Could you write a song for your own desires?

di corpiew
(/viewuser.php?uid=636183)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sleepwalker ***
Capitolo 2: *** Where The Story Ends ***



Capitolo 1
*** Sleepwalker ***


Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Higuchi Tachibana; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 



This is the bottom line—
sleepwalker.


 
It took me back to the end of everything
I taste it all the tears again

Era quello che mi ripetevo ogni giorno: non c'era posto per me.
Anche quando pensavo di essere l'unico a farti ridere, a starti accanto e metterti al mio stesso livello, capivo che ero io quello che non arrivava al tuo. Non c'era mai neanche una cosa che andasse bene in me, ma neanche una che andasse male. La cosa peggiore dell'essere odiati, è il ricevere indifferenza. E se avessi potuto farne una scatola da seppellire e riesumare quando fossi diventato grande, avrei versato tante lacrime quanto quelle che versavo allora.
Non riuscivo a ricordare un solo momento in cui i miei sforzi potessero dirsi ripagati, come tu non riuscivi a capire quanto male mi facesse il tuo sguardo, nonostante io non lo incrociassi mai sul serio.

 
I can't turn this around
I keep running into walls that I can't break down
I said I just wander around
With my eyes wide shut because of you

Io ero il migliore amico, quello che ti consolava, che accettava di essere svegliato in piena notte, che si rendeva ridicolo pur di tirarti su il morale. Il migliore amico è sempre niente di che, e non è mai meritevole di attenzioni.
«Vorrei innamorarmi sul serio» dicevi, ed era l'unica cosa su cui non mi chiedevi cosa ne pensassi.
Non importava, in realtà: ti avrei sempre risposto con la stessa, unica frase. «Sono troppo stupido per provare qualcosa di simile.»
Ciò che c'era fra di noi non era nulla di matematico, né tanto meno logico; era strano e contorto, un rapporto che era la somma di molti altri. Non avevo mai la possibilità di capire quando era - se era - il giusto momento per dirti ciò che in ogni caso non ti avrei mai fatto capire.
Non sono mai riuscito a comprendere il motivo del mio silenzio, nonostante dovessi essere la persona che mi conosceva meglio. Semplicemente sapevo quale sarebbe stata la tua risposta, ma sapevo anche che c'era una parte di me che non avrebbe mai voluto sostituire quel rapporto unico con uno che potevano avere tutti. Desideravo essere voluto da te in un modo diverso da tutti gli altri.

 
I walk around and I feel so lost and lonely
You're everything that I want, but you don't want me

«Se mai uccidessi una persona e dovessi occultare il cadavere, chiama me.»
Seduti sul divano, la tua testa, dapprima appoggiata sulla mia spalla, si alza e il tuo sguardo fa trasparire tutta la tua confusione, facendoti smettere di masticare i pop-corn per un attimo, fino a quando non trovi da sola la risposta al tuo quesito interiore come sempre. «Grey's Anatomy?»
«Grey's Anatomy» dico quasi in un sospiro per trattenere le risa che premono per uscire.
È tutto così perfetto da illudermi. Illudermi che tu possa dire quella frase che aspetto da tempo nel bel mezzo di una scena romantica del film che stiamo vedendo, ma mi accorgo che è d'azione, come mi accorgo di non essere stato completamente attento fin dall'inizio. Illudermi che potrebbero capitare così tanti cliché, ma ripesco nei miei ricordi un bacio sbagliato e capisco che quello era solo un sogno ad occhi aperti che non avrebbe mai lasciato la mia mente.

 
I'm a sleepwalker walker walker
Let me out of this dream

Come un sonnambulo. Troppo preso dalle mie fantasie, non riesco a svegliarmi e rimango attaccato al mio mondo, mentre vengo trascinato nella realtà. Sono certo di questo; continuo a ripetermi che è solo un sogno, ma non riesco a ricordare quante volte si sia presentato, come non so dire quante volte io mi sia sentito completamente indifeso difronte a ciò che mi riserva. «Sei così difficile da capire che a volte dubito di conoscerti sul serio.» È ciò che mi dico. Non mi fido delle mie stesse percezioni.
«Se mai uccidessi qualcuno, saresti la sola persona che chiamerei, sai.» Riprendo a parlare come se fosse passato solo qualche minuto, anche se il film è finito da tempo e la tua testa, ancora sulla mia spalla, non si alza più. «Ma sono sicuro che ti chiamerei perché vorrei che tu chiamassi la polizia al posto mio. Perché non riuscirei mai a farlo da solo.»
Sento qualcosa muoversi e sono sicuro che sia un muscolo molto vicino alle tue labbra, sono così abituato a quella posizione da riuscire a capire quando sorridi contro la stoffa della mia maglietta. «Avresti paura?»
Emetto un suono; non capisco neanche io se sia un sogghigno o un gemito di dolore.
Avevo sempre provato paura, era sempre stata lì con me, la mia seconda migliore amica. O forse dovrei dire la prima. C'era anche quando non avevo niente e nessuno di cui averne.
«Sono troppo stupido per provare qualcosa di simile.»


 


A/N:
Ehi, folks!
Ancora io, niente da fare. E torno con una raccolta. Sì, so di avere una long, ma sinceramente non so esattamente quando tornerò a scriverla - il mio cervello è una tabula rasa su quell'argomento - e voglio mantenermi attiva o addio, oltre al fatto che una raccolta è differente da una long perché aggiorno quando mi pare e se ho un minimo di ispirazione, quindi sopportatemi.
Passando alla shot, non c'è molto da spiegare. Credo sia il mio secondo tentativo in prima persona e non ci sono molto abituata, non scrivo in prima persona praticamente dai temi delle elementari oltre a qualche prova random nelle mie vecchissime fic.
E COOOS'È? Una KoMire! Ovvio. Mi sono innamorata di questa canzone, sleepwalker - che a proposito ho linkato sotto al titolo se non avete notato, quindi sentitela -, e l'ho trovata estremamente adatta a loro, anche se mi è venuta fuori una cosa un po'... inquietante. Non so dire perché, ma rileggendola in alcuni punti lo è, soprattutto nel finale, ma mi piaceva quindi beccatevela così. [Doveva essere ambientata in un manicomio o qualcosa di simile all'inizio, ritenetevi fortunati.]
Credo che le note finiranno qui~
Come sempre mi farebbe felice leggere le vostre opinioni, quindi lasciate una recensione se potete.
Au revoir~

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Where The Story Ends ***


Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Higuchi Tachibana; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 



This is the bottom line—
where the story ends.


 
Try not to lose my head
But I’ve never been this scared before

 
"Ho paura di perderti."
Parole meccaniche ed a tratti fredde, oppresse da uno schermo senza emozioni. Le mie dita scivolavano sulla tastiera senza neanche aver bisogno di guardarla: ci ero già abituato, ed ero ancora più abituato a scrivere quella frase, al punto da poter giurare che le lettere che la  formavano si fossero consumate con il tempo.
Mi concentravo sullo spazio bianco che divideva i nostri messaggi; uno spazio così piccolo in confronto alla realtà, mi confortava e spaventava ancora di più allo stesso tempo.
Presto il rumore dei tasti mi entrò nella testa, mi fermai ed incrociai le braccia sulle mie ginocchia dopo averle portate al petto, mentre il collo cominciava a cedere. «Ti ho delusa?» sussurrai, ma non mi aspettavo una risposta, perché sapevo che non sarebbe mai arrivata. Non c'erano orecchie a sentire i miei lamenti.
Guardai l'ora ed il suo ultimo messaggio, subito sopra al mio; mi persi nei ricordi e lasciai che quelli mi inghiottissero, scoprendoli molto più accoglienti di quanto mi aspettassi. Ricordavo il mio lavoro, come ricordavo la mia difficoltà nello stare al pubblico e la maggior parte degli occhi che avevo potuto incrociare, mentre tutti gli altri, subito dopo i suoi, avevano cominciato a perdere consistenza nella mia mente. Quanto tempo era passato, esattamente? Era l'unica cosa che non riuscivo mai ad elaborare completamente, so solo che successe in fretta – ed io mi legavo in fretta a chiunque riuscisse ad avere una propria mente, diversamente da me. Ero il tipo che si creava molteplici personalità, una patina accattivante che copriva il logoro. «Non tutto ciò che è bello è interessante», fu tutto ciò che mi disse, dopo averle aperto una finestra sulla mia vita.

 
Trying not to lose your own,
boxing up everything,
you've got all you ever knew of home
 
Avevo visto tante persone girare le spalle ed andarsene, ma che potessi finire per rincontrarle o meno non mi faceva quasi mai differenza. I miei legami con gli altri non superavano mai d’importanza quelli che si formano tipicamente in estate: sai che prima o poi vi dividerete, è inevitabile, e cerchi di goderti il tempo insieme pur mantenendo una certa distanza. L’unica cosa che cambiava era il fatto che io non ne avessi motivo. Avevo paura di dipendere da qualcuno ed allo stesso tempo lo volevo con tutte le mie forze, per salvarmi.
Ricordavo i pacchi aperti nelle stanze vuote, i nomi scritti su tutti e quattro i lati, con dei pennarelli di colori diversi fra loro, in una grafia quasi infantile e frettolosa. Mi chiedevo se non le importasse o se fosse così triste da cercare di non far sembrare il tutto ancora più insopportabile. C’erano ancora dei lievi aloni sulle pareti nei punti in cui erano appesi i quadri, ed anche il solo vedere i segni di stucco, lì dove erano i chiodi, mi aveva fatto capire che difficilmente sarebbe tornata. Studiavo il suo volto come se potesse darmi un’ulteriore conferma di questo ma trovavo sempre il solito sorriso, mentre dentro di me giuravo di poter vedere dei segni rossi sulle sue guance, le stesse che mi ritrovai a baciare per l’ultima volta prima di fuggire finalmente da quella casa, prima che potesse diventare così vuota da imprimersi della sua voce.

 
All we know is distance
We’re close and then we run
 
Non avevo mai saputo esattamente cosa l’avesse spinta a contattarmi, voleva parlarmi ed era tutto ciò di cui potevo essere a conoscenza. L’unica cosa che le era rimasto di me era il mio indirizzo, ed io non avevo mai avuto il coraggio di chiederle quello nuovo – neanche dove andava – perché avevo troppa paura di essere consapevole della distanza, troppa paura di esserne sopraffatto.
Ricordavo di amare particolarmente l’odore della sua carta da lettere, nonostante fosse così candida da non sembrare appartenerle; assaporavo ogni parola scritta con quell’inchiostro nero, in contrasto con lo sfondo, così tanto da creare delle immagini residue nei miei occhi. A parole non riuscivo mai ad esprimermi completamente come quando scrivevo, e notai che avevamo lo stesso difetto, mentre mi tornavano alla mente le tante occasioni in cui si perdeva nel suo stesso discorso, rovinando i momenti intimi che lei stessa aveva creato.
Quella sola lettera mi aveva investito in pieno, e non sapevo neanche dire se facesse male. Fra una lettera e l’altra passava del tempo e non ci chiedevamo mai reciprocamente come stessimo, perché riuscivamo a capirlo anche solo semplicemente dalla cura che mettevamo nello scriverle. Era ironico quanto potessimo esserci avvicinati grazie alla lontananza più che al contatto fisico: la stavo conoscendo meglio, stavamo scavando nel profondo delle nostre vite e sensazioni senza chiederci il permesso, mi stavo avvicinando a lei più di quanto avessi fatto con chiunque altro fosse riuscito a guardarmi negli occhi; ma sapevo che saremmo scappati da tutto quello, inevitabilmente.

 
But this is how the story ends
Or have we just begun?
 
Era solo l’inizio di tante cose, così tante che la mia mente le sovrapponeva, non sapendo in che ordine metterle. L’ultima lettera era l’unica cosa che non avrei mai cestinato: un limite oltrepassato, una nuova linea di partenza nata dalla fine, e la mia lettera di risposta era stata la più veloce fra tutte quelle che avevo mandato.
Mi chiedevo se anche la nostra era diventata una di quelle storie che la maggior parte delle persone credeva impossibili.
Ricordavo le mie dita impacciate che sbagliavano quasi ogni lettera, le migliaia di volte in cui avevo premuto backspace per cancellare i miei sbagli e le altrettante volte in cui avevo desiderato che quel tasto ci fosse anche nella vita reale. Esattamente come in quel momento.
Guardai nuovamente l’ora, per poi tornare con lo sguardo sull’ultimo messaggio della nostra conversazione, che rimaneva il mio, e sapevo che l’aveva letto. L’aveva letto così tante volte da farsi bruciare gli occhi e sembrarle inverosimile. Una speranza che rimaneva isolata nella mia mente, mentre la voglia di smentire cercava di prendere possesso del mio corpo, ma le mie braccia indolenzite rimanevano incrociate sulle ginocchia. Aspettavo il momento in cui mi avrebbero abbandonato, fino a non sentire più nulla, per rifugiare il mio viso nella stoffa calda della mia maglietta e piangere, dopo tutto quel tempo speso a fissare lo schermo, che ormai si era spento da solo.
Avevo voglia di capirmi, ma ancora di più avevo voglia di separarmi da tutto e ricominciare da zero senza farmi perseguitare dal passato, ma io rimanevo fermo dov’ero, con le mie radici, mentre gli altri cercavano di rimanere ben saldi alla mia mano.
E alla fine ero sempre io a mollare la presa.
 


«C’è qualcosa che desideri, Yuu?»

«Puoi andare avanti senza di me?»



 


A/N:
Heya! Finalmente la seconda shot dopo 20 giorni, yay xD
Come avrete capito è una YuuNoko. Cioè come faccio a non amarli?? Mi fanno tirare fuori queste cose così dannatamente tristi. Non so se avete notato ma secondo me Yuu è un personaggio piuttosto coraggioso nelle sue paure, credo che lui si assuma molte responsabilità soltanto per aiutare il prossimo, ma alla fine lo schiacciano con il loro peso. Nonoko ce la vedo molto bene con lui, è un personaggio tranquillo ma pazzo per certi versi e saprebbe tirarlo fuori dal suo senso di inferiorità.
Ho scelto questa canzone per ovvi motivi, credo sia quella che potrebbe "raccontare" al meglio una storia simile ed è come la interpreto io (perché le canzoni dei The Fray si possono interpretare in mille modi ahahah), è inoltre una delle mie preferite, anche se amo tutte le loro canzoni. Vi consiglio di sentirla mentre leggete perché riesce a dare l'atmosfera che voglio abbia ~
Dietro questa shot c'è tutta un'altra storia e credo proprio che farò un prequel Yuu-centric a parte da questa raccolta, con quello potrete capire appieno la sua mentalità dietro le scelte che ha fatto qui.
LE YUUNOKO CHE SCRIVO FINISCONO SEMPRE MALE, lo so. Ma sono fatta così e forse questa shot potrebbe avere anche un sequel (oltre al prequel), anche non sono sicura, rimango sul forse.
Beh, spero vi sia piaciuta, come al solito lasciatemi una recensione così posso sapere cosa ne pensate.
Grazie per aver letto,
Ciaossu~

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2697525