Sto sclerando

di Lelichan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una famiglia squilibrata e un gatto assassino ***
Capitolo 2: *** Bex e il commesso gay ***
Capitolo 3: *** Cinema da incubo ***
Capitolo 4: *** Quale gioia andare in piscina ***
Capitolo 5: *** Una festa elettrizante ***
Capitolo 6: *** LunaPark ***
Capitolo 7: *** è arrivato Ferragosto ***
Capitolo 8: *** Strane confessioni ***
Capitolo 9: *** La mia morte è imminente ***
Capitolo 10: *** Forse non sono del tutto sfigata ***
Capitolo 11: *** Di nuovo ***
Capitolo 12: *** il mio cervello si sta fondendo ***
Capitolo 13: *** Primo giorno di scuola ***
Capitolo 14: *** Pomeriggio Esaltante ***
Capitolo 15: *** Micio ***
Capitolo 16: *** Incidente ***
Capitolo 17: *** Voli nelle siepi e trappole allo sherry ***



Capitolo 1
*** Una famiglia squilibrata e un gatto assassino ***


Sto sclerando- Help me

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Capitolo 1- Una famiglia squilibrata e un gatto assassino

 

Domenica 8 agosto

 

CAMERA MIA

 

ORE 14.00 Pranzo di  famiglia. O meglio, il pranzo era 2 ore fa, ora sono passati alla fase delle “chiacchiere assurde in compagnia di un bicchierino”. Cosa ci troveranno di così eccitante nell’ubriacarsi con lo spumante ricordando i vecchi tempi in cui anche loro erano giovani (300 anni fa), non lo capirò mai.

Se almeno non facessero tutto quel casino. Zio Frankie schiamazza così forte che è già la quarta volta che i vicini guardano verso la nostra casa. Sembrano piuttosto irritati.

Bhà, comunque non mi interessa come impiegano il loro tempo, la cosa che attualmente mi preoccupa in modo abbastanza serio è che ci sono tre marmocchi di cinque anni a zonzo per la mia camera. Senza contare il mio fratellino.

Giuro che se li becco a frugare  fra le mie cose li spello vivi, prima loro e poi quegli esseri che li hanno messi al mondo.

Ma io mi chiedo, perché non posso chiudermi a chiave nella mia stanza come tutte le quindicenni normali? Papà ha detto che è già un miracolo se mi ha permesso di avere una porta. Gesù! Dove andremo a finire!

L’altro giorno ho chiesto ai miei perché non posso avere la chiave della mia camera.

E mamma: - Potrebbe accaderti qualcosa e noi non riusciremmo ad entrare!

E io: -Cosa potrebbe accedermi? Che mi assalgano i cuscini?

-Non fare la spiritosa Elsie, e fila in camera tua!- ha urlato papà.

Merde.

 

ORE 15.30 Mio fratello maggiore Allan è entrato in camera mia. Non ha nemmeno bussato, che maleducato. Voglio dire, come osa entrare nella MIA camera, SENZA il MIO permesso?

Bhè, ora che ci penso, questa è anche camera sua....

Vabbè, lasciamo perdere.

Si è stravaccato sul suo letto lamentandosi: -I vecchi stanno facendo un casino abnorme giù da basso! Poi dicono di noi giovani...

-Sia chiaro...- ho detto- Se i vicini chiamano la polizia, io non abito qui, non sapete chi sono e non mi avete mai vista, capito?

Allan non ha risposto, mi sono girata e ho visto che si era addormentato.

Sacré bleu. Che fratello che mi ritrovo. È un bellissimo ragazzo, ha dei capelli e degli occhi stupendi, e quando sorride è in grado di far cadere ai suoi piedi qualsiasi individuo di sesso femminile, ma....è troppo pigro! Tutte le sue ex-ragazze lo hanno mollato perché non aveva mai voglia di uscire per andare al cinema o al centro commerciale.

Gli ho suggerito che forse dovrebbe cercare di cambiare, di migliorarsi...lui mi ha sorriso, mi ha arruffato i capelli e se ne è andato a letto. Vallo a capire!

Chi ha affermato per primo che le donne sono incomprensibili non ha mai provato a comprendere mio fratello. Quella si che sarebbe una vera sfida!

 

ORE 18.00 I miei parenti se ne sono andati tutti. Signore ti ringrazio. Se fossero rimasti ancora un po’ mi sarebbe venuto un attacco isterico. Come fai a sopportare un ammasso di ultra-quarantenni che non fa altro che ubriacarsi, piombare in camera tua, chiederti della tua vita amorosa (tra l’altro inesistente), fare stupidi commenti con l’aria di chi la sa lunga, e poi ubriacarsi di nuovo?

 

ORE 18.30 Allan si è svegliato. Miracle. Si è alzato dal suo letto e si è infilato nel mio.

-Cosa stai facendo?- gli ho chiesto.

-Cambio letto.

-Questo l’ho notato, ma perché, se è lecito chiedere?

-Il tuo materasso è più morbido...

Cos’è adesso? Un esperto di materassi?

-Hai intenzione di passare la notte lì?- gli ho chiesto.

-Si.

Merde.

 

ORE 18.45 È arrivata Jane. Forse questa giornata può finire in maniera normale, anche se non mi faccio troppe illusioni visto com’è cominciata.

Si ferma qui a cena! Grazie Signore!

Siamo salite in camera mia, per avere un po’ di privacy (come se fosse possibile!).

Appena entrata, Jane ha guardato storto mio fratello: -Pensi sia il caso di parlare in sua presenza?

-Sta dormendo.

-Ah bhè, allora...

Se mio fratello si addormenta neanche la terza guerra mondiale potrebbe disturbarlo. Non saranno certo le chiacchiere di due quindicenni a svegliarlo....almeno spero...

Jane si è accomodata sul letto di Allan, visto che il mio era occupato.

Abbiamo parlato della festa che Amanda la Sgualdrina organizza a casa sua. Per quanto ci faccia ribrezzo andare nella sua dimora, abbiamo convenuto che sarebbe stupido restare a casa mentre a quella festa ci saranno tutti i ragazzi della Fillmore. Ci andrà tutta la Banda, cioè io, Jane, Bex, Vera e Peg. Speriamo ci sia il Mitico Luke. È bello da far paura. Sicuramente nel remoto caso in cui si avvicinasse a me, comincerei a fare qualche danno, muovendomi senza controllo e facendo cadere qualsiasi cosa mi capiti a tiro. Sto male solo a pensarci.

 

ORE 19.10 Io e Jane abbiamo affogato i nostri dispiaceri in un’enorme pizza margherita e in una mega tazza di gelato al cioccolato. Non abbiamo uno straccio di ragazzo. Depressione totale.

 

ORE 19.30 Ci siamo interrogate sul perché tutti gli individui maschili fra i 15 e i 25 anni sbavano per Amanda la Sgualdrina.

-Ai ragazzi piacciono i tipi come lei- ha detto Jane.

-Cioè i tipi che ci stanno appena uno le fa un sorriso?

-Esattamente.

Doppia merde.

 

ORE 22.00 Ho l’impressione di essermi già stancata dei ragazzi. Prima ancora di cominciare.

 

 

Lunedì 9 agosto

 

ORE 11.00 Mamma è tornata dalla spesa. Ma non si vergogna ad andare in giro vestita  come una ragazzina? Mi ha fregato la mia vecchia maglietta con la scritta “I love Brad Pitt” e se l’è messa lei. Vergognoso. Devo ricordarmi di non uscire insieme a lei quando si concia in quel modo. Peccato che papà la trovi molto sexy. Certo, come no, con quel enorme davanzale con sopra la faccia di Brad Pitt. Che schifo!

 

ORE 11.30 Papà è rincasato dopo la sua scorazzata in motocicletta con zio Frankie. Sacré bleu, come possono permettere a due ultra-quarantenni, prossimi ai 50anni, di fare quelle cose? Prima o poi verrà un infarto a tutti e due!

O a quelli che li vedono per strada!

-Sei sicuro di voler continuare con i tuoi giretti in moto?- ho chiesto a papà.

-Perchè dovrei smettere?

-Bè, tu e lo zio ormai avete una certa età, non è salutare! Se ti venisse un infarto? Vuoi lasciare mamma vedova, e i tuoi tre  figli orfani?

Papà si è messo a ridere. Ma cosa c’è da ridere? Mi preoccupo per la sua salute! E per le mie relazioni sociali...cosa accadrebbe se qualche mio amico lo riconoscesse mentre fa il matto per la strada? Non voglio pensarci.

Papà mi ha scompigliato i capelli. Ecco da chi Allan ha preso questa brutta abitudine. Perché i miei capelli non possono essere lasciati in pace?

Il mio folle genitore alla fine se ne è andato in cucina dicendo che è ancora nel fiore degli anni. Anche mamma dice spesso la stessa cosa. Solo io mi rendo conto che il loro cosiddetti fiori stanno appassendo? Dovrei farglielo notare. Insomma, è ora che mettano la testa a posto e la smettano di comportarsi come se avessero ancora 30anni!

Sacré bleu!

 

ORE 17.00 Perchè nessuno mi telefona? Non si accorgono che esisto anch’io?

A quanto pare no. Tanto varrebbe essere morta. Mi infilerò nel letto per vedere se a furia di starci sdraiata la muffa mi ammazzerà.

 

ORE 17.15 Sammy è entrato in camera mia e si è messo a letto con me. È un bimbo adorabile quando non tenta di tagliarti i capelli colpendo accidentalmente le orecchie.

Si è accoccolato tra le mie braccia mugugnando frasi incomprensibili. Peccato si sia portato dietro il gatto. È un esemplare di norvegese. Quando papà l’aveva portato a casa aveva detto che avrebbe vinto un sacco di concorsi. Era ancora nel suo periodo animale. Papà intendo. Adesso la fissa gli è passata, ma il gatto l’abbiamo tenuto. Non credevamo che diventasse così grande però. L’abbiamo chiamato Gengis, diminutivo di Gengis Khan. Il nome è tutto un programma.

Comunque sia Sammy si è portato dietro il gatto. Avrà scambiato i miei piedi per dei topi, perché ha cominciato a morderli.

 

ORE 17.16 Al diavolo! Un po’ di dolore fisico mi farà bene!

 

ORE 17.17 O forse  no.

 

ORE 17.20 Mamma mi ha fasciato i piedi. Quel gatto è un killer di piedi. E pure sadico. Ha gradito particolarmente i miei alluci, forse sarà per il retro-gusto dei miei calzini.

Però potrebbero essere anche le ciabatte.

Farò un’indagine al riguardo.

 

ORE 19.00 Mi fanno male i piedi. In ogni caso ho eseguito la mia indagine. Ho fatto annusare a Gengis un paio dei miei calzini.

Se li è mangiati.

 

ORE 19.05 Credo proprio che siano i calzini a dare “quel non so che” ai miei piedi che attira tanto il gatto.

Sacré bleu!

 

-fine capitolo 1- to be continued 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Bex e il commesso gay ***


Qualcuno mi aiuti

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Capitolo 2- Bex e il commesso gay

 

Martedì 10 agosto

 

CAMERA MIA

 

ORE 8.00 Papà è piombato in camera urlando che fuori c’è un sole stupendo. Che resti dov’è, io voglio solo dormire.

Senza il ben che minimo permesso ha spalancato la finestra.

Ok Elsie, resta calma! È solo un vecchio che non ha nient’altro da fare che piombare in camera da letto a disturbare il sonno dei suoi figli. Resta calma!

-Forza bambina! In piedi! Al mattino bisogna svegliarsi presto!- ha esclamato papà togliendomi il lenzuolo da sopra la testa. Non ho fatto in tempo  a replicare perché è gia corso in cucina.

Ormai che sono sveglia tanto vale alzarsi.

Grazie al cielo i piedi non mi fanno più male. Spero solo che quel felino da manicomio non li prenda di nuovo di mira.

 

ORE 9.00 Allan si è alzato dal letto. È entrato in cucina e si è seduto vicino a me.

-In piedi a  quest’ora? A cosa dobbiamo l’onore?- gli ho chiesto.

-Mi è venuta fame....

Mon Dieu. Non fa altro che mangiare e dormire, dormire e mangiare. Lui si che sarebbe un gatto perfetto! Altro che quel coso peloso che ballonzola per casa credendosi il padrone del mondo. E che azzanna i miei piedi!

 

ORE 9.05 Ora che ci penso è un bel po’ che non vedo papà in giro. Probabilmente sarà andato anche stamattina a fare il matto con zio Frankie in sella a quelle dannate motociclette.

Spero solo che non prendano sotto qualche vecchietta.

 

ORE 15.00 Ha chiamato Bex. Voleva sapere se ero disposta ed accompagnarla in un nuovo negozio di articoli sportivi.

-Perché?- le ho chiesto.

-C’è un nuovo commesso! È talmente bello da far svenire!

-Non puoi andarci da sola?

-Certo che no! Mi vergogno!

Bex che si vergogna. Questa mi giunge nuova. Lei, che ha avuto il coraggio di indossare degli spaventosi pantaloni verde fosforescente l’ultima volta che siamo uscite, mi viene a dire che si vergogna di andare a spiare un ragazzo. Sacré bleu!

-È proprio necessario andare oggi?- ho chiesto io.

-Assolutamente! È l’ultimo giorno in cui c’è questo ragazzo, da domani va in vacanza!

Però, è piuttosto informata.

-E va bene allora...- alla fine ho ceduto.

-Grazie mille! Ah, dimenticavo....

-Cosa?

-Può portarci Allan?

-Perché mai?

E lei:-Il negozio è dall’altra parte della città! Tuo fratello ha fatto la patente, giusto?

-Bhe...si....- non mi alletta l’idea di scorazzare per le strade con mio fratello al volante- Ma sei sicura? Insomma...ha superato l’esame da solo una settimana...dopo essere stato bocciato la prima volta...sei proprio sicura sicura?

-Ma sì! Andrà tutto bene!- ha risposto lei come se sapesse prevedere il futuro- Ci vediamo dopo!

 

ORE 15.05 Non so perché, ma mi è venuta paura.

 

ORE 16.00 È arrivata Bex. Abbiamo convinto Allan a forza a portarci fuori, e alla fine siamo saliti in macchina.

Per tutto il tragitto Bex non ha fatto altro che parlare. Ma non le si scaricano le batterie? Forse ha un interruttore per spegnerla da qualche parte!

 

ORE 16.10 Non ho trovato l’interruttore.

 

ORE 16.30 Siamo arrivati al negozio. Allan ci ha detto di incontrarci fuori e poi è sparito nel reparto degli snowboard. Bex mi ha letteralmente trascinato nel reparto dei costumi da bagno.

Abbiamo vagabondato fra gli scaffali finché non abbiamo trovato il ragazzo dei suoi desideri. Però, carino! Sui  25 anni. Stava sistemando dei costumi da uomo sugli appendini.

-Elsie, vai da lui...- mi ha sussurrato Bex senza distogliere lo sguardo dal ragazzo.

-E perché? È a te che piace!

-Ma mi vergogno!

Giuro che questa storia del vergognarsi comincia a darmi alla testa.

-Ma cosa diavolo gli dico?- le ho chiesto.

-E che ne so...chiedigli consigli per un costume da regalare a tuo fratello! Forza vai!

Mi sono avvicinata al ragazzo.

Ma perché mi lascio convincere a fare ‘ste cose?

-Scusa...- gli ho detto per attirare la sua attenzione.

-Si?

Cavoli! Se gli chiedo consigli su un costume, poi mi tocca comprarlo per davvero! E va bene! O la va o la spacca!

-Senti...- ho continuato- la mia amica, quella che sta facendo finta di guardare i reggiseni là in fondo, ha detto che ti trova molto interessante...ti andrebbe  di conoscerla meglio?

Il ragazzo ha guardato me, ha guardato lei e poi ha guardato di nuovo me: -Quanti anni ha?

-Quindici

-Non sono interessato

Bhè, immaginavo che sarebbe finita così. In fondo lui è molto più grande.

 

ORE 16.35 Sono tornata da Bex.

-Che ha detto? Che ha detto?- mi è quasi saltata addosso.

Io l’ho presa a braccetto e l’ho indirizzata vero l’uscita dicendo: -Ha detto che è gay!

 

ORE 17.00 Bex non l’ha presa molto bene. Se ne è tornata a casa urlando che quelli che piacciono a lei o sono gay o sono troppo stupidi.

-C’est la vie!- le ho urlato dalla finestra mentre inforcava la sua bici.

Poverina, deve essere stato un trauma per lei.

 

ORE 18.30 Devo trovare un modo di tirare su di morale Bex. Però l’impresa si sta rivelando più ardua del previsto.

 

ORE 18.35 Vado a fare un po’ di compiti per distogliere la mente da Bex.

 

ORE 18.40 Lasciamo perdere i compiti.

 

ORE 19.05 Mamma ci ha chiamato per andare a tavola. Ci siamo tutti seduti e abbiamo cominciato a mangiare. Papà non ha perso occasione per cominciare a lamentarsi. Ogni sera ha un argomento da proporre come oggetto della sua disapprovazione. Stasera è toccato ai motociclisti.

-Corrono come matti questi giovani d’oggi!- ha esordito papà- E mai che ci sia un vigile quando serve!

-Se ci fosse un vigile arresterebbe anche te e zio Frankie...- ho commentato io.

Papà non ha risposto, si è limitato a fulminarmi con gli occhi, e poi ha continuato- Scommetto che più della metà di quei ragazzi non hanno nemmeno la patente! Fosse per me,  farei sequestrare tutte le moto!

-Ma papà...- ho detto io-..se accadesse, tu e zio Frankie non sapreste più come occupare le vostre giornate, visto che passate la vostra vita su quelle moto...

 

ORE 19.10 Forse avrei dovuto stare zitta. Papà non ha gradito il mio senso dell’umorismo e mi ha sbattuto in camera senza cena. Questi vecchi d’oggi, non sanno nemmeno riconoscere una battuta sarcastica. Sacré bleu, ma dove andremo a finire?

 

ORE 23.30  Ho fame. Una fame che non ci vedo. Ormai dormono tutti, andrò a farmi un panino di nascosto.

 

ORE 23.35 Speriamo di non inciampare nel gatto come l’ultima volta.

 

-fine capitolo 2- to be continued 

 

 

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Capitolo 3
*** Cinema da incubo ***


Sto sclerando- Help me

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Capitolo 3- Cinema da incubo

 

Mercoledì 11 agosto

 

ORE 10.00 Ha telefonato Bex. Dopo avermi tenuto al telefono per mezzora con delle chiacchiere inutili a proposito della sua ceretta alle gambe, è giunta al punto principale della sua telefonata.

-Andiamo a vedere un film!- ha detto con entusiasmo.

-Da quando se una patita di cinema?- le ho chiesto sospettosa.

-E chi l’ha detto? È solo che oggi si paga meno!

Ah ecco, mi pareva.

-Appuntamento alle tre e mezza davanti al negozio di sport! Io penso a Vera, avverti tu le altre! Ciao!- e ha messo giù il telefono.

Non ho capito perché devo essere sempre io quella che chiama gli altri, mentre lei si occupa solo di Vera.

 

ORE 10.10 Ho parlato con Jane. Tutto a posto. Ora resta solo Peg. Signore aiutami.

 

ORE 11.05 Ho parlato anche con Peg. Mi ha tenuto al telefono 40 minuti prima che riuscissi ad accennare al fatto che andiamo tutte al cinema. Dopo essersi dilungata con il suo personalissimo parere sul film che avremmo visto, mi ha chiesto se può venire anche un suo amico.

-Quale amico?- ho chiesto io con i brividi lungo la schiena all’idea di chi potesse essere.

-Ma che domande, Bernard!- ha detto lei come se fosse la cosa più naturale del mondo. , secondo me non è naturale andare in un luogo pubblico con quel balenottero.

Ho inspirato profondamente e poi ho detto- E va bene.....può venire.....

-Ok, ci vediamo dopo, ciao!- e ha messo giù. Devo cercare di capire perché hanno questo vizio di troncare la telefonata mentre sto cercando di finire di pronunciare la frase. Sacré bleu.

 

ORE 15.10 Jane e Vera sono arrivate. Incontreremo Bex, Peg e il balenottero al cinema. Allan però non può accompagnarci, quindi sarà mia madre a farlo.

Non so se devo essere contenta della cosa.

 

ORE 15.20 Siamo riuscite a liquidare mia madre, e devo aggiungere, con molta fatica! Però siamo arrivate troppo in anticipo. Bex non si vede da nessuna parte, e in quanto agli altri due.... loro arriveranno SICURAMENTE in ritardo. Quindi abbiamo deciso di fare un giretto nel negozio di articoli sportivi (che grazie al cielo non è quello in cui mi ha trascinata ieri Bex!).

 

ORE 15.30 MAI PIU! Non entreremo in quel negozio MAI PIU! Ci siamo perse fra gli scaffali, i commessi e la gente che urlava. Non trovavamo più l’uscita.

-Ok....niente panico!- ho detto, e alla fine ci siamo orientate seguendo gli urli dei clienti che diventavano più forti man mano che ci avvicinavamo alle casse, e quindi all’uscita!

Che incubo!

E come se non bastasse è arrivata Bex con il suo nuovo cellulare con display a colori e fotocamera integrata. E ha cominciato a scattar fotografie peggio di un giapponese! Un altro incubo, visto che nelle foto sembro la reincarnazione di Frankestein senza chiodo piantato nella testa!

 

ORE 15.45 Siamo uscite nel parcheggio perché là dentro faceva un caldo insopportabile. E naturalmente dei 2 dell’apocalisse neanche l’ombra.

Però ci è sorto un dubbio. Se arrivavano dall’altra entrata?

Tutte abbiamo girato contemporaneamente la testa verso l’interno del cinema, cercando di guardare attraverso il vetro della porta automatica. Trovati!

Siamo corse loro incontro sventolando le braccia in segno di saluto. Temo che ci abbiamo frainteso perché Peg è scappata dentro i bagni delle donne. Bernard la stava per seguire ma fortunatamente si è accorto in tempo del luogo in cui stava per entrare.

Senza degnare di uno sguardo il ragazzo, siamo entrate nel bagno. C’erano tre cabine. Una sola chiusa a chiave.

-Qualcosa mi dice che è lì dentro!- ha detto Bex.

-Complimenti, genio!- ha commentato Jane.

Abbiamo iniziato a tirare pugni e calci alla porta. La ragazza non cedeva. Alla fine abbiamo optato per una soluzione diplomatica.

-Esci di lì subito se non vuoi rimanerci per il resto dei tuoi giorni!- le abbiamo detto. Ha funzionato. Siamo uscite tutte e cinque, e ci siamo dirette dall’essere di sesso maschile che avevamo abbandonato a se stesso.

Io, Jane, Bex e Vera abbiamo osservato bene Bernard, notando con immenso disgusto che era ingrassato ancora di più dall’ultima volta. Mon Dieu!

Bex mi ha preso in disparte e ha sussurrato- Ma guardalo...fra un po’ porta le settima di reggiseno!- dopo di che si è data ha una serie di risatine isteriche. Sacré bleu. Anche se però devo ammettere che un po’ di ragione ce l’ha!

 

ORE 15.55 Manca ancora un sacco di tempo al film, così abbiamo deciso di fare un giretto per la sala giochi.

L’incubo il ritorno.

C’è talmente tanto casino da non riuscire quasi a parlare, e oltretutto Bex ha cercato di adescare il barista. Noto con piacere che ha già dimenticato il commesso gay.

Vera si è avvicinata a me e a Jane.

-Ehi, quello laggiù non è Marcus?- ci ha chiesto.

Marcus è un nostro vecchio compagno che veniva alle elementari con noi.

Jane lo fissa per un po’, poi fa- Dai, andiamo a chiedergli se è lui!

Io l’ho guardata allibita- Ma sei fuori? E se poi non è lui? Che figura ci facciamo?

 

ORE 16.00 Per l’ennesima volta mi sono lasciata convincere a fare una cosa molto stupida. Perché? PERCHE’? Perché tutte a me? Vabbè lasciamo perdere.

Alla fine io e Jane, come due Tom Cruise al femminile, ci siamo fatte furtivamente largo fra i vari videogiochi, canticchiando la colonna sonora di Mission Impossible.

Quando siamo arrivate vicino al biliardo, dove avrebbe dovuto essere la nostra vittima, ci siamo sedute con non chalanche davanti ai ragazzi che giocavano.

Mi sono avvicinata all’orecchio di Jane- Ma quale di quei ragazzi dovrebbe essere Marcus? Vabbè che non lo vedo da 2 anni, ma io proprio non riesco a identificarlo...

 

ORE 16.03 Siamo tornate dagli altri. Io e Jane siamo giunte alla conclusione che forse Vera ha avuto un’allucinazione.

O che noi siamo negate per pedinare la gente.

 

ORE 16.04 Probabilmente la seconda.

 

ORE 16.15 Siamo entrate nella sala dove proiettano il film. La Casa dei Fantasmi. Allettante come titolo. Comunque Bex dice di non preoccuparsi, perché è un film per bambini.

-Allora perché siamo venute a vederlo?- ho chiesto io.

Bex mi ha risposto di tapparmi la bocca.

Senti chi parla.

 

ORE 18.30 Il film è finito. Ok, purtroppo devo ammetterlo....anche se mi disgusta dirlo...Bex aveva ragione. Non era un film di paura.

Anche se Peg sembra che non la pensi allo stesso modo.

Durante la proiezione ha urlato parecchie volte, e guarda caso quella di fianco a lei ero proprio io. Perlomeno, quando urlava aveva la tendenza a girarsi verso Bernard, col risultato che rischiava di cadergli addosso. Mi sono salvata.

Bernard però no. Poverino, mi fa un po’ pena.

Comunque devo ricordarmi di non sedermi vicino a Peg quando andiamo a vedere dei film dal titolo ambiguo come questo.

 

ORE 23.20 Tutto sommato è stata una giornata interessante. Oddio, i miei timpani ci metteranno un po’ di tempo a guarire, ma comunque è stato interessante. Jane si è anche fermata a dormire da me. Ma non è stato semplice. Ho dovuto sopportare lunghe ore di trattative per convincere Allan ha cedere il suo letto a Jane e ad andare a dormire in salotto.

Alla fine sono riuscita a convincerlo, anche se a un prezzo molto alto. Per un mese dovrò pulire e mettere in ordine anche la sua parte di stanza. Merde.

 

-fine capitolo 3- to be continued

 

 

LE MILLE DOMANDE

Salve a tutti! Sono l’autrice (ma dai, non si era capito!!)

Ho avuto la “brillante” idea di creare questa piccola sezione in cui rispondere alle vostre domande! Avete delle curiosità da soddisfare? Domande da fare? Qualche punto della fic non vi è chiaro? (cosa alquanto probabile visto il mio modo confusionario di scrivere!) bene, fatemi le vostre domande nelle recensioni e io provvederò a rispondere alla fine di ogni capitolo!

 

Per esempio mi aveva chiesto se Sammy, Elsie e Allan dormono tutti nella stessa stanza. In effetti è così, infatti nella camera c’è anche il lettino di Sammy (che fra parentesi ha tre anni), però lui preferisce infilarsi nel letto della sorella o, più spesso, dormire con i genitori. Non gli piace dormire da solo! Aaah, che bimbo strano ^^!!

 

Bene, se avrete domande in futuro non esitate a pormele!

 

Bye Lelichan

 

 

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Capitolo 4
*** Quale gioia andare in piscina ***


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Capitolo 4- Quale gioia andare in piscina

 

Venerdì 13 agosto

 

ORE 10.30 Ritengo che svegliarsi al mattino con il gatto arrotolato alla caviglia e il “dolce” rumore della motocicletta di zio Frankie non sia propriamente salutare. Come se non bastasse mamma è piombata in camera con tutta la sua mole e ha cominciato ha passare l’aspirapolvere, senza preoccuparsi minimamente del fatto che stessi dormendo. Sacré bleu, al giorno d’oggi non c’è più rispetto per i giovani!

 

ORE 10.31 Naturalmente Allan non ha fatto una piega…e chi lo sveglia quello!

 

ORE 10.40 Alla fine mi sono alzata dal letto per cause di forza maggiore (mia madre che voleva sbattere il materasso).

Mi sono diretta in cucina, nella speranza di trovare qualcosa da mangiare, ma non appena ho visto papà e zio Frankie che allegramente si spazzolavano l’ultima scatola di biscotti al cioccolato, ho rinunciato definitivamente ai miei sogni di gloria.

Ho tentato di svignarmela senza farmi notare, ma zio Frankie mi ha individuato all’istante. Quando si tratta di disturbare i proprio nipoti, quell’uomo è incredibilmente sveglio e all’erta.

-Oh Elsie, buongiorno!- ha detto masticando un altro biscotto. Disgustoso.

-‘Giorno…- ho mugugnato. L’ultima cosa di cui ho voglia è intavolare un’allegra chiacchierata con un ultra-quarantenne che crede che i Backstreet Boys siano ancora in cima alle classifiche.

-Come mai in piedi così tardi?- ha continuato lui- Che…hai fatto tardi ieri sera? In giro la notte con qualche ganzo?

OH MIO DIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!! Ma cosa ho fatto di male? Perché devo essere costretta a rimanere in presenza di un tale individuo? PERCHE’? QUALCUNO ABBIA LA PIETA’ DI RISPONDERMI!!!!

-Allora?- ha chiesto ancora- Chi tace acconsente?

Stai calma Elsie, non devi dargli alcuna soddisfazione. Coolto be cool!

Ho preso un biscotto sopravvissuto e senza degnare di uno sguardo quei due esseri, me ne sono tornata in salotto.

Io sono superiore. Non devo lasciarmi turbare da quei microcefali.

 

ORE 10.45 PERCHE’ HO UNA FAMIGLIA COSI’ DISGRAZIATA??!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

ORE 13.15 Ok, ora posso dire di essere relativamente ripresa. Il cibo ha uno straordinario effetto calmante su di me. Peccato che la mia tensione era così alta che ho dovuto farmi fuori due piatti di spaghetti con pancetta e un hot-dog prima di riuscire a rilassarmi!

Se diventerò una balena citerò zio Frankie per danni!

Comunque ha chiamato Jane per dirmi che oggi pomeriggio andiamo in piscina.

Alè! Giusto per sfoggiare le mie cosce in pubblico.

 

ORE 15.30 Piscina piena di gente. C’era d’aspettarselo. È piena di ragazzi. Per Bex è uno spasso, non fa altro che guardare il fondoschiena di ogni povero sciagurato che le passa vicino. E si è anche fatta la tinta hai capelli: da castano ora sono rosso scuro. Trovo che così sia ancora più minacciosa. A completare il quadro un “delizioso” costume intero nero e viola. Uno spettacolo. E poi si chiede perché i ragazzi sono intimoriti da lei. Mon Dieu!

 

ORE 15.45 Dopo esserci rosolate un po’ al sole io e Jane, prese dal nostro ardore giovanile, ci siamo buttate in acqua. Buttate letteralmente. Con tutta la nostra grazia.

Poi ho dato lezioni di nuoto alla mia petite amie. Sembravamo due sceme, lei che nuotava a cagnolino e io che le tenevo a su la pancia come si fa con i bambini. Grazie a dio è intervenuta Bex a riportarci alla realtà. Se così si può dire. Dal bordo della vasca ci ha urlato:

-EHI VOI DUE! PIANTATELA DI FARE LE DEFICIENTI!

 

ORE 15.47 Quella ragazza è totalmente priva di delicatezza!

 

ORE 16.30 Osservare Bex che prova a nuotare si sta rivelando essere davvero esaltante. Non riesce nemmeno a stare a galla! Ah, finalmente avrò qualcosa con cui ricattarla!

I suoi tentativi di fare bella figura con il bagnino sono miseramente falliti. L’unica cosa che potrebbe fare per attirare la sua attenzione è far finta di annegare!

 

ORE 16.35 A quanto pare anche lei ha avuto la stessa idea.

Ha cominciato ad agitare le braccia come una forsennata, e mi sembra che stia cercano di ingoiare l’acqua della piscina.

Vera intanto è uscita dalla vasca e ha raggiunto me e Jane.

-Che le prende?- ho chiesto a Vera indicando Bex.

-Vorrei saperlo…ha detto di allontanarmi e di far fare tutto a lei!

Signore salvaci! Il suo obbiettivo è proprio il bagnino!

 

ORE 16.40 Il bagnino si è buttato in acqua. Ma non è andato a salvare Bex, le si è avvicinato e si è limitato a dirle che nel punto in cui si trova si tocca il fondo.

Che figura di merde!!

Poteva almeno avere il buon senso di andare nell’acqua di due metri!

Almeno così affogava veramente.

 

ORE 17.30 Ora del gelato!!!!! Oh oh oh! Cioccolato sto arrivando!!!

Io e le ragazze ci siamo allegramente dirette al chiosco dei gelati, obbiettivo: ingozzarsi!

Ho cominciato a mangiare il mio gelato, quando ho sentito uno voce, orribilmente familiare.

-Ma bene, bene, bene….chi abbiamo qui?

Tutte e quattro ci siamo girate di scatto. ODDIOOOOOOOO!!! No, lui no!!!!

Il ragazzo dai lineamenti orientali ci ha osservato con aria strafottente.

-MaMarius….che ci fai qui?- ho balbettato in preda al panico.

Lui è scoppiato a ridere- Secondo te? A nuotare no?

Ho fatto un sorriso stiracchiato, mentre Bex, come suo solito, ha cominciato a comportarsi in un modo molto poco femminile.

-Ehi Marius!- ha esclamato- Bel costumino….un po’ troppo gay forse? Ma ognuno ha i suoi gusti!

Ma che spiritosa…io sono in preda a un collasso e lei si preoccupa del costume da gay!

Alla fine però mi sono fatto coraggio e ho chiesto a Marius: - Ehm…sei venuto da solo?

Lui ha fatto un sorriso- No……c’è anche Andrew!

Bex è scoppiata in una risata.

Ecco, sento che sto per morire….le forze mi abbandonano….non può essere vero…PERCHEEEEEEEEEEEEEEEEEEE’?

Perché, perché, perché c’è anche lui? Ovunque io vada me lo ritrovo fra le suole delle scarpe!

Aaaarg!

Ok….devo stare calma….autocontrollo…vado lì, lo saluto e cerco di non litigarci….è semplice.

Marius ci ha fatto segno di seguirlo, mentre Bex ha tentato di riprendersi dal suo attacco isterico. Ma che bell’amica!

Jane mi si è avvicinata. Posso percepire il suo sostegno nei miei confronti…sono commossa!

-Elsie…-mi ha detto.

-Si ma petite amie?

-Ci sarà da ridere!

Il mondo mi è crollato addosso. Noooooo! Anche lei pensa che non appena io ed Andrew ci rivolgeremo la parola, daremo il via ad una delle nostre memorabili sfuriate!

Ma io cosa ci posso fare? Quel ragazzo ha l’innata capacità di farmi uscire dai gangheri appena apre quella sua adorata boccuccia!

-Jane….

-Si?

-Prima vado a farmi una nuotata…- le ho detto.

-Ma sei scema? Hai appena mangiato un gelato! Ti verrà una congestione!

-Appunto…

 

-fine capitolo 4- to be continued

 

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Capitolo 5
*** Una festa elettrizante ***


Sto sclerando- Help me

Sto sclerando- Help me

 

Capitolo 5- Una festa elettrizzante

 

Ore 17.35 La sensazione di andare verso il patibolo. Uguale. Ho sentito la mia anima abbandonare il mio corpo e fluttuare nell’aria.

Ci siamo avvicinate a un gruppetto di ragazzi, composto da nostre vecchie conoscenze, e stagliato fra di loro, eccolo….lui….SATANA!!!!!

La mia anima ha cominciato a essere sballottata dai quattro venti!

Si è girato verso di noi, e ci ha fatto un sorriso. Un sorriso diabolico. Glielo leggo in quei suoi perfidi occhietti che ha qualcosa in mente! Si si!

-Ehi ragazze!- ha detto Andrew salutandoci.

Bex lo ha salutato con la mano e poi si è concentrata su un ragazzo di passaggio.

Alla faccia della solidarietà!

Mi ha guardato negli occhi. Io l’ho guardato negli occhi.

-Ciao Andrew! È un po’ che non ci si vede!- ecco, l’ho fatto! L’ho salutato per prima!

-Ciao Elsie! Allora come va?

-Abbastanza bene…- ho risposto.

-Ma non avevi detto che eri dimagrita?

Ecco! Lo sapevo! Neanche trenta secondi da quando ci siamo rivolti la parola, e vorrei sottolineare che non ci vediamo da due mesi, che ha subito sparato una delle sue battutacce!

Bex è anche scoppiata a ridere, di nuovo, cercando però di fingere che non fosse quella battuta la causa della sua ilarità. Tentativo fallito.

Devo mantenere la calma…

Mi sono girata verso Jane, nella ricerca di un po’ di conforto, ma l’ho beccata che chiacchierava allegramente con Marius.

“Son tutta sola….non ho nessuno accanto….i guai han preso il volo…mi sfottono soltantooooooo!!!” (canzoncina di Ciuchino in Sherk)

Ok, devo piantarla di canticchiare nella mia testa! Ci manca solo che mi vengano le allucinazioni alla Ally McBeal!

-Molto spiritoso…- ho detto ad Andrew- Davvero, davvero molto spiritoso….

Si è messo a ridere- Dai, scherzavo! Piuttosto, voi andate alla festa di Amanda?

-Certo, ha invitato tutta la scuola!

-Ci sarà anche Luke…- ha detto lui con un sorrisino idiota sulla faccia.

Se crede che mi sciolga non appena senta il nome di Luke, come tutte le altre ragazze della Fillmore, bè si sbaglia di grosso!

-E allora?- ho chiesto io facendo finta di niente.

-Allora, mi risulta che anche tu abbia una cotta per lui!

-Ti risulta male ciccio!

-Se se, come se ci credessi!- ha detto lui.

Giuro che fra un po’ gli salto addosso e gli stacco la testa a morsi!

-Elsie, dobbiamo andare!

È intervenuta Jane! Dieu Merci!!! Allora lassù forse qualcuno mi ama!

-Ciao ciao Andrew!!- gli ho detto sventolando la mano.

-Ci vediamo stasera!- ha detto lui- Cerca di dimagrire!

-BRUTTO…..

E gli sono saltata addosso.

Lo sapevo che finiva così…

 

ORE 19.30 Abbiamo provato, in una qualche maniera, a prepararci per la festa. Bex si è presentata a casa mia con tre borse piene di vestiti, trucchi e matite per gli occhi. Era totalmente esaltata.

Ha rivoltato da cima a fondo la mia stanza per trovare un vestito decente, e ha pure aperto l’armadio di Allan, come se sperasse di trovarci qualcosa di indossabile. Magari aveva nascosti dei vestiti da donna…un suo lato nascosto….ok, meglio non pensarci….

Poi Bex si è concentrata su Jane. L’ha rincorsa per tutta la casa cercando di spalmarle sul viso un po’ di fondotinta. Una lotta furiosa.

Poi è stato il momento dell’arrivo di Vera. Per lo meno Bex si è distratta con lei, e io e Jane siamo riuscite a scappare. Ma non per molto.

Ci ha riagguantato, e ciò che è successo dopo è molto confuso nella mia memoria. Ricordo solo vestiti che volavano e una fitta coltre di fard, che si innalzava a mò di nuvoletta.

 

ORE 20.20 Alla fine siamo riuscite a vestirci. Bex ha trovato nel mio armadio un vestito rosa lungo fino alle ginocchia, e mi ha costretto a metterlo. Stessa cosa ha fatto con Jane e Vera, con un vestito azzurro e dei jeans arancioni. Si può dire che praticamente sia stata lei a vestirci.

Lei invece si è messa una canottiera viola, dei pantaloni alla pescatora viola, e calze a rete viola. Uno spettacolo.

-Bex, devi per caso andare a una festa mascherata?- le ho chiesto.

-Perché scusa?

-Sembri travestita da punk…

Mi ha detto di andare a quel paese. Che ragazza poco femminile.

Poi alla fine ha voluto truccare me e Vera (con Jane ormai aveva rinunciato).

Quando mi sono vista allo specchio mi è quasi venuto un infarto.

-Oh pour l’amour de Dieu!- ho urlato- Ma sei impazzita???!!! E tu credi che io vada in giro conciata in questo modo?

-Come sei esagerata Elsie, ho solo usato un chilo di ombretto rosa!

-Dici? A me sembrano 2 chili!

E sono scappata in bagno mentre anche Vera subiva la tremenda tortura dell’ombretto.

 

ORE 21.05 E siamo allegramente giunte alla festa di Amanda la sgualdrina. Anche se più che una festa era un bordello. Gente che cantava, gridava, esultava, tutto accompagnato da dei bicchieri di punch, ufficialmente non alcolici, ma qualcosa mi dice che qualcuno deve averci rovesciato “per sbaglio” qualche litro di alcool. Il loro comportamento era paurosamente simile a quello dei miei parenti. E la cosa è preoccupante.

Bex si è guardata un po’ intorno, scrutando traverso le sue lenti a contatto, per individuare qualche ragazzo da accalappiare.

Io invece sono stata reclutata come porta bevande.

 

ORE 21.45 Bex è riuscita a fare amicizia con gli amici di Luke, e si è vantata di questo per mezz’ora.

-Però di Luke non c’è neanche l’ombra…- le ho fatto notare.

-Dettagli…- ha risposto.

Mi sono alzata sospirando e sono andata a farmi un giro.

 

ORE 22.10 Mon Dieu. Non riesco ancora a credere  a quello che ho visto! E non riesco a credere a come mi sento io! Il che è ancora più sconvolgente!

Stavo camminando fra la bolgia di gente, cercando di tornare dalle ragazze, quando mi sono accorta di due che stavano pomiciando senza il minimo pudore. Non ci ho fatto molto caso, finché non mi sono resa conto che quei due erano…..Andrew e Amanda!!!!!!!

Li ho guardati per mezz’ora con la bocca spalancata, senza riuscire a capacitarmi di quello che stava succedendo, e soprattutto di quello che provavo! Merde, non mi sono mai sentita così!!! Ero, ero….mi disgusta molto dirlo….ma…ERO GELOSA!!!!! E io non posso essere gelosa di Andrew!!!! È contro natura!!!!

Come se non bastasse si è anche accorto di me! Ha allontanato Amanda senza spiegazioni, e lei si è pure arrabbiata e se ne è andata offesa. Mi ha guardato serio per qualche secondo.

Si stava per avvicinare, ma sono scappata.

 

ORE 22.30 Credo che la mia faccia assomigli a un pomodoro maturo…

Ma perché diavolo sono scappata in quel modo??????!!!!! Sono un’emerita idiota!!!! Chissà cosa avrà pensato!!!! Tripla merde!

Comunque alla fine sono tornata dalle altre e il rossore del mio volto è stato alimentato dalla presenza di Luke.

Non so come, ma Bex deve aver convinto gli amici a chiamarlo!

Ed è stata a fissarmi per mezz’ora finché non le ho detto che è stata brava.

 

ORE 23.50 Siamo tornate a casa. Sono contenta che la serata sia finita. Ho passato la maggior parte del tempo a svolgere il ruolo del peperone ambulante.

Dopo “l’incidente” con Andrew, del quale ho parlato solo a Jane, evitando accuratamente di dirlo a Bex, abbiamo passato il resto della festa con Luke e i suoi amici. Abbiamo chiacchierato, ballato e devo dire che mi sono divertita parecchio.

Ma il culmine della serata è arrivato quando Luke mi ha presa in disparte.

-Senti Elsie…- mi ha detto- Mi piacerebbe uscire con te qualche volta…

Io naturalmente sono arrossita- Ah si?

Che risposta del cavolo!!

Lui si è messo a ridere- Certo! Che ne dici se domani andiamo al Lunapark? Tu porti le tue amiche e io i miei amici…niente di impegnativo…sembrerà un uscita di gruppo…

-Si d’accordo!- ho detto riacquistando il controllo e riuscendo persino a sorridere in modo abbastanza naturale.

Alla fine ci siamo salutati e io sono riuscita a superare la fase “congelamento totale”.

Mon Dieu, chissà come andrà domani!!!

 

-fine capitolo 5-to be continued

 

 

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Capitolo 6
*** LunaPark ***


Sto sclerando- Help me

Sto sclerando- Help me

 

Capitolo 6- LunaPark

 

Sabato 14 agosto

 

CAMERA MIA

 

ORE 10.15 E così ha avuto inizio un’altra “esaltante” giornata. Il fatto che mi sia svegliata con il gatto che mi mordicchiava l’alluce, non mi incoraggia a pensare che questa possa essere una giornata positiva, allegra, elettrizzante o anche semplicemente NORMALE!! Ma ragionando, quando mai è stato possibile definire la mia vita normale? Insomma, è normale avere un gatto che preferisce i tuoi piedi ai croccantini? O uno zio che sceglie le Spice Girls come argomento di conversazione con un’adolescente del 2000? È normale rischiare di avere un collasso se incontri dei tuoi compagni in piscina? O essere gelosa di un inutile essere, con il cervello grande come una noce moscata, che si bacia senza ritegno con la prima sgualdrina che passa? NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!

NON E’ NORMALE!!!!!!!

 

ORE 10.30 Vorrei fare un appello: chiunque sia in grado di rendere la vita di una quindicenne libera da gatti isterici, zii ultraquarantenni, e ragazzi in generale (escludendo ovviamente  quelli belli, sensibili, coraggiosi e pronti a salvarti la vita come Clark Kent) si faccia vivo prima della fine dei secoli!

 

ORE 14.30 Jane e Bex sono arrivate con la solita attrezzatura da trucco. Erano eccitate più di me all’idea di uscire con Luke e i suoi amici, e mentre Jane si occupava del fondotinta sulla mia faccia, Bex si rifaceva la tinta ai capelli per renderli di un rosso più intenso: è stato divertente vederla trafficare con quanti e pennellino.

Poi le mie due compagne di sventure hanno fatto varie ipotesi sugli amici che Luke avrebbe portato con lui: Bex  spera ardentemente che ci sia Paul, e ha aggiunto che quando lo vede gli salterebbe addosso. Povero ragazzo.

 

ORE 15.20 Quaranta minuti all’ora X.

Bex comincia davvero a dare di matto! Ha rincorso Gengis per tutta la casa. È stata una scena memorabile!

Tutto è cominciato quando il gatto è entrato con non chalance nella mia camera, senza che noi gli prestassimo particolare attenzione. Ma il dramma è avvenuto quando Gengis, in preda a un raptus felino, si è buttato su Bex e le ha strappato di mano i collant che stava per mettersi.

Il gatto, con una strana luce negli occhi, si è scaraventato giù per le scale, seguito a ruota da Bex in mutande e con in mano un oggetto contundente!

Hanno attraversato di corsa il salotto svegliando Allan dal suo sonno (miracolo!), al loro passaggio hanno devastato la cucina e si sono letteralmente buttati in giardino dove hanno dato inizio a una lotta furiosa!

Il risultato è stato che Allan è rimasto traumatizzato dalla vista di Bex in mutande, che i vicini ci odiano ancora di più, e che la nostra amica ha i collant sfracellati. Il gatto se ne è andato sventolando la coda come se nulla fosse.

 

LUNAPARK

 

ORE 16.15 Ci siamo messi a passeggiare per il Lunapark alla ricerca di un’attrazione decente. E ho iniziato ad abituarmi alla presenza di Luke che mi cammina di fianco.

Si è presentato alle quattro in punto, in compagnia di Paul (il quale ha aumentato l’esaltazione di Bex!) e Dick. Ma la cosa drammatica è che è arrivato proprio nel momento in cui, scherzando con Jane e Bex, mi stavo esibendo in una delle mie celebri (e devo dire molto apprezzate!) imitazioni della prof di francese.

È stato imbarazzante.

Sono rimasta ferma a fissarli per qualche secondo, finché tutti e tre non sono scoppiati a ridere.

Se non altro mi hanno fatto i complimenti per le mie capacità comiche.

Comunque sto passeggiando vicino a Luke, ascoltando l’animata discussione di Paul e Bex a proposito dei The Calling: lui sostiene che sono mitici, lei che il cantante è una checca.

 

ORE 16.25 Io e Jane abbiamo deciso di organizzare l’operazione P.B., Pestaggio Bex! Quel genio ha deciso di andare nella Casa dei Fantasmi, e i tre individui maschili in nostra compagnia erano pure d’accordo! Jane è alquanto contrariata perché si spaventa facilmente e quanto a me…non è che abbia qualcosa contro le case dell’orrore, ma le trovo alquanto ridicole! Insomma! Tutti quei pupazzi ricoperti di ragnatele finte e che urlano come zio Frankie sotto la doccia! Ma siamo seri!

Come se non bastasse Bex e Jane mi si sono avvicinate scrutandomi maliziosamente e stando attente che i ragazzi non le sentissero.

-Allora…-ha esordito Jane.

-Vedi di prenderti un bello spavento!- ha concluso l’altra.

Io le ho guardate perplessa- Eh?

-Tesoro, lo sappiamo che a volta il tuo cervello fa cilecca…- ha detto Bex.

-Ah grazie!

-…ma cerca di comprendere….spavento = scusa per aggrapparti a Luke e recitare la parte della fanciulla impaurita!

-Esatto!- ha continuato Jane- è la tua occasione per mostrare il tuo talento di attrice e di fare colpo su Luke!

Mi sfugge qualcosa…

 

Ma Jane non era contraria alla Casa dei Fantasmi?

 

Che fine ha fatto la nostra operazione Pestaggio Bex?

 

NON MI Può TRADIRE COSìììììììììììììììììììììì !!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

 

-fine capitolo 6- to be continued

 

 

Salve a tutti! Vorrei scusarmi per la lunga attesa e per la brevità di questo capitolo, ma con la scuola non è facile! Comunque ecco il nuovo capitolo! Spero che vi sia piaciuto, e ringrazio tutti coloro che mi seguono! Aspetto commenti!

Alla prossima!

Lelichan

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Capitolo 7
*** è arrivato Ferragosto ***


Sto sclerando- Help me

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Capitolo 7- è arrivato Ferragosto

 

ORE 18.00 Mi sento un’idiota!

Devo ancora capire come è stato possibile che mi abbiamo trascinato in quella casa!

Quando è arrivata la navetta ci siamo posizionati a due a due; naturalmente io ero vicino a Luke, e visto che Bex si era letteralmente buttata per sedersi di fianco a Paul, a Jane era rimasto Dick.

Sembrava che tutto andasse bene all’inizio. Per il primo tratto dovevamo viaggiare a bordo dei vagoncini, e cominciavo a pensare che mi ero preoccupata troppo. Tutto andava secondo la normalità: io parlavo con Luke di Star Wars, Bex rideva come una matta quando sbucava dal nulla qualche scheletro, ogni tanto Jane lanciava un urlo e Paul e Dick si dedicavano amorevolmente ai loro cellulari.

Dentro di me pensavo: “Mon Dieu, ti prego, fa che non succeda niente di imbarazzante!”

Ovviamente la mia supplica non era stata udita.

A volte mi immagino Dio seduto nel suo studio, con la scrivania piena di carte: preghiere, suppliche, ringraziamenti, richieste di vario genere. Lui le legge tutte, scartando quelle più assurde o difficilmente realizzabili senza un dispendioso utilizzo di angeli.

E poi eccolo…è lì…con scritto sopra una mia preghierina…un POST-IT!!!

Lui lo prende, lo osserva, legge il nome del richiedente (cioè io), e pensa…”oh, la piccola Elsie…è così carina quella ragazza…mi chiede sempre di non farla finire in situazioni imbarazzanti e inappropriate…me ne occuperò appena avrò cinque minuti di tempo libero dalle preghiere più ingombranti”

Ora, visto che le preghiere ingombranti non hanno mai fine, Dio non ha mai “cinque minuti di tempo libero”, e anche se ce li avesse non li passerebbe certo a esaudire altre preghiere! Così il mio post-it finisce lì…nel cassetto dei post-it…se ci guardate dentro troverete ancore la mia preghiera di avere un pony azzurro cielo…avevo cinque anni…

 

Comunque, adesso torniamo alla casa dell’orrore.

Come ho detto prima, la parte iniziale del percorso è avvenuta in modo relativamente normale.

Una volta scesi dai vagoncini c’era un tratto da percorrere a piedi per arrivare all’uscita. Il corridoio era completamente buio, ad eccezione di piccole luci al neon che indicavano la strada. Approfittando della scusa che non vedevo dove andavo, mi sono stretta al braccio di Luke, il quale pareva contento della cosa.

Ogni tanto Bex iniziava a ridere o Jane urlava, e questo ci faceva capire che non avevamo perso gli altri per strada.

La convinzione che tutto sarebbe andato bene però è svanita quando non ho sentito più la voce di Bex…quella rassicurante voce…un po’ da uomo devo dire, ma rassicurante all’interno di quel corridoio buio.

-Ehm…Luke…gli altri?- ho chiesto io.

-Ho paura che ci siamo persi…

Ah perfetto!

Ci mancava solo questa!

Luke poi mi ha messo le braccia intorno al corpo, nell’invano tentativo di rassicurarmi credo. Ma il fatto era che in quel momento più che di un abbraccio, avevo bisogno di una camomilla!

Come diamine si fa a perdersi in una casa dell’orrore su un sentiero tracciato!!??!! Vatti a fidare dei ragazzi! Era meglio se conducevo io la spedizione!

Luke, dal conto suo, non si è preoccupato più di tanto. Mi ha sollevato il mento e mi ha baciato. Avevo voglia di chiedergli se il fatto di essere sperduti in mezzo all’oscurità era così eccitante per lui, ma alla fine sono rimasta zitta. Forse quella situazione stupida poteva trasformarsi in qualcosa di interessante.

Ovviamente mi sbagliavo.

Dopo circa trenta secondi ho sentito dei rumori strani provenire dall’esterno. Una porta si è spalancata all’improvviso innondandoci di luce, e ci siamo ritrovati circondati dagli addetti alla sicurezza e dai nostri amici, con Bex e Jane che urlavano come delle matte.

In pratica eravamo finiti davanti alla porta d’accesso che usavano quelli della manutenzione. Non vedendoci uscire gli altri si erano preoccupati e si erano catapultati dalla sicurezza.

Il risultato è stato che metà del LunaPark è venuta a sapere che due ragazzi si sono persi nella casa dell’orrore, e che invece di cercare l’uscita si sono messi ad amoreggiare.

Lo dico e lo ripeto: mi sento un’idiota!  

 

Domenica 15 agosto

 

ORE 11.30 Mi sono svegliata da circa mezz’ora con Sammy avvinghiato a una gamba. Quel bambino sta subendo un preoccupante condizionamento psicologico da parte del gatto! Penso che dovrò mettere in pratica le mie nozioni di psicologia per ricondurlo sulla via della salute mentale!

A completare il quadretto è entrato in camera un individuo con in testa un’enorme parrucca bionda e riccioluta.

Mi sono resa conto che si trattava di zio Frankie quando ha aperto la bocca.

-Buongiorno girl !!!- ha urlato. La giornata inizia bene.

-Ciao zio….- ho risposto con tono apatico- ha cosa si deve l’onore?- ho chiesto indicando la parrucca bionda.

-Bella eh?

Fantastica…

-È per questa superlativa giornata!!- ha continuato lui sempre più estasiato.

-E cioè?

-Ferragosto!!!!!

Ormai dovrei essermi rassegnata. Eppure continuo a farlo. Continuo a cercare di capire quali strani pensieri vengono elaborati dalla mente di zio Frankie. E soprattutto cerco di capire come faccia a sopravvivere l’unico neurone che gli è rimasto nel cervello. Poverino. Il neurone intendo.

In ogni caso ho fatto notare allo zio che il fatto che sia Ferragosto ha poco a che fare con il mettersi in testa una parrucca bionda e riccioluta. Soprattutto alla sua età. Potrebbero scambiarlo per un maniaco.

-Me è per te cara!!!- ha detto lui togliendosi quella cosa  obbrobriosa e sventolandomela davanti al naso- per fare colpo su qualche ganzo!

Immagino che fare richiesta al medico di prescrivermi dei barbiturici non sia abbastanza. Penso che dovrò fare ricorso agli oppiacei. Ho un urgente bisogno di endorfine.

Cercando di mantenere la calma mi sono scrollata Sammy dalla gamba, mi sono alzata dal letto e con andatura decisa mi sono avviata verso le scale.

Le ho scese, ha dato un’occhiata ad Allan sbattuto sul divano e (ovviamente) addormentato, e sono entrata in cucina, sperando di trovare un po’ di pace.

Ovviamente le mie rosee speranze sono state disintegrate non appena ho messo piede nella stanza.

Due individui (che purtroppo devo riconoscere come i miei genitori) si sono fiondati su di me con indosso delle parrucche come quelle di zio Frankie…rosse ma altrettanto ricciolute.

-BUON FERRAGOSTOOOO !!!!!!!!!!!

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH !!!!!!!!

 

-fine capitolo 7- to be continued

 

Salve salve a tutti!! Eccomi qui con un nuovo capitolo! Lo so, un po’ corto, ma è meglio di niente, no? Grazie a tutti quelli che seguono la mia fic e hanno la pazienza di leggere le pazzie scaturite dal mio cervello! Approfitto per rispondere alla domanda di JulyChan: Si, mi piacciono i The Calling!!! Ebbene lo ammetto! E ci tendo a dire che l’affermazione riguardante Alex (fatta nel cap.6) non l’ho inventata io! È la fedele trasposizione di ciò che ha detto una mia amica, alla quale mi sono appunto ispirata per il personaggio di Bex!!

 

, che altro dire…..spero che il capitolo vi sia piaciuto e ……commentate!!!

 

Alla prossima

 

Kiss

 

Lelichan

 

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Capitolo 8
*** Strane confessioni ***


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Capitolo 8- Strane confessioni

 

Domenica 15 agosto

 

GIARDINO DI ZIO FRANKIE

 

ORE 22.05 Ho voglia di buttarmi giù da un ponte.

Sento che la mia fine è vicina.

Mi trovo a casa di zio Frankie…nel suo mega-giardino con mega-piscina…in quella che dovrebbe essere una festa di Ferragosto…

Mi trovo circondata da mocciosi delle elementari, miei consanguinei e non…letteralmente divorata dalle zanzare, una delle quali mi ha gentilmente morso sul naso, che adesso sembra quello di un clown!

L’individuo che devo purtroppo considerare come colui che ha contribuito alla mia nascita, sta trafficando assieme a una quindicina di zii con i fuochi d’artificio. Probabilmente la serata finirà con qualcuno di loro legato a un razzo e spedito in orbita. Spero che sia mio padre.

Allan sta ovviamente dormendo su qualche sdraio, e Sammy sta facendo strage di cuori. Le bambine gli stanno appiccicate come delle cozze!

Per finire mamma si sta esibendo nella sua sensuale danza dei calamari, tanto per rimanere in tema di frutti di mare.

Papà se ne è accorto e si è fiondato sulla pista da ballo, piroettando come un matto e facendo la figura del polipo.

L’ho già detto che la mia fine è vicina?

 

ORE 22.20 Sono in compagnia di quelle che mi hanno detto essere mie cugine di secondo o terzo grado…quelle di primo avevano di meglio da fare! Beate loro!

Mi ritrovo così, non più circondata da mocciosi delle elementari, ma da mocciose undicenni…il che è ancora peggio!

Confabulano tra di loro, parlando di rossetti, trucchi e Justin Timberlake, chiedendomi ogni tanto dei consigli.

-Elsie, secondo te a che età si dovrebbe iniziare con la crema anti-rughe?- mi ha chiesto Crissie.

-Bè, immagino quando ti spuntano le rughe…- ho risposto io.

-Allora sbrigati!- a detto lei scoppiando a ridere insieme alle sue amichette.

Piccole vipere….non vedo l’ora che sui vostri bei visini compaiano quei grazioni amichetti di tutte le adolescenti….i punti neri!!!!!! Allora sì che ci sarà da ridere…ma sarò io quella a farlo!!!!

AH AH AH!!!!

 

ORE 22.35 Zio Frankie è venuto da noi, interrompendo i miei progetti di vendetta.

-Sono arrivati altri ospiti ragazze!- ha detto lo zio- È una coppia di miei amici, e hanno portato con loro il figlio di quindici anni! Pensavo che potevate intrattenerlo voi!

A quelle parole le mie cugine hanno lanciato gridolini eccitati, sistemandosi i capelli e passandosi un’altra mano di lucidalabbra.

Grandioso, ci mancava anche questa! Sarà il classico quindicenne carino, che dopo avermi dato un’occhiata deciderà di dedicarsi alle undicenni!  Evviva…

-Ragazze…lui è Andrew!- ha detto lo zio.

Le mocciose hanno cinguettato un “piaceeeeeere!!!”, io sono sbiancata.

Davanti a me si stagliava lui, il mio nemico, satana, lucifero, belzebù, Marilin Manson…o come diavolo vogliamo chiamarlo!!!! Era lì!!! Più bello che mai!!

EHI!! MA CHE STO DICENDO??!!!!???

 

ORE 22.40 Andrew, dopo aver sorbito le presentazioni delle mie cugine, si è avvicinato a me sorridendomi.

-Ciao Elsie

-Ciao…

Le mocciose undicenni sono sbiancate vedendo che ci conosciamo già.

-Che ci fai qui?- ho chiesto io ricambiando il sorriso e dimostrando una certa confidenza nei suoi confronti. Tutto pur di fare invidia a quelle piccole vipere!

-I miei genitori sono vecchi amici di tuo zio, ci ha invitato lui…

-Molto interessante!- ha esclamato Crissie cercando di entrare nella conversazione.

Andrew le ha rivolto uno sguardo un po’ infastidito, poi si è guardato intorno.

-Che ne dici di andare a fare un giro?- mi ha chiesto lui, e senza neanche darmi quasi il tempo di rispondere mi ha preso la mano trascinandomi verso la piscina. Me ne sono andata sghignazzando per la faccia violacea delle mie cugine!

 

ORE 22.45 Io ed Andrew ci siamo seduti sul bordo della piscina, ci siamo tolti le scarpe  e abbiamo immerso i piedi nell’acqua.

-Missione “fuga dalle galline acide”, compiuta!- ha scherzando lui rivolto alle mocciose undicenni.

-Grazie all’agente Andrew Porter e al suo provvidenziale intervento!!- ho risposto io ridendo.

Andrew ha cominciato ad osservarmi con uno strano sorriso.

-Cos’hai da guardare?- ho chiesto arrossendo come una matta.

-Niente…solo che era da un po’ che non ridevamo insieme…mi mancava il tuo sorriso…

Ha abbassato lo sguardo mettendomi a fissare intensamente l’acqua.

Ma che cavolo di discorsi si mette a fare??? Si è drogato??? Ha fumato qualche canna prima di venire qui??? Che fine ha fatto l’Andrew sadico e sarcastico sempre pronto a prendermi in giro???

-Riguardo a venerdì sera…-ha continuato lui-…per quello che è successo…

Un lampo mi ha attraversato il cervello. Oh cavolo!!! Me ne ero completamente dimenticata!!! Venerdì sera!!! Quando l’ho sorpreso a baciarsi con Amanda e poi sono scappata come una stupida! Merde merde merde!!!

Vorrà sapere perché accidenti ho reagito così!! Che cavolo gli dico? “Sai Andrew, ti ho visto in atteggiamenti amorosi con quella sgualdrina e sono scappata perché in preda a una folle gelosia! Perché ero gelosa? Vorrei capirlo anch’io!!

AAAAAAAAAAAAAH!! QUALCUNO ABBIA PIETA’ DI ME!!!

-….mi dispiace…- ha detto lui.

Ho bloccato all’istante il flusso dei miei pensieri che andavano a 300 all’ora! Cosa?

-ma…perché?- gli ho chiesto con una perfetta aria da ebete.

-per quello che hai visto…con Amanda…non volevo che tu assistessi a quella scena…

Non sono riuscita a rispondere…che devo dire?

-A me Amanda neanche piace…- ha continuato -..ma quella sera ero un po’ ubriaco e molto triste…così…

-Andrew! Non ti devi giustificare!- ho detto io pur di non stare zitta come una scema- Quello che fai e con chi lo fai sono affari tuoi e basta! A me non deve interessare!

-E INVECE SI!- ha esclamato lui.

Senza darmi il tempo di replicare mi ha baciato.

Sono rimasta impietrita. Non è possibile! Non sta accadendo davvero!!! DITEMI CHE NON è VERO!!!

Perché? Perché il ragazzo che è stato la mia spina del fianco per un sacco di tempo, tormentandomi e prendendomi in giro 24 ore su 24, mi sta baciando?

E soprattutto…perché io non mi sottraggo??!! Perché sto ferma senza reagire? Che accidenti mi prende!! Prima sono gelosa di Andrew, e adesso mi lascio baciare da lui!!

Devo riacquistare il controllo!

Mi sono allontanata da lui, alzandomi dal bordo della piscina. Mi ha fissata con i suoi meravigliosi occhi nocciola, nell’attesa che gli dicessi qualcosa.

E io? Sono scappata!

Di nuovo!

Deve aver pensato che mi sto allenando per i 100 metri!

E l’ho lasciato lì, a bordo piscina, mentre nel cielo esplodevano i fuochi d’artificio.

 

-fine capitolo 8- to be continued

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti e ben trovati! Che ne pensate del nuovo capitolo? Troppo sdolcinato? Troppo melenso? Preferivate un capitolo con più azione?

Fatemi sapere le vostre opinioni!!

Poi, vorrei ringraziare Sunset&Moon per il commento e rispondere alla sua domanda! Su Georgia Nicolson esistono 4 libri:

-“La mia vita è un disastro (nemmeno il mio gatto mi capisce)”

-“Sono disperata e nessuno se ne cura (le nuove confessioni di Georgia Nicolson e del suo gatto)”

-“Questa casa è un manicomio (e io sono chiusa dentro)”

-“Ho toccato il fondo (fine vera e ufficiale. Forse…)”

Io sono riuscita a trovarli in un unico volume “Ho toccato il fondo (tutte le confessioni di Georgia Nicolson e del suo gatto)”

 

Che altro dire….alla prossima e….commentate!!!!

 

Kiss

 

Lelichan

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Capitolo 9
*** La mia morte è imminente ***


Sto sclerando- Help me

Sto sclerando- Help me

 

Capitolo 9- La mia morte è imminente

 

Mezzanotte e mezzo Rannicchiata nel mio letto. Forse dovrei abbandonare la città. O magari il paese. Potrei andare in India e fare visita al Dalai Lama. Oppure direttamente in Tibet presso un monastero, per espiare le mie colpe. Quanti anni si prendono per aver baciato un altro? 20? 30?

Anche se tecnicamente è stato LUI a baciare me!

Mi sento terribilmente in colpa nei confronti di Luke. So che non stiamo ancora insieme, ma mi sento in colpa comunque.

Ma quello che proprio non mi torna è il perché Andrew abbia fatto quello che ha fatto.

La spiegazione più logica è che io gli piaccia. Ma se davvero gli piaccio, perché si è sempre comportato in modo sadico e irritante con me??

Voglio dire…se una persona ti piace non fai di tutto per esserle antipatico! A meno che il cervello di Andrew non sia rimasto allo stadio infantile. Come i bambini piccoli, che quando piace loro una bambina la prendono in giro e le fanno gli scherzi.

Questa potrebbe essere una risposta.

 

Oppure…ipotesi più plausibile…è stata una sua ennesima cattiveria nei miei confronti. Uno scherzo, una farsa. Probabilmente c’era qualche telecamera nelle vicinanze, ho qualcuno dei suoi amici ci ha fotografato.

MA CERTO! Vogliono ricattarmi! Se non sto ai loro comodi, faranno vedere le foto a Luke! E le mie possibilità di avere una storia con il ragazzo più ambito della Fillmore svaniranno nell’atmosfera! PUFF! Adieu!

 

 

Mezzanotte e cinquanta Forse sto esagerando. Forse guardo troppa tv. Eppure questa ipotesi mi sembra sempre più reale.

 

ORE 1.00 Mi consolo viziandomi corpo e mente. Vizio la mente leggendo (un articolo sul rossetto) e il corpo mangiando CHILI di gelato.

 

ORE 1.15 Ora, oltre a essere terribilmente preoccupata, sono anche insonne e ingrassata, ma molto bene informata in fatto di rossetto.

Cosa da non sottovalutare.

 

Mercoledì 18 agosto

 

SALOTTO

 

ORE 16.35  È da domenica sera che non metto piede fuori di casa. Me ne sto sbattuta sul divano a guardare i Teletubbies con Sammy avvinghiato a una gamba e il gatto sdraiato sul mio stomaco. Mamma ha persino iniziato a preoccuparsi, chiedendomi se volevo che chiamasse il dottore. Non ho capito se mi prendeva amabilmente per il fondoschiena o faceva sul serio.

In ogni caso l’unico contatto che ho avuto con il mondo esterno è stata una telefonata con Jane prima che partisse per le vacanze. Una telefonata all’insegna della devianza mentale.

-Sono disperata…- ho esordito.

-Oddio, che è successo? Problemi con Luke?

-Non ancora, ma arriveranno ma petite amie….arriveranno…hai presente la festa di mio zio di domenica?

-Si

-C’era Andrew…

-Per Andrew, intendi Andrew?

-No, intendo Marius

-Allora c’era Marius, come mai?

-Jane! C’era Andrew!

-Ma hai detto che c’era Marius!

-E mi ha baciata!

-Marius ti ha baciata?!?

-No, Andrew!

-Marius ha baciato Andrew?

-JANE !!!

-Che c’è?

-ANDREW MI HA BACIATA!!!!

-CHE COSA ?!?!?!

 

ORE 18.15 È arrivato zio Frankie, piombando in salotto in tutto il suo splendore. Mamma e papà vanno a cena fuori e il mio pazzo parente è stato reclutato come guardiano delle carceri (baby-sitter).

-Non ne capisco il motivo…- ho detto a papà- Insomma…Allan ha 20 anni e io 15! Ci siamo già noi a badare alla casa e a Sammy! Perché sconvolgere le nostre menti obbligandoci a una intera serata in compagnia del tuo compagno di scorribande? Ci odi a tal punto?

-Non essere sciocca tesoro!- ha risposto lui ridendo stupidamente e scompigliandomi i capelli ( cosa che comincia a darmi suoi nervi!)- Non possiamo lasciare a casa Sammy da solo con un ventenne capace di addormentarsi in mezzo a un incrocio stradale e una quindicenne troppo impegnata a mettersi il mascara per accorgersi che la casa va a fuoco!

 

GRAZIE TANTE! E QUESTO DOVREBBE ESSERE COLUI CHE DOVREBBE AMARE I SUOI FIGLI FINO ALLA MORTE??!! MA NON FATEMI RIDERE!!

 

ORE 18.50 È squillato il telefono. Mi sono alzata per rispondere ma zio Frankie si è letteralmente buttato sulla cornetta, investendo il gatto nel suo impeto di ardore.

-PRONTO! Siete a “Gira la Ruota”! ALLEGRIA!

Non sapevo se piangere o rotolarmi a terra dalle risate.

-Cosa? Oh, ma certo…- lo zio si è girato verso di me, e nonostante fossi a circa tre metri da lui mi ha urlato come se fossi all’altro capo dell’universo- ELSIE !!! VIENI AL TELEFONO! C’è UN GANZO DI NOME LUKE, DALLA VOCE MOLTO SEXY, CHE VUOLE PARLARE CON TE !

 

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHH!!!!!!!  

PERCHE’ PERCHE’ PERCHE’ ?!!!?

 

Ho agguantato il telefono portatile e mi sono fiondata nel sottoscala barricando la porta.

Ho fatto un respiro profondo e ho risposto.

-Pronto?

-Ciao Elsie, come stai?

-Oh, molto bene grazie! Scusa per come mio zio ha risposto al telefono!

-Non importa…

Silenzio imbarazzante.

-Ehm…si dunque…- ho balbettato- come mai hai chiamato?

-Ecco vedi…- ha risposto in tono molto serio-…avrei bisogno di parlarti…riguardo a una cosa…

OH TRIPLA MERDE! LO SAPEVO LO SAPEVO! Avrà saputo di quello che è successo con Andrew domenica sera!

-Va bene se ci vediamo domani al parco dell’oratorio?- mi ha chiesto mentre il mio cervello partiva in quarta- Verso le quattro e mezzo, ok?

Sono solo riuscita a mugugnare un- Mmmok..mmm

Poi mi ha salutato e ha riattaccato.

 

ORE 20.20 Ora ne ho l’assoluta certezza. L’unica via da perseguire è quella del suicidio. Una morte veloce e indolore se possibile.

 

ORE 20.25

TESTAMENTO

Vorrei una bara in noce, con interni di seta blu. Manici in argento. Lascio a Bex il mio stereo e i miei cd dei Blue, a Vera il lettore mp3 e i cd di Tiziano Ferro, e a Peg la mia valigetta con pastelli, acquerelli e tempere. Ai miei fratelli lascio la mia collezione di romanzi horror e di Topolino e la mia parte di camera. Tutto ciò che resta lo lascio a Jane, mia migliore amica e confidente. Ringrazio tutti quelli che ho conosciuto nella mia breve ma intensa vita, con un saluto particolare a Luke, mio caro amore, e ad Andrew, essere ignobile!

Ricordo ai miei genitori e ai miei parenti (zio Frankie in particolare) che nonostante abbiano reso la mia vita un inferno, gli voglio comunque bene, e metterò una buona parola per loro con Dio.

Addio, mondo crudele!

 

 

-fine capitolo 9-to be continued

 

 

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Capitolo 10
*** Forse non sono del tutto sfigata ***


Sto sclerando- Help me

Sto sclerando- Help me

 

Capitolo 10- Forse non sono del tutto sfigata

 

Giovedì 19 Agosto

 

ORE 11.30 Svegliandomi, stamattina, sono rimasta molto delusa.

Speravo che nel sonno il gatto mi avesse soffocato sedendosi sulla mia faccia. Ma aprendo gli occhi e accorgendomi di non avere quella sensazione di leggerezza che credo abbiano le anime defunte, e non percependo residui di pelo di gatto in bocca, ho dovuto constatare che ero ancora viva.

Un ultimo barlume di speranza mi ha colto quando, aprendo la porta del bagno, ho creduto di vedere San Pietro.

Poi mi sono accorta che ero soltanto mio padre.

 

ORATORIO

 

ORE 15.45 Pur non avendone la benché minima intenzione, alla fine mi sono ritrovata in oratorio ben 3 quarti d’ora prima dell’appuntamento con Luke.

Immagino che la causa di tutto ciò sia da imputare all’eccesso di adrenalina nel mio sangue, che miracolosamente fa muovere le mie gambe contro la mia volontà.

 

ORE 15.48 O forse sono una “sonnambula sveglia”, cioè, sono sveglia, ma vado in giro come una sonnambula senza rendermi conto di quello che faccio, finendo così in oratorio spinta dal mio sub-conscio.

 

ORE 15.50 O forse sono semplicemente un’idiota.

 

ORE 16.10 Ho cominciato a vagare senza una meta per l’oratorio, sola con la mia depressione. Camminavo guardandomi le punte delle scarpe e inevitabilmente sono finita addosso a qualcuno.

Ovviamente non era una persona che avrei gradito vedere, o che per lo meno non mi causasse uno shock anafilattico. Perché, OVVIAMENTE,  quella persona era Andrew. Merde.

Quell’essere ignobile mi ha osservata leggermente sorpreso mentre mi alzavo alla velocità della luce, e prima che riuscisse a dire qualcosa, ho agguantato Michael, che mi passava di fianco, fingendo di intraprendere un’animata discussione con lui.

 

ORE 16.15 Ho trascinato Michael per mezzo oratorio, precisamente fino al campo di basket. Quel povero ragazzo urlava come un matto e cercava di liberarsi dalla mia poderosa stretta: peccato che sia più basso di me, e che quindi i suoi sforzi siano stati inutili.

-Che cavolo ti è preso?- mi ha chiesto Michael dopo averlo liberato.

-Scappavo, Miki…scappavo…

-Non chiamarmi Miki…da chi scappavi?

-Da Andrew, Miki…mi serviva un diversivo e tu eri l’unico a portata di mano…

-Non chiamarmi Miki!!!

-Va bene Miki…

Michael mi ha guardato esasperato e dopo avermi gentilmente mandato a quel paese si è diretto verso il bar.

-Scusami! Non lo faccio più! Mi perdoni?!- gli ho urlato da sotto il canestro.

Lui si è girato, ha sorriso e ha annuito.

E io: -GRAZIE MIKI !!!

 

ORE 16.20 Credo di essere diventata l’incubo di Michael. Probabilmente mi sogna la notte mentre gli dico “Miiikiiiii….Miiikiiii…”

 

ORE 16.30 È giunto il momento. La mia morte è vicina. È venuto da me Frederick dicendomi che Luke mi aspetta sulle scale di fianco ai bagni. Mon dieu, credo di avere un principio di infarto.

 

 

 

 

CAMERA MIA

 

ORE 17.43 Ho cambiato idea. Non voglio più morire. In questo momento il suicidio sarebbe molto controproducente.

Dopo che Frederik è venuto a chiamarmi mi sono diretta come uno zombie verso il luogo dove mi aspettava Luke. Era bellissimo, seduto sui gradini della scala, con indosso una meravigliosa maglietta azzurra con il colletto (meravigliosa perché la indossava LUI, non lo sarebbe stata se l’avesse indossata qualcun altro…e non faccio nomi!!).

Quando mi sono avvicinata mi ha sorriso facendomi segno di sedermi accanto a lui.

-Devo parlarti…- mi ha detto-…riguardo a noi due…

“AH BENE! Ecco che arriva la pugnalata!!” ho pensato.

-Tu mi piaci molto…

“Ma ho scoperto il tuo intrallazzo con Andrew…quindi non s’ha da fare! Avanti dillo! Almeno posso morire in pace!”

Ma quelle parole non sono uscite dalla sua fantastica boccuccia!! Invece ha detto:

-…per questo vorrei che ci mettessimo insieme!

Al quel punto mi sono alzata di scatto, ma il piede mi è scivolato e sono ricaduta con un tonfo sulla scala, ballonzolando per qualche gradino.

Luke mi ha guardata per qualche secondo, mentre io cercavo di capacitarmi di come fosse potuta succedere una cosa del genere proprio in quel momento; ha guardato la mia faccia paonazza e poi è scoppiato a ridere.

Allora io ho cominciato a ripassare a mente il mio testamento per essere sicura di non aver dimenticato nulla.

Luke si è alzato, ancora con le lacrime agli occhi, e mi ha aiutato a rimettermi in piedi.

Però anziché rimangiarsi quello che aveva detto, mi ha chiesto:

-Allora? Questa tua mirabolante caduta corrispondeva a un “sì”, o a un “no”?

Sono diventata ancora più rossa di quello che già non fossi.

-I-immagino…un-un “sì”…- ho balbettato come mio solito.

-Bene…

Mi ha preso il viso fra le mani e mi ha baciata.

Siamo rimasti lì per circa un quarto d’ora…a baciarci ovviamente.

Poi mi ha riaccompagnata a casa e mi ha detto “Ti chiamo io, bellissima!”

OH CHE GIOIA!!!!! OH CHE TRIPUDIO!!!!! Sono talmente felice che nemmeno mia madre che usa il mio ombretto riesce a farmi arrabbiare!

 

 

ORE 18.20

SONO FELICE!!!!!!

Credo di avere una frattura all’osso sacro…MA SONO FELICE!!!!!

 

 

-fine capitolo 10- to be continued

 

Hello!!!! Rieccomi qui!!! Grazie a tutti quelli che continuano a seguirmi! In onore dell’uscita del decimo capitolo voglio ringraziare coloro che hanno commentato la mia storia sin dai primi capitoli: grazie a kannuki, Pé, melina, Hobbit, mary-lu, toni capuozzo, giogi, Alex, Michelle Malfoy, damynex, Julychan e Sunset&Moon.

Ma grazie anche a tutti quelli che leggono solamente!!

Grazie mille!!

Inoltre per scusarmi della brevità del capitolo, e sempre per festeggiare l’uscita del decimo, vi offro un capitolo extra, scritto in modo diverso dal solito, cioè in terza persona…giusto per cambiare un po’!

Spero che vi piaccia!!

 

 

 

 

 

CAPITOLO EXTRA

 

E SE FOSSE UN REGNO INCANTATO?

 

 

 

Una ragazza bionda correva per il corridoio del grande castello, affannata e molto preoccupata. Arrivò davanti a una grande porta, intarsiata di fili blu e azzurri, e la spalancò.

-PRINCIPESSA ELSIE!!! E’ SUCCESSO UN GUAIO!!!

La ragazza dai capelli castano dorato e gli occhi verdi, che stava lottando furiosamente con un grosso gatto, si girò di scatto.

-Primo Ministro Jane! Le sembra il modo di entrare? Soprattutto a quest’ora del mattino!!!

-Scusate Maestà, ma sono insorti dei problemi! E poi è quasi mezzogiorno!!

-Cioè l’alba!!! Che problemi ci sono?- chiese la principessa cercando di stimare i danni che il suo pigiama aveva ricevuto a causa delle unghie del gatto.

-Maestà, ci sono rivolte a Sud!

-Sud???? Vorresti dire che si tratta degli Zanzaroni???

-Sì Maestà, ma vi prego, non chiamateli così! Il loro nome è Karani!

La principessa sbatté un pugno sulla scrivania.

-AH! Lo sapevo che quel maledetto Andrew avrebbe creato problemi! È degno di essere il Re degli Zanzaroni!!!

-Karani, Maestà…

-Quello che è!!!

La principessa Elsie corse fuori dalla stanza, diretta verso le scale. Il Primo Ministro Jane le corse dietro.

-Maestà! Dove andate?- chiese la ragazza bionda.

-Dall’esercito! Non c’è tempo da perdere!!

-Ma Maestà!!!!

-CHE C’È?

-Siete ancora in pigiama!!

 

 

 

Il Colonnello Vera osservò il bianco cavallo reale avvicinarsi con in sella la principessa. Corse verso la tenda del Generale ed entrò. L’unica persona che vide fu il Capitano Peg.

-Capitano, dov’è il Generale?

-Temo che sia di là!- rispose la ragazza dai capelli corti indicando un’altra tenda.

Il Colonnello la spalancò, trovandosi davanti una ragazza dai capelli rosso scuro nel bel mezzo della ceretta alle gambe.

-COLONNELLO!!!!

-Scusate Generale! Sta arrivando sua Maestà la principessa!

-Sempre sul più bello!

 

 

 

Il Generale, uscì dalla tenda dirigendosi verso la ragazza scesa dal cavallo bianco e il Primo Ministro.

-Vostra Maestà…- salutò inchinandosi.

-Generale Bex, com’è la situazione?- chiese la principessa.

-Drammatica! I Karani, pur essendo in numero inferiore, sono molto difficili da uccidere! E inoltre hanno un ostaggio!

-E chi sarebbe?

-Vostro fratello, il principe ereditario Allan!

-CHE COSAAAAAAAAAAAAAA??????

-Maestà, datevi un contegno…- disse il Primo Ministro.

La principessa afferrò il megafono per le comunicazioni all’esercito.

-PROVA, PROVA! ATTENZIONE SOLDATI! QUI è LA VOSTRA PRINCIPESSA CHE VI PARLA! VI ORDINO DI RITARVI! RIPETO: RITIRATEVI!! SARÒ IO STESSA AD OCCUPARMI DELLA FACCENDA! AFFRONTERÒ PERSONALMENTE IL NOSTRO NEMICO!!

RE DEGLI ZANZARONI, SEI ALL’ASCOLTO?? PREPARATI! VEDRAI SCATENARSI TUTTA LA MIA IRA!! ATTENTO A TE, MALEDETTO ANDREW! LA FINIRAI DI PUNZECCHIARCI CON IL TUO PUNGIGLIONE!! BRUTTO..

Il Primo Ministro si fiondò sulla principessa, tappandole la bocca.

-Un po’ di contegno Maestà…

 

 

 

La secondogenita del Re, la principessa Elsie, entrò nella grotta, covo di Andrew, Re degli Zanzaroni, popolo molesto dalle sembianze di enormi zanzare.

Con il mitra spianato, si addentrò nei meandri della caverna, contrastando l’oscurità con la sua tuta mimetica fosforescente.

Arrivò in una stanza circolare, dove, legato a una colonna, c’era il principe ereditario Allan, che ovviamente dormiva.

Si avvicinò lentamente al fratello, ma all’improvviso, da dietro la colonna, comparve un’enorme zanzara.

-Immaginavo fossi qui…- disse la principessa-…caro Andrew…

-Come hai fatto a riconoscermi subito?- chiese il Re degli Zanzaroni- Quando abbiamo queste sembianze, noi Karani ci assomigliamo tutti!

-Perché appuntato al petto hai un cartellino con scritto “Sono Andrew, Re dei Karani, abbiate paura di me! Oh oh oh!”

-Ah già! Avevo dimenticato di toglierlo!

La principessa fece qualche passo in avanti, il mitra pronto all’uso.

-Forza Andrew, facciamola finita! Io ti ammazzo, e torna la pace!

-Prima ascolta la mia proposta!

-E cioè?

-Diventa mia moglie!

-Col cavolo! Io ho un fidanzato!!

Adrew scoppiò a ridere- Chi? Il principe Luke? E quello lo chiami un fidanzato?

-Sempre meglio di te! Almeno lui è  bello!

-Non solo lui!

Andrew fece schioccare le dite, e acquistò  le sembianze umane di un bel giovane dai capelli biondo scuro e gli occhi nocciola!

La principessa arrossì- Non importa! Tu sei il nemico, perciò ti eliminerò!

La ragazza si preparò a sparare, ma il Re degli Zanzaroni fece sparire nel nulla il mitra che aveva in mano.

-Quello non ti sarebbe servito a nulla! Solo un’arma creata dalla magia dei Karani può uccidere un Karano! E tu non hai quella magia!

La principessa sorrise maligna- Grazie per l’informazione! Ti rivelerò un segreto…io sono una mezzosangue…da parte di madre, io discendo…

-Tu discendi?

-IO DISCENDO DAGLI ZANZARONI!!!

-CHE COSAAAAAAAAAAA????

-Hai capito benissimo!! Ho sangue Zanzarone nelle vene, e perciò possiedo la magia di cui parli!

-Maledizione!

La principessa, utilizzando la magia, creò un altro mitra, e con quello sparò contro il Re.

Andrew cadde a terra, e con un ultimo respiro disse- Mi piace il tuo stile, principessa…

-Grazie caro…

 

 

 

La ragazza tornò dall’esercito, seguita dal fratello ormai sveglio.

Il Primo Ministro Jane le corse incontro.

-Pricipessa, principe! State bene?

-Si rilassi Primo Ministro…stiamo bene!- rispose la principessa.

-E il Re dei Karani?

-Tolto di mezzo!

-Come avete fatto?

La principessa rivolse il viso verso la rossa luce del tramonto.

-Il sangue degli Zanzaroni non mente…

-Scusate?

-No, niente! Dicevo, sono un’abile combattente, e perciò…Andrew non ci darà più fastidio!

-Ne sei sicura?

Tutti i presenti alzarono lo sguardo verso il punto da cui era venuta la voce pericolosamente familiare.

Un’enorme zanzara, con un cartellino con scritto “Sono il Re Andrew e non sei riuscita a farmi fuori!! Oh oh oh!”, ronzava sopra le loro teste.

La principessa Elsie, con una vena che le pulsava sulla tempia, schioccò le dita, trasformandosi anche lei in una Zanzarona.

Sotto gli sguardi sconvolti dei presenti, prese il volo e cominciò a inseguire Andrew, che stava scappando ridendo come un matto.

-TI PRENDERÒ!!- urlò la principessa Elsie, sparendo all’orizzonte.

 

 

 

FINE CAPITOLO EXTRA

 

 

 

Allora? Come vi è sembrato? Non è niente di che, solo una cavolata! Ma spero vi siate divertiti!

Al prossimo capitolo!!

By Lelichan  

 

 

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Capitolo 11
*** Di nuovo ***


Sto sclerando- Help me

Sto sclerando- Help me

 

Capitolo 11- Di nuovo

 

Giovedì 2 Settembre

 

ORE 16.30

È tutto il giorno che vado in giro saltellando con un sorriso ebete stampato sulla faccia. Oggi sono esattamente due settimane che io e Luke stiamo insieme! GIOIA E TRIPUDIO!!

Purtroppo il mio adorato non è qui a condividere con me questo momento, perché è partito con la famiglia e tornerà solo domenica. Ma non importa. Mi ha chiamata questa mattina per farmi gli auguri.

Mi consolo passando il pomeriggio con Jane e Marta, stravaccate sulle panchine ad osservare i nostri amici che allestiscono il capannone e le cucine per la festa parrocchiale di questa sera.

Aitanti giovanotti che lavorano a petto nudo sotto il sole. Uno spettacolo niente male.

Jane osserva sbavante Matthew, Marta osserva sbavante Steven.

Io osservo Andrew, ma con sguardo omicida. Anche se mi risulta difficile non ammettere che ha un fisico fantastico.

Ok, meglio distogliere l’attenzione da lui. Devo ricordarmi che ho un ragazzo e soprattutto che sono ancora arrabbiata con Andrew!

Quindi non posso permettermi di stare ad ammirare il suo meraviglioso fondoschiena.

ECCO! L’HO FATTO DI NUOVO!!

 

ORE 20.30

Io e Marta siamo andate a prendere Jane, per poi andare alla festa, dove dobbiamo lavorare sparecchiando i tavoli.

Per strada ci siamo messe a parlare di Steven. Lui e Marta stanno insieme da circa un mese e mezzo, però il loro rapporto, da quando lei è tornata dalle vacanze, si limita a un “ciao” quando si vedono.

-Io non riesco a capire cosa ci sta a fare insieme a me se tutto il suo tempo lo passa appresso al suo maledetto cordone ombelicale!- ha detto Marta irritata.

Spiegazione: il “cordone ombelicale” sarebbe Matthew. Lui e Steven sono i due amiconi inseparabili, e il soprannome se lo sono tirati addosso loro stessi. Comunque…

-Devi cercare di capire che sono dei bradipi, e i bradipi stanno a loro agio solo fra i loro simili!- le ho detto io.

-Ma io ormai non riesco più a capire che cavolo vuole fare con me! Accidenti…quando mi scrive i messaggi è adorabile…dice che mi vuole tanto bene e cose del genere…però di persona cerca di evitarmi e a malapena mi saluta! Poi è ovvio che anch’io poi mi comporti in modo scorbutico!

-Marta…forse lui ha paura! Paura di mostrare i suoi sentimenti…il fatto è che i messaggi non li può leggere nessuno a parte te….invece quando vi vedete comunque ci sono sempre in giro Andrew e Matthew, che sono i suoi migliori amici, davanti ai quali non vuole far vedere che tiene a te! I maschi sono talmente stupidi che se l’amico ha una ragazza e mostra in pubblico che le vuole bene, l’unica cosa che sanno fare è prenderlo in giro! Sono ancora dei bambini!

-Ma io non posso aspettare che lui cresca per avere un rapporto normale!- ha esclamato Marta ormai in preda all’esasperazione.

Io l’ho presa a braccetto- Lo so…lo so! Hai tutto il mio appoggio.

 

ORE 10.30

Le due ore più traumatiche della mia vita. Passate a sparecchiare tavoli e a cercare di evitare passeggini lasciati in giro da genitori irresponsabili.

Come se non bastasse è successo un macello con Jane.

Verso le dieci, dopo essere tornata dalla ronda dei tavoli, mi ha presa in disparte e mi ha detto che se ne andava a casa. Sul momento non ho riflettuto e lei è andata.

Poi però, finito il nostro turno, io e Marta abbiamo pensato a quello che era successo. Dopo pochi minuti mi ha chiamato Jane da casa, spiegandomi che era andata via perchè aveva litigato con Matthew.

Allora siamo andate da lui, che si trovava alla postazione di pulizia dei vassoi.

-Matt!- l’ho chiamato- è successo qualcosa con Jane?

Lui si è avvicinato e mi ha risposto di no.

Allora gli ho detto che lei è andata a casa dicendomi che c’era stato uno scontro con lui.

-Forse…- ha detto-…è stato prima…lei è venuta in cucina a dirci di andare a lavorare perché serviva aiuto, e io l’ho mandata a quel paese…

Ho guardato Matthew esasperata- Brutto idiota! Ci credo che se ne è andata via così!

-Ma io non volevo offenderla! Accidenti! Dammi il suo numero!

Gli ho dato il numero di cellulare di Jane e lui le ha scritto “Scusami! Se ho fatto qualcosa che ti ha fatto arrabbiare mi dispiace molto!”.

A quel punto io e Marta siamo andate a farci un giro per le giostre.

Ma dopo un po’ abbiamo visto Steven che correva come un pazzo verso di noi sventolando un cellulare.

-Ragazze! Ho fregato il telefono a Matt! Leggete cosa ha risposto Jane!

Il messaggio diceva “No, scusa tu! Più che altro sono arrabbiata con me stessa…perché mi ero illusa di poterti piacere…”

A quel punto io e Marta ci siamo guardate in panico mentre quell’idiota del suo ragazzo rideva come un demente.

 

ORE 11.30

VOGLIO MORIRE! VOGLIO MORIRE! VOGLIO MORIREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!

Dopo aver letto il messaggio di Jane, io e Marta siamo state a riflettere sulle conseguenze della rivelazione dei suoi sentimenti per Matthew.

A un certo punto è arrivato Andrew, sbucando da dietro gli alberi e facendoci prendere un infarto.

A quel punto io dovevo tornare a casa e lui si è offerto di accompagnarmi.

Io, povera piccola ingenua, ho accettato pensando “Perché no?”.

Per strada è andato tutto bene, abbiamo parlato come ai vecchi tempi, senza accenni all’incindete (chiamiamolo così) di Ferragosto.

Ma sotto casa mia, è successo di nuovo! ARG!

Non so come sia stato possibile, ma lui si è avvicinato a me, e prima che potessi rendermi conto di cosa stava per fare, mi stava già baciando!

Ma il peggio è avvenuto quando mi sono accorta che a pochi metri da noi…C’ERA LUKE!!!!!!!!!!!!!

Lui ci ha guardati. Io avevo la faccia paonazza e non riuscivo a spiccicare parola.

-Sono tornato prima…- ha detto con un filo di voce-…volevo farti una sorpresa…scusa…

E se ne è andato di corsa.

Io sono rimasta lì…come un’ebete.

Ho guardato il colpevole di tutto quanto. I suoi occhi sembravano davvero dispiaciuti, ma in quel momento me ne fregava ben poco.

Gli ho tirato uno schiaffo e sono scappata in casa.

 

11.45

VOGLIO MORIREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE

 

 

Fine capitolo 11-to be continued

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Capitolo 12
*** il mio cervello si sta fondendo ***


Sto sclerando- Help me

Sto sclerando- Help me

 

Capitolo 12- Il mio cervello si sta fondendo

 

Sabato 4 settembre

 

Mezzanotte e mezzo Rannicchiata nel mio letto. Forse dovrei abbandonare la città. O magari il paese. Potrei andare in India e affogarmi nel fiume Gange. Qual è la pena per aver baciato un altro? Davanti al proprio ragazzo?

Merde, merde, merde e tripla merde!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Perché la mia esistenza deve andare a rotoli?

Cosa ho fatto di male nella mia vita precedente?

Ho passato quest’ultimo giorno nella mia camera, rifiutando qualunque visita (incluse quelle per portarmi da mangiare…il che è drammatico!!).

L’unico contatto con il mondo esterno sono state le due telefonate a Jane e Marta.

Mi hanno detto che sono andate in oratorio ieri, e c’era anche Andrew che giocava a basket con Steven e Matthew (come al solito). Ma di Luke nemmeno l’ombra.

Alla sera Andrew ha provato a chiamarmi sul cellulare, ma non gli ho risposto.

Perché ha fatto tutto questo?

Perché gli piaccio probabilmente. Altrimenti, fare una cosa del genere solo per scherzo sarebbe davvero crudele.

Ma perché non me lo dice e basta?

Bhè, non è che otterrebbe molto. Non so quello che provo nei suoi confronti. Con lui ho sempre avuto un rapporto ambivalente, ma che non è mai andato oltre l’amicizia. Anche se devo ammettere che la gelosia che mi ha colto alla festa di Amanda mi ha sorpresa. Ma forse è normale, quando si è amica di un ragazzo, essere un po’ gelosa?

Bho, non lo so. Luke mi piace molto. Ma io l’ho ferito, e di sicuro di me non ne vorrà più sapere.

 

ORE 15.30 Jane e Marta sono piombate a casa mia, e dopo avermi immobilizzato e costretta a indossare i jeans, mi hanno obbligata a forza a uscire di casa, trascinandomi in oratorio.

Fuori dall’ingresso ho visto subito il motorino di Andrew, al che c’è voluta una buona mezz’ora per riuscire a farmi entrare. Dopo un altro quarto d’ora alla fine mi sono ritrovata sulla panchina davanti al campo di basket, seduta fra Jane e Marta ad osservare Andrew, Matthew e Steven che giocavano. Come ai vecchi tempi.

Ed Andrew continuava a fissarmi. Ad ogni azione, ad ogni canestro lui si girava a guardarmi. Ora che ci penso è una cosa che faceva sempre, ma non ci avevo mai prestato attenzione prima. Invece adesso…dopo quello che è successo, è tutto diverso.

 

ORE 19.30 Sbattuta sul mio letto.

Signore, è stato un massacro! Emotivamente parlando.

Dopo che il Trio dei Bradipi (Andrew, Matt e Steven) avevano finito di giocare, si sono avvicinati per salutarci, e appena mi hanno vista Matt e Steven hanno iniziato a rivolgermi delle domande molto indiscrete, del tipo “Elsie, come va la vita di coppia?” “Elsie, e il tuo caro Luke?”.

Mi sono limitata a mandarli al diavolo, lanciando però uno sguardo ad Andrew: a quanto pare non aveva ancora riferito ai suoi cari amiconi del “piccolo incidente” dell’altra sera.

Poi me ne sono andata in bagno e appena uscita mi sono ritrovata davanti Andrew.

Mi ha detto che doveva parlarmi e io come una povera fessa l’ho seguto, e mi ha portata sulle scale dove mi ero messa con Luke.

MA PORCACCIA! Sono tutti fissati con quelle scale?

Al quel punto però ho davvero creduto che volesse chiedermi di diventare la sua ragazza. E stranamente la cosa non mi dispiaceva affatto.

Sono rimasta immobile a metà della rampa, mentre lui era in cima, appoggiato alla ringhiera.

-Senti Elsie…- ha esordito senza guardarmi negli occhi –Scusami per gli eventi degli ultimi giorni…nonostante quello che ho fatto…io…non posso mettermi con te…sai, fra gli impegni, gli allenamenti, non avrei tempo per una ragazza…mi dispiace molto…

Non ho idea di che espressione avesse la mia faccia in quel momento, ma sono quasi certa che non fosse particolarmente gradevole.

Ho borbottato qualcosa come: -Ah ok…bastava dirlo…però potevi anche evitare…vabè ciao!

E me ne sono andata via, con una gran voglia di piangere.

Ma non cederò! Non mi farò abbattere da uno stupido bradipo e impotente sentimentale!

 

ORE 19.35

MA ANDIAMO! È assurdo che io ci stia ancora a pensare! Ma perché non me ne infischio e basta? E come mi è venuta di pensare che mi sarebbe piaciuto essere la sua ragazza?? Ma per favore! Ragazza di quel coso? È solo un giocatore di basket, dal fondo-schiena stupendo, che se potesse si sposerebbe il pallone…con il canestro come testimone!

 

ORE 19.40

Io odio Andrew Porter con tutta me stessa! Fegato e cistifellea compresi!

 

ORE 19.45

ODDIO!!! E se mi piace? Ma che domande faccio! Dovrei saperlo se mi piace! E INVECE NON LO SO!!!! AAAAAAAAAAAAAAAH!!!!

 

ORE 19.50

VOGLIO MORIREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!

 

ORE 20.10

Mi ha chiamata Luke! Quasi non volevo credere alla suoneria del cellulare! Ho fissato il display x un minuto buono, al che credo che lui stesse anche per mettere giù, ma alla fine ho risposto.

Per farla breve, mi ha detto che nonostante io gli piaccia molto, non gli sembra il caso di restare ancora insieme perché vede che ho dell’interesse per Andrew.

Ho cercato di fargli cambiare idea, di dirgli che non è vero che mi piace Andrew, ma lui ha risposto di non prenderlo in giro, e soprattutto di non prendere in giro me stessa, perché è evidente che per me quel ragazzo non è solo un’amico.

Così ci siamo lasciati, ma in modo pacifico e senza rancore.

 

ORE 22.20

Evviva! Questa si che è vita!

Mi ritrovo nel mio letto, dividendo la stanza con un individuo maschile anomalo (meglio identificato come mio fratello Allan), con avvinghiato intorno alla caviglia un gatto che attualmente si crede un mastino napoletano…o la mia professoressa di storia (non c’è molta differenza).

Senza più un ragazzo e con una crisi sentimentale riguardante quello che credevo il mio migliore amico…un pazzo fanatico del basket…un bradipo senza spina dorsale… e un impotente sentimentale (non mi stancherò mai di dirlo).

Grazie Dio!

 

Fine capitolo 12 – to be continued

 

 

 

 

Rieccomi qui con il nuovo capitolo!

Scusatemi per la lunga attesa! Vi prego di perdonarmi!

Spero vi sia piaciuto! Alla prossima!

Leli

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** Primo giorno di scuola ***


Sto sclerando- Help me

Sto sclerando- Help me

 

Capitolo 13- Primo giorno di scuola

 

Lunedì 13 settembre

 

ORE 7.15

Primo giorno di scuola.

Sono così felice che non riesco ad alzarmi dal letto.

Mia madre è piombata in camera e ha spalancato le finestre. È una cosa che fa ogni maledetta volta che ricomincia l’anno scolastico. E continua per i primi giorni. Ma dopo circa una settimana si stanca e la smette.

-Forza tesoro!- ha esclamato la mia genitrice –E’ ora di ricominciare a far funzionare il cervello, dopo un’intera estate con i neuroni disattivati!

AH! Ha parlato! Come se lei i neuroni li facesse funzionare quando lavora! Ma fatemi il piacere!

 

ORE 7.30

Quello che purtroppo all’anagrafe è registrato come colui che mi ha dato la metà dei suoi geni (cosa per la quale non lo perdonerò mai!) ha osato pormi la domanda che mi pone ogni primo giorno di scuola da quando andavo alle elementari.

-Andiamo figlia mia! Ti accompagno a scuola in moto?

Ora, quando avevo 6 anni ero una piccola bimba ingenua, indi per cui era Allan che mi salvava dalle grinfie paterne. Ma non appena ho acquistato le facoltà mentali per rendermi conto della pazzia che mi veniva proposta, ho iniziato a provvedere da sola alla mia incolumità.

Per i primi anni, temendo che mio padre si prendesse a male, gli rispondevo “Si, certo papi”, e appena lui, tutto contento, si distraeva per prendere una brioche, io scappavo dalla porta principale, il più delle volte dimenticando la cartella in cucina, che veniva prontamente recuperata da Allan e restituita alla proprietaria prima dell’inizio delle lezioni.

Ma quando Allan ha finito la scuola, mi sono resa conto che nel caso avessi dimenticato la cartella durante le mie fughe, sarei dovuta tornare indietro. Inoltre ero arrivata alla conclusione che mio padre oramai doveva crescere e accettare la realtà.

Indi per cui adesso ogni volta che mio padre mi fa una tal proposta, io mi limito a ignorarlo. Lui si arrabbia perché non rispondo, si siede a tavola, sputacchia in po’ di brioche, inizia a insultare la scuola dicendo che ci insegnano le tabelline ma non le buone maniere, e siamo tutti felici. Io non vado a scuola in moto con mio padre, e lui si sfoga contro il sistema scolastico.

 

ORE 7.50

Io e Jane ci stiamo “allegramente” dirigendo verso la Fillmore, avvolte nelle nostre orrende divise rosa salmone. Chi è stato il geniaccio che ha deciso che i colori rappresentativi della nostra scuola dovevano essere rosso e rosa salmone? Eh eh??? E poi ovviamente le divise non le fanno rosse! E no! Altrimenti che gusto ci sarebbe? Come potrebbero umiliarci??

Ma ovviamente, se noi femmine dobbiamo sopportare il disonore di una gonna rosa salmone, i ragazzi no! A loro hanno lasciato i pantaloni neri! Maschilisti!

 

ORE 8.05

All’ingresso ci siamo incontrate con Marta, che ha un anno in meno di me e Jane, e quindi per lei è il primissimo giorno di liceo.

-Agitata Marta?- ho chiesto io.

-Più che altro…- ha risposto- Ho paura di perdermi nella scuola! Lo sai che ho un pessimo senso dell’orientamento! E poi devo anche scoprire chi è lo studente che mi hanno assegnato come guida!

-È vero!- ha esclamato Jane- Quest’anno io ed Elsie siamo fra quegli studenti!

Io mi sono girata di scatto- Ah si? E da quando?

-Ehm…ti ricordi che l’anno scorso la vicepreside aveva chiesto la nostra partecipazione per una cosa?

-Si, ma non ho mai saputo cosa!

-Ecco appunto! Si tratta di questo! Ci sarà assegnato uno studente del primo anno per fargli da guida.

-MA ASPETTA UN SECONDO!- ho esclamato- Io non ho mai detto di si a questa cosa!

-In effetti è vero…ma sai, la vicepreside ha pensato di assegnartela come punizione per l’incidente nel laboratorio di chimica a fine anno.

ACCIDENTI! Sempre a rimenarla con questa storia! Quella donna non ha fantasia! E soprattutto non ha una vita propria se passa il suo tempo a ideare punizioni per gli scherzi di una quindicenne! (anche se ufficialmente lei non sa che ho scambiato le provette apposta…è convinta si sia trattato di un errore) E poi fosse successo chissà cosa! Si sono solo incendiati un paio di quaderni!

 

ORE 8.15

Quella maledetta campanella ha appena suonato. Devo dire che non mi mancava per niente. Io, Jane e Marta siamo andate in aula magna per vedere gli abbinamenti con gli alunni del primo anno.

Appena mi ha vista la vicepreside mi ha lanciato un’occhiataccia.

-Signorina Morgan…- ha esordito con la sua voce da triglia. Ma ora che ci penso…che voce hanno le triglie? Voglio dire…sono dei pesci quindi non hanno voce. Il massimo che fanno è muovere la bocca come se dicessero “Puo puo”. E in effetti devo dire che per me la vicepreside è proprio come un pesce, perché quando parla non l’ascolto, e quindi vedo solo le sue labbra spalmate di rossetto fucsia che si muovono. Quindi continuerò a chiamarla triglia. E comunque vorrei proporre una citazione contro quel rossetto. Non è che sia brutto, ma addosso a lei terrorizza tutti quelli del primo anno (e non solo).

In ogni caso ha continuato a parlare (con mio profondo fastidio)-…è un piacere rivederla..- AH! Adesso fa anche la sarcastica! Cos’è? Si è letta qualche libro della Littizzetto durante le vacanze? Giusto per sembrare meno morta? - …ecco a lei, questa è la scheda dello studente del primo anno che le è stato assegnato. Veda di non traviare la sua giovane mente.

Che donna adorabile.

Mi sono diretta verso le altre due, che mi sono venute incontro esaltate.

-Elsie! Indovina!- ha esclamato Marta –Mi hanno accoppiata con Jane! Meno male!

Io ho guardato il nome scritto sulla scheda che avevo in mano.

Per un attimo non ho creduto hai miei bulbi oculari.

Matthew Gattini.

 

ORE 8.20

NON E’ POSSIBILEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE! PERCHEEEEE’?

Perché fra tutti gli studenti del primo anno dovevano assegnarmi proprio Matt???

Cos’ho fatto di male???

 

ORE 19.45

Sbattuta sul divano.

Condizioni fisiche: rischiato il collasso.

Condizioni mentali: rischiato l’esaurimento nervoso.

Condizioni generali: sono più distrutta dello zerbino davanti alla porta di casa dopo che ci si è fatto le unghie Gengis.

Direi che come primo giorno di scuola è stato terrificante.

Dopo aver riletto una trentina di volte il nome su quella maledetta scheda, sono andata a chiedere alla vicepreside se ci fosse stato un errore. Non riporto i commenti ricevuti, basti sapere che NO, NON ERA UN ERRORE.

Allora, trascinadomi dietro la mia voglia di vivere, sono andata verso quell’essere dai capelli biondo-rossicci, alto 20 centimetri più di me (anche se è più piccolo) e con il suo “adorabile” sguardo truce. Stava chiacchierando con Andrew e Steven, e quando mi sono avvicinata mi ha detto semplicemente.

-Tu?

-Si, io…

Gli altri due sono scoppiati a ridere.

-Cavoli!- ha detto Andrew –Allora non era un errore! Ti hanno davvero affidato Matt come primino! A me invece hanno dato Steven! Un bel colpo di fortuna! Ma dimmi Elsie…

Io l’ho guardato male, sapendo benissimo che stava per dirne una delle sue.

-…dopo quanti minuti inizierete a picchiarvi? 5? 10? Direi che questa è la situazione perfetta x una scommessa! Secondo me non resistete più di 10 minuti!

-10?- è intervenuto Steven- Andiamo Andrew! Sei troppo buono! Io non gliene di più di 5!

E mentre loro si divertivano come matti, io cercavo con tutte le mie forze di ignorarli e Matt invece se ne stava lì in piedi, immobile con le braccia conserte, a guardare i suoi amici con un aria del tipo “Parlate di quello che vi pare! Tanto…per quello che mi interessa”.

Per fortuna (o per sfortuna…dipende dai punti di vista) la vicepreside ha iniziato a parlare, ordinando a tutti di sedersi.

Ci ha intrattenuti per circa 20 minuti a proposito del rispetto e del prestigio della scuola (discorso che mi era bastato sentire l’anno scorso), dopo di che ci ha sbattuti fuori dall’aula magna ordinando che ogni studente del primo anno si unisse al suo tutor.

A quel punto Matt mi si è avvicinato di sua spontanea iniziativa, e mi ha mostrato il suo orario delle lezioni. Alla seconda ora aveva biologia, quindi avrei dovuto accompagnarlo lì.

Ci siamo incamminati verso l’aula, in un silenzio tombale.

Ma a un certo punto, con mia somma sorpresa, il signor Gattini mi ha fatto l’onore di aprir bocca. Non credevo ai miei timpani!

-Che lezione hai tu?- mi ha domandato senza distogliere lo sguardo da un punto vuoto davanti a sé.

-Bhè…- ho guardato il mio orario-…ho letteratura.

-Ed è molto lontana dall’aula di biologia?

-No, non molto.

Silenzio.

Beeeene. Abbiamo intrattenuto una conversazione che superasse tre monosillabi senza che passassimo alle mani. Posso ritenermi soddisfatta. Alla faccia di Andrew e Steven.

Ma a quel punto le mie rosee aspettative hanno fatto PATATRACK!

-Ah, certo che mi hanno affidato proprio un tutor del cavolo! Ma come ti è venuta di proporti per una cosa del genere?

Calma…calma…cool! To be cool!

-Si da il caso…che non sia stata propriamente una mia iniziativa! È stata la vicepreside ad assegnarmela come punizione.

-Aaaaah! Ma bene! E cosa avresti combinato?

A quel punto eravamo arrivati davanti all’aula di biologia.

-Matt, sei al capolinea! Visto che mi ritieni una tutor del cavolo, penso non avrai problemi a trovare l’aula per la terza ora! Quindi ci vediamo all’intervallo, giusto per vedere che non ti abbandono a te stesso! Ciao ciao!

E sono fuggita verso l’aula di letteratura del secondo anno.

Sono entrata e mi sono seduta, pensando di essermi liberata da stupidi giocatori di basket per almeno due ore.

Ma OVVIAMENTE, tutto è andato in frantumi, quando nell’aula è entrato un certo Andrew Porter, che GUARDA CASO, si è seduto proprio di fianco a me.

Ci mancava solo di passare l’anno nella sua stessa classe di letteratura.

Per la serie: le disgrazie non vengono mai da sole…si portano sempre dietro qualche stupido bradipo!

 

Fine capitolo 13 – to be continued

 

 

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Capitolo 14
*** Pomeriggio Esaltante ***


Sto sclerando- Help me

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Capitolo 14- Pomeriggio Esaltante

 

Martedì 14  settembre

 

ORE 11.05

Intervallo.

È stato convenuto che accoppiare due elementi come Jane Gifford e Marta Carson è stata una PESSIMA idea. Il senso di orientamento della prima, unito al senso di orientamento della seconda, in totale fanno un senso dell’orientamento nullo.

Ieri mattina anche Marta aveva biologia alla seconda ora, quindi per trovare l’aula era sufficiente che seguissero me e Matt.

Ma la signorina tutta-boccoli (Marta) ha iniziato uno dei suoi interminabili monologhi, e con suo sommo paciere aveva come interlocutrice Jane, che parla poco e si limita ad annuire. All’inizio Jane non l’ascoltava, cercando di concentrarsi sulla strada per arrivare all’aula di biologia. Ma nel momento esatto in cui Marta ha nominato Matt, Jane si è distratta per ascoltare l’altra. Sono bastati due minuti perché si perdessero. Jane ha iniziato a scrutare il corridoio cercando di capire dove fossero finite, e quel geniaccio di Marta è intervenuta dicendo:

-Tranquilla! Basta tornare indietro! Siano venute da là!

Jane avrebbe dovuto sapere che non doveva fidarsi di quella logorroica in un frangente simile, ma era troppo disperata.

Risultato: hanno fatto un tour panoramico della scuola, e sono arrivate con mezz’ora di ritardo alla lezione della seconda ora.

 

ORE 11.10

Ora che ci penso. Ma che fine hanno fatto Bex e Vera? Ormai è parecchio che non si fanno sentire. Pensavo di rivederle qui a scuola, ma con il casino di ieri non ho pensato di cercarle. Ma in ogni caso avrei dovuto almeno incrociarle nei corridoi. Invece siamo già al secondo giorno, e di loro nemmeno l’ombra.

 

ORE 13.15

Tornando a casa Jane mi ha raccontato che ha iniziato a chattare con un ragazzo. Dice che è adorabile, è stupendo, è meraviglioso. Ha un carattere un po’ strano, ma a lei piace da impazzire.

Perché questa cosa mi sa molto di “C’è Posta per Te”?

-E che nick usa?- le ho chiesto.

-Micio.

Ok! C’è qualcosa di profondamente sbagliato e preoccupante in uno che si fa chiamare Micio. Ma ho preferito non farglielo notare, era troppo esaltata.

-Ma scusa…e Matt?

-Matt un corno! Non posso aspettare lui per tutta la vita! Non ha mostrato segni di interesse per me, quindi devo cercare di lasciarlo perdere e andare avanti!

Non ha tutti i torti.

-E ho scoperto che abita nella nostra città! –ha continuato Jane - E che addirittura viene nella nostra scuola! Penso che presto ci incontreremo! Ti immagini? Potrei averlo visto tutti i giorni senza saperlo!

A quel punto ho colto l’occasione per tirare fuori una bella citazione da “C’è Posta per Te”.

-E se poi scopri che è attraente come una cassetta delle lettere?- ho chiesto.

La mia socia ha sorriso e risposto a tono.

-Sarei pazza a non cambiare completamente la mia vita per sposarlo!

Bene. Inizio d’anno scolastico interessante.

 

Giovedì 16 settembre

 

ORE 16.25

Mi ritrovo qui ad aspettare che Matthew Gattini venga a casa mia. È normale che dopo solo 4 giorni di scuola sia già indietro con il programma? A quanto pare per lui si.

Mi ha chiamato sul cellulare alle 3 del pomeriggio. Ho risposto dopo un po’, perché mi sono persa a congetturare per quale assurdo motivo mi stesse chiamando.

Quando mi sono decisa a rispondere, non ho fatto quasi in tempo a dire “pronto” che lui ha esclamato:

-Ehi, tu sei la mia tutor giusto?

“Ciao Matt! Io sto bene, grazie! E tu?” questo è quello che avrei sperato di dire.

Invece…

-Si, Matt! Pensavo fosse abbastanza chiaro!

-E i tutor dovrebbero aiutare quelli del primo anno anche nel recupero delle materie, vero?

-Si Matt

-Bene! Sono indietro con il programma! Vengo a casa tua alle 4 e mezza!

-E’ una domanda o un’imposizione?

-Un’imposizione! Ciao!

E mi ha sbattuto il telefono in faccia. L’educazione deve averla imparata da Andrew.

A quel punto mi sono ripassata mentalmente la conversazione appena fatta.

In preda al panico ho telefonato a Marta, chiedendole sommo aiuto.

L’idea migliore che le è venuta è stata quella di venire con Jane a casa mia, perché a dire la verità anche lei è indietro con il programma.

MA COME SI FA A ESSERE INDIETRO CON IL PROGRAMMA?? DOPO QUATTRO GIORNI DI SCUOLA NON ESISTE NEMMENO UN PROGRAMMA!

Vabè, anche se avrei preferito un piano del tipo “Mamma ho perso l’aereo”, cioè cospargere il giardino di trappole per impedire l’ingresso a Matt, alla fine ho chiamato Jane per dirle di venire.

Le due sono arrivate alle 4 e 20, per avere un vantaggio di 10 minuti sul quel losco individuo.

 

ORE 16.35

Hanno suonato alla porta e sono andata ad aprire. Però prima ho voluto guardare dallo spioncino.

A quel punto ho chiamato Jane e Marta.

-Houston…abbiamo un problema…

-Che succede?- ha chiesto Jane.

-O Matthew Gattini si è moltiplicato…oppure…

-Oppure?

-Oppure si è portato dietro Andrew e Steven!

 

ORE 17.20

C’è qualcosa di profondamente triste, ma al contempo qualcosa di profondamente preoccupante, in un ragazzo che non capisce la differenza fra cellule della pelle e cellule muscolari.

Tralasciando il piccolo particolare che le lezioni sono iniziate da SOLO 4 GIORNI…non mi sembra ci voglia il cervello di Einstein per comprendere una cosa simile.

Ma stiamo pur sempre parlando di un individuo il cui mondo ruota intorno al basket. E vale anche per quei due esserini seduti al tavolo della mia cucina.

La cosa triste è che quando vogliono sono pure intelligenti.

Riguardo alle altre due…Jane osserva compiaciuta Marta che ripete gli stadi dell’evoluzione umana. , queste si che sono soddisfazioni!

 

ORE 22.45

Bene…molto bene. In senso sarcastico ovviamente.

Facciamo un riassunto mentale del pomeriggio.

Matthew alla fine è riuscito a capire le 5 pagine del libro di biologia che ha spiegato l’insegnante. Marta ha imparato a memoria gli stadi evolutivi dell’uomo. Steven non ho idea di che cosa abbia studiato, anche se con un tutor come Andrew, penso abbia concluso poco.

A un certo punto sono dovuta andare in camera mia a cercare i miei appunti dell’anno scorso, ed Andrew mi ha chiesto dov’era il bagno. Allora è venuto al piano di sopra con me.

Solo che mentre cercavo gli appunti l’ho sentito che entrava in camera mia.

-E questa è la tua camera…com’è disordinata!- ha detto sogghignando.

Io ho cercato con tutte le mie forze di ignorarlo e concentrarmi nella ricerca. Ma lui mi è arrivato alle spalle e mi ha abbracciata da dietro. Sono rimasta immobile, il cuore che mi batteva a mille. Lui mi ha stretta più forte e mi ha dato un bacio sul collo.

Ma a quel punto non ho capito più un cavolo, ho afferrato il primo quaderno che ho visto, mi sono staccata da lui e sono corsa via urlando:

-HO TROVATO GLI APPUNTI!!!!

Quando sono tornata in cucina NON ero paonazza…DI PIU’!

Ma nessuno ci ha fatto molto caso, perché sono ritornata proprio mentre Marta e Steven si stavano lasciando in diretta mondiale.

Non ho capito esattamente da cosa sia nato il litigio, fatto sta che tutto si è concluso con Marta che urlava cose del tipo “Di te non ne voglio più sapere!” e Steven che rispondeva “Altrettanto”.

Bene…molto bene.

Ma una settimana di fila senza che succeda qualche casino non l’avrò mai vero?

Sacré bleu!

 

 

 

 

Fine capitolo 14 – to be continued

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Capitolo 15
*** Micio ***


Sto sclerando- Help me

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Capitolo 15- Micio

 

Sabato 25 settembre

 

ORE 13.30

Grazie a Dio la seconda settimana di scuola è finita!

Devo capire come farò a resistere fino Giugno. Soprattutto facendo da tutor a Matt.

Siamo completamente incompatibili. Se potessimo, daremmo il via a un’incontro di boxe ogni volta che ci vediamo.

Questa settimana poi Matt mi ha chiamato chiedendomi di aiutarlo con matematica. Se non altro è stato più gentile dell’altra volta.

L’appuntamento era in oratorio , e quando sono arrivata mi sono ritrovata lì anche Steven, che è nella stessa classe di matematica di Matt. Alla mia domanda (tralaltro espressa in tono molto acido) “Ma non può aiutarti Andrew, visto che è lui il tuo tutor?”, mi è stato risposto che aveva gli allenamenti e mi chiedeva se potevo aiutare io Steven.

Strano. Non mi è sembrato di sentire il telefono squillare. O di ricevere un sms di Andrew in cui GENTILMENTE mi chiedeva questo favore. Anch’io ho una vita, non lo sa? Anche se non faccio nessuno sport e non ho la scusa pronta, non significa che anch’io non abbia i miei impegni! Truccarmi…giocare al computer…fare shopping con Jane e Marta…guardare i Teletubbies

Vabè, lasciamo perdere!

Seduti a uno dei tavoli della sala giochi, provavo a spiegare a quei due geniacci le equazioni di secondo grado.

Ora…si presuppone che a settembre inoltrato, e di giovedì poi, non ci sia gente nella sala giochi di un oratorio, avendo le persone qualcosa di meglio da fare…come ad esempio un lavoro, o la scuola…

E INVECE NO!

Ci hanno deliziati della loro presenza Michael e Frederick.

Riguardo al primo, è un miracolo che ci sia ancora una scuola che lo ha ammesso (la nostra vorrei sottolineare), e riguardo al secondo…23 anni buttati nel WC. Ho detto tutto.

Hanno iniziato a distrarre Matt e Steven, parlando di basket, di calcio, di cose completamente inutili e stupide. E quando sono intervenuta ricordando loro che “forse” eravamo lì per studiare, Matt mi ha risposto:

-Ma levati dai piedi!

A quel punto ho sbarrato gli occhi, mi sono alzata di scatto sbattendo la mano sul tavolo, ho preso le mie cose e me ne sono andata. Credo di aver anche ringhiato.

Mi sono diretta come una furia verso la porta e sono uscita sbattendola. Ho fatto in tempo a sentire Steven che dava dell’idiota a Matt e Frederick e Michael che ridevano.

Ho sceso le scale in preda a una furia omicida, ho messo male il piede all’ultimo gradino, e sono caduta addosso a qualcuno.

Ho alzato lo sguardo per vedere chi avessi investito.

E chi poteva essere?

Andrew OVVIAMENTE, che era appena tornato dagli allenamenti, con il suo borsone e quell’aria stanca ma sexy da giocatore impegnato.

Oddio, ecco che ricomincio con gli apprezzamenti su di lui. AAARG! Devo piantarla!

Vabbè, alla fine Andrew mi ha aiutato ad alzarmi, e dopo averlo ringraziato ho inforcato la mia bici, fuggendo verso l’orizzonte e lasciando dietro di me solo una nuvola di polvere.

 

ORE 16.20

Che stress, che angoscia, che stress.

Ci mancava solo l’appuntamento con l’uomo del mistero. O per meglio dire…con il Micio del mistero! L’ho già detto che mi spaventa e non poco uno che usa il nick “Micio”, vero?

Vabè…se Jane sente che è l’uomo della sua vita chi sono io per fermarla?

Potrò sempre pestarlo a sangue qualora si rivelasse un fetente, o un maniaco, o un maschilista, o uno psicopatico…o tutte le cose assieme!

L’appuntamento con il fantomatico felino sarebbe alle 16.30 davanti alla videoteca dei grandi magazzini. Un posto meno assurdo no? Per fortuna c’è di fianco una gelateria!

Dunque…il piano è questo. Jane aspetterà davanti alla videoteca, vestita secondo la descrizione precedentemente fornita. Qualora il Micio si rivelasse essere la brutta copia di Zio Fester, io e Marta, accuratamente appostate dietro dei ficus, sbucheremo dal nulla fingendo un incontro casuale.

Nel caso invece in cui si riveli essere un bel fanciullo, io e Marta dovremo comunque restare nei paraggi, pronte ad accorrere al segnale di Jane (uno squillo sul cellulare) nel caso si rendesse conto che di persona, non è esattamente come in chat…che so io…magari è allegro come Edgar Allan Poe!

In ogni caso io e Marta siamo appostate dietro i suddetti ficus, leccando i nostri doppi coni al cioccolato, chiedendoci perché non li conosciamo noi i ragazzi in chat. Invece di starcene a rimuginare su due beoti, giocatori di basket, impotenti sentimentali e tante altre cose che al momento non mi vengono in mente.

 

ORE 17.30

Io e Marta ci siamo a messe a pedinare tre individui, meglio identificati come Andrew, Matt e Steven, per il centro commerciale.

L’appuntamento con il Micio è saltato.

Quando mancavano solo 5 minuti all’incontro, Jane è venuta a trovarci dietro i nostri amati ficus, per riferirci che doveva scappare a casa perché l’aveva appena chiamata suo padre. Ci ha pregate però di restare per vedere com’era il ragazzo, e che una volta a casa gli avrebbe mandato un’e-mail sul cellulare per scusarsi della buca. E quel punto è fuggita.

Allora siamo rimaste dietro i ficus, a finire di deliziarci con i nostri gelati.

Dopo una decina di minuti abbiamo guardato se era arrivato qualcuno di sospetto davanti alla videoteca, ma c’era solo Matt.

Per un attimo mi è venuto l’impulso di andare a salutarlo (da dove sia nato non capisco), ma proprio prima che mi decidessi gli è arrivata un’e-mail sul cellulare. Dopo averla letta si è diretto verso una delle colonne del corridoio, da dietro la quale sono spuntati Andrew e Steven.

Io e Marta ci siamo guardate perplesse, e abbiamo origliato la conversazione da dietro i ficus.

-Niente da fare, non può più venire…- ha detto Matt.

-E così ti ha dato buca…bhè sarà per la prossima volta!- ha detto Steven.

-Ma pensi ne valga la pena?- gli ha chiesto Andrew.

Matt ha sospirato – Non lo so…però voglio incontrarla almeno una volta.

-Dai! Andiamo a fare un giro!- ha proposto Andrew mettendo un braccio intorno alla spalla dell’amico.

E dal quel momento in poi ci siamo messi a seguirli.

Durante il pedinamento abbiamo formulato delle ipotesi. La principale e più accreditata è quella che sia proprio Matt il misterioso Micio…infondo il suo cognome è Gattini. Tutto quadra.

Dopo poco tempo però Matt se ne è andato via da solo, e allora abbiamo deciso, con molta non chalanche, di farci vedere da Andrew e Steven, nella speranza che ci dicessero qualcosa…pettegoli come sono!

Abbiamo finto un incontro casuale. Mon Dieu! Come siamo brave!

-Ragazzi che ci fate voi qui?- ho chiesto con assoluta ingenuità.

A quel punto sono partiti in quarta.

-Oh sapessi!- ha iniziato Steven- Prima c’era anche Matt! L’abbiamo accompagnato per un appuntamento!

-Appuntamento con chi?- ha chiesto Marta buttando lo sguardo sulle vetrine, fingendo di non essere particolarmente interessata.

-Una tipa che ha conosciuto in chat…- ha risposto Andrew.

-Interessante…- ho detto io- Sapete…prima c’era anche Jane…anche lei aveva un appuntamento con un ragazzo conosciuto in chat

Quei due imbecilli mi hanno guardato come per dire “E quindi?”. In preda all’esasperazione ho deciso di dare un piccolo aiuto ai loro neuroni.

-Il suo nick se non sbaglio…dovrebbe essere…Micio…

Ci siamo guardati tutti e quattro nelle palle degli occhi per 30 secondi buoni.

Poi Steven ha fatto un ghigno – Ah! Che buffo! È lo stesso nick che usa Matt!

Io, Andrew e Marta lo abbiamo guardato con occhi che lasciavano intendere “lo sappiamo che sei lento, non te ne facciamo una colpa, ma a questo punto dovresti esserci arrivato pure tu!”.

 

ORE 21.30

Mi trovo in chat a chiacchierare con Marta degli ultimi eventi.

Dopo che anche Steven ha capito che la ragazza della chat di Matt è Jane, abbiamo fatto un giro tutti insieme per il centro commerciale, ridendo del fatto che fra tutte le persone del mondo, dovevano ritrovarsi proprio loro due. Tra l’altro Matt non ha mai mostrato interesse per la Jane conosciuta in oratorio, mentre sembra che quella della chat gli piaccia molto. Il che è strano perché sono la stessa persona.

Tornando a casa, è stato Andrew a chiarirci questo dubbio dall’alto della sua sapienza.

-Il fatto è…- ha iniziato il grande saggio- …che Jane non si è mai mostrata del tutto a Matt! Per vari motivi non è mai riuscita a mostrargli interamente il suo carattere, cosa che ha fatto con Micio.

-Bhè!- sono intervenuta io – Non è che Matt abbia facilitato le cose! Insomma! Ha un carattere insopportabile, sempre pronto a criticare e a tirare frecciatine!

-Ma il fatto…- ha continuato Andrew come se non avessi parlato - …è che voi non sapete come comportarvi con noi! Ve ne state sempre lì su quella panchina…invece dovreste venire lì con noi quando giochiamo per chiacchierare..

A quel punto non ho capito più niente.

-BRUTTO IMBECILLE! MA CHE DISCORSI STAI FECENDO?! TI RENDI CONTO?! CHE CAVOLO SIGNIFICA CHE DOBBIAMO VENIRE LI’ MENTRE GIOCATE?!? COME DIAVOLO FACCIAMO AD AVVICINARCI SE STATE CORRENDO COME DEI PAZZI DA UNA PARTE ALL’ALTRA DEL CAMPO, INSULTANDOVI PER I FALLI?!?!?

A quel punto Marta mi ha trattenuta per la maglietta, altrimenti credo che avrei iniziato a picchiare Andrew a sangue.

Il ragazzo, da parte sua, se ne è andato a casa con Steven borbottando con l’aria di chi ha sempre ragione.

Come posso avere dei dubbi sui miei sentimenti riguardati quel microcefalo?

Vabè, è un bel ragazzo, ma è stupido (o meglio, il cervello lo usa solo quando ne ha voglia), prova un piacere sadico nel farmi arrabbiare, è insopportabile, arrogante, crede di avere sempre ragione lui, e nella testa ha solo il pallone da basket! Se lo sposerebbe quel pallone!

Eppure…non lo so…c’è qualcosa in lui che mi attrae terribilmente.

Ci sono dei momenti in cui, dietro a quella maschera da buffone, riesco a intravedere qualcos’altro, che ancora non posso definire, ma che mi piace…anche se non so il perché.

 

Fine capitolo 15 – to be continued

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Capitolo 16
*** Incidente ***


Sto sclerando- Help me

Sto sclerando- Help me

 

Capitolo 16- Incidente

 

Venerdì 1 ottobre

 

ORE 10.30

Un’altra tediosa e inutile giornata di scuola.

Ma a cosa serve venirci? Visto che tanto tutto quello che impariamo resta nel nostro cervello solo fino alla fine dell’interrogazione. Finita questa è come se tutto quello che avevamo ficcato a forza nella nostra testa svanisse di colpo…PUFF! Come le nuvolette dei fumetti!

Tutto quello che resta è un senso di benessere per essere usciti vivi dall’interrogazione e una vaga consapevolezza che, di quello che avevamo studiato, forse è rimasto qualcosa, ma tanto non servirà a niente!

Comunque, concentrandosi su cose serie (e la lezione di matematica non è fra queste), questa mattina sono andata in segreteria per prendere la borsa della vicepreside (odio il modo in cui quella donna mi usa come facchino), e ho incontrato Milly, la madre di Vera.

Quando mi ha vista mi è piombata addosso sorridendo e baciandomi come fa al solito.

Le ho chiesto come stava, e come mai alla terza settimana di scuola Vera non c’era.

-Oh cara, tu non sai niente? Bè, non hanno voluto diffondere la cosa x la scuola…guarda tesoro, dì a tua mamma che stasera passo da lei a fare due chiacchiere! È tanto che non ci vediamo! Devo andare! Ciao cara!

Ha parlato talmente veloce che non ho potuto fare altro che annuire come un’ebete. E alla fine non ha minimamente risposto alla mia domanda. Vorrà dire che questa sera organizzerò una convention per origliare la chiacchierata di mia mamma e di Milly.

 

ORE 11.05

All’intervallo ho intrattenuto un’interessante conversazione con Steven. Ogni tanto quel ragazzo se ne esce con delle perle di saggezza. O meglio…per lui sono delle perle, ma non è detto che lo siano davvero!!

Vabè, la conclusione è che secondo lui nascerà qualcosa fra me ed Andrew…se ne è convinto lui…

Comunque ho voluto approfittare dell’occasione più unica che rara di poter parlare con quel ragazzo in modo pacifico e senza microcefali intorno che disturbano. E non faccio nomi.

Così con molta non chalance gli ho chiesto:

-Steve, ma alla fine con Marta?

-Alla fine cosa?- ha chiesto lui facendo finta di non capire.

-Alla fine è finita così? Non c’è possibilità che chiariate e torniate insieme?

A quel punto ha iniziato a mugugnare, e ha approfittato della campanella della quarta ora per fuggire al mio interrogatorio.

Al che mi sono soffermata a pensare. Ma è una caratteristica tipica dei giocatori di basket quella di iniziare a mugugnare quando fai delle domande serie? E soprattutto, è insita nel loro DNA, oppure è una capacità che gli viene insegnata quando decidono di iniziare a fare basket?

Cosa c’è, l’allenatore che al primo incontro gli dice “Ok, ragazzi, prima dei fondamentali c’è un’altra cosa che dovete imparare per essere dei veri giocatori di basket: MUGUGNARE!”?

Ma per l’amour de Dieu!! Ecco perché il mondo va a rotoli! Con individui simili a piede libero nella società!

Che amarezza!

 

ORE 17.20

Ordunque! Milly è venuta a trovare mia madre. Al che, CASUALMENTE, ho fatto venire anche Marta e Jane per origliare tutto quanto.

Ovviamente loro sono venute prima, con la scusa di fare i compiti e ci siamo chiuse in camera.

Verso le 16.30 è suonato il campanello. Era Milly.

Allora siamo corse tutte e tre in mansarda. Tale luogo della casa è adibito a “ufficio” di quel individuo altresì conosciuto come mio padre, per le poche volte in cui resuscita la sua vena artistica. C’è un divanetto, un tavolo da disegno, qualche tela negli angoli, e le mie tempere di quando andavo alle elementari.

Ovviamente ho sempre ritenuto che fosse uno spazio inutilizzato, e che quindi andasse adibito a scopi più nobili, come ad esempio essere la mia camera! Ma tutte le volte che l’ho proposto, papà si è irritato, dicendo che in quella casa non ci sono altri spazi per lui, e che la mansarda è l’unico posto in cui può stare solo con se stesso e dare sfogo alla sua arte.

A questo punto mamma si commuoveva, e con le lacrime agli occhi per aver sposato un uomo così sensibile mi diceva di stare tranquilla, magari di aspettare qualche anno, quando fossi stata più grande. Per ora potevo benissimo stare con i miei fratelli. In fondo mio padre era un artista.

Peccato che la sua cosiddetta arte la potrebbe fare anche un bambino di 5 anni, e la farebbe meglio. Oltretutto sono 2 anni che non si rinchiude lassù, e penso che abbia persino dimenticato l’esistenza di quel luogo. Indi per cui penso proprio che presto riproporrò la mozione.

 

Comunque, c’è un motivo per cui siamo andate in mansarda ad origliare. Perché qui si trova la griglia del condotto dell’aria direttamente collegato alla griglia che si trova in salotto vicino al camino (tralaltro molto suggestivo e praticamente inutilizzato, ma sono dettagli). Quindi si può sentire tutto quello che viene detto in salotto.

Allora ci siamo comodamente posizionate intorno alla griglia.

-Oh Frances…- stava dicendo Milly  -…tu non sai cos’è successo a fine estate!

-Ma ho saputo che Vera non va più a scuola! Come mai?- ha chiesto mia mamma.

-Vedi, è successo un guaio. Tu sai che Vera negli ultimi anni si è legata molto a Bex. Personalmente mi sono sempre fidata, sai è la figlia della maestra elementare delle nostre ragazze, quindi…però ha iniziato a frequentare giri poco affidabili. E sembra che poi sua madre non ne sapesse niente. Fatto sta, che ha coinvolto anche Vera. All’inizio erano anche abbastanza tranquilli. Però le sere che Lidia mi diceva di passare a casa di Bex, in realtà le passava ai parchetti con quella gente.

-Ma scusami, e Lucy non sapeva proprio niente?

-Assolutamente no, perché Bex diceva di essere a casa nostra. Si usavano come alibi a vicenda. Solo che agli inizi di settembre, siccome quei ragazzi erano della Fillmore, hanno pensato di provocare qualche danno, per ritardare l’inizio della scuola. E hanno tirato in mezzo Bex e Vera. Sembra che il progetto fosse quello di rompere le tubature dei bagni. All’ultimo però Vera si è rifiutata, ma mentre se ne andava dalla scuola è stata vista dalla guardia notturna del quartiere. Così li hanno scoperti. Ma nel frattempo erano riusciti a spaccare un lavandino. I ragazzi e Bex sono stati espulsi, mentre Vera l’hanno solo sospesa. Fra una settimana potrebbe tornare, però ha detto che forse vuole cambiare scuola. Adesso vedremo…

 

A quel punto mia madre ha iniziato a sproloquiare, quindi abbiamo ignorato il resto della conversazione.

Accidenti! Non pensavamo si trattasse di una cosa del genere!

Cioè che Bex non fosse molto normale e frequentasse cattive compagnie lo sospettavamo già da tempo. Ci è dispiaciuto che Vera sia stata coinvolta. Non è certo una cattiva ragazza.

Comunque ecco svelato il mistero per cui quelle due non si sono viste a scuola.

 

 

ORE 21.30

Faccio ancora fatica a credere a quello che è successo.

Mio Dio.

Verso le 6 Steven ha chiamato Marta. Eravamo ancora tutte a casa mia, in mansarda a finire i compiti e a chiacchierare. Il suo cellulare ha iniziato a suonare, quasi non credevamo che fosse lui, e io e Jane incitavamo Marta perché rispondesse.

Ha risposto. Dopo pochi secondi però lei è sbiancata, e mi ha passato il telefono.

-Pronto? Steven?

-Ciao Elsie…senti è successa una cosa, ma non ti devi spaventare!

-Va bene, non mi spavento, ma che è successo?

-Io ed Andrew abbiamo avuto un incidente con il motorino…

-Cosa? Ma..ma..come? Dove siete?

-Siamo al pronto soccorso.

Non ho dato il tempo a Steven di dire altro. Ho spento il telefono e sono corsa da Allan perché ci portasse subito in ospedale.

Per tutto il tragitto non sono sicura di capire dove stessimo andando. Nella mia testa risuonava solo un nome: Andrew.

Quando siamo arrivate abbiamo trovato Matt in sala d’attesa. Ci siamo fermate lì con lui. Ha detto che aveva già visto Steven e che gli stavano mettendo un paio di punti sulla fronte, mentre Andrew stava facendo gli ultimi controlli. Stavano tutti e due bene.

In quel momento mi sono sentita come se finalmente riuscissi a respirare dopo ore di apnea.

Andrew e Steven sono usciti qualche minuto dopo, entrambi con il foglio di dimissione.

Steven con due punti sulla fronte, ed Andrew con un livido che cominciava a mostrarsi sullo zigomo destro.

I genitori di Steven hanno portato a casa il figlio, e Matt se ne è andato con la sua bici.

Mi sono avvicinata ad Andrew, senza riuscire a dire niente, e lui mi ha sorriso sornione.

-Visto? Neanche un graffio! Mica come te che ti fai male per ogni cosa!

Ho ignorato il suo tentativo di provocarmi guardando scettica il livido che iniziava a diventare violetto. L’ho preso per un braccio.

-Andiamo, che ti portiamo a casa.

Abbiamo riaccompagnato Jane e Marta, mentre io continuavo a guardare il livido di Andrew che si voltava dall’altra parte per non farsi osservare.

Sotto casa sua sono scesa anch’io.

-Ehi dove vai?- mi ha chiesto Allan.

-Come dove vado? Lo accompagno! Ha battuto la testa, non deve restare da solo, almeno nelle prime ore dopo l’incidente!

Allan mi ha guardata come per dire “E io dovrei lasciare mia sorella da sola nella casa di un ragazzo?”.

-Allan! Falla finita! – ho detto- Proprio tu che studi da paramedico dovresti saperlo!

Avendolo colpito sul suo punto debole mi ha detto: -E va bene! Ma torno a prenderti fra un’ora!

Ho preso Andrew per un braccio trascinandolo.

-Ah grandioso, adesso anche l’infermiera personale!- ha esclamato lui, anche se non ho capito se ne era contento o no. Ad ogni modo l’ho accompagnato in casa.

L’ho fatto sedere sul divano e mi sono fatta dare il foglio di dimissione.

-Allora…- ho letto – c’è scritto di somministrare analgesici blandi in caso di emicrania.

-Meno male!- ha detto lui- Mi è venuto mal di testa!

-Dove sono le medicine?

-In quel mobile…

Ho aperto lo sportello che mi aveva indicato, tirando fuori una scatola con i farmaci che ho appoggiato sul tavolo.

Ho iniziato a cercare qualche analgesico non troppo forte, quando ho sentito due braccia che mi stringevano.

-Grazie…sono felice che tu ti prenda cura di me…- mi ha sussurrato all’orecchio.

Il cuore ha iniziato a battermi forte. Mi sono voltata, trovandomi di fronte il suo collo e ricordandomi solo in quel momento di quanto sia alto. Ho alzato lo sguardo verso il suo viso, guardando per un attimo il livido ormai scuro. Credo che in compenso la mia faccia fosse bordeaux.

-Posso baciarti?

L’ho guardato sorpresa e ho sorriso.

-Strano che tu chieda il permesso…di solito non lo fai…

Ha avvicinato il volto, sentivo il suo respiro sulle guance.

-C’è una prima volta per tutto…

E per la terza volta ho sentito le sue labbra sulle mie. E per la prima volta ero sicura di volerlo.

 

 

Fine capitolo 16 – to be continued

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Capitolo 17
*** Voli nelle siepi e trappole allo sherry ***


Sto sclerando- Help me

Sto sclerando- Help me

 

Capitolo 17- Voli nelle siepi e trappole allo sherry

 

Domenica 3 ottobre

 

CASA MIA

 

ORE 10.30 È sorprendente come si imparino cose nuove ogni giorno. Today, for example, ho scoperto che il dentifricio alla menta ha un forte potere corrosivo. Stamattina me ne stavo imbambolata davanti allo specchio a ripensare ad Andrew e a quanto bacia bene e a quanto mi sembrasse ancora tutto un sogno. E nel frattempo lo spazzolino era nella mia bocca con il dentifricio che mi corrodeva la lingua.

Solo quando è entrata mia madre in bagno sbraitando che doveva fare il bagno a Sammy sono rinvenuta e mi sono resa conto del bruciore alla lingua!

Mon dieu! Que douleur!

 

ORE 14.30

Appuntamento al centro commerciale con Jane. Ma prima di andare io e Marta ne abbiamo, OVVIAMENTE, combinata una delle nostre.

Ci siamo date appuntamento in oratorio abbastanza presto e siamo andate sul campo di basket dove Steve e Matt stavano giocando. Con mio sommo dispiacere Andrew non c’era e io e Marta ci siamo sedute sulla nostra personale panchina.

Abbiamo chiacchierato per un po’, aspettando che i ragazzi finissero il loro “uno contro uno”, ma ovviamente ho evitato con cura di parlare di quello che è successo ieri (tanto ne avevo già parlato abbondantemente prima).

Nonostante ciò per tutto il tempo Steve ha continuato a fissarmi con uno strano sorrisetto stampato sulla faccia, al che mi è soggiunta l’ipotesi che Andrew gli abbia raccontato tutto.

-Che ha da guardarti così Steve?- mi ha chiesto all’improvviso Marta –Perché lo fa? È successo qualcosa tra di voi? State complottando alle mie spalle?

Io l’ho guardata allibita.

-Uno: mi sta guardando così perché credo che Andrew gli abbia raccontato tutto. Due: come ti viene in mente che possa esserci qualcosa tra di noi? E tre: stai diventando paranoica!

-Lo so, lo so, scusami…- ha risposto Marta- …ma non so cosa mi prende! Sono così nervosa da quando ci siamo lasciati! Da una parte non lo sopporto più, dall’altra…bho, non capisco nemmeno io!

A quel punto ho pensato di attuare una terapia consolatoria. La più efficace che esista. LA VENDETTA CONTRO L’EX.

Sono andata in quello che chiamiamo “Il Laboratorio degli Elfi”, dove ci sono tutti gli attrezzi da lavoro e ho preso un tronchesino, un piccolo martello e un cacciavite. Poi ho condotto Marta all’ingresso dell’oratorio, dietro le scale, dove ci sono parcheggiate tutte le biciclette. Ho controllato che non ci fosse nessuno nei paraggi, poi ho dato gli attrezzi a Marta e le ho indicato la bici di Steve.

-Vai e vendicati! Fai quello che vuoi, rigala, ammaccala, stacca qualche raggio delle ruote! Io faccio da palo!

La mia amica mi ha guardato per un attimo perplessa, poi ha guardato la bici e credo che in quel momento le siano riaffiorati i ricordi di tutte le litigate.

Io mi sono seduta sui gradini per controllare se qualcuno arrivava. Pochi minuti dopo Marta è riaffiorata da dietro le scale con l’aria soddisfatta.

-Bene, possiamo tornare dentro!- ha esclamato.

Abbiamo riportato tutto nel laboratorio e poi siamo andate a vedere a che punto era la partita di basket. Matt aveva appena battuto Steve, che leggermente irritato stava raccogliendo il suo zaino. Ha salutato l’amico con un cenno della mano e poi è venuto verso di noi.

-Io vado ragazze!

-Usciamo con te, anche noi dobbiamo andare!- ho risposto io.

Abbiamo sceso i gradini e io e Marta ci siamo incamminate verso il cancello mentre Steve prendeva la bici. Mi aspettavo una qualche esclamazione per i danni alla bici, ma pochi secondi dopo me lo sono visto passare di fianco. Ho guardato il suo mezzo e non ho notato danni particolari.

-Marta, ma che hai fatto a quella bici? Non vedo niente!

-Oh, ecco, ho tagliato qualche filo…- ha risposto lei con l’aria di non sapere bene cosa aveva fatto.

-Si, ma che fili hai tagliato?

La risposta mi è arrivata un secondo dopo quando ho sentito l’urlo di Steve che finiva diritto in una siepe dopo aver tentato invano di frenare.

 

ORE 17.40

NOTA BENE: Quando si devono attuare vendette ai danni di biciclette di ex-ragazzi, assicurarsi di sapere distinguere i componenti essenziali del mezzo.

Ma chi poteva immaginarlo che Marta non sapesse nemmeno che i freni erano collegati con dei fili?

Il risultato è stato un giocatore di basket infuriato, con fogliette di siepe tra i capelli e una distorsione alla caviglia. Grazie a dio casa sua è praticamente di fianco all’oratorio, quindi lo abbiamo accompagnato. Ovviamente abbiamo accuratamente evitato di riferire le circostanze che hanno portato al taglio dei freni della sua bici! Meglio lasciargli credere che sia opera di teppisti.

Mentre Marta chiamava Jane dicendole di fermarsi sotto casa di Steve invece di andare subito al centro commerciale, io ho messo il ghiaccio sul piede gonfio del ragazzo. Per sua fortuna sono un’esperta di distorsioni, visto che ne faccio una all’anno, e sempre cadendo in modo stupido!

Una volta sulle scale, ma la cosa clamorosa è che non è stato scendendo come si potrebbe pensare, ma salendo! E un’altra volta cadendo dalla bici. Il problema è che la bici era ferma!

Marta ci ha comunicato che sarebbe scesa ad aspettare Jane, mentre io fasciavo il piede all’infortunato.

-E così tu ed Andrew…- ha esordito Steve, appena siamo rimasti soli.

-Cosa ti ha raccontato?- ho preferito mantenermi sulla difensiva, non si può mai sapere cosa si raccontano questi ragazzi pettegoli al giorno d’oggi.

-Che l'altro giorno, dopo l’incidente, a casa sua…bhè vi siete baciati!

-Esatto- ho risposto io chiudendo la fasciatura e mettendo via le bende rimaste.

-Esatto? ESATTO?  Solo esatto? Ma Elsie! È una svolta clamorosa! Straordinaria!

-Steve, non ci dobbiamo sposare, frena l’entusiasmo!- anche se a dire la verità provavo il suo stesso sentimento. Me non me la sentivo di darlo a vedere, preferivo mantenermi distaccata, per paura di restare delusa.

-E adesso cosa farete?- ha chiesto ancora lui.

-Non lo so, da ieri non ci siamo ancora sentiti..- a quel punto ho deciso che era il caso di sloggiare- Bene, mia caro Steve, ci vediamo domani, se sarai ancora vivo dopo che tua madre scoprirà che hai fatto due incidenti nell’arco di tre giorni!

Steven mi ha guardata con una smorfia pensando alle urla di sua madre e alla bici coi freni andati. Ci siamo salutati e io ho raggiunto Marta e Jane per andare al centro commerciale.

Abbiamo passato il resto del pomeriggio girovagando fra i negozi. Abbiamo raccontato a Jane le circostanze che hanno portato al volo di Steven nella siepe, facendole solennemente giurare di portare quel segreto nella tomba. Per il resto ho parlato quasi ininterrottamente di Andrew e sospetto che Marta e Jane decideranno di uccidermi nel sonno. O di uccidere lui.

 

ORE 19.30

Nella mia sfavillante dimora.

Sfavillante perché mia madre ha trovato un nuovo lucido per i mobili, e ora, anche se sono fatti di legno e non emanavano luce propria nemmeno quando li avevamo comprati, riflettono ogni tipo di particelle fotoniche, e il salotto sembra una discoteca.

Ma una giornata iniziata con la corrosione della mia lingua, intermezzata da un tentato omicidio, non deve necessariamente finire male. O almeno questa è la speranza che mi accompagna da 15 anni a questa parte.

Appena tornata dal centro commerciale, il mio ingresso in casa è stato accolto da un enorme gatto che fuggiva dalla cucina, da un bambino urlante e in mutande che correva dietro al gatto, e da una donna con il grembiule della Prova del Cuoco che correva dietro a tutti e due.

Questa è la mia famiglia. Rendiamoci conto.

Appena mi ha vista, mia madre si è bloccata, lasciando il gatto e Sammy liberi di fuggire al piano di sopra.

-Tesoro! Eccoti, dov’eri?

-Al centro commerciale ‘ma, te l’avevo anche detto!

-Oh si…è vero…- ha detto lei, liquidando la questione con un gesto della mano –Ma vieni cara! Tutto il pomeriggio in giro, sarai stanca! La vuoi una coca? Ti metto i cubetti di ghiaccio a forma di cuore!

La cosa aveva iniziato ad essere sospetta già dal momento in cui mi ha chiamata “tesoro”. L’offerta della coca-cola aveva resto tutto ancora più inquietante e pericoloso. Ma i cubetti di ghiaccio a forma di cuore sono stati il culmine. Quella donna stava tramando qualcosa!

Ho serrato gli occhi in due fessure e ho fissato attentamente la mia genitrice.

-Avanti…cosa vuoi da me?- ho chiesto seria.

Lei ha emesso uno strano risolino- La mia piccina è così sveglia! Capisce subito i trucchetti della sua mamma! Bhè tesoro, stasera sei la baby-sitter di Sammy, io e papà andiamo fuori a cena con degli amici! Mi raccomando, divertiti! Vado a prepararmi, o tuo padre inizierà a sbraitare! Ciao tesoro!

Ha detto tutto così in fretta che quasi non mi ha dato il tempo di rielaborare le informazioni, e sono certa che il suo obbiettivo era confondermi e fuggire. Ma appena le mie orecchie hanno udito la parola “baby-sitter”, il mio sistema interno di allarme è entrato in funzione emettendo il suono assordante di una sirena all’interno del mio cervello.

A tal proposito, credo che diventerò pazza un giorno. Sempre ammesso che io non lo sia già.

Comunque ho bloccato mia madre prima che potesse fuggire sulle scale.

-Cos’è questa storia? Perché devo badare al nano?

-Suvvia tesoro. È solo per una sera! Non morirai mica! E poi c’è anche Allan!

Bella consolazione! Avere quell’individuo intorno equivale fare da baby-sitter anche a lui!

Prima di ribattere ho riflettuto qualche secondo. Forse la cosa poteva tornare a mio vantaggio.

-Io faccio la sorvegliante…- ho esordito-…se fai diventare la mansarda la mia stanza!

Mia madre mi ha guardata un attimo perplessa, non aspettandosi una richiesta di quel genere. Ho approfittato del suo momento di esitazione.

-Avanti! Papà non la usa da due anni, è praticamente inutilizzata! Io ho 15 anni, non posso passare la mia vita in stanza con due fratelli maschi! E se me la concedi…farò la baby-sitter per altre due volte senza lamentarmi!

Al quel punto l’avevo in trappola. L’offerta di due serate libere e una figlia disposta a fare il guardiano delle carceri senza opposizioni, era troppo allettante.

-Va bene Elsie! La mansarda è tua!

Al settimo cielo mi sono fiondata in camera mia iniziando l’opera di trasloco.

 

ORE 21.55

Andrew mi ha chiamata verso le nove. Gioia e tripudio. Abbiamo parlato un po’ al telefono e poi mi ha chiesto se potevamo vederci. Il problema è che io sono bloccata a casa con i bambini dell’asilo! Allora gli ho detto di venire lui da me.

-Ma non ci sono i tuoi fratelli?- ha chiesto lui dubbioso.

-Oh, quelli non saranno un problema…- ho risposto io ghignando.

Dopo aver messo giù il telefono, sono andata in cucina ad aprire la credenza con i liquori di papà. Ho preso una bottiglia di sherry già iniziata. Poi sono andata in salotto dove Allan stava guardando la tv.

Mi sono seduta accanto a lui sul divano.

-Ehi brother! Ti và un goccetto?

Lui mi ha guardata come se fossi pazza. Credo che stesse seriamente pensando di chiamare qualcuno.

-Ma sei impazzita Elsie? Hai 15 anni!- ha esclamato lui, continuando però a fissare la bottiglia.

-Oh dai, fratellone!- ho fatto un po’ di moine per convincerlo- Giuro che ne bevo poco poco! Voglio assaggiarlo, e meglio qui che in qualche pericoloso pub in periferia!

L’obbiezione non era del tutto insensata, e lui lo sapeva, e io sapevo che lui sapeva, e sapevo anche se aveva voglia di bere in po’ di quello sherry.

-Va bene, ma appena ti senti leggermente brilla smetti subito!

Ho annuito energicamente e ho preso un piccolo sorso dalla bottiglia che avevo già aperto. Poi l’ho passata ad Allan che ne ha bevuto una lunga sorsata.

Abbiamo bevuto così per un po’, e nel giro di 10 minuti mio fratello è crollato con la testa sul divano. Completamente addormentato!

È l’effetto che l’alcool fa ai maschi della famiglia, quando sono ubriachi si addormentano. Capita anche a papà e al nonno. E si può star sicuri che non si sveglieranno fino al mattino dopo. Le donne della famiglia invece lo reggono molto meglio, ma se ne bevono tanto hanno la tendenza a diventare molto, TROPPO, disinibite ed espansive. Lo dimostrano gli spogliarelli alle due di notte durante le cene di famiglia.

Presa la bottiglia di sherry e abbandonato il mio fratello maggiore ai suoi sogni, sono andata in cucina a occuparmi di quello piccolo.

Il mio dolce Sammy stava seduto sul pavimento a spazzolare Gengis con il pettine di papà. Sono andata ai fornelli e ho iniziato a scaldargli il suo latte serale (di Sammy, non di Gengis).

Una volta pronto, l’ho messo nel biberon con i biscotti e ho lasciato che i frollini si sciogliessero. Poi ho aggiunto tre gocce di sherry e ho agitato bene. L’alcool fa effetto in proporzione alle dimensioni fisiche, quindi per un maschio della famiglia Morgan di 3 anni erano più che sufficienti per stenderlo.

Ho dato il biberon a Sammy che l’ha svuotato nel giro di un minuto. Puoi mi ha guardata con occhini sonnacchiosi e si è addormentato cadendo su Gengis.

Ottimo!

Ho preso mio fratello e l’ho portato di sopra, nel suo lettino.

 

ORE 23.15

Dopo il mio piano diabolico messo in atto, Andrew è arrivato.

L’ho portato in mansarda, dove avevo già iniziato a trasferire le mie cose, e ci siamo seduti sul divano abbracciati e abbiamo chiacchierato. Abbiamo parlato tanto, e di tante cose. Non pensavo che fosse così bello stare da sola con lui. A saperlo avrei smesso di odiarlo molto tempo prima! Ovviamente non abbiamo parlato e basta, le nostre bocche si sono adoperate anche in altri modi. E anche se mi sento un pochino in colpa ad ammetterlo, bacia molto meglio di Luke. Ma i miei sensi di colpa non durano mai molto.

Dopo un po’ ci siamo sdraiati per terra su una coperta morbida e abbiamo guardato le stelle attraverso il lucernario della stanza. Andrew mi ha chiesto come ho fatto con i miei fratelli, e gli ho raccontato della trappola mortale allo sherry.

Lui è scoppiato a ridere.

-Non ci posso credere! Solo tu potevi inventarti una cosa del genere!

-Ma non lo sai che io ho una mente superiore? Non mi abbasso a cose scontate come voi comuni mortali!

Andrew ha riso di nuovo - Ma come sei modesta!

-Io sono un essere superiore, non so cosa sia la modestia!- ho continuato leggermente in preda all’euforia, probabilmente un po’ a causa dello sherry.

Andrew si è girato verso di me e me lo sono ritrovato sopra che mi fissava con occhi languidi.

-E questo essere superiore vorrebbe diventare la ragazza di un comune mortale?

L’ho guardato sorridendo da guancia a guancia –Direi che potrei concederti questa grazia!

 

 

 

 

Fine capitolo 17 – to be continued

 

 

 

 

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