbracciò strettamente, chiudendo gli occhi:”Susan, se non dovessi farcela….”

“Non dirlo manco per scherzo” gli rispose la voce di Ron.

Stupito, Neville aprì gli occhi e vide, oltre a Ron anche tutti gli altri che gli sorridevano (tranne Malfoy, ovvio: i Malfoy sogghignano, non ridono come i comuni maghi).

Anche lui sorrise.

“Siete venuti ad augurarmi in bocca al lupo…”

Ginny gli appoggiò una mano sul braccio:”Non solo, ti accompagneremo all’inizio della foresta, poi ci disporremo lungo tutto il perimetro del bosco, così potremo intervenire in caso tu ne avessi bisogno. Ci aiuterà l’incantesimo di localizzazione”

Visibilmente commosso, Neville ringraziò calorosamente i suoi amici, fino a che Malfoy tossicchiò educatamente, richiamando la loro attenzione.

“Paciok, credo sia ora di andare…”

Neville annuì silenziosamente.

“Faresti meglio anche a toglierti quella cravatta…. I colori sono troppo vivaci, se vuoi passare inosservato, ti conviene portare solo abiti scuri”.

Susan gli sfilò la cravatta dal collo.

Arrivarono all’inizio della foresta, dove iniziava il sentiero.

“Beh, allora io vado…”

“In bocca al lupo, Neville, ci vediamo più tardi” augurò Hermione, interpretando il pensiero di tutti, mentre Susan piangeva piano cercando di non farsi notare.

Neville accarezzò la guancia di Susan con il dorso della mano, poi, silenziosamente si incamminò per il sentiero serpeggiante che portava nel cuore del bosco.

Si girò un’ultima volta, agitando la mano per salutare, poi, scomparve, inghiottito dalla foresta.

* * *

“Lumos”, mormorò il ragazzo.

La foresta era così buia…

Non era molto prudente usare la bacchetta a quel modo, avrebbe potuto essere visto facilmente da qualsiasi creatura che popolava quell’immensa boscaglia. D’altronde, alternative non ce n’erano: procedere a tentoni – cosa altrettanto rischiosa – oppure farsi un po’ di luce con la bacchetta e sperare in bene.

E che Merlino guardasse giù….

Quegli alberi sembravano essere lì da secoli, come minimo.

Rami nodosi si estendevano verso altri rami, intrecciandosi in un groviglio inestricabile, impedendo anche alla luce più luminosa di penetrare.

Da esperto di erbologia e natura quale era, Neville riconosceva tutti quegli alberi: faggi, abeti larici, pini marittimi, mandorli e noccioli.

Normalmente, alberi così diversi fra loro non avrebbero mai potuto convivere sull’aspro suolo scozzese.

Ma era la foresta proibita, una foresta incantata. Per cui Neville non si sorprese più di tanto di quel bizzarro miscuglio di specie.

I suoi piedi avanzavano lentamente, cautamente, lungo il sentiero sconosciuto che si snodava tortuoso di fronte a lui.

Alla luce del giorno, quegli alberi gli avrebbero fatto compagnia.

Ma di notte, tutta quella vegetazione assumeva un aspetto sinistro.

Teneva l’orecchio teso, con la speranza, o la paura, di cogliere ogni rumore, sia conosciuto che sconosciuto.

Faceva freddo.

Era buio. La bruma marzolina avvolgeva tutto con una patina evanescente.

Gli alberi che lo inquietavano di più, riflettè Neville, erano i noccioli.

Alberi strani, utilizzati per incantesimi e bacchette da tempo immemore, con quei rami che si arricciavano tra di loro come i capelli di una ragazza.

Davano frutti deliziosi, ma avevano un’anima nascosta che nessuno aveva mai capito fino in fondo.

L’unica cosa che poteva fare, è percorrere quella foresta e trattare quegli alberi con il rispetto che era loro dovuto.

Una folata di vento gli spostò il mantello, e Neville si affrettò a richiuderselo addosso.

Prima di andare, Hermione gli aveva lanciato un incantesimo riscaldante, ma questo ora stava scemando e piano piano Neville sentì il freddo insinuarsi – inesorabile – nelle ossa. Il suo respiro, formava una condensa fredda davanti a lui, che si andava ad unire alla nebbia che avvolgeva tutto, rendendo l’ambiente quasi ovattato. Ripristinò l’incantesimo riscaldante e continuò ad avanzare.

Sentì un gufo. E poi una civetta. E delle rane gracidare.

Neville pensò al suo rospo e, stranamente, questo pensiero lo rincuorò un poco.

Continuò a camminare. Ad occhio e croce, era passata già quasi un’ora dacchè aveva salutato Susan e gli altri. E non aveva idea di dove fosse.

I suoi piedi affondavano nelle foglie marce che si erano accumulate nella foresta nel corso dei secoli. Non era una brutta sensazione, erano morbide e comunque, i piedi erano saldi e ben piantati su quel suolo antico.

Altra folata di vento, altro brivido gelido e Neville si tirò il cappuccio sulla testa. Ora quella figura nera un po’ impacciata, stava continuando a muoversi nella foresta, in silenzio, nell’attesa spasmodica di qualcosa che non era sicuro gli sarebbe piaciuta.

Neville si fermò in una radura per un attimo.

Aveva sete.

Strano, aveva bevuto poco prima di partire… Poco lontano, avvertì il rumore di una sorgente, ma non si fidò. Pensò ad alta voce:”Hermione mi ha detto di non bere né mangiare niente in questa foresta….”

Come era venuto, il rumore della sorgente sparì.

Neville capì che forse era solo un’illusione, ma volle assicurarsene.

“Ho molta fame” disse a voce alta.

Subito, alla sua sinistra, comparve un cespuglio carico di more, lamponi, fragole, mirtilli ed uva spina.

“Ripensandoci bene, non ho poi molto appetito”

il cespuglio, improvvisamente sparì.

Neville si sentì attraversare la schiena da un brivido.

Cosa sarebbe successo se avesse bevuto di quell’acqua e mangiato di quel cespuglio? Merlino benedica Hermione e la sua sete di sapere…. se l’amica non l’avesse informato, chissà cosa sarebbe mai accaduto.

Cominciò a capire perché Silente insistesse sempre, all’inizio di ogni anno, che fosse meglio stare lontani dalla foresta proibita.

Ma lui, ci era dentro, nella foresta, immerso…. E doveva trovare quella radice.

Ad ogni costo.

Gli venne una gran voglia di sedersi, di riposare… cosa gli stava succedendo? Le sue membra erano sempre più stanche… tanto stanche… cominciò a pensare con desiderio al suo caldo letto a baldacchino nella torre di Grifondoro… il piumino così soffice e comodo… il tepore confortevole della torre… gli occhi cominciarono a chiudersi… a perdersi….

“Come sono stanco” mormorò Neville, mentre si accasciava lentamente al suolo.

Con l’ultimo barlume di lucidità, si rese conto che non poteva lasciarsi andare, aveva una missione così importante da compiere… ma quale?

Qualcosa dentro di lui, lo fece scattare in piedi.

“non posso aver sonno… non è così tardi, ed oggi mi sono riposato bene” rimarcò lui.

Il sonno scomparve istantaneamente… e Neville si trovò lucido come prima.

“E’ strano” rifletté “è come se il mio corpo mi tradisse, sento freddo, fame, sonno e sete…. Ma non c’è ragione, sono tutte illusioni… Sarà questo posto?”

Una volta ancora, Neville sentì un brivido corrergli lungo la schiena. Lo riconobbe per quello che era: paura.

Si guardò attorno ancora una volta:”Accidenti, sono al punto di partenza! Ma come può essere?”.

Una volta, su un libro (che gli aveva passato Hermione), aveva letto che i babbani riescono ad orientarsi seguendo la direzione verso nord. Il muschio sugli alberi indicava tale direzione.

Decise di provare:”tanto, male che vada, ritorno qui”.

Neville cominciò a camminare rasente agli alberi, ogni tanto allungando la mano per sfiorare i tronchi ricoperti di muschio.

Intanto, si guardava intorno.

Sigillo di Salomone, aconito, veronica e saponaria, digitale e achillea millefoglie, l’aconito, con i suoi bei fiori blu indaco, ma estremamente velenosi…

però della castraia neanche l’ombra.

Cerco di non deprimersi, si rendeva perfettamente conto che non sarebbe stata cosa facile.

Ed erica, fucsie e ginestre, borsa pastore, regina dei prati…

Niente. Niente di niente.

Verbena…

Niente

Sambuco.

Camminava assorto, esaminando il terreno davanti a lui. In altre occasioni, l’erbologista che era in lui avrebbe esaminato tutte quelle strane piante.

Prese nota mentalmente di tornare a dare un’occhiata, una volta che le cose fossero tornate a posto e per il loro verso.

Già. Ma quando?

Immerso nei suoi pensieri, Neville non si era accorto che davanti a lui si estendeva una radura più brumosa delle altre. Soprappensiero, cominciò a camminarci in mezzo.

Poco dopo, cominciò a sentire delle voci sovrapporsi nella sua testa.

“Neville, tu ci hai dimenticato” si lagnò la voce lamentosa di una donna che gli pareva di aver già sentito.

“Tu ti vergogni di noi, anche in ospedale eri in imbarazzo a causa nostra con i tuoi amici!” lo accusò una profonda voce maschile, altrettanto nota.

Suo padre! Sua madre!

“Si, Neville, tu non vuoi sapere più niente di noi!” riprese la voce di Alice.

“dopo tutto quello che abbiamo fatto per te!” fece eco la voce di Frank.

“Non è possibile, tutti i sacrifici non sono serviti a nulla!” ancora Alice.

“Nostro figlio non ci ama, non ci ha mai amato!” accusò ancora Frank.

Neville cadde sulle ginocchia, nascondendosi il viso fra le mani:”Mamma, papà, non è vero, non è vero, io vi voglio bene….”

Un’altra voce si sovrappose alle altre:”Paciok, sei un incompetente, un inetto, una vergogna per il mondo della magia”. Questo era Piton

“No, non è vero… non può dire così, professore… io…”

Senza pietà un’altra voce, quella di sua nonna:”Sei un buono a nulla, Neville, non sarai mai degno di tuo padre che si è sacrificato per il bene del nostro mondo”.

“Nonna, anche tu, nooooo…”

una voce beffarda, quella di Malfoy:”La tua donna mi piace, Paciok, magari me la prendo, cosa mi dici?” e poi una risata cattiva.

“Lascia stare Susan, Malfoy…. non ci provare!!!!!” ululò Neville alla luna.

La voce di Susan, non più dolce, ma adirata:”Neville, ho sbagliato a stare con te, io preferisco Malfoy”.

Neville si alzò in piedi ed urlò con tutte le sue forze:”Stai mentendo, tu non sei Susan, lei mi vuole bene! State mentendo tutti, tutti! Lasciatemi in paceeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!!”

La bruma che lo circondava si dissolse e finalmente quelle voci che lo avevano tormentato, tacquero.

Si passò le mani sul viso e le ritirò bagnate di lacrime.

Crollò su un sasso per riprendere fiato, le spalle tremanti e le gambe malferme.

Fino a che una voce stridula lo riscosse dai suoi pensieri “Oh, stasera carne fresca! Bene, bene, avevo proprio voglia di un banchetto come si deve dopo tutte queste mosche morte…”

Neville alzò di scatto la testa, vide soltanto una gran massa nera avvicinarsi a lui, troppo scioccato per fare alcunchè

Pochi secondi dopo, riuscì a mettere a fuoco l’immagine di un enorme, peloso ragno nero.

Doveva essere Aragog, Ron gli aveva raccontato di lui solo qualche giorno prima.

“Oh, Merlinoooo”, gambe in spalla, Neville spiccò la corsa per scappare più velocemente possibile da quel coso peloso. Corse, corse, come mai aveva corso in vita sua.

Corse per sé stesso, i suoi genitori, Susan, i suoi amici.

Corse anche per i maghi che non aveva mai conosciuto, le quali vite sarebbero state irrimediabilmente rovinate se VOldemort avesse preso il sopravvento, se il male avesse vinto sul bene.

Dietro di sé, sentiva il respiro rantolante di Aragog, la sua voce stridula che ridacchiava:”E’ inutile che scappi giovane, mago… se mi fai correre, mi viene più fame!!!!”

La mente di Neville correva furiosamente, proprio come le sue gambe. Passò in rassegna tutti gli incantesimi che gli avevano insegnato in quei quasi sei anni di scuola ad Hogwarts.

Tutti ottimi, ma nessuno veramente utile per fermare un’aracnide gigante con una fame da lupo.

“Protego – no. Reducto – no… accio – noooooo”

“Noooo!!!!!!!!!!!!!!”

le sue gambe inciamparono in una radice secolare e Neville rovinò a terrà, la sua bacchetta finita a qualche metro da lui.

Ora Aragog era sempre più vicino, più vicino… pochi passi ormai li dividevano.

Con un balzo in avanti, Neville acchiappò la bacchetta.

Forse fu l’istinto di sopravvivenza, o Merlino da lassù, ma puntò la bacchetta contro il ragno e strillò “Cabellus!!!”

L’incantesimo che aveva visto lanciare da Malfoy cominciò immediatamente a produrre i suoi effetti: i peli che ricoprivano tutto il corpo di Aragog, presero ad allungarsi in maniera abnorme.

Pochi secondi dopo la bestia si ritrovò completamente ingarbugliata nei suoi stessi peli, di fatto in trappola.

Neville alzò il capo… e vide di fronte a lui una strana pianta.

Aveva le bacche di un ginepro…. E le foglie di una quercia.

“Merlino….” Sussurrò un attonito Neville “sei tu, ti ho trovato….”

Il fusto si tramutò in quello di una felce.

Rapido, Neville puntò la bacchetta.

“Accio radice di castraia”.

La pianta rimase dov’era.

Neville si sentì morire.

“Per favore, per favore… Accio radice di castraia”.

Niente da fare, quella pianta multiforme se ne stava lì piantata nel terreno.

Neville sentì un urlo rabbioso provenire da Aragog: a pochi passi da lui, quell’enorme aracnide, aiutato dalle lunghissime zampe, stava lottando per liberarsi e cominciava a riuscirci.

L’urlo si trasformò in una risata di soddisfazione quando Aragog giunse a liberare le prime due zampe.

“accio radice di castraia! Accio! Accio” urlava Neville disperato, mentre il ragnaccio riusciva a liberare la sua terza zampa.

“Oh, Merlino, accio radice di castraia!” questa volta la pianta si mosse impercettibilmente… mentre Aragog si era quasi completamente sbarazzato da quella peluria innaturale.

“Ti prego, accio, radice di castraia!!!!” urlò Neville, con il volto rigato dalle lacrime.

E si trovò in mano un grosso pezzo di radice.

Infilò la radice sotto il mantello, rapido, mentre Aragog si era liberato e lo inseguiva per farne il suo spuntino di mezzanotte.

Ancora corse, Neville e corse, riuscendo poco a poco a mettere distanza tra lui ed il ragnaccio.

Dietro di lui, Aragog urlava di disappunto per aver perso l’occasione di un banchetto a base di carne fresca e giovane.

Quando Neville fu sicuro di non avere più nessuno alle calcagna, si fermò a riprendere fiato per qualche secondo e tornò sui suoi passi.

* * *

Susan sobbalzò e mormorò tra sé:”L’ha trovata, l’ha trovata”.

Afferrò la mano di Luna che si trovava accanto a lei “Luna, Neville ce l’ha fatta, l’ha trovata!” ripetè emozionata.

Luna la guardò come se stesse delirando:”Susan….”

“ti dico che l’ha trovata, Luna, ce l’ha fatta, ha la radice di castraia… ed ora sta uscendo dal bosco… di qua, vieni, Luna… sta arrivando”

Susan stava parlando come in una specie di trance, mentre trascinava Luna dietro di sé, continuava a ripetere:”per di qua, Neville sta arrivando, per di qua…”

Le due ragazze stavano correndo al buio lungo il perimetro della foresta, la luna come unica luce.

“Arriva… arriva, Luna…” continuava a ripetere Susan, ossessivamente.

“Sue, allora non sono pazza solo io” ridacchiò Luna.

Susan le diede un brusco strattone e continuò a trascinarla, incurante dei cespugli che le graffiavano le gambe, incurante di qualsiasi cosa che non fosse Neville.

Lo vide comparire al limitare del bosco, a pochi metri da lei.

“Neville!!!” lo chiamò

“Susan! Susan!” esclamò mentre la prendeva tra le braccia.

“Susan, amore, ce l’ho fatta, l’ho trovata” sussurrò Neville con un nodo alla gola.

“Lo so, lo so che l’hai trovata, l’ho sentito…” rispose Susan nascondendo il viso sulla spalla di Neville.

Nel frattempo, erano arrivati tutti gli altri.

“Ragazzi, ce l’ho fatta! Ce l’ho fatta!”

pacche sulle spalle da Ron ed Harry, Malfoy si limitò a fargli un cenno con il capo. Le ragazze gli saltellavano attorno e lo abbracciavano a turno.

Neville rise:”Questo è meglio anche di quando l’anno scorso ho vinto 50 punti per Grifondoro!”

Tutti risero con lui.

Susan mormorò appassionata:”Fosse per me, di punti te ne darei almeno 100!”

Malfoy le si avvicinò e come al solito le tirò la treccia:”Andiamo, Bones, lo sai che quello che vuole da te Paciok non sono i punti per Grifondoro!”

Neville arrossì così come Susan che gli buttò le braccia al collo e….. tutti voltarono loro le spalle per almeno cinque minuti buoni.

Hermione, sempre molto pratica gli chiese:”Neville, dicci come è andata… che cosa ti è successo là dentro… potrebbe essere utile anche per Ginny e Luna sapere cosa aspettarsi quando domani entreranno nella foresta”.

Ginny scosse il capo:”No, Hermione, ci sarà tutto il tempo, domani. Ora è il caso di tornare a dormire e di nascondere la radice. Luna, sei d’accordo anche tu, vero?” Luna annuì vigorosamente.

Hermione acconsentì:”Va bene. Ma voi due subito a letto. Domani tocca a voi” concluse la ragazza senza riuscire a nascondere la preoccupazione dalla sua voce.

“Ah, scusate dimenticavo, ho bisogno che mi riconsegnate i galeoni stregati che usiamo per comunicare la data e l’ora dei nostri incontri, per favore” aggiunse Hermione dopo qualche secondo.

“A che ti servono” chiese Ron incuriosito.

“Devo vedere una cosa” chiuse il discorso, evasiva come al solito, la ragazza.

Alla spicciolata, tutti rientrarono verso il castello.

Faceva freddo e nessuno si fece pregare per ritornare al proprio dormitorio.

Il pensiero che dominava la mente di tutti era più o meno lo stesso:”E questa è andata”.

Nessuno aveva il coraggio di pensare a come si sarebbero sentiti l’indomani a quell’ora, soprattutto Ginny e Luna.

Luna prima di imboccare il corridoio che l’avrebbe portata al dormitorio di Corvonero, prese Ginny per un braccio delicatamente.

“Buonanotte, Ginny. Ci vediamo domani. Possano i tuoi sogni essere popolati da volvotari angeliformi…”

Ginny soffocò una risata e si chiese che diavolo di creature fossero.

Ma rispose dolcemente:”anche i tuoi, Luna. Buonanotte”

E silenziosamente si diresse verso la torre di Grifondoro, mentre le sembrava che i ritratti alle pareti la guardassero con più simpatia del solito.

* * *

Susan era stata poche volte nei sotterranei… e tutte le volte che ciò era successo, era stato nel giro delle ultime settimane.

Camminava rasente ai muri, freddi, gelidi dei sotterranei di Hogwarts, i piedi ormai fradici per le pozzanghere sul suolo sconnesso. E seguiva una persona. Per essere precisi, Draco Malfoy.

Le doveva una spiegazione, cavolo se gliela doveva.

Borbottò fra sé, Draco aveva delle gambe lunghissime e lei stava facendo una fatica del diavolo per cercare di stargli dietro.

Draco svoltò in un angolo buio, Susan lo seguì in fretta.

Dopo pochi secondi, andò a sbattere contro il ragazzo di Serpeverde.

“Medistrega Tassorosso” l’apostrofò ridendo Malfoy “non dirmi che ti sei stufata di Paciok e sei venuta a cercare l’uomo più bello e sexy di tutta Hogwarts e probabilmente di tutto il mondo magico? Ottima scelta, non posso che congratularmi con te!”

“Oh, smettila! Ti devo parlare, anzi, ti devo fare delle domande e non me ne andrò fino a che non mi avrai risposto!”ribattè secca Susan, con un’aria lievemente scocciata.

“guarda guarda, allora anche i tassi hanno i loro artigli…. Bene, Bones, mi piacciono le donne con un po’ di spina dorsale. Mette più pepe al tutto…” la guardò Draco con aria scanzonata.

Suo malgrado, Susan arrossì e Draco rincarò la dose:”Ma bene, cosa abbiamo qui davanti, un bel miscuglio tra innocenza e malizia… forse voi Tassi non siete poi così mollaccioni come si dice e…”

“FINISCILA, MALFOY!” Susan pestò i piedi a terra arrabbiata, le guance ora arrossate per la furia.”Smettila di fare il buffone una volta buona ed ascoltami”

Faccia da schiaffi ( e Susan lo avrebbe schiaffeggiato volentieri. Lo detestava quando faceva così)

“e perché mai dovrei ascoltarti, Bones?” replicò lui, sulla difensiva

“Perché è importante. Dovresti saperlo che non giro di notte, né da queste parti, né altrove senza motivo”.

“E va bene, Bones, vero, non sei come i tuoi amichetti Grifondoro. Dimmi quello che devi dire e facciamola finita. Anche se penso di sapere quello che vorrai dirmi”

Susan annuì brevemente:”Draco, stanotte quando Neville stava per uscire dalla foresta, io ho sentito dove si trovava. Infatti, sono corsa nel punto dove pensavo sarebbe arrivato e non appena ci sono arrivata, beh, lui proprio in quel momento è sbucato da lì”.

“oh, Bones, mi scocci per questo? Ma se sono S-E-C-O-L-I che dite che voi streghe siete più intuitive di noi maghi, che avete il sesto senso, come dite voi. Contenta? Ora lo avete dimostrato, sono felice per voi ed ora vado a letto perché sono stanco” detto ciò, Draco girò sui tacchi e riprese a percorrere il corridoio quasi del tutto immerso nell’oscurità.

Susan lo acchiappò per un braccio e lo tirò verso di sé

“Bones, che impeto…. Sicura che Paciok ti basti?” scherzò il ragazzo.

“Quando Ginny ha avuto quell’incidente durante la partita di quidditch, ti ho visto impallidire…”

“Te l’ho detto, Bones, mi sono immaginato al suo posto… e la cosa non mi è piaciuta…” rispose lui.

“Da quando in qua ti preoccupi di quello che succede a Ginny, Draco?” chiese tranquillamente Susan. “Non è la prima volta che cade dalla scopa, non è la prima volta che qualcuno cade dal manico di scopa durante la partita di quidditch e sono pronta a scommetterci che la cosa non ti ha mai fatto né caldo né freddo”.

Draco scosse il capo mormorando con aria lugubre:”Weasley, per mia grande sfortuna, è l’altra metà dell’acqua… devo preoccuparmi”

Susan scoppiò a ridere, Draco le tappò la bocca con una mano:”Stupida! Gazza e Piton pattugliano i sotterranei tutte le notti… vuoi che ci scoprano?”

Quando lui la lasciò Susan incrociò le braccia sul petto, sorridendo:”Ma che nobile cuore, Draco… non credo che ora come ora a Tassorosso ci staresti male, sai?”

Il viso di Draco assunse un’espressione schifata:”Non dirlo manco per scherzo, Bones! Senti, Medistrega, io ho un sonno pazzesco, domani ho una doppia lezione di pozione con i tuoi amici Grifondoro, per cui me ne vado a letto, dormi bene!” Susan lo prese ancora una volta per un braccio:”ah! Ah! Ah! Sono secoli che non dormi, non credere di imbrogliarmi! Fermo lì, Draco, non ho finito!”

Sospirando stancamente, Draco concluse:”Va bene, Bones, parla e che sia finita per davvero questa volta, non ho….”

“tutta la notte, lo so, lo so!” ridacchiò Susan “è il modo migliore per farti dire le cose, Draco, prenderti per sfinimento!”

“Sì, è vero, Bones, tu mi sfinisci… ma anche con Paciok fai così? io una donna come te non so se riuscirei a sopportarla….” Sospirò ancora lui.

Susan gli sorrise:”Questi non sono affari tuoi.” Ritornando seria, gli appoggiò delicatamente una mano sul braccio:”Senti, Draco… secondo me, siamo legati…”

Draco fece un’espressione sorpresa, le sopracciglia esageratamente arcuate:”Dici? Io non vedo corde”

“mmmmmmhhhhhhhhhh, la vuoi smettere, per favore?” ringhiò la ragazza.

“Va bene, va bene. Vai avanti, spicciati”.

“Siamo legati, Draco. Io con Neville, tu con Ginny….” Spiegò Susan.

“Ahhhh, la novità, questo non l’aveva ancora capito nessuno!”

“per la miseria, Draco, adesso sei tu che stai sfinendo me. Dicevo, siamo legati nel senso che io sento le cose che sente Neville e viceversa, Harry sente quello che sente Luna e Luna quello che sente Harry… e tu sei impallidito perché quando Ginny è caduta, tu hai sentito il suo dolore”.

“Teoria interessante, Bones, ma tu vaneggi. Hai finito? Si? Allora buona notte, io me ne vado a dormire, è già troppo tardi. Attenta a Gazza quando ritorni nel tuo dormitorio”.

Susan lo prese ancora una volta per un braccio:”Draco! Io non sto vaneggiando, non mi sono inventata niente. Non serve a niente negarlo, tu sei legato a Ginny e lei e legata a te!”

Gli occhi ridotti ad una fessura, Draco ribatté:”Bones, se ne sei convinta, non posso farci un bel niente, ma tra me e la tua amica Grifondoro non c’è assolutamente niente, hai capito? Non so perché ci siamo trovati invischiati in questa storia assieme, ma io e la Weasley pel di carota non abbiamo niente a che fare l’una con l’altro. Prima te ne convinci e meglio è”.

Susan scrollò la testa lentamente:”Draco, risparmia il fiato. Ginny mi ha raccontato quello che è successo tra voi due…”

Draco scoppiò in una risata che suonò falsa persino a lui:”Bones, io ho solo preso quello che la tua amica mi ha offerto… dopo tutto, Weasley non è affatto brutta, se ti dimentichi il suo cognome… e poi, non sono mica scemo a rifiutare una ragazza che ti si butta addosso… “

Susan lo guardò tristemente. “Non ci credo a quello che mi dici, Draco…”

Draco la guardò di sottecchi:”quello che credi o non credi, è affar tuo, medistrega. Adesso vieni, ti accompagno al tuo dormitorio. Non conosci questi sotterranei e ti potresti trovare di fronte a Piton. E dubito sapresti dargli una spiegazione convincente…”

* * *

Grazie di cuore a Maho e a Mila4U per le recensioni.

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Capitolo 33
*** Ginny e Luna hanno una giornata pesante ***


lo sapeva, se lo aspettava. Il mattino arrivò fin troppo presto per Ginny, nonostante avesse passato la notte a girarsi nel letto, cercando inutilmente una posizione comoda che le avrebbe permesso di addormentarsi.

Quando sentì i primi movimenti delle compagne di dormitorio, scostò le tende del suo baldacchino e si precipitò in bagno per farsi una doccia che sperava l’avrebbe aiutata a togliersi dal viso quell’aria imbambolata che aveva sempre in viso ogni volta che passava una notte insonne.

Lo specchiò l’apostrofò con aria preoccupata:”Ginny cara, sei più pallida del solito, sicura di sentirti bene”.

Insolitamente acida, Ginny lo rimbeccò:”certo che li sai fare proprio bene, tu i complimenti alle ragazze, vero?”

senza attendere risposta, Ginny si tolse pigiama e biancheria, seminandoli per tutto il bagno.

Doccia fredda, doccia fredda, doccia fredda.

“Hey! Che freddooooooooooo! Ma che ti prende” urlò Ginny al porcospino miscelatore.

“Signorina Weasley, devo ricordarle che è stata lei a richiedere una doccia fredda!”

“Ho pensato fredda e non gelata!” afferrò la boccetta del magoschiuma alla vaniglia che usava sempre e ritornò al dormitorio, dopo essersi vestita in fretta ed asciugata alla bell’e meglio.

Se il buongiorno si vede dal mattino, qui stiamo freschi, pensò Ginny con un’umore felice come il mal di denti e ridente come un funerale.

Finì di infilarsi calze e scarpe e si diresse nella sala grande per far colazione.

Si sedette sulla panca accanto ad Hermione, arrancando per trovare un muffin e la marmellata di fragole, quando Hermione le presentò un piatto pieno di muffin già farciti di marmellata ed accuratamente imburrati.

“Oh, grazie Hermione, sei gentile…”

Hermione tossicchiò imbarazzata:”ma figurati. Gin, sai per caso che cosa prende Luna per colazione?”

“No, ma non è necessario, stai tranquilla, Hermione…” ribattè Ginny.

“Hai dormito bene, Ginny?” chiese ancora la ragazza.

“Per la verità non ho dormito affatto”. Rispose Ginny, ma se ne pentì immediatamente perché il viso di Hermione prese un’espressione estremamente allarmata.

“Oh, ma allora devi riposarti, hai bisogno di essere in forze per stasera, dovrai usare tutte le tue energie” “Hermione, va bene così”.

“…. Perché sicuramente ne avrai bisogno, tu e Luna avete un compito molto importante….”

“Hermioneeeeeee”

“di conseguenza è necessario che entrambe possiate attingere a tutte le vostre”

“Hermione, basta” la bloccò Ginny alzando la voce.

Al tavolo di Grifondoro ci fu un immediato silenzio.

Hermione era arrossita ed aveva interrotto bruscamente il flusso di parole che le stava fluendo dalle labbra.

Harry interruppe quel silenzio imbarazzato nel modo peggiore:”Ginny, dormito bene stanotte?” tacendo improvvisamente quando Ginny lo bruciò con lo sguardo.

Harry ritornò alla sua colazione pensando cupamente che quasi quasi preferiva quando Ginny gli moriva dietro.

Arrivò Ron che si sedette accanto ad Hermione:”Ginny, dormito bene?”

Ginny si nascose il viso tra le mani:”Potente Merlino, ma cosa ho fatto io di male per meritarmi questo, ti prego, dimmelo!”

Ginny vide Neville che stava ridacchiando di fronte a lei:”Ginny, non ti chiederò come hai dormito, non ti preoccupare”.

“Ragazzo saggio” interloquì Susan che nel frattempo si era seduta accanto a Neville.

Ginny si alzò per recarsi alla prima lezione.

Mentre attraversava il corridoio di Guendalina la Sguercia sentì una voce nota dietro di lei che la chiamava.

Si girò. Il corridoio era deserto, c’erano solo lei e Malfoy.

“Malfoy, quale onore, ti degni di parlarmi” comiciò Ginny, acida.

“non ti sto parlando, Weasley, ti sto solo informando che dovresti tenere a freno quella lingua biforcuta che ti ritrovi, così come il tuo caratteraccio infernale. Con quella piazzata di stamattina avresti potuto farci scoprire tutti… se solo i Grifondoro fossero stati più intelligenti, beninteso, ci avrebbero beccato subito!” la rimbeccò Draco.

“ah, infernale! Il mio carattere sarebbe infernale? Va bene, lo ammetto, il mio carattere non è dei migliori, ma non osare definirlo infernale, va bene? Come osi dire quella parola a me, tu sei stato immerso fino al collo nelle arti oscure fino qualche settimana fa… da che pulpito viene la predica… infernale… non sono io che ho un padre mangiamorte….”

Ginny si sentì afferrare per le braccia.

Forte.

La stretta di Draco le stava facendo male.

Una risata beffarda, aspra, cattiva.

Che non gli aveva mai sentito.

“E’ vero, Weasley…. Sono immerso nelle arti oscure… è meglio stare lontani da noi Malfoy. siamo maledetti…. pericolosi”

Una risata senza gioia risuonò nel corridoio.

Ginny si sentì stringere ancora di più, e sentì le labbra di Draco che si posavano con violenza sulle sue facendole male, mordendola quasi, mentre il corpo di lui la inchiodava al muro freddo.

Un senso di terrore invase GInny, che stranamente sentì anche la rabbia ed il desiderio del ragazzo confondersi con la sua paura….

Ma c’era qualcosa d’altro… disperazione, forse?

Dov’era finito il Draco che l’aveva baciata così teneramente in riva al lago, una notte di un secolo prima? Perché faceva così?

Ginny cercava disperatamente di divincolarsi dalla ferrea stretta del ragazzo.

Lui era più alto e più forte di lei e dibattersi era inutile.

La teneva ferma inchiodando i fianchi contro i suoi e muovendosi contro di lei.

Le aprì le vesti bruscamente e le fece male stringendole un seno nella mano.

Ginny sentì le lacrime scorrerle silenziosamente lungo le guance. Ginny aveva smesso di lottare, gli occhi chiusi per non vedere quel viso sul suo.

Ora la mano di Draco si stava facendo strada sotto la camicetta di Ginny, che mormorò inconsapevolmente “Draco… no, non così”.

Draco rimase pietrificato sul posto.

Si staccò lentamente da lei e quello che vide, che aveva causato lui, non gli piacque per niente.

Una Ginny spaventata, terrorizzata, che piangeva per la sua violenza, ma anche una Ginny che provava ancora qualcosa per lui, nonostante tutto.

Non andava bene. Non andava affatto bene, pensò con la mente, mentre con l’anima pensava tutt’altra cosa.

Draco si riavvicinò e le riabbottonò la camicetta, mentre lei continuava silenziosamente a piangere.

La guardò per un attimo in maniera indecifrabile, aprì la bocca per aggiungere qualcosa, poi la richiuse e scosse la testa.

“Weasley, vai a lezione, sbrigati” disse poi rudemente.

Ginny annuì, mentre lui lanciandole un’ultima occhiata si avviò lungo il corridoio ancora deserto.

Ginny stette a guardarlo mentre scompariva oltre un angolo, le lacrime che ancora le rigavano le gote.

Rabbiosamente, Ginny le deterse con una mano. Raccattò i libri da terra e si recò a lezione.

Come se niente fosse accaduto.

Come se Draco non le avesse schiacciato il cuore sotto ai piedi.

Come se Draco, in quel momento non si stesse odiando per quello che le aveva fatto.

* * *

Ginny non seppe mai dire cosa successe poi, tra l’inizio e la fine delle lezioni.

Ipotizzava che si fosse trascinata tra una lezione e l’altra, avesse piluccato qualcosa tra pranzo e cena.

Ironicamente, non sapeva più a cosa pensare, a quello che l’aspettava quella sera oppure a quello che le era accaduto con Draco.

Si dava della stupida.

Stava pensando alle sue pene d’amore quando avrebbe dovuto focalizzare tutta la sua attenzione al compito che attendeva lei e Luna per quella sera.

Nel corso di vari cambi di aula, Ginny incrociò spesso lo sguardo di Luna, che la fissava con un misto di affetto e di apprensione.

Ginny si domandò come si sentisse, ma non osò avvicinarsi a lei.

Hermione aveva ingiunto alle due ragazze di evitare comportamenti sospetti, per non dare nell’occhio.

Ginny e Luna solitamente si incontravano per far due chiacchiere dopo cena, per cui si era deciso che le ragazze non avrebbero dovuto scambiarsi più di un saluto od un sorriso tra una lezione e l’altra.

Precauzione che a Ginny sembrava eccessiva, ma dopo che Hermione si era lanciata in una filippica sul tema “Ad Hogwarts anche i muri hanno orecchie”, aveva messo da parte le sue perplessità ed aveva accontentato l’amica.

Dopo tutto, quello che diceva Hermione era sempre sensato, mentre quello che diceva lei… va bene, meglio lasciar perdere.

Seduta al tavolo durante la cena, Ginny era silenziosa.

Cincischiava il cibo con la forchetta mentre gli altri compagni di Grifondoro facevano finta di non studiare ogni sua mossa ed Harry continuava a far cader la forchetta per potersi chinare e lanciare occhiate piene di preoccupazione al tavolo di Corvonero.

Un paio di volte, Ginny intercettò lo sguardo di Malfoy su di sé e tutte le volte voltò il viso dall’altra parte, sentendo mille spilli che le si conficcavano nel cuore.

Quando Merlino volle, la cena finì.

Hermione aveva insistito che mangiasse una porzione di zuccotti di zucca e lei l’aveva accontentata, mentre la paura si faceva piano piano largo nella sua anima.

Lenta ed inesorabile.

Risalì nel dormitorio, si sedette sul letto a baldacchino, lanciò un incantesimo di silenzio e, appoggiata la testa sulle ginocchia, diede sfogo a tutta la sua pena….

Le cortine di pesante velluto rosso, si aprirono improvvisamente e Ginny vide Hermione che la guardava seria.

Compunta.

Preoccupata.

“Ginny…..”

La ragazza levò sull’amica gli occhi rossi di pianto.

“Posso fare qualcosa?”

Ginny scosse il capo.

Hermione le posò la mano sulla spalla “Allora andiamo. E’ ora”.

Ginny si alzò dal letto, indossò il vecchio mantello di Bill e, assieme ad Hermione uscì dal ritratto.

Hermione drappeggiò su entrambe il mantello dell’invisibilità che aveva prestato loro Harry.

Scesero cautamente le scale cercando di fare meno rumore possibile e si inoltrarono in un dedalo di corridoi, fino a che si trovarono al portone principale.

Silenziosamente, lo aprirono ed uscirono, dirigendosi verso la foresta.

“Hermione, dove sono gli altri?” chiese Ginny.

“sono usciti tutti separatamente, alla spicciolata, per evitare sospetti” spiegò Hermione con voce incolore.

Ginny annuì. Sempre sensata, la cara Hermione. Pensava a tutto.

Ripresero a camminare silenziosamente.

Era l’equinozio di primavera. Una strana energia pervadeva l’atmosfera attorno alla foresta.

Il freddo non aveva ancora allentato del tutto la sua morsa sul suolo scozzese, ma qua e là si scorgevano piccoli segni dell’arrivo della primavera: primule gialle facevano capolino dall’erba, il vento non era più così tagliente come qualche giorno prima… la luna era piena…

Ginny sorrise, prendendo ciò come un buon auspicio.

Arrivarono al limitare della foresta.

Hermione mormorò:”Reducto” ed il mantello diventò un quadratino di stoffa che si fece scivolare in tasca.

Non appena le due ragazze furono visibili, da dietro gli alberi uscirono gli altri sei componenti del gruppo.

Susan andò subito verso di lei e la abbracciò strettamente.

Draco la guardò di sottecchi e la prese in giro:”Bones, non è mica moribonda”

Susan si girò a guardarlo in modo strano, ma non disse niente.

Luna si mise accanto a Ginny, le prese la mano per un attimo e la strinse.

Ginny le sorrise lievemente.

Hermione, pratica, cominciò a mormorare una serie di incantesimi riscaldanti e protettivi per le due ragazze.

Pochi minuti dopo, circondata da un silenzio di tomba, Hermione mormorò:”io ho finito. Potete andare”

Nessuno si mosse, fino a che Harry prese Luna tra le braccia e la strinse forte.

Susan si girò a guardare Draco che pareva inchiodato al suolo e guardava a sua volta Ginny, che gli voltò le spalle.

Susan lanciò ai due un’occhiata piena di tristezza, ed abbracciò Ginny e Luna.

Dopo che tutti (o quasi…) ebbero salutato le due ragazze, si allontanarono per nascondersi.

Ginny e Luna rimasero sole.

Luna, levando su di lei gli occhi chiarissimi le chiese:”Sei pronta, Gin?”

“Più o meno” fu la laconica risposta.

In silenzio, anche loro come Neville la notte prima, cominciarono ad inoltrarsi nella foresta.

* * *

camminavano in silenzio, l’una accanto all’altra, senza guardarsi.

Le loro mani quasi si sfioravano, ma non c’erano parole tra le due ragazze.

Non ce n’era bisogno.

Almeno, non in quel momento.

Luna stava facendo luce con la sua bacchetta.

Ginny, invece, stava in guardia, anche lei con la bacchetta pronta nelle mani.

Ginny se la cavava meglio di Luna con gli incantesimi, per cui, Ginny stava all’erta e Luna faceva luce.

Tacito accordo.

Avanzavano lentamente nella foresta, ma non avevano idea di dove si trovassero al momento, né dove stessero andando.

La notte era tersa, la luna aiutava a fare un po’ di luce. Ginny scrutò attentamente il terreno.

Non era la stessa strada fatta da Neville, non c’erano tracce visibili.

Proseguirono ancora un po’.

Ginny si girò verso Luna e la osservò. La sua faccia era impassibile, come se non stesse provando alcuna emozione. Si chiese se avesse paura. Probabilmente no. Luna non era tipo da aver paura.

“Perché mi stai guardando, Ginny?” chiese quieta Luna senza voltare la testa e continuando ad avanzare tra le gli alberi.

“niente, Luna, niente”. Rispose Ginny

Luna fece un sorriso, appena abbozzato:”Se non me lo vuoi dire, non importa…. Ma non dire che non è niente”.

“Mi chiedevo…. Mi chiedevo se tu non hai mai paura, Luna” si girò a guardarla ancora più attentamente. Luna sembrava in trance, gli occhi fissi davanti a lei. che cosa nascondeva Luna Lovegood? C’era in lei più di quanto facesse intendere?

“Non lo so, Ginny. Non me lo sono mai chiesto” rispose lei, semplicemente.

Ginny si arrestò:”Luna! Cosa intendi dire con non me lo sono mai chiesto?”

“Quello che ti ho detto. Non ci ho mai pensato” rispose pacata la Corvonero.

Ripresero a camminare.

Ginny cominciò a pensare che quelli che la chiamavano Lunatica qualche ragione ce l’avevano.

“Luna, ma l’anno scorso, nell’ufficio Misteri, quando i Mangiamorte ci inseguivano… tu non avevi paura”.

“No.” Luna aveva risposto nello stesso tono che avrebbe usato se qualcuno in quel momento le avesse chiesto se desiderava un cioccolatino.

“Perché?” chiese ancora Ginny.

“non ne vale la pena, Ginny. Noi dovevamo uscire da lì.Paura o non paura. Non sarebbe servito a niente averne” rispose Luna con voce assente.”qualsiasi cosa tu faccia, se devi andare oltre il velo, ci vai… per Sirius Black era tempo. Per noi altri no”. Fu la lapidaria conclusione della sua amica.

Luna le aveva detto queste ultime parole guardandola in faccia con un’espressione insolita per lei.

Ginny era abituata alla sua svagatezza, a quei vaqui occhi azzurri. Ora, negli occhi chiari di Luna brillava una scintilla di consapevolezza che le era del tutto estranea.

Quasi la spaventò.

Ginny questa Luna non l’aveva mai vista. Sapeva benissimo che la sua amica era di più di quello che sembrava…. Aveva avuto già parecchie occasioni per constatarlo. Ma la Luna che aveva accanto quella sera, sembrava un’altra…. Così lucida… e determinata…

Ginny scosse il capo. E continuò a camminare accanto alla Corvonero.

Una civetta tubava sopra di loro. Un gufo le rispose. Un merlo saltò fuori dal cespuglio.

Quella notte, la foresta brulicava di vita.

Sembrava che tutti i suoi abitanti fossero contagiati da quella strana energia che Ginny aveva avvertito, forte, su di sè. Che Luna la avvertisse ancora più di lei?

Ginny sentì un rumore provenire da dietro le sue spalle.

Afferrò la mano di Luna e le chiese sottovoce “Hai sentito qualcosa?”

“No, io no” mormorò Luna, sempre guardando innanzi a lei

“e allora neanche io”.

Nonostante ciò, i sensi di Ginny si misero all’erta.

Proseguirono lentamente e silenziosamente, addentrandosi sempre di più nella foresta. Le fronde erano sempre più fitte, la luce della luna non filtrava più, non c’erano neanche più le ombre. L’unica fonte di luce, il puntino luminoso che proveniva dalla bacchetta di Luna.

Ginny avvertiva lo stormire delle foglie. La sua schiena si irrigidì. Era il vento…. Oppure qualcuno le stava seguendo? Si girò ancora per controllare la situazione dietro di lei.

Luna pareva non accorgersi di niente.

Ancora le foglie si mossero dietro le due ragazze. Ora Ginny era terrorizzata.

Disperata, chiese a Luna:”Ma davvero non senti niente, Luna?”

La Luna di pochi minuti prima, mortalmente calma e mortalmente pallida, si girò verso di lei:”Qualcuno ci sta seguendo, Ginny… è dietro di noi e ci segue da un buon quarto d’ora…”

Ginny fece per girarsi, ma la sua amica la bloccò:”No, Gin. Continua a camminare. Se volevano ucciderci, potevano già farlo… siamo in mezzo alla foresta, da sole. Meglio stare calme e vedere cosa succede”.

Goccioline di sudore freddo imperlavano la fronte di Ginny. Prese Luna per mano e le due ragazze si inoltrarono sempre più nella foresta.

Ora, non sentivano solamente foglie che si muovevano dietro di loro, ma anche rami calpestati da qualcuno….

O qualcosa.

“Forse ci vogliono spingere sempre di più nella foresta… per metterci meglio in trappola” mormorò Ginny.

Luna scosse lentamente il capo:”No, Gin. In fondo, siamo noi che decidiamo dove andare…. Forse vuole solo sapere cosa siamo venute a fare qui… non è il nostro territorio, ha tutto il diritto di scoprirlo..”

“Dici bene, giovane puledra umana” una voce profonda dietro di loro le fece voltare.

Da dietro un albero, uscirono tre centauri.

Ginny si sentì rizzare i capelli in testa.

Il ricordo di cosa era successo l’anno prima a Dolores Unbridge le balzò prepotente alla mente. Strinse la mano di Luna, ancora una volta, ancora più forte. Luna trasalì per il dolore

Galoppando agili, i tre centauri si avvicinarono alle due ragazze e due di loro le strinsero in una ferrea morsa, immobilizzandole.

Ginny cominciò a divincolarsi furiosamente, mentre il centauro la guardava divertito; sembrava il più giovane dei tre. Luna era immobile, gli occhi persi nel vuoto, come se fosse perfettamente a suo agio tra le braccia del centauro che la bloccavano.

“Lasciami andare… “ Ginny odiava sentirsi la più debole e soprattutto sentiva la paura prendere il sopravvento su di lei.

“Ti ho detto di lasciarmi andare… cosa ti ho fatto? Non voglio fare niente di male in questa foresta, voglio andarmene”

“hai già fatto abbastanza, invece, giovane puledra umana. Abbiamo detto ad Hagrid ed al vostro amico con la cicatrice che non siete più i benvenuti nella nostra foresta. Ma voi continuate a disobbedire… ieri è venuto quel ragazzino, ora voi due…”

Ginny cercava di liberarsi disperatamente, ma ad ogni movimento, la stretta del centauro diventava sempre più salda.

La sua bacchetta era caduta a terra, a pochi metri da lei… non ce l’avrebbe mai fatta a prenderla. Lacrime di frustrazione le riempirono gli occhi…. Ma forse…. Piano piano

Si sporse impercettibilmente verso la bacchetta e mormorò:”Accio bacchetta”.

Successe in un attimo, la bacchetta planò fra le mani di Ginny, prendendo completamente di sorpresa i centauri e…

“Stupeficium!”

la maledizione fu seguita da un lampo accecante.

Improvvisamente, Ginny e Luna si trovarono libere.

Luna si girò a guardare i centauri svenuti.

“Andiamo, Ginny, non c’è un attimo da perdere. Le maledizioni non sono molto efficaci sui centauri e non hanno mai grossi danni… fra poco si sveglieranno… “ agguantata Ginny per un braccio, cominciò a correre, trascinandosi dietro l’amica.

Luna aveva le gambe lunghe… e correva veloce, mentre Ginny le arrancava dietro.

Passavano velocemente tra cespuglie e sterpaglie e le gambe delle due ragazze si riempirono ben presto di graffi profondi.

Ma nonostante tutto, le due continuavano a correre più velocemente possibile, alla disperata ricerca dell’unicorno.

Che non si vedeva da nessuna parte.

La luce che proveniva dalla bacchetta di Luna era molto fioca.

Ed infatti Luna inciampò in un sasso e battè il ginocchio. Si rialzò immediatamente.

“Andiamo, Ginny”

quella frase…. Ripetuta all’infinito

“Luna, stai perdendo sangue” obbiettò Ginny

ancora quegli occhi strani:”Lo so, ma non importa… Andiamo Ginny”

la prese per mano e continuarono a correre.

Ginny non sapeva come facesse Luna a correre così velocemente e per così tanto tempo senza sforzo apparente.

Lei, invece si sentiva i polmoni in gola e cominciava a non farcela più, a non avere più fiato.

Dopo pochi secondi Ginny si fermò.

Luna si girò e la fissò negli occhi

“Luna… io non ce la faccio più, lasciami qui!” implorò Ginny, appoggiandosi pesantemente ad un grosso sasso accanto a lei ed ansimando, la testa gettata all’indietro, gli occhi chiusi.

Luna scosse la testa e tese la mano:”Sto correndo veloce. Vedrò di rallentare, andiamo Ginny!”

Ancora un “Andiamo Ginny” e francamente si sarebbe messa ad urlare.

Si lasciò condurre e ripresero la corsa.

Era notte inoltrata, ma comunque l’alba non era lontana.

Da quanto tempo si trovavano in quella maledetta foresta? Ne sarebbero mai uscite? Dubbi atroci riempivano l’animo di Ginny.

Questi pensieri la lasciarono immediatamente.

Quando la ragazza sentì un rumore di zoccoli avvicinarsi.

Sempre di più.

Sempre più vicino.

E più vicino ancora.

“Luna, ci stanno raggiungendo” ansimò Ginny che continuava ad arrancare dietro la Corvonero.

“Lo so, Ginny, dobbiamo correre più veloce” urlò all’amica.

“Ci prenderanno comunque Luna”

Ginny vide Luna scuotere il capo, mentre la strattonava ancora una volta:”No, se non smettiamo di correre”

Ginny si fermò e bloccò Luna, prendendola per un polso. Luna la guardò con occhi penetranti

“Luna. ci stanno raggiungendo. Non abbiamo scelta. Dobbiamo separarci. E’ meglio che prendano solo una di noi. L’altra può continuare a cercare l’unicorno”

“Ma…”

“Luna. ascolta” Ginny stava cercando disperatamente di riprendere fiato, portandosi una mano al petto mentre il rumore di zoccoli si avvicinava sempre di più.

“Io sono quella che sa fare gli incantesimi. Tu sei quella che corre veloce…. Io tengo a bada i centauri, tu scappi a cercare l’unicorno”

“Ma…”

Sentendo che ormai non c’era più tempo, Ginny urlò con tutto il fiato che aveva in corpo: “PER L’AMOR DEL CIELO, LUNA, CORRI!!!!!!!”

Luna la fissò per un attimo, annuì e scomparve velocemente nella foresta.

Ginny cercò di andare dietro alla sua amica, ma quando sentì che i centauri l’avevano quasi raggiunta, cercò un posto riparato dal quale poter lanciare incantesimi senza rischiare troppo. Si nascose dietro un grosso masso

Albeggiava.

E faceva meno freddo, anche se il respiro di Ginny continuava a condensarsi in nuvolette.

Era stanca. Pregò dentro di sé che quell’avventura finisse velocemente.

Si fregò gli occhi con le mani. e quando li riaprì, si trovò circondata dai tre centauri.

“Ci hai preso di sorpresa, giovane umana” constatò quello dalla pelle rugosa “ma non succederà più”

il centauro che l’aveva immobilizzata poco tempo prima, stese una mano verso di lei

“Dammi la tua bacchetta, giovane umana. Non costringermi a strappartela con la forza e a farti del male” chiese quasi con gentilezza.

Il centauro con la pelle rugosa scoppiò a ridere:”Magorian, tu hai sempre avuto il cuore tenero con gli umani”

“Taci, Cassandro.” Magorian afferrò Ginny e se la caricò in groppa. Girandosi verso di lei, le suggerì

“Puledra, fossi in te, io mi terrei forte”

Ginny strinse le braccia attorno alla vita del centauro. Che cominciò a galoppare nella foresta seguito dai suoi compagni.

* * *

il cielo era sempre più chiaro. E Ginny e Luna non erano ancora arrivate. Entro due ore, al castello sarebbe stata servita la colazione.

A metà della notte, Harry e Draco avevano mandato gli altri a riposare. Non aveva senso farli restare tutti lì, ad attendere, insonni, le due ragazze che erano entrate nella foresta.

Ore di silenzio.

Nessun cenno di vita da Ginny e Luna.

Né Harry né Draco avevano niente da dire l’uno all’altro.

Harry si era limitato ad accoccolarsi vicino ad un sasso, lanciando un incantesimo riscaldante attorno a sé.

Draco si era appoggiato ad una quercia dal tronco molto solido ed asciutto ed era rimasto lì, immobile ad aspettare.

Harry ora, stava dormendo appoggiato al suo sasso.

Draco a braccia conserte, lo guardava indifferente. Tanto, una notte insonne in più o in meno, non faceva questa grande differenza, per lui. Si sgranchì le gambe e si pettinò i capelli con le dita, si risistemò il nodo alla cravatta verde ed argento.

Stava per avvicinarsi al lago per sciacquarsi il viso alla bell’e meglio, quando una sensazione improvvisa lo immobilizzò sul posto.

Paura… terrore….impotenza.

Si sentì gli occhi riempirsi di lacrime non sue. Ma che stava accandendo. Cosa LE stava accadendo? Erano chiaramente le sensazioni della sua nanerottola che sentiva. Si sentì perso, senza speranza.

Cadde in ginocchio sul terreno gelato.

“Ginny… cosa diavolo sta succedendo…” mormorò con voce irosa il ragazzo, asciugandosi rabbiosamente gli occhi.

Si voltò verso Harry che continuava a dormire, tranquillo.

Se fosse accaduto qualcosa a Luna, si sarebbe svegliato…

Come mai Ginny era in pericolo e Luna no?

… doveva andare, doveva cercarla…. Doveva salvarla…. Ma non sapeva da che parte cominciare, dove andare, dove cercarla, cosa fare.

Per la prima volta nella sua vita, Draco maledisse il fatto di essere un Serpeverde e non un Grifondoro.

Doveva ammetterlo. San Potter se la sarebbe cavata meglio.

Sentì una mano sulla spalla, lieve.

Si voltò.

Susan.

Lei si chinò verso dilui, accarezzandogli un braccio.

“Bones…. È successo qualcosa a Ginny ed io… non… io non so… cosa fare…” sibilò in preda alla rabbia contro sè stesso.

Susan guardò Draco. Era stravolto, sconvolto dalla preoccupazione.

Susan lo prese tra le braccia, lui nascose il volto sulla spalla dell’amica, mentre respirava affannato.

“Draco, non puoi fare niente…. Ce la devono fare da sole, non possiamo correre il rischio di far scappare l’unicorno. E Ginny e Luna sono in gamba, andrà tutto bene vedrai, non possiamo aiutarle, andrà tutto a posto”.

Susan, in cuor suo, pregò che fosse vero.

* * * Ciao a tutti, grazie a coloro che hanno letto e recensito. Non sono sicura che l'incantesimo per ridurre sia reducto, se ho sbagliato ditemelo, faccio sempre confusione con engorgio e non ci capisco molto.

dunque, ho visto che i capitoli precedenti non vi sono piaciuti tantissimo, spero questo vi intrighi di più, anche perchè in questo capitolo Ginny e Draco si parlano, anche se non in modo molto civile, ehm

Grazie a

Lily2000: adesso vedi come se la stanno cavando quelle due.

Pesciolina04: eccoti l'ggiornamento

Emy91: piacere di conoscerti... ho appena visto la tua recensione, grazie!

a presto

nisi

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Capitolo 34
*** Tiri tirati dal caso ***


Ciao a tutti.

Al momento Ginny si trova in mano ai centauri e Draco si sta sfogando con Susan.

No, questo non è un aggiornamento (che arriverà presto), ma una spiegazione doverosa.

Per cui vi prego di continuare a leggere.

Allora…

Quando si dice le prese in giro del caso.

Una delle mie ff preferite si intitola “Le Stagioni del Dubbio” ed è scritta da Thilwen.

Se non l’avete letta, leggetela che merita, soprattutto se siete dei Ginny/Draco fans. È assolutamente struggente.

Purtroppo negli ultimi capitoli, si sono verificate delle analogie con la profezia dell’unicorno.

Per cui, dopo vari mal di stomaco ed aver frullato i cosiddetti a mio marito, ho deciso di chiedere un parere ad Erika, la nostra webmistress.

In effetti, Erika ha rilevato queste analogie – che sono solamente analogie e non si tratta assolutamente di plagio: Thilwen le sue idee ce le ha e pure belle, per cui non ha bisogno di far la sanguisuga.

Tengo a precisare che le suddette analogie le può rilevare una persona che ha ben presente entrambe le storie (essendo io la scrittrice della profezia, un po’ me la ricordo…)

Passo successivo: Erika ha contattato Thilwen, la quale nel suo ultimo capitolo, proprio all’inizio, ha scritto che queste analogie che sono state rilevate da Erika, sono state uno sfortunatissimo caso che ha creato solo grattacapi a noi 3.

Dopo aver letto quello che ha scritto Thilwen, oltre ad essermi sentita una deficiente, mi è venuto il rimorso e ieri sera pensavo che tra me ed un cumulo di letame ci fosse poca differenza (lo so che esagero, ma giusto per farvi capire come stessi. In ogni caso, io ho un buon profumo, spero che almeno questo dubbio non vi sia venuto).

Per cui ho scritto alla figliola in questione per farle tutte le scuse del caso, la quale, invece di farmi fuori a colpi di lupara (o lanciarmi un Avada Kedavra, visto che si parla di Harry Potter), è stata carinissima e molto gentile.

E’ davvero una persona simpatica.

Tirando le somme: Thilwen non c’entra niente, è stato solo un rognatissimo concentrarsi di casualità.

Vi prego di credere che quello che ho fatto, è stato in buona fede e l’idea di averle causato disagio mi ha fatto stare piuttosto male, anche se non la conosco.

Baci a tutti e grazie per la pazienza da Giobbe che avete dimostrato leggendo questa postilla.

Nisi Corvonero

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Capitolo 35
*** Il centauro e l'unicorno ***


Magorian galoppava veloce nella foresta, sicuro e senza esitazioni.

Ginny si teneva avvinghiata alla sua vita.

Non era mai stata a cavallo, figuriamoci in groppa ad un centauro e non sapeva assolutamente come evitare quei colpi che le venivano inferti dal corpo del centauro ad ogni galoppata.

Subito dietro, alle loro calcagna, Cassandro e l’altro centauro del quale Ginny non conosceva il nome.

Sballottata di qua e di là, Ginny si chiedeva terrorizzata dove la stessero portando.

Ormai era quasi giorno….

E dove era finita Luna?

Ginny sperava con tutto il cuore che avesse trovato l’unicorno…. E che non le fosse accaduto niente di male, almeno a lei.

Arrivarono in un punto in cui la foresta era ancora più fitta.

Magorian scivolò agilmente tra le fronde e poco dopo arrivarono in una radura molto ampia, ancora ricoperta di neve.

Magorian galoppò verso quello che sembrava un altare di pietra e, senza troppe cerimonie, vi scaricò sopra Ginny, che imprecò dal dolore, ma non fece altri commenti.

Rimase immobile a guardare Magorian.

Il centauro sorrise soddisfatto:”Giovane puledra, sei intelligente. Hai capito che non ha senso cercare di scappare”.

Ginny non rispose, lo guardò con odio e rivolse la sua attenzione ai graffi che, ormai, le ricoprivano tutto il corpo.

Un impercettibile sorriso stirò le labbra del centauro, che portò due dita alla bocca ed emise uno strano fischio che attraversò l’aria.

Pochi secondi dopo, altri centauri sbucarono dalla foresta, chi da un cespuglio, chi da dietro un albero.

Ginny ne contò almeno 20… e si sentì più persa che mai.

Magorian indirizzò un gesto ossequioso verso quello che sembrava il loro capo, il quale si avvicinò e guardò Ginny con curiosità.

Prese tra le mani una ciocca di capelli della ragazza e la guardò pensieroso, poi si girò verso Magorian.

“Vedo che sei stato a caccia stanotte, Magorian” disse con un sorriso.

“come puoi vedere, grande Salossian”, rispose Magorian con un cenno del capo.

Salossian si girò ancora verso Ginny, chiedendole aspramente:”ce ne sono ancora altri di puledri con i capelli rossi, oppure sei l’ultima?”

Ginny spalancò gli occhi sorpresa e rispose con un fil di voce:”io sono l’ultima, non c’è più nessuno ad Hogwarts dopo di me”

Salossian annuì:”Siete in sette, allora, vero? quello con i capelli lunghi…. Quello con delle mani enormi che gioca al vostro strano gioco… quello che si crede un grande mago, i due puledri con la stessa faccia… quello alto… e tu…..”

Ginny non ci poteva credere… tutti i suoi fratelli erano stati nella foresta proibita… ma il corso dei suoi pensieri fu interrotto da Salossian

“abbiamo detto ad Hagrid che non siete più i benvenuti nella nostra foresta…. Ciononostante voi umani venite qui, e senza rispetto, vi comportate come se il mondo fosse vostro… non siamo più disposti a tollerarvi… già lune fa lo abbiamo dimostrato a quella sciocca donna del ministero della magia. Ma non lo avete capito… ora siamo costretti a punire una giovane puledra, anche se va contro i nostri principi… ma tutto ciò è necessario….. e credo anche…”

“quello che credo io, invece, è che voi centauri non siate gentili con gli ospiti!” una voce trasognata risuonò alle spalle di Ginny.

I centauri erano ammutoliti.

Luna! era lei!

Lunatica Luna.

Pazza, pazza! cosa era venuta a fare lì, da sola?

Ginny si girò faticosamente verso l’amica.

Luna non era sola.

Luna si trovava in groppa ad un unicorno bianco, seduta all’amazzone, a suo agio come se nella sua vita non avesse fatto altro che montare unicorni.

Ginny scattò in piedi, Luna si lasciò scivolare agilmente dalla groppa dell’unicorno, correndo verso Ginny

“Luna!”

“Ginny”

e le due ragazze si fusero in uno stretto abbraccio.

“Luna, stai bene? Tutto a posto?”

“Si, si, Ginny, sto bene… e tu?”

“Un po’ a pezzi, ma sto bene” rispose Ginny polemica guardando i centauri come se li volesse schiantare uno per uno.

i centauri stavano osservando la scena in silenzio, mentre l’unicorno si avvicinava.

Il viso di Salossian assunse un’espressione colpevole. Ginny e Luna si scambiarono uno sguardo interrogativo.

Salossian si avvicinò all’unicorno e chinò il capo:“perdonaci, unicorno…. Non sapevamo che fossero le puledre destinate”. Si girò verso gli altri centauri “sono loro, le Predestinate. Lasciatele andare”

Salossian galoppò verso Luna e Ginny che si tenevano ancora abbracciate. Ginny si divincolò dall’abbraccio di Luna e si rivolse a Salossian piena di rabbia

“Cosa significa, questo?”

Salossian aggrottò le sopracciglia:”sapevo, io ed io solo, che due puledre dovevano arrivare stanotte per l’unicorno ed ho ordinato ai miei centauri di portarmi ogni intruso che avessero trovato. Ho visto solo te e pensavo fossi una delle solite studentesse che vengono a curiosare in questa foresta. Vi prego di perdonarci”

Così dicendo, Salossian portò una mano al petto, chinò il capo e piegò il ginocchio in segno di deferenza.

Ginny rimase senza parole. Luna le appoggiò una mano sulla spalla e Ginny la coprì con la sua.

Quando Salossian si rialzò, si avvicinò ancora a Ginny e, ancora una volta, prese una ciocca dei suoi capelli tra le dita, questa volta delicatamente e con un gesto pieno di rispetto.

“Giovane puledra… allora tu sei la settima figlia” una constatazione, più che una domanda.

Ginny annuì, senza parlare

Salossian la guardò serio ed annuì a sua volta

“Sei destinata a grandi cose, giovane puledra. Vai tranquilla. Tu e l’altra puledra non avrete niente da temere qui nella foresta. Ora siete sotto la protezione dell’unicorno e dei centauri”

Ginny stese la mano:”La mia bacchetta, per favore…”

Magorian le si avvicinò e le porse la bacchetta.

Ginny la prese in silenzio.

Luna la prese per un braccio:”Ginny, andiamo” Questa volta, Ginny le sorrise e seguì l’amica che la portava verso l’unicorno.

Luna aiutò Ginny a salire in groppa all’unicorno, poi a suò volta montò dietro di lei.

Ginny affondò le mani nella morbida criniera bianca dell’animale. Luna le allacciò le braccia attorno alla vita.

Dopo un minuto, l’unicorno partì al galoppo, addentrandosi nella foresta.

* * *

“Bones….” Draco rialzò la testa dalla spalla di Susan.

“Si?” alitò Susan.

“Weasley lo ha trovato, ha trovato l’unicorno…” Draco prese Susan per le spalle e la scosse gentilmente.

“Ma è fant…”

“Susan! Malfoy!”

la voce di Harry.

I due si girarono

“Susan, Malfoy…. lo hanno trovato, l’unicorno…. Non so dirvi come lo so, ma lo hanno trovato!”

Draco rispose quietamente:”Lo so, Potter, lo sappiamo già” “Ma che diavolo…”

“Draco, non credi dovresti spiegare qualcosa ad Harry?” interruppe Susan.

“Spiegarmi cosa? parla, Malfoy”

“Beh… ecco, Sfr… ehm, Potter…devi sapere che…”

* * *

Cavalcarono incontro all’alba, l’unicorno galoppava e le due ragazze si sentirono piene di serenità.

Non galopparono molto a lungo, in verità.

Ginny e Luna non sentivano più la stanchezza, il freddo, il dolore dei tagli e dei graffi che si erano procurate nella foresta.

Solo una grande pace era scesa dentro di loro. Qualcosa che le due ragazze non avevano provato, per motivi diversi, da molto tempo.

Ora la foresta era un tripudio di fiori.

Non ti scordar di mè si mischiavano all’erica dal porpora intenso.

Primule gialle si confondevano con giacinti multicolori Maggiociondoli ed iris, rose ed azalee… un miscuglio di natura dai colori abbaglianti.

Il profumo intenso del caprifoglio e del gelsomino avvolse dolcemente i loro sensi, mentre una distesa di mughetti si apriva davanti a loro.

Le due ragazze si guardavano attorno meravigliate. Erano ancora nella foresta proibita?

Nessuna delle due avrebbe saputo rispondere.

Tenendosi saldamente all’unicorno, si godevano lo spettacolo.

Improvvisamente, il candido animale si fermò accanto ad una collina. “Gin, credo che voglia che smontiamo” suggerì Luna.

“Credo anche io” rispose l’altra e si fece scivolare giù dalla groppa dell’unicorno, subito imitata da Luna.

l’unicorno prese a muoversi e cominciò a girare attorno alla collina, seguito dalle due ragazze. Ogni tanto, l’animale si girava per controllare che le due ragazze lo seguissero, poi riprendeva a trottare lentamente.

Dopo pochi minuti, si ritrovarono al punto di partenza e Ginny guardò Luna dubbiosa.

La Corvonero le sorrise e con un cenno la invitò a seguirla.

Dopo pochi minuti, giunsero ancora allo stesso punto, ma questa volta Ginny non si fermò, non guardò Luna.

semplicemente, continuò a camminare. E così fece Luna.

Quando arrivarono per la terza volta allo stesso punto, le due ragazze notarono l’imboccatura di una caverna che non avevano notato prima… o forse, che prima non c’era.

L’unicorno entrò.

Ed anche Ginny e Luna.

Quella che da fuori sembrava una semplice grotta, all’interno non lo era per niente.

Sembrava essere costituita solo da grosse lastre di lucenti cristalli trasparenti che irradiavano un bagliore accecante che, stranamente, alle due ragazze non causava alcun problema.

I tre si inoltrarono per qualche centinaia di metri all’interno della grotta, fino a raggiungere una nicchia riparata.

L’unicorno si sdraiò proprio in quel punto.

Entrambe le ragazze capirono al volo quello che stava per succedere e si inginocchiarono accanto a lui.

Ginny frugò nelle tasche della veste ed estrasse la radice di castraia, offrendola poi all’unicorno che la addentò, masticandola lentamente ed alla fine inghiottendola.

Un lampo di dolore attraversò il muso dell’animale, il quale si appoggiò al petto di Ginny che cominciò ad accarezzargli dolcemente la criniera.

Luna, dal canto suo, gli accarezzava la groppa con movimenti leggeri delle mani.

Non durò molto, dopo pochi minuti il corno vecchio cadde e sulla fronte dell’unicorno si vedeva già quello nuovo, appena spuntato.

Luna lo raccolse e lo nascose nella tasca interna della sua veste, gli occhi acquosi e miti dell’animale che la guardavano.

“Non abbiamo trovato un dono per te, ci spiace tanto” cominciò Ginny, ma l’unicorno si avvicinò a Luna, cominciando a spingerla sul petto con il muso.

Luna, scoppiò a ridere:”Mi fai il solletico, basta…” Ma l’unicorno continuava a premerle il petto.

Luna, ad un tratto, capì

“Tu… vuoi la mia collana di tappi di burrobirra!” esclamò stupefatta

un nitrito di conferma.

Luna, ridacchiando, se la tolse e l’appese al minuscolo corno.

Poi, l’animale si girò verso Ginny e cominciò a spingere sul suo petto con il muso bianco. Ginny frugò sotto la camicia ed estrasse un piccolo amuleto che le aveva regalato Bill tanti anni prima.

Imitò Luna ed appese il ciondolo al corno.

Luna accarezzò il muso dell’unicorno:”Tu ci hai dato qualcosa di tuo e volevi qualcosa di nostro in cambio, vero?”

Un altro nitrito. Poi l’animale si alzò e si diresse verso l’uscita della caverna.

Quando i tre uscirono dalla grotta, il sole era già spuntato, il cielo era di un bel colore azzurro e l’aria era tersa e frizzante, come può esserlo solo in primavera.

L’unicorno si fermò per permettere a Ginny e Luna di montargli in groppa, poi partì veloce al galoppo, attraversando la foresta.

Arrivarono presto al limitare del bosco proprio nel punto esatto dal quale erano partite.

Trovarono Draco, Harry e Susan ad attenderle.

L’unicorno si fermò a pochi passi dai tre e le ragazze scivolarono giù dalla groppa agilmente.

Poi si girarono per salutarlo, abbracciandolo.

In un’attimo, si era addentrato ancora nella foresta.

Il primo a parlare fu Draco:”la solita storia, voi ragazze appena vedete un unicorno, perdete la testa”.

Susan sbuffò e gli rifilò una gomitata nello stomaco.

Harry soffocò una risata, mentre Luna e Ginny andavano loro incontro.

Luna si gettò tra le braccia di Harry, che la strinse forte a sé ridendo

“Harry, ce l’abbiamo fatta!!! Abbiamo il corno!”

il ragazzo le schioccò un bacione in fronte:”Lo so, Luna, lo so… siete state fantastiche”

Susan guardò Ginny che se ne stava in disparte. Le faceva pena. vedere Harry con Luna, così affettuoso e lei….. ma non osò dire niente a Draco, in piedi a fianco a lei.

Non ce ne fu bisogno, perché Draco si avvicinò a Ginny.

Schiarendosi la voce, imbarazzato, le andò vicino:”Weasley, hai fatto un buon lavoro”

Ginny si fece di brace mentre lo guardava in faccia:”Oh, beh… grazie”

Draco si avvicinò ancora di più a lei e stese una mano esitante verso il suo viso.

Ginny chiuse gli occhi.

“Hey Ginny!”

la voce di Ron la riportò alla realtà. Ginny spalancò gli occhi e Draco girò sui tacchi mormorando una parolaccia Ron l’abbracciò stretta mentre Ginny avrebbe voluto schiantarlo.

Con un sospiro di rassegnazione, Ginny ricambiò l’abbraccio di suo fratello.

“Sei stata bravissima, siete state bravissime…”

Ginny si staccò dolcemente:”Grazie Ron” e si avviò verso il castello

Ron la seguì. Susan gli passò accanto e gli sibilò contro:”Sei un deficiente, Ron”

Ron spalancò gli occhi:”Ma che diavolo ho fatto?”

Susan allargò le braccia agitando le mani e digrignò i denti verso l’amico:”Il solito, Ron… il solito”, e si fiondò dietro a Ginny.

* * *

Dopo la fine delle lezioni, Luna si preparò a scendere nella stanza delle necessità.

Hermione aveva voluto indietro i galeoni che utilizzavano per convocare le riunioni del gruppo.

Ron le aveva chiesto la ragione e lei, come tutte le volte che non voleva rispondere, dava una risposta qualunque.

La stessa Hermione aveva convocato un’altro incontro, che sarebbe dovuto incominciare di lì a poco.

Luna nutriva il forte sospetto che di lì a poco Hermione avrebbe detto cosa aveva fatto dei galeoni stregati.

Passò ancora una volta il pettine tra i capelli biondi e lisci, si allacciò le scarpe ed uscì dal suo dormitorio.

* * *

ecco, vi piace? spero di sì.

Grazie a tutti, lettori e recensori

in particolare:

Emy91: Emy, grazie, sei stata dolcissima

Byakko: Cara, ogni tanto noi autori siamo sadici e vi facciamo rimanere con il fiato sospeso. Siamo cattivissimi, lo so. Ma spero questo capitolo ti faccia tirare il fiato

Mila4U: Cara collega, se quello che cerchi è pathos, pathos avrai.. Come vedi, Draco sta rinsavendo. Un pochino, almeno. Ma grazie a voi, il piacere è mio.

Maria-chan: ciao! Sono molto felice che la mia storia ti piaccia e non dire che scrivi schifezze. Anche perché è sempre possibile migliorare. Eccoti l’aggiornamento.

Daphne: Ciao! Hey, ti stai leggendo tutto quello che scrivo? Sono onorata, davvero. Vuoi Harry e Luna? uhmmm vediamo. Qualcosa ci sarà..

Terry: hey, grazie per la dritta, vado a correggere. Un bacione anche a te.

Lily2000: Ma certo che se la sono cavata, ed anche bene, che ne dici?

Maho: mi spiace che la scuola non ti dia tregua, ma manca solo un mese, stringi i denti e poi sarai in ferie. Io devo aspettare agosto… Mah, guarda… discorso complicato: ho sempre pensato che Hermione e Luna siano due persone che si completano a vicenda: quello che manca ad Hermione in istinto ce l’ha Luna ed Hermione ha quello che manca a Luna per concretezza. La tua osservazione sulla scoperta del legame che fa Susan è molto giusta. Ed anche quello che pensi di Hermione su un certo segreto. Draco, nonostante tutte le sue arie, è imbranatissimo. Anche con Susan, se ci fai caso, le vuole bene, si vergogna di ciò, ma Susan è talmente in gamba che lo prende così com’è, anche se lui è acido, velenoso e contraddittorio. Quello che ha fatto a Ginny è pesato più a lui che a lei, comunque.

Baci a tutti e grazie tante

ah, dimenticavo... ho cominciato la pubblicazione di una ff che sto traducendo. si intitola assolutamente fantastica ed è molto carina e divertente. sempre su Harry Potter.

- 4 capitoli alla fine!

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Capitolo 36
*** La passaporta ***


Si trovarono tutti ed otto nella stanza delle necessità pochi minuti dopo.

Hermione continuava a chiudere e ad aprire le mani, senza sosta.

Era molto nervosa.

Silenziosamente, redistribuì i galeoni stregati ai legittimi proprietari.

Si schiarì la voce per chiedere silenzio, senza che ce ne fosse peraltro il minimo bisogno; visto che nella stanza non si sentiva volare una mosca, cominciò a parlare senza troppi preamboli:

“I Mangiamorte, e forse lo stesso Voldemort sono nascosti alla banca Gringott” Hermione si girò a guardare Malfoy, che annuì impercettibilmente. “Questa notte andremo a scovarli”

Tutti trattennero il fiato.

“Bill!” mormorò Ginny, pensando al suo adorato fratello che lavorava per la banca.

Hermione stese le mani davanti a sé, in atteggiamento di diniego:”Ginny, non credo Bill sia in pericolo. Va bene, non mi sono spiegata per niente” sospirò profondamente e riprese a parlare. “Allora, sulla Gazzetta del Profeta” Ron sbuffò scocciato “pochi giorni fa è apparso un articolo che annunciava una ristrutturazione della banca Gringott”

Ron interruppe:”Ma non mi sembra una cosa così strana, Hermione!”

“E invece sì!” rispose lei piccata, con gli occhi che mandavano scintille “Se tu avessi letto “Goblin e Folletti – i banchieri del mondo magico” di Alan Spickandspan e John Lamb sapresti benissimo che alla Gringott sono in grado di eseguire qualsiasi opera di manutenzione in un battibaleno per mezzo di incantesimi estremamente potenti!” concluse Hermione agitando un indice accusatorio sotto il naso di Ron.

“Va bene, va bene, ho capito, scusa, non lo faccio più” si scusò Ron, mentre Malfoy ridacchiava neanche tanto nascostamente

“Cos’hai da ridere tu, Malfoy? perché ridi in quel modo? Lo hai letto tu, quel maledetto libro?” Ron nel frattempo gli si era avvicinato minaccioso.

“No, non l’ho letto, Weasley, ma sapevo degli incantesimi che fanno alla Gringott” rispose pacato Draco.

“E allora perché ridi in quel modo?” chiese Ron digrignando i denti.

“Perché forse, in questo caso, Voldemort e compagnia bella, verranno messi nel sacco per colpa di una mezzababbana che non ha mangiato la foglia, immagina che smacco per loro! È questo che mi fa ridere, Weasley e se fossi una persona intelligente capiresti l’ironia della situazione!”.

Ron tacque, ma continuò a guardarlo male.

Hermione riprese la parola:”Se voi due avete finito, io continuerei” Ron e Draco si scambiarono uno sguardo in cagnesco e poi entrambi annuirono.

“Dopo quello che è successo l’anno scorso all’ufficio misteri, i beni dei Mangiamorte che poi sono stati mandati ad Azkaban, sono stati espropriati, col risultato che adesso non possiedono più niente.”

La bocca di Ron si aprì in un largo sorriso, ma prima che potesse dire niente, Hermione lo fece tacere con un’occhiataccia.

“Non hanno più soldi, ma per loro questo è stato un problema facile da risolvere. Hanno preso possesso della Gringott, credo abbiano tolto di mezzo goblin e folletti. Secondo me, li hanno nascosti da qualche parte e poi li lasceranno liberi, dopo aver modificato la loro memoria. Uccidere il personale della Gringott sarebbe troppo sospetto. Per questo ti dico che non devi temere per Bill, Ginny. I Mangiamorte uccidono, ma non possono uccidere tutti e comunque a loro servono contatti, gente da corrompere, per poter raggiungere i loro scopi. E per corrompere sono necessari soldi, molti soldi. Tutto chiaro fin qui?”.

Gli altri 7 annuirono silenziosamente.

“Non sappiamo quanto tempo resteranno alla Gringott, è anche probabile che se ne siano già andati, ma non ne sono molto convinta, per cui bisogna agire in fretta. Stanotte, appunto. Ci sono domande?”.

Ron borbottò:”Io alla Gringott so a malapena dov’è la porta di ingresso. Come faccio a ritrovarmi, se mi ci perdo? Non ho mai avuto molte occasioni di andarci, sapete. Vero, Ginny?”

La ragazza fece di sì con la testa.

“Buona domanda, Ron. I falsi galeoni sono stati stregati in modo da condurvi attraverso i labirinti conosciuti e memorizzare il cammino da voi percorso, per aiutarvi a tornare indietro. Purtroppo, nessuno di noi ha mai avuto l’opportunità di accedere a tutti i sotterranei, per cui l’incantesimo che ho posto sui galeoni può aiutarvi fino ad un certo punto. E poi, se a qualcuno di noi accadrà qualcosa, l’altra sua metà sarà in grado di sentire dove è e come sta, come ben sapete.”

Harry chiese:”Hermione, ma come ci arriviamo alla Gringott, non possiamo usare i Thestral, ci scoprirebbero subito…”

Hermione annuì:”infatti. Se girate due volte tra le dita il vostro galeone, questo si trasformerà in una passaporta che vi riporterà avanti ed indietro da Hogwarts”.

Luna esclamò ammirata:”Tu hai creato 8 passaporte? Ho capito perché Terry ti adora!”

Ron guardò Luna con gli occhi ridotti ad una fessura, ma non disse niente.

“Ma perché otto passaporte? Non era sufficiente una?” chiese Neville.

Susan gli si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla:”Neville, perché qualcuno di noi potrebbe non farcela ed ognuno di noi deve poter tornare, anche senza gli altri.”

Dopo le parole di Susan un silenzio fragoroso pervase la stanza.

Ormai era chiaro per tutti, la possibilità che entro l’indomani qualcuno di loro sarebbe morto, o peggio, era un evento probabile.

Non era la prima volta che combattevano contro Voldemort. Era però la prima volta che progettavano un attacco in piena regola per togliere di mezzo lui ed i suoi seguaci.

Era diverso.

Molto diverso.

Nella stanza si sentiva solamente il crepitio del fuoco.

Per parecchi minuti nessuno parlò.

Alla fine, fu ancora Hermione a parlare, agitata, nonostante l’espressione impassibile che cercava disperatamente di mantenere.

“Io vi consiglio di andare a riposare e di scrivere lettere alle persone alle quali tenete di più e che desiderate salutare in caso….. Io l’ho fatto, poi vedete voi”

Poi, con un sorriso tirato, Hermione chiese:”ci sono altre domande?”

Silenzio.

“Bene, ci troviamo qui alle otto”.

* * *

Ognuno degli otto si era ritirato nel suo dormitorio.

Ognuno di loro si era rintranato nel letto a baldacchino ed aveva lanciato un incantesimo alle tende per non lasciare entrare nessuno.

Harry si era messo a giocherellare con il boccino d’oro, poi aveva afferrato piuma e pergamena ed aveva scritto un breve messaggio a Remus Lupin.

Hermione aveva già scritto delle lettere ai suoi genitori ed amici più cari ed aveva cominciato a controllare metodicamente tutti i compiti e scritti che aveva preparato.

In più aveva ripassato tutti gli incantesimi di difesa più efficaci.

Susan e Neville stavano abbracciati sul letto di lui, senza dire niente, aspettando il momento in cui avrebbero dovuto trovarsi con gli altri.

Ginny aveva scritto a tutti i fratelli ed ai genitori. Ron non ce l’aveva fatta a prendere in mano la piuma e l’aveva pregata di firmare quelle lettere anche per lui, era troppo nervoso ed aveva il cuore gonfio di angoscia e continuava ad agitarsi ed a sussultare al minimo rumore.

Draco Malfoy stava controllando tutte le pozioni che aveva preparato assieme a Susan. Tanto, lui non aveva nessuno da salutare.

Non più.

Luna dal canto suo stava perfettamente calma, seduta compostamente sul letto, con le gambe incrociate, immobile, la mente sgombra da ogni pensiero.

Pochi minuti prima delle otto, la sveglietta a forma di corvo posata sul comodino, cominciò a gracchiare. Luna saltò giù dal letto ed uscì dal dormitorio.

* * *

Quando Luna arrivò, nella stanza delle necessità c’erano già tutti, lei era l’ultima, anche se non erano ancora le otto.

Hermione la salutò con un lieve cenno del capo:”Luna….”

La ragazza ricambiò il gesto e si mise accanto ad Harry. Gli prese la mano e gliela strinse piano, poi si guardò in giro: nessuno di loro indossava la veste ed erano tutti vestiti di nero, come dei ladri.

Susan Bones si fece avanti e cominciò a distribuire piccole fiale mentre Hermione cominciava a spiegare:”quelle che Susan vi sta distribuendo, sono piccole quantità di pozioni curative. Le abbiamo rimpicciolite per ragioni di spazio; comunque, quando le toccate, la targhettina che spiega il suo uso si ingrandisce, così non avrete difficoltà ad utilizzarla. Provate, per favore, così vedo se l’incantesimo funziona”.

Ginny e Neville cominciarono ad esaminare le fiale:

“Pozione rimpolpa sangue”

“Unguento Smemorello del dottor Obly”

“Ah, questa la conosco” intervenne Ron.

Ginny alzò gli occhi verso Hermione:”Pozione della Morte Immediata?”.

Hermione si irrigidì ed annuì:”Può essere necessaria, Ginny”.

Altro silenzio insopportabile.

Ed ancora, Hermione lo interruppe:”Andiamo, è ora, prendete le vostre passaporte, ci troviamo alla Gringott fra poco”.

Gli otto ragazzi tirarono fuori dalle tasche del mantello i galeoni stregati e li girarono per due volte tra le mani.

Sentirono come uno strattone molto forte all’ombelico e sparirono da Hogwarts in un batter di ciglio.

* * *

Ciao a tutti. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.

i prossimi due avranno come rating R a causa delle scene pesantemente dark descritte negli stessi.

il prossimo in particolare lo trovo "claustrofobico" e piuttosto angosciante. Siete avvisati.

Volevo dirvi che ho aggiornato "Assolutamente fantastica", la traduzione della quale mi sto occupando ed una one-shot su Bill e Fleur, che si intitola il Fiore in Inghilterra.

E' tenera e breve, per cui, se potete dateci una leggiucchiata.

Come al solito, ringrazio tutti coloro che hanno letto e recensito.

in particolare:

Maho: eh, si di capitoli ne mancano solamente 3 e forse mancherà più a me che a te, visto che ho dedicato a questa storia 1 anno e mezzo di pause pranzo. E' stata la mia prima fanfiction, per cui per me sarà doloroso porre la dicitura "Si" sulla scheda. SOno contenta che le scene ti siano piaciute. Comunque, io leggo molta fantasy, per cui è facile attingere od ispirarsi. Ron è stato deficiente, concordo. Non è male come personaggio, solo che è davvero poco sensibile, secondo me e questo fatto non me lo fa amare particolarmente (si vede???). Comunque, grazie, come al solito.

Byakko: bene, contenta che il chappy ti sia piaciuto. Draco si sveglierà, tranquilla ed in vari modi che scoprirai. Il meno 4 è diventato meno tre (capitoli che mancano alla fine). spero che ti piaccia anche questo di capitolo. ciao!

Terry: Ciao, cara... Draco voleva 1° aiutare Ginny senza sapere che pesci pigliare 2° dopo voleva provarci con lei, ma è arrivato ROn. Comunque fai bene a farmi questi appunti, vuol dire che non mi sono spiegata bene ed andrò a sistemare per rendere meglio la cosa. Nel frattempo, grazie di cuore.

Emy91: Davvero? grazie, sei sempre davvero gentile...

Maria Chan: Bene, ti è piaciuto lo scorso capitolo, allora. spero che ti piaccia anche questo. Per quanto riguarda la tua coppia preferita, diciamo che i due prox capitoli non saranno molto romantici, ma sicuramente qualcosa ci sarà.

Ciao a tutti e a presto!

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Capitolo 38
*** La Banca Gringott ***


La notte era fredda e scura, a Diagon Alley.

L’uno dopo l’altro, apparvero davanti alla sede della Banca Gringott.

L’edificio bianco con la porta bronzea era circondato da ponteggi magici che si spostavano con un tocco di bacchetta per far passare le persone.

Hermione si avvicinò alla porta di ingresso e questa era comprensibilmente chiusa.

Prese la bacchetta dalla tasca e mormorò:”Alohomora”.

Il pesante portone non si aprì.

Hermione, con fare sbrigativo, chiamò Harry:”Hai ancora il coltellino di Sirius che apre tutte le porte, vero?”

“Si” Harry si fece avanti e cercò di aprire la serratura, ma dopo parecchi minuti dovette arrendersi, senza che il portone si fosse spostato di un millimetro.

“Magari c’è un’entrata posteriore” ipotizzò Neville, dubbioso.

“Vero! Grande Neville!” e Ron cominciò a girare attorno all’edificio, seguito a poca distanza dagli altri che faticavano a star dietro alle sue lunghe falcate.

In effetti, sul retro c’era una stretta porticina bianca.

“Forse è l’ingresso dei folletti” intervenne Susan.

“Mmmmhhh. Può essere, Susan…”

Hermione puntò la bacchetta verso la porticina e mormorò ancora una volta:”Alohomora!”

Neanche questa volta la porticina si aprì.

Harry si fece avanti con il coltellino, ma neanche in questo caso ebbe successo.

Hermione fece cadere la mano che reggeva la bacchetta penzoloni lungo il fianco.

Ron si avvicinò a lei e chiese:”E adesso, cosa si fa?”

Hermione, sebbene un po' scoraggiata, non si diede per vinta:”un modo ci deve essere, e lo dobbiamo trovare, da qualche parte saranno pur entrati e dovranno uscire, prima o poi. Non importa quanto tempo ci metteremo”.

La voce svagata di Luna si sentì distintamente:”Oh, ma in cinque minuti avremo aperto il portone”

“Luna, sono felice che tu sia così ottimista…” borbottò acida Hermione “ma ci serve di più sapere come aprire questa porta!”

“Ma lo so io come si fa ad aprire questa porta” sorrise Luna guardando Harry.

Hermione fece un enorme sforzo per mantenere il controllo di sé e non risponderle male:”E perché non l’hai detto prima, scusa?”

“Non ero sicura che avessero usato questo incantesimo, Hermione” rispose serafica Luna.

“E di quale incantesimo si tratta?” si informò Hermione, neanche tanto convinta di quello che stava dicendo Luna.

“Dell’incantesimo Mobildoor”

“Non lo conosco” ribattè asciutta Hermione.

“Non lo puoi conoscere” rispose Luna trasognata.

Malfoy sghignazzò:”Guarda guarda, Granger, è la prima volta che ti sento dire che non conosci un incantesimo. È una giornata da ricordare!”

Hermione lo fulminò con lo sguardo e Luna si girò verso di lui:”Poca gente lo conosce, solo quelli del Ministero della Magia e pochi altri. Un paio di anni fa, dei vandali sono entrati nella sede del Cavillo almeno una decina di volte spaccando tutto e portando via oggetti magici. Papà si è rivolto al ministero della magia che hanno applicato l’incantesimo Mobildoor sulla sede del Cavillo”

Hermione allungò il collo verso Luna:”E come funziona, questo incantesimo?”

“Semplicemente si tratta di una illusione ottica. Tu vedi la porta nella posizione originale, ma in realtà gli ingressi sono stati spostati. Ma tu lo sai mentre gli altri no, per cui non riescono ad entrare e lasciano perdere. Credo che qualche Mangiamorte lavori al Ministero della Magia, giusto?”

Malfoy fece cenno di sì con il capo:”Avery e Rockwood”.

“Credo che siano stati loro, allora, a lanciare questo incantesimo” concluse Luna.

“E come entriamo?” chiese ancora Hermione.

Luna le sorrise dolcemente:”con il solito modo, ma prima dobbiamo trovare la porta…. Dobbiamo usare il tatto, passare le mani sul muro. Le nostre mani sentiranno ciò che i nostri occhi non possono vedere”.

Sollevata, Hermione ricambiò il sorriso di Luna:”Sono quattro pareti, due di noi per parete, giusto?”

Gli otto si disposero lungo i muri dell’edificio e cominciarono a passare le mani sui muri.

Pochi minuti dopo, Harry e Luna andarono a chiamare gli altri.

“Crediamo di aver trovato la porta, venite”.

Gli altri si affrettarono a seguirli fino a che arrivarono al muro sul retro.

“Ron, tu sei il più alto di tutti noi, cerca di sentire bene se può essere questa” chiese Harry.

Ron si avvicinò e cominciò a passare le mani nel punto esatto che Harry gli aveva indicato, poi si voltò verso gli altri:”Mi sembra di sì!”

Hermione puntò la bacchetta e pronunciò:”Alohomora”

Lentamente, un’apertura di formò nel muro bianco. Gli otto entrarono silenziosamente, in fila indiana.

Oltrepassarono il grande portone d’argento.

* * *

“Lumos”, ed otto bacchette cominciarono a brillare nell’oscurità.

L’ingresso e gli sportelli erano deserti.

Come era logico, a quell’ora non c’era nessuno.

Non c’era traccia di devastazione, tutto sembrava perfettamente a posto.

Lindo.

La convinzione di Hermione che i Mangiamorte e Voldemort si trovassero lì alla Gringott cominciava piano piano a vacillare.

Gli otto si erano sparpagliati per il grande salone di marmo candido, per cercare….. qualcosa, qualunque cosa potesse dar loro un’indicazione, mentre i loro occhi si stavano lentamente abituando al buio.

Si ritrovarono al centro della stanza dopo qualche minuto.

Ron ripetè per l’ennesima volta quello che frullava in testa a tutti, quella odiosa domanda:”E adesso che si fa?”.

Harry sollevò il capo:”Mi sa che ci tocca andare nei sotterranei….”

“Oh, no” mormorarono assieme Neville e Susan.

Hermione alzò le spalle, in un gesto di rassegnazione:”Me lo aspettavo… secondo me tu hai ragione, Harry”

“Allora andiamo” tagliò corto Draco.

Superarono la barriera degli sportelli e si diressero verso l’entrata dei sotterranei.

Aprirono la pesante porta.

I galeoni stregati segnalarono loro di prendere il sentiero che si snodava davanti a loro e gli otto cominciarono a scendere nei cunicoli; pietra viva e rocce li circondavano.

Si avvicinarono al carrello che solitamente trasportava i clienti della banca.

Luna fece per prendere posto, ma Harry la trattenne gentilmente prendendola per la vita.

“Non penso sia una buona idea, Luna, non sappiamo come guidarlo e potrebbe anche essere una trappola. Voi che ne dite?” chiese girandosi verso gli altri.

Neville rispose:”Si, Harry, hai ragione. Dobbiamo scendere a piedi”.

Automaticamente, le altre 7 teste si girarono verso lo stretto sentiero che costeggiava le rotaie.

Era scosceso, le rocce sembravano scivolose ed impervie.

Susan singhiozzò di delusione.

“Va bene, andiamo, allora” comandò Hermione.

Presero la via e cominciarono lentamente a scendere.

“Fermatevi!” sibilò Draco.

Ginny parlò per la prima volta:”Che cosa c’è?”

“Tu, Weasley, non tu… TU” accennò con la testa in direzione di Ron.

“Che vuoi, Malfoy?” grugnì Ron.

“Stiamo camminando a due a due e tu sei davanti. Sei troppo alto, quelli dietro di te non vedono niente, togli la visuale. Dovresti restare dietro.” Spiegò sbrigativo Malfoy, ogni parola una staffilata.

“Ha ragione, Ron, mettiti dietro” la voce piatta di Hermione lo fece sobbalzare.

Ron, rabbuiato, si mise dietro la fila, accanto a Neville.

Davanti c’erano Hermione e Ginny, poi Harry e Luna ed infine Susan e Draco.

Prima di proseguire, ognuno di loro lanciò un incantesimo riscaldante su sé stesso.

Faceva molto freddo nel sotterraneo ed massi erano ricoperti di condensa.

Hermione poi lanciò un incantesimo Retroculos: gli occhi di Ron e Neville poterono così percepire anche la visuale alle loro spalle, mentre Harry e Susan avevano accesso alla visuale alla loro sinistra, Draco e Luna invece alla loro destra.

Si faceva fatica ad avanzare.

Era buio e si sentivano le gocce di umidità cadere con regolarità sulla pietra, che era scivolosa sotto la suola di cuoio delle scarpe.

Massi e piccole pietre rendevano ancora più complicata la discesa.

Faceva sempre più freddo man mano che il gruppo avanzava ed ogni tanto gelide correnti d’aria attraversavano il sotterraneo, che era enorme, così grande ed esteso che i ragazzi non riuscivano a vedere dove terminasse il sentiero.

Camminavano in silenzio, tutti i sensi all’erta, arrancando faticosamente, guardandosi in giro con estrema circospezione.

I galeoni a guidarli nel loro cammino.

Si sentiva solo il rumore delle gocce, da qualche parte alle loro spalle, lontano, lo scalpiccio dei loro piedi, il vento che attraversava quell’antro oscuro.

Ogni tanto, qualche pipistrello strepitava e tutte le volte Susan trasaliva, per la sorpresa, per il terrore.

Gli occhi spalancati, il respiro mozzo in gola.

Avere Draco accanto la rassicurava un po’: Il ragazzo stava camminando accanto a lei, l’espressione assorta e profondamente concentrato sul cammino da compiere. Quando lei era trasalita, lui si era girato nella sua direzione e si era limitato a guardarla, aspettando che ritrovasse la calma. Senza il suo solito sogghigno.

Hermione e Ginny, davanti a fare strada avevano le bacchette sguainate a far luce: la mano di Ginny tremava nel reggere la bacchetta; la mano di Hermione, invece stringeva l’oggetto magico in una stretta convulsa, tanto serrata da farle sbiancare le nocche e farle dolere le ossa della mano.

Luna aveva sempre la sua solita espressione svagata, ma i grandi occhi chiari scrutavano senza posa il sotterraneo, pronti a cogliere il minimo movimento.

Harry, dal canto suo, non vedeva l’ora che succedesse qualcosa. Era stanco, era distrutto, non ce la faceva più a sopportare quel peso che, greve, gli stava avvelenando la vita dall’estate prima. Forse da prima ancora Era probabile che prima che il nuovo giorno fosse spuntato, Voldemort sarebbe morto.

Era anche probabile che prima che il nuovo giorno fosse spuntato, sarebbe morto lui.

Ormai, quasi, non gli importava più… doveva finire, in un modo o in un altro.

Neville guardava Susan preoccupato. Lui aveva già avuto a che fare con i Mangiamorte, l’anno prima, e ne era uscito vivo. Ma Susan? La sua dolce Susan, più abituata a maneggiare la bacchetta per guarire ferite piuttosto che per infliggerle. “Merlino, fa che non debba soffrire, non lei, non lo merita”.

Ron provava un’angoscia feroce. Quel luogo gli dava i brividi. Non era semplicemente… deserto, ma era infido, oscuro… e Ron Weasley non aveva mai amato l’oscurità. Si massaggiò il petto all’altezza del cuore, sperando di calmarne i battiti impazziti, mentre continuava a far luce con la bacchetta.

Hermione e Ginny si fermarono improvvisamente.

“Che c’è?” sussurrò Harry dietro di lei.

“Siamo arrivati ad un bivio” rispose Ginny sottovoce.

“Ed i galeoni non ci possono più guidare” aggiunse Hermione con voce a malapena controllata.

“Che si fa?” domandò Ron.

Hermione fissava i due sentieri che si snodavano davanti a lei, perfettamente uguali l’uno all’altro, con aria meditabonda, una mano ad accarezzarle il mento.

“Non importa che direzione prendiamo, una vale l’altra” rispose dopo qualche minuto.

“Come non importa?” esclamò Ron incredulo.

Hermione scosse il capo:”No, che non importa”

“Ma perché?” chiese ancora.

“Perché, Ron, noi non li troveremo” cominciò la ragazza.

“Saranno loro a trovare noi” concluse Draco con aria distaccata.

“Perché dici così…” chiese Susan con i lucciconi agli occhi.

Ginny, guardando l’amica si sentì stringere il cuore.

“Perché questo posto è immenso, Susan, e le probabilità che noi li troviamo, con tutti questi bivi e cunicoli che vedi attorno a te, sono vicine allo 0%” spiegò gentilmente Hermione. “Voldemort vuole trovare Harry. Quanto vuoi che ci metta a fare un incantesimo di localizzazione? Non ha neanche più senso che Harry chiuda la mente. Perché noi vogliamo che lui ci trovi, abbiamo lavorato tanto per questo” concluse scuotendo caparbia le ciocche scomposte.

Susan si morse il labbro ed annuì, facendosi coraggio:”Che ne dite se andiamo di qua?” ed indicò la stradetta alla sua sinistra.

“Per me è lo stesso” Ron fece spallucce, subito imitato da Harry che strinse la spalla di Susan in un muto gesto di rassicurazione.

E si incamminarono lungo quella strada impervia.

Dovettero prima ripristinare l’incantesimo di riscaldamento perché la temperatura si era notevolmente abbassata.

Ed il suolo si era fatto più sdrucciolevole e scivoloso.

Ormai era quasi impossibile procedere senza incespicare.

L’umidità si era raccolta in piccole pozzanghere.

Luce non ce n’era, come sull’altro sentiero.

Il soffitto dell’antro si abbassava sempre più man mano che i ragazzi avanzavano, tanto che Ron aveva difficoltà a non sbattere la testa e procedeva leggermente curvo.

La stanchezza cominciava a farsi sentire, le gambe a procedere più malferme che mai su quel suolo accidentato.

Le scarpe di cuoio non tenevano più l’acqua e tutti i ragazzi avevano i piedi completamente fradici.

Nonostante il freddo, Ron levò una manica ad asciugare il sudore dalla fronte.

Lo sforzo, la fatica, o semplicemente la paura?

Guardò Hermione, sempre più tesa, ma sempre più risoluta a procedere.

Un impeto di amore lo attraversò tutto.

Che ragazza coraggiosa, la sua.

Una vera Grifondoro.

Avanti, andare avanti, sempre più avanti, verso qualcosa che non conosci.

Hermione era turbata, non c’era altra scelta che procedere, sempre di più, sempre più lontano da Hogwarts e dalla sicurezza.

Luna era scivolata pesantemente, ma si era risollevata immediatamente con un’espressione caparbia che le aveva visto solo Ginny la notte prima.

Susan le aveva sorriso, facendo sparire con un gesto della bacchetta il graffio che si era procurata su un ginocchio. Luna le aveva sorriso di rimando ed aveva ripreso il suo posto accanto ad Harry.

E giù, sempre più giù in quel sotterraneo sconosciuto. Improvvisamente, un rumore assordante squarciò il silenzio spettrale di quel luogo.

“Toglietevi di lì” urlò Ron concitato.

I ragazzi fecero appena in tempo a saltare da una parte che il vagone di trasporto della banca era sopraggiunto sferragliando ad una velocità folle e li avrebbe sicuramente travolti se non si fossero scostati in tempo.

Non appena il vagone ebbe oltrepassato i ragazzi, si fermò.

Con una calma glaciale che era ben lungi dal provare veramente, Hermione si girò verso gli altri:”Sanno che siamo qui. Questo è il loro avvertimento”.

Neville deglutì rumorosamente:”Va bene, ma anche noi sappiamo che loro sono qui”.

Hermione sorrise appena:”Esatto”

Scostandosi i capelli dagli occhi, Draco aggiunse:”State attenti, da adesso ogni momento è buono. Ecco, tenete” mise in mano ad ognuno una minuscola fiala.

“Che cos’è?” chiese Neville fissando la fiala.

“Pozione rinvigorente, Paciok. Ne avremo bisogno” Draco aprì la fiala ed ingollò il contenuto, imitato dagli altri tranne che da Ron.

“Che c’è, Weasley, hai paura che ti avveleni?” fu la domanda ironica di Draco.

“E se fosse? Non avrei tutti i torti, Malfoy” rispose Ron mentre Hermione alzava gli occhi al cielo

“L’ha fatta Bones questa pozione. Ti fiderai almeno di lei, spero”.

Ron aprì la fiala e bevve a sua volta, in un unico sorso. La pozione li ristorò, diede nuovo vigore al loro corpo per poter proseguire

Ginny fra sé e sé penso che ci sarebbe voluta anche una pozione per togliere quell’angoscia che sentiva e che sembravano avvertire tutti.

Ripresero il cammino.

Scesero ancora per quegli anfratti.

Il gelo della loro anima era il gelo che provava il loro corpo.

Forte, sempre più forte, quasi intollerabile.

Penetrante, persistente.

Vicino, sempre più vicino…

Angoscia, tristezza, disperazione da non sopportare, da non poterne più, l’anima a brandelli, la felicità strappata a piccoli pezzi dal loro cuore.

Troppo tardi, troppo tardi.

Non potevano più scappare.

Erano circondati da centinaia di Dissennatori.

* * *

ecco qui! spero che adesso il capitolo si legga e spero tanto che non mi mandiate un bell'Avada Kedavra per come l'ho fatto finire (Byakko, non farti venire le palpitazioni, per favore, mi sentirei terribilmente in colpa).

Fatemi sapere, per favore, se il capitolo lo leggete, va bene?

baci Nisi

p.s. per Terry: penso che gli ultimi due capitoli ti soddisferanno. baci

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Capitolo 39
*** Lottare con le unghie e coi denti ***


Ginny fu la prima a cadere al suolo con un tonfo, raggomitolata su sé stessa, pallidissima.

Poi Harry,

Neville,

E Luna.

Hermione chiuse gli occhi ed urlò:”Expecto Patronum”, mentre le lacrime le inondavano le guance.

Anche Ron aveva resistito ed aveva evocato il suo Patronus a forma di volpe.

Il furetto di Draco non si era fatto attendere e neanche il cane di Susan.

Ma non ce la potevano fare per molto: la cortina argentea che li difendeva si sarebbe dissolta di lì a poco.

“Dobbiamo farli riprendere, devono evocare anche loro il Patronus, o non ce la possiamo fare” urlò Hermione.

Susan reagì immediatamente con l’istinto della medistrega ed a viva forza aprì le mascelle degli amici ancora semisvenuti, infilando loro in bocca del cioccolato ed obbligandoli a masticarlo.

Dopo pochi secondi erano in piedi, con immensa fatica, certo, ma si erano alzati.

Provarono ad evocare il loro Patronus per sostituire quelli che stavano svanendo, ma invano, erano troppo provati.

Dell’altro cioccolato venne loro infilato in bocca da Susan e questa volta riuscirono a produrre la nebbia argentea che li proteggeva dai Dissennatori.

Luna, pallida come un cencio, con gli occhi spiritati ed allargando le braccia come a volerli circondare tutti, si portò in mezzo a loro, guardandoli negli occhi uno per uno e sillabò:

“Facciamo-Un-Patronus-Assieme”.

La nebbia protettiva stava svanendo velocemente e non potevano resistere ancora per molto.

Non c’era tempo.

In fretta, bisognava fare in fretta.

Hermione annuì:”Proviamo, tanto non abbiamo più niente da perdere”.

Gli otto si misero in cerchio ed unirono le bacchette.

Un sospiro profondo e:

“Expecto Patronum!!!”

solo un sottile fumo argenteo, ma era scaturito dalle bacchette unite.

Hermione si sentì invadere da una speranza folle ed urlò:”Coraggio! Ce la possiamo fare!”

I ricordi più belli fluirono nella mente degli otto che dopo pochi secondi riprovarono l’incanto:

“Expecto Patronum!”.

il grido risuonò potente in tutto l’antro ed una spessa coltre di nebbia li avvolse.

A bocca aperta, gli otto si resero conto dell’essenza del loro Incanto: un’enorme creatura argentea, dal corpo di un Tasso, la testa di un Leone, le ali di un Corvo e la coda di un Serpente li stava proteggendo.

I Dissennatori, disorientati, li cercavano senza poterli trovare, perché loro erano al sicuro.

Avvolti da quella bruma magica, gli otto ragazzi sentirono ritornare le forze e la speranza, mentre il Patronus aveva spalancato le enormi fauci ed aveva risucchiato dentro di sé l’essenza dei Dissennatori, una per una.

Finchè di quelle odiose creature non ne rimase che il ricordo.

L’incanto si era dissolto lentamente.

Crollarono seduti per terra, incuranti del pavimento bagnato, ridendo istericamente mentre si riempivano ancora una volta la bocca di cioccolato.

Era bello essere vivi.

Era bello essere ancora vivi.

Draco, ancora sogghignante, osservò:”Volevano baciarci e sono stati baciati!”.

Ginny aggiunse:”Allora, aveva ragione Silente ad insistere, che dovevamo essere uniti…”

Hermione meditabonda osservò:”La Profezia diceva: Serpe, Leone, Corvo e Tasso uniti… vi ricordate? Lo ha detto la profezia…”

“Maledetti codardi, si nascondevano dietro ai Dissennatori” fu il commento di Ron.

“Bravo, Weasley” fece una voce strascicata alle sue spalle “hai detto bene, si nascondevano, purtroppo ora non più, per colpa vostra”

balzarono tutti in piedi nel riconoscere la voce di Lucius Malfoy.

Allineati accanto alla parete rocciosa c’erano lui e tutti i Mangiamorte.

Li riconobbero: Bellatrix, Rodolphus e Rabastan, Dolohov, McNair, Nott, Jugson, Mulciber, Tiger, Rockwood ed Avery.

Erano tutti lì, in piedi davanti a loro, il mantello ed il cappuccio nero che tuttavia non nascondeva i loro lineamenti.

Un muscolo della mascella di Lucius pulsò quando riconobbe il proprio figlio tra le fila degli avversari.

“Il vostro piccolo gruppo è aumentato di numero.” Commentò con voce beffarda.

Dolohov interruppe Malfoy:”Guardate, c’è anche una Bones, qui. Credo di essere stata l’ultima persona che tuo zio ed i tuoi cugini hanno avuto la sfortuna di incontrare. Ce ne hanno messo di tempo a morire, però…” constatò il Mangiamorte annuendo.

Susan si fece terrea:”Sei… sei stato tu…lo zio e..”balbettò.

Neville le passò un braccio attorno alla vita per sostenerla.

“Sei stato tu…” le fece il verso Bellatrix, con la sua voce acuta scoppiando a ridere come una folle.

Dolohov a sua volta scoppiò in una risata sprezzante, Susan annientata dalla notizia.

“Allora ci sono due persone in più da eliminare, vedo” riprese Malfoy con la stessa calma glaciale di poc’anzi. “E lo faremo con grande piacere. Nonostante uno di voi sia il mio stesso figlio”.

Draco si fece avanti e rispose insolente al padre:”Ci hai già provato una volta, padre. Magari questa volta ci riesci a farmi fuori… tanto, uccidere i tuoi familiari non ti fa proprio né caldo né freddo, vero?” concluse Draco con voce appena malferma nel ricordare che il padre aveva trucidato Narcissa, sua madre.

Prima che nessuno potesse disarmarlo, Lucius puntò la bacchetta ed urlò “Come osi! Crucio!”

Draco rovinò a terra, battendo la testa.

Con la coda dell’occhio, Draco vide che Ginny stava provando su di sé tutti gli effetti della Cruciatus e della caduta e con un immenso sforzo di volontà, riuscì a non perdere i sensi e a lanciare uno sguardo di fuoco verso Susan e ad Hermione che si trovavano accanto a Ginny.

Capirono al volo.

Susan sorresse la sua amica ed Hermione si mise davanti a lei nascondendola alla vista dei Mangiamorte.

Non dovevano sapere che quello che se colpivano l’uno, danneggiavano anche il suo compagno o la sua compagna.

Draco si rialzò a fatica e si asciugò il sangue che gli colava dalla fronte.

Sapendo bene che ciò avrebbe fatto infuriare suo padre e per concentrare l’attenzione su di sé e distoglierla da Ginny, Draco scoppiò a ridere:”Puoi lanciarmi tutte le Cruciatus che vuoi, padre”

Ora Draco si era alzato completamente, anche se le gambe malferme lo reggevano a malpena e gli aveva rivolto la parola con la voce petulante di un ragazzino:”Tanto, la profezia dell’unicorno l’abbiamo noi. L’abbiamo trovata, l’abbiamo trovata noi”.

Bellatrix, istintivamente alzò la bacchetta per colpirlo con una maledizione ed i sette compagni di Draco avanzarono di un passo verso di lui.

Malfoy stese un braccio per fermare Bellatrix:”Un momento, Bella…”

Si avvicinò di un passo al figlio e gli chiese:”E come posso sapere che tu non stai mentendo?”

Con un sorriso sarcastico, Draco chiese a sua volta:”E allora a che scopo venire a cercarvi? Sarebbe stato inutile, non credi? Questa volta non c’è proprio nessuno da salvare ed il suicidio non è tra i miei progetti, padre” Draco calcò volutamente l’accento su quell’ultima parola.

Lucius Malfoy era furioso, eppure parlava con una voce quasi dolce, suadente:”E sentiamo, dove l’avreste trovata”.

Draco scoppiò a ridere:”Nell’unico posto dove non hai frugato, padre!”

Lucius Malfoy guardò il suo unico figlio con odio puro:”Ho guardato dappertutto! E non osare parlarmi così!”

Draco sostenne lo sguardo:”Io oso. E no, non hai guardato dappertutto: la profezia era nascosta nel doppiofondo di un libro di leggende babbane”. Draco sorrise nel vedere suo padre trasalire.

Indicò Ginny:”Aveva lei quel libro. Io l’ho fatta arrabbiare e lo ha buttato contro al muro per sfogarsi. La profezia era nascosta in un doppio fondo della copertina. Pensa, padre. L’hai cercata per così tanto tempo… ed una ragazzina babbanofila l’ha trovata per caso. Cosa dirai al tuo padrone?” Draco scoppiò a ridere, di un riso cattivo ed amaro.

Ancora una volta, Lucius Malfoy scagliò una maledizione senza perdono contro il suo stesso figlio.

“Crucio!”

* * *

E la battaglia cominciò.

Draco evitò la maledizione Cruciatus che gli aveva lanciato suo padre e si infilò dietro il cumulo di massi dove si erano nascosti Ginny, Susan e Neville.

Si avvicinò a Ginny e le chiese:”Nanerottola… Va meglio ora?”

Era pallida e si sforzò di sorridergli:”Si, ma mi ha fatto molto male”.

Draco le lanciò uno sguardo indecifrabile:”Lo so. Te la senti di combattere?”

Ginny annuì:”Gliela dobbiamo far pagare, vero?”

Draco sogghignò:”Mi hai tolto la parola di bocca…”

E si unirono alla battaglia.

Si trovavano in un largo spiazzo dal fondo irregolare costellato di pietre e sassi che l’umidità onnipresente rendeva scivoloso ed infido.

Tuttavia, l’oscurità era meno opprimente che in altre parti dell’antro, anche perché non sarebbe stato possibile combattere nel buio totale, né dall’una, né dall’altra parte.

Cumuli di massi completavano il quadro di quello spiazzo umido e freddo e spazzato da un gento gelido.

Ginny stava duellando con Mulciber, Ron con Rockwood, Draco con Avery, Luna con Tiger, Harry con Jugson, Susan con McNair, Neville con Rabastan Lestrange ed Hermione con Nott.

Dolohov, Bellatrix, Lucius Malfoy e Rodolphus stavano a guardare, da parte, lo svolgersi della battaglia.

Sarebbero intervenuti solo in caso di bisogno.

Quello scontro, così come il farli vagare per ore nell’antro gelido, peraltro, sarebbe servito a stremare gli 8 studenti, nulla più; poi ci avrebbero pensato loro, al colpo di grazia.

Erano 12 contro 8, non ce l’avrebbero mai fatta, pensava Hermione freddamente, mentre cercava di schiantare Nott.

E poi, i Mangiamorte utilizzavano le maledizioni senza perdono.

Loro invece no.

Almeno per il momento, suggerì la logica ad Hermione.

Doveva esserci qualcosa, maledizione, per aiutarli.

Una parte del suo cervello cercava disperatamente di elaborare un piano, l’altra parte si era trasformata in una macchina: schivava le maledizioni che le tirava addosso Nott, lanciava Stupeficium e Petrificus Totalus, ma Nott era in gamba e le stava tenendo testa.

Sentì un dolore improvviso al ginocchio destro e si morse a sangue il labbro per non gridare.

Con la coda dell’occhio vide che Ron era caduto sul ginocchio per schivare una Cruciatus lanciatagli da Rockwood.

Accidenti che male.

Le botte alle ginocchia fanno sempre un male cane.

Nott la guardò insospettito: Hermione non era riuscita a trattenersi dal trasalire quando aveva sentito quel dolore improvviso al ginocchio.

“Stupeficium” urlò la ragazza riuscendo alla fine a mandare Nott a sbattere la schiena contro una roccia.

“Petrificus Totalis” tuonò poi, girandosi appena in tempo per respingere una maledizione Cruciatus lanciatole alle spalle da Rodolphus Lestrange.

Susan era terrorizzata, riusciva a malapena a respingere gli attacchi di McNair, ma era perfettamente consapevole che non sarebbe durata tanto.

Cominciava a stancarsi, McNair era grosso, sì, ma aveva un sacco di energie e sembrava non fare la minima fatica ad attaccare Susan. Aveva un ghigno divertito sulla faccia, sembrava stesse giocando con il gatto e con il topo.

E Susan era il topo.

Uno schiantesimo la colpì alla spalla, e la Tassorosso cadde malamente riversa sulla schiena.

Immediatamente, Neville schiantò Rabastan e si precipitò al fianco della sua ragazza per schiantare anche McNair, tenendosi la spalla dolorante con una mano.

L’incantesimo, in verità non riuscì molto bene, ma fu sufficiente per mandare KO il grosso boia scozzese per qualche secondo.

“Stai bene?” le urlò Neville per farsi sentire tra tutto quel frastuono di colpi e di maledizioni.

“sssi, credo di sì”.

Neville le tese la mano per aiutarla ad alzarsi.

Non appena la sua mano toccò quella di Susan, Neville sentì… qualcosa.

Un strano formicolio misto ad una curiosa sensazione di fresco che partiva dalle loro mani unite e che risaliva verso la spalla.

Per lo stupore, Neville lasciò cadere Susan che battè la spalla ancora una volta. Neville trasalì a sua volta per il dolore.

“Sue, hai sentito anche tu?” ansimò Neville dopo aver schiantato McNair ed averlo intrappolato con una pastoia Total Body.

“Sssii. Cos’era?” domandò Susan con voce tremante.

“Non lo so. Dobbiamo dirlo ad Hermione! Lei è l’unicaaaaaaaaaa” Neville gemette.

Doholov gli aveva lanciato una Cruciatus e Neville cadde in ginocchio, mentre Susan cadeva a sua volta, avvertendo anche lei tutti gli effetti della maledizione.

Il Mangiamorte li guardò estremamente perplesso, mentre Mulciber li guardava compiaciuto.

Aveva catturato Ginny e la stava portando da Lucius Malfoy.

Improvvisamente, i combattimenti si interruppero ed un senso di disperata impotenza invase i componenti del gruppo che erano ancora liberi.

Susan si morse il labbro per non scoppiare a piangere.

“Molto bene” mormorò Lucius Malfoy a voce bassa, ma sufficientemente alta per cui tutti lo potessero udire chiaramente “Ora, se volete che la vostra amica muoia di una morte misericordiosa e, soprattutto, veloce, lasciate tutte le vostre bacchette. Altrimenti, Bellatrix avrà il piacere di torturarla, dato che la scorsa volta non ha potuto farlo”

Ginny si dibatteva tra le braccia di Mulciber, che non l’aveva immobilizzata completamente: si divertiva troppo a vedere quella ragazzina con i capelli rossi contorcersi inutilmente, come un gatto selvatico in una gabbia.

“Hermione…” sussurrò a bassa voce Neville mentre Harry rispondeva a Lucius Malfoy

“E poi cosa farai, Malfoy, come avevi detto all’ufficio Misteri, ci lascerai andare?”

“Cosa c’è?” sussurrò Hermione

“Prendi Ron per mano, senti qualcosa?” rispose Neville

“Oh, Potter, ma che ingenuità… certo che non vi lasceremo andare… Il Signore Oscuro sarà molto felice di vederti”

Hermione prese Ron per mano e sentì uno strano formicolio salirle lungo il braccio.

A giudicare dall’espressione sorpresa di Ron, anche lui lo aveva percepito.

“Allora? Quelle bacchette… sto aspettando… Draco fa’ il bravo figliolo e dai il buon esempio, altrimenti…. Non che questa pezzente sia di qualche valore… Crucio!!!”

la voce di Lucius risuonò per le caverne, con una eco devastante.

Ginny cadde per terra contorcendosi in preda al dolore.

Ed anche Draco fece la stessa cosa.

Malfoy inarcò le sopracciglia elegantemente disegnate:”Bella, hai visto che strano? Colpisco Weasley ed anche mio figlio sente la stessa cosa…”

Nott intervenne pigramente:”Ho visto la stessa cosa, quando il rosso è caduto, la mezzosangue ha sentito dolore, ed anche Paciok e la Bones”.

Il cervello di Hermione lavorava furiosamente, mentre pensava che avrebbe voluto tanto tagliare la lingua a Nott.

Ma il suo pensiero tornò subito a quella strana energia che aveva percepito tra lei e Ron: la magia c’era, loro erano il fuoco, mancava solo l’incantesimo… di solito era in latino….

“Ron” chiamò la ragazza, sottovoce.

Non ricevette risposta, Ron era rimasto impietrito a guardare la sorella contorcersi per il dolore.

“Ron, maledizione, rispondi” implorò Hermione disperata.

“Herm…”

“Quando ti stringo la mano, urla forte Ignis (fuoco, in latino NdA)”

dopo un secondo, Hermione gli strinse la mano e le loro voci si unirono in un grido che risuonò per tutto l’antro:”Ignis!”

Non successe niente, solo l’eco del loro grido mentre i Mangiamorte ridevano scompostamente e Bellatrix lanciava una maledizione Imperius a Ginny, che cominciò a strisciare come un serpente attorno a lei, completamente soggiogata dalla volontà della strega più anziana.

“Mezzosangue, il tuo cervello ti ha abbandonato” commentò Malfoy compiaciuto “Per punizione, la vostra amica avrà un’altra sorpresa… Tarantallegra!” e le gambe di Ginny cominciarono a scattare in tutte le direzioni.

Lacrime cocenti di frustrazione salirono agli occhi di Hermione, che si sforzò disperatemente di inghiottirle.

Luna le si avvicinò:”I quattro elementi sono stati scoperti da un greco, non da un romano” le sussurrò quasi soprappensiero.

Ma certo, come aveva fatto a non pensarci prima?

Pyros, era Pyros!!!!

Era fuoco, in greco antico.

“Ron, presto, urla Pyros assieme a me”

Unirono le mani e ci riprovarono ancora una volta.

“Pyros!!!!!”.

Non successe niente, mentre i Mangiamorte scoppiarono a ridere ancora una volta.

il riso non era ancora morto sulle loro labbra che si scatenò l’inferno: una palla di fuoco travolse Mulciber, che si trasformò in una torcia umana.

Impazzito per il dolore, cominciò a correre per l’antro, mentre i Mangiamorte si scostavano in fretta, presi completamente di sorpresa da quell'incantesimo che non conoscevano.

Rabastan lanciò un incantesimo per spegnere quel fuoco potente, ma invano.

Il cervello di Hermione lavorava a velocità forsennata, come mai aveva fatto.

“Presto, Sue, Neville, prendetevi per mano ed urlate Geos!”

I due ubbidirono ed una frana ricadde su McNair, seppellendolo completamente.

”Harry, Luna… la vostra parola magica è Ayr!”

Un potentissimo tornado scaturì dalle bacchette dei due ragazzi.

Rockwood fu raccolto da quel tornado e quando questo si dissolse, cadde a terra morto.

“Ginny, Draco, urlate Hydor! Ginny…. Alzati, ti prego… Ginny…”

Ron lasciò la mano di Hermione e corse presso la sorella che giaceva sul pavimento.

Rabastan vide il rosso chinarsi verso la ragazza e lanciò una maledizione Cruciatus, cercando di colpirlo alle spalle.

Draco se ne accorse e con uno strattone violento fece rovinare Ron al suolo, mentre la maledizione finiva su un cumulo di pietre.

“Malfoy, ma che…..” Ron abbaiò verso Draco, ma non appena si avvide di quello che era successo, tacque.

“Ti ho salvato le chiappe, Weasley, me ne devi una!” mormorò Malfoy mentre stappava con i denti una fiala di pozione da somministrare alla sua compagna.

Ron lo guardò storto:”Non ti preoccupare, Malfoy… ritorneremo in pari”

Scostò una ciocca sudata dalla fronte della sorella.

Non era svenuta, ma Ginny respirava a fatica e la sua fronte era madida di sudore.

“Ginny… Ginny…” mormorò Ron disperato “Dimmi che stai meglio, che ce la fai..”

“Ce la faccio Ron…” tentando di alzarsi, ma ricadendo tra le braccia del fratello.

“Coraggio, nanerottola…” Malfoy le fece bere una pozione e, con estrema fatica, Ginny si rialzò.

Draco la prese saldamente per mano ed insieme urlarono “Hydor!”

Rodolphus Lestrange scomparve sotto una gigantesca ondata che lo spazzò via prima che avesse il tempo di rendersene conto.

I Mangiamorte si resero subito conto subito che le sorti della battaglia si erano capovolte e loro stavano perdendo terreno.

Lucius Malfoy urlò:”Dobbiamo sparire di qua!” cercò di smaterializzarsi, così come gli altri Mangiamorte, ma nessuno di loro ci riuscì.

Hermione sorrideva sorniona:”Ho lanciato un incantesimo antismaterializzazione, è inutile, non ci riuscirete mai”.

Avery, infuriato levò la bacchetta:”Avada Keda…”

Ma una palla di fuoco lo investì prima che avesse modo di lanciare quella micidiale maledizione.

Nott e McNair rimasero intrappolati sotto ad una frana.

Tiger fu portato via da un enorme uragano e Jugson trovò la morte sotto una potente ondata comparsa dal nulla.

Restavano Bellatrix, Malfoy e Doholov, solamente loro tre.

“Pyros!” urlarono Hermione e Ron, ma la palla di fuoco passò sopra a Bellatrix, lasciandola senza neanche un graffio.

”Le vostre magiettine da strapazzo non funzionano più?” recitò cantilenando con voce folle “Maledetti, avete ucciso mio marito” ringhiò Bellatrix. “Crucio!” e colpì Ron che cadde a terra e cominciò a contorcersi dal dolore mentre Hermione si accasciava tra le braccia di Harry.

Harry e Luna cercarono di lanciare il loro uragano su Bellatrix, ma anche questa volta la strega ne uscì più incolume che mai.

Doholov, dopo aver scoperto a sua volta che gli incantesimi degli elementi su lui non funzionavano, si buttò con nuovo vigore nella mischia e si mise a duellare con Neville, scagliando una maledizione dopo l’altra.

Lucius Malfoy stava duellando con Harry, che schivava colpo dopo colpo.

Bellatrix aveva smesso di ridere da un pezzo, mentre affrontava Hermione, che ribatteva ad ogni incantesimo che la Mangiamorte lanciava.

“Crucio!” aveva urlato lei con tutto il suo coraggio, e Bellatrix era rovinata a terra, in preda al dolore, ma rialzandosi subito dopo.

Evidentemente, Hermione non provava abbastanza odio, neanche nei confornti di quella Mangiamorte.

Neville schivava i colpi di Doholov.

Tranne una potentissima Cruciatus che lo mandò a cozzare con la gamba contro una roccia.

Il rumore macabro di un osso rotto riempì l’antro e Doholov pensò di lanciargli una maledizione Tarantallegra: sarebbe stato divertente vedere quel ragazzo cercare di ballare con una gamba spezzata.

Il Mangiamorte, divertito dalla sua stessa idea, puntò pigramente la bacchetta contro Neville, mentre Susan lo fissava atterrita.

Come un’automa e guidata solo dal suo istinto, Susan corse come un fulmine verso Harry e senza dire una parola afferrò il corno che il Grifondoro teneva infilato alla cintura poi, rapida, puntò verso il Mangiamorte che ancora stava ridendo.

I pensieri si accavallavano veloci nella mente della dolce Medistrega di Tassorosso:”Hai ucciso i miei parenti” sibilò più a sé stessa che a chiunque altro “Ma non ti permetterò di far del male al mio ragazzo.”

Susan brandì il corno che aveva cominciato di risplendere di una luce accecante non appena lo aveva impugnato ed il Mangiamorte, come fosse rimasto vittima di un’incantesimo, rimase immobile, senza poter muovere un singolo muscolo.

Susan non era molto forte, ma la sua mano, come guidata da una forza sconosciuta e con il volto trasfigurato, calò con decisione sul braccio di Doholov “Maledetto… brutto lurido… cane…. Schifoso…. Bastardo…. Devi morire… devi finire all’inferno…. Devi pagarla… i miei parenti….uccisi…”

Niente sangue, solo un gemito soffocato del Mangiamorte, intriso di dolore ed un fumo nero parve uscire dal suo braccio…

No!

Non era semplice fumo… era il Marchio Nero, il marchio che Voldemort apponeva sul braccio dei suoi adepti.

“Ti odio…. Ti odio….. lascia stare il mio ragazzo, non meriti di vivere… lurida bestia…”

urlò Susan, mentre il Marchio Nero pareva come sospeso nell’aria e poi, silenziosamente, veniva risucchiato all’interno del corno.

“Crucio!!” strillò lei con tutta la forza che le consentivano i polmoni

Tutti la guardavano sbalorditi… era lei, la dolce Susan Bones? La Medistrega? LA TASSOROSSO che lanciava una maledizione senza perdono????

Doholov non si era più mosso e neanche quella maledizione sembrò sortire effetto alcuno.

Susan, al colmo della rabbia, si lasciò trasportare da essa:”Avada Ke….”

Non riuscì a completare la maledizione perché Draco le aveva tappato la bocca con una mano e l’aveva immobilizzata tra le sue braccia

“Susan?”

La ragazza si liberò bruscamente per colpire Doholov ancora una volta.

“Susan, basta!” Draco l’afferrò con più forza “Basta! E’ morto, è morto… non ci può più fare niente!”

Susan si lasciò cadere contro di lui e gli lasciò il corno, mentre Hermione lanciava un’altra Cruciatus a Bellatrix ed Harry schivava una maledizione Imperio di Malfoy padre.

Susan era rimasta a fissare il cadavere di Doholov con un’espressione impassibile, poi dopo aver girato sui tacchi corse ad assistere Neville mentre Draco tornò nel gruppo, nascosto dietro un altro masso.

Luna intervenne, con la solita aria svagata:”Il corno lo deve usare chi ha un conto da pareggiare”

Ginny si irrigidì: ancora la profezia:”Tutti i debiti verranno pagati e le vendette compiute…” sussurrò lei a mezzabocca.

Ron sbiancò in faccia:”Allora, Harry e Neville devono ammazzare Bellatrix…”

Neville annuì serio e strinse i denti.

E Draco sussurrò a fatica:”Il giovane schiaccia il vecchio….La profezia parla di me: allora, io devo uccidere mio padre….”

* * *

Mamma, quanto è stata dura scrivere questo capitolo... spero di aver fatto un lavoro accettabile. ci ho messo un sacco di tempo... Giuro che non metterò più battaglie con i Mangiamorte nelle fanfiction di Harry Potter! Allora, per prima cosa, voglio ringraziare Augusta per i termini in greco antico: Lei è di Atene, per cui nessuno meglio di lei avrebbe saputo aiutarmi.

Ringrazio Ele per avermi detto la traduzione della parola fuoco in latino.

e ringrazio Sissichi, Mattew e Pesciolina04 per avermi fatto sapere che il capitolo precedente non si leggeva

Anche a te, Minako-chan e Yoru, grazie, ma vi prego di non suicidarvi, non mi piace avere gente sulla coscienza, grazie

Lily2000: non ti preoccupare, recensisci quando puoi. Mi piacerebbe lo facessi per l'ultimo capitolo per darmi un'idea generale di come hai trovato la mia storia. questo capitolo è angosciante, ma sinceramente, quella più angosciata sono stata io che l'ho scritto e non sapevo che pesci prendere. ciao

Terry: niente romanticismo, qui, bella. i prox due capitoli... eh, si sono stati circondati dai dissennatori..

Claccly: eccoti l'aggiornamento... spero ti piaccia

Pesciolina04: sei gentilissima, grazie

Gattina: piacere di conoscerti... Fantasia bestiale? grazie, sono contenta che la pensi così, ma Rowling è 20000000000 di volte meglio di me, ovviamente. io l'idea di HP non l'avrei mai avuta!

Sissy5: Wow, posso solo ringraziarti per le cose belle che pensi della mia storia... eh, sì qualcosa di grosso è in arrivo

Byakko: come va l'infarto? spero di averti tenuto un pochino col fiato sospeso... ci sono riuscita? grazie per la dritta sul perchè li fanno scorrazzare nell'antro: ho messo la spiegazione in questo capitolo.

Emy91: Normalmente sono una persona gentile, ma ogni tanto mi prendono gli attacchi di sadismo e di crudeltà, come in questo caso...

Ellie: ciao, piacere. grazie per la recensione. anche io amo le Draco/Ginny, ma mi piace scrivere molto di amicizia: il rapporto tra Susan e Draco piace moltissimo anche a me.

Ciao a tutti, a presto (spero...)

nisi corvonero

p.s. in caso abbia scritto delle scemenze, vi prego di farmelo sapere, grazie

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Capitolo 40
*** La cosa più difficile ***


Ron aveva ascoltato tutto quello che i compagni si erano detti, mentre si teneva pronto ad intervenire in caso Hermione avesse avuto bisogno di aiuto.

Per la prima volta nella sua vita, aveva sentito compassione per Draco Malfoy.

Doveva far fuori suo padre.

Lucius Malfoy era un Mangiamorte.

Va bene.

Era un bastardo.

Certo.

Era una canaglia della peggior specie.

Sicuro.

Era un assassino.

D’accordo.

Ma era anche suo padre.

A Ron vennero i brividi.

Inconsapevolmente, la sua mente produsse lo stesso pensiero che era balzato in testa a sua sorella poco tempo prima: cercò di immaginare suo padre che lanciava una Cruciatus contro di lui, ma proprio non ci riuscì: gli sembrava un pensiero talmente assurdo da non riuscire nemmeno a concepirlo.

Nel frattempo, il combattimento continuava ed Hermione era riuscita a tramortire Bellatrix per un breve attimo.

La ragazza era stanca, respirava affannosamente e si appoggiò al masso per riprendere fiato, mentre Harry continuava a respingere gli attacchi ripetuti di Lucius Malfoy.

“Sei in gamba, Potter, ma non ce la puoi fare contro di me. Crucio!”

Harry evitò per l’ennesima volta la maledizione di Malfoy. “Questo è tutto da vedere. Stupeficium!”

Ron corse verso Harry, la bacchetta sguainata:”Combatto io con lui, Harry… lì c’è Neville… pensate a quella arpia… Petrificus Totalus!!!”.

Harry lasciò il posto a Ron, che cominciò a sua volta a lanciare incantesimi contro Malfoy padre.

Neville comparve accanto ad Harry:”Sei pronto, Harry?”

Neville tremava un po’, ma Harry non seppe dire a causa di che cosa.

Vide solo una fortissima determinazione brillare nei suoi occhi.

“Io sì… la gamba?” chiese Harry accennando all’arto ferito.

Neville scrollò le spalle:”Susan me l’ha sistemata alla bell’e meglio. Fa male, ma ci posso camminare sopra”.

Harry guardò il compagno di casa:”E tu, Neville, sei pronto?”

Neville deglutì rumorosamente:”Harry, tu non hai idea da quanto tempo aspettavo questo momento…” sussurrò con un filo di voce.

Harry annuì silenziosamente:”Lo so, Neville… ora andiamo, Hermione comincia ad essere stanca…”

Tirò fuori il corno e non appena Neville unì la sua mano a quella di Harry, l’arma cominciò ad emettere lo stesso bagliore accecante che avevano visto quando Susan l’aveva impugnata.

“Stupeficium!” aveva urlato Bellatrix e quella maledizione fece crollare al suolo una Hermione ormai esausta.

Respingere le maledizioni della Mangiamorte le stava costando quasi tutta la sua energia.

Luna accorse per soccorrere Hermione e la nascose dietro ad un masso facendola levitare, mentre Susan cercava di rianimarla somministrandole della pozione rinvigorente.

Neville ed Harry uscirono allo scoperto per fronteggiare Bellatrix.

Lei se ne accorse, ma più che altro, vide la luce fortissima provenire dal corno e capì al volo le intenzioni dei due Grifondoro.

Freddamente, valutò come Neville Paciok fosse un bersaglio relativamente più facile di Harry Potter, i suoi passi erano esitanti sulla gamba malferma, per cui, puntò la bacchetta contro di lui:

“Stupeficium!”

Neville crollò a terra, mollando la presa sul corno che perse tutta la sua luce, ed anche la sua bacchetta rotolò via.

Preso di sorpresa, Harry si voltò a guardare l’amico e non si rese conto dello schiantesimo che Bellatrix gli aveva lanciato successivamente.

Fortunatamente, il suo istinto allenato di giocatore di quidditch gli consentì di subire solo parzialmente gli effetti della maledizione lanciata dalla Mangiamorte.

Tuttavia cadde a terra e, oltre a procurarsi diversi tagli lasciò andare il corno, che rotolò silenziosamente lontano da lui e verso la Lestrange.

Con un sorriso di trionfo, Bellatrix fece levitare il corno:”Wingardium Leviosa”

E lo attirò verso di lei con un lieve movimento aggraziato della sua bacchetta.

Giustamente, aveva evitato di utilizzare l’incantesimo di richiamo.

Aveva intuito che prendere in mano quel corno avrebbe potuto costarle molto caro.

Il corno si posò dolcemente ai suoi piedi.

Le sue labbra pronunciarono una formula magica in un linguaggio sconosciuto e la bacchetta era puntata sul corno davanti a lei, che prese ad emettere un alone violaceo.

“WIngardium Leviosa” sussurrò ancora la maga.

Un enorme masso cominciò a levitare nell’aria, quasi fosse senza peso.

Voleva schiacciarlo, voleva distruggere il corno senza lanciare una magia direttamente su di esso!

“Locomotor!” ed il masso si mosse lentamente, mentre Bellatrix teneva gli occhi spiritati puntati sul corno .

“No, non può farlo!” urlò Ginny

“Si che posso!” urlò di rimando la Mangiamorte senza distogliere lo sguardo dal corno, mentre il masso si avvicinava piano.

“Accio!” strillò Ron, ma il corno non si mosse dai piedi della Mangiamorte.

Bellatrix sorrise al tentativo di Ron, ma i suoi occhi rimasero fissi sul corno:”Non puoi prenderlo, ragazzino!” esclamò, lo sguardo focalizzato sempre nello stesso punto.

Nella mente di Neville c’era solo un pensiero: se Bellatrix avesse distrutto il corno, avrebbero dovuto dire addio ai loro propositi e chissà cosa sarebbe accaduto.

Non avrebbe potuto vendicare i suoi genitori e non se lo sarebbe mai perdonato.

Il masso si avvicinava sempre di più e Neville distolse gli occhi per non vedere il sorriso trionfante della Lestrange.

All’improvviso, suoi occhi inquieti si posarono su un grosso sasso.

Ancora il suo istinto… afferrò la pietra e, con tutte le sue forze, lo tirò verso la Mangiamorte.

“Ahhhhhhhh”

un urlò di dolore riempì l’antro: Bellatrix era stata colpita alla mano.

In realtà, Neville aveva mirato alla gamba della donna, ma il colpo subito fece distogliere l’attenzione della maga dal masso che rovinò a terra con un rumore sordo.

L’alone attorno al corno era sparito.

“Accio, corno!” urlò subito Harry ed questo planò nelle sue mani “Neville!”

Il suo compagno scattò in piedi e ancora una volta unì la mano sul corno, che risplendette illuminando tutto il sotterraneo di una luce abbagliante.

Lesti, si precipitarono verso Bellatrix.

Che rimase impietrita al suolo, senza potersi più muovere, la bacchetta rotolata via.

“Allora è finita, per me. Paciok… avrai la tua vendetta, ne sarai felice… ed anche tu, Potter”, li prese in giro la maga, nonostante tutto beffarda fino all’ultimo, “Non ne sono felice… ma è quello che è giusto!” mormorò Neville.

“Non sono pentita di aver fatto saltare il cervello ai tuoi genitori, Paciok… quello è stato uno dei giorni migliori di tutta la mia vita” sibilò la donna con cattiveria, rivolgendosi a Neville che fremette alle sue parole.

Harry gli strinse un braccio per calmarlo, mentre la Mangiamorte questa volta, si rivolgeva a lui:”E non sono neanche pentita di aver fatto fuori quel traditore di mio cugino… Potter. Puoi anche uccidere me, ma non potrai niente contro il Signore Oscuro! Lui conosce delle magie talmente potenti che non puoi neanche immaginare… Ci vendicherà tutti! Ed io sarò ad aspettarti all’inferno, Potter!” Nel sentire nominare Sirius, Harry sentì forte il desiderio di far male a quella donna e, per una volta, permise a quel desiderio di pervadere tutto il suo essere.

Uno scambio di sguardi ed Harry e Neville, assieme affondarono il corno nel braccio della donna, che scivolò a terra senza un lamento.

Il Marchio Nero ristette per un attimo nell’aria, poi venne assorbito, in un silenzio di tomba.

Finalmente, sia Sirius che i genitori di Neville, erano stati vendicati.

E Lucius Malfoy era rimasto solo.

Stava combattendo tenacemente con Ron ed aveva visto i suoi compagni Mangiamorte cadere, l’uno dopo l’atro.

Ora, anche Bellatrix era morta.

Ma dov’era il suo signore?

Dov’era, ora che aveva bisogno di lui?

Stava duellando con Weasley, che rispondeva colpo su colpo.

La sicurezza che aveva accompagnato Lucius Malfoy durante tutto il corso della sua vita, stava lentamente lasciando il posto alla paura.

E la fiducia incrollabile e caparbia che aveva provato nei confronti del suo oscuro padrone, stava lentamente facendo posto allo scetticismo ed alla sfiducia.

“Stupeficium!” urlò ancora, mentre Weasley evitava la sua maledizione ancora una volta.

Nel frattempo, dietro al masso, Harry si era avvicinato a Draco e gli aveva porto il corno.

“Tocca a te, Malfoy… in bocca al lupo”, gli aveva augurato Harry ancora ansimante.

Malfoy prese l’arma, ma, stranamente, questo non cominciò ad irradiare alcuna luce.

Lo sgomento prese i sette nascosti dietro al masso.

Dopo aver riflettuto un momento, Luna si fece avanti:”Il corno non si accende perché non sei solo tu a doverti vendicare di Lucius Malfoy”

Nell’udire la supposizione di Luna, pronunciata con voce casuale, sei teste si girarono.

Chi aveva ancora un conto in sospeso con Lucius Malfoy?

Hermione diede voce ai pensieri che aveva preso a frullare in testa a tutti:”Ginny. Tu hai un conto in sospeso con Lucius Malfoy… tocca a te, allora…”

Ginny sbiancò e vacillò all’enormità di quella rivelazione.

Lei, proprio lei, avrebbe dovuto….

No, non ce l’avrebbe mai fatta…

Ma vide il fratello combattere contro quel demonio biondo.

Era pallido, pieno di tagli e graffi…

E nonostante questo, resisteva.

Allora, Ginny si avvicinò a Draco e pose la sua mano sul corno, accanto a quella del Serpeverde.

Non appena la mano di Ginny si fu posata sul corno, questo aveva ricominciato a risplendere ancora una volta.

Allora, non c’erano dubbi: lei, assieme a Draco, era destinata a lottare contro Lucius Malfoy.

La Grifondoro, in quel momento, scoprì dentro di sé un forte, fortissimo desiderio di vendetta: nella sua mente si alternarono immagini vivide del suo infernale primo anno ad Hogwarts, di quanto tempo le ci fosse voluto per ritornare ad una vita normale e a smettere di accusarsi per quello che era successo.

“Andiamo!” sibilò Ginny.

Ron stava ancora combattendo contro Lucius e Draco e Ginny uscirono allo scoperto.

guardò il suo stesso figlio dirigersi verso di lui con quella pezzente della Weasley.

Distolse la bacchetta da Ron Weasley e la puntò contro Draco:”Avada Ke..”

“Expelliarmus!”

Ron Weasley l’aveva disarmato ed ora teneva la sua preziosa bacchetta tra le sue luride mani di babbanofilo.

“Ti ho salvato le chiappe, Malfoy… ora siamo pari” gongolò Ron Weasley.

Lucius Malfoy vide che suo figlio si stava lentamente avvicinando con la sua compagna.

Sentì i muscoli paralizzarglisi progressivamente, mano mano che i due si avvicinavano a lui. Completamente immobilizzato ed inerme,

parlò con fatica “Mi hai deluso, Draco… mi hai deluso profondamente….” Si rivolse all’unico figlio, pieno di disprezzo.

“Mai quanto tu hai deluso me, padre…” mormorò Draco, gli occhi cerulei puntati in quelli di suo padre, identici ai suoi.

“Ti sei mischiato ai babbanofili, hai rinnegato tuo padre… Ti rendi conto, di che hai fatto, disgraziato?” sibilò Lucius.

Gli occhi di Draco scintillarono di una luce malefica ed un sorriso malvagio, identico a quello di suo padre, gli stirò la bocca:”Padre, credimi ho fatto di peggio. Ben di peggio. E precisamente questo”

Con al mano libera, attrasse a sé Ginny Weasley e la guardò negli occhi:”Io ti amo, Ginny Weasley, ti amo da morire” E si chinò a baciare la sua compagna con tutta la passione e la frustrazione accumulata in quei mesi, mentre entrambi stringevano le mani sul corno ed i loro due corpi venivano attraversati da una luce accecante multicolore.

Dietro il masso Susan annuiva commossa ed Hermione faceva del suo meglio per trattenere Ron, che voleva ammazzare Draco a forza di botte. Luna, Harry e Neville ridacchiavano.

Quando i due si staccarono, Draco dovette sostenere Ginny per la vita, le ginocchia non la reggevano, neanche in quel momento drammatico.

Lucius Malfoy era livido, ma sostenne a lungo lo sguardo di sfida del figlio.

Ginny, dal canto suo, aveva distolto gli occhi: guardare quell’uomo le ricordava troppe cose che voleva dimenticare.

Passò un lungo momento prima che la mano di Draco guidasse quella di Ginny.

Lucius Malfoy non chiuse gli occhi quando venne colpito ed il corno cominciò a risucchiare il suo marchio nero.

E poi, successe.

Dopo aver assorbito quasi completamente Marchio dei Mangiamorte, il corno cominciò ad emettere lampeggi di luce rossa, ad intermittenza.

Poi, si sbriciolò in mille pezzi madreperlacei che ricaddero al suolo senza far rumore.

Lucius Malfoy era a terra agonizzante, il suo unico figlio accanto a lui.

“Che c’è, Draco? Vuoi vedere tuo padre morire come un cane?” ringhiò rabbioso “vuoi essere sicuro che io crepi veramente?”

“No. Hai combattuto in modo onorevole… e non volevo farti morire solo” rispose Draco pacato.

“Sei diventato un dannato Grifondoro? Tu non sei degno di essere un Serpeverde…. Ti rinnego, non sei più mio figlio”

“Sono io che rinnego te, padre… ed hai torto: io sono degno di essere un Serpeverde. Ricordati, padre, che non tutti i Serpeverde diventano Mangiamorte… e ricordati che tu ti sei inchinato davanti ad un mezzosangue, sei tu la vergogna della nostra famiglia purosangue!”

Lucius Malfoy non fece a tempo a rispondere e, con un rantolo, spirò.

Draco si alzò e Ginny gli andò accanto.

Gli passò il braccio attorno alla vita, ma lui si scostò.

Gli altri gli si avvicinarono e lui scosse il capo.

“Potter” disse, rivolgendosi ad Harry. “Credo che adesso tocchi a te”

“Come?” sobbalzò Ron, al colmo dello stupore.

Harry annuì:”Devo andare a scovare Voldemort… e voi dovete tornare ad Hogwarts. Non ha senso che restiate qui”

“No, Harry, non ti lasciamo qui!” esclamò Neville.

“Ed invece sì, ragazzi. Tornate a casa” insistette Harry, il mento spinto verso l’alto, con decisione.

“Potter ha ragione” si intromise Draco “ora, è una faccenda tra lui e Voldemort”.

Luna, pallidissima, si fece avanti e parlò per la prima volta:”E’ vero, devi andare…. Da solo”

Harry annuì silenziosamente.

Muti anch’essi, allora i compagni si fecero avanti uno ad uno per salutarlo: Malfoy gli strinse la mano, Ron lo avvolse in un abbraccio stritolante, Neville gli passò un braccio attorno alle spalle, Ginny, Susan ed Hermione lo abbracciarono con le lacrime agli occhi e lo baciarono sulla guancia.

Si ritrovò davanti Luna, che lo guardava piena d’amore:”Torna da me” gli disse semplicemente.

Le sue labbra si aprirono in un sorriso stentato:”Farò il possibile Luna”

La strinse in un’abbraccio pieno di amore, di passione e disperazione.

E poi, la baciò con trasporto, sperando che quel bacio potesse durare per sempre.

Ma non durò che per qualche secondo e le sue labbra si staccarono lentamente da quelle di Luna.

Vide i suoi amici con in mano il galeone che fungeva da Passaporta.

“Ci vediamo, amici” li salutò con la mano, mentre gli altri sette sparivano dalla sua vista.

Poi, girando le spalle, si diresse incontro al suo destino.

* * *

Erano ritornati nella stanza delle necessità.

Vi trovarono coperte, della burrobirra bollente e cuscini comodi e confortevoli.

Senza dire una parola, si accomodarono, vicini.

Non se la sentivano di allontanarsi l’una dall’altro.

Susan, aveva la treccia semibruciacchiata e serrava forte la mano di Neville, che a sua volta le aveva passato un braccio attorno alle spalle. Draco aveva nascosto il viso tra le ginocchia piegate e Ginny gli stava seduta accanto e non osava toccarlo, visto che tutte le volte che gli si era avvicinata negli ultimi minuti, l’aveva respinta in silenzio, così come aveva respinto tutti gli altri, anche Susan.

Ron ed Hermione erano seduti accanto a Luna e la sostenevano, Ron seduto da una parte ed Hermione dall'altra, le braccia a cingerle le spalle magre.

La Corvonero aveva gli occhi spiritati ed era rigida e fredda, a dispetto delle coperte che i compagni le avevano avvolto addosso.

E tutti la fissavano.

Sapevano che se fosse successo qualcosa ad Harry, lei lo avrebbe sentito… per cui, tutti gli sguardi erano puntati su di lei.

Hermione posava lo sguardo alternativamente su l’uno o l’altro dei compagni.

Sapeva benissimo che, da quella notte, nessuno di loro sarebbe più stato un ragazzino.

Avevano ucciso, avevano tolto la vita a delle persone.

Erano dei Mangiamorte, la feccia del mondo, ciò però non cambiava la sostanza delle cose e che cioè avevano interrotto l’esistenza di altri esseri umani.

Hermione si domandò stancamente se ci fosse qualcosa di completamente giusto, al mondo: i Mangiamorte non c’erano più, ma loro avevano dovuto dire addio all’innocenza e si erano trasformati in killer.

A mente fredda, pensò che avevano esercitato la professione di Auror: un termine romantico che definiva coloro che toglievano di torno gli indesiderabili, con ogni mezzo.

Nel frattempo, il pendolo magico rintoccava lentamente, scandendo le ore, i minuti, i secondi.

Ad un tratto, Luna cacciò un urlo lancinante, si lasciò scivolare a terra e non si mosse più.

* * *

Spero che questo capitolo vi abbia fatto rimanere con il fiato sospeso (Byakko ammazza Nisi Corvonero, causa dei suoi scompensi cardiaci) e che vi sia piaciuto.

Il prossimo capitolo sarà l’ultimo: ho già cominciato a scriverlo, ma non so quando lo pubblicherò; vi prego, ancora una volta, di avere pazienza. Ho in testa tutta la sequenza degli avvenimenti e come finirà il tutto e quello che mi rimane da fare è scriverlo nel migliore dei modi, e questo richiederà tempo. Pubblico solo quello che mi piace e fino a che non sarò soddisfatta dovrete attendere, ma spero che pensiate ne valga la pena.

Mi viene già un po’ di magone al pensiero che questa storia (la mia prima fanfiction) finirà presto.

Ma passiamo ai ringraziamenti a tutti voi che avete letto e commentato.

In particolare:

Claccly: grazie di cuore per la pazienza e per le cose gentili che mi scrivi.

Terry: il romanticismo era proprio pochino… l’epilogo ti piacerà molto di più! Hermione è un genio assoluto e vorrei essere come lei (continuo a domandarmi come mai sia finita a Grifondoro invece che da “noi”). Battaglia pesantuccia, hai proprio ragione.

Minako-chan: toglimi una curiosità: cosa vuol dire il tuo nick? Mi fa molto piacere che mi paragoni alla nostra musa ispiratrice JKRowling. Purtroppo, non ho il suo conto in banca… anche se mi piacerebbe molto (sogno un PC portatile, così scrivo anche da casa, col risultato che non lavo, non stiro, non cucino più!) A parte gli scherzi, grazie per il sostegno. No, non ho nessuna intenzione di smettere di scrivere, visto il divertimento e le soddisfazioni che mi da. C’è qualcuno che mi sta consigliando di mandare la rivolta delle racchie ad un editore, ma oltre ad essere esagerata come cosa in sé, sinceramente ho troppa paura: sarebbe uno smacco enorme sentirmi rifiutare. Ma si vedrà, devo ancora imparare tanto, tantissimo. Non so se continuerò con il fandom di Harry Potter… non ho assolutamente idea… e Draco rimarrà sempre quello che è e non sarà puccioso (ma magari il nanerottola verrà pronunciato con tono più dolce…)

Pesciolina04: Ringrazio anche a te… e questa storia mancherà moltissimo anche a me (vedi gli sproloqui di cui sopra!)

Lily2000: Sospiro di sollievo: ero veramente preoccupata che lo scorso capitolo non vi piacesse… e questo?

Emy91: lo sai già quello che penso di Hermione: sono totalmente d’accordo… senza di lei, gli altri due sarebbero persi! Per l’aiuto per pubblicare, mandami una mail, perché non ho capito cosa ti serve. Scrivimi che rispondo a tutte le tue domande. Kiss.

Byakko: no, non dire niente, please… mandami solo la fattura del dottore. Baci.

Daphne: che bel nick… grazie, eccoti l’aggiornamento… Ellie: una bella botta, lo scorso capitolo… meno male ti è piaciuto.

Syssy5: il capitolo che ti è piaciuto tanto, come avrai sicuramente letto, mi è costato una grande fatica. Le due cose più complicate: muovere tutta quella gente e mantenere una storia verosimile. Sarebbe stato molto più semplice lanciare 3 o 4 avara kedavra e sistemare il tutto. se ci fai caso, anche i Mangiamorte quando combattono, non lo usano sempre… forse gli costa qualcosa, lanciare una maledizione di questo tipo. Comunque, facendo a quel modo, non sarebbe stato verosimile e non mi sarebbe stato possibile analizzare le implicazioni psicologiche derivanti da quella scena così caotica e violenta. Senza contare che una soluzione avrebbe fatto arrabbiare i lettori e non avrebbe soddisfatto me, in primo luogo… Questo capitolo, per me è stato più semplice, il precedente aveva già spianato la via e spero che questo ti piaccia altrettanto, anche se in un certo senso è una ripetizione.

HermioneCH: tutta d’un fiato? Ti sei sciroppata 39 capitoli in una botta sola??? WOW, sono felice!

Alla prossima volta, per l’epilogo!

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Capitolo 41
*** Epilogo assurdamente lungo ***


Hey, sentite, leggete un attimo qua, prima di iniziare.

Me lo fareste un piacerino piccolino piccolino?

so che ogni capitolo della profezia lo leggono circa 300 persone.

Tanti di voi che leggete non vi ho mai incontrato.

visto che non vi conosco e mi piacerebbe sapere chi ha letto la mia storia, mi scrivereste un pensiero, dicendomi se questa storia vi è piaciuta o meno ed il perché? se chiedo troppo, magari scrivete solo “Ciao Nisi!”; sono una persona curiosissima e vorrei conoscervi, anche solo di nome.

Grazie per la vostra gentilezza.

* * *

Harry fece qualche passo lungo il corridoio che si snodava dallo spiazzo nel quale, solo pochi minuti prima, aveva infuriato la battaglia.

Il bene schiaccia il Male, ricordò Harry pensando per l’ennesima volta alla profezia.

Ritornò sui suoi passi e si accostò al cadavere di Bellatrix, la strega che aveva ucciso Sirius.

Nella morte, i suoi lineamenti contorti si erano distesi ed il suo viso era ritornato ad essere quello di una donna non più giovanissima, ma di grande bellezza.

I capelli corvini le incorniciavano il volto alabastrino e la bocca, non più distorta da un ghigno crudele, era rossa e piena.

La guardò ancora una volta, lanciò uno sguardo a quello che era stato il corpo di Lucius Malfoy e considerò che forse, entro qualche minuto o qualche ora, sarebbe stato anche lui in quella condizione.

Morto stecchito, ecco la verità.

Sospirò, più per esasperazione che per rassegnazione al suo destino, ed ancora una volta, infilò la galleria stretta.

Non era diversa da quelle che aveva percorso assieme ai suoi amici: era fredda, gelida ed umida. Le scarpe d Harry facevano cik ciak sul suolo bagnato.

La bacchetta faceva luce appena sufficiente per illuminare il cammino di Harry.

Ogni tanto, Harry calpestava qualcosa che faceva un rumore strano, ma non si dava pena di controllare su cosa appoggiassero i suoi piedi.

Sospettava che, qualunque cosa fosse stata, non gli sarebbe piaciuta per niente.

Percorreva quel corridoio solitario con un misto di impazienza, paura ed esasperazione.

“Sono solo, ora. I miei amici sono tornati ad Hogwarts, a casa, al sicuro” e, ancora una volta, Harry maledisse il proprio destino che lo aveva voluto prescelto tra tanti.

“Come sconfiggerò Voldemort?” si chiedeva incessantemente ed il suo cervello passava in rassegna tutti gli incantesimi che aveva memorizzato durante quei sei anni di scuola ad Hogwarts, senza trovarne uno adatto, tranne, forse l’Avada Kedavra.

Ma non voleva usarlo, anche perché non credeva ci avrebbe messo tutto l’odio, tutto il rancore per renderlo davvero efficace.

Intanto, un piede davanti all’altro, oramai non sentiva neanche più la fatica.

Ma aveva sete, tanta sete.

Si diede dello stupido una volta ancora:”Sono un’imprudente. Vado ad ammazzare il mago più crudele di tutti i tempi con la mia bacchetta e basta… la magia degli elementi non funzionerebbe con lui. Ed il corno è andato distrutto…”.

Quante speranze riposte in quel corno! Era l’arma segreta, l’asso nella manica che avevano per fare piazza pulita della magia oscura nel mondo magico.

Ma ormai era perduto, letteralmente polverizzato ed Harry si apprestava a combattere il mago più potente che fosse mai esistito, armato solamente della sua bacchetta e della sua forza di volontà.

Un passo dopo l’altro, un passo dopo l’altro… ed un topo squittì sotto il suo piede.

Topi e pipistrelli erano le uniche creature che popolavano quello sterminato sotterraneo, a quanto sembrava.

Forse, anche qualche ragno.

Ron. Ron aveva paura dei ragni.

Al pensiero del suo amico, Harry sorrise, ma si impose di scacciare il pensiero di lui dalla sua mente: Voldemort poteva presentarsi davanti a lui in qualsiasi momento e lui doveva farsi trovare pronto.

Continuò ad avanzare, cautamente lungo la galleria, ogni tanto incespicando nei sassi.

Si avvolse meglio nel mantello e proseguì per quello stretto corridoio.

Si trovò davanti ad un bivio e ricordò le parole di Hermione:”Non importa che strada scegliamo”, per cui Harry si incamminò stancamente.

Ancora pipistrelli che stridevano, ancora strani insetti che non aveva voglia di identificare, ancora cose viscide e molli sotto ai piedi, ed una sensazione di stanchezza che veniva dall’anima.

Sete.

Tanta sete.

la sua gola bruciava.

Non sapeva cosa avrebbe dato per un calice di succo di zucca fresco.

Allo stesso tempo, il freddo partiva da dentro di lui e si diffondeva lungo le sue membra di uomo non ancora fatto e di bambino ormai lontano.

Ancora, scricchiolii e rumori, sudore che raccoglieva in un’unica goccia e scendeva lentamente lungo la schiena ad aumentare il malessere.

Il pensiero di tutte quelle vittime: i suoi genitori, i genitori di Neville, i Prewett, i Bones, Frank Bryce, Sirius, Cedric, Bertha Jorkins e tutte quelle persone che avevano avuto a che soffrire per colpa di quella maledetta creatura.

La rabbia lo invase ancora una volta ed Harry raddrizzò la schiena che gli si era incurvata, forse sotto il peso di quei pensieri.

Non aveva la benché minima idea di dove si trovava e se si trovasse ancora nei sotterranei della Gringott.

Ma al momento, la cosa non gli faceva né caldo, né freddo. Quello che contava, era trovare Voldemort.

Ed in fretta.

Non sapeva quanto tempo avrebbe potuto reggere con quella tensione in corpo.

Ancora una volta, si trovò davanti ad un bivio ed Harry rimase fermo davanti ad esso per qualche secondo, cercando di decidere che strada fosse meglio prendere.

Un rumore assordante dietro di lui, lo fece sussultare: il corridoio che aveva appena finito di percorrere, era improvvisamente franato ed Harry rimase ancora una volta impalato a fissare i massi che gli impedivano di tornare indietro.

Ma poi, voleva davvero tornare indietro?

Un’altra frana improvvisa ed uno dei corridoi davanti a lui sparì.

Era rimasta solo una via da percorrere.

Evidentemente, Voldemort aveva scelto quel modo per condurlo a sè.

Senza pensarci ulteriormente, Harry si incamminò lungo il sentiero.

Successe parecchie volte: non appena Harry si trovava davanti ad un bivio, uno dei due sentieri veniva reso inutilizzabile da una frana, mentre dietro di lui un’altra frana gli rendeva impossibile fare marcia indietro.

Il tempo scorreva, lento o veloce che fosse.

Harry stappò con i denti una fiala di pozione rinvigorente e la bevve tutta d’un fiato.

Una benefica sensazione di vigore pervase il suo essere, ma fu di breve durata in quanto il sentiero dietro di lui franò ancora e questa volta così vicino a lui da farlo trasalire, dei piccoli sassi lo colpirono sulle braccia, mentre un dolore profondo, a lui così familiare, partiva dalla sua cicatrice e si propagava lungo le membra.

“Paura, Potter?” Harry udì quella voce stridula che conosceva così bene e sentì un brivido gelido percorrergli la schiena e lasciarlo senza fiato.

“Vieni avanti, Potter. Vieni avanti, ti aspettavo”.

Alla sua destra, Harry notò un debole chiarore provenire da una rientranza della roccia.

Raccogliendo tutto il suo coraggio da Grifondoro, Harry si diresse in quella direzione.

E dopo pochi passi, se lo trovò davanti.

Lui.

Il Signore Oscuro.

Quella creatura che tempo prima era stata Tom Orvosolon Riddle ed ora era il mago più temuto del mondo magico.

VOLDEMORT.

Era seduto su uno strano trono di pietra: sembrava un uomo accartocciato su sè stesso.

Alla sua destra il serpente che Harry conosceva fin troppo bene, Nagini.

Alla sua sinistra un'altra vecchia conoscenza: Codaliscia, precedentemente conosciuto con il nome di Peter Minus, ora considerato poco altro che uno sporco traditore. Stava accanto all’Oscuro Signore e il suo viso era impassibile.

Solo i suoi occhi tradivano appresione ed ansimava leggermente.

La piccola stanza era stata ricavata dalla roccia. Alle pareti delle fiaccole che creavano delle ombre sinistre sul pavimento.

Gli occhi verdi di Harry incontrarono quelli rossi del Signore Oscuro, il quale volto era parzialmente celato da un cappuccio nero che però evidenziava il color bianco gesso della sua carnagione.

Ma non c’era più niente di umano in quell’essere: il ragazzo avvenente che era stato un tempo Tom Riddle non era che un pallido, indistinto ricordo.

Ancora un dolore lancinante, da spaccargli il capo ed Harry cadde in ginocchio, ma si rialzò subito, faticosamente.

Un sorriso sinistro stirò le labbra del signore Oscuro.

“Molto bene. Ci rincontriamo, Potter”

“Non sono felice di incontrarti” rispose Harry stringendo convulsamente tra le mani la sua bacchetta, ed ansimando pesantemente.

Ancora un sorriso agghiacciante:”Avete ucciso tutti i miei Mangiamorte” osservò lui, oziosamente “dovrò trovare altri seguaci”.

Harry lo guardò inorridito:”Non ti dispiace per nessuno di loro? Neanche Bellatrix, neanche Lucius Malfoy?”

“Cosa ti aspettavi, Potter? Mi sono stati utili, non lo nego. Ma ora non ci sono più ed è necessario rimpiazzarli… Bellatrix? Troppo impulsiva. Malfoy? era troppo accecato dall’ambizione per essere di una qualche utilità. L’ambizione è buona cosa, se non annebbia il cervello e la capacità di ragionamento. Malfoy non ha trovato la profezia a causa delle sue manie” con una risatina ironica, Voldemort continuò:”Aveva dimenticato che quando si opera nell’oscurità non si deve avere timore di sporcarsi le mani con i peggiori elementi.”

Voldemort si alzò lentamente dal suo scranno.

“Dunque, Potter… le nostre due bacchette non possono affrontarsi, concorderai con me, vero?”

Un cenno del Signore Oscuro e all’improvviso, Harry si sentì strappare di mano la bacchetta.

Nagini.

Era stato il Serpente che era strisciato lungo la parete di roccia e gliel’aveva tolta di mano, avvolgendola con il suo corpo viscido.

Ad un altro pigro cenno della mano del signore Oscuro, il Serpente aveva cominciato ad avvolgere le sue spire attorno ad un Harry completamente inerme.

Codaliscia, tremando, si era nascosto dietro al sedile di pietra di Voldemort e spiava la scena in un bagno di sudore.

La stretta del serpente attorno al corpo del ragazzo era sempre più soffocante.

“Allora, Potter, dimmi: cosa si prova a vedere la morte in faccia?”

La stretta di Nagini si serrò ancora di più ed Harry emise un gemito involontario.

“Non ho capito bene, Potter. Puoi ripetere?”

Il serpente avvolse Harry ancora più strettamente nel suo abbraccio mortale.

Harry si impose di non gemere più, nonostante il dolore lancinante che gli attraversava il capo, nonostante Nagini lo stesse piano piano stritolando.

“Hai coraggio, Potter” sussurrò Voldemort avvicinandosi lentamente “Soffri? Fa male? sarei tentato di farti stritolare dal fedele Nagini, ma mi voglio togliere la soddisfazione di ucciderti io stesso. Hai intralciato troppo i miei piani. Lascialo andare!” comandò Voldemort rivolto al serpente.

un attimo dopo Harry cadde pesantemente a terra, tossendo convulsamente e cercando di inalare quanta più aria possibile.

“Alzati, Potter. Alzati. ti voglio guardare in faccia mentre ti uccido!”

Harry continuava a tossire violentemente e non si mosse. “Codaliscia!” urlò Voldemort.

L’Animagus non rispose subito alla chiamata del suo padrone. Esitò un momento.

“Codaliscia! Sei diventato sordo? Vieni subito qui!”

“Tiralo su!” comandò, mentre Codaliscia si affaccendava attorno ad Harry.

Gli occhi dei due si incontrarono. Harry fu sorpreso di leggere negli occhi del vecchio amico di suo padre un sentimento di pietà, ma distolse gli occhi da quelli dell’Animagus, velocemente.

Si era sbagliato, tutto qui: Codaliscia non poteva avere certo pietà di lui! Non aveva il coraggio per farlo. Voldemort gli si avvicinò:”Dimmi, Potter… Dov’è Silente? Perché non viene ad aiutarti? Ha forse paura?”.

Harry vide che Codaliscia era comparso alle spalle di Voldemort.

“Addio, Potter. i tuoi genitori saranno lieti di rivederti.” sussurrò Voldemort con un sorriso gelido, poi impugnò la bacchetta ed il suo urlo stridulo risuonò tonante:”Avara Kedavra!!!”

ed una grande luce verde inondò quella piccola stanza.

Di nuovo, quella maledizione senza perdono era stata lanciata contro Harry Potter.

Proprio come 15 anni prima.

E come 15 anni prima, qualcuno si era frapposto tra il signore Oscuro ed il corpo indifeso di Harry Potter.

Codaliscia.

Lui.

Harry sentì la testa esplodere, poi cadde a terra e poi il nulla.

* * *

“Dove sono?” fu il primo pensiero di Harry, parecchio tempo dopo.

aprì faticosamente gli occhi e vide due corpi riversi, ormai senza vita.

“Merlino…” sussurrò a mezza bocca.

Ora ricordava: Codaliscia, forse memore dell’intervento di Harry che gli aveva salvato la vita, si era frapposto tra lui e Voldemort e la maledizione si era ritorta contro di lui e lo aveva annientato.

Si alzò faticosamente in piedi.

allora, Voldemort era morto… e poco lontano, Nagini, creatura del signore Oscuro giaceva senza vita.

Accanto al serpente la sua bacchetta.

stancamente, Harry si trascinò per raccoglierla.

Harry era lì in piedi e fissava le due sagome immobili di Voldemort e di Codaliscia non capacitandosi ancora di quello che era accaduto, la bacchetta nella mano penzoloni lungo i fianchi.

Basta.

Era finita.

L’incubo era ormai terminato.

Si sentiva girare la testa.

Sentì un fruscio dietro di sé e girando lentamente su sé stesso vide la sagoma segaligna di Albus Silente che era comparsa dietro di lui.

“Professore..” mormorò appena il ragazzo.

Silente abbozzò un sorriso, mentre i suoi occhi chiari brillavano come non avevano mai brillato.

“Cosa fa qui, come ha fatto a trovarmi?” domandò Harry ancora scosso.

“Il Professor Piton. Ha sentito un fortissimo dolore all’avambraccio. Quando ha alzato la manica per vedere cosa avesse causato quel dolore, ha visto che il Marchio Nero era sparito senza lasciare traccia. E’ corso subito da me ed io ho pensato che ci fossi di mezzo tu.” Ridacchiò della sua risata maliziosa “e a quanto pare, avevo proprio ragione. ”.

Harry ricambiò il sorriso ed annuì con il cuore leggero.

“Con la morte di Voldemort, tutti i Marchi Oscuri devono essere svaniti… Torniamo a casa, Harry, torniamo ad Hogwarts” il braccio di Silente si posò sulle spalle del giovane Grifondoro.

“Un momento, professore; un momento solo, per favore.”

Rimase un momento immobile, poi si diresse verso il corpo senza vita di Peter Minus e gli si inginocchiò accanto.

Con il pollice e l’indice, Harry gli chiuse gli occhi che erano ancora spalancati per effetto dell’Avara Kedavra lanciato da Voldemort, poi ricompose alla bell’e meglio il cadavere di quello che era stato uno dei migliori amici di suo padre.

“Addio, Codaliscia. E grazie. Hai avuto coraggio. In fondo, anche tu eri un Grifondoro”.

Harry si girò verso Silente, che tendeva un braccio verso di lui.

Il Preside estrasse la bacchetta dalla tunica e l’agitò nell’aria rarefatta dell’antro “MMMhhh… incantesimo antismaterializzazione. Suppongo sia opera della brillante signorina Granger. E suppongo anche che la signorina ti abbia dotato anche di una passaporta, anche se non è legale, non è così, Harry?”

“E’ così, professore…”

“Bene, ora andiamo, fra poco arriveranno gli Auror e qui non c’è più niente da fare per noi”.

Silente prese il finto galeone dalle mani di Harry ed i suoi occhi ebbero un guizzo malizioso ed un sorriso ammirato.

Poi, la solita, familiare sensazione dello strattone all’ombelico ed Harry e Silente sparirono all’improvviso.

* * *

Flashback: Hogwarts, stanza delle necessità, 20 minuti prima.

Luna era crollata.

“Oh Merlino! Luna! Luna!!!!!”

Ginny si precipitò al suo fianco mentre Ron ed Hermione stavano già facendo del loro meglio per rianimare la ragazza.

Hermione guardò Ron in faccia, la disperazione le si leggeva in volto:”Ron! E’ successo qualcosa ad Harry, qualcosa di brutto!”

Susan era accorsa subito accanto alla compagna di Corvonero e stava controllando i segni vitali dell’amica.

Prese in mano il polso di Luna e sentì che le pulsazioni erano alle stelle.

Toccò la fronte di Luna, con espressione corrucciata e sentì che aveva febbre, ma quello non la preoccupò più di tanto.

Riprese ancora in mano il polso di Luna e sentì che le pulsazioni erano rallentate e stavano ritornando normali.

Studiò per qualche minuto il viso dell’amica, poi si girò verso gli altri.

“Sentite..” cominciò Susan, esitante:”Io… non vorrei darvi false speranze: Luna è solo svenuta, il polso è a posto.. secondo me, Harry sta bene. Lasciamola tranquilla, teniamola al caldo, si riprenderà presto”

Tutti nella stanza tirarono un sospiro di sollievo. Susan sistemò meglio le coperte attorno a Luna e fece una carezza su quei capelli biondi e scarmigliati.

“Ora dobbiamo solo aspettare, vero, Susan?” chiese Neville.

“Già”, alitò Ron appoggiando la testa contro al muro e sospirando pesantemente.

Harry, il suo migliore amico. Merlino, fallo tornare sano e salvo.

Dopo qualche minuto, Luna si mosse sotto le coperte.

Sbattè gli occhi e sorrise, Ginny e Susan comparvero subito al suo fianco.

“Luna, come va?” chiese Ginny, preoccupata.

“Io..” rispose Luna con voce gracchiante “ho un po’ di mal di testa, ma sto bene; ma che cosa…?”

Evidentemente, la ragazza non si ricordava niente.

Prima che qualcuno potesse risponderle, si sentì un rumore improvviso e proprio dietro a loro comparve Harry in compagnia di Silente.

Un momento di silenzio e poi Ginny, Neville, Ron, Susan ed Hermione corsero loro incontro ed Harry scomparve sotto il loro abbraccio.

“Harry! Come va! Cosa è successo, racconta!!” chiedevano ridendo, senza smettere di abbracciarlo.

Harry si sentì arrossire sotto quell’abbraccio comunitario, ma si divincolò gentilmente, vedendo che Luna non c’era tra quelli che lo avevano assalito.

Il suo sguardo girò inquieto per la stanza e vide colei che cercava, avvolta nelle coperte, il viso più pallido del solito.

Corse verso di lei e la strinse in un goffo abbraccio, timoroso di farle male:”Luna, Luna… ho mantenuto la promessa”, e la baciò molto meno delicatamente di quanto non volesse; poi si staccò da lei e la guardò con un sorriso.

Il sorriso di Luna morì sulle sue labbra ed il viso si atteggiò ad una espressione di immenso stupore.

Posò le mani tremanti sul viso di Harry:”Harry” sussurrò lei “la tua cicatrice è sparita!”

* * *

Da quando Luna ebbe finito di pronunciare questa frase a quando tutti gli si fecero attorno passarono solo pochissime frazioni di secondo.

Nella stanza comparve un enorme specchio ed Harry vi si avvicinò. Scostò lentamente i capelli che gli ricadevano sulla fronte e, per la prima volta dopo tanti anni, vide la pelle intatta e senza segni, come quella di un bambino.

Aveva ragione Luna: la cicatrice, quel segno che lo legava a Voldemort, era sparita, proprio come l’oscuro signore.

Stranamente, fu questo fatto che ruppe l’autocrontrollo che si era imposto Harry.

Il ragazzo cadde pesantemente sulle ginocchia e le sue spalle sussultarono in preda ad un attacco di panico.

“Harry!” Urlò Ron, muovendosi per andare verso l’amico, ma Silente lo fermò:”Signor Weasley…”

Ron lo guardò, gli occhi azzurri negli occhi azzurri ed annuì: Harry in quel momento doveva rimanere solo “Signorina Lovegood, credo che per noi tutti sia ora di fare un buon sonno: è stata una giornata pesante. Le affido il signor Potter, credo che avrà piacere ad averla vicino”.

Luna si limitò ad annuire, girò le spalle e prese Harry tra le braccia.

senza una parola, tutti gli altri infilarono la porta e se ne andarono alla spicciolata

* * *

Completamente stordita dagli ultimi avvenimenti, Ginny rimase in fondo al gruppo che stava lasciando la stanza delle necessità per tornare ai dormitori.

Era tarda notte ed i ragazzi barcollavano sotto il peso degli ultimi avvenimenti e delle ultime emozioni.

Ginny di emozioni, stava analizzando le proprie.

Cosa mai era successo?

Quella parte di ombra che aveva sentito dentro di sé a partire dalla fine del primo anno, causata dagli avvenimenti fin troppo noti della camera dei segreti.

Quel dolore persistente che aveva portato dentro di sé per quattro lunghi anni, era sparito, come volatilizzato.

Ginny sospettava che non fosse solamente perché si era vendicata di Lucius Malfoy… forse era il corno che aveva operato quella misteriosa guarigione sul suo animo ferito.

I suoi passi erano lenti, tanto che Neville, l’ultimo della fila, la precedeva di un paio di centinaia di metri.

Ma non importava.

Conosceva la strada che portava alla sua torre e non aveva paura.

Ormai non aveva più paura.

Però trasalì quando si senti afferrare improvvisamente per un braccio.

Si girò ed incontrò lo sguardo grigio di Draco Malfoy.

Un dolore nuovo aveva fatto posto a quello antico.

Draco aveva detto di amarla, ma sospettava che lo avesse detto per fare ripicca a suo padre. Infatti, poco dopo, quando lei gli si era avvicinata, l’aveva respinta senza alcuna spiegazione.

“Cosa vuoi, Draco?” sospirò Ginny, troppo stanca per pensare ad una risposta acida.

“Non puoi restare sola questa notte” le rispose evitando il suo sguardo.

La bocca di Ginny si piegò in un sorriso amaro. Si avvicinò al ragazzo e piantò gli occhi castani negli occhi grigi:”Sono settimane che sono da sola e non ti sei mai preoccupato di questo. Perché stasera, Draco? Perché proprio stasera?”

Draco si strofinò le mani nella veste, in un insolito gesto di disagio:”E va bene, nanerottola… sono io che non voglio restare solo stanotte…” ammise incrociando poi le braccia sul petto e guardandola con aria spavalda, quasi sfidando la Grifondoro a contraddirlo.

Nel vedere la sua espressione, la rossa prese fuoco:”Beh, se hai voglia di sesso, perché non vai da Pansy? Lei sarebbe molto felice di aprirti le braccia ed anche qualcosa d’altro!!!” rispose la ragazza con veemenza nascondendo il fatto che lui l’aveva ferita. Ma per chi l’aveva presa?

Ginny girò sui tacchi e si avviò lungo il corridoio, ma si sentì afferrare il braccio ancora una volta da Draco.

“Non voglio fare sesso con te…. “ le sue guance pallide presero un colorito roseo “Cioè, almeno, non stasera…”

Ginny lo guardò, col viso in fiamme: Draco aveva un’espressione imbarazzatissima e a disagio e sfuggiva il suo sguardo. Evidentemente, gli era costato molto farle quella richiesta.

“quello che io… quello che ho detto laggiù nel sotterraneo, davanti a mio…. A Lucius era vero… Non ti ho mentito, GinnyWeasley.”

Ora Draco bilanciava il peso da un piede all’altro.

Ma Ginny non gli credeva:”E allora, se è vero che mi ami, perché mi hai respinto?”

Ginny cominciava a sentire le lacrime pungerle gli occhi e le ricacciò indietro con uno sforzo.

“io non sono… abituato.. ad esprimere quello che provo…. È difficile, per me”

Ora Draco stava chiudendo ed aprendo le dita della mano.

Ma Ginny non mollava, ora voleva sapere.

“Perché mi hai tenuto lontana tutto questo tempo?”

Draco fece un respiro profondo prima di rispondere:”Avevo paura che Lucius scoprisse che io e te… e che ti facesse del male….”

Ginny sentì una rabbia incredibile montarle dentro.

Improvvisamente, lo schiocco forte di uno schiaffo risuonò nel corridoio deserto.

Ora la guancia di Draco portava chiaramente l’impronta delle dita di una mano. Ma lui non reagì.

Ginny, infuriata, lo apostrofò con parole dure:”Non sarebbe stato meglio se me ne avessi parlato, se ne avessimo parlato insieme? Potente Merlino! Non ti fidavi di me? Magari avremmo potuto trovare un’altra soluzione. Ma no, lui, il signor Serpeverde non si abbassa a chiedere a nessuno, troppa fatica, troppo orgoglio.” Ora Ginny stava piangendo di rabbia “Non devi proteggermi, non te l’ho mai chiesto! E non sono più una bambina, lo volete capire tutti quanti o devo urlare per farmi ascoltare una buona volta?” Ginny stava urlando veramente, ora.

Draco le sorrise:”No, non sei più una bambina… è per questo che ti voglio con me… Ginny. Vuoi stare con me, stanotte?”

A quelle parole, le guance di Ginny divennero del color del fuoco, così come le sue orecchie.

Draco scoppiò a ridere di gusto:”Ahhhh, sei così buffa…. Ti sei imbarazzata!”

Ginny gli diede uno schiaffo sul braccio:”Sciocco!” e si unì alla risata di lui, le guance ancora rosse per l’imbarazzo.

Quando smisero di ridere, Draco le tese la mano:”Allora, andiamo?”

Improvvisamente a corto di parole, Ginny rispose a fatica:”Ma devo fare la doccia…”

“non ti preoccupare, la puoi fare nella mia stanza.”rispose Draco tranquillo.

“non ho il pigiama..” obiettò ancora Ginny.

“Non ti serve”

Ginny divenne di porpora ancora una volta e Draco subito dopo di lei:”Cioè”, corresse lui “ti posso prestare qualcosa di mio…”

Ma poi lui capì: forse lei aveva non se la sentiva di andare subito da lui, per cui, ghignò del suo solito ghigno grondante malizia ed annuì:”Però mi piacerebbe vedere con che pigiami dormi…. “ e scoppiò a ridere, mentre Ginny arrossiva ancora una volta.

“Lo sai fare un incantesimo di localizzazione, vero? ti aspetto in camera non appena puoi”.

E si incamminò verso i sotterranei.

“Hey, Draco? Mi dici la parola d’ordine per camera tua?”

Draco arrossì:”La parola d’ordine è: nanerottola”

Ginny ridacchiò e gli si avvicinò:”Non ti pare di dimenticare qualcosa?”

Draco ricambiò il sorriso:”No, non credo… che cosa?”

“Questo!” Ginny si alzò sulle punte dei piedi e le labbra dei due si unirono in un bacio lungo ed appassionato.

Draco si staccò dalla ragazza gentilmente ed improvvisamente un tonfo.

Al solito, Ginny aveva qualche problema di stabilità alle ginocchia:”Hey, ma dimmi un po’… ma dovrò sollevarti da terra tutte le volte che mi salta in mente di darti un bacio?”

Chiese Draco aiutandola ad alzarsi e reggendola per la vita.

“Beh, per il momento pare di sì…”

Draco, assicuratosi che Ginny riuscisse a stare in piedi da sola, la lasciò andare:”A più tardi, allora….”

* * *

Ginny sbucò nella sala Comune: era deserta, come era presumibile.

Dormivano tutti, per cui in punta di piedi, sia per non disturbare i compagni che dormivano.

Salì nel dormitorio, recuperò pigiama e quello che poteva servirle e tornò sui suoi passi.

“Ginny!”

La ragazza si girò di scatto nell’udire il suo nome e sulla poltrona accanto al fuoco vide Hermione.

“Dove stai andando” le chiese dolcemente l’amica.

Ginny non trovò di meglio da fare che arrossire.

“Vai da Malfoy, vero?”

Ginny annuì, ma poi spiegò con veemenza:”No, non è quello che pensi tu, Hermione. Lui vuole…”

Hermione scosse il capo:”Ho capito… volevo solo dirti di non farti beccare da Ron” e le sorrise “Lo sai come è fatto, vero?”

Ginny le sorrise di rimando:”Si, lo so, Hermione. Buonanotte”

Ed uscì lentamente dal ritratto mentre Hermione la guardava allontanarsi.

* * *

Ginny entrò al buio, la bacchetta che illuminava di una luce fioca solo quello che si trovava immediatamente accanto a lei.

“Vieni, Ginny” sussurrò la voce calma di Draco.

Nell’udirla, Ginny si sentì rizzare i capelli in testa e lo stomaco stringersi in una morsa.

Non aveva mai dormito con un ragazzo, era la prima volta per lei.

Ginny seguì la voce fino a che le gambe urtarono contro il letto.

Senza dire una parola, si tolse le pantofole e si infilò nel letto accanto a Draco. Era supina e si era sistemata il più lontano possibile da lui.

Le lenzuola erano fresche e di raso.

Ginny rimase immobile con gli occhi spalancati per qualche momento, il cuore che le martellava nel petto, il silenzio tra loro due.

Poi, lo sentì avvicinarsi e lo sentì chinarsi su di lei, mani di Draco posate ai lati delle spalle per sostenerlo.

Fu come se il tempo si fosse fermato per Ginny che chiuse gli occhi in preda all’emozione, mentre sentiva che qualcosa di caldo stava nascendo dentro di lei.

Sentì Draco sospirare e Ginny avvertì il suo capo che si posava lentamente sul suo seno.

Ginny lo accolse tra le sue braccia e le spalle del ragazzo tremarono sotto le sue dita.

Draco stava piangendo.

* * *

La mattina dopo, quando gli studenti di Hogwarts scesero a colazione, trovarono la sala grande addobbata in maniera sfarzosa.

Qualche voce, come al solito, era trapelata, ma nessuno sapeva cosa fosse successo veramente.

Si diceva in giro che Harry Potter avesse ucciso Voldemort.

Nella sala grande tutti vociferavano, tutti facevano supposizioni.

C’erano tutti in sala, tranne lo stesso Harry Potter, Ron e GInny Weasley, Hermione Granger, Neville Paciok. Poi mancavano anche Luna Lovegood, Draco Malfoy e Susan Bones.

Si sapeva che Malfoy e la Bones erano diventati amici, magari la loro assenza non era casuale.

Quando Silente fece il suo ingresso in sala grande, tutte le chiacchiere si azzittirono di colpo ed il preside cominciò il suo discorso in un silenzio attento.

“Buongiorno a tutti. certamente vi chiederete il perché di queste decorazioni.” Silente si girò a sorridere alla professoressa McGranitt che ricambiò il sorriso, dimenticandosene della sua severità che le era propria.

“Sono felice di annunciarvi che questa notte Voldemort è stato ucciso da Harry Potter”

Silente fece una pausa per permettere a tutti di cogliere il significato delle sue parole e, come previsto, un “oh” generale partì dai tavoli delle quattro case.

“..e d’accordo con il Ministero della magia, il giorno di oggi è stato nominato festivo per tutto il mondo della magia. Alle ore 19,00 inizierà la serata di gala qui ad Hogwarts, per cui vi prego di indossare i vostri vestiti più belli… e per oggi le lezioni sono sospese” concluse Silente ridacchiando mentre la professoressa McGranitt lo guardava storto.

* * * Avevano passato una notte tranquilla. Ginny arrossì al pensiero: aveva dormito abbracciata a Draco Malfoy e le era sembrata una cosa estremamente naturale.

Ma a partire dalla mattina seguente, tutti ed otto erano stati travolti da un turbine e tutto sembrava stesse accadendo a velocità folle.

ora, per esempio, si trovavano in Sala Grande, vestiti con gli abiti più lussuosi che avrebbero mai potuto immaginare – tutti pagati dal Ministero della Magia – a partecipare alla serata di gala in loro onore.

Al Momento, Caramell stava leggendo uno dei discorsi che gli piacevano tanto. Lei e gli altri sette avevano ricevuto l’Ordine di Merlino di Prima Classe, mentre gli altri membri dell’Ordine della Fenice avevano ricevuto quello di Seconda Classe.

Per la prima volta, tutta Hogwarts aveva visto il viso di Piton illuminato da un qualcosa di almeno lontanamente simile ad un sorriso autentico.

Harry era seduto accanto a Silente e gli stava riferendo tutto quello che era successo; non solo gli avvenimenti del giorno prima, ma anche tutto quello che aveva preceduto quella drammatica notte.

Un pensiero improvviso attraversò la mente di Harry:”Professore.. i Mangiamorte quando hanno perso il Marchio Nero sono morti. Ma perché Piton no?”

Gli occhi del Preside scintillarono di malizia:”Vedo con rammarico che non corre ancora buon sangue tra te ed il Professor Piton”.

la bocca di Harry si piegò in un’espressione inorridita.

Silente ritornò serio:”Non ho una spiegazione precisa, Harry: posso solo ipotizzare che il male costituisse quasi completamente l’essenza vitale dei Mangiamorte e per questo sono morti quando hanno perso il marchio Nero: è stato strappato loro il soffio vitale. il professor Piton, invece, è sopravvissuto forse perché il Male ha già lasciato da tempo la sua anima”

Harry storse il naso e non rispose

* * *

Draco stava parlottando con Susan ed entrambi stavano ridendo. Ginny scosse il capo.

“Ieri notte si è compiuto un miracolo, questi ragazzi hanno vissuto momenti memorabili…”

Draco diede di gomito a Susan:”Per quanto mi riguarda, Bones, l’unico momento davvero memorabile è stato sentirti imprecare come uno scaricatore di porto babbano”.

Susan arrossì lievemente e gli diede di gomito:”Oh, smettila, dai…”

Draco sogghignò:”E la treccia che fine ha fatto?” chiese Draco accennando ai capelli di Susan, ora tagliati alla paggetto.

“Bruciata. Ho dovuto tagliarmi i capelli..” rispose acida Susan. Le era venuto da piangere quando Hermione aveva dato il primo colpo di forbice.

“E’ vero quello che si dice in giro?” chiese Draco con fare insinuante.

“E cioè?” Susan lo guardò dubbiosa.

“Che tu hai deciso di lasciar perdere la professione di Medistrega e di diventare un Auror”

Susan arrossì violentemente:”E con ciò?” protestò lei sulla difensiva.

“no, no, niente da dire, non ti preoccupare… solo curiosità” rise Draco.

“Mi spiace solo che Madama Chips non abbia più un apprendista…” mormorò Susan sinceramente dispiaciuta.

“Errore, l’apprendista ce l’ha!”

Susan lo guardò stupita:”E chi sarebbe?”

“Io!” rispose Draco con orgoglio.

“Tu!?!?!?!? e da dove viene questa idea?”

Con aria fintamente annoiata, Draco spiegò:”Non ho bisogno di lavorare, ma non voglio starmene a casa con le mani in mano. Allora, fare l’Auror non mi attira un granchè: non sono così coraggioso da mettermi a combattere contro qualcuno che vuole uccidermi e beccarmi un Avara Kedavra; non vorrei fare l’insegnante: tutti quei ragazzini mi irritano; alle pubbliche relazioni con i babbani non mi ci vedo… Mi rimane fare il Medimago, anche perché a lavorare con te mi sono divertito”.

Susan si limitò a scuotere il capo sogghignando.

* * *

Ron stava cercando inutilmente di calmare un’Hermione furiosa: ascoltare le parole del Ministro l’avevano irritata moltissimo:

“Ma che buffone!!! Momenti memorabili, dice lui… avrei voluto vederlo, quel pallone gonfiato, a combattere con Bellatrix… AH, si, ha ragione, le maledizioni che mi ha lanciato non me le scorderò mai più! Quando sarò io Ministro della Magia…”

Le sopracciglia di Ron scattarono verso l’alto:”Hermione… tu… tu vorresti diventare Ministro della Magia?”

Hermione si fece di brace:”Beh, non subito, ovviamente… sarebbe carino se una donna diventasse Ministro della Magia, no?”

Ron le sorrise con tenerezza ed allungò una mano per sistemarle un ricciolo che le era sfuggito dall’acconciatura:”Saresti bravissima, Hermione…”

“Meglio di quel buffone, sicuramente..” borbottò Hermione piccata. “Ma tu, tu cosa farai dopo Hogwarts? Non ne abbiamo mai parlato”

Questa volta fu Ron ad arrossire:”Sono stato contattato dai Kenmare Kestrels… non volevo dirtelo prima di….”

“Oh, Ron, ma è fantastico!!!!” esclamò Hermione entusiasta.

“Sei tu che sei fantastica…” sussurrò Ron stringendola a sé.

“Come, Ron?” chiese Hermione “Mi è sembrato mi stessi dicendo qualcosa.”

“No, no…” e passò le mani tra i capelli della ragazza.

* * *

“Luna, cosa c’è?” Harry guardò Luna che, stranamente, aveva un’aria tra l’infastidito e l’irritato.

“Quella Madama McClan… donna senza gusto” ringhiò Luna irritata.

Harry trattenne una risata:”Cosa è successo?”

“E’ successo che abbiamo litigato sul colore dell’abito di Susan…”

“E?”

“Ha vinto lei” mugugnò Luna.

“Mi spiace, Luna…” sussurrò Harry accarezzandole una mano.

“Gliela farò pagare: anche io aprirò una casa di mode! peccato che quando farai il corso di Auror non mi potrai fare da modello”.

“Già, un vero peccato” rispose Harry, visibilmente sollevato. Affrontare Voldemort ci poteva stare, ma fare il modello, proprio no!

* * *

Caramell aveva finito il suo discorso ed era ritornato al suo posto accompagnato da un applauso poco convinto.

Anche i nuovi membri dell’Ordine di Merlino si avviarono al loro tavolo.

“Signor Paciok!” chiamò Silente.

Neville si bloccò sul posto e si girò verso il Preside:”Si, professore?”

Con un gesto ampio della mano, Silente invitò Neville a mettersi accanto a lui.

Poi, cominciò a parlare a tutti i presenti:”Vi abbiamo raccontato come sono andate le cose ieri sera. Però non vi abbiamo detto tutto”

tutti nella sala si guardarono perplessi.

dopo una pausa, Silente riprese a parlare, sorridendo:”Pare che il corno abbia agito in altri modi, oltre ad aver dato la serenità a chi lo ha impugnato. E’ stato una specie di…. guaritore”.

Silente battè le mani due volte ed il portone di legno massiccio di aprì, lasciando entrare due persone magre, con i capelli grigi.

Magri, ma in perfetta salute.

Erano Frank ed Alice Paciok.

“Mamma! Papà!” esclamò Neville.

Silente passò un braccio attorno alle spalle di Neville:”Uccidendo Bellatrix con il corno, avete annullato gli effetti delle Maledizioni Cruciatus che aveva lanciato ai tuoi genitori”

Neville rimase per un lungo momento incapace di muoversi, il suo sguardo incatenato a quello dei genitori.

Alice apriì le braccia:”Neville!” e Neville le corse incontro e vi ci si rifugiò, mentre Frank abbracciava entrambi.

Nella sala era calato un silenzio di tomba e tutti guardavano quella scena, annichiliti.

Non si sentiva il minimo rumore.

Improvvisamente, una panca venne spostata.

In quel silenzio, Susan Bones si alzò in piedi lentamente e dopo un momento, cominciò a battere le mani.

Una.

Due.

Tre.

Tante volte.

Ginny Weasley si alzò.

Ed anche Ron.

Ed Hermione.

Harry Potter.

Draco Malfoy.

Luna Lovegood.

Tutto il tavolo di Grifondoro.

L’Ordine della Fenice al completo.

Tutta la sala ora batteva le mani.

Si sentiva solamente il frastuono assordante di quei battimani, al quale venne aggiunto un pestare di piedi ritmato.

sembrava che il soffitto stesse per crollare.

tutti erano presi dalla commozione e la Professoressa McGranitt singhiozzava tra le braccia materne di Molly Weasley.

Neville si guardò attorno con aria stranita ed incontrò gli occhi di Susan. La ragazza gli stava sorridendo felice.

Senza parlare, Neville le tese la mano, invitandola a raggiungerli.

Timidamente, Susan si avvicinò.

“Mamma, papà… questa è Susan Bones, la mia ragazza”.

Alice le sorrise con tenerezza:”Oh, sei una Bones… cara, cara figliola”

Silente si schiarì la voce:”Abbiamo un’altra sorpresa per voi…”

e nella sala si fece ancora silenzio.

“Abbiamo saputo che a qualcuno avrebbe fatto piacere andare ad un certo concerto… Allora, vi annuncio che le Sorelle Stravagarie questa sera suoneranno per noi!”

Un urlo di gioia.

Era stata Ginny Weasley.

ed un momento dopo, il concerto cominciò e la voce sensuale di Warren Banshee invase la stanza.

* * *

“Alla fine, ce l’hai fatta a vedere il concerto delle Sorelle Stravagarie” ghignò Draco Malfoy.

“Certo, anche se ho due biglietti per quello del mese prossimo e tu verrai con me!” ridacchiò Ginny.

“Grazie per avermelo chiesto, nanerottola!” ribattè Draco con aria fintamente offesa. poi, dopo un attimo di riflessione riprese:”Forse se tua madre ti avesse comprato il biglietto, tutto questo – voglio dire, io e te, la profezia e tutto quanto – non sarebbe successo”

“Probabilmente no. Ti avrei detestato sempre e non quasi sempre, come accade adesso.” mormorò Ginny mentre cercava sul tavolo del buffet i suoi amati biscotti alla crema di nocciola.

Non c’erano e Ginny sospirò di disappunto.

Draco, allora, trasfigurò dei lecca lecca al sangue e dopo un attimo porse a Ginny i suoi adorati biscotti.

Con aria fintamente inorridita, Ginny esclamò:”Ma non eri tu a dirmi che se mangiavo i biscottini mi veniva il didietro grosso?”

Draco ridacchiò:”Ero io, sì. Ti ho detto che avevi solo il didietro grosso, ma non ho mai detto che non fosse bello!”

GInny, non sapendo cosa dire, tacque, mentre arrossiva visibilmente.

“Vederti dimenare il tuo fondoschiena al ritmo di musica è piaciuto un sacco ai miei ormoni, sai?”

Ginny gli diede un pugno nello stomaco mentre diventava ancora più rossa.

Draco si chinò a baciarla appassionatamente.

dopo un attimo lei lo respinse:”Ma non eri anche quello che non voleva mostrare i suoi sentimenti in pubblico?”

con aria virtuosa Draco le bisbigliò all’orecchio:”Certo che sì! ma l’idea di far venire un bel travaso di bile alla tua famiglia di Grifondoro babbanofili è troppo bella per non essere sfruttata! Val bene un sacrificio, ti pare?”

Ginny si guardò in giro:”Spiacente deluderti, Draco, ma non ci sta guardando proprio nessuno!” e scoppiò in una risata.

Fingendosi serissimo, Draco rispose:”Beh, allora continuerò a baciarti fino a che qualcuno se ne accorgerà!”

Ginny lo abbracciò ridendo e lo strinse forte a sé.

Dall’altra parte della stanza, c’erano Neville e Susan che parlavano fitto fitto con Frank ed Alice.

poi Hermione e Ron che ballavano allacciati.

ed infine, Harry e Luna. Harry era chinato su di lei e lei lo stava baciando nel punto esatto in cui, fino al giorno prima, c’era stata la sua cicatrice.

Fine

* * *

E così ci siamo.

Questo finale non da tutte le spiegazioni alle questioni lasciate in sospeso dalla nostra beneamata JKRowling. E può darsi che molti di voi non siano d’accordo con il sacrificio di Codaliscia.. o sulla guarigione dei Paciok: sono semplicemente mie teorie, liberi di essere d’accordo o meno…

Comunque, è ora di salutarvi.

Confesso che ho un po’ di magone e sono commossa.

Era il mese di novembre 2003 quando ho aperto il file che ha ospitato questa storia. Voleva essere solo una piccola Ginny/Draco, ma poi, vedendo buchi da tutte le parti, ho cominciato ad aggiungerci elementi su elementi e la storia che avete letto è il risultato finale di tutte queste aggiunte.

E’ un po’ dura scrivere, la parola fine. La profezia dell’unicorno mi ha fatto compagnia per un anno e mezzo di pause pranzo, ma, soprattutto, è stata la mia prima fanfiction e per me ha significato molto, anche perché è da qui che sono partita con la scrittura.

Ringrazio anche voi, che con i vostri commenti ed incoraggiamenti mi avete fatto pensare che quella che stavo scrivendo fosse una bella storia.

volevo ringraziare in particolare:

Annina e Sara, le prime persone “in carne ed ossa” che hanno letto la profezia.

Hermione4ever: che non è stata la prima a leggere questa storia, ma è stata la prima persona a dirmi quanto le piacesse per mezzo di una recensione.

Ele aka Eleanor Black o Neera: è stata la seconda; la ringrazio per le sue idee ed i suoi suggerimenti preziosi, ma soprattutto per avermi confortato nei momenti di blocco dello scrittore (per il terzultimo capitolo. Per intenderci, la battaglia con i Mangiamorte. Mi ha messo in ginocchio).

Maho: che mi ha seguito praticamente dall’inizio ed ha fatto il tifo per me, aiutandomi inconsapevolmente quando pensavo di non valere niente.

e grazie a tutti voi, che avete letto e commentato. Mi avete fatto un piacere immenso.

Magari, quando leggerò il principe mezzosangue (e cioè fra un paio di giorni! Evvivaaaaa), mi verrà l’ispirazione per un’altra storia, chissà. in ogni caso, prometto di non postare niente prima di un mese dalla pubblicazione della versione italiana.

Grazie e, spero, a presto.

Nisi Corvonero

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