Guida all'Avventura Fantasy

di Dark_Blame
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 0: Come scoprire se sei uno dei protagonisti ***
Capitolo 2: *** 1: Dimmi che arma scegli e ti dirò chi sei ***
Capitolo 3: *** 2. Elfi? Parliamone ***
Capitolo 4: *** 3.Preferiscono essere chiamati “diversamente alti” ***
Capitolo 5: *** 4. Omini verdi ovunque ***
Capitolo 6: *** 5. Sono grossi, stronzi, con le ali, e non sono i tacchini di tua nonna. ***



Capitolo 1
*** 0: Come scoprire se sei uno dei protagonisti ***


Se stai leggendo questo manuale, vuol dire che sei coinvolto in un'avventura fantasy! So che questa nozione potrebbe causarti disagio o paura, ma non temere: il fantasy è ormai un genere molto codificato, per cui raramente accade qualcosa di diverso o di insolito. Grazie a questo piccolo e semplicissimo manuale potrai orientarti nella tua storia senza inutili preoccupazioni e senza rischiare di intraprendere azioni sconsiderate e fuori dalla norma. Mi spiego meglio: hai presente quegli eroi tragici che si domandano che cosa ha in serbo per loro il destino – e quali scelte debbano fare? Ecco, dimenticateli. Le linee guida del fantasy sono così semplici che arrivare al tuo glorioso destino (ammesso che tu ne abbia uno, ndA) sarà semplice come capire che gli elfi vivono nelle foreste e i nani nelle montagne.

 

Prima di proseguire, però, dobbiamo accertarci che tu sia il protagonista. In caso non lo fossi, tranquillo (*colpi di tosse*) sono sicuro che la tua vita proseguirà comunque senza pericoli di sorta.

 

1. Prima di tutto, sei un essere umano? Sei un elfo? Sei una qualche forma di creatura umanoide con aspetti non troppo dissimili da quelli umani? Nel caso non sapessi rispondere, corri allo specchio e fai una veloce analisi del tuo fisico – anche sulla base dei pregiudizi razziali che sicuramente avrai sentito nel paese/città/villaggio/posto-dove-vivi. Se non sei molto differente da un umano, o anche meglio, sei un qualche tipo di umano più figo, (punti bonus se hai capelli e occhi di colori strani e bellissimi) sei già sulla buona strada per essere un protagonista.

 

2. Se non sei un normale umano o un potente elfo, bhé, tranquillo, non tutto è perduto. A questo punto però torna davanti allo specchio, e cerca di dirmi, senza arroganza, se sei bellissimo. Sempre per i canoni umani, eh. Se sei un orco col monociglio e i bubboni su tutto il corpo o un piccolo gnomo gobbo con la pelle screpolata probabilmente non rientri in questa categoria, mi dispiace. Lo stesso vale se il tuo corpo è costituito da un'unica massa gelatinosa da cui fuoriescono denti e tentacoli: mi dispiace, per quanto tu possa essere sensibile e intelligente, il lettore medio non si identificherà mai con un aborto della natura come te.

 

3. A questo punto dovremmo aver stabilito che hai due gambe, due braccia, un torace e una testa, il tutto possibilmente nelle giuste proporzioni. Attento adesso al prossimo passo, perché potrebbe essere un pochino difficoltoso (sopratutto se sei un elfo). Di che sesso sei?

Se non sei pratico di questa parola puoi chiedere al primo adulto a portata di mano, cercare di ricordarti se si rivolgono a te usando la desinenza maschile -o o quella femminile -a in fondo agli aggettivi, o limitarti a verificare il contenuto della tua biancheria intima. (A proposito, già che ci sei facci sapere anche che tipo di biancheria intima porti. Per certi autori è normale in un contesto fantasy andare in giro con gli slip elasticizzati dell'oviesse.)

 

4. In verità stabilire il tuo sesso non è essenziale per capire se sei un protagonista o meno. Però, per tua semplice informazione, anche in un contesto fantastico vige la regola se nasci maschio è meglio. Lo so, aspiranti eroine, una società fantastica non dovrebbe per forza essere legata ai pregiudizi del mondo dell'autore. Però statisticamente sono pochissime le società matriarcali, e quindi il massimo a cui potete aspirare è essere considerate al pari di un uomo, sempre che non siate principessine o regine. Con la differenza che un uomo difficilmente rischierà di essere stuprato, per esempio, dai banditi o dalle orde del nemico. Vabbé, non c'è motivo di abbattersi: se siete protagoniste, comunque potrebbe anche non accadervi mai una cosa del genere.

 

5. Cosa fai nella vita? Se sei troppo giovane per lavorare, meglio ancora se sei un adolescente, hai vinto al jackpot: i lettori si emozionano di più leggendo avventure di loro coetanei. Va bene lo stesso anche se hai una ventina d'anni o una trentina d'anni, tranquillo. L'importante è avere un lavoro interessante: potresti essere un cacciatore, un cacciatore di taglie, un mercenario, un bibliotecario, qualsiasi cosa va bene – tranne alcune professioni particolarmente sfigate. Ti spiego: se fai la guardia al palazzo di un re o simili, o peggio ancora al maniero dell'antagonista di turno, mi spiace informarti che sei definibile come uno di quelle schiere di pedine sacrificabili. Probabilmente morirai senza onore insieme a decine dei tuoi colleghi in un assalto, peraltro poco organizzato, del gruppetto dei protagonisti, oppure perirai sotto i colpi del maligno esercito del male a seconda dei casi. Se sei a servizio del signore del male, poi, non sentirti comunque al riparo, perché tra cattivi vige l'usanza di uccidere i propri soldati alla minima incompetenza, o, in mancanza di queste, mandarli a morire con scelte strategiche idiote. Comunque è stato bello conoscerti.

 

6. Hai parenti importanti, nobili, magici, misteriosi o qualcosa del genere? Nel fantasy, come nella vita reale, fa sempre comodo essere figli di qualcuno. Puoi anche essere un umile contadino, ma magari puoi vantare di un grande eroe nella tua genealogia, o meglio ancora, sei un orfano che non conosce i propri genitori. No? Sicuro? Bhé, se dio vuole questo non pregiudica completamente le tue qualità, anche se magari più avanti scoprirai che la mamma se la spassava con gli stregoni erranti o che tuo nonno una volta ha aiutato un re a liberarsi dalla diarrea. Anche se adesso non lo sai, è molto probabile che prima o poi qualcosa ereditato dalla tua famiglia ti aiuterà nelle tue avventure – che sia un potere speciale ultrapotente o sbrilluccicoso o la riconoscenza di creature fatate, o chissà che altro deus ex-machina, questo genere di cose tende a saltar fuori.

 

7. Ormai se sei arrivato a questo punto abbiamo stabilito, con certezza quasi assoluta, il fatto che sei un protagonista della nostra avventura, quindi ancora una volta non ti scoraggiare se risponderai negativamente a questa domanda. Ci sono profezie sul tuo conto? Quella buona donna di tua madre ti raccontava spesso del tuo grande destino, senza mai specificare perché? Hai una qualche eredità nascosta? Per caso, i tuoi hanno uno strano amico di famiglia, un tipo misterioso, che ogni tanto si fa vivo per fare chiacchierate con te e vedere i tuoi progressi? Quando sei nato una cometa ha disegnato il tuo nome nel cielo? Se non è successo niente di simile, bhé, pazienza. Le profezie sono una cosa bizzosa, comunque, e l'autore le inserisce un po' quando diavolo gli pare. Magari quindi ti verranno rivelate solo più tardi, dopo un numero variabile tra due e cinque libri. Nel frattempo però, giusto per essere sicuro della tua quasi-posizione certa di protagonista, inizia a dire in giro che tuo zio nel giorno in cui sei nato ha visto tutte le sue vacche alzarsi in piedi e applaudire, così, tanto per dare un'area di mistero alla tua persona e una sensazione di disegno divino/magico/storico inspiegabile in atto.

 

8. Ti sei mai sentito speciale? Magari hai qualche capacità che non dovresti avere: basta saper leggere in un paese in cui sono tutti analfabeti, oppure avere un sesto senso per i pericoli, oppure essere simpatico a tutti tranne quei due o tre brontoloni di turno che ti adocchiano male in ogni villaggio. Magari di queste capacità speciali non ne hai solo una, ne hai parecchie. Se si, sei quasi sicuramente il beniamino di turno, sennò, non preoccuparti: acquisirai i tuoi poteri da protagonista grazie a un saggio mentore, o magari ti verranno donati all'improvviso (magari proprio quando sarà rivelata la profezia su di te, come dicevo prima). Insomma tranquillo, queste cose accadono di continuo: potrai lanciare palle di fuoco dalle orecchie molto presto.

 

Bhé, se sei riuscito ad arrivare fin qui, puoi avere quasi assicurato il posto di protagonista assoluto della nostra storia, o sennò, almeno un amico/amica stretta. A questo punto posso dirti con un certo grado di precisione che non ti accadrà niente di male: il protagonista non muore, e al limite, risorge. Certo il tuo autore potrebbe essere un enorme sadico, come un tale Giorgio Erre Erre Martin, ma anche questo sarebbe un caso isolato. Buon viaggio nella tua avventura – tanto, alla fine, vincerai comunque.

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Capitolo 2
*** 1: Dimmi che arma scegli e ti dirò chi sei ***


 

Aspetta! Non starai andando all'avventura proprio ora che ti ho detto che sei un protagonista, vero? Non lo sai che succede a non avere un ruolo preciso? No? Bhé, hai mai sentito parlare di Rodolfo Rotante, l'inarrestabile guerriero pieno di risorse?

 

No?

 

 

 

Appunto.

Andare in giro a sfidare i cattivi con una padella sulla testa e un bastone di gomma può essere divertente all'inizio, magari per fare qualche siparietto comico in cui tu – come protagonista – comunque te la caveresti. Tuttavia non durerebbe sul lungo periodo: puoi anche fare il buffone nei tuoi primi combattimenti, ma i lettori hanno anche bisogno di prenderti sul serio per identificarsi in te. Se questo non ti è chiaro, te lo spiego meglio: nessuno vuole identificarsi in un cretino che saltella in giro sbattendo la testa in continuazione contro la padella con cui ha cotto i fagioli. Si sentirebbero, come dire, presi in giro.

 

Quindi, se non vuoi perdere l'interesse del lettore e finire a decorare la pancia di qualche troll come Rodolfo Rotante, pensa un po' a come ti “presenterai” al mondo. Per tua fortuna non devi pensare troppo a dettagli di stile o – peggio ancora – a cose sensate: ancora una volta il fantasy ci viene in aiuto. Il modo in cui sarai visto dagli altri dipende, in larga misura, dall'arma che porterai con te: come ti dicevo, ci sono degli stereotipi da rispettare. Così come gli elfi sono più o meno la somma di tutto ciò che è buono e figo, le armi specificano un ruolo, ti danno delle abilità, ti rendono qualcuno. Anche quando magari sei solo un contadino a cui hanno appena sostituito la zappa con la spada.

Ma, andando al punto, ecco alcune delle opzioni a tua disposizione:

 

1. La spada. Non inizio nemmeno a dirti che se vuoi rafforzare la tua posizione di protagonista, dovresti averne almeno una. La spada è il simbolo di tutto ciò che è buono e macho – fai due più due e vedrai che è chiaramente un simbolo fallico – non per niente le eroine che usano una spada sono sempre dei maschiacci (Elfe a parte. Ma è anche vero che spesso è difficile distinguere le elfe dagli elfi, quindi …). A parte questo, la spada è un chiaro simbolo di comando.

 

Esistono però vari tipi di spade, per cui la scelta potrebbe essere alquanto difficile.

Per essere chiari: deve essere lunga. Anche in maniera spropositata. Non vuoi farti vedere in giro con una daga quando attorno a te ci saranno uomini con armi alte quanto loro. Si, ancora una volta, paragoni sessuali. Certo, potresti obbiettare che una spada esageratamente grande è difficile da maneggiare, è pesante, è lenta, potrebbe addirittura decretare la tua prematura fine in un combattimento! Sbagliato. Un'obiezione simile non fa che confermare la tua ingenuità. Non ha importanza se, nel mondo reale, le spade lunghe o lunghissime avessero un ruolo molto, molto marginale durante una battaglia: nel mondo fantasy sono le armi dell'eroe e niente può cambiare questo dato di fatto.

Anzi, ti dirò di più: l'efficacia della tua spada non ha niente, ma proprio niente a che fare, con il realismo. Cerca di sceglierti un'arma lunghissima, fatta di materiali strani ed esotici, con decorazioni poco pratiche – e se proprio vuoi tagliare la gente a metà, scegliti una spada bella larga o spessa. Sono consigli che in generale valgono per tutte le armi: trova qualcosa che possa stare bene nella copertina del tuo libro e faccia dire allo sbavante lettore: che bellooooooooh.

 

Attento però alle lame ricurve, di qualunque tipo (tranne le spade giapponesi, per qualche ragione, tutti adorano le spade giapponesi – anche in assenza di giapponesi nel tuo mondo). Scimitarre, sciabole, o spade dalla lama serpentina sono armi di assassini e banditi, gente che sicuramente avrai modo di trucidare lungo il percorso. La spada ha, e deve avere, una forma simile a una croce.

Amen.

 

2. L'arco. Magari la spada non è la tua arma principale, ok, e non ti piacciono nemmeno gli schizzi di sangue ovunque. Molto meglio avere una postazione distaccata da cui poter fare il superiore e scommettere con gli amici che colpirai quel goblin proprio nelle palle. Poi, se avrei voglia di sporcarti le mani, puoi sempre correre nella mischia … col tuo arco, ovviamente. Per qualche bizzarra legge fisica, in uno scontro frontale, nel tempo in cui tu prendi una freccia dalla faretra, la incocchi, tendi la corda, e rilasci il colpo, il nemico già armato di mazza di fronte a te non può fare altro che guardarti con un'espressione istupidita e rallentata, permettendoti di ucciderlo in tutta sicurezza anche da pochi centimetri di distanza … opzione che va benissimo se per esempio ti ritrovi a voler fare l'arciere, ma sei miope.

 

Anche qui, un arco grande paga. Non mi fraintendere, come protagonista saresti comunque capace di colpire negli occhi un ragno a tre chilometri di distanza con un arco fatto di spago e bambù, ma questo non vuol dire che tu non possa esagerare. Potresti, ad esempio, prenderti un bell'arco lungo. Sarai comunque in grado di usarlo nonostante come arma richieda una forza notevole: potresti anche essere una ragazzina rachitica con un braccio solo e comunque colpiresti i tuoi bersagli (due o tre alla volta, ogni tanto). Dopotutto, gli spadaccini possono andare in giro con armi enormi e spropositate … perché tu non dovresti poter fare lo stesso?

Ah, nel caso preferissi la balestra all'arco, le regole che si applicano sono più o meno le stesse. Non ti preoccupare di quello che dicono gli esperti: sarai in grado di ricaricare molto velocemente anche una pesante balestra. Una piccola nota, però: non ho idea del perché, ma questa è un'arma in genere associata ai cacciatori di vampiri. Quindi al limite mettiti un bell'impermeabile scuro e prepara l'aria da figo, perché potresti avere l'occasione di impalare qualche succhiasangue.

 

3. Il bastone. Non ti mentirò, è una scelta difficile. A parte l'evidente divertimento di tirare bastonate in testa al nemico (e colpire al cranio i tuoi alleati così, per far loro un gradito scherzo) il bastone è tipicamente l'arma del mago (o, al limite, dell'esperto di misteriose arti marziali). In entrambi i casi sono figure già un po' più secondarie; nel tuo gruppo ci sarà quasi sicuramente un mago col ruolo di mentore; voler intraprendere la sua stessa strada lo autorizzerà automaticamente a farti da maestro. Il che vorrà dire essere costretto ad ascoltare per un lungo periodo di tempo le sue lezioni e i suoi lunghi discorsi, in cui, per solo beneficio del lettore, cercherà di illustrare in maniera assurda come e perché funziona la magia, magari cercando di farla passare come una specie di scienza alternativa. Spiegazioni noiose a parte, però, la magia ti permetterebbe di divertirti un po', sopratutto nei lunghi periodi di viaggio in cui non c'é mai molto da fare. Scalda la birra del nano del gruppo facendogli bere una brodaglia schifosa o fai sparire i vestiti della tua amata mentre è a bagnarsi nel lago: questo e molto altro aspetta chi si incammina per questo percorso.

 

E non scordarti delle bastonate, per gli dei, niente mette in riga il signore oscuro come una bella bastonata.

 

4. Altro: varie ed eventuali. Perché sei venuto a leggere questo punto? Non ti piacevano le spade, gli archi, i bastoni? Dovresti ricrederti, ogni arma al di fuori delle categorie sopra è in qualche modo secondaria. Magari puoi provare a prendere un'arma poco consona – come il cerchio rotante di Xena, eh – ma non sempre vale la pena correre il rischio. Prendi per esempio le asce o i famosi martelli da guerra: nel primo caso potresti essere confuso con un boscaiolo, nel secondo – ancora peggio – con un nano. Le lance sono spesso armi da guardie di palazzo (e sappiamo benissimo che fine fanno le guardie), le mazze sono da barbari o da sotto ufficiali del nemico (un'arma che ti provoca fratture interne, invece di sgozzarti? Noooo, è troppo crudele. Lascia che siano i tuoi avversari a usare la mazza e continua allegramente a smembrare la gente con la tua lunga spada).

 

5. …. No. Non pensarci. No. No. No.

Niente pistole. Niente armi da fuoco. Stiamo parlando di un'avventura fantasy, non di cose al limite dello steampunk. Andiamo, riesci a immaginarti un mondo abitato contemporaneamente da rudimentali conoscenze di ingegneria (polvere da sparo, macchine a vapore) e creature magiche e fantastiche (orchi, nani, maghi, spiriti del fuoco)? Nessuno è pronto per una cosa del genere. In un mondo di questo tipo per esempio non si spiegherebbe mai – mai – perché alcuni castelli hanno ancora mura medievali “vecchio stile” quando si sta diffondendo l'uso dei cannoni, perché esistono gli archi quando si possono usare i moschetti, perché nessuno ancora non ha provato a sparare in testa a tutti i fastidiosi folletti, alle fate, agli gnomi, e a tutte quelle noiose creaturine magiche che ti si mettono sulla spalla a sussurrarti banalità nelle orecchie.

E anche se qualcuno ci provasse, a cosa porterebbe?

Non so te, ma io probabilmente non vorrei vivere in un posto dove sotto casa, un nano macchiniere sporco di fuliggine è addetto alla manutenzione della rotaia del treno a vapore magico volante, che è guidato da un grosso drago stretto stretto nell'abitacolo della locomotiva e indossa un cappellino da operaio.

No.

 

Detto questo, l'ultima norma generale: tutte le armi più potenti hanno un nome, quindi se vuoi veramente essere un eroe di tutto rispetto, fai in modo che sia così anche per la tua. Probabilmente avrai un'arma leggendaria, quindi qualcuno avrà già fatto in modo di darle un nome al posto tuo. Se così non fosse, puoi provvedere da solo – inizia a inventarti parole piene di consonanti: puoi sempre spacciarle come nomi in una lingua antica e dimenticata. Parole incomprensibili funzionano particolarmente bene se le associ a una descrizione estesa, come per esempio:

 

Fahkilkill, la spietata mietitrice

Glubblubglub, L'annegatrice

Sciakhakahakah, L'orrida arma di distruzione di massa

Shamabalaya, Qualcosa che gli elfi hanno forgiato per farti il culo

Ninnunì, la spada spadosa

 

e chi più ne ha più ne metta. Attento con gli epiteti, però. Puoi anche mettere due parole di senso compiuto insieme per dare un nome alla tua arma … ma è già stato confermato, da fonti sicure, che alcune combinazioni funzionano peggio di altre.

Per esempio, fossi in te eviterei cose come Tagliaerba, spaventapolli, e rallegrapopoli, insomma. Un consiglio: metti nel nome parole come “ammazza”. Lo so, sembra banale, ma funziona sempre.

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Capitolo 3
*** 2. Elfi? Parliamone ***


Ora che sei tutto contento e armato per la tua avventura, è ora di darti qualche consiglio pratico sui loschi figuri che potresti incontrare nel corso dei tuoi viaggi. “Potresti” è una mezza bugia: se tu sei il Grande Eroe Pronto Per La Profetica Avventura di cui parlano le leggende (magari devi anche distruggere un sovrano malvagio) è quasi certo che incontrerai ogni singola razza di creaturina che abita il tuo mondo. Una regola non scritta del fantasy è: alti, grassi, belli, bassi, più razze ci sono, meglio è! E in quanto eroe, sei come un venditore di pentole porta a porta, devi un po' suonare a tutti i condomini finché non riesci a vendere qualcosa.

« Chi è? »

« Ehm, sono l'Eroe, siete voi i nani dai piedi alati? »

« Si, che cosa vuoi? »

« Sareste interessati a salvare il mondo con me? »

Ricordati bene questa cosa, perché accadrà di continuo.

A volte le creature che incontrerai ti saranno amiche, a volte nemiche, ma dobbiamo considerare che sei ancora all'inizio della tua avventura. All'inizio le sfide non sono mai troppo difficili, e anzi, è proprio il momento giusto per farti dei nuovi amici, quindi ti parlerò di quelle razze che probabilmente ti accompagneranno nel tuo viaggio.

Gli Elfi sono forse i più famosi giocatori di pallacanestro che popolano il mondo fantasy. Tralasciando quelli della mitologia e delle fiabe, che la maggior parte delle volte son bassi e bruttini, da quando Tolkien si è alzato con la malaugurata idea di descrivere gli elfi come eleganti damerini con la puzza sotto il naso non c'è stata più fine al loro numero. Immaginati l'effetto Twilight: dopo l'uscita dei libri, per almeno uno o due anni si sono visti vampiri ovunque nei libri per adolescenti. Ecco, la stessa cosa vale per gli elfi, solo che il signore degli anelli è stato pubblicato più di sessant'anni fa e ci sono ancora dannatissimi spilungoni dappertutto.

Per quanto noiosi, altezzosi, chic, pedanti e perfettini, gli elfi sono anche irrimediabilmente buoni, quindi ti aiuteranno. Se l'autore che scrive la tua storia, poi, è molto, molto, molto, molto, molto originale, considera che tutto ciò che è buono è elfico. Molto probabilmente gli elfi stessi si vanteranno più volte di aver inventato il concetto stesso di bontà e ti guarderanno male mentre mangi la polenta con le mani. Ma perdonali. Sono fatti così.

Ecco alcuni piccoli consigli per cercare di convivere con loro. Leggili con attenzione: come dicevo prima, è normalissimo averne uno nel tuo gruppetto: anzi, è quasi obbligatorio, quindi tanto vale imparare come gestire lui e tutti i suoi parenti.

1. I loro nomi. Da ignorante quale sei potresti credere che gli elfi sono gli unici a parlare una lingua antica e bellissima, piena di suoni alieni e difficili da pronunciare (anche solo da concepire). Anche qui, rendiamo grazie a Tolkien. La realtà però è un'altra: gli elfi parlano come tutti gli altri, e hanno nomi comunissimi che usano tra loro. La maggioranza di loro si chiama Gianni, un altro nome diffuso è Maria, ed è difficile capire dalle statistiche quanti di loro si chiamino Gianmaria.

Perché, allora, senti in giro tutte quelle sillabe strane?

Ebbene, perché se la tirano. Da simpatici nazionalisti quali sono, gli elfi ritengono inaccettabile presentarsi a un'altra razza usando un nome comune. Per cui si inventano nomi complicati da usare con gli stranieri, per darsi un tono e sentirsi rispettati. Quando due elfi si incontrano, se a portata d'orecchio c'è qualcuno di un'altra razza, parleranno in elfico; ma visto che l'elfico non esiste, essi si limiteranno a sputare frasi composte di parole casuali e assumere espressioni facciali serissime, come se stessero decidendo il destino del mondo, finché non torneranno ad essere da soli per poter parlare normalmente. Ovviamente nessuno dei due elfi in questione capisce cosa sta dicendo l'altro. In poche parole, è tutta una farsa.

 

Ti assicuro, non serve rimanere lì e cercare di farli confessare, o aspettare che parlino normalmente. Ho visto elfi continuare a blaterare cose a caso per decine di ore, senza capire nulla, finché non li lasciavo da soli.

Quindi, quando incontrerai il tuo prossimo amico elfico con il suo nome altisonanti, regalagli un bel sorrisone ammirato. Gli scalderai il cuore.

Sempre che ce l'abbia, un cuore.

 

2. Tutto ciò che è buono è elfico. Lo so, te l'ho già detto prima, ma vale la pena approfondire un po' il concetto. Come sai gli elfi sono abili arcieri, per cui, com'è logico, gli archi e le frecce elfiche sono le migliori in assoluto. Potresti pensare che visto che i nani sono esperti minatori, le loro tecniche di forgiatura del metallo siano molto avanzate … NO. Le spade migliori rimangono, comunque, quelle elfiche. Gli umani sono famosi per costruire enormi città, piene di monumenti e cattedrali: stai tranquillo che non valgono NIENTE rispetto alle città elfiche, anche se la maggior parte delle volte le cosiddette città elfiche sono capanne fatte di assi montate su dei poveri alberi – sono comunque i migliori alberi di sempre, perché sono elfici anche loro – e non ha importanza se magari ti piace dormire su un materasso vero, invece che su delle foglie: rimarrai impressionato dalla grazia e dall'eleganza degli elfi. La magia? Elfica. Le brioches? Elfiche. La tredicesima? Elfica. Tutte cose che provengono direttamente dagli elfi. E non mancheranno di fartelo notare, per esempio, facendo commenti sui tuoi vestiti (“Belle quelle ciabatte, ma preferisco quelle elfiche”) o su di te (“Oh, sei molto forte e agile, ma certo non come mio nonno”) e tutti gli aspetti della vita (“Come dici, nella tua famiglia siete molto longevi? Noi viviamo decine di centinaia di anni!”).

In alcuni casi, per continuare ad essere l'eroe, sarà addirittura necessario trasformarsi in uno di loro!

(Per chiunque abbia letto gli ultimi libri di Eragon, di Christopher Paolini: guardate e sospirate.)

3. La natura. Tutti gli elfi sono un po' dei figli dei fiori, per cui se li stai cercando li troverai a camminare tra i boschi, a saltellare tra le margherite, a ascoltare i pensieri dei sassi nei ruscelli e a organizzare l'ora del thé con i conigli (con tanto di piccoli tavolini di legno e pasticcini). Il loro amore per flora e fauna è così sconfinato che alcuni di loro addirittura difendono categorie di animali odiati da tutti, e potrebbero rimanere seriamente shockati se ti vedono schiacciare una zanzara. Guai a minacciare i loro boschi, perché tendono a diventare aggressivi, e anche le tue barzellette su come, a forza di tagliare, hai ricavato un piccolo stecchino da una quercia potrebbero essere inappropriate. In compenso questo loro atteggiamento porta anche a dei lati positivi; per esempio un elfo potrebbe salvarti proprio mentre stai per mangiare dei funghi avvelenati, potrebbe convincere con la sua radiosa bontà un branco di lupi a non farti la pelle, e potrebbe, se glielo chiedi per favore, procurarti un po' di mariuana. In effetti il loro amore per le piante li rende automaticamente ottimi spacciatori di droga, se sei in cerca di quel genere di divertimento.

4. Mai, mai, mai, mai innamorarsi di un'elfa. O di un elfo. So che potresti essere tentato, ma cerca di non pensarci. Il primo problema è che, in tutta onestà, sono difficili da distinguere. Gli elfi sono così magri, slanciati e pallidi che è difficile dire chi è cosa. Ti assicuro che non saresti il primo a cadere in errore, per colpa magari delle loro voci tutte ugualmente limpide e suadenti e dei loro nomi che non finiscono con desinenze maschili o femminili. In questi casi, un po' di sano e vecchio sessismo poteva fare comodo: se tutti gli elfi, ad esempio, portassero i pantaloni e le elfe vestiti e gonne (nella mente di alcuni perver.... autori fantasy, portano vestitini molto ridotti) sarebbe facile, anzi facilissimo, indovinare. Ma allora dove le mettiamo le elfe vestite da guerriere? E chi vuole parlare del fatto che spesso e volentieri, quando sono al sicuro nelle loro città, gli elfi se ne vanno in giro con delle lunghissime camice da notte che sembrano quelle di mia mamma?

Senza contare che una volta che sei sicuro di conoscere il sesso dell'amato/a elfo/a (o magari lo ami così tanto che non ti importa) dovresti comunque provare a stabilire una relazione. Con un elfo che fa meglio tutto quello che fai tu e non ha timore di rinfacciartelo. E altri elfi attorno che lo biasimano perché si è scelto un non elfo.

A meno che tu non sia un elfo anche tu, ma se questo fosse il caso, perché diavolo stai leggendo questo capitolo?

 

Una volta letto questo, sai più o meno le regole generale per orientarti nelle bellissime case bosco degli elfi e uscirtene vivo dai discorsi elfici, dalle sedute di poesia elfiche, e dalle lunghe ballate epiche elfiche che sicuramente qualcuno si sentirà in dovere di cantarti prima o poi. Nonostante tutti i loro difetti – intendo dire, nonostante la loro noiosa mancanza di difetti, perché gli elfi come si sa sono iper-perfetti – scoprirai che può essere utile, se non addirittura divertente, averne uno con te. Non solo sono ottimi combattenti, odiano tantissimo il tuo oscuro nemico diabolico del male e ti difenderanno, ma daranno vita a simpaticissimi siparietti comici con gli altri membri del tuo gruppo. La coppia comica più classica di tutte?

 

Un elfo e un nano, ovviamente.

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Capitolo 4
*** 3.Preferiscono essere chiamati “diversamente alti” ***


Chi sono i più famosi abitatori di caverne con un altezza equiparabile a quella di un comodino? Esatto, i Nani! Quegli esseri dagli attributi facciali indistinguibili sotto la spessa barba, tarchiati, amanti dell'oro, della birra e delle barzellette. Nella miriade di creature basse e orribili che popolano il mondo fantasy – la maggior parte malvagie, perché si sa che altezza è uguale a mezza bellezza, - i nani sono un faro di speranza e buoni sentimenti. Non solo sono creature che un aspirante eroe come te non può fare a meno di incontrare: se sei furbo – e ascolti il mio consiglio – dovresti assolutamente averne uno nel tuo gruppo.

Non per la loro efficacia in battaglia – sono famosi per la temibile “testata” nelle parti basse, una tecnica di combattimento che ha vinto molte guerre – non perché potranno esserti guida nelle miniere, non per il tuo segreto, e inconfessabile, debole per gli uomini bassi e barbuti: ma perché un nano è un talento comico nato – e se non lo è, è un perfetto bersaglio di scherno.

A differenza dei pomposi elfi, infatti, i nani sono persone alla mano, anche un po' volgari magari, quello che ci vuole per tenere in alto l'entusiasmo nei lunghi periodi di noia durante il tuo viaggio; quei momenti passati attorno al fuoco a non fare nulla, visto che il narratore si preoccuperà solo di parlare delle parti interessanti della storia. In quei momenti puoi svagarti con simpatici atti di bullismo, come incolpare il nano aver sganciato una pestilenziale puzzetta provocando l'ilarità del resto del gruppo. Tranquillo: non si offenderà. Millenni di insulti elfici hanno reso i nani geneticamente predisposti ad essere continuamente presi in giro, per cui non c'è alcun pericolo che ti spacchino la testa con un'ascia. Non mi credi? Ci sono scene in cui nani vengono lanciati oltre crepacci, scene in cui poveri nani ansanti con le gambe corte cercano di seguire la corsa di uomini ed elfi, nani che vengono tirati per la barba, nani grassi che rotolano in barili …

Che cosa altro si può dire rispetto a questi piccoli simpaticoni?
 

Ai nani piace la birra. Questa verità universale è valida in qualsiasi contesto fantasy vi ritroviate, anche se la birra magari non è stata inventata, ci saranno sempre dei nani che la sognano di notte e si alzano con i postumi da sbornia nanica. Un po' come succede con i cammelli che si riforniscono d'acqua alle oasi prima di lunghe traversate nel deserto, i nani hanno bisogno di ubriacarsi pesantemente nelle grandi città, nei paesini, nei villaggi, nelle distillerie abusive, nei circoli di bocce, nei centri di riposo per anziani, negli ospedali, ovviamente nelle miniere e in generale in tutti i posti che hanno una locanda o una riserva di alcol (a volte anche prima di affrontare il boss finale, tre o quattro boccali di birra a doppio malto possono andar bene).

La barba nanica, tra le sue numerose proprietà, ha anche la capacità straordinaria di trattenere nei peli la quantità di birra che fuoriesce dalla bocca del nano quando si scola il boccale tutto d'un fiato. In questo modo nei periodi di estrema sobrietà (in cui quindi il nano rischia gravi danni alla salute, o addirittura potrebbe anche iniziare a comportarsi in maniera seria e dignitosa), a qualunque nano basta ciucciare vigorosamente la propria barba per assaporare le gioie di una birra saporita e fermentata, tornando così automaticamente brillo.

Ai nani piacciono le miniere. Più o meno è anche possibile dire che sono proprio i nani i principali artefici di miniere; la loro predilezione verso i buchi nel terreno è tanta dal rasentare l'ossessione. Si potrebbe pensare che la statura dei nani può tornare comoda nei tunnel, bassi, di una tipica miniera, ma no: ai nani piace pensare in grande. Qualcosa molto simile a un senso di dignità deve essere sopravvissuto nei nani dopo secoli di rompimenti di balle elfici, per cui sentono il bisogno di costruire tunnel alti e larghi e sale grandissime e imponenti.

La reazione delle altre razze quando visitano una miniera nanica, quindi, sarà inevitabilmente quella di ammirazione e stupore, con commenti che variano da “Uoooooh” a “Guarda là che roba,” fino a “Ma c'era davvero bisogno di scolpire delle sedie sul soffitto?”. Un nano che entra in una miniera nanica si sentirà pieno di amore per la patria e per la propria razza, ma il suo commento molto probabilmente sarà: “Dov'é che tenete la birra?”.

Altri elementi cruciali delle architetture naniche, oltre ai saloni immensi, sono ponti sospesi nel vuoto, abissi, colonne enormi, scale interminabili, corridoi labirintici e tutto ciò che per essere costruito/scavato/intagliato richieda il rischio di morte di un numero indefinito di nani operai.

La passione per le miniere è tanta, comunque, che spesso e volentieri i nani iniziano a scavare anche in quelle montagne dove non ci sono filoni di minerali preziosi. Un antico detto dice anzi che il nano scava meglio se non trova l'oro – perché spronato a scavare più in profondità, o forse perché crede che si imbatterà presto in un giacimento sotterraneo di birra.

In compenso però bisogna dire che le città/miniere naniche, pur avendo grossi problemi di ventilazione, son pur sempre meglio delle instabili case sugli alberi degli elfi.

 

Ai nani piacciono i martelli. O le asce. Non come le miniere o la birra, certo, ma comunque una buona percentuale di nani avrà questo genere di arma. Così come agli umani è assegnata la spada e agli elfi l'arco, il nano del gruppo sarà probabilmente equipaggiato di martellone spacca ossa. Non ha importanza se le dimensioni e il peso di un aggeggio simile lo renderebbero inutilizzabile: comeormai dovresti sapere la gravità ha effetti strani nei fantasy e comunque i nani, robusti come sono, possono permetterselo.
 

Ai nani piace la birra (davvero tanto) Avevamo già parlato di questo, ma è importante sottolineare l'argomento ancora una volta. La stessa lingua nanica, così come i loro nomi, deriva dal fatto che i nani non solo ruttano frequentemente, ma hanno anche la galante abitudine di continuare a parlare mentre stanno ruttando. Capite quindi che è molto più facile pronunciare dei suoni gutturali in questi momento magici piuttosto che complicati nomi lunghissimi; per questo in genere un nano non chiamerà mai suoi figlio “Cincirallerollà” ma preferirà un suono più corto e basso, come “Gloin” o “Gurp” o “Gorm”. I più esperti e valorosi tra i nani sono in grado di recitare la loro intera genealogia a suon di rutti, uno degli esempi più famosi in questo campo è Glòin figlio di Drun figlio di Gurp figlio di Grom figlio di Strup figlio di Burp detto il Magnifico.

 

Ai nani piace l'oro. E le ricchezze in generale. Sia perché i metalli preziosi hanno quel luccichio che incanta, sia perché sono oggetti molto utili per comprare altra birra: ogni nano è più o meno attratto da questo genere di cose. Di fronte a una pila di monete, un nano si sentirà quasi obbligato a tuffarcisi in mezzo stile Paperon de Paperoni, provocandosi numerose escoriazioni su tutto il corpo per l'impatto. Esiste inoltre un'antica disputa tra draghi e nani per le questione riguardanti i tesori: i nani accusano i draghi di essere avidi, i draghi accusano i nani di essere avidi e di puzzare. Scegli attentamente da che parte schierarti in questo caso, seguendo il principio generale del chi è cattivo ha torto. Se non ti è chiaro il concetto, considera questo: i draghi nel tuo universo sono generalmente malvagi o sono buoni (e quindi li puoi cavalcare)? Nel secondo caso puoi tranquillamente dire addio ai pony e diventare un cavaliere di drago. Il tuo nano da compagnia rimarrà solo un po' deluso, ma gli passerà.

 

Ai nani piacciono solo le nane Nonostante si dicano un sacco di cose rispetto alla loro scarsa altezza – alcuni sostengono che questa debba per forza significare che i nani hanno altre parti del corpo più lunghe del normale – i nani raramente si mescolano con le altre razze. Principalmente perché le altre razze umanoidi, se si escludono le scimmie, tendono a essere meno pelose dei nani stessi. Non è chiaro se le donne naniche abbiano la barba – non è chiaro nemmeno se esistano, donne naniche, a volte – o siano solo delle signore un po' tracagnotte e piazzate con l'ossatura pesante. La maggior parte degli autori preferisce non parlare di questo argomento. Comunque, forse per la mancanza di peli facciali, per l'eccessiva altezza, o per la maggiore somiglianza con gli elfi, i nani non si accoppiano mai con gli umani, ad esempio. Anche perché una simile coppia rischierebbe di suscitare lo schifo nel lettore (umano) che non vuole pensare la protagonista o il protagonista preferito nele mani di un basso e cicciotto ubriacone (non è mica un elfo!). Inoltre, pensate un po' come dovrebbe essere un mezzo-nano!

 

Ai nani piace, ma davvero tanto, la birra. Non credo di dover spiegare ancora il motivo, ci tenevo solo a sottolineare di nuovo il concetto.

Detto questo ci sono anche alcune cose generale da non fare:

  1. Mai e poi mai dovrete rivolgervi al Re dei Nani come “Vostra Altezza” : dieci monete d'oro se indovinate il motivo. Vanno bene invece appellativi come “Vostra pesantezza” “Sua nanità” “Vostra bassezza”.

  2. Non mischiate nani e cavalli. Abbiate un po' di commiserazione per queste povere bestie – e mi riferisco sia ai nani che ai cavalli.

  3. So che potrebbe sembrare un'ideona, ma se durante un assedio rimanete a corto di proiettili per catapulta, NON usate i vostri nani come proiettili. Non perché tendono a morire se vengono lanciati in aria, ma perché tendenzialmente sono poco aerodinamici e mancano il bersaglio.

  4. Non togliete mai e poi mai a un nano la sua birra.

  5. Prendete un nano nel vostro gruppo, ma non di più. Fidatemi, non volete che la vostra compagnia diventi un'insieme di nani scalcianti e chiassosi che cantano canzoni sull'oro, sulle montagne e sulla birra, e rotolano in giro invece di combattere come dovrebbero.

Potete scegliere il vostro nano da compagnia come preferite. Possibilmente prendetene uno con un colore della barba che si intoni con la vostra armatura … e al prossimo capitolo.

n.d.A : Grazie a tutti quelli che stanno seguendo questa serie - non mi aspettavo che un esperimento partito per gioco potesse avere tanti sostenitori tra chi recensisce, chi aggiunge ai preferiti/alle seguite/alle storie da ricordare. Mi fa piacere sapere che quello che ho scritto vi è piaciuto, spero continuerà a divertirvi.

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Capitolo 5
*** 4. Omini verdi ovunque ***


Ora, una volta parlato di nani ed elfi, ci siamo liberati delle principali razze di rompipalle, pardon, intendevo dire “aiutanti”, che come eroe fantasy ti troverai ad incontrare. Non abbiamo parlato degli umani, è vero, ma sono così noiosi e privi di particolarità. Magari ti diranno che la caratteristica peculiare degli umani è che hanno una capacità di adattamento che li rende in grado di vivere in molte condizioni ambientali, ma è un eufemismo. In realtà significa che gli umani sono dei fastidiosi, stupidi piagnoni, e si riproducono come conigli.

Ehm, sorvolavo sul fatto che probabilmente tu, in quanto protagonista, sei un essere umano. Vabbé. Non prenderla sul personale. Un motivo in più per cui non dovremmo parlare della tua stessa razza. Nel caso dovessi rifarti un'idea su come sono gli umani, comunque, puoi sempre farti un giro alla più vicina taverna.

 

Nani ed elfi sono i più tipici bbbbuoni, nel senso che raramente li troverai di fronte come avversari. Un caso un po' diverso è quello degli omini verdi. Sono alti, sono bassi, sono magri, sono grassi, sono muscolosi, hanno il naso lungo, gli occhietti porcini, sono pelosi, sono nudi come vermi … gli omini verdi si presentano in molte forme e dimensioni. A volte sono gli orchi, a volte gli orchetti (A proposito, perché gli orchetti dovrebbero essere una razza a parte rispetto agli orchi? Che vuol dire “orchetti”? Orchi più piccoli? Orchi più carini e con la passione del cucito? Ma derivano forse dagli orchi? Perché non esistono elfetti, umanetti e nanetti?.... ah, i nanetti esistono in effetti. Da giardino.), a volte goblin, a volte gnomi, a volte ingegneri, a volte coboldi o, nella versione più truzza, kobboldi.

Tu, ingenuo eroe poco istruito, mi dirai: “ma no! Quelle che hai elencato sono tutte razze diverse tra loro!”

Sbagliato.

Ancora una volta, ti dimentichi di mettere a frutto le lezioni di razzismo che tuo nonno cercava di insegnarti nelle sue storie attorno al fuoco, o nei suoi vaneggiamenti sullo stile “se ha un colore della pelle diverso dal tuo, non è un essere umano!”. Per quanto possa sembrare politicamente scorretto, il fantasy funziona esattamente così. Quindi non è importante se nel tuo universo esistono nello stesso momento grossi nerboruti orchi muscolosi e piccoli gnometti rachitici tuttofare. Non importa se sembrano diversi: tutti loro sono omini verdi. Che poi, non è nemmeno importante che siano o meno verdi, l'importante è che non siano umani, elfi o nani: sono altro.

 

“Ma, nelle mie avventure, gli orchi tentano sovente di violentarmi, mentre il mio amicone lo gnomo mi rifornisce spesso di utili gadget … sono confuso.”

 

È vero, il comportamento degli omini verdi può variare. Ma non temere: anche in questo caso, il pregiudizio è il tuo migliore amico. Come si comportano in genere? Gli orchi sono i servitori del Grande Cattivo? Bhé, allora probabilmente sono tutti malvagi. Se vuoi puoi provare discutere con loro e anche essere amichevole … se per discutere tiri fuori la spada, e se per farteli amici li infilzi. Gli gnometti, per quanto strani, piccoli e nevrotici, sono buoni costruttori di armi di distruzione di massa? Bhè, puoi presumere che un esponente qualunque della loro razza sarà ben felice di sgobbare per te notte e giorno fino a costruirti un simpatico, quanto utile, carro munito di gabinetto con servizio di carta igienica magica a cinque veli.

 

Ascolta e impara bene: gli autori raramente si sbattono a creare popolazioni dettagliate. È molto più facile descrivere una popolazione di comportamenti stereotipati che descrivere correnti, motivazioni, linee di pensiero di una razza che magari conta migliaia di elementi. Il principio base è che tutta l'erba, effettivamente, è un fascio.

 

Ti potrebbe capitare di avere uno di loro nel tuo gruppo: forse è un rinnegato della sua razza, forse gli hai salvato la vita e vuole sdebitarsi, forse è il patetico tentativo dell'autore di rendere le cose più interessanti. Come succede con i nani, spesso gli omini verdi fanno un po' da componente comica della squadra: basti pensare alla divertente cleptomania degli halfling (“No, non l'ho rubato … ho visto che era lì e nessuno lo voleva”) o alla golosità degli hobbit (“Si capisco che siamo nel mezzo di un assedio, ma la seconda colazione non si fa?”).

Ti sconsiglio però di prenderti gioco di alcune determinate specie di omini verdi: quelli che insomma sono più alti, più grossi e più muscolosi di te. Potrebbero prendersela a male e sopratutto potrebbero prendere te a legnate. L'unica cosa che puoi fare in questi casi è un'antica magia, che ti spiegherò a breve.

Il nome del sortilegio è “Controllo se è scemo”. Avrai bisogno di un bastone, una pietra o un qualsiasi oggetto che può essere facilmente lanciato (non il nano. Non provare a sollevarlo, rischi una tripla ernia col rimbalzo). Una volta che ti sei procurato qualcosa da tirare, sei pronto ad iniziare.

Per effettuare la magia, avvicinati all'omino verde su cui la vuoi usare. A quel punto, guardandolo dritto nei suoi occhi scuri e profondi, con la voce più autoritaria che riesci a produrre, lancia lontano l'oggetto che hai scelto ed esclama: “BOBBY, PRENDI!”

 

A questo punto la magia entrerà in atto, rivelando la vera natura dell'orco nel tuo gruppo. Se ti guarderà straniato, grugnirà, e ti chiederà se il caldo ti ha dato alla testa, hai di fronte a te un individuo con cui è meglio non scherzare, perché potrebbe essere suscettibile. Se invece il tuo bersaglio si gira e inizia gioiosamente a correre per afferrare al volo l'oggetto per riportartelo ben stretto tra le sue fauci, avrai davanti un perfetto cretino.

Nel secondo caso potrai permetterti di fare tutti gli scherzi che ti vengono in mente – come quella volta che hai disegnato i baffi sul volto dell'elfo, mentre dormiva. L'incantesimo “Controllo se è scemo” ti ha rivelato, infatti, che l'omino verde in questione è totalmente incapace di capire che ti stai prendendo gioco di lui.

Un'altra cosa comune nel fantasy è il principio per il quale maggiore massa muscolare può corrispondere in genere a un minore cervello, sebbene non sia sempre vero. Nella vita reale saresti costretto a scegliere se spendere il tuo tempo leggendo libri per incrementare il tuo sapere o passare i pomeriggi in palestra a tentare di rimorchiare. Noterai che nel mondo magico in cui vivi questa faticaccia inutile è spesso superata: le persone – le intere razze – nascono o forti o intelligenti.

 

Detto questo, divertiti a scoprire tutte le varietà di omini verdi che infestan... popolano il tuo mondo! E se uno di loro si unisce al tuo gruppo di spedizione, ricordati di comprargli i croccantini solo da rivenditori autorizzati. Non vuoi che stia male, no?

Al prossimo capitolo, avventuriero.

n.d.A : Grazie di nuovo a chiunque abbia voglia di leggere questi deliri. Mi scuso del ritardo e del capitolo stringato, ma sto avendo altri impegni. Spero di riuscire a strapparvi un sorriso anche così.

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Capitolo 6
*** 5. Sono grossi, stronzi, con le ali, e non sono i tacchini di tua nonna. ***


Già dal titolo di questo capitolo avrai tirato un sospiro di sollievo, caro avventuriero, visto che NO, non parleremo di quelle orribili creature immonde che infestano l'orto della cara vecchietta. Per fortuna. Spero non dovrai mai trovare uno dei tacchini della nonna sulla tua strada, lo spero con tutto il cuore.

Ehm, dicevamo. Il tema di oggi sono i drughi. Cioè, i draghi. Comuni come le zecche sui vostri capelli prima che scopriste i poteri magici dell'acqua insaponata, queste creaturine squamate sono così comuni che a volte non si riesce a vedere il sole per quanti ce ne sono in cielo. Sul serio. Non capisco nemmeno come facciano a volare in quel modo, onestamente.

Per la loro estrema comodità – ti portano nei posti, sorvegliano gli antichi tesori, ti scaldano la cena, ti scaldano i nemici, ti alitano addosso mostrando quei bei dentini, dalla loro pelle si ricavano borsette chic, le loro ossa ti rendono più figo e la coda serve a curare la disfunzione erettile – i draghi sono anche chiamati i maiali del cielo, perché si, non si butta via proprio nulla.

So cosa stai pensando: vuoi farti un'armatura con le corna di drago. Ma prima di partire per l'allegro massacro lascia che ti dia qualche consiglio a proposito. Innanzitutto è il caso di capire che tipo di drago ti troverai davanti. Si, perché non solo sono tantissimi, ma hanno anche un carattere. Talvolta addirittura una personalità. Il che implica che alcuni draghi potrebbero essere diversi dagli altri. Che fatica, vero? Qualcuno, diciamo un po' chiunque di quelle razze minori che troverai nel tuo cammino, potrebbe anche offendersi nel vedere che lo Scrittore si è preoccupato più di caratterizzare due stronzetti volanti piuttosto che i suoi simili. Bah.

Dicevo: per inspiegabili ragioni i draghi sono diversi l'uno dall'altro. Ovviamente la preoccupazione principale qui è sempre capire se puoi usarli a tuo favore o meno. Il metodo “sventrali e guarda di che colore è la loro anima” non funziona molto bene in questo caso, visto che in genere il risultato restituito è il colore rosso a fiumi. Puoi capire però la personalità di un drago facendogli poche semplici domande. Iniziamo subito col dire che se il drago alla domanda “come ti chiami” ti rutta in faccia, o ti trovi davanti a un esemplare selvatico e ben poco raffinato oppure si tratta di un nano, trasformato in rettile da un maleficio, che si è appena scolato la riserva di birra d'annata del re NonMoltAlt. In entrambi i casi, è una creatura che farà una vita migliore come pelle del tuo cinturone che come lucertola volante, quindi è il caso di tirare fuori la tua arma preferita. Visto il soggetto, consiglio un bazooka.

Se il drago in questione ti risponde dicendoti il suo nome, sei già sulla buona strada per montargli in groppa. Queste bestioline sono incredibilmente altezzose, forse perché qualcuno ha messo troppi like sulla loro pagina facebook. La prossima domanda – fondamentale – che devi fare deve avere a che fare con il senso della vita, del tipo “Per quale motivo pensi che ci siamo incontrati?” “Se faccio il male male, vuol dire che sto facendo del bene?” “Ma da dove veniamo? Dove andiamo? Quando ci fermiamo per andare in bagno?” e anche “Ho trovato una lente a contatto larga un metro, è mica tua?”

Stuzzicato il suo interesse, il drago ti risponderà di certo. Ora devi farti furbo – lo so che non sei particolarmente bravo in questo, ma sforzati – e ascoltare quello che dice. Se nel suo discorso ci sono anche solo accenni alle parole “profezia” “prescelto” “fato” “destino” “grandi imprese” e “saggio” hai di fronte un esemplare di drago stile-vecchio-maestro, che ha nella sua testolina rettile tanti segreti, progetti, e piani grandiosi per te. Per quanto all'inizio possa sembrare riluttante e orgoglioso, si lascerà anche montare, dandoti un divertente passatempo alternativo alle lunghe, tediose passeggiate con quegli sfigati che hai incontrato finora durante l'avventura.

Se invece ti risponderà con cose tipo “tesoro” “avido” “montagna” “fuoco” o “cena”, hai di fronte un esemplare di Stronzus Scagliosus, un'infida bestiaccia avida di oro e buoni pasto della Coop. Un altro segno distintivo è la voce suadente, con cui cercherà di fare qualche battuta furbacchiona – strappando un sospiro carico di suspence ai membri più impressionabili del gruppo – prima di vomitarti addosso l'inferno. In questo caso rabboccati le maniche e preparati alle mazzate, consapevole che se non ucciderai questo drago probabilmente unirà le forze col Grande Cattivo.

 

Un altro modo di distinguere i rettili è guardando il colore delle loro scaglie – ho detto scaglie, vedete? Non pelle. Basta dire che sono razzista!

Per qualche motivo che farebbe strappare la barba a Darwin, l'evoluzione di queste bestioline ha fatto in modo che il colore cromato della loro carrozzeria rispecchi sempre un lato del loro carattere.

Quindi, giocoforza, i draghi neri saranno quelli più metallari, i rossi quelli più incazzosi, e i bianchi quelli che sputano ghiaccio. Degni di nota sono anche i blu, contraddistinti dall'anticonformismo (si oppongono infatti al banale rosso), i verdi (neutrali alla contesa blu-rosso), i marroni (umili e poco strafottenti, perché sfottuti pesantemente dagli altri draghi).

All'appello mancano a questo punto solo i draghi dai colori più rari, come bronzo, argento, oro e platino. Questi o sono incredibili paladini del bene da incontrare il prima possibile o impiegati di banca. Per ultimi i draghi arcobaleno che sputano bolle di sapone, perfetti per organizzare un gay pride in ogni villaggio che incontrerai e riempire di schiuma i passanti.

Una volta trovato un drago da montare, comunque, la tua avventura dovrebbe andare per il verso giusto. Ricordati solo che la ruota di scorta è posizionata in una comoda posizione posteriore, per trovarla devi sollevare la coda del tuo drago e cercare bene. Se mentre voli dovessi vedere del fumo nero uscire dalle nadici del tuo aerorettile è probabilmente un guasto al motore, che può essere riparato alla prima dragofficina.

Vola con prudenza!

 

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