Amnesia (MOMENTANEAMENTE SOSPESA)

di spongieluke
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

 
Stavo leggendo un libro sulla mia comoda poltrona quando sentii urlare. 
“Des ho i biglietti! Li abbiamo vinti!!”
Erin, la mia migliore amica... Solo lei urlava sempre senza pudore mettendomi in imbarazzo davanti alla gente. Solo lei correva come una pazza dietro dei ragazzi che suonano la chitarra barra batteria. Ed era solo lei che rimaneva sveglia fino le tre di notte quando io non riuscivo a dormire o quando ero triste per aver terminato un libro.
Cosa era successo? I biglietti di cosa?? Non mi aveva detto niente a riguardo.
Aspettai che riprendesse fiato e chiesi “di cosa stai parlando tesoro?” lei, dall’espressione offesa mi rispose “come non ti ricordi? … 5 seconds of summer, concerto, 3 luglio, Calum, Luke, Ashton… e Michael... non ti ricordi?? Ti prego Des dimmi che qualcosa hai in mente” mi disse facendo una faccia rassegnata. Se dovevo essere sincera, non sapevo proprio di cosa stesse parlando la pazza, però quella lista, quei 5 seconds… to mars? O come si chiamavano, mi sembrava di averli già sentiti nominare.
“Des mi deludi, e io che ti avevo lasciato Luke quando mi avevi detto che era carino.”
Forse ora ricordavo qualcosa, ma si, mi aveva tormentato per un mese intero perché andavano in tour e passavano anche qui, a Londra.
“Ah si, ora ricordo, quel biondino con il piercing al labbro no? Quando ci andrai tesoro?” le chiesi poco interessata, lei, al contrario mi rispose nervosa “in verità... dovresti chiedere quando ci andiamo perché io ho iscritto entrambe al concorso... e legalmente i due biglietti li hai vinti te...” incredula mi rassegnai, solo e solamente perché lei era la mia mi migliore amica e sapevo quanto amava quella band. Però le volevo dare una lezione, così la prossima volta avrebbe pensato due volte prima di iscrivermi a stupidi concorsi senza il mio consenso.
“Beh io sinceramente non so se potrò... sai, è estate e ho tanti progetti... quindi non lo so... e poi se andiamo per un mese e mezzo in America… io non so se posso permettermi tutte queste spese…” una persona normale ci sarebbe rimasta male, ma mi ero dimenticata che Lei era Erin, Erin Fitzgerald aveva sempre un piano B pronto da proporti.
“Forse dovrei dirti tutto Des” disse facendo gli occhi da cucciolo sperando di intenerirmi.
“Wow bellezza, vuoi fare un'altra confessione? Due in meno di un quarto d'ora? Dai, sputa sto rospo” le dissi fingendomi offesa.
“Allora... Il premio che abbiamo vinto, ovvero concerto più meet&greet, si terrà in America, a New York, nella città in cui trascorreremo la nostra estate.” 
La guardai di sbieco. Quella stronza aveva pensato a tutto. Ma durò solo per un momento, presto gettai la spugna. “Va bene, però a me non piacciono non dovresti dare la possibilità a qualcun altro?” non voglio fare l'egoista. Si, avevo detto che Luke era carino ma non avevo mai sentito le loro canzoni. Erin era testarda, non l’avrebbe mai capito. “Non fa niente Des, hai due settimane di tempo per imparare tutto su di loro, sarò io personalmente la tua coach.”
Spero stesse scherzando quella ragazza, non sono ancora pronta a due settimane di inferno.
“Non cercare di trovare scusanti, perché non ne hai.”
Posso piangere?? Qualcuno mi aiuti. 
 
 
 
 
 
 
READ ME PLEEEEAAAASEEEEEEEEEEEEE!!
Holaaaaa, sono Chenghi se v’interessa e ho quasi 18 anni :3
Ho letto parecchie ff in questi ultimi anni su EFP, non sono brava a scrivere ma ho un sacco di idee che mi frullano nella testa, quindi ho deciso di sfogarmi un po’.
Spero di non molestarvi gli occhi se ci sono errori di grammatica o di battitura.
Bye bye :*
 
Twitter: @spongieluke

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

Due settimane dopo
 

"She looks so perfect standing there in my American Apparel underwear..." dovevo ammettere che non erano niente male.
Riepilogo delle mie ultime due settimane: Erin mi svegliava alle 8 di mattina con Don't Stop, dovevo lavarmi i denti con Beside You e fare colazione con Didconnected, poi si faceva un ripasso generale di tutte le canzoni e a pranzo si cantava Out of my Limit, se si era in bagno si doveva cantare Try Hard (a fare la cacca). Il pomeriggio per mia fortuna era libero ma la sera, prima di dormire, al telefono si cantavano tutte le loro canzoni, a meno che lei non si addormentava prima, il che non accadeva spesso, ovvero mai.
In ogni caso, oggi partivamo con l'aereo delle 18, mia mamma diceva che c'era meno gente sull'aereo a quell'ora, chi le voleva credere le credeva, a me non importava troppo.
Erano le 15 e Erin stava per arrivare da me, nel frattempo decisi di guardare qualche foto del quartiere in cui andremo a vivere, aveva parecchie buone recensioni, quindi mi immaginavo qualcosa di molto accogliente. Avevo conversato con la proprietaria un paio di volte per metterci d'accordo riguardo la nostra permanenza a casa sua e mi era parsa una signora molto gentile e simpatica, sperai che tutti gli americani fossero come lei, o almeno la metà.
*diiiiiin*
Eccola qua la peste. Andai ad aprirle la porta. Qualcosa mi si fiondó addosso, o meglio, qualcuno, e comincio a urlarmi nell'orecchio come era suo solito fare.
"Deeeeees ci credi? Fra poche ore partiamo e saremo a New Yoooork e due giorni dopo vedrò i miei amooooriiiiiii!"
"Calmati tesoro, mi stai rompendo i timpani e non riuscirò più a respirare se continui così" le sussurrai a causa della mancanza di ossigeno nei miei polmoni, lei si alzò e si mise a ridere nervosa. "Scusami cucciola, non l'ho fatto apposta, sono solo felice per oggi."
Solo?? Immaginai come sarebbe stato il suo troppo felice, al solo pensiero rabbrividii e cacciai via quelle brutte immagini.
"Ragazzeee si parte!" urlò mia madre dalla cucina. "Si mamma noi siamo pronte, aspettiamo solo te... Anzi, ti aspettiamo in auto!" Io e Erin ci dirigemmo verso l'auto di mia madre e dopo dieci minuti ci raggiunse, Erin mise a palla i 5sos e la situazione cominciò a degenerare: c'era mia madre che cantava Don't Stop insieme alla mia migliore amica. Paura e Brividi. Avrei preferito stare in un manicomio. O forse no.
"Dee ci sentiamo quando arrivi nella nuova casa, fate attenzione, se uno sconosciuto vi si avvicina dovete fare finta di non vederlo, mi raccomando. E ultima cosa, divertitevi anche per me. Vi voglio bene." Mia mamma stava per piangere, anche lei avrebbe voluto venire con noi, ma abbiamo vietato adulti nel nostro viaggio, avevamo 18 anni ormai, un po' di privacy lo volevamo. "Ma certo mamma mi mancherai un sacco. Ci vediamo, ti voglio bene." 
Salutammo mia madre e facemmo check in, salimmo sull'aereo e da qui la nostra avventura avrebbe avuto inizio.
 
NEW YORK
Eravamo a New York ragazzi, non ci potevo ancora credere.
"Eriiin vado in bagno, se vedi la mia valigia prendila!" La lasciai sola e mi diressi verso il bagno più vicino. Ci impiegai circa 10 minuti per trovarlo, ma ce l'avevo fatta. Era praticamente dall'altra parte dell'aeroporto, dovrei scrivere una mail e consigliare di costruirne uno più vicino al ritiro bagagli. 
Guardai l'orologio, erano già passati 25 minuti da quando avevo lasciato Erin sola, dovevo muovermi, mi misi a correre ma manco cinque secondi che prensi in pieno qualcuno. "Ahia... Scusami, non ti ho visto, non l'ho fatto apposta ma la mia amica mi sta aspettando e..." Non finii la frase che questo sconosciuto mi mise una mano al fianco e mi baciò. 
No aspetta, cosa aveva fatto? Mi aveva BACIATA, uno sconosciuto. Santo cielo, è così che ti accolgono gli americani? Poi sentii il rumore dei flash delle macchine fotografiche. Cosa stava succedendo?
Mi staccai da lui e prima che gli potessi urlare qualcosa il ragazzo mi fece segno di stare zitta. Mi rassicurò sussurrandomi che mi avrebbe portato via e io mi fidai. Alla faccia di quello che mi aveva detto mia madre. Era strano ma questo ragazzo mi trasmetteva sicurezza. Inoltre era bello, alto, muscoloso e... non sembrava americano, forse asiatico, aveva tratti orientali... però il suo accento sembrava… australiano.
Immersa nei miei pensieri non mi accorsi che mi stava portando via, stavamo andando verso il ritiro bagagli. Aveva ancora la mano intorno a me, appena vidi che tirò un sospiro di sollievo gli tolsi la mano dal mio fianco e ero pronta ad esplodere, ma prima che potessi aprire bocca lui cominciò a fare il suo discorso in tono "dispiaciuto" "Scusami babe. Non volevo baciarti ma questo era l'unico modo per potermi liberare dai paparazzi. Visto che ora hanno uno scoop non mi infastidiranno più per qualche ora".
"Cosa? Tu mi hai baciato per... Io non ho parole. Odio le persone come voi che pensate di essere chi sa chi" esclamai senza pensare che c'erano delle persone dintorno. Lui al contrario era più sensibile e se ne accorse. Mi condusse in un angolo dell'ampia sala. "Tanto voi fan siete tutte uguali. Prima urlate come dei lupi mannari per poterci toccare e poi quando vi abbracciamo o -in questo caso- vi baciamo diventate delle iene". Ma come si permetteva questo lurido essere a descrivere così le fan? Io non sarò una fan accanita di nessuna, ma per esempio Erin... Come si permetteva? "Ma come cazzo osi descrivere le persone che ti supportano in questo modo? Sei solo un essere arrogante, os-" *don't stop doing what you're doing…*
Cazzo Erin mi stava chiamando. Dovevo andare prima che mi potesse fare una lunga ramanzina. "Vabbe ho da fare ciao snob, spero di non incontrarti mai più." Gli feci la linguaccia e corsi via.
"Des ma quanto ci hai messo?" Dopo aver raggiunto Erin mi beccai eccome la sua ramanzina, ma appena le dissi che uno stronzo mi aveva baciata solo per allontanare dei paparazzi mollò il comportamento da Madre severa e cominciò a strillare. "Com'era quel ragazzo? Alto? Bello? Oh mamma. Domani sarai su tutti i giornali, diventeremo ricche!" si mise letteralmente ad urlare e la gente ci guardava malissimo, ma ormai ero abituata. La calmai dicendole che era uno snob arrogante, un essere lurido che aveva chiamato le fan delle "iene". Si calmò come previsto, ma era ancora eccitata dall'idea che avevo incontrato una persona famosa e che "per sbaglio" mi aveva baciata.
Arrivammo davanti al nostro palazzo quasi a mezzanotte e quando aprimmo la porta del nostro appartamento mi spuntò un grandissimo sorriso involontario sulle labbra. La nostra casa era accogliente come me l'ero immaginata. Appena entrate nell'atrio vi era un attaccapanni, vicino vi era un tavolino per poggiare le chiavi o vari accessori, la cosa più bella era lo specchio di fronte al tavolino, era grande e io amavo gli specchi. Il pavimento era ricoperto da una moquette color panna e le pareti erano state dipinte di un rosa chiaro. Era un appartamento molto femminile. Il soggiorno era dotata di una bella tv a plasma fissata sulla parete di fronte alla finestra, quest'ultima offriva una vista a dir poco spettacolare, avevamo la fortuna di abitare al trentesimo piano e New York di notte era proprio identica alle foto sulle cartoline, o forse avrei dovuto dire il contrario. Avevamo tre camere da letto, due per noi e una avevamo deciso di tenerla per gli ospiti -se ce ne fossero stati-. La mia stanza era stata dipinta di celeste, un letto matrimoniale era situato in mezzo alla stanza, ai lati c'era un comodino di legno ridipinto in bianco. Di fronte al letto c'era un armadio specchio. La stanza era provvista di bagno, inoltre era dotata di un davanzale e la vista non era peggio di quella nel soggiorno. La prima cosa che feci entrata in camera mia fu dormire. Erin probabilmente sognò i suoi 5sos. Io invece mi sono sognata quel bastardo che mi aveva baciata in aeroporto.
 
My corner:
Heeeeyyy eccomi qui con il primo capitolo :3 ammetto di far schifo nelle descrizioni, ma non mi mollate per questo, vi pregooo *fa gli occhi da cucciolo* 
Spero vi abbia incuriosito questo capitolo. Se non l'ha fatto mi dispiace :( 
Lasciate una recensione se vi piace e anche se vi fa schifo ditemelo, almeno saprò se posso continuarla o se sono proprio negata a scrivere e quindi dovrei gettare spugna ;) 
Bazzotti :* 
Chenghi ❤

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2


La mattina venni svegliata da una nota acuta di Erin. Cosa aveva visto? Uno scarafaggio? Un ragno? O forse l'acqua era fredda? 
"Che cosa c'è pesteee?" chiesi in segno di protesta.
Io avevo ancora sonno, mi sono addormentata alle 3 per colpa di quello stronzo.
Non ottenni risposta da Erin. Decisi di alzarmi e andai in soggiorno, la tv era accesa stavano parlando di uno famoso che aveva baciato la fidanzata che non vedeva da un sacco in aeroporto. 
Aspetta, cosa? Uno famoso. Un bacio. Una ragazza. Guardai lo schermo della televisione e vidi una foto enorme di ME e quello sconosciuto che mi stava baciando. 
Mi girai verso Erin con il volto turbato. "Des dimmi che non sei te quella nella foto. Dimmi di no." 
Perché era così agitata? Ieri non era esaltata dall'idea che uno mi aveva baciata.
"Peste sono io purtroppo... Perché sei così agitata? Lo conosci?" lei mi guardò incredula. 
"Denise Waters. Tu ieri hai baciato Calum Hood." mi disse stringendo i denti. A parte il fatto che fu lui a baciare me. Che problema c'era? "Lo conosci Erin? Allora è uno proprio famoso" questa volta mi fulminò con lo sguardo "Denise. Quello è un membro dei 5 seconds of summer. Non mi dire che non l'hai riconosciuto."
Ah, ma come facevo a saperlo? A malapena li riconoscevo se non erano mezzo travestiti. Chiedeva un po' troppo la ragazza. 
E poi sentii la sua voce. 
"Si, stiamo insieme da un po' di tempo e era venuta a trovarmi perché le mancavo. Sapete. Cose da fidanzati" sorrise compiaciuto. 
Ma che vada al gabinetto. L'intervista continuò, gli chiesero informazioni su di me e lui rispose semplicemente che la sua fatidica fidanzata non voleva rivelare informazioni personali. 
Pff ipocrita. 
Ero spacciata. Guardai di nuovo Erin. Non mi fulminava più con lo sguardo, ma sapevo che era un po' nervosa. "Erin tesoruccio del mio cuoreeee." 
"STOP. Questa volta no. Hai baciato Calum e tu non lo sapevi. Te ne rendi conto?? … Faremo amicizia con loro domani al m&g!!! Sono troppo felice." Okay forse non era nervosa. Meno male. Però amici se lo sognava. Io con uno così non sarei mai stata amica. "Si..." 
 
Passammo il pomeriggio tranquillo, per strada nessuno mi riconobbe, ma su tutte le riviste c'era foto di me e di quello stronzo che mi baciava, con titoli come “la nostra star innamorata, sarà vero amore?”.
Che nervosismo. 
Appena arrivammo a casa Erin si fiondò in camera mia per chiedermi consigli riguardo l'abbigliamento da indossare domani. 
"Secondo te Luke mi preferirebbe con la minigonna o con degli shorts a vita alta?" indicai gli shorts.
"Felpa grande o una canotta dei Nirvana con un kimono sopra?" alzai l'indice e il medio per farle intendere che preferivo la seconda opzione. La serata andò avanti così, parlando di outfit e di quella band.
 
Il giorno dopo Erin si svegliò prestissimo, manco fosse stato il suo primo appuntamento. Uscii dalla camera a causa del baccano che stava producendo con le pentole. "Che stai combinando peste? Comunque sei proprio carina oggi" dicevo seriamente, indossava l'outfit che avevamo scelto la sera precedente, i capelli biondi tirati su in uno chignon e un trucco leggero.
"Ma grazie tesoro. Però dovresti smetterla di chiamarmi così, sai che in fondo in fondo sono la più tranquilla delle due" disse modestamente facendo una smorfia. Io alzai gli occhi al cielo "alzarti troppo presto non fa bene, ti fa sparare minchiate tesoro" fece finta di lanciarmi i pancake in faccia e scoppiamo entrambe a ridere. Facemmo colazione e andai a prepararmi. Scelsi una muscle-tee bianca con sotto un top nero, degli shorts neri, ai fianchi avevo allacciato la mia giacca di jeans e poi misi le mie adorate vans bianche. Raccolsi i lunghi capelli mori in una coda di cavallo e mi misi una capello sempre firmato vans, sperando che nessuno mi avrebbe riconosciuta e finii il look con un paio di occhiali total black della ray ban.
"Deeees sei pronta?" ma era già ora? Sbloccai lo schermo del cellulare, erano solo le 10, il concerto cominciava alle 14. 
 
Arrivammo davanti al teatro in meno di mezz’ora e non c’era praticamente nessuno fuori. “Ma non hanno fans? Perché non c’è nessuno che fa la coda e perché siamo arrivate così presto?” chiesi molto sarcasticamente. Erin non si scompose. “Tesoro, questo è un concerto riservato. Potevano vincere solo 30 persone e portare con sé un’amica o un parente o chicchessia. Ora le fans saranno ancora tutte davanti al loro hotel, e poi questa non è l’entrata principale, penso sia l’uscita. E per la cronaca non è presto. Dobbiamo cercare di trovare un posto tra le prime file.”
Quando arrivammo dall’entrata, in effetti, c’era un sacco di gente dietro le transenne posizionate dallo staff la mattina presto. Erin mi fece la linguaccia e io ricambiai con una smorfia. Ripensai a quello che mi disse. 30 persone potevano vincere; quindi al massimo potevamo essere in 60; quindi se finivamo nelle prime file –il che era l’intenzione della mia amica traditrice- mi avrebbe visto! Cavolo. Ed io che non volevo farmi riconoscere, né da lui né da altre persone.
Seguii Erin all’entrata a testa bassa, ciononostante alcune ragazze mi indicarono scettiche, probabilmente erano indecise se chiedermi se ero io la ragazza misteriosa di Calum mr. StronzoArrogante Hood. Non lo fecero, le ringraziai in mente e tirai un sospiro di sollievo.
Stranamente io ed Erin finimmo in prima fila, eravamo sedute più verso destra e imprecai mari e monti che lui non si fosse messo proprio sotto di noi. Peste mi aveva detto che Calum di solito stava a sinistra, ma dal tono e dal modo in cui me l’aveva detto non mi convinse affatto, però mi rassicurò più volte, comunque sia anche se avessi voluto cambiare idea ed andare dall’altra parte non ci sarei riuscita, visto che saremmo finite in fondo.
“Perché non ti togli gli occhiali Des?” mi chiese la bionda. E ora cosa le rispondevo? Optai per “mi dà fastidio la luce” se la bevve.
Poco dopo qualcuno mi toccò la spalla chiedendomi gentilmente se potevo togliermi il cappello, non l’avessi mai fatto. Sentii un urlo, mi girai e la ragazza mi urlò in faccia “ma sei la ragazza di Calum! Oh mamma svengo, posso fare una foto con te? Come vi siete conosciuti? Da quant’è che state insieme? Oh mamma ora svengo seriamente.”
Rimasi con gli occhi fissi su di lei mezza scioccata. “io.. non..” non finii la frase che uno dello staff si avvicinò a me e mi sussurrò nell’orecchio che Calum mi aveva chiesto di andare un attimo da lui. Per l’amor del cielo, io volevo solo passare un’estate da sballo a New York non finire in casini del genere. Lanciai un’occhiata ad Erin e lei mi fece uno sguardo d’assenso. Seguii il membro dello staff, andammo dietro le tende e vidi quello stronzo.
“Ti ho visto da qui, sembravi un po’ scioccata perché quella ragazza ti aveva riconosciuta” mi disse, come per comunicarmi il fatto che lui era famoso, e quindi era grazie a lui se ero stata riconosciuta.
“Già grazie a te ora pensano che sia fidanzata con te, brutto bastardo.” ringhiai, tutto d’un tratto lui cambiò atteggiamento, invece di ribattere diventò dolce, gentile e quasi premuroso. “Tesoro mi sei mancata troppo” gli lanciai un’occhiataccia, ma dopo qualche secondo capii che la farsa era per i suoi amici. “aah non fatemi vomitare ora” disse uno dei due biondi. Era Ashton. L’unico che ricordavo perché si chiamava esattamente come il mio amico d’infanzia, lui e la sua famiglia si erano trasferiti in Australia quando aveva 10 anni.
“Bastardo. Vieni qui che ti presento il mio zuccherino” volevo vomitare anch’io okay? Okay. Mi pizzicò il fianco, allora ricordai che lui non sapeva come mi chiamassi, allora per non fargli fare brutta figura, sta volta, decisi di soccorrerlo. “Piacere Denise Waters. Sei Ashton vero? …Sai è l’unico nome dei membri della band che ricordo perché è anche il mio amico d’infanzia si chiamava Ashton” gli dissi con un sorriso timido.
“Si esattamente. Oh… sai, anch’io avevo un’amica d’infanzia che si chiamava Denise, era londinese… come te se non erro, si sente un pochino il tuo accento” fece una pausa, “aspetta…” ma non riuscì a finire la frase che lo staff disse a loro di prendere i propri posti perché in meno di 2 minuti avrebbero cominciato il concerto.
“Ne parliamo dopo allora” mi disse sorridendomi dolcemente, io annuii semplicemente e mi girai verso il signorotto “divertiti sul palco, tesoro.
 

 
 
 
Ohiiiii ciao <3
E rieccomi qua con il nuovo capitoloooo
Spero vi piaccia, noto che la gente passa ma non lascia recensioni, sono triste L lasciatene almeno unaaaa, anche per criticarla, almeno so cosa devo migliorare u.u
Comunque sia volevo dirvi solo che Calum sembra un bad boy qui, però io lo prefersco di più quando è cuccioloso lol ahahah
anywaaaaay… grazie lo stesso se la leggete <3
Wow raga sono riuscita a prendere il biglietto mercoledì ** voi che mi dite?? :D
Se vi interessa io sono nel settore B20 ;)
E ultima cosa, gli aggiornamenti saranno composti da 2 capitoli ogni sabato ^^
 
Bye bye xx
 
PS: non so quando pubblicherò il terzo capitolo, perché devo lavorare e nonostante sia estate non ho molto tempo, ma giuro che lo farò al più presto :3
Quindi per adesso cercherò di pubblicare capitoli appena posso ;)
 
Twitter: @spongieluke

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
 

 
Il concerto iniziò bene e proseguì di bene in meglio, io invece non ero in ottimo stato, le ragazze sotto il palco appena mi scorgevano dietro le tende cercavano di farmi foto o video. Io provavo a salutarle facendo loro un sorriso, ma loro o si rigiravano verso la band o si mettevano ad urlare come se avessero visto il demonio. I quattro ragazzi si esibirono in sei canzoni, dovevo ammetterlo, erano bravi, il moro era diverso sul palco, aveva una strana aura, lo trovavo persino bello. Ma poi prima di cantare la settima e ultima canzone si fermarono, Calum si girò verso i suoi compagni e chiese loro qualcosa, qualunque cosa fosse loro annuirono accompagnandolo con un grande sorriso di risposta, allora lui si girò verso di me e mi fece un sorriso.
Uno di quelli falsi, come le borse contraffate che vendevano per strada. Una fiamma mi si stava accendendo all’interno, volevo correre sul palco e strangolarlo. Ma lui si rigirò e urlò nel microfono “hei New York! Questa canzone la dedico a voi perché siete tutte perfette, ed in particolare la vorrei dedicare alla mia ragazza che è qui oggi per farmi il tifo. Ti amo Denise.” cosa aveva detto? Sentii le guance prendere fuoco, nessuno aveva mai fatto una dichiarazione del genere –anche se falsa- di fronte a così tante persone. Questa fu la scusa che mi trovai per il mio rossore ed imbarazzo. Ma in fondo in fondo forse sapevo che non era per questo. O forse no.
Il concerto terminò con successo. Calum appena venne dietro le tende si permise di abbracciarmi, io risposi con un pizzicotto sul fianco. Lui urlò per il dolore e io gli feci una linguaccia. Era tornato quello che avevo conosciuto all’aeroporto. Quello arrogante.
Poi si avvicinarono tutti gli altri membri per presentarsi.
“Hei Denise, io sono Michael, puoi chiamarmi Mikey” disse facendomi l’occhiolino. Sembrava un ragazzo simpatico, almeno in confronto al signorino Hood lo era. “Sappiamo tutti che Calum è uno stronzo, non so come tu faccia a sopportarlo, ma se ci sono problemi chiama me che lo sistemo io” alleluia, qualcuno che mi capiva. Poi intervenne… Lucky? No.. Luuuu… Luke, si ecco! “Conta anche su di me dolcezza, comunque io sono Luuu…” e venne interrotto da signorotto. “No aspetta, come l’hai chiamata minorenne??”
“D-dolcezza? … e calmati babbo, ma sei sempre stato così possessivo” disse Luke scherzando, poi si girò verso di me e mi fece una smorfia. Devo essere sincera, mi stavano simpatici i suoi amici, o almeno più del moro di sicuro.
Ashton si avvicinò a me e mi chiese se poteva farmi delle domande, stavo per accettare, ma sfortunatamente arrivò di nuovo un membro dello staff e informò la band che dovevano andare nella stanza accanto per il meet & greet. Il batterista fece una smorfia di disapprovazione e ci avviammo verso la luce, ovvero dove si trovava la mia carissima amica.
Arrivati si misero subito al lavoro. Chiesi se potevano far entrare la mia amica per ultima e così fecero, visto che ero la sua ragazza. Alcuni fan che vennero decisero che volevano anche me nella foto e allora li accontentai, mentre alcune fan che entrarono mi guardarono con odio intenso. Dopo un’oretta finirono anche con la penultima persone ed entrò Erin, la raggiunsi quasi immediatamente. Lei mi saltò letteralmente addosso “Erin se non ti dispiace io vorrei respirare…” lei mi rispose sussurrando nell’orecchio “presentami Luke ti preeegooo” ah ecco. Bell’amica sta qua, e io che pensavo di esserle mancata. Le feci segno di venire con me e la condussi davanti ad Luke. “Hei Luke ciao. Questa è Erin, la mia amica, voleva conoscerti. Infatti si è anche dimenticata della sua amica. Non vede altro che te” dissi a denti stretti, mezza rassegnata.
“Ehm ciao Erin” disse un po’ imbarazzato, ops una star a disagio. E se esistessero le stelle rosse, o forse esistevano. Okay basta stavamo andando a parare troppo lontano. Ma comunque Erin non rispose. Decisi di tirarle una gomitata beccandole una vena. Lei tirò un urlo micidiale. Che attrice, non le avevo fatto così male. Feci il broncio e lei mi guardò storta. “ciao Luke… io… io... io… io… ciao…” no, questa non era Erin, da quando era diventata così timida? “hei, calmati, non essere agitata, siamo dei ragazzi normali come voi” disse Ashton tranquillizzandola, era come il mio Ash, anche lui era un ragazzo premuroso, non come Calum.  
“Okay, grazie… sono Erin” disse senza balbettare ma sempre timidamente.
Io avevo una voglia tremenda di riprenderla con il cellulare, l’avrei derisa a vita. Però sapevo che mi avrebbe tagliata a fettine e poi mangiata viva.
Alla fine lei e Luke parlarono per una bella mezz’oretta. Io ee Ashton ci continuavamo a mandare guardi di sfuggita, volevamo toglierci dei dubbi, ma volevamo chiarirci in privato. All’improvviso Mikey si mise a ballare, la nominò banana dance. Ashton lo seguì a ruota lasciando me e Calum seduti sullo stesso divano.
“Volevo dirti grazie per non avermi smontato davanti ai miei compagni” disse in tono gentile. E poi a bassa voce mi propose un patto.
Voleva che mi fingessi la sua ragazza per almeno ancora una settimana. “Dopo questa settimana ti aiuto a conquistare Ashton, va bene? Sai, si vede da come lo guardi che non ti dispiacerebbe stare con lui.” Questo fu quello che mi disse, provavo veramente qualcosa per Ashton? Cioè, lui mi ricordava un sacco il mio amico d’infanzia, ma non sapevo se mi piaceva veramente. Non ribattei ed accettai ciecamente, senza accorgermene.
Perché lo feci? Perché…? Perché…?
 
 
 
 
Hoiiiiiiiiii
Eccomi qua con un il nuovo capitolo, la scorsa settimana ne ho messo solo uno, duuuunque sta settimana aggiungo tre capitoli yeeeeeahhhhh.
Questo è il primo, gli altri due arrivano sabato ;)
lo so che è corto, ma tanto non mi date segno di vita :P
Gomuuuunqueeee siete più Deshton o Dalum??
Io Dalum #sorrynotsorry
Però se preferite l’altra coppia posso accontentarvi uu

Alla prossimaaaa :3

PS: lo sapete che se lasciaste una recensione a me non dispicerebbe :)
Bye bye xx

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

 
Mangiammo insieme alla band al fast food. Eravamo seduti ad un tavolo da cinque. Da una parte c’erano Luke ed Erin, Michael si era messo a fare la gara di corsa per avere il posto a capotavola con Ashton, arrivò prima il biondo, ma venne spinto giù dalla sedia da Michael. Ci mettemmo tutti a ridere, mentre Ashton con espressione addolorata si sedette vicino a me, così facendo io e Calum finimmo per essere letteralmente appiccicati. Il mio braccio a contatto del suo mi trasmise un leggero brivido. Di seguito Ashton sbottò una frase che mi fece arrossire del tutto “hei Des, perché non ti siedi sulle gambe di Cal? Così mi fate un po’ di spazio no? O preferisci sederti sulle mie gambe?” chiese ammiccando. Stavo per rifiutare la richiesta e l’invito, ma Calum avvolse un braccio intorno alla mia vita e mi mise sulle sue gambe, cominciai a sentirmi calda sulle guance, il cuore aveva cominciato ad accelerare, e sentivo farfalle svolazzare nello stomaco. Cosa mi stava succedendo? Era per l’invito di Ashton o per la mossa inaspettata di Calum? No, sarà stato sicuramente a causa dell’azione di Calum. Appena cominciò a passarmi il rossore, sentii uno sguardo infuocato su di me. Misi una patatina in bocca e alzai la testa. Erin. La bionda aveva la faccia di chi voleva fare il terzo grado. Mi comunicò chiaramente con lo sguardo a casa facciamo i conti.
Finimmo di cenare e i ragazzi decisero che volevano accompagnarci a casa. Erin acconsentì subito e io a malavoglia. Certo, erano persone simpatiche, ma non volevo ancora che sapessero dove abitavo. Comunque, Erin diede tutte le informazioni necessarie per arrivare sotto il grattacielo. Io feci una faccia esasperata, poteva dire anche a che piano eravamo, già che c’era. Il tragitto fu tranquillo e io per la stanchezza mi addormentai. Sentii qualcuno chiamarmi, mi disse che eravamo arrivati ma non mi volli svegliare. Poi tutto d’un tratto ebbi una sensazione, sembrava quasi che qualcuno mi avesse presa in braccio. Non feci molto caso perché stavo comoda. Sono sicura che poco dopo qualcuno mi mise sul mio letto perché venni appoggiata su qualcosa di molto morbido. Sentii di seguito tanti rumori, brusii, ma non volevo ancora svegliarmi, pensai che se ci fossero stati eventuali problemi li avrei risolti domani mattina, bella riposata.
 
Mi svegliai il giorno dopo rivelando il mio nido di capelli al mondo intero, avevo ancora gli occhi semi chiusi, ma notai subito qualcosa di strano. In casa c’era odore di… uomo. D’un tratto mi sentii sveglia e aprii gli occhi, non vidi niente, feci per scendere dal letto, ma qualcosa mi bloccò. Era un corpo. Erin? Che ci faceva lei nel mio letto? No, non era lei, peste non era così muscolosa, non aveva i capelli neri. Sperai non fosse quello che pensai.
Scoprii la coperta. Mi ritrovai il signor Calum semi nudo sul mio letto.
Mi misi ad urlare. Dopo 2 minuti qualcuno spalancò la porta. Erano Mikey e Ash “cosa succede? Ragazzi io ho ancora sonno” disse il ragazzo dai capelli verdi strofinandosi gli occhi con la mano destra e tenendo nel frattempo in braccio un leoncino. Li guardai spalancando gli occhi “p-perché siete a casa mia?” chiesi balbettando. Ash e Mikey si guardarono a vicenda comunicando con lo sguardo, mentre Hood rimaneva sul letto senza dare segno di vita.
Per un momento ci fu un silenzio imbarazzante finché Ash non esordì dandoci appuntamento in soggiorno. Allora uscii dalla stanza per fare colazione e diedi a loro il compito di svegliare quell’essere e portarlo via dal mio caro letto.
Dieci minuti dopo eravamo tutti in soggiorno. Escludendo me, gli altri avevano una faccia stravolta, si vedeva che avevano ancora sonno.
“ehm ragazzi, capisco che avete tutti sonno, ma… prima che vi lasci ritornare a letto… ho la necessità di capire perché voi quattro siete a casa mia” esposi il mio dubbio, ma non ricevetti risposta.
“Erin, manco tu me lo vuoi dire? Li hai pregati di rimanere da noi?” chiesi spudoratamente sapendo che avrebbe avuto la capacità di fare una cosa del genere. “no! Certo che no, sono loro. Ieri mi hanno detto che questa casa l’avevano affittata loro e che noi, probabilmente abbiamo sbagliato appartamento” mi spiegò con tono sonnolento, mi girai verso la band e li squadrai. Ashton aprì bocca “si si si, si si si” si cosa? Decisi di andare in cucina e prendere due pentole, tornai indietro sulle punte dei piedi e poi cominciai a svegliarli sbattendo le due pentole uno contro l’altro. “aaaahhh mamma sono sveglio, mi alzo subito, giuro che sono sveglio” urlò Luke, lo guardammo e scoppiammo tutti a ridere, almeno si erano svegliati “ridete ridete, a voi non è mai capitato?” si lamentò leggermente imbarazzato, invece noi continuammo a ridere senza far caso a lui.
“Ora basta ridere. Qualcuno mi spieghi questa situazione, perché ieri avete alloggiato a casa mia?” chiesi riprendendomi dalla precedente risata.
“Secondo me avete sbagliato appartamento voi, noi siamo sicuri al cento per cento che questo locale l’abbiamo affittato noi.” Esordì il batterista.
“Okay… chiamerò la proprietaria…” lo tranquillizzai, anche se ero un po’ scettica a riguardo. L’appartamento era così femminile, com’era possibile che quattro ragazzi avrebbero voluto abitare in una casa del genere.
“…ancora una cosa, perché Calum, tu, eri nel mio letto?” chiesi indicando con il dito il ragazzo.
Lui mi guardò disinteressato. Arrogante che non era altro.
“Des non è stata colpa sua, è stata una mia idea. I letti non bastavano e voi siete fidanzati, quindi ho pensato che per non far dormire Luke sul divano… Calum… beh, poteva dormire con te…” spiegò Erin diminuendo il volume della voce pian piano che parlava. Proprio lei aveva avuto questa idea. Lei, l’unica che era al corrente di questo falso rapporto, o almeno fino a prova contraria sapeva che io e quell’arrogante non eravamo stati mai insieme. Presi un grande boccone d’aria e la fulminai con lo sguardo, lei si fece minuscola.
“Ragazzi, ora chiamo, voi andate a fare colazione. Vi preparerà qualcosa Erin. Ah a proposito… le vostre valigie?” chiesi in tono rassegnato.
“Sono nella nostra SUV. Eravamo stanchi ieri quindi avevamo pensato di portarle su oggi, ma ora vediamo un attimo cosa ci dicono dell’appartamento” spiegò Ashton. Mi chiesi perché parlava sempre lui, ma poi lasciai perdere.
 
Mi misi davanti la finestra, la visuale non era di sicuro peggiore rispetto quella notturna.
Composi il numero della proprietaria. Aspettai che qualcuno rispondesse, ma niente. Rispose alla terza telefonata, mi disse che aveva affittato la casa solo a noi. Probabilmente, e si direbbe molto, avevano sbagliato loro.
Tornai in cucina pronta a stroncare la loro affermazione, ma ciò che vidi me lo impedì. C'era farina su tutto il bancone, i gusci d'uovo per terra. E le condizioni dei ragazzi non era migliore: Erin aveva burro tra i capelli, Luke era tutto infarinato e Mike era tutto bagnato... di latte suppongo dall'odore. Dall'altra parte Calum e Ashton erano belli e puliti, seduti comodi sullo sgabello.
"Erin cos'è successo? Non ti avevo chiesto di preparare la colazione?" chiesi con gli occhi spalancati. "Problemi tecnici carissima, dolcissima Denise" disse facendo un sorriso dispiaciuto. "Si, già che ci sei aggiungi anche altissima, purissima, levissima. Ora pulite" ordinai, mentre io mi arrotolai le maniche e cominciai a preparare la colazione. Come portai i pancakes appena cotti sul tavolo tutti si fiondarono sul piatto. Mi sentii realizzata, mi piaceva cucinare e vedere le persone che litigavano per mangiare quello che avevo preparato mi rendeva più che mai felice.
“Devo fare una foto per Louis, mi invidierà a morte! A proposito, cos’ha detto al telefono?” chiese Ashton con la bocca ancora piena.
“Che…” non ebbi il tempo di rispondere che il suo cellulare squillò. Mi fece segno di aspettare un secondo e rispose “pronto? … si sono io … si, siamo già qui … glielo giuro … non era trentesimo? … ah … arriviamo fra un’oretta allora, grazie per averci chiamato” il ragazzo chiuse la chiamata e cominciò a guardarci imbarazzato “ragazze, mi dispiace. In effetti ci siamo sbagliati noi, abbiamo affittato il ventinovesimo piano, ma non so per quale motivo io pensavo fosse il trentesimo” mistero risolto.
“Cosa?? Voi due abitate un piano più in alto di noi? Ma siete delle miliardarie?” chiese Mike curioso.
“No, il padre di Des ha un’azienda… e per il suo diciottesimo le ha promesso di occuparsi di tutte le spese che faremo qui a New York.” spiegò Erin mentre si stava mettendo un altro pancake nel piatto.
Dopo colazione Luke ed Erin scomparvero, Mikey e Calum, che non fu molto attivo sta mattina, tornarono a dormire nella camera degli ospiti. Rimanemmo solo io e Ash, seduti sul divano con la televisione accesa. Non la stavamo guardando veramente, o almeno io stavo pensando a quello che era accaduto in questi pochi giorni.
“Sai… prima di trasferirmi in Australia anch’io abitavo a Londra. In quella città così grande per me, avevo un’amica. La mia migliore amica. La facevo sempre arrabbiare, ma lei era una bambina dal cuore tenero, si addolciva con poco. Il nostro rapporto era un po’ come quello che avete te e la tua amica Erin” lo guardai ormai convinta che lui, proprio questo ragazzo di fronte a me, era il mio amico, il mio vecchio, caro amico Ashton “anch’io avevo un amico d’infanzia, ma si trasferì in Australia con la famiglia, lui amava suonare la batteria, un po’ come te. Amava gli ananas. Allora una volta gli dissi che io ero Spongebob e lui la sua casa Ananas perché il suo abbraccio sarebbe rimasto per sempre il mio rifugio preferito, come per Spongebob la casa sarebbe rimasta il posto più sicuro dove stare.” dissi con le lacrime agli occhi.
“Denise… tu… sei…”
“L’hai capito ora? Sei veramente un babbo, si sono io, Ash!” esclamai abbracciandolo, la sensazione era diversa, era molto più muscoloso rispetto a prima, ma il profumo mi era familiare. Profumava di menta fresca.
“ehem ehmmm... vi interrompo?”
 
 
 
 
 
 
Ciaooo
E rieccomi in ritardo. Scusatemi ma lavorando non posso dedicarmi così tanto alla ff. Prometto che appena posso aggiorno.
Anywayyyy boh succedono un po’ di cose in questo capitolo e sta cominciando a piacermi sempre di più ciò che sta venendo fuori.
Spero piaccia anche e soprattutto a voi.
 
Beh finalmente sono riuscita a riunire due amici d’infanzia, sono muy feliz :3
 
Vabeh vado, a presto (spero :P)
 
Bye bye xx

 
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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

 
“Deeeeeees” urlò qualcuno, interrompendo il momento di ricongiungimento tra me ed Ash.
“Ops, vi interrompo?” chiese lanciandoci uno sguardo curioso.
“No, figurati cara. Sai chi è lui?” chiesi, entusiasta di comunicare alla mia amica che proprio Lui, Ashton Irwin, era il mio amico d'infanzia di cui le avevo parlato tanto a Londra.
“Ashton Irwin. Batterista dei 5 seconds of summer?” Esordì facendo una faccia ovvia. “Beh... Ti ricordi di Ashton, il mio migliore amico che si era trasferito in Australia? Lui...” Non finii la frase che vidi il suo volto sorpreso. Aveva capito. “Si, certo che mi ricordo, me ne parli quasi tutti i giorni. Cosa c'entra? … Non mi dire che sono amici!” Okay forse Erin non era mai stata una ragazza troppo intelligente. Ricordai quella volta a Londra. Quando lei si imbatté in due turisti spagnoli. Cercavano di trovare un ristorante buono per pranzare. Le chiese uno “sabes dònde hacen de la comida buena?” lei ovviamente non capì, allora l’altro turista disse “comer, bueno. Sabes?” lei fece segno di no e rispose “siete americani? Se state cercando di imitare il nostro accento lo state facendo nel modo sbagliato” i turisti insistettero dicendo comer comer. Ma Erin non sapeva proprio cosa volessero dire e dopo aver detto un non lo so, se ne andò.
Quando arrivò a casa mi chiamò per raccontarmi l’accaduto. Lei se la rideva, ma io la spensi dicendole che erano spagnoli, e che cercavano solo un posto dove mangiare. E poi fui io a scoppiare in grandi risate.
“Non cambi mai tesoro, sempre così testarda. Se non ci arrivi te lo presento, lui è Ashton il mio amico d’infanzia. Quello che da piccolo mangiava i fiori del mio giardino”
“Hei ma io non mangiavo i tuoi fiori, li annusavo. Sai che ho sempre avuto il pollice verde” mi disse facendomi l’occhiolino. Io gli diedi una gomitata, sapevamo entrambi che io avevo ragione e lui torto. Colsi un briciolo di sorpresa sul volto dei due biondi, poi Erin sbottò un frase che mi fece ridere. “Oh mamma, io non ci credo. Com’è possibile che sia lui? Oh mamma, oh mamma. Il migliore amico della migliore amica è Ashton Irwin, quindi a prescindere io sono amica di Ashton Irwin, il batterista dei 5 seconds of summer. Ora svengo.”
Luke era più calmo rispetto a lei, si congratulò con l’amico per aver ritrovato la sua cara amica. Mi disse che parlava spesso di me, e ciò mi rese felice. Almeno era una prova del fatto che non mi aveva mai dimenticata.
“Avevate qualcosa da dirci prima?” chiesi curiosa, ricordandomi la loro entrata in scena.
“Si, visto che domani abbiamo la giornata libera, avete voglia di andare al Central Park?” propose Luke. A me piaceva l’idea, un po’ di relax mi avrebbe fatto bene, quindi accettai volentieri. Ashton fece lo stesso. I due dormiglioni si svegliarono per l’ora di pranzo, quindi dicemmo a loro di adeguarsi ai nostri piani. Decisi di preparare pranzo per tutti, in segno di festeggiamento del mio ricongiungimento con Ashton. Dopo pranzo i quattro ragazzi si trasferirono nel loro appartamento. Mi godetti qualche ora di relax, facendo un po’ di yoga seguito da un bel bagno caldo.
 
Il giorno dopo mi alzai partimmo di casa presto perché volevano fare picnic. Andammo al supermercato e comprammo vari snack, poi entrammo in un ristorante cinese e prendemmo della roba takeaway.
Arrivati al parco ci sedemmo sul prato vicino al lago. Era una bella giornata e c’erano un sacco di bambini.
Michael propose di sputtanarci da soli.
“Allora inizia pure Mikey” disse Ashton con un’espressione di chi stava per ricevere un bottino d’oro.
“Sempre io il primo” disse sbuffando, però obbedì.
“Una volta uscii con una ragazza. Era europea e non parlava molto bene l'inglese. Andammo al cinema. Scelsi un horror e la ragazza mi disse sottovoce I scream. Io capii male.”
“Cos'hai capito? Diccelo diccelo!” si intromise Luke nel racconto pieno di curiosità.
“Sono andato a prenderle il gelato. Mi sembrava maleducato non esaudire il desiderio di una ragazza così carina. Tornai in silenzio, per non disturbare gli altri, ma a mio discapito la spaventai. Mi tirò un pugno e il gelato mi arrivò dritto in faccia.” disse ripensando a quel dolce, al contempo amaro ricordo. Scoppiammo tutti in una fragorosa risata.
Come si poteva volere un gelato durante un horror? Come aveva fatto a non capire due semplici parole come I scream? Questi sono i dubbi della vita. 
D'un tratto sentii addosso dei flash. Erano i paparazzi. 
“Non fateci caso. Fanno sempre così.” Ci tranquillizzò Ash.
“Cal e Des, sta mattina non sembrate molto attivi. Ieri durante il concerto sembravate due piccioncini e oggi sembra che non vi conosciate neanche” ci fece notare Mike. In effetti era così. Lo conoscevo solo da tre giorni se non meno. E lui era stato fortunato ad avermi rincontrato. 
“Sono solo stanca, ho ancora sonno” intervenni cercando di salvare la situazione.
“Dai sputtano un po’ Erin, così mi sveglio un po’” proposi ricevendo l’assenso pieno di entusiasmo da parte di tutti, eccetto la protagonista della mia storia ovviamente.
“È successo qualche settimana fa. Andammo al concerto dei One Direction e nonostante fu bellissimo, divertentissimo e tutto eravamo stanchissime. Avevamo fatto after per fare la coda ed essere tra le prime file. Fatto sta che usciamo dal concerto e ci perdiamo. Avevamo seguito la massa fino al London Bridge e nonostante io sia di Londra non so orientarmi molto bene di giorno, figuriamoci la notte. Il cellullari erano scarichi per tutte le foto e i video fatti durante il concerto. Però c’era Erin che sapeva la strada per tornare a casa, quindi ero rilassata. Ma appena mi girai, notai qualcosa di strano, non c’era più. Si era seduta e stava dormendo” causai una risata di gruppo ma ciò che dissi dopo fece si che la risata diventò ancora più forte “provai a chiamarla ma non si svegliò. Allora mi misi a sedere anch’io. Passò un’oretta e pure io stavo cominciando a sentire la stanchezza del giorno precedente, ma non appena chiusi le palpebre Erin si alzò di scatto. Mi ero dimenticata che lei a volte è sonnambula. La fissai, mi stava dicendo qualcosa, ma non so cosa e poi si diresse verso un bidone dell’immondizia e ci stava per mettere la testa. Non ci fossi stata io ad impedirla.”
La bionda era diventata rossa, peggio di un peperone.
“Mi avevi detto che stavo per cadere nel fiume non che stavo per mettere la testa in un bidone” è vero, ma quello perché sono una brava ragazza, però ora stiamo parlando di sputtanamenti.
Continuammo ancora per alcuni giri, poi Erin propose di fare un giretto sulla barca. Lei ormai si era appropriata Luke e partirono. Rimanevamo noi quattro, io, Ash, Mike e Calum. Volevo stare con il biondo, ma sarebbe parso strano preferire l’amico dal ragazzo. Dunque decisi di andare sulla barca da sola e mi sarei fatta andare bene, chiunque fosse stato il mio compagno. Vidi che sia Cal che Ash si stavano dirigendo verso la mia barchetta. Appena il bassista stava per varcare la soglia, il batterista lo fermò, gli chiese se per oggi poteva stare con me, ma a mia sorpresa Cal negò la richiesta. Continuarono e nel frattempo Mike salì sulla mia barchetta “fra i due litiganti il terzo gode, bye bye.”
Alzai la mano e la sventolai in segno di saluto. I due ragazzi sbuffarono e si affrettarono a salire sulla loro barchetta.
Parlai con Mike del più e del meno, però c’era qualcosa che volevo assolutamente provare, ovvero remare. Allora chiesi e imprecai il ragazzo dal cespuglio verde di farmi provare. Non volle e mi rispose con un no secco. Provai a toglierglielo con la forza, ma ad un passo dalla vittoria cademmo entrambi nel fiume.
Cavolo. Non sapevo nuotare. Cercai di mantenere la calma e rimanere a galla. Dov’era Mike però?
Sentii un altro tonfo sordo. Poco dopo qualcuno mi prese, probabilmente era Ashton. Era l’unico al corrente della mia incapacità in questo sport.
Arrivammo a riva e cominciai a respirare profondamente. Asciugai l’acqua che mi offuscava la vista. Non era Ashton era Calum.
 
 
 
 
 
Eccomiiiii con il quinto capitoloooo,
come state?
Ho sudato per finire questo capitolo, me la sono presa anche con comodo lo ammetto.
Scusatemi il ritardo..
Anywayyyyy spero vi piaccia il capitolo.
Ieri mi sono fatta il plan, quindi dovrei sapere come andrà all’incirca la storia nei prossimi capitoli, senza avere blocchi di scrittrice.
Spero non ci siamo troppi errori, non ho ricontrollato.
Lo so che lo dovrei fare, ma sono troppo stanca, capitemi.
Eee niente, penso di aver rotto abbastanza, me ne vado :)
 
Bye bye xx
 
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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

 

 
“Stai bene?” mi chiese signor Arrogante Hood impassibile.
“Si… ma io pensavo…”
“Fosse Ash? No, mi dispiace. Purtroppo è stato il tuo ragazzo a salvarti” scandì per bene la parola ragazzo e fece una faccia un po’ offesa. Stava recitando un po’ troppo per i miei gusti. Non ebbi il tempo di ribattere che Ash ci raggiunse con Mike.
“State tutti bene? Des, hai bisogno di qualcosa? Tutto a posto? Mi ricordo l’ultima volta che cadesti in acqua, mi misi a piangere pensando che saresti morta” disse in tono scherzoso a mo’ di battuta.
Quella volta rischiai la vita seriamente, ma sopravvissi.
Risi leggermente e li informai della mia necessità di un cambio.
Anche loro erano nella mia stessa situazione, quindi lasciammo i due innamorati al parco e ci incamminammo verso due taxi. Decidemmo di lasciare a Luke l’auto.
I taxisti ci guardarono male, ma ci fecero salire lo stesso sull’auto, decidemmo di fare una coppia a taxi, non so per quale strana matematica finii insieme al mio ragazzo.
“Sembro di non piacerti veramente. Preferisci veramente così tanto Ashton?” iniziò Calum con uno strano discorso restando impassibile.
“Cosa dici Hood? Ash è il mio migliore amico. Forse ai vostri occhi sembra che abbia una cotta per lui, cioè si,
anch’io lo pensavo, ma ho capito che in realtà mi è solo mancato un sacco, è per questo che sono così attaccata a lui e cerco occasioni per stare di più con lui. Non so per quale strano motivo ho deciso di aiutarti fingendomi la tua ragazza, ma sappi che ora lo faccio perché ti sto considerando mio amico. Non so perché tu mi abbia chiesto di fingere, ma se è solo per fare scoop potresti anche evitare” ribattei leggermente irritata da quello che disse e lo zittii.
Rimanemmo in silenzio durante tutto il tragitto.
La sera cenammo tutti insieme nel mio appartamento, ci guardammo un horror e feci una scoperta: Michael urlava come una ragazzina quando si spaventava. Ridemmo un sacco durante il film perché nonostante la suspense, cercammo di spaventarci a vicenda provocando tutte le volte le urla stridule di Mike.
Prima di tornare al loro appartamento, Luke ed Erin si sbaciucchiarono per bene, mentre Ash mi invitò ad assistere la loro intervista alla radio la mattina, accettai con entusiasmo e li salutai. 
Io ed Erin ci demmo la buonanotte con un bacino e entrammo nelle nostre rispettive stanze. 
Aveva un'aria stanca, ma la realtà era ben evidente, era molto felice con Luke, eppure si conoscevano da così poco. Per un attimo provai invidia nei suoi confronti.
Il giorno dopo la sveglia suono alle 10, nuovamente. Mi alzai e mi sedetti sul letto per svegliarmi completamente. Dopo cinque minuti uscii dal letto e andai in bagno per lavarmi la faccia, tornai in camera e aprii l'armadio. Scelsi un vestito con una fantasia floreale e lo abbinai con un paio di sandali neri. Spazzolai i capelli e mi feci una treccia laterale. Applicai sul viso un trucco leggero e uscii dalla camera. Notai che Erin non era ancora sveglia. Andai in camera sua con l'intento di svegliarla, ma mi farfugliò che ci avrebbe raggiunto dopo l'intervista, dunque feci colazione e chiamai Ash al numero che mi aveva dato ieri notte.
Mi informò che stavano giusto uscendo dal loro appartamento, quindi di raggiungerli nel garage, dove la SUV era parcheggiata.
Salii sull'auto e come immaginai erano tutti ancora mezzo addormentati, soprattutto Calum che teneva gli occhi chiusi mentre ascoltava la musica con le cuffie. Erano vestiti di nuovo tutti di nero o bianco, chi in canotte, chi con t-shirt e chi con una felpa. Su ogni indumento era stampato il logo di una rock band.
Mi sedetti vicino al batterista e chiacchierammo un pochino, arrivammo in dieci minuti allo studio.
Entrati nell'edificio ci condussero fino una stanza, qui i 5sos avrebbero condotto la loro intervista, quest'ultima consisteva nel rispondere ad alcune domande delle fan e cantare due canzoni del nuovo EP, Don't stop e Heartbreak Girl. 
Notai che quando cantarono la seconda canzone Calum mi lanciava sguardi furtivi, come se avesse paura di venire scoperto.
Stranamente non mi dettero fastidio quegli occhi puntati sulla sottoscritta, anzi mi conferirono un leggero piacere. Mi stupii al pensiero che formulai, non pensavo fossimo arrivati ad essere così amici.
L'intervista terminò verso l'ora di pranzo. I ragazzi uscirono dalla stanza affamati, dunque ci dirigemmo verso un ristorante italiano. Erin ci aspettava li. 
Ash e io continuammo a parlare del più e del meno come questa mattina, e non ci fermammo quando arrivammo al ristorante. Ci sedemmo al tavolo. Calum a destra e Ash a sinistra. 
“Des ti ricordi quella volta che ti sedesti sulla cacca di Phil?” mi chiese sghignazzando. Anche gli altri sentirono e cominciarono a ridere a crepapelle.
“Non mi ci sarei seduta sopra se qualcuno non mi avesse indotto a compiere questo gesto” risposi a denti stretti.
Quel giorno mi cadde un dente e per il male non parlai per tutto il giorno. Ash però, non mi voleva lasciare in pace, dunque mi trascinò fuori casa, nel giardino di casa mia e parlò a vanvera per almeno un quarto d'ora. Io non ebbi nessuna reazione, allora decise che se fossi caduta mi sarei messa sicuramente a piangere. Così fu, ma non perché cadetti, il motivo per cui piansi fu la cacca di Phil, il mio cane. Defecava spesso in giardino, dove e quando gli pareva. Non rivolsi la parola ad Ashton per almeno due giorni. 
Alla fine sorrisi ripensando all'episodio. 
Ordinammo le pizze e appena arrivarono ci fiondammo letteralmente su di loro. Eravamo affamati.
Chiedemmo alla cameriera di portarci anche il dolce, ma Mike non lo volle. Lui aveva qualcosa di più dolce, una ragazza seduta al tavolo accanto. Dunque decise che le avrebbe parlato mentre Erin e Luke uscivano per un appuntamento, di nuovo. Saremmo rimasti solo io, Ashton e Calum, ma il ragazzo con i capelli verdi decise che il batterista gli avrebbe fatto da spalla. 
Io e il bassista ci guardammo per un attimo, io feci una faccia di chi voleva stare con lui a malavoglia, invece lui rimase impassibile.
Mi chiesi se questo ragazzo avesse un minimo di sentimento o forse sapeva mascherare troppo bene ciò che provava.
Rimasti soli al tavolo, ci alzammo e andammo a pagare. 
Decidemmo di andare a casa in taxi, dove nessuno avrebbe infastidito l'altro. 
“Non vorrei chiederlo a te, ma se no non so a chi rivolgermi, visto che i miei compagni sono sempre così occupati” esordì Calum, come se qualcuno gli avesse dato una medicina amara. 
“Chiedi pure, vuoi andare a vedere la statua della libertà? O forse vorresti visitare China Town?” chiesi un po' sarcastica.
“In verità volevo andare da Da Carlo's. Adoro il programma Il boss delle torte, vorrei incontrare personalmente Buddy” disse lui con un sottile velo di imbarazzo. 
Accettai la sua richiesta e ci facemmo condurre dall'autista fino alla pasticceria.
 
 
 
 
 
Holaaaaaaa
Salve, scusate il ritardo, ma io e il signor Hood abbiamo avuto i nostri alti e bassi.
Anyway spero vi piaccia il capitolo, è un po’ corto, lo so… inoltre spero di aggiornare questo fine settimana, farò del mio meglio, lo prometto.
È da due capitoli che volevo ringraziare le persone che hanno messo questa ff nelle seguite/ricodrdate/preferite.
Mi fa veramente piacere.
Volevo ringraziare anche _Directioner_Horan99_ e cloudywithachanceofsmile che mi recensiscono ogni capitolo.
Penso di non aver più niente da dire, ovviamente avrete capito che sono una ritardataria e mi scuso ancora.
Appena lo pubblico mi verrà in mente cosa volevo dirvi, ma vabbe lol
 
Bye xx
 
spongieluke

 
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7
 

 
 
Arrivammo davanti la pasticceria in una ventina di minuti, ma prima di entrare in negozio ci fermammo davanti una bancarella che vendeva souvenir.
Calum acquistò due cappelli con sopra cucito la frase I LOVE NY e due paia di occhiali da sole. 
“Tieni, così non ci riconosceranno” mi disse porgendomi gli accessori.
Dubitai sul fatto che non ci avrebbero riconosciuto, ma feci come ordinò. 
Entrammo nella pasticceria affollata come nel programma televisivo. Era in parte un bene perché nessuno ci avrebbe riconosciuto con tutta la confusione.
Dovevo ammettere che avevo una bocca d'oro perché una bambina cominciò a strillare “mamma ma quelli sono Calum e la sua fidanzata! Voglio una foto con loro”
La madre ci guardò e leggermente dispiaciuta ci chiese se eravamo disponibili per una foto con sua figlia. Accettammo, ma appena finimmo altre persone cominciarono a circondarci facendoci foto e chiedendo autografi, finché non arrivò Buddy vestito come sempre con la sua tenuta da pasticcere e riportò ordine in pasticceria.
Ci fece segno di seguirlo e ci condusse nel suo ufficio.
“Scusaci Buddy, non volevamo creare scompiglio nel tuo negozio” esordì Calum realmente dispiaciuto, si sedette su una delle sedie poste di fronte la scrivania di Buddy.
“Oh ma state tranquilli ragazzi. Tu dovresti essere uno di quelli che suona in quella band che fra qualche giorno si esibirà al Today Show giusto? Come vi chiamate? 5 seconds of...”
“Summer” disse il bassista terminando la frase del pasticcere. 
Buddy fece un sorriso in risposta.
“Beh come mai siete qui? Volevate comprare qualcosa? Se volete vi posso consigliare” 
“Si certo, grazie. Però volevamo chiedere se ci potevi far fare una torta. Io amo il tuo programma. A casa ho cominciato a provare a fare dolci, anche se con scarsi risultati” disse Calum diventando paonazzo.
“Oh ma certo ragazzi, questa è la tua fidanzata? Che bella ragazza” sorrisi e mi sentii avvampare dall'imbarazzo, ma al contempo ero... felice per quello che disse Buddy.
“Seguitemi, vi porto in laboratorio. Però prima vi do due magliette, così non vi sporcate” lo ringraziammo.
Era davvero una persona gentile, una persona vivace e non aveva peli sulla lingua. Proprio come nel programma.
Il pasticcere ci diede ad ognuno una maglietta con il logo del negozio.
“Ehi ti sta a pennello quella maglietta” mi disse Calum, sentii le guance accaldarsi sempre di più e sussurrai un grazie, anche a te.
Buddy ci chiese cosa volevamo fare, io ci pensai e mi ricordai che fra due giorni sarebbe stato il compleanno di Ashton. 
“Vorremmo fare una torta metà vaniglia e metà cioccolato. Sa... fra due giorni sarà il compleanno del mio migliore amico”
“È vero cavoli... meno male che ci sei te Denise. Io e gli altri ce n'eravamo completamente scordati” non avevo dubbi, gli feci l'occhiolino e un segno di vittoria alzando l'indice e il medio.
“Però le decorazioni le potreste fare voi? Vorrei una mini batteria con la scritta “Ash” così se possibile” gli dissi tirando fuori il cellulare e mostrandogli il logo del batterista.
Buddy annuì pensieroso e prendendo carta e matita cominciò a buttare giù delle bozze. 
“Che ne dite? Per fare i piatti useremo il polistirolo e li ricopriremo con il fondente. Mentre tutte le altre parti saranno composte da torta, oggi potreste preparare quella su cui ci sarà il logo del festeggiato mentre potrete lasciare il resto nelle nostre mani” ci propose mettendosi la matita dietro l'orecchio.
Pensai che fosse un'idea grandiosa.
Poiché Buddy aveva da fare ci scrisse gli ingredienti e i passi più importanti da seguire. Ci posò tutto il necessario, attrezzi compresi e ci disse che in caso di bisogno avremmo potuto chiamare Joe, suo cognato, ma non pensai ci sarebbe stato il bisogno del suo aiuto.
Me la cavavo abbastanza bene in pasticceria. 
Io avrei fatto la parte in cioccolato e Calum quella alla vaniglia. 
Dissi a Calum di copiarmi, lui annuì con malavoglia. 
Cominciai a rompere le uova dividendo gli albumi dai tuorli, feci tutto con successo. Misi gli albumi nel mixer per montarli e mi volsi per controllare Calum. 
Scoppiai a ridere. Non so come ma aveva dei pezzi di guscio d'uova tra i folti capelli neri. Quello non era niente. Pezzi di guscio e chiazze di tuorli erano negli albumi. Lui girò la testa verso di me e imitò la mia risata. 
Gli dissi di togliere i pezzi di guscio e unire gli albumi con i tuorli, li avrebbe montati insieme allo zucchero. Nel frattempo i miei albumi erano montati, quindi presi un altro contenitore e misi a sbattere i tuorli con lo zucchero. 
Quando entrambi avevamo il composto liquido pronto gli dissi di pesare la farina e aggiungere lentamente nel mixer intanto che girava. 
Sottolineai lentamente, ma ovviamente lui mi dette ascolto.
Diventammo due pupazzi di neve o due uomini in bianco, altro che quella meraviglia di Will Smith con gli uomini in nero.
Ci guardammo intorno, nessuno si era accorto di ciò che aveva combinato Calum. Gli sorrisi, lui rispose. Allora cominciai a ridere contagiandolo. Gli tirai una manciata di farina addosso, mi guardò impassibile e mi schiacciò un uovo in testa. Rimasi interdetta, chi lo avrebbe detto, il bassista dei five seconds of summer si stava divertendo con me schiacciandomi un uovo in testa. 
Si mise a ridere, allora non resistetti e gli lanciai lo zucchero a velo. 
“Così le formiche capiranno chi è la persona cattiva e ti mangeranno” gli feci la linguaccia e... e lui mi rispose con una linguaccia!
Vedere così tanti lati di Calum, probabilmente era il mio giorno fortunato. Continuammo questa battaglia finché Joe non ci fermò. Ci fece una bella ramanzina ma ne era valsa la pena. Con l'aiuto di alcuni membri dello staff mettemmo tutto in ordine e ci pulimmo per poi continuare a cucinare. 
“Beh se devo essere sincera, sei un disastro totale senza speranze” dissi mentre versavo l'impasto della torta nell'apposito stampo. 
“Perché tu sei meravigliosa e troppo brava, quindi lascio tutto a te” mi rispose sarcastico mentre si metteva comodo su uno sgabello.
Alzai gli occhi al cielo e finii anche il suo lavoro.
Chiamai Joe per chiedergli se poteva infornarli lui e poi mi sedetti anch'io sullo sgabello posto vicino a Calum riposandomi.
“Sei simpatico alla fin fine sai?” gli dissi sincera, ripensando all'episodio accaduto un quarto d'ora fa. 
“Lo so” rispose ovvio.
“Ritiro quello che ho appena detto, quando fai così mi fai salire l'omicidio” lui sghignazzò e mi avvolse un braccio intorno le spalle.
“Carissima mia so che mi vuoi bene, emano un fascino naturale” gli diedi una gomitata nello stomaco e lui si staccò, continuammo a scherzare e parlare del più e del meno per un’oretta, poi vedemmo arrivare Buddy. 
“Ragazzi, le torte sono pronte volete vederle?” ci comunicò entusiasta, voleva dire che era venuta bene... o no?  
Lo seguimmo in un altro laboratorio, appena entrammo vedemmo le nostre torte, erano venute bene, mi spuntò un sorriso spontaneo.
“Sono venute entrambe bene, bravissimi ragazzi, be' ora potete lasciare il resto tranquillamente nelle nostre mani”
“Buddy, grazie per averci dato questa occasione, ne siamo veramente grati. È stata una splendida esperienza. Se mi puoi dare gentilmente il biglietto da visita, più tardi ti di chiamo e ti do l'indirizzo per la consegna” dissi al pasticcere e poi lo abbracciai in segno di saluto. Calum fece lo stesso.
Infine facemmo una foto ricordo prima di andarci a cambiare, comprammo alcuni dolci per i nostri amici e li salutammo definitivamente. 
Usciti dal negozio vidi che erano quasi le sei.
C'era tempo per andare a comprare anche il regalo di Ash, lo proposi e Calum accettò. 
Fermammo un taxi e ci facemmo condurre in un centro commerciale. 
Entrammo in vari negozi, ma non trovammo niente. 
Finimmo in un negozio di costumi, ne scegliemmo un paio e ci cambiammo. 
Lui se ne mise uno da maiale, io da pulcino.
“Ti sta d'incanto quel costume” dissi scoppiando a ridere.
Ad essere sincera gli stava a pennello, ma faceva allo stesso tempo ridere. Era semplicemente comico.
“Si pio pio piccolina lo so” mi disse facendo finta di non cogliere l'ironia e pizzicandomi la guancia ridendo di gusto. 
Continuammo a cambiarci e deriderci. Poi vidi un costume a forma di banana e decisi che quello l'avrei regalato al signor Irwin. 
L’agente Banana Irwin.
Lo dissi a Calum ed era d'accordo con me, dunque ci cambiammo e poi andammo a prendere un paio di bacchette per la batteria di Ash e pensammo che era abbastanza. 
Ovviamente gli altri avrebbero dovuto prendere un altro regalo per il nostro amico batterista.
“Direi che possiamo tornare a casa, è tardi,” guardai il cellulare “anzi, tardissimo, sono le otto!”
 
 
 
Hei hei hei
Simmer down simmer down…
Okay basta ahah
Come state?
Ho aggiornato di nuovo, siete felici? Yaaaayyy
Prima di tutto volevo ringraziare coloro che mettono nelle preferite/ricordate/seguite
beh vediamo che Calum sta diventando sempre più simpatico.
Ma per quale motivo? Non era tutta una finta?
Lo scoprirete, più in avanti però.
Forse più in avanti inserirò anche il POV di Calum, ma who knows  
Bye xx
 
spongieluke

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8
 

 
 
“Sei tornata finalmente!” mi disse Erin mentre entravo in casa. Lei era spaparanzata sul divano a guardarsi una serie tv, quella sui vampiri. Non ricordo il titolo.
“Mi sento così benvenuta, hai fame vero?” faceva sempre così quando aveva bisogno di un favore. Era senza speranze. 
“Ehm si, tu si che mi capisci Des” disse piagnucolando e poi regalandomi un bacino sulla guancia.
Mi avviai verso la cucina e aprii il frigo, non trovai quasi niente. Vidi che c'era una lattina di ragù preconfezionata dunque decisi di fare degli spaghetti col sugo. 
Stavo aspettando che l'acqua bollisse quando entrò Erin, si mise comoda su uno sgabello appoggiando entrambi i gomiti sul bancone di marmo bianco. 
“Senti, com'è andata oggi con Calum? Non hai voglia di raccontarmi niente?” sentii tutti i peli del mio corpo rizzarsi. Mi sentii un po' in colpa per non averle detto niente, ma gliel'avrei detto, un giorno.
“Come fai a sapere che sono stata tutto il giorno con lui?”
Lei mi fece il verso del uccellino e capii.
Twitter.
Le fan sono una cosa incredibile. A volte mi spaventano e non scherzo.
“Be' si, siamo usciti... ma solo perché...” le raccontai come passai il pomeriggio e le parlai della festa di Ash.
Omisi la parte di Calum scherzoso e stupido, volevo tenermelo per me. Non ne capii il motivo, era solo un amico, non mi piaceva perché era una persona arrogante ed ostile. Mi convinsi dicendo che il motivo per cui non le dissi niente era che non era una cosa interessante da raccontare.
“Sei sicura che non ti piace Des? A me sta simpatico Calum. Si, è un pochino introverso e sembra asociale ma sembra un bravo ragazzo” cosa le passava per la mente ad Erin? Questa era già fusa di suo, ora che stava con Luke era messa ancora peggio. 
Posai pesantemente i due piatti di pasta sul tavolo: “mangia e non dire sciocchezze”
Fece il muso e mi fece la linguaccia. 
“Come va con Luke? Immagino benissimo. Quando vi sposate?” dissi scherzando e cambiando, intelligentemente, argomento.
Erin diventò completamente rossa. Scoppiai a ridere e lei diventò violacea. Okay, forse era un po' esagerato, ma c'era quasi.
Scherzammo finché non suonò il cellulare, quello di Erin ovviamente, mi mimò la parola Luke e se ne andò in camera dopo avermi dato la buonanotte. 
Mi era mancato scherzare con lei in questo modo. Eravamo a New York da pochi giorni, ma lei ormai passava la maggior parte del tempo con Luke e io stavo un po' con gli altri e soprattutto Calum, visto che era il mio fantomatico ragazzo.
Misi tutto nella lavastoviglie e andai a farmi un bagno. 
L'acqua calda mi alleviò il dolore alle gambe e ai piedi causato dal pomeriggio trascorso camminando alla ricerca del regalo. 
Mi misi sotto l'acqua finché non mi arrivò sotto il naso. Era veramente rilassante. Avevo usato un bagnoschiuma al cioccolato, il profumo mi fece venire voglia di dolci. Inoltre mi riaffiorò nella mente ogni singolo momento trascorso con il bassista in pasticceria. 
Provai a scacciare via questi pensieri, ma con scarsi risultati.
Era una creatura affascinante, probabilmente anche bipolare.
Poteva comportarsi prima in modo impassibile, poi cambiare di punto in bianco e essere vivace come il rosso... si perché il rosso è un colore vivace... 
Uscii dal bagno leggermente assonnata, era stata una giornata lunga, anche se mi ero divertita.
Mandai una mail con l'indirizzo di casa a Buddy e decisi di visitare Twitter. Era da tanto che non facevo log in e mi sorpresi quando mi accorsi che i miei followers da una quarantina erano diventati una migliaia. Inoltre c'erano anche un sacco di messaggi, alcuni di minaccia, altri di augurio e altri disperati a causa del nostro appuntamento.
Avevo gli occhi spalancati. Scrissi sulla barra ricerca Calum da Carlo's.
Mi apparirono un sacco di foto: noi due all'entrata della pasticceria, in pasticceria e persino foto mentre eravamo in laboratorio.
Probabilmente ce le fecero alcuni membri dello staff senza che ce ne accorgessimo. C'era persino quella in cui entrambi eravamo imbiancati, mi scappò una risata, eravamo estremamente buffi.
Salvai un paio di foto in cui ero venuta bene. Le avrei usate come immagine profilo.
Avevo acceso il condizionatore quindi faceva un pochino freddo, allora mi misi sotto le coperte e caddi nel mio dolce sogno.
Si certo, dolce sogno. 
Se sognare Calum a torso nudo sulle onde australiane significa avere un dolce sogno... 
Eppure mi svegliai con un sorriso impresso sulle labbra, che ebete.
Controllai il cellulare e vidi un messaggio di Calum. Mi chiedeva della festa. Gli dissi che l'avremmo organizzata a casa mia e che lui avrebbe dovuto venire ad aiutare. Luke, Michael ed Erin li avrei lasciati andare a comprare il regalo. Oggi erano occupati, partecipavano al Today Show. 
Mi chiese pure se volevo venire a vederli, accettai.
Mi preparai velocemente mettendomi addosso un top nero e una salopette di jeans, arrotolai l'estremità dei pantaloni e scelsi un paio di converse alte, bianche. Decisi di lasciare i capelli sciolti, e passai la piastra per creare un effetto mosso. Mi truccai leggermente ed ero pronta.
Uscita dalla camera vidi che Erin era già pronta, aveva un vestito a motivi floreali e ai piedi indossava un paio di sandali marroni con il tacco.
I suoi bellissimi capelli oggi erano stati raccolti in una coda di cavallo. Laddove c’era l’elastico che teneva fermi i suoi capelli ora c’era un bellissimo fiocco bianco.
“Ulàlà ma dove va bella signorina?”
Lei mi guardò di sbieco e arrossì leggermente.
Ah... gli effetti dell'amore. 
Arrivati in garage con l'ascensore raggiungemmo l'auto della band e partimmo. 
“Buongiorno bellissime” ci salutò Luke con un voce elettrizzata. 
“Buongiorno a te Luke” dicemmo all'unisono con l'unica differenza che lei lo andò a baciare e si sedette vicino. 
Io mi misi al mio solito posto, vicino ad Ash.
“Des, dormito bene?” mi chiese il batterista con uno sguardo malizioso.
“Certo, non c'è miglior cosa di un dolce e caldo letto. Ma cos'è quello sguardo? Ho qualcosa in faccia?” chiesi toccandomi il viso. Avevo capito cosa voleva intendere.
"Oh no, non hai niente in faccia! Però sai? Ieri ho visto delle foto interessanti. Ve la spassate te e il nostro bassista neh?” continuava a fare quella risata da “ahahn vi ho beccati!”, che poi non avevamo fatto proprio niente. “Aah... Piccoli batteristi crescono” aggiunse con un tono melodrammatico.
“Hei hei, ma cosa c'entro io?” si intromise Calum che il secondo precedente era seduto al suo posto con gli occhi chiusi.
“Non stavi dormendo?” chiese il biondo.
“Meno male che non dormivo, fosse successo mi sarei perso te e la tua scenata” disse Calum ridendo.
“Hai proprio ragione” rispose stando al suo gioco e poi tirò fuori una banana dal nulla, la sbucciò e cominciò a mangiarla.
Io e Calum ci guardammo, ci girammo verso Ash e poi ci guardammo di nuovo. Scoppiamo entrambi in una risata fragorosa.
“Ho fame. Non ho fatto colazione!” sbottò il biondo in sua, a mio parere inutile, difesa. 
Non sapeva cosa gli aspettava domani. No, non lo sapeva.
 
 
 
 
Ciaoooo
Eccomi qua con il nuovo capitolo, ho pubblicato così tanto in una settimana, mai fatto in vita mia.
Ma che ci posso fare se è stata colpa mia il non aver pubblicato per due settimane…
Eh vabbe, a voi non dispiacerà di sicuro, o almeno spero ahahah
Anyway ringrazio come sempre coloro che mettono nelle preferite/ricordare/seguite, è sempre bello vedere che c’è gente che apprezza il mio lavoro.
Voi mi rendete felice :’)
Se avete voglia comunque lasciate un parere, non deve per forza essere lungo e costruttivo, può anche essere di apprezzamento(??) lol
Basta, non vi rompo più, un saluto :)
 
Bye xx
P.S.: se volete cercarmi su twitter sono @spongieluke , non si sa mai ahahah
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spongieluke

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9
 

 
 
“No, più a sinistra... No! Destra, no! Cosa fai?? Devi metterla al centro quella scritta, non dove ti pare!” urlai a Calum.
Stava appendendo i festoni per il compleanno di Ash, ma lui non aveva nessuna voglia di fare i preparativi.
“Non mi urlare di tutto! Se sei così brava te vieni te ad appendere no?” ribatté lanciandomi uno sguardo velenoso.
“Se non fossi troppo bassa l'avrei già fatto e comunque sto facendo un lavoro più faticoso del tuo” dissi con l'intenzione di farlo sentire in colpa.
“Si certo, come se per gonfiare dei palloncini ci volesse molto”
Okay, missione fallita. 
“Ma sicuramente è più difficile del tuo compito, ma non puoi capire visto che non hai manco il senso d'orientamento” dissi prendendolo in giro. 
“Invece io spero tu perda i sensi, almeno stai un po' zitta” rispose acido.
“Ti sei offeso? E dai scherzavo” dissi divertita, ero felice perché l'arrogante signor Hood si stava aprendo a me, stava cominciando a reputarmi un'amica, o almeno così pareva.
Non mi rispose, allora mi alzai dal divano su cui ero seduta e mi avviai lentamente verso di lui.
“Devo fare come con i bambini piccoli?” rovistai nella tasca posteriore dei miei skinny jeans in cerca di una caramella e gliela porsi.
Lui mi guardò per chiedermi con lo sguardo se scherzassi, io ovviamente scossi la testa. Sorrise rassegnato e io lo abbracciai.
Fu un gesto spontaneo. Volevo che sapesse che gli volevo bene.
Finimmo di allestire verso pranzo.
 Calum aveva invitato un sacco di gente e mi disse che nonostante la festa fosse lontana loro sarebbero venuti.
“Domani hai qualche impegno?” chiese Cal mentre stavo preparando qualcosa per pranzo.
“No, perché?”
“Ho qualcosa da dirti, però sta per cominciare il tour americano con gli One Direction, quindi ho le prove. Ti dispiace venirmi a trovare durante la pausa? Poi andiamo a pranzare insieme” propose in tono serio mentre faceva gli ultimi ritocchi alla stanza.
“Mmh… si va bene! Vieni a mangiare. Non è niente di speciale ma almeno non avremo fame” dissi al ragazzo portando i due panini in soggiorno.
Dopo pranzo sia io che lui andammo a prepararci.
Feci una doccia e nel frattempo Erin tornò a casa.
Sicuramente avrà lasciato Michael da solo e sarà andata insieme a Luke da qualche parte per sbaciucchiarsi. Bleah!
“Des sono tornata! Vado in camera a prepararmi. Appena puoi vieni da me!”
“Si! Mi vesto e arrivo” le risposi urlando dal bagno sperando che mi avesse sentita.
Aprii l’armadio e mi misi alla caccia del abito perfetto da indossare alla festa. Scelsi un vestito verde smeraldo, niente fru fru, molto semplice, ma saltava agli occhi una volta indossato. Misi i miei tacchi color argento e mi sedetti per aprire il mio portagioie. Adocchiai un paio di orecchini con il logo della Chanel e mi allacciai intorno al polso uno dei tanti braccialetti Pandora che mi aveva regalato mia madre.
Mi truccai leggermente e decisi di lasciare i capelli sciolti.
Mi guardai un’ultima volta nello specchio e raggiunsi la stanza di Erin.
Bussai ed entrai.
“Eccomi carrrissima” feci la mia entrata pronunciando la r alla francese.
“Uff, finalmente. Ti aspetto da venti minuti e ho già fatto la doccia, vedi un po’ te” si lamentò la ragazza.
“Dovresti ringraziarmi che sono venuta, non lamentarti”
“Va bene cara Denise” da se facendo gli occhioni “mi aiuti a scegliere il vestito per sta sera?”
Lo sapevo.
La aiutai a optammo per un vestito a tubino nero con dei tacchi dello stesso colore e degli orecchini ad anello. 
Decise di alzare i suoi capelli in uno chignon e poi si truccò, scelse uno smokey eye.
“Pronta!” esclamò guardandosi allo specchio “ancora un'oretta e dovrebbero arrivare gli altri”
“Perfetto. Ma dimmi un po', cosa avete comprato al signor Irwin?”
Si grattò il collo, visto che non voleva disordinare i capelli toccandoli. 
“Ehm non saprei, abbiamo mandato Mickey, io e Luke abbiamo comprato l'alcol” questa ragazza era senza speranze. Però era andata meglio di quanto pensai no? Avevano acquistato l'alcol.
“Des... In verità il vero motivo per cui ti ho chiesto di venire è... è che... che... che...”
“Che?”
“Che io e Luke partiamo fra due giorni per le Bahamas, avranno una piccola pausa prima che inizino il tour insieme ai One Direction, quindi volevamo approfittarcene per stare un po' soli” lo disse tutto in una volta senza respirare, come se poi non ne avrebbe più avuto coraggio.
Scoppiai a ridere e lei diventò paonazza. 
“Va bene, sembra più che andiate in luna di miele! Comunque lui ti sta cambiando, da quando Erin è una ragazza timida? Nessuno lo penserebbe” dissi continuando a ridere “comunque stai tranquilla, ci saranno Ashton e Michael qui a tenermi compagnia”
“E Calum ti sei dimenticata?”
Scossi la testa “no lui non ci sarà più, domani è il nostro ultimo giorno da finti fidanzati, quindi... se va bene si troverà un’altra ragazza”
Erin mi fissò per due secondi anche se mi parvero minuti interminabili “ti piace. Non mentire, ti sta piacendo veramente”
Non dirò bugie “si è vero” 
“Confessati tesoro, non tenere tutto dentro di te”
 
La festa andò bene, Ashton apprezzò i regali e la torta, Buddy la consegnò personalmente. Finì bene ma erano tutti ubriachi, persino Erin, io ero solo leggermente brilla. Gli invitati se ne andarono verso l’una, ma noi continuammo a festeggiare.
La musica rimbombava ancora nell'appartamento, bicchieri che contenevano alcool dappertutto. Si addormentarono tutti verso le tre del mattino; Luke ed Erin riuscirono a trascinarsi in camera, Mike si addormentò sul bancone di marmo della cucina mentre Ash era spaparanzato sulla moquette ancora con un bicchiere in mano, borbottava frasi come “beviamo ancora, la festa non è ancora finita!” 
Invece Calum era... non lo sapevo. 
L'avevamo perso! Dovevo chiamare la polizia? Uh forse era meglio se controllo prima tutte le camere.
Lo ritrovai nella vasca da bagno.
Teneva una bottiglia di vodka in mano e puzzava da morire di alcol, 
“Bell'esempio che sei eh” borbottai togliendogli dalle mani la bottiglia, ma non mollava la presa. Detti uno strattone forte e invece di strappargli la bottiglia dalle mani gli finii addosso in pancia in giù. Era una scena altamente equivocabile. Cercai di alzarmi ma i miei capelli erano rimasti impigliati in un bottone della sua camicia. Cavolo!
Proprio oggi doveva indossare una camicia.
Provai a risolvere il problema, ma con scarsi risultati. Mi sedetti sul bordo della vasca e provai pazientemente a togliere i miei capelli, ma ad un certo punto scivolai e caddi nella vasca. Ero seduta sulle sue gambe e mi sentivo in imbarazzo, eppure non era la prima volta che mi stavo in grembo di un maschio.
Si mosse e per un attimo mi pietrificai. Cosa avrebbe pensato se si fosse svegliato ora?
Ma non era il problema principale questo!
Mi avvicinai di più al suo petto per facilitare la liberazione dei miei capelli e dopo meno di cinque minuti ce la feci.
Lo guardai un attimo, ah quelle sopracciglia così folte… avevo l’impulso di baciarlo, sottrassi la distanza che c’era tra noi, ero molto vicina ad unire le nostre labbra ma…
“Pesante…” farfugliò nel sonno.
Mi accorsi dell’azione che stavo per compiere, mi alzai di scatto e corsi in camera mia.
Chiusi la porta e mi sedetti per terra, sulla moquette.
Cosa stavo per fare?
Mi coprii il viso che stava andando a fuoco con le mani.
Dopo essermi calmata leggermente mi accorsi che mi aveva dato della pesante.
Che razza di maleducato!!
 
 
 
 
 
Eccomiiiiii
Scusatemi per il mio superultragrandemega ritardo
Sono andata in vacanza e non sono riuscita a produrre, poi ho avuto leggermene un blocco, però ce l’ho fatta. Yeeaahh!
Spero siate curiose di ciò che avrà Calum da dire a Denise eheheh
Alla prossima <3
 
Bye xx

spongieluke

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Prima che iniziate a leggere voglio avvisarvi che questa storia non verrà aggiornata fino le vacanze di natale, scusatemi ma questo è il mio ultimo anno di liceo e ci tengo abbastanza a completarla decentemente.
Magari durante la mia gita che si svolgerà a novembre mi verrà
 qualche ispirazione e scriverò e poi posterò, chi lo sa.. 
Non mollatemi vi prego, un bacione e buona lettura :)

spongieluke




Capitolo 10

 
 
Mi svegliai presto per rimettere a posto la casa e tutti stavano ancora dormendo come Snorlax*.
Cominciai a raccogliere i piatti sporchi e i bicchieri ancora mezzi pieni. Fortunatamente erano tutti di plastica, almeno non avrei dovuto fare le stoviglie.
Avevo cominciato a pulire, ma il signor Clifford stava a peso morto sul bancone, quindi decisi di alzargli il braccio destro e ci passai uno straccio, poi alzai la gamba destra faticosamente e cercai di fare la stessa cosa, ma cominciò a mugugnare.
“Non mi toccare” e mi tirò un calcio.
Ahia!
Mi strofinai il sedere e mi alzai, allora decisi di andare a pulire in soggiorno. 
Che puzza di alcol mamma mia.
“Ashton? Sei sveglio?” sussurrai avvicinandomi al biondo.
“Ronf” mi rispose cambiando posizione sul divano.
Da quando si trasferì dalla moquette non avrei saputo. 
Mi sfuggì un sorriso, sembrava un gatto.
Finii venti minuti dopo, mi sedetti sul divano dimenticandomi che c'era Ash.
“Aaahh... Oohh... chi-chi è?” Si strofinò gli occhi, “De? Ahio mi hai fatto male. So che preferisci il pacco di Cal e non il mio... ma sai, anche a me serve” disse ammiccando.
“Stronzo” mi alzai arrossendo. 
“Che ore sono? Ho un mal di testa...” chiese massaggiandosi la testa.
Guardai l'orologio “le otto e… quarantasette”
“Cosa? Cazzo, alle nove cominciano le prove... Aaah devo andare a chiamare gli altri”
Iniziò a correre, nel tragitto si inciampò a causa di un mobile e si prese una spallata contro il muro, stavo morendo dal ridere. Poi tornò indietro. 
“Ehm dove sono?” indicai la cucina seguendolo.
Non appena vide Michael gli saltò addosso e poi lo spinse letteralmente giù, “ahia, ma che cosa...? Ashton! Ti sembrano i modi di svegliare una persona?” il ragazzo strillò massaggiandosi il sedere, beh almeno imparava a tirarmi calci.
Era il karma. Beh si io credevo in ste cose.
“Amore sono quasi le nove!!”
“Non è vero, è una scusa per avermi buttato giù dal bancone” alzò gli occhi per guardare l'orologio e spalancò gli occhi “aaaahh ci uccideranno, dov'è Calum?? Vai a svegliarlo! Io intanto faccio colazione”
Ashton gli lanciò uno sguardo assassino “non ci pensare neanche, io faccio colazione e tu vai a svegliarlo. Dio sa quant’è difficile svegliarlo” 
“No no caro, ieri di chi era la festa? Tua. Quindi di chi è la colpa se ci siamo svegliati così tardi? Tua. Quindi vedi di svegliarlo subito” detto ciò Michael si diresse verso il frigo in cerca di cibo. Certo come se fosse a casa sua.
Il batterista però non si arrese “cosa cosa? Chi è che ha voluto organizzare questa festa?”
“Non io” intervenne il ragazzo dai capelli verdi prima che potesse farlo il biondo.
Alzai gli occhi al cielo “ce l’ho avuta io questa idea mio carissimo amico, vado io a svegliarlo. La prossima volta sognatela una festa a sorpresa organizzata da me”
Mi diressi verso il bagno.
Stava ancora dormendo come un barbone, abbracciando la bottiglia di Vodka.
Gli diedi un pugno sul braccio, ma non ebbe risposta.
Cominciai a dare pizzicotti sulla guancia, nulla.
Allora mi venne un’idea. Presi il manico per doccia puntandolo sulla testa di Calum e aprii il rubinetto verso l’acqua bollente.
Uno, due, tre…
“Aaaahhhh bruciooooo”
Chiusi il rubinetto.
“Oh ma ti sei svegliato” dissi tutta sorridente “sai sono quasi le nove e i tuoi a…” non finii di parlare che non c’era più l’ombra del ragazzo.
Mmh... nove è un numero inquietante e potente.
I ragazzi sparirono subito dopo aver ingoiato qualcosa, ma si dimenticarono di qualcosa, Luke.
Ma poi Erin mi disse che Luke era il piccino del manager, quindi lui poteva arrivare anche un’ora dopo rispetto l’orario prestabilito.
Se andava bene gli avrebbe offerto pure la colazione.
Mentre la mia migliore amica continuava a prendere sonno io mi misi al lavoro e feci le pulizie. Dopo circa due ore e mezza l’appartamento risplendeva. Mi applaudii da sola, orgogliosa di me stessa.
“Des ma è tutto così pulito, Luke ha fatto tutto prima di andarsene?”
La guardai e sgranai gli occhi, certo nei suoi sogni magari.
Continuò a borbottare cose del genere mentre tornava in camera.
Guardai l’orologio, era quasi mezzogiorno, sarei dovuta andarmi a preparare per l’appuntamento con Calum.
Decisi di mettermi qualcosa di carino optando per un vestito ed un paio di sandali infradito. Mi truccai leggermente e misi i capelli in una coda di cavallo. Presi la mia borsetta di pelle ecologica e mi avviai verso l’uscita.
Erin era già uscita, quella bastarda non mi aveva aspettato.
Prima di prendere un taxi decisi di comprare il pranzo in un ristorante molto carino situato a cinque minute dal nostro appartamento.
Almeno in questo modo Calum non avrebbe dovuto uscire attirando l’attenzione.
Che ragazza comprensiva. E modesta.
Guardai l’orologio, ci eravamo messi d’accordo via messaggio che ci saremmo visti per l’una mezza e ora erano solo quasi l’una.
Decisi che gli avrei fatto una sorpresa.
Presi il taxi e non appena arrivai scrissi ad Erin dicendole che ero fuori dallo stadio, ma non sapevo in che modo entrare. Mi disse di aspettare che mi sarebbe venuta a prendere e in meno di dieci minuti arrivò all’uscita.
“Calum mi aveva detto che dovevi arrivare per l’una e mezza, come mai così presto? Non è da te essere in orario” mi prese in giro posando le mani sui fianchi.
“Beh oggi ero in anticipo e sono venuta a fare una sorpresa, problemi? O preso pure il pranzo” risposi mostrandole il sacchetto del takeaway.
Lei rise e mi prese il sacchetto dalle mani.
“Ma come sei dolce, Cal apprezzerà sicuramente il tuo gesto. Ti piace davvero eh?” continuò prendendomi in giro.
“Forse… so solo che oggi è il nostro ultimo giorno da finti fidanzati e vorrei che vada tutto bene” ribattei seria.
“Spero diventiate presto una coppia vera perché a mio parere state molto bene insieme” disse Erin facendosi seria.
Poi mi passò il pass per passare nel backstage ed entrammo nell’edificio.
Mi disse che sarebbe andato a cercare Luke perché stava parlando con il manager, quindi mi indicò dov’erano i camerini e mi lasciò sola.
Dopo cinque minuti arrivai senza perdermi, sana e salva davanti il camerino dei ragazzi, ma non appena volevo bussare sentii pronunciare il mio nome.
Decisi di rimanere ad ascoltare un attimo, giusto per sapere di cosa parlassero. Sapevo che non era educato, ma ero curiosa.
“Si infatti vedete che ho vinto” disse qualcuno, la voce ottusa non mi permise di riconoscere il proprietario.
“Sei il più forte Cal, ma non è giusto che tu vinca sempre. Guarda che anche noi ci guadagniamo i soldi in cambio di sudore” esordì qualcun altro, sembrava Michael, ma non ero sicura. Però sapevo che la battuta precedente era di Cal.
“Ragazzi non lo so, mi dispiace così tanto per Des. Lei è una mia carissima amica e mi fa male sapere che è stata presa in giro per tutto questo tempo” sbarrai gli occhi.
Cosa stava succedendo?
Di cosa stavano parlando?
“Beh non le ho fatto niente, non l’ho manco toccata e tanto meno baciata. Quindi non preoccuparti Ash” loro sapevano del finto fidanzamento?
“Ho capito che non le hai fatto niente, ma comunque le hai mentito e la fiducia di una persona non la si acquisisce in questo modo”
Come mi aveva mentito? No, non era possibile, eppure il mio conscio avevo capito tutto.
“Però non ci ha perso niente, è stata con una star, avrebbe potuto chiedere di meglio? Non penso proprio?” riconobbi la voce di Calum questa volta perché aveva cominciato ad urlare.
Le lacrime cominciarono a rigarmi il volto, non erano salate come le descrivevano nei libri, erano insipide e quasi amare.
Lasciai cadere il sacchetto per terra e cominciai a correre verso l’uscita, chiamai un taxi e gli chiesi di portarmi a casa il più veloce possibile.
Non potevo credere alle mie orecchie.
Io ero la stupida, non i suoi amici.
Tutti sapevano tutto ed io ero quella che viveva nel suo mondo costruito da bugie.
Non appena entrai in casa aprii il freezer per prendere il gelato. Era una cosa che mi calmava e mi permetteva di riflettere.
Mi sedetti sul divano e cominciai a mangiare.
Tutto quello che provavo per lui in questo momento era ribrezzo, non meritava neanche di essere odiato e non lo odiavo.
No, non lo odiavo.
Finendo il gelato la voglia di andare in un’altra città per calmarmi un attimo prese sopravvento.
Pensai ad una città che avrei voluto visitare e mi venne in mente Parigi.
La bella e romantica Parigi.
Quella sarebbe stata la mia meta.
Mi alzai dal divano dirigendomi verso camera mia dove preparai la valigia.
Scrissi alla mia migliore amica dicendole che avrei approfittato della sua assenza per andare a visitare un’altra città. La scongiurai di non spifferare a nessuno dove sarei andata, nemmeno ai ragazzi e telefonai a mio padre per chiedergli di prenotare il primo volo possibile per Parigi.
Infine spensi il dispositivo.
 
Sarei partita alle 16, avevo ancora un’oretta di tempo, quindi decisi di scrivere una lettera a Calum. Completata scrissi sulla busta ‘Calum’ e la lasciai in camera di Erin e me ne andai, senza una lacrima.
Dovevo ricordarmelo, io e lui non eravamo mai stati veramente una coppia, quindi poteva fare quello che voleva.
 
 
 
*Snorlax è un Pokémon che dorme costantemente.
 
Heiii
Eccomi qua finalmente!
Da quanto tempoooo
Spero vi piaccia il capitolo baci :*
 
Bye xxx
 
spongieluke

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